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Comune di Sanremo
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a cura di M. Medri
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SANREMO (IMPERIA)
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A CURA DI M. MEDRI
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Foto copertine: 1a, foto aerea realizzata dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
dei Carabinieri di Genova; 2a e 3a, ricostruzioni 3D della villa della Foce di
Sanremo (IM).
Sanremo, 2006
Comune di Sanremo, Imperia
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Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro pu essere riprodotta o trasmessa sotto
qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni su nastro o mediante memorizzazione, senza il permesso scritto. Le eventuali
trasgressioni verranno perseguite ai sensi di legge.
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Si deve a Piero Barocelli, tra gli anni 20 e 30 dello scorso secolo, il primo interesse
scientico e di tutela sui resti del complesso termale di et romana imperiale situato a
Sanremo presso il mare, sulla riva destra del torrente Foce.
Era gi stato edicato nella prima met dellottocento il cimitero monumentale della
citt, che insieme alla linea ferroviaria GenovaVentimiglia avrebbe denitivamente
precluso ulteriori pi estese indagini.
Gli interventi di tutela verso le strutture, testimonianze di una villa di otium, si sono
susseguiti nel tempo. La conclusione dellesproprio nel 1960 ha rappresentato la prima
concreta azione della Soprintendenza e del Comune di Sanremo per rendere fruibile
questarea archeologica.
Da allora molte sono state le difcolt per completare liniziativa. La nuova attenzione
maturata da parte degli Enti Locali verso i beni culturali del territorio ha permesso al
Comune di Sanremo di costruire un progetto per la valorizzazione di questo sito in piena
sintonia con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d. lgs. 42/2004).
Dal 2002 Comune di Sanremo, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria,
Universit di Genova-D.AR.FI.CL.ET. stanno collaborando fattivamente e con
entusiasmo integrando competenze e risorse, innanzitutto per la conoscenza del sito.
Questa pubblicazione costituisce una signicativa tappa del percorso progettuale che
prevede al termine la sistemazione e lapertura al pubblico dellarea.
Giuseppina Spadea
Soprintendente per i Beni Archeologici della Liguria
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Ringraziamenti
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Le gg. 1 e 7 sono tratte da: V. Swanson, Sir Lawrence Alma Tadema. Un peintre victorien, une
evocation de lantiquite, London 1977.
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Le gg. 10, 22, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 37, 39, 40, 41 e tutti i graci, tratti da
disegni originali, sono stati realizzati dal gruppo di lavoro del Progetto per lo studio e la valorizzazione delle ville romane della Foce e di Bussana, Sanremo (IM) e sono qui riprodotti per
gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria.
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INDICE
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1. La villa dozio
2. Le terme in villa
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La villa dozio11
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Le ville erano a tutti gli effetti delle vere e proprie aziende produttive,
funzionali alla gestione di grandi possedimenti terrieri specializzati in monocolture di pregio, soprattutto vigneti
e uliveti. Per questo motivo, allinterno di molte ville spesso si trovano due
parti distinte, una abitativa, pars urbana, laltra dotata di impianti per la trasformazione dei prodotti agricoli, pars
rustica. Anche le ville marittime, collocate in prossimit della costa o sulla
riva stessa del mare, potevano essere
collegate a possedimenti agricoli nellimmediato entroterra o avere settori
attrezzati per unattivit tipicamente
marinara: lallevamento del pesce o
delle ostriche, che si svolgeva in apposite peschiere alimentate con l acqua
salmastra.
Ma le ville erano anche residenze lussuose e i loro proprietari amavano trascorrervi periodi pi o meno lunghi di
svago e di riposo. Anzi, con il trascorrere del tempo, a partire dalla ne del
I secolo a. C., fu proprio questultima
funzione a prevalere su quella produttiva. Molto spesso situate in luoghi
scelti appositamente per la loro bellezza e per le viste panoramiche che potevano offrire, le ville erano attrezzate
per offrire ogni genere di comfort. Se
la villa, come per la villa della Foce,
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1. La villa dozio
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La villa dozio 13
La villa di Laurentum
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Fig. 3. Pompei, pittura con scena di banchetto. La sala da pranzo era detta triclinio, vi si
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La villa dozio 15
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ville sul mare rinvenute in altri siti archeologici possono essere paragonate
a quella della Foce e ci aiutano a capire come poteva essere prima di andare
in gran parte distrutta.
La villa di Brioni, in Val Catena, provincia di Trieste, conservata pressoch per intero e si sviluppa tutto
intorno a un golfo attrezzato con moli
per lattracco di piccole imbarcazioni.
Vi sono vari settori: a sud, una zona
residenziale pi compatta, un grande
portico semicircolare a ovest in vista
del golfo e poi, man mano procedendo
verso nord, portici e passeggiate coperte, forse giardini abbelliti da statue,
del tipo che noi oggi deniamo giardini allitaliana.
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Le terme in villa 17
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La parola terma ha nellepoca romana un signicato diverso da quello odierno. Oggi si deniscono terme
soltanto quegli impianti che sfruttano
delle fonti di acqua, detta appunto
termale, talvolta calda ma comunque
caratterizzata da propriet particolari, come la presenza di zolfo o altre
componenti chimiche, beneche per
lorganismo umano. Si tratta, quindi,
di impianti nalizzati allo sfruttamento di acque con propriet terapeutiche
o comunque salutari. Nel mondo antico il signicato della parola terme
si richiama piuttosto alletimologia
del termine, derivante dal greco therms che vuol dire caldo. Infatti, la
principale caratteristica degli ambienti
termali romani era quella di essere riscaldati articialmente. I romani si recavano alle terme prevalentemente per
lavarsi, facendo un bagno caldo, con
un procedimento che molto simile a
quello che ancora oggi si pratica nei
bagni turchi. Il momento del bagno,
di solito nel tardo pomeriggio, era uno
dei pi importanti della giornata. Le
terme, infatti, erano anche un luogo
di incontro sociale insostituibile, dove
poter parlare, scambiare opinioni, conoscere nuove persone, dedicarsi allo
sport e alla cultura.
Le grandi terme di Roma fatte costruire dai tutti i pi grandi imperatori
a partire da Augusto, appositamente
per la popolazione dellUrbe, erano
dotate di palestre e piscine per il nuo-
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2. Le terme in villa
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Le terme in villa 19
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Il poeta satirico Marziale, vissuto nella seconda met del I secolo d. C., deride
Oppiano che frequenta una piccola e malconcia terma pubblica: li, se si vuole
prendere il bagno alla Laconica (consistente nel fare la sauna e poi tuffarsi
nellacqua gelida), dopo aver sudato, non resta da far altro che tuffarsi direttamente negli acquedotti.
Se vai a fare il bagno nelle terme di Etrusco, morirai senza esserti lavato,
Oppiano Se ti piace fare il bagno alla Laconica, puoi accontentarti di sudare in una stanza senza vapore e poi puoi buttarti direttamente nellacquedotto
dellAcqua Vergine o in quello dellAcqua Marcia.
(Epigrammi, 6, 42, 1-2, 16-18)
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Chiunque penserebbe di essere povero e sordido se le sue pareti non rifulgessero di grandi e preziosi specchi, se i suoi marmi alessandrini non fossero
intarsiati di marmi numidici e se questi non fossero bordati ovunque con complicati disegni colorati come pitture; se le coperture a volta delle sue sale non
fossero ricoperte di mosaici in pasta di vetro; se le sue piscine non fossero
rinite in marmo di Taso, una volta raro a vedersi persino nei templi, quelle
stesse piscine dove lasciamo andare i nostri corpi ormai svuotati di ogni energia per il gran sudare; se lacqua non fosse versata da rubinetti dargento
(Epistole, 86, 6-7)
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Il riscaldamento si produceva con impianti abbastanza sosticati che immettevano aria calda al di sotto dei pavimenti e lungo le pareti. Cosicch, in
alcune stanze riscaldate il pavimento
era rovente e vi si poteva accedere soltanto calzando i sandali, come ricorda
limmagine sulla soglia di una terma
africana.
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Il sistema era costituito da due pavimenti sovrapposti, uno in basso e laltro posto a circa 70 centimetri pi in
alto. Il primo era poggiato sul terreno,
mentre il secondo era sostenuto da apposite colonnine di mattoni, suspensurae, disposte sul pavimento pi basso.
Nello spazio interposto tra i due pavimenti veniva fatta circolare aria calda,
mentre lungo le pareti venivano collocati tubi cavi in terracotta per far s che
laria calda potesse salire verso lalto,
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Le terme in villa 21
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un ambiente a pianta rettangolare terminato verso sud da un semicerchio, sul quale sopraelevansi
muri perimetrali di minore spessore: sotto a tale parte dellantica
costruzione ed a quella occupata
dalla casetta che esistono due o pi
serie di ambienti, luno allaltro
sovrapposti, ricoperti da volti, disposti in senso da nord a sud e percorrenti un lungo tratto sotterraneo
verso sud e cio verso il mare, ed
un altro forse di maggior lunghezza
verso la strada ferrata
procedendo agli ordinari lavori
di movimento di terra, scavo e scasso, per la coltivazione del fondo,
si accert lesistenza di altri muri
diretti in senso normale al muro
rilevato, e prolungatisi sia verso
la spiaggia del mare che verso e
sotto il rilevato della strada ferrata
Ventimiglia-Genova, che delimita,
da nord, il fondo...
Dalla lettera di P. Agosti,
30 ottobre 1925
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Fig. 14. Sanremo (IM), villa della Foce. Pianta di P. Agosti rafgurante i resti romani
e le strutture moderne costruite sopra a essi (1925). Sotto la rielaborazione con i numeri che
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consentono di riconoscere gli ambienti nella pianta attuale della villa. In verde la zona occupata
dalla casa mediterranea e dal pozzo a cicogna, entrambi demoliti.
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Fig. 16. Sanremo (IM), villa della Foce (1925). Veduta dei resti della villa da sud, sullo
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Fig. 17. Sanremo (IM), villa della Foce. Planimetria delle aree interessate dal decreto di
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Fig. 18. Sanremo (IM), villa romana della Foce (1937). Veduta dei resti della villa da sud,
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delle indagini furono comunque buoni: vennero individuati due nuovi tratti
di murature romane: uno che proseguiva sotto il tracciato della ferrovia,
a monte della casupola, laltro a
sud dei ruderi gi visibili. Gli scavi di
maggiore entit, per, si concentrarono specialmente intorno alla piscina
per determinarne la profondit, per
ripulirla, essendo tutta piena di terra
e pietre per molta altezza., cio nella
vasca riscaldata, A 1. Qui, Barocelli
vide i condotti per il riscaldamento
esistenti nelle pareti, ma li interpret
erroneamente come condotti per regolare lingresso e luscita delle acque e non fu in grado di capire, o non
vide, altre tracce relative agli impianti
di riscaldamento. Interessanti sono le
scritte aggiunte a penna da Barocelli
sulla pianta 1:1000, che confermano la
notevole estensione del complesso archeologico: a ovest, verso il torrente S.
Bernardo, erano indicate nelle fondamenta di una casetta rustica tracce di
muri romani, estendentisi sotto la ferrovia; in direzione del mare, era segnalata lesistenza di ruderi che sembra originariamente proseguissero in
avanti ancora anche sotto il livello
del mare; sulla riva orientale del rio
Foce, furono visti indizi di muri romani tra le fondamenta di un edicio
gi utilizzato come Lazzaretto. A queste ricerche, con inusuale celerit segu
il giorno 8 febbraio 1926 lemissione
del decreto ministeriale di vincolo
dellintera area con acclusa planimetria catastale, integrato da un ulteriore
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Fig. 20. Sanremo (IM), villa della Foce. Veduta della casa mediterranea che sorgeva sui
resti della villa prima della demolizione. A destra ledicio con tetto a terrazzo.
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Fig. 21. Pianta di Chiavari (GE), prima met del XVII secolo. Possiamo immaginare che
il paesaggio rurale del Ponente ligure somigliasse a quello riprodotto in questa mappa: i campi
coltivati, al di fuori del centro urbano, erano disseminati di piccole case e di pozzi per attingere
acqua.
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vo).
La casa mediterranea della Foce era
parte di un paesaggio agricolo oggi
del tutto scomparso. Infatti, sin dal
tardo Medioevo per tutta let moderna, larea della Foce si trovava in una
zona rurale esterna al centro urbano,
attraversata solo dalla strada in direzione di Ospedaletti. In gran parte, era
occupata da coltivazioni di agrumi,
soprattutto i cedri gi annoverati tra
le colture locali in documenti del XII
secolo (cireis o citrinis), e di palme.
Queste ultime, in particolare, rappresentavano una delle pi importanti e
orenti voci delleconomia sanremese: le foglie di palma no allOttocento erano esportate in tutta Europa
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3. Il pozzo a cicogna
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Il pozzo a cicogna
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del pozzo a cicogna and poi scomparendo, in Liguria come nelle altre aree
dItalia in cui era usato, con lavvento
dei motori elettrici che consentono un
pompaggio dellacqua molto pi rapido ed efcace. Cos, un gran numero
di pozzi che un tempo usufruivano del
bilanciere stato dotato di motore,
tanto che oggi molto difcile incontrare un pozzo a cicogna ancora intatto
ed impossibile vederne uno ancora
usato. Quello che si conserva allinterno del parco archeologico della villa
romana della Foce, costruito in gran
parte utilizzando materiali, pietre e laterizi provenienti dai ruderi della villa
stessa, uno dei pochi esemplari ben
conservati, tanto che stato possibile
proporne una ricostruzione.
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M. L. B.
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cicogna.
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La parte oggi visibile della villa composta da vari ambienti, che possono
essere interpretati nelle loro funzioni
originarie, a seconda della loro forma
o della loro disposizione. Linsieme
ben conservato, ma solo pochi muri
sono abbastanza alti da recare le tracce delle porte, in particolare quelli che
vennero riusati per la costruzione della
casa mediterranea. Di molti altri rimangono solo le fondazioni e ovunque
mancano i pavimenti su cui si camminava in antico. I vani pi importanti,
raggruppati al centro dellarea, facevano parte delle terme e dei servizi a
esse necessari.
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Loriginaria funzione di vasca riscaldata certa per la presenza del condotto per il passaggio dellaria calda
tra questo ambiente e il contiguo ambiente 4.
Sulla parete nord dellambiente, contigua alla strada moderna, visibile
un incavo semicircolare, interpretabile come la traccia del condotto di adduzione per lacqua, forse costituito
come di consueto da un tubo in piombo.
La presenza di pi vasche riscaldate e
la loro ampiezza, abbastanza inusuale
per il contesto di una terma privata,
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Il costume dei romani era molto diverso dal nostro: i gabinetti pubblici,
come anche quelli privati, erano sempre a pi posti. Vari esempi da ville,
come la villa di Settenestre in Toscana, o da citt, per esempio Ostia
antica, ci mostrano come questo genere di impianti fosse sempre allestito
nello stesso modo. I sedili forati erano
posti direttamente al di sopra di un
condotto fognario, mantenuto pulito
da acqua corrente. Non di rado nelle terme lacqua sporca delle vasche
veniva convogliata nella fogna della
latrina, ottimizzando cos luso di un
bene che per lantichit era prezioso,
come lo era appunto lacqua.
La parte meglio conservata della la-
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Per saperne di pi
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H. Mielsch, La villa romana. Con guida archeologica alle ville romane, Firenze 1999.
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