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Facolt di Architettura
Corso di laurea Magistrale in
Pianificazione e Progettazione
della Citt e Territorio
Relatore
Arch. Dott. Camilla Perrone
Correlatore
Arch. Dott. Giancarlo Paba
Laureando
Giovanni Luca Mendola
Matricola
5014032
Ringraziamenti
Desidero innanzitutto ringraziare la professoressa Camilla Perrone e il
professore Giancarlo Paba per i preziosi insegnamenti durante i due anni di
laurea magistrale e per le numerose ore dedicate alla mia tesi. Inoltre,
ringrazio sentitamente la professoressa Valeria Inguaggiato che stata
disponibile a dirimere i miei dubbi durante la stesura di questo lavoro. Intendo
poi ringraziare la Fondazione Adriano Olivetti, sottolineando la particolare
disponibilit della dottoressa Maria Alicata e i gruppi di a.titolo e
Osservatorio Nomade, per avermi fornito testi e dati indispensabili per la
realizzazione della tesi. Inoltre, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine ai
miei compagni di corso e gli amici, in particolare Farhad e Mario, per i
numerosi consigli durante la ricerca. Infine, ho desiderio di ringraziare con
affetto i miei genitori, le mie sorelle ed Eleonora, per il sostegno ed il grande
aiuto, per essermi stato vicino ogni momento durante questo anno di lavoro.
Indice
Introduzione__________________________________________________________2
1.Arte e linguaggi nei processi di pianificazione urbana
1.0 Una premessa_________________________________________________________________
6
1.1 La costruzione di legami consapevoli___________________________________________7
1.1.0 Lintegrazione di linguaggi _________________________________________________7____
__
1.1.1 Il processo artistico nelle pratiche urbanistiche___________________________________10
1.2 Una parentesi sullevoluzione del rapporto: spazio pubblico - arte
1.
pubblica contemporanea_____________________________________________________13
1.3 Gli effetti immateriali dellarte nello spazio pubblico__________________________________
17
1.4 Larte nelle pratiche partecipative _____________________________________________19
3.2
3.2 Roma-Corviale: arte e sperimentazioni culturali nel
progetto che immagina un Nuovo Corviale________________________________ 75
3.2.0 Il complesso edilizio Nuovo Corviale:
3.h2.0 h
un problema di cattiva gestione________________________________________________
77__
3.2.1 Le soluzioni, i programmi di riqualificazione
3.2.1
e il ruolo della cultura________________________________________________________
81_
3.2.2 Il progetto Immaginare Corviale:
3.2.2
arte, pratica urbana ed estetica__________________________________________________
90
3.2.3 LOsservatorio Nomade, le sperimentazioni
3.r
__
e le applicazioni su Corviale__________________________________________________
104
3.2.4 Un percorso tra Arte e Riqualificazione Urbana_____________________________________
109
__
3.2.5 Riflessioni conclusive________________________________________________________
114
Bibliografia__________________________________________________________________________115
Riflessioni conclusive____________________________________________________________________
126
Bibliografia__________________________________________________________________128
Appendice________________________________________________________________ 129
~1~
Introduzione
1
Mi sembra utile dare a priori dei cenni sulle riflessioni che si sono imbattute nell'ultimo
decennio sullargomento, Lavagna M. e Pastorino S., (2006) descrivono cos: lo studio e il
dibattito sulle relazioni tra citt/territorio, arte, cultura, creativit e sviluppo economico si
intensificato e, in particolare, sono emerse teorie sulla citt creativa, sui quartieri culturali, sui
cluster e distretti culturali tema particolarmente discusso in Italia visto il modello distrettuale
che caratterizza lo sviluppo recente della nostra piccola e media impresa (Wynne, 1992; Landry e
Bianchini, 1995; Landry, 2000; Santagata, 2000; Sacco e Pedrini, 2003; Mommaas, 2004; etc.). In
tale contesto, soprattutto l'arte contemporanea a mostrare ampie potenzialit, principalmente in
relazione al rapporto che essa pu instaurare con le realt sociali, con la citt, con il territorio, con
il pubblico, con la storia e l'identit di determinati luoghi, facendosi essa stessa interprete dei
processi di trasformazione urbana. In particolare, gli sviluppi recenti dell'arte pubblica mostrano
come lo spazio urbano sia tornato al centro della riflessione artistica (Selwood, 1995; Miles, 1997;
De Luca, 2003; De Luca et al., 2005; Pietromarchi, 2005; Sharp et al., 2005; etc.) (Lavagna M.,
Pastorino S., 2006).
~2~
azioni e politiche sul territorio, tra questi strumenti esistono delle sperimentazioni
di vario genere e tra le varie tipologie di questultime ci sono quelle culturali
comprendendo cos anche i progetti di Arte Pubblica, esperienze innovative sul
tema della riqualificazione urbana, ovvero sperimentazioni culturali inserite nei
programmi di riqualificazione e rigenerazione.
Qui il ruolo della cultura si pone come strumento di accrescimento del benessere
materiale e immateriale, dove il processo artistico rappresenta un fattore di
interpretazione fra linguaggi e culture diverse. Da questi progetti quindi,
avvengono delle modificazioni, e possono essere: a carattere materiale
(riscontrabile nei processi di trasformazione fisica dello spazio pubblico) e
immateriale (riscontrabili nei processi trasformazione culturale in quanto mettono
al centro delloperato persone, opportunit, interessi comuni, dando vita ad una
rete, o ad una politica)2.
Viene da chiedersi quindi: come questi fattori hanno effettivamente influenzato e
contribuito, nel quadro delle politiche analizzate, alla trasformazione del territorio
e cosa il processo culturale ed artistico, insito nelle sperimentazioni culturali,
stato effettivamente capace di produrre?
Per rispondere a questa domanda la ricerca ha portato a considerare quei progetti
di Arte Pubblica dove larte si posta come strumento per le politiche urbane.
Progetti flessibili e integrati che abbandonano i vecchi schemi della
strumentazione urbanistica classica e che, dagli inizi del XXI secolo si inseriscono
nelle pianificazioni strategiche delle citt (figura 1, pp. 4): azioni che vanno sotto
il campo della cultura e degli interventi di carattere
ludico, immaginario e
In alcuni paesi dEuropa parte del supporto all'Arte Pubblica e al suo finanziamento, deriva
dalla cresciuta importanza del design nel contesto urbano: una vera e propria linea politica di
sviluppo. Anche se in Inghilterra, come anche in Olanda e in Francia, le autorit locali hanno da
tempo appreso che le potenzialit dell'Arte Pubblica hanno le capacit di rispondere alle loro
linee e priorit strategiche, in Italia c ancora, in parte, la consapevolezza che lArte Pubblica
deve necessariamente essere orientata verso processi relazionali, di dialogo e partecipativi, in
sostanza di audience specific piuttosto che di site specific. Quella che emerge unArte Pubblica
alla quale si richiede un lavoro non tanto sullo spazio fisico, quanto sullo spazio simbolico e
collettivo; unArte Pubblica che, anche nella sua accezione di site specific, opera su (e per) la
relazione, lidentit, il legame. Unarte che nel suo farsi pubblica, in tutte le sue accezioni, deve in
qualche modo confrontarsi con la necessaria sfida di diventare capacitante. (Pastorino, Piraccini
e Uttaro, 2005) (Lavagna M., Pastorino S., 2006: 323).
~4~
~5~
1.
~6~
Francesca Cognetti (2006), dedica una riflessione sulle possibili ed eventuali strategie urbane
dellarte, della creativit e della cultura.
4
Il tentativo disciplinare di recuperare alcuni rapporti perduti nel tempo porta a considerare
alcune importanti riflessioni allinterno del dibattito odierno sullargomento in questione. In
riferimento agli Atti della Decima conferenza della SIU (Societ italiana degli urbanisti), risultato
di due giornate di lavoro, 18 e 19 Maggio 2006 presso il Politecnico di Milano. In ognuna delle
due giornate si sono susseguiti momenti di riflessione su argomenti di carattere generale legati
alle prospettive delll'urbanistica italiana. Quattro sessioni parallele, hanno permesso di descrivere
dei casi puntuali lasciando ampio spazio al dibattito sui seguenti temi: Qualit urbana: abitabilit,
bisogni, opportunit: Sviluppo locale: squilibri, coesione, competizione; Trasformazioni
territoriali: infrastrutture, paesaggi, risorse; Gestione urbana: suolo, fiscalit, mobilit.
La pubblicazione dellanno successivo Citt e Azione Pubblica. Riformismo al plurale, curato
da Arturo Lanzani e Stefano Moroni.
5
Analisi tratta dalla lettura degli articoli di Anna Maria Uttaro: Arte, Citt, creativit. Quali
indirizzi per la Pianificazione? (Uttaro A. M., 2010), e Percorsi di sconfinamento nei territori
dellarte di Anna dellOlio (dellOlio, 2009).
~7~
Diventa interessante capire cosa dal punto di vista della pianificazione significa
reinventare lazione artistica nello spazio pubblico, immersa nelle pratiche del
quotidiano per realizzare spazi relazionali attivatori di processi di produzione
creativa dello spazio urbano. (Uttaro, 2010: 13).
Larte, in questo senso, pu essere letta come un approccio che lavora attraverso
luso di linguaggi, piuttosto lontani da gran parte della pratica urbanistica
corrente.
In estrema sintesi pratiche urbane e pratiche urbanistiche, sebbene si svolgano
nello stesso ambito spaziale, sembrano avere acquistato una distanza sempre
maggiore. Per questo motivo [] sembra essenziale domandarsi se sia possibile
per il pianificatore utilizzare linguaggi che lo avvicinino e rendano maggiormente
comprensibile ai soggetti sociali destinatari del suo lavoro. (Uttaro, 2010: 83).
Si avvertono essenzialmente tre esigenze che il pianificatore ha in questi processi:
a - Creare linguaggi maggiormente comprensibili ai cittadini con il contributo sia
dalla parte urbanistica, attraverso il suo bagaglio tecnico, sia dalla parte esteticosensibile che comprende i linguaggi diversi dalle logiche razionali. Si pu quindi
parlare anche di poetica del progetto di territorio. Secondo il professore Alberto
Magnaghi, negli scenari territoriali disegnati, a carattere non predittivo ma
cognitivo
progettuale,
carattere
euristico
per
la
sollecitazione
~9~
Negli ultimi dieci anni diversi studi sociali stanno rivolgendo la propria attenzione ai fenomeni
riguardanti la creativit e lestetica, nel senso epistemologico della parola aestetis: sensibile
(Maffesoli 2000).
7
Alla fine degli anni 90 sono emersi in Italia alcuni percorsi evolutivi di strumenti di
riqualificazione-rigenerazione urbana che vedono nel quartiere il dispositivo attraverso il quale
trattare l'intreccio fisico, economico e sociale in ambito urbano, in larga parte lanciati attraverso
bandi del decennio appena passato (2000-2010) avevano assunto caratteristiche differenti da
~10~
Nelle pratiche partecipative per si sono scoperte, in varie esperienze, delle crepe
(cfr. dellOlio, 2009; Uttaro, 2010), non riuscendo a mettere a fuoco le esigenze
quotidiane del cittadino - per contro sembra incontrare molto pi facilmente
lambito artistico-culturale (dellOlio 2009: 20).
Da qui entra in gioco il tema dellarte nello spazio pubblico e dei processi artistici
nel coinvolgimento degli abitanti che negli ultimi anni hanno visto mediarsi con
le classiche pratiche partecipative gestite dalle amministrazioni locali: tematica
che in passato veniva affrontata in gran parte solo come una questione artistica.
Ad oggi il tentativo quello di affrontare i temi dellarte e della citt da un punto
di vista che parte innanzitutto a guardare lo spazio pubblico, non solo quello
fisico aperto, accessibile e condiviso da una molteplicit di soggetti, ma anche lo
spazio immateriale del dibattito, della partecipazione, dellazione che quindi
(anche) per questi motivi, pubblico. (Inguaggiato V., 2010). Viene ribaltato il
punto di vista che mette al centro il prodotto artistico come unico prodotto
~11~
dellinterazione degli artisti nella citt, portando invece lattenzione sullo spazio
pubblico, che larte pubblica contemporanea, attraverso i suoi processi, in
grado di attivare e trasformare.
A questo punto sembra utile aprire una parentesi sulle recenti evoluzioni del
rapporto che larte, intesa in questo senso, ha con lo spazio pubblico.
~12~
~14~
Art in public space (arte negli spazi pubblici9), dove lartista realizza una
scultura tipica dello stile modernista, molte volte astratta, localizzata allesterno
di un edificio pubblico o di torri terziarie per un semplice scopo decorativo o
abbellimento dello spazio urbano, dando a volte una precisa riconoscibilit a
livello internazionale alla citt. Alcuni esempi : La grande Vitesse di Alexander
Calder (Michigan 1967)10.
2.
critica darte Arlene Raven, e poi rinominata New Genre Public Art da Suzanne
Lacy. Questa ultimo paradigma, identificabile spesso in istallazioni temporanee,
pone larte nellinteresse pubblico, si basa su programmi che si concentrano su
temi sociali e il trattamento dei loro problemi, piuttosto che sull'ambiente
costruito. Negli anni pi recenti inizia a manifestarsi attraverso i programmi di
trasformazione urbana temporanea, mediante il coinvolgimento di gruppi di
persone marginalizzate come senzatetto, donne che subiscono violenze, malati di
Aids, detenuti, e di chi si batte per sostenere programmi politicamente impegnati
nei confronti delle comunit. Lattivismo politico e la collaborazione con le
comunit ci che distingue lopera di artisti come John Malpede, Daniel
Martinez e Hope Sandrow.
Per un approfondimento si rimanda a Kwon M., 2002, One place after another, Site-Specific Art
and Locational Identity, Mit Press, e al sito web www.eipcp.net/transversal/0102/kwon/en
9
Traduzione mia.
10
La citt stessa pensava di essere priva di identit distintiva, senza caratteristiche uniche, una
citt il cui sito non era specifico. La scultura ha il ruolo di funzionare come un marcatore di
identit per la piazza. La prima opera d'arte destinata a una collocazione pubblica che sia stata
finanziata dal NEA, Fondo nazionale per le arti (National Endowment for the Arts).
~15~
11
Sullargomento De Luca (2003) sostiene che esiste ancora un approccio (legato ai 3 descritti)
che si caratterizza per progetti artistici come parte di un piano pi complesso di rigenerazione
urbana e sociale. Sempre pi spesso difatti l'arte pubblica si sta interrogando sul proprio ruolo
specifico e sulle modalit di contatto con i territori protagonisti di trasformazioni e
reinterpretazioni di diverso genere (spesso aree urbane periferiche e degradate, caratterizzate da
fenomeni di marginalit ed esclusione). Le recenti iniziative di gruppi multidisciplinari come
l'Osservatorio Nomade/Stalker, Multiplicity, artway of thinking, i progetti di arte pubblica
realizzati all'interno del programma Nouveaux Commanditaires promosso dalla Fondation de
France e adottato in Italia dalla Fondazione Adriano Olivetti, i casi di Zingonia, Librino
rappresentano alcuni interessanti esempi di interventi sviluppati nel nostro paese per legare le
comunit locali, la produzione artistica e l'identit dei luoghi, in un'ottica di forte integrazione e
capacitazione. Emergono quindi come punti chiave lo scambio diretto tra committenti, pubblici di
riferimento ed artisti, il loro reciproco coinvolgimento nelle dinamiche creative, ed una nuova e
pi ampia considerazione dello spazio pubblico - non pi solo come spazio fisico ma soprattutto
come spazio delle relazioni. (De Luca, 2003) (Lavagna M., Pastorino S., 2006, pp 320).
~16~
12
~17~
In definitiva
possiamo dire che le forme con cui si manifesta loperato dellarte pubblica oggi
possono andare incontro ad un nuovo modo sia di fare arte ma principalmente di
progettare la citt e il territorio.
~18~
14
In riferimento al Libro Bianco sulla governance dellUnione Europea, testo adottato dalla
Commissione europea e approvato dal Consiglio europeo. Governance europea - Un libro
bianco [COM(2001) 428 def. - Gazzetta ufficiale C 287 del 12.10.2001]. (http://www.iseeuropa.it/inserto/inserto13.htm)
~19~
~20~
2.
~21~
15
Il monumento o l'opera d'arte (per cos dire di abbellimento) tutt'oggi viene finanziato dalla
legge 717/49 che riserva una percentuale pari almeno al 2% del valore di un'opera pubblica alla
realizzazione di un'opera d'arte. In riferimento al G.U. 14.10.1949. n. 237: "Le amministrazioni
dello Stato, nonch le regioni, le provincie, i comuni e tutti gli altri enti pubblici, che provvedono
all'esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici o alla ricostruzione di edifici pubblici
distrutti per cause di guerra, devono destinare all'abbellimento di essi mediante opere d'arte una
quota non inferiore al 2% della spesa prevista nel progetto."
16
LUnione Europea prende in considerazione gli aspetti culturali allinterno delle politiche
attraverso programmi specifici e nellambito di fondi strutturali. Come enunciato dalla
Risoluzione dell'Europarlamento sulla cooperazione culturale (2000/2323 INI) e la Risoluzione
del Consiglio del 25 giugno 2000: la cultura un elemento fondamentale dell'identit
dell'Unione e che tale identit, nel rispetto delle diversit, costituisce la base minima necessaria
per il consolidamento del sentimento di cittadinanza europea e per la futura elaborazione della
Costituzione. (G.U. C 32 del 5.02.2000: 2).
~23~
17
~24~
18
~25~
~26~
Riflessioni finali
Potenziare i linguaggi fino ad ora utilizzati nelle pratiche partecipative con i
linguaggi dellarte e considerare la mediazione tra la dimensione culturale e la
dimensione amministrativa, pu significare individuare tutte quelle convergenze
metodologiche e operative tra politiche pubbliche e ricerca artistica che, proprio
in virt delle sue pratiche di infiltrazione, comunicazione e analisi complessa dei
territori, pu fornire delle indicazioni di metodo e talvolta di poetica19 per la
gestione dei territori stessi. (Santori F.G., 2004).
In primo luogo, nei casi studio presi in considerazione, si cercato di capire in
quale misura questi processi artistici sono stati capaci di produrre trasformazioni
anche in virt della qualit del messaggio prodotta con le tecniche pi svariate.
In secondo luogo come le mediazioni culturali della Fondazione Adriano Olivetti
abbiano funzionato e come sia stata capace di creare legami tra la sfera pubblica e
artisti, curatori del mondo dellarte, ed esperti del settore.
19
Cfr. Binni L., 2004 - in Politiche della contemporaneit: due progetti della Regione Toscana.
Si veda anche Magnaghi A., 2010, Il progetto locale. Verso la coscienza del luogo. (Nuova
edizione accesciuta), Bollati Borinchieri, Torino, pp 168-172.
~27~
~28~
Bibliografia
~29~
22-29
Inguaggiato V., 2009, Forme di ibridazione tra arte e citt. Alcune recenti esperienze
tedesche. (www.urbanhybridization.net/valeriainguaggiato.htm)
Merli, P., 2002, Evaluating the social impact of participation in arts activities; a critical
review of Francois Matarasso's Use or Ornament, in International Journal of Cultural
Policy, vol. 8, n.1, pp 107-118.
Maffessoli M., 2000, Elogio della ragione sensibile, Seam, Formello.
Magnaghi A., 2010, Il progetto locale. Verso la coscienza del luogo. (Nuova edizione
accesciuta), Bollati Borinchieri, Torino.
Lavagna M., Pastorino S., 2006, Arte Pubblica e Pianificazione Urbana nellesperienza
Olandese, in AA.VV. Economia della Cultura. Rivista trimestrale dellAssociazione per
leconomia della cultura, Il Mulino, 2006, pp. 319-328.
Lacy S., 1995, Mapping the terrain: new genre public art, Bay Press, Seattle,
Washington.
Lenoci S., 2005, Tra arte, ecologia e urbanistica, Meltemi, Roma, pp.12
Olivetti L., 2004, Fondazione Adriano Olivetti, Presentazione del Rapporto Annuale
2003/2004, Dispensa pubblicata On Line.
Pastorino S., Piraccini, e Uttaro A. M., 2005, Verso un'arte pubblica capacitante?
Riflessioni sugli effetti collaterali dell'agire artistico nelle citt contemporanee,
Progetto presentato in occasione della selezione per l'assegnazione della Borsa di Ricerca
in Economia dell'Arte Contemporanea, Torino, Fondazione Agnelli e Unicredit Private
Banking, mimeo.
Paba G., 2004, Insurgent city. Topografia di unaltra Firenze, Urbanistica, n.123, INU
Edizioni, Roma.
Petrillo A., 2000, La citt perduta. L'eclissi della dimensione urbana nel mondo
contemporaneo, Dedalo, Bari.
Selwood, S. (1995), The Benefits of Public Art, London, Policy Studies Institute.
Santori F.G., Pietromarchi B., 2004,Terreni di incontro: arte e societ in Italia, in
Creazione contemporanea. Arte societ e territorio tra pubblico e privato, Luca Sosella
Editore, Roma. (pp 9-13).
Uttaro, A. M., 2006, La citt delle razionalit vitali. Le utopie sperimentali dellagire
artistico contemporaneo negli spazi pubblici, dissertazione di dottorato in Tecnica
Urbanistica XVIII ciclo, DAU Dipartimento di Architettura e Urbanistica per
lingegneria, Universit degli Studi La Sapienza, Roma
Uttaro A. M., 2010, Arte, Citt, creativit. Quali indirizzi per la Pianificazione?, in
Territorio, rivista trimestrale del Dipartimento di architettura e pianificazione del
Politecnico di Milano, fascicolo 53, pp. 82-89
~30~
ALLEGATO A
~32~
ALLEGATO B
~33~
livello
strategico,
nel
suo
ruolo,
dopo
gli
anni
~35~
dalla presa oppressiva del vuoto che gli incombe addosso. Il possibile blocco
dell'immaginazione, di fronte all'invadenza di quell'assenza che non potendo
esser nominata, resta l, immobile, al confine del territorio abitato, e assorbe
ricordi e progetti, tentativi di ricostruzione di un senso comune condiviso e
ricerche d'innovazione. (Ravelli M., 2004).
Vari studi condotti dal Comune di Torino e da Dipartimenti Ministeriali
dimostrano che attualmente il quartiere porta con se un grave crisi che tocca il
contesto sociale. Mirafiori Nord diventata una parte citt non pi produttiva,
rimasta senza lo scopo per cui era stata progettata e cio quella di essere la pi
grande industria dItalia. Nellinsieme presenta il tipico carattere e gli aspetti di
rischio e di decadenza delle periferie industriali cresciute intorno a una grande
fabbrica: in questo caso una fabbrica ormai da anni fortemente ridimensionata,
ma comunque col pericolo che la sua crisi trascini lo stesso quartiere in un lento e
continuo declino e degrado fisico e sociale. (Filandri M., 2009).
Un caso esemplare delle periferie post-industriali europee, dove ormai si persa
la sua funzione industriale, diventando cos un quartiere abitato in maggior parte
da operai in pensione che tempo addietro avevano acquistato casa dalla Fiat.
Il tramonto della monocultura industriale ha portato una profonda crisi del
quartiere e al resto della citt. Da alcuni anni sono molte finestre chiuse e poche
le auto che passano.
20
PIC Urban 2 TORINO MIRAFIORI NORD, Progetto Cortili, Misura 3.2. Interventi diffusi
per la lotta allesclusione sociale, a cura di Ass. Avventura Urbana Progettazione &
Partecipazione, dattiloscritto, s.d.
~37~
Fig. 6- Mappa di Torino con segnati i confini di Urban, di Mirafiori Nord e della
Circoscrizione 2 - (Fonte: Filandri, 2009)
~38~
bancarie
impegnate
nel
mondo
dellarte
contemporanea
21
~39~
22
~40~
24
In particolare il terzo asse dei finanziamenti Urban II prevedeva che si dovessero: Rafforzare il
legami sociali e le reti di contatto tra gli abitanti, riducendo i fenomeni di isolamento ed
esclusione sociale, ampliando i servizi esistenti e migliorando la qualit e laccessibilit; creare
occasioni di espressione culturale e artistica che rafforzino lidentit e il senso di appartenenza
alla comunit. (Urban II, 2002).
~41~
sulla cultura; cera loccasione del programma Urban, alluscita del bando, la
Fondazione Adriano Olivetti (che allepoca aveva legami molti forti con le
fondazioni bancarie in particolare San Paolo e CRT) si proposta, e i fondi sono
stati destinati al quartiere Mirafiori Nord. In ogni caso dovevano essere investiti
per interventi artistici, ma questa volta la metodologia era improntata sul modello
Nuovi Committenti. stato un modello applicato dalle linee guida del progetto
originario. Dove quello che conta del progetto non lopera in s, ma il processo;
Citando Cavallier: fare pi attenzione alla traiettoria che al bersaglio, al processo
che non allobiettivo25. (Appendice Maria Alicata).
Tutto il lavoro stato basato sulla pratica della partecipazione diretta da parte dei
cittadini per tentare di ridisegnare quella parte del territorio torinese.
Lassociazione incaricata dalla Fondazione Adriano Olivetti alla mediazione
stata a.titolo, una mediazione fondamentale per individuare i nuovi committenti.
La stessa associazione decise di partire dal Tavolo Sociale. Come dichiara
Francesca Comisso La nostra scelta stata quella di innestarci in un processo di
cittadinanza attiva gi in corso. [] Lo abbiamo essenzialmente potenziato,
abbiamo scelto di operare in sinergia piuttosto che in totale autonomia. Abbiamo
ovviamente avuto unautonomia metodologica e operativa scegliendo di
potenziare delle azioni gi in atto. (Appendice Francesca Comisso)
Tutto il lavoro stato basato su processi di ascolto, che lantropologa Marinella
Sclavi, presente alle riunioni del Tavolo Sociale, pone al centro di una precisa
metodologia di analisi e intervento nel territorio urbano26.
Durante il lavoro si sono ascoltate e raccolte le proposte dei cittadini in merito a
possibili temi e luoghi di intervento artistico.
Le parti entrate in gioco nella progettazione sono state compiute sia dalla parte
pubblica amministrativa che dalla parte privata. Enti pubblici, associazioni,
volontari e cittadini, nella nuova definizione di committenza, dove il ruolo
dellistituzione con quello del cittadino comune, si inverte, creando cos
interrelazioni tra competenze e ambiti differenti. Per questi motivi, il progetto
Nuovi Committenti applicato a Mirafiori ha denotato la compatibilit con le pi
25
Georges Cavallier, Lhabitat social au coeur de lurbanisme, Lione, 4-5-6 dicembre 1995, e
Habitat II, Istanbul, giugno 1996.
26
Marianella Sclavi insegna Etnografia urbana e Arte di ascoltare e Gestione creativa dei conflitti
al Politecnico di Milano. Collabora da anni a progetti di risanamento di quartieri in crisi. Tra le
Sette regole dell'arte di ascoltare. Si rimanda anche a M. Sclavi. Avventure urbane. Progettare la
citt con gli abitanti, Eluthera. Milano 2002, in particolare le pp. 197-202.
~42~
~43~
27
Anna Prat un architetto urbanista. Nel 2004 ha rilasciato un intervista per a.titolo in merito al
complesso rapporto tra arte e trasformazioni urbane. Si occupata dei programmi urbani e della
fattibilit delle trasformazioni territoriali e urbane di Torino. Laureata in architettura a Torino, ha
lavorato per due studi professionali di Londra (Dalia & Nathaniel Lichfield .Associates et Ove
Arup & partners) e ha studiato alla London School of Economics. A Roma ha lavorato con la
societ Ecosfera. Attualmente free-lance e risiede a Torino, seguendo alcuni programmi europei
e studi di fattibilit. Nell'ambito di Urban stata la responsabile per Ecosfera della preparazione
della candidati e in seguito dei documenti di progetto e del programma dei lavori.
~44~
~45~
Comisso).
Questo nuovo tipo di intervento, in relazione alle declinazioni precedentemente
citate nel primo capitolo, in cui lartista e critica darte Suzanne Lacy ha
sopranominato new genre public art, per distinguerle da una nozione in cui larte
semplicemente collocata nello spazio pubblico, dove conta principalmente il
ruolo della comunit, che non fruisce soltanto dellopera realizzata ma diventa
parte attiva di un processo che porta alla sua realizzazione. Esiste la volont di
dare rappresentazione alla comunit; Nuovi Committenti in questo senso ci
riporta a una concezione civica del mecenatismo privato che ha avuto una parte
determinante nelle formazione delle citt italiane risemantizzando i luoghi della
quotidianit attraverso lo sguardo degli artisti. (Alicata M., Pietromarchi B.,
2008) (Bertolino G., 2008).
In questo nuovo modello politico la collettivit assume il ruolo principale. Il
processo, parte pi lunga ma anche pi importante, deduce alla fine del percorso
in quale misura la partecipazione attiva sia stata in grado di produrre unopera; da
un altro lato invece possiamo dedurre cosa, e in quale misura, nel percorso che va
dallarte alla trasformazione dello spazio pubblico, il metodo produce e pu
produrre. Per questo motivo ritengo importante analizzare il modello Nuovi
Committenti.
~48~
~49~
29
~50~
Come dichiara Luisa Parola, mediatrice di a.titolo: la fatica che non siamo
ancora pronti ad affrontare un mondo cos complesso e che significa che gli usi i
tempi e i modi dello spazio pubblico stanno cambiando continuamente. una
fatica sicuramente normativa. [] Per tutti quanti noi sempre una scommessa.
Implica una responsabilit molto grande rispetto alla collettivit. A differenza di
progettisti o educatori noi non abbiamo lidea di risolvere, perch lo spazio
pubblico non pu essere risolto, c sempre lo spazio della prossimit e della
diversit. Sicuramente un punto fondamentale la responsabilit, [], per
poi la definizione giusta di spazio pubblico sempre molto complessa, gli
urbanisti la intendono in modo e noi in altro. Bisognerebbe dibattere molto su
questo.
In Italia c una scarsissima consapevolezza dello spazio pubblico perch
viviamo in citt e territori molto privatizzati da questo punto di vista, e dunque
un lavoro ancora pi lungo quello del Botton Up, nel senso che tu devi
contemporaneamente dare una forma di accompagnamento. []. La crisi aggrava
ulteriormente la questione perch ovviamente il pubblico non ha pi fondi per
curare lo spazio pubblico e dunque noi diamo una formula, che non puoi adottare
in tutta la citt, calcolando la sua grandezza e complessit, per cui in aree medio
piccole con gruppi medio piccoli si pu provare ad attivare un percorso con
maggior consapevolezza sia rispetto alla cura dello spazio fisico ma anche
sociale. Bisogna lavorare bene e tanto ma soprattutto convincere le
amministrazioni che questo ha un senso, che la cosa pi difficile. (Appendice Lisa Parola)
Il caso Mirafiori Nord, terminato nel 2008, uno delle migliori applicazioni di
sperimentazione
culturale
inserite
nei
programmi
di
rigenerazione
~52~
30
La Fondation de France dal 1969 sostiene progetti concreti e innovativi per soddisfare le
esigenze degli abitanti. Affrontando le sfide poste dalla societ in rapido mutamento. Essa opera
in tre aree: sostegno alla persone vulnerabili, lo sviluppo della conoscenza e per l'ambiente. Per un
approfondimento sulle attivit della Fondazione si rimanda al sito wew
www.fondationdefrance.org.
31
Un sito dedicato www.nouveauxcommanditaires.eu, presenta per realizzare la ricchezza e il
dinamismo di questo programma.
32
Francois Hers, 2002, Le Protocole, Les Presses du Rel, Dijon.
~53~
domanda dei cittadini del contesto. In Francia in questi quindici anni sono stati
fatti centinaia di progetti anche perch la Fondazione dava un forte sostegno per
la realizzazione, in Francia esiste una struttura politica molto pi de-localizzata
rispetto a quella italiana, ci sono autonomie locali molto pi forti. In Italia si
deciso di portare Nuovi Committenti poich aveva delle affinit molto forti e
vicine al pensiero di Adriano Olivetti riguardo allintervento sulla comunit,
come creare senso di appartenenza e identit nei luoghi attraverso interventi di
tipo architettonico e artistico sul territorio. (Appendice Maria Alicata).
Lamministrazione comunale di Torino e i professionisti incaricati di applicare il
modello Nouveaux Commanditaires nellambito del programma Urban II si sono
impegnati nellinterpretazione e nel riadattamento del modello, prendendo in
considerazione il contesto Mirafiori Nord.
Dieci anni dopo lassociazione a.titolo si impegnata nella mediazione culturale
di Torino e della Regione, adottando il progetto Nuovi Committenti, promosso
dalla Fondazione Adriano Olivetti di Roma. Rispetto al ruolo accentratore
svolto dalla Fondation de France, la Fondazione Adriano Olivetti ha puntato
piuttosto sul ruolo di catalizzatore, alla luce della densit e della specificit locale
che caratterizza storicamente e culturalmente i contesti italiani. (Pietromarchi
B., 2007, : 202)
Lapplicazione di Nuovi Committenti si svolge grazie al continuo adattamento del
programma attraverso pratiche associative, di progettazione partecipata e
volontariato.
La sua finalit attivare o recepire una domanda darte, di qualit della vita, di
integrazione sociale o di recupero urbano. Basato sulla relazione tra cittadini,
mediatori e artisti, il modello sviluppa una forma di produzione culturale
orizzontale, assegnando a gruppi e a singoli individui la responsabilit di
unopera darte. (Bertolino, Comiso, Leonardi, Parola, Perlo 2004).
Sono entrate in gioco varie forze, vari soggetti sia pubblici che privati.
Limportanza di applicare un modello ha dato un valore aggiunto al progetto. Per
questo motivo ritengo importane spiegare al meglio i ruoli ricoperti dagli attori
nel progetto (nellordine del lavoro riguardo ai ruoli ricoperti nel progetto mi
stato daiuto lintervista alla responsabile dell'Area progetti e ricerche della
Fondazione Adriano Olivetti, Maria Alicata) :
1) I tre attori sono: il cittadino committente, che nel caso di Urban stato
~56~
affiancato alla collaborazione dellufficio Urban II, che era fisso nel
quartiere; un gruppo di mediatori culturali (curatori ed esperti darte che
hanno una propensione al dialogo); lartista.
2) Il cittadino viene aiutato dal mediatore nellindividuare la loro richiesta.
3) La richiesta del committente viene codificata e sintetizzata dal mediatore.
(i casi di mediazione possono durare anche anni il caso Mirafiori in
effetti durato 5 anni).
4) Una volta che viene individuata lesigenza del cittadino committente viene
commissionata lopera allartista che realizzer qualcosa che deriva dalle
necessit dei cittadini.
Il mediatore culturale a.titolo, individuato e sostenuto dalla Fondazione Adriano
Olivetti, stato la figura centrale dellintero programma. Ha saputo creare legami
tra le parti coinvolte e negoziare i conflitti dove necessario. Lartista si occupa
dellopera ma Come opera non intendiamo la scultura o lopera site specific ma
interventi artistici come la biblioteca, il parco giochi, unaiuola e della scultura
abitabile progettata per un gruppo di adolescenti. Lelemento fondamentale la
mediazione che nel caso di Torino riuscita molto bene. Con una lunga fase di
accompagnamento (per i laboratori e per lindividuazione di quella che era la
domanda) il progetto riesce perch lintervento artistico qualcosa su cui tu ti
identifichi, sei tu che lhai chiesto e corrisponde alla tua esigenza, questo fa s che
si crei un grande senso di appartenenza verso lopera. Tu cresci nel gruppo di
cittadini perch hai partecipato insieme ad altri cittadini per realizzare qualcosa
per la collettivit. E quindi si lavora molto su una consapevolezza di una
collettivit per dare senso di appartenenza ad un luogo. (Appendice Maria
Alicata).
Un nuovo modo di impiegare gli attori di un processo partecipato, dove per la
prima volta in Italia lapplicazione francese riesce ad attecchire in alcuni dei
nostri contesti. Il modello Nuovi Committenti in Francia ha anche innescato
unulteriore economia per la creazione artistica che si diversifica dal classico
mercato di committenza pubblica molto sviluppata in Francia. In Italia, invece, ha
assunto declinazioni diverse, legate ai contesti che vengono coinvolti volta per
volta, un adattamento del programma alla progettazione partecipata o alle
pratiche associative e di volontariato. Per lItalia diventato importante, questo
tipo sperimentazione artistica perch riesce a creare un contesto di produzione e
~57~
~58~
Figura 7. Foto di Paola Di Bello - Cosa si vede a Mirafiori. Cosa vede Mirafiori 2002 - Le
dieci categorie sono: Animali; Sentieri spontanei; Strade senza auto e auto senza strade;
Acque; Luoghi della ricreazione; Fiori di Mirafiori; Luoghi della memoria storica; Esercizi
non pi in esercizio; Ripari; Impalcature. Per una visione integrale del lavoro si rimanda al
testo Bertolino, Comiso, Leonardi, Parola, Perlo, curato da associazione a.titolo, 2004,
Fig
Nuovi committenti. Torino Mirafiori Nord, Luca Sossella, Roma.
La conoscenza del territorio dei mediatori stata determinante nella scelta degli
artisti e nella scelta dellapproccio del modello Nuovi Committenti dando cos un
taglio riadattato al contesto. Nellambito di questo specifico progetto di Arte
Pubblica la mediazione culturale si chiesta: Nella citt-impresa, all'arte
spesso delegata la spettacolarizzazione del contesto urbano - nella logica del
grande evento - finalizzata alla formazione di una clientela, pi che di
unutenza. Ma se la citt diviene prodotto, cosa ci guadagna la comunit locale
coinvolta in queste nuove forme della politica pubblica? Nuovi Committenti si fa
33
In riferimento al testo: Bonomi A., 1996, Il Trionfo della moltitudine. Forme e conflitti della
societ che viene, Bollati Boringhieri, Torino, pp. 17-25. Testo dedicato allanalisi della societ
alla luce del suo difficile rapporto con il non pi e non ancora.
~60~
complessa, che ha portato lartista a rivedere parte del progetto. Una bellissima
aiuola sopraelevata con delle onde si chiamava Transatlantico. [] Di fatto tutti
pensavamo potesse sopravvivere poco, perch quellopera nata e cresciuta
cercando di far fronte ad un conflitto ma stato anche cornice e rappresentazione
di questo grosso conflitto [] Sta di fatto che quellaiola ha attecchito, anche se
ci aspettavamo venisse danneggiata e abbandonata, un oggetto di cura, e noi
sappiamo quanto gli spazi comuni sino segnali di affezione ed i acquisizione di
un bene comune, e quindi lo ritengo un risultato positivo. (Appendice
Francesca Comisso).
Il modello Nuovi Committenti un modello flessibile e allo stesso tempo con una
precisa struttura alla base: la concertazione, lazione e la responsabilit di pi
attori, la valutazione circa la necessit e il senso di unopera in un preciso
~62~
Fig 9. Massimo Bartolini, Progetto per la Cappella Anselmetti, Torino 2003. (fonte: Bertolino,
Comiso, Leonardi, Parola, Perlo, curato da associazione a.titolo, 2004)
bambini su luoghi, fatti e personaggi del quartiere Mirafiori Nord. Lo scopo era
quello di radicare atteggiamenti a abilit per costruire il cittadino futuro,
promuovendo i rapporti intergenerazionali e la scoperta di un nuovo impegno sul
territorio (Scuole del Circolo Franca Mazzarello, 2003).
La richiesta degli insegnanti era quella di dare ai bambini un contenitore dove
raccogliere tutti i dati delle loro indagini, che avevano raccolto nellabito di un
percorso
formativo
riguardo
allintreccio
tra
micro
macro
storia.
sprofondati nei giardini della scultura di Lucy Orta, i movimenti terra e le colline
derba con cui Claudia Losi ha coltivato laiuola, (Berolino G., 2008: 49), sono
gli immaginari pratici e le metafore con cui a.titolo descrive il termine del
processo Nuovi Committenti a Mirafiori Nord.
~67~
del produttore sia in ambito urbano che rurale [], la produzione di territorialit
diviene importante per la qualit dello sviluppo. [] Le Politiche per
lattivazione di processi di riterritorializzazione non richiedono solo vincoli,
norme e perimetrazioni, ma soprattutto lattivazione degli abitanti/produttori
come protagonisti della ricostruzione dei valori territoriali. Se abitare anche
produrre la qualit del proprio ambiente insediativo attraverso la produzione di
valori territoriali, la partecipazione si sviluppa in questo atto produttivo e non
solo nei problemi separati del risiedere. (cfr. Magnaghi A., 2010: 105-114). Un
caso che ha prodotto dei valori territoriali. Una produzione sociale del territorio,
concetto che richiama lautogoverno della comunit insediata nella produzione
della ricchezza.
~69~
porta
dare
delle
indicazioni
~70~
di
metodo
riscontrabili
~71~
Articolo On Line
~72~
Ricerca e Studi delle Donne (CIRSDe), Studio di ricerca incaricato dal Comune di
Torino. - Dispensa On Line: www.retepariopportunita.it/DefaultDesktop.aspx?doc=386 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari opportunit.
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(est)
+
Contemporain,
Parigi.
Documento
consultabile
On
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Urbanistica XVIII ciclo, DAU Dipartimento di Architettura e Urbanistica per
lingegneria, Universit degli Studi La Sapienza, Roma
~73~
~74~
Successivamente,
~76~
34
Efficace un concetto espresso da uno degli intervistati nella fase di "field" della ricerca svolta
da IsCult nel 2010, un residente storico di Corviale: "Chi ci sta da tanto, come me, finisce, alla
fine, per amare questa struttura, pi che per come , che per come sarebbe dovuta essere. Dal
~78~
rimase
in
piedi.
Dallultimo
workshop
organizzato
punto di vista dei servizi, adesso sono abbastanza soddisfatto" (Marco Balderi, gestore del Bar
della Biblioteca "Corviale").
35
In riferimento alla demolizione o rimoludazione delledificio si rimanda alla letteratura
interessata ai tre progetti del Prof. Ettore Maria Mazzola, del Prof. Gabriele Tagliaventi e
dell'Arch. Cristiano Rosponi. (Link per visionare i tre progetti www.dearchitectura.com/2010/05/giu-il-corviale-su-il-borgo-corviale.html).
~79~
all'interno sono presenti dei ballatoi, dei cortili e degli spazi comuni. Il lavoro di
attivisti e professionisti del settore, negli ultimi anni, rivolto proprio alla
riqualificazione e rigenerazione del quartiere.
Figura 13- Il complesso di Corviale Presa Aerea 2011 (Patricia Garca - May 17, 2011. 08:40)
~80~
36
I Pru sono dei sistemi coordinati di interventi pubblici e privati finalizzati alla
riqualificazione degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica (Legge n. 493/93, all'art. 11
225), che comprendeva circa 790 ettari del territorio del Municipio XV "Arvalia " e del Municipio
XVI (Monteverde-Gianicolense).
37
I Contratti di Quartiere delle aree abitative sono stati promossi nel 1998 su iniziativa
dellallora Ministero dei LL.PP.; i Contratti di Quartiere II sono adottati nel 2002 su iniziativa del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lesperienza dei Contratti di Quartiere ha mostrato
soprattutto la sua validit nelle citt medio piccole; nelle periferie delle grandi citt, da Napoli a
Roma, a Milano lintegrazione fra riqualificazione edilizia, urbana e sociale risultata pi
difficile da attuare e le preesistenze non trovano ancora un modello valido di riferimento fra
demolizione e riqualificazione. Nella ricerca di nuovi modelli insediativi, tuttavia, si andata
affermando una consapevolezza nuova delle responsabilit del progetto, culturali e operative
(Come ad esempio il progetto Immaginare Corviale). Periferia e centri urbani sono un problema
integrato. Si tratta prima di tutto di un problema politico e sociale: qualit e non qualit della vita,
che si esprime in cittadinanza e comunit; qualit e non qualit degli interventi, che si origina
dalla capacit democratica di investire, promuovere, controllare la qualit. (Torricelli M.C.,
2006).
~81~
nello stesso anno, di allocare nel quartiere una sezione del Museo dArte
Contemporanea che sarebbe stata gestita da MACRO. La giunta Veltroni aveva
approvato la proposta allinterno del Contratto di Quartiere nel 2004 come anche
quella di trasferire una parte della Facolt di Architettura, ma evidentemente erano
ancora decisioni immature.
Lorientamento complessivo di queste iniziative quello di fare di Corviale un
centro di produzione culturale e un luogo della contemporaneit artistica e
teatrale, per ribaltare limmagine stereotipata del quartiere (IsCult, 2010: 58).
Di fatto, di fronte al palazzo sono presenti ad oggi numerosi servizi e impianti
collettivi per i giovani del quartiere; i maggiori sforzi sono stati dedicati alla
spina dei servizi. Completata nel 2005 accoglie da anni il Consiglio del XV
Municipio e lUfficio Tecnico, il Comando del XV Gruppo dei Vigili Urbani, uno
sportello decentrato dellAnagrafe ed un ambulatorio e centro per il disagio
mentale dellAsl Roma/D. Per quanto riguarda le opere sul fronte culturale
stato realizzato un anfiteatro allaperto di circa 300 posti, di propriet Ater, un
centro attrezzato per prove musicali, una scuola darte e una galleria darte
chiamata Mitreo Iside, una struttura polifunzionale di 900 mq di spazio
esposizioni, mostre, laboratori, rappresentazioni teatrali e coreografiche.
38
Filas ha iniziato a ragionare sulle potenzialit di Corviale come possibile distretto culturale
metropolitano, in una ambiziosa quanto concreta operazione di recupero urbanistico-ambientale e
di sviluppo socio-economico del quadrante della citt in cui Corviale si trova. [] La ricerca
finalizzata a costruire un dataset adeguato alla riflessione sulle potenzialit di Corviale come
distretto culturale della citt di Roma (qui intendendosi, con il termine culturale, la
convergenza di attivit nellambito culturale, artistico, sportivo, comunicazionale, tecnologico).
(www.corvialedomani.it - 2012)
39
Per una visione integrale dei risultati si rimanda al documento redatto dal Comune di Roma,
Relazione Previsionale e Programmatica, relativa agli anni 2009-2011 approvata dal
Consiglio Comunale di Roma il 26-27 marzo 2009.
~83~
strategici
di
tipo
integrato
partecipato,
finalizzati
alla
Nel caso di Corviale il ruolo della cultura diventa cardine della sperimentazione,
strumento di accrescimento del benessere materiale e immateriale della
collettivit, una sperimentazione culturale di pratica urbana che parte dalla
convinzione che il processo artistico rappresenti un fattore di integrazione fra
linguaggi e culture diverse. La speranza era quella di dare sinergia a piani e
programmi di varia natura, come denota il direttore del Dipartimento XIX Politiche per lo Sviluppo ed il recupero delle Periferie del Comune di Roma,
Mirella di Giovine -
nel cuore del quartiere e istituita nel 2003 dal Dipartimento. Le attivit di
animazione sociale, comunicazione, informazione e ascolto rispetto al quartiere,
furono affidate, con il sostegno di consulenti esterni, a due dipendenti comunali,
uno dei quali era residente a Corviale. Dopo le prime iniziative si sono
cominciate ad affiancare altre figure professionali provenienti dal mondo
universitario interessate alla riqualificazione partecipata di Corviale.
Le idee di trasformazione sono state maturate grazie a gruppi interdisciplinari
capaci di produrre auto-organizzazione ed empowerment.
Come dichiara il responsabile del dipartimento Mirella Di Giovine: il risultato
delle sperimentazioni ha dimostrato chiaramente che lintuizione di integrare,
nellambito del programma di trasformazione in atto, la struttura del Laboratorio
di quartiere con un progetto di quartiere come Immaginare Corviale non era
unastratta fuga in avanti o una ricerca intellettuale avulsa dal quartiere. Questa
integrazione si rivelata invece indispensabile per strutturare la partecipazione
degli abitanti alla sua concreta trasformazione, e per rinsaldare gli obiettivi della
riqualificazione nella percezione collettiva. Ma lesperienza maturata ha anche
evidenziato, con grande chiarezza, che per vincere lemarginazione e contribuire
a reinserire Corviale nelle dinamiche della citt, occorre che la sperimentazione
culturale sia strettamente ancorata alla concretezza degli obiettivi e accompagni
lo sviluppo in un programma integrato di riqualificazione. In caso contrario,
rischia di rimanere una sterile ricerca intellettuale destinata ad esaurirsi in poco
tempo. La stretta interdipendenza che si venuta a creare tra il programma
culturale e gli interventi di trasformazione fisica ha portato a considerare la
creativit e i linguaggi che si sono sviluppati a Corviale, necessari quanto gli
ascensori che funzionano!.
Risulta indispensabile definire un rapporto di integrazione fra le istituzioni che
lavorano ai programmi di riqualificazione e coloro che istituzionalmente (e non)
mediano con gli artisti, affinch si sviluppino utili sinergie per far emergere
creativit e percorsi di identit nella citt moderna. Operare con flessibilit,
agilit, creativit e massima concretezza, per evidenziare e fare uscire le esigenze
e la potenzialit e dare spazio alle forme espressive spontanee presenti in questi
quartieri. La difficolt di questi percorsi sta proprio nel riuscire a mantenere il
giusto equilibrio fra ricerca ed espressione creativa.
~86~
Il progetto dellamministrazione per le periferie romane parte dagli inizi del 2000,
cercando di sperimentare e includere larte e larchitettura nei Programmi di
Riqualificazione Urbana, non limitandosi solamente ad intervenire per
riqualificare ma intervenire per valorizzare e recuperare restituendo dignit,
memoria, spazio creativo a luoghi e persone.
Il lavoro stato svolto dal Dipartimento, affrontando problematiche legate ai
contesti periferici, dando spunti su una ricerca che aveva come fine la
partecipazione dei cittadini nei processi decisionali (ponendo i cittadini, come
attori sociali della citt nonch soggetti determinanti di questo percorso) e la
creazione di sinergie possibili fra arte e architettura.
Uno dei primi progetti realizzati a cura del Dipartimento stato Cinema di
Raccordo e Di scena la Periferia, due eventi realizzati nelle estati del 2001 e
2002, vere e proprie carovane di cinema, teatro e musica itineranti che hanno
saputo trascinare interamente la cittadinanza di Corviale. I cittadini sono stati
coinvolti per la prima volta in qualcosa che listituzione, in questo caso il
Comune, ha fatto per loro; farli sentire parte di una comunit e di una cultura,
dove larte, in questo senso, si pone da strumento di esplorazione e indagine
urbana. Altre tra le prime esperienze di sperimentazione culturale che hanno
avuto la capacit di tenere vivo il rapporto tra la citt e i cittadini stato il
progetto Sonicity: architetti del suono compositori del luogo, realizzato
dallassociazione Moorroom a Corviale nel 2002. Il tema di questa
sperimentazione era quello di sviluppare le relazioni esistenti tra suono, arti
visive e architettura, creando, tramite workshop, occasioni per riflettere sul luogo
Corviale.
coinvolto abitanti di Corviale e chi appositamente era venuto dal centro per
visitare le opere, hanno dato modo di rileggere in unaltra chiave il luogo simbolo
della periferia urbana romana.
Lobiettivo dellAmministrazione insieme al Dipartimento per il Recupero e lo
Sviluppo delle Periferie era quello di far partecipare attivamente i cittadini ai
programmi e progetti in tutte le loro fasi. Motivo per cui successivamente si
attivano iniziative legate agli interventi di trasformazione urbana, di nuove
funzioni sociali e culturali, come le attivit svolte nella biblioteca, o per
loccupazione, come lIncubatore di Impresa. Il contesto di Corviale, oggi
sperimenta un rapporto diverso tra citt e periferia. Ad oggi sono presenti vari
~87~
~89~
40
In questo processo risulta essere fondamentale la mediazione tra le parti che necessit per di
una sorta di affiancamento istituzionale o associativa che funga sia da controllo che da regia.
~91~
negli ultimi ventanni, hanno trasformato Corviale nel simbolo di tutti i problemi
sociali dei centri urbani italiani e ha impedito lo sviluppo di unimmagine
positiva e dinamica del quartiere. (Pietromarchi 2005: 33).
di
processi
partecipativi
di
innumerevoli
forme
di
41
Alcune presentazioni del progetto dal 2002 al 2005 sono state: Corviale, Il Serpentone,
Presentazione video di Heidrun Holzfeind, Sala XV Municipio, maggio 2002, Roma; Laboratori,
spazio pubblico, partecipazione, Presentazione del progetto in occasione dell'inaugurazione della
Biblioteca Comunale "Corviale", 22 nov 2003, Roma Corviale; Costellazione Corviale - lucciole
di mezzanotte, azione pubblica di illuminazione dinamica notturna,Osservatorio; Nomade per il
Roma Troll, 22 aprile 2004, Roma Corviale; 3 giugno 2004 - Notte di luna piena, nell'ambito del
progetto IMMAGINARE CORVIALE, 3 giugno 2004, Corviale; Il cinema e i romani dal
dopoguerra ai giorni nostri all'ombra del serpentone, Rassegna di videoproiezioni, dal 15 agosto 18 sett 2004, Giardini della Biblioteca Corviale, Roma Corviale; Vicini Vicini: la prima festa tra
vicini di casa, 7 maggio 2005, Roma Corviale; Gallaratese Corviale ZEN, Mostra 19 set - 9 ott
2005, Voltoni del Guazzatoio, Palazzo della Pilotta, in Architettura; Ricchezza e povert, Festival
dell'Architettura 2005, Parma; Immaginare Corviale. Il racconto di un progetto, Roma, Palazzo
Venezia - Sala Mappamondo, settembre 2006; nell'ambito del festival "Docfest" presentazione
documentario di Michela Franzoso.
~94~
degli artisti, architetti, videomakers e musicisti che insieme agli abitanti del
quartiere, vivendo con loro nelledificio, hanno portato alla luce contraddizioni e
potenzialit. Tutti i temi sollevati dallOsservatorio Nomade, attorno a cui sono
stati coinvolti ricercatori e storici, hanno compreso: la natura dello spazio
pubblico, lanalisi storica delledilizia pubblica, la dimensione dellimmaginario e
la pratica artistica nei territori urbani in trasformazione.
42
~95~
43
~97~
45
~98~
e sulle pratiche attivate dall'interazione creativa con il territorio, con gli abitanti e
con la memoria collettiva. Queste pratiche ed approcci sono mirati allo sviluppo
di processi evolutivi di auto-organizzazione, nei contesti in cui se ne avverte una
mancanza, determinata dal senso di abbandono e di difficolt, attraverso la
struttura delle relazioni sociali e ambientali. Questo metodo non solo un nuovo
strumento per lo sviluppo delle conoscenze, ma promuove un approccio pi
cosciente al territorio vissuto da parte della popolazione cos da creare una
maggior partecipazione creativa nella gestione di questioni territoriali e
urbanistiche. (Osservatorio Nomade, 2005: 32)
La modalit operativa, oltre ad essere un inedito strumento di conoscenza,
contribuisce a promuovere la diffusione di una pi ragguardevole consapevolezza
della popolazione nei confronti del proprio territorio e quindi ottenere pi efficaci
feedback di partecipazione mirando allo sviluppo di processi di autoorganizzazione avendo lobiettivo di contrastare il senso di abbandono e di
difficolt attivando nuove relazioni sociali ed ambientali.
Il lavoro svolto dagli artisti dellOsservatorio Nomade stato soprattutto di
indagine, anche attraverso strumenti ludici che mettessero in luce la dimensione
fisica e simbolica delledificio, rilevandone elementi inaspettati, tanto di criticit
quanto di ricchezza.
Gli artisti hanno lavorato con tre strumenti:
1) laboratorio sulla memoria e lo spazio pubblico;
2) la produzione, assieme agli abitanti, di due eventi collettivi, metafore dei miti
del quartiere che mettano in luce usi possibili delledificio;
3) la documentazione dellintero progetto in un film che ricompone i diversi piani
del progetto attraverso un registro narrativo non riconducibile n al video darte
n al documentario, pur comprendendo entrambe le prospettive. Destinatari di
Immaginare Corviale sono in primo luogo gli abitanti, invitati e coinvolti a
condividere le loro idee ed expertise rispetto alledificio. (AA.VV., 2003: 49)
Il ruolo che lOsservatorio Nomade ricopriva era quello di mediare il lavoro tra
Comune e artisti, incanalizzandolo in una precisa logica di progettazione creativa,
cercando di mantenere quellequilibrio fra ricerca ed espressione creativa.
Ad esempio la connessione dei temi sostenuti tra il Laboratorio condominiale e
lOsservatorio: progettazione di orti urbani e il lavoro sul quarto piano occupato e
iniziative del Comune di Roma come il Programma di Recupero Urbano ed il
~100~
52
Stalker un soggetto collettivo composto da artisti ed architetti, nato nel 1995. il gruppo
effettua delle ricerche e azioni sul territorio con particolare attenzione alle aree di margine e ai
vuoti urbani in via di trasformazione. Dal 2001 Stalker promuove Osservatorio Nomade, un
network transdisciplinare in grado di integrare conoscenze e linguaggi capaci di captare,
attraverso sguardi e relazioni incrociate, gli aspetti sommersi inerenti la complessit del territorio
metropolitano. La modalit di intervento dellOsservatorio Nomade sperimentale, fondata su
pratiche spaziali esplorative, di ascolto, relazionali, conviviali e ludiche, attivate da dispositivi di
interazione creativa con lambiente investigato, con gli abitanti e con gli archivi della memoria.
(Lorenzo Romito www.situa.to) (per un approfondimento di rimanda al sito
www.osservatorionomade.net/tarkowsky/tarko.html)
~101~
~102~
~103~
53
~104~
attuale contiene al suo interno spazi nomadi (vuoti) e spazi sedentari (pieni), che
vivono gli uni accanto gli altri in un delicato equilibrio di reciproci scambi. Oggi
la citt nomade vive all'interno della citt sedentaria, si nutre dei suoi scarti
offrendo in cambio la propria presenza come una nuova natura che pu essere
percorsa solamente abitandola.
Gli Stalker hanno analizzato ed esplorato i territori attraversandoli a piedi in modo
da non ricevere influenze esterne e poter partecipare alle loro dinamiche: un
tipo di ricerca nomade, tesa a conoscere attraversando, senza dover
necessariamente definire l'oggetto del conoscere, perch l'atto dell'attraversare
gi un atto creativo (Barbara, 2000: 90-91).
Attivare le percezioni disponendosi all'ascolto, la condizione necessaria
affinch i territori si rivelino a chi li vuole attraversare, e i vuoti incontrati
costituiscono lo sfondo sul quale leggere la forma della citt che altrimenti
apparirebbe omogenea, priva di dinamiche evolutive complesse (Sepe, 2007:
83). L'agglomerato urbano sperimentato come una grande mappa cognitiva che
viene aggiornata con il continuo attraversamento: la realt attraversata percepita
misurandosi con una modalit dinamica capace di sezionare il disegno articolato
del paesaggio in tanti possibili percorsi, ognuno diverso dall'altro.
La conoscenza dellapproccio Stalker pu avvenire solo per esperienza diretta,
attraverso l'uso della testimonianza piuttosto che della rappresentazione.
in questo modo che lOsservatorio Nomade nelle esplorazioni urbane fatte con
Stalker a met degli anni 90, guardando ai vuoti del territorio romano, come il
giro di Roma a piedi intorno al Raccordo Anulare svolto nel 1995, dove per la
prima volta viene usato il nome Stalker allo scopo di connotare il gruppo e
dichiararne l'esistenza, ha indagato ed esplorato il territorio.
Operazioni che
hanno coinvolto sia i membri che gli amici, per interessi, esperienze e affinit
come Vivilerive, svolta nel 1993 sull'argine destro del Tevere tra ponte Marconi
e lungo Tevere dei Papareschi. Per un'intera settimana di luglio l'area venne
occupata per realizzare un giardino abusivo che vide protagonisti decine di artisti,
architetti ma soprattutto abitanti del quartiere nell'intento di liberare quel pezzo di
Tevere preso in ostaggio dal degrado e dagli interessi privati. (Stalker, 1998). Lo
scopo finale diventava quello di dare una possibilit di fruire di quegli spazi
abbandonati che non passasse necessariamente per la loro "trasformazione" o
"riqualificazione", che non desse nessun appiglio a speculatori edili. L'anno
~105~
seguente sempre sul Tevere, si replica l'esperienza dal nome Alquantara che
coinvolse pi persone. Evento ricco di installazioni, cinema, teatro e persino uno
stabilimento balneare, tutto grazie allaiuto e allimpegno di centinaia di persone.
Prima di elaborare complicati progetti architettonici per la tutela e la
rivitalizzazione del Tevere, c' bisogno di reinnestare nella memoria e nella
sensibilit di ciascuno il rapporto con il fiume (Gruppo Stalker, 1994).
In queste esperienze nomadi, gli Stalker ritrovano il senso dellesplorazione e
del contatto diretto con il territorio.
Si erano interessati ai vuoti, ma poco attratti dai pieni. Corviale e gli altri
quartieri di edilizia popolare erano solo punti di riferimento geografici durante le
derive, come li definisce Francesco Careri costellazioni ordinate in un planisfero
caotico (F. Careri, 2006: 82).
54
Il gruppo ON/Stalker
attenzione alle aree di margine e ai vuoti urbani, agli spazi abbandonati o in via di
trasformazione. Tali indagini si sviluppano su diversi piani, attorno alla
praticabilit, alla rappresentazione e al progetto di questi spazi da loro chiamati
Territori Attuali55. Il gruppo adotta approcci sperimentali basati sulla
progettazione, sull'ascolto e sulle pratiche attivate dall'interazione creativa con il
territorio, con gli abitanti e con la memoria collettiva. Queste pratiche ed approcci
sono mirati allo sviluppo di processi evolutivi di auto-organizzazione, nei contesti
in cui se ne avverte una mancanza, determinata dal senso di abbandono e di
difficolt, attraverso la struttura delle relazioni sociali e ambientali. Questo
metodo non solo un nuovo strumento per lo sviluppo delle conoscenze, ma
promuove un approccio pi cosciente al territorio vissuto da parte della
popolazione cos da creare una maggior partecipazione creativa nella gestione di
54
Il nome Stalker proviene dall'omonimo film di Andrei Tarkovskij del 1979, che si svolge nella
zona mutante, un territorio in cui la natura, in seguito all'atterraggio degli extraterrestri, ha preso
una propria evoluzione autonoma.
55
Aree interstiziali e di margine, spazi abbandonati o in via di trasformazione. Sono i luoghi
delle memorie rimosse e del divenire inconscio dei sistemi urbani, il lato oscuro delle citt, gli
spazi del confronto e della contaminazione tra organico e inorganico, tra natura e artificio.
(citazione
dal
manifesto
Stalker
www.osservatorionomade.net/tarkowsky/manifesto/manifest.htm).
Stalker, attraverso i Territori Attuali il titolo della prima deriva suburbana condotta dal
Laboratorio. Riprendendo il concetto di territorio inconscio dei surrealisti e di terreno
passionale oggettivo dei situazionisti, Stalker ha condotto i propri percorsi erratici apportandovi
il concetto di territorio attuale di Robert Smillison Ietto nella chiave di Foucault (1994: 53). per
cui l'attuale non ci che noi siamo, ma piuttosto ci che diveniamo, ci che stiamo diventando,
ossia l'altro, il nostro divenir-allro (Careri, Walkscapes, op. cif. 153).
~106~
sperimentale
come
Corviale
abbia
bisogno
di
nuove
Figura 19 - Roma -Valle Aurelia Gruppo Stalker in esplorazione - domenica 8 ottobre 1995
~108~
~110~
I cittadini invece sono stati molto spiazzati dallidea che la nuova giunta
regionale ha detto: demoliamo Corviale! E arrivederci e grazie... quindi sono
dovuti tornare indietro di dieci anni e ricominciare, non da che cosa si fa, dal
punto di vista artistico, ma a difendere Corviale. (Appendice)
Labbattimento non stato voluto, quindi il recupero delledificio, visto nel
quadro delle misure intraprese negli anni 90 e nelle scelte politiche del Comune
di Roma attuali, ha avuto la caratteristica di avere interventi integrati che hanno
tentato di innescare effetti che tenessero attiva la cittadinanza, anche in fase postprogetto, in una prospettiva di sviluppo locale, piuttosto che imporre solo
interventi distruttivi che portano alla repressione di fenomeni degenerativi.
In definitiva come afferma Mauro Martini: molto di pi quello che di Corviale
rimasto nella mente e nel cuore, nellesperienza degli artisti che lo hanno
frequentato, di quanto loro stessi abbiano lasciato sostanzialmente a Corviale o di
quanto Corviale abbia ancora tracce di quellevento di sei anni fa. Mentre tutti gli
artisti, che ogni tanto ho ricontattato e ancora sento, parlano con grande interesse
di questa loro esperienza, i cittadini invece non ne parlano affatto, quindi questo
servir a riflettere sul senso delle cose. (Appendice)
La progettazione partecipata ha sviluppato in questo quadro di sperimentazione,
un modo originale ed efficace di innescare processi creativi ed innovatovi ma che
purtroppo con il passare del tempo non ha prodotto in Corviale un attecchimento o
un cambiamento di tipo culturale.
Secondo Mauro Martini, esiste lesigenza di una seconda stagione forte
dellesperienza fatta e anche del clima che sta cambiando. Sfruttare le direttive
europee sui Fondi Strutturali 2014-2020 che stanno per arrivare a sostegno delle
politiche economiche dei vari stati e che sono orientati a sostenere la creativit.
Tutti i quartieri e le citt che dimostreranno di avere una vitalit culturale, creativa
ed artistica, associata possibilmente ad unattivit di innovazione produttiva,
saranno premiate e in questo senso aver fatto dei tentativi di attecchimento di arte
in periferia pu essere una delle condizioni per verificare se c un futuro pi
stabile dal punto di vista delle frequentazioni artistiche delle periferie.
Esiste lesigenza di una struttura, da dare a questo tipo di sperimentazioni.
Professionisti del settore artistico che sono in grado di sperimentare la creativit e
larte pubblica partecipata. Senza la professionalit vengono a mancare i giusti
equilibri tra azione e ricerca e tra artisti e istituzione. Rapporti che andrebbero
~111~
regolarizzati a priori.
Immaginare Corviale stato un progetto che ha avuto il suo percorso sviluppato
in preciso arco temporale, e che ha avuto un finanziamento terminato il quale
terminato anche il progetto. Liniziativa culturale ed artistica pi rilevante stata
la creazione di Corviale Network. Dove la Fondazione Adriano Olivetti ha avuto
la cura di mettere a disposizione soggetti qualificati: un regista, degli operatori
capaci di fare delle riprese, persone che hanno scritto un palinsesto ecc...
[] Una volta finita liniziativa finanziata [], gli abitanti non hanno preso la
palla al balzo hanno continuato. Gli abitanti di Corviale, specialmente i giovani,
non hanno cultura di impresa, non sono mai stati abituati a pensare che loro
possano mettere su unimpresa, quello che chiedevano era: chi ci assume? Quanto
ci piace fare i dipendenti di una TV privata, ci assumete? Avevano un
atteggiamento di tipo passivo, non hanno la forza n il coraggio per mandare su
uniniziativa dimpresa. Questa stata unaltra delle cose su cui bisognerebbe
lavorare. (Appendice: Mauro Martini).
partecipazione non potevano esser prolungati nel tempo, idee politiche diverse e
nuove decisioni verranno prese per Corviale.
Questo lungo percorso che avvenuto tra arte e riqualificazione urbana ha visto
protagonisti molteplici attori provenienti da diversi campi di studio. Un percorso
nel quale si sono intrecciate idee ai fabbisogni degli abitanti e soluzioni da parte
delle istituzioni e degli artisti. Di fondamentale importanza stata la fase di
accompagnamento dei mediatori nel processo che diventa lunica e sola vera parte
determinante dellintero progetto Immaginare Corviale. Esperienza che ha
permesso di cogliere nuovi stimoli e nuove idee, sia per nuove sperimentazioni
culturali da applicare in futuro, sia per coglierne il senso della partecipazione
multidisciplinare. In generale si pu affermare che in un percorso quello che conta
non sempre il risultato, ma il cammino durante tutto il processo. Immaginare
Corviale penso che lo abbia dimostrato. Secondo gli esperti di IsCult (2010) i
risultati del progetto sono stati indubbiamente significativi ed hanno generato un
modo diverso di rapportarsi a Corviale. Ancora oggi, nella letteratura scientifica
in materia di politiche culturali innovative e di sperimentazione artistica sul
territorio, lOsservatorio Nomade di Corviale appare come unesperienza
stimolante, e si lamenta unanimemente linterruzione del progetto.
La presenza dellOsservatorio Nomade ha permesso di osservare il contesto in
~112~
~113~
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~116~
~117~
urbane
(inteso
come
mezzo
per
non
come
mezzo
~119~
56
cfr. Capasso D., 2010; Cognetti F., 2006; dellOlio A., 2009; Inguaggiato V., 2010b; Uttaro A.
M., 2010.
~120~
57
Riferimento al paragrafo: lavorando sul dialogo, chiedendo alla gente cosa vedessero dai
balconi e in particolare cosa vedessero nel cortile dintervento.
58
Riferimento al paragrafo: 3.1.3 Lesplorazione del territorio e le opere delle committenze.
~121~
Territoriale Roma Ovest Corviale sia con gli abitanti del luogo.
per
una
necessaria
riflessione
sul
ruolo
che
pu
rivestire
~125~
Riflessioni conclusive
In conclusione vorrei propinare delle riflessioni personali sul progetto di tesi
affrontato. Dallinizio mi sono sempre interrogato su come larte sia in grado di
mettersi in simbiosi con le politiche urbane e come il sistema italiano coadiuvi
lesistenza di mondi apparentemente separati. Il panorama italiano odierno vede
una deriva, in cui lo spazio pubblico viene privatizzato e i margini della citt
contemporanea caratterizzati dalla ghettizzazione e dai processi di urbanizzazione
selvaggia. Dopo diversi anni di studio dedicati alla citt e alle sue mutevoli
trasformazioni mi sono accorto che esisteva la possibilit di poter uscire fuori dai
binari delle discipline urbanistiche tradizionali, in particolare quelle prettamente
tecniche, seguendo cos un percorso trasversale come quello dellarte. Il mondo
della pianificazione e della progettazione della citt e del territorio, ad oggi
necessita di ibridazioni disciplinari come d'altronde anche il mondo dellarte. La
citt sempre stata caratterizzata dallocchio artistico in particolare nel contesto
italiano e nella crescita delle nostre citt, questo la storia lo testimonia. Ad oggi
tutte le pratiche artistiche e le pratiche urbanistiche, pur agendo nello stesso
spazio, hanno avuto la tendenza ad affrontarlo in maniera separata. Lo spazio
pubblico, divenendo complesso nel tempo, ha visto la confluenza di svariate
dottrine. La mia indagine ha riflettuto infatti su un punto dincontro di due
discipline
apparentemente
separate
che
riscoprono
cos
unibridazione
Ogni singola buona azione, che parte da ogni cittadino, equivale ad un buon
gesto che deve assolutamente migliorare i nostri luoghi di vita. Luoghi in cui poter
giocare, ricreare e incontrare nuova gente [] Le nostre usanze, fatte di piccoli
gesti quotidiani, ormai persi in una societ in continuo mutamento [] Per questo
giusto ricominciare dai nostri spazi creandoli insieme59. []. (Mendola G. L.,
2006). I progetti artistici, dalle mie esperienze dirette e dai casi studio analizzati,
hanno avuto modo di far collaborare i cittadini verso il ripensamento dello spazio
e verso il confronto con i poteri pubblici. Larte in questione ha dato modo di
porsi nella fase preliminare del piano avendo la capacit di alimentare ulteriori
riflessioni per la pianificazione e per il rafforzamento delle politiche urbane
attuate.
59
La citazione fa riferimento ad alcuni progetti artistici dedicati alla valorizzazione degli spazi
pubblici di Milena (paese in provincia di Caltanissetta) a cui mi sono dedicato da alcuni anni
tramite loperato collettivo e limpegno dellassociazione culturale Laboratorio Erbatinta.
LAssociazione Culturale Laboratorio Erbatinta iscritta nel Registro delle Associazioni non
riconosciute dal 10 agosto 2007 con sede in Milena in Via M. DAzeglio n. 16. Lintento
dellAssociazione quello di realizzare un vero e proprio cantiere sociale che, nel nome di
interessi culturali, contribuisca alla funzione di maturazione e crescita umana e civile attraverso
lideale delleducazione permanente. LAssociazione pensata come unofficina, appunto un
Laboratorio, dove sperimentare continuamente nuove forme despressione artistiche, musicali,
letterarie e dove sviluppare nuovi linguaggi di comunicazione. Il Laboratorio Erbatinta vuole
essere un nucleo propulsore di diffusione della cultura affermandone con forza il suo profondo
significato sociologico, dunque collettivo e partecipativo. L'evento pi rilevante il Robba
Rock: una festa popolare itinerante diretta alla riscoperta urbanistico-architettonica delle Robbe,
quali elementi caratterizzanti la storia della vita sociale milocchese, e alla riappropriazione di
questi spazi, visti come luogo di aggregazione popolare e momento di incontro e confronto di
idee. Le prime quattro edizioni hanno avuto come scenario le piazze di Robba Bonfiglio i l 27
Agosto 2006, Robba Cardiddu il 22 Agosto 2007, Robba Cassenti il 13 Agosto 2008 e
Robba Cannieddri il 13 Agosto 2009, riuscendo ad accogliere in questi luoghi, ormai
caratterizzati dalla quasi scomparsa del tessuto sociale, unaffluenza considerevole coinvolgendo
oltre la popolazione locale anche quella dei paesi del Vallone. Lattenzione che spinge
lAssociazione a realizzare questa manifestazione muove dalla profonda esigenza di momenti
culturali aggregativi realizzati con musica dal vivo, arte di strada, estemporanee di pittura,
giocoleria e tutto accompagnato dalla degustazione di prodotti tipici enogastronomici.
(http://laboratorioerbatinta.wordpress.com/pagina-iniziale/chi-siamo/)
~127~
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~128~
~129~
Appendice
60
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Habitat II, Istanbul, giugno 1996.
~130~
quindi si lavora molto su una consapevolezza di una collettivit per dare senso di
appartenenza ad un luogo.
Sono stati individuati dei gruppi: le scuole, che si sono dimostrate un grande
catalizzatore di intervento sul territorio poich la biblioteca adiacente alla
scuola, si puntato molto sui giovani, sui ragazzi che non hanno memoria del
luogo etc.. un progetto di riqualificazione che riuscito a produrre anche un senso
civico maggiore, e come se adottassi lopera, ne partecipi alla realizzazione per
cui accresce una sorta di orgoglio nato dal fatto che sei riuscito a realizzare questo
intervento.
Il modello del progetto molto ben strutturato, le Protocole (il Protocollo) dove ci
sono cinquanta punti scritti da F.Hers, dove vengono descritte tutte le varie fasi e
ruoli di vari attori, e poi un altro elemento fondamentale, che per lItalia
abbastanza nuovo per quanto riguarda le pratiche artistiche, cio la
contrattualistica: nel primo step c una carta di documento di intenti, che viene
redatta tra i committenti e il mediatore, la prima formalizzazione del desiderio e di
quelle che sono le volont delle parti, poi c il contratto tra il mediatore e il
committente, infine c un contratto tra lartista, il mediatore e i committenti.
Il modello molto valido, o almeno per quella che stata la mia esperienza, anche
perch a Torino in quel periodo era la condizione ideale. La stessa metodologia
lho continuata ad applicare anche in altri contesti: per un intervento in
unUniversit privata a Roma e ti accorgi di come questo processo di mediazione
crei proprio un appartenenza del progetto, si crea anche un accompagnamento che
c nella mediazione, anche perch il mediatore fa un lavoro di traduzione.
Per adesso stiamo cercando di applicare il modello nel carcere di Bollate uno
grosso a Matera e ovvio che a te interessano pi quelli a scala urbana.
Quello di Corviale un progetto propedeutico alla creazione di un intervento
Nuovi Committenti. un progetto che stato commissionato dallAssessorato
delle Periferie del Comune di Roma alla Fondazione Olivetti proprio per lavorare
sullimmaginario del quartiere.
andata cos: c stato un approccio con lAssessorato alle periferie che voleva
lavorare su Corviale per non siamo pronti (e questo stato deciso in comune
accordo) per Nuovi Committenti, perch ancora unarea molto complessa,
quello che interessava era lavorare solo sullimmagine del quartiere: come
riqualificare insomma. Prima di arrivare a Nuovi Committenti e applicare un
~131~
~132~
Come giudichi questo tipo di processo che stato visto a livello europeo come
uno dei migliori processi di governance locale?
Tutto quel processo per fino al 2006!. Nel 2006 c stata una cerniera perch
finisce la stagione dei grandi programmi europei sulle citt. Le due stagioni doro
della rigenerazione urbana per Torino sono state nel 93 nel 99 e nel periodo che
dal 2000 al 2006. La programmazione 2006-2013, che quella ancora in essere,
ha destinato la stragrande maggioranza dei soldi ( una scelta europea) alle new
entry dellest: la Romania, la Polonia, lUngheria ecc., che avevano un ghetto nei
nostri confronti da un punto di vista economico e da un punto di vista
infrastrutturale. I programmi delle citt e conseguentemente i fondi, sono stati
~134~
destinato allestero, e questo un dato. Poi a Torino nel 2006 a febbraio ci sono
state le Olimpiadi invernali. stato affrontato un percorso abbastanza grosso da
parte dellamministrazione e della citt per realizzare quello che andava fatto, per
lo svolgere al meglio la realizzazione delle Olimpiadi. Sono stati fatti anche
errori molto gravi, dal punto di vista urbanistico, strutturali e di spese assurde per
le comunicazioni (vabb!). La citt comunque si molto orientata su quello, e per
questo motivo, ha svuotato di molto le casse comunali. Poi sempre nel 2006
cambiata lamministrazione, cadendo la seduta Chiamparino ne salita unaltra.
Il nuovo assessore che si occupato del progetto periferie ha cambiato il modo di
intervenire e a cambiato il nome ad alcuni progetti, sono cambiate molte cose.
Dal 2007 c stato un fuggi fuggi generale nel settore. Io allepoca mi occupavo
della parte tecnica e urbanistica, altri colleghi si occupavano della parte socioculturale, socio assistenziale e amministrativa. Chi se ne doveva andare poi se ne
andato insomma! Io stesso dopo un anno me ne sono andato. Quelle due stagioni
doro per Torino sono partite nel 1993 e terminano nel 2006. Nel 93 i fondi
strutturali erano destinati alle citt ed proprio lanno in cui esce la legge che
istituisce e finanzia i Programmi di Recupero Urbano li part quella stagione che
ormai tramontata.
Quali sono state le difficolt e le complessit che avete trovato come pubblica
amministrazione nello gestire i programmi e progetti di rigenerazione in quel
periodo?
Non a caso questi programmi che abbiamo realizzato si chiamano Programmi
Complessi e di Rigenerazione Urbana. La difficolt stata proprio quella di
formulare un quadro di interventi che ha al loro interno avevano una grossa
diversificazione di intervento, tanti aspetti sia fisici che non fisici di un ambito
urbano, ma ovviamente dovevano avere tutti una coerenza. Dovevano essere
inseriti in una cornice anche teorica se vuoi, ideare una quadro di riferimento che
in base agli obbiettivi che tu vuoi perseguire delinea dei percorsi e delle linee
guida che poi a volte si declinano in interventi veri e propri. Il tutto per deve
essere concepito come intervento organico che abbia una sua coerenza.
Quindi anche il pezzo dellArte Pubblica non a sestante ma inquadrato in una
precisa logica e ordine. Un percorso di empowerment dei soggetti locali e di
governance (anche se non condivido questo termine!), in cui i cittadini diventano
~135~
~136~
pubblico tra la quantit di alloggi privati che abbiamo ecc.. proprio mancante
quella parte li. La crisi aggrava ulteriormente la questione perch ovviamente il
pubblico non ha pi fondi per curare lo spazio pubblico e dunque noi diamo una
formula, che non puoi adottare in tutta la citt, calcolando la sua grandezza e
complessit, per cui in aree medio piccole con gruppi medio piccoli pi provare
ad attivare un percorso con maggior consapevolezza sia rispetto alla cura dello
spazio fisico ma anche sociale. Bisogna lavorare bene e tanto ma soprattutto
convincere le amministrazioni che questo ha un senso, che la cosa pi difficile.
~139~
Come vi siete inserite nella progettazione di Mirafiori Nord e cosa vedi nel futuro
del progetto Nuovi Committenti?
In quel periodo abbiamo intercettato, efficacemente, in un momento dove la citt
di Torino stava preparando la candidatura ai finanziamenti nellabito del
programma Urban II, che un programma comunitario di rigenerazione urbana, e
poich la metodologia di Nuovi Committenti chiama in causa un metodo
innovativo alla partecipazione, sui processi di cittadinanza attiva e si prestava
perfettamente a quelle che erano le direttive e le pratiche auspicate dalla comunit
europea, il Comune di Torino ha accolto questa nostra proposta e la citt stessa ha
proposto tra le progettualit che avrebbe messo in campo nella realizzazione dei
progetti di Urban II anche Nuovi Committenti. Quando poi di fatto questo bando
passato noi abbiamo potuto sperimentare per la prima volta Nuovi Committenti
in Italia nella cornice di questa progettualit della citt in questo processi di
rigenerazione urbana comunitario.
Io ho avuto un ruolo, non singolarmente, ma in quanto collettivo: la nostra
modalit di lavoro riguarda una progettualit condivisa e collettiva, poi dopo una
fase di elaborazione e di strumenti per potere attivare questo programma, io nello
specifico ho condiviso con Lisa Parola e con Giorgina Bertolino due progetti in
particolare, due committenze: una che ha coinvolto lartista Massimo Bartolini e
~140~
laltra che ha coinvolto Lucy Orta. Per prima di queste due committenze c
stato un lavoro pi tosto lungo durato pi di anno, in lavoro per capire come
recepire questa domanda darte che alla base del concetto di committenza,
poich le domande non preesistono, non sono gi pronte, il programma non era
conosciuto e ci siamo interrogate su come attivarlo, sul fatto che gli esempi che
avevamo erano assai diversi. Uno era quello francese, dove il programma nato,
promosso dalla Fondation de France, un ente che eroga finanziamenti a varie
strutture piccole o grandi per varie cose: dalla ricerca medica alle attivit
culturali, un organismo gi conosciuto e pertanto la prima diffusione di questa
possibilit dazione dei cittadini attraverso larte poteva venire da contatti gi
esistenti, c stato un passa parola dei lavori svolti dalla Fondazione francese.
In Belgio per esempio cera stato pi un appello, una proposta fatta direttamente
ai cittadini, elaborando delle domande, noi invece ci siamo mosse pi come
operarie anche perch avevamo una porzione di territorio piccola nel quartiere.
Un quartiere come Mirafiori Nord che risultava emblematico di una
trasformazione radicale e profonda sulleducazione, sullidentit e su tanto altro.
Su questo abbiamo pensato di intraprendere un approccio diverso come quello
dellascolto attivo.
Considerando anche il fatto che non partivamo cos a vuoto, a in un quadro di una
cornice operativa, progettuale, economica e politica culturale, dove eravamo
pagati direttamente dalla Fondazione Adriano Olivetti, come nel nostro caso, e
dove nellabito di questa politica culturale dovevo e dovevano essere liberi di
scegliere e diversamente agire a seconda della propria attitudine nel lavora con
larte e con il territorio. Agendo allinterno di quella cornice noi abbiamo scelto
di adottarne alcune delle potenzialit in atto: come il Tavolo Sociale, che era una
piattaforma di co-progetazione eredita da un precedente lavoro di rigenerazione
urbana e che poi si inserito in Urban II. Esisteva gi un tavolo molto attivo e
dunque per un anno abbiamo preso un posizione di ascolto, la nostra scelta stata
quella di innestarci in un processo di cittadinanza attiva gi in corso. Ci
interessava capire se potevamo rintracciare delle motivazioni particolari dei
racconti che ci portassero a comprendere anche bene.
Tenendo conto del modello francese, dove i tre attori sono costituiti dal
committente cittadino, mediatore e artista, in che modo agite in questi contesti?
Diciamo che dei tre attori del processo secondo il modello francese il cittadinocommittente il motore iniziale di fatto poi si allarga ad una comunit di attori
pi ampia a parte le fondazioni come la Fondazione Adriano Olivetti o la
Fondation de France, poi ci sono altri attori come i finanziatori, pubblici se si
tratta di un progetto come quello di Mirafiori dove Urban stato linterlocutore
centrale. Poi se si tratta di un progetto che riguarda lo spazio pubblico
imprescindibile, e quindi anche i tecnici ad esempio diventano interlocutori del
progetto. O artigiani che negoziano con gli artisti o con gli stessi committenti
sulle proprie azioni. Poi i modi di produrre le progettazioni cambiano in base ai
finanziamenti, ad esempio nel caso di Urban Mirafiori esisteva una cifra precisa.
Diciamo che una geografia di relazioni ampia e ci che interessante vedere
che tutte le relazioni cercano un dialogo tra di loro in una maniera creativa, nel
senso della messa in comune in maniera orizzontale. Il committente si trova ad
interagire con tutti in modo pi tosto paritario, poich inserito in una dinamica di
produzione che normalmente non si crea.
In quale dei progetti realizzati, queste relazioni tra attori, si sono rilevate
migliori?
Entrambe i lavori sia quello di Massimo Bartolini che di Lucy Orta hanno
funzionato molto bene. Poi dipende dal gruppo, in una cerano le insegnati, quindi
persone mature, nellaltro un gruppo di adolescenti che avevano tra i 17 anni e 19,
poi essendo processi abbastanza lunghi, in quel caso li, si visto un vero e proprio
cambiamento dei committenti. Forse era pi semplice questultimo caso da un
punto di vista e meno da un altro. Semplice per la questione della relazione, della
fiducia e nella collaborazione tra i committenti e lartista. Un artista che abbiamo
scelto non solo per la sua abitudine a misurarsi con le tematiche sociale ma
~143~
sopratutto per il fatto che spesso faceva workshop, coinvolgeva ragazzi, aveva un
attitudine alla formazione e alla co-progettazione e che si prestava benissimo per
quel contesto. Da un'altra parte va detto invece che per la giovane et, essendo
unattivit extra curriculare ed extra scolastica e volontaria, ci potesse essere un
abbandono nellarco degli anni! Non essendo un processo che si concluso in
breve dove i mediatori hanno avuto un ruolo in questo, nel mantenere vivo un
processo anche nelle fasi di inerzia. Sta di fatto che il gruppo rimasto, anche se
un po sfoltito, motivato fino alla fine. Alla fine la coerenza delle committenze si
rilevata positiva. Per quanto riguarda le maestre invece, c stata un ottima
relazione, legata alla maturit delle persone, c stato un effettivo scambio dove
lartista ha mansito la sua personalit con un mediato feedback delle sue idee e
questo a portato a rivedere alcun cose, a capire cosa che veramente necessario in
un progetto e ci che potrebbe non essere cos determinante. Per le maestrecommittenti stata un esperienza stimolante sia dal punto di vista morale e umano
ma soprattutto professionale. Loro ci dicevano che: lopera (di Bartolini) ha
offerto delle nuove prospettive sulla didattica e ha dato nuovi spunti e nuovi modi
di guardare, e questo molto interessante.
Che definizione possiamo dare a questo dialogo tra arte e partecipazione attiva?
una cosa su cui ci stiamo interrogando perch indubbiamente ci sono una serie
di percorsi in cui queste pratiche stanno diventando sempre pi diffuse, il
cosiddetto ritorno al reale e le ragioni sono molteplici. Alcune sono legate al
contesto storico e alle urgenze e dallaltra la differenza tra Italia e altri paesi,
perch ad esempio nel mondo anglosassone esistono agenzie che promuovono
questo dialogo in maniera pi strutturata talvolta con modalit molto tradizionali
anche discutibili, per possiamo dire che c una tradizione forte che Italia non
c, non esistono agenzie o cose di questo tipo, e sta sempre pi diffondendosi
invece, da parte delle amministrazioni, la consapevolezza del ruolo dellarte. Un
fenomeno che si sta pian piano diffondendo e come tale ci sono anche molte
criticit sollevate in ambito teorico anche rispetto al significato di communitybased art e cio quando larte si relaziona con la societ, cosa vuol dire
partecipazione? Perch poi la riflessione non tanto legata alle parole ma alle
pratiche. Se la partecipazione pu avere un solo un ruolo consultivo su delle
decisione gi prese anzich invece essere u processo emporwerment e cio che da
~144~
tentativo questo ragazzi hanno ri - mappato la citt alla ricerca di situazioni. (Si
chiama SITUA.TO questo programma). Situazioni che prendiamo un po dai
situazionisti, perch quella la nostra storia. Nasce da comportamenti di persone e
luoghi prendendo tutti quegli elementi di criticit o di forza, da valorizzare, da
progettare e da riscoprire. Individuare i punti nevralgici della citt da dove creare
dei progetti di natura molto diversa: abbiamo prodotto un documentario e altri
materiali. Nel caso di Barca il progetto nasce in unarea un po abbandonata dove
esisteva una comunit che abitava questo spazio marginale al contesto territoriale.
Quindi volevamo fare qualcosa che lasciasse qualcosa a quel luogo riattivando
magari delle pratiche artigianali che erano andate perdute e uscire dalla
condizione di inerzia. Abbiamo invitato pertanto gli architetti di Raumlabor
(sostanza del lavoro), un collettivo interdisciplinare di Berlino, che utilizza la
pratica dellauto-costruzione.
Un lavoro e un azione che produce un cambiamento e ci pareva essere
unesperienza che apriva delle possibilit altre per valorizzare quel modo di
abitare quello spazio pubblico. Un centro, con un chioschetto, dove potevano
condividere il tempo libero della quotidianit e che invece nelle citt difficile
creare un situazione simile. Abbiamo pensato che fosse un valore in un contesto
dove il livello culturale era anche abbastanza piatto soprattutto nei giovani. Il
gruppo di Raumlabor sono arrivati attrezzati di seghe, martelli e si cominciato
con materiali di recupero assi di legno e vecchi mobili insieme a quanti hanno
voluto unirsi e man mano le persone sono arrivate. stato un grande catalizzatore
di immaginario e di desiderio di cooperazione nel lavorare insieme, e lo abbiamo
chiamato Cantiere Barca come la grande scritta di questo fabbricato che
diventato un centro a cielo aperto, e da li nata una committenza per uno spazio
per i giovani.
Dopo un primo start up, sono stati raccolti i progetti, i desideri e la volont di chi
voleva partecipare e condividere quanto veniva fatto, stato un processo di
emporwerment, quando vedi che qualcosa pu cambiare con limpegno, d fiducia
e da li c stata la domanda per un centro per i giovani e stiamo lavorando proprio
su questo. Si sono uniti altri collettivi di designer, di giovani che abitano nel
quartiere con altri che arrivano da altre citt italiane e non per lavorare con
Raumlabor.
~147~
Non arte sociale o arte politica, il metodo che sociale e politico. Lartista nel
processo pu incontrare chiunque, poi il mediatore rende possibile questo
dialogo, poich essendo un esperto del settore riesce a mettere tutto a sevizio di
una domanda, una domanda che deve essere in grado di tradurre correttamente e
che magari coinvolga un gruppo ampio. Ogni volta si decide. Sta di fatto che per
il mediatore individua unartista, da l nasce un dialogo, dalla capacit di ascolto,
capace a negoziare proposte. Ecco questo un processo interessante, dialettico, di
fiducia reciproca, che cresce, che si stabilisce, ma pu essere anche conflittuale.
Detto ci per, poi lesito importante, se il processo stato fatto bene, lesito
ottimo. E un campo di decisioni dove ciascuno ascolta tutti ma ascolta anche le
proprie riflessioni. Questa negoziazione produce unopera che deve corrispondere
al desiderio di chi lha commissionata ma che poi sappia essere acquisita dalla
collettivit. In Nuovi Committenti importante sia il processo che lesito. In realt
un processo di produzione darte. E politico in se, perch restituisce al singolo
individuo, che nella democrazia occidentale come scrive Al Francois:
considerato motore della storia. Gli riconosce la possibilit di agire attraverso
unopera e assumere un ruolo allinterno della collettivit.
~149~
Con il senno di poi, ormai sono passati sei anni, e ho limpressione che molto di
pi quello che di Corviale rimasto nella mente e nel cuore, nellesperienza degli
artisti che lo hanno frequentato, di quanto loro stessi abbiano lasciato
sostanzialmente a Corviale, o di quanto Corviale abbia ancora tracce di
quellevento di sei anni fa. Mentre tutti gli artisti, che ogni tanto ho ricontattato e
ancora sento, parlano con grande interesse di questa loro esperienza, i cittadini
invece non ne parlano affatto, quindi questo servir a riflettere sul senso delle
cose.
Io mi chiedo: tutto finito quando sono finiti i finanziamenti e questo forse
anche logico, ma allora vuol dire che solo una politica pubblica di investimento
nei quartieri pu generare eventi artistici o scatta a un certo punto un momento per
cui si creano produzioni autogestite? Di sicuro questa una questione molto
difficile. Certo che la presenza di artisti comunque, alla sola condizione che siano
persone veramente qualificate, genera unatmosfera migliore, una qualit della
vita superiore e una maggiore curiosit da parte degli abitanti, i quali naturalmente
si accorgono subito se le persone con cui hanno a che fare sono delle persone
intelligenti, aperte e creative. Questa stata un po la sorpresa e il piacere di
~151~
Quindi c ancora la presenza di artisti, che fanno con quello che possono, con
mezzi modesti. I lavori sono presentati dentro la sala della biblioteca e non
allinterno del fabbricato o allinterno delle case degli abitanti, un modo pi
tradizionale di trattare larte, per testimoniando che una brace ancora accesa c.
signora che presentava una sua ricetta di cucina, altre che invece erano indagini
sullo stato dellascensore ecc.. Queste nuove puntate sono state confezionate e
hanno dimostrato che si pu produrre una televisione di quartiere.
Successivamente ci siamo appoggiati a Roma 1 , unemittente che va in onda sul
satellitare, la quale si prestata a proiettare, man mano che venivano prodotte,
queste nuove puntate, credo che sia stato visto in tutta Europa.
Detto questo per, una volta che finita liniziativa finanziata che sosteneva
Corviale Network, gli abitanti non hanno preso la palla al balzo e continuato. Gli
abitanti di Corviale, specialmente i giovani, non hanno cultura di impresa, non
sono mai stati abituati a pensare che loro possono mettere su unimpresa, quello
che chiedevano era: chi ci assume? Quanto ci piace fare i dipendenti di una TV
privata, ci assumete? Avevano un atteggiamento di tipo passivo, non hanno la
forza ne il coraggio per mandare su uniniziativa dimpresa. Questa stata
unaltra delle cose su cui bisognerebbe lavorare. Quindi le puntate sono finite
cos. Queste cose non attecchiscono e sono altro soggetto di riflessione.
Questo lungo lavoro, ben fatto sia da parte di artisti sia da parte delle istituzioni,
ha sicuramente portato dei buoni risultati, tanto da pubblicare un testo e tanto da
~156~
essere trattato come uno degli eventi culturali pi rilevanti, cosa ne pensa?
I comuni
flessibilit per capire, a parte queste eccezioni che hanno dimostrato di poter fare
qualcosa grazie al frutto di una congiuntura di persone e di idee. Non sono
strutturati con una certa flessibilit a sostener iniziative di questo tipo, hanno i
loro meccanismi tradizionali, lavori pubblici, gara dappalto, asilo nido, si ripara
la strada, si da la mensa e tutta una sera di iniziative di routine, ma se devi fare
ricerca e sviluppare nuove idee i comuni si incartano subito a meno che non ci sia
una forte volont politica e una forte capacit nelle persone coinvolte di correre
dei rischi. Se gli enti locali fossero a loro volta orientati con indicazioni precise
che possono provenire dai ministeri o da chi fa una programmazione delle attivit
a sostenere queste iniziative artistiche, saremmo avvantaggiati. Il problema che
altrimenti rimani sempre uno sperimentatore che rischia di pagare di proprio le
scelte.
Per quanto riguarda il PRU e il CdQ, c qualcosa che stato riflesso dal
progetto Immaginare Corviale?
No, non c un annesso diretto tra il contratto di quartiere e il PRU, sono due
iniziative che arrivano, prima il CdQ poi il PRU, un poco casualmente. Io sono
stato il tramite, avendo esperienza e conoscendo bene Corviale, che ha dirottato
sia il CdQ sia il PRU o uno dei PRU di Roma su Corviale. Nel senso che quando
si deciso quali quartieri coinvolgere, sia per il CdQ, che era un bando del 2002
mi sembra, sia i programmi di recupero urbano, potevano essere tantissimi i
quartieri di Roma interessati allinvestimento.
Io che per lavoravo e conoscevo la realt di Corviale ho fatto il modo di dirigere
tutti e due su Corviale. Ci sono stati ovviamente altri CdQ e PRU a Roma, a San
Basilio, a Torbella Monaca ecc., uno di questi stato Corviale. Ma tutti i
finanziamenti pubblici dei CdQ sono ancora disponibili alla Cassa dei fondi
prestiti. Alcune iniziative private sono andate avanti sia nel CdQ e nel PRU, ma
debbo dire che con il cambiamento di politica urbana dellultimo sindaco, c
stato un rallentamento totale di queste iniziative, per cui non si applicato n gli
orti urbani, che era uno dei progetti legati a Immaginare Corviale, e cera un
finanziamento per quel progetto, n la riqualificazione e il riarredo degli spazi
pubblici che unaltra delle opere del PRU e che implicava la ricostruzione
~157~
dellimmagine per le strade o per gli ingressi di Corviale, ma tutto questo ancora
sulla carta.
~159~
Nel progetto Immagina Corviale, quali sono gli elementi fondamentali che
hanno costituito il lavoro del Quarto Piano e quali poi si sono inseriti nel CdQ II
ad oggi?
Nel progetto dellOsservatorio Nomade Immaginare Corviale stato fatto un
programma di mappatura del quarto piano. Questultimo corre longitudinalmente
lungo tutto ledificio e originariamente, rispetto al progetto di Mario Fiorentino,
era stato destinato ai sevizi (negozi e studi professionali). Una grande strada
interna alledificio che contenesse tutti i servizi. Di fatto non sono mai stati
realizzati e gli spazi, ormai rimasti vuoti, sono stati pian piano occupati dagli
abitanti che ne hanno ricavato degli alloggi.
Nel fare la mappatura ci siamo accorti di come era avvenuta questa occupazione.
La maggior parte degli occupanti erano persone cresciute a Corviale, figli degli
assegnatari degli alloggi degli altri piani, non avendo trovato una casa sul mercato
hanno occupato questi spazi vuoti ricavando un alloggio.
Vorrei sottolineare che nella distribuzione spaziale, l dove lo spazio pubblico
aveva fallito, (come ad esempio il quarto piano), si era creato una nuova forma di
spazio semi-pubblico condiviso.
I grandi pianerottoli comuni a pi alloggi occupati, venivano autogestiti dagli
occupanti stessi per diverse funzioni: spazio gioco per i bambini, spazio per il
soggiorno allaperto, dei giardini pensili. Il lavoro di mappatura stato fatto con
la collaborazione degli abitanti durante il progetto Immaginare Corviale.
Parallelamente, finito il progetto, noi di ellelab ci siamo continuati ad occupare
del quarto piano, avendo instaurato un rapporto di collaborazione con gli abitanti
del quarto piano, che nel frattempo avevano costituito il comitato Piano Occupato,
e visto che parallelamente a Immaginare Corviale era partito il Contratto di
~160~
~162~
Erano divergenze date dal vostro modo di operare o avevano sollevato problemi
sullapproccio artistico?
In questo caso di artistico cera ben poco, anche se il progetto veniva
contrassegnato come progetto di Arte Pubblica. Noi in realt avevamo promosso
la realizzazione di laboratori condominiali che servissero per un maggiore
coinvolgimento degli abitanti del quarto piano. Quello che stato prodotto alla
fine si trova attualmente in gara insieme agli altri progetti fatti con tutto il gruppo
interdisciplinare. Nella fase finale siamo per stato esclusi per un nostro errore
burocratico e non siamo potuti andare avanti con la progettazione.
2008
abbiamo
infatti
interrotto
completamente
il
rapporto
con
lamministrazione.
Per debbo dire che diverse esperienze di partecipazione passate ma anche recenti
hanno dimostrato che larte e gli artisti sono diventati i nuovi protagonisti o il
nuovo strumento che serve a dare credibilit ad alcuni processi, l dove per
decenni, non hanno mai funzionato. Ecco, quindi stare da quella parte, cio dalla
parte dellartista, a mio modo di vedere, non bello, e infatti ci siamo voluti
sottrarre. Ma oggi abbiamo maturato con pi chiarezza questo processo artistico
avvenuto a Corviale, ne abbiamo fatto oggetto di riflessione e di studio.
Lunica esperienza che mi rimasta sul cuore sicuramente la creazione di
Corviale Network, stata giocosa, divertente e coinvolgente. Strumento messo
nelle mani di chi a volte si sente incapace di fare qualsiasi cosa come i cittadini.
~164~
alle
Politiche
Giovanili
del
Municipio
Roma
XV
responsabile
Ho avuto modo di notare che siete molto attivi dal punto di vista artistico e
culturale sul contesto Corviale. In cosa consiste il vostro lavoro?
Tra le varie cose che organizziamo a Corviale, come Delegato alle Politiche
Giovanili, ci sono dei progetti che vengono affidati a delle associazioni e chi poi
si occupa per esempio della direzione artistica, si occupa dei progetti. Io sono un
referente delle istituzioni del Municipio XV. Mi occupo nel contesto Corviale di
diversi progetti in particolare di Corviale UrbanLab, che il nostro contenitore di
tutte le attivit artistiche e culturali emergenti del Municipio.
Lidea di fondo che noi cerchiamo di esportare che larte e la cultura possano
essere strumenti della riqualificazione urbana. Corviale nellimmaginario
collettivo una periferia che si riflette nella collettivit come un luogo degradato
e di fallimento urbanistico. Esiste per una profonda identit in quel luogo, noi la
poniamo sotto unaltra veste utilizzando larte e la cultura in tutto quello che
facciamo.
Il format Corviale UrbanLab lo abbiamo esportato anche in altri luoghi al di fuori
dellItalia, perch attualmente riscontriamo buoni risultati dal contesto Corviale.
Ultimamente abbiamo agito presso il Forte Portuense, situato nel XV Municipio
nel quartiere Portuense, che era un Forte Militare romano.
Cerchiamo nel nostro lavoro il massimo coinvolgimento degli abitanti producendo
dei materiali come la Tv Corviale Urban Lab che raccolgono tutte le iniziative da
dicembre 2011. Nelle altre azioni come quella del Forte Portuense abbiamo creato
una centralit urbana cercando di creare unattrazione artistico - culturale. Stiamo
organizzando dei workshop incentrati sul Forte per percepire quali sono realmente
le possibilit attuali di trasformarlo in un luogo di produzione culturale.
Siamo riusciti a raccogliere in soli due giorni 1500 persone.
Lavoriamo soprattutto sulla produzione culturale dei contesti marginali ma non
possiamo riuscire direttamente ad intervenire sui processi di riqualificazione
urbana che hanno coinvolto il complesso di Corviale, perch di competenza
della Regione Lazio. Promuoviamo la cultura del Municipio XV nel Comune di
Roma. Ti rimando al sito della nostra associazione.
~165~
~166~
Quali sono state le riflessioni che sono venute fuori dai workschop?
Nulla in particolare, ma mi ricordo che dalla torretta del Trullo, in questo punto
altissimo si vedevano una serie di palazzine per tre o quattro chilometri con una
linea nellorizzonte di questo chilometro di Corviale di colore nero che faceva un
po da confine, da muro. La passeggiata in se ha avuto poca importanza, pi che
altro il lavoro poi fatto dentro il contesto insieme al Laboratorio Territoriale.
~167~
Quanto del vostro lavoro quindi stato riflesso nel CdQII e quanto eravate liberi
di agire nel contesto?
In sostanza solo la parte che riguarda il quarto piano, che era uno dei capitoli del
CdQ, per quanto riguarda le altri parti non hanno dato indicazioni di nessun tipo.
finito il nostro lavoro il rapporto con il Comune rimasto nullo.
Abbiamo avuto la nostra libert perch ce la siamo presa poi normale che ci
siano nel percorso dei conflitti ma comunque rifarei lesperienza.
Comunque sia quando il potere pubblica chiama un artista per un progetto di arte
pubblica pensa di poterlo utilizzare come sistema di comunicazione delle sue idee
e su questo nascono sempre dei conflitti a meno che il pubblico stia facendo un
buon lavoro oppure che lartista non abbia una sensibilit e capacit di costruirsi
un autonomo punto di vista.
Siamo usciti dai binari continuamente perch la persona come nel caso di Storie
Comuni con la signora del nono piano si incontrata cos per caso e da una
chiacchiera poi e nata liniziativa sfuggendo per allarea del
Laboratorio
Territoriale, perch non era nella rete dei loro fili. Cercavamo di muoverci in
autonomia. I lavori erano paralleli e diversi.
Diciamo che il nostro impegno stato sul coinvolgimento e sulla sensibilit di
capire come gli abitanti si muovevano nello spazio in cui vivevano e in quel
contesto non c stata sinergia con il Laboratorio se non in poche occasioni legate
ovviamente al progetto Immaginare Corviale.
Cosa della rete costruita (come da grafico) rimasto nel quartiere e su cosa
volevate continuare a lavorare?
Attualmente il comitato piano occupato, ad esempio, non c pi, anche perch la
maggior parte hanno cambiato casa. In tutto quello che facevamo fin dallinizio
non avevamo capito quale era la mappa di potere infatti molto progetti fatti sono
stati tagliati. Poi i sistemi politici legati ad atteggiamenti mafiosi ci hanno
impedito di proseguire le nostre iniziative. Molte cose che coinvolgevano gli spazi
passavano per loro e quindi continuavano a togliere stimoli nel coinvolgimento
cittadino e ovviamente anche nostri. Da qui abbiamo cominciato a sentire anche la
loro voce. Il laboratorio condominiale servito a svegliare un po gli abitanti
anche perch da quando esiste Corviale non era mai stata indetta una riunione di
condominio. Il comitato condominiale ad esempio continua ad esistere.
~168~
~169~
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