Professional Documents
Culture Documents
prima
della tempesta
Un nuovo
socialismo per
il xxl secolo
di Leonardo Masella
di Varada Rajan*
segue a pag. 2
segue a pag. 7
IL
RITORNO DI
BERLUSCONI,
C ATA S T R O F E A N N U N C I ATA
ATTENZIONE
sommario a pagina 3
Anno XV - N. 6 Novembre/Dicembre 2006 - 5 euro
Reg. Trib. Cremona n. 355 12.4.2000
Sped. A.P. D.L. 353/2003
(con. in L. 27/02/2004 n46) art. 1 c.1 DCB-CR
Editoriale
peggio. Il rimedio che emerge maggioritario dalla compagine governativa la cura omeopatica della
crescita della causa che ha prodotto
la malattia, cio pi liberismo, pi
privatizzazioni, ancora tagli alla
spesa sociale e riduzione del ruolo
dello Stato (solo dove fa comodo al
capitale, non certo nel sostegno alle
imprese e nelle guerre). Dopo le
elezioni, qualcuno a sinistra affermava che poich la vittoria
dellUnione era stata risicata, la politica del governo avrebbe dovuto
essere rivolta ad allargare i consensi
popolari. Giusto, ma si fatto proprio tutto il contrario.
Quello che sta succedendo conferma ci che avevamo gi visto con
il risultato elettorale: una societ italiana culturalmente spostata a destra. Quando si far a sinistra una riflessione sul fatto che nonostante
un personaggio come Berlusconi e
i disastri compiuti in 5 anni, la met
dellelettorato ha votato per lui ? E
come mai ancora in grado di aumentare i consensi e persino di
muovere la piazza ? Quando si far
un ragionamento serio oltre che sul
personaggio anche sul fenomeno
oggettivo che ha prodotto non solo
Berlusconi ma il berlusconismo ?
ELEZIONI IN
MOLISE
NORMALIZZAZIONE
LA CORDA A SINISTRA
Che fare ? Non c una risposta semplice. Per quanto critici sulla sua politica, non si pu certo far venir
meno oggi il sostegno parlamentare al governo Prodi, perch ci
aprirebbe la strada al ritorno di
Berlusconi o ad una nuova maggioranza neocentrista con Casini, attribuendone le responsabilit a sinistra. Ma questo significa che non
ci pu essere una posizione diversa
da quella di un sostegno acritico ?
Per usare una metafora conosciuta,
se non possiamo certo rompere la
corda, possiamo almeno tirarla a sinistra, come altri la stanno tirando
a destra ? Questa la domanda che
si pongono tutti i militanti del Prc,
di qualunque componente interna,
e moltissimi militanti dei diversi
partiti della sinistra, del Pdci, dei
Ds, dei Verdi. Sembra incredibile
ma questo problema, che attiene in
fin dei conti al rapporto con la
realt, viene eluso totalmente sia
Editoriale
A P E RTA M E N T E
Innanzitutto necessario cominciare a criticare apertamente le scelte peggiori del governo, contrastando la cosiddetta sindrome del
governo amico, come ci suggeriscono le contestazioni dei lavora-
SOMMARIO
Il Partito Democratico e la fine
della critica al capitalismo
14
G. Mele
17
O l t re la Finanziaria
20
G. Pegolo
24
T. Valpiana
Dove va la CGIL?
28
A. Miniati
32
G. Cremaschi
34
O. Vano
Moderna barbarie
di una societ in decadenza
36
E. Borioni
Internazionale/Interviste
41
Afghanistan (Intervista a V. Agnoletto
a cura di A. Belmonte ) - Brasile, Ecuador,
Venezuela(Intervista a J. L. del Roio a cura
di M. Graziosi)- Messico (Intervista a P. B. Cabrera
(a cura dell Agenzia Bolivariana di Stampa)
La Stanza dellArte
44
R. Gramiccia
Internazionale
51
Appello FPLP
66
67
68
G. Fresu
Cultura
74
77
Recensioni
80
Editoriale
Stampa:
Tip. Fantigrafica Srl Cremona
Chiuso in Tipografia:
30 dicembre 2006
Abbonamenti:
annuale ordinario
25 euro
annuale ordinario posta prioritaria
45 euro
annuale estero posta prioritaria
60 euro
annuale sostenitore (posta prior.)
80 euro
Effettuare il versamento sul conto corrente
Postale n. 14176226
Intestato a lernesto
Via del Sale 19 26100 Cremona
www.lernesto.it
4
CHE CRISI
DEL LIBERISMO
N U O VA S TA G I O N E
DEI MOVIMENTI
Anche per questo non basta dire, bisogna anche fare. Non basta fare il
tifo, bisogna anche essere protagonisti degli avvenimenti e dei cambiamenti. Organizzare, promuovere, stare dentro e possibilmente
alla testa dei movimenti e delle lotte
che su tutte le principali contraddizioni della societ capitalistica possono determinarsi, per aprire una
nuova stagione dei movimenti. A
questo dovrebbe essere dedicata la
conferenza di organizzazione del
Prc. Di questo dovrebbero discutere
i raggruppamenti politici a sinistra
Editoriale
ALLA GUERRA
C tuttavia una questione prioritaria su cui si addensano nubi di tempesta, su cui concentrare lattenzione di Rifondazione, della sinistra
radicale e dei movimenti nelle prossime settimane: il nuovo rifinanziamento della missione militare in
Afghanistan. A ci si legano le nuove pulsioni di guerra che vengono
dal fronte mediorientale. Da un lato
il rischio crescente di stravolgimento della missione militare in
Libano in senso filo-israeliano ed
anti-Hezbollah (a cui sta contribuendo pericolosamente lo spostamento progressivo di Prodi e
DAlema verso le componenti filoamericane e filo-francesi del governo libanese) e dallaltro lescalation della guerra allIran tra cui le
recenti gravi sanzioni dellOnu
(sono cominciate cos sia la guerra
alla Serbia che quella allIraq).
Sono gi pronti da tempo i piani di
attacco congiunto americano e
israeliano contro lIran, anche con
SINISTRA
Editoriale
colga tutti i riformisti di radice socialista e socialdemocratica, dichiarino la loro disponibilit per la
nascita di un nuovo soggetto di matrice socialista, di una nuova e
grande sinistra di ispirazione socialista, del tutto normale, anzi addirittura auspicabile che riescano
nel loro intento, magari congiungendosi allintenzione di Mussi e
della sinistra Ds di non entrare nel
partito democratico (e in questa attesa nasce limpasse degli ultimi
tempi della Sinistra Europea). Cosa
centri tutto questo con Rifondazione Comunista, cio con la rifondazione di un pensiero e di una
prassi comunista, la domanda che
vorremmo fare alla maggioranza
del gruppo dirigente del Prc.
COMUNISTI
E S O C I A L D E M O C R AT I C I
WWW.lernesto.it
6
Lisbona
continuano a proclamare s o l e n n emente come approdo finale dellintero processo, non altro che la
creazione dei presupposti congeniali alle forze imperialiste per scorazzare liberamente in tutto il mondo.
Sono gli imperialisti a promuovere
costantemente gli interessi del capitale finanziario internazionale,
oggi predominanti. Tali interessi
sono fondamentalmente di natura
speculativa, con davvero pochi
sforzi per contenere quella rovinosa
tendenza allinvestimento di portafoglio (assetti finanziari volatili e ad
alto rischio) che si sta affermando
su scala planetaria, che incoraggia
la stagflazione e costituisce la causa
fondamentale alla base tanto dellaumento della disoccupazione
quanto, con sempre maggiore frequenza, dellassenza di crescita economica anche in presenza di basso
costo del lavoro, mercati pi vasti e
presenza di materie prime.
Mentre questi pericoli si addensano
davanti a noi, la situazione internazionale non si pu dipingere a tinte
fosche o considerare semplicemente disperata. Dovunque gli imperialisti si trovano di fronte a dure
resistenze, tanto sul piano strettamente militare quanto su quello
delle aggressioni economiche. I
tentativi degli Usa di imporre la propria egemonia sul piano globale si
scontrano con una crescente resistenza in diverse parti del mondo e
siamo di fronte allemergere graduale di un ordine mondiale multipolare. Loccupazione statunitense
dellIraq si sta volgendo rapidamente in unenorme palude, con il
paese trascinato sempre pi verso la
guerra civile e con il governo sostenuto da Washington, privo di legittimit, non in grado di confrontarsi
con la resistenza popolare. Con la
condanna a morte di Saddam Hussein da parte di una corte illegittima, al termine di un processo farsa
durante il quale sono stati cambiati
i giudici e uccisi gli avvocati difensori, lamministrazione Usa non ha
potuto evitare di sottrarsi alle proprie responsabilit di fronte allesplodere di violente proteste contro
Lisbona
l Avana nel settembre di questanno. La Dichiarazione de lAvana costituisce un momento importante nella storia del movimento, che
comprende 118 paesi, con la sua opposizione senza ambiguit alla globalizzazione neoliberale come alle
macchinazioni dellimperialismo e
con la sua decisa denuncia della
Dottrina Bush. Un altro evento, questo, che potrebbe giocare un ruolo
cruciale nella promozione di un ordine internazionale multipolare.
In India, il Partito Comunista Indiano (Marxista) sta conducendo, insieme ad altre forze di sinistra, una
battaglia complessa contro limperialismo e i suoi tentativi di costringere il paese sotto il suo giogo. Sulla
scia delle lotte unitarie condotte
contro il precedente governo di destra, le ultime elezioni politiche
hanno determinato un nuovo scenario, con lattuale governo progressista che ha sostituito il precedente. Esso, per, non ha una propria maggioranza autonoma e dipende dal sostegno dei partiti del
Fronte delle Sinistre. Noi abbiamo
tentato di cogliere questa opportunit per invertire lorientamento
della politica estera indiana, favorevole agli Usa. Grazie al nostro intervento il governo si impegnato
al rispetto di un programma che
prevede il perseguimento di una politica estera indipendente.
Nonostante questo, siamo costretti
a registrare su questo terreno arretramenti, se non veri e propri capovolgimenti, contro i quali stiamo lottando dentro e fuori il Parlamento.
Tali lotte ci consentono di denunciare e mobilitare parti consistenti
della popolazione contro limperialismo Usa e le sue politiche. Sul
fronte economico, la globalizzazione imperialista si caratterizza per
liberalizzazioni indiscriminate e
sconsiderate privatizzazioni. Contrariamente a quanto millantato, le
forme attuali di globalizzazione non
si sono rivelate capaci di creare opportunit di lavoro o livelli di vita sostenibili in grado di soddisfare le
aspirazioni di milioni di individui.
Le riforme neoliberali hanno ac-
Lisbona
averne spazzato lo spettro dalla faccia stessa della terra. I paesi governati da forze che ancora si ispirano
al socialismo sono usciti da una fase
difficile, riorientando le proprie
economie e affrontando i cambiamenti necessari. Cina e Vietnam
hanno registrato un prepotente
progresso nello sviluppo dei rispettivi sistemi economici, mentre Cuba
ha affrontato con risolutezza i decenni di blocco economico e preservato la vitalit del proprio sistema socialista. In America Latina le
forze di sinistra stanno registrando
nuovi successi nel tentativo di incamminarsi su strade differenti e radicalmente alternative rispetto alla
globalizzazione neoliberale. La resistenza popolare contro limperialismo e a difesa della sovranit nazionale sta crescendo ovunque nel
mondo. Sono questi i soggetti che
devono essere coinvolti dalle forze
comuniste e dai diversi movimenti
operai per rendere attuale e ricostruire la prospettiva del socialismo
nel XXI secolo.
*Del Comitato Centrale del Part i t o
Comunista Indiano (Marxista). Il testo pub blicato la traduzione integrale dellinter vento tenuto allIncontro Internazionale di
Lisbona dei partiti comunisti, operai e di si nistra (10 12 novembre 2006).
Lisbona
I n c o n t ro Internazionale
dei Partiti Comunisti e Operai
Lisbona, 10-12 novembre 2006
P UBBLICHIAMO ,
NELL ' ORDINE , UN BREVE COMMENTO SULL ' INCONTRO , IL COMUNICATO STAMPA FINALE EMESSO AL
UN
PA S S O AVA N T I
Il 9 Incontro Internazionale tra i partiti comunisti, operai e di sinistra tenutosi a Lisbona dal 10 al 12 novembre 2006 segna un piccolo ma significativo passo in avanti nel lungo e complesso tentativo di riannodare le fila del movimento comunista. Altro il contesto
rispetto al secolo scorso, altre le basi dalle quali partire, come hanno ben intuito i comunisti greci, ideatori e organizzatori dei primi
otto appuntamenti, tutti svoltisi ad Atene a partire dal 1998. Erano 63 le delegazioni presenti a Lisbona, un numero davvero ragguardevole, e diversi i segretari generali di partiti comunisti che hanno preso parte ai lavori, dal portoghese Jeronimo De Sousa al sudafricano Blade Nzimande, dal russo Ghennadi Zjuganov alla greca Aleka Papariga, a testimonianza di un rinnovato e crescente interesse.
I partiti riunitisi a Lisbona, che contano circa 100 milioni di iscritti (incluso, ovviamente, il Partito Comunista Cinese con i suoi 70 milioni), provengono da storie ed esperienze assai diverse tra loro, a partire dai contesti nei quali si trovano ad agire (paesi a capitalismo
avanzato, in prepotente sviluppo economico, sottosviluppati, con dinamiche assai diverse tra loro): alcuni di essi, infatti, governano da
soli o in coalizione alcuni, grandi paesi in prepotente espansione economica, mentre altri assumono nelle rispettive realt nazionali
un ruolo poco pi che testimoniale. Alcuni tra i pi grandi partiti comunisti presenti, poi, hanno segnato una loro forte e visibile presenza nelle ultime due edizioni del Forum Sociale Mondiale (Mumbay 2004 e Caracas 2005), proponendo al centro della discussione
il tema del socialismo nel XXI secolo. Questo incontro ha osservato lo stesso Nzimande sul giornale sudafricano Umsebenzi del 15 novembre
2006 non costituisce n un tentativo di ricostruire immediatamente una sorta di internazionale comunista, n una sede di discussione avulsa dalle
lotte che vedono protagonisti i comunisti e le forze antimperialiste in diverse parti del mondo. Non una struttura definita e cristallizzata, dunque,
ma nemmeno un asettico luogo di riflessione al di fuori da ogni contesto e capacit di iniziativa.
A partire dagli argomenti proposti per la discussione Pericoli e potenzialit della situazione internazionale. La strategia dellimperialismo e
la questione energetica. La lotta dei popoli e lesperienza dellAmerica Latina. La prospettiva del socialismo -, la riflessione teorica e strategica si
alternata e intrecciata con lanalisi della realt attuale nelle sue diverse articolazioni e con il tentativo di individuare terreni comuni di
iniziativa e mobilitazione politica, pur se a partire dalla piena consapevolezza del fatto che tali momenti possono supportare e mai sostituire le lotte allinterno delle singole realt nazionali. Diversi, ovviamente, gli approcci possibili. Di fronte alloffensiva planetaria da
parte del capitalismo e dellimperialismo successiva alla disgregazione dellURSS, di fronte alla guerra preventiva e ai piani di egemonia globale di Bush, di fronte alle sempre maggiori contraddizioni che emergono e si allargano a partire da una naturale, ma ancora non scontata tendenza verso il multipolarismo e lalternativa alle politiche neoliberali - lo scambio di esperienze, nella piena autonomia di ciascuno dei soggetti coinvolti, come anche la ricerca di un maggiore coordinamento dellazione, costituiscono un terreno
quasi obbligato di confronto e di impegno per le forze comuniste, operaie e di sinistra. I passi avanti registrati su questo versante emergono come un elemento di grande valore e incoraggiamento per tutti i comunisti, dovunque si trovino ad operare: basti riflettere, ad
esempio, sullazione coordinata contro la mozione anti-comunista discussa al Consiglio dEuropa, dove si evitato il peggio, oppure
alla campagna di solidariet contro la messa fuorilegge dellUnione della Giovent Comunista ceca; sulla campagna per il ritiro dei
diversi contingenti militari di occupazione dallIraq, come su quella contro la Nato e le basi militari straniere.
Nella serata di sabato 11 novembre si tenuto un Comizio di Solidariet Internazionalista che ha visto intervenire, a fianco del segretario generale del Partito Comunista Portoghese, De Sousa, i comunisti sudafricani, cubani, greci, russi e libanesi. LIncontro Internazionale
ha sottolineato De Sousa nel corso del suo intervento dimostra che, al contrario di quanto i nostri avversari vanno dicendo, i comunisti portoghesi
non sono isolati e hanno amici in tutto il mondo. Ma dimostra anche che in tutti i continenti, nelle pi diverse condizioni e forme, la resistenza e la
lotta dei lavoratori e dei popoli continua. Dimostra che i comunisti e il movimento rivoluzionario non sono condannati al declino irreversibile, come
affermano i predicatori della fine della storia, della fine delle ideologie e della fine della lotta di classe. Dovunque, ci sono forze che si pongono lo biettivo di una societ socialista nei loro programmi e nelle loro lotte, che difendono i valori e gli ideali del socialismo e del comunismo, che hanno unin fluenza reale nel movimento sociale e nella vita politica di numerosi paesi. Lultima guerra criminale contro il Libano gli ha fatto eco, a nome
del Partito Comunista Libanese, Moufid Koutaiche - loccupazione dellIraq e dellAfghanistan, cos come i crimini giornalieri contro il
popolo palestinese, dimostrano che quando i popoli si sollevano in difesa dei propri diritti e libert, i piani dellimperialismo sono destinati allinsuccesso; e ancora di pi quando questa lotta sostenuta dalla solidariet di tante forze nel mondo.
Toccher al gruppo di lavoro, costituito da nove partiti comunisti (di Cuba, del Brasile, di Spagna, di Grecia, di Boemia e Moravia,
della Federazione Russa, Indiano e Indiano - Marxista, Libanese, Sudafricano) e insediatosi ormai da due anni, definire il luogo e le
modalit di svolgimento del prossimo Incontro.
Ma. Gra.
10
Lisbona
Appello contro il militarismo e la guerra, per la libert, la democrazia, la pace e il progresso sociale
Allinizio del XXI secolo, in un contesto denso di incertezze e pericoli causati dal capitalismo, vale la pena sottolineare come vi sia
anche un reale potenziale di liberazione.
Quindici anni dopo la scomparsa dellURSS, loffensiva globale dellimperialismo ha portato nellintero pianeta pi guerra, pi militarismo, pi violenza, pi torture, pi prigioni illegali, maggiori restrizioni di libert e pi repressione antidemocratica. Sono gi
centinaia di migliaia i morti per le tante guerre, mentre nuove aggressioni si profilano allorizzonte. Si registrano dichiarazioni sempre pi esplicite sullimpiego di armamenti nucleari nei teatri di guerra, cos come sono state utilizzate sempre pi di frequente
armi terribili quali fosforo bianco, bombe a grappolo, sistemi darma alluranio impoverito. La sovranit e lindipendenza di popoli
e nazioni sono minacciate in misura sempre maggiore dalle potenze imperialiste. Le spese militari sono in aumento, cos come si
registra una crescente corsa agli armamenti. Emergono sempre maggiori restrizioni e persecuzioni nei confronti delle forze democratiche e popolari. Razzismo, xenofobia, fascismo e anticomunismo crescono di intensit.
Questa offensiva costituisce parte integrante dellattacco scatenato, sul piano economico come sociale, dalle classi dominanti, dal
grande capitale economico e finanziario, dalle multinazionali transnazionali e dalle agenzie internazionali al loro servizio. Dovunque
sono sotto attacco il posto di lavoro come il salario, le pensioni come lo stato sociale, il lavoro come i diritti sindacali. I servizi sociali
essenziali sono stati trasformati in merce e fonte di profitto per le grandi compagnie. Il diritto allistruzione, alla salute, a una vita
dignitosa, di cui milioni di esseri umani non hanno mai potuto godere, viene oggi negato sempre pi anche a coloro che lo avevano
ottenuto. Vi una crescente povert, unestrema povert, fame, sfruttamento, precariet e insicurezza, muri per i migranti, la minaccia di una catastrofe ecologica, mentre, allo stesso tempo, vi sono una ricchezza sempre pi oscena, come favolosi profitti e privilegi per una minoranza sfruttatrice e dominante. Le crescenti disuguaglianze e ingiustizie vanno di pari passo con la guerra e la
repressione. Questa lessenza del capitalismo, che si rende ben evidente nella nostra epoca.
Questa offensiva globale dellimperialismo deve confrontarsi sempre pi con la lotta dei lavoratori e dei popoli su scala planetaria.
Dal Medio Oriente allAmerica Latina, dallEuropa allAsia sta crescendo una forte resistenza e stanno avanzando con decisione processi di cambiamento in senso progressista, a dimostrazione che possibile invertire lattuale situazione. I partiti comunisti e operai, riuniti a Lisbona dal 10 al 12 novembre 2006, salutano le lotte e la resistenza dei lavoratori e dei popoli nel mondo contro loffensiva imperialista, contro gli interventi e le occupazioni militari, contro la globalizzazione neoliberale, elementi determinanti per
aprire di nuovo un varco verso la pace e il progresso sociale a vantaggio dellintera umanit. I nostri partiti rafforzeranno la loro cooperazione e lazione comune, cos come contribuiranno attivamente a rafforzare il movimento operaio e antimperialista. Nello
stesso momento in cui evidenziamo i pericoli della nostra epoca e facciamo appello alla mobilitazione di tutte le forze favorevoli alla
pace e al progresso sociale, per evitare che il capitalismo conduca il mondo verso la catastrofe come accaduto nel secolo scorso -,
vogliamo esprimere profonda fiducia sulla possibilit di costruire un nuovo mondo, socialista.
Lisbona, 12 novembre 2006
11
Lisbona
I n c o n t ro Internazionale
dei Partiti Comunisti e Operai
Comunicato stampa conclusivo*
12
4. E stata presa in considerazione la necessit di intensificare la lotta contro il militarismo e la guerra; per
il ritiro delle forze di occupazione dallAfghanistan e
dallIraq; per lo scioglimento della Nato e degli altri
patti militari aggressivi; per la drastica riduzione delle
spese militari, che devono essere dirottate verso la promozione dello sviluppo; per leliminazione delle basi
militari straniere. Lurgenza della questione del disarmo, e in particolare del disarmo nucleare, stata ancora una volta evidenziata.
5. La generalizzazione degli attacchi contro i diritti fondamentali, le libert e le garanzie dei cittadini si evidenzia come unevoluzione particolarmente inquietante del quadro internazionale. E stata condannata
ladozione da parte del Congresso Usa delle pratiche
della tortura e del terrorismo di Stato. I partecipanti allincontro hanno lanciato un vibrante appello per la
lotta in difesa delle libert democratiche, contro lavanzata dellestrema destra, contro la xenofobia, il razzismo, il fanatismo religioso e loscurantismo, contro
lanticomunismo. Essi hanno espresso la loro solidariet ai giovani comunisti cechi, chiedendo il ripristino
dei diritti della loro organizzazione politica. Hanno respinto i tentativi di criminalizzare le forze e i popoli che
resistono allo sfruttamento capitalistico e alloppressione imperialista.
cit dellUnione Europea con gli Usa, principali responsabili della repressione e della catastrofe umanitaria a Gaza e nel West Bank.
Essi hanno espresso il loro sostegno alla lotta per il completo ritiro di Israele da tutti i territori arabi occupati
nel 1967, nel rispetto delle relative risoluzioni
dellONU, e la loro attiva solidariet con lOLP e il popolo palestinese nella lotta per la creazione di uno stato
indipendente e sovrano sul proprio territorio.
7. Le concrete esperienze di lotta in diversi paesi e regioni hanno generalmente trovato spazio negli interventi, a conferma che i lavoratori e i popoli non intendono rassegnarsi e che, persino nelle attuali condizioni,
sono possibili conquiste importanti nella direzione
della sovranit e del progresso sociale. Sono stati valorizzati i risultati delle lotte popolari e antimperialiste
che stanno dilagando in America Latina e i processi di
sovranit e cooperazione solidale che hanno luogo in
diverse esperienze. Solidariet stata espressa con
Cuba socialista rinnovando la richiesta di cessazione
del blocco criminale imposto dagli USA -, con il popolo
del Venezuela e la sua Rivoluzione Bolivariana, con il
popolo della Bolivia e con altri popoli dellAmerica
Latina e dei Caraibi.
8. Sono state in generale sottolineate limportanza, lattualit e lurgenza della prospettiva del socialismo.
Dallo scambio di opinioni emersa lincapacit del capitalismo a fornire soluzioni ai problemi urgenti con
cui si confrontano i lavoratori e i popoli, e sono state
rilevate le minacce a cui il capitalismo espone il futuro
del pianeta. Sempre di pi il socialismo emerge come
alternativa al capitalismo e come condizione necessaria per la sopravvivenza dellumanit stessa.
9. E stato posto in rilievo come lattuale situazione internazionale renda particolarmente indispensabile il
rafforzamento della cooperazione tra tutte le forze progressiste e antimperialiste e, in particolare, tra quelle
comuniste e operaie di tutto il mondo. In tal senso, lo
svolgimento di questo genere di incontri stato valutato come unoccasione per lo scambio di informazioni,
di esperienze, di punti di vista e per la possibile definizione di posizioni e iniziative comuni. E stata presa in
considerazione limportanza di garantirne la continuit.
Sono stati proposti diversi argomenti, linee dindirizzo
e possibili iniziative per lo sviluppo della solidariet e
dellazione comune tra le forze comuniste e operaie,
come pure tra le altre forze progressiste e rivoluzionarie. Sono emerse alcune proposte in particolare:
Contro il militarismo e la guerra, con particolare riferimento al ritiro delle forze di occupazione dallIraq;
Per lo scioglimento della Nato e leliminazione delle
Lisbona
13
Politica
Se il Pd dovesse costituirsi,
la funzione e il ruolo della sinistra
non potrebbero ridursi nei confini
del Prc o della sinistra europea.
La nostra prospettiva deve essere
quella di un nuovo soggetto
unitario della sinistra italiana
Il Partito
Democratico
e la fine
della critica
al capitalismo
di Giorgio Mele
Senatore DS
LE
14
DS
MARGHERITA . IL
DS
rappresenta quindi una cesura profonda con e della storia della sinistra italiana. Contrariamente a
quanto si viene dicendo allinterno
della maggioranza del gruppo dirigente dei DS, esso non la continuazione sotto diverse spoglie di
una storia che si dipana da 60 anni
senza interruzione: il Pd non , insomma, linveramento della politica della funzione nazionale di
Togliatti, come afferma Reichlin, e,
di conseguenza, non un nuovo capitolo della storia dei comunisti. E
unaltra storia.
Scalfari ha affermato che il Pd non
sar n socialista n cristiano ma, se
vorr vivere, dovr essere unaltra
cosa da tutto ci. Ma questo vero
solo in parte, poich esso non solo
non sar la continuazione della storia dei comunisti, ma nemmeno un
nuovo capitolo del socialismo italiano, segnando oggettivamente il
superamento dei confini della sinistra. Le analisi politiche che stanno
alla base del Partito Democratico,
contenute nelle relazioni di Orvieto, non si discostano molto dalla
base teorica della terza via di Giddens: la stessa consapevolezza della
crisi della globalizzazione e della rivoluzione neoliberista che ritroviamo nelle analisi di Scoppola risulta pi un assunto retorico, una
presa datto oggettiva che un campo
da sottoporre a critica. Voglio dire
che espunta da tali ragionamenti
la necessit di una nuova e moderna
critica del capitalismo contemporaneo a partire dalla sua attuale organizzazione, dalla privatizzazione
della scienza alla riduzione del lavoro sempre pi a merce. La crisi
della democrazia di cui parla Scoppola non pu essere affrontata, come invece egli fa, solo sotto laspetto
della crisi della rappresentanza,
senza comprendere le ragioni sociali di tale crisi, senza comprendere
cio le ragioni che stanno al fondo
dello svilimento e del nuovo sfruttamento del lavoro. In altre parole,
il confronto democratico, la rivitalizzazione della democrazia non
possono prescindere da un punto di
vista alternativo, che riproponga
Politica
15
Politica
WWW.lernesto.it
16
Politica
E'ora
che il movimento
t o rni a farsi
s e n t i re !
17
Politica
18
Politica
Lunica cosa seria che ha detto Placanica in queste interviste il racconto di come stato accolto in caserma al suo rientro, dopo piazza
Alimonda. E dovrebbe bastare, mi
sembra, per lapertura di una commissione di inchiesta sulloperato
dei responsabili dellordine pubblico. Il resto tutto fumo, o mezze
verit pasticciate. Io non so se Placanica intende lanciare un messaggio a chi di dovere perch gli venga
concesso un posto di lavoro o perch
gli vengano dati altri soldi, dopo
quelli che ha ricevuto cinque anni fa.
Oggi torna alla carica, e ha fatto sapere anche a noi, ripetutamente, che
vuole incontrarci in privato. Non lo
faremo mai: lunico luogo dove possiamo incontrarlo, come abbiamo
gi detto, unaula di tribunale.
19
Politica
Con l'approvazione
della legge finanziaria si apre
una nuova fase della vicenda
del governo di centro - sinistra.
Una fase densa di pericoli
che vano pensare
di affrontare adagiandosi
in comportamenti attendisti
O l t re
la Finanziaria
di Gianluigi Pegolo
PER
20
verno. Non a caso, Confindustria ribadisce oggi la necessit di interventi strutturali, intendendo con
questi: labbattimento della spesa
sociale (via riforma delle pensioni),
il rilancio delle privatizzazioni (tramite la liberalizzazione dei servizi
pubblici locali) e la crescita della
competitivit del sistema produttivo
(attraverso lacquisizione di unulteriore flessibilit nellutilizzo del
lavoro).
Alloffensiva liberista di Confindustria e dei poteri forti si aggiunge
lazione delle forze dellopposizione, anche se - va sottolineato le
posizioni, pur se convergenti su
molti punti, non sono per identiche. Nelliniziativa del centro-destra,
infatti, visibile unimpostazione populista che si mescola alle istanze pi
decisamente liberiste. Infatti, accanto allenfasi posta sulle riforme
strutturali mancate, il centro-destra
agita lo spettro dellinsopportabile
pressione fiscale e cavalca (strumentalmente) linsoddisfazione per alcune misure socialmente punitive. Si
pensi ai tickets sanitari o ai tagli agli
enti locali, alla riduzione delle risorse per alcuni servizi, come la
scuola, allo scarso impegno dimostrato per il sostegno alla ricerca.
Queste forze si pongono, cio, nellottica di rinsaldare un ampio schie-
Politica
D I F F I C O LT E I R I S C H I
C H E G R AVA N O
quello schieramento sociale e politico che si colloca a sinistra e che sostenne la battaglia referendaria
contro lo smantellamento dellart.
18 hanno di che temere da una
possibile svolta in senso moderato
dellasse di governo. Esse rischiano,
infatti, di esserne le prime vittime.
Lesperienza di governo le sta profondamente segnando. Nella finanziaria hanno dovuto accettare alcune disposizioni in palese contraddizione con la loro impostazione.
Ci vale, per esempio, per le misure
concernenti lo stato sociale. N sono
riuscite a porre in agenda alcune
priorit sociali. Vale per tutte il tema
della precariet, ma anche quello
dellincapienza. Infine, alcuni provvedimenti che erano riuscite a far
scorporare dalla finanziaria ripiomberanno nella discussione politica allinizio del prossimo anno (come nel
caso della riforma del sistema previdenziale). In presenza di una pi accentuata svolta moderata queste
forze vanno incontro ad una crisi di
consenso. Per quanto possano valere, data la dimensione limitata dellelettorato coinvolto, i risultati elettorali del Molise rappresentano (almeno per quanto riguarda Rifondazione comunista) un preoccupante
segnale dallarme.
N appare pi tranquillizzante la situazione sociale. La previsione ottimistica secondo la quale la sinistra
critica avrebbe potuto ottenere un
sostegno dai movimenti va rivista.
Infatti, bench si stia assistendo ad
una nuova effervescenza sociale che
non si pu che giudicare positivamente, evidente che nel momento
in cui questa si produce si determina parallelamente anche una divisione nel movimento fra sostenitori e critici del governo.
Lo stesso asse fra sinistra critica e
sindacato, che aveva consentito di
respingere le offensive pi oltranziste di alcuni settori moderati della
maggioranza in occasione della discussione sulle linee della finanziaria, tende - come si sottolineava in
precedenza - ad essere incrinato dallesigenza delle stesse confederazioni di ricollocarsi in funzione di
21
Politica
supporto al governo.
Le forze della sinistra critica rischiano, inoltre, di subire un progressivo processo di emarginazione.
Sul piano politico un eventuale allargamento a destra dellattuale
maggioranza di governo le costringerebbe a scegliere fra lomologazione ad unimpostazione moderata o la fuoriuscita dal governo. Un
eventuale governo istituzionale determinerebbe in modo ancora pi
drammatico lo stesso esito. Si tratta
di scenari non obbligati, ma che rappresentano - nellattuale situazione
- una spada di Damocle per le forze
della sinistra critica. Sul fronte istituzionale evidente che le proposte di modifica della legge elettorale, avanzate dalle componenti
moderate del centro-sinistra, vanno
tutte in una stessa direzione e cio
quella di ridurre la frammentazione, espellendo dallo scenario politico alcune di queste forze o costringendole ad accorpamenti obbligati. In ogni caso queste proposte tendono a rafforzare lassetto bipolare e quindi, inevitabilmente, a
ridurre lautonomia delle forze
della sinistra di alternativa.
In questa situazione fare appello al
rispetto del programma non sufficiente. Vale la pena ricordare che
la tanto (e giustamente) criticata
pulsione liberalizzatrice era presente nel programma. Comera presente la scelta (assai poco virtuosa)
del taglio al cuneo fiscale. Senza
contare il fatto che a partire dal
DPEF sono stati introdotti vincoli
programmatici destinati a produrre
effetti negativi nel proseguo dellattivit di governo. Per questo ha
senso parlare di necessit di una
svolta. Il che non implica la riproposizione del vecchio slogan svolta
o rottura, per il semplice fatto che
non allordine del giorno la rottura della maggioranza di governo.
Siamo invece nella fase in cui si
rende necessaria una ripresa diniziativa sui contenuti. Uniniziativa
che implica, ovviamente, la messa in
campo di una forza adeguata, ricercando la convergenza di quelle formazioni politiche e sociali che co-
22
EQUIT
E S V I L U P P O I N U N A S V O LTA
A SINISTRA DELLA POLITICA
ECONOMICA
SOCIALE:
Politica
23
Disarmo
Se il precedente governo
di centro-destra ha tramato nell'ombra,
si deve sciogliere l'ambiguit attuale,
che fino ad oggi ha impedito
al governo di centro-sinistra
di mostrare una precisa volont
di contrastare il progetto
Base Nato
di Vicenza: una
p rova decisiva
per il movimento
c o n t ro la guerr a
di Tiziana Valpiana
Senatrice Gruppo Prc - Sinistra Europea
STORIA
24
Disarmo
25
Disarmo
26
Hllweck di non togliere le castagne dal fuoco alla nuova maggioranza di governo, ricercandone la
complicit, anche per evitare di doversi accollare come amministrazione i costi relativi al completamento della tangenziale, delle altre
strade, degli scavi, come dei sottoservizi di acqua, gas e energia elettrica necessari per il funzionamento
della base americana. La parola
passata, ancora una volta, allassemblea permanente (a cui hanno
aderito, tra gli altri, Prc, PdCI e
Verdi), che ha indetto una manifestazione nazionale per il 2 dicembre, con un appello alla mobilitazione chiaro e sempre pi articolato, fino a contestare non solo la
devastazione del territorio, limpatto acustico e ambientale, limpatto urbano, limpatto sociale,
limpatto economico, ma anche la
militarizzazione e i problemi di sicurezza di una citt, tanto sul piano
di eventuali attacchi terroristici
quanto su quello, assai pi probabile, dei disordini associati ai soldati
di ritorno dalla guerra. Vicenza ha
gi avuto esperienza di scontri, risse
e violenze provocati da militari statunitensi rientrati dallIraq, episodi
rimasti di fatto impuniti. Una manifestazione che si preannunciava
grande e determinata e che per questo ha spaventato non solo, come
logico, le destre e le forze che in
Regione Veneto paventano la calata dei disobbedienti e che addirittura hanno proposto unassicurazione ai commercianti per eventuali
danni alle vetrine, ma anche parte
dei Ds, con la Segretaria cittadina
assai solerte nel dichiarare che mai
il suo partito si sarebbe unito nella
manifestazione con i delinquenti.
E stata addirittura pensata e anticipata una manifestazione alternativa
per il 25 novembre che, in un primo
momento, nelle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto essere
quella dei moderati e delle forze per
bene, contro quella, pericolosissima, dei Centri sociali. Ancora una
volta, i problemi sono stati risolti dal
buon senso di tutti e dalla chiarezza
dellobiettivo, che non la primo-
Disarmo
27
Movimento sindacale
Dove va la CGIL?
di Adriana Miniati
Coordinamento Nazionale Lavoro & Societ
- Cambiare rotta
L A SINISTRA
I COMUNISTI,
na premessa, sotto forma di tre domande, per analizzare, da un osservatorio alto sulla questione, la situazione sindacale italiana dopo il
Congresso unitario e dopo le elezioni di aprile, con un governo di
centro-sinistra che ha partorito una
Finanziaria difficile; dopo gli impegni presi di lotta alla precariet e
la presa di distanza dalla manifestazione del 4 Novembre; dopo il
Memorandum e il protocollo dintesa per lapertura del tavolo sulle
pensioni e sul mercato del lavoro;
dopo laccordo sul Tfr che interviene sul salario differito dei lavoratori con una modalit difficilmente
condivisibile e, ora, dopo il recente
direttivo nazionale confederale,
certamente arduo, nel quale alla
maggioranza in Cgil, sancita da 63
voti favorevoli al documento
Epifani, si opposta una minoranza
variegata, composta da Lavoro e
Societ e dalla Rete 28 Aprile, i cui
documenti insieme hanno preso 35
voti. A questo si aggiunge la contestazione di Mirafiori ai tre segretari
di Cgil, Cisl, Uil da parte dei lavoratori che, scontenti della Finanziaria, chiedono maggiore autonomia dal governo e si dichiarano indisponibili allaumento dellet
pensionabile, al patto sulla produttivit, ai sacrifici sui salari.
Le tre domande:
28
L AV O R O S E N Z A R A P P R E S E N -
TA N Z A .
CASO
L A N O M A L I A D E L
TESI.
I TA L I A N O .
Movimento sindacale
QUESTIONE SINDACALE
E I COMUNISTI.
TESI.
29
Movimento sindacale
30
Movimento sindacale
31
Movimento sindacale
L'indipendenza
del sindacato
prima di tutto
di Giorgio Cremaschi
FISCHI DI
MIRAFIORI
E LA
FINANZIARIA. LE
opo le assemblee di Mirafiori diventato quasi un luogo comune sottolineare il dissenso operaio verso la
finanziaria e, ancor di pi, nei riguardi dellatteggiamento verso di
essa delle confederazioni sindacali.
Eppure solo pochi giorni prima era
scontato che la finanziaria fosse sostanzialmente il prodotto del peso
politico della Cgil sul governo. Per
questo le forze riformiste
dellUnione hanno da tempo rivendicato una fase due che dovrebbe riequilibrare verso mercato
ed impresa gli eccessi operaisti della
finanziaria. Il paradosso autolesionista a cui giunto oggi il sindacato
confederale in Italia proprio questo. Da un lato accusato di eccesso
di potere sulla legislazione economica, al punto che lo stesso
Presidente del Consiglio ha promesso agli artigiani che dora in poi
sar meno sensibile verso Cgil, Cisl
e Uil. Daltro lato, per, a questi successi corrisponde un dissenso dei lavoratori largamente maggioritario,
con le assemblee di Mirafiori che
hanno solo dato voce a un sentimento largamente diffuso e prevalente. Come allora che il sindacato
vince anche troppo per i mass media e per il palazzo della politica,
32
patibilit del quadro politico, perch un cambiamento di esso sarebbe negativo per i lavoratori. E
chiaro che questo modo di ragionare colloca la Cgil in una dimensione particolare. Essa diventa un
sindacato collaterale al centro-sinistra e decide di autolimitare la propria iniziativa in funzione della tenuta del quadro di governo. Si pu
essere daccordo o meno con questa scelta, ma non si pu certo negare che essa segni un cambiamento profondo rispetto al concetto tradizionale dellautonomia
sindacale. Questa impostazione assume una vera e propria caratteristica di neocollateralismo del sindacato rispetto agli schieramenti
politici. Ed chiaro allora che non
sbagliano gli operai di Mirafiori
quando finiscono per attribuire al
sindacato gli errori e le mancanze
del governo.
Il secondo limite sta nella tradizione
e nella pratica di Cisl e Uil.
Entrambe queste confederazioni,
pi che al patto con la politica, puntano a quello con limpresa. Esse
hanno nel loro Dna lidea che laccordo corporativo tra produttori, il
Patto di produttivit che propone
Confindustria sia un modo con-
Movimento sindacale
33
Diritti
Viviamo in un sistema
che continuamente nasconde
la testa sotto la sabbia:
detenzione come questione sociale
quando la tendenza di fare
delle questioni sociali
un problema di ordine penale?
Indulto
e falsa coscienza
di Olimpia Vano
Senatrice Gruppo Prc - Sinistra Europea
34
Diritti
WWW.lernesto.it
35
Societ
M o d e rna barbarie
di una civilt
in decadenza
di Elisabetta Borioni
NELLA PROGREDITA
LA PRIMA CAUSA DI
36
mestica.
Quella che dunque possiamo definire una violenza di genere si manifesta in diversi modi: con gli abusi
domestici perpetrati da mariti o familiari, fatti di botte, violenze psicologiche, stupri coniugali e matrimoni forzati, con le violenze di cui
le donne sono vittime nei luoghi di
lavoro, con la tratta delle schiave del
sesso e dello sfruttamento della prostituzione, che ha una larga diffusione anche in Europa, con una manifesta o subdola discriminazione
nel lavoro o nei ruoli familiari.
Naturalmente non tutti i maschi
sono violenti o potenzialmente violenti, nel senso di picchiatori, stupratori o autori di omicidi, ma
vero che le persone che esercitano
violenza nei confronti delle donne
sono quasi sempre maschi. Con
buona pace di Giuliano Ferrara che,
proprio nei giorni in cui alcuni quotidiani hanno reso espliciti questi
dati rilevati da commissioni ONU o
del Parlamento Europeo ed hanno
iniziato a riflettere su tale realt, ha
pubblicato su Il Foglio un articolo
incentrato sulla violenza e/o aggressivit sessuale femminile!
Le ragioni affondano le radici in
matrici culturali, religiose, nellarretratezza sociale, ma anche, per
Societ
della donna, col fine di annientarne li dentit attraverso lassoggettamento fi sico o psicologico, fino alla sottomissione
o alla morte della vittima nei casi peg giori.
Questo perch la violenza sulle
donne pu manifestarsi in molteplici forme, esplicite o subdole, e pu
provenire non solo dalluomo, ma
anche dal tipo di societ o di sistema
sociale, pi o meno oppressivi, che
in taluni casi la favorisce, ad esempio, attraverso la discriminazione
nel mondo del lavoro o nellaccesso
alle istituzioni.
Violenza sulle donne cio non solo
stupro, ma un problema pi complesso che ha radici giuridiche, politiche, economiche e culturali e che
pone la donna, ancora oggi, in una
condizione di inferiorit nelle relazioni sociali, familiari, lavorative.
Non un caso che mentre laffermazione dei diritti alluguaglianza e
il divieto di discriminazione sono
parte integrante del sistema dei diritti umani sin dallinizio, il tema
della violenza sulle donne entra, nel
dibattito internazionale, solo molto
tardi. Sostanzialmente negli ultimi
dieci anni. Ed incontra ancora resistenza e conflittualit, malgrado il
dato allarmante gi ricordato: e cio
che lomicidio rappresenta la prima
causa di morte per le donne in Europa ed comunque una delle prime
cause di morte in tutto il mondo.
La convenzione CEDAW , che il
principale trattato internazionale in
materia di diritti umani delle donne,
stato il primo passo avanti per cominciare a porre sul piano giuridico
e politico il tema della discriminazione e della violenza sulle donne.
Essa figlia del movimento femminista degli anni 70 che organizz le
manifestazioni notturne al grido di
riprendiamoci la notte, in occasione dello stupro del Circeo e che
popol le aule di tribunale dove le
donne, vittime di violenza, si trasformavano di fatto in imputate.
Alla convenzione CEDAW, segu il
comitato CEDAW, con il compito
specifico di vigilare sullapplicazione della Convenzione sulleliminazione di tutte le forme di discri-
F E N O M E N O I N C R E S C I TA
37
Societ
38
C H E PA R L A N O D I S
Societ
no prodotto nel maschio, uno spaesamento cos forte che ha provocato uno scatto di inasprita e malintesa virilit e di rinnovata violenza. Come un leone ferito nel suo
primato che reagisce diventando
pi aggressivo.
Ma accanto a questa realt del comportamento maschile, che certamente andrebbe pi profondamente indagata, a partire dalla sessualit, che certamente pi complessa di quanto non si dica comunemente, vi pure il tema della decadenza della civilt occidentale e
delle societ a capitalismo sviluppato, pervase dal liberismo e dallideologia del mercato, dalla caduta
dei valori della solidariet sociale,
dallincapacit di accoglienza di
culture diverse, che non si era registrata neppure dopo la caduta dei
grandi imperi coloniali, ed a volte
da un violento razzismo, dalla precariet nel lavoro e dunque nella
vita, che rende tutti meno sicuri e
pi fragili, dallappannarsi di un
progetto e di una prospettiva di societ realmente alternativa fondata
su strutture e valori diversi da quelli
del capitalismo, in cui le forze sociali democratiche, la stessa classe
operaia, possano convergere e riconoscersi.
In questo quadro generale, a me
pare, tutto torna indietro: nelle relazioni sociali, nelle relazioni personali, pervase, queste ultime, dallodiosa esigenza di consumare
tutto subito, senza capacit di attesa,
di progetto, di costruzione. Vi una
perdita del sentimento stesso della
vita e della realt.
Ci che appare scoraggiante che
non si vedono i segni, in questo
Occidente sviluppato, di uninversione di tendenza. Al contrario il
mercato sembra controllare non
pi solo la produzione, ma ogni
aspetto della vita, della cultura, dellespressione, del modo di relazionarsi tra gli individui. E soprattutto
i giovani appaiono, da questo punto
di vista, particolarmente vulnerabili
e spaesati, perch difficilmente riescono ad incontrare nella loro
esperienza di vita, espressioni e sog-
39
Societ
SUL
BULLISMO
40
Internazionale / Interviste
Afghanistan:
obiettivo
r i t i ro immediato
INTERVISTA
VITTORIO A GNOLETTO,
inoltre assolutamente palese, ormai, come non esista alcuna distinzione tra la missione EnduringFreedom e quella Isaf: in realt,
tutte le forze armate operano in
quel paese sotto comando effettivo
degli americani con lunico obiettivo di garantire loccupazione di
quel territorio da parte degli stessi
Stati Uniti, che mirano a costruire
basi militari permanenti in Afghanistan per la posizione strategica in
cui esso si trova e per assicurarsi il
controllo sia di quella zona del continente Asia, sia delle risorse energetiche afgane, a partire dal gas.
Si da poco concluso a Riga un summit Nato in cui la strategia della
guerra permanente degli Stati
Uniti ha subito una battuta darresto visto che, alla richiesta americana di rafforzare la presenza militare in Afghanistan, le nazioni europee, compresa lItalia, hanno risposto che sarebbe pi opportuno
convocare una conferenza per cercare una soluzione politica. Che
idea ti sei fatto in merito?
Penso che, in effetti, il summit Nato,
cos come la vittoria dei Democratici
alle elezioni di medio termine,
hanno rappresentato una battuta
darresto rispetto al progetto statunitense di ottenere legemonia mondiale attraverso il controllo delle
fonti di energia del pianeta. Ci nonostante, dal summit di Riga tale progetto non uscito fortemente sconfitto in quanto, nonostante il rifiuto
a rafforzare la presenza militare da
parte delle principali nazioni europee, si raggiunto laccordo per il
coinvolgimento nella guerra di alcuni nuovi stati, per fare un solo
esempio, la Serbia. Inoltre in atto
un pericoloso tentativo di sostituire
lOnu con la Nato, a cui affidare il
ruolo di co-protagonista per il mantenimento di una pax mondiale
negli interessi esclusivi degli Stati
Uniti dAmerica. per questo motivo che, secondo me, risulta oggi indispensabile ridiscutere la presenza
dellItalia nella stessa Nato.
A Riga DAlema ha confermato la
necessit di una presenza militare
italiana, anche se non pi massiccia
di quella attuale. Non sarebbe forse
pi opportuno, invece, valutare una
exit strategy gi a partire dal prossimo voto parlamentare sul rifinanziamento della missione Isaf?
Penso sia non solo opportuno ma,
senza ombra di dubbio, indispensa41
Internazionale / Interviste
42
agire a seconda del governo in carica. Con una battuta potrei dire:
guai a trasformare il movimento nei
DAlema Boys. Oggi abbiamo di
fronte unassemblea convocata a
Roma per il 16 dicembre, dalla
quale mi auguro si possa uscire con
una piattaforma comune e, soprattutto, si possa organizzare una manifestazione per chiedere il ritiro
delle truppe dallAfghanistan da tenere prima del voto sul rifinanziamento.
In conclusione, qual il tuo giudizio complessivo sulla politica estera
dellattuale governo? In particolare
vedi una ridiscussione delle re l azioni Italia Stati Uniti?
Penso sia innegabile un cambiamento
nella politica estera italiana: oggi lItalia non pi un vassallo pronto ad
obbedire in modo cieco agli ordini
provenienti da Washington.
Anche se su alcuni argomenti, quali
lAfghanistan, si deve ancora migliorare, sono stati comunque ottenuti alcuni importanti risultati:
primo fra tutti il ritiro dei nostri militari dallIraq, che stata una
grande vittoria del movimento rivelatosi in grado di spostare, su questo, lintera Unione. Cos come
penso siano elementi positivi sia la
posizione assunta da DAlema in occasione dellinvasione del Libano
da parte di Israele, sia il fatto che
lItalia sia stato lunico paese europeo ad astenersi in occasione del
voto per eleggere il rappresentate
dellAmerica Latina in seno al
Consiglio di Sicurezza dellOnu,
non votando cos per il candidato
guatemalteco opposto dagli Usa a
Chavez.
Internazionale / Interviste
Brasile, Ecuador,
Venezuela:
a l t e rnativa
e socialismo
nel Cono Sud
egli ultimi mesi si sono succeduti alcuni importanti appuntamenti elettorali: la riconferma di Lula in
Brasile e di Chavez in Venezuela da
una parte e, dallaltra, le vittorie di
C o rrea in Ecuador e Ortega in
Nicaragua.
Quali gli elementi comuni, quali le
potenzialit?
Il filo rosso che lega ormai tutti gli
appuntamenti elettorali in America
Latina, anche quelli dove le forze
del progresso vengono sconfitte,
lesaurimento delle proposte neoliberali, proposte che le masse popolari non sono pi disposte a sopportare e contro le quali votano.
La sfida attuale nasce da qui, e si
configura come una scommessa sul
piano ideologico come politico,
tesa a ridefinire e ridisegnare la
prospettiva del socialismo nel XXI
secolo in un continente segnato
dalla miseria. Non in teoria o a tavolino, ma nella fucina della lotta
di classe, con un percorso di ricerca
aperto. Non abbiamo molto tempo
davanti, e questo rende ancora pi
affascinante la sfida, pena una vasta disillusione di vaste masse popolari, che oggi chiedono lavoro,
istruzione, servizi sociali. Insomma, lalternativa.
43
La Stanza
CI SALVERA BABELE
H.H. Lim un cittadino del mondo e a interessarlo luniverso dei linguaggi
possibili. E il mondo del comunicare, non come fa la televisione e gli altri media.
Piuttosto come i sordomuti, con il loro vocabolario di gesti e la loro grammatica
di espressioni del volto. Come gli innamorati con gli sguardi.
Quello che interessa questo artista cino-malese sono le relazioni fra simili e fra
diversi. Relazioni che non conoscono genere o etnia, classe o et. Relazioni
consapevoli che, insieme alla paura della morte, fanno luomo uomo. Finch la
barbarie non prende il sopravvento.
Quando questo accaduto (pu sempre ri-accadere) le relazioni si sono interrotte
e si affermata quella che qualcuno ha definito lontologia della guerra. Una cosa
dentro la quale pu succedere di tutto, persino che vengano suonati violini mentre
dai forni crematori esce quello che resta delle ossa dei bambini.
La barbarie fatta di aguzzini e di vittime. Ma fatta anche di servi che eseguono gli
ordini. La barbarie ha bisogno di silenzio e di ordine. E lordine assoluto fondato
sulla fine del chiasso delle relazioni umane. E cio prima sulla limitazione e poi sulla
soppressione dei linguaggi. Ecco perch amiamo Babele.
Lim uno che decostruisce Babele per capirla, ma si guarda bene dal volerne la fine.
Il disordine come un balsamo lenitivo se attraverso di esso ci si parla. C chi riesce
meglio, chi peggio. Lessenziale non archiviare la pratica. Il punto che, anche
senza i forni crematori, in molti vorrebbero archiviarla.
Creare lordine di ununica lingua, di un unico gusto, di un unico pensiero - per lo
meno in quella parte del mondo dove si consuma di pi - una forma nuova di
barbarie perch significa ridurre al minimo i linguaggi critici e la capacit di
reazione. Significa per il capitale non avere pi avversari.
Lim una volta rimase i equilibrio su un pallone da basket per pi di unora. Pesava
60 Kg allora (oggi un po di pi) e la sua performance si intitolava Circa 60 Kg
di saggezza. Fu un esempio di silenziosa pazienza orientale che usava uno strumento
espressivo tipicamente occidentale. Pensieri e linguaggi diversi insieme.
CI SALVERA BABELE
dellArte
H.H. Lim
45
Internazionale / Interviste
radicale non ha avuto voti sufficienti: daltra parte, a volte, i processi rivoluzionari non seguono
sempre gli schemi che immaginiamo noi
A proposito di questo, passiamo al
Venezuela e alla riconferma di
Chavez.
Forse scontata, ma passaggio basilare per il laboratorio del socialismo
nel secolo XXI in America Latina.
Tanto che il suo oppositore,
Rosales, pur rappresentando gli ambienti della destra golpista, stato
costretto ad impostare la campagna
elettorale con forti connotazioni sociali, quasi fosse un rappresentante
di una socialdemocrazia avanzata.
Al di l del risultato elettorale, anche i comunisti venezuelani hanno
contribuito al rafforzamento e alla
radicalizzazione del Venezuela di
Chavez, occupando importanti posti di fiducia e responsabilit. Essi,
evidentemente, pur essendo un partito eroico di resistenza, hanno difficolt a tradurre in voti il grande lavoro profuso nei movimenti e nella
societ, faticano ad essere considerati interlocutori credibili. E evidente, poi, che il partito di Chavez,
il Movimento V Repubblica, ha fatto
il pieno di voti, egemonizzando il
confronto elettorale. Sar interessante capire come finir la proposta
di unificare le diverse forze politiche in un unico soggetto politico
della rivoluzione bolivariana e socialista, un p come accaduto nella
Cuba del post-rivoluzione. I comunisti dovrebbero essere parte di questo progetto pi complessivo
Brasile. Come inserire lmportante
appuntamento elettorale di ottobre
2006 allinterno del panorama politico latinoamericano?
E senza alcun dubbio lelemento
centrale. La politica estera perseguita da Lula in questi anni si rivelata assai avanzata da diversi punti
di vista: il suo appoggio a Chavez, ad
esempio, si rivelato decisivo per le
possibilit di sviluppo della rivolu-
46
Internazionale / Interviste
47
Internazionale / Interviste
48
Internazionale / Interviste
La dichiarazione zapatista
propone la solidariet
con coloro che lottano in Europa
contro il processo stesso
di integrazione, contro l'Ue
Il Messico
tra speranze
e re p re s s i o n e
A MPI
DEI
R ELAZIONI
C OMUNISTI M ESSICANI .
UN
RESPONSABILE DELLE
L ATINA
la ricomposizione dellegemonia
politica neoliberale con una veste di
sinistra e progressista. ().
Parliamo dellapporto sul piano internazionale di Altra Campagna,
anche rispetto a quel Movimento
Bolivariano che percorre il nostro
continente e diventa ogni giorno pi
forte.
E un contributo molto concreto,
dal momento che la Sesta
Dichiarazione si colloca su un terreno di solidariet, sostiene che bisogna guardare con attenzione a
quanto accade in America Latina,
alle ragioni profonde che spingono
la gente ad alzare la bandiera di Che
Guevara come di Bolivar, al perch
sta succedendo questo, alle ragioni
concrete che inducono il bisogno di
essere solidali con la Rivoluzione
Cubana, con il processo bolivariano
in Venezuela e con la gente che dal
basso lotta in altri paesi, dai piqueteros in Argentina agli indigeni
Mapuches in Cile, al popolo indigeno in Bolivia, senza guardare
troppo a quello che sta facendo il
singolo governo, ma a partire da
quei movimenti che sono riusciti a
49
Internazionale / Interviste
50
Internazionale
L'obiettivo la disgregazione
degli stati arabi su basi etniche
o confessionali allo scopo
di assicurare agli Usa un totale
controllo delle riserve di petrolio
e ad Israele la colonizzazione
dei territori palestinesi,
libanesi e siriani
Libano:
la resistenza
lavora all'unit
nazionale.
E i governi europei?
di Stefano Chiarini
Internazionale
HEZBOLLAH,
UN MOVIMENTO
DI RESISTENZA
52
AL-SADR
E L A R I S C O S S A D E I D A N N AT I
DELLA TERRA
Internazionale
svolta. Gli sciiti, che in un primo momento avevano accolto con favore
larrivo degli israeliani, stremati
dalle rappresaglie quotidiane dellesercito di Tel Aviv contro il
Libano colpevole di ospitare le
forze dellOlp e che agli inizi non
avevano partecipato alla resistenza
il movimento Amal aveva raggiunto persino una certa intesa con
gli occupanti portata avanti dal
Partito comunista e da vari movimenti progressisti e pan-arabi, cominciarono ben presto a ribellarsi
di fronte al rifiuto israeliano di ritirarsi e, al contrario, di fronte alla volont di mettere definitivamente le
mani sul sud-libano e sulle sue acque e di fronte al tentativo di reclutamento dei loro figli nelle milizie
collaborazioniste filo-israeliane.
1919-2006,
I L F I U M E L I TA N I
CONFINE NORD DI ISRAELE
Linteresse di Israele per il Libano
del sud assai anteriore non solo
alla nascita di Hezbollah, ma anche
alla stessa cacciata dei palestinesi
dalla Palestina. Sin dalla conferenza
di Versailles, nel 1919, i rappresentanti del movimento sionista chiesero che i confini nord della
Palestina del mandato britannico (e
quindi del futuro stato ebraico) fossero proprio il fiume Litani e il
fianco sud e ovest del monte
Hermon in modo da poter controllare lintero Libano del sud con le
sue preziose acque. Obiettivo sempre perseguito assieme a quello di
cancellare i profughi palestinesinon solo fino allinvasione del 1982,
ma fino a oggi come dimostra la
guerra di questestate. Contrariamente a quanto molti hanno sostenuto questestate, purtroppo anche
a sinistra, gli attacchi di Israele al
Libano precedono di molto sia la
nascita degli Hezbollah sia anche
quella dellOlp. Basti pensare che
nel 1948, pur essendo il Libano rimasto neutrale, la settima brigata
dellHaganah, la principale forza
sionista, occup sette villaggi liba-
L O T TA
DI LIBERAZIONE
E W E L FA R E
53
Internazionale
Contrariamente a quanto
molti hanno sostenuto
quest'estate, purtroppo anche
a sinistra, gli attacchi
di Israele al Libano precedono
di molto sia la nascita
degli Hezbollah sia quella dell'Olp
54
AL
LIBANO,
I L C A O S C R E AT I V O
DEI
LIKUDNIK
A questo progetto di unit nazionale, dal 2003 in poi, si contrapposto quello, del tutto opposto, dei
neocon Usa, chiamati anche likudnik a causa dei loro legami con
la destra israeliana revisionista, favorevoli ad una disgregazione dei
paesi arabi su basi etnico-confessionali. Londa lunga della guerra in
Iraq e della balcanizzazione del
Medio Oriente perseguita dallAmministrazione Bush sta cos ora investendo il Libano appena uscito
da una guerra con enormi distruzioni e oltre 1.300 morti, per poi,
nelle intenzioni degli apprendisti
stregoni del caos creativo, proseguire la sua corsa devastante verso
Damasco. Lobiettivo la disgregazione degli stati arabi su basi etniche o confessionali allo scopo di assicurare agli Usa un totale controllo
delle riserve di petrolio, in particolare quello iracheno, e ad Israele
lannessione definitiva e la colonizzazione, tranne qualche piccolo
bantustan circondato dal muro, dei
territori occupati palestinesi (la
Cisgiordania con Gerusalemme est)
libanesi (le fattorie di Sheba e le colline di Kfar Shuba) e siriani (il
Golan). E vero che le sempre maggiori difficolt incontrate dalla presenza Nato in Afghanistan, la resistenza del popolo iracheno, quella
palestinese, e la sconfitta israeliana
di questa estate in Libano hanno assestato un colpo di freno a tale progetto e che questa prospettiva ora
messa in discussione non solo in
Europa (le aperture di Blair alla
Siria, le timide proposte di una conferenza internazionale di pace ma
anche il voto del parlamento europeo a favore della firma del trattato
di associazione con Damasco, ul-
timo capitolo ancora aperto del processo di Barcellona), ma anche negli Usa (basti pensare alla sconfitta
di Bush alle elezioni di medio termine e alluscita di scena di
Rumsfeld, al rapporto BakerHamilton del bipartisan Iraqi Study
Group sulla necessit di un coinvolgimento della Siria e dellIran),
e in Israele (dove alcuni ministri del
governo Olmert - esteri e interni - si
sono detti favorevoli allavvio di trattative con Damasco), ma per il momento, sul campo, la politica
dellAmministrazione Bush come
quella dei suoi alleati arabi ed europei - non affatto cambiata. Le
forze disgregatrici che puntano alla
divisione dellIraq, alla cantonalizzazione del Libano, alla disgregazione della Siria e alla negazione dei
diritti fondamentali del popolo palestinese - identificabili con il
Vicepresidente Dick Cheney e i suoi
fedelissimi, ma anche con lo stesso
presidente Bush - continuano a lavorare in questa direzione con effetti devastanti nellintera area. Ne
un esempio classico il Libano,
dove gli Usa, dopo aver sostenuto e
aver fatto di tutto durante la guerra
di questestate per dare ad Israele il
tempo di portare a termine il lavoro, ora, di concerto con Francia
e, in parte, Arabia Saudita, continuano a soffiare sul fuoco dei contrasti interni al Libano e ad impedire una vera unit nazionale. E lo
fanno cercando, qui come in Iraq e
in Palestina, di trasferire lo scontro
- di concerto con i settori pi estremi
della galassia jihadista - dal piano
politico a quello confessionale e,
come sta avvenendo anche a Gaza,
cercando di creare dei regimi autoritari la cui legittimit non data dal
voto (come nel caso di Hezbollah o
di Hamas), ma dal sostegno politico
e militare di Washington. E quello
che gli Usa, ma anche lItalia,
stanno facendo in Libano sostenendo il governo incostituzionale
di Fouad Sinora e armando le nuove
forze di sicurezza sunnite a lui fedeli
e, in Palestina, cercando di spingere
verso il golpe il presidente Abu
Mazen. Per quanto riguarda il
Internazionale
Libano, Usa e Francia si propongono in tal modo di assumere direttamente una sorta di mandato
coloniale diretto sul paese al posto di quello stabilizzante affidato
nel 1990 alla Siria che porti ad un
disarmo della resistenza libanese
degli Hezbollah e di quella palestinese, ad un trattato di pace separato
con Israele (come quello del 1983
firmato sotto occupazione israeliana dallallora presidente Amin
Gemayel), al di fuori - e contro - una
conferenza regionale sul ritiro
israeliano anche dai territori palestinesi e siriani. A tal fine cercano di
utilizzare il Libano, ed in particolare i gruppi fondamentalisti sunniti, per rovesciare il regime alawita
(sciita) di Damasco.Un progetto assai pericoloso per il paese ma anche
per lintera regione, che si scontrato con le aspirazioni e la determinazione della resistenza e dellopposizione libanese e, pi in generale, con i sentimenti della gran
parte dellopinione pubblica, nonostante la strategia della tensione
che ha sconvolto il paese dal 2004
ad oggi, con gravi episodi delittuosi
come luccisione dellex premier
Hariri, nel febbraio del 2005, e
quella di altri esponenti del mondo
politico, giornalistico e culturale:
da Jibran Tueni allex dirigente comunista George Hawi, al ministro
dellindustria Pierre Gemayel, figlio
dellex presidente falangista Amin
Gemayel. A sparigliare le carte di
Bush e Chirac venuto, per, appena tornato dallesilio, nella primavera del 2005, il generale Michel
Aoun, costretto a riparare in
Francia nel 1990 dopo una sfortunata guerra di liberazione contro
la Siria.
SILURO
DI
AOUN
USA
A L M A N D AT O
55
Internazionale
Il governo Sinora,
forte del sostegno occidentale
e saudita, sembra deciso
a non tener conto dell'opposizione.
Opposizione che, in realt,
maggioritaria nel paese
56
Internazionale
GOVERNO
SINIORA
G I O C A L A C A RTA J I H A D I S TA
57
Internazionale
esione interna.
A tale proposito il ministro degli
esteri italiano, Massimo DAlema,
ha evocato il rischio di eventuali attacchi al nostro contingente di
Unifil 2 da parte di al Qaida, ma, ovviamente, non ha ricordato come i
movimenti che si ispirano a quella
galassia in realt godano di importanti protezioni proprio nellestablishment governativo sunnita-falangista quello che le nostre
truppe dovrebbero difendere contro la volont della maggioranza dei
libanesi . Tanto che gli Usa sembrano tentati di strumentalizzare in
Libano come gi in Afghanistan
con bin Laden lestremismo sunnita in funzione anti-resistenza
sciita, anti Hezbollah e, in Siria, contro il regime laico del presidente
Bashar Assad. Del resto, che la galassia facente riferimento ad al
Qaida sia andata crescendo in
Libano ce lo confermano alcuni importanti indizi. Gi lo scorso 27 ottobre lufficio dellOlp a Beirut
aveva reso noto che circa 200 militanti palestinesi e arabi jihadisti sarebbero arrivati recentemente
dallIraq nel nord del Libano, in
particolare nel campo di Nahr el
Bared presso Tripoli, e avrebbero
dato vita ad un nuovo misterioso
gruppo definitosi Fatah-al Islam,
guidato da un certo Shaker Issa, gi
militante di Fatah Intifada. Il 28
novembre un alto esponente del
gruppo salafita Tawhid wal Jihad,
Omar Abdullah, stato ucciso dalla
sicurezza siriana mentre tentava di
entrare in Libano con una decina di
passaporti falsi e il giorno dopo, il
29 novembre, a Sidone, nel quartiere di Tameer, tra il campo palestinese di Ain el Helwe, controllato
dallOlp, e la periferia della citt
sotto controllo dellesercito e delle
forze laiche-nasseriane, vi sarebbe
stata una riunione della leadership
del gruppo salafita Jund al Sham
nella quale si sarebbe discusso della
possibilit di stabilire unintesa con
la nuova organizzazione sorta a
Tripoli e con altri movimenti affini
sparsi per il paese. Dal campo di Ain
el Helwe sono andati a combattere
58
in Iraq e vi hanno perso la vita almeno una cinquantina di combattenti ma, come ci confermava lo
scorso giugno Abu Yaha, un esponente del gruppo islamista radicale
Esbat al Ansar, il flusso di volontari si sarebbe fermato da qualche
mese, sia per la situazione interna
irachena, sia perch altri paesi
sono minacciati dai crociati, anche
il nostro, e avremo presto bisogno
di loro.
La galassia jihadista in Libano si
andata rafforzando negli ultmi anni
proprio grazie ad un pregiudizio
pro-sunnita, pro-saudita e anti-siriano del Movimento del Futuro di
Rafiq Hariri. Basti pensare che il
nuovo Mufti dellAkkar ha recentemente paragonato la grande manifestazione dellopposizione a Beirut
alle proteste dei pagani contro il
profeta Maometto alla Mecca.
Eppure un misterioso gruppo chiamatosi Jund al Sham aveva rivendicato lattentato suicida con il
quale nel febbraio del 2005 venne
ucciso lex premier Hariri. Una rivendicazione liquidata forse troppo
in fretta. Cos come i legami tra il
presunto attentatore suicida, autore della rivendicazione delluccisione di Hariri fatta arrivare ad al
Jazeera, un certo Abu Adas, e la cellula sospettata - nel settembre del
2004 - di aver pianificato un attentato allambasciata italiana a Beirut.
Attentato che invece, secondo alcune fonti dei servizi libanesi,
avrebbe anche potuto avere come
vero obiettivo lo stesso Hariri, solito
a ricevere i suoi clientes al bar di
fronte al parlamento, proprio sotto
la nostra rappresentanza diplomatica. A tale proposito dovrebbe essere piuttosto inquietante il fatto
che i componenti ancora in carcere
del gruppo di Ahmed Salim Miqati
e Ismail al Khatib (morto in carcere
in circostanze poco chiare dopo
larresto), accusato di aver pianificato lattentato allambasciata italiana di Beirut, nel giugno del 2005
sono usciti dal carcere dopo che
Saad Hariri, figlio dellex premier e
leader del partito di governo filoUsa, aveva operato in modo che ve-
Internazionale
L'Ucraina nel
pieno di una grave
crisi istituzionale
di Mauro Gemma
A K IEV
SI ESAURISCE LA
IL MOVIMENTO CONTRO
l 14 settembre, nel corso di una conferenza stampa tenuta a conclusione del suo viaggio a Bruxelles, al
termine dei colloqui con i vertici
della Nato e con i dirigenti dellUnione Europea, il nuovo premier
ucraino Viktor Janukovic, pur manifestando interesse per lapprofondimento della collaborazione
con lUe, gelava ogni aspettativa per
unimminente integrazione del suo
paese nellalleanza militare occidentale, dichiarando ai giornalisti
di tutto il mondo che tale prospettiva non era condivisa che dal 12 al
25% dei connazionali. Janukovic,
pur escludendo per ora la necessit
di sottoporre il quesito in merito alladesione alla Nato ad un referendum popolare, ha inteso cos rimandare a tempi imprecisati la definizione delle modalit delladesione del suo paese, subordinandola ad altre pi pressanti questioni
che riguardano il miglioramento
delle precarie condizioni del livello
di vita dei suoi concittadini.
Le sue parole rappresentavano un
vero e proprio colpo inferto alle speranze di conquista coltivate dai vertici atlantici fin dai tempi della rivoluzione arancione, che avevano
indotto alcune potenze occidentali
ad investire enormi risorse materiali a sostegno dei loro fedeli alleati
nazionalisti, che si riteneva non potessero pi perdere il saldo controllo della situazione interna.
La dichiarazione di Janukovic dava
pienamente il senso della svolta ca-
RIVOLUZIONE
LA N ATO
ARANCIONE E AVANZA
pressione del connubio di oligarchie regionali e clan criminali e mafiosi), che avevano saccheggiato e dilapidato lintero patrimonio di conquiste sociali ed economiche del periodo socialista, durante il quale
lUcraina, pi di altre repubbliche,
aveva giocato un ruolo propulsore
nelleconomia sovietica.
59
Internazionale
60
Internazionale
Socialisti olandesi:
le ragioni di un
successo
di Fosco Giannini
DOPO
e elezioni politiche che si sono tenute in Olanda il 22 novembre, caratterizzate da una prepotente ma
non inaspettata avanzata della sinistra radicale (Partito Socialista, Ps),
ci consegnano diversi spunti di riflessione, sui quali utile soffermarsi. Il paese uscito profondamente diviso dalle urne: lalleanza
di governo costituita da democristiani (Cda, partito del primo ministro Balkenende) e liberali (Vvd),
protagonista delle recenti riforme
neoliberali, ha ottenuto 63 seggi sui
complessivi 150 (-9 rispetto alle precedenti elezioni); i socialdemocratici (PvdA), presentatisi agli elettori
con un programma moderato,
hanno ottenuto 32 seggi (-10); i socialisti sono passati da 9 a 26 seggi,
affermandosi per la prima volta
come terza forza politica (1.630.803
i voti ottenuti) davanti ai liberali
(tanto per intenderci, il partito dellex commissario europeo
Bolkestein, il padre dellomonima direttiva); esce dal parlamento il partito populista e xenofobo fondato da Fortuyn, sostituito
dalla destra anti-islamica di Wilders
(Pvv), che ha ottenuto 9 seggi; il resto dei seggi sono ripartiti tra forze
minori di (centro, verdi e sinistra liberale).
Questi risultati rendono fragili e
precari gli equilibri di governo, a
conferma di una profonda divisione
61
Internazionale
62
Internazionale
Congo:
i m p o rtante sucesso
del fronte
p ro g re s s i s t a
di Sergio Ricaldone
ELEZIONI
PRESIDENZIALI : VITTORIA DI
SCONFITTA DEI
SIGNORI
DELLA
KABILA ,
GUERRA
63
Internazionale
64
Internazionale
tica data, e Sadefroid Chamlesso, rientrato dallesilio cubano. In posizioni di grande rilievo, ai vertici
dello stato maggiore delle ricostruite Forze Armate Congolesi, sono stati piazzati i protagonisti della
resistenza popolare contro gli invasori, primo fra tutti il generale Padiri Blenda, arrivato a Kinshasa dopo
un lungo periodo di vittorioso maquis nelle foreste del Kivu alla testa
dellindomabile etnia Mai Mai, che
ha saputo infliggere cocenti sconfitte militari agli invasori ruandesi.
Il programma politico del neo presidente eletto stato illustrato dallo
stesso Kabila in una lunga conversazione con Colette Braeckman del
quotidiano Le Soir di Bruxelles, il 16
novembre scorso. Il modello di sviluppo guardato con maggiore attenzione quello cinese: Con il potenziale di risorse naturali di cui dispone la Rdc, possiamo aspirare a diventare, per lAfrica, la Cina di domani. Le priorit pi urgenti sono
state riassunte in quattro punti essenziali: la ricostruzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie per ripristinare la circolazione delle persone, del personale sanitario, delle
merci e degli scambi tra citt e campagne; la creazione di posti di la-
WWW.lernesto.it
65
Internazionale
66
Internazionale
67
Globalizzazione
Globalisti e no global
sono accomunati dalla condivisione
di un analogo quadro analitico
delle dinamiche internazionali,
seppur ricondotto poi a posizioni
politiche opposte.
Global e no global hanno espresso
in varie situazioni due approcci speculari
L'undici settembre
e la fine
di un mito:
la globalizzazione
LA
di Gianni Fresu
V ERSO
68
UN RITORNO ALLO
STATO
GENDARME OTTOCENTESCO ?
Globalizzazione
69
Globalizzazione
70
Globalizzazione
71
Globalizzazione
La grande innovazione
che la globalizzazione
dovrebbe determinare
nei ruoli della politica,
si risolve in una novit
che ricorda molto da vicino
lo Stato della spada
e della toga, quello che
si limitava a fare le leggi
e a farle rispettare
72
Globalizzazione
73
Cultura
Come si diventa
nazisti
di Valeria Magnani
74
RICOSTRUZIONE
Cultura
75
Cultura
76
Cultura
L ' O t t o b re 1917
e il rilancio
della pro s p e t t i v a
dei comunisti
nel nuovo secolo
di Andrea Catone
77
Cultura
e ha favorito, con la sua sola esistenza, la resistenza vietnamita, la liberazione di Angola e Mozambico,
le lotte anticoloniali, la rivoluzione
cubana e le lotte popolari in
America Latina! Viva la rivoluzione
che, prima nella storia, ha provato
a costruire una societ senza privilegi di casta, senza propriet capitalistica, fondata sullidea di uno sviluppo razionale ed equilibrato delleconomia attraverso il piano!
E questo diciamo e ricordiamo a chi
vuole cancellare dalla storia il comunismo del 900. Ma non basta, e
anzi, se rimane soltanto un grido
esacerbato nel deserto contro linfamia e la calunnia, pu essere anche una reazione impotente, lindice di una debolezza strategica. La
commemorazione fine a se stessa
non ha mai interessato i comunisti.
Il giovane Gramsci in uno dei suoi
articoli appassionati accusava il partito socialista di aver ridotto Marx
ad unicona, un santo al capezzale,
da rispolverare per le occasioni, le
commemorazioni, le ricorrenze,
per poi lasciarlo marcire in soffitta
per tutto il resto dellanno, evitando
scrupolosamente di trasformare in
azione politica vivente il suo pensiero critico.
Ricordare, difendere, approfondire
la memoria storica utile e necessario nella misura in cui riusciamo
a tradurre questa memoria in
azione culturale e politica, in consolidamento e accumulazione delle
forze comuniste, in formazione comunista per le nuove generazioni.
Non siamo qui per agitare bandiere
o icone, non siamo i nostalgici (anche se questa nostalgia comunista
sentimento che merita rispetto) di
un paradiso perduto, di illusioni
non realizzate, di un nobile sogno,
di unutopia irrealizzabile. Se il 7
novembre 1917 ancora una data
che riteniamo di dover ricordare e
onorare non solo per un doveroso
omaggio agli eroici furori di un
tempo che fu, non intendiamo essere gli avvocati dufficio della rivoluzione. LOttobre sovietico non ne
ha bisogno n di questo hanno bi-
78
Cultura
79
Recensioni
La moderna
complessit
del Novecento:
un secolo che non
abbiamo alle spalle
di Simone Oggionni
80
merci sullindividuo. L i n d u s t r i a
della cultura determina cos il perpetrarsi di un meccanismo perverso
nel quale alla crescita dellofferta
corrisponde limmiserimento complessivo del livello culturale e, tramite esso, la soggezione delluomo
allideologia delle merci e del denaro. Petrini dice esattamente questo: la rimozione del pensiero di
Adorno e dellaccezione critica di
industria culturale (non quindi
intesa banalmente come organizzazione aziendalistica della produzione culturale) parte integrante
della generale rimozione del Novecento. Di pi: prendere atto della
tragica consustanzialit tra capitalismo avanzato e industria culturale
(e, conseguentemente, tra capitalismo e feticismo delle merci) ci permette di capire loggi e di intervenirvi politicamente.
C difatti, al fondo dei ragionamenti dellautore, un appassionato
impegno politico che in grado di
legare, attraverso una volont militante, la ricerca critica allanalisi
della societ contemporanea.
Allideologia dellindustria culturale, infatti, corrispondono gli inte-
Recensioni
81
Recensioni
82
Recensioni
Nuovo compendio
del Capitale
di Ascanio Bernardeschi
SINTESI
DAL LIBRO
DEL
CAPITALE
DI
M ARX
CON RIFERIMENTO
83
Recensioni
si fa perdonare dalla validit dei riferimenti allo sviluppo del capitalismo dopo Marx e alla realt contemporanea, che sono secondo chi
scrive la parte pi interessante del
Compendio.
Com noto, la scienza di Marx
qualcosa di assai diverso dalle classiche divisioni del sapere scientifico. Filosofia, economia politica,
diritto e storia si intrecciano in una
nuova scienza sociale. Leconomia
politica cessa di essere una teoria
buona per tutte le stagioni, che prescinde dalle specifiche forme storicamente determinate in cui si manifestano i rapporti di produzione e
che considera naturali i prodotti
storici di unepoca, cos come la storia cessa di essere una descrizione
dei fatti che prescinde da una loro
spiegazione teorica. In questo senso
il lavoro di Moro si inserisce perfettamente nellalveo della letteratura
marxista ed quindi un saggio sia
di teoria sia di storia, in cui si intrecciano la descrizione delle tendenze storiche e di fase del capitalismo contemporaneo con gli aspetti
teorici che le spiegano.
Nello spazio di questa breve recensione sarebbe difficile dare conto
compiutamente dei temi trattati,
talvolta in maniera assolutamente
originale, e, di conseguenza, ci limitiamo a richiamarne alcuni ritenuti tra i pi rilevanti. Molti degli
sviluppi del capitalismo si spiegano
efficacemente con la pulsione dei
singoli capitalisti ad abbattere il lavoro necessario nella propria impresa per lucrare la differenza tra il
valore sociale delle merci (lavoro socialmente necessario) e il valore individuale. Lorganizzazione fordista
prima, quella cosiddetta postfordista poi, la qualit totale, il just in
time, lintroduzione dellinformatica e dellautomazione, sono prodotti appunto del tentativo di risparmiare lavoro individuale.
Queste innovazioni hanno posto le
basi tecniche per un enorme sviluppo degli scambi mondiali, delle
comunicazioni, del commercio
elettronico, di una maggiore connessione tra produzione e circola-
84
Recensioni
WWW.lernesto.it
85
Recensioni
Renato Caccioppoli,
grande matematico,
raffinato cultore di musica,
comunista eterodosso,
ribelle e tormentato uomo del 900,
morto suicida
La regola
del disordine
e le passioni
di un comunista
86
pi libere e libertarie. Una macchina per liberarsi e liberare gli uomini, la coscienza, la conoscenza,
larte, come per rompere gli ordini
imposti, umani o divini, e vincere la
stagnazione. Quel disordine che
Caccioppoli porter in s e intorno
a s fino alla morte cercata.
Renato Caccioppoli nasce nella
Napoli miserabile e colta degli inizi
del secolo scorso, dove ai ricordi
delle rivolte mazziniane e del brigantaggio antisavoiardo si intrecciano le nuove idee marxiste e anarchiche che si incoronano nella smagliante figura di Michail Bakunin,
approdato nel capoluogo campano
dopo unavventurosa fuga dalla
Siberia con la convinzione che la rivoluzione sociale dovesse partire
proprio dai contadini poveri del
Mezzogiorno. Bakunin il nonno
di Renato, che cresce nel suo mito,
alimentato dai racconti della madre, della zia, degli amici di famiglia
e dalla popolarit che quel nome
gode fra amici e nemici - da studente
tutti lo chiamano, con simpatia e sospetto, il nipote di Bakunin. Sono
gli anni del fascismo, e non facile
per un giovane e gi prestigioso docente universitario andare controcorrente, anche se la famiglia gli
voro costante, rigoroso e appassionato raccoglie decine di studenti affascinati dalle sue teorie non meno
che dal suo anticonformismo. La
piccola umanit dei vicoli e delle
osterie dove trascorre gran parte
delle sue notti insonni.
La musica, di cui cultore e esecutore, costituisce una parte importante del suo essere. Con uguale
creativit e passione vive la politica:
nel 1939 rompe lamicizia con
Andre Gide, che ha attaccato pesantemente lURSS e il movimento
comunista, mentre nel 1946, dopo
la vittoria della Repubblica, corre a
difendere la federazione comunista
assaltata dai monarchici, per poi impegnarsi con grande dedizione
nella campagna contro latomica
promossa dalla Associazione internazionale dei Partigiani della
pace, il cui distintivo - un tondino
di smalto con la colomba di Picasso
- sar lunico a essere esibito orgo-
Recensioni
fonda affinit elettiva. Sono Evariste Galois, matematico rivoluzionario, e Arthur Rimbaud, poeta maledetto, da sempre presenti in immagine sulla scrivania di Renato;
Francesca Spada, sua amica del
cuore, unica fra i sei ad averlo conosciuto e che morir suicida anni
dopo; Cesare Pavese e il filosofo
della scienza e pacifista austriaco
Paul K. Feyerabend, due contemporanei, e infine Giordano Bruno.
Fra i tanti protagonisti della storia
di Napoli e di Renato Caccioppoli
che popolano il libro sono proprio
questi sei, cos diversi, cos simili, a
dare una dimensione universale nel senso alto di ogni tempo e di
ogni luogo - alla vita e alla morte di
un uomo immeritatamente dimenticato.
87
SOGNO DI PACE
Fertilis frugum pecorisque Tellus
spicea donet Cererem corona;
nutriant fetus et aquae salubres
et Iovi aurae.
La terra ricca di animali e biade
incoroni di spighe la campagna;
piogge e brezze benefiche del cielo
ne nutrano i prodotti.
(Orazio, Carmen Saeculare, scritto
per celebrare la Pax Augusta)
AI NOSTRI ABBONATI
AI NOSTRI LETTORI
Fatelo!
Loperaio, / la mattina, / buttando uno sguardo nel gior nale, / pensa: Un lavoraccio cos ci vorrebbe! / Tutto tran quillo e pulito. / Mica come alla fucina a sbattere le manacce.
/ Ti siedi in redazione con la camicia bianca, / e butti fuori
righe. / Buttate fuori che lhai, / piazzati punti e virgole, /
messa la firma / e sotto la firma uno svolazzo, / fatta: / le
righe crescono come fiorellini. / Le mani nei calzoni, / la
penna sul tavolo, tarriva tanto a riga, / e, come un pigro sa lice / curvato sul boccale, / tracanni birra. / Per sradicare
una cos pericolosa convinzione / giocoforza chio racconti
una giornata al giornale.
Cos scriveva nel 1923 Vladimir Majakovskij, questa anche
la realt di una rivista come la nostra, che vive solo grazie al
lavoro volontario di chi crede in un progetto, grazie ai tanti
che scrivono per noi e grazie a chi decide di abbonarsi. Un
abbonamento pu essere un atto di ribellione rispetto alle tante
ingiustizie; un abbonamento pu essere un atto rivoluzionario! Un abbonamento a lernesto un pizzicotto al pensiero
unico, allo sfruttamento e allimperialismo. Una zanzara disturba ma non letale, migliaia di zanzare sono un esercito
che potrebbe intimorire chiunque. Abbonatevi! Abbiamo vissuto, in questi ormai lunghi anni, solo grazie al vostro abbonamento. Solo se lo rifarete potremmo continuare a batterci.
Fatelo!
Campagna
abbonamenti 2007
Annuale ordinario 25 euro Annuale ordinario posta prioritaria 45 euro
Annuale estero posta prioritaria 60 euro
Annuale sostenitore (p. prioritaria) 80 euro
E ff e t t u a re il versamento sul c/c postale n. 14176226 intestato a
l e rnesto - via del Sale 19 - 26100
C re m o n a e m a i l : a b b o n a m e n t i @ l e rn e s t o . i t