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1 presbiteri

Gli schiavi
Di nuovo i falsi dottori
Combatti il buon combattimento
L'uso de1le ricchezze

Epilogo

10i
110
112
114
117
118

.1.
2.
'3.
'4.

LEITERA A TITO
1ntroduzione
Indirizzo
Le quali ta richieste dai sacri ministri

1 f.lsi dottori
Doveri delle diverse categorie di persone
La scuola della Incarnazione
Doveri generaIi dei cristan
Ultimi consigli a Tito
Conclusione

VOLUMl DELLA NUOVISSlMA VERSIO:-.lE DELLA BlBBIA

121
125
127
129
132
134
137

140
142

SECONDA LETTERA A TIMOTEO

'5.
'6.
'7.
'8.
' 9.

'lO.
' 11.
' 12.

13.
'14.
'15.
'16.
17.

'18.

1ntroduzione
Indirizzo e ringraziamento
Esortazione alla fortezza nelIa predicazione del

V.ngelo
Notizie personali
L'apostolo deve tutto soffrire per Cristo
Lotta contro gli errori del suo tempo
Contro i futuri pericoli d'errore
Annunzia la Parola ... adempi il tuo ministero
Ho combattuto il buon combattimento
Ultime notizie e raccomandazioni
Salut ed auguri

147
151
153
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172
173
175
178

19.

'20.
'21.
'22 .
23.
'24.
25 .

'26.
'27 .
28 .

GENESI
ESODO
LEVITlCO
NUMERI
DEUTERONOMIO
GIOSUE
GIUDlCI
SAMUELE (I n)
LlBRI DEI RE
CRONACHE 0-11)
ESDRA E NEHEMII
RUTH - ESTHER
TOBlA
GlUDlITA
MACCABEI (1)
MACCABEl (n )
GIOBBE
SALMI
PROVERBI
ECCLESIASTE
CANTICO DEI CANTlCI
SAPIENZA
ECCLESlASTlCO
lSAlA
GEREMlA - BARUC
LAMENTAZIONl
EZECHIELE
DANIELE

29. AMOS (Introduz. al profeti smo)

'30. OSEA - MlCHEA - NAHUM - ABACUC


'31. SOFONlA
ABDlA
GIOELE - GIONA
'}2. AGGEO - ZACCARlA
MALACHIA
'33. MArrEO
34. MARCO (lntroduz. ai si
nottici)

'35.
'36.
'37.
'38.

LUCA
GIOVANNI (Vangdo)
AITl DEGLl APOSTOLl
LETTERE Al TESSALO
NlCESl
'39. LEITERE Al CORlNTl
'40. LETTERE Al GALATl E
ROMANI
'41. LEITERE, Al COL., EF.,
FIL., FILEM, ( Lenere dal
la prigionia)

'42 . LETTERE A TIMOTEO


E A TITO (Lettere pastorali)

'43. LEITERA AGLI EBREl


'44 . 1-2 PlETRO - GlACOMO

. GIUDA (Lettere cattoliche)

'45. LEITERE DI GlOVAN


NI
'46. APOCALISSE

N.B. L'asterisco indica i volumi usciti o di prossima pubblicazione.

l. Questioni di terminologia *
L'anticrura cristiana ci ha trasmesso una serie di scritti di carar
tere assai particolare, comunemente denominati acta martyrum:
gli art! dei martiri. Si ttatta di resoconti di processi e di esecuzioni, inflitti a uno o piu cristiani in ragione della loro fede in
Cristo. Il termine acta , qui, non va inteso nel senso tecnico di
procedimento verbale di una sessione giudiziaria, che condanna i
cristiani. In nessun caso si tratta di un documento ufficiale proveniente dalla magistratura imperiale: tutt' al piu, di uno scritto
oel quale tale documento e srato utilizzato. Ma, poich negli
scritti in questione uno degli element importanti e il processo, il
confronto col giudice [etreno, dava nti al quale il canfessare pronuncia la sua testimonianza, il termine acta non e del tutto mproprio. Del resto, fuori de! gergo burocratico il termine latino
acta sta anche a designare azioni coraggiose, gesta, e di gui puo
applicarsi senza difficolta al comportamento eroico del mar tire,
che sopporta azione giudiziaria, torture e morte in nome della
sua fede. Quindi l'espressione acta martyru11l, purch non la si
prenda in un' accezione strettamente burocratica, ma in senso lato, a comprendere tutta la serie di afflizioru che il fede!e di Cristo deve subire nel suo confrontarsi col potere temporale, e giustificabile, e non proviamo imbarazzo a utilizzarla 1. Si trova a
volte, aggiungiamo, il termine gesta, che nella sua accezione e nel
suo impiego coincide perfettamente con acta .
Esiste anche, per designare gli scritti relativi al martirio, il
termine passiones, in uso fin dal principio della latinira. cristiana

Ir

Per le abbreviazioni bibliograHche si rrn via, in genue, aUa Bibliografia generale .


Per un'opinione diversa si veda tra gli altri Lazzali, p. 9 sgg.

PASSIO PE RPETUAE ET FELICITATIS

15

.5

10

.5

saris scilicet, et natali eiusdem pugnaturis? Aut non tua gloria


est, si pinguiores illo producamur?)
4. Horruit et erubuit
tribunus; et ita iussit illos humamus haberi, ut fratribus eius
et ceteris facultas fuerit introeundi et refrigerandi cum eis,
iam et ipso optione carceris credente.
17, 1. Pridie quoque cum illam cenam ultimam, quam libe~
ram vocant - quantum in ipsis erat, non cenam liberam sed
agapem - , cenarent, eadem constanda ad populum yerba iac
tabant, cornminantes iudicium Dei, contestantes passionis
suae felicitatem , inridentes concurrentium curiositatem, dicente Saturo: 2. Crastinus satis vobis non est? Quid
liben ter videtis quod orustis? Hodie amici, eras inimici. Notate tamen vobis facies nostras diligenter, ut recognoscatis
nos in die illo) . 3. Ita omnes iode adtoniti discedebant, ex
quibus multi crediderunt.

18, 1. Illuxit dies victoriae illorum, et processerunt de carcere in amphitheatrum, quasi in caeluro, hilares, vultu decori,
si forte gaudio paventes non timare.
2. Sequehatur Perpe
tua lucido vuleu et placido incessu, ut matrona Christi, ut Dei
delicata, vigore oculorum deiciens omnium conspectum. 3.
Item Felicitas, salvam se peperisse gaudens ut ad bestias pugnaret, a sanguine ad sanguinem, ah ohstetrice ad retiarium,
lotura post partum baptismo secundo.
4. Et curo ducti es-

14 . /utrit 2, }: lTt!rit 1 lit ret 4, 5 edd.

PASSIO NE DI PERPETU A E FELlCITA

16 18

'39

noi, destinad a scendere nell' arena il giorno del suo compleannp?


Non torna forse a tua maggior gloria se vemamo condotti al circo
ben bene ingrassati? .
4. TI tribuno trasali e arrossl, e ordino
di trattarli piu umanamente, che venisse cioe consentito ai fratelli di le e agli altri di avvicinarli e di pranzare con loro. A quest' epoca, il so ttufficiale preposto al carcere era gia stato convertito.
17, 1. Anche iI giorno prima dei giochi, mentre consumavano <
l'ultma cena {queIla che chiamano libera: ma per loro non era
una cena libera, bensl un 'agape), essi tutti, dando prova del medesimo coraggio mostrato da Perpetua, si rivolsero alla folla minacciando il giudizio di Dio, esaltando la gioia del loro martirio, <
deridendo la vana curiosita di quanti erano accorsi per vederli.
Diceva Saturo: 2. Non vi basta domani? Com'e possibile che
guardiate tanto volen tieri proprio coloro che disprezzate? Oggi
amici, domani nemici! Ma osservate bene le nostre facce, affinch possiate riconoscerci, in quel giornm). 3. Cosl, non vi fu
uno che non si allontanasse sconvolto, e molti si convertirono.

18, 1. Splendette, infine, il giorno deIla vittoria, e passarono


dalla prigione nell' anfiteatro come se fosse in cielo, esultami ma
pieni di dignita, trepidan ti forse, ma di gioia, non di paura. 2.
Li seguiva Perpetua, con volto luminoso e incedere calmo, da vera sposa di Cristo, la prediletta di Dio, e aveva una forza tale
nelio sguardo che nessuno fu in grado di sostenerlo. 3. Anche
Felicita gioiva di aver partorito senza danno e di poter combattere contra le fiere, pass ando da sangue a sangue, dalla levatrice
al reziario, decisa a bagnarsi, dopo il parto, di un secando batte- <
simo. 4. Condotti alla porta, volevano costringerli a indossare,

17, 9. in die il/o cfr . Soph. 1,10 sgg.; 2 Ep. Tim . 4,8
E... . lo. 11 ,45; 12,42; Act. Ap. 4,4

9' 10. tx ... creddertmt

cfr.

14

10

l'

lO

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

sent in portam et cogerentur habitum induere, viri qudem


sacerdotum Saturru, feminae vero sacratarum Cereris, generosa illa Perpetua in fnem usque constantia repugnavit. 5.
Dicebat enim: Ideo ad hac sponte pervenimus, ne libertas
nostra obduceretur; ideo animam nostram addiximus, ne tale
aliquid faceremus; hac vohiscum pact sumus. 6. Agnovit
iniustitia iustitiam: concessit tribunus, quomado erant, simplidrer inducerentur. 7. Perpetua psallehat, caput iam Aegyptii calcaos. Revocarus et Saturninus et Saturus populo
spectanti comminabantur. 8. Dehinc, ut sub conspectu Hilariani pervenerunt, gestu et nutu coeperunt Hilariano dicere:
Tu nos, inquiuot, te autem Deus, 9. Ad hoc populus
exaspera tus flagellis eos vexari per ordinem venatorurn postu~
lavit; et utique gratula ti sunt quod aliquid et de dominicis
passionibus essent consecuti.

19, 1. Sed qui dixerat: Petite et acclpletiS), petentibus


dederat eurn exitum quem quis desideraverat. 2. Nam, s
quando inter se de martyrii su voto sermocinabantur, Saturninus quidem omnibus bests velle se obici profitebatur, ut
S scilicet gloriosiorem gestaret coronam,
3. ltaque in comnUssione spectaculi ipse et Revocatus leopardos experti, etiam
super pulpitum ah ursa erat vexatus.
4. Saturus autem nihil
magis quam ursum abominabatur; sed uno marsu leopardi
confid se iam praesumebat. 5. Itaque cum apra submini~
ro straretur, veDator potius qu illum apro subligaverat, subfos~

18 10. Cerens 2, 3" (elr. August. civ . 11 26,2: SIlcrati CAelesns Le. dNe Cae/el/is);
ce:emm 1 coreens Jb om. 4, S ceren edd.
11 . lo Perpetua 3: illo 1, 2 edd. om .
4,5
6 . zpse
' et Rev?COIUS J O, 4 ,
19, , . post caronam desinit 3b I post itoque add. cum 4, ,
S Be Ru Mu: revoca/UJ 1, 2 Ro om. LaNc (pp. 34') jps~ cum revoca/o como Fr (p. 93)
approbante Sh I leopardos 3: leopardm 2 ante corr., S', 5 leopardo l . 2 post corro Ro Fr
Sh La leopardum 4, 5" Be Ru Mu I exprrti 3-, 4, 5, 5 b Be Ru Mu: expertus 1, 2 Ro Fr Sh
La experti essrnt 5"
7. eral IIcxa/us 1, 2, Ro Fr Sh La: vexati fIInt 3", 4, 5 Be Ru Mu
(post v~ati SUftt desinit 3' )

PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA

18 - 19

14 '

gli uomini l' abito di sacerdoti di Saturno, le donne quello di iniziate di Cerere, ma Perpetua, questa donna coraggiosa, vi s'op~
pose con forza incrollabile.
5. Disse infatti: Siamo giunti al
martirio spontaneamente, proprio perch la nostra liberta non
venisse incatenata; abbiamo rinunciato alla nostra vita, proprio
per non essere costretti a far cose simili: questo era il parto che
avevamo concordato).
6. L'ingiustizia riconobbe cio che era
giusto: il tribuno consenti che venissero fatti entrare vestiti cos1
com' erano. 7. Perpetua cantava vittoria: gis. calcava sotto il
piede la testa dell'egiziano. Revocato, Saturnino e Saturo presero a minacciare la folla.
8. Poi, giunti che furono al cospetto
di Ilariano, con gesti della mano e ceoo del capo gli fecero capire: Tu a noi, roa a te Dio. 9. Al che la folla, esasperata,
cruese che venissero fustigati sfilando davanti a una schiera di
gladiatori: ma quelli furono ben Heti di subire uno dei supplizi
della passione del Sjgnore.

<

19, 1. Ma colui che aveva detto: Chiedete e vi sara dato,


poich l' avevano chiesta, diede a ciascuno la morte che desidera~
va.
2. Quando il discorso era caduto sol genere di martirio che
avrebbero desiderata, Saturnino aveva dichiarato che avrebbe
voluto essere esposto non a una, ma a tutte le Here, appunto perch la corona risultasse la piu gloriosa possibile. 3. E infatti,
proprio all'inizio dei giochi, prima Iotto, assieme a Revocato,
contra i leopardi, poi fu legato sul palco ed esposto agli assalti
dell'orso. 4. Saturo invece non detestava nulla piu dell'arso:
sperava, piuttosto, di venire ucciso dal morso di un leopardo. 5. E infatti, esposto a un cinghiale, non fu lu a morire, <
bensi, qualche giorno dopo i giochi, il cacciatore che lo aveva le-

18, 12-). l/e ... obduceretur cfr. Ep. Gal. S,l (iuxta venionem latinam veterem: vide TLL
IX 2, col. 41 , r. 22 sgg.l
16'7. caput ... calcans cfr. supra 4 ,22; 10,30; Gen. 3,15
19, 1. Pe/ile et lccipieJis Ev. lo. 16,24

'4'

PASS IO PERPETIlAE ET PEU CITATIS

PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA

sus ah eadem bestia post dies muneris obiit; Saturus solummodo tractus esto 6. Et cum ad ursum substrictus esset in
ponte, ursus de cavea prodire noluit. !taque secundo Saturus
inlaesus revocarur.
20, 1. Puellis autem ferocissimam vaccarn, deoque praeter
consuetudinem comparatam, diaholus praeparavit, sexui earum etiam de bestia aemulatus.
2. Itaque dispoliatae et reticulis indutae producebantur. Rorruit populus alteram resp, ciens puellam de1icatam, alteram a partu recentem stillantibus
mammis.
3. Ita revocatae et discinctis indutae. Prior Perpetua iactata est, et concidit in lumbos. 4. Et ubi sedit,
tunicam a latere discssam ad velamentum femoris reduxit,
pudoris patius memor quaro doloris . 5. Dehinc, acu requi10 sita, et dispersos capillos infibulavit; non erum decebat martyram sparsis capillis pati, ne in sua gloria plangere videretur.
6. Ita surrexit, et elisam Felicita tem cum vidisset, aeeessit et manum ei tradidit et suscitavit illam.
7. Et ambae
pariter steterunt. Et populi duritia devicta, revocatae sunt in
15 portam Sanavivariam.
8. Illic Perpetua a quodam tune catechumeno, Rustico nomine, qui ei adhaerebat, suscepta et
quasi a somno expergita - adeo in spiritu et in extasi fuerat circumspicere coepit, et stupentibus ornrbus ait: Quando,
inquit, producimur ad vaccam illam nesco quam? 9. Et
20
cum audisset quod iam evenerat, non prius credidit nisi quas-

20,

17.

a somllo ~rgiw

somllo expetgefac/(J

2, 4, 5

143

gato al cinghiale, e proprio per le ferite infertegli dalI 'animale;


Saturo, invece, venne solo trascinato in giro per l' arena. 6. Fu
poi legato al palo del palco, esposto all'orso, ma l'orso si rifiuto
di lascare la gabbia. Casi, per la seconda volea, Saruro ne USc1
illeso.
20, 1. Per le giovani donne, invece, il Demonio aveva prepa.
raro una vacca ferocssirna (che proprio per questo era srata scel.
ta, contro il normale uso circense), certamente aIlo scopo di stabilire un'odiosa corrispondenza cal lara sesso. 2. Esse dunque
vennero fatte scendere nell'arena spogliace delle loro vesti e av. <
voIre in reti. La folla rabbrividi vedendo che una era una fanciulla di eccezionale bellezza, e, l'altra, una donna che aveva appena partorito, col latte che ancora gocciava dalle mammelle. 3. Furono aliara richiamate e vestire di una tunica senza
cintura. La prima ad essere colpita fu Perpetua, che cadde sulla
schiena. 4. Tiratasi a sedere, trovo la forza di aggius tarsi la
turuca, strappata su un fianco, in modo da coprire l'anca e la co.
seia, dandosi maggior pena del pudore che del dolore. 5. Poi,
chiesto un fermaglio, raccolse e fisso i capelli sciolti: non era decoroso che una martire patisse coi capelli sciolti: non doveva <
sembrare in lutto in un momento tanto glorioso. 6. Quindi si
alzo e, vedendo che Felicita era stara gettata a terra, le si avvicino, le tese una mano e la fece alzare. 7. Ambedue stettero a
pie fermo. La durezza di cuore della folla fu vinta, e vennero ri- <
chiamate alla Porta della Vira. 8. La Perpetua, ruutata e come
risvegliata dal sonno (cosi intenso era stato il suo rapimento nel. <
l'estasi e nello Spirito) da parte di un catecumeno di nome Rusti.
ca che le stava vicino, si guardo attorno e, tra lo stupore di tutti,
disse: Quand'e che verremo esposte alla vacca? . 9. Avendo
appreso che era gia accaduto, non vi credette se non dopo aver

20,

1 edd. : de

1 9 ' 20

17 in $piritu el in exliUi ueral d r. Gen. 2,21 (vide Terl ull. de anima 45 ,3); Apoc.

1, 10

144

10

15

20

PASSIO PERPETIJAE ET FELICITATIS

PASSIONE DI PERPETUA E FEU CITA

20, 2I

145

clam notas vexationis in carpore et habitu suo recognovisset o 10. Exinde accersitum fratrem suum, et illuro catechumenum, adlocuta est dicens: In fide 5tate et invicem Qmnes
diligite, et passionibus nos tris ne scandalizemini .

constatato i segni dello scontro su! carpo e sulla veste.


10. Fece quindi venire suo fratello (Iui pure catecumeno) e gli disse:
State saldi nella fede e amatevi I'un l'altro; e non perdetevi <
d'animo a causa del nostro martirio.

21, 1. Item Saturus in ala porta Pudentem militem exhortabatur dieeos: Ad surnmam ), inquit, certe, sicut praesumpsi et praedixi, nullam usque adhuc besdam sensi. Et
Dune de toto corde credas: eece prodeo illo, et ah uno morsu
leopardi consummor. 2. Et statim in fine spectaculi leopardo obiectus de uno morsu tanto perfusus es! sanguine, ut
populus revertenti illi secundi baptismatis testimonium reclamaverit: Salvu m lotuffi. salvum lotuffi ). 3. Plane utique
salvus erar qu hac modo laverat. 4. T une Pudenti militi
inquit: Vale , inquit, et memento fidei et mei; ~t haec te
non conturbent, sed confirment. 5. Simulque ansulam de
digito eius pett, et vulneri suo rnersam reddidit ei hereditatem, pignus relinquens illi et memoriam sanguinis.
6. Exinde iam exanimis prosternitur curn ceteris ad iugulationem solito loco.
7. Et cum populus illos in medio postularet, ut
gladio penetranti in eorum corpare oculos suos cOnlltes homicid adiungerent, ultra surrexerunt et se quo volebat populus
transtulerunt, ante iam osculati invicem, ut martyrium per
solJemnia pacis consummarent.
8. Ceteri quidem inmobiles
et curo silentio ferrum receperunt; multo magis Saturus, qu
et prior ascenderat, prior reddidit spiritum, nam et Perpe-

21 , 1. Saturo, che si trevava presso un'altra porta, esortava a


sua volta la guardia, Pudente, dicende: Vedi bene: come avevo
sperato e previsto, non una fiera mi ha ancora toccato. E affinch tu ora creda con tutto il tuo cuore, ecco, io ora entro nell'arena e vengo ucciso da un sol morsa di leopardo.
2. E non
appeoa fu esposto al leopardo (i giochi volgevano ormai al termine), perse tanto sangue al primo morsa che, mentre lo trascinavano fuori, la folla "gli grido, a testimonianza del suo secondo <
battesi mo: Salvo e ben lavato! Salvo e ben lavato! .
3. E
certamente poteva dirsi salvo uno che aveva fatto quel genere di
bagno. 4. Disse aliara a Pudente, la guardia: Addio, ricordati
di me, ricordati della fede : che queste cose non ti turbina, ma ti
fortifichino.
5. E nello stesso tempo si fece dare uo anello
che portava al dito, lo intinse nella sua ferita e glielo restitul, in <
eredita, come pegno del suo amare e ricordo del suo martirio. 6. Quindi, ormai privo di conoscenza, fu trascinato con
7. Ma
gli altri per essere giugulato, nelluogo a co preposto.
siccome la folla chiedeva che venissero portati nell' arena, per poter aggiungere i propri occhi alla spada che penetrava nei loro <
corpi come complid dell 'omicidio, si levarono spontaneamente e
si portarono bene in vista dove li voleva la folla; non prima, pero. di essersi scambiati i1 bacio di rito, cos1 da affrontare il martirio con questo gesto di pace.
8. Gli altri ricevettero il ferro
immobili e in silenzio, in special modo Saturo, che, salito sul patibolo prima di Perpetua, prima di Perpetua era spirato (anche in

2). In fMe l tate 1 Ep. Coro 16,13


23'4. inviCfflJ .. diligile cfr. Ev. lo. 13 ,34;
1:5,12 . 17 ; Ep . Rom. 13,8; 1 Ep. Thess. 4,9; etc.
24 . pauionibul ... lcnnCJ/izcmini
cfr. Ev. Matth. 26,31.33; Ev . Marc . 14,27.29

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

25

JO

PASSIONE DI PERPET UA E FELICIT A

21

'47

tuam sustinebat. 9. Perpetua autem, ut aliquid doloris gustaret, inter ossa conpuncta exululavit, et errantem dexteram
tirunculi gladiatoris ipsa in iugulum suum transtulit.
10.
Fortasse tanta fernina aliter non potuisset occidi, quae ah inmundo spirtu timebatur, nis ipsa voluisset.
11. O fortissim ac beatissimi martyres! O vere vocati et electi in gloria m
Domini nostri lesu Christi! Quam qu magnificat et honorficat et adorat, utique et haec non minora veteribus exempla in
aedificationem ecclesiae legere debet, ut novae quoque virtutes unuro et eundero semper Spirtum Sanctum usque adhuc
operari testificentur, <et > omnipotentem Deum Patrem et Fillum eus Iesum Christum Dominum nostrum, cui est claritas
et inmensa potestas in saecula saeculorum. Amen.

quella circostanza lui la precedeva). 9. Perpetua, invece, per


provare almeno un po' di dolare, quando la spada le arrivo
all'osso lando un urlo e guido le stessa contro la propria gola
I'incerta mano del gladiatore inesperto.
10. E da credere che
una donna siffatta non avrebbe potuto essere uccisa se essa stes- <.
sa non I'avesse voluta: tanto grande era il timare che incuteva allo spirito immondo.
11. O fortissimi e beatissim martiri! O
veramente chiamad ed eletti ad aver parte nelia gloria del Signor
nostro Gesu Cristo! Com'e giusto e necessario che cm onora, ti conosce e adora i1 suo nome legga anche queste testimonianze,
non inferiori alle antiche, ad edificazione della Chiesa: affinch
anche i nuovi atd di virtu testimonino che un unico e sempre
medesimo Spirito Santo e turr 'ora operante, e con esso l'onnpotente Dio Padre e il Figlio suo Gesu Cristo nostro Signore, al
quale e splendore e irnmensa potest3 nei secoli dei secoli. Amen.

11, J2 . el inser. edd.

lI,

33-4. cui ... Amen cfr. Apoc. 5, 13 ; 7, 12

MARTYRIUM PIONIl
Testo crtico a cura

di A. Hilhorst
Traduzione

di Silvia Ronchey

BJBUQCRAFlA

Notizia
Pionia fu martirizzato a Smirne il 12 marzo 250, al tempo dell'imperatore Decio (249-51). Il testo di quesco Martirio fu redatto a
Smirne (ma I' Qutare e ignoto) poco tempo dopo gli avvenimenti descritti, e comunque nella seconda meta del terzo secolo. Esso sarehbe fondato su un documento autobiografico redatto da Pionio sresS0, e complessiva mente e di grande valore, nonosrante alcuni rimaneggiamenti e amplificazioni.

Bibliografa essenziale
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pp. 164-8 (= Gero).
A. Hilhorst, L 'Ancien Testamen! dans la polmique du martyr Pio1JiUS, Augustinianum}) XXII 1982, pp. 91-6.
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Texte und Uncersuchungem) 115). Berlin 1975, pp. 96-103.
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15 1

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SICLA

Fra
Hei
Kur
Lan
Lig

Sigla
M

Mardanus gr. 359, saec. X

Mu
Rob
Sch

Abbreviazioni pertinenti agli editori e ai commentatori (ved.


indicazioni complete nella BibliograHa essenziale e, ove occorra, nella Bibliografia generale) :
arm
lat
pal
Ge'
Ge'
Kn '
Kn'
Kn'
Kn'

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R. Knopf - G. Krger, Ausgew,;hlte Mirtyrerakten", (<< ~am
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Quellenschriften n.s. 3), Tbingen 1929', PP:. 4557:.
R. Knopf - G. Krger - G. Ruhbach, Ausgewahlte Martyrer
akten, (<<Sarnmlung ausgewahlter kirchen- und dogmengeschichdicher Quellenschriften n.s . 3), Tbingen 1965\
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Epit

153

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rB.

MARTIRIO DI SAN PIONIO


IL PRESBITERO E DEI SUOI COMPAGNI

MAPTTPION TOY AfIOY mONIOY


TOY TIPEl:BYTEPOY KAI TON l:YN AYTO!

1, 1. TaTe; fJ.VE-lCXL<; 'twv rlWIJ XOl"wvETv Cbtcr"tOAOC; 7tCXpCXlva, 'Ylyvwaxwv O'tl 'te ~\IifJ.1JV 1tolsta9ctl 'twv urlWc; fJ.E."ta xexp8(cxc; 7teX01)t; EV 1ta-tE.t OlCXYEVOfJ.lvwv lmanpCEl 'tOUC; .LlfJ.ETaBcxl
". xp""w aAov"x~. 2. IIwv(ou S. 'o flcXP'"PO~ xod fliXA5 AOv flEflv1joaO<L "poaiXEl a,6" xod ~" '''ESfflEl "" x60fle,> "oAA01:'~ &"" i~ "A:V7j~ ''''''PEej.EV &"o"oAlXO~ &v1jp 'WV x<xg'
~fJ.aC; yE-V.LE.VOC; mi 't&AOt;, on lXAi91j 1tpOC; xpwv xal EJ.LCXP'tP1Jae., 'to m5rrpCXfJ.fJ.CX 'tO'tO xa:rtAl1tE.V tiC; vOU9talCXV ~fJ.E."t.P(Xv
E1tL 'ta xal vv EXElV ~fJ.<; fJ.v1JJ.Lcruvcx jc;; olocxaxcx).,lcxc; Ctll'to.

2, 1. M1Jvot; ex'tou OE.l)'tlp~ [CJ'tafJ..vou, aa~~cX't~ fJ.E.Ac.p, lv


~flp~ 'o fl<XX<XP(ou flcXP'"po~ TIoAUXcXp1tOU, i",o~

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xcx'ta LlixlOV, auvEAl<p9rO'ClV IItVlOt; 1tpE.a~

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ov Illvtot; 1tpO fJ.lt; TJfJ.PCXt; -cWV TIoAuxp1tou jf,\lE9A(W'J e.tBEv
~" SEr ,<x-q 'ii ~flp~ <Xlho'~ OUn7j~aiiV<X1.
3. "Ov olv flE'Ca jt; I:a~(\I1Jt; xcd 'tO AaXA1J7tleXoou lv \lra'tE.l~, Wt; e.Wtv ht
10

CXpLOV 8a cx\hou~ cru)..).:TcpOrVCXl, )..cx~wv xAwcr'!a~ )..crEt~ 'tpf,i~


1tf,pl91jXf, 1tEpt -COV 'tptiXTAOV roO'tO 'tE. XCXl LCX~(Vr~ X<Xl

1, 6. poSI uvTp suppl. xalup tU; Sch


1, 1. tata.t.tvou. aa.pM:'t~ .t.tT)'~ Lig: lVtata.t.tWlU aa ~~'tou .t.tT)'ou M
c:dd.

1, l. L' Apostolo ci esorta a mettere in comune le memorie dei


santi, ben sapenclo come il rcordo di coloro che vissero rettamente e con tutto il cuore nelIa fecle corrobori quanti, a loro mi
tazione, vogliono realizzare la virtu. 2. Tanto pio. dunque conviene ricordare il martire Pionio, poich quando dimorava in
questo mondo, fattosi nel nostro tempo vera e propdo apostolo,
molti uomini distolse dall'errore; e quando infine fu chiamato
al Signore e sopporta il martirio, lasca a noialtri questo scdtto
quale monito a coltivare ancor ogg la memoria del suo insegna- <
mento.
2, 1. Il secondo giorno del mese sesto, in occasione del Grande Sabato e nelIa festa del beato martire Policarpo, durante la
persecuzione di Decio, furono tratt in arresto il presbtero Pionio e Sabina, assertrice della fede, e Asclepiade e Macedonio e
Limno, presbtero delIa Chiesa cattolica. 2. Ora, la vigilia della festa di Policarpo, Piono aveva visto in sogno che l'indomani
li avrebbero arrestati. 3. Cosl, mentre si trovava con Sabina e
Asclepiade a osservare il digiuno, prevedendo quel che sarebbe
avvenuto j] giorno dopo prese tre cordami e li avvolse al eolio
preprio e a quello di Sabina e di Asclepiade; e rimasere in casa,

1,

l.

Tai"~

... XOtvWyti"v Ep. Rom. 12,13

<
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MARTIRIO DI PIONIO

MARTYRI UM PIONll

'Acrx).:rlm30u, xal EEE3.xo\rto EV 'tW OlXW. 4. To'to BE E7t0(.


1)crE.\I U7tEp 'tWV &7tarO!Ltv)V au't'v, ~7}3E ll7tovo71crad 'twa~
O'tL w~ Ol A0l7tOl U7teXroucr~ 1.l.lapocpaijcral, &).,A' tva d3wcrt 7teXv'tEr; hL xExplxaaLv de:; lPu)..ax~v Eu8w~ <X7t<XX8'ijv<x1.

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10

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3, 1. IIpoaEUEafltvwv oE <xu'twv xcd AapV'twv ap'tov ar LOV


XctL 3wp 'te!> crapp't~ t7ttcrTI} ctu'totr; lloAtflwv o VEWXpO~ XctL
ol crUv a\h~ 'tE.'tarflVOl &va~rnlv xai ~1xElv 'tou~ xptcr'ttctVOUr;
ime<," xa .Llapo,!",yirv. 2. Ka, <>T)alV v<wx6po~' O!1>a.
'tE 7teXv'tW~ 'te BLC'tctrfla 'to ctlhoxp'topo~, w~ xe;).,E.El flar;
tm8Elv 'tOlr; 8EOt~.
3. Kctt lllvto~ tcpr' OtOctflEV 't0:
7tpocr'trfla 'ta 'to OEO EV orr; XE.AEEL ~~a~ alh0 flv~ 7tpocrxuveXv. 4. IloAiflwV Et7tE.V "E)"8E'tE ov d~ ttv aropo:v xax<l 7t<laefa<aeo>. Ka f Ealllva xa 'AaXAT)mcioT)~ <<>T)aav'
'HflEl~ OE0 ~wv'tt 7tEL6fLE6ct.
5. THyEV ouv autOUr; ou ~E'tcX ~(ct~. KctL 1tpoE.)"6vtwv autwv doov 1t&V'tE~ lht oE.a.LcX EIFpouv, xai w~ E7tl 7tctpaoE~ (JUVOpct.LEV EV tXEl OXAO~ wcr'tE
W6EtV a)..)..fAOUt;. 6. Kctl E)"6vtwV de:; 't~v aropeXv, EV 'tri
a,o~ -q &va,oAlx, lv -q Ol7tAlOl, iY<.L'aeT) 7t<laa f &yop& xa
ctl 7tEp~ctt cr'toctl <EAATvwv 'tE xctl 'Iouoa{wv XCXl yuY<XlXWV'
laXAa~ov yap Ola ,0 <Ival .L<ra acippa,ov.
7. 'Avl<"av O,
xal E1ti 't0: ~eXOp<x xal 7tl ta xlpWtla axo7tov'!E,~.

4, 1. "'E<Tt'T)aav ov a\hou~ EV .Ltcr~, xal IloA.Lwv tI1tE.v


KCXAOV .Lar; tanv, w Iltvl!;" 1tE.tOctpx1aat XctSo: Xctl 7teXVtE.t;
xctl EmOcrat, lVCX .L~ xoAacrSTjn. 2. 'Ex'tE(vcx~ OV TIJV XE.tpct
Illvlo~ t;latOp~ 't~ 7tpocrW7t~ a7tE.Aoyfcrato d7twv' " Av3pE.e:;
, Ol E7tl te{) XeXA)..e.t l:.Lpv7J~ xaUxWfJ.EVOt, o E7tl t0 Mt)..1'\'tor;, wr;
cpcttE., rOfJ.'flP~ aE.flyuvfJ.EVOl, xal OttWEt; EV ul-ltv 'Iouoalwv

n. '!wv cll't<XTo.dvwv aih,,: '!O ebtaroiv(J1I alhwv Kn 1H Sch Hei 1 ""rOt: ,.d l Sin
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3, 16. 'A"toall edd. : &vtoall M
4, ,. ,!~2 Kn H Km: '!O M Ge Knu Mu I MAr'!o; edd. : ""iAlTor; M

2 - 4

15 7

ad aspettare.
4. Questo egli feee ad uso di coloro ehe lo dovevano portar via, perch nessuno si facesse l'idea che eondiscendessero come gli altri a cbarsi delle carni impure, ma tutti capissero, al contrario, che avevano deciso di farsi condurre direttamente in prigione.

<

3, 1. TI sabato, quand'ebbero pregato e assunto il pane santo e <


I'acqua, si presento Polemone, il guardiano del tempio, con i suoi
uomini, per inquisire i cristiani e trascnarli a sacrificare e a charsi delle carni impure. 2. Voi certo sapete del1'editto impe- <
dale fa il guardiano del tempio, e che esso v'impone di sacrificare agli dei_ 3. Conoscamo i cornandamenti di Dio, dsponde Pionio, nei quali egli c'impone di adorare lu solo. 4. Venite in piazza, disse Polemone, la obbedirete.
Sabina e Asclepiade risposero: Noialtri obbediamo al Dio Vivente . 5. Li condusse va senza dover ricorrere aUa forza; e
mentr'essi procedevano tutti vedevano che al colla portavano funi; e la folla accorreva a precipizio come dinanzi a una vista
straordinaria, casI da far ressa gli uni contra gli altrl. 6. Quando giunsero a destinazione, dalla parte del colonnate oriemale e
della doppia porta, la piazza tutta, comprese le gallerie superiori,
era gremita di grec e di ebrei e di donne: erano liberi da occupazioni per via del Grande Sabato. 7. Per vedere erano saliti anche sw gradini e sulle casse.
4, 1. Li fecero dunque fermare nel mezzo, e Polemone intimo: Pionio, vi conviene sottomettervi all' autorta come tutti gli
altri e sacrificare agli dei, se volete evitare la pena capitale. 2.
Pionio levo il bracco e illuminandosi in voho cominco la sua difesa , cos1 dicendo: Uomini che menate vanto della bellezza di
Smirne, che vi gloriate dei natali d'Omero, figlio, come voi dite,
del Hume Melete, e quanti ebrei si trovano fra voi, prestate orec- <

3, 7.8.

alh~

... npooxuvtTlI Deut. 6, 13; 10,20; 1 Reg. 7,J

lNTRODUZIONE

A.A.R. BASTlAENSEN

nell'accezione di passioni ciei martiri l: 10 si trOva ad esempio


in un canone del concilio d'Ippona del 393, il quale stabilisce che
a Haneo delle scritture canoni~he si debbono anche leggere. in
chiesa le passiones martymm 2 E evidente che in questo termme
e sottolineata, da una parte, l'idea di sofferenza, e che, 'altra
parte, e messo in evid~mza U.caratt~re n~rrativo: si tratta d~ u.na
narrazione di lotte e di dolor1, culmmantl nelia morte. La dlstmzione rispetto ad acta non e, a rgore di term~i, che .un~. distinzione di punto di vista. Ma l'impiego del termine passlO .5 lffipone
la clove l'elemento narrativo e preponderante, come 10 quello
scritto che, parzialmente redatto dalla sua propria mano,. r~eri:
sce gli avvenimenti a quali partecipava Perpetua durante 1 glorm
di prigionia'. Tuttavia, come si ~ detto, la par?la acta come termine generico e da raccomandars1, e ce ne serVlremo regolarmente neile pagine che seguono.

2. Influssi pagani alt'origine degli acta martyrum?


Che cosa ha portato i cristiani a comporre gli acta dei loro martiri? La domanda ha suscitato risposte svariate, ciascuna delle qua:
li merita la nostra attenzione. La prima di esse vi scorge fortI
connessioni pagane e aHonda le sue radici nella pregi~dizi~e sincretis tica che all'inizio di questo secolo, permeava gh studl sulle
origini del crlstianesimo. Si dava grande importan~a ai fra~men:
ti di papiro, scoperti in Egitto, che trattavano dI. p!OCeSSI e dI
morti subid da alessandrini per mano delle autonta romane. 1
frammend riflettevano il conflitto che non cessava di turbare i
rapporti tra alessandrini e romani, poich Alessandria, citta ellenica per eccellenza e centro di cultura, ~O? pote~a c?e. rassegnar:
si difficilmente alla preponderanza poltnca del latlnl, gente al
suoi occhi sprovvista di cultura. Durante i primi. ~ue secoli d~lla
nostra era questo conflitto si accendeva ad ogm lstante; veruva
complicato, a volte, da tratti di antisemitismo, feno~eno e.nde:
mico ad Alessandria, che ospitava un gran numero d ebre!. VI
furono sommosse, processi a Roma, chiamate di testimoruanza
1 Cfr. H.H. Jansen, Kultur und Spraclx. Zur Geschichte d~r a.~ten Kirch~ im Spiegel der
Spraclwttwicklung. Von Terluflian bis Cyprian , in LCP VIII, N1Jmegen 1938, pp. 14950

e 176.7; Hoppenhrouwers, pp. 5)5, 81-3, 11&-9, 15.5.7, 181.


.
1 Ved. C. Munier, Concilia Alricae a. 345 . a. 525, In CCL CXLIX, Turnholu 1974,
.
pp. 21 e 43 .
) Per il testo di questa pamo ved. pp.

114-47 della

presente raeeolta.

XI

dinanzi agli imperatori, recrtrnmazioni nei loro confronti, accu


se di lesa maesta e, spesso, vi fu la pena capitale. 1 nostri papiri
presentano gli alessandrini nelloro conflitto con lo srato romano
quali protagonisti della cultura ellenica, difensori dei valori della
patria, ved rnartiri, rnorti d'una morte gloriosa. Per stabilire la
parentela con gli atti dei martiri cristiani. l' erudizione moderna
si basava sull'aspetto giudiziario: i dibattiti Ira giudici e accusa
ti erano messi in luce, e si invento il termine di acta martyrum
paganorum, atti dei martid pagani. Si cercava anche di stabilire
rapporti fra questi acta e gli exitus virorum illustrium, le descro
zioni della fine di personaggi eminenti vittime di imperatori tirannici, che, a quanto dice Plinio il Giovane (Epistulae VIII 12,
4-5), erano di mano d letterati del suo tempo. E sotto l'infIusso
delle tendenze sincretstiche del principio del secolo si pervenne
alla tesi che gli acta martyrum christianorum erano scri tti di mano
cristiana, imparentati a questi exitus virorum illusmum e, soprattutto, modellati su questi acta martyrum paganorum l.
La tesi e insostenibile, poich i punti di contatto che collegherebbero gli acta dei martiri pagani a quelli dei martiri cri
stiani fanno difetto. Indubbiamente, 'ammirazione dnanzi alla
morte eroica di pagani non mancava da parte cristiana. Cosi,
Clemente dI Alessandria e Tertulliano presentano, quale esempio
per i loro correligionari, patrioti come Muzio Scevola e Attillo
Regolo, filosofi intrepidi come Eraclito di Efeso, Socrate e Zenone d'Elea, donne coraggiose come Didone e Lucrezia 2 Ma
non vi e alcuna menzione, nemmeno in Clemente, loro compatriota e, parzialmente, loro contemporaneo, n dei martiri
alessandrini n delle loro testimonianze davanti alle autorita, che
dovrebbero essere i modelli delle testimonianze cristiane. Sembra pIopdo che la storia dei nostri alessandrini fosse troppo
oscura per attirare l' attenzione cristiana. E non e immaginabile
che co che e.r a oscuro persino ad Alessandria potesse spingere i
cristiani d'Asia Minore, d'Africa, di Spagna alla redazione degli
atti dei loro martiri. D ' altra parte, quegli altri acta pagaru, gli
exitus virOrtlm illustrium di cui fa menzione Plinio il Giovane,
Tesi sostenuta tra gli altri da J. Geffcken, Die christlichen Martyrien ... , passim; per
il eomples5o di questi problemi ve.d . Deleha'ye~ pp. 113 .25 ~ ~ . Musurillo, The Acts
01 the Pagan Martyrs ... , pp. 260-2; ld., ChrlStlan and' Polmea] Martyrs ... )0, pp.
333-42.
~ Ved. H . MU5urillo, The Acts 01 rhe Pagan Martyrs ... , pp. 236-44; Delehaye,
pp. 114 5.
I

tUllO

MARTIRIO DI PlONIO

MARTYRIUM PlONll

au~1tcptlaW,

axoacx'tl ~ou oALya 1tpoao~cxAt!.rOIl.\IOU u~r..,. 3.


Axow yap o't~ E.1tt 'tor~ CXV'to~oAOat\l w~ E.mytAwvtt!.~ xat mxcxpo..,u~ 1tCXl"(\llO'" itrtta9t!. 'to e.xt!...,w.., aO"tXT)~aJ o't~ .Xvtt!.~
Em9ouat\l . 4. "Eou OE ~a~ 1l-"'J
"EAAT"'t!.;, 1td9ta9al 'tc{J
oloaaxcAC{J ~w.., 'OIl1)PC{J, o~ aull~OUAt!.El ~i oalO.., d..,al E.1tl
'tot~ &1to8viaxoual xcxuxaa8al.
5. l'~T.., ol, W 'louoaTm,
MwuaT~ XtAtU - '''Eav tO'!I~ 'to 1toCrlOV 'tO EX8pO aou
1tt1t'tWXO~ U1tO 'tov y~ov, o 1t<XptAe.cr-u &lAa eXVlC"tWV avaa't'fat!.l~ a't".
6. 'Ollow~ x!Xt ~OAOlLWV'tl ooe.t llCX~ 1td8e.a8!Xt
'''Eav 1t-cr-u i.X8p~ aou" 1 q>T)a, "lli i.1tlxap~, EV BE. 'tc{J U1tOaxe.Alallcx'tl cxu'tO 111} E1tapou".
7. 'Erw yap 'tc{J Ell~ oloaO-XcAC{J 1te.l8lle.vO~ a1t09",1)axe.lV cxfpollcxl /J.CXAAOV 1\ 1tapa~cx(ve.lV
'tO\U; Ayou~ a'to, xcxl &ywv(~Oll!Xl ~T aAAc~a~ &: 1tpw'tO'"
Ella8ov, E1tU'tCX XCXt E.o(3ex~a. 8. Tvw.., ouv xa'taye.Awalv Ol
'IouoaTm &aull1ta8w~; aL yap xexl EX8pol av'twv la.Le.v, wr, q>acrt.." a)..Aa aV8pW1tOL, E'tl &otxT)81vur,. 9. Alyoucrlv o't~ xatpoor,
1tappTaar, EXOlle.v. Eha" 'tva~ TfhxiaalltV; 't(va~ E.~OVtcralltVj
't(var, i.o~wEatJ.tv; 't(V<X~ dOWAOACX'tpe.1'V Tvayx:aa~e."'j
10."H
OLOV'tal ollOla e.Tval 'ta au'twv eXllap't1tJ.a'ta 'tot; vv U1t 'ttvw..,
Ola ~~ov av9pw1tlvov 1tpaooo.Llvm~; aAAa 'tooo'tC{J olacp-pu
oOC{J 'ta e.xocrla &.Lap't"].L!X'ta 'twv axouaLwv.
11. Tf~ yap
~v'Yx",o<v ' l ou8",(ou\ ,.hrr9rv"" '<\> B ).<pqwp; 1 'P"''Yiiv Suoa~ ve.xpwv; T 1topve.aaL aL~ 'ta~ 9uya'tlpa~ 'twv aAAocpAWVj
T XCl'taXale.w 'tor~ e.lOWAOl~ 'too~ UlOO:; xal 'tar, 9uya'tipa~; f yoyYCe.t\I xa'teX 'tO 8e.o; T xa'taAaAe.lv Mwuaiw:;; T axap~cr'tETv
e.e.pre.'tou.Livou~; f o'tpcpe.a9cn ti xapoqc d:; Ai.'ru1t'tov; 11 ava1

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15. "twwv

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' 59

chio al poco che ho da dirvi.


3. M'e giunta voce che voialtri
ridete e giubilate di quanti disertano la propria fede , e considera- <
te motivo di divertimento la loro debolezza, che cioe sacrifichino
4. Meglio per voi sarebbe, grec, sespontaneamente agli deL
guire invece il vostro maestro Omero, che suggerisce non esser
cosa pia gioire di chi perde la vita.
5. Quanto a voi, giudei,
Mose comanda: "Se vedi il sornara del tuo nemico accascarsi
6.
sotto la soma, non passare oltre rna fatti avant e rialzalo".
Parirnent, dovreste seguire anche il precetto di Salomone: "Se il
tilO nemico cacle", dice, "non rallegrarti, non esultare se quegli
inciampa"
7. Quanto a me, infatt, e in obbedienza al mio
maestro che scelgo di morire anzich trasgredire ai suoi precetti <
e mi sforzo di non scostarrni da que! che in primo tempo appresi
8. Di che dunque dovrebbero ridere i
e in seguito insegna,
giudei, invece di provare compassione? lnfatt, se anche fossimo,
corn'essi affermano, loro nemici, siamo tuttavia uomini, e per di
piu vttime d'ingiustizia.
9. Ci e concesso - osservano - dire
la nostra. E allora: a chi ahbiamo fatto torto? Abbiamo forse tru- <
cidato qualcuno? O perseguitato qualcuno? O costretto qualcuno
10. O forse essi ritengono non differsca dal
a venerare doH?
peccato loro il peccato d'idolatra ora cornmesso da alcuni di ooi
per paura d' altri? Ne differisce, invece, quanto il crimine volontario da quello coatto, 11. Chi ha rnai costretto infatt gli <
ebrei a sacrificare a Belfagor? O a cibarsi dd dooi immolad ai
rnorti? O a fornicare con fernmine di estranea progenie? O a fare
olocausto dei propri figli e figlie agl'idoli? O a mormorare contro
Dio? O a vituperare Mose? A mostrare ingratitudine verso il
propdo benefattore? A ritornare col cuore in Egitto? O, quando
4,11-2 . tn ... xa;uX&aOCXt Hom. Od. XXII 412
1)-'5" 'EQ;y .. o:'t Exod lJ,5,
Deut.22,4
16'7. 'Eay ... L1'tClpou PIOV . 24 ,17
28-9 "t'tAtaOijvCll . . . a).).o'fAWV Num. 2 5. 1-3: Ps. lOS,28; Os. 9, 10
30. XCl'tClXCl(tlV .. 9UTCX'ttpClo; 4 Reg.
2) ,10: Ps. lOS,3 78: Ierern . 7,Jl; 19,5; 39,35 Ezech. 23,39
J Ol . TO~~tlV ...
9EO Exod. lS ,24 -1 7,J ; Num. 11,1; 14,2-17,20; Ps. 105,25; 1 Ep. Coro 10,10
JI.
XtnexAClAtlV Mwuolwo; Num. 12 ,8
}14. ti arp'fEaOClL ._. tO"X0l'tOlijoClL Act.
Ap. 7,39-4 1
31 . atpllJlta6ClL ... Arrtmt0\l Exod. 16,3 ; Num. 14,2-4
32-}.
cXva~.VTOo; .. . VJ.ov Deu t. 9,9

160

MARTIRlO DI PIQNto

MART'fRlUM PIONII

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13. 'A)..)..a CT)"toat ~ho: d 'tWEC;
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33 , Mwuaiwo;
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(-) edd.:

Mwaiwo; M

38. post 0/-.90v e lin. 37 aAA&. ~'f''toO'tV

r6r

Mose sall per rcevere la legge, chi li obbligo a chiedere ad Aronne: "Facci degli dei", e a forgiare il vitello? E a tutti gli aItri
peccati che cornmisero, chi mai li costrinse? 12. Vero e che gli
ebrei possono confondervi. Percio fate eh' essi vi leggano il Libro
dei Giudici, i Re, l'Esodo e tutro quanto sta a prava dei loro <
13. Ci viene domandato come mai alcuni, senza coamisfatti.
zione ma di propro impulso, sono venuti a sacrificare. Ebbene,
forse che a cagione loro dovete disprezzare tutti i cristia
ni? 14. Pensate al mondo d 'oggi come a un mucchio di grano.
Di che cosa vi e rnaggior quantita, di grano o di pula? Quando
viene il massaro a ventilarlo col suo ventilabro, la pula, leggera <
com'e, vola via subito, al muoversi dell'aria, mentre il grano resta dove si trova.
15. Considera te, ancora, la rete che si getta
in mare: non turto quel che pesca e di pregio, CasI anche al
mondo d'oggi.
16. Perch seguitate, alIora, a volerci far patire? Perch siamo giusti? O invece siamo ingiusti? Se siamo ingiusti, come non patirete anche voi, che gli atti sressi provano ingiusti, il medesimo nostro? Se siamo giusti, ma aliara, se i giusti
patiscono, quale speranza avete voi? Se infatci a stento si salva il
giusto, che ne sara dell' empio e del peccatore? 17. Poich un
Giudizio incombe sol mondo: molti elementi ce oe danno certezza.
18. lo stesso, quando part in viaggio e percorsi intero
il paese di Giudea e varcai il Giordano, vidi una terra che mostra <
ancor oggi i segni dell'ira di Dio attirata su di essa dai peccati che
i suoi abitarori commisero: scannare gli stranieri, scacciarli, far
loro violenza.
19. Ho visto il fumo che da essa tutt'oggi si leva
e una terra incenerita dal fuoco, priva d'un frurto qualunque o
d'un qualsiasi umore.
20 . Ho visto anche il Mar Morto, spec-

33-4 . I!.t1tttV ... 9to~ Exod. 32,1


34 . LO~o1tOtijac(l Ex~ , 32 ,2-4 .8; Deut, 9,16;
2 Esdr. 19,18; Ps. 105,19
43'''. mx).w ... nIXpoY'tIX Ev. Matth. 13,
47-9
45'50. nGlo; .. , qxt'Jti'tIXL 1 Ep. Pet. 4,1 58
49-50. t! ... !pIX'Jti'tat
Prov. 11 ,31
'2'4 , .v ... oprll'J Sapo 10,6-7
54 , "tiy ... 6py~'J Gen .
19,24-5
'4-6, 8t' ... I5t.or:~f.LtYOt Gen , 19,4-9
56. xanvOv ... ya~ayoY'ta
Gen , 19,28
,6-7 , XU7tYOV ... XClp7!"O Sapo 10,7
57 , yijY ... 'tt'ttIPPwLlY7JY
2 Ep. Peto 2,6; Ep, ludo 7 I o'LOlpoV ... xapT.o Gen, 19,25

162

60

M ARTIRIO DI PIONIO

MARTYRIUM PIONO

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'wV l"l fLpOO, ,Ix x"O).oo rv",aO. 24. eH/> 8~ fL"P'"PfL'O"
u~v 1tEPl TIj~ .Lf.)..)..O01J~ ~h& 1tUpot; yrVe.o9aL XplO'EWt; U1tO aEO
8ux 'tOU AOU cxu-ro 't"O XplO"'tOG. Kcd 8l<x 'to'to 'tolt; AEYOflvot; 9tlt; f.Lwv ou ACX'tpe.O.LEV xext 't' dXVl 'tf x,puaf ou 1tpoO'XUVOllEV .

5, 1. To,,,,v 8. X"l AA"'V "OAAWV A.xO'n",v, W, l"l"oA\'


.L1) O'lW1t1lacXL 1'0\1 TIlVLOv, ;; 'tE VEWXpOC;; xcxt al aUv aU'titl xat
1tac;; OXAOC;; E.1tatT}aE 'tac; axoc;, WG'tE 'toaanv 01.lXcxv "fEVaO", W, fL'l8. rP~"l "V". 2. El,,6",o, 8. "eX).,v 'O TItoVlOO
:; hv ToTe; GEOle; uf.Lwv 00 A<X'tPEoflEV XCXt "t1\ dXVl 'tf X,puaf OU

'9. xo;tl sed. 5ch l o:pCJlv: qaLV, 5ch I &;oV1}O'OtO'O:Y M 5ch: :'tovTO'Otv.edd._
60.
63 . Kat: XO:ll Kur
64 . H yw. lllttC;: AlTw ,
urti't; Kur
64-6. Au8Cac; .. . ci(Jt~wY: v Kn(l)UXQ.uJ.lVTJ.... exemplum irnpiortm r,
01 8i. TtotT)"tat ~o\)(Jt\l "fO
c si ve tale quid 5ch
6, . yijv Hei Rob: yiiv ~txa
nA(WC; M Id .
66. post O:O't~WV lac. susp. H ei
66-7. Ai't\lllC;
1riip sed .
Rob
66. xal' secl. Hei
67. Poq ool.woIov: pOI~80I.ltW)\l dubitanter in app.
eL Ge 'twv lt' 'l'faA(at;,sive 1'~v Anta~(wv a:~p:mt'to_l.tt.VO~ Sch pOl;O(ltVOV Km
Hei
68; XPiO'IV: !JIuO'w _Hel, cfr; Ept', 3 1'wv 9tel-twv ~8~'twv ~ !JIuO'U;
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lx~aLvov ti ut0Ja(wv: l~~cnvov Lv UtOral~ ,edd. i xjjpaaetv U1t0r"'\~ Se~ Lx~~t\lov
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71. AtoTt't't edd. : ~lTt1'aL M 1 tX1tUpWO'!~t;
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7l . atUx!X).(wvo~ edd.: 8",uxaALWVOt; M
75 . 'tou :
'hO'o edd.

4 '

chio d' acqua alterata e stravolta nella sua natura ed estenuata dal
terrore di Dio e incapace di nutrire alean seme di vita, e chiunque vi si tuHi viene da essa espulso e riportato a galla: dentro di
s non riesce a trattenere un corpo umano; rifiuta di accogliere
l'uamo, per non venire a cagione dell'uomo ancora punita. 21.
Sto parlando di cose a voi remate. Ma vaialtri medesimi vedete e
descrivete la terra di Lidia combusta dal fuoco, che ancor oggi si
oIfre manito agli empi; e la vampa mugghiante dell 'Etna in Sicila, e finanche in Licia e nelle isole. 22. E se cio pure si trova <
lungi dal vostro sguardo, pensate all'uso comune di acqua calda, <
di quella, intendo, che scaturisce direttamente dal suolo, e riflettete qual e la fonte del calore, come mai ribolle, se non e da un
fuoco satterraneo che proviene. 23. E prendete quelle confla- <
grazioni e inondaziani di parte del globo, quali narrate vai nel
mito di Deucalione e noi nella stada di Noe: sono parziali,
perch da do che e stato in parte s'intende quel che sara del
tutto. 24. E per questo noi vi portiamo testimoruanza sul
Giudizio di fuoco che e prossimo a venire da Dio per via del Ver <
bo suo Cristo. Ed e questo il motivo per cui non veneriama vostri cosiddetti dei e non c pros triamo dinanzi al Simulacro d'Q ro .
5, L Mentre questo e molt'altro andava dicendo Pionio, senza quas mai tacersi, il guardiana del tempio e i suoi uomini e la
moltitudine tutta sta vano con le orecchie tese: il silenzio era tale
che non si udiva neppure un mormorio. 2. Quando Pionio di
nuovo proclamo: Non venedamo i vostri dei e non ci pros tria-

Su..,6:p.t.\lo..,: OU\lOtw.n'Y Sch

n'

65.6. xtxauJ.liV1}v . . a:O'tPW\I 3 Mach. 2,5; 2 Ep. Peto2,6; Ep. ludo 7


72. l7t1 NWE
Gen. 6,57,24
74. tij~ ... 6EO 1 Ep. Coro3, 13-5;2 Ep. Peto3,7
74-" , 'tii,~ ...
XpLG"tOi.i 2 Ep. Thess. 1,7-8
75-7. 1'Ott; ... 1tpoO'XUV00J.lEV Da.n . 3, 18
,. 5-6. TOt~ .. . 1tpOIlXU\100J.lt.V Dan. 3, 18

MARTYRIUM PiaNO

10

MARTIRIO DI PIONIO

7tpoaxuvof.LtV, llCX:Yov CXll'tOUe; de; 'te 7tct:L9pov Ele; 'to f.Laov xal
7tE.p~O"tTJacxv alhoTe; tWEe; 'twv aopcxtWV &~CX 't0 TIOllwVL EXl7tCXpOUV'tEe; XCXl OV'tEe;' 3. n ECa91l'tl ~f.Ltv, I1lVLE, fhl aE.
CPlAOf.LEV, xcxt (ha 7tOAo: &%oe; tT ~7}v, 1190ue; 'tE gVEXCX xcxt E7tlEtxE,(cxe;. KCXAV Ea-tl 'tO ~7}V XCX~ 'tO cpwe; 'tOU'to ~1tE.W , xcxt aAcx
'two: 7tAtOVCX. 4.'0 3i 7tpOe; cxlho;' Kayw Ayw O'tl XCXAV
aa-tt 'to (7}V, aAA' Exdvo xpEiaaov 1f.LE.te; E7tl7t090IlEV' xcxt 'te
cpwe;, &A' EXE.ivo 'te &Ar9lVV. 5. Kcxt 'tcxu'tcx f.Liv ouv a7tcxv'tcx
xcxA- xal oux we; 9cxva'tLWV'tE.e; T f.LlaOuvne; 'ta tpya 'tO 9wu
cpt"(Of.LEV, aAA' 'tpwv flE."(AWV 1tEp~OATI 'to'twv xcx'tacppovou~tV EVE.3ptuV"twv 1lle; .

1.,

6, 1. 'A~",v3po, 3<
&yoP""o, "ov~po, &v7p tI".v
" Axouaov ~Ilwv, TIlVLE . TI tVLO; ET1tE.v' 'E7tlAa~oj aU
7tap' EfJ.O &xouv' l yap aU o18cxe; oma, & Bi Eyw E1tllT'taf.lcxl aU
&yvo."' 2. 'O 3. 'A~",v3po, T9~cr.v "'Ihoii x""",y.iXv,
, E1td xcx( cpT)alV dpwvt~' Ta'tcx Bi 3la 'tLj 3. TIlvlOe; El7tE.Y' Ta'tcx tva fJ.i' 3LtPX~EVOl TI]V 7tAtv (.lwv 7tovo1l9WflE.V
we; fJ.lcxpocpcxiaov'tte; 1tpOaEAT)A9afJ.tv, xcxl tvcx f.l9T)'tE O'tL ou3i
t1tE.pw'ta9cxl &~lOf.LEV eXA& xpLvcxvne; oux de; 'te NEf.lEaeXOV
&)..)..' de; "tiv cpu)..cxxi'v a1tEPX/iE8a, xal tvcx f.l1 wC; 'toue; AomoUe;
" P('1' ~iJ.iX, crvv"'p".xcr",vn, 611t",y.xnn, &AA& 31& 'o tpop<Tv 3.aiJ.&
leXar'tE. 'teXXcx yap fLE'ta 3Ea.t.wv OUX ElOCXyyE'tE. 1.t.e; de; 't0:
d1iw", tliJ.wv . 4. K"" o'w, 'Ai~",v3po, ltpliJ.w9~. K""
1teXAlv txdvwv 1tOAAa 7tapaXcxAov'tWV aU'tev xaxe.lvou Atyov'toe;' O't'w xEXptXa(.lEv, xcxl 1tOAAa lAYXOV'toe; cxu'tote; xaL
15 1tEpt 'tWV (.ltAAV'tWV a1ta"(yAAOV'tOe; athote;
'AA~(Xv3poc; d7tE.V'

6, 2 . 'EltLA<x~oii: tltLPIi:AOU Sch


8. '1'0 NqJ.tatLOV edd. : '1'011 t.t.EOELOII M
I I.
'Yap: yp tiv Sch I dO'cr.yGyE't't M Kn lU, cfr. L. Radermacher, NeUlesramentliche
1
2
Grammalik 19 11 , p. 78 nI. 1; 1925 , p. 93 m . 1: tlO'T)y:ynt Gc: Kn 1 Mu dO'ayGTm"tt Sch
12. tiOwAa;: d8wAti'cr. edd. Sch

5 - 6

mo dinanzi al Simulacro d'Oro , li condussero allo scoperto nel


mezzo della piazza e si fece loro attorno un gruppo di faccendieri
che insieme con Polemone li incalzavano dicendo:
3. Da' retta a noi, Pionio, che ti vogliamo hene e riteniamo tu meriti di
vivere per piu ragioni, per la tua forza di carattere che si unisce
alla mitezza. E bello vivere, e vedere la luce del sole! , e moh' altro ancora.
4. Ma quegli rispose loro: Affermo anch'io che e
bello vivere, roa migliore e quel vivere, cui aspiriamo noialtri. Ed <
e bella la luce, roa piu bella ela Vera Luce. 5. E tutto questo, e
vero, e tutto bello, e non e che noi si voglia esiliarcene per ansia
di marte o per odio delle opere di Dio: roa conoscendo la magnificenza d'altre e suhlimi cose, hen poco valutiamo queste che
quaggiu c'irretiscono.
6, 1. Un tale Alessandro, faccendiere d'infimo ordine, interloqu1: Pionio, aseoltaci!. E l'altro: Tu bada ad ascohare me!
Quel che sai tu lo so, ma quel che io conosco, tu 10 igoori, 2.
Alessandro intendeva prendersi goco di lu, poich aggiunse con
aria di scherno: E codesti guinzagli, a che servono?. 3. A
fa r 51 che mentre attraversiamo la vastra citta., rispose Pionio,
la gente non supponga che siamo venuti a ciharci delle carni impure; a far sl ehe voialtri comprendiate suhito che non vale neppure la pena d'interrogarci, visto ehe abbiamo deciso di non recarci al tempio delle Nemesi ma direttamente in prigione; a far sl <
che non ci afferriate per trascinarci cola a forza, come gli altri,
roa ci lasciate al nostro destino visto che siamo gia legati: forse
eviterete di conclurd ai vostri idol con le fum addosso! . 4.
In questo modo Alessandro fu ttito. Ma poich gil altri per tutti i versi seguiravano a implorado, e quegli replieava: Cosi ahbiamo deciso , e molto si dilungava a contraddirli e a predicare
il futuro irominente, Alessandro non pot frenarsi: 5. Che

12.'3.

'to

fW~ ...

&AT\9w{w EII. lo. 1,9; 1 Ep. 10.2,8

MARTIRIO DI PIONIO

M ARTYRI UM r rONIl

5 . T" yap xpE<x lad , cpra(v, ({ 'tWV ).ywv .Lwv 'to'tWV


1t'tE. oux tE.ITt'LV .La~ Cijv; .
7, 1. Tou 3. UflOU pOUAofl<YOU IXxA~a(o:Y Iy ~<i> e,tp,!,

7tOLETv lV<X Exd axoawm 1tAE.oV<X, XrO.LEVO( 'ttvE; 'tO G"tp<XTIJyo 7tpoaE.A9vn" 't~ VEWXp~ IIoA.Lwvl E.17tOV ({ Mi' cruyXWpEl A<xAElv cxu'ti>, lV<X .L~ EV 't~ 9E(hp~ EiaA9wal XCXl 9pu~0;
, X<XL E1tlC~'t7lal<; m:pL 'to ap'tou y.Vr'tCXl . 2. Tcx'ta axoaa;
I10A..LWV AyU' ({ TItVlE, El .Li' 90..'(1<; 9a<XL, xCiv lA9~ El<; 'to
N'fl,aEToy . '0 3. :<>~. ' An' O aufl<><P" aou ~Or( 013o,Ao,(
lVCX EXET ~').,9W.LEV .
3. I1oA.Lwv Et1tEV' IIEa9'T]'tl ~f.LtV,
IItvLE. IIl6vlo; ET1tEV' Ei'9E. ~ouv.L1}v lyw .LCiC; 1tdcrCXl xpl1 0 ITt'l<xvmJ<; YE.vcr9cxl.
4. Ol oE .Ly<x avcx"'(E.Aacxv'tE.<; E!1tOV '
OUOE.V tXEl; 'tow'tO 1tOl71cr<Xl lV<X ~wv'tE.C; xcxwf.LE.V . TIl6vLO<;
El1tE.v XE.ipv EG"tL 1tOA,,) a1to9<xvv'tcx<; X<XU6fVCXL . 5. MElOlwcrre; OE. TI'je; :Etl~(v1}<; vEwx6po; Xtll Ol .LE't' tllho El1tov'
rE.A<;; . tH OE. tl1tEV' 'Eav 9EOe; 9An, Vtl( xpla'tl<xvol
1.5 yp E.cr.LEV OcrOL yap d<; XptO"tov manouaLv &~hO"tx'twc; , YE).,crOUGlV EV Xtl~ ato(w<; . 6. AyoualV tllh' .'Eu f.LEV o ou
9).,Et; ll).,U<; 1tcrXElV ' al yap .L~ Em9ouatlL de; 1CopvElov
l<tttlV'ttlL . tH OE. El1tE.v Ti> ay(~ 9E~ .LEA~crEt1tEpl 'to'tOU )) .
8, 1. rIAW OE. IILovL<.p E.t1tE.V IIoA.Lwv rIda91}'tl Tlliv,
I1~VlE ) . TItvWc; El1tEV' KE.xD.. wcrtll 111td9uv 11 XOA~Etv' ou

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5 dflt. 3. fIOA&flWY .r",y. fIoroy e,OY a<p'(!; . fI,y,o( .r1CEV' Tov OE.OV 'tov 1tav'toxp'toptl 'tov 1tOl~a<xv'ttl 'tov oupavov
XCXL -d-v ~v XCXL miv't<X 'ta EV au'toTe; X<XL 1tCxv'tcx<; ~fJ.&<;, OC; 1t<xpiXEt T.Liv 1tciv'ta 1tAOUalWe;, OV lyvwXa.LEV o~a 'tO ArOU tlu'tO

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9D,ut;
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senso hanno, nsomrna, codesti discorsi?


voi sopravviviate!.

6-8

E escluso,

tanto, che

7) 1. Il popolo voleva che si convocasse un'assemblea in tea- <


tro, per poterne sentire di piu. Ma alcuni, solleciti verso lo stratego, avvicinarono il guardiano del tempio Polemone: Non Jasciarlo parlare , dissero, (~se non vuoi che la gente si riversi in
teatro e si creino tumulti e si facciano rivendicazioni sul
pane . 2. Inteso il suggerimento Polemone ingiunge: ( Pionio,
se anche non intendi sacrificare, vieni comunque al tempio delle
Nemesi . (Non conviene ai tuoi idoH, rihatt J'altro, ( che noi
si venga laggiu.
3. E PoJemone: (Persuaditi, Piono! . E
Pionio: Potessi io persuadere voi a farvi cristiani!. 4. E
queIli, ridendo forte : ( No , esdamarono, (mon riu sclrai a fa r
tanto da vederci bruciar vivi! . Ribatt Pionio: E malta peggio bruclare da morti . 5. E poich quj Sabina sorrideva:
Ridi?, le fecero il guardiana del tempio e i suoi uomini. E le:
SI, se Dio vuole. Siamo cris tiani, e coloro che senza incertezze
credono in Cristo rideranno in sempiterna letizia . 6. Ti
aspetta invece}), le dicono, qualcosa che non gradirai affatto.
~e donne che si rifiutano di sacrificare vengono assegnate a un <
postribolo . E lei : sara Iddio, che e santo, a darsene pensiero.
8, 1. Nuovamente Polemone si rivolse a Pionio: (~Pionio, lasciati persuadere da noialtri! . E Pionio: Rai ricevuto un ordine: o persuaderci, o metterci a morte. Non ci persuaru : ammazzaci. 2 . AHora il guardiana del tempio Polemone passo alla
procedura formale: ( Sacrifica, Pionio!. Pionio rispose: Sono
crtstIano. 3. Polemone: ( Quale dio veneri? . Pionio: Iddio
Onnipotente che ha creato il cielo e la terra e turto cio ch'e in
essi e tutti noi, colui che copiosamente ci elargisce ogni cosa e
8,67. TO\l 1tOl'jO"otvtot ... 7~t; Exocl . 20,11 ; Ps. 145,6; Oro Man. 2; Act. Ap. 4,24 ;
14, 15
7.8. Ot; ... :tAOUaut; I Ep. Tim. 6, 17
8-9. a y ... Xp tO"to Ev. lo.
1, 18; 17,6; 1 Ep. lo. ~ .20

168

10

Xpla'tOU . 4. IIoAfJ.wv e.l7tf.v 'E1tLeuaov ouv xav 'ti> <xu'toxp:tOPL. ntVW~ e.l7tE.V ' 'Eyw eXv9pw1tC:p oux E.7tL9w XPlcrtla.VO~

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9, 1. Eh" i1t7p:maE' iyyp''I''''' A<y"" ",he!>' T(,


A:Y\j, lPcXcpov'to~ 'tO vO'tapLou 1t;v'tcx. 'Am:xperr TIt
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2. IIoA.twv E.l1tE,\/' Xplcr'rLO:VO~ el; . TIL6vLO; e.l N<xl. lloA.!J.wv ve.wxpo:; eI1tE.v {( I1oa<; e.xxAralcx~; . 'A1tE.Xplva:to {( Tr<; xaSOAtxi'<;' o'tE. "(IXp e.cr-ttv aAA:T\1tctpi< 'e!> Xpl<Tte!>>>' 3, Eh" ijASE' bd "t1, 2;"P""" IIpoElp>xEl
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T(, Aru;, 'H 8. EI1tE" E>E086TIj, 'O 8. ~'I'1j' Xpla",,'
v~ eX; . ~H OE. Sre.l' Nal, XplO'tl<xvi] e.L.Ll .
6. TIoAf.LWV
dm:v' TIo(etC; eXXA7Ja(exc;;. L;(X~t\lcx d1te.v' Tfjc; XCX90AlXfjC; .
Tvcx ai~n;. LCX~rVCX e.11te.v ({ Tov 9EOV 'tov
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10

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MARTIRIO DI PIONlO

M ARTYRlUM PIONO

7, Eh" i1t1jpw"t1jaE "" 'AaXA1j1tl.81jv' Ti, Hru; ,

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9. lo T~ edd. : 'tt M
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xcteOA~xf~ . Ge Kn

8 - 9

che noi conosciamo grazie al Verbo sua Cristo.


4. Polemone:
Sacrifica almeno all'imperatore. Piona: A un uorno, io non <
sacrifico: sano cristiano .
9, 1. Quindi, perch dell'interrogatorio potesse esser steso il
verbale, gli domando: Come ti chiami?, e il cancelliere si di
spose a metter tutto agli atto Risposta: Pionio. 2. Polerno
ne: Sei cristiano? . Pionio: SI . Il guardiana del tempio Polemane: Di quale chiesa?. Risposta: Di quella cattolica. Non
ve n'e altra chiesa se non in Cristo. 3. Fu quindi il turno di
Sabina. Pionio, in precedenza, l'aveva istruita: Di' che ti chami Teodota, perch ella, tradta dal nome, non ricadesse nelle
man dell'iniqua Politta, sua antica padrona. 4. Costei infatti,
ai tempi d Gordiano, volendo far recedere Sabina dalla fede,
l'aveva messa in catene e segregata sulle montagne, dov'eIla tuttavia aveva ricevuto il sostegno clandestino dei confratelli. In seguito ci si era adoperati per liberarla sia da Politta, sa dalle catene, e per lo piu ella abitava con Pionio, e fu cos1 che venne arrestata in questa persecuzione. 5. Anche a le chiese dunque PoIemone Come ti chiarni?. Ed ella: Teodota)}, L'altro: Sei
6. Polemone: Di quale chiecristiana?, S1, sono cristiana.
sa?. Sabina: Di quella cattolica. Polemone: Chi veneri?.
Sabna: Iddio Onnipotente che ha creato il cielo e la terra e tutti noi, colui che conosciamo grazie al Verbo suo Gesu Cri7. Fu poi la voIta di Asclepiade: Come ti chiami?. AstO).
sclepiade . Polemone: Sei cristiano? . Asc1epiade: S1.
8.
Polemone: Chi veneri?. Asclepiade: Cristo Gesu. 9. Polemone: Si tratta di un altro?. Asclepiade: No, e il medesimo
che hanno detto loro .

9,

lO-1.

a, ... itJ.ii, Exod. 20,11 ; Ps . 145,6; Oro Man. 2; Act. Ap. 4,24; 14,15

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170

M ARTIRIO DI PlONIO

MARTYRlUM Pia NO

10, 1. Totwv Di Ae.X8v'twv &rrTyayov cxu'tou~ de; 'tiJv cpuAexxiV. 'E"'lxOAo6" 8< 5XAO~ "oA~, Wo<. yfL'lV TIv &yopv. 2. Kc.:t n.tyv 'tlVe.~ 1tEpl I1LOveOU' TIwC; &d XAWpOC; WV
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12 . "OO'Ot XlXt oO'Ot: o; 01, XIX! o; O
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14. ~n edd.: il
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1.5 . 1tIXlOtllX XIX! o"t'(,,; LITt(\I;: 1tellodel, XlXt o't"wr;..lO'"d\l. Ge Kn Hei 1teltOtX,
XIX!, O'tW; LO'dv. Mu 1tIXloda, XlXl o't"W; &V7j't; lattv. 5ch I post O"t(vlac. susp. H ei
11, l . post 0XAOU suppl. i~IX1'IX1'v't"t; o'tW; ~s iv e tale quid 5ch

1 0, 11

'7 1

10, 1. Concluso l'interrogatorio, li portarono in prigione.


Una gran folla s'era accodata, tanta da gremire la piazza. 2.
Di Pionio dicevano alcuni: ( Come rnai quest'uomo che e sempre
3. Sabina, nelterreo ora ha il colorito del voho cosl acceso? .
la ressa, gli s'aggrappava alle vesti, e alcuni dicevano per scherno: Oibo, che terrore ha che le tolgano la balia! . 4. Qualcu
no grido: Se non sacrificano, che vengano giustiziat! . Rispose
Polemone: Non abbiamo i fasci consolari, che ce ne conferisca <
no l'autorita. 5. Guardate! , fece un altro. Ora l'ometto
cede e sacrifica. Parlava del nostro compagno Asclepiade. 6.
Ment!, esclamo Pionio. Non 10 fara. Altri allora comindarano a dire: Il tale e il talaltro hanno sacrificato. E Pionio:
Ciascuno e padrone delle sue scelte. Cos'ha a vedere con me?
lo mi chiarno Pionio .
7. Altri ancora esclamavano: Quale
fermezza, in simili frangenti ! . E Pionio: Conoscete meglio di
me questa ferrnezza, da do che passaste: careste, lutti e quant'altre calamita . 8. Tu pure , osservo qualcuno, hai patito
la fame insieme a noi. Gia , disse Pionio, ma con speranza
di Dio.
w

11 , L Pionio pronuncio queste parole ed essi, mentre la folla


s'accalcava in torno fino a soffocarli, furono sospinti con diHicolta dentro la prigiane e consegnati ai carcerieri.
2. Entrad che
furano , vi trovarono rinchiusi un presbitero della Chiesa cattoHca, di nome Limno, una donna del villaggio di Carine, di nome
Macedonia, e un membro della setta dei Frigi, di nome Eutichia <
no. 3. Erano dunque n riunid e le guardie sentirono che il
gruppo di Pionio non accettava le offerte recate dai fedeli . Dice <
va infatti Pionio: Quando avevamo maggior bisogno, non fummo di peso a nessuno: dovremmo accettare di esserlo ora? . 4.
w

I1,

9' 1 0.

OUOt Vel l~elpiO'ellltV 2 Ep. Coro 12, 16; 1 Ep. Thess. 2,9

17 2

MARTYRIUM JOND

MARTIRIO DI PIONIO

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10 oup&e; ~O op&XOvtOe; de; Uv rTv <rupOtL.VOUC;, v cXtL1te.AOV 1)1,1
Ecpnucre.v T O~t(X 'to Be.ou 1tO 'tou oc; 'to tL0vtou AUllalv0(ivrv' xal -ra'tT)v VUV 'tpUrwal 1t<XV'te.t; Ol 1tapa1tope.u;.e.vm trlV
06v. 4. TExv(ex flou, oU, ""ALV wo(vw <W, O" floP~w9 XpLCTtOC; EV lltV' ol -rpUcpe.pOl ;.OU l1tope.Braav OOUt; 'tpaxe.lac;. 5.
,:; Nv T Lwcr&'wa EVE.ope.9r 1t(} 'twv av.Lwv 1tpe.cr~u-ripwv, VUV
<xvaxaA1t'touOl -riv 'tpUcppaV xal xaA1v, 01twt; EtL1tATjcr9wcrl 'to

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'4 . u.r.i'... : Uf.Li'....
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tI- 1 2

173

1 carcerieri andarono in collera, poich si aspettavano di trarre


beneficio dai gener di conforto che pervenivano ai detenuti, e
neila loro ira li cacciarono nell'ala piu interna del carcere, per esser certi che non prendessero offerte seoza dividerle con
loro. 5. Essi resero lode a Dio e si misero tranquilli, prestando
loro la consueta obbedienza, tanto che il capo deile guardie muto
avviso e dispose di rrasferirli nuovamente nell'ala anteriore. 6.
Essi pero rimasero doy' erano, dicendo: Sia lode al Signore! Per
noi e stato solo un bene . 7. In tal modo, infatri, avevano tutro 1'agio di conversare fra loro e pregare giorno e nOUe.
12, 1. Anche 11, tuttavia, molti pagani veruvano a cercare d
persuaderli, e srupivano a seotire le loro risposte . 2. Giungevano poi anche tutti quei confratelli cristiaru che erano stati indoui a forza ad abiurare, versando malte lacrime: a ogni ora si
offriva loro cagione di grande mestizia, specie per quelli piu timorad e di piu onesto costurne; e Pionio tra i singhiozzi si la
menrava cosi:
3. Che assurda pena m'e inflitta! Mi sento di
lan1are membro a membro, a vedere le perle della Chiesa calpestate dai pord, le steile del cielo spazzate giu dalla coda del dra <
go, la vigna che la destra di Dio pianto devastara da! cinghiale
solitario, ed ora ciascun viandante ne fa vendemmia.
4. Figlioli miei, per i quali di nuovo soffro le doglie del parto, finch
non sia formato Crisro in vo! I miei teneri piccoli hanno dovuro
percorrere aspri sentieri. 5. Ecco, Susanna e insidiara dagli <
osceni vegliardi, ecco, essi spiano la giovane tenera e pura per saziarsi della sua bellezza e svergognarla con la menzogna. 6.
Ecco, Aman si ubriaca, Ester e la citta iotera si conrurba
4

11,7.8. XCl"tO: ... "t!LvofUtt 2 Mach. 7,7; 4 Mach. 9. 14.17


8'9 . 'tou~ ... XC("tIX1ta."tOUEv. Matth. 7,6
9' 10. "tou~ ... aupolJ.l ...ou; Apoc. 12,34
10J. Ti...
... 606... Ps. 79,9.13-4.16
IJ-4 . TExvla. ... J.Ll... Ep. Gal. 4,19
14. ol ... "tpClXtCCl~ Bar. 4,26
1:;. T ... nptut3u-dpw ... Dan. 13 ,28 (LXX)
1 67 . I;\I(~:x&:A1I:"tOUO"I . xcXAAou;: auri~ Dan. 13,J I-2
17. q,tuO'ij ... a.Uti~ Dan. 13,43 (Theod.).
49 (Theod.)
18-9. ... "tClp(O"O'E"tClt Esth. 3,15
.r.ivou~

'74

25

"

'75

no.
7. Ecco, non v'e fame di pane, n sete di acqua, ma d'a- <
scoItare il verbo del Signare.
8. Forse tutte le vergini hanno
reclinato il capo e hanno ceduto al sonno? 9. S'e compiuto il <
manito del Signare Gesu: "Quando yerra il Figlio dell'Uomo,
trovera forse la fede sulla terra?" . 10. Sento che ciascun uomo
tradisce il suo vcino, SI che e compiuto il detto: "Il fratello coosegnera amarte il frateno".
11. Davvero, Satana ci ha cercato
per vagliarci come frumento, ma di fuoco e il ventilabro che ha
12. E forse iI <
in mano il Verbo di Dio per ventilare il grano.
sale e divenuto inspido ed e stato gettato va e calpestato dagli
13. Ma nessuno supponga, figli miei, che del Signare
uomlnI.
sia stata l'impotenza: fu nostra.
14. "Puo farsi tanto corta la
ma mano", Egli dice, "da non poter salvare? O tanto duro il
mio orecchio, da non poter udire? Ma i peccati vostri hanno
15. Poich siamo
scavato un abisso fra voi e me vostro Dio.
stati ingiusti, e qualcuno ha anche sprezzato il Signare. Abbiamo
commesso niquita, mordendoci e accusandoci run l'altro: run
I'altro ci siamo annientati.
16. Doveva piuttosto la nostra giustizia superare quella degli scribi e dei Farisei.

13, 1. ' Axow OE. O'tL XCXL 'tLVCX~ ..twv '!OUOCXTOl XCXAOUO'LV e.1~
O\)vcx'Ywy~' OtO 1tpocr.XE'tE. ..tf1tO'tE u.wv xcxl ..tEtCOV xcxl )mO'lOv

13, 1. Mi gunge voce che gli ebrei invitano alcuni di voi in


Sinagoga. Percia badate di non incorrere in una colpa pili grave, <
perch volontaria: che nessuno commetta l'irremissibile peccato
di blasfemia contra 10 Spirito Santo. 2. Non fatevi, insieme
con loro, prlncipi di Sodoffia e popolo di Gomarra, le cui mani

XC"",,,,,,,,,,,,,,

30

12: - 13

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20

MARTIRIO DI PIONtO

MARTYRIUM PIONll

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't'iv ~A",cr~TJ;'["'v ,oli <iy[oo "'I<;,,,,,o, <i;."'p't'i"1l' 2. Mi y(v., aBE- &..t1X cxlhot~ apXOV'tE~ EoO..twv XCXl ACXO~ rOIl6ppcx~. wv CXL

19-20. OU .. _ x~ou Amos 8,11


20-r. &\la"t'O:~O:\I ... lxli8E.Uoo\l Ev. Matth.
2.5,5
22-3 . Apo: .. _ rft~ Ev. Lue. 18,8
24-' . ITo:po:owau ... 8:\lO:"t'ov Ev.
Match. 10,21 ; Ev . Mare . 13,12
25.6. lq-dao:"t'o .. . aho\l Ev. Lue.
22,31
26-7. 'to .. . IXAWVO: Ev. Matth. 3,12; Ev. Lue. 3,17
27.8. l.twplivSr ... &... SpWltWV Ev. Matth. 5,13; Ev. Luc. 14,34-5
29. l.n ... XplO<;" Gen.
18,14; Ev . Matth. 19,26; Ev. Mare. 10,27; Ev. Lue. 1,37; 18,27
30-J. M~ ...
.twv Is . .50,2; 59,1.2
34-'. &:UfAOU'; OcXxvov"t'~ ... &:V1jAWST)fJ.f:V Ep. Gal.
5,1.5
, 3~-7. 7~W\l ... 4lo:pta;o:(wv Ev. Matth . .5,20
1).3-4."t'T]v o:vO:qlo:\pt"t'ov ... 1tVE.U(J.o:'to~ Ev. Matth. 12,31.2; Ev. Marc . 3,289; Ev. Luc.
12,10
,. Cipxo\l"t't~ ... ro..ppo:.; 15. 1,10
5-6. wv ... ltAfpEt<;" Is.
31. "t'oi) (J.~ edd., cfr. Is. .59,1: fLT M

1,15

J\1ARTYRIUM PIONII

10

MARTIRIO DI PIONIO

xeIpE~ atf,La'to; 1tA~pE~~. 'Hf,Ld~ 8& ot)u 1tpocpT'ta~ a1tE.xn{vaf,LE.v


ou8E. 'tov XplCTtOV 1tapE.8Wxaf.LEv xatla-taupwaa.LE.v. 3. Kat d
1tOAA&: Al"(w f,Llv; f,LV1)llOVE.E.'tE. WV ';xoaa'tE.. 'E1ttl xaxE.lvo 1xoaan o'tt cpaalv or 'Iou8aI0l' '''0 Xp~a-to~ av9pw1to~ fv xat
o:vE1taaa'to w~ plO9avT~". 4. Et1t<x'twaav ouv Tlllv' 1toCOU

Pl09"vou,

,tlX, x60fLO, fL,,9Tj'twV i7tA7Jpw97J;

5. rIOlOU Pl09,,-

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av9pw1tou oi .La9T)'tal xat CiAAOl llE.'t' alhou~ 'toao'tot V1t&P


'to ovlla'to~ 'to 8t8aaxAou alhwv 0:1tt9avov; 6. nOlOU
~109avo~ av9pw1tou 't4> ovlla't~ 'toao'tot~ &'tE.at 8cUfLvta l~E.-

" PAi97J X,,! ixpcXn.~"l X,,! iXPA7J9io.~"l; X,,! lo" /in"


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9. Kat 1toCa ypaq:l'1
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14, 1. 'E"(w llE.V OUY 'to'to 'to cPECJlla, Ai"(oualv w~ VV


EX 7tatoo~ 7AtX(X~ ixouov AE"(V'tWV '!ouoa(wv. 2.
"Ea-tt OE. "(E."(pallflYOv O'tl LaouA E7tT}pWTIjCJEV tv 't' lnaa't"ptll9~ xat EI1tEV 't1j "(Uvcxlxl 't1j Ol1-tW llav'tE.1JOllvn '''Av&ya''(
f.LOl 'tOV :Eaf.LOu~A 'tOV 1tpocp~'t1\v". 3. Kal t10EV 7 yuv~ Civopa
Op9l0V cXVCX~CXlVOV'tCX tV omAowl. Kcxl EyvW :ECXOUA i'tl ou'to~
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5. El
llE.V OUV Ai"(oUCJlV o'tt "Na!", WlloAOyTXCXal 't'11v O:OlXlCXV 1tAOV
lCJXtllJ tij~ OlXCXlOaVT)~, xal tmxa't&pCX'tOl daLv. 6. 'E&:v 0&

1 ), 8. post fxoalX"tt supp!. xa.t v ... ntpa.(y!"tt & l.t.aut edd., ex arm et pal, ut
vid.
11 . a.U-CO\U; edd.: a.u"to M
18. vtXUOJ.la.vrta.v t'dd.: ... ucuoJ.la......da.v
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18'9. UV1JytWXtvcu: uvrYTIox.voa Kur
14, }4. lv "t"!i lna.O"1"ptJ.la~: lv "tw lnO:O"1"P4LO'!l Ge l Kn lH , cfr. LXX 1 Reg.
28,7-8; 1 Par. 10, 13, -riv lnO:O"1"plfLUov Ge l Kn l Mu

13 - 14

177

rondana sangue. Noialtri, invece, non scannammo profeti, non


3. Ma perch mai vi dico tan- <
te cose? Rammentate do che avete udito. Poich anche avete
udico quel che affermano i giudei: "Cristo era un uomo ed e <
morco da fuorilegge".
4. Ma che ci dicano: chi mai morto da
fuorilegge ha colmato il mondo intero di discepoli? 5. Quale
fuorilegge ha avuto discepoli, ed altri seguaci dopo di loro in SI
ran numero, capad di marire per il nome del loro mae~tro? 6. E nel nome di quale fuorilegge per tanti anni i demoni
furono e sano e saranno scacciati? E tanto valga per tutti gH altri
magnifici fatti della Chiesa cattelica. 7. Essi ignorano che chi
"muore da fuorilegge" e colui che di sua propria scelta si sottrae
alla vita. 8. Dcono che sia stata un 'opera d necromanzia a <
far risorgere Cristo insieme con la croce. 9. Ma quale documento scritto, loro o nos tro, dice di Cristo una cosa simile? Quale uomo giuste l'ha mai proferita? Non sano forse empi coloro
che la sostengono? E perch si dovrebbe credere alle parole degli
empi, e non piuttosto a quelle dei giusti?

~onsegnammo Cristo alla croce.

14, 1. In primo luogo io questa rnenzogna, che divulgano


quasi fosse novid di ora, l'ho udita dai giudei fin da quando ero
bambino. 2. E scritto poi che Saul nterpeIlo una pitonessa e
chiese aquesta donna, che praticava la necromanzia: "Evocami il
profeta Samuele". 3. E la donna vide levarsi rete un uomo
avvolto in un mantello; e Sau! riconobbe in costui Samuele e gH
pose le domande che voleva.
4. Che dobbiamo cencludere?
Aveva la pitonessa il potere di evocare Samuele, oppure
no? 5. Se dicono: "SI" , aliera arnmettono che I'empeta puo
piu della gius zia, e siane stramaledetti. 6. Se nvece rispon-

6. on ... cXn!Xnl\lCltJ.ltv } Reg. 19,10.14; Ev. Matth. 23,30. 1.37; Ev. Lue. 11 ,4850;
n,J4; Ep. Rom. lI ,J
6'7. o-tt ... tO"1"o:upwaeqttv Ev. Matth. 21 ,H4 1; Ev .
Marc. 12,1-9; Ev. Lue. 20 ,9- 16; Act. Ap. 7, 52 ; 1 Ep. Thess. 2,15
1 )-6. n o(olJ
. .. y(yt"tlXl Ev. Matth. 7,22; E .... Marc. 16,17-8; Ev. Lue. 10,1720
14, 3-7. l~At"tO 1 Reg. 28,7.19; 1 Para!. 10,13

<

xn

INTRODUZIONE

A.A.R. BASTlAENSEN

erano, come dice egli stesso, delle laudationes funebres, destinate


a onocare le vittime delle crudelta degli imperatori. Non si trattava di rapporti messi per iscritto soUo l'influenza immediata
degU avvenimenti (il che, come vedremo, accadeva regolarmente
per gli acta cristianiL ma di elaborazioni posteriori, dove trovava
posta la retorica e clove la ricerca delletterario entrava aUa p~r~
con la reviviscenza dei ricordi 1. E tanto per gli acta alessandnm
quanto per gli exitus di Plinio, bisogna far notare che il loro
carattere politico piuttosto che religioso non aveva molti elementi d'interesse per i cristian. Se questi compongono resoconti dei
processi e delle esecuzioni dei loro fratelli e sorelle, e perch, in
primo luogo, vogliono conservare il ricordo della loro tes timonianza in favore del Dio unico e del Cristo; che tale testimonianza opponga anche un'eccezione d'inarnmissibilita a cene richieste
dello stato, e un'implicazione, roa di ordine secondario.
Se dunque gU atti dei martiri cristiani non si rifanno ad una
letteratura sulla fine di avversari politici dello stato e dell'imperatore occorrera cercarne l'origine in un'esigenza di carattere
specificamente cristiano? E do che sostengono altre due teorie,

3. Il martire come continuatore delfa figura


di Cesu Cristo profeta
Adolph von Harnack, famoso srarico tedesco delle origini del
cristianesimo, stabillva, in un ardcolo den'anna 1910, rimasto
celebre, uno stretto legame fra Cristo e il sua martire, cos1 da
postulare che gli acta martyrum rappresentassero una sorta di
continuazione della rivelazione del Nuovo Testamento 2 , La sua
res poggia sull'affermazione evangelica che il Cristo e presente
nel suo testimone e che le parole che quest'ultimo, portaro in
giudizio, pronuncia sano le parale dello Spiriro Santo (Ev. Matth.
10, 1920). Percio - cos) Harnack - e della massima importanza
che tal parale, pronunciare dinanzi al tribunale, vengano devotamente raceolte e conservare. Lo si e farto per le testimonianze

1 Ved. A. Ronconi , Exitus illustrium virorum ... , eoll. 1260.7, dove, luttavia, sembra sia
stata stabilita una eonnessione troppo stretla tra gli exitU$ pagani e gli acta martyrum.
Quanto al caso della Passio PerpetU6e, !"Watta anni do~ da. un u~~o ~ ,let ~ere. quesla
occupa un postO moho particolare neUa letlenl,tunl relativa ~I martul Crl~lIa Ol . . .
1 Ved. DaJ ursprii"g/;che Motiv ... Da accostarSI anche la test coUegala sU! martUl lnchcaU
come proferi dalle visioni di cui sono stati gratificati: ch. K. Holl, Die VonJel/ung vom
Mirtym'... , e M . Lods, Confnseun el martyrs ... (passim).

XIll

dei suoi primi adepd: le parole di Stefano davanti al Sinedrio


(Act. Ap. 6, 13 sgg.), le parole di Paolo davanti a1Ie autorita giudee
e romane (Act. Ap. 24, 1 sgg.), testimonianze che hanno trovato
insieme posto nella scrittura del Nuovo Testamento. Bisogna conservare ugualmente le testimonianze dei martiri ulteriori, che continuano, essi pure, la bucna confessione iniziata da Cristo sotto
Ponzio Pilato (J Ep. Ti. 6, 13).
In questa medesima prospettiva si notera il bisogno, evidente
in alcuni atd, di accostare la passione del martire a quella di
Cristo. Tale bisogno e particolarmente evidente in una delle prime composizioni. la passione di Policarpo t. Rileviamo qualche
punto: la testimonianza di Policarpo e definita testimonianza
secondo il Vangelo (l,l)j il martire e tradito dai suoi intrinsed, traditori come Giuda (6. 1-2); egli entra in citta in groppa a
un asino (8, 1); degli armati vengono ad arrestarlo di notte come
se fosse un ladrone (7, 1)2. Il medesirno accostamento e in un
altro grande testo, la Passio Perpetuae, Il redattore ci dice
(18, 9) che i rnartiri ebbero la fortuna di subire come tortura la
flagellazione, che era toccata anche a Cristo. Nella sua introduzione (1, 1 sgg.), d'ispirazione piu o meno montanista, si spinge
ancora oltre. Egli esalta le visioni e i martid di Perpetua e dei
suoi compagni al punto di farne delle rivelazioni e delle azioni
dello Spirito, che opera negli ultimi tempi, i tempi di un Testamento piu nuovo: se si sono, al tempo del Nuovo Testamento,
raccohi i vetera fide; exempla, bisogna a fortiori nel tempo presente raccogliere i nova documenta, che in nulla sono da meno dei
loro predecessori del Nuovo Testamento, Per quanto i rimandi
alla figura del Signore Gesu Cristo non manchino (si vedano anche le dossologie di 1, 6 e 21, 11). il redattore predica tuttavia
un nuovo vange1o. una nuova rivelazione. preparata dallo Spirito
Santo, a surrogare la rivelazione del Cristo, In quest' ottica la
tes degli acta martyrum come rivelazione superna e portata a
compimento. Ma d si puo domandare se una simile presa di poszione icleologica renda giustizia ai sentimenti con i quali i marI Per il testo ved. pp, 631 dena presente raccolta.
Cfe. P. Camelol , marty" Ik Pofycarpe ... , p, 229 sgg. , e M.L. Guinaumin, . En

mat~e du "manyrc de Po~yca r~" ... ~, p. 464 sgg. L '~ute~ricita dei passi che segOlmo le

corflspondenze tra la pa$slone dI Policatpo e quena di CrISto e stata messa in dubbio da


H .. ~on Campenhll.usen, Beatbeitungen u"d "Ietpolationen .... p. 253 588.; ma la sua
o.plnlOnc: non ha prevalso (ved. Th. Baumeister, Die A,,/tinge der T~logie dn Martynums.... p. 292 S88.).

M ARTYR.IUJ\.1 PlOND

MARTlRlO DI PIONIO

El1tWalV O't~ OUX &V"yayEv, apa OUV OUO~ 'tOV XptO"tOV 'tOV Xp~ov.
7. <H o~ 1tOEl~l~ 'tOOE 'tO ).yOlJ tO"tL 'tmanj" 1t(;)~
Tova'to ~ aOlxo~ lnaCTtp(fJ.1J6o~, ~ Oalflw\I, O:\layayEt\l -riv 'to

"rlou 1tpo~'~ou <j>ux1v ~v &vo",exuo'Lv~v lv XA1tOl, 'Appex<x,,;


l5

'to yap ~?.a't'tov U1tO 'to Xpe.lTIO\lOt; XEAEE'tCXt.

8. XOU\l Wt;

lxd\lm 1to).cxfJ.~<X\lo!Jalv &\lTl\lX6r (; Laflou"A; fl~ yVOt'to.


eXAA' ta-tt 'tOtou'tO 't~.
9. 1tcxv'tl 't~ eX1toa-r:"t"(l YE\lOfl\lt{> 8E.O

ot tiit; eX1toa'taalat; 1tap1tov'tat aYYE).m, xal 1ta\l'tL ~apf.Lax~ xal


20

flYt{> xal yr'tt xal fl<X\I"t'E.l o~a~oAlxot U1t0upyoO:m AEl'tOUpyoL


10. Kal ou 6cxuf.La<tt\I qn]al yap (; &1ta-tOAO~' "Au'tot; (;
ocx'tcxvit; flE'taoxrfla'tl~E'tat e.Lt; ayyE-AOV <pw'tt; ou f.Lycx OU\I el
xcd ol olxo\lOl au'to f.LE'taaX1lflcx'tlCO\l'tat Wt; o~xovo~ ~hxato
a\lTlt;;" 'E1ttl m;)t; xal (; aV-tlxpla-tOt;; Wt; XplO"tOt;; <pcx\l"aE-'talj

25

11. OuX o't~ OU\I O:\lYyayE 'tO\l af.LOu"A, aAAa

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O'tPlfl9t{> xal 't~ a1toO"t<X'tn aOUA 8alf.LO\lEt; 'tap'tapatol t~Oflm


OlSiv,", ~0 :Eex"ouiA lVE~<XVlOexV <exu,o,. 12 . .ltM~EL 3. exO

~ T rpex~'' AirEL ro.p 3~SEv 6~Sd, :Eex"ouiA ~0 :EexOA'


" Kal aU crif.LEPOV ..tE't' EflOO: tan".
13. TIWt; 8\la'tal d8wAOA<X~p~, :EexOUA EpES~Vext "E~o. :Eex"OU'A; Ti 3~Aov 0 ""o.
30 'tW\I eXVf.LW\I XCXL 'tW\I a1ta'tT)a\l'tw\l CXU'tOV XCXL XUplWOcX\I'tW\I au ~O 3ext,,6vOlv . Apex OUV oOx Tiv :Eex"OU'A.
14. E 3. &3vex
't\I ta-tt 't1v 'toO: :you 1tpo~"'tou a\lcxyayetv ~UXY\I, 1tW~ 'te\l lv
'tott; oupavol~ 'lraoO:\I Xp~o't\l, 01,1 &vaAaf.L~av.LEVOV doov O~
fJ.CXOr'tal XCcl u1tep 'tOU f.LT ap\liaaa9at au'to\l a1t9avo\l, o!V "t
" lcn:<v lx ~, &VEPX"EVOV 6~S~vext; 15. Et 3. ~ex~ex "i 3vex
aOE &V'tl'tlOival au'tol<;, AyE"tE 1tpet;; aU'tot; "" 01tWt;; &1,1 ,
~flEl<; f.Lwv 'tWV xwplt; avrxrt; lX1topvwacXv"twv xcd dowAoAa'tpT}acXv'twv xpe.l't'tov<; lallEv".
16. Kal tLT (J'Uyxcc,9EaOE ccu-

179

dono che il profeta non fu evocato dalla tomba, ebbene, aliora


neppure Cristo Signare. 7. Il ragionamento e il seguente: come poteva l'empia pitonessa, la diavolessa, evocare lo spirito del
santo profeta, che riposa nel grembo di Abramo? Poich e l'inferiore a esser comandato dal superiore. 8. Allora Samuele non
fu evocato per nulla, contrariamente a quanto essi suppongono?
Neanche. La vicenda puo all'incirca spiegarsi casI. 9. Al segu- <
to di chiunque rinneghi Dio vengoDo a mettersi gli angeli ribelli
e qualunque individuo impuro - mago, incantatore, indovino - e
assistito da ministri diabolid. 10. E do non deve fare meraviglia. Dice infatti l' Apostolo: "Lo stesso Satana si traveste da angelo della luce; non e dunque gran che se i suoi servitori si travestono da servitori della giustizia"_ Come, aItrimenti, l'Anricrsto
potrebbe manifestarsi guale Cristo? 11. Non fu Samuele, dunque, a essere evocato: i dernoni deli'inferno, assunte le spoglie di
Samuele, si palesarono alla pitonessa e al rinnegato SauL
12.
La Scrittura medesima lo attesta. Infatti, colui che sembrava Samuele parve dire a Saul: "Oggi tu pure sarai con me" _ 13. Come poteva darsi che l'idolatra Saul si ritrovasse in compagnia di
Samuele? Voleva dire, evidentemente, in compagnia degli empi
demoni, che lo avevano ingannato e rdotto in loro signora.
Dunque, non si trattava affatto di Samuele.
14. E se risuIta
impossibile che sia evocato lo spirito del santo profeta, come potrebbe esser veduto sortire da sotterra proprio lui, Gesu Cristo
che e nei cieli, COlU1 che i discepoli videro ascendervi, e morirono, pur di non rinnegarlo? 15. Se poi non foste in grado di
opporre ai giudei questi argomenti, di te loro: "Comunque la s
vogUa mettere, noi siamo superiori a voi, che senza esservi obblgati avete fornicato e venerato gU idol".
16. E non cedete 10'

14. o.VlX1t"oXOOIlVT]\I .. 'AppaeXll- Ev. Luc. 16,23

16 . avrr"'tX911 edd. : aVT]\ltx9"t]v M


23-4. 'El'ttL 1tW~ ... ~ClYiat"t~;: t1ttl 1tW~
ifvIat"tal. Ge l Knl2.1
30. a1ta"tTjaeXvcwv edd. : o.'ltavn')o.V"tw\I M

14

.lO-} . Ka! ... &txaloavrc 2 Ep.

Coro 11,14-5
2}-4 . /) a\l"t(xptato~ ... qoXv1t(Jt"ta~ Ev. M.atth. 24,5.24; Ev. Marc.
13,6.21-2; Ev. Luc. 17,22-3; 21,8; 1 Ep. lo . 2,18
28. Ka! ... icm 1 Reg. 28,19
(TM); Ev. Luc. 23,43
33-4. \la).IX!l.~a\lfLtvOv ... o[ IlCl9r"tcx Ev. Marc. 16,19;
Ev. Loc. 24,51 ; Act. Ap. 1,9

r80

M ARTYRIUM PIONU

MARTIRIO DI P IONlO

~ot~ lv &1toyvwcr~~ rEVfJ,E.VOl, &8EAqO(, eX)..)..&: ti .LE-ra.\lO(~ 7tpocr.


40 (ldvo:n "t~ XPlctti>' D..E:fU.LWV y&p l<nl 8i~aa9al 7tAlV llt;
w~ -cxva~).

15, 1, T o:'tCX De. cd'to Aa)..Taav-tot; xcxt l1tlcr7touoeXcrctv'tOt;


aU"tout; lEe.A9e:rv EX 1ft.:; quAa;x1'i.:; E:1toUjacxv o(\hot<; Vf,WXpOt;
IloAfLWY xoct r"'t(xpXo_ eOcplAO_ fL"'''' SlWYfLm;'y X"" 0XAOU
1tOnO ),yOY,"_ 2. "ISo, EoxtifLWY 1tpooa-rw_ fLc7w
, t7t90IJf,v' 7tda9T1'tE Xctl .LEXt;. lpw'twc1L\I .L&t; A.moot; xctt
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16, 1. BowV'ttX OV llya"(ov ao'tov ~X<J"t'Cov'tE<; X<Xl rBrxav
XCXf.LCXl1tCXPO: "tOV ~W.Lv, w<; t'tl 1tCXp~tO'"t'f)x~t Eux't~.Lwv dOWAOAa'tplxw;.
2. KCXl Aimoo; ~t1t~v' dlO: "te f.LEl; 013 Bt"tE,
TItVlt; . Ol 1tEpt TIlVlOV d1t<Xv ' "O"tl xpla"tlavo( la.

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10. E>Eq1IAO'; tmrapx,o\ pal edd.: VE.Wx6po; i'=apxo; M i1tlt'ttpXo; arm Jat

I3 d 01, edd.: tl 8&,~


, lO . OUVci)J.EVot scripsi auctore D. Holwerda:
2r . aU"t"wv: Cltrro Cadoux, p. 394
I6, 2. W; M: ~ edd.

~an

ouval.u~Ou; M.edd.

14 - 16

ro abjurando, fratelli, ma tenetevi stretti a Cristo nel pentimento: poich egli e tanto misericordioso da accogliervi nuovamente
quali suoi figli .
15, 1. Quand'ebbe cosl parlato e ti ebbe solIecitati a lasciare
la prigione, vennero il guardiano del tempio Polemone e l'ipparca Teofilo scortati dalle guardie e da una gran folla, dicendo: 2. Guarda, Euctemone, il vostro capo, ha sacrificato: obbedite anche voialtri. Lepido ed Euctemone vi esortano a raggiungerli nel tempio delle Nemesi . 3. Replico Pionio: E
ptassi che chi e stato incarcerato attenda il proconsole. VoJete
forse assumerne i pateri?.
4. Quelli se ne andarono via borbortando, quindi tornarono con guardie e folla e I'ipparco Teofilo dsse, per raggirarlo: (Il proconsole ha mandato a elire che vi
si traduca a Efeso.
5. Ribatt Pionio: (Che il messo del proconsole venga a prenderci . E I'ipparco: Ma e un titolato, gli
6. E
devi rguardo! E se anche non vuol, qui sono io il capo! .
afferratolo gli rigiro la mantelletta intorno al eolIo e lo scaravento in braccio alla guardia: poco manco lo soffocasse .
7. Giunsero infine in piazza, lul, gli altri e Sabina, e poich gridavano a
gran voce: ( Siarno cristiani! e si gettavano aterra per non essere trascinati al tempio, sei guardie sollevarono Pionio a testa in
giu, non potendo altrimenti evitare che li colpisse ai fianchi con
le ginocchia e facesse ceder loro braccia e gambe.
16, 1. Lo partarono dunque di peso, strepitante, e lo deposero al suolo dinanzi a11' altare, presso il quale ancora stava ritto
Euctemone con la corona sacrificale in capo.
2. Lepido alIora
fece: Voialtri perch non sacrificate, Pionio? . Il gruppo di
Pionio rispose: Perch siamo cristianh>. 3. Lepido domando:

<
<

M ARTYRIU M PION O

ro

Jl.1ARTIRlO DI PIONIO

16 - 18

~EV .
3. Al1tloo,; EI1tEV' TIoIov SEOV crl~Ea9E; . fI~VlO'; d
1tEY' Tov 1tmiaIXY'tIX 'tOY OUpIXYOV xcd. -ri}v yfv XIXt -ri}v 96J..IXO'crlXY xIXi 7tY'tIX 'tCl EV alhoI.; . 4. Amoo.; dm.y 'O OUY
EO'taupw~lvo.; EO'tlV; . II~vLo,; d1ttv' "Ov a1tO'tE~AEV SEO';
E1tl O'WTIlpq: "CoO xO'f.Lou . 5. Ol o~ &pXOY'tE'; ~ya ~oiO'IXYn.; aVEyAacrav xat Al1tloo,; au't~ xa'C7Jp&O'a'to. 6. 'O O~
TILVlO'; E~a' eEOcr~tlaV IXlOcr9Tj"Ct, OlXIXlOOVTjV 'tl~icrCX'tE,
"CO ~olO1tcx9~~ E1tl"(VW"Ct, -roI.; V~Ol~ .Lwv xcx-rcxxoAou9iO'cxu.
'H.Li.; xo)'~t'tt WC; f.LT 1ttt80.LvouC;, xal .LtI.; a1ttt9tIu' xOA~tW EXtAta8Tju, ou ~l~Ecr8C(l .

Quale dio venerare?. E Pionio: Colui che ha creato il cielo e


4. Lepido: E
la rerra, e il mare, e tutto quel che e in essi,
costui e stato crocefisso?). Pionio: Colui che Dio ha inviato per
la salvezza del mondo ) . 5. Gli uff iciali scoppiarono a ridere
fragorosamente e Lepido lo maledisse,
6. Aliora Pionio grido:
Rispettate la piera, rendete onore aUa giustizia, abbiate comprensione per i vos tri simili! Seguite le vos rre leggi! Ecco, punite
noi perch non obbediamo, e voi stessi disobbedite: avete avuto
l'ordine di punirci, non quello di far violenza aUa nostra volon-

17, 1. Kal1tpoc; au-rov (PoupIvC; 'tlC; 1taptO'-cw.; 'tWV EV PTj'tOptx'f OlappElv ooxov'twv E!1tEV' TIaaat, n~vlt, f.LT XtVOO~El .
2. '0 OE 1tpbC; IXU-rY' Au'ta( O'ou a l PTj'toptIal; 'ta't
crou 'tCl ~t~A(CX; 'tIX'ta .Ewxp'tTjc; 1tO 'A9Tjya(wv oux E1ta9tv.
Nv 1tY'tEC; ., Avu'tm xal MlATj'tOl. 3. " Apa .Ewxp'tl'jC; xat
'AplO'nloTj'; xat 'AY~o:pxoc; xcd Ol AOl1tol i.xtYOO~ouv xa9'
f.Li.;, o'n xal P1Aocroq>(av xal otxatoovTjv xal xap'ttplaY TcrXTjO'av; . 4.'0 OE 'Pouq>TvoC; &xoaac; oO"CwC; l mW1tTjO'Ev .

17, 1. Presso di lu si trovava un tal Rufino, retore assai


rinomato, che disse: Basta, Pionia! Codesta e vanagloria. 2.
Ed egli a lui: A tanto serve la tua eloquenza? Tanto insegnano i
tuoi libri? Neppure Socrate patl dagli ateniesi tanto! Qui tutti <
sano Aniti e Meleti. 3. Forse che Socrare, e Aristide e Anas- <
sarco e molti altri, fra di voi, davano segno di vanagloria, per il
fatto di esercitare temperanza, giustizia, coraggio?.
4. A udire queste parole Rufino si taeque.

'l,

18, 1. Er, B
TWV iv "<pox XC" Bq xocrJ.lX xod
Almooc; aUv au't~ t!1tov ' M~ xpi~t , IltYlt . 2. 'O o~ 1tpo.;
au'tv ' Kat f.L~ ~l~01r 1tp avIXcPov xai .au'toTc;
"vcx~cx(VOfl.<v .
3. T<plvTLO, B Tl, &,,0 TO iXAOU &vxpcx<v'
, OtOa'tt O'tl oU'tOC; xal 'tou.; &A)..OUC; &YaO'o~tT 1ya ll~
eO'walv; . 4. Aomov ouv O"tt<pyouc; E1tt"C(8E.O'av IXu'toTC;' o~ o~
olaarcwv'tE.'; alhouc; a1tppm'tov. 5, 'O oi OTjf.LalOC; dOTXtl
'to dOWA8u'tov xpa'twv ' ou .LV'tOl hAf.LTjaEY ErrC; 'ttVOC; 1tpoO'-

17 l . oux~lp uv edd. : OUXfl pu M


3. pr:tOptl"lXt: lG"to ptlX t ann [at
5. "Avu
'to: edd .: ch "l.wro t M I M iAT)'tot edd. : uAAT)'tlX t M, in margine inferiore verbis
7ttp9t"tucot, ~pIX8Ei(. apyo( inlerpretans
7. lloi; arm edd. : !ll&t; M

t a,

18, 1. Un personaggia di eecelsa posizione e rinomanza mondana, con Lepido a fargli eco, disse: Pionia, non alzare la vace! . 2. Ed egli a lui: E tu non far violenza al mio volere.
Appicea un rogo e vi saliremo spomaneamente . 3. Un tale <
Terenzio si levo dalla folla e grido: Visto, e costui che ha sobil
lato anche gil altri a non sacrificare! .
4. rnfine, imposero loro
le corone sacrificali; ma quelli se le strapparono dal capo e le get- <
tarono via. 5. 11 pubblico ministro restava in piedi, reggendo
le carni da offrire agli idoli. Non oso neppure avvicinarsi ad aleu-

16, 6'7. T ov ." lX~hoi"t; Exod. 20,11 ; Ps. 145,6; Oro Man . 2; Act . Ap. 4.24;
14,15
8'9.
x6atLou Ev. lo. 3, 17; 1 Ep. lo. 4, 14
n . 1:0 ...
lttLyvW"tt 4 Mach. 12,13

"o... ,..

MARTIRIO DI PlONIO

MARITRIUM PIONll

10

EA9Elv, &AA' alho~ tvW1tlOV 1tcXV'tWV xa'tcpayEv au'to 8rll(nO~_


6. Kpa~v'twv 8e au'twv' XpLO"'ttaVOl lO"IlEV)), Il~ EpfO"XOV'tE~ 'to 't 1tOL~O"WOW au'tot~ aV1tE.LcPCXV au'tou~ 1tcXAl\I e.l~ -r1v
cpuAax'v, XO:L OXAO; lV1tat~E xaL tPPcX1tL~EV au'tot;.
7. Ka~

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8. Ti> 3. 'AoxA1J1t'cX3"[J T,p<v"o, '" t1tt

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VOILcXXou,

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9. 'O 3. ' AO"A7j1ttcX37j,

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o:u'tv' Ou cpo~EI~ IlE lv 'to'tc.p . 10. Ko:l o'tw~ dcrf)x9TJO"av ttt; U]v cpUAo:X'V. Ko:t ttOlV'tL 'ti) lllOV(c.p d~ -dv cpUAaX~V e.t~ 'twv 8lWYlll'tWV EXpOUOE xa'tO: ~ XEcpctAil~ J.EyAw~

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3. Tax"o<v.

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au'tov ava1tVdv . 12. EtOEA8v'tE~ oE lo~aocxv 'tov SEOV O'tl
EIlEwav lv ovJ.a'tl XplO""CO a~Aapd~ xat oux ixpeXnoe.v au't&"w
lx9po~ ou8! EUxTI)fJ.wV tJ1tOXplTI)<;, xcd OlE'tAouv lv cPaAf.LOI~
xai EUXCXtt; l1tlanp(~oV'tE~ .au'to~.
13. 'EAyE'tO oe J.E'ta
'tCX'tCX hl T~lWXEl EUxTIfJ.wv &vayxao9TjvcH ~~<;, xcxl O'tl
aU'tor; O:7t'VEYXE 'to OC8LOV dr; 'to NEJ.EO"ElOV, {) xcd J.E'teX cpayElv

"'oo O"'7Je.v ie<A7jo<v 8AOV d, ,ov o,,,ov a"o~<p<w.

14.

'Or; e.yxa'tayAa(J'tOV au'tov Oltt TIv E.1tlOpXlCXV YEvo8cxl, O'tl


WJ.OO"E 'tiv 'tO\) ctu'toxp'topor; 'tXrv xal 't<xr; NEJ.OElt; CJ'tEqxxVW8EtC; f.L~ E.TVCXl x'plO'tlavOr; f.LrOE wr; OL AOL1COL 1CapcxAmdv tt 'twv

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t~:pY7jo,v.

19, 1. Ma 3. ,''o,,, 7jAe<V ave""",o, d, ,iv :EIL"pv"v,


xcxl 7tpoO"ctX9dr; lltVlOC; lficxP'tP7JOE, )'EVOIl.vWV 1COIlVrJ.'twv
'tWV tJ1tO'tE'tCXYf.L.vwv, 1CpO 'tEoapwv Elowv Map'twv.

18, 18 .....na::
19. J . "tW'll

Kn Mu
1

fu:ta: "tO

2.

no degli inquisiti: ma lui medesimo, il pubblico ministro, ingoio


la carne davanti a tutti. 6. E i prigionieri gridavano: Siamo
cristiani! , e gli altri, non trovando che mai potessero far loro, 1i
rimandarono un'altra volta in carcere, con la folla che Ji sbeffeggiava e 1i percuoteva per scherno. 7. A Sabina uno dice: Ma
tu, non potevi morirtene al tuo paese? . E Id: Qual e il mio
paese? lo sono sorella di Pionio. 8. Terenzio, che all'epoca
organizzava ilud gIadiatorii, fece ad Asclepiade: Appena condannato, ti richiedo per lo spettacolo di mo figlio.
9. E
Asc1epiade a lu: Non mi fa paura .
10. Arrivarono in questo modo alla prigione. Non appena Pionio vi fu entrato, una del.
le guardie gli cale un gran colpo sulla testa, cos1 da imontirlo: ed
egli si tacque.
11. Ma le braccia e i fianchi di cm aveva inferto
il colpa s'erano fatti tanto infiammati e gonf che a stento riusc. <
va a prender Hato. 12. Una volta aIl'interno, i prigionieri tesero gloria a Dio per essersi serbati mondi nel nome di Cristo e
per non es ser stati ridotti alla merc sia del Nemico, sia dell'infingitore Euctemone: seguitavano a scandire canti e preghiere
corroborandosi l'un l' altro.
13. In seguito si racconte che Eue.
temone s'era detto sicuro di costringerci a sacrificare, e che egli
stesso avevo recato al tempio delle Nemesi l' agnello di latte e che
poi, una voIta cibatosi delle sue carni, aveva voluta riportarselo a
casa tutt'imero, arras tito.
14. E pare che i1 suo spergiuro lo
avesse reso alquanto ridicalo, poich egli aveva dichiarato salen.
nemente sulla fortuna dell'imperatore e suBe Nemesi, con tanto
di corona in capo, di non essere cristiano e di non porre - come
invece gli altri - riserva alcuna al suo rinnegamento.
19, 1. PiiJ tardi venne a Smirne i1 proconsole e Pionio, porta.
to al suo cospetto, rese testimonianza tre giorni prima delle Idi di
marzo. Fu aliara registrata il seguente verbale. 2. Seduto in

KnH'

U1CO"tt"t<Xr ....l'llw'II

18 - 19

18, 1}-6. lO~o:O"o:'II ... t uXo:t<; Act. Ap. 16,2.5

MARTYRIUM PIONll

KOlS,aSiv,o, "po ~lfLOl'o, KUV"nlOlVO, <xvS1tOl'O, t,,


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3ELC; l1tt 'tov 8vcX"tov; . 'A7tEXptVCX--ro' Oux l1tl 'tav 8vcx'tov
10 ti).,).,' l1tt 't1]V ~wiV }).
6. KUV:l).,AlCXVOC; /) o:v81tcx'toc; E.l7tEV'

4. Ka9taei\I'COI: xcx9ta9tll Ce Kn 1 Mu Lan xlX"t0l.a-t0l.9i\I'Col Hei

MARTIRIO Dl PIONIO

19 ' 20

tribun ale il proconsole Quimiliano domando: Come ti chami?. Risposta: Pionio). 3. I1 proconsoIe: Sei disposto a sacrificare?). Risposta: No , 4. Il proconsole domando: (~A
quale culto o setta appartieni?. Risposta: Dei cattolich). 5.
Domanda: Che genere di cattolci? ). Risposta: Sono presbi- <
tero della Chiesa cattolica. 6. Il proconsole: Sei illoro maestro?). Risposta: Sl, sono stato maestro ) . 7. Domanda:
Maestro di foIlia?. Risposta: Di pieta,). 8. Domanda:
Che genere di piera?}). Risposta: Verso Dio Padre che ha creato tutte le cose.
9. TI proconsole: Sacrifica. Risposta: No.
E a Dio che debbo rivolgere i miei vot. 10, L'altro: Noi
onoriamo tutti gli dei, e il cielo, e gH dei che sono in cielo. Stai
guardando in aria? Sacrifica ad essa .
11 . Risposta: ( Non e in
aria che sto guardando, ma a colui che ha creato l'aria e il cielo e
tutto quel che e in essi.
12. Il proconsole: E chi e stato,
dirnmi?. Risposta: (Non mi e permesso nominarlo.
13. 11
proconsole: Indubbiamente Iddio, vale a dire Zeus, che e neI
cielo: e infatti sovrano di tutti gli dei .
20, 1. A Pionio che taceva, sospeso alla macchina di tortura,
fu ingiunto: Sacrifica}). Risposta: No. 2. Di nuovo, mentre
lo straziavano gli uncini, gli fu ingiunto: Ricrediti. Perch questa dissennatezza?. Risposta: (Non e dissennatezza, ma timore
del Dio Vivente . 3. Il proconsole: Molti altri hanno sacrifi
cato, e sono vivi, grazie al loro senno. Risposta: Non sacrifico). 4. 11 proconsole: Alla fine dell'interrogatorio ri
fletti un poco per tuo COntO e ricredith). Rispos ta: (No. 5.
Gli vien detto: Perch hai fretta di morire?. Risposta: Non di
morire, ma di vivere ). 6. Il proconsole Quintiliano: Non e

20, 4-5. ~W\I'COI. .. 'ilO~olJ.a;l 1 Ep. Thess. 1,9

,88

l'

MARTYRIUM PIONn

MARTIRIO DI PIONIO

00 (.Lircx 1tparf.LCX 1tO~aC; cme.OWIJ E7tl 'COY S;ycX'tov' XCXl "'(o:p al


a7toy(XX<p..tEvm lCXXlcnOU apyup(ou 1tpOC; 'rO: 9rp(a; 8cxv:tou xa'taippovoual, xal. aU Ele; EXe.LVWV d. 'E1td DUY artE.OElt; E1tt 'tov
9va-cov, C&v xaiat\. 7. KCxl alto 1tlwxxooc; ave.vwa9r
Pw(J.cxIo"'d IIl6vlOV tau'tov 0..t.0Aoy1aav'C<x e.IVClL xp~cttlaVO\l
Cwv'tC( xaivcn 7tpoaE.'t~af.Le.v.
21, 1. 'AnEA9v'toc; 8~ au'to llE:CO: O7touofjc; de;

'rO 7tp9UllOY c; 1t(O''tEWC;

2. Eha xcx-ccxvoiacxc; "Co &"(Vov xal e,axrtfJ.0\l

XWIJ a7tdJ,crcx'to.

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1t.,pcx, 'ou~

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El1tEV' Me.-ccxvrcrov xcd ap9iaov-ccxC (Jou al Tim.


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2.1, <l .

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20 - 2 I

cosa speciale, codesta tua fretta di morire. Ad esempio, quei tipi


che s'iscrivono per pochi spiccioli ai lud gladiator hanno sprez- <
zo della mor te, e tu non sei che uno di quei tipi. Camunque, poich hai fretta di merire, sarai bruciato vivo.
7. E da una tavoletta fu recitato in latino: A Pionio, che si e con fes sato cristiano, infliggiamo la condanna al raga .
21, 1. Pionio s affretto alla volta dello stadio, sospinto dal
fervore della fede, e in presenza del segretario spontaneamente si
svesd. 2. Allora, come si avvide che la sua persona era rimasta
integra e inviolata dalle torture, fu emplto di grande gioia: levo
gli occhi al cielo e rese grazie a Dio che lo aveva serbato quale
era, quindi si distese sulla croce e lascio che il soldato conficcasse
i chiodi.
3. Quando fu inchiodato, ancora una volta il pubblico
ministro lo apostrofo: Ricrediti, e i chiodi ti saranno levati.
4. In effett, rispose, li ho sentiti dentro di me; e
poi, dopo un animo di riflessione: Percio ha frecta di risvegliarmi al piu presto . Alludeva alla resurrezione dei mord. 5. Lo
issarono con tutta la croce, e dopo di lui fu il turno di un tale
Metrodoro, presbtero della setta dei Marcioniti. 6, A Pionio
tocCO illato destro, a Metrodoro quello sinistro; in ogni caso entrambi erano rivolti a oriente. 7. Una voIta che ebbero portata
presso di loro la legna e accatastate le fascine tutt'intorno, Pionio
chiuse gli occhi, cosicch la folla suppose fosse spirato. 8. Egli,
nvece, stava pregando tra s, e giunto al termine della preghiera
alzo di nuovo le palpebre. 9. Quando ormai la fiarnma era divampata alta, con voho ridente pronuncio l'ultimo amen e disse:
Signare, accogli la ma anima; e, quasi gli colasse di bocea senza suono n pena, esalo l'estremo respiro e quale pegno rimise lo
spirito al Padre, che ha promesso di custodire ogni sangue innocente e ogni anima condannata ingiustamente.

21, 21,

Kptt ... ~ox1v Ev. Luc. 23 ,46; Acr. Ap. 7,59

<

<

MARTIRIO DI PICNIC

I'vlARTYRIUM PICND

22, 1. TOtOfi'toV ~[OV o~avaa~ .taxpto~ nlVLO~ a..tw..t1]'tOV &.Vf:yXA1]'tOV aOlcp90pov, ad -ri)v YVWfirV EXWV 't~'ta.tlvrv
d~ e~OV 7tav't"oxp'topa xat d~ 't"ov (.LEal '[1)1,1 ewfi xat av9pw7twv
'Iraofiv XpLO'tav 'tov xptoV 1.twv, 'tOLO'tOU Xa't1j~lWer 'tlAOU~,
xat 'tov .tlyav &ywva vlxTjaa~ OL'11Ae~ ota tr~ O'tEV7j~ 8pae; de;
'to 1tAa-ru xat .tlja cpwe; . 2. 'Ea1'\.teXver OE au'tofi O'tlcpavo~
xat Ola 'tofi aW.ta'toe;. M~'ta yap 'ta xo;'to;a~~a8rvaL '[o 1tfip
'tolofi'tov IXlhov doo..t~v al 1tapo;r~Vf.I.~VOL 1totv 'tE 'to aWfJ.a
&xfl.x~ov,o, &eAr,oil X,xocrflrflvOO.
3. Kod i"P '" o:",,, ",o
10 'tofi 00 f.l.UAAa eylvov'tO xat al '[p(X~~ ev XP4l j~ xEcpaATje; 1tpoa~
~xerv'to, 't0 OE. rlv~tov aO'tofi w~ toAOl~ e1tav90fiv lx~xa..t1)~
'tO. 4. 'E1tlACXf.l.1t~ OE. xal 'to 1tpaw1tov cxu'tofi 1tAW xple;
9cxufiaa-d, wO't~ '[ou~ xpla'tlavOUe; anpLx97jval (.L&AAOV 't 1t(a't~l, 'toue; OE. <X1t(O"toue; 1t't01]ev'ta~ xaL 'ta (J\)v~tOO~ E:xoV'ta~ 1tE" ~O~rflvOV x",,,Ae,:v.

23. T",il,,,, <1tp.xXer <1ti &ve01t("'OO rij, 'Acr("" 'looA(oo


TIpXAOU KlJ',l'ttAAtavofi, 1tcx'tCUV'twv cxo'toxp'topo~ r. MEaou
Kv'tou TplXlcxvofi LlEX(OU LE~aa'tofi 'ta o~'t~pov xat OU~TI(ou
rpcx'tofi 1tpO 't~aapwv dowv Map'twv xo;'ta PwfJ.a(ou~, xlX'ta
5 OE. 'Aalavov~ f.l.1]VOe; ex'tou EWEaXCXlO~x't"{l ~f.!pq;, wpq; o~xeX't"Q,
x<x'tCt oe. ~fie; ~cxaLA~ov'tO~ 'tofi xUplou ~fiwV 'I11O'ofi XptO"tofi,
~ ~ o~o; de; 'tove; cxtwvcx~ 'twv atwvwv. 'A.LTjv.

2.2, 10. ou suppl. edd.


12. 'ErrD"CXfL1tE ". 1tpO'W1tOV; l~iAO:XfL1tE ". 'to 1tpoO'w.
1tOU Hei
12-3 . 1t)"L\I Xptt; 9aUfLaO"tiF mXA.lv, Xptt; 9cwfLaad Mu 1tav Xpt'tl
9O:UfL(XO"q Sch
23, 2. post ITpx)"OU suppl. xal M
2-4 . f ... rpa'to edd. Lan: 'to 'tpl"tOV
MEa(olJ K>rtOlJ Tpatavo xal EA'tOIJ fpcx'to Tpatavo e;x(olJ :EEPCt:O"tO XIX!
EAt(OIJ rpa'to 'to OEUpOV M ratolJ MEO'O'(OIJ Kot\l'tolJ Tpa'~IX\lo e;x(olJ [LEPIX&to] 'to OEUpOV XIX! OUtn(olJ rp:'tolJ Lig
5. 7fLip~ Lig; 7fJ.ipq: O'IXPP&'t~ M
edd.

22 - 23

22, 1. Una vita siffatta - irreprensibile, incensurabile, ncorruttbile - porto a perfezione il beato Pionio, l' animo sempre teso
a Dio Onnipotente e a Gesu Cristo nostro Signare, medatore tra
Dio e gli uomin; e d'una fne siffatta fu gratificato e, vinta che
ebbe la grande gara, passo attraverso la porta stretta alla vasta e
sublime luce. 2. E anche fsicamente fu palese la corona che
ottenne. Infatti, una volta spento il rogo, noialtri che eravarno
present vedemmo il suo COtpO simile aquello fiorente di un atleta nel pieno della forma.
3. Le orecchie, infatti, ancora non si
erano accartoccate, e i capelli restavano aderenti alla eute, e la
4. E
barba era lustra e composta, quasi fiorisse di primo pelo.
una grazia prodigiosa ancora gli illuminava il volto, si che i cristani furono vieppiu corroborati nella fede, mentre i privi di fede tornavano ad essa attoniti, la coscienza intimidita.

23. Quest fatti si svoIsero mentre era proconsole d' Asia Giulio Proclo Quintiliano ed erano consoli !'imperatore Gaio Messio
Quinto Traiano Dedo Augusto per la seconda volta e Vetto
Grato. Era il quarro giorno prima delle Idi di marzo secondo iI
calendario romano , il diciannovesimo del mese sesto per queDo
asiatico. Era l' ora decma. Secando il nostro calendario, era il regno del nostro Signare Gesu Cristo, al quale e gloria per i secoli
dei secoli. Amen.

22, 3-4. 'tov .. ~fLWV 1 Ep. Tim. 2,5


Ev. Luc. 13,24

5. Otfj),,9E . 9plXt; Ev. Matth. 7,13-4;

ACTA CYPRIANI
Testo critico a cura
di A.A.R. Bastiaensen

Traduzione
di Gioachino Chiarini

Notizia
Di alta condizione sociale e di auima formazione scolascica, Cipriano si convertl al cristianesimo interno al 245 e fu eletca vescovo di
Cartagine nel 249. Si trovo a fronteggiare prima la persecuzione di
Decio (250) con i dolorosi strascichi provocati dalle pressioni degli
apostati (lapsi) per essere riarnmessi nella comunita, e subito dopo le
difficoldl insorte per pestilenze e carestie. Vi si distinse per equilibrio e fermezza, affiancando la sua azione pastorale con un'intensa
attivita letteraria, di carartere sia apologetico (ad Donatum, ad Demetrianum) sia disciplinare (de lapsis, de unitate ecclesiae) sia ascetico
e morale (de oratione dominica, de palientia, eee.). Durante la persecuzione di Decio, Cipriano si era sottratta a11' arresto, ritrandosi in
luogo sicuro vicmo a Cartagne e continuando di qui a dirgere la
comunita. Questo atteggiamento suscito critiche e contribul ad acuire le difficolta sopra accennate. Percio, quando Valeriano emano le
nuove disposizioni contra i cristiani, Cipriano preferl restare al suo
posta. In armonia con la progressione degli editti persecmor del
257 e del 258, prima Cipriano fu arrestaro e inviato in esilio (30
agosto 257); quindi fu richiamato, processato di nu~vo (14 settembre 258) e condannato amarte. Gli Acta Cypriani, resoconto dei due
interrogatori e delle conseguenti condanne, furono redatti poco tempo dopo gli avvenimenti descriai.

Bibliografia essenziale
M. Bvenot, The Tradition 01 Manuscripts. A Study in the Transmission 01 St. Cyprian's Treatises, Oxford 1961.
Divjak, Sancti Aureli AugtlStini opera. Epis/olae ex duobus codicibus
nuper in lucem prolatae, in CSEL LXXXVIII, Vindobonae 1981.
P. Franchi de' Cavalieri, Di un nuovo studio sugli Acta proconsularia
di S. Cipriano, "Studi Rom.ni II 1914, pp. 189-215 (. Fr.nchi
de' Cavalieri).

J.

AerA CYPRlANI

H. Fros, Indils non recems dans la Bibliotheca Hagiographica Latina


Analecta Bollandiana CII 1984, pp. 163-96.
'
G. Hartel, S. Thasei Caedli Cypriani opera omnia III in CSEL nI 3
"
Vindobonae 1871.
G. Lanata, Gli atti dei martiri ... (= Lanata),
G, Morin, Saneti Augustini sermones post Maurinos reperti cMiscellaoea Agostiniana n, Romae 1930,
'
G. Philippar~, Les lgendiers latins et atares manuscrits hagiographiques,
(<<Typologle des sources du moyen age occidental XXIV-XXV)
Turnhout 1977.
'
R. ~eitzenst~in, Die Nachrichten ber den Tod Cyprians. Ein phi/ologzscher Beltr~g ur Geschichte der Mirtyrerliteratur, Sitzungsberichte ?er I:Ieldelberger Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-hlstOrIsche Klasse 1913 , 14 . Abhandlung (= Reitzenstein
Die Nachrichten),

R. Reitzenstein, B ~merkungen ~ur Miirtyrerliteratur n. Nachtriige U


den Akten C~pnans, (cNachrIchten von der koniglichen Gesellschaft der Wlssenschaften zu Gottingen. Philologisch-historische
Klass~ 1919, pp. ~77-219 ( = Reitzenstein, Bemerkungen>.
Th. Ruman, Acta pnmontm martyrttm sincera Ratisbonae 1859)
,
(rist.; 1 ed. 1689).
H. von Soden) Pie Cyprianische Briefsammlung. Geschichte ihrer Entstekung und Uberliefentng, (<<Texte und Untersuchungen zur Geschlchte der altchristlichen Literatur n.S. X 3), Leipzig 1904.

Nota al testo
Fino al ventesimo secolo le edizioni degli Acta Cypriani si sono basate sull'edizione del 1689 di Ruinart (Acta ,,' marlyrum, pp, 261-3),
seguita ancora da Hartel nella sua e~dizione delle opere di Cipriano
(Cypriani opera lII, pp. CX-CXIV). E stato R. Reitzenstein a mettere in luce il carattere assa difettoso di questa redazione degli Acta e
a indicare la strada per giungere a un testo migliore. 1 suai due
lavori (Die Nachrichten ... , e Bemerkungen ... > sono importanti da un
duplice punto di vista. Egli ha anzitutto consultato un gran numero
di nuovi testimoni; ha quindi riscontrato l'esistenza di due recensioni degli Acta, e ne ha stabilito i relatvi testi.
La presente edizione prende come punto di partenza i lavod di
Reitzens tein, roa il risultato, comunque. non e che provvisodo. vista
l' impossibili.ta di registrare tutti i dati delle decine di tes timoni che
ci restano. E stato forse realizzato un piccolo progresso. Ecco gualche ragguaglio) prima sUl manoscritti. poi sui rapporti tra le due
recensioni.

A. 1 MANOSCRITTI

Alla lista dei manoscritti collazionati da Reitzenstein ha aggiunto un


certo numero di nuov testimoni, soprattutto per la seconda recensione. Ne devo i riferimenti al professore G. Philippart di Namur
(Belgio). specialista assai noto per le sue ricerche sui legendaria, le
collezioni di tesci agiografici in uso nelIa preghiera liturgica, contenenti tra l' altro gli Acta Cypriani, oggetto di un esame speciale da
parte del professore Philippart (Les lgendiers ... ). GH sono assa riconoscente per guanto si e prodigato nell'aiutarmi. Ringrazio anche
la Societa dei Bollandist di Bruxelles, che, con grande cortesia, mi
ha permesso di usare il laboratorio per le fotocopie e i microfilm s
annesso alla biblioteca.

XIV

A.A .R. B\STIAENSEN

tiri vivono la loro passione. Nel riferire le loro visioni e le loro


sofferenze, n Perpetua n Saturo, i due protagonisti, si pangaDo
come emissari speciali dello Spirito Santo. Se quest'ultimo figura
neile paraJe di Perpetua, e per informarne la preghiera in vista
della di lei salvezza 0, 5). La testimonianza dei martiri e una
testUnonianza spitara alla rivelazione del Nuovo Testamento,
come arresta anche la risposta di Felicita la quaIe, rivolta al suo
carcerere, afferma che e Cristo che al momento della passione
soffrira in le (15, 6).
La posizione del compilatore si rivela dunque eccessiva. Ma,
respingendoIa, non si rifiuta ancora la tes, piu moderara, di
Harnack. 1 sentimenti espressi da Felicita e dai 5uol compagni
suggeriscono la deerca di una qualche identificazione con il Cristo: ed e questa la prospettiva nelIa quale e posta la stretta correlazione tra gli scritti del Nuovo Testamento e gli atti dei martiri.
Ma, nonostante gli accostamenti che e possibile stabilire tra la
redazione delle passioni di Policarpo e di Perpetua e il testo del
Vangelo, non e comunque lecito figurarsi dei cristiani che raccolgano come parole rivelate le testimonianze dei martiri dinanzi ai
tribunali. Delehaye fa osservare 1 che in nessun punto degli acta i
redattori citano la parola del Vangelo sullo Spirito parlando per
bocea dei martiri (Ev. Matth. 10, 19-20). II fatto e che, ad eccezione forse del compilatore della passione di Perpetua, i redattori
si guardano bene dall'attribuire valore di rivelazione alle parole
pronunciate in tribunale. Sant'Agostino dira della passione di
Perpetua che questo scritto non era canonico (nec scriptura ista
canonica est: ved. de natura et origine animae 1 10, 12, ed.
Urba-Zycha, in CSEL LX, p. 312), che non faceva assolutamente parte di quegli scritti che debbono consultarsi oelle dispute
teologiche, e cioe della Sacra Scrittura (non sit in eo canone scrip-

turarum unde in huiusmodi quaestionibus testimonia proferenda


,unt: ved. de natura et origine animae III 9, 12, p. 370) . Queste
frasi di Agostino, che segnano tanto nettamente la distinzione
fra rivelazione del Nuovo Testamento e atti dei martiri, esprimono da parte sua una convinzione. Prima di lui, nelle paroJe dei
redattori degli atti, questa convinzione non e espressa in termini
espliciti. 11 problema per essi non si poneva: i testi non forniscono elementi - a parte iI caso speciale della passione di Perpetua -

I Ved. Delehaye, p. 112 .

INTRODUZIONE

XV

per mostrare che si cercasse di attribuire valore di rivelazione


alle parole dei martirP. La Chiesa di Roma s'e addirittura mostrata diffidente nei riguardi degli atti dei martiri e ne permetteva la lettura neila liturgia saltanro in alcuni santuarP: il loro
prestigio, quindi, non era incondizionato,
Quanto ai tentativi di identifieazione tra Cristo e il suo testimone! si tratta di. c?~statazioni ovvie. L'agiografo e stupito di
scoprtre queste affmlta, che non riguardano la qualita di martire
ma metton? ,in r.ilie~o ,la sua dignita, E utile paragonare gli ac~
ta del martirIO dI Clprlano J alle notazioni del suo biografo Ponzio a proposito di tale martirio 4 Gli acta sono al sommo grado
documento: si limitano a riprodurre gIi scambi verbali tra Cpriano e i suoi due giudid, Aspasio Paterno nel 257 e Galerio
Massimo nel 25 B; oltre a do riportano con qualche dettaglio, ma
senza commento, e Fa.rresto e l'esecuzione. Pnzio, retrospettivamen.te, c~rca somlg~a~ze. tra l~a passione di Cipriano e quella
del CrIsto: 11 sudare di CIpnano e un sudore di sangue (16 6)' la
sentenza del giudice ricorda gli accenti del pontefice Caif~ s~lla
marte di Gesu (17, 2); gli astanti salgono sugli alberi per vedere
l'esecuzione di Cipriano come feee Zaccheo per vedere Gesu
(lB, 3), ecc. Si tratta qui di riflessioni, piu o meno personali (e di
gusto assai dubbio), destinate ad esaltare, agli oechi del lettore
la gl~ria del martire. II redaltore degli acta parla solo degli e1e~
mentl essenziali del martirio di Cipriano: probabilmente non s'e
nemmeno reso canto della possibilita di taH accostamemi e comunque per lui essi non fanno parte della tes timonianza
vescovo; costui e martire, il resto e secondario. Co vale mutatis
mutandis, anche per la passione di Policarpo e le altre' passioni
che sottolineano i tratti comuni fra le sofferenze dei loro ero e

del

1 Quanto agli acto apottolorum apocrypha. scri ni che compaiono a panire dalla seconda
meta. de~ se~ondo .s:co10 .e conte~gono, a.ccant.o a storie leggendarie e spesso bizzarre,
re$OCOn[~ SUI martlfl deglt apostoh , le Chlese SI sono sempre manifeSlate aOO scetticheo
a loro ns.u~rdo: malgrado la p?polarid. di cui godevano in determinare cerchie dd
popolo cristIano.. non ~ono statl mai riconosciu ti come facenti parte della rivelazione
neo-testarnentua; per il loro carattere partioolare e le tendc nze elerodosse cfr. F. Mecard, .. Souffr~nce el martyre daos les acles apocryphes des apOrren, in Les acles upo.
cryphes des apotnt ... pp. 95. 108.
1 B.. de Gaiffier, La kcture des pasJiont fkt martyn aRome ... p. 63 sgg.; ved. anche il
prOSleguo delIa presente introduzione.
) Ved. nella presente racoolta pp. 206-31.
Ved. l'~izione in Vita di Cipriano, Vita di Ambrogio, Vita di Agostino (Fond. L.
Valla), Milano 1975. pp. 42.6.

NOTA AL TESTO

ACTA CYPRIANI

ELENCO DEI MANOSCRI'ITI

1. Testimoni della recensione 1, trovad in raceolte di opere di


CipriaDo (il testo della recensione 1 si indica cosl: Acta 2 1 , 1 :: Acta
cap. 2, par. 1, secondo la recensione 1) .

Manoscritti coltalionati e utilizzati da Reitzenstein


E
M
T
U
V
Z
W
X
Y

Parisinus latinus 17349 (Compiegne), saec. X


Monacensis ladnus 208, saec. IX
Vaticanus Reginensis 118, saec. X
Vindobonensis latinus 798, saec. XV
Vaticanus latinus 200, saec. XV
Vindobonensis latinus 770, saec. XV
Wirceburgensis theol. 145, saec. IX (frgm. 3 t, 1-4)
Wirceburgensis theol. 56, saec. IX (frgm. 3 t, 1-4)
Wirceburgensis theol. 33, saec. IX

Su W, X e Y ved. H . Thurn, Die Handschriften der Universitiitsbib/iolhek Wrzbllrg III 1, Wiesbaden 1984, pp. 72, 41 e 27. Ho
nuovamente collazionato Y e ho potuto constatare ehe la colIazione
di Reitzenstein merira fiduda.

anche del manoscritto n, che, sebbene appartenga aUa recensione 2


(ved. avanti), in pill di un pumo presenta dei prestiti dalla recensio
ne 1, co che a 3 t, 4 permette forse di restituire un elemento (sacra)
che i testimoni della recensione 1 non hanno pill o I1 passo 3 1 , 4-5,
resta comunque in ca ttivo srato. 11 testo della recensione 1 nel suo
complesso, maIgrado qualche miglioramento (ad es. 2 1 , 4 Veneria et
Sa/Ufaria), e peraltro lungi dall'essere perfecto. Sembra pero possibile
ndicare la strada per un progresso sos tanziale. Visto che i tescimoni
della recensione 1 si troyano tutti in manoscritti che contengono
opere di Cipriano, occorrera cercare altri testimoni all'interno della
ricchissima tradizione di queste opere (qui il testo fondamentale e
sempre H. von Soden, Die Cyprianische Briefsamm/ung.. . ; si consulti
anche M. Bvenot, The Traditiofl 01 Manuscripts ... ); si puo presumere
che pill di un passo al momento inernendabile svelera i suoi segreti.
2. Testimoni della recensione 2, trovad nei legendaria per il 14
settembre, gia data della festa di san Cipriano, oggi 16 settembre (il
testo della recensione 2 si indica casI: Acta 2 2 , 1 "" Acta cap. 2,
par. 1, secondo la recensione 2).

Manasentti utilizzati da Reitzenstein e da me aecettati

Nuovo testimone da me eallazionata

C
D

Atrebatensis Bibl. munic. 23 (25) (Mont Saine loi), fol. 48 v,


saec. XIV

Quanto ai rapporti tra questi manoscritti, dalla consultazione


dell'appararo critico ci si rendera conto che E, M e T sano strertamente appareneati; analogamente U, VeZ; S si accosta a U, VeZ,
ma rappresenta una tradizione meno corcotta; Y e decisamente autonomo e di buona tradizione, ma ha accettato lezioni fantasiose, d'ispirazione parzialmente donatista (3 t, 6 Cyprianus deo laudes una
cum ipso credentes deo laudes; 4, 3 subdiaconus Donatus: ved. P.
Franchi de' Cavalieri, p. 211); presenta inoltre delle connessioni notevoli con i manoscritti Den della recensione 2 (ved. avanci). W e
X presentano solo un frarnmento (3 1, 1-4) che ha forse conservato
qualche elemento del protocollo originale del secondo processo di
Cipriano, omesso nei suo tratti puramente amministrativi dal redattare della recensiqne 1 Oe lezoni di W e X sono registrate nell'
apparato critico).
TI gruppo E, M e T, con T per capofila, presenta il testo migliore; poi viene S, seguito da lontano da U, VeZ; y rchiede precauzione, ma il suo apporto non puo essere negIetto. Va fatta menzione

199

G
H
1
K
O

Romanus Casanatensis 719, saee. XII, fo1. 126f


Romanus Vallicellianus VIII (San Vicenzo), saec. XI-XII, fol.
115'
Romanus Vallicellianus XXIV (Sa nt'Eutizio), saec. XII, fol.
182 c
Romanus Vallicellianus XXV (Sant'Eutizio), saec. XI-XII, fol.
30r
Romanus Vallicellianus 1 (Sant'Eutizio), saec. XII, fol. 27Y
Romanus Vallicellianus IX (Benevento) , saec. XI, fol. 85 c
Romanus Vallicellianus X, saec. XII-XIII, fol. 200"
Vindobonensis Bibl. nat o lat o 358, saec. IX, foL 54 T

Manaseritti utilizzati da Reitzenstein e da me esc!usi


B
L
P
Q
R

Romanus Vallicellianus XI (Benevento), saec. XI , fol. 59 T


Vaticanus Reginensis 116, saec. IX, fol. 115 v
Vindobonensis BibL na'. la'. 371 (Salzburgl, saec. IX
Monacensis latinus 4554 (Benediktbeuern), saec. VIII-IX, fo l.
68'
Monacensis latinus 18220 (Tegernsee), saec. XI, fol. 135 r

200

AcrA CYPRlANI

NOTA AL TESTO

II testo di L fa parte di un manoscritto delle opere di Cipriano,


ma e stato modellato su un Iegendariflm. Pe[ P, Reitzenstein, Bemerkungen ... , p. 215, non indica il foglio del manoscritto. Quanto al
resto, cinque testimoni, ancorch per la piu parte di grande antichita, a una lettura attenta si rivelano troppo pieni di scorrettezze e
fantasie per essere utilizzabili.

Manoscritti da me ca/laonati (su indicazione di G. Philippart)


e utiliuati per la costituzione del testo
.
a
d
e
f
g
h

m
n
o

Laurentianus pluteus 20, 2, saec. XII, fol. 167 r


Novarensis Archivio srorico diocesano (Gozzano) , saec. XIIXlII (1a cifra indicante la pagina del manoscritto e illegibile)
Cassinensis 148, saec. XI, foL 55 r
Bruxellensis Bollandist. 14, saec. IX, foL 94 r
Carnorensis 144 (506), saec. X , foL 205 v
Cusanus (St. NikoIaus-Hospital, Kues-Bernkastel) 36, saec.
X-XI, fol. 209'
Monacensis latinus 5510 (Diessen), saec. XIV, fo L 17Y
Vaticanus latinus 1190 (Ravenna), saec. XI, foL 123 v
Montepessulanus 156 (Langres), saec. X, foL 246v
Rotomagensis U 42, saec. X-XI, foL 131 v

Il testimone g e stato distrutro durante la seconda guerra mondiale, ma ne rimangono delle fotocopie. Per d, e, n troviamo informazioni rispettivamente nei saggi di G. Philippart, in Analecta BolIandiana)) XCIII 1975. p. 189; F. Avagliano, in <~Benedctina)
XVII 1970, p. 300; G. Philippart, in Analecta Bollandiana XC
1972, p. 142.

Manoscritti da me col/azionati ed eliminati a causa del loro


scarso valore
b
c
k
1
p
q
s
t

Engelbergensis 2. saec. XII. foL ll1 r


Monacensis 4608 (Benediktbeuern). saec. XI-XII, foL 15I r
Rotomagensis U 2 Oumieges), saec. XII, fol. 29 v
Rotomagensis U 32 (Fcamp), saec. XIT, foL 119 r
Monacensis latinus 22243 (Windberg), saec. XII, fol. 41 y
BruxeHensis latinus 7483-86 (Liege), saec. XIII , fol. 13'
Treverensis seminarii 35. saec. XIII. foL 61 r
Vaticanus latinus 5771 (Bobbio). saec. IX-X, fol. 130v

201

Per stabilire il testo della recensione 2 ha dunque accettato 18


testimoni (come e evidente, occorre continuare a cercare nei legendaria non consultati; ved. la lunga lista di Philippart. Les lgendiers ... ,
pp. 13-6; ved. anche Fros, Indits ... p. 178: l'edizione resta ancora
provvisoria!). Peraltro ess sono di valore diseguale. I migliori. di
gran lunga. sano C (malgrado errori del copista). O . a, m. Cio risulta
evidente sin dall'inizio (1, 1). dove essi sono i soli a fornire la datazione corretta del primo processo di Cipriano, nel 257; tutti gli altri
testimoni hanno qui per errare la data relativa al processo del 258
(Tusco et Basso consulibus: cfr. 2,2). Analogamente praecepisti a 1,7 e
la lezione corretta, presentata da C.O, a. m, contra fac quod tibi
praeceptum est di tutti gli altri manoscritti (ved. cornrnento). A 1,5 e
convincente ut qui(s) dei soli C.O, a. m. analogamente 11 qui el di
2 2 , 3, dove solo o si affianca loro. A 3 2 4 il testo correrto et
Valerianus nobilissimus Caesar e dato da C. O, a. m, seguiti dal solo
n. Fra quattro, m occupa un posta a s, talvolta in senso negativo
(1.4 ex urbe; lacuna di 2 2 3.3 2 1; l'epiteto sanctus continuamen
te aggiunto al nome di Cipriano: 1,3.5.6.7; 3 2 1.2.6), ma talvolta
anche nel senso di un miglioramento del testo (a 2 2 ,1 il deterioramento per aplologia di et inde in inde non si e realizzato in m; a 4,1
ubi genua in terra poneret stravil di m e eccellente contra la redazione
di C, O, a; analogamente in linea, da preferirsi a ad lineam, ecc.).
Un gruppo alquanto omogeneo e formato da F. r, K, f. g, h, i. In
tutti si trova la stessa lacuna da 1,5 et cum a 1.7 (errore determinato
dal doppio invenientur, o influsso donatista?: ved. commento). Comune a tutti e anche novi invece di colo a 1.2; analogamente }'omissione di deo un poco piu avanti. e a 1,5 utilius per utiliter. Da notare
anche, a 4,3, l'inserimento di post paucos ... deeessit tra piscinas e eum
voto . K presenta in particolare un influsso della recensione 1, che si
fa sentire a 22,1 nell'aggiunta ex agro ('" ex sacro) rescripto ... remisso; analogamente a 2 2 .4 seeessit... mansi!.
Assai frequentemente si congiungono, tanto da formare una categoria a parte. G . H, e; ma G ed H sono sostanzialmente identic.
Caratteristiche di questa categoria sano la lacuna a 3 2 .1 el ita ...
proconsulis e la lezione universus populus a 4,3; da notare anche le
lezioni condidit (1,2) di G. H. e in accordo con D; se ipsos (1.5) con
d; in Sexti agro (4.1) con Cj vix egredi (32. 4) con 1 e con K (per
influsso deUa recensione 1).
Restano d, n. o. D : testimoni isolati, i cui rapporti variano. Cos)
d si accosta ora al gruppo F, I, K, f. &, h, i. come in 3 2 , 4 (sententiam dixil). ora a C. O, a, come in 1,1 (sub Valeriano Galieno) e
3 2 .6 (recitatum est). ora a G. H. e, come in 1.5 (se ipsos). La lezione
ianuas d 2 2 ,5. presentata anche da n, proviene dalla recensione 1.
Variabile e anche o. che spesso segue C, O . a. per es. in 2 2 .3
(qui et) e )2.4 (dixit), ma si accosta a F, 1, K. f. &. h, i in 1,7 (aut) e

202

ACTA CYPRIANI

in 4,1 (el ita). Nel captola 4 (ved. apparato critico) o si unisce spesso a S, U, V, Z della recensione 1. Di o e la lezione convincente a
2 2 ,3 qua dem (ved. commento). A 1,5 ex te scire appartiene a o ed
a n. A 2 2 ,5 l'omissione di el eum eiSe!, condivisa da K e n, ricorda
la recensione 1.
Quanto a n, e un testimone ibrida, poich mescola al suo testo
della recensione 2 prestiti dalla recensione 1 e dalla Vita Cypriani di
Ponzio. A 2 2 ,1 regressIIS .. remisso proviene da 2 1 ,1, cos1 come ad
dicm omnibus hans. A 4,1 el eum exisset praetorii lores ibal eum ea
comes militum turba e modellato su Vita Cypriani 18,1. Nel capirole
4 vi e parentela (fa n. D, Y (della recensione 1): a 4,1: omissione di
Cyprianus; expectarejexpectans anzich mstinere; a 4,3: omissione di
magna turba eum prosecuta est e proconsulis invece di procuratoris.
A 4,1 D e Y si congiungono, differeoziandosi da tutti gli aItri
testimoni: viginti in luogo di viginti quinque; in 1,5 (scribere mihi) e
in 4,2 (de orario) D coincide con n. Altrove i legami di D variano:
ora con C, 0, a, m (1,5 invenientur; ... se ipsz); ora con G, H, e (1,2
condid;t; 2 2 ,3 agrum Sextt1; ora con P, 1, K, f, g, h, i (1,7 aut;
2 2 ,5 castigari). A 3 2 ,4 vix et aegre del solo D proviene dalla recensione 1; a 2 2 ,4 oHeri sibi, che si trova anche io K, i, d, n, ha la
medesima provenienza.
B. LE DVE RECENSIONI

La differenza tra le due recensioni, la prima attestata all'interno del


corpus delle opere di Cipriano, la seconda nei legendaria, merita attenzione. E in primo luogo una differenza di comenuto. La recensione 1 (capitolo 2 1 ,1_5; 3 1 , 1-6) si limita agli avvenimenti del 258,
il secondo arresto e il secondo processo di Cipriano, che si condude
con la sua condanna a morte. La recensione 2 (capitolo 1,1-7; 2 2 ,
1-5; J2, 1-6) prima degli avvenimenti del 258 presenta il resocooto
del primo processo, quello del 257. n passo che contiene la narrazione dell'esecuzione di Cipriano (cap. 4) e dato dalla recensione 2 e da
una parte della recensione 1 (manoscritti S, U, V, Z, Y); malgrado
differenze di dettaglio , si tratta di un testo identico nelle due recensioni. Abbiamo dunque a che fare con guatrro nuelei testuali: uno
sul processo del 257, due che riferiscono l'arresto e il processo del
258, uno sull'esecuzione. Non e gui guestione di attendibilita: ciascun nudeo, in ultima analisi, si basa su resoconti autentici degli
avvenimenti, cio che peraltro non significa che non vi siano passi
sospetti (ved. commento a 3 2 , ti. 7-12 e 4, ll. 17-8).
Per determinare i rapporti tra le due recensioni dobbiamo mettere a confronto le due ver,sioni dell'arresto e del processo del 258
(2' + 3 1 contra 2 2 + 3 2). E evidente che sono apparentate, ma vi
sano delle differenze notevoli. Due passi ci interessano. In primo

NOTA AL TESTO

203

luogo, l'inizio del capirolo 3. Nella recensione 1 (31,1) Cipriano viene condotto dinanzi al proconsole, secondo l'ordine che guesti aveva
dato; nella recensione 2 (32,1) si tratta di due ordini che si integrano malamente: un primo ordine che fa riunire la folla per assistere al
processo, un s,econdo ordine che fa condurre Cipriano dinanzi al
proconsole. Sembra dungue che il testo della recensione 2 sia secondario rispetto aquello della recensione 1 (ved. anche commento a
3 2 , ll. 2-5). Vi e inoltre il passo che parla delluogo in cui Cipriano
trascorre l'ultima notte della sua vita, cioe l'abitazione di uno dei
due poliziotti che l'hanno arrestato; a 2 1 ,4 questa dimora e localizzata con la formula vico Saturni inter Veneria et Sa/utaria, designazione che si rivolge a cartaginesi che conoscono la loro citta.; a 2 2 ,4 la
formula e in vico qui dicitM Saturni inter Veneria el Salutaria: l'aggiunta qui dicitur deve essere secondaria e sembra indicare che si
presume che i destinatari non conoscano la cina di Cartagine. Se ne
potrebbe concludere che la recensione 2 e un adattamento della recensione 1 alIe esigenze di comunita cristiane fuori Cartagine. Tenendo conto del fatto che la recensione 1 non fomisce che gli avvenimenti del 258 (fosse o non fosse inclusa l'esecuzione, cap. 4: ved.
sopra) e che la recensione 2 comprende sia il processo del 257 che
tutt gli eventi del 258, non sembra azzardato presumere che la recensione 1 sia stata composta sotto I'effetto immediato degli avvenimenti del 258, a beneficio soprattutto della chiesa di Cartagine, laddove la recensione 2 sarebbe stata composta con qualche ritardo, e
indudendo tutte le peripezie del martirio di Cipriano, per i1 beneficio di altre cmese, anch'esse interessate alla fine gloriosa del grande
vescovo. Vi e forse un rapporto con il fatto che la recensione 2 e
quella propria dei legendaria? Il resoconto della recensjone 2 sarebbe
stato inviato ad altre chiese per servire da leuura durante la liturgia
e alla fine sarebbe stato incluso in quelle collezioni di resoconti di
martirio che sono all'origine dei legendaria medievali. Quanto al rapporto tra la recensione 1 e il corpus delle opere di Cipria no, al momento non vedo aleuna spiegazione soddisfacente.
Curioso e peraltro il fatto che nella (tradizione indiretta) del
martirio di Cipriano la recensione 2 ha di gran tunga la meglio sulla
recensione 1: cosl (per le indicazioni ved. l'apparato delle citazioni)
in Agostino, che si rifa o allude a Acta 2 2 , 1.5; 3 2 ,3.6 e 1,2.3.
Prudenzio conosce Acta 1,1.2. Gli Acta Maximilmi imitano una frase di Acta Cypriani 1,2; la Col/eclio arriana Veronensis riproduce una
frase di Acta 1,3 . Potrebbe darsi che guesta popolarita della receosione 2 vada messa in rapporro con la sua circolazione in un gran
numero di chiese. Ma si spiega difficilmente il fatto che Ponzio,
scrivente in Cartagine pOC9 dopo la morte d Cipriano, ugualmente
si basi sulla recensione 2. E yero che nella sua Vita Cypriani (13,12)
egli allude a un fatto (1' amnistia di Cipriano per rescritto imperiale)

NOTA AL TESTO

24

ACTA CYPRlANI

che solo la recensione 1 menziona (Acta 2 1,1), ma il debito verso la


recensione 2 e piu manifesto: in Vita 11,1, egli menziona gli acta del
primo processo, vale a dire il cap. 1 dei Dosrei Acta; a 17,1.3, con
l'espressione qui mis futurus esset documento , sembra alludere alla
frase del proconsole nella forma offerta dalla recensione 2: ens pse
documento bis qUO! sce/ere tuo tecum adgregasti (32,5) . A que! che
sembra, la narrazione secondo la recensione 2 e divenuta popolare
3ssai presto, tanto da ispirare 10 stesso Ponzio, il quale senza aleun
dubbio ha pero conosciuto anche la recensione 1, pu fedele .

Per Lanata le sigle sano:


L

L'

R
R1
R2
R}

Reitzenstein, Die Nachrichten.,. , pp. 127 "" recensio 2 (capp.


1,2 2 ,3 2 , 4)
Reitzenstein, ibidem, pp, 20-2 "" recensio 1 (capp. 2 t ,3 t. 4)
Reitzenstein , ibidem, pp. 35-7
recensio 1 in ms. Y (capp. 2 1 ,
3', 4)
Reitzenstein, ibidem , pp, 32-3
recensio 1 in mss. W , X (cap.
3', 14)

Lanata, G/i atti ... , pp. 1857 = recensio 2 (cap. 1) e recen


sio 1 (capp. 2 1 e 3 1 , 4a6)
a
Lanata, ibidem, pp. 186-7 = recensio 1 (cap. 3 1 , lA )
recensio 1 in ross. W, X, Y
Lanata, ibidem, pp. 186-7
(cap. 3' , 14')

Altre sigle e abbreviazioni:

C. EDIZIONI MODERNE
E SIGLE DELLA PRESENTE EDIZIONE

Nella presente edizione non si e tenuto conto delle edizioni preceden ti Reirzenstein, rranne che per l'incipit del Dostro testo, dove,
con imperatore, seguo la lezione di Ruinart e Harte!. Altrove vengono raccolte solo lezioni di Reitzenstein e Lanata. Per i lavori di
Reitzenstein si veda sopra; quanto al lavara di Giuliana Lanata (CH
atti... , pp. 184-93 e 242-7), rnentre la maggior parte degli editori
posteriori a Reitzenscein presenta un testo eclettico, clove gli apporri
di Reitzenste.in sono stati integrati con esiti alterni, ella assume
lavori di quest'ultimo quale punto di partenza assoluto. NeI suo intento di esa minare gli Acta come documenti di tribunaIe, la Lanata
prende in considerazione la recensione 2 per il processo del 257, per
quello del 258 la recensione 1, che riconosce come autentica (tutta
via, non trartandosi di atto giudiziario in senso strerto, il resoconto
dell'arresto del 258 e stampato in carpo minore; quello clell'esecuzione e srato omesso). Nell 'apparato critico, la Lanata propone tal
volta delle congetture.
L'edizione di Reitzenstein presenta quattro testi: il testo della
recensione 2 , il testo della recensione 1, il testo della receosione 1
secondo il manoscritto Y e il testo del frammento della recensione 1
secondo i manoscritti W e X (neile sue Bemerkungen produce alcuni
altri tes ti di manoscritti, che non rappresentano una nuova recensio
ne: i dati di questi testi sano stati inseriti nelIa nostra edizione) .
Useremo quattro sigle per le lezioni che egli propone:

25

edd.

caput 2, paragraphus 1 in recensione prima


caput 2 , paragraphus 2 in recensione altera
e manus prima
e manus secunda
manuscripti orones praeter eos quorum lectio adnotatur:
quod si C1 huic signo A opponitur, lectio a el exhibita in
1:1 includitur
editores Reitzenstein et Lanata

Manoscritti citati in apparato , che presentano la recensione 1: E, M,


S, T, U, V, W, X, Y, Z; che presentano la recensione 2: C, D, F , G ,
H, 1, K, O, a, d, e, f, g, h, i, ro, n, o.

ACTA CYPRIANI

ATTI DI CIPRIANO

1, 1. Imperatore Valeriana guater et Galliena ter consuli


bus tertio kalendas septembris Cartagine in secretario Paternus proconsul Cypriano episcopo dixit: Sacratissmi imperatores Valerianus et Gallienus litteras ad me dare dignati sunt,
,. quibus praeceperunt eos qu non romanam religionem colunt
debere romanas cerimonias recognoscere. E xquisivi de nomine tuo; quid mihi respondes?. 2. Cyprianus episcopus dixit: Christianus suro et episcopus. Nullos alias deos nov,
nisi unum et verum Deuro, qu fedt caelum et terram, mare ee

1, 1. Soteo gli imperatori Valeriano, console per la quarta vol- <


ta, e Gallieno, console per la terza, il 30 agosto, a Cartagine, il
proconsole Paterno disse nel proprio ufficio al vescovo Cipriano:
( 1 santissimi imperatori Valeriano e Gallieno si sono degnati di <
spedirmi una missiva con la quaJe ordinano che tutti coloro che
non praticano la religione romana devono riconoscere i riti romani. Mi sono percio lnformaro sulla tua persona. Cos'hai da dirmi?.
2. Il vescovo Cipriano disse: (Sono cristiano e vescovo.
Non riconosco nessun altro Dio all'infuori dell'Unico e Vero che <
ha fatto il delo e la terra, il mare e tutto do che essi contengono.

1, J . I mperarore cum Ru inart el H artd scri psi; impera/ori O i mperante m imperrmlihuf a


imptm1Joribuf edd . om. cen .
1 - 2 . Vl1krianQ qua/er et Ca/lieno ter comulibus a m; v.
quarto el g. Jerifo c.
L v. quarlum el g. tertium c. R Imco el baJjo e. ceno (post
secteuzrio (1. 2) add . sub voleriano Jumo d) om G H.
l . lerlio
a m D edd.:

eo

eo

quarto o om. cen o I blenda! a: kaknda rum e o m D o edd . om. cett . I septf'mbris e a:
septembrium O m o edd. seplf'mbriatum D om. cett. I CtJrtagine J1 edd. ; eartagini D F 1 K
cartaginis g d om. G H I in om . G H F 1 K f g h I secretario J1 edd.: Jecre/tJrium D om . G H
K
2-J . ante Palemlls add. astante cypriano episcopo d
J. Cypriano om. F 1 I
episcopo: coram episcopo f h I dixi! om. n
4. Ga/lienrlS : Jllieno m I(Id 11 edd.: a e o I
1
d4re dgnati sunt J1 edd .: dignali sunt ciare H dignati St<nl dirigere e
5. quibus .
edd.: qui e a d 2 (d i quibus?) quae 0 1 I non romanam rc/igionem eo/unt 11 edd. : non
romana re/igione e. D G H non C. romanam religionem n romanan: rcligionem c. O a roma
religione c. e
6. debere 11 edd. : debercnt e debere ros F 1 f g h n I romanas tJ.. edd .:
romana D G H n om. F 1 K f g h i I eerimonias J1 edd .: cerimonio F 1 K f h n rc/igione D I
m:ognoscere 11 edd .: reeognosceret F cognoseere O I Exquisilli 11 L: cxquisivi t'1go 0 2 D R
cxquirr: tibi E g? h a exquirit ibi F cxquiriti 1 exquiro e'X0 K requin: tibi
i
7. respondes 11 edd.: n:spoffdis 1 g respondeas f h i o J Cyprianus: sanelm cypn'anus m
I episeopus om. d e
8. Chrislianlls 11 edd.: ego chriuianus G H e ehrislianus ego D I
Nullos alios deos e o a O G H d e n o edd.: el nullos alias deos 1 g h el tlUllum alium
deum m K i el nullun: el nulla alias deos F el nullum el nullos alios deos f I novi e o a m D
G H den o edd .: colo F 1 K l g h i
9 . unum 11 edd .: lIivum F I ecit J1 edd. :
condidit D G H e I mare: el mare F

1, 6' 7. de nomine /uo cfr. Prud. Peristephanon 13 ,90


8. Christianus ... epcopus
cfr. Prud . Peristephanon 13,90-1
8' 10. Nu/los
sunl cfr. Aug. Serm . GuelE.
27,2 (MoriD, p. 533)
9-0 . qui fecit .
JUnt Valgata, Ps. 145 (14 6),6; Exod.
20, 11; Act. Ap. 4,24; 14, 15 ; Apoc. 14 ,7

208

10

l'

20

ACTA CYPRlANI

ATIl DI CIPIUA NO

omnia quae in eis sunt. Huic Deo christiani deservimus, hurre


deprecamur diehus arque noctibus pro nohis et pro omnibus
hominibus et pro inco]umitate ipsorum imperatorUffi. 3.
Paternus proconsul dixit: Et in hac voluntate perseveras? ,
Cyprianus episcapus dixit: Bona voluntas quae Deum novt
mutari non potest ).
4. Paternus proconsul dixit: Poteris
ergo secundum praeceptum Valeriani et Gallieni exul ad UIbem curubitanam proficisci?. Cyprianus episcapus dixit:
Praficiscor, 5. Paternus proconsul dixit: Non solum de
episcopis, verum eriam et de presbyteris mih scribere dignati
sunt. Volo ergo scire a te qu sint presbyteri qu in hac civitate consistunt. Cyprianus episcapus dixit: Legibus vestris
bene atque militer censuistis delatores non esse; itaque deferri a me non possunt; in civitatibus suis invenientur. Et cum
disciplina prohibeat ut quis se ultra offerat et tuae quoque

Huic: hunc F I Deo om. F 1 K f g h i I eh,.iItUm;: nos christiani 0 2 I hune: huie


1 r . iebus alque l'Ioctibus C O a m e n: diebus ae noctibus D G H 1 K f h d o edd.
diebus F g om. i I pro nobis el pro o m. F 1 K f g h j
112. oml1ibm homil1ibus C O a
edd.: oml1ibus m D G H e n omnibm diebus d vobiJ o om. F 1 K f g h
12 . el om. i
IJ . proCOl1Ju{ dixil ~ c:dd.: eonsularis dixit K non solum de
i
cpiscopis F I Et in hac ~ edd.: el in hallC e in hac C d in hac ergo O a om. (usque ad 1. 18
Non JO/um) f h
14. C"prianus: sanctus C)'priallus ro I va/untas: va/untas est D I novil:
novi eH
15. mutari ~ L: mutare e im"ttltari F K g n o R PoteriJ post Gal/ieni
transp. d, om . (usque ad 1. 18 Non so/um) F 1 K g i
16. VakrUtni: lJ(l!mi o I exul .1.
edd.: exilio d n o m. m
16'7. ad u,bem eurubitanam e O a edd.: curtlbi D e eurabi n
ex urbe ro ex hae uroe G H ab Mbe o om. d
17. proficisci: pro/iciJctrt D I Cyprianm:
sanctus C)'prianus m
19. vernm etiam el e o a: sed etiam H sed el m D G F 1 K f g h
ido edd. sed e n 1 de 6. edd .: de clericis el h om. a I mihi scribere: scriberc mihi D
n
lO . ergo .1. edd. : ego 1 Jscirta tee O am d: scire ex te D G HFIK fghi c:edd.
ex te scire o n 1sint O a i e o: sunl e m D G H F 1 K f g h d n edd. I presbyteri: prcsbyteris
F
10-1. in /xIe civitafe ~ edd. : in hane civifIJlem g /xInc civitatem F i" /xIe urk

21. eonsistuI11 e o a m F 1 K f g h i edd.: comtittUi sunl D G H den o I


Cyprianus: sanctus cyprianus m I episcopus om. F
n. bene atque ~ edd.: alque bene
D I tltifiter: utilills F 1 K f g h i d I censuislis: cansuistis e G H I post censllistis add. uf D I
el I post delatores add. nos 0 1 J me: essent D eml G H
22 -3. de/erri a me .1. c:dd.: a
2J . post poSSU"t add. sed n I post
me de/erri F 1 K f h i ad me de/erri g detegi a me n
2
civikltibus add. lJutem 0 I ;nvmienlur e o a m O d : ;,weniunlur G H F 1 K f g h e n o
cdd. I El cum om. (usque ad par .
F 1 K f g hin
24. post discip/i"a add. sancta O
e I post prohi~al add. nostra R (sed Bemerkungen ... , p. 207 nlo 2, "ostra repudiar) I uf
1
quis a m: lit qui e O I Uf quia 0 ne quis D d c:dd. ut ne quis e O vane qui (va corruptum
ex uf) G H I se ultro .1. edd.: ultro se o I olferat.1. edd.: non olferat 0 2 olfereral G H I ef
tuae quoque ~ c:dd .: tuaeque D

Questo e il Dio che ooi cristiaoi serviamo con zelo, a cu giorno e


notte eleviamo preghiere per ooi, per tutto il genere umano e per
la salute degli stessi imperatori .
3. 11 proconsole Paterno disse: ( E persisti io tale atteggiamento?. 11 vescovo Cipriano rispose: La buooa volonta che conosce Dio non muta parere. 4.11
proconSo1e Paterno clisse: Sei disposto dunque, in accordo con
gli ordini di Valeriano e Gallieno, ad essere esiliato nelia dtta di <
Curubis?. Cipriano rispose: SI. 5. I1 proconsole Paterno
disse: Non solo riguardo ai vescovi si sano degnati di scrivermi,
ma anche riguardo ai presbiteri. Voglio perco sapere da te chi sano
i presbiteri che vivono in questa citta . I1 vescovo Cipriano disse: Con le vostre leggi avete stabilito, assai a proposito e debita- <
mente, che non devono esservi delator : perdo non puo essere
che sia 10 a denunciarli. Li troverai nelle loro comunita. E poich
la nostra disciplina vieta di consegnarci spontaneamente (cosa che

JO.

1 0. Huie ... ~eTVimus cfr. Acta Maximiliani 2,6


11-1. deprecamur ... imperalorum
cfr. 1 Ep. T~m . 2~1 -2
14 -~ . Bona ... polest Aug. Serm. Guelf. 27,4 (Morin, p.
~J4) ; CoUecno amana Veronensls fol. 76': Bona ... immutari non potesl (ed. Gryson
CCL 87, p. 90)
14. Deum novit cfr. 2 Ep. Thess. 1,8; 1 Ep. lo. 4,6; Ev. lo:
10,1.5
23-4 . cum .. . oHeral cfr. Aug. Serm . Guc:1f. 28,5 (Morin, p. 540); contra

Gaudentium 1 31,40

210

ATn DI CIPRIANO

ACfA CYPRlANI

1 _ 21

211

1:5 censurae hac displiceat, Dee offerre se ipsi possunt,sed a te


exqUlSltl mvenientur.
6. Paternus proconsuI dixit: Ego
hodie de hac coetu exquiram, Cyprianus episcapus dixit:
Ipsi a te requisiti invenientun>.
7. Paternus proconsul dixit: A me invenientun>. Et adiecit: Praeceperunt etiam De
JO in aliquibus loeis concilia bula faciaot oee cimiteria ngredantUI. Si quis itaque hac tam salubre praeceptum non observave~itJ capite plectetur. Cyprianus episcapus dixit: Praeeepist.

del resto la tua stessa funzione di giudice disapprova)1 essi non


6. Il
possono consegnarsi da soIL Ma se ti cerchi, Ji trov.
proconsole Paterno disse: E io oggi stesso faro un'inchiesta su
questa gente, Il vescovo Cipriano disse: Essi sressi, se Ji cercherai, si faranno trovare da te,
7. Il proconsole Paterno disse: (Si faranno trovare da me . E aggiunse: Ordinano anche
che non si riuniscano in alcun luogo, n entrino nei cimiteri.
Quindi, chi non rispettera un ordine tanto assennato, verra decapitata. 11 vescovo Cipriano russe: Questi sono tuoi ordini.

2 1 , 1. Cum Cyprianus, sanctus martyr electus a Deo, de


civitate curubitana, in qua exilio ex praecepto Aspasi Paterni
tune proconsulis clarissimi viri datus, esset regressus ex sacro
rescripto specialiter hac et personaliter remisso, in hortis suis

2 1, 1. Cipriano, scelto da Dio come santo martire, ritornato


dalla citta di Curubis (nelia guale era stato esiliato per ordine di
sua eccellenza Aspasio Paterna, allora proconsole) grazie a un rescrino imperiale emesso in via speciale e personaJe, se ne stava
nella sua villa e aspettava di giorno in giorno che venissero a
2.
prenderlo in qualsiasi momento come gli era stato rivelato.

manebat, et ad diem omnibus horis venid, scut ei ostensum

1'.displiuat: disp/icet G H I se ipsi e o a m D L: ipsi se o se plOs G H d e R

16.

e o a edd .: perquiriti m nquisiti G H e requisiti D d o I tnv(!n;entur e o a m D d


edd.: inVl!niuntur G H e o I Palmlus om. (usque ad par. 7) e O' 1 post dixit acld. a me
1
~quisiti

inveniuntur el G H
27 . coe/u !:J. edd.: cmum e quia e/um 0
I exquiram !:J. edd. :
requiram m d 1 Cypmmus: slmclm cyprianus m
27-8. dixit psi om. d
a8.
requisiti !:J. edd.: ~quisiti D positi e I invenien/uf: invC/iuntur H o
29. post me adel.
requisiti d I Praeceperunt: proeccpienlnt e
30. in om. m F 1 f g h n I concUzbula !:J.
edd.: concinabula e concilia diabo/ica g I /acianl !:J. edd.: laciunt e H fiant o a d I nec !:J.
edd.: ncque n aut D F 1 K f g h i o I post cimitcria add . christiani a
30-l . ingrediantur:
ingrediuntur G H
JI. quis om. i I itaque !:J. edd.: ita G H eriam m Ildm !:J. edd.: tale F
g d ta/em 1 I Sil/ubre: Sil/ubrt>m I I prrut:eptum !:J. edd.: reperlum e
31-2 . observaverit:
observaverint e D i
32. p/ecletur !:J. edd.: pleeteretur e pleCJentu! D i p/ectatur d
I/ecJehlf a f h 1 I Cyprianm: sanctus cyprianus m I episcopus om. e
31-3. Praecepisti C
o a m edd.: fae quod tibi praeceptum est cett.
1
2 , 1. e/ectus om. T I post ti add. domino y R2
2 . civitate curubitana T edd.:
civi/ate curubitan M civil4tc cucuroitana E civila/e curtibi/ana V civila~ curoithana Y
curbitana cjvilate S corrubilana civita~ U Z I in T Y edd.: an E ~ M de S U V Z I Aspasi
scripsi: AspasiiU Z edd. passiE M S TV acassio yl acaSfiiyz l Paleroi: patemo yl
3.
proconsu/is: pro comule Y R 2 I c14msim; viri E M TRI L: om. S U V Y Z R l I post
aatus add. luerat edd. (ex recensione altera) I esset E M T y' edd.: est S U V Y '
Z
4. hoc el /'Cnona[iler om. Y R2 1 remino!:J. edd.: rt>miuio T demissos yl dimisS/lJ y' I in hortis sui$ S T Y edd.: in su;s hortiJ M in suis suis hortis E in hortis V mortis
Z mort/lUS U
, . ad dicm E M T Y n (quamquam ipsc alterius rec::ensionis, hoc
loco, ut et alibi, primae recensionis testimonium praebetl edd.: rk die in dicm S V Z
(usque ad 3 1, 2 lectiones ms. U, utpote a Rc:itzenstein non collatae, non adnotllntur) I
omnibus horis Y n c:dd.: omnibus E M T om. S V Z I sicul ei E M T n R l L: ad ne s;cut
etS sieutVYZR l

2 1, 3-4. ex sacro

Oo.

remisso dr. Ponl. Vita Cypr. 13,12

<

212

10

15

20

ACTA CVPRlANI

erar, sperabat. 2. Iclem cum illie demoraretur, derepente


idibus septembribus, Tusco et Basso consulibus, venerunt ad
eum prncipes duo, unus ex officio Galeri Maximi proconsulis
clarissimi viri, qu Aspasio Paterno successerat, alius eques
5trator, qu esset a custodiis, officii eiusdem clarissimi
VIrI,
3. et in curriculum eurn imposuerunt et ambo euro texerunt et in Sexti eum tulerunt, ubi dem Galerius Maximus
pro consule bonae valetudinis recuperandae gratia secesserat, 4. eundernque Cyprianum dem Galerius Maximus pro
coosule vir clarissimus alia die, id est crastina, offerri sibi
praecepit. Et ita dem Cyprianus cum prncipe, id est stratore, officii Maximi proconsulis clarissimi viri secessit et in hospicio eius cum eo vico Saturni inter Veneria et Satutaria
mansito 5. Illic ante ianuam universus populus fratrum
mansit; et cum hoc Cyprianus comperisset, castigari puellas
praecepit, quoniam in vico omnes ante ianuas hospicii principis iacebant.

6. demorare/ur A R1 L: demonstraretur s demorare/ur am nullo quaerere/ur Y demorare/ur


et iam a nu/lo quaereretur R 1 I derepettte: repente S V Z
7. dihus 6. edd.: diebus y I
BailO 6. edd.: paStO Y basco S
8. ex oHicio y Rl: SlraJOrojficii E M T R I L sITa/o,
SVZ
9. clarissimi viTi E M S(c ti - ita semper -) TR I L: curlibi/anae civitalis V
corruhiUmoe civitatis Z vecario yl vicario yI viri clarissimi RI I qui ... succeuemt edd.:
q. pallio p.s. S T q. pano p.s. V q. basIo p.s. Z q. acasto p.s. Y; o m. (usque ad par. 3) E M 1
post successeraJ add. el R I L
9'10. eques slTaJor S: eq,(Cf seralor (prima e in equCf
super rasuram) y equiJh'alor V Z luqueslra/or T al'que strator L eqUl'$ R I R J
10.
cmlodiis S T RI L: cusladi! Y custadihm V Z R I
10- 1 . clarissimi viri S T V Z Rl
1
1: proconsulis Y R
ll. el om. Y I cutriculum: currculo S V Z I el amho 6. edd.:
ambo E M
H-l. texl!runt S V R IL: texuertml Z teguerunt E M T velaverunt Y
12. ellm tu/enmt S V Z: tulemnt E M T Rl L peTVolaverunt Y RI
I} .
RI
pro comule M S T' yl edd.: proconsul E T1 yl Z procomulif V I bot1lJe E Y c:dd.: bono
M S T I V Z om. TI I recupcrandae: reciperandae TI
1}-4. SCUllerat: successerat V
n
14. eundemque A edd. : eum qui yl l'umql/e y1
14-" , pro comule M TI S
Y Rl: procomul E T1 V Z RI L
1,.. vir cJrissimus A edd.: qlli cJrinimu$ Z
v(!Cario yl vicariu! yl I id Cft A edd.: idem M I offerri A edd. : aflerri E M
16.
praecepit: praecipit M I principe: principem T
16-7. id est slratore Y n R~ : el
slratore E M S T V R 1 L stratore Z
I7. post officii add . GaleTii edd. I clarissimi viri
6. edd. : vtcl1rio yl vicarius yl
18. inter E M S Y c:dd.: et T in Z om. V I Veneril1
E 1 S T Y Z: venaria El vcnariam M Vt!ncrit V venert!am edd. I So/utam: lDlutariam
c:dd.
19. IIIic om. (usqlle ad et cum) V Z 1ianuam: ianua T
o. OOC om. V Z I
comperisse/: comperisse S Y 1 I castipri A c:dd.: el castipri E custediri Z n
21 . ianuas
11 n : januam Y edd.1 hospicii: hospicio E M T
21-2. principis: principes TI
y
H . aeehant cocId. R I Rl: manehant L

ATI1 DI CIPRJ.A NO

2 I

21}

E mentre cola dimorava, aIl'improvviso, il tredici ser rembre (erano consoli Tusco e Basso), gli si presentarono due ufficiali, uno
deIlo stato maggiore di sua eccelIenza il proconsole Galerio Massimo, che era succeduto ad Aspasio Paterno, l'altro, un sottuffidale del medesimo stato maggiore, incaricato degli arresti. 3.
Lo fecero salire su un carro, lo scortarono entrambi e lo porrarono
nella villa di Sesto, dove il proconsole Galero Massimo si era
ritirato per rimettersi in salute, 4. e sua eccellenza il proconsole Galerio Massimo ordino che Cipriano gli venisse condorto dinanzi il giorno seguente, cioe l'indoma ni. Cipriano quindi si ritiro
con il sottufficiale, quello dello stato maggiore di sua eccellenza il
proconsole Massimo, e passo la notte presso di lu neIla sua residenza, neila va di Saturno, tra il tempio di Venere e queDo della <
Salute. 5. Li, davanti alla porta, trascorse la noUe l'intera folla
dd fratelli di fede; e quando Cipriano lo seppe, ordino di riprendere le fanciulle, per il fatto che tutti se ne sta vano in strada
davanti alla porta de1la dimora del sottufficiale.

2I4

ACTA CYPRIANI

31, 1. Et ita altera die, id es! octavo decimo kalendas


octobris, mane simul ad Sext, secundum praeceptum Galeri
Maximi proconsulis dadssimi viri, in atrio sedenti obvoluto
et sauciolo oblatus esto 2. Quo oblato idem Galerius Maxi, mus proconsul clarissimus vir Cypriano dixit: Tu es Tascius
Cyprianus?. Cyprianus dixit: Ego.
3. Galerius Maxi
mus proconsul clarissimus vir Cypriano dixit: Tu te papatem
sacrilegae ments hominibus exhibuisti?. Cyprianus dixit:
Ego,
4. Galerus Maximus proconsul clarissimus vir conlO locutus curo consilio sententiam vix et aegre dixit verhis
huiusmoru: Du sacrlega mente vixisti, et plurimos tibi nefariae conspirationis hornines congregasti J et inirnicum te

JI, 1. El
id esl E M S T V Z RI U: t I allera ie 111 dixi ffl5CO el pano (btmo Rl)
eonsuJibus die Y R1 apud earlhaginem die W X R' L2
2. oclob,: octobres
yl I mane smul ad Sexli S R I LI : mane simul a rexli V Z mane multa ad sexti E
J
M T om. W X y R R' U
2-3 . seeulldum ' .. Afaximi om. W X y R 1 Rl
U
J. proeomu/is A RI LI; pro COTlsule S om. W X y R 1 R) U I clarissimi viri
om. W X y R 1 R) U J in atrio om. W X y R2 R) Ll
) -4. ede"ti
sauci% T 11: sedenti ... soucio S V Z sedentis obvo/vaw el sauciolo M sedentis obvo/uJo
el saucIolo E sauciolo sedent; et obvoLuto R I om. W X y R2 R) L l
4. ob1a1l1S
est om. W X y R l R l Ll J Quo oblPto E M S T U V Z R I V: inter celera inducto
eodem cypriano Y R 1 inducto cypria"o eadem inter cetera W X R) inducto cypriano
roJem nte, cetera U I idem om. WI X Y RZ Rl L 1
, . proconsu/ E S T U V Z
RI V : pro comule M vicarius (lIecariUS YI) pro comule africac y vir cJriuimus pro
comule (procons W ) africae W R 1 R) L 2 vir voca/us proco1fSul africae X I c/ariuimus
vir E T RI V : durinimus vi, M om. S U V W X y Z R 1 R) V I Cypnano S T V:
cypnano episcopo E M U RI ci W X R' U om. V Y Z Rl J Tu om. (usque ad ego)
VI , (u squ~ ad 1. 7, tu) E M I Tascius scripsi: /hascius V' W X RI R' R' L 1 L l
hascius T ea/ius U Z sta/iu! S luscius Y
6. Cyprianus2 S U Z R 1 R 1 L I L 1: cyprianusepiscopus V2 R l om. TWI X Y I dixitS T U VI Z R I L' : mponditW XY R 2 R J L 1
I Galeriusom . WX
7. procomulT U V Z RI LI: proconsule S om . W X y R 1 Rl
L2 I c/arissimus vir T U V Z R I L 1: vi, c/arissimus S W R 1 LZ vi, cloriss;mus pro comule
alricae Rl voco/us X lIecario y l vicarius yz l Cypriano S T V Z RI LI : poSt xit transp . U,
om. W X y Rl R l V I Tu om. T [te papatem W X y R I Rl R) LL P: te papam S U V
Z papatem te E M papam te T
8. sacri/egae mens: sacri/ega mente W X R J L2 I
hominbus A edd. : omnibus M om. X I exhibuisti A ~dd .: praebuist E M I dixit A R 1 L 1 :
rerponJitW X R 1 R J LJom. Y
9. GaleriusAfaximusproconrulE S TU V Z R 1 L I:
iP/eriur maximus pro consule M tunc pro confllle W X y L1 tune gp.lerius maximus vir cJarissimuspro comuleafricae R 2 R1 c14riuimUI virT U V Z R 1 L 1 ; virclarissimllS S om. E M W
X y Rl R) L2
9-10. conloculus M S T U V Z R 1 LI : locutus E W X y R Z R'
V (abhinc unam l~ctionem ~xhi bet L)
J O . cum 6. edd. : ex Y
10-1. dixit verbis huiusmoJi A R 1 L: verbis huiusmoJi Jxit W X R) huillsmoJ verba dxit y huiusmoJi
veroi! dixit R1
lt.
Diu om. T
l2 .
eongrq,asti A ~dd .: adgrq,astiEMT
o

ATn DI crplUANO

3I

21 5

3 1 J 1. CasI il giorno dopo, cloe il quattordici settembre, di


primo mattino, secondo l'ordine di sua eccelienza il proconsole
Galerio Massimo, Cipriano fu condotto nelia villa di Sesto al suo
cospetto: il proconsole, date le sue condizioni di salute, se ne
2. Come
stava seduta neli 'atrio Iasciato e leggermente fedto.
gli fu condotto dinanzi, sua eccellenza il proconsole Galerio Mas~
sima russe a Cipriano: 5ei tu Tascio Cipriano?. Cipriano disse:
5h. 3. Sua eccellenza il proconsole Galerio Massimo disse a
Cipriano: ( 5ei stato tu il maestro della setta sacrilega? . Cipriano
disse: 5)>.
4. 5ua eceel1enza il proeonsole Galerio Massimo
dopo aver conferito coi suoi consiglieri, a stento e faticosament~
pronuncio il suo giudizio con queste paroJe: A lungo sei vissuto
in sacrilegio, hai raceoho al tuo seguito molti uomini in una nefanda eospirazione e ti sei fatto nemico degli dd di Roma e dei

216

15

lO

ATTI DI CIPRIANO

ACT A CYPRJAN I

constituisti ds romanis et religionibus sacris, oec te pii et


sanctissimi prncipes nos tri Valerianus et Gallienus Augusti
et Valerianus nobilissimus Caesar ad sacra felicissimorum
temporum suorum t obdurati furoris t et ad cerimonias percalendas bonamque mentem habendam tanto tempare pa tuerunt revocare. 5. E t ideo, curo sis nequissimi criminis auetor et signifer deprehensus, t et qua hostili more a romana
mente desd veris, curo
etiam guas tuo scelere docuisti ipso
documento, et t quoruam tuo adnutu duravit sacrilega contumacia, tuo sangume sancetur disciplina . 6. E t decretum
ex tabella recitavit: Tascum Cyprianum gladio animadverti
placer ,

rus

I3 . Jis 4 edd. : tibi di;s U I el religionibm 50cns 11 edd.: el reJionibus SilCriS Y I el regionihus
sacro V om . Z (post sacris desinunt W X R ') nec te P Y edd.: recte E S TI U V Z te
M
14. sanctsimi codd.: wcratissimi edd . I ValenanUJ. el E M T V edd.: valerius et S U
Z om. Y I Gal/ienus !1 cdd. : galerialll1S U Z om. Y I Augusti .6. edd. : augurtllS U V om. T2 Y
Z
el Valeri4nus E M S T1 U V edd.: valeria/lus Y om. P Z I nobj{iuimuJ Caesar
E M S Y edd. : nobilissim:1f CllNare T1 nobiliuimi caeSJlris Tt nobilisJimus ceniZt V nobilissimus non ccswnt U non ccss'u// Z ad SiZcra scripsi (ms. n secutus. cuius tc:xtus in app. crit.
a1tcrius reccnsionis cxhibetur; quanmm ad usum huius ms., videas nOlaro in app. crit. 3d
2 1, 5 ad diem): ad sectam Y 2 sectam S U V Y 1 Z secta E M T a secta L sm/rita/e R 1
I
2
Rt
16. obdurati JuroriJ .6. L: obdurati roris yl ab obdurati furoris amen/ia R R
nonhabet n I el scripsi (ms. n secUlus): om. codd. edd. IiZd codd. edd.: expungere videtur n
(videas in app. crit . alterius recensionis) I cenmanias: ccrimonis T
16-7. perco{enCJs E
M S TU Z n: praecolendds V Y popu/i romani coJemi4s edd.
17. hahendam E M S VY
Z n edd.: habentem U om. T I post tm1pore add. non E S U V Z
17-8. poslpotuerunt
add. te E
18. cum sis .6. edd.: quod E M
19. post kprehensus add. es E
M
19.21. et quia ... documento el: locus ut m.ihl videtur desperatus, ad quem emendanclum neque rdiquiae quas cocld. inler se connexi Y el n (n alterius recensionisj videas ad
1. l 51. neque quas aH codd. exhibent sufficere videntur; in textu ordine precario digessi
19. et quia Y n R l: eos S T U V Z R 1 eis
pauds mutatis quae codd. et edd. praebent
L om. E M I hostili more (mor V1) y n : hostili ar/imo Rl om. cen o R I L
19-20 . a
2
remar/a mente Y n: iZ remar/a gl!rlte R om. ceH. R1 L
.lO. descillerls R2: djsCe1!erir
y l discilleris y 2 recessens n om. cett. R 1 L cum hiJ etiam Y R2: om. ceno R 1 L I quos .6.
edd.: quo E Iluo S T V Z R 1 L: tu E M U Y tui R2 I scelcre .6. R 1 L: simili sceJere Y similis
scelcre R2 1 ipJO codd. RI: ipsl! R 2 L
n . post documento add. poelUJe perfruere Y
R 2, eris L, Jacunam habent U Z I el quoniam scripsi: ut quonitZm .6. R 1 L ut quem U V Z
itdque quo1/iam Y R 2 1luoodnutu scripsi: luo adinilu E S T lUOiZdnitu M tuo adnisu U V Z
edd . om. Y durtJvitom. Y I ante sacrilega add. tua Y
11-2. contumacia: contumacio E
M
22. sancielur E TI R 2: sanelietur S sangietur M sacietur T 2 U V Z sancia/ur R 1 L
perfruere y disciplina om. Y I El .6. R 1 L: el cyprianus deo kludes una cum ipso credentes deo
laudes el (pJerius maximus vir clarinimus add. R 2) pro comule Y R 2
2J. tahelkl E
M T U Z L: tabukl S V R 1 R 2 tabulis Y I recitalJit .6. R I 1: legit Y R 2 I Tascium scripsi:
thascium E M T V R I R 2 L thacillm S talium U Z oslium y l ostmt Y 1 I post Cyprianum
add . cum suis Y R2 1gladio: gkldiis y 2
24 . post pklcet acld. cyprianus episcopus dix
deovatiiZS S U V Z R\ desinunt E M T

1'.

3I

2 17

sacri rit, n i pii e santissimi principi nos tri Valeriano e Gallieno,


augus ti, e Valeriano, nobilissimo cesare, sono riusciti in tanto
tempo ad indurti, a causa della tua rabbiosa ostinazione, ai sacri!ici per i giorni prosperi, a segui re le cerimonie e a ravvederti. 5. Quindi, essendo tu stato arres tato come ispiratore e vessillifero di un abominevole crimine, e poich da nernico dello stato ti sei allontanato dalla mentalita romana nsieme a coloro che
col tuo esempio hai ammaestrato, e poich tale sacrilega contumacia si e protratta su tua precisa istigazione, l' erdine pubblico sara
cenfermate col tuo sangue .
6. E lesse dalla tavoletta la sentenza: Si condanna Tascio Cipriano alla pena capitale.

XVI

le sofferenze di Cristo: tal accordi sano mirabili e costituiscono


aureola al martirio, non gia la sua sostanza.

4. Antecedenti giudaici?
L'octica scritturale richiede d' altronde un aIlargamento del quadro: una visione strettamente neotestamentaria non puo risultare
esauriente. Cosi, e assai notevole che nella passione di Policarpo,
a flanco dei dettagli che richiamano la passione di Cristo, si trovino anche elementi che rimandano a una passione dell' Antica
Alleanza, il martirio di Eleazar e dei sette fratelli Maccabei con
la loro madre, narrato nel secando e nel quarto libro dei Maccabei 1. Ad esempio, il proconsole raceomanda al vegliardo Poli~
carpo e a Germanico, giovane precursore di Policarpo nel marti~
ro, di aver riguardo per la loro eta (9, 2 e 3, 1): medesimo
scenario e medesimi termini in 4 Mace. 5, 6 e 8, 20 a proposito
del vecchio Eleazar e dei sette giovani con la loro anziana madre,
apostrofati dal re Antioco. Allo stesso modo Policarpo e giudicato degno di peendee parte [".l al calice di Cristo (14, 2),
come i martiri giudei sano giudicati degni d'aver parte divina
(4 Mace. 18, 3)2. La passione di Policarpo contiene anche una
probabile allusione a una passione giudea del tempo di Gesu, il
martirio del profeta !saia: il martire torturato che conversa con
Dio in Martyrium Polycarpi 2, 2 ricorda una seena simile del Mar~
tyrium Isaiae 5, 14'. In un altro grande testo cristiano, la lettera
delle chiese di Lione e Vienne sul martirio dei loro fedeli nel
177~8, inserita dallo storico Eusebio di Cesarea nella sua Historia
Ecc/esiastica, l'influsso dei Iibri dei Maccabei si fa ugualmente
sentire : Blandina, ultima a venire uccisa dopo esser stata esempio per i suoi compagni e dopo avere esortato il piu giovane,
Pontico, e paragonata aUa madre dei sette fratelli Maccabei, che
con le sue parole ed i suoi gesti incoraggio i figli, sino al piu
giovane, e poi affronta lei stessa, per ultima, la morte (ved. 2
Mace. 7,20-41; Eusebio, Historia Ecclesiastica V 2,41-2; 53-5)'.
I I1 secondo bro dei Maccabei e riconosciuto dalla Chiesa Cattolica come deuterocanoruco; il quarro appartiene alIa tradizione storica giudaica : i due sono apparencati.
Ck M.-L. G uillaumin, ", En marge du "martyre de Polycarpe" ... ,., p. 469.
) Cfr. Th. Baumeister, Die Aflfiinge der Theologie des Martyriums .... pp. 2989.
4 Ved. M.-L. Guillaumin, ", "Une cune filie qui s'appeJait Blandinc" ... ,., p. 94 . Per altre
reminisccnze, soprattutto da! quatro libro dci Maccabt:i, ved. ~ . Perler, Das vime
Makkabamuch ... , pp. 67-9, c W . Frend, MartyrtJm afld PmecullOn ... , pp. 19-20.
1

JNTRODUZIONE

A.A.R. BASTIAENSEN

XVD

Le gesta ~) dei Maccabei continueranno del resto ad affasci


nare la Chiesa: dal quarto secolo in poi, celebrandone la {esta, li
si considerava precursori d'una dignid. par aquella dei martid
della Nuova Alleanza 1. Anche il martirio di Isaia ha conOsc1uto
un certo favate presso i cristiani: Potarnio di Lisbona, nel quarto
secolo, gli dedica un beeve reatlato (PL VIII, coll. 1415-6); alIa
fine del secolo Vittrizio di Rouen, de laude sanctorum 12 (ed .
Demeulenaere, in CeL LXIV, p. 92), calIaca senza alcuna riserva la passione di Isaa tra i martid cristiani. Questo culto tardivo
dei martiri giudaici e il residuo isolara di una situazione anteriate,
quando cristianesimo e giudaismo erano ancora ntimamente legatL Nei primi due secoli della storia della Chesa il fondo giudaico traspate dappettutto. Il cardinale Danilou ha tirato un
hilando impressionante delle dottrine giudeo-cristiane che segnavano la piu antica teologia della Chiesa 2. Ma non e solo sul
piano dottrinario che spicca l' ascendenza giudaica. Prassi, armosfera, mentalita, cornici letterarie: tutto ricordava ancora il contesto giudaico nel quale nacque la Chiesa'. In tale contesto il
culto del martirio aveva un suo posto ben deHnito: in seno al
giudaismo esisteva da tempo la venerazione dei giusti, patriarchi, profet, ecc., venerazione che, nel periodo elle rustico, assumeva una forma speciale concentrandosi sulla figura degli eroi
morti per Dio e la Legge ., vale a dire i Maccabei e i profeti che
il giudaismo ellenistico arnmetteva fossero stati rnartirizzati:
Isaia, Geremia, Zaccaria, Michea ed altrL Si ricarderanno, a tale
proposito. le parole di Gesu riguardo a Israele, che venera i profeti cui i padr suoi avevano dato morte (Ev. Luc. 11,47-8; Bv.
Matth _ 23, 29-30). Alteove nel Nuovo Testamento si allude alla
sorte dd giusti e dd profer massacrati (Act. Ap. 7,52; Ep. Hebr.
11, 36-7; Ep. lac. 5, 10), il che vuol diee che il eicordo di quei
morti restava vivido.
Per il popolo giudeo, al tempo di Gesu, la marte per la giusrizia, il martirio, era dunque nozione famillare, che la cristianira
nascente raccolse quale retaggio. E si vedono comparire negli

Ved. H . Delehaye. Us origines du culte des martyn ... pp. 115 e 2}}4 .
Ved. Tho/ogie du judo-christianisme ... , passim.
J Ved. M. Simon, Verns Israel ... , passim.
4 Ved. Th. Klauser, Christ/icher Miirtyrerkult..., pp. 32-3 , con ri nvio allo studio di J.
Jeremas, HriJil/1lgriiber in Jesu Umwell, Goltrngen 1958; cfr. anche Th. Baumeister,
Die Anfange der Theolagie des Martyriums .. ., p. 6 sgg.
I

ACTA CYPRlANl

ATrl DI CIPRIANO

22

2I9

Recensio altera (capp. 2' el 3')

Recensione 2 (capp. 2' e 3')

2 2 , 1. Curnque Cyprianus, sanctus mart yr e1ectus a Deo,


de civitate curubitana, in gua exilio praecepto Aspasi Paterni
proconsulis datus fuerat , regrederetur, in hortis suis rnanebat,
et inde cotidie sperabat venire ad se, sicut illi ostensum
fuerat. 2. Et cum illic demoraretur, repente idibus septembris, Tusco et Basso consulibus, venerunt ad eum principes duo, unus ex officio G aleri Maximi proconsulis, alius vero egues strator, sed a custodibus, eiusdem officii Galeri -Maximi proconsulis, 3. qui et in curriculum eum levayerunt et

2 2 , 1. Quando Cipriano, scelto da Dio come santo martire,


fu ritornato dalla citta di Curubis, nelIa guaIe era stato esiliato
per ordne del proconsoIe Aspasio Paterno, si ritiro nella sua villa,
e di giorno in giorno s' aspettava che venissero a prenderlo, come
gli era stato rivelato.
2. E mentre se ne stava cola, all'improvviso, il tredici settembre dell'anno del consoIato di Tusco e Basso,
vennero da lu due ufficiali, uno dello stato maggiore del proconsole Galerio Massimo, l' altro un sottufficiale del corpo incaricato
degH arresti, lui pure dello stato maggiore del proconsole Galerio
Massimo. 3. Essi 10 misero su di un carro, lo tennero uno da un

lJ, J. Cumque e o a m K f h o n: eum F 1 d e R eum aulem G H i om. D g J sanctus


e o a D G H d e o R: episeOpUJ$(lIlCIUS n om. m F 1 K f g h i martyrC O 11. m O H d
e o R: etmartyrGsanctissimlls martyrn om. F 1 K f ghi a Deo m D G H F 1 K f g h i
d e o R: deo C O 11. d n
l. de .6. R: eum a D 1 curubitana e o D G H e n R:
J

CUTTUbilana 11. eurbiuJIIQ m 1 K i d euroitana 1 g h euilana F uroitana o J in qua !1 R: in


quae F ex qua ro I post qua add. in a I post exilio add. ex D F 1 K f g h ido n R 1Aspasi
om. K I Patemi .6. R: paterno ro ni patemino F om. G H
). proconsu/is .6. R:
proconJlIli m tunc proconsulis n cotlSulis h I datus: d4tum G H I Juerat an te Palemi traMp.
K regrederetur .6. R:- dt4m regrederetur m eum regrederetur F tglTderelur 1 f h 1 i Cl4m
egrederelur g h 1 enet regresrus ex agro rescriplo specialiter propter hoe remisso K regreuUl
uiHe' ex UCtO resa;plo specia/iter hoe el personafiler remisfO 141 n I manebat .6. R: mane
bant G H manerel n mandaba,l
4. e/inde m D G H K e R: imkC O a el f h d n
o ei F g om. 1 i I cotidie A. R : ad diem omnibm hons n I sperabat.6. R: sperans i expectabat
n lven;re C O 11. ro F f h i d no: veniri D G H 1 K B e R J ad se ante venire transp. n I
sicut.6. R: sic g I illi rutemum e O a f g h i o: e; astensllm n aslensum il/i m G H 1 K d
5. fuerat O a G f g h i d n o: eral C m D H F 1
R el astensum H/i D e ostensus i//i F
K eR I Et eum e O a m D d o: cumG H F 1 Kfg h i e R idemcumn I iUicoro. D I
dnnoraretur: morare/ur D I rtpellte: derepente F K f g h d i I idibus .6. R: roibus H his die
bus f h in diebm i
,6. seplembns C ro D G F K g i o: st'plembriis H Jt.'ptembribus
O a 1 f h den R
6. Tuseo 11 R; lllseUf m /useo i I Balso 11 R: bassus m bassio i vaIO
g I consu/ibus: consutes ro
7. unUI .6. R: unus strator C ex quibuJ unus eral a I post
procomulis add. qui aspasia R (acaslo G H casio m e n o casio D) p.:1temo successerat m D
7.8 . alius vero C m O G H e n o: et atius F K g h 1 i d R el a/iud
G H enoR
10m. (usque ad par. 3) O a f h l
8. eques strator scripsi: equis/ralor G H F K i on
R eque strator d h 1 sequisJrator 1 sequestraror B aeque trator m adequestratoT D e equesler
C 1 sed a custodibus m o: sed ad cllsloJes F r a custodibus C sed el ad eustodes g ad cuslO'
des h 2 sed el CUltos j qlli enet a cuslodibus n sed a cus/odiis G H K e R a custodiis D
oro. (usque ad par. 3) d I eiusdnn ollicii: o/ficii eiusdem n eidem ollicio 1 I Galen
om. e n
8'9. Maximi om. n
9. qui el C O a m o: ti d R el ambo eum F 1 K
f 8 h i e ambo n el procomu/is (iuss?) erat procedentes ambo D om. G H I eumcu/um C O
a fho n R: currculo m D G H F 1 K gi d e J eum O a m GH d n o R: e/ambo eum e
om. D F 1 K f g h e l JevaverunJ .6. R: inposuenmt n I elom. (usque ad 1. 11 Gakriusl
FIfghi

l l, l ' ) ' CU11UJ~ ... Juerat cfr. Aug. Serm. 309,1 ,2


3. in hortif suis cfI. Pont.
Vita Cypr. 15 ,1; Aug. Ep. 29 {ex recenter inventis et a Divjak, CSEL 88 editisJ
2,2
<l. cotidie .. venire cfr. Pont. Vira. Cypr. 1<1,2
<1'5 . sieut ... f~eral cfr:
Pont. Vila Cypr. 12,2.9
6'10 . principes .. POSUetllltt cfr. POn! . Vi ta Cypr. 15,1;
Aug. Serm. 309,2,3

220

10

l'

ATTI DI CIPRlANO

ACTA CYPRIANI

ambo in medio posuerunt et in Sexti perduxerunt, qua dem


Galerius Maximus proconsul bonae valetudinis recuperandae
gratia secesserat.
4. Et ita dem Galerius Maximus procon
sul in aliam diem Cyprianum sibi reservari praecepit. Et tune
beatus Cyprianus apud principem et stratorem eiusdem officii
Galeri Maximi proconsulis fuit.
5. Et curo esset in vico qui
dicitur Saturni inter Veneria et Salurara, mansit illie universus populus fratmm ; et curo hac sanctus Cyprianus comperisset, custodiri pueIlas praecepit, quoniam orones in vico ante
ianuam hospicii principis manserunt.
10 .

eo

12

22r

lato l'altro dall'altro e lo scortarono alla villa di Sesto, dove s'era


ritirato il proconsole Galerio Massimo per rirnettersi in
salute. 4. Quindi il proconsole Galerio Massimo ardino che
Cipriano gli verusse custodito fino al giarno seguente. Il beato
Cipriano fu quindi alloggiato nella dimora del sottufficiale dello
stato maggiore del proconsole Galerio Massirno. 5. Illuogo era
nelia cosiddetta va di Saturno, tra il tempia di Venere e quello
della Salute, e l'intera congregazione dei suoi fratelli di fede passo
la noUe cola; come Cipriano lo seppe, ardino di sorvegliare le
fandulle, poich tutti passarono la notte in strada davanti alla
porta della residenza del sottufficiale.

ambo O amdom. ceno R I iflmedio


aDGH K R: el/m in mediorndeom.
I posuenmt el
a m D G H d e R: el K om. cett. I Sexti
a m d: sextim n Jo:li

~tt .

eo

eo

agrum o agrum fexti D G H e R praeloriu", sexli K I perduxertmt C O a m o; duxetUnl n


lulenmt D G H K d e R
10-1. qua Ukm Galerius o: ub; idem g. D G H F d e R
ibidem g. 1 f g h i ubi g. K idem g. n galerius quidem C O a om. (usquc ad 3], 1)
m
ti. Maximus om. C I proconsu! om. D G H F R I banae d R: bona e bcnc 1 f g h
bono G H om. (usquc ad par. 4 in aliom) d I valetudinis om. (usque ad par. 4) D I
recuperandtJe: recupmmte G H
t l . gratia: gratiae O a I secesfera! .6. R: fUeceHerat n
"eesserat C mmserat a I El ita dem C O a G H o R; idem O tunc eumkm cyprianum
idem F 1 K f2 g h 2 e tune ad eunde", cyprianum dan f 1 h ' tune eunde", cyprianum i
eundem cyprionum martyrcm n
U ,}, Ga/eriul Maximus proeonsu! om. G H i I poSt
proconsul add . dixit F 1 f l g h 1
I} . in alia", diem C O R: in alia die a in a/ium die",
o alIo die F 1 K f g h en alia die id esl cras/i1/(l d om. D G H I Cyprianum om. D G H F
1 K f g h i den 15ibi reservari C O a o R: oHerri sibi D K i d n oHerri eum sibi F 1 g h
olfcm eu," si f olferi eum sibi e om. G H I praecepit d R: uuit D e om. G H I El tune C
0 1 a R: tune 0 2 et ita F 1 K f g hiel ita ide", D d c ita idem n arque ita idcm o om. G
H
' 4 . !JeatUf C O a R: om . ,CI[. J post Cyprianus add. sanetissimu$ martyr n i apud C
O a d o: ductus tld F 1 R tld D G H f g h i e cum n duetus cum K I principe",: prineipe K n
I el ..: id est O G H F In R I sira/ore", C d: apud Slratore", O a o slratore K n ad slralorem
O e R astratorem G H F 1 f g h ad astratorem e equistratorem i I eiurdem om. F 1 K f g h i
.n I olficii om. i
s~. Cale'; Max;mi proeonsulis .6. R: galeri maximi D maxi",iproeon.
sulis n om . F 1 K f g h i e I fuit O a d o: fui/ eum ~ C secessit G H seeessit in ospicio efus
D e secessit in hospitium eius R secessit ad orpitiu", eius f g h seeessit ad ospitio eius F
secessit ab hospitio eim 1 secessit ad hospidum i sccessit et in hospilio eim mamit cum ro K
uceuit uf ;n ospitio eiusdem esset n I Et cum esset C O a d: et cmn ilfic enet D F 1 f g h i R
et eum illic essent G H e om. K n o
s 5.6. n vico qui dicitur Sa/umi C O a G H 1 d
e o R: in vico satumi qlli dici/ur D in roeo qui dicitur vieus satumi K i quo dicitM vico
satumi F quod dici/Slr vico sa/umi f h qukm dicitur ivico satumi g vico sa/umi
n
16. Veneria 6. : venaria C venena", d R vmeT el I SalUUlria .6. : saluria a saluUl
riam d R I mamit .. R: eonvenit D om. m I il/ie C O a h i: autem /lie G H F K f g d e
tllm lIic 1 tune illie R l/ic etia", D ilIie ante ianuam n autcm llic anle anuam
o
16' 7. unive~u$ .6. R: et IInilJf!1'fur o inmensus j universa a
17. populu$ tJ. R:
muui/lldo a I lralmm .. R: Iraetu", 1lratmm ",amil n I hoc lransp. poSI comperissel K I
sanctus O a: om. eeu . R I post Cyprianus add. episcopus O G 1 K f g h de o sanctissimus
martyr n
18. eustadi'; .6. R: eustodire O o' castigan D F J 1 g h j puellas castigari K I
pue/las praeccpil .. R: puella praeeepit e praeeepit puellas a o praecepit O K I omnes in vico
C O a d R: omnes in vicu e omnes inimici cum D G H in vico omnes F 1 K f g h in in
vico o
19. umuam; ionuas d n I hospid; 6. R: hospicio o om. e I f11Onserunt .6. R:
manserant D mamerint i cebant n

l} . in /iam diem cfr. Pont. Vita Cypr. 15,3; Aug. Scrm. 309,2,4
I~.6. in vico ..
Salumi cfr. Aug. Ep. 29,2,2 (ed. Divjak)
16'9. ",ansit ... manserunt cfr. Pone Vila
Cypt. 15,5; Aug. Serm. }09,2,4; Ep. 29,2,2 (ed. Divjak)

ATTJ DI CIPRlANO

ACTA CYP RlANI

222

3 2 , 1. Et ita altera die, octavo decimo kalendas octobris,


mane multa turba convenit ad Sexti secundum praeceptum
GaIeri Maxill proconsulis, et ita dem Galerius Maximus
proconsul eadem die Cyprianum sibi offerri praecepit in atrio
saucolo sedenti. 2. euroque oblatus fuisset, Galerius Ma
ximus proconsuI Cypriano episcopo dixit: Tu es Tascus Cy
prianus?. Cyprianus episcopus dixit: Ego. 3. [Galerius
Maximus proconsul dixit: ( Iusserunt te sacratissimi imperatores cerimoniar, Cyprianus episcopus dixit : Non fado .

32

22 3

3 2 , 1. Cosl, il giorno dopo, cioe il quattordici di settembre,


di prima mattina, seca ndo quanto aveva ordinato il proconsole
Galero Massimo, una gran folla si raduno nella villa di Sesto, e il
proconsole Galera Massimo, que! giorno medesimo, ordino che
venisse condotto al suo cospetto Cipriano: lui, ancora malato, stava nell' atrio.
2. Come gli fu por tato dinanzi, il proconsole Galera Massimo disse al vescovo Ciprano: Sei tu Tasdo Cipriano? . Il vescovo Cipriano disse: Sh.
3. [11 proconsole Galero Massimo disse: 1 santissirni imperatori ti hanno ordinato di
compiere i saer riti . TI vescovo Cipriano disse: Mi rHiuto.

3: l . Et altera die D h d: el il4 al~ra die hoc esl o el ita altera ie id es! K el ita altera die
es! 1 f g altera vera die m el fUI aLtero die e 2 o a el iterum altero die e 1 el ita altero ie
quad el! i el F sed cum inluximt dies afiUJ oc esl n om. (u sque ad 1. 3 ~t ita idem) G H e;
o

qua R l . 1 et initio 3,2 inter varias manuscriplorum lectiones eligere noluit, e us in rus
paragraphis non lit mentio I och1vo decimo 11: thcimo F duodevic~simo n I ka!n(Jj: kakl/d4rum O I oc/obrir 11: octubris m O 1 octubres D octobrium O
1 . mu/tlJ turb4: lutnl
multlJ 1 I conuenit
a O d o: COl/vel/i~ba t m F 1 K f g n cOl/vmi~n/e h i Iad 11: in m 1&xli
a m d: ~/i agrum O o ~ti prtmorium K ~tir F 1 f g h i J~tim
n
3. el ita idem O a ro; el itnum el el ita el el ih1 idem cypritZ11um G H e tul/C
dem O o om. (usque ad procontul) d , (usque ad in atrio) F 1 K l g hin
3-4. Cakrius
MaximUJ proco1/Sull1: gale,;us proconsu! G H proco1/Sul jtaque d
4. eadem die
1
O 1 a m D o: eadem d"em 0 aUa die id est crastina G H e om. d 1Cyprial/um
a d o: ;1/
atrio sauci% sedem cyprial/um D cyprianum f'Piscopum m om. G H e 1 sibi om. G H c: 1 in
atrio .1.: cumque ei il/ atrio o om. D n
, . sauciolo G H 1 f g h i d e o: raucio m
sautio O suo a raucilio F obvo/utus saccu/o K om. D n 1redel/ti 11: udel/tem G H sedenJis K
setkl/le M ni sedente etgo eo n 1 om . D P 1 post s~th1/li add . oblalus F K. ohlatUl W h n
ohlalUJ esl cyprial/UJ i abkzluf 1 ahlatus ell [ 1 gl abIalus ell cyprianul g2 1 CU11U/ue O a
m: cumque ri D ad ihidem G H ad quem K j atque F 1 f g h n atque eUkm d om. e o 1
obkzlus fuisset O a m o: OhlatUl e5I d oblatum (parva acuna sequente) D ohlatus est ei G
H ohlata t!St ei dique e o m. F 1 K f g hin 1Ga/erius O a m G H d : idem ga/erius D F 1 K f
g hi e n o
, -6. post Maximus add. el G H
6. Cyprial/o episcopo 11 : Silncto
cyprial/o episcopo m cyprial/o qJircopo sancto n om. i 1 Tu om . (usque ad ego) (usque ad 1.
8 iussenmt) o I Tascius 11 : Ihascius D G H 1 R (cuius abrunc ilerum perscribuntur lectiones)
h1cius f h tassius K asius F tanicius d 1post Tascius add. qui el G H e R
7. Cypridl/us
episcopus O a D G H i d e R; cyprial/us F 1 K f g h sanctus cyprianus t!piscopus m cyprial/us
episcopus sanctus n I dixil 11 : mpondit G H R 1post Ego add. mm G
7-8. Calerius MaximuJ procomul l1; fj1lerius maximus e ~t proconsu/ D G H R; interpolata viden tur
quae abrunc mutua proconsul et Cyprianus loquuntur: videas in commentario
8.
dixit 11 R: cypridno t!piJcopo Silncto dixit n om. i I posl dixit add. tu papam (papa/en f propter
g) re SilCri/qJ (sacrikyJe K d n om. l) mente (ments K d n) hominibus (oml/ibus 1 f g h i e)
praebuisti (tribuiJti K exihuisti n) cyprilmus t!plfCOPUS (add. SilncJU! n) dixi/ (respondil n ego
FPlerius (om. n) maximu! (om. n) proconsu/(comu/h) dixit (dixenmtd l ) 1 K f g h d e n 1 te
11: et f g h om. F K
8'9. sacratinimi imperatores C O a D F 1 f g h i: racratissimi
principt!s m d o principi!s sacratissimi imper%res K sacratirsimi principes nostri n sanctissimi
principt!s e principes Sill/ctissimi G H R
9. cerimol/iari 11 R: sacrifica diis n I Cyprianus

eo

e o

eo

episcopus .6.: sanctus cyprianus episcopur m sal/ctus cyprial/lIs G H R cyprianus episcopus


sal/ctus n 1d;xit A: respondit G H R

32 , 6'7. Tu ... Ego dr. Ponto Vita Cypr. 16,8


Serm. l09 ,J ,5

8-9. lummmt ... facio cfr. Aug.

224

10

15

ACTA CYPR.L\Nl

ATTI DI CIPRlANO

Galerius Maximus dixit: Consule tibi. Cyprianus episcopus


dixit: Fac quod tibi praeceptum est in re tam iniusta nulla
est consultato.] 4. Galerius Maximus proconsul locutus
cum ccnsillo dixit: Diu sacrlega mente vixisti, et nefariae
tibi conspiratiorus hoffines adgregasti, ct inimicum te diis romanis et sacris legibus constituisti, nee te pii ct sacratissimi
prncipes Va1erianus et Gallienus ct Valerianus nobilissUnus
Caesar ad sectam cerimoniarum suarum revocare potuerunt. 5. Et ideo, cum sis nequissimi criminis auctor ct signifer deprehensus, eris ipse documento
quas scelere tuo

rus

10. Ga/erius Maximm e o a: gplerius maximus proeonsul m D G H F 1 K f g h i e n o R


maximus gplerius proconsul d J Consule tibi A R: eonsule tibi el lae quod iussum eff D
consule dixit f om. (usque ad 1. 12 10eulUs) F I Cyprianus episeopus II R : sanctus cyprilmus
episeopus m cyprianus episcopus sanctus n
1 I. dixil ll : respondit O G H 1 K R I Fac
om. (usque ad in re) 1 K f. g h i d n I praeceptum A R : iUJlum m J in II R: quia in e ) re:
rem e G H 118m iniusta O a m D 1 d n: 18m iniustam e G H tanta iusta o tam justa K f g
h i e R I nulta : Hul/um i
12 . est consultatio a: est consolatio e 10m 1 f 8 h n est
consulatio d est consu/tio o est consi/ium i consultalio est e 1 K R consullio eft D e
consolatio eSI G H
11-). loeutus ctlm consi/io C O a O G H e o R: /ocutus esI cum
eonsitio m loeutus cum consiliario i cum consiliario Iutus d conlocutus cllm consiliario K
g Z h conloclltus cum consolario n con/oeutus sum consiliario F dixit conlocutus cum
consiliario f g I dixit conla/us cum consiliario 1
1.3. poSt consilio add. vix aegre m F f
h ido R vix aegra g vix el aegre O vix egre4i G H 1 K e J dbeit C O a o R: se1ltentiam
d;Xit O 1 K f h i d sententia dixil F g sententiam dictavit lIerbis huiusumadi n om. m G H
e I ne/ariae O m d: nefaria a nelarios e G H F 1 K f g h i e R plurimos tibi ne/arlae O n
o
14. ihi A R: ibi Ol IUO i om. D n o J conspiftJlionis A: conspirationel el 0 1 1
compiratione a pIures c01lspirationes G H plures conspiTationem e piures conspiTlZtionis R I
post homines add. tibi i I diis il R: dux F constituisti djis n i ' . et l om. D I UlCris
kgibus O I h i: sacrikgihus e o sacris religionibus m D G H K d e R sacrilcgio,ibm F 1 f. g
religionibus sacris n I COrTstuisti A R: constituistis mI om. n I et 2 om. i I saC/'lltissimi II R:
sanctinimi m e n
16. post principes add. nostri n I Valcrianus el Gal/ienus A R:
lIalcrianus et fIllerius a valerius el gafienus o om. f g h i J post Gallienus add. augusli F 1 K
n R
167. et Va/erianus nobilissimus lesar el o a m n R: el lIalerianflt nobilis
caesaT O el nobi/iJ caerar e nobilisrimu$ caesaT e 1 nobilissimi caeUJfes G H qui sunt
nobilissimi principer d et F 1 K om. f g h i o
17. ad A R: el f I sectam A R: secta 1 f
g h sectas D secrel8m i sacTlZ n I ccrimoniarum suarum II R: felicissimorum temporum
suorum el ad (ad expungere yidetur n 2 ) cerimonas peTCo/endas bonamque menlem ha.
bendam tanto lempore n (ex altera rccensione)
17-S. revocare pOluemn! t::. R: revocari potuenmt 1 te revOCllre potuenmt G H potuerunt revocare n
IS. El ideo II R:
itaque O F 1 K f g h i d I n~uitrimi criminis II R: nequissimorum criminum e O K
nequissimorum a
IS-9. auctoT el s;gniler II R: auctor signifer F auetor H e aclor el
signiler K acror G
19. deprehensus t::. R: reprehensus G H F 1 K f g h e reprehensus
et qua hostili more a romana mente recesseris n rt'fJrehensuTUs i I ms ipse t::. R: eris pso h
om. n I docummlo e O a h' d : documentum m D G H F 1 K f g h l i e o Rom. n I his
el a O G H K ! h ' R: hi h ' cum his el O m F 1 g de o eos n I quos II R: quoque
quos o
19-20. scelere ... adYftfl1ui om. D

31

225

Galera Massimo disse: Bada a te. n vescovo Cipriano disse:


Fa' quel che ti e stato ordinato; in una faccenda tanto ingiusta,
non c'e bisogno di alcuna rflessione.] 4. Il proconsole Galedo Massimo, dopo ayer comerito con queUi del consiglio, disse:
<~A lungo sei vissuto in sacrilegio, hai unito a te altri uomini viziosi come compagni di seduzione e ti sei fatto nemico degli dei
romani e deUe sacre leggi, e neppure i p e santissimi principi
Valeriano e Gallieno e il nobilissimo cesare Valeriano sono riusciti a richiamarti all'osservanza dei loro sacri riti. 5. Quindi, poich sei stato arres tato come ispiratore e vessilifero di un crimine
atrocissimo, tu stesso servirai da esempio a coloro che hai unito a

10-2. Consu/e
consu/tatio cfr. Aug. Serm . .309,3,5 et 4,6; Acta Scilitanorum
11
14. inimicum .. , dih cfI. Ponto Viu Cypr. 17,1.3 _
IS9. signilercfr. Pone
Vita Cypr. 17,1..3
19. ms ... documertlo dr. Pont. Vua Cypr. 17,1.3

<

226
10

A'ITI DI CIPRIANO

ACfA CYPRIAN I

.3 2 -

227

recum adgregasti: sanguine tuo sancietur disciplina, 6. Et


decretum ex tabella recitavit: Tascium Cyprianum gladio
animadverti placer, Cyprianus episcopus dixit: Deo gradas .

te nel tuo crimine: I'ordine pubblico sara confermato col tuo sangue~> 6. E lesse la sentenza dalla tavoletta:. ~ascio .Cipriano e
condannato alla pena capitale. Il vescovo ClprianO dlsse: Gra-

4, 1. Post eus sententiam populus fratrum dicebat: Et


nos cum ea decollemur, Propter hoc tumultus fratrum exortus est, et multa turba eum prosecuta esto Et ita dem Cyprianus in agrum Sexti perductus est; et ibi se lacernobyrrum ex-

4, 1. Udita la sentenza, la folla cid confratelli diceva: Che


anche noi veniamo decapitad con lui! 1). Nacque cosi un tumulto
di cristiani, e una gran moltitudine segul Cipriano. Poi fu condotto nel campo di Sesto, dove si tolse il mantello e lo distese nel

20. wnguine tuo .6. R: ul sanguine mo

eI

a tum wnguine tuo

zie a

Dio ~>.

e Z tecum wnguine tuo o

!Uo umguine n om .
I sancietur a m l F 1 K f g e R: fane/ie/uf i sancientuf mI D n
jlJucidur
0 1 d o saucimltlr 0 1 satietur G H lacten/Uf h I disciplina .6. R: eorum

disciplina a diuiplifUll71 G H F e disciplinal' 1 I El om. G H F 1 f g h de


1l . ex
ta~//o I!J. R: el tabel14 F f g h mim el tobell4m i tua INIIa G H ~ t4bula m n I m;;Javit .1.
R: mit4bit g milo i mitatum ~t e l o a d I Tasdum m f g en o: tbascium O G H 1 K
R t4cium h Jassium F tarsicium d o m. e o a 1 Cyprianum: cypriano i
2}-2. gladio

animadlJe11i A R: gladium fmimadverti K' gladio aver1i d enim gladio advmi O animadverti
gladio n animadverti O
12 . placet A R: Plcuit e o a (e super rasuntm) I Cypriaffus
episcopus .1. R: sanctus cypriaffus episcopus m cypriaffus n
4, l. posta R: el post S U V Z o RI om. (usque ad 1. 3 el ita idem) Y R2 1 eius A R
Rl: eius vera O cuim vera a cuius veram e eam h haffc i enim f huius ni sefftentiam:
sententia n I populus A. R R 1: turba e o a I frutrnm om. S I dicebat: dicebaff! D
2.
post nos add. omnes G H I eo A R R 1: eodem G H e iIlo e a i ipso O m I decollemur:
JecoJlmur d 0 1
2 -3. Prapler .. . exortus esl .1. R 1: eadem die tumllltus prapter hanc
rem ~ortm eSI D el cum exisset praetori 10m n om . F 1 K f g h i R ).
el multa ... prosecut4 esl A R R 1: e. m. l. e. pmecuJa e. U el mulli eum prueudebant D
batcum ro comes mi!;tum turba n om . F 1 K f g h i e I Ettt4 Jeme O a ro G Hde : el
ita S U V Y Z D F 1 K g hin o R R' R 2 el f
) '4. Cyprianus!J. R R1 :
cypriantd episcopus e cyprianus martyr F 1 K f g h i d SOffctU! cyprianus ro om. D n Y
R2
4. in agrum Sexfi a m: in agro sexti O in sexti agro e G H e in agrum sexti post
praetorium S U V Z o R R 1 in sexti (sextis 1 j) post practorium in agro (agrum i) F 1 ! g
h ida sexli praetorio in agrum K post praetorium in s~ti in agro Y post pruetonum in sexti
agrum O post praclorium sexti in agrum R l de posl practorio in sexti agro n I perductus eSI
!J. R R 1: perduclUS esl el magna turba eum prosecuta est (!ectione ros. Y par. 3 huc
cransposita; vide app. crit. ad 1. 14 positUln esl) R2 productus esl d i el ibi A R: ibi V
R L ibiJern Y R 2 ibique n I post ibi (ibidem, ibique) add. cypriarJId Y D R 2. cypnanul
sonclissimm martyr n
4-'. se ... expo/Jvil scripsi : fe lacemo bynum expolJvit e 0 1
a se Iocemum bylTUm expoliavil m se /acemo byno expoliavil 0 2 e se in W1cemo byno
~/iIlvit G H se lacemae birro expoliavif R se W1Cem4 bymun exspolillvit S se lacema
bino expolillvit R I se a/ocriter expoJ;avit (spoliavit Z) U Z se Iocrimabiter expoliavit V
laumum byrrum se expoliavit D se bino expoliavit o latemo by"" se expoliav;1 n Jcemo
byrro expolia"it K se lacemo viro expolia/us est F lacemo virro (byrro d) expoliatm est 1 d
Jcemo binu (byrro j) expoliatu$ g i lacemo jussu expolia tus (expoliatur h) f h lacemo
(lacemae R 2) birrum plicuit suum Y R 2

;1.0. soffguine .. . disciplina cfr. Ponto Vita eypr. 17, 1.3


Aug. Serm. 309,4,6; Serm. Guelf. 27,4 (Morin, p. 535)
4. -;1. . populus .. . deCO!lemUT cfr. Ponto Vita eypr. 18,6

21-' . decretum ... gra/ias cfr.

228
5

10

A'ITl DI CIPRIANO

poliavit er, ubi genua ponerer, in terra stravt; et ita se dalmaticam expoliavit et diaconibus tradidit, et in linea stetit;
et coepit spiculatorem sustinere. Et cum venisset spiculator,
iussit suis ut eidem spiculatori aureos viginti quinque
darent. 2. Linteamina vero et manualia a fratribus ante
eum mittebantur; et ita dem Cyprianus manu sua oculos sibi
texit; qu cum lacinias manuales ligare sibi non posset, lulianus preshyter et lulianus subdiaconus ei ligaverunt. 3. Et

.5. el! om. i (usqu~ ad diaconibus) DUZ I ubi . terra m G H e R R 1: ubi genua
ponmt terra V ut ib; genua poneret terra S in terra /lb; genua (ianua yl mua Y') poneret
n R 1 ul genua poneret (poneN!
;n terra (temm d) F I K f g d ut genua in l erTrJ111 h
gmua Sutl i ubi genuQ pOJuil se in terrarn o el genu in tcru l/exit e el gemiD in termm bit
Uixit al Oa I s/mllil S V m o RL : prouravit Y G H F 1 K f g h d e R R1 pros/rollit iTl
Im-am j proi i/ n (Dique add. e 1 al in ora/iotl~ (orDtionem O) se domino pros/rallil e O a
I el ID A R: ;t4 d el tunc O a el item R 1 deinde S V R L
,.6. tIlmaticom O a e:
tIlmalica e m G H F 1 K f g h d R dalma/ja i etiam dAlmatica S V o R I et dalmaticam
6. expoliavit A R R7: spoliavit S V o R 1 I
suam y et Jalmatica sua Rl hmica n
diaconihus A R RI R1: diaconis S V diacono m diaconos e ! tradidit A R Rl R1 :
tkdil V I et 1 om . e O a I in linea m D d n: in lineis K o ad lineom clavalDm Y R 1 ad linea
F f ad /ineam cett . R RI
7. el ClMPit om. y Rl I spiculatomn A: speculalorem yl
R RI et Specultomn RI I sustil1eTe A R RI: expecIDre D n expecIDns emdt oculos ad
cae/um (ce/um Yl 1081211$ Y Rl I El cum A R RL R l : qui cum F 1 f g h i d quo (quos
KI) cum K cum e O a I venisset A R RI : pervenisset g venisset autem O Clset autem el
aMsset autem el a Spicullor (speCUltor y l Rl) furens venissel Y R l I spiculator.6. :
8. uSJil suis A R R1 : a
speculator g R R I spicultor ei G om. Y D h i R 1
cado (celum Y I celo Y1) ad ~"am aculos Jeposuit el iussit Y R1 I ut om. Y R1 I
eidem A R Rl : eiusdem H dem U n om. Y R2 1 spiculatori A: Specultori g R R I R1
I quinque om . Y D Rl
9. darent: dAri y R l I Lintcamina A R R1: linchcamina S
et lineamY ctad lineam R 7 111eroet A RI ; el D G H F 1 Kf g h i e n R quoqueetd in
ql#J s/;lbaJ Y Rl I manualia A R I: manu alia o manuaUa mul/;l F 1 K R R l monu alia
multa Y n manulia g manolia f manilia horaria O
9- 1 0. a fratribus ante eum A
R l: ante eum a fratribus Y O P h 1 d n R R 1 ante eum fratrihus F 1 K f1 g h l
i
10. mittebal1tur A R Rl R l: di5tribuit i I el;/;l A. R R 1 R1: postea veTO e O a
I idem Cyprianus S U V Z D G H n o R J: bealus cyprianus e o a cyprial1us Y F 1 K f g h
i R R1 idem cyprianus episeopus d idem sanelm cyprianus m idem sanctus cyprianus epi.
scopus e 1 manu SUD A R R 1; manid ruas 0 1 F 1 K 11Ianu suas 0 1 manibus suis g manu
SI#J mo.nuakm Y manu sua manual; R1 manu SilO. de orario D manur ll#JS de orario
n
1C>-I. oculos ribi texit A R R 1: sibi oculos texit i ocutos lexil F f g h oculor sibi
ligare coepil Y Rl
IL qui cum tJ. R RI: qtli com m el qtloniam Y el quom Rl I
lacinias A R R 1: Iacil1cas S e e lacinia n Iacllalcr G H Iacrimas F o licintas U Z f h
licineas V O Iycias i om. Y R ~ I manuales A R RI: manualir F 1 K n manualis manl#Jlis
f mo.nualem Y mantlle R 1 orari; O 11i8l2re: lifllri GH f h e 1possel A R R I R 1: posrit G
H posrmt F possunt S po/uisset e o a
11 - 2.. Iulianus pmbyter: ulius pmbyter
F
12. . Iulianus subdiaconus A R 1: iulianus Jiacol1m F 1 K f g h i d n subdiaconus
R subdiaconus Jonatus Y R l I ei 1i8l2verunl S U V z e 2 O a D F n o R R t:
eli8l2;erunt el liga;erunl ei m G H ] K f g h i d e manualem ligallernl1t Y ei manuale
1;8I2verrml R1 I Et om. F n

229

ACTA CYPRlANI

e la <
n to in cui intendeva inginocchiarsi) poi si tolse la dalmatica
d'l'
.
'
ai
diaconi
restando
con
indosso
la
sola
veste
1
mo;
e. S1,
egno n s ,
co
.
mise ad aspettare carnefice. Arrivato che fu il carneflce, ordmo
ai suoi di dargli ventkinque aurei. 2. 1 confratelli gettarono a~ <
suoi piedi salviette di lino e asciugamani; Cipriano si coprl 1~1 <
stesso gli cechi, ma non riuscendo a legare le hende da solo, ~
prete Giuliano e il suddiacono Giuliano gliele legarono.
3. POl

pu

23

15

ACTA CYPRL\NT

ita Cyprianus episcopus passus est, eiusque corpus propter


gentilium curiositatem in proximo positum esto Per noctern
autero corpus eius iode sublatum est ad cereos et scolaces in
areas Macrobi Candidati procuratoris, quae sunt in va Mappaliensi iuxta piscinas, cum voto et triumpho magno. Post
paucos autem dies Galerius Maximus proconsul decessit.

13. Cyprianus cpiscopus S U V Z o RI: beatus cyprianus episcopus e o a sanctus cyprianus epiSCOpUf m cypriamlJ Y D F 1 K f g i d R R2 cypriarlUs bea/u! G H h cyprianus
sanctus e cyprianus sanctissimUJ martyr n I post esl add. et ceteri Y R l I eius'lue Ji R R I
R 2: eius 1 K f g h i eiusdcnque n
14. curiositatem: duriositatem m I in om. G H
positum: pOJitus 1 f g I esl !J. R R 1 R z: esl ad cereos (ctn'O F) el scolacn F 1 K f g h i esl
el T110f/ll1 turba e/lm proucuJa (sCe/da D) NI Y D n est el magna turbo eum praeceuit
d
14-.5. Pt:r nocJern ouJem l:J. R R' ; per noc/em Y RIel eadem nocle d inde per
noctmt (noc/u O F 1 K f g h inrk noctu i
1.5. corpus ... esl S U V Z el o a d o R
R 1: Corpus Pius inde subla/us esl el jnde sublatum es/ corpus eius m sublotum est K h i
Jubla/us esl F 1 f g univ(!1lus populus G H e corpus eiusdem cypriani (martyris add. n) ex ea
loco ubi pausatum (pota/um n positum D R1) etal (jueral O n) in tomo R1) areas (om. RZ)
subla/um es! Y O n R l I ad cereos l:J. R R1; ad ce/eros V U el ad ceteros Z et ad cereos
R 1 inM ad cereos O n et cum caeTeis (caereos Y 1) Y om. F 1 K f g h i I el scolaen l:J. R
RI Rol: el seolasees el el hiu;olDces y l et hiscolDcel G H el seolares U scolares Z o m. F 1
K f g h i I post scolaces add . el perduclum m, el positum es! d
1.5-6. in arta! l:J. R
R ' R2: in aeTeas f h in aream K in area yl F k art'as e' ad aream el a orram O ad
ereas n
16. Macrobi O G H: macrobis yl smaerobii yl macrobin e matrobi V
enacrobi F in agrovi n macrobi; CeH. R RI R 2 I mdidoti l:J. R' R1; candid; F 1 K f g
h i candidiani R I procuratoris l:J. R R R 2; procomu) y D n om. O a m G Ji e I JUnt
Jl R RI Rl; est a D K
16-7. in vio Mappaliensi S U V Z O Rl : ;.v. mappaJiense
a j.v. mappiolensi o i.v. appofiensi G H ;.v. appaJi~se m F ;.V. mampafiense i i.v. fldriensi e
lIia mappafims; e o h n R V. mappalimse K V. mappafiensem f V. appaliense 1 g vUtm
appaliensem Y' ad viom appaliensem yl ad viam mappaliensem R1
17. piscinas l:J.
R R ' R2; piscina e piscanas m i pisquas U I cum S U V z e O a m o R RI; a fratribus
mu/m cum Y D G H e n R1 cumque d el i/lic in mappa/ia (appa/ia F) positus (positum K
i) est in pace posl (has add. i) dies ga/enus maximus proconsul deceSJit (diseenit i decessitate
1 K g deceslalem F f ['" deC!!ssi/ autemJ) cum F 1 K f g h i I voto l:J. R R 1 R 2: devoto e
magno l:J. R 1; magno dedueJus esJ d magno deductus ~jl el ilIie conditus G H e R magno
rkdw:tum el illic condiJum ~st O n magno deductus esl i/Jic depoJilus elt Y m. defiuclum esl
i1/ie rkpositus nt R J I post magno desinum S U V Z o R I addita doxo logia regnante
tWmino nostro inu chrto cui ni honor ... amm; item post magno desmunt F 1 K f g h i
addita doxologia in laudem ... icm ehrisli ... amen I Posl l:J. R: ef pOft d el ita posl Y el
item post R1 ita ut post D
18. paucos l:J. R R ~: has i om. F 1 K f g h (qui, una
cum i, hanc sententiam superiori inseruerunt: vide supra) I aulem l:J. R: vero n om. Y D
F 1 K f g h i d e R' I Galerius Maximus proconsul l:J. R: g.m.vir clarissimus proconsul O
g.m.vjeanus (~earius yll pro consule Y g.m.vir clorissimus pro eonsule Rl maximus pro
consul n I kcessiJ l:J. R: diseessil a dieessil 0 1 decesserit O paeniJenlioe (an ;mpotentiae?
R J) reus kussit lanyporr consumplus Y R J praefocatus a diabolo mor/uus esl n (quid F [
K f g h i scripserint, vide supra)

ATI1 DI ClPRIANO

23

'

il vescoVO Cipriano fu giustiziato, e il suo corpo, per proteggerlo


dalla curiosita dei gentili, fu tenuto nelle vicinanze. La notte se
guentc pero il suo corpo fu rimosso da 11 e portat.o tra fi~ccole e
torce nel cimitero del procuratore Macrobio Candidato, Sito nella
via delle Capanne presso la piscina, con gran gioia e tripudio.
Pochi giorni dopo il proconsole Galerio Massimo morI.

<

ACTA MAXIMILIANI
Testo critico a cura

di A.A.R. Bastiaensen
Traduzione

di Gioachlno Chiarini

BlBUQGRAFIA

Notizia
Resoconto dell'interrogatorio e della conseguente condanna a marre
del giovane Massimiliano: l'esecuzione avvenne a Teveste, in Numi
dia, il 12 marzo 295 . Massimiliano fu arrestare e processato non in
quanto cristiano, ma perch rifiutava il servizio militare; il ritiuto
peraltro era motivara dall'incompatibilira che il giovane vi ravvisava
con la sua condizione di aderente ad un credo religioso, quale appunto quella dei cristiani, che prograrnmaticamente escludeva ogoi
possibile manifestazione di vio]enza. Il testo, di autore ignoto, fu
tedatto poco tempo dopo gli avvenimenti descritti.

Bibliografa essenziale
E. Butrurioi, La non violenza nel cristianesimo de; primi secoli, Torino 1979'.
G , Crescenti, Obiettori di coscienza e mar/in militari nei primi cinque
secoli del eristianesimo, Palermo 1966.
H. Delehaye, Mlanges d'hagiographie greeque et latine, (<<Subsidia
Hagiographica XLII), Bruxelles 1966, pp. 3758 (R/raetaire et
martyr); pp, 37983 (Le re/m de seroir et I'glise primitive).
F, Dolbeau, recensione di Siniscalco, Massimiliano, in Analecta
Bollandiana XCIV 1'976, pp. 422-5 (= Dolbeau).
M. Durry, Vocabulare militaire - Praepositus, in Mlanges Ernout,
Pars 1940, pp. 129-33 (= Durry) .
J. Fontaine, Les chrtiens et le service militaire dans t'antiquit, Concilium VII 1965, pp. 95-105.
P. Franchi de' Cavalieri, Sopra akuni pass; del De corona di Tertulliana (Note agiografiehe VIIl], (<<Studi e Testi LXV), Citta del
Vaticano 1935, pp. 355-86.
Chr. GniIka, Ultima verba, Jahrbudi fr Antike und Christentum))
XXII 1979, pp. 5-21.

235

A. Harnack, Militia ehristi, Die christliehe Religon tlnd der Soldate11stand in den ersten drei Jahrhunderten, Tbingen 1905, pp. 114-7
(= Harnack).
H. Leclercq, Militarisme. XIII. Le martyre du eonscrit Maximilien , in
DACL XI, 1933, coll. 1133-7.
E. di Lorenzo, Gli Acta S. Maximiliani Martyris. Introduone, testo,
tTaduzione e commento, Napoli 1975 .
J. Mabillon, Vetera ana/ecta, Parisis 1723 2 , pp. 181-2 (= Mabilloo).
J. Mayol de Lup, Les actes des martyrs comme source de renseignements pour le langage et les usages des II~ et III~ siecles, Revue des
tudes Latines XVII 1939, pp. 90-104.
Th. Ruinart, Aeta ... martyrnm, pp. 340-2 (= Ruinart).
W. Seston, A propos de la "Passio Marcelli centurionis". Remarques sur les origines de la perscution de Diocltiem), in Aux
sourees de la tradition ehrtienne. Mlanges offerts ti M , Maurice
Cague!, Neuchatel - Paris 1950, pp. 23946.
P. Siniscalco, Massimiliano , un obiettore di coscienza del tardo impero. Studi sulla Passio S. Maximilianh>, Torino 1974 (testo pp.
159-165) (= Siniscalco, Massimiliano).
P. Siniscalco, Bibbia e letteratura cristiana d'Africa nelia "Passio
S. Maximiliani" , in Forma Futuri. Studi in anore del Cardinale
Michele Pel/egrino, Torino 1975, pp. 595-613 ("" Siniscalco, Bibbia e letteratura}.

NOTA AL TESTO

237

Dato il ristreno numero di testimoni, il Dostro apparato critico


mira a una presentazione esaustiva delle lezion offerte dai manoscritti. Una certa ahbondanza si riscontrera anche nella presentazione delle lezioni e delle congetture degli editod e dei commentatori,
soprattutto per l'inclusione di due grandi nomi del passato: Mabillon
e Ruinart.
Abbreviazioni pertinenti agli editad e ai commentator (ved. indicazioni complete nella Bibliografia essenziale e, ove accorra, nella
Bibliografia generale):

Nota al testo
Per il testo degli Acta Maximiliani disponiamo ad oggi di quattro
testimoni, uno dei quali, peraltro, non e che un frarnmento di esi
guo valore. E grazie aLl'Institut de Recherche et d'Histoire des
Textes (Parigi), e alla cortesia di F. Dolbeau, che ha potuto consu}
tare questi manoscritti.
1 testimoni sono:
S

Sarensis (Sarisburiensis) = Bodleian Library Oxford Ms. Fe1l


3 (S.C. 8687), saec. XI-XII, fol. 29'-30' (cfr. Dolbeau, p.
423)

codex Monts sancti Michaelis = Bihliotheque Municipale


d'Avranches Ms. 167, saec. XIII, fol. 80-81 (cfr. J. van der
Straeten, in Analecta Bollandiana~) LXXXVI 1968, p. 124)
Jorevallensis - Trinity College Dublin Ms. 171 (B. 1. 16),
saec. XIII, fal. 37-39 (cfr. P. Grosjean, in Analecta Bollandiana XLVI 1928, p. 85)
Cantuariensis "" Canterbury Cathedral Library Ms. 42, saec.
XII, fol. 35 v (cfr. N.R. Kerr, Medieval Manuscripts in British
Libraries II, Oxford 1977, p. 292): desinit post 1,5 respondit

1 manoscritti S e M, che provengono rispettvamente da Salshury (Inghilterra) e da Mont-Saint-Michel, Normandia (Francia).


sono di gran lunga superiori a J, delI'abbazia di Jervaulx, Yorkshire
(lnghterra) e a e, della biblioteca della cattedrale di Canterbury.
In molti punt, come mostra l'apparato critico, il testo di J (al quale per lo pu s apparenta quello d C, la dove quest'ultimo si e
conservato) e nettamente inferiore alle lezioni comuni di S e M.
Dove S e M pongono prohIemi, J non ci aiuta malta a risolverli:
co vale in particolare per l'inizio degli Acta, dove J e e omettono
un passo che contiene informazioni di carattere amministrativo ed
e in s assai prezioso, ma che S e M oHrono, purtroppo, in assai
cattivo stato.

Do
Ha
La
Ln
Ma
Mu

Dolbeau
Harnack
Lazzati, pp. 139-40
Lanaea, pp. 194-6: desinir post 3,1 placuit
Mabillon
Musurillo, pp. 244-8
Ro Ruinart
Si Siniscalco, Massimiliano

Quantum ad notam edd. monemus: 1. eam saepe omitti, ubi textus


noster cum textu ah editorbus recepto concordar; 2. eam hic lic
significare: editores omnes, praecer eos quorum nominatim Ht mentia.
Nota Rn edd. indicat lectionem aut omissionem a Ruinare et ceteris
editoribus praeter MabilIon receptam.

XVIII

..R . BAS11AENSEN

scnttl cristiani, in relazione a una marte subita per la fecle, le


medesime idee, le rnedesime espressioni, i medesimi titall ed epi.
teri che eIano correnti negli scritti giudaici: il martirio conside
rato quale lotta, il martire come atleta, la clove la ricompensa e la
corona della vittoria (si vedano 4 Macc. 17, 11 -6; 1 Ep. Ti. 6, 12;
2 Ep. Ti. 4, 7-8; Eusebio, Historia Ecclesiastica V 1, 36 e 42);
l'appellativo 8lX(XtO~ / iustus, applicato al martire (Sap. 3, 1. 7,
eec.; 5, 1 e 16; Ev. Matth . 23, 29; Cipriano, Testimonia 3, 16; ad
Fortuna/um 12). In Panio Perpetuae 18, 4 la sfida all'autorta
pagana e la minaccia della punizione divina poggiano sul Mihi
vindicto, ego retribuam di Dio nell'Antico Testamento (Deut. 32,
35; cfr. 2 Mace. 7,31 non effugies manum Dei). [ipetuto, in riferimento a que! Dio medesimo, neile parole del Nuovo Testamento, etteralmente (Ep. Hebr. 10, 30) o eoneettualmente (Ev. Luc.
18, 7; Apoc. 6, 10; 14, 7; 18, 20).
Per completare il quadro va ricordato che questo mondo giudeo-cristiano non sfuggiva agli influssi deU'ambiente ellerustico.
E stata sottolineato a bucn diritta che piu d 'uno di tali elementi
giudeo-cristiani ceca l'impronta del mondo culturale pagano. Le
nozioni d 'irnmortalita e d 'incorruttihilita ruerite alla vita presso
Dio, apparta ellenistico all'interno del libro della Sapienza, si
ritrovano nei testi giudeo-cristiani (4 Mace. 7> 3; Eusebio, Historia Ecclesiastica V 1, 42); la percezione della morte guale atto
ecoico, I'idea di resistenza oeila prava, lo sprezzo delle torture (2
Macc. 7,5-21; 4 Macc. 17,16; Martyrium Polycarpi 2, 2) hanno
risonanze stoiche; la descrizione dettagliata delle torture (4
Mace. ed Eusebio, Historia Ecclesia5tica V, passim) attnge a una
retorica barocca, che gli autad ellenistici contemporanei predili.
gevano '. Fors' anche il titolo .ttlp-tU:; (come il suo derivara latino
martyr), nell'implicita sfumatura di un accordo tra parola e atto
(e IltlP'tU~ colui che in ogni circostanza della sua vita sino aUa
morte agisce cosi come professa), cela in s una reminiscenza del
concordet sermo cum vito dello stoico Serreca 2.
L'origine degli atti dei martiri cristiani si situa dunque nel
mondo giudaico del tempo delle prime generazioni cristiane,
esprimendosi parzialmente in una cornice culturale e letteraria

Cfr. Th. Baumester, Di~ Anfiinge deT Theologie des Martyriums... , p. 46 sgg., e passim.
Sulle diverse sfumature dd termine ",,6.~, da una parte specificatamente cristiane,
d'altro canto connesse a nozioni di filosofia volgarizzata , ved. Th . Baumeister, Die
An/ti'nge Mr Theologie Ms Martyriums.... p. 257 sgg.
I

INTRODUZIONE

XIX

improntata al circostante mondo pagano. Cio significa che, am


mettendo tale situazione, dobbiamo rivedere quanto detto so
pra a proposito d'un possibile influ~so ~ei. lib~i dell~ rivelazione
neotesramentaria e anche di quegh scnttl chlamatl acla marty
rum paganorum? Non sembra che sia il caso. Le du~ posi~i~~i, t~
quali i loro sostenitori le avevano formula te e nel t~rm~lll ID Cul
noi le abbiamo tratteggiate, risultano troppo radlcali, troppo
unilaterali per poter coprire l'intera pro~le~atica . Per ~na .di~
pendenza diretta degli acta martyrum chnstzanorum, da~li ~C~lttl
del principio della nostra era relativi alla morte erOlca dI vlttlme
dei vari pereri politici, gli argomenti seri mancano. E que~ che
vale per gli acta martyrum paganorum vale anche per - USlamo
pure questo termine - gli acta martyrum iudaeoru~ . .
Fra le passioni cristiane quella di Gesu occupa il pnmo posta,
ma non rappresenta un modello obbligatorio: l' accostame~to :ra
la sua passione e quella dei suoi fedeli non e elemento. COStltu~l~O
degli atti dei martiri, ma constatazione di se~ondo plano, utillZ
zabile in relazioni piu circostanziate. Non diversamente stanno
le cose per le passioni giudaiche. Queste passioni contenevano
un vasto materiale di reimpiego per i primi cristiani che avevano
familiarita coi racconti dei Maccabei e gli altri martiri giudaici:
tranandosi di passioni, di scritti di carattere narrativo, simili
reimpieghi non mancano di comparire, Ma che l'idea di registrare e di conservare fedelmente i resoconti dei processi e delle
esecuzioni sia ispirata a un modello giudaico, do oltrepassa i
margini del probabile. Giacch tra quegli acta martyrum iudaeorum e gli acta martyrum christianorum vi e una diHerenza essen
ziale. La venerazione dei martiri giude, anche se gia in atto ma non sempre e cosi - , si ricollega a un luogo determinato, per
esempio alluogo di morte O di sepoltura, e resta. sempre. un fat:~
di devozione privata. Al contrario, la veneraZlone del martlrl
cristiani e sempre un fatto di Chiesa, Chiesa locale dapprima,
piu tardi Chiesa regionale o universale. Si p,uo r~n~ia~e alla Passio
Perpetuae 1, 6, dove il compilatore dona gh scrlttl di Perpetua e
di Saturo ai Iratres e lilioli, cioe agli antichi cristiani e ai catecu
meni della Chiesa di Cartagine: e alla Chiesa 9i cui facevano
parte che i testi di questi martiri appartengono. E ugu~ente 1~
Chiesa illuogo d'origine e il centro del culto del martlIe; ogm
anno nel giorno anniversario della morte, essa si riunisce fuod le
mura' sul luogo del martirio, per celebrare il servizio liturgico
com~emorativo, E questo contesto ecclesiale che ha dato i natali

ACTA MAXIMILIANI

JO

1, 1. Tusco et AnoHno consulibus quarto idus martii Teveste in foro inducto Fabio Victore una cum Maximiliano et
admisso Pompeiano advocato, dem elixir: Fahius Victor ti.
manatus est constitutus curo Valeriana Q uintiano, praeposito
Caesariensi; cum bono tirone Maximiliano, filio Victoris,
quoniam probabilis est, roga ut incurnetur . 2. Dion proconsu! dixit: Quis vocaris? . Maximilianus respondt: Quid
autem vis scire nomen meum? Mihi non licet militare, quia
christianus sum~>. .3. Dion proconsuI dixit: Apta illum.
eumque aptaretur, Maximilianus respondit: Non possum
militare; non possum malefacere; christianus suro . 4. Dion
proconsul dixit: Incumetur. eumque incurnatus fuisset,
ex oHicio recitatum est: Haber pedes quinque, uncias

1, I. Anolino S ] C: aquilino M anul/ino Mu anulino edd. cett . 1 martii: martiaI


~n
I .~. Te:'este S M Ma Rn La Si: tevmi Ha Mu Ln om. J C
l. in foro
l~dUCIO Fabto VJCtore. u~~ cum. ~tIX~mila"o edd. : ;.f. induto ' .v.u.c.m. S M duelo fabio
l-6_ el admiuo ... ineumetur
vlctore una cum maxtmtltano ftllo etuI in forum J C
om. J e
..3. admiIIO: amiuo M I Fabius edd. : fabianus S M
.3-4. timonarius S
M: 'em.t}flanus c?d: .
.4: Vakriano codd.: va!esiano Rn Ha valerio Do
'. el/m
bono ttrone h!a~l.mtflano. '.tlzo Rn edd.: cumhono timore maximiliano fum S eomboncm
6. ineumetyronem maxtmtltanum ftlwm M eum bono /imone maximiliano filio Ma
tur S' .~ edd.: illeom: /u: .5 1 incometuri M inscribatur Ma 1 Dion S] C: idcm M
7.
post dlXl! a~d. tUi maxtmt/ranum J C I Quis S .M C: quid J
7-8. Quid autem M: quis
a.u/cm S qUId ~ e .. 8. post meUf11 add_ d'on procofJsul dixil milif4 imperawri maximiJUJnus respondt~ yal! '?). J .C J militare: militan M
9-11. Dion ... sum om. S J
e
11. mlltl4re: mrhtan M .
1 2. [ncu.me/ur. incometm J e intumetur Ma I incuma/UI edd. pnteter Ma Rn Ha: tneucumatus S l11CumNUI M Rn Ha ineomatus J e in/uma-

tus Ma

1.3-4 . ex ... deeem om.

JC

1.3 . recitatum: recitatus M

ATTI DI MASSIMILIANO

1, 1. Sono il consolato di Tusco e Anulino, a Teveste, il do- <


did di marzo fu chiamato in giudizio, nel foro, Fabio Vittore, e
con lu Massimiliano; la difesa fu affidata a Pompeiano. Questi <
disse: Fabio Vittore e esattore militare in carica presso Valeriano Quinziano, comandante a Cesarea; per quanto concerne l' ottima recluta Massimiliano, figlio di Vittore, dal momento che e
abile al servizio militare io chiedo che venga misurato. 2. Il
proconsole Dione disse: Come ti chiami? . Massimiliano disse:
Ma perch vuoi sapere il mio nome? l o non posso servire nell'esercito, poich sano cristiano).
3. Il proconsole Dione disse:
Preparalo . Mentre lo preparavano, Massimiliano replico:
Non posso servire nell'esercito, non posso fare del male: sono
cristiano . 4. I1 proconsole Dione disse: Sia misurato . Misurato che fu , l'ufficiale lesse ad alta voce: Piedi cinque, once <

ATTI DI MASSIMIUANO

ACTA MAXlMIUANI

l'

10

t,

20

1 .2

decem.
5. Dion dixit ad officium: Signetu[. Cumque
ressteret Maximilianus, respondit: ({Non fado; non possum
militare .

dieci. 5. Dione disse all'ufficiale: Gli sia dato il distintivo . <


Ma Massimiliano, facendo resistenza, replico: Non 10 accetto:
non posso servire nell' esercito )>.

2, 1. Dion dxit: Milita ne pereas . Maximilianus respondt: Non milito; caput mihi praecide; non milito saeculo, sed milito Deo meo. 2. Dion proconsul dixit: (Quis
tibi hoc persuasit?. Maximilianus respondit: Animus meus
et is, qu me vocavit.
3. Dion ad Victorem patrem eius
dixit: Consiliare filium tuum~>. Victor respondit: Ipse scit
- haber consilium suum - quid illi expeda!. 4. Dion ad
Maximilianum dixit: Milita et accipe signaculum}). Respondt: (Non accipio signaculum; iam habeo signum Christi
mei }). 5. Dion proconsul dixit: ( Statim te ad Christum
tuum mitto. Respondit: Vellem modo facias; hoc et mea
laus est. 6. Dion ad officium dixit: (Signetur. Curnque
re1uctatet, respondt: Non accipio signaculum saeculij et si
signaveris, rumpo illud, quia nihil valeo. Ego christianus sum;
non Jicet mihi plumbum colla portare post signum salutare
Domini mei lesu Christi, filii Dei vivi, quem tu ignoras, qui
passus est pro saeculi vita, quem Deus tradidit pro peccatis
nostris. Huic omnes christiani deservimus; hunc sequimur vitae principem, saIutis auctorern)>.
7. Dion dixit: Milita et
accipe signaculum, ne miser male pereas . Maximilianus re-

2, 1. Dione disse: Serv nell'esercito, se non vuoi morire).


Massimiliano rispose: Non servo: mozzami pure il capOj io non
milito neU'esercito di questo mondo, ma in quella del mio
Dio. 2. Il proconsole Dione disse: Chi ti ha indotto a questo?. Massmiliano rispose: 11 mio animo, e colui che mi ha
chamato. 3. Dione disse a Vittore, padre di Massimiliano:
(Cerca di convincere tuo figlio.Vittore rispose: Lo sa da solo
_ di giudizio ce n'ha - qual e il suo tornaconto. 4. Dione disse a Massimiliano: Servi neU'esercito e prend il distintivo.
L'altro rispose: Non 10 prendo. Ho gia quello del mio Cristo. 5. I1 proconsole Dione disse: (Ti ci mando subito, da
questo tilO CristO . L'altro replico: (eVorrei solo che lo faces si
adesso: per me, sarebbe un onore )>. 6. Dione disse all'ufficiale: Gli sia dato il distintivo . Massimiliano, facendo resistenza,
replico: Non accetto il distintivo di questo mondo: se me 10 fara mettere, lo spezzero, poich non ha i requisiti per portarlo: io
sano cristiano, e non mi e consentito di portare pezz di piombo
attorno al colla dopo ayer preso iI distintivo salvifico del Signor
mio Gesu Cristo, figlio del Dio vivo, che tu non conosci, che ha
patito per la vita del mondo, che Dio ha consegnato per i nostri
peccati: e lu che noi tutti cristiani serviamo, lu che seguiamo
come principe di vita e datore di salvezza. 7. Dione disse:
Serv nell' esercito e prend il distintivo, se non vuoi morire ma-

1'.

14. ad olficiuttJ cum sequentibus iungum cocld. Ma (sed vide 2,1.12)


post
rcspondit desinit C I Non facio om. S J
2, 2 . caput mihi S M: sed capud meum J
). dixit S M: rclpondil J I Quis M J: quid
S
4. hoc om . S J Ma
,. is J: his S hiis M
6. Comiliare lilium tuum S
M: comule filio tilO J
7. habet M edd. praeter Ma: om. S J Ma
8. dixit om.
Rn edd.
9- 10 . signum Chnsti mei S Ma Do: christi mei lignum J lignum Christi dri
10. proconsulom. Rn edd. I te
mei M Rn edd. (cfr. 2, 11. 10-1 ad Christum tuum)
om. M
11 . lacias S M: laceres J I el S M: enim J
13 relucUlret: reltlCUlretur J I
si om. S
14. quitJ nihil lJQ!eo S M: quitJ nihil valet edd . om. J I,. plumbum S
J: in M
17. saeculi vita M Si: salute vita S salute noJlTa J edd. praeler Si
18.
tkseroimus M Do (dr. ACla Cypriani 1,2): servimus S J edd.
20. male om. Rn edd.
praeter Si

2, 16. Chnsti ... vivi Ev. Matth. 16,16; Ev. l o. 11 ,27


17. pro raeCtl Ii vira Ev. lo.
6,51 secundum antiquam versionem in Africa usitatam (vide VLJl.)
17.8. quem
Deus ... nmtris Cypr. de lapsis 17i cfr. Cypr. Testimonia ad Quirinum 2,13, ub apparet
textum ex Is. 53,6 secundum versionem Africanam desumprum esse
18. Huic ...
deservimus cfr. Acta Cyprian 1,2
18'9. hunc ... auctorem cfr. Cypr. Quod dola
di non sint 15, qui locus Act. Ap. 3,1' et Ep. Hebr. 2,10 attingit

<

<

<
<

ACTA MAXIMIUANI

1~

)0

35

spondit: Non pereo. Nomen meum iam ad Dominum meum


est; non possum militare.
8. Dion dixit: Attende in iuventutero tuam et milita; hoc enim decet uveni. Maximilianus respondit: Militia mea ad Dominum meum est; non possum saeculo militare. lam dixi: christianus sum. 9. Dion
proconsul dixit: In sacro comitatu dominorum nostrorum
Diocletiani et Maximiani, Constantii et Maximi, milites sunt
christiani et militant. Maximilianus respondit: Ipsi sciant
quid eis expediat. Ego tamen christianus suro, et non possum
mala facere.
10. Dion dixit: Qui militant, quid mali faciunt? . Maximilianus respondit: Tu enim seis quae faciunt.
11. Dion dixit: Milita, ne contempta milita incipias
male interre) . Maximilianus respondit: Ego non pereo; et
si de saeculo exiero, vivit anima mea cum Christo Domino
meo.

3, 1. Dion dixit: Sterne nomen eius ). Curnque stratum


fuisset, Dion dixit: Quia indevoto animo militiam recusasti,
congruentem accipies sententiam ad ceterorum exemplum .
Et decretum ex tabella recitavit: Maximilianum, ea quod
~ indevoto animo sacramentum militiae recusaverit, gladio ammadverti placuit). 2. Maximilianus respondit: Deo gra-

A1TI DI MASSlMlUANO

243

lamente). Massimiliano replico: Non moriro. Sono gEl arruolato


nell'armata del mio Signare: non posso servire nell'esercito. 8.
Dione russe: Abbi riguardo per la tua giovinezza e servi neU'esercito: e questo che un giovane deve fare). Massimiliano rispose: 11
mio servizio e per il mio Signore, non posso servire nell'esercito di
questo mondo: te l'ho detto, sono cristiano. 9. 11 proconsole
Dione disse: NeUe unid. al servizio personale delle nostre auguste <
maesta Diocleziano e Massimiano, Costanzo e Massmo, ci sano <
soldati che sano cristiani e tuttavia servono ). Massimiliano rispose: Essi sapranno che cosa convenga loro. lo pero sono cristiano e
non posso comportarmi male).
10. Dione disse: Quelli che
servono nell'esercito, cosa fanno di male?. Massimiliano replico:
Tu lo sai quel che fanno.
11. Dione disse: Serv nell'esercico, altrimenti, con questo tuo disprezzo per il servizio, morirai
miseramente . Massimiliano rispose: lo non morro. E anche se
usciro da questa vita, vivra l'anima mia con Cristo mio Signare.
3, 1. Dione disse: Scrivi il suo nome. Seritto che fu, Dione
disse: Poich con animo ribelIe hai rifiutato il servizio militare,
riceverai una condanna adeguata, che sia esemplare per tutti . E
lesse il seguente decreto dalla tavoIetta: Massirniliano, poich
con animo ribelle ha rifiucaco il giuramento militare, e condannato alla pena captale.
2. Massimiliano replico: Grazie a

:U.l. pcreo
militare S M edd.: peribit nomen meum quod in ce/o script/lm est J (quod ex
Ev. Luc. 10,20 fluxisse videturl
].2. in om. M Rn edd .
1) . ltweni: ;utlcncm
M Rn edd.
2' . saecu/o: saecu/um S I dixi om. S Ma
256. Dion proconsui dixiJ
o

M J: dixit dion proconJu/ S edd.


26. comitaJu: comitalo S
17. Diocktiani el
Maximian;: diockciano el maximiliano M I Constan/ii J edd.: constantis M constames
S
178. runt christia"i M: christian; sunl S edd. sunt J
18. sdant M: sciunJ S J
edd.
19. quid eis M J Si : quod ei S quod ipsis edd. praeter Si I tamen om.
1
J
)0- 1. Qui ... quIU faciunt om. S Ma
J O. quid mali Ml J Si: quid mala M
quae malll Rn edd . praeter Si
31. quae M Rn edd .: quid J
31 . Dion dixit J:
dion proCOnfu/ ixil M Rn edd. om. S
31.). inpias male inJerire S J edd.: intneas?
M
)4. post de add . hoc J I "i"il: vivet J
), t . ante dIxil add. proconsul M
). ad om. S J Ma
4. El decretum cum
praecedentibus iungunt S J I "citarnt S M: "citatum ~t J
~ . sacrammtmn militu:
mi/iliae s.acramenlum J I "cuI(Jtleri/: 1'CCUSJ4tH:ril S recuSQ,,t J Ha Ln

;!: -

J, 6'7 Deogratias Acta Scililanorum 15 et 17; Acta Cypruni 3 1 ,6

<

244

ACTA MAXIMILIANI

tias . Annorum fuit in saeculo XXI et mensium JII, ruerum


XVIII. Et cum duceretur ad 10cum, sic ait: Frarres dilectissimi, quantacumque potestis virtute avida cupiditate properaro te ut Dominum vobis videre contingat, et talero eriaID vobis
coronam tribuat.
3. Et hilari vultu ad pattern suuro sic
at: Da huic speculatori vestem meam novam quaro mihi ad
militiam praeparaveras, sic curo centenario numero te suscipiam et simul curo Domino gloriemur. Et ita mox passus
1,. esto 4. Et Pompeiana matrona corpus eus de iudice meruir
et imposito in dormitorio suo perduxit ad Cartaginem et sub
montculo iuxta Cyprianum martyrem secus palatium condidit. Et ita post tertium decimum diem eadero matrona discessir, et llie posita esto 5. Pater autem eius Victor regressus
20 est domui suae cum gaudio magno, gratias agens Deo quod
tale munus Domino praemisit, ipse postmodum secuturus.

7.8. Annorum .. XVIII om . J


7. XXI S edd. : viginti uno M I lIl edd.: trillm S Ma
Rn om . M
8. XVIII scripsi: et XVII S Ma decem et acto M X e/ VIII Rn
edd.
8'9. dikclissimi S M: karissimi J
9. quanlacumqlle: quantumcumque
M
9. 10. cupiditate properate: cupieitale prosperate M I o. contl1gat: contingit
M
10' 1. tokm ~tiam I/obs COTOl1am S M edd.: coronam vitae vobis) (quod ex
Apoc. 2,10 provenit)
11 . El M): ex S
12 . sptcu/atori M Do: spectoculatori S
spicu14tori J edd.
I}-4. sic ... gloriemur om.)
I } . sic S edd.: si M I u n/enario:
centenariuJ S Mi
l,.. Et om. J I co1pus eius de udice meruit (iudicem ent M I) S M I
Ma Do: c.e.d.i. eruit M2 Rn edd. tulit corpU$ eius J (quod Ev. lo. 19,J8 secundum
Vulgatam eclitione m redolet)
16. impoJito: impositutrl J I dormitorio suo S M: vehi
17. lecul P4ltium Rn edd.: seCU$ pa14cium M secus platum S seC/l! platoflum
culo J
Ma sus plut~um Do om. J.
18'"9. discessit S M: deceSfit J
19 . poto: deposita
J l a/lt~m om. M I ","uus M Rn edd. : egrenus S Ma ;ngmsus J
20. domui suae:
domum luam J
21 . pracmisit: Mmlit M I poslmodum secuturus M J Rn edd. : mo
dum secUrtlS S modo securus Ma I post secuturu! add . deo gratias amen M Rn edd.

A'IT1 DI MASSIM:ll.IANO

245

Dio. La sua eta terrena era di anni ventuno, mesi tre e giorni
dciotto. Mentre lo portavano su! luogo dell'esecuzione, disse:
Fratelli carissimi, affrettatevi con tutto il coraggio e lo zelo di
cui siete capad, affinch vi sia dato di vedere Signare ed Egli
possa riservare anche a voi un'identica corona. 3. Con volto
gioioso si rivolse poi a suo padre e disse: Da' al carnefice la
veste nuova che mi avevi preparato per il servizio militare, in
nome della speranza di presto riceverti nel coro dei martri ed
essere, noi due insieme, fieri e felici presso il Signare. Immedlatamente dopo, fu giustiziato. 4. Una matrona, tal Pompeiana, riusel, pagando, a farsi dare il suo corpo dal magistrato e,
dopo averlo sistemato nelIa propria carrozza da viaggio, lo trasporto a Cartagine e lo seppelll ai piedi di una collina nei pressi
del palazzo, accanto al martire Cipriano. Tredici giorni dopo mod
anche la matrona, e fu sepolta cola. 5. Il padre suo Vittore,
invece, torno a casa ricoImo d gioia, rendendo grazie a Dio d'aver mandato innanzi un tal dono al Signare, dono che ben presto
lui stesso avrebbe seguito.

8- 10. FratTes ... PTOMfate cfr. Cypr. de mortalilate 26


10. ut ... conti1lgaJ cfr. Cypr.
de zdo el livore 18
IJ . centenario numero cfr. Ev. Mattb. 13 ,8.2J; Ev. Mare .
4,8.20
19 '20 . regmsus ... ma8/l0 cfr. Ev. Luc. 24,52

<

ACTA PHILEAE *
Testo critico a cura
di G.A.A. Kortekaas
Traduzione

di G.A.A. Kortekaas
(versione Be-Lo)
e di G. Lanata
(versione Bo)

'* la prefazionc e il commenlo di G.A.A . Kortekaas, scriui originariamente in italiano,


sono 51a ti rivis da Silvia Ronchey.

Notizia
Resoconto del processo e dell'esecuzione di Filea, vescovo di Alessandria, avvenuti nel 306. 11 testo si presenta in (re differenti versioni: due, redatte in greco, sano tramandate da frarnmenti papiracei
di origine egiziana, databili nelIa prima meta del quarto secolo, e
presentaDo divergenze molto interessanti; la tecza, redatta in latino,
e per lo piu traduzione assai fedele di un originale greco andaro
perduro: presenta aUa fine uo'aggiunta - il martirio di Filoromo che deriva molto probabilmente daUa Stana Ecclesiastica di Rufino;
questa versione latina e, quasi sicuramente, "del quinto secola.

Prefazione *
Gli Atti di Filea (ovvero gli Atti di Filea e Fi/aromo, come vengaDo di
solito chiamati in latino) traWmo del martirio di Filea, dotto e devoto vescovo di Tmui, piccola citta situata nell'Egtto lnferiore, vale a
dire neIla parte orientale del delta del Nilo l , Dopo un lungo e pro* Per le abbreviazjoni bibliografiche si rjnvia alla Bibliografia essenziale e, ove occorra,
alla Bibliografia generale.
I Tmui era la cina gemella di Mendes nella parte nord-orientale del delta, grosso
modo corrispondente al moderno viUaggio di Tema el Amdid, che ancora oggi conserva
nel suo nome le due antiche denominazioni. NeJ periodo romano Tmui progtessivamente sopravanzo Mendes e venne considerara la citta principale della regione_ Ammiano
MaN:ellino (XXII 16,6) annovera Tmui fea le piu importanti cina egizie del suo tempo,
acanto ad Atribi, Ossirinco e Menfi. In epoca criSliana viene spesso menzionata quale
sede vescovile. Parecchi vescovi di Tmui erano, come F"tlea, assai dou i e in prima linea
nella lotta contro gli eretici. In special modo e noto Serapione di Tmui (t 362), autore,
fra altri scritti, del Liber adversur Manichaeor (ed. R.P. Casey, ocHarvacd Theological
Studies, Cambridge Mass. 1931, tist . Harvard Theological Monographs 1980). Per
ulteriori informazioni si veda H . Kees, in PWZR XI [1936], coll. 2946; A.H.M. Jo
nes, The Cities 01 the &Jstcm Roman Provinces, Oxford 197P, pp. 3}7 e 343, con la
nota 65; A. Scharf, Ein Beruch van Ments, Mitteilungen des deutschen Instituts in
1{"iro _ 1 1930, pp. 1304; H . de Meulenaere - P. Mackey, Ments ll, Wllrminster
1976; per le rdazioni sugli scavi recend si oonsulti O.P. Hansen, Mendes 1964, The
Joornal of the American Research Center in Egypt IV 1965, pp. 31.7i O.P. Hansen

'5

ACTA PHll.EA.E

babilmente sensazionale processo svoltosi dinanzi alla somma autoridi. giuridica d'Egitto, in quel momento Clodio CuIdaDo!, praejectus
Aegypti, che governo con malta probabilita neI 301-6 circa 2 , Filea
venDe nfine condannato e decapitata. Cio accadde in un anno non
precisata dalla tradizione diretta, ma verosimilmente nell'u1cimo anno del governo di Culciano: la tradizione basata sul Martirologio di
Gerolamo fissa il martirio di Filea al 4 febbraio 306'. Questi fu
dunque vittma deU 'ultima persecuzione, specie in Oriente assai accanita, prima dell 'editto di Milano (313), che ruede ai cristian liberta di fecle: per decreto di Massimino Daa migliaia di martid perdettero la vira in questo periodo (304-12)",
e.a., Mmdes 1965 and 1966, bid. VI 1967, pp. 5-5 18. Per la grafi a nei manoscriu i cfr.
la no ta di commento a J, Jitu/us.
l Per i da stotici su Culeiano cfr. A.R .M. Jones - ].R. Manindale - J . Morris, Tht
Prosopog:aphy 01 the Jte, Roman Empire 1, Cambridge 1971, pp. 2.3.3-4. Culdano era
famoso per la sua cruddta nd perseguitare i cristiani. Eusebio (Historia Ecc!esuut;ca IX
11,4: ed. Schwanz, II p. 850) ricorda di lui: KOuAxIO:Y, l:t wCJO:~l:W, 610. miCJ"T), px.txij,
npocA9Wv ~oU01.:lt;. xciii (I~W; .lUpo~ 10; JUX't" ArrulM'lno XplCJ'1\O:w&w n.A~;tpuv.ltYO( (1\.l(l(lIV, Ugualmente (era smato presso Massimino Oaia) anche Culeiano, che a ye ya in
modo simile fatto carriera in tuna la seala dei poteri civili, anche lui essendosi acquista
to triste fama per lo spargimento del sangue di innumereyoli eristiani in Egitto. Come
tale viene spesso menzionato anche nei marurQlogi . cfr. Passio Sancti Dioscuri (ed . H .
Qucntin. in Analecta BolIanmanu XXIV 190.5 . pp. 321-42 . in particolare p . .3.32),
nonch Papo Oxyr. 3529 (Pouion 01 Sto Dioscorns. ed. P.). Parsons. in The O",rhynchus
Popyri L. 1983, pp. 22-4) e I'interessante art icolo di J.L. MeMillan, Fragment 01 a
Martyrology, 5tudia PapyroJogial lt XVI 1977 , pp. 6972 .
.
1 Gli anm nei quali Cu!ciano fu in carica sano sempre stati questione assai eontroyersa
nella discussone generale sugli Acto Phileae: cfr. J.R. Knip(ng , pp. 198.203, e Halkin,
Apologie (<< Notes Addilionnels lt). Sulla base del Papo Oxyr. 3304 (cfr. ).R. Rea, The
Oxyrhynchus P4pyri XLVI, Landon 1978, p. 82) la prima data o ra conosciuta ~ il 6
giugno 301; J'ultima ~ il 29 maggio 306. in basc al Papo Oxyr. 1104 (cfr . A.5. Hunt.
The Oxyrhynchus Papyri VIII, London 1911. p . 17.5) e al Papo Oxyr . 3.529 (cfr. P.J.
Panons, The OxyrhynchUI Popyri L, Landon 1983, p. 23). Non s conoscono suoi 5UCcessori prima di Valerio Vittorino. iI qualc entro in carica nella prima meta del 308 per
dimeflersi prima del settembre dello stesso anno, stando al Papo Oxyr. 2674 (cfr. ).
Rea. The Oxyrhynchus Papyri XXXIII. Landoo 1968, p. 108 nt. 3). In teoria. Culciano
poteya e5scre in cariea aocora nel 307 . cosl che J'esecuzione potrebbe anche ayere aYulO
luago in queU'anno.
) Cfr. H. Dclehaye, Acto Sanctorum N()f!embris, Il pan posterior, BruxeUes 1931 . p.
77: PRlD . NON. FEB. (~dl giorno precedente il cinque febbraio ): natale .. . Thimoi
liliae episcopi cum filia fua, emendalo dall'editore in tuJ/(lle ... Thmui Fileae episcopi cum
Filoromo, .. giomo di na5Cita (cioe deU'assunziooe in cielo) a Tmu del VCSCOYO Pilea
insieme con Filoromo ..... Questo m:artirologio fu composro in Italia neUa meta del quinto
secolo. cfr. The Oxford Dictionary 01 the Chmttan Church, Landon 1966', S.Y. Himmy
mian Martyrorogy. Potrebbe scorgersi qui un influsso di Rufino, VIll 9,8 (cfr. Prefaone. pp. 256.81, ma visto I'errore commesso neUa menzione di Thmui in 1uogo di Alessan.
dria eio sembra improbabile.
1
4 Cf~. Oxlord CltmicaIDictionaf'Y . Odo rd 1970 S.Y. Maximinus ; P. de Labriolle, La
riacllon pafenne, Paris 1942, pp. 3289. Per un riassunto dei quattro ediui di Oioclezi:ano eontro i eristiani, un'analisi della base legale di queste persecuzio ni ed una descrizio
ne storica, cfr. The Cambridge Ancient Hislory XII, Cambridge 1939, pp. 6658 (trad.
it. Sloria antica XII 2. Crisi e ripresa de!/'Impero 19J)24 d.C. , Milano 1970, p. 828
sgg.). Ved. anche la nOla a Be 4, 1.2 (commento a BeLa. p . 513) .

PREFAZIONE

'5 1

Gli Atti di Filea (come seguendo la terminologia usuale chiamere


mo il resoconto del suo martirio) meritano per piu di una ragione un
posta, per non dire un posto d'onore, in una selezione di atti dei
martirio
Cio si deve, in primo luogo, probabilmente alla ricchezza del
materiale documentaro tramandatoci in un dossier quasi senza pari 1.
Infatti, ehi si aecinge a studiare lo svolgersi degli eventi reIativi a
Filea e al suo processo, ha a sua disposizione non soltanto alcuni dati
(quanrunque scarsi e, per certi dettagli, in concraddzione fra loro)
fornid da autori gre e latini (per il greco lo storico ecclesiastico
Eusebio nella sua Historia Ecclesiastica VIII 9,6-8; per illatino la
traduzione o meglio la rielaborazione del suddetto brano di Eusebio
condotta da Rufino, nonch la testimonianza del dotto Gerolamo in
de viris illustribus 78): senza considerare taluni scritti attribuiti personalmente a Filea, lo studioso puo avvalersi del resoconto assai dectagliato del processo e delI'esecuzione contenuto sia in atti latini, da
tempo eonosuti e studiatP, sia in due testi greci papiracei di recente scoperta. Dobbiamo la conoscenza del primo di questi testi gre
(databile al 32050) al felice acquisto effettuato negli anni 1955 6
dalla svizzero Martn Bodmer, noto mecenate delle belle lettere, e
registrato nella sua eollezione privara a Cologny-Ginevra come Papy4
rus Bodmer XX. Esso e stato reso accessibile al mondo erudico J da
uno srudio di V. Martin (ved. BibliograHa essenziale, p. 271), e verra
qui di seguito abbreviato in Bo. L'altra versione, per alcuni dettagli
diEferente, antecedente a Bo e databile al 310-50, pariroenti conser4

I OdIa mano di Filea ci resta iI brano, t ramandatoci da Eusebio, Historia Ecclesiaf/ica


VIII 10,2-11 (ed. Schwarrz, JI pp. 760-4), di una le uera commovente scriua nel caree:re di Alessandria, dI. la nota d i eornmento a Bo 1,9. Probabilmente Filea partecipO
({ors'anche come redanore finale) aUa Slesura di un'altta lenera 5critta insieme ad altri
Ire vescovi e indirizzata al yescovo sdsmatico Melezio di Licopoli (PG X, coll. 11658) :
ved. la nOla di commento a Bo 2,7.
2 Cfr. BHL 6799802. BHL 6799 e un conglomerato assai curioso di testi, in csigua
misura inlerpola suUa base del lesto di Rufino, VIII 9.6-8. Anche il testo di Th.
Ruinarl , Acto primornm martyrum sincera el sekCtIJ , Parisiis 1689 (pio. vohe rislamparo),
pp. '48-.51, come pure il tcs!O di Knopt:.Krger.Ruhb!ch, pp. 113-6, che si basa sull'edizione di Ruinart, appartengono a questa categora. E senza dubbio grande merito di
Halkin, Apologie, pp. 8 -10, ayere estrapolato da un tale caos di lesti secte manoscritti
deg ni di fede, integrati da altri tre manoscrirri nelle: .,Notes Additionnels .... (X 9). Le
due scoperte papirologiehe non hanno fatto che confermare: qUCSla sua $Ce:lta. BHL
6800, 6801 , e 6802 Yengono qui laseiati da p:arte, cos1 come un quar!O gruppo (rappre:sentato, sembra, da un solo manoscritto, il ms. Angers 723; cfr. HaIkin p. 1.39). Appar
tiene al dossier di Filea anche una passione g re:ca (BHG 1533) di e ta tarda e: di dubbio
valore. tramandalad da un solo manoscritto (Parigi, Bibliothcque Nationale, tonds grec
5 13. del deci~o seroJo). Per una discussone critica dr. Delehayc, Martyn , pp . .313 -4 ;
A. Ehrhard, Uberlieferung und ~.estand der hagiographchen und homUetischen Literalu,
ckr griechischen Kirche, l. Die Uberlie/mmg, (.. Texte und Unrersuchunge n .... ). Leipzig
1936, pp. 5402.
) E slato incluso nell'Auctorium Bibliothecae Hagiographicae Graecae (ed. Fr. Halkin,
(<Subsidia Hagiographic:a XLVII. Bruxelles 1969) col numero 1113 K .

PREFAZIONE

ACTA PHILEAE

vata in frammenti papiracei ma in stato ben peggiore e di decifrazione difficilissima, fu acguistata nelIa stesso periodo dal noto colIezionista irlandese, il milionario Sir Alfred Ches ter Beatty; venne collocata come Papyrus Chester Beatty XV nelia Ches ter Beatty Library di
Dublino l. Questo testo e stato ultimamente pubblicato, in maniera
lodevole, da A. Pietersma (ved. Bbliografia essenziale, p. 271), e verra gu di seguito abbreviato in Be. A quest'ultima edizione, di stampa assai elegante, era peraltro annessa anche una ricostruzione di
grande inreresse del codice originale. Quanto infine agli Atti latini,
essi sono disponibili nell'autorevole edizione critica, uscita gia qualche anno fa; di Fr. Halkin (ved. Bbliografia essenziale, p. 271). Se si
aggiunge a quest'insieme di testimonianze il fatto che i due personaggi principali, Filea e Culdano, si ricrovano anche nelia agiografia
copta 2 , appare evidente che gli Atti di Filea nelloro complesso formano un dossier assai ricco e vario.
Una seconda ragione per inserire questi atti in un'amologia di
martirii e l' anrichira, e quindi probabilmente anche l' autenticira, di
almeno una parte del materiale disponibile. Il martirio di Filea, come abbiamo derto, ebbe luogo probabilmente nel 306. Secondo i
rispettivi editori, Be e Bo, in base alle grafie, possono datarsi l'uno
al 310-50 circa, l'altro al 320-50; guanto agli accenni indiretti riguardanti Filea, la menzione di Eusebio risale al 311, al pieno cioe
della persecuzione; Gerolamo rcorda Filea ne1392, memre la rraduzione-elaborazione di Rufina con ogni verisimiglianza va ascritta al
403. Se si considera che Be e Bo, stando alle suddette datazioni,
sono da annoverarsi fra i piu anticru testi papiracei databili per il
settore agiografical, di nuovo risulta palese che anche sul piano de1l'antchita questi Atti meritano un posta di riguardo.
I Uno studio dettagliato sui vari acguisti di Bodmer e Chester Beatty e in corso di
pubbl.icazione (come gentilmente mi ha informato l Prof. Dr. A. Wouters, Lovamo):
] .M. Robinson, The History 01 the Bodmer Papyri: The First Christian Monastery Library,
Philadelphia 1986. Dei papiri Be e Bo si parla nel cap. I1, The Chester Beatty Library~, pp. 17-9,234.
J Su Filea si consulti Pietersma, prefazione, e p. 40 (rus. Paris., Bibliotheque Nationale, Copte 131 '); quanto a Culdano, J. Noret, Bulletin des publiea/iom hagjographiques,
Analecta Bollandiana LXXXVII 1975, pp. 43940, enumera turta una. serie di marti
rii copti (Bibliotheea Hagiograpbica Orienmlis, (<< Subsidia Hagiographica X), Bruxelles
1910: nr. 107, 253, 275, 376, 542 , 834, 995, 1167) nonch gli Acto S. Dioscuri {BHL
2203 eJ, gli Aef4 SS. Maree/li, Mammaeae et sociorum (BHL 5240) e un sinassario arabo
delIa chiesa copta; per un parallelo fra il processo e il cipo di intt.:rrogatorio degli Acto
Phileae da un lato ed un martirio copto dall'altro, cfr. S. Brock (nella 5ua recensione ad
E.A.E. Reymond - J,W .B. Barns, Four MQrtyrdoms from Ihe Pierpoint AforglIt Coptie
Codiees, Oxford 1973) , in The Heythrop Jouroal. A quarterly review of Philosophy and
Theologp 1974, pp. 339-41.
) O. Montevecchi, La papir%gia, Torino 1973, p. 330, annovera sotta )a rubrica
Martyria, Passiones, Agiographi il papiro Bodmer XX quale primo ed unico testimonio del secolo guarto. Sua buona riwlc sarebbe oggi la citata Passione di S. Dioscoro :
cfr. p. 250 nt. 1.

253

Anche per quanto attiene al contenuto gli Acta Phileae legittimano un tale favore. E vero: non offrono una narrazione che tenga i
lettori in grande suspense. Infatti, derivati da un resoconto di un
processo verbale per natura arido, sono piuttosto privi di retorica
(anche se Bo e gli Atti latini, dascuno a suo modo, temano ancora di
introdurre quest'elemento). Nondimeno, le diverse domande successivamente poste da Culciano, nonch le degne risposce di Filea, talvolta di grande acutezza, sono storicamente assai interessanti e anche per i nos tri tempi di notevole rilievo, trattando problemi ancor
oggi fondamemali per la fede come queno della divinita di Gesu,
l'eterno enigma di un Dio fatrosi crocifiggere per I'umanita, e la
risurrezione della carne.
In ultimo luogo, lo studio dell'nsieme di questo materiale ora
raggruppato non sara senza frutro per un approccio finalmente nuovo agli Atti e alIe Passioni: di continuo gli Atti di Filea ci offrono
abbondante materiale a sostegno di narrazioni agiograHche di questo
genere, della cui storcita man mano ci si era abituati a dubitare.
Una volta dimostrata l'opportunita di inserire gli Acta Phileae in
una simile antologia, e d'altra parte ugualmente evidente che, per
un' adeguata impostazione scientifica, alcuni dettagli debbono necessariamente essere corretti o almeno possono venire aggiornati alla
luce delle rec.e nti scoperte. Una tale osservazione e valida in particolare per gli atti latini di Filea e Filoromo. Gia Halkin affermava che
un eventuale nuovo editore dovrebbe anche prestare attenzione, fra
gli altri manoscritti, al noto codice agiografico, il cod. Aug. XXXII,
proveniente da Reichenau, dell'inizio del secolo IX, ora conservato
nelia biblioteca di Karlsruhe 1 La sua edizione era fortemente in~
fluenzata da Bo, l'unico testo greco allora conosciut0 2 . Ma gia nena
sua prima pubblicazione 1 concernente Be Pietersma attiro }'atrenzione sullo stretto nesso fra Be e gli atti latini, in contrapposizione
alla teoria fino alIora vigente di un legame Bo-atti latinL In seguito,
nella sua edizione definitiva di Be, Pietersma, per quelle parti dove la
versione latina coincide con Be, stampava l'un testo accanto all'altro. Da tale giusrapposizione, operata da Pietersma soltanto per alcune parti della versione latina (nelle parti in cui la versione latina e
isolata, essa non venva stampata), e nata l'idea d stampare nella
presente edizione il testo d Be e, in stretta corrispondenza di riga a
Cfr. Fr. Halbn, Martyrs Crees IJ'-V1Il' s., London 1974 , (<<Notes Additionnels X 9).
Prima che usdsse l'editio princeps di V. Martin, Halkin aveva ga potuto prenderne
conoscenza guzie aUa gentilezza di Manin, il guale con una magnanimita non insolita
neIl' ambito degli studi su Filea gli invio il manoscritto della sua futura edione.
J Cfr. A. Pietersma, Creek Qnd Coptic inedim (JJ the Chester Beatty Library, Bulletin of
the lnternational Organization fOI Septuagint and Cagnate Studies VII 1974, pp.
134.
1

'54

PREFAZIONE

ACTA PHILEAE

riga, 'ormai corretta e adattata versione degli atti latini (qui di seguto indicata come La), cui si accompagna la traduzione.
Anche Bo, pur nella redazione corretta di Pietersma, necessitava
di qua1che ritacco: per qU3OtO Bo in moltissimi luoghi fosse stato
emendato e restituito con l'ausilio di Be contro l'editio princeps di
Martin, nondimeno una revisione si imponeva, specialmente per il
fatto che Pietersma si limitava a una edizione diplomatica, sprovvista quindi di interpunzione e accenti, con un apparato difficilmente
maneggevole per un non specialista; i1 tutto senza commento n traduzione.

Le suddette relazioni fra i testi hanno determinato anche la presentazione editoriaIe del dossier Del suo insieme; vale a dire:
1. Be - La con iI relativo commento (pp. 498-551);
II. Bo con il relativo cornmento (pp. 55281).
lo questi commenti si e ten tato quanto possibile di discutere e
eventualmente spiegare le moltissime differenze, maggiori e minori,
che earatterizzano le tre versioni e solleeitano illettore interessato a
un esame approfondito.

***
I grandi problemi riguardanti gli Acta Phileae possono ridursi a
tre voci di importanza cardinale, vale a dice:
1. gli aecenni coneernenti Filea, accompagoato o meno da Filero
mo, presso gli autori anticN;
2. la relazione reciproca fra Be e Bo;
3. origine e datazione di La.
Questi problemi meritano qualche spazio nella prefazione: verranno qui accennati per grandi linee; per i dettagli dell'argomentazione il lettore potra far riferimemo alle relative note .

1. Gli accenni riguardanti Filea presso gli autori antichi


Il problema che qui si affronta nasee dalla constatazione che in

Be e in Bo si parla sol tanto di Filea. In Be il papiro non reca tracca


dell'episodio tinale, riguardante I'intervento di Filoromo e la sua
esecuzione. narrato invecl: in La; Ro ha addirittura soltanto l'apologia di Filea. Al contraro in La, nei capitoli finaH (7-9), Filoromo
viene introdotto per eosl dire in extremis. Sorge quindi la questione ,
se si tratti qui di un dato storico oppure di un'aggiunta posteriore.
Per risolvere questo problema oecorrera prendere in esame gli altri
luoghi in cui viene menzionato Filea, accompagnato o meno da Filoromo .
II primo serittore che ci informa sul martirio e la morte di Filea e

'55

Eusebio (260-339), oella sua Historia Ecclesiastica (VIII 9,6-8). Dopo


aver descritto ampiamente le sofferenze e le persecuzioni di fedeli di
semplice esrrazione martirzzat in Tebaide, egli continua 1: Costoro sono davvero degn di ammirazione; partcolare ammirazione pero
meritano coloro i quali, cospcui per ricchezza, nohile nascita, reputazione, eloquenza e filosofia, tutro posposero alla vera fede e al
credo del nostro Salvarore e Signore Gesu Crisro. Tale fu Filoromo,
cui era aHidato neU'amministrazione imperiale di Alessandria un posto non quaIunque: in conformita al suo rango e alla sua digniea. di
romano quotdianamente egli rendeva giustizia, circondato da una
scorta militare. Tale fu pure Filea, vescovo di Tmui, un llomo che si
era segnalaco per le cariche ricoperte a vantaggio della sua citta nativa, per i servigi res , nonch per le sue dot di filosofo . Mentre
innumerevoli parenti e amici Ji pregavano, mentre addirittura gli
stessi magistrat in carica Ji scongiuravano e perfino il giudice in
persona Ji esortava ad aver pieta di s stessi e riguardo dei loro figli
e delle loro mogH, nonostante le insistenze di tante persone non si
lascarono affatto ndurre a preferire la vita terrena e a sprezzare i
precetti del nostro Signore suBa confessione e l'abiuraj ma dopo che
con un rifiuto virile e filosofico, o, meglio ancora, con animo religioso e amante di Dio, ebbero resistito a tutre le minaccie e le ingiurie
del giudice, ambedue furono decapitati. Questa testimonianza di
Eusebio, nonostante la sua hrevidl, e di grande valore: ilHbro atta
vo dell' Historia Ecclesiastica probabilmente fu compiuto nella secon
da meta del 311, cioe appena dnque ann dopo l'esecuzione di Pileal. Per di piu Eusebio, stando aUe sue stesse parole (VIII 9 ,4), puo
essere considerato testimonio oculare. Lascata da parte la preziosa

I Eusebio, Historia EcclesitJJlica VIII , 9,6-8 (t:d . Schwartz, II p. 758): &o.1.I~O"IOI I'iv ovv
xo;! OV1:0t, l{el.tph(;)~ S' l X,rVOI 9Cl!.1'ClCllWupot ol 1I-A01:,& !J.tv xo;! tt/"y[vdr,l lll Mm ),61''& 1:t
xl r>1).00"~{I: ha.1'tpl4>Cl.vn~, 1'tvtCl l' !J.Tv 8tUp<l &lIUYO\ -ri~ .x).Tj90ii~ tOCltp tfo;~ XCI.! nj~ d~
1:0Y O"w-rif)Cl )((1t XptOY ~I'wv ' IrClow XplG"tOY 1'tiO""fUa)~, ora<; otltApt>JI.I.O~ ~v .xPX"[v 1:1Va: oU "t"f\I
"t\.I;(oiiO"CI.\I ri'; )n' 'A).,~.x\lSP'tCl.\I !hO"t).tx~~ 8totxTo-<.l~ ll'xt;(UPtO"fVO~, o~ IU1:,x 1:oii ,Htw.a:
1:0~ lta:! nj~ Pw..a:"ixfi~ 1:11.d'i~, 1'tO G"tpa.1:IW1:Cl.Il; BoptlC;>0pofLtva<;, lx:O"'1:l"K ,xvtXp(yt1:0 fJ.lpo.~,
otltAta:~ u "rij; 8fl.Olil1:WV iXXAT)a(CI.~ l1'taxo1'tO;, tct1'tpl~ct~ ciYTp tClt~ llta "tiJY 1'tCl.1:piSCl 1'tOAt
UClIl; u JI!l AU1:0tlPyClIl; LV 1:, toi~ XClta r>IAOO"OepClv Ayo~ 0'1 Xct fl.tlptwV oO"(;)Y 1'tpO; (lt'.l1:6~
1:& ltCl\ tWV &').).(;)Y c;>o..wv o....-c:IPOAovtwv, t1:1 1'Tr- 1:r>1V l1't' &.~[a:!; :pxnw\l, 1'tpO~ iU lll Cl.thoo
1:00 St.lt(:tO""tQii 1't(lptlXllAoiivto; w~ av CltW ... otx:;OY A&pOttY c;>ttOW u 1'tCltOwY ll! yOVCltxWV
1'tOlf0"0IY1:0, otlOa.p.W~ T.pO~ tWV tOClO1:WV i1't! tO Iill).~ijO"ctl !J.tV lAiafjClt, Xcttctippoviactt Sl tWV
r.:tp! fLO).01'Co.~ J(.(l &:pvfatw; tOO O"w-rfipOlj -II'W\I Il~O"p.Wv 7nx9rO"ctV, aVOp!1tl u AOytc:l'~ ltcti
iptAOO"f'&, I'a.AAOV o ~ tuo~ti xo;i qnAolllltl IjIl.>x 1'tpO~ ar..O"a:!; 1:oii olXOlcn:oii ""[I~ 1:t &:1't ttAci( J(.(ll
1:14 t$P'1l; ivcn:&\l"tC<;, &.r.ipW 1:a~ ltt.cpaAci, O;1'tt"tLf9rO"(l\I.
1 La Storia cccksiastiCiJ di Eusebio ebbe ad accrescersi progressivamente; fu successiva
mente pubblicata in diversc edioru, probabilmente negli armi 312, }l5, 317 e 323, o
simili: cfr. Laikon fr Theolagie unJ Kirche IU , Freiburg im Br. 1931 2 , s.v. Euubius
!.IOn Ciisarea. JI libro ottavo, che includeva le norizie su Filoromo e Filea, apparlent:v.a
probabilmenle aUa Sl!zione piu .anlica, cfr. E. Schwarlz, in PW XI (19071, S.v. Euscbios
von Caesarea (col. 1402); G .D. Kilpa uick, neUa sua recensione aU'eJitio princcps di V.
M1iIrn, in cTheologische Zeilschrift .. XXI 1965 , p. 218.

PREFAZIONE

ACTA PHlLEAE

informazione biografica che egli fornisce, si potranno osservare alcuni particolari. Eusebio descrive il processo nonch il supplizio di
Filea e Filoromo parallelamente e separatamente: e Piloromo a precedere. La carica di Filoromo non viene precisata, ma e chiaro che
dovra esser cercata nel settore civile, probabilmente amministrativo
(cfr. cornmento a La 7,1). Vis ti i termini nei quali descrive il processo si potra forse dedurre che Eusebio fosse in qualche modo informato sul SUD sviluppo, o per averne sen tito parlare, o tramite un
resoconto scriao.
Una notizia alquanto breve ci {omisce san Girolamo (348-420)
nel de viris illustribus (cap_ 78) 1, che data al 392 2 _ Cosl si esprime:
Filea, proveniente da una citta dell'Egitto chiamata Trnui, di nobile nascita e non privo di mezzi, accetto il vescovato, scrisse un libro
assai interessante intitolato "Sulla lode dei martiri" e dopo ayer 50stenuto una disputa riguardo al1e proprie alioni [traduzione assai
ncerta del latino disputatione actorum habitaP dinanzi al giudice, il
quale voleva costringerlo a sacrificare, venne decapitato per amor di
Cristo sotto lo stesso istigatore della persecuzione in Egitto, come
Lucano a Nicomedia. Da questa breve menzione non si puo concludere molto. Tuttava, vale la pena di rilevare che Girolamo non
dice nulla su eventuali atti latini. Sembra poi che la notizia di Girolamo, quanto ai dad biografici, sia basata su Eusebio: infatti la menzione di un libro Sulla Jode dei martiri) potrebbe derivare dalla
celebre lettera di Filea contenente la descrizione delle torture dei
suo1 fedeli nelle diverse carceri, tramandata proprio da Eusebio (Historia Ecc/esiastica VIII !O, 2-10). A proposito di Luciano, martirizzato nel 312, si potrebbe osservare che san Girolamo rende respansabile Massimjno Daia (1 maggio 305 - estate 313) anche di questo
processo. Puo darsi che Girolamo abbia conosciuto in qualche forma
gli atti greci, ma non De fa menzione. II dato piu importante ecomunque che anche egli ometta qualunque associazione tra Filea e
Filoromo.
1 Cfr. w. Herding, Hieronyrni De viris ilIustribus liber. Accedit Gennadii cataJogfls viromm iJlustriu"" Lipsiae 1879, p. 49: Phileas, de urbe Aegypti, quae vacalur Thmuis, nobili
gmere et no" parvis opibus, suscepto episeopatu, eJegantisrimum Jihmm de martyrum laude compo$uit et diJpuflllione aelorum habita adverrus iudcem, qui eum sacrificare eogebal,
pro Christo eapile truncatur eoJem in At!gJpto perseeutionis auetore quo Lucianus Nieomediae.
2 Cfr. lndex Jibrorum scriptorum inscriptionum ex quibus exempl adferuntur, in TLL
Lipsiae 1904, p. 52; }.N.D. Kelly, crome, His Lile, Writing} ami Conlrovmies, London

197:5, p. 3: 392/3 .
) La lezione disputatione actOTUm habita darebbe ouimo senso se si poteue interpretare
aetorum come errore di ortografia per auctoTUm (cfr. TLL 1, col. 44S, r. 61), oppure

come una variante gcaJica (senz'altro accettala neUa larda lalinila e nellalino medievale) di auetorum O'editore in eHetli adduce una simile variante auctorum del codice
si riferirebbe alIora alIa discussione fra Culdano e Filea sulla
Bambergense, secolo
posizione d i Paolo rispeuo a Plarone, cfr. La 3,1-18.

xn:

257

Ultimo testimonio su Filea e Rufino di Aquileia (345-410) con la


sua traduzione del brano di Eusebio citato qui sopra (Rutino, VIII
9,6-8), traduzione probabilmente condotta nel 403 o comunque intorno a questa data l. Con RuHno cominciano le difHcoha, specialmente se si fa entrare in gioco anche La. Per dimostrare la stretta
corrispondenza fra questo passaggio cli Rufino e La, produrremo anzitutto la traduzione del brano corrispondente di Rufino2: le parole
stampate in corsivo sono quelle che si ritrovano anche in La (capp.
6-9; discrepaDze di lleve peso, come l'inversione dei sostantivi in La
6,21, sono indicate con carattere spaziato). O gregge di sam veramente cospicuo e degDo di ogni venerazione, squadrone di uomni
ford, splendente corona della gloria di Cristo! Non v'e dubbio che
una pietra piu preziosa di tutte, che una perla piu nobile di tutte
ornasse questa corona); precedeva questo squadrone un comandante
vieppiu illustre, un pastore ancor piu nobile adornava questo gregge. Si chiamava Filea, era vescovo di una citta cmamata Tmui. La
sua nobilta. di primo rango egll la attingeva dal cielo grazie alla virtu
1 Tale traduzione era slata intesa da Rufino anlulto quaJe conforto per i suoi connazionali dell'Italia settentrionaJJ:, angosciati dalle irruzioni di Alarico e dei suoi Goti.
Ora, questi nvuero ]'Italia ben tre volle, negli anni 400, 402, e 408. Forse quindi non
bisogna pensare all'anno 403 - in base aUa ricOSlruone di Mommsen la dala piu
accettara - ma gila agli anni 400 o 401 : cfr. lE .L. Oulton, Rufinus' translation of lhe
Church History 01 Eusebius, TheJournal of TheologicaJ Studies .. XXX 1929, p ..~ 51.
1 Cfr. n. Mommsen, Eusebius Werke, Die KirchengNChichte, Die ltcinische Ubenet
:z.ung des Ruinus (1-11, Leipzig 19OJ-8), II p. 759: o vere mirabilis el omni veneralione
dignus grex ille beatorum, turma virorum fortium, corona splendoris glotiae Chrisli .
hanc sane coronam pretiosior omnium lapis et gemma nobilior adornabat, hanc turmam
praeibar ductor inlusuior, hunc gregem pastor nobilior decoraba!. Phi!eas huic nomen
est, qui erat episcopus urhis ipsius, quae a;peUalur Thmuis. hic Dobilitatem primi generis secundum animi virtutem de caelesli us trahebat, de terrenis vero, quantum ad
saeculum pertinet, primis in Romana re publica fuerat honoribus [unclus, erudilione
quoque libetalium litterarum el omnibus quae ad animi virtutem pertinenr exerciriis
adprime eruditus, novissimam hane, quae prior est omnium, secundum deum ph.Uosophiam ita suscepit, ut omnes, qui praecesserant, anteiret. cumque plurimos propinquos et
consanguineos nobiles viras in eadem urbe haberet, frequenter ad praesidem ducebatur
eiusque monitis adquiescere tot et tantis propinquis (La 6, 18-21) exoranlihus, respeelum habere uxoris el eontem p/a li01l em suadebatur suscipere Jibcromm neque coep'
la praesumptione persistere. Ule vero, ve/ut si saxo immobili unJa adlideretur, gprriel/tium
dicta respue1'C, animo ad eadum tendere, deum il/ oeulis habere, parentes el propinquos
sanctos martyres el apostolos dueere. (l 7, 1-9) aJeraf tune quidam vir agens turmam

mi/itum Romanomm, Fi/oromf/S nomine. qui cum videret Phileam eircumdatum lerimis propinquorum et praesidis ealliditate fatigari nee tomen eeti aut infringi ulla
tenus pone, exeunat: quid inaniter et superfluo constantiam viri temptatis? quid eum, qui
lidem deo servat, infiJelem vullis elficere? quid eum cogitis negare deum, Uf homini bus adquiescat? non videtis, quod aure s eius vestra verba non audiunt ?
quod ocuti eius ves/ ra s lacrimas non viden!? quomado polest terrenis
lacrimis flecti, e u j u s o e u I i Clulestem gloriam contuentur? post hace dicta cunetorum
ira in Filoromum t)erJa unam eandemque eUn! cum Philea subire senten/iom poscunl.
quibu s lihenteradnue1lsiudex ulrumque plecli copile iuhet.
l Per il caraltue retorico ddl'immagine della perla cfr. Chr. Mcier, Gemma rpirifll/is 1,
Mnster 1977, passim.

xx

INTRODUZIONE

A ..... R. BASTlAENSEN

agli att cristiani (vi ritorneremo piu altce). Un simile radicamento nella vita della comunidl manca per i racconti dei martiri giudaici: questi ultimi non hanDo speciali legami con delle comunita
locali, e, quanto ai resoconti dei martiri di profeti, essi sano sart
centinaia di anni dopo la loro morte 1, Gli atti dei martiri cristiani, nvece, sano oati in seno alla comunita e sotto l'influenza
dieeua degli avvenimenti E anche se esistevano modelli giudaici, non ce o'era bisogno: una dinamiea interna spingeva la Chiesa a registrare per iscritto la sorte gloriosa dd suoi membri.

5. Il martire come continuatore della figura


di Gesu eris to sacrificato
Abbiamo accennato alla vita della Chiesa e con cio scesso aUa
terza teoria sulla nascita degli acta martyrum christianomm. S
tratterebbe d'una derivazione strettarnente connessa al sacrificio
del Signore: il martire e associato al Cristo; la sua passione e
continuazione della passone di Cristo; il sacrificio del martire e
ntimamente legato al sacrificio del Signore, rappresentato e ce
lebrato nell'eucarestia, che riunisce la Cruesa. Taluni deui del
martire espriroono questo sentimento di unita fra Cristo e il suo
testimone. Ignazio d'Antiochia, al principio del secondo seco]o,
vuol essere frumento per i dent delle bestie, e unirsi cos1 al suo
Maestro e farsi eucaristia con lui (Epistula ad Romanos 2 2 4 1
7, 3). Per questo, quando un membro della Chiesa ha ' a:ut~
privilegio del martirio, la Chiesa non puo non radunarsi su11uogo dell 'esecuzione o della sepoltura per celebrare il sacrificio di
Cristo, che continua nel sacrificio del suo martire; essa vorra
anche ascoltare, nelia liturgia della parola, il racconto della tes t
monianza resa, che nel suo sermone il vescovo celebrante porra
ancor pio in risalto. Soprattutto G. Lazzati ha sottolineato l'imroanenza del mar tire nelIa liturgia, che inelude la letrura del rapo
porto concernente il processo e l'esecuzione 2. E non ha diff
colta a mostrare che in molti passi i nostri antichi testi parlano
d'una lettura degli acta martyrum a fianco di quella dei Libri
Sacr, oel corso della sinassi liturgica. Tanto i testi dei concili, ad

il

esempio quella dtIppona del 393 1 , quanto gli scritti d'autad


individuali , come Agostino in Afriea, Cesario d' Aries in Gallia,
Braulione in Spagna, eec., testimoniano l'esistenza di questa pra
tica2. E, quanto all'eta pio antica, si potrebbe far osservare
che l'edizione degli scritti di Perpetua e Saturo, al principio del
terzo secolo, era curata dal compilatore in vista di una lettura a
voce alta dinanzi a un uditorio di cristiani di vecchia data e di
catecumeni, senza dubbio in una riunione di carattere lirurgico
(Possio Perpe/I/oe 1, 5-6).
Ma se la lettura lirurgica d 'au di martiri non da adito a dubA
bi, parrebbe tuttavia imporsi una certa riserva riguardo a un le
game tra eucaristia ed acta. Se la relazione fra il Cristo e il suo
martire portasse necessariamente alla redazione di questi reso
conti, noi disporremmo probablmente di molti piu acta marty
rum. Certamente, acta e passiones abbondano a partire dal quarro
e quinto secolo, roa in quest'eta si tratta, per adottare la formula
di un grande conoscitore come Delehaye, di leggende agiografiche), racconti fantastici senza reale legame con un martirio, che
testimoniano, con la loro esistenza, l' assenza di atti autentici e
l'intervento d' una piera popolare poco rispettosa delle esigenze
di autenticita 4 Gli au autentici dei quali disponiamo, che van
no dal secondo secolo fino all'inizio del quarto, non sono numerosi. Agostino gia si lamenta, a proposito del martirio di Stefano,
narrato negli Atti degli Apostoli, che sia a stento possible repe
rire atti di altri martri per la recitazione liturgica (Serm. 315, 1

cum aliorum martyrum vix gesta inveniamus quae in solemnitatibus


eorum recitare possimm, huius [scil. Stephaml passio in canonico
libro est). Ancora, una tale recitazione non mancava probabilmente, intorno al 400, d'incontrare avversari: il canone del concilio d'Ippona, ricordato sopra, che autorizza la leuura degli acta
a Hanco delle letture bibliche, sernbra supporre un'incertezza ti
guardo aUa pratica in oggetto. La Chiesa di Roma, in ogni caso,
si rfiutera per secoli di consentire nelia chiesa episcopale, quella
del papa, la recitazione liturgica degli acta, consentita nelle chie

Ved. sopr. p. x nt . 2 .
~ Cfr. Lazzati. p. 20 s8&.; enumetazione siste:matica in B. de: Gaiffie:r, Ll lec/urc tUs
acles des martyn... , p. 134 5g8.; ved . anche C. Lambot, Les sermo"s de sairu Augustin
pp. 24966.
) Ved . H. Delehaye, Les ligtndes hagiogrophiques... p. 10 sgg.
~ Per la rjserva che da principio regnava ancora neJla Chiesa d 'Africa ved. avanci p.
XXVI nt . 1.

1 Ved .. anche I~ O!ser..vazioni di lb. KJauser, ChriSllicher Mirtyrerkult .. , p . JJ, e di Th.


BaumelSler. DIe Anlfmge der ThrolOlje des Martyriums... , p. 62.
~ Cfr. Lazzati. p. 13 sgg.

XXI

ACTA PHILEAE

della sua anima; nelle cose terrene nvece, che riguardano questo
mondo perituro, aveva tenuro nelIo stato romano le piu aIre cariche
onorifiche; nella conoscenza delle arti liberali, nonch in tutte le
virtu pratiche che hanno qualcosa a che fare con la forza d'animo,
era esrremamente versaro; quella nuovissima filosofia che supera
tutte le altre, quella filosofia cioe che ha Iddio quale norma 1, egli la
fece sua a tal segno da sorpassare tutti i suoi predecessori. E sebbene
avesse molti intrinseci e congiunti fra i notabili della sua stessa citta,
veniva condotto spesse volte davanti al prefetto, e, tanti e tanto
potent familiari scongiurandolo di accondiscendere agli ammoni
menti di quello, si tentava di (La 6, 18-21) pe r s u a d e r load aver
pieta della mog/ie, ad aver r i g u a r d o per i fig/i e a non persistere in
quel1a che sembrava loro arroganza. Ma egli, come se un'onda sballesse contro un sasso immobile, dispreuava le parole dei chiacchieroni: la
sua attenzione era rivolta al cielo, aveva soltanto ddio davanti agli
occhi e considerava suoi parenti e intrinseci soltanto i santi m a r t i r i
e gli Aposto/j. (La 7,1-9). Era presente aflora tl11 cerio uomo
che aveva il comando di una squadra di soldan romanz, chiamato Filoromo. Q u e s t j, avendo veduto Filea circondato dafle lacnme de; parenti senza che l'astuzia del prefetto potesse logotarlo, senza che Pilea
potesse minimamente ven i r s m o s rodal suo proposito, n intenerito, esclamo: "Perch tenlate invano e inutilmente la coslanza di quert'uomo? Perch vo/ete rendere intedele uno che r i s e r b a I a s u a
fe del t aa Dio? Perch lo costringete a rinnegare Iddio per acconsentire agli uomini? Non vedete che le r u e o re c c h i e non
sen t ono le voSlre parole, che i SUD; occhi non
vedono le vostre lacrime? Come potrebbe mai esser commosso da lacrime terrene qualcheduno i c ti i occhi aspettano la glora celeste?". Aqueste parole l'indignazione di tutti si rivolse contro
Fi/oromo e tutti chiesero che egli subisse la stena e identica punizione di
Filea. E il giudice consentendo loro ben volentier diede I'ordine che
ambedue torrero decapitati .
Se si confronta questa pagina, colma di artifici recorici e altre
raHnatezze stilistiche e caratterizzata da una scelta di termini estremamente accorta 2, col brano originale di Eusebio, potrebbe venire

1 Si parlava di ~cfilosofia dd Cristianesimo~; cfr. Lartanzio, de opilio Dei 20,1, che


parlando del Cristianesimo usa il termine vera philosophia, e Agostino, contra Julianum
(PL XLlV), IV 14, 72, che osserva: rton sit honestior philosophil1 gentium quam nOflra
christil1na, qUIJe UfUJ esl vera philoJOphIJ, non abbia la flosofia dei pagani maggior
prestigio della nostra cristiana, che e I'unica vera filosofa.
J Si noti per es., proprio all'inizio, il continuo giuoco di paralldismo e ordinamento
chiastieo (grex turma di fronte a tumtam - gegem j pretiosior omnium f4pis di fronte a
gemma nohilior; praeibol ductor inlustrior di !ronte a pasror nobiljor decorobol)j il paraUe
lismo ha ~c.tum habere uxoris e contemplationem (...) susci~ liberorum; la triplice
ripetizione di una domanda retorica che eomincia con quid; I'apen o parallelismo fu

PREFAZIONE

259

l'idea che qui si abbia a che fare con una versione de~ tutto nuova~
vista anche l'associazione di Filea e Filoromo, propno come negh
atti latini. Tale e srata precisamente 'idea di molti studiosi che ne!
passato, prima che Be e Bo v.enissero.conosciuti, ~bbero.a ?c~~p~rsl
di quegli aui. Domandandosl se Rufmo avesse di proprla lOlZlatlva
modificato e associato tra loro gli episodi di Filoromo e Filea, menzionati separatamente da Eusebio, conferendo un ruolo molto piu
suggestivo a Filea ed uno correlato-subordinato a ~iloromo, o se in:
vece egli si fondasse su un'altra versione, l'attenzlOne cadeva quast
naturalmente sugli atti latini. Tale opinione fu rafforzata dal fatto
che gli atti latini di Filea e Filoromo venivano rite~lUti anteriori all~
versione di Rufino per via di talune citazioni bibhche appartenenu
alla cosiddetta Vetus Latina, la raccoha delle diverse traduzioni latine della Bibbia fatte prima della Volgata di san Girolamo 1. Ne risulto che parecchi studiosi fossero propensi a dare la priorita. agli atti
latini e a considerare l'operazione di Rufino come semphcemente
muruata da quelli 2. Ora, alla luce delle scoperte papir~cee, e guanto
mai facile addurre svariati argomenti che rendono chlaro come tale
presunta priorita di La sia alquanto di~ficile. da sostener~, ~er no~
dire addirittura impossibile. Il testo dI Rufmo nel suo mSleme SI
presenta assai piu come una elaborazione stilistica ~i Eusebio che
degli atti latini. 1 vezzi retorici di La nel brano cornspondente non
si accordano con I'arido stile del processo verbale, che nelle altre
part ovunque caratterizza gU atti latni: s'accordano invece ottimamente con Rufno e con il suo stle esuberante 3 .
quod aum eius vestra verba non audiunt e quod oculj eius v~tnu Iacriml1s non vident, per
non parlare deU'allitteraone. In LA questi e!ementi sono andal quas d~1 tullO perdu
ti. Per la seelca delle parole e ddle immagini ved. la nota precedente e il eommento a
Lo 6, 19-20.
_1

l Ved. avand, p. 268, per un elenco dei luoghi in questione; sul v..... ore eecessIVo attn
buito a questo modo di ure, cfr. il eommento a LA 1,124.
..
2 Cfl. De1ehaye, MartylS, p. J07: .Un prestito di Rufino dal testo degh. Attl ~; J .E.L.
Oulton, Rufinus' tronslation 01 the Church Hiltory 01 Eusebius, p . .171: Sl~mo lO ~ado
di rintracciare la fonte dalla qualc Rufino trasse la sua informazlO?e su Fllea e Filoro
mo; giacch gU Atti di questi martiri si sono eonservati, e p?sslamo cons.tatare che
Rufino cita lettetalmente da essi ~j Halkin, Apologie, p. 7: Ruflllo ha traser~tto alcune
frasi quasi testualmeme. In teoria una tale prassi sarebbe del tutto. accet.tab~e per Ru
fino, il quale liberamente elaborando il testo di Eusebio fa delle lnsetzlOru qua e ll!.j
Delehaye, MarlylS, p. 308, nota il passo di Rufino, VII 28,2 (ed. Mommsen, pp. 9536),
dove questi interpola attingendo alla Vira di S. Gregario il Taumaturgo (B~L 3678~; ~fr.
A. Poneelet, LA vie latine de S. Grgoirt le thaumatllrgt, Recherches de sClence rehgleu
. . . .
se I 1910, pp. 13260, 5679.
) Questo argomenro e S13to ouimamente trattato da M. ?IffiOneHl, pp ..120.~ . Molu
studi deuaglia hanno messo in rsalto la componente retorIca den'opera di Rufmo; ~f~.
}f. Tj'ranni Rufini Opera, Turnholti 196 1, Bibliografa, nr. 3~-41 ,. 65; A. Jaubert, ~('.
ne Homlief sur Josu Pars 1960 (Se Lxxn, pp. 6882. SI nou la breve caratterlZ7.lI
zi~ne in B. Ahaner -'A. Sruiber, Palrologie, FreiburgBasel.Wien 1966 7 , p. 226: .. Ne!
403 egli lradusse in latino i nove libri della Storia ECC!esitlltica di ~usebio, aggiunge~o:
ne alui due ; frequenlemente abbrevio I'originale o lo amplio ncorrendo a espedlcllIl

PREFAZIONE

ACTA PHILEAE

Che sia piuttosto l'amore degli atti latni in debito verso Rufino
appare evidente dal fatto che, della narrazione dedicata a Filea e
Filoromo, sano stat da lu desunti soltanto quegli elementi e quelle
paroIe che gli sembravano in confarmita con la situazione, menrre
ha cercaro di evitare espressioni un po' piu difficlli. Ha caSI trascurato, p.es., frasi come non persistere in quella che sembrava loro
arroganza oppure senza che l' astuzia del governatore potesse 10gorarlo; ha tralasciaro espressioni come Perch lo costringete a
rinnegare Iddio per acconsentire agli uomini? ), e ha turbato la simmetra nella frase Come potrebbe mai esser commosso da lacrime
terrene qualcheduno, i cui occhi aspettano la gloria celeste? 1 .
Aggiungendo al martirio di Filea anche l'episodo relativo a Filoromo, l'autore degli atti lacini si trovava in difficoIdl alla fine del
martirio, dovendo cambiarne la frase finale (La 9, 28); gli venne in
soccorso 10 stesso Rufino, nella cui celebre descrizione del martirio
dei martiri di Liane, giustiziati nel 177 dopo una lunga serie di torture durate giorni e giorni, trovo la bella frase finale (Rufino, V 1,4)
ad ultimum il1fatigabiles martyrum rpiritus ferro caesis cervicibus eHugarunt, (~essi (cioe i carnefici) ragUarono loro la testa con la spada e
cosl facendo lasciarono fuggire I' infaticabile spirito dei martir>:
cambiando la patola martyrum in amborum credeva di esserseIa cavata, ma non si accorse che }'aggettivo infatigabiles, <<infaticabilh>, mal
poteva adattatsi a Filoromo (efr. commento a La 9, 28).
Per concludere, si potrebbe dire che con ogni probabilira l'associazione Fllea-Filoromo e opera originale di RuCino, una sarta di
felice trovata retorica: il redattore di La non fece altro che integrare
Pepisodio di Filoromo nel martirio di Filea, ottenendo casI due martiti al pasto di uno 2
Viene naturale a questo punto chiedersi se La per via di tale
interpolazione sia da riHurare del turto, come qualcuno gia ha rite-

retorici ... Anche qualcbe errore nella traduzione testimonia iI nesso Eusebio - Rufino e
la dipendenza di guest'ultimo da] primo: si confronri xamI nlv 7tCl't"p(ao:, oella dtta
nativa, doe a Tmui (cfr. il commeoto a LA 5, 3940), che diveota in Romana re publica;
oella descriziooe di Filoromo, aOpll",OpO!J.t."o~, avendo una SCOrtll, assume senso attivo
io agens turmam militum, comandando una seorta (cfr. ji commento a LA 7,1-2).
I In diversi codid posteriori talune di queste frasi di Rufino ritornano: cfr. apparato
critico a LA 6,19.21 ; 7,4.
1 Alla luce di guesta Slrettissima connessione (ra Eusebio e RUfjDO da una parte, e,
dall'li.ltra, fra Rufino e LA, pare molto improbabile un innus$O del Martyrium Hin'O'
nymi4num (er. p. 250 nt. 3) per la combinazione Filea - Filoromo, n sembra necessario
postulare, vuoi nella letteratura greca vuoi in quella latina, una fonte oggi perduta (cfr.
Delehaye, Martyrs, pp. 3079; Halkin, Apologie, p. 7) dalla quale Rufino e La abbiano
indipendentemente desunto tale sviluppo del processo. 1 sinassari (synaxariaJ greci non
conoscono questa associazione: cfr. Delehaye, Martyn, p. 314; la passio greca (BHL
1533, cfr. sopra p. 251 nt. 2) associa Filea e Filoromo, ma una costruzione dummatica
come guella di Rufino- La non e reperibile in aleun altro testo.

nuto nel passato 1 Per risolvere il problema bisogna porre anzitutto


l'anenzione sulla re!azione reciproca fra Be e Bo.

2. La relazione reciproca fra Be e Bo


Oggi, dopo la pubblicazione di Be, e possibile elencare un gran
numero di punti che dmostrano le affnidl e le differenze di Be e
Bo. Da tale confronto emergono diversi dettagli piuttosto interessant.
Cominciamo con qualche dato puramente tecnico su Be e Bo,
desunto dalla descrizione fatta dagli editori Pietersma e Martin, anche a giustificazione della veste tipografica dei due tesri papiracei
nell'edizione presente.
Be nel suo stato originale era un codice assai esiguo, consistente
di 7 bifolia (vale a dire 14 folia, coe 28 pagine) di formato non
molto grande (14,5/7 cm. di larghezza x 21 cm. di altezza); le prime 14 pagine (esattamente la meta del fascicolo) contenev~no gU
Acta Phileae (spazio di scrittura all'incirca 6 cm. x 12 cm.; Clascuna
pagina di 23 righe), seguiti immediata~ente, da pagin~ 15 in poi~
dai Sa/mi (probabilmenre una scelta SI sono conservatl frammenu
delle pp. 15-8, contenenti i Salmi 1-4 in una versione cosiddetta
sahidica vale a dire nel dialerto parlato nei dintorni di Tebe tutro l
resto dei codice sembra sia andato perduto). In base aUa graHa l'edi
tore, seguendo in cio E.G. Turner, propone una datazione del codice al 310-50 circa z. Per un'informazione ulteriare riguardo aIle misure del codice, a110 scriba e ai suoi non troppi errori, si veda l'introduzione di Pietersma, pp. 11-3.
Bo nel suo stato originale faceva parte di un cad ice papiraceo di
incerta escensione, e di formaro un poco piu basso di Be (14 cm. di
larghezza x 15,5 cm. di altezza); probabilmente gia nel corso del
quarto secoIo venne legato assieme ad ~tri c?dici di contenuto. devoto anche bblico, per formare un codlce di almeno 180 paglOe. Il
re~to degli Acta Phileae occupava un quaternio (vale a dire 8 folia,
dunque 16 pagine spazio di scrittura 9/10 cm. x 10,5/11,5 cm.;
16-8 righe) e la parte superiore della prima pagina del fascicolo seguente (spazio di scrittura 9 cm. x 6,5 cm.; 6 righe di testo , seguito

I Questa tesi fu specialmente difesa dal medesUno editore di Eusebio, E. Schwanz.,


",Die QueUen ber den melitianisehen Streit , in . ~u, C?eschichte dn .Atha~;ul, (GI;"
sammelu Schriftcn lIIl , Berlin 1959, pp. 87116 (onglOar.tamente pubblicato 10 f(Nac~n.
chten von der koruglichen Gt:sellschaft der Wissensehaten zu GOtlingen . , phil.-hist.
KIassc, 190:5, pp. 16487), specialmente p. 102 nI. 2. Per gltri nomi cfr. Knipfing, pp.
1989.
1 CEr. E.G. Turner, reeensione all'editio princeps di V. Martin, in The Journal of
Egyptian Archaeology .. LIl 1966, p. 199; Pietersma, pp. 13-4.

P REF AZ IONE

ACTA PHILEAE

da un saluto Pace a tutti i santi) , vergato in due righe, e dal simbolo egizio-copto ?} 1 _ Al verso di questa pagina si trova, di nuovo,
il testo dei Sa/mi (anche qu probabilmente una scelta: sono stati
conservati soltanto frammenti dd salmi 33-4; il resto e andato perduto)2. In base alla grafia (la cosiddetta scriptura textua/is) il codiee
viene da tato dagli esperti al 320-50 citca. 1 Sa/mi sano sccitti da una
mano di Eferente da quella che copiava gli Acta Phi/eae . La copia
degli Atti e condotta assai regolarmente , sebbene, specialmente alla
fine, con malta trascuratezza, come testimoniano i non cari errori di
grafia (dittografie e omissioni), corretti in patte dallo stesso scriba,
di rado da un correttore} . Del primo quaternione non ci restano che
i frammemi di 7 bilo/ia, essendo andato perduto il secando bilolium
contenente le colonne 3-4 e 13-4 . DelIa pagmatura posteriore restano ancora tracce sulla colonna 5 (dove si legge pAr = 133), 7 (pAE
= 135) e 8 (pA\ = 136): gli Acta Phileae andavano una volta da
pagina 129 a pagina 145.
Da questa sornmaria descrizione appare gia evidente che abbiamo a che fare con due codici molto vicini fra loro per quanto riguarda l'eta , e, data la presenza di qualche tratto di matrice copta, probabilmente anche molto affini fra loro quanto a provenienza. Sfortunatamente il luogo di origine preciso ci sfugge, sia Be che Bo essendo stati acquistati al mercato nero, ma si dovra ricercare nell'Egitto meridionale. In favore di Panopolis, luogo di scoperte assai
famoso, si schierano papirologi come E .G . Turner e]. van Haelst;
per una localita fra Panopolis e Tebe G .D . Kilpatrick(; in un saggio
di prossima pubblicazione, J .M. Robinson, direnore del Californian
Institute for Antiquity and Christanity, sostiene addirittura che Be
e Bo sarebbero stati ritrovati insieme con altri codici in un'urna e

Per questo simbolo si veda I' ul tima nota di commento a Bo 17 (pp. ~80l) .
1 Sa{mi sono stati edit; da M . Testuz, Pa{1yrflJ Bodmrr VII-IX, Ep/re de Jude, s Mux
Epi/m de Pierre, PJautltn 33 et 34 (me), Bibliotheque Bodmer, Cologny C en~ve 1959,
pp, 77-81.
1 Per le di ttografie cfr. 9,2; 10,10; 16,2; forse 12 ,7 (si veda il commento); di ttografie
conene dallo scriba stesso a 12 , 15; 12, 18; piccoli errori di oftografia (11. parte i normali
casi di iotacismo) o nelle desi nenze a 5,3; 5, 17 ; 7,14; 9,5; 15,5; sbagli di questo tipo
correlti da Uo $Criba a 5,15; 6,4; 7,1 6; 10,4; 15,4; 15,6; 15, 14; omissioni, da una le t[era
a salti di di verse leu ere; 1,}; ~, 1 7; 7,2; 7,6; 7,10 A" invece di lotyt.lj 8,5; 8. 17 ; 15,11;
15,12; 15,16; 16,9 "t<X1 ovece di t:~~; 16,13; 17 ,5; omissione probabil mente corrctta da
un eoru nore a 8,17. Pe r I'omissione - d'altronde faeilmente spiegabile - di un'intera
frase, loese g.iil attribuibile all'archetipo e non eorre rta da nessuno seriba, si consulti
l'apparato critico a 6,5 e 10,6.
~ Cfr. E .C . Turner, Greek Papyri. An Introduction, Oxford 1968 (rist . 1980: trad. it . 1
po.piri &reci, Roma 1984), pp. 523; }. van Hae1st. CzI4/ogue des paP1"ls /ittraires iui!s et
chrtim s, Pars 1976, pp. 62-3 (nr. 1181, 69-70 (nr. 138); G.D . Kilpatrick, The Bodmer
and Miu iuippi Colkction 01 Bib/ital and Christian Texlf, .. Greek Roman and Byzanti ne
St udies ~ IV 1963 , pp. 3347.
I

che apparterrebbero allo scriptorium del celebre chiostro di Chenoboskion, ubicaro sulla riva destra del Nilo fra Panopolis e. Tebe e fondato all' incirca ne1300-10 sorto la regola di Pacomio (290-346) (per
tutt quest dati si veda il cornmento a Ro 17, ultima nota) .
Qualunque sia stato il luogo preciso di proveruenza, gia questi
mdizi sull'origine e sulla datazione sono non poco interessanti. Infatt, in seguito alle dure persecuzioni anticristiane della meta del
terzo e dell'inizio del quarto secolo, si ebbe una notevole penuria di
scritti religiosi e bibllci. Per disposizione di imperatori come Decio e
Diodeziano, i crstiani venivano costretti a consegnare i loro manoscritti - la coside tta traditio codicum, la consegna de; codiei) 1 alle autorita civili, perch fossero distrutti. Per colmare tale lacuna i
cristiani, non appena Hnlte le persecuzioni, cominciarono a copiare
in fretta e furia i manoscritti superstiti, una copia dietro l'altra. Anche per l'uso interno vi era bisogno di nuovi codici, specie libri devozionali, per l'edifcazione intellettuale e spirituale dei monaci novizi, che ormai affluivano ai nuovi monasterio Per tale prassi ci si
basava di solito sui migliori codici disponibili, eventualmente riveduti e correeti. E questo fu proprio il caso, crediamo-, di Be e Bo ,
codici contenenti il martirio e la difesa di un santo cos1 popolare
negli ambienti copri 2 . Per dimostrarlo, occorrera porre in risalto
una serie di differenze fra Be e Bo. Talune sono gia state discusse da
Pietersma nella sua prefazione e, qua e la, nelle sue note a pie del
tesri. Nondimeno sara utile riassumerle qu , rinviando, per una piu
ampia discussione, alle note sia del commento di Be-La (indicato
La), sia del comrnento di Bo (per tutti gli esempi seguenti s'mtende
che, nel caso non sia indicata nessuna sigla, i rinvii si riferiscono a
quella immediatamente precedente).
Prima di entrare ne! merito del confronto diretto fra Be e Bo,
non sara inutile un'osservazione preliminare. Dato che probabilmente abbiamo a che fare con lo scriptorium di un chiostro , o magad con
due scriptoria , non e affatto da escludere la possibilid che neU' anchita circolassero diversi esemplari degli Acta Phi/eae: il raffronto
alIora non dovrebbe esser fatto fra Be e Bo , roa forse Ira un gruppo,
al quale apparteneva Be, e un altro gruppo, al quale apparteneva Ro
(si veda anche p. 266, con la discussione sulla posizione di La). Comunque, per non appesantire l' argomentazione che segue, parleremo
semplicemente di relazione fra Be e Bo.

Le grandi differenze fra Be e Bo, che balzano immediatamente


ag1 occhi, sono di carattere contenutistico. Be, basandosi a quanto
Cfr, Blaise, s.v. traditio (1 ).
Quanto alla popolarita di Filea e Culciano cfr. sopra p. 252 nt. 2; per indizi copti in
Be ved , pp. 261 (versione sahidica dei SalmO, in Bo ved , p. 262 (simbolo cgiziocopto).
I

PREFAZIONE

ACTA PHILEAE

pare su un processo verbale, ma in un'elabor~zi~:me letteraria 1 , tratta


della seduta finale del processo. Il testo commCla senza a1cun preambolo, in medias res; dopo la condanna Filea prega lungamente; segue
quindi l'esecuzione. Nonostantel:el~bo.razione Ietteraria. (n:mmen?
il termine Gxi~t~ usato nel senso dI dllatlO, proroga, <~dilaZl0ne), e
termine usuale nel linguaggio giuridico: si veda il commento a La 6,
12), il resoconto di Be ha molti spunti che sembrano dirett.a~ent:
presi dalla realta (La 1,25; 1,27-8; 2,11; 2,19-20; 5,28; per ~ glochl
di parole e la frammentazione degli argomenti si veda avantl).
Bo invece comincia con una introduzione assai retorica (Bo
16-7' 2 4-5; 2,5-7), che ci informa sulle quattro sedute precedenti,
p~r r~st~ingersi poi all'autodifesa di Filea (&1to).~l(a)} si intitola!
non senza ragione, il SUD resoconto: Bo 1,1); alla fme (Bo 17,4-5) SI
narra come il santo (Bo 17,1-2 'tO\l flax6:ptov <I>tAta\l , il beato Filea}
venga di nuovo incarceraco per ulreriori tormenri.
Le differenze che meno saltano agli occhi appaiono, se raggruppare insieme, di non minore importanza. Si tratta di disp~ri:a ch:
riguardano principalmente: 1) lo stile, 2) il l~gico susse.gultsl d~glt
argomenri, 3) il modo di citare le Sacre SCrItture, 4) il materIale
documentado. Entriamo in qualche dettagHo.
1. La dove Be si esprime vagamente, si trova in Bo un' espressione e5atta (ved. le note di commento a La 1,2-4; 2,16-20; 2,38-9;
3,12-3; 3,31; 3,36-7; 3,40-2; 4,33; 4,40; 5,13-5 ; 5,41-2; 6,15), Ogniqualvolta se ne presenti l'occasione, Bo introduce una bella espressione, una figura retorica, una costruzione elegante, an~he ne~e I?arti dove sta a s (scelta di parola: p.es. Bo 10,8-9; ordme chlastlco:
Bo 1,6-7; 2,4-5, cfr. 2,5-7; raggruppamento di aggettivi: Bo 12,3-5;
15 ,1~).
,
2. La dove in Be la discussione e alquanto scucita e confusa, m
Bo gli argomenti sono connessi armoniosamente (La 2, 11; 3,2; 4,19;
5,6-8; 5, 18-26; Ro 7,17 - 9, 16; 12,18).
3. La citazione biblica in Be e piuttosto libera, mentre Bo ama
una citazione e una terminologa conformi alla versione dei Settanta
(ved. La 4,24-8; Bo 8,7-1 7 e il cornmento alle singole dghe di tale
capitolo; 12,7),
4. Per quanto riguarda il materiale esposto, ~e?tre Be ten~: alla
brevta, l'enunciazione in Bo e puntuale o addmttura amplIflcata
(p.es, Ro 1,1-2; amplificazione dottrinale: 5,5-11; 6,1 -11 ; 6,8-11).

t Cfr. Pietersma p. 29 : che Be sia una copia pura e semplice de! protocoUo ufficiale e
ovviamente fuori' questione: basti ricordare il lungo sermone d'addio. Ma che si abbia
qw un martyrium direttamente basato sul protocollo e tale d~ rif1et[er~ ques t 'uh ~o pi~
da vicino di quanto non sembri !are Bo, e confermato dagh elementl a nostra dispos>
zione .

A valutare queste differenze, qualcuno potrebbe domandarsi se


non si debba assegnare la priorita aBo. Ma la risoluzione finale
sull'autenticita non puo non essere ardua, per il fatto che Be in dversi punti ha meglio serbato il carattere originale del processo verbale,
1. La scelta delle parole in Bo e determinata da tendenze stilistiche postcJassiche e dall' influsso della letteratura cristiana a5sm piu
che in Be (si veda Bo 1,8; 1,9; 5,3; 5,16; 7,4; 16,6; per l'influsso del
Cristianesimo cfr. 1,4; 2,9; 5,6-7; 5,8).
2 . 1 giochi di parole si sono conservati piu in Be che in Bo (La
2,25-6; 5,6-8; 5,11 ; 5,28-34 ; 6,15) ,
3. In certi dettagli che Bo ci fornisce, a mala pena e degno di
fed e: senza poter dire che si tratti di manipolazione, e chiaro tuttavia che certi tratti del Martyrium Phileae in Bo sono a bella posta
accentuati per dare maggior prestigio a Filea (Bo 1,2-3; 1,3; 1,6;
1,11 ; 2,3). Anche la scelta delle parole non forni5ce sicura prova che
l'autore abbia desunto la sua conoscenza direttamente da un documento ufficiale (Ro 2,2-3; 2,5; 2,8; 2, 10),
4. In Bo l'influsso dell 'agiografia e vieppiu manifesto, sia nel
titolo onorifico flaxpto~, beato)} (efe. la nota di cornmento a La,
titu/us; Bo 17,1), sia nel tema centrale, che governa tutto il resoconto, il fatto coe che Filea, da vero martre, non ha mai fatto un passo
indetro, non ha mai cremato davanti al martirio (La 4,16). Sebbene
una piu accurata indagine sia necessaria, si potrebbe forse gia avanzare l'ipotesi che una siffatta immagine ideale del martire si delinei
per influenza delle idee di Origene (Bo 16,6-7) e della narrazione di
Eusebio (Ro 1,9),
La conclusione da trarre da questo raffronto e che Be e il cocHce
migliore e Bo tenta di correggerlo in molti aspetti. Ritornando al
nos [ro punto di partenza, riguardante luogo e data di nascta di questi due codici o di queste due versioni, appare chiaro che nell'Egitto
meridionale gia nel giro di mezzo secolo gli Acta Phi/eae comincaroDO a venire adattati, non nei tratti precipui, ma in vari aspetti di
minore importanza: a quanto pare una tale Op9WO'l~, edizione correcta - per adottare il termine tecnico l -, si fece, come spesse volte
anche in tempi posteriori, senza molta conoscenza dei documenti
giuridici originali.

Cfr. LS}, s.v. otp9wo-I/i (lII).

,66

PREFAZIONE

ACTA PHILEAE

J. Origine e datazione di La
A questo punto e possibile definire cacattete e datazione di La.
Abbiamo gia visto sopra come questo resoconto risulti frutto d'in.
terpolazione. basandosi per l'episodio di Filoromo sulla narrazione
di Rufina a costui dedicata (VIII 9,8) e per la frase finale sulla nar.
razione di Rufino intorno ai martiri di Lione (V 1,40), Ne consegue
che questa versione dev'essere assolutamente posteriore al 403, data
probabile della traduzone di Rufina.
Prima della scoperta di Be e Bo l'opinione generalmente accet(a.
ta sugli Acta Phileae era che si trattasse di una relazione autentica e
originariamente latina l. Qualche studioso considerava gli Acta mero
polati quanto all'episodio di Filoromo, ma per il resto di buena qua.
lita. e di origine latina 2 ; ben poch furono gli studiosi che per via
dell'interpolazione rigettatono gli Alti nelia loro totalita}. Un'origi_
ne greca si sospettava, ma non fu mai perentoriamente dimos trata ~.
Dopo la scoperta di Bo la stuazione cambio non poco; v'era ancora
chi si schierava a favore di un originaIe latino (secando tale teoria, la
versione latina sarebbe parallela aBo)' , ma progressivamente si affermava la cODvinzione che gli Acta Jatini fossero basati su un origi-

nale greco come Bo , oppure fossero semplicemente una traduzione 1


condorta su un testo non molto dissimile da Bo. Ma un'argomema
zione dettagliata e convincente non e mai stata proposta.
La situazione e del tutto cambiata dopo la scoperta e la pubblicazione del resto di Be, grazie al quaJe ora siamo nelia felice conruzione di risolvere, riteniamo, molti punti finora controversi.
Contrariamente alla vecchia opinione secondo cui La sarebbe paralleJo aBo, appare adesso chiara una strettissima connessione fra La
e Be (ved. la presentazione tipografica dei testi Be-La, pp. 280
315) . Essendo Be la versione greca finora piu importante, tale
connessione definisce naturalmente il valore di La.
Ma anche per altri versi le nuove scoperte possono aiutarci a
pervenire ad una migliore valutazione di La. Una dettagliata analisi
di La, che prende in esame le paroJe usate, le costruzioni adoperate e
la sintassi, poggiando anche su Be e Bo, dimostra in modo definitivo
l'ascendenza greca del testo latino, non perch vi siano mende nelia
traduzione - se De trovano anzi ben poche, forse La 3,43 sine
<se>ductione e 5,11 - ma per via di talune Iocuzioni influenzate
dal greco e aIquanto strane in latino (La 3,26-8 ad ... conscientia;
41-2 in plurimis loquentem; 4,27 mutos loqui donavit; 5,47 fTontiste,fum, una paraIa non attestata in latino, ricalcata sul greco <ppO\l't'tttrfJpto v).

Sostenitori di tale opinione si incontrano specialmente ha i primi editori e era gli


srudiosi di Sloria ecclesiastica del serolo XVll. L'autenridla degli ACM !ati"a era cosa
lalmente evidenle, che si rileneva superfluo qualsiasi lipo di prova. Basli qui nominare
Th. Ruinart (1657-1709), il guale accolse gli ACM nella sua famosa antologia Acta pri.
morum martyrum sincera el sekctil, Pariss 1689, pp. 5'18-51 (ved. sopra p. 251 ,nI. 2);
poi L. TilIemonl (16371698), il quale contro il costume che gli era proprio tradusse gli
Acta interamentc, pubblicandoli nelle sue Mbnoires pour servir ii l'histoire eeclJiastique
des six prcmiMs sicdes, t. V, Paris 1698, pp. 484 9 1. Per Le Blanl, NoJe, p. 27, gli Acta
erano une piece d'une forme irrprochable, ... evidemmenl tire des regislres du greffe
palen ".. 11 falto che, anche per le parli orienlali dell'Impero romano, nei processi verbaJi fossero originariamente riponali in latino i dati uffidali, doe ad esempio i oomi delle
parti, l'088ello degli interrogatori, i teui addoHi, le senlenze dei giudici, nll.lUralmeme
ha influenuto a[quanto tale opinione. Per questa prevalenza del latino si veda U. Wilcken, ber den NUlzen del lateiniscben Papyri , in Alli del quarta congmso intemaia
nale di papirologia. Firente 1935, Milano 1936, pp. 10122.
2 Cfr. L. Duchesne (18'13-1922), Hislaire ancienne de I'glise n, Paris 1910', p. '16 nt.
3: La passione dei Santi Filea e Filoromo ... puo esser stata ritoccala qua e la sulla base
di Rufino, ma esu contiene aleune parti autentiche ".; cfr. anche A. Harnack, Die Chronolugie tkr a/tehriltfichen Litera/ur 11 2, Leipzig 1904, p. 70.
l Per 10 scettidsmo di Schwanz e di qualche altro studioso, dr. sopra p. 261 nI. 1.
Il sospetto che ruetro gli Acta latini si celasse un origina[e greco fu espresso per la
prima volta, a quanto oe so, da Delehaye, Marty;, p. 304 . Un'argomentazionc mingente manca, come ossetva Simonetti, p. 114.
l Probabilmente tale era anche I'opinione di Mardn, p. 20: ... J'Apa/agia, tale quale il
nostro papiro ce I'ha fomita, ha servito da base al redanore latino; costui l'hll adattata
allo scopo cui egli la destinava, vale a dire aggiungendovi una condusione tralta da a1tra
fonte".. Musurillo, p. XLVIII , non esprime milla di risolutivo: " .. .la recensione grea. e
la versione latina si sono evolote dascona nella propria direzione distinta .. , senzll alcuna ulteriore argomentazione.
I

Che il traduttore sia stato diligente e preciso, non fa meraviglia.


Pedino nelia scelta delle paroJe ha cercato di adattarsi al suo modello (La 1,4-5; 3,18; 4,40-2; 5,11; 8,11; 9,7-26). Si incontrano anche
espressioni tpicamente cristiane (6,1 Salllator, 6,11 dicere ad; 8,11;
9,7; 9,18-26; stile agiografico 6,18). Egli possedeva una certa erudi
zione e qualche conoscenza dei termini giuridici (6, 12 di/atio; 6,16
oHicium: 'tci~t~; 6,16 cUTator; 8,3-4 abolitio; 8,6 appellare). Natural
mente i numerosi giuochi di parole, le battute veramente intraduci-

I Cfr. Halkin, Apologie, p. 7: Si tratta degli Alti anticrn, chiamati lalvolta proconso-lari, dei SS. Filea e Filoromo, pervenuti sino a noi in una traduzione latina, quella
nessa di cui Rufino ha ttascritto pressoch testualmente aleone frasi". (per una diversa
opinione riguardo a Rufino si veda qui $Opta, pp. 259-60); a p. 10 parla di c un loro
modello greco .; manca una argomentarione dettagliata; soltanlo a p. 22 ni. 3 si pone in
rilievo un vizio neUa lraduzione ('[ptl'!'[IX;: cfr. iI commento a LA 3,43) e a p. 2'1 nI. 6
I'uso deDa paroIa frontisJerium (efr. commento a LA 5,48). Anche Lanara, pp. 235-6, pur
acceltando I'idea di un originale greco non fornisce un'ulteriore argomenlazione. L'opinione di Halkin, compresa la teoria di un prestito di RuCino dagli ACM latini, ritoroa
nelle righe di H .}. Fredcr, Kirchenschriltsleller. Veruichnis und Sigel, Freiburg 1981 \
.Vetus Latina. 1.1, p. 48: Pania beati File;ae episcopi de civitate Thmui: 306; la lradu:tione, che si basa probabilmcnte su due Ittcnsioni greche (vale a dire: probabilmente
I'una recensione per i dati relativi al processo, l'a1tra per " episodio di FileaFiloromo,
SUppoSIO genuino del quinto secolo), e impiegala da Rufino, VIII 9,8"., e ndl'uhimo
$ludio su Filea da noi consultato, Saxer, p. 210.

268

PREFAZION E

ACTA PHlLEAE

bili, gli creavano non pache difficold (La 5,6-8; 5,28), come anche i
termini filosofici (La 3,43). Una cerra abilid. nell 'inserimento deU'episodio di Filoromo non gli puo esser negara (La 6, 18-21; 7,1-11),
sebbene poi si tradisca (La 9,28). Un simile livello intellettuale, non
troppo elevara n ttOPpo basso, sembrerebhe confermara anche dal
sua stile latino, molto accurato ma non privo di costruzioni e 10cuzioni postclassiche (La 3,16-7 sapientes suasit; 5,2-4 in civitatem enim
tuam potuissem te iniurian; 5,42 ideoque ovece di ideo; 5,45 meme
tipsi; per un abbassamento stilistico cfr. La 7,9-10). Forse aquesta
fisionomia culturale dovra anche ascriversi }'uso della cosidetta Vetus Latina (cfr . p. 259), attestato in diverse citazioni (LA 1,12-4;
1,20-1; 1,215; 1,25; 9,102), accanto a un non raro impiego di para
frasi (La 9,9) e alla generale abitudine di citare secondo la VoJgata.
L'esemplare greco che si trovava nelle mani del nostro traduttore
non era forse per ogni rispetto identico a Be, ma e questo un ele
mento difficilissimo da assodare, dato che il traduttore avra certo
potuto aggiungere o tralasciare qua1che dettaglio di propria iniziati
va (cfr. La 1,36; 2,40; 3,27; 4,29-30; 5,16; 5,28; 5,43; 5,48 lrontisterium, la clove Be e Bo usano il termine comune, se pure in forme
diverse; 8,2; 9,726, dove Be termina con una longa preghiera).
La provenienza del redattore di La e la datazione del suo lavoro
risultano, come spesso accade, assai difficili da precisare. Nondime
no, abbiamo levi indizi per situarlo nell'Italia settentronale (La 1,
12.4 eradicabitur; la lezione La 9,12 transvoret, che si trova in Rutino
ben otto volte; la conoscenza stessa della traduziane di Rutina) e per
datarlo alla fine del quinto secoJo (La 5,2.4 iniurior) , La conclusione
tinale per quanto riguarda La e che si tratta in parte di una traduzio
ne, probabilmente assai fedele ad una versione greca degli Atti di
Filea malta affine alJa versione Be, e in parte di un adattamento
basara sulla libera traduzione di Rufino ed elaborato secondo il proprio estro: questa stessa formula combinatoria di t raduzione e adattamento puo forse considerarsi probante per una collocazione nell 'I
taHa settentrionale della fine del quinto secola l. Da tal conclusioni
emerge nuovamente, come ga dal confronto Be.Ba, che i1 materiale
agiografico relativo a Filea era in continua evoluzione: la quintessen.
za resta intatta, ma i dettagli, in devoto omaggio al martire, vengono
man mano abbelliti e accentuati.

Pcr l'ltalia settentrion.ale come centro di traduzioni da! greco in un latino un po'
popolaresco, mi sia concesso rinviare alIa mia dissertaone di laurea, G.A.A. Kortekaas, Histona Apo/lonii Rcgis Tyri, Groningen 1984, p. 246 nt. 631. Naturalmente
sarebbe anche possibile collocate la traduzione aUa fine del quinto secolo o all'inizio del
sesto (cfr. la mia opinione meozionata in Pietersma, p. 22 ot. 24), ma non sembra
necessario spostare la data al sesto secolo avanzato.

Per concludere la discussione relativa ai tre punti sopra trattati


non sara inutile fissare in uno schema la reJazione fra i testimoni (le
linee punteggiate indicano un rapporto eventuale)l.

-,,, -- --

martirio di Filea
processo verbale

,,
,

Be 1310-350) --i---~\
Bo 1320-350)

Runno (403)

La
(fine V secoloJ

Da questo schema emerge con irnmediata evidenza la necessta


di una presentazione tipografca dei testi quate gia abbiamo indicato
sopra (pp. 2534), cioe Be e La stampati runo accanto all'altro, Ba
separatamente.
Prima di concludere, sara opportuno spendere ancora qualche
parola suU'edizione di La. La diffusione clegli Atti di Filea e Filoromo
nei manoscritti agiografici di parte latina non e stata molto ampia: si
conoscono finora deci codici, a partire daIl' inizio del secolo IX fino
al secolo XIV (ved. pp. 276 e 279). Come abbiamo accenna
to sopra, gia Halkin propose di basare una nuova edizione sul
manoscritto Aug. XXXII, ff. 95 v(bl-96 v(bl (Karlsruhe, Sadi.
sche Landesbibliothek: sigla R), essendo questo il piu antico testi
monio. S'aggiunge ora anche I'argomento che esso e l'unico codice a
serbare gia fin dall'inizio dell'episodio di Filoromo tracce evidenti
della versone di Rufino (si consultino l'apparato critico a La 7,1 e iI
cornmento). Per di pu 10 sle latino di R e conforme al latino del
quinto secolo (cfr. le note di commento a La 1,5; 2,9; 5,42; 7,2;

Si confronlino sli schemi di Pietersma, pp. 2) e 76.

270

ACTA PHILEAE

8,11). Per questa serie d ragioni nell'edizione di La il codice Re


stato eletto codice principale.
Co non toglie che vi siano anche taluni codici le cui lezioni
coincidoDo qua e la COD quelle di Be, in particolare: codici ABT (per
queste sigle si consulti la p. 288), tanto che forse ci si domandera se
non si possa e debba fare uno stemma de manoscritti in questione
per rcostruire un testo conforme a quello di Be (si consult La 1,
12-4; 3,2; 3,14-6; 3,32; 4,2-3; 5,16; 5,47-8; 8,7-8; 8,13- 4). Tuttavia,
nella presente edizione si e rinundaro a qualsiasi tentativo di ricosrruzione, sia per il carattere altamente ipotetico di tali prassi, sia
per l'incerrezza riguardo al modello greco di La (ved. sopea, p. 271),
sia considerando la possibilidt che altri resti geed o Jatini vengano
scopeeti e distruggano una cos1 laboriosa rcostruzione (per vare altee considerazioni si consultino le nore di commento relative ai luoghl elencati qui sopra).*

Bibliografa essenzale
EDIZIONI

Testi greci
1. Papiri greci (in ordine cronologico):
a) Be: P. Chestee Beatty XV, Chester Beatty Library, Dublino
Editio princeps:
A. Pietersma, The Acts 01 Pbi/eas Bishop 01 Tbmuis anc/uding FragmenlS ollhe Greek psaller). P. Ches/er Bealty XV (with a New Edi
ron o P. Bodmer XX, and Halkin's Latin Acta) edited with
Introduction. TransJation and Commenrary, <Cahiers d'Orientalisme VII), Geneve 1984: testo greco di Be. pp. 34-79 (""
Pietersma) .

b) Bo:: P . Bodmer XX, Bibliotheca Bodmeriana, Ginevra (Auct.


BHG 1513 K)

Editio princeps:
V. Martin, Papyrus Bodmer Xx. Ap% gie de Phi/as veque de
Thmouis, (<<Bibliotheca Bodmeriana ), Cologny-Geneve 1964 (:c:
Martin).

.. Questo srudio non sarebbe mai stalo realizzato senza 'aiuto effiatce di molte perso.ne. Enumernrle e ringrniarle per nome ad una ad una sarebbe qui del turto impossibile: siano comunque cerre deUa mia gratitudine. Un'eccczione va fattll. per il ProL A.
Pietenmll., Toronto (Canada), che si e mostrato lanto generoso da inviarmi, nelle differe nti fasi, i suoi studi sul papiro Chester Beatty XV e sul papiro Bodmer XX. Debbo
inoltre un ringtaziamento speciaIe ai miei amici dr. G. Kuhlmann, Monaco, per le
informazioni su! materiale lessicogralico in possesso del TLL, e dr. W. Thiele, Beuron,
per le informazioni sull'impiego della Vetus Latina negli ani atini. Infine desidero qui
ringraziare i professori dr. W.J. Aem, dr. D. Holwerda, dr. S.L. Radt, nonch il papirologo dr. I.H.M. Hendriks, nltti dell'Universita di Groningen, per i loro preziosi consigll.

Edizioni basate sull'edizione di Martn:


Fr. Halkin, L ' Apologie du martyr Philas de Thmuis (Papyrus Bodmer XX) et /es Actes latins de Philas et Pbiloromus, Analecta Bollandiana LXXXI 1963, pp. 5-27 [ristampa anastatica: Martyll
Greer H'VIII' s. (Variorum Reprints 30), London 1974. parte X:
testo greco (pp. 12-19) pubblicato dopo consultazione dello studio
di Martn) (- Halkin. Ap%gie).
H. Musurillo, Acts 01 Ihe Christian Martyrs .... pp. XLVI-XLVIII. e
328-45 (= Musurillo).
G. Lanata, G/i atti dei martiri come documenti processuali .... pp.
227-41 (= Lanata).

27 2

BIBUOGRAFIA

ACTA PHILEAE

A. Pietersma, The Acts


(testo greco di Bo) .

01

Phileas Bishop

01

Thmuis .. , pp. 87-99

2. Passione greca del/'epoca bizantina (BHG 1.533):


F. Combefis, Ii1ustrium Christi martyrum lecti triumphi, Parisiis
1660, pp. 145-8 1 (commento pp. 182-8).
Atti latini (BHL 6799) in ordine cronologico:
G. Henschenius, Acta SS., Febr. 1, Antwerpiae 1658, pp. 459-64
(cfr. BHL 6800).
Th. Ruinart , Acta primorum martyrum sincera et selecta, Parisiis
1689, pp. 548-51; Amstelodami 1713', pp. 494-6 (qui citato secondo questa edizione); 1731', pp. 434-6; 1803 \ III pp. 15863 '
1859'. pp. 519-21.
'
R. Knopf-G. Krger-G . Ruhbach, pp. 113-6: testo latino secando
Ruinart.
D. Ruiz Bueno, Actas de los martires, Madrid 19.51, pp. 1149-57 :
testo latino secando Ruinart.
Editio princeps (La):
Halkin, Apologie, pp. 19-27 (= La), ristampato in Pietersma, pp.
101-8.
Musurillo, pp. XLVI-XLVIII, e 328-52: testo latino (pp. 34453)
secondo La.
A. Pietersma, pp. 101-8: testo latino secondo La .

STUm
Ai~rain, L 'Hagiographie, ses sources, ses methodes, son histoire,
Pans 1953 .
B. Altaner-A. Stuiber, Patrologie, Freiburg-Basel-Wien 1978 8 , p.
560.
Auctarium Bibliothecae Hagiographicae Graecae, ed. Fr. Halkin, Bruxelles 1969, sotto il numero 1513 K (= Auct. BHG).
Bibliotheca Hagiographica Graeca n, Bruxelles 1957, nr. 1533
(= BHG).
Bibliotheca Hagiographica Latina 11, Bruxelles 1900-1, nt. 6799-6802
(= BHL) .
S. Brock, recensione di: E.A.E. Reyrnond - ].W.B. Baros, Four Martyrdoms Irom the Pierpoint Morgan Coptic Codices, Oxford 1973,
in The Heythrop ]ournal. A quarterly review of Philosophy and
Theology 1974, pp. 339-41.
H . Delehaye, Les martyn d'gypte, Analecta Bollandiana XL
1922, pp.5-154, 299-364; citato qui secondo quest'articolo; ristampa anastatica in edizione separata: Les martyrs d'gypte, Bruxelles
1923 (= Delehaye, Marryrs).

R.

273

K. Doring, Exemplum Socratis, Hermes) SuppI. XLII 1979, pp.


147-8.
A.A. Emmett . S.R. P.ickering, The Importance 01 P. Bodmel' XX,
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1976, pp. 30-1, 62-3, 69-70, 258.
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P. KOlnides, 'lEpofL:P-rot; <l>lAia.t; ltdaxo1tot; 8J.OtJEwt;. 'Exx).:rjata.a,txot; <ll:POt; XL 1941, pp. 29-45; ristampato sotto il titolo: Mp'tut;
dltAio:t;-l'ltlO'XO'ltO~ 8J.OtJEwt;, .1EA,LOV Tfj~ 'lta,ptapXlxr~ Bt~).to9i1xTJt;
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d archeologia cristiana II 1896, pp. 27-33 ("" Le BIant, Note).
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703-9 ( = Leclercq).
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XXIV 1967, pp. 54-5.
H . Quentin. Passio S. Dioscori, Analecta Bollandiana XXIV
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H. Quentin, Les martyrologes historiques du moyen dge. tude sur
la lonnatiol1 du martyrologe romain, Paris 1907 ( = Quentin, Marty
rologes).

274

ACTA PHILEAE

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E. Schwartz, Die Quellen bee den melitianischen Streit, in Zur
Ceschichte des Athanasius, (Cesammelte Schriften III), Berlin 1959,
pp. 87.116 ("" Nachrichten von dee k6niglichen Gesellschaft der
Wissenschaften zu Gttingem>, phil.hist. Klasse 1905, pp.
16487).

J. Schwartz, recensione di V. Martin, in Chronique d'Egypte XL


1965, pp. 43640.
M. Simonetti, Studi agiografici..., pp. 10932 (= Simonecti).
E.G. Turner, A Passage in the Apologia 01 Phileas, (cThe Journal
al Theological Studies. n.s. XVII 1966, pp. 4045.
E.G. Tumer, recensione di V. Martin, in The Joumal of Egyptian
Archaeology LII 1966, p. 199.

Nota al testo
I
Papyrus Chesler Bealty XV ( ~ Be)
L'edizione del testo di Be e stata fondata sulla ricostruzione del co~
dice papiraceo realizzata da A. Pietersma e, come tale, aggiuma in
forma separata al suo libro The Acts 01 Phileas ... (cit . qui come Pt)!.
Il codice contava originariamente 7 bilolia (14,5/7 x 21 cm.; spa
zio di scrittura all' incirca 6 x 12,5 cm.), di cui i primi 7 lolia ( :; 14
pagine, ciascuna a quanto pare di 23 righe) contenevano gli Acta
Phileae, irnmediatamente seguiti dai Salmi da p. 15 in poi (per ulte
riori informazioni ved. qui sopra p. 261). Da questo dato codicologi~
ca deriva la presentazione cipografica di Be in 14 colonne.
Il testo di Be e stato riprodotto con la maggiore fedelta possibile,
secondo le regole ormai generalmente in uso per l' edizione di testi
papiracei. Il puntino sotto una lettera indica incertezza; sono state
mantenute la posizione e la divisione originaria delle paroJe, sebbene
in qualche luogo ciD possa risultare inusuale; le parentesi uncinate
< > sono stare adoperate per letrere e paroJe aggiunte (non per lettere
cambiate: tali mutamenti sono menzionati soltanto nell'apparato cri
tico); le parentesi < > sano anche usate per indicare quelle lacune
non realmence risconcrabili nel papiro, ma congetturate.
Sono state introdotte nel testo maiuscole, accenti, interpunzione
(di solito in confermita all'edizione di Be in Pi, pp. 3478); le abbre
viazioni come u' ( = f.11n:\I) e quelle dei nomina sacra ref.~, 'IT]oo~, x
:lLO~, 1tVf.!J.cx) sono state sciolte senza dame segnalazione. Solamente
dettagli grafici come l' ekthesis (la fuoriuscita dal margine di qualche
nome proprio ad indicare l'avvicendarsi del personaggi nell 'interroga
I L' indicazione in Pi, p. 52, di una perdita di 4 anzich J righe a pi della col. 6 e stata
correHa . A p. 8 del coclice, contro la ricostruzione di Pi, la seconda parte del testo si
deve abbassare di una riga . La divisione: de:lla col. 8 diventa quindi: 7 righe: di testo, 7
righe: perdute: (non 6, come: in Pi) , 5 righe: di te:sto, 4 righe: pe:rdute (non 5, come in Pi).

NOTA AL TESTO

ACTA PHlLEAE

torio), la diaeresis sopra le lettere t/u a inizio di parola come in Be 3,1


ed in Be 8,1 ij~pl~t:t<Xt, grafie come in Be 5,2 xprr',ov, non
sono stati riprodotti.
Per agevolare la lettura, casi evidenti di iotacismo ed altri scamhi
di vocale sono stati corretti correntemente, ma sempre puntualmente
registrati neU'apparato critico.
Tutte le aggiunte, correzioni, cambiamenti, ecc., nonch I'indivi
duazione delle Iacune, se non e espressa indicazione contraria, pro
vengono dal primo editore.

iEpOO"OAU!-lOt~

II
Acta Phileae et Philoromi ( ~ La)
L'edizione del testo di La, una versione che generalmente va so tto il
titolo Acta Phi/eae el Phi/oromi (gU Atti di Filea e Fi/aromo; si veda la
nostra prefazione alle pp. 25461), e basata sul codice piu antico e piu
attendibile, vale a dire il manoscritto Aug. XXXII, Karlsruhe , Badlsche Landesbibliothek, f. 95 v(b)-96 v(b), vergato a Reichenau all'ini
zio del secolo nono (sigla R).
n testo latino di R e stato riprodotto esattamente, fatta eccezione
per fenomeni riguardanti l'ortografia O'alternanza di e e ae, o e oe, i e
y, l'impiego o meno di h): in conformita all'uso vigente, tutte queste
anomalie sono state rigorosamente elimina te, per dare la preferenza a
una grafia normalizzata. Anche l'impiego dei diversi segni diacritici e
quello abituale per questo tipo di testi. n segno < > si usa quindi contrariamente a quanto indicato per Be - anche per indicare even
tuali sostituzioni di lettere all'interno di una parola.
La divisione in captoli deriva dalla prima edizione critica degli
Atti latini, cioe da Halkin, Apalogie, pp. 527 (qui indicato come Ha!) .
Il testo di R e stato stampato nelIa maniera il piu possibile conforme a quello di Be quanto alla suddivisione in pagine e righe, alla posizione delle singole parole e perfino alla stessa divisione di esse, cos1
che si possa facilmente constatare come il redattore di La nelia parte
centrale della narrazione abbia seguito il modello di Be (oppure un
modello molto simile) quanto mai da vicino e, si puo dire, con estrema
fede!ta, mentre nen'episodio riguardante Filoromo (si consulti la pre
fazione) procede con grande liberta, interpolando la narrazione autentica con elementi desunti da Rufino, VIII 9,8, e V 1,40.
In quei passi dove La e piu breve di Be, senza che si possa tuttavia
parlare di una lacuna (cfr. p. es. La 2,37 sgg.; 4,44), si [Covera in La
semplicemente uno spazio vuoto, senza alcuna ulteriore indicazione.
Dato che una traduzione de! solo Be darebbe un'idea troppo fram
mentaria del martirio di Filea (Filoromo scomparirebbe del tutto), e
giacch d'altra parte una traduzione integrale sia di Be che di La risul

terebbe in gran parte un doppione , e stata eseguita soltanto una tra


duzione, e cioe quelIa di La. Le parentesi quadre ntrodotte in tale
traduzione servono a segnalare che essa, in quei luoghi, si basa su con
gettura.

III
Papynls Bodmer XX

(~Bo)

L'edjzione delI'Apalagio di Fi/ea (questo il ticolo in Ba: cfr. la prefa.


zione a p. 272), e basata, per la ricostruzione dell'assetto , deHe rghe,
delle Iacune, sull'edizione diplomatica fatta da Pietersma (= p1. pp.
8799. Ba originariamente faceva parte di un codice papiraceo di in
certa estensione, occupandone 8~ bilolia, vale a dire un quatemio di
16 pagine e la meta deDa prima pagina del fascicolo seguente, anch'esso probabilmente un quatemio, contenente le ultime sei righe dell' A
polagio seguite da un saluto Pace a tutti i Santi e dal smbolo
egizio.copto per indicare la vita (ved. sopra, p. 262). Del primo quater
nio non ci restano che i frammenti di 7 bilolia, essendo andato perdu
to il secondo bilolium con le coloone 3/413/14. Da questo dato codi
cologico deriva la divisione in colonne operata nella presente edizio
ne, cioe coll. 1-2, 5- 12, 15-17 (per un 'ulteriore informazione cocHcolog1ca ved. sopra, pp. 2612).
NeDa riproduzione del testo d.i Ba sano stati seguid gli stessi crite
ri usati per Be (ved . sopra, pp. 275-6). Quanto a integrazioni, corre
zioni, cambiamenti, ecc., soltanto le proposte piu atrendibili sono state accolte nel testo, tenendo conto per quanto possibile dello spazio
disponibile nei frammenti papiracei, sulla base deHe fotografie accluse
all' edilio princeps di V. Marcin ( :: Mo). Per quanto concerne il greco,
tutre le aggiunte, correzioni, cambiamenti , ecc., se non e data indica
zione contraria, provengono dal primo editare. 1 frammenti isolati
che il primo editore non e stato in grado di sistemare (vedasi, nella
serie di fotografie, quella intitolata Fragments non placs), ma che
dopo gli sforzi di J. Schwartz nelIa sua recensione a Mo (ved. Chro
nique d'gypte XL 1965, pp. 43640; citato come Sch) e dopo le
fatiche di Pi possono essere coDocati con una certa sicurezza, vengono
qu sottolineati e citati secondo I'ordinamento introdotro da Seh, cioe
1 (:: prima serie), 1-5; 2 (:: seconda serie), 17; 3 (= terza serie), 13 ;
tutti i frammenti recano }'aggiunta rvSotto il testo di Bo si trova l'apparato critico, fondato su quello di
Pi. Sono state registrate soltanto quelle emendazioni, congetrure,
ecc., proposte dai divers editori (V. Martin, F. Halkin, H . Musurillo,
G. Lanata, A. Pietersma) , che risultano compatibili con lo spazio di
sponibile nei frarnmenti papiracei. Se non vi e indicazione contraria,
provengono dal primo editore.

XXII

.A ,R. BASTIAENSEN

se cimiteriali, vale a dire sulle tombe dei martiri, e nelle chiese


presbireriali urbane 1, Cerro, si ceIebrava la festa annuale di un
martire, ma secU11dum antiquam consuetudinem - casi il Decretum
G elasianum del principio del sesto secolo - gesta sanctorum [. .. ] in
sancla romana ecclesia non /eguntur; la ragione ne e addotta: non
si S3 chi Ji abbia redatti, e per l'inserimento di cose superflue o
poco a proposito essi prestano il naneo alle ccitiche. Quanro alle
Chiese orientali, nutriamo pecfina incertezza sull'esistenza del
costume di leggere gli att dei martiri durante i servizi liturgici 2.
La pratica della lettuta degli atti non era dunque certamente universale e la dov' essa regnava non era risparmiata dalle critiche.
Si deve inolrre far osservare che la lettura in una cornice
lturgica non e necessariamente, come sembra postulare l'opinone di G. Lazzari, una lettura nel corso della celebrazione eucarisrica. E certo che la funzione liturgica, compiuta dalla Chesa nel
giorno anniversario della morte, comprendeva nella sua maggior
parte la celebrazione del sacrificio eucaristico. Cipriano ce ne
informa: Offriamo sacrifici in loro memoria ogniqualvolta celebriamo il giorno anniversario e le passioni dei martiri (Epistulae
39, 3). D'altro canto, un secolo prima, i cristian di Smirne dopo ~vere riferito !a morte gloriosa del loro vescovo Polic~rpo,
espnmono la loro tntenzione di riunirsi in gioia e allegrezza per
celebrare la ricorrenza del suo martirio (Martyrium Polycarpi 18
3): l'eucaristia non e menzionata, e nernrneno nel luogo citat~
della Passio Perpetuae (1 , 5-6). Essa non era esclusa, ma non vi si
pensava necessariamente. Se l'eucaristia era celebrata, non era
certo la sola delle cerimonie: altrirnenti, i catecumeni non avrehbero potuto essere present, e nella Passio Perpetuae e anche ad
essi che la lettura e destinata. Genericaroente parlando, presso le
tombe del martiri aveva luogo un insieme di cerimonie consistente in preghiere, salmodie e riti, che comportava anche l'eucaristia e includeva a volte un pasto funerario, il refrigerium) . In
un tale insieme il racconto della morte aveva anch'esso il suo
pasto, roa non necessariamente in diretta connessione con l'eucaristia.
La lettura degli acta apparteneva essenzialmente, con le letture bibliche, alla liturgia della Parola; quest'ultima, per quanto
: Ved. B. de Gai!fier. La ~t.ure des prmiom dn marlyn aRome ... p. 63 sgg.
Ved. H. Musurdlo, Chn stlan and Poltical Manyrs ...... pp. 339.40.
) Ved. P. Jound .roe rulte des saints ...... pp. 76881 .

INTRODUZlONE

XXlII

unita spesso alla liturgia del Sacrificio, era in linea di massima


indipendente, costituendo un'espressione eIementare auto~o~a
della preghiera cristiana, ch'era osservata ovunque nella Crlsuanita. La pellegrina Egeria, alla fine del quarto secolo, nelle sue
descrizioni della li turga di Gerusalemme e delle cerimonie alle
quali prende parte nei luogh res sacr dagli eventi biblici o dalla
memoria del santi, menziona a piu riprese simili servizi della
Parola, con recitazione di letture bibliche o d' atti di martiri.
senza eucarista: cos1 a GerusaIernme, su! monte Nebo, nella
chiesa di Santa Tecla a Se1eucia (Egeria, ltinerarium 24, 11; 10,
7; 23, 5), ecc. Richiamiamo qui alla memoria l' evoluzione della
preghiera cristiana e il posta che oecupa in essa la liturgia della
Parola. Questa preghiera cristiana sfocia nelle due grandi forme
del culto cristiano, la celebrazione dell'eucaristia e la preghiera
delle ore. La liturgia della Parola e presente da ambedue le parti,
sia congiuma alla liturgia eucarstica sia integrata nella Iiturgi,?della santificazione della gornata con preghiera e salmodia. E
dunque degno di nota che nella sua connessione con la celebrazione dell'eucarstia la liturgia della Parola trarterra in s le letture bibliche, roa lascera cadere le recitazioni, in precedenza popolari, degli acta martyrum 1. Queste ultime si mantengono nelia
liturgia della preghiera delle ore, ov'esse compaono, insieme alle
letture della Bibbia, come lezioni dei mattutni dell'ufficio. Co
non vuol dire che la presenza dei martiri sparisca dalla celebra
zione della messa: vi sono formulari di messa per un determnate
martire o per diversi martiri in comune; vi sano orazioni appro
priate; di talun martiri s'inserid anche il nome nel canone della
messa, al centro della liturgia eucarstica. Si fa dunque semp:e
sentire l'influsso clella mentalita espressa dalla frase di Ignazlo
d' Antiochia, citata sopra, sul martire che e eucaristia insieme col
suo Maestro. Per la Chiesa la persona del martire resta intimamente legata a quella di Cristo. Ma gli acta, a quanto pare, non
avevano un peso sufficiente per mantenersi nell'immediata prossmita della commemorazione del sacrificio del Signare. La pre
senza del martire faceva a meno della recitazione dei suoi atti.
Questi erano certamente proprieta della Chiesa, della Chiesa in
preghiera, ma non realizzavano quell'intimita con la persona del

I Queste rttitazioni $Ono state conservate, eccezionalmente , nella lirurgia deJl. Parola
den. messa ambrosiana, a Milano: ved. P. Jound, loe cuhe des saintu ... , p. 781 nt. 4.

SIGLA

279

Codices*
R

Karlsruhe, Badische Landesbibliothek, Aug. XXXII, saec.

IX in., ff. 95'b96'b


praeterea laudantur:

A
B

Sigla*

Ch 1

Editores
Be
Be
Bo
Bo
Hal
La

P. Chester Beatty XV, ed. A. Pietersma, pp. 33-79


leetio Be ante correctionem scribae
P. Bodmer XX, ed. A. Pietersma, cfr. Pi, pp. 8599
leeria Bo ante correctionem scribae

Lan '

Lanata, pp. 227-41


Lanaea, Note, pp. 207-26
Martin
Musurillo, pp. 328-44

Lan 2
Ma
Mu
Pi
Ro
S

Sa
Schw
Turner

Halkin, Apologie, pp. 527

113 v 114 v

Ch 2

Charleville, Bibliotheque Municipale, 213, saec. XIII, ff.


119' 120'

Orlans, Bibliotheque Municipale, 280 (cata!. 331), saec.

textus latinus

London, British Library, Harley 2800, a. 1179, ff.


237'238'
Bruxelles, Bibliotheque Royale, 207208 (cataL 3132),
saec. XIII, ff. 118'119'
Charleville, Bibliotheque Municipale, 200, saec. XIII, ff.

T
W

XI in., ff. 278281


Trier, Stadtbibliothek, 1152, saec. XII, ff. 251'251', fo
lio avulso desinit inde a La 6,13
Orlans , Bibliotheque Municipale, 172 (ca tal. 195 ), saec.

XIV, ff. 144' 145'


Trier, Stadtbibliothek, 1151. 1, saoc. XIII, ff. 10'11'
Bruxelles, Bibliotheque Royale, 7984 (cataL 3191), saec.

X, ff. 34'36'

Pietersma
e.H . Roberts, The Apology 01 Phileas: Two No/es, Journal
of Theological Studies>. n .s. XVIII 1967, pp. 4378
E. de Strycker, in app. crit . apud Ha1kin, cfr. sub Ha}
Saxer, pp. 20923
J. Schwartz, in Chronique d'gypte XL 1965, pp.
436-40
E.G. Turner, in The Jouma} of Egyptian Archaeology
XII 1966, p. 199

.. 1 segni critici usati da Pi (si consulti il suo elenco. p. 9), in quesla edizio ne o rmai

non necessari oppur~ troppo complicati, sono stati lasciati da

parl~

oppure semplificati.

.. Per una descrjzione di questi codici si veda Halkin, Apo/ogie, pp. 8-10 (<<Notes Addi
tionndleslO X 9).

280

ACTA PHlLEAE

La

1, 1 - 17

Passio Beati Fileae episcopi de civitate Thimui

AT"TI DI FILEA

Be

1, I - 7

1. < .

1. Inposito Filea
super ambonem Culeianus
praeses dixit illi: Potes iam
sobrius effici?. Fileas respondt :
:

10

I'j

Sobrius sum et sobrie degeo.


Culcianus dixit : Sacrifica'
diis). Fileas responclit:
Non sacrifico . Culdanus
dixit: Quare?. Fileas
respondit: Qua sacrae
et divinae scripturae dkunt:
"Qui irnmolar ds
eradicabitur, nisi
soli Domino It .
Culdanus dixit:
<dmmola domino soli, Fileas respondit:
Non immolo: non enim tala

>

xod etrCX' rpcx'Pcxt] Air?Uo[lV'


'0 [euo,~wvJ etor, [ipo"
l~oJAOe[p'UeJ~~~[~Jcx, ["A1v
xup(<.> e.c; [fliv<.> ...
, KOUAX'CX~&; cxu~[wJ .T7tw
eGoov xue(<.> [~iv~" 'A[".xp(vcx,o
O aw, o [yo:]~ ["t'OLO"tWI,I
Martirio del santo Filea, vescovo della citta. di Tmui

Titulu5. Brati RWFM: Janeli ABT sanclorum eh 1.2 Ja/lctornm martyruffl o I Fi/eae : Phi
ke ABOCh 1.2 I episcopi: el martri! add. AT I de ciV;klte Thimui om. ABOTCh 1.2 I
Thimui RWFM : Thmui Hal I el Pbyloroni add . 0, el Phy/oromi tribUlIi eh 1.2 I pridie
nonas ehr. add. RWA, quod est pridiae nonas eh,. F qui passus esllI 'lonas/eh,. M
1, l . lnposito: ijlur add. s.l. F
J. illi om. T
,. Sohrius: semper ego s. FCh 1.2
ego dei gratia s. O I el: oc 8 I degeo RWAM'~, quam lormam insoJenriorem re tinucte ma
luerim: dego cctt. , Har
'l . el divillal: scriplurae: s. oc d. B J. TCh 1.2
11. diis:
d. u/liJ AB, cfr. 9tOU; ldpot; Be 1,2 rte?
13-4. eradicahitur l1isi soli Domil1O: 11.
s. d. eradicahilur ABO I l1isi 101; Domil1o: 11. s. deo eras. F
'4. sol;; lOro BO I Domi
1/0

1. Quando Filea fu posto sul palco degli imputati, il prefetto


Culciano gH disse: Puoi insomma diventare ragionevole?. FiJea
rispose: <~Sono ragionevole e vivo secando ragione. Culciano
disse: Sacrifica agli dei . Filea rispose: lo non sacrifico. Culdano disse: Perch? . Filea rispose: Poich le sacre e divine
Scritture dicono: "Colui che sacrifica agli cid, e non al solo Signore, sara sradicato". Culciano disse: Sacrifica all'unico Signare. Filea rispose: Non sacrifico: infatti tali sacrifici Iddio

RABMOT: deo WCh 1.2

1, 11-4. Qui ",moJaI ... Domino Veto Lat. Exod. 22,20

I{ 1-4. 'O 9t.1at.~wv ... fLv'!l Exod. 22,19 9t.1at~wv 9uit; (9 . ldpOL; A) 9o:v"t'!l
At9ptu9Tamn (~OAt A) nATv xup'!l .... ~

<

ACTA PHILEAE La

20

25

1 , lB - 2, 9

sacrificia desiderat Deus. Sacrae enirn


et divinae scripturae dicunt:
<lU t quid mihi rnultitudinern sacrificiorum vestrorum?,
didt Dorninusj plenus <suro, >
holocausta arietum
et adipe <m> agnorum
et sanguine<m> hircorum
nolo; nec similam offeratis" .
Unus autem ex advocatis
dixit: De simila nune
iudicaris aut pro anima tua
agonizas?~).
2. Culdanus praeses
dixt: Qualibus ergo sacrificis
delectatur deus tuus? . Fileas
respondt: Corde mundo et
sen sibus sinceris et verborum
verorum sacrificiis deleetatur
Deus . Culdanus dixit:
Irnmola iam . Fileas respondit:
Non iromolo . Nec enim didici .

el di,;;nae om. AB
20 . mihi om. AS
21. <Hlttt> add. s.l. M, om.
R
22 . holoeat/SUI: oto MT -tum A
2) . adipe<:. m:>: adipe RW, dr. app. crit. ad
Vulgo Is. 1, 11
24. sanguine<:.m:> hircorum: sanguine h. R sanguinem arietum el h. O
h. sanguinem T
2' . nce; n. si ABO
27 . De simik diuimilia F I nune: non
O
28. iudicaris RCh 1.2, Hal: -catis WASO -cas MT, corro F
28'9. aut ..
agonizas om. AB
28. tua: t. nune T
2, J. pra~es om. AB, cfr. Bo ~,4
) . deleetatur:. -bitur ABO
4-8. Corrie ... re
rpondil om. AS
19.

ATTI DI FILEA

1,

8 - 2,

llo.lWY & OE[O, 5El"',," al ydtp


fEpcxl xcxt 8[ELCXl "'-pclq>l )....,.-ouow
" Ti flOl 1t).~[O]o[, <WY O]u[.lWY IflWY,
UyEl Xpl[O],: [rr).ip>i!~ [Elfl'
2, <.

>

,:,[l.]O[>i!(L"[<WY X"" Aywy


:]).TjOWY OU'"[WY OEO,
5.iE~"'1. KOUtAX''''Y]O~ ,:,"<C;; d1tEY'
e.o]Y ).[O]l1ty, 'A1tEXp[y",<o'
, O" O]"" , 0,,5. ydt~ <fl"'OOY .
non ti desidera . Le sacre e divine Scritture dicona: "A che cosa
mi serve una maltitudine di sacrifici da parte vastra?, dice il Signare; sono sazio: io non vaglio olocausti di arieti e l' adipe degli
agnelli e il sangue dei capranij n dovrete offrirmi fiar di farina" . Ma uno dei consiglieri osservo: Vieni farse ora giudicato
per il fiar di farina? O non si tratta forse della tua vita? .
2. TI prefetto Culciana disse: Di quali sacrifici dunque si diletta il tuo dio? . Filea rispose: Di un cuore puro e di sentimenti sinceri e dei sacrifici di paraJe vere si diletta Iddio)). Culciano
disse: Sacrifica allora . Filea rispose: Non sacrifico: non ho

20'" Ut quid .. . nolo cfr. LXX Is. l, a


25. nec Jlmi14m oHerati! Vet o Lat. Is.
1,13
28'9. prO anima tua agollhas cfr.. Eccli . 4,33
2,4. Cortk mundo Psalt. Gall. 23,4; ~O,12; Psah . Hebr. 72,1; Prov. 20,9; cfr . 1 Ep.

Tim. 1,5; 2 Ep. Tim. 2,22

Be

10-1.

Te jlOl

... tljl

Is. 1, 11

<

ACTA PHlLEAE

10

1:;

20

2:5

LA

2,

IO ' 29

A TIl DI FILEA

Culdanus dixit:
Paulus non immolavit?, Fileas respondir:
Non. Absit.
Culcianus dixit:
Moyses non irnmolav r?. Fileas
respondit: Solis Iudaeis
praeceptum fuerar sacrificare
in Hierosolyma Deo soli.
Nunc autem peccant Iudaei
in lods aliis sollemnia
sua celebrantes .
CuIdanus dixir:
Sacrifica iam . Fileas respondt: Non sacrifco.
Culcianus dixit:
<~ Animae hic curam
fadmus. Fileas respondt:
Animae et corporis.
CuIdanus dixit:
Ar corporis huius?. Fileas respondit:

Be

2,

6 - 3,

I}

KOUAX]HX'VO" au'tw EI1tE.V

rr"'JAO, oux .t~Jo~v; . 'A".xp(voc,o

Ol].
Koux~cx'Vo" ET1t]EY'
>O

Mwcri, ouJx 'Buo.v; 'A["J.xp(vno' M]6[VOJ" 'Iou3"'Olj,

'tE't<XI~lYov]' Tiv etW .

J. Iv 'I,poooA~~', I'-~", [,C;; B.C;;.


v[J~ 3. &1'-",~,ciVOuOlV 'EP[palOl
l[v dcAJA[oJ3"',,[J
Bp~o[x<"';
t",[u,,;;~ l"j;,ovn,.
:5 Koux[t<Xvo~- ~u't]6l Er~EV'
e[o~v AOl"V. q)lAM 0""x~[(v""o OU Bw.
.

,O:,

KOU[XL<XVOr;
CXU'tW El1tEV'
.

qr~[xi,
10

Ev,,,,BOl lmI'-A<lOlV

1t[OlO~E-e<x _

A1tE.Xp(vcx'to'

['Yuxi, x",l OWI'-""o,.J


~louAxl<xvot; <xu't~ T1tEV'

[To aWf.Lcx'tor; "tO'toU; 'A1tE-xp{veX'to']

appreso a farlo . Culdano disse: Ma non feee sacrifid anche <


PaoIo?. Filea rispose: No. Lungi da me . Culdano disse:
Mase non fece sacrifici?. Filea rispose: Ai sol ebrei era stato
comandara di sacrificare in Gerusalemme all'Unico Dio. Ora invece peccano gli ebre, celebrando in altri luoghi le loro festi- <
vid.. Culdano disse: Sacrifica dunque. Filea rispose: Non
sacrifico. Culciano disse: Si rratra gu dell'anima ( =: della vita)>>. Filea rispose: Dell'anima e del corpo. Culciano disse: <
Proprio di quesro corpo? . Filea rispose: PIopdo di quesro
12. Non. Abril: Non AB, cfr. O Be: 2,7, Absil T

,6'7 . sacrificare ... soH: in ihero.

solim~ (eh 1: -am eh 2) deo SI1aj(icare. Sol; e h 1.2


18. Nunc alltem: a. n. e h 1.2 [
ludaet om. ABO
23 . jOcn/tco: cabo B
2:;-6. Animae h.c. facimus: C07pariJ
h.c. gerimUJ ~
2:; . Animae: Anima R.... I hic curam: iaCl1l1rJIIJ e h 1.2
27 . Ani_
mae et carpons: C. e. a. T I el: oc B
29. Al ABO: A d ( _ Al) RWFMT An eh 1 2

Hal

I corporis: curam

e. MT

I huila: tWts

. ,

}, l. "ltPOO"OAu-ta: Be
Bo :5,12: 1totou(J.t9cr:; Pi

10.

ltotoj.lt9a:. sic disringuere: malue:rim, cfr. La 2,26 e t

ACTA PHILEAE

JO

3S

La

2, JO ' 4J

ATIl DI ALEA

Corporis huius ~).


Culcianus elixit:
Caro haee resurgit? ~~.
Fileas respondit: Ita.
Culcianus rursus dixit illi:
<{Paulus non negavit? .
Fileas respondt: Non. Absit.
Culcianus dixit :

IS

lO

Corpons ad e MT

31.2. Culcianus ... haec om. AB

<.

32. resurgit RWMT,

Hal efr aY(aTa'tou Be 3,16 -gel ABFOCh 1.2, Mu


33 . fileas: sanctus praem. B I
Ita: utique MT et14m AB
}4 . nmus (RWFMOCh 2: mtSuflI eh 1: iterum n, cfr.
8wu.pa: Be 3,18 el ClU9L~ Bo 6,5: om. AB I iUi : Ile FO om. AB
36'43 . Non. Absit
.. . non non: NtqU4qllam AB
36. Absil om. T 1 post Non. Abril lacunam staL Mu
p. 347 DI . 23 el Pi p. 17 allatis Be 3,2 1-4 ,3 et Bo 7,2-7
41. did/: -xii TCh
1
42 . Sil sermo vester RCh 1.2, cfr. Ev. Malth. 5,37: vester sit mmo MT sit ve
Jtmm W, cfr. Ep. lae. 5,12, sit vestrum illramentu111 FO
42-3. Sil

sermo ... non non Ev. Matth. S,37 (cfr. Ep. lac. 5,12)

oam <PV7Ja6t~~vo,;

'A"i,xp(v,,<o O Airw.
4. KOU]AX[''']vo, .ta", ':'<",
~v <XTJV <wv p"a,).[w]v
d,.v 'O] "<~ l[ri6> [&.toaoc,
".toaov X", ""] . 'A[",xp(v,,<]?
O aurx]'[XWPTJ<'" -/.tTv .tVV"I

Ego iuravi.
Iura et tu. Fileas respondit:
Non est nobis praeceptum iurare .
Sacra enim scriptura dicit:
"Sit sermo vester: est est,
non non l l .

)0

14 - 4 . 5

T[o]il [aw.t"<o, <o]~<?u.


Kou).x[~avo~ a't~] tl7tEV"
OH a&p~ a[-rr] a.v(a't~'ta~;
'A",xp(v,,[<o Ni"l.
KouAx~a;vo~ 3E'tEp[a] a't~ eI1tEV'
IIl,:,ciAo~ O[;] ~pvi[a],,<o;
'A7t]Explva-ro' O, ~~ rt\l~~:[o
KouAxl]avo~ alh;> tl7tE.v

TG,

40

Be },

carpo. CuIdano disse: Questa carne ha la possibilid. di risorgere? , Filea rispose: Si! . CuIdano gli disse di nuovo: Paolo
non era un rinnegato? . Filea rispose: No. Lungi da me! ~). CuIciano disse: lo ha giurato. Giura anche tU}). Filea rispose: Ci e
stato comandata di non giurare. La sacra Scrittura infa tti dice:
uNel vostro parlare SI sia 51, e no, no" .

23 . a1t]txpa:w'to Be
<1, 1. wj.lClaa~ Be

iuravil

}. Possis eliam scribere "O o:u.o~

ir~ w.too tr: (Quod ego ipse

288

ACTA PHILEA E

La

3, l ' 18
ATTI DI Fll.EA

10

15

3. Culcianus dixit: Paulus non


erat persecutor?. Fileas respondit: Non. Ahsit.
Culcianus dixit:
Paulus non erat idiota?
Nonne Syrus erat? Nonne syriace
disputabat? ). Fileas respondit: N<on>,
Ifebraeus erat et graece
disputabat et surnmam
prae omnibus sapientiam
habebat ).
Culcianus dixit:
Fortasse dicturus es, quod et Pla~
tonem praecellebat? . Fileas respondit:
Non solum Platonem, sed
etiam cunctis
prudentior erat. Etenim
sapientes suasit. Et si vis,
dicam tibi voces eius ).

Be 4, 6 - 5. 7

289

>

Tjv a] 'W"]n,[,; 'A1tE"PlV"h[o' OiL


KO]UA"[''']VO[, aE]p" "u<<!> tT",v '
II],,(;~~, O~ [ijv] ta'WTIj,;
.
ou l:[po,] ~v; ou l:ue,,,,l a,,10

)..E'tO;] 'A1tEXp(\lCX'tO O'


'E~p"to,

Tjv] ",,[1] 'Enrvca[<l


a"Aly]? ""i ~do 1tpw<l'"
d)(EV ",,] 1 1tpO~yE[V
1t"V<],.
., K[o]u~",["vo,
"u<]>. d1tEV'
..
5. ITeXv<w[,] A<YEe, 0" ""1 ITAeX'tw\lo[c; xpd]nw\I Tv; 'A1tEXplva['to'

Ou' ~[vov <~] ITA:<wvo" &do


x["l 1teXv<wv] <>v 'I'~Aoa'fw[v
, 'I'[']A[oao'l'whEPO, 1v ""l ydop
,,[,,]1 [1t.xv<",i" <1tEea[Ev]. d 8E ~[o
AlEe, a,Ocia'f aE -:[do,] 'l'wv.x[,.
3. CuIdano disse: Ma non era forse PaoIo un persecutore?.
Filea rispose: No. Lungi da me! ). CuIciano disse: Paolo non
era un ignorante? Non era un siro? Non discuteva in siriaco? .
Filea rispose: No, era un ebreo e discureva in greco e possedeva
piu di ogni altro la sapenZ3. CuIdano disse: Dirai forse che
egli superava perfino Platone? )). Filea rispose: ( Non solo Platooe, ma era anche piu saggio di tutti gli altri. Infatti, sapeva per
suadere i sapienti. E se vuo, ti diro le sue paraJe .

J,. 12 . PtlU/US.... ~ecUIOr: NonpersecutoT eral PauluJ B nonne perseculOT eral A


2.
Fzleas respontJ: A bszt T. F.. T Quz T. A 1 ~O". Absit: No" ABT, cfr. ou Be 4,6 recte?, om.
T
4'" Pau/us ... rynace: Nonne zdzota el (A: ac Bl Syrns eral ac syriace AB
Nonne: Num O I ryriace: syrice M
6. Non FOCh 1.2 , cfr. ou Be 4,10: Na~
RWMT, HaI om. AB
7. el: ac B
11. Fortasre: Forte Ch 1 I et: ms
F . I~ . Pf:1tonem: ne 0'1." corro M_
1' . eliam: el A
16. pnuknfior : philo.
sophl5 sapsentlor AS , ch. 1ta'ol"t"~v "tw~ ftAOa6fWv fLAOaofw.tpol: Be ',4.' et Bo
10,1.'.7, recte?
16-8. Etemm ... ems om. AS
17. sapientes: tibus O Ch 1.2 I
suaStt: persut1Szt Ch 1.2
18. voces: sennones T

J.

S.

tAtvrcr"t[~
l .

Be

Xpl"t]'"t"OV Be

IZ . 1tpw'u[a Be
6 . t1ttOV Be

4, 6. OtwxnC; cfr. 1 Ep. Tim. 1,13; Act. Ap. 9, 1.20


8 lhwnv; cfr Act Ap
4,13 (de Petro el Ioanne)
U . ' Eppatol: cfr. 2 Ep Coro 11 ,22; Ep. Phi!.
3,5
,Il ' l~ 'EAATj'olLati lhtAirt"to cfr. Act. Ap. 9,29; 21,37-9
,,6. n:aV"t!X1: tn:ttOEV cfr. Act. Ap. 17,183 4

<
<

<

ACTA PHILEAE

20

15

30

35

La

3.

I9 -

A'ITI DI FILEA

36

Culcianus dixit:
<~Iam sacrifica. Fileas responrut:
<~ Non sacrifico .
Culcianus dixit:
Conscientia est?}). Fileas
responrut: Ita .
Culcianus dixit:
Quomodo ergo quae ad
filias tuos et coniugem
conscientia est
non custodis? . Fileas respondit:
Quoniam quae ad Deum est
conscientia eminentior esto Didt enim sacra et divina scriptura:
"Diliges Dominum Deum tuum, qui
te fecit" .
Culcianus dxit: Quem deum? )>.
Fileas extendit manus suas

Be

5, 8 -

6, :z

Ko[uAxlavo~

au'ti:> Et1t]E.v
8uaov Aomv. ' A7tE.xpt]va't~
'0 00 Sw.]
K01J)..xlavo~ au'ti) E.11t]E.v
~uv.(3ra(d l[CTtLV]; <I> lA[""
cx,tE.xplvaho Na.
Ko[u]h[,i~v[o ~O'<ii .[t]".v
~v; 6.[leX] b -cTv ';pb, ,[iv
Yuvatxa xatt] --ca ~.X~~ ~[o~
x",t ,ou, &3[.]A'I'0U[,] au~['3r~lV ou <p[uA<x]a[aOlk; 'A".x[p(v",~o "O" -I ,,[po,] ~ov 'st~]o[v
20 ~]vE.3Y)att; f..I.d[Cwv E;-C(~' Al
iOli ieXP -I S.. '" [ip"'<pir
'Ar[",]1tiou, ~[ov S.ov ,ov "Ol'
ia[a]vt<x a<
6. <]01Jixl[a]~o~ atJ--ci) d1tEV 'f~~~ 9E.v;
<I>lA[",,] eXv",,,,v"" '''' [X"p",,] ",[O,o]

" rrw,

Cu1ciano disse: E ora che tu sacrifichb>. Filea rispose: Non sacrifico. CuIdano disse: E questione di responsabilita?, Filea
rispose: Si~). Culdano disse: (Dunque come mai non guardi la
responsabilita che hai verso i tuc figli e tua moglie? }). Filea ri
spose: Poich la responsabilira verso Iddio e piu elevata. Infatti
la sacra e divina Scrittura dice: .. Amerai il Signare Dio tuo che ti
ha creato". Culciano disse: Quale dio?)}, Filea stese le braccia

20. Fileas: qui AS I mpondit: Jixit T


1I. sacrifico: cabo eh 1, liueris ,ca- (sic!) po.
stea expuoctis
23-'. COnJcientia .. . dixiJ am.
23 . nt: tibi e. AB
17 .
el: ac B I coniugem: 'g~ O I post coniugem Pi p. 48 aliqua in La praetermissa suspicatur
cfr. xcd 'tour; &OtAcpOr; Be 5,17{ Bo 11,9
30. Deum: Dominum T
30-l. es;
comcienlia: c. e. eh 1.2
}2. sacra el divina scripttlra: J. scrip/ura et d. W S. scrip/ura
M d. scriptura AB, cfr. ~ 8da yplXcpTJ Be 5,21/ Bo 11,13, scriptura T
36. ex/endit:
-MnS A, cfr. avcndva:~ Be 6,2 et ado. crit. iofra ad 37 I suas am. AB

20. .tt~WV Be

16. YUVtXIX Be
6,

2 . aVIX-rl\l(l~

22 .

aya1ti)O"tt; Be

Be

19-20. " Q'tl .. lat(v cfr. Act. Ap. 4,19; 5,29


22. 'Aram;atlr; -rov 8tO\l cfr.
Deut . 6,5 a:ra:rrfO"tt!; xptOv tClV atV (JQIJ (similiter Ev. Matth. 22 , .n~ Ev. Mare.
12,30; Ev. Luc. 10,27)
22-3 . 'tOY nmfaa.v-r.x at Eccli. 7,30 ay:1trO"ov "tOV1tOl"]aIX\rt: Ot, cfr. Ps. 94,6

ACTA PHJLEAE

La

3. 37 4. T2

ad caelum <et> dixit:


Deum, qu fecit cae
lurn et terrarn, mare
40 et omnia, quae in eis sunt, crea
torero et factorern, dominurn omnium invisibilem, sine
<se>ductione et inenarrabile<m>
qu solus est et permanet
45 in saecula saeculorum, amen.
4. Advocati Fileam in plurimis
loquentem prohibebant
dicentes ei: Cur resistis praesidi? . Fileas respondit:
5 Ad quod interrogat me, respondeo
ei ~).
Culcianus dixit:
1am sacrifica. Fileas respond:
Non sacrifico. Animae meae
10 parco. Quoniam non solum
Christiani parcunt arumae suae,
verum etiam et gentiles,

37 eJ dixi/: dixil RWAM, cfr. tlntv Be 6,3, tecle?


39. el om. B, cfr. Ps. 145 ,6 I
11tIJ~ om. T
. 40'}, c~'orem ... illel/Qrrabilem om. AB
41. el add. s. lo
F
. 4.1.-': .domll/tlm ommum (o. d. eh 1.2) invisibile",: o. visibi/imn el il/visibi/ium T
~um mvmb,/mm o. M . ~l -.3. sil/e reductiolle WFO, e gr. .i"t"ptr...tOV Bo 12,5 mate
lntel1ecto ($ apud Ha\) : sme mductiolle RM, om. TCh 1.2
43. il/enarrabilem: .Ie
RW
44 . ese el om. T
45. amen expunx. F
4, l. Advocati: advocati au/em AB
2. toquen/em: loquentem pmidi T
J dicentes ei: dicentes AB, c~~ . Aiyovnt; Be 6,11
5. Ad om. AB, cfr.' Be
6,13
5-9: Ad .... sacnf,~o om. eh 1.2
6. ei: illi o
8. Fileas: Qui
A
9 A1IImae: antmae emm ABT
10. Quoniam: qllantam auJem FO
12 .
VfflJm: sed T I el om. ABTCh 1.2

ATTl DI FILEA

~l~

Be 6, J -

[7

293

"tev] oupcxvev ~r1t~[v'

Tov a<ovi ,ov "Ol'a~[v,,, ,ovl oUP'"


, vov x"tl 'tiv Tiv [x"t "" a"Mlaa",
xcxl 1t(v"t]~ "t0: 'l~ [cxlJ-toT;, 'te]v x~(a
't1jv, ,ov 31ri~LO[uPYv, ,olv o.. .
cmnv,]
<.
>

<or 8lXOArOl 1.1tL tAcTov ACXAOV"tCX>


10

"tev Cl>~Ai]cxv "t0 [Tr~!iVl lx-

wAuov Alyov,[<k T( &v[a("",,


a,,' '''' ilY<fL6[v';1 <I>,~, [d"l<v'
'E1t<lpw,~ [fL<l x"t &1toxp(v[oll:''''
15

cxU"tii>].
KOUAXlCXV]O;

cxu"t[~ ~]T1t~V

ElGaov Ao",6vl. " A,,<xp([v",lo'


ou awl
<.
>

verso il cielo e disse: 1ddio che creo il cielo e la terra, il mare e


tutte le cose che sano in essi, il Creatore e Fattore, il Signore invisibile di tutte le cose, immobile, inenarrabile, che solo e e rimane nei secoli dei secoli, amen~).
4. Gli avvocati cercavano di fermare Filea che si dilungava a
parlare, dicendogli: Perch resisti al prefetto?. Filea rispose:
Su quanco mi interroga, io gli rispondo. Culciano disse: Sacrifica, insomma . Filea rispose: Non sacrifico. lo risparmio la
ma anima. Poich non solo i cristiani risparmiano la loro anima,
post 17 lacunam 4 versuum stat. Pi, p. 52 (per errorem, ut mihi rescripsit), cfr.
275 nt. 1
6,4.6.

Tov atOV

oo.

SU pnl

p.

"t"a: lv ati"t"otc; Ps. 14 5,5-6, cfr. Exod. 20,11; Act. Ap. 4,24; 17,24

AITl DI FILEA

294

ACfA PHlLEAE

La

Be 7, l ' 1)

295

4 . 1) - JO

7. ~xo.m ["lV] :EwxpcXnr ~v(x",

15

20

25

accipe exemplum Socratis: cum


ad mortem dueeretuI, adstante
ei coniuge et
filiis non est reversus, sed
promptissime c<amuro> suscepit .
CuIdanus dixit :
Deus erar Christus?, Fileas respondt:
Ita.
Culdanus dixit: Quomado
persuasus es de <e>o,
quod deus esset?, Respondit
Fileas: Caeeas fecit videre
surdos audire; leprosos
'
curavt, mortuos suscitavit,

~1tl 8~[C('tov l1]r~'tO, 1tC(P~<TtwcrrC;;

",[,,,, 't1i~] T[u]v",,,,"~ x",i ,,;'v


,[<xv]w[v, Ox] &[1t]<""'pcX~~, "n"
t,[o(.Ljw[~ ,,, XlV<hov i8<X<['0 ..
KOUA[x"UXV"~ "',,,, <ij1t<~ : ' Hv
X[pl;"'''~ e<6,; A1t<xp(~;",o . .
N[IXl.
~[OUAX~c(VOC;; ClU't~ e.L1tEV'

<.

>

l-acx't[o, ",e.XpOl U1t cxu'tou cx",e.O"'tcxv'0, ,oo[~ "AcXAOU~ AIXACLv .owx<v


x",i [~on,,~ v6aou~ ie<pcX1t<uo<v

mutos laqu donavit

JO

et inEirmitates multas sanavit.


Profluvium habens mulier terigit fimbriam
vestimenti eius et sanata esto

lJ.
corc
1 ) '4 - Sacm/a:
cum .., ducm lur ; in sententia 1 . Socratil:
d . .d dSacrate; OT,
.M
tma IV! en a exemplar
secutus
sum cfr. Be 7,14

T
. S graecum
dI
"
15 el.: 51b t T I el' cum

O I~ contum apu Ha, cfr. "[o X{o)vetOV Be 7,5: camus RWMT eamum
12
. u eanus mortem F morlem AB
18-2-'1 . Cu/cianus ... I"ci/om AB
.
plographiam
u . {JefS/UlSUS es: sum
Ch 1.2 I de eo' d R'W ' pcr haF
2) m et RFMOCh 1 2
I W
. eo
, expunx.
RFMCh
F. r. WOT
. 2' cor\ s" d ' . : e1I
, "M' TTWK
2)--'1 .. Respolldit Fikas
1
4
VI ere. v. .
26. euravll: mundovit TCh
. 1._ 27 Mmutos (multos F""l loqUl donavit: mutis loqueJam restituit Ch 1 2
8
mu<:"s: %~~s ac
29 -)0. ProlluviunJ .. . sanata esl: haec yerba nec in Be ~ec in Bo ~ .
pcrlU ntur; quoquo modo exemplari latino addita suspicantur e t Ma
36
P' e56
29. Prof/uvium: I/uxum (7: prof/uxum Ch l.2) 54nguini TCt 1 2 e} lEPo
Matlh. 9,20
s
. , e r. V.

Ch

~t

easum

1.2:

A<1tpood

,o

e:'

roa persino i pagani; eccoti l'esempio di Socrate: quando stava


per essere condotto a morte, pUf standogli vicino la moglie e i figli, non torno sui suoi passi, ma fu prontissimo a prendere la cicuta. Cu1ciano disse: Cristo era Dio?. Filea rispose: Sh.
Culciano disse: Come mai ti sei persuaso che Cristo era un
dio?. Rispose Filea: Fece vedere i ciechi, udire i sordi, guarl i
lebbrosi, risuscito i mord, dono la facoIta di parlare ai muti e risano moIte infermita. Una donna, che soffriva di emorragia,
tocco il lembo del suo ves tito e fu guarita. Opero molti altri segni

7, ).

yuVtXO~

Be

1 0- 2 . At1tpOU~ . o.Vtcn:IX\l""tO cfr. Ev. Matth. 11 ,5; Ev. Luc. 7,22


12 . -rou~
&:AO\); ACCAtlV r8WXtV cfr. Ev. Marc. 7,37
1). XIXt ... 19tpci1tt1JO"tv cfr. Ev.

7.
4, 24-6 Caeeos
Ev. Marc . 7.37
9,20

suscitavi! cfr. Ev. Matth. 11,5; Ev. Luc. 7,22


27. mulos /oqui
29-JO. Prof/uvium .. . sanata esl cfr. Ev . Marc. 5,2,-}4; Ev. Matth.

Matth. 4,23; PS. 102,3

<

ACTA PHILEAE

La

4,

J! -

Et alia multa signa et prodigia fecit .

Culcianus dixit :

35

40

ATTI DI FILEA

44

Est deus crucifixus?. Fileas respondit:


Propter nosrram salutem crucifixus est;
<et> [crucifixus] quidem sciebat <quod >
crucifigendus erat
et contumelias passurus, et dedit
semetipsum omnia pat propter
nos. E tenim sacrae
scripturae praedixerant, quas
Iudaei putant se renere,
sed non renent . Qui vu1t
ergo venia t, et aspiciet si
non ita se haec habent.

Be

7,!4 -

8,

' 97

xa[, IX),),a "0),).& cr1JfLia E"o(Ta.v.


Kou[Axlavoc; au't~ t!1tE.v
'E[;"'a"pwOT O.,; 'A".xp(v.
a[,o "Ev.x.v -rij, aW<Tp(a,
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15

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]"a,
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e prodigi ). Culciano disse: Un dio fu crocifisso? . Filea rispose:


SI, fu crocifisso per la nostra salvezza; e pur sapeva che doveva
essere crocuisso e patire contumelie e nondimeno of&l s stesso
per soffrire tutte le pene per noi. Infatti le sacre Scritture avevano predetto queste cose: gli ebrei ritengono di osservare queste
scritture, ma non e vero. Percio, colui che vuole, venga pure e
vedra se le cose non stanno cos1 ).

JJ . respondit: dixil Ch 1
34. crucifixus es/: e. c. FOeh 1.2
3.5 . el quidem
TCh 1.2, H al: equidem FO crucifixus qui<m RW qttiMm M, om. AB I sciehat: s. mim
AB, om. eh 1.2 I qtlod ABFCh 1.2: quia OT, add. s.1. M, om. RW
)7. ptWllrm:
-ras Roe I el:: oc B el quod Ch 1.2
J8. semetiprum: remetipsum hoec AB I pati om.
Ch 1
J9. nos: nos sciebat e h 1.2
41. putant se: s. p. WA
42'4. Qui ...
4J. ospiet RWMOC": -at OTCh 1.2, corro FM, -olur Fot
43-4.
haben/om. AB
Ji ... habnt/: si ita se non habel T

4)-4. si non .. habcnl cfr. ACL A p. 7,1

8. Quod attinet ad dispositionem huius columnae, videas adnotationem in calce p. 275


adscripta m
r8. ijOtt cfr. Ev. ,lo. 18,4 do~ t:..,;Cl .0:
14. xa! ... lnoTt0w cfr. Ev. lo. 20,30
,88. , . a-tClUPW9iOt'UI XClI U~pl~t'UI
lpx.t.tva. in' uu.\I; cfr. bid. 13,1
dr. Ev . Mauh. 20, 19
8, I-J . xat lOwXLv .. . 01' ~ ....at; dr. Ep. Tit. 2, 14; Ep. Gal. 1,4; 1 Ep. Tim .
2,6

3-4 .

XCl t

r o:p ... lrouaw cfr. Ev. Luc. 24 ,257

<

XXIV

A.A.R. BASTIAENSEN

Cristo che era riservata ai passi della Bibbia, d'ora in poi inseparahili dalla liturgia eucariscica.

6. JI martire come eroe della Chiesa


N l'imitazione della glorificazione pagana delle vittime eroiche
della tirannia, n la venerazione giudaica dei profer martirizzati
sano all'origine del desiderio cristiano di scrivere gli acta dei
propri martirio N si teatta d'una esigenza cristiana interna, di
un obbligo di descrivere il martirio dovuto a una identificazione
con Cristo, ,sia ch,e si considerasse i1 martire quale testimone ispirato della nvelazlOne neotestamentaria, sia che gli si assegnasse
un posto Del sacrificio eucarstico, cioe nella preconizzazione
della marte e della resurrezione del Signare. Ma allora, se n gli
esempi esterni n un qualche obbligo direttamente proveniente
dalla dourina o dalla vira cristiane hanno spjnto i cristiani a scri.
vere gli atti dei loro martiri, perch mai essi si sano decisi, casI
spesso e in tam luoghl, a mettere per iscritto questi resoconti?
Ch.e ,cosa li ~pingeva? La risposta e probabilmente semplice. Gli
attl In questlone sooo un prodorto spontaneo dell' ambiente cri.
stiano e delle circostanze specifiche. La formula e certamente
banale, ma sembra possibile foroire qualche prava.
Fondamento dell'attitudine dei cristiani in materia e la loro
convinzione della grandezza e della dignita del martirio. TI privi.
legio della confessio circonda il marrire d'un'aureola parricolare.
Dio l'ha eletto per essere suo testimone: egli e un privilegiata,
og~etto di venerazione per i suoi parenti, la sua famiglia, la
Chlesa. Quando Perpetua e in prigione, suo fratello viene a farJe
visita: non e piu con il semplice appellativo di soror, roa con
quello di domina soror ch'egli le rivolge la paroIa, la dove domina
esprime l suo rispetto dioaozi aquesta sorella chiamata alla testimonianzaj e aggiunge che ella e in magna dignatione in stato
di gr~nde dignita, SI da poter domandare a Dio gra~ie speciali
(Passto Perpetuae 3, 1). Mezzo secolo piu tardi le lettere di Ci.
pri~no ai conf~ssori d~tenuti nelle prigioni o oelle miniere, spes.
so 10 artesa di eseCUZlone, sono lettere di felicitazioni che non
cessano di decantare I'onore del quale Dio li ha gratific~ti. Cita~o ad. esempio .qualch.e riga d 'una lettera, da lui inviata a preti,
dlacom ed altn fedeli che si trovano nelle miniere. La prima
locuzione e gloria vestra, la gloria che avete acquisita e la lettera continua: Ho il cuore colmo di gioia per i1 vostro' coraggio

lNTRODUZIONE

XXV

e la vostra gloria [. .. ]; vengo a sapere di voi tante e tanto gloriose


imprese, delle quali Dio s'e degnato di onorarvi [.. .]; il Signore
v'ha innalzati a11' apice della gloria [... ]j le miniere che di norma
forniscono oro e argento hanno mutato natura e sano divenute
ricettacali della vostra passione [... ], e cos1 via; il tuno coronato, per casI dire, dal versetto dei Salmi che sempre ricorre a
proposito della morre dei maniri: la morte dei giusti e preziosa
dinanzi a Dio (Ps. 115, 15, secando la piu antica traduzione lati
na; Cipriano, Epistulae 76, 1, 1 sgg.). E a proposito dello stesso
Cipriano. il suo biografo Ponzio ci da prava d'estatica arnmira
zione riguardo ai motivi di trionfo che il martirio del SUO) vescovo ha prodotti: le somiglianze tra la passione di Cipriano e
quella del Signore (ved. sopra) e, nella stessa vena, il fatto che il
popolo di Cartagine durante l'ultima noUe del vescovo vegli nella strada davant alla casa ov'e detenuto, alla maniera della vigilia pasquale annuale, durante la quale la Chiesa celebra la morte
e la resurrezione del Signore (16, 5)j infine, lo speciale favore
per cui Cipriano risultava il primo vescovo di Canagine che fosse anche martre (19, 2). Per quanto ricercate, idee e formule
sano nondimeno indicative d'una mentalita che scorge nel martirio il piu alto dei privilegi. Ponzio, qu, e interprete delle idee
della Chiesa di Cartagine e delle altre comunita cristiane.
Cos1 stando le cose, si comprende come, una volta compiutosi
il martirio, la Chiesa locale si raccolga sul luogo d' esecuzione o
di sepoltura del testimone di Cristo: ogni anno essa vi si riunisce
per celebrare l'anniversario della sua passione. La comunita cristiana fa propria la costumanza pagana in onore dei mort, pur
cambiandola in maniera notevole. Mentre le famiglie pagane si
radunavano il gioroo della nascita terrena del defunto, la Chiesa
si riuniva il giorno della sua nascita alla gloria, vera e proprio
natale del cristiano, suo giorno di festa, giorno di {esta ugual.
mente per la comunita l . Ecco l'ambiente, il contesto, l'atmosfera entro cui sano nati gli acta martyrum. Nulla di pu naturale,
per la Chiesa, che voler possedere per iscritto la storia della con
lessio dei suoi erol. Un tale referto di resa testimonianza non solo
era ricordo del trionfo riportato, ma egualmente materia d 'istcuzione e d'incoraggiamento per gli altri membri della comunita,
chiamati anch'essi, magari, a rendere testimonianza. Per gli ahi

Cfr. P. Jounel, Le culte des

saints ~

.... p. 767 .

ACTA PH ll.EAE

10

r5

20

lA

ATTI DI FILEA

5. I - 20

5. Culcianus dixit: Memento)


quod te ho <no>raverim. In dvtatern enim tuam potuissem te
inuriarij volens autem te
honorare non fed, Fileas
respondt: (~Gratias tibi ago et
hanc mihi perfectam
gratiam praesta .
Culcianus dixit:
Quid desideras? . Fileas respondit:
Temeritate tua utere)
fac quod tibi iussum est .
Culdanus dixit: Sic sine
causa mori vis?.
Fileas respondit: Non sine causa)
sed pro Deo et pro veritate_
Culdanus dixit:
Paulus deus erar? . Fileas respondit :
Noo.
Culdanus dixit:

Be 8, 8 - 9, 6

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Xcipw
I

"tau't1\v n'}v
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ly"'l xoc[t

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[ElkpYEO"((XV xcXplaClL.]
[Koux'OCVO~ oc,h<i>l <[["l<v'
T( 8<laOC'; ,A,,<lxp(v[oc,O

>

9. 'A1tEXplvcno' OUX 1tAW~t


tiiA<x 1tEP tiA1l9ElCl~ X<Xl OEO.
KOlJAXlClVOC; ClO't4J d1tE~'
ri~i;),o~ e<o~' 1jv; ,A,,<xp(voc,o'
O.
KOUA~~a.VO~ ClO-rif EL1tEV'

" 2. ~~n.o,?v~,!, : horavmm R


. 2-4. In civitatem ... iniuriari: cilJitatem tuam potuissem .tibi UltUf"Um O
2 -}. b, ctVll4tem ... tuam RWF'C: in civitate .. . lua ABFMTCh
1.2
}. enim om. F J potuimm le: l. p. BT cum p. F
4. iniuriari RWFM -re
ABTf'"< inhonorare ~h .1.2 .
4-5. volens autem te honorare: sed AB
4. all~m:
anu T
5 fect: JlStub eh 1.2
7. pt'rfectllm om. W
10. Fileas : Qui '
AB
Il . utere: uUn! AB
12. iussum: visllm
13-7. Sic .. dixit om.

5. Culdano dsse: <~Ricordat che io ha avuto riguardo per te.


Infatti, avrei potuta recarti oltraggio nella tua citdl, ma volendoti
onorare non lo fed. Filea rispose: Te ne ringrazio. E tu fammi
questo sommo fa vore. Culciano disse: Che cosa desideri? . Filea rispose : Fa' uso della tua severita: fa' do che ti e stato comandato. Culciano disse: Vuoi morire cosi, senza ragione? .
Filea rispose: Non senza ragione, ma per Iddio e per la veridl.
Culciano disse: Paolo forse era un dio?. Filea rispose: No.

MT
14. mori vis: v. m. B moriens eh 1.2
16. pro veritllle: vmtale AB cfr.
Be 9,2, recte?
17-.26. Culcianus ... faciebal; quae nostee textus hic de Paulo' apostolo exhibct, Ma p. 40 transponere (cfr. supra La 3,1.8), Delehaye (1922) p. 306 ddeee
malebat: cum et Be 9,}.11 et La fere eadem eodem praebeant loco nihil mutandum esse
n?nc ~pparet ICu!cianus ... faciebal om. AB, per haplographiam, u~ videtur
w. diXII: alt

299

9-10. --d\I "ttAtCl\l ". e.ut.pyt.O"Clv cfr. Ep. Phi!. 1,21

"to

oX1to8IX\lt.t\l xpao~

30

ACTA PHILEAE

La

5, 2 r - 40

ATIl DI Fn.EA

Quis ergo erat?~>. Fileas respondit:


H orno similis nobis,
sed spiritus divinus
erar in ee; et in spiritu
25 virtutes, signa
et prodigia faciebat.
Culdanus dixit:
Beneficum te dono fratd tuo .
Fileas responrut: Et
JO tu gratiam hane
perfectam mil praesta : ute<re>
temeritate tua
et quod iussum tib est,
fae .
), Culdanus dixit:
Si scirem te indigere et si<c>
in hane amentiam venisse,
non tibi par
cerem. Sed quia substantiam
40 multam habes ita ut non

ll .

Quif: Quid MT

l.J.

div;rtul: Jillinitati5 eh 1.2

2'_ virtutes: virtutis P' veritas eh 1.2 I signa: el s. FT

Be

9, 7 ' J O,

31

'Ande [,](, ijv; 'A1ttxp(v,Ho' Av


9pw1tO, .xv9pw1to, 5.
ou[
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KOOAx[~a\lO~ \Xu"t~

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ET1tEV'

B~V[~~(XlOV ,,; <i5tA~ci oou


)(<xp([CO.t<Xl. 'A1ttXp(v<x,o' K<xt
-riv EUEP1EO"lav
"tE).,[Eot;\l E~ot XPlO"\Xl, T
&1to["tO~(~ croo xpiiO"a~
xal 1:[0 XEAwcr9\l O"m
1tAi[pWOOV.
20 Koox[t\X\lO~ CXU"t~ E.l1tEV
El 3[El'oI O"E xpElCX\l EXO\l"tO:
E~[9tiv e.l~ 'tCX"tTjV 1:1v a\lm10. 0:'.1 Wt; &<'.1> ~VCX 1:01:WV, oux 1}VE~
XWrV croo' E1tEt3i 1tEplOOO"lO:\I
oux O).,("'(1jv EXEt;, wO"n ou fi-

l'

24_

spiritu: piritu ipso

26. el prodija om.


JO-1. yatiam honc per-

ero [~CX"tTj\l

CuIdano disse: Ma alIora, chi era?. Filea rispose: Un uomo


simile a noi, ma in lu v'era spirito divino; e in forza di questo
spirito operava miracoli, segni e prodigi. CuIdana disse: Ti dono come favare a tuo fratello . Filea rispose: E tu fammi questo
sommo favore: fa' uso della tua severita e fa' cio che ti e stato comandato. CuIdano disse: Se sapessi che tu sei indigente e che
per questa ragione sei pervenuto a tale pazzia, alIora io non ti risparmierei. Ma dato che hai molte sostanze, tanto che puoi nutr-

T
28. Bfflt1icium: .qm F -o O I/ratri lIJO; mms tui O
lectam: h. p. g. eh 1
} L utere ABMT: ul el RWFOMoc el eh 1.2
p. temeritate tua: -tem -am FO
33. el om. Ch 1.2 I iussum tibi tS/: t. iussum (TCh 2: virum
Ch 1) e. TCh 1.2 iussum e.t. AB
34. fac: lacias FO
36. el; ac B I sic: si
RWMT, om. A
]7. venisse: es T, corro M
40. i: el i. eh 1

9,

:S, 23'4 spirilus


in ro cfr. 1 Ep. Coro 7,40; Exod . 31,3; 35, 31 ; Ev. Luc.
2,25
246. in rpirilu ... faciebot cfr. Ep. Rom. lS,19

9,7.8. " Av6pw1to; .. &v6pw1to; SE. cfr. Act. Ap. 14,14 (de Barnaba et Paulo)

1'. oOtTVtxofLTjv
Be
Be

10, 1 '2.

3. ouX Be

T.ttt; o.toto1tCl6tt; l o.ttv V.tLV &v6pw1tot, cfr. Ep. lac. 5, 17

XCtl

<

32

45

ACTA PHILEAE

LA

5, 4I -

6, 8

te solum, sed prape cunctam provinciam


alere possis, ideoque
parco tibi et suadeo te immolare.
Fileas respondit: Non iromaIo.
Memetipsi in hac parco,
Advocati ad praesidem dixerunt:
1am immolavit in frontsterio), Fileas dixit: Non immolavi
certe, si vete sacrificare dicas).
6. Culcianus dixit: Misera
uxor tua tibi intendit .
Fileas respondit: Omnium
spirituum nostrorum
Salvarar est Dominus
Iesus Christus,

ATTI DI FlLEA

te so/um s 1 BMT, cfr !!vo\' O't Be 10,3-4, recte? I prope: pene ~~ 1.2 el
42
Ideoq/le RWAFM'~ : ideo BMOTCh . 1: 2
43. parco tlb/: 1, . P:
44 . ;mmo lo: ymm%ns T
45; Afemellpsl :'. parco Qm. A~ I Memellpu
RWP": mihimetips; FMOT ego mihimetipsI eh 1.2 I In ha' parco: p. 1" ~. Ch 1 p"

41

47. in frontis/erio: in frontiJ misterio Ch 1.2, om. O


48 . dlXIl: respondlt
1.2, cfr. ' Al'ttxp(va;.o Be 10,11
49. si vere sacrificare dieas om. OCh 1.2 I
F
interldit: i. l. Ch 1
3 5 Ommum spmtutlm nostrornm Salvator Salva lo' o
n~sl",um AS
4. spiriJUum: spinJUalmm T
5 es/om AST I Dommus dommus
noster O
7.8. eui ... ipu om. AB
7. vinetus add. s.l. W I vine/us urvio:
s. v. O

MT
AMTCh
dieas: al
6 1 tibi

6, 7. ~o vine/us Ep. Eph. 3,1; 4,1; cfr. Ep. Col. 4,3

10, 4' 17

33

\/0\1 aE &).,).,& xal l[mx]eXElO\I 0).,1\\1


, 9p~CXl ouvllEYO~, o,," ,o,o
cpE~a.LE\/Ot; aau'to 9ja~\/.

10

'A"Explycx-:[ol' O" 9w, t!:'CXU'


,ol I.y [,oh", xiooIlCXl.
Q[ 'o,~~AYO,' ~po,l -:oy '[-rlE[lll~cx d"cxy'
"E9uatv E.V 'te> crTjXpl'tql. 'A1t]EXp~cx,ol
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cui ego vinetus servia.
Potens est ipse

Be

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l. .
l .. w

re non solo te stesso ma anche quasi tutto il distretto, percio ti risparmio e ti persuado a sacrificare. Filea rispose: Non sacrifico. In cio io risparmio me stessQ. Gli avvacati dicevano al prefetto : Ha gia sacrificato nell'uffido privato. Filea rispose:
Certamente non ha sacrificato, se in verita per sacrificare si intende questo .
6. CuIdano disse: Tua moglie) poveretta) ti sta guardando.
Filea rispose: Di tutte le nostre anime il Signare Gesu Cristo e
il Salvatore: Lui io servo, in catene. Lui, che ha chiamata me

4 . O'o: t Se 1 t[l't(l1pXlOV Be
(?), cfr. La 6,7 SeTVio

,. 9p"', Ik

6. iplO'ClI.u.voC; Be

ACTA PHILEAE

34

La

6, 9 - 7.

qUl me vocavit in hereditatem


10

I 'j

20

ATIl DI FrLEA

gloriae suae, et hane vocare.


Advocati ad praesidem dixerunt:
Fileas dilationem pett.
Culcianus dixit ad Fileam: Do tibi
dilationern, ut cagites recum. Fileas respondit:
Saepe cogitavi et hoc elegi_
Advocati et officium
una cum curat<a>re et cum omnibus propinquis eus pedes
ipsius conplectebantur, regantes eum ut respectum haberet
uxoris et curarn susciperet liherorum. lIle, velut si saxo immobili
unda adlideretur, garrientium dicta respuere, deum in oculis
[habere,
patentes et propinquos apostolos et martyres ducere.
7. Aderat tune vir quidam agens turmam militum
[Romanorum,
10. Utle om. O I el: potesl el A potest ac B
13 . Culciomlf .. tibi: do tibi ait CulcionUf AS I od Fileam : Phyka O 1 post ad Fikam avulso folio des. M
14. eogjles: -01
W
~/ : oc B
16. el: otllem ~I A aulem oc B
17. eum Cllralore el, dr.
Be 11 ,9 el Do 16 ,16-7: om. AB I ClIfoIOTe: Itlrae (R, Iure W) RW Iura
O?<
17-11. et etml omnibm ... ducere: haec nec in Be nec in Bo inveniunlur: j3m

r,.

plurimi interpolalionem ex Rufini H in. Ecel. VIII 9,8 hauslam suspiclll i sunl , :dii aliam
ob eausam, ul 5imonctti (1955) p. 128 el passim, Ma p. 15 at . 1, KiJpalrick (1965) p.
219, Mu p. 350, Lan pp. 2}56, Pi pp. 25 el 70, 53 p. 214; consulas praefadonem pp.
256-61 el eonferas adnot. erit. ad 7, 1-10; 9,1 et 9-11
17. eius: itl/us T
18.
ipsius: illius Ch 2 eius T. om. eh 1 I conp/eclebanlur. i!lius add. eh t ompleeubomur T I
eUf!1 om. T
19. lile: sed i. A i. vera O, cfr. Rufjn. Ll.
19-11. si saxo ... duecre : mmobile saxflm deum ante oC/tlos habens parentllm et (A: ae B) amieonlw dicta penitlls
respuit AB
19 . laxo immobili: mllfe O
20. rerpuere: respuebat T, o'limo ad
ec/um lendere add. s.l. F, cfr. Rufin. lJ. I deum: dominum O
2 t. apost%s: salletos
pracm. s.1. F, cfr. Rufin . 1.1. I apostolos el martyres: m. e. a. pe, cfr . Rufin. 1.1. I dueere:
di/igere se diccbal opertere e h 1.2

Be

1I, 1 9

35

11. ~ .t< X<XAoa<x, <1, TIv XA~pOVO.tl<xV


~[;], .t~y~Ao1t~<[1td]<x, <x,oij.
Q[ 5['X]OA[}yO' 1tpO, 'OV Ty<.tv<x <I1t<XV'
Cl>l)..i~c; ~l]qJl\1 cdni'tcr:~.
, KO\~[)..Xlcr:VOC; ~,h]~ tI1tEv' ~WCJW CJOl

axo[q,<xa8<x" 'A1t]<XPlV<X'O' 'Eax,q,:


.t[~V 1toH:x", X]<X! ,oij,o dA.t~V.
Q[ 5<[xoAYO' X<X! .~ ,&,,] &1t[0]
.t~ ["!> Aoy,a-q
..

1:'''''

(.

>

nell' eredita della sua gloria, puo chiamare anche costeh>. Gli avvocati dissero al prefetto: Filea chiede una dilazione . CuIdano
disse a Filea: lo ti concedo una dilazione, perch tu possa riHettere . Filea rispose: Non una sola volta ha pensato, e questa e
la roia dedsione . GH avvoeati e il tribunale insieme al euratore e
a tucd i parenti di Filea gli abbracdavano i piedi, pregandoIo di
aver riguardo per la moglie e occuparsi dei figli. Egli stava immobile come una recda sbattuta dalle ande, disprezzava i consigli
dei chiaccrueroni, aveva sol tanto Iddio dinanzi agli occhi e considerava come suoi parenti e affini soltanto gli apostoli e i martiri.
7. Era presente allora un llamo che aveva il comando di una
squadra di soldati romani, chiarnato Filoromo. Questi avendo ve-

7, 1' 10. Quae hic narlamur de Philoromo, ncc in Be nec in Bo inveniunlur: totum hoc:
caput nonnisi adaptatio quacdam eSI veroorum Rufini, His\. EccL VIII 9,8, qui sua vice
mentionem quandam Euscb de Philoromo in suum vertens usum libere cum mart)'rio
Phileae eoniunxerir (vide pntefationem, pp. 256-61)
l . tune vir quidam age/t tUY
mam mi/itum R, mano SC{;., s. 1. addens vir quidam ogens turmam mili: tune lum R tune
tribumlS Ch 1.2 tribuntd tum WT tune quidern F tUlle ibi UntlS AB Romonflf qllidam O I
Romanorum om. O
n, 4. at'tt'tou Be

17-11 . propinquis ... martyres ducere Rufin. His\. Eccl. VIII 9,8
19-10. ve/m ...
odJ;derelllr cfr. Verg. Aen. VII 58690
21. parentes el propinquos ... ducere cfr. Ev.
Manh. 12,46-50; Ev. Marc. },31-5; Ev. Lue . 8,19-2 1
7, 11 0. AJeraI ... ubet Rufin . H in. Etc!. VIII 9,8

n, - l.
fLt xaAlaa:; ... fLtlaAOltpt1tEW;; au'tou cfr. 1 Ep. Thess. 2, 12; 1 Ep. Peto
3,9; 5,10; Ep. Hcbr. 9,U; Ep. Eph. 1,18

3 06

ACTA PHILEAE

La

7. 2 8, 4

Filaromus nomine. Re cum vidisset Fileam circurndatum


[lacrimis
propinquorum oec tamen frangi posse, exclamavit dcens: Quid
inaniter et frustra constantiam viri temptatis? Quid eum, gu
[Deo
,- fidelis est, infidelem vultis efficere? Non videtis, quod oculi eius
vestras lacrimas non vident, quod aures eius vestta yerba non
[audiunt,
quia oculi eius caeIestem gloriam centucotur? . Post haee dicta
cunctorum ira in Filoromum versa una m eandernque eum cum
Filea subire sententiam poscuot. Quod liben ter adnuens iudex
" ferire gladio iubet.
[ambos
8. Curnque exissent et irent ad laeum caedis consuetuffi,
frater Fileae, gu erar unus ex advocatis,
exclamavit diceos: Fileas
abolitionem petit .

l. vidisu t: Qudill~t F
}. tam~ : lum F tam p e
4. el frustra: ac supe'lue B, dr.
RuBn. l.I. superfluo I viri: v. huius A huius v. B
.s. e/ficere: lacere AB 1 Non: Num
O
6. ruod: el q. A ac q. B I veslra verha: verba ves/ra T verba O
7. contuentur: conluetur Rc intuen!ur O
8. ira in Filoromum: i1/ F ira B I vena: conversa es! T
I U11am eanwque eum RCh 1.2: unam eandem qui eum F rui eum O una cademrue W
camkmque eum T eum una AS
9. Filea: Fileam Roe: I subire se11tentiam pOcunt: sente11ti4m s. depoSCU11/ T deposcunt s. sententiam Ch 1.2 I aanuem: audiens AS
1 0 . fe
rire: leriri FOT I iubet: iuuit T
8, l . exisse11! el: -isset el 0 , om . AS I comueJum: constitutum AS

ATI1 DI FlLEA

Be

11 ,

l a ' IJ

37

<versio latina hoc loco


interpolata est>

,o

]A<U[

&8~AtcpO~ '00 <1>'A<OU <Xv,p~a[,v

A<YWV' 'O

<I>'A<<x~

ahEt~a[t O:livra-clav.

duto Filea circondato dalle lacrime dei parenti, e che tuttavia non
era possibile smuoverlo, esclamo: Perch ten tate invano e mutilo
mente la costanza di ques t'uomo? Perch vole te rendere infedele
uno che e fedele a Dio? Non vede te che i sUOl occhi non vedono
le vostre lacrime e che le sue orecchie non sentono le vostre paro
le, per il semplice fatto che i suoi occhi sono fissi nelIa gloria celeste?). Dopo queste" parole l'indignazione di tutti si rivolse contro
Filoromo: tutti esigono che egli subisca proprio la stessa punizione di Filea, insieme a lui. Cio che il giudice consenziente concede
ben volentieri, e da l' ordine di decapitare ambedue con la spada.
8. Una voIta usciti, mentre si recavano alluogo consueto della
decapitazione, il fratel10 di Filea, che era uno degli avvocati,
esclamo: Filea chiede l'annullamen to della sentenza. CuIdano

308

ACTA PHILEAE

La

8,

5 - 9.

AT'I1 DI FILEA

10

e ulcianus revocans eum


dixit: Quid? Appellast?. Fileas respondt: Non appelIavi. Absit. Hu<
infelidssimo noli intendere. Ego
10 autem magnam ago gratiam
regibus et praesidiatui,
quoniam cohetes factus 5um
Christi Iesu ~). Post haee
exiit Fileas.
9. Curnque perverussent ad locum,
ubi iugulandi
erant, extendit manus
, suas Fileas ad oren tem
et exclamavit dicens:
Filioli mei carissimi,
quicurnque Deum quaeritis,
vigilare ad corda vestra,
10 quia adversarius naster

,_ Cu/cianus: CtI/cianU vero AS


6. Quid? Appelltuli? Mu: Quid appell4sti?
Ha
7. FilcaJ: Qui A
,,8. Non appe/l4vi. Absit: N. (1, T, cfr. oux ~txcUto'or:
Be 11 , 16-7, recte?
9. if/tmtkre: temu" e h 1
10. magnOln ago grotiam: -as a.
as T
11. regibus, cfr. 'tOto; klcatAtootV Be 12, 1 er vide adnot. explico ad hunc locum: rtgi BT el om. T I praesidiattli (R, quam fo rmam insolentiorem retinere maluerim:
-datui WFO) RWFO, efe. t'fl Yrr t.t.O\l t~ Be 12, 1, presidibus AS presidi Ch 1.2, om.
13. ehrist; Iesu: l. ehr. ABT, cfr. 'I'l'JO"oG Xp~Q""1"oG Be 12,3
14. FUcas om.
T
AB
9, 1-4 Codex Be 12,4-6 feliciter hic seI"\llltus de PhiJea tantum loquitur (rtIXPClTtVI.U\'0' ... tfJ.tAAt\l); leviter mutans singularem in pluralem oumerum auctor Philoromum
martyrio Phileae inseruit, cfr. jnlra adnot. crit. ad 28
4. extendit: exlendens
AB
4-' . manus SilOS Fi/eas RWFCh 1.2: Phifeal m .s. O m.s. T m. AB
,-6. ad
orientem el exc/amavit dicen!: ad ce/11m dixi! AB
6. dicem: Fi/eas dicem T
8.
qlliCl/mque Deum quaeritl: qtli mecum ad penan; itis AB I quaeriJis: colitis T
9. ad
carrJ ves/ra om. ABT
lO. lIoster RWFT: n. diaboftlS BOCh 1.2 vester djabo/lls A

9, 8. quicllmqlle ... quaeriJis cfr. Deut. 4,29; 4 Reg. 2,16; 1 Par. 16,10-1; 22,19; 28,9; 2
Par. 11,16; 12,14; 14,4. 7; etc.
9. vifi/ate .. _ veftra efe. Cant. 5,2 ego donnio et car
meI4H1 vigil4t; Ecd i. 39,6; Is. 26,9
9. 12. lIigil4lC ... trans/corel> Veto Lal. 1 Ep.
Peto 5,8

Be

1I, 14 - 12, 7

KOUAX~[CXVOC;

O:VcxrcxrWV 'rOV
ET7tEV' T(; l~E
xA[~acxc;; 'A1tEXp(VCX"tO' Oux l
~,[xcXA,aoe, fl-iJ 1tp6"XU~ tOt",
"ti!> 8[ua8cx~~OVE(Tt'r~ lrw
,lxp 'XcX[plV 1tOAA-iJv I<,w ,o,~
12. ~oecrlA,aLV xa" < -/Y'fl[OV](['l'
0 cruvXA'lpov6flO~ l,,[v19]1jv
' ['lao Xpl<TtO. "E1tEltoe [S,
l~~'l <I>lAoe~. [IToepoeY
, EVf:LEVOC; 'ro(vuv ~~ ["t~ "t1t]0
o ~fl'AA'V &[1tOtflv,a]9oel
-d]v [x'~~~-iJ~
]~,;"
1;5

ct>~Al[cxv cx'r~

<.

richiarnandolo disse: Come? Hai fatto appella?. Filea rispose:


Non ha fatto appella. Lungi da me! Non devi fare attenzione a
questo infelice. lo anz sono ben riconoscente agH imperatori e al
governo per il fatto che sano divenuto caerede di Gesu Cristo}).
Dopo di questo Filea usc!.
9. Quando arrivarono al luogo in cui sarebbero stati uccisi,
Filea stese le braccia verso oriente ed esclarno: Figlioli miei carissimi, vo tutti che siete in cerca di Dio, siate vigil nei vostri
cuari, poich il nostra avversario si aggira come un lea ne ruggente, cercando ehi passa divorare.

lI. 1'. Tt;

scribere maluerim, cfr. La 8,6:

12 , l . au-yx). Pi

Tt

Pi

3- XPTJa-rOI) Be

12, 1-3. auvxTlPOVfiOo; _._ Xpunou cfr_ Ep. Rom. 8, 17 aurxATpO\lIlOl

oi X plGOO

<

}IO

ACTA PHILEAE

La

9.

H - 12 -

Be

13.

AITl DI FLLEA

T - 16

,o

13,1-16: traduzionel

affinch non parliamo con labbra menzognere


al nostro Signare: infatti chiunque
con labbra menzognere prenda parte alle
sante preghiere (?) oppure con anima incerta

"

13, 16

l?u<

[
[
[
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[
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l.
l.
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l~A

lE.3w
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l~v
]'I~ao

13. y"" flT CPWVWflEV q,EU36XAOl


1tP~~ 1:01,1 X~plO~ ~t'-W\l' O~'tl~ yap
q,w36XAO~ "poapXE<"'l <",r~

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distributore
riempito

l"pOOE . "'l~ ~ 3(q,ux~~

~[

1 ~ 30Al[ .. l~ "poO<'
h .' . (i~~ <"'fl("'~ .

",,[

dello ' pirita d'


adozione
<!acuna

12,

>

sicut leo rugiens circuir


quaerens quem transf<oret> .

(Be

Be

~3[

l' lfl"[Ei';A~~. .
fl[VO~ <oi) 1tVEfl"'~~~ -riicl

uio9[&a(a~

di 3 righe>

<.
>

reciprocamente
perseguite la carita e l'
ospitalita

"

pace

10

\I't'0i:L[
.m oilv A[
").).iAou~ [

eXYcX1tTj\l 3l~[X&'t& xo:l

,vt"'V [
" XP~"'[
dpiv[

n . Ira nslaret (_ tTdl1Woret) corr. mano seco in margo in!. F ( . Veto Lat. 1 Ep. Pet o 5,8),
Hal, quem dubitanter secutus sum; transferat RWFO devoret ABTCh L2 (" Vulg. 1
Ep. Pet o,5,8) I post transforet textus latinos uno te nore vcrbis (La 9,13) Nondum passi su-

mus contmuatur: textus graecu5 (Be 13, 1-20) pauto longius in ultimis Phileae verbis subsistit. Qua de re commentationem infra, p. 546 (ad La 9,7.26), alIatam consulas.

1). 1.

4ttuOOX,tAOl Be

lJ, 7'9 l fJ.'/ttttArO'fJ.tvOt; ... u[o8tO'(IXt; elr. Ep. Rom. 8,15.23; Ep. Gal. 4,5

}II

ACTA PHILEAE

3"

Be

I3, 17- 20 -

LA

9.

ATTI DI FILEA

IJ ' 2I

Be

1 3, 1 7 - 14,

3' 3

j, a[

,",,,,,,[

carita

inf.tti il leone (?)


20

verso voialtri

lO

,&p A~["'v
de; u~[ac;

[La 9, 13-21]

Nondum passi sumus,


nune incipimus pati,

14_ 0,)3l'''''' TeXP "E"vO"'fLEV XP'~"


IXVO(- flO.AOflEV 1t~<:"~u~

&px'l lfTtLV WOlVWV -r[wv


fLEHvmv- ,"v",~[lpEl,
, tHou" fL'H A[
~iE[ l- OU\ __ : [
1:5

'0

nune coepiffius esse discipuli Christi.


<Carissi mi, attendite praecepts
Domini nostri lesu Christi.>

l- --[
<-

Invocemus
irnmaculaturn, inconprehensibilem
qu sedet super Cherubim,

>

fLEYOV ."t XEpouPtfL ~lwv

hoy x",O[ii-

&, [olY

Non abbiamo ancora soHerto, e ora che cominciamo a patire, ora


cominciamo a essere discepoli di Cristo. <Carissimi, osservate i
comandamenti del nostro Signare Gesu Cristo.> Invochiamo
l'immacolato, l'incomprensibile, colui che siede sopra i cherubini,

1 T I incipimul RWFOT: il/eepimus AB il/cipi(Jmu! eh


/(Jn

.
RWFOCh 12'
nune eoepimus es,sc: len T
15; ~u".e eoepu1tU!

.:
et AB 1 e hrisl;: dominj nosl,; lau Chnsll T
16. Gmsstmt om. RT
16 7 otten
dite .. Cnrisli om. R

I<l .

1.2

1.

l/une: /I:(Jrtmmt
I<l-S. ptlt;,

lIune ... Chris Ep. Igna[ ad Rom. 5,3 Nuv ~px,o~(1t LCllht:'lo;. tTvat. d~. ibid"w1,2

Ju looLClt p.a.&1"Cio; a.A'I\9wo; ' l'I\oou Xpt~ou! ?"CE. o\Jo~ 't? oWIla. 11?\J XO<1JlOo; 0'f~:
'ten; cfr. Rulin. H ist. Ecd. III 36,9 (nunc II1ClpW a~ dm:/pulllS Chnsl/1

I9. supplere ausus sum dr. 1 Ep. Peto 5,8 et La 9, 10-2: /) rlip A.[ Pi
l<l, 1 l. xp'f)attlXVot Be
<l . ,ttnoV'twv Be, retinui: ,ttAAOUOWV Pi
19-20. /) rap ).,i[wv .. . cfr. 1 Ep. Pel. 5,8 a.V't'Otxoo; ,twv lh:~o).oo;. WO; ).,iwv
WPUlltVOo; ; dr. La 9, 102
l<l, 3-<l . pxi .. 'twv ,ttnV't'wv cfr. Ep. Rom . 8,22
7-8. ,0'01 xIX9i.ttvov tnl
XtpO\J~ 4L ,wv rwv cfr. Ps. 79,2 /) xo:9i.ttvOo; i:nl ,wv x,epou3lv (- Hl1 v. U ; similitc r
Ps. 98,1 ; 4 Reg. 19,1 5; Is. 37,16

ACTA PHILEAE

3 4
'

2'

La

9. 22 - 29

factorem omruum, qui est initium


et fins, cui glori a
in saecula saeculorum,
amen .
Haec curo dixisset, carnifices iussa iudieis exsequentes,
infatigabiles amborum spiritus ferro caesis cervicibus eff ugarunt.

Explicit Passio sancci Fileae.

A1Tt DI ALEA

,,\lv

' 4, 9'

I6

"II.LLOUP-

<OV1cieXryhrv

l .1ta
]1tO'tOU

lXPl,,",oG

"

[
[

lEl

creatore di tutte le cose, che e il principio e Ja fine, cui spetta la


gloria nei secoli dei secoli, amen ~>. Dette queste pa roJe, i carnefici eseguendo la sentenza del giudice recisero le cervici con la spada e cos) lasciarono fuggire lo spirito indomabile di ambedue.
Qui finisce la passione del santo Filea.

24_el: ac B I cui : cujUJ B


27-8. HalX . . effuga28. infatigabiles ... efluganmt: haee haud nsrite deprompsit Mster e
celebri passione martyrum Lugdunensium (Rufin. Hin. Ecc!. V 1,40 ubi pro voce tantum I1mborum legitur t71artyrnm). q uamquam iunctura inlatigJhilis rpir;tus vix Philoromo
quadrat (cfr. adnot. explic. ad hunc !ocum)
Explicit f /eae om. ABO I umcti RCh 1.2: beati WF, om. T I Fileae RW: Fileac episcopi FT Philee episcopi et Filoromi eh 1.2
2;1-3 . !actorfflJ omnium om. T

ront om. AB

23-4. ni/film el !inis Apoc . 21,6; cfr. bid. 1,8; 22,13


24.6. cu; g'()Tia .. amen 2
Ep. Tim. 4,18; Ep. Hebr. 13,21; cfr. Ep. Gal. 1,5; 1 Ep. Pet. 4,11; Ep . Rom. 11,36;
16,27; 1 Ep. Tim. 1,17
28 . infatigab;/es ." elfugarunt Rufn. Hist. Ecd. V 1,40

Be

13 . XPTlat"ou Be

ACTA PHILEAE

ATTI DI ALEA

1. 'A"oAoy,,,, (I>[L]Alou <"LcrXXOU

8w,w" ap;i([oy]<o, Bt

..
'5

'AA'~"'Y-

8ptat;, <T( 7tf:L[7tT]OY 7tpoaaXe~.


TOt; xal ~E.'t7te.tTa; n[Ae.L]~OV.
TOt;. 'Ev flE.V "t'fi 7tpw't"fl &,:~~or(~

1-''''' xoU", ppEL, xo ~O ~ y'I-'YO, x",i 60ppou[,] xoUou,


x",i ~ox[;'~u], ~~ ~Wy" ~~t-r;wY"'P'WY ,,[o] ~[l]crcr'e'" x.~[TI-''''~'''
<pAT6~ <y "t' 81-'0EL ~I-'l[p""
B[o d, 'PUA"']~~[Y]- <x,,,,,, YOI-'YOt,
<O[t, xocriy <y B],crl-'ot~ X'PLtA6'y "oU1y B]y d, ~Y 'AA'~[;XYBpEL"'Y 1jA]6,y" x",i El, ~o
B,crI-'W~pLOY] lPAT6'l " x[",i ~o
8E.npov "pocr"'X6]:i~ [x",i "'XAW

1, l . 'A'/tOAOrX: ar.oAOrua Bo, item 5


8'9. ~1)(r L(J]lIap(JII monentC'; S.L. Rndt
scripsi: &:x[mu]lIayw... Lan 1 ~~[rLw}vapw ... (Ma) ve! ~[\'W]vctp(JV (Ro) legi
nequit
9. u~lo] '![]aatp'a Xtll't{Tfa't'a Pi, coU. Euseb. de mate. Pa!aesr. 1,5 u'/to
't.aa!lpo: .oi) XOAIXa-tTJpoo ~AOI) xEII~,w;'t'a et bid. 2,4
11. dI q>1)).1X]l:<~(1I lego
el suppl. Pi, coni. Ma
13. '/tOAAr\I 68]9v La l (spat. (ere 89 liu.): xo: ''/ton&:
'/t(9)~\I cooi. Ma (fon . longius spatio), dubitaotibus Schw et Mu
15-6. X[O:L 't'0
OEupoV '/tpoao:x9]~ , leg. et suppl. Pi , eooi. Ma
16. [X!lt n:ALV Pi

1. Difesa di Filea, vescovo


di Tmui, dignitaro di Alessandria,
citato in giudizio per la quinta volta
e in seguito giustiziato.
5 In occasione della prima difesa,
dopo molti insutti da parte del prefetto
e molte grida minacciose
e torture da parte dei [legionariJ
sano i quattro fori
, fu gettato, nelIa cina di Tmui, per
due giorni in carcere. In seguito, depo
aver percerso a piedi nudi, in catene,
[una grande distanza], giunse
ad Alessandra e fu ge ttato [nella
prigione]. E [per la seconda]
"
[volta citato in giudizie e di nuevo]

Bo

1, 1 16

XXVI

A.A.R. BASTlAENSEN

tanti di Smirne la celebrazione del giorno anniversario della


morte di Policarpo era allenamento e preparazione di futuri
martiri (Martyrium Polycarpi 18, 3). E Cipriano si complimenta
coi confessori delle miniere perch incitano gli animi dei fratelli
aUe testimonianze divine (Epistulo.e 76, 4, 1).
Si desiderava anche, guardando pu oItre, conservare per le
celebrazioni annuali a venire, e in genere per la memoria delle
generazioni successive, il racconto delle morti eroiche del mo.
mento attuale. Eusebio di Cesarea, nel guarto secolo (Historia
Ecclesiastica V praef. 1), definisce le testimonianze dei martiri
degne di memoria imperitura . La storia della liturgia conferma
nel piu evidente dei modi gueste parole di Eusebio. TI tempo.
rale, vale a due il ciclo liturgico delle domeniche e delle fe.
ste, Natale, Pasgua, Pentecoste, ha addirittura rischiato d'essere
sommerso da tale memoria imperitura , consegnata al santo.
rale, cioe al ciclo delle celebrazioni dei martiri e, al loro seguito, degli altri santi. Vediamo che, dal quarto secoIo in poi, gli
atti di dubbia autenticita non cessavano di moltiplicarsi: la pieta
popolare, la dove non vi era un racconto autentico, esigeva la
leggenda 1. Lo sviluppo smisurato del santorale)} nella Chiesa
cattolica non e stato frenato in maniera definitiva che nel secolo
presente. In ogni caso, le conseguenze estreme testimoniano le
tendenze dell'inizio: avendo il martire reso testimonianza a prezzo della vita, la chiesa di cui era originario desiderava che tale
testimonianza divenisse permanente, consegnata alla scrittura
per l'edificazione delle generazioni future; e non aveva nulla in
contrario che gualche riflesso della gloria dei martiri ricadesse
anche su s stessa.
In quest'ordine d'idee si spiega senza difficolta il costume,
attestato sin dall'inizio, di dare annuncio alle altre Chiese del
martirio col quale Dio aveva glorificato la comunita. Le Chiese
locali non erano cristianta isolate. L'idea di formare insieme una
sola e medesima Chiesa animava le comunita. Si mantenevano
dei contatti; si stabilivano degli scambi e, nell'imperversare della
persecuzione, ci si teneva, per quanto possibile, reciprocamente
al corrente e ci si esortava a tener duro oeIla lotta: le confessioni
I In.occ~sione d~l.n~taIe del mutire romano Lorenzo si leggeva a Cartagine, in mancan.
za dI atta autenllCI. JI trattalo ad Fortunatum di Ciptiano, esortazione al martirio (cfr.
Agostino, Smno ~en!s n, 2, e il commento di G. Morin, in MiJulkJJ/ea AgoJniana 1
" ., p . .56); la sobnela regnava ancora.

INTRODUZIONE

xxvu

erano oggetto di un giubilo del guale ci si congratulava a vicenda.


Prendiamo a esempio la letrera inviata nel252 da Cipriano, e cioe
dalla Chiesa di Cartagine, al papa Cornelio, e cioe alla Chiesa di
Roma, per congratularsi con questa Chiesa della confessione di
Cornelio, esiliato per la sua fede a Centumcellae (Civitavecchia).
Gli accenti sono bruciaoti: Giacch non v'e tra noi che una
Chiesa, un'anima e un cuore, quaJe vescovo non si rallegrerebbe
deIla gloria 'un altro vescovo [...], e quale gruppo di fratelli non
sarebbe felice di veder dei fratelli nelia gioia? Non e faclle esprimere tutta l'allegrezza, tutta la soddisfazione che s'e manifestata
qui, quando abbamo appreso tali liete novelle del coraggio vostro
[... ]. Vi esortiamo guanto possiamo [. .. ] a perseverare nei digiuni,
nelle veglie, nelie preghiere, con tutta la popolazione cristiana.
Non cessiamo di gemere e di pregare [... ]. Pensiamo l'uno a11'al
tro, nell'unione dei cuod e delle animej preghiamo, ciascuno da
parte nostra, l'uno per l'altraj nei momenti di persecuzione e
nelle difficolta, sosteniamoci con la carita reciproca (Epistulae
60, 1 sgg.). Un secolo e mezzo piu tardi, nel 401, Agostino predichera in Africa, nel giorno della celebrazione d'un'altra confes
sione romana, quella del diacono Lorenzo: A Roma e l'alba d'un
giorno di festa assai soIenne, che viene celebrato con gran concor
50 di popolo; corporalmente assenti, ma spiritualmente presenti,
noi ci congiungiamo ai nostri fratelli in un sol corpo, con un solo
capo. Non e soltanto sul luogo della sepoltura che bisogna com
memorare gli ah fatti del martirej la devozione e d'obbligo ovungue: il corpo e deposto in un luogo determinato, ma 'anima
tdonfante si trova insieme a Colui che e dovunque (Senno Denis
13 , 2)1. Analoghe manifestazioni d'un tale sentimento d'unita
non erano appannaggio esclusivo delle Chiese del terzo e guarto
secolo. Nel secondo secolo un simile spirito animava la Chiesa di
Smirne, che nviava alla Chiesa di Filomelio e a tutte le aitre
Chiese (si vedano le formule in Martyrium Polycarpi, titolo e 20,
1) il resoconto della morte gloriosa del vescovo Policarpo. Pari
premura, un poco piu tard, mostrano le Chiese di Lione e Vien
ne, in Gallia, che annunziano in una lettera circolare alle Chiese
d' Asia Minore e di Frigia la gloria dei loro maniri, uccisi nelia
persecuzione che imperversava allora in Gallia (Eusebio, Historia
Ecclesiastica V 1, 3).
1 Ved. l'edizione di G . Morin, in Afiscell1lnea Agostiniana 1 .. .. pp. 556; per la datazione
nell'anno 401, cfr. A. Kun'Zelmann, in MiscelltJnea Ago51iniana IJ ... , p. 496.

ATIl DI F11.EA

Bo

2, l '

5, 6

JI9

ACTA PHILEAE

2, pptcra .. , [x,,], "A1JYeX, A["~W]V


ox i<Ttp[<prl' 6I'<o'W, [X"lt, <ti.
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<I>tA,,[,l ""p[eX <lo ~Y'Jlvo,'
toV(l AOt["OV cr<crw<p'p~vl1Jxv"t;
<I>tA", ,""'V' 'Ad crw<ppolvw x,,
iv crw<Ppo[avll inuJlvl~oJl"t,
" 'O ~Y'JlW[v .r"EV' 8crov . <I>\lA",
d1ts.v O [9w. KouAxtavo]~ s.T1ts.v'
[O

[duae columnae perieruntl


5, ',pocroAJl[O\], Jlvov 6,\V, K",
vv 1tapav0l..l0crw ot 'E~parot
iv Hoo""jj <eX, aprcrx,[(]",
&yov-cs.~ . K~t)AXtaVOC; d1ts.v Ilowv
oilv 6[ucr\wv' b 6,0, o[,,]\; <I>\Ai",
.r",v', K[cxpo,,,,l x"a"pa, X", ~[UXr,

2. fatto oggetto d viole nze e percosse


non s lascib pegare. CosI anche
durante la terza e la quarta udienza,
dopo molte violenze e percosse,
Filea s sen ti dire: Ra causato
la morte di rnolti col tuo rifiuto di sacrificare:
Pierio ha salvato molti con la sua
acquiescenza . Chiamato in tribunale per la quinta
10

l'

volta nsieme al suo clero,


in numero di venti persone,
Filea si sentl dire dal prefetto:
( Puoi per l' innanzi [essere saggio]?).
Filea disse: ( [lo sono sempre saggio] e
[mi esercito] nella saggezza .
I1 prefetto [disse: Sacrifica .] Filea
disse: Non [sacrifico]. Culdano disse:

[mancano due colonne]


[Agli ebrei fu comandato di]
5. sacrificare solamente a Gerusalemme. Ora
nvece gli ebrei peccano contro la legge
celebrando i loro culti in
terca straniera ). Culciano disse: ( Quali
sacrifici rchiede dunque Iddio? ). Filea
disse: Un [ruare] puro e un'[anma]

,,6. KIXpO(IXr; xIX9IXpli.. cfr. Gen. 20,5.6; loh U ,U ; Ps. 23,4; 50,12.19; Ev . Mllttn.
5,8; 1 Ep. Tim. 1,5; 2 Ep. T im. 2,22; 1 Ep. Pel. 1,22

3 20

ACTA PHILEAE

ATTI DI FILEA

d"x[p'vo, x"l, ,oy,xwv ,,[aS~fUX'


,'''V [<1, <ual<~"'" X", 'py"
3,x"wa[~d eXyv[,,,,vl, ["ep wv
'0 eX.<o,~a, [tll, ix[,,;"'o, eX"~'i.
ciJ""'. Ko[u),x,~vo, tl,,<vl 'Emll[l
,"V lv[~"lS" "ow.S" ciJu
X~,. [<I)'All", tl"tv" K", ciJux~, [xl",
aw.<[",o,. KoluAx,,,vo, tl,,<v T[Gvo,
l' gv~XE.V; <I>LACXC; EI1tE.V ET1tov' mvO(
lXE~IJE. -cTv &~Ol~~V &vwe~v:
<e.b tU 1t~lfa< ElC;>, &1tOA&~nc;. [KOUA]Xl<CXVOC; ct1tEV' fH >
6. ciJux~ Ilv~ ;- [xl,:,' '0 aw.<,,; <I)'Al",
tl"tv" 'H ciJux~ x"nl ~o aw.<". KOUAX''''
~oC; t!1tE.V To IJW~[cx] ~o'tOj cI>lACXC; E.L1Wr
\"L Kouh,,,vo, tl,,<v 'H aap~ "~
5 eXv[[ah",,,,; AilS" x"[~l",,A~aa.
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,

[.

1 "

Vla-toc'tal x . . . . .. V EV

a~ap '

,,,,A[ .. 1 <vx[ .... la" XA"aw

7. t).,~)([ 80*
7,8 AO:r~XWY cd[a91J)J.I}twy Mu (cfr. app. nito ad Bo 1,9), coll. La
2,5 rensibus sblceris: A, Q;!~'t'fj~&:Jt'W\l M~ A. C(![J.&}twv Lan:: . 8. [tl~ t,ja]t~da~
Mu (spat. fere 6 liu.): [Kon ttJO']t. Ma [tn'Cip tualt: Hal, sentenUam claudcns
9.
a.y6 ... ['tw... $chw: ayoJ.[l"w\I Mu
9-1 1. ~y\l[-t'wv
&1to).~Nt'tCtt lego e l Supp.
Pi ; CxIOll[ .. J ~u[x1r &I!-o\~ci<; [ixti]a;, ''[VOy &1to).T]~ t't<Xt coni. Ma
I -2.
'E1tt~ lJttClY; i'uJ.[t]AIClv Bo
U-J . ~uxi'jr;. Ma; ~uxi'jr;; Hal; ilIud praetuli, cfr.
La 2 2S-6
Is.'lvtxtv: tV~X<X Bo" I Ehtov' [Uv<x sic dividen: mlllui: Ef1tov, [11v<x
Mu '
16, clvwBtv restit. Pi (fr. 2,7 cfr. Bo 6,16
16-7. &vwB~v, <Lh t
1tOtiO<Llr;>, a1toA~TIr; Pi; <xvwB~ tu 1tOITjOt~ ~OA<X~Tjr; Bo; al alia coni.,
"
6,' I. (X)<XI Bo, cfr, Pi p . 39
4. KOUAxL<XVOr;: XOAxL<XVOr; 80'"
5. Lnler ClVLG'tCl"tClL eL AB,r; vcrba quaedam intercirusse "idie Ma, addens <I>IAiClr; tT1ttv' Nol,
KOUAxlo:vOr; recte
8-9. &l1Clp-tWA(O( coni. Lan 2
8- 11 . x[Cli i l1tV 'tw]v tV
f.LClP't'WA(~] lVx(plB1EloCl XAClO\V' lAcqt(3,,]vtL, i (o~l O\XClLO(O)\lTj\l QXouo<x
owT7Jpla:1v Ma (nor.): alii aliter

10

15

Bo

5, 7 -

6,

321

sincera e [sentirnenti] ragionevoli


che conducoDo [a] opere di carita e ad azioni
di giustizia, [a ricompensa delle quaU]
ciascuno [ricevera] la giusta remunerazione .
Culciano [disse]: Noi
qui c occupiamo della tua
salvezza . Filea disse: 5ia dell' anima sia
del corpo, Culdano dsse: E perch
mai? . Filea disse: Come ti ha gia detto, per
rCevere lassu la ricompensa,
[se] avrai fatto del bene. Culdano [disse]:

6, L'anima sola o anche ir corpo?. Filea


disse: L'anima e anche il corpo, Culciano
disse: Questo carpo? . Filea cijsse:
( SU , Culdano disse: Questa carne
S risuscita?. E di nuovo, srupito,
chiese: ( [Questa] carne risuscta? ,
Filea [disse]: Questa carne risuscita
e [a castigo dei peccati]
[subira laggiil] una punizione

),

7- 8 . AOjlXWV Clt09l\f.L:'twv cfr. Ep. Rom . _12, 1

8-<). EPTCl OlxCllOO'lTlr; Eccli.


16 12 ' Is 32 17; cfr. Act. Ap. 10,35; Ep. TIt. 3,5
6, '7-;2. ;H ~~ Cl'tT) ... ~wiJv Cl[WVLOV cIr. Ev. lo. 5,29; Ev. Mauh. 2S ,46

3"
'0

ATI'l DI FlLEA

ACTA PHILEAE

"Mmo]v TJ[ ... ] B,xcxw[o]VTJV


E[ . ............ . ]v xo" ~W~V cx[1';'
~WV. K[o]uh[,cxv]o~ 'tI"EV ' 4>E-O;" [OE'
au"to X(Xl 1t&V[-CWV] ~~V O'OU' 9[aov .
4>'ACX~ tI"EV' 4>[..8]IlEVO~ l[.tcxu
'tOU xcd mxv'twv 'twv eXVY)XV.1W\I I:'-~~ al! 9w. KOUAxtlX\lO~
tl7tEV' rraAO~ o~x ~p~faa'to;

7. <I>lAac; tI7ttv' Mi VOt'to. ~ou)..xla


voe; EI1CEV' TkC;> lcnlv &pVllO'cX~EVOC;;
tl>lAac; E,17tEv' 00 AW. KauAxlcxvOC;
aT7tEv ' 'Evopxw

(jE.,

llaGAo; ~\I

ap-

, YTJ0<XIlEVO~. 4>,A",~ tI"EV' M~ y


vm'to' ?~':' ~~\lf(Jcr:'to <> &1ta-rOAOC;
<o xup(o[u] I"0u. KOUAx'CXVO~ tI"EV' "01l0'
aa lr~' o~~(Jov xal a. <I>LAac;
tl7tEV' 00 crulxexwPTJ'ta~ ~flTv o!:'[v]10 val. A<ir>el rap ~ lepa xal atta rpacp~ . "Ea-rw flwV 'troJ val val xat "to
o oiJ. KOUAx'CXV[O]~ d"EV' OilB
,,]ou ouv wlloo[cx~]; 4>'ACX~ d["EV] ' Et
~al wfloaa, TfLap'tOV. KO[UA]Xl(XVO~
" tTmv' Kcxt vv cXll<XP<Toov. 4>[']A"'~
d1ttv' LllacpopaC daLV cXflap't[l]wv.
KO~[Ax]~[CX]vo~ EI"EV' 'O ' ITJoo~ [9EO~] ~v;

10. [alwvlo}v S {spat. fere 67 !iu .}


12. <lltTuat: <ptut Bo
1}. 9[aov: 9(wv
Lan
15-6. Q;V7\X\>tW\I restil . Pi (fr 2,1"), cfr. Bo 5, 16
\ ' 1. supra ti' (i.q. tt7ttv) add. mano seco PAt, (- p. 135, cfr . supnt p. 262)
45.
apVlla.~tVOI Mu: a.pvra[ltvo~; Ma
6. 7pviaa't'o <o:> : 7pvfua't"' Mu, cIegan.
tius
ro. -i Bo (per errorem om. Pi)
14. w[lOGa: wjJ.aua Bo
16. Ata <popal: 8tafOpt So*

10

Bo 6,

ro-7 , 17

323

eterna; [se, pero, avra esercato] giustizia,


[ricevera (beatitudine?)] evita
eterna. Culdano disse: Risparmia te
stesso e tutti i tuci. [Sacrifica].

Filea disse: Proprio valenda risparmiare


15

me stesso e tutti i miei


congiunti non sacrifico, CuIdano
disse: PaoIo non ha rinnegato?.

7. Filea disse: Non sia mai. Culdano


dsse: Chi e colui che rinnego?.
Filea disse: Non lo dico. Culciano
disse: Ti giuro, Paolo rinnego .
Filea disse: (~Non sia mai:
non rinnego l' apostolo
del mio Signare. Culciano disse:
lo ha giuraco; giura anche tU }). Filea
disse: A noi non e concesso giurare.
10 Dice infatti la sacra e divina scrittura:
"11 vostro sl sia si, il vostro no, no" .
Culciano disse: Dunque
non hai mai giurato? }}. Filea disse: Se mai
ho giurato. era uno sbaglio ). Culdano
1" disse: Sbaglia anche adesso! . Filea
disse: Ci sono diHerenze Ira gli sbagli}).
Culciano disse: Gesu era [dio]? .

7,

11 -1.

"' Ea't'w ... O Ev. Matth. 5,H ; Ep. bc. 5,l2; d!. 2 Ep. COl. 1,17

<

32 4

ATIl DI FILEA

ACTA J>HILEAE

8. <l>lAicx~ E.l1ttV' NcxL KOU~':'lCXVO; E.t7ttv'


KCXl 7tW~ cxu'ro~ 7te.pt cx'to oox EI1tE.Y
eEO~ fv; <fh)"icx~ E~1tE.\I uO'tl
oux lBino j~ fJ.ap'tUp(C(~
'tcxnt;, 8u\lcXfJ.u xcxl <lV > EpyE.(~ 't0:
1tOlWV. KOU~Xl(x\lOt; d1CEV'

<"O(TjOEV; <l>[,H<x], d"EV' Ampou,


Ex<xSlip,oEV, "tU~A[O]U, <"0('1'

T(

aEV ~A7tEl\l, xwcpou; Q:XOe.lV,


10

XWAOlU;

7tEpl7tCX'tELV,

&)..&:)..Ou;

10

A<xA"V', 1}fJ.'~POU, 'Y,d,


E7tOtT}a[e.]v, 8cd.Lovcx; ano 'twv
"A<xofJ.Ii[,]wv XEAEWV <~
A<XOEV, "[<X]p<XAU"XOU, r["'i,

l'

1~ E:7tO(ljeJE.V, VEXpOUC; aVEllww-

~]E\I, xcxl &)..)..a 7[0).,)..& ' O1Jlida xcd


,ip<x['<x] E"O(TjoEV. Kouh,<xvo, d"EV' K<xt
"w, SEO, WV <O<<XUp[W]~Tj;
9. <l>'Ai<x, tImv' "H,]S.. 5" '<x'i, ,[wv eXS(xwv XEpotV] [5,[,lj fJ.<X';';'YWS[ioE,<X, x<X] t p<x["(Km,, xa[t ~p(tE,<X, x]<xi <~. lix<xvSW(v ~hi~<xv[ov
, ~OpE[J x<xt [a]liv ~ <x><ov (,,]Ii~.. ,
"S"'Y!:'<X TIj, ow[';j~[(<x, '~~]GlY
x<x[t E]V 'o,'" ,,<xpixwv' x<x[t] g-

8,

l.

supra

tI'

add. mano seco ?A~ ( _ p. 136, cfr . supra p. 262)

I - 9,

8. Filea disse: Sl . Culciano disse:

c'n

'to 9eo

Ba 8,

E come mai egli [iguardo a s stesso non ha


deno di essere Dio?. Filea disse: Perch
non aveva bisogno di una tale tes timonianza,
compiendo con forza ed efficacia opere
che spettano a Dio . Culciano disse:
Cosa ha fatto? . Filea disse: 1 lebbrosi
ha purificato, i ciechi ha facto
vedere 1 i sordi udire,
gli storpi camminare, i muti
parlare, ammalati per meta gHl storpi sani
ha reso, i demoni dai corpi
con un semplice ordine ha scacciato,
i paralitici ha guarito,
i morti ha resuscitato, e
per di piu molti altri prodigi e
mracoli ha compiuto)}. CuIdano disse: E
come mai, pur essendo Dio, fu crodfisso?.

9. [Filea disse]: 5apeva che neile


[man degli empi] sarebbe stato frustato
e hastonato e [che avrebbe subito violenze]
e che una corona di spine
, avrebbe portato e sofferto morte,
offrendo anche in cio un modeilo
deila nostra salvezza, e, pur sapendo,

l.

a'to Mu (in-

terpretans: .. himself): o:u'tou Bo


}. O'tt : o'm Bo
4. Uilt1:0 Hal: l1iEl"CO legendum prop. Ma I J.VXpnpa:~: lLap't\JptLIXt; Bo
"d.... >tprt(q:: tprtta
Bo
17. 1:ip['I:iX): upo: Ba, in margine adscr!,pL alia manu, cr. Schw
9, 1. cfr. La 4,33-5
1-2 . 'T;[WV &8xW\I Xtpa1.yJ Hal, cfr.]ob 16, 12
z-J ' (.La: (ftryw~ [7crt'T;o:t Mu: (.La:(ft ~TW?"[t.o: t Ma H al colL PIar. Rep. II 361e
3'4. uPp{t"tO:I Pi, cfr. Be 8,1 et Ev. Luc. 11 ,32: XOA(lfi( t'T;(l1 Hal, coni. Ma, cfr. Ey. Matth.
26,67
,. (8] (l~:,?~ Bo O:\lOl:<~[W; (?) Pi (:n:]Ci\l d t; T[.t&t; coni. Schw coll . La 4,38.9
0'1II1;a ... propter nos
'-9. exitus \lenuum res lil. Schw ({r. 1,:i')
6. Ur.:08tTJ:lO:
Bo I ~Jl]W\I restit. Schw, coni. Ma
7-8. d8t::,t; rest it. Schw, coni. Ma
.

8,5.6 . "ta. ,ol 8tol ltOtW\I cfr. Ev. lo. 10,25.37


7'16. Autpout; l xo:8:PI(lt\l ...
\ltxpoU; riyt~Ww(l t\l cfr. Ev. Matth. ll ,~; Ev. Mare. 7,37; Ev. Luc. 7,2 1-2
16-7
xo:t
lltOI'crtV cfr. Ev. lo. 20,30
9, l. ;:HlOU cfr. Ev. lo. 13,1; 18,4
2-'. (.L(l(ftlTw&iat."tO:I ; .. O"t~pa\lO\l cpOpEI cfr.
Ev. Maeth. 20,19; Ev. Marc. 10,34 ; Ev. Lu~. 11:32
,4 .<XX?-\l8w\l (ftlcpo:."'o\l cfr.
Ev. Mauh . 27,29; Ev. lo. 19,2
7-9. XlXI tlo w~ ... 1J1tEp 1\I-lW\I cfr. Ep. TIt. 2, 14;
Ep. Gal. 1,4; 1 Ep. Tim. 2,6

ACTA PHlLEAE

"Tri DI Fn.EA

aw~ .au'to\l W~XE.\I tl~ 't'O't'O

1tEP ~I-'W[V] Xo:! [yap] ,o:ho: O[,]~


" E)(<<. A[ yp[o:]<po:[, [o:~] E1t<pd[30v't'a~ O[ 'Io1J~arOl, 1tPOE..Li)v~[aav
~V

x&e[o]30v o:,ho X[o:! ,,\V


e&~a't]ov xat 1t;v'ta 't[ . . .
.. .. . :j .. 1j~ . ]wao:v [ .. . .
" [ .... . .. ca. 23 litt. ... ... ]
[ . . . . . . . ca. 23 litt. . . .... ]
[KOUAx'O:VO~ d1t<v' ' O rrO:AO~ e<o~]
1v; <I>'Ao:~ 1t<v' o.] KOU[Ax'O:VO~
10. <]1t<v' 'AA[A]a ,(~ 1v; [<I>,A.o:~ <1t<v'

rripw,o~ avep[~1tO'~ lx~pu~< 3(x]o:,[o:] 1tV<I-'O: ra~ [e]w EV [o:,h<> 1v


xo:i [ed]o:, 3uv[&]I-'''~ ' [xo:i ap<, ,a~ [yap E]1tO( .. EV ed[",] 3uv&l-'
xo:! 1tV<I-'O:~L] KOUAx' [O:]VO <7t<V ' Oilx 1v
3'W[']1j~, c1~ 1:up,~n 3,]<Hy",o;
<l>,A.o:~ <1t<v' 'E~po:[jo~ 1v x~! X1j[pxwv 1t[p]w,o~, xo:! 'E1j~,a,n
" ol<[<J~[iyi",o' ,:,[p]w,o~ 'En~vw[v.

10

Bo

9,

8,

10, .1 0

327

offri s stesso a questo desti no


per noi. [lnfatt i] questa e la
situazione. Le scritture [su cui] si fonda~
no gli ebrei hanno preannunciato
la sua venuta in terra e [la]
[sua morre] e turte le cose [
[.. . ..
1

I'j [ .... .

[ .... .

]
]

[CuIdano disse: (~ Paolo era un dio? .]


(Fllea disse: NQ).] CuId ano
10. disse: <c Aliora chi era? [Filea disse:]
~( Per primo [annunzib] agli uomini
giustizia: infatti lo spirito di Dio [era in lui]
e forze divine. Faceva [anche miracoli]
grazie a quesra forza divina
[e aques to spirito divino] , CuIdano disse: Non era
ignorante, visto che parlava siriaco? .
Filea disse: Era ebr~o e il primo
degli araldi, e parlava greco,
10 meglio di qualunque greco .

8. TOfrtO restit. Schw, coni . Ha


9. (rp] Pi (seu. 3 lit t.l, cfr. La 4,44 ita se haec
habent: [81.&:) Ma I oitb]<:u~ reSl it. Schw
1 0 ' 1. l:xrq t1tepd[8ovhcn Hal
,11 .

1tPOtjlTJV1?[crIXV lego.el suppl. Turnc:r


1.2- ' } ' X[IXI 'tov ,8 ClV~'t] I?~ Turner: x[lX;ry.
yHAIIXv Ma, brevlUs xLClI .. I .... .]I?U Pi
I) . XCl ~ 7t~~'tCl: XCl . [] 1tIXVTIX
Pi
1}'4. XIXt 1tV'tCl 't[0: ?tept IX\h oG 7tpOEa7JfJ.t IJwaClv['to cooi. Hal, sed magna ex
parte litletarum reliquiis non converuens
14 . T'l XE( .. ]waClv 80 (spat. 12 Jiu.), d r.
So 10,14: 1jXE[... ]ciH1IXV] Pi
15 '7. Innitens 8010, 157 [aeunam stat. Pi, praeeunte
am Schw
q. [ KOUAxIClVO~ tl7ttv'] cfr. Be 9,3 et La 5.18 1 ['O IlaijAo; 8 EO~] Pi:
[llaAO; e EO~ Tv;J Ma , cfr. Be 9,4
18. [Tv ... OG.) Pi I ] KOI)(Ax\avo~ restir.
Schw (fr. 3,2'), cfr. Be 10, 18
10, 2 . iXTJpu~t : lXTJFu ~tv Pi
). t~ [aU-:~ Tjll lego et suppl. Pi: Til'! ~~ [Clu :~
Ma
4. [9Ei]IXl: rraaa l coni. Mu I 8uv[].tU;: aU\la..tI~ So
'j. [rp i] ~ol u
Pi (spat. fere 4 litt .); O'Uvtrr]o(u (pro: O'UVE]~O~t) coni. Ma I ed{~] : 9EO Hal, vil(
recte
6. Post Et1tEII sup121ere vult Ma, approbante Hal, "Oux iv n IXijAo~
O tWX'tTj~; ct>tA.o:~ ttrrt v' Oij. MT iIlCITO. KouAxtIXvO~ d:n:tv>. quae yerba proptcr si
militudinem vocum 8 tw x'tTj~ et tOIWU~ interciderint, cfr. Be 4,6.8 et La 3,1-4
7.
w~ ( _ w~) Bo, retino Ma, Hal, 1an: 3~ Mu, Pi

l a 5GG. Al ypClf a ( ... cfr. Ev. Luc. 24 ,25-7


l O, ). :n:vtfJ.Cl
9EO d r. Ev. Luc. 2,26; Act. Ap. 6,5
4.6 . XClt &pE'ta~ .. . 1tVt.
.La'tt cfr. Act . Ap. 6, 8
8. ' E~PClTO; . dr. 2 Ep. COl: 11,22; Ep. Phil.
3,5
8-9. XT'lpxwv 1tpw'to~ cfr. 1 Ep. Tlm . 2,7; 2 Ep. Tlm. 1, 11
9'10.
' EAAT'lWnt 8tutyt'tO dr. Act. Ap. 9,29
_ H

ACTA PHILEAE

Aro DI FILEA

Koux"xvo, [EjI"EV' OUX ijv h[l't'Tj~; M~ xa"ta Ilchwva ~V; .


<I>,oex, Em"E~' h~[v "EpE]V-i}VOXE[V] Il<x<w[vO,' ou fLVOV
" IlcX['wVO,] ~,Oa[O~l"pO,
[~~,' aAa xal ~&V"tWV "tWV 'til-]
[Aoaq:wv, xal yap xal 1tV"Ca~]
<,,aEV' El 8. ~o] ~~ " [Hw ao,
11. exu,o ~w[vcX,. Kouh,]exvo, El"EV'
0[aov omov i8~. <I>,]lex, El"EV'
OU [8w. Mi yovo!'o. Ko]uh,exvo,
El"EV' :Euv[d8~a(,] <~[,jv; <I>,ex,
, El]"EV' NexL [Al8,,' 'Ei"EV' :E~d8~a(,
EO"C]tV; <I>[t]Aa~ E.l1tEV "' 0 'n E.l1tOV, EIJ'tW.
Kouh,exvlo, El"EV'
~v "po,
~[" ,oxvex xlexi ,[iv yulvexixex
[exi
a]~vd8~-

,l,,, ,(

CfllAa~ t!1tEV'

1tpOEl 1tv-

'3 . fI~~[v (?) Bo, Ma, Mu, tan : L .] Pi


13-4. 1ttpthflIoxt[v] rr)''tw[vo~'
scripsi (inler duas voces spat. l lin ., ut videtur), cfr. app. cric ad So 9, 14: un-tpth>fvo14-8. OU I1VOV . ..
o.t[v .o] fI).'tw[vo~ Pi 1ttpt1~voxr;[v] fI)'('rw (vlX Ma
t1tUCftV lego el suppl. Pi, cfr. Bo 9, 15-7 et Be 5,3-7 et La 3, 14 -7 : brevlocem assumentes
lacunam alii aliler coni.
18 . d 8i: {3o]~~~ leg. et suppl. Pi (fr. 3,2 v, cfr. Bo 9, 18),
18-11 , 1 [).i~w OOt) IXVrO 1pw(ve; coni. Ma
coni. 5: XlXt tI ~o).tt coni. Ma (no l.)
(not.), suppl. Pi
lI, 2 . in laeuna ]).[O\1tOV rccognosecre vul! Pi I ).omov ~871 S, Ma, cfe. La J ,20 Sacrifica
iam
4. l:IWIt(871a~ ~O"t] 1V Ma, itcm infra 5.Q
5. < KolJ).x tIXVO~ ) [1X]ii9Lt;
Ma, longius
6. d1ttv ' "O .1 t1tOV, .,. (dixit: oII Quod jam dixeram, ... ,.) Mu: ti1ttV
Et1tov' Ma tt1ttv' Et1tov
Hal
8-ll . lnitia versuum restit. Schw (fr.
2. 1')
8 . .qa 'tixvlX Pi (fr. 2, 1'), de. Be 5, 16: .[o';'e; ulou~ Ma, Schw
9. x[lXl
'to';'e; &tA1p<IIJ Pi (fr. 2,1') (spat. fere 15 liu .), cfr. Be 5, 17: X(IX! .ou~ O!xi-t'lXe; coni .
Schw XIX! 'toue; .vfxOII'tCtr; 5
1 0. restit. Sehw (fr. 2,1'; 1,3'; 2,5'; 2,3')
11.
' H 'l'&.p ~p[o}S restit ',Sehw ~fr. 2,1'; 1,3'; ~,5') : ~p[o]S 1~[v resti: . Pi (fr. 2,2'), dubitan12. rutwv PI (spat. {ere 7 hit.), cfr. Be ' ,20: XFUOCfWV suppl. Ma , dubio
te 5ch.",.
rante: Schw I l]crt[tv [estiro Pi (fr. 2.6'), coni. Ma I ~ \ restit. Pi (fr . 2,2')

an'

15

Bo

ID , 1I - 11 , 12

3'9

Culciano disse: (Non era dunque un


ignorante? Era forse de1livello di Platone?.
Filea dsse: Anzi, supero
Platone: [non solo era]
piu saggio di Platone,
[ma anche di tutti i filosofi)
[insieme. Datti persuase]
[tutt. Se] vuoi, ti [ctero]

11. le sue parole. Culcano disse:


Sacrifica [una buona voltah, Filea disse:
Non [sacrifico : non sta mai.] Culciano
disse: (C E questione di responsabilira.?. Filea
disse : S1. Chiese di nuovo: (CE questione di responsabilita?.
Filea disse: Proprio come ho deuo, e cosh>.
Culciano disse: Per guaJe ragione
verso [i tuoi figli] e tua moglie
e verso [i tuoi fratelli]
10 la responsabilita non la osservi? . Filea disse:
Infatti la responsabilid. verso Iddio
e [piu grande] e viene prima di

o.t

11,

n-J. 1tpIX-yU 1tV't1X cfr. ACI. Ap. 4, 19 ; 5,29

330

r,

A1"TI DI FILEA

ACTA PHILEAE

,,,. AirE< ydt]~ ~ [ada] TP"<pir


'AyCX1ti(JEl~] 'tOY ftE.O~ ['tfJV 1totiO'cnrtI CJE.. KO]uAXt[avo]~ El1tE,V"
Tlva aE6v;] <!l ~A<X~ "eXp"~
,dt~ XE]'e["]~ d~ ,Iw OIlp"vov

l'

d"EV'] Tov [a]EOV ,ov ,,[o<]~a,,[v.

Bo

11, lJ- I2, 11

33 r

tutte le cose. [Djfa tti la divina] Scrittura [dice]:


["Amerai] il Dio [che]
[ti creo]" . Culciano disse:
[Quale dio?] . Filea levando
[le braccia] al cielo
[disse]: 1I Dio che ha fatto

12. [il cielo] e la terra,

12. ,[" 'ov oup"vlw] x"l -r1v yTjv


x"l ,dt[~ a"AeXTI"~ x]"l "eX",,,

i [mari] e tutte le cose che si


trovano in [questi eIementi, il creatore] invisibile, [inenarrabile, non soggetto ad alterazioni], im, mutabile, irraggiungibile con il pensiero, coIui al guale
serve, e subordinato e [sta sottomesso]
tutto il creato, nei cieli,
sulla terra, sotto terra,
e [riconosce?] che Lui
10 solo e il [monarca autocrate] di
tutte le cose e che non ne esiste un altro

-ca

lv [cx!hot;, X'tOTl'jvJ apa'tov, &[<xrrwv, cX1t't]w'tov, a'tpE., ,:,:[o]v, dt"Ep<v6~[,]ov, <;> [800'
AEU xat eXxE.l x~G] D1to[xEI'tcxl
xal 1taacx ~ x'dcn~ [1to]upcx[vwv
x"l [,,] <y~]",v x["l x"'''Xa]ov([",v
x"l ,,[ .. . . . .. ... .. . . . ] 0" ~[u.
.0 'o~ fLVO[~ ,,]u,o[xpeX''''p] ,,;'v
eX"eXv,,,,v [x]~ [ou]~ nah<v '''pok

IJ . rale T( reslit. Schw (fr. 1,4') I [eta] fort. brevius; 6Ea: o ] Mu lEpa xal ada: Ha!
lEpa 9to un l
'4-5. l nitia ve rsuum (se, 14. Ar ( .. . : 15. x(, .. ) recognoscere
5chw sibi videbarur (fr. 3, 1'), cui fidcm denegavcr. Mu, Pi
14. 'Cov etOv res tit.
r
Schw (fr. l,4 ), cEr. Be ',22: XptO.,,1:0V atV coni. Ma, cfr. LXX Deut. 6,5 xp'to\l 'C O...
at. . O'ou ce La 3,33-4 dominum deum !uum
14-5. [-.'0\1 1totiO'av. O't Pi cfr.
Ece! . 7,30 et Be 5,22: (Jou 'tv at 1torjaC(v'rc( Lan 2 ; (aou . 0. . J x[dalXV't1X Schw d~. supra 14-5, [aou t 6~ at i '/tohat v cooi. Ma, cfr. La 3,33-4 qtli le Ir!
KOJUAXt[C(VOI restit. Schw (fr. 1,4')
16. [TvC( 9iov;] Ma (spat . 8 litt.): lTvlX ov
z
9t 6v;] Lan , fort. longius spatio 1 ';Il ~ ~[iC(~ restit. Schw (fr. 1,4')
18. [u'] (i.q.
'/ttv) suppl. Pi (spat. fere 6 litt.), conicieos tT1ttv (plene scriptum): a1ttxper Ma, Joogius
(dr. M u)
12, 1. 't~v oupavovJ, cfr. Ac~ . Ap; 4,24 et Be 6,1
l. "t'~ [~ elXAnlX ~ x) a t s~ppl.
Mu, COOl. Ma, cfr. Be 6,5 : "t'Tjv 9).lXaalXv Hal, dr. Act. Ap. 4,24
3. t ... [IXU'tOt~
... ] (spat . fere 13 Ii tr.), cfr. Aet. Ap. 4,24 et Be 6,6 1 x"t'tan...] Pi, cfr. Be 6 6: 'rO'" .L.
VOY] Ma
4. <i[A1iA7)'tOv, &'/t'tJeu.o... Pi (spat. fere 10 litt,): &[.Lt .ci'/t'tlw'tov Ma
brevius (Schw) a[AraW~ &.8vl:1t'tJw'tov Ma apud HaJ <i[....a:AOL]eu'tO ... Lan l , spatio no~
conveniens
6. u'/to[ui'tlXt] Mu: r.o[u.ci]X<'t'> lXt corn. Ma, suppl. Hal, fort.
me.lius
7'S, {l1to]u p~ [veuvJ XIX! ~ [1th r~m euv J:C!a:t xlX'tIXX9[ovL]wv Pi, cfr. Ep.
P~ . 2,10 .
.S. n . Exitus versuu~ r~ognov. Schw (fr. 2,rl
9- 10. ~n ~ [uhlj
.r.o"'l?fl rcstu. PI (Er. 2, l Y) : [ ] 1 'to ~.r.o ... Ma
10. a]u'to[xplX'tw.p] restit. Pi (fr.
2Y)
ro-1. 'twv ;1t;V'twv restit. Schw (fr. 2, 1")
11. [X]IXL lou)x r{a]n v re.
SI' Pi (fr. 2,2 Y ; 2,3"; 2,5"; 1,3") 1 t upo[d restit. Pi (&' 2,1")

1,..'

tr

14 . 'Ar lX'ltiatLl -COy aEO'" cfr. Deu!. 6,5 ( _ bid . 11,1); E v. Mau h. 22,37
14-' .
at Eccli . 7,30
18-12,3 . T ov atO...... 'rO: &y oohot!O cfr. Act. Ap.

-ro... 1tO L~alXv.

4,24
12, -3. -cO\l OUplXvOV _.. l v IXU't'Otl cfr. Acl. Ap. 4,24
7.8. E.1tOUplX... W\I XIX'tIXX90v(wv cfr. Ep. Phi!. 2,10
11' 1 . xoeLoux .. 1tATjv cWtO Deut . 4,35 ; Ev. Mare.
12,32

<

ACTA PHILEAE

332

1t~Y ",[TO. O[J O[L]X[O]rOL ill1tOY


T<1> [. .. ca. 20 litt. .... ]
[ ... ca. 20 litt. .. .. M~]
., <i[Y9Lcn:]ii Te;; [~r<(.LYL. ct>L-

,,,,k El"<Y'] ITpoc [8 l1t<p""q: (.L<,


&1toxP(Y[O]blru [",T<1>. O! OLXOrOL
E!1tov' 'Ecp?ea [-dv j'UVCllX<i (Jau

ATI1 DI FILEA

BE.\lE.cprXlOV 't~

xap~O.Lal

, XeXplOCXl.

&8e.Aq:0 crou

xcxl crU E,.LOt 'toiho

ct>L<"" El1t<Y' T"'TIjY Uy


e.ue.prea((lv nAe.lcxv ahofJ.Clt,

..

'to -r cbto'tofJ.(~ xp1acxaecxL


xat 'to xE,Ae.ua9lv aOl 1torfcrn~,
KOUAXlClVOt; tl1tE,V' El filv 'nt; 1jt;
xCl'ta 'tOU~ &rpo(XOu~ 'tOUt;

12. :reATv cr:u["tou Pi, cfr. Deut. 4,35 Ev. Marc . 12,J2 I O ~()x[o}Aro~ resdlo Pi (Er.
2,6" 2,5 v 1 ,J~ 2,1"), cfr. Be 6,9
IJ. "t~ Pi : .tu Bo, redn. Ma
1)-4 . "t~
[~t)'i~ Acr:AOU\'"th [:re! 1tAti"oV' Mi cooi. Pi allato fr. 2,5'"; deganrem sane cooiecturam
tamen rdeci, cum in fragm. 2,5" littera t vix legi possit et cum ex ipsis fragmentis papy
raceis appareat textum hoc loco duohus versihus constitisse, cfr. Ma ct Bo
11,14
14 -7 . Textus restirutus ex Be 6,11 -3
14. Mi Pi
1' . &'[vOIO""t]
scripsi: a:[vO(O""t]r restit . Pi (fr. 1,4Y ) J post hane vecem [r] Bo (fr. 1,4") 1 1~ (~"Ytl-l6vt
restit. ct suppl. Pi
1,-6. Ibt]AtO':[~ d:retv'] Pi
16. n po~ [8 :retpUl"ta }ltJ restit. et suppl. Pi
17. ebtOxp(v[oJfJ.al restit. d corro Pi (fr. 1,4V): cr:1toxptvtoJfJ.t Bo
(col. 12 ... fr. 1,4") I [a"t<";>_ 01 8tXOArOt Pi
18. [pI {ante t(:reo';' Do (per dittographiam, ut credo, e:c vece llflpct). Ma: p{T"topt~) Schw I tIflOPcr: Bo, secundum Pi;
tlflopr Ma, Lan tjOp. Mu I [d1I jUvo:i"x. 0"01)] Pi
..
1,, 1. ... <l>LAlcr:~ tI:retv eooi. Ha!
4. Xcr:p~OfJ.cr:L: Xo:pt~O.L[ t]o:t Bo, lin. t curcenle calamo Iineola deleta Xo:p~ow.( O"t Ma apud Hal
S. X&.2tO"O:I: xo:ptat Bo I
post XlXptO"o:t laeunam stal. Ma, supplens <9uooII. <I>t).lcr:~ d:retv- O Ow, fJ.-i rillot
"te >. vix necessario
6. WtP"Ytaicr:v: tve.P"Yt(Jtcr:v Bo
7. cl:reo"to....o:: ct:reO"to
luto: Bo I x.piO"o:cr6o:t: xpTao:cr6o:( O"t Ma apud H al
8. :reO \JGn~ (:reOtl1lTfJ~ Bo) Mu:
:reOtiaal Ma
10. "to~ Ma; "tOU"touO" Bo primis liueris "tou ab ipso, ut videlur,
scriba punclis deletis: .o"tou~ WUt; Ma apud Hal

12, 12 - 15, 10

333

tranne Lub>. [I] consiglieri dissero


[a Filea che voleva dire di piu ... )
[.... .
. .... : Non)
., resistere al [prefetto .] Filea
[disse): Su [eio che mi domanda)
[gli) ri'pondo ". [1 consiglieri)
dssero: Pensa (a tua mogliel.

[duae columnae perierunt]


15. El"<Y' Ox &rw" <in' l(.L"'UTOG
xTl8fJ.t\lo~. KOUAXlClVO'; tl1tE.v

Bo

[mancano due colonnel


15. Filea disse: Non irragionevolmente, roa di me stesso
preoccupanclomi. CuIdano disse:
Un particolare favare a tuo fratello
io faedo. E tu questo favare
lasciami {are. Filea disse: Questo
ultimo beneficio io ti chiedo J
cioe di usare severita
e di fare co che d e stato ordinato.
Culdano disse: Se tu fossi uno
dd villic che

..

<

ACTA PHILEAE

334

lh'

ATII DI FlLEA

&VdhE.<~ > av E.1tLOE.OWx'ta~

16. I-Le.vo~ oE.au'to 8oov. <I>LAl<x~

<O

"

16. mia te stesso e sacrifica ). Filea


disse: Non sacrifico. [1] consiglieri che stavano
a fianco del prefetto gli clicevano: Ha sacrificaro
nell'ufficio privato. Filea disse: Non
ho sacrificato; e se ho sacrificato, 10 dica il
prefetto. E poich egli non si lasciava
smuovere e non tornava affatto sulle proprie
decisioni, gli avvocati
e tutto l'[ufficio], rnseme al governatore
deUa dtd., chiedevano al prefetto che gli fosse
concesso un periodo di riflessione. CuIdano
disse: Vuoi che ti da [empo per
riflettere? . Filea disse: He riflettute
piu di una volta e questb ho sceltO).
Di fronte a cio, gli avvocati
e l'ufficio insieme

d7tEV- Ou 9w. m liLxoA6yoL 1t<Xp'O[oJ,,;;'"~ <'I'7Jo<xv' "'E9uoe.v av


<c{) arxpi<'l'. <lllAO:~ e.11tE.v OUx t9uoa' d OE. E9uoa, AE.j"'tW
iy..t.lY. K<xt .t.~ .t.E<<X1tA<xriV'to~ au'too .L1)0E. l1tla'tpa
Ifiv'tO~, T~(ouv Ol a~XaWA rOl xal1tCioa T 't<~>l < ~ > afJ.a 't'i> AOy""i "Iv iy..t.6Y<X OX~LV
au"C'i> aoarva~. KouAx~avo~
d1t.v BOA"!I oov<X( OOL ox~<xoS<XL; <I>LAi<X~ d1t<Y' <E> ax.~&.t.7JV
1tOAAxt~1 xal "COO"CO 1tpo"pr..t.aL. Kal t7tl 'to"Cm~ ol OlxaLoAyoL xal ~ "C~l~ a.La

II ; r..,dht<t>CJ..." cfr. La 5 , 3~ indigere: t..,to..., Bo

.,

Il-2. anle tmOEowx'tCJ.~ i CJ.t!.

14. Xtx'tT)O'CJ.(: XtX'tT)o ( qlCJ.! Bo, lin. a (Pi, non t Ma) ah ipso scriba!i1,6. 9pt~CJ.t <xCJ.l, OIOIXijO'CJ.t S: 9pi~o:! ouvIX0'9o:t (ve! OvCJ.O'CJ.!) Ma
(nOI.)
16. q:UO'!H.VO~: iptO'CJ.IJ.EVO~ 80
16, ~. 01: ou Bo, per dittographiam I ~hXOAOrOI Bo, cfr. infra 8-9 el 15-6
4.
aTlXP'I't'!J ( - ttTlXP'I}'tCJ.P!'!J), cfr. La 5,4? in lrontiiteno: auyxpfrtw Mu O'1Jvxp'l)"tw
Bo
6'7. (J.t'tCJ.1t'ACJ.rt\l"t'O~: xCJ.'tCJ.1t').CJ.'J:t\l"t'O~ S
8-9. 0\)"1II0).6ro\ Bo, item in.
fra 15: olXOAyOI M3, Hal
9. 't<e>l<p: 'tCJ.I Bo, cfr. infra 16 't~!~
11 .
IXU't'~: CJ.\.I't'w Bo, cfr. Pi ad loe. I ooaTivCJ.!: oovo:t Lan
I l . oouvo:t: ooaiivCJ.!
S
IZ-3 . O'xit/CJ.a9,:n: O'Xtt/tmlIXI Bo
13. <' E ~ O')(t~&I.(:rlv: O'X t~CJ...tTJ\I
Bo
1:,-6. OtXO:IOAyOI cfr. supra 2 el 8-9
18,14

335

'tol.l~ supplendum censer < &"'0lCJ. ~ Ma, cfr. La 5,37 in /gnc ammtiam IJm;sse
I2
<oux> ';vElX6!J.7\~, efe. Be 10,1 el La 5,J~: ';"'UXIJ.TIV S, Hal coll . At l. Ap:

neola deleta

I:: , 11 16, 16

per la loro poverta si consegnano,


[non] ti avrei tollerato. Ora invece, poich
possiedi ricchezza sufficiente
da mantenere non solo te stes" so, ma da nutrire [e] amministrare
un'intera citta., per questo rispar-

au<OUX> 1VE~X~1)V av aou. 'E1tE-~


o~ OE. xat 1tE-pWUOlav lxav7v
xlx'tT)oat, w~ .Li .Lvov OE.au'tv, &AAcX xal 1tAlV OA1)V 8pcpa~ <xab ow~xfiaal, ota 'to'to cpuo'tO~,

r,

Bo

<

ATTI DI FlLEA

ACTA PHll.EAE

17

<,;,

AOy'<>< T~OUV "Iv fLaxci

pWV <l>~AexV 1tE.~eV'tE.; 01t(ut;;

.$. <oT~ x.Aw9doL Kal fLT


lmO"tpE.<potJ.VOU exU'tOU, E~exA)'CtV
5 exU'tOV <XVCt'tpl7tOv'te.r;, Wr; &V crxl~
~~at>

eolpTvr 'toTr; aylOtr;

Bo

17, 1 7

17. al governacore pregavano i1 beato


Filea, cercando di persuaderlo, perch
cedesse a quanto ordinato. E poich
egli non tornava sulle dedsoni prese. lo
5 gettarono a terra supino, affinch
rifIettesse.
Pace a tutti i santi.

1taO'l.

17, ). tlq: r~ Bo'"


4. t3OlUay: t3aUov Mu , Pi
5.6 . .xvaxic/i7j<"tcu:> :
Lan eoU. PSI IIl168,31 tV<l"Xt~Tj Bo
7. ttpTvr: LP7j\lTj Bo I :yrOLo;:
8. ttIXaL : ttOlaU Bo
.

lvaxl~r<"taL ;>
Olruo Lt; Bo

17. 7-8. d pTY1] .. ttam cfr. Ep. Eph. 6,23 EtpTvr "toTo; eX3qlOTo;

337

STAMPA:
EDIZIONI PAOLlNE
ROMA 1977

xxvw

lNTROD UZIONE

A. A. R. BASTlAENSEN

Cosi, dunque, la redazione de rendconti dei marnn aveva


funzione non Iimitata al quadro ristretto della Cmesa locale, ma
estesa anche al pi\! ampio contesto della comunita delle Cmese,
che abbracciava le Chiese della medesma provincia, le Chiese
d'oltremare, tuUe le comunita del popolo di Dio, sparso per il
mondo. Di tale duplice destinazione si rileva forse qualche traecia in una delle composizioni autentche a noi rimaste. Gli atti di
Cipriano, non quelli del primo processo, nel 257, ma quelli del
processo del 258, che si concludeva con la sua eondanna amarte,
sano stati conservad in due reeensioni 1. Esse sano strettarnente
apparentate, ma vi seno aleune differenze carattristiche. Casi,
veniamo a sapere nella recensione 1 che Cipriano, l'ultima noUe
della sua vira, alloggiava presso un gendarme vico Saturni, ovvero
in una strada della loro citta che i cartaginesi conoscevaoo bene;
cio che oella recensione 2 e diventato: in vico qui dicitur Saturni,
clove l' aggiunta qui dicitur suppone destinatari che ignorano la
topografia della citta e che, di conseguenza, appartengono ad
altre Chiese. La duplice redazione dovette essere intenzionale: vi
si riflette una doppia destinazione degli acto. Non e difficile immaginare l' avidita e l' emoziooe con le quali le Chiese-sorelle,
oelle loro riunioni liturgiche o comunque pubbliche, ascoltavano
il racconto della fine gloriosa del vescovo di Carcagine.

7. Problemi d'autenticitli
Tale duplice recensione degli atti di Cipriano puo invitare a trarre una seconda conclusione, e cioe che gli au ci'un martirio non
costtuiscono la replica esatta dell'incartamento processuale di
un'azione giudiziaria o di qualche resoconte ufficiale relativo a un
arresto e a una condanna, 1 resocond che leggiamo sano opera d
redattori cristiani, che lavorano per la loro comunidt. E sembra
invero che illoro lavara sia suscettibile di variazioni, se l' esigenza se ne fa sentire, come puo essere stato il caso del testo, destinato ad altre Chiese, degli atti di Cipriano.
Sara possibile, alIora, descrivere il processo di composizione
dei nostri atti? La risposta aquesta domanda non puo non essere
tirubante. Diciamo anzitutto che occorre inquadrare il problema
in un contesto piu ampio. Si tratra, in definitiva, dell' autenticita
1 ~cta Cypriani 2, 1 5gg. : ved.~ in questo volume, pp. 210.27; da consultare in particoJa.
re 11 commento a 2 l , 1)-6; e moltee la Nota al testo, pp. 202-4.

XXIX

dd nos tri atti, piu difficile a stabilirsi - Musurillo ha farro bene


a rammentarcelo 1 - di quanto non si creda comunemente.
La critica agiografica cattolica dal diciassettesimo secolo in
poi, reagendo con l' opera di Thierry Ruinart in Francia e dei
Bollandisti in Fiandra agli attacchi protestanti, ha risrretto sempre piu il numero di att degni di fiducia, Il procedimento conssteva sopratrutto neU'utilizzare argomenti di critica interna: se
gli atti, tali quali li possediamo, contengono dati che la scienza
storica impedisce di accetrare - per esempio grossolani errori di
cronologia, caricature non plausibili d'imperatori persecutori, intervento massiccio del soprannaturale in vsioni e miracoli, ecc. essi sano soggetti al dubbio e non possono essere riconosciuti
come autentici . I1 punto di partenza e il contenuto degli atri,
giacch una documentazione per mezzo d' altre fonti e in molti
casi impossibile. Vi e, certo, la Storia Ecclesiastica di Eusebio,
che contiene estratti del martirio di Policarpo e degli atti di Poni0 2 j che, in piu, ci ha conservato la lettera delle Chiese di
Lione e Vienne; e che, in genere, menziona le persecuzioni di cui
i nostri atti sono per cos) dire dd primi piani: non possiamo che
rallegrarcene. Una certa garanzia di autenticita e conferita forse
agli atti di Filea.) dall' antichita dei suai primi testimoni, i papiri
scritti qualche decina d'anni dopo gli avvenimenti. La Passio Perpetuae viene confermata da aleune iscrizioni, da un'allusione di
Tertulliano (de anima 55, 4) e da numerase altre presso autori
posteriori, soprattutto Agostino" . Per gli atti di Cipriano, vi e la
menzione degli atti del primo processo in una lettera a lui indrizzata (Epistulae 77, 2) e vi sono gIi accenni del suo biografo
Ponzio'; i prestiti degli Acta Maximiliani 6 sono anch'essi un sostegno per l' autenticita degli Acta Cypriani - e, in certo modo,
anche viceversa! -j piu tardi Agostino, nel redigere i suoi sermoni per il giorno del natale di Cipriano, attingera egli pure agli
Acta CyprianF. Vi e, infine, la celebrazione liturgica delle feste

Ved. Musurillo, p. uv.


PeI questi ani ved., in queSlo volume, pp. 6-3 1 e 154 -91 .
) Ved., in questo volume, pp. 249337 .
La liSIa delle iscrioni e delle cilazioni e allusioni presso Agostino e altri autori antiem in C. van Beek, Passio sanctanlln Perpetuae rt FelicjwtiL ., p. 149* sgg.
J Ved. Nota al tes to, pp. 2034.
, Ved., in questo volume, U commento a Acta Maximiliani 2, 169 (p. 503).
7 Ved. Serm. ]09, Sermo GuelferbytanuJ 27.28; inoltre l'apparalO ddle citazioni agli Acta
Cypri.ani, pp. 209, 219, 221. Ch. anche S. Colombo, GI; (ltti di San Cipriano e a/cuni
semtoni di S. Ago$lino, Didaskaleion . n.s. 1 1923, pp. 1018. Anche Prudenzio oonosce
1

TESTAMENTUM XL MARTYRUM
Testo critico a cura

di A.P. Orbn
Traduzione
di Silvia Ronchey

Notizia
Nel ccntesto di disposizioni anticristiane adottate daU'imperatore
Licinio Del 320 soprattutto oei confronti del clero e dell'arnministrazione civile e militare, quaranta soldari crisrani di varia provenienza
ma apparcenenti tutti alla XII Legione Fulminara di sranza a Seba
ste, oell' Armenia Minore, furono arrestati e invitati ad apostatare.
Al loro cifiuto segul la condanna a morte. Il 9 marzo di un anno
compreso fra il 320 e i1 324 essi furono esposti nudi in un luogo
gelato e morITano per assideramento. NeU'intervallo fra la condanna
e l'esecuzione i quaranta cristiani scrissero ai loro confratelli di fecle
residenti nella zona la lettera, usualmente defioita Testamento, che
gu presentiamo, DelIa guate chiedono di essere seppelliti tutti in un
solo luogo. TI loro desiderio non s pot realizzare perch, dopo morti, loro corpi furono bruciati e le cened disperse nel Hume vicino.

Bibliografa essenziale
N. Bonwetsch, Das Testament der vierzig Miirtyrer ti Sebaste, Neue
kirchliche Zeitschrift>, III 1892, pp. 705-26 (= Bonwetsch).
J. Haussleiter, Zu dem Tes/ament der vimig Miirt.yrer U Sebaste,
Neue kirchliche Zeicschrift UI 1892, pp. 978-88 ('" Haussleter).

Sigla
V

P
S

Vindobonensis TheoL gr. 10, saec. XII (ed. P. Lambecius,


Vindobonae 1778)
Parisinus gr. 1500, saec. XII
Codo 180 Monast . TroitskoSergievskaya Zagorsk (USS R) 3.

1445

t.IA8HKH
TON ArInN KAI ENt.O=:ON TOY XPIl:TOY
TEl:l:APAKONTA MAPTTPON
TON EN l:EBAl:TEIA TEAEH18ENTON

TESTAMENTO
DEI SANTI E GLORIOSI QUARANTA
MARTIRI DI CRISTO
CHE MORIRONO A SEBASTE

MEA'tLOC; xat Af'noe; xcti Eo-rtJXtot; of 8io!.Llm "Coi) Xp~cr-toj


<'tore;> x<X'ta 1t&aav 7tAl\I xcxl x,wpav ar(Ole; t1tlO'X61tOlt; 'tE. xcd
7tpe.a~1.rc.pOlr;, OlCXXVOlt; 'tE. xat f,LOAO)'i'l"Ccx'Tr; xocl "tOLe; AOl1totr;
a7taatv ~xx)..TJcnaC"'tlxo1'r; EV Xpun4> XCdPE.lV.

Melezio, Aezio e Eutichio, prigionieri di Cristo, porgono l loro


saluto ai santi vescovi e presbiteri d'ogni citta e paese, ai diaconi,
ai confessori e a tutti gli altri membri della Chiesa di Cristo.

1, 1. 'E1tEloav 't'fi 'to 6e.ov XPl'tL XIX! 'tcxTe; xOl\lcxTr; 'twv 1tCX\I
'twv d):,arr; 'tav 1tpOXEl~EVOV 7}f.LTv eX"(wvcx uAawf,LEV XCXL E.7tt "Ca
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10 xWptWV -ruYXvoflEV 1tv'tEC;, &)..).. "fE fllClV xat TIv auUv ic;
xcx'tcx1tcxaE,WC; Ei).,flEOa xa't9e;crw. 'E1tu8i yap XOlVOV l8llle;9a
'tOV 'toO &9AOU &ywva, XOlV1v auve;8llle.8a xat 'tiv xa'tltcxuaw
1tolfaaa8al ev 't~ ltpoupr.tlv~ xwp(q.). TcxU'ta ouv xal 't~ &:y{~
1tVe.lla'tl woEe.v, XCXt ~Ilrv Tpe;ae.v. 2. To'tou EVe.Xe.V ~.td~ o
't"O Af.Lf.Lwv(ou,

Pucfatio 1. 'tou XwTtO om. S


2. 'tO(1 add. S Mendelssohn Bonwetseh
1, 2. T.tiY om . PS, del. Bonwetseh
7. O1tOU8&(OY'tl: aW01touM(OVt'l V
9
1tAIV ZfAwv P V: 1tO).(T1AOY (se. tXxATlalOXv) Gebhardt I Et -ya? XCtL Mendelssohn: d
-ya? s El )Xl V
l l . tlA6.tt9<x Mendelsmhn Bonwetsch: tAw.tt9 V

1, 1. Una volta che avremo portara a compimento, per grazia


di Dio e a esaudimento dei voti di noi tutti, l' agone che ci e posta
innanzi, e conseguito il premio della superna chiamata, desideriamo che sia esaudta, aliara, anche la seguente nostra volanta: que!
che resta di noi venga reso alla comunita del nostro padre e presbtero Prodo e ai nos tri fratelli Crispino e Gordio insieme ai
loro devoti fedeli, e a Cirillo, Marco e Sapricio figlio di Aromonio, a che le nostre ossa trovino dcetto nel villaggio di Sarim,
sotto la citta di Zelon. Ch, se pure veniamo tutti da luoghi diversi, abbiamo tuttavia eIetto per l'eterno riposo quell'unica e
medesirna sede. Poich nfatti sara srato comune l'impegno nella
10tta, abbiarno fra nol deliberato che comune sia reso anche iI
giaciglio che ci dara requie, nel villaggio predetto. Tale fu il proposito ispiratoci dallo Spirito Santo; e quel proposito ci piacque
far nostro.
2. E noi della comunita di Aezio, di Eutichio e

Praefario r. o 8lO'.tlOt 'tO XptO'Toii cfr. Ep. Eph. 3,1; Ep. Philem. 1,9
l, 2. 'tOV 1tPOXttUVOV ... &yw'XX Ep. Hebr. 12, 1
2'3 . lTd 't0: ... xA1atCllI Ep.
Phil 3,1 4
101. tii~ x't<X1tatwli ... x't49EO't\l cfr. Aet. Ap. 7,49
13'4 .
't~ -y(~ ... ~fl.(V Act. Ap. 15,28 neenon ',32

<

TESTAMENTO DEI QUARANTA MARTIRI

TESTAMENTUM XL l\.1ARTYRUM

344

15 ltEpi 'At'ttOV xcd Eu'tXtov Xal 'tOU~ AOmOUC; tV Xpu:rr0 &~kA

xcd aoeA
<poo, "ar, A"TJ, xo" <oepoex'i, ix<o, r'y'09oel, <Ti, 3< <plAoe3!Acpou xmvwv(exc; 'tlfJ.fjacxl 'tov opov xcxl 't0 ~OUA~!l.a'tt ~fJ.W\l O1tOUoa;(wc; auvpcxa9o:t, 01t0>0; TI'c; mxxo'ijc; xal c; aullltcx8dcxC; 'tOY
.Lirav ~.Lla8ov 1tapa "Co xowo 1tex'tpOC; ifJ.WV xO(.Llcrra9E..
3.
q:OUC; T.LWV 7tapaXaAO.LEV 'tOUC; XUplOUC; ~fJ.WV "(ovare;

20

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25

OE

&~to(.LEV 1tv-rcxc; (.LTJo.vcx 'tWV

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xcx.L(vou aveAO.L-

vwv Atl~cX.VWV 1)fJ.WV EV e<xu't0 1te.pmmiaaa9cxt, &)..)..& xcxl 'tile; EV


'tCXUt{.> cruVCX9pOlcre.WC; q:pov-daav'tC( &1tooovat 'tote; 1tpoe.pT}(J..vmc;,
lVO: xal jc; O1touofjc; 'tov 'tvov E1tlOe.lE(.LEVOC; xcxl 'tfjc; EUj\lWllOcruVT}C; -ro aXpCXLOV (xU'tWV 'twv ttvwv -ri'o; 11UtJ.1tcx9e.lac; 'to xipooc;
xO~J.(O"I'}'t(xL. Kex9c1te.p T Mo:pCa 1tpoaxapnpiaexoa "t<il 't6:<p~ 'tOl)
Xptcrto xcd 1tpO 1tv'twv 9E(x(],(X.J..VT} 'ta\l XpLO\l, 1tpw'tY) XCtl 't'i~
Xoep, xoe, ."Aor'oe, i3t~oe<o 'tiY Xptv_ 4. El 8. '" <; ~ou
A>!'-oe" >!'-WY iyoe",lW9, <O !'-<Y 9dou x'p30u, &n<plO,

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$Cf'tW, j~ o~ 1t<xpaxofj~ 7t;01'}~ 1tOLXO~, !.LLxp0 ~ouA~~a'tL &7tOAaa<; 'ta OlXaLO\I, 't~\lE.L\I 7~ac; &7t' &AAiAW\I

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tq' au<oy ~loeC!,-'YO" oG, lrto, >!'-WY ow'tip 13,<;< xpm xoe, "po\lo(~ .q 7ta'tEl ao\ll~EU;E\I.
5. El o~ xo:t 1to:t~ EO\lO'lXa~ \lE'ta

~o:'tt 'tO qtAO:\lSpW1tOU SEO t1ti. 'ta o:u'ta 'tO &yw\loC; xo:'tCX\l')CJEt

3.5 'tAOC; 't'1\I o:u'ti\I 7~W\l i)~(o)aE\I EXEL\I XCXt XCX'tCX..tO"~\I W\I OE

3loe<pUAoeX9tj &~Aoe~i, -r <O XplO<O XPl<l xoe, ~" iy ~; xO!'-> ~"COl<O, axoACm oe,,<OY !,-,,' lAW9.p'oe, <; !,-oepwP'>
7f1.W\I 1tCXparrAAO~E\I XO: 't&~ l\l'tOA&r; 'tO XpLCf'tO q>UA;TIEL\I
1tO:PCXXCXAOf1.E\I, t"CX E\I

't'ft

.LEy;An 't'ir; &\lCXCf'teXaEwr; T!J.p~ 't'it;

15.6. "tOUt; AOl1tOUt; ... aotAfout; Bonwetsch: "t01"t; Am1tOlt; . .. aOtAqlOlt; v


P
16-7. "tou, xup(OUt; ... or:OtA~OUt; Bonwetsch: "tOlt; xup(oU; .. . a otA/fIo1"t; v
P
24. "t6vo ... : n ...oy V
16. 1 Map(a: Mapl P
30. l.uxPt!>: l.uor:~
Lambecius
30. ~ouAftfUl"tt : Aif-l.tor:"tt Mendelssohn

345

degli altrl fratelli nostri in Cristo preghiamo i nostri genitori e


fratelli carnali di astenersl da scene di strazio e conturbamento
per tale nostra decisione, di rispettare questo nostro decreto di
comunione amicale e di cooperare diligentemente perch sia fatta
la nostra volonta: otterrete COSI dal nostro comune Padre la grande
mercede che attende l'obbedienza e la comprensione. 3. Ancora chiediamo a tutti che nessuno si procuri per proprio conto e
per s parte anche minima delle nostre ceneri quando verranno
estraUe dalla fomace; roa che ciascuno, con la massima scrupolosita collaborando perch tuUe siano raccohe insieme, le renda ai
suddetti fratelli. affinch, mostrando l'intensita della sua devozione e il disinteresse della sua bonta, ottenga per s il fruuo della
compassione per il nostro travaglio. CosI Maria Maddalena, che
sorvegliando assiduamente il sepolcro di Cristo fu la prma a vedere il Signore, e stata anche la prima a rcevere il compenso della
gioia e il dono della sua benedizione. 4. Ma se poi qualcheduno vorra impugnare la nostra ultima volonta, che egli sia privato
del compenso divino quale colpevole della maggior trasgressione,
aveodo per un piccolo impulso personale canceUata la giustizia col
tentare. per quamo in suo potere, di divdere a forza gli un dagli
altri noi che il nostro santo Salvatore con la sua grazia e provvidenza ha unito oella fede. 5. Se poi anche il giovane E unoico
per assenso di Dio misericordioso arrivera come noi al compimento dell'agone. vorra dire che e degno anche lui dello stesso nostro
ricettacolo_ Qualora invece egli venga preservato illeso dalla grazia di Cristo e ancora abbia ad essere annoverato tra i viventi, ci
raccomandamo che egli sia lasciato libero di dedicarsi alla nostra
tamba e lo incoraggiamo a rispettare i comandamenti di Cristo.
perch nel gran giorno deUa resurrezione egli rCeva la nostra stes-

16-8. ~ Mor:p(or: ... .r... Xcipw cfr. Ev . l o. 20, 1.2 et 11-8


31 Xcip~"tl eh Bv Lue
2,40; Il ,II ; 11 ,23 ; 14,26; 15,40; 20,24 ; Ep. Rom. 3,24 ; etc.
34 "to iplAa.... SpWnou 8tO Ep. Tit. 3,4
)8. "t0:{ !lIroAa.t; "tO XplatO cfr. Ev. lo. 15,10; 1 Ep.
Cor. 14 ,37; I Ep. lo. 5,2-3; 2 Ep. lo. 6; Apoc. 12 ,17; 14, 12; 22, 14
39. -q
f-ltrciA1J . .. 1f-lip~ E.... lo. 7,37; Ep. Jud . 6; Apoc. 16,14

TESTAMENTQ DEI QUARANTA MARTlRI

TESTAMENTUM XL MARTYRUM

40

.Lta' T.LWv cX1tOACXC"tWe; -ruX'(j, l1ttt81 xl lv -r<;> XC".Lt{) wv 'tae;

at''', ~fL'Y ~"lfLLY 9Aqm,. 6. 'H y"p "po, 'OY .x3A<pOy


yYWfL00IlTl 3,xcxlOollTlY ~"' 9w, ~ M "po, 'OU, J.OlOy.
vde; 1tapcxxo1 EnoA1v aEO 1ta'td' yi:ypa1t'tal yap O'tl '0 ciya1twv TIv &olXtaV .LlC"tl TIv ~au'to ~UX"JV.
2, 1. TOlYPOV &~tW u.Lae;, &OEAqE KplO"1trVt, xcxl 1tapa.y-

w,

"<la1J, xocrfL'x;, ~3u"cx9dat, Xatt "A<lY~, yYicr9at,


:E<patAp" y"p Xatt ox dhoyo, ~ '0" xcrfLou 3~at, ~
1tpOe; 6)"yov .Liv &V9Er xcxl au9le; .Lapa.CvE'tal Xp'tou 8XT)V, 'tax, 'POY ~, .xPX;' 3~CXfLiY~ 'o ,iAO,. TIpocr3pcxfL'Y 3< fLanOY
6A'Oat' ,<;> <p'AatY6pw",p 6<;>, 3, "AO'OY fL<Y .xy,X; "atpi
XEl 'tore; Ele; au'tov 7tpoO"'tP&XOUC"l, ~w1v oi alwvlov ~pa~EEl 'tole;
de; au'tov mO"'tEOUO"l. 2. KalpOr; ou'toe; Em-doEloe; 'tore; O"W~E
O"Sal 9iAOUO"l, alPaovov .Liv 1tap&xwv je; .Lt'tavoar; -dv 1tpOaE'
10 O".La.v, &1tpOlPcXO"lO"'tOV 8E n;e; 1tOAl'ttlae; TIv 1tpa~l\I , .LT)OEV &Vct~atnOfLiYo" "pO, '" fLinoy. 'A"popat,O, y"p ~ 'o ~ou fL
'ta~oA1_ 'AAA' El xal E"f\IWplO"ae;, opa 'to Xp"JO"lf.LOV xallv au-q
l1tOU~ctl je; 9Eo(JE~Eae; 'to a';(pcxv'tov, Yva EV au't<;> xa'taArq>8tte;
'twv 1tpOyEyOV'twv <Xf.Lap't'T)f.L'twv a1taAE<ptle; 'tO XElpypaq>ov'
15 'Ev <il yap EpW O"E , <pta(v, EV 'to'tt{) xcd XplVW C"t .
3.
E7touoO"a'tE ouv lv 'tare; lv'toAate; 'tO XplO"'tO EupEaTjval tX.LE.L1t'tOl, 01tWe; q"fTl'tE 'to axo(.L1j'tov xal alwvlov 1tp' O'tl yap '0
Xat,pO, cruYcr,cxAfLiyop "<lAat' ~o~ ~ 9dat <pwY'. 4. 'AycX"~Y
OUV 1tpO 1tv-cwv 'tllJ."Jaan aTIj yap fiV1J tllJ.~ 'to oxalov qllAa;yino>,
~iYou,.

347

sa ricompensa, per avere soHerto, pur restando nel mondo, le medesime nostre tribolazioni. 6. Si confa alla giustizia divina, infatti, la sollectudine verso il fratello, mentre la disobbedienza ai
consanguinei calpesta il suo comandamento. Poich e scritto: Colu che ama l'ingiustizia odia la propria stessa anima.
2, 1. E perco vi chiedo, fratello Crispino, e vi raccomando di
mantenervi estranei da ogni debolezza e smarrimento terreni.
Fragile e incerta e infatti la gloria del mondo, ed essa per un poco
germoglia ma ben presto appassisce come l'erba, estinguendosi
piu rapidamente di quanto e spuntata, Preferiate piuttosto far
conto sulla misericordia di Da, che procura ricchezza perenne a
quanti in lu si rifugiano e aggiudica vita eterna a quanti in lu
confidano. 2 . E questa l'ora adatta per quanti desiderano salvarsi: con larghezza ci e data l'opportunita di pemirci e ci e posta
innanzi senza scuse l'occasione irtinunciabile di praticare un onesto costume di vita, per coloro almeno che non rinviano nulla al
domani. Poich imprevedibili sano le vicissitudini dell'esis tenza;
ma una volta che questo hai compreso, fanne tesoro e sappi mostrare nel corso di esse la purezza della tua pieta, di modo che,
colto in quell'atto, tu possa cancellare tutto il protocollo delle tue
colpe passate. Come ti trovero - e detto infatti - cosi ti giudichero. 3. Abbiate cura dunque di farvi trovare irreprensibili
nei comandamenti di Cristo, cosi da sfl}ggire al fuoco eterno che
mal non si estingue. Poich gU. da molto la voce divina ha gridato:
Il tempo s'e fatto breve.
4. Onorate sopra ogni cosa l'amore:
esso solo adempie il principio della fratellanza e obbedisce alla leg-

<13'4 'O &ro:n:&\I ~uxfv Ps. 10,5


" 4. Mea ... x6p'tou cfr. Is. 40,67; 1 Ep. Pero 1,24; Ep. lac. 1,11
8'9. KCl!pO~
... aW{ta6al cfr. 2 Ep. Coro 6,2
9'10. n:p06ta.tl\l Ep. G.1. >11 ,2
14. -ro Xttp6rpo:~ dr. Ep. Col. 2, 14
16'7. Lv 'texto; l\l"tOAO:; ... .t(..t1t'tOl Ev. Luc.
1,6
17 'tO XO(..7)'tO\l cfr. Ev. Marc. 9,43AS ha 'ltp 'ta a{3(.O"t'ovl I o:tWVlO\l
'ltp cfr. Ev. Marrh. 18,8: 25 ,41: Ep. ludo 7
178 . ' 0 X(J;LpOC; OU\ltO"t'o:A.tl\>OC; 1
" 18'9. '~T;m\I . , 'tl.tfao:n cfr. 1 Ep. Coro 13,13; Ep. Col.
Ep. Co:. 7,29
3,1 4
19-10. aun .. et~ dr. 2 Ep_ Pe!. 1,7
1,

1, 1. Kptcrntvt: K[:acrntvt xo:t r 6pOlt Lambecius


l . .c!>c; om. P, del. Bonwet
5ch
3. eihovoc;: twvOC; P
7.8. ~w~v .. . 1ttO"t'tuouO't om. P
tOo &1tpOlfI<XatO"t'ov: &n:poaMxrt:Ov P
[ l . El XO:I : d V Bonwetsch
17. xa! o:iw
\ltO\l om. V, dd. Bonwetsch

1 - 2

<

TESTAMENTUM XL MARTYRUM

TESTAMENTO DEI QUARAN TA MARTlRI

2 - 3

349

" 3A~lex, Vf!.'l' ,mSof!.ov'1 S",' xexl yap 3.a <oG PWf!.OVOU &:3<<pO (; ap!X"ro~ "rll.La"rcn at~' X!XL 1tpO~ .LE.V "ro~ .LO.Lll"rp(ot)~
&:3A~0':', AYO" "pO, U ,,<inex, <O':', ~.AOxpt<TrOU, T yvWf!.'1.
Kcd yap aylO~ ~.LW\I awUp x!Xt atO~ E.xtlIJo\J~ l<pcxaxtv aOtAcpou~ e.rva~, "rou~ oux1 'tf <pae.L XOlVWVOV"r!X~ &:AATAOl~, aAAa "rij
25 aplan 1tp~Et 7tpO~ Uv 1tla-rW c:ruV!X1t'tO.LVOU~ X!XL 't0 9o..ll.L!X
tX1tAT)pO\l"tCX~ to 1tCX'tpO~ T.LWV 'toi) tV 'tor~ oup!Xvor~.

ge di Dio. Infatti nel fratello visibile e onorato Iddio invisibile; e


se queste paraJe indicano, aUa lettera, i fratelli carnali, il significato comprende pero tutti coloro che ci sano apparentati nelia fede
in Cristo; giacch il Dostro santo Salvatore e Dio ha chiamato fratelli quanti sano non gia apparentati gli uni agli alt dalla natura,
ma nell'eccelienza deU'azione reciprocamente congiunti neUa fede, e attuano la volanta del Padre nostro che e nei cieli.

3, 1. Ilpoacxyopto.LtV 'tOIJ Xp~IJ 'tOV 1tpta~'tE.pOV cfl(Al7t7tOIJ


XCXl IlpoXAtcxlJOIJ xcxt .6.lOyVllV a.L!X 'tf &y(~ tXXAlla(~. TIpoacxyope.O.LtV 'tOV XplV IlpoXAlcxvov 'tOV tIJ 't~ xwp(~ <l>UOtA~ afJ.!X 'tf
&:yt'l' iXXA'1cr1'l' f!.&: <WV 31wv. llpocrexyopOf!.V M<i~.f!.oV f!.a
j, iXXA'1cr1ex" M<iyvov f!.a j, iXXA'1crtex,. llpocrexyopOf!.v
ll.LIJOV f.Lna 'tWIJ lOlWIJ xo:t 'TAllV 'tOV 7t!X'tpcx Tf.LWIJ, OUAllV
I.Lt'tO: j~ tXXAlla(cx~. IIpoa!XyoptW XCXL tyw MtA'tlO~ 'tou~ atlyItIJtr~ I.L0U Aou'tvlOV Kp(a1tov x!Xl rpOlOV f.Lt'ta 'tWV lOtWV,
'EA7tlOlOV tJ.e.'ta 'tWV to(WV, 'Y7ttpXlOIJ f.Lt'ta 'tWV [Otwv. 2.
10 IlpoacxropE.0f.LE.V x!Xl 'tou~ lv 't~ xwpi~ Ecxptlf.L, 'tOIJ 7tpta{Mn.pov (.LE.'t0: 'twv [0(00'01, 'tou~ OlCXXIJOU~ f.Lt'ta 'twv lO(ooV, M~t(.Lov
f.Lt'tO: 'tWV 10(00'01, 'HOXlOIJ .Lt'ta 'tWV l8(ooIJ, KUplCXXOV .Lt'ta 'tWV
[8(00\1. IIpoao:yoptO.Lt\l 'tou~ tv Xa8ou9t 1t\l"t!X~ xcX'C' O\l0fJ.Cl.
Ilpoa!X'YopE.0f.LE.1J xa1 'tou~ lv Xapla<pwV'!) 7t\l"tcx~ x!X't' OVO(l!X.
15 TIpoacxyoptW xat lyw 'A'tlO~ 'tou~ O'UTItvtT~ !.L0U Mpxov xcxl
'AXUA(vav xcxt 'tOIJ 7tpE.a~'tE.pOV K).aolOv mi 'tou~ aOt).cpo~ L0U
M<ipxov, Tp~wvex xex <a, &:3A~, f!.OU xexl <'jv crf!.p.v f!.0U
.6.L\lav .Lt'ta 'tO ?talorou .L0u. 3. IlpoacxyoptOO xattyw Eu'tXlO~ 'tou~ lv St!.LpOl<; 't1v !.Lll'tpa !.L0U ' IouAlav XCXL 'tou~ aOtA'0 ~o, f!.0U Kp.nov, 'PoG~ov xex 'PtYAOV x.. Kuptnexv x.. <'jv
V(.L<PllV L0U BcxO'lAtl!Xv xcxt 'tou~ ouxxvou~ KAaotov xat

3, 1. Salutiamo il reverendo presbtero Filippo, e Prodiano e


Diogene msieme con la loro santa chiesa. Salutiamo il reverendo
Procliano del villaggio di Fdela insieme con la sua santa chiesa e
con i suoi. Salutiamo Massimo con la chiesa sua, Magno con la
chiesa sua. Salutiamo DanDO coi suoi e il nostro padre Ile, Valente
con la chiesa sua. lo, Melezio, saluto i miei parenti Lutanio Crispo
e Gordio con tutti i loro, Elpidio coi SU01, Ipereco coi suo1. 2.
Salutiamo anche i compagni del villaggio di Sarim, il presbtero
coi suoi, i diaconi coi loro, Massimo coi suoi, Esichio ca suoi,
Ciriaco coi suoi. Salutiamo, uno ad uno, tutti queUi di Caduti.
Salutiamo anche, uno ad uno, tutti quelli di Carsifone. lo, Aezio,
saluto i miei parenti Marco e Aciliano, il presbitero Claudio, i
mie fratelli Marco e Trfone, le me sorelle e la mia consorte Donna col mio figlioletto . 3. lo, Eutichio, saluto quelli di Ximara,
ma madre Giulia, i miei fratelli Cirillo, Rufo, RgIo, Cirilla, ma
moglie Basilia, i diaconi Claudio, Rufino e Proclo. SaIutiamo an-

:h l}. Xo:ou6! Gcbhardt: xo:oue~ v P Bonwctsch


15. 'AhL~ Hllusslcitcr:
MtAt'tLOo; V P
17. post TpiflWVO:. r6pwv xal Kp(01tOV IIdd. V P, dd. Bonwelsch
19. S LJ.l4pOlo;: ZLJ.l6:pmo; Cumont, Analecta Bollandianh XXIII 1904, p.
448
20. post 'PO'tl0V, XOtl dcl. Bonwetsch
2 J. BCXatAdlXv Gebhardt : Ba:aCAAlXv v P

20- 1. xa.t yap ... et<; cfr. 1 El?' l o. 4,20


23.6. O:OtAipOUo; ... OUpIXVOLo; cfr. Ev.
Mo.tth. 12,50; quod ad 't'o 1tIX'tpOo; ... OUpIXVOL<; attinet, efe. Ev. Matth. 5,16.4S. 48; 6,9;
7,11; 10,32.33; 12,50; 16,17; 18,10.14.19; Ev. Marc. 11,25.26; Ev. Luc. 11 ,2
}, 14. )((J.'t" OVOJ.la: Ev. Jo. 10,3

TESTAMENTIJM XL MARTYRUM

'PoueptVOV XCXl TIpXAOV . TIpocrayopeOIJ.E.V XCX! 'tOu~ 1tT)p.'tCXe;


'tO SEO l:a1tp(xwv <'tOV 'tO> 'AlJ.lJ.wvou xa! rE.vawv, xa!
:Ewavvctv 1J.E.'tCt 'twv LO[WV. 4. TIpocrctyoptOf.LE.V 'tOlVOV mxV'ttC;
:,: Tf.Lttc; Ol 'ttaO'cxpxoV'tcx &OtA.epo! xcx! (jt.JVO.O'IJ.~Ol 1t<XV'tte; ME.A.'t~OC;

'A 'lO, E"tX'o, Kop'wv KcXv3,30, 'An,a, rcX"io, Xo03,wv


'HPcXXAElO, 'IwcXvVT}, ElE6q>'AO, E,cr,VlO, E'<cXpar30, <l>'AOX't"'<wv ropr6VlO, Kp,no, EEP'lP"'VO, ElE6300AO, N,xano, <l>AcXPlO, ScXV9lO, OaAp'o, 'HcrXlO, ~o.<mavo, ~6.<vo, 'HA,avo,
JO

AE.vnot; xal 0tX'tlO'tOe; Euvo'(xoe; OUA1jt; 'Axxwc; 'AA.~CXV-

3po, B,xpeX'Io, xal B,p,avo, IIp'crxo, Eaxp3wv 'Ex3,XlO,


'A9aveXcr,o, Aocr'.<axo, KAa3,o, "IA'l, xal MEA',WV. 'H'<E"
ouv ol uacrcxpxoV'ta O.alJ.lOl 'tO xup(ou 'I1jO'O Xpl<TIO 1tt"(p~alJ.tv

't Xt~pl a~' lvo~ Tf.Lwv MtAt'tlOU Xct! lxupwaaf.Ltv mxV'ta

" '"" "pOrE'Ypa.<.<va xal Tpcr9'l "o<crlV >.<'v. 'Yux 3, xod 1tVE!J..a'tl 9d4> tUx!J..tSa, 01tW~ 'tXWf.LtV a1tctvnc; 'twv alwvlwv 'tO
Sw o:"(cxSwv xal TI'ic; ~cta~Adae; au'to VV XCXl de; 'toue; aLwvae;
'tWV aLwvwv. 'Af.L"'v,

2).

'tOY

'fO

add. Bonwetsch

TESTAMENTO DEI QUARANTA MARTIRI

35 1

che i servitori di Dio Sapricio figlio di Ammone e Genesio, e Susanna coi suoi. 4. Porgiamo dunque a tutti i nostri saluti noia!tri tutti quaranta fratelli e compagni di prigionia: Melezio, Aezio,
Eutichio, Curione, Candido, Angia, Gaio, Cudio, Eraclio, Giovann, Teofilo, Sisinnio, Smaragdo, Filottemone, Gorgonio, CiriIlo, Severiana, Teodulo, Nicallo, Flavio, Xantia, Valerio, Esichia, Domiziano, Donno, Eliano, Leonzio detto anche Teoctisto,
Eunoico, Valente, Acacio, Alessandro, Vicrazio detto anche Vi
viano, Prisco, Sacerdone, Ecdicia, Atanasia, Lisimaco, Claudia,
Ile e Melitone. Noi dunque, i quaranta prigionieri del Signore Gesu Cristo, per mano d'uno di noi, Me1ezio, abbiamo firmato e ratificato tutto guanto e scritto sopra, e noi tutti lo abbiamo approvato. Con l' aiuto dello Spirito Santa preghiamo di pater noi tutti <
atte.p.ere gli eterni beni di Dio e del suo regno, ora e nei secoli dei
secoli. Amen.

J67.

'f<l:lY

cdwywy ... a:ya.6wy cfr. Ep. Hebr. 10,1

Aurelii Prudentii Clementis

PERISTEPHANON HYMNUS XIV


PASSIO AGNETIS
Testo critico a cura

di Marion M. van Assendelft


Traduzione
di Gioachino Chiarini

Notizia
Aurelio Prudenzio Clemente nasee in Spagna nel 348 e muare poco
dopo il405. La sua attivid letteraria si colloca fra il392 e i1 404/5,
dopo la rinunzia alla vira pubblica e alle cariche ottenute presso la
corte dell'imperatore Teodosio.
Il testo qui presentara fa parte del Peristephanon, sulle corone
(dei martiri)>>: 14 inni in onote di martiri romani, spagnoli e di aItri
luoghi, fra i quali Agnese. Il suo martirio avvenne a Roma, ma e
ignoto l'anoo preciso: gia nel 354 se ne celebrava l'anniversario (21
febbraio) presso la sua tomba, sulla Va Nomentana. 1 dati del mar
tirio di Agnese, di cui Prudenzio si e servito per il SUD resoconto
poetico, derivano da una tradizione gia largamente nficiara da elementi leggendari.

Bibliografia essenziale
P. Allard, La perscution de Diocltien et le triomphe de I'glise l,
Paris 1900', pp. 399-411.
P. Allard, Hirtoire des perscutions pendant les deux premien siecler,
Paris 1903'.
P. Allard, Agn's (Sain/e), in DACL 1 1, eoll. 905-18.
Marion M. van Assendelft, Sol ecce surgit igneus. A Commmtary on
the Moming and Evening Hymns 01 Prudentiur, Groningen 1976.
D. Barrolini, Gli Atti del martirio della nobilirrima Vergine Romana
S. Agnese, Roma 1858 (trad. franco Les actes du martyre de sainte
Agnes, Paris 1864).
W. Eisenhut, Quiris - Curis, in PW XXIV 1, eoll. 1324-33.
A. Ferrua, Nuova luce su/le origini del culto di 5. Agnese?, Civild.
Cattolic. XC 1, 1939, pp. 114-29.
P. Franchi de' Cavalieri, S. Agnese nella tradizione e nella leggenda,
(<< Romische Quartalschrift, Suppl. X), Roma 1899 (= Fr.nehi,

S. Agnese).

356

PASSIO AGNETIS

A.P. Frutaz, 11 complesso monumelltale di Sallt'Agllese e di Santa CosumIa, Citta del Vaticano 1969 2 .
DJ. Guillen - I. Rodriguez, Obras completas de Aurelio Pmdencio.
Versin y introduccin, Madrid 1950.
H. Herter, Die Soziologie der olltiken Prostitution im Lich/e des heidnischen und christlichen Schrilttums, Jahrbuch fr Antike und
Christentum III 1960, pp. 70-111.
R. Herzog, Zwei griechische Gedichte des 4. Jh . aus Sto Maximin in
Trier, Trierer Zeitschrift XIII 1938, pp. 79-120.
M.K. Hopkins, The Age 01 Roman Girls al Marriage, Population
Studies XVIII 3, 1964-5, pp. 309-27.
Inscriptiones Latinae Christiallae Veteres 1-11, ed. E. DiehI - J. Moreau, Berolini 1961 .
F. Jubaru, Sainte Agm?s Vietge et Martyre de la voie Nomentane d'apres
de nouvelles refherches, Paris 1907 (=Jubaru).
M. Lavarenne, Etude sur la langue du pocte Prndence, Paris 1933.
M. Lavarenne, Prudence. Texte tabli et traduit IV, Pars 1951 (= Lavarenne, Prudence).
H. Leclercq, Agn, (Cimetibe de Sainte), in DACL 1 1, coll. 918-65.
S.B. Pemerey, Goddesses, Whores, Wives and Slaves: ''(lomen in Antiquity, New York 1975.
E. Schafer, Die Bedeutung der Epigramme des P. Damasus /r die Geschichte der Heiligenverehnmg, Roma 1932, pp. 75-83.
E. Schiifer, Agne" in RAC 1, coll. 184-6.
J. Schmidt, Brautschaft (Heilige), in RAC II, coll. 528-64.
H.]. Themson, Prtldentim II, Cambridge Mass. - London 1949.
A.S. Walpole, Early Latin Hymm, Hildesheim 1966' (pp. 69-76
hymnus Agnes beatae virginis).

Sigla
B
T
N
E
G
F
S
U

Amhros. D 36 sup., saec. VI


Pars. lato 8087, Thuaneus, saec. IX
Paris. lato 8305, saec. IX (?)
Leidensis, BibI. Universitatis , Burmannus Q 3, saec. IX
Guelferbytanus, Augusteus 56.18, saec. IX
Paris. lato 8085, saec. IX
SangaUensis 136, saec. IX
Bernensis, Bongarsianus 264, saec. IX ex.

xxx

A.A. R. BASTIAENSEN

dei martiri - per i martiri Scilitani attestara, ad esempio, nel


quarto secolo - che, senza essere in s prava dell ' autenticita dei
loro atri, e pur sempre elemento positivo per supporre la realta
del martirio e del resoconto che ne e stato fatto 1 .
Le conferme es terne dunque non mancano, ma per rnolti dei
nostri acta e in ultima analisi illoro comenuto che, da s stesso,
deve convincerci della lora autenticira. 1 punti determinan ti, in
tale critica interna, sono di vario tipo. A voIte ci sorprendono
dettagli che non possono non esser srati rratti dal vivo (come i
preparativi d'arruolamento di Massimiliano); a volte il dialogo
tra il giudice e l'accusato o gli accusati presenta giri di frase o
accenti di caratrere cos1 veristico che una finzone e altamente
improbabile (come nell'interrogatorio di Filea da parte di Culciano); malta importante e il ritratto favorevole dei proconsoli o di
altre autorita giudiziarie, che si rivelano magistrati onesti e cortes e solo a malincuore condannano questi cristiani recalcitranti
(Saturnino di fronte ai rnartiri Scilitani, Dione di fronte a Massimiliano). Ma turto cio, in fin dei conti, dipende dall'impressione
del lettore: criter del genere possono rsultare persuasivi, sopratturto se presi insieme, rna non si puo negare che il fattore soggettivo gioca qui un ruolo maggiore che per eventi piu riccamente documentati. Resta, nondimeno, una quantita d'atti clave,
pur mancando ogni conferma esterna, questi criteri di critica interna sano talmente convincenti che una reazione scettica salvo
che per alcuni dettagli del testo, non e plausibile. La stes~a eclizione di Musurillo sta a mostrare che un certo numero di composizioni resiste al suo atteggiamento critico. All'interno delle composizioni generalmente riconosciute come autentiche, la presente
edizione ha operato una scelta: l'iniormazione che procurano e

degna di fede'.

questi 4CJa: sta a testimoniarlo PtTtephsnon 13, ma la sua versione tradisce influenze
leggendade.
I Per le ce1eb~zioni in Aldea, ved . ~ . Lambot, Lt;s sermom de s4im Augustin ... , pp.
249-6~ . A part l ~ da! .q.uarto sccolo VI sono anche I martirologi, calenclari indicanti la
d.ata di ~orte del mawCl (c~r . Y".. Roedorl, * M~rtyre .. ., col. 722), ma essendo posterioel al penodo delle persecuzlOm il Joro valore dI conferma degli atti dei maniri non pue
essere che relativo.
~ TI ~a5o del martirio di Agnese, narrlll0 dal poeta Prudeno dopo le persttuoni e
Inserlto nell.a pres~nt~ raccolta (ved. pp. 358.67), C: particolare: malgrado le precauoni
del poeta, slamo gla In presenza d'una Jeggenda in via di formaone ' si veda la conclu.
sione di quesla introduzione. Per gli atei comunemenle riconosciuti c~me autemici ved
la lista commentata in W . Rordod , M4rlyre .. . col. 721.
'
.

INTRODUZIONE

XXXI

8. La redazione degli acta


Co assodato, dtorna la questione posta prima. E possibile segure il processo di acquisizione dell'informazione? Dove sano andati i nostri redattori a prendere le loro notizie? Una risposta
gIobale, tale da abbracciare tutti i casi, e impossibile; ma sono
possibil aleune osservazioni, che possono gettare qualche luce
su! problema. A tale scopo, sembra necessaria una duplce distinzione. Vi e anzitutto la differenza tra i componimenti ove J'elemento narrativo e preponderante e gli altri dove e piu evidente
l'impronta giudiziaria. All'interno di questi ultimi, che dal punto
di vista della questione posta ci interessano maggiormente, occorrera poi distinguere tra la sezione che concerne il processo in
s stesso, I'udienza dinanzi al giudice, e le sezioni che riferiscono
l' arresto e l' esecuzione.
Per quanto attiene al processo, sappiamo che al tempo dell'Impero poteva essere o pubblico, aperto cioe a tutti, o privato,
e cioe tenuto in un secretariuf1T dall'accesso interdetto al pubblco: le due ahirudini coesistevano 1, come si puo inferire anche dai
nostri Atti e Passioni. L'nterrogatorio degli Sciltani si svolgeva
in un secretarium e la sentenza, dopo il pronunciamento, veniva
proclamata al pubblico esterno da un banditore (Acta Scilitanomm 1 e 16). Anche Cipriano, nel primo processo, era interrogato
in un secretanum (Acta Cypriani 1, 1). D'altra parte, nella sua
passio, Perpetua dichiara che l'interrogatorio al quale fu sottoposta da parte del procurator nariano aveva avuto luogo su di un
palco che sormontava il forum, con \:In concorso di popolo immeoso (Passio Perpetuae 6, 1-6). Quanto aIl'esecuzione, se si
esclude qualche caso eccezionale di donne e persone d' alto rango
messe a morte in prigione, si trattava di un avvenimento pubblico 2 che sovente attirava una moltitudine di persone (cfr. Acta
Cypriani 4, 1-3): a volte, addirittura, essa faceva parte dei ludi
del circo, come nel caso di Perpetua e dei suoi compagni (Passio
Perpetuae 7, 9; 18)-21,9; cfr. anche, quanto a Policarpo, Martyrium Polycarpi 9, 1 - 15, 2). La situazione, dal punto di vista
della pubblicita, tendeva dungue a essere diversa per il processo
e per I'esecuzione, e, in ogni caso, faremo bene a escludere la
possibilidl di un reportage giornalistico che, alla maniera moder-

Ved. Mornmscn, p. 359 sgg.


Ved. anche Mommsen. p . 915 sgg.

PERISTEPHANON HYMNUS XIV


PASSIO AGNETIS

Agnes sepulcrum est Romulea in domo


fortis puellae martyris inclytae.
Conspectu in ipso candita turrium
serva! salutem virgo Quiritium
,. nec non et ipsos protegt advenas
puro .e fideH peetore supplices.
Duplex corona es! praestita martyri:
intactum ah omni crimine virginal,
mortis deinde gloria liberae.
Aiunt iugali vix h.bilem toro

primis in annis forte puellulam


ehristo calentem fortiter inpiis
iussis renisam qua minus idolis
addicta sacram desereret fidem.
15 Temptata multis Daffi prius artibus
nune ore bland iudieis inlice
nune saevientis carnificis minis
stabat ferod rohore pertinax
corpusque duris excruciatibus
20 ultro offerebat non renuens moti.
Tum trux tyrannus: Si facile est at
poenam subactis ferre doloribus,

Titulul , fJtJssio aFtis E: incipit 1Jimio agpes BT

6. ac f;defi: oc lidefi oc B

SULLE CORONE. INNO XIV


PASSIONE DI AGNESE

r5

20

Nella casa d Romolo e il sepolcro di Agnese,


fanciulla eroica, martire gloriosa.
Sepolta 11, in vista delle rord,
vegla, la vergine, sulla salvezza dei Quriti,
ma protegge anche gli stranieri
che la supplicano con cuore puro e fidente.
Duplice e il serto che incorona la mar tire:
una verginita esente da ogni macchia,
la gloria di una marte liberamente subita.
Un giorno, dicano, ancora fanciulla,
appena pronta per jI talamo coniugale,
ma gia ardente d'amore per Cristo, coraggiosamente
si appase all'empio ordine di presentarsi
agli idol e rinnegare la santa fede.
La tentarane, da principio, cen ogni arte:
con parole di miele il giudice insinuante,
con minacce il carnefice spietato;
ma le resistette, salda, inflessibile,
il corpo alle atroci torture
spontaneamente offrendo, pronta a merire.
Disse allora il feroce tiranno: (~Se e facile
vincere il dolore e sopportare la pena

<

PASSIO AGNETIS

PASSI ONE DI AGNESE

et vita vilis spernitur. At pudor


carus dicatae virginitatis est:
25 hanc in lupanar trudere publicum
certum est, ad aram ni caput adplicat
ac de Minerva iam veniam rogat,
quam virgo pergit temnere virginem.
Omnis iuventus ioruet et novum
)0 ludibriorum mancipium petet
Haud iniquit Agnes inmernor est ita
Christus suorurn, perdat ut aureum
nobis pudorero, nos quoque deserat.
Praesto est pudicis nec patitur sacrae
" integritatis munera pollui.
Ferrum inpiabis sanguine si voles,
non inquina bis membra libdine.
Sic elocutarn publicitus ubet
flexu in plateae sistere uirginem.
40 Stantem refugit maesta frequentia
aversa vultus ne petulantius
quisquam verendum conspiceret locum.
Intendit unus forte procaciter
os in puellam nec trepidar sacram
4' spectare formam lumine lubrico .
En ales ignis fulminis in modum
vibratur ardens atque oculos fert.
Caecus corusco lumine corrut
atque in plateae pulvere palpitat.
Tollunt sodales seminecem solo
verbisque deflent exequialibus.
Ibat triurnfans virgo deum patrero
Christumque sacro carmine concinens,

2'

)0

}5

40

45

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26. adplcat: applicel N 2

30. pete! G: petit FSU" petat U

50

41.

aveTW: (ldVeTW

2) ' 53

e la vita stessa perde ogm valore, resta il pudore,


che e il bene pu caro per una vergine consacrata:
non esitero a gettare costei in un pubblico
lupanare, se non si accosta all'altare
e non chiede perdono a Minerva,
alla vergine che le, vergine, si ostina a disprezzare.
Tutti i govani accorreranno a prendersi
spasso del nuovo acquisto ~>.
No, replico Agnese, Cristo non dimentica
i suoi, cOSI da consentire che perdiamo l'aureo
pudore, e non ci abbandona.
Egli soccorre il virtuoso e non lascia che si deturpino
i doni della castta consacrata.
Tu puoi rendere empio il ferro col mio sangue, se vuoi,
ma non profanare il mio corpo con la libidine.
Aqueste parole, il giudice fa esporre la fanciulla
in pubblico, in un angolo di strada.
La ella stava, in attesa; ma la folla, doIente, la evitava,
guardava altrove, si proibiva dl posare sguardi
indiscreti su quel luogo venerabile.
Un solo passante ebbe la sfrontatezza di girare il capo
verso la fanCulla e oso contemplare
la sua sacra bellezza con occhio peccaminoso.
Ma ecco, come fulmine, una scintilla ardente
guizza e lo colpisce agli occhi.
Accecato dal lume sfavillante, perde l'equilibrio
e finisce ansimando nella polvere della via.
1 compagni lo raccolgono da terra allo stremo
e piangendo gli rivolgono l' estremo saluto.
Va trionfante la vergine, e con sacro canto esalta
la gloria di Dio Padre e di Cristo:

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<

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PA SSIO AGNETIS

PA SSI ONE DI AGNESE

quod sub profani labe periculi


castum lupanar nec violabile
experta vietrix virginitas foret.
Sunt qu rogatam rettulerint preces
fudsse Christo, redderet ut reo
lucem iacenti; tune iuveni halitum
60 vitae innovatum visibus integris.
Primum sed Agnes hunc habuit gradum
caelestis aulae, mox alius datur
ascensus. Iram nam furor incitat
hostis cruenti: Vincon) ait gemens,
65 i stringe ferrum, miles, et exere
praecepta summi regia principis .
Ut vidit Agnes stare trucem virum
mucrone nudo, Iaetior haec ait:
Exulto, talis quod potius venir
70 vaesanus atrox turbidus armiger,
quaro si veniret Ianguidus ac tener
mollisque ephebus toctus aromate,
qui me pudoris funere perderet.
Hie, hie amator am, fateor, placet.
75 Ibo inruents gressibus obviarn
nec demorabor vota calen ta;
ferrum in papillas omne rece pero
pectusque ad imum vim gladii traham.
Sic nupta Christo transiliam poli
80 omnes tenebras aethere celsior.
Aeterne rector divide ianuas
caeli obseratas terrigenk prius
ac te sequentem Christe animam voca
cum virginalem tum Parrs hostiam! .
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65_ i SIringe BN: stringe (om . 11 TES instringe N2 tJStrirrge

S~

55

60

65

70

75

80

5 4 ' 84

esposea a sacrilega profanazione,


la sua verginita vittoriosa aveva sperimentato
casto e inviolabile persino il lupanare .
Raccontano alcuni che, riebiesta di farlo, pregasse
Cristo di ridare la vista
al peccatore abbattuto: lo spirito virale
torno nel giovane e i suoi occhi furono risanati.
Ma questo fu solo il primo gradino di Agnese
verso la Corte Celeste. Ora deve salirne
un secando: il furore accende l'ira
del sanguinario nemico: Eccomi vinto , egli geme,
va', soldato, brandisci la spada ed esegui
gli ordini sovrani del sommo principe .
Agnese, come si vede davanti il truce giustiziere
con la spada sguainata, esultando disse:
O gioia! Viene a me un armgero
folle, spietata, violento. Meglio lui,
di un efebo languido e tenero
e molle e tutt'intriso di profumi,
che venisse per uccidere la mia pudicizia.
SI, SI: e questo, 10 confesso, l' amantcv che prediligo.
Quando yerra su di me, andra incontro ai suoi passi,
n mi opporro al suo ardente desiderio:
la spada intera accogliero nel mio petto,
e fino al cuore irnmergero il ferro violento.
Cosl) sposa di Cristo, varchero d'un balzo
tutte le tenebre del mondo, piu in alto dell' etere.
Eterno Sovrano, spalanca le porte
del cielo, prima sbarrate ai mortali,
e Tu, o Cristo, chiama a te I'anima che ti segue,
anima di vergine e vittima per il Padre.

<

<
<

PASSIO AGNETlS

Sic fata Christum vertiee cernuo


supplex adorat, vulnus ut inrninens
eervix subiret prona paratius.
Ast ille tanta m spem peragit manu,
uno sub metu nam caput amputat,
90
sensum doloris mors cita praevenit.
Exutus inde spiritus emicat
liberque in auras exilit. Angeli
saepsere euntem tramite candido.
Miratur orbem sub pedibus SitUffi,
9' spectat tenebras ardua subditas
ridetque solis quod reta circuit,
quod mundus omnis volvt et inplicat,
rerum quod atro turbine vivitur,
quod vana saec1i mobilitas rapit:
100
reges tyranoos impera et gradus
pompasque honorum stuIta tumentium,
argenti et auri vim rabida siti
cunctis petitam per varium nefas,
splendore multo strueta habitaeula,
105
inlusa pictae vestis inania,
iram tmorem vota pericula,
nunc triste longuro nunc breve gaudium,
livoris atri fumificas faces
nigrescit unde spes hominum et decus,
110
et quod malorum taetrius omnium est
gentilitatis sordida nubila.
Haec calcat Agnes ac pede preterit
staos et draconis calce premens caput.
Terrena mundi qu ferus omna
spargit venenis mergit et infers,
nunc virginaIi perdomitus solo
8,

11,

1I2.

ae

s~:

hae S haec Areva/o codd . den.

PASSIONE DI AGNESE

8')

90

"

105

"5

85'

I I6

Cio derto, china il capo e adora


supplice Cristo, cos} che il callo pro teso
sia pronto a ricevere la ferita imminente.
E il carnefice esaudisce una speranza casI grande,
d' un sol colpa le mozza il capo,
la morte rapida le impedisce di provare dolare.
Svestito l' ahto mortale, l' anima sua si slanca
e libera balza attraverso l' etere, e gli angeli
formano al suo passaggio due candide aH.
Essa contempla la terra sotto i piedi,
osserva, di lassu, le tenebre lontane,
e ride di tutto do che il sale aggira con la sua orbita,
tlitto co che l'imero universo rivolge e avvolge,
tutto do che vive nel fosco turbine delle cose,
turto do che trascina via con s la vana mobilita del tempo:
i re, i tiranni, gli imperi e le dignita,
e la magnificenza e folle baria ciei grandi uffici,
e il potere deli'oro e dell'argento, cui tutti aspirano
con sete inesausta ricorrencio a ogni crimine,
e le dimore costruite con grande splendore,
e l'insulsa frivolezza d vesti variopinte,
e la collera, il timore, le speranze, i pericoli,
e qui la lunga tristezza, 11 la breve gioia,
e le torce fumanti del cupo livore
che ottenebrano la speranza e la dignita deU'uorno,
e - il piu tetra dei rnali l' mmonda nuhe del paganesirno.
Turto questo calca Agnese, e calpesta, ergendosi
titta, schiacciando col tallone la testa del Serpenteo
Colui che crudele sparge di veleni ogni cosa
terrena precipitandola nell'inferno,
ora, domato dal piede di una vergine,

<

PASSIO AGNETIS

1 20

l25

I}O

cristas eerebri deprimit ignei


nee victus audet tollere vertieem.
Cingt coronis interea deus
frontem duabus martyris innubae:
unam decemplex edita sexies
merees perenni lumine confcit,
centenus extat fructus in altera.
O virgo felix, o nova gloria,
caelests arcis nobilis ineDIa,
intende nos tris conluvionibus
vultum gemello cum diadema te,
cui posse sol cunctparens dedi t
castum vd ipsum reddere fornicem!
Purgabar oris propitiabilis
fulgore, nostrum si iecur inpleas.
Nil non pudicum est quod pia visere
dignaris almo ve! pede tangere.

S.ub~pt!o, f ilti.J passio agnes incipil hymnus in hono1'!!m beatmimorum martyrum ruc/uosr eplScoPl ~ccleslae I4rmc~ensis el allgurii el eulogi diaconan/m BT; post hymnllm XIV
seqlluntu~

In

S versus qUldam qui Constantinae dicuntur, Constam ini impetatoris filiae

(Consumtma deum vcncrans .. .) et post hos venus quidam Damasi de eadern Agnele
(Fama re/ro 5iJncloJ ... )
. ,

PASSIONE DI AGNESE.

IlO

11 7' IJJ

abbassa la cresta del suo capo infuoeata


e, vinta, non osa alzare la testa.
Intanto Dio cinge di doppia corona
la fronte della martire illibata:
una e il premio di eterno splendore
che moldplica sessanta volte i suoi merid,
neU 'aI tra il frutro e moltiplicato per cento.
vergine fortunata, o nuova gloria,
o nobile abitatrice della Citt adella Celeste,
volgi alle nostre sozzure
il [UO voleo ornato di duplice diadema,
tu, la sola, cui il Creatore di tutte le cose abbia dato
di rendere casto persino il lupanare!
Saro purificato dal fulgore del tuo voleo
clemente, se ricoImerai il mio cuore.
Nulla rimane impudico, che tu ti degni pietosa
di guardare, o toccare con piede benigno.

<

115

.,0

<

COMMENTO

COMMENTO AL MARTYRIUM POLYCARPl


a cura di A.P. Orbn

Il segno < che si trova su] margine destro della traduzione indica la ptesc:nza, nel
commento, di note indispensahili aUa comprensione del testo, o comunque di natura
non tecoica; le note corrispondenti sono messe in rilieva da un segno dentico, su]
margine destro del commento.
Nc:l corso del commento, i rinvii al testo indicano, neU'orcline, il capitoJo. il paragra(o c:, clove: occorre, la riga deUa presente edizione. Le note che rinviano ad nItre note
richiamano il capitoto e la riga del testo.
Per le abbreviazioni usate: nel commento ved. la Bibliogrnfia essenziale che precede
ogoi 51ngolo testo e, all'occorreozl1, la Bibliografia genernle.

Praefatio 1. 1tlXpo~xoO'a: il verbo 7tapOtXE.tV, il cu snonimo latino e


peregrinaN, significa, nei Settanta, in FUone e nella koin, soggior.
nare da straniero in un paese clove non si gade dei cliritti civili . La
chiesa di Dio, 1 lxxArato: "CoD atoD (ved. apparato delle citazioni),
soggiorna da straniera in questo mondo: ved. Ev. Luc. 24,18; Ep.
Hebr. 11,9; Act. Ap. 13,17; 1 Ep. Peto 1,17; 2,11; Ep. Eph. 2,19. Per
10 sviluppo dei significati dei termini 1to:poudo: e 1tO:p01XttV, ved. P. de
Labriolle, Paroecia, Recherches de science religieuse XVIII 1928,
pp. 60-72; Dehandsehutcer, pp. 165-7, e nt. 423.
3. xaaoAlxTo; tXxAralcxo;: l' aggettivo Xo:90AlXo;, riferito al termine
lxxrato:, compare per la prima volta in Ignazio, EpistuJ ad Smyr.
naeos 8,2. In questo nesso l' aggettivo Xo:90A1Xo; significa, come ano
che nell'uso profano, universale, e indica I'unica chiesa universale
diffusa in tutto il mondo (~ xaaoAlx~ lXXATJacx)' distinta dalla plura.
lita delle chiese loeali, che sono chiamate txxAralcxl (cfr. il nostro
testo: 1 lxxAra[cx 1'oD atO ... EfLP\lCXV ... tV <l>lAOflrAJt{), o TtCXp01Xtal.
L' aggiunta di xa'ta 1t!l:V'tCX 1'1tO\l, che precede, puo essere un'ulteriore
precisazione del significato del termine Xo:90A1Xo;, come vediamo ano
che nei capp. 8,1 e 19,2, dove la formula XCX'ta 'tiv olxOlJflV'r1\1 e
aggiunta per il medesimo seopo. Nel cap. 5,1, l'espressione 'tW\I xcx"Ca
'ti\I OlXOlJflivrv tXXAralW\I e quasi una fase intermedia tra 1 xena 'tiv
oiXOlJ.t.v'r1\1 tXx).;TjalCX e 1 Xo:90A1Xi ExxAralcx. Per una analis della
forma epistolare di questo martyrium ved. ad es. Dehandschutter, p.
157 sgg.

1, 1. cXOtA/flOl: su11'impiego di questo termine per indicare i cristiani


nd Nuovo Testamento e nella letteratura cristiana delle origini ved.
W. Bauer, GriechischDeutsches \fl'rterbuch zu den Schriften des
neuen Testaments und der brigen urchristlichen Literatur, Berlin
1958, col. 31.
2. .taXplO\l: per il valore del termine ved. e.H. Turner, McxxplOo;
as a Technical Term, ]ournal of Theological Sturues XXIII 1922,

<

37 2

MARTYRlUM POLYCARPI

1, 22, 12

pp. 315 .
l1tlaq:.pcxy~aa~: i1 verbo a<ppayttw e il sostantivo a<ppar'~
sano frequenti in specie nell' Apocalisse: ved. rispettivamente 7,3-8;
10,4; 20,3; 22,10, e 5,1.25.9; 6,1.3.5 .7.9. 12; 7,2; 8,1; 9,4.
5. xa:ta 'to ~o:ni).lOV: l'opinione generale e che la stacia della mor
te di Policarpo intenzionalmente richiami la vicenda della Passione,
cfr. Dehandschutrer, p. 233 ot. 607.
$J,cxp'tptO\l: nel Nuovo Testamento iI sostantivo lap-ruptov non ha mai il significara di <~ martirio o di morte di martire, roa sempre quella di testimonianza;
il medesimo vale per 1'altro sostantivo di questa categoria, cice [lap'tUp(a. Nemmeno il verbo ILcxP'tUPElv - che abbiamo trovato a 11. 1-2,
'tou~ Lcxpwp~O'aV'tcx;, gHl nel senso tecoico di marice da mar tire - ha
questo significato recnico nel Nuovo Testamento, ma solo quello di
testimoniare a, dare restimonianza d>. Il sostan tivo llp'tUp / Ilp'tt.l; ha assu nto per primo il senso tecnico di martire, gia nel Nuovo
Testamento. Vi compare 34 volte, delle quali 32 nel senso di testimone e due oel nuovo significato [ecnico di martire: Act. Ap.
22,20 ho arfJ.1X I:'tEq>cXIJOU 'tO fJ.p'tUp~ o'ou) e Apoc. 17,6 (ix 'tO IXrfJ.lX'to~
'tWV Y(WIJ XCII lx 'tO alfJ.a'to; 'tWV fJ.ap'tpwIJ 'hlaou); forse anche in
Apoc. 2,13 ('Avt(1ta~ .uXp'tu~ IlOIJ 1ttO"t~, o; O:1tEx'tIJ&r] ?tap' (llIJ).
Assai spesso, comunque il valore di testimone o testimonianza
persiste, in maggiore o minore msura, anche quando i suddetti termini sono impiegati in senso tecnico. La bibliografa su questo argo
mento e insolitamente ampia; ved. Knopf-Krger-Ruhbach, pp. x, e
133-4.
59. nf.pt lIlEV~V ... &8f.AlPOu~ : spiegazione del concetto xa'ta 'to
tntAtOv, che precede.
6 . 1tlXpIX8oefj: cfr. apparato delle citazioni; Dehandschutter, p.
242.

2, 1. ytvvClta: cfr. 1 Ep. Clementis 5,1; qui a cap. 3,1; Eusebio, Historia Ecclesiastica V 1.7 .17. 19.20 .36.54.

5-7. (lO"tt~ tv .. . Oixovoll(av: un simile tipo di tortura viene menzionato ad es. in Martyrium Carpi 23; Acta Itlstini A 5,1; Martyrium
Lugdunensium (V) 1,56.
7. U1ti(lElVClIJ: cfr. aL 4: U1tO(lOIJTlw<.IJ; e inoltre 2, 11. 18 e 21-2 e
U, 1. 12 : U1to(ltIJW; 3, 1.. 4 e 19, 1. 7: U1tO(lov~. La <~resistenza dei
marriri durante la tortura viene ripetutamente menzionata ed elogiara nei martyria, ved. ad es. Martyrium Carpi 36; Acta Iustini A 5,2;
Martyrium Lugdunensium (V) 1,6.20.27.54 . Ved. anche F. Hauck , in
TWNT IV [1942], pp. 585-93, s.v. no~v", e 7to~ov~.
9. auvcX~c(l: cfr. Acta Iustini A 5,2; Martyrium Lugdunensium (V)
1,51.
12 . XptO; W(lLAEl Cll)'tOr~ : la presenza di Cristo durante la tortu
fa, la morte per tortura dei martiri e la conversazione di questi
ultimi con lui, sono un topos di martyria e passiones: cfr. Martyrium

MARTYRIUM POLYCARPI

2 , 12 3.

ro

373

Lugdunensittm (V) 1,51 e 56; Passio Perpetuae 4,1; 10,4; 15 ,3; Martyrium Carpi B 3,6.

<

13. 'tfj 't'o XPlO''tO xpm: la grazia di Dio e/o di Cristo viene
spesso menzionata nei martyria come una importante fonte di soste
gno per i martyres desig,zau; cfr. ad es. Martyrium Lugdunensium (V)
1,6 e 24; Testamentum XL martymm 1,4, e, in questo volume, il
nostro commento al passo (L 33).
13-4. ~acXIJ(t)v: tormento , tortura, ved. anche L 23, e Martyrium Lugdunensium (V) 1,14 e 24.
14. 8la ... l~(XrOplX,6(lEVOl: per il concerto cfr. cap. 11,2; Martyrium
Lugdu.ensium (V) 1,26.
18-9. &: oun ... :vl~Tl: ved. apparato delle citazioni; alcuni studiosi, tutravia, sano dell'opinione (cfr. Dehandschutter, p. 243 e nt .
640) che nel nostro testo e in 1 Ep. Coro 2,9 quesro paSSQ derivi da una
fonte comune, cioe da una Apocalypsis Heliae o da una Ascensio Isaiae.
201. &"('YEAol TO'av: pressoch la medesima cosa viene detta del
protomartire Stefano, ved. Act. Ap. 6,15; cfr. anche Ev. Marc. 12,25;

Ev. Mal/h. 22,30.


23-4 . 'tpavvo~: ved . apparato critico e cfr. Musurillo (p. 189 <
nt. 5) su Martyrium Cononis 4: di qui in avanti il tirolo di prefetto e
stato mutato in " tiranno". Cfr. il martirio di Policarpo 2.4, dove "tiranno" e stato erroneamente espunto da Funk-Bihlmeyer.
3, 1. l(lT1Xa:\IO:'t'O ... ol~o)..o; : anche in Martyrium Lugdunensium (V)
1,6.14.16.25.27 il diavolo e rirenu to personalmente responsabile
delle persecuzioni dei cristiani.
4. 19T1Plo(lXTlat v: in 1 Ep. Coro 15,32 questo verbo compare come
hapax; su di esso nel Nuovo Testamento cfr. Bauer, col. 713 (c tato
a nota 1,1).
5. ctVelJ1tcX't'olJ: cioe il proconsole L. Stazio Quadrato, il cui nome
viene menzionato solo aU'ultimo capitolo.
1Alx(av: frequentemente nei martyria menzionato il tentativo degli accusatori paga ni
di piegare la resisrenza dei cristiani facendo leva sulla loro era. Ved.
ad es. avanti a cap. 9, 2, e Martyrium Lugdunensium (V) 1,53. Cfr.
Passio Perpetuae 5,2 miserere, filia, canis meis, e 6,3 Paree, inquit,

<

canis patris tui, paree injantiae pueri.


6-7. 1tpOcrl3laaLEVO;: cfr. Ignazio, Epistu14 ad Romanos 5,2.
7 . t'XlOV .. a1taAAay'ijvCll: per il concetro cfr. Martyrium Carpi 36
On:w~ t'axiw~ a?taAAaywatv t'o xa(lou .
10. ArpE 't'ou~ aeiou;: i cristiani, che si rifiutavano di sacrificare
agli dei o di giurare per il genius deIl'imperatore o per gli eidola, erano
spesso denunciati quali <ieEol, e ritenuti tal da parte dei pagani; cfr.
A. Harnack, Der VorwurJ des Atheismus in den drei enten Jahrhunderten, (<< Tex te und Untersuchungen XXVIII 4). Berlin 1905, p . 5 nt .
13; inoltre Giustino, Apologia I 6.12 ; Dialogus cum Tryphone 108;

<

374

MARTYRIUM POLYCARPI

3, JO - 4.

MARTYRIUNI POLYCARPl

Atenagora, Legalio pro Chrisuanis 3,4, e qui a 9, l. 10. Per il valore


di atpw, uccidere, ved. Act. Ap. 21,36; 22,22.
4, 4. oflaC(~: cioe giurare sul genius o la 'tXTl dell'imperatore oppur
sugli eMola; dr" in questo volume, il nastro commento a Martyrium
Lugdullensillm (V) 1,319-20.
5. e.1tl9a<XL: una piti precisa definizione di questo verbo, cioe
un'indicazione su che cosa doveva essere sacrificara, e in onore di
chi, manca qui come al cap. 8,1.9; cfr. al contrario Martyrium Carpi 9

Acta Iustini A 5,6 ( 'toro; geo!0;) e e 4,3 hoto; SEO!';); Martyrium Apollonii 7 ('toro; BEOTo; xcd 'tll e,LX\lL ,oG . . KoJ.oou); Passio Perpetuae 6,3 (fac sacrtlm pro salute imperatomm); Martyrium Pionii 3, 1
(f1.uxPO'fCX"fElv), 8,4 ('t~ cxo'toxp&'topt), 19,10 ('t~ &tp~); Passio Fructuosi
2,3 (praeceperunt deos coli); Martyrium Cononis 4,4 (A(~avov ~pCtXUV
('tor~ eEOr~)j

XCtt oIvov XCtl SCtA).OV xcd tlnf ate.nCtV~lO"'te., aw~t 'to 1tAT8o~), 5,5 ('toT;
<iTj'!'tf'tOl~". 8e.ot~); Passio Iuli Veto 1,4 (immolare deis), 2,1 (turificare);
Martyrium Dasii 8,1 Ux.'te.ucrov, ll:crle.. 't((~ le.P((~ dx6...Ct~ 'twv ~CtcrL).tWV
~.r.i}\l), 11,2 (8ucrtav 'toT~ . .. oa(.r.ocrl\l, ... 't0: SU.r.L:..r.Ct'tCt); Passio Crispinae
13 (ut omnibus diis nostris pro salute principum sacrifices), 2,1 (ut in
t;mplis sacris flexo capite diis Romanorum tura immoles). Ved. noltre
Plinio, Epistulae X 65,5 (ture supplicare); Tertullano, Apol. 30,6.
6. 'to EOcr:"i"i.ALO\l; cfr. 1,1.5 'tO xcr:'t(( 'to EOcr:n.Awv .r.ap'tpwv. 1
primi cristiani condannavano assai severamene la resa volontaria dei
compagni ai loro persecucori; ved. ad es. Acta Cypriani 1,5 Et cum
disciplina prohibeat nostra ne quis se ultra offerat. Si riteneva che que
sto comportamento fosse in contrasto con i1 Vangelo: Cristo aveva
derto (Ev. Matth. 10,23) ai suoi discepoli che, qualora fossero stati
perseguitati in una citta, avrebbero dovuto trovare rifugio in un' al
tra. Anche le stesse azioni di Cristo rivelano e raccomandano un
comportamento di questo tipo: per prevenire il proprio arresto e la
propria esecuzione egli lascio la Giudea e si trasfed in Galilea (Ev.
10. 7 1). Conseguentemente Policarpo scelse di occultarsi ai suoi per
secu;ori (ved. capp. 5 e 6), come avrebbe fatto anche Cipriano d
Cartagine un secolo dopo. Quinto, originario della Frigia, si conse~
gno invece di propria volonta ai suoi persecutorio Cio colpisce, anche
alla luce del fatto che, pochi ann dopo, nelia medesima Frigia sarebbe nata la setta quasi fanadca dei montanisci. Uno dei martiri di
Lione (ved., in questo volume, il nostro commento a Martyrium Lugdunensium (V) 1,292), ovverosia Alessandro, di provenienza frigia,
per il suo comportamento ha suscitato anch'egli il sospetto che potesse essere piu o meno montanista. Anche TertullianoJ de fuga 4,
solo nel suo perodo montanista scrive che fugiendum in persecutione
non esto Ved. inoItre Ev. lo. 8,59 e 10,39, e cfr., in questo volume,
il nostro commento a Martyrium Carpi 93~7; Dehandschutcer, p.
244.

<

5,

5 -7, IJ

375

5, 5. vx'tcr: Xcr:l ~.r..plX\I ... 1tpOcrtuX.r.E\lO~: Mller, p. 8, evidenzia il


parallelismo tra la preghiera di Policarpo prima della sua passione e
quella di Cristo nel Getsemani. Ved. anche apparato delle citazioni.
6~ 7. 01tEP ... cr:o't~: efr. apparato delle citazioni. La preghiera di
policarpo mira ad abbracciare tutta la Chiesa; ved. ad es. Policarpo,
Epis/ula ad Philippenses 12,2.3; e qui capp. 8,1; 14,1. Cfr. ].A. Robinson, Liturgical Echoes in Po!ycarp's Prayer, The ExpostOT, ser.
V, IX 1899, pp. 63-72; Dehandschutter, p. 245.
01t'tcr:cr(~: cfr. anche 12,1.16, Anche altri martiri ebbero visioni
profetiche sulla propria morte, ved. ad es. Passio Perpetuae 4,1 sgg. e
10,1 sgg.; Martyrium Potamiaenae 6; Martyrium Montani 5,1 sgg. e
11,1 sgg.; Ponzio, Vilo Cypriani 12. Mller, p. 8, scorge in do un
parallelismo con l'apparzione dell'angelo a Cristo sul Monte degli
Ulivi (Ev. Lue. 22,43; Ev. Mallh. 26,2).

7:

6, 2. E.1ttlTt1'jcrcr:\I: cioe sopraggiunsero nei pressi del podere che Policarpo aveva appena lascato.
5. ol 1tpOOLOne.; ... OlXEtOL: cfr. apparato delle citazioni. Usando
questa espressione e menzionando esplicitamente i nomi di Erode e
Giuda l'autore tenta di stabilre un parallelismo con il Vangelo (cfr.
Ev. Mallh. 10,35-6; Ev. Mare. 14,18; Ev. Lue. 22,21; Ev. ID. 13,18).
Ved. iuoIrre Dehandschutter, pp. 246-7, e avanti.
5-6. e.lpTvapxo~: capo della polizia, incaricato deli' arresto e
dell'interrogatoro dd criminali prima della loro consegna alle autorica cittadine; ved. Camelot, p. 251 nt. 3.
6. xe;xA'fJpwtL....o~ 't"o IXO't"O O\lotlcr:: Musurillo Cad locum) ritiene
che questo brano dovrebbe essere posto dopo ElalX"iaye.t\l (1. 7).
1,4, xIX'tcr:xe;(tle.\lov: cfr. Camelot, p. 251 nt, 4: Si puo intendere "a
riposarsi" (Bauer), o "a tavola" (Lelong); non v'e ragone di tradurre
"nascosto" (KIeist>.
6. To 8.A'fJJ.cr: ". YEv.aSw: cfr. apparato delle citazioni, nonch
Mller, p. 9; Dehandschutter, p. 240; M.L. Guillaumin, En marge
du "martyre de Polycarpe". Le discernement des allusions scrpturaires , in Forma Futuri. Studi in onore del Cardinale Michele Pellegri110, Torino 1975, pp. 462-9.
7. OlEAiX8r: cfr. anche il resoconto fornito da Giovanni (Ev. 10.
18,4 sgg.) della conversazione di Gesu Cristo con la plebe.
8. 'to EOcttIXS~~: cioe contegno pacato, che anche Ignazio aveva
raccomandato a Policarpo: ved. Ignazio, Epistula ad Po!ycarpum 4,1.
Cfr. Camelot, p. 251 nt. 5.
10-1. qJlX"iEt\l ... wp~: Miler, p. 9, scorge in cio un parallelismo
con l'Ultima Cena.
13. cttaSEt~: ved. apparato critico. Si tratta dell' aneico modo di
pregare: in piedi e rivoIti ad oriente, ved. ad es. Ev. Matth. 6,5; Ev.

<

MARTYRIUM POLYCARPI

7 , 1) -9, 2

Luc. 18, 11. 13 ; Tertulliano, ad nationes 1,13 (ad orimNs partem lacere
nos precationem). Per la bibJiografia relativa ved. Camelot, p. 252
nt. 1; Dehandschutter, p. 83 nt. 213 .
8 t 2-4. 1t\rtw\I .. . lXXATjd'(a~ : sol fatto che Policarpo miri ad abbracciare tutta la Chiesa nella sua preghiera ved. cornmento a 5,5 e
67 . Cfr. Ev. lo. 17,1-26, dove pure Cristo prega per s stesso, per i
suoi discepoli e per tutti i credenti.
5. O\l~ : come nell' ingresso di Cristo a Gerusalemme in groppa a <
un asino, ved. Ev. Matth. 21,2 sgg.; Ev. Mare. 11 ,7; Ev. 10.12,14 sgg.
5-6. mxp~t"ou ~trAOU : Musurillo, p. 9 nt. 10, interpreta quest 'e- <
spressione, con rferimento a Ev. lo. 19,31, come sabato di Pasqua, laddove altr (ved. Camelor, p . 252 nt. 3) lo considerano un
comune sabato, interpretando l'aggettivo ~ira come una tarda nterpolazione, volta a enfatizzare il parallelismo tra la passiene di Cristo
e queHa di Policarpo. A nostro avviso il Martyrium Po/ycarpi, nel suo
complesso, sembrerebbe conrraddire quesr 'oltima ipotesi, giacch,
come abbiamo visto, l'autore o redattore tenta, non appena gli e
possibile, d indicare parallelismi tra le passioni di Cristo e di Poli
carpo. InoItre, questa espressione ricorre anche in altri punti del
nostro testo, ad es. neI cap. 21 ; l'aggettivo .Lira dovrebbe forse essere una inserzione tarda anche in que1 caso? Infine, va osservato
che anche di Pionio, ad es., si narra che venne condotto in giudizio
un ~ira d'ppa;t"ov, ved. Martyrium Pionii 2,1 ; 3,6. Cfr. Mller, p.
10; ma ved. anche, in questo volume, il cornmento a Martyrium Pionii 2,1, per una diversa valutazione.
7-8. -dv x<xpoi.iX<Xv: latino carruca.
9. KplO~ KaTd'ap: nei Settanta, xp~o~ e la resa del nomen ineHa- <
bile di Jahweh. NeI Nuovo Testamento il termine e pressoch esclusivamente impiegato per denotare Cristo. Di qUl, scrve Paolo in 1 Ep.
Coro 8,5-6, e che per alcuni - cioe per i pagaru - esistono molti dei e
molti XplO~, mentre per i cristiaru esiste un solo Dio e un solo Signore: cfr. 1 Ep. Cor. 12,3 e Ep. Phi/o 2,11. Per tale ragione era impossibile ai cristiani dire Cesare e Signore ) . Circa quaranta .anni piu tardi, tuttavia, Tertulliano (Apol. 34,0 e disposto ad accordare il titolo
di Dominm all'imperatore, a condizione che non gli si attribuisca il
medesimo significato di quando lo si impiega quaJe epteto di Dio e/o
Cristo. Cfr. Acta Apollonii 3; Acta Maximiliani 2,8-9; Passio Crispittae
1,1 e 2,4; Martyritlm Eupli A 1,1; AC/4 Scili/4nornm 5-6 (per la bibliografia specifica ved. Camelot, p. 253 nt. 5) .
10-1. oux 1ttXp(\I<Xt"o: il silenzio di Policarpo puo essere accostato a Eu. Marc. 14 ,61; 15 ,4-5; Eu. lo. 19,9.

9, 2. "Ioxut ... mi a:\l8p(~ou : secondo Mller, p. 13, ques te paraJe


sono forse una tarda aggiunta leggendaria.

MARTYRIUMPOLYCARP I

9, 6 - 11,2

377

6-7. a:VT)pwt"a ... TIoAxapn:oc;: I'accertamento dell'identira. e solitamente la prima domanda negli interrogatori dei cristiani, ved. ad
es. Martyrium Carpi 2j Martyrium Pionii 9,5; 19,2; Martyrium Cononis 4,1; Acta Maximiliani 1,2; Passio [uN Veto 1,3; Panio Perpetuae
10; Martyrium Dasii 6.
8. "tijv ~A~x(av: ved. commento a 3,5.
8-9. xal tupa . .. AtrtlV: Musurillo, p. 9 ot. 12, scorge in questa
frase il commento di un redattore .
9. "Olloao\l ... ,XTjv: cfr. , in questo volume, il nostro cornmento <
a Martyrium Lugdunensium (V) 1,319-20. Giurare sulla t"XTJ dell'imperatere - cioi: sulla lortuna, che rappresentava la sua speciaJe protezione e corrispondeva al suo genius personale (PW VII [1912], col.
1164) - era equivalente a riconoscerne la divinita.
10. Arpe. t"OUC; a9touc;: ved. 3, LlO e nota di cornmento. In senso
diverso l'espressione e adoperata a 1.13, neila risposta di Policarpo
'
con riferimento ai pagani.
11. avllw\I: cfr. 16,1.1; nel Nuovo Testamento questo termine
viene impiegato anche per i pagani: Act. Ap. 2,23; 1 Ep. Cor. 9,21.
13-4 . 'Erxu.Lt\lOU " . AtrO\l'tO~: il proconsole cerca di salvare Po.
licarpo; cfr. Pilato in Ev. lo. 19, 12.
15. AOtBPTJoo\l: Plinio il Giovane, proconsole di Bitinia dal111 al <
113, esigeva dai cristiani che sacrificassero incenso e vino all'irnmagine dell 'imperatore e che maledicessero Cristo; ved. Epistulae X
96,5.
15-6. 'Oroo~xoV"ta ... OOOAtw: cfr. apparato delle citazioni e la
'
risposta di Papilo in MartyriutII Carpi 34.
. 1.1. 'tov paolAla:: Cristo come sovrano: ved. appararo delle citaZlonL
10, 4. Xpld't"l<X\lC; dllt: ved., in questo volume, il nostro commento a
Martyrium Carpi 9-12 .
4-5 . Eloe.. ... !J.ClBtt\l: ved. Martyrium Carpi 32; Acta Scilitanorum 4.
7-9. otot8rILt9a ... t"l.L~\I ... a:1tO\l.LEt\l: sol significato dell'espres- <
sio~e t"llliv a1tOVt~e.lV, (tributare onore, ved. ad es. 1 Ep. Peto 3,7.
Poltcarpo sotcolinea di seguire l'insegnamento (oe.8tOYlltBa) di Cristo (clr: Eu. Mallh. 22,21; Ev. Marc. 12,16-7; Ev. Luc. 20,25 ) e degli
. apostoh (ved. 1 Ep. Peto 2,13-7, e specialmeote Ep. Rom. 13 ,1, dove troviamo quasi alla lettera le parole impiegate dal martire; dr.
anche Ep. Rom. 13,7; 1 Ep_ elementir 60,4-61; Tertulliano, Apol.
30,4). Anche altri martiri proclamano enfaticamente di rispettare il
potere secolare e le sue autorita, cfr. ad es. Acta Scilitanorum 9'
Martyrium Apollonii 6 e 9; Acta Cypriani 1,2.
'

11, 2. f.lt'ta\lofd'"(]~: dai martyria apprendiamo che con il termine f.ltt"a\lOe.tV - uno fra pill dens dell'uso linguistica paleocristiano _ i giu-

xxxn

na, seguisse da vicino tutto il corso degli avvenimenti, dall'arresto fino aU'esecuzione, per presentarne un resoconto ininterrottoo Generalmente parlando, le informazioni sull' azione strettamente giudiziaria e quelle su arresto ed esecuzione dovevano
provenire da fami diverse. Per l'arresto e I'esecuzione, vi etano
testimoni oculari, che, sotto l' effetto irnrnediato degli avveniment, redigevano essi stessi o rnettevano a disposizione del redattare le loro impressioni a caldo. Quamo a udienza e interrogatorio, gli estratti apparentemente lerterali del dialogo tra giudice e accusati (come negli att degli Scilitani, di Cipdano, di
Massimiliano, di Filea) li dobbiamo probabilmente aUa consultazione di incartamenti processuali conservati negli archivi. La burocrazia imperiale prendeva gran cura dei propri att ufficiali; a
partire dal primo secolo, la presenza nel processo di natarii, stenografi-segretari, assicurava la registrazione dei dibattimenti e
della sentenza 1. Dato che la seduta si svolgeva spesso all'interno
del sccretarium, sala d'udienza dove avevano accesso solo gli imputati, il giudice, i consiglieri e gli altr funzionari, l'unico mezzo
per prendere conosceoza delle frasi scambiate era la consultaziooe del verbale, preparato dai natarii e, forse dopo essere stato
divulgato su di un manifesto, depositato negli archivi. Una stenografa non ufficale da parte della Chiesa, che avrebbe assicurato la stesura di note durante }'udienza, e conskk'rata non dimostrabile da Giuliana Lanata 2; non si potrebbe andar oltre e
affermare: non soltanto non dirnostrabile, ma decsamente impro-

babile?

La composizione degli atti dei martiri e dunque, probabilmente, un lavoro <dn seconda istanza, un'opera di redazione
che poggia da un lato sulla consultazione degli archivi, dall'altro
- se il redattore non era stato egli stesso presente - sulla consultazione di testimoni ocular. La diversita delle due fonti balza
agli occhi nel caso, del resto un poco particolare, degli acta di
Massimiliano: essi presentano un resocoflto fedele dell'udenza,
ma dettagli pu o meno fantasiosi nel racconto dell ' esecuzione
(ved. Acta Maximiliani 3, 2 sgg.). Una volta che il redattore aveva ultimato il suo lavara, il documento era in certo senso riconoscuto come ufficiale dalla Chiesa, e depositato nei suoi archivi.

JNTROOUZIONE

A. A..R . BASTIAENSEN

Ved. Lanata, p. 15 sgg.


Ved. Lanata, pp. 1920 .

xxxm

10 si impiegava nella celebrazione dell' anniversario del martirio.


Ne era permessa la trascrizione a persone interessate. Ne erano
inviate copie ad altre Chiese. Gradualmente si costituiva negli
archivi ecclesiastici locali una raecolta d' atti di manid del luogo
e di martiri di Chiese vicine. Tali raccolte - che del resto all'ini
zio si arricchivano solo lentamente: si rammenti il rammarico di
Agostino sulla penuria di atti da usare nelIa liturgia - sono all'origine dei legendaria o passianaria, le raceohe medievali delle pas
sioni dei martiri, che, purtroppo, hanno supplito alla mancanza
di att autentici con l'inserzione d'un gran numero di atti e passioni d' origine piu che sospetta, composti dopo le persecuzioni.

9. La mano del redattore


Torniamo per un momento al lavoro del redattore CrIstIano: la
costituzione, coe, di un resoconto su un determinato martirio.
Egli lavara sulle informazioni provenienti dagli archivi del tribunale e sulle testimonianze degli astanti. Prende il suo lavoro mol
ro sul serio. A leggere i resoconti dei process degli Scilitani, di
Cipriano, di Massimiliano, non si puo non restare arnmirati per
il rispetto che egli mostra ne riguardi del protocollo consultato.
Pure, malgrado la sua preoccupazione di veridicidl, egli non e
schiavo della sua documentazione e il suo testo, una volta costi~
tuito, non e sacrosanto. Non mancano indizi per asserire che il
redattore si permetteva degli interventi o che, una volta stabilito
il testo, degli adattamenti, di sua propria o di altrui mano, restavano possibili. Indicativa della possibilita d' adattamento potrehbe essere la redazione, gia menzionata, d'un secondo testo degli
atti d Cipriano, composto probabilmente ad uso delle ChiesesoreUe. N mancano indicazioni quanto a nterventi del redattore rispetto ai suoi materiali, fra cui i verbali processuali dei tr.ibunali. Negli atti degli Sclitani, la redazione deU'interrogatorio
reca tutti i connotati dell 'autenricita: i nomi esorici (punid?) degU accusati Narzalo e Citrino; il ritratto del proconsole Saturnino, gran galantuomoj le reazioni di primo impulso di Sperato,
capo e partavoce degli accusati, ecc. Ma co non toglie che vi
siano anche passi che sembrano supporre l' omissione di talune
paroJe del proconsole (ved. il commento ai paragrafi 8 e 9, note
24-6 e 27, a proposito delle rispos te di Cittino e Donata) o che
gli mettono suIle labbra formule che non puo avere impiegato (et
ceteros a par. 14) o che sembrano riassumere in un'unica frase le

MARTYRlUM PQLYCARPI

MA.RTYRIUM POLYCARPt

ll , 2 - 12 , 18

379

stamento 1tPOif'Jj'tlX' compare quale aggettivo (e non nella sua forma


avverbiale, come qu) in due passi: Ep. Rom. 16,26 P<pwv
npo<pT)'t'lXWV (Vulgata: scripttlras prophetarum) e 2 Ep. Peto 1,19 XlXt
&xolLtv ~E~lXl'tE.pOV 'tov 1'tPOifT)'t'lXOV Mov. In entrambi i casi ha il con
creto significato biblico, (Idei profeti, di (uno dei) profeti deli'Anrico Testamento. Nel nos tro testo, il significato di questo impiego
avverhiale e in certo qual modo piu generico, e va inteso piu in
senso figurar o che nell'accezione concreta sopra menzionata: vale a
dire, profetico, (che possiede guaJita profetiche .

dici pagani ordinavano ai martiri di murare avviso, prestare obhedienza ai decreti imperiali e compiere il sacrificio; ved. ad esempio
piu avanti a 1.6 e 9, 1.9; Martyrium Apollonii 3 e 7; Martyrium Pionii
20,2.4.
3. i .. . Ilt'tvor.o:: ved. apparato delle cirazioni, e Acta Iustini B
5,4.
7-8. np _.. cr~tYVIlEvov: ved. ad es. Martyrium Carpi B 4,5 hic
enim ignis ad modictlm IIret; ille vera inextinguibilis et perpetIJus est,
per qllem dem iudicatllrtls est mundum.
10. <pipE ~OEl: cfr. Acta IlIStini B 4 1toCEl 'tOl\IUV o en.tl~ .

13, )- 4. 'IooSa.twV ... IXthol;: uno dei primissimi esempi di un certo


antisemitismo della letteratura paleocristiana, ved. anche commento
a 12,7 .
11. 1'tPOcrrAOV: inchiodare,>, cfr. apparato delle ctazioni, e
Martyrium Pionii 21; Martyrium Carpi 378.

12, 2 . X6:pl'tO~ E1tA7JPO'to: ved. a 7,3 1t).-fP7J~ wv 'tf~ Xpl'tO~.


6. wIlOA-rO'EV ... dVCll: anche in altri martyria la professione di

fede cristiana da parte dei futuri martiri viene espllcitamente proclamata agli spettatori quale ragione della loro condanna a morte; ved.
ad es. Martyrium Pionii 20,7 ; Martyrium Agapae 6,3; Martyrium Carpi
36.
7. 'Io\,lolX(wv: sull'odio nutrito dagli ebrei, che erano numerosi a
Smirne, contro i cristiani, ved. Apoc. 2,8 sgg., e inoltte qui ai capp.
13,1; 17,2; 18,1. Su tale ostilita e sulla partecipazione degli ebrei
alla persecuzione dd cristiani, ved . anche, ad es., Martyrium Pionii
4,11 sgg., e 13,1 sgg.; Giustino, Apologia 131,5-6, e 36,3; Dialogus
cum Tryphone 16,4; 131 ,2; 133,6; Tertulliano, Scorpiace 10.
9.10. 6 1t1XUP .. . XpLO'"tLIXVWV: Camelot, p. 259 ot. 2, scorge qu il
primissimo esempio dell' impiego del termine 1't1Xrip quale titolo vescovile.
11 . 1tPOO'XOVtlV: nella leueratura paleocristiana questo verbo ahi
tualmente significa (~adorare divinita pagane , cfr. 2 Ep. Clementis
1,6; 3,1; ad Diognetum 2,4.5.
12 . 'tov ' AO'LpX'Jjv : il termine, reperibile anche in A ct. Ap. 19,3 1,
dove potrebbe avere un significato leggermente diverso (cfr. PW JI
2, col. 1564) da quello adoperato gui, indica prohabilmente il presidente dell'assemblea provinciale d'Asia Minore, il Commune A siae.
Filippo, qualificato &pXLtpt~ a 21,11.34, sembrerebbe essere stato in
vestito della supre ma autorita religiosa durante i giochi, dd quali era
presidente (cfr. L. Ross TayIor, The Asiarchs, Beginnings of ehri
stianity 1 5, pp. 256-62; diversamente in PW II 2, eoll. 1569-72).
13. Aov'ta. : cfr. Terrulliano, de spectaculis 26 (leo ne concesso); de
pudicitia 22 (Christianis leonem!). Il popolo invoca la morte di Poli
carpo; cfr. Ev. Mare . 15,8 sgg.
15 . CWV't'1X XIX'tIXXIXO'lXl: bruciare vivo, come era stato previsto da
Policarpo (ved. 5,2). Non si traUava di una morte inconsueta per i
martirio
16. 01t't1X0'(a.J;: ved. commento a 5,7.
17.8. f-I1'tEV ... 1tpoq)'ryClxw;: ved . commento a 5,7. Nel Nuovo Te

1 2, 18 - 14, 6

<

<

14, 4. ava.~Alq,oc~ tt~ 'tOY oupocvov: cfr. 9,11.12-).


45. KpLt . .. 1tlXv'toxp'twp: cfr. apparato delle citazioni. La foro <
mula etO~ 1t1XV't'oxp'twp e assai frequentemente impiegata negli scritti
ebraici in llngua greca - ad es. nd Settanta e in Filone - per rendere
i titoli divin Yahweh Sebaoth o Saddai. Oltre che nei Iuoghi del
Nuovo Testamento menzionati, l'espressione compare nella lunga
preghiera che costituisce la sezione conclusiva di 1 Ep. Clementis
(59,2; clr. 60,4 e 32,4; 62,2). Ved. inolere Camelot, pp. 232-3; Reuning, pp. 32-3.
5. cl"l'IX1t7J'to: nel Nuovo Testamento e la qualificazione favorita
di Cristo figlio di Dio; ved . apparato delle citazioni, e Reuning, p. 33
sgg.
tUAO"f1t'tO: cfr. apparato delle citazioni: in tutt i luoghi vi
segnalati (con l'eccezione di Ep. Rom. 9,5, dove potrebbe anche trato
tarsi di un attributo di Cristo) il termine e pero riferito a Dio Padre .
5-6. 1tcnoo; ... XplO"t'O: per designare Cristo quale figlio di Dio, iI <
Nuovo Testamento e la letteratura greca paleocristiana preferiscono
impiegare la parola Ul~. Il termine 1tOCl~ nel Nuovo Testamento signi.
fica quasi sempre servo: Ev. Matth. 8,6.13 ; 12,18 ( :: citazione di Is.
42, 1); 14,2; Ev. Lile. 1,54.69; 7,7; 12,45; 15,26; Aet. Ap. 4,25. La
paroIa 1tlXl~ e impiegata a proposito d Gesu solo in Ev. Luc. 2,43 (<<il
bambino Gesu); Act. Ap. 3,13 (6 etO~ 'A~plXocll . .. lO~IXO'EV 'tov 1toctOoc
IXtho ' f-rO'ov , ... suo Figlio Gesu); 3,26 (6 9to, &VIXcr-t-fO'O:~ 'tov
1tlXtOa IXU"W, (C .. suo Figlio); 4,27 (<dI bamhino Gesu); 4,30 (<< il
bambino Gesu). In altre parole, il termine 1tlXl' nel Nuovo Tesra
mento compare solo cinque volte in riferimento a Cristo; di queste,
saltanto due hanno inequivocabilmente il significato teologico di
figlio di Dio . Cfr. al contrario Camelot, p. 234: Questa designa.
zione infanrile, 1tlXlJ;, e spesso attribuita a Gesu nella lecteratura cri
sciana delle origini,>.

MARTYRIUM POLYCARPI

14,

6 - 16, J

MARTYRlUM POLYCARPI

Solo rari esempi di questo impiego di 1tar~ sano stati trovati da


Camelot nella letteratura postapostolica: Didache 9,3 e 10,2-3; Pseudo Barnaba, 6,1; 1 Ep. C/ementi, 59,2.4; Traditio Apo,tolica III 4,8.
Alla luce di do, si potrebbe congetturare che il termine 1taI~ venga
qui usato in luogo di ul6~ in~enzional~ente! l'ambiguit~ ~i 1to:I:;, ~i
versamente da ui6" puo desIgnare CrIsto Sla come Flgho dI DIO
che come servo di Dio; cfr. al contrario cap. 17,1.16, clove viene
impiegato il termine Ul~. I1 Nuovo Testamento contiene s.olo .un
esempio di quest'ultimo uso di 1to:I~ (cioe come servo di DIO),
vale a dire Ev. Matth . 12,18, ma si tratta di una cirazione da Is.
42 1. Su Cristo quale servo (mxTc;) di Do ved. ad es. A. von Harn a~k, Die Bezeichnung ]esu ah Knecht Goltes und ihre Gesc~ichte
in der alten Kirche, Sitzungsberichte der Deutschen Akademte der
Wissen5chaften zu Berlin XXVIII 1926, pp . 212-38.
6. 1talp: Dio e il padre di Gesu Cristo; e il tratto che conferisce
al monoteismo giudaico dimensione cristiana, ved. Ep. Rom. 15,6; 2
Ep. Coro 1,3 e 11,31; Ep. Eph. 1,3; Ep. Col. 1,3; 1 Ep. Peto 1,3.
6-7. Ol' O ... dAf~a;Il~\I: cfr. apparato delle CItaZIOnl, nonch
.
. . . .
Reuning, p. 35.
8. -ro y~voll, -rW\I OlXloo",: in questo elenco degli attnbuu di DIO
tale espressione deve essere originale deU'autore del nostro martyrium, ved. inoltre 17,1.2 e 19,1.9; cfr. Erma, Similitudines IX 17,5
lx 'tO y~VOlJ~ -rw", Ihxaloo\I.
12. a~9o:pO'lq;: cfr. Ignazio, Epistula ad Polycarpum 2,3 'to 9ifla
aq9apcr(o: xo:l l;ooi alw",lO~ .
14. 1tpotqo:",ipwcro:~: ved. 12,1.16.
15. al"'w: Jodare Dio, ved. Ev. Luc. 2,13.20; 19,37; 24,53;
Act. Ap. 2,47; 3,8-9; Ep. Rom. 15 ,11; Apoc. 19,5.
16. ootlit;w: glorificare , con Dio quale oggetto, ved. Ev. Matth. 15,31; Ev. Mare. 2,12; Ev. Luc. 2,20; 5,25-6; 7,16; 13,13 ;
ecc.
apx~tpi(o)~: Cristo guale apXt~pE~, (sommo sacerdote,
ved. Ep. Hebr. 6,20; 9,11.
15, 4-6. To yap 1tp ... IlcXp'tupo~: cfr. una storia simile in Acta Theodoti 32-4.
7. C(p'to~: la menzione del pane qui, queUa di 1tO-dplOv (<<calice) a
14,LI0, e la presenza di molte reminiscenze liturgiche in questo
contesto sembrano indicare che Cp'tO~ e 1to-n;ptOV possano contenere
un riferimento indiretto all'Eucaristia. Cfr. ].A. Kleist, An Early
Christian Prayer, Orate Fratres XXII 1948, pp. 201-6.
8-9. tow8ac;: cfr. apparato delle citazioni, e Reunng, pp. 43-4.
16 3. XOIl~ix'topo; : XOfllfllx'twp = conjector (ved. Svetonio, Aug_ 43 ;
N:r. 12), doe il carnefice, i1 boia, che dava iJ colpo di grazia ai
feriti sopravvissuti ai combattimenti gladiatori. Cfr. A. Chagny, Les

16,

J - r7,

11

martyrs de Lyon de 177, Lyon 1936, p. 53, e, in questo volume, il


nostro commento a Martyrium Lugdtmensium (V) 1,2.37.
3-4. t~~lOlOV ". E~rA9E'" ... arfla'to~: do costituisce un 'analogia
con quanto Ev. lo. 19,34 dice a proposito di Cristo.
4. 1tEP(O"t'~p&: xo:l: Dehandschutter, p. 99 sgg., si pronuncia a favore deU'autenticita di queste parole e di questo motivo leggendario;
ved. pero l'apparato critico.
8. a1tOCTtOAlXO~: nel SUD lempo, Policarpo era uno degli ultimi
testimoni del periodo apostolico; il termine a1toO"toAlX~ , penanto,
dovrebbe essere inteso nel suo antico e pregnante significaro di seguace e contemporaneo degli apostoli (qui, in ogni caso, deU 'apostolo Giovanni), per cui Eusebio (Historia Ecclesiastica III 36,8) dice
di Policarpo : 'tW'" a1toa-rAoo", fltAi-tr~ . Anche Ireneo (Epistula ad
Florillum ", Eusebio, Historia Ecclesiastica V 20,7) e Eusebio (Historia Ecclesiastica III 36,10) chiamano il nostro martire o(8O'xO:AO~ a1toCTtoA(x6~ .
9. Xo:eOAlxTj~: questa espressione ha qui probabilmente perduto
il suo antico significato locale-geografico di universaIe e va forse
recepita in quello di dogmatico, cattolico-ortodosso, opposto
ad eretico. Cfr. sopra commento a Prae/. 1.3, e Dehandschutter,
p . 102 5gg.
10-1. iUAElW9T) xal nAul.ol9faE'tO:l: quest'esaltazione della ctedibilita delle parole di Policarpo crea un paraIlelismo con Ev. lo. 19,35
5gg.

<

17 , 1. &"''tlCT)AO~: cfr. Act. Matth . 12 .


1-2. a",tlXE(~e.\lO~: si precisa l'opposizione del diavolo alla
stirpe dei giusti; ved. anche commento a 3,1.
4. "cov -rf~ &~9o:pO'(a~ CTt~O:vo",: cfr. apparato delle citazioni; ved .
inoltre, in questo volume, il nostro cornrnento a Martyrium Lugdunen,illm (V) 1,219-20.
5-6. w~ 1lT)8i ... AT)1fl9Tj",o:~: cfr. Martyrium Lugdunensium (V) 1,62.
Anche i pagani di Lione tentarono di impedire ai cristiani di seppellire i loro martiri: ved. Martyrium Lugdunensium (V) 1,6 1, e, in questo volume, il nostro cornmento al passo (1.365). Cfr. anche la preoccupazione degli ebrei dopo la morte di Cristo: Ev. Matth. 27,64.
7. xoWWVTjO'O:l ... O'(:xpx(~: questa e la prima prova dell'esistenza di <
un culto dei martiri cristiani. Durante la persecuzione dei crstiani
sotto Diocleziano anche i pagani di Nicomedia ternettero che i cristiani comindassero ad adorare le reliquie dei loro martiri: ved. Eusebio, Historia Ecclesiastica VIII 6,7.
8 . .. AAXT)~ : forse questa Alce e la cristiana menzionata da Ignazio,
Epistula ad Smymaeos 13,2, e Epistula ad Polycarpum 8,3.
11. 'tW'" ' lou80:(oo\I: cfr. Act. Ap, 19,33, e sopra, commento a
12,7 e 13,3-4.

MARTYRIUM POLYCARPI

14-5. 'tov 1tp ...

O'W'tTIP(a~

17, 14 - 20, 9

... cX.t.CXp'tWAWV: cfr. apparato delle

citazioni.

15 . a:~w~ov ; per Cristo &~W.LO~, senza macchia, ved. 1 Ep.


Peto 1,19; 3,18.
16. u/ov: cfr. commento a 14,5-6.
1tpoO'xuvo.LtV: e da notare
l'antitesi tra 1tpoO'xuvou.LtV - termine impiegato nel Nuovo Testamento quasi esclusivamente a denotare l'adorazione che si tributa o che si
dovrebbe tributare a Dio - e O:an:w.Ltv, (1.17), che indica 1'amore che
si prova per i martirio
17. .Lp'tupcx~ ... .L~.t.1J't0:;: cfr. commento a 1,5.

18, 2. w~ t90~ cx\hor~: cioe, come e abitudine dei pagani.


<
7. tvi9AlOV: questa e la prima prova della commemorazione del <
giorno della marre di un martire da parte dei cristiani. La concezione secando la quaJe la morte del martire e una nascita - di qui 11.dpa
Ev9AlO~, dies natalis - e sostanzialmente gia presente in Ignazio,

Epistula ad Romanos 6,1.


19,6. Xct'tO: 'to EUaAlOv: l'espressione e gia a 1,1.5 (ved. cornmento); e inoItre ved. commenco a 4,6, e Mller, pp. 6-7.
7. 7tOllovT~ xa'taWvlO':J.!.Vo~: ved. commento a 2,7_ Per la terminologa dell'cXwv, nel suo complesso, ved. apparato delle citazioni.
8. 1'OV ... adcpavov: ved . 17,1.4, e nota di commento.
9. aO~~El 'tov 9EOV: cfr. 14,1.16, e nota di commento.
20, 3. Mapx(wvo~: questo Marcone o Marco fu il redattore della
letrera, e Evaristo (ved. par. 2) ne fu lo scrba. Dehandschutter, pp.
187-8, cerca pero di dmostrare - interpretando anzitutto il verbo
tL1JVEW nel senso di <~ riferire , <~ additare - che Marcione o Marco
non e il redattare ma un testimone oculare ).
4. t1tL<TtOA~V S~cx7ti!-l.tJa0'9E: i predicatori che viaggiavano daIl'una
all'altra comunita eccIesiastica, gli apos[Oli) o nviati, sono prova essi stessi degli stretti contatti e dei rapporti tra le comunita
eccIesiasriche paleocristiane (cfr. Ep. Eph. 2,20; 4,11; Didache 11-3) ,
cosi come la lettera di Clemente ai Corinzi e le lettere di Ignazio alle
varie comunita ecc1esiastiche.
6. OOAWV: sull'uso paleocristiano di OOAO~ ved. Camelot, p. 236.
8. 't1tv alwv~ov ... paO'tAtav: nel Nuovo Testamento questa espres- <
sione compare solo in 2 Ep. Peto 1,11. Le frequemi citazioni e reminiscenze delle lettere di Pietro che abbiamo precedentemente indicato dimostrano chiaramente che il nastro martyrium risente della
loro influenza.
8-9 . 'tOU ll'alM~ ... !-I.OVOyEVO~: cfr. apparato delle citazioni, clove
pero viene costantemente impiegato Ul~ nvece di 7tat~. Cfr. commento a 14,5-6.

MARTYRIUM POLYCARPI

2 0, 11 ' 2 2, 12

11-2. EMpE<TtO~: cioe lo scriba di quest'opera, ved. sopra como


mento a 1.3, e Dehandschutter, p. 187.
21 , 1-6. H . Grgoire-P . Orgels, La vritable date du martyre de S.
Polycarpe (23 fvrier 177) et le Corpus Polycarpianum,>, Analecta
Bollandiana) LXIX 1951, pp. 15-6 e 18, sono dell'opinione che
questo capitolo sia un'aggiunta carda dello PseudoPionio.
3. w~ o06'O: cioe 1'ora ottava; cfr. la lezione di M wp~ tVcXTO,
<d'ora nona ) , probabilmente per accentuare l'analogia con la morte

di Cristo, Ev. Matth. 27,46.

4. <l>~A(1tll'OU : G. Giulio Filppo d Tralle e attestaro quale (~asiar


ca), per il settembre 149, ved. Orientis Graeci Inscriptiones Selectae n.
498.

22, 1-17. L' appendce che qui segue venne forse (Camelot, p. 240)
aggiunta al nostro testo dalla chiesa di Filomelio, al fine di favorire
quanto piu possibile la circoJazione della lettera. Nella sua forma
attuale, con la sua lunga dossologia , comunque, essa sembra risalire
al quarto secolo.
3-4. ylWV lXAtX'tWV: santi eletti; cfr. commento a 16,8.
4-6. Ol) VOt'to ... 1!-I.&~: cfr. Ignazio, Epistula ad Ephesios 12,2.
11. nlVto~: probabilmente del quarro secola; scrisse anche una
vita leggendaria di Policarpo: ved. Camelot, p. 240.
12. O:7tOXcXAU<pW: il tema della rivelazione compare assai spesso
nelle leggende: ved. Ml1er, p. 3.

<

MARTY RIUM CA RPI

COMMENTO AL MARTYRIUM CARPI


'
PAPYLI ET AGATHONICAE
a cura di A.P. Orbn

1. Ev8T)IJ.OY'to~ ... IltpytX.t.cp: il proconsole d' Asia Minore risiedeva a


Efeso ~ si t~ova~a in qu~l m,omento a Pergamo (cfr. Apoc. 2, 12 5gg.;
E,useblO, H/stona Ecc/es/ostica V 1, 17), prohabilmente in occasione
d~ un conventus iuridicus. Sembra degno di nota _ ved. avanti e
l:letzm.ann, p. 240 - che la recensione latina (L) non nomini mai la
Cltta. di Pergamo; L 7 dice semplicemente: Martyrizaverunt autem te.
s/es dei C~rpu.s episcopu.s ". apud provinc~a<m> A siam. In L1 il pro.
c?nsole 51 ~hJama Opumus: comprehensz sun! tempare Decii impera/o~s e~ oblat! sun! Optu'!o praco,muli.
7t'pocnx9T]aIXY: questo verbo e
~mplegato qu~e t~rmme tecDlCO per trascinare a forza in giudizio
1 ~artyres de5tg~att: ved. ad es. Martyrium Potycarpi 9,1.2; Acta lusti.
m A 1; Martynum Apotlon 1.
.
2: !.UXx.pLOL: questa espressione era usata per martri nel tardo <
~so.lmguistico paleocrisdano; nel secondo secolo d ,C. poteva ancora
mdl:are anche i .c~jstiani in generale.
K:pl'to~ xcd nfX7tAO~: Ll
formsce anch~ gh ~ncarichi e le citta nataJi di questi martri, aggiungend~ Agatomce al ~ue suddetti: Corpus episcopus o Gurdo et Pamfitus dlaconus a Thyahra et Agathonice timorata Dei comprensi.
. 2-3. J.P",UPEt; :o XPL~~: il termine J.<Xp'tUpE'; qui non ha ancora
il s~nso tecmco dI martlr!)) ma quello primario di testimoni, come 1n.1 Ep. Peto 5,1; Mart:Yrium Potycarpi 2,2. Per ulteriori ragguagli
ved., In questo volume, il nostro cornmento a Martyrium Patycarpi
1,5.
3. l'tpoxcx6iaa:.;: cfr. Martyrium Agapae 3,1 .
4. ~CXAEt: nei .nostri martyria il giudice pagano di norma domanda
per .p:l1Ila cosa il nome del marthe candidato; ved. ad es. Acta
ustml.A 4,3, e B. 4,3; Martyrium Pianii 9,1.5.7; Acta Cypriani 3,3;
Martyn,um Con.~nrs 4,1; Acta Maximiliani 1,2; Passio luti Veto 1,3;
l~fX[pE'tO\l: cfr. Martyrium Dasii 6.
Martynum Dam 6.
5. Xptancxv.;: e l'abituale risposta dei mart!ri cristiani alla richiesta delIora nome: cfr. ad .es. Martyrium Polycarpi 10,1 ; Acta lustini
A 4,3.6 e B 4,1.3 ; Martynum Apollonii 2; Passio Perpetuae 3,2; 6,3;

5 -

I8

385

Martyrium Pionii 8,2; Acta Cypriani 1,1-2; Passio Fnlctuosi 2,3; Acta
Maximitiani 1,2; Passia [uli Veto 1,3 ; Acta Scilitanonlm 9 e 13; Martyrium Lugdunensium (V) 1, 10.19.20.26 .
'to e.v 'ti;) )(aJ.~: come
e evidente dal contesto, i cristiani non accordavano che una minima
importanza al loro nome ( terreno . In primo luogo essi erano, e
desideravano essere cruamati, (cristiani ; cfr. ad es. Martyrium Das;i
6 7tt pt oi rijc;: 7tpoaw'JUIJ.(a.c;: J.OU ipw ao~' 'to f.Ll,V i~a:(pE't'V .lOU VO.lfX
XptCJ'fta.\l,; tlJ.l, 'to 0& llC. yO\ltw\I l'1tt'tE9lv .lOt LlCJwc;: XCXAOJ.lXt, (ri
guardo al mio nome ti rispondo: "per ma scelta mi chiamo Cristiano, il nome impostomi dai genitori e Dasio"; Acta Balsam; 1 (datad
al 311): Nomine paterno Balsamus dicor, spirituali vero nomine, quad
in baptismo accepi, Petrus dicor; Martyrium Lugdtmemium (V) 1,20. I1
cambio di nome al bactesimo, di cui parlano gli Acta Balsami nel
brano precedente, divenne una prassi abituale solo dopo l'epoca in
cui vennero scritti gli Acta Carpi; ved. Harnack, p. 441.
6. O'ot: cioe Carpo, che il proconsole evidentemente considera il
piu importante dei tre; cfr. J.c;: e J.Tv, che seguono.
1tpoO"t'yIJ.CX'tO:: cfr. Acta lustin; A 1 e B 5,8; Martyrium Pionii 3,2.3.
7. AoyoCt'tw\I: cfr. Martyrium Agapae 4,4; 7,2.
9. 6O'ct:l: cfr. Acta lustini A 5,6.8; Martyrium Apollonii 7; Marty.
rium Pian;; 3,2; Martyrium Agapae 5,2 .
9 -12. Kp1to.; ... 9w: L omette questa confessione di Carpo,
che sembra essere molto anziano (cfr. Harnack, p. 442). La precisione e la sistemadcita della risposta di Carpo alle parole del proconsole, nel par. 4, coIpiscono: e.W XptCt'tLCX\l'; tlJ.t sembra essere la ri
sposta a t"'(\lWcn:CXI . AOrOcn:wv, cioe 10 appartengo a Cristo e non
ho niente a che fare con i decreti degli imperatori; Xp~a'to\l ." aiPoJ.fXL (in cui e opportuno notare che l'autore mpiega la forma media
aipOlJ.fXl a proposito di Cristo e la forma attiva CJiPEtV a proposito
degli dei pagani: cfr. anche Martyrital1 Apollanii 1,2 'tov 9EOV aiPoJ.a:t; 8,13 CJi~Et\I .. . 'fO\J~ ato.;, o.; 1t<XV'tE.c;: cX\l9pw7tOt aipoJ.tv; 8,43;
Martyrium Pionii 8 ,3), e la risposta a 1tEpt 'tO ... aEO';; 'tO\l E9\rCO: ".
lhapAou si riferisce a XplCt't6v, simile a 'tou,; 't'eX 7t\l'tcx OLOtlC.O\I'ta~ detto di 'tou~ 9to';j inHne 'fotOll'fOl'; ... 6w e la risposta d Carpo a o6EV
... 6aal.
12. TIOLU o 9iAELC;:: cfr. Martyrium Polycarpi 11,2; Acta [ustini B
5,7; Martyrium Dasii 9,2; Passio Irenaei 4,2 Fac quod iussum esto Hoc
a me non exspectes, e 4,9 Fac quod vis; Martyrium Eupli B 2,4 Fac
quod vis, Christianus sum ; Acta Phileae B 5,2 Fac quod tibi iussum est,
e 5,4 Et quad tibi iussum est fac.

17-8. ~,,)'~6v,,~ ... )'6,ou: cfr. Ep. Hebr. 12,10. Sulla base di
questa probabile remniscenza, dovremmo forse intendere il termine
AyOC;: come la parola struttiva di Dio? Cfr. d'altra parte Har
nack, p. 443: Qui A6"1'ot; puo essere solo i1 Logos personificato,
Ev. lo. 1,1.

<

MARTYRIUM CARPl

2I -

35

21. 'tO ... a\l9poo'ltov: ciae il diavalo; cfr. Apoc. 12,9 xaAofltVO~ 8t<ix.AO~ xlll all'tava~, 7tAIlVWV "tY!v OlXOU.LVllV OA1)V.
24 .. 90flled~: cfr. Martyrium Polycarpi 12,2; Acta lustini

e 1,4;
Martynum Cononis 5,4; Passio lrenaei 5,1.
25 . fl~ fllPIl(VE'tt: cfr. Acto Scilitonorum 8; Martyrium Pionii
17,1; Aeta Maree//i A 4,2 e B 4,2; Martyrium Agapae 3,2.7; 6,2;
Pano lrenaei 3,4; Possio Crirpinae 3,3.
U'ltOflEtOttGIlt;: il sarriso
dei martiri e un elemento che ricorre costantemente nei nos tri mor
tyria; cfr. Martyrium Apollonii 8; Martyrium Pionii 7,5; Passio Fructuosi 3,5; Possio Mariani 11,6; Acta Eupli B 3,3; anche Minucia Felice, 37 cum [mortyr] strepitum mortis et horrorem conti/icis inri
dens inculcat.
25-6. 9toi . .. 0:1toAiG9lGIlV: cfr. [erem. 10, 11, nonch Possio
Crispinoe 2,3 (Crispina rerpondit: Dii, qui non fecenmt caelum et terram, pereant) e Acta Eupli B 2 ,5 Pereont dii qui nOI1 lecenmt caelum
et terrom et quae in eis ( :lE contaminazione di lerem. 10,11 e Aet. Ap.
4,24).
28-9. Ol ~wV"tt~ .. 9ooow: cfr. 2 Ep. Clementis 3,1 ~;'trt; 01
{wv'ttt; 'tor~ VtXpot~ ou 9o;.t\l; Didache 6 Aa"{ptla p tcttt 9twv
VtXpwv.
29-30. OL eto! .. tLvat: cfr. Martyrium Apollonii 14; Passio
Fruetuosi 2,4-5; Porsio lrenaei 4,3; 2 Ep. Clementis 3,1; Didache 6.
30. 0lAW; axoGaat;: cfr. Martyrium Polyeatpi 10,1; Acta Scilitanorum 4 (Speratus dixit: Si tranquilIs praebueris aures tuas); Mar
tyrium Pionii 6,1.
301. O'tOl . . O:ito9.VWGl\I: cfr. Martyrium Apollol1ii 14 ...
9E.Ou~ "', ol"ttVtt; ... xal o xtvll9iaov"tat &~'io:o"twv. Cfr. anche Ps.
115,48; Barueh 6; Dan. 3,18; e Martyrium Apollol1ii 22 9toU~ Airoo.
GtV "{OUt; olJ'r<x~ "{o 1tpLV &v9pw1too~, w~ l~t).txooaw al it<XP' au"{ol~
1090t.
31. o't'
0:\l9pW1tlV: cfr. recensione latina, 2,2 Carpus dixil:
Disce quomodo sunt mortui: speciem habent hominum, sunt autem
immobiles.
34. All ... ~eElpltVcr:: cfr. Martyrium Apolloni 15 sgg.; Taziano, Oralio ad Graecos 4,4; Passio lrenaei 4,3; Passio Crispinae 2,4.
34-5~. Lie~zmann, p. 248, e dell'opinione che la digressione
apologetlca del parro 1620 debba essere ascritta a un redattore di
eta successiva.
"{ou~
35. &xpO\lOt;: cfr. Taziano, Oralio ad Graecos 4,3.
atwva~ 7totfGa~: cfr. Acta lustin; C 2,3 01lllOOpyt;, o~ )((XI 't'ou~
o:lwva~ t1tOlllGE; Martyrium COllonis 6,4 9E~ ;.oo, ~aalAEu~ 't"W\l
atwvoov J e 6, 7 't'~ ~aa~AEr 't'WV o:twvwv 9t{!:l; Martyrium Apollonii 6
't'ov ov't'w~ 9EOIJ "{ov oIJ't'a 7tpO atwvlv. Cfr. A,P. Orbn, Les dnominations du mOl1de ehez. les premien auteurs chrtiens, Nijmegen 1970,
p . 124 sgg.

le

MARTYRIUM CARPI

;6

61

36. a~9"p,o~: elr. Ep. Rom. 1,23 ; 1 Ep. Ti. 1,17; 1 Ep. Peto
1 23. 5i oppone a 't~ xp6v~ q>eup;.tVa (1.34).
.
.
.
.
, 42. "{WV &:"((oov: cioe coloro che hanno fede In Cnsto, 1 quah ,
nelle lettere degli apostoli (elr. ad es. 2 Ep. Coro 13 ,13; Ep. Eph. 1,1;
412; Ep. Phi!. 1,1; 4,2 1; Ep. Col. 1,2 ; ecc.),.cosl come nella letterat ' ra greca paleocristiana fino al 200 d.C. crrca, sono molta spesso
chiamati aLot; cfr. 1. 86, nonch Martyrium Lugdunensium (V)
1,4 .14 .
e 1 il d'lavo1o
43. itpOAa;,~;vlIJ: cfr. Harnack, p. 446 ?t. 17: os
si fa profeta, preannuociando cio che COmplf~}}.
45. &pX<Xt't'tpo~ WIJ 'C{!:l xp\I~: cfr. 1 Ep. 10. 3,8; Apoe. 20,2; Taziano, Oratio ad Graeeos 7 1tpw'troIJo~.
.
45-6. O:1to1ttlpcaa~ ... xaxo1totttv: cfr. Harnack, p. 446 nt. 18: 51 <
confondono qui , d'altronde, due spieglazionihrelatil~e al!a facflt~ profetca del diavalo; in primo luogo, il atto c; e e~ 1 puo pro et1zza~e
perch e "esperto", io secondo 1uogo, perche egh stesso provoca CIC
che predice}).
.
..
47 . a1tO<p<Xatl~ : cfr. Gen. 3,1.4 .13. .,
47-9. xa't auxwPllGtV ... tuat~t[a~: VI e qUI remlntSCenza della
sroria di Giobbe.
51. ~AU"P~G"" elr. } Ep. lo. 10. .
.
.
52. ~Aaa<p1);.(av ... 't"wv :EE~aCJ'tw~: 10 alcre parol~: dlsprezzare gb
doH comporta anche disprezzo nel confronu delllmper.atore; .d r:.
Acta ustini B 5,8; Martyrium Apollonii 7; Passio FntCIUOSl 2~6 (SI du
non eoluntur, nee imperatorum vultus adorantm); Acta Maree/h M 1,1.
53. 9ttt;; T "{l AiEtt;;: ved. anche 11. 68-9.
...
54. ou ... itw7ton r90GIl: probabilmente Carpo era Cr1S ~lanO SIn.
dall'infanzia; cfr. anche le parole di Papila, .a .p.ar. 34.; Pas~lO. lrenael
4 3 Deum habeo quem a prima aetate colere dldIez; Pamo CrIspt~ae 1,3
Numquam saerifieav; nec sacrifico nisi UI1; et vera Deo et domzno nostro lesu Christo filio eius.
. . .'
.
55. xpql.aG9iV"to: eiEa(lal: la pratic~ di torturare 1 crlsuaOl accusaU
pe! costringerli a sacrificare e menzlOna~a. anche altrove,. cfr. ad es.
Martyrium Polycarpi 2,2; 11,1; Acta lustlm B 5,5; MartyrIum. Lugdunensium (passim); Martyrium PiOl1ii 7,6; 18,4; 20,1-2; Martynum ConOl1is 5,5; 6,1; Passio Irenae; 4,3.
.
.
.
58. Ila1tAoIJ: la versione latina dl questo mortynum rende il ?o
me con Pamfilus, ved. L 3, 1 ussit.. . Pamfilum d;aeonum ~ppendl.
59. BooAtUri~: cfr. Harnack, p. 447 nt. 24: ~OOA.t~~ ~orse e
identico a "decurio" . Cfr. L 3,1 et dixit ad eum: Pnnclpalzs es?.
59-60. '0 ... d;'l: cfr. L 3, 1-2 Procol1sul di~it: Qu~d es? Edicito
mihi. Pamfilus respol1dit: Civis. Proeonsul dtXlt: Dzves es? ...
60-1. TlVlIJ1tOA(U\t;;: questa sembra essere una domanda tradlzlo,
nale, ved. ad es. Acta luslin; B 4,7; Martyrium Conon1s 4,1; Marty ritlm Eupli A 1,2 ; B 1,3.

MARTYRlUM CAR PI

61' 74

61. 8oa't'dpw\I: questa sezione manca in L. Per Thyatira nel


Nuovo Testamento ved. Act. Ap. 16,14; Apoc. 1,11 ; 2,189; 2,24.
62. Tix\la tXW;;: cfr. Passio 1renaei 4,5 Prohus dixit: Filias
habes? .
62-3. KaL ... 9E\I: ved . par. 32.
63-4. EI~ ... )"l,yw\I: cfr. Martyrium Apollonii 33; Martyrium Pionii

178.
64. Ka't'O: 't"ij\l 1tlO"'tW: cioe, secondo l'uso linguistico dei cristiani;

efL 1 Ep. Coro 4,14.17 ; 2 Ep. Coro 6,13; Ep. Eph. 6,1; Ep. Col. 3,20;
1 Ep. Ti. 1,2.18; 2 Ep. Ti. 1,2; 2,1; Ep. Tit. 1,4; Ep. PhilmI. 10 ,1;
Ep. Gal. 4,16.
67. ~\I 1t&:0"{I ... ElC't\l: cfr. Harnack, p . 448 nt. 32: Stando alla
definizione che egli da di s, assai verosimilmente Papilo era un
viJp 1tOO"tOAIX~ , un (btO"tOAO~ o un 1tpocpft1')~, cioe un evangelista
di professione o un profeta.
l1tapXl~ : (provincial>, cfr. Act.
Ap. 23,34; 25,1. Quanto al senso, I'espressione t\l 1t<xcrn l1tIX?Xl~ xat
1tAU e in ogni caso un'esagerazione, anche se dovessimo ritenere,
con Harnack, che Papilo debba essere considerato un &1tC''t'OAO~
neU'antico senso della paroJa. PaoIo, d ' altro canto, faceva anch 'egli
affermazioni ugualmente esagerate, cfr. Lietzmann, p. 248.
68 . 't'x\la XIX't'O: 9E6.,,: cfr. L 3,3 Et ita confessus est Pamfilus in
omni provincia el in omn; civitate se filios habere spirituales; Acta 1ustini A 4,8 Q1l')9wo~ ~LW\l 1ta"tip ta'tw XplC'.O~ xcd 1lT't'1Jp Y El~
atho." 1ttO"tt~ .
69-70. 'A1t() ... oulii1to'tE .. . t90aa: ved. par. 22. Cfr. Martyrium
Polycarpi 9,3; Acta Iustini A 4,7; Passio Crispinae 1,3.
70-1. 1tAo." .. . EXEt~: in aItri termini, Papilo si astiene dal pronunciare un discorso apologetico-dogmatico, come avevano fatto ad es.
Carpo (ved. sopra), Sperato (Acta Sci/itanorum 4 sgg.), Apollonio
(Martyrium Apol/onii 4 sgg.), Pionio (Martyrium Pion;i 4,16 sgg.).
Cfr. anche Martyrium Polycarpi 10,2 tXE(\lOOt; OE oux ~"(o!J.at cX;tOU~
'to Q1toAoytTa9at aln:oI~.
72-3. 'A."axpEllaa9El~ .. . oiJ'to~ ... EOWXE.,,: come Carpo (ved. par.

23).
73 . cpw."T\I oux WWXE\I: cfr. Martyrium Pionii 20,1; Martyrium
Conon;s 6,2; Martyrium Polycarpi 2,2.
74 . 'YE\I\IarO~ &9Al')-rTjt;: 1 Ep. Clementis 5,1 ; Eusebio, Historia Ecc/es;astica V 1, 19.36.42, ecc.
&\I'tlxt ~!J.i."oo: I' ambiguita e forse
voluta: l'avversario diretto, cioe il proconsole, e l'avversario di
fondo , cioe il diavolo. In Martyrium Lugdunensium viene coscantemente ribadita 'idea che i martiri stiano realmente combattendo iI
diavolo. Cfr. Martyrium Apol/onii 47; Passio Perpetuae 10, 14 el inle/
/ex; me non ad bestias, sed contra diabolum esse pugnaturam ; Passio
Fructuosi 7,2 O beati martyres " . eo quod diabo/i caput calcavenmt;
Passio Montani 6,4-5 unde prostrato diabolo victores sumus in carcerem

MARTYRl UM CARPl

74 97

reversi ". Hoc itaque prae/io victus diabolus ad alteras, se fs~ti~s ve;tit;
Martyrium Polycarpi 3,1 1tOA)..eX 'YeXp lIlTlXa\l&'to xa't ao'tw... o ota~o

AO~'76

t(J1tE-ooo.,,: per l' immagine, cfr. Martyritlm Poly~arpi 11,2;


Martyrium Pionii 21,1; ~ct~ Maximiliani 3,2; Passio 1u/z Vet o 4,3 ;
Eusebio, Historia Ecclestasttca V 1,44 (Tecla~.
,
77 . 0:J.ep~9t(X'tpo",: cfr. Martyrium Polycarp~ 8,3 (ataJho.,,) e Martyrium Pionii 21 ,1; Passio Fructuosi 3,1 (amphztheatrum).
.
77-8. O:1taAAaywaw "t'O XC'LO\.l: cfr. par. 39; Acta Marcel/: A. 5,2
. decebat Marcellum gloriosum martyrem de hoc recedere saecu/o , e 1
SIC
,
L.
'"
-,
Ep Clementis 5,7: (Faolo) o.w~ a;1tTlMa;YTl 'tOO XOGlloo. "
. 78. 1tpoO"1JAw9E.Lt;: cfr. Ep. Col. 2,14 ; ved. par. 38. C.lO accadeva
anche in caso di condanna a morte per rogo, ved . Martynum Polycar-

pi 13,3 e 14,1.

79. Q."wp9w9T1: per l'irnmagine cfr. par. 46; ved. anc e apparato

delle citazioni.
,..
f
41 47
80. 'J'CaptowxE.'" 'tY." ~uxiv : per IlmmaglOe c r . parr o
e
.
81. 1tPOGtlLElo(aC'E.\I: cfr. commento a l. 25 .
83. UJ'" o~a." xop{oo: per 'immagine cfr. par. 42, nonch apparato delle citazioni.
G R
h
86. aylO~: dr . commento aL 42; d'alt.ro l.ato cfr .. '. ausc en,
Monumenta minora saeculi secundi, (~FlorileglUm patrlstlcum
Bonn 1914, p. 111 nt. 3: aytO~ mihi hoc loco et V. 47 non Chrl~tlat vult H arnack sed sancturo seu martyrem sonare vIdeP 1
l pena a pro num, u
,
tur.
xPe.J-wIlE."ot; EI1tE.,,: mentre apio nesce a roa ~
nunciare qua1che paroIa (dr. parro 34 e 37), Carpo contlOua a parlare dal palo del rogo .
N II
86.7 . ri'~ ... Il'Jl'tPO~ ... Ea~: cfr. Harnack, p. ~50 nt . 40: e a
letteratura cristiana delle origini Eva co.m~are assal r.ara~ente) . Cfr.
L 4,4 Viri, et nos homines sumus de multenbus (!) natz et tpsam camem
et animam habemus quam et vos. Ved . Gen. 3,20.
88 . 0 otxaa-ripto." 't0 &Al')9wo.,,: per il concetto cfr. par. 8; 1 Ep.

.HP,

Pel. 2,23.

89-90. 1tpoC'epEpollt."oo ... 1tpoO'T];a.o: per

37. 90.

EUAoy'Jl'tO~:

1'

<

ImmaglOe c r. par.

cfr. Martyrium Polycarpi 14,2; ved. apparato

delle citazioni.
.
. 14 2
91-2 . o'n xa't'1J;(waa~ ... f1tF(OO~: cfr. Martynu~ ~olycarpl .' Lietzmann, p. 249, considera questo brano, cosi slmile a Martynum
Polycarpi, una tarda interpolazione.
.,.
93.7. Queseo paragrafo, totalmente omesso 10 L, e con.sIderato <
ne 42 un documento del montarusmo del
.,
d
h d
d a H arnac k , pp . 451 -2 , e
secando secolo in Asia Minore. Liet~mann, p; ~47, cre e anc e 1
poter riconoscere inequivocabili trattl mont.arustl .n~ comp'ortamento di Agatonice. Sul montanismo degli altn marttrl ved. , 10 questo

390

MARTYRIUM CARPI

97 - HO

volume, il nostro commento a Martyrium Polycarpi 4,6, e a Martyrium Lugdunensium (V) 1,292.
99. 0:0.0\1 lAtTjacn: per la costruzione con l'accusativo cfr. Ev.
Mallh. 17,15; 20,30; Ea. Marc. 10,47 .
102-3 . .6.uv~ ... 1tPOa-teXYfJ.O:TO:: la frase manca in L. Cfr. Har- <
nack, pp. 452-3, e nt. 45: (~Queste esclamazioni risultano qui sorprendenti: Agatonice non e stata condannata ma si e data la morte
da s. Va supposco qui un influsso della leggenda di Tecla - gia
allora famosa, e nata in Asia Minore - oppure queste esclamazioni si
riferiscono alla scena nel suo complesso? Comunque, siamo dinanzi a
un problema .
103. 'Avop9w9trao:: cfr. par. 37; la versione greca non dice per
mano di chi; dr . invece L 6,5 suscipientes autem eam ministri suspendernnt in ligno.
105. a,1t8wxt\l 1'0 1t\It.t0:: per l'immagine ved. parro 37 e 41.
105-10. KO:l ... tUAe.tw9TJ ... 'A.tlv: Lietzmann, p. 249, e dell'avviso che questa parte del testo sia un'aggiunta tarda al nostro
martyrium.
106. aUv TOre; eX"(t01C;: cioe Carpo e Papilo.
106-7. W\I ... 8ttq>Aa~O:\I: cfr. Martyritlm Polycarpi 18,2; Acta Cypriani 5,6; Panio Fructuosi 6,1 sgg.; Acta Maximiliani 3,4.
10810. ~ 8~a .. . al';'y",y: cfr. Martyrium Polycarpi 20,2; 22,3;
Acta [ustin; A 6; Martyrium Cononis 6,7; Martyrium Das;; 12,2; Martyrium Agapae 7,2.

COMMENTO AGLI ACTA IUSTINl


a cura di A. Hilhorst

Titulus: XAP ITnNO~ - AIBEP IANOY: non abbiamo informazioru


su questi martiri all'infuori del nostro testo. Dal cap. 4 ricaviamo, se
non altro che Peone ed Evelpisto erano cristiani fin dall'infanzia,
Evelpisto' era discepolo di Giustino, ed Evelpisto e rerace venivano
dall'Asia Minore. Cfr. Freudenberger. pp. 27-8.
TH~ ~rNO.6.IA~ AITON: questa espressione suggerisce che,
olere alle persone qui esplicitamente nomina te, ne furono martirizzate
anche altre: nel prosieguo del testo, pero, no~ si dice nulla a~ riguardo:
Tale espressione manca nella recensione B; SI tratta probabilmente d1
un' aggiunta tarda.
1, 1. TWV vfJ.wv 1tpoO"to:y.t'twv: u~:altra aggiunta tarda, giacch il
primo editto mperiale del tenore qU1lOteso fu prom.ulgato molto dopo
la morte di Giustino, e cioe ne1250, da parte dell'lmperatore DeCIO.
Cfr. Franchi Note, pp. 5-6; Freudenberger, pp. 24 e 29.
2. dcr1xa~alX\I: termne tecnico, furono fatti comparrre) dinanzi
al giudice: cfr. Franchi, Note, pp. 6-7. OJere alla menzione di questo
fatto, gli atti giudiziari sui quali il nost~o test~ ebasato dovevano senz'altm {ornire notizie su data e luogo dI svolgunento del processo, nome e caricadel giudice, norni degli imputati: cfr. Lana~a , p. 122. Do~e
vano altres) esservi registrate le domande dl prammatlca poste dal glU
dice sul nome, l'origine e la professione degli imputati. Cfr. Delehaye,
p.88 .
.
.
.
3. E1t<XPXO\l: il prefecro clttadrno. praefectus mbz . Quale rappresen- <
cante dell'imperatore, era responsabile della tutela deU 'ordine ~n citta.
La sua sentenza era revocabile solo tramite diretto appello all'lmperatore: cfr. Lanata, p. 122.
'POO"tLXOY: si crat ta di Q. lunio Rustico, <
filosofo stoico e maestro di Marco Aurelio (di quest'ultimo si vedano i
Ricordi, 1 7). Rustico tenne per due volte il consolato e fu prefetto
cittadino probabilmente dal 162 al 168: cfr. PIR IV, pp. 3456 (nr.
814), e Freudenberger, pp. 24-5. La recensione C, tipicamente, lo dipinge come un bruto: 8uvoe; av~p xal AOl.tOe; xa l 1teXare; fJ.e.a'to~ cXO't~do:e;.
6

39 2

ACTA lUSTINI

2, I - I2

2, 1-2. T(\lC( ~lov ~LOt~;: Barnes, p. 516, esamina l'ipotesi che con <
questa domanda Rustico oHra deliberatamente a Giustino la possibilita di evitare I'incriminazione, proc1amandosi filosofo.
3. 'PO<TttXO~ tn:ClPXO~; la frequeme ripetizione di t1t'apxOO; (cfr.
2,4 e 5; 3, 1 e 2; eee.), corrisponde allo stile degli att giudiziari: cfr.
Lanara, p. 122.
4. n o(OUo; rooc; Lt't<lxf.tp(~n; : quali principi pratichi?>}; Rustico
precisa in tal modo la sua prima domanda, evidentemente troppo
generica.
46. TIchl"t'cxo; ... xplatLCl"WV: cos) scrive Giustino medesimo in DialagtJs Cllm Tryphone 28.
6. x&v LT) piaxwcrL 'rote; ~E.UOooo~oaw: questa formula non si con-

fa al contesto. Essa ha il timbro polemico che si cansentano solo gli


ero della tarda agiografia; inoltre, essendo quesre parole rivolte proprio a uno di quanti hanno false opinoni, 'tOt~ ~E1JOoOO~OOaL\I dovrebbe essere preceduto da un (-ll\l_ Una formula simile puo Ieggersi
all'inizio de1libro primo dell'Anthologia Graeca, dove uno scriba dispone che gli epigrammi cristian precedano quelli pagani: 'ta 'tWII
xpLa'tLIX\lW\I 1tpo'tE'tx9w EuaE~1j 'tE XlXl getcc imrp(-l(-lcc'tcc, x&\I ol "EAAT)\lE~ O:1tccpaXW\l'tCCL. Non e da escludere che nei nostri Atti la formula sia un'nterpolazione.
8-9. ..e:tO: Sy..cc'to~ E1tO(UXL IXlhok come evidente daUa successiva
replica di Giustino, SY(-lcc qui denota il credo cristiano. D'altra parte, cclhot~ e riferito a Ol AYOL, i principi.
10. "01tEp EuaE~o(-lEII: EuaE~w e impiegato gui nella sua accezione di pensare devotamente }}, essere ortodossi}>; cfr. PGL, S.v.
(2). L'accusativo 01tEp e accusativo di re1azione, ved. GNG par. 154
e cfr. Isocrate, J, 2. Per la successiva confessione di fede cfr. Prete,
pp. 4746.
11. 'tOIJ'tW\I: retto da OT(-lLOUP'YOIJ, che segue, indica questo
mondo.
or(J.tOUpro\l: nel senso di createre, il termine ha una
forte coloritura platonica. Nella Bibbia greca si legge unicamente in
Ep. Hebr. 11,10; ricorre invece con frequenza nelle Apologie di Giu"ino. Cfr. W. Foerster, in TWNT 11, p. 61; Ill, pp. 1022-4 , non
ch PGL, S.v.
12. j~ 'tOU 1ta\l'to~ xa(-lou 1totfaEw~: amplificazione epesegetica
di 'tOIJ'tW\I, che precede.
9EOU 7tCClOcc: per questa designazione di
Geso., dove 1ta:r~ puo significare sia figlio che servo >}, cfr.
GELNT, s.v. (1 b ,); PGL, S.v. (A 3, B). Secando A. Hamman,
La confession de la foi daos les premiers Actes des marcyrs , in
Epektasis. Mlanges patristiques offerts au Cardinal Jean Danilou,
Paris 1972, p. 102, si deve qu intendere servo, poich nel
prosieguo del testo Giustno parla di ul(, "Figlio di Dio" . In
effetti e cosi, ma il contesto prova esattamente il contrario deU'opinione di Hamman, poich quando, nella frase successiva. Giusti-

ACTA IUSTTNl

2, 12

-3, r

393

no usa la locuzione U{OIJ atO, egli si riferisce a 9EOU 1tcclOa, attrbuendo quindi alIe due espres,sioni il medesimo valore. Percio .1tIXt~
deve qui significare ( figlio . E questo il significato della locuzlone
anche nel Dialogus di Giustino: ved. J.T. Brothers, The Interpretation 01 ncct~ 9too in JtlStin Martyr's Dialogue with Trypho .(Studia
Patristica IX [Texte und Untersuchungen 94]), Berlin 1966,
pp. 127-38.
.
.
13. 1tpoXEXfpVX'tCCL TtO 'tW\I 1tpo!pT}'tW\I: l'espresslOne e di frequente impiego negli scritti di Giustino, cfr. 1 Apologa J1. 1 e 7;
52, 1 e 3; 56, 1; 58,1; 61, 13; 2 Apologia 7,5; Dialogas e.m Trypho
ne 106,1. In effetti Giustino interpreta tutto l'Antico Testamento
aUa luce della profezia; puo pertanto defioire (profeti) figure quali
ad es. Mose e David.
16. 1tpocpT}'t~xf\I .. . (J.OAOYW\oI: l'interpretazione abituale di queste
parole perch io riconosco che cio (ovvero parlare adeguatamente della divinita di Cristo)) e una facoIta riservata ai profetl>. Tuttava, per quale motivo doveva essere necessario un profeta per
parlare adeguatamente della sua divinita? Nel Dostro contes~o~ ~io
significava professarla }). il che non era certamente tr?ppo dlf~lcde
per un comune cristiano. Mi azzardo pertanto a ~ugg.enre una d~v~r
sa interpretazione. Nella frase che precede, GlUstrno ha defmIto
Gesu araldo di salvezza e maestro di buoni precetti (aw'tT]p{cc(
.. ' ''IX9T}..'tw\I): formule, queste, ch~ potrebbero a~attarsi senza di!Hcolta a qualunque profeta. Ora SI corregge. aggmngendo ma 1?
dico ben poco della sua divinita professando in lui un potere profetlco (cioe, professando in lui un profeta). Cristo e pO. che un
profeta: cfr. la professione di fede fatta da Pietro in Ev. Matth.
16,13-17.
16-7. o'tt . .. O\l'tIX: per proseguire con l'interpretazione ora suggerita, il senso di queste parole potrebbe essere casi parafrasato: Perch gia i profeti hanno proclamato che, Gesu e il figlio d Dio (e ,non
semplicemente, come potrebbe dedursl da quel che ho detto prlma~
la sua venuta fra gli uomini quale araldo di salvezza e maestro di
buoni precetti) .
18. <i\olWSEII npottTto\l Ol 1tpocpf'tCXt: <iIJw9tIJ significa probabilmente nei tempi antichi)}, cfr. Ep. Hebr. 1,11tAcct 9u)( AaAfalX~ 'tOt~
1tcc'tp:aw iIJ 'tor~ 1tpOcpi'tlXt~.

J, 1. ITo GU\ltPXta9e.: la recensione B e quanti su di essa si basano,


come ad es. A. Hamman, Valellr et signification des renseignements
liturgiques de Justin, (<<Studia Patristica XIII [Texte und Untersuchungen 116)), BerHn 1975, pp. 364-74 (in parcol,:e p. 367)!
ritengono che la domanda intenda accertare dove SI troVI illuogo dl
culto dei cristiani. La risposta di Giustino (<<Dove ciascuno vuole o
puo ) spinge a considera re cio improbabile; e impossbile celebrare

394

ACTA ruSTINl

3, 1 - 4, 12

la liturgia se ciascuno si dirige clove pio gli conviene. Dato che il


capitolo precedente verteva interamente su argomenti dottrinari e
che alla domanda successiva (una ripetizione di quella ora in esame)
Giustino replichera riferendosi alla sua pratica di insegnamento,
preferisco pensare che questa demanda di Rustico riguardi il luego
clove si svolge ]' insegnamento di Giustino e non le riunioni liturgiche. Cfr. anche Freudenberger, p. 26.
3. n6.V1'W~ : questo avverbio puo significare <darse): cfr. H.J.
Cadbury, Lexical Notes on Luke-Acts l, Journal of Biblical Literature XLIV 1925, pp. 214-27, in particolare pp. 2237, clove vengono citati anche passi di Giustino.
6. ~ivw: per l'accezione risiedere, ahitare, cfr. LSJ, S.v. (12
b), nonch GELNT, s.v. (1 a a).
'to Mup-dIJou: non e il nome di
un personaggio identificato ed e incerto se si tratti realmente di un
nome di persona. Nella recensione B si legge qui 'ttIJOr; Map't'%u 'to
TlfllO'ttIJOU. Per la congettura Tl~Up'tlIJOU avanzata da Franchi, Note,
p. 10, cfr. E,F. Osborn, Justin Martyr, (<<Beitrage zur hstorischen
Theologie XLVIl), Tbingen 1973, p. 5 nt. 22.
7. 'to 8tupo'o/: e questa l'unica prava che abbiamo sul fatto che
Giustino visse a Roma in due diversi periodi.
8-9. &:l9lx'o/tto9cn ?tap' lflOl: il dativo in luogo dell'accusativo e
un volgarismo, cfr. 1. Radermacher, Neutestamentliche Grammatik,
/Handbuch zum Neuen Testament I), Tbingen 1925 2 , p. 5.
9. 'tW'o/ ir; ctATj9t(a~ Arwv: espressioru affini sono impiegate
a 2,3 ('toI~ &:At9iol ArOl~ 'twv :XPl<n:lC(IJWV) nonch in Dialogus Ctlm
Tryphone 121,2 ( i~ (;i).7J9E(a~ xal o01ptar; ArOr;).
10. Ouxov xpt<n:lavOr; tI;: come ha mostrato R.M. Grant, Sa- <
crifices and Oaths as Required of Early Christians, in Kyriakon.
Festschrift Johannes Quasten 1, Mnster 1970, pp. 12-7, nei processi
intentati contra i cristiani l'e1emento essenzale era che questi si
confessassero taH ; cfr. anche Freudenberger, pp. 26 e 30-1.
4, 4. :Eu 8E -d A)'Ur;, Xapl'toT;: per questo tipo di domanda (tipica
degli atti di processi contro pi\ coimputati) cfr. Delehaye, p. 48.
7. jr; au'tljr; lA?tC8or;: gioco di parole sul nome dell' accusato,
Evelpisto.
11. "ExmxAac cioe malta prima che conoscessi Giustino.
11-2. K)'w xplo-t~aIJr; tL1.l: nessuna domanda precede questa <
affermazione. Se essa non e andata perduta, cio indica che spontaneamente Peone si e alzato tra il pubblico per urursi agli imputa ti,
come fa anche Agatonice nella versione greca di Martyrium Carpi 42
(cos1 interpretano Lanata, ad /ocum, e J. SpeigI, Der romische Staat
und die Christen. Staat und Kirche von Domitian bis Commodus, Amsrerdam 1970, p. 165), o semplicemente che non sa aspettare che lo
si interpelli.

ACTA IUSTlNt

4, L) - 5, 11

395

13. 1tapElAiI9CXI.Lt'o/: per la concordanza del verbo al plurale con il


soggetto al singolare cfr. GNG, par. 280. Ma e forse corretta l'ipotesi di M. Whittaker, Jews and Christians: Graeco-Roman Views,
(<<Cambridge Commentaries on Writings of the Jewish and Christian World 200 BC to AD 200 VI), Cambridge 1984, p. 163 nt.
3, che Peone stia qui parlando anche a nome degli altri imputati.
18-9. lxavo XP\IOu: la recensione B presenta, forse a ragione, la
leone 'Ixo""lou; e piu verosimile la corruzione dello specifico (' IxoIJLOU) nel generico (1xavo :xpvou) che il contrario, cfr. Franchi, Note,
p. 12; Freudenberger, pp. 27-8.
5, 1. ~a<n:l)'(Ueti.r;: prima dell'esecuzione della condanna era costume
flagellare i criminali condannatij cfr. Mommsen, p. 938; Freuden
berger, p. 30.
1-2. ct1toxt~a).loer; : possiamo da do inferire che i nostri martiri
vennero decapitad, come esplidtamente attesta la recensione B
(6,1).
2-3, ~iAAElr; 'o/cx~avEtIJ dr; d.lIJ oupavlJ: la comune opinione dei <
cristiani era che i martiri ascendessero al delo immediatamente dopo
la morte, laddove gli altri fedeli dovevano aspettare fino alla resurrezione universale; cfr. J, den Boeft - J. Bremmer, Notiuncu/ae Martyrologicae, (/Vigiliae Christianae XXXV 1981, pp. 43-56, in particolare p. 43.
4. 'toIr; opOwr; ~ lWOaOtIJ : cioe coloro che non rnuoiono martirizzati.
?tap<XlliIJu: la maggior parte degli editori integra il testo con
'f0 9ETo\! x:plo.ta, mutuato dalla recensione B a svolgere funzione di
soggetw; il senso della frase risulta pero sufficientememe chiaro anche cosl.
5. lX1tupwGtWr;: come osserva Whittaker, p. 164 nt, 1 (ctato a <
nota 4,13), per i due interlocutori il termine ha un significaro diverso. Per Giustino, tX1tpWalr; e il fuoco del giudizio finaIe, cfr, 2 Ep.
Peto 3,7; per lo stoico Rustico, designa la conflagrazione che periodicamente distrugge il mondo dando inizio a un nuovo ciclo cosmico.
Nei suoi scritti Giustino si mostra avvertito d tale divergenza, efr,
1 Apologia 20,4; 57,1; 60,8; 2 Apologia 7,3.
8. EL fl~ 1ttl9E06t , 'tl~wpr9ioto9t: <~obbedire, all'ingiunzione di
sacrificare agli dei; essere puniti) cioe condannati a morte: cfr.
Franchi, Note, pp. 14-5, che postula una lacuna prima di questa
minaccia, dato che il testo precedentemente non ha fatto parola del
sacrificio. Peraltro, tale menzione potrebbe essere stata deliberatamente omessa, per la sua ovvieta: cfr. Lazzati, pp. 28-32,
10. ct1ttl9ivlX'to: termine tecnico per la promulgazione della sen[enza: cfr. Lanata, p. 122.
11, 1ppa)'tnwelv'tt.~: questo termine di origine latina viene sostuto nella recensione B dal suo equivalente greco .ta<n:l'yw9iIJ'tEr;,

396

ACfA lUSTINI

5.

r r - 6. 2

che e presente qui a 5,1.1)_


ttlXxBit()GIX\I: Franchi, Note, p. 16,
offre un'ampia documentazione di tale impiego assoluto di tt<xyt<rBlXl (nel senso di essere condotti a morite), equivalente in cio al
latino duei.

COMMENTO AL <,MARTYRIUM LUGDUNENSIUM


a cura di A.P. Orbn

6, !. 8oE~OVTEe; 'tOov BE\l: su do ved. W. Rordorf, <eL'esprance des


martyrs chrtiens , in Forma Futun. Studi in onore del Cardinafe Miehefe Pe/legrino, Torino 1975, pp. 445-6 1, in particolare pp. 452-3.
2 . 0\1 G\J\liBT} .ttO\l: sia il luogo dell'esecuzione che quello di
sepoltura dd martiri ci sono ignoti; cfr. comunque Saxer, p. 32 nt.
23 .

(V) 1, 1-2. ttGtpOtXOUV'tEe;: ved. apparato delle dtazioni; cfr. Policarpo,


Epistula ad Philippenses, prae/.; 1 Ep. Clementis l. Per i rermini ttGtpOLxlw e ttGtpOlXtGt ved. ad es. P. de Labriolle, Paroieia , Recherches
de Science Religieuse XVIII 1928, pp. 60-72. Jullian, p. 318 nI. 4,
interpreta non correttamente la frase oi &\1 ... mxpOlXOU\lUe;, dicendo
che questa societa cristiana si presenta anzitutto come una sodeta
municipale, e (p. 319 nt. 8): <e L'espressione ttpmxllX ... sta a desi
gnare un gruppo municipale di crlstiani ... ttapOlx~a , evidentemente,
si accosta a "colonia". Questo resoconto, scritto da un testimone
oculare, potrebbe essere opera di Ireneo di Lione: ved. Griffe, p. 19
nt. 2l.
8. "toue; cXytOoe;: efr., in questo volume, il nostro commento a Mar1tIlElWX\l: cfr., in questo volume, i1 nostro
tyrium Carpi 42 .
commento a Martyrium Carpi 74, e Martyrium Polyearpi 2,7.
8-9. o~ IlGtxpto~ tLp"tOpEe;: cfr., in questo volume, il nostro commento a Martyrium Policarpi 1,2; e Eusebio, Historia Ecclesiastica V
1,27.47; V 2,8; VI 41,17.21; VI 43,20; VIII 10,2.
10-!. V'tlXEtfl.E\lOe;: cioe ir diavolo; per il diavolo quale antagonista , nemico, ved . 2 Ep. Thess. 2,4; 1 Ep. Tim. 5,14; cfr., in
questo volume, il nostro commento a Martyrium Carpi 74. Ved. inoltre Eusebio, Historia Ecclesiaslea IV 15,40; V 1,42; V 16,7; VI
43,6; Mohrmann, tudes III, p. 104; Jullian, p. 327 nt. 3.
12. ttapouG(Gt\l: nel Nuovo Testamento e negli scritti dd padri <
apostolici il termine e usato pressoch esclusivamente a proposito di
Cristo. COSI anche Eusebio, che pero in via eccezionale, come qui,
Jo impiega per indicare la venuta dell' AnticristofDiavolo (Historia
Ecclesiastiea VI 7) e dei f!si profeti (Historia Ecc!esiastica V 16,8).
Ved. anche Mohrmann, Etudes l, p. 246 sgg.
13 . (;)\1 006)..w\l 'tOU BEOG: ved. apparato delle citazioni; cfr.
Mohrmann, tudes IV, p. 296.
17. a-r6AoUe;: ved. apparato delle citazioni, efr. 1 Ep. Clemenls
5,2.

XXXIV

A.A.R. BASTlAENSEN

INTRODUZIONE

xxxv

La situazione e diversa per gli atti di Massimiliano. Un interrogatorio punto per punto autentico e interrotto da un passo (2,
7) dove Massimiliano, approfittande della menzione del distintivo militare, contrapposto al segno della crece di Cristo, prende a
intrattenere suo giudice, il proconsole Dione, sulla persona di
Cristo: una min-catechesi che si serve di formule attinte daU 'opera di Cipriano. L'influenza deH'opera ciprianea si fa sentire
particolarmente nella seconda parte degli atti di Massimiliano, la
narrazone della morte 0, 2 sgg.}: se essa e introdotta, e in modo alquanto inatteso, anche nel resoconto deU' azione giudiziaria,
co sta a tradire il lavoro del redattore, che ha familiarita con
I'opera di Cipriano. Si notera, del resto, che l'ingerenza ciprianea e piu pronunciata e piu es tesa nel racconto dell'esecuzione
che DelIa riproduzione del verbale dell'udienza. Nella descrizione delle circostanze della morte il redattore era pu libero di introdurre elementi suoi di quanto non lo fosse nel resocoato dell'nterrogatorio: testo del verbale processuale lo intralciava. Il
carattere di autenticita di tale testo ne risulta rafforzato. D ' altra
parte, dal punto di vista della composizione degli atti, I'inserimento catechetico) e meno a proposito di quanto non lo fosse
l'amplificazione liturgica del martirio cli Policarpo: il desiderio
di fare di Massimiliano un martire ciprianeo) provoca un'interruzione alquanto maldestra oello svoIgimento dell'interrogatorio.
Talune formule bibliche, ricorrenti negli atti dei martiri, potrebbero creare dubbi a causa del loro carattere pO. o meno stereotipo e data la possibilita, per il redattore, di servirsene come
riempitivo. Ma, neU'insieme, il loro numero non e grande e il
loro impiego, il pu delle volte, s'accorda bene col contesto. La
risposta di Cipriano ad Aspasio Paterno, che richiama la prima
epistola a Timoteo (2, 2) nell'affermare che i cristiani pregano
per gli imperatori, abitudine menzionata anche da T ertulliano
(Apol. 30, 1; ad Scaptllam 2, 8), bene si accorda con J'andamento
dello scambo verbale tra il vescovo e proconsole (ved. Acta
Cypriani 1, 2). Al Date a Cesare quel che e di Cesare del Vangelo di Matteo (22, 21) Donata, una dei martiri Scilitani, fa
un'allusione molto naturale, quando concede al proconsole che
bisogna onorare l'imperatore. Le due allusioni bibliche, sulla
preghiera per gli imperatori e sull'onore che loro e dovuto, appartenevano senza dubbio all' arsenale apologetico che approvvigionava i cristiani per i processi che intentava loro lo Stato per-

battute di piu persone (el cum eo omnes comenserunt a par. 10).


Non eccede i limiti del probabile iI figurarsi la mano del redattare che opera tagli nel testo del verbale processuale o adatta tale
testo alle esigenze della comunita, riuoita per la celebrazione liturgica: la veridicita e la freschezza del raeconto non hanno del
resto perduro nulla nell'operazione. Nella passio di Perpetua il
quadro e differente: il redattare e piuttosto un compilatore, che
cura l'edizione deUe note redatte in cafeere da Perpetua e Saturo; ma anche qui si passano svelare interventi ad uso della Chiesa che ascolta: a 7, 1. 24 e 11 , 1I. 18-21 (ved. comrnento) si
trovano precisazioni che non passano essere di mano dei prigiooieri, ma che risultana assai utili per l'intelligenza del testo. Sarebbe dunque nesatta la tesi che sostenesse che i materiali dei
nos tri att e passioni siano scevri da ogni ingerenza da parte dei
redattor. Su tutti i nos tri documenti la critica deve esercitarsi
per scoprire, se possibile, la mano modellante. Che rimangano
problemi insolubili, che la restituzione esatta e completa d'un
dialogo tra giudice e crisciano accusato o d'un resoconto dettagliato delle peripezie di un martirio s riveli un'illusione, non
stupira nessuno; n, per questo, il carattere veridico del documento di cui disponiamo sara intaccato.
L'esame di qualche passo, in relazione a un eventuale lavoro
d'interpolazione da parte del redattore, non e privo d 'interesse.
A parte le parentesi di carattere piu che aIrro tecnico, quaU abbiamo trovate negli atti degli Scilitani e neIla passione di Perpetua e alle quali si puo ascrivere anche l' omissione di formule
protocoIlari aIl'inizio del verbale processuale, vi sono queIle inserzioni che si potrebbero chiamare ideologiche. Non sapremo
mai se Policarpo, legato sul rogo, ha davvero pronunciato ]a preghiera, relativamente lunga, che il redattore gli pone sulle lahhra
(Martyrium Polycarpi 14, 3); ma il testo di questa preghiera e di
una tale ricchezza bblica e liturgica, e lo stile appare tanto accurato, che un lavoro redazionale a posteriori, che modellasse e
abbellisse una piu breve formula del martire, e altamente probabile. TI meccanismo e facile da congetturare; il redattore intende
presentare il martire in preghiera alla Chiesa in preghiera; che,
percio, formule consacrate, usuali nelIa liturgia, o espressioni che
le echeggiano gli vengano alla mente e che egli venga a prestarle
al martire, e piu che naturale. L'amplificazione, originata da
un'esigenza liturgica, s'inserisce armoniosamente nell'andamento
deUa narrazione.

MARTYRlUM LUGDUNENSIUl\1

1, 28 - 74

28. a:yopcX\o>; cfr. Acta Maximiliani 1,1 in loro inducto Fabio, e, <
in questo volume, il nostro commento a Martyrium Carpi 77. Il lomm
di Lione e srato identificato: si tratta di Fourviere; ved. Griffe, p.
20 nt. 23.
33. Oul't'ttOc; ' E1t.yct90c;: sembra che Vettio Epagato fosse uno <
dei piu eminenti cittadini di Lione; ved. Griffe, p. 16; Ph. Prime,
The Lyom Martyrs 01 A.D. 177, Irish EcclesiasticaJ Record})
LXXVII 1941, p. 188. Cfr. anche Gregario di Tours, Historia Francorum I 30 e 31.
34-5. 1tAipWfl.ct . . _ ~xp(~w'to: P . de Labriolle, La cfise montal1iste, Paris 1913, pp. 225-6, solleva la questione di un possibile rapporto di Vettio con il montanismo. Cfr., in questo volume, anche il
nostro commento a Martyrium Carpi 93-7.
37-8. ITE1tpEU'tO ... fl.EfL'lt'tOC;: ved. apparato delle citazioni. Per
una non corretta interpretazione del passo, il nome di Zaccaria venne inserito nella lista dd martiri; cfr. Griffe, p. 20 nt. 24; Martyrologium Hieronymianum, ed. Rossi-Duchesne, pp. 71-3; Gregario di
Tours, Historia Francorum I 79; Gloria Martyrum 48; H. Quentin,
La liste des martyrs de Lyon, Analecta BollancUana XXXIX 1921,
pp. 11338.
46-7. t ... Xplctttct. . C;: cfr. Acta rustini A 4,1; Martyrium Apollonii 1.
.
47. fl.OAOyiO'ct\l'tOc;: confessare di essere crisciani: cfr. 1,1.30;
cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica II 9,2; IV 15,25; IV 17,10.12; V
1,20.26.28; VI 5,5; ecc.; Martyrium Das;; 8,2 lyw XPlcttr.o:VOV Etvo:t
lfl.ctu.ov Ofl.OAOYW .
48 .01,1 XATjpOV 'tW........ctp-rupwv: ved. a 1.L150 Xctl 't!> XA1p~ 'twv
.tctp-rupwv 1tpoO'td.lh, e a 1, n. 286-7 1tpoO'E.(9t\l'to '!> .wv .tctp"t'pw\o>
XAip~.

489. 1tClp.XTj'tOc; Xpt<rnct. . 6w: per il martire quale advocatus, por- <
tavece e mediatore dei cristiani presso Dio, cfr. 1 Ep, lo. 2,1, clove i1
termine 1tctp:XA"f)'tOC;, in un significato identico a quello che ora abbiamo visto, viene impiegato per Cristo.
55. 1tpw.o.Lp't1Jpt~: i primi martiri, ovviamente di Lione; nella
sua edizione della Historia Ecclesiastica di Eusebio, E. Schwartz
pero altera questa lezione dei manoscritti, e congettura: 1tpO~ .0 fl.Clp'tuptrv, che viene poi ripreso da G. Bardy, ed. in Se.
67. Bo lXXATjO'tW. . : cioe di Lione e Vienne.
<
70. E.XtAtU<1E\o> . .. a. . ct~Tj.trO'elXl: questo avvenne, evidentemente, a <
dispetto delle parole di Traiano, Conquirendi non mnt!, non bisogna ricercarli: ved. Zeiller, p. 52.
712. O'ct.ct. . & ... aytouc;: cfr., in questo volume, i1 nostro coromento a Martyrium Carpi 86, e avanti par. 16.
73-4. 8uO'1'Elot ... fl.t~El~: per questa accusa che i pagani muove- <
vano ai cristiani, ved. ad es. Mnucio Felice, 9, 5-7 . Sul contenuto di

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

l, 74 -

I48

399

queste accuse ved. ad es. Igino, Fabulae 88 (Tieste) e 66-7 (Edipo).


Jullian, p. 321 ot. 7, ipotizza che l'accusa di praticare connubi incestuosi (Ot8t1t6oElOl fl.i~tlC;) possa derivare dal fatto che alle riunioni
dei cristiani partecipavano contemporaneamente sia uomini che donne. In altri ter mini, e sulla base dello ius commune che i pagani di
Lione cercavano crimini dei quali accusare i cristiani, sebbeoe gia
dai teropi di Nerone (e cio era stato confermato da Traiano) i cristiani potessero venire condannati a morte solo per la loro professiooe
di fede cristiana; ved. Zeiller, p. 52; e avanti, commento a 1. 110.
103. yE....."lXrO~ a:Srrd!c;; cfr. 1, 1. 218, ved. parro 38 e 41; e
inoltre yEwa;rO. . a:YWVtO"riv a 1,1. 86. Ved. apparato delle citazioni, e
1 Ep. Clementis 5,1; Ignazio, Epistula ad Polycarpum 1,3; 2,3; 3,1; e
inoltre avanti, commento a 1. 218.
110 . 'twv .ti ot6\1'tw. . : come e evidente dal contesto, i pagani <
speravano che Santo non solo avrebbe ammesso di essere cristiano
ma che avrebbe anche confessato quei crimini contro lo ius commune
che una parte dell'opinione pubblica imputava ai cristiani, ad es.
cannibalismo e perversioni sessuali, ved. sopra, commento a n. 73-4.
Cfr. Zeiller, p. 53. La protesta di Blandina (a par. 19) si riferisce a
questo: XplcttlCl. . i E!fl.l. .. y(vr:t'a~.
112 . OVOfl.ct ... 9t\o> T. . : su tali domande poste ai martiri ved.
ad es. Martyrium Carpi 2 sgg.; Acta IlIstini 4) sgg.; Acta Maximiliani
1,2 'gg.
114. 'tTJ Pw.lix cpwv: il nome del martire :E.yx.o~, Santo ,
suggerisce che questo martire dovesse parlare latino. Cfr. G. Bardy,
La question des langues 1, Paris 1947, p. 74; Griffe, p. 14.
Xplctt~ctVc; d.t~; questa era una risposta che i martyres designat; davano
frequentemente quanclo venivano interpellati sulloro nome; ved., in
questo volume, il nostro commento a Martyrium Carpi 5, e Jullian, p.
322; Tertulliano, Apol. l.
123. vTjOO~; genitivo di vT)Bc;. Il termine non e presente nella
Bibbia: ci si aspetterebbe qui in sua vece i1 biblico XOlAtotC;. Sulle
teorie che sono state avanzate per spiegare l'uso di vTjOo~ in questo
passo ved. de Labriolle, Le sty/e, p. 199.
124-5. O'w.L..tov: stoici, cinici e cristiani impiegano spesso il diminutivo per denotare oggetti terren, ai quali non e da attribuirsi
valore aleuno. Ved. anche a 1,1. 137.
143 .eX a:SEct: la presenza dell'articolo suggerisce che si ntendano qui le solite e ben note accuse di <~empieta, che l'autore non ha
bisogno di specificare. Al contrario Musurillo, p. 69, intende: dire
cose empie. Vengono speciIicate, comunque, al par. 26.
147. yttWtl: cfr. Musurillo, p. 71 nt. 14: La valle di Hinnom, <
Gerusalernme, ritenuta un luogo di supplizio nell'aldila).
148. 1tctlOlct ~yOlEV: una delle consuete insinuazioni contro i <
cristiani, quella di cibarsi dei propri figli, cfr. ad es. Griffe, p. 171.

4 00

MARTYRlUM LUGDUNENSIUM

1, I4 9 - 2)5

149. IXt.L<X: secondo l'affermazione di Tertulliano, Apol. 9,


13-4, questo divieto di bere sangue di animali - deciso dagli apostoli

MARTYRJUM LUGDUNENSIUM

<

nelIa loro riunione a Gerusalemme (Act. Ap. 15) - continuava a essere osservato ai suoi tempi in Africa settentrionale.
153. Sl~OAO~: per il diavolo quale persona responsabile delle
persecuzioni ved., in questo volume, il nostro commento a Martyrium Carpi 74.
157-8. O:1C01tVlyfVIXL 'tou~ 1tAdo'tOu~: cfr. anche il resoconto di
Gregorio di Tours, Liber in gloria martyrum 49.
167. IIo9tW~: Patino, il cui nome greco, come quello di Ireneo, <
probabmente indica che era originario dell' Asia minore (forse di
Smirne: ved. Griffe, pp. 13-4), fu il primo vescovo di Lione; gli succedette in tale ruolo Ireneo: ved. Eusebio, Historia Ecclesiastica V
5,8.
179-80. 'E&:v ... "(Vwa'(l: contrariamente a quanto fa Patino, <
Carpo (Martyrium Carpi 5), Giustino (Acta Iustini A 2,5) Apollonio
(Martyrium Apollonii 36-7), Pionio e i suoi compagni (Martyrimn Pionii, passim) ruchiarano, anche senza essere interpellati, chi e illoro
Dio. In questo martyritlm anche Attalo (ved. par. 52) si rifiuta di nominare.il SUD Dio. Sulla ragione di ciD Bardy, ed. SC, p. 14 nt. 38,
dice: E per riguardo, e perch e impossibile ad anime mal disposte
conoscere il vera Dio. Cfr. Teofilo d 'Antiochia, ad Atltolycum I 1.
187. O:1CtcpU~EV: la chiesa di Lione celebrava la festa di Potino il
2 giugno, giorno della sua morte.
192-3 . oUSE. ... ll'l\lt'tO: i cristiani che avevano abiurato ri- <
manevano infatti, come dimostra con tanta evidenza questa lettera,
sotto imputazione in base allo IS commune: ved. 11. 195-6 oihOt OE.
... XlXn(x0V'to, venivano trattenuti in carcere come omiddi e
bruti.
218. 'tOUt; "(Ewcdout; 0:9).t'tt;: detto dei martiri e dei santi, cfr.
commenta a L 103; Cassiano, de institutis coenobiorum V 19 tito (athleta Christi); Ambrogio, Explanatio in Psalmum 36,52 (insuperabilis
Christi athleta); Agostino, Civ. 14,9 e, in questo volume, il nostro
cornmento a Martyrium Carpi 74.
219-20. 'tO\l ... O'ttiplX\lO\l: per l'immagine ved. avanti a 1. 253,
e apparato delle citazioni; cfr. anche Cipriano, Epistulae 10,4 (in
agonis certamine coronatm est); Lattanzio, de mortibus persecutorum
1, 1, e Div. Inst. IV 25,10; Mar/yrium Polycarpi 17,1; 19,2.
222 . XOWO\l: Schwartz considera questo termine un'antica
glossa esplicativa di OTj.LCfLO\l, che precede.
224. 0:J.ipL9E'tp<fI: qui avveniva l'esposizione dei martiri alle He
re; ved. anche, in questa volume, il nostro commento a Martyrium
Carpi 77.
235 . OI.LOAOl'tlX~: professione di fede , cfr. 1 Ep. Tim. 6 ,12-3,
e sopra, commento a 1. 47.

1, 237 - 282

401

237. h9TjolX\I: coloro che sopravvivevano al combattimento


le b:lv~ veniva11:0 decapitad, cfr. Passio Perpetflae 21,6 exinde
tam exammrs prosternztur cum ceteris ad iugulationem solito loco e in
ques[o vol~me,_ il n,ostro commento a Martyrium Polycarpi 16.3. '
240. OtlX 'tou ~AE1tto9aL: Schwartz sospetta che si tratd di un'antiea interpolazione.
2412. 'tOL~ O:l'w\llto.Ll\lOL~: doe combattere fino alla morte
(per la lede)>>, cfr. ad es. 1 Ep. Tim. 6,12; 2 Ep. Tim. 4,7 .
251. 0:9ATjT1\I XpLO''tOY: la definzione del Cristo stesso come <
atleta e una novita. di questo martyrium, ved. de Labriolle, Le
,/yle, p. 199.
252. 'tOY &\I'tLXEj.l.E\lO\l : e l'usuale riferimento al diavolo: ved.
sopra commento a 11. 10-1.
. ~58-6? 1t\lIXXO~ PwJ.aXO't .. XpLO'tLGr;\lt;: era consuetudine <
md~care il nome del condannato e la ragione della condanna su
un'msegna, che 10 precedeva: qui in latino, lingua ufficiale. Cfr. Ev.
Marc . 15,26; Ev. l o. 19,19; Svetonio, Calig. 32 e Domit. 10.
261. PWj.l.IXL<;: in ahri termini Attalo, in quanto cittadino romano, oUenne un trattamento speciale: cfr. i1 caso di Paolo in Act.
Ap. 22,25 sgg. nonch avanti, par. 47 . Attalo era cittadino romano e
nativo di Pergamo: ved. Griffe, p. 16, e sopra, par. 17, 11. 86-7.
268. x.<xp(~O\l'to: per il concetto cfr. Ep. Col. 3 13 cfr. anche
G. Galtier, L 'glise et la rmission des pchs aux prer:,ie~ siecles Pars 1932, pp. 36-41.
'
269. Uj 1C~p9i\l<fl. !l1j1'P~: de~j,gnaz~one della ehiesa quale verg- <
ne madre. SIamo dmanzl al plU antlco esempio di questa espressio
ne: ved. Plumpe, p. 37; de Labrolle, Le ,/yle, p. 199 .
271. O:Y~J.Tj'tpO\l'to: ved. apparato critico e Griffe, p. 27 nt. 30:
n verbo ex\ltI:"E'tP.O\I'to, ~he si legge in questo passo, non ha qui
al~un sensoj VI e mdubblamente una alterazione del testo. De La~nolle,
style, p. 199 e Plumpe, p. 36 nt. 4, optano per la lezione
~on

1::

IX\lE.LTj'tpOU\l'tO.
276-7 . 'E.1CLO'ttO.IXV't'Ot; ... KIX(O'expot; ... &1toAu9Tj\lex~: l'imperatore e

<

Marco Aureho, efr. Eusebio, Historia Ecclesiastica VII. La sua risposta e identica aquella inviata da Traiano a Plnio il' Giovane.
277-8. 'tTj<; ... 1CIX\lTjrPEW~: cfr. Bardy, ed. se, p. 18, nt. 57: Si <
tra~ta della festa ~he ogni anno riuniva a Lione, il 10 agosto, i delegat!o delle tre Gallie, compresa la Narbonese. La {esta durava diverse
settlmane. Ved. anche Griffe, p. 30.
278-9. l'X. 1t<X\I'tW\I 'tW\I 19\1w\I: C si aspetterebbe lx ttIXO'W\I 'C{~\I
fIXAAl;W, sottolinea Bardy, ed. se, p. 18 nt. 20.
282. 'PW.LGr;tW\I .:. :-o'twv <X1tt'tt..LYE 'tat; xtIFIXAt;: ciononostante <
Attalo, che avev~ dlchIarato la propria cittadinanza romana (ved.
1,1. 261 , e nota di commento), non venne decapitaco, ma consegnato
alle belve (ved. 1, 1. 302). Forse le sue proteste di citradinanza roma-

42

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

1, 282" 365

na non vennero riconosciute, oppure questo era lo speciale desiderio


del popolo, che il governatore poteva aliora esaudire. Ved. anche
Griffe, p. 28 nt. 32.
290. dI'" Ov: cioe Cristo, cfr. Ev. lo. 14,6.
292. <l>pu~ ." r.\lo~; a causa della sua origine frigia, si e supposto che questo Alessandro aderisse al montanismo; cfr. Bardy, ed.
se, p. 19 nt. 64. Sul rapporto della chiesa di Licne con il montanismo ved. ad es. Griffe, p. 31 sgg.; cfr. anche, in questo volume, il
nostro cornmento a Martyrium Polycarpi 4,6.
298. wcrne.p &8(vwv: cfr. apparato delle citazioni; ved. anche
Plumpe, p. 38.
301-2. oat"~~ tl1J .. , XplO"tLa\l~: cfr., in questo volume, il nostro
cornmento a Martyrium Carpi 4 e 5.
308-9. [.Lfrte at"t\l;~a\l't'oc; ... etil: anche di Perpetua si racconta
che fosse in trance al momento della propria esecuzione: ved. Passio
Perpetuae 20,3 quasi a somno expergita (adeo in Spiritu et in extasi
fuerat) eircumspicere coepit. Cfr. M. Viller, Les martyrs et l'esprit,
Recherches de Science Religieuse X IV 1924, pp. 544-51.
312. 'Ptu(.1cx'(x ~tu"": de rnartiri di Lione, solo Attalo e Santo
usano illatino, che tuttavia non sembra essere la loro madre lingua;
cfr. Bardy, ed. se, p. 20 nt. 66.
.313-4. on ocv9pw1tou~ ... 1tp<XOOO(.1t. . : cfr. le insinuazioni contro i cristiani ai parro 14 e 26, e commento a ll. 73.4 e 148.
315. 'O eta~ O'.... O(.1CX oux E'X,tL: cfr. cornmento a 11. 179-80.
319-20. O(.1. . .... IXL XIX't(( ..6>v dOWAtuV IXu't6.l\': in altri martyria,
quando i cristiani ricevono l'ordine di giurare, si tratta sempre di
giurare per il genius ('t'X,r) dell'imperatore), cfr. Martyrium Polyearpi 9,2.3; 10,1; Acta Scilitanorum 3 (genium domini nostri imperatoris),
e 5; Martyrium Apollonii 3; Origene, Exhortatio ad martyrium 7; con
tra Celsum VIII 65 ('tXr....... ~CXOLAituo; oux O..t.VU(.1EV); Tertulliano,
Apol, 32,2; ved., in questo volume, anche il nostro commento a
Martyrium Polycarpi 9,9.
321-2. n. . 1ALXtCX. . .. . CXlOE09f. . CXL: cfr. Martyrium Polycarpi 9,2
cxloio9r'tt 0'00 't~ . . 1ALXtCX. . ; e 7,2; Acta Maximiliani 2,8 Dion dixit:
Attende iuventutem tuam; Passio Irenaei 3,2 Tenerae adolescentiae tuae miserere.
329-30. xcx91i1tEp (.1frnlp .,. 'tav ~cx(nAicx: probabilmente una re
miniscenza della madre dei Maccabei di 2 Macch. 7,20-3.27-9.41.
Cfr. anche Passio Mariani 13,1 His peractis Machabaeico gaudio Mariani mater exultans et passione perfecta iam secura ... : Passio Montan;
16,4 O Machabaeicam matrem!
361-3. Ilo , .. ~OXr~: cfr. le parole del malvagio al giusto in
Sapo 2,16 sg.
365. "t(( O'w(.1cx'tcx ... 't rfI: anche Giuseppe di Arimatea dovette

<

<

<

1 , 365 ' 2, 39

rivolgere una richiesta a Pilato perch gli venisse consegnato il corpo


di Cristo per seppellirIo.
372. 'P08cx. . a. . : Gregario di Tours, Liber in gloria martyrum 48,
qualifica i martiri di Lione quali martyres Athanacenses, cioe di Ainay
(Atbanacu.,m) , nei cui pressi ritiene che siano stati gettati nel fiume
Rodano. E difficile, comunque, Iocalizzare con precisione questa Ai~
nay: ved. G . de Montauzan, L~ confluent du Rhone et de la Saone ti
f'poque romaine, Revue des Etudes Anciennes XXVI 1924 , pp.
205-42; Griffe, p. 30 nt. 33.
374. 'tIX'r' t1tpcx'tto. . : la poltica dei persecutori - e cioe il divieto
di dare sepoltura ai corpi dei martiri - deriva dall' antica credenza
popolare pagana che le ombrefanime dei marti potessero attraversare
10 Stige e iniziare la <muova vira (cfr. 1tIXAlryE.. . EOtCX, che segue) nell'oltretomba solo quando i loro corp fossero sta ti seppelliti. Cfr.
DKP, s.vv. Bestattung. Totenkult.
375. 1tIXALiYe.. . EO'cx. . : rigenerazione). L'autore impiega qui il termine 1tCXAlrrE. . EOlIX non nella sua accezione paolina (Ep . Tit. 3,5) di
rinascita attraverso il battesimo ma in quella di Matteo, rinasci~
ta al Giudizio Universale)) (Ev . Matth . 19,28).
(V) 2, 12. cxlhoxp.:X'topo:: cioe Marco Aurelio.
2. 'tCXto; XpLO"tOG ... eXXATjOtcxtt;: in aItri terrnini, EXXATjocx significa qu non l'intera Chiesa, ma una specifica comunidt ecclesastica in
un luogo specifico; cfr, apparato delle citazion, e, in questo volume,
il nostro cornmento a Martyrium Polycarpi, praef.
3. E1tIXPXtcxto;: provincia). Non abbiamo notizie su martiri che
non siano quelli di Lione alla fine del regno di Marco Aurelio.
14-5. riAA' Et'. .. E1ti1tAro-O'OV 1ttXpw~: cfr. H. Delehaye, Les origines du culte des martyrs, Bruxelles 1912, pp. 1-28.
21. ..t.AoYOt: i codici presentano lezioni divergenti: ..t.AOrOL
e flOAOjT\'t<Xl (ved. apparato critico); Schwartz e Wendland suggeriscono rispettivamente d emendare in ..t.OAOrO < G. . 'te.o; ~'t > L e
tLOOOAOL. Rufina parafrasa il passo come segue: humiles et egeni
optamus ut ipsa saltim in 110bis confessio tuta pennaneat.
28. ql~OO 9EO: ved. apparato delle citazioni, e 1,11. 288-9.
31-2. tAOOV . EOO..t.I!.OOv: cfr. apparato delle citazioni; ved.
anche J.e. Didier, D'une interprtation rcente de l'expression:
/jer-dlier, Mlanges de science religieuse IX 1952, pp. 55-62.
.36-7. 1tpOt; <Xtl'ta. . : cioe contro iI diavolo, che deve essere stato
menzionato in una precedente parte della lettera, non citata da Eusebio.
38. 9~p: la belva che dvora la sua preda: ved. 1 Ep. Peto 5 ,8.
39. 'tw. . 1tE1t'ttuX'ttu. . : equivale a lapsi (cioe quelli che avevano
capitolato) se~ondo la terminologa di Tertulliano e Cipriano; ved.
Mohrmann, Etudes 1, p. 62; IlI, p. 105.

<

404

MARTYRnJM LUGDUNENSIUM

2, 41 - 5I

41. O1[)':l'X\la: cfr. apparato delle citazioni; ved. Plumpe, p. 39.


50-1. 'too\I . 1tpOO'E.\lT}\lEl'll.\lW\I: questo potrebbe essere un accenno
a Novaziano e ai suoi seguaci, che erano particolarmente numerosi
in oriente e che Eusebio pertanto deve avere conosciuro.

COMMENTO AGLI ACTA MARTYRUM


SCILITANORUM
a cura di A.A.R. Bastiaensen

1. Praesente. consulibus: nel 180 erano consoli C. Bruzio Presente (per la seconda volta: qui bis in luogo di iternm: ved. HSz, pp.
213-4) e Sesto Quimilio Condiano (la tradizione manoscritta degli
Acta ha, per errore, Claudiano): ved. A. Degrassi, 1 fasti consolari
de/l'Impero Romano dal 30 avanti Cristo al 613 dopo Cristo, Roma
1952, p. 50.
1-2. XVI ... augustas: l 17 luglio; dato che il 10 luglio era il
giorno dell'insediamento annuaIe dei proconsoli d'Africa (ved. Freudenberger, p. 197), il processo ai martiri scilitani dovette essere uno
dei primi atti del nuovo proconsole, Saturnino (ved. avanti).
2 . Kartagine: i martiri erano originari di Scili o Scilli (come e
derto nell'incipit dei manoscrirti: ved. Rohinson , p. 112), localita
dell 'Africa proconsularis, la cui esatta ubicazione e ignota (ved. H .
Dessau, in PWZR II 1 [1921l, coll. 819-20). TI loro arresto a Scili fu
probabilmente opera di delatores: erano stati accusati di un atto cri
minare (ved. anche cornmento a 1. 18), mentre in reald si voleva
colpire la loro religione (casi Ruiz Bueno, p. 351). Le autorita locali,
prevedendo complicazioni, si erano rimesse al proconsole, che deteneva lo ius gladii; gli arresta ti furono trasferiti a Cartagine e Saturnino non pot non occuparsi del loro caso.
2-}. in ... Vestia: i1 secretanum era }'ufficio dove il magistrato
esercitava le sue funzioni, amministrative o, come qui, giudiziarie
(cfr. Acta Cypriani 1,1; ved. Lanata, p. 87). Inponere, mettere su un
palco, cioe condurre dinanzi al giudice (cfr. Passio Perpetuae 5,6 e
6,2, dove pure gli accusati si troyano su un paIco), e reperibile in
Tertulliano, adversus Praxean 16,6 in Pilati tribunal inponunt (ved.
anche Martyrium Frnctuosi 21, e Acta Phileae 1,1). II secretanum probabilmente non era aperto al pubblico; la proclamazione della sen
tenza veniva normalmente fatta da un praeco (ved. par. 16), che
annunciava al pubblico, all'esterno, il decreto del giudice (ved. dettagli in R. Hanslik, (cSecretarium und Tribunal in den Acta martyrum Scllitanorum , in Mlanges offerts a Mademoiselle Christine

<

ACTA MARTYRUM SCll.ITANORUM

3'

Mohnnann , Utrecht-Anversa 1963, pp. 165-6). Una questone spinosa riguarda il numero dei martiri, qui sei, dodici nvece nella lettura
della sentenza (ved. par. 16; ved. anche, par. 14, clave le paraJe et
ceteros, dopo i nomi dei sei sano un'aggiunta improbabile sulla bocca
di un giudice che emette la sua sentenza): forse i cristiani .hanno
nserito negli Acta elementi di un altro processo? O sono sta.u forse
omessi, aU'inizio degli Acta, i nomi di coloro che non parteclparono
al dialogo con il proconsole? O forse si deve cambiare il testo di par.
1 e dare gia qui i dodici nomi? Su! problema ved. Freudenberger,
pp. 198-9; Corsaro, p. 32 'gg.; Karpp , p. 165 'gg.; Musurillo, pp.
XII-XIII, e 87; Lendle, p. 216; Wlosok, pp. 41 e 44.
J. Satuminus proconsul: P. Vegellio Saturnino, di grande famiglia, governatore della Moesia inferior (presso la foce del Danu.bio)
dal 168, pu tardi proconsole d'Afdca, menzionato da Tertulliano
quale primo persecutore dei cristiani d' Africa (ad Scapulam 3.'4):
ved. R. Stiglitz, in PWZR VIII 1 (1958], coli. 2569-70. Saturnino,
nel corso del processo, si mostra peraltro persona scrupolosissima.
4-5 . Potestis ... redeatis: ci troviamo subito in medias res; vi saran- <
no state in precedenza le formalita richieste dall'istruzione del pro
cesso e un primo scambio verbale fra giudice e imputati. Fin dal1'inizio Saturnino deve essersi sforzato di indurre i detenut al1a rifles
sione a ritornare al culto nazionale (bona mens = sana mens: rinunciare' aUa religione cristiana e prendere parte al culto nazionale e
indice di buon senso; cfr. le definizioni del crstianesimo quate dementia e ame1ltia, qui al par. 8 e in Plinio il Giovane, Epistulae X
96,4; ved. anche J. den Boeft - J. Bremmer, Notiu1lculae Martyrologicae 1, Vigiliae Christianae XXXV 1981 , pp. 44-5). La menzione
del perdono imperiale ricorda l rescritto d Traiano (Plinio, Epistt~.
lae X 97,2), che offriva venia a coloro che rinnegavano la fede en
stiana sacrificando agli deL Per la forma domini ho seguito il mano
scritto B (ved. apparato critico), come pure ai parro 3, S, 6 e 8: a 6 e
8 si tratta di Dio, per il quale i cristiani evitavano la forma domnus,
d' impiego popolare; a 1, 3 e 5 si tratta dell'imperatore, per il quale
domnus non compare che a partire dal guarto secolo (ved. TLL VIl,
col. 1907, r. 49 sgg.).
5. Speratus: portavoce e capo, in senso morale , del gruppo: ved.
avanti,
6. NUfflquam malefecimus: Sperato sottolinea che tanto lui quan <
to i suoi compagni non sano criminali (ved. par. 6). Fin dal1'inizio i
cristiani dovettero ribadire di essere persone oneste, nemiche di
ogni immoralita e di ogni trasgressione delle leggi. Cfr. Plinio, Epistulae X 96,7 (a Traiano): i cristiani affermavano che per loro era un
dovere ne furia, ne latrocinia, ne adulteria committerent, ne fidem fal.
lerent, ne depositum appellati abnegarent, non commettete funi, ag
gressioni a scopo di rapina , adulteri, e non eludere i propri impegni,

ACTA MAR1'YRUM SCILITANORUM

6 - rr

47

e non rifiutare la restituzione di un deposito, quando ne fossero


richiesti). Ved. anche Tertulliano, ad Scapulam 2,3 sgg.
6-7. iniquitati ... praebuimus: e lo stesso concetto, ma formulato
in termini cristiani per l'i mpiego di iniquitas, che nel senso generale
di immoralta) e caratteristico della Bibbia latina (casI nell'espres
sione operari iniquitatem, che gui Sperato altera, con una qua1che
ricercatezza, in iniquitati operam praebere) e deU'uso dei cristiani la
tini: cfr. TLL VII 1, col. 1638, t. 16 sgg.
7. numquam ... egimus: in crescendo, rispetto a quando precede:
non solo abbiamo osservato la moralita comune, siamo andati oltre;
ai maltrattamenti abbiamo risposto con ringraziamenti; nel concet
to, influsso di Ev. Matth. 5,44 diligite inimicos vestros, benefacite his
qui odero1lt vos e, forse anche per la terminologia, di Ep. Rom. 12,14
benedicite persequentibus vos, benedicite et nolite maledicere (per il te
sto della Vetus Latina, ved. Tertulliano, adversus Marcio1lem V
14,11). Male accipere equivale a male tractare; per accipere, trattare
(spesso con rudezza), cfr. Cicerone, Tusc. II 14,34 Spartae ... pueri ...
verberibus accipiuntur; Apuleio, Met. IX 5,5 maritum aspero semlone

accipit.
8. propter ... observamus: propter quod equivale a propterea quod.
Imperatorem nostrum, in antitesi a nostri imperatmis di Saturnino
(par. 1), designa il Dio dei cristiani, che nella Scrittura ordina di
rispettare le leggi e di rispondere col bene al male; la risposta di
Saturnino (pa r. 3) mostra che egli ha compreso la dimensione religiosa che imperator ha sulla bocca di Sperato. Anche al par. 6, nella
ulteriore risposta di Sperato, imperator viene usato in rierimento a
Dio (ved. Lendle, p. 213; di parere contrario Freudenberger, p.
204).
9-10. Et 110S ... 110stra: risposta leggermente irritata, il cui senso
e: Non siete i soU ad avere una religione; anche noi abbiamo una
religione, una religione semplice, non complicata, che non esige alero
che l'osservanza dei riti del culto nazionale, ncentrato sulla figura
dell'imperatore .
10-1. et iuramus ... supplicamus: Saturnino pensa probabilmente
a un atto solenne, che comprende da una parte un giuramento di
lealta n~i confronti dell 'imperatore, dall'altra un sacrificio per la sua
salute. E a questo atto che invita gli imputati a partecipare. I1 giura
mento di lealta non era in s illeclto per i cristani; lo diventava
dacch entrava in gioco il gel1ius dell'imperatore, elemento idolatrico
(cfr . Tertulliano, Apol. 32,2 sed el iuramus sicut non per genios Caesa
rum, ita per salutem eomm, quae est augustior omnibus geniis). Quanto
al sacrificio (il termine supplicare, qui impiegato, era tecnico per il
sacrificio ufficiale del culto statale romano; ved. Plinio, Epistulae X
96,5 ture ac vino supp/icare; X 97,2 supplicando diis nos/ris), per i
cristiani era evidentemente impossibile parteciparvi.

<

ACTA MARTYRUM SCIUTANORUM

Ac:rA MARTYRUM SCIUTANORUM

12 - 21

12-3. Si .. . tuas: espressione un poco ricercata: cfr. n. 6-7 iniquitati nullam operam praebuimus.
13. dico ... simplicitatis: ancora stile soIenne: Ti sve1ero il mistero della vera semplicita. Sperato allude alla religiooe cristiana io
quanto ({semplice per eccellenza; pensa al monotesmo cristiano, in
opposizione ai rratti politeistici del culto nazionale? Saturnino, ad
ogoi modo, vista la sua r1sposta, interpreta I'espressione di Sperato
come un attacco alla religione romana.
14. Initianti.- initiare nel senso postdassico di comincare, qui
e attestato per la prima volta: cfr. TLL VII 1, col. 1652, r. 21 sgg.
16-8. Ego ... potest: Sperato sembra coilocare le ultime paraJe di
Saturnino nella cornice del culto reso all'imperatore divinizzato,
aspetto del culto nazionale (per 11 fenomeno ved. L. Cerfaux - J.
Tondriau, Un concurrent dtl christianisme. Le culte des sorwerains dans
la civilisat10n grco-romaine, Tournai 1957, p. 313 sgg.). All'imperatore, divinita visibile (huius seculi, di questo mondo} , egli oppone
il Dio invisibile dei cristiani; si serve di un testo paolino, che deve
essere stato di frequente impiego presso le prime comunita cristiane.
Sed magis e equivalente pleonastico di sed: ved. HSz, pp. 497-8.
18. Furtum ... feci: era forse un furto il capo d'accusa dei delatores (ved. anche commento a 1. 2)?
18-9 . sed ... reddo: il senso e: pago la tassa ogni volta che
facdo un acquisto}). Nelle versioni bibliche latine, teloneum e calco
di 'tEAW\llOV (Ev. Luc. 5,27; ved. VL]l su questo passo), evidentemente gia noto a Sperato. Sulle particolarita di questa tassa imposta
in occasione di acquisti, manchiamo di informazion precise (ved.
Th. Pekry, in DKP V, p. 1150, s.v. vectigan.
19-20. quia ... gentium: come alla fine del par. 2, Sperato sottolinea com'egli obbedisca al Signore che ordina di rispettare le leggi. Se il testo di Robinson e corretto (ved. apparato critico), si tratta
di una nuova citazione da san PaoIo, che precede irnmediatamente
quella su! Dio nvisibile (ved. apparato delle citazioni). Elementi
della dtazione sono ricavati anche dal testo dell' Apoca/irse: si tratta
di formule di frequeme impiego nel conflino con lo Stato romano.
21. huius ... persuasionis: persuasio, convinzione, puo avere
una sfumatura peggiorativa: cfr. il testo di Ulpiano citato da Freudenberger, p. 208: mathematicorum ... obstinata persu4sio (mathematid = astrologi). Qu, pero, il termine sembra neutro, come testimoSperatus dixit:
nia la risposta di Sperato, alla linea seguente.
Karpp (ved. apparato critico) cambia Speratus in Nartzalus, il che va
bene neI contesto, che mostra il proconsole rivolgersi ai compagni di
Sperato (celens), ciascuno dei quali (parr. 8 e 9) si affretta a rispondere. La unanime testmonianza dei manoscrit t (anche di quelli se
condari, dei quaU Robinson, p. 118 sgg., presenta il testo, aItrove
inutilzzabile) e della versione greca (bid., p. 115) sembra cionono-

21 -)2

stante costituire un ostacoJo insormomabile. Si dovra interpretare


che Sperato, trascinata da uno slando improvviso, abbia anticipato
la risposta di uno dei suoi compagni.
22-3. Mala ... dicere: rimprovero derivaco forse dalla Scrittura
(ved. apparato delle citazioni) e rivolto ai pagani, che non si peritavano di uccidere i cristiani innocenti e di accusarli falsamente di atti
criminali; ques['ultimo punto allude all 'attivita dei delatores che puo
avere avuto un ruolo nella circostanza presente (ved. an~he commento alIe 11. 2 e lB)?
23-4. dementiae: termine ben piu forte di persuasio (L 21); ved.
anche commento alle n. 4-5, a proposito di bona mens: Plinio impie'
gando il termine amentia , aveva creato un precedente.
24-6. Nos ... cae!is: le rispos te di Cinino e di Donata (par. 9) si
c~mpleta~o e .sembrano pr~~upporre una rninaccia di morte da parte
di Saturnmo m nome delllmperatore. Tale rninaccia e omessa dal
reda~t~re pe.rc~ la sola casa,impar.tante, per lui, sono le risposte dei
marnrl. Tah rIsposte sono 1eco di una catechesi adatta a tempi di
p~rs~cu~ione derivata d?l. Nuovo Testamento (ved. apparato deUe
cltazlODI), la quale stabi11sce la supremazia di Dio, che risiede in
cielo ed e il solo Signore che va temuto, mentre assegna a Cesare un
ruolo solcanto terreno.
26. quasi: con valore causale oggettivo a partire dal primo secoIo
d.C.: ved. HSz, p. 675.
27. Christiana: anche qui sembra essere sottintesa una domanda
di Saturnino, volta a mettere aUa prova la costanza dei martirio Come per Cittino e Donata, le risposte di Vestia e di Seconda si completano. Queste conducono logicamente aUa domanda definitiva e
alle risposte definitive, riassunte in et CfIm eo omnes consenserunt
(par. JO).
28. Quod ... esse: corrispondenza fra nome evita: l continuo
richia~arsi al no~e di. ~ristiano senza dubbio faceva parte della
formazlOne alla vIta CrIstIana: ved. Passio Perpetuae 3,2. Ipsud e forma volgare abbastanza frequente, sul modeIlo di irtud, illud: ved.
TLL VII 2, col. 295, r. 65 sgg.
29. Perseveras christianus?: perseverare e costruito come manere
pennanere: cfr. Gaio, Institutiones 1,111 quae ... nupta perseverabat. 11
v~rb?, peraltro, compare sovente sulla bocca o sotto la penna del
gIU~:hce, che condanna la pervicacia dei cristiani: ved. L 42; Plinio,
Eplstulae X 96,3 perseverantes dud iussi; Acta Cypriani 1,3 in hac
valuntate perseveras?
31-2. Numquid ... vultis?: va probabilmente inteso in relazione
al par. 13, a designare non gia qualche istante di riflessione ma un
ben piu lungo ndugio prima deUa sentenza definitiva. P~r numquid = num, divenuta semplice congiunzione interrogativa ved
~pW

'

4 10

ACTA MARTYRUM SClLITANORU1I.'1

34 - 42

34. Quae
vestra?: capsa e una cassetta aclibta a contenere <
rotoH, cioe libri in papiro avvolti a cilindro. Secondo alcuni, la domanda del proconsole poggerebbe sul sospetto che si trattasse di
lib di magia, dei quali erano severamente proibiti possesso e consultazione (ved. Lanata, p. 143; Freudenberger, p. 211; G . Bonner,
The Scillitan Saints olld the Pauline Epistles, The J ourna! of Ecclesiastical History VII 1956, pp. 143-4): i gendarmi avrebbero confiscara gIi scritti al momento dell'arresto e Ji avrebbero presentati al giudice come documentazione a carico. l o ha piunosro l'mpressione
che Sperato e i suoi compagni abhiano portato essi stessi questi libri,
foese per impiegarli, aU'occorrenza, quale documento della moralita
della religione cristiana (ved. nota seguente).
34-5. Libri ... iusti: il senso dell'espressione e cliscusso. Bonner, <
pp. 144-5 (citato alla nota precedente), separa libri da epistlllae Pauli,
intendendo per libri i vangeli, distinti dalle epistole di Paolo. lo
credo che libri usato COSI da solo, soprattutto dinanzi a un pagano,
sia soggetto a dubbo, e che QCcorra ntendere libri epistuJrnm cioe
libri che contengono le epistole di Paolo). Paolo e chiamato vir
illStm forse per sottolineare che la rnorale cristiana, sospetta ai paga
ni, si basa sugli scritti di un uomo dall'eminente statura morale (us
tm nell' uso cristiano di moralmente integro: ved. TLL VII 2, col.
724, r. 51 sgg.). Puo darsi che Sperato e i suoi compagni abbiano
portato le epistole di Paolo per mostrare al giuclice che esse conten
gono molti bran con cataloghi delle virtu da coltivare e dd vizi da
evitare (Ep. Rom. 12,9 5gg.; 1 Ep. Coro 6,9 5gg.; Ep. Gol. 5,19 5gg.;
Ep. Col. 3,5 sgg. ecc.) . Quanto aBa Iingua, e possibile che fosse una
antica versione latina delle epistole di Paolo (efe. Danilou, p. 21),
come anche un testo greco, dato che Sperato sembra essere persona
di una certa cultura.
36. Moram
habete: Saturnino precisa I'offerta del par. 11.
Una dilazione della sentenza in vista di una possibile resipiscenza
non era eccezionale nei processi contro i cristiani (ved. Lanata, p.
155; e F1eudenberger, p. 211 5gg.).
38-9. Sattmzimls ... recitauit: formula abituale: ved. Acta Cypria~
ni 3,6, e Acta Maximiliani 3,1, dove la sentenza e espressa in termini
altrettanto rradizionali: gJdio animadverti placet, come qui a 11. 42-3.
40. et ce/eros: parole di dubbia autenticidt; ved . commento a 11.
2-3, a proposito del numero dei martirio
40-2. ritu ... perseveraverunt: motivazione della sentenza: gli im
putati hanno riconosciuto d vvere da cristiani, e cioe di astenersi
dal culto ufficiale e stata loro ofEerta la possibilita della ritrattazio
ne, e di sacrificare secondo il costume romano; poich e srata rifiu
tata , devono morire. Saturnino segue esanamente le regole formula~
te da Traano (ved. cornmento a B. 45). Per perseverare, persistere
nel crimine), ved. commento a 1. 29 obstinanter per obstinate e cu
o

ACTA MARTYRUM SCD.lTANORUM

42' 50

4 11

rioso (efr. TLL IX 2, col. 242, r. 59 sgg.), ma il termine rientra nel


quadro della terminologa giuridica contro i cristiani. Si confronti
Plinio, EpisttlJe X 96,3 inllexibilis obstinatio .
42 . gladio animadv'erti: la decapitazione era la pena di morte per
i cives roman;; i nostri martiri, che probabilmente non aveva no tale
requisito, avrebbero potuto essere condannati a una morte piu atroce, ma la morte per mezzo della spada era forse la piu sbrigativa, la
piu faciJe. Cfr. PUnio, Epistulae X 96,3 perseverantes dud iussi, e il
commento di A.N. Sherwio-White, The Letters 01 Pliny. A Ristoricat
and Social Commentary, Oxford 1966, p. 698 .
43. Deo ". agimus: il Deo gratias dei martiri dopo la condanoa _
qui ripetuto tre volte - e tipico: ved. Acta Cypriani 31,6 e Acta
Maximilian; 3,2.
44. Rodie ... mmus: hodie, perch l'esecuzione seguid imme
diatamente (ved. parro 16 e 17); martyres ha qui la sfumatura di
testimone, cioe colui che proclama? Iosomma: dopo avere
proclamato la gloria di Dio dinanzi agli uomini, la procIameremo ora
in cielo.
45 . per praeconem: procIamazione al pubblico che e fuori (ved.
commento a 11. 2-3).
48. duci ussi: terminologa di Plinio il Giovane (ved. cornmento
aL 42). Ducere equivale a ducere ad supplicium, uso e11ittico normale
soprattutto in abbinamento con iubere: ved. TLL V 1, col. 2140, r.
Universi: il pubblico? Sembra che con il Deo gratias del
46 sgg.
pubblico si concIuda la redazione originale; l' aggiunta posteriore E/
ita omnes simut .. . e aliora incongruente, forzando universi nel senso
di tutti i martirh>.
49. martyrio ... sunt: terminologia del genere agiografico; per il
tema della corona del martirio, ved. Passo Perpetuae 19,2.
49-:;0. el regnan/ ... Amen: ancora un linguaggio stereotipato,
mutuato dalla Bibbia. Tutta la formula , a partire da El ita omnes,
potrebbe provenire da un utilizzo liturgico, la lettura degli att
nell 'assemblea dei fedeli (ved. Passio Perpetuae 1,5-6). Dopo la loro
morte, prende piede a Cartagne il culto dei martiri Scilitani; nel
quarto secolo, a ricoprire le loro reIiquie, si costrul una basilica; sulIa
sorte di questa baslica e delle reliquie dd martiri ved. 1. Ennabli,
Note sur J topographie chrtienne de Carthage [J. Localisation du mo.
n.astere de Bigua et de la basilique de Clerine a. Carthage, Revue des
Etudes Augustiniennes XVIII 1982, p. 8 sgg.

1I
PASSIQ PERPETUAE ET FEUCITATIS

COMMENTO ALLA PASSIO PERPETUAE


ET FELICITATIS"
a cura di A.A.R. Bastiaensen

1, 1. vetera
exempla: l'autore pensa ai doni del martirio e delle
rivelazioni (ved. avanti, commento a ll. 17-9), atrestad dalla Bibbia;
per exemplum nel senso di saggio, campione}), manfestazione}),
cfr. TLL V 2, col. 1332, r. 13 sgg.
Dei ". testificantia: cioe, che
rendono testimonianza della presenza ed efficacia della grazia di
Dio; si confronti 1, ll. 23-4: apud veteres ... gratiam divinitatis conversatam.
3. /ectione: probabilmente lettura ad alta voce, in riunioni di carattere liturgico o catechetico (ved. 1,5 e 6).
4. confortetur: confortare e una paroIa di conio cristiano (ved. TLL
IV, col. 250, r. 24 sgg.), roa gia perfettamente normale sia per il
redattore del testo che per Perpetua (ved. 3,1. 22; 5,1. 15).
4-5. nova documenta: si tratta del martirio di Perpetua e dei suoi
compagni e delle visioni concesse a Perpetua e a Saturo (ved. avanti); neIl'ottica non estranea al montanismo del redattore (cfr. Campos, p. 372 sgg.), i fatti straordinari degli ultimi tempi non sono di
cerro da meno di quelli dei tempi del Nuovo Testamento.
8. praesumptam: in praesumere e l'idea di un preconcetto, di un a
priori.
9. viderint: probabilmente e un congiuntivo perfetto con valore
di imperativo, come videris, vident, videritis, forme di impiego frequeme per esprimere indifferenza o disprezzo per l'opinione altrui;
ved. A. Schneider, Le premier livre Ad Nationes de Tertullien. Introduction, texte, traduction et commentaire, (<<Bibliotheca Helvetica
Romana IX), Roma 1968, p. 250.
9-10. qui .. . temporum: e la posizione dei cristiani antimontanisti, <
che rifiurano l'idea di una speciale azione dello Spirito Santo negli
ultimi giorni; l'insistenza sull'una virtus e sull'unus spiritus deriva
dalle paroJe di san Paoto ai Corinzi.
10. cum: la costruzione di cum (qu causaIe-concessivo) con l'indicativo e tpica del latino arcaico e di quello tardo; ved. HSz, pp.
624-5.

I, 10 - 22

4I3

10-2. maiara .. decretam: il senso e il seguente: piu le cose sano


recenti (novitior e un raro comparativo dell' aggettivo novitius = novus), piu grande e il pregio che si dovra annettere loro, perch esse
sano piu prossime alla fine (novissimior e comparativo di novissimus,
a sua volta superlativo, che ha preso il valore di aggettivo autonomo,
a qualificare, secondo }'U50 bibJico - si veda la citazione che segue gli eventi escatologici); ed e proprio per la fine del mondo che e
prevista la pienezza della grazia. La congettura exuberationem (exuberatio si dice di una fonte zampillante) e felice: ved. apparato critico.
13-7. In o. , somniabunt: passo del profeta Gioele, citato da Pie~
tro il giorno della Pentecoste a proposito dell'effusione dello Spirito
Santo: i1 passo si presta a essere interpretato in senso montanista. I1
dertato e riconducibile all'Afra, prossimo a quello di Tertulliano (adversus Marcionem V 8, 6) , caratterizzato dal pronome eorum (proprio
della Bibbia greca cosiddetta occidentale e deIle versioni latine
che ne dipendono; la Volgata, seguendo il testo greco orientale,
ha vestrijvestrae). Per i ritocchi stilistici apportati dal redattore alle
durezze del testo biblico si veda R. Petraglio, Lingua latina e menta~
lita biblica nella Passio sanctae Perpetuae. Analisi di caro, carnalis e
corpus, (diss. Freiburg 1975), Brescia 1976, p. 17 sgg.
17~8. sicut.. . honoramus: il testo di Gioele parla di profezie e di
visioni, la Passio ha solo visioni; il redattore sottolinea i1 fatto che
nelle promesse di Dio le visioni hanno dignita pari alle profezie.
18-20. ceterasque ... deputamus: l'apparato critico mostra come
piu di uno studioso si sia trovato a disagio dinanzi al testo. L'inseri~
mento di ea (volendo, eas), piu innanzi nella frase, ristabilisce forse
i1 dettato originale, con qui ... agnoscimus ... honoramus ... deputamus
quali proposizioni subordinate alle proposizioni principali nos digeri~
mus .. ' et ce!ebramus, che seguono. L'espressione ceteras ... virtutes
Spiritus Sancti indica piu specificatamente il martirio, che il testo di
Gioele non menziona ma che costituisce con te visioni il contenuto
della Passio; cfr. al1a fine del paragrafo sive <in> martyrum sive in
revelationum dignatione. Per iI martirio come dono dello Spirito Santo, accostabile alle profezie e alle visioni, si confronti Tertulliano, de
corona 1,4 plane superest ut etiam martyria recusare meditentur qui
prophetias eiusdem Spiritus Sancti respuerunt.
20-1. omnia .. . Dominus: la nostra congettura administratu<ru>s
omnibus presuppone administrare con il dativo, come nella Volgata,
2 Ep. Coro 9,10: qui administrat semen seminanti. Come il par. 3,
anche questo brano e ispirato a 1 Ep. Coro 12, 411, dove si parla
dei diversi doni dello Spirito; donativum, per indicare iI dono di
Dio si rtrova in Terrulliano; il termine, all'origine, designa il dono
di cui l'imperatore gratifica il soldato (TLL V 1, col. 1990, r. 74 sgg.).
22. lectione: risulta evidente dal par. 6 che si tratta di una
lettura ad alta voce, senz'altro in un'assemblea liturgica; il redattore

<

<

414

PASSIO PERPETUAE ET FEUClTATIS

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

1, 22 - 2 , 1

sembra attribuire tale lectura a s medesimo; si puo presumere che


egli avesse il ruolo di lettore o di catecheta ail'interno della comuni
ta; per la destinazione liturgica ved. anche Corsini, p. 518.
23. uf ne: l'impiego di ut ne in luogo del semplice ne linale e
arcai~zante (ved. J. Andr, La porte de la conjonction ne, Revue
des Etudes Latines XXXV 1957, p. 164 sgg.), e conferisce un tono
solen~e al pa~s~. Per gli e~ementi stilistici del prologo della Passia,
(retorIca tradlZlonale dagh accenti solenni e adeguamento ail'uso
scritturale), ved. Fontaine, p. 75 sgg.
25" dignatione: qui ha il senso di <davore specialc. da dignari
((e1argtrc, donare con benevolenz3); per una diversa accezione
di dignatio ved. 4,1. 2.
26. semper: l' accento deUa frase cade su
semper, opposto a apud veteres tantum (lo 24).
26-7 . non ... benelicium: si confronti Tertulliano de anima 51 7

ubique Deus potestatis suae signa propon;t, suis in solacium, extraneis in

tes~imonium; la rassom~gJianza colpisce: ma e sufficiente per attribui


re il prologo a Tertulliano (ved. Robinson, p. 51)?
27-30. quod ... auditum: il redattore del testo ha omesso il vidi
mus dell'epstola di Giovanni (ved. comunque l'apparato critico) cio
che sembra indicare come, nonostante l'abbondanza deUe sue iclormazio.ni (ved. ad ~s. 19,2, sui discorsi dei martiri nella prigione), egli
non sta stato testImone oculare degli avvenimenti, ma ne abbia sentito I?~rlare (audivimus) e abbia avuto in propria mano gli scritti dei
ma~t1n Perpetua e Saturo (eontreetavimus); cio che ha udito e letto,
egli v.a ~ ~rcx:lam~10 d~":a~zi a un uditorio formato per una parte
da cnstlam dI antlca millzla contemporanei dei fatti (vos qui interluistis), per l'altra parte da novizi, neobattezzati o catecumeni, che
ora .ne sent?no parlare per la prima volta (qui nune eognoscitis per
audJtum); blsogna condudere che qualche tempo e trascorso dagli
avvenimenti narrati (ved. anche il commento a 15, 17-8 e a 20
156). 1 termini fratres e lilioli designano i due gtupp che costitui~
scono l'~ditorio; !ratres sono coloro che, come il redattore-lettore,
h.ann~ gta da tempo aderit~ al cristianesimo, flio/i sono i figli spintuali che, nella sua funzIone di catechista, egli deve educare nel-

<

nente Thuburbo Minus sia dovuta a confusione con un altro gruppo


di martirio va detto che, se Perpetua e i suoi compagni furono arre
stati a C;rtagine, perch abitanti di tale citta, e assa pu ag~,;,ol.e
spieg are i frequenti contatti di Perpetua in carcere e la sua famiharta coi problemi deUa chiesa cartaginese (ved. capp. 3-6 e 13).
1-3. RevocattlS ... Perpetua: con Saturo (ved. 4,5) sano sei martiri menzionati anche da un' iscrizione del quinto o sesto secolo, ricrov;ta fra le rovine della basilica di Mcidfa (l'antica baslica Maiorum
della citdL di Cartagine), che segnalava il loro luogo di sepoltura
(ved. L Ennabli, Les inseriptions funraires ~hrtiennes d~ Carthage. 1I.
La basilique de Mcidfa, [Collection de l'Ecole fran)alse de Rome)
LXII), Roma 1982, p. 35 e, per la storia d~l1a basilica di Mcidfa e l.a
sorte delle spoglie dei martiri, L Ennabli, Note sur la .topographle
chrtienne de Carthage. 11. Localisation du mo;nastere de BlgU.a .et de la
basi/ique de C/enne 11 Carthage, Revue des Etudes AuguStlOlennes
XVIII 1982, p. 8 sgg.).
. '
2. conserva eius: Felicita e detta conserva (ClOe sposa) dI Revocato, che era probabilmente il padre della bambina che ella m~tte
ra al mondo l'antivigia del suo martirio (15,4-7). In conserva. 1 ~le~
mento serva e da intendersi nel senso di cristiana (erano cnstla~
anche i catecumeni); Tertulliano impiega eonservus e conserva per gli
sposi cristiani in ad uxorem 1,1; 8,7; si ~e.da .inolt~~~. ~o~rier) Not~
sur la Passio sanctarum Perpetuae et Feltettatts: Fe/zctt etalt-elle vrat
ment l'ese/ave de Perp/ue?, Studia Patristca X 1970. p. 306 sgg.
3. libera/iter instituto: Perpetua conosceva il greco (ved. 13 ,4);
per Perpetua come scrittrice ved . avanti, commento a L 8.
.
4. matrona/iter nupta: cfr. 20,8, dove compare un certo Rustico ,
domestico - come sembra - di Perpetua.
5. a/terum .. : catechumenum: bisogna dedurne, nonostante 5,6,
che gli altri membri della famiglia erano pagani. D6lger, Antike Para/o
/eten, p. 25 sgg. e Shewring, p. XIII, credono invece che tueta
la famiglia - tranne il padre - ~osse cristi~na..
.
.
.
7. Haee ... na"avit: costruzIone brachilogtca per lam hme /egetzs

ordinem ... martyrii sui quem ipsa na"avit.


8. conscnptum ... re/iquit: il redattore ha avu.ta i~ ma~o.1'autogra- <

la lede.
.32-3. eui ... Amen: formula dossologica dagli echi biblici che
'
rivela l' ambiente liturgico.
2, 1. Apprehensi sunt: in quale luogo? Quattro testimoni latini tra i
quali il Casinensis (il migliore di tuttD , non forn iscano alcuna ~bica
zione; g~i altri quattro, unita~ente al manoscritto deUa versione greca, pre~1~ano: a Thuburbo Mtnus (ved. van Beek, pp. 4-7). Detenuti
e m~rttrlzzat1 a ~.artagine, i prigionieri sarebbero precedentemente
statl cola trasferm da Thuburbo Minus (Tebourba) a circa 50 km.
di distanza. Robinson, p. 22 sgg., ritiene che l'indicazione concer-

2, 1

<

fo di Perpetua (ved. commento a 1, 27-30), scrltto m prlgIone senza


assistenza alcuna n per l'ideazione e la composizione (suo sensu) ":
per il lavoro di stesura (sua man~),' S.i dis~~te tuttora se .eUa abbta
scritto in latino o in greco, se ClOe Sla orlgtnale la redazIone greca
(ved. van Beek, p. 9 sgg.) o quella latina, ma gli argomenti a favare
del testo greco non sono convincenti: l'osservazione sul fatto che
Perpetua parla greco (13,4) la~cia piuttos~o intendere che ella soleva servirsi normalmente dellauno (cfr. Frtdh, p. 49 sgg.). In aleu
ni casi il confronto tra un costrutto latino calzante e uno greco mproprio (dr. ad es. 4, ll. 21-2 quasi primum gradum ea/carem) impedisce di

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

2,

8 -),

accordare .la l?riorita al greco. Quanco alle parole greche, frequenti


nelIa Pomo, SI tratta sempre di prestiti, presenti anche in altri testi
larini (ved. commento a 7,1. 14 su diastema) ; l'attescazione, a 4,1. 26,
del termine - e non del prestito - greco 't'xvov (nella forma tegnon)
in un contes to latino si spiega assai meglio se la Hngua di stesura e il
larino ch.e in una traduzi~ne. Di recente L. Robert (p. 228 sgg.) si e
perentorIamente pronuncJato a favore della redazione in greco, ma
le sue osservazioni non considerano l'originalita del latino fortemente diomatico di Perpetua (ved. 3,4; 9,1; 10,5 e 6); ci si dovra atteoere all'idea, rnalgrado il grecismo di 5,1.10 si tu a/iquid fueris
pana (ved. commento), che ella scrisse in latino. Questo SUD latino,
peraltro, ha un carattere ambiguo, insieme regalare (accusativo con
l'infinito, impiego delle congiunzioni lit e quoJ e irregolare (molti
volgarismi; talvolta una sintassi slegata; ved. 4,3 per lo stlle narrativo delle visioni); se necessario, Perpetua sacrifica la correttezza della
Hngua a favore di effetti di concretezza e di realta (descrizione della
sintassi di Perpetua in C. Schick, Per la questione del 1tino africano.
I1lingllaggio dei piu antichi aUi dei martiri e di a/tri documenli vo/garizzanti. 1. La Passio Scillitanorum e la Passio 55. Perpetuae et Felicitatis
Rendiconti dell'Istituro Lombardo . Classe di Lettere e Scienz~
Morali e Storiche XCVI 1962, p. 211 sgg.).
3, 1. inquit: termine pressoch superfluo, impiegato anche per introducre la visione di Saturo (11 ,2); a 20,r. 18 l termine e ripetizione
di ait; a 2 1,1. 2 si sovrappone a dicens; analogamente a 18,1. 20 inquiunt a coeperunt dicere. Per inquit e la sua storia ved. LOfstedt,
Philologischer Kommentar, p. 229 sgg. Piu avanti nel nosteo passo
inquam ha funzione sintattiea normale.
prosecutoribus: i prosecutares, da prosequi, seortare , costtuivano la squadra di poliza ehe
g~rantiva lo stato di fermo; fino alla incareerazione 0.5) i detenuti
dunoravano nella caserrna di questi poliziotti.
23. evertere .. . perseveraret: nei testi cristani evertere e deicere
hanno spesso II senso metaforico di provocare l'apastasia: ved.
TLL V 2, col. 1029, r. 16 sgg., e V 1, col. 400, r. 80 sgg. Cupiret
forma volgare per cuperet: neI linguaggio parlato i verbi in -io/-ere
prendano spesso le forme dei verbi in -io/-ire (ved. V. Vaananen.
Introduction au latin vulgaire, Pars 1967 2 , p. 144).
2. pro: con valore causale: ved. anche 5.5; 6,5; 9,3; 15,5.
5-7. Numquid ... christiana: per i primi cristani il nome stesso di
cristiano era elemento di parenesi: i neofiti imparavano a essere
fieri del nuovo appellativo. i fedeli di piu lunga milizia venivano
esortat facendo deorso a tale nome: ved. Acta 5cilitanornm 9 Ignazio d'Antiochia, Epistula ad Magnesios 10,1; ad Romanos 3,2; Tertulliano, ad naliones I 5, 1 sgg. (cfr. H. Karpp, Christennamen, in RAC
n, coll. 1136-7).

PASSIO PERl'ETUAE ET FEUCITATIS

3, 9 - 16

4'7

9. Cttm . diabo/i: con i suoi argomenti ispirati dal Demonio :


diabolus non e un demone qualunque, ma il loro prncipe, Satana,
che quale avversario diretto di Cristo si ingerisce personalmente
nelle apostasie.
10. quod: il senso causale si riveste di una sfumatura temporale:
caruissem patrem: l'apparato critico moved. H Sz, pp. 580-1.
stra come la lezone patrem e attestata, contra l'ablativo classico patre, dal manoscritto migliore, il Casinensis; noltre l' accusativo recto
da carere e frequente in testi tardi e volgari. Latina tarda e anche la
sfumatura semantica essere liberati da un fastidio: per queste
particolarita di carere ved. TLL III, col. 454, rr . 3 sgg., 28 sgg., 67
,gg.
10-1. refrigeravi ... illim: il termine refrigerare, nella Passio. e
generalmente impjegato a designare il benessere sol piano stretta
mente te rreno, sia esso materiale o di natura piu spirituale; in questo
passo e piu sprituale, cioe una sensazione di sollievo (l testo greco
~0"9T}v anv"to; cxu"tou non rende che parzialmente que! che Perpetua
ha provato; ved. 2,3); altrove si tratta di un diletto piu materiale, un
midgarsi del trattamento in carcere. un buon pasto (3,1. 19; 9,1. 4;
16,11. 10 e 14; cfr. anche 8,1. 3); a 13,1. 10 sembra prospettarsi quell'impiego escatologico, a deHnire la felicita dopo la morte, che cos)
grande fortuna ha conoscit}to presso i cristiani. Per refrigerare e refrigerium ved. Mohrmann. Etudes n, p. 81 sgg.; Fin, p. 150 sgg. e
171 sgg.; E. L6!stedt, Late Latin, Oslo-London 1959, p. 79 sgg.
11. ipso: ipse ha chiaramente funzione di pronome dimostrativo;
ved. C. Schick, Per la questione del latino africano ... p. 217 sgg. ;
HSz, pp. 189-90.
12-3. non ... carois: di fronte alla marte il solo grave rischio
corso dal battezzato e l'apostasia: bisogna dunque pregare, a partire
dal momento del battesimo (ab aqua), perch il corpo (pr caro nel
senso di corpo ved. anche 11,1. 3) possa resstere sino aUa fine.
Sufferentia e termine di conio volgare che - a parte la sua sopravvivenza nelle lingue romanze - conaseiamo solo grazie all'impiego fattone dai cristiani: Tertulliano usa il vocabolo in un brano sulIa preghiera che ricorda quella di Perpetua: oratio ... palientes et sentientes
et dolentes mfferentia instruit (de oratione 29,1 ; ved. anche 4,5).
13-4 . recipimur ... carcerem: probabilmente la prigione procon- <
solare di Cartagine, prigione di Stato, di competenza del proconsole
e situata forse sulla collina di Byrsa a sud-est della citta (ved. Lopu,zanski, pp. 38-9, malgrado i dubbi di Audollent, p. 283 sgg.); all'appeossimarsi dell' esecuzione martiri vengono trasferid in un carcere della guarnigione militare (ved. 7,9; 8, 1; 9,1).
15-6. turban/m beneficio: cosl a ll. 23-4 me; beneficio. Per beneficio, che compare a pardre dal primo secolo d .C . col senso di propter,
sull'esempio di causa e gratia , ved. TLL II, col. 1888, r. 53 sgg.

XXXVI

A. A. .R. BA.STlAENSE N
lNTRODUZJONE

secutore: si puo supporre che, dinanzi ai tribunali, il ricorso ai


due luoghi fosse frequente.
Di gran lunga la piu usuale delle allusioni o citazioni e quella
degli Atti degli Apostoli (4, 24) sul Dio unico, creatore del cielo,
della terra, del mare e di tutto ciD che e in essl. Questa si trova:
1. negli Acta Apollonii del secondo secoIo, dove il mar tire, aUa
domanda se e cristiano, risponde: SI, sono cristiano, ed e per
questo che venero e temo il Dio che ha fatto il cielo la terra il
mare e tutto cio che e in essi1; 2. negli Acta Pionii 8 '3 e 16 2
del terzo secolo, dove ricorre per due volte un dialo~o che s~mi:
glia al passo degli atti d 'ApoUonio: Sano cristiano - Che dio ve.
neri? - Venero il Dio Onniporente che ha fatto il cielo ... ; 3. negIi
Acta Cypriani 1, 2, anch 'essi del terzo secolo, clave leggiamo in
analogo contesto: Sono cristiano e vescovo, non conosco che un
solo Dio veritero, che ha fatto il cielo ...; 4. negli Acta Fructuosi
2, 4 3 , del medesimo periodo, dove alla dichiarazione del praeses
che gli imperatori hanno ordinato di venerare gIi dd, Fruttuoso
risponde: Venero un solo Dio, che ha fatto il cielo .. .; 5. negli Acta
Phileae, dove, oel corso dello scambio assai naturale e animato
tra Culciano e Filea, quest'ultmo afferma che il Dio che bisogna
amare sopra ogni cosa e il Dio che ha fatto il cielo ... La moltepli.
cita delle attestazioni di questa citazione da parte di redattori
ndipendenti I'uno dall'altro, e l'integrazione armoniosa di questa formula ricorrente oel contesto, autorizzano la conclusione
che una tale testimonianza sull'esistenza di un unico Dio crearare, punto nevraIgico nelIa discussione tra Stato idolatra e cristianesmo monoteista, riemergeva di continuo nei processi contro i
cristiani. Lungi dall'essere uno sbiadito clich a disposizione del
redattore, la citazione dagli Atti degli Apostoli esprimeva la sostanza della posizione cristiana nel suo conflitto con lo Srato. E
non si puo dubitare che nella carechesi dd nuov cristiani marti.
ri potenziali, questa medesima citazione figurasse come ~no dei
peroi dell'esposizione. Sorto questo profilo, carechesi e testimo.
nianza del martire vanno di pa passo.

Per il testo ved . Musurillo, p. 146.


1 Ved., in queslO volume, pp. U4.91.
} Per il testo ved. MU$urillo, p. 178.
I

XXXVII

10. Dopo le persecuzioni


Spendiamo ancora quaIche paroIa sull'evoluzione del culto dei
martid e la nascita della leggenda agiografica 1 dopo il periodo
delle persecuzioni. Tale culto prese grande slancio nei secoli
quarto e quinto. La pace della Chiesa sorto Costantino aveva
inaugurato un'era nuova nella vita ecclesiastica, caratterizzata da
un sentimento di trionfo che si esprimeva nella ricerca di monu mentalita e di splendore artistico. Nella celebrazione della vitro.
da un posto speciale toccava ai martiri, i campioni di er, i
trionfatori dell'oggi. Buona parte delle chiese, che andavano sorgendo ovunque nell'Impero, vennero costrute fuod le mura del.
le citta, nei luoghi doy' essi avevano sofferto, Iuoghi che gia la
comunita cristiana frequentava roa che, ora, essa arnava di san.
tuari in loro onore, le memoriae martyrum. Dovunque, inoItre, si
frugava nei cimiteri per trovare le spoglie dd martiri e per traslarle nelle memonae, spesso nnaIzate per l'occasione. Co con.
duceva al disordine, di modo che, nel 386, una legge imperiale
proibi addirittura la traslazione dei corpi (Codex Theodosianus
IX 17, 7): senza grande successo, giacch il cuIta delle reliquie
non cessava d'incrementarsi di giorno in giorno. Per restare
all'Occidente, i piu importanti centri di venerazione dei martiri
nel quarro secolo erano Roma e Milano, avendo quali grandi pro.
morari a Roma Damaso, papa dal 366 al 384, e a Milano Ambrogio, vescovo dal 373 o 374 al 397. A Roma la venerazione si
esprimeva negli epigrammi di Damaso in gloria dei martiri, e
destinati a ornare le loro chiese 2 Quanto a Milano, I'episcopato
di Ambrogio e contrassegnato dall'espansione del culto dei mar.
tid e dalla scopetta di loro spoglie. Gli scritti del vescovo e la
vira redatta dal suo biografo Paolino forniscono numerosi dertagli dguardo ai martiri Gervasio, Protasio, Nabare, Felice, Vitto.
re, Agricola, Nazario, Celso': particolarmente notevole a tes timonianza della grande irradiazione della Chiesa rnilanes~ in questO campo, e il trattato de laude sanctorum scritto, poco avanti la
morte di Ambrogio, da Vittrizio, vescovo di Rouen in Gallia, in

: L'opera fonda~e~tale r!mane H. Dele~ aye, Les llvru/es ht:giogTaphi'lues ...


Ved . la bella edizlOne dI A. Ferrua, Eplgrammata DamaJiana Citti del Vaticano 1942
l:edizione di Paolioo, Vitil Ambrolii, in Vita di Cipria~o, Vita di Ambrogio, Vi~
d, Agofhno (Forn;f. L. Vall~), Mila.no 1 ~75! cfr. capp. 14. 29. 32. 33 , p. 70 sgg.; inoltre,
nel commento, SI fa menZlOne del paSSl dl Ambrogio.

)yed.

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

3 . 16 - 20

16. eonctlSsurae militum: estorsioni dei guardiani, che volevano


farsi pagare (ved. par. 7). Per eonctlssura, abuso di pocere)), rkattO), sia in Tertulliano sia nel nostro testo, ved. A. d 'Ales, Terttillianea, Recherches de Science Religieuse
1937, p. 97 sgg. 1
guardiani sono chiamati milites perch era normalmente l'esercito a
fornire il personaje adderto ai servizi di polizia: ved. R. MacMullen,
Soldier and Civilian in the Later Roman Empire, Cambridge Mass.
1967 2 , p. 50 sgg. A 7,9 i prigionieri vengono trasferiti in un carcere di diretta competenza della guarnigione militare (ved. anche 9,1).
16-7. sollicitudine infantis: Perpetua soffre per il suo bambino, <
sia fisicamente che psicologicamente. In base ai passi 3,6-9; 5,1 e
6,2-8 lo svolgimento dei fatti e il seguente: nelIa caserma dei peneeutores il bimba e con lei, oppure viene da lei condotto ogni volea che
deve essere aIlattato; in prigione dapprima ella non ha piu nessun contatto con il figlio, che si indebolisce, mentre le comincia a soffrire al
seno; piu tardi, quando il trattamento viene a mitigarsi, ella puo rivedere il bimbo, e subito dopo le e addirittura concesso di tenerlo con
s; piu tardi il figlio si trova nuovamente presso la famiglia della madre, e il Donno lo porta al processo per vincere la resistenza della fi
glia; dopo la condanoa a morte 10 tiene con s nonostante la preghiera
di Perpetua, ma lei non se ne dispiace: il bimbo non vuole piu il suo
seno e, quanto a lei, i suoi dolori non ricomindano.
17. lbi tUlle: bsogna unire ibi a tune (ved. apparato critico); ibi
tune e una locuzione pleonastica, equivalente a un semplice tune: attestazioni, da Cicerone in avanti, in TLL VII 1, col. 150, r. 49
sgg.
Pomponius: personaggio rilevame all'interno della Passio
(ved. 6,7 e 10, 1). Gli studiosi che rifiurano I'idea che Tertulliano
sia stato il redattore del testo lo propongono come possibile can
ddaco: prima di morire Perpetua e Saturo gli avrebbero consegnato
i loro memoria1i; se pero la redazione non opera di un testimone
aculare (ved. eommento a 1,2730) questa ipotesi perde la sua plausibilita. Per il problema ved. Campos, p. 381; Braun, Nouvelles ob
seroations, p. 117.
17-8. benedieti diaean;: benedictus e un epiteto di origine biblica,
frequentemente impiegato nel periodo piu antico della latinita cri
sriana, sia per i cristiani in generale sia per delle persone (cfr. 11 ,1
Saturos benedietus) o dei gruppi spedfid: ved. TLL n, col. 1870, r .

xxvn

58 'gg.
18. eostituerunt praemio: si intende eum mi/itibus: si aecordaro
no cioe con i guardiani sulla somma da versare perch il trattamento
fosse piu mite.
19. refrigeraremus: refrigerare e qui ripreodere fiato, ristabilirsh) (ved. sopra commento a ll. 10-1).
20 . de eareere: cioe dal fondo buio della prigione, dalle segrete
(ved. 3,5).

PASSIO PERf>ETUAE ET FEUCITATIS

3, 21 - 4,

21. defee/um: oel senso di confeetus, exhaustus: ved. TLL VI,


col. 327, r. 1 'gg.
21-2 . sollicita .. , filium: preoccupata per il destino di suo figlio,
Perpetua esorta (adloqui ha spesso una sfumatura di esortazione,
d 'incoraggiamemo, di consolazione, ecc.: cfr. TLL 1, col. 1694 , r .
49 sgg.; per confortare ved . commento a 1,4) sua madre e suo fratel
lo (il catecumeno di 2 ,2?) a prendersi cura del bimbo: la loro ansia
per la sorte di Perpetua Ji aveva paralizzati a tal punto che il bimbo
ne risentiva.
25. llSurpavi: per usurpare nel senso di ottenere cfr. Tertullia
no, Seorpiace 12,9 martyrum animae ... candidam elaritatis /lSurpan/, e
de resmrectione mortuomm 51,3 caro et sanguis, usurpastis el eae/um et
regnum Dei in Christo.
28. alieubi: per alicubi nel senso di alicubi alibi cfr. aliquis '"
aHus quis; omnes '" ceteri omnes: ved. Lofstedt, Phlologischer Kom
mentar, p. 174.

4, 1. frater meus: senza dubbio iI catecumeno di 2,2 (ved. 4,10 e


20,10), che probabilmente era stato menzionato a 3,8.
Domina
soror: il termine domina testimonia il rispetto nei confronti della so
rella tanto privilegiata da Dio; cfr. anche il successivo dignatione.
2. dignatione ... tanta : dignatio e qui neI senso di dignitas , la
dignita che viene a Perpetua dalle sue sofferenze per il Signore, e
che le da il diritto, di fare una simile richiesta. Per dignatio , dignita ), cfr. TLL V 1, col. 1133, r. 9 sgg.; dopo tanta va sottinteso
ancora dignatione.
visionem: ved. 1,5; i cristiaru nordafricani del <
terzo secolo cenevano in gran conto le visioni, tanto i piu ortodossi
quanto i montanisti. L'oggetto delle visioni dei fururi martiri era
spesso la morte e la gloria che li attendeva; tali visioru si palesavano
spesso sotto forma di sogno nocturno. Per turto do si veda Cipriano,
de mortalita/e 19 ed Epistulae 39,1,1; Ponzio, Vi/a Cypriani 12,2
sgg.; Passio Marianl et laeobi 6,5 sgg. e 11,3 sgg.; nella nostra Passio
4,1.2 e 10; 7,3; 8,1 e 4; 10,1 e 14; 13,8.
3. passio ... commeatus: paso) come pati, fin dall'inizio della
latinita cristiana especifico per la morte dei martiri (ved. Hoppenbrouwers, p. 50 sgg.). Commeatus a partire dal significato militare di
permesso e eongedo)) sviluppa il senso di sfuggire a un male),
scampare, gu salvarsi la vita: ved. TLL UI, col. 1826, r. 47
'gg.
4. fabulan ... Domino: si noti l'accento familiare del termine fabulan (ved. TLL VII, col. 35, r. 12 sgg. ; altrove la Passio impiega
per la conversazione, /oqu, 13,Il. 8 e 9, e sennocinari, 19,1. 3: ved .
anche Fontaine, p. 88) . Le conversazioni con il Signore sono frequentemente menzionate negli atti dei martiri: Martyrium Polycarpi
2,2; Eusebio di Cesarea, Historia Eeelesiastiea V 1,56 e passim.

4 20

PASSIO PERJ' ETUAE ET FEUCITATIS

4 , 5 - 20
PASSIO PERPETUAE ET FEllCITATIS

5. Crartina die: la perifrasi con dier al fernminile (in aJtri punti


dell~ Parsio, dier e sempre. m.asehil~: v~d. 3,5 e 6; 6,1; 7,1; 8,1; 15,4;
eee:, d~ nota~e ~nehe I elllssl crastmur In 17,1. 6) potrebbe rchiamare
un unplego blblieo: per crastina die nelle traduz!oni della Bibbia ved
.
TLL IV, col. 1106, r. 42 5gg.
. 6. vide?: nelle visioni della Passio numerosi sono gli elementi ehe <
r1vela.no l'mfluss? .deIl'apocalittiea giudeo-eristiana primitiva. Da no.
tare, tn ques~a vlS1o~e, 11 ~ema ~el1a seaJa di Giaeobhe quale <{strada
SCl'etta per il paradlso e il mouvo del serpente - cioe Sataoa _ che
tenta di sbarrare il passo; da rilevare altresl la descrizione del cielo
q~ale immenso giardino e la rappresentazione del Cristo in un uomo
dI al~a stat~r~ e ~ai bi~nc~ ca~~, ~ircond~to.da~a moltitudine degli
elett~. Per.l rlfenmentl agh SC:I~tl glUdeo-cflsttam ved. Danilou, pp.
623, pe!, il conte.nuto della. ~lslOne ved. anche Corsini, p. 496 sgg.;
per ~o .stJ~e na~ra~l~o della ylSlone, fonemente influenzato dalla paratassl blbhca di ongme ebralca (et ... et ... et) ma mirabilmente adattato
alla realta religiosa descritta, ved. Fontaine, p. 92 sgg.
7. aeream: la scala e bronzea e dunque solida, force' essa non consente alcuna possibilid. di sfuggire agli strumenti di to;tura anch'essi
met~ci, che sono fissati ai s.uoi 1ad: tutto cio simboleggia il martirio,
mirae magnitudinis: espressione
che e.dur~, ma conduce al CielO.
favorita dI Perpetua.(ved. 4,4; 10,8), e certo influenzata dalla Hngua
corrence; ved .. per m..trn,s, S?tto questo aspetto, TLL VIII, col. 1070, r.
45 sgg.; magnztudo e nferlto alla lunghezza della seala.
13. dr~co: rappresentazione di Satana, il serpente del Genesi, il
drago dell Apoca/isse.
14. insidi~s praestabat: sostituto volgare di insidiabatur: il deponente, nel Iatmo tardo, tendeva a sparite; il volgare inoItre favoriva
la perifrasi dei verbi. L'impiego di praestare, non dare o !a~ere (ved.
TLL VII 1, col. 1893, r. 24 sgg.), sembra ulteriormente rafforzare il
carattere vo]gare: per praestare ved. Lfstedt, Philologischer Kommenlar, pp . 205-6.
,. 16 . .aedific~v~rat: Satur? aveva dato a Perpetua e ai suoi compagni
IlstruzlOne cristIana. Aedi!tcare e aedi/icatio sono cristianismi per ]'istruone e .la crescita nella .fede: ved. TLL~, col. 927, r. 12 sgg.
18. sustineo te: per sustinere nel senso dI aspettare)) nel latino
tardo: so~rattutt? fra i c:istiani, ved. Blaise, p. 804. A 21,8 viene
descrltto il complmento di questa parte della visione. La scena di Saturo ch.e attende e i?coraggia Perpetua si trova su un antico sarcofago
proveOle~te d~ QUlfltana-Bureba in Spagna e attualmente al museo
areheo!oglco dI Burgos: p~r ~ det.tagli relativi a tale notevole rappre.
sentazlone ved. B. de GalffIer, ln Analecta Bollandiana XCVIII
1980, p. 152.
19-20. me nocebit: la costruzione di nocere con il caso ditereo e
[requeme nellatino tardo: ved. HSz, p. 33.

4 , 2 0, 2 4

42I

20. de sub: la preposizione composta era tipica della Hngua po


polare: Seneca Retore, Controversiae I 3,11, condanna de sub, cio
che ne aetesta la popolarita. Per il fenomeno ved. C. Hamp, Die
zusammengesetzten Pripositionen im Lateinischen, in ALL V, 1888,
pp. 321 5gg. e 361-2.
21. quasi .. . eiecit caput: il serpente, contrariamente al suo
costume, sporge la testa lentamente, quasi controvoglia, perch teme
Perpetua (ved. anche 21 ,10): Sataoa, in effetti, non puo che indietreggiare dinanzi a una martire. Quasi ha un senso vieino al causale:
cfr. 5,1. 11 quasi patero Per eicere equivalente volgare di e/fe1Te, educere, ved. LOfstedt, Philologischer Kommentar, p. 264 sgg.
21 -2. quasi ... illi captil: Perpetua calca il piede sulla resta del
serpente (come a 10,11), reminiscenza del brano del Genesi che parla
del serpente caJpestato (l'antica versione nordafricana ha calcare
contro conterere della Volgata: ved. apparato delle citazioni). La testa e per le come il primo gradino della scala (quasi primum gradum;
il testo greco w~ tl~ 'tov 1t'pw'tO\l ~Cle~OV ~eiA:rQ'a: lm~Tj\la:t rovina iI
senso e non puo essere l'originale: ved. commento a 2,8). Agostino,
Senn. 280,1, ricorda la visione di Perpetua: caput serpel1tis antiqui
quod fuit praecipitium feminae cadenti, gradus !actus est ascendemi, il
capo dell'antico serpente che fu baratro ana eaduta della donna, e
divenuto scaJa per le che sale}). L'idea e che il martirio e una vittoria su Satana: ved. F.]. Dlger, Der Kampf mit dem Agypter in der
Perpetua-Visiono Das Martyrium als Kampf mil dem reufel, in AC IIl,
p. 177 sgg.; J. Danilou, in Dictionnaire de Spiritualit, Arctique et
Mystique. Doctrine et Histoire Ill, Paris 1957, col. 180 sgg.
22-3. spatium .. . horti: da accostare a 11,5; neI nostro passo l'immeoso giardino e il paradiso, cioe il cielo, dove Cristo accoglie i
martiri e dona loro il nutrimento della vita eterna.
23 . hominem canum: allusione ad Apoc. 1,14, dove il Figlio di
Dio e rappresentato con il capo e i capelli bianchi come la lana,
simili a neve (ved. anche 12,3 e Cipriano, de habitu virginum 16). Il
termine canur non evoca necessariamente l' idea della vecehaia: puo
anche essere impiegato genericamente per cose di colore bianeo o di
aspetto che attrae (attestazioni in TLL IlI, col. 296, r. 35 sgg.).
Homo sostituisce vir, in via di estinzione (ma ved. 10,1. 17 e 18,1. 9).
23-4. in habitu pastoris: evocazione di Cristo quale Buon Pastore secondo il Vangelo di Giovanni.
24 . grandem: e lecito pensare alla Lettera agli Ebrei, che chiama
Cristo pastorem magnum ovium? L'aggettivo della lingua parlata
grandis sostituisce nella Passio l'antico magnus ogni volta che prevale
il senso materiale dell'ampiezza: homil1em grandem; grande diastema
0,6); rpatium grande (11,5), ma magna dignatio (4,1); magna virtus
(9,1); magnas luctus (15 ,2); il sostantivo magnitudo mantiene ancora
il senso materiale (ved. 4,4).

<

422

PASSIO PERJ'ETUAE ET FEUCITATIS

4, 24.29

24-5. circumstantes ,_, multa: circumstantes e probabilmente so- <


stantivo (come a 1. 28). La costfuzione non rispetta le regale dassi
che, ma il senso e chiaro: si tratta di una reminiscenza dell'Apocalisse, che parla di una turba magna, ovvero la moItitudine dei martiri,
coloro che hanno attraversato la tribulatio magna, hanno lavato le loro
vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell'Agnello (per dea/bare
della Volgata l'antca versione africana aveva candidare: si veda l'apparato delle citazioni).
26. tegnon: non una paroIa latina modellata su1 greco, ma propeio il termine greco 'tbvov: sulla bocea del Bucn Pastare esso ha
una nota affettuosa che Perpetua, cODoscendo il greco, poteva apprezzare. Si osservera che la presenza di quesra parola greca si spiega
assai meglio in un contesto originale latino che in una traduzione
(ved. commento a 2,8).
26-7. de ... buccello.m: per numerose attestazioni di casewn neutro ved. TLL lII, col. 513, r. 20 sgg. Il costrutto caseum mulgere e
una brachilogia abba~tanza naturale da oves mulgere del paragrafo
precedente. Quel che canta, per Perpetua, e il boccone di formaggio
(buccello. e vocabolo della lingua parlata, diminutivo di bucca e attestato a partire da Marziale: ved . TLL lI, col. 2227, r. 1 sgg.).
27-8. accepi ... manihus: allusione al modo di comunicarsi: cfr. <
Cirillo di Gerusalemme, Catecheseis mystagogicae 5,21; Cipria no,
Epistulae 58,9,2. Il boccone di formaggio simboleggia dunque l'eucaristia; il formaggio richiama il dono dellatte e del miele che, quali
simboli della Tetra Promessa (cioe del cielo), i neobattezzati ricevevano dopo i riti dell' iniziazione che si concIudevano con la comunione (cfr. Tertulliano, de corona 3,3; adversus Marcionem 114,3; Ippolito di Roma, Traditio apostolica 21): taH cerimonie sembrano avere
vivamente impressionato la neobattezzata (3,5) Perpetua. La Passio
presenta peraltro ulteriori reminiscenze liturgiche (ved. 10,ll. 32-3;
12,11. 5 e 13, e note di commento). Per la liturgia ai tempi di Tertulliano, in riferimento alla Passio, ved. E. Dekkers, Tertullianur en
de geschiedenis der liturgie, Brusse1-Amsterdam 1947, pp. 42 sgg. e
59 sgg.
28. manducavi: manducare, nel senso di mangiare, compare
neI primo secolo d.C. e diviene popolare soprattutto fra cristiani,
per influenza delle traduzioni bibliehe (ved. TLL VIII, col. 273, r. 5
sgg.); commanducare (a ll. 29-30) e equivalente (ved. TLL III, col.
1819, r. 62 sgg.).
28-9. universi ... "Amen": il rito della comunione si concludeva
con l'Amen del comunicando (cfr. Cirillo di Gerusalemme e Ippolito
di Roma, citati a nota 27-8; Ambrogio, de sacramentis 4,25): qu sono
circumstantes candidati a pronunciare questo Amen, sicura reminiscenza dell'Amen della turba magna dell' Apocalisse (ved. par. 8). Nella
visione, comunione e ingresso in cielo sono ntimamente Iegate.

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATlS

4, 29' 5. 9

29. experta: la tradizione manoscritta della Pauto (ved. anche ~


7,1. 20; 8,1. 9; 10,1. 34; 13,1. 17) invita a scegliere experta nel senso di
experrecta; il TLL (V 2, col. 1649, r. 55 sgg.) non conosce ques~a forma del participio di expergisci se non per illatino volgare, a partlre daI
quarto secolo d.C.: aguanto sembra bisognera, farla risalire all'inizio
del terzo' per la forma expergitus, del resto, ved. 20,1. 17.
31-2. 'coepimus ... habere: Perpetua, certa che la sua morte e prossima, considera il mondo, saeculum, come cosa passata; ella comunica
a suo fratello, catecumeno (4,1), e, percio, potenziale vttima della persecuzione, la medesima condizione spirituale.

5, 1. lit audiremm: in luogo dell'accusativo con I'infinito, che Perpetua impiega ancora regolarmente (3~5; 4,2 e .1~; 7,~ e 9; 8,4; 1.0,5 e
11; ece.), abbiamo qui una costruzlone analitlca dI carattere fmale,
improntata all'idea di una cosa che sta per/deve compiersi.
2 . de civitate: probabilmente da Cartagine (ved. commento a
2,1), dal centro della citra (per l'ubicazione del carcere ved. commento a 3,13-4).
3. ascendit .. ' deiceret: l'accostamento dei due verb cela un gioco
di parole ascel1dere sia perch la prigione si trovava in alto (ved. 3J5~J
sia con la sfumatura biblica di (montare all'attacco) : arcendere In
proelium, ascemiere ad / contra / adversus aliquem (attestazioni dei passi
biblici in TLL lI, col. 755 1 r. 2 sgg.); deicere, nel suo impiego cristiano, conserva traccia del suo senso primario, (abbattere, atterrare);
ma ved. anche commento a 3,2-3.
4. canis meis: il dativo retto da misereri, in luogo del genitivo
classico si trova tre volte sulla bocca del padre (ved. anche miserere
patri, che segue; e 6,11. 6-7 miserere infantt1; per questa costruzione,
che ha un sentore decisameme cristiano, ved. Lofstedt, Syntactica
1, p . 202 sgg. E incerto se il padre usasse veramente il dativo o se
Perpetua abbia inconsciamente crstianizzato il linguaggio del padre
pagano.
6. omnibus ... tuir: e un'esagerazione (ved. 2,2) da imputarsi all'agitazione del padre. Gli stralci di conversazione riportati da Perpetua
nei capp. 3,5 e 6, unitamente alla descrizione delle circostanze esteriori (ved. anche 9,2) e alle osservazioni personali della martire, traeciano un rittatto assai vivido dell' infeliee padre.
8. materteram: la sorella della madre viveva probabilmente
nell'ambito della famiglia.
9. extermines: exterminare nel senso di distruggere), ( far perire ,
appartiene decisamente al latino volgare ed e d'impiego pres~och
esclusivamente cristiano (ved . TLL V 2, col. 2015. r. 48 sgg.). GIrolamo ne condanna ruso in quesca accezione, pur riconoscendola frequente tra i cristiani: ved. in Matthaeum 6,16, e il commento di G.
Meershoek, Le Latin biblique d'apres raint ]rome, in LCP XX, Nijme-

PASSlO PERPETUAE ET FEUCITATIS

5, 9 - 6, 4

gen-Utrecht 1966, p. 53 sgg. Perpetua ha nuevamente cristianizzato


illinguaggio di suo padre?
910. nemo ... passa: la condanna di Perpetua rischia di esporre la
famiglia - famiglia di una cerca distinzione - al disonore e ai sosperti
(ved. anche commento a 2,5); d'ora in avanri, per prevenire beffe o
addirittura accuse, dascuna paroIa dovra essere soppesata. L'espressione a/iquid pati e un eufemismo per designare la morte: il TLL non
conosce I'impiego eufemstico di a/iquid se non in un contesto erotico
(ved. TLL 1, col. 1615 , r. 59 sgg.); si tratta dunque di un grecismo
(lav :lt:ax!l~ 'tl, lv 'tl aOl at>.t~f: quest'uItima espressione e nella versione greca), che pero non consente di postulare la priorita del testo
greco.
11. quasi: il termine (ved. anche 4,1. 21; 7,1. 18; 10,1. 27 e 15,1.
8) non esprime solo una soroiglianza, roa a partre da SeDeca anche una causalita o l'affermazione di uno stato (ved. HSz, p.
675).
pro: in senso causale: ved. anche commento a 3,2.
13. dominam: il padre rovesda il suo ruolo di padrone della figlia, facend.osene schiavo, onorandola del baciamano, ge[ta~do~i ai
suoi piedi. E stato supposto che tutta la sequenza delle effuslODl del
padre (con le subordinate con si e i tre imperativi aspice, che precedono) sia isprata allo seile delle formule di preghiera pagane, dove domina si usa come epteto di una dea: ved. J. den Boeft - J. Bremmer,
Notiuncu/ae martyr%gicae n, Vigiliae Christianae XXXVI 1982,
p. 387 S&8.; non credo pero che Perpetua abbia inteso domina in questo senso, per le ripugnante (si confronti la sua reazione a 18,4-6).
14-5 . so/m ... meo: esagerazione di Perpetua (a 3,8 la famiglia e
disperata; non tutti erano cristiani, del resto: ved. commento a 2,5),
causata forse daU'accanimento del padre in confronto all'apparente
rassegnazione degli altri membri della famiglia,
15. confortavi: ved. commento a 1,4.
156. i/Ia catasta: il palco elevato dove si svolgera il processo:
ved. 6,2.
16-7. nos ... Dei: l'uomo non e autonomo, ma deve obbedire alla
volonta di Dio.
6, 1. Alio die: probabilmente, sulla base di rnmor (5,1), l'indomani:
cfr. Ponzio, Vita Cypriani 15,5 Cyprianum una nocte continuit custodia
de/icata ... ; 16,1 inluxit ... dies a/ius; altre attestazioni in TLL V 1, col.
1034 , rr. 83-4.
2. ad fornm: illorum di Cartagine: ved. anche commento a 2,1 e
5,2.
4. catastam: ved. 5,6. La catasta di norma aveva un solo gradino:
l'eccezione e menzionata nella Passio Mariani et Iacobi 6,7 catasta ...
conlessi
non uno .. . ascendibi/is gradu sed mu/tis ordinata gradibus.
sunt: affermavano di essere cristiani : ved. 6,4 Christiana es? ...

PASSIO PERPETUAE ET FEllCITATIS

<

6, 4 -

r6

Christiana sumo Per i cristiani il termine confiteri era crconfuso di


un'aura di santica: erano fieri della confessio nominis dinanzi al magi.
strato pagano.
.
..
6. Supp/ica: per supplicare nel senso dI sacriftcare (cfr. 6,3 fae
sacrum pro salute imperatorum) ved. Acta Sci/itanorum 3.
6-7. inlanti: per il dativo ved. commento a 5,4.
.. .
78 . Hi/arianlls ... acceperat: I'osservazione sullo ius gladu ncevuto <
dal procuratore, che faceva le ved del proc~nsole , ~ pe;tinente: la giurisdizione in materia criminale era prerogauva ordinana del praconsole e non poteva essere conferita a un procuratore se non grazie a un
m~ndato speciale dell'imperatore. L'Hilarianus menzionato qui e probabilmente lo stesso Hilarianus ricordato col titolo piu generico di
praeses da Tertulliano, ad Scapu/am 3,1; su di h~i , ,c?m7 s~ d:funto
proconsole Minucius Timinianus, mancano uItenon mdlcazlOru (ved.
M. Pluss, in PW X 2, col1. 1844-5; PIR IV, p. 89). La pen.capitale ch~
lo ius gladii permetteva al magjstra~o di inf1ig.ger~ poteva .esse~e solo, la
dove si trattasse di dttadini ramaOl, la decapltazIone; qUl abblamo una
condanna ad bestias (ved. par. 6). Forse Perpetua non era cittadina romana? Sembra difficile ammetterIo, viste le informazioni di 2,1: fors~
Hilarianus non s curava troppo delle disposizioni legali (sotto Setttmio Severo l'arnministrazione tendeva a essere piu sbrigativa che scrupolosa). Per i prablemi sollevati da questo p~ragrafo :,ed .
Hirsc~
feld Die kaiserliehen Ve1Waltun&fbeamten blS aul Dlok/etial1, Berlm
1963), p. 385 sgg.; H.G. Pflaum, Les proc~rateurs ~qu.es!,es so~s le hautempire romain, Paris 1950, p. 120 sgg. Diversa 1 oplDlone dI P. Garney The criminal ;urisdiction 01 govemors, The Journal of Roman
Studies LVIII 1968, p. 51 sgg.; ved .nche Lanata, pp. 160-l.
9-10. Fac .. . imperatorum: per questo sacrificio ved. anche Acta
Sci/itanornm 3. Va ricordato che, agli occhi dei magistrati, reUgione
tradizionale e patriottisme erano ntimamente legati (ved. la conclusione di T.D. Barnes, Legis/atiol1 against the Christians, TheJournal of
Roman Studies) LVIII 1968, p. 50). Abbiamo un plurale, imperatomm, perch il figlio maggiore dell'mperatore Set~imio Se~ero, Caracalla, era stato proclamato nel 197 ~mp~rato: ~e~tinatus e hgurava a.ccanto a suo padre nelle pubblicazlom uffIclah: ved. M. Fluss, ln
PWZR II 2, coL 1968 (il fratello minore Geta portava il titolo di Caesar: ved. commento a 16,10).
12-3. deiciendam: ved. 3,11. 2-3 e 5,1. 3, e nota di commento.
15 . pro ... misera: anche a 9,3. Per }' accezione causale di pro ved.
commento a 3,2.
15-6. nos .. . bestias: pronuntiare e damnare qui sono sinonimi e sottolineano la prolissita dello stile narrativo. L'espressone pr?ntmtiare
ad bestias e attestata in Tertulliano, Apol. 46,4 e de reSU"ectlOne mortuornm 16,4. Per la legittimica della condanna ad bestias ved. sopra
commento a ll. 7-8.

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

6,

l'ASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

16 -7, 7

16. hilares: al momento della condanna, all'avvicnarsi della morte, il sentimento provato dal martire e la gioia: ved. 18,1 e Ponzio,
Vito Cypriani 15,2; Passio Montani et Lucii 13,2; Acta Maximiliani
3,3.
descendimus: descendere si dice della diseesa nella segreta
ubicara probabilmente sottoterra (ved. anche commento a 3,13-4). '
17-8. quia ... manere: ved. commento a 3,16-7.
19. Pomponium: ved. commento a 3,17.
21. feroorem: il termine indica il calore e il dolare che provengone: dino da un'infiarnmazione: ved. TLL VI, col. 601, r. 1 sgg.
pende, per il senso, da Deus voluit.

7, 1. oramus: orare e oratio sano termini impiegati fin dagli esordi della latinira. cristiana a designare la preghiera (ved. LOfstedt, Phi/%giseher Kommentor, p. 39 sgg.); la situazione fa pensare a una preghiera
silenziosa.
4. commemorata ... eius: cams egenitivo; commemorari nel senso di
meminisse e di impiego esclusivamente cristiano, attestato soprattuao
nelle antiche traduzioni bibliche: ved. TLL lII, col. 1835, r . 17 sgg.
4-5. cognovi .. . debere: nel fatto che, durante la preghiera, si sia
improvvisamente ricordara del fcarello minore Dinocrate, morto oramai da anni, Perpetua riconosce l'opera dello Spirito, il quale le fa
sapere che deve includere nella preghiera anche il fratello, perch
stata giudicata degna di pregare per lu. Statim va probabilmente legato a cognovi; debere dipende da dignam (dignam petere debere equivale a
dignam ut peteremj pet sfumature pleonastiche di debere ved . HSz , p.
348). Et pro eo e equivalente a etiam pro eo (per et nel senso di etiam
cfr. 6,2 e 10,6: et ad me); per il valore di dignus si puo confrontare
dignatio a 4,1.
7-10. Continuo ... habuit: la preghiera e immediatarnente esaudita:
la notte stessa viene accordata a Perpetua una visione in forma di 50gno (ved. 4,1).
7-21. Dinocraten ... eius: accostando 7,4-8 e 8,1 si apprezzano le <
due fasi della liberazione di Dinocrate. Dapprima l'uscita da una zona tenebrosa e l'arrivo in un altro luogo: ma la sua condizione non
migliora, perch non puo bere alla vasca delIe aeque saIutari. Poi la
riabilitazione completa: la vasca non nega piu le sue acque. Restano
pero dei punt oscuri: la causa dell'infelicita escatologica di Dinocrate
(peccato O morte prematura?), la sostanza della felicita ottenuta (felicita provvisoria nell'attesa della parusia o felicita definitiva in cielo?) .
Le idee di Perpetua sulla condizione dei trapassati e sull'origine delle
loro sofferenze sembrano presentare ancora tracee di credenze popoIari pagane, ma - tratto cristiano - ella e convinta delI'efficacia della
preghiera di intercessione a favore dei defund, efficacia suprema sulla
bocca d'un fururo martire. Tentativi d'interpretazione della visione
in A. de Waal, Der teidende Dinokrates il1 der Viston der heil. Perpetua,

7, 7 - 15

4'7

Romische Quartalschrift ft christliche Altertumskunde und Kitchengeschichte XVII 1903, p . 339 sgg.j Dolger, Antike Para/Jeten,
p. 16 sgg.; Fin, p. 172 sgg.; Corsini, p. 499 sgg.
9-10. sordido ... acie: la congettura cu/tu per vu/tu (ved.
apparato critico) e sostenuta dalla versione greca (la9T'tCX tXO\l'tCX pu1tcxpv: ved. van Beek, p. 21) e dall'opposizione a bene vest/um di
8 1.3 ma a mio avviso si scontra con l'unanimid della tradizione
~;n~scri~ta latina. Nel ~ostro passo, d'altronde, non sembrano esservi riferimenti agli abiti ma aIl'aspetto di Dinocrate: l'opposizione
va intesa con mundo corpore di 8,11. 2-3. NelIa Passio, vultus designa
piuttosro l'aspetto) in generale che il viso propriamenre detto:
ved . l2,l. 7 e 18,11. 2 e 4 per vultus come aspetto; 7,11. 10 e 12; 9,1.
7; 10,U. 26 e 29-30; 12,1. 12; 16,1. 9 e 17,1. 8 per facies viso, faccia. Il significato di aspetto)) per 1m/tus e in Virgilio, Aen. V 848
salis placidi vu/tum, e in Ovidio, Met. I 6 naturae vultus.
11. rater ... cama/is: carnalis per distinguerlo da un fratello nella
fede.
12. cancerata: cancerare e caneeratus si trovano nella letteratura
medica a proposito di suppurazioni che corrodono la carne: ved. TLL
JIl, col. 231, r. 81 sgg.
U. Pro hoc: hoc e maschile, ved. al par. 10 jeci pro i/lo orationem.
14. diastema: congettura (ved. apparato critico) di elevatissima
probabilita, ma non per questo l'impiego di tale prestito greco risulta
meno enigmatico. Le sue attestazioni in TLL V, col. 954, r . 72 sgg.,
presentano il vocabolo non gia quale termine della Hngua parlata,
bensl appartenente a gerghi tecnici: quel10 degli agrimensori, degli
astronomi, de rnusicisti, ecc. In questa scena extraterrestre Perpetua
impiega forse un termine astronomico? Per quanto attiene a diversi
presdti greci della Passio (machaera, agon, ala, stadium, horoma, ex/asis, agape, psal!ere, ecc.), essi non sono hapax !egomena, bensl vocaboli
dalla debita attestazione nei vari campi dell'esperienza: la vita milita
re, il circo, la palestra, la vira cristiana, ecc.: ved . Reichmann, pp.
116-7 (vedi anche 3,1.8). Per questa scena gli editori rimandano a Ev.
Luc. 16,26 (su! mendico Lazzaro e l'avaro), ma n il testo greco n le
traduzioni latine conosciute (ved. VL]l, Ev. Luc., p. 190) hanno qui
diastema. Del resto, che la relazione tra mondo terrestre e aldila sia
rappresentata quale distanza e troppo naturale per essere necessariamente suggerito dalla scena evangelica.
15 . ad invicem: per l'idea d reciprocid espressa con invieem, con
o senza pronome riflessivo e con o senza preposizione, che si diHonde
a pardre dal primo secolo d.C. soprattutto nei testi ctistiani, ved. Ph.
Thielmann, in ALL VII [1892], p. 362 sgg. Nella Passio tale impiego
efrequente: 10,ll. 24-5 accessimus ad invicem; 9,1. 4 ut invicem refrigeraremus (ved. commento); 13,1. 11 dimitti/e vobis invicem; analogamente in 20,1. 2J e 21,1. 18.

PASSJO PERPETUAE ET FEUCITATIS

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

7, 18 - 24

18. quasi bibiturus: indica l'intenone di Dinocrate: ved. anche


commento a 5,11.
18-20. quod ... esset: nella Passio la subordinata con qllod presenta normalmente il congiuntivo dopo i verba afiectuum (ved. 5,6;
7,1; 10,5; 18,9); a fianco del congiuntivo bihitllnJs esset si trova qui
l'indicativo habebat perch, quanto al senso, habebat non dpende da
dolebam, trovandosi nvece subordinato a bibitllf'US non esset.
20. experta: ved. apparato critico e commento a 4,29.
22. orabam .. . transivimus: efr. 8,1 e commento. Gia la prima
notte passata nel nuovo carcere Perpetua ha una visione che le rivela
come le sue preghiere siano stare esaudite.
22-3. in .. . castrensem: nuovo trasferimento dei martiri (ved.
3,1 e 5). Secando alcuni studiosi, Cartagipe, come Roma, oltre airanfiteatro dttadino aveva anche un amphitheatrum castrense all'interno
del complesso degli acquartieramenti militari e prossimo, dunque, al
carcer castrensis qui menzionato; e in tale anfiteatro che Perpetua
avrebbe trovato la morte insieme ai suoi compagni (efr. Audollent,

p. 303 nt. 3; H. Leclerq, Carthage, in DACL JI 2, col. 2280). Altri


studiosi non condividono l'idea che esistesse un amphitheatrum castrense; per loro gu acquartieramenti militari dei quali faceva parte il
career dovevano trovarsi vidno all'anfiteatro della dua, destinato a
essere illuogo della morte di Perpetua e dei suoi (cfr. Lopuszanski,
pp. 39-40; P. Franchi de' Cavalieri, Note agiograjiehe, [Studi e Te-

sti" LXV), Citta del Vaticano 1935, p. 360 nt. 3).


23. mllnere ... eastrensi: si tratta di giochi nell'amphitheatrum ea
strense oppure di giochi neU'anfiteatro cittadino in occasione di una
festa della guarnigione, ad es. in occasone di un anniversario nella
casa mperiale.
eramus pugnaturi: pugnare viene sovente impiega-

to per il martirio (ved. 10,1.6 e 14; 16,3; 18,3). Sia illinguaggio dei
giochi del circo sia la terminoIogia agonstica del Nuovo Testamento

(cfr. 1 Ep. Coro 9,26; 15,32; 2 Ep. Tim. 4,7) favorivano l'impiego del
termine; i manir intendevano tale combattmento come una lotta
per Cristo contro Satana.
24. natale. Caesaris: cfr. 16,3 natali eiusdem (sottinteso Caesa- <
ris) pugnaturis. Natale e probabilmente compleanno. Geta, figlio
caderto di Settimio Severo (ved. anche commento a 6,9-10, e
16,10), nacque nel189 e fu proclamaro Caesar ne1198; dopo la mor
te del padre, nel 211, regno con il fratello Caracalla, ma in capo a
pochi mesi questi ne provoco la morte. Per i calcoli che stabiliscono
l'anniversario della nascita di Geta all'inizio del mese di marzo, e
che vengono in tal modo a coincidere con i dati dei martirologi e
delle cronache - secondo i quali Perpetua morl il 7 marzo 203 - ved.
T. Barnes, Pre-Decian Aeta Martyrnm, The 10umal of Theological
Studies n.s. XIX 1968, p. 522 sgg.; per le testimonianze dei martirolog e delle cronache ved. van Beek, pp. 162*-.3 *. Contro l'opinio.

7, 24 - 8, 6

ne di Barnes, J. Coun intende il natale di Geta come il giorno della


sua designazione quale Caesar; aquesto riguardo occorre osservare
che spesso i cristiani venivano martirizzaci in occasione di feste delI'impero: ved. 1. Colin, Les jours de suppuce des martyrs chrtiens
et les ftes impriales , in Mlal1ges d'archologie et d'histoire offerts
Andr Piganiol In, Paris 1966, p. 1565 sgg. Sorprende, nel nostro
testo, l'avverbio tune: questa breve frase su Geta sembrerebbe essere di mano del redattore, che conosceva le paroJe di Perpetua riportate a 16,3 (un problema analogo si pone a 11,9).
25. mihi donaretur: per l'espressione donare aliquem alicui oel
senso di prendere provvedimenti di clemenza o di rigore nei confronti di qualcuno (aliqllem) per far piacere a terzi (alictll)>>, efr.
Seneca, Clem. n 6,2 donabit lacrimis matemis filium; Lampridio,
Commodus 7,1 plebi ad poenam donatus est Cleander; Tertulliano,
adversus Marcionem II 26,4 Moysi ... donatus est populus (su istanza
di Mose Dio risparmia il suo popolo); Agostino, de natura et origine
animae 1, 12 (riferendosi al nostro passo) Dinocrates ... sororis preci-

bus donatus.
8, 1. Die ... mansimus: dies indica l'intero arco del giorno, comprendendo la notee: Perpetua ha la sua visione la prima notte dopo il
trasferimento nel earcer castrensis (ved. 7,9). In questa prigione il
trattamento, almeno all' inizio (per la mitigazione post pallcos dies
ved. 9,1), era severo; i prigionieri erano tenuti in ceppi (nerous) anche la notte. Fridh, p. 53, da a nerolls il senso di segreta), la parte
piu interna della prigione menzionata a 3,5; l'interpretazione mi
sembra discutibile, essendo assodato che i prigionieri sono stati trasferiti nel carcer castrens;s.
ostemum est: la visione in forma di
sogno notturno (efr. 8,4 experta s1lm e il commento a 4,2).
27 . et Dil10eraten .. . et ... et: per lo stile narrativo della visione,

ved. 4,3 .
3. refrigerantem: nel senso materiale di sano ), guarito ): ved .
commento a 3,10-1.
6. trahebat: il testo dubbio (ved. apparato critico); per il senso <
dei pare. 2 e 3 seguiamo Lazzati, Note ctitiche, p. 31 sgg. (con un
riovio a Passio Mariani et Iaeobi 6,13 sg., imitazione manifesta di
Perpetua): l'acqua sgorga incessantemente dalla vasca, senza mai traboceare; su! margine della va sca vi una coppa d'oro, ricolma di
acqua della vasca; tanto nella vasca che nella coppa questa acqua
salvifica non si esaurisce mai, procurando a Dinocrate un eterno
benessere. Se non si vuole ricorrere a una congettura, la lezione aqua
.. . trahebat, per quanto debolmente attestata nella tradizione manoscritta, sembra potersi difendere: un trahere intransitivo, oel senso
di scorrere), si trova nelle antiche versioni di brani biblici; cos1
neU'antica traduzione latina, di provenienza africana, delle Epistolae

43 0

PASSlO PERPETUAE ET FEUCITATIS

8, 6 9 ,

PASSIO PERPETUAE ET F ELICITATIS

Barbarae, abbiamo a 11,10 (= Ezech. 47,1) fumen trahens a dextra ;


cfr. anche 11,6 (= Pr. l,3) iuxto traciu! aquarum. Ved. J.M. Heee,
Die vrnio latina des Barnabasbriefes und ihr Verhiiltnis tur a/tlateinj.
sehen Bibel, Freiburg im Breisgau 1908, p. 66 sgg.; ved. anche Da
nilou, pp. 26 e 54-5.
89. aceessit
ludere: oceessit e qui prossimo al significara di
coepit (ved. Reichmann, p. 118). De ha valore strumentale , come a
12,1. 11; 20,1. 3; 21,1. 6.
10. transla/um ... ene: per trans/etTe oel senso di portar via .
allontanare , liberare , cfr. Volgata, 2 Sam.12,13 Dominus
transtulit peccatttm tUllm ; Sapo 4,10 Henoch
vivens inter peccatores
translatus est; 15. 24,11 deserta es! omnis laetitia; tramlotum est gau
dium terrae; cfr. transire, andarsene, <~morire (ved. L6fstedt,
Philologischer Kommentar, p. 274). In quesri composti con !rans neI
o

senso dell'italiano via, graditi ai cristiani, si avverte un sentore

biblico.
9, 1-2. miles .'. carceris: il careere era militare (7,9) e il personale
apparteneva dunque alla guarnigione. Il comandante era un ufficiale
(/ribunus, ved. 16,2 e 4) e la sorveglianza era esercitata da un sottuf
fciale, miles optio, nominato op/io carceris a 16,4. II titolo optio caro
cens si ritrova nelle iscrizioni, a fianco di optio custodiarnm (ved.

TLL IX 2, coL 823, r. 68 sgg_, e coL 824, r. 29).


2. qui nos: tutti i manoscritti hanno qui, la cui soppressione da

parte degli editori (ved. apparato critico) e soggetta a dubbio; si puo


ammettere un anacoluto, originato dalla lunghezza del soggetto
grammaticale della frase, che consiste in un nome proprio con due
subordinate relative.
magnificare: qui e a 21,1. 28 mantiene il
senso tradizionale di onorare, venerare , teoere in pregio;
'accezione di Jodare , glorificare, tipica della Jatinita cristiana,
non sembra pertinente. Tale comportamento di Pudente si risolvera
nella conversione (ved. 16,4). Per il motivo del carceriere convertito
si confronteranno Act. Ap. 16,23-4 e il martirio di Basilide, camefi
ce di Potamieoa, poi martirizzato egli stesso (ved. Musurillo, p. 132

sgg.).
2-3. magnam virtutem: virtus, qui prossimo al senso di virtus,
miracolo, designa l' operazione straordinaria di Dio, che si mani
festa nella loro condotta.
4. invicem refrigeraremus: il passo 16,3-4, ripetizione del nostro
brano con alcune aggiunte di detraglio, indica che refrigerare (ved.
anche commento a 3,10-1) ha qol il senso di mangiare, <dare un
buon pasto; ne consegue che invicem (ved. commento a 7,15) sta
qu, oIcre che per il pronome, per la preposizione cum: gli un con
gli altri, <<1nsieme. La versione greca ha 8~a: 'tW\I t1tIXAAi)Aw\I '7tlXplX
..ua~w\l lta;PTlOptto9IXl (van Beek, p. 25), perch fossimo incoraggiati

9. 4 - 10,

43'

gli uni dagli altri (ved. Robert, p. 257 nt . 109): i1 testo greco deve
essere giudicato inferiore a quello latino.
5. dies mtmeris: ved. 7,1. 23 , e nota di commento.
7. inproperare: inproperare, (biasimare, e termine del latino par
lato, che per la prima volta compare sulla bocea di Trmalcione in
Petronio, 38,11, e si moltiplica presso i cristiani per influsso delle
traduzioni bibliche. Analoga sorte per il sostantivo inproperium: ved.

TLL VII 1, col. 695 sgg.


8. crea/uram: creatura come <cinsieme degli essere creati, mon
do: il termine, di cooio probabilmente cristiano, appare fin daU'o
rigine della latinita cristiana; ved. le osservazioni di Braun, p. 370

sgg.
8-9. Ego ... eius: cfr. 6,5.

10, 1. pugnaremus: ved. commento a 7,23.


horomate: Perpetua,
forse per evitare la sgradevole sequenza video in visione (visio e il ter
mine usuale, ved. 1,1l. 17-8; 4,1. 2; 11,1. 1; 14,1.1), impega i1 prestito
greco horoma (da oP.L<X con assimilazione d a ad o), attestato come
biblismo da Agostino, contra FaNstum 31,3 (in CSEL XXV, p. 759;
ved. apparato critico) e reperibile piu tard nei glossari (TLL VI 3,
col. 2964 , r . 56 sgg.). Per Perpetua bisognera pensare all ' influsso di
uo'antica traduzione b.iblica (ved. anche commento 7,14, a proposito
di diastema).
2. venisse: Robert, p. 228 sgg., scorge in questa visione un rifles <
so delle feste pagane dei Pythia, provenienti dal santuario greco di
Delfi e di recente istituzione a Cartagine; vi sano senz'altro incertezze di dettaglio: ved. avanti, commento a ll. 212.
Pomponium:
ved. commento a 3,17. In questa visione la sua figura assume dei trato
ti speciali, quelli di un angelo o piuttosto del Cristo stesso: la descri
zione della figura di Pomponio (par. 2) e quella della figura di Cristo
(par. 8) sono affini; il comportamento di Pomponio ai parro34 (invito
e scorta all'arena, promessa di soccorso) riflerte l'azione di Cristo nei
confronti dei suoi martid; ved. anche Corsini, p. 505 sgg.
3. Et ... et ... : per lo stile, ved. commento a 4,6.
4. discincta candida: vestire una discincta (sottinteso tunica), cioe
una tuoica senza cintura (ved. anche 20,1. 6), non era cosa anormale
in Afrca (cfr. Franchi, p. 64); la parola importante e candida, che
segnala }'eleganza dell'indumento.
multiplices gal/iculas: cfr.
par. 8 gal/iculas multiformes. Anche le calzature sono alquanto ri
cercate; per gallicula o callicula, ( sandalo, ved. TLL VI 2, co1.
1681, r. 39 sgg. Gli aggettiv multiplex e mullilormis potrebbero
designare iI complesso gioco d'inrreccio fra le corregge di questi
sandali cos1 preziosi.
6. coepimus ire: perifrasi che rimpiazza il perfetto incoativo; analo
gamente a 1. 33 coepi ire; e 11,1. 3 coepimus ferri; ecc.

43 2

PASSlO PERPETUAE ET FEUClTATIS

ID, 9' 15

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

9. conlaboro tecum: co,laborare e termine esclusivamente cri


stiano (TLL HI, col. 1574, r. 56 sgg.); e uno di quei voc.a~oli ch.:.
pur senza essere s trett~mente religiosi., devano la loro ongme aUIdeologia cristiana (molu sono compostl con cum;: congaudere, cooperator, compassio, consepelire: ved . Mohrmann, Eludes lI. pp. 238-9;
IlI, p. 61).
.
I h
10. adtonitum: odtanitu! in un contesto dI spettaco o a spe~s.o
un senso attenuato (forte a 17,3): ved. Apuleo, Met. X 35, 1 /amtlro
voluptuario spectaculo adtonita; Terculliano. de spectaculis 25,1 ad
tonjtu! in mimos' eee. (ved. TLL lI, col. 1157, r. 40 5gg.) . 11 greco
aTto~).TtoV't(X a/f8pa e privo del sapore idiamatico deU' adtanitu! lao"

tino.

12 . exivit: migliore del greco 1j9tv, Viene a extre, r.equente In


un contesto di lotta: exire ad bellum, ad pugnam, contra altque'!l' ec~.
(ved. TLL V 2, col. 1355, r; 70 sgg:) . Nel par. 8, per ~st~nslOne, il

verbo viene impiegato per 1apparlZlOne dellamst~ , .cloe 1~le~atore


dei gladiatori.
quidam ... Aegyptius: q~esto ~~lzlano e il dlavolo <
(ved. par. 14), dentico al serpente della prIma vl~lOne (4,4 sgg.). Da
notare anche che il calcavi illi caput del par. 11 rlp:ende alla ~ette~a
l'espressione di 4,7, mprontata a Gen. 3,15 a desIgnare la .~lttona
su Satana. Nella letteratura paleocristiana Satana appare plU ~olt~
nelle sembianze di un egiziana, e cioe di Faraone che persegUlta . il
popolo di Dio; ha spesso un colorito scur~, nerastro; !o~dm specl~,
dice Perpetua, che riconosce il suo ~vversar,~o co~~ e~lZlano per il
SUD aspetto ripugnante. Per il m~~lvo de~ ldenuflcazl0ne del ~urp~
egiziano con Satana ved . F.]. Dol~er, ? ,e Son~e der Gerech~!-k~lt
tmd der Schwarze. Eine re/igionsgeschlchthche Studte zum Taufge/obms,
Mnster i. W . 1918, p. 51 sgg.; ved . anch~ comme.nto a 4,21: 2.
12.3. cum ... suis: questi adiutores sono 1 demoru subalterru che
aiutano Satana nelle sue imprese contro i fedeli.
13-4. adolescentes ... mei: gU aiutanti e i difensori di Perpetua, <
attraenti d'aspetto, sono angeU.
. .
14.5 . expoliata " . masculus: per poter lottare ?el. pancrazlo, eser: <
cizio maschile, Perpetua, spogliata delle su~ vest~, 51 vede mutata ?l
sesso. Per spiegare questo mutamento, a m~a aVVlSO non e ne~essano
ricorrere allogion 118, d'ispirazione encratlta, del Vangelo di :~m~
so: Ciascuna donna che diverra mascruo entrera n~l re~no de~ clelt
{ved. G. Quispel African Christianity before Mmuclus Fe~ and
Tertullian , in Actus. Studies in Honour of H.L. W. Nelson (edaed by
J. den Boeft and A.H.M. Ke.ssels), Urrecht 1982, pp. 257335; ~ed .
pp. 303-4). Altre interpretazlOn1 m S. Poque, Le ~n~age symboltq~e
dans la prdication d'Augustin d'Hippone. Images herol,!ues I-II,. Par~
1984: 1, p. 82, n, p. 62*. La lotta e una lotta ~I pancrazlO, di
pugilato a mani nude (cfr. parro 103; ,,:ed. Poque, Ctt.~ 1, ~p .. 82.3.),
ma ha anche gli elementi di un combattlmento tra gladlaton: il lams

10,

I5 26

433

ta di par. 8; il diritto di \lccidere con il gladio dopo la vinoria (par.


9); la porta Sanavivaria (par. 13). Robert, pp. 254-5 , forza il senso
del brano negandogli qualunque elemento gladiatorio.
15 . favisores : ved . anche par. 12; e sinonimo del fautores di par.

6: ved. TLL VII, col. 382, r. 18 sgg.


15-7. oleo ... volutantem: frizionarsi d 'olio (per il contenuto simbolico del gesto ved. Agostino, Tractatus in Evangelium l ohannis 33,3
ideo autem nos unxit Detls quia luctatores contra diabolum fecit) e
rotolarsi nelia polvere (afa o haphe, dal greco qf, termine tecnico
della palestra: ved. TLL VI 3, col. 2524, r. 77 sgg.; ved. anche a
7,6) sono i normali preparativi alla lotta (ved. Franchi, p . 61 ne. 2):
ma per Perpetua l'egizia no che si rotola nelia polvere e probabilmente anche il serpente del Genesi, condannato a strisciare sul suo ventre e a mangiare la polvere (ved . Corsini, p. 534).
17-8. mirae magnitudinis: ved. 4,1. 7.
1920. discinctatus
habens: l'uomo porta un abto senza cin
tura (ved. par. 2), tinto di parpora e ornato, ai lati del petta, da due
bande verticali (clavi); sia la porpora sia le bande sano segni di disrinzione (ved. A. Hula, in PW IV 1, col. 6 sgg.).
20. galliculas multifomJes: ved. par. 2. Tanto l'alta statura quan- <
to il sontuoso abbigliamento qualifcano il personaggia: e il Cristo
(ved. sopra commento a 1. 2), che presiede al combattirnento e assegna al vincitore i1 premio della victoria; cfr. Cipriano, Epistulae 58,
8,1 (sul martirio): ecce agon sublimis et magnus ... ; proeliantes nos ".
spectat Deus, spectant angeli eim, spectat et Christus; quanta est gloriae
dignitas ... praeside Deo congredi et Christo iudice coronari.
21-2. ferens ... aurea: iI lanista era I'allenatore in capo dei gla- <
diatori, suo attcibuto era una bacchetta (virga); per professione si
occupava dell'esito dei combactimenti (cfr. Cicerone, Phil. 13,40 ego
lanista? et quidem non insipiens, deteriores enim iuguIari cupio, metiores vincere) . Perpetua considera naturale che presieda al suo duello: e
l'arbitro, agonotheta, e conferisce il premio per la vittoria: tale premio consiste in un ramo che ha pomi d'oro, pomi preziosi, da aceostarsi ai frutti menzionati in Apoc. 2,7 vincenti daba edere de ligno
vitae quod est in paradiso Dei mei. Robinson, p. 31, rinvia ancora,
per questi frutti, al Pastare di Erma U05,3), dove e proclamato ec
cellente il frute o di coloro che hanno sofferta di tutto cuore. Si tratta certo di un motivo an tico; Danilou, pp. 62-3, ne ritrova le tracce
neli'apocalittica giudeo-cristiana primitiva. Robert, p. 266 sgg., individua quaJe fonte del passo l' ab tudine di assegnare dei pomi d ' oro
come premio delle feste dei Pythia (ved. sopra commento a 1. 2, su
venisse): tale influsso e possibile, ma non esclude certamente echi
cristiani.
24-5. ad invicem: ved . commento a 7, 15 .
256 . Ille ... volebat: probabile reminiscenza del Genesi (come ai

434

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATlS

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

10, 26 - 11 , 2

parro 7 e 11) sul serpente che spia i1 caleagno deU'uomo: ved . Corsini,
p.535.
27-8. sic
calcans: sembrerebbe che, sol1evata in aria, Perpetua
passa colpire piu agevolmente con i piedi. Per quas; ved. commento a
o

5,1!.
28 -9. iUI1Xi .. . mitterem: Perpetua mrecda le ruta delle maru per
premere con piu forza .
3D. calcavi
caput: ved. sopra, commento a 1. 12.
31. profIere: per i cristiani il verbo designa una musica o un cao
to di letizia dal cararrere religioso (cfr. 18,7): se oc comprende l'impiego a proposito del caoto degli angeli, lautores/favisores di Perpetua
0

'

(ved. parro 6-7)

32-3. oscu/atus
tecum : bado e augurio di pace, rimembranza
della liturgia: ved. anche cornmemo a 4,27-8; 12 ,5 e 13 .
33. coepi ire: ved. a l. 6 coepimus ire, e nota di commentoo
portam Sanavivariam: la porta Sanavivaria, parimenti menzionata a 20,7 (sembra che la Passio presenti le sale attestazioni di questo
termine, composto da samls e vivus: ved. Franchi, p. 84 nt. 4, e FdV,
s.v.), era la porta per la quale i gladiatori trionIanti lasciavano l' arena,
al contrario della porta Libitinensis (attestazioru in Lampridio, Commodus 16,7), attraverso la quale venivano traslati i corpi dei gladiatori
uccisi.
34. experta sum: ved. apparato critico e commento a 4,29.
36. egi: agere e, in seguito, il sostantivo actus sono termin amministrativi, rispettivameme (redigere (un rendiconto)>> e (([endiconto ; ved. TLL r, col. 1392, r. 17 sgg.; col. 454, r. 60 sgg.
36-7. ipsius .. . scrihat: I'invito di Perpetua non e stato vano: ved.
16,1.
o"

11, 1-2. Saturus ... conscripsit: come Perpetua, Saturo (ved. 4,5) ha
messo per iscritto la visione avuta in carcere, e il redattore della Passio
si affreua a Iar conoscere anche questo documento (ved. 1,1 e 5). Per
benedictus cfr. 3,11. 17-8, e nota di commento. Edidit, sinonimo di narravit, e impiegato a 2) per iI memoriale di Perpetua (per edere "" dicere,
narrare ved. TLL V 2, coL 89, r. 45 sgg.) . Fridh, p. 12 sgg., ritiene assodato che Saturo scrisse in greco e che il suo testo, una volta ultimato,
venne tradotto in latino; egli si basa soprattutto sull' assetto prosodico
(presenza o assenza di clausole regolad) delle versioru greca e latina. La
questione, pero, non mi sembra risolta, perch Saturo doveva conoscere illatino: si rivolge alla folla che veniva a vedere i detenuti (17,1-2) e
al pubblico nell' arena (18,7); si intrattiene eon il soldato-guardiano
Pudente (21 ,1 e 4); e difficile credere ehe queste conversazioni non si
svolgessero in latino. Ved . anche il commento a 11.13-4, e 12, 2-3 e 5.
2. Passi ... eramus: per patior, ved. passio a 4,1. 3, e nota di commento; per inquit, ved. 3,1. 1, e nota di commento.

<

11,

J .

I1

435

3. exivimus
carne: locuzione di sapore cristiano: cfr. 11,9 e
13 ,2, dove exire e impiegato con valore assolmo; analogamente exi
tus a 14,2 e 19,1. Locuzioni che designavano la morte mediante
l'idea della (partenza erano usate gia dai pagani, ma divennero
molto frequenti presso i cristiani (per exire ved. TLL V 2, col. 1363,
r. 15 sgg.). Per caro sinonimo di corpus, tipico della latinita cristiana,
ma attestato anche nella terminologia filosofica di piu andea data
coepimus ... ange/is: coepimus <
(Seneea), ved. Braun, p. 300 sgg.
feni e perifrasi del perfetto: ved. 10,1. 6, e nota di commento. Per
gli angeli-portatori si confrontera Tertulliano, de cu/tu jeminarum 11
13,6 stolae mariyrum praeparantur, angel baiuli sustinelltur, si preparano le stole dei martiri, si aspettano gli angeli portatori. Si era
convinti che i martiri, non appena morivano, entrassero in paradiso
e cioe in cielo (ved. cornmento a 4,22-3); gl altri morti dovevano
attendere la parusia (cfr. Tertulliano, de anima 55,4, e il commento
di Waszink, p. 553). 11 passo del de cu/tu jeminarum e il testo di
Saturo mostrano che l'antica eristianita si rappresentava i martiri
mentre ascendevano al cielo trasportati da angeli.
3-4. in orientem: verso oriente, il luogo dove si trovava il paradiso terrestre, secondo tutte le versioni bibliche precedenti la Volgata (Gen. 2,8: ad onentem nelle antche traduzioni; a principio nella
Volgata: ved. VLBeur 2: B. Fischer, Genesis, pp. 41 -2). L'odente,
regione del sol levante, era il luogo del paradiso, dimora della luce:
per il nostro passo ved. anche F.J. D6lger, Sol Sa/utis. Gebet und
Gesang im christlichen Altertum. Mit besonderer Rcksicht auj die
OSlung in Gebet und Liturgie, Mnster i. W. 1925 2 , p. 214.
4. quorum ... tangebant: gli angeli trasportano, sostengono (ved.
par. 7) in modo angelico, senza contatto materiale.
5. non ... versi: sottolinea probabilmente che il trasporto non aveva affatto il carattere di una ascesa eon il carpo in posizione orizzontale.
6. /iberato ... mundo: per liberare nel senso di oltrepassare ved. <
le attestazioni di Petronio, Frontino, ece. in TLL VII 2, col. 1310,
r. 43 sgg. Primus mundus designa la parte superiore del nostro mondo, la zona di fronciera dell'universoj oppure, in opposizione al1'altro mondo, il mondo di quaggiu, iI nostro mondo, del quale i martirj
hanno oltrepassato i diversi livelli: arrivati daIl'altra parte essi vedono la luce (lucem inmensam) del parac1iso. Per mundus a designare
I' universo e le sue parti, ved. TLL VIII, col. 1635, r. 1 sgg.
10 1. spatium ... flores: la descrzione del paradiso come immen
so giardino ricorda la prima visione di Perpetua: spatium inmensum
horti a 4,8; ved. commento a 4,6 per l'influsso dell'apocalittiea giu
deo-cristiana. Per una divergenza tra la visione di Sa turo e que11a di
Perpetua ved. cornmento a 12,1 ; per l'impiego deU'aggettivo grandis
ved. eommento a 4,24.

PASSIO PERPETUAE ET FELlCITATlS

II, 12 - 12 , 1

12. Altitudo
cypressi: per i rosai l'altezza di un cipresso e
inusitata ovunque, ma non in paradisc.
12-3. quarum ... cessatione: parole enigmatiche; la caduta inin- <
terrctta delle foglie simboleggia un eterno inizio, un'eterna giovinezza? Ha un rapporto con l'albero della vita dell'Apocalisse, le cui
foglie guariscona le nazioni (Apoc. 22,3; l'Apocalisse compare anche
a 12,1-5)? Rabinson, pp. 38-9, corregge cadebant in canebant, di modo che la voce degli alberi canta la gloria di Dio; per Franchi, pp.
90- 1, la caduta delle foglie e un omaggio al martiri; Fridh, p. 59
sgg., non vede soluzioni soddisfacenti.
13-4. alii
angeli: nuovo quartetto d'angeli; nella redazione
greca (ol 't"cacxpto; antAOl: ved. van Beek, p. 31) risulta il medesimo
di 11,2. A 12,1 continua la divergenza tra le due redazioni. In quella
latina non vi e nulla di improbabile: nel giardino si trova una mol titudine di angeli, quattro dei quali brillano di una speciale luminosid.; costoro sono i primi a salutare i martid e invitaDO gli altri a fare
altrettanto; gli angeli-portatori (quelli di par. 2), sorpresi per tale
accoglienza, depongono i martiri ed essi, ora a piedi, attraversano il
giardino.
16. expavescentes: expavescere non e soltanto spaventarsi, ma
anche stupire, provare sorpresa): ved. TLL V 2, col. 1600, r.
77 sg.
18. stadium: per stadium nel senso di giardino , parco , dr.
Tertulliano, ad martyras 2,9 spaliare spiritu ... non stadia opaca aut
porticus longas proponens tibi, sed illam viam quae ad Deum ducit; de corona 4,3 Susannam ... in stadio marili ... deambulasse (dr. Dan. 13,7).
18-21. Iocundum ... exierat: in paradiso i martiri trovano i compagni di martirio della medesima persecuzione, tre brudati viv, il
quarto morto in prgione, il che equivale al martirio. Gli indsi qui
eadem ... arsertmt e qui, et ... exierat potrebbero essere di mano del
redattore (ved. commento a 7,24, a proposito di natale tune Getae
Caesaris).
21. ceten: probabilmente gli altri martiri, da mettere in relazione con 13,8.
12, 1. Et venimus ... Iocum: la visione di Saturo si differenzia dalla <
prima visione di Perpetua (ved. 11,5) perch all'interno del paradiso
colloca una dimora speciale, una dimora di luce, la vera casa di Dio.
Per questa distinzione tra paradiso e cielo si confrontino certe apo~
calissi ebraiche che menzionano piu cieli (ved. Fridh, pp. 79-80, e
Robinson, p. 37 sgg.); si potrebbe pensare anche all'Apocalisse del
Nuovo Testamento (che ha fortemente inHuenzato la visione di Saturo): moJti suoi brani possono dare l'idea di una diversificazione
delle dimore nell'aldiHt: ved. a 4,1 ecce ostium apertum in caelo; e a
11,19 apertum est templum Dei in cae/o, ecc.
prope
loei: la

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATlS

12 , 1 - lJ

437

rpetizione del termine nella frase relativa e qui elemento dello stlle
narrativo; per I'affinit3 di quesco fenomeno con la lingua parlata,
ved. LOfstedt, Philologiscber Kommentar, p. 81 sg. Elemento dello
stile narrativo e anche la continua paratassi (et ... el ... et) che caratterizza sia la visione di Saturo sia quelle di Perpetua: ved. anche
commento a 4,6.
2~3. angeli quattuor: terzo quartetto d'angeli (ved. anche commento a 11,3), mentre nel testo greco e sempre il quartetto iniziale (01
tiaao:pEt; antAOl: ved. van Beek, p. 33; ved. anche Fridh, pp. 62-3).
La redazione latina, dove ciascuno dei quartetti ha i SU01 propri
compiti, sembra piu naturale.
3-4. introeuntes ... candidas: testo incerto (ved. apparato critico),
roa il senso e chiaro (la versione greca, che riferisce introermtes, dotA96\1''((.0;, non ai due martiri ma al quartetto d'angeli, e aberrante): al
momento del loro ingresso nelIa casa di Dio, Saturo e Perpetua veogono rivestiti di abiti bianchi, tipici dd martiri (ved. 4,8). Per il
doppio accusativo con vestire ved. HSz, p. 45.
4. unitam: come a 15,1. 9, equivale a unus.
5. Agios ... agios: la forma greca del tersanctus, reminiscenza di un
celebre passo dell' Apocalisse e forse impiegata nella liturgia (per contatti con la liturgia ved. cornmento a 4,27-8 e 10,32-3; e avanti, a 1.
13), non e un elemento a favore della redazione originale in greco.
La formula greca compare ancora in una descrizione della liturgia
gallicana del periodo tardo: in adventu sancli evangelii ... psallet cleros: aius (PL LXXII, col. 91).
6-7. quasi hominem ... iuvenili: come nella prima visione di Per- <
petua (ved. 4,8), abbiamo una probabile allusione ad Apoc. 1,14. Qui
pero la figura, malgrado il suo volto di giovane, e piuttosto Dio
stesso che il Figlio di Dio, come indicano, piu avanti, le aItre allusioni all'Apocalisse, dove si parla del trono di Dio. I1 termine quasi e il
dettaglio dei piedi invisibili sottolineano il mistero che drconda la
figura di Dio.
89. Et ... stabant: reminiscenza dei 24 vegliardi dell'Apocalisse,
schierati in torno al trono di Dio.
to-!. quattuor angeli: un nuovo quartetto? Ved. sopra, commen[O a ll. 2-3.
.
11-2. de ... laciem: l'espressione probabilmente rchiama il gesto di Dio che terge le lacrime dal viso dd suoi fedeli (ved. apparato
delle citazioni). De e strumentale (ved. cornmento a 8,8-9); traicere
vale forse passare da un lato (del viso) all'altro). Per il paSSQ ved.
Robinson, p. 27; Reichmann, p. 121; Fridh, p. 73 sgg.
13. Stemus ... fecimus: reminiscenza della liturgia (ved. sopra
commento a 1. 5)? Stare avrebbe allora il senso di stare in piedb>,
evidentemente per la preghiera; pacem lacere quello di dare il bacio
della pace, alla fine della preghiera. Si rratta forse di un rito di

XXXVIII

occasione dell'arrivo di reliquie spedite da Ambrogio. Vittrizio


esulta: grazie ad Ambrogio - casI il vescovo - la Chiesa di Rouen
gode ormai della presenza di Giovanni Battista, degli apostoli
Giovanni, Andrea e Tornmaso, di Gervasio, di.Protasio, di Agrcola e della martire Eufemia l. Si noteranno nel passo i nomi di
Giovanni Battista e degli apostoli a Hanco dei santi milanesi. Le
reliquie viaggiano gHt attraverso l'Impero, e la creduUta ha la me~
glio sullo spirito critico. Stessa slruazione, poco piu tardi, in Afri
ca, clove sono traslate particelle delle reliquie di Stefano, diacono
e primo martire, scoperte nel 415 a Gaza in Palestina, Agostino,
che pure non e ingenuo, vi annette credito: ne parla a piu riprese
(ved. pe, esempio Serm. 314-9; Civ. XXII 8).
Tornando al de laude sanetorom, a leggere questo scritto si
ricava l'impressione, per non dire la certezza, che Vittrizio non
abbia alcuna informazione specifica sul martirio degli apostoli et
marlyres dei quali saluta l'arrivo a Rouen. Egli si limita ad un'eloquenza devota, piena di considerazioni elevate ma spoglia d' 0gni nota individuale e concreta: chiaramente, manca di ragguagli.
Vi supplisce con l'enumerazione un poco ricercata, alla fine del
suo discorso, dei dettagli d'altri martiri dei quali era a conoscenza 2, tra cui il martirio del profeta Isaia, segato in due (sectus est:
dr. su questo medesimo argomento Potamio di Lisbona: seetum
a capite ". ; inmobili ineoneussi corporis perduravit statu: ved. PL
VIII, coll. 1415-6); la passione di Perpetua, la quale resiste, per
quanto piena di dolore, alle lacrme del padre (patris lacrimas doluit ... contempsit: ved. Passio Perpetuae 5, 6); il martirio, dai
tratti leggendari, di sant' Albano di Verulamio in Inghilterra, dove il martire ordina al Hume di fermarsi per consentirgli il passaggio al luogo dell'esecuzione (iussit redire fluminibus: da raffrontarsi alla posteriore narrazione di Beda, Historia Eeclesiasnea
gentis Anglorum 1 7). Cio che Vittrizio nella sua pomposa retorica
ci lascia intravedere e istruttivo. Appare evidente che a Rouen
l' informazione sui martiri non mancava e che era di provenienza
assai varia. Vi si conosceva la Passio Perpetuae (o il suo antico
riassunto: gli Acta Perpetuae 3 ); parimenti il Martyrium Isaiae, che
il piccolo tratrato di Potamio di Lisbona (pL VIII, coIl. 1415-6)

Ved. de laude sallctorum 6 e 11: ed. R . Demeulenaere, in CCL LXIV, Tumholti 1985,
pp. 78, 86.
l Ved. de laude sanctorum 12, p. 92.
) Ved. C. van Beek, Passio sanctorum Perpetuae et Felicitat;i .. . , pp. 97* sgg., e 58 sgg.
I

INTRODUZIONE

A.A.R. BASTIAENSEN

aveva forse fatto conoscere; dal

SUO

XXXIX

viaggio in Inghilterra (dr.

de laude sanct01-um 1, ed. Demeulenaere, pp. 70-1) Vittrizio ha


riportato probabilmente quel che ci dice su Albano di Verulamio. D' altra parte, le conoscenze di Vittrizio si rivelano anche
frammentarie: niente sugli apostoli et martyres recentemente arrivat. Constatiamo egualmente, a giudicare dalla presentazione
del martirio di Albano, illeggiadrito di particolari miracolosi, che
la produzione leggendaria si stava gia formando. Tutto quanto
ha a che fare coi martiri e accolto con grande entusiasmo, le
reliquie in primo luogo, ma anche le notizie sul loro martirio.
Quando queste ultime, indispensabili per l' obbligatoria glorificazione, fanno difetto, non si esita, per rimediare alla mancanza, a
far ricorso a una fantasia devota. 11 quadro e ntido e senza dubbio nelle sue grandi linee rappresentatvo della situazione nelle
comunita cristiane alla fine del quarto secolo.
Due notazioni potrebbero aggiungersi, l'una a conferma,
l' altra a precisazione, La conferma riguarda la rarita degli att
dei martir. A Rouen i fondi erano frammentari; in Africa Agosrino si lamentava del ristretto numero di atti utilizzabili nelia
liturgia (Serm. 315, 1: ved, sopra, p. XXI); quanto alla Spagna
Prudenzio, contemporaneo di Vittrizio e di Agostno, apprestandosi a cantare le lod dei suoi compatrioti, i martiri di Calahorra, Emeterio e Chelidonio, uccisi sotto Diocleziano, constata che i documenti gli mancano: i persecutori Ji avevano fatti sparire (Peristephanon 1, 75 chartulas ". satelles abstulit); fuor
di dubbio che la situazione doveva essere uguale ovunque. La
precisazione riguarda il fatto che, per supplire alla mancanza di
atti autentici, si procedeva alla produzione di atti leggendari o,
se gli atti autentici erano giudicati troppo esili, all'inserzione di
dettagli immaginari. Pili di un autore, che obbedendo alle esigenze di un'era trionfante si pone a decantare la gloria dei martiri, e conscio del disagio causatogli dalla penuria d'informazioni: gli elementi non mancano a indicare che i redattori si sentono imbarazzati dall'assenza di notizie sufficientemente degne di
fede, Caratterstico e I'atteggiamento critico di Damaso, che,
da un lato, per i dati relativi ai martiri Marcellino e Pietro, fa
ricorso all'informazione che aveva personalmente ricevuto, ancora bambino, dal loro carnefice (Epigrammata 28, 2 percussor retulit Damaso mihi cum puer essem); ma che, per altri casi meno
chiaramente attestati, lascia trasparire una certa cautela: Hippolytus fertur, si dice che Ippolito (35, 1); parimenti, su Agne-

PASSIO PERPETUAE ET FEUCJTATIS

12, IJ - 13 , 9

congedo, che consiste in una preghiera con i vegliardi, conclusa da


uno scambio di baci: ved. 21 ,7 sul bacio della pace (sollemnia pacis)
che i martiri si scambiavano prima di morire.
14. ludite: il gioco e probabilmente espressione di felicita escato- <
logica, come a 8,4 (ved. Robinson, p. 33; Danilou, p. 63),
15. Deo ... gratias: questa formula, ereditata dalla Bibbia (ved,
apparato delle citazioni), era gia di comune impiego presso i crstiani
latini al tempo di Perpetua: Tertulliano, de patientia 14, la mette
sulla bocca di Giobbe, mentre l'autore biblico (Job 1,21) gli fa dire:
sil nomen Domini benedictum.
15-6. ut, quomodo ... modo: congiunzione ut in senso causale
dopo un'esc1amazione: per il fenomeno nei testi cristiani e tardi si
veda A, Fridh, L'emploi causal de la con;onction ut en latin tardif,
( Studia Graeca et Latina Gothoburgensia XXXV), Gteborg
1977, p. 42 sgg. Perpetua vuol dire: come fui felice durante la mia
vita mortale, cos1 10 sono adesso qu, sebbene a un piu alto grado );
per modo, adesso, ved. 15 ,11. 13 e 15 ; TLL VIII, col. 1308, r. 22
sgg.

13, 1-3. Et exivimus ... tristes: i martiri, lasciata la dimora di Dio, <
incontrano nel giardino del paradiso il vescovo Ottato e il sacerdote
catechista Aspasio, entrambi probabilmente appartenenti a11a chiesa
di Cartagine: ved . 2,1 (doctor e cha mato nelIa comunita il funzionaro incaricato della catechesi, in particolare di quella dei catecumeni:
ved, TLL VI coL 1776 r. 50 sgg.; in quanto doctores Aspasio e
Saturo erano co11eghi: ved. 4,5). 1 due sono in polemica fra loro: la
con tesa ha avuto rpercussioni nella chiesa di Cartagine ed essi ora si
rimettono a Perpetua e Saturo, forti del prestigio del loro martirio,
per riconciliarsi. Va osservato che in tutta la scena si confondono
escatologa e realta terrena della chiesa di Cartagine: i dissensi di
13,6 e 7, ambientati in paradiso, sono invero dissapori all' interno
della comunita. La visione di Saturo assume in qualche modo il ruolo di ultimo appeUo rivolto ai faziosi; del resto, viene rispettata l'autorita dei capi della comunidl (ved. 13,3 e 6), ed e sottolineaca la
necessita di risolvere i problemi a livello terreno, senza ricorrere a
un intervento deU'aldila. Per un possibile riferimento ai problemi
della chiesa di Cartagine ved. anche le parole di Perpetua a 20,10.
4. existiJ: ved. 11,3, e nota di commento.
5. papa: denominazione del vescovo, corrente a pardre dal cerzo <
secolo: ved. TLL X 1, col. 243, r. 66 sgg.
6. Ut ... mittatis: la costruzione d ut con il congiuntivo in una
proposizione indipendente esprime indignazione, impazienza, stupore: ved. HSz, p. 338.
7-9. Et coepit ... rosae: Perpetua, che conosce il greco (ved, 2,11. 3
e 8, e note di commento) , sembra qui ricorrere aquesta lingua per
1

PASSIO PERl'ETUAE ET FELICITATIS

13 , 9 - 14 , 2

439

una esigenza di discrezione. II fatto che Perpetua e Saturo prendano


da parte i loro interlocutori (segregavimus eos: una diversa interpretazione in Fridh, p. 78; ved , anche]. den Bodt - ]. Brernmer, p, 391,
citad nel commento a 5,13) nasce ferse dalla medesima necessita. Le
orecchie indiscrete pocrebbero essere que11e dei cristiani di Cartagine, dei quali si parla a par. 6, Per sub arbore rosae cfr, 11,5: il giardino del paradso era pian tato a rosai.
10. Sinite .. , refrigerent: in tutta la latinita sinere seguito dal congiuntivo senza congiunzione si affianca alla costruzione con l'accusativo e I'infinito: ved, HSz, p. 530. Per refrigerare, che indica qui la
felicita. escatologica attraverso il benessere materiale, ved. 3,1. 10, e
nota di commento.
11. dimittite .. . invicem: dimitiere e frequente nella latinita cristiana per indicare il perdono delle offese e dei peccati: ved, TLL V
1, col. 1215, r. 25 sgg. Per invicem ved. commento a 7,15.
12-4. quia sic ... certantes: bench si svolga in paradiso, la sce- <
na e quanto mai terrena; i fedeli, divisi in fazioni come nei giochi
del cuco, si gertano contro illoro vescovo; il disordine e tanto grande che gli angeli simulano la chiusura delle porte del paradiso: ved.
par. 7, e commento alle ll. 1-3 e 7-9.
15-6, Et coepimus ... martyras: finite le con tese terrene, Saturo e
Perpetua trovano in paradiso molte vecchie conoscenze, fra le quali i
compagni di martirio che desideravano incontrare (ved. 11,9) . Coepimus cognoscere = cognovimus (ved. cornmento a 10,6); martyras, come nel titolo ad martyras del trattato di Tertulliano, e probabilmente
un accusativo aUa greca del sostantivo maschile martyr (il femminile
martyra a 20,1. 10).
16. odore ... alebamur: il proumo, retaggio di diversi passi di san <
Paolo (2 Ep, Coro2,14-5; Ep. Eph. 5 12), che a loro volta derivano dal
Vecchio Testamento, e un luogo comune della letteratura agiografica, a segnalare la presenza di maniri o di altri santi ved. K. Holl,
Die Vorstellung vom Martyrer und die Martyrerakte in hrer geschichtlichen EntwickIung , in Gesammelte Aufsitze zur Kirchengeschichte. II. Ver Osten, Tbingen 1928, p. 72.
17. expertus 5um: ved. commento a 4,29. E degno d nota che
Perpetua e Saturo commettano lo stesso grave errore contro la morfologia dassica; bisogna pensare che il redattore abbia voluto armonizzare i due testi o piuttosto che i due autori medesimi abbiano
avuto dei contatti durante la stesura dei loro memoriali?
14, 1-2. Rae visiones .. . conscripSertlllt: conclusione del redattore, che
d'ora in poi raccontera il martirio dei suoi ero: ved. commento a
15,1 e 16,1.2, per il prosieguo della sua narrazione. Insigniores ha
probabilmente valore di superlativo (per la confusione dei gradi d
comparazione nel latino , tardo ved. HSz, p. 169) . Per beatissi1tJUs,

440

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

14 , 2 - 15 , Ir

che come lortissimus (in 21,11) era nel terzo secolo un ttoJo enorin
co per i martiri, ved. A. Bastiaensen, Le crmonial pistolaire des
chrtiens la/ins. Origine el premiers dveloppements, GLCP Suppl. II,
Nijmegen 1964, pp. 26-7.
3. Secundulum: prima di intraprendere la narrazione del marti
rio il redattore menona la marte in careere di Secondolo! ved.
cornmento a 19,5-7 per le osservazioru sulla sua premura di caceontare la sacte di tutti coloro che eraDO stati arrestati (ved.
2,1).
maturiore exitu: per exitus marte ved. 11,1. 3 exivimus
de carne, e nota di commento. Matufiar, prematuro , cioe anteriore all'esecuzione.
4. lucrare/ur: lucrari e qui Del senso di risparmiarsi, sfuggire
a, evitare ; per questo impiego nei testi cristiani ved. Braun,
Nouvel/er obseroationr, p. 110.
5. Gladium .. , agnovit: l senso e: bench egli non abbia provato
la morte per gladio, il suo corpo comunque ne ha avvertiti i colpi
O'arresto e il soggiorno in carcere). Anima, opposta a caro, ha il
senso di vita), corpo in quanto cosa vivente; l' identica opposi.
zione, con corpus, in Tertulliano, ad martyras 4,8 (sulla flagellazione
rituale dei giovani spartani, che preferivano morice piuttosto che
cedere alle soHerenze del corpo): omamentum ... deputatur ... si anima potiur cerserit plagis quam corpus. L.F, Pizzolato, Note alla Parsio
Perpetuae et Felicitatis, Vigiliae Christianae XXXIV 1980, p. 108
sgg., contesta la traduzione di S, Colombo CAtti dei Martiri, Torino
1928, p, 125), poi ripresa da P. VannuteUi (Atti dei Martiri , Citta
del Vaticano 1939, p. 36): (Ma se il ferro non gli tolse la vita , certo
gli strazio la carne: a mio avviso questa traduzione rende esattamente i1 senso del passo.
15, 1. et illi: scavalcando la menzione della morte di Secondolo
(14,2) et illi si riconnette alla menzione delle visioni di Saturo e
Perpetua (14,1). Essi ebbero la gtazia delle visioni: quanto a Felicita, anch'ella ebbe uno speciale dono di Dio, come precisa eiusmodi
che segue.
2. ventrem haberet; ventrem habere, (essere incinta, e espressione di carattere piu famillare del normale costrutto ventrem erre: ved.
Braun, Nouvel/es obseroationr p. 110.
4-5. non '" repraesentari: per il costume del diritto romano di
rmandare l'esecuzione di una donna incinta a dopo la nascita del
figlio innocente, ved. ]. Quasten, Mutter und Kind in der Passio Perpetuae, Historisches Jahrbuch der G6rres-Gesellschaft LXXII
1953, p. 50 sgg, Repraerentare equivale a praesentare, (wffrire)
consegnare )).
9. unito: unitus equivale a unus, ved. anche 12,l. 4.
11. pro: ha valore causale come in 3)l. 2; 5,1. 11; ecc.

<

I',

IJ - 16,

44'

13 . catarac/ariorum : calaraetanus e carceriere , da eataracta


(recinto , clausura, prigione: ved. TLL IJI, col. 596, r. 14
sgg.
modo: qu e al paragrafo successivo nel senso di adesso )):
ved. anche 12,1. 16.
16. illic: opposto a modo, in senso temporale; ved. atcestazioni in
_litiS enl: la bella replica di
TLL VII 1, col. 373, r. !3 'gg.
Felicita si basa in ultima analisi sw grandi temi neotestamentari dell'imitazione di Cristo, dell'unione e della comunanza di destino con
lui, temi vissuti in prima persona dai martiri: ved. H . Crouze1, L 'imitation et la mUe de Dieu et du Christ dam les premiers seles
chrtiens ainsi que dans leurs sources grco-romaif,es et hbrai'ques,
Jahrbuch fr Antike und Christentum XXI 1978, p. 18 sgg.
17-8. quam .. , educavit: l'osservazione sulla cristiana (quaedam
soror) che ha allevaro l~ bambina (divenuta orana di Felicita e di
Revocato: ved. cornmento 2,2) come sua propria figlia , fa presumere
che qualche tempo sia trascorso dagli avvenimenti: ved. commento a
1,28-30 .
16, 1-2. Quoniam .. . conseribi: dopo iJ racconto delle visioni di Perpetua e di Saturo (3,1 -13,8) e dopo la menzione della morte in carcere di Secondolo (14,2) e dello speciale favore accordato a Felicita
(15)1 sgg.), il redattore ora si prefigge di narrare come si svolsero gli
avvenimenti neU'arena (ordinem ipsius muneris: ved. 7,9) . Egli traduce cos1 in realta il desiderio di Perpetua (ved. 10,15) e obbedisce allo
Spirito Santo (pennittere vale qui rendere possibile : ved. anche
commento a 1,18-20). Del resto , la descrizione dell'ordo muneris non
comincia che a 18,1: vengono in precedenza raccontati due fatti degni di nota, la risposta di Perpetua al tribunus e la condotta dei martiri durante illoro ultimo pasto (rispettivamente 16,1 sgg. e 17,1 5gg.),
2-3. ndigni ' .. descnbendae: indignus ad e costruzione piuttosto
sciatta, attestata preS50 i cristiani (ved. TLL VII 1, col. 1191 , r. 82
sgg.); tantae gloriae describendae e genitivo definitivo) (ved. HSz,
p. 62 sgg.) recto da supplementum: questa aggiunta e il racconto dell'ordo muneris, posposto alla descrizione delle virtutes Spiritus Sa1Jeti,
che forma la parte precedente della Passio.
3-4 . mandatum ... /ideicommissum: mandatum e un contratto di
diritto privato che aHida un incarico a un amico o a un rappresen
tanteo Tale contratto diviene fideicommissum, assumendo maggiore
importanza, se l'incarico e affidato per dopo la morte, come accade
nei tesramenti (cfr. TLL VIII, col. 267, r. 42 'gg.; VI , col. 678, r. 6
sgg.). Il desiderio di Perpetua (10,15) e una sorta di ultima volonta.
6-7. qua ... castiganti ". tractanti: testo incerto. La lezione che <
qui e proposta, basata sui dati forniti dai manoscritti 2,4 e 5, poggia
sulla convinzione dell ' indispensabilid dei participi dei due verbi castigare e tractare: a castigare (uimproverare) (riprendere)) corri-

44 2

PASSIO PERPETUAE ET FELlClTATIS

16, 7 - 17 . J

spande in laciem respondit (l. 9), a male tractare il refrigerare della


risposta di Perpetua (1. 10). Tribunus, <((ribuno, e l'ufficiale generale comandante della prigione e responsabile dell' esecuzione (ved.
18,6); talune persone superstiziose (homines vanissimi, che segue)
avevano des tato in lu il timore che i prigionieri, ai quali era permesso di ricevere amici e mangiare con loro (ved. 9,1), venissero clandestinamente rapiti con l'ausilio di formule e pratiche magiche (il 50spetto di magia era generale nei confromi dei cristiani: ved. H. Leclercq, in DACL X 1, coL 1082 sgg. ). Di conseguenza, egli aveva
revocara le concessioni faue e ristabilito un regime severo.
9-10. l/tique: termine affermativo, qui impiegato per rendere pio.
incalzanre la domanda; compare anche a 18,9; 21 ,3 e 11. Doveva
essere popolare in Africa intorno al 200, stando al frequente impiego
che ne fa Tertulliano: ved. Claesson, lIl, p. 1693 sgg.
10. refrigerare: qui e al paragrafo seguente significa fare un buon
pasto: ved. commento a 3,10-1.
noxis nobilissimis: I'espresso
ne e colma d'ironia. Da poco tempo nobilissimus era titolo onorifico
dei figli deU'imperatore, proclamati Caesar, Geta (ved. 7,9) era il
primo a fregiarsene (ved. W. Ensslin, in PW XVII 1, col. 791).
Perpetua attribuisce la qualifica del Caesar Geta aUe vittime che saranDa sacrificate per la sua festa.
11-2 . Aut ... produeamur: era costume romano di nutrire abbon
dantemente i condannati a morte, cfr. Seneca, Ep. 18,11 e Cipriano,
ad Donatum 7: quest'ultimo parla deU'ingrassamento delle vttime
per la soddisfazione degli spettatori nell'arena, che si compacevano
della visea dei corp ben nutriti. Perpetua fa balenare agli occhi del
tribtmus l'occasione di una gloria speciale. Illo , come a 21,1, equivale
a illue.
13. fratribm eius : probabilmente i due frateUi carnali di Perpetua:
ved. 2,2.
15. iam .. . credente: per l'optio carceris ved. commento a 9,1-2.
La sua adesione aUa fecle cristiana (credente, (che ha abbracciato la
fede) lo rende ancora piu premuroso nei confronti dei prigionieri.
Si noteranno le diverse fasi della sua conversione: gli esordi a 9,1 ;
l'adesione alla fede a 16,4; la conferma nella fecle in occasione del
martirio di Saturo a 21,1.4 e 5.
17,1-3 . cum ... cenarent: l'uItimo pasto di coloro che erano condannati ad bestias era un banchetto abbondante, al quale era ammesso
ad assistere il pubblico (ved. W . Weissmann, Gladiator, in RAC XI ,
col. 32); era chiamato liber probabilmeme per la libera scelta delle
vivande, ma, a causa delle scene licenziose che spesso vi si svol&,.evano, era certo presente anche la connotazione di licenzioso. E in
questo senso che cena libera viene qui apposto ad agape, il pasto
cristiano al quale presiedevano la religione, la piera, l'amore frater-

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

<

<

17 ,

J ' 18 , 5

443

no. Va d'aIrra parte notato che anche l'agape era un convito nel
quaJe si poteva mangiare a piacimento: i nostri condannati si sforzano dunque, per quel che e in loro potere, di trasformare in agape i1
copioso pasto che viene loro servito. Per le questiani attinenti 1'0ri
gine e i1 carattere den'agape paleocristiana, ved. F.L. Crass, (Agape, in The Oxford Dictionary of the Christian Church, London
1958', p. 23.
3. eadem constantia: cioe eadem constantia ac Perpetua; cfr. 16,1
de ipsius constanta.
4. comminantes ... Dei: da accastare a 18,7-8. Le minacce dei
condannati non sano I'espressione di un desiderio puramente umano
di vendetta, ma vanno messe in relazione con i passi biblici - sopratturro con quel1i dell'Apocalisse - dove si parla del giudizio di Dio,
che infligge una giusra condanna a coloro che hanno perseguitato i
sanri (ved. Apoc. 6,10; 14,7; 18,20; cfr. Tertulliano, de oratione 5,3;
Scorpiace 12,9; ecc.). Per il tema della retribmio si veda anche M.L.
Ricci, Topica pagana e topica cristiana negl Acta martyrum , Atti deIl' Accademia Toscana di Scienze e Lenere La Colombaria ) XXVIII
1963-64, p. 89 'gg.
6-7. Crastinus ... inimici: Saturo, uomo di temperamento, non ha
riguardi per gli spettatori; si beffa della loro curiosita, che oggi simula benevolenza ma che domani, nel circo, si rrasforme ra in odio.
9. in die illo: espressione biblica per il Giorno del Giudizio, il
giorno della Ricompensa.
adtoniti: l' aggettivo e qui in senso forte, diversamente da 10,5i ved. TLL lI, col. 1154 , r. 70 sgg.
9-10 . ex .. . crediderunt: da accostare forse ai passi neotestamenta
ri dove si parla di grandi moltitudini di convertiti (ad es. Act. Ap.
4,4); si tratta di una pa esagerazione o di un motivo topico.
illorum: inio della descrizione del manira
18, 1. !lluxit dies
(ved. a 16,1-2). Il redattore adopera uno stile elevato, adarto all'entusiasmo dei martirio Per il clima spirituale ved. C. Mazzucco, TI
significato cristiano della "libertas" proclamata dai martiri della
"Passio Perpetuae" , in Fonna Fulttri. Studi in onore del Cardinale
Michele Pellegrino, Torino 1975, p. 542 'gg.
2. hilares: il medesimo termine e a 6,6.
3. si forte .. . timore: giro di frase ellittico (si forte paventes, gaudio
paventes non timore) , che si ritrova in tutta la Iatinita (ad es. Cicerone , Mil. 104), ma e particolarmente frequente in Tertulliano (ved.
attestazioni in TLL VI 1, col. 1134, r. 4 sgg.).
3-6. Sequebatur ... Felicitas: sembrerebbe che le due donne ayan
zino poco discoste dagli uomini che le precedono.
4-5. matrona
delicata: matrona in senso di uxor; si confronri
Agostino , che in Serm. 213,7,7 chiama la Chiesa matrona del Signore
(ved. anche TLL VIII, coI. 486, r. 57 sgg.). Delicata significa pre-

<

444

PASSIQ PERPETUAE ET FEUCITATIS

18, 5 - 11

diletta~>J amante (cfr. TLL V 1, col. 445, r. 25 sgg.; alteo senso di


delicata a 20,1. 5). Analogo concetro in Tertulliano, de cu/tu femina.
rum II 13,7, dove Dio e chiamato amator delle donne virtuose. Piuttosto che sottolineare la distinzione fra matrona Christi e Dei delicata
(cos1 Mazzucco, p. 559, nr. 102, citata sopra a nota 1), preferirei
insistere suU'analogia fra le due espressioni: siamo alle origini deUa
tematica nuziale che piu tardi marchera cosi decisamente il culto
liturgico delle san te.
6. sa/vam ... gaudens: il parto era srato diffielle: ved. 15,5 .
78. a ... secundo: opposizione fra il primo lavacto, quella del <
sangue del parto, e il secondo lavacto, quella del sangue del martirio. II martirio si chiama anche secondo bagno, secondo bartesimo,
in opposizione al primo battesimo, quello nell'acqua. I due bagni, in
effetci, cancellano i peccati (ved. anche 21,2, e il commento di F.].
Dolger, in AC n, p. 129 sgg., a proposito di Tertulliano, de baptismo 16). Il retiarius era un gladiatore che combatteva con rete e
tridente: il lvello piu basso di combattimento gladiatorio. Sara un
retiaritts a dare il colpo di grazia ai martiri dopo gli assalti delle bestie, operazione indegna di un gladiatore di piu alto grado (ved. 21,8
sgg., oonch il cornmeoto di Robert, p. 238 sgg.). Lotura deriva da
lavare impiegato intransitivamente; da notare che lotum a 21,2 deriva da lavare con valore transitivo.
9-10. habitum ... Cereris: l'ordine di vestire gli abiti dei sacerdoti <
di Saturno e delle iniziate ai rit di Cerere va messo in rapporto con
talune sopravvivenze della religione punica. Saturno e Cerere (quesr'ultima talora anche col nome di Dea coe/estis), nel sincretismo dell'lmpero, rappresentavaoo le diviruta fenicie Baal e Thanit; il loro
culto aveva comportato sacrifici umani, e i giochi del circo ne erano,
per COSI. dire, la continuazione. Per la scelta dei color, rosso per
Saturno, bianco per Cerere, ved. Tertulliano, de pallio 4, 10 e de
testimonio animae 2,7. Ben si comprende che i martiri, che avevano
accettato di morire per rendere onore all'unico Dio, rifiutassero categoricamente l'abito delle divinitit esecrate. Per l'episodio ved. anche Mazzucco , p. 545 sgg., citato sopra a nota 1; F.l. Dolger, GIadiatorenblut und Miirtyrerblut. Eine Szene der Passio Perpetuae in kultur- und religionsgeschichtlicher Beleuchtung, Vortrage der Bibliothek
Warburg 1923-24, p. 196 sgg.; differente interpretazione della scena in R. Freudenberger, Probleme romischer Religionspolitik in Nord
afrika nach der Passio SS. Perpetuae et Felicitatis, Helikoo XIIIXIV 1973-7 4, p_ 174 'gg.
10-1. generosa ... repugnavit: per il testo seguiamo il manoscritto 3
(ved. apparato critico) per due ragioni: 1) senza Perpetua l'espressioDe generosa illa si riferirebbe piuttosto a Felicita (18,3) che a Perpetua (18,2); 2) la locuzione in finem usque sembra un'allusione al nome Perpetua, che significa colei che resiste sino alla fine (ved.

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

18, 11 - 21

445

Reichmann, p. 125); considerando tale locuzione quale complemento


di constontia, si ottene una costruzione chiastica: generosa illa Perpetua risponde cosl. a in jinem usque constantia (<<questa donna .coraggiosa, che porta il nome di "incrollabile", seppe resistere co~ mcrollabile fermezza). L'epi teto generosus, nobile , reca con se la sfumatura di forza, fermezza, coraggio. CosI Seneca, Ep. 24,25 gene!osos atque acemmae indo/is viros (opposto a ignavos iacentesque); DIal.
VII 20,2 generosa res est ... conan alta templare; ved. TLL VI 2, col.
1800, r. 70 'gg.
.
12-3. ne ... obducerelur. obducere e qui da un lato reminiscenza di
Ep. Gal. 5,1 (in una versione della Vetus Latina): nolite ternm iugo
seroitutis obduci, clove il senso e coprire, ovvero caticar~ di ~n
giogo, incatenare; dall'altro lato ha il se~so ~~ ~oprl:e .l~
quanto <dnsozzare, macchiare. Indossare gh abltl dI falSl del e
. .
dunque coprirsi di immondizia, macchiarsi.
13 . animam ... addiximus: addicere e assegnare , agglUdlcare
come proprieta, ad es. in qualita di schiavo; di qui (consegnare,
abbandonare , rinunciare a, sacrificare ).
14. hoc ... sttmus: esiste quasi un contrarto: cioe da parte nostra il sacrificio della vira, deciso in piena autonoma, da parte vostra nessuno sforzo per farci compiere riti idolatrici.
14-5. Agnovit ... iustitiam: elaborato gioco di parole. Da un lato
iniustitia e iustitia designano delle persone, rispettivamente il tribuno
che agisce immoralmente e i martri, portator di un'alta moralita;
dall'altro lato iustitia ha anche il senso tradizionale di equira, legttimita. Sulla base del contratto (par. 5), la domanda di Perpetua e giustificata.
16-7. Perpetua ... calcans: Perpetua e colma di gioia, perch, grazie al permesso di non dover portare gli abiti del culto pagano, ha
gia (iam) dato inizio aIla sua vittoria su Satana. Per psallere ved.
cornmento a 10,31; per caput Aegyptii calcans ved. commento a
10,12 e 27-8.
17-8 . Revocatus... comminabantur: avanzando nell'arena i tre
martiri Ianciano minacce al pubblico; poi, pervenuti dinanzi al paIco
di Iladano (ved. 6,3) , concentrano le loro minacce su quest'ultimo
.
(18,8). Per il valore di tali minacce ved. commento a 17,4.
19 . gestu ... dicere: il palco era in alto: dovevano accontentarsl
della mimica? Per coeperunt dicere equivalente a dixerunt ved. commento a 10,6.
20. Tu ... Deus: per inquiunt ved. 3,1 inquit, e nota di commento o Ci immaginiamo braccia, dita e teste: Deus era indicato senz'al
tro da un gesto verso il cielo.
21. per ... venalornm: i venarores erano i gladiatori che combattevano le bestie selvagge. Parteciperanno all'esposizione dei martiri
alle bestie: ved. 19,1. 10, e nota di cornmento.

PASSIO PERPETUAE ET FELlCITATIS

18, 22 19, 7

22. utique: ved. commento a 16,910.


gratulati sunt: gratulan
qualcuno sia, come in questo caso, ralle
grarsi, essere contend.
223. quod ... consecuti: nel martirio vi e un privilegio speciale,
quello di soffrire le medesime torture sopportate dal Signore, in
questo caso la flagellazione; ved. ad es. Ponzio, Vita Cypriani 15,2 e
6; 16,6; 17,2; 18,3-4 per i rapporti tra il martirio di Cipriano e la
passione di Cristo. Cfr. P. Camelot, Martyrium Polycarpi, in SC X,
Paris 1950, p. 229 sgg.; H. Crouzel, citato nel comrnento a 15,16.
Per il plurale passiones a designare l'insierne delle sofferenze di Cristo, uso biblico e di Tertulliano, ved. Hoppenbrouwers, pp. 49-50.

e sia congratularsi con

19, 2. dederat: i tre piuccheperfetti della frase sano piuttosto disarmonici. In luogo del secando ci si attenderebbe piuttosto un perfetto, dedito Nella llngua parlata il piuccheperfetto tende a sostituirsi al
perfetto; cfr. HSz, pp. 320-1.
exitum: ved. commento a 11,3, a
proposito di exivimus.
quis: quis per quisque e tipico del latino
tardo, attestato a partire dal secondo secolo d.C.; ved. HSz, pp.
202-3.
4. quidem: a quidem risponde autem di par. 4.
4-5. ut ... coronam: il martirio e un comhattimento e il vincitore
e incoronato (cfr. Acta SciJitanorum 17): piu duro i1 comhattimento,
piu gloriosa la corona. Per il motivo della corona, attestato a partire
dal Nuovo Testamento (Ep. Hebr. 2,9; 2 Ep. Ti. 4,8; Apoc. 2,10;
ecc.), ved. A.]. Brekelmans, Martyrerkranz. Bine symbolgeschichtliche
Untersuchung im jrhchristlichen Schrijttum, (<<Analecta Gregoriana
eL), Roma 1965, passim.
57. ltaque. vexatus: testo controverso (ved. apparato critico).
La nostta interpretazione e la seguente: all'inizio dei giochi, al primo turno (in commissione spectaculi), Saturnino e Revocato furono
esposti ai leopardi; poi Saturnino, in un secondo turno, dov, egli
solo, subire gli assalti di un orso e fu casI vittima di piu di una bestia (cfr. 19,2; per 1'orso guale animale piu temibile nei giochi
dell'anfiteatro, ved. Robert, p. 246 sgg.). Nel testo che proponiamo
10 scompenso grammaticale non sembra essere eccessivo; in ogni caso, l'unanime testimonianza dei manoscritti (cosI come della versione greca: c&. van Beek, p. 46) e la cura che l'autore si prende di
raccontare la sorte di tutti i martiri (14,2, Secondolo; 19,4 sgg. e
21,2 sgg., Saturo; 20,1 sgg., Perpetua e Felicita) sembraoo esc1udere
la congettura di Lazzati (Note criliche, p. 35) che sopprime il nome
di Revocato. Il piuccheperfetto vexatus erat si spiega in relazione
alla morte che giungera solo alla fine dd giochi (21,8), oppure in
guanto volgarismo in luogo del perfetto (cfr. sopra, commento a 1.
2). Il pulpitum, chiamato pons a par. 6, era un podio poco elevato
sul quale era rizzato un palo cui veniva legata la vittima, io preda

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

I9, 7 - 20, IX

447

agli assalti della belva: cfr. ]. Colin, p. 1579, citato nel commento a
7,24.
7. autem: risponde a quidem di par. 2.
8-9. uno
praesumebat: il SUD desiderio sara esaudito; le altre
bestie non gli arrecheraono ingiuria (19,5*6), un leopardo causera la
sua morte (21,2). In praesumere e un'idea di confidenza, di sicurezza; iam indica il futuro (conjid se iam in latino classico sarebbe se
conjectum iri).
9-11. cum apro ... obiit: con una corda un venator (ved. 18,9) lega <
Saturo a un cinghiale; l'animale trascina con s Saturo senza ferirlo,
ma scruaccia il gladiatore. Subministrare = ministrare, presentare,
dare, esporre; subligare = ligare; subjodere = (con)fodere. Per il
genitivo in post dies munens, quaJche giorno dopo i giochi, cfr.
15 ,4 (ante tertium dien muneris) e per dies = dies aliquot ved. attestazioni in c.P.W. Mller, Ante annos, vor Jahren, Jahrbcher fr
classische Phologie XXXIX 1893, pp. 201-2.
12-3. ad ... ponte: Saturo era legato al palo del pulpitum, qui
detto pons (ved. anche sopra, commento a n. 5-7), e dunque esposto
agli assalti dell'orso; stibstrictus = constrictus.
14. revocatur: revocare, anche a 20,3 e 7, e piuttosto ricondurre, riportare, che richiamare. Vacare e i suoi composti perdono facilmente l'idea di chiamare e divengono piuttosto sinonimi
di ducere, movere e dd loro composti, secondo la testimonianza dei
lessici.
20, 1-2. Puellis ... praeparavit: contrariamente ai tori, normalmente
le vacche non erano ritenute bestie da circo: cfr. L. Priedliinder - G .
Wissowa, Darstellungen aus der Sittengeschichte Roms in der Zeit von
Augustus bis zum Ausgang der Antonine n, Leipzig 1922 10 , p. 87
sgg. Stavolta pero si disponeva di una famosa vacca selvatica (ved.
par. 8), la cu inustata acquisizione era stata procurata dal Diavolo,
supremo orchestratore delIe persecuzioni e delle passioni dei martirio
3. aemulatus: aemulari evoca un'idea di imitazione, di adeguamento e insieme di lotta, di concorrenza (ved. TLL l, coL 973, r. 66
sgg. e col. 975, r. 45 sgg.). La preposizione de e impiegata con valore
strumentale: ved. commento a 8,8*9.
34. reticulis indutae: le reti consentivano maggiore presa alle cor*
na dell'animaJe. Blandina, una dei martiri di Lione, muore esposta
in una rete agli assalti di un toro: ved. Eusebio di Cesarea, Historia
Ecclesiastica V 2,56.
6 . revocatae: ved. commento a 19, 14.
discinctis: per discincta
ved. commento a 10,4.
10. injibulavit: injibufare significa raccogliere, riunire (servendosi di una graffa, di una spilla, di una fibbia).
10 1. martyram: martyra, femminile latino ricalcato sol prestito

<

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

20, I I - 2)

greco martyr, e raro nei nostri tesd, tranne che nel periodo po tardo
(sesto secolo): ved. TLL VIII, coL 419, r. 36 sgg. Doveva essere piu
frequentemente impiegato nella llngua popolare.
11 -2. ne .. videretur. le donne romane portavano i cape11i sciolti <
in segno di lucto: attescazioni in G. Herzog-Hauser, in PWZR VI
2, col. 223l.
12. Ita: in senso temporale; per ita:: tum, attestato in tutta la
elisam: per elidere
latinita, ved. TLL VII 2, coL 522,r. 26 sgg.
sinonimo di prostemere nel latino postclassico, soprattutto dei eristiani (cfr. Tertulliano, de anima 43 corpus ... vi soporis elisum; Agostino, Conf. IV 1,1 nondum salubriter prostrati et elisi a te), ved. TLL
V 2, col. 373, r. 53 sgg.
14-5 . revoeatae .. Sanavivariam: per porta Sanavivaria, la porta dei <
vincitori, ved. eommento a 10,33. Il passaggio da questa porta inruca una prima viteoria sul Diavolo, giaech le martiri sono seampate
alla vaeca (ved. par. 1); allo stesso tempo, viene prefigurato il trionfo definitivo della morte gloriosa, che presto seguid!. (par. 8 sgg.).
Per revocare ved. commento a 19,14.
15-6. a ... suscepta: forse Rustico era un domestico di Perpetua
(ved. commento a 2,4). Tune cateehumeno, (che in quel momento
era catecumeno): se ne deduce che piu tardi egli aveva ricevuto il
battesimo e che un certo tempo era trascorso dopo gli avvenimenti
narrad (ved. commento a 1,27-30).
17 . quasi ... fueral: l' espressione in spiritu et in extasi ha delle <
risonanze bibliche, cfr. Apoc. 1,10; 4,2; 21,10 (fui in spiritul, nonch
Gen. 2,21 nella versione impiegata da Tertulliano, de anima 45 ,3
hanc vim ecstasin dicimus, excessum sensus et amentiae instar; sic et in
primordio somnus cum ecstasi dedica tus: et misit Deus ecstosin in
Adam et dormiit) (ved. Waszink, pp. 484-5) , Sotto l'influsso del
testo del Genesi, extasis e sonno venivano messi in stretta relazione
reciproca: i sogn erano visioni (cfr. il testo di Gioele citato in Passio
1,4). Anche nel nostro passo vengono aceostati somnus ed extasis. Se
va mantenuta la forma expergita (ved. apparato critico), participio di
expergiscor, si tratta di un manierismo del redatcore, che sceglie una
forma di vetusta o arcaizzante latinidl. (ved. TLL V 2, col. 1649, r.
40 sgg.); in altri punti della Passio sembra prevalere iI volgarismo
expertus (ved. cornmento a 4,29).
19. inquit: ved. commento a 3,1.
vaccam ... quam: Perpetua
aveva sentito parlare di questa famosa vacca (si veda in proposito il
par. 1).
20-2. non ... recognovisset: contaminazione di due frasi, non prius
credidit quam recognovit e non credidisset nisi recognovisset; per questa
negligenza sintattica ved. Braun, Nouvelles observotions, p. 113 .
22-3. Exinde ... est: bisogna probabilmente intendere (ella fece
venire suo fratelio, anch'egli catecurneno (ved. 2,2); poi, questi due

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

20, 2) - 21 ,

449

catecumeni, Rustico (ved. par. 8) e suo fracello, vengoDo da lei esortati (per adloqui ved. commento a 3,21-2) a resstere. Sembra che
Perpetua con queste ultime paraJe indirizzate ai due catecumeni vogHa incoraggiarne l'intera categoria, perch essi erano ancora infir.
miores in fide e correvano il rischio di scoraggiarsi alla vista della
morte dei martiri, loro antichi compagni di catecumenato (ved. anche commento a 3,12-3; per il rinsaldamento morale del fratelio ved.
anche commento a 4,312).
23-4. In ... scandalizemini: esortazione modellata su formule neo
testamentarie: ved. apparato delle citazioni. L'esortazione all'amore
reciproco (per l'impiego di invicem ved. commento a 7,15) lascia
pensare che fra i catecumeni regnasse la discordia (co va messo in
relazione con i problemi della chiesa di Cartagine menzionati a 13,1
sgg.?); l'appelio Hnale ricorda il comportamento degli apostoli (scandalizzati dalla passione di Gesu (ved. G. Stah..lin, in TWNT VII, p.
348 sgg.): scandali:1:are, dal greco OXO:VOO:A(~tL\I (<<far inciampare su un
ostacolo) era popolare presso i cristiani latini con il significato di
far cadere , far perdere coraggio, far perdere la fede ); ved.
Che. Mohemann, Die altchristliehe Sondersprache in den Sermones des
hl. Augustin. Erster Teil. Einfhrung. Lexikologie, Wortbildrmg, in
LCP 111, Amsterdam 1965 2 , p. 148 sgg.; per passio ved. commento
a 4,3.

<

21, 12. ltem ... exhortabatur. come Perpetua esorta con le sue ultime
parole i cacecumeni (20,10), cosl Saturo pronuncia un'ultima esottazione, a rinsaldare la fede, appena sbocciata, di Pudente (ved. 9,1 e
16,4).
2. inquit: ved. cornmento a 3,1.
2-3. praesumpsi: ved. commento a 19,8-9.
3. nullam ... sensi: ved. 19,5-6.
3-5. Et ... consummor: e un rimando a 19,4: il fatto di vedere
esaudito il voto fatto da Saturo per la sua morte deve spingere Pudente a credere con tuteo il cuare. Per Ulo equivalente a ilIue ved.
16,1. 12.
5-6. statim ... obiectus: equivale a statim ut obiectus esto In fine
spectaculi si oppone a in eommissione spectaculi (19 ,3).
6. de uno morsu: per de con valore strumentale ved. commento a
8,8-9.
78. secundi ... lotum, salvum lotum: il pubblico con le sue grida <
gli da certezza di avere sublto il secondo bagno, il secondo battesimo, quello del sangue (ved. commento a 18,7-8) . L'augurio espresso,
salvum lotum, e in effetti quello adoperato per coloro che avevano
appena preso un bagno alle terme (ved. lo studio di Dolger citato nel
commento a 18,9-10); salvum lolum e un'ellissi per salvum lotum te
esse optamus o una formula analoga, con lotus participio di lavare

PASSIO PERPETUAE ET FELlCITATIS

21 ,

8 - r9

(ved. cornmento a 18,7-8) e salvum in funzione predicativa: ci auguriamo che il bagno che hai preso ti abbia fano bene aUa salute . L'im
piego di salvus con funzione di predicato si ritrova anche in espressioni come salvus ire, salvus redire (ved. W. Heraeus, in ALL XIII
[1904), p. 429).
8. Plane utique: iI valore asseverativo di utique (ved. commento a
16,9-10) e ulteriormente sottolineato da plane.
9. salvus: gioeo di paroJe gene raro dall'arrieehimento di senso dell'aggettivo sa/vus una volta entrato a far parte della terminologia religiosa dei cristiani; per le origini dell'impiego cristiano del termine
ved. Braun, p. 490 sgg.
10-1. memento ... confirment: da accostare alle paroJe di Perpetua a
20,10; a parte l'esortazione all' amore reciproco, vi e una deo tita di
fondo.
11 . ansulam: per amula nel senso piuttosto raro di anello efe.
Agostino, Doctr. II 20,30 ansulae in digitis.
12-3. et vulneri ... sanguinis: il gesto di Saturo non ha a che fare
con il culto delle reliquie; si tratta dell 'espressione di un vincolo personale nato evidentemente dalla comunanza di fede, ma che ha acquista~o un carattere propriamente affettivo. DOlger, p. 204 sgg. (citato nel cornrnento a 18,9- 10), e Robert, p. 245, vanno troppo lonta
no quando postulano una re1azione con il costume di raccogliere il
sangue dei gladiatori, considerato un farmaco dal magco potere. .
14-5. ad ... loco : l'area dell'anfiteatro in cui si raccoglievano I
morti e dove le vttime ancora in vita ricevevano il colpo di grazia
(iugulatio e un colpo di spada che trafigge la gola: ved. 21,9) si chamaya spoliorium: vi si giungeva lasciando }' arena dalla porta Libitinensis (ved. cornmento a 10,33); cfr. L. Friedlander - G. Wissowa, p. 75,
(citad nel commento a 20,1 -2) , con il rinvio a Seneca, Ep. 93,12.
15. in medio: erano stati trasportad nello rpoliarium (ved. nota
precedente), ma il pubblico ne reclama il rientro nell 'arena. Per in
medio nelsenso di visibile, (presente), ved. TLL VIII, col. 595, r.
39 sgg.
157. uf gladio .. adiungerent: in Ep. 7,3 sgg. (ved. anche 90,45 e
95,33) SeDeca aveva condannato aUa stregua di un omicidio la morte
neU'arena di vittime indifese e accusato di complicita gli spettatori.
Rifacendosi qui a una tradizione in parte popol are, in parte letteraria,
che attribuiva agli occhi un ruolo attivo sia nelle gioie sia nei dolori
(pascere oculos, sanare oculos, oculi stupent, oculi inpudici, ecc.: ved;
TLL IX 2, col. 44 7, r. 1 sgg.),l'autore del nostro testo proclama gli
occhi degli spettarori complici del gladio nella morte dei martirio Cj
priano, ad Donatum 7, ugualmente parla, a proposiro dei giochi del
circo, della libido crudelium luminum (luminum == ocu/orum).
189. ante .. , consummarent: il rituale bacio di pace (sollemnia pads) veniva scambiato aUa fine e come conclusione di una riunione ti-

PASSIO I'ERPETUAE ET FEUCITATIS

<

<

21 ,

r9 - 28

45 1

turgica, alla quale - fosse o meno un' eucarista - veniva applicato il


termine ~s acrificio (ved. G.F. Diercks, Q. Septimius Florens Tertullianus, De Orano1Je, Bussum 1947, p. 182 sgg.); analogamente i martiri si abbracciano al momento di compiere illoro sacrificio.
19. Ceten quidem: quidem si oppone ad aulem (par. 9); l' opposizione e duplice: nella maniera di morire (gli altri immobili e in sUenzio, Perpetua afferrando il gladio e lanciando un grido) e nella successione temporale (prima gli altri, anzitu[[o Saturo; quindi Perpetua).
L'inciso su Saturo (ll. 20-2) va inteso multo magis (quam ceterOSatun/s,
qui et prior (quam Perpetua) ascel1derat, prior (quam Perpetua) reddidit
spiritum: si tratta di un'allusione alla prima visione di Perpetua (ved.
4,5-6: anche n sustinere col senso di (aspettare} .
22 -3. ut ... gustaret: forse va messo in rapporto con 20,8-9: la sua
estasi l'aveva sottratta a qualsiasi sensazione dolorosa .
23. inter ... conpuncta: il gladio toccava le vertebre cervicali senza
provocare una morte immediata.
23-4 . errantem ... tramtulit: la mano incerta dell'apprendista gladiatore (tirunculi gladiatoris: si trattava probabilmente di un uomo
della bassa categoria dei retiarii: ved. commento a 18,78; sull'adde
stramento dei gladiatori ved. 1. Friedlander - G . Wissowa , pp. 68-9
(citad nel commento a 20, 1-2) e W. Weismann, in RAe XI, col. 29)
va accostata alla mano del carnefice che solo a stento riesce a colpire
Cipriano (ved. Ponzio, Vita Cypriani 18,4). Il gladius en-ans del gladiatore o del boia era d'artronde ben noto sia nella realta sia alla Ietteratura antica: cfr. Seneca, Ep. 30,8 gladiator ... iugulum adversario prae~
stat et en-antem gladium sibi adtemptat, il gladiatore ... porge la su a
gola all 'avversario e l'incerta spada vi adatta.
25-6 . Fortasse .,. voluisset: il redattore sembra voler dire che il <
Diavolo, supremo organizzatore delle persecuzioni e delle passioni
(ved. commento a 20,1-2), arretra dinanzi alla morte di Perpetua;
questa donna cosl forte (che nella sua visione aveva gia trionfaro sul
Diavolo) prendeva dunque nelle sue mani la propria morreo Inmundus
spiritus quale epiteto del Diavolo e bblico (Ev. Matth. 12,43; Ev.
Marc. 1,26; Ev. Luc. 9,42; ece" sia nella Volgata sia nelIa Vetus Latina: ved. VLJl ad loe.), ma si applica di regola ai satelliti di Satana, gli
spiriti maligni che eseguono i suoi ordini.
268. O fortissimi ... Christi: l'epilogo, che proclama l'elogio dei
martiri, riprende i concetti di tendenza montanista che si sono prospettati nel prologo (ved. 1,1 sgg.) sull'azione dello Spirito Santo, che
realizza nelIa Chiesa post-bblica manifestazioni della grazia divina
identiche o superiori a quelle contenute nei libri del Nuovo Testamento; viene anche sottolineata ]a necessta dell' aedificatio della
Chiesa che sara procurata dalla lenura dei doeumenti che concernono
i martiri o Per i superlativi fortissimi e beatissimi ved. commento a
14,12 .

45 2

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

21, 28 - 34

28 magnificat: per magnificare, onorare , ved. commento a 9,2.


29-31. non minora ... Sanctum: riprende idee e termini (nova,
veteribus, exempla, aedilicationem, legere, virtutes, unum, Spiritum
Sanctum) del prologo.
33-4. cui ... Amen: dossologia dagli echi biblici, come al termine
del prologo 0,6); si riEerisce probabilmente al solo Figlio, come a
1,6.

COMMENTO AL "MARTYRIUM PIONIl


a cura di A. Hilhorst

1, 1-2. Toct~ J.\lf.OCt~ ... 1tOCpOCl\ltt: allusione a Ep. Rom. 12,13 'toct~
J.\lf.OCl~ (varia !ectio per xpt(OCl~) 'tW\I &r(w\I XOl\lW\lO\I'te.c;. Nella Lettera
ai Romani san Paolo esorta i suoi Iettori a darsi pensiero dei conErateIli indigenti, contribuendo alla raccolta di fondi a loro vantaggio.
Qui il senso e diverso: siamo dinanzi a un appello a commemorare i
santi del passato e a seguirne l' esemplare condotta.
5-6. 1tOAAOU~ . . . l1tlcrtpt~e:\I: in questo Martirio non si narrano
storie di conversioni, anche se Pionio effettivamente colpisce il pubblico pagano: ved. i capp. 3,5,7,10,12,17 e i due grandi discorsi di
Pionio (capp. 4 e 12-4).
6-7. a:'ltOcrtOAtXO~ .. re:vJ.t\loc;: la frase sembra una reminiscenza
di Martyrium Polycarpi 16,2, dove Policarpo e definito &\1 'tot~ xo:S'
~Lc; xp\lOl~ OLOctO'XAO( a:'ltOcrtOALXO~ xa\ 1tpO:pr'tLXQ( yt\lJ.E\lOC;. Alla
luce di questo passo, l'inconsueto "CW\I xae' ~J.ii~ potrebbe essere in-

terpretato come del nostro tempo .


7-8. lJ.<xpwprO'e:: a partire dal secondo secolo questo verbo assume i1 significato tecnico di essere martirizzato; cfr. H. Strathmann, in TWNT IV, pp. 511-3; PGL, S.v. <ID.
8. 'to GnpOC!lJ.ct 'tO'tO: l'espressione non pub che indicare i1 <
testo dal cap. 2 in avanti. Comunque, essendo la sua morte narrata
nel cap. 21, la parte scritta da Pionio doveva concludersi prima, ad
es. al cap. 18. Se questo e vero, Pionio avrebbe composto i1 suo
memoriale in prigione, dove si trova, sia pure a intervalli, a partire
dal cap. 11 : cfr. Cadoux, pp. 389 e 396. Secando Delehaye, pp_ 30-2,
questa parte scritta da Pionio venne trasposta in terza persona dal
redattore del Martirio , che aggiunse i capitoli 19-23 (con due sviste
a 10,1. 11 e 18,1. 27, dove dimentcb di volgere noi in essi). La
versione latina sostituisce l'intero brano con uno di tono diverso, nel
quale e enfatizzata l'esemplaritl. della dottrina e dell'insegnamento di
Pionio: et postea martyr eflectus quibus vivus docmnam infuderat passus
ostendit exemplum, e in seguito divenuto martire lascib l'esempio del
suo martirio a coloro al quali da vivo aveva donato la sua dottrioa).

454

MARTYRIUM PIONU

2,

I'

2, 13 . Mr\lo~
act~pch~ _,_ aXlOV: stando al calendario della pro- <
vincia d 'Asia, il secando giorno del sesto mese e il 23 febbraio. La
persecuzione di Decio ebbe luogo dall'autunno del 249 al giugno del
251; resta la seelta tca il23 febbraio 250 e il23 febbraio 251. L'opzione coreetta e la prima; nel 250, nfatr. i1 23 febbraio cadde di
sabara.
1. app"C~ .tt"'()'~ : l'espressione e stata studiata da W . Rordorf, <
Zum Problem des Grossen Sabbats m Polykarp- und Pioniusmartyrium, in Pietas. Festschrift r Bernhard Kiitting, Mnster i. W. 1980,
pp. 245-9. Per Rordorf, gu come in Martyritlm Po/ycarpi 8,1 e 21 ,
sabbat designa semplicemel!te il giorno della settimana, senza ulteriori sfumature giudaiche. E derto grande perch i1 23 febbraio i
pagani celebravano la festa dei Terminalia , il che, a sua volta, spiega
perch c'e tanta gente in circolazione: ved. 3,6. Per una diversa
valutazione ved., in questo volume, il commento a Martyrium Poly.
o

carpi 8,56.
1-2. lv Tft YEV(8)..te,p .. TI o)..ox:p1too: secondo una diffusa accezio- <
ne cristiana, ytYt9AlOo; ~.ttplX e l'anniversario del martirio in quanto
nascita alIa vita eterna. Policarpo e il famoso veSCQVO di Smirne
vissuto nel secondo secolo e autore di una Lettera ai Filippesi. NeI
resoconto del SUQ martirio <Martyrium Polycarpi 21) si afferma che
egli morl il 23 febbraio, il che e confermato dal nostro Ma rtirio.
L'anno della sua morte, tuttavia, resta materia di controversia: cfr.
Dehandschutter, pp. 191-219 (dove si conclude che essa ebbe luogo
'ra il 156 ed il 160).
3-5. TIIYLOo; . .. l:1X!5tya .. 'AGX1J1tlc01Jt; ... MaxEoov(o, ... A(LYoo;:
il nostro testo presenta un curioso divario nell'interesse per questi
personaggi. Mentre Pionio e dall'inizio alla fine l'eroe della narra
one, e Sabina e Asclepiade sano attivamente presenti sino al cap.
18 (dopo il quale vengono completamente ignorati), Macedonia e
Limno sono menzionati solo a 11,2, quando gli altri si uniscono a
loro in prigione.
4. .to)..oyf'tpta: quesro appellativo potrebbe essere stato dato a
Sabina dopo la sua morte, roa poich agli altri personaggi qui menzionati esso non viene canferito (come neppure quello di martire),
piu plausibile che ella fosse una .to)..orl'tpta gia in precedenza. Il
nostro testo (9,3-4) fornisce un accenno sulla ragione di tale suo
appelIativo: al tempo delI'imperatore Gordiano (238-44) Sabina era
stata punita dalla sua padrona Politta per via della sua Cede.
8. VTa'tE.rf: dal paragrafo precedente e chiaro che il digiuno avvie
ne il venerdl: puo darsi pertanto che si alluda qu alla pratica del
cosiddetto (cdigiuno stazionale del mercoledi e del venerdl (cfr. R.
Arhesmann, in RAC VII, coll. 473-4 e 509-10). Fruttuoso, martirizzato nel 259, avrebbe osservato questo tipo di digiuno anche in pri.
gione (Passio Fructuosi 3,2).

MARTYRlUM PIONTI

2 , 9 - 3, IO

455

9-10. xAwcrcao; ... 'tpX1JAOY: le catene tessute sano probabilmente cordami (cosl la versione latina: funis). Queste non sono un
macabro ornamento, come vuole Musurillo, suggerendo che stiano a figurare J'impiccagione, ma vogliono simboleggiare l'incarcerazione. Coloro che erano portati va come prigionieri erano spesso
legati con una catena o una corda intorno al coUo.
13. .tt.a:potpa,...raal: termine tecrnco per il (ccibars di carne sacri- <
ficale come prova di fedelta agli dei dell'impero. Questa e la pri.
roa occorrenza della paroIa neUa letterarura cristiana, ma trova un
precedente nel Libro quarto dei Maccabei, dove il verba designa i1
(c cibarsi di carne di porco}) da parte degli ebrei per ordine di Ancioco IV Epifane.
14. tl~ .. . cbtaxOliyal: vogliono coe che sia loro risparmiata la
sosta al tempio, dove sarebbero forzati a sacrificare. La sasta al
tempio per loro e superflua poich hanno deciso, una volea per tutte , di non sacrificare: ved. 6,3. Essi vogUona invece essere condotti directamente in prigione, nelIa prospettiva di venire condannati
dal giudice e quindi giustiziati.
3, 1-2. apto\l ... owp: il pane e quello eucaristica, che viene porta- <
to a casa per essere n consumato; cfr. O. Nussbaum, Die Aufbewahrung der Eucharistie, (<Theophaneia) XXIX), Bonn 1979, pp.
37-8,214-7,266-78 e 465. L'acqua e comune acqua da bere, non
intesa quaJe surrogato del vino, come per la secta degli Aquacii.
2. TIoAttJ.WY YE.WXpOo;: YEWXpOt; e guardiano del tempio. In
eta imperiale il neocarato ~) poteva spesso essere una ca rica emi
nente: cfr. Lanata, p. 174 . Secondo Cadoux, pp. 258 nt . 1, e
380-1, Polemone era un discendente del celebre oratore omonimo,
vissuto a Smirne piu di un secolo prima.
3. Ol GilY o:th~ : sono le guardie chiamate diogmitai a 15,1. 3:
ved. commento, e cfr. Scheele, pp. 71-2.
'tOllO; XfHa-tto:Yoo;: l'editto era rivolto all'intera popolazione, roa in pratica il da fare delle autorita era ristretto ai soli cristiani; cfr. Lanata, p. 174.
5. 'to ol'tcxy.ta 'toO o,thoxp:'topoo;: il testo di questo editto non si <
e conservato, ma il suo contenuto e abbastanza chiaro graze ai libelti, certificad ufficiali attestand i1 sacrificio e l'avvenuta ingestione del cibo sacrficale davanti alle autorita; cfr. R. Andreotti ) ({Re
ligione ufficiale e culto deU'imperatore nei "libelli" di Decio , in
Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni l, Milano 1956, pp.
369-76, nonch T .D. Barnes, Legislation against the Christian5, (cThe
Journal of Roman S'udies. LVIJI 1968, pp. )250.
8. ayopcy: per la piazza del mercato quale sede di udienza da
parte delle autorita cfr. Act. Ap. 16,19-23.
10. 9E.4} ~W'lJ't'l: l'espressione e impiegata a sottolineare il contrasto con gli doH senza vita, cfr. 1 Ep. Thess. 1,9.

MARTYRlUM PIONn

},

JO, 4,

12

MARTYRIUM PIONIl

101. ou 1lt't0: ~tctt;: i cristiani arrestati seguono spontaneamen


te i funzionari poich voguono rendere testimonianza della loro
fede durante il processo, quand'anche la morte ne sia l'inevitabile
conseguenza. Cio contrasta con la loro condotta di 15,7 - 16, 1,
dove lottano strenuamente per non essere condotti all'altare degli

de Home,; bono rege 18,28; Cicerone, od Att. IV 7,2; Plinio il Gio-

idoli.

11 -2. StollO: l~6pouv : le loro proprie, cfr. 2,3 e 6,3. In altro caso
essi avrebbero diHicilmenre attirato l'attenzione dei cittadini, giacch Polemone molto probabilmente non li aveva fatti legare.
13-4. Tf cno~ T avct'toAlx!i: questo colonnato si in parte conservato, cfr. R. Naumann - S. Kantar, Die Agora van Smyrna, in
K/einasien und Byzanz. GesammeIte Au!siitze ur Altertumskunde tlnd
KUlIstgeschichte, Berlin 1950, pp. 90-1, e 106-14.
15. ' IouScxtwv: gli ebrei erano una parte considerevole della popolazione di Smirne; efr. Cadoux, pp. 186 nt. 2, e 3035. Essi vengono
menzionati tra l'alrro in Apoc. 2,9 e in Martyrium Potycarpi 12,2;
13,1; 17,2; 18,1.
17. Xl~WtLIX; il significaro del termine, nel presente contesto, e
incerro; forse casse, cfr. la traduzione latina arcae.

4, 3-4. 'Exn{vIX~ ... -r1v XtLpIX ,,' a1CtAoyfO'IX1'O: dr. Act. Ap. 26,1
lx1't{V(l~ 1'iv Xtrpcx cX1ttAOrtL'tO. I1 gesto e quello tipico deU'oratore
che inizia il SUD discorso.
5. 1'(7) XAAU I:!lPVTl~ : la bellezza di Smirne e un tema ricorrente
in era. ~periale. Cadoux, pp. 171-4, raccoglie una serie di testimo
nianze al riguardo, tratte da fonti epigrafiche e letterarie.
5-6. 't4> Mll'tO~ ... <OliTP~: Smiroe era una delle citea che pretendevano di avere daro i natali ad Omero; cfr. ad es. il di stico di
Antho/cgia Palatina XVI 298 'E1t1' 1tAU~ IL<XPVIXV'to OOif~v SuX p~v
'OliTpou / I:lipVIX, X(or;, KOAmpwv, 'I9IXxT, nAOt;, ...Apro~, ' A9fv~ .
Melere e il nome di un fiume che scorre nei pressi di Smirne. Secondo la leggenda Omero sarebbe naro sulle sue rive, o avrebbe addirit
tura avuto per padre Pomonimo dio del fiume. Dopo avere qui lusin
gato l'orgoglio degli Smirnei per illoro famoso concittadino, al par.
4 l'oratore abilmente usa le parole di Omero per rmproverarli.
8. U'tO~OAOO'lIJ: la metafora della diserzione per indicare l'apostasia e usa ca anche in passi come 1 Ep. Clementis 21,4; 28,2; Ignazio, ad Polycarpum 6,2; Martyrium Pauli 4. 1 termini impiegati sono
AU1tO'tIXX'tW, IXU'tOIiOAW, StO'(J'tWp, 8pIX1Ci'"l~. Questa metafora fa
parte del repertorio di figure connesse al concetto di militia Chnsti.
11-2. liT oO'tOV ... xIXuX&0'9IXt: il passo cui si allude Omero, Od.
XXII 412, dove Odisseo rimprovera Euridea perch esulta sui pre
tendenti uccisi: oUX Olll x'tIXIiVotOlV i1t' v8p:O't\l tuxt't<xa0'9l,
menar vanto non e lecito su gente uccisa . Quesco verso e scato
citato tanto spesso da divenire un proverbio; dr. ad es. Filodemo,

457

4, i2 . 2)

vane, Epistulae IX 1,3; Clemente Alessandrino, Strom. VI 2,9; S~o.


beo, 125,2. Le parole di Pionio, dunque, non denotano necessarla
mente una conoscenza diretta dei poemi omerici.
13. Mwuai'~ : citato in quanto amore del Pentateuco, sebbene
ricordi qu un comandamento di Dio. Il testo che segue risulta dalla
fusione di Ex. 23,5 e Deut. 22,4 .
15. I:oAoliwvn: citato in quanto autore dei Proverbio
...
18. a:1tolNTO'xuv IXLPolilXt: il tema della morte per un prInClplO I> <
ha una lunga storia presso i greci. Socrate ne e l'esempio classico
(ved, commento a 17,4); egli a sua volta guarda al modello degli
ero omerici Palamede e Aiace (Platone, Apol. 41b). Elogiato dalla
morale stoica, il motivo fu poi ripreso dalla letteratura martirologica
degli ebrei e dei cristiani, ad es. in 4 Maceh. 9,1 ~1'Ot~Ot .. , tO'lltv
cX1t09vtlaxtlIJ T 1tIXpCX~IX(IJElIJ 'ta~ .1CIX'tptOU~ 'JliW\I ~\l'tO.A.~, ?iamo. pro";ti
a morire piuttosto che violare 1 comandamenu del nostn padrll>, e In
Giustino, 1 Apologia 2,1 'tOIJ ~lAIXATe1J, x&v B.IJIX't'O~ cX?tUAf't'IXt, 'ta
S(XLIX ArUV 'tE xcd .1tp:'t't'tt\l IX(pEL0'9l Otr, cbi ama la venta, anche se
minacciato di morte, deve scegliere di parlare e agire secondo giustizia ). Queste asserzioni miravano a ottenere l'apprezzamento dei
circoli pagani eruditi, ma la reazione comune era semmai piu prossima aquella rispecchiata dal senso delle parole del proconsole
(ved. avanti a 20,6): Ti comporri come un qualunque pezzente
che si iscrive ai lud gladiatorii per guadagnare pochi spiccioli.
Cfr. anche J. Vogt, Zur Religiositdt der Christenverfolger im .Romiseben Reich, Sitzungsberichte der Heidelberger Akaderrue der
Wissenschaften. Philosophisch-historsche KIasse. Jahrgang 1962 1
1962, pp. 14 e 17 .
19-20. .LT ;AAci~IXl i
HHolX~lX: ancora un tema socratico. Nel
dialogo platonico entone, Secrate non senza difficolta persuade Crtone cbe anche di fronte alla morte egli non puo non agire secondo i
medesimi prindpi morali professati in tempi migliori.
22. AAa ... cXSlx1l9iv'tE~: gli ebrei dunque sano privi di sentimenti di umanita nei cenfronti delle vittime innocenti. Il tema della
compassione per i propri simili ritoroa a 16,6 1'0 OILOL01tCl9E.~ l1t("'(\Iw'tE. L'ingiustizia sopportata dai cristiani e qui da Pionio denunciata
e la persecuzione: essi non banno commesso alcun gesto che possa
lar?
giustificare le violente azion.i delle a,utorta romane co";tro
23. EhIX: il senso probabilmente e: Ebbene, approflttero sublto <
di quesra opponunita per parlare con franchezza. Le domande re
toriche che seguono suggeriscono l'idea che i cristiani IJengono accusati proprio dei medesimi crimini che essi inv~ce subiscono da p.arte delle autorita imperiali. Per quanto parucolarmente polerruco
verso gli ebrei, Pionio non risparmia neppure il pubblico pagano:
efe. par. 16.

<

<

XL

A.A .R. BASTIAENSEN

se: Fama rejert (37, 1) '. Riguardo al marlmo d' Agnese rilevamo anche le espressioni, rivelatrici di una certa riserva, dell'inno di Prudenzio, Peristephanon 14 (compreso in questa raccolta
in quanto testimone del mutamento di prospettiva dopo il tempo delIe persecuzioni): vv. 10-1 aiunt .. . puellu/am ... ; v. 57 sunt
qui .. . rettulerint ... : I'autore e indeciso su dettagli e lo confida
al lettore. Altrove e contento di poter riferire, quale conferma
dei propri versi, di aver veduto coi suoi occhi a Roma un'iscrizione che celebrava il martire Ippolito (Peristephanon 11,
18-9)2, probabilrnente l'epigrarnma di Damaso. Occorre dunque precisare che, intorno al 400, nella ricerca di particolari
sulla morte dei martiri 10 spirito critico non faceva totalmente
difetto. Ma la domanda di atti dei martiri era pressante: a daseun martire la sua passione. E nei secoli seguenti le passiones
non cessatono di moltiplicarsi.

Ved. l'edione di A. Ferrua, Epigrommata Damasiana ... , pp. 161, 171 e 176.
Ved. I'edione di M. Cunningham, in CeL CXXVI, Turnholti 1966, p. 254.

BIBLIOGRAFIA GENERALE

MARTYllIUM PIONIl

MARTYRlUM PIONll

4, 26 44

26 7. 'toO'o't~ .. xouO"tw\I: sulla distinzione fra colpa volontaria


e colpa involontaria ved. F. Hauck, in TWNT I1, pp. 467-8. La
giustapposizione ricorre a 13,1 e a 14,5.
27-35. Tl'; .. . t1t'OlTO"tX\I: i misfatti qui elencati sono tipici della
concezione deuteronomistica della storia, secondo la quale le sventure del popolo ebreo sono il castigo per la sua infedeld all'alleanza del Sinai; cfr. Jud. 2,10 - 3,6; 2 Reg. 17; Pro 106. 1 cristiani ripresero questi temi connettendoli con la riprovazione per la uccisione del Messia: cfr. Act. Ap. 7,35-53; Giustino, Dia/ogus cum Tryphone 132,1, e nel nostro testo 13,2.
29. 1topnO"tX~ .. AAO~AW\I: l'accusa compare anche in Giu
stino, Dia/ogus cum Tryphone 132,1.
30. xo.:'ttXXtXlEl\I ... 9uycx"t.pcx.;: cfr. anche Giustino, Dia/ogus cum
Tryphone 19,6 e passim.
32. cttp.~E0"9aL ... Arru1t"to\l: questa accusa si fonda su Num.
14,3-4, ma la scelta lessicale si direbbe ispirata piuttosto da Act. Ap.
7 ,39 tO"'tp:~TO"tX\I t\l "taT" XtXPOtCU" (varia /eeuo 't'f XtXpo(~) cx'tW\I El.;

<

Ar)'01t'to\l.
34. J.oO"xo1toLilO'ctt: la storia del vitello d'oro

e narrata in Ex. 32.


delle accuse (di repertorio contro gli ebrei nei tes ti cristiani
(cfr. ad es. Act. Ap. 7,41, e Giustino, Dialogus cum Tryphone 19 ,5),
tanto che vennero coniati, a denotarla, i termini tecnici .toax01todw
(prima occorrenza in Act. Ap. 7,41), .toOX01tOlTat.; e .tOO'X01t'otltX: cfr.
PGL, s.vv., eA. Pelleer, Valeur vocatrice d'un dmarquage chrtien, Biblica XLVIII 1967, pp. 388-94.
37. t\l oto; tirxOV'ttXL: l'jdea che gli ebrei conservino nella loro
Bibbia la restimoruanza dei propri misfatti e espressa apertamente
da Zenone di Verona, Traetatus 1,9 verum lamen, Iudaee, quid molIumentis tui criminis gratularis? Piu in generale, la conservazione
della Bibbia ebraica era giudicara un utile servizio reso ai cristiani.
Cos1 Cesario di Arles, Sermones 86,3, puo definire il popolo ebraico
eapsarius christianorum, portarore di libri per i cristiani.
C1'j'toijcn: la terza persona plurale ha in questo caso valore indefiniro:
ci viene domandato. Per questo impiego ved. Rydbeck, pp.
27-45.
38. ltXu'tot.;: per questo dativo, che significa di loro spontanea
volanta, ved. Rydbeck, pp. 51-6l.
40. n,.W\lt: il paragone e desunro da Ev. Matth. 3,12; Ev. Luc.
3,17 . II vocabolo eXAW\I, comunemente reso con aia, dovrebbe essere invece inteso come (grano accumulato a mucchi nell'aia, pronto per la trebbiatura: cfr. LS], S.v. &:).,W" (1), GELNT, s.v. &:).,wv
(2).
axpou .. al'tou;: ovviamente la risposta e: la pula, che
qui simboleggia la moltitudine di quanti hanno abiurato.
44. O'tXi\lT\I: il paragone proviene da Ev. Matth . 13,47-9, ma il
senso e qu radicalmente diverso.
E una

<

70

459

45-6. -Cct-Cct 1t:axu\I: ci si deve riferire qui al rogo dei cristiani,


se nella frase successiva il medesimo tormento - questa volta senza
dubbio da patirsi all'inferno - e annunciato ai pagani.
47. tX'toT~ 'toT.; (prOl';: nella traduzione latina l'espressione e intesa a denotare I'ingiustificata persecuzione dei cristiani, ma il senso puo essere piu generale: cfr. Ep. Rom. 1, 18-32.
53-4. .ttxp-rupoO'ct\l .. opyiv: aperta aJlusione aUa storia di Sodoma e Gomorra (Gen. 19) . Nel secondo discorso di Pionio (capp.
12-4) quesre citta sono nominate esplicitamente 03,2). La distruzione di Sodoma e prefigurazione del castigo Hnale gia in 3 Maceh .
2,5; Ep. ludo 7; 2 Ep. Peto 2,6.
556. ~E\lOX'tO\lOY'tE.;, EE\lTAtXWV'tt.;, ~LCX~fLe:\lOt: queste paroJe
evocano il comportamento degli abitanti di Sodoma nei confronti
degli ospiti di Lot; cfr. Gell. 19, 4-9.
59-62. 'toYiatXO'ay ... oU\lct.ti\lT\I: piuttosto curiosamente, in una
maggioranza di participi concordati con il neutro Bwp, questi due
sono femminili, concordati con 9:cr:0'0'ct\l \lEXp:y, l. 58.
59. 'P~~ 9e.t~: l'aggettivo 9ETo, sostituisce un genitivo oggettivo
(cfr. PGL, S.V. 9ETo.; [Cn, analogamente ad &\l9pw7tt\lo,; di 1. 26 cp~O\l

<

4, 45 -

<

cX\l9pw1tt\lo\l.

61. ix~tXAA6fLt\lO\l: probabilmente questo participio ha valore attivo (cfr. LS], S.v. [1 1]) e va riferito a owp, 1. 58. L'inelegante
aggiunta U1tO 'tO vOcx'to.; {acqua che espelle "con la sua acqua" colui che vi si tuHa) e accettabile perch mohe parale la separano
da owp UrcTAAcr:)'.t.\I(W, con cui si inizia la sequenza.
65. yi1\I : il nome e.xo.:1t').,EW';, che nel manoscritto segue questa
parola, generalmente denota la lega delle dieci citta palestinesi situate ad est del Hume Giordano (tranne Scitopoli, sull'altra sponda). Come dimostrato da LA. Heikel, Quaesuones eriticae de non
nullis seriptorum Graecorum /oeis, (<< Societas Scientiarum Fennica.
Commentationes Humanarum Litrerarum J, 7), Helsinki 1926, p.
12, e da 1. Robert, Vi/les d'Asie Mineure. Eludes de gographie ancienne, {(tudes orientales lI), Paris 1962 2 , p. 291 nt. 2, si tratta di una glossa originata da quanto e derto sopra al par. 18.
66. -CW\I vfaw\I: probabilmente le sale dell'Egeo, che fin <
dall'eta classica erano talvolta detre per brevita tXl \lTiO"ot: cfr. LS],
S.V. \lilao.; (1). Aleune di esse, come ad es. Thera, Melos, Kimolos e
Nisyros erano - o erano state - vulcaniche.
67. pOL)'OO.tEYO\l: se questa forma non e corrotta, e l'unica occorrenza del verbo pOL)'oio.to:t (o POt)'060.tcr:L), che, stando al contesto, potrebbe avere il significato di ffiugghiare.
68. 9tp.to vocno.;: le sorgenri di acqua calda sulfurea dette <
((Bagno di Agamennone, circa dieci chilometri a ovest di Smirne:
cfr. Cadoux, p. 17; Robert, p. 291 nt. 2 (citato a nota 65).
70. El 1tOrctlWV: si congettura in genere h.. 1to)'ct(~ , sebbene il <

MARTYRlUM PIONU

4,

70 - 6,

MARTYRIUM PIONII

contesto richieda un 'idea di provenienza, da esprimersi con il genitivo o con lx, non con l\l . L'dea del fuoco sotterraneo che riscalda
l'acqua delle sorgenti calde (cfr. ad es. Anthologia Paltina IX 632),
gia in Platone (Phd. 114a; cfr. anche 111c-e; 113 a-b), e associata al
fuoco della punizione infera. Cft. W . Speyer, Der Ursprung wanner
Quellen nach heidnischer und christlicher Deutung, J ahrbuch fr Antke und Christentum XX 1977, pp. 39-46 (in particolare pp. 40 e
44-5), A sua voIta quest'ultimo e spesso associato al fuoco escatologico del Giudizio: cfr. F. Lang, in TWNT VI, p. 945 . E questo il
caso di Pionio: cfr. parro 23-4.
72 . .6.EUx.aA[WVO~ .. NWE: come e immaginabile, queste figure sono spesso messe a confronto: cfr. A. Hermann, in RAC UI, coll.
7904.
74. (ha 1t1Jp~: l'idea di un giudizio finale di fuoco) non e enra
nea ai pagani. Non solo autori cristiani, come ad es. Ippolico, la
ascrivono a fosofi pagani (Re/utatio IX 10,7, dove si scrive di Eraelito che AjEl ... "tOO: xo..ou Xp(OlV XCtl mi\l"twv "tWV lv cxu"tw 8la
1t1JpO~ j(VEafJCXl, afferma ... che la fine del cosmo e di tutto cii, che
contiene avviene mediante il fuoco), ma alcuni testi pagani la attestano esplicitamente, ad es. Ovidio, Met. l256-9.
76. -q dXVl "tf xpuct; ved. anche 5, 1. 5. Secando L. Robert
(Recherches pigraphiques, VI: Inscriptions d'Athenes, Revue des tudes Anciennes LXII 1960, pp. 316-24 : ved. in particoIare p. 319
nt. 1), e Lanata, p. 174, viene con questa espressione indicata l' effigie dell'imperatore,

<

5, 7. &ropa;(wv: qui e a 6,1. 1 &ropa:to~ indica un faccendiere di


piazza piuttosto che un avvocato come interpreta Musurillo.
11-2. xa:v . ~1'v: e questa l'usitata disputa sul valore della vita <
e della morte che oppone i pagani da un lato ad ebrei e cristian
dall'altro: cfr. 20,5, nonch Sapo 3,1-12; Acta Apollonii 29 sg,; Mar
tyrium Montani et Lucii 19,6; Passio luli 3,4. Nel riprendere i medesimi termini dei suoi interlocutori, Pionio li impregna di contenuti
cristiani; ~fjv denota quindi la vita eterna, qlw~ la salvezza.
14. ea:\la:"tlwvn~: un ulteriore punto di discussione legato al precedente. 1 cristiani, che speravano in una vita migliore nell'aldila, e
dunque affrontavano la morte con letizia, davano l'impressione di
odiare la vita. II tema e ripreso a 20,5-6 e a 21,1 e 4. Nella coeva
letteratura profana il Peregrinus di Lucano e un esempio di caricatu.
ra di persone votate a mort spettacolari per convinzioni eccentriche
(anche in quell'opera e usato il. termine 9IXVa:"tlcXW, Peregrinus 32).
6, 1. 1tO\l'TlpO~: torse usato non nell' accezione morale ma in quella
sociale ((di nfimo ordine) : cfr. LS], S.V. (IU 3). Mentre Pionio ha
pronunciato un discorso notevole per eleganza ed erudizione, Ales-

6,

1 - 7, 18

sandro sa dire solo (Aseohaci, Pionio (par. 1) e A che servono


codesti guinzagli? (par. 2) . Si tratta precisamente del contrasto fra
l'uomo civile e il plebeo: cfr. G. Harder, in TWNT VI, p. 547 (ved.
anche pp. 553 e 558).
5. Tcx"tcx: sottinteso "ta 8Ea..: cfr. 2,3 e 3,5.
7. 1tpOO'E).'I'lAaCX!l~V: sembra da ncerpretarsi in un' aecezione prossima aquella tecnica di comparire dnanz alle autorica in un contesto di apostasia: cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica VI 41,11 "ta:V;
... auo(CXt; 1tpOafEO'CXV, Acta Probi 5 tva; . .. SO"{l; 1tpOO'EA9wv.
8. "t0 NE''EO'EtOV: il tempio delle Nemesi. A Smirne il culto di <
Nemesi aveva origini anticrussime; caracterstica peculiare della citta
era che vi si adorassero due Nemesi: cfr. 18,4, nonch Cadoux, p.
220. Secondo L. Roberc, Opera minora selecta IV, Amsterdam 1974,
p. 187, il tempio dava sull'agora: cfr. 15,2 e 7 e 16,1.
11 . E1O'a:rrEU: ha il valore di un futuro indicativo, cfr. L. Radermacher, Neutestamentliche Grammatik, Tbingen 1925 2 , p. 93 nt.
1i E. Schwyzer, Griechische Grammatik l , Mnchen 1939, p. 780.
7, 1. lxx.).'I'lawv . . . aE(X,:p~: nelle citta greche le assemblee pubbliche, <
comprese quelle senza preavviso, si tenevano spesso nei teatri: cfr.
Cadoux, pp. 179-80; Lanata, p. 175. Su! teatro di Smirne ved. Cadoux, pp. 178-9. La scena qui descritta presenta qualche affinita con
Act. Ap. 19, 2940 (san Paolo era gli orefici di Efeso).
2-3. XTJ8!J.EVO , . 'tO c:rtpa:'tTjro: solleciti verso lo stratego. Vi
erano diversi strategoi a Smirne (cfr. Cadoux, p. 194; Lanata, p. 175)
e non sappiamo a quale di essi si alluda qui n quali fossero le circostanze che seonsigliavano di tenere l'assemblea. Forse lo stratego in
questione non aveva preso debita cura delle provvisce di pane per la
citta, e una sua comparsa in pubblico avrebbe potuto causare l'esplo
dere dell'indignazione popolare: cfr. Cadoux, pp. 194 e 385-6; Lanata, p. 175. A 10,8 viene evocata una recente carestia.
12. &1to9a:\l\l'tcx~ XC(uSiiv\: riferimento al fuoco del Giudzio
(menzionato a 4,24) e corrispondente negativo di 5,4, dove la vita
terrena e opposta alla vita eterna. L'antitesi fra condanna secolare e
castigo eterno e presente gia in 4 Macch. 9-10 e 12; cfr. anche ad es.
Giustino, 1 Apologia 17,4; Martyrium Polycarpi 11; Cipriano, Epistulae 8,2 ,2.
12-.3. Mu8twCTfJ~: analogamente Pionio aveva iniziato il suo discorso lfIa:l8p~ "t~ 1tpoaw1t~ (4,2) . Cfr. anche Actus Petri cum Simone
6, dove Pietro in spiritu repletm subrisit.
17-8. Er~ 1tOpVEtOV tc:rta:v"tCXt: questo tipo di condanna viene studiato <
nella datata ma tuttora importante monografia di F. Augar, Die Frau
im romischen Christenprocess. Ein Beitrag ur Verfolgung;geschichte der
christlichen Kirche im tomischen Staat, (<<Texte und Untersuchungen
n. s. XIU 4), Leipzig 1905. Sebbene nota solo da fonti cristiane, la

MARTYRlUM PIONII

7, 18 9, 7

sua sroricita e indubbia. Non era intesa quale condanna a lungo termine, ma come preliminare all'esecuzione. In ogni caso, questa mi
naccia mirava a spngere le donne di fede cristiana all'abiura. L'opi.
nione di Augar e srara contestara da Scheele, pp. 132-4, secondo il
quale la condanna al posrribolo era una pena a lungo termine , e
Sabina I'avrebbe effertivamente scontata. Risultando essa tanto vergognosa da non poter essere ricordata, la fine di Sabina sarebbe
stata omessa nel nostro Martirio. Va tuttavia osservato che neppure
la sorte di Asclepiade viene menzionata.

8, 2. Ke.xe.uacll .. XOAti~ElIJ: piu volte Pionio indottrina i suoi inqui.


si(ori sui loro doveri di legge: cfr. 15,3; 16,6. Su xotiCtw nel senso
di <dnfHggere la pena di morte ved. commenro a 10,7-8 .
4-5. XpLa-tLa:\l~ d.u: questa dichiarazione, che motiva il rifiuto
del martire a compiere l'atro orclinate dal giudice, ricorre costantemente qui (cfr. par. 4; e 9,2.5 e 7; 15 ,7; 16,2) come in altri ani d
martiri (cfr. Martyrium Polycarpi 10,1; Acta Scilitanorum 13 ; ecc.).
6- 7. 'tO\l 1tOL~a<x\I't(X ... <xu"tot;: questa citazione di Ex. 20,11
(= Ps. 146,6; Act. Ap. 4,24; 14,15) e un teano comune neHe asserzioni di fede dei martiri; cfr. qu 9,6; 16,3; 19,8 e 11, nonch Acta
ApolIonii 2; Acta Phi/eae 6; Acta Pauli et Theclae 24; ecc.
9-10. x&\I"t~ a:u"toxp"topc vi e un altro caso in cui viene richiesto <
un sacrificio all'imperatore quale alternativa di ripiego dopo il rifiuto del martire a sacrificare agli dei: efr. Eusebio, Martyres Palaestinae
1, 1. In s, il sacrificio aU'imperatore e raro (molto piu frequenti i
sacrifici per l'imperatore) , ma neppure il sacrificio all 'imperatore e
sentito come equivalente al sacrificio a un dio . Comunque, dal punto di vista cristiano di Pionio, rali sfumature sono irrilevanti: efr.
S.R.F . Price, Belween Mon and Gad: Socri/ice in the Roman Imperial
Cult, The Journal of Roman Studies LXX 1980, pp. 28-43 , in
parricolare pp. 36-7.
9, 4-5. nOLa:~ ExxAraL<X;;: per Lanata, p. 175, queste parole indicano
che il cap. 9 non e basato sugli acta ufficiali, ma che e stato scritto
da Pionio seguendo i suoi ricordi: Se la fonte degli atti fino al cap.
19 e il ctYplXj.Lj.La: di Pionio, e prohahile che anche l' interrogatorio
formale sia qui riportato sulla base dei ricordi dell ' imputato, non del
verbale protocollare. Questo puo spiegare perch a un pagano d'Asa
come Polemone sia actribuiro l'uso del termine lxXA1)a(<x nel senso
tecnico-cristiano; mentre nel protocollo ufficiale, 19,4, il proconsole
usa i piu generici 6praxdCl e a:rptaL~ .
7-9. 1tpO~ "to .. OEG7tO(V1)~ ; per Scheele, p. 73 , Sabina ambisce a
morire da martire. Se si scoprisse la sua vera identita, anzich ottenere la corona del martirio sarebbe riconsegnata alla sua antica pa
drona.

MARTYRlUM PIONII

9,

8 - 10, I5

8-9. &v6.t.ou : (dniqua, e forse nel senso di pagana; cfr. 1 Ep .


Coro 9,21; Act. Ap.2,23.
10. rOpOL.aVO: Gordiano IlI, imperatore dal 238 al 244 ; cfr.
Scheele, p. 50 nt. 3.
11. 1tEO~a<xaa: opt(nv : probabilmente la mando a lavorare in un
ergastulum, cfr. Scheele, pp. 61-8 .
14. OLCl"tpl~ouaa: .t.t'teX "tO n LOVLOU : l'ipotesi in un primo tempo avan <
zata dagli studiosi, che Sabina vivesse da virgo subintroducta (cioe da
vergine convivente in matrimonio spirituale con un asceta), econfuta
ta da Scheele, pp. 6970.
10, 6. Eh<x: palesemente questo avverbio non e qui usato nella Sua
funzione consueta, a denotare cioe la successione logica o temporale
di azione ad azione o di stato a stato, ma ad esprimere affrettata sorpresa. Non conosciamo altri esempi di questa sfumatura semantica,
roa la congettura EL<X, suggerita da alcuni editad, non migliora le
cose.
&1tod't6to~: si tratta di un hapax; la forma nocmale e &1t"tL't60;.

xOAClae~"twa<X\I : quesro e un chiaro esempio di come il verbo


designi una punizione capitale: Polemone risponde infatt che
non e in grado di (punire perch non ha l'amorita per proferire una
sentenza di morte. Tale connotazione e costante nel nostro Marlirio,
tranne che a 12,1.7, dove il verbo indica una sofferenza psichica.
8. P~OOl : i fasci, smbolo della facoIta di infliggere la pena capi- <
tale. Tale parere era riservato alle piu alte magistrature, una sola delle
quali agiva nella provincia d'Asia, il proconsole (che, nel nostro testo,
compare al cap. 19).
10-1. aU\I ~.t.lv : su questo possibile indizio di una stesura del testo
da parte di Pionio ved. commento a 1,8.
12. " Oaot xcxt Oo-OE: variante dell'espressione postclassica OOt X<XL
ooe., questo e quello, per la quale cfr. Rydbeck, pp. 96-7 . "OaoE e
una variante tarda di OSe., cfr. LSJ, s.v.
13. "'Ex(Xa-to~ . .. 1tpoa:LpEaL\I: una risposta simile viene data in Acta
Maximiliani 2,9 Ipsi sciunt quod ipsis expediat. Ego tamen christianus
sum, el non possum mole lacere.
15. 1t<XtOdCl: il significato piu calzante da attribuirsi al termine
sembra essere <<ermezza, rgore di vira; cfr. PGL, S.V. (Bl. Nel
greco biblico e parristico 1ta:LOtL<X puo assumere il significato di casti~
go (tale e la rraduzione di MusuriUo), ma questa accezione del vocabolo comporta sempre la connotazione di esercizio di correzione )),
punizione inflitra da Dio per il bene dell'uomo: e difficile che questa possa essere l'opinione degli spettatori pagani.
XCll o-tw~: ( anche in simili circostanze). Musurillo arrdbuisce a due diversi interlocutori le parole w"too-<x't1\ 1ta:LOe.l<x e o"tW; tG'ttV, il secondo a consen
tire con il primo.

7-8.

xOA~w

MARTYRIUM pIQNn

10, 15 - 11, 14

15-6. Ta'tTj\l ~ii)..)..o\l otOan; la frase e di ardua interpretazione.


Forse voi stessi conoscete assai bene questa (fermezza)), con un
cortese complimento di Pionio ai suoi interIocutori (devo il suggerimento al Padre F. van Ommeslaeghe 5.J.): ved. anche nota 15.
11, 1-2. fJ.6At~ . .. atlfJ.1tVLrE09at: se questa frase e autentica, fJ.6Al~ andrebbe riferito a l\lipCCAO\l, che segue.
2. SenE Cft.lf,l.1W(rE09at: went con l'nfinito ha qu la sua sfumatura
semantica classica, denota cioe una conseguenza possibile. Di norma
questa sfumatura non e presente nel nostro testo, come spesso avviene nel greco postclassico.
6. -rTj~ alpOEW; ..6)\1 <flptlr6.l\1: con setta dei Frigi s intendono i <
montanisti, cfr. PGL, S.v. <l>prE~. Un marcianita e menzionata a
21,5. Come gia rilevato daJ.B. Lightfoot, The Aposlolic Falhers II 1,
Londan - New York 1889 2 , p. 639, e da Delehaye, p. 29, queste
menzioni di eretici martirizzati valgono quali prove di autenticitil..
Di norma la Chiesa si rifiutava di riconoscere come martiri gli eretid, cfr. B. K6tting, Die Stellung des Konfessors in der Alten Kirche,
Jahrbuch fr Antike und Christentum XIX 1976, pp. 7-23, in
particolare p. 11.
7-8 ...O: q>Ep6fJ.t\la ... 1tlcn-6w: nell'antichita l'incarcerazione non <
era usata quale forma di castigo. Li prigione pubblica serviva unicamente per un breve periodo di arresto, inflitto come misura coercitiva, o per trattenere l'imputato a disposizione delle autorita. Amici ~
parenti potevano fare visita ai prigionieri e portare loro del dbo . SI
legge spesso di cristiani che visitavano correligionari incarcerati:
ved. ad es. Tertulliano, ad martyras 1,1; 2,2; Cipriano, Epistulae 5,2;
cfr. anche Ev. Matth. 25,36: ero carcerato e veniste a trovarmi.
11 . t'ltlq>tAcr:\l9pw1tEu6fJ.EVot: si tratta evidentemente di un hapax. Il
senso e comunque chiaro: bn~~Aa\lepW1tEOfJ.CC~ Ex significa trarre
beneficio da . Il termine deriva da q>tAa\l9pw1tLO:, che dalla sua aecezione astratta di <<umana, benevolenza, aveva sviluppato il valore concreto d atto di cortesia, <~favore.
12-3. 1tpO~ 'to fJ.~ ... q>tAcr:\l9pw1tLa\l: 1tp6~ ha valore finale: i caree
rieri impongono un trattamento severo, e cioe il trasferimento nelIa
parte interna della prigione, che non era accessibile ai visitatori (cfr.
Mornmsen, p. 302); in tal modo i doni destinati ai prigionieri venivano intercettati. Musurillo (cfr. anche Delehaye, p. 41) attribuisce
a 1tp~ valore causale e rifetsce alho~ ai carcerieri: la sua ioterpretazione e perch non avevano ricevuto don da loro. In tal modo
e giocoforza omettere di tradurre n\I o.t.1tacrcc\l, che non si accorda
con il precedente l1tl~tAa\l9pw1tEUtJ.E\lOl, approfittando aneh'essi
(inseme ai prgionieri, che, guindi, non cedevano tutto alle guardie).
14. 't0: ao\l~9f1: non e chiaro che cosa si intenda qui: forse la loro

MARTYRIUM PIONU

11,14 - 12, ID

abituale do1cezza e gentilezza, come suggerisce Cadoux, p. 388


(Musurillo, analogament~, intende usuale amicizia).
145. w~ fJ.E..cr:yvW\lcr:t ... XlXl .. t!t'tarartt\l; il primo infinito denota un fatto, il secondo un'intenzione (cfr. sopra, commento a 1. 2); i
prigionieri pero preferiscono rimanere nella parte interna, dove possono conversare e pregare senza venire disturbad.
16. o ... el1t6v'tE~: essi pero rimasero (nella parte interna del
carcere) dicendo. Musurillo (<<Ed essi condnuarono a dire) e Cadoux, p. 388 (<<La, nell' ala anteriore, essi dunque rimasero, dicendo) trascurano entrambi O., che ha valore avversativo rispetto a
fJ.E ..cr:rcr:"(Er\l O:lhou~ Et; 't0: EfJ.1tpocr9E\I.
.
.
.
18. ~tAOAorttV: conversare; cfr. Svetomo, Ttb. 61,11 qmbus-

dam custodiae traditis non modo studendi solacium ademptum, sed


etiam sermonis et conloqui usus.
1tpOaEXEa9cr:1: proprio come Paolo e Sila, che, gertati nelIa parte interna del carcere, 1tpOO'wXfJ.t\lOI
tJ.\lOU\I ..0\1 9t6\1 (Act. Ap. 16,25), pregando levavano inni a Dio.
12, 1. .... OfJ.W~: nonostante cioe che fossero rinchiusi nella parte in
terna del carcere.
3-4. OOOl ... OECft.lPfJ.\lO\; si ritiene generalmente che questa espres
sione indichi i confrateIli che avevano abiurato, ma tale interpretazione e improbabile. Anzitutto opw significa trascinare in prigione piuttosto che trascinare al luogo del sacrificio (e costringere a
compiere il sacrificio) ; cfr. Act. Ap. 8,3 Lcr:AO~ U iAufJ.a[\lE.'to n\I
ExxAraLa\l xcr:'tO: ..OUt; orxou~ elO1topEu6fJ.e\lo;, CJpW\I 'tE &\lOpcr:~ xcr:i
rU\lo:tXCC~ 1tcr:pEOlOOU d~ ~UAcr:X~\I, SauIo devastava la Chiesa, entrava

nelle case, trascinava via uomini e doone e li conduceva i~


prigione. In secondo luogo, si consideri con guali teneri accenU
Pionio si rivolge ai suoi ascoltarori nei paragrafi seguenti: cio si spiega se Pionio parla a dei confratelli, renad nella fede anche se crudelmente messi alla prova, e non a degli apostati. [ll traduttore gui
intende diversamente. (N.d. T.)]
4. 1tOAUV xAau9fJ.0\l 7COlO\l'tE~: il participio attivo ha qui valore causativo, conformemente al greco classico: cfr. GNG, par. 310,1. (TI
traduttore qui intende diversamente. (N.d. T.)]
5. cr:u..o~: Pionio e i suoi.
8-9. 'tou~ t!cr:Piap('ta~ ... xcr:'tcr:1tcc"oufJ.i\lou~: questa applicazione di <
Ev. Matth. 7,6 (fJ.f10E P:Ar'tE 'tou~ fJ.cr:prccp("cr:~ fJ.W\I rfJ.1tp009E\I ..W\I xotpW\I. .t.~1ton xcr:'tcr:1tcr:'t~crouow au'to~, e non gettate le vostre perle
davanti ai porci, perch non accada che le calpestino) alla persecuzione dei cristiani sembra essere originale. Per i comun impieghi
dell'immagine cfr. PGL, s.v. fJ.apiapl'tfl~ (2).
9 10 ...OU~ cia'tpcc~ ... atlpOfJ.\lOU~; questa allusione ad Apoc.
12,3-4 (xcr:l 100u opxw\I fJ.ia~ ... xcr:t ~ oUpO: cr:u'tO OpE.L 'to "pl'tO\l
'tW\I cicn-pw\I 'tO oupa\lo XCXl rpccAe\l cr:u'tou~ E1~ 't~\I yr\I, <~ed eeco un

MARTYRIUM PIONll

MARTYRIUM PIONIl

12, 10 - 27

grande drago ... e la sua coda trascina un terzo delle srelle del cielo,
e le precipito sulla terra) e calzante nel SUD contesto.
10-3. T1\I J.7ttAO\l . 8",: e un libero adattamento di Ps.
80,13-6; la vite, simbolo di Israele nel salmo, sta qu per la Chiesa.
15. ~ LWcr:WO: ". 1tptcr~u'tpW\l: puo darsi che a evocare la storia
d Susanna sia stata la precedente citazione (ol 't"pU1pEpO( .. 't"pO:XtL(l~).
La storia di Susanna e applicata alle persecuzioni anche da Ippolito,
Commentarius in Dan. 1,14-5, 20-1, 25 e 29. Per il nostro testo e
forse importante ricordare che Ippolito identifica nei due oscen
vegliardi gU ebrei e i pagani: sia gli un che gli altr perseguitano i
cristiani. A dire il vero, in questo Martirio gli ebrei non compaiono
in veste di persecutori, ma sentimenti di ostilita nei confront dei
cristani vengono loro attribuiti (4,8) e inoltre essi mostrano viva
curiosita di assistere al loro arresto (3,6).
17-9. Nov ... 'to:p:O"cre'tO:l: cfr. Eslh. 3,15 OE ~o:a~AtU~ XCel ' AIJ.!l:v
lxwGw",[~O\l'tO, ho:pI:iO"crE.'to OE ~ 1t6AL~, dove pure si tratta di persecuzione.
19-20. Nv . XUplOU: riferimento al Libro di Amos 8,11 i~(l1toO"ttAG) ).~IJ.ov E1tl -dv yTjv, ou ALtL0V ap'tolJ OUOE 0(40:'11 OIl'tO~, &AAO:
AL!J.()',I 't'o XOcrlll A)'OV xuptOU, mandero nel paese la fame, non
fame di pane o sete d'acqua, ma fame di udire la paroIa d Dio. In
questo passo si aliude a un castigo: dato che il popolo non presta
orecchio alla paroIa di Dio, il Signore non inviera piu profer.
Nell'esegesi cristiana questa frase viene solitamente applicata agli
ebrei che hanno rfiutato Cristo; qu pero il testo e applicato ai cristiani. Cos1, nonostante il vv anaforco che lega questa frase alie
precedenti, compare qui un tema nuovo, quello della persecuzione
come punizione dd peccati: cfr. K. Gross, in RAC lIT, col. 620.
L' assenza della parola del Signore nella attuale situazione allude
forse all'apostasia del vescovo Euctemone, menzionata ai capp. 15
e 18.
20~1. lvcr'tO:~llv . . lx:etuoov: cfr. Ev. Matth. 25,5 xpOVt~ov'to~ U
'to VUIJ.CP(ou lvO"to:~o:v 1t&crO:L (sottinteso 0:( 1tlXpetVo~) xo:t ix:8E.uoov,
tardando lo sposo a venire, tutte si assopirono e si addormentarono. Matteo prospetta il ritorno di Cristo alla fine dei tempi; Pionio
interpreta la persecuzione deciaoa come l'ultima battaglia di Satana.
22-3 . .,. Apo: ... Tli': citazione pressoch letterale di Ev. Luc. 18,8;
e questa una domanda retorica, volta a suscitare uno stato di ansieta: cfr. GELNT, S.v. lipo:. La venuta del Figlio dell'Uomo e alla fine
dei tempi: questa citazione rafforza dunque la suggestione clella precedente, che la persecuzione deciana sia da considerarsi l'ultima.
26-7. 1tplVOV ... &AWVO:: questa frase aHude ad Ev. Matth. 3,12 'te
1tWOV lv 't xupt o:u'to (sottinteso '11'}0"06) mi OlIXXlXa<xp~Et -.Yv &AWVIl,
<mella sua mano e il ventilabro e spazzera. la (sua) aia) (cfr. Ev. Luc.
3,17). Si trarta di un ulteriore riferimento al Giudizio escatologico.

12, 27 - 13 , 10

E in particolare l' aggettivo 1tpWOV,


<
<

<

<

<

mancante in Matteo, ad alludere


al fuoco che provera quel che vale l'opera di ciascuno (1 Ep. Coro
3,13).
29. IJ.-ft 'tl~ .. xpw~: sia il concetto in s, sia la sua formulazione
con aouv<X'ttW, possono trovars nel greco c1assico (ad es. Epicarmo,
fr. 23 Diels-Kranz aouvlX'ttt o' OUOEV GE~) come in quello bblico
(cfr. ad es. Gen. 18,14 IJ.~ eXOUVo:'ttL 1tlXpa 't;l GE~ PYjfl-ll;).
33. m'tll<ppovfO"<XV'tE;: sottinteso 'to GEO, come interpreta la traduzione latina, nos negleximus deum. Per questo impiego assoluto di
XIl'tO:<ppOVtW dr. Habacuc 1,13 '(vo: ,,( l1tt~A1tE~~ l7tl XIX't'O:1ppOVOV't'IX~.
34. aAAT).ou~ XIX't<XL'tltilf.LE.VOl: non sembra che ci si riferisca a
denunce di confratelli cristani alle autorita, ma aIla maldicenza reciproca, contro la quale cfr. Ep. Iac. 5,9: Fratelli, non Iamentatevi gli
un degli altri per non essere VOl stessi giudicati.
36. IJ.&AAOV 1tAOV: per questo pleonasmo si veda Rydbeck, pp.
805; GNG, par. 246,lb.

13, 1-2. XIXAOcr~V d; <11JVIX)'W)'<X;: su cristiani che si recano in sinagogpe, specie in tempi di persecuzione, cfr. M. Simon, Verus Israel.
Elude sur les relations entre chrtiens el ;uifs dans l'empire romain,
Paris 1964', pp. 1345.
2-3. f.LErl;OV ... f1.p't"l]IJ.O:: XO:L ha valore esplicativo: piu grande <
perch volontado. L'apostasia di chi sacrificava aveva l'attenuante
della coercizione da parte delle autorita, ma per chi passava al giudaismo non vi erano scuse. Cfr. 4,10, clove l'idolatria non volontaria
dei cristani viene opposta aquella volontaria degli ebrei.
3-4. tt; 't~v ~).o:cr1pTlIJ.[lXv: la preposizione El~ fa qui le veci del genitivo, cfr. GELNT, s.v. (4h) .
5. &fL<X IXthoL~: co suggerisce che quant passavano al giudaismo
venivano aecusati della medesima empieta che i cristiani imputavano
apxovu; ... roIJ.pp<x;: analogamente ci si rivolge ad
agli ebrei.
Israele nella profezia di Is. 1,10.
5-6. Z:!v ... 7tAfpE.t~: ctazione pressoch letterale di Is. 1,15. Nel
Libro di Isaia si intende il sangue di vittime sacrificali e di uomini
innocenti, ma l'esegesi cristiana trova opportuno adattare l'espressione alla persecuzione ebraica dei profeti e di Cristo. Cfr. Schrec~
kenberg, pp. 2078, 243-4, 255.
6-7. O'tt ... lO"tO:Uptilcr<XIJ.EV: l' associazione dell'omicidio dei pro- <
feti alla uccisione di Cristo e uno degli argomenti di polemica antie~
braica di piu frequente impiego a partire da 1 Ep. Thess. 2,15 e Act.
Ap. 7,52; cfr. Schreckenberg, index S.V. Prophelen (<< Verfolgung und
Totung der Propheten).
9 10. 'O XpLO"te; ... ~LOGtXV1~: le nostre fonti riportano spesso <
l'assunto ebraico secondo il quale Gesu era soltanto un uomo morto
con ignominia sulla croce. CosI in Giustino, Dialogus cum Tryphone

MARTYRIUM PIONIl

1},

10,3 (efr. anche 32,1; 48,1; 49,1), l'ebreo Trifone stupisce dei cri
stiani, che riponevano la loro speranza in un uomo morto sulla
croce (l1t ' av9pw1tov <Tt'Gtupw9iV"ta .a; D.1::(oa~ 7tOlOfLtVOl). In Actus
Petri Ctlm Simone 23, Simon Mago si rvolge cos1 ai Romani: Viri
Romani, deus nascitur? crucifigitur? Con ~lOeavi~ si indica chi e mor
to di morte violenta: i criminali giustiziati e i suicidi ne sono impor
tanti categorie (cfr. J.H. Waszink, in RAC n, colI, 3914). Tutti gli
elementi discussi in questo brano ricorrono anche in Martyrium Cononis 4,6, dove il prefetto romano cosi interpelIa i crstiani: 'tL
7tAavaa9E, av9pw1'tov 9tov AiyoV"ttl;, xcrJ .o.ov ~lo9avTj; w~ (.lIx90v 7tapa.
' IOUOCltWv <XXpl~W~, XCll -d .0 yiw>~ au'to xGti oaGt lVEoEL~Cl'tO '[~ t'9vtt
a1Ytwv xClI. 7tW~ oC7ti.9avtv <Tt'aupw9t(~. In Origene, contra Celmm n
79, l'ebreo che partecipa alla discussione, dopo avere asserito che
Gesu non e che un uomo, viene confutato esattamente come qui a
par. 4.
189. VEXUO!.UXVt"!.lCXV 1tt'1CorflXtval ... <X\l1)yttOX.vcu: soggetto di 1tt
1tOl1)X.VGtl e di <XV1)yuoX.val sono gli ebrei, non (come pensa Musuril
lo) Cristo. Gli ebrei vantano qui la loro capacita di risuscitare Cristo
dall' oltretomba. Tale asserzione potrebbe rispeccruare polemiche
reali; in ogni caso, nel Talmud babilonese (bGi~~ 56b57a) si legge di
un Onqelos bar Qaloniqos che avrebbe evocato tre grandi nemici
di Israele, e doe Tito, Balaam e Gesu.; efr. Gero, pp.
1648.
<X\I'1jyUOXiV<Xl: (o:v')1n'e:lOX<X e probabilmente una conta
minazione dei due perferti di ayw. ~XIX e ayttOXGt,
19. J,t'ta 'to a'tG(upo: il concetto e che il defunto appare insieme
agli strumenti che ne hanno provocato la morte: cfr. A. Hilhorst,
The Wounds 01 the Risen esus, Estudios Bblicos XLI 1983 , pp.
1657, in particolare p. 166 nt. 5.
14, 1. 'to.o '[o c(taJ.cx: l'asserzione, da parte degli ebrei, di avere
potuto evocare Cristo dall'oltretomba.
1-2. o Aiyouatv ... rtyOV;: se VV va opposto a lx 1tCI:lOO~ ~AtX(CX~,
il concetto e: Non credete loro quando spacciano questa presunta
evocazione per fatto recente: raccontavano la stessa storia quando
ero bambino. Per la costruzione participiale con W;, cfr. E. Schwy.
zer - A. Debrunner, Griechische Grammatik n, Mnchen 1950, p.
397.
3. "E<Tt'l
ytrpcxJ.fLtvov: prima di questa frase d si aspetterebbe
un'affermazione del genere: (POSSO dimostrare che si tratta di una
menzogna con il seguente ragionamento. Ha infatti inizio qui una
sequenza argomentativa basata sulla storia della strega di Endor (1
Sam, 28), che porta infine (ved. par. 14) alla conclusione che la pretesa ebraica di avere evocato Cristo dall'oltretomba non puo essere
vera. Nel Libro primo di Samuele l'evocazione di Samuele e narrata
come un fatto reale, e in quanto tale e accettata dall'esegesi ebrruca.

oi

MARTYRlUM PlONll

10 - 14. 3

<

<

14,3 - 37

I cristiani, tuttavia, non erano concordi fra loro sulla realts dell'evo
cazione. Giustino, Oeigene ed altri accettarono il senso letterale del
la storia; Giovanni Crisostomo e ahr; erano in dubbio se fosse ap
parso Samuele oppure un demone avente le sue sembianze; Tertul
liano, lo pseudo-Ippolito e altri erano dell'opinione che Saul fosse
stato ingannato da un demane. Cfe. K.A.D. Smelik, The Witch 01
Endor. 1 Samuel 28 in Rabbinic and Christian Exegesis till 800 A.D.,
(Vigiliae Christianae XXXIII 1979, pp. 16079. Pionio condivide
quest'ultima opinione.
910. 't~\I aOlXta:v ... OL)W:lOGVll~: e un'obiezone condivisa dalla
maggioranza dei commentatori, che riIiutano I'esegesi leuerale del
brano di Endor: cfr. Smelik, p. 166 (citato aIla nota precedente).
13. ~ Ba:t[lwv: per tale epteto un possibile parallelo puo leggersi
in Actus Pe/ri cum Simone 17, dove Simon Mago e caratterizzaro
come nstable daemonium.
1720. nClv'tl 't~ ... AEl'[oupYOt: la lotta del cristianesimo cantro la <
magia era ispirata dall'idea che i demoni assistessero chi la praticava.
Cos1 tanto i maghi quanto chi Ji consultava potevano essere definiti
apostati e idoIatri (efr. a par. 11 't~ o:rroG't'tll cxo)..; a par. 13
trSWAO)"6.'tp1)~ OA), perch lasciavano il servizio di Dio per queUo
di Satana.
203. Au'to~ ... OtXGtlOaV1j~: citazione quasi letteeale di 2 Ep.
Coro 11,14 5. Questo testo viene frequentemente citato dagli oppo,
sitori d un'esegesi letterale: efr. Smelik, pp. 166-7 (citato a nota 3).
23. '1CW~ XCXl: equivalente a come altrimenti.
23-4. o:v't(Xpt<Tt'O~ ... iplXviaE'tC.r:l: per tale immagine cfr. Didache
16,4 (~lXviaE'tCXl /) XOO"J.01tACX\l~~ w~ ulo~ 9EO), PGL, S.V. o:v'tlxplatO~
(C lOa), ed. E. Lohmeyer, in RAC r, col!. 4556.
28. KCll aU .. tO"lJ: questa citazione si avvicina piu al testo ebrai
co del Libro primo di Samuele 28,19 (Domani tu e i tuoi figli sarete
con me) che aUa versione canonica dei Settanta: xai aplov aU Mi 01
UtO! aou [lt'ta: ao 1tEO"OV'tat (ma efr. la varia lectio X<Xl aplov cru xal
'[wv9av UL~ O"OU .J.t'C' EfLO). Per af!.J.EpOV in luogo di ClptOV va
probahilmente postulato l'influsso d Ev. Luc. 23,43 aT[ltpOV Ilt't'
l.r.o tan lv ,,4) 1tapaoda~.
34. 1te.p 'to fJ.~ ... a1tl9cxvov: la vista dell'Ascensione del Signore era stata cosi decisiva, che instillo nei discepoli una fede tanto
forre da non temere di morire per essa.
356. El Si 'taih"a ... CXU'tOl~: non e corretto affermare con Geeo
p. 166, che qui I'oratore (~ammette candidamente che la dimostra:
zione da lui proposta puo essere inefficace nelia pratica. Piuttosto,
questo e un passo di carattere pastorale per credenti di fede sempli.
ce, che non saprebbero opporsi ad antagonisti eloquenti.
37. XWpl~ &vcrx1)~: sul tema della colpa volontara dr. como
mento a 4,267.

470

MARTYRlUM PIONU

14, )8 - 16, )
MARTYRIUM PIOND

38. xpdno\ltc;: non piu forti (Musurillo) ma moralmente superiori.


38-9. 1lT GUYXCl't9ta9t ... O:1toyvwau: secondo Cero, p. 166 nt.
12, questa frase sembra debolmente connessa con quanto precede:
potrebbe trattarsi di una interpolazione tarda. In realta Pionio ritorna al suo punto di partenza di 13,1, dove aveva sollevato il problema del passaggio dei cristiani aU'ebraismo. Dopo avere confutato gli argomenti giudaid, esorra ora a tornare a Cristo. Lo seonforto che qui si discute potrebbe essere il timare di non essere
riaccettati nella Chiesa.
15, 1-2. tltL01touMGIX\I'toc; ... tetA9tt\l: non si tratta n dd cristiani
di 12,2 fi dei pagani di 12,1 ma dei fedeli di 11,3-4, che avevano
continuato a visitare in carcere Pionio e i suoi compagni.
3. l1t1tapxoc;: il termine sembra indicare un uHiciale superiore cU <
polizia: efr. Cadoux, pp. 199-200.
OLCJJ'Yf.lt'twv: sano militari 10caH di bassa forza. Svolgono qui funzioni di polizia: cfr. Mommsen, p. 308.
4. 1tpOtlnWC; f.lwv: si ntende, ovviamente, il veSCOVOj non e
pensabile che l'uHiciale pagano impieghi il termine tecnico f,1t(oxo1tOC;, cfr. commento a 9,4-5.
5. AltLooc;: il sacerdote delle Nemesi, come postula Cadoux, p. <
393 nt. 2.
8. o:v91ttx"tov: normale traduzione di proconsul.
1"l au"totc;
.. E1tt"tpi1tt"tt: un ulteriore esempio della competenza giuridica di
Pionio, c&. commento a 8,2.
11. "Eqtao\l: residenza del proconsole della provincia d'Asia .
13. 1tptyXl~ lo-d\l a~l6Aoyoc;: per alcuni, 1tplyXv.t1 e soggetto; potrebbe pero trstcarsi di un predicato: Egli (il messo) e un princeps,
va trattato con riguardo , non umillato portandolo al cospetto di
prigiorueri qualunque. Secondo Lopuszanski, p. 36, 1tp('YXL~ indica
qui il capo dell' oHicium (personale addetto) del proconsole d' Asia.
13-4. apxw\I E.Illl: vale a dire posso permettermi di fate quel
che facdo. Teofilo sembra mantenere a stento la calma.
14-5. tO"qLyet ... au"toG: questo modo di immobilizzare i prigionieri stringendoli nelle vesti sembra essere stato di largo impiego;
cfr. Plutarco, Pub!. 5,3, e Ludano, Hermotimus 9. Il/lalPpLo\l e un
velo o (come probabilmente qui) una mantelletta: efr. A. Bazzero,
Ma~6pn" Studi deUa Seuola Papirologiea II 1917, pp. 95-102.
20. WC; f.lY ouvllt\lOl: perch altrimenti non potevano. La lezione oU\la.Lt\loul" del manoscritto e inaccettabile.
21. oXAaaL: qui transitivo, far cedere , probabilmente colpendo i diogmitai (ved. 1. 3) dietro le ginocchia.

16, 2-3. tlOwAoAa"tplxwc;: Saxer, p. 171 nt. 88, da al termine il plau-

16 , ) - 17, 4

471

sibile significato cU con la corona in testa; efr. anche il commento


a 18,6.
7-8: 'O 01)\1 ... tad\l: viene qui menzionato uno dei principali <
ostacoh alla acc~~tazione della fede cristiana: cfr. H.W. Kuhn, Die
Kreuzesstrafe wiihrend der frhen Kaserzeit. Ihre Wirklichkeit und
Wertung in ~.er . Umwelt des Urchristentums, in Aulstieg und Niedergang da romtSehen Welt II 25, 1, Berlin-New York 1982, pp.
6~8:793, Ifi par.t1colare pp. 758-75. Questo argomento era stato imphcJtameme sfloraco gl3. a 13J10 (O:\lE.1taaa"to WC; ~L09a\lic;) , cfr.
comme~to al. passo .. Nella sua replica Pionio, senza respingere questa
caratter~zzaZtone di Cristo, ne evidenzia la parzialita: (Si ma si
tratta di colui che preferirei definire come) colui che Dio ha 'inviato
per la salvezza del mondo. Pionio non contesta l'identificazione da
parte di Lepido del Creatore con il Crocifisso.
9. O~ ; .... apxo\l"ttC;: probabilm~nte ~!i strategoi, cfr. Lanata p. 175.
10 . a~"t~ x~np~aa:o: preferlsco.l Interp:etazione di Cadoux, p.
395 (~u't~ rnd~ca PIOnIO) aquella d! MusurIllo (denota Cristo). Per
luogh! paralleli su maledizioni contro martiri cfr. Speyer, in RAC
VII, col. 1220.
12. "to Ollolo1tC~9EC; E1tlyvwn: un appello alla coscienza della comune condizione umana, come in 4 Macch. 12 13 dove il settimo
d~i fratelli ~brei grida al tiranno: oux noa&rc; &v9~w1toc; wv, aTlPt(&)Otlncx"tt, "t~UIi lloto1ta9t1c; xal EX 1"W\I aUt(7.1v -yqov-cac; ITCOlXttW\I
yACJJno-cofLTloCXl, tu, p~r essen.do uo~o, non provasti vergogna, be!va tra le belve, a taghare la llngua al tuoi simili nad dai medesimi
semi.
13. llt1c; oC1tu9ttn: il senso del passo e: Perch contro la nostra .volonta~ ~i costringete a sacrificare ai vostri dci,' anzich infggercl la pUfilZlone dovuta a coloro che si rifiutano di onorarli .

17, l . 'PoulPt\l6c;: pex;.sonaggio noto anche dalle monete; cfr. Cadoux,


p. ~96; L. Robert, A travers I'Asie Mineure. Poetes et prosa/eurs, monnares grecques, voyageurs et gographie, (<<Bibliotheque des coles
fran~aises d'~thenes et d; Rome C:CXXXIX), Paris 1980, p. 423.
2-3. Xt\lOOOetl: XtvOOO~tW qUl non e tanto essere pazzo (Musurillo) quanto essere vanaglorioso, come interpreca la traduzione latina: quid in~lI~m gloriam ~ana iactatione praesumis. Il brano presenta
q.ualche ,~fflO.lta con Luclano, Peregrinus 4, dove Teagene, annunCIando 11mml?ente morte nel fuoco del proprio maestro Peregrino,
esc1~ma :et~rlcame~:e: t1c; Xt\JOOO~tCt\l "tL\ltC; "to"to &WlqtpOUGW;, alCUID attrlbUl5COno CI0 a vanagloria?.
4. "ta"t~ I:CJJ.xpn~ .... OU~ t1ta.9&\I: forse in quanto fisicamente <
forzato ~ rmunclare al SU01 prrnclpl e non solo punito. L'esempio di
Socr~te e f;equ~ntemente invocato dai cristiani, soprattutto nei contrast! con 1 ambiente pagano. 1 piu recenti studi sull'argomento sono

47 2

MARTYRJlJM PIQNII

MAR'lYRIUM PIONU

17. 4' 18, 6

. .1.

quelli di K. Doring, Exemplum Socratis, ~Hermes-Einzelschrjften


XLII), Wiesbaden 1979 (sul nostro passo ved. pp. 146-7), e 1.

Opelt, Das Bild des Sokrates in der christlichen lateinischen Literatur , in Platonismus und Christentum. Fes/sehril! jr Heinrich D'r
rie, Mnster i. W. 1983, pp. 192-207. Cfr. anche cornrnento a
4,19-20.
5. NUI 1tC\rtEI: O" MAr'tOl: cioe Adesso sono tutti a scagliarsi
contro l' imputata, come Anito e Meleto, accusatori di Socrate: diversamente da quanto accadde al processo di Secrate, clove un non
trascurabile numero di giurati voto per la sua assoluzione,

<

6. 'Ap~cr1"t(oT)~: lo statista atenese vssuto ai tempi delle guerre

<

persiane: si oppose ai piani navali di Temistocle, che pot menerli


in atto solo quando Aristide fu esiliato per ostracismo. La leggenda
ne fece l'avversario, onesto e conservatore, di Temistocle, innova'Av&;~IXPXo~: filosofo del quarro setore privo di scrupoli.
colo a.C. Provoco l'ira del tiranno cipriota Nicocreonte e questi 10
Iece uccidere a colpi di pestello in un mortao.
6-7. xaO' ~a~: <melle vostre schiere, fra voi pagani e non, come interpreta Musurillo, secondo voi ).
8. ou't(o)~: questo avverbio, che compendia il valore del participio precedente, puo essere usato pleonasticamente: cfr. LS], s.v. (A
1 7); GNG, par. 425,6.

<

18, 2. M~ xpa~E.: M. Simonetti, Studi agiografici, Roma 1955, pp.


28-9, ritiene che I'espressione sia connessa con la fine del cap. 16
piuttosto che con il cap. 17: cfr. a 16,6 BE. TIlVlO; l~61X. Il verbo
xp~w pero non dovrebbe essere qui interpretato nel senso di (grdare, ma in quello di ((parlare in tono esaltato), cosl come in LuciaDo, Peregrinus 5, Teagene viene definito xE.xpayw; lXEl\lo; dopo
la sua solenne celebrazione della condotta morale del maestro.
3-4. ltUp . .. ava~a(\lO~Ev: questa esortazione ricorda il fiero ap- <
pello dei manid del Libro quarto de; Maccabei a preparare gli strumenti di torrura (4 Macch. 5,32 e 9,17). In genere, una volta innalzato il patboJo, il condannato veniva posto sulla pira, dopo di che
si accendeva il fueco (Pionio viene effettivamente giustiziato in tal
modo, cfr. 21, 5-9) . Qui l'ordine e rovesciato: prima si appicchi il
fuceo, poi si ascenda sulla pira incendiata: do indica quanto il
martire sia determinato a incontrare la morte sul rogo. Non dissimlle e il salto Del fuoco di Peregrino (Ludano, Peregrinus 36). Per
aut01";, ( di nostra spontanea volont~I.), ved. commento a 4,38.
6. O'tEq>c:'IIou~: per antica tradizione, nel culto dd gred e dei lati- <
ni, colui che sacrificava doveva portare sul capo una corona: ved.
M, Blech, Studien zum Kranz bei den Griechen, (<<Religionsgeschichtliche Versuche und Vorarbeiten XXXVIII), Berlin-New York
1982, pp. 302-12 .

IS, 7' 27

473

a1tifPt1t"tO\l: essi (gettarono via le corone in quanto simboli


dI Idolatna. An~ogamente Clemente Alessandrino, Cipriano e 50prattutto Tertull~an~ ~e1 ~uo de corona avversarono 'impiego di corone da parte del crlStJaD1: cfr. W. Grundmann in TWNT VII p
634.
"
.
.. 8-9. ?U ... ?t~OOEAaa'll: probabilmente perch temeva la reazione
f1S1ca del martIrl, che, quando forzati a praticare l' idolatra avevano dato prova di formidabili capacita di difesa: cfr. 15,7. '
11. "to "t ... alhol~: per tali proposizioni interrogative sostandvate ved. GNG, par. 267,2.
13. d; ... O'ou: evidentemente Sabina non era nata a Smirne.
L'impiego di d; in luogo di t'll e comune nel greco postclassico:
cfr. GNG, par. 205.
14. T; ... ~ou: il significato di questa domanda retorica sembra: Non ha importanza quale sia la mia patria terrena alluden'
do al topos della patria celeste.
.. 14-~. ~LO~(Ou aStA.q~ : se Co volesse denotare la consanguineira
flSlca di p!oruo e .Sabma: .ne avremmo attesa la menzione al cap, 2
(presentazlone del martm): probabilmente a8tAq~ e qu sorella
nella fecle, cfr. Cadoux, p . .374 ne. 1.
15. Tepi'll'tto;: non necessariamente (come vuole C ad OUX, p.
395 ) il. medesimo Terenzio di par. 3.
16. xuV~rtlX: ~e~.ota la ve!1atio .(<<combattimento con le fiere),
nelIa quaJe 1 besllanr (sorta di gladlatori professionisti armati' o anc~e prigi.onieri di guerra e criminali condannati, tenuti a sco~trarsi
dIsarmau con le belve) combattevano con bestie feroc.
.16-7. "ta; ~ovo",:xou; . ... ~ou : non dueUo con mio figlio (Musurillol,. perc~ e mc~m~eP.Ibile che Terenzio voglia rnettere a repentagho la vlta del lgho lO un duello con un crirninale condannatoo Piuttosto, le .esibizoni gladiatorie di mio figUo (cfr. Cadoux,
p. 396). n ~ermm.e q>t~o'ttJl(a ave,:,a sviluppato il significato di
(spettacolo dI gladIaton e domaton, analogamente al latino munus: cfr. L. Robert, Les gldiateurs dans 'Ofient grec, Paris 1940,
pp. 276-80.
22. iq>)"ir~ava'll: non e chiaro perch i suoi fianchi debbano es- <
sersi ~onfiati, a ~aus~ del .colpo che ha inferto. InoIrre, perch viene
menZ1onato.1 epIsocho? SI tratea forse di una precoce quanto modesta attesta~lOn~ del. tema del . persecutore punito? Per Delehaye,
nell.a su~ d~s~m~ di tale motivo (pp. 117-8), il nostro brano non
ha Implicazloru di carattere miracoloso (ved. anche p. 30). Cfr. anche Cadoux, pp. 396 nt. 1, e 401 nr. 6.
25. ,t~Opor;: normaledesignazione del diavolo, cfr. PGL, S.V. (1) .
27. TlJla;: cfr. commento a 10,10-1. Qui per I'ultima volea i
m~rtiri vengo?o ~enzionati al plurale; d'ora in avanti viene seguito
urucamente PIOnIO.

474

MARTYRIUM PIO NU

18, 29 - 1 9, 2 2

29. E.l~ 'tO\l oTxov a:1t'o<ptpU\I: per gli avanzi di pasti sacrificali
portati a casa dai partecipanti cfr. O . Nussbaum. p. 276 (ctato a
nota 3,1-2).
31. w.LO<Jt
,Xllv: sull'argomemo cfr. R.M. Grant. Sacrifices
and Oaths as Required oE EarIy Christians. in Kyriakon. Fcstschrift
]ohannes Quasten l. Mnster i. W. 1970, pp. 127> in particolare pp.
15-7.
o

19, 1. ij6t\l
l:.LtJpva\l: Smirne era fra le citta della provincia d 'Asa visitate dal proconsole nel sua giro annuale di udienze giudiziare; cfr. G.P. Burtan, Proconmts, Assizes and the Administration 01
fustice under the Empire, The Journal of Roman Studies) LXV
1975 , pp. 92-106; su Smirne in particolare pp. 925.
2 . ifi<XP"P1jdt: p.apnpw qui e rendere testimonianza della propria fede durante l'udienza.
2-3. 1tOIJ.\lTjlJ.TW\I ,,<7)\1 1ton't"<XYlJ.t\lw\I: doe il seguence verbale; per il valore del verbo , cfr. L5J, s.v. 1toTaaw (III 1). L'emendazione <1CO> 1'&\1 l1tt'ttTCXYl!t\lW\I (<< dai segretari : Musurillo) e
superflua.
3. 1tpO o" M<xp'tw\I: il dodici di marzo. Lo stesso giorno egli sara
martirizzato: cfr. cap. 23
4. KU\lTlAAlCX\lO~ : C. Iulus Proculus Quintilianus, cfr. cap. 23 . Su
di 1ui ved. T .D. Barnes, Pre-Decian Acta Martyrum , (TheJournal of
Theological Studies n.s. XIX 1968, p. 53!.
8-9. ITOtw'J Xo:eOAlXW\I;: come osserva Lanata, p. 176, il proconso- <
le da a X<xeOAlX~ il senso generico di universale ). Naturalmente, la
traduzione non puo rendere fedelmente il gioco della domanda e della risposta.
18. &pl: un 'A~p personificato e invocato gia in Aristofane
(Nub. 264 W Sicmo,,' a:v<x~ &:tJ,hp1)1" 'A~p), e identificaro con Zeus
dal poeta comico Fllemone (fr. 91,4 Kock): 'A~p. 0\1 \1 n; o\lotJ,am.
x<Xt .1la.
18-9. O T~ &pl ... cXlpa: tema ricorrente della polemica amipagana, cfr. Ep. Rom. 1,25 lA.peuocx\l 1'fi xTlatl 1t'apec 1'CN x.laa\l1'a,
hanno tribu tato llloro culto alla creatura invece che al Creatore .
21. Oux ... tl1ttLV: se 'd~ l1tO(1)OE\I e una domanda sul nome di
Dio, non vi e possibile risposta, perch Dio non ha nome. Cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica V 1,52 l1tEPWTWl!t'JO~ Si 'd o\lotJ,a EXU
9E6~. cX1tExp(9Tj' 6 9EO~ O\lOIJ.CX OUX EXU w~ \l9pw1to~ , gli fu chiesro
quale fosse il nome di Dio; rispose: "Dio non ha un proprio nome
come se fosse un uomo" ~).
22. 1'ou't"O"'[tv Zt~ : simili equazioni dovevano essere invitanti
anche per i crstiani, a quanco puo dedursi dalle ammonizioni contrarie di Origene (Exhortato ad martyrium 46; contra Ce/sum I 24 e
V 45).
o

MARTYRIUM PIOND

2 0, I . 2 1, 2

475

20, 1. ElW1tW\l'tt . xpt.L<xaei\l'tl: e andata qui perduta una parte di


testo (cfr. Delehaye, p. 27), il cui renore, se non la lettera, serbato
nella traduzione latina: Ctlt1rque taeuirset, proeonsul eum iursit appendi, et quod verbis non poterat, vo/uit extorquen tonnentis, Poich
taceva, il proconsole ordino che fosse appeso (alla macchina della
tortura), e avrebbe voluto estorcere con la tortura do che non poteva ottenere con la persuasione. Ved. il testo del Menologio, cap. 8
(p. 240 Laty~ev , citato in Sigla, p. 153), dove puo trovarsi una
xptl!aa9\I1'l: la tortura
descrizione simile, ma pO. dettagliata.
qui impiegata e quella dell' eculeus, cui si appendeva la vittima per
stirarne le membra: cfr. J. Vergote, in RAe VIII, eoll. 120-3 e
133-7.
3. O\IU~l\I: questo e uno strumento di tortura a forma di uncino ,
usato per straziare i fianchi delle vittime: cfr. ]. Vergete, in RAC
VIII, cell. 122 e 134. Musurillo fraintende il senso, traducendo
con le unghie ).
7-8. Aoy(aal , .. tJ,ETa\lTjaO\l: anche in altri Martirii si incontra questa oHerta di una pausa di riflessione: cfr. ]. den Boeft - J . Bremmer, Notiunculae Martyrologicae, Vigiliae Christianae XXXV
1981, pp. 47-9.
9-10. Oux ltd ... ~wf\I: su questo tema ved. commento a
5,11-2.
11-2. 01 a1t'ol'pcxcp6/lE\lOl: a1toypcpOfL<Xl significa iscriv~rsi, spe- <
cialmente detto di atleti e gladiatori: cfr. L5J, S. V. (II 3). E plausibile che la condorta dei martiri cristiani ricordasse al pubblico romano
il disprezzo della morte dimostrato da coloro che, non avendo nulla
da perdere, accettavano di esibitsi quali gladiatori. Su di loro ved.
G. Ville, La gladiature en Oecident, Paris 1982, p. 251.
14. a1to 1tl\I<XX(OO~ a\lt"(Vwae1): questa usanza e menzionata anche
altrove, ad es. in Tertulliano, Apol. 2,20. Cfr. Lanata, p. 144.

2 1, 1. <rtGSlO\l: come Policarpo, Pionia viene giustiziato nel10 stadio.


Non abbiamo notizia di anfiteatri a Smirne, pertanto <rtOLOV non va
tradorto (anfiteatro, come fa Musurillo.
2. XOlJ.tVT<x(1)a(ou: xOfU\I'<XP~CJlO~ e un prestito dallatino commentariensis, che indica il segretario addetto ai commentarii, registri amministrativi delle autorid.. Nel secondo e terzo secoJo d .C. un proconsole poteva disporre di due o tre segretari di tale genere nell ' ambito
del suo olficium (personale addetto). Essi si occupavano dell'arnministrazione non militare. Abbiamo preva che un commentariensis
aveva il compito di registrare la giurisdizione civile, l'altro quella
criminale. In eta tardoantica il commentariensis si occupava solo di
quest'ultimo settore: le sue mansioni erano piu impegnative di quelle
di un comune segretario. A lui andava indirizzata la denuncia, era
lui che eseguiva l'ordine d'arresto; portava l'accusato dinanzi al giu-

MARTYRIUM PIONll

2. 1, 2 - 22

dice e lo teneva sotto sorveglianza; emessa la sentenza, era ancora


lui a farlo torrurare e giustiziare. Ved. A. Premerstein, in PW IV,
coll. 759-68, in particolare coll. 762-3 e 766-8.
.._
3. &n:t!iocx'to: si narra il medesimo fatto a proposlto di PolIcarpo, in Mar/.'yrium Polycarpi 13,2; di Agatonice, in Martyrium Carpi 44.
3-4. 'tOo &:'1'''0.., ... OWl-lcx'to~: va probabilmente interpretato come fa
la versione latina, integra et il[bata membra: nonostante le torture
menzionate a 20,1-2, il suo corpo e rimasto inratto. Il termine :rv.~
denota spesso la castita, rna tale ~oriv? e assente nel ~osrro ."'!artzrio, che nvece, nel cap. 22, enfatlzzera nuovamente l tntegnta del
corpo di Pionio.
6. 'to ~AOU: la croce. Quando il condannato vi e stato posto, <
essa viene innalzata sopra una catasta di legna da ardere, cui viene
poi dato fuoco . Mommsen, p. 923, ~ome esempio di tale pr.ocedura
adduce Martyrium Polycarpi 13-4 e iI nostro passo, ma va ncordato
'tCil a-rpa'ttw't1l: in eta i~p~.
anche Martyrium Carpi 37-8, 44, 46.
dale i soldati erano spesso incaricati di dare corso alle eseCUZlOnl;
cfr. Lopuszanski, pp. 43-4.
10.1. &TjAW." .. &vCf'taow: e questo un intervento di commenc~
del narratore, non, come pensa Musurillo, il seguito delle parole dI
Pionio.
12-3. n:pE0{3'tEpO\l . oo Mapxlw..,lCf'tWV: Musur.illo ~raduce 1tp~O~
'tEpO\l con uomo, probabilmente mancando dI agglUn~ere anzl~
no per una svista. Secando ~e, 1tpEO~'tEpO~ denota qUl un presbl;
tero; cfr. nella traduzone launa, Metrodorom presbyterom, nonche
Eusebio Historia Ecc/esiastica IV 15, 16 MTj'tp&wpo~ 'til~ xo:'ta. McxpXlW\ICX n).ci..,Tjr; 1tpt.aP'tEpo~. Per la menzione di ma~[iri ap~artenenti
a gruppi eretici ved. como;en.to a 11,6. La traduZ1:>ne lat.ma om~t
te il riferimento al marClOOlsmo; nel Martyrologtum Hteronymtanum, p. 31 De Rossi-Duchesne, Metrodoro e martire di dignita
,
. . .
pari a Piorno.
13-4. "E-tUXE\I ... &E~~;)'" ... tCf'tCtVCX~: E . Schwartz (Cl!. 10 SIgla, p.
153), p. 22, integra qui plausibilmente il testo con ta'tcX\lcx~ (cfr. la
traduzione latina evenitque ut Pionius ad dexteram ... starel). La costruzione impersonale di 'tUrxcX."EL con accusativo e infinito e normale
nel greco di eto imperiale, cfr. LS], S.V. (A 1 3 bl .
15. n:por; &."cx'toAci~: in quanto regione della salvezza, cfr. Dehandschutter, p. 83 nt. 213.
22. 1tcxpaxa'tcx9TxTjv: l'idea che l'anima, lo spirito, la vita siano un <
pegno di Dio e frequente in eta ellenistica; dcorre anche in alcurn
testi giudeo-ellenistici e nel primo cristianesimo ..C~r. P.W .. van der
Horst, The Sentences 01 Pseudo-Pbocylides, (<<Studta In VeteCJs Testamenti Pseudepigrapha IV), Leiden 1978, pp. 189-90, e PGL, s.v.
np<..,6~x~ (2b, dl.

MARTYRlUM

PloNn

22, 5 - 23, 7

477

22, 5-6. El~ 'tOo ... <pw~: la metafora della luce a indicare il paradiso e
di frequentissimo impiego sia nella Bibbia che nelle letterature
ebraica e cristiana. L'aggettivo 1tACX't e stato qui evocato, per contrasto, da crtE\lTir; 9pa~, che precede.
6. crt<pCX\lOc;: cice la ricompensa celeste, concessa subito dopo la
morte del martire; cfr. A.J. Brekelmans, Martyrerkranz. Eine symbol
geschichtliche Untersuchtmg im friibchristlichen Schrifttum, (<<Analecta Gregoriana) eL), Roma 1965, pp. 114-5 .
9. &xllci~o.,,'toc; &9ATj'tO: l'atleta e il modello tradizionale della
bellezza maschile, cfr. H .W. Pleket, Games, Prizes, Ath/etes and
Ideology. Some Aspects 01 the History 01 Sport il1 the Greco-Roman
WorId, Stadion 1 1975, pp. 49-89, in particolare pp. 75-6.
10. ou LUAAa: }'aggiunta di OU e richiesta dal contesto nonch
appoggiata dalla traduzione latina erectas aures.
11. lOAOL~ : la prima peluria che copre le guance e il mento: un
attributo di bellezza giovanile.
23,2-4. r . Mtatou . oo rplX'tofi: il testo del manoscritto e qui evidentemente corrotto, come gia segnalato da J.B. Lightfoot, The Apostatic Fa/he", London - New York 1889', p. 718.
4. 1tpO oo. Mcxp'dw\I: questa data (il dodici marzo) era gia stata
menzionata a 19,1.
5. ~J.~: la lezione del manoscritto TIlpq: aa~[)c't~ e inaccettabile, dato che nel 250 il dodici marzo cadeva di martedl; risulta fra
I'altro in contraddizione con 2,1, dove il secondo giorno del sesto
mese, con correttezza storica, viene detto essere un sabato; e quindi il diciannovesimo giorno qui nominato non puo essere che un
martedl.
6. xa't~ OE. iIlCi~ oo. XplcrtO: e un'aggiunta convenzionale, reperibile anche in Acta Apollonii 47; Martyrittm Dasi 12,2; Martyrium
Agapae 7,2; Passio [renoei 6; Passio Crispini 4,3; Acta Cypriani 6;
Martyrium Polycorpi 21; Martyrium Carpi 7.
7. 4> T 06~cx .. cxlw."w\I: la dossologia indica che il testo era
usato nella liturgia.

1. Elenco de/le abbreviazioni


AC

ALL

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CeL

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CSEL

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Der kleine Pauly. Lexicon der Antike aut der Grund
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Ziegler - W. Sontheimer - H. Giirtner, I-V, Mn-

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Stilistik, Mnchen 1965.

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Lep

Latinitas Christianorum Primaeva)), Nijmegen

LS]

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H.G. Liddell - R. Seott, A Greek-English Lexi-

ACTA CYPR!ANI

COMMENTO AGLI ACTA CYPRIANl


a cura di A.A.R. Bastiaensen

1, 1-2. Imperatore .,. consulibus: I'anno in cui Valeriana per la quarta


e Galliena per la terza valta occupavano il consolara era i1 257; ved.
A. Degrassi, 1 jasti consolari dell'impero romano dal 30 avanti Cristo
01613 dopo Cristo, Roma 1952, p. 70.. 1 manoscritt e, o, a, m sano
nel gran numero i soH a sfuggire alla confusione con la datazione
del secondo processo di Cipriano, che ebbe luogo nel 258 soCto i1
consolara di Tusco e Basso (ved. 2,2), ma sano in disaccordo cirea il
testo esatto; semhra che per la prima parcIa si dehba congetturare il
termine impera/ore, che, per guanta al singolare, si riferisce ai due
imperarori: Valeriana, poco dopo il suo insedlamento al porete nel
253, aveva proclamara SllO figlio Gallieno cort=ggente con pieni poteri imperali (cfr. L. Wickert, in PW XIII 1, col. 490). Quanto alle
formule quater e ter, gli avverbi numerali erano di largo impiego
nelle datazioni consolari (ved. HSz, p. 214).
2. kalendas septembris: sceglia mo kalendas di a contro kalendarum
degli altri testimon perch da una parte il sistema di datazione costruito con l'accusativo resta in uso sino alla fine dell'antichita" dall'aItra la costruzione con i1 genitivo, divulgandosi a partire dal
terzo secolo d.C., si impiega di preferenza con l'aggiunta di die; COSI
nei documenti citati (o artefatti?) dagli scrictori della Historia Augm.
ta: sexto kalendarum novemhrium die (Trebellio Pollione, Valeriani
duo 5); a die undecimo kalendarum iuniarum (Flavio Vopisco, Divus
Aurelianus 11; ved. le occorrenze di kalendae registrate in C. Lessing, Scriptorum Historiae Augustae Lexicon, Leipzig 19016, p. 306).
Assai istruttiva, ancora nel quarto secolo, l'opposizione dei due mod di datazione in Palladio, Opus agriculturae V 2,3 ah octavo ka/endarum aprilium die usque in tertio nonas iulias; ved. anche TLL VII 2,
secretario: ved. Acta Scilitanorum l.
col. 758, r. 58 sgg.
2-3. Patemus proconsul: Aspasio Paterno (ved. 2,1), proconsole in
Africa, e noto solo dagli Acta Cypriani (Agostino, Senn. 309,1, 2,
ne dipende); oppure occorrera identificarlo con il Paterno che fu
praelectus urbis Romae nel 264-6 e/o con il Paterno consol: nel 268

<

1 , 3.8

479

(ved. PIR 1, pp. 257-8; A.M.H. Jones - J.R. Martindale - J. Morris,


The Prosopography 01 the Later Roman Empire 1, Cambridge 1971, p.
671)?
3. Sacratissimi: gli epiteti sacer, sanctus, sacratm, neU'ambito del <
culto deU'imperatore divinizzato, diventano popolari a partire daUa
fine del primo secolo: ved. G. Herzog-Hauser, in PW Suppl. IV,
coll. 838-9; H. Fugier, Recherches sur l'expressio, du sacr dans la
/angue /atine, Pars 1963, p. 278 sgg.
5. quibus: l'attendibile manoscritto m sembra confermare, contro
gli altri pur attendibili testimoni C, 0, a, la lezione quihus del resto
della tradizione manoscritta, universalmente accoha nelle edizioni.
5-6. eos ... reeognoscere: sembra che qui m, con non, abbia ancora
ragione contro C, 0, a: si intendera che gU imperatori consentono a
dissidenti di mantenere le loro convinzioni religiose, a patto che
prendano parte ai riti della religione nazionale. Senza non l'editto e
privo di senso: si risolverebbe infatti in una formula tautologica e si
rivolgerebbe a persone ossequienti al culto di stato , che non ne
avrebbero bisogno. Si raffrontera anche Eusebio, Historia Ecclesias
Nea VII 11 ,9- 10, dove il prefetto d 'Egitto, Emiliano, riferendosi al
medesimo editto di Valeriano e Gallieno, dice a Dionisio vescovo
d'Alessandria che ai cristiani e consentito adorare il loro propdo
Dio, a patto che essi adorino anche gli dei dell'impero. Ne1 decennio
di persecuzione (25060) vi sono stati tre editti contro i cristiani
(ved . Lanata, pp. 749, e M.M. Sage, The Persecution 01 Valerian and
the Peace 01 Gallienus, ( Wiener Studien n.s. XVII 1983, pp.
138-44): primo editto dell'imperatore Decio nel 250, che ordina di
onorare gU dei pub/id populi romani partecipando alle cerimonie uf
ficiali, senza che vengano stablite sanzioni, lasciate aUa discrezione
delle autorita regionali; secondo editto di Valeriano e Gallieno,
menzionato qui da Paterno, che ribadisce I'ingiunzione di Decio,
prendendo particolarmente di mira vescovi e sacerdoti (cfr. par. 5),
in quanto capi della comunita e prescrivendo come sanzione la relegalio. cioe l'esillo (ved. par. 4) o, se continuavano a riunire i fedeli ,
la pena di morte (ved. par. 7 e cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastiea
VII 11,10-1); terzo edicto, promulgato nel 258, che prescrive la
morte immediata per i capi delle comunidl (incontinenti animadver
tantur. ved. Cipriano, Epistulae 80,1); per i laici ~m.inenti, la spoliazione dei hen e in caso di contumacia, la morte. E in virtu di questo
editto che nel 258 Cipriano sara immediatamente messo a morte.
67. Exquisivi ... tuo: il proconsole ha voluto informarsi sull'identita di Cipriano, se professava una religione non romana e. in ca
so affermativo, guale era il suo rango neU'organizzazione di tale rell
gione.
8. Christianus ... episcopus: Cipriano conferma le due informazioni gia in possesso del proconsole sulla sua fede cristiana e sulla sua

ACTA CYPRlANI

1,

8 - 22

funzione di capo della comunita cristiana. I1 seguito della sua risposta e anch'es~o in primo 1uogo una professione di fede personale, poi
la proclamazl0ne della fede deHa cOmuDita, di cui e capo e rappresentante.
9-10. unum ... sunt: questa proclamazione del Dio unico e veri- <
riero, creatore dell'universo, trova eco nella confessione di Dionisia
d'Alessandria dinanzi ad Emiliaoo (Eusebio, Historia Ecclesiastica
VII 11,8); la formula del Dio uoico e veritiero e, d'altronde, di
carattere orientale (ved. A. Hamman, La confession de foi dans les
premiers actes des mauyrs , in Epektasis. M/anges patristiques oHerts
au Cardinal Jean Danilou, Paris 1972, p. 103); a parthe dal Nuovo
Testamento, il versetto dei Salmi citato da Cipriano era di impiego
assai frequente da parte dei cristiani nel loro conflitto con il politeismo pagano; ved. riferimenri in Hamman, op. cit., p. 104 .
10-2. hunc .. . imperatorum: menzione della preghiera per gli imperatori, di tradizione neotestamentaria, che e anche sulle labbra di
Dionisio d'AJessandria (Eusebio, Historia Ecclesiastica VII 11,8), e
generalmente nelle testimonianze dei cristiani davanti ai tribunali
deU'impero. Tertulliano, Apol. .30,1, e ad Scapulam 2,8, menziona
'abitudine cristiana di pregare per la salvezza deU'imperatore.
13. pe~everas: ved. Acta Scilitanorum 10 e 14.
15-7. Poteris ... pro/icisci?: sulla relegatio ved. commemo a ll. 5-6. <
Si osservi la compitezza del proconsole, che commina questa pena
sotto for~a di cort.ese ~oma?d~. La forma urbs curubitana in luogo
del semplice Curtlb:s eVldenzla il carattere prolisso e solenne del Jinguaggio giuridico. Curubis e l'attuale Kourba, cittadina costiera, crrca sessanta chilometri a sud-est di Cartagine.
19. episcopis ". presbyteris: a favore della scelta di verum enam et
(~ed: .apparato critico) gioca il carattere ridondante del linguaggio
gmrldlco (ved. nota precedente). Per le misure contro vescovi e sacerdoti ved. commento a 11. 5-6.
20. sint: oppure sunt (ved. apparato critico): la scelta e difficile
v.ista la divergenza dei maI?-0scritti migliori. La lezione sine, di supe:
Clore correttezza grammatIcale, ben si addice al linguaggio forbito
del proconsole.
21. consistunt: il verbo s'mpiega spesso a designare la presenza
in un dato luogo di persone legate tra loro dall'eserczio d un mesriere, dal culto di una divinta, ecc. (ved. E. de Ruggiero, Dionano epigrafico di antichila n 1, Roma 19612, pp. 621-2). Paterno,
non senza ragione, ririene che i sacerdoti formino una sorta di collegium (piu avanti, a par. 6, parlera, leggermeme irritato, di coetus), di
cui, evidentemente, Cipriano e i1 capo.
21-2. Legibus ... esse: e difficile precisare di qual leggi si tratri <
probabilmente di ordinanze imperiali, come il rescritto di Adrian~
del 124, che erano direCte contro le denunce gratuite di cristiani (per

ActA CYPRJANI

1, 22 - JI

questo rescritto ved. Lanata, pp. 60-3) . Per utiliter sinonimo di bene
cfr. Agostino, Tractatus in Ioannis evangelium 15,21 non alba et nigra
discrettlrtls est, sed iusta et inimla, bono et mala, utilia et inutilia, castitatem el impudicitiam.
23 . in civitatibus mis: espressione a prima vista enigmatica, ma
ben interpretata da Franchi de' Cavalieri, p. 19.3, che scrive: preti
si trovavano nelle regioni della citta loro affidate, c.iascuno in mezzo
al suo popolo.
24 . disciplina ... oHerat: Agostino (Sermo Guelferbytanus 28.5) cita pressoch alla lettera: c1lm disciplina prohibeat ut se quisque oHerat,
e garantisce COSI la lezione degli attendibili manoscricti C, 0, a, ID.
Per la costruzione tarda prohibere ut a Haneo di prohibere ne, piu
regalare, ved. HSz, pp. 5.3.3 e 647. La disciplina della quale parla
Cipriano e quella che l'anDo successivo, nella sua ultima lettera.
avrebbe prescritto alla comunita cristiana di Cartagine: vos .. . fralres
... tranqui//itatem tmete nec quisquam vestmm
ultro se gentilibus
oHerat, voi ... o fratelli, '. ' state tranquilli e nessuno di voi si present spontaneamenre ai paganh) (Epistulae 81). Piu tard i donatisti ,
pur glorificando Cipriano, rifiutarano questa disciplina: una tracca
del loro infIusso puo forse scorgersi nella tradizione del testo (ved.
Nota al testo, p. 201).
24-5 . tuae ... cenmrae: cioe a te nell 'esercizio della tua funzione
di giudice. Cpriano, non senza finezza, allude aUa discrezione e alla
moderazione di Paterno, che, a quel che sembra, erano cose rinomate a Cartagine. Paterno doveva essere un llomo ragionevole e cortese; per la sua compitezza ved. par. 4.
26-7. Ego ... exquiram: ego, in risposta ad a te exquisiti di Cipriano, esprime la risoluzione di Paterno di procedere senza indugio aUa
ricerea dei sacerdoti; il proconsole e forse, suo malgrado, un poco
irrtato dalla risposta di Cipriano? La paroIa coetus, che evoca il
concetto di folla), turba, lascia trapelare anch'essa, a quel che
sembra, una certa impazienza.
28. Ipsi ." invenientur. un'osservazione accomodante, perch decresca la tensione che sta nascendo?
29. A me invenientur: il proconsole, riprendendo le parole di Cipriano, contribuisce a diminuire la tensione.
29-31. ne ... ingrediantur: le parote di Dionisio d'Alessandria, c- < .
tato con un sacerdote e alcun diaconi dinanzi al prefetto d'Egitto
nella medesima persecuzione di Cipriano (ved. Eusebio, Historia Ecc/esiastica VII 11,1-11), mostrano che l'editto degli imperatori impediva ai capi delle comunita cristiane di convocare riunioni di fedeli,
i1 che viene qu formulato con ne conciliabu/a faciant. A tali capi,
prosegue il proconsole, e vietato entrare nei cimiteri, cioe nd luogru
dove essi riunivano i fedeli per le celebrazioni liturgiche (ved. ].
Kollwitz, Co.me/enum, in RAe III [1957], col. 234). Ncl nostro

ACTA CYPRlAN I

1,

JI

_ 2 1,6

testo, soggetto di laciant e di ingrediantur e presbyteri di par. 5. Si


puo rinviare anche all'editto dell'anno successivo (ved. commento a
ll. 5-6), che precisa, inasprendolo, quello del 257: parla in primo
luogo del clero: episcopi et presbyteri el diacones incontinenti animadveriantur, secando la formula citata da Cipriano, Epistulae 80,1, che
aggiunge: Xystum (il vescovo di Roma) ... in cimiterio animadvermm
sciatis VIII id. aug. (dell'anno 258), et cllm eo diacones quattuor. Gli
editti sia del 257 che del 258 prendevano dunque di mira anzitutto i
capi delle comunita cristiane.
32. capite p/ectetur: la formula postclassica capile plectere, equivalente a morte punire (ved. TLL III, col. 419, r. 1 sgg.), non designa
necessariamente la morte per decapitazione, ma la frequenza di questo tipo di morte (che sara anche quella d i Cipriano: ved. 3,6) tendeva a spingere capite plectere verso tale accezione.
323. Praecepisti: C, O, a, ro sono i soli a conservare la lezione
originaIe; gli altri testimoni presentano un testo modellato sul tesoconto del processo del 258 (per il earattere apocrifo, ancorch di
buona antichita, di tale testo secondario, ved. cornmento a 3 2 ,
7-12).
2 1, 1-2. de eivitate eurubitana: artinto dagli atti del primo processo
(ved. anche comroento a 1, 15-7)?
3. tune proeonsulis: tune in funzione attributiva: Paterno non e
piu proconsole.
clarissimi viri: I'epiteto elarissimus vir aggiunto al
nome del proconsole e caratteristieo della recensione 1: influsso di
un protocollo, quaJe che fosse, che il redattore aveva avuto in mano
datus: forma ellittica:
oppure dello stile protocollare in genere?
che le edizioni hanno a torto integrato (ved. apparato critico); da
accostarsi a formule quali haec pos/quam dicta (sottinteso sunt) abii/:
auestazioni per illatino tardo in Ammiano Marcellino (cfr. S. BIorngren, De sermone Ammiani Marcellini quaestiones variae, Uppsala
1937, pp. 68-71).
3-4. ex ... remisso: da legare a esset regressus, che precede. Per
l'informazione cfr. Ponzo, Vi/a Cypriani 13,12 indulgentia ab his qui
eiecerant milsa esto Sacer equivale qui a imperiale;), proveniente
dall'imperatore: ved. saeratissimi (impera/ores) a 1,1. 3, e nota di
commento.
45. in ... manebat: medesima espressione in Ponzio (Vita Cypriani 15,1), che attinge, peraItro, alla recensione 2 (2 2 ,1).
5-6. ad ... sperabat: la visione, riferita da Ponzio (Vita Cypriani
12,29), riguardava la data dell'arresto e deli'esecuzione: Cipriano
sapeva dunque che il momento era vicino. Ad diem e raro per cotidie
(ved. TLL V 1, coL 1039, r. 53 sgg.); sperare:= aspettare, come a
2 2 ,1, da cui dipende Ponzio, Vi/a Cypriani 14,2 speraba/ur ... camilex veniens.

6. derepente: equivale a repente, come desubilo a su~jto.


7. Tusco ... cmlSulibus: nell'anno 258: ved . Degrassl, p. 70 (citato a nota 1,12).
.
.
8. principes duo: due principe~ anche nella .r~:enslOn~ 2; Pon~lO
(Vita Cypriani 15,1) parla di pnnceps cum mt.ltttbus ~tI~; Ag~st1n~
(Senn . 309,2,3) (a dei due principes due appa'!tore~, Cloe funzlOnart
di basso rango. E difficile interpretare queS[l.~a~l, ma sembra che
Ponzio si esprima meglio: il prineeps (prae/oni), Importante pers~
naggio di carriera militare, e il capo dell'ufficio del proconsol~ ~ 11
SUD directo rappresentante; e lu che,. accompagn~to da un ufhc~~le
subalterno lo sITator, incaricato deglt arresU (qm esset a cus/odm),
viene a p:elevare Cipriano.
Ga/eri Max.imi : il personaggio non
e noto che dagli Acta Cypriani e da Agosuno, Senn. 309,4,6, che
ne dipende.
. .
.
9.10. eques stra/or: lezone di S (ved. apparaco cn~l~o); m 50stanza, un uomo del servizio di cavalleri~, cioe ~n. ufhClale subalterno, appartenente alla caval1eria, ma qUI al serVlZ10 del proconsole so tto la direzione del princeps (ved. anche nota 8).
.
10 . esset a custodiis: esset e una sarta di congiuntiv:o consecutivo; a e preposizione che indica una funzione .but~~rauca :. c?me a
secretis, segretario, cos1 a custodis, <~capo di pngl0ne, ClOe fun zionario incaricato degli arresti.
12 . in Sexu : ellissi per in agmm Sex/i. Si tratta di un terreno
fuori dalle mura, vicino alla dtta, dove il proc.onsole aveva una casa di campagna (ved. anche 4, L 4, e nota dI commento).
13 . pro consu/e: designazione del proconso!e secando la formula
originaria e solenne; non compare nella recenSlOne 2, e nelia 1 .sem
bra alternarsi al termine derivato proeonsul.
bonae ... grana: la
salute del proconsole era precari~: v~d. 3 \ 1 e 4; 4,3:
.
15 . ala . crastina: essendo alza d,e ambIguo nel launa tardo, 11
redattore aggiunge id est crastina.
16-7. cum ... secersit: Cipriano fa rientro in citta dalla casa di
campagna del proconsole insieme con lo stra/or (ved. commento
a 1. 8).
. 1 ali
18-9. vico ... mansit: Veneria e Sa/utaria, neutn p ur , certa- <
mente sono la lezione corretta; si tratta dei quartieri dd templi d~
Venere e di Salute? Agostino, de consensu evangelistarnm I 23 ,36, ~l
informa che invece di vicus Saturn~ i cartaginesi - che te~,ev~no il
dio Saturno, considerandolo maIeflco - .usavano per lo plU l. eufe
mismo vicus senis. La localizzazione formta dal redattore de~li Aeta
Cypriani e confermata dall'informazione di Ago:tino e prec~sa, m.a
le nostre conoscenze sulla Cartagine romana , dlstrutta dagh arabI ,
sano troppo povere per stabilire l'ubicazione; ved. ancora com~e~to a 4,16-7. Mansit, qui e nel paragrafo seguente, e usato nel sIgmfieato di passare la notte.

~o. castigan: il verbo e usato qui nel senso di riprendere, ammonue .


. ~l. omnes: prob~bilmente ilpopulus /ratmm, comprendente uomml e donne, che SI erano tutti ac:campati per srcada.

J1, 1-13'.Et i~ .:. sacns: un grande problema della recensione 1 del


terzo caplt?lo e il valore dei mss. W e X, che pur appartenendo a
tal~ recenSlone presentano delle varianti degne di nota; per l'inizio
eSSI han?~ forse c~nservato qualche elemento del testo del protoc?llo ufflClale, che il redattore degli Acta ha adattato alla sua narra.
zlone.
. ~. mane ~imtll: S~ V, Z sano i soli ~ presentare un testo intelligi.
b~e . mane ~Jmul = rzmul mane facto, stmul ac mane factum est (di
pnmo martmOI).
'
34. i~ . ... sauciolo: testo ncerto, soprattutto a causa della presenza ?ell mconsueto termine soudolo, che, comparendo anche nella
recen~lOne 2, ~eve essere conservato. Reitzenstein unisce saudola
ad amo, c~me il testo della recensione 2 potrebbe dare ad ntendere
e c~~e,ha LOteso anche .il concilio di Mcon del 585, inrerrucendo ai
clenCl 1 accesso a un atnum sauciolum, cioe a un luogo di esecuzione
(canone 19: ed. C. de Clereq, in CCL 148 A, p. 147) . Dato ehe questo e tI, sol? .altro passo ch~ presenta la parola saudolus (informaziooe dell.uf~IC10 del T.LL dI Monaco, che tengo a ringraziare), deve
tratrarsl dI un prestlto dalla recensione 2 degli Acta seoza valore
al!tonoI?O sembra preferibile nreodere saudolus qu~Ie diminutivo
dI sauctus, !egger~ente ferito, e obvolutus significherebbe (bendato, ~fasclaro~>: il proconsole e io cattive condizioni (ved. 2,3) a
causa dI una ferIta?
56. Tu .. , Cypnanus.; l'identificaziooe di Cipriano, sia oel suo
nome che ~ella sua funzlone (ved. paragrafo seguente) basta per la
sentenza dI -?10:te: ved. anche commeoto a 1,56 e 29-31. Tasclo, il
praenomen di Clprlano (ved. anche par. 6), era quello con cui il mondo pagano, sia ufficiale che popolare, lo conosceva: ved. Ponzio Vi.
la Cypriani 15,3.
'
7. Tu .. papatem: testo incerto quanto all'ordine delle parole
non qu~to alla loro forma; bisogna conservare papatem ma1grad~
papam di S ~ U ~ Z. Papas, da distinguersi dal termine cristiano
fap~,. ch~ desIgna. ti .v~scovo, .e un sostantivo noto soprattutto dalle
IscrlZIom e che SIgnIfIca nutritor, paedagogus, magister (ved. TLL X
1, col. 249, r. 52 sgg.). Il proconsole domanda a Cipriano se si e
c?~p~r~ato da .maes~r?, da educatore dei cristiani sacrileghi (che
ClOe nflUtano dI sacnflcare agli dei).
9-1~. con.'ocu.tus. cum ~onsilio: un ~agistra~o, seduto in giudizio,
aveva al SU~l latJ, ~Spostl a semlcerchlO, degh assistenti che poteva
consultare: il consrlmm.

10. vix et aegre: la formula sembra adombrare la compromessa


salute del proconsole (ved. anche commento a 21,13).
13. religionibus sacns: cioe i sacrifici offerti agli dei romani per
gli imperatori romani.
14-5. Valerianus ... Caesar: rende esattamente la situazione politica del tempo: due imperatori (ved. commento a 1,1-2) e il giovane
Valeriano, figlio di Gallieno e npote di Valeriana imperatore, proclamato eaesar nella pcima meta del 258 (ved. L. Wickerc, in PW
XIII 1, col. 238); pius e sanctissimus sono epiteti degli imperatori,
nobilissimus dei cesari (ved. Passio Perpetuae 16,3).
15-6. sacra ... tempornm: per sacra ved. apparato critico; sembra
che il maooscrto ibrido o (ved. Nota al testo, pp. 198-9) abbia conservato la lezione corretta; sacra designa i sacrifici offerti agli dei
per rendere grazie dei giorni di prosperita sotto gli imperatori.
16. obdurati lurons: I'espressione in s si addice perfettamente
alle Iabbra di un magistrato opposto a cristiani ostioati, roa e i1 suo
inserimento qu che pone problemi. A rigore: genitivo di quaUta ri
ferito a te (1 . 13) oppure inteso come una sorta di vocativo?
17. bonamqlle mentem: per bona mens equivalente a sana mens
ved. Acta Scilitat/orum l.
189. nequissimi ... signifer. Cipriano e considerato causa ed
esempio del crimioe abominevole del sacrilegio.
19-22. et quia ... contumacia: testo costituito da framment di
diversi manoscritti e che non puo essere che provvisorio (ved. appa
rato critico). Tre punti sono intuibili: Cipriano, da nemico dello Stato, ha abbandonato la mentalita che cootraddistingue il vero cittadino romano ; ha istruito altre persone e le ha spinte a imitare la sua
malvagia condotta (va detto che ipso documento e inutile a Haoco di
docuisti); si e adoperato per prolungare questa empia testardaggine
(adnlltu e un tentativo congetturale; adnutus non e nel TLL, ma adi
nitus di E S T e adnitus di M sono impossibili, mentre adnisus di
UVZ, secondo le attestazioni di TLL 1, col. 780, r. 66 sgg., non
compare che nel quarto secoJo; adt/utus da adnuere come nutus da
nuere?).
223. decretum ... recitavit: formulazione ufficiale della sentenza:
ved. Acta Scilitanorum 14.
2 2 , 3. datus luerat: correzione di datus della recensione 1 (ved.
cornmento a 2 1 ,3).
4. venire: lezione dei manoscritti migliori, di redazione piu trascurata rispetto al veniri della recensione 1.
8. sed a custodibus: cioe appartenente al corpo incaricato degli
arresti. A qui non e preposizione burocratica come a 2 1,1. 10
(ved. anche commento), ma designa l'appartenenza a una categoria,
nella sua accezione burocratical) a non e seguito dal termine indio

ACTA CYPRlANI

eanl,e ~ fuAozionario. ma da quello che indica la funzione; ved. J.C.


R o e, In LL X [1898], p. 497.
10. quo dem: Iezione di o da confrontare con quidem di
a
che potrebbe derivare da un originario quo Mem.
' , ,
12. El ita: conclusione mplicita: e cosh, cice non essendo in
buone condizioni; ma non si puo escludere che abbia valore narrati.
va: ved. commento a 4,3.
14 . apud ... stratorem: equivale a cum principe, id est stratore della
recenslone 1.
15~6. vico
Satum;:. qui did/ur, aggiunta notevole rispetto alla
recenSlOne 1, che suggensce che la recensione 2 sia destinara a dei
non cartaginesi (ved. Nota al testo, p. 203).
18-9. custodiri '" manserunt: custodiri, meno forte di castigari del.
!a recen~i~ne 1, analogamente a mamerunl (<<passarono la ncue )
mvece di tacebant. Omnes equivale a tutto il popolo .

eo

ita. ...

) 2, 1-2? Et
gratias:. seconda recensione del processo dinanzi
a Galeno Masslmo, che dlverge considerevolmente dalla prima ma
presenta problemi di critica testuaIe altrettanto difficili.
'
2-5. mane multa ... sedenti: questa redazione, oel dire che la folla
accorse per vi~ dell'~rd.ine d~l procoosole e che io seguito, per un
s~o nuovo ord~e, Clpnaoo VIene condotto dinaozi a costui, e nfenor.e alla_r~da~lOne della recensione 1, dove non si parla che di un
o~di~e, ClaC dI quello, assai naturale, relativo alla comparizione di
CJpnano. Che la recensione 2 sia secondaria e confermaro anche
dall'impiego della f?rmuIa sibi oflerri praecepit, che dipende da 21,4,
dove questa medeslma formula e delle pili naturaH, mentre qui il
contesto ha dovuto essere adattato (eade11' die) .
5. sauci%: da unire a sibi? Per il termine ved commento a

3 1 ,3_4.

7-!2. Galenus ... consultatio: duplice problema testuaJe, che bisogna nsolvere da una parte in base al dato che, per la sentenza di
morte, bastava l'identificazione dell'accusato (ved. 1 1 e 7) dali'altra con I'ausilio. del testo di Ponzio, tenendo canto del fatto ~he esso
segue la recenSlOne 2 (ved. Nota al testo, pp. 203-4): Ponzio Vita
Cypriani 16,8. descrive il processo dnanzi a Galerio Massi~o in
questi termini: inte"ogatur de suo nomine; se esse respondit; et haetenus verba .. L~ sola _domanda ~osta dal proconsole e la sola risposta
~ata d~ Clprlano rJ~uardano 1 accertamento dell'identita di quest'ultimo, il Tu es Tasclus Cypnanus? ... Ego del nostro testo (par. 2).
Occorrera . percio elim~nare due ~ggiunte: l. quella che presentano 1 k _f g h 1 den (regIstrata nell apparato critico: 1.8), probabilmentze Interpolata su~a base della recensione 1; 2_ quella presentata
da 3 ,3 (tra parentesl nel testo), malgrado il fatto che essa sia attestata da rutti i testimoni della recensione 2 e dalle citazioni di Ago-

]2, 7 - 22

stino (Senn. 309,3,5 iusserunt te pnncipes caenmonian ... ; e 4,6 fae


quod tibi ... consultatio). Deve trattarsi di un testo assai antico, interpolato dopo Ponzio e prima d Agostno; un resto che probabilmente deve la sua nascita al desiderio di dare qualche risalto alla
confessione del vescovo e di far corrispondere la condanna da parte
di Galero Massimo al processo dinanzi ad Aspasio Paterno (ved.
1,1); e stato redatto sulla base di una rerniniscenza degli Aeta Scilitanorum (ved. avanti). Per la questione ved. anche Reitzenstein, Die
Nachrichten, pp. 23-6, e Lana'a, p. 246, noneh Delehaye, p. 66, il
quale fa inoItre osservare che il non facio qui attribuito a Cipriano
riproduce il notissimo non lacio rivolto da Perpetua a I1ariano (Passio

Perpetuae 6,4).
9. eenmanian: indica il prendere parte alle cerimonie del culto
nazionale (cfr. 1,1).
10. Consule tibi: bada a te, cioe salvati la vita.
11. iniusta: l'aggettivo e docum~ntato dalla tradizione (iniustus
nel senso cris tiano di immorale). E stato utilizzato il testo di Acta
Scilitanorum 11 (in re tam iusta nulla est deliberatio), cambiando il
difficile iusta. I1 testo, certamente erroneo, d Agostino (Serm. 309,
4,6) ha jm/a, che egli fa fatica a spiegare.
12 . consultatio: sorta di gioco di parole tra eonsulere, avere cura, e comultatio, riflessione, deliberazione, (cesame.
15. sacns legibus: probabilrnente e la lezione migliore (ved. apparato critico: la variante sacns religionibm e influsso della recensione
1?); l'espressione designa le leggi proclamare dagli imperatori (ved.
anche commento a 2 1 ,3-4, a proposito di sacer).
17. ad sectam: secta e qui nel valore originale di sostantivo verbale di sequi?
18. nequissimi cnminis: bench nequissimi cnminis ricordi la recensione 1 e il plurale nequissimornm criminum sia la lezione degli
attendibili manoscritti e, o, a (di quest'ultimo solo in parte), il
singolare sembra preferibile: dI. il singolare scelere a L 19.
19. documento his: il dativo documento, contro la variante documentum, e la forma his, contro cum his (ved_ apparato critico), sono
confermati da Ponzio, Vita Cypnani 17,1 qui suis futurus esset ipse
documento; 17,3 documento suis luit; per documento esse, servire
d'arnmonimento, ved. TLL V 1, col. 1806, r. 2 sgg.
21-2. decretum
placet: e, o, a hanno: deeretum ... recitatum
est: Cyprianum gladio animadverti plaeuit e questa lezione, per la forma placuit, e raccomandara dal p/acuit di Acta Maximiliani 3,1 (questi Acta hanno sublto l'influsso degli Aeta Cypriani: ved. Acta Maximiliani 2,6 e 3)). Agostino, che seguiva la recensione 2 (ved. sopra,
cornmento a n. 7-12), ha certamente letto secondo la maggioranza
dei testimoni: cfr. Senn. 309, 4,6 eum ... Galenus Maximus deeretum
... recitasset: Tascium Cypnanu11J gladio animadverti placet, e Senno

<

488

ACTA CYPRlANJ

}1,

22 -

4,

Gue/ferby~nus 27,4 Tascium Cyprianum animadverti gladio place!;


que~ta lezlOne semb!,a la pi~ naturale, poich il proconsole ha pro-

babilmente pronunclato egli stesso la sentenza (recitavit; non recitatllm est), e questa sentenza e espressione della decisione del momento (placet).
22- 3. Cyprianus , .. gratias: non e nella recensione 1, eppure le
parole sano in Agostino (SemJ. 309, 4,6): si raffrontera anche il
Deo granas di Massimiliano (Acta Maximiliani 3,2); Deo granas e
analogamente in Acta Scilitanornm 15 : ancorch aggiunte dalla recensone 2 , le parole si inseriscono in una tradizione.
4, 1. eius: si riferisce probabilmente, come genit ivo ogget tivo, a
Cipriano.
3. Et ita: locuzione dello stlle narrativo, (poi ; compare altee
volte piu avami.
4. in agmm Sexti: a 2,3 l'ellissi in Sexti (con agmm sottinteso?)
designa ~ terreno in cui sorgeva la dimora di campagna del proconsole; qUl... con agrum espresso, la Iocuzione semhra designare un
campo Vlcmo, facente parte del medesimo terreno. In molti manosceitti compare praetorium (ved. apparato critico) per designare il
luogo di condanna, da cui si muove alla volta del luogo di esecuzio.
ne; praet~riut;n pero si adatta meglio. alla residenz,a ufficiale del proconsole 10 cUta che alla sua casa dI campagna. E vera che Ponzio
(Vita Cypriani 15,3; 16,5 e 18, 1) ha anch'egli praetorillm, ma in lui
la dimora di campagna viene elevata alla dignita di praetorium per
poter fungere da tribunale al grande Cipriano. Nei manoscritti che
oHrono praetorium puo avere agito una analoga intenzione forse
per il desiderio di puntualizzare in agrtlm Sexti, localizzazio~e non
abbastanza determinata .
4-5. se ... expoliavit: per il doppio accusativo con expoliare co~e per induere, v~stire, ved ..HSz, p. 45 . L'abito di cui Cipri~o si
dIsfa era prohabilmen te chlamato JacernobymJs: si tratta di una
combinazione di due paroJe, /acenta e byrrtls, dal significato sos tanzialmente identico, legate fra loro dalla vocale di transizione o che
danno vita a un nuovo conio dal medesimo significato: anaiogamente tunicopallium, sagoch!amys, calciocaliga (ved, W . Heraeus, in
ALL XII (1902], pp. 789, e XV (1 908], p. 564). Per lacema,
maI?tella (con capp.ucci?~, e byrrus o birrus, (~soprabito (con cappUCCIO), ta1volta smOOlml, ved. C. Lange, in PW XII 1 coll.

DU.
'
5. ubi ... strauit: il manoscritto m offre II testo giusto: Cipriano

stende al suolo i1 lacernobyrrus per inginocchiarsi su tale ahito. e,


o, a offron~ un testo devoto ma aberrante, in cu il lacernobyrrus,
una volta sfilato, scompare nel vuoto, contrariamente alla da/manca, che, dopo taIta, viene affidata ai daconi.

5-6. dalmaticam: la da/matica (vestis), sorta di tunica supplementare, indossata spesso sopra la tunica propriamente detta, come evidentemente in questo caso: ved. A. Mau, in PW IV 2, coll.

20256.

<

6. diaconibm: diaconus al plurale e spesso della terza declinazione (ved. A.A.R. Bastiaensen, Obseroatio11S sur le vocabulaire /iturgique dans l'Itinraire d'grie, diss. Nijmegen 1962, p. 12).
in
linea: m prohabilmente ha ancora una volta la Iezione corre tta; Cipriano si e tolto le due sopravvesti e, non indossando oemai che la
linea, attende la morte. Linea qui e ellissi per linea vestis, ( turuca
di lino di grande pregio (ved. TLL VII 2, col. 1442, r. 59 ,gg.).
7. spiculatorem: spiculator, da spiclllum dardo, (giavelIotto,
frequente nel latino tardo per (~carnefice; ved. anche Acta Maximiliani 3,3 con la variante speculator.
sustinere: il verho qui
equivale a (attendere come in Passio Perpettlae 4,6.
89 . iussit
darent: la generosita di Cipriano da una parte e <
gesto da gran signore (ved. J. den Boeft - J. Bremmer, Notirtnettlae
martyr%gicae. 1, (Vigiliae Christianae XXXV 1981, p. 49), ma
soprattutto e espressione della sua gioia dinanzi alla fortuna del
martirio e pertanto della sua gratitudine nei confronti del carnefice
(ved. Chr . Gnilka, Ultima verba, (~]ahrbuch fr Antike und Christentum XXII 1979, p. 11 ,gg.).
9. Linteamina ... manualia: /inteamen, (salvietta di lino (TLL <
VII 2, col. 1462, r. 68 sgg.); mantlale, asdugamano, (~tovagIiolo
(TLL VIII, col. 335, r. 18 sgg.); queste pezze vengono gettate dinanzi a Cipriano perch si imhevano del suo sangue e servano da
ricordo: siamo all'origine del culto delle reliquie.
10-2. oculos ... ligavenmt: Cipriano si benda gli occhi da solo,
ma non riuscendo ad annodare le hende ha bisogno di mani caritatevoli . Lacinia significa pezza di stoffa, (~be nda (TLL VII 2,
col. 834, r. 15 sgg.), manuales deve essere aggettivo: cio che proviene (pee lacerazione) da un manuale.
12. subdiacol1us: il rango di suddiacono era noto ai tempi di Cipriano, che impiegava egli stesso normalmente il termine hypodiaconus. Subdiaconus compare in una lettera dd suoi corrispondent
di Roma (Epistulae 8, 1; ved . H .H . ]anssen, Kultur tll1d Sprache. 2ur
Geschichte der alten Kirche im Spiegel der Sprachentwicklung. Von
Tertullian bis Cyprian, diss. Nijmegen 1938, p. 99).
13-4. propter ... est: ]a curiosita dei pagani si spiega per via della <
fama, viva anche presso di loro, della gra nde personalira di Cipriano; tutti lo conoscevano, afferma Ponzio, Vita Cypriani 15,3. 1 crstiani tengono il SUD cadavere al scuro per il resto della giornata,
per poter poi traslare il loro marcire durante la none con delle esequie strettamente cristiane, senza presenze importune da parte dei
pagani.

490

ACTA CYPRlANI

4, 15 - r8

15. ad cereos ... scolaces: scofax e vocabolo assai raro, di origine


greca, di cui pero il greco non conosce che il diminutivo tardo axo)':Xlov, stoppino di cero (ved. PGL, s.v.); scofax deve significare
torcia, cereus, cero , qui fiaccola.
16. areas ... procuratoris: areae nel senso d.i cimitero , ved. ].
KoI1witz, Coemeterium, in RAC 111, 1957, col. 232. Macrobio Candidato e il fondatore o il proprietario del cimitero? TI personaggio e
ignoto, come anche la sua funzione di procurator, dal punto di vista
della critica testuale la Jezione procuratoris e piuttosto debole, testimoniando una precoce incerrezza riguardo alla professione di Macrobio.
16-7. in via Mappaliensi: lezione corretta; cfr. Agostino, 2 Enarratio in Psalmum 32, 1 tito in mapalibus; per vigilias sanet; martyris
Cypriani (cioe nella memoria, la chiesa edificata sopra le spoglie del
martire)j analogamente Sermo Den;s 11 e 22 ;71 mappalibus, id est il1
basilica beati martyris Cypriani. L'ubicazione della strada e della piscina (iuxta piscinas, che segue) non e conosciuta (sulla Dostra gnoranza circa la topografia di Cartagine ved. commento a 2 1 ,18-9 e
Acta Maximiliani 3,4; da consultare R. Oehler, Karthago. Strassen, in
PW X 2, col. 2175, e i tentativi di localizzazione di P. Romanelli,
Topografa e archeologia deU'Africa Romana , in Enciclopedia
CIaH;ca, sez. I1I, vol. X, t. VII, Torino 1970, p. 371 sgg.).
17 . voto : il termine e neI senso, reperibile anche in Cipriano, di
gioia (spirituale): cfr. Epistulae 53,1 te ... nobiscum pan voto congaudere.
17-8. Post ... decessit: parale omesse da S U V Z, cioe da tutti i

testimoni della recensione 1, nonch da o: e lecito qualche dubbio


sulla loro autenticita. D 'altronde, presa in s, la morre del proconsole e un poco sospetta (il persecutore punito per il suo crimine); essa
si accorderebbe peraltro con i dati relativi aUa malferma salute del
proconsole (ved. 21,3). Se si tratta di un'aggiunta, sara stata assa
antica, vista la sua assai ampia presenza nella tradizone della recen
sone 2.

COMMENTO AGLI ACTA MAXIMILIANI


a cura di A.A .R. Bastiaensen

1, 1. rusco .,. consulibus: nel 295 cadeva il consolato di Nummio


Tusco e di G. Annio Annulino (o Anulino, presentato qu come

<

Anolino) : ved. A. Jones - J. Martindale - J. Morris, The Prosopography 01 the Later Roman Empire. l, A.D. 260-395, Cambridge
1971, p. 79.
1-2. Teveste: Teveste (oggi Tebessa, in Algeria orientale) ai tempi
di Diocleziano (poco prima del 295?) passo dalla provincia Numidia
aUa provincia Proconsulans, che dipendeva dal proconsole di Cartagine; e quest'ultimo (di passaggio a Teveste o espressamente venuto
che fosse) a prendere in mano il caso di Massimiliano. Per la situazione arnministrativa di Teveste ved. P. Romanelli, Storia delle province romane del/'Africa, Roma 1959, p. 518.
2. in loro inducto: lorum puo intendersi nell'accezione letterale di
luogo dove si teneva il processo oppure in senso generico (indicazione dell'inizio di un processo). Nonostante la presenza di un elemento di amministrazione militare (i preparativi per l' arruo]amento di
Massimiliano), la procedura sara essenzialmente un processo contro
Fabio Vittore.
3. admisso ... advocato: Pompeiano, avvocato, difende la causa
di Fabio Vittore convenuto in giudizio, a que! che sembra, quale
responsabile del riHuto di fars soldato da parte di suo figlio Massimiliano (non e peraltro chiaro perch Massmiliano dovrebbe essere
obbligato al servizio militare). Si ha l'impressione che l'avvocato miri a discolpare il padre, dimostrando che il rifiuto riguarda soltanto
il figlio: egli presenta Massimiliano come recluta, e questi, come previsto, non tarda a protestare.
3-6. Fabius ... incumetur: passo assai mcerto (ved. apparato critico); interpretazione e traduzione non possono esserne che pravvisorie. Timonarius (o temonarius) eta un funzionario miltare o paramilitare incaricato di riscuotere le imposte di esenzione (temo) che erano
obbligate a versare le citca o localidl. che non erano in grado di forni -

re delle truppe {ved. W. Kubitschek, in PW V 1 [1934], col. 463

<

49 2

ACTA MAXIMIUANI

I,

6 - I4

s~g.). Const~tutus. ha qui probabilmente il senso di nominaro}), designara, <Hnc~rlcato. L'aggettivo Caesariensis va forse messo in
rapporto ~on il n?me ~ella citra di Cesarea in Mauritania (oggi
Cherchel, In Algena occlclentale). L'aggettivo probabilis vale pront~ a essere ~ssegn~to a un corpo d'armara (fanteria, cavalleria, ge~lOh. La ml~urazl0ne, c?n la quale veniva presa nota dell'altezza
(mcumare derIva dal presura greco incoma o incomma [acca misura), mirava a stabilire in quale corpo la recluta ' doveva ~ssere
arruoIata. Per le usanze ed il gergo dei militari ved. Durry, p. 131 ;
G.R. Watson, TheRoman Soidier, London 1969, p. 38 'gg.; R. Ca.
gna~, .~ilectus, In Ch. Daremberg - E. Saglio, Dicnonnaire des
Antlquttes ,Grecques et Romaines n, Paris 1892, p. 219.
. 6.? DlOn proconsul: Dione, nipote o pronipote dello storico Cas.
SIO Dlone, fu console nel 291 e praefeclus urbis Romae nel 296. II
nostro passo 10 mostra proconsole d'Africa nel 295. I1 nome Dion
non Iatinizzato in Dio? ricorda l'origine (Asa Minore) della famiglia:
P~r questo pcrsonagglO, ved. Jones - Martindale - Morris, p. 253
(cItat! nel c?mment? ~ 1. 1). n passo 2,5 indica che Dione non igno.
rava I puntl essenzlali della religione cristiana.
78. Quid. ... meum?: declinazione delle generalita, da intendersi
quaIe parte di una procedura di arruolamento: ved. anche commento
a 2,21-2.
9. Ap/a illum: aptare equivale a preparare, intendi per la
misurazione della statura.
10. Non
possum: posse in senso morale: non mi e
permesso .
11. malefacere: da accosrare a 2,910: per Massimiliano il servizio
militare e causa di ogni sorra di atti criminali.
. 13. ex o~~cio: .da parte del funzionario, <~daUa persona inca.
r,lcat,a>?- O~t~ltI"! In .ge.rgo burocratico, con valore concreto, indica
1 Uf~lCI0, g11 l~pleg~t1, il p~rson.ale. Piu oltre (par. 5 e 2,6) il termine
deSigna senz altro il funzlonano; per i significati di oHicium ved.
TLL IX 2, col. 522, rr. 26 'gg., 70 'gg.
. 13-4. !"fabet r!ecem: misura dnque piedi e died dodicesimi di <
plede, clr~a metn 1,7~ (uncia, la dodicesima parte, sia in lun.
gh~zza che 10 volume o in peso). Secando Vegezio, Epi/ome rei mili/~ns 1,5 (quarto .secolo), sei piedi o almeno dnque piedi e dieci un.
ctae (la statura di Massimiliano) e la misura prevista per la cavalleria
e per la fantera di prima scelta.
14. Signetur: sIgnan .(a~che a 2,1. 12), O signaculum accipere (2,n. <
~,9,13,20), sono 1 termlnl con cui si stabiliva l'arruolamento definit~vo ~e1 so~~ato, per mezzo di un tatuaggio o, come qu, di una
plastrma mi1ttare da portare al eolIo, nelia quale erano scritti i nomi
del soldato e del ,~o~po d ' armata nel quale egli era arruolato (ved. R.
Cagnat, Coun d eplgraphie /atine, Pad, 1914" p. 365; F.J. Dolger,
oo

ACTAMAXIM1UANI

1 , 14-2,19

493

Sacramentum militiae. Das Kennmal der Soldaten, Waffenschmiede und


Wasserwiichter nach Texten yhchriJtlicher Literatur, in AC II [1930],
p. 268 sgg.).

2, 1. Milita: i1 verbo militare si impiega tanto per il servizio militare <


che per quello civile. L'impiego del termine per la condotra cristiana
di vira (cfr. 11. 23) e d'origine biblica, frequente soprattutto in Paolo: ved. 1 Ep. Tim. 1,18, e soprattutto 2 Ep. Tim . 2,4, clove si rlleva
anche l'opposizione tra Deus e saeculum (cfr. F. Dolbeau, in Analecta Bollandiana) XC 1972, p. 335).
3-4. Quis ... persuasit?: critica indiretta, rivolta al padre? Sem
brerebbe che qui e nel paragrafo successivo Dione cerchi di stabilire
i1 grado di responsabilita del padre (ved. anche commento a 1, 3).
6. Consiliare ... tuum: l'accusativo dopo consiliari, (dare un con
siglio, e anomalo, probabilmente d'impiego volgare (ved. TLL IV,
col. 440, r. 23 sgg.).
9-10. signttm ... mei: cfr. ll. 156 signum salutare Domini mei
lestl Christi.
10-1. Statim ... milto: Dione e al corrente delle convinzioni cri- <
stiane citca i1 Cristo risuscitato che attende in cielo coloro che profes sano il suo nome.
13. reluctaret: il deponente classico reltlc/an gia in Apuleio ha
assunto forma atva: ved. FdV, s.v. reluctari.
14. quia nihil valeo: la lezione valeo dei manoscritti, che MabilIon (p. 181) e Ruinart (p. 341) hanno modificato in valet dovra,
credo, essere mantenuta. Si potrebbe intendere perch non ho i
requisiti (le qualid. richieste) ) , perch non sono adatto a essere
soldato.
15-6. post ... vivi: post signum equivale a post acceptum signum. Si <
tratta del segno della croce, con i1 quale viene segnato in fronte, al
SUD ingresso nel catecumenato, l'aspirante alla fede cristiana. Da al
lora questi e cristiano: ved. R. Braudy, L'initiation chrtienne ,
in A.G. Marcimort e.a., L'glise en pribe. lntroduction a kz liturgie,
Paris-TournaiRome-New York 1961, p. 521. L'aggettivo salu/aris e
l nesso biblico Deus vivus dipendono dalla terminologia cristiana,
impiegata qui da Massimiliano o attribuitagli da parte del redattare
(ved. anche nota seguente).
16-9. quem /u ... auctorem: la catechesi) di Massimiliano aU 'in <
dirizzo del proconsole, inverosimile data la situazione (si notera anche che le parole qllem tu ignoras non si adattano molto bene al
proconsole - ved. sopra commento a !l. 10 1 -, ma sono I'inizio
canonico di una catechesi), deve essere di mano del redattore, che
aveva faroiliarita con Cipriano, con il suo testo biblico, con gli Acta
Cypriani (ved. apparato delle citazioni, e Siniscalco, Bibbia e letteratura, p. 606 sgg.l. GI'influssi deU'opera di Cipriano sul redat

494

ACTA MAXIMILlANI

ACTA MAXIMILIANI

2, !9' 3. 4

tore balzano all'occhio anche oel cap. 3: ved. 11 in particolare commento a U.7-8, 8-11, 12-4, 15 e 16-8.
21-2 . Nomen ... est: il senso e probabilmente: sano gia arruolato neU'armata del mio Signare), Cfr. 1,2 e l'analogia con par. 8
Militia mea ad Dominum meum esto
22-3 . Attende ... tllam: per l'eta di Massimiliano ved. 3,2.
26-8. In ... militant: le truppe in comitatu, artestate a partire <
dalla seconda meta del terzo secolo (ved. A.H .M , Iones, The Later
Roman Empire 1, Oxford 1964, pp. 52-3 [trad. it. Il tardo impero
romano 1, Milano 1973, pp. 79-81]), erano unitA mobili al servizio
diretto dell'imperatore, al contrario delle ttUPpe stanzial di frontiera. L'aggettivo sacer e epiteto imperiale, che rientra nel culto
deU'imperatore divinizzato. Sulla presenza, ben documentata, di
cristiani neU'esercito alla fine del terzo secolo, ved. E. Gabba, Per
la storia del/'esercito romano in eta imperia/e, Bologna 1974, p. 75
5gg .

27. Diocletiani ... Maximi: la tetrarchia era nata dalla riorganiz- <
zazione del governo da parte di Diocleziano. Nel 286 egli designo
Massimiano Erculio quale co-augusto; nel 293, Costanzo Cloro e
Massimiano Galerio, qui chiamato Massimo (ved. Siniscalco, Massimiliano, p . 47 nt. 30), quali cesari: efr. Jones, pp. 39-40 ( "" trad. it.
pp. 63-4), citato nella nota precedente.
29. Ego ... sum : paraJe poco congr,ue al contesto, che vanno pero intese in funzione del prosieguo. E per le azioni immorali connesse con il servizio militare che il cristiano Massimiliano lo riHuta
(ved. anche 1,1l. 10-1, e nota di commento).
32-3 . incipias .. . interire: la perifrasi del futuro con incipere, particolarita della lingua parlara (ved. HSz, p . 313), appartiene
anch'essa al gergo burocratico: si ritrova sulla bocca dei giudici pagani (ved. Dolbeau, p. 424).
34. vivit ... mea: giS. per i pagani, ma sopranutto per i cris tiani
anima vale il nostro anima , la parte spirituale del composto>~
umano, che sopravvive dopo la morte. Vivere in latino assume spesso la sfumatura di restare in vita, sopravvivere (Ovidio, Trist.
1 1,20; Agostino, de baptismo 1 13,21).

3, 1. Steme nomen eius: iI verbo va inteso qu nell'accezione di


(stendere per iscritto; la tavoletta di condanna (tabella), che il
giudice leggera deve recare il nome del condannato (cfr. Dolbeau,
p. 424).
2-3. Quia ... exemplum: la motivazione della sentenza precede la
sentenza stessa (Maximilianum ... placuit); identica procedura in
Acta Cypriani 3, 4-6 .
4. decretum ... recitavit: formula di protocollo; ved. Acta Sci/itanorum 14 e Acta Cypriani 3,4-6.

<

3, 5 -

I4

495

5. sacrarnentum mi/itiae: in senso stretto, il giuramento militare;


in senso lato, il complesso dei dover ai quali il giuramento obbliga il
soldato, il servizio militare con tutti gli obblighi che comporta. Negli
Acta Mareelli (Musurillo, pp. 254 e 256) il rifiuto di portare le armi
si chiama abicere sacramentum, proicere sacramentum.
5-6 . gladio ... placuit: espressione protocollare per inrucare la
condanna a morte mediante la spada: cfr. Acta Sci/itanorom 14; Acta
Cypriani 3,6; Acta Mareelli (Mu5urillo, p . 254).
6-7. Deo gratias: risposta tipica del martire dopo la condanna:
ved. Acta Scilitanomm 15, Acta Cypriani 3 2 ,6. L'espressione probabilmente conclude il resoconto del processo, fin qui seguito dal
redattore.
7-8. Annorum ... XVIIl: a partire da questo punto il redattore si
basa su altri d~ti, di cui e difficile chiarire e apprezzare resarto
valore storico. E manifesto I'influsso delI'ambiente ciprianeo; sem
bra anche che iI redattore abbia leno a Cartagine gli epitaffi di Massimiliano e di Pompeana, che ne aveva portaro il cadavere a Cartagine (ved . par. 4). Va notato che la formula con i genitivi annorum
.. .. . mensium ... dierum si ritrova spesso nelle iscrizioni per i defunti:
ved. Cotpus Inscriptionum Lotinarum III, Supp!. 2, Berolini 1902, p.
2587). E altres} probabile un qualche apporto di fantasa devota
(ved. avanti, e cfr. commento a 2,16-9); soggetto a dubbio mi sembra in particolare cio che viene detto a proposito del martirio di
Vittore ai parr. 3 e 5.
8. duceretur ad locum : sottinteso suppticii; cfr. l'ancor piu drastica ellissi nell'espressione ducere di Acta Scilitanorum 16.
ait: qu i
e a par. 3, dopo dixit (costante fiel resoconto del processo), ait indica
la ricerca di una fras eologa religiosa da parte del redattore, che ha
familiarita con l'aie della Bibbia latina. Ved. attestazioni di questo
ait per la Vetm Lotina africana in VL]l , Ev. Matth. 19, 18; 21 ,21 ;
Ev. Luc. 9,23; 22,46; Ev. lo. 8,42 ; 11,4; ecc.
8-11. Pratres. tribuat: le ultime parole di Massimiliano ai suoi
fratelli e sorelle nelia religione cristiana sano parole di martire convenzionali, modellate soprattutto su formule di Cipriano, efr. de
morta/itate 26 ad hos (sottinteso beatos in cae/o), Iratres dilectissimi,
avido. cupiditate properemus (properare ha preso, in Massimiliano, il
senso di studere); de zelo et livore 18 ut eum (sottinteso Deum) videre
contingat.
11. hilari vu/tu: cfr. Passio Perpetuae 6,6.
12-4. Da .. . g/oriemur: la richiesta di Massimiliano ricorda il gesto d Cipriano, che dona venticinque monete d'oro al suo carnefice
(Acta Cypriani 4, 1) . La forma speculator per spiculator e una confusione frequente nellatino tardo. Per sic ... suscipiam va notato che la
formula sic (o ita) con il congiuntivo rafforza l'ordine o l' augurio che
si vuole esprimere: si confronti la formu la popolare sic (ita) me di

ACTA MAXlMIUANI

3, 14 - 18

ament, ad accompagnare la formulazione di un desiderio. Qui l'augurio sie ... gloriemur aHude al martirio di Massimiliano stesso e probabilmente anche a queUo, posteriore, di suo padre (ved. par. 5; e
peraltro degno di nota che Massimiliano preveda quest'ultimo martirio: si inruisce un apporto dell'immaginazione del redattore). L'espressione eentenariur numeros va intesa sulla scorta del !roetus centenarius bblico, interpretato dalla Chiesa antica come designante la
realizzazione suprema della vita cristiana nel martirio: cfr. Cipriano,
de habitu virginum 21 primus eum centeno martyrom !ructus est, sectlndus sexagenarius vester (cioe delle virgines). In gloriari e presente una
duplice sfumatura: sia la gloria, la fierezza di avere sostenuto il martirio sia la gioia di essere accaoto a Dio. Per l'area semantica di
gloriari ved. TLL VI 2, col. 2093, r. 40 sgg.
15. Pompeiana matrona: si ha l'impressione che per questa figura <
il redanore si sia servito (forse amplificando un poco i dati dell'jscrizione) della stele funeraria di Pompeiana, posta, con quella di
Massimiliano, vicino alIa tamba del venerato Cipriano (ved. anche
commento a n. 7-8). Che il nome sia identico aquello dell'avvocato
corpus ... ment: la lezione di
menzionato a 1,1 sembra fortuito.
S, confermata dai tentennamenti di M (ved. appararo critico), e
quena corretta. Per merere, acquisire , ottenere a prezzo di una
somma o di un servizio quale che sia, acquistare, ved. TLL VIII,
col. 805, r. 38 sgg. ludex, bench possa designare, nelI'amministrazione imperiale, un magistrato investto di potere giurisdizionale
(cfr. TLL VII 2, col. 559, r. 84 sgg.), non pul> non stupire, dopo il
costante uso di proconml nella prima parte della passio.
16. imposito: ablativo assoluto con soggetto pronominale sottinteso (imposito eo), che prende il posto di un regolare participio concordato, che sarebbe qui impositum. Per questa irregolarita, frequente nellacino tardo, ved. R. Khner - C. Stegmann - A. ThierfeIder,
Ausliihrliche Grammatik der lateinischen Sprache. Satz/ehre l , Leverkusen 1955, p. 773.
dormitorio: il termine equivale a carrozza, vettura da vaggio}), vettura con cuccetta: ved. TLL VI
1, col. 2036, r. 37 sgg. Da Teveste a Cartagine j} tragitta era 1ungo.
16-8. sub ... condidit: se sectls pola(t)ium, a fianco del palazzo,
di M e la lezione originaria (ved. apparato critico), la precisazione del
redattore, utile per i suoi contemporanei, non ci serve. Non conoscamo illuogo di sepoltura di Cipriano (ved. Aeta Cypriani 4,3); la
menzione, qu, di una eollina e di un palazzo non ha aimato gli
archeologi; la moltiplicazione dei dettagli, d 'altronde, sembra indicare che la memoria Cypriani non e ancora la grande chiesa de tempi
di Agostino. L'opera del redattore andra dunque situata non troppo
innanzi nel quarto secolo. Per i problemi che riguardano il luogo di
sepoltura di Cipriano ved. P. Romanelli, TopograBa e archeologia
deU'Africa romana, in Enciclopedia Classica, sez. IlI, vol. X, t. VII,

ACTA MAXIMILlANI

3. 1 8 - 2I

497

Torino 1970, pp. 371-2; P. Francru de' Cavalieri, lmomo al testo


della Vito e degli Atli di S. Cipriano [Note agiografiche IV], (<< Studi e
Testb> XXIV), Roma 1912, p. 136 sgg.; Siniscalco, Massimiliano,
pp. 76-7.
. . ,
18-9. discessit: discedere nel senso dl monte, ancorche meno
frequente di decedere (ved. apparato crtico, cad. ]), e debitamente
arrestaro soprattutto nelle iscrizioni funerarie cristiane (ved. TLL
V, col. 1283 , t. 53 sgg.); il redattore ha letto il termine sulla stele di
Pompeiana (ved. anche cornmento a n. 7-8)?
19-20. regressus ." magno: formula di ispir~zione biblica. (ved. ap:
parato delle citazioni), che richiama l'au.egglamen.to d~gli .apostoh
dopo l'Ascensione del Signare. La costruzlone con ~ dauvo. 10 lu.og?
d ad e accusativo (domui suae), ben nota alla poesla classlca, SI rlscontra assai spesso anche nelia prosa volgare, soprattutto in quella
tarda; per questo fenomeno, ancora non sufficiememente chiarito,
ved. HS., pp. 100-1.
.
20-1. quod ... secuturus: l'espressione tale munus Domino praeml,sil e l'applicazione meccanica (Domino, dopo Deo che precede, e
goffo) d'una frase fatta; per l'impiego cristi~no di prae"!i~tere ved.
Cipriano, Epistu/ae 40 comites qZlos ipse (sotttnteso Ntlmtd,cus) praemiserat (cice i compagni di Numidico, martirizzati prima di lui) ;
Tertulliano de exhortatione castitatir 1 e de monogamia 1, ha l'espressione
pace praemittere a proposito di u?a morte c:istiana;
l'aggiunta ipse postmodum secuturus, se non dice necessanamente
che Vittore prevede il suo proprio martirio, sembra quanto meno
svelare la preoccupazione del redattore di presentare anche il padre
quale martire, ucciso qualche tempo dopo il figlio (ved. sopra commento .tie ti. 12-4).

in

XUV

BlBLIOGRAFlA GENERALE

PG
PGL
PIR

PL
PL Suppl.
PW
PWZR

RAC
SC
TLL

TWNT

VLBeur
VL]l

VulgW

con ... revised ... by Sir H. Stuart Jones ... with a


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Th. Klauser, Stuttgart 1941 [1950] sgg.
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Thesaurus Linguae Latinae, Leipzig.Mnchen 1900
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G. Kittel - G. Friedrich, Theologisches W"rterbuch
zum Neuen Testament, I-X, Stuttgart 1933-79.

Vetus Latina. Die Reste der altlateinischen Bibel,


hrsg. von der Erzabtei Beuron, Freiburg i. Br.
1949 sgg.
A. ]licher - W. Marzkow - K. AJand, [tala. Das
Neue Testal11ent in altlateinischer Ueberlieferung. 1,
Matthlius-Evangelium, Berlin 1972 2 ; Il, MareusEvange/ium, Berlin 1970 2 ; nI, Lueas-Evangelium,
Berlin 1976 2 ; IV, Johannes-Evange/ium, Berln 1963.
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2. 5tudi di carattere generale*


A. AIfoldi, Zu den Christenver/olgungen in de!' Mitte des 3. Jahrhundens, (<<Studien zur Geschichte dee We1tkeise des 3. Jahrhun.
derts nach Christus), Darmsradt 1967, pp. 285-311.

... Alcune opere di piu frequeme consultaone sono abbreviate, per altre abbreviazioni
usate nd Commento ved. anche la Bibliografa essenziale che precede ogni singolo testo.

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XLV

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R. Freudenberger, Das Verhalten deT riJmisehen Behrden gegen die

ACTA PHILEAE

COMMENTO AGLI ACTA PHILEAE"


(Versione Be-La)
a cura di G .A.A. Kortekaas

La Titulus. Passio: la tradizione dei codici latini di Filea e Filoromo


nell'uso di questa parola passio, cosi come i martirologi
posteriori, cfr. per es. Quentin, Martyrologes, p. 207: In cvilote
Aegypti quae appellatur Thimius passio beati Fileae eiusdem urhis episcopi et Filoromi tribuni militum romanorttrn, e H. Rochais, Le mar-

e unanime

tyr%ge Cistercien de 11 731 174, (<<Documentarian cistercienne


XIX 1), Rochefort 1976, p. 28: In civilate Egypti, qua< appellalur
Tinnuis, ponio beati Fileae episcopi et Filoromi tribuni . 1 due testi
greci, per quanto ci e rimasto serbato, non usano una parcIa simile,
come ad es. 'ltcXeo~. Per questo termine [ecoico ved. PGL, S.v. 1t:eo~
(IV) : suffering, passion of martyrs
story 01 martyrdom &vcrywwaxtaf)t -':cX nGT) -.:wv .tap-.:pwv Codo Alr. 46 (Lat. passioh>. Be non ha
nessun titolo, essendo andate perdute le prime docIid rghe della
prima colonna, contenenti il titolo, qua1che frase introduttiva, nonch un breve accenno alla situazione (si veda nota a La 1,1-2), mentre Bo 1,1 significativamente non parla che di cX1tOAoy(a (<< difesa).
Vista la fedehit con la quale il tradurrore latino segue Be, non e da
escludere che il titolo passio sia originale, da ricondurre a un termine
greco 1t:9o~. SuU'esempio dei Padri Bollandist (ved. p. es. la bibliografa citata in Halkin, Ap%gie, pp. 5-27) e conformemente a11'uso
moderno (ved. nella bibliograHa essenziale le opere di R. Knopf G. Krger - G. Ruhbach; G. Lanata H . Musurillo), oggi si parla
preferibilmente di Acta Phileae et Phi/orami, un uso al quaJe noi d
associamo per la tradizione latina, ad evitare ogni possibile confusioneo Quanto al problema del secondo personaggio, Filoromo, imerito
dal traduttore, si veda la nota a La 7, 1-10, e 7, 1-2, e l'ampia discussione nella prefazione, pp. 254-61.
Reati: secondo il ben noco uso
(cfr. Blaise, s.v. heattls; TLL II, coll. 9-52), gli aggettivi beatus e
sanctus, quaodo si tratta di santi e sanee, vengono adoperati come
sinonimi: l'alternanza oei codici, come in questo caso (BW: ABT),
non fa meraviglia. Tali aggettvi non si incontrano nel corpo della
narrazione stessa n in Be n in La, indice questo di aderenza allo

(Be-La)

1, 1 2

499

sdle sobrio dei verbali (ved. pero le note a La 6,17-21; 7, 1-10; 9,27
e 28) e quindi di autentkid, mentre Bo 17,1 non puo fare a meno di
assegnare al martire, proprio al termine della sua difesa e al momen
to della sua estrema dipartita, l'aggettivo pieno di rispettosa devozione .taxpto~ (<<beato). I mutamenti, nel titolo di alcuni codici,
dal singolare Sanctus al plurale sancti, nonch l'aggiunta di el Phi/oromi (tribuni) (si confrontino anche i due martirologi di H . Quentin e
H. Rochais citati sopra e la nota a La 7,1), illustrano il lento iminuarsi dell'interpoIazione sul martirio di Filoromo. Per l'nserimento
dell'episodio di Filoromo nel martirio di Filea si veda la dettagliata
esposizione nelIa prefazione, alle pp. 254-61.
Fi/eae episcopi:
ved. la prefazione, pp. 249 sgg.; 254 sgg.
de civitate Thimui: per
l' importanza di Thmuis (COSI. questa cittadina veniva chiamata
nell'antchitit) si veda la prefazione, p. 249, con la nota 1. La lezione
Thimui (cocId. RWFM) e stata maotenuta per il fatto che questa e
simili varianti si incontrano spesso nei testi agiografici su Filea (si
coofromino intanto RuHno, VIII 9,8 ed. Mornmsen, p. 759 thimuis,
thumuis, timuis; VIII 9,10 thymuitas, thimuitas, thumuitas, ti11Juitas;
Acta Sanctorum IV Febr. themoi; J. Dubois - G. Renaud , EditiOl1

pratique des martyrologes de BUe, de l'anonyme Lyonnais et de Floliis,


Pars 1976, p. 29: In civitate Aegypti quae appellatur Thimius ; ved.
anche i due martirologi citati sopra); questa grafia potrebbe quindi
essere originale.

o :

La 1, 1-2 . Inposito
ambonem: queste prime parole ci conducono
gia Hn dall'inizio al problema della re1azione reciproca tra le vetsioni
Be, La e Bo. Mentre Be, la versione piu antica e genuina, sfortunatamente reca qu una lacuna di 12 righe, La, senza aleun accenno introduttivo rguardo alla data o alla situazione giuridica, ci presenta
subito i personaggi in medias res, come fra gli altri rilevava Delehaye,
Martyrs, p. 304: (La piece est incomplete: j} y manque tout au moins
la courte et indispensable introcIuction avec la date et deux mots
concernant les personnages en prseoce, seguito da Lec1erq, col.
706. Quest'impressione d incompiutezza viene ulteriormente rafforzata dal fatto che Bo in ben 25 righe (1,1-16; 2,1-10) ci fornisce
alcune nformazioni su Filea e la sua carriera, sulle quattro precedenti udieoze processuali e sul tratcamento di Filea in tale periodo, e
quindi, passaodo alla quinta udienza, quella finaIe, ci narra della
presenza di ben 20 sacerdoti (Bo 2,9 -.:~ ... lEpcnd'P), dandoci perHno notizia sul comportamento poco edificante di un cer to Pierio, il
quale con il suo agite avrebbe indotto all' abiura parecch fedeli (si
veda la nota aBo 2,7). Si dovra supporre l'originaria esistenza di
un'introduzione parimenti dettagliata anche io La? Prma della pubblicazione di Be si era tentad di accettare una tale ipotesi. Ora iovece e ovvio che il confronto va fatto con Be. Dalla ricostruzione di

50

.... cr ....

PHlLEAE

(Be-LA)

1, 2 -

Pietersma appare evidente che mancano in Be non piu di 12 righe,


conrenenri, secondo lo sresso Pietersma (pp. 20 e 24), qua1che frase
introduttiva ed il tirolo. Questo spazio viene pressoch riempito dalle parale tramandateci in La. Vista tale coincidenza, non mi sembra
pu necessario presumere alcuna Iacuna in La: anche Be avra poruto
cominciare dopo il titolo con le stesse paraJe - in greco, beninteso che adesso si leggono in La . La conseguenza di questa ipotesi e che
Be e La introdurrebbero il Iettore, in maniera un poco maldestra,
immediatamente Del verbale stesso dell'udienza Hoale, mentre in Bo
ci si sforzerebbe di fomite una inrroduzione per lo meno 10giea.
Sulla scarsa attendibilita storiea di certi dettagli offerti da Eo nelia
rapprcsentazione degli avvenimenti accaduti prima della sessione Hnale, cfr. la nota a Bo 1,9.
2. super ambonem: il significato usuaJe di ambo (gr. a..L~w",) e
l'ambone della chiesa antica, pulpico eretto adestra ed a sinistra
deli'altare da dove venivano declamate le epistole, le dverse letture
sacre ed il vangelo (cfr. MLW l , coL 548,46 sgg.), o anche, in un'accezione meno specifica, la cattedra , il Iegglo (cfr. TLL l , coll.
32-7). Qui la parola e usata neI senso di catasta, palco), sul quale i
martiri dovevano sottoporsi all'interrogatorio e ad eventuali tormenti. Lanata, p. 239, adduce come parallelo un passo di Passio Perpetuae 5,6fiet in U/a catasta (gr. ~ft.t.a;) quod Deus voluerit; 6,2 ascendimus catastam (B: in - a A). Ved. anche Blaise, s.v. catasta. Per quest'uso latino di ambo non ho potuto trovare un paralielo. I1 traduttore pensava forse a ",~a;l...tl'J (aseendere, cfr. ~TjfL(l)?
2-3. Culcianus praeses: ved. prefazione, p. 250 nt. 1.
2-4. Culcianus ... Uli ... Fileas respondit. questa combinazione
praeses dixit .. . Fileas respondit e usata stereotipatamente in La (ben
37 volte), mai pero nell'episodio di Filoromo (La 6,7-12; 7,1-10),
che e invece narrato in uno stile totalmente diHerente. La prima
frase praeses dixit in La e poche volte seguita da un dativo i//i (La
1); 2,34), ei (La 4,3), o da un cosrrurto ad + accusativo (La 5,46;
6,1 1. 13); la fr ase complementare e sempre Fileas respondit, in
quest 'ordine (Respondit Fileas come varia leetio appare soltanto in La
4,23-4). Questa associazione corrisponde alle formule greche di Be,
altrettanto stereotipe, KooAxLa;",o~ O:lrti) tt1tt", (oppure abbreviato tl' )
... 1ttxp"'(l'tO (senza soggetto) e di Bo KOUAXta;",OiO !he::, tt' . .. <lhAla:~
tt' .... A queste formule introduttive (<<speaker-introduction) non
molto tempo fa sono stati dedicati due studi: KA. Coles, Reports 01
Proceedings in Papyri, (<<Papyrolegica Bruxellensia IV), Bruxelles
1966 (per gli Aeta Phi/eae si consultino specialmente le pp. 40-6), e,
cen riferimento diretto agli Acta Phileae, A.M. Errunett - S.R. Pickering, The Importance 01 P. Bodmer Xx. The Ap%gy 01 Phi/eas and
its Problems, Prudentia VII 1975, pp. 95-103. Le condusioni ivi
raggiunte non sono prive di inceresse quanto alla relazione reciproca

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

1, 4 - 5

51

di Be, La e Bo. I1 modello di Be, che nasce prima della meta del
secando secoJo, comincia a perdere popolaridl. dalla meta del terzo
secolo in poi: anche il fatto che generalmente in Be J' imputato nella
frase complementare non venga indicato col proprio nome (ved. pero
Be 3,6; 5,12; 6,12) e caratteristico di una formula piu antica. La
formu la tronfante e la piu recente, quella di Bo con tl' . tL'. Una
risposta introdotta, come qui in La, dal verbo respondit di rado si
incontra nei papiri (cfr. Coles, op. cit. , p. 45 nt. 6): probabilmente
proviene da un O:1ttXpLIJ'tO di Be (cfr. Pietersma, p. 26 nt. 46), oppure da un modello molto simile (ved. prefazione, pp. 268). In conformita al1'uso posteriore, anche Filea, in La come in Bo, viene nominate esplicitamente, senza dubbio per metterlo piu in risalto quale
degno ancagonista del prefetro stesso (cfr. Pietersma, pp. 26-7). An che in questi dettagli , a prima vista di poco interesse, si rivela dunque }'ordine cronologico dei nostri documenti, cice Be, La (per il SUD
modello greco) e finalmente Bo, nonch la loro reciproca relazione.
5. Sobrius: questa paroIa probabilmente e stata scelta per infIusso
di Bo 2,12-4 ataw'PpOY1jXt\lctL, aw<ppo",w , aw<ppoovl1. l traduttori si
sforzavano a volte di trovare espressioru anche Del suono somiglianti
all'originale (ved. anche La 1,2 e la prefazione, p. 267); quanto al
significaro, vale la pena di riportare l'osservazione cli Lanata, p. 239:
La prima domanda di Culeiano presuppone un ' idemificazione fra
cristianesimo e follia costantemente attestata nei documenti processuali, che rimanda illettore agli Acta Scilitanorum , a quelli di Pionio e a quelli di Cipriano. Anche altrove, specialmente a proposito
di religione e attitudine religiosa, i termini sobrieta ed (cebbrezza ), (ubriachezza , non di rada vengono adoperati. Qualche rinvio
bibliografico: F. Cumont, Lux Perpetua, Pars 1949, passim; H. Lewy, Sobria Ebrietas. Untersuehungen :mr Geschichte der ontiken Mystik ) Giessen 1929; R. Reitzenstein, Die hellenistiehen Mysterienreligionen naeh ihren Grundgedanken und Wirkungen, Leipzig - Berlin
19273, p. 292 sgg.; C. Schneider, Geistesgeschiehte des antiken ehristentums l, Mnchen 1954, pp. 231-4; ]. Quasten, Sobria ebrietas
in Ambrosius' De Sacramentis 1>, in Festschrift Mohlberg J, Roma
1948) pp. 117-25; H.]. Sieben, lvresse spirituelle l , in Dietionnaire de spirilua/il asctique el mystique VII [19711, coll. 2312-22.
Che un uomo coito come Culcia no usi questo vocabolo non desta
meraviglia. D'altra parte, si potrebbe fors ' anche sentire in questa
paroIa un'ingenua preoccupazione di Culeiano per la sorte di Filea,
del quaJe egli non puo di fatto capire l'apparente ostinatezza.
degeo: <wivo. Questa forma (che si ritrova nei piu impartanti codici degli Aeta Phileae, ciol: RWAM ac ) in luogo di quella piu
normaIe dego, degere, attesta il passaggio cli taluni verbi dalla terza
alla seconda coniugazione; essendo attestata anche altrove (c&. B.
LOfstedt, Der hiberno/ateinisehe Grammatiker Ma lsaehanus, Uppsala

<

52

ACTA PHU,EAE

(Be-lA)

1, 5 -

I4

1965, p. 93; Id., Sprachliche und textkritische Bemerkungen Ztl Braulios Vita Sancti Aemiliani, Analecta Bollandiana LXXXXV 1977,
p. 123), vorremmo manrenerla: potrebbe essere originaIe (cfr. prefazione, p. 268).
10-1. sacrae ". scripturae: una simile giustapposione di aggettivi
sulJa Sacra Scrittura e adoperata da Filea anche altrove negli Atti
(cfr. La 1,10-1 ; 3,3 2). Nella sua letrera pastorale, inviata dal carcere
ai fedeli di Tmui, Filea si serve della stessa espressione: ved. Eusebio, Historia Ecclesiastica VIII 10,2 t" 1'IXI~ 9tXL; xat tplXl~ rplX~ lXt~ .
Sara azzardato avanzare 'ipotesi che qui si senta parlare Fij,ea, per
casI dire, proprio come parlava (ved. anche la nota seguent)?
12-4. Qui
Domino (Be 1,2-4 '0 9ual(i~w\I 9EOt~ hipoliO l~OAO9pEU9~CJE'tG:l 1t~v XUptcp eE~ .t\l~): ambedue le versioni si distaccano
conside revolmente dal testo usuale sia della Volgata, sia dei Settantao Per cominciare con la citazione greca, il testo dd Settanta (cfr.
A. Rahlfs, Septuaginta, Stuttgart 1962), Exod. 22,19, e cos1 formulato: 9u(1t:~wv eEOr~ ( + f.dpOl~ A) 9G:v:"t~ oE8pEu8Tat"tG:1 (l~ot8pe:u9Tae:
'tG:t A) 1t~v XUptcp .tvcp. A quanto pare, la citazione si avvicina di
piu. al codice A (eccezion fatta per l'omissione di 9G:v:'tcp e l'aggiunta
di ee:~) : ora, questa sigla A sta per un famoso codce bblico proveniente giusto da Alessaodra e vergato nel quinto secolo (si tratta del
codex Alexandrinus, London B.M., Royal 1 D.V-VIII). Altrettanto
notevole e il fatto che, come testimonia Eusebio, Filea nella gia citala lettera (efr. la nota precedente) si serve delle dentiche parole
(Historia Ecclesiastica VIII 10,10): /) yap OUGt:CW\I, CP71G(\I, 9e:or~ hipoliO
i~OA09ptuO~Gt"t(Xt, xexl O"tl oux EGOV'tGtl GOl 9EOl guPOl 1t~\I lLoii (per il
seguito d questa citazone cfr. Bo 12,11-2 e nota). Forse Be ci fa
intendere le parole original di Filea? Oppure si tratta di un influsso
di Eusebio? La citazione latina poi che si legge in La non corrisponde esattamente n a Be (h.pOl~, a quanto pare, non e stato tradotto,
e nemmeno et~), n al testo usuale della Volgata (cfr. Biblia sacra
iuxta vulgatam versionem, Stuttgart 1969), la quale per Ex. 22 , 20
cos1 si esprme: qui immolat diis occidetur (occidatur c) praeter (praeterquam c) Domino solio La citazione latina s'avvicina invece a talune
versioni della cosiddetta Vetus Latina (una raccolta di traduzioni
precedenti quella ufficiale di san Gerolamo), p. es. quella tramandataci in Cipriano, de lapsis 7 (ed. M. Bevenot, in CCL III, p. 224):
Sacrificam diis eradicahitur nisi domino solio Questa peculiare maniera
di citare la Bibbia, che non si rifa alla versione ufficiale di san Gerolamo e che si puo osservare qui come altrove negli Acta Phi/eae (efr.
le note a La 1,20-5 e 9,1O-2), fu rilevata gia molto tempo fa; cfr. Le
Blant, Note, pp. 27-33, specialmente p. 28, e Halkin, Apologie, p.
20 nt . 1. Si e perfino pensato che questa peculiarita possa servire da
argomento neUa discussione se gli Atti fossero stati scritti prima o
dopo Rufino: cfr. Leclercq, col. 707, che proprio in relazione a que-

ACTA PHILEAE

(Be-La)

1,

I4

503

sto passo osserva: Voici un indice qui ferait reporter les acres larins
Naturalmente e un po' rischioso pretendere
di datare un documento storico in base a un argomento del genere.
Delia traduzione di san Gerolamo oggi s sa che trascorse molto tempo prima che fosse acce ttata: cfr. per es. B. Fischer, ( Die Lesungen
der romischen Ostervigil unter Gregorius dem Grossen ) , in Colligere Fragmenta. Festschrilt A . DoM, Beuron 1952, pp. 144-59, nella
quale pubblicazione viene dimost rato come lezioni della Ve/us Latina
fossero in circolazione perfino nelIa stessa Roma alla fine del set mo
secolo. D'altra parte, il medesimo verbo eradicabitur (<<verra sradicato con radice e ramo, vale a dire con tutta la sua generazione) e
particolarmente adatto a dimostrare la tenace sopravvivenza di talune vecchie lezioni. Come emerge dal ricco matedale dell 'Istituto per
la Vetus Latina di Beuron, la lezione eradicabitur si incontra presso
Cipriano, lo pseudo-Cipriano, Zerione di Verona, Filastrio, Agostino, lo pseudo-Agostino, Pelagio, sino alla meta del sesto secolo con
Fulgenzio e Cesado di Aries. Ricorre spedaImente negli Atti dei
Santi (Passio SS. Montani et Lucii, Passio S. Irenaei episcopi Sirmiensis), soprattutto in Atti di origine italo-settentrionale, come la Passio
SS. martyrum Naboris et Felicis (quinto secolo, Italia settentrionale) ,
la Passio S. Victoris Mauri Medio mensis (quinto secolo, Italla se ttentrionale), la Passio SS. Calocen et Parthenii (quinto/sesto secolo, It alia) . Per ulteriori informazioni su questi Atti si consulti H.J. Frede,
Kirchenschrifts/e/ler, Freiburg 1981 (Vetus Latina 1/ 1). Si puo anzitutto concludere quindi che eradicohitur e lezone riccamente attestata dalla Vetus Latina e come tale non autorizza in s uJteriori conclusioni riguardo al tempo e alluogo di origine degli Acta Phi/eae: noodimeno, considerata la sua frequente occorrenza in Atti di origine
italo-settentrionale e associata questa con qualche altra indicazione
(ved. prefazione, p. 268) , non e forse del tutto erroneo intravedere
proprio nell 'uso di tale forma eradicabitur un argomento a favore
dell'origine tallca.
Due lezioni dei codici latini sembra si avvicinino molto al testo
greco: diis ullis (AB), cfr. Be 1,2 eEOr~ hpo~~ e domino (RABMOT):
deo (WCh 1.2), cfr. Be 1,4 xup(t:::l at~. Poich specialmente i codici
AB parecchie volte oHrono una lezione molto affine a quella greca
(ved. prefazione, p. 262), si potrebbe esser tentati, con Pietersma,
app. crit. a Be 1,2-4, a dare preferenza alla lezione dtis ul/is e magari
a costituire l' intero testo sulla base di questi codici o Il fa tto che
s'incontri in una parte dei codici la forma dominus e nel res to di essi
la forma deus potrebbe venire considerato un indizio che la lezione
originale fosse dominus deus, equivalente a XptOiO eE~ . Per argomenti
contrad cfr. l'ampia d iscussione nella prefazione, pp. 263-70. Bast ri levare qui che la lezione ullis, (~alcuni , si lascia clifficilmem e spiegare, n potrebbe venire accettata quaJe regolare traduzione di gUPOl

a une date tres haute )).

ACTA PH1.L.EAE

(Be-La)

1, 14 ' 25

(ci si aspetterebbe piuttosto alii, altri); e d'altra parte !'alternanza


fra dominus e deus potrebbe trovare ortima spiegazione nella frequente confusione fra le abbreviazioni ds (= dominus) e di ( := deus).
16. Immola domino so/i (SGOV xt)p(~ ''V~) : l'ingegnosa congettura di P . Allard, La perscution de Diocltien et fe triomphe de l'g/ise
JI, Paris 1890'" p. 106, che suggerisce di scrivere Immola domino
50/i, (~Sacrifica al Dio Sole , ha avuto poca fortuna presso i cdtici,
cfr. ].R . Knipfing, p. 200 nt. 17; Delehaye, Martyrs , p. 304 nt. 4;
Lec1ercq, col. 707; Simonetti, p. 117 nt. 2; Martn, p. 28 nt. 2. E
entrata pero nell'edizione di Knopf - Krger - Ruhbach, p. 113. La
confutazione decisiva e data ormai dalla lezione di Be (llV~) . Non e
infatti probabile che il traduttore latino abbia qu introdotto di propria iniziativa un simile giuoco di parole, vista la fedelta che egli
manifesta altrove.
189. 5acrae ... dicunt: cfr. La 1,10-1.
20-1. Vt ... Dominus: la lezione di Be (T( ..O~ 1tAi'ifloC; 'tWV flt)G~wV
tJ.wv. Aiu xpwc;) corrisponde esattamente alle parole dei Settanta,
15. 1, 11 . La lezione di La, di nuovo (ved. sopra La 1,12-4), e da
considerarsi conforme alla Vetus Latina, essendo il testo della Volga
ta Quo mihi multitudinem victimarum vestrarum? dicit Dominus. La
locuzione multitudinem sacrificiorum vestrorum e prevalente nelIa tradizione latina e s incontra fra gu altri presso Cipriano, ad Quirinum
1, 16; Ambrogio, de interpellatione 10b et David IV 9,33; Agostino ,
Serm. 42,1 ; Gregorio di Elvira, Tractatus originis X 6; e perfino presso il medesimo Gerolamo, Origenis in E1.echielem homiliae 6,1. L'accusativo mu/titudinem probabilmence trova spiegazione nel fatto che
questo caso (s'achemine vers la foncdon de cas a rgime unverseI
(V. Vinanen, 1ntroduction au Latin vulgaire, Paris 1963 [trad. it.
Introduzione al latino vo/gare, Bologna 1971]) par. 245).
21-5. p!enus ... nolo: la costruzione sintattica e i1 dettaro originale sano difficilmente ricostruiblli, mancando ambedue i testi gteci. 11
testo dei Settanta, Is. 1,11 , costruisce la prima parola col genitivo,
per le ultime ha l'accusativo: 1tATJPTl; ti(.Ll AOXIXt)'tW'';-CW\I xp~wv XIXl
<Trlo:p &pVW\I XIXl o:f..IX "to:pwv xo:t 'tp;rwv OU ~OAO''Cl~ , (sono pieno
di olocausti di arieti, e non voglio l' adipe degli agnelli n il sangue di
tori e caproni. La Volgata costruisce: plenus sum: h%causta arietum et adipem pinguium et sanguinem vitu/ornm et agnornm et hircorum nolui, sono sazio: non ho voluto olocausti di arieti, adipe di
animali grassi n sangue di vitelli, di agnelli e di caproni ), ma dalle
varianti holocausto (A) e adipe (CES) sembra che anche una costruzione p!enus sum holocausto .. . et adipe: sanguinem .. . nolui sia possibile. Quest'incertezza si delinea non solo nelle diverse traduzioni e
versioru della Vetus Latina, dove plenus smn viene sia usato da solo,
sia costruito con holocawto .e adipe, ma anche in La (si consulti l'apparata critico). Per quanto fosse possibile costruire con una parte

ACTA PHILEAE

(Be-La)

1 , 25 - 2 8

5 05

della tradizion~ ma?oscritta: plenus sum holocausto (MT) ... adipe


(RW) ... sangmne htrcorum (R), ho preferito la costruzione che puo
essere dedotta dai codci col minimo di mutamenti. Meno sostenibi.
le mi sembra la costruzione d Musurillo, pp. 344-5: plenus sum ho.
locausta ariet1lm et adipem agnornm et sanguinem hircorum n%, 1
have had enough of burnt offerings of rams, and the fat of lambs
and the blood of he-goats 1 do not want . Per quanto riguarda le
parole usate da La, la lezione agnorum (Volg. pinguium) e riccamente
attestata anche nella traclizione della Vetus Latina; la lezione sangllinem hircornm e notevole, giacch la piu usuale sarebbe sanguinem
taurornm et hircorum: ma qui cambiare il testo sarebbe srato natural.
mente ingiustificabile.
25. nec ... oHeratis: simila (cfr. gr. lJ.aALa, termine glossato dal
lessicografo Esichio, 't"o t1tt''t't"pOY 't"WV eXAtpwv, (d ' aggiunta delle
farine ; germ. Semmel; ital. smola; oJand. zemefen) significa il for
di frumento , la migliore specie di frumento). La parcIa, scarsa.
~ent~ a.ttestata ?eIla letteratura latina classica, abbonda neI linguagg10 blblJco (B. Ftscher, Novae c01/cordantiae bibliornm sacrorum iuxta
vu/gatam versionem crilice editam, Stuttgart-Bad Cannstatt 1977 s.v.
simila, da 62 luoghO. Snonimi sono similago especialmente siligo. TI
fi~r .di farina ~rov.enie.nte dall'Egitto era altamente apprezzaro, cfr,
Pumo, NaturalIs hutona XVIII 82 AegyptllS similaginem conlicit e tritico s~o. nequaquall! Italicae parem; XVIII 89 similago e tritico lit,
laudattSSlma ex Afnca; Gerolamo, Epistulae 52,6 ne fa menzione co.
~e
da ricchi. La ~itazione di questo versetto biblico e dunque
mdovmata, trovando rlscontro nella realta. Come nel caso delle citaz~oni biblic~e esaminate sopra (La 1,124; 1,20-5), anche qu la cita.
Z10ne non SI accorda con la Volgata, 1s. 1,13 ne adferatis (olleratis c)
ultra sacrifi:ium frustra (<<e non voglate portarmi piu sacrifici: e vano ), ma PluttOSto con le versioni della Vetus Latina basate su Settanta, 15. 1,13 Eav qlpTl't"t (+ .tO~ AL) Gt(.LWIXAlV, ..:'t"CllOV, anche se
mi apportate il fior fiore della farina, sara vano. Ved ., per una
digressione ulteriore, Le Blant, Note, p. 28; Leclercq, col. 707; Martn, p. 28 nt. 4.
26. Unus ,.: .ex advocatis: si tratta di un consulente legale appar.
tenente all'ufflClO del governatore e incaricato di assisterlo in materia giuridica, cfr. O. Montevecchi, La papir%gia, Torino 1973, p.
167. In Be e Bo questa figura e indicata come OlXOArO~ (Be 6,9;
10,9; 11,3.8; Bo 12,12; 16,2)/ tx.LOAro~ (Bo 16,8.15); per tale ti.
tolo SI veda ~ . Preisigke, \f1orterbuch der griechischen PapyrnStlrkllnden 111, BerItn 1931, p. 109 s.v. OlXOAOC;. Si consultino anche le
note a La 4,1 ; 5,18, ~iguardo al fratello di Filea, anch'egli appartenente aquesto colleg1O.
27-8. De ... udjcaris: quest'osservazione sembra tratta diretta- <
mente dalla realeJ.. Come appare chiaro anche altrove negli Atti (si

ci?o

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

1, 28 - 2,

veda anche Tertulliano, ad Scapu/am 4), i giudici medesimi erano


spesso assai coinvolti nel processo e tentavano di indurre alla riflessione gli imputati condotti davanti al loro tribunale, specialmente
quando si trattava di gente colta, ricca, benestante_ Qui un avvocato si insensce nel dialogo, sebbene un tale comportamento sia raro
(cfr. Lanata, p. 70). Egli non comprende il significato delle parole di
Filea e sentendo la parola simila subito gli vieo fatto di pensare a
cavilli giuridici - I'Egitto era il granaio di tutto il mondo antico e
processi su fornirure forza te, maggi trueca ti, trasporti e pagamenti
erano all'ordine del giorno -, tenta di far chiarezza e di richiamare
I'imputato alla realta: qui non si ttarta di una sciocchezza come il
fior di farina, ma e in gioco la tua vita.
28-9. pro ... agonizas: la somiglianza con Volgata, Sirach 4,33 pro
iustitia agonizare pro anima tua et usque ad mortem certa pro iustitia
(LXX Sirach 4,28 tWo; 9IX\leX"tou ("yw'J~O"IXt 1ttpt tilo; cXArlMo:o;, com-

batti per la verita fino alla morte) sembra essere accidentale.


2, 2-6. Qualibus .. , sacrificiis: il concetto di sacrificio spirituale era
ben noto al mondo antico, presso greci e latini, ptesso ebrei e crstiani: cfr. E. Ferguson, Spiritual Sacrilice in Early Christianity
and its Envitonment, in Aufstieg und Niedergang der riimischen
Welt Il, Berln - New York 1980, pp. 1151-89. Culciano avra quindi capito perfettamente che cosa Filea intendeva dice.
5-6. verbomm veromm sacrificiis: e traduzione letterale di Be
2,1-2 A-yW\I cXA1)9w'J 9uO"tWV (~sacrifici consistenti in parole vere,
cioe nel dire la veridl). Su questo tema Filea ritorna sovente (cfr.
Lo 5,16 (mori) pro Deo et pro ventate e Be 13,1-3) nelle sue ultime
parole. Che questo fatto di dire la verita spesse volte equivalesse a
un vero sacrificio, a un sacrificare s stesso o, magar, la propria vita, e nel presente contesto degli Atti dei martiri cosa ovvia. Per il
cambiamemo di Bo 5,7-8 AO-ytXW\I o:l~1)ll"tw'J ved. il comtnento relativo.
6. delectatur: Be 2,3 8tt"tcxt. La traduzione latina e basata piutrosto sulla somiglianza del suono che non sul significato (lat. dilettarsi: gr. aver bisogno}). In ambedue le versioni greche si incontrano forme non contratte (Be 2,3 8lt"tcxt; Bo 5,5 att"tcxt; Bo 8,4 l8tt"to), in conformita ail'uso del greco post-classico e bizantino, cfr.
A.N. ]annaris, An Historical Greek Grammar, Lendan 1897 (rist.
Hildesheim 1968), par. 835. Specialmente per 8toJ.cxt non di rado si
trovano nei codici biblici forme contratte accanto a quelle non conttatte (cfr. E. Batch - H.A. Redpath, A Concordance to the Septua.
gint 1-11, Oxford 1897, s.v.; K. Aland, VolIstiindige Konkordanz zum
griechischen neuen Testament I-lI, Berlin - New York 1983, s.v.).
NelIe sue congetture Pietersma predilige la forma contratta (Be 1,8 ;
Be 8,12).

ACTA PHILEAE

(BeLa)

2, 9 - I I

9. Nec
didici: la traduzione di Musurillo, p. 345, seguito a
quanto sembra da Pietersma, p. 36: (~ I never learned how (ved.
anche la spiegazione di Pietersma, p. 20: In the finallines of col. 2
Bo has [he prefect enquice whether Phileas has learned from experience and is now ready to comply}, non appare corretta.. Il significato, cos1 come nel greco di Be 2,5 OUOE. -YO:P Ello:90\l, e piuttosto:
Tale non e stata la nostra istruzione, noi cristiani non siamo
stati educati cosb): cfr. Passio beatissimi Psotii episcopi (ed. H. Delehaye, in Analecta BolIandiana XL 1922, p. 343 sgg.), p. 348:
Sapiens est valde per Dei gratiam Psotius. A iuventute sua Deo seroire
novit, sacrificare non dMidt: Psotius creatorem omnium in cu/tibus hollorare consuevit, non mutare in insensibiJes creaturas, Per grazia di

Dio Psozio e assru saggio. Fin dalla gioventu e avvezzo a servire


Iddio: mai imparo a sacrificare a dei pagani. Si e abtuato a rendere
omaggio soltanto al Creatore di tutte le cose nei suoi culti, non a
snaturarl in omaggio a creature inanimate .
11. Pau/us non immo/avit?: per diversi aspetti (il ripetersi della
domanda nell'interrogatorio, la storicita di essa, l'intenzione con cu
e fatta) questo passo merita una discussione un po' piu ampia. Culciano ritorna piu volte su Paolo nelle sue domande (ved. La 2,35-6;
3,1-18; 5,18-20, sempre pero a lunghi intervalli e quasi alla sprovvista, fuori del logico svolgimento deIl'interrogatorio. Questo elemento di sconnessione logica per parecchi studios (fra gli altri Delehaye,
Martyrs, p. 305) giustiHcava l'ipotesi che taluni argomenti fossero
stati spostati e che specialmeme La 3, 1-18 e 5,18-21 dovessero essere riordinati. Tuttavia, i frammenti di Be mantengono l'identica tripartizione di La quanto all'apostolo PaoIo (cfr. Be 3,19-20; 4,6-5,7;
9,3.11), dimostrandoci nella loro evidenza che ogni intervento e ingiustificato. Anzi, questo stesso sbriciolarsi di alcuni argomenti e il
continuo ricorrete delle medesime domande {ved. anche La 5,6-8 e
29-30 sono indizi e elementi di autenticita (cfr. Coles, Reports of
Proceeding in Papyri ... , p. 21 nt. O: il fatto che Bo ci offra un ordine
di argomenti apparentemente 10gico (cfr. il commento a La 5,18-26)
e solo un'ulteriore indicazione del rimaneggiamento avutosi in quella
versione,
Un secondo problema concerne l'effettiva storicita di questo elemento dell'interrogatorio. Si puo ragionevolmente accettare che il
prefetto d'Egitto ponesse una domanda simile? Che s'inreressasse di
simili cose? Da studi recenti, raccolti nel bellibro di A. Momigliano,
The Conftict between Pagmism and Christianity in the fourth century.
Essays edited by Arnaldo Momigliano, Oxford 1963 (tist. 1970; ttad.
itA 1/ conf/itto fra paganesimo e cristianesimo ne/ sec% IV, Torino

1968), appare chiaro, specialmente nel cap. VII [P. Courcelle, Anti-Christian Arguments and Christian Platonism: from Arnobius to
Sto Ambrose) {pp. 151-92: trad. it, (~Polemiche anticristiane e pla-

<

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

2, 1I - 16

tonismo cristiano, pp. 167-97)], che da entrambe le parti, pagana e


cristiana si ha conoscenza dei maitres penser della paree avversa.
Che ~lla figura storica di Culdano si possa effettivamente attribuire un simile interesse, e dimostrato dagli Acta S. Dioscori (BHL
2203): cfr. Delehaye, Martyrs, p. 305. Si trova infatti in questi Atti
(cfr. Delehaye, Passio S. Dioscuri, Analecta Bollandiana XXIV
1905, pp. 321-42), un interrogatorio analogo (ved, p. 326; i segni
diacriti sono quelli dell'edizione): Cukianus dixit: Palllm deus
luit? J>. Diosconls dixit: [Non). Sed habebat spiritum Dei el sanam
[mentem] ac rationabilem ... , (CuIdano disse: "Paolo era un dio?".
Dioscoro disse: "No. Aveva pero in s lo spirito di Dio ed una mente sana e ragionevole ... " . Anche in altre passiones meno degne di
fede, come anche in passiones redatte in capto, rale interesse di Culdano per la persona di Paolo viene alla luce, cfr. Delehaye, Martyrs,
p. 305 nt. 4.
.
.
Resta il problema di come vada Interpretato un tale attegglamento, una tale condotta da parte del sommo magistrato d'Egitto. Musurillo, p. XLVIII, parla di ironie interest ; Lanata, pp. 237-8,
pone in rilievo la disponibilita umana e l'apertura intellettuale
dell'ambiente coito entro cui si generarono gli Atti dei martiri Alessandrini (pagani) (ed. H. Musurillo, Acts 01 the Pagan Martyrs. Acta
Alexandrinorum Oxford 1954). Sarei tuttavia piu propenso a credere con Saxer, pp. 211-2, che un tale atteggiamento sia motivato dal
vivo e serio desiderio di Culciano di accorciare le distanze tra s e il
martire, in uno sforzo sincero di salvarlo (cfr. La 5,1-5 e 28 sgg.; 6,
1-2). In questa situazione egli avanza alcune domande ispirate da
una conoscenza non troppo profonda dalla Bibbia, con l'unico scopo
di spezzare il tenace silenzio di Filea e di dimostrargli la relativite.
del suo punto di vista, suggerendogli che anche i grandi ca,?piooi
del Cristianesimo, come PaoIo, avevano mantenuto un attegglamento meno scrupoloso.
14 . Moyses non immolavit? (Be 2,10 Mwaf~ oux g8uot\l;): con
questa insinuazione CuIdano chiaramente dimos tea i. li~~i della s~a
benevola ignoranza. Filea risponde a tono, ponendo m nhevo la dliferenza fra il culto dell'Imperatore e quello prestato a Yahweh.
16 . praeceptum uerat (Be 2,12 n"tIl."'((J.\lo\l ~\I): questi comandamenti si troyano in partieolare nel cosiddetto Liber Deuteronomii,
quinto ed ultimo libro del Pentateuco. Per le prescrizioni riguardanti
il tempio come unico santuario si leggano i capitoli 12-6,
16-20. sacrificare ... celebrantes: in questo brano La si accorda
apertamente50n Be 2,12-3,4 pi~ttosto che con Bo. 5,1-~; cfr. ~iet~r
sma, p. 15. E chiaro che la verSlone emendante dl Bo, m SOStltuzlOoe di Be 3,2 &(J.ap-c:\louol\l 'E~plXrOlILa 2,18 peccant [udaei! ha scelto
appositameote il termine tecoico n:aplXvo(J.El\l, andar fuon della legge: cfr. Bo 5,2 n:apavo(J.ool\l ol 'E~pa.tol.

ACTA PHILEAE

(Be-La)

2, r - 20

17. in Hieroso/yma (Be 3,1 lv 'Ie.poooA(J.Ol~; EV lEpoaoAu(J.1X Be*):


accanto alla forma Hierosolyma,-orum sussiste la forma femminile
Hierosolyma,-ae, precisamente come in greco 'ta: 'IEpoa6Au.La e ~ 'Ie.pOUaaA1).L. La forma Be* t\l ltpOaOAU.La potrebbe essere un semplice
errore, ma porrebbe anche consderarsi lezione originale (per la costruzione t\l + acc_, ved. A.N. ]annaris, An Historical Greek Grammar, .. , par. 1565); non mi e stato dato trovare un esempio del nome
ttpOaoAu(J.a trattato come indeclinabile.
19-20. in locis aliis sollemnia ma celebrantes (Be 3,3 (\1 ao8an:fj <
'ta~ 8pTlaxda~ lau'tw\I t1tL'tEAOV'tE~: Bo 5,3-4 tV aHo8a7tfj 'ta~ 8pTlaxt(a~ arov'tt~): dopo la distruztone del tempio nel 70 d.C., per gli
ebrei orrodossi era impossibile fare olocausti, essendo do attuabiJe
soltanto a Gerusalemme; nondimeno, si solevano fare privatamente
e di nascosto. In relazione a tale pratiea Le Blam, Note, pp. 32-3,
adduce un passo molto interessante di san Cirillo, arcivescovo di
Alessandria, che si trova nella sa Apologia contro l'imperatore Giuliana l'Apostata (adversus Iulianum libri decem, PG LXXVI, col.
970): 'EpEt 7t:\l'tW~ 'tl~ oeu ~)'.7tWV' OuBe. yap 'Iouo~tol aouat\!. 'A),),'
E:'rw"'(t. alho\l a.L~Auw't'to\l'ta OEtVW~ anE)'."'(eW ... ot( 8ouol\l .LEv i\l
aop<x'tol~ ' IooooctOl, xaL \l\I 'tt n:\I'ta ta8(ouat\l tEp, xal XOC'tEl,O\l'taL
npo 'tO 8aal, XOCl 'tO\l O~tOV W.LOV oL8aat\! an:ocpxa:~ 'tale; LEpEat\l anta'tEPTl.LivOl oE 'tO vao XOCl 'to 8uotocO"t'TJptOO, ~, w~ ocu'tor~ i8oe; )',rEt\!, 'Co rla(J.oc'to~, &7t~PXa~ 't~ eE~ 't;w LEpElW\l d'pyo\l'tat n:poa<pipEIV. < T.Ltl~ 8& 01 -dv xat\!~\I 8uatav tp\l'tE.(, 008t\l OE.LEVOt 'di~ <IEpouaaAiIl, cl\l't! 'dvoe; OU 8E't'Ej (<< Ora forse qualcuno con occhio critico
rilevera: "Infatd neanche gli ebrei fanno sacrilid". Ma io lo confutero rimproverandolo di essere quanto mai ceco ... poich gli ebrei
sacrificano privatamence, e ancor oggi si cibano di tutte le oblazioni,
pregano prima di sacrificare, danno in offerta la spalla destra quale
prmizia ai loro sacerdoti. Privi del tempio e dell' altare per gli 010causti, privi, come essi stessi son solid dire, del Santo dei San ti, e
loro impedito di offrire le primizie delle loro oblazioni a Yahweh.
Voialtri invece che avete scoperto il nu~vo sacrificio, voi che non
avete nessun bisogno di Gerusalemme, come mai non sacrificate?).
Se questa interpretazione fosse vera (la scelta delle paroIe sia in Be
che in Bo e assai vaga), alIara Filea qui aderirebbe, sebbene con un
linguaggio coperto, al crescente spirito di antisemitismo, cfr. ].G.
Gager, The Origim 01 Anti-Semitism. Attitudes loward Judaism in Pagan and Christian Antiquity, New York - Oxford 1983, in particolare
pp. 153-9. D'altra parte, l'antsemitismo costituiva un problema delicato per il governo romano. Cio spiegherebbe bene il troncare il
discorso da parte di CuIdano: Ora smettila. Sacrifica. Questo
brusco richiamo ai fatti non fu sempre trovato conveniente in eta
posteriore. Vi subentro, nella versione adattata (dr. BHL 6800),
una lezione che entro perfino nel1'edizione di Knopf - Krger -

ACTA PHILEAE

(BeLa)

2, 20')2

Ruhbach, p. 113 (5): Cukianus dixit: Cessent inania verba ista, el vd


adhuc sacrifica. Phi/eas respondit: Non inquinaba animam meam,
Culciano disse: "Finiscila con queste chiacchiere e sacrifica una
buona volta". Filea rispose: "Non sporchero la mia anima" .
25- 7. Animae ... carporis: l'interpretazione di quesco brano ha <
presentato molte difficolta, cfr. p. es. Musurillo, p. 347 nt. 22; Mar
dn, p. 31 : extremement problmatique tout essai de restitution.
Una prima soluzione si deve a Lanara, Note, p. 209: fra i due
interlocurori si instaura forse un equivoco dovuto al diverso signifi.
cato che 11 pagano e il cristiano attribuiseono a 4uxfp>. L'autrice
adduce poi come argomenro una frase atrinta agli Atti delle Sante
Agape, Irene e ehione (ed. Knopf - Krger - Ruhbach , pp. 95100),
dove Cassia, una delle imputa te, davanti al tribunale del magistrato
fieramente dichiara (II! 4, p. 96): T~v puxTv !J.ou awacu 9tAW ~vogJio
salvare la mia anima), asserzione fraintesa dal magistrato, il quaJe
pensa che Cassia vogUa salvarsi la vita, mentre naturalmente ella
intende tutto l'opposto. Aquesta soluzione proposta da Lanata oc
corre pero aggiungere che qui non si tratta di un semplice equivoco,
bensl di un giuoco di parole molto abile da parte di Filea, di una
battuta che si inquadra perfettamente nel contesto. Infatti Culciano,
irritato dall'ostinazione di Filea, riJeva stizzosamente: (Noi tutti,
vale a dire io come governatore d'Egitto, il mio ufficio, gli avvocati,
gli astanti, noi tutti ci occupiamo della tua 4uxT (:::: vita) ); Filea
risponde: Davvero, la mia 4uxT (= anima) e in giuoco, e non sol
tanto quella, ma anche il mio carpo. Una tale risposta, fondata
sulla convinzione cristiana dell'immortalita del carpo, non piace per
niente a Culeiano. Scetticamente questi rileva: Un corpo come il
tuo, come il mio?), quesito al quale Filea non puo che rispondere
affermadvamente, e di qui il dialogo affronta il problema cruciale
della resurrezione. Per simili casi d giuochi di parole si vedano le
note di commento a La 5,6-8 e 28; per una conc1usione generale
ved. prefazione, p. 265.
29. At corporis huius?: aleuni codici (RWF) offrono la lezione ad,
cfr. ad curam (codd. MT). Tale grafia si incontra spesso sia nei codi
ci piu antiehi che in quelli piu recenti (cfr. TLL II 992, r. 55) e
dovrebbe essere aceettata anche nel1e edizioni critiche (cfr. E. LOf
stedt, Philologischer Kommentar zur Peregrinatio Aetheriae, UppsalaLeipzig 1911, rist. 1936, pp. 286-7). Non esiste aleuna ragione
per congetturare An (come fanno Martin, p. 35; Knopf - Krger Ruhbaeh, p. 113): at, usato piu o meno per scherno o con idea di
sdegno, da un senso ottimo. Forse notevole e che sia in Be 3,13 che
in Ro 6,3 il corrispondente xt (chiamato xa( indignationis) manchi.
32. Caro haec resurgit?: il presente tramandatoci dai codici prin
cipali viene confermato da Be 3,16 vla-t'tal, risorge (cfr. anche
Bo 6,5-6). Esso puo spiegarsi in quanto adoperato per una veridl

ACTA PHILEAE

(BeLA)

2,)2' 34

5 11

generale, che vale per tutti i tempi, cfr. R. Khner - B. Gerth,


Ausfiihrliche Grammatik der griechischen Sprache n, HannoverLeipzig 1898', p. 132; W.W. Goodwin, Syntax 01 the Moods and
Tenses 01 the Greek Verb, London 1966, par. 24. Forse pero il presente e qui usato come equivalente al futuro; cfr. N. Turner, inJ.H.
Moulton, A Grammar 01 New Testoment Greek IlI, Edinburgh 1963,
p. 63: 1 Ep. Coro 15,32 ti vtXPOL oux lrttpov'tal, ~:rw..t\l xal 1t(vw
!J.E-V, aplO\l rap 1to9vTaxo!J.Ev, se i morti non risorgono, allora mano
giamo e beviamo: domani, infatti, moriamo); Ev. lo . 21,23 l~A9EV
ouv ).j'o~ oi'.i'to~ d; 't"OU; 3EA1pO;. O't"l !1aB1'\'t~; lxtrvo~ oux &,.
1to9vflaXEl, COSI si sparse la voce tra i fratelli: questo diseepolo non
muore ("marica.") ~>.
34. ruTSUS: ritornando sul tema gia affrontato (anche se non
necessariamente con una domanda idemica). Per quest'insolita acce
zione ci sembra utile un raffronto un poco approfondito fra i ncstri
medesimi testi Be, Bo e La. La parcIa rursus e in stretta relazione
con Be 3,18 e 4,7 3E'tEpa aUTe') d1ttv. In quest'ultimo luogo si riferi
sce al1a precedente domanda (Be 4,6 < naAo~ OUX> f'oI ~hwx:tTJ~;),
mentre in Be 4,8 si chiede: llaAO; oux TtV l3LYtT\~;. La traduzione di
3E'ttpa. in Be 4,7 deve quindi essere: Culciano lo interrogo per la
seconda volta riguardo a Paolo~) (anche se non con una domanda
identca). Credo quindi che Be 3,18-9 KouAXlaVO; SE-'tEp aUTe') El
1tt\l' naAo~ oux ~pvTO'ato; (<<Culeiano gli disse di nuovo: "Paolo
non era un rinnegato?") si debba i"nterpretare come strettamente
connesso a Be 2,6-7 KOUMCLavO; aute') Et1tEV' naAO; oux EBuatv;
((CuIciano gli chiese: "Paolo non ha sacrifcato?" ~), vale a dire che
anche in Be 3,18 3ETEPO: dovrebbe significare (ritornando sul
tema. Per quest'uso un po' trascurato , ma bene intellegibile, non
sono in grado di fornite paralleli decisivi; ved. comunque W. Bauet,
W"rterbuch zum Neuen Testament , Berlin 1963', S.V. 3t't"tpo~, e p.
es. il passo di Tucidide, VI 78,4 xal L:Al!J<ta dxo; 1v u!J.Ci:;, wKa..aptvarOL, !J.6pou; ov'ta; xal 1'0: St'tEpa XlvSllVEaO\l'ta; 1tpOopaaOal au't&:,
( Sarebbe cosa del tutto normale che voi, cittadini di Camarina, in
quanto a noi limitrofi e secondi subito dopo di noi nel riscmo di un
attaceo, prevediate do); cfr. iI cornmento di J. Classen - J. Steup,
Thukydides, Dublin-Zurich 1967 ', ad loe.: perch voi sarete minac
ciati dall'attacco per seconm (subito dopo di noi) . Il traduttore latino si e associato aquesta scorrettezza che qua e la si incontra anche
presso autori latini di alto livello. Un bell'esempio e fornito da Beda,
Historia Ecclesiastica (ed. B. Colgrave - R.A.B . Mynors, Bede's Ec
e1esiastica! History 01 the Eng!ish People, Oxford 1969, pp. 1323), II
1 (l'episodio famoso deU'incontro di Papa Gregario Magno con aleu
ni schiavi anglosassoni sul mercato romano): interrogavit, ut aiunt, de
qua regione vel te"a essent adlati ... Rurstts inte"ogavit utmm idem
mulani Christiani an paganis adhuc e"oribus essent implicati ... Rur

ACTA PHILEAE

(Be-La)

2, 34 - 36

StlS etgo in/errogavit, quod esset vocabulum gentis illius. E rimarchevole che gli scribi dei codid AB non abbiano voluto accettare una tale
trasandatezza, cfr. l'app. crit. Se si accetta quest 'interpretazione d
8!.upa - rursus, ovviamente non e piu necessario presumere qui che
il testo sia ampiamente mutilato, cfr. Martin, p. 33 .
35 . Paulus flon n.egavi/?: dr. Be 3,19fBo 6,17 IlaAoc; oux ~pvi
aa'to; <Paolo non nnnego?). La difficolta di questa frase risiede
nella mancaoza dell'og~etro sia per negavit che per ~pvfaa'to. Si potrebbe su~porre un Chnstum/Xpta-rv, nesso, questo, che e il pio. oormale negli Atti, oppure fidem/-rTv 1c(atlV (<<la fede )). Per la prima
soluzione ved. la traduzione di Lanata, p. 230: era Paolo che rinnego?; Knopf - Krger - Ruhbach, p. 113, nella loro edizione integrano tale oggetto perfino nel testo: PaJi/us non negavit Christum?
Che sia sottioteso fidem e opinione difesa da Musurillo, p. 333 ot. 5,
e p. 347 nt. 23. Una soluzione differente e proposta da Pietersma
p. 40, che suggerisce d tradurre Paul denied (the resurrection), did
not he? . In questo caso si dovrebbe aggiungere a Be 3 ] 8 (ITaGAoc;
oux ~pviaa'to;) una paroIa come 'to'to!-ta'ta oppure 't1~ <Xv<Xa'taatV.
Un~ simile int~rpret~io~e, che sembra derivare da una troppo rgida mterpretazl0ne dI 8w'ttpa (ved. la nota di Pietersma a Be 3 18 e
I~ sua, spie~azio~e nella prefazione, pp. 17-8), non trova pero appoggJO ne nell ultenore andamento della discussione a Be 3,22 Ttc; la-tLv
o cXpvl')a:.LE.VOC;; (<<Chi era allara colui che rmnego?) n oella versione copta conservara nel manoscritto Paris. (Bibliotheque Nationale)
?v!-s. Copte 131'. (cfr. P~etersma, .p. 40), dove e esplicitamente agglumo a quello dI Paolo il nome dI Pietro in quanto famoso rinnegarore di Cristo (cfr. Ev. Mattb. 26,69-75; Ev. Luc. 22,55-62; Ev. lo .
18,25-7) . Appare dunque chiaro che qui di nuovo (ved. il commenro
a La 2,11 e 14) CuIdano tenta di smuovere Filea dal suo proposito
suggerendogli qualche personaggio illustre che veramente avesse rinnegato Cristo, ma - come scrive Martin, p. 33 - son rudition en
matiere d'histoire sacre n'est pas tres solide, car il attribue d'abord
le reniement du Christ a PauI . Una simile superficialira e facilmente spegabile: anzi era quasi inevitabile, cfr. Lanata, Note, p. 225.
36. Non. Absil: dopo la risposta di FiJea, in Be si trovano ancora
quattr~ righe, cioe ~e 3,22-3, 4,1-2, che non hanDo un corrispondente ID La. Musurillo, p. 347 nt. 23, basandosi su Bo 7 1-7 e
Pietersma, p. 27, adducono do come prova che Be in certi ~as/ha
s~rbato cio ~he. quasi certamente scompare da La ad un qualche stadIO, o che gla SI era perduto prima che la traduzione fosse fatta . In
effetti questa omissione potrebbe ottimamente spiegarsi come errore
meccanico, vale a dice quale lapsus clell'occhio del copista che scivoJa
du mme au meme da Be 3,21 KOOAXLCt\lOC; Ctlh;> E-l7tEV a Be 4,1 -3
K,ou?xlavoc; . _. E-l1tEV; anche le parole irnmediatamente seguenti (
Cto'tO~ _. . ) saranno state saltate o soppresse. Un fenomeno simiJe

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

2,

J6 39

avrebbe anche potuto verificarsi in qualsiasi stadio della traduzione


latina. Ma d'altra parte si potrebbe anche pensare a un'omissione
deliberata. La risposta alla domanda di CuIdano su eN altro avesse
alIora rinnegato Cristo dovrebbe essere: Fietro )). La risposta di Filea: A questo non rispondo, e alquanto strana, trattandosi qu del
prncipe degli apostoli, il quale acquisto tale primato proprio per
avere in seguito solennemente disconosciuto quell' abiura (Ev. 10.
21 ,15-7) . Svariate ragioni avranno potuto indurte la figura storica di
Filea a un tale silenzio, attestato anche nella versione copta (cfr.
Pietersma, p. 40). In primo luogo, il problema era assai delicato:
molti dd cristiani che avevano rinnegato, i cosidetti tapsi, avrebbero
potuto giustificare la loro apostasia proprio con l'esempio umano di
Pietro. Forse Filea non voleva neanche sfiorare nella discussione col
prefetto un problema cos1 vasto e complesso. Resta pero il fatto che
con un tale silenzio l'onore del sommo apostolo veniva lasciato indifeso. Il nostro traduttore ha forse presentito questa difficolta e seorciato appositamente l'episodio?

Be 4, 1-2. o.Laa~ ... ~otaLAwv: avendo giurato sul fato degli imperatori. Si tratta dell'usuale giuramento pagano, interdetto ai cristiani, cfr. Martyrium Polycarpi 10,1 El xEvo8o~trc;, .'vot ofLaw -r1v
Ka(oapoc; 'tXl')v . xouE. XpLa-ttaVC; E.lfLL, se t'illudi che io giuri
sulla fortuna dell'imperatore ... sta a sentre: sono cristiano )); cfr.
PGL, s.v. O.LWfLt . Gli imperatori potrebbero essere Diocleziano e
Massimiano, in quanto imperatori della prima tetrarchia e responsabili del quarto decreto di persecuzione - abdicarono pero il primo
maggio del 305 -, oppure Dioc1eziano e il suo Cesare Galero Augusto, in quanto regnanti nella parte orientale dell'impero romano in
quel periodo; ma e piu probabile che si tratti invece degli imperatori
d'oriente della seconda tetrarchia, cioe Galerio e il SUD Cesare Massimino Daia, cfr. Pietersma, p. 72, e la prefazione, p. 250, nt. 4.
La 2, 38-9. Ego .. . tu : a prima vista queste parole potrebbero sembrare la formula solita del giuramento, indicante, nel caso si trattasse di
un cristiano, che colui che prestava il giuramento rinnegava con esso
la sua fecle. Puo darsi che anche il traduttore latino abbia pensate a
un tale senso, ammesso che nel suo antigrafe greco avesse gia trovato la lacuna qui sopra supposta. Il significato autentico, tuttavia,
emerge da Be 4) O au-rc;' l,w w.Loaot, o.Loaov mi al, Era proprio
1m, Paoto: lo giuro. Giura anche tU). Insistere perch si prestasse
giuramento su di un simile argomento ristretto e specifico non era
cosa insolita da parte di magistrati che volessero salvare degli imputati, perch in tale maniera gli astanti potevano credere che I'imputato avesse realmente giuraro rinnegando la fede. Filea pero rifiuta
fieramente questo espediente. E notevole che Bo 7,2 sostituisca il
verbo ofLvval con quello molto piu neutro e meno significativo l-

5' 4

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

2, 39' 3. 2

\lOpXW aE. Per questa interprerazione abbiamo seguito l'interpunzioDe di Pietersma. Sarebbe anche possibile scrivere "O cnl'to; iyw
w.LoaCl., o.LoO'ov XIXt o, Cio che io stesso ho giurato, cioe che davvero
PaoIo aveva rinnegato, giuralo anche tu . II significare non cambierebbe di molto, mentre la costruzione della frase guadagnerebbe in
eleganza e Huezza; fcrse pero nell'interpunzione di Pietersma essa e
piu semplice e diretta.
40. Non ... iurare: Martin , p. 33, cita dagli Acta Apollonii 3 (ed.
Th. KIette, Der ProzeP und die Acta S. Apol/onii, [Texte und Untersuchungen XV 2], Leipzig 1897, p. 94) un analogo giuramento
ofLoaov 'tiv 'tXT\v 'to xup(ou 1.LW" KOlloou 1'O or.1'oxp<X1'OpOt;, ( giura
sulla fortuna del Dostro imperatore Commodo, e un riliuto analogamente motivaro (par. 6, p. 96) 1tpoat'tt Ot xcd IJ.1'\Ot ow~ Oj.l.wvo:t ...
1tpOtrte.'teXj.l.e.eo:, per di pio ci e stato comandato di non giurare affatro). L'ordine delle parole in La e aIquanro difficile, dovendosi nelIa
traduzione legare non a jurare: il testo greco scorre molto meglio,
cfr. Be 4,5/Bo 7,9 ou au)"xEXcilpT)To:t ~j.l.tV Oj.l.vvCtt, a noi non e stato
concesso giurare ). Di fronte alla concorde lezone di Be/Ro
auyxwpe.rv, concedere), in La sta praecipere, comandare, efr. 1tpoa"t'eX'nuv negli Acta Apollonii: e questo un indizio che la versione
greca sulla quale la traduzione latina si basa avesse una scelta di
vocaboli talvolta differente da Be/Bo (efr. anche il conunento a La
5,47, e la prefazione, p. 268).
41-3. Sacra ... 1JOn non: per la graduale assmilazione di una cirazione bblica (qui attinta daU'Ev. Matth. 5,37) ad altre press'a poco
uguali,yed. l'apparato. La versione Be ha qui una lacuna di hen otto
righe. E evidente che le prime due righe contenevano una citazione
bblica, o nelia forma di La 2,42-3 ("" Ev. Matth. 5,37), o in quella di
Bo 7,11-2 (= Ep. lac. 5,12). Visto 10 spazio che resta ancora disponibile una volta inserito questo versetto bblico, e piu che prohabile
che anche Be avesse originariamente una digressione quaIe si legge in
Ro 7,12-6 sulla questione se si possa vivere senza giurare mai: efr.
Pietersma, p. 42 nt. 5. Se poi anche in La dopo non vi sia una simile
lacuna, da colmare anaIogamente con l'ausilio di Ro 7,12-6 (come
vuole Martn, p. 35 n1. 2), e invece alquanto problematico. Questa
digressione, dato che contiene poco di essenziale (cfr. il commento a
Bo 7,12-6) e non accresce in nulla l'interesse del dialogo, potrebbe
facilmenre essere stata tralasciata in un qualsiasi stadio della trasmissione del testo, vuoi dal traduttore, vuoi dai copisti, inconsapevolmente o deberatamente. Per tale ragione nella presentazione
grafica del testo non e stata indicata a1cuna lacuna.

La 3, 1-2. Paulus ... persecutor?: Culciano continua con le sue do ~ <


mande sull'aposta1o Paolo fino a La 3,18. Per questa domanda efr. 1
Ep. Tim. 1,13 qui primus blasphemus fui et persecutor et Eontumeliosus

ACTA PHILEAE

(Be-La)

}, 2 - 5

5' 5

(gr. 'tO 1tpnpov 0\11'0: p<xaqlTlIlOv Xo:\ Ol(~xnv xo:t pptO""t71v), io che
prima ero un bestemmiatore,. un persecutore, un ~repot~nte.. Che
Culdano fosse al corrente di tale aspetto della blOgraha dl Paolo
(clr. Act. Ap. 8,3; Ep. Phil. 3,6; Ep. Gal. 1,13 ; 1 Ep. Coro 15,9), non
fa meraviglia.
2. Fi/eas respondit: cfr. Re 4,6 :1tEXp(VO:"t'o, rispose). Per la me?- <
zione del nome di Filea, ved. la nota a La 1,2-4.
Non. Abs:t:
efr. Be 4,6 oU. Qui la rispasta di Filea e quanto mai sorprend:nte,
essendo, nella sua brevid., una pio o meno paIese menzogna. SI ~o
trebbero addurre diverse ragioni per spiegare questo strano attegglamento: Filea voleva forse troncare una discussione che non aveva
sboccru? Non voleva entrare in dettagli su un aspetto della vita di
Paolo completamente cancellato dal suo operate successiv~? Q~ante
pero la risposta negativa di Filea fosse imbaraz~ante p.er 1 S~Ol ammratori appare, crediamo, evidente, nelIa verSlone di Ro: i1 fatto
che Ro 9,17 sgg. non offra un passo parallelo non ci sembra ~ovuto. a
un semplice errore meccanico - }'omissone di una riga termInante 10
otcilx't'T\~ sotto l'influsso della paroIa olcil"t'1)~ immediatamente seguente (Be 4,8; Ro 10,7.11), come suggerisce Mart.in, p .. 41 - m~
piuttosto un'omissione intenzionalmente fatta per tlsparmlare a Filea una evidente bugia: cfr. Pietersma, p. 44 nt. 6. Andrebbe anche
rilevato qui che Be 4,6 ha come replica solamen~e la parola ou,
no). Questa sintetica risposta corrisponde alla IezlOne Non (codd.
AB) mentre la maggioranza dei codici latini ha Non. Absit (<<No.
Lungi da me), che richiederebbe un'espressione greca come OiJ, j.I.~
rivot'to, cfr. Be 3,20 .. Da qu~sta ~~incide?za si potrebbe trarre la
conclusione che la lezlone del codlc! AB sta genulOa e debba essere
accolta nel testo: cfr. Pietersma, p. 40 nc. 6. Una simile ricostruzio~
ne del testo sarebbe pero alquanto azzardata per il fatto che questl
due codici spesse volee ometcono pa.tole, perfi~o fr?si u:tere, c.he
risuleano autentiche in quanto garantlte dal testl papnacel: la lezlone Non rischierebbe di essere una mutilazione vera e propria. Per
una discussione pio ampia ved. la prefazione, p. 270.
4. Paulus ... idiota?: Culciano tenta di sminuire, con le sue domande insistenti I'autorevolezza di PaoIo. Idiota, cfr. lOlCil'tT)~ (Be
4,8; Bo 10,7.11): ha qui il significato di semplice, modesto cittadino), senza un'eccessiva cultura generale, cfr. Volgata, Act. Ap. 4,13
comperlo quod homines essent sine !itt~ri: et. idiotae (~r. l8tw."t'(lt), e
allorch si venne a sapere che eSSl (cloe Ptetro e Glovanm) erano
uomini illetterati e semplici.
5. Syms ... syriace: PaoIo, come Gesu (cfr. Bauer, W"rterbllch ....
S.v. 'E~po:t;), probablmente non parlava il sitiaco, ma la Hngua aramaica generalmente parlata dagli ebrei di Palestina dal secondo secolo ;. C. in poi (per una discussione sui rapporti fra l' aramaico e il
siTiaco ved. Lexikon /r Theologie und Kirche l. Freiburg im Br.

5 16

ACTA PHlL.EAE

(BeLa)

3, 5 '

1)
ActA PHILEAE

1930~, coll. 594-7): parlando neI loro dialetto, sapeva avvincere tutti
quelh c~e.. lo a~c,oltavano a Gerusalemme (cfr. Act. Ap. 22 ,2 'Axo.
~ClVn; 8t o'tt 't'"{] EPpa:Wl 8lClAlx't~ ':POGtql~Vtl a:thott; iAAOV 1tcep iG XoV
rauX(ClV, Ora, quando ebbero udlto ch egli parlava loro nella loro

lingua - cioe l'aramaico - tanto piu fecero silenzio ). Questa diffe.


renza ira .rar~maico.e il sitiaco nell'antichta non era specificata nel.
la. den<:>IDlnazIone: SI parla~a se~plicemente di LUptG't(, syriace, syri.
Sh , synacus sermo, ecc. Gli ebrel stessi di Palestina chiamavano la
l~ro parI~ta .(com.e, ge~1tilmet;tte mi comtnica il Pre. Dr. G.J. Rei.
mnk deli Uruverslta dI GronlOgen) sursi. Anche in casi ove i filo10gi ~od_e~ni ritengoDO si tratri di aramaico, gli autori an~chi parlano dI Slr1~CO. ~osl ~ttorno alla salma di PaoIa, la seguace di san
Gerolamo, I salm! v~01vano cantati (san Gerolamo, Epistulae 108,29
red. ] : Labour~, Pans 1.955]) Graeco, Latino Syroque sermone, anche
se. qUl probabilmente sl"tr~tta di aramalco, cfr. G . Bardy, La que.
stion des langues dans 1 egltse ancienne I, Paris 1948 p. 140 (dove
p~ro la nt. 4: ]rome, Epist. 102 e da corregger~; nella nota 5
vle~e addotto un ~eli'.esempi? di associazione Jatino.greco-siriaco,
atttnto dall~ PeregnnatlO E~enae 47,3). Naturalmente questa differenza sfuggIva anche a Culclano. Da intellettuaIe e ufficiale altolocato .n?n . ricon?sceva che ere categorie di partnerr nel dialogo, doe i
launI, 1 grecl ed eventualmente gli ebrei iAArv(~oVn; (cfr. Bauer
Worterbuch ... , S.V. 'EAArV~Gn;), cioe quelli che come Filea voleva~
no impadronirsi de~a lingua ~ de~a cultura gre~a. Tutti gli ~ltri non
e~aDo che analfabet!o In tale sltuaZlOne anche I'appassionata replica di
Filea, che P~oIo non era ~n ebreo quaIsiasi, ma uno che parIava greco
e anche ottImamente, nsulta chiara. L'intero brano sembra tratto
directamente da un dialogo genuino e storcamente attendibile.
?:l~. Hebraeus ... hab~bat: la replica di Filea rivela grande famllanta Sla con la Sacra SCrIttura che con le regale della retorica antica. Per ~ ~u~ primi me':lbri Hebraeus-graece (cfr. Syrtls-syriace) , si
confronu 11 lero detto dI Paolo (2 Ep. Coro 11,22) Hebraei sun! et
ego; Israhelitae sunt, et ego (<<Essi sono ebrei e anch'io' sano israeiti
e .anch'io, cfr. Ep. ~hil. 3~5); e Act. Ap. 9',29 loquebatur quoque el
dlsputabat cum GraeclS (gr. e:AaAEl 'te: xal auvt~1'ttl 1'tpOt; 'tout; 'EnrVlG't&:~, (parIava e disputava coi greci). 11 terzo membro summam
sapientiam si oppone chiasticamente a idiota. Tra i due primi memb;i
Hebraeus-graece (cfr. Be 4,11), Bo 10,8-9 inserisce l'epiteto encomiastico. xrp~wv 1'tpw'tOt;, (dI primo degli araldi, doe degli apostoli, un
termme dI preferenza usato dagli autori di panegirici, cfr. PGL, S. V.

x~pu.

12-3. et Platonem praecellebat: per il fatto che un funzionario


altolocato quale e Culdano facda qui menzione di Platone si consideri l'o~se~v~zi~ne di Lanara, .p. 237: ( Per chi ricordi che l'opera
Contro I cnslian del neoplatoOlco Porfirio doveva circolare in epito-

<

(Be-La)

3, lJ - 1 7

517

me in Egitto attorno al 300, potra non sembrare strana la domanda


su Platone da parte di un alto funzionario che poteva avere le sue
letture e discuterle con un imputato della preparazone di Filea,
noto anche per le sue conoscenze nel campo della cultura pagana
(cfr. Eusebio, Historia Ecc/esiastica VIII 10,1 xat 'tWV l~w9E.v J.L9-t.
.L&:'twv tVEXCX, "rispettato anche per via dei suoi studi profani") .
Per un simile elogio, all'incirca cento ann piu tardi, dei seguaci del
vescovo Giovanni di Gerusalemme, ved. san Gerolamo, contra
Ioannem Hierosolymital1um liber 4 (PL XXIII, coL 374) disertior
Demostbene, auctior Cbrysippo, sapimtior Platol1e, piu eloquente di
Demostene, piu munico (di argomenti) di Crisippo, piu saggio di
Platone, cfr. 1. Opelt, Hieronymus ' Streitschriften, Heidelberg
1973, pp. 66 nt. 22, 174 . Il termine praecellebat e da ascrivere al
traduttore-elaboratore: Be 5,1 -2 Jegge XCll nAchwvo~ xpd't'twv ijv,
era perfino migliore di Platone (<<a general and rather imprecise
expresson, Pietersma, p. 46 nt. 2), mentre Bo 10,13 probabilmente Iegge: mpe:vfvoxtV IlA<X'twvot;, ( superava perfino Platone
(literary development , Pietersma). Con cio questo luogo e piu
d'aItri adatto ad illustrare la reciproca relazione fra le versoni, cfr.
prefazione, p. 264.
146. Non solllm ... erat: Filea nel suo entusiasmo arriva a rite
nere che Paolo fosse in assoluto i1 piu sapiente di tutti, vale a dire
di tutti i sapienti, i fi1osofi. Questo pensiero in Be 5,3-5 e espresso
alquanto piu precisamente: aAAeX xal 1t<XV1:WV 'tWV iptAOaqlWv 1p~).oao
ifw'tE.PO; ijv, ma era addirittura pu sapiente di tutti i filosofi. Curiosamente questo modo d dire si incontra anche nella lezione dei
codd. AB: sed eliam ctmclis pbilosophis sapientior erat. Puo forse
questo passo di nuovo (ved. La 3,2 e la prefazione, p. 270) essere
un indizio che i codd. AB conservano residui di un originale greco
(cfr. Pietersma, p. 46 nt. 4-5)? Come abbiamo spiegato altrove,
nelIa presente edizione non si e tentata una ricostruzione in quesro
senso, giacch, come qui di nuovo si pue constatare, le discrepanze
sono minime e di natura tale che avrebbero potuto generarsi anche
indipendentemente, senza derivare da un modello greco.
16-7. Etenim
suasit: madere con l'accusativo, nel senso di
persuadere qualcuno, in eta classica si incontra solamente DelIa
llngua parlata e nelio stile scritto meno formale. Tale uso un po '
trascurato si trova soprattutto presso Tertulliano ed altri autori cristiani, cfr. H. Hoppe, Syntax ul1d Stil des Tertullian , Lepzig 1903,
p. 15 . Nella letteratura profana si incontra a partire da Apuleio,
Met. IX 25 Uxorem eius tadte masi ac denique persuasi, secederet
paululum (cfr. IX 22.26; accanto al dativo, I 26; VII 4.10), cfr.
HSz, p. 33. Quanto all'interpretazione, si dovra pensare alla visita
di Paolo a Atene e aIla discussione sviluppatasi con gli Stoici e gli
Epicurei, cfr. Act. Ap. 17,16-34.

XLVI

BmUOGRAFlA GENERALE

818UOCRAFIA GENE R.... LE

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I

XLVU

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5 18 .

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

3.

18. voces: Del senso di prediche . La seelta di questa parcIa, se


pure nel latino piu. tardo non insolita (cfr. Blaise, s.v. vox [4]), con
ogni probabilita e [acremente influenzaca dalla parola greca qlW\l~ (Be
5,71Bo 11,1), cfr. PGL, S.v. ~w,~ (2).
23. Consciellna est?: cfr. Be 5,12/Bo 11 ,4 l:o\le.(8TJO'~ lG't'L\I;. Le
traduzioni di questo passo differiscono non poco fra loro. Pietersma,
p. 40 traduce: ls ir a question of conscience?, Una traduzione
sime ~ fornita da Lanata, p. 232 (cfr. pp. 221.2), e da Saxer, p.
220: E la tlla coscienza (souinteso: che ti fa reagire casI)?, Differente la traduzione di Musurillo, p. 339: Does che conscience
exise?; p. 347: ls there a conscience?. Comunque una traduzione
esatta risulta alquanto difficile, vista anche la vasta gamma di significati del termine CJUVdSTjOl<; nell'antichita (ved. anche avanti). Culciano sembra adoperare questo termine in senso generaIe e profano
(cfr. LS], s. v. [4]: awareness; [5]: consCotlsness o/ right or wrong doingJ,
mentre Filea afferra suhito la paroIa nel senso strettamente religioso.
Culdano estufo dell'ostinatezza di Filea e cerca di persuaderlo con
una tecrnca differente, facendo appello al suo sen so di responsabilitao Una conversazione tanto personale, da individuo a individuo, si
incontra spesso negli Atti de; martirio Lanata, p. 239, indica gli Atti
di Carpo e Papila, quelli di Perpetua e Felicita e queUi di Ireneo.
Per un ulteriore approfondimento del concetto di comcientia/owdSr0'1<;, cfr. A. Cancrini, Syneidesis. Il tema semantico della "conscientia" nella Grecia antica, Lessico intellettuale europeo 6, Roma 1970.
26-8. ad litios
conscientia: cfr. Be 5,15-7 't1v 1tpo<; 't~v "(UIJlXtxlX
xlXl 'tCr: 'tXIJIX O'ou )({Xl 'tOUt; &SEAcpOOt; O'UlJdS'1jO'llJ e Bo 11,7-9 -rfIJ 1tpOt; 'ta:
'tXIJIX XlXl Tiv "(UVOltXIX xOll 'too<; &SEAcpOO<; CJUV!.tSrO'lV. La costruzione
conscientia ad (cfr. La 3,30; Be 5,19jBo 11,11) deve considerarsi grecizzante se non addirittura ndice dell'ascendenza greca di La (cfr.
prefazione, p. 267). Infatti nellatino classico il termine consentia,
in quest'accezione, si lega in genere a un genitivllS obiectivus oppure
ad un aggettivo (cfr. TLL IV, col. 364, r. 62 sgg.): la cosrruzione
con una preposizione e assai strana (TLL IV, col. 365, r. 81 cita:
Sallustio, Cato 35,2 ex nulla conscientia de culpa; mancano e~.empi
con a), mentre in greco essa non e affatto insolita, cfr. PGL s.v.
CJUvdST)alt;, ove (IV, A.6) viene addotto Doroteo Abate, Doctrinae
divcrsae 3,1 9AEl y&p 'tlt; cpUA&~IXt O'OIJdST)alIJ1tpb<; 'tOIJ 9ft)v xat 'tOIJ1tAT)a(oy xcd 1tpOt; 'tCr:<; Aat;, infatti qualcuno vuole conservare la sua
responsabilita verso Dio, verso il prossimo e verso la materia.
27. coniugem: non di rado nella Chiesa antica il clero, anche nei
ranghi superiori, era sposato, dr. Eusebio, Historia Ecclesiastica VI
42,3 XlXlp~[lWY ~Y 1tpyT)pWt; it; NdAOU xaAOU[l.YT)<; 1tAtWt; t1ttaxo1tOt; oihot; Ek 'to 'Ap~LOY OPOt; i[l<X t O'O[l~r~ tu'toG ifU",(WY oux
l1tYEA~AUSEY, Cheremone era vescovo di Nilopoli, attempatissimo.
Costui, insieme con la consorte , era fuggito sulla montagna arabica e

oo.

ACTA ]'HILEAE

r8 27

(Be-La)

3, 27 - 42

51 9

non De era tornato. La parola precedente /ilii (anche in Bo 'tQ: 'txya vengono nominati per primi, mentre in Be seguono) si deve interpretare letteralmente (dr. il cornmento a LA 4,15-6). Dopo la
responsabilita verso la moglie e i figli, Be e Bo menzionano anche
'too~ :StAifOt;, ( fratelli. Puo darsi che tale menzione sia stata
saltata nella trasmissione del testo sia greco che latino, cfr. Pietersma, p. 48; non e da escludere la possibilita che si tratti di una
soppressione intenzionaIe. Nel contesto la nozione di fratelli in
senso letterale e difficllmente integrabile (in La 4,15-6 e La 6,19 si
tratta soltanto della moglie e dei figli; in La 5,28 e La 8,2 si tratta
di (Un fratello): probabilmente questi frate11i debbono intendersi in senso spirituale, un significato che &SEAif<; ha assai spesso,
cfr. PGL, S.v. &OEAif~ (1), Una traduzione letterale ratres avrebbe
creato notevole confusione.
31. eminentior est: cfr. Be 5,20 [lE(~WY la'dY, e piu grande, e
Bo 11,12 [lE(~WY lCT'dy xal 1tpo&"'(u 1t&:",'ta, e piu grande e supera
tutto: chiaro esempio della tendenza di Bo a scrivere in uno stile
abbellito, dr. Pietersma, p. 48, e la prefazione, p. 264.
32. sacra
scriptura: la Iezione con due aggettivi (cfr. la nota a
LA 1,10-1)
attestata nella maggioranza dei codici latini (cioe
RFOCh 1.2, cfr. sacra scriptura et divina W). La corrispondente lezione di Be 5,21jBo 11,13 ~ Stta "'(pacp~ si ritrova nel divina scriptura dei codd. AB. Di nuovo un argomento a favore della superiorita
di AB (cfr. la prefazione, p. 270)? Non ci sembra: puo darsi che il
modello greco di La abbia adoperato qui la formula piu Iunga ~
ltpCr: XIXL St(o: ypacp~ (oppure ~ BdIX XIX! Epa: YPO:iff) come in La 1,
10-1 ; in tal caso la lezione di AB risulterebbe essere, all'opposto,
una semplilicazione (cfr. sacra scriptura M: scriptura T).
33-4. Diliges
lecit: naturalmente queste e simili citazioni bibliche si leggono spesso negli Atti dei martiri, trattandosi del primo
e pi importante comandamento (cfr. Ev. Matth. 22,36 sgg.: Ev.
Marc. 12,28 sgg.); Lanata, Note, p. 221, adduce Martyrium Pion
8,3; 9,6.8.
367. extendit manus suas ad caelum: efr. Be 6,2 ayaULyat; 'tCr:t;
XEtplXt; IXU'tOG; Bo 11,16-7 t1tcXplX~ 'tCr:~ xetplXt;. A Be 6,2 Pietersma
osserva giustamente: ( Il verbo usato da La riflette eXya'te:CvtlY meglio che l'l1tO:lpuv di Bo ... , approssimazione lessicaIe. Si tratta
qui della normale posizione di preghiera, con le braccia alzate; spe
cialmente negli affreschi delle catacombe si trova raUigurato tale
gesto del cosidetto oram.
402. creatorem. omnium: queste parole corrispondono esatta
mente a Be 6,6-8 'tOY x't(auv, 'tov ST)I.llOUPyIJ, r(.IIJ StO'1t,T)IJ, <dI crea
tore, il demiurgo, il signore; Bo 11,16-12,12 ne oUre una lunga
elaborazione etteraria.
42-5 . invisibilem saeculorum: si noti che Filea in questa breve
oo.

.oo

oo'

5'0

ACTA PHILEAE

(Be-La)

3,

42 - 43

formula enumera cinque caratteristiche di Dio: invisibilis (cX6pClTO~,


ehi non puo essere visto), sine seductione (ChpE1t'tOr;, ehi resta mmutabile), inenarrabilis (cX1tEpw6'1'j'tor;, cm non puo esser cireoscritto dalla mente umana, PPT"[or;, indicibile), cXxtX't).'l'j1t'tor;, inafferrabile), solus (~\lOC;). pemlanet in saecula saeculorum (alw'oIloc;,
sempiterno). :E chiaro che qui si riconosce il filosofo Filea, famoso
per la sua erudizione. E. de Strycker (cfr. Halkin, Apologie, p. 17
nt. 1) cUeva che questa intera serie di caratteri diviD si ritrova
enunciata in Clemente di Alessandria.
42 -3. sine < se >ductione: questoIuogoedisingolare importanzaper
la trasmissione del testo degli Acta Phileae. La variante sine inductione (codd. RM) sembra priva di senso: se si prendono in rassegna i
significati registra ti nei vari dizionari (cfr. TLL VII, col. 1244, r. 27
sgg.), risulta che la parola inductio, apporto, e sempre accompagnata da un genitivus explicativus (eccetto che nel senso tecnico, cfr.
bid., r. 67 sgg.), e peraltro nessuno dei significati registrati pare sia
applicabile qui. La lezione inductione sembra piuttosto un lapsus calami dovuto all'influsso delle parale attigue in(visibilem) e in(el1arrabilem). D'altronde anche la lezione sine seductione (codd. WFO) non
e priva di difficolta. Letteralmeme, il significato sarebbe senza tiramento da parte, vale a dire: a) in senso attivo: che non inganna,
travia, cfr. Cipriano, Epistulae 65,5 qui se falsa et mortali seductione
<un jnganno umano) decipiunt; b) in senso passivo: che non e
ingannato, cfr. Tertulliano, adversus Marcionem 2,2 Adam conlessus
est seductionem (confesso di esser stato ingannato), non occultavit
seductricem. Ambedue i significati sarebbero eventualmente applicabili a Dio, ma non si integrerebbero troppo bene in quesca enumerazione delle proprieta divine. n vero senso sembra emergere dal confronto con Bo 12,4 eX'tpE.1t'tov (Be 6,811 ha sfortunatamente una lacuna), come osserva E. de Strycker (cfr. Halkin, Apologie, p. 22 nt.
3): Visiblement, le traducteur n'a pas compris a:TpE.1tTO~. Quest'ultimo aggettivo e assai consueto in relazione alla divinita, specialmente nella letteratura teologica, col significato di irnmutable,
<<uochangeabIe, cfr. PGL, S.V. liTpE:1t . W~. Se il ragionamento fin qui
e esatto, questo luogo ci fornisce una delle pochissime prove a favore di una traduzione dal greco (cfr. prefazione, p. 267) e, nelIo stes
so tempo, ci offre qualche indicazione sullivello spirituale e, com'e
probabile, anche genericamente culturale del rraduttore. A quanto
pare, un simile termine tecnico della letteratura teologica non era
alla sua portata. Per il concetto dell'immutabilita divina ved. M . V.
Anastos, The immutability 01 Christ and ]ustinian's condemnation 01
Theodore 01 Mopsuestia, Dumbarton Oaks Papers VI 1951, pp.
12360.

ACTA PHILEAE

(Be-La)

4. 1 - 3

La 4, 1-2. Advocati ... prohibebant: cfr. La 1,26. Una situazione ana


10ga e documentata dalla Passio Dativi, Saturnini et aliomm (ed. P.
Franchi de' Cavalieri, Note agiogra/iche 8, [Studi e Testi LXV],
Roma 1935, pp. 49-68), testo redatto da un donatista che vi ha
incluso deU'ottimo materiale documentaro, come rileva Lanata, p.
239, che continua: (~Assieme a un gruppo di correligionari processati
nel 303 per aver celebrato il servizio religioso praibito dal primo
editto di Diocleziano, c'e una Vittoria, honesta natalibus ("di illuscri
natali"), oltrech adorna di ogni virtu cristiana. Mentre viene interrogato e sottoposto alla tortura un altro imputato, Dativo, emersit
Fortunatianus, sanctissimae Victoriae martyris frater, vir sane togatus,
sed a religionis christianae sanctissimo cultu ipsis temporibus alienus, "si
fece avanti Fortunaziano, frarello della santa martire Vittoria, uomo
ragguardevole, ma in quei tempi alieno dal santissimo culto dell.a
religione cristiana" . Per J'esatto parallelo, ved. La 8,1 sgg., dove il
fratello di Filea, che e uno degli avvocati, si intromette nell'interrogatorio.
. '
1-2 . in plurimis loquentem: vale a dlre mentre contlnuava a parlare). Per quanto iI senso di queste parole sia chiaro, I'espressione in
s sembra poco conforme alla llngua latina. Potrebbe darsi che all'origine di essa vi sia una locuzione greca come t1tl 1tAiov/1tAE.To\l, usata
guale avverbio col significa~o di piu ed attesta~o. non soltanto nel
greco c1assico, presso auton come Erodoto, Tucldtde, Platone (efr.
LS], s.v. ttAE,(wv [1I 1]), ma anche nel greco del Nuovo Testamento
(cfr. W . Bauer, W6rterbuch ... , s.v. 1toA~ [2. CJ, e in papiri (cfr. F.
Preisigke, \y'!6rterbuch der griechischen Papyrusurkul1den, Berlin 192~,
s.v. 1tAE,(WV). Ambedue i testi greci purrroppo hanno una lacuna: VIsta pero la frequenza dell'espressione lr.:l1tAO\l e considerara anche
l'estensione delle corrispondenti lacune, sarei portato a considerare
molto probabile che essa vada percio integrata, come proposto da
Pietersma, sia in Be 6,9 che in Bo 12,13.
2.3. loquentem ... dicentes ei: indipendentemente fra loro qui due
volte alcuni codici si accordano con Be: contro la lezione della maggioranza dei codid loquentem, parlando}>, il codic_e T ha !ogu,entem
presidi, parlando al prefetto), cfr. Be 6,9-10 AO:A01J\l'tIX .... 't~ 1j,,(E.!J.6Vl; contro la lezione della maggioranza dicentes ei, dicendo a lui, i
codici AB leggooo dicentes, dicendo, cfr. Be 6,11 A."(OV'tE.~. Tenendo conto della relativa liberta degli scribi nel copiare formule ntroduttive all'oratio recta, queste differenze risultano talmente insignificanti, che sarebbe del tutto ingiustificabile prenderle quale base
per uno stemma codicum (cfr . prefazione, p. 270). CiD vale tanto
piu, in quanto l'edizione di Be e qui altamente congetturale. Resta
d'altronde sempre aperta la questione se La si rifaccia o no a un
proprio e distinto esemplare greco; n si sa quanto grande sia stato il
con tributo peculiare del traduttore-elaboratore.

5 22

ACTA PHILEAE

(Be-La)

4, 5 '

I6

5. Ad
interroga!: la lezione di La e piu aftine a quella di Bo
12,16 rrpoli' o ln:E.pw't iJ-E, a cio che mi c~tiede. che a quella di Be
6,13 'Empw't !lE, egli mi interroga, sulla quale Pietersma. p. 52,
o

a bucn diriteo rlleva: stilistically inferior and rherefore probably


more original (cfr. prefazione, p. 264),
9-10. Animae ... parco: cfr. il commento a La 2,25-7.
10. Quoniam: cfr. il gr. o'n, per i1 fatto che, L'esempio deUa
tenacid di Socrate, che segue ora in Be e La, manca qul in Bo, clove
con ogoi probabilita era addotto originariamente nelIa col. 13 la
quale, insieme con la coL 14 che si trovava nel verso della stessa
pagina, e anclara perdura. L'espressione di Be 7,1 EXO!lt\l 'tov :EwxptnJ, noi abbiamo Socrate, forse e piu diretta, pu famillare di
exemplum Socratis.
13-7. accipe ... suscepit: la mor te di Socrate come narrata da Platone nel suo Fedone non ha cessato di produrre un'impressione profonda nel mondo antico, sia pagano che cristiano, cfr. K. Doring,
Exemplflm Socratis. Studien :tur Socratesnachwirkung in der kynischstoischen Populatphilosophie der jriihen Kaiserzeit lmd im nihel1 ehristentum, ( Hermes , Suppl. XLII), Berlin 1979. Anche negli Atti
de; martiri la fiera testimonianza di Socrate, la sua tenada nella ricerca della verita, la sua tragica fine entraDO nel discorso piu di una
volta. Doring, cit., alle pp. 142-61, in un capitolo spedfico intitolato Das Beispiel des Socrates bei den frhchristlichen Miirtyrern
und Apologeten, adduce accanto agli Att di Filea anche gli Atti di
Apollonio e il Martirio di Piono. Non v'e qwndi nessuna ragione di
mettere in dubbio l'autenticita del discorso di Fliea, come suggerisce
Simonetti, p. 127, per quanto lo svolgersi dei fatri quale e formulato
da Filea (La 4,13-7; Be 7,1-5) non corrisponda completamente a
queUo storico narratod nel Fedone (ved. le note a La 4,13-4 e 14-6).
13-4. cum ... duceretur: cfr. Be 7,1-2 Yvtxex iret Ocvt"Ov 1lrE'to. In
realta Socrate gia da tempo si trovava in prigione, dove istruiva i
suoi discepoli, in attesa del ritorno della nave sacra. partita per Delo
(cfr. Phd. 58 .-b).
14-6. adstante ... iti;s: cfr. Be 7,2-3 1tex?Ea-tWar~ exu'tc'i> ~~ "['UVexl- <
xo~ XexL 'twv 'txvwv. mentre gli stavano accanto la moglie e i figU.
Anche questo dettaglio non corrisponde esattamente alla realta storica, Nel Fedone si racconta come Santippe, la moglie di Socrare. e il
suo figlioletto (efr. 60 a 'to 1tCXtOlOV cxlho) gia da tempo fossero stati
portad va dal carcere (60 b xexL b:(v7jv [.LE.V a1t~"['v "tlYE~ 'twv "toO:
Kp'twvoc; ~OWGcv 'ti!. xa:i. X01t'tO[.L\rrv, e alcuru degli schiavi di Critone
la conducevano fuori dal carcere, mentr'eUa si lamentava e si percuoteva il petto in segno di lutto).
15-6. coniuge et iliis: efr. Be 7,3-4 ti'jc; uva:tXO~ xext 'twv 'tXYwv.
Nel resoconro del Fedone si parla di un solo bambino in tenera edl
(si veda la nota precedente). Tuttavia questa divergenza non deve

ACTA PHILEAE

(Be-La)

4,.c6 I7

essere considerata una falsificazione storica. La tradizione pos teriore, infatti. attribuisce a Socrate due mogH, fors'anche contemporanee, e piu figli, efr. Diogene Laerzio, V 2 (trad. di M. Gigante,
Bar 1962, p. 69): (Aristotele dice che sposo due donne: la prima,
da cui ebbe il figlio Lamprocle; la seconda, Mirto, figlia di Aristide
il Giusto, che prese senza dote, da cui nacquero Sofronisco e Menesseno. Altri affermano che sposo prima Mirto; altri ancora, fra
cui Satiro e leronirno di Rodi, che ebbe entrarnbe le mogIi conternporaneamente; dicono infatti che gIi Ateniesi, desiderando incrementare la popolazione, per sopperire al1a scarsezza di uomini decretarono che si sposasse una sola donna. cittadina ateruese, ma si
avessero figli anche da un'altra: Socrate avrebbe fatto appunto
cosl. Filea si unisce qui aU'opinione generale che attribuisce a Socrate una sola moglie. vale a dire Santippe (di solito - ma non qui
- considerata come una donna prepotente e avida) e piu figli, senza
un'indicazione pr~cisa (ved. l'elenco in Doriog, Exemplum
Socratis ... p. 73). E chiaro che la menziooe di piu figli ha il vantaggio di essere conforme alla situazione familiare di Filea (cfr. La
6,19) e non fa che accentuare la similitudine fra questi e Socrate,
senza tuttavia forzare la verita storica.
16. non est reversus: cfr. Be 7,4 ox ama-tp<p7j. Qui Filea rivela il peculiare tratto del suo carattere: Bo lo porra in rilievo ben tre
volte, facendone il motivo centrale del racconto (si veda la prefazione. p. 265), cfr. Bo 2,2 oux lG"tp~l1 ; 16,6-7 xa:L [.LT [.Lt'to:1tAo:-yiY'to~ o:u'to [.L1JOE. l1tta-tpo:~v'toC; e 17,3-4 xa:t [.Lit i.1ttG'tpE~o[J.ivou o:u'to. Una tale tenada dovrebbe essere I'insegna di ciascun martire
secondo Origene, Exhortatio ad martyrium, passim. In tal senso il
traduttore-elaboratore di La ha aggiunto l'immagine del sasso che
pur sbattuto dalle onde resta immobile (cfr. la nota a La 6,19-20).
17. c<on;um> suscepit: cfr. Be 6,5 'tD XWVE]l.'?Y ~~ix~ho, (acce tto la cicuta. La congettura di E. de Strycker in Halkin, Ap%gie,
p. 22, viene ora confermata da Be, bench il testo vada molto integrato. La parola poco comune conium (cfr. TLL IV, col. 326, r. 61)
pare non fosse piu capita dai copisti. In alcuni casi, essa fu trasfor.
mata in parole rare come camus, museruola (termine che si incontra qualche volta nella Sacra Scrittura, cfr. TLL UI , col. 222,
rr. 55-60), o comicamente storpiata nella parola piuttosto curiosa,
camum, biera d'orzo (cfr. TLL nI, col. 222, rr. 30-6); altrove, la
parola conium genero congetture bene intelligibili come casum, accetto la sua sOlte (congettura a touo accettata da Musurillo, p.
348), oppure mortem, <~accetto la morte; elegante e il tentativo di
emendare il tes to tramandato con l'ingegnosa congettura canus mortem Stlscepit, (canuto accetto la morte (cod. F: da Knopf -KrgerRuhbach, p. 114, ingiustamente inserito nel testo), tenendo canto
che Socrate quando bevve la cicuta era gia settuagenario.

AnA PHILEAE

(Be-La)

4,

I9 - 27

19. Deus erat Christus?: Be 7,6-7, in un contesto simile, ha la


stessa domanda "-H\I XpLa-rOe; 9te;;. Bo invece, a prima vista piu logicamente, si e spinto oltre, raggruppando insieme tutte le discussioni
intorno alla divinita di Gesu, (Bo 7,17 sgg.) e alla pretesa divinidt di
Paolo (Bo 9,17 sgg.). A buon diotto tuttavia Pietersma, p. 54 nt.
6-8, osserva: La meno logica e destrutturata sequenza di Be-La da
tutra l'impressione di essere la piu genuina. Infatti, la domanda
impaziente di Culdano si inquadra perfettamente in questo preciso
punto dall'interrogatorio, essendo la discussione intorno all'anima
arrivata a un punto morto. Anche nella Passio S. Dioscuri (ed. H.
Quentin, in Analecta Bollandiana XXIV 1905, p. 325) Culdano
reagisce in maniera dentica, cioe con una sorta di domanda preliminare seguita da una seconda domanda sdegnata: Culciantls dixit:
Christus deus est?. Dioscorus dixit: lpse esl Deus deortlm. Cukianus dixit: Est deus qui nascitur de muliere? ( Culdano chiese: "Cristo e dio?". Dioscoro disse: "Egli in persona e il Dio degli dei".
Culciano disse: "Puo esser dio colui che nasce da donna?"). Non
occorre far notare che con tati quesiti Culeiano esprime le principali
perplessira. del paganesimo nei riguardi della Cristianita.
24-8. Caecos
sanauit: la scelta delle parole in questa frase di
La, ingegnosamente costruita (ved. pero la nota a La 4,27 mutas
loqui donavit) , e fortemente influenzata da Ev. Matth. 11,5 Caed
vident, claudi ambulant, leprosi mundantur, surdi audiunt, mortui resurgunt, pauperes evangelizantur. 11 testo corrispondente in Be 7,'10-4
contiene una simile serie di miracoli, ma nelle singole paroJe differisce considerevolmente dalla relativa versione greca del Nuovo Testamento. Percia Bo 8,7-17 (si consulti la nota relativa) compie ogni
sforzo sia per completare la lista dei miracoli, sia per adeguare il
lessico, in una volonta di avvidnamento alla Bihbia (efr, Pietersma,
p. 56, a proposito di Be 7,10-4).
27. mulor ... donav;t: questa locuzione e degna di nota. ei si
aspetterebbe una costruzione come mutis loqui donavit, ai muti dono la facolta di parlare, cfr. p. es, pseudo-Cipriano, adversus ludaeos 49 (ed. G.P. Diercks, Turnholti 1972, p. 272,3) mutis sermonem reddidit, oppure pseudo-Cipriano, Orationes 1,1 (ed. W. Hartel,
S, Thasd Caecili Cypriani opera omnia, Wien 1871, p. 145) qui mortuos suscitasti, caecos illuminasti, surdis auditum, mutis eloquium,
claudis gressum, leproris sanitatem dedisti. Per la prima parte della frase si potrebbe eventualmente raffrontare Ev. Marc . 7,37 Bene omnia
jecit et surdos acit audire et mutas loqui (gr. XCXA(j)~ 1t<\I'tcx 1tt1tohxe.
XCXl 'tou~ XWipOOe; 1tole.T axouv X(xl aAAou~ ACXAtl\l, <~ sa far sempre del
bene: fa si che i. sordi odano e che i muti parlino}>). Tuttavia la
costruzione in latino resta ardua (TLL V 2, col. 2004, r. 14 sgg., s.v.
dono (si consulti anche specialmente 2007, r. 50 - 2008, r. 32] non
registra alcun esempio); in greco, invece, la si incontra. Sfortunata-

AnA PHILEAE

(Be-La)

4,

27 -

JJ

mente non possiaroo appellarci piu che tanto a Be 7)2 'tOUC; aAAOIJ~
ACXAtT\I roWXt\l, Ieee si che i muti potessero parlare), essendo il testo
di Be da 7,12 't9u]e; basaro su congettura (una costruzione 'tote; alot~ AO:At1'\I EOwXtv non e in teoria da esc1udere). Un bucn paraUelo ci
e fornito, fra altri passi, da W. Bauer, W''rterbuch ... , s.v. OlOWf-ll
(1.b.~), cioe Act. Ap. 10,40 EOWXt\l au'tov lJ.ipa\lTj yt\liaOoa (Volg. et
dedit e"m man;jestum jieri), roa [Iddio] fece si che egli (doe Cristo)
apparisse, Con cio, questo passo di La 4,27 puo considerarsi un
indizio della sua ascendenza greca (efr. prefazione, p. 267). I1 passo
e noltre interessante, perch qui La si associa piu a Be (se la sua
ricostruzione e corretta) che aBo; quest'ultima versione e anche qui
come altrove normalizzata sol modello bblico, dr. Bo 8,10-2 aAOU; latTv ... l1tolTCJt\l in confronto a Ev, Marc. 7,37 1tottl ... MAOUe; AatT\I.
29-30. Profluvium ... sanata est: questo miracolo di Cristo (cfr.
Ev. Matth. 9,20-2; Eu. Mare, 5,25-34) non viene menzionato n in
Be n in Bo. Martin, p. 36, supponeva un'interpolazione in La, data
la disorganicita della cos truzione ([Christus ] jedt videre, ... curavit, ...
surdtav;t, ... donavit ... sanavit ... mulier tetigit ... [Christus] edt).
Pietersma, p. 56, commentando Be 7,13-4, si schiera dalla parte di
Martin. Nondimeno, tale conclusione ci sembra alquanto affrettata.
La menzione di questo miracolo pocrebbe esser stata in origine parte
genuina della versione greca che servl da modello a La; che sia stata
aggiunta dal traduttore-e1aboratore e solo una possibilita. Naturalmente questo genere di miracoli ritarna anche nell'agiografia, per es,
Gregorio di Tours, Liber de virtutibus S. Martini 3 (ed. B. Krusch
Gregorii episcopi Turonensis miracula et opera minora, Hannovera~
1885, rist. 1969, p. 182): Nam saepius tact"s beati sepulchri profluviis
imperavit sistere, caecis videre, paralyticis surgere et ipsam quoque pectoris amaritudinem longe discedere, Infatt, spesso il solo toccare il
santo sepolcro ha imposto alle emorragie di fermarsi, ai ciechi di
vedere, agli zoppi di alzarsi e all'amarezza del cuore di andarsene
lontano.
31.. signa et prodigia: prohabilmente pi-u o meno sinonirni, come
anche lO Bo 8,16-7 O'1If-ltTa xo:l 't'p<X't'o: (ved, la nota relativa), mentre
in Be 7,14 si legge soltanto O'1If-ltto: (cfr. Ev. lo. 20,30 1tOAO: f-lt\l 00\1
){(Xl o: O'1If-ltTo: E.1tOlTlat\l 'baoe;, Gesu compl ancora molti altri
miracoli).
33 . Es{ deus crucifixus?: cioe: Esiste un dio che sia stam croci- <
fisso?, <cE possibile che Dio venga crocifisso?). La si associa da
presso a Be 7,16 'Ea-raupci>Or 9t~; , (Iddio e stato crocifisso?.
L'intenzione della domanda in Bo 8,17-8 e meglio espressa: xo:l1tooe;
OEO~ W\I la-raupci>9r;, ~(e come mai, essendo Dio, pot venir crocifisso? . Per il problema qui toccato, un problema che si poneva a
cristiani e pagani insieme, cfr. Lanata, Note, pp. 222 e 224.

ACTA PHILEAE

(Be-La)

4, 35

-.5,

4
ACTA PHIl.EAE

357. sciebat ... passurtls: per il fatto c~e ~opo Be 7!18-9)XL B~


~Bt~ o't~ G'to:upw9ijat'tcu vi sia una lacun~
~lrca un.a nga e mezzo
prima che il testo continui con Be 8,1 xo:t U~pL~t'tO:L , PI~ersm~ , p ..57,
suppone che dopo crucifiget1dus erat manchi qualcosa . . ueeavla.' glhch il testo di La scorre bene e poich oltretutto e mc~rt? m c e
grado il testo greco che fungeva da m?dell,o a.L~ fosse sUUlIe a Be,
non ci e parso opportuno supporre qUl un onuSSlOne.
.
40 . praedixerant: sia La che Bo 9,111tpot!-,-~vuao:v, ~<profe.tlzzaro
no fanno del loro meglio per migliorare la sClalb~ lezlone di Be 8,4
Ai-y~uaLV. (le sacre Scritture) ~i~on? (cfr. prefazlOne, p. 2~~'2~~~
babilmente si allude ai pellegrml dI Em~au, ~f.r. Ev. Luc.
' 2 '
40-2. quas ... tenent: l'osservazione antlsemtUca (ve~ . La.2 , ~8. O)
. .
. Be 84
, . Bo 99
verslom
nonSlntrovanem
, -5 nem
'- 10, ' le quah ,
_ con(1
cordentemente leggono (al 'Y~a1fa:t) , at~ l1ttpt~80v'ta:: Oh! lou 80:tol, ~
Scritture) sulle quali gli ebrel SI basano. Puo dar.sl c . ehtaI~ o~er;~l
zione sia ~ndata perduta (in Be 8 v'e una lacuna dI 7 ng e; m o 1
. ), ma CI'0 non sembra molto
Yero
testo e estreroamente frarnmentano
.
d U
simile: a quanto sembra, Bo continuava con una narrazlO~e e a
discesa di Cristo all'inferno ('t'i\I x.9080\l) e della sua re~urreZlone.
tendenza antisemitica di La potrebbe esser stata parte Integrante e
suo modello greco, cosl come esser stata introdotta .dal t~aduttore .
Forse la parola tenere adoperata due vo~.te nel senso dI T1lptt;:u (~sJ)ser~
vare (<ubbidire (cfr. W. Bauer, Worterbuch ... , s. v. T1lP
,
indizi~ a favore della prima possibilita.

?1

ji

La 5 1-5. Memento ... non feci: i continui interventi di Culciano per


far c'ambiare idea a Filea, se pure possibili in qualunque mom~~t?
del dominio romano (cfr. W. Waldstein, Untersuchungen zum romsehen Begnadigun~recht, Innsbruck 1964, p~. 167, 74,. 16~:9)'dba
zano qui agli occhi in un 'epoca nella quale 1 pnvilegl glur~ lC.l l sg
honestiores erano sempre piu consolidad (cfr. P. Garnsey, oCJa .tatus and Legal Privilege in the Roman Empire, Oxford 1970, paSSIm
Lanata, Note, p. 240).
. . II d
T .
23 In civitatem ... tuam: probabilmente qUl SI a u e a m~l,
cfr. E~sebio Historia Ecclesiastica VIII 9) <l>t~O:~. 'tt 'tij; ~!-'-OUl't~V
"
\."
J.
,.
Xct'to:
1t0:'tpt8a
1tOMixxAra(o:~ i1tlaxo1to~,
ot.o:ltpt'fO:~
o:vTJP
.~t~
.. '0')\1
d' T
'
d'
na:t~ e Filea vescovo della chiesa del clttadlO1 ! mUl, u?mo 1
spicc~ per le su~ funzioni civili nella citea nativa ; ~l confro(nI a~c~e
la formulazione di san Gerolamo, de viris i~~us~nbus .78 e '. . .
Bernoulli Hieronymus und Gennadius, De vms mlustnbus, Frelbur~
i. Br.
Leipzig 1895 (rist. 1968J p. 43) Phi/ea, de urbe Aeg;yptr,
quae vocatur Thmuis.
.
b'
2-4. In civitatem ... inuriari: il latino classlco avr~b e sCCltt?,
come fa infatti la maggior.anza .dei .c~dici: In civitatddm;:;a~o~~d~
sem te iniuriare. Per la Iezlone In ctVltatem tuam (co .

ti

und

rB.

(Be-La)

',4 - 8

M. Leumann Hofmann - A. Szantyr, Laleinische Grammatik


JI, Mnchen 1965, pp. 276-8. Per iniurior come verbo deponente
nel senso di far torto a qualcuno (codd. RWFM), TLL VII, col.
1682, rr. 52-62 oIfre del materiale interessante, per quanto le testimonianze prodotte (Opus imperfectum in Mattheum, Vitae Patmm,
Novel/ae Imperatoris Iustiniani, Luculentus; si consulti anche Blaise,
s.v. iniurior, che cita Cesario di ArIes) datno tutte al quinto/seseo
secolo (fatta eccezione per un solo passo in traduzione, tratto della
Vetus Latina) , cfr. prefazione, p. 268.
45. volens '" leci: Martn. p. 47, rileva giustamente: en contradiction flagrante avec les affirmations du dbut de l'Apologie)), cfr.
Bo 1,1-2,8 e in specie la nota a Bo 1,9.
6-8. Gratias ... praesta: di questa frase sol tanto le paroJe Et (xaL) e
mihi (E!-,-Ot) sono direttamente garantite da Be 8,8-9: la struttura
della frase e la coIlocazione delle singole parole lo sano indiretta.
mente. Questo accordo di Be e La e tanto piu imporrante, in quanto
la stessa frase rirorna poco piu avanti e cioe in La 5,29.31: Et tu
gratiam hanc per/ectam mihi praesta, di nuovo in parte difesa da Be.
Prima della scoperta di Be, questa ripetizione apparentemente vana
di La, non condivisa da Bo in 15,4 (ved. il commento relativo) , fu
messa in evidenza, cfr. Delehaye, Martyrs p. 306: E tanto facile
consratarlo ... quanto difficile porvi rimedio). Ora, in tecria, si presentano diverse possibilica. Potrebbe darsi che gli appunti dell'inrerrogatorio fossero stati presi maJe, o che piu tardi fossero stati conIusi: in ambedue i casi, la ripetizione sarebbe da attribuire al redattore
stesso. D 'altra parte, si potrebbe anche pensare a un errore durante
la trasmissione del teseo: in base a tale ipotesi, esso si troverebbe gia
nel comune archetipo di Be e La . Un'alrra possibilita sarebbe naturalmente quella di accettare il testo come ci e pervenuto e amrnette.
re che il dialogo a questo punto fosse davvero riperitivo. Crediamo
infatt che in ambedue i luoghi la frase in questione si inquadri oetimamente nel contesto, assodato che nell 'uno come nell' altro caso si
tratta di un giuoco di paroIe: per via di tale giuoco di paraje dev'essere stato assai difficile, in questi momenti dell'interrogatorio, prendere appunti precisi. 11 giuoco di paroJe comincia con Xpt\l ( ... a-yw)
e xptaa:t: ambedue le parole sano state integrare daU'editore, roa
sono garantite dalla traduzione latina, se pure non molto ben riusci.
ca: gratias (... ago) e gratiam (praesta ). Ma anche nell'a1tra locuzione aggiunta in Be 8,9- 10 'ttAtlo: tutp-ytaa: (per I'integrazione ved. Be
9,156 e Bo 15,5-6) si cela una bartuta intraducibile, a quanto pare,
per il traduttore latino: 'tiAtlO~ infatti puo significare perfetto ma
anche ultimo, finale. In un discorso pieno di spirito _ anche nel
seguito scopriremo delle battute - Filea cruede un favore estremo,
non soltanto estremo sulla scaIa della possibilita, ma anche estremo neI senso di finale in questa vita mortale.

ACTA PHlLEAE
ACTA PHILEAE

(Be-La)

(Be-La)

5. 16 - x8

5. I D - 15

.
.
,. f Be B 12 .C( OtrGCll;. Una smile traduzione
. 10:, q.utd destder~s. 13 c ~. B/La' 1 lB. Per la forma contratta otlGCXl
51 e gla lncontrata In e,
' La 2 6/Be 2 3.
.
. '
. c,.r. f Be" B 12 'A1ttxp(\lcx"to, segmaccanto aIIa forma non contratta
104 F/eas
Tementate .. Vts . . c r. ,
1
- . I
... .
: h
Tale lacuna potrebbe esser co mato da una lacuna dI quattro ng e.
'li
d'
La
4
11
4
ta con l' aus 1 ? 1
' : 'f B 9 16.7 "tTl eX1tO"tOP.lq; GOU xpfGlXl e
11 . Tementate ." ~tere. , c relXle
nuov~ Filea inserisce un gioBo 15 ,7 "to "tij ci1tO"tO..t.lq; .xp-rGCXG eX'
'cx puo significare severita
co di parole nelia ~~a ~lsposta: :C0"tO'Ll (f LSJ s. v. eX1to"to,.t.tcx [1]),
derto dhi leggi, runlt:po~~iaf~:n~~t~'d~ll~' t~s;~) (c'fr. LSJ, s.v. eX1to"tO,
ma anc e tag 10
h
P i i ke Wiirterbtlch ... , s.v.;
,,' [Il1- Bauer Wiirterbuc ... , s.v.; re s g , '
,
') In un
-l
,
' G k L '
s V eX1to"ttlL\lW, CX1to"top.-r .
E.A. Sophocles, ree
extCOn. b" Fea chiede al governatore di
giuoco di parole alquanto maca ~o,
1 a dire di dar l' ordine d
.
tutta la sua sevetlta , va e
II
mettere In a t t o ,
'1 t d ttore sa pervenuto a a sua
a1to"tp.Vf.L\I "t1\I Xt~IXA-r\I. Come 1. ra, uso10 ndovinare: la combinatraduzione Tementate tua utere SI P~l d 1 TLL e nemmeno da mollione temeritate u~ manc~;:l ;u~tt~~ii:za~ Be bold) . E azzardato
he misura ba~ato sul suono, cfr. (eX1tO~"to.
to senso {Mus~r. o.' p.
supporre che 51 sta In ~uall' b' d'ne del traduttere di attenerSl al
p.((q; X)pf(G)CX<:r(GCXl)? er a :t~f/ refazione, p. 267).
suono delI: paroIe da. tradurr, 1 d ~anda di CuIciano manca in Be,
13-5. SIC .. ' Non szne causa: a o ( ed la nota a La 5 10.1), COSI
una gia menzlonata v .
'
1
a causa d e11a lac
d' d'
. t
loglio contenente le ca onne
.
B
perlaper
Ita
lunmer
.
B
come In o,
. ~
.
mbedue i testi grecI: e 91
,
13-4. La rispos,ta ~l e_ conse:vat~e~n"Non semplicemente", contro
'A1ttxp(\lcx"to' OuX, CX1t~~~, RlS-t- " "Non irragionevolmente" . La
Bo 15 'd1 tt1ttl' C?ux CX;O"'fcli~L: s~~~~icinano aUa lezione di Bo, cfr.
doma.n a e a nspos a .
. 62: la lezione di Be OUX :1t).w~ a
M~rtm, .p. 46 nc. 1, e Pleters::~i~ne eccessivamente {elice (Pieterpnma vista non sem~~a eSf Be is adequate but hardly felicitous),

Di

:a~t!~:';d:~hbe~~:i~; ~el contesto. Dalia risp~sta d!~l~e:u~ ~~~

trebbe a buon diritto concl,ude.:e ~e e~n~~llaCf~~c:~oo"t)~ {cfr. lato


manda avesse usato questo CX1tAW~, Q ' a associazione si incontra

sic} cX1tAWt;; (eX1toGcx\ltr\l ~o).E.l/6D.tl~;). uest


{efr LSJ s.V.
s sso in un dscorso anmate, ID uno. su.le. vlva~t ti " manda di
,peA-~ [1l 2J- simply absolutely )). Il slgnIbcato e a o. '
za
CX1t )
. ' be
'
V . dunque assolutamente monre, sen
Culciano sareb stato: ,uOl
coglie questo :1tAWC; fraseoIo.
alunque costo ). Filea rac
li
ragl0ne, a qu.
. J"
lt preciso: Non semp cemente,
gico dandogb un slgn lcato mo dO. D'o e per amore della verta.
. ne ma per amore 1
non senza raglo "'1tAW ved PGL, s.v. :1tAWt;; (x): without reaso~
Per un tale uso ~ o: d'. B "). W e dunque semanticamente assal
or cause. La vanante 1 o cx I t;;
prossima.

16. pro Deo ... veritate: cfr. Be 9,2 eX),,),,' 1.1ttp eXATJ9!:lCXC; xcxl 9!:o.
Per l'inversione nell'ordine del sostantvi cfr. Pietersma, p. 62: The
arder of the two items in La, which differs from Be, is perhaps a
deferencial adustment. Per l'importanza che Filea annette al tema
della verita, cfr. La 2.6 e commento. La motivazione in Ro 15,1-2
alA' lp.lXu-to xySU\lOc;, (non senza ragione [vonei morire]), roa
preoccupandomi di me stesso, sul piano dell'effetco retorico e ottimamente scelta, ed e inoltre in pieno accordo con la concezione
cristiana della vita. La Iezione dei codici AB (pro deo) et ventate
s' accorda con quella di Be: anche in essa il secondo termine e senza
preposizione, mentre gli altri codici latini offrono la lezione (pro deo
et) pro ventate, cfr. Pietersma, p. 62. Ci sembra tuttavia una concordanza casuaIe, non rilevante per la ricostruzione del testo giacch la
lezione dei codici AB potrebbe venit considerata con uguale diritto
il risultato di una omissione (cfr. prefazione, p. 270).
1826. Pau/m deus ... laciebat: parecchi studiosi hanno messo in
dubbio l'autenticidl. di questo episodio in La , che sembra esuIare
dalla discussione. Cosl Delehaye, Martyrr, p. 306, sospettava un'interpolazione. In effetti nelIa Passio S. Dioscori (ed. H. Quentin, cit.)
una passione in origine scritta in greco all 'incirca nelIo stesso
periodo di Re e tramandataci in due versioni latine parallele, si legge
nelIa versione A, la piu antica, un brano molto simile: Culcianus
dixit: Paulus deus Itt? . Dioscorus dixit: [Non], sed habebat spiritum
Dei et sanam [mentem] ac rationabi/em. Nam observ[asti] huius mundi
pu/mentaria, quam s[ua]via sunt novissima: ita et Pau/us est [elec]tus
novissimm aposto/us et propter hoc est suavior prae multis. Culcianus
dixit: Immola am (<<Culciano disse: "PaoIo era un dio?" e Dioscoro disse: "No, roa aveva in s lo spirito di Dio e una mente salda e
razonale. Osservasti infatti i pranzi di questo mondo, e quanto gustose siano proprio le ultime pietanze: Paolo e stato eletto ultimo
degli apostoli [e1r. 1 Ep. Coro 15,8; Ep. Eph. 3,8] e perci pi\
soave, sopra molti". Culciano disse: "Sacrifica una buona volta" ).
Come si puo constatare, il paralleIo e molto utile a dimostrare l'interesse di Cutciano per PaoIo e ad illustrare il SUD modo di interrogare;
non mi sembra esso sminUsca l'autenticita del brano in questione,
ch anzi ha tutta l'aria di confermarla. Martn, p. 49, accetta I'autenticita del passo, ma ne sostiene lo spostamento all'inizio del terzo
capitolo (dr. la sua ricostruzione del testo, pp . .39,41), in conformita
con Bo, la quale versione, a prima vista piu logicamente ed elegantemente (si veda pero la nota a La 2,11) , ha collegato la discussione
concernente la divinita di PaoIo con quella sulIa divinita di Cristo,
cfr. Bo 9, 17-10,6. Anche noi dobbiamo ammettere che questo passo
guasta n certa misura la struttura 10gica del discorso; dato pero il
fatto che - per quanto riguarda il contenuto, l'ordine delle parole e
l'inserimento nelIa discussione - Be 9,3 e strettamente concorde con

53

ACTA PHILEAE

(Be-La)

5.

IB 28

ACTA PHILEAE

La, ogni intervento nel testo latino ci sembr~ ingiustif~cato .. P';l0


darsi che il dialogo fosse qui molto sconnesso (s~ conf.ro~tl un slmile
andamento dell'interrogatorio nella Passio S. Dtoscon, c~tata so~ra);
puo darsi che il termine nip atO, pro Deo , des~as~e ln C~clan~
l'associazione rraij)"o~ 9t6~. Pau!us deus~ potr~bbe rnfme .~arsl che 1
notari; abbano confuso l'ordine della dlScusslOoe e che gla nel testo
greco vi fosse srato uno spostamento: in .tu~ti i casi il t~adutto.re
latino avra rlspettato il suo modello, e perelo tntrodurre del camblamenti sarebbe fuari luego.
.
22-6 . Homo 0_' laciebat: la scelta delle parale 10 La (~e manc~
quasi completamente) e molto bi?lic~. Sebbene anche altrl p~[alleli
possano venire citati, si confronuno mtanto Ep. lae. 5,17 Heltas homo erat similis nobis panibilis; 1 Ep . Coro 7,40 (parla ~aolo) pu~o
autem quod et Spiritum Dei habeo; Ev. lo. 20,30 multa qurdem et alta
signa lecit [esus.
.' ~
.
.
28 . Beneficium ". /ratn tuo : ClOe TI voglio dare come favore a
tuo fratello ; Be 9,13-4/Bo 15 ,3-4 Bt\lE<plXlO\I'~ &OE).<p~ O'ou .XGlp(~o,
J.Glt Un particolare favore a tuo fratello io faccio , alle quah parole
Bo '15 ,4.5 aggiunge xat ero tJ.Ol .06.0 XptO'Glt, e tu ~uesto fa~ore
lasciami fare . Queste parale, combinate. coo, la r~spo~ta ~1 La
5,29-34/Be 9,14-9, banno posto molte diflcolta a~h edItor.l, cfr.
Martin, pp. 48-9; Pietersma, p. 64. Il senso. sembra SI debba ~Icerca:
re anche qui in un giuoco di parole. Partlamo. da Be. ~ulcl~no SI
rende conto che nn e in grado di persuadere Filea e decI~e di cambiare sistema, cioe di adoperare una ce~ta cle"?-enza. E.spnme la, sua
intenzione in forma uHiciale, usando il termme recnlCO ~E\ltcptxlO.\I
(beneficium), cine favore, :srazi~, ge.n<:ralmen;e conc~ss~, c;o~ il
permesso dell'imperatore, a slllg~li uom~nl ~ ~tatl, su cut glUndlca
mente non si potesse far valere il proprlO dmtto; cfr. TLL n, coL
1886, r. 66 sgg. (per I'uso di ~t\lt<p(xtO\l in greco, cfr. LSJ. ad~enda
s.v. ~Evt<ptXtpto~; PGL e Sophocles, Greek L~icon" ... s.v'. ~tvl.<Pl~lOV;
Preisigke, Wrterbueh .... s.v. ~tvE<P<t~): Filea caplSce lmmedlat~
mente che cosa significa un tale benefr.ctum: .un~ proroga del m~r~l'
rio, uno sgradito servizio dunque. Rephca qumdl: Q~esto ben7flclo
tienilo per te; concedimi piuttosto questa perfetta ~UEp"(E?(IX. (1. esat~
to equivalente greco~ pri~o. tutt.av~a. d~lla connorazlOn.e gl1;1ndlca
beneficitmz): fa uso di tutti l , tUOl diCltu (ovvero: decaplram) e.fa CI0
che ti e stato comandato). E chiaro che questo quadruplo, brill~~te
giuoco di parole ~tVt<p(XlOV, tUtP"YEa(<<, 't.).t.o~. ~1to~o.L(a e quasl m~
traducibile: il traduttoreelaboratore non VI e rIus~lto.
t~ dono.
solo il testo latino legge te: in base aquesta lezIone M.artm, pp.
48-9, seguito da Musurillo, p: 340, alla r. 175, voleva agglUngere 10
Bo al. quale oggetto: integrazl0ne superflua, come ora emerge da .Be.
La lezione di Be/Bo e molto attraente: il governator~ non espnme
che vagamente le sue intenziooi. D' altra parte non e da escludere

?!

(Be-J)

.5.

28 - 40

531

che te gia si leggesse nel .modello greco di La: io tal caso, Culdano
potrebb~ avere pensato dI mettere Filea in liberta, una decisione aUa
q?ale, vIsta ~a sua pot~stas vitae necisque, era pienamente autorizzato.
SI accentua il parallehsmo con Pilato, il quale volendo rilasciare Gesu in liberta scarcero Barabba (cfr. Ev. Matth. 27,15-26; Ev. Marc .
15,6-15;Bv. Luc. 23,17-24; Ev. 10. 18,39).1 cambiamenti e le agglUnte dI Bo 15,4-5 sono tutti di carattere stilistico.
ratTi tito :
Be 9, U/Bo 15.. 3 't~ cXOE).,q~. 1.1 governatore accortamente coinvolge
nel suo tentatIvo dI salvare Ftlea anche il fratello di lu. Di costui
finora non si era parlato, come neppure della sua funzione neI pro.
~esso: in seguito emergera che egli, in qualita di avvocato. assisteva
il governatore in caso di difficold giuridiche (si consulti la nota a La
8,2 ra/er Fileae, qui erat unus ex advocatis). Anzich essere di ostaco.
lo, questa dimenticanza potrebbe giocare a favore deIl'autenticita
della narrazione.
36. Si ... indigere... : ( se sapessi che tu sei indigente ... ; Pietersma, p. 29, pone in risalto una differenza assai caratterstica fra le
tre version: Be 10,1 ha mantenuto le paroIe w~ (Xv EVO: 'tol-t'wv co~
me uno di questi qui, pronunziate dal governatore mentre ~ddita
g.li ~stanti ~da Filea in La 9]2 cruamaci Filioli mel1. Questo paragone
SI r1trova, 10 una formulazlOne piu Ietteraria., a Bo 15 9-10: ti .tiv
'l~ ~~ XIX.a: :ou~. ~"(poCxou~ 'tou~ OtO t'VOttGlV i1tlOEOWX.~. 'se tu fossi
al ltvello del VilllCl che per via della loro poverta si sono conse.
gnati (si veda il commento a Bo 15,10): ogni direrto riferimento
agli astanti e stato soppresso.
37. amentiam : anch~ Plinio il G!?vane, Epistulae 96,4, adopera <
questa .par~la. ne?a relazlOne fatta alllmperatore Traiano su processi
contro 1 cnstIam: In/errogavi ipsos an essent Christian;. Confitentes ite.
mm ac tertio interrogavi, supplicium minatm: perseverantes duei iussi.
N,eque enim ~ubita.b~m, qua!e.cu"!que enet quod fa/erentur, perlinaer~"! eerte ~t mllextbrlem obstmattonem debere puniri. Fuerunt alii simt!ts amenhae quos qua cives Romani erant, adnotavi in urbem remittendos, Chiesi loro se fossero crisciani. Quelli che dicevano di sl ti
interrogai di nuovo e ancora una terza volta rninacciandoli d;Ua
pena di morte: visto che perseveravano. diedi 'ordine di condurli al
luogo di esec;?zone. Infatti non avevo alcun dubbio che. qualunque
cosa. fos~e Cl? che c;o?fessa~ano, comunque si dovessero punire la
perunacla e I mflesslbile ostmatezza. Anche degli altei vi sono srati
che si .mostravano affetti da simile pazzia; essendo cOSforo cittadini
romam, ne ha fatto e1encare i nomi per mandarli a Roma.
39-40. quia ". habes: cfr. Be 10,2-3 i1tE~o~ 1ttptOUallXV oux 0).('
yrv tXEt~ (<<visto che tu possiedi una non piccola sostanza ) e Bo
15, 12-4 i1tElO~ OE Xl 1tEplOUatGlV xv~v xlx'tlja(xt (visto che possiedi
u.na .sostanza bas~evole ): la formulazione rispecchia ambedue le ver.
SIOO1, cfr. prefazlOne, p. 264. Per le ricchezze di Filea, cfr. Eusebio,

53 2

ACTA PHlLEAE

(BeLa)

5, 40 - 47

Historia Ecclesiastica VIII 9,7 Ol(x1tp~at; &~Tp 'taTe; xct'tO: -cTv 1l:a't~t~
1tOArrt(Cllt; 'tE xoc:l AEl'tOUp"'(rcllt;, (Un uo,?o brlnant~ per ,le, sue fU~ZlOn1
civili e per i servizi resi alla citdl n~t1v~; questl serVIZ1, le cosldette
Atl'tOUpr(CCt, dovevano venir pagau pnvatamente. Ved: anche san
Gerolamo, de viris inlustribus 78 Phile~s, d~ urbe A~ptt, ,quae v~ca:
tur Thmuis, nabili genere et non pan;zs optbu,s. ( Ftlea.' di una ~ltta
d'Egitto chiamata T~ui, di nohile nasclta e dl non eSlgue
ricchezze; cfr. prefazl0ne, p. 256 ot: 1.,
"
"
,
41.2. sed ... possi!: cfr. Be 10,4-5 IXAAa: ,>tal lTt~PX.tlO\I O~TJV epE~Ct:l
S v:\lEvot; (<<ma sei anche in grado di nutnre quasl tutt u~
d~stretto), contra Bo 15,15-6 ciH.a ~(Xt 1tAtV. ~).TJV epi~~l XCXl
\'
- d1 (<<ma sei anche in grado di nutnre e arnrnmlstrare un ~ntera
otOlXTja
. ,
(t t
citta). Verisirnilmente si deve lfiterpretace tn~p~tto~ . ~ot.In ~so
xwpcx) in senso secolare: si allude qui alle manSl0m clvtll di Fllea
(ved. la nota precedente). Presumece con Saxer, p. 222 nt. 32, ~he
Filea come apxw\I 'A).E~CX\lOptllX~ (cfr. Bo ~,2-3 e commento) venga cite
nuto in grado di nutrire tutta Alessandrla sembra alquanto esagerato.
42. deoque (codd. RWAFM) , ideo (codd. BM~lT~h 1.2), cfr. Be
10,5/Bo 15,16 Ola "toG.o (<<percic. ,In conformita a~ uso lingwstlco
risconttabile altrove negli Acta Phtleoe (efr. pre~~zlone, p ...268). l~
forma ideoque = ideo e stata mantenuta, cfr. E, LOfstedr, Spatlat~lm
sehe Studien, Uppsala 1908, p. 74 sgg., e Id., Zm Spraehe Tert~lllans,
L d 1920 pp. 96-7; TLL VII, col. 220, r. 25, .dduce Dosttheus,
grammdtica (ed, H. Keil, ~II p. 418! 9): ideo.que '" Ot~ 'toG'tO. Per
altri esemp si consulti G.B. Plghl, Studta Ammtanea, Milano 1935,

A':

pp. 77-8.
. ff
1
43. suadeo te immolare: le verSlODl greche non o rono ~n para..
lelo, cfr. Be 10,6/Bo 15,16-16,1 ~Ela(''EYO; atexo;o aao\l! tlSparmla
te stesso e sacrifjca~>, La costruzlone poco classlca (cfr. il commento
a La 3,16-7) si deve probabilmente ascriv~re al :r~dutt?re. ,
45 . Memetipsi ... parco: cfr. Be 10,7-8 E''~U'tOO f.Y. "t01J't~ ~TjOO''CXl,
( in questo io mi preoccupo di me stesso (l espresslone 51 lncontra
anche in Bo 15,1-2 t..cxo.o XT}O''E\lOC;, cfr. commento a ~a 5,16),. La
forma esatta dal punto di vista della corretta grammatlca classlca,
mihimetipsi, si incontra nei codici FMOTCh 1.2. Pur non a:,e~do a
disposizione paralleli decisivi, ho mantenuto la forma memettpsl, efr.
prefaone, p. 268.
, . .'
.'
46. Advocati: cfr. Be 10,9fBo 16,2 ol OlxoAyO~: 1 glUtlStl, qUl m
quanto assistenti del. g~vernar~re,. cfe. La 1,26.
..
47. 10m immolavlt In /ronttsteno: efr. Be l~ ,lO/Bo 16,~ ~auaE~
l\l "t~ crrxpi"t~ (<<Ha gia sactificato ne~ secretartum). Frontts~enum e
Ia camera di consiglio, separata dal tnbunale, efr. R:. !lanslik, S~
cretarium und Tribunal in den Acta Martyrum Scilhtanorum, ,I~
Mlanges ehr. Mohrmann, Utrecht 1963, pp. 165-8 .. In questo edlucio vi erano altari sacrificali, cfr. Lattanzlo, de mortzbus persecutornm

ACTA PHILEAE

(BeLa)

5, 47 - 48

533

15,5 arae in secreUlriis ac pro tribtmali positae, ut litigatores pnus sacrificaren! atque ita camas dcerent, c'erano degl altari nelle segreterie e ~~vanti al t:ib~nale, affinch le parti in causa potessero prima sacnftcare e pOi dtfendere la loro causa~>. Come appare evidente da questa citazione, la paroIa piu comune era seeretarium con la
sua equivalente forma grecizzata 'CO O'tXpE'CO\l 0, po normalm~nte, 'Co
O'ixpT}'tO\l, che si incontra nei papiri (p. es. The Oxyrhynchus Papyri
IX, London 1912, 1204, 12 [299 d.C.] 1, 'A),~.,8p'~ 1, 'ii> "'1_
xpi't~; ved. anche il commento), nei codici giuridici (Codex lustiniani 1 48, 3; .ID 24,3; XII,1 9,5) e nei tesri letterari (cfr. Sophocles,
Greek LexlC01J ... , S.V, 07)xpTj"tO\l [2 . e 3.]; PGL, S.V. afxpTj"tO\l [1.2]) .
AC,canto a "to aTxpTtt'0Y rarissimamente si incontra anche 'to <ppo\>'ttc:m'JptO\l, cfr. LS] s.v. (3) law-court, e Papyrus Lipsiemis 38, 14 (quarto secolo d.C.; ed. L. Mitteis, Griechische Urkunde1J der Papyrussammlung zu Leipzig l, Leipzig 1906, p. 123) (b~p ti'; tvr,xyo..lVT}~ npo 'CO 4lpoY'ncrt1jp{ou tO"'d\l, il marito della donna accusata sta
davanti al secretarium . L'equivalente frontisterium sembra non si
incontri mai Del latino, non essendo attestato in nessun dizonario
n nel repertorio, non ancora pubblicato, del TLL. E dunque assai
notevole che il redattore latino abbia usato proprio questo termine
rarissimo: a mio avviso, si puo sicuramente supporre che abbia trovato la parola nel suo esemplare greco. D'altra parte, perch mai
questo testo greco non offrsse, come Be/Bo, la parola normale a'xpE'to~/afxpT}'toY, resta naturalmente materia di congettura: puo darsi
che ~1 vole,sse evitare a t~tti i costi un significato come lv ('t~)
crrxpr.~ . 10 segreto, di nascosto (per tale significato ved. $0phocles, Greek Lexicon... , s.V. aixpTtt'OY [1]). Si potrebbe aHermare
che ruso del termine frontisterium non soltanto sia un indizio sicuro dell'ascendenza greca di La, ma anche un elemento a favore del.
la tesi che il modelio greco di La fosse dilferente in aJcuni dettagli
da Be e Bo. Inoltre si potrebbe forse dedurre da queste parole che
siano stat.e tenute gia diverse udienze, una delle quali in secretario,
efr. Martm, p. 51 (commento a 80 16,4), e Lanata, p. 240, che cita
Acta E~pli 1,1.
altr? ~anto e anche possibile che una parte della
sed~ta 10 q~~stlone S!. sla tenuta a porte chiuse, proprio per va
dell alta pOSIZlOne delllmputato. Ad ogni modo , secando la mia opinione, gli avvocati adducono questo argomento quale pretesto nel
tentativo di salvare Filea: si tratta in realts. d una finzione. Assumere con Lanata, p. 240, che l'atteggiamento di Filea fosse stato, in
precede~za, men~ i~tra~s,igen.te, ?pinione conruvisa da Saxer, p.
214, ~ sembra mglUstulcabile, VIsta la fiera replica del martire
(,,:ed. il.comment~ a La 5,48-9; per una confutazione dell'interpretaZlone dl Lanata dt Bo 7,12-6, passo sul quale ella soprattutto si basa
si consulti la nota relativa).
'
478. Fileas dixit: cfr. Be 10,10 'A1tEXplY'CO (<<rispose), contro

P'

534

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

5, 48 - 6, 8

Bo 16,4 <l>~)'w:( EI;tE.\I (<<Filea russe) : per queste formule introduttive


dr . il cornmento a La 1,2-4. La forma tiJttXp(vcx't"o di Be trova un
irnmediato corrispondente in respondit (cocId. AMTCh 1.2), mentre
gli altri manoscrini offrono la lezione dixit; vista comunque }'incertezza della tradizione, e meglio non badar troppo a questi dettagli
(cfr. pero Pietersma, p. 66). Dopo Be 10,10 'Am.xptva:'t"o, oel papiro
vi e una lacuna di 12 righe (in 6 di esse soltanto qualche ettera e
decifrabile, il resto e andata completamente perduto): questo spazio
sembra alquanto grande rispetto a La 5,48-6,9. Forse il testo latino,
che scorre bene, e stato aecordata, vuoi gia nel testo originale greco,
vuoi dal traduttare, cfr. Pietersma, p. 68 (commento a Be 11 , 1-2).
48-9. Non ... dicas: cfr. Bo 16,4-5 ox teuacx ' tl 8& teuaa, AEr't'W
TrE~wv, <do non ho sacrificato; se l'ho fatto, che il governatore lo
dkhiari. La formulazione latina non e molto chiara. La frase in Bo
si inquadra ottimamente nel contesto: Filea si senee offeso da una
tale insinuazione e dice agli avvocati che non ha nuUa a che fare con
simili espedenti: se ha davvero sacrificato, che 10 dichiari uHieial
mente il governatore, e lui solo. Purtroppo Be manca. Interpreterei
La come: Non di cerco ho sacrificato, se intendi parlare di sacrificio nel senso tecruco della paroIa.
La 6, 1-2. Misera . intendit: la scena qui rappresentata (La 6,1-10)
non si ritrova affatto in Bo , dove si legge sol tanto che nulla poteva
smuovere Filea dal SUD proposito (Bo 16,6-7 XCXl .Li Ilt'to:1tAo:r.V't'Ot;
cxu'tou 1lr8i i1Ha'tpexqJ.v'to~, poieh egli non si lasciava smuovere e
in nessun caso tornava sulle proprie decisioni ). Per va di una lacuna, il testo di Be non ci e pervenuto, ma sara stato press'a poco
uguaJe (ved. il commento a La 5,47-8). Quanto all'episodio in s, un
simile sviluppo deH 'interrogatorio, nel quale i sentimenti familiari
vengono presi di mira, si riscontra spesso: Lanata, p. 239, cita Martyrium Carpi A 28, B 29; Passio Perpetuae 6,3; Martyrium Irenaei 3-5.
Per la costruzione intendere (oculos) alicui, cfr. TLL VII, col. 2114,
rr. 21-8 e La 8,9.
5. Sa/vator: per questa parola, usat,a XIX't' i~oX~v dagli autori cristiani, ved. gli indici in Mohrmann, Etudes.
8-10. Potens ... vocare: l'intera frase e fortemente colorita di linguaggio bblico. Il contenuto puo a prima vista sembrare alquanto
duro, trattandosi della moglie di Filea, della madre dei suoi figli : ma
i coroandamenti di Origene, Exhortatio ad martyrium, sono molto
piu duri. Egli ci parla deU 'odio che il martire deve nutrire verso la
propria moglie, cap. 38 (nella traduzione di N. Antoniono, Milano
1985, p. 153): E come dobbiamo odiare la vita onde possederla per
l'eternira, cosi prova odio per la mogle, per i figli, i fratelli e le
sorelle, tu che ne hai, perch il tuo odio torn a vantaggio di quelli
odiati. Basandosi su una interpretazione letterale del Vangelo (Ev.

ACTA PHll..EAE

(BeLa)

6,

8 - 15

535

Iv!atth. 2~,30; Ev. Marc. 12,25: Nella risurrezione dei morti n


s ~m~o~heranno n si mariteranno, ma saranno come gl angeli di
~10 In ~1~10), Ori~ene pertino esclude la donna dai prem riservati
.
al martln (ExhortatlO ad martyrium 16 ved la nota di N A
.
12 ) L .
,.
. ntontono, CIt., p. . 5 . a n sposta di Filea e molto piu umana.
9-10,: qm ... suae: qu:sta frase corrisponde esattameme a Be

1~,l-2

!J.~ hlAlacx~ llr~

'tl'Jv XATlpovO!J.o.v

Tij~ IltrO:A01tpt1tE(ex~

o:tho

q~a e ~l c a~o a 'eredita del SUD splendore: su questo concet~


to Filea rUorna In Be 12,2. Per vocavit/xo:A.aar; efr. PaoIo 1 Ep
Thess. 2,12 tlr; 'to 1ttpl7taULY lllit; ,w~ 'to Ehou 'too XIX~O;;'':'O ., _.
,1-~ 't1Jv
' ClU'tOU-ol-'aalAEtQ.V
"
"
'u
,u~a,
,n ..manIera
.
d' D'
h . .XClt oo'Q.v ' perch cam-'n,ate
u....
d
egna 1 10, c. e v~ chlama al suo regno e alla sua gloria.
11. Advo.catr .. dlxerunt: cfr. Be 11,3 O( 8tXoA6rOt 1tpO~ 'tov ~rtll
ya: t[1tQ.Y, glt avv.ocati d~ssero al governatore: dicere ad e costruzione attestata quasl escluslvamen.te presso autori cristiani (cfr. Schrijnen-Mohrmann, p. 105), e qUl naturalmente mutuata dal modello
greco.

111~-21B' Advocati ... ducere: per un confronto fra questo luogo Be

,- e. o 16,6-17,.5, ved. Pietersma, pp. 15-6.


'
h' ~2. Ftleas ... peflt: cfr. Be 11,4 <I>tAf.ext; axi~LV O:L'ttt'tO:l (<<Filea
e le e una proroga ) e Bo 16,101 axi~tv o:'tCi> OOOijYClt (<<che gli
veng~ crncessa una pror~ga). Per quest'ultimo espediente degli avvocati, anata, p. 240, cita Acta Scilitanorum 11 13 ' Acta Apono ..
10Mty
p ..
.,
ma
, ar num loml 20,4. Metodi del genere vengono menzionati
anche nella letteratura, cfr. Eusebio, de martyrihus Palaestinae 7 (PG
X,X, ~ol. 148,1): aE( .t.iv ,XlX'ttl XPYOUt; 'too 8txo:O"toG Ilt'ttl 'ta~ a1ttl-

y:

AO:~" ,,!,"Ol XIX't, ?lX't,OV~ r xa,'t l1ttoa 'tou !J.t'tQ.eijaEaOO:l 'tij~ repOeO'EWr;,
;/~ t'tiPou~. O:lJ'tov o::rwVt; U1tEp'tleE~VOU, mentre sempre il giudice

opo e rmnacce, sta per. compassione, sia nella speranza di poterlo


C?buo,:e:e dal su.o proposlto, cercava di aggiornare la seduta ad aleri
I attitl succeSS1Vl. La parola dilatio e termine tecruco
l' .
per aggIOr
d1 una sed uta, dI. TLL V 1 col 1163 rr 636
namento
l'
.
d'fa .
,.
, . - . espress~one 1 honem petere da Plinio i1 Giovane (Epistulae 1 18 1 ut d'la
tl.on~~ peta"!) ~n. poi, .e usitatssima. Invece il termine aXpt~ in se~s~
g~urldlco nel dlZl0nan (LSJ; Sophoc1es Greek L,o",con . PGL. P .
SI ke \.l7:" h h
.'
"'....
"',
,rel~ , . ~rt~~ uc .. a quanro mt sembra, non e registrato. I terminI :e~mcl pl~. usatI sono repetalt;, aYo:~oAij, 'ltEpPO).,ij. Comunque
Prel~Jg.ke, Worte!buch ... , s.v. aX.1t'to.t.o:t, adduce parecchi luoghi dai
qua~ nsufta'dc~e il verbo per 10 meno possa venire usato in tale senso
tecmco-glUfl ICO.
13-5. Do tihi .:. c?gitavi: il traduttore latino ha tentato di ri roP
durre fede1mente ti glUocO di parole fra Be 11 5.6 , p
BL T d o '
Llwaw aOl aXEpaa ,
~ a~E una proroga (in senso tecnico), e la risposta di Filea
~
d-7 aXE<JIXIlTlV 1t'onxt~, vi ho rillettuto piu d 'una volta'
m t mo o, pero, la paronomasia si e persa.
.

:l,

B i\

':t '

ACTA PHILEAE

(Be-La)

6,

15 - I7

15. e/egi: scelsi; Be 11,7 e.lAfl1\I, presi; Bo 16,14 1tPO~P1flC(l,


(epreferii). Buon esempio p~r r.nostrare? partendo da Be. le dlfferenze stilistiche ha le tre verSloru, cfr. Pletersma, p. ~8 .
,
, .
16-7. Advocati ... cum curat(O)re: dr. Be 11,8 01 OlXOA~"fOl xt 1
't.~lt; altO fltCi, Cifla 't~ AO"fla'tfl (<<Gli avvocati e !a cort~ dl comune
accordo con il AO"flaTi;) [quest'ultimo vocabolo e stato lOtegrato, da
Pietersma]) e Bo 16,15-17,1 xal tltt 'to,ho~ ol OtXlO"fOt xal Y. 'ta~t,
ala 'tW AO"ft<ttf (<ce in questa simazione gli avvocati e la corte lOSleme co~ il AO"ftctti1;)). In questa frase La segue letter~ente Be (fatta
eccezione per i1 termine a1to lt&;, dr. LSJ. s.v. ~L; [g~ : E~. Luc.
14,18) e Bo (eccetto xo:ll1tt 'tO';OL;); i1 resto.del capItole e attlOto da
Rufino, VIII 9,8. Per advocati ved. anche i1 commento a La 1,26 .
16. oHicium: nel senso di curia), corte), c~r. TLL IX 2, col.
522, rr. 70-7. Un be! parallelo ci e fornito ~a ~uft.no, V 1,17 Vt~lgttS,
'udex officium milites dI popolo astante, il glUdlce, la corte, 1 soldati)'; Eusebio': xoJ alAou xal.1"fE,l....O; x~l o'tp<t'ttw'tw~ [e il p~polo e
il prefetto e i soldati)]). La forma c?rrl~pondente l~ ~reco e ~ara
mente q(q)()UO\l, in genere, come qm, 't~t~, ~fr. Prel.slgke, Worterbuch ... , UI, parte VIII, s.v., che dta fra a1tn esempl, Papo O~yr~ .
1432,2 (quarto secolo d.C.) r. 13: ';cX~t~ l7t:pxou At"f1J1t'tou, <<1 ufhcio del governatore d'Egitto).
.
...
17. curat(o>re: eventualmente con l' aggiunta rei publt~a~. ~tVltat1S,
e termine tecnico per i1 greco AO"flcttT;, dr. Codex I~sttntant 1 54,3
(239 d .C.) curator rei publicae qui greco vocab~l~ logtsta nuncupa~u~.
Su questo alto funzionario, il sindaco della otta secondo la .defmlzione di Mommsen, p. 1087 dI sndaco dal sovrano ) ~S.l St~ u.o
articolo molto interessante di B.R. Rees, Tbe Curator CzvztaflS In
El!JIpl, Joumal of Juristic Papyrology" VI~-VIlI 1953-4, pp. 83105. Da questo articolo emerge che 1 att1v~ta ~volta qUl dal curator
e una delle prime storicamente registrate; SI splega anche perch ~r~
richiesta la presenza di un magistrato cosl alto (Re.es, ~. 85).: ~eI prum
ruerimenti al logistes che ci sono stati ~onservatI nel papI,n e neila
letteratura d'Egitto ... datano enrrambl al 304. In .ques~ anno, ad
Alessandria, illogistes o curator civitatis e conv~c~to ~1DanZl aUa corte
del preferto per testimoniare circa lo stato ovile di santa Teodora
(BHL 8072-3; BHG 1742), svolg~n~o co~~ la funzione co~unemenre
connessa a tale carica m altre reglOOl de111mpero, quena ~l cons~rva
re, salvaguardare ed esibire i pubblici registri, compre.sl q~elh del
censo' ved. anche la nota 2: Frequentemente partecIpa 10 modo
attivo ~lla persecuzione dei cristiani, specialmente nel 303-5 d.C . .
La presenza del curator si spiega quindi ~hiarament~ ~ata l.a ~ua c~r.a
dei registri del censo, cioe di rcchezz~ e lID~St~ del s1Og~h cmadlm:
non di rado, infatti, la condanna di u~ cn~t1ano c?ns~steva nella
confisca dei suoi beni (efr. in Eusebio, Htstona Eccleszastrca VI 2,12,
la confisca dei beni del padre di Origene, con le note conseguenze per

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

6,

Xl - 19

537

il giovane Origene). Anche Filea rischia una sorte analoga nel caso
non obbedisca alie leggi. Ma per ora perfino il curator gli e benevolo
e. te~ta di. salvarlo. Sfortunatamente il nome del curator ci sfugge: i
rifenmenCl con nome e cognome a tale magistrato specialmente nel
primo periodo sono troppo scarsi e frarnmentari perch se ne possa
avere una lista. Per I'anno 306, data probabile del martirio Rees
cit. p. 104, non eIenca alcun logistes per Alessandria stessa, :na sol~
t~nto un certo Aurelie Seurhes, alias Horion, come logistes per Ossinnco. Puo anche darsi che qui si tratti non del curator di Alessandria, ma di quello di Tmu, come ritiene Saxer, p. 215 nt. 9; visto
pero il paraUelo del processo di Teodora, qui sopra menzionata tale
ipotesi sembra assai poco verosimile.
'
17~21. omnibus ... dttcere: sfortunatamente, per via di una lacuna
d~ 5 :ig~e.' il testo d~ Be qui fa d!1e:to sino a 11 ,11. In Bo l'Apologla) e hOlta: probabilmente comlOcla ora la tortura del martrre (ved
il c?mmento aBo 17,4-5).11 contenuto di Be, almeno per i somml
capl, deve esser stato pressoch uguale a quello di La: il vano sforzo
da parte di tutta la corte, di smuovere Filea dal SUD intendimento'
sforzo ch~ cu.lmina in un ultimo tentativo di salvataggio da parte dei
fratello ~I F~ea; e a questo punto le due versioni riprendono ad
andare di pan passo (Be 11,1l/La 8,2). Il resoconto in La e turtavia
tropp~ ~mpio pe.r po~er essere racchiuso in una lacuna di 5 righe .
Infatu, il testo di La m questo punto e un'estrapolazione da Rufino,
VIII 9,7, a sua volta traduzione assai libera e letterara dalla Historia
Eccleriastica di Eusebio. L'nserimento fu pero tanto able che molti
studiosi credettero che gli Atti fossero l'originale e che R~fino fosse
il plagiario (ved. la discussione nelia prefazione, pp. 258-60). Per
c~iarire la na[u~a e l'estensione deIla prima parte dell'aggiunta, inse: lta per. porr~ 10 risalto l'nflessibilita di Filea, segue qui il testo
lOtero dI Ruf100, VIII 9,7 (sono in corsivo tutte quelle parole che, a
volte leggermente ritoccate, si ritrovano in La):
tot et tantis propinquis exorantibus, respecltlm habere uxoris el conl:mplation~m suad.e batur suscipere /iberornm neque coepta praesumptlone perslstere. lle vero, velm si saxo immobili unJa ad/ideretur
gamentium dicta rerpuere, animo ad caelum tendere) deum in oculi~
habere, parentes et propinquos sanctos martyres et apost%s ducere.
(per la traduzione ved. la prefazione, p. 258).
~ 7~8. pe4es ... . conplectebantur: quest'espressione, che vale gettarsl al pledl dI qualcuno. non infrequente nella Iatinita cIassica e
postclassica (cfr. TLL UI, coL 2082, r. 68 sgg.), si incontra specalmente nel1'agiografia.
18-9. ,,?gantes eum ... /iberorum: a partire da queste parole pregandolo di tener conto della moglie e dei figli fino aU'esecuzione
stessa, Saxer, p. 233. completa il resoconto di Bo, che termina con
la nuova tortura del martire J sulla base di La. Sebbene co sia srato

NUOVISSIMA
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DAI TESTI
ORIGINALI

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BIBUOGRAFlA GENERALE

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Empire: A Reconsiderarlon , in Assimiztio1t et rsisttmce a la cullUre grco-romaine dam, le monde ancien. Travaux du VI~ Congres
international de la Fdration internationate des Associations d'Etudes Czssiqties. Madrid 1974, Bucuresti-Paris 1976, pp. 333-42.
M. Pellegrino, Le sens ecclsial dti martyre, Revue des Sciences Religieuses XXXV 1961, pp. 151-75.
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AcrA PHILEAE

(BeLa)

6, 19' 20

fateo con malta cautela (ogni menzione riguardante Filoromo e stata


lasciata da parte), nondimeno, viste le diff~renz~ fra B.o e !--a quanto
a stile, contenuro, modo di rappresentare 1 fato, motlvaZlOne, ecc.,
un tale procedimento resta metodologicame~te err~to. , u~ r~spe~
tum ." liberorum: cambiamento elegante e slmmetrlco (SI non1 ordl'
ne in cui sono disposte le singole parole) deIl'alquanto stentata foro
mulazione di Rufino (ved. la citazione prodotta nella nota a La
6,17-21). Anche la frase neque eoepta praesumptione persistere (<<e d,i
non persistere nel contegno rigido e arrogante che ha assunto)" e
stata giustamente soppressa perch giudicata meno adeguata alla hera attitudine dd martire, che nulla aveva a che fare con la presun
zione.
,
19-20. ve/ut ". adlidcretur: la costruzione e: veltlt si unda (nomInativo) saxo immobili (dativo finale) adlideretur (come se un'onda
si infrangesse contro una recca immobile ))); log~camente ~ero c. si
aspetterehbe: velut s.axum im~obile, s~ ~,!da adlrderetur, lm~obile
come un masso rocclOSO se un onda gh s 10frange contra)), L lmmagine si incontra naturalmen~e spesse ~olte si~ in latino che i~ greco,
cEr. V, Poschl, Bibliographte tur anttken Btlderspraeh~, ~eld~lbe:g
1964 s,v. Felsb/oek il1 der Brandung, e s.v. Klippe , La sunilitudme m
Rufi~o.La (nel corrispondente passo di Eusebio non si ~contra) p~.
trebbe risalire a Vrgilio, Aen. VII 585-90, dove e descntto come il
re Latino rimanga imperturbahile dinanzi agli sf,:>rzi d~i L~tini, che
vogliono indurlo alla guerra contra Enea: eert~tt'!' regts ctreuf!1stant
tecla Latini. / Ule velut pelgi rupes immota reststit, / ut pelagt rupes
magno veniente fragore, I quae sese multis circum ltrantibus undis ,1
mole tenet; scopuli nequiquam et spumea circum.l saxa frem~nt lten,que inlisa refunditur alga, e a gara circondano il palazzo dI re LatIno. Egli resiste come un'immobile rupe, una rupe del mare, al ro~
persi fragoroso delle onde, salda n~lla sua ~ole, m~ntre I~trano mtorno i fluui incessanti; fremono tnvano gh scogli e scruumose le
rocce d'intorno e rifluisce ralga sbattuta sul fianco (trad. di L.
Canali, Fond.
Valla, Milano 1981), A torto Musurillo, p. 351 nt.
31, parafrasa l'episodio con (~ simil~ all'onda che scava un~ roccia ;
nemmeno ci sembra corretto il SUD rImando (accet tato da Pletersma,
p, 21 nt, 22, ma cfr. p. 25: (a [suspicious] simil~rity) a .Lucrezi~,
IV 1286-7 Nonne vides etiam guitas in saxa eadentzs I umons longo In
spatio pertundere saxa?, Non ti accorgi, c?e persino le gocce d'a~qua
che cadono sopra dure rocce, alla lunga nescono a scavarle?, L ele
mento di paragone in Rufino-La e proprio ~. contr.ario: non u~
effetto, sia pure remoto, ma nessun effetto. PlU pert1ne~te. alla S1tuazione sarebbe magari un riferlnento al moUo del pnnclpe, Gu
glielmo d'Orange saevis tranquillus in undis, calmo nepe ond~ mfuriate), Si confronti anche il contesto nel quale Guglielmo di Mal
mesbury, de gestis regum ang/orum II 175 (ed. W. Stubbs, London

L.

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

6,

20 - 7, 2

539

1887 [rist. 1964]), inquadra ]a citazione virgiliana ille surdis auribus


admonentes tranriens veluti pelagi TUpes immota resistt ma lui con
orecchi sordi resto indifferente agli arnmonitori propri~ "come una
recda nelIa mareggiata resta mmobile" .
20. garrientum ... respucre: 'aspro termine garrire, chiacchierare, nelia letteratura latina spesso viene usato (come registra il TLL
VII 2, col. 1696, r., 32 S.v, garrio) nel senso di falsa, absurda proferre:
subest despectllS ,(~1re cose false, assurde: quasi sempre e sottesa una
connotazlone di dlspreZZo). Il passo di Rufino-La viene citato (col.
1,696, r. 39) con la perifrasi: vana suadentium, (di coloro che suggerlscono cose vane).
20-1. Da notare la maggiore interpolazione nei manoscritti F e
T: i copisti, a quanto pare, hanno riconosciuto la fonte coe Rufino
'
,
e la imrnettono nel testo per perfezionarlo,

La 7, 1-10. Aderat ... iubet: l'intero episodio di Filoromo si trova


soltanto in La, dove il traduttore-elaborarore l'ha annesso alla sua
trad.uzion~ degli Acta Phileae dopo aver leteo Rufino, VIII 9,8 (ved.
I~ d1Scus~l~ne nella prefazione, pp. 258-60). Per agevolare la lettura
VIene qw rlportato per esteso il passaggio corrispondente (le concordanze letterali sano in corsivo):
Aderat tune quidam vir agens turmam militum Romanorum Filoromus
nomine. Qui eum videret Phi/eam eircumdatum lacrimis pr~pinquorum
et praesidis calliditate fatigad nec tamen flecti au[ infring ulla tenus
p~sse, ~xclamat: C!-u!d inaniter et superfluo constantiam viri temptatis? qU1~ ~um, qUt ftdem deo servar, infidelem vultis elfieere? quid
eum coglt1S negare deum, ut hominibus adquiescat? non videtis quod
aurts eius vestra verbo non audiunt? quod oeuli eius vestras laerimas
non vident? quomado potest terrenis lacrimis flecti, cuius oeuli caele.
stcm gloriam contuentur?, Post haee dicta cunetorum ira in Fi/oromum ven~ una~ eandemque eum cum Philea subire sententam po.
seunt. QUlbus /tbenter adnuens iudex utrurnque plecti capite iubet
(per la traduzione ved. la prefazione, pp. 257-8).
, 1-2. I}-derat ... nomine: diversi,problemi si presentano qui per la
ncostruzlone del testo e la sua tnterpretazione. La frase tunc vir
quidam agens turmam militum Romanorum ci e stata trarnandata soltanto dal codice R, un manoscritto proveniente dal famoso chiostro
di Reichenau, e vergato alI 'inizio del secolo IX, Essa non e la lezione originale, che era tunc tum Romanorum, rna il risultato deUa correzione di una seconda mano, che ha aggiunto sopra la riga vir quirjam agens turmam '!Iiti, No".ostant~ questa .lezione ci sia pervenuta
10 un s<:lo. manoscntto, cre(ha~o sla autentIca. In primo luogo rerrore e ~l upo m~lto comune e SI spiega facilmente: l'occhio del copista dev essere SCIVOlato dalla parola tune aUa desinenza di (mili)tum'
a favore della lezione giocano inoltre la provenienza, l'antichidl e l~

54 0

ACTA PHll..EAE

(Be-La)

7.

generale attendibilita del codice stesso, efr. H . De1ehaye, Martyrs


Grecs IIe- VIIe S., (<< Variorum Reprints), London 1974 , Notes Ad
ditionelles X 9: se si dovesse rifare I'edizione del testo latino, si
dovrebbe collazionare anche il ms. Aug. 32 , vale a dire il codice
R. Del resto, e1ementi di questa lezione sembrano essersi conservati anche in alrri codici (ved. l'apparato critico), in particolare quidem F: qllidam O ; la piu autorevole lezione alternativa, tune tribunus militum romanorum di Ch, 1.2, e facilmente spiegabile come
tentativo di date maggior senso a una lezione [itenuta inintellegibile. Senza dubbo guidata da simili argomenti Delehaye, Martyrs , p.
309, accetta quest8 lezione, contrariamente a Halkin, Apologie, p .
25, il quale preferisce tribunm tum militum.
La frase risale alla menzione di Filoromo fatta da Eusebio, Historia Ecclesiastica, VIII 9,7, menzione fraintesa da Rutino (per
l'imero passo si consulti la prefazione, p. 255): oIo~ <tllApWfJ.OC; Tjv,
&pXT}v "tWCl OU -dv "tuxoualXv tij~ XCl"t' 'AAteci:vopuClv ~lXcrLALXij:; OLOLXT}crtUlC; lrXtXUplafJ.ivo;, oc; ,.Lt"tO: "tou &eLWfJ.'tO:; X! tijc; 'PUI.tlXlXijC;
"tlfJ.fC; ureo Cf't'PIX'tlW"ttXLC; OOpUql0pOIJJ.tVOC;, xCf't'rc; &VtXplVE'tO ~fJ.plXC;,

tale fu Filoromo, cui nell' amministrazione imperiale di Alessandria era affidato un posto non qualunque: in conformita al suo rango e alla sua dignira romana [forse si allude allo stato di cttadino
romano] quotidianamenre rendeva giustizia, circondato da una
scorta militare . Eusebio, riguardo all' ufficio di Filoromo, non entra in dettagli: dalla scelta delle parole, dalla scorta militare a cavallo (Preisigke, Wrterbuch ... UI, s.v. SOpUqlOpUI , fornisce un
esempio rguardante lo stesso prefetto d'Egitto), dal prender parte
all'amministrazione della giustizia (cfr. il commenro a La 6,17), si
puo inturre che Filoromo fosse curator civitatis/AorLcr-d:; o che occupasse, probabilmente, un rango ancora piu alto. Gia un' antica congettura avanzata dallo storiografo Henri de Valois (1603 -1676) e
adottata da Thierry Ruinart, il celebre editare degl Acta Primorum
Martyrum Sincera et Selecta (cfr. secanda edizione, Amstelodami
1711, p. 311, nota a riga 17), postula che egli fosse il Procurator
seu Rationalis summarum Aegypti, cioe il sommo magistrato delle finanze in Egitto: cfr. Ch. Daremberg - E. Saglio, Dictionnaire des
Antiquits grecques et romaines IV 2, Paris 1918, p. 814 (B). Questa
ipotesi ancor oggi e accettata da A,H.M. Jones - ].R, Martindale J. Morris, The Prosopography 01 the !..ater Roman Empire 1, Cambridge 1971 , p. 698: "Philoromus ? ra,ionalis (Aegyp'il 303/306.
Di quest 'alta funzione nell 'amministrazione delle finanze Rufino
non ha capito malto, oppure l'ha molto adattata alle circostanze: il
participio passivo 8opuqlopOfJ.tVOC;, avendo una scorta , e diventato
attivo, (capitanando una scorta, cambiamento farse suggerito dalla sicuazione, poich una scorta armata di solito accompagnava i
candannati al luogo dell'esecuzione.

ACTA PHlLEAE

(B e-La)

7, 1 . 10

54 1

. ,1. agell~ tunnam: m,nna e una divisione della cavalleria romana,


c~~e la ~ec~ma parte. dJ. una ala; consisteva originariamente di 30 e

pJU tardi di 32 cavalierJ.


2 , Filoromus nomine; cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica VIU 9 7
~lApUlf..l.O~. Questo nome si incontra spesso nei papiri, cfr. F. Pr~i
slgk~, Namenbuch IIl, Heidelberg 1922, s.v.; D. Foraboschi Onomasttcon A/terum Papyr%gicum, Milano 1967-71 , S.v.
'
2-10. Hic cu,,! ... iubet: non e qui possibile entrare nel merito
delle numerose discrepanze minod fra Rufino (citato qui sopra nel
comm~nto.a La 7,1-10) e La, .che riguardano specialmente 10 stile.
4. rn~nr~r et ir!'stra: ?on SI puo negare una certa eleganza a questa aS~OClaZJOI~e di q~asl ~inonimi: il TLL VII, col. 829, r. 28 cita
esempl desuntI ?a sc:1tton raffinati come Arnobio, adversus nationes
111 9, e LattanzIo, I?IV ..Inst. V 17,16. Rufino stesso ha qui inaniter et
super/luo (~r quest ultIma forma ved. Blaise, s. v., con esempi tratti
da ~mbrog~o, G~rolamo, Agostino e Salviano). AlIa lezione di Rufino ~1tor~a il c.odlc.e B (secolo XIII) , scrivendo con una leggera normalizzazlOne tnamter ac super/lue (per taH mutamenti ved. i1 commento a La 6,20-1) _
. 9-10. Quod ... iubet: cfr. Rufino, VIII 9,8 quibus libenter adnuens
1tI~X utrumque plecti capite iube!, ( cedendo a costoro (vale a dire
agh astant~) . ben volemieri il giudice da l' ordine di punire ambedue
con .la (reC;JS1one de~a) te~ta . Sebbene le differenze fra Rufino e La
a pnma :'lsta s~mbr.1no di sc;arsa i~portanza. (quibus-quod; utrumque
- a';1bo!, plectt captte - lenre gladIO) , nonduneno l'intero passo ha
sublto 10 La un abbas~amento stilistico non indifferente, specialmet;tte nella trasformazlOne dell'eufemistico termine uHiciale plecti
caprte .(come tale adoperato anche nel codice di Giustiniano, IX
20,7) m quello ~ella llngua .comune lerire gladio, cfr. TLL VI, col.
511~ rr. 62~5. D a.ltro.nde, n~petto al SUD modello greco, anche qui
Rufl-?-O de:Vla assa.l: gla a puma vista sembra poco accettabile che
Culclano, i1 quale altrov~ negli Atti e solito operare con molta cautela, ora senz~ processo di sorta metta a morte un uHiciale di tanto
rango (cfr. il con:mento a L:a 7,1-2); cfr. Martin, p. 15 ot. 1: La
sentenza sommana p~on~nzl,a~a :on~ro di lu secondo gli Acta non e
co.nf?r~e alla praSSl gtudlzlana 10 uso nei processi contro i
cnstlam; ved. anche]. Geffcken, Die christlichen Martyrien, (Hermes ) ~X~V 1910, r.491 . Eusebio.invece, c;a~'e molto piu logico,
f~ ~onre 1 due martm non necessanamente lOS1eme: Historia Ecclest~sltca V~II ~,8 (pe: il co~testo cfr., prefazione, pp. 255-6): &VOpEt~
SE AOrtcrfJ.~ xeu <ptAOao<p~, fllXAAOV ol EUat~Er xIXl <ptAoelUl ,pux repo:; <X1taa:; T~U. Otx(xO'Toi. T~ ;:t &1t'EtAa:~ XOCt "t&~ ~pEtC; lVCf't'~T~J ~dopo che
co.n vlrile e saggl? r.lflUto, o meglio con animo religioso e amante di
DIO, avevano. reSlstlto a ~utte le minacce e le ngiurie del giudice .
Ma la postenore formazlOne deIle leggende agiografiche non ebbe

54 2

ACTA PHILEAE

(Be-Lo)

7. ro - 8, 2

troppi scrupoli a creare nuovi santi e nueve situazioni. II santo


Adauctus, vale a dice il santo Aggiunto, viene analogamente aecoppiato al santo martire Felice mentre va al luogo dell'esecuzione
(BHL 2878-84; Acta SS.Aug. VI [1743J 545-51): efr. H. Dclehaye,
in Analecta Bollandiana XVI 1897, pp. 17-43; Lexikon /r Theologie und Kirche III, Freiburg i. Be. 193F, col. 990 s.v. Felix und
Adauktus; D.H. Farmer, in The Oxford Dictionary olSaints, Oxford
1979 2 , S.V. Felix and Adauc!us.

La 8, 1. Cumque ." conruetum: dato che il testo di Be in questo


punto e andata perduto, la formulazione originale di La oel suo modello greco, prima quindi che fosse aggiunto l'episodio di Filoromo,
non e piu ricostruible. Qualche parcIa dev'esser srata spesa amen
zionare l'ordine di Culeiano di portar via il condannato (cfr. Be
11,14 cX\lexrexy6l\l, dopo averlo fatto ricondurre). D'altra parte le
modifiche apportare dal traduttoreelaboratore latino nell'inserire
'episodio relativo a Filoromo non necessariamente saranno state radicali, cfr. Be 12,3-4.
ad ... consuetum: anche in altri Atti spesso
si fa menzione di luoghi d' esecuzione distanti dal tribunale. Cio e
spiegato dal fatto che nelI'antichita era vietato seppellire i defunti in
citta. Quanto ad Alessandria, non ha potuto trovare nelIa bibliografa se un simile luogo d'esecuzione sia gia stato identificato. In tea
da, potrebbe esser stato tanto nelIa parte orientale quanto nella parte occidentale della citta, ov'erano enormi IoItxpo1t6AU~, cfr. PW 1
[1894], col. 1383, 28 sgg.; Enciclopedia dell'arte antica, classica e
orientale 1, Roma 1958, pp. 204-16.
24. Irater ... pent: come rilevato da Simonert, p. 119, questo
episodio rappresenta un tratro, che ha il sentore della genuinita.
Lanata, p. 239, allega un bel parallelo dalla Passio Dativi, Saturn; et
aliorum, ove il fratello di Vinaria da impudens advocatus, avvocato
svergognato, tenra di smuoverJa dal suo proposito (ved. il commento a La 4,1-2).
2. Iraler ... advocans: cfr. Be 11,11-2 aot.A'fO; "to ~lOO: l' aggiunra chiarificarrice qui erat unus ex advocatis si Iegge soltanto in
La. L'opinione di Pietersma, p. 70: Il commento di La che il frarello di Filea era uno degli avvocati evidentemente non riflette il suo
Vorlage greco e dunque puo non esser altro che una deduzione del
rraduttore, ancorch per avvenrura correrta; in ogni caso, e questo il
genere d'informazione o supposizione subito pronto a inrrodursi nel
processo di elaborazione letteraria ... ~~, ci sembra un po ' rroppo
scetrica. Anzi, crediamo che sarebbe necessaria da parte di un traduttore-elaboratore una buona dose d'intelligenza e di perspicacia
per poter scoprre, basandosi su una singola frase come Be 9, 13-4fBo
15 ,3-4 Bt\ltl'9lX~O\l "t~ cXOtAI'9~ oou Xexp(~OJ.l.exl, Un particolare favore a
tuo fratello io faccio - l'unica frase negli Atti dove si parla del fra-

ACTA PHILEAE

(Be-La)

8,.2 - 10

543

tello di Filea - il rapporro professionale fra Culdano e il frarello di


Filea, soprattutto per il fano che costui palesemenre non fung eva da
avvocato del fratello, ma da consigliere giuridico nella corte del governatore_ La frase porrebbe quindi derivare dirertamente dal modello greco di La. D'altra parte e altrettanto chiaro che una simile
situazione - il fratello dell'imputato consigliere del giudice - fosse
uno dei risvolti piu delicati di questo processo, cui procuro certamente, nel contempo. una clamorosa notoriera.
3-4 . Filear
petit: cfr. Be 11,12-3 (IltAicx~ cdn!"tctl CX.I.\ITjo"t(e......
Filea chiede amnistia. Il fratello avvocato gioca un 'ultima carta
per salvare suo frarello, fingendo che questi chieda amnistia. Egli si
serve del termine tecnico amnistia nel senso di estinzione di una
condanna, cfe. LSJ. s.v. cXfJ.IoITJ<Tt(ex ; Preisigke, Wiirterbuch ... , s.v.
afJ.IoITj<Tt(ex; Sophocles, Greek Lexicon ... ,. s. v. cXfJ.\lTjadex (2); TLL l , .~o~.
119, r. 69, s.v. abolitio; W. Waldstem, Untersuchungen zum ramlschen Begnadigungsrecht, lnnsbruck 1964. Senza dubbio l'inrenzione
dell'avvocato era quella di aprire nuovamente il processo e poi fare
appello aU' indulgenza imperiale, cfr. Lanata, p. 241.
5. revocans: cfr. Be 11,14 cx\layexyw.... dopo averlo fatto riconducre .
6.7 . Quid? Appel/asti?: cfr. Be 11,15-6 T; n;tXA[oex~; 'A1tt.xp(\ICX'to' Oux l~tx:Ataa. "Ch~ cosa? Hai fatto appello?" . Rispose:
"Non ho fatto appello" . E stata accettara nel testo l'interpunzione di Musurillo, p. 352. Sia La sia Be usano qui il termine tecnico
per fare appello, appellarsi a un magistrato, specialmente al'imperatore; per appellare in questo senso cfr. TLL JI, coll. 273 . r.
61-274 , r. 21; per ""ohl, cfr. PGL, s.v. !xxoli", (3); LSJ, Addenda, s.v. ExXexA<o>.
7-8. Non .. , Absit: cfr. Be 11,7 Oux i~EXAEOOt, Non ho fatto
appello. La parola absil. lung da me, manc~ ~el cod o T, la cui
lezione e vcina a quella di Be 11 ,17: neppure qUl sllegge una forma
corrispondente, come fJ.T yIoIOl"tO; cfr. Pietersma, p. 70. Una tale
coincidenza pero e troppo casuale per poterne [rarre alcuna conclusione in rapporto allo stemma codicum, cfr. la prefazione, p. 270.
8-9. Huic ... intendere: cfr. Be 11.17-8 fJ.~ 1tp60Xtl~ "to"tct! "t~ 000
oexqJ.ololto"t"tct!, non badare aquesto disgraziato. Per intendere ved.
il commento a La 6,1-2. 1 termini infelix/ouaoalfJ.wloI sono perfertamente comprensibili nel quadro della convinzione religiosa di Filea.
9-14. Be 12,18-13,4: per una discussione ved. Pietersma, pp.
20-!.
10. aulem : cfr. Be 11,19 -yap: una possibile resa autem del greco
-yp nelia tarda Jatinita non deve stupire, daro che le particelle avversative e causali vengano usate indistintamente. cfr. Blaise, s.v.
aulem (2), Sarebbe d'altra parte ugualmente possibile che i due autod abbiano avuto ciascuno un proprio modo di vedere: La poteva

544

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

8,.l0 -

.1 I

pensare: io non faecio appello aila clemenza imperiale; anzi, sano


riconoscente verso gli imperatori, eee., mentre il nesso lagico dei
concetti in Be puo esser srato: non faecio appello a loro, infatti g
sano grato, eee.
11. regibus et praesidiatui: cfr. Be 11,19-12,1 'tor~ ~o:at).tiiaty xcd -tii
iytLovq:, agli imperatori e al governatore. La tesa di La e esattamente equivalente all'espressione greca di Be; ci si poteva forse
aspettare in La una forma come hnperatorihtlS oppure caesaribus,
trattandosi degli imperatori della seconda tetrarchia, cice augusti e
caesares, ma specialmente presso gli autori cristiani si incontra spesse
volte il termine rex col significato di impera/or, cfr. Blaise, s.v. rex
(2), che offre numerosi esempi tratti da Tertulliano, Arnobio, Lattanzio, Agostino, ecc. Anche nella letteratura agiografica una tale
indiscriminazione si incontra ripetutamente, cfr. Passio S. Dioscuri
(ed. H. Quentin, cit.) p. 323,5 immola et obaudito praeceptis Dominorum Imperatorum, sacrifica e ubbidisci ai comandi dd Signori
lmperatori; p. 327, 13-5 Orias adiutor cllstodiae dixit: Domine
praeses, hic inclusus a multo tempore et alias persuasit inclusos ut non
obaudiant regibus, (Il carceriere Orias disse: "Signar governatore,
questo prigioniero gia da tempo ha persuaso gli altri detenuti a non
obbedire ai re [vale a dire: agli imperatori]. A torto dunque Sirooneeti, p. 114, considera tale termine un errore di traduzione.
Probabilmente si allude qui agli imperatori della parte orientale
dell'lmpero Romano, vale a dire Galerio (dopo Pabdicazione di Diocleziano, il 1 Maggio 305, Augustus d'Oriente) e suo Ipote Massimino Daia, incaricato del governo di Siria, d'Egitto e della parte
meridionale dell' Asia Minore. Massimino era famoso come persecutare cid cristiani, in certo senso il piu interessante di tutti costoro.
Non contento di reprimere i cristiani, egli tento di ridestare e rifandare il paganesimo dei suoi sudditi. Incoraggio le citta a presentare
petizioni contra i cristiaI e si sforzo di migliorare l'organizzazione e
jnnalzare il tono morale del clero pagano (A.H. Mattingly, in The
Oxford C/assical Dictionary, Oxford 1949, s.v. Maximinus [2]). Un'e
ca della sua politica si trova specialmente nella Stona Ecclesiastica di
Rufino. Supporre che Filea parli qui cnicamente di gratitudine verso imperatori famosi per la loro crudelca sarebbe fargli torta: egli e
sinceramente grato ad ambedue gli imperatori per averlo condotto al
martirio. Infatti la parola di PaoIo, Ep. Phi!. 1,21 mori lucrum, morire e guadagno, era per i martiri cristiani una verira viva e
reale.
praesidiatui: questa lezione e stata tramandata soltanto dal
cocHce R, il piu antico e piu autorevole manoscritto a nostra disposizione (efe. i1 commento a La 7,1-2); i codici WFO hanno la forma
piu comune praesidatui. Per l'alternarsi delle forme praesid(i)atus, cfr.
H. Georges, Auslhrliches lateinisch-deutsches Handworterhuch,
1959 10 , s.v, praesidialis.praesidalis; praesidiarius.praesidarius; praesi

ACTA PHlLEAE

<

(Be-La)

8, 11 - 9, 4

545

diatm-praesidatus, e Ch.T. Lewis - Ch. Short, A Latin D~cti?na.1Y.'


Oxford 1975, s.v. praesidatus. Il vocabolo letteralmente ha.i1 sl~nih
cato di luogotenenza, (governatoraro) (Geor~es), canca ~:h go:
vernatore di una provincia, governarorato (LewIs-Short). QUl pero
usato come abstractum pro concreto, vale a dire praesid(i)atus "" praeses Per questo modo di esprimersi la tarda latinita ha una spiccata
in~linazione (sebbene i primi esemp ne siano reperibili molto prima), p. es. potestas ::: pode~d., ministerium = minister, imperium ,= imperator, cfr. Mohrmann, Etudes ll.l, pp. 213,A. Interessa.nt,e e c~e
qui il latino sia in stretto parallehsmo con 1uso greco di, Tjy.Ef.l.0\l~CX
(cfr. LS] S.v. [V]; Presigke, Worterbuch ... , I~I , .s.v.),. c~mcldenza
ora attestara anche dal luogo in esa me. Le lezlonI presldrbus (cocld.
AB) e presidi (codd. Ch 1.2) non sono che tentativi di elir?inare un
tale modo di espressione, considerara artificioso e poco dlretto:
12-3. quoniam ... Iesu: cfr. Be 12,2-3 Otl.':J1J\lX~rPO\l?f.l.Ot; lYEVr9rv
'ITjoo XplO"tO, ch sono diventato erede dI Gesu Cnsto. 9ueste
parole sono ispirate direttamente da Paolo, Ep. Rom. 8'.1 ~ sr aut~m
litii, et heredes; heredes quidem ?ei, c~he~ede~ autem Ch,:st,: se:: S1amo figliuoli, siamo anche eredl: eredl di DIO ~ coere~l di CrIstO)
(con il versetto immediatamente seguenre, qUl. rralasclato,. ma ~he
ciascuno sapeva quasi a memoria: se pue soffrIamo con lul, acclocch ancora con lui siamo glorificari ).
13. Christi Iesu: Iesu Christi codd. ABr, Be 12,3 'ITtoo Xplo-tO.
Nella rradizione greca come in quella lati~~ si incontra cos) ~hristus
Iesus come [esus Christus, forse un poco plU frequentemente l~ quest'ultimo orrune (cfr. Bauer, W'rterbuch ... , S.V. Xplo-tt;; B. Fl~cher,
Novae concordantiae bibliornm sacrorum iuxta vu/gatam verstonem
critice editam, Stuttgart - Bad Cannstatt 1977, S.v. C?ristu.s): ~ella
tradizione manoscritta del Nuovo Testamento spesso I c~dl~1 ~n U?
medesimo luogo oHrono alternativamente ambedue le lezlom (m F~
scher piu di 30 luoghi sono stati registrati). Il fatto che nella .tradl:
zione manoscritta di Filea alcuni codici abbiano lo stesso ordme di
Be cice lesu Christil'[T)oo XplCitO, poco vale a dimostrare una
ev~ntuale relazione fra questi coclici (cfr. Pietersma, p. 72) e Be.
13.4. Post ". Fileas: cfr. Be 12,34 " E~m 0< P~ <l>I~. n
traduttore poteva lasciare irnmutata questa frase: la seguente doveva
venire adattata in vista dell'inserirnento di Filoromo.

La 9, 1-4. Cumque .. . iugulandi erant: cfr. Be 12,4-7 1tCXpcxyE\I6fJ.t.\lO~


'WlW\I .\I "tw "tTtW o) (f.l.EAAE\I cX1tO"tlLVEcrlIcxl -dv XEqCXATV, petvenuto
al luogo, d-ove s~rebbe stato decapit.ato: il t~aduttore-elaborat~re
inserisce l'episodio di Filoromo negh Acta Phr/eae con un cambIamento minimo, limitandosi a trasporre i verbi al plurale.
3-4. iugu/andi erant: i1 testo greco Be 12,6-7 Ef.l.En.E\I cX1tO"ti.t.VE09CXl "tTy xE'fetAf\I e fondato pressoch interamente su congettura. Iu-

ACTA PHll.EAE

(BeLa )

9, 4 - 9

e termine tecnico per scannare)), cfr. TLL VII. col. 634, r.


4-5. extendit ... Orientem: e questa la consueta posizione di pre-

guiare

60 sgg.

ghiera, vale a dire in piedi. con la fronte volta a oriente. cfr. Tenulliano. ad nationes I 13 Alii plane humanius solem Christiantlt1z deum
aestimant, quod innotuerit ad orientis partem lacere nos precationem,
~Altri, piu conformemente alla natura umana, ritengono che il sale
sia un dio per i cristiani, per il fatto che s'era venuto a sapere che
noi cristiani facciamo le nostre preghiere rivolti in direzione del sole
che sorge . Ved. C. Vogel, Versus ad Orientem, ~S tudi medievali)
ser. IlI, 1 1960, pp. 447-69; P.Th. Camelot, Ignace d'Anlioche _
Po/yearpe de Smyme, Lettres, Martyre de Po/ycarpe, Pars 1969 4 , p.
218 nt . 3.
7-26. Filio/i ... amen: di questo discorso d'addio, pronunciaro da
Filea sul luogo dell'esecuzione secondo la versione di La, soltanto
poche parole sono rintraccabili in Be, cioe La 13-4 Nondum passi
sumus, nune incipimus pati =Be 14,1-2 , e La 20-3 qui sedet super Cherubim,lactorem omnium qui est initium =Be 14 ,7-10. Dalla ricostruzione del cocHee di Be, rsulta che tale diseorso in Be dev'essere staro
considerevolmente piu luogo. Laddove La offre un resto di circa 6
righe (r. 7 Filioli ... r. 12 translwret) ), Be coI. 12 ha spazio per un
testo di 16 righe, Be col. 13 per un testo di 23 righe, come normale
in questo codice, formando cos) un totale di quasi 40 righe. JI preciso contenuto di Be non si puo piu ricostruire; nond imeno, dalle tre
righe conservateci per intero, cioe Be 13,1-3, e da qualche paroIachiave nel resto della colonna trapela un 'immagine di Filea che non
si discosta da quella manifesratasi nel resto degli Atti (cfr. il commento a La 2,5-6). D'altra parte, il testo di La scorre ottimamente.
senza dare l'impressione d 'esser stato accorciato d molto. Per quanto riscontrabile da qualche spezzone (La 9,13-4 = Be 14,1-2), sembra
anche che il tradunore-elaboratore abbia seguito fedelmente il suo
modello. La conclusione da trarre su questo brano e dunque che Be e
il modeIlo greco di La in questo punto siano stati assai differenti fra
loro, dr. Pietersma, p. 76.
7. Filioli ... carissimi: questi figli potrebbero anche essere i figli
ved e propri di Filea (cfr. il commento a La 4,15-6), Tuttavia, tenuto canto dellinguaggio cristiano (cfr. Blaise, s.v. lilio/us), si dovra
piuttosto pensare ai fedeli circostanti (cfr. Be 10. 1) . Giustamente
Pietersma. p. 22, parafrasa: Filea rivolge il suo discorso d'addio a
confratelli cristiani che lo hanno accompagnato .
9. vigilate ... vestra: sfortunatamente manca qui I'ausllio di Be per
poter comparare l'eventuale testo greco ivi addotto alla presente ctazione biblica tratta da 1 Ep. Peto 5,8 sobrii es/o/e, vigilate, quia
adversarius vester diabo/us tamquam leo rugiens cireuit quaerens quem
devoret, Siate sobri, veg1iate, perch il vostro avversario, il diavolo,

ACTA PHll.EAE

(BeLa)

9, 9 -

rz

547

a guisa di leone ruggente va attorno, cercando cm divorare ). L'aggiunta ad corda vestra, che si legge in La , e degna di nota: essa non
s'incontra n oel testo greco (ed. A. Souter, Novum Testamentum
Graece ... ) Nf~a;'tt, rp'Iyop1aan, S iate sobri, vegliate, n in aleuna
versione deUa Vetus Latina (ed . W. Thiele, Epistulae Catholicae ... p.
177), n nella Volgata di san Gerolamo. Turtavia la. conness ione. fra
rJigilare e cor si trova frequentemente nelle Sacre Scrmure (ved . I apparato biblico aquesta riga; per un panorama piu ampio cfr. TLL
lB, col. 935, r. 79 sgg.). Anche la formulazione latina dell'aggiunta
in questione e notevole: ci si aspetterebbe in cordibus ves/riso Forse
un simile modo di dire si potrebbe ricondurre a tendenze gia esisteoti nel latino, che rispecchiano lo sviluppo della llngua parlata,
cfr. TLL l , col. 519, r. 49; si tratta ferse qui di un uso imborghesito
influenzato da espressiooi reperibili nella Volgata, Sa/m. 41.7 ad me
ipsum turbata est anima mea (nei Settanta 7tpOC; E(J.IXO"tOV ~ ~uxT .lO\)
i-rap&.x9r, I'anirna ma e spaventata in me), cfr. Blaise,.s.v. ad (4)j
potrebbe darsi che sia dirertamente sottesa una locuzlone greca:
PGL, S.V. xap8(a (A. 1) cita p.es. Erma, Similitudines 9,21,1 01 8E. "tov
KplOV gxov"tt~ i7tL "tOe XtO,r, E.7tl t1IV xcxpo(av 8E .li txov"t~, coloro
che hanno il Signare suBe labbra, non nel cuore.
10. adversarius noster: cos) i codd . RWTj adversarius noster diabo/us nei codd. BOCh 1.2; adversarius ves ter diabo/us nel codo A. La
prima Iezione, quelJa dei codici piu importanti e autorevoli, e stata
mantenuta nel testo: si incontra spesso nella tradizione della Ve/us
Latina, in autori come, fra gli altd, lIario, Ambrogio, Agostino. e in
citazioni posteriorj reperibili nella tradizione irlandese e anglosassone, cfr. Thiele, Epistulae Catholicae ... pp. 177-80. La seconda e la
terza lezione sono piu frequenti: di queste l'una corrisponde al greco
vtlOtXOC; 1~wv Ot~o).o~, ~il Dostro avversario, il diavolo), forma
che si ncontra presso Origene, Cirillo di Gerusalemme (cfr. Thiele,
cit., app . crit. ad. loe.) e Atanasio, vescovo di AIessandria nel quarto
secolo (cfr. Souter. cit., app. crit. ad /oc .); l'altra invece corrisponde al greco &\rt8lXO~ .l;)\I 8t~0).oc;, <l vostro avversado , il diavolo: e quella piu diffusa nel greco e servl. percio da modello al1a Volgata.
12. transl<oret>: dovrebbe equivalere a transvoret, della seconda
mano de! cad. F; Iransjeral (codd. RWFO); devorel (codd. ABTCh
1.2 = Volg. 1 Ep. Pel. 5,8), cfr. il greco (ed. Tle!e, Epistulae Calholicae ,.. , p. 180) tTl"twv "tlva XCl"CX7ttEIv, cercando qualcuno da divorare ) (altre varianti "t(va, xa'tcx7t("tl> chi potesse divorare; .. [va O:p7tcXO-O
chi potesse rapire). E assai difficile stimare il valore di ciascuna di
queste lezioni. Halkin, Ap%gie, p. 10 nt. 3, ha dato la preferenza a
transloret, interpretando questa forma come transvoret, cioe (cercando) chi divorare ), e confrontandola con forme come transvorare,
transvoret e transdevoret, che non di rado si leggono nella Vetm Lati-

ACTA I'HlLEAE

(Be-La)

9, 12

na in questo punto (efe. Thiele, Epistul4e Catholicae ... , pp. 17682);


la lezione translerat e stata da lu considerata uno storpiamento di
trans/oret, e devoret una correzione dovuta aUa Iezione della Volgara.
Pur con qualche esitazione, abbiamo seguito Halkin. lnfatti 'alternanza I-v s'incontra nelIa Iatinita medievale in diverse epoche e diverse regioni (cfr. G. Cremaschi, Guida allo studio del I4tino medievale, Padova 1959, p. 62, per esempi del fenomeno a inizio di paroJa; B. LOfsredt, Der hibemolateinische Grammatiker Ma/sachanus,
Uppsala 1965, p. 113 , che da esempi di alternanza anche all'interno
di parole come relerencia, prolectus ( "" provecttls), electus ( "" evectus);
A. Blaise, Lexicon Latinitatis Medii Aevi, Turnholti 1975, adduce
perfino un de/oro-delorare, nel senso di devorare, trateo dal Memorialis Sanctorum di Eulogio, arcivescovo di Toledo neI secolo nono).
Esempi che direttamente illustrino transloret ("" lTansvoret) per ora
non sono registrati, n nell'apparato critico di Thiele, n, a quanto
sembra, altrove. La forma regolare transvoret si legge spesso (efr.
Thiele, cit., app . crit ., p. 181), fra gli altri, presso Lucfero di Cagliari, Priscilliano, Niceca, Rufino (ben otto volte), Agostino: a torro
G.D. Kilpatrick, nella sua recensione a Martin, in Theologische
Zeitschrift XXI 1965, p. 218, la riteneva di origine spagnola: ( Cio
sembra presupporre il testo S della Vetus Latina, attestaro soprattucro da aurori spagnoli del quarro secolo e della prima meta del quinto. La seconda lezione tramlerat sembra una correzione di transloret, di cui atresrerebbe qwndi nel contempo l'autentidta, piuttosto
che uno storpiamento (Halkin, Apologie, p. 10: ( defigure en lTanslerat). Questa lezione, a quanto sembra, non si incontra altrove
nella tradizione della Vetus Latina, cfr. Thiele, cit. Si potrebbe pero
pensare che fosse la traduzione di una lezione greca come tva ptrcm, col significato di ((cercando) chi potesse portar via con s. Se
fosse cosI, questa lezione sarebbe naturalmente da rispertare. Ma
una tale interpretazione ci sembra alquanto forzata : in primo luogo,
i glossari non d forniscono nessun esempio di (trans)lero, ((trasporre, ( trasportare , come traduzione del greco &pn'w, rapire),
cfr. TLL VI, col. 528, rr. 61-70, s.v. lero. Oltrerutto, per spiegare il
senso di trans, si dovrebbe ricorrere all'immagine dell'ovile drcondato da una siepe, donde illeone tent di strappare la pecora: (cercando) ehi potesse rapire con s aJ di la del recinto ). Ora, i Padri esegeti
della Bibbia conoscono una tale metafora, roa essa e attestata assai
tard, e cioe in Giovanni Crisostomo, nella seconda meta del secolo
quarto (in eos qui primo pascha ieiunant JII 1, PG XLVIII , col. 863).
Meglio quindi ci sembra non attribuire troppa attendibilita a quesra
lezione, ma considerarla semplicemente un te ntavo, non molto riu
scito, di correggere la forma volgare transloret. La terza lezione, devoret, nfine, si spiega ottimamente quale correzione di transloret I
transvoret in base alla Volgata, secondo un processo del tutto norma-

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

9, 1 2 - 15

549

le: ThieIe, cit ., pp. 181-2, per quesro alternarsi nelIa tradizione manoscritta di transvoret I devoret, cita esempi tratti dalle opere di Agostino, Epifano Latino (due volte), Niceta, Rufino (otto volte). Dalla
nos era discussione risuIta pertanto che la lezione migliore, transloret,
poich rappresenta la VetllS Latina, si armonizza con le altre dtazioni degli Acta Phileae artnte alla Vetus Latina (dr . La 1,1-1 -2), e, in
secondo luogo, che la grafia transloret, per volgare che sia, bene s'addice al carattere volgare della traduzione originale (cfr. la prefazione, p. 268) . Altrettanto notevole riguardo alla tradizione manoscrit
ta e il fatto che la correzione posteriore di una seconda mano valga
pu di tutti i codici finora noti, cfr_ il commento a La 7,12. Quanto
alla possibilita di datare gli Atti sulla base dell'uso di lezioni rratte
dalla VetllS Latina, ipotesi avanzata da var studios proprio in consderazione di questo luogo (Halkin, Apologie, p. 20 nt. 1; Kilpatrick,
cit., pp. 218-20; Lanata, p. 236; Pietersma, p. 78, nota a Be 14,7
sgg.), ved. il commento a La 1,12-4, e la prefazione, p. 268.
13-5. Nondum ... Christi: cfr. Be 14,1-4 ouOircw ya:p 1tt'TtV9Cl(-lEV
XpLO"tLClVO( (-ltAAO(-lEV 1t&axtLV apx.~ O"tlV wo(vwv 'rWV (-lEAA\rtWV,
(dnfatti noi cristiani non abbiamo ancora sofferto. Ora cominciamo
a soffrre. Ora e 'inzio dei dolori del parto per le cose future. Il
principio della frase in La e difeso da Be, per il resto mme coepimuJ
esse discipuli Christi, La e indipendente da Be. In queste ultime parole vi sono indubbiamente idee e formule d Ignazio di Antiochia
interno al martirio e al discepolato nel servizio del Signore, cfr. Epi
stula ad Romanos 5,3 Nv CiPXO(-lClL (-la9rrril; dVClL. Mr9V LE ~TjAWOaL
'tWV Op'rWV xat aopeX-cwv, 1'va ' 11I00 XptO"to lltL'tXw, (Ora comindo a essere un discepolo. Che nessuna deHe cose visibili n di quelle
invsibili mi impedisca d'incontrarmi con Gesu Cristo. Questo
pensiero e illustrato da Ignazio anche in precedenza, cioe a 4,2 Tn
tOOfLIXL (-la9r-c1; cXATj9w; 'ITjoOU Xpto'tou, O'tE OOOE. 'rO OWlJ.eX IJ.OU o XqLO; o$E-Cat, Aliora in verita saro un ruscepolo di Gesu Cristo,
quando il mondo non yedra piiJ nemmeno il mio corpo, in quanto
cioe consumato e arso sorto le torture o persino divorato dalle belve
(cfr. 5,1.2). Per tale significaro di J.CXfhrt-iI;- s consulti PGL, s.v.
(2.a): ((Qne who attains fuIl disciplineship by martyrdom, che adduce altri passi aucorevoli. In base a simili concetti , anche I'inizio
delia frase di Be e La e pienamente inrel1igibile, cfr. Ignazio, Epistula ad Romanos 6, 1 KaAv (-lOt cXn09lXvf.tV ... ' 0 OE. 'tOXE't~ (-lOt l1t(xt.L'tat, Bello e per me il morire .. . Il parto e imminente) . Da quest'ideologia si e sviluppato tutto un complesso di irnmagini e metafore
intorno a parole come WO[\I71 aravaglio del parto) - parturio d%res; 'tOXE't; ((parto) - partus - parturitio 1)fLlpa YEv9to; (<<giorno natale) - dies natalis (nata/icius). Sarebbe qui impossibile entrare
in dettagli: bast rimandare a PGL per le parole greche qui citate; a
Camelot, Ignace d'Antioche... p. 114 nt. 1, e, per implicazioni piu

550

ACTA PHlLEAE

(Be-La)

9,

I5 - 25

v~ste, a Mohrmann, tudes 12, p. 267 sgg. L'interpretazione di


Pletersma, p. 77 0[ . 3, che qui si aUuda alla fine dei tempi e aIla
venuta di Cristo (Ev . Matth. 24.8; Ev. Mare. 13 8) e da ruutare
neppure e necessario intervenire sul testo (cioe &pxiJ t<t'tt\l wO(\lW~
't;l\! lE).),OUO"G.'l\I (~e l'inizio dei parti imminenti), it is the beginning
of the woes to com~) J n~lIa traduzione di Pietersma); cfr. LSJ. s.v.
IllHw (IV): especlally. 10 neutro 't0 lJ,iAAO\l, 'ta lJ,iAAono: things to
come, the future. Il raglonamento. nelle parole consolatrici che Filea
~:o?~nca,in quest.o momento supremo, e dunque che ora e giunto
1 10l~1~ del tra,,:ag~ del p~rtoJ i quali, se pur dolorosi, conclucono i
m~:url a ~na ~lta mdubbIamente mguore, concetto, questo, vicino
alllm~aglfle dI Paolo, Ep. Rom. 8,22 O1OO'1.1.E\I yap ott itaa<x ~ X't(O"L~
tru<t'tt'V<XCu x/Xl .tru'VWOL'VEt &:XPt 'to vii\l, Noi sappiamo nfatti che fino
ad ora tutto il mondo creato geme insieme e soffre le doglie del
parto.
18-26. Invocemus ... amen: questa dossologia, formulata in stretta
aderenza al testo biblico, per una parte minima (rr. 203) si ritrova
oggi in Be. L'ag?ettivo imma.eulatus, irnmacolato), a parte Lucano,
JI 73~, e A~rruan~ M~rce11!no,. ~I~ 1~ ,9, non si ncontra presso
auton pagam: dagh scnttotl. C~lStla01 ~Ilene usato assai spesso per
rende!e. paro~e greche come <XlJ,tcxV'to?, Irnmacolato , IlW.t.O;, irre
preO~I?~e: CXO"1ttAO~, (cseoza. macchia . Anche l'aggettivo ineonpre.
henstbrlts VIene adoperato rIpetutamente per deHnire Dio sia nel
senso lett~rale di ~dmmateriale, spirituale, intangibile sia in quello
traslato dI (mon plenamente concepibile col pensiero: in ambedue i
sensi corrisponde non di rado al greco &XCX'tAT]it'tO;, cfr. TLL VII,
coll. 995, r. 47-996, r. 42.
2?-~. qui ... C~erubim: ~fr. Be 14,7-8 'to'V XCX9~J.E\l0'V tn:! XEpOU~1J,
'tW'V cxytW\I, (che sIede al dI sopra dei santi cherubni 1'0missione
d:U'~ggettivo 'tiA)\! ylW'V nel testo di La e in armonia cdn I'uso della
BlbbIa, la quale n in latino n in greco si serve di esso, cfr. Pietersma, p. 78 .
. 23:4. qui ... linis: cfr. Be. 14,1~ 't0'V pX1Jy'tr'V, (da prima causa ,
(cil prImo motare; I,a terrnmologla greca e alquanto piu flessibile ,
efr: PGL, s.v. &pXT]yE'tT]~ (3). La lezione di La e di nuovo fortemente lmprontata al1'uso bblico.
~4~5. eui ... saecutorum: cfr. Be 14,13 XpLO'tOG, (di Crisco. Prob~bilmente qui. sa in La che in Be la dossologia si conclude. In Be
ve ancora spaZlO ~er .tre ri~he sino al pie del foglio; il foglio seguente (pp. 156) commCIa subao con, neU'ordine, il salmo 1 1~6 e il
salmo 2,1-8. La ricostruzione del coctiee non Iascia nemme~o a~rta
~a possi~ilit~ ch~ t~a i fogli .13/~ 4 e .1~/16 sia andato perduto un
mtero bIfobo. L eSlgu.o. spazlo dlspoOlbile (soltanto le righe al pie
della p. 1~) non ~ suffIclente a ospltare una conclusione come quella
che ora SI legge m La, cfr. Pietersrna, p. 78.

ACTA PHILEAE

27. Haee

(Be-La)

9, 27 - 2 9

55 1

exsequentes: queste parole sono state aggiunte dal

traduttore~eJaboratore per collegarsi col resto della frase, attinco a


Rufino, V 1,40 (ved. la nota seguente); forse anche neU'originale

greco di La si parlava qui deIl'attivita dd carnefici, ma verosmilmente si trattava di un solo carnefice. Per l'improbabilita di un'ese~
cuzione tanto affrettata di Filoromo, si consuIti il cornmento a La
7,9-10.
28. infatigabiles ... effugarunt: questa frase e estratta, con un cam
biamento minimo (martyrum e diventato amborum), dalla celebre
passio dei martiri di Lione (Eusebio, Historia Ecclesiastiea V
1,16 .63), piu precisamente dalla traduzione di Rufino, clove infatti
si legge 01 1,40): cumque et suppliciomm genera et speetaculorum iam
paene tempus fuisset absumptum nec moveri ullatenus a sentenria va
luissent, cum etiam selze feTTeae superpositi cOl1mmptam verberibus
eamem ignis mbter ministratm exureret, ad ultimum infatigabiles mar~
tyrum spiritus ferro caesis cervicibtlS effugarunt, (cAUorch le diverse
variet3, di supplizi forono esaurite e il tempo deUo spettacolo era
ormai quasi trascorso senza che i martiri si lasciassero smuovere dalIa loro convinzione, mentre persino il fuaco sottostante consumava
la carne sferzata dalle frustate del rnartire posta sopra la sedia di
ferro rovente , allora servendosi deUa spada recsero loro le cervici e
in tal modo finalmente fecero uscre lo spirito infaticabile dei rnarti~
ri) . 11 corrispondente testo di Eusebio dice: OU'tot IJ,E.'V ouv, OL'
&rw\lo~ J.tyAou t1tt 1tOAU 1tCXpcxJ.t\lOO"Tj; cxthw'V tii~ <puXii;, "toO"xcx'to'V
h9rO"cx\l, ota j; ~[.Lipa; tXt(vT]; &\I'tl itor; 'tii~ E'V 'tor; IlOVOIJ,CXX tOt;
1tOtXtA(CX; Clthol 9w.t./X "'(E.VlE\lOt 'tQ XOfl~, (Costoro dunque, dopo
che lungamente illoro spirito ebbe resistito nell'immane duello, cad~

dero alla fine sacrificati, dopo esser stati lungo tutto quel giorno essi
da sol spet tacolo alla foUa, in sostituzione del vario avvicendarsi di
numeri gladiator. Una certa abilira. non puo essere negata all'elaboratore; tuttavia I'aggettivo infaticabilis, instancabile . mal si addice a Filoromo, ehe non e stato sottoposto a nessuna tortura, meno
tre certo conviene, come risulta chiaro dai brani citati di Eusebio e
Rufino, ai martiri di Lione: in questo piccolo dettaglio la mano
dell'elaboratore si lasca riconoscere. Per i martiri di Lione si veda
l'interessante riassunto di J. Fontaine, Colloque sur les martyrs de
Lyon (177), 20-23 septembre 1977, "Cahiers d'histoire XXIII 1978,
pp. 99.106; per qualche rinvio bibliografico cfr. The Oxford Dietionary 01 the Christian Church, London 1966', s.v. Pothinus, Sto
(87-177).
29. Explicit ... Fileae: per l'ornissione di Filoromo, nonch per
l'alternanza fra saneti (codd. RCh 1.2) e beati (codd. WF), ved. il
commento a La, titulus.

ACTA PHD.EAE

COMMENTO AGLI ACTA PHILEAE


(Versione Bo)*
a cura di G.A.A. Kortekaas

1, 1-5. 'A1tOA~"((1X ... U[AEt]w9lV't'0;: da considerarsi quale tiroJo, sebo


bene redarto I? una forma poco comune; cfr. Halkn, Apologie, p.
12: <da rdactlon peu naturelle du ritre meme de la piece. Manca
peraltro in questa prima frase ogni indicazione cronoJogica, pur neo
cessaria in qualsiasi documento di carattere storico (cfr. commento a
La 1,1-2). Ved. anche la discussione sul termine poco chiaro di 1 2-3
apx[o\lho~ 13t AAt~a\lOptllXr;.
'
1. A1tOAOrX: clifesa, cfr. 1,5 'E... ~E.", 't!j 1tpw-nJ 7[OAO"(( in
occasione della prima difesa. Questo termin~ e stato scelto apposi.
[amente, poich in Bo, contrariamente a Be-La, viene messo in rilievo specialmente l'aspetto della difesa: nel momento in cui il testo a
12,6 si interrompe, nulla e stato ancora detto sull'esecuzione, per
quanto, cerco) essa poteva sempre essere trateata nel seguito del testo non [ramandatoci (si veda pero la nota a 17,4-5). Per l'occorrenza della paroJa nella letteratura apologetica, ved. PGL) S.v. 1t0AOr(<< (1): (cspeech il dejense, esp. of Christian faith by a martyr
before judge, coi passi citati; di tale uso anche Martin, p. 13, produce molte attestazioru. Per il titolo piu consueto di n:90r;, passio, si
consulti il commento a La, utu/us. La spiegazione di Saxer, p. 217
nt. 11, secondo cui OC1tOAOY(a. sarebbe usato qui nel senso di d iscorso) dialogo, per estensione documento relativo a un processo, ci
sembra troppo vaga.
1-2. t1CtO'X1tOU 8.Lotwr;: dr. Eusebio, Historia Ecclesiastica VIII
9,7 <I>tlar; 'tE .fr; 8J-lOUl'tW\I iXXAl1a(<; t1t(CJX01tO~, e Filea vescovo
della chiesa dei cittadini di Tmui: una indicazione altrett'anto precisa della funzione di Filea manca nella versione Be-La ed e caratte.
ristica dell 'approccio di Bo. Per 8p.o!.w, si veda la prefazione, p.
249 n'. 1.
2-3. apx(o...]'t'or; Of. 'AAe;~a:..,ope;lClr;: (cdignitario di Alessandria. 11
.. 1 rinv non prc:ceduli da sigla si riferiscono aBo.

(Bo)

1,

J -4

553

significaro abituale di apxwv, specialmente in Egitto, e membro del


consigtio comunaJe, cfr. Preisigke, \Y/orterbuch ... JII, parte VIII,
S.v. a;pxwv, ove il nesso a;pxoV't't~ rijr; cruv8ou, membri del consigtio
comunale ~>, e riccamente registrato. Di una tale funzione ufficiale di
Filea nulla ci e srato pero tramandato, come mette in rilievo JSchwarz neUa sua recensione a V. Martin, in (cChronique d'Egypte
XL 1965, p. 437; a torto Lanata, p. 238, adduce Eusebio, Historia
Ecclesiastica VIII 9, 7 13tCl1tp~CX~ ...~p 'tClt~ x'tCt 'tT... nCl'tp(o nOll'tE(<<l~
'tt x, AU'tOUpr((n~, un uorno che si era segnalato per le sue mansioni
ed uffici pubblici nella citta nativa (per il brano integrale ved. prefazione, pp. 254-6), giacch col termine 1tCl'tp(r;, patria, deve intendersi 8floijt~, non essendo stata fatta nel racconto di Eusebio nessuna
menzione di Alessandria in rapporto a Filea. D 'altra parte la paroIa
pxw ... puo anche intendersi in un' accezione meno specifica, cfr. LSJ,
s.v. apxw ... (JI 3): (cgenerally, magistrate, oflicial. Questa soluzione,
suggerita anche da HaIkin, Apologie, p. 12 nt. 1, ci pare preferibile.
Non di meno non e da esc1udere la possibilita che il redattore di Bo
abbia usato questa parola proprio col significato di arconte, per accentuare l'interesse del suo racconto e rendere il processo ancora pu
notevole, cfr. Martin, p. 18 nt. 1: Peut-etre y a-t-illa une exagration. Per I'uso della particella o senza un fl ... a precederla si consulti
LSJ. s.v. 8. (11).
3. <'to> 7Cp.[1t't]o",: forma usuale per I' avverbio, cfr. LSJ, S.V.
1tfl1t'tOr;, e Bo 2,8. Nessuna fome sto~ica ci forn isce informazioni sulla
durata del processo n sul numero delle udienze. Eusebio, Historia
Ecclesiasuca VIII 10,11, dice sol tanto che Filea scrisse la sua letrera
sulle rorture subire dai fedeli cristiani (cfr. avanti 1,9) in carcere 1tpO
UAW'tClX, Gbtoq::O'E-W" prima dell'ulrima sentenza, senza ulteriore
precisazione. Udienze riperure piu volte si incontrano di frequente .
Martin, p. 13 nt. 1) adduce Acta Apo/lonii 11 (ed. E. Th. Klette, Der
Prozess und die Acta S. Apollonii, [Texte und Untersuchungen XV
21, Leipzig 1897): KCll xtAE-O'IX~ au'to'J XA1}9r'J<Xl fI1tt ... 'A'JCl)"Jwa9f'tw 'rO:
ax'ta 'A1toHw. Kal 0:"'Cl)"Jw0'9l...'tw\l au'rw", nE-p......to~ 0:..,9Tt'a'to~ tI1t&...... , <cE dopo averlo fatto convocare disse: "Che si recitino gli Atti
di Apollonio". Recitati questi, il proconsole Perennio disse ... . Lanata, p. 239, cita gli Atti di Mariano, Giacomo e altri e gli Atu di Eupto, dicendo di questo brano: Nel caso presente sembrano giustificate (queste udienze rpetute) soprattutto dall'intento di Culdano di arrivare in ogni modo a un compromesso . Pure, quattro precedenti
udienze ci sembrano molte, e del resto pu oltre nel resoconto di Bo
incontreremo altre stranezze che quanto meno suscitano un certo
scettidsmo sulla storicita degli eventi nella forma in cu sono qu narrati (si consultino le note di commento 1,6-7; 1,11-2; 2,3).
3-4. 1tpoaClx9V't'0~: cfr. 1,16 [1tpoaax9]ti.r;; 1Cpoa:'(ElV, condurre al
ttibunale, e termine tecnico usato sia per le parti in causa (accusato,

554

ACTA PHILEAE

(BO)

1, 4 ' 7

testimone). cfr. Preisigke, \'V6rterbuch ... , s.v. (1), sia per i difensori,
cfr. LSJ. S.v. (8) . 1'U50 di questo termine non implica aHatto che
l' accusato (come qui accade, cfr. 1,10-1) si trovi in caceere. Lanata, p. 239, attenua un poco l'accezione strettamente giuridica, dando aUa parcIa il valore alquanto indebollro di (cintrodurre), come in
Martynum Polycarpi 9,2 1tpoO'o:xOV't'ct o", 0:0.0\1 O:\lrpw'tcx 6 aVO1tCl'tOt;, d o.'toc;: e.L1j lloMxap7to;. quando dunque fu ntrodorto (nello
sradio), il proconsole gli chiese se egli fosse Policarpo. Si veda anche Lanata, p. 106, con altri esempi agiografici di 1tpoaaxOtfc;: :: inde/IIS, introductus.
4. lt 'tt1tu't'o: : la scarsa precisione del termine ci impedisce di stabilire se l'esecuzione ebbe luogo immediatamente dopo la difesa oppure dopo un corto periodo di ulteriore careerazione, efr. commento
a 17,4-5.
4-5. n[Au]wBtV't"ot;: eufemismo dal significato letterare di eompiere il proprio destino, vale a dire morire, venir ueeiso, adoperato per la morte di Gesu (Ev. Luc. 13,22), degli Apostoli (per la
morte di PaoIo, cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica II 22,2), dei martui (Eusebio, V 2); V 21,4). Filea stesso descrivendo la sorte dei
suoi fedeli nel carcere usa questo termine (Eusebio, VIII 10,9 'tIXtt;
aA"(t.Oat at>\lEX6(J.t\lOL h"tAtLOVto, oppressi dalle pene morivano).
Per questi e altri esempi ved. PGL, s.v. nAtLw (8). Quest'accezione
del termine si incontea molto di rada nella leneratura pagana, efe.
LS], s.v. nAu6w (I 4); W. Bauee, \'(I6rterbuch ... , s,v. nAtlw (2 d);
H . De1ehaye, Sanctus. Essai sur le culte des saints dans I'antiqllit,
~Subsidia Hagiographica XVII), BruxeUes 1927, pp. 83, 90.
5. 'E\I ... &r.:oAo"((~: per i1 termine a1tOAOl'lO: cfr. commento a

1,1.
6-7. U1tO 'tO ~l't(J.\lOt;; (~da parte del prefetto; s'intende iI praelectus Aegypti, sommo magistrato d'Egitto, efe LS], S.V. ~l't(J.W\l (U
e). Uno svolgimento dei fatti quale qui suggerito trova obiezioni
gravissime. In primo luogo il magistrato che ebbe a presiedere la
prima seduta sara stato una quaIsiasi autorita loeale; Lanata, p. 238,
adduce casi analoghi negli Atti di Mariano, Giacomo e altri, cap. 5
(cfr. Lanata, pp. 90- 1), nella Passione di Perpetua e Felicita, cap. 6,2
(efr. Lanata, p. 159): per altri esempi di magistrati di grado nferiore
in attesa di magistrati superiori ved. Lanara, p. 90 nt. 1. Una seconda difficolra. e costituita dal fatto che tale contegno di Culciano mal
si concilia con l' irnmagine di costui quale emerge dalle versioni BeLa (si consultino le note di cornmenro a La 5). D'altra parte, concludere con Lanata, p. 238, sulla base della menzione in Eusebio delle
torture subite da Filoromo e Filea in Alessandria dinanzi al prefetto
(efe. Eusebio, Historia Ecclesiastica VIII 9,8 1tpO~ mcaat; 'tO 8lXO:G'tO
't:~ 'tE. ar.:uAat; xo:t 'tat; ~ptl~ lv<tt<V't'E.<;, dopo ayer affrontato tutre
le minacce e le ingiurie del giudice ), che un simile trattamento sia

ACTA PHILEAE

(Bo)

1, 7 - 9

555

stato inflitto a Filea gia nel carcere di Tmui (<<che il vescovo di Tmu
sia stato oggetto di minacce e violenze [1, 6-7: Il, 1,4) e affermato
anche da Eusebio, H.E. 8,9,8) ci sembra alquanto atrischiato. Resta dunque il fondato sospetto che l'andamento delle cose quale e
suggerito qui non sia del tutto conforme alla verita storica: foese
abbiamo a che fare con una esagerazione in qualche modo inconsapevole, oppure gia in questa fase dovea scorgersi una manipola~ione
dei fatti dei martiri piu o meno improntata a finzione leuerarla.
8. Oatox[1touk torture che consistevano in (~stiramenti probabilmente sull'eculeo, cfr. 1,9 no 't(i]aaEpo: Xt\rtHuJ.o:'to:, (din sotto al
quarto foro. La parola oatox61tOt; originariamente e un termine
medico che indica una rapida e devastante fitta di dolore, cfr. LSJ,
S.V. OatEOX1tO~ , an inflammatory attack, which makes one leel as il
one's bones were giving way)}, con esempi (ratti da Ippocrate, Teofrasto, Galeno. Si incontra anche nella Cornmedia Nuova, cfr. Poliuce,
Onomasticon U 232 (ed. Bethe, p. 154). Vista pero la sua scarsa
occorrenza, l'uso del termine salta qui agli occhi. Probabilmente il
redattore aveva in mente 'ti) cattO\l, (osso e x61t'ttl\l frangere).
Una traduzione precisa e alquanto difficile.
8-9. no 'tW\I Ar(l'Lw]vaptw\I: il papiro in questo luogo e assai difficilmente leggibile; essendosi conserva te, delle prime dnque lettere
del sostantivo, sol tanto minime tracce delle due iniziali. InoIrte, le
lettere o: e A si assomigliano molto nella scrittura ondale, cos) che gli
editori esitano a stabilire se la parola cominda con o: o A. Partendo
da una lenera a (gia difesa dal primo editare Martin, p. 25, nel testo
greco) furono proposte due congetture. c.~. Rober~s, The Ap%gy
01 Phi leas: Two Notes, Journal of Theologlcal Studies n .s. XVIII
1967, pp. 437 -8, proponeva a\l[\lw]\laptw\I; annonarii, ufficiali
contabili. G. Lanata, Note, p. 208, dietro suggerimento di M.
Naldini proponeva di leggere ax['tlw]vIXptWV: actionarii, sovrintendenti, nota, (scribi) , lezione accettata anche da Pietersma. Ma
le obiezioni contro queste congetture sono state gia formulate dagli
studiosi stessi che le hanno proposte. Rileva infatti Lanata, ibid.:
<~ n per gli annonarii n per gU actionarii le fonti attestano una funzione militare O paramilitare come quella richiesta qui, mentre Roberts (p. 438) confessa: aww\llpw<; has not occured in Greek before. Meglio dunque cercare la soluzione in una parola iniziante con
A. Gia Martin, p. 25 nt . 8, aveva proposto di leggere AE.[l'LW]\lIPWt;,
mentre J. Schwartz, nelIa sua recensione a V. Martin, in Chronique d'Egypte XL 1965 , p. 43 9, riteneva che un ).. fos~e .lc:ggibile
nel papiro stesso, se pute nella forma A[. tl'L6>]/\llXpLW\I (sltIllh correzioru si incontrano anche in Bo 10,10; 12,14-7). Secondo Sehwartz
era necessario supporre una correzione per via dello spazio, ma do
non sarebbe indispensabile se si trattasse di una lettera di modulo
piu ampio (cfr. Lanata, Note, p. 207: le tracce della successiva (let-

ACTA PHILEAE

(Ea)

ACTA PHlLEAE

1, 9

tera] fanno pensare all'asta di un v o, meglio, alla parte superiore di


un x; Pietersma nella nota al passo, afferma: ll breve tratto verticale del papiro dopo l'alpha non suggerisce un ni quale esso si presenta generalmente in Bo, ma piutrosto kappa, iota aeta). Discutendo q uesto luogo con S.L. Radt dell'Universita di Groningen, ci
trovammo quasi inevitabilmente d'accordo, partendo dalla congettura t[ytW]VplO" e dall'idea di una eventuale letrera 1'), sulla scrittura
A1')[Ylc.>]vplO'" forma attestata nei dizionari (H . van Herwerden, Lexcon Graectlm suppletorium et dialecticlI11J, Lugduni Batavorum
1910, s,v. A1')ytc.>vpto,,; Preisigke, WO'rterbuch ... IIl, S.V. Atrtc.>v.
plO~). Per una tale attivita da parte dei soldati, specie tra una seduta
giuridica e I'altra, non sara necessario produrre esempi: si pensi all'incoronazione di Gesu. In relazione ai maniri Lanaca (pp. 86, 90,
174, 191) fornisce ampia informazione alla voce custodia.
9. "t[l]aae.plX: le forme "taae.pe.", "taae:pa (generatesi per influsso
de1Jlaccento) lnvece di quelle 'ttaalXpe:", "tiaaapa , piu usuali nel greco
classico, non sano del tutto insolite neI greco post-classico, specialmente nei testi dei Setranta, cfr. LSJ, s.v. "t'iaacxpe:~; A.N. Jannaris,
An Historical Greek Grammar chiefly 01 the Attic Dialect, London
1897 (rist. 1968), parro 637, 645.
xe:v"t[ll-llX'ta]: fori. In base a
diversi luoghi paralleli, speclalmente nella Storia Ecclesiastica di Eusebio (ved. la nota seguente), questa lezione e pressoch irrefucabile.TI numero delle lettere in questa riga
elevato: 25 (normalmente 213); ma, come Pietersma indica, probabilmente si deve presupporre una grafia originale Xf.~ (ved. anche Pietersma, nella
nota a Bo 6,1 EhAf'''; 7,14 KO[lJA]XtaVO e la congettura a Bo 7,9 ol-lre1vat).
U1t[O] "t[l]aatpIX xtn[T!J.(l'ta]: (sotro quattro fori , cioe sot
to i ceppi slno quarro foro. Tali e simili torture si ncontrano con
identiche parole spesse valte in Eusebio , Historia Ecclesiastica V
1,27 (neI resoconto della passione dei martiri di Lione l'esempio e
gia rilevato da Musurillo, p. 329 nt. 1) : f:ttpIX~ fiTlXIXv&" O~~OAO"
E.ttt'Ju ... 't<xr; lv 'tc'i> ~A~ oLa'tcau" "t'W'J 1toow'J, 11tt 1ttfi1t-rOV OLIXUt'JOli'Jc.>'J 'tptJ1tTlI-lCX, anche altrl tormenti escogtava il diavolo ... gli stiramenti sul ceppo delle gambe, stese fino al quinto foro; VI 39,5
(si parla delle torture di Origene): xlXl W, E.1tl 1tAe:LO"tIXLr; ~I-lpat~ 'tou"
tt6oa.r; U1tO 't'aaapIX -roO XOAalTt1')plOU ~AOlJ 1tlXpcx'tcx9ttr; OLalTtTI-lIX'tIX ...
xo:pupw" ~o,tyxe:v, (e per parecchi giorni, i piedi stirati fin sotto il
quarto foro del cavalletto di tortura, ... sopportava la sua pena valorosamente; VIII 10,8 (nella descrizione delle torture subite in carcete degli stessi fedeli di Filea): bd 'toG ~AOU Xe:Ll-ltVOl, OL<X "two, uaapc.>v lmwv OUX't't'tIXl-ltVOt al-l<pw "tw 1t6ot, giacenti sul ceppo, ambedue le gambe distese per quattro buchi; de martyribus Palaestinae 1
5 (rilevaco da Pietersma, p. 87): VUX9TI-lEpOV U1tO 'tiaaapa TOG XOAactt"l')pOlJ ~AOU Xtv-dfia'ta "t'ou" ttoa" 1tapa-rcx9iV"tE" ... 'teX" xe.<paAO:r; cXttE"t!J.T.
91')d"cxv, (dopo avere avuto i piedi stirati tutr'un giorno e una notte

al

(Bo)

1, 9 - 11

557

fin sotto il quarto foro del cavalletto di tortura ... furono decapitati; II 4: I-lvo~ ll1tO ttt'J'tt xtv-n1l-la'ta a!J.<pw 'tw 1t6oe: otcx"t1X9e:L", lv
a.u'tw xt!J.tvO" "t~ ~A~ ~pX~ mptpA1'\9e.&;, W" xo:t E.1tEtt9e:t, !J.apw,
p[~ 'xctuxod"I-li}91'), (dopo avere avuto lui s?lo ambedue i pi~i stirati
fin sotto il quinto foro, mentre ancora glaceva sul legno gh f~ gettata una corda al colla e in tale maniera, come da sempre deslderava, fu ornato del martirio . Sebbene l'espressione di Eusebio non
sia sempre ugualmente chiara, nondimeno e chiaro che qui si allude
al cosidetto ectlleus, (til cavalletto , uno strumento di tortura: la
vittima poteva o venire collocata sopra il cavalletro, oppure venir
sospesa al di sotto. Probabilmente il cavalletto veniva poi progressivamente allungato, cos1 che alle vittime attaccate allo strumento
di tortura venivano strate le membra o persino anche strappate
(cfr. A. Gallonio, De sanctorttrn martyrum cruciatibus, Pars 1660;
traduzione inglese di A.R. Allinson, Tortures and Torments 01 the
Christian Martyrs, Paris 1903; PW [1905], eoll. 1931-2, S.V. ectlleus;
J. Vergote, Eculeus, Rad tmd Presselolter in den igyptischen Miirtyrerakten (Zeitschrift fr die neutestamentliche Wissenscha{t)} XX
1938, pp. 239-50). Come appare ehiaro anche dai passi di
Eusebio fu questa una delle punizioni piu tremende, spesso seguita
(oppure 'fatta seguire) dalla morte (cfr. qui sopra Eusebio, de martyribus Palaestinae 1 5; Il 4). Orgene, dopo aver subito un tale suppli
zio venne tuttavia scarcerato, ma nernrneno lu sopravvisse di molto ~lIe torture subite (cfr . Origene, Exhortatio ad martyrium (ved.
trad. di N . Antoniono, cit., p. 39]). Come Filea fosse dunque in
gtado, dopo due gio~ni d incarceta.zione di cammin~re a piedi nu
di fino ad Alessandna, resta un erugma. E anche chiaro, del resto,
che un simile trattamento con l'eculeo non si concilia con le parole
dello stesso Culciano (La 5,1-3); Memento, qllod te honoraverim. 11,
civitatem enim tuam potuisrem te iniuriari; volens autem te honorare
non leci. Con ogni verosimiglianza, abbiamo qui di nuovo (efr.
commento a 1,67) un elemento di scarsa attendibilita storica: e la
tortura subita dai fedeli di Filea (efr. Eusebio, Historia Ecclesiastica
VIII 10,8) a venire attribuita, con pia esagerazione, anche al vescovo stesso. Grazie alla lezione U1t[O] ['t]aaE.plX xE.V't[ll-la'tal, che con
viene sia a110 spazio disponibile' nel papiro' sia al senso, sono divenute superflue le congetture anteriori come U1t[tp] "t'I!.aae:pxov'ta di
Martn e Halkin, (piu di quaranta battiture (dr. 2 Ep. Cor:
11,24; Flavio Giuseppe, Antiq. IV 238) e U7t[Ep] 'tiaae:pcx XtV't[plX] dl
Musurillo, (sopra quattro punte (cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica V 1,27)
10-1. l~Af91') ... [ti( lPlJAa]xf[v]; <cu gettato in carcere. Que
sta espressione appartiene aUa 'Iingua parlata: si incontra spesso sia
nel Nuovo Testamento (Ev. Matth. 18,30; Apoc. 2,10) sia presso
autori posteriori (Epitteto, 1 1,24; I 12,23; I 29,6; ecc.), cfr .

xvII'

TESTI E TRADUZIONI

Ac:fA PHILEAE

(BO)

I,

II - 2, r

Bauer, \'V6rterbuch ... , s.v. ~nw (1 b). Viste le tracce di lettere abbastanza ampie come p. es. x, r, \1 (cfr. nota 1,8-9 Ar[YlW]\la:ptc.w), i1
suggerimeuto El, 8E<J!J.O:; di Musurillo e trascurabil:
11-2. t1t;rt"a: ... [8]EO'ILok e poi a piedi nud, in catene. Per
questa espressione ved.' Martin, p. 25: Questa descrizione patetica,
poco in armonia col tenore generale dell'interrogatorio, ... potrebbe
certo essere uno di quei clichs introdotti in secondo tempo ... per
commuovere i lettori . Egli adduce come passo paralIelo Acta Felids V 2 post sedecim autem des Felix episcopus productus est de carcere, in vinculis, hora noctis quarta, ad Anulinum proconsutem, dopo
sedici giorni i1 vescovo Fellce venne tradotto fu ori dal caecere in catene, alla quarta ora della norte, e portato dioanzi al proconsole
Anullno, dove pero manca una menzione come rl)..vot~ .ot.; 1to<Jtv.
Per l'improbabilita di quest'ultimo dettaglio ved . il commento a
1,9.
12-3. 1ttPL;AOW[\I ... 8]ov: anche per questo dettaglio si incontea
una difficoltit. La lezione e basata su una congettura di Lanata, Note, p. 208, e a nostro avviso e giusta. Ma ailora verosmilmente si
allude a una marda per via di terra (Musurillo, p. 329 traduce:
(Then going about in chains; Lanata, p. 228: (Dopo aver marciato
a piedi nudi; per O.; nel senso di viaggio in nave)) ved. LS],
S.v. [Il]). Ora il trasporto per il delta del Nilo, con le sue sette bracda, generalmente avveniva per via d'acqua. Anche i prigionieri venivano trasportati in nave. Una situazione come quella qu descrhta
sarebbe alquanto eccezionaIe. Inolrre la distanza da Tmui fino a
Alessandria e, in linea d'aria, di circa 150-180 chilometri. Filea, dopo una tortura con l' eculeo, come poteva essere ancora in grado di
percorrere un camrnino di almeno 5 o 6 giorni? La cosa ci sembra
improbabile: riteniamo di esser dinanzi ad un nuovo abbellimento
retorico, con pia esagerazione aggiunto a un episodio probabilmente
in realta molto piu modesto.
15-6. x[o:l .. . 1tpoO'IXX8]d.; : cioe e per la seconda vo!ta condotto
davanti al tribunale; per le sedute reiterate ved. il commento a
1,3; per il termine tecnico 1tpoO'ytL\I ved. il commento a 1,3-4.
2, 1. ~pl<10Et~ . A[a:~W]\I: per questa situazione Lanata, p. 239, adduce Eusebio, Historia Ecclesiastica VIII 9,8 (citato nel commento a
1,6-7), un dato che non si accorda tuttavia alla tendenza di Be-La
(ved. il commento a La 5,1-5). Secondo Pietersma, p. 88, la lezione
l)~plO'OtL; forse sarebbe qu stata correcta erroneamente io l)~p;l0'8tL.;.
Di cio, tuttavia , la fotografia non fornisce evidenza. Se si trattasse
realmente di una correzione sbagliata, fatta dallo scriba stesso o dal
correttore, sarebbe alquanto strana, dato che tutte le altre correzioni in Ro sono grammaticalmente e ortograficamente giuste (ved.
prefazione, p. 262 nt. 3).

Ac:fA PHILEAE

(Bo )

2,

J -7

559

3 .pl't'{l . 1t'POt).;O';C durante la terza e la quarta udienza.


L'uso della parola 1tpOo..WO'L'; e qui molto notevole. Infatt, a parte la
sua ~ccezione giuri.dica, e termine di scarsa occorrenza nel greco
classlco e postclasslco, come testimoniano i dizionari. Ha, palesemente, il significato attivo di (presentarsi di propria volonta davanti
a qualcuno, conformemente all'etimologia (1tp6, avanti , ed tPXEO'Oa:L, ,a?dare))). In questo senso 1t'polwO'~~, nonch il verbo 1t'pOiPXEO'Oa:l, sl.lOcontran~ spesso nel greco bizantino col significato di presentarSl al pubbhco, detto spedalmeme di magistrati nell'atto di
entrare in una funzione pubblica. Per il greco classico e postclassico
il senso giuridico di presentarsi in trbunale, comparire davanti
al giudice e attestato assai scarsamente. Oltretutto, gli studiosi dissentono tra l~ro suU' interpretazione (per Papo Flor. 332,20, interpretato da MartlO , .P: 26 ot .. in senso giuridico, ved . LS], S.v. 1tpoA~I)O'L'; [3], e PrelSlgke, Worterbuch ... IIl, s.v.). Un chiato esempio,
cItato anche da Lanata, Note, p. 208, si trova nel supplemento a
LS], S.V. 1tpOt).,EI)O't~ (4) appearance in court (cfr. 1tpoipxo~at [Ir]) txa: .
O"t?.; 'tW\I ~8lXr~i\lwv n\I 1t. m1tOlr)vtO:L, has taken legal proceedings P.
Mlch. Teb. 2.231.8 (1 A.D.)). Questa citazione (<<cascuna delle
paed danneggiate ha preso provvedimenti giuridici ) appare chia ramente assai lontana dal nostro passo, dove si tratta ovviameme di
una comparizione coatta ), il venir condotto da! carcere davanti
al giudice da parte di un prigioniero. In base a quest'uso tanto malaccorto di un termine giuridico non sembra esagerato concludere
che il redattore di Bo non era personalmente molto esperto di difitto
processuale; e forse si potrebbe giungere alla conclusione che la sua
terminologia non era probabilmente basata su un documento ufficiale. A sua dilesa occorre pero anche osservare che i termini tecnici
del direto t omano in questo perodo etano a malapena esistenti in
greco: nei verbali il resoconto vero e proprio del processo veniva
prevalentemente redatto in latino e solo I'interrogatorio in greco:
cfr. V. Arangio-Ruiz, Fontes [uris Romani ante;ustiniani III, Fjrenze
1943, ne. 172, 174,175 , 176. Ragione per la quale iI redattore di Bo
sarebbe almeno fino a un certo punto scusabile.
. 4-5. ~~.cX ... 1tAT)[r~]: dopo mohe violenze e percosse)); si noti
il paraIlelismo con 2,1 ~pl0'8tl.; [xo:]t 1tAry, A[a:~W]\I.
5. iXOU?,E\I: si semI dire ; cfr. 2',10-1 ijxOI)O'tV .. . 1t'a:p[ci .1o 1re:IJ.\lO~, si sentl dire dal prefettQ). Espressione letteraria del'tutto
estranea al gergo gjuridico e ai suoi e:tm:\I/ &:1te:xplva:.o (<<disse, ri.
spose), cfr. commento a La 1,2-4.
. 7. IllpLO;: la vita di Pierio e conosciuta solo nelle sue grandi <
linee: la magglor parte dei dettagli ti sfugge. Era un sacerdote molto
dotto di A1essandria; sembra si sia ritirato durante le persecuziooi e
sia morto probabilmente a Roma nel 309 circa. Le testimonianze
imomo a lu sono state taccolce e studiate da]. Van den Gheyn,

?'

5 60

AcrA PHlLEAE

(Bo)

561

2, 7 - ro

ACTA PHILEAE

Acto Sanctorum Novembris II 1, Bruxelles 1894, p. 254 sgg.: ved.


anche B. Altaner - A. Stuiber, Patrologie, Freiburg-Basel-Wien

maggiore autentidta, dato che i sacerdoti generalmente apparteneva00 ~a cl~sse colta, sapendo leggere e scrivere, ed erano quindi in grado di r~dIge;e un resoconto. ~'altra parte, il fatto che Be e La passino
sott? silenzlo questo ~ettaglio, ammesso che corrisponda alla verita
stonca, ha qua1cosa di commovente: non menzionano nernmeno gli
umili fedeli circostanti, cfr. il commente a La 5,36. Naturalmente il
fatto potrebbe esser stato menzionato nella lacuna iniziale (ved. il
cornmento a La 1,1-2), ma tale ipotesi non appare molto verosimile
visto i1 contenuto di Be.
'
10-1. ~xouatv ... ~"(E,i6vo~: ved . il commento a 2,5 .
12-6. Cfr. La 1,3-9.
. 12. GE.GW~pov]llxlva~: doe (uestar saggio; (Jw~po",w : ({sono saggI0; GW~pocru\l1): saggezza. Ved. il commento a La 1 5 su sobrius
. 15:6 . .'C! ~"l'EiW[\I ... d1tE,... : Il prefetto disse ... Filea'disse: soHt~
stile glundlco, nella sua forma pio accentuata (cfr. commento a La
1,24), contrariamente a 2,5.10 1'XOUGEV. Per il concetto cfr. Be 235.
16-5,1. Qui il testo si interrompe a causa della perdita di un bifoHo, contenente le colonne 3-4 e 15-16 (cir . p. 262). Dal confronto con
Be-La appare evidente che nella lacuna dovrebbero esser trattati i seguent.i temi: a~ il sacrificio al Dio unico (Be 1,1-11; La 1,9-25); b) la
quesClone dell avvocato (La 1,26-9); e) la seconda esortaone di CuIciano a sacrificare e il fiero rifiuto di Flea (Be 2,1-5; La 2,1-9)' el)
PaoIo e Mose come esempi per il sacrificio (Be 2,6-10; La 2,1O-4);~) il
comanda mento, ricevuto dai soli ebrei, di sacrificare in Gerusalernme
(Be 2,11-3,1; La 2,15-20). A questo punto iI testo di Bo riprende.

19667, p. 212. Secondo CuIdano, Pierio si sarebbe sottomesso completamente alle disposizioni imperali (1to'ta"(d~, dopo essersi sottomesso), vale a dire che avtebbe rnnegato la sua fede e si sarebbe
annoverato nelle file dei cosidetti lapsi, caduti, rinnegatori: un
problema assai grave, del quale anche Filea si era occupato nelia sua
polemica contro Melezio, vescovo di Licopoli, i1 quale accusava i
suoi colleghi di eccessiva indulgenza verso i lapsi. L'epistola. pastorale di quattro vescovi, probabilmente redatta da Filea stesso, si e
conservata fino ad oggi (PG X, coll. 1565-8; per questo problema
ved . Ed. Schwartz, Die Quellen ber den melitianischen Streit, Nach
richren von der koniglichen Gesellschaft der Wissenschaften zu
Gottingen), Phil.-hist. Klasse, 1905, pp. 175-7 :0: Gesammelte
5chriften Ill, Bedin 1959, pp. 100-3; H.1. Bell, Jews and Christians in
Egypt, London 1924, pp. 38-99). Fino a che punto l'osservazione di
CuIdano corrisponda alla verica storica non sembra pio appurabile. Halkin, Apologie, p. 6 nt. 1, evidenzia che nessuna delle prindpali fonti su Piero (Eusebio, Rufino, Gerolamo) fa alcuna menzione
di una sua apostasia, mentre Martin, pp. 26-7, e propenso ad accet
tare I'informazione come vera. In ogni modo, si (ratta di un tentativo di CuIdano per piegare l'inflessibile vegliardo, e in quesro senso
si puo dire che la sua osservazione colpisce nel segno: Pierio potrebbe venir considerato un par di Filea quanto a dottrina ed attivita
pastorale. Un'eventuale abiura di Pierio non poteva non impressionare Filea grandemente. Se e come Filea abbia reagito, non e dato
sapere: potrebbe avere semplicemente taduto, cfr. La 2,36.
8. x).:raEi~: ({citato. Questo termine di fatto, e usato a sproposito: X<X).,ELV, citare, si dice allorch un araldo (praeco) convoca un
uomo libero (sia come accusatore, sia come testimone, o accusato)
perch questi compaia davanti al tribunale, cfr. Eusebio, Historia
Ecclesiastica VII 15,5 (si tratta di un uIficiale altolocato): tUaU~ ...
a'to... xiipu~ l~a xcx).,wv 1tpO 'to ~hxaCJttjplou xaL "l'cXP 1Oll 'tcX tii~
1tp09tG.t.la~ 'to 'X.(J...ou 1tE,1t).,fpw'to, mmediatamente ... un araIdo lo
convoco davanti alla corte di giustizia: infatti il tempo per decidersi
era gia scaduto). Filea pero si trovava in prigione, cfr. 1,14 ~5. Ved.
anche Klette, Der Prozess ... , p. 100 (riguardo al par. 10, citato nel
commento a 1,3); Marrin, p. 24 nt. 3; Lanara, pp. 152 e 239.
9. LE,PCX'ttltp: il clero)), termine usuale nel greco postc1assico, cfr.
PGL, s.v.; Sophocles, Greek Lexicon ... , S.v. I1 greco classico preferisce la forma le.pex"CE,la.
9-10. 'to", ... E,tXOG~: questo dettaglio meozionato soltanto in Bo
lascia intravedere l'importanza di Tmui come sede episcopale: cfr.
Halkin, Apologie, p. 12 ot. 6. Potrebbe esser stato aggiunto per dare
maggiore importanza al martirio di Filea e fors'anche per suggerire

(Bo)

2,

ro - 5, 7

~, 1. Nella l~c~na H~lkin l?ropo,~e di leggere (per il testo greco ved.


1 ap~~rato CrICl~O): [Fllea disse: Saltanto agli ebrei fu comandato di
sactlftcare al SIgnore al Gerusalemme", probabilmente a ragione;
cfr. la nota precedente.
1-4. Cfc. Be 2,11-3,4 e La 2,15-20.
2. 1tCXpcx\loioaw: doe trasgrediscono la legge . Termine molto
appropriato: ved. il commento a La 2,16-20.
3. i... &:)")"oocx,?t': sottinteso :r~ . Per questa forma ellittica in LSJ,
S.v. &).,).,~~cx1t6:, e CItato F. Prelslgke, Sammelbuch griechischer Urkunden aus A!l:YPten n, Strassbucg (Beclin-Leipzig) 1922, oc. 4284,7 (cec20 secolo d.C.).
3-4. 'tcX~ ... tXro\l'tt:: celebrando i loro culti). Ved. il commento a

La 2,19-20_
4-8. KOUAxIVO~ ... [a9~!Jhhwv: cfc. La 2,1-6.
5, on[cx]L: forma non contratta, per la quale ved. l commento a

La 2,6.
5-11. <llt).,cx~ ... [&:1to).,T]~E.'ta:t: amplificazione doccrinale rispetto a
Be 2,1-3 e La 2,4-7.
6-7. ~[OXr~] d).,tX[plVO~]: (<un'anima sincera. L'aggettivo t!)"~-

ACTA PHILEAE

(Bo)

5, 7 - I5

xpt\li~, (puro, (non mischiato), viene usaro spesso dagli autori cristiani per caratterizzare I'attitudine dd credend, cfr. PGL, s.v., che
fra altri esempi adduce 2 Ctem. 9,8 'to ~t'tCX\lO;;O"CXt l~ tiALXpt\lO~ xcxpocx~, pentirsi dal fondo di un' anima sincera.
7-8. AOyLXW\I cx(0"6r~hw\l: sentimenti ragionevoIi . Per l'aggec.
tivo AOytXo; col significara di ragionevole si consulti l'arricolo fono
damentale di Chr. Mohrmann, Rationabilis - Aortx~, in tudes
P, pp. 179-87. L'evidenare un'atritudine religiosa, ma nel con
tempo anche ragionevoIe, caratteristica di Bo (cfr. Ep. Rom. 12,1
ncr:pcr:Xcr:AW 0i)\I f.Uit; ... 1totpota't;;O"cr:t .. . 't~v AOrLX~\I ACX'tpttCXIJ ~wv; Volgata obsecro taque vos ... ut exhibeatis ... rationabite obsequium vesstrum, 10 vi esorto ... a presentare ... il vostro ossequio razionaIe ).
La lezione AOjLXW\I a[(rthl~hw\I, proposta da Musurillo, Lanata e
Pieters~a, viene difesa dalle lezi~ni di Be 2a1 ~nO"]~[T\]I:'~['twv] e La
2,5 senstbus (per una evemuale scnttura cr:lO"a~ I 'tW\I ved. il commento a 1,9). La congettura A. cxl('t1jL}rwv, preghiere ragionevoli), di
Martin , p . 30 nt. 7, nonch quella alternativa proposta da Lanata,
Note, p . 208, A. otl[~]'tw\l, spirituali tarrenti di sangue , s'accarda"no meno al contesto. L'antica congettura di E. de Strycker, accettata
da Halkin , Apologie, p. 13, cioe Ajw\I aAT\6t\lw\I, delle parole vere),
si deve respingere in quanto non concorda con le tracce riscontrabili
nel papiro.
8. [tLo; Eua]E~dcx.;: per il plurale ved. LSJ, s.v. Euci~ua (1): acts
01 piety, Arist ., Rhetorica ad A/exandrum 1423 b 28. Nel greco posteriore la parola tuct~dcx acquista spesso il significato di elemosina
(cfr. PGL, s.v, [H]; Sophoc1es, Greek Lexicon ... , s.v.); forse anche
qui, data la combinazione con Epja OtXCtlOC\lT\~, opere di giustizia,
espressione che, con qua1che variante, si trova parecchie volte neile
Sacre Scritture (cfr. l'apparato deile citazioni a 5,8-9).
10-1. a~ol~a:t; ... [a1tOAi]~E'tlXt: cioe (ricevera le dovute ricompense ), cfr. 5,16-7 -dv a~ot~i\I . .. a1to)..ci~u~ : per questo significato ved.
g esempi raccolti in PGL, s.v. cbto)..a!l~\lw (2): receive as a due).
11-2. 'E1ttL[i]AWX\I: per il passo che segue sino a .O'to (6,3), cfr.
Be 3,8-13 e La 2,25-9. Per l'interpretazione di questo dilficile passo
ved. il commento a La 2,25-7.
12-3. ~uxij~: per I'interpunzione ved. l'apparato critico a Be 3,10 e
il commento a LA 2,257 .
15-7. Et1to\l' ... a1to)..~u~ : ha preferito questa interpunzione, che
mi sembra dia piu vivacira alla scena e ponga meglio in rilievo il paral.
lellismo con 5, 10 a~Ol~a:~ .. . a1to)..i~t't"al. La costruzione Et1tov, t\llX
... a1tOA&:~tl.;, <cdissi che tu ... rceverai, si ncontra a piu riprese nel
Nuovo Testamento, efr. p. es. Ev. Matth. 4,3 xat 1tpoaE19w\I 1tEtp~(')\I
d1ttv IXU.c"> El UlO~ tI 'tO 8to. El'ltt tVIX ol AmOL Oi)'tOL ap'tot jtvwv"tCXt,
e il tenratore, accostaroglisi, disse: "Se pur tu sei figliuolo di Dio, di
che queste pietre divengano pani") (efr. Ev. Marc. 9,18; Ev. Luc.

ACTA PHILEA E

(Bo)

5, I 5

-6,

II

4,3). Nel greco postc1assco e costruzione normale, efr. A.N . Janna.


ris, An Historical Greek Grammar ... , App. VI 16.
16. lxttat ... &.\lw9tv: il greco dassco probabilmente avrebbe
preferito, in luogo di ixtTct Oetreralmente verso Iaggiu), lxtt,
Iassu, oppure lx[iOEV, di JiU), in armonia con cX\lW6E\I; nel greco
posteriore pero queste sfumature svaniscono. Per ixEtaE :;:; lxet cfr.
LSJ. s.v. (II); Sophodes. Greek Lexicon ... s.v.
16-7. avw6E\I ... :1toA~u~: dopo la felice integrazione di Pieter
sma e la sua congettura < El> E.i) 1tOLia < u~ > , tutre le vecchie conget
ture sono diventate superflue: cosl [wv "t]c"> 8e4 tU1tOLT\aE.V (:;:; E.U l
1to(T\O"t\l, oppure t1tOlllO"E.\I da solo), a1toA~n proposta da Martn (op
pure a1toA~!l~, proposta da Musurillo e Lanata) , <c affinch egli (tu)
riceva la ricompensa di tutre le buone cose che ha fatto in nome di
Dio) ; 1tCXpO: .00 8[ou ti) 1tot~acr:~ cX1toA~w, affinch io riceva la ri
compensa da Dio dopo aver fatro del bene ; [aU\I 't]c"> 8[c"> < wv > tU
<l>1to(ratv :1tOA:~tl.;. affinch con l'aiuto di Dio tu riceva la tua
ricompensa per tutto cio che ognuno (?) ha fatto di bene , proposta
da e.H. Roberts. The Apology 01 Phi/eas ... p. 438.
6, 1-12. ~uX~ ... a[tw]vLO\l: cioe soltanto l' anima ... vita eterna .
Discussione sulla resurrezione della carne analoga a Be 3,11-7, ma
con un'amplificazione dottrinale su premio e punizione.
3. To awfJ.[cx] 't00't0;: per la corrispondente lezione in LA 2,29 At
corporis huius? ved. il commento al passo.
5-6. Ai)6lo; ... d1tEV; la soluzione piu semplice per spiegare questo
aML';, una seconda volta)) e naturalmente l'ipotesi che dopo (cQuesra carne risuscita sia stata sal tata una frase , che richiama l'e
spressione precedente. Tale ipotesi si trova gia presso il primo editore, Martn, p. 32.
67. av[(O"ho:'tIXL: sul rempo del verbo (ei si aspetterebbe un futu
ro) , ved. il commento a LA 2,32 .
8-11. Sforcunatamente il papiro qui e in pessimo stato, coscch
le paroJe esatte non possono piu venir restituite. Tuttavia il senso di
questa aggiunta dottrinale, che non si riscontra n in Be n in La, e
chiaro grazie alle tre parole cruave X6ACXOlV, punizione), 8lXCXto[a]
vrv, giustizia, e ~W~\I CXHW]\llO\l, (cvita eterna ), atrinte evidente
mente a Ev. Matth. 25,46(il contesto non e uguale, si tratta in esso
di coloro che danno scandalo): XCXl a1tEAtcO\rtlXl O'tOl de; XAaal\l
cx1ci1vlo\l , ol Ot 3(XCXtOl E.1~ ~(')~\I CX1W\llOV, e questi andranno alle pene
eterne, i giusti nvece alla vita eterna ). La traduzione fornita non e
dunque che approssimativa, per la maggior parte basata sulla congertura di Martin, addotta in apparato critico, sebbene anch'essa non
sia senza difficolt3. Questa congettura si ritrova nell'apparato critico
di Musurillo, p. 332, sorto iI nome di Martin, ma modificata in
almeno due pUDt: x[al \l]v l\l ~ap!'twA[(~] l\lX[pl8]ttaot XOAcr:Ctv

ACfA PHILEAE

(Bo)

6, 11 -7, 5

(sic) I [).CXIl~vE.l TU otxaw[a]vT]v / E[xouaa aw'tllpta.v] xaL.. Essa e da


una parte troppo breve rispetto all'entidl delle lacune e dall'altra
non corrisponde alle tracce delle lettere perdute. Osservazioni simili
ma ancor piu redse , valgoDo per la congettura di E. de 5trycker'
app~ovara da J:Ialkin (Ap%gie, p. 14): xat 1 ,.LEV 'TW\I l\l aIlPTra.t~
~raa~wv tl<; XOAaat\l alw\llO\I, 1 oE "too\I oLXawa\lT)v aaxra\rtwv Et<;
fLLa90\l.
12-6. K[oJuh[tvJo( ... 9",: mentre in Be 2,17 - La 2 34 la di-

scussione prosegue immediatamente con un nuovo tema v~le a dire


l'abiura di Paolo, in Bo elegantemente il prefetto rinnov~ il suo invito a sacrificare. Per la formula <I>Etaa.t [CJE]aU'TO X<XL 1t'v["tw\I] 'TW\I aou
cfr. ~: 1.0,6 I .Bo 15,16-16,1 OUX "tO'to <pElafLE\lO~ atcxu"to 9aov:
perclo rtSparffila te stesso e s acrifica ~>.
. ~~. 1t\l[-:w\l].'wv aou:, cfr. 6,~5 ml\rtwv 'twv a\ll'lx6\rtwv 1l0L, (tutti
1 miel co~glUnt1. P~r l espresslOne eUittica 0'( 1l01.daou, ecc., ved.
LSJ, s.v. o (B.lI.); e molere cfr. LSJ, s.v. a( (2); Bauer, Worterbuch ... , S.v. (2 a). La congettura di E. de Strycker, accettata da Halkin (Apologie, p. 14). 1t'\rtwv 'tWV olxttw\I CJou, tutti i tuoi aHini
e rroppo lunga per l' estensione della lacuna.

. 13. S[aov.: dr. Be 10.61Bo 16,1 9aov; per quanto la congettura


dI Lanata, cIoe 41t1acxl .. Swv, Risparmia te stesso ... sacrificando , in s vada benissimo.
15-6. mxv'twv 'twv &vl'lxv'tW\I .lO!: probabilmente un'aUusione aUa
famiglia di Filea, se pure in Bo non menzionata come presente' cfr
La 6,1-IO/Be 11,1 -2.
'
.
16. Da qui sino a 7,7 e posta il tema dell'abiura di Paolo. cfr. Be
3,18-23/La 3,34-6.
1?-1. KOUAXLCXVO~ ET1tE\I; in Bo non si lascia intravedere nessuna
tracCla deHa pa.rola difficilmente interpretabile di Be 3,18 oEupalLa
2.34 rursus, r1tornando sul tema. cfr. la nota relativa.
17. rrcx)..o~ oux ~pvTcrcx'to: cfr. il commento a La 2 .35.
7, 3-16. Tentativo di CuIdano di far giurare Filea (per 7 3-9 si con'
front Be 4)-5); rifiuto di Filea.
4. 'Evopxw CJE: il verbo cIassico e l\lopx(~Of!CXt. cfr. L5J. s.v.:
<<.make one swear, prevalentemente al medo, piu tardi anche all'atUvo lV0'px(t~. NeUa grecita postclassica e bizantina si preferisce la
forma EVOpXEW, cfr. Sophocles, Greek Lexicon ... s.v.; Preisigke
Wiirterbuch ... , s.v.
'
4-5. apVl'Iaf!EVO<;.: gli editori differiscono fra loro nell'interp~nzione, usand~ un punto .oppure un punto interrogativo. Preferirel un punto: ntengo che 10 tal modo la certezza di CuIdano
spicchi meglio. D'altronde la frase: (lo te lo giuro: Paolo abiuro si
legge ~a dove Be 4 , 1-~ menziona un dettaglio molto piu importante:
(CUICIano, avendo glurato sulla fortuna degli imperatori, disse.

ACTA PHn.EAE

(Bo)

7, 5 - 8. 2

(ved. il cornmento al passo). Potrebbe darsi che quest'elemento sia


stato eliminato volutamente.
9. au"(XExwPrrtCXt: dr. il commento a La 2.40. La lezione di Lanatao p. 230, au"(XEXWpE'tCXL. ci sembra un errore probabilmente tipograHco.
12-6. KOUAXlCXV(O]~ ... llap't(l]wv: discussione, probabilmente an- <
data perduta in Be (ved. il commento a La 2,41-3), intorno al divieto
assoluto di giurare per i cristiani (bibliografia in Bauer, Wdrter
buch ... S.V. O.L\'w, coU. 1120-1): Culdano scetticamence mette in
dubbio una tale possibilita. Filea ammette di aver giurato qualche
volta nella sua vita, ma nelio stesso tempo dichiara che do resta
comunque uno sbaglio. Culciano impugna tale risposta per spingere
Filea a fare altrettanto ora. Filea naturalmente si rifiuta, osservando
che esistono delle differenze: giurare in un momento di debolezza,
piu o meno involontariamente, non e lo stesso che giurare solennemente in una situazione cosl decisiva. Interpretato in questo modo il
passo non mi sembra rechi aleuna difficolta. Non vedo proprio la
necessid di supporre con Saxer, p. 215 (se ha giurato una prima
volta, fu probabilmente nell'ufficio private del prefetto. lontano da
testimeni cristiani), che Filea abbia realmente gia giurato durante
questo processo, cosi che nella scena finale si paleserebbe l'intimo
con~itto del martire: debolezza in prima istanza, inflessibilid nelI'uluma seduta (Saxer, pp. 215-6). Anzi, se gli avvocati in La 5,47
dicono che Filea ha gia sacrifcato in privato, non e che una finzione
da parte loro per salvare Filea (ved. la nota a tale passo). come appare evidentemente dalla risposta di Filea stesso. D 'altra parte, se Filea fosse stato realmente cosi debole, non si sarebbe mai tanto sottolineata la sua inflessibilid (cfr. il commento a 2,1). E d'altra parte
chiaro che facilmente questa discussione poteva dare adito a fals e
opinion! e che, come tale. dovette essere lasciata da parte nella trasmissione ulteriore (ved. ancora il cornmento a La 2.413).
17. Da qui sino a 9,9 e la discussione intorno aUa divinita di
Gesu, seguita da una discussione sulla presunta divinira di Paolo
(9, 17-11,1) . In Be-La, invece, la discussione concernente Paolo precede (La 3,1-18; Be 4.6-5,7), mentre il problema concernente la divinita di Cristo non emerge che in un secondo tempo, allorch il
dibattito ormai sta volgendo alla fine (Be 7,6-8,5; La 4,18-44). L'ordine in Bo e senza dubbio piu logico ed elegante, ma. nel contempo.
altrettanto meno originale di Be-La (ved. il commento a La 4,19).
8, 2-6. Kat 1tw:; .. 7tOtW\I: la domanda di Culdano e la risposta di
Filea sono ambedue alquanto sorprendenti. quasi che Cristo non si
fosse pronunziato su di un tema tanto importante: si pensi sol tanto a
sentenze come Ev. lo. 8,14 Kav lroo .lap'tUpw 7tEpt IIICXU'tO, aAT]9f<;
lO'"tlV ~ Ilarnup(a; !l0u, Quantunque io testimon di me stesso. pure

ACTA PHILEAE

(Bo)

8, 2

ACTA PHILEA!':

e verace la mia testimonianza (cfr. anche Ev. 10. 5,31.32). Ci sembra si traeti qui di un accorgimento letterario volto a dirigere quant?
prima la discussione verso i miracoli di Gesu, in quanto prova eVIdente della sua divinita mon badare .alle parole, ma alle ,?pere),
piuttosto che di una discussione teologl~amente fondara. ,~ lntroduzione alla prova della divini!?t di Gesu CI sembra m.olto plU naturale
in La 4 21-3 (per un'opinione contraria ved. MaruD, p. 36 nt. 1) ,
4, l8iE.'to: per questa forma non contratta ved. il commento a La

~,24-31.

2,6'7 _17. Elenco di vaci miracoli di Gesu, cfr. Be 7, 10A/Lt:


Per mettere meglio in rilievo le diHer~nze molt.o caratteC1st1~he fc~
questi due elenchi (sfortunatamente il te.s,to di Be 7, 10.-4 .e quasl
totalmente basato su congettura), e forse plU comodo commClare con
la versione di Be/La. Figurano le seguenti categorie (le righe sono
indicate fra parentesi):
1. caeci: ciechl) (La 24, Be lacuna)

2. surdi: sordi (La 25, Be lacuna)


3. leprosi: lebbrosi (Be 10, congettura AE.1tpO(; La 25)
4. mortt: ffior (Be 11 , congettura \ltXpo(; La 26)
5. muti: muti (Be 12, congettura aAO.A.Ol; La 27)
6. in/irmitotes multae: malattie vae (Be 13, congettura 1toAAcd
\lO'Ol; La 28)
7. pro/luvium: emorragia (possibile a~giu~ta ~i. La 29-30,
ved, il commento; in Be nessuno spazlO dlspombile) .
8. alia multa signa et prodigia: molti altri segn e miracoh (Be
14 , congettura; La 31)
In Bo vengono invece enumerate le segu.enti categorie (e stato aggiunto anche il numero corrispondente dI Be/La):
1.
2,
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.

AE.1tPO(: Iebbrosi (Bo 7) = n. 3 Be/La


't1JpAo(: ciechi)} (Bo 8) = n. 1 Be/La
XWPOl: sordb> (Bo 9) = n. 2 Be/La
xwAO(: zoppi (Bo la)
&Acr;AOl: muti (Bo 10) = n. 5 Be/La
~!l(~POl:
OO:(tJ.O\lE~:

s torpi (Bo 11)


indemoniati ) (Bo 12)
1tcr;paAu'tlXOt: paralitici) (Bo 14)
\lEXpO(: morti (Bo 15) = n. 4 Be/La
&AAa 1tOAAd: aT\!!Eta xai 'ttpo:'tCl:
miracoli (Bo 16) = n . 8 Be/La.

.
motu

altri segni e

Da queste sinossi si manifestano chiaramente le inten~ioni del. r~dat.


tare di Bo. In primo luogo, lasciando da parte la menZlQne (6) m/trml-

(Bo)

8,

7 - 12

tates multae e aggiungendo invece i numeri 4,6,7 e 8, egli voleva


senza dubbio rendere iI suo catalogo quanto piu ampio e preciso
possibile; in secondo luogo, cambiando anche l'ordine dei miracoli il n . 4 di Be/La compare alia fine: la resurrezione di Cristo e il piu
grande miracolo - voleva disporli secando la loro importanza; il terzo scopo, quello coe di adattare l'uso lessicale alla lettera delle Sacre
Scritture, apparira dalle note particolari che seguono.
7-8. At1tpou~ lxoc9:plO't\l: mentre Be 7,10-1 probabilmente ha [AE.o
1tpoud !:O'a't'o con l'equivalente significato di guari i lebbrosi, Bo
ha scelto la precisa espressione biblica, cfr. Ev. Matth. 11,5 ("" Ev.
Ltlc, 7,22) At1tpOl xaJb:pfCo\l'tal, i lebbrosi vengono mondati ; Ev,
Matth. 10,8 At1tpOU~ xa9cr;pCE'tt, mondate i Iebbrosi .
8-9. 't1J!pA[o]U~ ... ~Ai1tE.l\I : cfr. La 4,24 Caecos /ecie videre. Nella
Sacra Scrittura non si incontra un parallelo esatto, pero cfr. Ev. Luc.
7,21 wpAott;: 1toAAot~ lXa:plO'OC'tO ~Ai1ttt\l, a molti dechi dono il vedere; Ev. Matth. 11,5 (= Ev. Luc. 7,22) 'tUcpAOl &... oc~).i1toI.iO'l\I, i ciechi recuperano la vista,
9. xwpou~ cXXOEtv: cfr. La 4,25 surdos audire: esatta espressione
biblica, cfr. Ev. Marc. 7,37 xa" 'tou~ xwpou~ 1tOlEt XOElV, egli fa SI
che i sordi odano; Ev. Matth , 11,5 (= Ev. Ltlc. 7,22) XIXi. xwCPOt
&XOOUO'lV, e i sordi odono .
10, XWAOU~ 1tEpl1tCl'tEl'\I: esatta espressione biblica, cfr. Ev. Matth.
11,5 ('" Ev. Luc. 7,22) xlXi. XWAOt 1tEpl1tIX'tOO'l, e gl zoppi camminano; ved. anche Ev. Matth. 15,31.
10-1. cXAAOU~ AIXAEt\l: cfr. Be 7,12 'tou[~ eX:AOU~ AaAtl'\I EOWXE.\I];
La 4,27 mutos loqui donavit (ved. il cornmento relativo). Esatta
espressione biblica, cfr. Ev. Mare. 7,37 xc.d 'tou~ xwqout;: 1tOltt a.XOtt\l, xClt &AAOU~ Acr;AEl'v, egli fa SI che i sordi odano e che i muti
partino .
11-2, 1!lle-lpOU~ ... l1tol-rlo[t]v: un parallelo del tuUo identico non
s riscontra nelIa Sacra Scrittura, cfr. pero Ev. lo . 5 ,3 XIX'tXtl'tO
1tATj90~ 'tW\I eX09E\lO\l'tW\I, 'tuqlA(7w, XWA;:l\I, ~pW\l. vi giaceva una
moltitudine di infermi, di ciechi, di zoppi, di storpi (aspettando
cioe i1 movimento dell' acqua neUa piscina di Betesdal. La Iocuzione
lEl'.; l1tOlrO'tv (cfr. Bo 8,14-5) si incontra spesso, cfr. Ev. lo. 5,11
1tOlfO'a~ .Lt "I'l'i'i, colui che mi ha sanato)) (cfr. anche Ev. lo. 5,15;
7,23).
12-4 . 8a:t!lova~ ... ie-lAaO't\l: quantunque il verbo i~EAIX"'E.L\I,
scacciare)), non sia del tutro insolito nelia letteratura profana in
questo senso, come testimoniano i dizionari, nondimeno l'uso qui e
rimarchevole, in quanto il verbo prefebilmenre adoperato nelia Sacra Scrittura quando si tratta del diavolo, di spiriti maligni, ecc., e
lX~&AAu\l, cfr. Bauer, WO'rterbuch ... , s.v. ix~AAW: i~EACl\ltlV in
assocazione al diavolo o ai demoni non si incontra mai. Contro
la sua attitudine normale, specialmente accentuata in questo brano,

ACTA PH!LE.AE

568

ACTA PHILEAE

(Bo)

8,

I2 - 9,

il redattore di Bo ha preferito un'espressione non biblica. Si tratta


di una qua1che reminiscenza letteraria (ved. anche la nota seguente)? 12.3.

(Bo)

9 , 2 - 11

569

.
d'
ano "twv 1tAacrl.ui[-r]wv: sulla ba~e d eII a, cr~azlone
I

Ad
_ am?

qual e narrata in Gen. 2,7 xed tnAacrtV o 9to~ .0\1 a\l9~w1t0\l xouv a1to
'rii~ f~, Iddio. ior.m? l'~0?'l0 d.al l~mo della terr~~>, il carpo umano
presso gli auton cnsttaru viene mdlcato come 1tAaGlLa, cfr. LSJ, s. v.
1tAC; 0 lLa (Lb); PGL, s.v. 1tAcO'.ta (A.) (mo~to interessante ~~ q?-esto
contesto e Pesempio ivi prodotto ,alla sez~one 3:
1b~rct: Vzta 9,
ed. T. Nissen, Teubner 1912: lLr ... olwq~.YlL~~ .'reo 't~'" 1tAacr:
lJ.c'twv iv9a lo9r TtlL1v xa't01XtIV, non ... scaCClarCl dal corpl, ove Cl
fu concesso di soggiornare).
14-5. 1t[cx]paAu'tlxoU~ ... tTCOlrcrEV; quant~nque. ~n passo parallelo
non si trovi nella Sacra Scrittura, le s~ene dI g~a:lgl~ne non ~ono d,:l
tutto rare, cfr. Ev. Matth. 4,24 npocrTjvtrxCXv CXU't~ 1ta\l'tCX~ 'tou~ ~cxxw~
~xo\l'ta~ ... Oall.Lovt~OfLivou~ xcxt crE}.'rJVlCX~O.LtVOU~ xal ~~paAu'tu,o.u~,. (~~
gli iurono portati tutti quelli che stavano male ... gh mdemomatl e 1
lunatici e i paralitici (cfr. anche Ev. Matth.8,6; 9,2; 9,6; Ev. Marc.
2,3).
[
,.., _ , ,
15-6. VEXpOU~ a.VE~[WWcr)t.v: cfr. Be 7,~1 "VEXpOl u~ cxu'tou ~VE
O"tcxv}to; La 4,26 mortuas mscitavit. 1 verbl ~1U comUDl s~n? lrupw
(cfr. Bauer. W6rterbuch ... s.v .. [l.~l) e &Vl<rrIJ~l (cfr. Ibld . s.V .
[1.cx). Sembra che il redattore dI Bo abbta usato un ve~bo ad,oper~to
prevalenremente in ambienti intellettuali (L~], s.v: ava~~ow, Clt~
esempi di Filone di Alessandria, di uno scoliasra di E.uuptde, e ~l
Aqula e Simmaco, due esegetiinterpreti appartenenu alla cerchla

!.

d"
( d '1
cfr. La 4,31 ~igna et pro. tgla ve . 1
commento relativo) . In Bo la parola upa e stata aggmnta da una
seconda mano, come ha messo in rilievo). Schwartz, nella sua re
censione a V. Martin, in Chronique d'Egypte XL 1965, p. 440:
8,1.7. le mor en marge est d'une autre main (ove 1.7 deve esser
corretto in 1.17).
. ..
17-9,16. Crocifissione d Gesu nonostante la sua d1vtrura; cfr. Be
7.168.7: La 4.32-44.
. ' .
17 -8. Kal .. tO"'tcxup[w]9fJ: per quesra formulazlOne, megho rlU
scita rispetto a quella di BeLa, ved. il commento a La 4 33.

dd Setranta).

16~7. crTjfLtla xcxt 'tipcx['ta]:

9, 2-3 . fLCXO"'tl"(W~[fcrt'tal]: il futuro ~el verbo ~aO"'t'~rw e ~a<TtlTw6i:


crOfLCXl (cfr. Settanta, Ps, 72 [73],5 tV X1tOl~ cxv9pw1tw~ OUX .tl~LV xa~
IJ.t't!l; av9pw1twv ou fL(1"tl-YW~fOO\l'tO:l .[quando gh alrn uornm.I,SO?O
in difficold.] essi non sono 10 travagho e non saranno frustan Inste
me agli altri uomini) oppure IJ.cxtJ"t'trwcrofLcxl (cfr. Plarone, Resp. 361
e o'tw oLaxt(fLEvO~ 3txalO~ IJ.cxtJ"t'lrwcrt'taL, O"tpt~}.wcrt'taL, ot.3fcrt'tat,

wau9fcrE'tCXt 'tWcp9CXAfLW, nAEu"CW\l mx\l'ta xcxxO: 1tcx9wv ctvcrxw3u -

Atu9fat'tcxl xcxt 'Y"WaE'taL o'tt oux tTva:t !)(XCXLOV liAAO: ooxe.l\l BtI 19lAUV.
essendo il giusto in una tale disposizione, sara Irustato, torturato,
inca tena ro, gli occhi gli verranno abbacinati, e dopo aver sofferto
tutte queste ngiurie sara crocifisso e cosl riconoscera che non si
deve voler essere giusti, ma piuttosto sembrare giusti~. In base a
quest'occorrenza in Platone qualcuno ha suggerito che il nostro redattore avrebbe usato la forma .La<Tnrwcrt"CCll a bella posta, volendo
cos1 alIudere alla descrizione platonica deli'Uomo giusto, famosissima in eta posteriore, especialmente presso i Padri (cfr. Halkin,
Apologie, p. 15 nt. 2 e 4). Visto pero che la forma Ilcxa'tlrwcrt'tal si
incontra anche altrove (cfr. LS], S.V. .L<XO"tt-yw; A.N. ]annaris, An
Historical Greek Grammar ... , par. 1882), una tale suppasizione ci
sembra troppo audace (ved. anche il commento a 9,11 1tpOE.LfVU[crav]). Per di piu le traC'.;e delle lettere sembrano indicare piuttost'o
una lettera 9 (Musurillo, Pietersma) che un a.
2-5. Segue una serie di verbi: .Lacrtl"(()9[~crt'talJ (Ietteralmente)
vena frustato; paf,dKt'tal, (viene bastonarQ; [~pt~t.'tCXt], (subi
sce violenze; tpopt[i], porta; [n]oxu, soffre: specialmente nelle profezie l'uso del presente, quate' modo di dire piu espressivo,
subentra al futuro, cfr. E. Schwyzer - A. Debtunner, Griechische
Grammatik
Mnchen 1966. p. 273; Fr. E1ass - A. Debrunner F. Rehkopf, Grammatik des neutestamentlichen Griechisch, Gottin
gen 1976". par. 323.
5. [9]cv < cx > 'tov [1tJcrxt.l: il papiro in questo luogo e difficilmente
leggibile: l'ultima' letter'a'': ~. stata restitwta grazie a un frammento a
s stante del papiro. Martin, Halkin e Musurillo leggono [9Javo'to\l,
storpiamento di 9va'tov: il nesso 9va'tov 1tcrx.tw, (patire morre,
non ha niente di insolito nel greco, cfr. Bauer, W'rterbuch ... , s.v.
1toxw (2.a;). Pietersma legge o:vxv[wr;, senza esitazione, ma un
tale significato non si inquadra be'oe nel contesto. La congetrura di
J. Schwartz, propasta !lella sua recensione, piu volte citata, a Mar
tino in Chronique dEgypte. XL 1965. p. 439: [~lav d~ ~[iJ.O'~l.
tutto per noi, sembra sia troppo tunga per pater essere associata
alla lezione [1t]ccrx.u. In questo stato di cose la migliore soluzione
pare sia atteners 'alla lezione del primo editore.
10l. [~~J ... ' Iou8~Ol: cfr. Be 8.45.
11. 1tPOEfLftvu[Gav]: vista la grande somiglianza fra le Iettere H e
lL, il primo editare credeva che vi fosse scritto un 1tpO tHrvw, e
restitu1 quindi il brano complessivo COSI: a;{ -ypa:qxx(, [aT~] l1ttpd-

n.

[oov}tal o ' l ouocxlol, 1tpO 'E}.}.fvw(v) -cTV xc9[o]oov au'to x[CX'tfnElACXV], le scritture, sulle quali gli ebrei si basano, prima dei greci
avevano annundato la discesa di lui. Fondandosi su questa lenura

Padri Bollandisti E. de Strycker e Fr. HaIkin ritenevano che Filea


qui alludesse a una conoscenza della figura di Cristo anche presso i
greci, specie presso Platone nelia sua descrizione dell'Uomo giusto,

57 0

AerA PHILEAE

(Bo)

9,

I I ' 10,

un brano al quaJe anche i1 verbo usato in Bo 9,2-3 (cfr. commento)


sembrava alludesse, cfr. Halkin, Apologie, p. 15 nt. 2 e 4. A restituire
la giusta lezione fu E.G. Turner, A Passage in the Apologia o/ Phi-

leas, The Journa! of Theological Studies n.s. XVII 1966, pp.


404-5 , che propose 1tpoe:(lTvu[ao:\I] Uv x:9[o]oov alhoiJ x[cx 'tov
9&:VCl't]OV, hanno preannunciato la discesa di lu e la sua morte (la
nota di Musurillo ad loc. 1tPOEJ.f\IU[tV] primo legit Turnen> e scorrettal. Per la seelta della parcIa -:tPOIlTIVW, ove Be 8,4 usa y[ouat\l]. dicono, ved. il commento a La 4,40 praedixerant.
17, Da qui sino a 11.1, dopo il problema della divinita di Cristo,
viene, logicamente. la discussione intorno alla presunta divinita di
PaoIo, in Be-La menzionata molto prima: cfr. Be 4,6-5,7La 3,1-18
(cfr. cornrnento a LA 2,11; 4,19; 5,18-26).
10, 2-3. lxipueE Ol[x]at[a]: cfr. 10,8-9 xr[p]xwv 1t[p]w"tO;, il primo
degli araldi. Seguendo un modo di dire usato anche nei misteri antichi e nelle prediche dei Cinici (cfr. Bauer, WO'rterbuch ... , s.v. xijpu~ ,
I'apostolo Paolo chiamava s stesso xi'jpu~, araIdo), cfr. 2 Ep. Tim.
1,11 OtO: 'to EuanE),(ou, tl; a l"tarv ly~ xi'jpt,l~ xat O:1tO"tOAO; xat
OtO:axaAOt; (Volgata, per evangelium, in qua positus sum ego praedicator
et apostolus et magister gentium, per il vangelo nel quale io sono stato
posto quaJe araldo ed apostolo e dottore dei gentili: ved. anche 1 Ep.
Tim. 2,7). In eta posteriore, presso gli autori cristiani,l'uso si allarga:
tanto il sostantivo che il verbo vengono spesso adoperati, in uno stile
pu o meno fiorito, per indicare tutti coloro che stanno predicando il
vangelo: cfr. PGL, s.v. xijpue (2) e xrpaaw (2). Tale uso si rincontra
anche presso autori crisdani latini, p. es. Prudenzio, contra orationem
Symmachi J, Praef. 1 Pau/us, praeco Dei, Paolo, l'araldo di Dio ), cfr.
Blaise, S.V. praeco.
5. Lv 6El[~] o~\I~.lEl: la congettura di HaIkin , p. 16, lv aEO 8uv.LEt,
(<nella forza di Dio) , e da rigettare data la presenza della lettera t
chiaramente leggibile sul papiro.
6. tT1tEV: Martin, p_ 41, suggerisce di aggiungere un'jntera frase come Oux Tv nao~ 01WXUlt;; <l>Liat; El1tEv' 00'. Mit riVOl"to. KouAxLaVOt;
tT1tEV, "Paolo non era un persecutore?". Filea rispose: "Certo che no.
Non sia mai!". Culciano disse. Una aggiunta del genere emolto verosimile, in primo luogo per la grande somiglianza tra le parole greche
8tWXUl;, persecutore, e iOlWUl;, (semplice cittadino, casi che doveva essere molto facile saltare la prima paroIa per passare al1a seconda; c'e poi lo strecto parallelismo con Be 4,6-8La 3,1-4, e nfine va
ricordato che simili fenomeni si riscontrano spesso in Bo, vergato con
una certa fretta (ved. prefazione, p. 262 e nt. 3). Naturalmente e
arduo decidere se questa o simili omissioni siano da attribuire allo
scriba, oppure al suo modello, oppure a un esemplare ancora piu antico; ragione per cui non abbiamo cambiato n aggiunto niente nel testo.

ACTA PHILEAE

(Bo)

lO , 7 - 1 1,

57 1

7. l8tw['t}rl~: ved. anche 11. 11-2 e cfr. il cornmento a La


3,4.
. Wt; ... [8l]EiyUO: mentre Be 4,9 fa uso, come nellinguaggio parlato, di una frase coordinata, cioe O LuptG'tl OttAtyE'CO;, non
parlava siriaco? , Bo elegantemente ne ha fatto una frase subordinatao Per il significato di wc; si veda LS], S.v. w~ (B.IV): Causal : in as
much as.
8-9 . xr(p]xwv 1t(p]w'tOt;: (l primo degli araldh>. Per quest'aggiunta in Bo ved. il commento a 10,2-3 e La 3,7-10.
10. OtE[E}[iyJE'tO: cfr. 16,2-3 1tapEo[ol'tw'tEt;: ved. prefazione. p.

262 nt. 3.
12 . Mit: come illatino num, viene usato quando ci si aspetta una
risposta negativa, cfr. Blass-Debrunner-Rehkopf, Grammatik des
neutestamentischen Griechisch ... , par. 427.
xa'Co: Il<X'twva: cfr.
15,10 xa'tO: 'tOlJ~ &:ypo(xou~, cioe da paragonare ai contadini. Per tale interpretazione cfr. Martin, nel commento al passo, e Turner, A
Passage in The Apologia 01 Phi/eas..., p. 405; esempi in LS], S.V. xa'CcX
(B.IV.3): in comparisons, corresponding with, alter the lashion 01.
13-4. IlAit[v ... IlA.w[vot;: per la scelta del verbo 11tEpPpW, superare, contro Be 5,1 -2 ru<x'twvo[~ xpE[]'n wv fv e La 3,12-3 Platonem praecellebat, ved. il commento a La 3,12-3.

11, l. cpw[vci;: cfr. il co mmento a La 3,18.


2. Da qui sino 12,12 si apre la discussione sulla coscienza, che
termina con quel1a sul rapporto tra coscienza e vera Dio: cfr. Be
5,1l-6,7/LA 3,21-45.
2-3. E>[aov] ... [MY yivot't'o: probabilmente la quinta esortazione
a sacrificare rivolta dal prefetto a Filea; cfr. Be 5,8-10{La 3,19-21.
4 . :Euv[d8"'la;] ~<!-~]v: in armonia con Be 5,12 anche qui ho voluta interpretare to'ttV con significato di verbo copulativo, come gia
il primo erutore. L'espressione non e di facile esegesi, e le interpretazioni proposte sano diverse: per una piu ampia discussione ved.
commento a La 3,23.
5-6. [AJ6Lt; ... Ecr-ttV: verosmilmente si tratta di un'aggiunta in
Bo; con una nuova domanda (che viene seguita ru nuovo dalla stessa
risposta) il prefetto incalza sempre di piu Filea: pero 10 stretto sillagismo (cfr. commento a La 3,23) va perduto.
6. tTTtf:v' ... taTlV: cfr. 5,15. Dato che il papiro non usa aleuna
interpunzione e che le parole sono state scritte pressoch senza intervallo, e po~sibile anche una lezione t!1tEV Oft' ET1tov' tO'tlV, (C ..
disse: "Dissi: E cOSI" , come infatti proposto da Martin (per la sua
lezione lo-dv ved. commento a 11,4). Per quest 'uso di iht (col valore
dei nostri due punti) ad introdurre un riferimento diretto, cfr. LS],
S.V. 0"tL (H); Bauer, WO'rterbuch ... , s.v. (l.b.a). La lezione di Halkin ,
Apologie, p. 16 tI1tEV ' Et1tov iht lcr-ttv) , disse: "Dissi che ecos}")
e elegame, ma non necessaria.
'

572

ACTA PHILEAE

(Bo)

Il, 7 - 12 ,

J
ACTA PHILEAE

7-10 _'tYv 1tpOt; _.. a]ovd8Tjd]v: la responsabilita verso i figl ... ).


Per la costruzione si veda il commento a La 3,268.
8. 't(a _.. -yu]vaTxa: La 3,27 filios luos el conitlgem presenta lo
stesso ordine di Bo, mentre Be 5,15-6 ha, all' inverso, t{Yv] yuvatxa
M[t] 'tCt 'txva a[ou] , ( tua moglie e i tuoi figli) . In greco sia 'txva xal
-yu",atxt~, (digH e mogH, che l'inverso -yuvatxt~ xat 'txva vengono
usati indifferentemente presso autori come ad es. Erodoto, Polibio,
ecc.: cfr. LSJ, S.v. 'txvov.
9. ['tou~ a8tApou~]: vale a dire frarelli (mella fede, cfr. commento a La 3,27.
12 . bLE~wv l]O'tnv]: cfr. commento a La 3,31.
13. i ... "fpapi: cfr. commento a La 3,32 .
16. Da <l>tAa~ sino a n:AYv a['to] di 12,12 e una lunga elaborazione Ietteraria e dottrinale rispetto a Be 6,2-7/La 3,36-43; cfr. como
mento a 12,3-5 .

(Bo)

12 , J - 7

573

privativo, cfr_ il commento a La 3,42-5), in Bo entro tre righe gia si


incontrano probabilmente cinque aggettivi simili; inoltre Eo offre
un'ulteriore digressione, dove talune frasi (12,9-12) sembrano non
essere altro che un'elaborazione di cio che in La 3,44 viene sintetcamente deHnito come qui so/m esto Potrebbe dars che qu iI testo
di ~o'. co.l suo cara~tere .retorico-filosofico, riproduca le parole originall dI Filea a restlmoruanza della sua erudizione; ma potrebbe ano
c~e darsi che in 12 ,3-5, cos1 come nelle righe seguenti, si manifesti
dI nuovo quella tendenza alI ' abbellimento Jetterario che gia piu volte
abbiamo visto auesrata (cfr. prefazione, p. 264).
3-4. &pa'to\l: cfr. La 3,42 invisibilem. L' associazione per contra
sto del mondo creato visible e dell'invisibile Creatore si incontra
frequentemente, cfr. PGL, s.v. &pa'Co~ (B. 3 b).
4. eX[AATj'tO\l]: questa congettura di Pietersma e forse difesa da
La 3,43 inenarrabile<m>. TI medesimo aggettivo con diversi signifi.
cad viene usato in scritti di carattere religioso, cfr. PGL, s.v. Nella
Sacra Scrittura e d 'mpiego rarissimo, cfr. Ep. Rom. 8,26 O'tt.\I(,("fLor~
aAaAi'tOL~, con sospiri ineffabili.
(&1t't]w'tov: questa congettura di Pietersma si raccomanda sia per J' &-privatvo (ved. commento a 12,3-5) sia perch il termine e di frequente uso in relazione
a Dio, cfr. PGL, s.v. (2). 1 due aggettivi &[AAl}"tOV e tX1t"t]w'tov col~ano ben~ la lacuna di c~ca 10 letterej l' aggettivo &(Lt'C1t'tJw'Cov,
Immutabile, anch'esso dI uso corren te in re1azione alla Divinita e
in qu~to. t.ale proposto da Martn e Halkin, e troppo breve, come
mette lJn rillevo Schwartz nella sua recensione a Martin, in Chroni
que d'Egypte ) XL 1965, p. 440. Troppo breve anche la congettura
di Lanata, Note, p. 213 &(\laAAoQw'tOv, <drnmutabile), sebbene
spesse volte quest'aggettivo si trovi accanto ad tX1t'tw'to~ e 'Cpt1t'to~,
cfr. PGL, s.vv. Maggiore probabilita potrebbe assegnarsi alla congettura di Martin a[ATl9wt; &8tn't]w'tov, realmente infallibile, re
gistrata da Halldn, Apologie, p. 17 (per questa proprieta attribuita
alla Divinita, ved. PGL, S.V. eX8t1t'tw'Co~), ma essa romperebbe la
concatenazione.
4-5. &'tpt.':~[o]v: di uso couente in relazione a Dio, cfr. PGL, S.v.
a.'tpt1t"tO~. Ved. anche il commento a La 3, 42-3 sitIe <se>ductione.
5-8. ~ ._ . XC('tax9]o\lt[w\l]: ai tre verbi corrispondono retorica
mente tre soggetti. TI verbo 80UAtW, esser schiavo, si usa volen
tieri a designare l'obbedienza della natura al suo Creatore efr PGL
S.v. (l.b.l .
, .
,
67. 1to(xtr.a~] xcd: gli editori esitano fra questa lezione (Musurillo, Pietersma) e quella, quasi uguale per significato, di
no[d'CiXJ/x< 't>at, dal verbo no'taaw, mettere sottO) (Martin
Halkin), forse nelIa forma no['t.'tax](x}< 'C > at (Lanata, Note, p. 213):
La scelta e difficile. Per 1to'Cciaac..> vi e il fatto che tale verbo come
anche 80UAtW, e di uso corrente per esprimere I 'obbedienz~ della

12, 3-5. &pa'CoY ... a1ttpL"'Tj['t]o",: il papiro in questo luogo e pieno <
di lacune, cosicch le paroJe non sono del turto certe. L'andamento
del discorso e comunque chiaro, dato lo stretto parallelismo con La
3,42-5 (Be sforcunaramente manca), dove vengono elencate dnque
propriera di Dio. Si confronti 12 ,3- 4 &pa'Cov - La 3,42 invisibilem;
12,4-5 ex.pt1t"to\l - La 3,42-3 sine < se > ductione (ved. anche il coromento relativo). Dato che nelle righe 3-5 s' incontrano ben quattro volte
aggettivi inizianti con il cosiddetto (eXprivativo, e chiaro che alla
riga 4 dopo la letrera a[ si debba integrare un aggettivo simile, o
anche due, visto lo spazio di circa dieci lettere. Stando a quest'ipo
tesi (su quale debba effeuivamente essere l'integrazione si puo avere
opinione diversa, ved. il commento a 12,4) il brano avrebbe conteo
nuto cinque aggeuivi, tutti con una connotazione negativa. Tale genere di espressioni si trova spece in trattati piu o meno strettamente filosofici e retorici, efr. Crisostomo, Homilia in Mattheum 26,39
(PG nI, col. 21A) &pPTj'tO~, &p9ap'Co~, &1ttpLVTl-rO~, o cXpa'Co~,
axa'CATl1t"tO~, Colui che e l'indicibile, l'imperituro, l'inconcepibile, I'invisibile, I'intangihile . Altri esempi si possono facilmente reperire consultando PGL, sotto le voc apC(-ro~, invisibile, &1t'Cw'tO~, non soggetto a alterazioni, a.'tpt.1t'Co~, (dmmutabile, cintplVTj-ro~, (drraggiungibile col pensiero, giacch questo tipo di sequenze piaceva assai ai greci, efr. 1 Ep. Tim. 1,17 't;> 8E. ~aa~At.t 'twv alw vwv, eXp9p'C~, aop'C~, !-L6v~ 8t;>, 'tLLY xiXt 8~a t.l~ 'Cou~ atwva~
'C6)\1 alw\lwv. &w'V, Al re dei secoli, immortale, invisibile, al Dio
unico, sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Con cio il
carattere di Bo si denota ulteriormente. Mentre in La soltanto due
volte sano stati usad aggettivi inizianti con in-, la forma strettamen
te corrispondente all'a-privativo (ma forse anche quaIcun altro
degli aggettivi impiegati si basa su paroJe greche inizianti con alfa

574

ACTA PHILEAE

natura a Dio (dr. PGL,

(BO)

S.V.

12 ,

7' 15

1to'tcXaaw), spesso in associazione come

qui, con OOUAtW. oo).o~, schiavo ), OOl)).~X~, servile (cfr, , Lanatal. Secondo una tale lettuta, il xcr:( verrebbe a scomparire, inglobato nel verbo . La grafia di Lanara , a1l0ra, sarebhe forse preferibile
in quanta rende probabilmente maggior giuscizia al numero dell~
retrete (normalmente da 23 a 24) della tiga; la graEia di 16,2-3
1'tcr:ptG/(d}tW't't~. srando accanto (cfr. la relativa nota), sarebbe un
buon parallelo. D ' altra parte anche xal (-mxO"cx 1 xtl(n..) e ottimamente
spiegabile sia nel senso di anche) sia quale ditcografia causara dal
clupUce xcr:t precedente e dal triplice xo:t seguente.
7. 1t&0"0: 1 xdal": questa locuzione si incontra spesso nel Nuovo
Testamento (cfr. Ev. Marc. 16,15 XYlp~!X'TE 'TO tUctrrD..wv nlian -r
XtGEl, predicate il vangelo ad ogni creatura , ved . anche Ep. Rom.
8,22; Ep. Col. 1,15 .23; 1 Ep. Pet.2,13) .
78. 1t<xact ~ ... [xct'Tctx610v([wv): sebbene per la maggior parte basata su congetture, nondimeno questa lezione e assai certa in quanto
citazione di Ep. Phi!. 2,10 LV!X E.V 'Tii> V~ct'Tl 'IYlGO 1tv r\IlJ xli~~n
E.Ttoupctvwv xel! E1tlrEwv Xctl Xct'TctX60vtwv, acciocch nel nome di
Gesu si pieghi ogni ginecchio delle creature celesti e terrestri e sotterranee. Si noti pero illibero cambiamento di TtaV rvu in TtaGct ~
x'TfGt;.
911. O'Tl ... Tt\l"twv: va forse comparato con La 3,44 qui solus
esto Per la vece ctu"toxp'TWP, monarca autocrate , d'uso specifico
negli Atti dei martiri in relazione a Dio, cfr. PGL, S.v. (1).
11-2. [X]ctl [ou]x tIahtv tnpo[;] Tt1Jv o:u[-wJ; cfr. Deut. 4,35
WG'tE tt8'ijact( GE o'n XptO~ 6E6; GOU, OU'TO; (ctth~ A) 6E~ tG'tl\l, X!Xl
oux tG'ttv E'Tt (&o~ A) TtAiv ctu"to, acciocch tu conosca che si.
gnore e Dio, e che non ve n'e alcun altro {uori di Lui, cfr. anche Is.
46,9 e Ev. Marc. 12,32. Per il significara si potrebbe confrontare Be
1,2-4 (cfr. iI commento a La 1,12-4 per la coincidenza col testo di

Rufno, VIII 10,10).

12-8. Reazione degli avvocati. cfr. Be 6.9-14jLa 4.1-9 e 6,1 -2.


12 . [00 B[,]x[o]Aym: cfr. commen,o a La 1,26.
13-4. L'estensione della lacuna in Bo (ved. la fotografia acclusa
all'edizione di Martin) lascia presumere che il testo di Bo fosse qui
pi\ ampio di Be 6,9-11/La 4,1-3.
14-5. [Mi] a[v6tGl"Hi 'Tii> [~'YE~Vt] : cfr. Be 6, 11-2 Te av[9tGl"ctaal
'Tii> T]rE!L(Vl;]jLa 4,3-4 Cur resistis pTaesidi? La congettura Mi di Pietersma (in base alla desinenza -ti del congiuntivo) s'inquadra bene
nella tendenza di Bo ali'abbellimento lessicale e grammaticale, rispetto alla dura e diretta accusa in Be/La. cfr. la prefazione, p. 264.
In greco classico qui si preferirebbe l'uso del congiunrivo aoristo,
cfr. E. Mayser. Grammatik der griechischen Papyri aus der Pto!emierze;, II 2, Berlin-Leipzig 1934 (risr. 1970) p. 548, 9 sgg.; E. Schwyzer . A. Debrunner. Griechische Grammatik II ... p. 315; nel greco

ACTA PHll.EAE

(Bo)

12, I5 - 13-14

575

posteriore subentra man mano il congiuntivo presente. cfr. A.N.


]annaris, A Historical Greek Grammar .. . par. 1918. Nella frase congetturata da Pietersma, p. 53 , [Mi] [v6(Gl"]11 'T~ [~'YE~V1;. l'accento
del verbo e l'interpunzione (punto interrogativo) risultano difficilmente spiegabili.
167. llpor; .. [O:U'Tti]: dal confronto con Be 6,3-4 ['E1tE]pW't~
[!LE] Mt aTtoxp(v[O]!L~L. [ctU'T<i>J risulta chiaro che Bo usa elegante.
mente l'ipotassi la dove Be adopera la paratassi.
18. Davanti a tITtOV si trova in Bo una lettera maiuscola P (rho),
con un'asta alquanto piu lunga del solito e con una linea diagonale
ascendente dallato sinistro a quelio destro. Martin pensava si trat
tasse di un segno d'interpunzione. SchwaJtz nvece nelia sua recen
sione a quell edizione. in Chronique d'Egypte~> XL 1965, p. 440.
riteneva questa leuera una abbreviazione per p(irrOpE~), avvocati.
cfr. LS] , S.V. p~'T(.)p (3). Questo suggerimento, pur essendo ingegnoso. e tuttava da rigettare. Nella sezione puramente tecnica di un
verbale si incontra effettivamente un tale uso di abbreviazioni, ma si
tratta di termini tecnici latini, dr. V. Arangio-Ruiz, Fontes Juris Roman; Alltejustiniani, Firenze 1943, p . 529 (in un processo svoltosi ad
Alessandria nen'anno 350 circa, per una causa di alimenti): Or(ator)
adiecit: [Totct'TT] !Lf.V iGl"t]v ~ E.\l"tOA~ .... l'avvocato aggiunse: " Ta
le e il mandato" ... . Qui si dovrebbe penanto presumere o che
qualcuno abbia cambiato 'abbreviazione latina Or in quella greca P,
o che l'estensore del verbale abbia gia scritto cos1 nel suo ncartamento: in ambedue le ipotesi la linea diagonale resterebbe inspiegabile. Sembra molto piu semplice supporre una dittografia generata
dalla paroIa seguente tq:.pct, guarda : lo scriba si sara accorto dello
sbaglio e lo avra corretto. Nel contesto immediatamente precedente.
cioe alla riga 15. lo scriba ha scritto e a quanto sembra ha anche
corretto dopo &[V6l0' un'altra lettera YI) poi espunta (Pietersma, p.
96 nt. 14: apparently crossed out).
'EifPct ... [oou]: probabil.
mente il redattore di Bo ha qui notevolmente alterata la successione
degli argomenti. Per le parole usate si confronti LA 6, 1-2 Culcianus
dixit: Misera uxor tua tibi intendit. Culciano disse: " La tua pavera
moglie ti sta guardando" ) parale pronunciate in un ultimo tentativo
di salvare Filea. Qui sono gli avvocati ad attirare l'attenzione di
Filea sulla triste sone della moglie. Il redattore di Bo era evidentemente persuaso di rendere casI facendo 10 sviluppo del processo piu
snello e piu rogico. Dopo queste parole il testo di Bo si interrompe
(ved. la nota seguente).
1314. Queste due colonne sono andate perdute, cos1 come andarano perdute anche le colonne 3 e 4: formavano tutte insieme un bilolium. Il contenuto puo essere ricostruito mediante Be/La e deve essere stato a11' incirca il seguente:

576

ACTA PHILEAE
ACTA PHILEAE

(Bo)

(Bo)

15, 10 -16, 4

577

13-14 - 15, 10

a. prosegue il tentativo degli avvocati di far cambiare idea a


Filea;
b. e rinnovata (per la quinta volta?) l'esortazione di Culciano a
sacrificare' di nuovo Filea riHuta, preoccupandosi della sua sorte
eterna (no~ sembra necessario supporre con Pietersma, p. 19, l'odginaria esistenza di un brano a s stante), cfr. Be 6,15-7/La 4,7-10;
c. viene addotto l'esempio di Socrate, cfr. Be 7,1-5/La 4,10-7;
d. per la prima volta Culciano si offre di accordare a Filea un
ultimo favare, cfr. Be 8,8-12/La 5,1-14.
15, 1. Oox &Ayl~: non irragionevolmente) {vorrei morire),
cfr. Be 9,1-2 'A-rctXpL\la.o OOX cX1tAWe;, &:A).& 1ttp &Ar9ta~ xat
9f.OG, ({Rispose: "Non semplicemente, ma in difesa della verira e
per amor di Dio"/La 5,15-6 Non sine causa, sed pro Deo el pro
veri.tate. Per la differenza di significato fra oox a).6yw~ e oOX
&1t).w~ ved. commento a La 5,13-5.
1-2. &:AA' .. . XT]06!J.E\lO~: la formulazione e assai ben scelta, nelia
sua aderenza formale alla retorica antica e nelia sua interpretazione
cristiana del dolore (cfr. commento a La 5,16). Si tratta di un 0~!J.wpO\l, sentenza paradossale, ma di. profondo significato nelia r~
ligione cristiana: bisogna perdere la vIta temporale per poter acqulstare quelIa eterna (cfr. p. es. Ev. Matth. 10,39; Ev. Marc. 8,35; Ev.
Luc. 9,24; Ev. lo. 12,25). Il prefetto naturalmente non capisce la
motivazione di Filea e prende l' argomento in senso Jetterale:
cfr. 15,16-16,1 <JlEla&!J.tVO~ O'ta:u'toG 9GO'o\l, risparmia te stesso (cioe la
tua vita di questo momento) e sacrifica. Per introdurre questa antitesi retorica, la motivazione originale di Be 9,2/La 5,15-6, cioe
quelIa della morte in difesa della vedta (~e~. la nota p.re~edente
nonch il commento a La 2,6), e stata ehmtnata e Sostltulta con
quella che si incontra in Be 10,7-8 OU 9l, l!J.ClU[to} E\I ['to].4>
x~oof-lat/La 5,44-5 Non immola. Memetipsi in hac parco, Non sacrifico. In cio io risparmio me stesso .
3-4. B~:VE<JllXW\I . xap(~of-lat: per questo giuoco di parole ved.
commento a La 5,28. La congettura xap(~o(J.al O't, dono te quale
grazia, proposta da Martin nell'edizione di Halk:in, -:tpologie, p.
18 non e necessaria e diminuisce la forza dell'espressl0ne.
, 3.4> &OtA<Jl4> O'OU: per il fratelIo di Filea si consulti il commenta a La 8,2 e 8,3-4.
4-5. xal ... XplO'a.t: probabile ampliamento del giuoco di paroJe.
cfr. cornmento a La 5,28.
5-6. Ta'tT]v ... ahof-la~: per il giuoco di parole (&UEPiEl1la =
beneficium; doppio senso di 'tE~Oe;) ved. commento a La 5,28.
7 .0 ... xp~l1aO'eal: per il macabro giuoco di parole cfr. commento a La 5,1l.
10. xa..a 'tou~ &:"'(po[xou~: per il significato di Xct'toc ved. com-

<

&:ypoCxou~: invece di interpretare questo vocabolo


mento a 10, 12.
quaIe termine tecnico, come proposto da Martin. p. 50, sono piuttosto
propenso ad avvertre nell'uso di questo sostantivo qualcosa di beffardo. ironico, avvilente, in riferimento a semplici contadini.
('t0\1~
&ypoIXOUC;) 'tou~: la lezione originaria di Bo. cioe .O\hou~, questi contadini, poi dal copista stesso espunta (cfr. Schwartz nella recensione a
Martn, n Chronique d'gypte) XL 1965, p. 440), potrebbe essere
la piu genuina, riferendosi al pubblico circostante (cfr. commento a La
5,36). Per laposizione, in tal caso, delpronome dimostrativo, ved. Jannaris, An Histarical Greek Grammar.... par. 1212. n greco classico
avrebbe preferito xa.& .oue; &rpoCxoue; .00houe; 'toue;, come scritto da
Halk:in Apalogie, p. 18, ma ilgreco posteriore e assai disinvolto nell'osservan~a di queste regole, cfr. BIass-Debrunner-Rehkopf, Grammatik
des neutestamentlichen Griechisch ... , par. 269,5 con ulteriori rinvii.
11-2. Ot' t\l <o> E<t> a\l .. au'toe;: il significato del nesso moL06vat tau't", e assai difficile da cogliere. Le diverse traduzioni non sono,
a quanro sembra, di grande aiuto. LSJ, s. v. l1ttO(Ol~t (4), da come significato give onesel! up; ved. anche PGL, S.v. E'ltLO(OWf-l~ (5): give up,
sun-ender, abandan. Questo significato potrebbe derivare da espressioni come quella di Ludano, Hermatimus 28 i1tlOl06\1al .au't()\I .Ti
1t\ltoa-a, lasdarsi andare al vento, oppure Act. Ap. 27,15 l1tt8\r'tt~
lCPEp6!J.t9a, Iasciammo andar (la nave al vento), e cosI eravamo tra:
sportati . Uimmagine sarebbe alIora: coloro che per la loro poverta SI
sono talmente lasciati andare da, sottinteso, darsi a una mana religiosa cosI grossolana. L'integrazione di Martin, p. 50, < avo(~>, ({coloro
che si sono abbandonati alla stupididl, chiarisce il senso, ma e probabilmente superflua. Per l'immagine ved. commento a La 5,37 amentia.
[Il traduttore qu intende diversamente (N.d. r.).]
12-4. 'E1t&lO~ ... xx't'T]acu: la scelta delle singole parole, se la si
confronta con Be 10,2/La 5,39, e significativa: ved. commento a La
5,39-40.
14-6. we; .. oWlx1jaat: per w~ = wan costruito colI'infinito ved.
]annaris, An Historical Greek Grammar ... , parro 1756, 1757, 1757b .
15-6. &AA& xal .. oWL"x1jaal: probabilmente si allude alle mansioni
civili di Filea a Tmui, cfr. commento a La 5,39 e 5,41-2.

16, 2-6. Ultimo tentativo degli avvocati per salvare Filea, cfr. Be
10,9-1O/La 5,46-9.
2. Ol oLxoAyOl: cfr. cornmento a La 1,26 e 5,46.
2-3. 1taptO'[a]'tw"t"E~: dettaglio molto pittoresco, quasi che gli avvocati volessero cosl far meglio entrare le loro parole nell'orecchio del
prefetto.
3-4. "E9uO'EV . G1iXp~'t4>: per la effettiva veridicita di questa osservazione, e se un tale sacrificio abbia o meno avuto luogo in una sessione precedente ved. cornmento a La 5,47.

MARTYRIUM POLYCARPI
Testo critico a cura

di A.P. Orbn
Traduzione
di Silvia Ronchey

ACTA PHlLEAE

(Bo)

16, <{ - 17, 4

4-6. Ox tBoGa ... ~E~t:>V: per l'interpretazione di questa frase,


la quale non implica affatto che Filea sia da annoverarsi fra i cosiddetti lapsi, come talun rirengono. ved. il commento a La 5,48-9.
6-8. Kai: ~1) _.. E1tlG'tp<ltV'tO;: motivo centrale in Bo, per tre <
volte ripetuto; cfr. il commento a La 4.16. In La 6,1 -10 segue a
quesro punto la scena del confronto di Filea con la moglie. dove
colpisce in specie la degna risposta di Filea che Dio provvedera per
sua mogle. Tale scena in Bo e del tutto assente: il motivo e forse
adoperato in 12,18 (ma sfortunatamente segue subito dopo una vasta lacuna). Abbiamo forse a che fare qui col rigido punto di vista di
Origene, secando cui non v'e posta nel regno celeste per una donna
sposata? Ved. commento a La 6,8-10.
6-7. 111) l.u.'ta1tAaV'tO;: questa forma deve provenire da un verbo
composto ~E'ta1tAiTIollat; un tale verbo, pero, non sembra sia finora
attestato. Il significato deve essere, secando Martin, p. 52: (changer
d'avis sous l'effet d'une motion _ Dato pero che non ne esiste attestazione alcuna. E. de Strycker. nell'edizione di Halkin, Apologie. p.
18, e Martin congetturarono una lezione xa'ta1tAayiv'to~, di uguate
significato.
7-8. ~110t t1ttG'tpa<llv'to;: cfr. 17,4 >xi: 111) E1tlG'tpE<lOlllvoo at1"tou.
e commento a La 4.16.
8. Da qui sino a 17,2 c'e iI tentativo congiunto degl avvocati e
della corte di persuadere il prefetto a concecIere a Filea ancora un
periodo di riflessione, cfr. Be l1,3-9fLa 6,11-7 .
8-9. 01 olxatoAyot: ved. anche ll. 15-6; altrove 01 8tXOAYOl, cfr.
commento a La 1.26 .
9-10. ~ 't':<~>t<;> ... AOrtcttii: cfr. commento a La 6,16-7.
10-1. GXi~tv ... ooBTvaL: cfr. commento a La 6,12 .
14-5 . xal . .. 1tpofJp11iat: per la scelta del verbo, rispetto a La 6.15
e/egi e Be 11 .7 dA6i11V . cfr. commento a La 6. 15.

17, 12. 'tov fLax:pLov <l>tAav: emerge qu l'esistenza di un culto dei


martiri o cfr. commento a La. tilU/us.
3-4. Kai: i~ l1tLG'tpE<lOJ.Livou al,1"tou: cfr. commento a La 4,16.
4. t~anav: la forma ipaActV, la dove il greco classico avrebbe
scritto i~aAov (cosiddetto aoristo forte). e bene attestara specie per l
greco del Nuovo Testamento (cfr. Blass-DebrunnerRehkopf, Grammatik des neutestamentlichen Griechisch ' ''o par. 81,3). Questa tendenza persiste in era posteriore. A.N. Jannaris. An His/arical Greck
Grammar... , par. 787, fornisce molti esempi di questa forma. La
variante ij3aAAav e ritenuta. con Martin e Musurillo. un esempio di
grafa - AA- in luogo di -A- (cfr. Blass-Debrunner-Rehkopf. cito.
par. 11,3; par. 42,3). oppure, piu probabilmente, una contaminazone con 113aAAov (do gettavano), forma deUimperfetto. che in quanto tempo descritrivo cadrebbe qu molto a proposito.

ACTA PHn.EAE

(Bo)

17 . 4 -

579

4-5. 113aAAav ... clva'tpi1tovu;: le traduzioni in. qu:sto punto divergono molto. Martin. p. 52, suggerisce: lIs le cr~blale!lt de r~fura.
tions ; Musurillo, p. 345 , traduce: ( They kept vexmg him, trYl.ng ro
refute him that he might reHect ; Lanata, p. 234: Lo colplvano
cercando di scuoterlo perch riflettesse . La traduzione qui si accorda con un suggerimento del Pro. Dr. W.J. A~rts, Gr~ninge?, .e
deriva dalla constatazione che in greco postclasslco molu verbl. m
associazione con un participio. acquistano un aspetto descrittivo (per
quesro fenomeno linguistico in generale si consulti W.J. Aerts, Periphrastica. An investigation nlo the me 01 tLVat and tXUV as auxiliaries
or pseudo-auxiliaries in Greek lrom Homer up lo lhe present doy, Amsterdam 1965). Si puo anche intendere &:\la'tp1tOVU~ nel senso letterale di (uovesciare: cfr. LSJ. s.v. &:va'tp.1tw (1); Bauer, Wiirter
buch .. . , s.v. ava'tp1tw (1) . Sarebbe fors'anche possible un'altra t:aduzione. vale a dire: lo rinchiusero (sottinteso: nel carcere) . costnngendolo a cambiare idea. giacch l'espressione PAAW 'tLVeX d~ <luAaxTv e comunissima (cfr. 1.10-1; Bauer, Wiirterbuch ... , s.v. pAAW). roa
una tale ellissi, pur lecita in parecchie lingue mo~erne, sembra. non
sia attestata per il greco. Quale che debba essere l es~tta traduzlOne,
e chiaro che Ba assume ora una struttura totalmente dlfferente da Be:
ricomincia qui il martirio propriamente detro (cfr. coromento a La
6 17-21) mentre in Be si procede imroediatamente allesecuzione.
, 5-6. ~; &v Gxi411 < 'taL> : questa correzione di Marrin, p. 52 . in
luogo del tca.dito tVO'~~r. sembra sia il piu. probabile di , tutti g~.i
emendamenti proposti. II verbo GX1t'toJ.Lal. nflettere, COSl come 11
sostantivo Gx4t~. (deliberazione . sano i termini tecnid appropriati
(cfr. Be 11,4 I La 6,14; Preisigke. W'r/erbuch .. .. s.v . Gxt1t'tollat [4]);
la trasformazione di tV in a.v e mnima e conforme alla sintassi del gre
ca. cfr. LSJ. S,v. w; (B) . lnvece, la correzione di Lanata w~ vax 411 < 'tat> , con senso affine a quella di Martin,. s~ basa s~. un sostantvo EIlGXt~t~ di rarissima occorrenza (LSJ, e Prelslgke. Worterb~ch ... ,
s.v" registrano soltanto Papiri de/la Societa Italiana 3.168:31: ti cor:
rispondente verbo &VGxl1t'tOictL non e attestato) e, ptobabilmente, dJ
significato tecnico (cfr. Preisigke W6rterbuch .... s.v. EllaXt~t~;;;; l1tt
GXt4l~, (dspezione, sopralluogo). lnfine la congettura d1 .E~ de
Strycker utilizzata nell'edizione di Halkin. Apologie: p. 19, Cloe &1tt
axl4w, (per deliberazione, e troppo breve e non SI accorda con le
lettere del papiro. L'omissone della sillaba finale in G.xi411 < 'tal>
potrebbe considerars uno dei segni di tr~scuratezza e dI tetta, non
infrequenti in questo codice (ved. prefazIOne, P; 262 I1:t. 3). ~on ~e
paroJe W; &v GX411'taL, termina il resoconto d~ll apolog;a dt, File,a m
senso stretto: l'esecuzione, per quanto annunztata (1 .4-5 xal Ilt'tE.1tU't'a 'tE[u]wBv'to;, (e in seguito giustiziatQ}. non viene narra~a , neppure indirettamente. Potrebbe darsi quindi che l~ scriba abb.ta troncato la storia, bench vi fosse ancora ampio spaZlO nella pagma, per

580

Ac:rA PHILEAE

(Bo)

17,

6-8

una qualsiasi ragione che a noi sfugge: cfr. Halkin, Apologie, p. 19.
Potrebbe pero anche darsi che gui fnisse in eHetti il resoconto
della difesa di Filea in senso stretto, difesa che anche senza la
menzione della decapitazione finale gUl costituiva abbondante materia di devota lettura e meditazione (ved. prefazione, p. 262, e la
nota che segue).
. ::8. ErpiVT) TOr~ rlOtc; 1taal: come mene in rilievo Martin, p. 52,
slIDih formule, usate come XOAOIt'WV (<<sentenza linale) si trovano
alla fine di parecchi papiri della collezione Bodmer, vale a dire Papyrus Bodmer V (M. Testuz, Nativit de Marie , Cologny-Geneve 1958,
p. 126), Papyru, Bodmer IX (M. Testuz, Papyrus Bodmer VII-IX
Epitre de Jude, Les deux Epitres de Pierre, Psaume )) et 34:
Cologny-Geneve 1959, p. 70), e Papyrus Bodmer XI (M. Testuz,
Papyrus Bodmer X-XII. La Correspondance apocryphe des Corinthiens
et de I'aptre Paul, la on:deme Ode de Salomon, Fragment liturgique
[grec], Cologny-Geneve 1959, p. 68 [l'indicazione di Martin e da
correggereJ. Per tali formule di augurio ved. N.G. Wilson, Erpivll
as a Colophon Formula, Scriptorium XV 1961, p. 316 sgg.; E. de
Strycker, La forme la plus ancienne du Protvangile de Jacques, Bruxelles 1961, p. 216. Dalla constatazione che questi saluci chiudono
generalmente un testo completo si potrebbe legittimamente dedurre
che tale impiego sia anche qui un'indicazione del fatto che il testo
tramandatod e da considerarsi completo.
Sotto que.s~'augu~io .di pace si trova I'antico segno,f , originariamente gerogllflco a IndICare ankh (letteralmente vita ; si pensi al
nome del Faraone Tutankhamen), usato anche come smbolo cristiano per la vita eterna. 11 primo a scoprire e interpret are questo segno
fu E.~ . Turner nella sua recensione a Martn, in The Journal of
Egypuan Archaeology LI! 1966, p. 199. Per questo simbolo in
general~, anc~e not? sotto il t;rmne crux amala (cfr. Lexikon fr
r.heolo~te, Frelburg In Br. 1934 , coll. 242-3, s.v. Krem:), si cansulti Mana Cramer, Das alt-iigyptische Lebenszeichen f im christlichen
(koptischen) Agypten, Wiesbaden 1955 3 . Questo smbolo potrebbe
a~ere fo:se ~na parte n~revole nell' affascinante mistera della proveOlenza .sla di Be che dI. Bo. Gli studi precedenti ndicavano per la
provemenza della magglor parte della collezione Bodmer i dintorni
~i Panop?lis (~chmim) , ove sono ubicati monasteri copti assai famoSI, come il coslddetto (Monasterium Candidum: cfr. E.G. Turner
Greek Papyri. An Introduction, Oxford 1968 (rist. 1980 trad. it
papiri greci, Roma 1984), Index of Names, s.v. Panop~lis; J . v~n
Haelst, Catalogue des papyrus littraires uifs el chrtiennes, Pars
1976, nr. 118, pp. 62-3 . Ora, come m informa gentilmente il ProL
Dr. A. ~outers d~ Lovanio, sta per uscire un libro del papirologo
J .M. Robrnson, Duenore del (Californian Institute for Antiquity
and Chtistianity), dal titolo The Story 01 the Bodmer Papyri. The

ACTA PHILEAE

(Bo)

17, 7.8

5 81

First Christian Monastery, Philadelphia 1986, nel guale, sulla base


della corrispondenza dell'antiquario alessandrino Phocion 1. Tano
con Sir Alfred Chester Beany e con lo svizzero Martin Bodmer,
nonch di qua1che informazione avuta da mercanti operanti nel cosiddetto mercato nero delle antichidu), egli dimostra che la maggioranza di queste collezioni, cui appartengono anche Be e Bo, pro
viene dell'altrettanto famoso chiostro copto di Chenoboskion, nei
dintorni di Nag Hammadi, poco piu a sud, nell'Egitto centrale, sulla
riva destra del Nilo. Ammesso che l'ipotesi sulla comune origine di
Be e Bo sia vera, va da s che una tale conclusione costiturebbe una
base del tutto nuova e quanto mai interessante per futur studi sul
tema del cuIto dei martiri in rapporto alle attivid. monasteral (ved.
anche prefazione, pp. 262-3, 265).

TESTAMENTUM XL MARTYRUM

a cura di A.P. Orbn

Praefatio 2-4 . < 'tot<; > ... XClpEl": anche altri martyria erano stati
scritti in forma epistolare e rivolti a chiese o persone in particolare
oppure a tutte le chiese e a tutte le persone in generale; ved. ad es.
Martyrium Polycarpi (rivolto ai cristiani di Filornelio e a tutti i cri
stiani del mondo), Martyrium Lugdunensium (rivaho ai cristiani di
Asia Minore e di Frigia), Martyrium Sabinae (rivaho alla Chiesa di
Cappadocia e a tutti i cristiani del mondo); cfr. inaltre Bonwetsch,
p. 723.

1, 2. tUXCXr;: analogamente Ignazio (Epistula ad Smyrnaeos 9,1; cfr.


Ep. Rom. 3.4.8) chiedeva ai suoi lettori di pregare per luj, perch
potesse ottenere il martirio; ved. anche Martyrium Lugdunensium
(V) 2,3 ; Bonwetsch, p. 723.
9. Z~AW\l ... I;ocptt.t: Zelon e Sarim CSarein) sano difficili da
identificare, ved. ad es. W. Ruge, in PWZR 1 [1920), col. 2497.
13.4. "'t~ :y(~ ... ~.tt\l : ved. apparato delle citazioni, cfr. anche
Act. Ap. 5,32 . Si tratta di una riveIazione divina trasmessa in precedenza a uno dei martiri (cfr. Eusebio, Historia Ecclesiastica V 3; Cipriano, Epi,tulae 15,4)1
26-8. ~ M.pe. _. ,~v X<ptv: cfr. Ev. lo. 20,1 -2 e 11-8.
32. XcXpl'tl: grazia di Dio, grazia di Cristo: cfr. apparato delle
citazioni.
33. EU\lo'(xo~: su di lui ved. Bonwetsch, p. 715 .
2, 1. Kpl1mt\lt : e srato suggerito che la forma plurale SJ.&~, che precede, indichi che in origine iI nome di Crispino era seguiro dal nome di Gordo e [orse da altri, ma Musurillo, p. 357 nt . 6, dimostra
che do non e necessario.

58)

3-4. Mea: ... xp'tou : cfr. l'apparato delle citazioni. aUa cui luce ci
sembra che la rraduzione data da Musurillo (p. 357) di i 'to XOLOU
oo~oc (l'opinione del mondo ) non sia del tutto corretta; in questo
contesto, infatti, il significara di Meoc e gloria ; cfr. anche 1 Ep.
Peto 1,24 (Volgata) Quia omnis caro ut loenum, el omnis gloria eius
tamquam 1105 loeni.
15 . 'E\I ~ yap . . . XplVW Gt : un celebre derto (agraphon), ved . A.
Reseh, Agrapha, Leipzig 1906, Logion 39 ( = M.R. James, The Apoerypha/ New Teslament, Oxford 1955, p. 35 : Agraphon 2). Talvo!ta
questo agraphon e stato attribuito a Gesu (ad es. da parte di Giustino, Dialogus cum Tryphone 47,S) e (ad es. da parte di Giovanni Climaco, Seala Paradi,i 7: PG LXXXVIII, coL 813D) ad Ezechiele: cfr.
Ezeeh. 7,8; 8,30; eec. Ved. Musurillo, p. 359 nt. 10.

COMMENTO AL TESTAMENTUM XL MARTYRUM "

Ttulus: EN :EEBA!:TEIA: Sebaste o Sebastia, oggi Sivas, in Armenia prima. Cfr. H. Leclercq, in DACL XV 1 [1950), coll. 1107-11;
W. Ruge, in PWZR TI [192!), coli. 952-3; Bonwetsch, p. 705.

2, 3 . 3. 36

<

3, 3. cJ>u8tA~: e impossibile identificarla.


10. ,Eocptl'[l: ved. commento a 1,9.
13 . Xocoou9l : l'identificazione e impossibile.
14. XOCPlGifW\I-n: Haussleiter, pp. 978-9, tenta di identificare alcuni dei martiri e1encati nel capitolo 3.
19 . E~LcXpOl~ : va forse identificata con Zimara, tra Satala e Melltene, in Armenia. Cfr. Musurillo, p. 361 nt. 17.
33. 8aL~Ol ... XplG'tO : cfr. ]a praelatio del nostro mareyrium.
35-6. 'Yux ... 9t~ : questo e uno speciale impiego di ~ux'I. Il
termine, che indica, nella letteratura greca paleocristiana, l'anima
umana ), <da vira, ( il principio vitale, il soffio vitale di uomini e
animali ), viene qui usaro, quale sinonimo di 1t\Itjl, a designare lo
Spirito Santo. Si potrebbe qui supporre l'influsso deU 'impiego neo
platonico di ~ux'I per l'anima del mondo. Negli scritti dei padri
della Chiesa che furono influenzati dal neoplatonismo, il termine
tPuX~ quale anima del mondo ) tendeva ad assorbire aleune o anche
tutte le attribuzioni e funzioni dello Spirito Santo. In altri termini,
siamo dell'opinione che nel nostro testo vi sia una sorta di contaminazione semantica tra il concetto di pux~ (<<anima del mondo ), e
quello di Spiriro Santo, come evidente in tPux OE. XCtt 1t\lt.tOC"'tl 9tt~.

<

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PASSIO AGNETIS

COMMENTO ALLA PASSIO AGNETIS"


a cura di Marioo M. van Assendelft

L'inno e camposto in endecasillabi alcaici , impiegati come qu xo:-ra


~(xo ... solo da Claudiano (Fescennina de Nuptiis Honorii el Mariae
1-41) e da Ennodio (Hymni 1 17),
La struttura deil'opera e la seguente:
vv. 19 (introduzione) : si trova a Roma la tomba di Agnese, cole
che merico una duplice corona: una per la sua castita, una per la sua
fermezza nella fede ;
vv. 10-37 (scena del processo): il giudice cerca di spingere la giovane
all'abiura, e minaceia di obbligarla a prostituirsi;
vv. 38-60 (scena della prostituone): Agnese e cestretta a esparce il
propdo corpo; un giovane che osa levare lo sguardo su di le e mmediatamente calpito da un fulmine; secondo alcuni, grazie all'intercessione di Agnese, desee poi a guarire;
vv. 61-90 (esecuzione): viene dato ordine di giustiziare la giovane,
che accogUe con gioia l suo carnefice e, dopo una breve preghiera,
oHre l callo per la decapitazione;
vv. 91.123 (ascensione): mentre l'anima di Agnese sale in alto, vede
sotto di s le vanita e la tenebra della terra; calpestato il serpente,
riceve le sue due corone;
vv. 124-33 (epilogo): il poeta supplica la martire di purificare noi
tutti dalle nostre impurita.
1. Agnes: genitivo singolare aUa greca del nominativo ... Ayvt.
Altrove nel poema (vv. 30,61, ecc.) il nominativo e Agnes, che d
chiede un genitivo Agnetis: efr. il verso iniziale deU'inno attribuito
ad Ambrogio Agnes beal4e virgillis ij. Szoverffy, Die Anna/en der la
teinischen Hymnendichtung 1, Berlin 1964, p. 50 sgg., ne discute
l'autenticita) .
Romu/ea in domo: e inconsueta denotazone di
Roma (cfr. Peristephanon 11,1 Romula in urbe); la sfumatura pedan
tesca non e inusuale in Prudenzio (ved. qui al v. 4 salutem ". Quiri
tum; cfr, anche Peristephanon 13,51 antra Tyriae Carthaginis; 12,57
p/ebs Romula; 11,6 Troia Roma). Tali espressioni non sono oma

1 7

585

ment poetici: indicano come lo scrittore si ispiri alla tradizione epi


ca, la accerti ed ammiri.
La Depositio Martyrum (ved. H . Lietzmann, Die drei littes/en Mar
tyrologien, [Kleine Texte IlJ, Bonn 1911, p. 3) registra per l'anno
354: XII ~l. Feb. Agn~tis in Nomentana. La tomba di Agnese viene
cosl ~ocal~zzata sulla Vla Nomentana. Qui Costantina, figlia di Co
stantIllo lmperatore, fece costruire una baslica in onore di santa
Agnese prima del 354 (probabilmente fra il 315 e il 335; cfr. V.L.
Kennedy C.S.B., The Saints 01 the Canon 01 the Mass [Studi di
antichita cristiana XIV], Roma 1938, p. 173). L'acrdstico votivo
(le lettere iniziali formano la scritta CONSTANTINA DEO) e in
lmcriptiones Latinae Christianae Veteres, nr. 1768 (ed. Diehl) .
2. Se e vero che Prudenzio si reca a Roma prima di scrivere
questo i~no.' probabilmente visito la tomba della martire, dove pot
leggere 1 eplgramma composto da papa Damaso che si condude con
le paroJe inclita martyr. Prudenzio impiega tale formula anche in Pe
ristephanon 5,285 (cfr. anche v. 537).
4. Si noti l'allitterazione servat sa/utem: in tale contesto i1 terrni
~e sa/us ha la connotazione cristiana di salvezza (cfr. Mohrmann,
Etu,des I.I~ p. 29).
Qui:itium: si indicano i cives Romani. In origi.
ne:: 1 Qumt~s erano probabilmente gli abitanti del colle Quirinale; W.
Elsenhut (m PW XXIV, coII. 1324-33) fornisce un'eccellente rasse
gna dei problemi che riguardano 'etimologia del vocabolo e la sua
possibile connessione con il culto di luna Quiri(ti)s.
~. Con advenae. si intendono probabilmente i (pellegrini, fra i
qualt (stando a Penstephanon 12,656) Prudenzio stesso si annovera
va (cfr. Paolino di Nola, Cannina 27,550-1: ... tandem convertitur
advena Christo, / dum sanctorum opera in Christo mirantur aperta).
7. D~p/ex corona: il duplic.e s~rto }) e di fondamentale importan.
za p~r l mno. 1 c~ntempora~e~ di Prudenzio (papa Damaso e Am
broglo) non menZlonano espbcltamente la minaccia portata alla ver
ginit~ della giovan~. Lavarenne, PrtJdence, p. 193, dubita che Pru
denz~o ~onosc~sse 1 loro resoconti e che comunque potesse essersi
loro lsplrato, rlten~n~o, al contrario, che egli abbia seguito qualche
altra leggenda a n01 ~g~ota. V~ tuttav,ia no tato che in Damaso (Epi.
gramma 40) la descnzlone del capelh di Agnese (coprivano le sue
nudita. ,perch occhi uman non vedessero il tempio del Signore))) e
la supphca levatale quate alma pudoris, (protettrice di castidl), po'
trebbero alludere al [atto che ella serbo la sua verginita. Ambrogio
o.sserva.che, quando Agnese fu in pericolo di perdere sia la verginita
Sla la vlta, seppe conservare la prima e tramutare la seconda in mmortalita (de offiis minjstrortJm 1 41203' cfr. de virginibus 1 29
nonch P. AUard, in DACL 1 1, coU. 908 ~ 909-10). Lo stesso A~:
brogio i~piega in tale contesto l'aggettivo dup/ex: hahetis igitur in
una hostIa dup/ex martyrium (de virginibus 1 2,9), vedete dunque in

<

PASSIO AGNETIS

7 - 1r

una singola vttima un duplice martire )), e menziona i1 desjderio,


nutrito da molti uomini. di sposarla: quanlorum vota ... 1 passi di
Ambrogio, sebbene in s non indichino la prostituzione coatta della
giovane, potrebbero avere agevolmente ispirato un poe ta come Prudenzio a inserire l'episodio, o mutuandolo da un'altra fonte, o indudendolo come fatto scontato, viste le frequenti occorrenze di tale
motivo (cfr. Franchi, S. Agnese, p. 24 sgg.). Che nel successivo tratramento della sroria Prudenzio possa avece largamente attinto a numerose fonti leggendarie (ad es. quelle documentate nei tes ti
greco-siriaci) non esclude in alcun modo che gli fossero familiari le
versiooi di Damaso e Ambrogio. II tentativo di P. Allacd (in DACL
1 1, col. 910) di foodere in un'uoca leggenda i vari e1ementi forniti
dalle fonti del quarto secolo e ingegnoso; esso presuppone pero una
tradizione orale definitivamente fissata, il che non e verosimle,
stante la fluidta di tali tradizioni (cfr. Franchi, S. Agnese, p. 26;
nella Appendice possono leggers i testi greci).
Oltre a quanto ora accennato, ulterior possibili prove della familiarita di Prudenzio con i resoconti di Damaso (in Epigramma 40)
e di Ambrogio (nel de virginibus) sono le seguenti: v. 9 liberae, cfr.
Damaso, v. 4 sponte, e Ambrogio, 1 2,8; v. 10 aiunt, cfr. Damaso, v.
1 fama refert, e Ambrogio, 12 ,7 fecisse traditar (al v. 57, tuttavia,
Prudenzio sembra citare una fonte diversa); ai vv. 16-7 la condotta
dell 'accusatore e }'attiva partecipazione del carnefice - quest'ultima
piuttosto inconsueta - possono essere paragonate aUa versione di
Ambrogio, I 2,9; vv. 19-20, l'espressione corpus ... o/ferebat si trova
anche in Ambrogio 1 2,7; v. 21 trux tyrannus, efr. Damaso, v. 4; v.
25, ved. commento al passo; v. 67 sgg., efr. Ambrogio, I 2,7; v. 84
hostiam, cfr. Ambrogio, 12,9; v. 133 almo , unitamente al pudicum
del verso precedente, puo essere eco di alma pudoris (Damaso, v. 9).
Si osservi inoltre che in Peris/ephanon 3 possono trovarsi tutti i tratti
dell'epigramma d Damaso, compreso quello della capigliatura che
protegge il pudore della vittima (v. 151 sgg.): in quel caso ci si riferi ~
sce pero alla giovane Eulalia.
8. crimine: il termine crimen e spe~so equivalente a peccatum nel
latino dei cristiani (cfr. Mohrmann, ElUdes n, p. 105) .
9. mortis ... liberae: e la morte liberamente accettata piuttosto
che la morte liberatrice. Cfr. ad es. Tertulliano, Apot. 50: essere
pronti a morire non significa volere abbandonare l'esistenza terrena,
roa combattere per la verti. anche a rischio della propra vita: La
vinoria porta con s sia la gloria di eompiacere Dio sia la ricompensa
della vita eterna. In tale contesto l'aggettivo di uso comune e gloriosus; l'eco di tale mors gloriosa risuona qui nel sostantivo gloria.
10 . Aiunt: ved. commento al v. 7.
10-1. iugali ... puellulam: Agnese e appeoa pronta per il talamo
coniugale. L'espressione conferma che Agnese aveva dodi (Am-

PASSIO AGNETlS

1 1 - 17

brogio) o tredici (Agostino) anoi. Cfr. l'inno Agnes beatae virginis,


vv. 5-6 mattlra martyrio fuitjmatura nondum nuptiis. L'estrema giovinezza della martire viene qui ulteriormente enfatizzata da vix e dal
diminutivo puellula (cfr. 1 Ep. Coro 1,2: Dio ha scdto quanto vi e
di debole nel mondo per confondere cio che e forte ). La legge romana considerava <<oubili le donne a partire dall'eta di dodi anni
(cfr. Pomponio, in Digesta 23,2,4). La giovinezza della martire e stata confermata dalle ricerche effettuate sul suo tesehio (efr. ]ubaru,
pp. 89 e 3357).
12. Christo calentem: l'inzio d verso riceve la massima espressi.
vira dalle ripetizioni dei suoni e e t. Assai spesso i versi d Prudenzio
testimoniano che il suono era importante per lui proprio come per i
suoi predecessori pagani. Come la ripetizione di t conferisce un tono
esasperaco al v. 15, cosi il v. 48 esprime con la rpetizione di e il
brusco impatto della luce accecante.
Con catire e con altri verbi che esprimono l'idea di provare
caldo o bruciare) viene spesso impiegato l'ablativo, a indicare la
causa della sensazione (cfr. Orazo, Cann. IV 11,33 non enim pos/hae
aUa ealebo femina). L'ordine delle parole nel verso mira a evidenzia
re la contrapposizione Christo ... inpiis. Unitamente a fortiter, tali
parole denotano la totaJe dedizione della giovane a Cristo; efr. la
famosa frase di Ev. Matth. 12,30 sgg.: Colui che non e con me e
contro di me, ecc. .
13. renisam: sot tinteso esse; le ingiunzioni alle quali Agnese si
oppone sono le insistite ricrueste di abbandonare la fede e giurare
obbedienza agli idoU pagani, piu precisamente a Minerva (v. 27) . La
descrizione degli stravaganti espedienti escogitati dal giudice per
conseguire il suo seopo non corrisponde alla realta; i processi di que
sto genere erano assai sobri e concisi (cfr. Delehaye, p. 128; cfr.
anche p. 183 sgg, ), La congiunzione quo minus, che segue, non e
frequente nel latino tardo (HSz, p. 681, postula la sua scomparsa
dalla lingua parlata), Occorre in Arnobio, Cipriano e Lattanzio;
Schrijnen-Mohrmann ritengono che fosse ancora di uso corrente nei
circoli colti al tempo di Cipriano. Vista la sua virtuale scomparsa
dalla letteratura gia aUa fine del quarto secolo, il suo impiego qui
doveva suonare pedante.
15. Il giudice viene dipinto quate esperto di arti suasorie, Da
questo come da altri punti di vista le passiones inniche di Prudenzio
seguono il modello delle passiones epiche; piu scaltro e crudele e l 'ac~
cusatore, piu pura e indomta la martire nell' opporsi ai suoi attacchi
(cfr. Delehaye, p. 178).
16-7. NeUa descrizione di Ambrogio l' ordine e inverso ma idencica la scena: il giudice alterna cioe le buone alle cattive maniere
tentando di faccare la resistenza della giovane (de virginibus 1 2,9; si
noti noltre lo slabat del v. 18 e 10 stetit del passo di Ambrogio).

588

PASSIO AGN ETIS

18. stabat ... pertinax: e importante l'ordine delle parole: ella resistette (primo vocabolo, e,nfatico, a descrivere una condizio~e.'
non un'azione), salda (ultImo vocabolo, a denotare una quahta
permanente), e poteva farlo grazie alla sua forza morale, accesa dal
fiero amore per Cristo (tratto centrale del suo comportamento, nesso
centrate del verso). Stare nel senso di rimanere incrollabile nella
fede, opposto a /abi, si trova ad es. in Cipriano, Epis~/ae 8,2 ,2
(dove ,i allude a 1 Ep. Coro 16,13); cfr. anche de IapSlS, 2 e 22
nonch Epistu/ae 31 ,6,2 .
21. Tum trux tyrannus: il trucis ... tyranni di Damaso (v. 4) e privo
deU'effetto poetico di allitterazione e assonanza qui presente a denotare }'inflessibilita deU 'accusatore. Prudenzio impiega tyrannus a designare sia il giudice sia Satana, che nel severo magistrato del pro
cesso contava dunque una sua pedina.
21-3. I1 tema e frequente nelle passiones inniche ed epiche: 1'accusatore, confuso dalla volonea di morire professata dal martire,
escogita mezzi che possano minarne l'incrollabilita, p~~ .duro il. tO,r:
mento, maggiore la gloria: dal che naSCODO spesso le plU mveroslmih
sequenze di torture (cfr, Delehaye, p. 202.sgg.):
'
24. Che le giovani potessero consacrarSl a DIO assal presto (non
appena erano in era da marho) e attestato ad es. da Ambrogio, de
virginibus I 2,7; I 10,58 ~Non si permettera di scegliere Dio a colo
ro che possono scegliere un marito?~).
,
, .
25. in lupanar trudere publicum: SI trattava dI una pUDlzlOne non
inconsueta come evidente ad es, da Tertulliano, Apol. 50 (alla fine)
e de pudicitia 1,14; cfr. Cipriano, de mortalitate 15, e Ambro~io~ de
virginibus II 4,23, H . Herter, Die Sociologie der atJtiken Prostttutton,
Jahrbuch fr Antike und Christentum n.I 19~O, p. 79, come mezo
zo di correzione menziona anche la reclusIone In un lupanar; a Le
preo le adultere venivano obbligate per punizione a passare undici
giorni neli' agora avvolte in abiti sciolti e trasparenti. Damaso po
trebbe alludere a questo tipo di condanna (efr. commento al v. 7),
per quanto sia ugualmente possibile che la sua desc~izione si riterisca
alla necessita che la martire morisse gnuda; EusebIo, Martyres Pa/ae
stinae 9 6-8 descrive Ennata condotta ignuda per le strade di Cesarea il
novembre 308, senza che vi sia minimamente implicata
alcuna idea di prostituzione coatta (cfr. Prudenzio, Peristephanon 3,
151 , gg.).
27. I1 nesso rogare de compare ad es. in Cicerone (Ver. VI 8,17),
ma non e frequente.
28. virgo .. . virginem: 10 scherno si fa piu violento ora che i1
giudice afferma che la giovane cristiana deve riconoscere ne~a pag~
na Minerva la piu pura delle vergini, o rinunciare alla propna casUta, Il gioco di parole e senz'altro un voluto ambiguum: non e infrequente che uno scrittore cristiano impieghi un vocabolo contempo

13

PASSIO AGNETlS

r8 - 2 8

<

<

28 - 42

589

raneamente nelia sua accezione pagana e in quella cristiana (cfr.


Morhmann, tudes 1, p. 289 ,gg.).
29-30. navum oo. mancipium: tale acquisto e nuovo nel sen
so di insoliro (non era frequente che avessero a che fare con una
ragazza cristiana), o in quello di <mn altro ancora (cfr, Seneca Re
tare, Controversiae I 2, 10 turba ... COllcurrit ad meretncem 110vam), o
in quello d <~giovane}), in relazione all'eta di Agnese. Le prostitute
non erano assolutamente turte schiave e non e verosimile che Prudenzio ritenesse che Agnese fosse divenuta una schiava nel senso
proprio del termine, piutrosto ella sara rimasta ostaggio dello spas
so dei giovani , aUa merc dei loro capricci, e in questo senso pri.
vata deUa sua liberta,
313 , Facendo dire ad Agnese che Cristo, al quale e consacrata,
proteggera sempre e comunque la sua purezza, Prudenzio echeggia
Ambrogio, de virginibus 1 8,51, dove e scritto che gU angeli sorve
gUano e difendono la castita delle vergini (cfr. anche II 4,26 sgg,).
Per le implicazioni di questo tema cfr. 2 Ep, Coro 11,2 sgg., dove la
comunita dei cristiani e paragonata a una vergine , la sposa ideale di
Cristo, che turtavia le astuzie del serpente possono facilmente sot
trarre al suo destino.
36-7 . Agnese afferma perentoriamente che la sua morte avra
l'eHetto di contaminare la spada del carnefice, ma che nessun gesto
potra profanare cio che con pieno diritto appartiene a Cristo, Inquinare e di frequeme impiego nella Vetus Latina, soprattutto quate
traduzione di f,Ual\lWJ. Tertulliano, de pudicitia 1,14, considera gU
inquinamenta carnis una punizione peggiore della tortura per le donne di fede cristiana.
38-9. Secondo Herter, p. 85 sgg. (citato a nota 25), le prostitute <
sostavano soprattutto nei portici del circo, del teatro , dello stadio e
delle terme, ma non trascuravano le grandi arterie di comunicazione
(neanche la via Sacra) e neppure i crocevia di intenso passaggio.
Stando alle parole impiegate da Prudenzio, egli sembrerebbe riferir
si a questi ultimi; la tradizione vuole invece che Agnese abbia dovu
to mostrarsi nei luoghi di meretricio adiacenti lo stadio di Domiziano. Nel settimo secolo in quell'area le venne dedicara una chiesa
(resti dei portid possono vedersi nei sotterranei di S, Agnese in
Agone).
42 . verendum '" locum: illoms e la zona malfamata: la presenza <
di Agnese ne fa un luogo che incute rispetto. Scrive Ambrogio in de
virginibus (11 4,26), che clove e una fanciulla votata a Dio, la e anche
un tempio di Dio; aggiunge che i postriboli non possono diffamare
(scalfire) la sua castida, mentre la sua castita annienta l'infamia di
quei luogh, L'ingens petu/antium concursus che segue in Ambrogio
potrebbe indicare che Prudenzio aveva in mente il brano, sebbene
non trattasse direttamente di Agnese,

PASSIO AGNETIS

59

PASSIO AGNETIS

43 - 52

43-5. Si osservi con che enfasi Prudenzio inizia il v. 43 con il


verbo il1tendit: l'elemento principale della seeoa e che una persona
guardo). La predilezione di Prudenzio per i verbi posti a nizio di
verso e palese (vv. lO, 18, 40, 47, 50. 52, eee.), roa egli cerca sempre
e comunque di rafforzare il verbo, anche quand'esso si trova in altee
parti del verso (cfr. vv. 1, 5, 14 , eee.).
I1 tema della [agazza condannara alla prostituzione e pute lasciaca intarta daUa folla - mentre l'uniea persona che renta di avvicinarla viene punita all'istante - puo trovarsi gia nelle Controversiae di
Seneea Retore (1 2,20-1). Esso compare in seguito sia nel romanzo
d'avventure (ad es. in Apollonio di Tiro e in Senofonte d Efeso) sia
nell'agiografia (ad es. neHe leggende di Serapia, Dionisia, Irene,
ecc.; cfr. Franchi, S. Agnese, pp. 25-6). Il tema e dominante nel testo
greco clegli Atti di Agnese, di cui esiste anche una versione siriaca,
clove la folla non passa oltre distogliendo lo sguardo}) ma spingendosi presso la vergine cadde in silenzio. Vi e sl un uomo che si
rivolge trivialmente ad Agnese, ma viene coIpito dall'angelo che sta
a Hanco della giovane (il testo e edito da Franchi, S. Agnese, Appendice ).
46-7. ates .. vlbratur. ales e alato nel senso di veloce, rHerito al vento (ad es. Virgilio, Aen VilI 430, nella descrizione di un
temporale) o a proiettili (ad es. Sillo Italico, XVII 415; cfr. anche
Prudenzio, Psychomachia 323). Unito al verbo vibrattlr forma una
descrizione vivida, nella quale Prudenzio si aHida al proprio istinto
artisdco, piu che all'csempio di qualunque poeta precedente.
47 . E significativo che il giovane venga punito proprio nella par- <
te del corpo che ha cornmesso peccato, cioe ncgli occhi, accecati per
punire il suo sguardo lussurioso (ved. anche nota 43-5). Nella storia
romana il principio della legge del taglione nella sua forma piu
elementare (talio) risale almeno all'epoca delle leggi delle dodici tavole; nell'Antico Testamento e ben rappresentato dalla massima
Occhio per occhio e dente per dente (Deut. 19,21) . Nella sua
Psychomachia Prudenzio sviluppa il concetto della legge del taglione
in un senso lato: si tratta di quella talio analogica che e una delle piu
importanti caratteristiche dell'opera (cfr. Chr. Gnilka, Studien tur
Psychomachie des Prudentius, Wiesbaden 1963 , pp. 512).
48. Caecus: non ha che rare volte in Prudenzio il significato meramente ~isi~o .d~ ciec?; ~n.che in quei casi non sembra essergli
estraneo il sIgmlcato di spmtualmente cieco, altrimenti costante
negli scritti del nostro autore.
50-1. Il risonare delle s e qui impiegato da Prudenzio a esprimere
il dolore e i singhiozzi degli ami del giovane. Toltere con J'ablativo
di separazione di norma e costruito con e o ex.
52 . Con ibat Prudenzio non vuol dire necessariamente che Agnese mosse innanzi~), nel senso che lascio il luogo dove le era stato

52 -

66

59 '

ingiunto di restare; il verbo indica p'iuttosto che ella usch> trionfante dal confronto (cfr. vv. 54-6) o che ella avanzo, evidentemente verso le corti del paradiso (cfr. vv. 61-2).
53. Si noti l'assonanza delle e, che conferisce al verso un timbro
squillante e gioioso. 11 ca nto sacro}) (= 'inno che i cristiani levavan~ ~ ~nor~ di Dio e di Cristo) e menzionato per la prima volta da
Phmo il GlOvane nella sua celebre lettera a Trruano (Ep. X 96,7).
Cfr. la bella descrizione prudenziana del paradiso in Cathemerinon
5,113, culminante nei dolci iun dei beati.
.56. 11 cong.iutivo loret e impiegato in dipendenza da quod a sott~lmeare che il can~o. e la. per~onale manifestazione di gioia della
gI~vane p~r ~a sua dlvma vl:tor~a s,:,1 peccato. Nei relativamente poc~ esempl dI quod col conglUntlvO In Prudenzio (8 in tutto) l'espresSlone denota (eccettuato Apotheosis 254) una ragione o una causa
soggettiva. Per il contenuto del verso cfr. Ambrogio, de virginibus II
4,26 (gi?! citato nel commento al v. 42).
57. Sunt qui ... rettulerint: impiegando quest'espressione Pruden- <
zio sembra ri~er.irsi alIa tradi~ione seguita anche dai testi grecosl:nacl, dove SI ncorda la preghlera della santa per la guarigione del
glovane. Agnese agisce cOSl dietro richiesta delI'accusatore (cfr. qui
rogatam); e quindi sospe ttata dal volgo di essere iniziata a pratiche
magiche (taJe elemento e qui assente).
58-9. Per Prudenzio reddere lucem ha un duplice significato: non
soltanto far recuperare la vista), ma anche <cfar vedete la Luce la
Veridl (cfr. ad es. Cathemerinon 1, vv. 2, 15, 31, 36, 42, ecc. pe; lo
sviluppo di tale accezione di lux; cfr. anche 5,4 reddere lucem). 11
concetto. e .rafforzato da visibm integris (v. 60): anche in altri passi
prude?zlaru (cfr .. ad es. Apotheosis 270 e 991; Peristephanon 5,159;
ecc.) znteger espnme completezza e perfezione.
61. Primum ... gradum: denota il primo gradino, e cioe la prima corona, quella della verginita.
61-4. Il motivo dell'accusatore confuso e furente e estcsamenre
tratrato da Delehaye, p. 177 sgg. La combinazione di ira e furor si
trova spesso neU'Antico Testamento ma, salvo poche eccezioru (ad
es. I!an. 2,12 e .3,13), denota l'ira di Dio. In Prudenzio luror e usato
partlcolarmente per accusatori e persecutori (cfr. Peristephanon 4,85;
10,25; 11,5; cfr. anche Agostino, Civ. XXII 7, in CCL XLVIII p.
815,21). Per il dlavolo e per 1 SUOl seguaci hostis e un termine di
largo impiego, ricorrente negli scritti patristici (ved. TLL VI 3, col.
3064, r. 20 ,gg.).
65. Exerere nel senso giudiziario di rendere esecutiva una condanna sembra essere uso solamente cristiano (ved. TLL V 2, col.
1857, 79 sgg.).
66. Ai vv. 12 sgg. si legge un parco accenno agli <cordini sovrani
del sommo principe ). Sia esso generico o spedfico (efr. Peristepha-

59 2

PASSlO AGNETIS

66

PASSlO AGNETIS

79

non 6,41-2 e 10,31 sgg.), l'editto imperiale e un ingrediente convenzionale delle passiones epiche ed nniche; di norma, intima la
marre per coloro che si rifiurano di riconoscere il culto dell'imperatore e degli dei pagani. Delehaye, p. 173 sgg., farnisce uo'ampia
documentazione specifica.
678. Dopo la digressione sulla prostituzione coarta di Agnese,
Prudenzio ora torna al resaconto di Ambrogio, de virginibus 1 2,7
nune lurentis mueron; mi/itis rotum oHen'e corpus. TI successivo di
seorso di Agnese, in sintona con il sua carattere di eroina, contiene elementi di dura denuncia dei pored mondani non meno che
eIementi di preghiera: sia gli un sia gli altri sano [ipici dei maniri
delle passiones epiche (cfr . Delehaye, p, 189 sgg.) e vengano sviluppati con entusiasmo (talara anche estesamente) da Prudenzio in
molti dei suoi Peristephanon hymni.
69- 71. La costruzione ex(s)ulto potius quam si '" (<<la mia gioia e
piu grande che se ... ) e contaminata con la costruzione ex(s)ulto
quod ... potius quam, sano felice perch [venne uno] anzich [l'aItroj )). Prudenzio non ha bisogno di molte parole per definire i due
giovani. Caratterstica del primo l'indomabile energia, la certezza
di poter conseguire i suoi scopi con le armi; del secondo la languida
effeminatezza, il confidare nei profumi per raggiungere il suo
obiettivo. Con par concisione ma superiore finezza Prudenzio caratterizza Eulalia in Peristephanon 3,19 sgg. ed anche la stessa
Agnese: nei vv. 10-1 viene descritta la sua giovinezza; I'ndomabili
ta del suo spirito viene definita da espressioni quali stabat e pertinax (v. 18), non renuen< (v. 20), triumphans (v. 52), laetior (v. 68).
74. L'anafora (hie, hiel e frequentemente impiegata da Prudenzio a dare enfasi al discorso. Chiamando il carnefice di Agnese
amator, Prudenzio potrebbe alluclere all'oscuro episodio narrato in
Ambrogio, de virginibus 1 2,9, clove il boia sembra supplicare Agnese con lusinghe (blanditiis) di sposarlo, ma - stando ad Ambrogio viene respinto, In Prudenzio la situazione e capovolta: il militare
artiva per ucciderla, e Agnese 10 saluta come si saluta l'arrivo d un
amante. I1 termine e usato dal poeta ironicamente; vero amans di
Agnese e Cristo.
76. vola calentia: non si e fatta finora menzione di alcuo ardente desiderio ). Forse Prudenzio allude ai vota menzionati da
Ambrogio, de virginibus 1 2,9.
77. Il futuro anteriore recepero enfatizza l'impazienza di Agnese, che gia si rappresenta l'azione come portata a compimento.
78. vim gladii traham: l'espressione usuale e gladium trahere, ritirare la spada. ad es. da una ferita (Ovidio, Met. IV 120; VI 290;
ecc.). Con quesro lleve cambiamento espressivo Prudenzio cattura
l'attenzione del lettore.
79. nupta Chriuo: cfr. Ambrogio, de virginibus 1 2.9 qui me prior <

79 - 89

593

sibi elegit, accipiel, apparterro a colui che per primo mi scelse .


Tertulliano fu il primo ad affermare con chiarezza che una donna

puo essere considerata, nel corpo e nell'anima, <~sposa di ~ri~~o, e


come tale rimanere casta. In siffatto contesto il verbo di plU frequente impiego e nubere (cfr. ad es. de oratione 22,9 e de virgjnib,!s
velandis 16,2). Questo concetto si sviluppb parallelamente alla teorla
del matrimonio di Cristo con la Chiesa (fondara su 2 Ep. Coro 11,2
e su Ep. Eph. 5,22-32), che puo reperirsi in numerosi scritti patristid. Ricorre come lopos nelle vitae delle vergini consacrare (cfr. J.
Schmidt, in RAe JI, col. 559 ,gg.)
.
80. lenebras: J. Novakova, Umbra. Ein Beitrag ur dichlerischen
Semantik Berlin 1964, segnala la vasta gamma di significad abbracciata da ~uesto termine. L' autrice osserva che gli scrittori cristiani
preferirono impiegarlo in un contesto metaforico, giacch esso esprime la piu profonda oscurid!. possibile (ved. p. 81; cfr. p. 68). Per
Prudenzio tenebrae designa l'assenza di vera luce, quindi l'assenza di
purezza. Spesso il vocabolo connota i concetti di morte) o ioferno.
81-2. Agnese inizia la sua breve preghiera di salvezza con l'espressione aeleme rector (efr. il celebre inno di Ambrogio: Aeleme
rerum conditor). Divide anuas caeli evoca l'immagine di una gran~e
porta dai bauenr1 che si schiudo~o nel ~en~r~..
.
.
82. Era nozione comune che fmo al gludlZl0 uOlversale il parad,- <
so fosse precIuso a ogni anima umana; parimenti diHusa era l'idea
che quelle dei martiri potessero invece accedervi subito dopo la loro
morte. Come segnala Waszink (Terlul/iani De anima .... pp. 553-4),
gia nel tardo giudais?I~ e. nel I?rimo .c~istia.~esimo e~a p~ese~te I~
nozione di questo pnvileglo del martlrl. Gla preclus! agli abuanu
della terra, ora i cieli si schiudono ad accogliere la fandulla che si e
fatta vittima sacrificale di Dio. Cfr. Tertulliano, de anima 55,5: Il
tuo sangue sparso per seguire il Signore (si ... sequaris Dominum) e la
vera chiave del paradiso). Il verbo sequi e impiegato anche in Apoc.
14A: ... coloro che seguono l'Agnello dovunque vada.
84. cum ... tum: pone nuovamente l'accento sulla duplice corona,
la verginita e il sacrificio al Padre. Il termine hostia compare in ana10go contesto in Ambrogio. de virginibus 1 2,9.
.
...
87-9. Il termine cervix richiama alla mente AmbroglO, de Vtrgm~- <
bus 1 2,9 cervicem inf/exit. Ambrogio si limita a menzionare il capo
di Agnese reclnato in preghiera, senza specificare che tale positur.a
agevola la decapitazione. Prudenzio d'altra parte non parla delle esttazioni n del timare del carnefice, sul che invece si diHonde Ambrogio. Si tratta comunque di differenze di carattere retorico (efr.
anche i vv. 25-8 dell 'inno Agnes beatae virginis); resta il fatto che
esistono due diverse tradizioni relative all' esecuzione della condanna . Da un Jato abbiamo Ambrogio e Prudenzio, che testimoniano

594

PASSIO AGNETIS

89' 99

l'impiego della spada (sulla possibilita che sia J' jona Agnes beatae
virginis sia de virginihus 1 2,7 e 9 indichino che Agnese venne non gia
decapitara ma trafitta, cfr. A.S. Walpole, Early LAtin Hym ns, Cambridge 1922, pp. 6970), dall' altro I'epigrarnrna (nr. 40) di Damaso e
i test! greco.siriaci, che menzionano la mocte sul rogo. Sul problema
relativo al vo/uinet di Damaso cegli avesse voJuCO , sottinceso
bruciarla). se indicru un'intenzione non mandara a compimento o
una decisione [radotta in realta, cfr. Jubaru, p. 36, nonch H . Delehaye, in Analecta Bollandiana XXVII 1908, p. 221. Nelsettimo
secolo le tradizioni si fondono: nel mosaico dell'abside di S. Agnese
sulla via Nomentana la martire e dipinta con il fueco ai lati e la
spada sotta i piedi.
91 sgg. Questi versi costituiscono un'elaborazione poetica non
reperibile nelle altre tradizioni; essa permette a Prudenzio di rappresentare il netto contrasto fra il buio del mondo del peccato e la
purezza deUa vergine martire (cfr. vv. 79-80).
91-2. Exutus ... spiritus ... liberque: exutus sottintende corpare: in
tutto il Peristephanan liber Prudenzio esaIta i1 valore liberatorio della
morte, grae alla quale l'anima si libera dal vincoli del corpo (cfr. ad
es. Peristephanon 2 ,458 sgg.: Cosl conduse la sua preghiera e nsieme la sua incarceraone nella carne, perch il suo spirito prontamente proruppe, seguendo le sue parole; 3,161-20; ecc.). Anche in
altri passi di Prudenzio viene espresso il medesimo concetto, ad es.
in praefatio 44-5, dove pure viene impiegato il verbo emicare: vinclis
o utinam corporis emicem liber, ( possa io spiccare va, libero dai vincoH del carpo.
94. orbem: e ambiguo, come virgo al v. 28; ci si ruerisce sia alla
vista deUa terra daU'alto sia al mondo del peccato e della
sub pedibtlS situm: il concetto viene precisato al v. 112
tenebra.
calcat ac pede proterit, cosl come il tenebras del verso seguente viene
meglio charito da draconis ... caput (v. 113).
95. Il verso ha un sentore virgiliano: Aen. X 3-4 unde ardutlS
(sottinteso 1upiter) omnes ... I adspectat.
96-9. ridetqtte
quod ... rapit: il quod anaforico e oggetto di
cireuit, volvit, inplicat e rapie ed e soggetto di vivitur: viene spedficato dal vv. 100-11. 11 contrasto fra la tenebra e il disco del sole, in due
versi adiacenti (vv. 95-6), enfatizza il senso di tenebrae. Come dimo
strano i versi successivi, e la tenebra della nostra esistenza terrena,
che la luce del sole non puo diradare. I1 concetto e piu estesamente
sviluppato ad es. in Cathemerinon 1 e 2; viene qui rafforzato dai
terrnni mzmdus (ambiguo, a designare SI il mondo, ma anche il
regno del peccato)), ater (tradizionalmente associato aIle idee di
mafCe e (coltretomba ), roa spesso jmpiegato dagli scrittori cristiani a denotare le potenze delle tenebre, Satana), turbo (usato partico.
larmente per le tempeste della vita, ved. in Prudenzio, contra Sym-

PASSIO AGNETIS

99 -

I I

595

machum 1 500; Peristephanon 4,82; praefatio 49), vantlS (a indicare la


transtoredl dei beni di questo mondo), saec(u)lum (spesso usato da
Prudenzio nell'accezione peggiorativa di ffiondanita), mobilitas (a
denotare I' incostanza e inaffidabilira delle cose terrene). Il nesso atro
tllTbine e virgiliano, cfr. Aen. 1 511 , X 603, XII 923.
100-11 . 1 vv. 100-1 esemplificano la transitorieta del potere terreno; i vv. 102-5 forniscono esempi di ricchezza terrena e dei heni
che essa puo procacciare; i vv. 106-9 trattano gu effetti emotivi che
do produce sul genere uroano; i vv. 110-1 condudono con un riferimento alla radice di questi mali, le nuhi del paganesimo. Riferita a
honorum (<<grandi uHid)), la locuzione stulta tumentium (<< foUemente horiosi)) indica che si intendono qui non gia gli uHici) ma le
persone che li rivestono .
105. In questo contesto in/usa e una reminiscenza di Virgilio,
Geor. II 464 inlusaeque aura vestis, abiti tempestati d'oro (cfr. Fr . .
Klingner, in Hermes LXVI 1931, p. 165). 11 termine rafforza il
significato di nania, insulsa frivolezza.
106-8. GH effetti dell'assoggettamento deU'uomo alle aspirazioni
terrene sono ritratti da Prudenzo, Hamartigenia 382 sgg., dove passioni quali la rahbia (ira), la superstizione, i desideri molteplici (sitis)
e i1 rancore (livor) sono detti temibili armi delle anime umane
(ved. iTa al v. 63).
111. Anche in contra Symmachum 1 508, Prudenzio usa nubila a
indicare gli errod del paganesimo, in riferimento al quate gia da
Lattanzio (Div. 1mt. II 13,13) viene impiegato il termine gentili/as.
LOfstedt, Syntactica n, pp. 4647, condude che tale significato dipende da un impiego peggiorativo del vocabolo, a designare i non
romani. Per Mohrroann , Etudes I, pp. 267, si tratta invece di un
neologismo cristiano.
112-5 . Tutto do che Agnese osserva e deplora e identificato con
le operazioni di Sarana, soprattutto per ruso dei participi stans, come al v. 18, nel senso di non labens, e premens nel suo significato
strumentale-causale: col premere) e insieme perch preme) il capo del serpente; ella davvero calpesta con i suoi piedi tutte le cose
terrene.
113. In Apoc. 20,2 il draco, ovvero il serpente antico, e cruamato
diavolo e satana). Ogni volta che Prudenzio impiega il termine,
esso simboleggia, per una comune identificazione, le forze del male
(cfr. ad es. Ambrogio, Enarratio in Psalmum 43,42; Agostino, Tractatus in loannis evangelium 10,1). Schiacdare il capo del serpente, nel
senso simbolico di vincere le forze del paganesimo, e metafora dcorrente: cfr. ad es. Paolino di NoJa, Carmina 24,659-60; Agostino,
Sem:. 280 (PL XXXVIII, col. 1281); Passio Perpetuae 4,7. Quest'uJ.
timo brano fa parte di un sogno dove il serpente sta a guardia della
scala per iI cielo, a distogliere dal martirio i pii cristiani; calpestando

PASSIO AGNETIS

11J

- 1JI

il serpente, Perpetua abbatte ogni ostacolo. Cfr. anche Prudenzio,


Peristephanon 5,542-4.
121-3. decemplex ... sexies: died per sei voIte) (poetico per ses- <
santa volte) e centenus, centupIo, richiamano alla memoria Ev.
Matth. 13,3 sgg. L'assodazione e rafforzata daU'impiego della parola
/ruetus. Prudenzio allude al medesimo brano evangelico in contra
Symmachum II 1055 sgg. (ved. in partieol.re il v. 1060). Vi e eo- .
munque una differenza d'interpreta~ione . Nell'ultmo passo Prudenzio parla solamente del seme che frutto il cento), considerandolo la
ricompensa spettante alle vergini: in do egli sembra echeggiare I'interpretazione di Girolamo (Commentarius in Matthaeum II 13,20),
che attribuisce il frutto del trenta) alle donne virtuosamente maritate, quello del sessanta aUe vedove, quello del cento alle vergini.
Egli aggiunge che alcuru attribuiscono il frutto del cento ai martiri,
ma cosl facendo essi privano della sua ricompensa chi ha scelto il
matrimonio con Cristo. Il passo prudenziano ora in esame e un
esempio di quell'interpretazione alternativa della parabola, cui aUude lo stesso Girolamo e che puo trovarsi ad es. in Cipriano, Epistulae
76,6,2. La vergine trova la sua ricompensa nel frutto del sessanta,
il martire in quello del cento; ed esistono persone, aggiunge Cipriano, che hanno diritto a enrrambe le ricompense, ma non ne fa
nomi (Cipriano fomisce la stessa spiegazione in de habitu virginum
21). Ulteriori informazioni possono trovarsi in J. Pirot, Paraba/es el
allgories vangeliques, la pense de ]esus, les commentaires patristiques,
Paris 1949, p. 103. Cfr. anche R. Herzog, Die allegorische Dichtkunst des Prudentius, Mnchen 1966, p. 25 nt. 29.
124. L'aggettivo /elix, beato, e tradizionalmente attribuito ai
be.ti dd C.mpi Elisi (cfr. TLL VII, col. 443, r. 37 sgg.). Prudenzio
lo impega spesso quaJe sinonimo di beatus.
126. Con/uvio e frequentemenre usato dagli scrittori cristiani a
proposito delle impurita del corpo mortale. Cfr. Ambrogio, de virginibus I 1,4 (noneh TLL I1I, col. 1666, r. 61 sgg.).
130 sgg. Una simile connotazione personale dell'epilogo puo trovarsi in Peristephanon 2,573 sgg., dove per il semplice poeta (poeta
rusticus) viene richiesta I'intercessione di Lorenzo; 6,160 sgg., dove
l'identico verbo dignari viene impiegato a proposito di Fruttuoso e
dove viene fatta nuovamente menzione dell 'attivid. poetica di Prudenzio; cfr. anche 9,99 sgg. e 10,1136 sgg. Essere purificati (purgan)
dal fulgore dello sguardo e motivo ricorrente anche in Cathemerinan
2,60, dove si trova una preghiera rivoIta a Cristo e dove occorrera
notare il parallelo uso di intende come qui, al v. 126 (cfr. Psychomachia 818, dove il corpo, espulsi i peccati, e purificaro per ricevere
Cristo; analogamente, nel suo contesto, Peristephanon 1,112) .
131. In Ose. (13,8), nei S.lmi e in molti luogro deU'Antieo Te- <
sramento, iecur designa la sede degli aHetti; cfr. anche I'mportanza

PASSIO AGNETIS

lJI - IJJ

597

di iecur nelle offerte sacrificali dell' Antico Testamento, ad es. Lev.


1,8 e 12; 3,4 e 10; ecc. Nella Ietteratura latina, a partire da Orazio
(Carm. 1 13,4), iecur e generalmente impiegato neU'accezione eUenistica di sede dei sentimenti individuali; cfr. Seneca, Herc. Oet.
1732 o durum ieeur. Prudenzio da al termine questo significaro solo
raramente_ Da osservare Peristephanon 10,13, dove prega Romano di
irrorare il suo cuore con la rugiada celes te , di modo che la sua
poesa possa essere degna della sofferenza del martire (cfr. contra
Symmachum II 631 e 1047).
132 . Con pudieum (rafforzato dalla Jitote ni! non) Prudenzio potrebbe aver voluto echeggiare alma pudoris del v. 9 dell'epigramma
di Damaso, citato nel cornmento al v. 7; viene qui infatti ripreso il
tema del valore della castita della vergine, cu gia ha reso omaggio
impiegando per tre volte pudor (vv. 23, 33 e 73) e per due pudicus
(v. 34, e qu, v. 132). 11 verbo visere conferma ancora una volta _
come gia intende ... vultum (vv. 126-7) e oris ... /ulgare (vv. 130~1) il gusto dell'autore per il ritratto.
133 . A/muJ ricorre spesso quale attributo di santi o martiri (ad
es. Paolino di NoJa, Carmina 6,3 15 a/me Iohannes; 21,7 cum ... a/mis
martyribus: cfr. Prudenzio, Peristephanon 5,287, in riferimento a una
schiera di angeli). Attribuendo I'aggettivo al piede della santa, Prudenzio richiama la precedente descrizione della vittoria di Agnese
sulle aspirazioni terrene, giacch seppe sc~iacciare sotto i 5uoi piedi
l'ispiratore di ogni malvagita, il serpenteo E nel picde di Agnese che
Prudenzio localizza le sue quaJita salvifiche, cosi come aveva figurato nella sua stabilita (v. 18 stabat, v. 113 stans) la fermezza della sua
lede.

Sigla

Notizia
Policarpo era vescovo di Smirne quando, in data ineerta fra il 110 e

il 118, Ignazio di Antiochia fu condotto a Roma per subirv il martirio: fra le varie lettere che questi scrisse durante il viaggio una
e appunto indirizzata a Policarpo. Egli, dventate cristiano in ed. molro giovane, era stato in [appoIto con Giovanni ed altr diseepoli di Gesu. Successivamente si reco a Roma quando vi era vescovo
Aniceto (15415165/6) per discutere con lu fiel tentativo, rimasto
infruttuoso, di appianare divergenze che e' etano fra Roma e l' Asia
citea la celebrazone della Pasqua. Ci resta di lui una letrera ai Filippesi. La data del suo martirio, avvenuto quando egli era in eta avanzatissima, e controversa: si escilla tra il 22 febbraio 156 e il 23
febhraio 167. Il resoconto dell'avvenimento e contenuto in una lettera della chiesa di Smirne alla comunidl. cristiana di Filomelio, in
Frigia, composta meno d un anno dopo il fatto.

Bibliografia essenziale*
P. Th. Camelot, Ignacc d'Antioche - Po/ycarpe de Smyrne, Lettres,
Marryre de Polycarpe, in SC X, Paris 1958' (= Camelo,).
B. Dehandschutter, Martyrium Polycarpi. Een /iterair-kritische studie,
<Bibliotheca Ephemeridu m Theologicarum Lovaniensium LII),
Leuven 1979.
H. MlIer, Das Martyrium Po/ykarps. Ein Beitrag zur a/tchristlichen
Heiligengeschichte, Romsche Quartalschrift XXII 1908, pp.
1-16 (= MIler).
W . Reuning, lur Erkliirung des Po/ykarpmartyriums, Darmstadt
1917 (= Reuning).

Pcr ulteriori indiC2'lioni bibliogN.ficne, rdatvc sia a qucsto sia agli altri testi compresi
neUa presente raccolta, vcd. Bibliografia generale, pp. XUU-XLIX.

1<

B
C

H
M

P
V
a
Eus

Baroccianus 238, Bodleian Library Oxford, saec. XI


Chalcensis Mon. 95, saec. XI
Hierosolymitanus, Sancti sepulchri 1, saec. X-XI
Mosquensis 390, saec. XIII
Parisinus gr. 1452, saec. X
Vindobonensis histor. graec. ecc1es. III, saec. XI-XII
consensus codicum BCHPV
Eusebius, Historia Ecclesiastica IV 15 , 3-45

INDlCI

INDICE DEI PASSI


DELLA SACRA SCRITTURA

Martyrium Polycarpi

Le indicuioni dell'indice rinviano al ,capltolo, e o a paragra


rinviano a colonna e riga (Be: Bo), a capnolo e rlga (La).

I . per gli Acto Phileae


0,

Exod. 34,6
Deut. 31,6
3 1 ,7
3 1 ,23

los. 1,6
1,7
1,9
ludo 9,15

14. 2

10,3 6

6,2

9,1
9,1
9,1
9,1
9,1
9, 1

1I.27
1),21

14,1

1, I
9,2
8,1

14,19
14.4 1
16,27

16,1
14,1
14,1

15,)1

14,1

17,5

13.4

14,1

17,22

1 Reg. 17,1

14,1

r8,8
18,34
19,16

14 ,2

19,29

1,2
2,3
2,3
2,3
2,3

24,10

14,1

20,16

16,1

26,14
3,25

9,1
9,1

20,18

1,2

20,22

14 ,2

58,6

14. 1

20,2)

14. 2

103,24

14,1
15,2

22,14

16,1

23.33

2,3

2,3
9,1
6,2

24,22

16,1
16,1

ludith 9,12

14. 1

9,14
Pr. 19 ,4

14,1

Sapo 3,6
ls. 64,3
Dan. 10,4 sgg.
Mich. 7,6
3 Mach , 2,2
Ev. Mallh. 2,}
3,8

14,1

5,1
11,1

r 1.1

3,11

3. 1 7
4. 2 4
6,10

8,6

9,1;

14,1

2,4
7,1

24,24
24.31
25,34
25,4
25.4 1

25,46
26,2
26,16
26,21

26,23

9,13

14,1
11 , 1

10 ,4

1,2

26,25

26,24

12,2; 16,1

9,3
9,3
2,3
11 ,2

1,2 ;

5,2
1, 2
1,2
1,2
1,2
1,2

60 3

INDlCE DEI PASSI

INDICE DEl PASSI

60'
26,39

7,1;

26,42

,6.45
,6,46
2.6,48
26.55
27,5
27,16
27,18
27,26

14,2

2,25

14, 2

2,37

'.'
5. 1

6,27

11,1

12,2

10,I4

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'.3
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2.3
9.3
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11,1

10,16

19. 2

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6,40

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'.'
1.2

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9,1; 14,1

6,47
6.54
6.68

7. 1
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4 ,2 2
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9,28

14,1

11,1

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17,17
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19.)6

17,1

7. 2
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20,28-9

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1.2

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9,16

9. 2

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17,3

27,4 6

12,2; 21

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21,14
21,24

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14,1

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12,3 2
14,17
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15. 2 9
17,15
18,7
18, 18
r8,3 0
19.37

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17,1

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27,60
27,62

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10.2

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Ev. Marc . 1,4

11,1

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10,3 8

1,1;

14,2
14. 2

10}9
11,11
12,6
12,2}
13,20
1},22

7. 1

13 , 27

14.3 6
14.4 8
14,61
15,34
15,}7
15.4 2

Ev. Luc.

7. 2
2.3
'.3

20,13
20.20
22}9
22,4 2
22,5 2
22,53
2},23

14,1
14. 1
16,1
16,1
16,1

23,}5
23 ,4 6
23,54
24.44
24,47

14,2

Ev. lo . 1,14

7. 1

1,18

8,2; 14,1
12,2
12,2

},10

7. 1

9.3
12,2

12,2;

5.'
7. 1 ; 14. 2

7. 1
8.1
12,2
16,1
12,2

7. 1
12.}
11,1
7,3; 20,2
20,2
12,2

2,3

3,15
},16
}.18

2.}; 20,2
20.2

3.3 6

2.3
2.3

1,4 2

18,3
12,2

1.68

14, 1

5,24
5. 2 9

2,18

7.'

5.39

1,14

7. 1
11,1

14,2

2.3

17,2-3

19,14

19,3 1
19,4

Act. Ap. 1,16

12 ,3

12,}

1,18

6.2

2.5

'.'

5.3 1

6.8
7.57
7,60

8.1
8.,
8.7
8,10
10,11
II,5
1 1, lB

1},24
1},4 6
1}.4 8
13,5 0
14,JO
15. 2 9
16,28

7. '

9.3

7. 2 ;

I1,2

9.3
8.1

25,10
26,22

26,24

Ep. Rom.

14,1

12 ,2

1,25

2.7
4,12
5,15
5,2 I

14 ,1

2.3
22,1
20.2

12,2
12,2

6,17
6,22
6,2}
7. 2 5

2.3
3.'
2.3
2.3
3. 1

8,}}

16,1

1.1
2.'

8.35
9.5

11.1

7.3

12 ,2

8.1
15,2
15 . 2
11,1
11,1

2.3
' .3
1.1
12,2
22,1
12.2

9,23
13. 1
15,16
16,7
16,15
16,25 "7

1 Ep. Coro 1.2


2.9

1.'
14. 1
14,2
10,2
14. 1
14. 1
20,2
20,2

Plaef.
2.3

9,21

16,1

9,24
9,25
10 ,21

17 ,1
17. 1
14.2

604

INmCE DEl PASSI

10,24
10,3 2

10,33
11 , 1

lNOteE DEI PASSI

1,2

Praef.
1,2
1,2

11 ,22

Praef.

11,27

14,2

14, 16
15,9
15 , 24
15.57

14.3

2 Ep. Coro " l

J,l

Prado

2,2

6,18

14,1; 19,2

9,15

3,1

2 Ep. Thess. 1,4


2,8

Ep. Phi/o 2,1


2,4
3,14
3,16
},17
4,18
4,21-2

Ep. Col. 1,16


2,10

14,1
10,2
20,2
14,1
10 ,2
20,2

1,2
14,1; 15,2
17,3
10,2

8,2
1,2
17,1
22,1

1,2
14,1; 15,2
20,2
10,2; 14,1
10,2

I,J
1,9
2,9

5,12

12,2

5. 1 )

20,2

19,2
16,1

6,10

12,2

7,2

12,2

14, 1

7,10

12,2

19,2
16,1

15,2
15,2

1 0, 2

22,1

2,25

12,2

),22

17 , 1

19 ,2
14,1

10,4
10,8

4.II
4,19

2,4
2,7
J,2
J,5
5,5
5,7

2 Ep. Tim. 1,7


1,11

2,5
3,11

4,1
4,7. 8
4,17

Ep. Tit. l,l


1,2
2,10

J,l
J,7
},15

Ep. Hebr. 6,17


6,18
10,5
10,6
10,&
10, 10
10,14
10,18

16,1

PIaef.
5,1
17. 1
2.3; 19,2
17 ,1
20,2

2,J
3,1
12 , 2
19,2

1,1
14,1
19,2

2,2
16,1
2,3; 14,2
16, 1
10,2

2,J
22,2

5. 2 -3
5,4

2 Ep. Peto 1,1 0


1,17

20,2

11,12

2,1
14. 1

II,I5

17,1
20,1

14.1
11,2
11 ,2

2,9
J,7

1 Ep. lo. 1,2


2,25

2,J
2,J

4,9

20,2

5. n
5,13
5,14
5,20

2,J
2,J
2,1

Ep.lud.

2,3; 14 ,2
2

Prael.

7
9
21
25

20,2

Apoe. 1,5

9.3

11,1

1,8

11,1
14,1
14,1
14,1
14,1
14,1
14,1

1,10
1,15

14,1
12,2

12 ,2

17,2

6,14
6 , 16
6,19

2,J

16,1

5,20

1 Ep. Peto l , l

14,1; 19. 2

19,2

2,1)

6,12

2:2.,1

1,1

J,8

22,2

2,21

2,1
9,J

Praef.

1,21

2,J

22,1

Praef.

5,1

Ep. lae.

17,2

12,18

6,12

14,2

19,2
20,2

1,15

l ,l

5,1
5,2
6,7

13. 2 4
13,25

1,16

14 ,1

3. 10
},20-1

1),]0

8,J
8,5
8,13
1.3

1 Ep. Tim. 1,9

tI,}I

J,7
J,9

16,1
20,1

1,2

1,6
1,9

12,10

1,21

14,1

20,2

15,2

Ep. Eph. 1,3

20,2

3,14
4,8
4. 11
5,2

5,26

2,15

6,8

1,16

19,2

10 , 2

J,l

1,13
4,12
5,25

19,2

Praef.

2,14

Ep. Gal. 1,4

10,3 2

12,1

Praef.

1,20

5,8

3,12

1 Ep. Thess. 1,4

1J.3
10,2

2,14
),10

14.1
14,3

I,J

2,14
2,15

60 5

2,J
7,2
2,J

14,1; 19,2
12,2
15,2

11,17
11,18

13,16
14,2
14.7
14,9
14,13
14,15
15.3
16.7
16,14
17,14
19,5
19,6
19,1I
19,1 5
19,17
19. 18
20,6
20,12
21,22

12,2
12,2

9,1
9,1
9,1
21
14.1; 19,2
8,1
8,1
9,1
12,2
12,2

9,1
12,2
14,1; 1 9,2
14.1; 19,2
14,1; 19,2

9,J
8,1; 14 ,3
9,3; 14,1; 19,2
14,2
14,1 ; 19,2
12,2

8, 1
14,2

8,1
14,1; 19,2

INmCE DEI PASSl

INDICE DEI PASSl

606

Martyrium Carpi
Deut. 32,21
Dan. 7, 21

Ev. Mal/h.

8, tI

1 0,28

15,25
16,27
22,4

26.5 0

Ev. Ltlc. 1,68


2.9
11,27

13,13
14,15

23, 8

Ev. lo. 4.23


8,44
8.5 6
11,4
11.40

12043
19,}0

Act. Ap. 2,1 4


7.55
14, 11

15 ,16
22 ,22

Ep. Rom. 1.23


1,25

2.7
),23

5. 2
5.3
5.4
8,20

8,25

9.'

8
'7
42
7
46
39
42
44
4'
39
42
37
42
39
7
'7
39
7; 39
7; 39
7
37
42
39
42
37
42
7; 39

41
36
7; 39
7
36
36
7
36
3'

2 Ep. Thess. ' .7-8

9.5
10 , 19
11,11
11,14

15 ,4
lj.5

15 ,7

Ep. Coro

1 0, 22

10,3 1
11,7

2 Ep. Coro '.3


6.4
Il,}I
12,12

Ep. Eph . 1.3


4,17
6,12

Ep. Col.

1 , 11

1 ,12

Ep. Thess. '.3


2 Ep. Thess. 1.4
1 Ep. Tim. 2.7
1

4. 1
4.4

2 Ep. Tim. 1.5

Ep. Hebr. 3.'


12 , 12

Ep. loe. 2.7


1 Ep. Peto 1.3
2 Ep. Peto 1,13
2,18

3. 1

4'
8
8
8
36
36
7
8
7
7
4'
36
4'
36
41
7
8
36
4'
36
36
3'
3
8
7
42
37

3
4'
7
7
7

1 Ep. lo. 3. 8

'7

19,3

47

Ep. ludo 6
Apoc. '3 .7

'7

'7

24,13

10,22

5. 2
5. 2

Act. Ap. 10, 43


1

Ep. Coro 3.'3-5

2,12

2.5
5. 2

5. 2
5. 2

2 Ep. Peto 3.7


Apoc. 1) , 10

5. 2
5. 2

Martyrium Lugdunensium

Ps. '3.3
20,5
44,14

Sapo 2.17-8
Sir. 44.14
ls. 27,1

1,48
2.7
1.35
1,63
2.7
1 ,4 2

4,29"3 1

1,49

5,14
7.54
7,60
8.1
9,27
9,29

1.49

1, 15; 1,60

2.5
2.'
1,18
1 , 18

53,2

1,23

53.5

1,23

11,22

1,4 6

11,24

1,46

13,4 6
14.3
14 . 15

1,r8

lj , XI

1 ,24

15,29
16,5

1,26

Ezech.

12,23

33,II

Dan. 12,10
Ev. Matth. 16.s6
16,19

r8 , r8

1,58
1,41

2.5
2.5

22 , 2

1,55

22,11-2

1,48

26.4 1
26.63

1,4 1

Ev. Mare. 9,24


14.3 8
Ev. Luc. 1,6

1,18

16,17
16.37
18,25
18,26
18,28

'.9

19,8

1, 18

2.3

2.'
1,49
1, 18
1 ,4 1

2.1
1.5
1 , 14

1, 19
1, 18
1 , 14

1,18

1,67

1,10

20,19

2.3

7.3 8
7.44
14,8

2,3
2,3

20,20

1,14

1,55

21 , 26

1,3 1

23,6
25,24
26,26

24,18
Ev. lo. 5,21
6.69
7.3 8

1.3
1,45
1,4 1

22,3

Ep. Rom. 1.1


'.7

1 ,22

2,10

17,12

IJ I 5
1,48

3,18
3,24

19,34

1 ,2 2

4,12

20,23

2.5
2.6

16,2

Aet. Ap. 1.18

Acta Iustini

Ev. Mal/h.

2 Ep. Tim .

607

4.17

6.1

2,47

1,49
1,49

8.1I
8,-18

3. 1 5

2.3

8,23

2.41

2.2
r,63
1,30

l,r8
1.5
'.3
1.3
1,48; 2.4
I,3

1,48
1,45
2.6
1. 45
1.6
1.3

608

INDlCE DEI PASSI

INDICE DEI PASSJ

9,26

1,41

10,2
12,11

1,9
1,9

13,14

1,4 2

16, 16

2,1
2,1
1,3
1,3

1 Ep. Coro 1,2


1,3
I,}O

4,9
5,7
7,22
9,24-5
9,25
13,IJ
16,1

[6,19

2 Ep. Coro 1,1


1,2
2,14

2,15

3,3
4,15
5,7
6,16
7,1
8,1
8,8
8,15

2,9
3 ,27
4,19
4,27
5 ,22

Ep. Eph. 1,2


1,7
1 , 14

3,2
4,3

6,5
6,6

1 , 18

10,)3

[,6; 1,40

1,5

11,9

1,3

6,20

1 , 18

12,1

1,}6

2,12

2,3
2,1
2,1
2,1

1,15

12 ,22

IAI

2,17
2,r8

Ep. Phil. 1,1


1,2
1 , }O

1,3

Ep. loe.

1,3 6

1,12

2,2
2,6
1,3

Ep. Col. 1,2


1.3;

1,10

1,19

. 1,14

I,J6

l,lB

2,3

1,3
2,1
2,1
2,1
1,3

1,25

1,J2

2,1

1,36

1,29
1,35
lAI

2,6
1,17

1,4 1
1.48; 2,4

1,35

1,10
1 ,2 2

1 ,26

Apoc. 1.5

2,6

8,23

1,3

lO

1,4 1

4,17

9,7

Ep. Gal. 1,2

IAI

10,3 1

5,21

1,5 1

2,1
2,6
2,6
1,23

11,2

9,14

1.48; 2,4

5,1

1,4 0

1,5

2,2

1,9
2,1
1,3
1,5
2,1
1,6
1,42
1,49
1,49

2,7
1,3
1,3
1,3
1, 3 2

1,3

609

1,5
1,36

1 Ep. Peto 1,J 1,32; 1,45; 1,6)

3,12

1,3
1,5

},14

3. 1 5

1,36

4,10

1,3 6

7,2
7,3

1, 4 1

1,45; 2,6

12,2

1.49

1,26

14.4
19,9

1,10

21,6

1,22

22,11

1,58

1,21

2,16

5,4
5,6

2 Ep. Peto 1,1


1,8

2,5
1,5

3,12

2,6
1,45

1 Ep. lo. 3,16

1,10

1,18

4,18 'gg.
Ep. ludo 1

1,23
1,5

1,5
2,1
2,1

1 Ep. Thess_ 1,1


1,5
2,2
2,8

2,12

2,1
2,1

1,55

Acta Martyrum Scilitanorum


Ev. Matth. 5,16
5.45

1,16

1,23

6,1
6,9
19,18

2,4

1,46

22,21

1,4 8

2,3

1 Ep. Tim. 1,2

1,J

1,6; 1,17; 1,4 1


1,41
1,3 6 ; 1,4 1
1,3 0
1,41

2 Ep. Tim . 1,2


2,5
2 ,24

4,7
4,7.8

Ep. Tit. 1,1


',4

Ep. Philem. 7,12


7,20

1,5

1,10

2,14

Ep. Hebr. 3,12

3,1

1, ,1 7

1,18; 1,3 6

2 Ep. Thess. 1,1

3,15
4,10
6,12
6,13
6,17

1,19

2,1
2,1
1,6
2,3
2,3

1,1

3 , 1}
3,22
4. 12

4,16

2,1
2,8

Ev. Marc. 11 ,25


Ev. Luc. 12,4~5

1,3
1,5
1,5
1,3
2,6
2,6
1,41

Ep. Rom.

12 , 14

16,27

1 Ep. Tim. 6,1 5-6


1 Ep. Peto 2,17
Apoc. 17,14
19,16
22,5

2
17
6
8-9
6
6
17

Passio Perpetuae et Felicitatis

1,19
1,36; 1,41
1,19

8-9
8-9
8-9
8-9
7
8-9
8-9
8-9

Gen. 2,21
3,14
3,15
28,12
25,8

20 ,8
10,]
4,47; 10,10.1l;
18,7

s.
loel 2,289
Sophon. 1,10 sgg .

4,J
12,5

1,4
17,2

Ev. Matth. 7 ,13-4


26,3 1
26,33

Ev. Marc . 14,27


14,29

Ev. Luc. 2,35


Ev. lo. 10,Il sgg.
Il,45

4,3
20,10
20,10
20,10
20,10
14,2

4,8
17,3

610

INDlCE DEI PASSI

INDlCE DEl PASSI

12,42

17.3

13,J4

20,10

15,12

20,10

15,17
16,24

20,10

Act. Ap. 2,17,8

17,3

4,4

16,18

Ep. Rom. 13,8


16,27

1 Ep. Coro 7,17


12,4

19. 1
1,4

sgg.

12,11

15. 27
16,13

2 Ep. Coro 2,14


Ep. Gal. 5,1
1 Ep. The". 4,9
2 Ep. Tim. 4,8

4,6
20,10

1,6
1,5
1,5
1,}
12,7

Ep. Hebr. 1},20


1 Ep. lo. 1,1'}
Apoc. 1,10
1,14
2,7
4,4
4,8
5,8
5,13
7,9
7,12

7. 1 4
7,17

4,8
1,6

20,8
4,8; 12,3
10,8
12,4
12,2

12,4
21,11

4,8; 12,5
1,6; 4,9; 21,11

4,8 ,
12,5

11,16

12,4

20,10

12,9

12,7

21,4

4,4
12,5

18.5

21,18

12,1

20,10
17,2

21,21

12,1

Martyrium Pionii
4,23
Gen. 6,5"7,24
12,13
18,14
4,18
19,4-9
4,18
19,24-5
4. 19
19,25
4,19
19,28
4,11
Exod. 15,24-17,3
4,I1
16,3
20,11
8,3; 9,6; 16,3
4,5
23,5
4,11
3 2 ,1
4,11
3 2,2-4
4,11
32,8
4. 11
Num. I1.1
4,II
12,8
4,11
14,2-17,20
4,II
14,2-4
4,11
25,1-3
},}
Deut. 6,13
4,Il
9,9
4,11
9,16

10,20
22,4
1 Reg. 7>3
28,7''r,!'
28,19 T
3 Reg. 19,10
19,14
4 Reg. 23,10
1 Par. 10,13
2 Esdr. 19,18
Esth. },15
Ps. 79.9
79,1}'4
79,16
105,19
1 5. 25
105,28
105,}7,8
145,6
Prov. Il,31
24,17

},}

4,5
},}

14,2-3
14,12
13,2
13,2
4,11
14,2-3
4,II
12,6
12.3
12,3
12.3
4,11
4,11
4,11
4.11
8,3; 9,6; 16,3
4,16
4,6

Sapo 10,6-7
rO,7

Is.

1,10

1,15
5,2
59,1-2

Ierem.

7,Jl

19,5
}9,}5
Bar. 4,26
Ezech. 2}>39

Dan. 3,r8

LXX
I},z8
13,JI-2

13,43

13049
Os, 9,10
Amos 8,II
2 Mach. 7,7
() Mach.) 2,5
(4 Mach.) 9,14

4,18
4,19
13,2
13,2
12,14
12,14

6II

13,12

12,10

13,21-2

14,10

16,17-8
16,19

13,6
14,14

Ev. Luc. 1,37

12,13

3,17

12,11

11,48-50

}>3
13.,6
13,2

12,4

I2,ro

13,1

4,II

13,24

22,1

4,24; 5,2

13,34

4,11

4,8

4,11

10,17-20

4,II

12,5

12,5
12,5
12,5

4,II

12,7
12,3
4,21
12,3
12,3
9,17
16,6
12,13
(Or. Man.) 2
8,3; 9,6; 16,3
12,11
Ev. Matth. },12
4,10
},}
12,12
5,13
12,16
5,20
12,3
7,6
22,1
7,13-4
7,22
13,6
12,10
10,21
13,1
12,3 1-2
4,15
13.47-9
12,13
19,26
13,2
21.33-4 1
13,2
23.3- 1
13,2
23,37
14,10
24.5
14,10
24,24
12,8
25,5
Ev. Marc. },28' 9
13,1
12,13
10,27
13,2
12,1-9
14,10
13,6

14>34'5
16,23
17,22-3

18,8

13,2
12,12

14,7
14,10

12,9
12,13
18,27
20,9-16
13,2
21,8
14,10
12,11
22,3 1
14,12
23.43
21,9
23,4 6
14,14
24,5 1
Ev. ID. 1,9
5.4
1,18
8,}
16,4
3,17
8,}
17,6
Act. Ap. 1,9
14,14
4,24
8,3i 9,6; 16,3
4,II
7,39-4 1
13,2
7,5 2
21,9
7.59
8,3; 9,6; 16,)
14,15
18,12
16,25
Ep. Rom. 11,3
13,2
1,1
12,13
1 Ep. Coro 3,13-5
4,24
10,10
4,II
2 Ep. Coro I1,14-5
14,10
12,16
11,)
12,4
Ep. Gal. 4,19
12,15
5,15
20,2
1 Ep. Thess. ',9
Il,3
2,9
2,15
13. 2

612

2 Ep. Thesr. 1,7-8


1 Ep. Tim. 2,5

4,24

1 Ep. ID. 2,8


2,18
4. 1 4

22,1

8,3

6,17

1 Ep. Peto 4,18


2 Ep. Peto 2,6
3,7

4,16
4,19. 21
4,24

5,4
14,1 0

16,4

8,3

5,20

Ep. Iud. 7
Apoc. 12,3-4

4,19. 21
12,3

Acta

Ev. la .

10,15

Act. Ap. 4,24


14. 15

1,2
1,2
1,3
1,2
1,2

La

5,12

Psalt. Hebr.
Prov. 20,9
Canto 5,2
Ecd;. 4.33

e ypriani

16,12

1),2)
r6,r6

Ev. Mare, 4,8


4,20

},J

2 Ep. Thesr. 1,8

1,3
1,2
'03
1,2

1 Ep. Tim. 2, 1-2


1 Ep. ID. 4,6
Apoc. 14,7

J,.

1,13 (Vet. Lat.)


26,9
3 2 ,17
37,16

5,8
5,37

Ev. Luc, 24,52


Ev. Jo. 6,5'

3,5
2,6
2,6
2,6
2,6

11,27

Act. Ap. 3,15


Ep, Hebr. 2,10

3,3

9,20
Il,5

Exod,

20,11
Be 1,2-4
22,19
22,20 (Vet. Lat.) La 1,12 -4
La 5,23-4
3 1 .3
La 5,23-4
35,3 1
Deut, 4,29
La 9,8
Bo 12 , 11-2
4,)5
Be 5,22;
6,5
Bo Il,14
Bo 11,14
IIJI

4 Reg. 2,16
19,15

La 9,8
Be 14,7-8

27,29

1 Par. 16,10-1
22,1 9
28,9
2 Par. Il,16
12,14
14.47
lob tI,l)

Ps.

2),4

5,12.19
79. 2

La
La
La
La
La
La
Bo
Bo

9,8
9,8
9,8
9,8
9,8
9,8
5,6
5,6

Bo 5,6

94,6

Be '4,7-8
Be 5,23-4

9 8 ,1
102,3

Be 14,7-8
Be 7,13

La 1,25

Ev, Marc . 3,31-5


5,25-34
7,37

Bo 9.10-4
Ba 6,7-II
Bo 8,5
10 ,2537
Be 7,18; Bo 9,1
13,1
Be 7.18; Bo 9.1
18,4
Bo 9,4
19. 2
Be 7,14;
20.3
Bo 8,16-7
Act. Ap. 4,13
Be 4,8
Be 5,19-20;
4 . 19

Ev. ID. 5,29

Ba

5,29

Be 7,10-1;
Bo 8,7-15;
La 6,21
Be 7,18-8,1;
Bo 9,2 -5
Be 5,22;
Bo lI , I4
Bo 6.7-JI

Bo 9>4
La 6,21
La 4,29-)0
La 4,27;
Be 7.12;
Bo 9,2 -5
Be 5,22
Bo [2,11-2

Ev. Luc, 2,25

La 5,23-4

2,26
7,21-2
7,22

Bo 10.3
B08 ,7- 15
Be 7,1 0-1 ;

La 4,2 4-6

1I,18-12,}

Be 5,19-20;
Bo

6,5
6,8
7,1

11,12

Be 6,4-6;

Bo

Bo 5,6
La 4,29-30

6,21
5,22

Bo 9,2"5
Be 8,3-4;

24,25-7

Be 7.13

Bo 8,7-15
10,34
12,3 0
12,)2

10,27
11,3 2

4 ,24

La 2,42 -3;
Bo 7,Il -l

La
Be

8,19- 21

La 9,9
Bo 5,8-9
Be '4,7-8

La 4,24-6
12,46-5 0
20,19

25,4 6

Acta Phileae
Bo 5,6
Be 6,4-6

La 9.9

Be 1,10-1;
La 1,20-,

1 ,1 1

22.37

Gen, 20,5.6

La

2,4
2,4
2,4

La 9,9
La 1,28-9
Be 5,23 -4;
Bo I1 ,I4-j
Bo 5,8-9

39,6

Acta Maximiliani
2,6
3,3
3,3
2,6

La

7 2 ,1

Ev. Mal/h. 4,23

ls. 53,6
Ev. Mal/h. '3,8

Be 6,4-6
La 2,4

'45,5- 6

P,alt. Gall. 23,4

7,30

Exod. 20,11
Ps. 145 (1 46),6

613

INDICE DEI PASSl

INmCE DEI PASSI

Bo

11,12
lO,}

Bo 10,4-6
La 4,43-4
9,1-20
Be 4,6
Be 4,II~2;
9,29
Bo 10,9-10
Bo 5,8-9
rO,)5
Be 9,7-8
14,14
Be 5,6
17,18-34
Be 6,4-6
17,24
Be 4.Il-2
21,37-9
Ep. Rom. 8,15.23 Be '3,]-9
Be 12,1-2
8,17
8,22
Be 14,3-4
Il,)6
La 9,24-6
12,1
Bo 5,7
La 5,24-6
15,19
16,27
La 9.24-6
1 Ep. Coro 7,4 0
La 5, 2)-4
2 Ep. Coro 1, I 7
Bo 7JJI-2
11,22
Be 4JIIj
Bo 10,8
Be 8,1-2;
Ep. Gal. 1,4
Bo 9,7-9
La 9,24-6
1,5
Be 1),7-9
4,5

6I 4

INDICE DEI PASSI

INDICE DEI PASSl

Ep. Eph. 1,18


3,1
4,1
6,23

La 6,7
La 6,7

Bo I],]-8

Bp. Phi/o 1,21


2,9
3,5

Be II,I-2

Be 8,9-10

Bo 12,]-8
Be 4.11; Bo 10,8

Bp. Col. 4,3


1 Ep. Thess. 2,12
1 Bp. Tim. 1,5
X,13
1,17
2,6
2,7

La 6,7
Be II,1-2
Bo 5,6;

La 2,4
Be 4,6

La 9,24 -6
Be 8,1-2; Bo 907-9
Bo 10,8
2 Ep. Tim. 1,11
Bo 10,8
2,22
Bo 5,6; La 2,4
4,18
La 9,24-6

Bp. Tit. 2,14


3,5

Bp. Hebr. 9,15


13,21

Be 8,1-2;
Bo 9,7-9
Bo 5,8-9
Be 11,1-2
La 9,24-6

Bo 7,11-2;
La 2,42-3
5 , 17
Be 9,7-8
1 Bp. Peto 1,22
Bo 5,6
3.9
Be 11 ,1-Z
4,11
La 9,Z4-6
5,8 (Vet. Lat.) La 9,9-12;
Ep. Jac.

5,12

Be IJ,19-20
5,10
Apoc. 1,8
21,6
22.,13

Be 11,1-Z
La 9,23-4
La 9,23-4

La 9,2J-4

Testamentum XL Martyrum
Ps. 10,5
Js. 40 ,6-7
Bv. Matth. 5. 16
5,45

5,4 8
6,9
7. 11
10,3 2
10,33
12,5 0
16,17
18,8
18,10
18,14
18,19
25,4 1

Ev. Marc. 9,43


9,45
11,25
JI,26

Bv. Luc. 1,6


2,40

1,6
2, I
2,4
2,4
2,4
2,4
2,4
2,4
2,4
2,4
2,4
2,3
2,4
2,4
2,4
2,3
2,3
2,3
2,4
2,4
2,3
1,4

1 I ,2
11,11

11,23
14,26
15.4 0
20,24

Bv. lo. 7,37


10,3
15,10
20,1-2
20,11-8

Act. Ap. 7,49


15,z8

Bp. Rom. 3,24


1 Bp. Coro7,29
13,13
14,37

2 Bp. Coro6,2
Bp. Gol. 4,2
Bp. Bph. 3,1
Ep. Phil. 3,14
Bp. Col. 2,14

2,4
1,4
1,4
1,4
1,4
1,4
1,5
3,2
1,5
1,3
',3
1,1
1, I
1,4
2,3
2,4
1,5
2,2
2,2
Prad .; 3,4
1,1
2,2

3,14

Bp. Tit. 3,4


Ep. Phi/em . 1,9
Ep. Hebr. 10,1
12,1

Ep. Jac. 1.11


1 Bp. Peto 1,24
2 Ep. Peto 1,7
1 Ep. Jo. 4,20

2,4
1,5

Praef. ; 3.4
3,4
1,1
2,1
2,1
2,4
2,4

5,2-3

2 Ep. Jo. 6
Bp. Jud. 6
7

Apoc.

12,17

14,12
16,14
22,14

61 5
1,5
1,5
1,5
2,3
1,5
1,5
1,)
1,5

INDlCE GENERALE

MARTIRIO DI SAN POLICARPO


VESCOVO DI SMIRNE

MAPTrPION TOY AnOY IlOAYKAPIlOY


EIlIl:KOIlOY l:MYPNHl:

e pellegrina a Smirne alla chiesa di Dio che <

'tO

La chiesa di Dio che

-c6-

e pellegrina a Filomelia e a tutte le comunita della santa Chiesa

xexl XCX90AlXi~ lxx)..'fJcr(a~ 1tCXpOlX{CXl~' nEO~, dpfvr xal 0:<X1t11 9e.o 1t<X'tpo~ xal 'to XOptOU ~f.LW\l 'l7)oO Xpl, atOU "A1J9ov9d1J.

universalc ovunque siano: pieta., pace e amare di Dio padre e


del Signore nostro Gesu Cristo vi siano moltiplicati.

<H xxATata: -co

9w 'ttj
1[OV

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9EO ~ 1tCXpOlXOmx ~lJ.pVCX\l

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&:'Y(X~

1, 1. 'E"Y'p4ux.LEY fllv, &8elcpo, 'rO: xcx'tO: 'tout; llcxpwpfaav"cd 'tov IJ.CXXpLOV nOAXCXp7tOV, Oa-tLt; Wa1tEp lmacppcxylaat;
8"" j, fLIXP"tllp(lX, IXlhou xlX~l"lXoa<v ~ov 8IwYfLV. l:X<oov yap
1t<XV'tCX -ceX 1tpocXYov'tcx Erlve:to, rvIX ~lJ.iv XplOt; VWSEV lm, 8d~ 'Co XCX'tO: 't0 EocxyyD.. lOV ~cxpWpto\l. 2. II&pli~~wE\I p,
r\lcx 1tcxpcx808, wC; xcxi XptOC;, L\lCX (.Ll(.LT(tal xai T(.L&TC; au-co
&\lw.u8a, ~~ (.L\lO\l axo1tovnc; 'Co xa8' cxu-coc;;, eXAAa XCXl -ca
~o,~ "lAIX,. 'Ayti1t1}, yap aA1J90, XIX' ~'~IX(IX, lat(v, fL~ fLVOV
rou-cov 8AEW crw~Ecr8at, eXAAa xal 1t\l'tac; 'touc; &8EAepOC;.
'tCX~

Pr,ef,lio

l.

Oto:

a'lto OtO

PHBCV Dehandschutter

1, 1. post aOtArpoL. ar'It'rj't.OL add.. M


}. Ota ,it; .r.apnpLat;: 'C .r.Clp'tt,)pl~ a
Dehandschutter
, . XIX't1X otO tUlXyytov: 'toij EUClrrt),,(OU M

1, 1. Abbiamo voluta narrarvi per iscritto, fratelli, la vicenda


di quanti hanno testimoniato la fede e del beato Policarpo, che
con la sua testimonianza, quasi ne apponesse il sigillo, pose fine
alla persecuziane. In effetti, pressoch tutti i fatti precedenti ad
esso ebbero luogo perch il Signare dall' alto potesse mostrard
guale dev'essere la vera testimonianza secando rinsegnamento <
del Vangelo. 2. Policarpo differl, al modo del Signore, la propria cansegna alle autorita, perch anche noialtri divenissimo
suoi imitatori, guardando non solo a noi stessi, ma pure al nostro
prassimo. E infatti segno di amore vero e saldo i1 desderare non
solo la propria salvezza, ma anche quella di tutti i fratelli.

Pnd,tto l . 'H lxxAflGtcx w 8to cfr. 1 Ep. Cor. 1,2; 10,32; 11 ,22 ; 1':,9; 2 Ep. Cor.
1,1; Ep. Gal. 1, 13 ; 1 Ep. Tbess . 2,14; 2 Ep. Thess. 1,4 ; 1 Ep. Tim. 3,5
3-'
ntOt; .. ltAflOUvOdfl Ep. ludo 2
1, }. otw"Y1-l6v Ev. Manh. 13,21; Ev. Marc. 4, 17; 10,30; Act. Ap. 8,1; 13,50; Ep..:
Rom. 8,35; 2 Ep. Coro 12,10; 2 Ep. Thess. 1,4; 2 Ep. Tim. 3,11
6. ltClpClOo!t
cfr. Ev. Matth. 10,4; 17,22; 20, 18; 26,2.16.21.23.24.25.45.46.48; 27,2.4.18.26; etc. [
.ttl-l'rj'tIX( cfr. Ep. Eph. 5,1; 1 EP: Thess. 1,6; 1 Ep. COI. 11,1; Ep. Phi!. 3, 17
7-8.
I'T .t6vov ... ltilXt; dI. Ep. Phi!. 2,4; 1 Ep. Coro 10,24; 10,33

VII

XLI

Introduzione
Bibliografia generale

TEST! E TRADUZIONI
3
33
47
59
97
1 07

149
193
233
247
339
353

Martyrium Polycarpi
Martyrium Carpi, Papyli et Agathonicae
Acta Iustini
Martyrium Lugdunensium
Acta Martyrum Scilitanorum
Passio Perpetuae et Felicitatis
Martyrium Pionii
Acta Cypriani
Acta Maximiliani
Acta Phileae
Testamentum XL Martyrum
Peristephanon H ymnus XIV - Passio Agnetis
COMMENTO

371
384
391
397
405
412
453

Martyrium Polycarpi
Martyrium Carpi, Papyli el Agalhonicae
Acta Iustini
Martyrium Lugdunensium
Acta Martyrum Scilitanorum
Passio Perpetuae el Felicitatis
Martyrium Pionii

478
498
582

Acta Cypriani
Acta Maximiliani
Acta Phileae
Testamentum XL Martyrum

584

Peristephanon Hymnus XIV - Passio Agnetis

601

Indice dei passi della Sacra- Scrttura

491

"Serittori greci e latini

QUNIO llO/ume JUlIo ;mprnJo


nel mese di nOlJembre dell'anno 1987
presso la ~,?,oldo M01llk dori Edilare S.p.A.
Stab'tmenw A.G. V. di Vicen:ta

Stampato in Italia - Printed in Italy

Con questa callana, la Fondazione Lorenzo Valla e l'editare


Mondadori intendono fornire al pubblico italiano - quello
degli studiosi e quello, pO. vasto, dei semplici lettori colt l'autorevole raccolta di classici che esso non ha mai possedutoo Da un lato, si desidera pubblicare dei libri che entrino
stabilmente a far parte della biblioteca di ogni studioso, come
fondamentali opere di consultazione: testi e coromenti, che
raccolgano tutta la tradizione degli studi filologici e storici e
che offrano interpretazioni nuove, attraverso le quali debba
passare la strada della scienza. Ma, al tempo stesso, ognuno
di questi libri potra restare tra le mani di tutti coloro che non
conoscono o conoscono poco il greco e illatino; di tutti coloro che leggono Eraclito e Virgilio, Gerolamo e Procopio mossi da uno slancio della fantasia e dell'intelligenza, o da un
bisogno di apprendere non sorretto da una preparazione
scientificaj e che quindi debbono venire soccorsi nelloro rapporto con un testo antico.
n programma della collana comprende testi di ogni specie:
poetici e storici, filosofici e religiosi, teatraH e scientifici, narraziani e viaggi: libri che sano il smbolo stesso della dassicita, come l'Odissea e l'Eneide, e libri mai tradotti in italiano,
ignati al pubblico colto, o inediti. l' arco storico della raccoha
e vastissmo: dai documenti micenei fino alle ultime testimonianze della grecita pagana, dalla letteratura latina arcaica a
Boezio: capolavori della patristica greca e latina, vite dei santi, libri storici del primo e tardo Medioevo latino, e quella
letteratura bizantina di cui il pubblico italiano ignora la ricchezza.

Ogni volume della collana comprende: un'introduzione' una


accompagnato da un app~rato
cnuco; la traduzlOne ltaliana; un commento, che chiarisce tutti gli elem~nti (d' ordine ,torico e filologico, archeologico e
religIoso, filosoflCO e slmbolico, linguistico e stilistico) necessari alla comprensione e ali'interpretazione del testo' indici e
sussidi.
'
1 curatori sono stati scelti tra i maggiori sturuosi deli'antichita classica e cristiana, della civilta bizantina e del Medioevo latino, oggi attivi in ogni paese. Vengono pubblicati da
quattro a sei volumi ogni aooo.

bi?~iografia; il t~sto ~ri~inale.

PROGRAMMA DELLA COLLANA

*Empedocle, Poema fisico e lustra le


a cura di Carla Gallavotti.

Erodoto, Le Storie
libro l , a cura di Davide Asheri;
libro n, a cura di Alan B. Lloyd
libro III , a cura di Davide Asher;
libro IV, a cura di Gianfranco Maddoli
libri V-VII, a cura di Giuseppe Nenci;
libri VIII-IX, a cura di Agostino Masaraccrua.
9 volumi
* voL VIIL LA BATTAGLlA DI SALAMINA
* voL IX, LA SCONFITTA DEI PERSIANI

Aristofane, Gli Acamesi


a cura di Roberto Pretagostini, traduzione di Dario Del Corno.

(/'altnisco indica i voJumi giil pubblicatJl

Aristofane, I Cavalieri

Omero,Odissea
.. libri I-IV, a cura di Stephanie West;
.. libri V-VIII, a cura diJ. B. Hainsworth
.. libri IX-XII, a cura di Alfred Heubeck;
.. libri XIII-XVI, a cura di A. Hoekstra;
.. libri XVII-XX, a cura di Joseph Russo;
.. libri XXI-XXIV, a cura di M. Fernndez-Galiano e A. Heubeck.
Traduzione di G . A. Privtera. 6 volumi.

* Inni omerici
a cura di Filippo Cassola.

*Eraclito, I frammenti e le testimonianze

a cura di Bernhard Zimmermann, traduzione di Dara Del Corno .

Aristofane, Le Nuvole
a cura di Dario Del Corno e Giulio Guidorizzi.

Aristofane, La Pace
a cura di Dacio Del Corno .

*Aristofane, Gli Uccelli


a cura di Giuseppe Zanetto, inttoduzione e traduzione di Dara Del
Corno.

Aristofane, Lisistrata
a cura di Franca Perusino, traduzione di Dario Del Corno.

a cura di Carla Diana e di Giuseppe Serra.

Aristofane, Le Tesmoforiazuse

Pindaro, Le Od

a cura di Carla Prato, traduzione di Dario Del Corno.

volume l , Qlimpiehe
volume II, Pitiehe
a cura di Bruno Gentili, con la collaborazione di Paola Be.rnardini Giovanni Cerri e Pietro Giannini;
,

* Aristofane, Le Rane

volume llI, Nemee


.. volume IV, Istmiche
volume V, Frammenti
a cura di G. A. Privitera.

a cura di Massimo Vetta, traduzione di Dara Del Corno .

a cura di Dario Del Corno.

Aristofane, Le Ecclesiazuse
*Aristotele, Dell'arte poetica
a cura di Carla Gallavotti.

Plutarco, Le vite di Demetrio e di Antonio

*C atullo, Le poesie

a cura di S. Calderone e M. Manfredini .

a cura di Francesco Delia Corte.

Virgilio, Eneide

*Plutarco, Le vite di Arato e di Artaserse

a cura di Ettore Paeatare, traduzione di Luca Canali. 6 volumi

a cura di M. Manfredini , D.P. Orsi e V. Antelami.

vol. 1:
vol. 1I:
vol.lll:
vol. IV:
vol. V:
vol. VI:

LIBRI
LIBRI
LIBRI
LIBRI
LIBRI
LIBRI

1-1I
lll-IV
V-VI
VlI-Vlll
IX-X
XI-XII

"Plutarco, La vita di Solone


a cura di M. Manfredini e L. Piccirilli.

Il Cristo
vol. 1: TESTI TEOLOGICI E SPIRlTUALI DAL 1 AL IV SECOLO
a cura di Antonio Orbe;

*Tibullo, Le elegie
a cura di Francesco DelIa Corte.

*Flavio Giuseppe, La guerra giudaica


a cura di Giovanru Vitucci. Con un'appendice sulla traduzione in russo

antico a cura di Natalino Raclovich.

volumi.

Plutarco, Le vite di Teseo e di Romolo


a cura di C. Ampolo e M. Manfreclini.

*Plutarco, Le vite di Licurgo e di Numa


a cura di M . Manfredini e L. Pccirilli.

*Plutarco, Le vite di Temistocle e di Camillo

vol. Il: TESTI TEOLOGICI E SPIRITUALI IN LINGUA GRECA


DAL IV AL VII SECOLO
a cura di ManIio Simonetti;
vol. II1: TESTI TEOLOGICI E SPIRITUALI IN LINGUA LATINA
DAL V AL XIII SECOLO
a cura di Claudia Leonardi.

* Atti e Passioni dei Martiri


a cura di A.A.R. Bastiaensen , A. Hilhors t, G.A.A. Kortekaas, A.P .
Orbn, M.M . van Assendelft ; traduzioni di G. Chiarini, G.A .A. Kortekaas, G. Lanata, S. Ronchey.

a crua di C. Carena, M. Manfredini e L. Piccirilli.

Pausania, Guida delta Grecia

Plutarco, Le vite di Aristide e di Marco Catone

a cura di Domenico Musti e Mario Torelli. Testo, traduzione e cornmento di L. Beschi. G. Maddoli, M. Moggi, D. Musti, S. Settis, M. Torelli .

a cura di G. Clemente, M. Manfredini e P.L. Tozzi .

Plutarco, Le vite di Cimone e di Lucullo


a cura di M. Manfreclini e L. Piccirilli.

7 volumi * voL 1: LIBRO 1, L 'Altica, a cura di D. Musti e L. Beschi;


* vol. II: LIBRO II, La Corinzia e I'Argolide, a cura di D. Musti e M.

Plutarco, Le vite di Pericle e di Fabio Massimo

Torelli.

a cuca di C. Ampalo, G. Clemente e M. Manfredini.

Plutarco, Le vite di Alcibiade e di Coriotano

*Claudio Tolomeo, Le previsioni astrologiche


(Tetrabiblos)

a cura di M. Manfredini e D . Musti.

a cura di Simonetta Feraboli.

Plutarco, Le vite di Alessandro e di Cesare


a cura di A. Fraschetti e M. Manfreclini.

*Giuliano imperatore, Alta Madre degli dei


(e altri discorsi)

Plutarco, Le vite di Focione e di Catone

introduzione di Jacques Fontaine, testo critico a cura di Carla Peato,


traduzione e cornmento di Arnaldo Marcone.

a cura di F. Cassola e M. Manfredni.

*Gregorio di Nissa, La vilO di Mose


a cura di Manlio Simonetti.

*Orosio, Le Storie contro i pagani


a cura di Adol[ Lippold, traduzione di Aldo Bartalucci e Gioachino
Chiarini. 2 volumi.

Vite dei Santi dal III al VI seco lo


socto la direzione di Christine Mohrmann:

*volume 1, Vita di Antonio


introduzione di Christine Mohrmann . testo critico e commento a cura
di G . J. M. Bartelink, traduzione di Pietro Citati e Salvatore Lilla;

*volume Il, Palladio, La Storia Lausiaca


introduzione di Christine Mohrmann, testo critico e commento a cura
di G. J. M. Bartelink, traduzione di Marino Barchiesi;

*volume IlI, VilO di Cipriano, Vita di Ambrogio,


Vita di Agostino
introduzione di Christine Mohrmann, cesto critico e commento a cura di
A. A. R. Bastiaensen, traduzioni di Luca Canali e Carlo Carena;

*volume IV, VilO di Martino, VilO di Ilarione, In


memoria di Paola
introduzione di Christine Mohrmann, testo critico e commento a cura di
A. A. R. Bastiaensen e Jan W . Smit, traduzioni di Luca Canali e Claudia
Moreschini.

*Gregorio di Tours, La storia dei Franchi


a cura di Massimo Oldoni.

volumi.

*Giovanni Seoto, Omelia sul Prologo di Giovanni


a cura di Marta Cristiani.

*Michele Psello, Imperatori di Bisanzio (Cronografia)


a cura di Salvatore Impellizzeri. Ugo Criscuolo, Silvia RoncheYi introduzione d Dario Del Corno. 2 volumi.

La caduta di CoslOntinopoli
testi gred, latim, italiani , francesi, slav .. , a cura di Agostino Pertusi.

* vol. 1: LE TESTIMONIANZE DEI CONTEMPORANEI


* vol. 11: L'ECO NEL MONDO

ATTI E PASSIONI
DEI MARTIRI
A CURA DI A. A. R. BASTIAENSEN,
A. HILHORST, G.A.A. KORTEKAAS,
A. P. ORBN, M. M. VAN ASSENDELFT

Molte ipotesi seno state fatte sul culto dei martiri oella
Chiesa cristiana primitiva, e sugli Alli e Passioni, raccolti in questo volume. Sappiamo con certezza che questi acta marD'rJllI1 presuppongono un'opera di redazione, che poggiava sia sulla consultazione degli archivi
sia su quella del testimoru oculad. Quando il redattore
greco o latino - spesso uno scrittore di grandi quaJita lettera rie - aveva ultimato il proprio lavoro, il
documento era riconosciuto come uA1ciale dalla Chiesa
e deposi tato nei suoi archivi. Lo si impiegava nella celebrazione dell'anniversario, sul luogo stesso del martirio. Oggi riconosciamo in questi Alli e Passiolli dei
),JIartir; alcuni dei grandi testi, in cui I'antichita - sia
pagana che cristiana, persecutori e vittime - ci parla
con voce phi diretta e commovente. La passione del
martire e una continuazione deIJa passione di Cristo:
Dio e sempre presente nella storia, e mantiene le sue
promesse in ogni tempo, come testimonianza per i
non crecleati, come grnia per i ctedemi . Gli Alli e
le Pasj.oni sono elaborate opere letcerarie, dove gli orrori e le crudelta e gli strazi di gusto eJisabettiano, le
visioru onirich'e che anucipano iI martirio, la fedelta,
la fiducia , le estasi e il fanatismo dei credenti, la stra na
tolleranza dei persecutori, un grand ioso senso (eatrale
e spettacolare, radiosi anticipi ceJesti si fondono in
forme sovente perfette. Questo volume, curato da un
gruppo di studiosi olandesi allievi di Christine Mohrmann, raccoglie tutti i tes ti piti significativi : il Marlirio di san Po/icarpo, iI Martirio dei sallti Carpo, Papilo e
Agatonice, il Martirio di sall G;USI;110, gli Alli dei Marliri
di LioJIC, gli Atti de; lvIarliri di Sci/i, la Passione di Perpetlla e Felicita, iI Martirio di san Pionio, gli Alli di Cipriallo, gli Atti di Massillli/iollo, gli Alli di Fi/ea, i1 TestolnClllo dei qtlorallla Martiri, la Pass;olJe di Agnese.

MART'iRlUM POLYCARJ>1

2, 1. MaxptlX .L~V ouv xal yE.wcxTa. 'Ca !J.ap'tpta mX'J"ta "teX


'rO OA1)f.LCl 'CO 9w yE"(OV'tCX. lld 'Yap tUAtX~tIT!pou~
~~; u1tpxov-rac; 't4l 9E~ -dv xlX'ta 1tVTWV l~oua(av eXvcx'tl9
ven.
2. T> yeXP rEWara\! cxu'Cwv xat 1tO.LOVr'tlXOV XCtl q>tAooi.
.5 O1to'tov 'Cle; oux &\1 8cxu.LoEU.V; at (J.C"n;lv f.LE.V xcx'Ccx;cxv9vnc;,
wan. .Lxpt 'twv eow 'PAE.~WV X<Xl eXpnptwv TIv 'tfr; O'o:pxor; al
XOVOf.LltXV 8E.wpe.ta9al, U7t.LElVCXV, WC; xal 'tour; 1tEplEo"r;)'t'cxc; E,.
AttTv xal 6opEa8cu ' 'tour; oi: xcxt de; 'toao'tov yE\I\ICXl6n'tor; lA8dv, WCT'rE. (.l1n 'YP;cu (J.1't'E. O'tEv;cu 'tlva cdl'twv, E1tlOElXWYO f.Lvour; a7taow 1)J.LrV, O'tl lXELytl T wpq. ~o:crcxVt~!J.E.vm 'tfr; aapxoc; ebtd31(.Louv ol ye.vVCtt't!X'tOl (.Lp'tUpEC; 'to XplatO, (J.&A)..OV
D, O'tl 1tapEcr-tWr; XptOr; WP.O.. E.L cxU'tOTr;.
3. Kctl 1tpoax,ov'tE.I; T 'Coi) XptO"to X&:pl'tt 'tW\I xocr~tXW\I xcxnIPP\lOU\I ~cxcr
\lW\I, 8ux ~t(it; wpcx~ -ri)\I IXlW\ltO\l (w~\I l~a"(opa~llt\lOl. Kal 'tO
15 1ti)p T\I athot~ ~uxpO\l 'to 'tW\I a1tcx\l9pw1tw\I ~cxa<X\lt<ttwv' 1tpO
o~eO<Allwv ylxp .IXOY ~uyolY '0 O<WVLOY xo<t IlTJ3bto," a~OYYllo
VOY, xo<l ,ol, "tij, Xo<p3lO<, c\~eo<Allol, lY'~A<1tOY ,Ix "tT}POIlOYO<
'tOl~ 1tOlltl\lacrL\I &"(<x9, a olht ou~ llxoucre.\I O'tt 0IPea).llo~
e.lOt\l o'tt E.1tl x<xp3(cx\l &\l9pw1tou &\li~7}, lxt{\lotC; 8e. 1tt3tlX\lU'tO
20 l)1tO 'tO xupCou,
o'{m,p f.l.7}x:n &\l9pw1tot, &).).' 7l87} &yytAOt
Tiacx\l.
4. 'OIlO(wC; 8e. XCXL or El~ 'ta 97}plCX xcx'tcxxpt9l\l'te.t; 1tiIltl\la\l 8e.t\lac; xo).crttc;, x1puxa~ 1le.\I 1tocr'tpwW(J.t\lOL xal (AACXte; 1tOlX(AW\I ~cxa\lw\l lUcxte; xO).CXCIlE\lOt, '(\lCX, d 8u\I7}9dll
'tpIXWOe;, 8la tie; E.1tl~\lOU xoAae.wc; de; cXp\lllaw IXU'tOUC; 'tpi~'!l.
X\X"CO:

MARTIRIO DI POLICARPO

2, 1 Beate dunque e nobil tutte le testimonianze che sono


state rese secondo il volere di Dio. Bisogna infatti che Doi s sia
assai prudenti e si rimetta a lu la completa giurisdizione su tut
too
2. In effetti, chi non sarebbe ammirato dinanzi al coraggio
e alla resistenza loro e alla loro devozione verso il Signore? Con
le carni consumate dai flagelli, tanto da farsene visibil le interne
strutture sino alle vene profonde e alle arterie, essi hanno sOPO
portato la tortura al punto da muovere i present alla pieta e al
pianto; e a tale estremo di coraggio sono giunti, che nessune di
loro ha emesso vece n gemito, mostrando a nei tutti che in
quell'era, nella quale venivano tormentati, erano assenti dalla
prepria carne i valorosissimi testimoni di Cristo, o, meglio, che il
Signore era presente a parlare con essi. 3. E, assorbiti nella
grazia di Cristo, essi sprezzavano i tormenti terreni, acquistandosi, in una singola ora, la vita eterna. Ed era per essi frescura il
fuoco dei loro disumani carnefid: poich avevano chiaro dinanzi
agli occhi di sottrarsi cosI a quello eterno che mai si spegne, e
guardavano, con la vista del cuore, ai heni che sono in serbo per
coloro che hanno saputo resstere) beni che orecchio non udl, n
occhio vide, n mai pervasero il cuore dell'uomo, ma che ad essi
il Signore lasciava intravedere, poich non piu uomini erano, ma
angeli ormai. 4. Parimenti, anche quanti furono condannati
alle fiere hanno sopportato supplizi atrod) fatti distendere su
punte acuminate ed esposti alla piu varia serie di torture, con la
pertinacia del tormento volendo il tiran no indurli, se possibile, <
a11' abiura.

2, 2 . xa1:eX
9tou Ep. GaI. 1,4; 1 Ep. Pet. 4,19; cfr. 1 Ep. lo. 5, 14 1 tUAa~tatl
pouo; cfr. Ev. Luc . 2,25; Ace. Ap. 2,5; 8,2
IO I. io; aapxoo; a1ttoT!J.oU\l cfr. 2
Ep. Coro 5,8
1 2 . 1tptITtWO; cfr. 2 Ep. Tim. 4,17
14 -n'\I 1WVlOV ~w1\I Ev.
Matth. 19,16.29; Ev. Marc. 10,17.30; Ev. Luc. 10,25; 18,18.30; Ev. lo. 3,15.16.36;
5,24.39; 6,27.40.47.54.68; 10,28; 12,25.50; 17,23; Act. Ap. 1.3 ,46.48; Ep. Rom. 2,7;
5,21 ; 6,22-3; Ep. Ga!' 6,8; 1 Ep. Tim. 1,16; 6 ,12.19; Ep. Tir. 1,2; J,7; 1 Ep. lo. 1,2;
2,25; 5, 11.13.20; Ep. lud. 21
1'5. [Xx:O"Cl\lIITtW\I eh. Ev. Matth. 18,34
16.
qlurd\l cfr. Ev. Matth . 2J,33 1.0 Cllw",lOv (se. 1tUp) E\I. Mauh. 18,8; 25,41 ; Ep. Iud.
7
18'9. IX c... ". &'vlp1] 1 Ep. Cor. 2,9 ; cfr. Is. 64,3
23. 1tctxCAwv ...
ISlo.t~ cfr. Ev . Matth. 4,24
O"

7. 9twpttaelXt: 't1lptt0"9aL M
14 . ~W"l"' ; X6AMl\l a
Musurillo Dc:handschuttc:r
1'5. 0:1ta",9pw1tw\I M ZaM Lightfoot : O:1t1j\lW'" a
16-7 rip post a{3tvW!J.tVO\l add . CMV Zahn Hilgc:n.
Dc:handschutter
fc:Jd
17. lvl~At1to\l: avl~At1tOV a Musurillo Dc:handschutler
2 0.
ofl'Up !J.1]x""t"t: tl1ttp AOL1tO\l ouxl1:t M
21 . OL tio; .eX: do; .eX a Dehandschut.
2 2 . xTpuxao; BM: ~(ql1] codd. cett.
2 3 . 1tOIXo..WV ~Claoivwv loio:to;:
ter
1tOlx()..aLO; ~aO"\lQlO; a Dc:handschuttc:r
23 - 4. oU\I1]9d1] -rupawoo; a et edd. prae
ter Funk-Bihlmc:yc:r: oU\I1]9"(1] M
2, 3 "lWo;: uLiio; M

10

MARTIRIO DI POUCARPQ

MARTYRlUM POLYCARPI

3, 1. IlOAA" r"p tfl.TJX"vii<o


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2. 'Ex 'to'tou ouv 1t&v "['o 1tAil8oc;, 8a:uflcrav
'tiv yEWCXl't'I"j'tCX 'to 8EOcptAOC;; xcd 8e.oaE~oc; yivouC; -rwv Xpl10 CTmx"wv, l1tE~1}O"EV' {( ArpE 'toue; &9ouc;' ~r'ttl(JeW ITOAxap1tOC; .
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~01J)..fJ.E.\lOC;.

3' 5

11

3, 1. Molti espedienti il Diavolo, in effetti, escogitb contro di


loro, roa grazie a Dio non dusel a prevalere su tutti. A rianimarli
dal timore venne infatti, con la sua resistenza, valorosissimo
Germanico, che diede gagliarda prova nel duello con le belve.
Infatti, mentre il proconsole cercava di persuaderlo e lo esortava <
ad aver pieta della propria giovinezza, egli medesimo, come pro
va di forza, prese ad aizzare contro s la fiera, nel desiderio d'es
sere liberato al piu presto da que1 loro costume di vta empio e
iniquo. 2. Al che la folla tutta, colta alla sprovvsta dal corag
gio mostrato da un membro della stirpe COSl timorata e pa dei
cristiani, levo un grido: Morte agli atei! A no Policarpo!
<

1tcxp<X~LCtacif.LEVOr; cxu'tv tt XIXt 'tl\lCXr; 1tpoaEA9Elv .xv"tCXt;.


To'tov av97tIX't0r; 1tOAAa lXAmIXp~aoo; ~1tE~aEV Of.LaCXL xcxt
, l1tl9aat. ~la 'to'to ouv, eXOEAlPO(, OUX l1talvofJ.EV 'tour; 1tpo
cnv'tar; .au'tor;, l1tE.lo~ oux. o'tWt; olo;axEl 'to EUarrtAlOV.

4. Uno di nome Quinto, frigio e dalla Frigia venuto di recente, alla vista delle be1ve s'intimod. Era stato lui stesso a trascinare s ed altri all' autodenuncia spontanea. Eppure il proconsole,
molto incalzandolo, 10 persuase a giurare e a sacrificare. E percio, fratelli, che non lodiamo quanti si consegnano di proprio
iniziativa: non e questo che insegna il Vangelo.

5, 1. '0 BE, 9autLCXalw'tIX'tOr; TIoAXap1tOr; 'to (lE,V 1tpw'tov


a.xoalXr; oux l'tIXpX9r, O:AA' l~OAE'tO xa-ca 1tAlV (ltVEl\r ol
3. "Adou, <",eov <x,hiw ";<AerV. K", "~AeV .1, dcyp(OlaV ou (laxp&v a7tXov alto "t1jr; 1tAEWr; XIXl Ol'tpl~EV (lE-C' ,. A(YWV, vx'ta xal T(lpIXV oBE,v e"tEpov 1tOlWV 1 1tpOaEuX(lEVOr;
1tEpt 1t.v'twv xat "tWV xIX'ta tYv olXOUIlvrv lxxAralwv, 01tEp Tiv
cruVr9Er; aU"t~.
2. Kal 1tpOaEuxfJ.EVOr; lv o1t"taa(~ yyovEv
1tpO "tplWV ~f.LEpWV 'to OUAArq91lval IXU"tV, xIXl tIBEV "to 1tpOaXElPcXAalaV au"to 1tO 1tUpOr; XIX"tIXXCXLJ.EVOV xal O""tpalPE1r; f.!4
ro 1te.v 1tpOr; "tou~ aUv IXU"t4>' ~ET fJ.e. ~WV"t(X xaTjvCXL.

5, 1. L' assai mirabile Policarpo, invece, come dapprima udlla


cosa non si turbO, ch anzi voleva rimanere in dtta.; ma i piu lo
spingevano a nascondersi. Ed egli allora si nascose in una piccola
proprieta di campagna, non lontana dalla citta, e vi si trattenne a
vivere con pochi dei suoi, nient' altro facendo, notte e giorno, se
non pregare per tutti e per le cruese tutte dell'ecumene, com'era
d' altronde suo solito. 2. E mentre era in preghiera ebbe una
visione, tre giorru prima di venire arrestato: vide il proprio guanciale arso dal fuoco. E, voItosi, disse ai suoi: Debbo essere arso
vivo.

J , J. littppWwutV .. . 8u)'(uv om. M


4, 4 lxJ..titUpioCl~ lituotv: l~f.AUmprOtV M
6 . i.a.trto,: au'tOi"I; BCPV
Dehandschuner ixoua(ou, Zahn <lq>' ) WIrtOt, Musurillo
" ). itt{tA8tiv: 1t~dvat M
10. a\~ tcl"t"<): OIJVY"t"Cl, U\h~ itpoJtLxW( a
Dehandschuttec I XClTj\IUI: xau9ivClI a Dehandschutter

J, l. Xclpt, "t"~ 9t41 cfr. Ep. Rom. 6,17; 7,25 ; 1 Ep. Coro 15,5 7; 2 Ep. Coro 2,14;
915
J . 8UA(ao.. 2 Ep. Tim. 1,7
4: r-l . itpoO"~:tWt; ... ~rUrtW; cfr. Act. Ap. 18,2
"
l . dxoaa~ oux hClpClxttr cfr. Ev. Matlh . 2,3
,. VX'tCl..... itpOa~U!lJ.t
\/O.; dr. Ev. Luc. 2,37; 1 Ep. Thess. 3,10; 1 Ep. Tim. 5,5
. 6'7. O1ttp .. au't~ cfr.
Ev . Lue. 22,39; Ev. lo. 18,39; 19,40

4. Ef, 3., ov6fl."" K\v,o" <l>p;, "poa'!',,,,,,, tATJAUeo"


eX,,/ j, <l>pur(<x" 13o,v ,Oc eTJP(<X i3lA(<xav. O"o, 3. Tiv

<

12

MAR11RlO DI POUCARPO

MARTYRIUM POLYCARPI

6, 1. Kal lm.LEVV"tWV 'tWI,l ~T'J'tOvtWY ao'tov fLE:t.~T) d~ EnlypCfhov, XIX! E!J8iwC; l1t.tl'tT)O'cxv ol ~1J'tO\l'tE.C; au'tv' xai f.L1)
tpvnc; auvE.)"ci~ov'to 1tcxtocipux OO, WV 'to E'tf.pOV ~(xO'O:\I~~f.LE.
VOY W.LOAyrjaEv.
2 . ""Hv yap xat a8vcl'tov Aa8ttv au'tv,
:s E1ttl xal o 1tpOOtOV'tE.t; o:u'(O\l olxdOl 1t11PXov. Kcd 6 dpTvcxpXc;, XEXA7}PWt.LVOt; 't0 aUTO OVOfJ./X, 'Hpw8T]t; t7tlAty.LEVOt;,
t01tE.UOEV de; 'to crrOlov cxlhe)\l &tacxyaydv, lva e.XEtvOt; f.LtV 'tov
tOLOv xAiipov a7tcxp't(an, XptatOU XOlVWVOt; ye.V.tEVOC;, ol oE
1tpooV'ttt; exthov TIv cxu'tou 'to 'laDa 1tOXOlEV 't't.LwpCav.
1'0\1

6-7

1)

6, 1. E poich quanti gH davano la caccia lo incalzavano, si


trasferl in un altro podere; e ben presto i suoi cacciatori sopraggiunsero, e non trovandolo arrestarono due servi, e uno dei due,
sotto tortura, confesso. 2. Era in effetti impossibile che egli
restasse nascosto, quando a tradirlo erano perfino quelli che aveva in casa. 11 capo della polizia, che si trovava ad essere proprio
omorumo di Erode, non vedeva 1'0ra di portarlo nello stadio, in
modo che Policarpo, da un canto, nell'incontrare il suo destino si
accomunasse a Cristo, ed i suoi traditod, d' altro canto, subissero
il medesimo castigo di Giuda.

'to

7, 1. "Exov'tE.C; ouv
7tCXtOpLOV, 't'fi 1tcxpaaxw 1tEp! Ot[
mou wpav E~AaOV OtWj".Lt'tCXl xal [7t7tdC; .LE'ta 'twv auvT8wv
01tAWV l, t1tl AnaTIv ,pxov<,. K"'l o~, j,
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E.7tE.A8v'tEC; e.Xttvov .LEV e.pov tv 'ttVl OWf.LIX'tlq.> xa'tcxxtl.LE.VOV lv

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7tE.pc{J~- XcXXE.taE.V OE. Tovcx'to d~ ~'tE.poV xwp(ov cX7tE.A9E.Tv, eXA)..'


oox ~pouA'9r .t1twv TO 9ArfLO< 'O 9w y<va9w. 2.
'Axoacx~ ouv CXtJ'tOUC; 1tCXPvtCXC;, xcx'ta~~ OLE.A&X91) cxtholc;, 90:uIlatv'twv 'twv opwv'twv 'tiv TA~x(av ao'to xat 'to E.0tl't0:9&C;, xal
d 'toaa'tT] tl1touoT ~v 'tO (J\JAA1)'P9i'jval 'tOlO-rOV 1tpE.a~'tT]v &'0101'0:. E09iwC; ouv aO'toic; lxiAEUO'E.V 1tapO:'tE.9i'jval <payE.lv xat
1tldv EV lxdvn 't' wp~, 00'0'01 &.'01 ~OAWV'tO:l, lq-nao:'ro OE. ao'toc;, lva owalv ao't~ wpav 1tpOC; 'rO 1tpoaE.~aa9al cXOE.WC;. 3.
Twv 8, t""p<~",wv, 01:",9<1, 1tpoar~""o 1tA'pr, wv j, X

9 Ti\I au'to: TIK 1X'riK M r 1t6axo~t\l 'tl'


fUAlP(Q;\I: wxwow 'ttIlWpa~ M
7, 8. pW\lTW\I $chwartz Bihlmeyer: 1tap6\1"tw\I codd . wp\l'tW\I CamelOI
13 .
ata9t.k; Gta9t.i~ 1tpO~ .\ICl'tOA~\I M Musurillo
6, 7. tmn.uot.\I: tOitt.UGt.\I M

7, 1. Traendo con loro il servo, dunque, il venerdl verso l'ora


di cena le guardie e i .soldati a cavallo, armad di tutto punto,
uscirono come se dovessero andare ad affrontare un brigante; e,
ad ora ormai tarda, gli furono addosso. Lo raggiunsero che si dposava in uno stanzino sotto il tetto, donde avrebbe potuto fuggire altrove nella campagna; ma egli non volle, e disse: Sia fatta
la volond. di Dio. 2. Sentitili quindi arrivare, egli scese e si
mise a parlare con loro e tutti i present erano perplessi nel vedere la sua eta avanzata e la sua pacatezza, e se fosse valso tanto
dispiego di forze per arrestare un simile vegliardo. Policarpo,
dunque, ordino che venisse subito offerto loro da mangiare e da
bere a volanta, e quindi chiese che gli concedessero il tempo di
pregare con agio.
3. Ottenutone il permesso, egli ristette in
piedi, e prese a pregare, ed era cos) pieno della grazia di Dio che

6,5 . 01 1tr08t8\lU~ ... o[xt.iot cfr. Ev. Matth. 10,36; Micb. 7,6
9. 'toG ' Io8a
... 'ttflwpta\l cfr. Ev. Matth. 27,5; Act. Ap. 1, 18
7, l . .q ttapa:axtu1j cfr. Ev. Mattb. 27,62; Ev. Mare. 15 ,42; Ev. Lue. 23 ,54; Ev. lo.
19,14.31.42; Didaehe 8,1; Ioseph. Antiq . XVI6,2 Iren. 1,14 ,6; 5,23,2
1.1. 1ttpt
Otl1tVOU lJpa.\I cfr. Ev. Lue. 14,l7
3. w~ t1tt Anariv Ev. Matth. 26,55 ; Ev.
Mare. 14,48; Ev. Lue. 22,52 r &qt 'rii~ wpa~ cfr. Ev. Mare. 11 ,11
6. To
8D.:r\11&. ... yt\lla8w Act. Ap. 21 , 14; cfr. Ev. Matth. 6, 10; 26,42; Ev . Luc.
22,42
7. Ott.Ax!h cfr. E\I . Mare. 9,34; Act. Ap. l7,2.17; 18,4. 19; 19,8.9;
7.8. 9aullal;\l"tw\I cfr. Ev. Lut. 2,18; 4,22
13'4
20,7.9; 24 ,12 .25 ; Ep. lud. 9
1t).Tp1)~ ... 't'ii~ xpt'to~ Ev. lo. 1, 14; cfr. Acl. Ap. 6,8

<

MARTYRIUM POLYCARPI

'4

MARTIRIO DI POUCARPO

p~'tOt; 'tOO atOO o'tWt;,


l'

6JC; E1tl 8o wpcxc; .LT 8vaa9cxL aLW1tYaCtl


'tE .Le:tClVOE.lV inl 't~
'O\OU'OV aE01tp.m 1tp.ap"lv.

non pot tacersi per due ore, tamo che gli altri che lo ascoltavano rimasero attonit e rnolti si pemirono di esser venuti a cattu-

lAT)Aoa.VOtl

rare un vecchio cos1 devoto.

l,,,

8, 1. 'E1ttl o.

7tO'tt xcx-r,7tCXUO'EY TIv

1tpocreuxTv,

.L\l1J.LOVE

xcd .LElAW\I, lvoew", 'tE xal &8~wY xal 7teXcrrC; TIjc; xa'ta -rTv
otxoo!'-tVT)V X<xaOA\x1j, lxxAT)a(<x" ~, wp<x, iAaOaT, 'ou l~\
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xexOCacxvnc; au'tov Tya"(ov de; TIv 7CAtV,

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2. K<x 1tfv,<x <x,hi; , .tpfv<xpxo, 'HpwST),

cxlho N lXinC;, o't xcd fu:rcx9.\I'tE.c; oclhov lnl -rYv


xcxpoXav t7tEl8ov 7tapo:xa9E.~flEVOL xcxl A.)"ovnc; Te y&p XC(x6v l<Tt'lV El1teIV' uKplOC; Kcitacxp" I xallm9actl xal 'tCt 'tO'tOlC;
axAou8a xcxl fhaawCEcr8ctl; , De. 'tcX J.E.\I 1tpw'tcx oux cX1tEXpLvcx'to au'totC;, l1tl.LEV6v'tw De. au'twv ecprr {( OU .LA).> 1tOltlIJ, o
atJfiPOUAe.Et! fiOt . 3. Ol oE <X1tO't1JX\l'te.; 'tou 1tE.!acxl CXtJ'tov
OEtVO: pT~cx'ta EAErOV xc.:t fJ.E'tO: O'1touoij; xcx9'pouv cxthv, c!J~
xa'tlvta &1tO 'tfj; xapoxa; cX1tOcrupCXl 'to &V'tlXvT~lOV. Kat fJ.~
E1tlO"tpCXtfE~, OUOEV 1te.1tov9W" 1tpo9;.w" E1tOpe.E'tO, &r;'E.VOt;
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9, 1. Ti; S. IloAoxcXp1t'l' datv" d, ,1> ~tXS\OV ~wv1 l~


opcxvou Er&Ve.'tO "IaxuE., llOAXCXp1tE., xal &VOplCOU . Kcxl
-rov fJ.EV e.l1tv'tcx OUOe.l~ e.IOE.v, 'tiv BE <pWv1)V 'twv ifJ.E.-r&PWV ol
1tCXp\I'tE." 71xouacxv. Kal AOl1tO\l 1tpoaax9&v'tot; cxu'tou, 9pupo"

14 . .W<; lltl: wO'n 1tl a Dehandschum:r I O'Lwr.ijO'aL: O'L'pjO'aL CMV Zahn Lightoot
1 . 'E1ttl Sl ltO"tt: w~ el. a Dehandschutter
5. ~"l'aro,": Tija'" a Dehandschutter
9. 1tLSaaL: l1tL9iaaL codd.
l}. !lErOV: o.EjO," au'ti;> a Dehandschul'
1tp09.wt;: 1tpo9fLw~ ,.u:tcX ar.ou8i<; a Dehandschutter
ter
9, 1. Ti;> ... tt0'\6vn: 'tou Sl. noAux.prwu ttm\l'tor; M
2. post &... Sp{~ou, !!E'tcX
aou y.p El!!L add. CV (cfr. Act. Ap. 18,10)

8,

1'.

8, 1. Quando ebbe inEne concluso la sua preghiera. non senza aver menzionato tutti quanti avessero avuto nel corso della
vita rapporto con lui, umili o grandi che fossero, famosi od oscuri, e tutta la Chiesa universale che e nell'ecumene, giunta rora
di andare, fu issato su un asino e condotto in citta; ed era il <
Grande Sabato.
2. E g1i vennero incontro il capo della polizia <
Erode con suo padre Nicete; ed essi, fattelo trasbordare sul loro
cocchio, gli sta vano seduti a Hanco e tentavano di persuaderlo
dicendo: Che c'e di male a dire "Cesare Signare") e a compiere <
il sacrificio e le altre formalita di rito e a salvarsi cOSl la vita? .
Policarpo sulle prime non rispondeva loro, ma poi, giacch insi
stevano, dichiaro: Non ho intenzione di fare guanto mi suggerite .
3. Essi alIara rinunciarono alla persuasione e presero a
rivolgergli frasi minacciose, e lo fecero scendere dal cocchio con
tale precipitazione che nel piombar giu si scortico una gamba.
Ed egli, senza minimamente darvi peso, come se nulla gli fosse
accaduto carnminava con passo alacre mentre veniva condotto allo stadio; e qui vi era un clamore tale, che addirittura era impossibile far intendere quel che uno diceva.
9, 1. Ma a Policarpo, mentre entrava nello stadio, giunse una
voce dal cielo: Policarpo, forza e coraggio!. E, se nessuno vide
chi l' aveva proferita, tuttavia la voce fu udita da guanti erano
present dei nostri. E dunque, mentr'egli veniva 11 condotto, un

8, 2-} . l1LXpoo", u xat l1tyAW'" cfr. Act. Ap. 8,10; 26,22; Apoc. 11 ,18; n ,16;
19,5.18; 20, 12
4. 'tik wpa; cfr. E.... 10. 17 ,1; Ev. Matth. 14,41; Ev. Luc. 22,'3
9, 1-2 . ipWvT ... l.yiVE'tO cfr. Ev . Matth. },17; Ev. MaJe. 1,11; Ev. L~c.3 ,22,; Ev. lo.
12,28; Apoc. 10,4.8; 11,12; 14,2.13; 18,4
2. loxuE ... XCIll av8pL~oU los.
1,6.7.9; dr. Deut . 31,6.7.2 3; Ps. 26,14; 30,25 ; Dan . 10,4 sgg.

16

MARTYRlUM POL YCARPI

MARTIR IO DI POLlCARPO

, fv .L"(IXt; axouocXv'tWV, O'tl ITOAXCXp7tO'; a\J\lEA1}1t'tCll.


2. IIpoacxX9.v'((X ovv au"Ccw aVTjpw'tcx av91tcx'tot;, ti IXlhot; tlr TIo)..,)-

lO

xoep"o,. To 8. .tOAOYOY'tO" <""S.v pviaSoel A<YWV' AlBo91J,tl O'ou trv ~AtX(CXV}), xal t'tEpCX 'tO'tOlt; XAou9cx, wv a90.;
aO'toT.; yuv' "'O(.1oO'ov riv Kcxtaapo.; -ruXrv, .LE'tcxvraov , tI
'ItOy' "ArpE 'tOUt; &9.ouc;" . '0 OE IIo)..xap1toc; ili~Pt9E.t 't~ 1tpOaw7t~ dc; 1tcvrcx "Ca\! ox.AOV "COV lv 't41 cna8l~ av.Lwv lfh,wv tilo
~)..<pcxc; xcxl E.7ttO'tCaac; exu'mTc; -d)v x,dpcx, <ne.v:~cxc; 'tE xal &va~)..
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de; 'tav oupavov Et7tEV' Arpe. 'tOO'; aSiDu,;. 3. 'Eyxtt(ivou 3E: 'tOU O:v9u1t.'tou xcxt AyoV'tOC;' "OliDaD\I, xal CX,toAW
GE, Aot3p1JoOV 'tev Xna'tv, E<P1J IIoAxcxp1tOC;' 'OroorxOV'tCX xoct E; &'t1J OOUAtW au't;l, xIXl Dualv In ~8lX7JaE.v xcd
8voe.toel ~Aoea'l'Tj.tTjaoel 'ov ~oealAoe .t0u 'ov awaoev, .t.; .

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lO, 1. E1n.Llvov'to~ o~ 1t<XAW au'to xal Alrov'to~' "O.LOaov 'tiv Kcdaapo~ 'tX'I'}v, &1tE.xp(va'to EL XE.VOOO~E.l~, lva
!law 'tiv K,r;(aapo~ 'tX'I'}V, w~ aU )..~rE.l~, 1tpOa1tO~E.l 0& &"(VO&lV
tJ.E., 'tl~ df.Ll, f.LE.'tCt 1tapPTla(<x~ axOUE. "Xpla-tlav~ d.Ll". El 0&
, Sh~ 'ov 'o Xpl~loevla.to .toeS.,v Ayov, 80, 1.tlpoev xoet
axouaov . 2. "Ecp1l &v91t<X'to~' IIdaov "tav ofj.Lov . '0
8. f]oAxoep"o, d".v 1:. .t'v xoct Ayou 1~(wxoe' 8.8l8.xy.t.Soe
""(Ctp &pxal~ xal E~oua(<Xl~ U1tO "to 9E.OG "tE."t<xr!lval~ "tlf.L~V x<X"ta
'Ca 1tpoai'xov TI)v f.L1 ~)"1t'touaa\l T.L~ &'1tovf.LE.lv EXE.vou~ o~
lO OX TrOf.Lal &~(ou~ "to &1tOAOrE.la9al alhol~.

, . n OAxtlntOI om. M
8. W\I: W, a Dehandschuuer
9 ' 10. tT7tO\l: tln: a
Dehandschutter
16. OOUAEW: t;(W O(1)AtWII a Dehandschuucr
10, 7. T~(wxtl M: T~WOIX a
89 tltJ.Tv . .. ci7tOlliJ.ltlll BCHMV : n:oW:aataOou
xtl'tOt 't0 1tpoai}XOII xat nJ.liv cin:o\liJ.lElv 'tT]\I J.li) ~An:'toualX\I P
10. pose &~out;,
tTva:t add . M

9' 10

17

gran tumulto si levava dalla folla , che aveva udito del suo arre sto. 2. Portato che fu al suo cospetto, il proconsole gli chiese
se fosse lui Policarpo; ed avendo egli risposto affermativamente,
I'altro cercava di persuaderlo ad abiurare, dicendo: Abbi riguardo per la tua vecchiaia ed altre consimili cose, che essi hanno costume di dire: Giura sulla fortuna dell'imperatore , <~ Pen- <
titi, <~Di: "Mor te agli atei" . Policarpo guardo con voho severo
tutta la folla di empi pagani che era nello stadio, alzo verso di
loro il braccio, sospiro, levo gli occhi al cielo e disse: Marte agli
atei. 3. 11 proconsole, incalzandolo, fece: Giura, e ti lasdo
libero. Maledici Cristo! . E Policarpo: Sano ottantase anni <
che lo servo, e mai mi ha fatto torta. Come posso bestemnliare il
mio re e salvatore? .
10, 1. Ma l'ahro ancora insisteva, dicendo: Giura sulla fortuna dell'imperatore! , ed egli rispose: St: t'illudi che io giuri
.sulla fortuna deU'imperatore, come mi suggerisci fingendo di non
sapere chi sono io, sta a sentire, in tutta franchezza: sono cristiano. Se poi vuoi conoscere la dourina del cristianesimo, darnmi
un giorno e porgimi orecchio. 2. Replico il proconsole: Per
suadi la folla). E Policarpo: Sei tu che ho giudicato degno. Ci e
stato infatti insegnato di tributare il dovuto onore ai principati e
alle potesta che Dio ha assegnato: do non e contra i nos tri prin.
cipi. Ma quelli la io non li ritengo interlocutori merirevoli della
mia arringa a difesa).

Il-J . &\I(l~Alq,at; .. ' OpClVII cfr. Ev. Mauh . 14 ,19; Ev. Matc. 6,41 ; 7,34; EII . Luc.
1'. >.m06prooll cfr. Ev . lo. 9,28; Act. Ap. 2J,4
1,-6. 'OYOo'IxQVtIX
.. OOuAtW cfr. Ev. Luc. 15,29
16. OUOtv LE TOCxrO"EII cfr. EII. Luc. 10, 19;
Act. Ap. 25,10: Ep. Cal. 4,12
17. 'tOIl (3a:allla cfr. Ev. Mauh. 2',.HAO; Apoc.

9, 16

1,5; 17, 14; 19,6

10, 8. &r:t;(IXt.; XIXL :OUO(Cl\1: cfr. Ev. Luc. 12, 11 ; 20,20; 1 Ep. Coe. 15 ,24; Ep. Rom.
13,1; Ep. Eph. 1,21; 3,10; 6,1 2; Ep. Col. 1,16; 2, 10.15; Ep. Ti!. J,I ; 1 Ep. Peto 2,13

<

NUOVISSIMA VERSIONE DELLA BIBBII

LETTERE
PASTORALI
111 TlMOTEO TITO

EDIZIONI

PAOLlNE

lB

MARTIRIO 01 POLICARPO

MARTYRlUM POLYCARPI

11, 1. 'O SE. &v67t<X'to~ tt1tEV' eT1ptCl tXW, 'tO'tOl~ O'E. 7ta;~
p<x~<xW, EaV .o.1 .o.E<<xvof<T(I' . 'O 3. tI1t&v' K, Oc.o.E<9&.
"toe; 'Yap 1~tV T O:7tO "twv xpElnvwv E7tl 'tcX xelpw .LE.'tVOlCX
o

XCXAOV SE. .LE.'tcx'd9Ea9cxl &:1[0 'tWV xaAE7tWV t7tl 'teX Sxcxux )).
2.
'O 8E. 1tAlV 7tpOt; auty' Ilupt O'E. 7tOliaw Bcx1tCxvr9rvCXl, El 'twv
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"""<x'!'pov&" l"v .o.1 .o.E<<xvof<T(Ip. 'O 3. ITox<Xp1tO,


llup a7tElAe.t'C; 'tO 7tpOC; wpav XCXtfLEVOV xcr:t fLE:t' oArov
CJ~EY\l.LEVO\l &voeTc; yap 'ta tilo:;; .LE).).OOTlt; xp(atWC; xal CXlwvou
xo.xO&W, ,o, &O&~o, ~po.o.&VOV m;p. 'AH" ,( ~p<x3v,;
E.t1tE.V

10

~lpe.,

o ~O).e.l .

12, 1. Tau'tCl OE. xcd !'tEpa 7tAe(ova Al"(wv 9paouc; xcd Xapiic;
e.vE.7d.L7tACX'tO, xaL 1'0 7tp6aw7tov alho XeXpl'tOC; E1tAT)pOU-rO, wan.
00 .Lvov liT cnJ.L7tEO'EtV 'tapax9.\I'tcx 1tO 'tW\I AEyO.L.\lWIJ 1tpOC;

'tav O:V91tCl'tOV EXarijvCXt, 7t..L~al 'tE 'Cov


5 au'tou x~puxa e.v (.l.0"~ 'tO a-tcx8ou X1JP~al 'tpc;' IIoAxa:prto.;
wlJ.0A"(1\atv Ea:U'tOV Xpla-tta:VOV dVal . 2. To'tou AEX8lv'tot;
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3. T'tE ~O~EV a:lholt; olJ.o9ulJ.a:oov
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I} . ' O Of. tqrr: ol. cPo.trutor; tvrI M Eus

11 - 12

I9

11, 1. Il proconsole disse: (~ HO bestie feroci, alle quali gettarti se non muti avviso . Ed egl: Chiamale. Non puo avvenire,
infatti, che noi si cambi idea per passare da do che e meglio a
cio che e peggio; mentre bene sarebbe convertirsi dall 'intolleranza alla giustizia . 2 . E l'altro, di rimando: Dato che sprezzi
le belve, ti faro consumare dal fuoco se non ti ricredi . E Policarpo disse: Tu minacci me d'un fuoco che per breve tempo arde e poi s spegne: non sai del fuoco del Giudizio che e a venire
e del castigo eterno, che e in serbo per gli empi. Ma perch ti
attardi? Fammi quel che vuoi .
12, 1. Mentre questo e molt'altro andava dicendo, egli era ri
colmo di coraggio e di gioia, e il suo voho era soffuso di grazia,
SI che non solo non cadeva preda del panico per quanto gli veniva detto, ma anzi, al contrario, era il proconsole a esser fuori di
s; finch non mando il suo araldo in mezzo allo stadio, a proclamare tre volte: Policarpo ha confessato di essere cristiano! . 2. Pronunciate che ebbe l'araIdo queste parole, tutta la
massa dei gentili e dei giudei che risiedevano a Smune con furo- <
re incontenibile e a gran voce prese a gridare: E lui il maestro
deU' Asia! Il padre dei cristiani! Lo sterminatore dei nostri dei!
Quello che insegna a tanti a non sacrificare e a non far atto d
adorazione! . Queste frasi essi scandivano a gran voce, e chiedevano a Filippo l' Asiarca di scatenare contra Policarpo un leone. <
Questi rispose che la cosa non gli era consentita, i ludi gladiatori
essendosi gia conclusi.
3. AHora pensarono bene di gridare al-

11, Z_} . &fJ.t.c9!.o;; cfr. Ep. Rebr. 6, 17. 18


.l. .t.t.ri\lOLlX cfr. Ev. Ma tth . 3,8.11;
9,13; E v. Marc. 1,4; 2,17; E v. Luc. 3,3.8: ::,32; 15,7; 24,47; Act. Ap. 5,}l; 11,18;
0 ,24
8. 'ti1;; ... xp(crtW;; cfr. Ev. Matth. 25,46; Act. Ap. 24,25; 2 Ep. Pet o 2,9;
.l,7
8-9. o.(W\I(01) xo).,atwc cfr. E v. Mauh. 25,46
IZ, 8. xa."taaxi""r'!l cfr. Ep. lae:. 3,8
8'9. IlqcXATI <pW\If cfr. Ev. Mauh. 24, H;
27,46.::0; E v. Ma rc. 1,26; 5,7; 15,34 .37; Ev. Luc. 1,42; 4,3.l; 8,28; 17,15; 19,37,
23,23.'16; Ac t. Ap. 7,'7.60; 8,7; 14,10; 16,28; 26,24; Apoc. 1, 10; 5,2. 12; 6,10; 7.1 .10;

8, 13; 10,3; 14,7 .9 . 15; 19,17

Tim. 2,7; 2 Ep. Tim . 1,11

9. "rij;; ' A cr(a.~ 8t.8c<ooxAo;; cfr. Ev. l o. J,tO; 1 E p.

20

MARTYRIUM POL YCARPI

15 e.7C~~Oijcr<x~, Wa-tE. 'tOV nOAXap1tOV ~WV"t'(X xcx-r<xxauO'CXl. "E8E.L


yap 'tO j<; <pc(\lE.pW9dcr7J~ (X,j't"(~ E.1tL 'tO 1tpOOXE,<pctAcdou o1t'tw:rat;;
1tAilpw9TVCXl, O'tE. [8w'l
XCXl~E.YO\l 1tpocrE.UX~E.VO~ E.t1tEV E,m-

cxu'to

o"tpa<pdr; 'tore; aOv exu't<;> mO"'totr; 7tpocp1J"nXWr;' .L\d ..tE CW\I'tcx


XCXij"'CXl .
13, 1. Tcx't'ex ouv ..tE't'O: 'tocro'tou 'txour; E."(E.VE.'tO, 9TIOV T
lA"(E:tO, 'twv 0XAWV 1tapcxxp1i..t.a OUVCXv'twv EX 'te 'tOO\' lpya-

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'tXLOV 'tO xpCJyt"or; cxu'tO &.~1J't<XL e.v 1tcx\rd 'Yap 0:a9'ijr; EVE.XE.V
7tOAl'tdac; xal 7tpO 'tfjc; (.Lap'tuplo:C; e.XE.xaIJ.T}'to. 3. Euew~ OU\l
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14, 1. o 8. o,; Xo<e~A"'cro<V fJ.iv, 1tpocriSrcrGtv S. 0<';,6v. 'O S.


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I5. XQ;'t'Q;XIXUO'OtL Eus: xaii<:flX\ M XIX't'IXXlXu87j1l1X\ a


I6. 1X&tl om. a Dehandschut
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19. xo:7jVIX\: xIXu8ijllIXt a
1), I-l . lj lMyE't'O M Eus: 't'Ou EX8ijVIXL a
2. OUvo:y\l'tw\> MP Eus: ou\>o:yayII't'w\> BCHV
5. 7tUp&; M Eus: 7tOpXIXY&; a Dehandschutter I tlXlJ't'l HS Eus Shlmeyer Camelot: tlXlJ.oii PCV Musurillo Otu-rou M
6. post ~W1jIl, 1X1hoi add.
BCV
8. l\> 1to:\l'tL y&;p Eus: 7to:",t T&;P XIX&> B 7tci:arc;: y&;p M 7tp:~e:\<; y&;~ XlXA.et<;
cett.
9. !J.C'P'tUP{O;~: 7toLa<; Eus
I3. 5:0XIJ.0\> M: &O'x.w~ Eus o:atu.011 a Dehandschutter
14, 1. 1tpoO'io'l'jO'Q;\> M Eus: &07]0'0:\1 a Dehandschutter
3. A.OXlX1J.W!J.C' CHMV
Eus: oxpttwo: BP Dehandschutter

MARTIRIO DI POUCARPO

12 - 14

2'

l'unisono che Policarpo venisse arso vivo. Doveva infatti realizw


zarsi quanto annunciato dalla visione che egli aveva avuta riguardo al guanciale, quando 10 aveva veduto bruciare mentr' era as
sorto in preghiera e volgendosi ai suoi fedeli aveva detto profeticamente: Brucero vivo.
w

13, 1. 1 fatti si svolsero assai rapidamente, piu in fretta che a


raccontarli: la folla in men che non si dica raduno dalle botteghe
e dalle terme pezzi di legno e rami secchi; particolarmente i giudei, con l'animosidl loro solita, collaboravano alla raceolta. 2.
Quando il raga fu pronto, Policarpo si spoglio di tutte le sopravvesti e si sciolse la cintura e cercava anche di slegarsi da s i sanw
dal, cosa che rnai aveva fatto in precedenza, dal momento che
sempre ogni suo fedele faceva a gara per essere i1 primo a sfiorarw
gli l'epidermide_ Effettivamente egli, anche prima del martirio,
era tenuto in canto per ogni verso grazie alla rettitudine del suo
CQstume di vita.
3. Immediatamente, dunque, gli fu rnontato
attorno tutto cio che serve al rogo. E mentre si accingevano a inchiodarIo, egli disse: Lasciatemi cosl. Colui che mi da il fuoco
da sopportare mi dara anche la forza di resistere in esso pur senza esservi assicurato dai vostri chiodi.
14, 1. Pur senza inchiodarlo, 10 legarono. Ed egli, con le
braccia dietro il dorso, avvinto come un superbo montone scelto
fra numeroso gregge per essere saerificato ed approntato quaIe
olocausto bene accetto alla divinidl, levati gli occhi al cielo dlsse:

15-9. " Eott y&;p , __ XlXijvlXt cfr. Ev. Luc. 24,44; Ev. lo. 18,32; Act. Ap. 1,16
1), JI. 7tpOCl1')A.o\> cfr. Ep. Col. 2,14
14, 2. l1ttarIl0<; cfr. Ev. Matth. 27,16; Ep. Rom . 16,7
). 7tO\fL\>(O\) dr. Ev.
Luc. 12,32: Act. Ap. 20,28-9: 1 Ep. Peto 5,2-3 I 7tpoO'fOP&:v Act. Ap. 21,26; 24,17;
Ep. Rom. 15,16: Ep. Eph. 5,2: Ep. H(hr. 10,5. 8.10.14.18 I OXIX-rWIlO: cfr. Ev.
M~tc . 12,23; Ep. ~ebr . 10,6.8
3-4. OE-x't'ov .l eE-l Ep. Phl. 4,18
4-5
Kup tt ... 1tCl\l'tOXplX't'Wp 2 Ep. Coro 6, 18; Apoc. 1,8; 4,8; 11 ,17; 15 ,3; 16,7.1 4;
19,6. 15; 21,22

22

MARTYRIUM POL YCARPI

MARTIRlO DI POLlCA RPO

9E.o~ 1tcxY'toxp'twp, 'tOU ciycx1t'rj'tou xal EOAOY7rro 1ttXlO'; O'OU


'Irao XplO'tO 1tcx-d]p, ~h' oi) "tiv 1tEpt GoG E1t(YVWOlV d)..1qxxtJ.E.V, BEO'; O:T(D..wv xal 8u\if.LE.w\I xcxl1teX07}'; TIj.; x-dae.w.; 1tCXV't,; 'te. 'tO vou.; 'tWV OLXCX(WV, aY. CWO'lV Evwmv O'ou ' 2 . EU

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' 0 A<xPElV IlpO, EV &pl61l0 ,,;,v Il<XP'tpwv lv '0 1tO't1Jp", 'O Xpl-

GTO O'ou de; avctTt'ClalV ~wrc;

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xal awf.Lcx'toc; ev

&q:9(Xpat~ 1tVEf!CX'tOC; &:ylOU' EV ore; 1tpOO'OEX9tl'lV EVWm\i crou

aff.Le.pov lv 8uO"[~ 7ttO\lt xal 7tpoa8e.x-qj, xcx8wc; 7tPOr'tolf.LCXaac; xal


1tpOE<l<XVpWG<X_ X<X E1tA-IPWG<X" &~w31, X<X &A~6LYb,
l' SE';.
3. ALO: 'to'tO xal1te.pl 7teXv'tw" O'E cdvw, O'E EUAO"J'W, O'E
oo~&Cw OlO: 'to alwv(ou xal t7toupav(ou O:PXlEpWC; 'hlao XptCTtO, &:CX1t1J'toG O'ou

'1tcu8c;, Ol'

Di) oot aUv

exu't0 xal

7tVEj.lCl'tt

r(~ o~cx xal viiv xal Ele; 'too~ (l.D).. ov't(x~ (X~wv(X~ . A(l.iv .

14 ' 1 5

23

Signore Iddio onnipotente, padre del diletto e benedetto figlio

Gesu Cristo, per mezzo del quale abbiamo ricevuto la conoscenza di te, Dio degli angeli e delle potesta e di tutta la creazione e di tutta la stirpe dei giusti, che vivono guardando a te, 2 .
tu sia benedetto per avermi giudicato degno in questo giorno e
in quest'ora di prender posta nel novero dei martiri, nel calice
del tuo Cristo per la resurrezione alla vita eterna di anima e carpo nell'incorruttibilid. dello Spirito Santo. Che io fra essi sia accoIto oggi al tuo cospetto in qualita di pingue e gradito sacrificio,
casi come tu, il Dio veritiero e alieno da menzogna, hai in precedenza disposto e manifestato e compiuto. 3. Per questo al di
sopra di tutto io ti lodo, ti benedico, ti glorifico tramite l'eterno
e celeste tuo sommo sacerdote e diletto figlio Gesu Cristo, mediante il quale sia gloria a te con lu e con 10 Spirito Santo, ora e
per i secoli a venire. Amen) .
[UO

15, 1. Av(X1t(l.cP(X\l'to~ 8t (xlho 'to cXW'lv X!Xl 1t)..llpwO'!XY'to~


~v Eux-lv, ol 'o 1tupb, /Ly6pW1tal EiTi~<xV '" 1tp_ Mq<iA~, 3<
EXA<XIl~<i~, <lAoy" 6<Xll<X '30IlEv, DI, 3dv lM6~- o', X<X E't1Jp~6~IlEV d, ,b &V<xnElA<Xl 'Ol, Aal1tOl, <ex YEVIlEY<X_
2. Tb

yrtp 1tp x!X(l.&'p!X~ e.tBo~ 1tOlYja!Xv, WO'1tEp 69vll1tAOou U1tO 1tVE(l.<X'to~ 1tA71pOU(.LtvY), XXA~ 1tEplE-'tEXlO'EV 'to O'W(l.<X 'tO (l.cXp'tUpo~

9 xat wpal om. M


l O . post Aa~trv, !u add. BHPV I post ,&ap-tpeuv, aou add.
a
_12 . 1tpOao!.X~Et!l'" M EU5: 7tpoaoEx9,dTJ ~ 7tpoa,8i x9TJ.t.t... e (l-!) pv_ , 1,"
ai alveu M Eus: CIL"'eu a! a
16. 0((1 'tou cdwvwu M Eus: au ... 'tw OUW"'LW
a
17. 01' O aot ero. . oxu't'(~ M Eus: ,&t9' o ao! a
18. 86~o: M Eus; ~ 86~o:
Dehandschuu er I v ... a: ... v xal d M
1), 2. <ivepW1tOl a Eus: 1tOUpro! M
3. 9o:ij,&ox M Eus: 9o:.t.o: !J.ira a
OL xed ... rtV<.t.tvo: del. Scnwanz
6. ,&6:XVPO/i a Eus: apxttpiwl M

15, 1. Pronunciato che ebbe egli l' amen e conclusa la pre


ghiera, gli addetti accesero il rogo. E un'alta fiammmata baleno:
noialtri, ai quali fu dato vederla, assistemmo a un miracolo; Doi
che furnmo serbati in vita per riferire agli altri questi fatti.
2.
Le fiarnrne assunsero la foggia di una volta, come la vela d'una
nave gonfiata dal vento, e si disposero a formare una grande nic-

,. aro:1tTj'tou cfr. Ev. Matth. 3, 17; 17,S ; Ev. Mare. l, ll ; 9,7; 12,6; Ev. Lue. J,22;
9,35; 20,B ; 2 Ep. Pet. 1,17 I EUAOrTj'tO cfr. Ev. Mare. 14,6 1; Ev. Luc. 1,68; Ep.
Rom. 1,25; 9,5, 2 Ep . COL 1,3; 11 ,3 1; Ep. Eph. 1,J; 1 Ep. Pet. 1,3
6-7. OL' o
.. . to.TipClfl.!.\I cfr. lud . 9,1S; E\,. Mauh. 11 ,27
7. 9tOt; aryiAW'" cfr. Ev.
Matth. 16,27; Ev. Mare. 8,38; 1 Ep. Pet. 3,22 I ouv .... t w\l cfr. 1 Reg. 17,1; l ud.
13 ,4; Ps. 24,10; 58,6; Iudith 9, 14; 1 Ep. Peto 3,22; Herm. Vis. 1,J A
7. 1t:ar/i
tijt; X'dO'EW/i cfr. Ps. 103,24; luditb 9,12; 3 Maen . 2,2; Ep. Eph. 3,9; Ep . Col. 1, 16;
Apoc. 3,14; 4,11
8. i\lwm\l aou cfr. 2 Ep. Tim. 4,1
9. WPO:/i cfr . Ev.
10-1. 't~ 1t0TIlP~ 'to XptCJ't'oi cfr. Ev. Matth. 20,22.23; 26,39.42;
lo. 12,27
Ev. Marc. 10,38 .39; 14,36; Ev. tue. 22,42; Ev. lo. 18, 11 ; 1 Ep. Co!. 10,21;
11 ,27
11. tlt; av&CJ't'(lO't\I CwTj/i Ev. lo. 5,29; Apoc. 20,6
1 }. Lv Guato:
7t(O\l\ cfr. Ps. 19,4
13. 7tpoT('t'of,&o:ao:; cfr. Ep . Rom. 9,23
14-'. &$EUO.,,~
... at, Ep. Ti t. 1,2; d e. 180. Ep. Rom. 8,2 I &A:rat\lOt; 6tl Exod. 34,6; Ev. lo.
17,3; 1 Ep. Thess. 1,9; 1 Ep. l o. 5,20; Apoc. 19,11
18. A.t.~ ... dr. 1 Ep. Coro
14 ,16; 2 Ep. Cer. 1,20
1', ,. 9V1\ ck Aet . Ap. 10,11; n ,s

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24

MARTnUO DI POLICARPO

MAR'lYRlUM POLYCARPI

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'tlvOt; 'tWV 'tL.LlWV O:pw.L'twv.

16, 1. llipa.; yov lOV'tEt; ai avo;.m ..r.1 3uv!J.E.vOV cxu'tO "Co


7tO 'tO 1tUpo,; ocx7tClvr9fjVlXt, lxD,e.uaav 1tpoCJe.A9v'tcx
au't4> XO.L<px'topa 1tcxp~O'al ~lq:roLOV. Kal 'to-ro 7tOlfaClvroe;,
~AaEV [1tEp,a<EPcX ""i] 1tATjaO<; """"<0" wa ""<ocapa,,, <o
, 7tp x(Xl 9aufUaa:l 7tv'tcx "COY OXAOY, el 'toaa't1j 1't.; olacpopa
!J.Eta~ 'tW'" 'tE a1tlcnwv xal "t'WV EXAE.X'twv
2. WV Ele; xal o'toe; rtyVE.L 9cxu.LIXO'tW'tcx'toC; TIoAXap1tOC;, lv 'toTe; KaS' ~f.LaC;
xpvmc; otociaxo:).o.; a1tOCftOALXOC; xcd 1tpocprrnxoc; ye.V.LEVOC; E1tlaw.L1X

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<Ti, tv :E"pvn ""aoA,,,Tj, l""Ara'"'' TIiiiv .xp pTj"",

10 8 &cpfjXEV EX 'to O''t.Lcx-roc; au'to, xexl E-te.AE.LW9Tj xal 'tEAe.LW9f.


anal.

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""i

15 ' 17

25

cha intarno al corpa del martire. E guest era nel mezzo non co
me carne da ardere, ma se mai quale pane posto a cuocere o come oro e argento purgat nel crogiuolo. E in effett da un sl soave aroma venivamo investiti, che pareva spirasse incenso o qualche alrro prezioso profumo.

<

16, 1. Alla fine, come videro gli empi che il suo corpo non
poteva venir consumato dal fuoco, ordinarono al boia di andare
a Hnirlo conficcandogli la daga in petto. Quand' ebbe fatto cio,
un tale fiotto di sangue uScl dalla ferita che il fuoco si spense e
tutta la folla era stupefatta: guale differenza fra gli increduli e gli
eletti! 2. Giacch anche costui, l' assai mirabile Pocarpo, era
divenuto uno di essi, dopo esser stato durante la nostra vita apostolico maestro e chiaroveggente vescovo della Chiesa cattolica
di Smirne: ogni parola, inIattj, che uscl dalle sue labbra ebbe ed
avra a compirsi.

17, 1. 'O Si 6tV<,~rAO,


p&a""vo,
1tovrp" <Xv",,
.LEVO'; -c<{> rlVE.t 'tWV 8lXCX(WV, {8wv 't n. ~lrEBo~ alhou ti~ .Lapwp(a~ xal TIv cX1t' &:pxYic; aVE1tlA711t'tOV 1tOAL'tElaV, Eau<pavw.Li
vov 'tE tav 'tii~ cXepeapa(<x~ CTt.cpavov xcd ~pa~dov avavttpP71tOV
5 a1tEvrvE:'Y.Livov, E1tEn8EUaEv, WC; .L718E. 'ta aW.LcX:ttov cxU'tou ep'
1flwv A71cpBYivat, xa(m:p 1tOAAWV E1tt8UflOv'twv toutO 1tmTjaat
xal xowwvYiaat 't~ &.rl~ au'tou aapxl~. 2. IY1t~aAEv rouv
NlXfrrrv <ov <o 'HpwSoo ",,<ipoc, <xSEA'!'OV S. "AAx%
EVWXElv 't4> apxov'tt, WCTtE .L1 80uvat autou 'ta aW.J.a Mi>,

17,1. Ma il Rivale geloso e maligno, l'Avversario della stirpe


dei giusti. come vide la grandezza di quella testimonianza e la
perenne irreprensibilita della sua vita, e vide ch'era stato cinto
con la corona dell'immortalita e aveva ottenuto il premio inop
pugnabile, fece in modo che le sue spoglie non potessero venire
da noi raccolte, per guamo fossimo in molti a bramare di far do
e di aver comunione con la sua santa carne. 2. Egli dunque
ispiro a Nicete, padre di Erode e fratello di Ajee, di andare a
sollecitare dal proconsole un provvedimento che ci negasse il

8. f wo; ... ltUpOfJ.t',/o~ del. Schwartz


9. 1t\Ilovroo; om. M
16, I. rO\I CV Eus: ' o',/ M OU\I BHP I fJ.Y 8u\lfJ.t',/o\l CM Eus: o 8u\lfJ.t\lo\l
9. xa80ALxo; BHP
BHPV
4. 1ttpuntp xa! om. Eus Hilgenfcld Musurillo
Eus: r(~ M I o. clqiXtV M Eus: ~pijXtV BHP
17, 4 "tOv ... crti<pavov: "tt;) ... crttqlcXV'!l BP
5. Q"W.t.("tIOV M Eus: ).t(~vov a
Dehandschutter
9. &pxovn: av9ult't'!l M irtfJ.',/l Eus

8. 6:0~ ... xafJ.t\l'!l cfr. Sapo 3,6; Apoc. 1,15


8'9. &U6.l0; cfr. 2 Ep. Coro 2.15;
9. Alpa',/w"to cfr. Apoc. 8,3.5
Ep. Eph. 5,2; Ep. Phi!. 4,18
16, l . ol &VOfJ.Ol cfr. 1 Ep. Coro 9,21 ; 2 Ep. Thess. 2,8; 1 Ep. Tim .
1,9
4-5. W<n& ... 9!Xo!J.cXQ"a~ , .. 0XAOV cfr. Ev. Matth. 15,31
6. "tw',/
lXAtX"tcA:lV cfr. Ev. Matth . 20,16; 22,14; 24 ,22.24.31; Ev. Marc. 13,20.22.27; Ev.
Luc. 18,7; 23,35; Ep. Rom. 8,33; Ep. Col. 3, 12; Ep. Tit. 1,1; 2,10; 1 Ep. Peto 1,1; 2,9
17, ) . clvtlto,:rpr"tov cfr. 1 Ep. Tim. 3,2; 5,7; 6,1 4
4. 'tov o; a~8apa(<<o; aTt
pavov cEr. 1 Ep. Cor. 9,24.25 ; Ep. Phil. 3,14; 1 Ep. Pet o 5,4 r ppa.ptiov cfr. 1 Ep.
Coro 9,24 r avavrLpp1l'tov cfr. Act . Ap. 19,36

<

MARTIRIO DI POUCARPO

MARTYRIUM POL YCARPI

10

15

20

<PT}O"lV, acpvne; 'COV lo-raupw(lvOV 'CO'COV Cip~wv'Cal a~f.a9al )}


xcd 'tau'ta U1tO~aAAV't(uV xat lVlaxUV'twV 'tWV 'Iouoa.Lwv, o'i
xal hTPTlaav, (lf.AAV'tWV ~(l&v EX 'tO 7tUpOe; autov Aa(l~&VElv,
avoovne;, ihl o'tt 'Cov Xpla-tV 1tO"CE xa'taAmeIv ouvraJ.f.9a.,
'tov U1tEp ie; 't'O 7tav'toe; XO"(lOU 'tWV aw~o(livwv aW'tTlPlae;
7ta.9V't'a Ci(lW(lOV U7tEP cX(lap'tWAWV, on tupV 'tlVa. O"i~f..
a9al. 3. To't'ov J.Ev yap u~ov oV'ta 'to 9w 7tpoO"XuvotJ.f.V,
't'oue; oE (l&pwpae; WC; (la9rtae; xcd J.lf.LT}'tae; 'to xup(ou ay<X7twf.Lf.V
&~we; tvuca f.uvo[ae; aVU7tE.p~Af'tOU 'tfe; de; 'tov l1hov ~aalAia xal
l310&axaAOV' wv yiVOl'tO xal T(liXe; xmvwvoe; ~E. xat GU!lJ.a9r'tae;
ye.via9al.

18, 1. 'Iowv OUV XEVWplWV 't'fv 'tWV 'Iouoalwv ye.VO(lVrV


<ptAOVE.lXtaV, 9de; au'tov EV IlO"<p, We; t90e; athoi'c;, txauO"f.v. 2.
O'twC; "tt Tfldc; a-te.pov O:ve.AflEVOl ta 'Cl(llW"CEpa A(8wV 1tOAU
'te.AWV xcd OOXl(lWnpct U7tEp XPUO"lOV oatiX ctlho cX7tf.9(le.9a.
5 a7tOU xat ax6Aou9ov 1v . 3. "Ev9a we; ouva'tov l(ltv GUvayoflVOtC; EV ayaAAlau xal xap~ 7tapiEE.l XplOC; lm'tf.Adv -ri)v
'tO f.LapWplOU auto T(lp<xv YEvi9AlOV, ElC; 'te. -r1v "twv 1tpOr9Arx'twv l.I.vf(lrv X<XL 'twv f.LEAA6v't'wv CO"xT}alV "te. xal l'tolll<.xO"lav .

19, 1. TOl<x'ta -ca xa't'a 'tov fJ.axpwv lloAxaprcov, OC; cUy

<01,

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<1>,).,,8.).'1"'" 8,.,8x",0, <v :E"pv"(\ ""p'tUP'a"" "-

voc; U7tO 7t&V'tWV .LiXAAOV (lvr..t.oVf.e.'tal, wau xal U1tO 'tWV 19vwv
EV 1tavd 't'1t<p AaAti'cr9at OV (lVOV lhoaxaAoc; yEv6(le.voc; l7tlal'\..t.0C;, &)..Aa x<xl f.Lpwc; EtoxOC;, o,) 'tO tJ.<XP-rupWV 1tv'tEC; Em9u-

19. ltOl"'W\lOo; BHM: aurXOt\lw\lOUO; P Eus


2. t!>o; leo~ o;\h'ot~ M Eus: 'tOU 1tUpO~ a
19, ). into 'ltcl\l"tW\I .Lano\l Eus. edd.: 1tO
18,

7. .LapwpCou: .LclpwpO~ M
1tol\l'tW\I cocld. cetL Dehandschuttee

17 - 19

corpo: Per evitare disse che, accantonando il Crocefisso,


prendano ad adorare costui . E a suggerirgli questo e ad incalzarlo erano stati i giudei; i quali avevano preso a sorvegliarci,
poich volevamo prelevarlo dalla pira; senza comprendere che
mai potremmo abbandonare Cristo, colui che ha patito al fine di
riscattare tutti coloro per i quali ci sara salvezza ovunque nel
mondo, lui, senza macchla, per Doi peccatori; e che mai potremmo venerare qualcun ahro. 3. Lui, infatti, noi adoriaroo quale
figlio di Dio, mentre ai martiri siamo giustamente devoti in
quanto discepoli e imtarori del Signore e per la loro suprema
fedeha verso il proprio re e maestro; e sia dato a noi pure di
farcene compagni e condiscepoli!
SUD

18, 1. Vista dunque l' animosita manitestata dai giudei, il centurione fece portare i1 corpo in vista di tutti e, secondo il costurne
loro, lo fece cremare.
2. E cosl al termine noialtri, raccohe
quel1e sue ossa piu preziose di rare gemme e piu pure dell 'oro fino ,
le ripoDemmo la dov'era di rito.
3. E in questo luogo radunandoci in esultanza e letizia ogni qual volta ci sara possibile, ci con
sentid il Signare di fesreggiare la ricorrenza del suo martirio, a
memoria di quanti hanno affrontato gia la stessa larra e ad eserci
zio e preparazione di quanti la affronreranno in fututo.

19, L Tale e la vicenda del beato Policarpo, che fu il dodicesimo, indudendo quelli di FiladeUia, a rendere testimonianza a Srnirne, ma che 'unico e solo viene da tutti particolarmente ricordato,
tanto che se ne parla in ogni luogo anche da parte pagana. Egli fu
infatti non soltanto maestro insigne, roa anche uno speciale tes timone: tutti desiderano emulare il suo martirio, poich esso av-

14". 'tOY . .. .ap'twAWY cfr. 1 Ep. Tim. 1,1 :5; 2, 14


18. EUYO(<X~ ... ~(IlAla cfe.
Ep. Eph. 6,7
19. (J\);..<x&r't0:~ cfr. E\I . lo. 11,16
18, 5. (Sn:ou ... T\I efe. Ev. Matth. 27,60
6. &raAAtclO'U xat X<xp~ cfr. Ev . Luc.
1, 14

<

<

MARTIRIO DI POUCARPO

MARTYRIUM POL YCARPI

10

(.LoGal\' (.L~(.LE.'i'aSa~ xa'tcX 'tO ~OaTIA~OV Xna-eou yEV(.LE.YOv. 2.


.6.ux 't1c; 7to(.LovfiC; xa'taywvla(.LEVOe; 'tav &~hxov apxov'tCl xal
o'tWC; 'tov eX:pSClpcr(ac; a't'cpo:YOY &7tOAa~WY, aUY 'tore;; &1tO(J't'AO~e;
xal 7tttatY o~xa(o~e;; d:yaAA~W(.LEYOC; ooE~Et 'tov SEOV xal 7ta'tpCl
1taV't'oxp.'topa xal EOAOyEr 'taY XptOY 1)f.LWV ' lTaouv XplG'tV,
'COV aw't1pa 'toov epUXoov 1)llooV xal XU~EPy1'tT}Y 'toov aWll'twv
~IlWV xal 1tOlllva 't1c; xa'ta -dv otXOUf.L.yrv xa60Atxijc; lXXAralac;.
20, 1. 'YfLE, fLiv ouv -I~,>aO:~E Ih", 1tA,,6vwv 5'lAW6iivo:,

IlTY 'ta YEYIlEVlX, ~lldC; ~E, xa'ta 'ta 7tapaV l7tl XE.:paAa(~ IlE.LllyXa.LEv alcX 'tou &~kA:po ~(.Lwv Mapx(wvoc;;. MaSY'tEc; OY
'Cau'ta xal 'tole; l1txEl\'a O:OEA:pOre; -dv t1tta'tOA~Y ola7tIl~cxaSE,
5 lya xal XErYOl aoE~wCHV 'tOV XplOV 'tOY EXAOyae; 7tOlOUV'tCX a7tO
'twv ro(WV OOAWV.
2. T~ aE ouvcxll.V~ 7tv'tac; ~f.L&C;; E.toayayEtv tV .qj au'tou
Xlpt'tt xcxl OWpE~ de; -dv a!wvtov aO'toG ~aotAdav, Ota 'tOU 7tCXlOOC; cxo'tou, 'tou 1l0VOyEVOUC;; 'Illaou XpttTtOU, ~ 1) oEa, 'tlf.L1,
10 xp.'toe;, flE.yaAwovr de; 'toue; alwvac;. llpoaayopEE'tE 1t.v'tae;
'toue; youc;. 'YIl&C; ol aUv 1)f.LrV 7tpOaClyopE.Ouatv xal EopEG'toe;, 6 ypc<pat;, 1tavolxd.

21. Mo:p'tUpd 5i

fLO:XcXPW' TIoXCXp1tO, fL'lVO, So:v6,xou

OEU't.p<t lCf'ta.L.vou, 1tpO &7t'ta xaAa;vowv Mapr{wv, aa~~'t!{)

fLEYcXA"', wp~ o,56U. I:UVEA'cp6'l 5. 01tO 'Hp>5oo i1tt &PXtE-

19 - 21

venne secando il Vangelo di Cristo. 2. Con la sua resistenza


egli sconfisse il Prncipe Iniquo e ricevette cosl1a corona deIl'immortalid.; ed esultando insierne con gli apostoli e con tutti i giusti
egli ora glorifica Dio Padre Onnipotente e lada nostro Signare
Gesu Cristo, il salvatore deUe nostre anime e guida ai nostri corpi
e pastare della Chiesa universale nell'Ecumene tutta.
20, 1. Voi ci chiedeste di esporvi i fatci con profusione di particolari, roa noi al momento abhiamo approntato, per opera del
nostro frateUo Marcione, un memoriale sommario. Una volta informati di come si sano svolte le cose, vogliate far pervenire questa letrera anche ai fratelli piu lontani, perch essi pure abbiano a
lodare il Signare, che sceglie fra i suoi servi gli eletti.
2. A Colui, che puo condurre tutti noi nella sua gloria e muni
ficenza all'eterno SUD tegno per mezzo del figlio suo unigenito
Gesu Cristo, sia gloria, onore, potenza, magnificenza per i secoli . <
Salutate tutti i santi confratelli. Salutano voi i nostr compagni,
ed Evaristo, che ha vergato questa lettera, con tutti i suoi ntrinsed.
21. 11 beato Policarpo fu martirizzato nel secondo giorno del

mese di Sanrico, sette giorni prima delle Calende di marzo. Era il


Grande Sabaro, e 1' 0ra ottava. Era stato arrestaro sotto I'autorita
di Erode, mentre era sommo sacerdote Filippa di Tralle e procansale era Stazio Quadrara, e vigeva il regno sempiterno di Gesu

p.wc; cI>tAt1t1tOU TpaAAtaVOu, av8u1t<X'tEov'toe; E'ta'tlou Koopc-

, ~oo, ~o:a'AEov~O, 5i Ek ~O" o:1wvo:, ' 'laou Xp,a~ou' '" ~ 56-

11.

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9. 4> i Oea BHP DehandschuHer: 86~a M
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10. alwlla.~ M: Gr:iwII<X;. 41\\1 BHP Dehand
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21, 1. lJ."I'\vO~: xa:ta. J.ill (alayou; lJ.1)vO; M
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"7. ~ -I 8;a ... AIJ.~\I BCHV Bihlmeyer Camdot : om . MP Musurillo
l O, } .

19, 7. 1to.tovTj~ cfr. Ep. Hebr. 10,32 ; 12,1; 1 Ep. Tim. 6,12; 2 Ep_ Tim. 4,7.8;
2,5
la. tta.vtoxp&:'tOpa. 2 Er. COL 6 , ~8 ; Apoc_ 1,~ ; 4,8; 11 ,17; 15,3; 16,7. 14;
19,6.15; 21,22
rOl. XptcrtO\l ... ~uxro\l ... 'ltOl.LEl/a cfr. 1 Ep. Peto 1,9; 2,25;
Ep. Jac. 1,21; 5,20 necnon (ttot.tilla.) Ev. lo. 10,14.16; Ep. Hebr. 13,30
..
lO, , . lXAOTO:I elr. 1 Ep. Thess. 1,4; 2 Ep. Pet_ 1,10
7-9. T~ 0& ... ~ elr. Ep .
8. Xpt'tl xat 8ropE~ cfr.
Rom. 16,25-7 ; Ep. Eph . 3,20.1; 2 Ep. Clern. 20,5
Ep. Rom . 5, U ; Ep. Eph. 3,7
8'9 . 'to ttat80; ... fLO\lOTEIIO~ cfr. Ev. lo.
1,14.18; 3,16.18; 1 Ep. lo. 4,9
9- 10. 4> ,.UTI.lWO'II1j cfr. Ep_l ud. 25 ; 1 Ep.
Tim . 6,16; 1 Ep. Peto4,11 ; Apoc_ 1,16; 5,13
tI. 'tOU; ,xTou; cfr. Ep. Rom. 16,15;
Ep. Hebr. 13 ,24; Ep. PhiI. 4,21 .2; 1 Ep. Thess. 5,26
11, '. ~Gr:alAE60\l'to; ... XptCl'tO cfr. Apoc . 11,15

}o

MARTYRIUM POLYCARPI

MARTIRIO DI POUCARPO

Cristo, al quale e gloria, onore, magnificenza, sovranita perenne


d generazione in generazione. Amen.

22 , 1. 'Eppwa9cu l-lac; e.x"II~9a, &3e.AcpOl, crtOlXOvtaC; 'tq>


xa'ta 'to e.UcxryiAlOv A6r~ '11)005 XplO'tOU, !-lES' al) o~cx 'tq>
8e.({.> xcti 1tcx'tpt xcxt &'Yl~ 1t\IEf.LCX'tl E,7tt aw't1}p(~ 'ti} 'rWY :,(wv
EXAEX'tWV, xa9wc; E(J.apropT)aEV !laxploc; IIoAxc:moc;, al) f.-

22, 1. Preghiamo per la vostra salute, fratelli, perch retta


mente vi conformiate al verbo evangelico di Gesu Cristo, median
te il quale e gloria a Dio Padre e allo Spirito Santo, per quella
redenzione che e stata data ai santi eletti, come ha testimoniato il
beato Policarpo, sulle cui orme possa a noialtri avvenire di rag
giungere il regno di Gesu Cristo.
2. Fu Gaio a trascrivere quanto si legge fin qui dalla copia di
!reneo, discepolo di Policarpo, col quale egli aveva dimestichezza.
lo, Socrate, ho amia volta riprodotto, a Corinto, la copia di Gaio.
La grazia sia con tutti noi.
3. Ed io, Pionio, ho esreso un nuovo apografo del materiale
manoscritto precedente: dopo che avevo cercato a lungo quelle
carte, mi fu dato rinvenirle per rivelazione del beato Policarpo,
come narren:' qui di seguito, ed io le raccolsi insieme che erano
ormai quasi polverizzate dal tempo, nella speranza che il Signore
Gesu Cristo raccolga anche me fra gli eletti suoi nel regno celeste;
e a Lui sia gloria insieme col Padre e con lo Spirito Santo per i
secoli dd secoli. Amen.

'AIU,!v.

VOL'tO EV 'ti} ~aalAdctt 'I7O'o Xplll'tO 1tpOC;

'Ca

LXVr ept9i\vCr;l

~fl<i~

2. Toto,ot fl"Ypocq,ot,O fl<V roc"lo~ lx 'wv EtpT)vot(ou, flot9T)o


'to 'Coi> IIoAuxeXp1tOO, OC; xcti cruVE.1tOAlnacx'to 'tql ElpT)vcdq>.
'Eyw DE Lwxp't1t; EV Kop(v9q> EX '!wv ratou aV'nrpcpwv
<ypotq,ot. 'H XOCpL~ fl"" 7toc",,,,v.
3. 'Eyo, 8< 7tOCALV rrLVLO~ lx ,0G 7tpoytYPotflflivou <ypotq,ot
&va~TTao:c;

au'teX, xa'ta &1tOXAU~l\I epo:vEpwaClv'tc; 1L0l 'too !-la


xaplou fIOAux:p7tOU, xcx9wc; OrAWO'W &\1 '(4) xa9e.~c;, auvayaywv (Xu'!&: ~3TJ exe.oov EX 'tOl) xpvou XEX.L1)X'tcx, lva xa cru-

l'

}I

9pvoc; CXlWYWC; cXno 'Y~\le.at; de; ye.vEv.

~o:, "n~i, ~e:ya).waVll,

'0

21 ' 2 2

varcXt1 XplOC; 'bC10C; XplG'tOC; !-,-E'tO: 'tOO'J lXAEX'too'J cxu'to d~


n'J oup'JW'J ~cxa~Ae.(cx'J cxu'to, ~ ~ o6~cx aU'J 't4l1ta'tpt xcxt &y(~
1t'JE!-,-CX'tt e.k 'tou~ aiw'Jcx~ 'tW'J at<'Jw'J, 'AI-lT'J.

11

'Eppwcrt!ctl cfr. Act. Ap. 1',29; 23,30 [ atorxo\I"C(lC; cfr. ACL Ap. 21 ,24 ; Ep.
,. 7CpOC;.rt rXvr cfr. 1 Ep. Pet o
la. 'H X&plC; I,U:"t:O: 7C<X\I"CW\I cfr.
Ep. Tit. 3, 15 _ Ep. Rebr. 1.3 ,25
1.

Rdm. 4 12 ' Ep. Gal. 5,25 ; 6,16; Ep. Phi!. .3 ,16


2,21 ne~n~n Ep. Rom. 4,12; 2 Ep. Coro 12 ,18

<

MARTYRIUM CARPI,
PAPYLI ET AGATHONICAE
Testo critico a cura

di A.P. Orbn
Traduzione

di Silvia Ronchey

Notizia
JI racconto del martirio di Carpo, Papila e Agatonice, avvenuto a

Pergamo, in Asia , ci e giunto in due redazioni, una greca, che qui si


riproduce, e una latina. 1 due testi convergaDo per la sostanza del
racconto ma divergaDo per molti particolari, anche significativi, e
ambedue presentaDo tracce di riO).aneggiamemi e interpoIazioni. Si
pensa che l'una e I'altra derivino indipendememente da un testo
originario in complesso piu fededegno . La discordanza piu forte e a
proposito di Agatonice. Ne1 testo greco la cristiana assiste, libera, al
processo di Carpo e Papilo, e, spinta dall'eroismo dei sual confratelli
di fede, si getta volontariamente tca le fiarnme del raga. lnvece nel
testo latino la donna e processata, condannata e giustiziata insieme
con gli altri due. Considerando che la chiesa cattolica sconsigliava
l'autodenuncia dei crstiani aIle autora, che mvece e attestata pio.
volte negli scismatici montanisti, il testo latino appare normalizzato
in senso ortodosso rispetto ad un originale meglio rappresentato dal
testo greco. Quest'ultimo non presenta datazione, mentre il testo
latino coHoca i fatti al tempo della persecuzione di Decio (250), ma
il passo che reca tale datazione appare rimaneggiato. Eusebio, che
ricorda questi martiri in Historia Ecclesiastica IV 15, 48, Ji colloca al
tempo di Marco AureBo, ma ci sono motivi per ritenere che neanche
il testo ch'egli leggeva recasse indicazione cronologica, come l'attuale testo greco. La datazione percio resta controversa.

Bibliografia essenziale
B. Aub , in Revue archologique 1881 , pp. 348-9 (edizione secondo il cad. Pati,. gr. 1468) (: Aub).
A. von Harnack. Die Akten des K01pUS, des Papylus und der Agathonike, Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen
Literatun> III 1888, pp. 440-54 (: Harnack).
H. Lietzmann, (Die ii.lteste GestaIt der Passio SS. Carpi. Papyli et
Agathonices, in Kleine Schriften 1, Berlin 1958, pp. 239-50 (:
Lietzmann) .

Sigla
P
L
A
H

Parisinus gr. 1468, saec. XII


latina recensio (ed . Musurillo, pp. 2836)
Aub
Harnack

MAPTTPION TON ArION KAPIlOr,


IlAIlrAOr KAI ArA80NIKH:E

MARTIRIO DEI SANTI CARPO,


PAPILa E AGATONICE

1. 'Evo1}!J.Ov'to~ 'tO av9u1ttX'tou E.V nf,prcfL~ 1tpocrix9T}0'<Xv


au't<!> o flIXXplOl Kp1toC; xIXl IIcx1tAoc;, ,Lp't1JpEC; 'tO
Xpl<TtO.
2. (O Ot eXv91ta'toc; 1tpoxo:9crac; EqlT)' TC;
xa,Af,; .
3.'0 0& fLaxptoc; Eqr' To 1tpw'tov xal l~a(pE:tOV
, ovo.La Xpla-cUXVC;, El 0&
ev 't0 xafL~ ~ruIC;, Kp1toC; . 4.
tO &v97tcx'toc; ET1tE.v ' "EyvwCft<X( am 1t\l'twc; -ca 1tpoO'Trfl<X'tCX
'tWI,I ArotTtwV 7tEpt 'tO oETv OfLXC; O'pEW 'tGUe; StOUe; 'touc; "Ca
1t<XV'ta Ototxov'tCXC;. " 09EV <JU!-lPOUAf.W fLv 1tpoa,9dv xal
9crat }). 5. Kp7toe; E.!7tEV 'Ew XptO''t'UXVC; d!J.t, Xptcrt'OV
10 'COV UlOV 'tO\) Se.o aiPOflIXt, "Cov D..av'tcx E.V a'tpOLt; xatpolc; l
1tl awnptq; 1}f.l.wv xal PUO'cXfLE.VOV TtJ.cXc; 't1ic; 1tA!V1JC; 'to OtIXP-

tij~ alwv(ou ~wf~ 3la 'to OU, o"tw~ xat Ol "to'tm~


(XtptOV'tE< &cpo..t.OWVtCU 't1j ..t.(X"tCXl't1jtl tWV 8CXl..t.IJWIJ XCXL

1. Durante la permanenza del proconsole a Pergamo vennero


fatti compadre dinanzi a lu i beati Carpo e Papila, testimoni di <
Cristo. 2. 11 proconsole, seduto a presiedere all'udienza, domando; Come ti chiami?. 3. Il beato dsponde: Il mio primo e piu eccelso nome e quello di cristano, ma se vuoi sapere il
mio nome nel mondo, e Carpo }). 4. Pece il proconsole: Ti so- <
no senza dubbio nori i decreti impedali che v'impongono di venerare gil dei che governano I'universo; per cui vi consigUo di
farv avanti a [endere sacrificio. 5. Carpo rispose: Sono cristiano, venero Cristo, il figlio di Dio, il cui recente avvento fu
per la salvezza nostra e per sottrarci alla perversa suggestione del
Diavolo: a codesti idoH non sacrifico. 6. Fa' quel che vuoi. E
escluso che io possa sacrificare a fallaci parvenze demoniache,
poich coloro che ad esse sacrificano ad esse si assirnilano.
7.
Cosl come, infatri, fedeli osservanti - vale a dire, secondo il divino monito del Signore, quanti in ispirito e vedta adorano Dio
_ si assimilano alla sua gloria e divengoDo mmortali con lu,
partecipando tramite il Verbo alla vita eterna, parimenti anche
coloro che venerano codeste divinita si assimilano aU'insania dei

Titulus. ITo:mn..ou: xO;L OCl1CAOU A, cfr. el Pamfi/i diacon; L l'Aro:9o"'X7J;: Aro:9w


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4. XO:At1 P: XO:Afj H Knopf

Tb ... o\'O~o: cfr Ep lac 2,7,1 Ep Clem 1,1


1 0. l.., UattpOt; xcupot; 1
Ep. Tlm 4, 1
14.6 " Oll1ttp .. . 9t~ efr E.., ro. 4,23
1,. . T\:6.L\l7jat( cfr. 2
Ep. Tim. 1,"; 2 Ep. Peto 1,13; 3,1
16'7. Tij 86q ,00 9too Ev. l o. 11 ,4.49;
12,43 ; Ep. Rom. 1,23 ; 3,23 ; 5,2 ; 1',7; 1 Ep. Coro 10,31; 11,7, etc .
19 . luno:to*
n"tt Ep. Rom. 8,20; Ep. Eph. 4, 17 ; 2 Ep. Peto 2,18

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4"

XXXIV

........ R. B"'STIA.ENSEN

battute di piu persone (el cum eo omnes consensenmt a par. 10).


Non eccede i limid del probabile il figurarsi la mano del redattore che opera tagl nel testo del verbale processuale o adatta tale
testo alle esigenze della comunita, riunita per la celebrazione lturgica: la veridicita e la freschezza del racconto non hanno del
resto perduto nulla nell'operazione. Nella passio di Perpetua il
quadro e differente: il redattore e piuttosto un compilatore, che
cura l'edizione delle note redatte in carcere da Perpetua e Saturo; ma anche qui si possono svelare interven ti ad uso della Chiesa che ascolta: a 7, 1. 24 e 11, 11. 18-21 (ved. commento) si
trovano precisazioni che non possono essere di mano dei prigionieri, ma che risultano assai utili per l'intelligenza del testo. Sarebbe dunque inesatta la tesi che sostenesse che i materiali dei
nostri atti e passioni siano scevri da ogni ingerenza da parte dei
redattori. Su tutti i nos tri documenti la critica deve esercitarsi
per scoprire, se possihile, la mano modellante. Che rimangano
problemi insolubili, che la restituzione esatta e completa d'un
dialogo tra giudice e cristiano accusato o d 'un resoconto dertagliato delle peripezie di un martirio si riveli un'illusione, non
stupira nessuno; n, per questo, il carattere veridico del documento di cu disponiamo sara intaccato.
L'esame di qualche passo, in relazione a un eventuale lavoro
d'interpolazione da parte del redattore, non e privo d'interesse.
A parte le parentesi di carattere piu che altro tecnico, quali abbiamo trovate negH atti degli Scilitani e nella passione di Perpetua e aUe quali si puo ascrivere anche l'omissione di formule
protocollari all'inizio del verbale processuale, vi sono queile inserzioni che si potrebbero chiamare ideologiche. Non sapremo
mai se Policarpo, legato sul rogo, ha davvero pronunciato la preghiera, relativamente lunga, che il redattore gli pone sulle labbra
(Martyrium Polycatpi 14, 3); ma il testo di questa preghiera e di
una tale ricchezza bblica e liturgica, e lo stile appare tanto accu~
rato, che un lavoro redazionale a posteriori, che modellasse e
abbellisse una piu breve formula del martire, e altamente probabile. Il meccanismo e facile da congeuurare; il redartore intende
presentare il martire in preghiera alla Chiesa in preghiera; che,
percib, formule consacrate, usuali neUa liturgia, o espressoni che
le echeggiano gli vengano aUa mente e che egli venga a prestarle
al martire, e piu che naturale. L'amplificazione, originata da
un'esigenza liturgica, s'inserisce armoniosamente nell'andamento
della narrazione.

INTROOUZIONE

XXXV

La situazione e diversa per gli atti di Massimiliano. Un nter


rogatorio punto per punto autentico e interrotto da un passo (2,
7) dove Massimiliano, approfittando della menzione del distintivo militare, contrapposto al segno della croce di Cristo, prende a
intrattenere il suo giudice, l proconsole Dione, suila persona di
Cristo: una mini-catechesi che si serve di formule attinte dall'opera di Cipriana. L'influenza deil'opera ciprianea si fa sentire
particolarmente nella seconda parte degli aui di Massimiliano, la
narrazione della morte (3 , 2 sgg.): se essa e introdotta, e in modo alquanto inatteso, anche nel resoconto deil' azione giudiziaria,
do sta a tradire il lavora del redattore, che ha familiaridl con
l'opera di Cipriano. Si notera, del resto, che l'ingerenza ciprianea e piu pronunciata e piu estesa nel racconto dell'esecuzione
che neila riproduzione del verbale deil'udienza. Nella descrizione delle circostanze della morte il redattore era piu libero di introdurre elementi suoi di quanto non lo fosse nel resoconto del
I'interrogatorio: il testo del verbale processuale lo intralciava. Il
caratcere di autenticita di tale testo ne risulta rafforzato. D'altra
parte, dal punto di vista della composizione degli atti, I'inserimento catechetico e meno a proposito di quanto non lo fosse
l'amplificazione liturgica del martirio di Policarpo: il desiderio
di fare di Massimiliano un martire ciprianeo provoca un'in
terruzione alquanto maldestra nelio svolgimemo deil'interroga
torio.
Talune formule bibliche, ricorrenti negli atti dei martiri, potrebbero creare dubbi a causa del loro carattere piu o meno stereotipo e data la possibilita, per il redattore, di servirsene come
riempitivo. Ma, nell'insieme, il loro numero non e grande e il
loro impiego, il piu delle volte, s'accorda bene col contesto. La
risposta di Cipriano ad Aspasio Paterno) che richiama la prima
epistola a Timoteo (2, 2) nell'affermare che i cristiani pregano
per gli imperatori, abitudine menzionata anche da Tertulliano
(Apol. 30, 1; ad 5capulam 2, 8) , bene si accorda con l'andamento
dello scambo verbale tra il vescovo e il proconsole (ved. Acta
Cypriani 1, 2). Al Date a Cesare quel che e di Cesare del Vangelo di Matteo (22 , 21) Donata, una dei martiri Scilitani, fa
un' allusione molto naturale, quando concede al proconsole che
bisogna onorare l'imperatore. Le due allusioni bibliche, sulla
preghiera per gli imperatori e suU' anore che loro e dovuto, appartenevano senza dubbio ail' arsenale apologetico che approvvigionava i cristiani per i processi che intentava loro lo Stato per-

MARTYRIUM CARPI

20

l.5

30

35

40

4.5

crUv aU"COlr; (btAAl..lv"Cat ev yE.tW'{l. 8. llxr yap olxaLa ecr-dv


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9. fO o~ <xv81ta"Cor; 81..l.Lw8e.ir; teprr 8aa"CE. "COlr; 8e.Ol~ x<Xl
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10. Kp7tor; 7tO!J.E.lOuxcra~ E.17tE.v 8E.Ol, o'~
'tC)\I oupavov x<Xl TI)V y1jv oux E..1Corcrav, <X1toAcr8wcrav,
11.
'0 av87ta"Cor; e.l1CE.V' 8aa crE. od' o"Cwr; yap exO.Eucre.V
au"Coxp'twp .
12. Kp1COr; E.11CE.v {( O( ~;)\I'te.r; 'toTr; VE.XpOlr;
ou SOl..lcrw.
13. fO <xvS1ta"Cor; e.l1tE.V' O( SE.ol ooxoGcrtV crOL
VE.xpol E!V<Xlj 14. Kpn:or; e.ln:E.V' 8le.lt; &xocra~; oihOL
O"C' e~ avSpwn:wv onE.r; reo't~ ~~rcrav rva xal areoS6:vwcrLV.
15.
eo.,e.t~ oE !J.ctSE.Tv (h~ aAr8tr; ernw "Cou'to; apov ttv "Cl!J.'lV crou
are' ctu"C;w ~v OOxElr; repoaeppe.w au"Col~ xaL "(VWO"!l O'tl ou8v dOLY' ~Ar yi, ",xpxov~a xal "l> xpV'l' q>9"p".va.
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Ji'I'tE. !J.E.(wcrlv E..ltLOEx!J.e.VOr;' O"COl o~ xal yvov't'al n:o
avSpw1tWV xaL epSdpov't'cn, wr; tcprv, no "CoG xpvou.
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18. 'O"o(w, xal ix ,,;'v xa9' ~"pav ~"'v ou"paL'
vnwv, apxal"CEpOr; wv "C~ xpvcp a1CoreElpaar; "Ca crtJ!J.~r.

lO post O"tLV, IXv'mI.; ami. H


u-3. 1tO\l'l']p~: 1tovrpC~ 'twv P rmvrpta 'mu.;
oattvlXe; H, Non 'toue; OIXttVIX~, ut fecit Harnack, sed potius 'tov ~v9pw1toV vel
simile aliquid mihi sup,Plendum esse videtur Rauschen
23. l1tl 't05't0: ltL 'to't<!l
Musurillo
31. ou't' l~ &.v9pWltwv Musurillo: OU av9pw1twv P ou &v9pwltot
H
33. oMiv P: ouOiv A
37 . ttttWOW H Musurillo: ..twoW P
41. xa'ta~
MAt..d' Musurillo: excidt verbum P acpatptI seu acpoup&t\l ~OA!'tOr:t A ltOAt.ttt H
xa'tOt:p&I Gebhardt Rauschen
42. xOt:'tOt:ltt!C..tvo.; A: xor:'talttC..tVOe; P
4.5.
't) ;(p6v4l: 'tO x.p\lOU A 'twv xpvwv Radermacher Musurillo

MARTIRIO DI CARPO

7 -

I8

39

demoni e periscono con essi nelIa geenna,


8, Giusta e infatti
la sentenza contra colui che ha subornato l'uomo, la piu eccelsa
creazione di Dio: contra il Diavolo, intendo, che per questo, nel~
la malvagita che gli e propda, fu preso da invidia. E quindi sap~
pi, proconsole, che a codesti io non sacrifico.
9. Il proconsole, fremente di sdegno, intimo: Sacrificate agH
dd e non dite sciocchezze! .
10. E Carpo, sorridendo: Periscano gli dei cui non fu dato di creare il cielo e la terra.
11.
Il proconsole: Sei tenuta a sacrificare. CasI ha ordinato l'impe12. Carpo: 1 vivi non sacrificano ai morti. 13. Il
ratore.
proconsole: Pensi che gli dei siano morti?.
14. Carpo:
Vuoi sapere quel che penso? Costoro non sano mai vissuti nep~
pure come uomini, casI da potere esser morti.
15. E vuoi sapere perch questo e vero? Leva loro quell' onore che t'illudi di
tributargli e ti accorgerai che non sano nulla: sono fat ti di materia terrestre e col tempo vanno soggetti a corruzione.
16. Laddove il Dio nostro, che e fuod del tempo ed ha creato i secoli,
rimane incorruttibile e eterno: sempre uguale a s stesso, non e
suscettibile di accrescimento n diminuzione. Ma quelli, poich
nascono dalla mano degli uomini, sano destinad, come dicevo, a
17. 11 fatto poi che essi diana responsi
corrompersi col tempo.
e traggano in inganno non deve meravigliarti. Infatti il Diavolo
fin dal principio, precipitato dal suo glorioso sito, nelia perversi
ta che gli e propda insidia la predilezione che Dio ha per gli
umani e, pur schiacciato dai nostri sanri, seguita a sfidarli e prepara in anticipo le sue battaglie, e, precorrendo i fatti, li annuncia ai suoi accoliti.
18. Parimenti egH prevede anche, dei nostri fatti quotidiani, quanto sara opera della sua malvagita: poi~

lO. lt6).)..u\l't'a( lv yttWn cfr. Ev . Matth. 10,28


n2. 'to ... X'ttO'..IX 'to 9t05
cfr. 1 Ep. Tim. 4,4
n . 'to ltapIXCrAWO'IX\I't'Oe; cfr. Deut. 32,21; Ep. Rom. 10,19;
11,11.14; 1 Ep. Coro 10,22
n 3. oxt~ 1'Q\I'I']ptl dr. Ep. Eph. 6, 12
39'
40. Ot~OAO~ a1t' apxiie; cfr. Ev. lo. 8,44; 1 Ep. lo . .3,8
40. lx ... 't~tJe;
cfr. Ep. ludo 6
43. ltoAi(J.ol.le; cfr. Apoc. 13,7 necnon Dan. 7,21

<

MARTYRlUM CARPI

MARTIRIO DI CARPO

a.LE\la 1tpOArEL a1tEp athoe; f.LAAEL XaX01tOlEtV.


19. "EXEl
r&:p EX 'tfe; O:1to<p:atwe; 'tO 9w 'ti]v o:olXta\l 'tO EtovaL, xal xa'ta
crurXwP11al\l 9w 1tElp:~EL 'tO\l a\lOpw1to\l, ~Tl'twv 1tAavfaat TI'e;
EuaE~tae;.
20. llta9T)'tL ouv .Lm, U1ta'tlx, hl EV f.La'taln't
EcrtE 00 f.Llxp .
21. 'O &v91t<x~0~ d".v flon& Mao:~ a. 'l'uo:p;ao:t .1,
~o:a'l'rfLlO:v Tyo:yov ~"'v 9.",v "o:l ~"'v :E.~o:~",v. "Ivo: ov fLT
E1tl 1tAd\I (JOl 1tpOxwp1an, 9Ele;; T 't ArEte;j . 22. K:p1toe;
d1tE\I' ' Aova'to\l o'tt 9w' 00 rap 1tW1tO'tE a90aa dowAme; .
"
23. E09ue; ouv ExD.. waE\I xpEf.Laa9v'ta eEa9at. '0 0& lxpa~EV' XpLa'ttaVe; df.Ll . 'E1tL 1tOAU 0& ~Ef.LtVOe; ~xaf.Lvt\l xal oux'tt !oxoaEv AaAiaaL.
24 . Kal laac; 'tov Kp1toV o:vO1ta'toe; E1tl 'tov llCX1tAOV
l~p''''~o Hywv 0:11<", Bou.u~~ d; .
25. '0 3. <y'
60 IloAne; Etf.L .
26.'0 0:\l91t<X't0e; d1tEV' Ttvw\I 1tOAC't1}e;; .
27. IIa1tAoe; Et1tEV' (( 0UCX'tElpWV . 28.'0 &vO1ta'roe; E.t1tE.v ( Tixvcx ~XEle;; .
29. IIa1tAoe; Et1tEV ' Kal 1tOAA&:
3to: ,iN 9.v.
30. Er~ 3. ,,~ ,,,,v " ,o 3ifLou l~6ra.v
ArWV' Ka'tO: 'tiv 1ttO"tl\l cxu'tO 'tWV XplcrttCXVWV ArEL 'tX\lCX
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'txva EXELVj . 32. IIcx1tAoe; Et1tEV' 8AEte; f.LCX9EtV O'tl ou
~.30fLo:t &n' &r9; 'yw; tv ".x<T(J &7tO:PXl'l' "o:l "A.t .talv
(.Loo 'txva xa'tO: SEV _ 33. '0 avO1ta'toe; Et1tEV' 0Ete;; 1i 't
ArUc;; . 34. TIa1tAOC; EI1tEv' ' A1to VEn'[O~ 9Ei'> OOUAEW
70 xal Ouo7tO'tE dOWAme; f:9oacx, &)..)..' d(.Ll XptO"ttaVOe; xal 1tAOV
'tO'too 7tap' Ef.LO axoaal oux EXEle;' OUO& ro:p (.LE1tOV 'tO'tOU 1i
X;)..AtOV Ecrt(V 'tl d1tETv fJ.E . 35.' AVCXXpE.lIxa9de; 0& xal oU'toe;
"o:l ~'fLevo~ ~uyo:~ 'P.r~ Tno:~ev "",l 'l'wv1v 0"" o'Ow"", :n'
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71. IJ.t"tl;O\l: IJ.d~w P
72 . la-ttv n : la-tl 'tl
Musurillo

1 8 - 35

41

ch, la sua esstenza perdendos nella notte dei tempi, antica e la


sua esperienza degli accadimenti umani.
19. Infatti per decreto di Dio, egli possiede la facoIta di conoscere 11 male e, per concessione di Dio, tenta l'uomo e cerca di sviarlo dal bene. 20.
Qui da' retta a me, proconsole: non e poca la vostra dissennatezza .
21. Il proconsole disse: A lasciarti parlare senza freno, ti ha
fatto bestemmiare gli del e gli imperatori. Dunque, vedi di non
andare oltre e d.i.mmi: sacrifichi, o che? . 22. E Carpo: Che
io sacrifichi e fuori discussione. Mai ha sacrificato agli ido
li .
2.3. AlIara subito l'altro ordino che venisse appeso a una
traversa e scorticato vivo. Ed egli seguitava a gridare: Sano cristiano! , finch, protraendosi il supplizio dello scuoiarlo, gli mo
rirono le forze e la voce in gola.
24. Abbandonato Carpo, il proconsole si rivolse a Papila e gli
domando: Sei consigliere?. 25. Rispose 'altro: Sano un
cittadino. 26. Domando il proconsole: Cittadino di dove?. 27. Rispose Papila: Di Tiatira . 28 . Il proconsole:
Hai figli?. 29. Papila: E molti, grazie a Dio!. 30. Uno
della folla grido: Dice di avere figli come s'intende secando
la sua fede, fra i cristianil . 31. Fece il proconsole: Perch
menti, dicendo che hai figli?.
32. E Papila: Vuoi sapere com'e che non mento, roa dico la veridl? Perch in ogni provincia
e citta vi sano miel figlioli in Dio . 33. I1 proconsole taglio
corto: Sacrifichi, o che?. 34. E Papila: l o servo Dio fin
dalla giovinezza e non ha mal sacrificato agli idoIL Sano cristiano, e altro che questo da me tu non puol udire. Non vi e niente
di piu o di meglio per me da dirti . 35. Fu anch'egli sospeso a
una sbarra e tre coppie di carnefici si alternarono a scorticarlo,
senza che egli emettesse vace: resse la furia dell' avversario da
valoroso campione.

66'7. ou 4t8olJ.a~ ... Xi-yw d e. Ep. Rom . 9,1 ; 1 Ep. Tim. 2,7

42

MARTIRIO DI CARPO

MARTYRIUM CARPI

36. 'ISwv o~ &\le1tC~'to~ 't1v 1tE;p~AAouaC(v au'twv 1tO~O-

40. <Oc; oE Otpa"Clc.:rcrc; 'Ca EACX lm'tl9dc; qfi7t'tEv,


I/:YLO, Kp"o, XP<fLWfL<vO, d,,<v K",t ifLd, "tij, ","tij, fL7j
-epa.:; lyEVV"}91Jf.LEV EcxC; XCtl t1v aUTI)V a:pxo: EXOf.LEV, &)..)..' a!popwvnc; de; 'to olxaa-dpLOv 'Co &A.r9lVOV 1teXv'Ca 1tO~vw
~e.V .
41. Taiha e.l1twv xl 1tpoacpe.po~voo 'Cou 1tOPO; 1tpOar~a'Co AWV' EUAO'Y1l'tO~ di xp~e. 'ITlaou XplO't, \Ji~ 'tou
9e.o, O'Cl xa't1)~lwaa~ xal l..t~ 'tov ..tap'CwAov 'ta't1)~ 000 Tij~
~e.p(OO; . Kal 'tO'tO d1twv <X1towxe.\I -ri\I cpOX't\l.
42 . 'A-y",60v(x7j 8. '" ta<wa", x",t 1Soa", <iv 8~"'v ,o
xop(oo Tv E<P7J Kp7to~ iwpax\lal xa( vocra tTt\l xA'ijOt\l EI\lal
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i'O(fLO<a''''L, 8<, oilv fL< fL"",",~oa",v q>"'y<'v ,o iv8~ou &p(a<ou . 43 . 'O S, S~fLo, .~", Aywv <<'E<7jav aou ,ov
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90. EUAOl'TrtOt;: tUAOytG'tOt; A

15-6. 1tO.LovTv cfr. Ep. Rom . 2,7; 5,3.4; 8,25 ; 15,4. 5; 2 Ep. COL 6,4; 12,1 2; Ep. CoL
1, 11 ; 1 Ep. Thess. 1,3; 2 Ep. Thess. 1,4; etc.
79. wp9w9T) cfr. Ev. Luc. 13 , 13 ;
Act. Ap. 15,16; Ep. Hebr. 12,12
80 . 1to:pOWXt... -rn... ~uxT ... cfr. Ev. lo.
19,30
8,. treo...... xo:! lXtpT)'" cfr. Ev. Luc. 23 ,8; Ev. To. 8,56 I d ... S6~o: ...
xop(ou Ev. Mauh. 16,27 ; Ev. Luc. 2,9; Ev. lo. 11,4 .40; Act. Ap. 7,5') (quo in loco
Slepha nus
((1a.~ do; .lw oupa."'O ... dot ... O~ ... 9to); Ep. Rom. 1,23 3.23;
etc.
90. EUAO"J"Tl't~ cfr. Ev. Lut. 1,68; Ep. Rom . 1,25; 9,5; 2 Ep. Coro t, 3;
11,31; Ep. Eph. 1,3; 1 Ep. Pe l. l,3
92 . IJ.f.plOOt; cfr. Ep. Col. 1,12
94' S,
nv xAijaw ... oup\llO\I cfr. Ep. Hebr. J,1
95. imjpt... tt... <pw\l'\I cfr. Ev. Luc.
11 ,27; Acl. Ap. 2, 14; 14 , 11 ; 22,22
9,-6. Tb aplG'to...... 'i"tolJ!a.G'tal ... qxtyir...
cfr. Ev. Mallh. 22,4; Ev. Luc. 14,15 necnon Ev. Mauh. 8, 11

al aJ.~'tEpOl &1t1 'Co af.L<pt9.cx-cpov, anwo:; taXiwt; O:1t!x)..AaWOW


,o xafLou. 37. Katl "pw,o, II"'1to, "poaTjw6d, d, ,0
E).ov o:vwp9<il9r, xcd 1tPOCJEVEX.9lv-co.:; 'tOU rcuPOt; v 1)auXl~ 1t(>080 ae.u~f.Le.vOt; 1tapOWXEV Uv ~UX~v.
38. Kal f.LE.t& tOtOV npo aT\Aw9e.lC; Kp7tot; 1tpOaE.LE.lOlaaEv. Ol oE 1tapEO"tW'tEt; X7tAraaf.LEVOl E.?.e:yov ClUt<T> T lcnw O'tl tyJ..aaat;j )).
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43

36. Il proconsole, veduta la loro straordinaria resistenza, ordino che fossero arsi vivi. Ed entrambi affrettavano il passo nello scendere all'anfiteatro: volevano dipartirsi al piu presto dal
mondo. 37. Papila per primo fu inchiodato allegno e issato in
alto e, quando le fiarome lo lambirono, si chiuse in preghiera e
rese l'anima.
38. E Carpo, mentre veruva inchiodato dopo di
lui, sarrise. 1 prese nt, stupiti, gli domandarono: Cos'e che ti fa
ridere?. 39. TI beato rispose: Ha veduta la gloria del Signare e mi sano ra1legrato e, nel contempo, mi sano sentito lantano
da voi e non piu partecipe dei vostri mali. 40. Quando il soldato, accatastate le fascine, diede loro fuoco, il santo Carpo so
speso allegno disse: Noi pure siamo nati dalla stessa madre Eva <
e siamo fatti della stessa carne. Ma va, sopportiamo pur tutto,
fisso lo sguardo a corui che siede a giudicare senza erro
re.
41. Cio detto, le fiamme lo avvolsero ed egli ad alta voce
cOSI prego: Benedetto tu sia, Signare Gesu Cristo, figlio d Dio,
che hai giudicato degno anche me, peccatore, della tua medesima
sorte!. E con do rese l'anima.
42 . Una certa Agatonice, che stava n in piedi e aveva negli <
occhi quella gloria del Signore che Carpo diceva di vedere, e intuto trattarsi di una chiamata al cielo, tosto levo la voce: Questo cibo mi e stato imbandito dinnanzi! Debbo avere anch'io la
43. La folla gridava:
mia parte aquesta mensa gloriosa!.
Abbi pieta di tuo figlio! ). 44. Replico la beata Agatoruce:

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H Musurillo: iGl' 4> P 1 7tpf.lI.l; H Rauschen: 'It<ptlI1L KnopfKruger
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JO~ . ple; H Musurillo: ,pEte; P
Jo.5. xor:.lpU-yCl: XCl-rPU-yOV
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44' 47

45

Egli ha Dio, che puo realmente avere piedl di lui, poich e colui che provvede a tutto i1 creato. Mentre che posso fare qui
io? . E spogliatasi dalle sopravvesti, esultante si distese su!
legno.
45. E gli astanti si lamentavano dicendo: Atroce sen <
tenza! Ingiusti decreti! . 46. Quando fu issata e fu raggiunta
dalle fiamme, grido tre voIte: Signore, Signare, Signore, aiurami! Presso di te mi sano rifugiata .
47. Rese cos1 lo spirito e
ottenne la perfezione del martirio insieme coi santi. 1 cristiani
prelevarono segretamente le loro ossa e le custodirono a gloria di
Cristo e lode dei suoi testimoni, poich a lui spettano la gloria e
la potenza, al Padre, al Figlio e aUo Spirito Santo, ora e sempre e
per i secoli dei secoli. Amen.

too. ' E-yw ... l'tptt.u cfr. Ev . Matth. 26,50: h<llpt. l~' o nptl;
J04. Kplt
... 1101 E v. Matth . 15,25
J05. MtOWXtV
nvt IJ.Cl cfr. Ep. lo. 19,30

'to

ACTA IUSTINI
Testo critico a cura
di A. Hilhorst
Traduzione
di Silvia Ronchey

Notizia
Originario di Flavia Neapolis (Nablus), in Palestina, di origine greca
e dotato di bucna institutio filosofica, Giustino si convertl al cristianesmo ferse in Asia Minore, ad EfesQ, e gu scrisse il Dialogo con
l'ebreo Trijone su argomenti di polemica antigiudaica. Successivamente si stabili a Roma cirea aUa meta del secando secale, e aprl una
sellala di mosofia cristiana. Qui scrisse un'Apologia in difesa della
fede cristiana indirizzata ai pagan!. Altre sue opere non ci sano pervenute. Fu rappresentante di punta della cultura cristiana in ambito
sia datrrinale sia apologetico, clove rappresento la tendenza piu aperta alla collaborazione con la cultura pagana. Accusato dal filosofo
cinico Creseente di essere cristiano, a norma delle disposizioni di
Traiano e di Adriano fu arrestato insieme con altri confratelli di
fede e tradotto dinanzi al prefetto del pretorio Rustico (163-7). Egli
e i suoi compagni rifiutarono di abiurare e percio furono condann ati
a morte.
testo degli Atti stato trasmesso in tre recensioni , di cui queIla
qui proposta (A) e sicuramente la piu autentica, sebbene non sia del
tutto immune da aggiunte e manipolazioni. La recensione A, di autare ignoto, fu redatta poco tempo dopo gli avvenimenti descritti,
probabilmente a Roma.

Bibliografia essenziale
T.D . Barnes, Pre-Decian Acta Martyrum, Joumal of Theological
Studies>, n.s . XIX 1968, pp. 509-31 (= Bornes).
D. Berwig, Mark Ame! und die Christen, Diss. Mnchen 1970.
J. den Boeft - J. Brernmer, Notiunculae Martyrologicae, (Vigiliae
Christianae XXXV 198 1, pp. 43-56.
A. Davids, Iustinus philosophus et martyr. Bibliographie 1923-1973,
Nijmegen 1983 .

50

ACTA JUSTnn

P. Franchi de' Cavalieri, Note agiografiche, ((Studi e Testi

XXXIII), Citta del Vaticano 1920 (: Franchi, Note).


R. Freudenberger, Die Acta lustini als historisches Dokume n t ~), in
Humanitas - Christianitas. \'l/alther v. Loewenich zum 65. Geburtslag, Witten 1968, pp. 24-3 1 (: Freudenbergerl.
A. Hamman, La confession de la 10 dans les premiers actes des
martyrs, in Epektasis. Mlanges patristiques oHerts au Cardinal Jean

Danilou, Paris 1972 , pp. 99-105 .


L.F. Pizzolato, Cristianesimo e mondo in tre passiones de/teta degli
Antonini, (Studia Patavina XXIII 1976, pp. 501 -19.
S. Prete, Confessioni Trinitarie in alcuni Atti di martin del seco II
(Giustino, Apollonio, Po[icarpo), Augustinianum) XIII 1973, pp.

469-82 (: Prete).
G. Ruhbach, Ausgew'h1te Miirtyrerakten ... , pp. 15-8, 115-29.

J. SpeigI,

Der romische SUat und die Christen. Staat und Kirche van
Domitian bis Commodus, Amsterdam 1970.
M. Whittaker, Jews and Christians: Graeco-Romall Views, (<<Cambridge Commentaries on Writings of the Jewish and Christian

World 200 BC to AD 200 " VI), Cambridge-London-New YorkNew Rochelle-Melbourne-Sydney 1984.

Sigla
P
b

Parisinus gro 1470, saec. IX


recensio B

Abbreviazioni pertinenti agli editori e ai commentatori (indicazioni


complete nella Bibliografia essenziale e, ove occorra, nella BibliograHa generale):
Fra
P. Franchi de' Cavalieri, Note ...
La 1 G. Lazzati, Gli Atti di S. Giustino 11Iarfire, AeVUffi)

XXVII 1953, pp. 473-97.


La 2

G. Lazzati , Gli sviluppi.. ., pp. 119~27.

Lan
Mus
Ruh

G. Lanata, Gli atli ... , pp. 117-24.


H. Musurillo, The Acts ..., pp. 42-61.
G. Ruhbach, Atlsgew'hlte Miirtyrerakten ... , pp. 15-8, 115-29.

MAPTYPION TON AfION IOYSTINOY,


XAPITONOS, XAPITOYS, EYEAIIISTOY,
IEPAKOS, TIAIONOS, AIBEPIANOY
KAI THS SYNOMAS AYTON

1. 'Ev 't~ Xct~Pi>

'tW'J

&v~wv 1tpoa-cayf.LeX'twv 't1i~ d8wAOACl-

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'Cov -rile; (pw.t1}t; ~1tctpXov POCTWWV.

2, 1. 'rO", ELO"CXX9lv'CWI,I
&1tCXPXOt; 'IoulTt\l~ eI1tE.v T(va
~(ov ~tOlt;; .
2. ' Iouct'tTvot; eI1tEv' "AJ.Ef.L'lTI"OV xcxt axcx'CeXVWITtOV 1tliaw &v9pw7tmr;.
3. 'PO<nLXOt; E7texPXOt; ET1tE.v ITOlOUt; ).,YOUt; I-lE:tCXXElpCt!;. 'IouO'tlvot; tL1tEV' IIv'tIXr; )..:; youe; E1tElp9rv llcx9Tv, auvE9f.L1}\I BE 'tote; &A1l9at Ayotc; 1:6>\1
xplO"tlct\lWV, xCiv .ti &paxwal 'toTe; 4e.u808o~oialv>>.
4. 'PaO"tlXOC; E1tapxOC; eI1tEv' 'ExTvm ouv cm apaxoual\l ot ).,yOl;,
'IouO'ttvoc; EI1tEV' Ncd, l1tEl8~ f.LE.'ta 8yJ.cx'toC; t1toJ.O:L
au'toTc; . 5. POC"tlXOC; E1tCXPXOC; e.I7tE.v' IIo1"v lo'n
lO 8YtLcx; . ' Iouo'tlvoc; tl1tEV' "01tEP EO'E~O)f.LE\I de; 1'0\1 'tWV
XP'~'O<vwv e,v, ov >lyofl.,eo< EVO< ~o~wv ~ <iPX;~ 31JlJ.wuPYov
'ri'j~ 'to 1tCX\l'to~ xcr.LOU 1tm'aEw:;;, xcxl aEC '1tcxwa 'ITOOV XptO'tv, o~ xal 1tpOXE.x'tlPux't'at {nco 'too\! 1tpocpr'twv (.LD.AW'J 1tCXpCXylvEa8o:l 't4) yt-lEl 'tOO\! cXv9pw7tw\I awnplcx<; xrpu~ xal ~h3&axlX'5 AO~ xO<Awv fl.o<e1Jfl.cX~wv.
6. M,xp<i 3. V0fl.lCw A.y'," 1tpO~ ~v
a'to 9E.'tT\'tcx 1tpOCflT}'nx:fv 'nvcx 8vcx(.Lw (.LOAO"{'W\I, 7. o'tt
1tpOXEX'pUX'tCH 1tEpt 'to'tou ov EcprV vuv UUlV 8w oV'ta. "10th

litulus . ' Iouad... ou om. p

MARTIRIO DEI SANTI GIUSTINO,


CARITONE, CARITO, EVELPISTO,
IERACE, PEONE, LIBERIANO
E DELLA LORO COMUNITA

1. Al tempo degli iniqui decreti dell'idolatria i santi su menzionati furono tratti in arresto e fatti comparite davanti al prefet- <
to di Roma, Rustico.
<

2, 1. Quand'essi gIi comparvero dinanzi, il prefetto domando


a Giustino: Che genere di vita conduci? . 2. Rispose Giusti- <
no: Irreprensibile e incensurabile da chicchessia. 3. 11 prefetta Rustico domando: Quali principi pratichi? . Rispose Giustino: (Ho cercato di apprendere tutti i prindpi, ma ho aderito a
quelli veritieri dei cristiani, anche se essi non trovano il consenso
4. Il prefetto Rustico domandi quanti hanno false opinioni .
do: Sono quelli dunque i principi che trovano il tuo consenso? .
Rispose Giusrino: S1, poich vi credo ). 5. Il prefetto Rustico
domando: Di che credenza si tratta?. Rispose Giustino:
( Quella che ci rende devoti al Dio ciei cristiaru, che riteniamo unico e primevo autore della creazione del mondo intero, e al figlio
di Dio Gesu Cristo, la cui venuta quale araldo della salvezza degli
uomini e maestro di virtuosi precetti gia era stata annunciata dai
profeti.
6. Ma riterre di far torta alla sua divinita se dicessi di
7. poich gia e stato annunriconoscerlo quale mero profeta,
ciato che costui. del quale ho detto) e il Figlio di Da. Sappi in-

l, 1}4. -n:pOX[xfpOX'tGll . x~po~ Act. Ap. 10,43

ATI'I DI GIUSTINO

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2. 'PO(it"~XO~ E1tapxOC; 1tpO~ -r1v X<Xp~'tw EI1tEV'
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55

ACTA IUSTINI

54

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3. 3. 'tO (lu"to b Lan: (lu"tO P L 11 Ruh Mus


La 12 Ruh Lan T~~Up"tL\lOU Fra (p. 10)

6. Mup'dvou Mus: f.LI.Ip'tL\lOU

fatti che da tempo i profeti hanno predetta la venuta del Figlio di


Dio fra gli uamini .
3, 1. Il prefetto Rustico domando: Dove vi riunite?. Rispose Giustino: Dove ciascuno vuole o puo. Credi farse che sia possibile riunirci tutti nella stesso luago?}).
2. Il prefetto Rustico
domando: Suvvla, dove vi riunite? In quale posta?}). 3. Rspose Giustino: Da che sano tornato per la seconda volta nella
citd. dei romani. io ahito sopra i bagni di Mirtino, e non canosco
nessun altro luogo di riunione se non quello. Se qualcuno voleva
venire a trovarmi, lo mettevo a parte dei principt delIa veri
du).
4. Rustico fece: Aliara, sei cristiano?. Rispose Giusti- <
no: SI, sono cristiano. .
4, 1. I1 prefetto Rustico domando a Cartone: Caritone, an
che tu sei cristiano? }). Rispose Caritone: Cristiano sano, per ca
mando di Dio). 2. Il prefetto Rustico si valse a Carita: A te
la paroIa, Carita. E Carito: Cristiana sano, per dono di
Dio }). 3. Il prefetto Rustico domando a Evelpisto: <~ E tu, che
cosa sei?. Ed Evelpisto: Anch'io sano cristiano e partecipo del
la medesima speranza. 4. Il prefetto Rustico domando a lera
ce: Sei cristiano?. E Ierace: SI, sano cristiano, e venero il medesimo Dio . 5. Il prefetto Rustico domando: E stato Giustino a farvi diventare cristiani?). Rispose Ierace: <~Lo ero da tero
6. Peone si levo e disse: Anch'io sano cristiano. Rusti
po.
ca domando: Chi ti ha istruito?. Rispose Peone: Me l'hanno
trasmesso i miei genitori . 7. Evelpisto disse: Ascoltavo vo
lentieri la parola di Giustino, ma e stato dai miei genitori che ha
preso l'esser cristiano. Rustico domando: Dove sono i tuoi ge

<

A'ITI DI GIUSTINO

ACfA IUSTINI

20

<O

XlCX.
8. <POcnLXO~ a1tcxpxo~ <IlpcxxL At"(el' O[ crOl "(ovet~
1to' dcrLV; , <Hpcx; e!1tev' ({ 'E-teAen\crcxv, 'Erw Be a1to {xcxvo
xpVOl..l 'ti~ <l>Pl..licx~ &1ttOit6:cr9rv , 9. tPO<JtLXO~ ~1tCXpXO~
At~epLaY~ et7ttV ' Mi' XCXl ero xpLcrtlCXYO~ eL; . AL~eptaVo~ d1ttV' Karw xpla'tLcxv~ tL.LL tucrepf~,
5, 1. tO &1tCXPXO~ 'Iol..l<Jt(vcp Atrel' 'Eav .Laa'ttyw9d~ a1toxeqaALcr9~, 1ti1teLcrat O'tl .L.A)..et~ avcxpcxvelv d~ 'tov oupcxvv; , 2. ' I ol..la'ttvo~ d1tev' ({ 'E)..7t(~w e.x tii~ 1to.Lovr~ EaV
1tO.Le.(vw. OTOa Be o'tt xal 'tot~ op9w~ ~twaaatv 1tcxptXll.vet
(.L.x,pt i~ e.x7tl..lpwcrew~ .
3. <Poa'tlxo~ &1tapxo~ eL1tev'
Tou'to ouv 1tovoet~, O'tL &:vapfa-(l;. 'Iol..lcr'ttvo~ e.l1tev- Oux
1tOVOW, a)..)..' &:xptPW~ 1t.1tttcrIlCXL. 4. 'PO<JtlXO~ ~1t(XPXO~
tr1tev' El (.L1) 1tdgecrge, 'tt.Lwpr9faecr9e.. 5. ' Iol..lattvo~ er1tev' Llt' e.UXr~ ~X0(.Lev 'Cl(.Lwpr9tv'te~ crW9ijVCXl, 6. <POatt~
xo~ ~1"XPXO~ "".<dlv""o Dl fLT ~OUA1Je.V'~ <",eGa",. ,oT~
9e.ot~, cppcxye)..)..w9v'te~ &:1tax9f'twcrav 'ttj 'twv V.Lwv &:xo-

AOUe,,,O) .
6. DlS. &1'.0, Ji:pwp.~ So~:~on.~ ,,\v e.v, l~'AeVn~ <"i
'Cov auvf9r 't1tOV .'tt)..etwacxv 'to (.LCXp-rupwv &V 'ttj 'tou awtiipo~
T(.Lwv (.Lo)..oy(~, i;> T o~cx xat 'to xp'to~ erov 't~ 1tcx'tpl xcxt 't~
&ytp 1tVe.LtX'tL vuv xal d~ tXlwvtX~ 'twv CXlWVWV. 'A(.Lfv.

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atto\l x:p~afJ.or: suppl. b La

12

Ruh Mus Lan

4 -

57

ntori?. Rispose Eve1pisto: In Cappadocia. 8. Il prefetto


Rustico fa a lerace: E i tuoi genitori dove sono? . Rispose lerace: Sono morti. Quanto a me, da parecchio tempo sono venuto
va dalla Frigia . 9. Il prefetto Rustico domando a Liberiano:
Non sarai cristiano anche tu? . Rispose Liberiano: Sono anch'io un devoto cristiano.
5, 1. 11 prefetto fa a Giustino: Se sarai fustigato e decapitato, credi che salirai in cielo?. 2. Rispose Giustino: Confido <
di ottenerlo con la mia perseveranza) se non cesso di perseverare.
So che questo e riservato a quanti hanno vissuto rettamente) ma
soltanto alla conflagrazione del mondo. 3. Il prefetto Rustico <
domando: Comunque lo pensi, che salirai in cielo?. Rispose
Giustino: Non 10 penso: ne sono assolutamente convinto. 4.
Il prefetta Rustico dsse: Se non obbedite) sarete giustiziat. 5. Ribatt Giustino: E nei nostri voti d'essere salvati,
una volta giustiziati. 6. TI prefetto Rustico sentenzio: Quanti non hanno voluto sacrificare agli dei siano fustigati e condotti
all' esecuzione secondo la procedura di legge .
6. 1 santi martiri rendendo gloria a Dio vennero alluogo solito
delle esecuzioni e portarono a compimento la loro testimonianza
con la professione di fede nel nostro Salvatore, al quale e gloria e
potenza insieme con il Padre e 10 Spirito Santo ora e nei secoli dei
secoli. Amen,

" 3'4 .
13,10

be ... 'ItOf.LE.t\lW Ev. Matth. 10,22; 24,13; 2 Ep. Tim. 2,12; Apoc.
5. 'tij~ O:'ItUpWaHilt; 1 Ep.

COL

3,13-5; 2 Ep. Thess. 1,78; 2 Ep. Peto 3,7

XXXVI

..R. BASTIAENSEN

secutore: si puo supporre che, dinanzi ai tribunali, il ricorso ai


due luogru fosse frequeme .
Di gran lunga la piu usuale delle allusioni o citazioni e queUa
degli Atti degli Apostoli (4, 24) su! Dio unico, creatore del cielo,
della terra, del mare e di tutro do che e in ess. Questa si trova:
1. negli Acta Apo/lonii del secando secolo, dove il martire, alla
domanda se e cristiano, risponde: SI, sano cristiano, ed e per
quesro che venero e temo il Dio che ha fatto il delo, la terra, il
mare e turto do che e in essP; 2. negli Acta Pionii 8, 3 e 16, 3 2 ,
del terzo secola, dove ricorre per due volte un dialogo che somi~
glia al passo degli atti d' Apollonio: Sano cristiano - Che dio ve~
neri? - Venero il Dio Onnipotente che ha fatto il delo ... ; 3. negli
Acta Cypriani 1, 2, anch'essi del terzo secolo, dove leggiamo io
analogo contesto: Sono cristiano e vescovo, non cooosco che un
solo Dio veritiero, che ha fatto i1 cielo ... ; 40 negli Acta Frnctuosi
2, 4', del medesimo periodo, dove aUa dichiarazione del praeses
che gli imperatori hanno ordinato di venerare gli dei, Fruttuoso
risponde: Venero un solo Dio, che ha farto il cielo ... ; 50 negl Acta
Phileae, dove, nel corso deUo scambio assai narurale e animato
tra Culdano e Filea, quest'ultimo afferma che il Dio che bisogna
amare sopra ogni cosa e il Dio che ha fatto il cielo .. o La molteplicid!. delle attestazioni di questa dtazione da parte di redattori
indipendenti runo daU'aluo, e l'integrazione armoniosa di questa formula ricorreme nel contesto, autorizzano la conclusione
che una tale testimonianza sull'esistenza di un unico Dio crearare, punto nevralgico neUa discussione tra Stato idolatra e cristianesimo monoteista, riemergeva di continuo oei processi contro i
cristiani. Lungi dall'essere uno sbiadito clich a disposizione del
redattore, la citazione dagB Atti degli Apostoli esprimeva la sostanza deUa posizione cristiana nel suo conflitto con lo Stato. E
non si puo dubitare che nella catechesi dei nuovi cristiani, martiti potenziali, questa medesima citazione figurasse come uno dei
peroi deU'esposizione. Sotto questo profilo, carechesi e testimo
nianza del martire vanno di pari passo.

l
Z
l

Per iltesto ved . Musurillo, p. 146.


Ved., in queslO voJume, pp. 15491.
Per iI testo ved . Musurillo, p. 178.

INTROOUZION E

XXXVD

10. Dopo fe persecuzioni


Spendiamo ancora qualche parola sull'evoluzione del culto dei
martiri e la nascita della leggenda agiografica 1 dopo il periodo
deIle persecuzioni. Tale culto prese grande slancio nei secoli
quarto e quinto. La pace deIla Chiesa sorto Costantino aveva
inaugurata un'era nuova neIla vita ecc1esiastica caratterizzata da
un sentimento di trionfo che si espdmeva nell~ ricerca di monumentalita e di splendore artistico. Nella ceIebrazione della vittoria un posto speciale toccava ai martiri, i campioni di ieri i
trionfatori dell' oggi. Buona parte delle chiese, che andavano s~r
gendo ovunque nell'Impero, vennero costruite fuori le muta delle citr~, nei.l~ogru dov'essi avevano sofferto, luogru che gia la
comuntta CrIstIana frequentava ma che, ora, essa ornava di santuad in loro onore, le memonae martyrnm. Dovunque, inoltre si
frugava nei cimiteri per trovare le spoglie dei martiri e per ;raslarle nelle memoriae, spesso innalzate per l'occasione. Cio conducoeva al disordine, di modo che, nel 386, una legge imperiale
prOlbl addirittura la traslazione dei corpi (Codex Theodosianus
IX 17, 7): seoza grande successo, giacch il culto deUe reliquie
non cessava d'incrementarsi di giorno in giorno. Per restare
all'Occidente, i pu importanti centri di venerazione dei martiri
nel qu~to secolo erano Roma e Milano, avendo quali grandi pro~
moton a Roma Damaso, papa dal 366 al 384, e a Milano Ambrogio, vescovo dal 373 o 374 al 397. A Roma la venerazione si
esprimeva negli epigrarnmi di Damaso in gloria dei martiri e
destinati a ornare le loro chiese 2 Quanto a Milano, l'episcop~to
di Ambrogio e contrassegnato dall'espansione del culto dei martiri e dalla scoperta di loro spoglie. Gli scdtti del vescovo e la
vita redatra dal suo biografo PaoIino forniscono numerosi detragli riguardo ai martiri Gervasio, Protasio, Nabore, Felice Vittore, Agrcola, Nazario, CeIso': particolarmente notevole, 'a testimonianza d~~a grande irradiazione della Cruesa milanese in questo cam~oJ e il tratrato de laude sanctorum scritto, poco avanti la
morte dI Ambrogio, da Vittrizio, vescovo di Rouen in Gallia, in

: L'opera fondam.e ~tale r~mane H. Ddc:~aye, Uj /gendes hagiogro.phiques .. .


} Ved . l ~ ~U.a edlz~one ~l A. F7rrua, Eptg?!~ma~ Da,!,asi4~a , Cina del Vaticano 1942.
.Ved. l. edlzlone di Paohno, VIto Ambrom, in VI/a d, Ciprumo, Vita Ji Ambrogio, Vita
dr Agojttlfo (Fond. L. VaUa), Mila:no 1975; elr. capp. 14. 29. J 2. JJ, p. 70 sgg . inoltre
nd commento, si fa menzionc: dd passi di Ambrogio.
."

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM
Testo critico a cura

di A.P. Orbn
T raduzione

di Silvia Ronchey

Sigla

Notizia
Letrera delle chiese di Licne e Vienne a quelle d' Asia e di Frigia,
con il resoconta sull'esecuzione dei martiri avvenuta durante la persecuzione della comunita cristiana di Liene oel 177 e 178: questa
avvenne in seguito ad una specie di pogrom anticristiano di origine
popolare. I1 magistrato trasformo la persecuzione in un 'aziane giudiziara vera e propria, in deroga aUe vigenti disposizioni anticristiane
di Traiano e Adriano, che vietavano la ricerca dei cristiani per niziativa dell'autorita, se non confortara da accusa specifica da parte
di terzi. TI resaconra dell'avvenimento e conservato da Eusebio di
Cesarea: ved. Historia EccIesiastica V 1, 3 - V 2, 8 (ed. E. Schwartz,
Berlin 19039, p. 402 sgg.).

Bibliografia essenziale
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Paris 1955 (= Bardy, ed. Se).
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chrtiennes a la fin du IV' siecle, Paris-Toulouse 1947 (==
Griffe).
C. Jul1ian, Quelques remarques sur la !ettre des chrtiens de Lyon,
Revue des tudes Anciennes Xln 1911, pp. 317-30 ( "" Jullian).
P. de LabroIle, Le style de la lettre des chrtiens de Lyan, (Bullern
d'ancenne littrature et d 'archologie chrtienne III 1913, pp.
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J.C. Plumpe, Mater Ecc!esia. An Inquiry into the Concept 01 the
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J. Zeiller, Lgalit el arbitraire dans tes perscutions contre les
chrtiens, Analecta Bollandiana LXVII 1949, pp. 49-54 (==
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A
T
E
R
B
M

Par. Bibliotheque Nationale 1430, saec. Xl


Laurentianus 70, 7, saec. XI
Laurentianus 70, 20, saec. Xl
Mosqu. Bibl. S. Synod. 50, saec. XII
Par. Bibliotheque Nationale 1431, saec. Xl-XII
Marcianus 338, saec. XIIXIII

MAPTYPION T11N EN AOYrLlOYNnI


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(V) 1, 3. Oi tv Bl<Wll XIX' Aour80vc>

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7tcxpoucrexv CXlrtOU, xaL lha 1tV'tw\I olfA9E.v, 18l~WV 'tOUC; .au'tou
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OlXtwV xCll ~ClAClve{wv xCll &ropr; elprEa9Cl1, &A).a XClt 'ta xCl9AOU <patvea8cu T~wv 'tLVCl cxlhoTr; &7tElp1ja9Cll ~v 7tOt'P oT7tO'tf.
't7t'P. 6. 'AvtECl'tpClnlrEl oe. i X<xplr; 'tO 8to, xcxl 'mur; ~e.v
&a8e.veT~ ~ppf.'to, &V'tl1tClp~'tClaaE oe. a-ruAOUr; opcdour; ouvlX~l
vou< ~ha ir; 7tO~ovrr; 7talXv -djv p~~v 'tO 7tOVTJpo El~ o:u-

ATTI DEI MARTIRI DI LIONE

(V) 1, 3. 1 servi di Cristo che sono pellegrini a Vienne e a


Lione in Gallia ai confratelli d 'Asia e di Frigia che hanno la stessa fede esperanza nella redenzione: pace, grazia e gloria da Dio
Padre e da Gesu Cristo nostro signore.)
4. Quindi, fatte seguire altre formule di preambolo, danno cOSl inizio al facconto.
La parola non ci basta a esprmere appieno n la scrittura puo
certo racchiudere per intero la misura della tribolazione che padamo quaggiu, la veemenza dell'ira dei gentili contro i nostri
santi n tutto quanto i beati martiri hanno sofferto. 5. L'Avversario e piombato su di noi in forze, a preannunciare gia la sua
prossima e indubitabile venuta, tutto facendo per addestrare ed
avvezzare i suoi alla lotta contro i serv di Dio: non solo ci e stato precIuso l' accesso nelle case, nelle terme e nel foro, ma addirttura hanno vietato che a1cuno di noi si mostri ove che
sia. 6. La grazia di Dio, pero, s'e schierata dalla parte nostra,
da un lato facendo seudo ai piu deboli, dall' altro spiegando contro il nemico in prima linea, quali incrollabili colonne, guerrieri

1, Yl . l"tCXpot)(O\l't~ cfr. Ev. Luc. 24 ,18; Ep. Hebr. 11,9


3. <X1tOAU,PWOtw<;
cfr. Ep. Rom. 3,24; 8,23; 1 Ep. Coro 1,30; Ep. Eph. 1,7. 14; 4,30; Ep. CoL 1,14 I
1'CCO"ttv xcd lA1ttOll 1 Ep. Coro 13, 13; 1 Ep. Pet. 1,2 1
4", dpiJv'l ... 1!J.W'oI cfr.
Ep. Rom. 1, 7; 2,10; 1 Ep. Cor. 1,3; 2 Ep. Coro 1,2; Ep. Gal. 1,3; Ep. Eph. 1,2; Ep.
Phil. 1,2; Ep. Col. 1,2; 1 Ep. Thess. 1,1; 2 Ep. Thess. 1,2; 1 Ep. Tim. 1,2; 2 Ep. Tim.
13 . 't"wv OOAWV "toii 9toii cfr. Act. Ap. 16,17; Ep. Rom.
1,2; Ep. Til. 1,4 ; ctc.
1,1; 1 Ep. Coro 7,22; Ep. Cal. 1,10; Ep. Eph. 6,6; Ep. Phil . 1,1; Ep. Col. 4, 12; 2 Ep.
Tim. 2,24; Ep. Tit. 1,1; Ep. lac. 1,1; 1 Ep. Peto 2,16; 2 Ep . Pet. 1,1; Ep. Iud. 1; Apoc.
7,3
17. O-ruAOU; cfr. Ep. GaL 2,9; 1 Ep. Tim. 3,15; Apoc. 3.12

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ATrI DEI MARTIRl DI LlONE

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

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D.xoal' o'i xal 0tJ.00E. EXWpOUV, <XU't~ 1taV doo~


OVElOl0f.L0 X<Xl xOAeXaEw~ eXVEXf.LEVOl' o'i X<Xl "ta 1tOAA& OALra
~yO!lEVOl Ea1tEUOOV 1tpO~ Xpla-tV, OV'tW~ tmOE.lXV!lElJot O'tl
CCO OX a~lcx 'fa 1tCXa~!lcx'tCX 'to VV xalpo 1tpO~ TIv !lAAovacxv
3~o:v &1toXO:Aucpeivo:< <1, ~fJ.ii,".
7. Kcxl 1tpw'tov !lEV 'ta eX1t() 'CO OXAOU 1t<xv07Jf.LEl awp7J00v
l5 17tl<:pEp6f.LEVCX rEwa(w~ U1t!lEVOV, E'ltl~oiau~ xal 'ltArra~ xat
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cp<A y(v<aeo:<. 8. Ko:l oT &vO:Xev, d, -riJv &yop<iv " t<
"tO XlAteXPXou xcd 'fWV 1tpOE.atrx'twv 'tfj~ 1tAE.W~ E~oualwv E1tl
JO 1tav'Co~ 'tO 'ltAiaou~ &vcxxpl9.v'tE.~ xal .LOAO"(~cr<xV'tE.~, CJlJIJE.XAE(a8'11aexv Et~ TIv dpx'tTv ew~ 'to TyE!lVO~ tij~ 1tCXpOUaLcx~. 9.
ME't1tE.l"tCX OE. t1tl 't01J 1}"(e..Lvcx eXX8.v'twv cxu'twv, xeXXElVOU 1teXlT(l
-c 1tpO~ -Y!la~ wf.Lnrn XPW.Lvou, OU'ttW~ 'E1t"(cx90~, E.T~ EX
'tWIJ eXOEA<:pWIJ, 1tA-fpW.Lcx eX"(1t7J~ 'tfj~ 1tpOt; 'tov 9EOV xcd 1tpOt; 'tov
J5 1tA'I1alOV XEXWP'l1XWt;, ou xcxll1tl 'toao'tov 1xp(~w'to T 1tOAl'tE.la,
6lt; XaL1tEp ov'tcx vOV auvE~laoa9al 'tf 'to 1tpEa~u'tpou Za.XaplOU ~p't1.lpl~. TIE.1tpEU'tO rov tv 1teXacxu; 'tatt; EIJ'toAalt; xext
olXatw.J.CXO'l 'tO XUpLOU a.J.Ef.L1t'tOt; xal1teXa-r 'tf 1tpOt; 'tal,' 1tArO(OV
AEl'toupy(~ aoxvOt;, ~71AOV 8w 1tOAUV tX,WIJ xal Cwv 't~ 1tVE40 f.LCX'tl. TOlOi.i'tOt; o-f 'tlt; wv, 'tTv o'tWt; xcx9' 1}!lwv eXA6rwt; rtIJo.J.vrv XpLOlV oux l~eXa'tcxcrEIJ, eXAA' u1tE.pryaveXxnae. xexl 1~ou
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capad con la loro resis tenza di accogliere su di s ogni assalto del


Maligno. E castora, una volta in campo, hanno saputo tenetgl
testa sostenendo a pie fermo qualunque sarta di ingiuria e di tra
vaglio; e stimando lleve anche il piu greve peso hanno affrettato
il passo verso Cristo, dimostrando nei fatti che le "sofferenze del
tempo presente nulla sono in confronto alla gloria che aspena
d'essere manifestata in noi".
7. In primo luogo essi hanno sopportato valorosamente la
sequela di ingiurie inflitte loro dalla massa soldale. Sono stati
insultati, malmenati, trascinati al suolo, sano state loro stracciate
le vesti, sano sud lapidad, sano stati mprigionati: tuno quel
che una folla inferocita sa infliggere a quanti ritiene a s ostili e
nernlCl. 8. Condotti nel foro e interrogati dal tribuno e dalle
maggiori autorial cittadine sotto gH occhi de1rintera popolazione, si dichiararono cristiani e vennero rincruusi in carcere sino
aUa venuta del governatore. 9. Quando poi furono portad al
cospetto di quest'ultirno ed egli ebbe, da parte sua, fatto uso di
tutta la ccudelta cui e avvezzo nei nostri riguardi, si fece avanti
Vetto Epagato, uno dei confratelli, uomo traboccante d'amore
verso Dio e verso il prossimo, dal costume di vita cosi impeccabile che, per quanto giovane fosse, poteva a lui attagliarsi guanto
e detto nel Vangelo dell'anziano sacerdote Zaccaria: procedeva
in modo irreprensibile in tutti i comandamenti e precetti del Signore, ed era sollecito in ogni servigio verso il prossimo, pieno di
zelo verso Dio e fervido di spirito. Tale egli essendo, non pot
tollerare che si intentasse contro di noi un cosi irragionevole
processo, ma si empi di sdegno e cruese la parola per difendere
noialtri confratelli dall'accusa di atesmo e di empieta.
10.
Dall'aula gli si alzo contro un diHuso vaciare - era in effetti per-

10. ovu8\0'.Lo ... &vtrl.t.t VO\ cfr. Ep. Hebr. 10,33


21-J . o'tt ... tlr; ~.La~ Ep.
Rom. 8,18
31-8. Ot7t6ptu'fo ... a.Lt.L'/t'tor; cfr. Ev. Luc. 1,6
39. t;;AOV
9w Ep. Rom . 10,2; 2 Ep. COL 11,2
3940. Ciwv 'fe;> nvwIUl't\ Acr. Ap.
18,25 ; cr. Ep. Rom. 12,11

<

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66

ATIl DEI MARTIRl DI UQNE

MIIRTYRIUM LUGDUNENSIUM

~f~ct xa"ta~01JCJ&\rtWV cxlhoG, xcxt "(ap fv l1tfcrr~o~, XCXL "to

4' Ty&~6vo~ .L~ a\l(Xcrxo.t.vou 'ti'j~ o'tW~ 1t' au'to fhxaCexc; 1tpO'tcx8dOT}C; ~~wa&wc;, &A).eX .LVOV 'toG'tO 1tlJ9o.L.vou, d xal ClU'tOC;
e,Yr Xp~crtlavc;, 'tOO 8E. A<X.L1tPO"t&:t"{1 cpwv (.LOAoyiaa.V'tOC;, a.VEAJIJl9r XCXl au'tOC; EtC; 'COV XAfpov 'twv flCXP'tpwv, 1tOCp<XXA1J'tOC;
Xpl<Tn<XVWV XP1Jf.L(XdO'cxc;, EXWV
'tOV 1tapXAr-cOV EV lau't~, 'Co
1tVe,U.t.cx 7tAe.lOV 'toG ZaxaplOU, O ~ha 'toG 7tArpWf.LCX'tOC; TIlC; ay7trC; lvd)d~ot'tOt EuooxTaac; 7tep jc; 'tWV &OEAcpWV O:1tOAoykxC;
XCXl jv cxu'toG SETven cPuxiv. Tiv yap xat Ecr'tl vialoc; XplO'tO
f.La9r-dc;, axoAou9wv 't~ apv(4l aTtOU &v mxrn.
11. 'Evn9e.v 8f OlEXp(VOV'to ol AOl7tof, xa\. epCXVEpot xCll
" g'tOlflOl Eyvov'to 1tpw'toJ.<Xp'ttlpet;, o'~ xcd IlEtcX 7tcXOTJC; 1tpo9uf.LcxC;
a:VE7tA'1pouV T1v .LOAOr(cxv ic; (lap'ttlp(cx;, i~cx(vov'to 8E xcxl Ol
eXV'tOl.LOl XCXt eX')'.LVaa'tol XCXt E'tl &o9e.vd~, eX')'wvo~ f.Le.yeXAOO 'tvov tVE')'XEi'V f.LY Bov.Le.VOl WV xcxl iE'tpwacxv 6l~ Bxa 'tov apl9.Lv o'l xat .L&')'ArV A7trV xcd 1t.v9o~ a.L'tpr'tov lVE7to(racxv
60 TJ.LlV xat Uv 7tpo9o.L(av 'twv AOl7tWV 'twv .LY auVElA1).L.LtVwv lvxOcPav' di Xal7tEp 1teXV'tex 't0: 8ElV 1tax.ovn~, O.LW~ O'U{L7tapfaexv
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sonaggio assai noto - e il governatore non accoIse la richiesta piu


che legittima da lui avanzata, ma si limito a domandargli se fosse
lui pure cristiano. Con voce forte e chiara si confesso tale, e fu
accolto anch'egli nell'eletta schiera dei martiri, e fu fregiato delI'epiteto di Paracleto de cristiani: ancora piu di Zaccaria, aveva
dentro di s quel Paracleto, 10 Spirito, che manifesto con la pienezza del suo amore, compiacendosi di offrire in difesa dei confratelli la propria stessa vita. Egli era ed e un genuino discepolo
di Cristo, un uomo che segue l'Agnello dovunque lo conduca.
11. Fu alIora che t!a quanti erano rimasti vennero a distinguersi due schiere. Alcuni, la cu fede era pronta a manifestarsi,
divennero i nos tri primi martiri: con pieno slancio resero confessione e testimonianza. Si paleso tuttavia che vi erano anche individui impreparati, privi d'a1lenamento e ancora deboli, incapaci
di sostenere I'impegno d'una intensa lotta. Di essi, non piu di
diec in tutto abortirono nena fede, procurando a noi gran pena
e lutto incommensurabile, e smorzando l'empito degli altri che
non erano stati arrestati. Costoro nfatti, nonostante tutti i terribili patimenti, erano ugualmente rimasti sin accanto ai martir
senza abbandonarli. 12. Fu allora che noialtri tutti fummo
profondamente colpiti dalle incognite della conIessione di fede :
non che ci spaventassero in s le punizioni inflitte, ma guarda vamo in prospettiva ai risultati e temevamo che qualcun altro capitolasse.
13. Ogni giorno, nvero, i migliori seguitavano ad essere arrestad, a ingrossare le fila dei rnartiri: furono presi, delle
due chiese, tutti gli esponenti piu degn e sui quali specialmente
poggiava l'organizzazione.
14. Vennero inoltre tratti in arresto anche taluni pagani che facevano parte della nostra servitu,
giacch il governatore aveva pubblicamente ordinata un'indagine
su tutti noi, e costoro, sviati da Satana e terrorizzati dai supplizi
che vedevano patire ai nostri santi, dietro istigazione dei soldati

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'o . Za.XIXp(OU elr. Ev. Luc. 1,67

Ep. Thess. 2,8


" . ~OAOUeWV
Act. Ap. 16,37; 18,28; 20,20

<i'y.m; ... ~ux'IV cfr. 1 Ep. l o. 3,16; 1


&tciTIl Apoc. 14,4
70. STfloa(~ cfr.

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90

95

MARTYRIUM LUGDUNENSlUM

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78. X119' iLwv: t1p' TLtV BM

A1TI DEI M ARTIRI DI DONE

t , 14 - 18

proferirono false accuse sul nostro conto, dicendo che consumavamo pasti al modo di Tieste e connubi mcestuosi al modo di <
Edipo e molt' altro, che neanche ei permettiamo di dire n pensare; e anzi, nernmeno osiamo credere che qualcosa di simile sia
pur avvenuto mai fra gli uomini.
15 . E pure queste voei si diffusero e tutti s'inferoeirono vieppiu contra noialtri, sl che anche
quei pechi, i quali in precedenza per la familiarita che a noi li legava avevano mantenuto un atteggiamento moderato, s'indurirono a quel punto in modo atroce e presero a digrignare i denti
contro di noi. Si compiva cos1 il derto del Signare nostro: "Vena
il tempo nel quale chi vi uccidera pensera di rendere omaggio a
Dio."
16. Ebbene, da allora in poi i nostri santi martiri dovet tero sopportare pene al di la del didbile: Satana ambva udire
emettere dalle loro labbra qualche accento blasfemo.
17 . Con
smisurata violenza turta l'ica della folla, del governatore e dei
sold ad si abbatt sul diacono Santo da Vienna, su Maturo, da
poco battezzato ma gia valoroso compagno di lotta, su Attalo,
pergameno di stirpe, da sempre colonna e base dell'organizzazione di laggiu, e su Blandina, per mezzo della quaIe Cristo ha di
mas trato come do che appare agli umani vile, laido e spregevole
e nel giudizio di Dio degno di gloria grande in msura deU'amore
per lui, se esso e dimos trato con la forza dei fatti e non solo
esteriormente conclamato.
18 . Noi tutti eravamo in grande
apprensione, compresa la sua padrona terrena, che era lei pure
una compagna di lotta e non si dava pace all'idea che la propria
serva non fosse in grado di rendere una sicura confessione di fe de per via della debole fibra del corpo. Ma Blandina era invece
piena d'una tale forza che coloro, i quali si davano il turno per
torturarla in ogni modo da martina a sera, si ritrovarono sfiniti e

78. 8tt7tplOV1'O cfr. Act. Ap'. 7,54


79-81. 'EAtC1t1'a:t ... 1't!> 6ttiJ Ev. lo.
16,2
87. atAOV xa:t i.8pc.:lwl1a 1 Ep. Tim. 3,15
91-2, tv 8uvf.LtL ... xai L~
ty tlOU cfr. 1 Ep. Thess. 1,5; 2 Ep. Coro5,7
92 -3 . tij~ aCtp)t\I7l~ 8e.an:0(\I7l:; cfr. Ep.
95. 1tapP7Ja1.aClcr6aL cfr. Act. Ap. 9,27.29; 13,46; 14 ,3;
Eph . 6,5; Ep. Col. 3,22
18 ,26; 19,8; 26,26; Ep. Eph. 6,20; 1 Ep. Thess. 2,2 11'0 <i:a9tyu; "to O"wl1O:1'o: cfr. Ev.
Mauh . 26,41; Ev. Muc. 14,38

70

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM
A'ITI DEI MARTIRl 01 UONE

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flOP'I'fv, iv ci """Xwv Xp,a,o, fl<r"A"', ",,A.. 8~"", x"''tcxpywv 'tOV av'Ctxe.l(J.E.VOV xcxl dc; -cTv 'twv AOt7tW'J U1to't1tWalV

furono obbligad a darsi per vinti e a riconoscere la propria sconfitta, non trovando piu che altro potessero farle , e si meravigliarono che ancora le restasse respiro, con tutto il corpo brutalizzato e lacerato, e testimoniarono che una sola tortura di quel genere sarebbe stata capace di farle esalare l' anima, e pure non erano
19. Ma la beata martire, simile a un vabastate tali e tanteo
lente atleta, ritrovo le forze neUa eonfessione di fede, e fu per le
ristoro, riposo e anestesia del dolore profetire la frase: "Sono
cristiana, e da ooi non si fa niente di male" .
20. Quanto a Santo, aneh'egli sopporto coraggiosamente
tutte le brutalita che con smisurata e inumana violenza gli furono inflitte dagli uomini. Speravano, gli empi, con l'inslstenza e la
durezza dei supplizi, di strappargli di bocca qualcosa di blasfe- <
mo, ma quegli feee loro fronte con tale fermezza da non aprir
bocca neaoche per dire il proprio nome, la proptia stirpe, la citta
donde veniva, se fosse schiavo o libero. Qualsiasi cosa gli fosse
chiesta rispondeva, in lingua latina: "Sono cristiano". Questo, e
soltanto questo, egli invariabilmente dichiarava quale nome, cittadinanza, stirpe, tutto: altro accento non udirono da lui i gentili. 21. Con cio si attiro l'accanito spi rito di rivalsa sia del governatore, sia degli aguzzini, sicch, quando non trovarono piu
cos'altro potessero fargli, applicarono alIe sue pard piu delicate
lamine di bronzo incandescenti. 22. Ed esse 10 ustiooavano,
roa lui rimaneva diritto e inflessibile, saldo nelIa sua confessione
di fede, irrorato e corroborato dalla fante celeste dell' Acqua del
la Vita che sgorga. dall'Iogume di Cristo. 23 . La sua pavera
carne, tuttavia, portava testimonianza di quel che le veniva ioflitto: era tutt ' una piaga, tutt' un coagulo, tutta aggrinzita e irriconoscibile nella sua forma umaoa. E Cristo patendo nella carne
di lu consegu) gloria grande, aonientando l'Avversario e mo-

10J.ytwciio; &9A7ftT; cfr. 1 E p. Coro 9,24-::S ; 2 Ep. Tim. 2,5; 4,7-8; Apoc.
122-J . 'ti'; ... ~c.lTj, Apoc. 21 ,6
123-4 . "tou lM\rt"o, .. . Xpla"tO cfr .
2, 17
Ey. lo . 7,3 8; 19,34
1].6'7. T7]V ." .LOpqnV cfr. Is. : S 3,2.5
128. tl; ... unot\mwttw cfr. 1 E p. Tim. 1,16

MARTYRI UM LUGDUNE NSIUM

130

135

140

145

1' 0

ATn DEI MARTlRI DI LlONE

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ElVOY 07tOU XplCTtOG o~a.
24. TOlv yap &v.twv .t.S' ~.tp~~ "'XA," ""p.~AovtWV tOV
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aW.L"twv, d 'ta au'ta 7tpoatVlyxOltV xOAacr-tTpla, 7tEplfaOlv'to
au'toG 7tt'E. ouoa TI]Y a7to t'WY XE.lpWV cXq:1y 7)YdXE:tO T O"Cl tWX7t09aywv 'taT~ ~aaYOl~ q~OY e.L7tOrTlaele "Cor~ AOl7toT~, 013 .LyOY
OUOEV 1tEpi au"Cov "COLOU"CO at.lvl~r &)..Aa xcd 1tapa 1tliaav o~av
av9pw7twv &vlxu~E. xal aywp9w8r -ca O"W.L-ClOV EV 'taT~ .LE't7tE.l"Ca ~aavOl~ xat -c1v lolav a7tlAapE. "ti]v 7tpo"Clpav xat TIJV XP7lO"lV
-cwv .LE.AWy WCTtE. .LTJ x)..aalv &)..)..' laow Ola TIi~ Xpl"CO~ 'tOU
XPlCTtO TIJV oE.u't.pav cttp.p).,wal\l atrt4) E.vfa9al.
25. K~t Bt~A(S~ S <tV~ .t(~v tOlV ~pv~.tvwv iS~ Soxolv
St~OAo~ X~t~1tt1twxv~t, S'Afa~~ S. XOtt Sta ~AOta,!,~.t(Ot~ XOt
-raxpTvat, Tirev t7tL x).,aatv avayx~wv El7tE.tv "Ca gea 7tE.pl
~.tolv ,~ .SpOt"""OV iS~ XOtt OivOtvSpov.
26. 'H S. iv <ti
O"tpEpAWaE.t aVlyr~E xal w~ ay E.1tE.Tv
pa90~ 7tVOU aveyprrpraE.v, 7t0IJ.vra9ETaa Ola -j~ 7tpoaxa(pou 'tl;,wpla~ 'tiJv alwVlOV EV YE.fvvn xAacrLv xal t~ Evav"Ca~ av"Cd7tE. "toT~ ~Aaacp1}IJ.Ol~
'P'laaaa' noo~ &'.1 1tCnOla q:yOlEV ol 't010U"C0l ol~ .LrOE &J...ywv
{t;>WY al.LO: 'PayErv l~vj ". Kat a1to "COUOE. Xplat'lav1v auttv
W.LOAyEl xal "tc'l XA1}P~ t'oov ;.ap'tpwv 7tpoot-cl9r.
27. K<X'tap[1l9.v'twv oE. "twv 'ttJpO:WlXWV xOAaoup(wv 1tO
"COl) XplO"'tOU ala 'tTi:; "tWY ;'CXXO:plWV 7tO.LovTi~, l-rpac; J.LrX<XYO:C;

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1 , 2 ) - 27

strando, quale esempio per tutti gIl altri, che nulla e temibile dove c'e amare del Padre, che nulla e doloroso dove c'e gloria di
Cristo.
24. <~Dopo alcuni giorni gli empi torturarono di nuovo il martire, pensando che, se avessero applicato i medesimi strumenti di
supplizio sulle sue carni ora che erano enfie e ustionate, avrebbero avuto ragione di lu, visto che non poteva sopportare neppure
d'esser sfiorato con la mano; o che altrimentl) se fosse perito sotto le torture, il fatto avrebbe atterrito gli altri. Quanto a lui, non
gH accade, invece, proprio niente del genere; anzi, contro ogn
umana aspettativa, il misero corpo gli si sollevo e raddrizzo sotto
successivi tormenti e riacquisto il primitivo aspetto e I'uso delle
membra, cosicch quella seconda tortura gli fu, per grazia di Cristo, non gia supplizio ma rimedio.
25. Non solo. Fra quanti avevano abiurato vi era una certa
Biblide, che il Diavolo era convinto di avere ormai divorato e digerito. Volendo anche dannarla come calunniatrice, fece in modo
che venisse condotta al supplizio per indurla a proferire scellerate accuse contro di noi, poich la riteneva gia marcia e facile a
26. Ma costei, esposta alla tortura, torno in s e, per
cedere.
cos) dire, si rscosse come da un profondo sonno: la punizione
presente aveva evocara in le il castigo nella geenna e, proprio al- <
l' opposto, ella contesto gli empi calunniatori cosl dicendo: "Co~
me potrebbero cibarsi dei propri bambini persone simili, per le <
quali e peccato anche ingerire sangue di anima1i?". E da quel <
momento ella prese a professarsi cristiana e fu accolta nelIa
schiera dd martiri.
27 . Una volta che Cristo, in virtu della resistenza dei suoi
beati santi, ehhe vanificati i mezzi di tortura del potere tiranni-

130. Xpuno 86~a: 2 Ep. Coro


139-40. Sta ... XptlTtO Act. Ap. 15 ,1l
148-9. &A6yw'ol ~~W'ol cEr. 2
149. a:T.ta: cfr. Act. Ap. 15 ,29
Ep. Pet. 2,12; Ep. lud. 10
129 . .tT]St'ol __ &YcX1tT] cfr. 1 Ep . lo. 4,18 sgg.

8,23

74

MARTYRIUM LUGDUNENS lUM

o~.~o)..oc; l1tf.VU, 'tete; XCX'tcX 't1JV dpx-riv lv 'tq) ax'tf,~ x<ll 't~

XCXAE.1tW't&:t~ XWpL~ at"yxAdaE.~C; xo:l 'rcXe; lv 't~ ~A~ ~hcx'taElC;


155

160

165

170

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7tATpElt; ota'n9ivcxl 'tou.:; lXAUOf.LivouC;. "!lenE. O:1t07tVlrTivcxt 'tou,:;
1tAdCTtou, iv -qj dpx-qj, oaou, yt / XpLO, 06"", l~tAatlV ~aiATj
ae.\! E1tlOElXVWV TIjv au'to 8Eav. 28. Ol f.LE.", yap ~aaCXVla9ivnc; 1tlXpWC; wa-te. ooxE-i'v f.L7J8e. 'tijc; 1tcrrC; 9e.pCl1tE,lCXC; 'tUX6v'tcxC;
E'n Cilacn avcxa9CXl 1tCXpf.LEVOV lv Tfi dpxTfj EP1Jf.LOl f.LtV ri'c; mxpa
eXv8pw1tWV EmflE.AE,{cxc;, vcxppWW..tEVOl OE. 7tO XUplOU xal l",ou\/cxf.LOIlE.VOl xal aWflcx'tl X(XL ~1JX' xaL 'tou,:; AOl1tOUC; 1tCXpop!lwvnc;
xexl 1tcxpcxf.Lu8of.LE.vOL. Ol OE. vcapol xexl &p'tl auVE.lArlf.LfLvOl WV
f.L1) 1tpOXCX~XlCTtO 't0: O"w~<X'ta otO ~po~ OUX EIPEPOV j; auyxAdO"EW; &AA' EVOOV lva1ttINraxov.
29. 'O oE fi<XX:PLO, IToam" TIJV Ol<XXOV'<Xv 'ij, l",axo7tTj; lv AOUiBov~ 1tEmO"'tE.U..ttVo;, Ll1tEp 't0: lVE.\I~xov'ta E'tr
j; TA~Xta~ yEiovw~ xaL 7tvu &a{kvi; 't~ O"w~a'tl fJ.)..l~ .Liv l..t1t\Itwv ~.h0: Uv 1tpOXEl..tVTjV aw..ta'tlxTv aaOvu<xv, 01tO B~ 1tpoOUfi(<X, Wtfi<X'O, :V<XPPWWfitVO, Otl' TIJV iyXtlfiiv~v j, fi<XP'upla~ lmOufLCav xal au'to; l1tl 't0 ~ij..ta lGpE'tO, 'to ..tiv aw~a'to~
xal ono 'to Ylpw~ xal 01t0 j~ vaou hAUfLVOU, 't1JpOU.LtYTj~ OE
j, q.uxij, iv <Xv,<\> LV<X Ol' <xvj, XplCTtO, apl<Xfi~ta"(J_ 30.
.. O~ 01t0 'tWV O"'t'pa'tlW'twv l1tl 'to ~'ijfJ.<X xO~J.laOd~, 1t<xpcmEfJ.1tvrwv <xu'tov 'tWV 1tOAl'tlXWV l~OUO"lWV x<xl1taY'to~ 'tO 1tA~90U;,
l1tl~o1aEl~ 1t<XV'tOla; 1tOlOU.Ltvwv w~ au'to ovro~ 'to XplO"'tO,
&1tE~HBou Uv xaATv fJ.ap'tUpt<xv.
31. AvE'ta~fJ.EVO; BE 01tO 'tO
TyE~vO~ 't(~ ElTj XPlO'tl<XVW\I 9E;, EIPT)' "'Eo:v f~ &~LO~,
vwan". 'Ev'tE9EV o~ acpElow; lGpE'tO x<Xt 1tOlx(),.a~ E7t<xaxt
1tAry;, 'tWV ~Ev GIJEyyu; XEpa1. xal 1toatv lvu~pl~vrwv 1t<XV-

ATI1 DEI MAR1TRI DI UONE

1 , 27'

JI

75

ca, il Diavolo comincio a escogitare altri espedienti: l'isolamento


in carcere, al buio e in anditi paurosarnente angusti, lo stirarnento delle gambe sull'eculeo sino al quinto dente e tutte quelle altre bestiali sevizie che sano soliti praticare ai prigionieri gli aguzzini del potere inferaciti dall'ira perch invasari dal diavolo. Fu
cos1 che la maggiar parte di quelli ch' erano in carcere mod per
soffocamento, quanti invero il Signare valle che cos1 a sua gloria
perissera.
28. Alcuni, infatti, che erano stati torturati tanto
duramente da parer non potessero, anche se avessero rcevuto
ogoi cura, sopravvivere, resistettero al carcere , privi di qualunque assistenza umana ma sorretti dal Signore e fortificad nel
corpo e nell' anima tanto da incitare e rianimare i compagni
mentre altri, giovani e appena arrestati. la cui carne non era stata insultara dalla tortura, non sostennero il peso della reclusione
e morirono in prigione.
29. Il beato Potino, cui era stato affidato il minisrero vesco- <
vile di Lione, aveva superata i novant' anni di eta ed era alquanto
debilitato nella persona: per infermita fisica di tunga data egli respirava a stento, eppure, rinvigorito dall'empito dell'animo suo
che ardentemente bramava il martirio, lascio che lo traducessero
davand al tribunale, il carpo afframo dalla vecchiaia casi come
dalla malattia, eppure I'anima entr'esso battagliava, perch attraverso di le Cristo trionfasse.
30. Scortato dinanzi al tribunale
dai soldad e seguito dalle autorita civili e dall'intera moltitudine
che gli levava contra ogni sorta di clamori quasi fosse Cristo in
persona, egli pronuncio la retta testimoruanza.
31. Quando
poi gli fu domandato dal governatore chi fosse il dio dei cristiani, rispose: "Se ne fossi degno, tu 10 conosceresti". Allora prese- <
ro a trascinarlo senza pieta e a infliggerli percosse d'ogni genere,
queIli che gli erano vicini malmenandolo e con mani e con piedi

~74. O~'

a:u"ri1c; .. .

Ap.25,24

9pLct:.tPt?1l cfr. 2 Ep. Ci,lT. 2,14


177 . t1tL~O~O"tLC; cfr. Act .
178. n... )((XAr... fLct:P'ropta. ... d r. 1 Ep. Tim. 6,13

76

MARTYRIUM LUGDUNEN SIUM

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185_ 9(.()u~ l.cru'twv:


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ATIl DEl MARTIRl DI UONE

1, JI - 35

77

in tutti i modi, privi del mnimo riguardo per la sua eta, quelli
che gli stavano piu distand bersagliandolo con qualunque oggetto ciascuno avesse a portata di mano; e tutti sembravano considerare un grave atto di negligenza e di empedl mancar di zelo in
queIl'indegno trattamento che gli infliggevano: pareva loro far
torta a propri dei. Lo gettarono in carcere che a stento respirava; dopo due giorni spiro.
32. lo seguito per la verita un grande aiuto fu dispensato
dalla provvidenza divina e l'incornmensurabile misericordia di
Gesu si manifesto tale nelia nostra comunita, quale raramente e
avvenuto, ma certo in modo che non trascende le poteozialidl
del Cristo.
33 , Coloro, infatti, che in occasione dei primi arresti avevano abiurato, erano stati rinchiusi anch'essi in prigione e
sottoposti al medesUno trattamento degli altri: in quella fase , in
effetti, l'abiura non serviva a molto, giacch, se quelli che s'era- <
no confessati per quello che erano venivano incarcerati come cristiani, senz'altra accusa a loro carico, costara, nvece, venivano
trattenuti come omicidi e bruti, e pativano, rispetto ai compagni,
un duplice castigo.
34. Poich a questi ultimi la pena era alleviata dalla gioia della testirnonianza e dalla speranza nelle prornesse e dall'amore per Cristo e dallo Spirito del Padre; mentre
gli altri erano tormentati a fondo nella coscienza, tanto che
quando passavano si distinguevano con straordinaria evidenza
35 . Gli un, infatti,
fra tutti gli altri dall'espressione del viso.
procedevano con allegrezza, e fierezza e dolcezza si fondevano
sui loro volti, tanto che le catene Ji cingevano con grazia e guisa
di ornamento, come indosso a una sposa rednta di frange d' oro
intrecciate, ed essi insieme emanavano la soave fragranza di Cristo, si che qualcuno poteva credere fossero materialmente cosparsi di un unguento profumato. Gli altri invece apparivano ab-

187 &'lrj\J~tv cfr Ev Luc. 21 ,26


188. otXOVOfL "tO 6to Ep. Col. 1,25; cfr.
Ep Eph 3,2
189. i.tOt; . '17II10 cfr. 1 Ep. Pel. 1,3
2.02.. D.a:pot cfr. 2
2 04 -~. iv .. . 'lrt7tOIXIAf.dvou; Ps. 4'1 ,1'1
2.0~ . riv tuw8ctv .. .
Ep. COl. 9,7
Xptatoi.i cfr. 2 Ep. Coro 2,15

r;, 11./ :i

SCRITTORI GRECI E LATINI

ATTI DEI MARTIRJ DI

MARTYRIUM LUGDUNENS IUM

q:et~ xCll 'tCX1ttlVOl xcxt ouatlod<; xcxl 1t&aTj<; &crxr.LoO"vr~ &'v&7tAe.Ol, 7tpOa'tL oe. XCXL xo 'tWV E.8vwv 6VE.lOl~.Le.VOt w~ &.ye.\I\Ie.T~
xcxl avcxvopOl, o:vopocpvwv .LE.V ~yxA~.LCX'tCX tXOV'tE~, cmoAwAe.X'tE~ oe. v 1t<XV'tl.LOV XCll EVOO~OV xa;l CW01tOlOV 1tpOaryOplCXV.

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\IC( xcxl .. AnCXAOt; 7yo\l'to E.7tl 'tir; 9rpla d<; 'to 01jJ.alOv xal d<; 'to
XOlVOV "toov 19voov jt; a1tClVOpW7ttCXt; 9cx.L<X, ~7tl't1jOe.<; TIj<; "toov

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UONE

1, 3 5 - 39

79

hattuti e umiliati, e laidi e traboccanti 'ogni sgradevolezza, e


per di piu i gentili rinfacciavano Joro l'ignominia e la vilra, imputat da un lato di omicidio, spogliati, daU'altro, dell'appellativo
onorevolissimo, glorioso e vivificatore di cristiani. Quindi i com. pagni rimasti fuad a veder do furono rafforzati, e quanti venivano arrestad confessavano senza esitazione la loro fede, neppure sfiorati in ellor loro dai consigli del Diavolo.)
36. Qui aggiungono altee osservazioni e poi continuano come
segue. Dopo cio, dunque, le tesrimonianze delle loro morti si
moltiplicarono in una vasta gamma: essi le intrecciarono come
in un'unica corona di fiari dalle piu svariate quaJira e sfumature
di colore, per offrirla al Padre. E cerro dovevano i fortissimi
atleti, dopo aver sostenuto un casi composito agone e averlo vin
to di cosl larga misura, ottenere a loro volta la gran corona del'immortalita. 37. Dunque Maturo, Santo, Blandina e Attalo
furono esposti alle fiere, pubblica esibizione della disumanita. dei
gentili: appositamente per i nostri compagni fu indetta una gior~
nata di lud gladiatorii.
38. E nell' anfiteatro ancora una volta
Maturo e Santo dovettero pass are per ogni sorta di tormenti, come se prima non ne avessero patito neppur uno, o, meglio, quas
avessero gHt a piu riprese sopraHatto l'Avversario ed ora sostenessero l'ultima sfida, quella per la vittoria finaIe. Sopportarono
di nuovo il turbinio delle sferze, secondo ruso di quei luoghi, e
gli azzannamenti delle flere, e tutte le grida d'incitamento che il
popolo invasato lanciava da ogni direzione. E, dopo e soprattutto, sopportarono la graticola, donde le loro carn crepitanti spandevano sulla platea un odore acre d' abbruciamento. 39. E
questi ancora non erano sazi, ma piu e piu smaniavano per la
brama di vincere la loro resis tenza. Ma dalle labbra di Santo null' altro udir~no se non il condamare quella professione di fede,

2IJ. (Ttl<pi%vOV n-po<TIlltrxav cfr. Apoc. 4,10


218. arwva cfr. Ep. Phi!. 1,30; Ep.
Col. 2, 1; 1 Ep. Thess. 2,2; 1 Ep. Tim. 6,12; 2 Ep. Tim . 4,7; Ep. Hebr. 12,1
21 9-20.
""Cov ... cnl<pOlVOV cfr. 1 Ep. COL 9,25; Ep. lac. 1,12; 1 Ep. Peto 5,4

80
'lO

aTO Are.lV jt; lloAOyeCXC; cpWV1}v.


40. Ou"tm (.La." OUY, Ol'
aywvoc; IlEy)..ou E1tl1tOAO 1tapcx(J.tvocrrt; alhwlJ jc; q.uxilc;, 'tO~
ax,cX'tOIJ l-t97jCJcxv OtO: 'tYjC; 1}llipat; txe.lVTjt; &\I't1 7tOT)t; ic; &\1 'tOle;
floVof.LCXX(Olr;; 1tOlXlA(CXC; aO'tol 9.cx(.Lcx yEvIlE.VOl 't4> xaf.l~.
41'H B. BA",v",v", '"l !;Aoo XpEfLO<O"e ..O"", "poxmo ~opa 'WV .to~",no.dvwv e~p(wv , l' x",l Bla 'OU ~A.,ttOe"'l "",opou OJ(TU-l",n
xpe..LO:f.L.vt, ~ha tijc; EU-CVOU 1tpoCJc.uxYic; 1to).)..~v 1tp09U.LlCXV 'tale;
aywvltollvOlt; eVE1to(e.t, ~Ae..1tV'tWV au'twv lv 'tq> a:ywvl xcxt 'tore;

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ATrI DEI MARTIRI DJ LlONE

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"po,p~1j''''l B. 'o':', &BEAcpO':', T '<lX?" x",l "OeEV~, x",l ,ux""",epp6vr't0,;, tJ.lrav xat &xa-tarwv~G'tov &9ATj't1}v Xp~a'tov lvliE8u.L.vr, li~cX 1tOAAWV xAfpwv EX~locxocx 'tov &V't~XE(IlEVOV xal 8l'
&r&vo.; 'tov TIj.; &q:9o:paCo:.; on<Jaf.L.vr a-t.q:avov.
43. 0 8i. ... AncxAo,; xcxl a,ho.; IlEr).,W'; ~cxlTIj9d.; 1tO 'tO;)
OJ(AOO (x",l T"P Tiv vo.<",,,,) "Ol'<O, .t~Ae,V "TWVlan, Bl"
'to Eoauvdlir't'ov, l1tEl8~ )'V1lo(w.; lv -qj XpLotLo:v auV't'eXEEl rE1U..t.vaall.vo.; fv xo:l &d tJ.pw.; lrEr6vEl 1tCXP' 1tJ.Tv &).,r9da.;. 44. Kat 1tEPLCXX9Elc; xx).,cp 't'O cX..t.qn9EeX't'poU, 1tlVCXXO';
cxu't'ov 1tpoeXrOv-to.; lv 4> ly.ypcx1t'to PWf.LcxYa-tC "Ou't.; ta-tlV

1,39 - 44

che unicamente fin dall'inizio era ormai avvezzo a ripetere. 40.


Costoro dunque, dopo che Iungamente iI loro spirito ebbe resisdto nell'irnmane duello, caddero alla fine sacrificad dopo esser
stati lungo turto quel giorno da soU speuacolo al mondo in sosti
tuzione del vario avvicendarsi di nurneri gladiatorii. 41. Blandina, dal canto suo, fu sospesa a una traversa e cosl oHerta in
selvaggia pastura alle fiere che le saltavano addosso. La sua figura sospesa sembrava, allo sguardo, ayer forma di croce ed ella
inoltre, col suo pregare vibrante, ispirava grande esaltazione nei
compagni di martirio, che durante l' agone scorgevano anche con
gli acero del carpo, nella figura della consorella, quella di colui
che per loro era stato crocefsso, a convincere quanti hanno fede
in lui che chiunque patisca per la gloria di Cristo ha perenne
comunanza con il Dio Vivente. 42. E poich sino a quel momento nessuna delle fiere era riuscita a tcecarIa, ella fu sciolta
dalla trave e ricondotta in carcere e tenuta in serbo per un altro
agone, casi che, sortita vittoriosa da ulteriori prove, ella da un
lato rendesse irrevocabile la disfatta deU 'obliquo serpente,
dall' altro infondesse coraggio nei confratelli, lei che cosl piccola
e debole e misera aveva potuto assumere le spoglie di quel grande e invicibile atleta che e Cristo per sopraffare piu e piu volte <
l'Avversario e, neU'agone finale, essere cinta con la corona dell'irnmortalita.
43. Quanto ad Attalo, lui pure, richiesto a gran voce dalla
folla (era infatti persona d ' alto nome), entro in campo da Jottatore preparato in virtu della sua buona coscienza, poich aveva
avuto ineccepibile addestramento nella disciplina cristiana e Ira
noialtri era sempre stato testimone di vedta_
44 . Gli venne
fatto fare il giro deU'anfiteatro, preceduto da una insegna su cui

1}8. (llO:IlO: , ..

't~ X(J Il~

dr. 1 Ep. Cor. 4,9; Ep. H ebr. lO,}}

145-6 . 'to\i

Cilyto~ (lEO\i Ev. Mau h. 16, 16; 26,63; Ev. lo. 6,69; Acl. Ap. 14,15; Ep. Rom. 9,26; 2

141 .
TER

tu'tVOu: tvtVOU AM
1'1. lx~ui(JO:(JO: Schwartz:

APB: xpt(J"t\o:vlXil -ponERM

Ep. Cor. 3,}; 6, 16; 1 Ep. Tim . },15 4, 10; 6 ,17; Ep. Hebr. 3, 12 ; 9,14 ; IO,H ; 12,22;
Apoc. 7,2
149. 'f~ ._. ocpu cfr. Is. 27,1
15 1-l. XpUTtOV ivoroulll\lT] cfr.
Ep. Rom. 13, 14; Ep. Gal. },27

MARTYRlUM LUGDUNENSIUM

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., AnexAoo; XplCTtlexVo;" , xat 'tO 8~~o\) acp8pa acpplywv'tOo;


En' exu'te') , ~a9wv 1yE(.lWV O'tl Pwf.LaTo; ECTtlV, htAEuaEv au
't()v avaArcp97)val ~E'ta xal 'tWV AOl1tWV 'tWV EV .q dpx.q ov'twv,
1tEpl WV E1ttCTtUAE 'te') Kaaapl, xat 1tE.p~t(.lE.VE. TIv O:TCcpaalv 'tiv
0:1t' hE.lVOU.
45 . '0 8~ 8l& (.ltaou xalpoo; oux apyoo; aU'toTo; ou8~ axap1tOO;
ly(vE.'to O:AAa 8la jo; 7tO.LoYijo; au'twv 'to O:(.l'tpr'tov tAE.Oo; O:VE
epa(vE.'to XplCTtO . Llla yap 't(;)Y ~wv'tWY E~W01tOlOUV'tO 't0: VE.XpcX,
xal (.leXp'tUpE.o; 'toto; (.lr (.leXp'tUalv EXctpl~O\l'tO XctL EVE."(lVE.'tO 7tOAAT
xapa "t" 1tap9\lC{l 1-l1l'tpl, O'; WO; VE.XpOUo; ~l'tpwaE. 'to'touo; ~wv
'tao; &1tOAa(.l~avocrt\.
46. 8l' EXEvwv y&:p al 7tAE-lOUo; 'tWV
Tpv1j(.lvwv O:YE.(.lr'tpouv'to xai O:VE-xutoxov'to xal aVE.~w1tupOU\l'tO
xat t(.l<v9avov .LOAOyE.Tv, xal. ~wvno; 18'l xal n'tovw(.ltVOl 7tpo
anE.oav 't~ ~i(.lct'tl (EnAuxalvov'too; 'tou 'tov (.l~v OcXva'tov 'too
;'''Xp~WAO .<i ~ouAo.<ivou, 'd 3. ~v '<""vo"xv xpr<nwo.<i
vou 9e.ou) , lva xal mXAw E7tE.pwn9wCflV 7tO "tou 1yE..L\lOO; . 47. 'EmanlAav'too; yap 'tou Kcttaapoo; 'tOUo; (.l~V &7t0'tU(.l1taVla07)vaL, d 8 'tWE.o; apvoTv'to, 'to'tOUo; &7toAu9fvc.n, jo; EVO&.8E 1tctvr')'pe.wo; (ECTtl 8& a'tTl 7tOAU<yOPW1tOo; EX 1tcXV'twv 'tWV
E9vwv CNVEPXO(.lvwv do; au't'}v) O:PXO(.lv'lo; auVE.CTtcXVctl O:vfYE.\I
t1t1. 'tO ~f(.lct 9E.a'tp{~wv 'tOO'; (.laxapCouo; xal E(.l1tO(.l7tEWV 'taTo;
OXAOlo;. Lll' o xal 1t<XAW &vf'ta~E. . Kal OOOl .L&V l8xouv 1tOAl'tdav Pw.Lalwv taxrxval 'to'twv cX7ttn.LvE. 'taO; xe.cpaA<C;, 't'ouo;
3. AOt1t01J, ~7t..<7t.v .1, 9rp(0<. 48. 'E30~cXC,,0 3. '<'l'cXAW,
XplO'tOo; 17d 'tato; 1tp'tEpOY &pV1laa(.lvOl';, 'tn 1tapa -riv 'tWV
19vwv 1tVOla\l (.lOAo"(ooaL Ka!' y&p ro(~ O'tOl &vr'tci~ov'to WO;

27 1. oo,l!..tTJ'tpoihr'l:o gl. interl. codo Paris. BN 1437


278. i x
Musurillo: O:\lt.tt'tpO\l"'t"O ATERB a\lt\lto\rto M avq.alo\l1:o SChWllrtZ
1toX\I"'t"W\I: l.x 1taaoov 1:00\1 ra).).,~oov Schwllrtz
266. a.ti"Cp1\"Co\l: &.tnpo\l BM

A'ITl DEI MARTIRI DI LlONE

1 , 44 - 48

era scritto in latino: "Questo e AttaJo, iI cristiano" . E la folla <


fremeva di eccitata ostilita a vederlo, ma il govematore, appreso
ch'era cittadino romano, ordino che verusse riportato fra gli rutri
che erano in prigione, da lui fatti oggetto d'un rapporto inviato
aU'imperatore, e attese la delibera di costui.
45. II lasso di tempo che intercorse non fu per essi n ozioso
n infruttifero, ma merc la resisteoza loro pot manifestarsi
I'incommensurahile misericordia di Cristo. Merc i viv, difatti,
furono vivificati morri, e i marriri fecero dono ai non martiri, e
malta gioia provo la Vergine Madre a recuperare alla vita quelle <
anime che riteneva abonite nella fede.
46. Grazie a quelli, in
eHetti, la piu parte di quanti avevano abiurato furono nuovamente concepiti oella fecle e tomarono nel suo grembo, e si riaccese in loro la vita e appresero a confessare il credo, e fatti oramai viv e rohusti vennero al tribunale - e Dio rendeva dolee il
loro anclare, poich non desiclera la morte del peecarore, ma e
benigno dinanzi al suo ravvedimento - per essere imerrogati
un'altra volta dal governatore. 47. L'imperatore aveva inviato <
dsposizione di decapitare i confessi e di liberare invece quanri
abiurassero. Quando venne la data d'apertura della {esta locale <
(si tratta di una manuestazione di grande richiamo, che attira
folla da tune le regioni), il governatore feee condurre e allineare
davanti al tribunale i martiri perch facessero spettacolo e fossero una nota di colore agli occhi della molttudine: con questo in tento ancora una volta Ji interrogo. E a quanti di essi risultavano
in possesso della cittadinanza romana fece mozzare il capo, men- <
tre gli altei Ji destino aJle fiere.
48. E Cristo ricev molta gloria in coloro che prima avevano abiurato ecl ora, contra ogni previsione cld gentili, confessavano la loro fecle. Costoro infatti era-

:65. ovx apyo; ... ov8i lixap1to; 2 ~p . Pet. 1,8


266-7 . "CO &:j.Lt'tPTJ'tO\l . .. Xpl'
atO dr. 1 Ep. Peto 1,3
267. U;:WOlwtoi\l"'t"o 'tU VE-XpoX dr. Ev. lo. 5,2 1; Ep.
17.3-4. 1"oi . ~u).,Ol-li\lou Ezech . .33, 11 ; efr. Ezech. 12,2.3; 1
Rom. 4,17; 8,11
Ep. Tim. 2,4

ATII DEI MARTIRI DI LIONE

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

'95

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Dr9e.v &1tOA09rc~e.VOl, xat .LOAoyo\ft'e.e; 1tpoce.'t9e.v'to 't<!.> 'tWV


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WG1te.p w3(vwv. 50. Ayavaxt1}aa\l'te.~ DE o OXAOL E1tl t<i' tOUe;
"p6pov -/pv'l.Livou, o<;:;S" .L0Aoritv xo<"P'loo<v ,oil 'AAt~<v,
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Kal T Emoan daijA8e. ~e.'ta xal 'tO 'A'ttAOU. Kal yap
xo<l ~ov A"o<).ov '''' 5XA", XO<PI~fLtVO, -/rtfLwV l~i8wxt ,,<.
AlV n:pOC; 8rplCX. 51. al xat Ota 1tvtwv 3~e.A96\fte.c; EV t~ ell!<pt8e.'tp~ 't&")V n:poc; XACXGW e.~upr.Livwv opy:vwv xal .LtylO'toy
01tOf.le.lVCXV'tE( aywvcx, 'toaxa'tov l't9roav xat auto, 'tO .LEV
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xO<'Oc xo<p8o<v fLIAOilY,o, '''' St"'. 52.' 0 8E A"o<AO" 0,,6

no stati interrogati separatamente, nella certezza che li avrebbero libera ti, e invece anch'essi resero la confessione e si unirono
COSI. aUa schiera dei maniri. Rimasero fuori, invero, quanti non
avevano mai avuto neppure una traccia di fecle n aleuna percezione deU 'abito nuziaIe n alcuna cognizione del timor di Dio,
ma anzi, neU'incoerenza del loro comportamento, avevano reso
blasfemia alla diritta via ed erano cioe i figli deUa perdizione.
49. (Tutti gli altri comunque aderirono aUa Chiesa. Fea costoro ad essere interrogato vi fu anche un tale Alessandro, frigio
di nascita, medico di professione, che aveva passato molti anni
nelle GaUie ed era noto quasi a tutti per il suo amare di Dio e la
franchezza del suo parlare; in effetti, non era privo di un suo earisma apostolico. Costui stava ritto a pochi passi dalla corte e
con l'assentire del capo incoraggiava i nostri alla confessione, e a
quanti facevano circolo intorno ai giudicanti dava decisamente
I'impressione d'essere una sorta di ostetrico. 50. La massa era
indignata per il fatto che quanti avevano in precedenza abiurato
ora, nuovamente interrogati, confessassero; e dunque inveiva
contro Alessandro, gridando che sua era la colpa. Il governatore
aliora gli si rivolse e gli domando chi fosse. Egli eispose: "Un cristiano". E l'altro, preso dall 'ira, 10 condanno alle Here.
Il giorno seguente egli scese percio nell' arena, e con lui era
anche Attalo: il governatore infatti, per compiacere la folla, ave va di nuovo esposto costui aUe Here. 51. Dopo esser passati,
nell' anfiteatro, per tutta la trafila di sevizie escogitate a loro ca
stigo e avere sostenuto prova durissima, vennero aUa fine sacrifi
cati anch'essi. Alessandro, da} canto suo, non emise un lamento
n uno strido, ma nel segreto del cuore parlava con Dio. 52. <

l 878. rx\lO~

...

Mauh. 22, 11 2

Eph.5,2 1
193. 1to)J.o~: 1to).).oL.; u EM

305.6. iv 't~ &1l'T t9t:'t~ 'twv A: Lv 't~ a.llipt9t.-

't~ T 'twv lv 1:~ a.llip t9W:'tp~ T"""'ERBM

1, 48 - 5 2

1tO"ttw~ cfr. Ep. Rom. 4,12


l 88. lvOjJ.ot'to~ wjJ.1plxoii cfr. Ev.
l889. ip6~ou 9toi Ps. 13,3 _ Ep. Rom. 3, 18; 2 Ep. Coro 7, 1; Ep.
190. 01 ufo! ril~a1tw).ta~ Ev. 10. 17,12; 2 Ep. Thcss. 2,3
291.

lxx).1j0"~ 1tFOO"t'tl91'lO"otv cfr. Act. Ap.

't'fi

2,4 1.4 7; 5, 14; 11 ,24


294-5. ltClppT\O"(av 'toi
A6rou cfr. Act. Ap. 4,293 1
198. Watttp W8lVWV cfr. Ep. Gal 4,19.27; Apoc.
12,2
307. h9taav)X /lVto cfr. 1 Ep. Coro 5,7

86

A'ITI DEI MARTIRI DI DONE

MARITRlUM LUGDUNENSIUM

l7tl 'tii~ cn31Jp&<; E1tE.'tSr xcx8.opCXt; xcxl 1tE.ptE.XCXlf,'t'O, Tj\ollXCX ~


CXttO 'tOl> crW.Lcx'tOt; xvTaIX aVEcppE'tO, lcpr 1tpOt; 'tO 1tArjSOt; -q
(Pwf.LcxO
(x q')wv1j- '''I3ou 'to-r6 lcnw av8pw1tout; EaOleW, o1tOltl*
u f.Le.TC;. 'HlleT; o~ on. &\l9p6l1toUt; la9l0f.LE.V oUO' ~'(f,pV tl
1tovrpov 1tpcraO.LEv". 'E1te.pw'tw.LE.\lo<; 3~ 't( OVOflCX [XEl 8E.c;,
}15 cX1tE.Xp(9r)" '''O SEDe; OVOf.LO: oux EXE.l wC; av8pw1tot;".
53. 'E7tt
1tcn DE 'tO'tOlt; -q la;<<i'qj Aomov )f.L.p~ 'tWV f.LOVOf.LCXXlW\I T
BAaVOLva 1tAtV daEXOf.L(~E'tO f.LE:ta xal nOY'tlXO 1tCuoexpiou WC;
1tE.V'tE.XCXlOEXa :tW\I, OL xal xa8' 1.t.pcxv do1yov'to 1tpOt; 'tO ~.1tE.tV TIJV 'tWV Aomwv xAcxanr XCXl ~vcxyxci:Cov-to Of.Lvvat XCX'ttX
po 'twv El8wA.wV au'twv, x0:1 ala 'tO llJ.f.LtVEW E.uO"-rtX9we; xcr:t l~ouee.
viiv a,hou~ ~yp,w9r "po~ atou~ tO r90~ w~ .t.~to tiv 7A,
Xlav "Co 1tCll80t; olx'tEXpCll f.Lj'tE. 'Ca ValOV a!0&a8~Val,
54.
Ilpoe; 1tv'ra oe 'tex o&l\Icx 1tap~aAAov alhoue; xal OLa 1t&0"Tje; lv
XXA<p 06)"'(ov xOAa&we;, 11taAAiAwe; &varxl;ov't&e; 0llaal &A
325 Aa .ti ouV.t&VOl 'tofi'to 1tpa~al. 'O Ilev "'(ap TIoV'tlXOe; uno -cTje;
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lJ1tO(.l&lVat; &1tOWX& 'to 1tV!.ta, 55 , 'H oe .raxap{a B).,avOlva
1tI:xy'twv lcrxn, xa81t&p flinP &u",(&vi'e; 1tapopf.L1aaaa 'teX 'txva
330 xat VlXrqlpOUe; 1tp01tfl~aaa 1tpOe; 'tov ~aalAa, &vaflE.'tpOUf.L.v'fJ
xal au't"f 1tv'ta 'teX 'twv tta(owv o:"'(wvlafla'ta, Ecr1tE.UOE. npoe; au
'toue; xa(pouaa xal O:"'(a)"AlwflVr 1tl .q l~o~ we; e.te; YUf.LtplXOV
Si1tVov xoXAr.t.<Vr &:n&: .t.i "po, 9rp(a ~o~Ar.t.<VT). 56. Kai
1lE.'ta 'teXt; .LC"t1i"ae;, fl&'tcX 'teX 91jp(a, flE.'ta 'to 't1ravov, 'toaxa'tov
'" d~ yup,a90v ~Ar9iaa tapCl "apo~A~9r, xai xavw~ &va~Ar
8E.Taa 1tpOe; 'tO C<;>ou fl1jOe ara9-ralv ~'n 'tw" atlf.L~alv,,'tCuV
txouaa Ola -dv A1tlea xat 11toxi'v 'tW" 1tE.1tla"tEuIl"wv xal lll) 10

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1,52 ' 56

Quanto ad Attalo. poi che venne posta sulla graticola ardente. al


momento che dal suo carpo comindo a Ievarsi l' acre sentare di
carne brudata, grido alla folla in latino: "Eeeo. eodesta che praticate voi e antropofagia! Noialtri, inveee, non solo non mangiamo carne umana, ma non facciamo nient'altro di perverso" . Gli
fu domandato che nome avesse Iddio; lui: "Quasi fosse un uo,
mol Ma Dio non ha nome" . 53. Dopo tutto questo, infine
l'ultimo giorno dei ludi gladiatori fu di nuovo scortata al suppli~
zio Blandina, insieme con Pontieo, un ragazzo sui quindici anni
che gia ogni giorno erano stati portati ad assistere allo strazio dei
compagni. Volevano costringerl a pronunciare giuramento sui <
loro idol, ma essi resistettero cos1 fieramente e con tale disprez,
zo che la moltitudine s'inferod contro di loro. tanto da non avere pieta di sorta per la giovane eta del ragazzo, n alcun riguardo
per il sesso debole. 54. Li sottoposero ad ogni atrocita e fecero loro percorrere intero il ciclo delle torture, continuamente
forzandoli a giurare; senza. tuttavia, riuscirvi. Pontieo nfatt i
esortato dalla consoreUa tanto che anche i gentili vedevano eom~
fosse la donna a incoraggiare e sostenere i1 giovane. dopo ayer
sopportato valorosamente ogni supplizio. esalo lo spirto. 55.
Quanto alla beata Blandina, ultima di tutti, quale madre generosa incito prima i figlioli e li mando vittoriosi al re, quindi. ripercorr~n~o anch'ella per in tero le tracce insanguinate dei figli. affretto d passo per raggiungerli, gioiosa ed esultante di usdre dalla sua vira. quasi fosse invitata a un banchetto di nozze e non
56. E dopo le sferze, dopo le fiere,
data in pasto alle belve.
dopo la graticola. ella fu infine imprigionata in una rete e gettata
alla merc di un toro; e. lanciata in alto diverse volte dall 'animale. aveva perso ogni cognizione di quanto stava patendo, sospesa
nella speranza e nell' aspettazione di Co in cui confidava ed as-

OE
336.

87

J3Z ' 3 El<; ... XtxA1'JfLi\ll}

cfr. Ev. Matth. 22,2; Ev. Luc. 14,8; Apoc. 19,9

88

'"

AlClV 1tpO~ Xpta-rV, l't8r xat aun xal IXU'tWV lloAoyav-cwv


'twv 19vwv O't'L ~T)8E.1tw1to't'E. 1tCXp' cxutor~ yuv1} 'tOla't'ct xal
'tOO'<X-CCX t1tcx8E.v.
57. 'AA).' 000' o-cwt; xpov lAll~CXVEV cxu'twv f lllXVlCX xcd
1 "po~ 'ou~ <,(OU~ WfLTI]~. '1",,0 ,ap &,p(ou e~po~ i.'Pl<X x<xi
~cXp~<Xp<X <lijA<X ,<xp<x)(eiv,<x SU01t<x",w~ <I)(t, x<xi i.n~v lS(<xv
&p)(1v i"i 'o,~ crwfL<xcrlv lAcXfL~<XVtV 1 ~Pl\ <x,hwv. 58. Te
yO;p vE.vlxija9ClL au'tout; oux lOUaW1tEL ~h&
J.L1 tx,ew &v9pwm
VOY E.1tlAoytOJ.v, f.L<iA)..OV Bi. xal lE.xcue.v exu'twv TIv opyiv
xa81tE.p 9rplOU xcd "tOl) fyEfJ.VO~ xcw:t 'tO 8fflou -ca O.LOlOV dr;
1fLiX~ i.Slxov l"lStlXVUfLivwv fL'cro~, tv<x 1 ,p<X<lT "A~pweii ' '''O
avof.Loe; &vofLra'tw e'eL, XCt:l (; o(Xc.uoe; ~hX<XlW8i'tw t'n" . 59.
Kal yap -eoue; lvcx1to1tVryv'tCtt;
't1) dpx-rt 1tap.~a)..).ov xt)a(v,
e.1tl.LEAwt; 1tapcxcpuAaaov'tE.t; wx'twp xal .LES' ffipav .Li
xrOf.U8 -ele; q>' fIlWV' xal -c'tE. Bi 7tpo8.v"tEt; 'teX 'tE. 'twv 9rplWV
-c 'tE. 'to 1tUpOt; Ad~ava , ni ..tE.V e.arcapaYf.Ltva, 1tf 8& Tv8pcx M
X1J(.LVCX, XCXl 'twv Aomwv 'teX~ x~cxAeXe; auv 'toi~ &i7to't.L~(.Laow
au'twv waatJ.twe; &'t~o1Je; 1tap~ACl't1:0V .L1:<X o-tpa'tlw't~xijc; ~1ttM
fLtAd<x~ 1fLP<Xl\ cru)(v<x'~.
60. K<xi o fLtV lvt~PlfLwv,o x<xi
E~p1JXOV 'tOUC; o8V'tae; En' athol'e; ~r'tooV"te; 'tlva 1tEplO'ao'tpav
exofxralV 1tap' <xu'twv A<X~El'V' oL 8& eVErAWV x<xt l1tE't'w8cx~ov
.LE'Y<xA\lO\l't'E~ &(.L<X 't'eX ElOWACX <xu't<lW xcxt eXE(\lOle; 1tpoa1t'tO\l'tEe;
U\I 't'O'tWV 'tl(.LWplIX\I, Ol 0& e1ttElxO'npol xcxl XIX'tcX noac)\' O"U.L7t1X8d\l ooxoovne; wvd~h~o\l 1tOAU ArOvnc;- "IIoli 6 OEOe; IXthwv
xcd 't CXtl'tOUe; wvra\l f 8prO'xda Tv xal 1tpO 'tfe; au'tw\I d?.ov'to
~1JxTc;; JJ
61. Kcxt 'tcX .L&V a.7t' eXcL\lwv 'tOlCX't1jV EIXE U\I 7tOlXlA(<XV, ,a 8t x<xe' -IfLiX~ lv fLt,cXA'" X<xetl~Xtl "iVetl, Sla 'o fLT

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J55

ATTI DEI hlARTIRl DI LlONE

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

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56.61

sorbi ra nel colloquio con Cristo. E anch'ella fu sacrificata, e gli


stessi gentili riconobbero che mal e poi mal nelIa storia loro una
donna aveva sopportato tali e tanti tormenti_
57. Ma neppure questo basto a saziare la loro brama di sangue e la loro crudelra verso i sanri. Questa genia rozza e barbara.
infatti, una volta esagitata da una bestia selvaggia era difficile a
fermarsi, e la loro cieca tracotanza trovo un sistema partcolare
per ricominciare a infierire sui corpi dei martiri anche dopo morti.
58. In effetti, l'esser seat vinti non li faceva arretrare,
giacch erano privi di umano raziocinio, roa anzi rinfocolava la
loro furia quasi di bestie. Sia il governatore, sia il popolo mostravano verso di noi la sressa iniqua avversione, cosl che si compiva
il derto della Scrittura: "L'iniquo si faccia ancora piu iruquo e il
gusto si faccia ancora piu giusto" . 59. Poch infatti presero a
gettare in pasto ai can le spoglie d quanti moriv ano soffocati in
prigione, e notte e giorno montavano la guardia, arrentissimi a
che neppur uno venisse da noi seppellito. E in quei giorni, espoM
sti all' aperto i resti smembrati e carbonizzati di quanti erano staM
ti divora ti dalle belve e dal fuoco e le teste mozzare insieme con
i tronchi mutilati degli altri, con vigilanza militare monravano la
guardia per giorni interi a sorvegliare senza interruzione che ri
manessero insepolti.
60. Ed alcuni fremevano e digrignavano i
denti contro quei corpi, quasi ancora cercassero di prendersi su
di loro qualche vendetta; altri Ji deridevano e se ne beffavano,
magnificando. insieme, i propri idoH, cui attribuivano illoro ca
stigo; i piu miti, infine, che sembravano provare un minimo di
compassione, li riprovavano comunque assai col dire: "Dov'e il
loro Dio? Che hanno guadagnaro da quella religione, che anteposera alla vira stessa?".
61. E se, da parte pagana, si registrava
una simile yaciera di reazioni, quanto a noi un cordoglio profondo era venuto a opprimerci, per iI fatro che non porevamo dare

341-). aTPlCl ... cpUAa Hom. Od. VIl 206


)48-9. ' O a\l0!J.o~ ...
12, 10; Apoc. 22,11
3:)7. ~pUXO\l 't'ou~ oOV'ta~ Act. Ap. 7.54

t.t cfr. Dan.

ATrJ DEI MAR1lJU DI UONE

MARTYRIUM LUGDUNENSIUM

,6, MVOtoSOtl <.. OWIlOt<Ot XP"~OtI -q ni. Ol" ya.p VU~ ouv,pn"o
~.a\l 1tpO~ 'tou"'tO o'tE. apypux E1tE.l9e.v O'tE. Al'tCtVElIX EOUO"W1tE.l,
1tav'tl DE 'tpmp 1tCXpe.:tTPOUY w~ Ilira 'tl XEpOaYOY"tE~ El f.L1
'tXOlE.V 'ta<pii~.

62. TO'tOlt; E~t;

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1lll\l da6:youOl 9pTlO'xdexv xcxl X<X'tcxq:povoal 'tWV OE.t\lWV, E'tOlflOl
XCxL "'E.'tcX xapar; 7lXOV'tEt; 1ti 'tov 9l,lcx'tol,l. Nl,I tOW;'E.\I d &l,IaaTIaOI,l'tcxt xcd d 3l,la'tcxl ~OTl9Tlaal cxu'tole; BEOe; au'twl,l xat E~EAfa9cxl EX 'tWI,I XElpWI,I f;.WI,I".

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Am1tcxte; i1tIXpXCCXle; EVTlPY1l!-lfl,lcx dX'tl AOylO!-lcr o'tox:~ta9Cll 1t.P'O<IV .A~lOv <0"<01, ix TIj, OtTIj, btl""v~Ot1 1P0tq>~, A~",
.-cfpae;, 3l' 001,1 xcxl 'to E1CltlXE:<; XCXL cplAv9pw1tol,l 'tWI,I 3t3TlAWllfvwv !-lap'tpwI,I &l,IcxyfypCX1t'tal 'to'tme; cxthole; 'toTe; P~!-lCX
aw. 2. O'i xal E1tL 'toao'tov ~TlAw't"al xal !-ll;'Tj'tCXL Xpl<:rtOG
Eyfvol,l'to, oe; I,I ;'0plf> 9tou lm:pxwv OUX ap1tcxy;.ol,l fy~acx'to "Co
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371 . xCl'ttGapw6T): XCl'ttpp:\l6l'l ER XClUPPI%'oIfh) T>tt- XClup\l6l'l B


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2, 3. lvrPY'I')fLl\la: ytyt\l1)fLl\la BM

376. XCllV1\I:

1, 61 2, 2

91

sepoltura ai nostri morti. Non potevamo difatt contare a tale <


scopo n sulla complicita delle tenebre n sulla forza di persuasione del danara n sull'effetto delle piu insisten ti implorazioni:
la loro vigilanza era inattaccabile, quasi rappresentasse chissa che
guadagno il lasciarli senza sepoltura.
62. Fatte seguire aleune osservazioni, cosl continuano: 1 cadaveri dei martiri) esposti alla merc d'ogni dileggio e lasciati all' aperto per sei giorni, vennero successivamente dad alle fiarome
e ridotti in cenere da quegli scellerati, per essere quindi dspersi
nel Rodano, che scorre in quei pressi, affinch neppure la piu
piccola traccia ne fosse piu reperibile in terra,
63. Cio fecero <
nel convincimento di potere sconfiggere Dio e impedire la loro
rigenerazione: perch, come dicevano, "non potessero propdo
sperare in quella resurrezione, convinti della quale portano nelle
nostre terre una inustata e strana religione e mostrano sprezzo
di ogni tormento e corrono pronti e gioiosi alla morte. Vediamo
adesso se resusciteranno e se sara capace di aiutarli il loro Dio e
di sottrarli alle nostre mani!" .
(V) 2, L Tali i fatti accaduti alle chiese di Cristo durante il
regno del su menzionato imperatore, dai quali e evidentemente
possibile farsi un'idea di quel che avvenne nelle altre province.
Vale la pena di completare questa cronaca con altri brani estratti
dalla stesso documento, nei quali vengono rappresentate con le
paroJe che seguono la mitezza e la bonta dei martiri di cui prima
s'e detto. 2. A tal segno si fecero emulatari e imitatori di
Cristo (il quale, partecipando della natura divina, non considero
questa sua eguaglianza con Dio come appropriazione), che, pur
partecipando di tanta gloria ed avendo non una n due rna piu e

375.6. l.A.1ttOa ... .r..aCTt:atw; cfr. Act. Ap. 23,6; 1 Ep. Peto 1,3
37880. Nv
i'SwLt\l ... ~fLw\l cfr. Sapo 2, 17-8
l, l. 'tClr~ XplCTtO ... lXXATjO"\; cfr. Act. Ap. 8,1 ; 11 ,22; 16,5; Ep. Rom. 16 ,16; 1 Ep.
Coro 1,2; 16,1.19; 2 Ep. Coro 1,1; 8, 1; Ep. Cal. 1,2.22; Ep. Col. 4,16; 1 Ep. Thess. 1,1;
2,14; 2 Ep. Thess. 1,1; Apoc. 2,1.8.12.18; 3,1
7. ~'I')Aw'tat .. XptO"l"O cfr. Act .
Ap. 22,3; Ep. Eph. 5, 1
8'9. o~
6[(~ Ep. Phil. 2,6

...

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ATTI OEI MARTlRl DI LlONE

MARTVRIUM LUGDUNENSIUM

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pe.uv aO'tout; CtAA' e.Y 1tO't 'tlt; ~(J.W\l ~h' e.mo'to1c; T Ota ArOU
..<Xp'tOpcxc; CtU"tOUC; 7tpoaE.l1tE,V, E.1C1tA:r(Jcrov mxpwc;. 3. 'H8:wc;
i"P 1tCXp<xwpouv TIJV j~ fJ.<Xp'tUpl<x~ "POO1Ji OPl<XV <C;; XplCTtC;;
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fJ.<vo~ <x,h",v 3l" j~ l~30o TIJV fJ.<Xp'tUpl<xV, -IfJ.<T~ 8. 0fJ.AOiOl
.Lt'tplOL xal 'tCX1tE.lVOC'. Kcxl ;.e:ta oaxpwv 1tapEXcXAoUV 'tou.; eX

Oe,AcpOC;, oe.6(.LE.\lOl LVct lx'tE.vEIC; EUXcx.t yrvwv'tat 1tpOC; 'tO


uA.lW9TV<Xl <x,ho~ .
4. K<xi TIJV fJ.'v MV<XfJ.LV j~ fJ.<Xp'tUpl<x~
tpycp E.1tE.oe.(xvuv-ro, 1to)..)..1v 1tcxppra(cxv cXlovnC; 1tpOC; 7t\l'ta -ra
t9vr, 'xal -dv EUyVELCXV ~ha jc; 01to(.LovTjc; xal &cpo~(CXC; xctl Ct-rpo.tlac; cpave.pav l7tOlOUV, -dv oe. 7tpO~ 'tou~ &OeA!pOUr; 'twv (iap'tpwv 1tpoaryop(av 1tCXp"{l'tov'to, l.t1te1tATla.t.vo~ !p~ou 9eo.
5. Kat CXlil~ .te'teX ~pcxxla epcxa(v' 'E'ta1tt(vouv au't01J~ 1t!)
-dv xpa'tcxleXv xiLpa, !p' ij~ lxavwc; vuv dcnv CPW.tlVOl. Tn oE
1taal .tEv &1ttAOyO\l'tO. XCX't7rrpOUv oi. OUOE.VC;' nuov .tE.V
a1tav'ta~, lolO'(ituov oe. ouolva ' xcxt tl1tE.p 'tWV 'CeX ouva OlCX'tl9iv'tWV TlXov'Co, xcx9&1ttp I:'tl!pavo~ tiAtWC; 'eXptuC; ' "Kplt, (i~
0'UtT(l~ aO'tdl~ -dv <XIiCXP'ClCXV 'ta't1\V" . El o' U7tEp 'tWV Al9aCv'twv lolE.'to, 1t6a<p .taAAov U1tEp 'tWV &OE.A<pWV; . 6. Kat
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2I. 0flAOl'ot: fJ.OAoyoulJ.lvwi: TCOl1" ERM 0fl.OAO-Pl'ta.t Tma'll,Em",g,Rm." 01J.0Aol'odi ....


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2, 6. mxv'ta. 't t'9vr: 'ra: tavr
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31. o.uo... fli ... : tAuo ... TERBM

2, 2 -

93

piu volte ceso testimonianza, anche venencia portati via dall'are


na dopo ripetllte esposizioni alle fiece, coperti di ustioni e lividure e ferite, essi non si proclamarono martiri n ei permisero di
chiamarli cos1, ma anzi, se mai qualcheduno di noialtri in una
lettera o parlando li definiva tali, 10 rimproveravano aspramente.
3. Volentieri infatti cedevano ' l'appellativo esclusivo di
martire a Cristo, testimone fedeJe e veritiero e primo nato dei
morti e iniziatore della vita in Dio; e di quei martiri che gia erano trapassati facevano menzione dicendo: "Quel1i davvero sano
gia martiri, che nell' atto della confessione Cristo ha rtenuto degni d'essere assunti in cielo, suggellandone con la morte la tes timonianza, mentre noialtri invece siamo mediocri ed umili confessod". E tra le lacrime invocavano i confratelli, che facessero
assidue preghiere perch anch'essi fossero condotti a perfezioneo
4. E pur mostrando nei fatti tutta la loro capacita di martirio, usando nei confronti di qualsiasi gentile una assoluta liberta di parola, e per quanto con la perseveranza , la sicurezza e l' ardire loro rendessero manifesto il valore dell ' animo, essi ricusavano dai confratelli l'appellativo di martiri, pieni com'erano di timare di Dio.
5. E ancora, poco dopo: ( Si abbassavano sotto la mano possente , dall a quale ora non poco sano innalzati. AlIara, difendevano tutti e non accusavano nessuno, tutti assolvevano, e nessuno
rnettevano in ceppi: anche per quanti avevano infierito contra di
loro essi invocava no, come Stefano, il martire perfetto: "Signore, non imputar loro questa colpa!". E se in tal modo egli pregava per ehi lo lapidava, guanto piu per i fratelli? .
6. E ancora,
dopo altre osservazioni: Fu proprio in questa sincerira dell'a-

17 't~ m(IT~ ... lJ.pn.oPl Apoc. 3 , ~ 4 (dr:, ct_Apoc:. 1,5) l 1tpw'to'tx~ 'tw . . VtxPW\I
Apoc; 1,5; Ep. Col. 1,18
18. a.PX.rY~ 'tTj; ~W7J' Act. Ap. 3,15
22 . lJ.t'ttX
8wcpuw" Ev. Marc. 9,24 ; Ev. Luc. 7, 3_8.44; Act. Ap. 20,19.31 ; 2 Ep. Cor. 2,4; Ep.
H~br . 5,7; 12 , 17 ,
2~. 'fI6pou ,9wu Ep. Rom. 3, 18; 2 Ep. Coro 7,1 ; Ep. Eph.
5,~1
29-30. E'tCIt1tttvoU...... u~wlJ.iVOt d r. 1 Ep. P~t. 5,6
31'2 _ tAlIO ......
lOto'lJ.tuo... cfr. Ev . Matth. 16,19; 18,18; Ev. 10. 20,23
33 '4. Kptt ... 'ttl'tT]...
Act . Ap. 7,60

94

40

45

'o

MARTYRiUM LVGDUNENSIUM

au'tC>V 1t)..EtLO~ lyivE'tO ~h<x 'Ca rviatov -rile; &y1t1JC; lva CX1t01tVtx9dc; 6ijp oe; 1tp'CEpOV ~t'to XCl't!X7tE1tWXVCU twV'too; ~etJ..crn.
O al' ~Aa~ov XCXX1Jf.LCl xa'CcX 'twv 1tE7t'tWX'tWI,I ti)..)..' EV ote;
l1t)..E.VCX~OV CXU'tOl, 'to'tO 'CoTe; EVOEE.O'tpOtt; lttfpxouv, tL1J'tptxa
arcAcXYx.va ~XOV'tEC; xaL 1to)..)..& 1tEpt au't'wv lxXf.ov'W; Bxpocx
1tpo,; 'tov 1t<Xtpa,
(7.) (w1v n't~acxv'to xal eowxEv cxlhoi'c;' ~v
xcd GUvEfiEptacxv'to 'toTe; 1tAralov, x<X'ta 1tvtwv V1Xrq>pOt 1tpOC;
geov eX7ctA9vnt;, dpi}vTjv &:ya1t7}aavnt; &d xal dpiV1JV o:d to:pE:yuiO'CX\l't~, f.LE:t' dpivrc; Exwptaav 1tpOC; gev, flT xa'CcxAt1tV't~ 7tVOV 'tf tJ.rrtpl f.Lro~ O'talV xal 1tAE.LOV 'tate; &o~J..q:>otc;
&J,J..cX xcxp&.v xal dpivT)v xal o.Lvmav xal &:r7trV).. 8.
Tcxu't'cx xal 7tEpl lc; 'twv Ilcxxap(wv E.XtlVWV 1tpOC; 'toue; 1t(xpa-

",,,,,,wx<'" <wv cia.A'!'wv O'topyTj, W,!,.A(llw~ "poox<lo9w, TIj,


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acpEL8wr; 'toir; XpLa-ro fJ.D.EO'L 1tpoatVT}ve.rlJ..vwv.

AT'Il DEI MARTIRl DI UONE

2,

6.8

95

more la piu importante guerra loro contro la Bestia, per costringerla a vomitar fuad viv, sentendosi soHocare, quanti in un primo lempo credeva d' aver gia ingoiati e digeriti. Essi, infatti, non
ebbero atteggiamenti di superiorita dinanzi a quanti avevano capitolato: do di cui in s stessi avevano abbondanza prodigarono
piuttosto a quanti ne erano piu bisognosi, mostrando la generosidi sviscerata di una madre e spargendo ai piedi del Padre fiotti di
lacrime per la loro salvezza.
(7.) Invocavano vita, ed egli la
concesse loro, ed essi la spartirono con il prossimo. Se ne andarano va vittoriosi in tutto e per tutto: la pace sempre amarono e
alla pace sempre esortarono e in pace mossero verso Dio, senza
lasciare angustie alla madre chiesa n discordia o guerra ai fratelli, benslletizia e pace e concordia e amare. 8. Che anche una
tale testimonianza dell' amorevolezza di quei beati per i loro confratelli caduti resti a memoria e ammonimenro a cutt: poich
tanti con disumanita e spietatezza si sano in seguito scagliati
senza risparmio contro le membra del carpo di Cristo.

J7. 'tO MO'LOV"tii, a:y.xm~ 2 Ep. Coro 8,8


40. l.ltt~ov cfr. Ep. Rom. 6,1; 2
,<1J.
Ep. Coro <1 , 15; 8,15; Ep. Phil. <1 ,17; 1 Ep. Thess. 3, 12 ; 2 Ep. Pe!. 1,8
(J1t
4 2. CWTjV ...
Ac rxv(X. cfr. Act. Ap. 1,18; Ep. ~ol. ~, 12; Ep. Philem',7 ,12.20.
au'tot, cfr. Ps. 20,5
45 . Lt't ~PTjVTJ~ . 'ltpO, etOV cfr. SIr. 4<1,14
47

XIXPtXV . .. t.lpTY'l'jV .. &r.x'ltTjY cfr. Ep . Gal. 5,22

ACTA MARTYRUM SCILITANORUM


Testo critico a cura
di A.A.R. Bastiaensen
Traduzione

di Gioachino Chiarini

ATTI E PASSIONI
DEI MARTIRI
Introduzione
di A.A.R . Bastiaensen
Testo critico e commento a cura
di A.A.R. Bastiaensen, A. Hilhorst ,

G.A.A. Kortekaas , A.P. Orbn, M.M. van Assendelft

Traduzioni
di G. Chiarini, G .A.A. Kortekaas,
G. Lanata, S. Ronchey

FONDAZ!ONE LORENZO VALLA


ARNOLDO MONDADOR! EDITORE

Notizia

Nota al testo

Resoconto, di auCare ignoto, di una parte dell'nterrogatorio subito


dai Martiri di Scili, in Numida, ad opera del proconsole Vegellio
Saturnino; segue l'esecuzione della condanna, avvenuta iI 17 luglio
180, a Cartagine.

L'edizione fondamentale degli Acta Martymm Scilitanorum e quel1a


di J. Armitage Robinson, apparsa nel 1891. E stata redatta sulla
base di tre manoscritti:

Bibliografia essenziale
F. Carsaro, Note sugli Acta martyrum sciJlitanorum, Nuovo Di
daskalelon VI 1956, pp. 32-40 (: Corsaro).
J. Danilou, Thologie du ;uda-christianisme ... ("" Danilou).
R. Freudenberger, Die Akten der Scilitanischen Mirtyrer a/s historisehes Dokument, Wiener Studieo n.s . VII 1973, pp. 196-215
(= Freudenberger) .
H . Karpp, Die Zahl der Scilitanischen Miirtyre" Vigiliae Christianae XV 1961 , pp. 165-72 (= Karpp).
O. Lendle, Christliche Texte im altsprachlichen Unterricht, Gymnaslum LXXXII 1975, pp. 194-224 ( = Lendle).
l .A. Robinson, The Acts 01 the Scillitan MartyT!, (<<Texts and Studios 1 2), Cambridge 1891 , pp. 106-21 (= Robinson).
D. Ruiz Bueno, Actas de los Martires .. . (= Ruiz Bueno).
A. Wlosok, Rom und die Christen ... (= Wlosok).

A Londiniensis British Museum 11880, saec. IX


B Vindobonensis Natonal-Bibliothek 377, saec. XI
e Ebroicensis Bibliotheque Municipale d 'vreux 37, saec. XIII
A e il migliore dei tre e presenta jI testo da seguire, che B e e
per 10 piu non fanno che confermare. E stato universalmente riconosciuto 'equilibrio critico dell 'edizione di Robinson, seguita da tutti
gli editori posteriori. Nella presente edizione sa no stati riprodotti
solo alcuni elementi dell' apparato critico di Robinson, e questo la
dove, per ragoni di carattere stodco o linguistico, viene proposto un
testo differenre da quello di Robinson ; nel commento si trovera la
motivazione delle congetture proposte.
Abbreviazioni pertinenti agli editod e ai commentatori (ved. indicazioni complete nella Bibliografia essenziale e, ove occorra, nell a
Bibliografia generale):
Ka Karpp
Mu Musurillo
Ro Robnson

IO

15

ACTA MARTYRUM SCILITANORUM

ATTI DEI MARTIRI DI SCILI

1. Praesente bis et Condiano consulibus, XVI kalendas


augustas, Kartagine in secretario inpositis Sperato, Nartzalo
et Cittina, Donata, Secunda, Vesta, Saturninus proconsul
dixit: Potestis indulgentiam dorruni nostri imperatoris prometeri, si ad bonam mentem redeatis.
2. Speratus dixit:
Nurnquam malefecmus, iniquitati nullarn operarn praebuimus; numquam malediximus, sed male accepti gratas egimus;
propter quod imperatorem nostrum observamus,
3. Saturninus proconsul dixit: Et nos religiosi sumus, et simplex est
reIigio nostra, et iutamus per genium domini nos tri imperararis, et pro salute eius supplicamus, quod et vos quoque facere
debes.
4. Speratus dixit: Si tranquillas praebueris aures
tuas, dico mysterium simplicitatis . 5. Saturninus elixit:
( lnitianti tibi mala de sacris nos tris aures non praebebo; sed
potius iura per genium do mini nostri imperatoris. 6. Speratus dixit: Ego imperium huius seculi non cognosco; sed
magis illi deo servio, quem nemo hominum vidit nec videre
his oculis potest. Furtum non fed; sed siquid emero teloneum

1. Sotto il consolato di Presente (per la seconda voha) e Condiano, il diciassette luglio, a Cartagine Sperato, Narzalo e Cittino, Donata, Seconda, Vesta furono condotti in giudizio nell'uffido del governatore; il proconsole Saturnino disse: Potete ottenere il perdono dell'imperatore signar nostro, se vi ravvedete. 2, Sperato disse: Non abbiamo mai fatto nulla di male,
mai ci siamo dedicati all'iniquidl; non abbiamo mai insultato
nessuno, bens) ringraziato chi ci maltrattava: perch noi obbediamo al nostro imperatore. 3. 11 proconsole Saturnino disse:
({Anche noi abbiamo una religione, e la nostra e una religione
semplice: giuciamo sul genio deU'imperatore signor nostro e facdamo saccifici per la sua salute: proprio quello che dovete fare
anche voi.
4. Sperato disse: Se mi porgi aseoho in rutta serenita.; ti svelero il mistero della vera semplicita~). 5. Saturnino disse: Se eominci a parlar male dei nostri sacr citi, io non ti
ascoho. Tu, piuttosto, giura sul genio dell'imperatore signar nostro. 6. Sperato disse: lo non conosco autorira supreme in
questo mondo: servo piuttosto quel Dio che nessun uomo ha visto n puo vedere coi suoi occhi. lo non ho rubato nulla, pago

l . Condiano scripsi: claudiano cocld. edd.


4. domin; B: di
edd.
10. domin; nosJTi scripsi: domini B Mm,ti rl011"; A
edd_
nosl"; scripsi : domrl; rlosl"; A edd. om. B e

A
r,.domrli
domini

7. makdiximus
~mus cfr. Ep. Rom. 12,14 {grr11iaS Qgm: pro gl'1l.eco tUAOyttv?J
17-8. quem ... polesl cfr. 1 Ep. T im. 6, 16

<

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<

<

102

20

2:1

lO

3S

40

ACTA M ARTYRUM SCIUTANORUM

ATIJ DEI l\IARTIRl DI SCILI

redclo; quia cognosco dominuro meuro, regem regum et imperatorem omnium gentiuffi.
7. Saturninus proconsul dixit
ceteris: Desinite huius esse persuasioms, Speratus dixit:
Mala est persuasio homicidium facere, falsum testimonium
rucere) . 8. Saturninus proconsul dixit: Nolite huius dementiae esse participes. Cittinus dixit: Nos non habemus
alium quem timeamus, ni5i Dominum Deum nostrum qu est
in caelis.
9. Donata dixit: Honorem Caesari quasi Caesari; timorero autem Deo . Vesta dixit: Christiana suro.
Secunda dixit: Quod suro, ipsud volo esse.
10. Saturninus proconsul Sperato dixit: Perseveras christianus? . Speratus dixi!: Christianus sum ; et curo ea orones consenserunt.
11. Saturninus proconsul dixit: Numquid ad deliberandum spatium vultis?. Speratus dixit: In re tam iusta
nuila est deliberatio .
12. Saturninus proconsul dixit:
Quae sunt res in capsa vestra? . Speratus dixit: Libri et
epistulae Pauli viri iust.
13. Saturninus proconsul dixit:
Moram XXX dierum habete et recordemini . Speratus iteruro dixit: Christianus suro ; et cum eo omnes consenserunt . 14. Saturninus proconsul decretum ex tabella recitavit: Speratum, Nartzalum, Cittinum, Donatam, Vestiam,
Secundam et ceteros ritu christiano se vivere confessos, quoruam oblata sibi facultate ad Romanorum morem redeundi obstinanter perseveraverunt, gladio animadverti placet.
15 . Speratus dixit: Deo gradas agimus. Nartzalus
dixit: Hodie martyres in caelis sumus: Deo gratias.
16.

19. dQmrum scripsi: domnum codd. ~dd.


!9-20. reg~ regum I:tfmpera.to.rem om
nium gentium Ro (co[latis graeca verSlOne el codice deperdilo a Baron!o adhlblto) e.dd .
praeler Mu: et impera/orem regum om"ium gentium A imperatorem regum et ommu~
gentium B
Mu
21. Speratlls codd. edd.: Namalus Ka , p. 168
lS l!0mlnum Deum nOJtrum scripsi: do,"num deuT11 nos/rum B
edd. domnum nostrum feSum
christum A
32-3. ulld nu/Ia at deliberatio edd. : iustd nu/Ia est commutdtio A bono
non esl tk/ibmJtio B C; an iUfla "u/la est consu/tatio (d. lecti.onem interpolalam aCI .
Cypr. )2, 3 , quae in Auguslino invcnirur: t/u/Ja al cot/su/latw)?
40. el cetos:
dubiac cm originis iudicanl cdd .

6 - I6

10 3

una tassa ogni volta che acquisto qualcosa, poich io conosco il


mio Signare, re dei re e imperatore di tutte le nazioni . 7. Il
proconsole Saturnino disse agli altri: Rinnegate questo credo .
Sperato disse: Cattivo e solo quel credo che porta all'omicidio o
a dir falsa testimonianza . 8. Il proconsole Saturnino disse:
Cessate di condividere la foUia di costui. Cittino disse: Non
temiamo nessun altro aU'infuori del Signare Dio nostro che e nei
cielh>. 9. Donata disse: Onore a cesare in quanto cesare, ma
timore solo verso Dio. Vestia disse: Sano cristiana . Secon
da disse: Voglio essere cio che sono.
10. Il proconso
le Saturnino disse a Sperato: Persist nel dirti cristiano? . Sperato disse: Sano cristiano, e tutti s unirono aUe sue paro- <
le.
11. n proconsole Saturnino disse: Volete del tempo per
decidere? . Sperato disse: Su una questione tanto semplice dal
punto di vista giuridico, non c'e bisogno di decdere .
1~ . Il
proconsole Saturnino disse: Cosa avete nelIa vastra cassetta~. <
Sperato disse: 1 libri con le epistole d PaoIo, un uomo glu- <
sto.
13. TI proconsole Saturnino disse: Avete trenta giorni
di tempo per ravvedervi . Sperato nuovamente gli disse: Sano
cristiano, e tutti gli altri consentirono con lui.
14 . n proconsale Saturnino lesse la condanna da una tavoletta: Sperato,
Narzalo, Cittino, Donata, Vestia, Seconda e gli altri che hanno
confessato di vivere da cristiani, poich hanno ostinatamente respinto la possibilita loro offerta di tornare a vivere da romani,
vengono condannati alla pena capitale.
15 . Sperato disse :
Ringraziamo Dio. Narzalo disse: Oggi stesso siamo martiri
in cielo: grazie a Dio .
16. n proconsole Saturnino fece ban-

1 9- 20 dom;"'im .. ' get/tium cfr. 1 Ep. Tim. ~,. 1? ; Apoc. 17.. 14; 19,16 (sed de lexlu
22-3 . homrc,drum ... d,cere cfr. Ev _ Mauh.
incerlo vide app. erit.)
19, 18
24-7. Nos ... Deo dr. Ev. M auh. 5,16.45; 6, l.9; 22,2 1; Ev. Marc.
11,25; Ev. Lue. 12,4S; 1 Ep. Pel . 2,17

'4

Saturninus proconsul per praeconem clici iussit: Speratum,


Nartzalum, Cittinum, Veturium, Felicem, Aquilinum, Laetantium, Ianuariam, Generosam, Vestiam, Donatam, Secunclam duci iussi .
17. Universi dixerunt: Deo gratias~). Et
ita omnes smul martyrio coronati sunt, et regnant cum Patre
,"o et Filio et Spiritu Sancto per omnia secuIa seculorum. Amen.
45

ATrl DEI M ARTIRI DI SClLI

ACTA MARTYRUM SCIUTANORUM

16 - 17

dire da un araldo: Ha dato 'ordine di giustiziare Sperato, Natzalo, Cittino, Verurio, Felice. Aquilino, Letanzio, Gennaro, Generosa, Vestia, Donara, Seconda.
17. Tutti dissero: Grazie
a Dio . E casI tutti insieme furano coronati dal martirio, e regnano col Padre e il Figlio e 10 Spirito Santo per tutti i secoli dei
secoli. Amen.

49,.0. et regnan!

Amen cfr. Ep. Rom. 16,27; Apoc. 22,5

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS


Testo critico a cura
di A.A.R. Bastiaensen
Traduzione

di Gioachino Chiarini

Notizia
Resoconto dell'arresto, della prigionia e dell'esecuzione di Perpetua,
di Saturo e dei loro compagni: si tratcava di un gruppo di catecumeni , cioe di aspiranti al battesimo cristiano, cui si preparavano sotto
la guida del catechista Saturo. Si e pensata che essi fossero stati
arrestati in base aUa recente disposizione di Settimio Severo, che
vietava a giudei e cristiani di fare proseliti. L'esecuzione ebbe 1uogo
neU'arena di Cartagine, molto probabilmente il 7 marzo 203. Nel
racconto un posto importante spetta al diario della prigionia di Perpetua e di Saturo.
II redattare dell'insieme e ignoto: potrebbe essere Tertulliano,
roa la questione e molto discussa.

Bibliografia essenziale
A. d'Ales, L'auteur de la Passo Perpetuae, <~Revue d'Histoire EccIsiostique VIII 1907, pp. 5-18.
A. Audollent, Carthage romaine, 146 ovan! sus-ehris! - 689 opres
]sus-Christ, (<< Bibliotheque des coles fran;aises d' Athenes et de
Rome LXXXIV), Paris 1901 ( = Audollent).
C.I.M.!. van Beek, Passio Sanctarum Perpetuae el Felicitatis 1. Textum Graecum el Latinum ad fidem codicum mss. (edidit C.I.M.I.
van Beek), Noviomagi 1936 [editio minor: Florilegium PatristiCUID 43, Bonnae 1938] ( = van Beek).
T.H. Bindley, Quinti Septimii Floren/is Tertulliani De praescriptione
haereticorum - Ad marlyras (edidit T.H. Bindley), Oxford 1893.
R. Braun, Ter/tlllien eSI-ille rdae/euT de la Pasrio Perpetuae?, Revue
des tudes Latines XXXIII 1955, pp. 79-81.
R. Braun, Notlve//es observa/ians linguistiques sur le rdacteur de la
Passio Perpetuae, (Vigiliae Christianae XXXIII 1979, pp,
105-17 (:::: Eraun, Nouvelles observa#ons),

IIO

J.

PASSIO PERPETUAE ET FEU CITATIS

Campos, El autor de la Ponio SS. Perpetuae el Felicitatiu, HeI


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BIBUOGRAFlA

'"

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with introdtlction and commentary), Amsterdam 1947 ('" Waszink).

NOTA AL TESTO

1I 3

Abbreviazioni pertinenti agli editad e ai commentatori (ved. indicazioni complete nella Bibliografia essenziale e, ove occorra, nella
Bibliografia generare):

Be

Ro

van Beek
Franchi de' Cavalieri
von Gebhardt
Lazzad (Gli sviltlppi de/k letterattlra mi martiri .. . )
Lazzati (Note critiche ... )
Musurillo
Reichmann
Robinson

Ru
Sh

Shewring

Fr
Ge

La
LaNc

Mu

Re
Nota al testo
L'edizione di van Beek, dalla sua pubblicazione nel1936, continua a
far testo. Ne seguiamo il derrate, tranne che in un certo numero di
passi segnalati nell'apparato critico: si ttarta di luoghi nei quali seegliamo, Ira quelle dei manoscritti collazionati da van Beek, una lezione diversa, oppure presentiamo una congettura.
TI valore della versione greca della Passio e dubbio (si veda il
commento a 2, 8); pertanta non vi faremo rierimento che sporadicamente. Se, a proposito di qualche passo, nel cornmento si discutono problemi di critica testuale, per tale passo veteanno prodo(te le
Iezioni dei manoscritti.
Citjamo i manoscritti secondo il sistema di van Beek, usando dei
numeri, al fine di agevolare il confronto con quell'apparato; inoltr~
ne utilizziamo le abbreviazioni usate per gl autori e commentatori,
cui aggiungiamo quelle relative agli studiosi che si sano occupati del
testo dopo il 1936.
Lista dei manoscritti secondo van Beek, p. 17*:
1
2
3a
}b

4
5a
5b
5c

codex
codex
codex
codex
codex
codex
codex
codex

Casinensis 204 MM, saec. X-XI


Ambrosianus C. 210 lnf., saec. XI-XII
Sangallensis 577, saec, IX-X
Einsidlensis 250, saec. XII
Bibliothecae publicae Parisiensis 17626, saec. X
Musei Britannici Cotton. Nero E . 1, saec. XI
Bibliothecae Bodleianae Oxoniensis Fell 4, saec, XI-XII
Musei Britannici Corton. Otho D, VIII, saec. XII ex.

1 manoscritti svzzeri 3a e 3b sano mparentati; cos1 i manoscrtti


britannici 5a, 5b e 5c.

Ruhbach

PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

1, 1. Si vetera fidei exempla, et Dei gratiam testifican tia


et aedificationem hominis operantia, propterea in litteris sunt
digesta ut lectione eorUID quasi repraesentatione reruro et
Deus honoterur et horno confortetuf, CUf non et nova docu~
menta aeque utrique causae convenientia et digerantur? 2.
Vel quia proinde et haee vetera futura quandoque sunt et necessaria posteris, si in praesenti suo tempare minari deputantUf auctoritati propter praesumptam venerationem antiquitads . 3. Sed viderint qu unam virtutem Spiritus unius
10 Sancti pro aetatibus iudicent temporUffi, cum maiara reputanda sunt novitiora quaeque, ut novissimiora, secundum
exuberationem gratiae in ultima saeculi spata decretam. 4.
In novissimis enim diehus, dicit Dorninus, effundam de
spiritu meo super omnem carnem, et prophetabunt filii filiael5 que eorurn; et super servas et ancillas meas de meo spiritu
effundam, et iuvenes visiones videbunt et senes sornnia somniabunt . 5. Itaque et nos, qui sicut prophetias ita et viso-

exukrationrot com. Braun (Nouvelln obsertJ(Jtions, p. 107 nI. 6): exuperiJhOnem 1


(caput primum cocHee 1 lanlum u aditum est) cdd.

1, 12 .

PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA

1, 1. Le antiche manifestazioni della fede, che attestano la

grazia di Dio e operano la crescita della fede nell'uomo, sano


sute raccolte per iscritto affinch, facendo rivivere quei fatti
straordinari attraverso la lettura, ne derivasse onore a Dio e conforto all'uomo. Perch dunque non si davrebbero affidare alla
scrittura anche le testimonianze piu recenti che ugualmente rispandona ad entramb Hni? 2. Almeno perch taH testimoruanze sano destinate a diventare pur esse, un giorno, venerabili
per antichita e di suprema importanza per le generazioni a venire, nonostante che nel presente, prevenuti come siamo in favare
del passato, tendiamo a giudicarle di minar peso. 3. Poco importa che vi sia chi crede che lo Spirito Santo, nella sua unicita, <
intervenga nel corso del tempo in modo unico e irripetibile, giacch sano, sernmai, proprio gli accadimenti piu recenti che devo- <
no esser giudicati superiori: se rapportati, infatti, al massimo di
grazia decretato per la fine dei tempi, essi risultano pa prossimi
a questo fine.
4. Negli uItimi giorni infatti, dice il Signare,
versero il mio spirito su ogni carne, e i loro figIi e figlie riceveranno il dono della profezia; e io versero il mio spirito sui miei
serv e le mie serve, e i giovani vedranno visioru e i vecchi sogneranno 50gni. 5. No dunque, che riconosciamo e anoria- <

1,9'10. uniJm ... SiJncti cfr. 1 Ep. Coro 12 ,11


loel 2,28-9; Act. Ap. 2,17-8

1)-7. In novmimi ... omnitJbunJ

II6

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS


PASSIONE DI PERPETUA E FEUCITA

lO

l5

30

nes novas pariter repromissas et agnoscimus et honora mus ce


terasque virtutes Spiritus Sancti ad instrumentum ecclesiae
depuramus - cui et missus est idem omma donativa admini
stratu<ru>s omnibus, pro<ut> unicuique distribuit Dominus -,
necessario et digerimus <ea> et ad gloriam Dei lectione cele
bramus, ut ne qua aut inbecillitas aut desperato fidei apud
veteres tantum aestimet gratiam divinitats conversatam sive
<in> martyrum sive in revelationum dignatione, cum se'mper
Deus operetur quae repromisit, non credentibus in testimo
niurn, credentibus in beneficium. 6. Et nos itaque quod
audivimus et contrectavimus, annuntiamus et vobis, fratres et
filiol, ut et vos qu interfuistis rememoremini gloriae Domi
ni, et qui nunc cognoscitis per auditum cornmunionem habea
ts cum sanctis martyribus et, per illos, cum Domino nostro
lesu Christo, cui est claritas et honor in saecula saeculorum.
Amen.
2, 1. Apprehensi sunt adolescentes catechumeni: Revoca
tus et Felicitas, conserva eus, Saturninus et Secundulusj inter has et Vibia Perpetua, honeste nata, liberaliter instituta,
ma tronaliter nupta, 2. habens patrem et matrem et fratres
duos, alterum aeque catechumenum, et filium infantem ad
ubera.
3. Erat autem ipsa circiter annorum viginti duo.
Haec ordinem totum martyri sui iam hinc ipsa narravit, sicut
conscriptum manu sua et suo sensu reliquit:

18'9: ~eteriJstJue: ce/tras tJu04ue Re


J.O. deputamus: kpu/iJ/(lS Ge Re
lO 1
admlnlS!rotu <rJl>s omnibus scripsi: iJdministratus in omnibuf 1 administran! in omnibu;
edd. pnor~ iJ~ministra/urJls in omnibus B~ ~u ~
l I . pro<ul> edd.: pro 1
21.
ua> el serlpSI: el 1
28. poSt audtVlmus mserunt el vidimus Ro Fr Ru (ex 1 Ep.
lo. 1,1)
1, l . Apprt!hensi: incipiunt 2, J, 4, 5 (vide Be, p. 6)

1 - 2

117

roo come parimenti contenute nella promessa divina cos11e nuo


ve profezie come le nuove visioni e consideriamo inteso al rafforzamento della Chiesa ogni altro intervento dello Spirito Santo
(il quale ha il compito di distribuire ciascun dono a ciascuno, cos1
come Dio a ciascuno lo ha assegnato), ci sentiamo chiamati a
narrarle e a proclamarle, attraverso la lettura, a gloria di Dio: af
finch una fede inJerma o mortalmente malata non giudichi la
gloria d Dio privilegio escIusivo degli antichi (quasi si trattasse
d un favore speciale accordato ai primi martiri e alle prime vi
sioni). Dio mantiene le sue promesse in ogni tempo, come testi
monianza per i non credenti, come grazia per i credenti. 6.
Noi, dunque, cio che abbiamo udito o toccato con le nostre mani <
lo annunciamo anche a voi, fratelli e figli, affinch quanti fra voi
v'ebbero parte si rammentino della gloria del Signare, quanti invece I'apprendono solo ora con l'ascolto entrino in comunione
con santi martiri e, per loro tramite, col Signare nostro Gesu
Cristo, al quale e splendore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
2, 1. Vennero presi alcuni giovani catecumeni: Revocato e <
Felicita, sua sposa, Saturnino e Secondolo, e con loro Vibia Perpetua, di buona farniglia, ottimamente istruita, degnarnente ma
ritata. 2. Aveva ancora padre, madre, due fratelli, uno dei
quali pur esso catecumeno, e un figlioletto che ancora poppava. 3. Lei, aveva all'incrca ventidue anni. Questa che segue e
la fedele cronaca del suo martirio, cosl com' essa l'ha lasciata, <
concepita e scritta di sua mano.

20-1. omnia ... Dominus cfr. 1 Ep. Coro 12,4-11; 7,17


27-31. tJuad ... ChrisJo cfr.
1 Ep. lo. 1,1 -3
31 -3. ,u; ... Amen cfr. Ep. Rom. 16,27; Apoc. 7,12

INTRODUZIONE
di A.A.R . Bastiaensen

Quc:sto yolume e stato pubblicato


con il contributo del

CREDIOP
Consorzio di credito per le opere pubbliche
e della Banca 'Italia

J te$/i introduttivi e i commenti,


scritti {JeT lo Fond4:cione Lorenzo Va/liJ,
sano slat; Iradan; da Silvia Ro"chey
Gra/ka di Vinario Merico e Antonio Ven:esi

FondazioneLoren:w ValJ 1987


1 edizione novcmbre 1987

PASSIONE DI PERPETUA E FEUClTA


1 t8

11 9

I'ASSIO PERPETUAE ET FEUCrrATIS

3, 1. Curo adhue}) inquit curo prosecutoribus essemus et


me pater verbis evertere cupiret et deicere pro sua affectione
perseveraret: "Pater", inquam, "vides verbi gratia vas hoc ia~
cens urceoluro sive aliud?" Et dixit: "Video". 2. Et ego
, dixi 'ei: "Numquid alo nomine vacar potest quam quod est?"
Et ait: "Non". "Sic et ego aliud me dicere non possum nisi
quod suro, christiana." 3. Tune pater motus hoc verbo mittit se in me, ut aculas mihi erueret, sed vexavit tantum, et
profectus est victus curo argumends diaholi. 4. Tune paucis
10 diehus quod caruissero patrero, Domino gradas egi et refrgeravi ahsentia illius. 5. In ipso spatio paueorum dierum baptizati sumus; et mhi Spritus dictavit non aliud petendum ah
aqua rusi sufferentiam earns. Post paucos dies recipimur in
carcerem; et expavi, qua numquam experta eram tales tenebras. 6. O diem asperum! Aestus validus turbarum beneficio ' eoneussurae militum. Novissime macerabar sollicitudine
inf~ntis. 7. Ibi tune Tertius et Pomponus, benedicti diaco~
ni qui nobis ministrabant, constituerunt praemio uti paucis
horis emissi in meliotem locuro earceris refrigeraremus. 8.
20 Tune exeuntes de carcete universi sibi vacabant; ego infantem lactabam iam inedia defectum; sollicita pro eo adJoquebar matrero et confortaham frattero, commendabam filiuro;
tabeseebam ideo quod illos tahescere videtam me beneficio.
9. Tales sollicitudines mults diebus passa suro; et
usurpavi ut mecum infans in careere maneret; et statim convalui et relevata suro a lahore et sollicitudne infantis, et faetus est mihi carcer subito praetorium, ut ibi mallero esse
quam alicubi.

l'

2'

J. ro. pat"m 1, 4 Ro Sh : patre 2, 3, 5 cdd ..cett . . . . 17. infantis. Ibi 2, 3, 4, 5 Gcycr,


e Bursians Jahrcsbcricht . IU 1898, p. 89: Infanta lb/. 1 edd.

3, 1. ~Men[re eravamo ancora in mano alle guatdie che ci


avevano arres tato , casi essa narra, mio padre, fermamenre deciso a farmi rinnegare la ma fede , cerco di piegarmi in nome dell'affeuo che mi porcava. "Padre", gli dissi "vedi, ad esempio,
questo vaso qu per terra, orcolo o altra cosa che 51a?". Mi rispose: "Si" . 2. E io gli dis5i: "Puo forse chiamarsi con un nome
diverso da quello che e?". Mi rispose: "No". <CAllo stesso modo
io non posso chiamarmi con un nome diverso da co che sano:
crtstlana.
3. A sentir questo s'infudo e si getto su di me per
cavarmi gli occhi, roa riuscl solo a colpirmi e se ne ando sconHtto
con i suoi argomenti ispirati dal Demonio. 4. Per alcuni giorni
mio padre mi lascio in pace: res grazie al Signore e mi sentii 501levata dalla 5ua assenza. 5. In quegli stessi primi giorni ricevernmo il bauesirno, e lo Spirito Santo mi fece comprendere che,
a partire da quel momento, non v'era altra gtazia da implorare
dall'acqua battesmale se non quella di saper resstere al dolare
del carpo. Pochi giorni dopo fummo chiusi in prigione; e io ebbi <
paura, poich non avevo rnai sperimentato tenebre tanto
bue. 6. O giorno acerbo! Calura insopportabile per l'affollamento e tentativi di estorsione da parte delle guardie. Inoltre,
ero torturata dalla preoceupazione per il mio piccolo. 7. AlIara <
Terzio e Pomponio, diaconi benedetti che avevano cura di noi,
s'accordarono sul compenso per farci trasferire, nel giro di peche
ore, in una sezione meno dura del carcere, clave potessimo stare
un po' meglio.
8. Tratti fuor dalla segreta, potemmo dedicarci un po' a noi stessi. Mi fu concesso di allattare il piccolo, quasi
morto d'inedia. Temendo per lu, esortavo ma madre e scongiurayo mio fratello ad averne la massima cura. Ma ero angosciata
di vederli angosciati per causa mia. 9. S'ando avanti cosi per
parecchi giorni, fnch non ottenni che il piccolo restas se con me
in prigione. Subito mi sentii meglio e indicibilmente sollevata di
poter dedicare ogni ma fatica e cura alla creatura: di colpa la
ptigione mi parve una dmora principesca, preferibile a qualsiasi
altra.

120

PASSIO PERPETUAE ET FEUCITATIS

4, 1. Tune dixit mihi frater meus: "Domina soror, am in


magna dignatione es, tanta ut postules visionem et ostendatur
tibi an passio sit ao cornmeatus". 2. Et ego quae me sciebam fabulad cum Domino, cuius beneficia tanta experta
, eram, fidenter repromisi ei dicens: " Crastina die tibi renuotiabo". Et postulavi, et ostensum est mihi hoc: 3. video
scalam aeream mirae magniturunis, pertingentem usque ad
caelum, et angustam, per quam nonrusi singuli ascendere possent, et in lateribus scalae afine genus ferramentorum iofi10 xum. Erant ibi gladii, lanceae, hami, machaerae, verruta, ut
si quis neglegenter aut non sursum adtendens ascenderet laniaretur et carnes eius inhaererent ferraroentis . 4. Et ~rat
sub ipsa scala draco cubans mirae magnitudinis, qu ascendentibus insidias praestabat et exterrebat oe ascenderent. 5.
Ascendit autem Saturus prior, qui postea se propter nos ultro tradiderat, quia ipse nos aedificaverat et tune, cum adducti sumus, praesens non fuerat.
6. Et pervenit in caput
scalae et convertit se et dixit mihi: UPerpetua, sustineo te;
sed vide ne te mordeat draco ille". Et dixi ego: uNan me
lO oocebit, in nomine lesu Christi".
7. Et de sub ipsa scala,
quasi tiroens me, lente eiecit caput; et quasi primum gradum
calcarem, calvavi illi caput, et ascend. 8. Et vidi spatium
inmensum horti et in medio sedentem hominem canum, in
habitu pastoris, gr~ndem, oves mulgentem; et circumstantes
candidati milia multa. 9. Et levavit caput et aspexit me et
dixit mihi: "Bene 'venisti, tegnon". Et c1amavit me et de ca-

l'

2,

PASSIONE DI PERPETUA E muCITA

121

4, l. Un giorno mio fratello mi disse: "Sorella venerata, sono


ormai COSI grandi i tuoi meriti, che puo chiedere la grazia di una
visione, per sapere se sei destinata al martirio o avrai salva la vita" . 2. lo, sapendomi capace di conversare con il Signare, del
quale gi3 avevo sperimentato cOSI grandi favori, fiduciosa promisi: "Domani te lo sapro dire". Chiesi la grazia ed ebbi questa visione. 3. Vidi una scala di bronzo di mirabile altezza, che giungeva fino al cielo; ma era stretta e si poteva salire solo uno per
volta. Sui lati della scala era fissato ogni genere di strumenti di
ferro: c'erano spade, lance, arpioni, Iunghi coltelli, spiedi, per
modo che se uno saliva incautamente o trascurava di tenere lo
sguardo verso l' alto, finiva dilaniato e le sue carni restavano impgIiate nei ferri.
4. Ai piedi della scala giaceva un serpente di
mirabile grandezza che aspettava al vareo chiunque si avvicinava
per spaventarlo ed impedirgli l' ascesa. 5. Prima di me san Sa(Uro (egli si era consegnato spontaneamente per amor nos tro: era
lui che ci aveva istruito nelia fede, ma, al momento dell'arresto,
non era stato presente). 6. Giunto in cima alla scala, si giro e
mi disse: "Perpetua, ti aspetto. Ma bada che il serpente non ti
morda". Gli risposi: "Non mi fara nulla, in nome di Gesu Cristo". 7. Il serpente infatti, al fondo della scala, levo il capo assai lentamente, quasi avesse paura di me. lo allora, calcando il suo
capo come primo gradino della scala compii l'ascesa. 8. E vidi
un immenso giardino, e, assiso nel mezzo, un uomo dalla testa
bianca, vestito da pastore, di grande statura, che mungeva delle
pecare; e, tutt'intorno, molte migliaia di persone biancovestite. 9. Levo il capo, mi vide e mi disse: "Benvenuta, figlia".
Poi mi chiamo per nome e mi offrl un boccone del formaggio che

4. 7.8. scalam ... angllstam cfr. Gen. 28. 12; Ev. Matth. 7.13,4
1}- 4 . draco ...
pradtabat cfr. Apoc .. 1 ~,~; Gen. }.1:5
20. in nomine IeJU Christi Act. Ap.
16, 18 . 12. calc4vI dil ClJput cfr. Gen. 3 ,1:5 (iuxta antiquam versionem Africa
nam: Vide VL Beuron 2, pp. 68-9)
l}. hominem canum cfr Apoc
1,14
2}-4. in IMbilu ... grandem cfr. Ev. lo. lO-ll 'gg. Ep H,b
13 20
.
-,
.
r.
'.
2;4d 'T
""
tu1Iumstal/leS. ... mu/Id cfr. Apoc. 7,9. 14 (iuxta antiquam versionem
AlllClmam : VI e er . Scorplacc 12,10)

<

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122

}O

lO

15

PASSIONE DI PERPETIJA E FEUCITA

PASSIO PERPETIJAE ET PEUCITATIS

seo quod mulgebat dedit mihi quasi buccellam; et ego accepi


iunctis manibus et manducavi; et universi circumstantes ruxerunt: "Amen".
10. Et ad sonuro vocis experta suro, conmanducans adhuc dulce nesdo quid. Et retul statim fratri
meo, et intelleximus passionem esse futuram, et coepimus
nullam iam spem in saeculo habere .
5, 1. Post paucos dies rumor cucurrir ut audiremur. Supervenit autero et de civitate pater meus, consumptus taedio,
et ascenrut ad me, ut me deiceret, dicens: 2. "Miserere,
filia, canis meis; miserere patri, si dignus sum a te pater vocari, si his te manibus ad hune florem aetatis provexi, si te
praeposui omnibus fratribus tuis : ne me dederis in dedecus
hominum.
3. Aspice fratres tuos, aspice matrero tuaID et
materteram, aspice filium tuum, qui post te vivere non poterito
4. Depone animas; ne universos nos extermines: nemo
enim nostrum libere loquetur, si tu aliquid fueris passa", 5.
Haec dicebat quasi pater pro sua pietate, basians mihi manus,
et se ad pedes meas iactans et Iacrimans me iam non filiam
nominabat, sed dominam.
6. Et ego dolebam casum patrs
mei, quod solus de passione mea gavisurus non esset de tato
genere meo, et confortavi eum clicens: "Hoc fiet in illa catasta quod Deus voluerit: seito enim nos non in nostra esse
potestate constitutos, sed in Dei" , Et recessit a me contristatus.
6, 1. Alio die cum pranderemus, subito rapti sumus ut
audiremur. Et pervenimus ad forum. Rumor statim per vicinas fori partes cucurrit, et factus es t populus inmensus. 2.
Ascendimus in catastam. Interrogad ceteri confessi sunt.
Venturo est et ad me. Et apparuir pater ilico cum filio meo,

4 -

12 3

mungeva. lo 10 presi a mani giunte e lo mangiai. Tutti i present <


dissero: "Amen" . 10. Al suano di quella voce mi sveglia che
ancora masticavo non so cosa di dalce. Ne rifedi immediatamente
a mio fratello: comprendemmo che sarebbe stato il martirio e deponemmo per sempre ogni speranza in questo mondo.

5, 1. Pochi giorni dopo, si diffuse la voce che saremmo stati


interrogati. Accorse allora dalla tina anche mio padre, distruno
dal dolore, e sall da me per tentare di piegarmi. Mi disse:
2.
uAbbi pieta, o figlia, della mia canizie, abb piera di tuo padre,
se e yero che son degno di esser chiamata da te padre, se e vera
che ti ho condotto con queste mie mani al fiare deli' eta, se e vera che ti ho sempre preferito ai tuoi fratelli: non espormi alludibrio della gente,
3, Pensa ai tuo fratelli, pensa a tua madre e
a tua zia, pensa a tuo figlio, che non potra sopravviverti. 4.
Deponi questa tua testardaggne, non volere la rovina di noi tutti: nessuno di noi potra piu parlare liberamente, se ti capitera
qualcosa di male". 5, Questo mi dceva, e veniva davvera dal
suo affetto di padre, e mi baciava le mani, e si gettava ai miei
piedi, e tra le lacrime non piu figlia ma padrona mi chiamava.
6. L'infelicita di mio padre mi addolorava profondamente,
poch egli sarebbe stato il solo di tutta la famiglia a non gioire
del mio martirio. Lo confortai rucendo: "In tdbunale andra come vorra Dio. Sappi infatti che noi non dipendiarno dalla nostra
volonta, ma da quella di Dio" . E lui mi lascio, profondamente
afflitto.
6, 1. Il giorno dopo, mentre facevamo la colazione, furnmo
portati va senza preavviso per l'udienza, Giungemmo al foro . La
notizia si propago all'istante per le zone vicine e si raccolse una
folla rnmensa.
2. Salimmo sul palco. Interrogati, gli altri confessarono la fede. Quando viene il mio turno, ecco che si fa

19. Amt'l'1 Apoc. 7,12

<

'24

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PASSIO PERPETUAE ET FELICITATIS

et extraxit me de gradu, rucens: "SUppliC3; miserere in


fanti".
3. Et Hilarianus procuratar, qui tune loco pro
consulis Minuci Timiniani defuncti us gladii acceperat: "Par
ce", inquit, "cans patts tui, paree infantiae pueri. Fac sacrum pro salute imperatorum". 4. Et ego respond: "Non
fado". Hilarianus: "Christiana es?" inquit. Et ego respond:
"Christiana sum". 5. Et cum staret parer ad me deicienclam, iussus est ah Hilariano proici. Et virga percussus est: et
daluit mihi casus parts mei, quasi ego fuissem percussa: sic
dolui pro senecta eius misera. 6. Tune nos universos pronuntiar et damnar ad bestias; et hilares descendimus ad car7. Tune guia consueverat a me infans mammas aedcerem.
pere et meeum in eareere manere, statiro mitto ad patrero
Pomponium diaeonum, postulans infantem. 8. Sed pater
dare ooluit. Et quomodo Deus voIuit, oeque ille amplius
mammas desideravit, neque roih fervorem fecerunt, ne sollicitudine infantis et dolore mammarum macerarer.
7, 1. Post dies paucos, duro universi oramus, subito media oratione profecta est mihi vox et noroinavi Dinocraten.
Et obstipui quod numquam mihi in mentem venisset nisi
tune, et doIui co romemorata casus eius. 2. Et cagnovi me
statim dignam esse et pro eo petere debere. Et coepi de ipso
oratianem facere multum et ingemescere ad Dominum. 3.
Continuo ipsa nocte ostensum est mihi hoc. 4. Video Dinocraten exeuntem de loco tenebroso, ubi et conplures erant,
aestuantem valde et sitientem, sordido vultu et colore pallido;
et vulnus in facie eius, quod curo moreretur habuit. 5. Hic
Dinocrates fuerat frater meus carnalis, annorum septern, qu

7. 9. vuuu cocld. Ro Fr Ru: culhl Ge Sh Be La

PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA

12 5

avanti mio padre con mio figlia, mi tira giu dal paIco e dice: "Fa'
i1 sacrificio, abbi pieta del piccalo" . 3. 11 procuratore Ilariano, <
che sostituiva il defunto proconsole Minucia Timiniano nei processi capitali, mi dice: "Abbi pieta della canizie di tuo padre, ab
bi pieta della giovanissima eta di tuo figlio . Fa' i1 sacrificio per la
salute degli imperatori" . 4. Ma io risposi: "Non lo facdo".
Iladano mi chiese: "Sei cristiana?". Risposi: "Sono cristiana" . 5. E siccome mio padre non desisteva dai suoi tentativi
di piegarmi a quell'atto degradante, Ilarlano diede ordine di cacdarlo. Fu preso a bastonate. Provai dolore per l'incidente tacca
to a mio padre, come se fossi stata io stessa la vittima di quelle
percosse. Provai dolore per la sua infelice vecchiaia. 6. AJlora
il procuratore ci dichlara tutti colpevoli e ci condanna alle fiere .
Esultanti, torniamo in prigione. 7. Dal momento che i1 piecolo s'era abituato a prendere da me illatte e a srare con me in
prigone, mando subito i1 diacono Pomponio da mio padre per
farsi dare la creatura. 8. Mio padre si rHiuto di consegnarlo,
ma avvenne il miracolo: il piccolo non ebbe piu bisogno delle
mammelle, n esse mi si infiammarono, cosicch mi fu risparmiato il tormento che avrebbe potuto derivarrru dalla preoccupazione per il piccolo e dal dolore delle mammelle.
7, 1. Pochi giorni dopo, mentre siamo tutti raccolti in preghiera, mi venne all'improvviso di fare a voce alta il nome di Dinocrate. Mi stup che non mi fosse venuto in mente prima, .ben51 solo in quel momento, e provai un gran dolore al ricordo della
sua disgrazia.
2. Compresi all'istante che ero diventata degna
di intercedere per lui, e che lo dovevo fare. Pregai a Iungo per
lui, levando i miei lamen ti al Signore. 3. La notre stessa ebbi
quesra VISIone. 4. Vidi Dinacrate uscire da un luogo tenebroso, dov'erano in molti, tutto accalorato e assetato, d'aspetto ri
pugnante, d'un pallore mortaIe e, sul volto, la fedra che aveva al
momento della morte. 5. (Questo Dinocrate era stato un mio
&atello carnale, morto orribilmente a sette anni per un tumore

<

126

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1:5

:5

10

PASSIO PERPETU AE ET FEUOT ATIS

per infirmitatem facie carreerata male ahUt, ita ut mors eus


odio fuerit omnibus hominibus. 6. Pro hac ergo orationem
feceram; et inter me et illum grande erat diastema, ita ut
uterque ad invicem accedere non possemus. 7. Erat deinde
in ille loco, ubi Dinocrates erae, piscina plena agua, altiorem
marginem habens quaro erat statura pueri; et extendebat se
Dinocrates quasi bibiturus. 8. Ego dolebam, quod et pisci.
na illa aquam habebat. et tamen propter altitudinem marginis
bibiturus non esset. 9. Et experta suro, et cognovi fratrem
meum laborare, sed fidebam me profuturam labar eus. Et
orabam pro eo omnibus diehus, quousque transivimus in car
cerern castrensem: munere erum castrensi eramus pugnaturi oatale tune Getae Caesaris - . 10. Et feci pro illo orationem
die et nocte gemens et lacrimans, ut mihi donare tur.
8, 1. Die quo in nervo mansimus, ostensum est mihi hoc.
Video locum illum quem retro videram, et Dinocraten mundo
corpore, bene vestitum, refrigerantem; et ubi erat vulnus, video cicatricem; 2. et piscinam illam, quaro retro videram,
summisso margine usque ad umbilicum pueri; et aqua de ea
trahebat sine cessatione . 3. Et super marginem fiala aurea
plena aqua. Et accessit Dinocrates et de ea bibere coepit;
quae Hala non deficiebat. 4. Et satiatus accessit de aqua
ludere more infantium gaudens. Et experta sumo Tune intellexi translatum eum esse de poena.

14. diastema edd. ; diadema 1 idian/em 4 diantem S spa/ium 2, 3


20 . El
experta )11, 4, S: el experrect4 1, 3" edd. expergefacta 2
8, 5. agua S", Sb Re (p. 120) LaNc (p. 31 sgg.): 4guam 1, 2, 3, 4, se Ro Sh Be
Mu
6. lrahebat 1, 3, 4, 5 Ro Be Mu: trahebam 2 catbat Ge pro/luebat LaNc ibid .
troMbal tkcurrenlem Sh; locum corruptu m potant Fr Ru; an aquom t ea trohehan/?
9. experta ) b, 4, 5", ,b: expen-ecto 1, 3", 5" edd. expergefacta 2

PASSIONE DI PER PETUA E FELICITA

7 -

12 7

che lo aveva col pito al viso, e percio la sua morte aveva suscitato
l'orrore e il compianto di tutti . 6. Era per lu che avevo pregato). Ma la distanza che ci separava era grande: non avremmo potuto in alcun modo avvidnarci, n lu a me n o a lui. 7 _ Dove si trovava Dinocrate, c'era una vasca piena d 'acqua il cui bordo superava in altezza la statura del fanciullo. Dinocrate, nel
tentativo di bere, si protendeva con tutte le sue forze . 8. E io
provavo un gran dolore vedendo che, pur essendo la vasca piena
d'acqua, !'altezza del bordo gli impediva di bere.
9. Qui mi
svegliai, e compresi che mio fratelio era in difficoIta, ma confidai
di riuscire in qua1che modo ad autarlo, E pregai per lui ogni
giorno, finch non fummo trasferiti nelia prigione militare (era
infatti il compleanno del cesare Geta, e noi eravamo stati desd- <
nad a combattere con le fiere neli'anfiteatro militare);
10.
pregai per lu giorno e notte, gemendo e lacrimando, perch mi
fosse concessa la grazia.

8, 1. Il giorno stesso in cui fummo messi in ceppi, durante


la fiotte ebbi questa visione, Vidi quello stesso luogo che avevo
visto la volta precedente, e Dinocrate ben lavato, ben vesrito e
in salute; dove aveva la ferita, vedo una cicatrice; 2. e la vasca
che gia CODoscevo aveva il bordo abbassato aU' altezza deU' ombelico del fanciullo, e l' acqua sgorgava senza posa.
3. Sul bordo <
c'era una coppa d'oro pena d'acqua, Dinocrate si accosto e bevve da quella, e 'acqua nella coppa non veniva meno. 4. Saziata la sete J prese a giocare e a dvertirsi con l'acqua, come fanno i
bambini. Qui mi svegliai, e compresi che era stato liberato dalla
pena.

128

10

15

PSSlO PERPETU AE ET FELICITATIS

9, L Deinde post dies paucos Pudens miles aptio, praepasitus carceris, qui nos magnificare coepit intellegens magnam virtutem esse in nobis, qui multos ad nos admittebat ut
et nos et illi mvicem refrigeraremus.
2. Ut autero proximavi! dies muneris, intrat ad me pater meus consumptus taedio,
et coepit barbam suam evellere et in terram mittere, et prosternere se in faciem, et inproperare annis suis, et dicere tanta yerba quae moverent unversam creatutam. 3. Ego doleham pro infelici senecta eius.
10, 1. Pridie quam pugnaremus, video in horomate hoc:
venisse Pomponium diaconum ad ostium carceris et pulsare
vehementer.
2. Et exivi ad euro et aperui ei; qui erar vestitus discincta candida, habens multiplices galliculas. 3. Et
dixit mihi: "Perpetua, te expectamus: veni". Et tenuit mihi
manuro, et coepimus ire per aspera loca et flexuosa.
4. Vix
tandero pervenirous anhelantes ad amphitheatrum, et induxit
me in media arena, et dixit mihi: "Noli pavere: hic sum tecuro et conlaboro tecuro". Et abiit. 5. Et aspicio populum
ingentero adtonituro; et qua scebaro me ad bestias damnataro esse, mirabar quod non mitterentur mihi bestiae. 6. Et
exivit quidam contra me Aegyptius, foedus specie, cum adiutoribus suis, pugnaturus mecum. Veniunt et ad me adolescentes decari, adiutores et fautores meL
7. Et expoliata sum,
et facta suro roasculus; et coeperunt me favisores mei oleo
defricare, quomodo solent in agone; et illum contra Aegyptiuro video in afa volutantem. 8. Et exvit vir quidam mirae magnitudinis, ut etiaro excederet fastigium amphitheatri,
discinctatus, purpuram nter duos clavos per medium pectus

9,

2.

qui codd . .Sh: del. edd. cett.

3. qui 1, 3 edd. praeter Sh: om. 2, 4, 5 Sh

PASSIONE DI PERPETUA E FEU CITA

9 - 10

'29

9, 1. Nel giro di pochi giorni Pudente, il sottufficiale che


fungeva da sorvegliante, prese ad averci in grande stima: aveva
intuito la grande virtu che era in noi, e lasciava che moIti venissero a farci visita, perch potessimo ristorarci in lieta compagnia. 2. II giorno dd giochi era ormai vicino, quando viene a
trovarmi mio padre, distrutto dal dolore, e prende a strapparsi i
peli della barba e a gettarli in terra, a prostrarsi lui stesso col
volto fino a terra, a maledire la sua inutile vecchiaia, a far discorsi che avrebbero impietosito il mondo intero. 3. lo provavo grande afflizione per la sua infelice vecchiaia.
10, 1. La vigilia dei gochi, ebbi questa visione. Vdi il diacono Pomponio giungere alla porta della prigione e hussare ener- <
gicamente. 2. Andai ad aprirgli: indossava una hianca tunica
senza cintura, e sandali molto eleganti. 3. Mi dsse: "Perpetua, ti aspettiamo: vieni". Poi mi prese per mano e ci avviammo
per un cammino aspro e tortuoso. 4. Alla fine, tutti trafelati,
gungernmo all' anfiteatro. Mi fece entrare nell' arena e mi disse:
"Non temere: sono qua io, combattero con te" . E se ne
ando. 5. M'accorsi che c'era una gran folla eccitata, e poich
sapevo di essere condannata alle fiere, mi stupii che non venissero liberate contra di me. 6. Si fece avanti. invece, per affrontarmi in duello, un egiziano d' aspetto ripugnante coi suoi accoli- <
ti. Anche a me si avvicinarono dei giovinetti di bell' aspetto, per <
assistermi e incitarmi. 7. Fui spogliata e divenn uomo. 1 mie
assistenti presero a massaggarm con l'olio, come s'usa prima dei <
combattimenti nell' arena, mentre vedo che l' egiziano si rotola
nella polvere. 8. S'avanzo infine un uomo di mirabile statura,
piu alto ancora del tetto dell' anfiteatro, con veste di porpota
senza cintura e, ai lat del petto, due hande verticali; calzava me-

10,

l6-7. Aegyptium ... volutllntem cfr. Gen. 3,14

'3
20

25

30

35

PASSIONE DI PERPETUA E FEUCITA

PASSIO PERPETUAE ET FEUCJTATIS

habens, et galIiculas multiformes ex auro et argento factas, et


ferens virgam quasi Ianista, et ramuro viridem in qua erant
mala aurea.
9. Et petiir silentium et dixit: "Hic Aegyptius,
si hane vicerit, occidet illam gladio; haee, si hune vicerit, accipiet ramuro istum". Et recessit.
10. Et accessirnus ad invicem et coepimus mittere pugnas. lile mihi pedes apprehendere volebat, ego autem illi calcibus faciem caedebam.
11.
Et sublata sum in aere, et coepi euro sic caedere, quasi terram
non caleans. At uh vidi moram fieri, iunxi manus, ut dgitos
in dgitos mitterem, et apprehendi illi capur, et cecidit in faciem, et calcavi illi caput.
12. Et coepit populus clamare et
favisores mei psallere. Et accessi ad lanistam et accepi ramum.
13. Et osculatus est me et elixir mihi: "Filia, pax recuro". Et coepi ire eum gloria ad portam Sanavivariam. 14.
Et experta sumo Et intel1exi me non ad bestias, sed contra
diabolum esse pugnaturam; sed sciebam mihi esse victoriam.
15. Hoc usque in pridie muneris egi; ipsius autem
muneris aetum, si quis voluerit, seribat ~>.
11, 1. Sed et Saturus benedictus hanc visionem suam edidit, guam ipse conscripsit. 2. Passi inguit eramus, et
exivimus de carne, et coepimus ferri a quattuor angelis in
orientem, quorum manus nos non tangebant. 3. Ibamus
autem non supini sursum versi, sed guasi mollem clivum
ascendentes.
4. Et liberato primo mundo vidimus lucero
inmensam, et dixi Perpetuae - erat enim haee in latere meo
-: "Hoc est quod nobis Dorninus promittebat: percepimus
promissionem" . 5. Et dum gestamur ab ipsis quattuor an-

10 11

'3'

ravigliosi sandali d'oro e argento, e portava una bacchetta da al- <


lenatare dei gladiatori e un ramo verde con pom d'oro.
9. In- <
timo il silenzio e dsse: "L'egiziano, se sara lu a vincere, uccidera l' altra con la spada; se invece sara lei a prevalere, avra in premio questo ramo", e si ritiro.
10. L'incontro ebbe inizio, cominciammo a tirarci dei pugni. Quello cerco di afferrarm i piedi, ma io 10 colpil al volto con de calcio
11. Allora mi sollevo
in aria, roa casI lo potei colpire ancor meglio, non avendo pied
impegnati nell' appoggio al suolo. Poi, approfittando di un momento d tregua, congiunsi le mani intrecdando ben bene le dita
e lo afferrai alIa testa. Quello crollo col voho a terra e io gli calca la testa sotto il talIone.
12. La folla prese a gridare e i rniei
accoliti a cantare salmi. Mi avvicnai all'allenatore e presi il ramo.
13. Lui mi baco e disse: "La pace sia con te, figlia ma" .
E io mi avviai tra il tripudio della folla verso la Porta della <
Vira.
14. Qui mi svegliai. Compresi che non era contra le Here che avrei dovuto combattere, bensl contra il Demonio, roa sapevo che avrei vinta.
15. Questa e la cronaca di quanto e accaduto Hno alla vigilia dei giochi. Su quanto accadd durante i
giochi stessi, potra scrivere, se vorra, qualcun altro.
11, 1. Ma anche il benedetto Saturo ha reso nota questa sua
visione, scrtta di suo pugno. 2. Avevamo sublto il martiro, casi egli narra, <msciti dal carpo, fummo trasportati da <
quattro angeli verso oriente, senza che le loro mani ci toccassero.
3. Procedevamo in posizione, non orizzontale, col capo rivaho verso l'alto, bens) come chi sale un dolce pendio. 4. 01- <
trepassati i confini del mondo terrestre, vedemmo una luce iromensa e io dissi a Perpetua, che si trovava al mio fianco: "Questo e co che il Signore ci aveva promesso: la promessa e stata
esaudita". 5. 1 quattro angeli continuavano a trasportarci,

21 -2.

3,15

ramum ... aurea cfr. Apoc. 2,7


2,-6 . peJes
30. calcavi .. . caput cfr. supra 4,22; Gen. 3,15

volebat cfr. Gen.

1)2

10

r,

20

lO

PAsmo PERPETUAE ET FEUCITATIS

gelis, facturo es! nobis spatium grande, quod tale fuir quasi
viridiarium, arbores habens rosae et amne genus flores.
6.
Altitudo arborum era! in maduro cypressi, quarum folia caclebant sine cessatione.
7. Ibi aurem in viridiario alii quattuor
angeli fuerunr dariores ceteris; qu, uh viderunt nos, honorero nobis dederunt, et ruxerunt ceteris angelis: "Ecce sunt,
eece sunt", curn admiratione. Et expavescentes quattuor illi
angeli, qu gestaban! nos, deposuerunt nos.
8. Et pedibus
nos tris transivimus stadium va lata. 9. Ibi invenimus 10cuncluro et Saturninum et Artaxium - gu cadem persecutione viv arserunt -, et Quinturo - gui, ct ipse martyr, in carccre exierat -, Et quaerebamus de illis ub essent ceteri.
10.
Angeli dixerunt nobis: "Venite prius, introite, et salutate Do.
minum" .

12, 1. Et venimus prope locum, cuius loci parietes tales


erant quasi de luce aedificati; et ante ostium Ioci illius angeli
quattuor stabant, gu introeuntes nos vestierunt stolas candi.
das.
2. Et introivimus, et audivimus vocem unitam dicen.
tem: "Agios, agios, agios", sine cessatione. 3. Et vidimus
in eodem loco sedenrem quasi hominem canUID, nveos ha.
bentem capillas, et vultu iuvenili, cuius pedes non vidi.
mus. 4. Et in dextera et in sinistra seniores quattuor, et
post illos ceteri seniores conplures stabant.
5. Et introeuntes cum admiratone stetimus ante thronurn, et quattuor angeli sublevaverunt nos, et osculati sumus illum, et de manu
sua traiecit nobis in faciem . 6. Et ceter seniores dixerunt
nobis: "Stemus"; et stetimus et pacem fecimus. Et dixerunt
nobis seniares: "Ite et ludite".
7. Et dixi Perpetuae: "Ha-

12, 2: 4 . angeJi quatt~OT stalxmt, qui introeunles nos lIestiertmt stolas candidas scripsi: a. q.

s. q. mJ~nles IleStJe:unt s. c. 1 .Ro Fr Be Ru La Mu a. q. s. q. inlroeunles vestierunt nos

stola can"I~ 2 angt:lf 'l.uattuoT mtroeuntes nos IH!stiertmt stolis candidis 3 Fridh (p . 72)
er: nt angelt quattuor mtroeuntes et nos vestil! st%s canidas 4, 5 (uo/is C/luidiJ
5)
'l. Et om. 4, 5

PASSIONE DI PERPETUA E FEUCITA

II - 12

133

quand'ecca si dischiuse alIa nastra vista un'immensa distesa che


sembrava un giardino, con rosai e ogni genere di fior.
6. 1 rosai erano alti come cipressi, e le loro foglie cadevano senza
posa. 7. In questo giardino v'erano quattro angeli, ancor piu
radiosi degli altri, i quali, come ci videro, ci salutarono con ogni
onore e, pieni d'arnmirazione, dssero agli altri: "Eccoli, eccoli!".
1 quattro angeli che ci trasporcavano, cahi da timare, ci deposero
aterra. 8. Attraversammo a piedi il giardino, percorrendo una
larga s[rada.
9. Qui [rovammo Giocondo, Saturnino e Artassio (che in occasione di quello stesso martirio erano stati ars vivi) e Quinto (che, martire lui pure, era morte in prigone). Chiedemmo loro dove fossero gil altri.
10. Ma gli angeli ci dissero:
"Prima venite, entrate e salmate il Signare".

<

12, 1. Giungemmo a un palazzo le cu pareti sembravano <


fatte di luce. Davanti alla porta stavano quat[ro angeli, i guali ci
fecero indossare candde vest e ci fecero entrare. 2. Entrad,
udimmo cantare incessantemente a una voce: "Santo, Santo,
Santo". 3. E vedemmo cola assiso un uomo che pareva un
vecchio, coi capelli bianchi come neve, ma il vo1to di giovane, e <
del quale non si vedevano i piedi. 4. Alla sua destra e alla sua
sinistra stavano quattro anziani e, dietro a quelli, molti altri. 5. Ci avvicinammo e sostarnmo in ammrazione davanti al
trono. Quattro angeli ci sollevarono e potemmo baciarIo, e lui ci
sfioro il viso con la mano. 6. Gli anziani ci dissero: "In piedi". Noi ci alzammo e ci scambiammo il bacio della pace. Gli anziani alIora ci dissero: "Andate e giocate". 7. lo dissi a Perpe- <

U, l . quas; ... aedificati elr. Apoc. 21,18 .2 1


5. Agio!, agios, agios, sine cenatione
cfr. Apoc. 4,8
6-7. hominem ... Ctlpillos cfr. supra 4,23; Apoc. 1,14
8'9.
seniores .. . seniores coup/ures cfr. Apoc. 4,4; 5,8; 11, 16
10. stctimus .. . thronum
cfr. Apoc. 7,9
1I 1. de ... faciettt cfr. Apoc. 7,17; 21,4; Is. 25,8

134

r,

PASSIO PERPETUAE ET FEUClTATIS


PASSlONE DI PERPETUA E FEUCITA

bes quod vis". Et dxit mihi: "Deo gratias, ut, quomodo in


carne hilaris fui , hilador siro et hic modo".

13, 1. Et exivmus et vidimus ante fores Optatum episcopum ad dexteram et Aspasium presbyterum doctorem ad
sinistram, separatos et tristes.
2. Et miserunt se ad pedes
nobis, et dixerunt: "Conponite inter nos, quia exists, et sic
s nos reliquistis". 3. Et diximus illis: "Non tu es papa noster, et tu presbyter? Vt vos ad pedes nobis mittatis?". Et
moti sumus et conplexi ilIos sumus.
4. Et coepit Perpetua
graece curo illis loqui, et segregavimus eos in viridiarium sub
arbore rosae.
5. Et dum loquimur curo eis, dixerunt illis
ro angeli: "Sinite ilIos refrigerent; et si quas habetis inter vos
dissensiones, dimittite vobis invicem".
6. Et conturbaverunt eos, et dixerunt Optaro: "Corrige pIebem tuam, quia sic
ad te conveniunt quasi de circo redeuntes et de factionibus
certantes".
7. Et sic nobis visum est quasi vellent claudere
lS portas.
8. Et coepimus ilIic multos fratres cognoscere, sed
et martyras. Universi adore inenarrabili alebamur, qu nos satiabat. Tune gaudens expertus sum.)
14, 1. Hae visiones insigruores ipsorum martyrum beatissimoruro Saturi et Perpetuae, quasi ipsi conscripserunt.
2.
Secundulum vera Deus maturiore exitu de saeculo adhuc in
carcere evocavit, non sine gratia, ut bestias Iucraretur.
3.
, Gladium tamen etsi non anima, cerre caro eus agnovit.

15, 1. Circa Felicitatem Yero, et illi gratia Domini eiusmodi contigit.


2. Curo acto iam mensium ventrem haberet _
nam praegnans fuerat apprehensa -, instante spectaculi die in

12 - 15

135

tua: "Era questo che aspettavi". Lei mi rispose: "Siano rese grazie a Dio, poich, come sono stata allegra in vita, cos1 e ancor
piu posso esserlo adesso anche qui".
13, 1. Uscirnrno, e trovarnmo davanti alla porta, adestra il <
vescovo Ottato, a sinistra Aspasio, prete e catechista, che si tenevano a distanza tutti corrucciati.
2. Ci si gettarono ai piedi
e dissero: "Riconciliateci. Ve ne siete andati e ci avere lasciati
COSl .
3. Noi dicemmo loro: "Non sei tu il nostro vescovo) e tu <
il nostro prete? Come potete gettarvi ai nostri piedi?" . Poi, commossi, li abbracciammo.
4. Perpetua si mise a parlare con loro
in greco, e ci appartammo con loro nel giardino sotto un ro~
saio.
5. Mentre conversiamo, degli angeli dissero loro: "Lasciate che si riposino. Se tra voi ci sano delle ragioni di dissenso,
perdonatevi a vicenda".
6. Li gettarono in un profondo turbamento; e dissero a Guato: "Richiama all'ordine i tuoi fedeli :
vengono a te come se tornassero dalle gare del circo, litigando <
per questa o quella fazione".
7. E fecero il gesto di chiudere le
porte.
8. Noi aliara riconoscernmo cola molti fratelli nelia fede, e tra essi anche dd martirio Eravamo tutti ristorati da un <
profumo ineffabile, fino a sazieta. Qui mi svegliai, felice .
14, 1. Queste sono dunque le sublimi visioni dei beatissirni
martiri Saturo e Perpetua, scritte da loro rnedesimi.
2. Quanto a Secondolo, Dio Jo libero con una morte anticipata, quand 'e.
ra ancora in prigione, per una grazia speciale intesa a risparmiargli le fiere.
3. Ma se il ferro non gli tolse la vita, certo gli strazio la carne.
15, 1. Per quanto riguarda Felicita, le tocco questa grazia del
Signore. 2. Gia incinta al momento dell'arresto, era ormai al
l'ottavo mese. Approssimandosi il giorno dei giochi, era grande-

ll, 17 exMrtUJ 2,

)1"

4, 5: ncperrecl4 I ex~/uJ) " edd.

l~. Deo gratia5 dr. 1 Ep. Coro 15,57; 2 Ep. Coro 2,14; etc.
I4. 5. G/odium .. . anima cfr. Ev. luc. 2,35

<

PASSIONE DI PERPETUA E FELICITA


136

magno erat luctu, ne propter ventrem differretur - quia non


s licet praegnantes poenae repraesentari - et ne inter alios postea seeleratos sanetum et innoeentem sanguinem fundereto 3. Sed et conmartyres graviter eontristahantur, ne tam
bonarn sociam quasi comitem solaro in va eiusdem spei relinquerent. 4. Coniuncto itaque unito gemitu ad Dominum
1 0 orationem fuderunt ante tertium diern muneris.
5. Statim
post orationem dolores invaserunt. Et cum pro naturali dffcultate octavi mensis in partu lahorans dolerer, ait illi quidam
ex ministris cataracrariorum: Quae sic modo doles, quid facies obiecta hests, quas contempsisti ' cum sacrificare nolui15 st?.
6. Et illa respondit: Modo ego patior quod patior;
illic autem alius erir in me qu patierur pro me, quia et ego
pro ilIo passura SUffi,
7. Ita enixa est puellam, quaro sibi
quaedam soror in filiam educavit.

.5

10

16, 1. Quoniam ergo permisit et permittendo voluit Spiritus Sanctus ordinem ipsius muneris conscribi, etsi indigni ad
supplementum tantae gloriae describendae, tamen quasi mandatum sanctissiroae Perpetuae, immo fideicommissum eius
exequimur, unum adicientes documentum de ipsius constantia et arumi sublimitate, 2. quia tribuno castiganti eos et
male tractanti - qui ex admonitionibus hominum vanissimorum verebatur ne subtraherentur de carcere incantationibus
aliquibus magicis -, in faciem et respondit: 3. Quid utique non permittis nobis refrigerare noxiis nobilissimis, Cae-

16,6'7. quitI tribuno Cdstigpnti cos et male trachln,ti q~i scripsi: qui4 tribun~ cal~iganle COI
maJe trachlnle quonlm 4, 5 qua tribullo cashgantl eos el male tractantl qm 2 cum a
tribuno castigatius eo trachlnt; quia 1 cum trib/llluJ casgatiu$ COI castigari 'lu; 3- cum
tribunus castiga/ius eos castigaret 'lui }b cum tribunus castigatiuI eos caslippret quia Be Mu
cum a tribuno castigatius ea troclarentur quia Ge cum a tribul/o castjpptim eo tractanfur
quia Ro Ru qua!? tribul/o castlga/im eos Iraclal/ti quia LaNc (p. 34)
9. et 2, 4, 5a, 5":
ei 1, 3, 5b edd. respondit 1 Ro Sh Ru La: perpetua respondit 2, 3 Be Mu perpetua
respondit et dixit 4, 5 respondt perpetua Fr
el

15 - 16

137

PASSlO PERPETUAE ET FEUCITATIS

mente afHitta da! timore che la sua esecuzione venisse rinviata a


causa del suo stato (non era cansen tito sortoporre ad esecuzione
le donne indnte), per poi esser costretta a versare il suo sangue
santo e innocente tra delinquen ti comuni. 3. Gli altri , a loro
volta si rattristavano molto al pensiero di dover lasciare questa
buon~ compagna a far da sola il viaggio, tanto atteso da tutti come meta comune. 4. Con un solo gemito e una sola voce levarono quindi una preghiera al Signore (era l' antivigilia dei giochi).
5. Appena terminata la preghiera, le vennero le doHe, Poich il travaglio era molto doloroso (coro'era naturale,
~rattandos di un parto precoce), un carceriere le disse: Se soffri
tanto adesso, cosa farro quando ti daranno alle fiere? E pensare
che sembravi disprezzarle, quando ti sei rifiutata di sacrificare!. 6. Lei rispose: Adesso sono io che soffro quel che sof&O j allora, sara in me un altro che soffrid a! posto mio, poich
io subiro il martirio per luh). 7. E diede alla luce una bimba,
che una consorella nelIa fede allevo come fosse sua figlia.
16, 1. Poich lo Spirito Santo ha reso possibile, e quindi voluto, che venisse posta per iscritto anche la cronaca relativa ai
fart del circo, noi, seppure indegni di aggiungere alcunch aBa
descrizione di una gloria tanto grande, alleghiamo qu, ad esecuzione dell'ordine, o meglio delle volanta testamentarie, della
santissima Perpetua, una testimonianza della sua forza e sublimita d'animo. 2. Il tribuno, prestando orecchio alle insinuazioni
di gente superstiziosa e temendo che i prigionieri venissero fatti
fuggre dal careere con l' aiuto di formule e pratiche magiche, li <
rimproverava di continuo e li trattava assai maleo Perpetua oso
affrontarlo di persona: 3. (~ Ma come, impedisci a noi di prendere un pasto decente, a noi, condannati nobilssimi di Cesare, a <

INDICE

INTRODUZIONE ALLE LETTERE PASTORALI

Bibliografia

Il problema dell'autenticil

Difficolta contro l'autenticita

9
11

Rispost. aUe difficolta


La dottrina delle pastorali

Ecclesiologia
Cristologia
Vita cristiana

25
26

48
53

PRIMA LETTERA A TIMOTEO


1ntroduzione
Indirizzo
Difesa deIla dottrina dai falsi dottori
La legge non e per i giusti ma per gli iniqui
La misericordia di Dio nella conversione di PaoIo
Combatti la buona battaglia deIla fede
La preghiera liturgic.

65
69
70
72
74
78
80

Disposizioni circa l'atteggiamento degli uomini e

deIle donne nelle assemblee Ii turgiche


I ministri deIla Chiesa: l'episcopo
La Chies. e il mistero deIla pieta
Contro i falsi dottori
L'esempio personale
Compottamento con le diverse categorie di persone
Le vedove

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