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ANTROPOSOFIA

RIVISTA MENSILE

DI SCIENZA DELLO SPIRITO

INDICE: R. STEINER, Parole di veri~, pag. I ; R. STEINER,


Istinti sociali e antisociali nell'uomo ( conferenza), pag 2; A.
STEFFEN, Consiglio, pag~ 17; M. LCHVITSKAIA, Dalle Poe. :- sie, pag. 19; H. POPPELDAUM, Illusioni sullo spazio cosmico,
pag. 20;

P. LussEYRAN,Il

riflesso artificiale, pag. 26.

ANNO XV N. I
~L'EDITRICE
SCIENTIFICA

GENNAIO 1960
MILANO

AVVERTENZA

Lo scopo di questa rivista di far conoscere in Italia


ci che la scienza de1lo spirito, il cui centro di studi la
libera Universit di Dornach (Basilea), ha da dire intorno
all'uomo e alla sua evoluzione nel cosmo.
Come qualsiasi altra scienza, l'antroposofia usa un linguaggio tecnico, la cui chiave si trova nelle due opere fondamentali di R. Steiner: Teosofia (L'Editrice Scientifica) e
lA sdenza occulta (Laterza).

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Via Ariberto 20, Milano, tel. 850.274. Chi non abbia ancora
provveduto al rinnotJamento del'associazione, pregato di
farlo per assicurarsiil regolare invio della rivista.

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ANTROPOSOFI

RIVISTA MENSILE DI SCIENZA DELLO SPIRITO


ANNO XV - N. I

GENNAIO 1960

Rudolf Steiner

PAROLE DI VERITA
un alito spirato dallo spirito

.
l'io che, entrando nel corpo col risveglio
e uscendone col sonno,
- ente vero in perenne divenire s sperimenta in esistenza alterna.
Nell'alitar degli spiriti in coro
io sono come l'aria nel polmone.
Io polmone non son_o,
io sono un soffio d'aria.
Ma pur polmone quel che sa di me.
S'io questo ho concepito,
-allor mi so nel!'universo spirito.

Rudolf Stei.ner

ISTINTI SOCIALI E ANTISOCIALI NELL'UOMO

Conferenzatenuta a Berna il ll Dicembre 1918 (*)


Il nostro tempo palesa gi con sufficiente chiarezza l' esigenza che anche alle condizioni della nostra epoca vengano
applicati quei sentimenti e quelle considerazioni a cui si pu
giungere immergendosi nella scienza dello spirito. E non
sono soltanto le condizioni esterne a parlare oggi un chiaro
linguaggio, ma la nostra concezione scientifico-spirituale
stessa a giust~ficare in certo senso questo linguaggio. In
molte delle nostre considerazioni abbiamo preso le mosse
da un fatto fondamentale dell'evoluzione umana: dal fatto
che questa evoluzione si svolge in tappe successive di cui
per noi la pi significativa, quella che in certo modo oggi
ci riguarda pi da vicino, ha avuto inizio, come sappiamo,
con la grande catastrofe atlntica; di questa grande epoca
postatlantica quattro tappe sono gi trascorse, ed oggi noi
viviamo nella quinta. E questa nostra tappa evolutiva che
ha avuto inizio nel secolo XV dell'ra cristiana, quella che
noi possiamo chiamare l'epoca dell'anima cosciente. Negli
altri periodi di civilt si sono sviluppate specialmente le
altre forze dell'anima umana. Nel nostro attuale periodo
di civilt che a partire dalla prima met 'del secolo XV
appunto succeduto al periodo greco-latino, l'umanit deve
a poco a poco sviluppare l'anima cosciente. Nel periodo precedente, iniziato nel secolo VIII a.C. e terminato nel secolo
XV d.C., l'umanit ba sviluppato principalmente, per quanto
concerne la civilt, l'anima razionale.
Non occorre ora dilungarsi nella caratterizzazione 'di
queste varie tappe : cerchiamo piuttosto
considerare quale

ai

() Da uno stenogramma non riveduto dal conferenziere.

Istinti soaali e antisociali


sia il carattere particolare dell'epoca nostra, di questa. nostra
epoca che ha dietro di s ancora relativamente pochi secolL
Normalmente infatti un'epoca dura in media poco pi di
duemila anni. Molto du~que alla nostra epoca dell'anima
cosciente resta ancora da assolvere. In questa nostra epoca
l'umanit civilizzata avr il compito di accogliere in s
l'essere umano intero, di porlo sui suoi propri piedi, e di
sollevare alla piena luce della coscienza molto, enormemente
molto di quello che l'uomo, in epoche precedenti, sentiva
e giudicava istintivamente.
Molte difficolt e molti elementi caotici che nella nostra
epoca ci circondano, ci appariranno subito spiegabili se si
terr conto che nella nostra epoca il compito dell'anima
cosciente di sollevarea cosci.enzaciche istintivo. L'istintivo infatti si attua in certo modo di per s; quel che invece
ha da attuarsi coscientmente, esige .che l'uomo si sforzi interiorr:nente, e innanzi tutto che cominci veramente a pensare fondandosi sul suo essere intero. E l'uomo di questo ha
paura. Questo qualcosa che l'uomo non fa volentieri, di
contribuire consapevolmente a configurare le condizioni del
mondo. Inoltre sopra questo punto gli uomini si fannq ancora molte illusioni . . Oggi gli uomini pensano: ec:co, noi
viviamo proprio nell'epoca dello sviluppo del pensiero. Gli
uomini sono fieri che oggi si pensi assai pi che in passato.
Ma questa soprattutto un'illusione, una delle molte illusioni di cui oggi vive l'umanit. Questo che rende tanto orgogliosi gli uomini, il concepir pensieri, questo per lo piu
un fatto istintivo. E solo quando diventer attivo quell'elemento istintivo che si affermato nell'evoluzione dell'umanit e che oggi si manifesta ndl' essere fieri del nostro pensiero, .quando l'elemento intellettuale scaturir realmente non
soltanto dal cervell, ma dall'uomo intero, quando l'elemento intellettuale sar considerato soltanto una parte dell'intera
vita spirituale, quando esso sar sottratto all'elemento razionalistico e si innalzer all'immaginativo, all'ispirativo, all'intuitivo, solo allora a poco a poco si far strada ci che cerca di
affermarsi in questa nostra quinta epoca postatlantica dell'anima cosciente. Oggi perfino gli spiriti pi mondani additano,

Antroposofia

in questo carattere particolare della nostra epoca, a qualcosa


che sempre di nuovo dobbiamo menzionare : al sorgere del cosiddetto probit-ma sociale.
Chi si sia seriamente immerso nella nostra scienza dello
spirito antroposo.6.ca,potr per giungere facilmence a seq.tire che neila rormaz1one d1 un orame sociale, lo si chiami
statale o meno, l'essenziale deve pur prendere le mosse da ci
che l'uomo sviluppa in se stesso, da ci che di se stesso
l'uomo sviluppa col compito di regolare il rapporto fra uomo e uomo. 1 utto ci che l'uomo sviluppa per torza propria,
corrisponde naturalmente a determinati impulsi che in sostanza risiedono nella nostra vita animico-spiritua1e. Guardando la cosa cos, si potr chiedere : non dobbiamo forse
allora rivolgere la nostra attenzione agli impulsi sociali,
all'istinto socialei che dalla natura umana cerca di farsi
strada? Purch non si pensi a qualcosa di meramente animalesco, questi impulsi noi potremmo anche chiamarli: istinti
.sociali;col che per si deve tenere presente che l'impulso
non deve essere pensato come meramente incosciente o istintivo, ma che, quando parliamo di impulsi o di istinti sociali,
intendiamo dire: oggi .noi siamo nell'epoca della coscienza, .
e l'istinto vuole appunto affiorare entro la coscienza.
Ma se mettiamo in rilievo il fatto che degli impulsi
o ist\nti sociali esistono e cercano di attuarsi, allora ecco che
subito si insinua nella nostra epoca una terribile unilateralit, che non da condannarsi, ma che deve tranquillamente essere guardata in faccia, perch deve venire superata.
Nel nostro tempo l'uomo enormemente incline a considerare tutte le cose unilateralmente. Avviene sempre che il
pendolo oscilli da un solo lato; e non si riflette mai che,
dal suo centro, il pendolo non pu .oscillare in una direzione senza .oscillare anche nell'altra. Come il pendolo non
pu oscillare in una direzione soltanto, cosl nell'uomo gli
impulsi sociali non possono estrinsecarsi unilateralmente.
Agli impulsi sociali si contrappongono del tutto naturalmente nella natura umana, a causa di questa natura umana
stessa, gli impulsi antisociali. E proprio come nella natura
umana esistono impulsi sociali, cos esistono in essa anche

frtinti sodali e antisocdi

impulsi antisociali. Dobbiamo .innanzitutto considerare ci..


lA>1oroche dingono e si agilano in campo sociale, infatti, si
illudono granul:menle se credono che oggi basti diffondere
lt.Ol.L\. o aure cose srmw, o basa SOJ.O tare appeuo ad
dc:J,Le
una qualsiasi ciasse che abbia la volont o sia inclme a coltivare gli impuisi sociali quando questi si presentano in forma d1 Leone. S1, proprio illusor10 comportarsi cos; perch
in . tal caso non si tten conto che, come ci sono gli istinti
sociali, cos anche gli istinti antisociali riescono sempre ad
affenn.arsi. Oggi si tratta di riuscire a vedere queste cose
senza farsi iuus1oni. E si possono guardare senza farsi illusioni, solo dal punto di vista della scienza dello spirito. Si
potrebbe dire che gli uomini lasciano passare inosservate,
come se dormissero, le cose pi importanti della vita, se
non considerano questa vita alla luce della scienza dello
spirito.
Dobbiamo chiederci: qual' il rapporto fra uomo e uomo
nell'ambito degli istinti sociali ed antisociali? Ecco, lo starsi
di &onte da uomo a uomo in sostanza, secondo la realt,
un alcunch di assai complicato. Naturalmente la cosa da .
considerarsi per cos dire essenzialmente. vero che lo starsi
di fronte di due uomini diverso di caso in caso e si
.differenzia a seconda delle diverse situazioni; ma noi dobbiamo considerare il carattere universale dello starsi di fronte
di due uomini; e dobbiamo chiederci: che cosa avviene nella realt intera ( e non solo in ci che ci si offre alla visione
sensibile esteriore), che cosa avviene in realt quando un
uomo sta di fronte all'altro?
Non avviene null'altro se non che da un uomo all'altro
si riversa una certa forza. Lo starsi di fronte di due uomini altro non significa se non che una certa forza agisce
-da uomo a uomo. In ci che noi esplichiamo da uomo a uomo,
noi non possiamo comportarci nella vita con indifferenza,
non possiamo essere indifferenti nei pensieri e nei sentimenti. neppure quando siamo spazialmente lontani. Quando
in qualche modo dobbiamo occuparci degli altri uomini,
quando dobbiamo creare una ~orma qualsiasi di rapporto
umano, c' una forza che agisce da un uomo all'altro. Ecco

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quello che sta alla ba~e della vita sociale. Ecco quello che
una volta ramificato_ e collegato, costituisce effettivamente la
struttura sociale. d~gli uomini. Naturalmente il fenomeno. ci
appare nella sua massima purezza se si pensa al rapporto
diretto fra uomo e uomo: in tal caso, attraverso l'impressione che un uomo fa sull'altro, nasce una tendenza all'assopimento. Nella vita sociale d'unque avviene in certo
modo costantemente che un uomo si assopisca per opera
di un altro uomo col quale in rapporto. Un fisico direbbe :
c' continuamente una tendenza latente, nel rapporto sociale, a che un uomo faccia assopire l'altro.
Perch mai ci? Ci dipende, vedete, da un importantissimo elemento nella struttura dell'entit umana. Dipende
in fondo dal fatto che quelli che noi chiamiamo istinti sociali
si sviluppano generalmente nel modo giusto dall'anima dell'uomo nella coscienza normale attuale, solo quando l'uomo
dorme. Finch non ascendete alla chiaroveggenza, voi siete
pervasi da istinti sociali veramente solo quando dormite.
E solo quello che dal sonno continua ad agire entro la
veglia, solo questo agisce nella veglia come istinto sociale.
Se siete a conoscen.za di ci, non vi meraviglierete pi del
fatto che la natura stessa del processo sodale voglia farvi
addormentare attraverso il rapporto fra uomo e uomo. L'istinto sociale deve svilupparsi nel rapporto fra uomo e
uomo; e pu svilupparsi solo nel sonno. Perci nel rapporto fra uomo e uomo sorge la tendenza a che un uomo
addormenti l'altro per stabilire un rapporto sociale. Questo
fatto colpisce, ma si presenta veramente a chi consideri la
vita nella sua realt. Il rapporto da uomo a uomo consiste
nel fatto che innanzitutto la nostra facolt rappresentativa
in un tal rapporto si addormenta, al fine di stabilire fra uomo e uomo degli istinti sociali.
Naturalmente non si pu continuamente andare in giro
addormentati nella vita. La tendenza a stabilire rapporti sociali consiste per e si esprime nel fatto che effettivamente
si di continuo inclini ad addormentarsi. Naturalmente tutto ci avviene nel subcosciente, ma non per questo avviene
meno realmente e continuatamente e pervade m~no la nostra

Istinti. sodali e antisocia/,i

vita. Sussiste dunque ndlo stabilirsi della struttura sociale


um~a una co~tinua tendenza all'addormentamento.
Ma in contrapposto a ci, anche qualcos'altro agisce.
Agisce una continua resistenza, un continuo impennarsi degli.uo~ini, quando non dormono., cotro . questa tendenza.
Cosicch, quando vi trovate di fronte ad un uomo,. voi
siete sempre inseriti in un conflitto: in quanto gli state di
fronte si sviluppa sempre in voi la tendenza a dormire, la
tendenza a sperimentare nel sonno il rapporto con lui; e
in quanto non potete abbandonarvi al sonno, in quanto non
potete sprofondarvi nel sonno, sorge in voi la forza contraria,
la tendenza a rimanere desti. Nel rapporto fra uomo e uomo
si esplicano sempre due tendenze : quella a dormire, e
quella a restar desti. Ma in .questo caso la tendenza a star
desti antisociale, l'affermazione dell'individualit propria,
della propria personalit, nei confronti della struttura sociale
della societ. Semplicemente per il fatto che siamo uomini
fra uomini, la. nostra vita animica interiore oscilla come un
pendolo fra la socialit e l'antisocialit. E ci che in tal
modo vive in noi sotto forma di questi due istinti, ci che si
pu osservare nell'occulto fra uomo e uomo quando due uomini si stanno di fronte, ci dominante nella nostra vita.
Quando prendiamo delle disposizioni ( e oggi spesso queste
disposizioni sono ancora ben lontane dalla realt nonostante
la coscienza tanto intelligente degli uomini), queste disposizioni sono appunto un'espressione di questo pendolare
oscillamento fra istint.i sociali e antisociali. Meditino pure gli
economisti sul credito, sul capitale, sulla rendita, ecc.; tutte
queste cose che costituiscono nel' rapporto sociale un alcunch retto da leggi, sono solo delle oscillazioni pendolari dei due istinti, dell'istinto sociale e di quello antisociale.
A .tutto ci dovrebbe ragionevolmente ricollegarsi, o meglio scientificamente ricollegarsi chi cerca oggi di trovare
dei rimedi. Da che cosa infatti dipende che nell'epoca nostra si vada affermando l'esigenza sociale? Ecco, noi oggi
viviamo nell'epoca 'dell'anima coscient~, nella quale l'uomo
deve porsi sui suoi propri piedi. E qual' il suo compito?

Antroposofia

Per adempiere al suo compit~, alla sua missione nella


quinta epoca postatlantica, l'uomo deve a.ffermar..se stesso
e non .deve lasciarsi addormentare. La sua appart~enza all'epoca attuale gli impone il compito di svimppare istinti
andsociali. E l'uomo non potrebbe adempiere ai compiti del1'epoca nostra, se appunto gli istinti antisociali, in virt dei
quali l'uomo . si colloca -al vertice della propria personalit,
non diventassero via via sempre pi poderosi. Oggi l'uomo non ha neppur la pi pallida idea di come sempre
. pi poderosamente gli istinti antisociali dovranno svilupparsi fin entro il terzo millennio dopo Cristo. Affinchl 'uomo possa evolversi nel modo giusto, devono appunto svilupparsi in lui gli istinti antisociali.
Nelle epoche precedenti lo sviluppo degli istinti antisociali non era cos vitale per l'evoluzione umana. Perci allora non era neppur necessario fare un contrappeso a quegli
istinti, n un tal contrappeso veniva fatto. Nell'epoca . nostra
in cui l 'u?mo deve sviluppare gli isdnti antisociali per amore
di se stesso, per rispetto del suo singolo s, quegli istinti
antisociali che gi si stanno sviluppando perch l'uomo appunto soggetto all'evoluzione n pu in nulla contrapporvisi, nella nostra epoca dunque deve nascere qualcosa
che l'uomo possa contrapporre agli istinti antisociali : deve
nascere una struttura sociale merc la quale sia mantenuto
l'equilibrio nei confronti dellai tendenza antisociale dell'e. voluzione. Affinch l'uomo raggiunga il vertice della sua
evoluzione. gli istinti antisociali debbono agire dentro di
lui; fuori di lui, nella vita sociale, affinch l'uomo non perda l'uomo nei rapporti della vita, deve agire la struttura sociale. Ecco perch l'esigenza sociale tanto sentita nell'epoca
nostra: nell'epoca nostra l'esigenza sociale non significa in
fondo null'altro se non la necessit di ristabilire l'equilibrio
nei confronti della tendenza interiore propria all'evoluzione
dell'umanitt
Cos potete anche vedere che con dei pensieri unilaterali
nulla ancora si fatto. Cos come oggi gli uomini vivono,
determinate parole ( e non voglio affatto parlare qui di idee
o di .sentimenti). determinate parole acquistano un determi-

Istinti sociali e antisocdi

nato valore. La parola anti'sociale,per esempio, fa un'impressione antipatica che la fa apparire come qualcosa di malvagio. Qui per non dobbiamo troppo peoccuparci Se ci
sia da considerarsi come malvagio o meno, perch si tratta
in fondo di qualcosa che necessario, perch, buono o cattivo, ci connesso appunto'. ndl'epo~ ~ nostra con le tendenze necessarie della nostra e~oluzio~_e. E se qualcuno
venisse a dirci che gli istinti antisociali' devono essere com-.
battuti, questa sarebbe una sciocchezza bella e buona, perch .
gli istinti antisociali non possono essere combattuti. Nel nostro tempo, per la tendenza assolutamente normale dell'evoluzione umana, questi istinti devono veramente afferrare l'interiorit dell'uomo. Non si tratta di escogitare rimedi per.
combattere gli istinti antisociali, ma si tratta di configurare;
di organizzare le istituzioni sociali, la struttura, l'organizzazione di quanto sta fuori delPindividuo umano, di quanto
non viene abbracciato dall'individuo umano, in modo da
creare un equilibrio per l'istinto antisociale che agisce nell'interiorit dell'uomo. Per ci tanto necessario che in
questa nostra epoca l'uomo venga, da parte dell'ordinamento
sociale, per cos dire smembrato, che il suo essere venga
suddiviso. Altrimenti non potrebbe essere -pura n l'una cosa,
n l'altra.
In epoche precedenti esistevano le caste, esistevano le
classi sociali. La nostra epoca .tende a. superare le classi e le
caste. La nostra .epoca non pu pi suddividere gli uomini
in classi, ma deve far valere l'uomo nella sua totalit e deve
inserirlo in una struttura sociale in modo che venga socialmente organizzato di lui solo quanto non sta ormai pi
dentro di lui. Perci in una conferenza pubblica ho detto:nell'epoca greco-latina poteva ancora esserci la schiavit;
allora uno era il signore, l'altro lo schiavo,- ed erano gli
uomini ad essere suddivisi in classi. Oggi, come residuo di
ci. ahbiarno appunto tutto quanto mette il proletario in una
terribile agitazione: ossia che la sua forza lavorativa merce,
che qualcosa che ancora dentro di lui viene organizzata
esteriormente. Ci non deve pi essere. E solo quanto non
intimamente connesso con l'uomo ,pu venire organizzato

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Antroposofia

socialmente: la sua posizione, il posto in cui si trova; non


dunque qualcosa che stia dentro di lui, ma il posto in cui
egli si trova, ecc:
Tutto ci che in tal modo si apprende sul necessario
sviluppo del socialismo, dobbiamo veramente concepirlo cos :
come l'uomo non pu pretendere di saper contare se non ha
mai imparato l'uno pi uno, _cosippure non pu pretendere
di dire la sua parola in campo sociale, se non ha mai
imparato quello eh~ per esempio abbiamo esposto ora : ossia
che esistono una socialit ed un'antisocialit, come abbiamo
concretamente caratterizzato. Gli uomini che oggi, nelle pi
importanti posizioni delle nostre organizzazioni statali o
sociali, cominciano a parlare del problema sociale, appaiono,
a chi veramente conosce queste cose, come se volessero cominciare a costruire un ponte sopra un corso d'acqua impetuoso, senza saper neppure che cosa sia il teorema del
parallelogramma delle forze, o altre simili cose. Vorrebbero
s costruire un ponte: ma alla prima occasione esso croller.
Cos appaiono oggi i dirigenti sociali o coloro che in genere
si occupano di organizzazioni sociali : alla prima occasione
tali organizzazioni si riveleranno impossibili, perch le cose
reali esigono che si lavori con, e non contro, la realt.
enormemente importante prendere una buona volta sul serio
quello che per cos dire il tratto fondamentale del nostro
atteggiament .o spirituale antroposofico.
Uno degli impulsi da cui siamo animati nel nostro movimento antroposofico di trasferire nell'intera nostra vita
di uomini ci che per lo pi gli altri ritengono valido soltanto per la prima giovinezza. Se anche siamo gi da molto
tempo diventati grigi, noi ci mettiamo ancora a sedere sui
banchi della scuola, sui .banchi della scuola della vita, naturalmente. Questa anche una delle differenze che ci di-
stinguono da coloro che, dopo aver gironzolato fino ai
venticinque o ai ventisei anni, diciamo pure dopo essersi
iscritti a un corso universitario, o aver studiato all'universit,
credono di essere pronti per affrontare la vita e credono
che tutt'al pi li aspetti ora solo un personale $uperiore divertimento, o altre simili cose che permettono loro ancora

l stinti soci.alle antisociali

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di apprendere qualcosa. Ma se ci accostiamo all'essenza dd


movimento scientifico-spirituale, allora in sostanza questo
sentimento che ci si presenta all'anima: se vuole essere all'altezza dei compiti che gli spettano nella vita, l'uomo
deve veramente andare a scuola per tutta la sua vita. Ed
importantissimo che ci si compenetri di ,questo sentimento.
Se non la faremo una buona volta finita con l'idea che
tutto possa essere governato e diretto mediante le disposizioni umane che si sviluppano fino all'et dei venti o venticinque anni, e con l'idea che in seguito basti solo trovarsi
insieme al parlamento o altrove,~per poter decidere su
ogni cosa, finch non la faremo finita con questa idea, con
questo sentimento, nulla di salutare potr nascere nella struttura sociale degli uomini.
Studiare il reciproco rapporto fra socialit e antisocialit
cosa straordinariamente importante ai giorni nostri. L' elemento antisociale per noi dobbiamo solo limitarci a studiarlo, perch conforme alla linea evolutiva dell'epoca nostra, come ho gi spiegato, che questo elemento antisociale
sia fra le cose pi decisive che oggi debbano farsi strada e
che dobbiamo sviluppare in noi stessi. Questo elemento antisociale pu essere soltanto tenuto in un certo equilibrio dal1'elemento sociale; l'elemento sociale per deve venir coltivato, deve venir coltivato consapevolmente. E ci diventer
via via sempre pi difficile nella nostra epoca, perch l'altro
elemento, l'antisociale, effettivamente quello che noi a,bbiamo per natura. L'elemento sociale invece,. essendo necessario, noi dobbiamo coltivarlo. E potremo constatare che
in questa nostra quinta epoca postatlantica esiste veramente
la tendenza a lasciare inosservato l'elemento sociale, se ci si
abbandona soltanto a se stessi, se non si interviene attivamente, se non si coopera coscientemente all'attivit deU'ani:.
ma._Quello che oggi necessario e deve venir molto consapevolmente coltivato, mentre in passato potevai affermarsi
nell'uomo del tutto istintivamente, appunto l'interesse dell'uomo per l'uomo. Il nucleo fondamentale di ogni vita sociale l'interesse ddl'uomo per l'uomo.
Oggi sembra ancora quasi paradossale dire : gli uomini

12
non otterranno

Antroposofia

nessuna chiarezza sui difficili concetti del-

!' economia, se non si svilupper un interesse fra uomo e


uomo; se gli uomini non commceranno a congiungere con le
vere realt i simulacri che oggi dominano nella vita sociale~
Chi mai pensa che per esempio, semplicemente per la sua
appartenenza all'ordine sociale, egli inserito sempre in un
complicato rapporto che va da uomo a uomo? Supponete
di avere in tasca un biglietto da mille e che una maltina
andiate a fare delle compere e spendiate quelle mille lire.
Che cosa significa l'uscir di casa con un biglietto da mille in
tasca? Il biglietto da mille effettivamente solo un simulacro, non ha in :realt nessun valore, neppure se fosse fatto
di metallo. Qui non intendo pronunciarmi sulle tendenze
metalliste e nominaliste in campo monetario: perch anche
se si tratta di una moneta di metallo, si tratta pur sempre
di una parvenza che veramente non ha nessun valore.- La
moneta infatti si inserisce fra altri due elementi. E solo in
quanto sussiste un certo ordinamento sociale (nell'epoca nostra un ordinamento puramente statale), solo per questo il
biglietto da mille che voi possedete e con cui una certa mattina avete pagato diversi oggetti. null'altro se non un valore
equivalente per tante e tante giornate lavorative di tanti e
tanti uomini. Tanti e tanti uomini devono compiere tante
e tante giornate lavorative. tanto e tanto lavoro umano deve
fluire nell'ordinamento sociale degli uomini, deve cristallizzarsi in merce, affinch in genere il valore fittizio di una
banconota diventi un valore reale; e ci solo per imposizione
dell'ordinamento sociale. La banconota vi d soltanto il potere di disoorre di tanto e tanto lavoro. Se vi rappresentat~
questa immagine : io ho qui la banconota; essa mi trasmette
la ooten.za drlfa mi~ nnsizinne sociale. mi _tr;:ic:nietteil f)()tere sopra tanti e tanti lavoratori; e se poi riuscit~ a vedere
che OP'ni giorno, or per ora. altri vendono il lavoro di
q11r.stil:woratori come un valore equivalente, come un vero
v~ln ..P ,,.,.,1,iv~lPnte
. nel bhrlietto da mille che voi avete nel
port:1fo1Tlio.solo allora avrete l'immagine della cosa nella
sua realt.
Le condizioni in cui ci troviamo oggi sono diventate

Istinti sociali e antisociali

ta1mente complicale, che a queste cose non si fa 'pi nessuna a..tcnz10ne, spc;c1a,mtnte se non ci riguardano tanto da
v1c,no. ho 1aLto un es~mp.10comune, in cui la cosa tacile
da vedersi. Ma nella piu difficile situazione economica di
cap1la1e,renct1La,credito, dove tutto assai pi complicato,.
l neppure i protessori d universit riescono ad essere compe"enu, 1menao due gli economisti il cui compito dovrebbe
essere la competenza in materia. Da tutto ci potete dedurre
quanto necessario sia che le cose vengano viste nd modo
g1USlO.

1\laturalmente oggi non possiamo subito accingerci a ri-


formare l'economia, che sfociata in una ben triste situazione a causa degli studi che si fanno all'universit, nella facolt di economia. Possiamo per, se vogliamo fare della
pedagogia sociale o altre cose simili, almeno chiederci: che
cosa occorre affinch la vita sociale possa essere consapevolmente contrapposta alla vita antisociale interiore? Che cosa
occorre? Ho detto che al tempo nostro difficile trovare il
giusto interesse fra uomo e uomo. E non avrete questo giusto
interesse se credete di poter comperare qualcosa: con una
banconota da mille lire. senza pensare che ci determina un
raporto sociale con tanti uomini e con le loro forze lavorative. Avrete il giusto interesse soltanto se, nella vostra
rappresentazione, sarete in grado di bilanciare ogni atto
fittizio. ( quale per esempio lo scambiare un biglietto da
mille con delle merci), mediante una vera azione che sia
connessa con tali atti.
Le mere chiacchiere egoistiche e infuocate intorno al
nostro amore per i nostri fratelli e all'esplicarsi di questo
nostro amore, alla prima occasione si riveleranno come qualcosa che non costituisce affatto la vita sociale. Questo amore
tJCr lo pi terribilmente egoistico. C' perfino chi. con ci
che prima in certo modo ha predato, aiuta poi in modo paternalistico i suoi confratelli. per potersi in tal modo treare
un og~etto per il suo egoismo e scaldarsi interiormente al
pensiero di .fare questa o quella cosa. Non si riesce mai abbastanza a scoprire Quante volte un egoismo mascherato entri
in gioco nella cosiddetta benefo:enza.

14

Antroposofia

Non si tratta soltanto di prendere in considerazione ci


che effettivamente serve solo al nostro egoismo; ma di sentirsi
in dovere di rivolgere lo sguardo alla struttura sociale variamente ramificata nella quale siamo inseriti. A tale scopo noi
dobbiamo per lo meno crearci delle basi; ma a crearsi tali
basi ben pochi uomini oggi sono inclini.
Oggi vorrei parlare, almeno dal punto di vista di una
pedagogia sociale, del problema seguente : come possiamo
contrapporre, e in modo cosciente, gli impulsi sociali agli
impulsi antisociali che si sono venuti sviluppando naturalmente? Come possiamo coltivare gli impulsi sociali perch
si ravvivi in noi quell'interesse per il prossimo che proprio
nella nostra epoca dell'anima cosciente andato paurosamente scemando, e far s che non si abbia pace se non
riusciamo a ravvivarlo in noi? Dobbiamo pur riconoscere
che fra uomo e uomo si sono andati aprendo dei veri abissi,
nel nostro tempo, e che .gli uomini, senza avvedersene, si
passano accanto senza comprendersi minimamente. Il desiderio di comprendere veramente il prossimo, nella sua personale caratteristica, sceso oggi ad un livello infimo. Da un
lato abbiamo oggi l'invocazione alla socialit, dall'altro il prorompere sempre pi forte dell'impulso puramente antisociale.
Come gli uomini si passino accanto ciecamente, possiamo os. servarlo quando essi si riuniscono nelle pi diverse associazioni: essi non vi cercano affatto un'occasione per acquistare una
conoscenza reciproca, ma sono capaci di vivere per anni gli
uni accanto agli altri, senza conoscersi pi che di vista. Eppure proprio questo necessario, che in avvenire si contrapponga, in modo per cos dire sistematico, l'elemento sociale
a quello antisociale. Sul terreno della vita animica interiore
disponiamo, a questo fine, di diversi mezzi : tra gli altri,
quello che consiste nel volgersi spesso indietro a contemplare questa nostra vita, la nostra attuale incarnazione, per
cercare di riconoscere tutto quanto si svolto fra noi e gli
altri che nella nostra vita hanno avuto parte. Se siamo sinceri, la maggior parte di noi dovr riconoscere che consileriamo l'intervento di tante persone nella nostra vita, ponendo sempre al centro aella nostra visione retrospettiva la nostra

Istinti sociali e antisociali

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persona stessa. Ci chiediamo sempre, istintivamente, che cosa


abbiamo ricevuto noi stessi da questa o quella persona che ebbe una parte nella nostra vita. Ma proprio contro questo atteggiamento dovremmo saper reagire. Dovremmo tentare di evocare in immagine davanti all'anima nostra le persone che, come maestri; amici o benefattori, intervennero nella nostra vita,
oppure anche coloro che ci danneggiarono e dei quali, sotto
un certo riguardo, siamo anche pi debitori che di quelli che
ci furono utili; dovremmo far passare davanti agli occhi
dell'anima quelle immagini, evocando nel modo pi vivo
quanto ciascuno di loro ha fatto per noi, al nostro fianco.
Procedendo a questo modo, ci accorgeremo di dimenticarci
a poco a poco di noi stessi, per trovare che, in fondo, quasi
tutto ci che in noi non potrebbe essere quale , senza
l'intervento ammaestratore o comunque benefico dell'una o
dell'altra di quelle persone. Soltanto cos - e soprattutto se
ci volgiamo indietro a tempi gi remoti e alle persone con le
quali forse non siamo pi in relazione, nei riguardi delle
quali pertanto ci pi facile l'oggettivit - solta'nto cos,
dico, ci si mostrer come la sostanza animica della nostra
vita derivi da tutto quanto esercit un influsso su di noi.
Il nostro sguardo si allarga ad abbracciare tutta una schiera
di uqmini che, nel corso degli anni, passata accanto a noi.
Nello sforzo di rendersi consapevoli di quanto dobbiamo
all'uno e all'altro, e di vedere noi stessi, per cos dire, allo
specchio di coloro che nel corso del tempo ci furono vicini
ed agirono su di noi, si svilupper in noi un senso che
potremmo cos caratterizzare : per effetto dell'esercizio di
evocare le immagini delle personalit che furono a noi
unite nel passato, acquistiamo la capacit di giungere a
un'immagine anche dell'uomo che ci sta attualmente clr
fronte, nel momento presente. Ed proprio questa la cosa
importantissima, che si desti in noi l'impulso a non sentire
la persona che ci sta di fronte unicamente sotto l'aspetto della simpatia o dell'antipatia, dell'amore o dell'odio, ma sorga
in noi un'immagine senza odio n amore, dell'uomo com'.
Potr forse sembrare incomprensibile che io consideri della
massima importanza questa facolt di rendere presente in noi

16

Antroposofia

un'immagine del nostro prossimo, senza odio n amore, di


far risorgere il prossimo nell'anima nostra; ma proprio
qualcosa di importante, che va scomparendo sempre pi
dalle facolt umane, c.he gli uomini hanno gi quasi del
tutto perduta. Essi passano accanto gli uni agli altri, senza
che nessuno di loro provi il desiderio di ridestare il prossimo in se stesso. Pure, questa cosa che andrebbe consapevolmente coltivata, che dovrebbe trovare il proprio posto
anche nella pedagogia: questa facolt di sviluppare n~W!:1ct
mo il potere immaginativo. E questo potere immaginativo
si pu realmente sviluppare se. invece di abbandonarsi alle
sensazioni della vita, si compie in silenzio quella visione
retrospettiva che ci pone davanti agli occhi i nostri passati rapporti con gli uomini. Allora apprenderemo anche a
comportarci immaginativamente nei riguardi di coloro che
ci stanno davanti attualmente. Cos contrapporremo l'impulso sociale a quell'impulso antisociale. che, di piena necessit e in modo inconsapevole~si va sviluppando sempre pi ..
Questo uno dei punti.

Albert Steffen
CONSIGLIO (*)
Rudolf Steiner diceva spesso che ogni persona che con
esatt.:ezza,:cosc1tnz1os1t,persevc:ranza e lllttns1t, si atcenga
agli esercizi per conseguire conoscenze dei mondi superiori,
fa magari dei progressi nd suo sviluppo interiore, ma non
li scorge ancora perch non presta loro sufficiente atLenzione.
Le percezioni spirituali sono intime e sottili e sfuggono
alla memoria pi rapidamente delle percezioni fisiche.
Supponiamo per di aver eseguito regolarmente una di
quelle meditazioni e di non essere tuttavia riusciti a fare
alcuna esperienza soprasensibile. Quale ne il motivo?
A ci Rudolf Steiner risponde che quanto all'uomo fluisce .di contenuto spirituale, dipende sempre dalla sua. moralit; in particolare dipende da come abbiamo vissuto e siamo
stati dopo l'ultima meditazione, dal nostro amore per la
verit, dall'aver lasciato - o meno - che ira e rabbia si
siano impossessate di noi.
E aggiunge che tutto avviene come noi lo meritiamo.
Noi stessi possiamo o dobbiamo scrutare i motivi per cui
non ci vien fatta grazia dello spirito. Allora ben presto potremo risparmiarci tutte le lamentele, palesi e segrete, ed
anche il pi lieve risentimento.
Ogni uomo porta in s un uomo superire, ma.non ne
consapevole perch lo nasconde con l'io inferiore. L'uomo superiore ha compiuto un'evoluzione dopo l'ultima vita terrena.
Fra la morte e la nascita ha attraversato il mondo spirituale e
si purificato al suo contatto; ora nascosto e paralizzato dal!' organizzazione fisica che ha ereditato, dall'ambiente terrestre, dalle volgarit quotidiane. Non pu esplicare le proprie facolt. Mta dei metodi scientifico-spirituali di riconoscerlo, destarlo e irinalzarlo fino a farne in s il sovrano.
() Das Goetheanutn, 29 novembre 1959.

18

Antroposofia

Quest'uomo superiore che ognuno porta in s, possiede


bens gli organi della percezione spirituale, ma non ancora
in modo che possano esplicarsi entro l'organizzazione fisica.
Questa soggiace ancora, pi o meno, alle leggi naturali. All'uomo superiore possono creare il posto soltanto le leggi di
natura morale. Queste si comportano, vero, altrettanto esattamente quanto le leggi naturali, ma non universalmente come queste ultime, bens particolarmente, secondo l'individualit, la quale la specie di se stessa.
Sorge cos il problema del caso singolo: un uomo cattivo o buono? entrambe le cose, e sta nella sua libert di
.decidersi per l'una o per l'altra. Come si comporta per colui che si decide per il bene in confronto a colui che ha ceduto al male? Deve fuggire il male? In quanto tendenza, il
male proprio di ogni uomo; cosippure ad ognuno data la
possibilit di superarlo. Il male non affatto scomparso per
sempre da colui che l'ha vinto una volta. Se lo lascia ancora agire in s, pu sempre passare da lui ad altri. Si comporter perci nel modo giusto chi sollever alla sfera del
pensiero il male, sia proprio che altrui, senza mai per la-sciarseneinfluenzare o lasciare che altri ne sia influenzato.
Ci significa comportarsi in modo che la mala tendenza in
nessun caso si trasformi in azione n fatta da noi, n da noi
subita per opera di altri. Allora il male c' pur sempre ancora; ma se si trattiene nel campo del pensiero come un concime, inattivo.
Un esempio: si vada pure ad ascoltare il pezzo di un
arammaturgo cle si atteggia a teddy boy; ma non si ululi
coi lupi, anclie se il pubblico lo accoglie con applausi.

DALLE POESIE

>>

E il vento geme, e tristi bisbigliano i pensieri,


n gioia ho dalla vita...
E chi sa dove l'afa, e il sole sui sentieri,
e il mar che freme e invita!
Ulula la tormenta e in cuor la soma accresce
di lagrime non piante ...
E chi sa dove il mirto, il verde mirto cresce,
e sboccian rose bianche!
Passa la vita in sogni ad altro invan protesi,
misera passa e vuota...
E chi sa dove il riso zampilla tra i piaceri,
e la belt trionfa!
(Versione di R. KOPPtau)

H ermann Poppelbtium
ILLUSIONI SULLO SPAZIO COSMICO (*)
Se si chiede a un profano cosa ritenga pi importante
in ogni progresso ddla scienza, probabilmente risponder :
i nuovi fatti messi in luce. Lo scienziato stesso dir, invece:
il metodo nuovo che condusse alle nuove conoscenze. Nell'antroposofia possibile ancora una terza risposta: la trasformazione della coscienza umana, dalla quale scaturiscono
e nuovi metodi e nuovi fatti. Rudolf Steiner stato il primo
ad indicare questo fondamento del progresso scientifico.
Nell'astronomia degli ultimi secoli il movente recondito
stato quello di rendere unitarie le concezioni sull'universo,
includendovi espressamente la terra. Il concetto newtoniano
della gravitazione universale l'espressione pi chiara di
questa uniformazione. I concetti di massa .e di moto, formati in base alle condizioni terrestri, furono trasferiti ai
corpi celesti e usati per interpretarne il comportamento. Le
recenti acquisizioni sulla composizione materiale e sulle condizioni termiche di quei corpi extraterrestri hanno compiuto
ancora pi radicalmente la uniformazione.
Rudolf Steiner, ancora una volta per primo, mise in evidenza gli aspetti negativi di questa tendenza unitaria, mo
strando come la scienza perda di vista, procedendo a quel
modo, i caratteristici contrasti, ad esempio fra la terra e
l'universo. Il rilevare i tratti comuni nella struttura del cosmo non che tmo dei compiti della scienza; l'altro quello
di comprendere l'individualizzazione dei fenomeni cosmici
e di contraddistinguere la terra, il sole e i pianeti per mezzo
di descrizioni che li caratterizzino.
Lo spazio cosmico che si estende uniforme in ogni dire
zione il risultato di una estrapolazione non confermata

() Da1 Goetheanum, 6 settembre 1959.

Illusioni.sullo spazio cosmico

21

dalla realt. Voler applicare distanze, movimenti, masse, ecc.


a regioni dell'universo distanti dalla terra, frutto di comodit del pensiero. Rudolf Steiner esige dallo scienziato la
difficile impresa, per giungere a concetti sull'universo, di
capovolgere addirittura i concetti tratti dalle condizioni ddla terra. Allo spazio terrestre, egli dice, si contrappone e lo
completa lo spazio cosmico negativo; al tempo terrestre, il
tempo extraterrestre che decorre all'indietro; al moto terrestre, il corso degli astri interpretato partendo dall'infinita
periferia; alla materia terrestre, l'antimateria eterico-planetaria ( antimateria del sole). La scienza odierna ancora
completamente sotto il segno della tendenza unificatrice.
Questa tendenza agisce in senso diametralmente opposto
agli sforzi postulati da Rudolf Steiner, in quanto non vuol
riconoscere le metamorfosi negli oggetti dell'osservazione.. n
la facolt di trasformazione dei concetti umani. Ci che vale
per un certo dominio della realt, non deve essere trasferito
ad un altro. Mi debbo riserbare di applicare a differenti fenomeni differenti concetti . disse lo Steiner. Soprattutto va
trovato il confine, oltre il quale non sono pi applicabili i
concetti correnti di spazio. estensione, distanza, ecc. Un tale
confine rappresentato, intorno alla terra, dalla sfera lunare, e all'interno dell'organismo umano. dalla sfera digstiva,
nella quale la corrente nutritizia assunta dal mondo esterno
viene accolta in una zona di forze formative extraspaziali. Il
passaggio di entrambi questi limiti ci obbliga, per cos dire,
a usare concetti diversi da quelli correnti.
D'altra parte pi comodo il pensare i fenomeni come
uniformemente continuati, che non l'esigere dalla facolt
rappresentativa successive tra.sformazioni. Il modo consueto
di proseguire le indagini (lo soeculare)deriva dall'autocompiacimento di coloro che vogliono sviluppare la conoscenza
senza scomodarsi troppo J La ricerca scientifica estesa alle regioni superiori dell'ambiente circondante la terra (mediante proiettili a razzo che contengono apparecchi di misurazione e fotografici) deve ovviamente presupporre anche <<l
fuori le leggi terrestri; e se poi le riesce di sottrarre i
proiettili alla forza di gravit, superando la velocit-limite di

Antroposofia
km. 11,3 al secondo, il proiettile ,diventa (almeno temporaneamc;nte) un satellite. A questo punto, poi, l'imperturbata
speculazione non ammette pi nessuna necessaria limitazione: il proiettile diventa un satellite della luna e se invece
fallisce il 'bersaglio lunare diventa un satellite del sole, cio
un pianeta artificiale. Non ci si avvede che esso rimane pur
sempre un proiettile e non diventa affatto un vero pianeta :
infatti ci si abituati a concepire anche i pianeti veri tome
una specie di .proiettili.
L'involgarimento delle concezioni dell'universo e del-
l'uomo che agisce in continuit da quando predominano le
concezioni meccanicistiche deHa natura, si fonda sulla dimenticanza della posizione iniziale. Per il piacere di aver
trovato sia pure forzatamente una possibilit di confronto, si
dimenticano del tutto gli aspetti non confrontabili di due f enomeni, aspetti che si erano dapprima, e provvisoriamente,.
messi da parte : le posizioni ipotetiche, dapprima definite
come provvisorie, non vengono mai pi eliminate ( come nel
caso di un regime di occpazione!) e la promessa chiarifica-
zione viene definitivamente elusa.
Il rapporto dell'uomo col mondo spirituale deve peraltro.procedere a gradi che non possono venir superati una volta
per tutte, bens debbono essere ripercorsi .a ogni singolo nuovo avvicinamento: nell'atto di conoscenza individuale si
tratta delle forme successive. della percezione (immaginazione, ispirazione, intuizione); nell'effettiva immersione nel'
mondo spirituale dopo la morte, delle sfere del progressivo
distacco dall'aspetto terreno dell'esistenza (panorama postmortem, kamaloka, immersione nelle entit del mondo) ..
Questi gradini non possono mai essere saltati; essi rimangono sempre le esperienze iniziali d'ingresso. Cos pure essi
devono venir ripercorsi di nuovo nel ritorno verso il mondo
terrestre, dalla sfera dell'intuizione, nel caso della cono-
scenza soprasensibile, ovvero, in modo del tutto corrispondente, dalla met della vita fra morte e nuova nascita. Essi
costituiscono appunto parte inte8rante della met~morfosi
adeguata ai regni che successivamente si percorrono . .Ognuna delle singole metamorfosi, sia che avvenga verso l'alto

Illusioni sullo spazio cosmico

23

( in direzione dello spirito), sia verso la terra ( in direzione


dell'incarnazione), viene pretesa da noi, ed la parola d'ordine da esibire a ogni singola barriera, con lo stesso rigore
che vigeva negli antichi riti sacri.
Alla comoda proiezione uniforme all'infinito delle condizioni terrestri non rie~ce poi difficile immaginare le reali
avventure di viaggio: prima il raggiungimento della luna,
entro un proiettile adattato a cabina, poi il superamento anche delle distanze maggiori, fino ai pianeti del nostro sistema solare. L'unica difficolt sembra stare nella velocit necessaria perch il viaggio non duri troppo a lungo. Sembra
invece secondario il problema di chiudere ermeticamente il
missile nei confronti della pressione esterna, del freddo e del
caldo. Nel 1959 furono gi proittati nell'o spazio cosmico
degli animali, mentre si stanno allenando i primi uomini
candidati ai voli spaziali. Coloro che favoriscono queste
<<fantasie reali cercheranno d'ora in avanti di descrivere
come relativamente insignificanti le rimanenti difficolt,
mentre i periodici illustrati fanno a gara nel riprodurre il
gi predisposto equipaggiamento per gli astronauti. I volontari sno esaltati in anticipo come eroi potenziali e i tormenti che dovranno sopportare vengono dimostrati chiaramente in condizioni sperimentali.
Nello stesso tempo, ai sensazionali progetti di spedizioni
umane per mezzo di missili si contrappongono altre straordinarie novit : _siva preparando l'umanit alla possibilit di
visite da parte di abitanti di altri pianeti, anzi si propaga
con l~ massima seriet la notizia che visitatori del genere vivono gi da tempo in mezzo a noi, sorvegliandoci, influenzandoci e cercando di guadagnare gli uomini ai loro fini.
A questo proposito non vanno considerati solo il cattivo
gusto e la rozzezza di queste cosidette informazioni di fantascienza e il gabbamento ornato di fronzoli pseudo-scientifici. per poi lasciar cadere la faccenda come priva di senso
per la gente seria. Si tratta di qualcosa di molto pi serio:
del' formarsi di uno stato d'animo d'attesa del tutto falso, in
quanto sensazionale e volgarmente horghese, nei riguardi
della sfera extraterrestre. In questa balorda curiosit per lo

24

Antroposofia

straordinario, va del tutto perduto il dignitoso atteggiamento


indispensabile per stabilire un rapporto reale con gli oggetti
e le entit sovrumani, mentre gli si sostituiscono la credulit e un fare d'importanza.
L'idea d'un messaggero da stelle lontane si abbassa
fino all'immagine d'una visita che non si pu pi neppur
chiamare inconsueta, sebbene sia pretenziosa e bizzarra, e
seguita dall'immancabile intervista moraleggante. Ed ecco
subito pronti i resoconti, sciatti e volgari nello stile e nel
contenuto, e non privi di qualche raccomandazione semiufficiale. Relatori in buona fede e impostori autentici si tengono bordone. E si fa avanti una nuova forma di megala.
mania: quella dell'avventuriero planetario, fornito di pieni
poteri da parte di pretese intelligenze stellari e incaricato di
distribuire posti e uffici...
E pensare che una seria scienza dello spirito afferma proprio che oggi il mondo spirituale vuole comunicarsi in modo nuovo agli uomini; e mette in evidenza gli sforzi che
l'anima deve compiere perch un incontro reale con esseri
e potenze spirituali divenga possibilef Una trasformazione

della coscienza la premessa pi importante per un tale incontro. Se .questa tr~sformazione non avviene, mentre sussiste. del tutto giustificata. la n0stalgia per quel contatto,
l'evento verr atteso sopra un piano pi primitivo di quello
che sarebbe legittimo e sar naturalmente falsato, per cosl
dire spostato e corrotto. La traf!ed/a dell'incomprennone
dovuta a un'attesa mal diretta vuol ripetersi. Per comprendere tutta. la ~ravit di questa incomprensione collettiva. basta pensare che l'evento pi j!fande della storia della terra
a suo tempo pass del tutto inosservato per la stragrande
maJ!gioranza dell'umanit perrh proprio i pi progrediti
raonresentanti della cultura dell'enoca o non 1() attendevano
affatto. oooure lo attendevano in forma materializzata.
Mondi ed entit spirituali possono oggi avvicinarsi all'uomo solo se egli si fa loro incontro a mezzo cammino. Le
aspettative sognate nella sfera della materi~ rendono ciechi;
manovre diversive delle poesse fanno oarte clelle .Q"":mdiose
tenze -!!emichedello spirito nel tempo nostro.

----

- ------ - -- - -

..

Illusioni sullo spazio cosmico

25

La tecnica di queste potenze molteplice: uno dei loro


metodi pi efficaci quello del surrogato a buon mercato,
che possa venir vantato come il mezzo pi rapidamente efficace, quello che entra in azione in modo pi immediato. Ed
ecco che vi sono medicamenti che vorrebbero sostituirsi a
sforzi dell'anima (la mescalina per la visione spirituale, l'acido glutammico per i pensieri chiari); posizioni del corpo
invece che comportamento dell'anima; apparecchi bell'e fatti
al posto di organi animico-spirituali che debbono prima formarsi : -il metodo della vendita al ribasso, trasferito sul
piano spirituale, l'irresponsabile ricorso. alla _robaccia, alla
merce di rifiuto ccche dopo tutto sempre buona abbastanza f
Gi verso la fine del secolo scorso, quando venne in auge ccl'economia di pensiero, Rudolf Steiner mise in guar
dia contro il risparmio di sforzo spirituale, mostrando come
il progresso della conoscenza sia connesso proprio con l' energica produzione di concetti nuovi ( contro ogni tendenza all'inerzia). Nel frattempo la scienza si vista costretta a elaborare concetti sempre pi difficili; sempre meno perspicui,
perfino paradossali : ha dovuto accomodarsi a quanto c'
di pi scomodo. Tuttavia. la comodit psichica domina ancora incontrastata nell'ambito delle immagini che l'uomo si
fa di se stesso e del mondo.
Qui la scienza dello spirito dovr far mutare radicalmente la situazione, mostrando praticamente che proprio solo
agli sforzi pi alti e pi puri pu toccare il premio.

P1."erreLusseyran

IL RIFLESSO ARTIFICIALE (*) .


La pretesa iniziale del materialismo di fornire progressivamente una spiegazione di tutta la natura, che fosse conforme ai propri principi, sembra avere attinto nuovo vigore
da una tecnica recentissima: la cibernetica, nata durante la
seconda guerra mondiale.
Ciberneticaderiva da una parola greca e significa l'arte
del pilota o del timoniere. Questa scienza si occupa essenzialmente dei comandi e delle trasmissioni, sia nell'animale
che nelle macchine. Il termine diventato di moda. Sotto
una facciata sensazionale si nasconde un grave passo del
pensiero umano.
Una sorprendente somiglianza fra le manifestazioni
fisiologiche e nervose degli esseri viventi, da un lato, e il
meccanismo delle macchine pi progredite, dall'altro, sembra autorizzare le estrapolazioni pi ardite. Nello spirito
aei suoi adepti pi ferventi, la cibernetica reca le promesse della pi grande rivoluzione sia filosofica che scientifica... Essi vi scorgono delle accresciute possibilit di affrontare il problema del vivente con i metodi delle scienze
esatte ... Nata dalla deflagrazione fra due sfere sin qui indipendenti, anzi opposte, la matematica e la fisiologia, fra le
macchine e la vita (**), la cibernetica ritiene di avere
finalmente gettato .il ponte fra questi due dominii.
Va rilevato che questa volta si tratta d'un procedimento
in certo modo inverso all'abituale progresso delle conoscenze scientifiche: la tecnica, sin qui semplice applicazione
pratica delle teorie scientifiche. diventa ora modello struttuxale di pensiero e principio generalizzato di spiegazione. Un
() Triades, voi. Il, n. 2, 1954.
(") Pierre de Lati/: Introduction la Cyberntique. La Pense anificiellc.

Il riflesso artificiale

27

certo numero di cibernetisti stanno attualmente studiando


gli automi che hanno costruito, con la speranza di scoprirvi
una spiegazione razionale del comportamento degli esseri
viventi e animati.
importante di considerare con tutta l'attenzione che
merita questa svolta presa dal materialismo meccanicistico.
Ricondotta alle proporzioni d'una nuova tecnica e spogliata da ogni conclusione filosofica, la cibernetica ci costringe ariconsiderare e ampliare la de.f.nizionedi ma~china.
In una prima parte della sua evoluzione, durante la quale
essa compie ci che ormai si pu chiamare la prima rivoluzione industriale, la macchina sostituisce unicamente la forza
muscolare dell'uomo e dell'animale, ma deve essere guidata
dall'uomo per svolgere il proprio ompito, conforme al suo
determinismo interno, senza venirne distolta dalle circostan.ze esterne.
.
Poi, ecco la meraviglia : certi dispositivi di autoc:orrezione, resi possibili dagli sviluppi dell'elettronica ( vale a dire
dall'utilizzazione degli effetti ottenuti sulla materia dall'azione combinata dell'elettricit e del vuoto), conferiscono a dei
meccanismi la facolt di correggere, di modificare il loro
comportamento e di precisare la loro propria azione, valutando essi stessi gli scarti fra questa azione e lo scopo da
raggiungere. La macchina conquista .nel senso pi completo
'il proprio automatismo; essa si governa da s, alla stregua
d'un essere vivente, ci che fa dire a uno dei maestri di
questa tecnica: <<Ilfunzionamento dell'individuo vivente e
quello di certe recentissime macchine di trasmissione sono
precisamente paralleli (*).
Non seguiremo i cibernetisti nell'esposizione di questo
parallelismo che pu essere spinto fino a un grado che con.fonde l'immaginazione. Si sono costruiti degli animali arti'ficiali che sentono l'ostacolo con tutte le apparenze d'un
istinto all'erta; ~d ecco che gli entusiasti scrivono: L'elemento pi caratteristico d'un animale il fatto che l'ani() Norbcrt Wiencr: Cybcrntiquc

et socit.

28

Antroposofia

male cerca di fare ostinatamente qualcosa di specifico. Infatti, per i cibernetisti pi convinti, fra i meccanismi elet.:.
tronici e i meccanismi cerebrali non v' differenza se non di
complessit. In ogni caso . evidente che, per passare dagli
uni agli altri, non ci troviamo pi a dover saltare un abisso
senza il minimo punto d'appoggio (*).
Si sono costruite macchine dotate di memoria, macchine
per calcolare, per ragionare, che procedono secondo il principio del tutto o niente, e secondo una vertiginosa concatenazione di sillogismi. Certi apparecchi sarebbero capaci di
percepire lo schema delle forme, attraverso tutte le loro
variazioni accidentali : per esempio una macchina per trasformare in suoni i caratteri di stampa, di qualunque tipo e
dimensione, capace insomma di trasformare le astrazioni
in atti, ci che sembrava essere il privilegio ddl'intelligenza
o almeno dell'istinto. Domani avremo forse delle macchine
per governare le societ, atte cio a trarre da un insieme
di dati economici e politici le conclusioni conformi al calcolo delle probabilit >> ( **).
Per .fissare il prezzo del burro le amministrazioni deb-
bono tener conto di svariati elementi: prezzo di costo, volume della produzione, capacit di acquisto dei consumatori,
desideri dei produttori, grossisti, commercia~ti, esigenze dei
partiti politici e dei sindacati, necessit dei mercati internazionali. ecc. Se una macchina riceve tutti gli elementi di
valutazione, essa li assimiler e fornir un prezzo di equi-
librio. Non compir forse un lavoro altrettanto buono di quello dei burocrati? .
Ogni parola di questo programma suscita un'infinit di
echi, alcuni dei quali sono sinistri. e potrebbe offrire lo spuntoa critiche che oltrepassano i limiti di questo studio. Ma si
comprende che il tub a vuoto annuncia na seconda rivolu-
zione industriale ancora pi formidabile della prima: l'avvento del regime artificiale.

( ) Picrrc dc Latil: I. cit.


(") Norbcn Wiencr: I. cit.

Il riflesso artifici.ale

29

Ora, questi meccanismi sono presi come modelli, nel


senso etimologico ddla parola : oggetto che si riproduce per
imitazione, per mezzo di misure, nei nuovi progetti di studio
del vivente e dell'animico. Va tuttavia riconosciuto che i
cibernetisti escludono il fatto coscienza dalla sfera d'azione
di queste macchine. In realt la coscienza la sola cosa che
non si possa far apparire meccanicamente: la si pu solo far
scomparire.
La cibernetica assimila dunque le macchine automatiche
agli esseri viventi in quanto questi sono tutti dei sistemi
autogovernati. Di analisi in analisi, essa conclude che la
natura intera un sistema autogovernato. L'idea generale che
questi scienziati hanno creduto di far emergere da questi
progressi tecnici la manifestazione della finalit nelle macchine. La finalit, nozione biologica e psicologica, sembrava
potersi applicare solo agli esseri viventi. Ma .questi meccanismi delicati presentano le apparenze della finalit interna
che preserva l'equilibrio degli esseri viventi, o per mezzo
della quale essi rettificano il determinismo dei loro atti
in funzione d'uno scopo da raggiungere. cosl che la tartaruga elettrica di Grey Walter ed altri animali sinteti"ci( come le volpi di Ducroq) scelgono. dopo alcune esperienze di
urti contro gli ostacoli. la direzione di ripiego che glieli fa
superare col minimo dispendio di energia : cio, se vogliamo.
il pi abilmente possibile.
Certo sempre lecito citare l'argomento del buon senso
contro l'abituale svarione dell'interpretazione meccanicistica
del mondo, che consiste nell'attribuire ai meccanismi il merito delle capacit che vi ha introdotte il pensiero umano. Se
i meccanismi elettronici sembrano agire da soli secondo una
finalit, questo ~i deve al fatto che lo scienziato ha concepito
questa finalit e le ha dato un'espressione meccanica. evidentemente mirabile che i meccanismi l'accettino, ma questo
non significa affatto che essi possano fornire una giustificazione di tale finalit, che li crea e li domina.
Ma ci ch' importante ( e che non si riduce affatto a
uno svarione, tutt'altro!) che i cibemetisti abbiano acqui-

30

Antroposofia

stato coscienza di quanto sta alla base di questa apparente


finalit delle macchine, cio della retroattivit dell'effetto :
principio ch'essi hanno elevato al rango d'un segreto della
natura e che cos qefniscono : <<Il comando di un sistema
mediante la reintroduzione in questo sistema dei risultati
della sua azione (*).
N l'idea, n il fatto sono intieramente nuovi, poich
anche prima del tubo a vuoto esistevano dei regolatori
meccanici di movimento, di temperatura, ecc., fondati su
questo stesso principio della reintroduzione in un meccanismo dell'effetto della sua azione. Quello che infiamma l'immaginazione dei cibernetisti che, quanto pi complessa
diventa questa retroazione, tanto meglio la macchina che n'
dotata imita il comportamento degli esseri viventi; e che
basta ( e questo .il tranello del preconcetto materialistico)
accrescere progressivamente la complessit di questa azione
per vedere la macchina superare uno dopo l'altro, nelle sue
imitazioni, i fossati che separano l'inanimato, la vita, la sensibilit, il ragionamento logico.
L'automa, a seconda del suo grado di perfezione, si muove, sente l'ostacolo, lo evita come un animale, giuoca a scacchi, calcola e ragiona come un cervello umano. Soprattutto
calcola assai meglio d'un cervello umano.
In questo modo una variazione puramente quantitat,a
nella complessit dei meccanismi, costruiti sempre unicamente on materia inerte, renderebbe ragione delle qualt't
dell'universo: la vita, la sensazione, il pensiero!
La vecchia, tenace speranza del materialismo meccani~
cistico di ricondurre le gerarchie naturali alla maggiore o
minore complessit d'un unico principio materiale, trova fi.._..
nalmente un solido punto d'appoggio in questa retroazione
nella quale dobbiamo ~ffettivamente riconoscere un segreto
ldla natura e una sconcertante novit nella storia del pensiero materialistic9.
Tuttavia, nel perseguire in tal modo il miraggio di que-

() N. Wicner, 1. cit.

Il riflesso artificiale

31

sto parallelismo, i cibernetisti perdono di vista il significato reale del loro grande segreto.
Bisognerebbe invertire il processo di cui essi si compiacciono,.per comprendere veramente in che senso la retroazione sia un segreto della natura, o pi esattamente un aspetto
d'un segreto di natura, infinitamente differenziato nella sua
realt. Bisognerebbe cercarne l'impulso iniziale nell'apparizione, nella scomparsa e nella riapparizione dei mondi, nel
corso del divenire cosmico, nella genesi, nell'evoluzione e nella finalit dell'io umano, creatura che diventa creatore, nel
ritorno k_armicodell'effetto dei suoi atti sopra lui stesso. Anche il karma retroazione effetto che ricade sull'essere che
l'ha provocato , ma un effetto spirituale in cui l'essere conserva la propria identit attraverso le reazioni del proprio
destino (*). La nozione del karma individuale, legato al
karma della terra e dell'universo per l'appunto una di quelle
che meglio possono guidare la nostra condotta nei confronti
del mondo esterno, animale, vegetale e minerale, che l'uomo
ha espulso nel corso della propria evoluzione e che destinato a reagire su di lui. Discendendo la scala di Gacobbe, al
seguito del pensiero cosmico, vedremo questa retroazione
palpitare nell'organismo vivente, niente affatto alla maniera
d'un meccanismo, bens al ritmo dell'alternarsi di vita e di
morte attraverso le me'tamorf osi., sconosciute alle macchine.
Discendendo ancora lungo la via realmente percorsa dal1'evoluzione, ci incontreremo con i cibernetisti sul piano
'della materia minerale impegnata nei processi naturali : f enomeni geologici, fisici e chimici, nei quali la retroazione ,
effettivamente, una chiave d'oro per penetrare certi segreti
di questa materia e per dominarli.
E senza dubbio sarebbe bene non volervi penetrare oltre,
senza raddoppiare di coscienza e di vigilanza : rinchiusa nei
meccanismi, svuotata del suo contenuto spirituale, tagliata
fuori dai suoi connessi cosmici, la retroazione pu offrirci
un'immagine ingannatrice del mondo vivente, minacciando
() R. Stciner: Le manifestazioni del karma.

32

Antroposofia

di diventare l'anima infernale d'un regno articiale pronto a


soppiantare la natura e l'uomo (*).
La cibernetica s'impegna in unvicolo cieco, nel quale
essa volge le .spalle alla soluzione dei problemi posti dalla
materia vivente e sensibile. Essa offre un esempio di quello.
che pu diventare un'idea, realt spirituale, quando sotto-,
po~ta ad un'interpretazione materialistica.

e)

Qui occorre introdurre la nozione di sub-naJura, che dobbiamo. a Rudolf Steiner: una sfera nd)a quale i principi di vita si trasformano in principi
di morte.

SILVIA
Direzione e amministraz.:

ScHWARZ

CoLORNI,

Dir. resp.

presso L'Editl'ice Scientifica, Via Ariberto 20, Milano

TeJ. 85.02.74
I.A propriet letteraria riservata agli

autori

Traduzioni autorizzate
Arti Grafiche FratelJi Memo - Via Rinuccini, 5 - Milano
Autoriz:z.azione Reg. Cane. Tribunale Milano n. 3907 - 27 dicembre 1955

UN V ADE-MECUM PER IL 19({)

RUDOLF STEINER

CALENDARIO DELL'ANIMA
L. 400
In questo calendari-o dato, per ogni settimana, un
versetto. L'anima che di settimana in settimana voglia meditare sopra i corrispondenti versetti, apprender a partecipare al mutarsi delle .rtagioni e
a sentirsr.'inserita nel diveni"re dell'anno. L' esercizi"o di questo calendari.o suscita nell'anima forze
portanti.

Ordinare il fascicolo a L'Editrice Sdentifica


Via Ariberto 20, Milano - Tel. 850.274

Chi desidera informazioni sulla letteratura antroposo.fica


attualmente reperibile in Italia, pregato di rivolgersi alh
signora Carla Bossi.Ri,ganti - Viale Regi,na Giovanna 35 - Milano - Tel. 225.066.
NOTA
l lettori che desiderino notizie bibliografiche particolari sugli articoli pubblicati da Antroposofia sono prcg,ati di rivolgersi alla direzione della rivista.

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