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Le tecnologie delleducazione
Larea di ricerca e applicazione della tecnologia delleducazione si sviluppata in
ambito internazionale nella seconda met del Novecento sotto il nome di education
technology o instructional technology. Si tratta di unarea di confine tra diverse
discipline: tecnologie della comunicazione, pedagogia, scienze cognitive, epistemologia,
semiologia, ermeneutica, ecc. Il termine tecnologia si differenza a livello semantico dal
termine tecnica: mentre questultima descrivibile come un insieme di comportamenti
finalizzati al conseguimento di un risultato preposto, la tecnologia, ossia la tecnica pi il
logos, si configura come un elemento altro e superiore. Possiamo definire la tecnologia
come lo studio dei procedimenti, la riflessione sulla tecnica e lindividuazione dei suoi
rapporti con la cultura e lo sviluppo della civilt, in un processo metariflessivo che
abbraccia sia la dimensione astratta sia quella teorica.
Quando parliamo di tecnologia delleducazione facciamo riferimento a dei sistemi
di mezzi didattici basati su presupposti scientifici e tecniche avanzate per la
razionalizzazione della produzione e del controllo di programmi dinsegnamento
con la finalit di risolvere problemi complessi, coinvolgenti persone, procedure, idee,
organizzazione, risorse tecniche e finanziarie (Laeng, 1990; Galliani, 1993).
Le tecnologie delleducazione hanno trovato applicazione in campo educativo e
scolastico a partire dagli anni 50 negli USA e nel decennio successivo in Italia. I primi
studi si fanno risalire a Skinner, professore di psicologia allUniversit di Harvard, che
allinterno del paradigma comportamentista ha elaborato una tecnologia didattica
specifica che prende il nome di istruzione programmata e che consiste nellarticolare
i piani di studio e dei programmi scolastici in sequenze di unit minime, ciascuna delle
quali seguita da un rinforzo positivo. Listruzione programmata si basa sullattivazione
di un processo automatico di apprendimento individualizzato nel quale ogni singolo
step dellacquisizione di conoscenze sottoposto al controllo da parte dellallievo.
Successivamente le tecnologie educative si sono sviluppate in due principali filoni: quello
del teorie del curricolo e della programmazione (Bloom, Carroll, Gagn, ecc.) e quello
tecnico-informatico, in cui il computer usato come agente istruzionale e supporto
allapprendimento. Questultimo si evoluto in due direzioni di ricerca: scienza dei mezzi
(in prevalenza audiovisivi), negli anni 60, in cui lattenzione centrata sulla macchina, le
sue caratteristiche e il suo impatto nei processi formativi; successivamente, studio delle
tecnologie didattiche come vero e proprio sistema di insegnamento (Olimpo, 1993).
La diffusione delle tecnologie nella scuola ha conosciuto una significativa evoluzione:
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radio, stampa, televisione, audio e video registrazione, personal computer, e, negli ultimi
anni, luso del web, che ha segnato il passaggio dalla multimedialit allipermedialit,
ossia la contaminazione di elementi mediali e codici differenti inseriti in una struttura
reticolare. Anche luso del computer nella didattica si profondamente modificato nel
tempo: dal modello didascalomorfo, nel quale il medium era visto come sostituto del
docente secondo un approccio comportamentistico-cibernetico, si giunti ai modelli
di apprendimento collaborativo e apprendimento mutuato che hanno luogo negli
ambienti virtuali di apprendimento, nei quali si attuano metafore apprenditive spaziotemporali e trovano il necessario spazio di interazione e condivisione le comunit di
apprendimento e di pratica. (Trentin, 2004)
In accordo con Bruner, che definisce amplificatore lausilio di sistemi di attrezzature
esterne che consentono alluomo di evolversi (Bruner, 1968), possiamo individuare nel
computer un amplificatore delle capacit umane e, pi precisamente, dellapprendimento.
Tale concetto ripreso da Olimpo, che nel definire la tecnologia come amplificatore
delle capacit umane ne propone unarticolazione in quattro dimensioni:
t tecnologia come amplificatore cognitivo: riguarda i contenuti e i processi
dellapprendimento e le strategie didattiche dei nuovi modelli di apprendimento
(multimedialit, formazione a distanza, e-learning, ecc.);
t tecnologia come amplificatore cooperativo: il focus sullinterazione e sul ruolo che
gioca nello sviluppo cognitivo. Le tecnologie sono quelle interattive e collaborative
(classi virtuali, gruppi collaborativi online, computer conference, ecc.);
t tecnologia come amplificatore informativo: relativo alla possibilit di accedere alle
informazioni (web, banche dati, documenti, raccolte di esperienze significative, ecc.); il
focus sulle capacit di cercare le informazioni, valutarle, manipolarle, riorganizzarle
e ristrutturarle;
t tecnologia come amplificatore espressivo: riguarda il potenziamento delle capacit
espressive e lo sviluppo di un nuovo codice comunicativo con lavvento della
multimedialit (Olimpo, 1999).
Ancora, nel tema di tecnologie e media come estensioni del nostro corpo, Maragliano
ipotizza quattro fasi progressive: nella prima la macchina estende una nostra facolt o
un nostro senso; nella seconda rinunciamo a quella parte del nostro corpo delegandola
a un agente esterno, in una sorta di autoamputazione. questa la fase che possiamo
definire pi strettamente quella della tecnologia. Nella terza fase lautoamputazione ci
destabilizza provocando in noi una reazione di torpore, ossia un porsi passivamente
nei confronti della macchina. La fase di narcosi pone le basi per un nuovo equilibrio
e per nuove estensioni del corpo e della coscienza che si realizzano attraverso i mass
medi: questa la quarta fase (Maragliano, 2004). In questa ricomposizione le tecnologie
educative trasformano in profondit le attivit formative, modificandone le seguenti
dimensioni:
t analisi delle organizzazioni formative in quanto sistemi;
t progettazione didattica e programmazione educativa;
t produzione di materiali e media didattici;
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informali, come ad esempio siti tematici, siti personali, blog, articoli, newsletters, riviste
e quotidiani, siti istituzionali, ecc. Un esempio di approccio critico alle risorse didattiche
in rete quello proposto da Rotta (Calvani e Rotta, 1999) per la valutazione qualitativa
delle risorse; si tratta di esaminare loggetto multimediale esplorato da quattro punti di
vista:
t la sua collocazione: come situato nel contesto, chi sono i destinatari, quali funzioni
vuole assolvere (persuadere, incuriosire, informare, ecc.);
t la qualit del contenuto: come stato selezionato, quali sono le fonti, il gradi di
scientificit e accuratezza, ecc.;
t lorganizzazione della navigazione: la facilit di orientamento nelle informazioni, la
loro chiarezza, le interazioni stimolate, ecc.;
t lo stile: lusabilit del sito, laspetto grafico, la leggibilit ecc.
La griglia di analisi si presta alla riflessione critica e alloggettivazione dei giudizi formulati
e pu essere efficacemente utilizzata come riflessione guidata di gruppo.
Nella rete il lettore diventa anche autore: attraverso siti web, blog, social network
e strumenti di pubblicazione ha la possibilit di partecipare alla costruzione
dellinformazione cessando di esserne un fruitore passivo. Scuole, docenti e studenti
attraverso la presenza in rete acquistano lopportunit di rendersi visibili e raccontarsi,
uscendo dal confine fisico dellaula o dellistituto. La rete pu essere anche un luogo di
lavoro collaborativo. Secondo il paradigma costruttivista, lapprendimento considerato
un processo sociale che attiva la costruzione di nuovi significati tramite la discussione
e linterazione di gruppo; la comunit collaborativa caratterizzata dal rapporto di
interdipendenza che si instaura tra i suoi membri, dallimpegno e la responsabilit nei
confronti del gruppo e del compito che ci si prefissati, nella condivisione di un obiettivo
comune, dove il tutor gioca il ruolo di facilitatore e organizzatore (Guglielman, 2003).
In tale contesto lapprendimento individuale il risultato di un processo di gruppo. Le
tecnologie che supportano i processi di apprendimento collaborativo possono essere
suddivise in tre categorie:
t sistemi di comunicazione:
a. sincroni (testo, audio, grafica, comunicazione video)
b. asincroni (e-mail, teleconferenza, fax);
t sistemi per la condivisione di risorse: a) sincroni (condivisione di schermo e lavagna
elettronica, strumenti per rappresentare progetti), b) asincroni (accesso a files e banche
dati);
t sistemi di supporto a processi di gruppo (sistemi per la gestione di progetti, calendari
condivisi, sistemi per la produzione, strumenti di votazione, strumenti per la
generazione di idee e per discussioni aperte) (Kaye, 1994).
Lapprendimento collaborativo necessita di uno scambio e uninterazione tra pari e dello
scambio di ruoli allinterno del gruppo; la collaborazione consente un apprendimento
pi fruttuoso rispetto a quello conseguito singolarmente. I fattori che facilitano
lapprendimento nei gruppi collaborativi sono riconducibili alla creazione di un clima
emotivo e intellettivo che porta allapprendimento, e lattivazione di processi cognitivi
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riferisce tanto allapproccio didattico quanto allidea, di matrice costruttivista, che non
possibile insegnare ma soltanto facilitare lapprendimento: ciascuno artefice della
costruzione dei propri saperi e nellassimilare nuove conoscenze ristruttura e riorganizza
il proprio mondo mentale. In questo processo il tutor agisce come sostegno (scaffolding)
allapprendimento e come supporto della progressiva autonomia cognitiva dellallievo.
Il tutor online dovrebbe possedere una serie di competenze didattiche, tecniche,
comunicative e gestionali; in particolare un tutor di successo colui che: orienta e
guida i corsisti nel reperire risorse in rete, inviare e leggere messaggi; contribuisce a
creare un ambiente di apprendimento interattivo nel quale vengono incoraggiate la
partecipazione e la condivisione; attiva strategie adeguate per permettere a ogni
corsista di esprimersi e acquisire conoscenza secondo le proprie attitudini e capacit;
incoraggia nei corsisti la metacognizione, stimolando la riflessione sulle conoscenze
apprese e a come esse impattano sul loro mondo mentale; agevola la riflessione critica
sulle problematiche del corso e gli aspetti migliorabili (Zorfass et al., 1998). Lanalisi e
comparazione dei vari rfrentiels che delineano le competenze del tutor online (Rotta
e Ranieri, 2005; Rivoltella, 2006; Banzato et al., 2007) ci permette di individuare quattro
dimensioni di intervento che possono essere facilmente riconducibili a quattro aree di
competenza:
1. supporto tecnico (risoluzione di problemi relativi alla piattaforma e agli strumenti
tecnici, supporto per il loro corretto uso);
2. supporto pedagogico (azioni di stimolo intellettuale, presentazione dei materiali e
delle risorse, supporto nella risoluzione di problemi, organizzazione delle discussioni,
risposta a richieste di chiarimento sui contenuti);
3. supporto metodologico-organizzativo (funzioni relative al calendario delle attivit,
alla tempistica, al controllo);
4. supporto sociale (sostegno emotivo, affettivo e motivazionale, mantenimento di
un clima di fiducia reciproca, stimolo di attivit collaborative, analisi delle relazioni
interpersonali, risoluzione dei conflitti).
Possiamo ipotizzare quindi, quattro aree di competenza, ossia insiemi di attivit
specifiche che si svolgono in un contesto operativo concreto e che caratterizzano le
professionalit e lexpertise di chi le svolge: didattica: le competenze relative al campo
dellinsegnamento-apprendimento, molte delle quali gi patrimonio del formatore
tradizionale; tecnologia: le competenze relative alla conoscenza e luso dei mezzi
informatici e telematici e delle reti; comunicazione/interazione: le competenze relative
alle modalit di comunicazione e interazione sociale che vengono tipicamente a crearsi
nella CMC Computer Mediated Communication in particolare per quanto riguarda
i gruppi collaborativi e le comunit virtuali apprenditive; gestione: le competenze
riguardanti gli aspetti organizzativi e gestionali della formazione in rete, lerogazione e
il controllo del percorso online.
Dallanalisi emerge un profilo dinamico del tutor online, che, come nodo di mediazione
tra la dimensione teorica e quella applicativa dei modelli di didattica digitale, necessario
sia rispondente alle prerogative rivendicate da un approccio di apprendimento mutuato
e rifletta lottica di osservazione problematizzante assunta in relazione ai processi di
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apprendimento in rete. La riflessione intorno alla complessa figura del tutor online ci
induce quindi a sottolineare che il tutor deve sapersi muovere tra le varie tecnologie e i
vari approcci, transitando tra di essi in una forma di flessibilit nomadica che caratterizza
lapertura e la complessit dei nuovi ambienti di apprendimento.
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