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lesistenza di un Gropp Castll; si tratta di uno dei poetici groppi (monte roccioso)
cos narrati dal poeta Attilio Bertolucci: ...fioriscono i suoi groppi solitari di ginestre
le cui chiazze di luce colpiscono la vista...
In effetti, il Gropp Castll una parete rocciosa, la cui forma probabilmente
richiamava alla mente il castello di chi gli assegn tal nome; questo massiccio di
pietra arenaria contiguo e a valle del maestoso Gropp Soran, divenuto famoso
perch da alcuni anni vi nidifica laquila reale. C anche Castll o en Castll, un
prato circondato da boschi che si trova su unaltura dei pascoli di Cozzanello.
Lappellativo di questo luogo, anni or sono, stuzzic la fantasia di alcuni paesani
che, muniti di attrezzi appositi per scavare nel terreno, andarono in quel prato alla
ricerca di eventuali resti di mura, monete o altro, ma senza successo alcuno.
Daltronde nessuno a Cozzanello ricorda di aver mai sentito parlare di reperti
riconducibili ad un castello in quel luogo, ma era consuetudine immaginarne la
presenza in tempi remoti.
Le due localit elencate di seguito, teoricamente sono luoghi in cui potrebbe essere
stato presente un fortilizio ma, il Pogg Castlar (a nord ovest e a un chilometro circa
dallabitato di Valle di Monchio), un cocuzzolo tondeggiante di modeste dimensioni
su cui la vegetazione cresce a stento per le sue caratteristiche morfologiche e la cui
sommit non pu ospitare neanche una piccola capanna.
Tuttavia, ricordo che da ragazzo, quando assieme ad altri compagni si conducevano
le mucche al pascolo in quei paraggi, a volte, ci radunavamo per giocare in
compagnia e salivamo su questa sommit per fingere di essere un castlan, un
principe o una principessa; pura fantasia. C poi lesempio del Castll o Tr Castll
sulla provinciale Massese, fra Trincera e Trefiumi; un anziano compaesano ora
defunto affermava, anni or sono, che il nome del luogo derivava dalla presenza di
cumuli di legna, che probabilmente erano tanto imponenti da richiamare 1idea di
un castello. Rimane tuttavia qualche dubbio, in quanto il luogo molto panoramico
e si presterebbe assai bene alla collocazione di un piccola rocca ad uso di vedetta;
ma la prima ipotesi forse pi credibile.
Vi poi un caso, quello riferito al Castlar, un luogo, posto sul crinale al Passo del
Lupo, fra
Lugagnano e Valcieca, in cui possiamo affermare che si, certamente vi fu in passato
un castello o fortilizio che si voglia e di questa presenza sono testimoni i resti delle
mura semisepolti (vedi foto), i documenti storici e le pubblicazioni inerenti curate
dal Prof. Guglielmo Capacchi in Vairo,
antica capitale delle Valli dei Cavalieri 1983, sullannuario Le valli dei Cavalieri
ed anche nel libro La guerra del Castellaro di Franco Bacchini - 1993, ASEFI Edit.
A questo maniero faceva cenno anche Alessandro Brian, su un corposo ed
interessante bollettino del Club Alpino Italiano del 1898. In questa pubblicazione
lautore fa riferimento al Castellaro citando la Descrizione delle Corti di Monchio
del Cignolini 1805 (Archivio di Parma: A. 249):
... Nella seconda parte della sua memoria, importante perch tratta
dellamministrazione di dette Corti, della giustizia, della politica, ecc., il Cignolini,
notando come tutte le famiglie possidenti bovini e case dovevano pagare
annualmente una misura di frumento alla mensa vescovile, dice che le due famiglie
Cortesi (di Rigoso) I resti delle mura del Castellaro Punte di freccia trovate da
Francesco DellEva
nei pressi del Castellaro e Cavalli, nelle terre che avevano o vendevano, non su
quelle che compravano, ne erano esonerate per un antico privilegio.
Evvi una tradizione egli dice (pag. 44) in quei paesi, che nella cima del
monte che divide Valcieca da Lugagnano abitasse in un Castello un prepotente
mago, il quale rapiva non solo le donne belle, ma ancora le sostanze altrui; e che
non essendo mai riuscito alla Giustizia di averlo tra le mani, una persona di famiglia
Cortesi ed unaltra della famiglia Cavalli unitamente il trucidassero, e che
per tale atto ne ottenessero dal Vescovo dallora ennunciato privileggio esteso
a tutti i dipendenti loro in infinito ed alle famiglie del loro cognome, congiunto a
quello di pagare la quarta parte di meno degli aggravi che si pagano dagli altri
abitanti.
(Va precisato che nelle favole della tradizione orale di Monchio, la figura del mago
semplicemente quella delluomo cattivo, dellorco).Per contro, sul mago o
castlan, c una leggenda ben conosciuta specialmente da tutti gli anziani di
Lugagnano, che la narrano per con sfumature diverse. Una di queste versioni
racconta che:
Il padrone del castello,
El Castlan, era un
uomo prepotente e molesto per gli uomini e per le
donne, per cui ad un certo momento qualcuno decise di eliminarlo; ma
come? La leggenda narra che un giorno, il Castlan mentre tornava da un pranzo
con due suoi amici di
Lugagnano e di Rigoso (che avevano deciso di tradirlo), si ferm a bere a Fontana
Piocioza, una sorgente poco distante dal fortilizio. El Castlan estrasse
dalla tasca una tazza doro (che portava sempre con s) per prendere lacqua
dalla sorgente, ma uno dei Cortzan (abitanti delle Corti) che lo accompagnavano
lo invit a fare a meno del prezioso oggetto, argomentando che avrebbe
gustato di pi lacqua fresca bevendo direttamente alla fonte. El Castlan accolse il
suggerimento e si chin per dissetarsi; in quel preciso momento, uno dei
traditori lo colp violentemente sul collo con unarma da taglio, staccandogli il
capo con un colpo netto. Ma la testa, pur staccata dal corpo, parve vivere ancora
qualche secondo sicch, si dice che el Castlan riusc a chiamare il suo
inseparabile grosso, feroce cane nero e gli url: Pelomoro, volta sottosopra le mie
ricchezze, che nessuno se ne impadronisca!. Il cane fugg e nessuno lo vide mai
pi. Ma la sua sinistra presenza, raccontano, continu ad aggirarsi per quei luoghi,
seminando il terrore in chi lo vedeva o ... credeva di averlo visto in carne ed
ossa. Non di rado, infatti, le paurose fantasie popolari indussero in errore i viandanti
del luogo che, avendo incrociato un qualsiasi, innocente animale di colore nero
(una capra), giurarono di aver incontrato lo spettro del famigerato cane
Leni del Prato, uno splendido edificio cinquecentesco (in parte crollato), con un
loggiato lungo venti metri. Anni or sono, negli scantinati di questo elegante edificio,
durante alcuni lavori di restauro, fu rinvenuto dai muratori, non senza
sbigottimento, un pozzo segreto con tanto di trabocchetto e allinterno del quale
cera uno scheletro umano.
Nei secoli scorsi, la famiglia Leni stata protagonista della storia economica e
religiosa di Monchio (stimati sacerdoti) e, quanto fosse importante questa famiglia
lo testimoniano gli antichi scritti che narrano del soggiorno temporaneo in quella
casa di Vescovi, Cardinali, nonch di Maria Luigia ospite nella Loggia per qualche
giorno e che, in segno di riconoscenza, don ai proprietari un anello doro e una
coperta di raso finissimo. In un manoscritto tratto dal libro delle cronache della
Chiesa di Monchio troviamo un esempio di ospitalit data dai Leni nientemeno che a
un cardinale:
... Nello stesso anno (1675 ndr) il Cardinale Boncompagni metropolita di Bologna
ha onorato con la sua presenza le nostre ville. Questo il motivo della sua venuta. Il
Vescovo di Parma Carlo Nembrini ha ceduto dei fondi allodiali al Serenissimo Duca
Farnese in cambio di alcuni poderi di dubbio valore.
Ma uomini della Curia di Monchio sopportando a stento una simile cosa si sono
appellati a Roma per chiedere giustizia. La Sacra adunanza dei Cardinali il 27
settembre 1672 dichiar che la suddetta transazione era nulla per difetto di
solennit e che il Vescovo veniva sospeso dallesercizio del suo ufficio fino a che
non fosse assolto da un Sacerdote che doveva disignare lui stesso. Ma mentre il
Vescovo dimostrava che la transazione era molto favorevole alla sua Chiesa per
estorcere il consenso Apostolico, e gli uomini di Monchio affermavano lopposto.
Roma incaric come visitatore il suddetto Metropolita di Bologna. Egli al tempo
della visita abit a Rigoso vivendo a sue spese. Negli ultimi giorni per dimor al
Prato nella casa dellArciprete Leni. Visit tutti i paesi per i quali fu come il sole che
arriva dopo le nubi.
A completare il fitto mistero che avvolge questi due luoghi, il castello e la Loggia dei
Leni, troviamo, di seguito, linformazione di un tesoro andato perduto: ... 1679
Antonio Leni, grande zio paterno del suddetto Arciprete, di 91 anni dal numero dei
viventi viene passato a quello dei morti. Ebbe il priorato di Viarolo, il Rettorato di
San Michele, il Vicariato Forense ed il beneficio semplice di San
Rocco in questa Pieve. Era piacevole in compagnia, venerabile per laspetto e
lodevole per la vita passata nel bene. Lasci per testamento assieme a un pezzo di
terra nel Campo Cavallo, 150 scudi con lonere per 100 anni di 20 Messe. Lasci La
loggia dei Leni (restaurata recentemente) a Prato di Monchio delle Corti Punte di
freccia trovate da F. DellEva sul Monte Bastia a Rigoso
anche alla Confraternita del Rosario 100 scudi con lobbligo di 12 sacrifici per i
morti ogni anno per un secolo. Dicono che questi ha nascosto una gran quantit di
oro, che teneva chiuso in una cassa in casa, portandola lontano dal territorio
domestico. Poi per la troppa vecchiaia si era dimenticato il posto dove aveva
nascosto il tesoro. E cos ammucchi un tesoro senza sapere per chi...
Mio nonno materno, classe 1881, diceva che gli anziani del paese gli avevano
tramandato il racconto secondo il quale, i potenti di allora (1450/1500 circa)
costrinsero gli uomini validi delle Corti di Monchio a lavorare per la costruzione del
maniero di Torrechiara, formando una catena umana che dal greto del torrente Il
monte Bastia (in basso a destra) e sullo sfondo, il crinale dellAppennino Parma
arrivava sino al castello e che faceva un lungo pasaman con sacchetti di sabbia e
pietre; la paga consisteva in un pranzo e una cena miserevoli, ragion per cui
alcuni uomini fuggivano durante la notte rischiando di essere catturati e puniti
severamente Le considerazioni e i documenti riportati non hanno la pretesa di far
luce su fatti storici (gi conosciuti), ma possono esser elementi di interesse per
accrescere la conoscenza del territorio delle Corti di Monchio. Dopo aver chiarito (in
parte) alcune leggende locali riferite a potenziali presenze di castelli, possibile che
altri contributi perfezionino largomento o che mettano in dubbio quanto qui
raccontato, con spirito di umilt e di semplice curioso della storia e della
tradizione orale
della montagna Monchiese.
Giacomo Rozzi
Bibliografia:
- A. Brian, Bollettino del Club Alpino Italiano pel 1898
- Luciana Malpeli, Renata Malpeli, Giacomo Rozzi, Lunario delle Corti di Monchio 1989
- Archivio parrocchiale di Monchio capoluogo
Las historias, transmitidas oralmente por los ancianos del pas, son, en algunos
casos, una referencia a hechos histricos reales; pero ten cuidado con nombres que
evocan la presencia de castillos, fortalezas y tesoros escondidos son
definitivamente los temas a ser tratados con precaucin y con un poco de
escepticismo inicial, porque son a menudo el resultado de la fantasa de "rumores"
y se prestan slo para fomentar el espritu de aventura y
gran misterio.
Excepto Castlar Lugagnano y quizs Pra Castell (ubicacin cerca de Prato Monchio)
por hora, en los otros lugares mencionados, no hay evidencia dura que puede
probar la existencia de una fortaleza en esos lugares. Lo que es seguro es que esas
designaciones, transmitidas de generacin en generacin, sugieren que
corresponden a la realidad exista, sobre todo si tenemos en cuenta que stos
lugares estn en la parte superior que dominan gran parte del valle, situado en
diferentes puntos de la brjula y luego podra hacer verosmil el origen del nombre
se refiere al castillo, pero tenemos que demostrarlo con hechos. En cuanto a la
ubicacin de Castlar Casarola, cerca del paso histrico en el camino que conduca a
Monchio y la ruta por los pobladores hasta los aos 50, segn los recuerdos de las
personas mayores a Casarola, no hay rastros o pruebas de cualquier presencia de
castillos en este ubicaciones. Riana tambin se puede encontrar en el lenguaje de
los ancianos de la existencia de un Gropp Castell; es uno de los "chubascos"
poticas (montaa rocosa) como narrada por el poeta Attilio Bertolucci: "... prospere
su escoba solitaria Groppi cuyas manchas de luz afecta a la vista ..."
entraron en el csped en busca de los restos de paredes, monedas u otros, pero sin
ningn xito. Adems, nadie Cozzanello recordaba haber odo hablar de artefactos
relacionados con un castillo en ese lugar, pero era costumbre de imaginar su
presencia en la antigedad.
Los dos lugares indicados a continuacin, en teora, son lugares en los que esto
podra haber sido una fortaleza, pero el Pogg Castlar (noroeste y un kilmetro de la
localidad de Valle Monchio), tiene una copa redondeada de tamao modesto en la
que el la vegetacin crece con dificultad por sus caractersticas morfolgicas y la
parte superior de la que no puede acomodar hasta una pequea choza.
Sin embargo, recuerdo que cuando era un nio, cuando junto con otros camaradas
llevaron las vacas que pastan en ese barrio, a veces, nos reunimos a jugar juntos y
subimos en la parte superior de esta fingir ser un castlan, un prncipe o una
princesa; pura fantasa. Luego est el ejemplo de Castell o TRA Castell en Massese
provinciales entre Trincera y Trefiumi; un vecino anciano ahora
fallecido dijo, hace aos, que el nombre del lugar derivado de la presencia de
montones de madera, que probablemente eran tan impresionantes que se
recuerdan a 1'idea
un castillo. Queda en duda, ya que el lugar es muy pintoresco y se prestara muy
bien a la colocacin de una pequea fortaleza de utilizar el puesto de observacin;
pero el primero es tal vez ms creble.
Entonces hay un caso reportado Castlar, un lugar, en la cresta de la Passo del Lupo,
entre
Lugagnano y Valcieca, podemos decir que, sin duda hubo una vez un castillo o
fortaleza que usted desea y la presencia de este testimonio los restos
semienterrados de las paredes (ver fotos), documentos y publicaciones histricas
relacionadas tratados por el Prof. William Capacchi en "Vairo,
antigua capital de los valles de los Caballeros - 1983 "anuario" Los valles de los
Caballeros ", y tambin en el libro" La Guerra de Castellaro "Franco Bacchini - 1993
Asefi Editar.
del trigo cantina obispo dice que las dos familias Cortesi (de Rigoso) Los restos de
las paredes de Castellaro Puntas de flecha que se encuentran por Francesco
Dell'Eva
cerca de Castellaro y caballos, en las tierras que tenan o vendidos, no en los que
compraban, estaban exentos de un privilegio antiguo.
"Hay una tradicin - dice (p 44). - En esos pases, en los cuales la parte superior
la montaa que divide Valcieca desde Lugagnano viva en un castillo un matn
mago, que secuestra a la mujer no slo hermosos, pero sigue siendo la sustancia de
los dems; y que
no poder tenerlo en las manos de la Justicia, una persona de la familia Cortesi y otra
familia de caballos a lo largo del trucidassero, y que
por este acto que obtendran del obispo de esa poca "privilegio ennunciato"
extendida
a todos los empleados en su infinita y las familias de su apellido, en conjuncin
a pagar una cuarta parte de las cargas que se pagan menos por el resto de los
residentes ".
(Cabe sealar que en los cuentos de la tradicin oral de Monchio, la figura del
"mago" es simplemente mal hombre, orco) .Para el contrario, el "mago" o "castlan",
hay una leyenda muy conocida sobre todo porque todos los ancianos Lugagnano
que narran, pero con diferentes matices. Una de estas versiones se dice que:
"El capitn del castillo,
"El Castlan", era un
hombre arrogante y molesto para los hombres y para el
las mujeres, por lo que en algn momento alguien decidi eliminarla; pero
cmo? La leyenda cuenta que un da, el "Castlan" cuando regresaba de un
almuerzo con dos de sus amigos
Lugagnano y Rigoso (que haba decidido traicionar), dej de beber al "Fontana
Piocioza", una fuente no muy lejos de la fortaleza. "El Castlan" tirado
de su bolsillo una copa de oro (que siempre llevaba con l) para tomar agua
de la fuente, pero uno de los "Cortzan" (habitantes de los Juzgados) que le
acompaaban le dijo que hiciera sin el objeto precioso, con el argumento de que lo
hara
probado el agua potable ms fresca directamente de la fuente. "El Castlan" acogi
la sugerencia y se inclin para beber; en ese momento, una de las
El castillo fantstico, con 300 ventanas, segn la informacin del autor del texto,
debe estar ubicado en la cresta del Monte Torricella (por monchiesi es Torzla), que
es la montaa con vistas a dos lagos mencionados; pero sin embargo, es difcil
pensar en la colocacin de un edificio de este tipo en un lugar tan
inaccesible y por lo tanto de difcil acceso, incluso a pie. Por lo tanto, si era que aqu
Monte Torricella en el que la leyenda sita un castillo con 300 ventanas que podra
ser una pequea torre de vigilancia, creo que la existencia de un castillo como en
ese lugar casi inaccesible, es el resultado de la imaginacin pura.
Completan el profundo misterio que rodea a estos dos sitios, el castillo y la Loggia
de Leni, encontramos, a continuacin, la informacin de un tesoro perdido: "... en
1679 - Antonio Leni, gran to paterno de dicho Arcipreste de 91 aos de la serie de
la vida se pasa a los muertos. Tena el priorato Viarolo, el Rector de San Miguel, el
forense y simple beneficio Vicariato San
Rocco en esta parroquia. Fue agradable en la empresa, aspecto venerable y digno
de elogio para la vida pasada mejor. Leg junto con un pedazo de tierra en el campo
Caballo, 150 escudos con la carga durante 100 aos 20 misas. Sali de la logia de
Leni (recientemente restaurado) en Prato Monchio Courts Puntas de flecha
encontrado por F. Dell'Eva Monte Bastia a Rigoso
Tambin la Cofrada del Rosario 100 escudos con el requisito de 12 sacrificios por
muertes por ao durante un siglo. Ellos dicen que han escondido una gran cantidad
de
El oro, que mantuvo encerrada en una caja en casa, llevndola lejos de territorio.
Luego demasiado viejo para haber olvidado el lugar donde haba escondido el
tesoro. Y as lo acumulado tesoros sin saber para quin .. ".