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Paola Davoli
L'ARCHEOLOGIA URBANA
NEL FAYYUM
DI ET ELLENISTICA
E ROMANA
Generoso Procaccini
a Bruno
Thls One
Paola Davoli
L'ARCHEOLOGIA URBANA
NEL FAYYUM
DI ET ELLENISTICA
E ROMANA
Generoso Procaccini
INDICE
p.
Premessa
11
Abbreviazioni bibliografche
13
Bibliografia
15
Introduzione
27
37
39
39
40
40
41
45
50
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73
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74
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121
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139
139
139
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Indice
p.
149
149
149
150
151
152
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213
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223
223
224
232
237
237
253
253
253
253
256
256
Indice
p.
265
277
279
279
280
280
284
286
287
295
1. Il sito
295
295
296
297
301
301
301
301
302
309
311
311
XVI.
1.
2.
3.
4.
325
325
325
327
327
329
335
339
349
359
371
377
381
Medinet Quta
Il sito
Gli scavi
La necropoli
Conclusioni
PREFAZIONE
Il presente lavoro una versione riveduta, ampliata e aggiornata della Tesi di Dottorato in Anti
chit Africane (curriculum egittologie) che la dr Paola Davoli ha discusso il 26 novembre 1996 pres
so l'Universit degli Studi di Bologna. Esso nato e si sviluppato parallelamente alle attivit della
Missione Archeologica Congiunta delle Universit di Bologna e di Lecce in Egitto. Come noto, tale
Missione ha iniziato nell'ottobre del 1993 lo scavo del sito di Kom Umm el-Atl nel Fayyum, sul quale
sorgeva l'antica Bakchias, citt di et ellenistica e romana testimoniata nei papiri dal III secolo a. C.
fino al IV della nostra era.
Ci parve opportuno allora che lo studio di un insediamento urbano come quello di Bakchias si col
locasse all'interno di una riconsiderazione generale dell'urbanizzazione della regione, quale essa testi
moniata sul piano archeologico in et greco-romana da siti come Karanis, Philadelpnia, Soknopaiou
Nesos, Tebtynis, Narmouthis ecc., che comprendesse comunque anche altri centri meno noti e le infrastrutture. La dr Davoli, che ora Direttrice dello Scavo di Bakchias, si assunta il difficile compito
di svolgere questa ricerca in parallelo all'attivit sul campo, effettuando numerose prospezioni sull'in
tera regione e compiendo in Italia vastissime ricerche ben documentate nella bibliografia del presente
volume.
per tali ragioni, dunque, che quest'opera si pu a giusto diritto considerare uno dei risultati pi
importanti che la nostra Missione ha finora conseguito nel suo lavoro in Egitto. Essa non sarebbe stata
possibile senza la pronta e generosa collaborazione delle Autorit del Supreme Council of Antiquities
del Fayyum: in primo luogo Mustafa el-Zohery, Ali el-Bazidi e Ahmed Abd el-Aal Mohammed che
hanno facilitato in ogni modo il lavoro della dr Davoli e che per questo desideriamo cordialmente rin
graziare.
Medinet el-Fayyum, 14 ottobre 1997
Sergio Pernigotti - Mario Capasso
PREMESSA
Nel licenziare per la stampa il presente volume desidero ringraziare le numerose persone che mi
hanno variamente aiutata nel corso del mio lavoro. Ricordo in primo luogo Mustafa el-Zohery e Ali elBazidi del Supreme Council of Antiquities del Fayyum ai quali devo l'avermi facilitato in ogni modo
l'accesso anche alle pi impervie aree archeologiche. Ringrazio in modo particolare Ahmed Abd el-Aal
Mohammed, da alcuni anni ispettore della nostra Missione a Bakchias, che ha voluto spesso accompa
gnarmi nelle mie prospezioni del Fayyum mettendo a mia disposizione la sua ampia conoscenza del
l'archeologia della regione. Sono molto grata inoltre al Direttore del Museo del Cairo Mohamed Saleh,
all'allora Direttore della Biblioteca del Museo Adel Farid e alla mia amica May, Trad, che mi hanno aiu
tata nelle ricerche bibliografiche e mi hanno permesso di consultare liberamente il Journal d'Entre.
Ringrazio anche il prof. Dominic Rathbone, Direttore del Fayum Survey Project, che mi ha con
cesso di menzionare i risultati preliminari delle sue ricerche nel Fayyum, il prof. Sergio Daris del
l'Universit di Trieste col quale ho discusso singoli punti della topografia dell'Arsinoite, il dr Vincent Rondot dell'Institut Francais d'Archologie Orientale col quale ho avuto modo di confrontare
alcuni dati relativi ai templi di Bakchias e di Tebtynis. Sono inoltre molto grata alla dr Caroline Barron, nipote di David G. Hogarth, la quale ha voluto mettere a mia disposizione il diario di scavo
relativo a Bakchias.
Per aver facilitato l'accesso a bibliografia difficile da raggiungere ringrazio anche il prof. Guido
Bastianini, il prof. Didier Devochelle, la dr Anna Maria Donadoni Roveri, il dr Todd M. Hickey, il
prof. Leonard Lesko, il dr Jaromir Mlek, il dr Stephen Quirke, il prof. Joakim Sliwa, il dr France
sco Tiradritti, il prof. Karl-Theodor Zauzich.
Per il capitolo sull'orientamento dei templi del Fayyum mi sono avvalsa dell'indispensabile colla
borazione del dr Salvo De Meis.
Per concludere vorrei esprimere la mia pi profonda gratitudine ai professori Sergio Pernigotti e
Mario Capasso, Direttori della Missione Archeologica di Bakchias, per avermi offerto l'opportunit di
collaborare con essi in questo sito archeologico e per aver costantemente seguito e agevolato in ogni
modo il mio lavoro. Dai suggerimenti scaturiti dalla loro rilettura del dattiloscritto del volume ho trat
to sempre grande giovamento e conforto.
Medinet el-Fayyum, 14 ottobre 1997
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
AAD
ABSA
AfO
AfP
AH
AHB
AI
AJA
AJP
AP
APol
ASAE
=
=
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CdA
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CRIPEL
EA
EdP
EVO
FAP
Geojourn
GeoRev
GeoZeits
GM
IDS
ILN
JARCE
JAS
JDAI
JEA
JESHO
JFA
JJP
JRA
JRAI
JRIBA
JRS
L
=
=
=
=
=
=
=
=
=
=
Egyptian Archaeology
Etudes de Papyrologie
Egitto e Vicino Oriente
Fontes Archeologici Posnanienses
Geographical Journal
Geographical Review
Geographische Zeitschrift
Gttinger Miszellen
Irrigation and Drainage System
The Illustrated London News
Journal of American Research Center in
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= Journal of Archaeological Science
= Jahrbuch des deutschen archiiologischen
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= Journal of Egyptian Archaeology
= Journal of the Economic anel Social History
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14
Abbreviazioni bibliografiche
RHR
SAAC
SAK
SEAP
StudAeg
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StudMisc
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SymbOsl
TAPA
=
=
=
=
=
=
=
=
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INTRODUZIONE
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Introduzione
Introduzione
29
30
Introduzione
Introduzione
comunit politiche, sia dal punto di vista giuridico-istituzionale sia da quello urbanistico, che
strettamente legato alla funzionalit principale
dell'insediamento e alla sua posizione gerarchica.
Gli studiosi dell'Egitto ellenistico e romano, in
particolare i papirologi, ricorrono alla definizio
ne di citt, oltre che per le quattro poleis20, solo
per le metropoli dei nomoi, per le quali sarebbe
sicuramente inaccettabile la classificazione di vil
laggio, per la loro estensione e per la complessit
socio-economica. Secondo uno studio di S. Daris
(Daris 1985, p. 213), la terminologia greca utiliz
zata per definire i centri abitati, polis, kome,
epoikion e chorion, tradotti il primo come citt e
gli altri come villaggio, non pu essere intesa,
almeno nella documentazione egiziana, in senso
strettamente tecnico, poich spesso essa si
sovrappone o designa centri che non hanno nulla
in comune ad esempio con le poleis greche.
I maggiori centri abitati del Fayyum sono
indicati in greco col termine kome, tradotto gene
ralmente come villaggio (van't Dack 1951); tale
denominazione tuttavia risulta estremamente
riduttiva di fronte ad insediamenti come ad esem
pio quelli di Karanis e di Tebtynis, sia per la loro
realt "quantitativa" (numero di case, di abitanti
ed estensione del terreno edificato) sia per la loro
complessit culturale, sociale ed economica
(Cadell 1983, pp. 388-389). A questi centri che
uniscono alla grande estensione e alla stratifica
zione sociale la presenza di un centro ammini
strativo autosufficiente e responsabile della
gestione di una certa parte del territorio all'in
terno del nomo o della meris, ho attribuito la
definizione di citt.
II lavoro stato suddiviso in quattro parti: tre
sono dedicate alle merdes in cui era suddiviso il
Fayyum in epoca tolemaica e la quarta contiene
le conclusioni. Ogni parte suddivisa in capitoli
dedicati ai centri maggiori, che sono trattati sin
golarmente, e a quelli minori, o meno noti a
causa della mancanza di lavori scientifici che ne
parlino. Questi ultimi sono stati descritti insieme
con le altre strutture antiche ancora riconoscibi
li sul territorio, in modo da completare il quadro
d'insieme dei singoli distretti. La parte dedicata
alle conclusioni, infine, si articola in capitoli nei
quali si esaminano la topografia della regione,
l'urbanistica dei vari centri e l'orientamento dei
loro templi maggiori21.
I capitoli dedicati ai siti archeologici sono
stati strutturati secondo uno schema che si ripe
te, come se si trattasse di grandi schede, in modo
da facilitarne la consultazione e consentire il rapi
31
32
Introduzione
Introduzione
33
oc
E
34
Introduzione
Fig. 2. Schizzo di parte del Fayyum disegnato dal Petrie nel 1890.
Introduzione
35
PARTE PRIMA
Meris di Herakleides
CAPITOLO I
1. Il sito
L'antico centro abitato di Dimai25, identifica
to grazie ai ritrovamenti epigrafici e papiracei con
Soknopaiou Nesos, si trova nel deserto a Nord
del Birket Qarun, in una posizione elevata rispet
to alla piana circostante. Il sito attualmente
ancora in buono stato di conservazione e si pre
senta come un kom di forma allungata, che rag
giunge 660 metri in lunghezza (Nord-Sud), 350
metri in larghezza (Est-Ovest) e un'altezza com
plessiva di 13 metri. Sui lati Est, Nord e Ovest
coronato da alte dune di sabbia che formano una
sorta di ciambella di contorno, presente anche in
altri siti antichi del Fayyum. Il centro abitato
quasi interamente coperto dalla sabbia e solo
pochi edifici sono visibili; parte dell'area centra
le del kom stata asportata dai sebbakhin alla
fine del secolo scorso (Boak 1935, p. 3), cos
come accaduto anche a Kom Aushim.
Le mura in mattoni crudi del temenos del
tempio di Soknopaios si conservano ancora per
diversi metri in altezza su quasi l'intero perime
tro, raggiungendo in alcuni punti anche i 10 m
(Fig. 4). Solo pochi dei segmenti di muro che
compongono la cinta sono completamente crol
lati. Le strutture che si trovano al suo interno
sono molto degradate e pochi sono gli edifici di
cui si possa ancora intrawedere una planimetria.
In particolare il tempio vero e proprio, situato
nella met Sud-Ovest del recinto, sembra essere
stato composto da due edifici26 contigui di cui
40
Capitolo I
portale situato all'estremit meridionale del dromos sono ben visibili i due muri che affiancava
no la gradinata di accesso, di cui nessun gradi
no riconoscibile.
Parzialmente in luce sul versante nord-orien
tale del kom sono alcuni tratti di un probabile
muro di cinta della citt, costruito con pietre
locali irregolari di colore scuro.
Tra gli edifici del centro abitato uno spicca
per dimensioni e per tecnica costruttiva: situa
to ad Est del dromos ed costruito con pietre
locali di colore marrone e di pezzatura irregola
re, secondo la stessa tecnica riscontrata anche
nel tempio Sud e nel tratto di muro di cinta a
Nord-Est della citt. Esso fu riconosciuto da
K.R. Lepsius che lo disegn sulla sua pianta del
sito. Ben visibile inoltre l'edificio maggiore (II
201) portato alla luce dagli archeologi della
Michigan University nel settore orientale del
loro scavo (Fig. 7); le sue cantine sono solo par
zialmente reinsabbiate mentre il primo piano
in parte andato distrutto; in particolare sono
stati asportati tutti gli elementi lignei che costi
tuivano il rivestimento di una delle stanze. Par
zialmente visibili sono anche le abitazioni sca
vate dalla stessa Missione a Sud-Ovest del
tempio, cos come sono ancora ben riconoscibi
li le discariche dei due settori di scavo: quella
relativa all'area Sud-Est si trova ad Ovest di
essa, in pieno centro abitato, mentre quella rela
tiva all'area situata nei pressi del temenos si
trova a Ovest di essa, verso il deserto.
A qualche centinaio di metri a Sud-Est del
kom vi sono ancora i cospicui resti della casa
della Missione Archeologica americana, in mat
toni crudi di colore bianco.
2. Gli scavi
2.1. Le prime ricerche
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Capitolo I
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Capitolo I
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Capitolo I
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Capitolo I
in cattivo stato di conservazione, mentre a SudOvest di essa, ai piedi di una collina isolata, fu
ritrovato un esiguo numero di tombe di cocco
drilli, alcuni dei quali sepolti con accanto papiri
demotici. Nessun coccodrillo risult essere avvol
to in cartonnage di papiro. Pi ad Ovest venne
ro individuate sepolture degli inizi del periodo
tolemaico: un pozzo profondo dai 2 ai 4 metri
dava accesso ad una o pi stanze sotterranee che
ospitavano anche fino a dieci mummie, alcune
delle quali avvolte in cartonnages di papiro59.
Vicino alla citt, verso Nord-Ovest, vi era
un'altra necropoli tolemaica del II o I secolo a. C.,
in cui molte delle mummie erano avvolte in car
tonnages di papiro ormai ridotti in frantumi.
Secondo la testimonianza di Grenfell e Hunt,
a 1,2 km di distanza da Dimai verso Nord-Ovest
vi erano ancora nel 1901, su un'area rialzata
rispetto al terreno circostante, dei resti di case
molto mal conservate in cui furono trovati cera
mica e amuleti databili al tardo Nuovo Regno
(Grenfell-Hunt 1901, p. 5).
L'esplorazione della zona intorno a Dimai
consent a Caton-Thompson e Gardner l'indivi
duazione di alcune case datate all'epoca romana,
situate nella zona di costa a Sud dell'abitato, alla
quota di -9,7 m s.l.m. Ad una quota ancora infe
riore inoltre (-11,8 m) trovarono grossi blocchi di
pietra con evidenti segni di lavorazione, che furo
no interpretati come facenti parte probabilmen
te di un molo (Caton-Thompson-Gardner 1934,
p. 156).
A circa 50 metri a Sud del portale sul dromos
le due studiose trovarono una tomba scavata nel
l'arenaria: un pozzo profondo 2,4 m immetteva
in una stanza di 4,5 x 2,5 m, la cui porta fu tro
vata ancora sigillata. All'interno vi erano 13 corpi
mummificati divisi in due gruppi: 6 uomini,
1 donna, 3 bambini e 3 neonati. Il loro bendag
gio formava una decorazione romboidale, mentre
le maschere in cartonnage erano di un tipo piut
tosto povero. Gli unici elementi di corredo che
si rinvennero erano tre lucerne del tipo "delfiniforme" grazie alle quali la sepoltura fu datata
al I-II d.C.
4. Conclusioni
Come si visto il centro abitato e il territo
rio intorno a Soknopaiou Nesos non sono mai
stati esplorati in modo sistematico, cos che anco
ra oggi non possibile avere un'idea concreta e
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Capitolo I
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Capitolo I
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Capitolo I
Fig. 8. Soknopaiou Nesos: planimetria generale delle rovine disegnata dal Lepsius nel 1843
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Capitolo 1
Fig. 9. Schizzi dell'area del tempio tratti dal diario di scavo di Zucker.
Fig. 10. Dal diario di scavo di Zucker: abitazioni scavate ad Est del dromos.
59
Fig. 12. Carta topografica disegnata dalla quipe della Michigan University.
61
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Capitolo 1
Fig. 13. Settore di scavo Michigan situato ad Est del dromos. Edifici del Secondo Livello
Fig. 14. Settore ad Est del dromos. Edifici del Primo Livello
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Capitolo I
Fig. 15. Settore ad Est del dromos. Edifici del Livello Primo Tardo
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Capitolo I
Fig. 17. Settore di scavo Michigan situato ad Ovest del dromos. Edifici del Secondo Livello
Fig. 18. Settore ad Ovest del dromos. Edifici del Primo Livello
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Capitolo 1
Fig. 19. Settore ad Ovest del dromos. Edifici del Livello Primo Tardo
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Capitolo I
Fig. 22. Fotografia aerea RAF del 1955 In alto a sinistra il kom di Dimai dalla caratteristica forma ovale.
71
CAPITOLO II
Cronologia: 242 a. C. (PCairo Zen 59361, 38) ep. arab. (BGU II 608, 1)
1. Il sito
Kom Aushim si trova oggi presso la grande
strada asfaltata che collega il Fayyum al Cairo
attraverso il deserto. Essa occupa un naturale
avvallamento nel terreno (una sorta di wad) che
lambiva a Nord-Ovest Karanis e la separava dalle
sue necropoli, situate su un pianoro al di l della
depressione. Anche il centro abitato si trova su
un gradino roccioso ai piedi del quale, verso Sud
e verso Ovest, si trovano le coltivazioni che ini
ziano al di l del canale Abdalla Wahbi.
Il kom presenta attualmente una forma non
facilmente definibile, ma grosso modo circolare:
il versante nord-orientale costituito da colline
di sabbia relativamente alte che formano un
semicerchio interrotto ad Est da un avvallamen
to, in cui certamente passava la strada che pro
veniva da Bakchias. Sugli altri suoi lati il kom
digrada dolcemente pur essendo costellato di alte
colline non ancora scavate e di edifici semiaffio
ranti. In gran parte le strutture attualmente visi
bili furono poste in luce negli anni Trenta nel
corso degli scavi della Michigan University e da
quel momento, prive di protezione, iniziarono ad
andare in rovina.
Le strutture meglio conservate si trovano
nella parte centrale del kom intorno ai due tem
pli principali: in quest'area si possono ancora
riconoscere gli edifici, a volte appartenenti al
livello pi antico, posti in luce nel corso delle
numerose campagne di scavo dell'Universit
americana. Sono ancora in buono stato di con
servazione gli edifici in mattoni crudi situati
74
Capitolo II
2. Gli scavi
Le prime notizie di Kom Aushim risalgono al
survey effettuato da Petrie nel 189082, che ne
comprese l'importanza e lo descrisse come una
grande citt, la pi importante di tutto il distret
to. Le sue rovine si estendevano per circa 800
metri e alcune colline si innalzavano fino a 30 m
sulla pianura circostante. Queste ultime, secondo
la descrizione del Petrie, erano in gran parte arti
ficiali, costituite da accumuli di rovine, fra le
quali vi erano alcune basi di colonne in pietra,
larghe 75 centimetri, e un'insolita lastra litica con
un busto maschile scolpito a rilievo in modo
grossolano e in stile non egiziano.
Il considerevole numero di grandi pesi83
sparsi su tutta l'area colp molto Petrie che dopo
averne esaminato una grande quantit giunse alla
conclusione che dovesse trattarsi di pesi veri e
propri, utilizzati in una citt che doveva essere
stata particolarmente importante per i traffici
commerciali via fiume e via lago verso Nitria. La
constatazione indusse inoltre lo studioso a rite
nere che questo fosse stato il porto di Nitria in
epoca preromana.
Tra il 1877 e il 1895 Karanis fu sicuramente
oggetto di scavi da parte degli abitanti del luogo
che, tra l'altro, portarono alla luce parte del tem
pio Sud e rinvennero numerosi papiri, giunti poi
sul mercato antiquario. Secondo quanto riferisce
D.G. Hogarth, i locali testimoniarono che nel 189293 vi furono grandi ritrovamenti di papiri nelle case
dei sobborghi orientali (Grenfell-Hunt-Hogarth
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Capitolo II
77
/8
Capitolo II
Area abitata:
A (Livello di superficie) IV-met V d.C.
B (Secondo Livello) seconda met III-prima
met IV d.C.
C (Terzo Livello) met II-met III d.C.
D (Quarto Livello) fine I a. C. -inizi I d.C.
E (Quinto Livello) fine 111-30 a.C.
Temenos del tempio Sud:
D (Livello di superficie) fine III-inizi IV d.C.
E (Secondo Livello) seconda met II-inizi
m d.c.
Tardo E (Terzo Livello) seconda met I-inizi
II d.C.
E (Quarto Livello) I a.C.-I d.C.
I due templi maggiori di Karanis distano fra
di loro circa 180 metri e sono orientati in modo
diverso: quello settentrionale guarda verso Sud
mentre quello meridionale verso Est105. Fra i due
probabile vi fosse una strada di collegamento
diretto106, tuttavia a causa della completa rimozio
ne della parte centrale del kom non possibile
stabilire come essi si raccordassero fra loro e con
i quartieri abitati circostanti. Nel 1925 inizi lo
scavo del tempio Nord, in quel momento gi par
zialmente liberato dai sebbakhin dall'immondizia
che lo ricopriva interamente (Boak 1933, p. 3).
Attualmente esso misura 33,3 x 10,6 m, conser
vato per una altezza di circa 3 m e si trova ad una
quota di poco superiore a 5 m s.l.m.107 e a 5,5 m
dalla roccia (Fig. 29). Le sue fondamenta, costrui
te con pietre irregolari di piccolo taglio, poggiano
su strutture murarie pi antiche, probabilmente
tolemaiche, che non sono state indagate.
Il tempio e i due piloni di accesso sono in
blocchi squadrati di pietra calcarea locale di colo
re giallastro, mentre il temenos, di cui resta solo
una parte ad Ovest, era in mattoni crudi e ad una
distanza di 2,7 metri dal tempio. La pianta di
tipo egiziano, simile a quella del tempio Sud e di
altri templi del Fayyum, come quelli di Bakchias
e di Theadelphia. Manca completamente il tetto,
ma la presenza di scale testimonia che vi era un
secondo piano o pi probabilmente un tetto a
terrazza agibile e con possibili strutture superio
ri; la mancanza nel riempimento del tempio di
materiali di crollo non consente di formulare ipo
tesi sul piano elevato e indica che il santuario fu
usato in antichit come cava di materiali edilizi.
Ogni angolo esterno dell'edificio decorato
con una sottile colonna a rilievo su un'alta base
e cos anche i fianchi dell'ingresso della prima e
della seconda sala. Secondo Boak la prima sala
era un cortile da cui si accedeva a tre piccole
stanze laterali e al pronaos. Nel terzo ambiente, il
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3. La necropoli
La necropoli di Karanis fu esplorata in un
primo momento da Grenfell e Hogarth nel 1895,
durante la loro prima spedizione nel Fayyum
(Hogarth-Grenfell 1896, pp. 14-17), poi fu sca
vata per una decina di giorni da Grenfell e Hunt
nel dicembre 1900, nel corso di una missione nel
Nord della regione rivolta all'individuazione delle
necropoli del primo periodo tolemaico e al recu
pero di cartonnages di papiro (Grenfell-Hunt
1901, p. 4)1".
Le tombe della necropoli, individuata a Nord
del kom, erano gi state, secondo la descrizione
dei ricercatori inglesi, saccheggiate, ma nonostan
te ci restituirono fra gli altri anche materiali scrit
ti, papiri ed etichette in legno, grazie ai quali fu
possibile identificare Kom Aushim con l'antica
Karanis (Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, pp. 40-42).
Le tombe appartenevano alla tarda epoca tole
maica ed erano costituite da un breve pozzo d'ac
cesso o da un dromos inclinato, cos come le
sepolture dello stesso periodo rinvenute a Kom
Umm el-Atl. I defunti erano deposti in loculi
radiali o su un piano tagliato nella roccia all'in
terno dello stesso corridoio; in un solo caso stata
rinvenuta la rappresentazione di una coppia di
defunti incisa in modo piuttosto rozzo nel gesso.
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Capitolo II
4. Conclusioni
Karanis certamente fino ad ora il centro
abitato meglio noto e pi indagato di tutta la
regione. Le maggiori informazioni archeologiche
in nostro possesso derivano dagli scavi e dalle
pubblicazioni della Michigan University, tuttavia
gli studi di sintesi sono per lo pi opera di papirologi che basano la ricostruzione storica della
vita di questo centro sull'abbondante documen
tazione scritta. spesso evidente che anche
molte delle conclusioni che riguardano la realt
archeologica del sito derivano dall'analisi delle
fonti scritte, mentre il materiale archeologico e
la documentazione di scavo non sono stati, a
mio parere, pienamente utilizzati come merite
rebbero.
Allo stato attuale delle ricerche manca per
Karanis una carta topografica e altimetrica del
sito, completa e aggiornata con i ritrovamen
ti pi recenti, che sono ancora in gran parte
inediti.
Come si visto, lo scavo dell'area abitata
stato concentrato nella parte centrale dell'inse
diamento, dove maggiore era la stratificazione140
e le colline si elevavano anche per 14 metri. La
stratificazione non la stessa ovunque, ma si
formata in modo diverso a seconda che vi sia
stata o meno una occupazione continua; nel caso
in cui un quartiere venisse abbandonato per un
periodo di tempo abbastanza lungo, gli edifici
crollavano e venivano ricoperti di sabbia e di
rifiuti anche per alcuni metri e costituivano la
base per eventuali nuove strutture. Laddove inve
ce l'abitazione di un'area non presentava inter
ruzioni si verificava una ristrutturazione continua
e un innalzamento degli edifici esistenti. L'innal
zamento generale del piano di calpestio anche
dovuto al continuo accumulo nelle strade, nei
cortili e in genere nelle aree aperte di sabbia
mista a rifiuti di cucina e di animali. Nelle pub
blicazioni di questi scavi non si accenna mai a
vere e proprie discariche esterne all'abitato, ma a
cumuli di immondizia che si trovano sparsi ovun
que e in ogni periodo di occupazione. In parti
colare si nota che gli edifici e i quartieri abban
donati venivano usati oltre che come cave di
materiali di reimpiego anche come immondezzai.
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Capitolo II
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Capitolo li
Fig. 23. // tempio di Pnepheros e Petesouchos da Sud-Est. A destra, portale di Vespasiano che dava accesso al
deipneterion T 4.
Fig. 24. Corte originariamente colonnata sita di fronte al tempio di Pnepheros e Petesouchos.
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Capitolo II
Fig. 25. Visione dell'area centrale del kom: sullo sfondo il tempio Nord
Fig. 26. Parte di una struttura litica situata sulle pendici settentrionali del kom e interpretata come un segmento di
muro di cinta del centro abitato.
SCALE i 1.400
STREET
HOUSES
Fig. 27. Pianta del tempio Sud e dell'area circostante disegnata da Hogarth nel 1896
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Capitolo II
99
o
.o**i
A,
100
Capitolo II
KARANIS
(KOM-AUSHIM)
TEMPLE
or PNEPHEROS 1 PETESOUCHOS
EXPLANAT10.V
Fig. 30. Pianta, facciata e sezione L-M del tempio Sud dedicato a Pnepheros e a Petesouchos.
PRECINCT or TEMPLE or
PNEPHEROS ANO PETESUCHOS
~"
sa-x
101
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Capitolo II
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Capitolo II
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Capitolo II
110
CapitololI
GROUND FLOOH
-"
UCONO
FLOOH
Fig. 41. Pianta del piano terreno e del secondo piano del granaio C 65
111
112
Capitolo li
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114
Capitololi
secano FLOOD
dOUNO FLOOD
UNOCKCItOUMD FLOOD
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Capitolo II
br. crue
Fig. 46. Pianta delle terme Nord
CAPITOLO III
118,3 Ng (1900)159
Orientamento del centro abitato: -
Cronologia: 250 a.C. (PCol. Zen. I 55, 5) 313 d.C. (PCairoIsid. 12, 2]
1. Il sito
Kom Umm el-Atl161 si trova nel Fayyum
nord-orientale, a circa 12 km ad Est di Kom
Aushim (Karanis). Il riconoscimento di questo
sito come l'antica Bakchias dovuto a B.P. Grenfell e A.S. Hunt, che insieme con D.G. Hogarth
effettuarono qui nel 1896 i primi scavi regolari.
Grazie ai papiri rinvenuti in quell'occasione, gli
studiosi furono in grado di attribuire con certez
za al sito il toponimo antico.
Attualmente il kom si presenta come diviso
in due parti, una appiattita e con poche struttu
re in mattoni cotti affioranti, a Sud, e una molto
articolata con colline e avvallamenti costellati da
numerosi edifici in mattoni crudi a Nord. Insie
me le due aree conferiscono al kom una forma
allungata, a goccia. Nella prima area oltre a
pochi resti di strutture non chiaramente defini
bili, costruite in mattoni cotti e calce, vi sono
numerose macine circolari e presse in calcare e
granito rosso sparse in superficie, tanto da far
pensare ad una zona destinata a laboratori per
trasformazione alimentare o ad una concentrazione di materiale litico da riutilizzare, derivan
te dalla spoliazione della citt avvenuta in un
periodo ancora non definibile162. Il Kom Nord e
il Kom Sud sono divisi da un leggero avvalla
mento che sembra essere stato il letto dell'anti
co canale che proveniva da Philadelphia e si diri
geva verso Karanis; sulla sua riva settentrionale,
a Sud-Ovest dell'area archeologica, sono visibili
i resti in mattoni cotti di un probabile laborato
rio artigiano con annessa la relativa discarica di
scorie vetrose di colore verde scuro e nero. Nei
118
Capitolo III
2. Gli scavi
Non vi sono testimonianze di viaggiatori euro
pei su Bakchias: l'unico a citare questo toponimo
Belzoni, il quale visitando Dimai nel 1819 cre
dette, erroneamente, di poterla identificare con la
Bakchias menzionata dal geografo Tolemeo164.
Il primo a scrivere di questo sito, seppure
fuggevolmente, fu M.W.F. Petrie (Petrie 1891,
pp. 31-32, Pl. XXX): nel 1889-90, durante il suo
soggiorno ad El-Lahun e a Kom Medinet Ghurab dove stava conducendo scavi, egli comp una
esplorazione del Fayyum percorrendo i canali che
si diramavano dalle chiuse di El-Lahun. Nel suo
percorso verso Nord individu diversi siti anti
chi, di epoca romana e non, molti dei quali erano
privi di una denominazione moderna e non pote
rono essere da lui identificati. Bakchias, il cui
nome arabo fu trascritto come Kom el Akl, fu da
lui denominata Kom nr. 6. Questa la breve
descrizione dello studioso:
Kom el Akl, No. 6, is a large town, about half a mile
across with high mounds. The surface pottery is of the IIIrd
and IVth cent. A.D. and it must have been founded some
centuries before that to allow of such accumulation. As it is
by the road into the Fayum this might well be an older town
of the time before the lake was dried up. I noticed a mass
of deep foundation of stone. The tombs east of it are visible
for some distance; they are cut in a low cliff facing south;
about six or eight chambers; no ornaments or inscriptions.
119
120
Capitolo III
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29)174.
122
Capitolo III
123
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Capitolo III
125
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Capitolo III
3. Le necropoli
Le necropoli di Bakchias furono esplorate da
Grenfell, Hunt e Hogarth nel 1896: una si trova
a circa 2,5 km di distanza ad Est del kom ed
costituita da un gruppo di tombe situate su un
altipiano ai piedi del quale scorreva, come si legge
nel loro rapporto, uno stretto corso d'acqua
(Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, pp. 40-42). Queste
127
4. Conclusioni
Bakchias resta ancora un sito largamente
ignoto dal punto di vista archeologico e urbani
stico. Gli unici dati scientifici di cui si pu
disporre sono quelli derivanti dai lavori della
128
Capitolo IH
. ti
Fig. 48. Veduta delle rovine di Bakchias: sul fondo, al centro, il tempio maggiore.
,*-'
129
130
Capitolo III
** *
CAPITOLO IV
Cronologia: 259/257 a.C. (PCol Zen 62, 6, 9) V/VI d.C. (SB XVI 12397, 2)
1. Il sito
Le rovine di Philadelphia si trovano nel deser
to ad Est del canale Abdalla Wahbi, in posizione
rialzata rispetto alla zona coltivata che si estende
in questo punto solo ad occidente di esso. L'area
archeologica tagliata in due dalla strada asfalta
ta che porta verso Gerza, nella valle del Nilo, ed
quasi completamente appiattita: non vi sono
strutture o edifici emergenti, n colline di sabbia
che li ricoprano. Solo spingendosi verso Sud, lon
tano dalla strada, dove il terreno stato meno
spianato ma non meno sconvolto, si riconoscono
ancora le tracce di brevi tratti di muri e i resti di
una fornace con accanto scorie di lavorazione di
tipo vetroso di colore nero199. Le rovine dell'an
tica citt sono ormai completamente distrutte e
pochi sono gli elementi ancora giacenti in super
ficie, come macine circolari in calcare, per lo pi
frammentarie, mortai, frammenti di ceramica, di
vetro e di fa'ence (Figg. 58-59).
2. Gli scavi
I primi ad avanzare ipotesi sull'ubicazione del
l'antica Philadelphia in base alla loro esperienza e
ai ritrovamenti di papiri da parte degli abitanti
locali furono Grenfell e Hunt, che tuttavia non vi
effettuarono scavi. Il sito, denominato Rubayyat200
come la pi vicina cittadina, situata all'interno del
l'area coltivata circa 8 km verso Ovest, era gi
famoso per il rinvenimento di numerosi "ritratti
di mummia" comparsi sul mercato antiquario del
Cairo intorno al 1887. Il kom fu visitato da Petrie
nel 1890 e fu da lui denominato Kom 3: la sua
140
Capitolo IV
141
142
Capitolo IV
3. La necropoli
Grenfell e Hunt durante la Campagna 19001901 dedicarono alcuni giorni alla ricerca di cartonnages nella necropoli tolemaica, situata ad Est
di quella romana. La necropoli di Philadelphia,
che si verific essere di grande estensione, com
prendeva sepolture databili dal III a.C. al IV d.C.
ed era gi stata ampiamente saccheggiata alla fine
del XIX secolo dagli abitanti del luogo, che vi
rinvennero numerosi ritratti di mummia che, ven
duti sul mercato antiquario del Cairo, raggiunse
ro numerose collezioni europee214. I lavori di
Grenfell e Hunt iniziarono nella seconda met di
febbraio 1901, ma purtroppo le brevi notizie rela
tive a questo scavo sono del tutto insufficienti per
210 Allo stato attuale non possibile formulare ipotesi sulla
sistemazione urbana e stratigrafica di Philadelphia a causa della
mancanza di dati e della sua completa distruzione. La mancanza di
quote, di planimetrie estese e dettagliate oltre che di fotografie del
l'epoca rende difficile anche la semplice valutazione delle ipotesi
formulate.
211 La documentazione scritta proveniente da questo scavo
stata edita in Viereck-Zucker 1926.
212 Per una breve storia degli scavi in questo sito cf. Rostovtzeff 1922, pp. 8-9.
213 La presenza di tali canalizzazioni non altrimenti attesta
ta. Esse potrebbero essere identificate con i canali che percorreva
no il centro abitato e menzionati in PLugd. Bat. XX, 27, 5 del 245
a. C. e in PCairo Zen. II, 59296, 20 del 250 a. C. Un sistema analo
go a questo descritto da Yeivin stato riconosciuto a Kom Talit
(Rathbone 1996, pp. 29-31).
214 Cf. da ultimo Doxiadis 1995, pp. 129-133.
4. Conclusioni
L'unica descrizione del sito che possediamo
quella pubblicata da Viereck e Zucker, i soli che
condussero scavi regolari in questa citt, forse una
delle meglio conservate del Fayyum fino all'inizio
del 1900. Se si considerano l'importanza dei rin
venimenti effettuati dagli abitanti del luogo nella
necropoli e nel centro abitato, la vastit e il
buono stato di conservazione generale del sito
(nel 1908 le case raggiungevano i 6 metri di altez
za e ancora nel 1925 il tessuto urbano era ben
riconoscibile), sorprendente che non siano stati
organizzati scavi sistematici che tenessero conto
anche degli aspetti archeologici e urbanistici.
Nonostante infatti la grande "ricchezza" delle
rovine, il sito fu uno dei meno regolarmente sca
vati del Fayyum.
Come gi a Medinet Madi e a Dimai, Zucker
condusse lo scavo con l'unico scopo di trovare il
maggior numero di papiri nel minor tempo pos
sibile e come gi in precedenza, non pubblic mai
un vero rapporto di scavo, ma solo l'edizione dei
testi rinvenuti, tra l'altro completamente deconte
stualizzati215. Tuttavia in questo caso, a differenza
dei due sopra ricordati, egli dava una sorta di
descrizione sommaria dei lavori svolti e della
situazione generale del sito, e proponeva un'interpretazione e un'analisi complessiva della strut
tura urbana, rese possibili grazie alla consulenza
di Borchardt.
Completamente ignote sono la stratigrafia e
l'altimetria del sito, mentre l'unica planimetria
edita in realt solo uno schizzo estremamente
semplificato della struttura urbana generale cos
come appariva in superficie nel 1924, dopo anni
di devastazioni dei sebbakhin, A causa di tale atti
vit distruttrice protrattasi per decenni dall'inizio
del secolo ogni possibilit di recuperare dati nuovi
attualmente perduta. Le fotografie aeree della
RAF del luglio 1950 mostrano gi chiaramente la
completa scomparsa dell'insediamento216, mentre
ancora in una fotografia aerea scattata nel 1925
(Edgar 1931, Pl. I) si potevano riconoscere chia
ramente strade e insulae (Fig. 61). Quest'ultima
testimonianza particolarmente utile, oltre che
143
144
Capitolo IV
145
146
Capitolo IV
Fig. 61. Fotografia erea delle rovine scattata dalla RAF nel 1925 (il Nord in alto)
148
Capitolo IV
CAPITOLO V
1. Il sito
L'area in cui sorgeva l'antico capoluogo della
regione221 si trovava almeno fino agli anni Ses
santa poco a Nord del moderno capoluogo (Fig.
71), Medinet el-Fayyum, a Nord del Bahr Yussuf, ed era costituita da numerosi kiman, il pi
famoso dei quali diede il nome all'intera zona.
Attualmente i Kiman Fares si trovano inglobati
nella periferia urbana di Medinet el-Fayyum, in
mezzo a nuovi quartieri abitativi e ad edifci uni
versitari. A causa della recente espansione edili
zia l'area archeologica stata drasticamente ridot
ta da 2,8 km2 del 1887 a poche decine di metri:
due sono le zone recintate situate a poca distan
za l'una dall'altra, che racchiudono una i resti di
un muro in blocchi squadrati di arenaria su cui
incisa un'iscrizione greca che nomina un teatro,
l'altra i frammenti di colonne in granito rosso del
tempio della XII dinastia222 (Fig. 66).
Accanto a questi resti monumentali ve ne
sono altri, come muretti in mattoni crudi, resti
di bagni pubblici e privati (Fig. 67), di cui si
conservano in parte anche le condutture in ter
racotta per l'acqua, e alcune statue frammenta
rie di Ramesse II rinvenute in diversi punti del
l'area archeologica e qui raccolte in sguito alla
sua urbanizzazione. Entrambe le aree recintate
si presentano molto livellate, pi basse dell'at
tuale piano di calpestio e ricoperte di una fine
polvere nerastra, dovuta alla decomposizione
degli antichi mattoni crudi e di materiale orga
nico, mista a frammenti di vasellame in terra
cotta. I resti degli edifici giacciono semisepolti
in questo terriccio e non riconoscibile alcuna
planimetria coerente.
2. Gli scavi
Numerosi sono i viaggiatori che hanno visi
tato le rovine dell'antico capoluogo della regio
ne, come R.D. Vansleb (1672), P. Lucas (1714),
E. Jomard (1800), G.B. Belzoni (1819), ma nes
suno di essi ci ha lasciato una precisa descrizio
ne del sito che aggiunga dati nuovi alle nostre
conoscenze.
I primi scavi di cui si ha notizia sono quelli
effettuati da JJ. Rifaud nel 1823-24 alla ricerca di
opere d'arte225. Alcuni disegni e planimetrie delle
aree da lui scavate mostrano la complessa stratifi
cazione del sito, sommariamente compresa e docu
mentata dal marsigliese (Vercoutter 1992, p. 26).
K. R. Lepsius, che sost a Medinet el-Fayyum
tra il 28 maggio e il 22 giugno 1843, descrisse
brevemente il sito in cui, come sembra di capire
dalle scarne notizie che ci ha lasciato, non effet
tu scavi (LD II, p. 30; Tf. II e, f, g). L'area delle
rovine era a quel tempo molto estesa e costellata
da alte colline dalle quali emergevano muri in
mattoni crudi, mentre una grande quantit di
scorie vetrose di colore verde scuro era sparsa
ovunque. Nel centro abitato moderno furono
invece rinvenuti un blocco in granito, forse lo sti
pite di una porta, con iscrizioni in caratteri gero
glifici menzionanti Shedet, e la parte inferiore di
una statua con iscrizioni geroglifiche, anch'essa in
granito, raffigurante Amenemhat I e forse sua
moglie.
Scavi furono poi intrapresi da Luigi Vassalli
nel 1862 per conto di Manette, ma purtroppo di
219 Cf. infra capitolo XX.
2211 Casarico 1987a, p. 170.
221 La citt, nota in tutta l'epoca dinastica col nome di Shedet,
fu fondata nell'Antico Regno e continu ad essere capoluogo della
regione anche in epoca tolemaica col nome di Krokodilopolis prima
e di Ptolemais Euergetis poi. A partire dall'epoca bizantina anche
nota come Arsinoe. Secondo Diodoro (I 89) essa fu fondata dal re
Menes, l'unificatore dell'Egitto. Sui nomi antichi e moderni del
capoluogo della regione cf. Casarico 1987, pp. 127-159; Ead. 1987a,
pp. 161-170.
222 Esse corrispondono rispettivamente al Kom el-Taiara e al
Kom el-Arabi di Schweinfurth (Schweinfurth 1887, Tf. 2).
223 Per ii momento non mi stato possibile consultare la docu
mentazione relativa a tali ricerche: Rifaud 1829; Id. 1830.
150
Capitolo V
una discarica pubblica. Fra Kom Fares e Kom elSabba si ritiene che fosse situato un tempio, quel
lo dedicato ad Adriano o a Giove Capitolino,
dato che sono stati trovati frammenti di granito
rosso allineati e una curiosa base di colonna di
forma ottagonale (Schweinfurth 1887, p. 69,
Tf. 2 nr. 20).
Presso Kom el-Addama vi era invece la necro
poli del V-VI secolo, in cui sono stati trovati
numerosi giocattoli deposti nelle sepolture infan
tili: la sua superficie era ricoperta di ossa e di
grandi anfore, a testimoniare il suo generale scon
volgimento. Le sepolture erano di un tipo piutto
sto modesto e i defunti non erano mai mummifi
cati, ma spesso avvolti in tessuti riccamente
ricamati. Questi furono raccolti a centinaia nel
1882 da un commerciante austriaco di nome
Theodor Graf e una parte di essi entr nei Musei
di Vienna e di Berlino; una collezione simile fu
raccolta dallo stesso Schweinfurth e fu in sguito
donata al Museo di Berlino (Schweinfurth 1887,
p. 71). L'abitato di epoca bizantina doveva, secon
do Schweinfurth, estendersi nella parte nord
orientale dell'area (Schweinfurth. .1887, p. 68).
Nella parte Nord delle rovine vi erano anco
ra i resti piuttosto appiattiti di quartieri costitui
ti da abitazioni in mattoni crudi, fra i quali si rin
vennero, presso Kom el-Rustn (Schweinfurth
1887, p. 73, Tf. 2 nr. 7), un pozzo molto profon
do227 e frammenti di una colonna in granito rosso
(Schweinfurth 1887, p. 73, Tf. 2 nr. 8). All'estre
mit settentrionale delle rovine, in un'area gi
parzialmente coltivata, vi erano i resti di un gran
de recinto templare i cui lati dovevano misurare
360 x 260 m circa e di cui si intravedevano solo
parti del temenos. Al suo interno si rinvennero
frammenti di blocchi di granito rosso facenti
parte probabilmente di un architrave, un blocco
pi piccolo con un'iscrizione geroglifica di Amenemhat III e, nell'angolo sud-occidentale, una
grande cavit (Schweinfurth 1887, p. 74, Tf. 2 nr.
11, 9, 6). Lo studioso ritiene che sia questo il
luogo in cui sorgeva il grande tempio dedicato a
Sobek-Suchos, fondato all'inizio della XII dina
stia, come starebbe anche a dimostrare un monu
mento raffigurante Amenemhat I trovato nei
pressi (Schweinfurth 1887, p. 76, Tf. 2 nr. 10). In
mezzo alle coltivazioni che occupavano il recinto
templare vi erano inoltre blocchi in calcare con
il nome di Ramesse II.
A Sud-Est del tempio, a Kom el-Bultieh, emer
gevano muri pertinenti ad una vasta struttura che
fu interpretata come una piazza d'armi, vista anche
la sua posizione strategica su un'altura presso il
canale Tirsa (Schweinfurth 1887, p. 78). Nei
151
152
Capitolo V
la storia del tempio, seguendo le differenti stratigrafie rinvenute all'interno e all'esterno del temenos: esso ebbe diverse fasi costruttive a partire
dalla XII dinastia, attraverso l'epoca ramesside, la
XXVI dinastia, l'epoca tolemaica fino a raggiun
gere il III-IV sec. d.C., quando l'ingresso all'area
templare fu ostruito da edifici privati su cui nel
V-VI d.C. furono situate alcune discariche.
Epigrafi, monumenti e oggetti sono stati rin
venuti sparsi sull'area in diversi momenti228, a
testimonianza della sua continua spoliazione: nel
1908-9 alcune epigrafi greche furono raccolte dal
Lefebvre, all'epoca ispettore capo del Service des
Antiquits, portate al Museo del Cairo e poi a
quello di Alessandria. Fra di esse si ricordano
una stele ex-voto dedicata a Sokonnokonneus, di
epoca tolemaica, un architrave con iscrizione
menzionante Tolemeo III e Berenice II e prove
niente dall'area Nord-Est delle rovine, e un'epi
grafe del Boubasteion (Lefebvre 1910, pp. 155160; Id. 1914, pp. 102-103). Alcuni anni prima
erano inoltre venuti alla luce altri quattro monu
menti tra i quali una stele in greco menzionante
una cappella di culto della dea Thoeris (III a.C.),
la base di una statua con iscrizione dedicatoria
(II a.C.), una stele con la titolatura completa di
Tolemeo Sotere II e una piccola stele con scene
di offerta (Lefebvre 1908).
Nel 1953 l'attivit dei sebbakhin ancora
testimoniata dal rinvenimento di un frammento
di un insolito gruppo statuario datato all'inizio
dell'epoca tolemaica e raffigurante un coccodril
lo, un babbuino, un ippopotamo e un uomo,
forse Amenemhat III divinizzato229 (Habachi
1955). Si tratta di una scultura in calcare fine rin
venuta nei pressi dei 14 frammenti di colonne
fascicolate in granito rosso di Amenemhat III,
situate circa 1 km a Sud del grande recinto tem
plare scavato dal Petrie e facenti parte di una sala
ipostila fatta erigere da questo sovrano nel tem
pio di Sobek Shedita che, secondo L. Habachi,
doveva trovarsi in questo luogo (Habachi 1937).
L'area fu fatta ripulire dal sebbakh dallo stesso
Habachi e durante i lavori furono rinvenuti una
grande statua in granito rosso raffigurante un
coccodrillo, due frammenti di una stele in grani
to grigio di Ramesse II e parte di una colonna
palmiforme con iscrizione geroglifica (Habachi
1955, p. 107 n. 5).
153
3. La necropoli
La necropoli del capoluogo della regione si
trovava fin dal Medio Regno ad Hawara239, ad
una distanza di circa 8 km; nel V e VI secolo fu
invece attiva una nuova necropoli situata fra le
rovine di un settore della citt ormai parzialmente
231 In una breve notizia su questi lavori M. Manfredi riferisce
che contemporaneamente ebbe luogo anche un intervento del Ser
vice des Antiquits (Manfredi 1965, p. 93).
232 Un volume con i risultati di questa Campagna di scavi risulta
va in stampa gi nel 1978: Manfredi 1978, p. 292 n. 4. Una comunica
zione su tali risultati stata tenuta da S. Bosticco al Convegno Inter
nazionale "Archeologia e Papiri nel Fayyum" (Siracusa maggio 1996).
233 Con questo termine non chiaro se ci si riferisca ad una
pavimentazione o ad una struttura diversa; la sua .altezza non nota.
234 Queste indicazioni sono necessariamente generiche poich
non possibile stabilire con esattezza la posizione topografica di
tali settori e degli edifici ritrovati dato che manca una planimetria
degli scavi.
255 Non chiaro se si tratti di pozzi freatici.
236 Tutti gli oggetti rinvenuti sono entrati a far parte delle col
lezioni del Museo Archeologico di Firenze (Manfredi 1965, p. 94).
237 Per una generale valutazione di tali ricerche e sulla loro
pubblicazione si veda il capitolo dedicato a Karanis.
238 Comunicazione personale dell'ispettore Ahmed Abd el-Aal
Mohammed.
239 Le due localit, per quanto distanti, erano e sono ancora
collegate in modo diretto dal Bahr Yussuf.
154
Capitolo V
4. Conclusioni
Poco o nulla noto dell'impianto urbano di
quella che nell'antichit fu la citt pi grande e
pi importante del Fayyum: ci dovuto soprat
tutto alla sua posizione all'interno dell'area agri
cola, soggetta a periodiche alluvioni e facilmente
accessibile agli abitanti della zona che l'hanno
costantemente depredata dei materiali utili per
l'edilizia e del sebbakh La sua estensione, la sua
monumentalit e, probabilmente, anche la sua
stratificazione dovevano essere notevoli, se si con
sidera quanto estese erano le sue rovine nel 1887
e quanto poco invece rimasto di tutti gli altri
centri, citt e villaggi, che si trovavano sparsi
nella campagna del Fayyum.
Poco sappiamo inoltre di questa citt anche
a causa del fatto che non mai stata oggetto di
campagne di scavo sistematiche ed estese; i risul
tati degli scavi delle poche missioni moderne che
vi hanno lavorato prima della completa urbaniz
zazione della zona sono ancora oggi inediti. Ne
risulta che non possibile formulare alcuna ipo
tesi concreta sull'estensione della citt, sulla sua
planimetria e sulla sua stratigrafia. Non sappiamo
infatti se vi fosse un rapporto topografico fra la
citt dinastica e quella di epoca ellenistica e
240 Per un breve riassunto delle scoperte cf. da ultimo Doxiadis 1995, pp. 135-146.
241 Si veda ad esempio Wilcken 1887 e, per quanto riguarda
la genesi e la suddivisione in quartieri della citt, Daris 1981.
156
Capitolo V
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Fig. 69. /I rea Je/ tempio disegnata dal Petrie nel 1888.
157
158
Capitolo V
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159
Fig. 71. Fotografia aerea di Medinet el-Fayyum scattata dalla RAF nel 1950: a Nord della citt si nota l'area di forma circolare
delle rovine dei Kiman Fares, ancora di notevoli dimensioni
CAPITOLO VI
242 Su Qasr el-Sagha e gli insediamenti dell'area cf. ArnoldArnold 1979; i numerosi contributi di Sliwa dal 1983 al 1992; Ginter-Heflik-Kozfowski-Sliwa 1980; Ginter-Kozfowski-PawlikxnvskiSliwa 1 982; Dagnan-Ginter-Ginter-Kozlbwski-Pawlikowski-Sliwa
1984; Ginter-Koztowski 1986.
243 Dal 1990 una Missione archeologica del Royal Ontano
Museum diretta da N. Millet ha ripreso i lavori a El-Lahun e in
particolare nel centro abitato noto come Kahun, scavato dal Petrie
alla fine del secolo scorso (Leclant 1991, p. 194).
2^ L'isola raggiunge una quota massima di -5 m s.l.m. Lepsius
non vide nessun edificio sull'isola, ma solo qualche coccio sparso
sulla superficie: LD II, p. 35.
162
VI
163
164
Capitolo VI
249 Che a Tamiya potesse esserci un centro di epoca grecoromana molto verosimile anche perch situata su un corso d'ac
qua naturale, il Bahr Tamiya, e su un rialzo roccioso. Secondo
Grenfell e Hunt, Tamiya potrebbe essere identificata con Tamais o
Tamanis, una localit dell'Herakleides testimoniata dai papiri (Grenfell-Hunt-Goodspeed 1907, p. 354).
250 Kom el-Kharaba el-Saghir, talora identificato con Bubastis
delle fonti papiracee (Arnold 1977), situato 1,5 km a Sud-Ovest
di Kom el-Kharaba el-Kebir (Philadelphia), nell'attuale localit di
Ogmin, alla quota di 5 m s.l.m. ca. A mia conoscenza, non sono
mai stati effettuati scavi o ricerche in questa localit, di cui oggi
rimane ben poco.
165
166
Capitolo VI
167
168
Capitolo VI
Per quanto riguarda infine l'analisi delle fotografie aeree scattate dalla RAF, purtroppo solo
una parte del territorio di Herakleides stata
fotografata: manca completamente il settore
nord-orientale. Si pu tuttavia dire, sulla base
dell'esistente, che anche in questa zona del
Fayyum le tracce dell'antico canale perimetrale
Fig. 72. Vista dell'area di Qaret el-Rusas. Sullo sfondo il Birket Qarun.
169
170
Capitolo VI
Fig. 75. Area cimiteriale di Furqus: intorno alle due tombe degli sheikh locali sono ancora visibili sepolture di epoca
probabilmente romana.
171
172
Capitolo VI
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Fig. 78. Planimetrie delle case 1 e 2 rinvenute nell'area della bonifica tolemaica ad Est del lago
173
174
Capitolo VI
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Fig. 79. Planimetrie di edifici rinvenuti nell'area della bonifica tolemaica ad Est del lago.
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Fig. 80. Tracciato del muro che univa Bubastis (= Kom el-Kharaba el-Saghir) a Kerke.
PARTE SECONDA
Meris di Polemon
CAPITOLO VII
1. Il sito
Attualmente le rovine di Tebtynis272 si trova
no al margine dell'area coltivata, a Sud del Bahr
el-Gharaq che delimita in questa parte della
regione le coltivazioni. Esse si trovano ancora in
area desertica, ad una certa distanza dal villaggio
moderno situato sulla riva del canale. Il kom non
presenta una forma ben definita e si compone di
aree aventi diverse altezze a causa della loro
minore o maggiore stratificazione e degli scavi
che vi si svolsero nel corso del tempo. Numero
se colline presentano ancora un'altezza notevole
e molti sono gli edifici in mattoni crudi ben rico
noscibili; sulla superficie vi sono numerose gran
di macine circolari in granito e in calcare e anche
resti di colonne in calcare nell'area Nord-Est, in
corrispondenza dell'abitato di epoca bizantina e
araba.
Nella zona delle rovine greco-romane invece si
possono apprezzare i risultati dei lavori della Mis
sione archeologica che vi opera dal 1988. L'area
monumentale del dromos e del tempio stata nuo
vamente liberata dalla sabbia e sono stati riporta
ti alla luce i resti dei due chioschi in pietra che
interrompono la via processionale (Fig. 82). L'area
interna al temenos del tempio attualmente molto
degradata e poche sono le parti ancora riconosci
bili; anche il suo imponente muro di cinta in mat
toni crudi stato raso al suolo. Il tempio e l'area
ad oriente di esso sono attualmente oggetto di
scavi e studi eseguiti secondo le tecniche pi avan
zate, la cui pubblicazione stata ormai da tempo
annunciata. Le aree scavate negli anni Trenta dalla
Missione italiana sono completamente reinsabbia
te e i singoli edifici irriconoscibili.
2. Gli scavi
2.1. Gli scavi di Grenfell e Hunt (1899-1900)
e di Rubensohn (1902)
Il centro abitato fu per la prima volta ogget
to di scavi per opera di B.P. Grenfell e A.S.
Hunt273, che vi lavorarono per tre mesi e mezzo
fra il 1899 e il 1900 per conto dell'University of
California. Essi non pubblicarono mai un vero e
proprio rapporto di scavo: le uniche notizie in
merito furono edite in due brevi articoli che illu
strano quasi esclusivamente i grandi ritrovamenti
di papiri (Grenfell-Hunt 1900; Iid. 1901a)274. L'ec
cellente stato di conservazione del sito, che si pre
sentava allora poco manomesso dai sebbakhin, fu
notato e spiegato dagli studiosi con la relativa lon
2 Gallazzi 1995, p. 7.
270 Cf. infra capitolo XX.
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Capitolo VII
181
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Capitolo VII
3. Le necropoli
Nella Campagna del 1899-1900, Grenfell e
Hunt non si limitarono a scavare nel centro
197
4. Conclusioni
La storia e lo sviluppo urbano di Tebtynis
si stanno delineando grazie ai nuovi scavi che
vi si conducono dal 1988 secondo un rigoroso
metodo stratigrafico. Purtroppo ancora poco si
198
Capitolo VII
199
200
Capitolo VII
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
Temple de Soknebtynis.
Dromos.
Branche du dromos se dirigeant vers l'ouest.
Premier kiosque.
Deuxime kiosque.
Secteur du quarlier grco-romain partiellement
fouill par B.P. Grenfell et A.S. Hunt (1899-
(7)
(8)
(9)
(10)
Fig. 83 . Fotografia aerea della parte meridionale del kom scattata nel 1 934.
201
202
Capitolo VII
NORD
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D E S E RT O
Fig. 84. Planimetria del settore scavato da Anti durante la prima Campagna.
203
O
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Fig. 85. Pianta del settore di scavo del 1988: gli edifici 3000, 4000 e 5000.
204
Capitolo VII
Fig. 88. Pianta degli edifici del settore Nord scavati nel 1989.
205
206
Capitolo VII
Fig. 89. Pianta degli edifici del settore Sud scavati nel 1989: le strutture del livello superiore.
1
Fig. 90. Pianta degli edifici del settore Sud scavati nel 1989: le strutture del livello inferiore.
207
208
Capitolo VII
DROMOS
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VESTIBOLO
BgEr
TEMPIO DI SOKNEBTYNIS
10
20 m
01
Fig. 94. Evoluzione di un quartiere d'abitazione dal III a. C. (a) al II dC. Co)
10 m
209
210
Capitolo VII
Fig. 95. Settore di scavo del 1994 situalo ad list del tempio di Soknebtynis: in evidenza tre fasi edilizie susseguitesi dall'epoca
pretolemaica al I a.C.
211
Fig. 96. Fotografia aerea RAF del 1955 Nel deserto, a deatra, riconoscibile il kom con il tempio di Soknebtynis e il dromos.
CAPITOLO Vili
1. Il sito
Il kom, il cui nome, attribuitogli dai beduini,
significa la "Citt del rame", si trova a Sud-Ovest
di El-Gharaq, a circa 800 m di distanza dalle
attuali coltivazioni. L'area stata invasa negli ulti
mi anni da una serie di dune, tre delle quali
hanno quasi interamente ricoperto l'antico centro
abitato. Le rovine pi cospicue si trovano sulla
sommit di una piccola altura di una decina di
metri. Si tratta dei resti di una struttura in mat
toni cotti nelle cui vicinanze giacciono i frammenti
di due o tre colonne in calcare e un capitello,
forse corinzio, in cattivo stato di conservazione.
Intorno al sito vi sono numerose aree caratte
rizzate da un'alta concentrazione di frammenti
ceramici; sono inoltre ancora riconoscibili i resti
di almeno due edifici in mattoni cotti caratteriz
zati da vasconi intonacati con calce bianca. Ad Est
delle rovine vi sono aree in cui emerge dalla sab
bia uno strato di colore marrone, molto compat
to, costituito probabilmente da depositi lacustri.
2. Gli scavi
2.1. Gli scavi di Jouguet e Lefebvre (1902)
Il luogo era gi noto a Grenfell e Hunt che
probabilmente lo visitarono nel 1898-99, nel
corso delle loro esplorazioni volte all'individua
zione di siti nuovi da scavare, ma lo ritennero
privo di interesse e insignificante (GrenfellHunt-Hogarth 1900, p. 64).
214
Capitolo Vlii
215
2.3. Il Fayum Survey Project (1997)
Il sito stato oggetto di una nuova prospe
zione nell'aprile-maggio 1997 da parte di una
Missione diretta da D. Rathbone, che aveva come
scopo la documentazione dell'area archeologica
attraverso la sua rilevazione planimetrica genera
le e lo studio dei materiali significativi visibili in
superficie356. Il tempio di Heron scavato dal Jouguet non stato riconosciuto, anche perch la
zona ha subito notevoli mutamenti di superficie
essendo attualmente occupata da cinque grandi
dune di sabbia che si spostano lentamente verso
Sud. Il ho m presenta ancora una stratigrafia
archeologica di grande interesse e che raggiunge
anche i 20 m di altezza. Numerose sono le aree
identificate come sede di laboratori per la lavo
razione dell'uva, dei pesci, in particolare del
pescegatto, e di altre manifatture. Pochi sono gli
edifici riconoscibili in superficie, come ad esem
pio una possibile chiesa tardo romana a cui dove
vano appartenere le colonne e il capitello in cat
tivo stato di conservazione situati sulla sommit
dell'altura.
Gli oggetti e la ceramica raccolta attestano
che il sito fu abitato dal III a. C. fino all'inizio del
VII d.C.
3. Le necropoli
Due sono le necropoli scavate da Jouguet e
Lefebvre nel 1902, quella degli abitanti di Magdola e quella dei coccodrilli. Nelle sepolture di
epoca romana, le pi vicine all'abitato e le pi
facilmente riconoscibili, non fu trovato nulla,
mentre pi ricche risultarono quelle tolemaiche,
situate su un pendio 700-800 m verso Sud (Jou
guet 1902, pp. 348-352). L'individuazione di que
ste tombe fu possibile grazie ai numerosi fram
menti di ceramica sparsi sulla superficie e ai tipici
picchetti che indicavano la presenza di una sepol
tura. Le tombe erano a fossa, quelle pi mode
ste, profonde 2 m, talvolta con un sarcofago in
legno o in terracotta, oppure erano a pozzo, sul
cui fondo si aprivano uno o pi alloggiamenti per
i sarcofagi che spesso erano fabbricati con assi di
palma, in terracotta e pi raramente in legno con
decorazioni dipinte (Jouguet 1902, p. 348). La
maggior parte delle mummie aveva un rivesti
mento di cartonnage quasi sempre di papiro: in
totale si rinvennero 60 mummie con cartonnages
in buono stato di conservazione costituiti da
papiri documentari in greco e demotico databili
al III-II a.C. (Jouguet (ed.) 1907; Id. 1912).
4. Conclusioni
A tutt'oggi Kom Medinet el-Nihas resta uno
dei siti meno noti del Fayyum, dal punto di vista
archeologico, nonostante vi siano stati effettuati
scavi regolari. Da quanto si pu osservare anco
ra oggi, il kom uno dei meglio conservati e cer
tamente varrebbe la pena di riprenderne gli scavi,
anche per poter capire e studiare il suo impian
to urbano. Particolarmente interessante la
recente acquisizione che il sito si trovava sulle
rive di un lago, probabilmente di acqua dolce,
come sembrerebbero testimoniare le installazioni
di pescatori di pescegatto rinvenute sulla sua riva.
Si pu ipotizzare, ma ci andr verificato con
ulteriori ricerche nella zona, che questo fosse il
lago che occupava il bacino di El-Gharaq.
216
Capitolo Vlii
Fig. 97.
Fig. 98. Edifcio in mattoni cotti con vasca quadrangolare intonacata, situato alla base del kom.
CAPITOLO IX
1. Il sito
Kom Medinet Ghoran358 si trova nel deserto
a Nord-Ovest di Kom Medinet Madi; il centro
abitato, di piccole dimensioni e di cui rimango
no pochi resti, situato su una altura rocciosa di
forma allungata e appiattita che si affaccia a
Nord-Ovest su una depressione. Ad Est anco
ra riconoscibile la necropoli mentre ad Ovest, a
poca distanza dal kom, vi un grande affiora
mento di argille bianche con fossili di cernia.
Il centro abitato in cattivo stato di conser
vazione e gli edifici sembrano crollati ormai da
tempo e non sono, come invece accade di solito,
sepolti dalla sabbia; si riconoscono ancora pochi
tratti di muri, per lo pi costruiti con scaglie di
pietra calcarea locale posta in opera a secco. Le
stesse scaglie si trovano in abbondanza sparse
sulla superficie dell'area archeologica e costitui
vano probabilmente il materiale da costruzione
pi usato a Ghoran. Apparentemente poco uti
lizzato erano il mattone crudo, di cui rimangono
pochi tratti di muri costruiti con mattoni di argil
la verdastra (36 x 18 cm)359, e quello cotto. Sulla
collina pi alta vi sono i resti di un edificio
costruito con blocchi squadrati di calcare.
Sulla superficie oltre ai frammenti di cerami
ca di uso comune si notano alcuni piccoli pezzi
di granito rosso, probabilmente parti di macine.
2. Gli scavi
2.1. Gli scavi di Jouguet (1901)
Nel 1901, nel corso degli scavi a Medinet
Madi, P. Jouguet360 acquist alcuni frammenti di
218
Capitolo IX
3. La necropoli
La necropoli, situata su uno stretto e lungo
dosso 20 m ad Est dell'abitato, fu scavata da Jouguet nel 1901 (Jouguet 1901, pp. 401-411). Essa
si estendeva per circa 500 m e le tombe, il cui
numero stato stimato fra le 5.000 e le 6.000,
erano sistemate in modo irregolare, molto distan
ziate le une dalle altre all'estremit occidentale,
molto ravvicinate invece nella zona centrale ed
orientale. Le pi modeste erano le pi vicine
all'abitato e fra di esse si sono trovate anche
sepolture di animali (cani, montoni); le fosse
erano poco profonde a causa della presenza di
roccia calcarea sottostante. I defunti erano depo
sti nella maggior parte dei casi con la testa rivol
ta ad occidente e a fianco dei piedi o della testa
venivano conficcati nel terreno due rami paralle
li, legati ad un terzo orizzontale per mezzo di
corde di palma, o fasci di piccoli rami legati fra
loro. Di questi rami362, quelli di maggiori dimen
sioni erano scolpiti grossolanamente in forma
umana. In altri casi recavano incisi il nome del
defunto e furono interpretati come i probabili
resti della portantina funeraria (Jouguet 1901,
p. 402).
Jouguet suddivise le sepolture in 10 categorie
in base alla loro tipologia:
1. tombe a fossa di tipo molto modesto, con
defunti non mummificati, corredo costituito da
vasellame comune e a volte da una stuoia in fibre
di palma;
2. tombe a fossa contenenti defunti mummi
ficati avvolti in una stuoia di palma e con ele
menti in cartonnages di tela. Il vasellame di cor
redo dello stesso tipo del primo gruppo di
sepolture;
3. tombe a fossa contenenti uno o pi sarcofagi in legno grossolanamente scolpiti in forma
antropoide e deposti a contatto con la roccia;
sulle mummie vi erano spesso elementi in car
tonnages di papiro;
4. tombe a fossa con sarcofago in calcare di
forma vagamente antropoide contenente mummie
di un tipo molto curato e con cartonnages di
papiro363;
5. tombe a fossa scavate nella roccia in cui era
deposto il defunto mummificato e rivestito di cartonnagc; spesso vi era anche un sarcofago in
legno, talvolta riccamente decorato, o in terracot
ta. La fossa era quindi chiusa con lastre di pietra;
6. tombe a fossa in cui vi erano fino a tre
alveoli costruiti in mattoni crudi, con copertura
a volta o a doppio spiovente, ciascuno contenen
te un defunto;
219
220
Capitolo IX
4. Conclusioni
Nonostante il cattivo stato di conservazione del
sito, ritengo che un suo nuovo scavo potrebbe
ancora fornire nuove informazioni per integrare
quanto stato pubblicato dal Jouguet. Le piante
di cui disponiamo sono molto schematiche e par
ziali, ma ci in parte dovuto alle condizioni del
sito che gi nel 1901 non erano buone.
E interessante notare la tecnica edilizia impie
gata negli edifici superstiti, in cui si fatto ampio
uso delle scaglie di calcare locale, mentre poco
attestato sembra essere il mattone crudo. L'uso
delle scaglie di pietra noto anche in altri siti,
come ad esempio a Karanis, dove quasi sempre
limitato alle fondazioni degli edifici, mentre qui il
loro impiego sembra pi generalizzato. Edifici
interamente costruiti in pietre grezze di piccolo
taglio sono noti anche a Soknopaiou Nesos365, tra
i quali si ricordano alcune parti del tempio Sud
del grande temenos. Si pu dunque avanzare l'i
potesi che l'impiego pi o meno diffuso di questa
tecnica muraria sia essenzialmente dovuto alle
caratteristiche dell'ambiente in cui sorsero i centri
abitati e alla presenza diversificata delle materie
prime. Medinet Ghoran sorge in un luogo in cui
abbonda la pietra e scarseggia l'acqua, indispen
sabile per la malta e per la fabbricazione dei mat
toni.
Le case pubblicate sono di pianta quadrata e
presentano alcuni elementi originali rispetto alle
abitazioni di altri siti del Fayyum, nella disposi
zione degli ambienti e nell'impiego di elementi
architettonici decorativi in stile egiziano nelle
porte e nelle finestre.
Sulla base dell'unica pianta parziale di cui
disponiamo sembra si possa dire che il villaggio
era stato concepito secondo uno schema ordina
to, ortogonale, che non sembra tuttavia essere di
tipo regolare366, e con isolati compatti. La via
maggiore posta in luce dagli scavi Jouguet pre
senta sulla planimetria edita un orientamento di
145 N (Jouguet 1901, Fig. 4 p. 390).
Il territorio in cui si situa Medinet Ghoran
non sembra essere particolarmente adatto alle
coltivazioni estese, a causa della presenza della
roccia affiorante e per la sua distanza dagli altri
centri antichi e dall'area coltivata. Nelle fotogra
fie aeree della RAF non riconoscibile alcuna
traccia di canalizzazioni artificiali nei pressi di
questo centro.
22 1
/I
I
Fig. 99. Piante di case scavate dal Jouguet nel settore B.
1
B
U
-c^.
Fig. 100. Pianta di una casa scavata dal Jouguet nel settore A con porta e finestra litiche rinvenute nello stesso edificio.
222
Capitolo IX
CAPITOLO X
1. Il sito
Attualmente il toponimo Kom Medinet
Madi570 nella cartografia egiziana riferito a due
aree archeologiche distanti circa 1 km l'una dal
l'altra. La maggiore, situata pi a Nord, viene
comunemente chiamata Medinet Madi, mentre
l'altra Kom Madi. I due siti saranno qui trattati
separatamente poich non ancora ben chiaro
quale sia stato il rapporto tra essi, se cio effetti
vamente Kom Madi sia stata la necropoli tole
maica di Medinet Madi/Narmouthis o, come
alcuni studiosi sostengono, un centro autonomo.
Medinet Madi si trova nel deserto a Nord-Ovest
della depressione nota col nome di El-Gharaq, al di
l di due canali artificiali che corrono vicini e paral
leli, scavati in epoche diverse, che la separano dalle
coltivazioni. Il kom ha un aspetto imponente per
vastit e altezza, elevandosi sul deserto circostante
piatto e roccioso per circa una decina di metri; la
sua forma arrotondata e si allunga in forma di
goccia verso i canali: pi larga e alta a Nord, scen
de con una leggera pendenza, restringendosi verso
Sud. Pochi sono gli edifici riconoscibili in superfi
cie poich il vento che batte costantemente la zona
ha ricoperto rapidamente di sabbia ci che stato
portato alla luce dagli scavi archeologici, dando alla
superficie un aspetto uniforme, caratterizzato dalla
presenza di avvallamenti e di monticelli sparsi ovunque, in cui molto difficile riconoscere strade o edi
fici. Le uniche strutture ancora visibili sono il tem
pio di Renenutet all'estremit nord-occidentale del
kom, un tratto del suo dromos (Fig. 103) e parti di
alcuni edifici e chiese scavati in questi ultimi anni.
2. Gli scavi
2.1. Le prime ricerche di Jouguet (1900)
e di Zucker (1910)
La localit era nota fin dai tempi della Spedizione
224
Capitolo X
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Capitolo X
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Capitolo X
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230
Capitolo X
fondo della cappella (Vogliano 1938, pp. 536537); nei pressi si rinvennero alcune sculture
raffiguranti due Bes e due leoni.
Nello stesso settore, all'altezza del secondo
vestibolo, furono indagati alcuni edifici situati a
ridosso del muro di cinta; in uno di essi, in ori
gine abitato probabilmente da un alto sacerdote,
furono trovati all'interno di una stanza decorata
con riquadri dipinti 1555 ostraka databili al
II d.C., demotici, demotico-greci, greci e grecodemotici399. Una parte di essi era stata riposta in
modo ordinato all'interno di due grandi reci
pienti in argilla400 situati al di sotto del piano
di calpestio di epoca copta. In una piccola casa
situata sul lato occidentale del temenos si rinven
nero piccoli oggetti e alcuni ostraka di non gran
de interesse. Tutti questi edifici risultarono esse
re stati rimaneggiati e utilizzati fino all'epoca
bizantina.
Un altro settore di scavo si trovava sulla via
processionale, di cui si liber un altro tratto verso
Sud: furono poste in luce coppie di sfingi dispo
ste a distanza regolare di 10 metri l'una dall'al
tra. Lo scavo del dromos non fu completato fino
al chiosco, che invece fu interamente messo in
luce in questa Campagna401; al di l di esso alcu
ni sondaggi accertarono che il dromos prosegui
va ancora verso Sud. Il chiosco, di cui fu pub
blicata una pianta (Vogliano 1938, pp. 538-540,
Fig. 73), era in buono stato di conservazione e
sembra essere stato racchiuso in un cortile pi
ampio, come accade anche a Tebtynis. Esso misu
rava 8,20 x 11,40 m (Fig. 110) ed aveva il muro
perimetrale alto 3 m su cui si conservavano solo
due rilievi raffiguranti una sfinge (Vogliano
1939a, Pl. CXXIX) e una scena di adorazione da
39' Per porre in luce quest'area monumentale fu impiegato
molto tempo perch si dovette prima rimuovere la discarica degli
scavi degli anni precedenti, che era stata collocata in questo punto,
in cui si riteneva non vi fossero antichit di qualche interesse. Essa
fu spostata pi a Nord e parte del materiale di scarto venne fatto
scivolare lungo il pendio settentrionale del kom.
39S Non specificato se questa strada sia stata effettivamente
trovata e quale direzione seguisse.
399 Questi ostraka furono tutti fotografati, quindi furono man
dati in casse al Museo del Cairo e per molti anni se ne persero le
tracce. Recentemente sono stati ritrovati nei magazzini del Museo
e un gruppo di 66 in demotico e ieratico sono stati pubblicati in
Gallo 1997. Un gruppo di 33 in demotico furono editi da Brescia
ni, Pernigotti e Betr (1983), mentre quelli greci, 131 in tutto, da
Pintaudi e Sijpesteijn (1993). Non ancora del tutto chiara la natu
ra dell'archivio di cui facevano parte. Cf. inoltre Vogliano-CinottiColombo 1953, pp. 508-515.
400 Non chiaro da questa descrizione di che tipo di recipienti
si tratti e se siano di argilla o di terracotta.
401 p\iel rapporto di scavo relativo alla prima Campagna,
Vogliano afferma di aver posto in luce in due giorni di lavoro il
chiosco, ma ne d una descrizione estremamente sommaria e anche
inesatta che lascia immaginare la superficialit del lavoro svolto in
quell'occasione (Vogliano 1936, p. 7).
23 1
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Capitolo X
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Capitolo X
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Capitolo X
3. Le necropoli
La prima necropoli di cui si ha notizia fu
individuata da P. Jouguet nella striscia di terra
desertica situata fra Medinet Madi e Kom Madi;
la superficie era cosparsa di ossa e numerose
depressioni circolari lasciavano intendere che le
sepolture erano gi state violate da tempo. Alcu
ni sondaggi stabilirono che si trattava di tombe
di epoca tolemaica, a volte riutilizzate in epoche
successive e talvolta simili a quelle rinvenute a
Kom Medinet Ghoran (Jouguet 1901, pp. 383384). Esse furono suddivise in tre categorie:
1) tombe a fossa semplice; 2) tombe a fossa con
sarcofago in pietra; 3) cellette in mattoni crudi
con o senza sarcofago in terracotta (Jouguet
1901, p. 407 n. 1). Secondo Jouguet questa dove
va essere la necropoli pi modesta di Medinet
Madi e probabilmente nel deserto circostante
doveva esservene un'altra pi ricca, che tuttavia
non mai stata trovata.
Una necropoli tarda composta di poche
tombe saccheggiate fu individuata a Nord-Est del
kom nel corso di un sopralluogo effettuato da
F. Zucker e W. Schubart nel gennaio 1910 (Mller 1971, p. 44).
Nel corso della terza Campagna di Vogliano
237
4. Conclusioni
Nonostante la pluriennale attivit di scavo nel
sito di Kom Medinet Madi poco si sa ancora del
suo impianto urbano, della trasformazione che ha
avuto nel corso dei secoli e della sua stratifica
zione. I numerosi rapporti di scavo sono ancora
tutti preliminari e come tali non forniscono
dettagliate descrizioni e piante degli edifici rin
venuti. Mancano ancora studi sulle tecniche edi
lizie, sulle tipologie dei mattoni e gli schemi di
posa in opera, sulle tipologie delle case e sulla
ceramica rinvenuta.
Gli edifici posti in luce dagli scavi Bresciani
sono tutti piuttosto grandi, almeno quelli sui lati
del dromos, e denotano una certa ricchezza, non
solo per la loro vastit ma anche per i materiali
edilizi impiegati, come il legno e il calcare. Le pla
nimetrie di questi edifici, per la maggior parte abi
tazioni private, sono particolarmente complesse e
si discostano nettamente da quelle fino ad ora
note nel Fayyum429. Esse sono caratterizzate dalla
presenza di un grande ambiente con numerose
nicchie alle pareti, alcune delle quali di grandi
dimensioni e decorate con semipilastri; non rara
inoltre la presenza di colonne, per lo pi in cop
pia e situate nella stanza di accesso. Il legno uti
lizzato sia in forma di rami e pali inseriti nei muri
per renderli pi solidi e stabili sia come travi
238
Capitolo X
239
240
Capitolo X
Fig. 104. Annessi del tempio costruiti all'interno del temenos, lungo il lato orientale.
242
Capitolo X
Fig. 107. Schizzo tratto dagli appunti di scavo del 1910 di Zucker e Schubart
244
Capitolo X
Fi. 108. Ricostruzione e pianta del tempio di Renenutet risalente alla XII dinastia.
246
Capitolo X
Fig. 110. Pianta del chiosco sul dromos scavato dal Vogliano.
Fig. 111. Carta topografica dell'area del dromos: in evidenza la piazza scavata da E. Bresciani nel 1966
247
Fig. 112. Edificio di possibile destinazione pubblica rinvenuto nel 1967: pianta del suo assetto originale e delle modifiche
apportate successivamente.
248
Capitolo X
OVEST III
U
OVEST I
Fig. 114. G// edifici del settore di scavo ad Ovest del dromos, pianta e sezione.
249
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Capitolo X
25 1
252
Capitolo X
Fig. 117. Fotografia aerea RAF del 1955 Nel deserto, a destra, presso il canale artificiale, riconoscibile il kom con il tempio
di Renenutet e il dromos.
CAPITOLO XI
Kom Madi
1. Il sito
Kom Madi un sito di dimensioni medio
piccole, di forma circolare, situato circa 1 km a
Sud-Est di Medinet Madi, in una lingua di terra
desertica che si incunea nell'area coltivata del
bacino di El-Gharaq. Le coltivazioni si trovano a
poca distanza dall'area archeologica e la circon
dano da Est a Ovest sul versante meridionale.
Attualmente la sua superficie, rialzata di alcuni
metri sulla pianura circostante, piuttosto piatta
e presenta, come di consueto, avvallamenti e pic
cole colline; ovunque si notano sparsi sulla super
ficie mortai litici, contrappesi in calcare per pres
se e una grande quantit di frammenti di
ceramica439. Inoltre si intravedono poco sotto la
sabbia numerose strutture in mattoni crudi.
Pochi sono gli edifici affioranti e riconoscibi
li, il maggiore dei quali un tempio in mattoni
crudi di cui spicca il portale di accesso in bloc
chi di calcare squadrati e levigati, che conserva
ancora m situ l'architrave. Il tempio, che stato
scavato nel 1977 dalla Missione diretta da E. Bre
sciani, ora quasi completamente sepolto dalla
sabbia e la sua planimetria non pi pienamen
te riconoscibile (Fig. 118). A poca distanza verso
Sud-Est sono appena visibili i resti della cappel
la dedicata al culto di Imhotep, attualmente
molto degradata, e, pi oltre, la cappella di
"Alessandro Magno"440 entrambe scavate nel
1977-78. Ben riconoscibile una piattaforma a
pianta pressoch quadrata (m 3,1 x 3,5 ca.)
costruita con blocchi di calcare e situata circa 200
m a Sud del tempio, anch'essa posta in luce dalla
Missione italiana ma di cui non si conosce la fun
zionalit. Essa presenta lo stesso orientamento del
tempio, ma non si trova sul suo asse.
2. Gli scavi
All'inizio della prima Campagna di scavo nel
Fayyum (1900-1901) P. Jouguet sost per breve
tempo a Kom Medinet Madi, esplorando e fecendo piccoli sondaggi nei due kiman della zona
(Kom Medinet Madi e Kom Madi) e in una necro
poli situata nell'area desertica che li separava. Egli
era convinto che le due aree archeologiche corri
spondessero a due distinti centri abitati, di cui
quello pi orientale (Kom Madi) doveva essere il
minore e il pi antico. Il kom era percorso da muri
affioranti dalla sabbia, che furono datati all'epoca
tolemaica in base alla dimensione dei mattoni
impiegati nella loro costruzione (Jouguet 1901,
p. 383). I sondaggi effettuati sul sito non diedero
esiti degni di essere pubblicati: di essi si dice sol
tanto che furono spinti in profondit e che dimo
strarono la presenza di un enorme ammasso di
sebbakh ma non del tipo adatto alla conservazio
ne dei papiri. Secondo gli abitanti del luogo, i sebbakhin rinvennero in questo kom una grande sta
tua in terracotta raffigurante la dea Isi.
Particolarmente interessante la breve descri
zione di un immense champ de ruines situato a
Nord e ad Est di questo kom, ricoperto di pietre e
di collinette a volte assai elevate, con tratti di muri
e di torri costruiti con pietre a secco, di cui Jouguet
non fu in grado di stabilire una datazione, a causa
dell'assenza di ceramica in superficie, ma che inter
pret come torri di guardia (Jouguet 1901, p. 384).
254
Capitolo XI
Kom Madi
255
256
Capitolo XI
3. La necropoli
Come si gi detto per Medinet Madi, il ter
ritorio desertico situato tra le due aree archeologiche fu esplorato nel 1900 da Jouguet, che vi
individu una necropoli gi saccheggiata e con
tombe piuttosto modeste; tutt'intorno la superfi
cie era cosparsa di ossa e di numerose depres
sioni circolari. Alcuni sondaggi effettuati stabili
rono che si trattava di tombe di epoca tolemaica,
a volte riutilizzate in epoche successive (Jouguet
1901, pp. 383-384). Ancora oggi non chiaro a
quale insediamento fosse pertinente questa necro
poli, se a Narmouthis o ad un altro centro.
Numerosi sono infatti i villaggi attestati dai papi
ri che dovevano trovarsi in questa zona.
4. Conclusioni
Come si visto, il kom rimane ancora da sca
vare e le poche ricerche che vi sono state con
dotte non hanno portato alla sua identificazione.
Se infatti la cappella di culto cos detta di Ales
sandro Magno sembra attestare la presenza di
strutture funerarie, gli altri edifici portati alla luce
e tutto ci che si trova in superficie farebbero
invece ritenere che si tratti delle rovine di un inse
diamento. La mancanza di ossa in superficie e la
presenza al contrario di attrezzi di uso comune,
come i mortai e i contrappesi litici cos frequen
ti negli antichi centri del Fayyum (Fig. 119), e di
grandi quantitativi di ceramica deporrebbero a
favore di questa ipotesi448. Anche il ritrovamento
di forni, di silos e di strutture abitative presso il
tempio e la "cappella di Alessandro" testimonia
attivit non necessariamente connesse con una
necropoli. La presenza di tali strutture, datate
all'epoca tardo-romana449, al centro di una pre
sunta necropoli tolemaica piuttosto insolita, a
meno che non le si debba interpretare come ser
vizi per il personale addetto al culto nel tempio e
Kom Madi
257
258
Capitolo XI
Kom Madi
JI
JT!
-il1
LJt
Coup A_A
Coupt B_B
Ceupe C _C
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Capitolo XI
Kom Madi
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Capitolo XI
Kom Macli
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Fig. 126. Fotografia aerea RAF del 1955 In basso a destra si vede Kom Madi in parte circondato dalle coltivazioni A sinistra,
oltre il grande canale artificiale parzialmente visibile Kom Medinet Madi
CAPITOLO XII
451 Studi circostanziati su questo lago non sono mai stati eseguiti;
restano pertanto incerte la sua storia e la sua formazione. La sua pre
senza documentata in diversi periodi storici: Bonneau 1982, p. 181
n. 4. Il termine gharaq indica una depressione che trattiene per tutto
l'anno le acque dell'inondazione del Nilo: Alleaume 1992, p. 311 n. 24.
452 Nonostante l'indubbia importanza storica e archeologica di
questa tomba non mi soffermer a descriverla poich essa risale ad
un periodo storico non contemplato in questa ricerca.
455 Cf. Bresciani-El-Naggar 1983, pp. 153-154, Tav. IV. Le due
basi erano ancora in situ nel febbraio 1993.
454 II sito ben visibile nelle fotografie aeree della RAF: 13
RAF 2344 F12 Nrr. 0059-61, aprile 1955. Secondo Arnold, il kom
si estende per 600 x 300 m (Arnold 1966, p. 108); secondo Rathbone, invece, il centro abitato misura 500 x 350 111 e l'intera area
archeologica si estende per ca. 1 km.
455 Grenfell e Hunt riferiscono che tali cartonnages furono rinve
nuti in una localit, il cui nome non specificato, distante six miles
to the east da Tebtynis (Grenfell-Hunt 1901a, p. 378). L'indicazione
del punto cardinale Est quasi certamente errata. Infatti ad Est di
Tebtynis non vi sono siti antichi noti; deve perci trattarsi di Kom elKhamsin, che si trova, come essi ricordano in un'altra occasione, about
six miles off da Tebtynis verso Ovest (Grenfell-Hunt 1902, p. 3).
266
Capitolo XII
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Capitolo XII
269
468 Sulla carta 1:25.000 del Survey of Egypt del 1946 (Foglio
71/585) a 1,7 km Sud-Sud-Est di Kom Talit segnata una necro
poli di forma allungata e stretta che probabilmente corrisponde a
quella scavata da Grenfell e Hunt.
469 Fino al 1996 la sua presenza era nota soltanto grazie alla
cartografa in scala 1:25.000 del Survey of Egypt del 1946. Le rovi
ne si trovavano alla quota di 15-16 m s.l.m., in mezzo alle coltiva
zioni e nell'angolo formato da due canali artificiali che suddivido
no questa zona in aree di terreno rettangolari.
470 Queste notizie, ancora inedite e preliminari, mi sono state
comunicate da D. Rathbone. Lo studioso non esclude la possibilit
che il sito fosse occupato anche in periodi precedenti a quelli testi
moniati dalla ceramica raccolta.
471 Secondo l'interpretazione dei due studiosi, i vari rifacimenti
si resero necessari per i crolli verificatisi forse a causa di forti piene.
270
Capitolo XII
27 1
272
Capitolo XII
Fig. 128. Kom Talit: l'area su cui sorgeva l'abitato In primo piano un pozzo circolare e una canaletto.
273
*-,
\\
oc
274
Capitolo XII
Reed Fissure
Vegetation Line
Stone Wall Remains
Quarry
Rock- Cut Channel
Reconstruction
Fig. 130. Ricostruzione della planimetria di Talit proposta da Rathbone. Essa si basa sui dati raccolti nel survey del 1995 e sulla
pianta di Petrie.
275
276
Capitolo XII
MAUERZUG
TEILSTUCK SOLICH
VON GA'AFRA
Fig. 132. Rilievo planimetrico di un tratto del muro-diga situato nei pressi di Etsa.
SEESEITE
soo
LUFTSEITE
!
Fig. 133. Sezione di un tratto del muro-diga di Etsa costrutto in epoca romana con blocchi di calcare.
PARTE TERZA
Meris di Themistos
CAPITOLO XIII
1. Il sito
II luogo in cui sorgeva l'antica Theadelphia485
si trova attualmente circondato dalle coltivazioni
ed lambito a Nord e ad Ovest da tre canali; il
kom inoltre oggi completamente appiattito e
non elevato rispetto alla pianura circostante cos
come lo era alla fine del secolo scorso. Pochi
sono gli edifici ancora riconoscibili: a Nord vi
sono i resti di un alto muro costruito con matto
ni crudi molto compatti (32 x 15 x 11 cm), di un
impasto color giallognolo con molti inclusi di cal
care e privo di elementi vegetali; all'estremo limi
te orientale dell'area archeologica si trova una
piccola collina molto compatta e alta circa
8 metri, formata interamente da scarti di lavora
zione di tipo vetroso e di colore verde scuro e
nero: forse una discarica di un laboratorio arti
giano. Non lontano da essa vi una struttura iso
lata in mattoni cotti di cui restano tre arcate che
facevano sicuramente parte di un edificio pi
complesso ormai scomparso; non chiaro allo
stato attuale di che tipo di edificio possa trattar
si e dove potessero essere situate tali arcate, tut
tavia il fatto che i muri attualmente visibili siano
interamente intonacati con calce suggerisce che
essi fossero a vista anche in origine486.
Sul lato meridionale del kom si conservano
quattro elementi quadrangolari in mattoni cotti,
disposti fra loro in modo ortogonale, al cui inter
no vi sono cavit circolari intonacate con calce,
destinate probabilmente a contenere dei liquidi che
venivano immessi da fori praticati sulle loro pare
ti di fondo, pi alte delle altre (Fig. 135). Le quat
tro vasche, dall'aspetto simile a fontane, avevano
fatto parte probabilmente di un unico edificio e
280
Capitolo XIII
2. Gli scavi
2.1. Da Grenfell e Hunt (1899) a Lefebvre (1908)
L'esplorazione delle rovine di Kharabet Ihrit
iniziata nel 1899 sul finire della Missione 189899 di Grenfell e Hunt. In meno di tre settimane
essi scavarono nel centro abitato e nella necro
poli, ma il mancato ritrovamento di papiri di una
certa importanza li indusse ad abbandonare le
ricerche. Lo scavo inizi nella necropoli per poi
passare alle case del centro, che in breve tempo
restituirono alcuni documenti scritti dai quali fu
possibile identificare la localit con l'antica Theadelphia (Grenfell-Hunt 1899, p. 12).
I ricercatori britannici pubblicarono due brevi
rapporti su questo scavo (Grenfell-Hunt 1899;
Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, pp. 51-61), entram
bi privi di planimetrie e di particolareggiate
descrizioni delle case poste in luce; da essi si rica
va solo un'idea sommaria del tipo di edifici tro
vati e dello stato di conservazione del sito. Parti
colarmente interessanti e "preziose" sono le
fotografie allegate al volume Faym Towns, che
documentano alcuni gruppi di oggetti rinvenuti e
offrono una testimonianza unica488 dell'aspetto
che avevano in quel momento il kom e il paesag
gio circostante. Secondo la descrizione di Gren
fell e Hunt, l'area archeologica, situata a quel
tempo in pieno deserto, aveva la stessa lunghez
za di quella di Qasr el-Banat, ma era pi stretta
e la superficie risultava meno ondulata, cos che
il kom aveva la forma di un rilievo di forma cir
colare, di cui la parte pi alta si trovava al cen
tro. In apparenza le colline che lo componevano
erano meno alte di quelle di Qasr el-Banat poi
ch la loro formazione era completamente artifi
ciale, essendo stata la citt fondata su un piano
ro privo di dislivelli. In sguito allo scavo di
entrambe le localit poste a confronto si stabil
che in realt le colline di Kharabet Ihrit erano di
gran lunga pi alte di quelle di Qasr el-Banat rag
giungendo l'altezza di 4,50 m anzich di 2,40 m
(Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, p. 51). L'area a
Sud era occupata da antiche discariche che for
mavano monticelli che in parte ricoprivano gran
di spazi recintati da muri; uno di essi era com
posto di cenere mentre gli altri erano gi stati
manomessi dai sebbakhin e non sembravano con
tenere afsh Anche altre aree del kom erano state
scavate dai sebbakhin ma solo poche case e un
tempio erano stati completamente messi in luce.
Le indicazioni che forniscono Grenfell e
Hunt nel rapporto di scavo circa le aree da essi
281
282
Capitolo XIII
283
284
Capitolo XIII
285
286
Capitolo XIII
3. Le necropoli
Non noto se vi fosse pi di una necropoli
a Theadelphia; una stata individuata e scavata
da Grenfell e Hunt nel 1899. La loro esplorazio
ne di Kharabet Ihrit inizi proprio dalla necro
poli511 che si trovava ad Ovest del centro abitato
e ad una certa distanza da esso, distanza che per
non stata quantificata (Grenfell-Hunt-Hogarth
1900, pp. 54-61). Essa risult pi estesa di quel
la di Qasr el-Banat e anche pi fruttuosa dal
punto di vista dei rinvenimenti, e per questa
ragione fu indagata in maniera pi estesa. Le
tombe si trovavano in una sorta di leggero avval
lamento e perci erano state danneggiate dall'u
midit, ma furono trovate intatte. Dal punto di
510 Nella stessa occasione Yeivin rinvenne un'analoga struttu
ra a Bakchias, ma l'interpretazione di entrambe resta dubbia.
511 Non chiaro quanto tempo sia stato dedicato allo scavo
del centro abitato e della necropoli, poich gli stessi ricercatori si
contraddicono su questo punto: da un lato dichiarano di aver sca
vato complessivamente per tre settimane, ma poi affermano anche
che l'esplorazione della necropoli ebbe luogo nelle prime tre setti
mane del loro soggiorno a Kharabet Ihrit: Grenfell-Hunt-Hogarth
1900, pp. 51, 55.
287
4. Conclusioni
II centro abitato di Theadelphia stato com
pletamente saccheggiato in ogni sua parte fino ad
essere ridotto ad una spianata in cui solo pochi
elementi sussistono. Significativamente ci che
rimasto consiste di poche strutture architettoni
che in mattoni cotti, una parte di un alto muro
costruito con mattoni crudi di colore giallogno
lo, privi di elementi organici, e di una collinetta
costituita da materiali sterili di tipo vetroso, scar
ti di lavorazione di un qualche laboratorio arti
giano. Tutti questi elementi sono sterili e dunque
512 Purtroppo gli studiosi non specificano mai il numero delle
sepolture dei vari gruppi, le loro dimensioni e l'orientamento dei
corpi.
5 1 5 Potrebbe trattarsi di edifici analoghi per funzione a quello rin
venuto nella necropoli di Tebtynis: Grimal 1995, p. 589. In proposito
si veda anche, all'interno del presente volume, il capitolo VII, 3.
288
Capitolo XIII
289
Fig. 136. Piante e sezioni di case portate alla luce nel 1902
Fig. 137. Pianta dell'edificio portato alla luce dal Lefebvre e interpretato come un tempio
291
292
Capitolo XIII
293
Fig. 139. Fotografia aerea RAF del 1955 In alto a destra il kom di Qasr el-Banat, di forma circolare, completamente circon
dato dai campi coltivati; al centro il kom di Kharabet Ihrit, di forma irregolare e circondato da canali artificiali
CAPITOLO XIV
1. Il sito
Il kom noto come Qasr el-Banat, contraria
mente agli altri siti antichi noti di questa zona,
oggi completamente circondato dalla vegetazione
e all'interno dell'area coltivata, ad Est del Bahr
Qarun. Proprio per questo forse in cattivo stato
di conservazione e la sua superficie completa
mente appiattita: pochissime sono le strutture
riconoscibili, in mattoni cotti e calcestruzzo, il cui
stato non consente spesso un'interpretazione.
Fra le costruzioni che spiccano sulla distesa di
cocci fittili vi un muro in mattoni crudi (Fig. 140),
molto basso ed eroso, che si sviluppa da NordOvest a Sud-Est per circa un centinaio di metri.
Non lontano da esso, a Sud-Est, vi una costru
zione cilindrica in mattoni cotti, conservata per
circa 1,50 m in altezza, probabilmente pertinente
ad una struttura termale; nei pressi infatti si nota
no ancora parti di pavimentazioni in calce, in cui si
conservano a tratti delle canalette, forse per le acque
di scolo. I resti di un altro bagno sono visibili pi
a Nord: si tratta di due pavimentazioni circolari con
dieci vasche-sedile ciascuna, disposte fianco a fian
co sulla circonferenza e caratteristiche dei bagni del
tipo a tholos (Fig. 141). Dell'edificio restano inoltre
frammenti di pavimentazioni in calcestruzzo.
Su tutta la superficie dell'area archeologica vi
uno strato continuo di frammenti di ceramica
ellenistica e romana di tipo comune.
296
Capitolo XIV
3. La necropoli
La necropoli di Euhemeria stata scavata per
due settimane da Grenfell e Hunt al termine del
loro soggiorno a Qasr el-Banat (Grenfell-HuntHogarth 1900, pp. 61-62). Essa si trovava a Sud
4. Conclusioni
Euhemeria un piccolo insediamento abba
stanza ben conosciuto grazie alla documentazio
ne scritta che vi stata rinvenuta (Hohlwein
1949), ma completamente ignoto dal punto di
vista archeologico e urbanistico. Solo in una
occasione stato oggetto di scavi regolari525 a
causa del suo aspetto relativamente modesto e
dello sfruttamento operato dai sebbakhin che pre
sto lo fecero ritenere un sito poco promettente o
esaurito in relazione alla possibilit di rinvenire
papiri. Nessun rilievo topografico del centro o di
singoli edifici mai stato pubblicato cos che, in
considerazione dello stato attuale delle rovine e
della mancanza di descrizioni adeguate, non pi
possibile ricostruire nemmeno ipoteticamente la
sua planimetria e la sua stratigrafia526.
297
298
Capitolo XIV
e se essi siano identificabili con il grande recinto situato al centro del kom ricordato da Grenfell e Hunt (Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, p. 44).
La necropoli ormai da tempo scomparsa
sotto le coltivazioni cos come le numerose tracce di antichi canali che solcavano il deserto e che
circondavano l'area alla fine del secolo scorso
(Grenfell-Hunt-Hogarth 1900, p. 43 e Pl. VII a).
Fig. 141. Bagno pubblico a doppia tholos: pavimento e sedili di una di esse.
299
CAPITOLO XV
1. Il sito
Qasr Qarun uno dei siti archeologici che si
incontrano per ultimi all'estremit occidentale del
Fayyum e si trova a 4 km circa dall'attuale costa
del lago, ad una quota sul livello del mare che
risulta fra le pi basse degli insediamenti a noi
noti. Attualmente nel deserto ad Ovest del
canale irriguo (Bahr Qarun) che fu scavato nel
1900 per rendere nuovamente coltivabile questa
zona (Audebeau 1917, p. 186). L'area archeolo
gica si differenzia dalle altre della regione poich
non ha l'aspetto di un vero e proprio kom, ma si
presenta come un campo di rovine di poco rial
zate sul piatto deserto circostante. Pochi sono gli
edifici conservati per una altezza superiore al
metro e mezzo: il tempio, costruito con blocchi
di calcare, un chiosco situato a Sud-Est del tem
pio, un piccolo edificio in mattoni cotti (Fig. 154)
non lontano dal chiosco e poche case.
Solo un tratto della strada che attraversa il
centro abitato passando a Sud del tempio
ancora oggi ben visibile. Tutte le altre vie, com
preso il dromos come anche le abitazioni scava
te negli anni Cinquanta, non sono quasi pi
riconoscibili: la sabbia ha ricoperto tutto rapi
damente anche perch i muri delle strutture si
sono conservati per una 'altezza molto ridotta.
L'area in cui gli edifici sono pi visibili quella
situata a Nord-Est del tempio, dove si nota nelle
murature e nelle fondamenta un uso abbondan
te della pietra sia in scaglie grezze sia in piccoli
blocchi squadrati; i mattoni crudi sono di un
colore grigio scuro, di un impasto ricco di ele
menti organici.
Il tempio stato restaurato con interventi di
2. Gli scavi
2.1. Testimonianze di viaggiatori e di scienziati
Il sito rimase isolato e lontano dall'area colti
vata almeno fino al 1900, epoca in cui si diede
impulso all'agricoltura della regione e iniziarono
i lavori di bonifica che portarono nuovamente
l'acqua in quest'area ormai deserta da tempo. Per
tale motivo risult disagevole raggiungere Qasr
Qarun fino agli inizi del secolo, circostanza che
ha certamente risparmiato il sito archeologico
dagli scavi clandestini ma che ha anche condi
zionato fortemente le ricerche scientifiche, le
quali sono state assai limitate e di breve durata.
Fra le ragioni della scarsa frequentazione del sito
va sicuramente annoverato il fatto che fin dall'i
nizio pochi sono stati i papiri rinvenuti nelle sue
rovine e ci ha contribuito a scoraggiare le ricer
che dei papirologi, che erano e sono gli studiosi
maggiormente interessati agli scavi in questi cen
tri del Fayyum.
Fra il XVIII e il XIX secolo alcuni viaggiatori
e studiosi si spinsero in questo luogo per visitarne
527 Secondo misurazioni fatte eseguire da C. Audebeau, il pavi
mento del tempio si trova a 6,25 m s.l.m. mentre le rovine della
citt circostante si disponevano a quell'epoca fra i 3 m e i -3 m
s.l.m.: Audebeau 1917, p. 182.
528 Schwartz 1949, p. 58.
529 Cf. infra capitolo XX.
53" De Cenival 1980.
302
Capitolo XV
303
minori dimensioni (I), stata rinvenuta a NordOvest del tempio, anch'essa apparentemente
priva di connessioni con edifici vicini.
In superficie erano anche riconoscibili, oltre
al dromos, due altre strade, parallele fra di loro e
al dromos stesso, che attraversavano la citt da
Est a Ovest; quella meridionale terminava presso
tre grandi edifici interpretati come templi di
epoca tolemaica (S)"9 (Schwartz-Wild 1950,
p. 90).
In superficie Schwartz e Wild riconobbero
due altre strutture, una situata all'estremit orien
tale dell'abitato e interpretata, grazie alla presen
za di scorie di lavorazione ancora in situ, come
un laboratorio per la fabbricazione di vetri (D);
l'altra, all'estremit occidentale, come un edificio
termale (K), purtroppo quasi completamente
distrutto dai sebbakbin. A Nord-Ovest essi rico
nobbero anche il perimetro turrito della fortezza
romana (N) che i papiri fanno risalire al IV d.C.
Per mancanza di tempo Wild effettu solo uno
scavo preliminare di questa grande struttura per
determinarne il perimetro, mentre lo scavo vero
e proprio fu rimandato alla seconda Campagna.
Dell'imponente edificio emergevano dalla sabbia
solo il muro Sud, una torretta mediana e un tor
rione d'angolo: seguendo il muro di cinta fu sca
vata una trincea lungo tutto il perimetro esterno
che consent di scoprire un vero e proprio castellum con quattro torri angolari, torrette mediane
e un unico ingresso fortificato sul lato Nord
(Schwartz-Wild 1950, pp. 63-68). Questo era
costituito da un portale in calcare fiancheggiato
all'esterno da due torrette ad U, che immetteva
in un vestibolo costruito con mattoni cotti. La
porta conservava in situ la parte inferiore dei due
battenti in legno ancora chiusi, come furono
lasciati al momento dell'abbandono della fortez
za, ma in cattivo stato di conservazione, tanto che
a contatto con l'aria si polverizzarono. La porta
5(l Si tratta di una Missione congiunta dell'Universit di Gine
vra e dell'IFAO. La decisione di intraprendere scavi in questo
centro fu presa in sguito ad una visita effettuata nel 1946 da
J. Schwartz e M.D. van Berchem: il sito si presentava interessante
nonostante i continui saccheggi dei sebbakhin poich non era mai
stato indagato scientificamente. Inoltre si doveva ancora provare con
certezza che esso fosse identificabile con Dionysias, la citt sede di
una guarnigione romana nota grazie alla corrispondenza di Flavius
Abinneus, in parte conservata nell'Universit di Ginevra (Schwartz
1949, p. 57).
557 Alcuni degli antichi canali furono riconosciuti da Schwartz
e Wild (Schwartz-Wild 1950, p. 4); molti sono visibili nelle foto
grafie aeree scattate nel 1955 dalla RAF e in quelle da satellite del
1990.
538 Cf. il capitolo II dedicato a Kom Aushim (Karanis), 2.2.
559 Durante la Campagna del 1950 sono stati trovati in questa
zona due frammenti di un'epigrafe greca che nomina Tolemeo IV
e Arsinoe (Schwartz 1969, p. 107).
304
Capitolo XV
305
306
Capitolo XV
307
308
Capitolo XV
309
310
Capitolo XV
3. Le necropoli
La necropoli di Dionysias non mai stata
ufficialmente scavata; la sua posizione cono
sciuta grazie alla cartografia egiziana559. La pre
senza di un mausoleo560 a poca distanza dalla citt
verso Sud-Est pu far pensare che la necropoli di
epoca romana fosse sita in quest'area. L'unica
testimonianza a me nota riguardo alla presenza di
possibili sepolture intorno al mausoleo risale al
Belzoni che nel 1819 visit Qasr Qarun, ma resta
pur sempre un'affermazione generica e non altri
menti documentata: ... verso levante sorge una
specie di porta d'una forma ottagona e a qualche
distanza un piccolo tempio greco occupa un pic
colo promontorio, al di sotto del quale sonovi
alcune tombe (Belzoni 1988, p. 327).
4. Conclusioni
Come si visto, la citt stata solo parzial
mente scavata e per questo di essa sappiamo
poco dal punto di vista archeologico e architet
tonico. La sua estensione e la sua planimetria
sono completamente ignote anche se Schwartz e
Wild nella pianta da loro edita nel 1950
(Schwartz-Wild 1950, Pl. II), ancora oggi l'unica,
hanno cercato di disegnare i limiti "apparenti"
dell'abitato e gli assi viari da loro riconosciuti.
Pochi sono gli edifici disegnati in questa plani
metria, in cui peraltro manca qualsiasi riferimen
to all'orografia del terreno, e ogni edificio o stra
da sembra essere isolato dal resto.
Le strade principali erano probabilmente
quelle che andavano da Nord-Ovest a Sud-Est, di
cui solo una attraversava completamente il centro
abitato mentre le altre due terminavano presso gli
edifici religiosi (Fig. 147). Le altre strade erano
pi strette e ortogonali a queste; in totale le vie
disegnate sulla carta sono solo cinque, poche per
poter concludere, come invece fanno Schwartz e
Wild, che la pianta della citt era simile a quella
di Philadelphia, regolare e con vie equidistanti.
Le case e gli edifici posti in luce ad Ovest del
311
312
Capitolo XV
Fig. 143. // naos a tripla cella situato al piano terreno del tempio.
313
314
Capitolo XV
Fig. 144. Tavola del Jomard iralla dalla Description de l'Egypte: lesterno del tempio
315
1.1 l'I.A.NS. KI.KVATIO.V. COCI'KS KT DKTAII.K l TKMIM.K KGYPTIKX.SITI'K VKKS I.KX ) Kli.MITK (HTIDKXTAI.K DI I.AC
AI'PKI.K HIKKKT KI. QKROIW. u i I'I.AXS KT DKTAII.S DI'. l'M SIKt RS A.vnyiTTKS Dli.S KNVIKOXS.
Fig. 145. Tavola del ]omard tratta dalla Description de l'Egypte: sezioni e ricostruzioni del tempio
316
Capitolo XV
'
....
Fig. 146. Planimetrie e sezione del piano terreno e del "terrazzo" del tempio disegnate dal Lepsius nel 1843
31/
318
Capitolo XV
ECHELLE
012545
H.W.
Fig. 149. // settore di scavo Sud posto in luce nel 1948: gli edifici dell'estremit occidentale.
319
ir-
320
Capitolo XV
Fig. 153. Planimetria generale della fortezza disegnata dal Badawy nel 1950.
321
322
Capitolo XV
!W 3
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^
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323
Fig. 156. Fotografia aerea RAF del 1955 Al centro dell'immagine, nel deserto, si distingue l'area archeologica di Qasr Qarun
al cui centro il tempio. Nel deserto sono anche riconoscibili numerosi antichi canali artificiali
CAPITOLO XVI
Medinet Quta
1. Il sito
Medinet Quta anche nota come Yauta o
Medinet Yaquta ed era un piccolo centro abitato
di epoca greco-romana, il cui nome antico e la cui
precisa cronologia restano ancora sconosciuti. Si
tratta del pi occidentale dei centri fino ad ora
noti nel Fayyum, e forse anche il pi impervio,
essendo situato sulle pendici dell'altopiano del
Gebel Qatrani, a circa 8 km di distanza dall'attuale
estremit occidentale del lago (Figg. 157-158).
Il sito attualmente riconoscibile solo grazie
alla presenza di ceramica in superficie e di pochi
mattoni crudi in cattivo stato di conservazione;
gli edifici, se ancora ve ne sono, sono completa
mente coperti dalla sabbia e dal pietrisco crolla
to dal gebel soprastante. L'azione del vento e del
l'acqua piovana oltre a trascinare verso valle e
sull'insediamento un notevole quantitativo di sab
bia e di pietre ha probabilmente agito anche sugli
antichi edifici creando smottamenti e scivolamenti
a valle.
Apparentemente l'insediamento doveva esse
re di dimensioni ridotte e sembra essere stato
costruito su una o pi terrazze naturali la cui for
mazione dovuta all'erosione del calcare di cui
sono costituite queste alture. Nulla attualmen
te riconoscibile, nemmeno la forma approssima
tiva del villaggio.
2. Glii scavi
Pochi e soprattutto mal documentati sono
gli scavi condotti a Medinet Quta571. La prima
notizia relativa all'individuazione di questa loca
lit una breve nota di G. Daressy, che non
326
Capitolo XVI
Medinet Quta
327
3. La necropoli
La necropoli di Medinet Quta resta ancora
oggi sconosciuta nonostante le ricerche effettua
te nel 1937 da Fakhry (Fakhry 1941, p. 909).
4. Conclusioni
328
Capitolo XVI
--
CAPITOLO XVII
330
Capitolo XVII
331
592 Sulla carta 1:50.000 dell'Egyptian General Survey Authority del 1995 (Foglio NH36 - E1d) esso indicato come un'opera
artificiale non utilizzata.
13 RAF 2344 F22, Nrr. 0101, O111, aprile 1955.
Cf. Brown 1892, p. 29 Pl. VII.
595 13 RAF 2344 F22 Nr. 0074, aprile 1955.
596 La distanza che intercorre fra questa traccia di canale e il
Bahr Qarun, nei pressi di Theadelphia, di ca. 1,3 km.
332
Capitolo XVII
Fig. 160. Tracce di argini e canali nel deserto intorno a Philoteris (Medinet
Watfa)
333
PARTE QUARTA
Conclusioni
Conclusioni
337
che pure sono scesi fino ad un livello pretolemaico, non sono stati
ancora pubblicati in extenso.
CAPITOLO XVIII
I siti e il territorio
340
Capitolo XVIII
I siti e il territorio
341
342
Capitolo XVIII
I siti e il territorio
343
344
Capitolo XVIII
/ siti e il territorio
345
346
Capitolo XVIII
I
UJ
/ siti e il territorio
Altimetria
(m s.l.m.)
Localit
Dimai
'Iluet el-Kanais
Qaret el-Rusas
Kom Aushim
Kom Umm el-Atl
Tamiya
Kom el-Hamam
Tell el-Tuba
Kom el-Mansura
Furqus
Kom el-Kharaba el-Kebir
Kom el-Kharaba el-Saghir
Tell Shana
Tell Shinshana
Kom el-Manqul
El-Kom el-Ahmar
Medinet el-Fayyum
Kom Dashusha
Kom Tifeh
Kom Umm el-Boreigat
Kom Talit
Kom el-Khamsin
Tell el-Ma'raka
Kharabet Zakia
Kom Medinet el-Nihas
Kharabet Deir el-Halin
Kom Danjal
Kom Shalaui
Kom Ishaq
Kom Madi
Kom Medinet Madi
Kom Medinet Ghoran
Kom Aliun
Kom Hamuli
Kom el-'Arka
Tell el-Kinisa
Kharabet Shalal
Kharabet Ihrit
Qasr el-Banat
Medinet Watfa
Qasr Qarun
Medinet Quta
Tabella 1.
Cronologia
241/240 a.C. - III d.C.
ep. bizantina (?)
ep. ellenistico (?) - romana
242 a.C. - ep. araba
250 a.C. - 313 d.C.
20
-27
-39
da -11
20
da
-2
25
da
da
-5
-5
17
5
7
347
5
21
23
25
22
da
20
17
15
da 12
6
da 20
/; 50
25
14
25
35
18
15
13
da
21
23
23
9
O
4
8
4
da
10
O
28
348
Capitolo XVIII
Fig. 163. // "corridoio" di El-Labun con in evidenza le dighe El-Bahlawan e El-Scheikh Gadallah
CAPITOLO XIX
Urbanistica e architettura
350
Capitolo XIX
Urbanistica e architettura
351
352
Capitolo XIX
Urbanistica e architettura
333
354
Capitolo XIX
Urbanistica e architettura
355
356
Capitolo XIX
Urbanistica e architettura
357
358
Capitolo XIX
CAPITOLO XX
360
Capitolo XX
361
362
Capitolo XX
Biahmu verso Nord (6 Nm), Medinet elFayyum verso Sud (183 Ng), Kom Aushim (A)
verso Est (80 Nm), Kom Umm el-Boreigat verso
Nord (2 Nm).
Dei templi il cui orientamento resta incerto si
pu dire genericamente che erano rivolti verso
Sud-Est (Qasr el-Banat) e verso Sud-Sud-Ovest
(Kharabet Ihrit).
Poich non si pu ammettere che gli orienta
menti di edifici di culto siano casuali705, ci si deve
chiedere che cosa ha determinato la loro scelta.
Per tradizione si ritiene che i templi egiziani
fossero orientati secondo il corso del Nilo, perpen
dicolari (Vitruvio, De architectura, IV 5) o paralle
li (Murray 1931, p. 11) ad esso. Anche ad un rapi
do esame degli orientamenti dei templi sparsi in
tutto il territorio egiziano ci si rende tuttavia conto
che solo pochi di essi rispettano questa "regola".
Il Nilo non attraversa la regione del Fayyum
e non nemmeno visibile da essa; solo un suo
canale, il Bahr Yussuf, attraversa una parte del
Fayyum, entrandovi da Sud-Est. Ritenere che i
templi del primo gruppo siano orientati a SudSud-Est verso il Bahr Yussuf706 e che tutti gli altri
avessero come punti di riferimento altri canali o
il Birket Qarun sarebbe a mio parere una forza
tura, anche perch nessun testo egiziano relativo
alla fondazione707 dei templi sembra tener conto
della posizione del Nilo o di quella di canali loca
li: tutti attestano che durante le cerimonie di fon
dazione si osservavano le posizioni celesti di
determinati astri come il sole, per quanto riguar
da i templi solari, e l'Orsa Maggiore (eg.
mshtyw], che indicava la regione del Nord.
Prendendo spunto dunque da questi testi, ma
senza generalizzare le indicazioni che se ne pos
sono trarre, ho ritenuto di dover prendere in
esame la possibilit che i templi del Fayyum, o
alcuni di essi, siano stati orientati secondo certi
astri o avvenimenti astronomici.
stato ormai ampiamente dimostrato708 che
molto spesso edifici di culto, sepolture e intere
citt erano orientati esattamente verso i punti car
dinali oppure verso punti dell'orizzonte corri
spondenti al sorgere o al tramontare del sole in
particolari giorni dell'anno o di altri astri, spesso
coincidenti con la festa di un santuario o con
festivit legate all'anno agricolo, come i solstizi e
gli equinozi, oppure le fasi lunari (Romano 1992).
In mbito egittologico l'archeoastronomia
non ha ancora ricevuto ampia e generalizzata
applicazione: studi sull'orientamento astronomi
co di alcuni templi sono stati svolti recentemen
te da R.A. Wells e da C. Leitz709, quest'ultimo
coadiuvato da una quipe dell'Istituto di Geofisi
363
364
Capitolo XX
I dati che seguono (Fig. 165) e le Tabelle 25, frutto di calcoli di astronomia posizionale,
sono di Salvo De Meis726.
Possibili orientamenti:
L'azimut al sorgere, misurato da Nord, dato
da An=acs (sin S / cos 0).
365
Orientamenti fondamentali:
366
Capitolo XX
12
11
10
Equinozio
Fig. 165
367
I
J
E-g
E
PH
BEquinozio
e?
l atr-ix
Orientamento
Virginis
Gamma
Epsilon
Carinae
Alpha
Pavonis
secondo
An
9
+
Equinozio
Antares
Canopo
Sirio
Sirio
-
deci.
Luna
Sorgere
min.a
Orientamento secondo
An
SInv.?
(oAlns=t1iz7io)
ISno?
vlesrtniazlieo
Epsilon
Carinae
Alpha
Pavonis
CMaioris
Beta
Scorpii
Tau
Gruis
Beta
Procione
Antares
Canopo
Nord
Nord
?
Sud
?
5252
88,
0,3
0,1
0,1
,1
1,4
0,1
7,3
8,7
08,
0,1
8,9,4
0,
10,7
52*
5151*
0,2
0,5
0,3
0
8,3
8,88,
8,9
0,5
-8,7
8,1
8,0
0,8
9,0
7,3
8,7
8,9
0,7
,3
81*
7,3
52
51
8,,1
38,
8,08,
10,5
-,1
58,7
117
348
-8,,5
8,8,7
8,9,0
8,,0
Azimut
183
101
80
170
18
18,
18,
3
Lat. (dee.)
29,58
Epoca
800
29,37
29,18
29,50
29,50
29,52
29,52
29,53
29,43
29,40
29,18
29,10
800
00
50
00
00
00
00
00
29 2
800
800
eKom
el-Kebir
l-Kharaba
eKom
Umm
lBoreigat
Medinet
elFayyum
el-Atl
Umm
Kom
Madi
Medinet
A
Sito
Aushim
A
Kom
Madi
Medinet
B
Aushim
B
Kom
elSagha
Qasr
Qasr
Qarun
Biahmu
A
Dimai
B
Dimai
aPTtempli
dei
po2.
sribtesneritcalbimelpnatili.
Asc. Retta
m
s
Declinazione
Mag.
Equinozio
Gamma Ori
Alpha CMa
Alpha Car
Alpha Sco
Beta Gruis
1,7
-1,4
-0,9
1,2
2,1
- 1800
2,9
0,5
-0,9
1,2
2,9
2,1
2,9
-200
- 200
- 200
- 200
- 200
- 200
- 200
-0,9
0,5
-1,4
-0,9
0,5
1,7
-50
-50
+ 50
+ 50
+ 50
+ 50
Nome
0
II
04
52
19
36
54
57
10
59
48
32
Bellatrix
Sirio
Canopo
Antares
2
3
09
58
40,3
22,0
5
12
17
03
56
55
07,1
30,4
13,9
-5
-18
-54
-10
-58
5
5
5
14
14
17
10
27
42
35
21
25
16
50
10,8
45,0
53,8
07,4
45,5
20,4
24,0
9
8
-52
-18
-20
-59
10
44
03
43
46
47
24
42
57
43
35
31
22
18
04
Gomeisa
Procione
Canopo
Antares
Porrima
Beta CMi
Alpha CMi
Alpha Car
Alpha Sco
Tau Sco
Alpha Pav
Gamma Vir
5
5
5
5
5
7
39
50
19
41
56
40
05,4
44,0
11,9
13,7
03,5
16,9
-52
8
-15
-52
8
-54
38
03
56
35
02
00
33
47
19
36
51
07
Canopo
Procione
Sirio
Canopo
Procione
Avior
Alpha Car
Alpha CMi
Alpha CMa
Alpha Car
Alpha CMi
Epsilon Car
Epoca
23,903071
23,719411
23,701036
23,688701
23,439291
- 1800
- 200
-50
+ 50
+ 2000
Tabella 4. Obliquit media dell'eclittica.
Epoca
-
2000
1950
1900
1850
1800
1750
1700
- 250
-200
- 150
- 100
-50
0
+ 50
Equinozio
Solstizio
7-apr
8-apr
6-apr
7-apr
6-apr
6-apr
5-apr
25 -mar
24-mar
24-mar
23 -mar
23 -mar
22 -mar
22-mar
6-gen
6-gen
6-gen
5-gen
5-gen
4-gen
4-gen
25-dic
24-dic
24-dic
23 -die
23-dic
22-dic
23-dic
369
1800
1800
1800
1800
80,0
18,,0
110
348,0
2,0
G
Azimut rilevato
18,,0
170,0
,0
1 ,0
1 8,0
Anno
1887
39
35
35
35
33
33
00
00
9
180
170,0
39
38
1 9,0
1 ,0
175,3
3,0
355,3
82,5
85,0
118,3
101,0
117,0
350,0
349,0
0
31
G
Azimut pubblicato
1 0
,0
LE
ongitudine
CGoeorgdrianftieche
40,
51,
50,
38,
41,
41,
53,
53,
00,
31
38'
LN
atitudine
31,
2
22,
2
n>
2
3
2
,
2
,
2
3i'
2
32,
29
2,
2
,
2
n'
2
0,
2
,
2
Tdei
rP.
dati
templi
iaperai
bploieasnltcpoigleapvtilvoi.
XIXsec.
a.C.
XIXsec.
a.C.
a.C.
XIXsec.
XIXsec.
(?)
a.C.
Epoca
a.C.
III
sec.
a.C.
Isec.
d.C.
Isec.
III
a.C.
sec.
a.C.
Ili
sec.
Ilisec.
a.C.
a.C.
Ili
sec.
Ilisec.
a.C.
eKom
elKebir
lKharaba
eKom
Umm
lBoreigat
el-Fayyum
Medinet
elAtl
Umm
Kom
Madi
Medinet
A
Sito
Aushim
A
Kom
Madi
Medinet
B
Aushim
Kom
B
elSagha
Qasr
Qarun
Qasr
Biahmu
A
Dimai
B
Dimai
p. 33
p. 65
p. 34
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p. 67
p. 68
p. 69
p. 70
p. 71
Fig. 23. Karanis. II tempio di Pnepheros e Petesouchos da Sud-Est. A destra, portale di Vespasia
no che dava accesso al deipneterion T 4.
p. 95
p. 95
p. 96
p. 61
p. 96
p. 62
p. 97
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p. 55
p. 56
p. 56
p. 57
p. 58
p. 59
p. 60
p. 63
p. 64
372
p. 100
p. 131
p. 101
p. 132
p. 102
p. 133
p. 134
p. 135
p. 103
p. 104
p. 105
p. 136
p. 137
p. 144
p. 108
p. 144
p. 109
p. 145
p. 110
p. 146
p. 106
p. 107
p. 111
Fig. 62. Philadelphia. Pianta di una casa dell'zVm/la D 6 (Viereck- Zucker 1926, Tf. II B).
p. 147
p. 112
p. 147
p. 113
p. 148
p. 114
p. 148
p. 115
p. 155
Fig. 46. Karanis. Pianta delle terme Nord (El-Nassery-Wagner-Castel 1976, Plan 2).
p. 116
p. 155
p. 129
p. 156
p. 129
p. 130
p. 157
p. 130
p. 158
373
p. 206
p. 159
p. 169
p. 207
p. 169
p. 170
p. 207
p. 208
p. 209
p. 210
p. 211
p. 216
p. 216
p. 221
p. 221
p. 222
p. 222
p. 240
p. 240
p. 241
p. 205
p. 242
p. 206
p. 243
p. 170
p. 171
p. 172
p. 173
p. 174
p. 175
p. 200
p. 200
p. 201
p. 202
p. 203
p. 204
p. 204
374
p. 244
p. 272
p. 272
p. 273
p. 274
p. 275
p. 276
p. 276
p. 289
p. 289
p. 290
p. 291
p. 292
p. 293
p. 299
p. 299
p. 246
p. 246
p. 247
p. 248
p. 249
p. 250
p. 251
p. 252
p. 257
p. 257
p. 258
p. 259
p. 259
p. 263
p. 245
p. 260
p. 261
p. 313
p. 262
p. 313
p. 314
p. 315
p. 316
p. 317
p. 318
p. 318
p. 319
p. 320
p. 320
375
p. 328
p. 328
p. 333
p. 333
p. 346
p. 348
p. 348
p. 358
p. 366
p. 367
p. 347
p. 368
p. 369
p. 369
p. 369
p. 370
p. 321
p. 322
p. 322
p. 323
Abdalla Wahbi
Abgig
Abu Ballas
Abu Gandir
Abu Nur
Abu Simbel
Alessandria
Amarna
Antinoupolis
Arsinoe
(cf. anche Kiman Fares)
Assuan
B
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bahr
Bila Ma
el-Gargaba
el-Gharaq
el-Giza
el-'Iueinat
el-Nazla
el-Sauieh
Hafiz
Qarun
Qasr el-Banat
Tamiya
Tirsa
Wardan
Yussuf
Bakchis
Barn Ihrit
(cf. Kharabet Ihrit)
Biahmu
Birket Qarun
167, 341
268
179, 268, 269, 270, 271
340
268
279, 330
150
331
295, 301, 329, 331
331, 332
164
150, 151
162
54, 149, 153, 166, 167, 268, 340,
341, 345, 362
9, 11,28,29,30,73,78, 117-137
162, 164, 214, 281, 286, 296, 342
343,344,345,349,350,351,352
i, 357
353, 354
40
Dionysias
(cf. anche Qasr Qarun)
E
Edfu
El-Mala'a
El-Agamyyn
El-Gargaba Drain
El-Gharaq
El-Hamam
El-Hammam
El-Isch
El-Kom el-Ahmar
El-Lahun
El-Riqqa
El-Rubayyat
(cf. anche Rubayyat
El-Tagin Drain
El-Wadi Drain
Etsa
Euhemeria
(cf. anche Qasr el-Banat)
364
167, 270, 275
167
266
28, 184, 187,213,214,215,223,
224, 253, 265, 267, 268, 270, 271,
339, 342
343
330
184
167
77, 118, 161, 166, 167, 268, 339,
341, 345, 348, 359, 362
165
139, 167, 279, 326
270
270, 341
167, 269, 271, 275-276, 341, 348
Ezbet George
F
Fag el-Gamus
Fidimin
Furqus
343
167, 170
165
G
Gebel el-'Ish
Gebel el-'Ishash
Gebel el-Rus
184
184
165, 167
Gebel Qatrani
Darb Gerza
(cf. anche Philadelphia)
Deir Abu Life
Deir el-Medina
Deir el-Naqlun
Deir el-Tin (cf. Kharabet
Deir el-Halin)
Gerza
Geziret el-Qarn
Gia (cf. anche
Kom Medinet Madi)
Gisr el-Bahla\van
Gisr el-Hadid
Gisr el-Sheikh Gadallah
Bubastis
139-148
167, 344
48
270
223-252
166, 348
330,331
167, 348
378
41, 87
Giza
H
Harit (cf. Kharabet Ihrit)
150, 151, 153, 154, 161, 166, 167,
Hawara
357, 359
Hawaret el-Maqta
167
28, 51, 161-175, 341, 343, 344,
Herakleides
345
Hermoupolis Magna
353
Hod el-Tuyur
270
165
Huwaien
K
161
Kahun
Karanis
(cf. anche Kom Aushim) 9, 29, 30, 31, 45, 47, 49, 51, 54,
73-116, 117, 118, 119, 120, 121,
123, 127, 128, 153, 161, 162, 181,
198, 199, 220, 227, 229, 231, 281,
303, 309, 337, 339, 340, 342, 343,
344, 345,
349, 350, 351, 353, 354, 356
165
Kerke
Kerkeosiris
196
266
Kerkethoeris
Kharabet Deir el-Halin 217,267,271, 342
Kharabet el-Hammam
167
330
Kharabet el-Yahud
Kharabet Hamuli
(cf. Kom Hamuli)
Kharabet Ihrit
(cf. anche Theadelphia) 219, 279-293, 296, 297, 305, 311,
330, 331,353,359,361,362
Kharabet Shalal
330
266, 271
Kharabet Zakia
Kiman Fares (cf. anche
28, 89, 149-159, 353
Krokodilopolis)
Kom Aliun
330
Kom Aushim
(cf. anche Karanis)
39, 45, 73-116, 117, 118, 162,
198 , 199,220,303,340,351,353,
360 , 361, 362, 363, 365
Kom Danjal
28, 267-268, 270, 271
Kom Dashusha
167
Kom el-'Arka
330
Kom el-Addama
151 , 154
Kom el-Akl
118
Kom el-Arabi
149
Kom el-Bultieh
151
Kom el-Hamam
167
Kom el-Khamsin
265 -266
Kom el-Kharaba
(cf. Tell el-Kinisa)
Kom el-Kharaba el-Kebir
(cf. anche Philadelphia) 139-148, 164, 361
Kom el-Kharaba el-Saghir 164, 170, 175, 345
Kom el-Manqul
167
Kom el-Mansura
Kom el-Ruqaia
(cf. anche Kom Khelua)
Kom el-Rustn
Kom el-Sabba
Kom el-Saga
Kom el-Shariana
Kom el-Taiara
Kom Fares
(cf. anche Kiman Fares)
Kom Hamuli
Kom Ishaq
Kom Khelua (cf.
anche Kom el-Ruqaia)
Kom Kufar
Kom Madi
Kom Medinet el-Nihas
(cf. anche Magdola)
Kom Medinet Ghoran
Kom Medinet Ghurab
Kom Medinet Madi
(cf. anche Narmouthis)
Kom Nicola
Kom nr. 1
Kom nr. 2
Kom nr. 3
Kom nr. 4
Kom nr. 5
Kom nr. 6
Kom nr. 7
Kom Shalaui
Kom Talit
(cf. anche Talei)
Kom Tifeh
Kom Umm el-Atl
(cf. anche Bakchias)
Kom Umm el-Boreigat
(cf. anche Tebtynis)
Kom Wezim
Krokodilopolis
(cf. anche Kiman Fares)
M
Magdola (cf. anche
Kom Medinet el-Nihas)
Manashinshana
Medinet Beda
Medinet el-Fayyum
167
238, 239, 265
151
150, 151
150
150
149, 150, 151
150, 151
330
28, 267, 272
237, 238, 239, 265
330
89, 213, 223, 224, 235, 236, 237,
239, 253-263, 267, 270, 349
213-216, 266, 267, 271, 342
189,213,214,217-222,224,237,
267, 271, 302, 349, 354, 355, 356
118, 161, 166, 167
28, 143, 186, 187, 197,213,217,
223-252,
252, 253, 254, 255, 267, 271,
305, 330,331,343,345,349,350,
330,
360, 361
267, 272
166
165
139, 166
166
164, 169
118
74
269, 270
28, 142,
272-274, 350, 353, 354
270
9, 28, 29, 74, 76, 89, 117-137,
164, 349, 356, 361, 362, 363
28, 179-211, 238, 281, 297, 349,
361, 362
74
149-159, 236
267
Medinet el-Hadid
Medinet el-Nebi Damian 267
Medinet Ghoran (cf.
Kom Medinet Ghoran)
217, 267
340
N
Naqalifa
Narmouthis (cf. anche
Kom Medinet Madi)
Naucratis
Nazla
Niloupolis
Nitria
O
Ogmin
Ostia
R
Roman Gebel
Rubayyat
(cf. anche El-Rubayyat)
S
Saqqara
Scila
Sennuris
Sha'lan
Shedet
(cf. anche Kiman Fares)
Shidmu
Soknopaiou Nesos
(cf. anche Dimai)
167
9, 28, 223-252, 254, 256, 331,
344,345,351,352,353,355,356
31
302, 330
339
74
164
83, 84
P
Palmira
87,310
Philadelphia (cf. anche
Kom el-Kharaba el-Kebir) 9, 117, 128, 139-148, 164, 166,
181,279,306,311,342,343,345,
350, 351, 352, 353, 355, 361
Philae
302
Philopator Theogenus
339
Philoteris (cf. anche
Medinet Watfa)
329-330,331,333,341,343
Polemon
28, 167, 265^276, 341, 342, 343
Pompei
186
Ptolemais
31,268, 345
Ptolemais Euergetis
(cf. anche Kiman Fares) 149
Ptolemais Hormou
167, 268
Qasr el-Gibali
Qasr el-Sagha
Qasr Qarun
(cf. anche Dionysias)
Quft
185
271
161-162, 169, 339, 340, 343, 344
280, 286, 293, 295-299, 302, 311,
329, 353, 359, 361, 362
330
51, 161, 344, 359, 360, 361, 363,
364
190, 288, 301-323, 326, 329, 330,
331,349,350,353,356,361,362,
363
77
164
139
345
165, 166
76, 118, 120
330
149-159, 228, 239, 360, 363
269, 271
9, 39-71, 77, 86, 92, 128, 199,
220,239,330,337,340,341,343,
344,345,349,350,351,352,354,
356, 357, 360
Talei
(cf. anche Kom Talit)
Talit (cf. Kom Talit)
Tamais
Tamanis
Tamiya
Tanis
Tebtynis (cf. anche
Kom Umm el-Boreigat)
Tell 'Azab
Tell el-Buni
Tell el-Kinisa
Tell el-Ma'raka
Tell el-Rusas
(cf. Qaret el-Rusas)
Tell el-Tuba
Tell Shaggas
Tell Shana
Tell Shinshana
Theadelphia (cf. anche
Kharabet Ihrit)
268, 344
164
164
76, 118, 164, 167
165
9, 11, 28, 30, 31, 179-211, 225,
226, 230, 231, 237, 238, 239, 265,
270, 287, 297, 337, 342, 343, 344,
345,
350, 351, 352, 354, 355, 356
166
330, 344
330
214, 266, 267, 271, 342
167
167, 344
167
165, 167
Themistos
Tutun
Tyrsa
U
Umm el-Sawan
162
W
Wadi el-Rayyan
Q
Qalamoun
Qalamsha
Qaret el-Rusas
Qasr el-Banat
(cf. anche Euhemeria)
379
Yakuta
Yauta
326
325
A
Adriano
Afrodite
Agatodoro
Al-Nabulsi
Alessandro Magno
Amenemhat I
Amenemhat III
Amenemhat IV
Amon
Amon-Chnum
Antonino Pio
Anubi
Api
Apopis
Arpocrate
Arsinoe
Asklepio
Augusto
B
Bacco
Berenice II
Bes
40
152
218, 230, 255, 287, 296
C
Canopo
Chariton
Claudio
Claudio II
Cleopatra I
Cleopatra III
Commodo
Gore
Costantino
Costanzo I
Costanzo II
D
Demetra
Demostene
Diocleziano
Diodoro
Diogene Turbon
Dioniso
364
89
121
87
296
229
74, 75, 76, 79
214, 282
282, 304, 306
50
181
214, 282
120
87/306,310
149
142
255, 308, 309
Dioscuri
Dioscuri Cabiri
Diotimo
286, 326
214
355
Elena
Eracle
Ermouthis
Erodoto
Eronino
214, 286
286
223, 224, 228, 229, 360
302
281
Flavius Abinneus
303
Giove Capitolino
Giovanni (San)
151
218
H
Hathor
Heron
Boro
Horo Sobek
Hygieia
Imhotep
Isi
Isi Ermouthis
Isi Fortuna
Isi Renenutet
Isi Thermuthis
Isidoro
L
Leda
Licinio
Lucius Bellenus
Gemellus
M
Marco Aurelio
Massimiano
Massimino
Menches
Menelao
Menes
Menkheperra
Merenptah
123
46, 81, 214, 215, 285, 306, 310,
327, 357
141, 224, 228, 255, 363
235
282
214
304
296
120, 191
87
304
196
364
149
123
229
382
Michele (Arcangelo)
Mitra
330
83
Soknebtynis
Soknobkonneus
N
Nefertum
Nemesi
Nerone
Nilo (dio)
O
Osiri
Osiride
P
Petesouchos
Plutarco
Pnepheros
Pramarres
Psosnaus
Ptah
255
308. 309
75
150, 285
Q
Qarun
302
Ra
Ramesse II
Ramesse IV
Renenutet
5
Sakaon
Satabus
Serapide
Sesostris I
Sesostris II
Sesostris III
Snefru
Sobek
Sobek-Ra
363
149, 150, 151, 152, 153
153
223, 224, 228, 229, 239, 240, 244,
252, 309, 345, 352, 360
283
283
87, 214, 285, 310
167
161 , 166, 359, 360
359
165
46, 150, 151, 152, 154,223, 228,
239 , 302, 304, 360, 361, 363, 364
363
Soknobraisis
Soknopaios
Sokonnobknubis
Sokonnokonneus
Sokonopis
Sol Invictus
Soxis
Suchos
T
Taesis
Thermuthis
Thoeris
Thot
Tolemeo (geografo)
Tolemeo I
Tolemeo II
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Tolemeo
Traiano
Tut
Tyche
III
IV
V
VI
XIII
Evergete II
Neo Dioniso
Sotere II
80
309
152
152 ,256
40, 118, 268
191 , 228
162 , 163, 164, 167,239,302,340,
341 , 344, 360
152
50, 303
296
286 ,326
296
141 , 214, 228, 231, 284, 308
183
152 , 225, 228, 229
281 , 302, 325
84
282
U
Uaget
265
V
Vespasiano
79, 95
Z
Zenobia
Zenone
Zeus Ammon Serapis
Helios
Zobalos
87
142, 340
78
226, 228
QUESTO VOLUME
STATO COMPOSTO E STAMPATO PRESSO
LA MODERNA STAMPA S.A.S. - TRECASE (NAPOLI)
PER CONTO DI
GENEROSO PROCACCINI
MAGGIO 1998