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.ANTROPOSOFIA
RIVISTA MENSILE DI SCIENZA DELLO. SPIRITO
(

INDICE: R. STEINER, Parole di verit, pag. 353; R. SrEINEB,


Epf/ani.a del Cristo (conferenza), pag. 354; Inno paleocri
stiano, pag. 369; W. GURLITT, Pensieri di Rudolf Steiner
sulla sua cc Scienza Occulta, pag. 370; Omaggio ad Albert
Steffen, pag. 377.

ANNO XIV N. 12
DICEMBRE 1959
L'EDITRICE SCIENTIFICA - MILANO

AVVERTENZA
Lo scopo di questa rivista di far conoscere in Italia
ci che la scienza dello spirito, il cui centro di studi la
libera Universit di Dornach (Basilea), ha da dire intorno
all'uomo e alla sua evoluzione nel cosmo.
Come qualsiasi altra sci~nza, l'antroposofia usa un linguaggio tecnico, la cui chiave si trova nelle due opere fondamentali di R Steiner: Teosofia (L'Editrice Scientifica) e
La scienza occulta (Laterza).

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sempre valido, fra cui pi di un centinaio di conferenze
inedite di Rudolf Stei'ner. molti d~i suoi saggi critici, tutte
le sue Mam'me, gran parte delle Parole di verit ed il Calendari.o dell'anima, si possono acquistare a L 3000 ciascuna.
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Via Ariberto 20, Milano, tel. 850.274. Chi non abbia ancora
provveduto al nnnovamento del/' associazione, pregato di

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per assicurarsi i'/ regolare invio della ri.vista.

ANTROPOSOFIA
RIVISTA MENSILE DI SCIENZA DELLO SPIRITO
ANNO XIV N. 12

DICEMBRE 1959

Rudolf Stciner

PAROLE DI VERITA

NATALE

Nell'anima si specchia la speranza


come nell'occhio luce;
saggezza viva votata allo- spirito
nel nostro cuore annunzia:
1'amore inesauribile del Padre
manda alla terra il Figlio,
e grazia infonde il Figlio ai passi umani

di cielo illuminandoli.

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Rudolf Steiner
EPIFANIA DEL CRISTO

Conferen.za tenuta a Basilea il 'lJ5 dicembre 1921 (*)


Per tutta la cristianit il Natale sempre stata una festa
commemorativa del pi alto significato. E se la concepiamo
come una festa di commemorazione, come una festa di ricordo, allora dobbiamo anche pensare a tutte le sensazioni
e i sentimenti che per secoli l'umanit ha ricollegato a questa festa. Ricordiamoci per che, prima del quarto secolo, la
festa del 25 dicembre non esisteva nella storia del cristianesimo, e che appunto in quel secolo, nell'anno 354, a Roma
fu offerta per la prima volta all'umanit cristiana la festa
della nativit di Ges come ~ significativo tributo dell'epoca. Era infatti consono agli istinti cristiani dell'evoluzione
umana che un tal tributo venisse offerto appunto nel quarto
secolo.
Contro la civilt europea si avvicinavano allora n grande strepito i popoli del nord. E nelle regioni dell'Europa meridionale, nei territori romani e grec~ molto ancora viveva,
molto ancora era diffuso di quelli che erano. gli usi pagani.
Di questi usi pagani molti anche erano vivi nell'Africa del
nord, nell'Asia minore, in breve in quei paesi in cui il pensiero ed il sentimento cristiano andarono via via sempre pi'.
penetrando. La missione del cristianesimo per non fu mai
di essere una corrente settaria ad uso di una qualsiasi cerchia
di uomini; bens, sebbene molte cose vi si siano opposte sia
dentro che fuori del suo ambito, il cristianesimo ebbe sempre,
fin dal principio, la missione di essere un nutrimento per le
anime e per i cuori di tutti gli uomini.
Nei paesi pagani del nord e del sud era ancor viva
allora una coscienza religiosa che connetteva le potenze di() Da uno stenogramma non riveduto dal conferenziere.

Epifania del Cristo

355

vine ton le stdle e la pi. possente di esse col sole. Nelle


concezioni pagane di quei tempi era ancor vivo il pensiero
che proprio nel periodo del solstizio invernale, quando la
terra ha i suoi giorni pi oscuri, proprio allora prossimo il
momento in cui il sole comincia di nuovo ad irraggiare la
sua forza vittoriosa e benefica per la fecondit della terra.
Al senso per l'isolamento della terra, per il rinchiudersi
della terra di fronte alle potenze cosmiche divine, a questo
senso per la solitudine cosmica della terra subentrava, proprio
nel periodo del solstizio invernale, una speranza : ecco, dalla
sfera del sole ora ritornano a noi le benedette azioni della
luce e dell'amore, e destan di nuovo tutta la fecondit' della
terra. E in intimo rapporto con un tal sentimento era anche,
per l'uomo di allora, la concezione della sua stessa entit
animica.
Nelle religioni pagane antiche l'uomo si sentiva mt1mamente connesso con la terra. In cert modo egli si sentiva come un membro della terra; sentiva la vita della terra
continuarsi entro la sua stessa vita. Quando perci in estate
la terra accoglieva dal cielo calore e luce, gli influssi pi
significativi; l'uomo si sentiva tutto abbandonato alla sfera
da cui discendono in terra i caldi e luminosi raggi del sole.
Durante l'alta stagione estiva l'uomo si sentiva tutto :rivolto
agli spazi del cosmo. All'avvicinarsi del solstizio invernale, invece, egli si sentiva intimamente congiunto con la terra e con
tutto ci che la terra, dal tempo dell'estate, conservava in s
di calore~ di luce. Prima del solstizio l'uomo si sentiva, con
la sua terra, in certo modo solitario nell'universo; poL nel
periodo
solstizio invernale, sentiva effettivamente ricominciare entro la sfera terrestre la discesa del divino-spiritu~e.
Cosi l'uomo introdusse nel pensiero di questa festa tutto
quanto, attraverso il sentimento della vita animica e spirituale, lo aveva intimamente congiunto ton la totalit del
cosmo. E poich in questa festa invernale la cristianit incontr qualcosa che gli uo~i amavano moltissimo, cos
null'altro pot avvenire se non che la cristianit stessa o.fFrisse
ai popoli che le venivano incontro, proprio nella festa del
solstizio invernale, quanto essa stessa aveva di pi caro.

ad

356

Antroposofia

E questo alcunch di pi caro era connesso con la grande


svolta fra l'antico e il nuovo Testamento; questo alcunch
di sommamente significativo divent' per la cristianit il
ricordo della nascita di Ges.
Il seguace dell'Antico Testamento esprimeva con le seguenti parole tutto il mistero della vita umana e il suo
rappotto con_ la morte : quando l'anima passa per la porta
della morte, essa percorre una via sulla quale si ricongiunge
ton gli antichi padri. L'aspirazione a ricongiungersi con gli
antichi padri era cara alla concezione dell'Antico Testamento. Ma nel corso dei quattro primi secoli cristiani, questo
sguardo tutto rivolto alla comunione coi padri si tramut in
uno sguardo tutto rivolto alla nascita di quell'entit che sta al
centro della cristianit. L'antico sentimento si tramut ora
in uno sguardo tutto rivolto a Nazaret, o a Betlemme, in
uno sguardo rivolto alla nascita del bambino Gesti.
Cos, istituendo la festa del Natale nel quarto secolo e connettendo con questa festa il suo prediletto sentimento, il cristianesimo offr pr cos1 dire il suo tributo all'unione di' tutti
gli uomini sul globo terrestre. Se poi osserviamo come questa
festa di Natale sia stata solennizzata attraverso i secoli, possiamo notare che dappertutto, nell'ambito della cristianit,
avveniva sempre all'approssim~si di questa festa un reale
compenetrarsi, un reale congiungersi dell'anima umana con
l'amorosa devozione per il bambino Ges. In questa amorosa
devozi~ne noi vediamo manifestarsi attraverso la storia qualcosa che in modo tutto speciale si riconnette col quarto secolo
dopo Cristo.

Noi dobbiamo considerare con profnda comprensione


l'istituzione della festa di Natale proprio il giorno 25 dicembre, poco dopo il solstizio invernale. A Roma infatti,
ancora nell'anno 353, questa festa cristiana n veniva celebrata il ZS dicembre, n era dedicata alla nascita di Ges di
Nazaret (o di Betlemme). L'uso era invece di celebrare una
festa il 6 gennaio. Questa festa intendeva commemorare il
battesimo di Giovanni nel Giordano, intendeva essere una
festa di commemorazione del Cristo. E a questa commemorazione si riconnetteva la rappresentazione che appunto mer-

Epifania del Cristo

357

c il battesimo cli Giovanni nel Giordano l'entit extraterrestre del Cristo, discesa da mondi extraterrestri, da mondi
celesti, si congiunse con l'essere umano di Ges di Nazaret.
. Non dunque la normale nascita di Ges veniva celebrata, ma la discesa dell'entit del Cristo, venuto per fecondare a nuovo l'esistenza della terra. Proprio nel giorno
dell 'ept,"fania, ossia della comparsa del Cristo, si cercava di
rendersi consapevoli di questo mistero: che un elemento
celeste si era congiunto con la terra, e che, in virt di questa
celeste discesa, l'umanit aveva ricevuto un nuovo impulso
per la sua evoluzione. All'epoca del Golgota e ancora per
qualche tempo, questo mistero del fluire entro l'esistenza
terrestre di un elemento celeste ultraterrestre, poteva essere
compreso. Allora esistevano ancora i residui di un'antica saggezza primordiale, che permettevano di comprendere un tale
evento, conoscibile soltanto nel soprasensibile. L'antica saggezza istintiva, la primordiale saggezza che alla sua origine
sulla terra l'umanit aveva ricevuto in dono dalla divinit,
questa saggezza primordiale and a poco a poco perduta per
l'umanit. Nel corso dei secoli essa and sempre pi sce-mando; ma all'epoca del mistero del Golgota ne esisteva
ancora abbastanza perch gli uomini riuscissero a riconoscere
quello che avvenne per opera di questo mistero.
Cos il mistero del Golgota fu compreso nei primi secoli
cristiani in virt della saggezza. Ma nel quarto secolo dopo
Cristo questa saggezza si era ormai quasi interamente estinta.
E fu necessario tener conto di qualcos'altro, tener conto di
quello che i pagani portavano da ogni parte; n ormai era
pi possibile comprendere il profondo mistero dell'unione del
Cristo con l'uomo Ges. La possibilit di comprendere realmente il mistero del Gblgota and in certo modo perduta per
lo sguardo animico degli uomini. E questa situazione si pro
trasse anche nei secoli seguenti. La saggezza primordiale and
perduta per l'umanit. Dovette andar perduta, perch in
virt di essa l'uomo non avrebbe mai potuto conseguire la
propria libert, n avrebbe potuto poggiar sopra se stesso. In
certo modo l'uomo dovette per un periodo entrare nell'oscurit, per potere, merc .quest'oscurit, conseguire in libert le

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Antroposofia

proprie originarie forze, le forze che fin dall'origine gli era- .


no destinate. Ma l'istinto cristiano pose qualcos'altro al posto
della saggezza con cui il mistero del Golgota era stato accolto nel mondo cristiano, pose qualcos'altro al posto della
saggezza con cui in passato si era discusso sul mistero del
Golgota, finch poi pi tardi non lo si comprese pi..
Oggi la cristianit ha ormai ben poca comprensione per
quelle profonde discussioni che nei primi secoli cristiani si
facevano fra i sapienti padri della Chiesa : le disc:ussioni sul
modo come le due nature, la divina e l'umana, erano congiunte nella personalit di Ges di Nazaret Qq.esto linguaggio, che ancora nei primi secoli cristiani parlava con le parole di una saggezza viva, fin poi in vuote astrazioni. E ben
poco alla cristianit occidentale rest di quel sacro fervore
con cui si era cercato di comprendere il modo come il divino
e l'umano si erano congiunti nel mistero del Golgota.
Ma l'impulso del Cristo possente, poderoso. E cos,
al posto della saggezza con .cui si accolse il mistero del Golgota al suo primo apparire sulla terra, al posto di quella saggezza subentr l'amore. Ed straordinario osservare qual grande pienezza d'amore fu riversata, nel corso della storia cristiana, sul bambino Ges, sul presepio in cui esso giaceva.
straordinario osservare come questo amore abbia continuato
ad agire nelle sacre rappresentazioni natalizie, nelle mirabili
e splendide sacre rappresentazioni dei primi secoli cristiani.
Chi faccia agire tutto ci nell'anima, comprender certo
che la festa di Natale ha senz'altro il significato di una
festa di ricordo. Chi faccia agire su di s tutto ci, comprender che, come in virt della saggezza gli uomini dell'Antico Testamento volevano esser congiunti coi loro padri,
cos in virt dell'amore, in virt della loro grande devozione
per rinnocente bambino, gli uomini dei primi secoli cristiani
volevano star congiunti in terra, a Natale, hltorno al presepio.
Non si pu per negare che questo amore, the fece
palpitare tanti cuori all'inizio del cristianesimo, che questo
amore ai tempi nostri sia diventato a poco a poco pi o
meno un'abitudine. Non si pu negare che noi oggi viviamo

Epifania del Cristo


in un'epoca in cui ia festa di Natale ha perduto la vivezza
che aveva in passato.
Dall'amore un tempo dedicato alla festa di Natale,
scaturito per, negli ultimi tempi, qualcosa di importantissimo. Gli uomini dell'Antico Testamento, quando dicevano
di volersi ricongiungere ai loro padri, intendevano ritornare
alle origini. Il cristiano, quando guarda al giorno della nascita di Ges, intende volgersi all'entit umana originaria.
E fu appunto per un istinto veramente cristiano che con la
festa di Natale fu connessa l'origine ddl'uomo sulla terra,
che al giorno della nascit di Ges fu fatto precedere, il 24
dicembre, il giorno di Adamo ed Eva. Infine fu per un
profondo istinto cristiano che alla festa di Natale fu con~
nesso, come simbolo, l'albero del paradi_so.
Guardiamo alla stalla di Betlemme, al bambino che giace
fra gli anim~li nella mangiatoia, ai piedi della sua madre benedetta. Guardiamo a .questo segno dell'origine celeste dell'umanit. L'umanit per non pot fare a meno, per un
suo profondo istinto, di guardare al tempo stesso anche al!'origine terrena dell'uomo, all'albero del paradiso; e congiunse fra loro l'albero e il presepio. Ci si trova anche in
una sacra leggenda che connette col mistero del Gblgota l'origine dell'uomo sulla terra. In quella leggenda si narra .che,
prodigiosamente, il legno dell'albero del paradiso .fu tramandato di generazione in generazione .fino al tempo del mistero del Golgota, e che la croce a cui sul Golgota fu appeso
Ges, era fatta dello stesso legno dell'albero del paradiso.
Vediamo dunque, in questa leggenda, coincidere l'origine
celeste e l'origine terrestre dell'uomo.
Tutto ci per assunse tutt'un altro senso da quello ori...
ginario, scaturito da un vero e genuino sentimento cristiano.
Chi non vede che nell'umanit attuale ben scarso senso ormai si ha per la distinzione fra quella divinit che vien adorata com~ il principio del Padre, e quella divinit che pu
essere considerata come il principio del Figlio? Il senso per
la distinzione fra dio Padre e dio Figlio andato pi o
meno perduto per l'umanit:, andato perduto per l'illuminata teologia moderna. Ed appunto perch il senso per una

360

Antroposofia

tal distinzione andato perduto, che noi vediamo i teologi


moderni sostenere che in realt il Figlio non appartiene ai
Vangeli, ma solo il Padre, e che Ges di N azaret fu soltanto
il grande maestro, l'annunziatore cli dio Padre.
L'uomo d'oggi parla del Cristo, e ha ancora alcune reminiscenze di tutto ci che si riconnette con la sua sacra
storia; ma noru ha pi alcun chiaro senso per la distinzione
fra dio Figlio, da un lato, e dio Padre, dall'altro.
In verit, al tempo del mistero del Golgota questo senso
era ancora abbastanza vivo. Ndl' Asia lontana, in una regione ben poco nota alla Roma di quei tempi, nacque in Ges
di Nazaret il Cristo, nacque, conforme alla concezione dei
primi cristiani, l'essere divino che dimor in un uomo, come
mai prima era avvenuto sulla terra, e mai pi doveva avvenire. Cos questo evento del Golgota unico, questa compenetrazione avvenuta un'unica volta di un uomo da parte di
un essere divino, da parte del Cristo, questo soltanto d a tutta l'evoluzione della terra il suo vero senso; e dobbiamo rappresentarci ogni evoluzione precedente soltanto come l'attesa
ddl 'evento del Golgota, e ogni evoluzione successiva come
il suo compimento.
Questo mistero ebbe luogo nell'Asia lontana. A Roma
regnava allora l'imperatore Cesare Augusto. L'umanit moderna non si rende pi conto qual senso avesse allora il fatto
che Cesare Augusto sedeva sul trono imperiale di Roma;
egli vi sedeva come una divinit incarnata. L'imperatore romano era egli stesso un dio in figura umana. Dio concepito
in un caso sul trono di Roma, e nell'altro caso appeso alla
croce del Golgota: un contrasto ben poderoso questol
Guardiamo a Cesare Augusto, a questo dio incorporato
in un uomo, conforme all'opinione dei suoi seguaci e al
comandamento dello stato romano : egli era disceso sulla
terra come un essere divino. Le forze divine congiunte con
la nascita e col sangue, la forza divina vivente e fluttuante
nel sangue, discesa nel terrestre : ecco come ci si rappresentava allora nei diversi luoghi, sebbene in forme diverse, il
dimorare del divino sulla terra. Solo presso il popolo ebraico
non era cos, perch questo popolo sentiva che il suo dio

Epifania del Cristo

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dimorava nell'al di l. Tutti gli altri popoli sentivano il loro


dio congiunto con le forze dl sangue. Sentivano il divino
in modo da poterlo esprimere con le parole: ex deo
na.scimur. Anche se viveva umilmente, l'uomo si sentiva veramente affine a colui che viveva al vertice dell'umanit nella
personalit di Cesare Augusto. Ma questo che in tal modo
si adorava, era il principio divino del Padre, il principio che
viveva nel sangue ricevuto dall'uomo in virt della sua nascita in terra.
Nel mistero del Golgota l'essere divino del Cristo si congiunse con l'uomo Ges di Nazaret, non per in virt del
sangue, ma in virt delle forze migliori dell'anima umana,
delle forze che anelano verso l'alto. Un dio si congiunse
con un uomo, e per tal via : l'umanit venne strappata alle
potenze meramente terrestri e materiali. Dio Padre vive nel
sangue. Dio Figlio vive nell'animico-spirituale dell'uomo. Dio
Padre conduce l'uomo entro la vita materiale: ex deo nasct"mur. ~io Figlio lo svincola dalla vita materiale. Dio Padre
conduce l'uomo dal soprasensibile al sensibile; dio Figlio dal
sensibile. al soprasensibile : in Chrto morimur.
Questi due sentimenti erano profondamente differenziati
fra loro. Al sentimento per dio Padre si aggiungeva il sentimento per dio Figlio; Tuttavia, anche per altre profonde
cause, questa distinzione fra dio Padre e dio Figlio and
perduta per l'evoluzione dell'umanit. E queste profonde
cause hanno agito nell'umanit e nella cristianit fino ai giorni nostri. Guardiamo alla saggezza originaria dell'umanit :
in passato gli uomini, in quanto erano inseriti in quella
saggezza originaria, erano convinti di essere discesi nel mondo .fisico-sensibile da ,altezze divino-spirituali. La vita prenatale, la preesistenza, parevano assicurate per l'uomo. Attraverso la nascita o la concezione gli uomini guardavano su ai
mondi divino-spirituali da cui l'anima discende, quando con
la nascita entra nell'esistenza fisico-sensibile.
Ma nel nostro linguaggio noi abbiamo solo la, parola immortalit. Il nostro linguaggio ha perduto la parola per l'altro
lato dell'eternit. Non abbiamo una parola. che indichi la
non natalit. ~e per 'l'eternit h da essere un alcunch di

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Antroposofia

conchiuso, allora, come esiste la parola immortalit, deve


esistere anche una parola che indichi. la n1':m:, natalit. Anzi,
per gli uomini ci che pu essere indicato dalla parola non
natalit anche pi significativo che non la parola immor-

talit.
Come vero che attraverso la morte l'uomo entra in una
vita spirituale, cos altrettanto vero che oggi questa vita
spirituale dopo la morte viene annunziata spesso agli uomini
in una forma straordinariamente egoistica. Gli uomini vivono
sulla terra e aspirano all'immortalit. Non vogliono saperne
di sprofondare dopo la morte nel nulla. Cosicch basta solo
fare appello ai lori istinti egoistici per riuscire a parlare loro
dell'immortalit.
Osservate quanto si speculi oggi, quando dal pulpito si
parla dell'immortalit dell'anima, sugli istinti egoistici degli
uomini. Se invece si parlasse di una non natalit, allora non
si potrebbe altrettanto speculare sugli istinti egoistici degli
uomini. Gli uomini infatti non aspirano ad essere stati nel
mondo spirituale -prima della loro nascita, ptimtt della loro
concezione, ma aspirano ad essere nel mondo spirituale dopo
la morte. Essi sono qui, e si accontentano di esserci. Perch
dovrebbero preoccuparsi .di dove provengono r Per il loro
egoismo si preoccupano di dove andranno. Ma se potessimo
tornare di nuovo ad una saggezza non egoistica, allora la
non natal dovrebbe essere per l'uomo altrettanto importante quanto lo oggi l'immortalit.
Nei tempi antichi si effettuava un ~ongiungimento fra
l'una e l'altra visuale. Ossia si era consapevoli di essere vissuti nei mondi spirituali, e di essere discesi in terra con la
nascita; si era consapevoli del fatto che attraverso il sangue
umano si porta in terra quello che nei mondi spirituali circonda l'uomo come un ambiente puramente spirituale; e si
sapeva che tutto ci continua a svilupparsi entro il sangue
umano. Nacque cosi la rappresentazione : ex deo nascimur.
Il dio che vive nel sangue, il dio che I'uomo incarnato rappresenta qui, dio Padre.
L'altro polo della vita, la morte, suscita nell'anima un
altro impulso. Nell'uomo deve esistere qualcosa che non si

E-p#ania del Cristo

. 363

esaurisce con la morte. A ci corrisponde unicamente una


rappresentazione del divino per cui il fisico-terrestre possa
trapassare ad un soprasensibile-sapr.fisico. Ci contenuto
nel mistero del Golgota. Il prin~ipio divino del Padre costitu sempre il trapasso dal soprasensibile al sensibile; il principio divino del Figlio segna il trapasso dal sensibile al
soprasensibile. Perci col mistero del Golgota l'idea della
resurrezione necessariamente connessa; perci al cristianesimo appartiene la parola di Paolo, secondo la quale il Cristo
divenuto per l'umanit quello che , solo in quanto il
Ri.sorto.
Attraverso i secoli and sempre pi perduta la comprensione per il Risorto, per il vincitore della morte; e l'illumi~
nata teologia dell'epoca moderna si attenne soltanto all'uomo
Ges di Nazaret. Questo uomo di Nazaret non pot per
costituire, accanto al prin~cipio del Padre, un secondo principio. Poteva s annunziare il Padre, ma non poteva essere
posto accanto al Padre, come ai tempi delle discussioni dei primi cristiani. Accanto al principio del Padre che attua il trapasso fra il soprasensibile e il sensibile (ex deo nasdmur)
sta in vece, pari grado, il divino Figlio che attua il trapasso
tra il sensibile e il soprasensibile (in Christo morimur).
E sopra entrambi, sopra al nascere e al morire, sta un
terzo principio che da entrambi procede, e che a sua volta
pari con gli altri due, col divino Padre e col divino Figlio:
lo spirito, lo Spi.rito Santo. Cosicch nell'uomo sono da ricodeo
noscersi: il trapasso dal soprasensibile al sensibile:
nasdmur; il trapasso dal sensibile al soprasensibile: in. Ohri.sto monmur; e l'unione di entrambi, l'unione dell'uomo con
qualcosa in cui n nascita n morte hanno pi una loro esistenza, il risveglio attraverso lo spirito: per Spitum Sanctum reviviscmus.
La festa di Natale fu per secoli una festa di ricordo. E
quanto di questo ricordo sia andato perduto, risulta dal fatto
che, per la teologia illuminata, del Cristo Ges rimasto solo
il Ges di Nazaret. Ci ci indica anche che oggi la festa
di Natale deve trasformarsi per noi da una semplice festa di
ricordo ad na festa che pone l 'e5igenza di cose nuove. Un

ex

364

Antroposo-fia

nuovo essere deve nascere. La cristiaD.it. ha bisogno di un


rinnovamento, perch, avendo del tutto perduto la comprensione per il Cristo che dimor in Ges di N azaret, essa
perdette con ci il suo vero significato. Questo significato
per noi dobbiamo ritrovarlo. L'umanit deve di nuovo riconoscere che solo con la conoscenza soprasensibile il mistero del Golgota potr essere compreso.
E a questa mancata comprensione per il mistero del Golgota anche un'altra cosa si aggiunta. Noi possiamo guardare al presepio con amore, ma non possiamo guardare pi
con vera comprensione e con saggezza all'unione del Cristo
con l'uomo Ges di Nazaret. E neppure pi possiamo contemplare le altezze celesti col medesimo sentimento con cui
si potevano ancora contemplare al tempo del mistero del
Golgota. Allora si guardava su al cielo stellato; e nel corso
delle stelle, nelle costellazioni, si contemplava qualcos che
era come un'espressione fisionomica dell'ordine animico-spirituale del cosmo. Nel sole si riconosceva qualcosa che era
come il cuore di questo ordine animico-spirituale, di questo
ordine cosmico. E si poteva scorgere nel Cristo lo spirito
dell'elemento sensibile esteriore che ci appare nel meraviglioso mondo stellare.
Per gli uomini moderni il mondo stellare, tutto ci che
si vede lass negli spazi lontani, diventato pi o meno il
risultato di un calcolo, diventato un meccanismo. Ora il
mondo privo di di, privo di divinit. Da questo mondo
privo di divinit che noi oggi investighiamo con la nostra
astronomia ed astrofisica, non avrebbe certo potuto discendere il 'Cristo. Ma per la saggezza originaria questo mondo
era diverso. Questo mondo era il corpo dello spirito divino
universale e dell'anima divina universale. E fu da questo
cosmo spiritualizzato che il Cristo pot discendere sulla terra
e congiungersi, in Ges di Nazaret, con un uomo.
Ci si manifesta in modo profondo nell'evoluzione dell'umanit. In tutti i tempi antecedenti al mistero del Golgota esistevano sulla terra dei misteri, esistevano dei sacri
luoghi che erano insieme anche le pi alte scuole, in cui
anche la vita religiosa veniva coltivata. In questi misteri si

Epifania del Cristo

365

parlava sempre di ci che doveva venire. Si mostrava sempre e ovunque che l'uomo porta in s una forza che vinte
la morte. Questa vittoria sulla morte veniva vissuta in grandiose esperienze dagli iniziati dei misteri.
Chi voleva diventare iniziato, doveva sviluppare in se
stesso una profonda esperienza che gli dava questa sperimentata convinzione: ecco, ora tu hai destato in te qualcosa che
vince la morte. L'iniziato ai misteri sperimentava in immagitJJe ci che soltanto in futuro si sarebbe attuato nel disegno della storia universale. Nei misteri di tutti i paesi e di
tutti i popoli veniva annunziato, come un sacro segreto, che
l'uomo pu vincere la morte. Ma insieme veniva anche mostrato che tutto quanto nei misteri poteva essere rappresentato solo in immagini, si sarebbe attuato un giorno come
fatto unico di tutta la storia del mondo. Il mistero del Golgota fu preannunziato anche dai misteri pagani dell'antichit. Esso fu l'adempimento di tutto ci che ovunque sulla
terra era stato preannunziato nelle sacre sedi.
Quando !'iniziando ai misteri era passato, prima per la
preparazione, e poi per quei difficili esercizi merc i quali nei
tempi antichi si perveniva all'iniziazione, quando aveva di..
staccato l'anima dal corpo e questa nel suo distacco poteva
congiungersi coi mondi spirituali e poteva averne percezioni
al fine di conseguire la persuasione che entro la natura umana
la vita vince sempre la morte, quando era giunto a questo
punto, allora !'iniziando veniva condotto alla profonda esperienza a cui sempre negli antichi misteri si anelava. E questa profonda esperienza consisteva in questo : che davanti
allo sguardo spirituale dell'uomo l'ostacolo della terra, l'osta..
colo della materia, veniva tolto, ed egli poteva contemplare
ci che spirituale e materiale al tempo stesso : il sok.
Viniziando veniva condotto ad una visione misteriosa, ma
ben nota ad ogni iniziato, per cui nell'ora della mezzanotte
egli poteva contemplare il sole attraverso la terra, il sole dal
lato opposto della terra. Attraverso l'evoluzione della storia
pur rimasto all'uomo un istintivo senso delle cose pi satre
e sublimi. Nel corso dei tempi molte cose hanno perduto
di intensit; ma per colui che cerca di essere imparziale,

366

Antroposofia

quell'antico istintivo senso. ancora percepibile. Cos nel


fatto che nella notte fra il 24 e il 25 dicembre in ogni
chiesa cristiana si celebra la messa cli mezzanotte (e la messa
non null'altro che in certo senso un concentrato dei riti
che nei misteri antichi portavano alla contemplazione del
sole di mezzanotte), in questa istituzione della santa messa
di mezzanotte, noi possiamo scorgere un'eco dell'antica ini. .
ziazione che permetteva all'iniziando di contemplare il sole,
a mezzanotte, dalla parte opposta della terra, .e che lo rendeva atto a percepire l'universo in forma spirituale e a sentir
risuonare al tempo stesso attraverso il cosmo la parola cosmica
che, dall'orbita ddle stelle, dalle costellazioni, lo spirito
dell'universo pronunziava.
Il sangue divide gli uomini. Il sangue vincola alla materia terrestre l'essere umano che discende dalle altezze del
cielo. E specialmente nel nostro secolo gli uomini hanno
molto peccato contro il principio del Cristo, in quanto si
sono orientati di nuovo verso il principio del sangue. Ma
ora essi devono ritrovare la via al Cristo Ges, il quale non
parla al sangue, il quale vers il suo sangue e lo congiunse
con la terra, il quale parla invece all'anima ed allo spirito,
e unisce, non separa, tutti gli uomini. Coscch merc la
comprensione della parola universale, ottenuta con l'aiuto del
Cristo, la pace discende sulla terra fra gli uomini.
Pu avvenire dunque che, per lo sguardo animico, l'universo materiale si tramuti di nuovo in ispirito. E ci con. nesso con una festa di Natale concepita in modo nuovo. Il
sole pu ridiventare visibile alla mezzanotte, pu essere riconosciuto nella sua spiritualit. In tal modo possiamo giungere a comprendere l'essere sopraterrestre del Cristo, l'essere
solare che si congiunto in terra con l'uomo Ges di Nazaret.
E possiamq anche comprendere che cosa dovr esplicarsi fra
i popoli della terra, in virt del senso di pace che veramente
li unisce: Le divine entit si rivelano nelle altezze, e
merc queste rivelazioni, la pace risuona nei cuori umani che
hanno buona volont.
Queste sono le parole natalizie, questa l'armonia fra la
pace in terra e la luce divina che irraggia su di essa. Non

Epifania del Crfrto

367

basta ricordarsi del giorno della nativit di Ges. Occorre


rendersi conto che una nuova festa di Natale deve venire,
che qualcosa deve nascere, che una nuova festa ~atalizia
deve nascere nell'epoca attuale per il prossimo avvenire, .che
un nuovo impulso del Cristo deve nascere, e che il Cristo
deve esser~ riconosciuto merc questo nuovo impulso. Dobbiamo di nuovo imparare a ~omprendere che i celesti mondi
divio-spirituali e il mondo terreno fisico-sensibile sono uniti
fra loro, e che il mistero del Golgota l'espressione pi significati va per questa unione. Dobbiamo di nuovo imparare a
comprendere perch alla mezzanotte di Natale risuoni per
noi in certo modo l'esortazione a riflettere sull'origine divino-spirituale degli uomini; perch proprio in quel momento risuoni per noi l'esortazione a concepire unite fra loro
la gloria in cielo e _la pace in terra.
Ma questo potremo raggiungerlo soltanto se riusciremo
a comprendere il Natale cosmico, e non ci accontenteremo
di scambiarci dei regali per Natale, secondo un'antica e
tradizionale usanza sorta appunto quando il caldo sentimento
che per secoli aveva animato la cristianit and perduto. Oggi
noi abbiamo la necessit di un nuovo Nat~e, di un Natale
che non soltanto ci rammenti l'avvenuta nascita di Ges di
Nazaret, ma che ci porti ad una nuova nascita: alla nascita
di un nuovo impulso del Cristo.
Dobbiamo di nuovo imparare a comprendere con
grande consapevolezza che nel mistero del Golgota un
soprasensibile a manifestarsi entro la sfera sensibile della
terra. Dobbiamo comprendere di nuovo con grande consapevolezza ci che risuonava nei misteri antichi. Allora era un
risuonare istintivo quello: oggi dobbiamo accoglierlo con
coscienza desta. Dobbiamo comprendere di nuovo che l'~o
mo pu percepire il sole di mezzanotte, che l'uomo pu
sentire a mezzanotte, come ~rmonia delle sfere, il mirabile
accordo fra la rivelazione celeste e la pace terrena. Purch
il Natale ridiventi per lui un alcunch di reale.

***

In tal senso sono state trascritte le parole che per profondissime ragioni possiamo dedicare . al Natale. Queste pa-

368

Antroposofia

role riassumono tutto quanto in quest'ora ho voluto offrire


alle vostre anime, ai vostri cuori. Esse vogliono significare
che, in virt della comprensione spirituale del Cristo, oggi
noi possiamo giungere di nuovo a quella che hn. tempo era
una saggezza umana primordiale e istintiva, i cui residui,
ali' epoca del mistero del Golgota, permettevano ancora agli
uomini di celebrare la festa della comparsa del Cristo, l' epi-

fania.
Ora no! vogliamo comprendere di nuovo l'essere cosmico
del Cristo che si congiunto con la terra. E il tempo in cui
ci potr avvenire per una gran parte dell'umari.it sulla
terra il tempo del Natale cosmico, del Natale nuovo a cui
intensamente aneliamo. Allora diventeranno vivi in noi quei
sentimenti che ho cercato di esprimere cos :

Alto contempla a mezzanotte il sole.


Sulla polvere edt]ca le mtfra.
Ritrova nella 11J()rte un germe vivo,
e nel tramonto un raggio tnattuti.no.
Pronunzi il cielo la parola eterna,
la terra il pegno serbi. della paC'C.
Nelle tenebre vivi e accendi un sole.
Ne.I corpo i"l gaudio apprendi dello spirito.

INNO PALEOCRISTIANO
O notte, pi del giorno luminosa
e pi del sole chiara J
Tu notte, assai pi bianca della neve,
pi dei lumi splendentd
Del paradiso pi soave, o notte,
libera dalla tenebra!
Notte, che scacci il sonno
..e a vegliare con gli angeli c'induci!
Notte, per tutto un anno o tu invocata,
o dell'ecclesia tu, notte nuzialel
Madre dei nuovi illuminati, o notte,
che disarmi il demonio t
O notte, in cui l'erede
l'erede adduce nell'eredit!
(Versione dal greco di G.

S.4.N'rAMARIA)

Winfried Gurlitt
PENSIERI DI RUDOLF STEINER
SULLA SUA SCIENZA OCCULTA (*)
(Nel cinquantenario della pubblicazione)
Nel corso degli anni,. Rudolf Steiner forni importanti
schiarimenti intorno al suo libro La tcienza occulta nelle sue
linee generali, pubblicato per la prima volta nel 1909. A cinque decenni dalla prima edizione lecito chiedersi su quale
comprensione pos~a oggi contare quell'opera. Anzitutto per
sono le osservazioni fatte dall'autore stesso, nel corso degli
anni, su questa sua opera principale a costituire per il lettore
odierno un contributo importante per penetrare nei nessi
spirituali in cui va veduto questo, ch' forse il libro pi
straordinario dei tempi recenti.
Un'informazione importante sulla sua formazione si
trova nella prefazione alla sedicesima edizione del libro : si
tratta dell'ultima prefazione scritta dallo Steiner nel gennaio
1925, cio poc prima di morire. Vi si legge che in origine
l'autore aveva l'intenzione di inserire il contenuto della
Scienza occulta come ultimo capitolo nel libro Teosofia, apparso nell'anno precedente. Poich per i nessi cosmici che
dovevano essere descritti non erano ancora tanto chiari nell'anima dell'autore, quanto occorreva per la loro esposizione,
egli si decise a pubblicare la Teosofia nella forma nota e
a condurre a termine successivamente con tutta calma la
Scienza occulta. >>.
Nella sua autobiografia La mi.a vita, Rudolf Steiner si
esprime cos sul processo di maturazione delle conoscenze
soprasensibili : Questo sentir mature le conoscenze un
punto essenziale nell'indagine del mondo spirituale. E per
aver questa sensazione bisogna avere sperimentato il modo
() Das Goetheanum, 14 giugno 1959.

La Scienza Occulta

371

come una visione comincia ad emergere dall'anima; al principio la si sente opaca, non definita nei suoi contorni; allora
bisogna lasciarla ridiscendere nelle profondit dell'anima, perch maturi. La- coscienza non ancora giunta al punto di
poterne afferrare il contenuto spirituale. Bisogna che l'anima
nelle sue profondit spirituali possa rimaner congiunta con
quel contenuto, nel mondo spirituale, indisturbata dalla coscienza.
Questa osservazione getta luce su quella contenuta nella
prefazione sopra citata, circa le ragioni pi profonde per cui
il contenuto della scienza occulta non venne pubblicato prima. Nella stessa prefazione si legge del resto che anche nel
1909 la pubblicazione del libro appariva un cc rischio.
Sul modo come un libro antroposofico debba venir accolto dal lettore, nell'autobiografia ( cap. XXXIIl) si trovano
akune osservazioni, fatte a proposito di Teosofia, che valgono
peraltro anche per La scienza occulta e che si conchiudono
con le parole: cc Un libro antroposofco giustamei:ite compreso dev'essere un risvegliatore della vita spirituale nel lettore, non una somma di nozioni. Il leggerlo non dev'essere
una semplice lettura, ma un'esperienza viva, accompagnata
da interiori sconvolgimenti, tensioni e soluzioni. questa
del resto un'esigenza che ricorda la descrizione aristotelica
dell'effetto della tragedia sullo spettatore. Si potr con profitto rileggere quel capitolo dell'autobiografia.

***
Volgiamoci ora al contenuto della Scienza occulta e precisamente cominciamo a considerare la struttura dell'opera.
A questo proposito si trova un accenno del massimo interesse
nella prima conferenza del ciclo intitolato La Bagavad Gita
e le lettere dt Paolo, conferenza tenuta a Colonia il 28 dicembre 1912. Si schiudono immani prospettive della storia
spirituale dell'umanit. R. Steiner parlava delle tre importanti correnti orientali, quelle dei Veda, del Sankya e dello
Yoga, che confluiscono nel grande poema indiano della Bagavad Gita. Dopo avere esaurientemente descritto le caratte0

372

Antroposofia

ristiche di queste tre correnti, l'autore prosegue: Anche


nella nostra Scienza occulta potrete ritrovarle tutte e tre. L
dove, .nei primi capitoli del libro, ho trattato della costituzione umana, del sonno e della veglia, della vita e della
morte, avrete ci che, in senso moderno, pu chiamarsi filosofia Sankya. Nei capitoli sull'evoluzione cosmica, da Saturno ai tempi nostri, avrete l'elaborazione adatta ai nostri
tempi della filosofia dei Veda; e infine, negli ultimi capitoli,
dove si tratta della disciplina occulta, troverete elaborato per
il nostro tempo lo Yaga >). Che per si tratti ugualmente di
una creazione conforme allo spirito dell' eta moderna, viene
detto esplidtamente poco pi avanti : cc Avrete notato che n'ella mia Sc.enza occulta viene fatto il tentativo di trar fuori le
cose solo da loro stesse. In nessun punto ci si richiama_ a precedenti storici. questo, in realt, un accenno molto importante agli sfondi storico-spirituali e al segreto della composizione della Sdenza occulta.
ben naturale che pi tardi lo Steiner, proprio quando
trattava argomenti cosmologici, si richiamasse esplicitamente
alla Scienza occulta come all'opera principale. Infatti, invece
di diventare un'appendice del libro Teosofia, si pu ben dire
che nei primi capitoli della Scienza occulta, che abbiamo veduto caratterizzati come un rinnovamento della filosofia Sankya, sia esposto nuovamente, e in forma diversa, tutto quanto
il contenuto di Teosofia.
Invece il capitolo L'evoluzione del mondo e l'uomo contiene il vero nucleo centrale dell'opera, quella parte cio che
Rudolf Steiner tratt solo una volta a quel modo in forma
di libro : cio la cosmogonia. (Mentre della seguente terza
parte La conoscenza dei mondi superiori possiamo dire che
si tratta di una rielaborazione, in forma leggermente diversa,
del contenuto del libro L'lniziazfone e di altri scritti relativi
al sentiero della conoscenza).
Ora, sulla parte centrale che, anche per la sua estensione,
la pi caratteristica della Scienza occulta, disponiamo di
diversi significativi accenni dello Steiner. Essi si riferiscono
in parte al contenuto, in parte al metodo applicato, e in
parte a nessi storico-spirituali.

La Sdenza Occulta

Malgrado la novit, incredibilmente audace per la c<r


scienza d'oggi, dei processi evolutivi cosmici ivi descritti,
l'autore defin come exoterica quella descrizione. L'aspetto pi propriamente esoterico dei medesimi processi cosmologid egli lo descrisse nelle conferenze tenute a Berlino
tre anni dopo la pubblicazione del libro, sotto il. titolo L'evoluzione dal punto di vista del t'eri/e. Da un punto di vista
piuttosto storico un analogo approfondimento del contenuto
avvenne dodici anni pi tardi, nella prima delle conferenze
su Le sedi dei. misteri ne} medioevo (Dornach, 4 gennaio
1924). Vi si legge: Quando scrissi la mia Scienza occulta mi
trovai costretto a esporre l'evoluzione della terra almeno un
poco in accordo con le concezioni usuali del presente.
Al lettore e allo studioso d'oggi converr pertanto, nell'affrontare La sdenza occulta, di tenere presenti anche queste altre descrizioni, che furono bens date oralmente e in
ambiente ristretto, ma che nel frattempo sono state pubblicate.
Molto pi difficile farsi un'idea del metodo applicato
dallo Steiner e di valutare nel giusto modo le sue spiegazioni
in proposito. La pi importante si trova forse nell'ultima delle citate conferenze su Le sedi dei misteri nel medioevo, l
dove dice : Adesso, dopo avere compreso il principio dell'iniziazione rosicruciana come noi lo intendiamo, provate a
studiare lo haeckelismo con tutta la sua impostazione materialistica; studiatelo e poi fatevi compenetrare dai metodi di
conoscenza che stanno alla base del libro L'iniziazione. Quello che potete apprendere, magari in una forma un po' ripugnante; nell'opera di Haeckel Antropogenia: sugli antenatidell'uomo, imparatelo pure, e proprio in quella forma ripugnante, imparate tutto quanto la scienza naturale pu insegnare in proposito, e poi offritelo agli di: troverete allora
quanto narrato intorno all'evoluzione nella mia Sden.za

occtilta .
Se si tiene a raffronto questa testimonianza dell'autore con
quella, pi sopra citata, in cui dice che in questa storia del1'evoluzione rivive la filosofia vedanta, ne risulta un poderoso
confluire di motivi. Quanto allo haeckelismo, potremmo forse

374

Antroposofia

affermare che il capitolo L'evoluzione del mondo e l'uomo si


fonda sopra una coerente applicazione della legge biogenetica
fondamentale, metamorfosata nella visione spirituale. In altra
occasione e connessione, lo Steiner ebbe a dire che nella sua
Scienza occulta sono stati intessuti ed elaborati tutti i rispettivi risultati della scienza moderna, anche se non facile
avvedersene.
Da questo punto di vista risulta evidente il distacco dall'unico libro moderno col quale si potrebbe stabilire un confronto, cio la Dotttina segreta di H. P. Blavatzki. Lo Steiner
ha parlato spesso di questo libro e della sua autrice; ma in
questa sede c'interessa soprattutto un'importante osservazione
da lui fatta appunto in relazione alla sua Scienza occulta. La
troviamo nelle ultime conferenze da lui tenute all'estero,
pubblicate col titolo: Coscienza d'iniziato. Verit ed errore
ne/l'indagine spitituale (Torquay, 1924). (*)
Se dunque, negli anni 1906-1909, io ho descritto nella mia Scienza occulta le precedenti incorporazioni della terra: l'antica Luna, l'antico Sole e l'antico Saturno, Rotete
constatare che non mi sono arrestato allo stadio dell'antica
Luna (come fece la Blavatzki), ma sono risalito fino a Saturno; mentre tutti gli iniziati che trattarono questi argomenti si
sono fermati fra la Luna e il Sole, cio descrissero solo lo
stadio lunare... In breve, con i concetti esposti da me non si
riesce neppure a intendersi con gli iniziati. E soltanto quando
(appunto negli anni 1906-1909) riuscii ad impregnare l'anima con le idee scientifiche moderne, per portarle nella regione in cui di solito si trovano le immaginazioni (*), mi fu
possibile penetrare oltre, fino all'antico Sole e a Saturno:
non che usassi le concezioni scientifiche come mezzo di conoscenza, al modo di Haeckel e di Huxley, ma me ne
valsi come attivit interiore, per superare quella limitazione
a cui soggiacquero gli iniziati, nel tempo in cui il pensiero
scientifico moderno non si era ancora sviluppato e in cui
pertanto si poteva pervenire alla coscienza superiore solo
() PubbJicato in italiano dall'editore Laterza; esaurito.
() Si confronti Ja citazione precedente.

La. Sdenza Occulta

375

mediante l'impregnazione del mondo dei sogni con le immaginazioni. Nel redigere la mia Scienza occulta venne
quindi fatto il tentativo di accogliere interiormente quel
mondo pienamente cosciente di idee che di solito si riferisce
solo agli oggetti naturali esterni, e di impregnarne il mondo
immaginativo. Allora si dischiuse la possibilit di penetrare
in tutta la catena di Saturno, Sole, Luna; allora si giunse a
indagare, qui sulla terra, quello che anche gli antichi iniziati
conoscevano.
Vedete, io vi racconto come si svolse il cammino di questa conoscenza affinch impariate come si svolgano queste
cose. Potreste ribattermi che si tratta di qualcosa di personale. Ma in questo caso il personale cosa del tutto oggettiva. E se si criticato qualcosa della mia Scienza occu/,ta
proprio il fatto che essa scritta come un trattato matematico, senza alcun tentativo di immettervi alcunch di soggettivo; proprio il fatto di avere descritto tutto questo processo, come l'ho or ora ricordato, con freddezza matematica... .
Qualche altr~ particolare in proposito andrebbe letto nel
contesto, poich non si presta a venir citato isolatamente.
Dovrebbero per bastare i luoghi fin qui citati per mostrare
che Rudolf Steiner si sforzato, nel corso degli anni, di
fornire diversi spunti per la comprensione di questa sua
opera. E sembra essere una delle differenze, fra l'epoca della
prima pubblicazione e i giorni nostri, il fatto che oggi si
debba contare su un pubblico di lettori che vuole servirsi di
quelle indicazioni dell'autore per comprendere lo sfondo
gnoseologico del libro in questione.
Quanto ai dati cristologici contenuti nella Scienza occulta, troviamo una importante osservazione nel libro di
R. Steiner Il cristi.anesimo co-me fatto misti.ca : Quanto va
detto su questi fatti, dal punto di vista delle conoscenze dei
misteri arricchite dall'evento del Cristo, si ritrova nella mia
Scienza occulta. Anche queste parole accennano a importanti connessioni e richiedono da parte del lettore un serio

approfondimento.
Ancora una parola sulla .rpede di lettori che Rudolf

376

Antroposofia

Steiner si augurava e sull'effetto ch'egli si riprometteva da


un'adeguata lettura dei suoi libri. Su questo punto egli cos
ebbe ad esprimersi, a Dornach, nel 1914, nel corso di un
ciclo di conferenze : In questi libri si trovano molte cose
e si potrebbero scoprire proprio solo con la lettura, purch
si legga col cuore, con tutta l'anima! Ma i libri scritti sul
terreno della scienza dello spirito in genere non vengono
letti con 1'attenzione che per essi necessaria. Proprio no :
altrimenti, dopo la pubblicazione di Teosofia, dell'Iniziazione
e mettiamo pure anche della Scienza occtilta, tutti i cicli di
conferenze avrebbero potuto essere scritti o tenuti da qualcun altrof In fondo, in quei libri si trova gi tutto. Solo che
di solito non lo si trede... .

OMAGGIO AD ALBERT STEFFEN

Il IO dicembre 1959 Albert Steffen compie 75 anni.


In questa lieta ricorrenza la rivista Antroposofia che,
sin dal suo primo nascere, ha ricevuto in dono via via per
le sue pagine le vive impronte dell'opera multiforme di
questo grande poeta, drammaturgo, romanziere, saggista, esprime a lui ton commozione tutta la sua gratitudine e il
suo augurio.
Per rendergli onore, ne rievoca l'immagine a cui Rinaldo Kiifferle, quasi alla vigili della sua morte, diede vita
sulle pagine stesse di questa rivista (*).
L'immagine una e trina: quella di un saggio vene~
randa che attraverso i settenni della sua vita avanza sul sentiero della conoscenza, e dell'esperienza, ascendendo sempre
pi in alto nell'universo e discendendo sempre pi . profondamente nell'uomo; ed . anche l'immagine di un poeta e
sacerdote insieme, che sacrifica sull'altare dell'arte, trasmutando ~ male in bene per virt d'amore. Gli stanno nelle
due marii, sacre offerte, un giglio bianco ed una rosa rossa.
Possa questa luminosa immagine ~i Albert Steffen, discepolo di Rudolf Steiner, star sempre nell'anima non solo
del poeta defunto che la cre, ma anche di tutti coloro che
sulle pagine di Antroposofia trovano un alimento per lo
spirito.

Per festeggiare i settantacinque anni di Albert Steffen


verr rappresentato sulla scena del Goetheanum, a Oornach,
il stio dramma Das Todeserlebnts des Manes (Manes e fa
morte). In quest'opera, documento di altissima poesia e potenza drammatica, Albert Steffen ha voluto rappresentare
liberamente il destino personale di Manes.
In una sua introduzione al dramma, egli stesso si espri-

Confronta la poesia di Rinaldo Kil.fferle: Per Albert Steffen, apparsa su


Antroposofia nel novembre 1954.

378

Antroposofia

me in proposito. Ci dice che nel manicheismo da riconoscersi un'autentica vione del mondo, ossia una concezione
espressa in immagi.ni, e non soltanto in idee. Manes fu non
solo un pensatore, ma anche un artista. Goethe per esempio
ne parla come di un pittore; ma egli fu anche un musicista
e fra l'altro l'inventore di un certo tipo di liuto. Perci nel
suo dramma Albert Steffen lo rappresenta come l'unificat9re di scienza, arte e religione.
In alcuni papiri scoperti i~ Egitto, si trova una testimonianza di Manes stesso: Egli (il Paracleto v~vente) mi rivel
il profondo mistero occultato ai mondi e alle generazioni :
il mistero della profondit e dell'altezza; mi rivel il mistero della luce e della tenebra, il mistero della lotta,1 il mistero della guerra che la tenebra scaten. Mi rivel the la
luce e la tenebra, con la loro mescolanza, hanno edificato
il mondo. Mi rivel la creazione di Adamo primo uomo.
L'intento di Manes fu di trasformare i misteri precristiani secondo l'impulso del Cristo; e nel cristianesimo egli
non si attenne al dogmatismo e al potere temporale, ma a
quel regno che non di questo mondo.
Nel dramma di Albert Steffen ci appare- sulla scena,
fra l'altro, reso immagine, lo sguardo spirituale di Manes,
che risale ai primordi in cui l'umanit non era ancora smembrata nelle diverse religioni. Appare a lui, morente, No che
riusd a salvare dal diluvio universale i misteri del pane, e
che fu anche il primo coltivatore della vite. I suoi figli rac.;
colti intorno a lui impersonano gli archetipi delle razze umane.Ma al suo occhio preveggente appare anche la figura di
Melchisedec, il re sacerdote, che gli addita la via dai misteri
precristiani al Golgota, preannunziando la futura unit del
l'umanit e la risurrezione del Cristo, nuovo Adamo.
Nel dramma di Albert Steffen Manes ci appare anche
come investigatore dei misteri della terra e del cielo. Al suo
sguardo spirituale si palesano la Terra Lucida e la Terra
Pestifera. Egli in grado di contemplare il passato e l'av~
venire della terra. E dagli abissi in cui domina il principio
della tenebra, emerge il suo grande nemico, il defunto re
Sciapur, che lo supplica di aiuto per poter giungere alla

Omaggio ad AJ.bert Steffen

379

luce. Cos, per mezzo del suo nemico morto che ora gli chiede aiuto e vuol riconciliarsi con lui, Manes presagisce il significato ddla morte, della morte che af't"e l'adito a/,le stelle.

Sar certo gradito ai lettori di An"tt"oposofia trovar riprodotti qui alcuni passi significativi di questo meraviglioso
dramma, che una glorificazione dello spirito vivente e
trionfante sopra ogni possibile forma di rovina fisica.
I versi che seguono sono tratti dalla bellissima traduzione poetica italiana che Lina Schwarz fece di quest'opera
e pubblic col titolo Manes e la 1110rte. E a maggi.or ragione ci sar gradito ai lettori, in quanto questa traduzione
poetica italiana . oggi esaurita.
No, la potenza che d morte, vive
nella materia stessa, nelle fiamme
tenebrose, nel centro della terra
ov' la forza che frantuma l'essere.
La terra alberga il Corpo della Luce
che ha superato l'annichilamento,
ma alberga pure il corpo di colui
che da se stesso si tolse la vita
e da s volle l'autodistruzione.
Per diventare bene il mal pu solo
superare se stesso e tramutarsi.
Ma ci non osa colui che s'annienta.
Giuda pensa che Cristo non perdoni.
Ei non vede l'azion che salva il mondo,
perch in Ges cerca soltanto l'uomo
eh'ei trarli, per amor. mutato in tenebra,
e nulla sa del luminoso amore.
Cristo ~ lui non appar Figlio del Sole,
perch col suicidio s' accecato.
Or chi gli d novella della luce
che gli riapra rocchio a veder Dio?

380

Antroposofia
.......Ornar con le mie mani
queste volte vorrei con le figure
dei magni Spirti che annunziaron Cristo :
qui sorgere dovrebbe Zaratustra,
qui Orfeo, Sciziano, Terebinto, Budda...
Della Luce del Mondo ai nostri cuori
sono un ponte i colori, e voglio dirlo..
Ma chi ad Abramo mai ferm la mano,
sl che olocausto fu l'ariete solo?
Chi gli spediva messaggero I'Angelo
di Geova, il comando a revocare?
Si, fu Melchisedec, il Sacerdote
solare a cui dodici Re, celesti
messaggeri, stellari ambasciatori,
Gerusalemme eressero, la santa
citt dalle divine proporzioni ...
Oh, il volto del solare Jerofante
come oro e gemme superar di luce
dovrebbe Abramo che ad Isacco appresta
nel pallore lunare il sacrificio r
Or siete giunti, figli. Io v'ho chiamati
senza saperlo. Il mio sapere spento
dal di che ndla vigna ebbro mi videro
i figli e desolati mi fuggirono.
Quanto mutati ora tornate, quanto!
Somigliavate un tempo a quella vostra
madre dal volto pallido, lunare;
or siete fatti gialli e bruni e neri,
pari alle donne che prendeste in mogli;
ed io pari a colei che mi fu tolta,
alla mia donna, bianca nella morte.
Pur, dopo morta, mi divenne stella.
Venite, ch'io vi benedica, o figli!
Voi l'uno all'altro siete ormai, lo vedo,
stranieri, e sempre pi divergereste,

Omaggio ad Albert Steffen


ove I'origin non sapeste, Adamo.
Al principio ei non era come noi
di terra; prima di cader nel fondo,
d'aria, luce e calore ,egli .era, un Angelo.
Come fulgido allor c~e sopra i mari
risplendeva nell'albe e nei tramonti!
Nel suo sembiante gli Elohi~ parlavano.
E quando scese in terra era di pura
luce solare il corpo suo tessuto,
non grave ancor di colpa, incorruttibile;
questo immortal sussiste e dee prestare
aiuto a noi nati di terra ...
Conosci il bimbo, pi .savio di Sem?
Di Sem l'intelligenza ormai corrotta
egli trasmuta, perch porta in s
l'innocenza del grano e della vite.
Ti fa gustare il pane e il vino. E porta
il viatico santo innanzi a te,
finch tu giunga al centro della terra.
S'apre da s lo spacco cruciforme,
da sud a nord, e da occidente a. oriente;
l sosta, e inuma la salma di Adamo.
Spartisci fra le genti il vital cibo,
fin ch'Ei stesso verr, Figlio del Sole,
ed offrir il. suo corpo in sacrificio.

381

INDICE GENERALE DELL'ANNO 1959

R.
R.

Parole di verit
I f ondamenti filosofici de/l'antroposofia (conferenza) .
A. STEFFEN - Dei rapporti fra i vivi e i morti .
R. KiiFFERLE - Idillio (poesia) .
R. STEINER - Parole di verit
R. STEINER - I quattro sacri.fici del Orlsto (conferenza) .
A. STEFFEN - Poesi.a .
A. BARGERO - Il respiro dell'uomo .
I. CATTANEO - Modigliani
R. STEINER - Parole di verit .
R. STEINER - Il mito di Baldur (conferenza) .
A. STEFFEN - La gi,ovent mezzo secolo fa e oggi
E. M~zzA - Preghiera (poesia)
H. KNAUER - I fondamenti storico-spiritua/,i dell'antroposofia e il Goetheanum .
R. STEINER - Parole di verit .
.
R. STEINER - Significato della Pasqua (conferenza).
.
A. STEFFEN - Meditazione nel pensiero dei de-
funti
L. LocHER ERNsT - L'U<Jn'JO fra dedizione e conoscenza
H. KNAUER - Conoscenza dello spirito e della
natura
R. STEINER - Parole di verit .
R. STEINER - L'impulso divino che attravers la
morte (conferenza) .
A. PALATINI - Versi inedi'ti .
H. KNAuER - Conoscenza dello spi-rito e della
natura (fine) .
A. HEUSER - L'anima del bambi.no e lo spin"to
della scuola
K. EGB - Preparazione all'insegnamento
STEINER -

Pag.

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383

Indice generale

R.
R.

Parole di verit
cielo e terra passeranno, ma le mie
parole non passeranno (conferenza) .
STEINER -

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321

STEINER -

A. STEFFEN - Afonsmi .
A. PusCKIN - La ncordanza (poesia)
R. OP1Tz - Considerazioni sul concetto scientifico-spi:rituale di memoria .
G. lliRTMANN - Anselmo da Canterbury
R. STEINER - Parole di vcri.t

R. STEINER - L'anelito spirU'ale dell'epoca attuale ( onferenza)


A. STEFFEN - Aformi
S. ScHWARZ CoLoRNI - Un motivo (poesia).

W.

GoETHE -

R.

STEINER -

Pensieri
Parole di veri.t
R STEINER - Morte e immortalit (conferenza) .
I. Bim1N - La. luna (poesia) .
A. STEFFEN - f>iventare discepoli
R STEINER - Parole di ven't
Ricorrenza di San Michele
R. STEINER - Esperienze dell'anima durante il
sonno (conferenza)
A. STEFFEN - Dal Libro dei ricordi
R. M. RILKE - Gli specchi (poesia) .
F. HIEBEL - L'irruzione nel mondo notturno
del/' umani.t
A. BARGERO - OonsMerazioni sul procesto di nutnzione nell'uomo
R. STEINER - Parole di verit
R. STEINER - Potenze ludferiche e poten.ze ari-maniche (conferenza)
A. STEFFEN - Ferree necessit .
G. WACHSMUTH - L'azione spiri.tua/e di Rudolf
Steiner
J. LEIBL - Aforismi .
.
S. ScHWARZ CoLoRNI - Due motivi (poesia).
S. R1HOUET CoROZE - Il pensiero che guansce.
R. STEINER - Parole di verit

384

Antropoiofia

R.

STEINER - L'uomo tra la m"vrte e la nuova


nascita (conferenza)
G. SANTAMARIA - Nouembre (poesia)
A. STEFFHN - CriminaNt gfovamle.
H. GnBERT - Mon Faust di Paul Valry
H. KNAuER - L'energi.a atomica e l'avvenire dell'umanit .
R. STEINER - Parole di verlt
R. STEINER - E-pt"fania del Crto (conferenza) .
Inno paleocristiano
W. GURLI'IT - Pensieri di Rudolf Steiner sulla
sua cc Scienza Occulta .
Omaggio ad Albert Stefjen .

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ERRATA-CORRIGE
Nel fascicolo di agosto, a pag. 254, per una svista del
tipografo, l'articolo di Albert Ste.ffen: IJiventare discepoli,
apparso senza il nome dell'autore.

Dir. resp.

SILVIA ScHWARZ CoLoRNr,


Direzione e amministraz.: presso L'Editrice Scientifica, Via Ariberto 20, Milano
Tcl. 85.02..74

La propriet letteraria riservata agli aulori


Traduzioni autorizzate
Arti Grafiche Fratelli Memo - Via Rinuccini, 5 - Milano

Autorizzazione Reg. Cane. Tribunale Milano n. 3907 - 27 dicembre 1955

UN V ADE-MECUM PER IL 1960

RUDOLF STEINER

CALENDARIO DELL'ANIMA
L. 400
In questo calcndano dato, per ogni settimana, un
versetto. L'anima che di settimana in settimana voglia meditare sopra i corrispondenti versetti, apprender a partecipare al mutarsi delle stagioni e
a. sentirsi inserita nel divenire dell'anno. L' esercizio di questo calendano suscita nell'anima forze
portanti.
Ordinare il fascicolo a L' Editnce Scienn'fica
Via Ariberto 20, Milano - Tel. 850.274

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