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Insiemi numerici
Premessa: Questi sintetici appunti hanno il solo scopo di ricordare allo studente
quelle conoscenze sui numeri che egli ha gi`a appreso durante gli studi nella scuola
secondaria. Qui vengono sintetizzate brevemente le principali caratteristiche e
propriet`a dei pi`
u importanti insiemi numerici. Per un approccio pi`
u esteso,
completo e rigoroso, non esclusa la teoria assiomatica, si rimanda ai libri di
testo.
1.1
I numeri naturali
1.2
1.3
I numeri razionali
Linsieme dei numeri razionali relativi Q `e costituito da tutti i numeri che possono essere ottenuti come rapporto tra un numero intero relativo ed un numero
naturale:
}
{m
, m Z, n N e n,m coprimi tra loro .
Q=
n
p
Q.
q
( )m
1
.
n
La potenza 00 non `e denita e, in contesti di analisi matematica, `e considerata una forma indeterminata.
Ogni numero razionale pu`o essere posto in forma decimale periodica, cio`e
come numero decimale con una o pi`
u cifre, dette periodo, che si ripetono innite
volte dopo la virgola. Se il periodo `e zero allora il numero decimale `e detto limitato. Numeri decimali illimitati non periodici (con innite cifre dopo la virgola
che non si ripetono con un periodo) non possono essere posti in forma razionale,
cio`e, mentre ogni numero razionale pu`o essere posto in forma decimale, non
`e vero il contrario, non sempre numeri decimali possono essere posti in forma
razionale.
Nellinsieme dei numeri razionali relativi Q, inoltre, non `e possibile, in generale, eseguire loperazione di elevamento a potenza con esponente razionale. Se
n > 1 ed m non `e una potenza nesima allora non ammette soluzioni lequazione
xn + m = 0.
1.4
I numeri reali
Si denisce irrazionale un numero che non pu`o essere posto in forma razionale,
cio`e come rapporto tra due numeri interi. I numeri irrazionali, quindi, sono quei
numeri decimali illimitati ma non periodici.
Esempio:
= 3.141592653589793238462643383279502884197169399375105820974944 . . .
2 = 1.4142135623730950488016887242096980785696718753769480731766 . . .
sono numeri irrazionali.
ai Z
Esempio:
m
m
Q con n dispari,
p n = n pm
n
Se il denominatore dellesponente `e pari `e possibile eseguire lelevamento a
potenza solo se la base `e non negativa:
Siano p R,
Siano p R+
0,
m
Q con n pari,
n
pn =
n
pm
1.5
I numeri complessi
Nellinsieme dei numeri reali non `e sempre possibile trovare soluzioni di una
equazione algebrica: lequazione x2 + 1 = 0, ad esempio, in R, non ammette
soluzione. Col ne di poter risolvere equazioni di questo tipo vengono introdotti
i numeri immaginari.
1.5.1
I numeri immaginari
Si denisce unit`
a immaginaria il numero i tale che
i2 = 1.
Volendo conservare le propriet`a formali di R, diremo, poi, anche che
(i)2 = 1.
Da ci`o `e possibile dedurre che
1 = i.
Se b `e un numero reale, il prodotto bi `e detto numero immaginario. Per questi
prodotti si conserva la propriet`a commutativa, quindi bi = ib e, in particolare,
1i=i1=i
0 i = i 0 = 0.
ib ic = i(b c)
ib c = i(bc)
b
ib : c = i .
c
Da quanto appena visto risulta che laddizione e la sottrazione di numeri immaginari d`a come risultato un numero immaginario. Dalla denizione di unit`a
immaginaria, invece, segue che il prodotto di due numeri immaginari ha come
risultato un numero reale: siano a e b due numeri reali
ai bi = ab i2 = ab (1) = ab.
Analogamente per la divisione: sia b = 0
ai : bi =
a
(i : i) = ab.
b
Per quanto concerne le potenze di un numero immaginario, denendo innanzitutto le potenze ad esponente naturale dellunit`a immaginaria come gi`a fatto
per gli altri insiemi numerici
{
1
se n = 0
n
Sia n N,
i =
.
i in1 se n > 0
In questo modo:
i0 = 1
i1 = i i2 = i i = 1 i3 = i2 i = i i4 = i3 i = 1
da cui, in generale, se n = 4 k + r
( )k
in = i4k+r = i4k ir = i4 ir = 1k ir = ir ,
5
(ai)2 = a2 i2 = a2 .
a2 = i2 a2 = ai.
1.5.2
= 2
.
a + ib
a + ib a ib
a + b2
In questo modo `e possibile dire che il reciproco del numero complesso z = a+ib `e
il numero complesso che ha per numeratore il coniugato di z e per denominatore
la somma dei quadrati delle parti reali e dei coecienti dellimmaginario:
1
a ib
= 2
.
z
a + b2
Esempio:
Il reciproco di 2 + 3i `e 23i
.
13 57i
.
Il reciproco di 5 + 7i `e
32
Si denisce quoziente di due numeri complessi il prodotto del primo per il
reciproco del secondo:
Esempio:
(a + ib) : (c + id) = (a + ib)
1+i
2+3i
= (1 + i)
1
2+3i
1
c+id
= (a + ib) ccid
2 +d2 =
= (1 + i)
1
2+3i
23i
23i
ac+bd
c2 +d2
bcad
c2 +d2 i.
= (1 + i) 23i
13 =
1
13
5
13 i
1.5.4
Un punto nel piano, oltre che con le coordinate cartesiane, pu`o essere rappresentato attraverso le coordinate polari.
Il vettore applicato nellorigine ed avente secondo estremo nel punto (a, b)
pu`o essere individuato attraverso il suo modulo (lunghezza) e la sua direzione,
cio`e langolo che esso forma con lasse delle ascisse.
= a2 + b2
a
b
t.c. cos =
e sin = .
se a > 0
= arctan ab
= arctan ab +
Esempio:
se a < 0.
a
2
2
cos = =
=
2
2
2
b
.
sin = =
2
(
)
Allora z = [2, 43 ] ovvero z = 2 cos 34 + i sin 34 .
10
1.5.5
2
1 = 12 + 3 = 2 e 2 = ( 3)2 + 12 = 2. Poi, cos 1 = 12 e sin 1 = 2 3
5
cos` 1 = 3 , e cos 2 = 2 3 con sin 2 = 12 in modo che 2 =
[ 67. ]
Il( prodotto z = ) z1 z2 `e dato, allora, da z = 4, 6 , cio`e z =
4 cos 67 + i sin 76 .
=
2 (cos 2 + i sin 2 ) cos 2 i sin 2
Eseguendo i prodotti si ottiene, al numeratore, il coseno ed il seno della dierenza tra i due argomenti ed al denominatore cos2 2 + sin2 2 = 1, ovvero
z1
1
=
[cos(1 2 ) + i sin(1 2 )].
z2
2
=
Esempio:
Calcolare il quoziente dei numeri complessi z1 = 10 10i e z2 = 2 + 2i dopo
averli espressi in forma trigonometrica.
1.5.6
Applicando ripetutamente la regola della moltiplicazione tra due numeri complessi in forma trigonometrica si ottiene la formula, detta formula di Moivre,
per il calcolo della potenza nesima:
[, ]n = [, ] [, ] . . . [, ] = [n , n],
quindi
[(cos + i sin )]n = n (cos n + i sin n).
Esempio:
(
)3
Calcolare
3 + 3i .
Trasformiano il numero complesso in forma trigonometrica
= ( 3)2 + 32 = 12 = 2 3
1
3
3
3
t.c. cos = = e sin = =
.
2
2
2 3
2 3
(
)
( )3 (
)
Quindi z = 2 3 cos 3 + i sin 3 e z 3 = 2 3
cos 3 3 + i sin 3 3
= 24 3 (cos + i sin ) = 24 3
Per calcolare la radice nesima si pu`o seguire il seguente ragionamento:
n
z = w z = wn
e quindi, se z = [, ] e w = [, ], allora
wn = [ n , n]
pertanto z = wn , cio`e [, ] = [ n , n] se
n
== n
Quindi
n = + 2k =
+2k
n
con k Z.
[
]
+ 2k
n
[, ] = n ,
.
n
kZ
Esempio:
Calcolare 6 1 + i.
Occorre trasformare z = 1 + i in forma trigonometrica:
= 12 + 12 = 2
1
1
2
2
t.c. cos = =
e sin = =
.
2
2
2
2
12
6
2, /4 =
2,
.
6
k=0,1,2,3
Sei radici distinte sono allora
]
[
]
[
]
[
/4
/4 + 2
/4 + 4
12
12
12
w1 =
2,
w2 =
2,
w3 =
2,
6
6
6
[
]
[
]
[
]
/4 + 6
/4 + 8
/4 + 10
12
12
12
w4 =
2,
2,
2,
w5 =
w6 =
6
6
6
cio`e
[ ]
12
w1 =
2,
24
[
]
25
12
2,
w4 =
24
[
w2 =
[
w5 =
3
2,
8
12
11
2,
8
12
[
w3 =
[
w6 =
17
2,
24
12
12
]
41
2, .
24
13
Esempio:
y = x2 `e la funzione f che ad ogni x R associa il numero reale y corrispondente
al quadrato
{ x di x.
2 se x `e un numero naturale pari
y=
`e una funzione f : N0 Z.
x+1
se x `e un numero naturale dispari
2
Linsieme A `e detto Dominio della funzione, linsieme B `e detto Codominio.
In luogo di Dominio vengono utilizzati anche Campo di esistenza o Insieme
di denizione e in luogo di codominio Insieme dei valori.
Inoltre, la variabile x `e detta variabile indipendente, mentre la variabile y `e
detta variabile dipendente. La y `e detta anche immagine di x.
2.1
Funzione iniettiva
Si denisce funzione iniettiva una funzione che ad elementi diversi del dominio
associa elementi diversi nel codominio:
y = f (x) `e una funzione iniettiva x1 , x2 A con x1 = x2 si ha y1 = y2
Esempio:
y = x2 non `e una funzione iniettiva perche, ad esempio, ad x1 = 4 e x2 = 4,
associa lo stesso numero reale 16, cio`e 4 = 4 mentre f (4) = f (4).
y = 2x + 1 `e una funzione iniettiva perche se x1 = x2 allora 2x1 = 2x2 e
2x1 + 1 = 2x2 + 1 cio`e y1 = y2 .
{ x
2 se x `e un numero naturale pari
y =
`e una funzione iniettiva
x+1
se x `e un numero naturale dispari
2
perche, se x1 = x2 sono entrambi pari, allora y1 = x21 = x22 = y2 ; se sono
entrambi dispari allora x12+1 = x22+1 ; se, invece, uno `e pari ed uno `e dispari,
allora le loro immagini y1 e y2 sono una negativa ed una positiva e quindi sono
diverse. Pertanto, qualunque siano x1 e x2 con x1 = x2 allora y1 = y2 .
2.2
Funzione suriettiva
Si denisce funzione suriettiva una funzione per la quale ogni elemento del
codominio `e raggiunto da almeno un elemento del dominio:
14
Esempio:
f :RR che ad x y = x2 non `e una funzione suriettiva perche ogni numero
negativo del codominio non `e raggiunto da alcun elemento del dominio in quanto
x2 0.
2
f :R R+
e una funzione suriettiva perche ogni elemento del
0 che ad x y = x `
codominio (numero reale non negativo) `e il quadrato di qualche numero reale.
2.3
Funzione biettiva
Esempio:
2
f :R R+
e una funzione biettiva perche `e suriettiva
0 che ad x y = x non `
ma non iniettiva.
nito di elementi, non pu`o essere messo in corrispondenza biunivoca con un suo
sottoinsieme proprio B:
B A |B| < |A| .
Viceversa, pu`o capitare che, se A `e composto da un numero innito di elementi, cio`e non `e possibile trovare una corrispondenza biunivoca tra A e linsieme dei primi n numeri naturali, qualunque sia n N, allora `e possibile trovare
una corrispondenza biunivoca tra A e un suo sottoinsieme proprio B. Anzi,
questa propriet`a caratterizza gli insiemi inniti:
A `e un insieme innito esiste una corrispondenza biunivoca tra A ed un
suo sottoinsieme proprio.
Esempio:
N `e innito. Infatti la funzione f : x N 2x N2, dove N2 `e linsieme dei
numeri postivi pari `e una corrispondenza biunivoca perche `e sia iniettiva che
suriettiva. Poich`e linsieme dei numeri positivi pari `e un sottoinsieme proprio
di N allora N `e innito.
N0 `e innito. Infatti la funzione f : x N0 x + 1 N `e una corrispondenza
biunivoca perche sia iniettiva che suriettiva.
Z `e innito. Infatti la funzione
{ x
2 se x `e un numero naturale pari
f :N0 Z che ad x y =
x+1
se x `e un numero naturale dispari
2
`e una funzione biettiva, quindi tra Ne Z esiste una corrispondenza biunivoca.
Ogni insieme innito che pu`o essere messo in corrispondenza biunivoca con
N `e detto numerabile o che ha la potenza del numerabile. N, N0 e Z sono
insiemi numerabili.
Anche Q `e numerabile. Infatti posizionando i numeri razionali nel seguendo
modo ed allineandoli seguendo le frecce
1
1
2
1
3
1
4
1
5
1
6
1
1
2
2
2
3
2
4
2
5
2
6
2
1
3
2
3
3
3
4
3
5
3
6
3
1
4
2
4
3
4
4
4
5
4
6
4
1
5
2
5
3
5
4
5
5
5
6
5
si ottiene la sequenza
{
1 2 1 1 2 3 4 3 2 1
, , , , , , , , , ,...
1 1 2 3 2 1 1 2 3 4
che pu`o essere messa in corrispondenza uno a uno con la sequenza dei numeri
naturali
{1, 2, 3, 4, . . .} .
16
2.4
Funzioni invertibili
Se una funzione `e biettiva `e anche invertibile nel senso che ammette una funzione
inversa.
Per poter denire linversa di una funzione occorre specicare inversa rispetto a quale operazione e occorre denire lelemento neutro rispetto a questa
operazione.
2.4.1
Sia
f (x) : x A R y = f (x) B R
e
g(x) : x C R z = g(x) D R;
se B C `e possibile comporre () le due funzioni nel seguente modo:
g f (x) : x A R z = g (f (x)) D R.
Esempio:
Se f (x) = x2 e g(x) = x + 1 allora
f
g f (x) : x x2 x2 + 1.
Se f (x) = x + 1 e g(x) = x2 allora
f
g f (x) : x x + 1 (x + 1)2 .
f id(x) : x x f (x)
e
f
id
` possibile, a questo punto, denire linversa di una funzione: sia f (x) una
E
funzione invertibile, g(x) `e linversa di f (x) se:
f g(x) = id(x)
g f (x) = id(x).
g f (x) : x x3
e
g
f g(x) : x
3
x. Infatti
x3 = x
f
3
x ( 3 x)3 = x.
g f (x) : x 2x 1 2
e
g
f g(x) : x
x+1
2 .
Infatti
x+1
1=x
2
x+1 f
x+1
2
1 = x.
2
2
2.5
18
2.6
Una funzione f si dice pari se assume lo stesso valore nei punti opposti del
dominio:
y = f (x) `e una funzione pari x A si ha f (x) = f (x).
Una funzione f si dice dispari se assume valore opposto nei punti opposti del
dominio:
y = f (x) `e una funzione dispari x A si ha f (x) = f (x).
Naturalmente, una funzione pu`o essere ne pari ne dispari.
Esempio:
f : x R y = 2, cio`e la funzione costante f (x) = 2, `e una funzione pari.
f : x R y = 2x R, `e una funzione dispari.
f : x R y = 2x + 1 R, `e una funzione ne pari ne dispari. Infatti, preso ad
esempio x = 3 allora f (3) = 2 3 + 1 = 7 mentre f (3) = 2 (3) + 1 = 5 che
`e diverso sia da 7 che da 7.
f : x R y = x2 R+
e una funzione pari.
0, `
2.7
Funzione periodica
Una funzione f si dice periodica se esiste un valore reale T > 0 tale che, per
ogni punto x, il valore che la funzione assume nel punto x + T `e lo stesso valore
che assume in x:
y = f (x) `e una funzione periodica x A T > 0 tale che f (x+T ) = f (x).
1
T `e detto periodo della funzione f (x) e il reciproco di T , = T
, `e detta
frequenza della funzione.
Se una funzione f (x) `e periodica di periodo T la funzione composta f (g(x))
in alcuni casi `e ancora periodica con un periodo P . Per calcolare il nuovo periodo
occorre seguire il seguente ragionamento: se f (g(x)) `e periodica di periodo P
allora dovr`
a essere
f (g(x + P )) = f (g(x)).
Esempio:
Sia g(x) = 2x allora se P `e il periodo di f (2x) allora f (2(x + P )) = f (2x). Da
f (2x + T ) = f (2x) segue f (2(x + P )) = f (2x + T ) e quindi 2(x + P ) = 2x + T
da cui 2x + 2P = 2x + T e
T
P = .
2
In generale se g(x) = k x con k R+ allora da f (k(x + P )) = f (kx). Da
f (kx + T ) = f (kx) segue f (k(x + P )) = f (kx + T ) e quindi k(x + P ) = kx + T .
Pertanto il periodo P della funzione f (g(x)) `e
P =
Se k < 0 allora
T
.
k
T
P = .
k
In generale non si possono stabilire regole per determinare il periodo di funzioni composte o di funzioni ottenute mediante somme, prodotti o composizioni
con altre funzioni periodiche.
Oltre la composizione con la funzione lineare g(x) = kx esistono altre due
regole generali:
date due funzioni periodiche con diverso periodo T1 e T2 , se esistono multipli
interi comuni dei due periodi, allora la funzione somma, prodotto, quoziente,
hanno periodo uguale al minimo comune multiplo dei periodi. Se, invece due funzioni periodiche hanno lo stesso periodo T , allora la funzione somma, prodotto
e quoziente, hanno periodo minore o uguale a T .
20
Le funzioni elementari
trascendenti
C
S
S
C
S
C
C
irrazionali esponenziali
goniometriche
logaritmiche
A
A
A
razionali
A
A
A
intere
fratte
3.1
La funzione costante
21
3.1.2
La funzione identit`
a
La funzione identit`
a `e un particolare polinomio di primo grado, quello per il
quale il coeciente di x `e 1 ed il termine noto (coeciente del termine di grado
0) `e 0.
f (x) : x R y = x R.
3.1.3
23
24
3.1.4
x+1
2
Se il coeciente di x2 `e -1,
f (x) : x R y = x2 R
0.
25
il codominio `e R
e strettamente decrescente nellintervallo
0 , la funzione `
[0, +), `e strettamente crescente in (, 0]. Il graco `e costituito da una
parabola concava con vertice in (0, 0).
3.1.5
27
3.1.6
28
3.1.7
30
Figura 23: Graco di f (x) = ax3 + bx2 + cx + d con a > 0; il polinomio ha, in
questo caso, tre radici reali
Figura 24: Graco di f (x) = ax3 + bx2 + cx + d con a > 0; il polinomio ha,
rispettivamente, una e due radici reali
31
3.1.8
3.2
Pn (x)
R
Qm (x)
1
R {0}.
x
Il grado del polinomio al denomimatore (1) `e maggiore del grado del polinomio al numeratore (0), quindi la funzione agli estremi dellasse delle ascisse
(x ) tende a zero. Dal dominio occorre, naturalmente, escludere il punto 0. Il numero 0 non `e neppure immagine di alcun valore perche non esiste
x : x1 = 0. La funzione `e iniettiva, perche se x1 = x2 allora x11 = x12 ed `e anche
suriettiva perche qualunque sia il numero y1 R{0} x1 = y11 : y1 = x11 . La
funzione `e, quindi, invertibile.
f (x) : x R {0} y =
1
R+ .
x2
Il grado del polinomio al denomimatore (2) `e maggiore del grado del polinomio al numeratore (0), quindi la funzione agli estremi dellasse delle ascisse
(x ) tende a zero. Dal dominio occorre, naturalmente, escludere il punto
0. Il numero 0 e tutti i numeri negativi non sono immagine di alcun valore
perche non esiste x : x12 0. La funzione non `e iniettiva, perche se x1 = x2
allora x12 = x12 .. La funzione, quindi, non `e invertibile.
f (x) : x R {0} y =
33
f (x) : x R {0} y =
1
R {0}.
x3
3x + 1
B R.
x1
Il grado del polinomio al denomimatore `e uguale al grado del polinomio al
numeratore, quindi la funzione agli estremi dellasse delle ascisse (x )
tende a ab11 = 31 = 3. Dal dominio occorre, naturalmente, escludere il punto 1.
f (x) : x R {1} y =
34
3x+1
x1
x2 3
B R.
x+2
Il grado del polinomio al denomimatore `e minore del grado del polinomio al
numeratore, quindi la funzione agli estremi dellasse delle ascisse (x )
tende all, per x , f (x) e per x +, f (x) +. Dal
dominio occorre, naturalmente, escludere il punto x = 2.
f (x) : x R {2} y =
x2 3
x+2
x3 + 3x2 3
B R.
x2 + 2x 2
Il grado del polinomio al denomimatore `e minore del grado del polinomio al
numeratore, quindi la funzione agli estremi dellasse delle ascisse (x )
tende all, per x , f (x) + e per x +, f (x) . Poiche il
polinomio a denominatore non si annulla mai il dominio della funzione `e tutto
R.
f (x) : x R y =
35
3.3
x3 +3x2 3
x2 +2x2
Le funzioni irrazionali
x R+
0.
x1 = x2 )
1
2
0
che suriettiva, quindi `e invertibile. La funzione `e strettamente crescente ed `e
concava.
36
2
g f (x) : x R+
0 x
x2 = x.
e
g
f g(x) : x R+
0
f 2
x ( x) = x.
x R.
37
3
x
x e f (x) = 3 x
`
Come abbiamo
gi`a visto in precedenza la funzione f (x) = x3 e linversa della
funzione g(x) = 3 x.
38
3
x
x2 5x + 6 R+
0.
f (x) : x A R y =
x2 5x + 6
3
x2 6x + 5 B R.
39
3.4
x2 6x + 5
La funzione esponenziale
41
3.5
1x
2
La funzione logaritmo
f g(x) : x ax aloga x = x.
3.6
Le funzioni goniometriche
` possibile orientare un angolo ordinando i suoi due lati in uno dei due
E
modi possibili. Convenzionalmente si pone come verso positivo di percorrenza
quello antiorario. Analogamente `e possibile denire larco orientato pensando al
movimento di un punto sullarco partendo da un estremo ed arrivando allaltro.
Anche in questo caso il verso positivo `e individuato dal movimento in senso
antiorario.
3.6.1
Per ogni angolo vale la seguente propriet`a: `e costante il rapporto tra la lunghezza
di un arco di circonferenza che individua langolo ed il raggio della circonfernza su cui giace larco. Nella gura seguente questa propriet`a viene esplicata
nelluguaglianza
B
d
[
A
AB
= .
AO
AO
Figura 49:
Grazie a questa propriet`a `e possibile denire una unit`a di misura per gli
angoli, il radiante. Si dice che un angolo misura 1 radiante, 1 rad, quando il
rapporto tra la misura dellarco che individua langolo coincide con la lunghezza
del raggio della circonferenza su cui giace larco.
45
d = AO
Figura 50: Langolo misura 1rad poich`e AB
.
180
Esempio:
Langolo di 30o in radianti misura 6 ;
Langolo di 135o in radianti misura 34 ;
Langolo di 270o in radianti misura 32 .
3.6.2
La funzione Seno
A partire da un angolo , da una circonferenza con centro nel vertice dellangolo e da un sistema di assi cartesiani con origine nel vertice dellangolo ed asse
delle ascisse sovrapposto al primo lato dellangolo, `e possibile costruire funzioni
numeriche che abbiano come variabile indipendente larco che misura langolo
(e quindi langolo) utilizzando lestremo dellarco che misura langolo (si parla
di un solo estremo poiche il primo estremo, per la scelta eettuata, giace sempre sullasse delle ascisse e quindo `e solo il secondo che determina lampiezza
dellangolo).
46
Si denisce seno dellangolo il rapporto tra lordinata dellestremo dellarco che misura langolo e il raggio della circonferenza a cui larco appartiene.
sin() =
BH
BO
che, avendo i 3 angoli congruenti, sono simili e quindi hanno i 3 lati in proporzione, segue che la denizione di seno di un angolo prescinde dalla circonferenza
scelta. Si denisce circonferenza goniometrica la circonferenza con centro
47
rad
18
30
10
45
sin
0
51
4
1
2
2
2
Calcolo del seno di 30o : nella circonferenza goniometrica tale valore coincide con
la lunghezza del lato BH del triangolo OHB (in giallo nellimmagine a sinistra
nella gura precedente). Se si ribalta tale triangolo lungo il lato OH si costruisce
con la lunghezza del lato BH del triangolo OHB (in giallo nellimmagine al
centro nella gura precedente). Se si ribalta tale triangolo lungo il lato OH
48
BB = 2 e quindi BH = 2 .
Calcolo del seno di 18o : nella circonferenza goniometrica tale valore coincide
con la lunghezza del lato BH del triangolo OHB (in giallo nellimmagine a
destra nella gura precedente). Se si ribalta tale triangolo lungo il lato OH,
51
OH =
.
2
51
.
sin 18 =
4
Pertanto
Calcolo del seno di 60o : il triangolo OHB con angolo in O di 60o (immagine
La funzione Coseno
cos() =
OH
BO
Tutto quanto detto per la funzione seno vale anche per la funzione coseno.
Anche dominio e codominio delle due funzioni coincidono:
f (x) : x R y = cos x [1, 1].
1a identit`
a fondamentale della trigonometria.
In una circonferenza goniometrica (raggio=1) il seno ed il coseno di un angolo
coincidono con la misura dei cateti (nella gura precedente BH e OH) di un
triangolo rettangolo la cui ipotenusa (OB) `e proprio il raggio della circonferenza.
Da ci`o segue la prima idenit`a fondamentale della trigonometria: qualunque sia
langolo
sin2 + cos2 = 1.
Naturalmente ci`o vale anche per una circonferenza di raggio r: infatti, in
questo caso le misure dei cateti saranno rispettivamente r sin e r cos e dellipotenusa `e r. Applicando il teorema di Pitagora e dividento tutto per r2 si
riottiene lidentit`
a precedente.
Valori della funzione coseno per angoli particolari.
Nella seguente tabella `e espresso il valore della funzione coseno per angoli
particolari:
50
rad
18
10
30
45
cos
10+2 5
4
3
2
2
2
Per trovare tali valori `e suciente, una volta noto il valore del seno di un
Pertanto
o
rad
60
cos 30 =
72
2
5
cos 18 =
90
sin
cos
3
2
10+2 5
4
cos 0 = 1
sin 30 =
sin 18 =
1
2
51
2
sin 0 = 0
Per calcolare il valore delle funzioni seno e coseno per angoli il cui estremo
si trova nel II quadrante `e possibile seguire il seguente ragionamento: nella
circonferenza goniometrica riportata nella gura sottostante, il valore di sin
coincide con lordinata del punto B. Tale valore, a sua volta, coincide con
lordinata del punto B che `e lestremo dellarco che misura langolo = 180
Analogamente, il valore di cos coincide con lascissa del punto B. Tale valore,
a sua volta, coincide con lopposto dellascissa del punto B che `e lestremo
dellarco che misura langolo = 180 supplementare di . Da qui segue che
51
In denitiva, possiamo dire che angoli supplementari hanno il seno coincidente ed il coseno opposto.
Per calcolare il valore delle funzioni seno e coseno per angoli il cui estremo
si trova nel III quadrante `e possibile seguire il seguente ragionamento: nella cir
Per calcolare il valore delle funzioni seno e coseno per angoli il cui estremo
si trova nel IV quadrante `e possibile seguire il seguente ragionamento: nella
circonferenza goniometrica riportata nella gura sottostante, il valore di sin
coincide con lordinata del punto B. Tale valore, a sua volta, coincide, a meno del
segno, con lordinata del punto B che `e lestremo dellarco che misura langolo
Analogamente, il valore di cos coincide con lascissa del punto B. Tale valore,
a sua volta, coincide con lascissa del punto B che `e lestremo dellarco che
misura langolo = 360 supplementare di . Da qui segue che
cos () = cos
sin () = sin .
In denitiva, possiamo dire che angoli opposti hanno il seno opposto ed il coseno
coincidente.
Da qui possiamo anche aermare che il seno `e una funzione dispari e il coseno
pari.
53
sin
cos
sin
sin ( )
sin
cos ( )
cos
sin ( + )
sin
cos ( + )
cos
sin (2 )
sin
cos (2 )
cos
sin ()
sin
cos ()
cos
2
(
cos 2
Nella tabella che segue ricapitoliamo le propriet`a appena viste per gli angoli
associati:
Naturalmente `e immediato vericare che dopo aver eettuato un intero giro
sia in verso orario che antiorario le funzioni seno e coseno tornano ad assumere
gli stessi valori:
sin( + 2) = sin = sin( 2)
scillazione o aggiugere una costante per traslare lungo lasse y il graco della
funzione:
Sia A R una costante; allora
f (x) : x R y = A sin x [A, A];
2
A.
Esempio:
Calcolare periodo, frequenza e codominio della funzione f (x) =
1
2
sin(2x) + 12 .
1
2
sin x +
1
2
In 2.7 abbiamo visto un paio di regole per il calcolo del periodo di una funzione che `e somma, dierenza, prodotto o quoziente di due funzioni periodiche.
Consideriamo qualche esempio:
56
Figura 60: Graco delle funzioni f (x) = sin 2x + sin 3x (in blu) e f (x) = sin x
(in rosso)
57
Figura 62: Graco della funzione f (x) = sin x + sin (x). La funzione non `e
periodica
Esempio: Siano f (x) = sin x e g(x) = 1 sin x. Il periodo della funzione f (x)
`e 2. Il periodo della funzione 1 sin x `e 2 ma la funzione h(x) = f (x) + g(x)
non `e periodica essendo h(x) = 1 x.
Figura 63: Graco della funzione f (x) = sin x (in blu), g(x) = 1 sin x (in
verde) e h(x) = f (x) + g(x) (in rosso). La funzione h(x) = 1 non `e periodica
58
Figura 64: Graco della funzione h(x) = sin x cos x (in rosso) e f (x) = sin x
` periodo T = 2.
(in blu). Anche h(x) ha
Figura 65: Graco della funzione h(x) = sin x/ cos x (in rosso) e f (x) = sin x
` periodo T = .
(in blu). La funzione h(x) ha
Formule di addizione e sottrazione per le funzioni seno e coseno.
Siano e la misura di due angoli, `e possibile dimostrare, in modo sucientemente semplice, che sono vericate le seguenti identit`a:
cos( )
cos( + )
sin( )
sin( + )
59
= cos2 sin2
= 2 sin cos
= cos2 sin2 =
= 2 cos2 1
1 e quindi
1 + cos
.
cos =
2
2
Analogamente, `e possibile ricavare
1 cos
sin =
.
2
2
Posto = 2 si ottiene cos = 2 cos2
3.6.4
La funzione Tangente
Oltre alla funzione seno e coseno `e utile denire una terza funzione goniometrica.
Si denisce tangente goniometrica di un angolo il rapporto tra lordinata del
punto di intersezione tra il lato che individua langolo e la retta tangente alla
circonferenza nel punto (r, 0) e il raggio r della circonferenza:
BH
tan =
.
OH
60
Dalla denizione emerge subito che quando OH = 0 la funzione non `e denita. Ci`o accade, ad esempio per = 90o e per tutti i multipli
interi
di 90.
{
}
Pertanto il dominio della funzione tangente `e linsieme R 2 + k con k Z.
Inoltre, `e facile rendersi conto che per valori dellangolo 0 < 2 la tangente
assume tutti i valori nellintervallo [0, +).
Se langolo 2 < la denizione di tangente comporta che il punto B si
trovi nel IV quadrante. In questo modo, per tali valori di si ha che tan < 0,
cio`e la tangente assume tutti i valori contenuti nellintervallo (, 0].
61
tan( + ) = tan .
62
sin
+ k, dove k Z, tan =
.
2
cos
Questa identit`
a `e nota come 2a identit`a fondamentale della trigonometria.
=
rad
18
10
30
45
sin
cos
0
1
51
4
10+2 5
4
1
2
3
2
2
2
2
2
tan
0
2 5
5
3
3
Per quanto concerne gli angoli maggiori di 45o e minori 90o `e possibile
applicare quanto gi`a visto per il seno e coseno di angoli complementari:
tan(90o ) =
cos
1
sin(90o )
=
=
,
o
cos(90 )
sin
tan
63
quindi
o
rad
tan
60
3
3
72
2
5
5+2 5
Per quanto concerne la valutazione della tangente per angoli il cui lato libero
`e nel secondo quadrante `e facile vericare, utilizzando gli angoli supplementari,
che
sin( )
sin
tan ( ) =
=
= tan .
cos( )
cos
Cio`e angoli supplementari hanno la tangente opposta.
Essendo, poi, la funzione tangente periodica di periodo , ci`o che succede
nel III e IV quadrante ripete ci`o che accade nel I e II quadrante.
Esempio:
( )
tan 6 = tan 6 = 3.
Figura 66: Graco della tangente (in blu). In nero sono rappresentati gli asintoti
verticali.
tan( ) =
tan( + ) =
64
2 tan
1 tan2
1 cos
tan =
.
2
1 + cos
3.6.5
65
Figura 68: Graco della funzione f (x) = sin x (in rosso) e della funzione inversa
arcsin x (in blu). In verde la retta bisettrice del 1o e 3o quadrante
Consideriamo, adesso, la funzione f (x) data dalla restrizione della funzione
coseno allintervallo [0, ]. In questo caso la funzione
f (x) : x [0, ] y = cos x [1, 1]
`e una funzione biettiva e quindi invertibile.
Si denisce funzione Arcocoseno di x la funzione che associa ad un numero
x dellintervallo [1, 1] la misura dellarco (angolo) il cui coseno vale x.
[ ]
f (x) : x [1, 1] y = arcsin x ,
.
2 2
66
Figura 70: Graco della funzione f (x) = cos x (in rosso) e della funzione inversa
arccos x (in blu). In verde la retta bisettrice del 1o e 3o quadrante
Inne, consideriamo
f (x) data dalla restrizione della funzione
( la funzione
)
tangente allintervallo 2 , 2 . In questo caso la funzione
( )
f (x) : x ,
y = tan x (, +)
2 2
`e una funzione biettiva e quindi invertibile.
Si denisce funzione Arcotangente di x la funzione che associa ad un
qualsiasi numero reale x la misura dellarco (angolo) la cui tangente vale x.
( )
f (x) : x R y = arctan x ,
.
2 2
67
Figura 72: Graco della funzione f (x) = tan x (in rosso) e della funzione inversa
arctan x (in blu). In verde la retta bisettrice del 1o e 3o quadrante
3.7
In alcuni casi `e semplice costruire il graco di una funzione g(x) quando `e noto
il graco di f (x).
Se g1 (x), g2 (x), g3 (x) e g4 (x) sono le seguenti funzioni
g1 (x) = f (x)
g2 (x) = f (x)
g3 (x) = f (x + a)
g4 (x) = f (x) + b
i loro graci sono, a partire dal graco di f (x), rispettivamente,
simmetrico rispetto allasse delle y;
simmetrico rispetto allasse delle x;
traslato di a lungo lasse delle x;
traslato di b lungo lasse delle y;
68
Figura 73: Graci delle funzioni f (x) (in blu), f (x) (verde), f (x) (rosso),
f (x + a) (marrone) e f (x) + b (arancio).
69
70