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Successioni

A suo tempo abbiamo introdotto il sistema numerico dei numeri naturali N. Con successivi ampliamenti
abbiamo costruito tutti i sistemi numerici no ai numeri complessi.
Il concetto di successivo e la proprieta di induzione rendono il sistema dei n umeri naturali semplice
e essibile. Anzi, tutti i suoi elementi possiamo disporli in un sequenza ordinata per successivo:
N := 0, 1, 2, 3, 4, ..., n, ........ := {n}nN := {n}.
Il termine adottato per tale disposizione e successione ovvero latto di seguire in ordine o
sequenza; sono stati elencati i diversi modi di indicare la successione dei numeri naturali.
Inoltre, per indicare insiemi che hanno qualche relazione con i naturali, e stato introdotto laggettivo
numerabile e si dice che un insieme E e numerabile se e possibile porlo in corrispondenza biunivoca
con linsieme N (come insieme).
Se si vuole ordinare linsieme E, esso viene posto in corrispondenza biunivoca con la successione dei
numeri naturali. In questo caso E viene chiamato successione. Allora possiamo dare la denizione di
successione nel seguente modo
Si dice successione un insieme E di oggetti o elementi che e posto in corrispondenza biunivoca con la
successione dei numeri naturali
Tali elementi possono essere di natura qualsiasi. Un modo semplice per denotare la successione e quello
di usare una lettera munita di un indice, il numero naturale corrispondente che ne denota il posto nella
sequenza:
E := {an } := {an }nN := a0 , a1 , a2 , ...., an , ...
Useremo piu frequentemente la notazione {an }.
Dunque una successione e denita dalla legge che, assegnato il posto n, costruisce lelemento an
che occupa quel posto. L elemento an e anche detto l elemento generale o elemento n-esimo della
successione. Per ogni n, an+1 e successivo di an . Se n m si dice che am segue an o che an precede am .
Possiamo concludere che la successione e una funzione denita sullinsieme dei numeri naturali N
considerati posti in sequenza. Questa osservazione giustica la denizione di successione numerica che
abbiamo dato negli appunti sulle funzioni in R, ad essa abbiamo applicato tutte le nozioni costruite
per le funzioni, in generale. Da ora in poi consideriamo quale codominio il campo dei numeri Reali.
Riprendiamo quella denizione per poi adattare alle successioni tutta la potenza del calcolo che abbiamo
costruito per le funzioni.
Denizione: Chiameremo successione numerica una funzione f con dominio N e codominio R ovvero
f : N R; o f : n 7 y, ed y = f (n).
Posto f (n) = an abbiamo la successione denita sopra. Per le successione posssiamo, quindi, dare il
concetto di immagine che e
Imf = {y R|y = f (n), n N}
e, con lovvio signicato dei simboli, possiamo scrivere piu semplicemente
Imf := {an } := a0 , a2 , ..., an , ..
Inoltre possiamo denire il graco di f nel piano O(x, y) di una successione:
G = {(x, y)|x = n, y = f (n) = an }.
1

Se N1 N possiamo parlare di restrizione di {an } ad N1 come una successione {bn } con bn = an per
n N1 .
Cosi diremo che
1) una successione {an } e limitata superiormente se esiste un numero reale k tale che an k per
ogni n N.
Il numero k e detto maggiorante della successione;
2) una successione {an } e limitata inferiormente se esiste un numero reale h tale che an h per ogni
n N.
Il numero reale h e detto minorante della successione;
3) una successione {an } e detta limitata se esistono due numeri reali h < k tale che h an k per ogni
n N o in forma piu compatta se esiste un numero positivo C tale che |an | C per ogni n N.
4) Ovviamente, in caso contrario, diremo che la successione e illimitata superiormene, inferiormente
o illimitata.
La successione {an } si dice monotona crescente ( o crescente in senso stretto) quando
a0 < a1 < ... < an < ...
. {an } e detta monotona crescente in senso lato o non decrescente se vale
a0 a1 ... an ...
Simmetricamente, si dice che {an } e monotona decrescente o decrescente in senso stretto se
a0 > a1 > ...an > ...
o monotona decrescente in senso lato o non crescente se
a0 a1 ... an ...
(brevemente: crescente se an an+1 per ogni n oppure decrescente se an an+1 per ogni n ).
Alle successioni possiamo applicare il concetto di limite al solo punto + considerato come il solo
punto di accumulazione dei naturali. Come ci e noto con esso si studia il comportamento delle funzioni
in intorni di punti di accumulazione o meglio il loro comportamento o proprieta locale. Nella teoria delle
successioni questo comportamento locale viene espresso nel seguente modo: la successione ha denitivamente una certa proprieta o un certo comportamento. Cioe la proprieta non e detto che valga per
tutti gli elementi ma sicuramente per tutti gli elementi che hanno per indice un numero opportunamente
grande ( ovvero vicino allinnito); ancora ce solo un numero nito di oggetti che non ha la proprieta.
Ad esempio la successione
0, 1, 0, 1, 0, 3, 2, 0, 1, 1, 3, 4, 6, 7, ...
non e totalmente monotona ma lo e dal nono posto in poi ovvero per n > 9 quindi la monotonia e una
proprieta che viene acquisita denitivamente dopo il posto 9.
Si da la seguente denizione:
Si dice che una successione {an } possiede denitivamente una proprieta P se esiste un indice che
dipende da P tale che gli elementi della successione a , a+1 , ..., an , .... hanno la proprieta P. Ovvero la
proprieta P vale vicino allinnito.
Denizione di limite per le successioni
Abbiamo gia dato, a suo tempo, la denizione di limite per le funzioni e per le successioni. Si e osservato
che il limite vale solo per il punto + e rispetto a quello gia dato per le funzioni si cambia la variabile
continua x con la variabile discreta n.
Con il concetto di limite si valuta il carattere della successione.
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Denizione di convergenza - Si dice che la successione di numeri reali {an } e convergente al numero
a (nito) e si scrive
lim an = a oppure an a per n +

n+

quando, comunque ssato un intorno U di a, la successione cade denitivamente in U , ovvero


> 0 un numero intero N > 0 (dipendente da ) tale che per ogni n > N si ha |an a| < .
Possiame aermare che la successione cade denitivamente nellintervallo (a , a + ). Altri modi di dire
: an converge ad a; an tende ad a.
Una successione si dice convergente se ammette limite nito
Qualche variazione.
Si dira che an converge ad a per eccesso o dalla destra e si scrive
lim an = a+ oppure an a+ per +

n+

se > 0 un numero intero N > 0 (dipendente da ) tale che per ogni n > N si ha a < an < a + .
Analogamente si ha il limite per difetto o dalla sinistra
lim an = a oppure an a per +

n+

se > 0 un numero intero N > 0 (dipendente da ) tale che per ogni n > N si ha a < an < a.
Veniamo ora alla denizione di divergenza.
Denizione di divergenza - Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) +
e si scrive
lim an = + oppure an + per n +
n+

se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha an > K.
Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) e si scrive
lim an = oppure an per n +

n+

se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha an < K.
Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) (innito senza segno ) e si scrive
lim an = oppure an per n +

n+

se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha |an | > K.
Una successione che ha limite innito e detta divergente
Una successione che ha limite viene detta regolare.
Se una successione non ha limite e detta oscillante oppure indeterminata oppure irregolare.
Tutte le osservazioni fatte sulle funzioni che hanno limite, quali lunicita del limite, la permanenza
del segno, la limitatezza , il limite del modulo etc.. valgono per le successioni.
Enunciamo tali teoremi
Teorema -Se an ha limite esso e unico.
Teorema della permanenza del segno -Se an a > 0 allora denitivament an > 0.
3

Conseguenza
Se an a e bn b e se a < b allora denitivamente an < bn .
Se si ha an a ed a < k allora {an } e denitivamente minorante della successione costante di elementi
k.
Teorema inverso della permanenza del segno -Se an a ed an 0 allora a 0.
Conseguenza
Se an bn ed an a e bn b allora a b.
Caso particolare: se an k per ogni n e an a allora a k.
Interessante e mostrare la limitatezza di una successione che ha limite nito.
Nella denizione, ponendo = 1, si ha che per n > N1 si ha a 1 < an < a + 1. allora scelto
K = max(|a0 |, |a1 |, ..., |aN1 |, |a 1|, |a + 1|)
si ha
|an | K
per ogni n.
Qualche criterio
Denizione : Siano {an } e {bn } due successioni con an bn per ogni n. Si dice che {an } e minorante
di {bn } od anche {bn } e maggiorante di {an }.
In particolare se an k allora diremo che k e maggiorante di an considerandolo come una successione
costante k := k, k, k, k, k.....
Casi particolari della conseguenza del teorema della permanenza del segno.
1) se an a ed an k per ogni n (o denitivamente) allora a k;
2) se an a e bn b con an bn per ogni n (o denitivamente) allora a b:
3) se an 0 ed |bn | |an | per ogni n (o denitivamente) allora bn 0.
4) se an + ed an bn per ogni n (o denitivamente) allora bn +.
Criterio del confronto di tre successioni
Riscriviamoamo in forma di successioni il teorema del confronto per le funzioni.
Teorema - Siano {an }, {bn }, {cn } con an bn cn denitivamente (ovvero a meno di un numero
nito di indici). Se an l e cn l allora bn l.
Criterio per il carattere delle successioni monotone
Per le funzioni monotone abbiamo osservato, a suo tempo, che hanno un buon comportamento rispetto
al processo di limite. Per le successioni questo comportamento ha una forma piu completa. Riscriviamo
il teorema di monotonia per le successioni.
Teorema - Ogni successione monotona, crescente o decrescente, e regolare: essa o e convergente
(per difetto se crescente, per eccesso se decrescente) o e divergente (a + se e crescente o se e
decrescente).
1) Se essa e monotona non decrescente e limitata superiormente allora e convergente e se L e il suo
estremo superiore allora converge a L ;
2) Se essa e monotona non decrescente e illimitata superiormente allora diverge a +;
3) Se essa e monotona non crescente e limitata inferiormente allora converge a l+ se l e estremo
inferiore;
4) Se e monotona non crescente ed illimitata inferiormente allora diverge a .
In breve
4

1) Sia an an+1 . Allora an Supan nito o innito (+).


2) Sia an > an+1 . Allora an Inf an nito o innito ().
Dimostriamo, a mo desempio, laermazione che se {an } e monotona non decrescente e limitata superiormente allora e convergente a L = Supan .
Se la successione e costante non ce niente da dimostrare. Allora assumiamo {an } almeno non
denitivamente costante e sia L = Supan . Allora per ogni > 0 esiste un elemento an tale che
L < an L. Dalla monotonia si ha che per ogni n > n vale L < an < an L. Questa e la
denizione di limite per difetto.
Appare chiaro che se una successione e o convergente o divergente non e detto che sia monotona.
Sottosuccessioni o successioni parziali
Sia {nk } := n1 , n2 , n3 , ..., nk , ... una successione crescente di numeri naturali ovvero (n1 < n2 < n3 <
... < nk < ...). La successione {ank } e detta sottosuccessione o successione parziale di {an }. Ovvero
{ank } e una restrizione di {an } allinsieme {nk }.
Se una successione e regolare ogni sua sottosuccessione e regolare; in particolare da an a per n +
si ha ank a per k .
Non vale il contrario: se una sottosuccessione e regolare non si puo aermare che la successione sia
regolare.
Esempio: Sia {an } := 0, 1, 0, 2, 0, 3, ..... La sottosuccessione formata dagli elementi di posto dispari e
costante e tende a 0, quella di posto pari tende a + e la successione globale non e regolare.
Criterio generale di convergenza : Condizione di Cauchy
I criteri sopra studiati riguardano alcune particolari proprieta della struttura delle successioni che implicano la convergenza della successione stessa. La domanda che ci poniamo e quella della esistenza di una
proprieta di struttura generale che caratterizzi la convergenza o meglio che sia equivalente alla esistenza
del limite della successione. Da quanto si e costruito no ad ora appare chiaro che una tale proprieta
deve controllare loscillazione della successione. Questa circonstanza ci e suggerita dalla denizione stessa
del limite. Se esiste il limite a di {an }, allora la successione, denitivamente, deve soddisfare la relazione
a < an < a + .
Prendiamo due indici n e m che la soddisno, si ha
a < a n < a + e a < am < a +
da cui
2 < an am < 2
ovvero
|an am | < 2.
Abbiamo ottenuto una relazione che attiene alla struttura della successione indipendentemente dal
valore del limite.
Questa relazione caratterizza le successioni convergenti. Si ha il seguente
Criterio di convergenza di Cauchy - Condizione necessaria e suciente anche la successione {an }
sia convergente ed abbia limite a e che (condizione di Cauchy ):
CC

> 0 N > 0 : n, m > N |an am | < .

1) (CC) e necessaria ovvero e conseguenza dellesistenza del limite. Labbiamo gia dimostrata. Ripetiamola. Supponiamo che esista il limite: an a. Allora per ogni > 0 esiste N > 0 (naturale) tale che
per n > N si ha |an a| < . Allora scelti n, m > N si ha |an a| < e |am a| < da cui
|an am | = |an a + a am | < |an a| + |am a| < 2.
2) CC e suciente ovvero se essa vale la successione e convergente.
Dalla condizione si ha che ssato > 0 esiste N > 0 tale che per ogni n, m > N
|an am | < .
Anzitutto la successione risulta limitata; infatti ssato > 0 ed n > N > 0 si ha an < am < an +
per ogni m > N . Quindi la successione e denitivamente limitata e di consequenza e limitata. Per il
Teorema di Bolzano-Weierstrass linsieme {an } ha un punto di accumulazione a R ovvero esiste una
sottosuccessione {ank } di {an } convergente ad a. Dunque, per ogni > 0 esiste un intero > 0 tale
che per ogni k > si ha |ank a| < ; dalla condizione (CC) si ha anche che |an am | < per ogni
n, m > N . Quindi scelto nk > sup(n , N ) si ha
|an a| = |an ank + ank a| |an ank | + |ank a| < 2.
Il criterio e dimostrato.
Calcolo dei limiti
Ora presentiamo con qualche dimostrazione lalgebra dei limiti in forma di successione. Questa algebra
labbiamo abbondandente considerata negli appunti sui limiti delle funzioni. Come abbiamo gia a suo
tempo osservato si vuole valutare il limite di somma, dierenza, rapporto di successioni di cui si conosce
gia il carattere.
Teorema della somma di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni convergenti
ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an + bn } e convergente e si ha an + bn a + b.
Dimostrazione. Dobbiamo considerare i limiti simultaneamente. Si ha
per ogni > 0 esiste N > 0 tale che per n > N si ha |an a| < ,
per ogni > 0 esiste > 0 tale che per n > si ha |bn b| < .
Le due denizioni sono una indipendente dallaltra. Tale indipendenza e dovuta ai numeri , N .
Rendiamo ora validi simultaneamente i due limiti; per questo basta considerare n > sup(N , ); per tali
n valgono contemporaneamente
|an a| < , |bn b| < .
Allora si puo scrivere
|an + bn a b| < |an a| + |bn b| < 2,
e questa e la denizione di limite.
E ben noto che i limiti possono essere anche inniti, e dalla parziale aritmetica degli inniti, il teorema
continua a valere tranne nel caso di indecisione .
Teorema della moltiplicazione per un numero c di una successione convergente - Sia {an }
una successione convergente, ovvero an a. Allora
can ca.
Basta osservare che |c(an a)| < |c| quando |an a| < . Ponendo c = 1 si ha il seguente
6

Teorema della dierenza di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni convergenti
ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an bn } e convergente e si ha an bn a b.
Questo teorema e ricondotto al limite della somma scrivendo an bn = an + (bn ).
Teorema del limite del prodotto di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni
convergenti, ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an bn } e convergente e si ha an bn a b.
La dimostrazione poggia sulla osservazione che una successione convergente e limitata (denitivamente)
e che il prodotto di una successione limitata per unaltra convergente a zero tende a zero. Allora scrivendo
an bn ab = an bn abn + abn ab = bn (an a) + a(bn b) 0.
Il teorema continua a valere anche per limiti inniti nel senso che il limite del prodotto e ancora il
prodotto dei limiti, usando la parziale aritmetica degli inniti, tranne il caso 0.
Teorema del limite del rapporto di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni
convergenti, ovvero an a e bn b = 0 con a, b niti. Allora { abnn } e convergente e si ha abnn ab .
Anche questo teorema continua a valere per limiti inniti e per zero tranne i casi / e 0/0.
Limiti di potenze con base costante
Consideriamo successioni della forma {abn } con a > 0 dal momento che bn e reale.
Esaminiamo alcuni casi particolari:
1) bn +
Possiamo considerare bn > 1. Allora abbiamo
i) se a > 1 allora, posto a = e ( > 0 opportuno), abn = ebn bn e dal criterio del confronto si ha
bn
a +.
ii) se a = 1 la successione e costante ed uguale ad 1.
iii) se 0 < a < 1 allora a1 > 1 per cui ( a1 )bn + quindi abn = ( 1 1)bn 0+ .
a

2) bn
dal punto 1) ponendo abn = ( a1 )bn si ha
i) se a > 1 allora abn 0+ ,
ii) se a = 1 la successione e costante ed uguale ad 1,
iii) se 0 < a < 1 allora abn +.
3) Dalla denizione di limite possiamo aermare che:
da bn 0 si ha abn 1.
Infatti per 1 > > 0 si ha con a > 1
1 < abn < 1 + loga (1 ) < bn < loga (1 + ).
Dato che bn 0, denitivamente, si ha loga (1 ) < bn < loga (1 + ) per cui e vericata la denizione
di limite.
Per a < 1 basta invertire lordine.
Possiasmo dimostrare che:
4) se bn b = 0 allora abn ab .
Infatti abn ab = ab (abn b 1) 0
dal momento che bn b 0 e il prodotto di una costante per un innitesimo e un innitesimo.
5) an 1 e |bn | < c abnn 1.

Infatti esiste un numero naturale N tale che N < bn < N si ha aN < abn < aN oppure aN < abn <
a
se a > 1 oppure 0 < a < 1 ( an e denitivamente positivo). Dal teorema del prodotto aN
1 ed
n
dal teorema del confronto si ha lasserto.
N

7) Consideriamo il caso generale dove base ed esponente sono variabili e convergenti


an a > 0 e bn b allora abnn ab .
Infatti possiamo scrivere
abnn = ab abn b (

an b n
) ab .
a

Infatti an e denitivamente positivo (permanenza del segno) e bn denitivamente limitato; poi abn b 1
n
e aa 1.
Lo stesso risultato si ottiene ponendo
abnn = ebn logan .
e otteniamo una potenza con base costante.
Nota: Per i limiti di potenza con base ed esponente variabile sussistono le seguenti forme di indecisione
00

1 .

Tutte le altre forme sono decise.


logaritmi
1) Date due successioni convergenti {an } e {bn } con limiti a e b, rispettivamente, si vuole valutare il
carattere della successione
logbn an .
Dapprima semplichiamo la forma
logbn an = logb an : logb bn = (logb

an
bn
+ logb a) : (logb + logb b).
a
b

Per valutare il limite di logbn an basta valutare i limiti di logb aan e di logb bbn . Hanno la stessa struttura
allora e suciente valutarne uno solo. Verichiamo mediante la denizione che
logb aan 0 e logb bbn 0.
Supponiamo b > 1 (il caso 0 < b < 1 e analogo), allora per ogni > 0 si ha b < 1 < b ovvero un
intorno di 1. Dal momento che an /a tende ad 1 allora, denitivamente, si ha
b <

an
< b
a

possando ai logaritmi si ha
an
< .
a
Questa e la denizione di limite. Quindi abbiamo dimostrato che
< logb

logbn an logb a.
2) Il caso an + e bn b > 0 viene valutato facilmente per b > 1.
In questo caso per H > 0, arbitrariamente grande, si ha an > bH denitivamente perche an tende
allinnito..
Allora logb an > H e questo e suciente a dimostrare che .
logbn an +.

Se 0 < b < 1 allora ponendo b = 1/b e logb an = logb an ritroviamo il caso precedente ed abbiamo
logbn an .
3) se an 0+ e bn b > 0 = 1, ponendo a = 1/an ci riduciamo ai casi precedenti:
logbn an , per b > 1,
logbn an +, per 0 < b < 1.
Per i casi an + e bn 0+ ; an 0+ e bn 0;
an 0+ e bn +; an 1 e bn 1
non si puo dedurre il carattere della successione, abbiamo forme di indecisionwe del tipo
log0 + ; log0 0; log 0; log1 1.
Molte delle considerazioni sopra esposte le abbiamo arontate nellambito delle funzioni. Sopra abbiamo utilizzato solo procedimenti nellambito delle successioni.
Ricordiamo anche che per denire il numero e sono state utilizzate le successioni ed il criterio di
monotonia.
Innitesimi, inniti. Criteri
In questo paragrafo introdurremo criteri che attengono alle proprieta caratterizzanti le successioni.
Dapprima diamo la denizione di innitesimo
Denizione - Si dice successione innitesima una successione che converge a zero.
Se la successione {an } e innitesima si dice anche che an e innitesimo per n +. Quando non
sorgono equivoci si sottindente n +.
Per stabilire se una successione e innitesima si usano alcuni semplici criteri.
Criterio del confronto
Sia denitivamente |an | |bn |; se bn 0 allora an 0. Se an allora bn .
Criterio della radice
Se esiste un numero positivo < 1 (0 < < 1) per cui
|an |1/n <
allora an 0.
Infatti da |an |1/n < si ottiene |an | < n . Essendo 0 < < 1 si ha n 0 e per il criterio del confronto
an 0.
Una forma di uso piu frequente del criterio della radice richiede lesistenza del limite della radice n-esina:
Criterio della radice asintotico
Se |an |1/n < 1 allora an 0.
Sia tale che < < 1; dalla denizione di limite o dal teorema della permanenza del segno nella forma
di confronto, si ha, denitivamente, |an |1/n + < < 1 con < . Siamo alla formulazione
precedente.
Criterio del rapporto
9

Sia an = 0. Se esiste un numero positivo e minore di 1 (0 < < 1) per cui


|

an+1
| ,
an

(il valore assoluto del rapporto di ogni elemento con il suo precedente)
allora
an 0.
Infatti, consideriamo la successione |an | da un posto N in poi ovvero per n > N ( e suciente questo) e
sia
an+1
|
| .
an
allora valgono le disuguaglianze
|aN +1 | |aN |,
|aN +2 | |aN +1 | 2 |aN |,

|an | |an1 | 2 |an2 | nN |aN |.
Ora |aN | e un numero ssato, nN = N n 0 per n + ne consegue
an 0.
Anche questo criterio ha una forma di uso frequente che richiede il limite del rapporto.
Criterio del rapporto asintotico
Se
|

an+1
| < 1,
an

allora an 0
E facile ricondurre questa forma a quella precedente.
Infatti, nel caso del criterio della radice, dalla denizione del limite o dalla permanenza del segno
esiste un numero positivo con < < 1 per cui
|

an+1
|
an

vale denitivamente (da un certo indice in poi) ed e vericata la condizione del criterio nella forma
precedente.
I criteri sucienti sopra esposti per successioni innitesime si adottano anche come criteri sucienti per
le successioni divergenti: scriviamoli. Osservando che da an con an = 0 si ha 1/an 0.
Scriviamoli esplicitamente.
Trattiamo con successioni divergenti.
Criterio del confronto
Sia denitivamente |an | |bn |; se an allora bn .
Criterio della radice
Se esiste un numero positivo > 1 per cui |an |1/n > allora {an } diverge.
Criterio del rapporto
10

Sia an = 0. Se esiste un numero > 1 per cui


|

an+1
| ,
an

(il valore assoluto del rapporto di ogni elemento con il suo precedente)
allora {an } diverge.
Qualche interessante applicazione
Per ogni numero k si ha
nk
(logn)k

0;
0.
en
n
Applichiamo il criterio del rapporto nella prima:
(n+1)k
en+1
nk
en

=(

n+1 k 1
1
) < 1.
n
e
e

Il criterio del rapporto termina la dimostrazione.


Lasciamo allo studente la verica del secondo limite.
Osserviamo che il rapporto considerato e la restrizione ai numeri naturali del rapporto delle funzioni
xk ed ex . A suo tempo per valutare con altrettanta semplicita il limite abbiamo fatto intervenire la
regola di DeL Hospital. Quindi, se e possibile valutare il carattere delle successioni con i semplici criteri
considerati, e bene applicarli. Certo se si riesce a determinare la funzione di cui la successione e una
restrizione ai numeri naturali si ha a disposizione strumenti ben collaudati per studiarne il carattere.
I simboli di equivalenza asintotica e di o piccolo ( rapporto innitesimo)
an bn e si legge an e asintotica a bn quando

an
bn

1.

Scriviamo
an = o(bn ) e si legge an e o piccola di bn quando

1
Esempi: n + b n, n1 + senn
n2 n ,

n+logn

n, n1 = o( 1n ), logn = o( n).
n

an
bn

0.

Per quanto riguarda il confronto fra successioni innitesime e divergenti rimandiamo al confronto gia
ampiamente illustrato negli appunti sui limiti.
Formula di Eulero-Mascheroni
Valutiamo la somma degli inversi dei primi n numeri naturali.
Vale il seguente
Teorema 1 1 1
1
+ + + + = logn + C + n ,
2 3 4
n
ove C e una costante e 0 < n < 1/n.
Sn = 1 +

Dimostriamo solo Sn logn.


Dalla dimostrazione del numero e si ha
(1 +

1
1 n
) < e < (1 + )n+1
n
n

e passando ai logaritmi (e ricordandone la monotonia) si ha

11

nlog(1 +

1
1
) < 1 < (n + 1)log(1 + ),
n
n

ovvero
1
n+1
1
< log(
)< .
n+1
n
n
Sommando i membri della disequazione al variare di n ed osservando che per ogni n vale
2
3
4
n
log +log +log +...+log
= (log2log1)+(log3log2)+(log4log3)+...+(lognlog(n1)) = logn
1
2
3
n1
si ha
Sn 1 < logn < Sn1 = Sn

1
n

Sn logn.
Dal teorema del confronto abbiamo che Sn +.
Esempi:
1.

n
1
3
an = n n = n(1 ) = n(1
) +;
6
n
n

n;

n(1
n1
an =
=
n+1
n(1 +

2.

3.

1 )
n
1 )
n

n3 (1 n12 n23 )
n3 n 2
=
+;
2n2 + n2 /3 + n
n2 (2 + 31 + n1 )

4.
nlog
5.

n+1
+log0+ = ;
n3/2 + 2

1
1
1 log(1 + n1 )
0+ ;
an = log(1 + ) =
1
n
n
n n
n
1
1
1
log(1 + ) .
n
n
n n

6. criterio del confronto


an =
7.
an =

n!
1 2 3 ... (n 1) n
1
=
< 0.
nn
n n n n n ... n
n

sen(n + 1)
;
n

sen(n + 1)
1
| 0 an 0.
n
n

12

8. Criterio del rapporto


an =

an =

n!
.
nn

(n+1)!
(n+1)n+1
n!
nn

n!(n+1)
(n+1)(n+1)n
n!
nn

nn
=
(n + 1)n

1
e1 .
(1 + n1 )n
la successione e convergente.
9.
an = (

(1 + n2 )n 1
n+2 n1
)
=
e1 0 = 0.
n+3 n
(1 + n3 )n n
an

10.
an = n(2

n+1
n2

1) =

(2

n+1
n2

1
.
en
1)

n+1
n2

n+1
log2.
n2

11. Criterio della radice


2n+1
an = n ;
n

2n+1
2
n
= 2 0 an converge
n
n
n

oppure
an =

2n+1
2n
2
=
2
= (per n 2) 2( )n 0 an 0.
n
n
n
n
n

13

Serie numeriche

In questo paragrafo tratteremo del concetto di serie o meglio di serie numeriche. Questo concetto e le
nozioni che ad essa attengono sono strettamente connesse con quelle che attengono alle successioni. Questa
e una delle ragioni per cui abbiamo adattato alle successioni molte nozioni che sono state estesamente
presentate nellambito della teoria delle funzioni di una variabile reale.
Il concetto di serie si presenta quando si intende sommare inniti numeri. Questa esigenza si e
presentata piu volte anche nelaritmetica con la rappresentazione decimale dei numeri reali, nel calcolo
integrale. Ci e familiare loperazione di somma di due numeri. In modo induttivo, abbiamo esteso tale
operazione a piu numeri, conservandone le proprieta. Si vuole estendere questa operazione ad inniti
elementi e cercando di conservarne il piu possibile le proprieta e di darne un signicato coerente ed utile.
Certo non ci mettiamo a sommare uno alla volta gli inniti numeri; sussiste un problema di spazio e
di tempo. Gia con il concetto di limite siamo riusciti a trattare in modo utile e ragionevole il concetto di
innito. Recentemente abbiamo trattato integrali impropri aancando il concetto di limite al concetto
di integrale classico. Questo atteggiamento lo adotteremo anche per estendere loperazione di somma di
inniti numer: alle somme nite di numeri reali applicheremo il passaggio al limite.

Serie numeriche. Convergenza. Divergenza

Denizione Sia {an } una successione di numeri reali. Si dice serie (o serie numerica) la scrittura:
()

a0 + a1 + a2 + ... + an + ....

Terminologia: + e il segno + o simbolo di addizione; a0 , a1 , a2 , ..., an , .... termini della serie; an termine
di indice n o termine generale.
Si usa indicare la scrittura (*) utilizzando il simbolo di sommatoria

1)

an ;

n=0

an ;

an .

In ogni scrittura puo essere sottinteso un segno quando questo non comporta equivoci. La serie e
denita quando e assegnata la successione {an } ovvero quando e assegnata la legge per costruire il
termine generale. Ora assegniamo ai simboli sopra introdotti un numero in modo coerente e pratico.
Coerente nel senso che includa la somma nita e ne conservi le proprieta il piu possibile. Si opera nel
seguente modo: consideriamo le seguenti somme
()

s0 = a0 , s1 = a0 + a1 , s2 = a0 + a1 + a2 , ..., sn = a0 + a1 + a2 + ... + an , ....

Scriveremo anche
sn =

ai .

i=0

Con loperazione di somma nita abbiamo costruito una successione.


Ognuno dei numeri in (**) viene chiamato somma parziale o ridotta.
Cosi sn e chiamato somma parziale n-esima o di posto n o ridotta. Alla scrittura (*) viene associata
la successione delle somme parziali
( )

s0 , s1 , s2 , ..., sn , ...

Inoltre la scrittura
14

an+1 + an+2 + an+3 + an+4 + an+5 + ... + an+p + ... =

ai

i=n+1

e detta serie residua di posto n.


Ora siamo in grado di associare al simbolo in (1) un numero nel seguente modo.
Denizione - Si dice che la serie

an

n=0

e convergente ed ha per somma il numero S quando {sn } e convergente ed e


sn S per n +

e si scrive
S=

an .

n=0

Denizione - Si dice che la serie

an

n=0

e divergente quando {sn } edivergente.


Denizione - Si dice che la serie

an

n=0

e regolare quando {sn } e o convergente o divergente. Per ogni altro caso la serie viene detta irregolare
od oscillante.
In breve: si attribuisce alle serie il carattere delle proprie successioni parziali.
Qualche variazione:
Denizione - Si dice che la serie

an

n=0

converge per difetto ad S e scriveremo

an = S

n=0

quando sn S . Cosi diremo che la serie

an

n=0

converge per eccesso ad S e scriveremo

an = S +

n=0

quando s S per n +.
Abbiamo posto un simbolo uguale ad un numero. Non occorre sconvolgersi piu di tanto. Si cerchera
di avere delle proprieta sul simbolo, per quanto possibile, coerenti con quelle dei numeri.
+

15

In accordo alle locuzioni introdotte per le successioni, risultera chiaro il senso delle aermazioni: la
serie ha denitivamente i termini non nulli; ha i termini denitivamente positivi; ha la successione dei
termini denitivamente monotona, etc.
Esempi. La serie di Mengoli. La serie armonica. La serie geometrica.
Le serie che stiamo per scrivere devono essere considerate sia per linteresse in se sia come serie test o di
riferimento.
Serie di Mengoli
La serie

1
1
1
1
=
+
+ ... +
+ ...
n(n
+
1)
1

2
2

3
n

(n
+ 1)
n=1
e detta serie di Mengoli.
Per valutarne il carattere consideriamo le somme parziali.
Dapprima osserviamo che
1
1
1
=
.
n (n + 1)
n n+1
Quindi
1
1 1
1
1
1
sn = (1 ) + ( ) + ... + (
)=1
.
2
2 3
n n+1
n+1
Allora sn 1 per n +.
La serie di Mengoli e convergente ed ha somma 1. Scriviamo

1
= 1.
n(n
+ 1)
n=1
Serie armonica

1
1
1
= 1 + + ... + + ....
n
2
n
n=1

e detta serie armonica.


Per valutarne il carattere usiamo la formula di Eulero -Mascheroni
sn = 1 +

1
1
+ ... + logn.
2
n

La serie armonica e divergente.


Serie geometrica
La serie

q n = 1 + q + q 2 + ... + q n + ...

n=0

e detta serie geometrica di ragione q.


Valutiamo il carattere della serie geometrica. E palese che esso dipende dal valore di q.
Se q = 1 si ha sn = n + 1 e la serie diverge. Quindi poniamo q = 1. Calcoliamo
sn = 1 + q + q 2 + ...q n .

16

Osserviamo che
qsn = q + q 2 + ... + q n + q n+1 .
Sottraendo termine a termine le due somme, si ha
sn (1 q) = sn qsn = 1 + q + q 2 + ... + q n (q + q 2 + ...q n + q n+1 ) = 1 q n+1 .
Concludiamo che

1 q n+1
.
1q

sn =
Si presentano vari casi:

1) q 1 q n + da cui la serie geometrica diverge.


2) |q| < 1 ovvero 1 < q < 1 allora q n 0 pertanto
sn =

1 q n+1
1

.
1q
1q

La serie geometrica e convergente ed ha somma


1
.
1q
3) q < 1, per indici pari la somma parziale ha valore > n +, per indici dispari la somma parziale
ha valore < n . Quindi la successione delle somme parziali ha sottosuccessioni divergenti a +
e sottosuccessioni divergenti a per cui la successione delle somme parziali diverge a (innito senza
segno).
4) q = 1. La serie e 1 1 + 1 1 + .... allora {sn } := 1, 0, 1, 0, 1, ...
La serie e irregolare.
Concludiamo aermando che la serie geometrica e convergente per 1 < q < 1, e irregolare per q = 1
e diverge per tutti gli altri valori di q.
Alcune proprieta delle serie
Sia data la serie

an .

n=0

la serie

an

n=p+1

ottenuta trascurando i primi p termini della serie originaria, e detta serie residua (o ridotta) pesimo
o di posto p; indicheremo Rp la somma (se esiste) della serie ridotta che viene chiamato resto della
serie (convergente) dopo il posto p e si scrive
Rp =

an .

n=p+1

Inoltre le somme parziali della serie residua o ridotta sono


s1 = ap+1 , s2 = ap+1 + ap+2 , s3 = ap+1 + ap+2 + ap+3 , ..., sn = ap+1 + ap+2 + ... + ap+n

17

Non compare la somma dei primi p termini della serie iniziale. Allora se {
sn } ha limite nito lo
indicheremo Rp e lo chiameremo
resto di posto p
.
Poiche le somme parziali delle due serie dieriscono solo per una costante (la somma dei primi p
termini), e chiaro che le due serie hanno lo stesso carattere (ma non la stessa somma). Si usa esprimere
questo fatto dicendo che il carattere di una serie non dipende dai primi p termini della serie stessa.
Ovviamente cambia la somma.
2) Del raccoglimento a fattore comune.
Sia c = 0 una costante. Le due serie

an

n=0

can

n=0

hanno lo stesso carattere e se la prima e convergente con somma S la seconda e convergente con somma
cS. Inoltre la seconda viene anche scritta

c
an
n=0

cioe si e posto in evidenza il fattore c.


Condizioni di convergenza
1) Sia

una serie convergente ed S =


allora

n=0

an

n=0

an la sua somma;
an = sn sn1 0

dal momento che {sn } e {sn1 } sono le stesse successioni a meno di un elemento, pertanto hanno lo
stesso limite, ovvero sn S e sn1 S.
Quindi abbiamo
Teorema - Condizione necessaria per la convergenza di una serie

an

n=0

e che il termine generale tenda a zero, ovvero an 0 per n +.


La condizione e chiaramente non suciente perche il termine generale an = 1/n della serie armonica
tende a zero eppure la serie armonica e divergente.

Sia S la somma della serie convergente n=0 an .


Ovvero

S=
an
n=0

.
Allora la serie residua di posto (n),

an sn = an+1 + an+2 + ...

n=0

18

e convergente e la sua somma la incheremo Rn .


Rn (e un numero ) e il resto della serie convergente dopo il posto n.
Ora le somme S, sn , Rn (sono numeri) danno
S = sn + Rn
e si deduce che Rn 0 per n poiche sn S.
Quindi il resto di posto n tende a zero per n .
Pertanto possiamo dire:
Teorema Se una serie e convergente il suo resto di posto n-simo tende a zero per n .
Criterio generale di convergenza
Fino ad ora abbiamo evidenziato una condizione necessaria per la convergenza, ovvero il termine generale
tende a zero. Cerchiamo, ora, una condizione che sia anche suciente per la convergenza. A tal proposito
consideriamo la seguente espressione
Rn,p = sn+p sn = an+1 + an+2 + ...an+p .
Rn,p e la somma (numero) dei p termini consecutivi al posto n e viene chiamato resto parziale di
posto n.

Dato che la convergenza di


n=0 an e identicata con la convergenza delle somme parziali {sn }
possiamo applicare alle serie il criterio di convergenza di Cauchy per le successioni, adattandolo alle serie,
ovvero assegnando il ruolo della dierenza fra elementi di una successione di posto n e m = n + p al resto
Rn,p . Allora abbiamo:

Teorema Condizione necessaria e suciente anche una serie n=0 an converga e che:
> 0 e possibile determinare un indice N (dipendente da ) tale che per ogni n > N e p un numero
positivo arbitrario si abbia
()

(|sn+p sn | =)|Rn,p | = |an+1 + an+2 + an+3 + ... + an+p | < .

Una volta osservato che preso m > n e posto m = n + p si ha


Rn,p = sm sn
allora abbiamo che lenunciato del teorema e proprio il criterio di convergenza di Cauchy per la successione
{sn } delle somme ridotte.
Con questo criterio si puo ricavare una conferma che la serie armonica non e convergente.
Infatti
1
1
1
1
n
1
+
+
+ ... +
>
> .
n+1 n+2 n+3
n+n
2n
2
Insistiamo, il criterio dice che per ogni > 0 e per tutte le coppie (n, p) (con n > N ) vale la relazione
(*). Per la serie armonica abbiamo costruito una coppia di indici per cui la proprieta non vale.
Rn,2n =

Serie a termini positivi

Consideriamo, ora, una serie a termini positivi o denitivamente positivi:

an

n=0

19

Dato che tutti i termini an sono positivi o nulli la successione delle somme parziali e monotona non
decrescente. Ad essa possiamo applicare tutti i risultati gia ottenuti in caso di monotonia. Abbiamo il
seguente criterio generale.
Teorema Ogni serie

an

n=0

con i termini positivi o nulli e regolare: e convergente o divergente a seconda che sia limitata o no la
successione {sn } delle somme parziali. Inoltre se L = Supsn allora
L=

an .

n=0

Questo criterio non e di facile applicazione pratica perche non e facile stabilire la limitatezza della
successione. Nella pratica sono utili alcuni criteri sucienti per decidere della convergenza o della divergenza.
Criterio del confronto
Denizione Siano

an , e

n=0

bn

n=0

due serie a termini non negativi. Se an bn per ogni n 0 si dice

an e minorante della serie

n=0

an

n=0

oppure

bn e maggiorante della serie

n=0

bn

n=0

Se an bn vale per n > n0 allora si dice denitivamente minorante .


Teorema Se una serie a termini positivi o denitivamente positivi e convergente allora e convergente
ogni sua serie minorante;
se e divergente
allora e divergente ognisua serie maggiorante.

Inoltre se n=0 an e minorante di n=0 bn = B allora e n=0 an = S B.


La dimostrazione e alquanto semplice.
Sia

an minorante di

n=0

bn = B.

n=0

con n=0 bn convergente.


Le somme parziali soddisfano la relazione

a1 + a2 + ... + an = An Bn = b1 + b2 + ... + bn
(Abbiamo indicato le somme parziali con i simboli An e Bn , rispettivamente.)
Dato che Bn B, per ogni n, si ha An B. Dunque la successione {An } e monotona crescente e
limitata superiormente da un numero A B ; la serie minorante e convergente.
Se An +, essendo Bn An , allora Bn +.
Il teorema e dimostrato.
20

Questo teorema, come gli altri che seguiranno, non dice, in se, nulla di particolarmente interessante.
Linteresse sta nella possibilita di confronto con serie test di cui abbiamo conoscenza completa.
Una forma utile per semplicare il calcolo e di facile applicazione e la seguente variante del criterio.
Criterio del confronto asintotico Siano

an , e

n=0

bn

n=0

due serie a termini positivi o denitivamente positivi. Se


lim

an
= l = 0.
bn

Allora le due serie hanno lo stesso carattere.


Va da se che nelle condizioni del criterio
an lbn
In breve:
Due serie a termini positivi ed asintotiche hanno lo stesso carattere
Un altro criterio suciente per la regolarita di una serie e il seguente :
Criterio di condensazione o di Cauchy Sia {an } una successione monotona non crescente. Allora
le due serie
a0 + a1 + a2 + a3 + a4 + ....... + an + ...
e
a0 + 2a2 + 22 a22 + 23 a23 + 24 a24 + .... + 2k a2k + ... + .
sono ambedue convergenti o ambedue divergenti.
Senza perdere la generalita consideriamo i termini positivi.
Per costruire la seconda serie si sono presi termini della prima serie di posto potenze di due cioe elementi
con indice, 2, 22 , 23 .... ed ognuno e moltiplicato per il rispettivo indice. Indichiamo con sn le somme
ridotte della prima serie e con n le somme ridotte della seconda serie.
Osserviamo che ogni termine e maggiore dei successivi, allora abbiamo
a0 a0 ,
a1 a0 ,
a2 + a3 2a2 ,
a4 + a5 + a6 + a7 22 a4 ,
a8 + a9 + a10 + ... + a15 23 a8 ,
..............................
....................................
a2n + a2n +1 + a2n +2 + ... + a2n+1 1 2n a2n .
Sommando le disuguagliaze si ha
s2n+1 1 a0 + n .
Allora se {n } e convergente allora e convergente {sn }; se {sn } e divergente allora {n } e divergente.

21

Inoltre
1
a0 ,
2

a0

1
2a2 ,
2
1
a3 + a4 4a4 ,
2

a1 + a2

a5 + a6 + a7 + a8

1 3
2 a8 ,
2

..............................
....................................

a2n1 +1 + a2n1 +2 + a2n1 +3 + ... + a2n +

1 n
2 a2n .
2

Sommando le disuguagliaze si ha
s2n 12 n .
Pertanto se {sn } converge allora converge {n }; se {n } diverge allora diverge {sn }. Il criterio e dimostrato.
Osservazione: per semplicita sono stato scelte le potenze di due come indice dei posti della seconda
serie. Tutto vale con le potenze di qualsiasi numero naturale k.
Completiamo lo studio della serie armonica generalizzata.
+

1
ns
n=1

Abbiamo gia mostrato che la serie diverge per s 1 e converge per s 2; esaminiamo il caso
1 < s < 2.
Applichiamo il criterio di condensazione per la serie data. Otteniamo
1+

2
22
23
2n
1
1
1
1
1
+ 2s + 3s + ..... + ns + .. = 1 + s1 + s1 2 + s1 3 + s1 4 + ... s1 n + ..
s
2
2
2
2
2
(2 )
(2 )
(2 )
(2 )

1
Otteniamo una serie geometrica di ragione q = 2s1
e, dato che s 1 > 0, q < 1 per cui la serie
geometrica e convergente. Una dimostrazione piu costruttiva e la seguente:
Mostriamo che la serie :
1
1
1
1
1
1 + s + s + s + s + ... + s + ..
2
3
4
5
n
e convergente per s > 1.
Raggruppiamo in parentesi i termini nel seguente modo: il primo lo lasciamo senza modica; per gli
altri, nella prima parentesi poniamo due elementi consecutivi, nella seconda parentesi quattro elementi
consecutivi, poi otto elementi consecutivi etc., allora abbiamo

1+(

1
1
1
1
1
1
1
+ s ) + ( s + s + s + s ) + ( s + ...
s
2
3
4
5
6
7
8

Valutiamo ogni parentesi:


1
1
1
1
1
+ s < s + s = s1 .
2s
3
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
+ s + s + s < s + s + s + s = 4 s = s1 2
4s
5
6
7
4
4
4
4
4
(2 )
22

Allora, per induzione, si ha


1+

1
2s1

Questa ela serie geometrica di ragione


generalizzata per ogni s > 1.
Esempi:
1. La serie

1
2s1

1
(2s1 )2

1
(2s1 )3

+ ...

che e convergente. Allora converge anche la armonica

1
1
1
1
= 1 + 2 + 3 + ... + n + ...
n
n
2
3
n

e minorante della serie


1+

1
1
1
+ 3 + ... + n ...
2
2
2
2

che e la serie geometrica di ragione q = 1/2 priva del secondo termine ovvero e la serie

q n 1/2 = 1 +

1
1
1
+ 3 + ... + n ...
22
2
2

che e convergente a 3/2. Pertanto la serie data e convergente perche e minorante di una serie
convergente.
2. La serie a termini positivi
1
1
1
1
= 1 + + + ... +
+ ...
n!
2! 3!
n!
e una serie convergente perche minorante della serie geometrica di ragione 1/2
1
1
1
1
1
= 1 + + 2 + 3 + ... + n ...
2n
2 2
2
2
3. La serie

1
1
1
1
= 1 + + + ... + + ...
n
n
2
3

diverge in quanto maggiorante della serie armonica

Si ricorda che
4.

n n da cui

1
n

1
1 1
1
= 1 + + + ... + + ...
n
2 3
n
1n .

1
1
1
1
= 1 + 2 + 2 + .... 2 + ..
n2
2
3
n
e minorante della serie di Mengoli tranne il primo termine.
1)

1
1
1
1
+1=1+
+
+ ... +
+ ..
n(n + 1)
12 23
n(n + 1)

emaggiorante di
1
1
1
1
= 1 + 2 + 2 + .... 2 + ..
n2
2
3
n
Quindi la serie (1) e convergente.
23

5. Abbiamo constatato che e facile vericare che la serie


di conseguenza e divergente.
In generale, per

1
n

e maggiorante della serie armonica

1
ns

( serie armonica generalizzata) si ha


i) per 0 < s 1 e maggiorante della serie armonica quindi e divergente;
ii) per s 2 e minorante della serie geometrica (priva del secondo termine) quindi e convergente.
iii) per 1 < s < 2 e convergente.
6. Dimostrare la convergenza della serie

1
n(1 + n4 )

1
1
1
=
+
+ ... +
+ ...
1(1 + 14 )
2(1 + 24 )
n(1 + n4 )

Risulta

1
n(1 +

n4 )

1
1
2.
4
n
n

Quindi la serie data e minorante di una serie convergente quindi e convergente.


7. Studiare il carattere della serie
n2 + n logn
3n4 + n3 2

In questo caso conviene stabilire il comportamento asintotico del termine generale.


n2 1 + n1 logn/(n2 )
1
n2 + n logn
=
2.
3n4 + n3 2
3n4 1 + 1/3n 2/(3n4 )
3n
La serie data e asintotica ad una serie convergente quindi e convergente.
8. Studiare il carattere della serie che ha come termine generale
an =
Osserviamo che

logn
.
n2 + 3

logn
0.
np

di sicuro per ogni p 1/2, da cui abbiamo che denitivamente


logn
< 1.
np
Al denomonatore abbiamo una buona potenza di n ed una parte di essa la utilizziamo per neutralizzare il logaritmo. Allora vale
logn
logn 1
1
logn
2 =
< 3/2
n2 + 3
n
n n3/2
n
24

1
denitivamente. Ma n3/2
e il termine generale della serie armonica generalizzata con potenza
maggiore di 1, quindi convergente. La serie data e minorante di una serie convergente pertanto e
convergente.

9. Mostrare che

1
logn

e divergente.
Osserviamo che logn n per n > 1 quindi

1
n

1
logn

per cui la serie data diverge.

10.
11. Mostrare che

1
nlogn

e divergente.
Applichiamo il criterio di condensazione e costruiamo la serie
22
2
2n
+ 2
++ n
+ ..
2
2log2 2 log2
2 log2n
Valutiamo il termine generale
2n
2n
1
=
=
2n log2n
2n nlog2
nlog2
che e il termine generale della serie armonica a meno di una costante. Quindi la serie data e
convergente.
12. Lo studente dimostri, applicando il procedimento dellesercizio precedente, che per > 0 la serie

1
n1+ logn

e convergente.
Criterio della radice

Teorema Sia n=0 an una serie a termini positivi o denitivamente positivi. Supponiano che esista un
numero positivo minore di 1 (0 < < 1) tale che, almeno denitivamente,

n
an .

Allora la serie n=0 an e convergente.


Se per inniti indici n si ha

allora la serie

n=0

n
an 1
an e divergente.

La dimostrazione e alquanto semplice. Nel primo caso si confronta la serie data con una serie geometrica
di ragione . Infatti, per ipotesi, si ha, almeno denitivamente, (cioe per n abbastanza grande)

n
an < 1 an n .

25

Per cui la serie n=0 an e minorante della serie geometrica n=0 n di ragione minore di 1, almeno
denitivamente. Quindi dal teorema del confronto e convergente.
Per il secondo caso se

n
an 1
allora an 1 ed an non puo convergere a zero. La serie non puo convergere. Dato che e regolare deve
quindi divergere.
Osservazione: Insistiamo che per il carattere di una serie non e necessario considerare tutta la serie bensi
una serie residua ove si tralasciano i primi n0 termini; questo e cio che si intende per denitivamente.
In questo caso, nella dimostrazione, si considera la serie geometrica ridotta o residua :
n0 + n0 +1 + n0 +3 .... = n0 (1 + + 2 + ....
Una pratica variazione del criterio della radice e data dal seguente teorema.

Teorema - Criterio della radice asintotico Sia n=0 an una serie a termini positivi o denitivamente positivi. Supponiamo che esista
lim

n+

Allora
1) se l < 1, la serie
2) Se l > 1, la serie

n=0

an e convergente.

n=0

an e divergente.

n
an = l.

3) se l = 1, nulla si puo dire in generale sul carattere della serie.


Dimostrazione.
1) Per il teorema della permanenza del segno si ha che, denitivamente,

n
an < = l + < 1
con < 1 l. Ritroviamo le condizioni del criterio della radice.
2) Sempre per il teorema della permanenza del segno, abbiamo, denitivamente

n
an > = l > 1
con < l 1 e vale il teorema precedente.
Per il terzo caso ci limitiamo a considerare due esempi.
La serie armonica

1
n

e divergente con

n
1/n 1 .

Mentre la serie

1
n2
e convergente in quanto minorante della serie di Mengoli ed ancora

n
1/n2 1 .

Per il calcolo dei limiti basta passare al logaritmo ovvero log n 1/n = logn
n 0 .
Esempi:
26

1. Stabilire il carattere della serie

n
1
2
3
n
(
)n = + ( )2 + ( )3 + ... + (
)n ..
2n + 1
3
5
7
2n + 1
E naturale applicare il criteri della radice:

n
n
1
n
(
)n = (
) < 1.
2n + 1
2n + 1
2
La serie e convergente.
2. Stabilire il carattere della serie

1
1
1
=
+ ... +
..
(logn)n
(log2)2
(logn)n

Anche in questo caso e naturale applicare il criterio della radice:

1
1
=
0.
n
(logn)
logn

La serie data e convergente.


3. Stabilire il carattere della serie

en

+xn

dove x e un numero arbitrario.


Applichiamo il criterio della radice

n
en2 +xn = en+x 0
per ogni x. Quindi la serie data e convergente.
4. Si consideri la serie

xn
nn

con x numero positivo qualsiasi.


Applichiamo il criterio delas radice.

xn
x
= 0.
n
n
n

La serie e convergente per ogni x 0.

5. Studiare il carattere della serie

xn nk

con x numero non negativo.


Applichiamo il criterio della radice

n
xn nk = x nk x

.
27

(Si ricorda che usando la forma esponenziale dobbiamo calcolare il limite


log(nk/n ) =

k
logn 0.)
n

Qualunque sia k la serie converge per x < 1 e diverge per x > 1.


Per x = 1 la serie diventa

nk

Questo caso e stato gia studiato e si ha che la serie diverge per k 1 e converge per k < 1.
6. Studiare la serie

3n2 n + 2
2n3 + logn

Valutiamo il comportamento asintotico d del termine generale:


3n2 n + 2
3n2 (1 1/(3n) + 2/(3n2 ))
3
= 3

.
3
2n + logn
2n
1 + logn/(2n3 )
2n
Quindi e asintotica ad una serie amonica moltiplicata per una costante. La serie data e divergente.
Per quanto riguarda il criterio della radice asintotico abbiamo detto che per il caso

n
an 1
nulla si puo dire. Pero si puo osservare che se si ha

n
an 1+
La serie e ovviamente divergente dal momento che denitivamente an 1 ed il termine
generale non puo tendere a zero.
Il caso incerto resta solo 1 .
Criterio del rapporto

Teorema Sia n=0 an una serie a termini strettamente positivi o denitivamente strettamente positivi.
Allora
1) se esiste un numero positivo minore di 1 (0 < < 1) tale che, almeno denitivamente,

la serie

n=0

an+1

an
an e convergente.

2) Se

la serie

n=0

an+1
1
an
an e divergente.

1) Dalla ipotesi si ha

an+1
.
an

Per semplicita diciamo per ogni n. Allora


a1 < a0 ; a2 < a1 < a0 2 ; ...an < an1 < a0 n .
28

Allora la serie
convergente.

n=0

an e minorante della serie geometrica di ragione < 1; dal criterio del confronto e

2) Dalla ipotesi si ha allora an+1 an per cui n=0 an e maggiorante di una serie geometrica di ragione
maggiore o uguale ad 1 che diverge. Da cui lasserto.
Una pratica variazione del criterio del rapporto e data dal seguente teorema.
Criterio del rapporto asintotico

Teorema Sia n=0 an una serie a termini positivi o denitivamente positivi.


Supponiamo che esista
an+1
= l.
n+ an
lim

Allora
1) se l < 1 la serie

2) Se l > 1 o l = 1

an e convergente.

la serie n=0 an e divergente.


n=0

3) se l = 1 nulla si puo dire in generale sul carattere della serie.


1) Per ipotesi

an+1
= l < 1.
n+ an
Dal teorema della permanenza del segno si ha
lim

an+1
=l+<1
an
con < 1 l.
Allora ritroviamo le condizioni del teorema del rapporto
2) Sempre dal teorema della permanenza del segno si ha, denitivamente,
lim

n+

si ha

an+1
=l>1
an

an+1
=l>1
an

con < l 1.
Se l = 1+ si ha denitivamente an+1 > an ed il termine generale non puo tendere zero.
3) Il terzo caso l = 1 e giusticato dalle solite due serie
1 1
,
n
n2
una diverge e laltra converge con il limite del rapporto dei termini che tende a 1 .
Esempi:
1. Studiare il carattere della serie
1
1
1
1
=1+
+
+ ... +
+ ...
n!
12 123
1 2 3 ... n
Applichiamo il criterio del rapporto
n!
1 2 3 .... n
1
=
=
0.
(n + 1)!
1 2 3 .... n (n + 1)
n+1
La serie e convergente.
29

2. Studiare il carattere della serie


n!
1!
2!
n!
=
+ 2 + ... n ...
nn
1
2
n
Applichiamo il criterio del rapporto

(n+1)!
(n+1)n+1
n!
nn

(n + 1)! nn
n n
=(
) e1
(n + 1)n+1 n!
n+1

Quindi la serie data e convergente.


3. Studiare il carattere della serie
2n
n

2 22
2n
+
+ ... +
...
1
2
n

Applichiamo il criterio del rapporto


2n+1
n+1
2n
n

2n+1 n
n
=2
> 1.
n
n+12
n+1

per n 2.
Quindi la serie data e divergente.
Serie con termini di segno qualsiasi

Consideriamo ora serie n=0 an con termini di segno qualsiasi. Non e facile valutarne il carattere. Esse,
in generale, hanno successioni di somme parziali a carattere oscillante.
Per applicare a tali serie gli strumenti che sono stati costruiti nei paragra precedenti si considera la
serie dei valori assoluti dei loro termini. Diamo dunque la seguente denizione.

Denizione Sia n=0 an una serie a termini reali. Si dice che e assolutamente convergente se converge
la serie dei valori assoluti dei suoi termini ovvero se converge la serie a ternini positivi

|an |.

n=0

E intuibile che una serie assolutamente convergente e convergente in senso ordinario.


Per dimostralo facciamo uso del criterio di Cauchy. La convergenza assoluta della serie
e equivalente a:
per ogni > 0 e possibile coordinare un numero naturale N tale che per ogni n > N e p 0 si ha
Rn,p := |an | + |an+1 | + ... + |an+p | < .
n,p della serie ordinaria si ha
Allora, con gli stessi indici, per il resto R
n,p | = |an + an+1 + ... + an+p | |an | + |an+1 | + ... + |an+p | < .
|R
Non v e dubbio che non vale il contrario ovvero una serie convergente in senso ordinario non e detto
che sia anche assolutamente convergente.
Dai criteri di regolarita delle serie a termini positivi si ricavano i criteri di assoluta regolarita che
scriviamo qui di seguito.
30

Criterio del confronto


Siano

an , e

n=0

bn

n=0

due serie di cui la seconda e a termini positivi ed almeno denitivamente


|an | bn
.

Allora se la serie n=0 bn e convergente la serie n=0 an , minorante della serie n=0 bn , e assolutamente convergente.
Criterio della radice
Se risulta

n
|an | < 1

la serie

an

n=0

converge assolutamente.
Se invece, per inniti indici, si ha

n
|an | > 1
la serie data non converge.
Inoltre se
lim

n+

n
|an | = l

la serie data converge assolutamente se l < 1, non converge se l > 1 o l = 1+ , se el = 1 nulla si


puo dire senza una ulteriore indagine.
Criterio del rapporto
Se risulta

|an+1 |
<1
|an |

la serie

an

n=0

converge assolutamente.
Se invece per inniti indici si ha
|an+1 |
>1
|an |
la serie data non converge, diverge.
Inoltre se
lim

n+

|an+1 |
= l.
|an |

La serie data converge assolutamente se l < 1, non converge se l > 1 o l+ , se l = 1 nulla si puo
dire senza una ulteriore indagine.
31

Un altro interessante tipo di serie e quella a segno alternato ovvero serie del tipo

(1)n an
n=0

con an 0.
Vale il seguente teorema

Teorema di Leibnitz - Sia

(1)n an

n=0

una serie a segno alternato. Se


an+1 an
e
lim an = 0

n+

allora la serie e convergente.


La dimostrazione usa pesantemente la monotonia.
Si considerano somme parziali di indice pari ovvero si sommano i primi 2p termini della somma e le
scriviamo
s2p = a0 (a1 a2 ) (a3 a4 ) .... (a2p1 a2p ).
Questa struttura mostra che la successione delle somme parziali con indice pari e non crescente dal
momento che al crescere di p crescono i termini negativi quindi abbiamo
s0 s2 s4 .... s2p ...
Inoltre per la monotonia dei termini della serie si ha
s2p = (a0 a1 ) + (a2 a3 ) + (a4 a5 ) + .... + a2p 0.
Linsieme delle somme parziali di indice pari e inferiormente limitato.
Dai teoremi di monotonia esiste
lim s2p = S 0.

p+

Consideriamo le somme parziali di indice dispari. Similmente


s2n+1 s2n+1 + a2n+2 a2n+3 = s2n+3 .
e quindi
s1 s3 s5 s2n+1
s2p+1 = s2p a2p+1 .
La successione delle somme con indice dispari e non decrescente.
Dato che per ipotesi il termine generale an 0 si ha
lim s2p+1 = lim (s2p a2p+1 ) = S.

p+

p+

Essendo S il limite delle somme parziali pari, dalla denizione di limite, si ha che per ogni > 0
esiste N > 0 tale che |S s2n | < per ogni 2n > N . Allo stesso modo, essendo S il limite delle somme
parziali dispari, esiste > 0 tale che la disuguaglianza |S s2p+1 | < vale per ogni 2p + 1 > . Quindi,
prendendo = max(N , ), la disuguaglianza

32

|S sn | <
vale per ogni n > , n pari o dispari, e si ha quindi
lim sn = S.

La successione delle somme parziali e convergente ed ha come limite S


Possiamo scrivere allora

S=
(1)n an .
n=0

Prodotto della serie per un numero. Somma e dierenza di serie


+
Quando si e posto S = n=0 an si ha avuto un po di incertezza perche alla sinistra abbiamo un numero
con le sue proprieta mentre alla destra abbiamo un simbolo di cui conosciamo poco. Ora e il momento
di ristabilire una parziale coerenza fra i due simboli. Incominciamo con la moltiplicazione della serie per
un numero.
+
+
Denizione Si dice moltiplicazione di una serie n=0 an per un numero c la serie n=0 can .
Abbiamo gia osservato che le due serie, se c = 0, hanno lo stesso carattere e se la prima e convergente
ed ha somma S anche la seconda e convergente con somma cS. Se la prima e assolutamrente convergente
anche la seconda e assolutamente convergente.
Inoltre si usa scrivere
+

can = c

n=0

an .

n=0

Denizione Si dice serie somma (o dierenza) delle due serie


+

(an + bn ),

n=0

+
n=0

an e

n=0 bn

la serie

(an bn ).

n=0

Stabiliamo il legame fra i simboli.


+
+
Indichiamo con An le somme parziali di n=0 an e con Bn le somme parziali di n=0 bn e con Cn =
An + Bn o Dn = An Bn le somme parziali della somma e dierenza.
+
+
+
Denizione Si dice serie somma (o dierenza) delle due serie n=0 an e n=0 bn la serie n=0 (an +bn )
+
(o n=0 (an bn )).
Se An A e Bn B allora Cn A + B e Dn A B per n +. Allora abbiamo
+
+
Teorema Se le serie n=0 an e n=0 bn
sono convergenti risultano convergenti anche le serie
+

(an + bn )

n=0

e vale

Se

+
n=0

an e

n=0 bn

(an bn ) =

n=0

(an bn )

n=0
+

n=0

(an )

bn .

n=0

sono assolutamente convergente lo sono anche

33

n=0 (an

bn ).

+
Osserviamo che in caso di convergenza il simbolo di serie n=0 ha la proprieta distributiva rispetto
+
alla somma . Questa non vale in generale. Ad esempio la n=0 (an + bn ) puo convergere senza che
+
+
convergano le serie n=0 an e n=0 bn .
Considerando la parziale aritmetica dellinnito possiamo estendere la proprieta del teorema anche
ai casi di divergenza con le seguenti modalita:
se A = (o ) e B e un numero allora
+

(an bn ) = (o ).

n=0

se A = + () e B = + () (inniti dello stesso segno) allora


+

(an + bn ) = + ().

n=0

Nulla si puo dire se A = e B = .


Prodotto di serie secondo Cauchy
Veniamo a trattare brevemente il prodotto di due serie.
Denizione di prodotto secondo Cauchy Si dice serie prodotto delle due serie
+

an e

n=0

bn

n=0

la serie
+

cn

n=0

ove
c0 = a0 b0 , c1 = a0 b1 +a1 b0 , c2 = a0 b2 +a1 b1 +a2 b0 , ..., cn = a0 bn +a1 bn1 +a2 bn2 +a3 bn3 +...+an b0 , ...
Scriviamo in forma compatta il termine generale
cn =

ai bni (detto prodotto ; di convoluzione discreta).

i=0

Si esegua la moltiplicazione, usando il calcolo letterale, di


(a0 + a1 + a2 + a3 + ... + an + ...)(b0 + b1 + b2 + b3 + b4 + +... + bn + ...).
Raggruppando poi i termini che hanno la stessa somma degli indici, si ottengono gli elementi della
serie prodotto secondo Cauchy
a0 b0 + (a0 b1 + a1 b0 ) + (a0 b2 + a1 b1 + a2 b2 ) + ....
Vale il seguente teorema.
Teorema Siano

an e

n=0

n=0

34

bn

due serie assolutamente convergenti. Allora anche la serie prodotto


+

cn

n=0

e assolutamente
convergente edha per somma il prodotto
+
+ delle serie fattori.
+
Posto A = n=0 an e B = n=0 bn allora C = n=0 cn = AB.
Qualche osservazione. Abbiamo messo in evidenza qualche incoerenza formale tra la operazione di somma
e quella di serie. Nonostante l apparente somiglianza, una serie e un concetto molto diverso da quello di
somma. Per associare un numero al simbolo di serie non solo abbiamo aancato al concetto di somma
il processo di limite ma abbiamo anche costruito una successione particolare che e la successione delle
somme parziali costruite con un certo ordine a cui si applica il limite. In particolare non si possono
applicare le proprieta associativa
+e commutativa tipiche della somma. Detta {sn } la successione delle
somme parziali di una serie
n=0 an , se si associano piu termini an si ottiene unaltra serie la cui
successione delle somme parziali ha un numero di somme parziali minore di quella iniziale. Se il numero di
elementi mancanti e nito nulla cambia per quanto riguarda la somma delle serie. Cambia notevolmente
invece se il numero delle associazioni e innito. Cosa piu complessa quando si dissociano i termini an ;
in questo caso si inseriscono piu somme parziali. Anche in questo caso se si dissociano inniti elementi
la serie risultante puo avere carattere diverso da quella originaria. Un esempio classico e il seguente.
0 = 0 + 0 + 0... + 0....
Posto 0 = 1 1 si ha

0 = (1 1) + (1 1) + (1 1) + ....(1 1)...

Ma la serie
1 1 + 1 1 + 1 1... + 1 1....
e una serie indeterminata in quanto la successionedelle somme paziali e: 1,0,1,01,0,... Cosi
1 + (1 + 1) + (1 + 1) + ...(1 + 1).... = 1
econvergente.
La situazione puo essere piu sorprendente se si scambiano i posti dei termini di una serie . Consideriamo, per esempio, la serie armonica a segno alterno

1
1 1 1
(1)n+1 = 1 + ... = log2
n
2 3 4
e convergente perche verica le ipotesi del teorema di Leibnitz.
Ebbene se riordiniamo i suoi termini come segue
1 1 1 1 1 1
+ + ...
2 4 3 6 8 5
(uno positivo e due negativi), la serie e ancora convergente ma ha somma ln2/2.
Oppure scambiando lordine dei termini in modo da avere due termini positivi consecutivi ed uno
negativo . La serie ottenuta ha unaltra somma.
Si puo addirittura provare che e possibile riordinare i termini in modo da ottenere una serie divergente, oppure una serie convergente ad un reale qualsiasi. Solo per le serie assolutamente convergenti (in
particolare quelle positive) le proprieta associativa e commutativa continuano a valere: questo il motivo
principale della loro importanza applicativa.
1bigskip
Complementi
1

Proprieta associativa

35

Sia
1)

an = a0 + a1 + a2 + ... + an + ...

e
s0 , s1 , s2 , ..., sn , ...
la successione delle sue somme ridotte.
Raccogliendo in un unico termine piu termini della somma ad esempio a5 , a6 , a7 e raccogliendo i tre
termini in una parentesi, la serie diventa
a1 + a2 + a3 + a4 + (a5 + a6 + a7 ) + a8 + .....
Allora per questa nuova serie la successione delle somme ridotte
0 , 1 , 2 , 3 , 4 , 5 , ..., n , ..
e tale che
s0 = 0 , s1 = 1 , s2 = 2 , s3 = 3 , s4 = 4 , s7 = 5 , s8 = 6 , ..
La successione delle somme {n } coincide con la successione {sn } privata di s5 , s6 .
Dunque {n } e una sottosuccessione di {sn }. Per induzione possiamo aermare che in base a questa
osservazione, se nella serie si associano, con una legge qualsiasi, un numero nito di termini consecutivi,
si ottiene una nuova serie la cui successione delle somme ridotte e contenuta in quella della serie data
(1). Allora vale il
Teorema - Se si associano gruppi di un numero nito di elementi consecutivi di una serie regolare si
ottiene una nuova serie con la stessa regolarita e la stessa somma (nita o innita).
Sotto le condizioni del teorema, possiamo dire che per le serie vale la proprieta associativa.
Tale proprieta non vale per le serie indeterminate.
2) Cosa piu complessa e dissociare un numero ovvero scrivere un termine della serie come somma
di piu numeri, ad esempio: an = (an1 + an2 + ... + an1 ). Questo fatto prova linserimento di nuove
somme parziali rispetto alle somme parziali iniziali pari al numero degli addendi della dissociazione. Se si
eettuano innite dissociazioni, in generale, leetto e imprevedibile. La serie ottenuta per dissociazione
da una serie regolare puo essere irregolare. Riscriviamo gli esempi gia dati.
0 = 0 + 0 + 0... + 0....
Posto 0 = 1 1 si ha

0 = (1 1) + (1 1) + (1 1) + ....(1 1)...

Ma la serie
1 1 + 1 1 + 1 1... + 1 1....
e una serie indeterminata. Cosi
1 + (1 + 1) + (1 + 1) + ...(1 + 1).... = 1
e convergente.
Possiamo aermare che per le serie, in generale, non vale la legge dissociativa.
Come abbiamo gia anticipato una risposta certasi puo dare sotto alcune condizioni.
Se si dissocia ogni termine an di una serie
an in un numero nito di termini dello stesso segno
allora la nuova serie ha lo stesso carattere della precedente e se convergenti hanno la stessa somma.
Quindi nel contesto delle serie a termini positivi la legge di dissociazione ( in numero nito di termini)
vale.
36

3) Proprieta commutativa
La situazione e piu seria per la proprieta commutativa. Dapprima precisiamo cosa si intende per
cambiare o permutare lordine dei termini in una serie.
Date due serie, se fra i loro termini si stabilisce una corrispondenza biunivoca tale che gli elementi
corrispondenti siano sempre uguali si dice che le due serie dieriscono per lordine o che una e ottenuta
dallaltra cambiando lordine.
Dunque, alterare lordine o riordinare i termini di una serie signica dare una legge che permetta,
assegnato un termine di posto n della prima serie, di conoscere il posto n di questo termine nella nuova
serie. In sostanza il termine ha cambiato posto.
Quale l eetto di questo cambiamento? In certi casi permutando lordine dei termini una serie
convergente puo restare convergente e cambiare somma oppure divenire divergente oppure indeterminata.
Ad esempio . Prendiamo in considerazione la serie armonica a segno alterno
()

1 1 1
+ + .... = log2.
2 3 4

Consideriamo la serie riordinata con due termini positivi seguiti da uno negativo
1+

1 1 1 1 1 1
1
1
1
1
3
+ + + +
..
+

+ ... = log2.
3 2 5 7 4 9 11
4n 3 4n 1 2n
2

Mentre, riordinando (*) con un termine positivo seguito da due negativi


1 1 1 1 1
1
+ + ..... = log2.
2 4 3 6 8
2
In conclusione per le serie non vale, in generale, la proprieta commutativa.
Allora le serie che hanno la proprieta commutativa sono serie particolari, ammesso che esistano,
ovvero formano un sottoinsieme delle serie che a priori puo esseren anche vuoto.
Si da la seguente denizione.
1

Denizione - Una serie e detta incondizionatamente convergente ( incondizionatamente divergente)


quando e convergente (divergente) ed e convergente ogni serie ottenuta riordinando i suoi termini.
Nel caso contrario si dira condizionatamente convergente (divergente).
Dallesempio dato sembra che la causa della non commutativita sia la presenza di inniti termini di segno
opposto. In eetti e cosi. Questa osservazione e confortata dal seguente teorema.
Teorema Permutando lordine dei termini di una serie a termini positivi o nulli si ottiene unaltra serie
a termini positivi con lo stesso carattere e con la stessa somma nita od innita. Allora ogni serie
convergente a termini denitivamente positivi e incondizionatamente convergente

La dimostrazione e semplice. Sia 1)


an la serie data a termini positivi e sia 2)
bn la serie riordinata.
Le successioni parziali di entrambe le serie ammettono limite. Dai teoremi di monotonia tali limiti sono
niti se le due successioni sono limitate. Sia Bn la somma ridotta della serie (2). Sia il piu piccolo
numero per cui A , somma ridotta della serie (1), contenga tutti i termini in Bn . Ovviamente > n
dipende da n ed e un numero nito. Inoltre, dato che tutti i termini sono positivi o al piu nulli, si ha
Bn A .
Supponiamo che la serie (1) sia convergente e la sua somma sia A. Si sa che A = SupAn . Allora
Bn A.
Linsieme delle somme parziali Bn e limitato pertanto la serie (2), di termini positivi, e convergente
con somma B A. Scambiando le parti nel procedimento precedente si ha A B da cui lasserto.

37

Enunciamo il teorema generale di convergenza incondizionata di Dirichlet.


Teorema di Dirichlet Condizione necessaria e suciente anche una serie sia incondizionatamente
convergente e che sia assolutamente convergente e conserva la stessa somma qualunque sia il riordinamento.
Brevemente: la condizione necessaria e suciente vale anche per la divergenza a + (-) quando
la serie dei suoi termini positivi (negativi) e divergente e che i suoi termini negativi (positivi ) non
disturbino troppo ovvero o sono in numero nito opppure la loro somma sia nita.
Le serie a termini denitivamente positivi sono incondizionatamente convergenti.
Successioni e serie a termini complessi
Fino ad ora abbiamo trattato successioni e serie con elementi che sono numeri reali. Quanto detto per
tali successioni o serie, mutatis mutandis, si estende in modo naturale ai numeri complessi. Ne diamo un
breve cenno.
Sia

{zn } := z0 , z1 , z2 , z3 , ....., zn , ....

una successione di numeri complessi: zn = xn + iyn con n = 1, 2, 3, ....


E manifesto che se vogliamo valutare il carattere della successione (*) dobbiamo considerare il carattere simultaneo delle due successioni {xn } e {yn }. A tal ne procediamo nel seguente modo.
Denizione Diremo che il numero complesso z = x + iy e il limite della successione (*) se risulta
lim |zn z| = 0

n+

ovvero per ogni > 0 e possibile coordinare un numero N > 0


tale che per ogni n > N si ha
|zn z| < .
Osserviamo che le misure delle vicinanze sono espresse da numeri reali. Geometricamente signica
che, denitivamente , zn e contenuta nel cerchio di centro z e raggio .
Ricordando che
|zn z| = |(xn x) + i(yn y)| =

(xn x)2 + (yn y)2

si ha
(|xn x| e |yn y|) |zn z| |xn x| + |yn y|
e possiamo aermare che
zn z xn x e yn y.
Per quanto riguarda la divergenza la esprimiamo nel seguente modo:
Denizione Diremo che la successione (*) e divergente se
lim |zn | = +

n+

ovvero per ogni K > 0 e possibile coordinare un numero NK > 0


tale che per ogni n > NK si ha
|zn | > K.

38

Geometricamente, i numeri complessi zn sono denitivamente esterni al cerchio di centro lorigine e


raggio K.
In questo caso non e detto che entrambe le successioni {xn } e {yn } tendano allinnito. Basta che
almeno una non sia limitata.
Osserviamo ancora che tutto e regolato dal concetto di distanza o modulo dei numeri complessi.
Da queste denizioni la massima parte dei teoremi e criteri che abbiamo stabiliti per le successioni di
numeri reali valgono per le successioni di numeri complessi, in particolare, lalgebra dei limiti, le forme
di indecisione il concetto di asintoto di o piccolo, etc.
Con queste nozioni a disposizione possiamo, ora, considerare serie di numeri complessi.
Sia

{zn } := z0 , z1 , z2 , z3 , ....., zn , ....


una successione di numeri complessi: zn = xn + iyn con n = 1, 2, 3, .... e consideriamo la scrittura che
chiamiamo serie di numeri complessi

()

zn := z0 + z1 + z2 + z3 + ..... + zn , ....

i=0

Si costruisce la successione delle somme ridotte {sn } con


sn = z0 + z2 + z3 + .... + zn =

zn =

xn + i

yn .

Come al solito attribuiamo alla serie il carattere della successione delle somme parziali. In particolare,
se
sn Z = X + iY
diremo che la serie (*) e convergente ed ha somma Z e scriveremo
Z=

zn = z0 + z2 + z3 + ..... + zn , ...

i=0

Possiamo anche scrivere


X = lim

n+

xi e Y = lim

n+

yi .

Anche per le serie a termini complessi valgono in massima parte denizioni, teoremi e criteri stabiliti
per le serie a termini reali. In particolare, la assoluta convergenza: cioe una serie

zn

i=0

e assolutamente convergente se e convergente

|zn |.

i=0

Questa nozione e di particolare importanza dal momento che nel campo dei numeri complessi non
vale la consueta nozione di ordine.
Serie di potenze
Una delle serie numeriche di riferimento di notevole importanza e la serie geometrica i cui termini sono
potenze di un numero detto ragione. Estendiamo questo tipo di serie nella seguente forma
()

an xn := a0 + a1 x + a2 x2 + a3 x3 + ...an xn + ...

n=0

39

ove an sono numeri reali ed x la variabile reale x. Se poniamo an = 1 per ogni n e x = q ritroviamo
la classica serie geometrica. In questo caso la serie e convergente per |x| < 1 e la somma della serie e
1
.
1x
Leggiamo il risultato nel seguente modo: la serie in questione denisce una funzione della variabile
x il cui dominio D e l insieme in cui la serie converge, ossia lintervallo aperto simmetrico di centro 0
ed ampiezza 2 cioe I = (1, 1) o |x| < 1. Le serie di potenze sono unestensione della serie geometrica:
le potenze sono centrate in un generico punto x0 R e la potenza n-esima viene moltiplicata per un
coeciente reale an .
Le costanti an sono chiamate coecienti di xn . Il simbolo x indica la variabile reale. Una serie di
potenze puo convergere per alcuni valori di x e divergere per altri. Scritture del tipo (*) le abbiamo gia
incontrate con la formula di Taylor o di Mac-Laurin.
La convergenza della serie (*) dipende dai coecieti an . Applichiamo il criterio della radice: supponiamo

lim n |an | = A.
n

Allora
lim

|an xn | = |x| lim


n

n
|an | = |x|A < 1.

La serie e convergente per x in I = (R, R) con R = A1 .


Analogamente, se
|an+1 |
lim
=A
n |an |
applicando il criterio del rapporto
|an+1 xn+1 |
|an+1 |
= |x|limn
=A
n
|an xn |
|an |
lim

la serie converge per x (R, R) intervallo simmetrico rispetto ad 0.


R lo chiameremo raggio di convergenza.
Se A = poniamo R = 0 se A = 0 poniamo R = +. La serie invece non converge se |x| > R. La
determinazione del raggio di convergenza, come suggerisce la dimostrazione precedente, non da alcuna
informazione sul carattere della serie agli estremi del dominio quando x = R. Per dare una risposta in
questi casi bastera studiare le serie numeriche corrispondenti ponendo x = R.
Caso particolare
1
an =
n!
.
Per questo caso abbiamo, applicando il criterio del rapporto,
1
(n+1)!
lim
1
n
n!

Allora la serie

= lim

1 n
x
n!
n=1

e convergente per ogni x.

40

1
= 0.
n+1

Appare chiaro che se la serie di potenze e centrata in x0 allora la serie di potenze diventa
+

an (x x0 )n .

n=1

Quanto detto sopra relativo al centro 0 si applica ad x0 . Lintervallo simmetrico di convergenza della
serie e |x x0 | < R.
Le serie di potenze dipendono dalla variabile x. E naturale indicarle con un simbolo che ricordi questa
dipendenza. Useremo la seguente scrittura
+

S(x) =

an x n .

n=0

Per ora e una scrittura formale che ricorda il concetto di funzione della variabile x. Essa e ben
denita quando ne preciseremo il dominio D ovvero linsieme dei valori della variabile per cui la serie
risulti convergente. Osserviamo che D non e vuoto, contiene 0. La seguente osservazione ha un certo
interesse pratico.
Teorema di Abel Sia

S(x) =

an xn

n=0

e sia x0 un valore della variabile x. Se x0 D allora lintervallo |x| < |x0 | e contenuto in D,
ovvero se la serie S(x) converge in x0 allora converge per tutti i punti x soddisfacenti la relazione
|x| < |x0 |.
Diamo una dimostrazione semplice
+assumendo an > 0, per il caso generale si fa uso del criterio di Cauchy:
supponiamo x0 > 0. La serie n=0 an xn0 e convergente da cui
an xn0 0.
Cronfrontiamo an xn e an xn0 per |x| < x0 , si ha
|an xn |
|xn |
=
< 1.
|an xn0 |
xn0
Quindi
|

n=0

an xn |
+

an |xn |

n=0

an xn0 .

n=0

Dal criterio del confronto si ha che n=0 an xn e convergente per |x| < x0 .
Per x0 < 0 la dimostrazione e analoga.
Somme di potenze le abbiamo gia costruite con la formula di Taylor o di Mac-Laurin laddove i coecienti
sono le derivate di una funzione divise per il fattoriale dellordine di derivazione. La Formula di Taylor
e centrata in un punto x0 mentre la formula di Mac-Laurin e centrata in 0.
Serie di Taylor e di Mac-Laurin
Sia y = f (x) una funzione denita in un intervallo [a, b]. Sia x0 (a, b) e la funzione e innitamente
derivabile in x0 . Diremo serie di Taylor di f (x) relativa al punto x0 la seguente serie di potenze
f (x) =

f (n) (x0 )
(x x0 )n .
n!
n=0

41

(si ricorda che si pone f (x) = f 0 e 0! = 1. Data una funzione f (x) innitamente derivabile in x0 ,
diremo serie di Mac-Laurin di f (x) relativa al punto 0 lespressione:
f (x) =

+ (n)

f (0) n
x .
n!
n=0

Lintervallo di convergenza dipendera dalle derivate di f (x)


Vale il seguente teorema.
Teorema Sia y = f (x) una funzione innitamente derivabile nellintervallo simmetrico I = (x0
R, x0 + R). Inoltre in I per le derivate di f vale la relazione
f (n) (x)
c
| n
n!
R
con x I, c una constante positiva indipendente da n e da R.
Allora la serie

f (n) (x0 )
(x x0 )n
n!
n=0
|

e convergente e la sua somma e f (x)


Cenni della dimostrazione. Consideriamo la formula di Taylor di f (x) nel punto x0 arrestata allordine
n con resto di Lagrange:
f (x) =

n1

k=1

f k (x0 )
f n ()
(x x0 )k +
(x x0 )n
k!
n!

con I.
Si ottiene il risultato se
f n ()
(x x0 )n 0
n!
per x +.
Dalle ipotesi si ha
|

f n ()
x x0 n
(x x0 )n | c|
| 0
n!
Rn

perche
|

x x0
| < 1.
R

Serie di Mac-Laurin di funzioni note:


+ n

x
x2
x3
xn
=1+x+
+
+ .... +
+ ...
n!
2!
3!
n!
n=0

ex =
convergente per ogni x.
senx =

(1)n

n=0

x2n+1
x3
x5
x2n+1
=x
+
....(1)n
+ ...
(2n + 1)!
3!
5!
(2n + 1)!

convergente per ogni x.


cosx =

(1)n

n=0

x2n
x2
x4
x2n
=1
+
....(1)n
+ ...
(2n)!
2!
4!
(2n)!
42

convergente per ogni x.


+

1
=
xn = 1 + x2 + x3 + .... + xn + ...
1 x n=0

converge per |x| < 1.

log(1 + x) =

(1)n

n=0

x2
x3
xn+1
xn+1
=x
+
....(1)n
+ ...
n+1
2
3
n+1

convergente per |x| < 1.


Ora siamo un possesso degli strumenti per ricavare la identita di Eulero
eix = cosx + isenx
con i unita immaginaria. Scriviamo la serie della funzione espenziale con variabile ix
eix =

(ix)2
(ix)3
(ix)n
(ix)n
= 1 + ix +
+
+ .... +
..
n!
2!
3!
n!
n=0

Ricordando che i2 = 1, i3 = i, i4 = 1.. , separando poi la parte immaginaria da quella reale si ha


eix = (1

x2
x4
x2n
x3
x5
x2n+1
+
....(1)n
+ ...) + i(x
+
....(1)n
+ ...) = cosx + isenx.
2!
4!
(2n)!
3!
5!
(2n + 1)!

Ora se poniamo x al posto di x si ottiene


eix = cosx isenx
da cui

eix + eix = 2cosx ed eix eix = 2senx.

Serie di potenze a termini complessi


Abbiamo gia considerato serie a termini complessi. Cosi possiamo considerare serie di potenze del tipo
gia considerate sostituendo alla variabile x la variabile complessa z, si ha
+

an z n := a0 + a1 z + a2 z 2 + a3 z 3 + ...an z n + ...

n=1

con an reale complesso. Quanto abbiamo detto nel caso reale vale nel caso complesso, naturalmente
il modulo e inteso nel campo complesso quale distanza di due punti nel piano di Gauss.
Esempi: la serie esponenziale:
ez =

zn
n!

=1+z+

z2
zn
+ ... +
+ ..
2!
n!

La serie converge asoolutamente per ogni z. La dimostrazione e la stessa del caso reale.
Per z = 0 non c e niente da dimostrare. Allora per z = 0 applichiamo il criterio del rapporto:
|z n+1 |
(n+1)!
|z n |
n!

|z|
0
n+1

per ogni z.
43

Valgono le seguenti proprieta


e0 = 1 ; ez1 +z2 = ez1 ez2 .
Inoltre
ex+iy = ex eiy = ex (cosy + iseny).
Esempi
Stabilire il carattere delle seguenti serie
1.

n+1
;
2+1
n
n=1

valutiamo landamento asintotico del termine generale e poi usiamo il criterio del confronto:
n+1
n 1 + 1/n
1
= 2

2
2
n +1
n 1 + 1/n
n
la serie data e asintotica alla serie armonica per cui e divergente.
2.

1
.
2+2
n
n=1
Si ha

1
1
2.
n2 + 2
n
Quindi la serie data e minorante della serie di Mengoli. Dal criterio del confronto e convergente.

3.

1
; a = 0.
(an
+
b)2
n=1
1
1
Si ha (an+b)
2 (an)2 . La serie data e denitivamente minorante della serie di Mengoli per cui e
convergente , tralasciando il fattore a.

4.

n1
.
3n + 1
n=1

Valutiamo il termine generale :

n1
1
= 0
3n + 1
3
quindi, dato che il termine generale non tende a zero, la serie non converge. Inoltre essendo formata
da termini positivi essa e divergente. Si ricorda che in questo caso la successione delle somme
parziali e crescente.
5.

(1)n
.
2n
n=1

Si scrive il termine generale

(1)n
1 n
=(
)
n
2
2
quindi la serie data e una serie geometrica di ragione q =
44

1
2

quindi e convergente.

6.

.
2n
n
n=2
E una serie a termini positivi. Valutiamo il termine generale:
1
1
1

=
.
n
n2 n
n 1 1/n
La serie data e asintotica alla serie armonica quindi e divergente.
7.

1
;
n
(2n)
n=1
Si ha

1
1
n.
(2n)n
2

La serie data e minorante della serie geometrica di ragione 12 . La serie data e convergente.
8.

5n + 1
.
3n n
n=1

E una serie a termini positivi. Valutiamo il termine generale:


5n + 1
5n (1 + 1/5n )
5
= n
( )n .
n
n
3 n
3 (1 n/3 )
3
La serie data e asintotica ad una serie geometrica di ragione 53 . La serie e divergente.
9.

n + logn
(n
logn)3
n=1

E una serie a termini positivi. Valutiamo il termine generale:


n + logn
n
1 + logn/n
1
= 3
2.
3
3
(n logn)
n (1 logn/n)
n
La serie e asintotica ad una serie minorante della serie di Mengoli. La serie e convergente.
10. Studiare il carattere della serie
+

1
.
n+1+ n

Il termine generale
1
1
1
1
an =
.
=
n 1 + 1/n + 1
2 n
n+1+ n
La serie data e maggiorante della serie armonica per cui e divergente.
45

In ogni modo di questa serie possiamo calcolare le somme ridotte: scritto


an =

sn =

1
= n + 1 n.
n+1+ n

2 1 + 3 2 + 4 3 + .... n n 1 + n + 1 n = n + 1 1 +.

11. Studiare la serie


+

log

Osserviamo che
an = log
inoltre osserviamo che
log

n(n + 2
.
(n + 1)2

n(n + 2
0.
(n + 1)2

(n + 2)
n+1
n(n + 2)
= log
log
.
(n + 1)2
(n + 1)
n

e la dierenza di un termine ed il precedente quindi nella somma ridotta sopravvivono solo il primo
ed ultimo termine per cui
sn = log

n+2
log2 log1 log2 = 0 log2.
n+1

12. Studiare il carattere della serie

1
.
(3n 1)2

Consideriamo il termine generale:


1
1
1
1
=
<
.
(3n 1)2
(3n)2 (1 1/3n)2
(n)2
denitivamente. Quindi la serie data e convergente perche e minorante della serie armonica
generalizzata di potenza 2
13. Studiare il carattere della serie

.
n(n + 1)

Osserviamo il termine generale


1
1
1

=
.
n
n(n + 1)
n2 (1 + 1/n)
La serie data e asintotica ad una serie armonica quindi diverge.

46

14. Studiare il carattere della serie

n
.
(n + 1) n

Osserviamo il termine generale

3
n
1
1
=
1+1/6
(n + 1) n
(n + 1) 6 n
n
La serie data e asintotica alla serie armonica generalizzata di potenza > 1 quindi e convergente.
15.

2n
.
(n)2
La serie non puo convergere perche il temine generale tende a +. La serie diverge dato che e a
termini positivi .

16. Studiare il carattere della serie

n
.
(2n + 1)

Osserviamo il termine generale

n
n
1
=

2n + 1
2n(1 + 1/2n)
2 n
La serie data e asintotica alla serie divergente quindi diverge.
17. Studiare la serie,

3n
(
)n .
3n + 1

Consideriamo il comportamento del termine generale


(

3n n
3n
1
) =(
)n = (
)n e1/3 .
3n + 1
3n(1 + 1/3n)
1 + 1/3n

La serie non converge. Essendo a termini positivi essa diverge.


18. Studiare la seguente serie

2n1
.
(n 1)!

Utilizziamo il criterio del rapporto


(

2n
(n)!
2n1
(n1)!

2
2n (n 1)!
= .
(n)! 2n1
n

La serie converge

47

19. Lo studente verichi che sono convergenti le seguenti serie,


1 + n2
2n
2
(
)
,
( n
)
1 + n3
5 +1
20. Studiare la seguente serie

n!
.
+1

2n
Utilizziamo il criterio del rapporto
(n+1)!
2n+1 +1
(n)!
2n +1

(n + 1)

(n + 1)! 2n + 1
=
2n+1 + 1 (n)!
n+1
2n + 1

+1
2

2n+1

La serie diverge.
21. Studiare la seguente serie

3n n!
nn

Applichiamo il criterio del rapporto


3n+1 (n+1)!
(n+1)n+1
3n n!
nn

= 3(n + 1)

nn
n n
3
= 3(
) > 1.
(n + 1)n (n + 1)
n+1
e

La serie diverge.
22. Studiare la seguente serie

n+1
n

Osserviamo che

n+1
1
n

per cui la serie non converge. Essendo a termini positivi essa diverge.
23. Studiare la seguente serie
senn2
.
n2 + 1
senn2 cambia il segno al variare di n per cui conviene studiarne la convergenza assoluta.
Osserviamo che

dato che |senn2 | 1 e

1
1
senn2
2
2
2
n +1
n +1
n
1
n2 +1

<

1
n2 .

La serie data eassolutamente minorante della serie di Mengoli. Quindi converge assolutamente e
di consequenza in senso ordinario.
48

24. Studiare la seguente serie


logn
(
)2 .
n
Scriviamo in forma opportuna il termine generale
(

logn 2
(logn)2
1 (logn)2
1
) =
=
1+
2
1+
1
n
n
n
n
n

denitivamente poiche per ogni 0 < < 1 si ha

(logn)2
n1

0 per n .

Allora la serie data e convergente perche minorante di una serie armonica generalizzata convergente.
25. Studiare la seguente serie
logn!
n3

Valutiamo il termine generale, ricordando la monotonia di logx


logn!
log(1 2 3 ... n)
lognn
logn
=

n 3 .
n3
n3
n3
n
Dallesercizio precedente concludiamo che la serie data e convergente.
26. Studiare la seguente serie

1
.
(logn)n

1
Osserviamo che denitivamente logn > 1 per cui logn
< 1. Quindi la serie datta e minorante di
una serie geometrica di ragione positiva minore di 1. Dunque la serie e convergente.

27. Studiare la seguente serie

log

n2 + 1
.
n2

Consideriamo il termine generale.


log

1
1
n2 + 1
= log(1 + 2 ) 2 .
n2
n
n

La serie data e asintotica alla serie di Mengoli quindi e convergente.


28. Studiare la seguente serie

Si osserva che
sen

sen

1
.
n2

1
1
2 per n +
2
n
n

pertanto la serie data e convergente.

49

29. Lo studente studi la serie

1
(1 cos ).
n
30. Studiare la seguente serie

nlogn +

.
(logn)3

Valutiamo il termine generale

nlogn +

(logn)3

nlogn(1 +

(logn)3

nlogn

1
nlogn

per n +
pertanto la serie diverge.
Serie a termini di segno qualsiasi
31. Studiare la serie a segni alternati

(1)n+1

1
1 1
1
= 1 + ....(1)n+1
+ ..
2n 1
3 5
2n 1

Verichiamo se sono soddisfatte le ipotesi del teorema di Leibnitz.


I denominatori sono crescenti quindi le frazioni sono decrescenti inoltre

1
2n1

0 per n +.

La serie e convergente.
32. Studiare la serie a segni alternati

(1)n+1

1
1
1
1
= 1 2 + 2 ....(1)n+1
+ ..
2
(2n 1)
3
5
(2n 1)2

E una serie che verica le ipotesi del teorema di Leibnitz quindi e convergente. Ma e anche
assolutamente convergente in quanto
1
1

(2n 1)2
(2n)2
che e il termine generale di una serie convergente.
33. Studiare la serie a segni alternati

1
1
1
1
(1)n+1 = 1 + ....(1)n+1 + ..
n
n
2
3
La serie e convergente perche verica le ipotesi del teorema di Leibnitz. Non converge assolutamente perche
1

n
e il termine generale di una serie divergente.

50

34. Studiare la serie a segni alternati

(1)n+1

n
1 2
n
= + ....(1)n+1
+ ..
n+1
2 3
n+1

La serie ha termine generale che tende a 1. Quindi non converge


35. Studiare la serie a segni alternati

(1)n+1

n
.
6n 5

La serie e a segno alternato.


+

n
Inoltre 6n5
16 per n +. Tutti i termini in valore assoluto sono maggiori di 16 . La serie
formata dai termini con n dispari diverge a + quella formata dai termini con n pari diverge a
. Quindi la serie diverge ad .

36. Studiare la serie a segno alternato

n3
(1)n+1 n .
2
La serie e assolutamente convergente. Infatti applicando il criterio del rapporto si ha
(n+1)3
2n+1
n3
2n

1 n+1 3
1
(
) .
2 n
2

La serie e assolutamente convergente.


37. Studiare la serie a segno alternato

(1)n

1
.
n logn

La serie soddisfa le ipotesi del teorema di Leibnitz. Infatti


1
nlogn

0 per n +

Inoltre

1
1
>
.
n logn
n + 1 log(n + 1)

Infatti
n + 1 log(n + 1) > n logn 1 log(1 +

1
)>0
n

sempre vera per n > 1.


38. Studiare la serie a segno alternato

n+2
.
(1)n 2
n +1
La serie e convergente perche i termini vericano le ipotesi del teorema di Leibnitz.
Esercizi proposti

51

39.

n+1
n1

40.

41.

(diverge);

n+1
(diverge);
n2 + 1

(converge) :
( n + 4 n + 1)4

42.

( n + 1 n)2 (diverge);

43.

log(logn)

(diverge);
n(logn)3

44.

2n2 + 3
nlog 2
(converge);
2n + 2

45.

log(1 + 1 )
n

(converge);
n + logn

46.

1 n+2
(
)n (diverge).
n n+3

52

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