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Sommario
Le Cento Citt

*
Direttore Editoriale
Mario Canti
Comitato Editoriale
Fabio Brisighelli
Romano Folicaldi
Natale G. Frega
Giuseppe Oresti
Giancarlo Polidori
Direzione, redazione,
amministraz ione
Associazione Le Cen to Citt
redazione@lecentocitta.it

Editoriale
Un ruolo attivo per il territorio
di Natale Giuseppe Frega

Primo Piano
Bellezza contro forza . Ecco perch necessario
un Ministero della cultura
di Gianfranco Mariotti

Il saggio
Cinte murarie delle 35 citt delle Marche nella
regione V (Picenum) e VI (Umbria et Ager gallicus)
di Mario Luni, Claudia Cardinali

15

Il Convegno
Ricerca, il filo conduttore tra Universit e territorio
di Andrea Zaccarelli

17

La tendenza
Amorevole invasione
di Mario Canti

19

La letteratura
Luigi Di Ruscio, un grande poeta marchigiano
di Alberto Pellegrino

25

L'arte
Girolamo di Giovanni
di Pier Luigi Falaschi

28

La tradizione
La musica arabita ha 90 anni
di Alberto Berardi

30

Enogastronomia
I formaggi delle Marche
di Leonardo Bruni

33

Libri ed Eventi
di Alberto Pellegrino

41

Vita dell'Associazione
di Giovanni Danieli

Direttore Responsabile
Edoardo Danieli
Prezzo a copia
Euro 10,00
Abb. a tre numeri annui
Euro 25,00
Spedizione in abb. p ost. ,
70%. - Filiale di Ancona
Reg. del Tribunale di Ancona
n. 20 del10/ 7/ 1995
Stampa
Errebi Grafiche Ripesi
Falconara M.ma

Pe riodico quadrimestrale de
Le Cento Citt,
Associazione per le Marche

Sede, Piazza del Senato 9,


60121 Ancona. Tel. 071/ 2070443,
fax 071/ 205955
info@lecentocitta.it
www.lecentocitta.it

*
Hanno collaborato a questo numero:
Alberto Berardi, Leonardo Bruni,
Mario Canti , Claudia Card inali,
Giovanni Da nieli, Roberto D'Errico,
Pier Luigi Falaschi, Romano
Folicaldi, Natale G. Frega, Mario
Luni, Gianfranco Mariotti, Corrado
Paolucci Alberto Pellegrino, Andrea
Zaccarelli
In copertina

Spettacolo medievale a Castel


Trosino . Fotografia di Roberto
D'Errico

Le Cento Citt, n. 49

Il saggio

Cinte murarie delle 35 citt delle Marche, nelle regiones V (Picenum)


e VI (Umbria et Ager gallicus)
di Mario Luni e Claudia Cardinali

n processo eli romanizzazione


dell'A ger Galllicus et Picenus si
articolato in un periodo che va
dagli inizi del III secolo a.C. fino
al I a.C. ed ha comportato per
la prima volta nella regione la
fondazione e lo sviluppo eli una
serie eli citt con cinta muraria
in siti strategici per il controllo
del territorio medio adriatico, in
genere occupati da precedenti
insediamenti p iceni, dell'et del
Ferro.
Con la definizione dello stato
augusteo (30 a.C. - 14 d.C. ),
il territorio corrispondente alle
Marche attuali venne suddiviso in due regioni, con confine sull'Esino (Aesz5 ): la regio V
Picenum (fino al Tronto), che
contava diciannove centri urbani
(coloniae e municipia con autonomia amministrativa), e la regio
VI Umbria et ager Gallicus (fino
al Conca), con sedici citt.
Lo studio dei monumenti
pubblici e privati conservati in
queste trentacinque citt (figg.
1-2) sta evidenziando in modo
sempre pi consistente tra III e
I secolo a.C. un'opera di monumentalizzazione e completa

ristrutturazione dello spazio


urbano, in particolare in epoca
tardo repubblicana e augustea;
tale fenomeno
da porre in
relazione con
la concessione
della
citta dinanza romana
alle popolazioni
alleate (tra 89
e 49 a.C.) ed
Fig. l - Carta del territorio medioadriatico con
dislocazione delle colonie e dei municipi.
alla politica di
urbanizzazione
(Fermo), Septempeda (S. Severifavorita da Augusto. Numerono
Marche), Auximum (Osimo),
se antiche citt murate si dotaAncona
(Ancona), Aesis (Jesi),
rono infatti in questa fase di
Pisaurum
(Pesaro), Urvinum
monumenti pubblici di pregio,
Mataurense
(Urbino), Pitinum
rappresentativi dell'aumentata
Mergens
(Pale
di Acqualagna).
consistenza del popolamento,
Cortine
urbiche
realizzate con
di teatri, anfiteatri, terme, oltre
questa
tecnica
edilizia
risultano
a infrastrutture quali sistemi
in riferimento alle citt di pi
fognari e acquedotti, con cisterne poderose, come ad esempio a antica origine nella regione e
sono datate in genere tra III e
Fermo e Urbino.
primi
anni del I secolo a.C., ossia
In questa sede si intende limitra il primo avvio della romaniztare la presentazione ad una solo
zazione dell'area medioadriatica
tipologia di monumenti pubblici,
ed il bellum sociale (91-88 a.C.)
le cinte urbiche: le mura definitra Roma e gli alleati italici.
scono infatti lo spaSul margine del pianoro natuzio urbano, segnano
rale su cui sorge Urvinum Matauil limite tra interno
rense, ad esempio, stata costrued esterno, tra urbs
ita la cinta muraria della citt, tra
ed ager e al eli l della
III e II secolo a.C.; essa stata
reale valenza difenrealizzata esattamente lungo la
siva, assolvono una
linea costituita dal "ciglio tattiimportante funzione
co", da cui ha inizio l'erta scarsimbolica e rapprepata che caratterizza tre quarti
sentativa.
del perimetro del "Poggio", alto
circa 450 metri. Alcuni brevi tratVolendo prendere
ti della cortina difensiva sono
in esame in sintesi
le cinte murarie di
ancora conservati in parte in
citt medioadriatielevato, generalmente inglobati
che, si pu osservare
in strutture edilizie costruite in
che esiste documensovrapposizione in epoca medietazione di una certa vale. Un ulteriore segmento eli
consistenza specie in
muratura in opera quadrata
relazione a quelle in
stato rinvenuto nel 1990 lungo
opus quadratum, atteil percorso ipotizzato in precestate
in
nove
antichi
denza e conferma l'attendibilit
Fig. 2 - Carta dell'area medioadriatica con
della ricostruzione grafica della
dislocazione delle colonie, dei municipi e degli assi centri (figg. 3-7): ad
Asculum,
Firmum
vzarz.
pianta proposta dell' oppidum di
MARi

Le Cento Citt, n. 49

ADRiATICO

Mario Luni

di Monterinaldo e con
ben levigata, pur presentando
le stesse fondazioni
una discreta tecnica di messa in
opera a secco. Non vi sono tracce
del Tempio corinzioitalico costruito tra II
di lavorazione per il sollevamene I secolo a.C. sull'ato e il trasporto dei blocchi, n
marche di cava. La tecnica di
cropoli di Ancona.
N ella
regione costruzione dell'opera quadrata
medioadriatica
lo va datata alla met del II secolo
stesso tipo di opera a.C. circa, anche sulla base del
quadrata caratterizpertinente riscontro con le mura
romane della citt di Auximum
za tratti superstiti di
(Osimo). Queste rappresentacinte murarie dello
stesso periodo, quali no l'esempio meglio conservato
quelle emblematiche nella regione di questo tipo di
struttura, databile subito dopo
di Pisaurum e di A uxiil 17 4 a. C.; un passo di Livi o,
mum. In queste due
citt, rispettivamente infatti, attribuisce all'iniziativa di
costruire la cinta muraria della
colonie dal 184 e del
174 a.C., la dataziocitt ai censori in carica nel 17 4
a.C., Fulvio Placco, sopra menne va necessariamente
circoscritta alla fase di
zionato, e Postumio Albinio.
vita immediatamente Alcuni tratti risultano ancora in
parte conservati ed in particolaFig. 3 - Tratto di mura di et repubblicana, in opus successiva alla loro
quadratum, rinvenuto ad A ncona.
deduzione, quando i re quello sul lato Nord-Est ragRomani provvidero a giunge l'altezza massima di 9-10
fortificare gli abitati metri; in quest'area alcuni saggi
et repubblicana.
di scavo hanno confermato la
Anche a Pitinum Mergens stabilmente subito dopo la loro
data di costruzione delle mura
fondazione.
venuto in luce circa trent'anni fa
Considerando l'importanza nella prima met del II secolo
presso il fiume un tratto di mura
a.C. Esse sono state realizzate
che la difesa del nuovo nucleo
urbiche nel corso di lavori occacon blocchi parallelepipedi di
sionali. La struttura, in seguito urbano poteva assumere nel contesto politico-militare della regiocalcare giallo, messi in opera a
reinterrata, era caratterizzata da
blocchi parallelepipedi di calcare ne medioadriatica nel periodo secco in filari regolari di 40-45
centimetri di altezza (fig. 5).
dopo la guerra annibalica, la
bianco, messi in opera a secco,
costruzione delle fortificazioni
La cinta urbica di Septempesimile ad altre attestate in antiche
della citt di Pisaurum avr sicuda stata esplorata all'inizio del
citt dell'Umbria e datate tra la
ramente assorbito le prime enerNovecento e attualmente risultafine del III secolo e l'inizio del
no visibili dei tratti di muratura
gie della comunit. Va ricordato
I a.C.
con alcuni filari di blocchi in areAlcuni resti di blocchi squa- che gi nel 17 4 a. C., secondo
naria (fig. 6). La sovrapposizione
drati, riferibili alla originaria cor- l'attestazione di Livio (41, 27,
di parte di queste strutture ad un
11-13), il censore Fulvio Fiactina in opera quadrata, sono stati
sepolcreto del II-II secolo a.C.
di recente individuati ad Aesis, co appalt a Pisaurum grandi
costituisce l'unico riferimento
colonia dedotta probabilmente lavori edilizi e fra questi va procronologico; in assenza di ultebabilmente annoverata anche la
nel247 a.C.
riori elementi specifici di datacostruzione delle mura; l'intento
Questa tecnica costruttiva in
zione, queste strutture vanno
doveva essere di dare alla colonia
opus quadratum trova attestazioriferite, come le precedenti, ad
ni in A ncona in analoghi tratti di la prima sistemazione di carattere urbano.
strutture murarie di epoca tardoLe mura sono
repubblicana rinvenuti in periorealizz ate
in
di diversi; alcuni filari risultano
blocchi
paralattualmente visibili ad esempio
lelepipedi di
in Via della Cisterna, nell'orto dell'ex Istituto Giovagnoni arenaria giallaBirarelli, nella Chiesa di Santa stra abbastanza
tenace, disposti
Maria della Piazza, in Vicolo
in filari eh e si
Foschi, nello scavo recente di
sovrappongono
Lungomare Vanvitelli (fig. 3). Le
analogie sia di tecnica edilizia, con regolarit
sia di materiale utilizzato (grossi di allineamento, ma di diverblocchi di calcare giallo) risultano ad esempio particolarmente sa altezza (fig.
4). A Pisaurum
significative con il muro del porla
facciata dei Fig. 4 - Pesaro, mura in opus quadratum con al di sopra
tico a due navate dorico-ionico
del II secolo a.C. nel Santuario blocchi non resti della struttura di rz/acimento in laterizio.
Le Cento Citt, n. 49

Il saggio

un periodo anteriore _
ra sociale. La confor- .. --...:1
esedra della porta u..--::,:~
ovest, visibile presso 2
Santa Maria della p;_;:o~
simile alla porta
di Urbs Salvia - in
ha fatto ipotizzare :.:
di ambedue queste
seconda met del I se
La prima cinta tL-.:...

essa stata messa i;:


to alla deduzione co_~
264 a.C. e va per...r::
ad un periodo di .;xx.

n saggio

Fig. 5 - Tratto della cinta muraria di et repubblicana,


in opus quadratum, a Osimo.

Fig. 6 - Particolare di una delle torri circolari della cinta


muraria in opus quadratum di Septempeda.

Cinte urbiche in Opus Reticulatum

un periodo anteriore alla guerra sociale. La conformazione ad


esedra della porta urbica di sudovest, visibile presso la chiesa di
Santa Maria della Pieve e assai
simile alla porta settentrionale
di Urbs Salvia - in laterizio -,
ha fatto ipotizzare la datazione
di ambedue queste opere alla
seconda met del I secolo a.C.
La prima cinta urbica di Firmum si conservata in diversi
tratti e si mostra costituita da
grossi blocchi di calcare (fig. 7);
essa stata messa in riferimento alla deduzione coloniale del
264 a.C. e va pertanto riferita
ad un periodo di poco poste-

riore. Questa muratura stata


considerata simile all'opera poligonale di quarto tipo, secondo
la classificazione Lugli, e quindi
datata ancora nel III secolo a.C.
Presenta anche analogie con le
mura in opera poligonale quasi
quadrata della fase originaria di
Ariminum, colonia del268 a.C.
Infine ad Asculum attestata la
presenza di qualche parte della
originaria cinta muraria, costruita con grossi blocchi di pietra di
varie dimensioni, messi in opera
in filari, talvolta in modo non
molto regolare. Essa difendeva
il solo lato occidentale del rilievo
su cui si estendeva la citt, naturalmente difeso sugli altri tre lati
dal fiume Tronto e dal torrente
Catellano; la cortina ha subto
un rifacimento in opera quasi
reticolata probabilmente dopo la
parziale distruzione awenuta agli
inizi del I secolo a.C., a seguito
del bellum sociale.

Fig. 7 - Particolare di un tratto di cinta


murarza in opus quadratum, riutilizzato
in costruzioni moderne a Fermo.

Fig. 8 - Tratto di cinta muraria in opus reticulatum ad Ascoli Piceno, presso


Porta Gemina.

Le Cento Citt, n. 49

L'esempio di opus quasi reticolatum sopra segnalato ad Asculum (fig. 8) si presenta in modo
emblematico come rifacimento
di tratti di muratura dopo le
vicende della guerra sociale e fornisce pertanto un termine cronologico post quem di costruzione
assai attendibile.
Significativa in merito si presenta un'attestazione relativa a
Fanum Fortunae, dove nel dopoguerra stato lasciato a vista sul
lato Est della cinta urbica pontificia un breve tratto di muratura
in opus quasi reticulatum, facente
parte in origine di una pi ampia
cortina rimasta occultata sotto
un moderno rifacimento (fig. 9).
Si tratta di un paramento costituito da tesserae, in genere a sezione quadrangolare, ma talvolta
con i lati e gli angoli irregolari.
Le dimensioni dei cubilia variano

Mario Luni

10

Il saggio
Significativo and:e ~
Nimes, dove alla fine .!cento stata ritror~
zione che ha permess
le mura della colonia
16 a.C. (CIL XII; :_;~
di una epigrafe incis
porta della citt_
lettere di bronzo. I::: _
esplicito riferimento a.=.,_!.
che ha fatto costrui.:'~
porte (portas) e la
(muros). Le analogie
le due cortine difenS _
nate sono notevoli.
tecnica edilizia in op!.
costituita per a f\:i.a:~ _
chetti squadrati di cfu::::::::s~~

Fig. 9 -Tratto di cinta muraria in opus quasi reticulatum sul versante a mare a
Fano.

da un minimo di 4 x 6 centimetri
ad un massimo di 6 x 6; pertanto,
a causa delle differenti misure
delle tesserae, le file raramente
si raccordano tutte in modo uniforme. La malta di calce e sabbia
si presenta biancastra, mentre
i cubilia sono di arenaria gialla
locale, abbastanza compatta. La
parte interna tra i paramenti in
opus caementicium, ossia in conglomerato costituito da scaglie di
pietra, sabbia e calce.
Questo tratto di antiche mura
si trova disposto ancora ben
saldo nella posizione originaria e quindi la sua ubicazione
assume particolare significato;
esso risulta inoltre conservato
immediatamente a ridosso della
"greppata geologica", parallela e
a non grande distanza dalla linea
di costa. La tecnica di costruzione utilizzata trova confronto
in quella presente in altre cinte
urbiche di citt dell'Italia centra-

le, ad esempio nella fase edilizia


sopra segnalata ad Asculum, a
Trea, a Mevania e in altri monumenti dell'Umbria e del Lazio.
In genere si tende a mettere in
riferimento la fase iniziale d'uso
di questa tecnica edilizia, in Italia
centrale, con la costruzione di
opere difensive nel periodo che
segue la guerra sociale e le lotte
civili tra Mario e Silla, quando
varie citt italiche si trovarono
nella condizione di dover realizzare o ricostruire le proprie cinte
murarie. Di recente stato anche
sostenuto che l' opus quasi reticulatum sia apparso in Umbria e
nel Piceno non prima della met
del I secolo a.C. Di certo si pu
affermare per Fanum Fortunae
che Cesare occup con una coorte questo centro, munito probabilmente con una cinta urbica in
opera quasi reticolata.

Mura in Opus Vittarum

La tecnica dell'opera
listata consiste nella realizzazione di
muratura con
doppio paramento pseudoisodomico
costituito da
bassi
filari
di blocchetti
squadrati di
Fig. 11 - Veduta di un lungo tratto delle mura augustee di pietra e con
Fanum Fortunae: in primo piano una parte di torre.
riempimento
Le Cento Citt, n. 49

Fig. 10 - Particolare della cinta


muraria in opus vittatum di
Cingulum.

formato da calce, sabbia e scaglie


di lavorazione. Essa trova applicazione nella regione medioadriatica nelle mura delle citt di
Sentinum , di Cupra Maritima, di
Cingulum (fig. 10); l'esempio di
maggiore consistenza monumentale conservato a Fano (figg.
11-12).
La cinta muraria di Fanum
Fortunae costituisce uno dei
pochissimi esempi di cortina
difensiva di cui si conosce la
data esatta di conclusione dei
lavori. Questa utile indicazione
fornita dalla iscrizione sulla trabeazione della porta principale
della citt e ricorda la costruzione del perimetro difensivo
che Augusto in prima persona
ha determinato (CIL XI 6219):
IMP(ERATOR) CAESAR DM
F(ILIUS) AUGUSTUS PONTIFEX MAXIMUS CO(N)S(UL)
XII TRIBUNICIA POTESTATE XXXII IMP(ERATOR)
XXVI [sic!] PATER PATRIAE
MURUM DEDIT. L'epigrafe
purtroppo presenta un errore nel
numero delle salutazioni imperiali (XXVI, invece di XIX), che
ha fatto molto discutere fin dalla
riscoperta umanistica del monumento iscritto; viene in genere datata al periodo l luglio 9
d.C.-l luglio 10 d.C. Costituisce
un importante termine cronologico di riferimento per lo studio
della tecnica di costruzione in
et augustea, della tipologia della
cinta urbica e della porta menumentale.

sono costituite da blo:"'+d


tangolari sulla facci:J.
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discrete misure. La S::F"'
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nelle Gallie in cinte
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per la cortina dif~

Fig. 13 -Lunghi tr,-;.-:

10

della cinta

:.:: prima persona


CIL XI 6219):
~ C -\ESAR DIVI
--~~-~:_- TUS PONTI-~:-~::: CO (N)S(UL)
....___::-:.__-=:=--i POTESTA:C.:P(ERA TOR)
=?_-:.-:IR PATRIAE
_ ;:J::::D::::T. L'epigrafe
-~:a un errore nel

Il saggio
Significativo anche il caso di
Nimes, dove alla fine del Settecento stata ritrovata un'iscrizione che ha permesso di datare
le mura della colonia augustea al
16 a.C. (CIL XII 3151). Si tratta
di una epigrafe incisa sopra una
porta della citt, con fori per
lettere di bronzo, in cui si fa
esplicito riferimento ad Augusto,
che ha fatto costruire (dat) le
porte (portas) e la cinta urbica
(muros) . Le analogie esistenti tra
le due cortine difensive menzionate sono notevoli, compresa la
tecnica edilizia in opus vittatum,
costituita per a Nimes di blocchetti squadrati di dimensioni di
poco superiori a quelle dei conci
di Fano. Anche le mura di Autun
sono costituite da blocchetti rettangolari sulla faccia esterna, a
pianta pressoch triangolare e di
discrete misure. La stessa muratura pseudoisodomica presente
nelle Gallie in cinte urbiche di
et augustea, quali ad esempio
quelle di Orange, di Arles e di
Vienne.
L'opus vittatum mostra caratteristiche di praticit costruttiva,
di robustezza e assieme di decoro, stato utilizzato diffusamente
in et augustea per nuove colonie
o per il rinnovamento di citt;
questa tecnica edilizia non attestata comunque in Italia centrale
prima della met del I secolo a.C.
Nell'Umbria essa caratterizza
le mura di Mevania, di Hispellum, una fase di restauro di quelle di Spoletium, di Sentinum,
oltre che le strutture del T eatro di Iguvium e delle T erme di
Forum Sempronii; nel Picenum
la stessa opera vittata utilizzata
per la cortina difensiva di Trea e

Fig. 12- Particolare di una torre aggettante verso l'esterno e del paramento in
opus vittatum della cortina muraria augustea di Fano.

di Cingulum.
E ' stato osservato che le cinte
urbiche romane di Nimes e di
Fano, al pari di quella augustea di Spello, possono essere
considerate delle realizzazioni di
prestigio, con "significato simbolico", sia per accuratezza di lavorazione, sia per eleganza della
struttura architettonica d'insieme Senza dubbio l'osservazione
ben fondata e mette in evidenza
l'attenzione rivolta da Augusto al
rinnovamento edilizio di centri
in cui stata impiantata una
nuova colonia.
A Fano ci si trova di fronte
ad una progettazione unitaria
delle mura sui tre lati verso terra
e ad un intervento costruttivo
anch'esso omogeneo, portato a
compimento nel 9-10 d.C. Sebbene il problema della fondazione coloniale augustea sia oggetto
di dibattito, essa in genere
riferita per vari motivi agli anni
tra il 31 e il 27 a. C.

___ .i costruzione in
li-_,_-=- _:-=~a

tipologia della

- _ :: cila porta monuFig. 13 -Lunghi tratti di cinta urbica muraria in opus testaceum di Urbs Salvia.

Le Cento Citt, n. 49

V a messo in rilievo che la


costruzione di circa due chilometri di cortina urbica, con 28
torri, deve avere richiesto necessariamente una lunga fase di cantiere, specie se si tiene presente
che indicativamente sono stati
realizzati oltre 50.000 metri cubi
di muratura (senza considerare
le poderose strutture di fondazione), nella quale hanno trovato
utilizzazione non meno di tre
milioni e mezzo di conci di arenaria, ben squadrati nella faccia
a vista. Anche se l'antica cinta
fosse stata limitata ai soli tre lati
verso l'interno, si sarebbe trattato in ogni caso di un intervento
di imponente impegno, tale forse
da giustificare pi di tre decenni
di attivit edilizia.
Cinte urbiche in Opus

Testaceum
Sono attestati esempi di mura
in mattoni in varie citt della
regione, quali Urbs Salvia, Aesis,
Firmum, Urvinum Mataurense,
Pisaurum, Fanum Fortunae e da
ultimo Ancona.
Nei primi due casi si tratta
di interventi costruttivi unitari
di ampio impegno edilizio, con
muratura caratterizzata da doppio paramento in laterizio e da
un riempimento in opus caementicium (calce, sabbia e scaglie
di pietra; nel caso di Aesis in
prevalenza di ghiaia e ciottoli di
fiume).
La cinta di Urbs Salvia assai
significativa, in quanto si pre-

Mario Luni

Fig. 14- Particolare di un tratto della


cinta urbica in opera laterizia di Urbs
Salvia.

senta conservata per parecchie


centinaia di metri su tre dei suoi
quattro lati e con una certa continuit, eccetto che sulla cresta
del pendio, ad ovest. Sono visibili fuori terra resti monumentali
della Porta Gemina, di quella ad
esedra e di molte torri a pianta
poligonale, spesso in elevato per
vari metri, talvolta anche oltre
cinque. La struttura larga circa
due metri, con duplice paramento di mattoni disposti in orizzontale e cementati saldamente con
calce e sabbia (figg. 13-14). n
complesso delle mura si presenta
uniforme in quanto a materiale utilizzato e a tecnica edilizia,
dovuto ad un poderoso interven-

n saggio

12
to costruttivo unitario, sulla base
di una progettazione di ampia
portata; si propone una datazione nell'ambito della seconda
met del I secolo a. C.
La cinta urbica in opus testaceum di Aesis presente sul solo
lato sudorientale della citt e va
messa in riferimento con le opere
di difesa del nuovo quartiere cresciuto alla fine dell'et repubblicana sul pendio all'esterno dell'area della colonia, sorta nel 247
a.C. sulla sommit di un leggero
rilievo sulla sinistra del fiume
Esino. Lungo un tratto di alcune
centinaia di metri di mura medievali in laterizio si potuto osservare nella parte bassa la presenza
di filari di laterizi di tipologia e
di dimensioni diverse, ben allineati e cementati con calce bianca;
l'approfondimento della ricerca
ha permesso di riscontrare che
si tratta di mattoni "manubriati", disposti con buona tecnica
a formare il duplice paramento
e con riempimento in opus caementicium (figg. 15-16). Questa
struttura, probabilmente coeva
a quella di Urbs Salvia, stata
riutilizzata dalla cinta difensiva
di et medievale, che ha inglobato quella di probabile et augustea, occultandola per la maggior
parte. n riconoscimento di questo lungo tratto di mura stato
possibile in occasione del recente
restauro, unitamente alla individuazione di una torre circolare
della probabile porta orientale

Fig. 15- Tratto delle mura augustee in opus testaceum, riutiliv:.ate nella
cortina di et medievale difesi, a lato di Porta Valle.

della citt e alla scoperta di alcuni resti di blocchi squadrati della


cinta della seconda met del III
secolo a.C., sul ciglio occidentale
del colle. Brevi tratti di mura in
opera quadrata sono segnalati ad
Urbino e da ultimo in Ancona
(fig. 17).
Diversa si presenta la situazione di alcune altre cortine urbiche
di citt di origine romana nelle
Marche, quali Fanum Fortunae,
Urvinum Mataurense, Firmum e
Pisaurum. In quest'ultimo centro
si osservato che al di sopra
della cinta primitiva di blocchi
di pietra, i cui resti sono appena affioranti dal suolo e in cattivo stato di conservazione,
presente una poderosa struttura
muraria in laterizio; essa documentata per numerosi tratti, uno
dei quali raggiunge alcuni metri
di altezza. La datazione proposta
in passato per questa seconda
fase costruttiva l'et augustea;
pi probabilmente risale all'et imperiale avanzata, quando il
pericolo imminente di invasioni barbariche (III secolo d.C.)
determin la ricostruzione delle
mura, che dovette procedere in
modo affrettato, come possibile notare dall'esame dell'antica
struttura in laterizio, che coinvolge l'intero spessore. Occorre a tal
proposito ricordare l'invasione
dell'Italia da parte degli Iutungi
e la vittoria decisiva riportata
contro i barbari dall'imperatore
Aureliano sul Metauro presso

sorreggevano statue. _
della vittoriosa
tare dell'imperatore _
(CIL XI 6308, 63 09 _
sa circostanza nel luoz.~
rinvenuti anche nu.;:;:;_
menti architettonici C::C
fatto supporre da pa.:-.= -.::':
locali l'esistenza di u::.
rario, in memoria
di Aureliano. n fatto :; __
te, comunque, ~--
menzione sulle due :::
personaggio, C Iul::~
che aveva la carica d:.
muris. Si tratta di 1
rio che immediata:::1;:ola battaglia nei p~ _
ossia nel momemo ~ :
citt, fra cui Roma.~
vedendo alla
restauro delle
responsabile delle rr:.
di Pesaro e di F~

Fig. 16 - Particolare di un tratto della cinta


muraria in opus testaceum, a Jesi.

Economia; si notano
epoche precedenti.

Le Cento Citt, n. 49

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12

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Fanum, lungo la via per Roma,
che fu per l'occasione munita
eli nuove mura. Nel corso dei
primi scontri in Italia settentrionale o subito dopo la elisfatta
dei Germani (270-271) furono
con tutta probabilit costruite a
Pisaurum le fortificazioni in opus
testaceum, in analogia a quanto
si verificato nella stessa circostanza ad Ariminum, in parte a
Fanum Fortunae e forse anche a
Sena Gallica e a Firmum.
Va aggiunto inoltre che nella
zona eli Porta Fano nei secoli
scorsi furono recuperare due basi
iscritte di marmo, che in origine
sorreggevano statue, a ricordo
della vittoriosa campagna militare dell'imperatore Aureliano
(CIL XI 6308, 6309). Nella stessa circostanza nel luogo vennero
rinvenuti anche numerosi frammenti architettonici che hanno
fatto supporre da parte eli erueliti
locali l'esistenza eli un arco onorario, in memoria della vittoria
di Aureliano. li fatto pi rilevante, comunque, costituito dalla
menzione sulle due basi eli un
personaggio, C. Iulius Priscianus,
che aveva la carica eli praepositus
muris. Si tratta eli un funzionario che immeeliatamente dopo
la battaglia nei pressi eli Fano,
ossia nel momento in cui molte
citt, fra cui Roma, stavano provvedendo alla costruzione o al
restauro delle fortificazioni, era
responsabile delle mura urbiche
di Pesaro e eli Fano. Va detto

Fig. 17 - Tratto di mura in laterizio del periodo augusteo ad Ancona, rinvenute


nello scavo di Lungomare Vanvitelli.

infine che nel taglio di fondazione della cinta in laterizio di


Pisaurum sono stati trovati nel
corso degli scavi del 1977 alcuni
frammenti ceramici databili dalla
met del II al III secolo d.C.
Mura in et bizantina

In et tardoromana e bizantina
ad Urvinum Mataurense le prevalenti necessit difensive rendono
ancora determinante l'utilizzazione della forte cinta muraria
dell' oppidum. Significativa in
merito si presenta la descrizione
eli questo centro fortificato fatta

Fig. 18 - Tratto della cinta muraria urbica di et tarda in opera "tumultuaria"


ad Urbino in Palazzo Battt/errt; restaurato nel corso dei lavori nella facolt di
Economia; si notano blocchi e racchi di colonne riutilizzati da costruzioni di
epoche precedenti.

Le Cento Citt, n. 49

da Procopio (Bell. Goth. , II, 19)


nel 538 d.C. Lo storico bizantino si sofferma infatti a descrivere accuratamente le operazioni
effettuate contro i duemila Goti
che difendevano l'importante
centro strategico. Vani si erano
rivelati gli assalti contro la porta
settentrionale, l'unica in piano:
su tutti gli altri lati la morfologia
del colle descritta come assai
elirupata e impraticabile per operazioni militari. Per quanto la
conformazione della collina su
cui sorge Urbino abbia subto
modificazioni, a causa dell'ininterrotta frequentazione umana
nel corso di pi di due millenni, la descrizione di Procopio
corrisponde ancora esattamente
all'attuale natura del luogo e ne
coglie le caratteristiche fisiche
salienti.
Ad un primo assalto dell'esercito bizantino le mura hanno
costituito un valido baluardo,
tanto che una parte dell'esercito
asseeliante ha desistito dall'impresa e la successiva capitolazione dei Goti dovuta non ad
una loro sconfitta ma al venir
meno dell'acqua di una fonte
sulla sommit del colle.
Nel corso di due scavi, rispettivamente in corrispondenza delle
fondazioni dell'Arcivescovado e
eli Palazzo Brandani, sono stati
rinvenuti tratti di mura riferibili
agli avvenimenti bellici del VI

1 1

Mario Luni
secolo d.C. sopra descritti. In
ambedue i casi sono affiorate
strutture difensive realizzate sul
limite occidentale del pianoro
sulla sommit del "Poggio" (fig.
18).
Nell'Arcivescovado si potuto
riscontrare la sopravvivenza di
un tratto di cinta muraria lungo
alcuni metri e di rilevante spessore, in cui sono state individuate
in sovrapposizione tre strutture
realizzate con differenti tecniche
costruttive, riferibili ad altrettante fasi edilizie: in opera quadrata
quella pi in profondit (III-II
secolo a.C.), in laterizio la successiva (probabilmente di et augustea) ed in opera "tumultuaria"
la terza (VI secolo). Quest'ultima
caratterizzata dalla presenza
generalizzata di materiali di spoglio, messi in opera alla meglio e
scarsamente cementati tra loro;
sono stati qui rinvenuti numerosi blocchi di calcare differenti
per formato, per tipologia e per
lavorazione, unitamente a frammenti di colonne ed anche ad
una grossa cornice di marmo.
Questo tratto di cortina urbica
stato successivamente inglobato
in epoca medievale nelle fondazioni del monumentale edificio
che si sovrapposto ad esso,
sfruttandone la solidit.
Nel cortile di Palazzo Brandani
uno scavo effettuato nel 1996 in
collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche ha messo in luce un tratto
di mura in opera "tumultuaria"
nella parte sudoccidentale della
cinta difensiva. La struttura
conservata per circa 15 metri
di lunghezza e per un'altezza
che varia tra uno e due metri
circa. Nella parte pi orientale
lo spessore della muratura pi
consistente (m 1,80) ed anche

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14
irrobustita da grossi blocchi e da
racchi di semicolonne scanalate
di pietra, di 80 cm di diametro;
si pu qui riconoscere l'impianto
superstite di un piccolo bastione
a pianta rettangolare, conservato
su due lati.
Verso ovest il resto del muro
di difesa corre sul bordo di un
pendio e non raggiunge la larghezza di un metro. Esso costituito da materiale eterogeneo,
messo in opera senza alcuna
regolarit, quasi accatastato alla
meglio. Sono qui presenti grossi
blocchi di travertino recuperati
dalla cortina di et repubblicana,
individuata un poco pi a nord,
unitamente ad altri di calcare
bianco di formato diverso e con
tracce di lavorazione, spogliati
probabilmente da monumenti romani allora abbandonati e
distrutti all'interno delle citt;
si notano anche blocchetti di
diverso genere con cornici ed un
pezzo di colonna di marmo inserito trasversalmente. Lo scavo
stratigrafico effettuato in connessione con questo tratto di cinta
urbica ha consentito di raccogliere vari materiali databili fino
al VI secolo d.C.
La tipologia della tecnica
costruttiva della struttura in
opera "tumultuaria" e la documentazione ceramica rinvenuta
in strato consentono di riferire
questa opera di difesa al periodo della guerra goto-bizantina.
Una conferma indiretta fornita dallo stesso Procopio (Bel!.
Goth. , III, 11, 32-34), in un
passo in cui descrive l'urgente
ripristino delle mura di Pisauron
nel 545: Belisario dispone che i
suoi emissari restino all'interno della citt e ricostruiscano
in qualunque modo possibile
quella parte di mura urbiche

distrutta in precedenza dai Goti,


"utilizzando pietre, malta e ogni
altro materiale reperibile". La
documentazione archeologica
venuta in luce a Pesaro in varie
circostanze permette di confermare la notizia fornita dallo
storico bizantino; significative
tracce dell'opera di ricostruzione "tumultuaria" della cinta cittadina del VI secolo sono state
scoperte in pi tratti delle mura
ed in particolare modo in connessione con le strutture delle
porte urbiche, dove in periodi
diversi sono stati rinvenuti elementi architettonici, frammenti
di rilievi e circa trenta blocchi
iscritti riutilizzati nella muratura
come materiale di spoglio.
Una situazione analoga stata
riconosciuta in un tratto delle
mura di Fanon dovuto ad una
fase di ripristino "tumultuario":
di poco a nord della Porta di
Augusto, nel paramento interno, visibile materiale romano
di spoglio di vario genere riutilizzato nella muratura. Anche
a Forum Sempronii stato di
recente individuato un lungo
segmento di cinta muraria sul
lato orientale costituito da materiale di spoglio, tra cui blocchi
con membrature architettoniche, una colonna di marmo ed
una lastra con iscrizione funeraria di et imperiale; la struttura
difensiva va riferita all'ultima
fase di vita della citt, abbandonata pressoch totalmente nel
VI secolo d.C.
In recenti scavi ad Ancona,
in Lungomare V anvitelli, sono
state rinvenute tracce di vita
di et tardoantica ed anche di
una torre con muratura simile a
quelle sopra descritte; resti analoghi sembra che siano presenti
anche a Osimo.

Il Convegno

Ricerca, il filo c
di Andrea Zaccare:

Ricerca e terriror:
mio inscindibile ~'
ma rafforzatosi se::;::;-:-_
negli anni pi recer:
L'associazione-:__:? G
ha riunito nei gio:-Ridotto del T eac:simi rappresentan:i ::.?
accademico per c~
come l'Universit - "possa mettersi al se.
del territorio attra"e~
strumenti e le pro_;:: ..nel tentativo di crea:-=
colo virtuoso utile '
scita complessi\a.
sociale, culturale.
Le universit
sono distribuite
assai capillare n~
ognuna con il prop~~
di esperienze e di
conduttore tra tur:e.;;
bio, la ricerca.
Al dibattito

stico hanno comi...:.2


tore dell'Universi:Z _
delle Marche Marco F

Commercio Uni,-p.;:;: Gregori, il Preside 2:::


di Medicina Uni-:;=

sociazione gi P:-:::s..~
Facolt di Agra_-!.:
Natale Giuseppe ::=-:-~
to Pellegrino, sron
Nonostante la
meglio quel che si ;:i;:s_
venga spesa da'.-~
ritori di riferim~I
via emerso che ::.=..::.::_
Universit marchi::-Le Cento Citt, n. 49

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