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Mauro Malizia - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso di prevenzione incendi
CAPITOLO 1
LINCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI
LINCENDIO
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LA COMBUSTIONE
una reazione chimica di una sostanza
combustibile con un comburente che da
luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas,
fumo e luce.
Pu avvenire con o senza sviluppo di
fiamme superficiali.
Solitamente il comburente lossigeno
contenuto nellaria.
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Combustibile
Comburente
Sorgente di calore
Solo la contemporanea presenza di questi 3 elementi da luogo allincendio.
Al mancare di almeno uno
di essi lincendio si spegne.
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Azione Chimica:
Oltre i 3 sistemi visti, esiste anche
l'azione chimica di estinzione
(azione anticatalitica o catalisi negativa).
Sono sostanze che inibiscono il processo della combustione (es.
halon, polveri).
Gli estinguenti chimici si combinano con i prodotti volatili che si sprigionano dal combustibile, rendendo questi ultimi inadatti alla combustione, bloccando la reazione chimica della combustione.
Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento, di raffreddamento e di azione chimica.
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Classe
legname carboni, carta, tessuti, trucioli, pelli, gomma e deriA
vati la cui combustione genera braci
Pu presentarsi in 2 forme:
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Fuochi da liquidi
Classe
idrocarburi, benzine, alcoli, solventi, oli minerali, grassi,
B
eteri
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riferita ai fuochi di oli combustibili di natura vegetale e/o animale quali quelli usati nelle cucine,
in apparecchi di cottura.
La formula chimica degli oli minerali (idrocarburi
- fuochi di classe B) si distingue da quella degli
oli vegetali e/o animali.
Gli estinguenti per classe F spengono per azione
chimica, effettuando una catalisi negativa.
L'utilizzo di estintori a polvere e di estintori a
CO2 contro fuochi di classe F considerato pericoloso.
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Ex Classe E
La norma UNI EN 2:2005 non comprende i fuochi
di "Impianti ed attrezzature elettriche sotto tensione" (vecchia classe E) in quanto, gli incendi di
impianti ed attrezzature elettriche sono riconducibili alle classi A o B.
Gli estinguenti specifici per questi incendi sono le
polveri dielettriche e la CO2,
Non devono essere usati acqua e schiuma.
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LE SORGENTI DINNESCO
Possono essere suddivise in 4 categorie:
Accensione diretta
Accensione indiretta
Attrito
Autocombustione o riscaldamento spontaneo
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ACCENSIONE DIRETTA
Quando una fiamma, una scintilla o
altro materiale incandescente entra
in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno.
Esempi: operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, stufe elettriche, scariche elettrostatiche.
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ACCENSIONE INDIRETTA
Il calore dinnesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e
irraggiamento termico.
Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio; propagazione di
calore attraverso elementi metallici
strutturali degli edifici.
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ATTRITO
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Gas di combustione
Fiamme
Fumo
Calore
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GAS DI COMBUSTIONE
Rimangono allo stato gassoso alla temperatura ambiente di riferimento di
15 C.
Nella maggioranza dei casi, la mortalit
per incendio da attribuire
allinalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per
tossicit.
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FIAMME
Sono costituite dallemissione di luce dovuta alla
combustione di gas.
Nellincendio di combustibili gassosi possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma:
Colore della fiamma
Temp. (C)
Rosso nascente
525
Rosso scuro
700
Rosso ciliegia
900
Giallo scuro
1100
Giallo chiaro
1200
Bianco
1300
Bianco abbagliante
1500
Scala cromatica delle temperature nella combustione dei gas
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FUMI
L'elemento pi caratteristico dell'incendio. Sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati).
Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri. Rendono il
fumo di colore scuro.
Le particelle liquide
(nebbie o vapori
condensati)
sono
costituite da vapor
dacqua che sotto i
100 C
condensa
dando luogo a fumo
Particelle solide (colore scuro)
Particelle liquide (colore chiaro)
di color bianco.
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CALORE
la causa principale della
propagazione degli incendi.
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Temperatura di accensione
Potere calorifico
Temperatura di infiammabilit
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Temperatura
di accensione (C)
valori indicativi
540
250
220
560
455
Sostanze
carta
legno
gomma sintetica
metano
Temperatura
di accensione (C)
valori indicativi
230
220-250
300
537
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Sostanze
Temperatura
di combustione
(C teorici)
idrogeno
metano
petrolio
propano
2205
2050
1800
2230
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Sostanze
Aria teorica
di combustione
Sostanze
(Nm3/Kg)
legno
carbone
benzina
alcool etilico
5
8
12
7,5
Aria teorica
di combustione
(Nm3/Kg)
polietilene
propano
idrogeno
12,2
13
28,5
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Sostanze
legno(*)
carbone
carta, cartone
benzina
alcool etilico
polietilene
propano
idrogeno
(*)
Potere calorifico
inferiore
(MJ/Kg)
(KCal/Kg)
17,5
30
20
45
30
40
46
120
4192
7170
4780
10755
7170
9560
10994
28680
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gasolio
acetone
benzina
alcool metilico
alcool etilico
toluolo
olio lubrificante
kerosene
Temp. di
infiammabilit (C)
65
-18
-20
11
13
4
149
37
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Sostanze
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SOSTANZE
gasolio
acetone
benzina
alcool metilico
alcool etilico
toluolo
olio lubrificante
kerosene
petrolio greggio
Temperatura
Catedi infiammagoria
bilit (C)
65
C
-18
A
-20
A
11
A
13
A
4
A
149
C
37
B
20
A
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GAS
Acetilene
Ammoniaca
Cloro
Gasolio
Idrogeno
Metano
Idrogeno solforato
GPL
Ossido di carbonio
Densit
0,90
0,59
1,47
3,4
0,07
0,55
1,19
1,9
0,97
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GAS PESANTE
Gas avente densit rispetto allaria superiore a 0,8
(G.P.L., acetilene, etc.)
Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare ed a permanere nella parte bassa dellambiente o a penetrare in cunicoli o aperture presenti a livello del piano di
calpestio.
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GAS COMPRESSO
Gas che vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica in appositi recipienti (bombole).
La pressione di compressione pu variare molto.
GAS
Pressione di
stoccaggio (bar)
valori indicativi
metano
idrogeno
gas nobili
ossigeno
aria
CO2 (gas)
300
250
250
250
250
20
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GAS LIQUEFATTO
Gas che per le sue caratteristiche chimico-fisiche
pu essere liquefatto a temperatura ambiente
mediante compressione (GPL, butano, propano,
ammoniaca, cloro).
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GAS REFRIGERATO
Gas che possono essere conservati in fase liquida mediante refrigerazione alla temperatura di equilibrio liquido-vapore con livelli di
pressione modesti, assimilabili alla pressione atmosferica.
Es. Ossigeno liquido: temperatura di
liquefazione: -182.97 C;
Azoto liquido: temperatura di liquefazione: -195.82 C .
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GAS DISCIOLTO
Gas che sono conservati in fase gassosa disciolti
entro un liquido ad una determinata pressione
(ad es.: acetilene disciolto in acetone, anidride
carbonica disciolta in acqua gassata - acqua
minerale).
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LE SOSTANZE ESTINGUENTI
Lestinzione dellincendio si ottiene per
raffreddamento, sottrazione del combustibile, soffocamento e azione chimica.
Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente.
fondamentale conoscere le propriet e
le modalit duso delle principali sostanze
estinguenti.
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Acqua
Schiuma
Polveri
Gas inerti
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2 estinguente
3
estinguente
4 estinguente
Legno, cartone,
carta, plastica,
pvc, tessuti,
moquette
acqua
polvere
halon
schiuma
schiuma
polvere
halon
CO2
Metano, G.P.L.,
gas naturale
polvere
halon
CO2
acqua nebulizzata
Descrizione
Classe di
fuoco
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Alta espansione
Media espansione
Bassa espansione
1:1000
1:200
1:12
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Detti anche HALON (HALogenated - hydrocarbON), sono formati da idrocarburi saturi in cui gli atomi didrogeno sono stati parzialmente o totalmente sostituiti con atomi
di cromo, bromo o fluoro.
Lazione estinguente avviene con linterruzione chimica della reazione di combustione (catalisi negativa).
Sono efficaci su incendi in ambienti chiusi
scarsamente ventilati e lazione estinguente non danneggia i materiali.
Lutilizzo stato abolito dal D.M. Ambiente 3/10/2001 - Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon emanate per la protezione della fascia di ozono stratosferico.
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Gli agenti sostitutivi degli halon impiegati attualmente sono "ecocompatibili" (clean agent), e generalmente combinano al vantaggio della salvaguardia ambientale lo svantaggio
di una minore capacit estinguente
rispetto agli halon.
Esistono sul mercato prodotti inertizzanti e prodotti che agiscono per
azione anticatalitica.
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L'INCENDIO REALE
Le fasi sono evidenziate nel diagramma che descrive l'andamento
delle temperature nel tempo (curva Temperatura - tempo).
Nellevoluzione dellincendio si possono individuare 4 fasi:
1. Ignizione
TEMPERATURA
2. Propagazione
(flash-over)
propagazione
incendio
generalizzato
estinzione
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Azione termica
Gas
Fiamma
Calore
Fumo
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GAS DI COMBUSTIONE
ossido di carbonio
anidride carbonica
idrogeno solforato
anidride solforosa
ammoniaca
acido cianidrico
acido cloridrico
perossido dazoto
aldeide acrilica
fosgene
(CO)
(CO2)
(H2S)
(SO2)
(NH3)
(HCN)
(HCl)
(NO2)
(CH2CHCHO)
(COCl2)
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ustioni di I grado
superficiali
facilmente guaribili
ustioni di II grado
profonde
urgente ospedalizzazione
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ESPLOSIONE
Rapida espansione di gas, dovuta ad una reazione chimica di combustione, avente come effetto la produzione di calore, un'onda d'urto ed un picco di pressione.
L'esplosione detta:
Deflagrazione quando la reazione si
propaga con una velocit minore di
quella del suono;
Detonazione se la reazione procede
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Esplosioni di polveri
Unesplosione pu aver luogo quando gas, vapori
o anche polveri infiammabili (es. segatura di legno, farina, ecc.), entro il loro campo di esplosivit, vengono innescati da una fonte di innesco di
sufficiente energia.
Prevenire le esplosioni
Il modo migliore di proteggersi dalle esplosioni sta nel prevenire la formazione di miscele infiammabili, in quanto estremamente difficoltoso disporre di misure che
fronteggiano gli effetti delle esplosioni come invece possibile fare con gli incendi.
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I cat.: "Esplosivi deflagranti" (lenti); velocit di detonazione 100-1000 m/s (polvere nera, polveri senza fumo, cartucce cariche per fucili, ecc.)
2
II cat.: "Esplosivi detonanti secondari"; (dinamiti, tritolo (velocit di detonazione 7000 m/s), slurries, pulverulenti, AN/FO,
micce detonanti con esplosivo 15 gr/m, ecc.)
3
III cat.: "Esplosivi detonanti primari" o da innesco; (detonatori, micce detonanti con esplosivo >15 gr/m, ecc.)
4
IV cat.: Artifici, fuochi artificiali, razzi da segnalazione, ecc.)
5
V cat.: Micce a lenta combustione, bossoli innescati per cartucce, giocattoli pirici, ecc.)
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PREVENZIONE INCENDI
orientata alla salvaguardia dellincolumit delle
persone ed alla tutela dei
beni e dellambiente.
Le azioni Preventive e Protettive non devono essere
considerate alternative ma
complementari tra loro.
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IL RISCHIO
Il Rischio (R) di un evento incidentale (es. incendio) il prodotto di 2 fattori:
La Frequenza (F), cio la probabilit che
l'evento si verifichi in un determinato
intervallo di tempo.
La Magnitudo (M), cio l'entit delle
possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell'evento.
da cui ne deriva la definizione di
R=FxM
Dalla formula appare evidente che quanto pi si riduce la frequenza, la magnitudo, o entrambe, tanto
pi si ridurr il rischio.
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CAPITOLO 2
LA PROTEZIONE ANTINCENDIO
Insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni. Si suddividono in misure di
protezione attiva o passiva in relazione alla necessit o meno dellintervento di un
operatore o dellazionamento di un impianto.
Protezione PASSIVA
(NON c' il bisogno di un INTERVENTO)
Protezione ATTIVA
(c' il bisogno di un INTERVENTO)
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LA PROTEZIONE PASSIVA
Non richiedono lazione di un uomo o lazionamento di un impianto.
Obiettivo: limitazione degli effetti dellincendio nello spazio e nel
tempo
Isolamento
Distanze di sicurezza
Resistenza al fuoco
Reazione al fuoco
Ventilazione
Vie duscita
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LA PROTEZIONE ATTIVA
Richiedono lazione di un uomo o
lazionamento di un impianto, finalizzate
alla precoce rilevazione dellincendio, alla
segnalazione e allazione di spegnimento.
Estintori
Rete idrica antincendio
Impianti di rivelazione automatica
dincendio
Impianti di spegnimento automatici
Dispositivi di segnalazione e dallarme
Evacuatori di fumo e calore
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RESISTENZA AL FUOCO
La resistenza al fuoco rappresenta il
comportamento al fuoco degli elementi
portanti o separanti.
Gli elementi costruttivi vengono classificati da un numero che esprime i minuti
per i quali conservano le caratteristiche
di resistenza meccanica (R), tenuta ai
prodotti della combustione (E), e di isolamento termico (I).
Es. REI 90
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Tenuta
Isolamento
termico
conservare la resistenza
meccanica sotto l'azione
del fuoco.
(tanchit au feu) a
non lasciar passare n
produrre fiamme, vapori
o gas caldi sul lato non
esposto al fuoco.
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COMPARTIMENTAZIONE
Il compartimento antincendio
una parte di edificio delimitata da elementi costruttivi (muri, solai, porte, ecc.) di resistenza al fuoco predeterminata.
Di norma gli edifici vengono
suddivisi in compartimenti, anche costituiti da pi piani, di
superficie non eccedente quella indicata nelle varie norme specifiche.
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Porte incernierate
Porte scorrevoli
Porte a ghigliottina
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Porte incernierate
Porte munite di sistemi di chiusura automatica che
in caso dincendio fanno chiudere il serramento;
Porte scorrevoli
Porte sospese ad una guida inclinata di pochi gradi. Normalmente stanno in posizione
aperta trattenute da un contrappeso e da un cavo in cui
inserito un fusibile che in caso
dincendio si fonde permettendo la chiusura;
Porte a ghigliottina
Porte installate secondo un principio analogo alle porte scorrevoli, con la
differenza che il pannello viene mantenuto sospeso sopra lapertura e le
guide sono verticali.
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0-1-2-3-4-5
con laumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire da quelli di classe 0 che risultano non combustibili.
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Estintori carrellati
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ESTINTORI A POLVERE
La polvere antincendio composta da sostanze chimiche
miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le
qualit di fluidit e idrorepellenza.
L'azione estinguente di tipo chimico di soffocamento e di
raffreddamento.
La fuoriuscita della polvere avviene mediante una pressione
interna che pu essere fornita da una compressione preliminare (azoto) o dalla liberazione di un gas ausiliario (CO2)
contenuto in una bombolina (interna od esterna).
Le polveri essendo costituite da particelle solide finissime,
possono danneggiare le apparecchiature e macchinari.
Gli estintori a polvere riportano l'indicazione dellidoneit all'uso su apparecchiature elettriche in tensione, es.: "adatto all'uso su apparecchiature
elettriche "
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ESTINTORE A SCHIUMA
La carica composta da liquido schiumogeno diluito in acqua in percentuale dal 3% al 10%.
La pressurizzazione pu essere permanentemente o
pu avvenire al momento delluso.
Lazione estinguente avviene per Soffocamento e
per raffreddamento in minima parte.
Sono impiegate per incendi di liquidi infiammabili
(classe B)
Non utilizzabile sulle apparecchiature elettriche e sui fuochi
di classe D. obbligatorio riportare l'avvertenza nella parte
terza delletichetta AVVERTENZA non utilizzare su apparecchiature elettriche sotto tensione.
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Negli altri casi si deve eseguire il criterio di disporre questi mezzi di primo
intervento in modo che siano prontamente disponibili ed utilizzabili.
In linea di massima la posizione deve
essere scelta privilegiando la facilit di accesso, la visibilit e la possibilit che almeno uno di questi possa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 m circa.
La distanza tra gruppi di estintori deve essere circa 30 m.
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Idrante a muro
Apparecchiatura antincendio composta essenzialmente da:
cassetta, o da un portello di protezione;
supporto della tubazione;
valvola manuale di intercettazione;
tubazione flessibile
completa di raccordi;
lancia erogatrice.
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Idrante sottosuolo
costituita da una valvola provvista di un attacco
unificato ed alloggiato in una custodia con chiusino
installato a piano di calpestio.
La posizione degli idranti sottosuolo deve
essere adeguatamente indicata e devono
essere adottate misure per evitare che
ne sia ostacolato l'utilizzo.
Dotazioni in cassetta di contenimento individuate da idonea
segnaletica.
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Naspi
costituita da una bobina mobile su cui avvolta una tubazione semirigida collegata ad
una estremit con una lancia erogatrice.
Per l'impiego anche da parte di personale
non addestrato, un'alternativa agli idranti
per le attivit a minor rischio.
I naspi hanno prestazioni inferiori rispetto agli
idranti e in alcune attivit possono essere
collegati direttamente alla rete idrica
sanitaria.
Dispongono di tubazioni in gomma avvolte su tamburi girevoli e sono provviste di lance da 25 mm con getto regolabile (pieno o frazionato) con portata di 50 lt/min e pressione 1,5 bar.
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Idranti (a muro, a colonna, sottosuolo o naspi) collegati con tubazioni flessibili a lance erogatrici che consentono, per numero ed ubicazione, la copertura protettiva dellintera attivit.
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Pompe di mandata
Centralina valvolata di controllo e allarme
Condotte montanti principali
Rete di condotte secondarie
Testine erogatrici (sprinkler)
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IMPIANTI A SCHIUMA
Gli impianti a schiuma
sono concettualmente
simili agli sprinkler ad
umido e differiscono
per la presenza di un
serbatoio di schiumogeno e di idonei sistemi di produzione e
scarico della schiuma
(versatori).
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RIVELATORI DINCENDIO
Classificazione in base al fenomeno chimico-fisico rilevato:
Rivelatore di calore sensibile
all'aumento della temperatura.
Rivelatore di fumo sensibile alle
particelle dei prodotti della combustione.
Rivelatore di gas sensibile ai prodotti gassosi della combustione
e/o della decomposizione termica.
Rivelatore di fiamme sensibile alla radiazione emessa dalle fiamme di un incendio.
Rivelatore multi-criterio: sensibile a pi di un fenomeno.
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Classificazione in base al metodo di rivelazione: Il rivelatore da l'allarme quando, per un periodo di tempo determinato:
statico : l'entit del fenomeno misurato supera un certo valore.
differenziale : la differenza (normalmente piccola) tra i livelli del
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SEGNALETICA DI SICUREZZA
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TITOLO V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Segnale di divieto: vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo;
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CARTELLI DI DIVIETO
- Forma rotonda
- Pittogramma nero su fondo
bianco; bordo e banda (verso
il basso da sinistra a destra lungo il
simbolo, con uninclinazione di
45) rossi (il rosso deve coprire
almeno il 35% della superficie del
cartello).
Vieta un comportamento
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CARTELLI
DI AVVERTIMENTO
- Forma triangolare
- Pittogramma nero su
fondo giallo, bordo nero
(il giallo deve coprire almeno il
50% della superficie del cartello).
Avverte di un pericolo
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CARTELLI
DI PRESCRIZIONE
- Forma rotonda
- Pittogramma bianco
su fondo azzurro
(lazzurro deve coprire
almeno il 50% della
superficie del cartello).
Prescrive un comportamento
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CARTELLI
DI SALVATAGGIO
- Forma quadrata o rettangolare
- Pittogramma bianco su
fondo verde (il verde deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello).
Fornisce indicazioni
(es. sulle uscite di sicurezza)
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Fornisce indicazioni
(su attrezzature antincendio)
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ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
Devono essere illuminate le uscite di sicurezza, le vie di esodo, e tutte quelle parti
che necessario percorrere per raggiungere unuscita verso luogo sicuro.
LImpianto deve essere alimentato da unadeguata fonte di
energia quali batterie in tampone o batterie di accumulatori con dispositivo per la ricarica automatica oppure da
apposito ed idoneo gruppo elettrogeno.
Lintervento deve avvenire in automatico, in caso di mancanza di
energia elettrica, entro 5 secondi circa (se si tratta di gruppi elettrogeni il tempo pu raggiungere i 15 secondi).
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CAPITOLO 3
PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
Il piano di emergenza in caso di incendio
Piano di emergenza;
Procedure da adottare quando si
scopre un incendio;
Procedure da adottare in caso di
allarme;
Piano di evacuazione;
Procedure di chiamata dei servizi di soccorso;
Collaborazione con i Vigili del Fuoco in caso di intervento.
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IL PIANO DI EMERGENZA
Nel piano di emergenza sono contenute le
informazioni-chiave da mettere in atto per
i primi momenti secondo i seguenti obiettivi principali:
Confinamento dellincendio;
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IL PIANO DI EMERGENZA
In caso di emergenza fondamentale affrontare i primi momenti, nellattesa
dellarrivo delle squadre dei Vigili del Fuoco.
Un buon piano di emergenza linsieme di
poche, semplici ed essenziali azioni comportamentali.
Scopo
Consentire la migliore gestione possibile
degli scenari incidentali ipotizzati.
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Struttura: raccogliere in un documento organico quelle informazioni che non possibile ottenere
facilmente durante lemergenza;
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Linee guida
Procedure comportamentali che rappresentano le migliori azioni da intraprendere
in emergenza.
(Procedure Operative Standard)
In mancanza di appropriate procedure
un incidente diventa
caotico,
causando
confusione ed incomprensione.
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Verifica
Il Piano di Emergenza deve individuare
persone o gruppi - chiave, dei quali descrivere le azioni da intraprendere e
quelle da non fare.
Deve tener conto anche della presenza di
eventuali clienti, i visitatori, i dipendenti
di altre societ di manutenzione ecc.
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Il Gestore dellEmergenza
Nel Piano di Emergenza deve essere
individuato il Gestore Aziendale
dellEmergenza (Datore di lavoro o
suo delegato) al quale vanno delegati
poteri decisionali e la possibilit di
prendere decisioni anche arbitrarie, al
fine di operare nel migliore dei modi e
raggiungere gli obiettivi stabiliti.
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Azioni
Le azioni devono essere correlate alla
effettiva capacit delle persone di
svolgere determinate operazioni.
Il piano di emergenza va strutturato tenendo
conto che in condizioni di stress e di panico le
persone tendono a perdere la lucidit.
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Mantenere la calma (la conoscenza delle procedure importante, cos come le esercitazioni
e laddestramento periodico che aiutano a
prendere confidenza con le operazioni);
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CAPITOLO 4
ESERCITAZIONI PRATICHE
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Marcatura
La marcatura sullestintore deve essere di colore
contrastante con lo sfondo, e deve essere suddivisa in 5 parti.
Per le parti 1, 2, 3 e 5 deve essere contenuta nella
stessa etichetta (o cornice).
Letichetta deve essere in una posizione tale da poter essere letta
chiaramente quando lestintore si trova sul supporto.
La marcatura per la parte 4 pu trovarsi anche in altra posizione.
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n. travi: 13
lunghezza del focolare: 13 dm
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Azionare lestintore
alla giusta distanza
dalla fiamma per colpire il focolare con la
massima efficacia del
getto,
compatibilmente
con
lintensit del calore.
La distanza pu variare
a seconda della lunghezza del getto, tra 3
e 10 metri.
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Agire in progressione
iniziando a dirigere il
getto sulle fiamme pi
vicine per poi proseguire verso quelle pi
distanti.
Non attraversare con
il getto le fiamme,
nellintento di aggredire il focolaio pi esteso, ma agire progressivamente, cercando
di spegnere le fiamme pi vicine per aprirsi la strada.
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Durante lerogazione
muovere leggermente
a ventaglio lestintore.
Pu essere utile con alcune sostanze estinguenti a polvere per
poter avanzare in profondit e aggredire da
vicino il fuoco.
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Indossare i mezzi di
protezione individuale
prescritti (DPI)
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TUBAZIONI ED ACCESSORI
DEGLI IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO
Tubi di mandata 45 e 70 mm (loro impiego)
Avvolti in doppio
Avvolti in semplice
La distesa (stendimento) della manichetta deve avvenire con tubazione avvolta in doppio, per non creare una serie di spirali che
strozzando il tubo non permettono il passaggio dell'acqua.
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Nella distesa delle tubazioni, il raccordo maschio deve essere diretto verso l'incendio.
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La concentrazione dell'agente inquinante non deve essere superiore al 2% in quanto i filtri non sono idonei a neutralizzare tale
quantit.
Ogni filtro specifico per un solo agente (ad es. ossido di carbonio) o per una classe di agenti (ad es. vapori organici).
La maschera antigas non un dispositivo di protezione universale che possa essere usato indiscriminatamente per la difesa da qualsiasi agente
inquinante.
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AUTORESPIRATORI
Apparecchi di respirazione costituiti da
ununit funzionale autonoma, portata
dall'operatore che pu quindi muoversi
con completa libert di movimenti.
un mezzo protettivo pi sicuro: isola
completamente dall'esterno.
Necessit di impiego:
Ambiente povero o privo di ossigeno;
Tasso d'inquinamento atmosferico
elevato;
Non si conosce la natura dell'inquinante;
In tutti i casi in cui dubbia l'efficacia dei dispositivi filtranti.
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Modalit di funzionamento:
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Autonomia
L'autonomia proporzionale al volume della riserva d'aria, e quindi
alle dimensioni della bombola.
Tenendo conto che per un lavoro medio un operatore addestrato
consuma circa 30 litri d'aria al minuto, conoscendo il volume delle
bombole possibile valutarne l'autonomia dellapparecchio.
Esempio:
Volume bombola = 7 lt
Pressione
= 200 atm
Autonomia
= 7 x 200 : 30 45 minuti
Quando la pressione scende sotto 50 atm circa, un sistema d'allarme acustico (fischio) avverte che la bombola prossima all'esaurimento.
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