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Migranti | bondeno.com
marted, 19 maggio 2015, 11:45 m.
Migranti
By afenice
Nel 2011 il numero dei cosiddetti sbarchi stato definito eccezionale: la rivoluzione in
Tunisia prima, la guerra in Libia poi, avevano fatto lievitare gli arrivi fino alla cifra mai
toccata prima di 63mila persone.
Questo aveva spinto il governo di allora alla presidenza del consiglio Silvio Berlusconi, al
ministero dellinterno Roberto Maroni a decretare la cosiddetta emergenza Nordafrica e
approntare un sistema daccoglienza straordinario, in cui accanto a quello ordinario si
dava mandato alle prefetture di identificare palestre, alberghi, palasport e luoghi di vario
genere da adibire a strutture per i migranti arrivati via mare.
Sono passati tre anni dallinizio dellemergenza Nordafrica e oggi siamo al punto di
partenza. Nellultimo anno complici la guerra in Siria e la situazione drammatica sul
terreno in Libia i flussi via mare sono ricominciati. Dallinizio del 2014 a oggi, in Italia
sono arrivati 160mila immigrati, la maggior parte soccorsa dai mezzi navali delloperazione
Mare nostrum, inaugurata il 18 ottobre 2013 dal governo italiano dopo la morte di circa
600 migranti in due naufragi al largo di Lampedusa e chiusa ufficialmente il 1 novembre
scorso.
Di quelli che sono arrivati, molti si sono dispersi in giro per lEuropa, anche grazie a
unapplicazione permissiva da parte del governo italiano dellobbligo di identificarli
mediante le impronte digitali perch la convenzione di Dublino prevede che il rifugiato
debba rimanere nel paese di primo approdo.
1 di 7 19/05/2015 11.50
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http://www.viewsoftheworld.net/
Ma per gli altri si approntato un sistema del tutto analogo a quello del 2011 con tre tipi di
centri : i Cas, parcheggi in cui il migrante vive in una dimensione dindeterminatezza e di
servizi scarsi o inesistenti. I Cara, luoghi in cui i richiedenti asilo dovrebbero stare fino a
35 giorni in attesa che la loro pratica sia esaminata dalla commissione territoriale
competente e dove invece rimangono in media tra i 9 e i 12 mesi. E i centri dello Sprar :
delle 61.238 persone attualmente in accoglienza, pi della met (32.335) sono nei Cas,
10.206 nei Cara e 18.697 in strutture afferenti allo Sprar.
35 euro per ospite sono corrisposti agli enti gestori di tutti i centri (al migrante ne toccano
2,5). Per le strutture con grande capienza e pochi servizi, come i Cara e buona parte dei
Cas, si tratta di unopportunit di business non indifferente: il centro di Mineo, che ha
ufficialmente duemila posti ma che arriva a ospitare anche quattromila persone, frutta a
chi lo gestisce tra i 70mila e i 140mila euro al giorno. Il contratto di assegnazione,
recentemente confermato, prevede una spesa di 97,9 milioni di euro per tre anni, da
corrispondere allente gestore, un consorzio di aziende e cooperative che vanta forti
legami con la politica siciliana, tanto a destra che a sinistra.
Quali sono le cifre che ruotano intorno allaccoglienza? Tra i 700 e gli 800 milioni
allanno, afferma Morcone. Di questi, una porzione minima arriva dallUnione europea,
attraverso il Fondo asilo, migrazione e integrazione (Fami), che destina allItalia per il
periodo 2014-2020 poco pi di 320 milioni di euro, ossia circa 45 milioni lanno. Il resto lo
mette il governo centrale.
2 di 7 19/05/2015 11.50
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Tags: immigrazione
This entry was posted on marted, aprile 21st, 2015 at 11:10 and is filed under Societ, diritto, economia, politica.
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11 Responses to Migranti
Massimo Fini
http://www.intelligonews.it/articoli/20-aprile-2015/25606/strage-migranti-m-fini-il-futuro-
sar-nero-vanno-processati-i-leader-occidentali
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#1222 REPLICARE
Larrivo dei migranti una strategia per indebolire lEuropa. Si pu avere e si deve avere tutta
la cura umanitaria, ma non si deve dimenticare chi lha provocata: sono stati gli USA, stata la
Nato, siamo stati noi con Sigonella. Arrivano da noi e non possono non creare lacerazioni
sociali, oneri finanziari in un paese indebolito, ma tutto questo serve a mantenere lEuropa in
una situazione si subalternit, per condizionarla alla serie di imprese che gli Usa hanno in
mente contro la Russia. Ma anche la condizione per continuare al modello neo-liberista che
Renzi segue bene. Basta pensare al TTIP, segretamente negoziato ai nostri danni. Tutti i
nostri standard che ancora sopravvivono per le forze dopposizione del passato saranno rasi al
suolo.
Fulvio Grimaldi
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=11351
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#1223 REPLICARE
3 di 7 19/05/2015 11.50
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Buonismo= Si cos alimentata una mentalit basata sulla esasperazione dei diritti, proprio da
parte delle minoranze svantaggiate, le quali si son viste, cos, incoraggiate a trasformare il loro
svantaggio in un vantaggio, a brandirlo come unarma, a pretendere che gli altri, tutti gli altri, i
fortunati, si inchinino davanti a loro, si proclamino colpevoli, o, comunque, si sentano in
difetto, in debito, e dunque in obbligo di risarcirle indefinitamente.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50853
Essendo i ricchi, come documentato in altri nostri articoli, soltanto l1% della popolazione, ecco
perch ci facciamo in quattro per accontentarli in ogni loro esigenza.
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#1224 REPLICARE
I barconi che arrivano sulle nostre coste pieni di disperati sono il frutto avvelenato di due fattori
principali: gente in fuga da guerre innescate, fatte o pilotate dagli USA e dai suoi alleati,
gente in fuga da paesi ricchi di materie prime, le cui classi dirigenti si sono fatte comprare dalle
multinazionali, senza contare il peso dei debiti contratti con il FMI e la Banca Mondiale e che i
Fondi sovrani di vari stati hanno acquistato terreni fertili in Africa, di fatto sottraendoli agli
agricoltori locali. Questa situazione genera un eterno sottosviluppo che si chiama
neocolonialismo.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50859
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#1225 REPLICARE
Qui da noi non c alcuna felicit. C solo un po meno fame, e molta pi alienazione sociale e
angoscia esistenziale. Il problema non tanto la buona fede e la legittima volont di chi
reagisce allimpoverimento emigrando. E la logica schiavistica di cui i disperati si fanno
strumento, non intravedendo altro modo per uscire dal vicolo cieco in cui li ha condotti il
neo-colonialismo soft, imposto con le baionette della penetrazione commerciale, con le Onlus
importatrici di bisogni prima ignoti, e con limmaginario diffuso via televisione e Internet,
riducendoli alla fame e scatenandone lansia da cittadinanza globale. E stato scritto che
questa logica di sfruttamento permette ai Paesi ricchi di saccheggiare il capitale umano di
quelli poveri. Esatto: gli Usa, lEuropa e le nazioni dimmigrazione arruolano un marxiano
esercito industriale di riserva che fornisce un serbatoio di schiavi salariati a buon mercato.
Altro che felicit. Se non muoiono in mare, completano la disumanizzazione iniziata gi in
patria, dove il blob dellimmaginario global e delle multinazionali sommerge ed erode le identit
venendo a fare la miseria qui. Miseria umana morale e politica, prima che economica.
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#1226 REPLICARE
4 di 7 19/05/2015 11.50
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una signora moldava stata regolarmente assunta e stipendiata presso la casa di mio padre,
gravemente malato, in qualit di badante, per alcuni mesi del 2014. Improvvisamente,
adducendo gravi motivi di salute del coniuge, mai appurati, si assentata dal lavoro ed
tornata (pare) in Moldavia, senza dare pi notizie di s e senza che fosse pi possibile
contattarla in alcun modo. MI sono visto costretto a licenziarla, pagandole i 15 gg di preavviso,
le ferie non godute e lindennit di licenziamento.
Mio padre nel frattempo deceduto, ed ho scoperto a distanza di 5/6 mesi che la signora
risulta ancora residente presso la casa dei miei genitori, che mia madre obbligata a pagare
la quota dei servizi CMV (nettezza urbana) come se fosse ancora presente in casa, a meno
che non si possa dimostrare che la ex-badante ha preso altra residenza. Da controlli e ricerche
effettuate ho saputo da INPS Ferrara che le viene versata regolarmente la indennit di
disoccupazione su un c.c. in Italia, ma le sue conoscenti moldave mi hanno assicurato che vive
in Moldavia, ove si resa irreperibile.
Secondo episodio
La Polizia Municipale del paese dove risiedo si presentata a casa di mia madre per verificare
se effettivamente la badante moldava non pi residente nella sua casa, come da lei
comunicato allanagrafe con la dichiarazione di irreperibilit. Allora siamo a posto? chiede
ingenuamente la mia mamma, un po sollevata. No, le viene risposto, la Polizia torner altre
2-3 volte nel corso dei 12 mesi successivi alla dichiarazione, per ri-verificare (a sorpresa) che
la badante non si fosse nascosta che so, sotto al letto, con la complicit di mia mamma,
naturalmente non mi meraviglierei se un giorno mi sentissi borbottare tra me e me viva
Salvini!
Carlo Polastri
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5 di 7 19/05/2015 11.50
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Tutto questo per dire che essere poveri e bisognosi e migranti non significa
necessariamente essere persone perbene , responsabili e riconoscenti.
Purtroppo lignoranza e la scaltrezza possono albergare in ogni luogo e
paese. Mi ha confortato comunque il percorso positivo che invece ha fatto la
moglie , negli anni. Ha imparato benissimo litaliano, ha preso la licenza
media, ha trovato altri lavoretti qua e l, segue i suoi figli e la sua famiglia
con cura e amore, guida lauto, sa usare il computer e la sua povert la vive
con una dignit e un coraggio che manca a tante di noi.
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6 di 7 19/05/2015 11.50
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Speriamo bene.
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Gli ultimi due interventi mettono in luce il problema di fondo: il nostro sistema previdenziale e
sanitario fu pensato per una popolazione prevalentemente impiegata con continuit e da
giovane et, il che oggi non accade pi; pertanto il sistema destinato a collassare per la
gioia dei fautori delle privatizzazioni (oligarchia finanziaria).
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#1231 REPLICARE
Pubblico di seguito la risposta che ho appena inviato al Resto del Carlino in merito alla lettera
apparsa ieri da parte di una signora che chiedeva preoccupata come volessi affrontare il tema
immigrazione a Bondeno.Ne approfitto pertanto per rispondere anche allassessore Marco
Vincenzi che sulle pagine di facebook mi poneva la stessa preoccupata domandaCara
lettrice, in merito alle sue preoccupate osservazioni relativamente al tema immigrazione, vorrei
anzitutto informarla di come da parte mia non ci sia stato nessun silenzio, anzi come potr
benissimo confermare chiunque fosse presente al primo dibattito pubblico tra candidati
sindaci, sono stato lunico a parlare del tema immigrazione legato ad una specifica domanda
sulla sicurezza a Bondeno. In quelloccasione ho chiaramente espresso la mia linea in maniera
semplice e chiara: limmigrazione va governata e non subita, governata non con slogan
populisti ma con azioni serie e programmate. Va sempre tenuto presente il binomio diritti-
doveri, chi arriva in Italia (e quindi di conseguenza anche a Bondeno) deve pertanto seguire le
nostre leggi come ogni altro cittadino, se non lo fa e le infrange doveroso che la giustizia
faccia il suo corso e che il soggetto di turno, come estrema ratio venga anche allontanato
verso il suo paese dorigine. Qui non centra lappartenenza politica, ma solo luso della
ragione e del buon senso. Si ad unimmigrazione controllata e calmierata fatta di persone,
donne e uomini che vengono in Italia per lavorare e per accrescere il benessere sociale della
collettivit, no ad unimmigrazione incontrollata fatta di persone che vengono in Italia per
delinquere. Mi permetto di suggerirle inoltre di affinare le sue fonti quando parla di temi cos
delicati; a Bondeno, infatti, soggiorna gi un gruppo di profughi; i dati aggiornati al 21\04\2015
vedono la presenza di 21 profughi sul territorio. Questo dato fa di Bondeno pertanto il terzo
comune della Provincia di Ferrara per numero di profughi ospitati.
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#1249 REPLICARE
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7 di 7 19/05/2015 11.50
Migrante, participio presente del verbo migrare. Grammaticalmente, la parola indica
unazione che in corso, che si sta svolgendo in questo momento, senza riguardo al passato o al
futuro. Indica quello che stai facendo ora, non ci che hai fatto o ci che farai.Non c n origine
n destinazione in un participio presente. Forse per questo che il termine stato scelto come
definizione ufficiale delle masse sradicate che muovono il grande business dellimmigrazione.
Finch la lingua italiana ha avuto una sua logica esistevano gli emigrati (chi lasciava una terra
per andare altrove) e gli immigrati (chi si era mosso da casa sua e raggiungeva un nuovo luogo),
che potevano anche essere le stesse persone ma viste da prospettive differenti. Lemigrato
andato da qui verso altrove, limmigrato arrivato qui da altrove. Resta comunque lidea di un
punto di partenza e di arrivo, lo spostamento una parentesi limitata al fatto di raggiungere un
determinato luogo.
Nei primi anni Ottanta, tuttavia, comincia a comparire nei documenti ufficiali della Cee la parola
migrante. Il giornalismo italiano recepisce la novit a partire dalla fine di quel decennio, ma
in questi ultimi anni che la parola entra nel linguaggio comune, sospinta anche dalleugenetica
linguistica operata dal politicamente corretto.
Rispetto a migrante, il termine emigrante pone laccento sullabbandono del proprio paese
dorigine dal quale appunto si esce (composto con il prefisso ex via da) per necessit e
mantenendo un senso profondo di sradicamento su cui proprio quel prefisso ex sembra insistere
[]. Migrante sembra invece adattarsi meglio alla condizione maggiormente diffusa oggi di chi
transita da un paese allaltro alla ricerca di una stabilizzazione: nei molti transiti, questo il
rischio maggiore, si pu perdere il legame con il paese dorigine senza acquisirne un altro
altrettanto forte dal punto di vista identitario con il paese darrivo, restare cio migranti.
Emigrante, come dice letimo, sottolinea il distacco dal paese dorigine, calca sullabbandono da
parte di chi ne esce, come segnala anche letimologico e- da ex- latino. Ad emigrante, proprio per
via di quel prefisso, ma anche a causa del precipitato storico che si sedimentato nelluso della
parola, si associa lidea del permanere di unidentit segnata dal disagio del distacco, e dunque
lallusione a una certa difficolt di inserimento nella nuova realt di vita []. In ogni caso,
migrante sembra adattarsi meglio alla definizione di una persona che passa da un Paese allaltro
(spesso la catena include pi tappe) alla ricerca di una sistemazione stabile, che spesso non viene
raggiunta. In tal senso, il senso di durata espresso dal participio presente che sta alla base del
sostantivo viene sottolineato: il migrante sembra sottoposto a una perpetua migrazione, un
continuo spostamento senza requie e senza un approdo definitivo.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=51126
Unattenzione particolare riservata alle migrazioni forzate, che si stima abbiano raggiunto per la prima
volta il numero di 80 milioni di migranti a livello mondiale, per due terzi costituiti da sfollati interni e per
un terzo da richiedenti asilo. In Europa, nel corso del 2014, questi ultimi sono stati 627.790, per lo pi
provenienti da Siria (112.115), Afghanistan (41.370), Kosovo (37.895), Eritrea (36.925) e Serbia (30.840);
lItalia stato il terzo tra i paesi daccoglienza, preceduto solo da Germania e Svezia e seguito da Francia e
Ungheria (fig.1). Lincidenza delle persone accolte sulla popolazione (0,2%) per relativamente bassa se
confrontata alla media europea (0,3%) o a paesi come la Svezia (2,1%), Malta (1,5%), Austria (0,9%) e
Cipro (0,9%).
1 di 2 07/11/2015 17.47
http://www.neodemos.info/i-numeri-della-presenza-straniera-...
Con riferimento alla presenza complessiva degli stranieri in Italia, allinizio del 2015 il numero dei
residenti giunto a quota 5.014.000, con un incremento pari a 92.000 persone avvenuto nel corso del
2014 che, tra laltro, inferiore allaumento registrato tra gli italiani residenti allestero (+155.000),
confermando come per lItalia sia ancora importante lemigrazione. Le stime dellIDOS descrivono un
paese in cui la presenza straniera incide sulla popolazione complessiva per un valore superiore a quello
medio europeo (8,2% contro 6,2%) e che, considerando anche i soggiornanti non comunitari in attesa di
registrazione, si stima possa contare 5.421.000 persone, per pi della met provenienti da paesi europei
(2,6 mln). Le comunit pi numerose sono quella romena (1.131.839), albanese (490.483), marocchina
(449.058), cinese (265.829) e ucraina (226.060).
I segni di una tendenza verso un insediamento stabile sono evidenti, in primo luogo se si considera che
pi della met dei permessi di soggiorno rilasciati agli stranieri non comunitari sono per lungo-
soggiornanti, ovvero a tempo indeterminato (2.260.000). Oltre a ci, nel 2014, le acquisizioni di
cittadinanza italiana sono state 129.887, il 29% in pi rispetto al 2013 (anno in cui si era gi registrata una
forte crescita), mentre le unioni tra stranieri rappresentano il 3,8% di quelle celebrate durante lanno ( i
matrimoni misti appaiono invece in leggera diminuzione).
Anche il numero dei nuovi nati da entrambi i genitori stranieri rimane stabile ed pari al 14,9% delle
nascite avvenute nel corso dellanno. I minori con cittadinanza non italiana residenti sono oramai quasi 1
milione e 100 mila e la gran parte in et scolare: nel corso della.s. 2014/2015 gli alunni e gli studenti
stranieri sono stati 814.187, con un incremento pari a 11.343 unit rispetto allanno precedente e
unelevata incidenza di quelli nati in Italia (i quali hanno registrato il maggiore incremento rispetto alla.s.
2013/14, pari al +8,4%). Il dato in controtendenza rispetto a quanto avviene per gli alunni italiani i
quali, al contrario, continuano a diminuire (-0,6%).
I lavoratori stranieri sono oggi 2.294.000 (il 46% sono donne) e rappresentano il 10,3% degli occupati
complessivi: il 2014 segna quindi un miglioramento che compensa solo in parte quelle perdite nei posti di
lavoro che, a partire dallinizio della crisi economica, hanno colpito pi gli stranieri che gli italiani.
Secondo una stima del Dossier, per le casse dello stato i vantaggi derivanti dalloccupazione degli
stranieri sono particolarmente evidenti e sono quantificabili in 3 miliardi di euro: nel 2013 persiste infatti
il bilancio positivo tra le entrate fiscali e previdenziali assicurate dai lavoratori stranieri e la spesa
pubblica sostenuta nei loro confronti.
2 di 2 07/11/2015 17.47
DOCUMENTO DELLARS SULLIMMIGRAZIONE Documento per
lAssemblea Nazionale del 7 giugno 2015 | Appello al Popolo - E-zine
risorgimentale Organo del partito che ancora non c'e'
T a c c u in o : Taccuino di pgiatti
C re at o : 24/05/2015 16.21 A g g io r n a 24/05/2015 16.23
U RL : http://www.appelloalpopolo.it/?p=13601
ANALISI
La potest legislativa dello Stato in tema di immigrazione si esprime non soltanto nelle
regole dingresso e di soggiorno, ma anche nelle sanzioni previste per la violazione di
queste regole e nella disciplina dei procedimenti necessari per la loro applicazione.
Il potere di ammettere o di escludere gli stranieri dal territorio nazionale inoltre conforme
al diritto internazionale consuetudinario, al quale larticolo 10 comma 2 della Costituzione
rinvia, poich in questa materia opera il pieno principio della sovranit territoriale. Nel
principio di sovranit implicita la piena libert dello Stato di stabilire la propria politica nel
campo dellimmigrazione, permanente o temporanea che sia: alla luce di questo, lItalia pu
e deve riacquistare il controllo sui flussi migratori, anche attraverso il pattugliamento delle
proprie frontiere terrestri e marittime.
Per cittadini stranieri si intendono persone che non hanno cittadinanza italiana, ma che
dimorano abitualmente sul territorio nazionale in quanto possessori di un regolare titolo a
soggiornare. Vi fanno parte anche gli apolidi.
Per quanto riguarda limmigrazione illegale, i dati raccolti dallagenzia europea Frontex
mostrano come la costa greca e quella italiana rimangano i territori dingresso pi
importanti. Recentemente si aggiunta una nuova rotta che passa per i Balcani, sfruttata
da cittadini siriani che oltrepassano la Turchia e la Bulgaria.
Secondo i dati del Ministero dellInterno, nel 2014 sono sbarcati 170.100 immigrati, con un
incremento del 296% rispetto allanno precedente (nel 2013 furono 42.925). Si tratta del
77% sul totale degli sbarchi nei paesi dellUnione Europea. L83% proviene dalle coste
libiche, la restante parte dalle coste egiziane e turche. I paesi di origine di questi immigrati
sono Siria (42.323), Eritrea (34.329) e, a seguire, Mali, Nigeria, Gambia, ecc.. Limprovviso
afflusso di siriani dovuto al perdurare della guerra civile.
La Libia resta lo snodo principale specie dopo lanarchia generata dallabbattimento del
regime di Gheddafi -, ma il traffico di esseri umani nasce nellAfrica sub-sahariana.
La rete dei trafficanti muove un fiume di denaro, spesso drenato da economie in miseria.
I trafficanti non pianificano in una continua situazione emergenziale, come accade ai
governi europei: studiano le vulnerabilit geografiche, normative e fisiche dei vari paesi da
raggiungere, sfruttandole e modificando rapidamente, alloccorrenza, modalit operative e
rotte.
Attualmente le espulsioni sono in realt nemmeno il 50% del totale dei procedimenti
avviati, poich risultano, da un lato, molto costose in termini di personale e mezzi di
trasporto (situazione ancor pi esasperata dai vincoli di bilancio europei), dallaltro,
difficoltose per la mancata stipula di accordi con i paesi di provenienza degli immigrati
clandestini.
Per quanto riguarda le persone provenienti da paesi in guerra, come nel caso somalo o
eritreo, i tassi di accettazione sono molto elevati per via degli obblighi umanitari: lobbligo di
accoglienza umanitaria, a volte temporanea, altre volte ipso iure, non aggirabile
(Convenzione di Ginevra del 1951).
Diverso e pi complesso il caso dei migranti economici. Si pensi che nel 2005 il 60% degli
stranieri dotati di autorizzazioni temporanee al soggiorno, i cosiddetti overstayers (dati del
Ministero dellInterno), alla scadenza del visto ha fatto perdere le proprie tracce rimanendo
illegalmente nel territorio nazionale e finendo per alimentare leconomia sommersa.
I vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese hanno emanato sette leggi di
sanatoria negli ultimi venticinque anni (si ricordi, ad esempio, il Decreto Flussi del 2006),
oltre ad altri provvedimenti minori. LIstat ha calcolato che nel corso degli anni 90 pi del
60% dellincremento della presenza straniera regolare in Italia da riferirsi allesito di
provvedimenti di sanatoria: non si trattato, dunque, di nuovi arrivi ma della emersione di
persone che gi v ivevano e lavoravano nel Paese da irregolari. Pertanto la bassa
percentuale di immigrati irregolari nel nostro Paese (6%, dato Ismu del 2013) non da
ricondurre a un nostro efficiente controllo delle frontiere o da un ridimensionamento dei
flussi migratori.
Dal confronto sui flussi degli ultimi anni emerge che i nuovi permessi rilasciati per lavoro
sono il 43,1% in meno rispetto al precedente periodo di riferimento (dato tendenziale in
perfetta opposizione alle sanatorie che i governi hanno giustificato sulla base di un
insussistente bisogno di manodopera aggiuntiva in piena fase di recessione economica),
cos come si sono ridotti, anche se in misura inferiore (del 17%), i permessi per i
ricongiungimenti familiari.
Lassenza di controllo dei flussi migratori degli ultimi anni stata una precisa volont
politica, di indirizzo neoliberista, per esercitare pressioni al ribasso sui diritti sociali dei
cittadini italiani.
Tra gli argomenti utilizzati dalla pubblicistica italiana a sostegno della necessit di avere ampi
flussi migratori di manodopera non qualificata, c anche quello per cui gli immigrati
andrebbero a svolgere mansioni che i nativi rifiutano. In realt, se i salari fossero pi
elevati, i nativi sarebbero del tutto disposti a lavorare in ambiti di scarsa qualificazione
professionale, ma leccesso di offerta di lavoro causato dallimmigrazione incontrollata
tende, appunto, a deprimere oltre ogni limite i salari orari in tali ambiti.
Inoltre, i lavoratori immigrati tendono ad inviare in patria la quasi totalit dei propri
guadagni, anzich spenderli sul mercato domestico.
La diminuzione della popolazione carceraria tra il 2011 ed il 2013 dovuta allampio ricorso
alle misure alternative al carcere, come laffidamento in prova ai servizi sociali (50,2%), la
detenzione domiciliare (il 46%) o la semilibert (3,8%).
Il profilo di cittadinanza
Lacquisto della cittadinanza italiana deve tornare ad essere non un semplice processo
burocratico, ma la certificazione di una radicale volont di aderire ad una nuova comunit
nazionale.
Il cittadino italiano tale in quanto appartenente allo Stato costituzionale, ne condivide gli
ideali democratici con impegno, riflessione, consapevolezza e unit in vista di un obiettivo
ed un progetto c omune al popolo al quale appartiene. Viceversa, la rottura del
collegamento nazionalit-cittadinanza-diritto di voto (introdotto dallart. 8, comma 1, del
Trattato di Maastricht riguardante la cosiddetta cittadinanza dellUnione) altera lesercizio
dei diritti politici del cittadino italiano. Si torni, dunque, ad una configurazione tradizionale
della cittadinanza superando la dimensione ambigua e problematica rappresentata dalla
cosiddetta cittadinanza duale dellUnione Europea.
PROPOSTE
2. La portata dei flussi migratori deve essere determinata annualmente tenendo conto del
fine di perseguire la piena occupazione dei cittadini (articolo 4, primo comma Cost.), della
necessit di garantire forza lavoro in tutti i settori strategici (lingresso di nuova
manodopera specializzata e selezionata servirebbe essenzialmente laddove vi siano
capacit produttive inespresse a causa dellassenza di personale), dei problemi connessi
alladeguamento del livello dei servizi (tecnici, sociali, infrastrutturali), dei tempi necessari a
una reale integrazione.
3. Nelle attuali fasi di crisi, al fine di promuovere e difendere i diritti dei lavoratori italiani sar
necessario limitare fortemente il fenomeno immigratorio. Saranno agevolati i
ricongiungimenti familiari con esclusione degli ascendenti, qualora il richiedente dimostri di
avere uno stabile reddito minimo e di poter accogliere adeguatamente la famiglia.
Di vitale importanza sar listituzione di accordi con stati quali Turchia ed Egitto, che
rappresentano snodi importanti per il traffico di esseri umani, allo scopo di colpire trafficanti
e intermediari.
7. LItalia dovr impegnarsi a non interferire negli affari interni di altri Paesi, n
direttamente, n indirettamente, con azioni e provvedimenti che possano limitarne la
sovranit economica e politica: la maggioranza degli immigrati che attraversano
attualmente il Mediterraneo, infatti, proviene dalla Siria, dalla Somalia e dallEritrea, paesi
che stanno vivendo delle gravi crisi interne che sono state esacerbate dallinterferenza
occidentale.
Eventuali accordi internazionali finalizzati alla gestione comune delle emergenze umanitarie
dovranno assicurare condizioni di parit tra gli stati contraenti.
8. Affinch i detenuti stranieri espiino la pena carceraria nel proprio paese di origine,
saranno promossi accordi internazionali e rinnovate convenzioni gi esistenti con paesi
come il Marocco, la Romania, la Tunisia (tra i principali paesi interessati).
che abbia proposto domanda dopo che siano trascorsi 10 anni di regolare soggiorno;
che non abbia riportato sentenze penali di condanna. In caso contrario, la concessione
della cittadinanza sar sospesa fino alleventuale annullamento della sentenza.
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Unattenzione particolare riservata alle migrazioni forzate, che si stima abbiano raggiunto per la prima
volta il numero di 80 milioni di migranti a livello mondiale, per due terzi costituiti da sfollati interni e per
un terzo da richiedenti asilo. In Europa, nel corso del 2014, questi ultimi sono stati 627.790, per lo pi
provenienti da Siria (112.115), Afghanistan (41.370), Kosovo (37.895), Eritrea (36.925) e Serbia (30.840);
lItalia stato il terzo tra i paesi daccoglienza, preceduto solo da Germania e Svezia e seguito da Francia e
Ungheria (fig.1). Lincidenza delle persone accolte sulla popolazione (0,2%) per relativamente bassa se
confrontata alla media europea (0,3%) o a paesi come la Svezia (2,1%), Malta (1,5%), Austria (0,9%) e
Cipro (0,9%).
1 di 2 07/11/2015 17.47
http://www.neodemos.info/i-numeri-della-presenza-straniera-...
Con riferimento alla presenza complessiva degli stranieri in Italia, allinizio del 2015 il numero dei
residenti giunto a quota 5.014.000, con un incremento pari a 92.000 persone avvenuto nel corso del
2014 che, tra laltro, inferiore allaumento registrato tra gli italiani residenti allestero (+155.000),
confermando come per lItalia sia ancora importante lemigrazione. Le stime dellIDOS descrivono un
paese in cui la presenza straniera incide sulla popolazione complessiva per un valore superiore a quello
medio europeo (8,2% contro 6,2%) e che, considerando anche i soggiornanti non comunitari in attesa di
registrazione, si stima possa contare 5.421.000 persone, per pi della met provenienti da paesi europei
(2,6 mln). Le comunit pi numerose sono quella romena (1.131.839), albanese (490.483), marocchina
(449.058), cinese (265.829) e ucraina (226.060).
I segni di una tendenza verso un insediamento stabile sono evidenti, in primo luogo se si considera che
pi della met dei permessi di soggiorno rilasciati agli stranieri non comunitari sono per lungo-
soggiornanti, ovvero a tempo indeterminato (2.260.000). Oltre a ci, nel 2014, le acquisizioni di
cittadinanza italiana sono state 129.887, il 29% in pi rispetto al 2013 (anno in cui si era gi registrata una
forte crescita), mentre le unioni tra stranieri rappresentano il 3,8% di quelle celebrate durante lanno ( i
matrimoni misti appaiono invece in leggera diminuzione).
Anche il numero dei nuovi nati da entrambi i genitori stranieri rimane stabile ed pari al 14,9% delle
nascite avvenute nel corso dellanno. I minori con cittadinanza non italiana residenti sono oramai quasi 1
milione e 100 mila e la gran parte in et scolare: nel corso della.s. 2014/2015 gli alunni e gli studenti
stranieri sono stati 814.187, con un incremento pari a 11.343 unit rispetto allanno precedente e
unelevata incidenza di quelli nati in Italia (i quali hanno registrato il maggiore incremento rispetto alla.s.
2013/14, pari al +8,4%). Il dato in controtendenza rispetto a quanto avviene per gli alunni italiani i
quali, al contrario, continuano a diminuire (-0,6%).
I lavoratori stranieri sono oggi 2.294.000 (il 46% sono donne) e rappresentano il 10,3% degli occupati
complessivi: il 2014 segna quindi un miglioramento che compensa solo in parte quelle perdite nei posti di
lavoro che, a partire dallinizio della crisi economica, hanno colpito pi gli stranieri che gli italiani.
Secondo una stima del Dossier, per le casse dello stato i vantaggi derivanti dalloccupazione degli
stranieri sono particolarmente evidenti e sono quantificabili in 3 miliardi di euro: nel 2013 persiste infatti
il bilancio positivo tra le entrate fiscali e previdenziali assicurate dai lavoratori stranieri e la spesa
pubblica sostenuta nei loro confronti.
2 di 2 07/11/2015 17.47
Pubblicato su NEODEMOS.it il 10 novembre 2015
Alle questioni demografiche difficile guardare con il distacco e con la memoria storica che pur
sarebbero necessari per capire meglio i problemi, le possibili soluzioni e i loro tempi, comunque
lunghi. E, nellambito delle questioni demografiche, le migrazioni costituiscono forse il nervo pi
scoperto, almeno in tempi moderni, probabilmente perch riguardano il nostro sentimento di
appartenenza, e quindi anche il senso stesso della nostra esistenza, e perch riflettono la nostra
istintiva paura dellignoto e del diverso. Ma anche, diciamocelo, perch c chi queste paure le
alimenta, per fini politico-elettorali.
Prendiamoci allora un momento di riflessione per capire meglio il fenomeno, il che significa per, lo
anticipiamo subito, riconoscerne la complessit: i contorni del problema sono sfumati e cambiano
continuamente, e le semplici dicotomie (noi-loro; dentro-fuori), se mai hanno avuto un senso, lo
stanno perdendo sempre pi.
Le migrazioni sono sempre esistite, e sono sempre state forti: le Americhe (non solo quella del nord),
si sono popolate, dal 500 in poi, per larrivo e linsediamento degli europei; le citt hanno sempre
avuto un saldo naturale negativo (pi morti che nati), ma nonostante questo sono molto cresciute, e
assorbono oggi pi della met della popolazione mondiale, per il continuo afflusso di migranti, a
breve e a lungo raggio; guerre, persecuzioni e sconvolgimenti naturali (tellurici, climatici, ) hanno
sempre avuto una coda di fughe di massa, con riallocazioni, a volte temporanee ma spesso definitive,
di larghe porzioni di popolazione.
Cos cambiato, dunque, in questi ultimi anni? Intanto, linformazione: sappiamo prima e pi
facilmente che cosa avviene, in Italia e nel resto del mondo; e il resto del mondo sa di noi. Sa in
particolare che siamo ricchi, con un Pil pro-capite che, rispetto ai paesi di provenienza pu
facilmente essere 10 o 20 volte pi alto, e pu rapidamente stimare i potenziali vantaggi economici
di una migrazione.
Poi sono cambiati i mezzi di trasporto: con minor spesa, sarebbe possibile oggi muoversi
rapidamente e con facilit da un punto allaltro del continente. Qui il condizionale per dobbligo,
perch di fronte a unaccresciuta facilit tecnica della mobilit si trova invece unaccresciuta
difficolt politica: i controlli alle frontiere, nati allingrosso un secolo fa, con lo scoppio della prima
guerra mondiale, sono da allora diventati sempre pi capillari e stringenti.
Poi cambiato il mondo: non ci sono pi spazi vuoti da occupare pi o meno liberamente. (Invero, si
trattato pi spesso semi-vuoti, che sono stati occupati a danno di popolazioni indigene
sparsamente insediate e poco organizzate). Il miliardo di abitanti del pianeta del 1800 (circa) si
moltiplicato per sette, e in tutti i paese del mondo, o quasi, prevale ormai la sensazione del siamo
gi troppi cos, non c posto per altri. Questo cambiamento stato causato dalla transizione
demografica, ossia dalla riduzione della mortalit e, successivamente, della fecondit, che, in tutto
il mondo, ha prodotto intanto la crescita del numero di abitanti, e poi, tipicamente unondata di
ringiovanimento della popolazione, seguita per, a una cinquantina danni di distanza,
dallinvecchiamento e, in prospettiva, dal decremento demografico. Solo che queste ondate non sono
state sincrone nei vari paesi: per lItalia e lEuropa nel suo complesso, la fase di invecchiamento e
potenziale declino gi iniziata; il vicino oriente, lAmerica Latina, lAfrica mediterranea, e quasi
tutta lAsia sono di qualche decennio indietro rispetto a noi, e la loro popolazione in et attiva
ancora in crescita, sia pur rallentata; lAfrica sub-sahariana in piena espansione.
Infine, i tempi dei cambiamenti sono accelerati: le crisi economiche e politiche possono colpire quasi
da un giorno allaltro, e nuove emergenze (economiche o umanitarie) appaiono ormai spesso, e
allimprovviso.
Lemergenza umanitaria
Poco prima di allora, nel 1991, fortissima stata londata migratoria arrivata dallAlbania, con le
navi cariche di migranti attraccate nei porti di Brindisi e di Bari. Ma si trattava, in quel caso, di
quelli che oggi definiremmo migranti economici. Complessivamente arrivarono in 40-50 mila, una
parte fu distribuita tra le province italiane, unaltra parte rimpatriata. In migliaia richiesero lo status
di rifugiato che solo in pochissimi casi fu concesso. Ma il flusso non si arrest e annualmente
continuarono ad arrivare decine di migliaia di albanesi, unimmigrazione silenziosa, lontana dal
clamore delle cronache, che a seguito delle ripetute regolarizzazioni ha portato la comunit albanese
residente in Italia a sfiorare le 500.000 persone e a collocarsi al secondo posto nella graduatoria
delle nazionalit straniere residenti in Italia.
La figura 1 evidenzia una correlazione piuttosto stretta tra il numero di sbarchi e il numero di
richiedenti asilo, anche se questi ultimi sono quasi sempre numericamente inferiori ai primi. Nel
2014 si contano ad esempio, 170.000 sbarcati e solo 63.000 richiedenti asilo. Complessivamente, dal
1997 al 2014, sono stati registrati oltre 600 mila stranieri sbarcati in Italia, un po meno di 400 mila
richiedenti asilo e un totale di 145 mila riconoscimenti (33 mila rifugiati, 77 mila protezioni
umanitarie e 35 mila protezioni sussidiarie), su 342 mila casi esaminati.
Quelli degli ultimi due anni sono numeri alti, per carit. Ma lItalia non il solo paese ad affrontare
questi problemi, e non neppure la pi colpita da essi. Nel periodo 2010-14, ad esempio, ai paesi
dellUE28 sono arrivate quasi 2 milioni di domande di asilo, di cui meno di 160 mila in Italia (8%
circa). Finora i richiedenti asilo si sono rivolti prevalentemente ad altri paesi europei e in Italia negli
ultimi 18 anni abbiamo accolto appena 8.000 persone allanno, tra rifugiati e beneficiari di
protezione umanitaria o sussidiaria.
dal 1973 che lItalia, che per un secolo era stata un importante paese di emigrazione, si
trasformata (anche) in un paese di immigrazione. Ma allinizio prevalevano i ritorni degli italiani
precedentemente emigrati, soprattutto in Europa, ed espulsi dal mercato del lavoro con la crisi dei
primi anni 70, e poi, poco a poco, hanno preso il sopravvento gli arrivi di stranieri. La novit del
fenomeno ha creato anche non poche difficolt di misurazione, che sono state per
progressivamente affrontate e (quasi) superate, bench le varie fonti parlino ancora linguaggi
diversi.
Se ci
riferiamo allanagrafe, si contano oggi oltre 5 milioni di
stranieri iscritti, che corrispondono a pi dell8% del
totale dei residenti (figura 3). Non poco, ma non un record in Europa: ci battono non soltanto due
fuoriclasse come Lussemburgo (45% di stranieri) e Svizzera (24%), ma anche paesi comparabili a
noi per dimensione demografica, come Spagna e Germania (figura 4). Ma questi numeri non dicono
tutto: la tabella 1, ad esempio, ci aiuta a comprendere
che gli stranieri in Italia sono un po pi dei 5 milioni
dellanagrafe. Ci sono ancora circa 400 mila stranieri
con regolare permesso di soggiorno, ma non iscritti in
anagrafe, e ci sono pure gli irregolari, il cui numero
ignoto per definizione, ma che si possono stimare
nellordine dei 400 mila (ISMU, 2015).
Per ragioni anagrafiche, quindi, gli stranieri praticamente non compaiono tra i pensionati (e, per
ragioni legislative, sono comunque spesso destinati a perdere i soldi che hanno versato in contributi:
v. INPS 2015), e sono poco presenti anche tra i beneficiari di cure mediche o ospedaliere, ma sono
invece robustamente presenti, e in crescita, tra coloro che lavorano (e pagano tasse e contributi),
anche se spesso in posizioni lavorative pi deboli (a reddito pi basso, e pi precarie). Questa loro
maggiore precariet spiega anche la loro sovra-rappresentazione tra i disoccupati (figura 8).
Per saperne di pi
De Rose Alessandra, Strozza Salvatore (a cura di) (2015) Rapporto sulla popolazione. LItalia nella
crisi economica, il Mulino, Bologna
Istat (2015), Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza,
Statistiche report, 22 ottobre,
Livi Bacci Massimo (2007) Popolazione: storia ed evoluzione, Enciclopedia Treccani della Scienza e
della Tecnica
Livi Bacci Massimo (2015), La quarta globalizzazione, Limes, 6/2015 Chi bussa alla nostra porta,
http://www.limesonline.com/cartaceo/la-quarta-globalizzazione?prv=true
L'articolo Bisogner cominciare a sparare. Quando? tratto da Blondet & Friends, che mette a
disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
Limmigrazione, a torto o a ragione, diventata uno dei temi pi dibattuti nellattuale scontro
politico in Europa e Nord America. Forse esagerando, il ruolo dellimigrazione considerato un
fattore centrale per la scelta del Brexit nel Regno Unito, e per lascesa del movimento America
First di Trump negli Stati Uniti. Sembra oggi impossibile poter discutere serenamente
sullimmigrazione, senza che nel dibattito entrino in gioco ogni sorta di ordini del giorno,
preconcetti, insinuazioni e ricriminazioni. Attori e interessi di ogni tipo rivendicano una voce nel
dibattito, dallidentit e sicurezza nazionale al multiculturalismo, ai diritti umani, al
cosmopolitismo globalista. Al contrario, ci che viene generalmente ignorato nei dibattiti pubblici
una discussione della politica economica dellimmigrazione ed in particolar modo una critica del
ruolo dellimmigrazione nel sostenere il sistema capitalista.
Prima di proseguire, dobbiamo innanzitutto smontare alcune tattiche di distrazione, spesso usate nel
dibattito pubblico, che purtroppo confondono troppe persone. Primo: essere contrario
allimmigrazione non rende una persona razzista. Le due cose non sono consequenzali. Essere
razzista significa adottare una visione dellumanit ordinata in base a delle differenze biologiche,
che si immagina stabiliscano una gerarchia. Preferire i propri simili (qualsiasi cosa significhi)
potrebbe essere la base di un certo etnocentrismo, ma non necessariamente del razzismo in quanto
tale. E importante non scattare sempre istericamente sui termini pi provocatori e sconcertanti solo
perch la vis polemica richiede una vittoria immediata. In realt, non si vince nulla, si d solamente
limpressione di non sapere di cosa si sta parlando. Similmente, la xenofobia non implica n
razzismo n etnocentrismo, perch pu andare oltre si luno che laltro nellessere una paura o una
repulsione nei confronti di chiunque sia straniero o diverso. Al contrario, uno pu essere
fermamente razzista ma allo stesso tempo a favore dellimmigrazione, a condizione che
limmigrazione sia consentita solamente ai membri della propria razza (politica ufficialmente
seguita dallAustralia fino alla seconda guerra mondiale). Altre forme di politiche razziste favoreli
allimmigrazione includono la schiavit propriamente detta, il lavoro forzato, fino al razzismo
spicciolo di chi dice facciamo venire i Messicani, sono cos bravi come giardinieri. Bisogna
aggiungere che alcuni sondaggi condotti negli Stati Uniti suggeriscono che lopposizione
allimmigrazione negli Stati Uniti non sia legata al razzismo, bens alla paura che gli immigrati
meno qualificati non possano mantenersi senza usufruire di vari programmi assistenziali (Medicaid,
SNAP [buoni pasto, ndT], crediti dimposta,). Reihan Salam aggiunge credo che se la politica
migratoria non fosse discussa in termini razziali, lopposizione allimmigrazione sarebbe in realt
molto pi forte. Bisogna altres distinguere tra opinioni anti-immigrati e politiche anti-
immigrazione, anche se tra le due ci possono essere punti di contatto. In definitiva, tutte queste cose
oscurano le domande essenziali che non vengono, in genere, mai poste: 1) Razzismo, identit ed
apertura sono le questioni pi importanti in tema di immigrazione? 2) Perch i lavoratori
dovrebbero essere a favore dellimmigrazione?
Se rivolgiamo la nostra attenzione allattuale politica economica dellimmigrazione in Europa e
Nord America, e prestiamo attenzione alla relazione fra immigrazione e capitale, potremmo scoprire
due strane assenze. La prima che coloro i quali, a sinistra, negli anni passati erano apertamente
critici nei confronti dellimmigrazione di massa, in particolar modo quella illegale, ora non si
pronunciano su questo tema, o hanno cambiato opinione senza spiegare perch. La seconda che
molti intellettuali Marxisti, pur avendo tutti gli strumenti concettuali ed empirici per farlo, non
collegano immigrazione e capitale nei loro lavori, evitando di fornire delle basi per una critica
allimmigrazione. La mia spiegazione per entrambe le assenze la paura di essere stigmatizzati
come xenofobi o, peggio ancora, razzisti, anche se, come detto prima, tale paura illogica e
dovrebbe essere superata.
Note
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Pubblicato su NEODEMOS.it il 6 dicembre 2016
Lo scorso 2 dicembre stato presentato a Milano, a cura della Fondazione Ismu, il Ventiduesimo
Rapporto sulle migrazioni (2016), con cui si fatto il punto sulla realt della presenza straniera nel
nostro Paese con un approccio multidisciplinare che considera sia le caratteristiche e le dinamiche
del fenomeno sul piano quantitativo e qualitativo, sia le condizioni di contesto, nazionale e
internazionale, entro cui esso va muovendosi.
Sul fronte statistico, il Rapporto indica il poco meno di 5,9 milioni la stima della popolazione
straniera presente in Italia (regolari e non) al 1 gennaio 2016, con un aumento di 52 mila unit
(+0,9%) rispetto allanno precedente e di 150 mila rispetto al 1 gennaio 2014. Lincremento
osservato nel 2015 sembra per lo pi dovuto alla componente irregolare (+31 mila), mentre pi
modesta risulta la crescita sia dei residenti regolarmente iscritti in anagrafe (+12 mila unit) sia dei
regolari non residenti (+9 mila). A prima vista lincremento della popolazione immigrata
sembrerebbe dunque modesto, ma se teniamo conto anche delle acquisizioni di cittadinanza
avvenute nel 2015, il giudizio e i numeri della effettiva crescita cambiano radicalmente.
Poich nel 2015 i nuovi italiani sono indicati in 178 mila (contro i 130 mila del 2014 e i 101 mila
del 2012), se ai 52 mila stranieri presenti conteggiati in pi (regolari e non) si aggiungono i coloro
che hanno acquisito la cittadinanza italiana, la crescita reale del numero complessivo di presenti sale
a 230 mila, segnando un aumento del 4% di poco inferiore al 5% del precedente anno.
Tale rivisitazione del dato sulla crescita trova un interessante riscontro anche in corrispondenza di
alcune importanti collettivit. Ad esempio, il bilancio anagrafico del 2015 segnala circa 23 mila
albanesi in meno, ma ne dichiara 36 mila divenuti italiani, lasciando intendere una crescita di 13
mila unit effettivamente riconducibile al saldo dei flussi di mobilit e di movimento naturale. Del
tutto simile il conteggio relativo ai marocchini che da una crescita registrata come negativa per
12 mila unit passano a una ricalcolata in termini positivi per 21 mila e ai tunisini (da -367 a
+4974). Mentre per i peruviani leffetto cittadinanza vale semplicemente a spiegare il consistente
calo dei residenti (-5 mila), ma non consente di sostenere lesistenza di un saldo attivo sul fronte dei
movimenti (naturale e migratorio).
La crescita che c ma non si vede rappresenta dunque la vera novit nel panorama migratorio che
ci viene descritto dal Rapporto Ismu attraverso lanalisi dei dati statistici del 2015. Ma la sorpresa
non sta tanto nella dimensione numerica del fenomeno che certo non si ripropone con i valori degli
anni pre-crisi quanto nelle modalit con cui si andato formando, e occultando. Nel fatto che i
circa 200 mila residenti stranieri aggiuntisi nel 2015 alimentati da un mix di saldo migratorio e
naturale dosati nella proporzione di 3 a 2 hanno trovato quasi identica contropartita nel flusso di
transizione alla cittadinanza italiana. Ossia in quello che pu ritenersi il punto di arrivo di un
percorso migratorio che porta alla definitiva appartenenza alla societ ospite. Certo, i dati statistici
di questi ultimi anni hanno gi da tempo segnalato la progressione, con o senza crisi, della sequenza:
accesso al titolo di soggiorno (regolari), stabilit dello stesso (lungo soggiornanti), naturalizzazione
(nuovi cittadini). Ma singolare osservare come laccelerazione di questi ultimi tempi avvenga in un
contesto che crea nel popolo degli stranieri oggi presenti in Italia una polarizzazione netta: tra chi ce
lha fatta (o almeno sta andando avanti) e chi ancora arranca alla ricerca di un luogo in cui fermarsi
a vivere.
La dicotomia particolarmente eloquente nella contrapposizione tra la folta schiera dei circa 66 mila
minorenni che nel 2015 sono diventati italiani spesso in un contesto familiare e con buona pace
delle continue critiche alla legge n. 91 del 1992 e gli oltre 12 mila minori stranieri non
accompagnati (Msna) sbarcati nello stesso anno e collocati, nel migliore di casi, entro una struttura
di accoglienza, mentre le statistiche ufficiali, sempre a fine 2015, ricordano lesistenza di oltre 6 mila
Msna divenuti irreperibili.
Daltra parte, la legittima soddisfazione per aver conteggiato nel 2015 pi approdi alla cittadinanza
che sbarchi sulle coste non deve indurci a credere che tutto sia e sar sempre sotto controllo sul
fronte delle migrazioni. I numeri esposti dal Rapporto Ismu lasciano forse intendere per lItalia un
nuovo corso del fenomeno migratorio, fatto di flussi governabili e di crescita sul piano
dellintegrazione, ma le dinamiche di un mondo globalizzato e sempre pi in movimento possono
riservarci sorprese, non necessariamente esenti da problemi.
Rapporto sui gommoni dei migranti libici:
facciamo chiarezza.
di Nuke - 22/01/2017
Chi parte
Parlo per la zona di Misurata, ovvero la costa est della Libia. In massima parte, per non dire tutti , si
tratta di giovani esponenti della classe media centrafricana, schiacciati dalla mancanza di
prospettive e dalla situazione geopolitica complicata. A parte alcune zone del Mali, della Nigeria e
della Somalia, costoro sono sicuramente rifugiati economici, ovvero gente in cerca di welfare e
NON di lavoro. Persone che spendono diverse migliaia di euro per arrivare sulle coste libiche e poi
pagano il passaggio. Si calcola che ciascuno di loro spenda almeno lequivalente di 5000 euro in
totale per il viaggio (spesa minima). Bisogna ricordare che nessuno di costoro neanche
lontanamente arabo o siriano, checch ne dicano i giornaloni e le puttanazze che li scrivono. I pi
intelligenti si chiederanno come mai costoro non si paghino il viaggio in aereo per arrivare comodi
in italia, magari con qualche soldino risparmiato per ripartire da zero. Il problema che le
ambasciate italiane nei paesi centroafricani e quelle occidentali in generale controllano molto
bene chi chiede un visto: se lindividuo in esame non dispone di molto denaro, di una famiglia e di
una attivit nel paese, difficilmente ne permetteranno la partenza. Il motivo per cui in molti
scelgono di arrivare e rimanere in italia chiaro, oltre a cominciare una nuova vita sono interessati a
prestazioni come pensioni di anzianit, invalidit e sanit gratuita (autentici miraggi dalle zone da
cui provengono). Infatti dopo poco tempo iniziano a richiedere i ricongiungimenti familiari: parenti
ammalati e anziani bisognosi di cure speciali. Altrimenti non si spiega il perch la loro famiglia
avrebbe dovuto prestargli i soldi per il viaggio, cinquemila euro sono tanti soldi dalle loro parti. E
nessuno fa niente per niente, neanche i milionari che pagano per salvare i rifugiati, ma questo lo
vedremo pi avanti.
Da dove partono
Partono dalla zona di Misurata, da Bengasi o dalla Turchia, ma spesso questi viaggiatori sono diretti
altrove, infatti sono coordinati da altre organizzazioni e balza allocchio che non sono centrafricani
diretti in Italia. Stavolta i siriani sono tali solo in parte, infatti questi rifugiati sono pi pallidi
perch provenienti da Bangladesh, Pakistan, Iraq e Afghanistan. NESSUNO di loro un rifugiato di
guerra ad esclusione di alcune zone di questi paesi in cui si combatte e sono sempre viaggiatori
paganti. Tutti! Praticamente nessuno di questi finisce in Italia e se ci finisce per errore di sicuro
non ci rimane trattasi infatti di musulmani appartenenti alla classe media, gente che ha sempre
lavorato, che vuole continuare a lavorare e che ha una solida rete di parenti e amici in Nord Europa
che li attende. Quindi lItalia non interessa (PS: si sparsa la voce che in Italia non c pi lavoro
per nessuno e che una nazione con gravi problemi).
Chi organizza
Ritorniamo a Misurata, zona della Libia ancora non completamente pacificata, presa tra apposite
fazioni. Chi organizza il tutto non abita pi l, ma vive comodamente nella vicina Tunisia. Ricchi e
potenti libici che quando hanno annusato lodore della rivolta sono fuggiti nel vicino paese.
Curiosamente in Tunisia le quotazioni delle ville di lusso sono cresciute a dismisura negli anni
scorsi. Dato che la Libia ancora una nazione sostanzialmente tribale, dove letnia e la famiglia
hanno un valore significativo, a coordinare la Ditta EMIGRAZIONE DEGLI ABBONDANTI DI
PIGMENTO SPA (la parola negro e negritudine esiste nel vocabolario Crusca docet ma se
la uso passo per razzista) sono rimasti i parenti poveri del clan, quelli che prima svolgevano
lavori come poliziotto o funzionario di basso rango.
I gommoni
Prendo spunto da un post pubblicato su Linkiesta, dove si lascia intendere che i gommoni utilizzati
dai migranti sono fabbricati in Cina. Nuova serie di notizie lanciate inizialmente dalla puttanazze
anglosassoni, che con linsediamento di Trump allenteranno un attimo le redini alla Russia e
punteranno le antenne sulla Cina scopri e inventa nefandezza: il Nuovo Supernemico
Statunitense.
Ho contattato una delle aziende sospettate. Il referente mi assicura che linteresse c, ma questi
gommoni vanno forte in Turchia e MAI nessun libico dellovest ha mai neanche sognato di
comprarne, se non piccole campionature. E ci credo, fare arrivare un gommone in Libia non deve
essere affatto facile, a meno di non attraversare il deserto di nascosto
Un occhio attento, poi potrebbe scoprire alcune piccole differenze, dalle foto di rifugiati siriani
provenienti dai giornaloni.
Oserei dire che il tubolare casualmente uno di quelli che avete visto nella foto prima, un 27 piedi
(circa 9 metri) stretto un metro e 40 allinterno dei tubolari. Il motore il solito 40 cavalli
fuoribordo, con un piccolo serbatoio di benzina, in grado di fare attraversare un piccolo tratto di
mare, anche moderatamente agitato, di notte. Infatti notate che i tubolari sono provvidenzialmente
grigio molto scuro (e non nero, che di notte si risalterebbe nelloscurit!!!), i siriani sono
evidentemente mediorientali molto ben coperti e indossano un giubbotto di salvataggio. Con tutta
evidenza sono partiti dalla Turchia e diretti in Grecia. Le dimensioni relativamente contenute del
battello pneumatico sono anche utili per poterlo gonfiare e trasportare di nascosto, anche se
relativamente. Il gommone pesa circa 200 Kg e altri cinquanta minimo il motore. I migranti, tutti
insieme possono facilmente trasportarlo e montarlo, magari possono anche comprarlo da un
ignaro commerciante locale, insieme ai giubbotti di salvataggio che indossano. Che cosa
centrano i cinesi? Un commerciante li ha chiesti e loro li hanno prodotti, cosa gliene frega?
Altro gommone, proveniente dalla Libia e pieno di persone di colore. Noterete le imponenti
dimensioni del tubolare, e la strana forma della prua, studiata per non fare entrare acqua se si
incoccia una onda neanche tanto grande. Noterete alcune differenze (oltre alla nazionalit dei
migranti): il battello evidentemente molto pi grande, i tubolari sono enormemente dimensionati,
il fondo piatto, e ci sono tante ma tante persone in pi a bordo. Il colore chiaro, dato che in mare
il colore scuro risalterebbe di pi, e destate i tubolari scuri surriscaldati potrebbero gonfiarsi troppo
ed esplodere, sotto il sole. Sussiste anche un limite dimensionale.
Per svariati motivi i cinesi usano tessuti economici ma professionali, di solito realizzati in colori
scuri, ma che non permettono di ottenere tubolari di grosse dimensioni, per vincoli che sarebbe
troppo lungo spiegare. Per realizzare un gommone serio ci si deve limitare come lunghezza fuori
tutto e la larghezza alla poppa. Cosa che i cinesi fanno, dato che non sono capaci di realizzare le
poppe composite studiate dagli italiani anni fa, per i battelli smontabili utilizzati dei contrabbandieri
di sigarette. I tessuti chiari impiegati in questi strani gommoni grigio chiaro non sono materiali per
gonfiabili, ma semplici tessuti per teloni da camion molto meno costosi perlomeno da alcuni
campioni che il mio amico A. mi ha fatto osservare.
Fuoribordo
Altro giro di telefonate in Tunisia, alla ricerca di fuoribordo di occasione. Scopro, come laltra
volta, che i rivenditori non si stupiscono affatto di essere contattati da acquirenti stranieri che
parlano un pessimo francese, e che i prezzi dei Tohatsu e di altri modelli fuoribordo sono ancora
altissimi. Continuo nella ricerca e forse ho trovato la strada giusta: per un 25 cavalli decente si parte
da 2000 euro e si arriva tranquillamente a 4000 euro. Infatti solo i motori fino a 45 cavalli circa
possono essere guidati a barra, ovvero con quella manopola che fuoriesce dal motore stesso. I
motori pi potenti necessitano della timoneria, quel volante che vediamo nelle imbarcazioni.
.
Per fabbricare i mega-gommoni smontabili non ci sono problemi, fin dal 1970 valenti e talentuosi
artigiani del sud Italia li producevano per i contrabbandieri. Larghi e lunghi oltre dieci metri, adatti
per essere scaricati di notte in una spiaggia solitaria e per correre veloci verso la nave appoggio, per
poi tornare carichi di tonnellate di sigarette.
Ovviamente diverse aziende italiane si sono trasferite in Tunisia da tempo per fabbricare gommoni.
In loco esiste ormai la seconda generazione di artigiani tunisini, pronti a fabbricare battelli per i
migranti. Arrivare a Misurata con un camion, scaricare gommoni e motori sulla costa un attimo.
Modelli appositamente realizzati per le esigenze locali: devono costare poco, portare un gran
numero di persone e se affondano poco male
Leggi tutto: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58155
Un punto importante
1)imbarcare un minimo di sessanta persone 2)su un gommone realizzato con tessuti non
adatti 3)con un motore ridicolo 4)dirigerli verso lItalia 5)con poco carburante a bordo
Un vero affare!! Entro un giorno o al massimo due, sarebbero tutti affogati. Morti affogati a
poche miglia dalla costa perch senza benzina. Eppure partono e arrivano in Italia lo
stesso. E come fanno?
Il mistero del salvataggio
A parte alcune navi commerciali, che spesso cambiano rotta quando vedono lontano
lontano il gommone stipato di persone, il salvataggio inizialmente veniva effettuato da navi
militari. Purtroppo i capitani delle navi magari potevano sbagliarsi e salvare i migranti a
cinquanta o sessanta miglia dalle coste libiche, in luoghi dove il tempo trascorso avrebbe
provvidenzialmente risolto il problema.
Ci ha pensato da solo questo signore qui: Cristopher Catrambone. Finanziere maltese
che ha investito otto milioni di soldi suoi per avviare una societ di salvataggio, la
MOAS (Migrant Offshore Aid Station). In pratica la ONG da lui creata si occupata di
armare la Phoenix, una nave di salvataggio che si occupa in concerto con le navi da
guerra addette al pattugliamento FRONTEX di salvare i migranti prelevandoli anche a
pochi chilometri dalle coste libiche, ovvero allinterno delle acque territoriali di quel paese.
Lisola di Malta, come vedete , in posizione strategica per accogliere facilmente migliaia
di migranti, e le sue passeggiate sul mare sono zeppe di alberghi lussuosi dove poter
ospitare profughi clandestini eccessivamente pigmentati in ciabatte e maglietta.
by NUKE http://liberticida.altervista.org/
Fonti:
http://www.linkiesta.it/it/article/2017/01/20/cerchi-un-gommone-per-il-traffico-di-migranti-i-
cinesi-hanno-pronto-un/32945/
https://www.outsideonline.com/2012536/african-middle-eastern-refugee-sea-rescue-
catrambone-phoenix
http://www.tangiersinternational.com/#
http://www.tangiersgroup.com/
http://www.obs.com.mt/
Arrivati i primi richiedenti asilo a Finale Emilia. Si tratta di cinque uomini sbarcati qualche mese fa
dallAfrica e in attesa di ricevere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Si sono sistemati
nellappartamento appena ristrutturato e arredato di via per Mirandola preso in affitto per loro dalla
cooperativa Caleidos che si aggiudicata lappalto per Modena e provincia. Per loro sono a
disposizione anche delle biciclette che hanno parcheggiato sul terrazzo dellabitazione. I cinque, che
arrivano dalla Guinea, parlano poco e si confrontano praticamente per nulla con i finalesi. Chi ci ha
parlato riferisce che gli abbiano detto che scappano dalla guerra, che stanno quasi sempre in casa
e che si vedono ogni tanto sulla terrazza a guardare per strada e a pulire. Solo uno inforca la
bicicletta e fa una passaggiata ogni tanto. Si tratta dei primi 5 richiedenti asilo dei 50 che
complessivamente Finale dovr accogliere nellambito del piano di ripartizione previsto per la
Bassa di un totale di 278 per questanno.
Fai clic qui per vedere lo slideshow.
A parit di bisogno ed emergenza, non si risolve, invece, la situazione della coppia di finalesi
che non ha pi, da domenica, un tetto sulla testa. Ora vivono in una roulotte senza bagno, cucina,
luce o acqua corrente.
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