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La Biblioteca

Impossibile
Per molti secoli il libro ha rappresentato un
oggetto unico, copiabile ma non ripetibile tale
e quale, e di conseguenza un bene assolutamente prezioso, costoso e custodito come un
tesoro. Riservato per tutto il Medioevo per lo
pi a usi ecclesiastici, o di studio, il libro trova
nella cultura rinascimentale, soprattutto in
Italia e in Francia, una nuova collocazione, un
ruolo di grande rilievo quale oggetto prezioso ambito dalla nuova classe dominante, dapprima nobiliare e poi borghese e mercantile.
Le grandi famiglie nobili, dai Visconti agli
Sforza, dai Medici ai Montefeltro, dagli
Estensi ai Gonzaga, dai Farnese agli
Aragonesi, raccolsero biblioteche ricchissime,
chiamando i migliori amanuensi e miniatori
del tempo a lavorare di corte in corte.
Beni mobili per eccellenza, i libri seguivano le
vicende, spesso avventurose, dei loro proprietari: raro dunque il caso di collezioni che
siano ancora oggi visibili nella loro forma originaria; nel migliore dei casi, un nucleo consistente di codici approdato in una Biblioteca,
come il caso del fondo urbinate dei
Montefeltro, oggi conservato presso la
Biblioteca Apostolica Vaticana. Lidea di raccogliere gli esemplari pi illustri di questo
immenso patrimonio in ununica collezione
stata per secoli unuitopia irrealizzabile. Ma
gli enormi progressi compiuti negli ultimi
anni nella tecnologia della riproduzione facsimilare consentono oggi qualcosa di impensabile finora: la realizzazione di copie integrali
dei codici assolutamente identiche agli originali. Il sogno di ogni amante dei libri diventa
dunque realizzabile: raccogliere in una
Biblioteca Impossibile i libri pi belli del mondo.
Decidere quali libri abbiano diritto di accedere a questa Biblioteca compito arduo e in
fondo opinabile: ognuno ha in mente una
sua biblioteca impossibile. Franco Cosimo
Panini ha raccolto una sfida tutta particolare:
costruire la Biblioteca Impossibile delle grandi
famiglie italiane, riunendo i capolavori pi
importanti realizzati per le casate che hanno
costruito la civilt del nostro paese in quella
stagione irripetibile di cultura e arte, che solo
lItalia ha vissuto, che stata il Rinascimento.

Lo studiolo di Federico da Montefeltro

incoraggiato
lattivit. Autentici
geni come Leon
Battista Alberti e
Donatello,
Brunelleschi e
Leonardo da Vinci,
Mantegna e
Botticelli, non Il Palazzo Ducale di Urbino
avrebbero potuto
dispiegare le loro eccezionali risorse creative senza lattenta e generosa protezione
dei signori di Firenze e Milano, di
Mantova e di Urbino, di Ferrara e di
Verona: citt che divennero dei vivaci
cenacoli darte e di cultura, irradiando in
tutta Europa una nuova concezione delluomo e della sua centralit nelluniverso. Anche larte del libro fu appannaggio
quasi esclusivo, per tutto il Rinascimento,
di illustri mecenati e grandi casate, che
non lesinarono i mezzi per realizzare
opere uniche al mondo.
Dalla mirabile fusione di

La Biblioteca Laurenziana

La Biblioteca Casanatense

Il Castello Estense di Ferrara

le grandi famiglie
del Rinascimento

Se il Rinascimento ha segnato lapice della


civilt culturale e artistica sviluppatasi in
Italia fra la seconda met del Trecento e la
fine del Cinquecento, il merito non solo
degli artisti, degli architetti, dei letterati e
degli uomini di scienza che hanno dato vita
a quella splendida fioritura, ma anche delle
grandi famiglie che ne hanno protetto e

elementi testuali, grafici, pittorici e


ornamentali nacquero cos autentici
capolavori, in cui le eleganze calligrafiche di abili amanuensi e la profusione di immagini e di elementi decorativi di provetti maestri della
miniatura si armonizzavano alla perfezione. Nel ducato di Milano
questarte raffinata e preziosa fu coltivata soprattutto per impulso delle
famiglie dei Visconti e degli Sforza, le
quali commissionarono codici meravigliosi ai pi capaci esponenti lombardi
dellars illuminandi: maestri come
Giovannino de Grassi e Belbello da
Pavia, la cui arte rifulge nel Libro
dOre noto come Offiziolo
Visconti, eseguito tra la fine del
Trecento e gli inizi del Quattrocento
per Gian Galeazzo Visconti e suo
figlio Filippo Maria. Presso la corte
viscontea fu realizzata anche la stupenda Historia Plantarum, donata da Gian Galeazzo a Venceslao IV,
re di Boemia e di Germania.

Arco di trionfo del Maschio Angioino a Napoli

Lorenzo de Medici

Federico da Montefeltro

Gian Galeazzo Visconti

Borso dEste

Il cortile donore del Palazzo Ducale di Urbino

A Firenze la famiglia Medici favor la


produzione di splendidi codici miniati
di carattere sia sacro che profano, destinati anche ad altre nobili casate
europee, mentre a Ferrara lepoca doro
della miniatura coincide, alla met del
secolo, con il fervore di vita civile e
culturale legato alla munifica corte
degli Estensi, committenti tra laltro,
per merito di Borso, della celeberrima
Bibbia oggi conservata alla Biblioteca
Estense di Modena. A Napoli, opere
importanti confluirono alla met del
Quattrocento nella biblioteca di
Alfonso I dAragona, committente di
una splendida Divina Commedia
decorata dal Vecchietta e da Giovanni
di Paolo. E anche la piccola corte di
Urbino divenne un centro culturale di
prima grandezza, vera capitale di un
princeps rinascimentale come
Federico da Montefeltro, committente
del celebre Studiolo intarsiato in
Palazzo Ducale e di una sontuosa
Bibbia miniata.

Il Palazzo Medici Riccardi a Firenze

I l L i b ro d O r e
d i B o n a pa rt e G h i s l i e r i
Questo raffinatissimo Libro
dOre fu scritto nel 1503 per
Bonaparte Ghislieri, membro
di una importante famiglia
bolognese. Nel commissionare
questo codice, il Ghislieri
volle riunire alcuni artisti
fra i pi famosi dellepoca,
chiamati a realizzare ciascuno una miniatura a piena
pagina, nellintento di offrire
quasi una piccola antologia
del meglio che la scuola bolo-

gnese di miniatura poteva


offrire in quegli anni.
Vediamo cos succedersi la
mano di Amico Aspertini
nellAdorazione dei pastori,
del Perugino nel San
Sebastiano, del Costa nel
Re David con la cetra, del

Francia nel San Gerolamo, e


probabilmente di Matteo da
Milano nellAnnunciazione.
Mirabile anche la decorazione delle cornici delle
miniature, ricca di riferimenti classici, con alcune
puntuali citazioni dalla
decorazione della Domus
Aurea. Bolognese fu anche lo
scriba, Pierantonio Sallando,
che insegn grammatica
allUniversit di Bologna e
divenne anche un famoso
docente di scrittura.
Il codice pass dalla famiglia Ghislieri agli Albani di
Urbino, dove documentato nel Settecento, e nel secolo seguente giunse in
Inghilterra, dove fu
acquistato da Henry Yates

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale del codice Yates
Thompson Ms 29 della British Library
di Londra
Un tomo di 274 pagine formato
mm 149x210
Stampa con speciale retino stocastico
e oro in polvere
Legatura eseguita interamente a mano
Copertina in pelle di capra
con impressioni in oro e a secco
Intarsio con motivi floreali intrecciati con
impressioni a caldo di oro e altri colori
accoppiato a raso di seta a vari colori
Due castoni di argento dorato
con pietre semipreziose in entrambi
i piatti della copertina
Al centro del piatto anteriore
lAngelo annunciante e nel piatto
posteriore la Vergine incastonati in
una cornice dargento
Cantonali e fermagli in argento massiccio
Tiratura di 500 copie numerate
e certificate
Lopera accompagnata da un
esauriente volume di commento.

Thompson nel 1897.


Dal 1941 custodito presso
la British Library.

La Divina Commedia
d i A l f o n s o d A r ag o n a
re di Napoli

Questo eccezionale manoscritto della Divina


Commedia, riccamente
decorato con oltre 100 splendide miniature e con iniziali
istoriate poste in apertura di
ogni cantica, fu realizzato in
Toscana, intorno alla met
del XV secolo, per conto di
un illustre committente, il re

di Napoli Alfonso dAragona, detto il Magnanimo.


Mecenate illuminato ed egli
stesso sensibile umanista, il

sovrano, cercando di dare al


suo regno un ruolo di prima
grandezza tra gli stati italiani, fece di Napoli un vivace
centro artistico e culturale.
Raffinato bibliofilo, considerava i manoscritti un tesoro
prezioso, e dopo avere raccolto
in Spagna una ricca biblioteca, volle dotarla a Napoli di

testi italiani, latini e greci,


procurandosi pregevoli codici
miniati tramite lerudito
Guiniforte Barzizza. Il sontuoso corredo di miniature
della Divina Commedia
opera di due diverse mani,
anche se lincarico di decorare
le tre cantiche venne probabilmente conferito a un unico
artista identificato con il
senese Lorenzo di Pietro,
detto il Vecchietta.
Fu questo primo miniatore a
decorare tutti i capolettera e
le scene dell Inferno e del
Purgatorio, alle quali attese tra il 1442 e il 1450.

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale del codice Yates
Thompson Ms 36 della British Library
di Londra
Un tomo di 396 pagine, formato
cm 25,7 x 37
Stampa con speciale retino stocastico
con riproduzione degli ori, delle tinte
in madreperla e delle bulinature
Legatura realizzata interamente a mano,
con copertina in legno rivestita in velluto
in seta pura e decori, argento dorato
e smalti
Tiratura di 750 copie numerate
e certificate
Lopera sar accompagnata da un
esauriente volume di Commentario.

La decorazione del
Paradiso si deve a un altro
senese, Giovanni di Paolo,
artista immerso in una
trasognata
dimensione
spirituale
che nelle sue

miniature si traduce in
atmosfere fiabesche e irreali
accomunate da tre costanti:
la struttura delluniverso,
rappresentata dal nitore
azzurrino del cielo e dalle
sfere celesti, spesso sfolgoranti
doro; la struggente bellezza
dei paesaggi, ispirati alla
campagna toscana a sud di
Siena e talora chiaramente
riconoscibili; e la presenza
unificante, nella maggior
parte delle miniature, delle
figure appaiate di Dante e
Beatrice.

La Bibbia di Federico
da M o n t e f e lt ro
La grande Bibbia in due
volumi conservata dal 1657
presso la Biblioteca Apostolica
Vaticana si distacca nettamente dallidea classica di
codice miniato. Da un lato le
sue dimensioni, cm 44,2 x
59,6, e il numero delle carte,
241 nel primo volume e 311
nel secondo, ne fanno unopera
particolarmente ingombrante,
difficile persino da spostare,
destinata a un sontuoso leggio

da esposizione pi che a
una consultazione quotidiana; dallaltro le trentacinque
grandi scene miniate che
ornano gli incipit dei singoli
libri biblici stanno come opere
di pittura incorniciate in un

prezioso passepartout pergamenaceo pi che come miniature, se vero che il termine


miniatura rimanda di per s
a qualcosa di estremamente
piccolo, da guardarsi magari
con laiuto di una lente.
Niente di tutto questo nella
Bibbia urbinate, nella quale
ogni dettaglio armonicamente rapportato a una pagina grande quattro volte un
normale foglio di carta

moderna, e le miniature
raggiungono i 15 centimetri di
altezza su 26 di larghezza.
Pi che di un semplice libro,
dunque, si pu parlare di un
particolarissimo monumento
alla grandezza di un principe,
Federico da Montefeltro,
Duca di Urbino, che fece di
Urbino un centro nevralgico
del Rinascimento italiano.
La Bibbia, destinata ad essere
il pi bel codice della biblioteca di Federico, fu scritta da
Ugo Comminelli da Mzires
e decorata a Firenze nel breve
arco di due anni (14771478) da Francesco

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale dei codici
Urb. Lat.1e Urb. Lat. 2 della
Biblioteca Apostolica Vaticana
Due tomi di formato 47x63x10 cm
ciascuno, per complessive 1108 pagine
Tiratura limitata di 500 copie numerate
Stampa con speciale retino stocastico
Riproduzione dell'oro in lamina con
trancia a caldo, successivo trattamento di
invecchiamento e rilievo della lamina
Riproduzione delloro a pennello
Fustellatura a pagina singola
Legatura realizzata interamente a mano
Copertine in legno rivestito di velluto
di seta pura, ricamo a pi colori e oro sui
piatti anteriori, borchie in argento massiccio sui piatti anteriore e posteriore,
due bindelle con fermagli in argento
Commentario in due volumi riuniti in
cofanetto, che comprende i saggi e le
schede descrittive di ogni singola pagina
del manoscritto

Antonio del Chierico,


miniatore allora allapice della
fama. Accanto a Francesco,
figurano altri illustri nomi
della storia della miniatura,
come Attavante, Francesco
Rosselli e con tutta probabilit
Davide Ghirlandaio, fratello
del pi noto Domenico.
Attraverso questi artisti,
confluisce nelle miniature
della Bibbia il patrimonio
ricchissimo della cultura
figurativa del
Quattrocento fiorentino.

I l L i b ro d O r e
di Lorenzo de Medici

Nellinventario redatto nel


1492, alla morte di Lorenzo
de Medici, sono citati cinque
libriccini delli offitii, di
donna, ossia piccoli libri
dore. Gi questa definizione,
di donna, evoca qualcosa di
piccolo e insieme prezioso,
come un gioiello, atto a

essere sfogliato dalle dita delicate di una dama rinascimentale. E il codice


Ashburnam 1874 risponde
appieno a questa suggestione.
Poco pi grande di una
moderna cartolina misura
infatti appena 10 centimetri
per 15 si impone prima
ancora di essere aperto per la
sua straordinaria

legatura in velluto viola, con


borchie e cantonali in argento
dorato filigranato, nei quali
sono incastonati un grande
lapislazzuli e quattro quarzi
rosa su ciascun piatto. Tutto
in questo codice parla di una
origine e di una destinazione
di prestigio; a partire dalla
legatura descritta per
proseguire con la melodiosa
scrittura, sino al
raffinatissimo corredo di
miniature attribuite a
Francesco Rosselli, incisore,
miniatore, cartografo e pittore,
che insieme a
Francesco di Antonio

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale del Codice Ms.
Ashburnham 1874, Biblioteca Medicea
Laurenziana di Firenze.
Pagine 472 di formato cm10,1x15,3.
Stampa con speciale retino stocastico
Legatura a mano con copertina rivestita
di velluto di seta pura. Decori in argento
dorato con lapislazzuli e quarzi rosa.
Tiratura di 980 copie numerate e
certificate.
L'opera accompagnata da un volume
di commento ed presentata in un
prezioso cofanetto.

del Chierico fu il massimo


esponente della scuola
fiorentina. Sono nove le
miniature a piena pagina,
nelle quali
lillustrazione sembra
riposare su un letto
lussureggiante di
decorazioni floreali,
festoni e ghirlande.
Ma ognuna delle 233
carte del manoscritto
contiene almeno un
elemento, un

capolettera, un fregio, che


impreziosice il testo,
incastonato nella pagina
secondo i canoni armonici
pi rigorosi dellarte libraria.

H i s t o r i a P l a n ta ru m
L E n c i c l o p e d i a M e d i c a
d e l l I m p e r at o r e Ve n c e s l ao
Questo prezioso manoscritto
della Biblioteca Casanatense
di Roma contiene
unenciclopedia di scienze
naturali, nella quale sono
descritte piante, minerali,
animali con particolare
riferimento alle loro propriet
mediche e terapeutiche.
Il codice databile agli
ultimi anni del Trecento e
venne eseguito alla corte di
Gian Galeazzo Visconti, il
quale ne fece poi dono a
Venceslao IV, re di Boemia e
di Germania. La materia
della Historia plantarum
ordinata in
sezioni

alfabetiche; la pagina di apertura di ciascuna sezione


riccamente decorata con
motivi architettonici, in
ispecie pinnacoli gotici,
intrecciati a bizzarri ramages
punteggiati doro. Le iniziali
spesso racchiudono una
figura a mezzo busto di un

medico o di un sapiente.
Sulle 295 carte che
compongono il manoscritto si
susseguono oltre cinquecento
illustrazioni di piante, che
forniscono un quadro
dettagliato e imponente della
vastit delle conoscenze del
mondo vegetale raggiunta in
Italia alla fine del Medioevo.
A queste immagini botaniche
si aggiungono pi di ottanta
illustrazioni di animali dai
quali si ricavavano sostanze
curative, e pi di trenta
illustrazioni di derivati

minerali. Inoltre sono


numerose le voci illustrate da
scenette e personaggi, che
illustrano aspetti della vita
quotidiana.Un codice cos
complesso e ricco richiese
lintervento di pi miniatori
e una ferrea organizzazione
del lavoro. Gi nel 1912,
Pietro Toesca fissava lorigine
del codice in Lombardia e
nell'ambito della scuola di
Giovannino de Grassi,
segnalando lestrema variet
qualitativa delle illustrazioni.
Fra le straordinarie
illustrazioni della Historia
plantarum, spiccano per qualit e per fasto decorativo i
ventiquattro frontespizi in

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale del codice Ms
459 della Biblioteca Casanatense di
Roma, noto anche come Tacuinum
Sanitatis
Tomo unico di formato 32x46x8 cm,
di 590 pagine
Tiratura limitata di 750 copie numerate
Stampa con speciale retino stocastico
Riproduzione dell'oro in lamina con
trancia a caldo, successivo trattamento di
invecchiamento e rilievo della lamina
Fustellatura a pagina singola
Legatura realizzata a mano
Copertina in legno rivestito di velluto di
seta pura, bindelle con fermagli
e puntali metallici, borchie in ottone
brunito sui piatti anteriore e
posteriore
Commentario in due volumi,
con saggi e traduzione dei testi
su supporto digitale.

corrispondenza di ogni lettera


dellalfabeto, nel cui
ordine sono
descritti i singoli
prodotti della
farmacopea.
La ricchezza e
la variet dei
motivi decorativi
si accompagna a
una fantasia

bizzarra e a una
delicatezza di colori e di
esecuzione, che rendono gli
autori di queste miniature
inconfondibili.

I l L i b ro d O r e
Vi s c o n t i
Sotto la dicitura Offiziolo
Visconti (o Libro dOre
Visconti) si designa un Libro
dOre in due volumi,
eccezionalmente ricco, le cui
miniature furono eseguite in
differenti epoche da due artisti
molto diversi fra loro.
Il primo, Giovannino
de Grassi, dipinse con alcuni
collaboratori le prime pagine
per Gian Galeazzo Visconti;
questo lavoro, fu interrotto

dalla morte del Duca nel


1402 e fu pi tardi ripreso
da Belbello da Pavia per il
figlio di Gian Galeazzo,
Filippo Maria, quando questi

divenne duca nel 1412.


Negli ultimi anni del secolo
Gian Galeazzo fece di Pavia
e Milano due tra i maggiori
centri europei per la produzione di codici miniati.
La scuola lombarda produsse
in quel periodo una serie
particolare e veramente unica
di splendidi libri illustrati
dedicati alle piante, agli
animali, alla medicina e alle
stagioni. Mentre lamanuense

che redasse il testo del libro di


preghiere si firm con il suo
nome, Frate Amadeo, i
miniatori, come tipico del
tempo, restano anonimi, e solo
prove esterne ci dicono che
dobbiamo allimmaginazione
di Giovannino de Grassi i
disegni della prima parte del
manoscritto. Laltro grande
miniatore, che illustr la
seconda parte del Libro dOre,
Belbello da Pavia.
Gran parte delle miniature di
Belbello nel libro dOre
visconteo appartengono alla
fase iniziale del suo
sviluppo artistico, che
si evolve da uno stile

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale dei codici BR 397
e LF 22 della Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze
Due tomi di formato 20x27x6 cm
ciascuno, per complessive 636 pagine
Tiratura limitata di 500 copie numerate
Stampa con speciale retino stocastico
Riproduzione di oro e argento in lamina
con trancia a caldo, successivo
trattamento di invecchiamento e rilievo
della lamina
Riproduzione di speciali decorazioni
(oro a pennello, punzonature, laccature,
satinature, ecc)
Fustellatura a pagina singola
Legatura realizzata a mano
Copertine in legno rivestite di velluto
di seta pura, fermagli e bindelle in
argento massiccio
Commentario in due volumi,
con saggi e schede descrittive delle
singole pagine del manoscritto

compatto, ricco di dettagli


e di preziosismi, al linguaggio pi disteso e
cromaticamente pi audace
del Messale di Mantova.

La Bibbia
di Borso dEste
La Bibbia eseguita per Borso
d'Este, Duca di Ferrara, tra
il 1455 e il 1461 costituisce
un capolavoro della
miniatura italiana del
Rinascimento. Per la prima
volta in questo codice
lillustrazione libraria
acquisisce il nuovo linguaggio
della Rinascenza volgendo a
nuova razionalit le fantasie
e le eleganze tardogotiche.
Alle sue pagine posero mano
i maggiori artisti dellepoca,

decisi a creare unopera


destinata a tramandare nei
secoli lo splendore della corte
estense e la munificenza del
Duca. I miniatori, tra i

quali spiccano i nomi di


Taddeo Crivelli e Franco dei
Russi, dipinsero ogni carta
del manoscritto nel recto e
nel verso, conferendo
immagine figurata alle Storie
dellAntico e del Nuovo
Testamento. Le vicende del
popolo eletto sono rievocate e
rivissute nel clima squisito
della corte di Borso, di cui
riflettono leleganza del
costume, la raffinatezza dei
modi e la cordiale

aristocrazia del sentire.


Il linguaggio formale
condotto secondo le regole
nuove della prospettiva giunte
di Toscana, e nello stesso
tempo con la meticolosa
attenzione al vero tipica
dellarte fiamminga. Lornato
della Bibbia pure
ricchissimo, fulgido di colori e
baluginante doro, in una
straordinaria variet di fregi
popolata da una sbrigliata
imagerie mitologica e
animalistica, da bianche
sculture dipinte, da imprese
ed emblemi degli Estensi.
Questo insieme costituisce

Le caratteristiche dellopera
Riproduzione integrale dei codici MS
LAT 422 e MS LAT 423 della Biblioteca
Estense Universitaria di Modena
Due tomi di formato 28x40x8 cm
ciascuno, per complessive 1212 pagine
Tiratura limitata di 750 copie numerate
Stampa con speciale retino stocastico
Riproduzione dell'oro in lamina con
trancia a caldo, successivo trattamento
di invecchiamento e rilievo della lamina
Fustellatura a pagina singola
Legatura realizzata a mano
Copertine in legno rivestito di velluto di
seta pura, medaglioni in argento dorato
sui piatti anteriori, due bindelle con
fermagli in argento dorato
Commentario in due volumi riuniti in
cofanetto, che comprende le schede
descrittive di ogni singola pagina del
manoscritto

una eccezionale galleria


darte rinascimentale,
la cui ricchezza non trova
paragone in nessuna
altra testimonianza
artistica coeva.

L a Re a l i z za z i o n e
d e i Fa c s i m i l i
La realizzazione dei facsimili
una mirabile fusione di
sofisticate tecnologie di elaborazione delle immagini con le
tecniche artigianali pi
tradizionali che ricreano
insieme quella magia che si
avverte davanti alloriginale.
Il manoscritto prima di
essere riprodotto spesso viene
smontato per consentire ai
tecnici di verificare lo stato di
conservazione e predisporre
gli opportuni restauri.
La riproduzione fotografica
fatta negli stessi ambienti climatizzati dove si conserva il
codice. Utilizzando le pi
moderne tecnologie si passa al
trattamento di scomposizione

del colore, operazione indispensabile per la riproduzione a stampa.


Successivamente, con un delicato intervento manuale di
elaborazione delle immagini,
si ricavano le matrici per gli
ori e le impressioni a

secco di ogni singola pagina.


Le prove cromatiche vengono
poi confrontate dai tecnici
pagina per pagina con loriginale con meticolosa attenzione e successivo controllo
degli interventi di correzione.
La stampa di base in offset
su carte pregiate, presenta un
particolare retino a grana
finissima che permette al lettore anche lutilizzo di lenti
di ingrandimento senza linconveniente dei classici puntini di una stampa normale.
Gli ori sono applicati con
lamina a caldo e in polvere.

I fogli sono fustellati singolarmente per ricreare i bordi


irregolari.
La legatura, realizzata a
mano in laboratori artigianali, ricompone i fascicoli
esattamente come nelloriginale.
La copertina viene realizzata
con pannelli di legno ricoperti
in velluto di seta pura, le
bindelle sono cucite a mano e
finite con passamaneria o in
metallo pregiato. I risguardi
sono in raso moerro e le
cerniere interne in pelle.

Gli accessori sono in ottone


brunito, in argento e in
argento dorato creati appositamente per il facsimile da
abili artigiani.

ginapaolini@aruba.it I.P.

FRANCO COSIMO PANINI EDITORE


Viale Corassori, 24 - 41100 Modena
http: www.fcp.it
e-mail: facsimili@fcp.it

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