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Margherita Palumbo

LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA

NEL SEICENTO
SUMMARY

The author discusses the spread and fortune of the Oracula Sibyllina in the

seventeenth century, reconstructing on the basis of the numerous 'disser


tationes de Sibyllis', published in Catholic as well as in Protestant Europe,
the debate among theologians and men of learning, such as Marck, Blondel
and Crasset, and pointing out that the oracles even triggerred Leibniz's cu
riosity.

za dubbio annoverare l'accurata voce sulle Sibille inserita da

Tra le Antonio
prime rassegne
dedicate agli Oracula Sibyllina si pu sen
Possevino nell'Apparatus sacer, e in cui il gesuita tro
va il modo di segnalare, malgrado fossero tutte condannate dai tri
bunali inquisitoriali, le edizioni del testo allora a disposizione degli
studiosi, scrivendo di non poter dare ragguagli sulla prima stampa
del 1545, affidata dal tipografo Johann Oporinus alle cure di Xystus
Betuleius,1 e di non poter descrivere in modo dettagliato neppure
quella del 1599 - che ripropone, senza che per Possevino lo precisi,
la versione e le note curate da Sbastien Castellion per la seconda
edizione basileese del 1546.2 Se tale libro non fosse stato inserito nel
la prima classe nell'Indice, sarebbe stato possibile fornirne notizie
pi precise, formulare ipotesi sullo stampatore, il cui nome non
1 Antonio Possevino, Apparatus sacri... Tomus Tertius, Venetiis, apud Societatem
Venetam, 1606, p. 214: Taceo editionem eorundem Sibyllinorum oraculorum ann.
1545. emissam [...] Adderem Ioannem Opsopaeum, cuius nomine Sibyllina oracula
Graecolatina cum Notis ipsius Parisijs (ni falsa sit inscriptio loci, 8C Typographorum)
ann. 1599. apud societatem Typographicam prodierunt, nisi & ipse Opsopaeus inter
primae Classis haereticos prohibitus esset. La voce dedicata alle Sibille e ai loro oracoli
alle pp. 214-215. La 'mancata' descrizione di Possevino della prima edizione relativa a
. Sibyllinorum Oraculorum Libri octo, multis hucusque
seculis abstrusi, nuncque primum in lucem editi. Adjecta quoque sunt Lactantii excerpta de his

testimonia, cum Annotationibus, per Xystum Betuleium Augustanum, Basileae, ex Officina


Ioannis Oporini, 1545. Per la storia editoriale del testo cff. Die Oracula Sibyllina, bearb.
vonjoh. Geffcken, Leipzig, J. C. Hinrichs' Buchhandlung, 1902, pp. x-xx.
2 . Sybillinorum Oraculorum Libri vili. Addita Seba
stiani Castalionis interpretatione Latina, quae Graeco eregion respondeat. Cum Annotationib.
Xysti Betuleij in Graeca Sibyllina oracula, & Sebastiani Castalionis in translationem suam...,

Basileae, per Ioannem Oporinum, 1546.

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494 MARGHERITA PALUMBO

figura sul frontespizio,1 anche aggi


ne sul fatto che il curatore - Opsopaeu
Johann Koch - abbia unito i versi dell
rum mendacijs, quae ille, oracula, mor
nempe Iovis, Apollinis, Mercurij, Heca

aliorum, Chaldaica item, & magica.

due edizioni disponibili sono entramb


auspica che presto uno studioso di co
pubblicare i soli oracoli sibillini, distin
sto il certo e l'autentico dal falso, in m
possa poi ricevere l'approvazione dalla
utilizzato nelle scuole ubi puerorum
tentur ad Christianam fidem fovendam
conferendam.3 Analoga esigenza e
Maestro del Sacro Palazzo Giovanni Ma
si deve nel 1607 quell'Index librorum
ne di rendere nuovamente accessibili
dai censori romani.4 Tra queste vi an
pubblicata nel 1589 da Marguerin de L
tomo vin, il testo degli Oracula Sibyll
di versi e note di commento, Guanze
stampe purgate sia inserita una breve
natura 'dubbia' degli oracoli sibillini e

lettura:

Quocirca ea, tantum oracula Sibyllina in his libris descripta, quae antiqui ali
cuius Patris testimonium habent, recipienda ducimus, reliqua in dubiorum,
& apocryphorum classem reijcienda videntur, nec pr certis, & indubitatis Si
byllae cuiuspiam vaticinijs capienda, imo studio alicuius peritioris viri oracula
illa, quae ex auctoritate Patrum, Sibyllarum esse constat, secernenda essent in
1 hoc est Sibyllina Oracula ex vett. codd. aucta, renovata, et notis
illustrata a D. lohanne Opsopaeo Brettano. Cum interpretatione Latina Sebastiani Castalionis
et Indice. Parisjis 1599. L'edizione, dedicata a Jacques-Auguste de Thou, si apre con il De
Sibyllis et carminibus Sibyllinis Liber di Onofrio Panvinio, gi dato alle stampe in forma
autonoma nel 1567. Il testo degli Oracula Sibyllina alle pp. 150-477, preceduto dalla am
pia rassegna Sibyllarum elogia et testimonia ex veteribus auctoribus e dalla prefazione del

ferrarese Marco Antimaco, gi apposta alla edizione basileese del 1546.

2 A. Possevino, Apparatus sacri... Tomus Tertius, cit, p. 214. 3 Ibidem.

4 Index librorum expurgandorum in studiosorum gratiam confecti. Tomus Primus. In quo


quinquaginta Auctorum Libri prae caeteris desiderati emendantur. Per Fr. Io. Mariam Brasichel

len. Sacri Palatii Apostolici Magistrum in unum corpus redactus, Romae, ex Typographia
R. Cam. Apost., 1607.
5 Guanzelli dedica le pp. 63-296 dell 'Index proprio alla espurgazione dei novi tomi del
la Bibliotheca SS. Patrum. Sugli oracoli sibillini cfr. in part, le pp. 256-257.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 495

unum corpus diligenti, & accurata collectione: caetera in aliam fascem


ganda sine ulla maiori auctoritate, & fide, quam vel res ipsae, vel cons
cum scriptoribus alijs conciliaverint.1

Questo desiderio dovr per rimanere a lungo insoddisfatto. D


Oracula Sibyllina apparve, infatti, nel 1607 una ristampa dell'edi
del 1599.2 La versione e le note di Castellion sono poi ripropost
Daniel Clasen nel 1673 nella riformata Helmstedt,3 mentre il
impresso nei Paesi Bassi nel 1689 affidato alle cure del calvin
Servais Galle.4 Ma ci che qui interessa non ricostruire le vi
de editoriali dei libri sibillini, quanto porre l'accento sulla ques
centrale individuata sia da Possevino sia da Guanzelli, ossia la
ticit delle profezie in essi contenute, ed proprio intorno a q
punto che ruota la fortuna seicentesca degli Oracula Sibyllina,5
1 Ivi, p. 257.

2 . Hoc est Sibyllina oracula ex vett. codd. aucta, renovata, et


illustrata a D. Iohanne Opsopaeo Erettane. Cum interpretatione Latina Sebastiani Cast
et Indice, Parisiis, 1607.

3 David Clasen, De oraculis gentilium libri trs, Helmstadii, apud H. Mullerum, 16


4 , hoc est Sibyllina oracula Ex veteribus codicibus emendata,
stituta et commentariis diversorum illustrata, Operi et Studio Servatii Gallaci: Accedunt
Oracula Magica Zoroastrisjovis, Apollinis, ire. Astrampsychi Oneiro-Criticum, re. Gr

Latine, cum Notis Variorum, Amstelodami, apud Henricum & Viduam Theodori
1689. L'edizione ripropone, dopo l'epistola del curatore a Samuel Gruter, la dedic
e la prefazione gi apposte agli Oracula del 1599. A Galle si devono anche le D

tiones de Sibyllis, earumque oraculis apparse il 1688 presso la stessa tipografia e a cu


ampio riferimento nelle carte preliminari dei successivi Oracula Sibyllina.

5 Nella sua edizione degli Oracula Sibyllina (Paris, 1841-1856) Charles Alexandr

nisce, alle pp. 71-82 del volume, il Catalogus bibliographiae sibyllinae. Degli oltre

sessanta titoli elencati, trentanove sono quelli relativi al xvi secolo, sessantatre
pubblicati nel Seicento, per poi passare ai quarantaquattro menzionati per q
attiene al Settecento, numero che diminuisce ulteriormente nel secolo succe
Accanto a trattazioni specifiche su Sibille e libri sibillini, Alexandre inserisce a
opere sulle diverse forme di divinazione sulla poesia degli antichi, come la Hi

poetarum tam graecorum quam latinorum di Lilio Gregorio Giraldi (Basileae, 154
tratta della letteratura sibillina nel dialogo. La bibliografia di Alexandre
que destinata a ampliarsi, se si considera che di tale tema si occuparono anche m

biblisti. Un esempio rappresentato da Georg Eder che nella Oeconomia Bibl

sive Partitionum theologicarum libri quinque (Coloniae Agrippinae, 1571) indaga mi

samente i diversi generi e forme della profezia e del profetare, dedicando - acc
alla tradizione apocalittica apocrifa, ammessa dalla prima Chiesa cristiana nel ca
veterotestamentario - alcune tabulae agli oracoli sibillini. Di Sibille si parla infi
opere che affrontano il rapporto tra filosofia cristiana e filosofia pagana, che e
no la tradizione giudaico-cristiana, che si propongono di fornire una dimostr
della verit e della credibilit storica del Cristianesimo, attraverso la lettura di p
pagane e veterotestamentarie che avrebbero avuto il loro compimento nella p
del Cristo, in un passaggio dalla oscurit della tradizione oracolare e profetica al

del Cristianesimo.

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496 MARGHERITA PALUMBO

vera e propria disputa considerata da uno dei s


gesuita Jean Crasset,

comme una grande & vaste forest o l'on se perd de


ou comme une mer pleine d'cueils o il y a danger
matire estant extrmement embrouille 8i remplie de

surmontables.1

Le tante dissertazioni sulle Sibille pubblicate nel Seicento sono per


lo pi costruite secondo uno schema definito e fisso.21 diversi auto
ri esordiscono affrontando la questione dell'etimologia del lemma
stesso 'Sibilla', per poi esaminare il 'tipo' sibillino e la successiva 'mol
tiplicazione' delle Sibille, seguendo quale fonte di questa frammen
tazione per lo pi Varrone e il suo elenco delle dieci donne fatidiche,
ognuna con un proprio nome e una propria patria. Si analizzano poi
le condizioni, i luoghi e le tipologie delle profezie - pronunciate tra
vapori scritti su foglie -, le pratiche rituali dei vari centri di culto,
per trattare infine della lunga durata nel tempo degli oracoli sibillini,

precedenti addirittura a Omero, che alla loro tradizione si richiama.


Le ragioni della loro decadenza sono poi in genere individuate, sul
la scia di Plutarco, nel passaggio dal solenne e autorevole esametro
epico che d voce al destino di re e popoli, alla forma in prosa che si
occupa di questioni quotidiane, come la fertilit di terre l'acquisto
di schiavi.3 A questa prima parte segue l'esame di una caratteristi
ca essenziale di questa tradizione profetica, ovvero la trasmissione
degli oracoli stessi in un corpus di testi scritti, e quindi la nascita di
Jean Crasset, Dissertation sur les Oracles des Sibylles. Augmente d'une rponse ia criti
que de Markius, A Paris, chez Estienne Michallet, 1684, p. 3. A proposito della tradizione

oracolare, e sibillina in particolare, A. Bouch-Leclercq nella Histoire de la divination


dans l'antiquit, vol. 1, Paris, E. Leroux, 1879, p. 102, osserva che la querelle qui s'mut,
au xviie sicle, au sujet du caractre naturel ou surnaturel, des oracles, est comparable

la querelle contemporaine des anciens et des modernes. Elle fit moins de bruit peut
tre, mais elle dura plus longtemps et devint une guerre europenne qui attend encore

son historien.

2 Queste ad esempio le tre parti in cui si articolano le Sibyllina Orationes trs pubblica
te da Erasmus Schmidt a Wittenberg nel 1618: Sibyllina in tria De Sibyllis ipsis; De Libris
Sibyllinis in genere; e infine De Librorum Sibyllinorum, qui adhuc exstant, autoritate.

3 A proposito delle interrogazioni su problemi ordinari e quotidiani, Antonius van


Dale conclude che les demandes l ne valent pas la peine qu'on y rponde en Vers
[...] Voil effectivement ce qui servit ruiner les Oracles (Histoire des Oracles, Paris, et
se vend Lyon chez T. Amaulry, 1687, p. 300). Sul ruolo della poesia nella cultura greca
cfr. anche quanto osserva alle pp. 68-69, dans les premiers temps, la Posie & la Phi
losophie estoient la mesme chose, & toute sagesse estoit renferme dans les Pomes.

C'est ne pas que par cette alliance la Posie en valust mieux, mais la Philosophie en
valoit beaucoup moins. 11 trattato di van Dale era gi apparso in latino, con il titolo De
oraculis ethnicorum dissertationes duae, nel 1683 a Amsterdam.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 497

una vera e propria letteratura sibillina. Non mancano ovviame

gli opportuni riferimenti alle testimonianze tratte da fonti classich

il gi citato Varrone, Cicerone e poi Virgilio, di cui tutti gli au


ricordano la quarta ecloga con la profezia della Sibilla Cumana
futura instaurazione dell'et aurea. Si potrebbe fin qui ritener
muoversi sul piano della pura erudizione se non fosse per il fatt
tali dissertazioni sono per lo pi dovute non a filologi antiq
ma a teologi e controversisti interessati non tanto alla trattaz
della complessa materia dei nomi, patrie e genealogie delle Sib
quanto a indagare - in una sezione conclusiva, ben pi ampia d
precedenti - il tema delle loro profezie, con l'analisi di question
ciali nelle polemiche tra Riformati e Cattolici.1
Gi Castellion aveva sottolineato, nella Praefatio alla edizione
1546, l'interesse che i primi Padri della Chiesa avevano manifes
verso gli oracoli pagani, e in particolare verso la tradizione sibil
che - nel corpus di testi a noi pervenuta - appare in pi luoghi

fetizzare l'avvento di Cristo e la futura affermazione del Cristiane

simo. Lattanzio, dopo aver trattato nelle Divinae Institutiones di quei


filosofi e poeti pagani che, come Virgilio, possono essere conside
rati testimoni umani del Cristianesimo, si preoccupa di individuare
chi, pur nella 'falsa religione', possa annoverarsi tra i testimonia di
ispirazione divina della vera religione'.2 Tra questi sono da inserire
senza alcun dubbio le Sibille, perch esse - e in particolare la Sibilla
Eritrea - hanno non solo autorevolmente profetizzato eventi della
storia profana, quali ad esempio il terremoto di Rodi l'esito di bat
taglie tra Spartani, Argivi e Ateniesi, ma anche testimoniato nei loro
oracoli l'unicit di Dio, unico creatore dei cieli e del mondo che si
deve adorare, in versi che comunicano la rivelazione divina a tutti i
mortali, tanto da essere considerate non pi folli, ma profetesse del
1A ragione, quindi, il teologo anglicano Richard Montagu sottolinea negli Analecta
ecclesiasticarum exercitationum, Londini, pr Societate Bibliopolorum, 1622, come que
sto sia la reale ragione alla base di tanta produzione editoriale su un argomento che
altrimenti si potrebbe rapidamente liquidare per la sua assoluta futilit, e quindi del
l'impegno di tanti eruditi in colligendis, recensendis, typis elegantioribus excudendis,
additis etiam figuris aeneis, notis industriae & laboris indicibus, illustrandis illis nugis
& quisquilijs circumforanei cujusdam tenebrioris [...] Ridiculum plan mihi videtur
magnis conatibus & impensis molem aliquam magnani exaedificare, quam statim ubi
tectum vel fastigium induxeris, demoliaris (ivi, p. 128).
2 Div. Itisi., 1, 6,1-7,13. Sul rapporto di Lattanzio con la letteratura sibillina si rimanda
in primo luogo a M. L. Guillaumin, L'explotation des 'Oracles Sibyllins' par Lactance et par
le 'Discours l'assemble des Saints', in Lactance et son temps. Recherches actuelles. Actes du

ivc Colloque d'tudes Historiques et Patristiques, Chantilly 21-23 septembre 1976, d.


par J. Fontaine et M. Perrin, Paris, Beauchesne, 1978, pp. 185-200.

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498 MARGHERITA PALUMBO

grande Dio.1 L'ispirazione divina, e quindi l'aute


lini sono poi sostenute da altri Padri, che non
al prestigio di profezie pagane per autenticare
Dio, e Clemente Alessandrino ricorda come lo

invitato a prendere in mano i libri greci e a stu


drete come essa rivela un solo Dio e le cose a v
se pagane, i cui oracoli si sono potuti realment
dopo l'avvento di Cristo, finiscono per avere p
nella stessa citt di Dio agostiniana3 - accanto a

Testamento, e nella evocazione delle vicende


di Cristo testimonianze bibliche e oracoli paga
modo quasi inestricabile.4 Ma che un tale intre
non solo inestricabile, ma anche pericoloso ris
pi tardi, quando nelle turbolenze della Riform
controversistica si fin, da parte protestante, p
genza verso quelli che, pi che profezie, sono de
preda a un insano e lascivo furore demoniaco u
della superstizione che pervade la religione di
che morbo inguaribile del Papismo. Tutti gli
ispirati dal demonio e non possono nella manier
avvicinati alle autentiche profezie, la cui fonte
che solo in parte oracoli di origine diabolica
quindi a introdurre il germe dell'idolatria. qu
Peucer, che nel suo diffuso trattato sulle arti d
a Lutero il grande merito di aver finalmente s
cristiana alle tenebre, liberandola dagli incantes

1 Cfr. Oracua Sibyllina, lib. m, w. 815-818.


2 Stromati, vi, 5, 42, 3-43, 1. Osserva a tale proposito R. Mon

carum exercitationum, cit., p. 133, Clemens Alexandrinus,

Paulum Apostolum commmort Graecos rejicientem ad l


Hydaspea, ut de filio Dei veritatem ind deducant. Quid aut

easdem rejicientem? Traditio est autem ista, Clemente prodit


3 Cfr. in particolare Civ. Dei, xvm, 23,1-2 e xxi, 8. Sulla posiz
alla letteratura sibillina cfr. in primo luogo Alfons Kurfess, D
tesstaat, Theologische Quartalschrift, cxvn, 1936, pp. 532-54
4 Per un quadro del frequente richiamo, nella prima patrist
na ci limitiamo a rinviare a Teresa Sardella, Apollo lstape e la

degli oracoli pagani da Giustino a Clemente, in Hestiasis. Studi di T

Calderone, voi. v, Messina, Sicania, 1988, pp. 295-329; Eadem


greca cristiana. Dalla scuola di Alessandria ed Eusebio di Cesare,
lari. Mito, storia, tradizione. Atti del Convegno Macerata-No
Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali - Macera

1998, pp. 581-602; Giulia Sfameni Gasparro, La Sibilla voce d

cristiani. Un modulo profetico al crocevia delle fedi, ivi, pp. 505-55

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 499

tengono invece ancora prigioniera la religione dei pontefici


ni.1 L'argomento poi ripreso all'inzio del xvii secolo da Gi
Zanchi,2 che osserva come gli oracoli sibillini, trovando la p
ispirazione nel furore demoniaco, non possano che essere em

si e mendaci. Loro caratteristica inoltre essere - a differenza delle

autentiche profezie scritturali - oscuri e ambigui, adattabili a ogni


circostanza e suscettibili di diverse interpretazioni, come l'oracolo
di Delfi che, interrogato da Creso, rispose che il sovrano della Lidia
avrebbe distrutto un grande regno. Che cosa poteva importare al
l'oracolo, che fossero i Persiani i Lidi i vincitori? In ogni caso, un
grande regno sarebbe andato distrutto.3 Le Sibille, e in genere tutti
gli oracoli pagani, oscuri, ambigui, persino interessati - a differen
za dei veri profeti - al guadagno materiale, offendono quindi Dio e
conducono l'uomo alla perdizione. Per questa ragione, essi possono
avere credito solo tra i pagani, oppure nel Papato:
Vaticinia Diabolica semper ad perditionem hominum, & ad Deum blasphe
mandum, ad idolatrias statuendas diriguntur & tendunt, ut patet in Papatu, &

in Gentibus [...] Hae enim ad accendendum purgatorium ignem, ad inducen


dam in Ecclesiam idolatriam Missae pr defunctis, & alias infinitas impietates
spectarunt. At vaticinia divina ad nihil aliud, nisi ad gloriam Christi confirman

dam & ad salutem Ecclesiae promovendam.4


1 Raspar Peucer, Commentarius de praecipuis genenbus divinationum, in quo a prophetijs
autoritate divina traditis, et Physicis coniecturis, discernuntur artes et imposturae diabolicae,

Witebergae, excudebat Iohannes Crato, 1560, cc. 120V-12W: Meminimus hoc aetate no
stra cum Lutheri opera Ecclesiae doctrina ex tenebris evoluta, repurgataque; coeno
errorum pene infinitorum illuxisset rursus: mox post unum atque alterum annum te
tra diaboli ludibria ex locis germaniae plerisque quibus ad se imperitam multitudinem
deceptam allexerat disperijsse, nunc vero etiam hominum memoriae excidisse, luce
doctrinae sopita. In questa edizione del suo diffuso trattato, apparso originariamente
a Wittenberg nel 1553 e pi volte ristampato anche nel xvii secolo, Peucer tratta degli
oracoli sibillini tra le cc. 96V-122V.

2 Girolamo Zanchi, De divinatione tam artificiosa, quam artis experte, et utrusque vanis

speciebus tractatus, Hanoviae, apud Guilielmum Antonium, 1610. Degli oracoli sibillini
si tratta nell'ultimo cap. dell'opera, De divinatione perfurorem, e in particolare nella se
zione dedicata, tra le pp. 172-183, al furore diabolico: Diabolica est, quae furore Dia
bolico procedit, qualia fure vaticinia & oracula Pythiae, Sibyllarum, & Sacerdotum
Apollinis, & aliorum vatum apud Gentiles.
3 Ivi, p. 178: Atque hoc est unum discrimen inter divinationem divinam & diabo

licam, quod divina semper est vera, nec unquam fallit: Diabolica saepe falsa. E pi
avanti, a p. 181: Diabolica quidem saepe mendacia, ide Satana in arreptitiis suis
hominibus obscur & verbis dubiis, quae & in duos contrarios sensus trahi possunt,
eduntur: idque ne si res non eveniat, id ipsis vertatur vitio, quasi mendax fuerit, sed po
tius interpretum ignorantia arguatur, qui oracula ab eis edita, neque intelligere, neque
explicare sciverunt.
4 Ivi, pp. 181-182. Negli oracoli delle Sibille si sono voluti anche leggere - da parte
riformata - precisi riferimenti alla Chiesa di Roma, e alla sua empiet. Cfr. ad esempio

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500 MARGHERITA PALUMBO

Perch stupirci allora della autorit ch


sce agli oracoli delle Sibille, a altre
emissae?1 In realt - scrivono altri t
venerate Sibille pari a quella che si p
Callimaco;2 ma non si tratta della prim
sione romana, nella sua predilezione v
della tradizione apocalittica, conferisce
e prive di rigore.3

Poste tali basi, evidente come ai co


oracoli e Sibille apparissero una prezios
ulteriore attacco alla Chiesa romana. Es

tato Des Sibylles celebres tant par l'anti

Peres, pubblicato nel 1649 dal calvinist


quecento pagine del volume si rivolgo
stola dedicatoria a Sarrau, consigliere d
'intelligenti' e amanti sinceri dell'auten
svelare l'audace sacrilegio e il falso zel
sfigurato la naturale bellezza del Crist
berie, e che hanno prodotto, approfit

plici, falsi profeti, falsi vangeli, falsi att

non si vuole mettere in dubbio la buon

a cui si pu solo imputare di avere d


nel volersi servire di ogni argomento

so alla religione cristiana. E di vantagg


numerosi, se si considera in primo lu

quanto scrive E. Schmidt nelle Sibyllina Orationes t

la Romam & Pontifices Romanos, quales fuerun


Lactantii & Augustini: sed quales hodi sunt & pr

1 G. Zanchi, De divinatione tam artificiosa, quam a

bus tractatus, cit., p. 61. Questo il brano comple


tigit, ut aliquis se in crypta aliqua, vel in statua,
pliciorem aliquam foemellam, vel homuncionem
extrueretur, vel aliquis cultus idolatricus institue
divinae, vel Mariae Virginis, vel alicuius sancii d
exortae. Daemonum vero, ut praecipu tempore
& ex idolis emissae: quanquam idem etiam saepe i
ces audiunt divini, & ex eis divinant. Quis non v

esse & Diabolicam?.

2 Cfr. R. Montagu, Analecta ecclesiasticarum exercitationum, cit., p. 137.

3 Ibidem: Sunt in Ecclesi Romana multae hujus generis Traditiones non scriptae,
incertae, luxatae.
4 David Blondel, Des Sibylles celebres tant par l'antiquit payenne que par les Sainct Pe

res, Charenton, Veuve L. Perier et N. Perier, 1649. 5 Cfr. ivi, pp. 24-25.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 501

e la consolidata autorit di cui godevano. Inoltre, come avev


osservato Castellion nella premessa agli Oracula Sibyllina de
le profezie delle Sibille hanno il pregio di essere ancora pi e
delle profezie scritturali, quasi queste donne pagane fossero
te da una ispirazione divina superiore a quella di Isaia Ger
Non sono i profeti del Vecchio Testamento a dare l'annun
futuro battesimo di Cristo nelle acque del Giordano, della
parsa dello Spirito Santo sotto forma di colomba, ma i libri si
Addirittura, molto tempo prima dell'annunciazione evangel
parte dell'angelo, la Sibilla Eritrea a pronunciare - nell'acr
compreso nel libro ottavo2 - il nome di Ges Cristo. Ma no
rebbe dovuto, invece, diffidare di tanta generosit pagana ch
sommergerci di prove del cristianesimo?3 Nel dare tanto cred
Sibille e alle loro predizioni Giustino Clemente Alessandri
hanno peccato quindi di tendenze idolatriche nostalgie p
ma solo di ingenuit e credulit. Non sorretti, infatti, da a
strumenti filologici e esegetici, i Padri

se sont trouvez surpris par l'impudence inoiiye du faussaire, qui leur p


tant sa happelourde sous l'apparence d'un fin Diamante, leur a fait pre
charbons d'enfer pour un thresor Divin.4

Ma se quindi possiamo giustificare i Padri - pur risultando d


comprendere come sia stato possibile in alcuni casi preferir
oracoli alla rivelazione profetica veterotestamentaria alla
1 Cfr. anche nella Praefatio ad Lectorem della gi citata edizione degli Oracula

del 1599, c. a6v Esayas indefinit praedixit, Ecce virgo pariet puerum. At S
minatim, Ecce virgo Maria pariet puerum Iesum in Bethlehem. Quasi vero P
minus instinctu divino agitati futura praedixerint qum Sibyllae : aut quasi no
ante Angeli in Evangelio annunciationem, Sibyllis publicatum fuerit. Chris
smum in lordane nullus Prophetarum praedixit: at Sibylla lib. 6. & baptismu
& Spiritus sancti apparitionem in columbae specie, multo ante, si credere fas

significavit. Si ita est, cur non plus Sibyllis qum Prophetis tribuimus?.
2 Sul celebre del . 217 del Ub.
Ubaldo Pizzani, L'acrostico cristologico della Sibilla (Orac. Sib. 8, 217-2717) e la sua

latina (August. Civ. Dei 18, 23), in Cristianesimo latino e cultura greca sino al sec. iv.

xxi Incontro di studiosi dell'antichit cristiana, Roma, 7-9 maggio 1992, Roma
Patristico Augustinianum, 1993, pp. 379-390.
3 L'argomento ritorna anche nella Histoire des Oracles di A. van Dale, cit., a pr
della zelo che ha indotto scrittori cristiani a sostenere la verit degli oracoli,
si des Livres des Sibylles, ou de ceux d'Hermes Trismegiste, Roy d'Egypte
vantaggiosi alla loro religione (ivi, p. 39). Cos conclude van Dale a p. 53, enf
entest & le plus habile des Payens nous accable de preuves du Christianisme
nous de cette gnrosit.
4 D. Blondel, Des Sibylles celebres tant par l'antiquit payenne que par les Sainc
cit., p. 129.

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502 MARGHERITA PALUMBO

lisse1 - ci che Blondel giudica inaccett


faite l'Eglise sia perpetuata ancora,
Protestanti, con evidente riferimento
byllina fino a quel momento date alle
la verit violata, e a tal fine Blondel s

tutti i luoghi che dimostrano la falsit d

che si tratta di mere rapsodie elaborat


alcuni Cristiani che scegliendo di imita
e riconosciuta autorit, lo stile profeti
sit, sciocchezze e impertinenze di ogn

delle Sibille si nasconda in realt un cristiano inoltre dimostrato

dal fatto - gi posto in luce da Castellion, ma inspiegabilmente sfug


gito a tanti - che nell'ottavo libro sia stato lo stesso compositore dei
versi a dichiararsi apertamente cristiano. La posizione di Blondel
quindi molto pi radicale di quella di Castellion che, pur avanzando
alcuni dubbi e perplessit, non si era in definitiva allontanato dalla
opinione al tempo diffusa della autenticit dei testi sibillini.2
Le tesi di Blondel ebbero grande diffusione. Riprese in decine di
dissertazioni date alle stampe in area protestante, sono poi propo
ste in trattati dedicati al canone biblico, e in cui si ricorre proprio
all'esempio degli oracoli sibillini per sottolineare l'indulgenza della
prima Patristica nei confronti di scritti poi dimostrati apocrifi, un at

teggiamento che conferma non solo la credulit della Chiesa primi


tiva, ma anche quella predilezione per i portentosa' che si sarebbe
poi trasmessa nei secoli successivi.3
Poche furono invece le repliche di parte cattolica alle tesi propu
gnate sul profetismo sibillino da Blondel e dai suoi seguaci. Senza
dubbio la questione del rispetto dimostrato dalla prima Chiesa cri
stiana verso profetesse pagane, talvolta di non immacolata reputa
zione, era delicata e fonte di non pochi imbarazzi. E quanto risulta
ad esempio evidente nella Pseudomantia di Giuseppe Maria Mara
1 Cfr. a questo proposito il capitolo che Blondel intitola Que plusieurs des Peres ont est
plus respecteux envers les livre dit Sibyllin, qu'envers l'Apocalipse (ivi, pp. 256-259).

2 Cfr. anche quanto scrive Xystus Betuleius nella epistola dedicatoria dell'edizione
del 1545 degli Oracula Sibyllina, p. 6: Quantum autoritatis Augustinus Sibyllinis tri
buat oraculis, nemo Theologorum, in patrum modo monumentis versantium, est, qui
nesciat. Qui tamen praeter Lactantiana, & Acrosticha illa, ut opinor, ex Sibyllinis vidit

nihil. Non vendico illis Propheticam maiestatem, quam veneramur in Hebraeorum


prophetis, Esaia, Hieremia, & alijs. Sed interim quorundam prophetarum voces clar
expressas dissimulare non possumus.
3 Cfr. su questo punto le osservazioni dell'anglicano William Beveridge, Codex ca
nonum Ecclesiae primitivae vindicatus ac illustratus, Londini, typis S. Roycroft, 1678, pp.
137-138.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 503

viglia, voluminoso trattato sulle arti divinatorie apparso nel


Nella sezione dedicata alle forme di divinazione oracolare, n

alcun accenno alla posizione favorevole espressa dai Padri su


teratura sibillina. Anzi, a fugare possibili accuse Maraviglia in
in appendice numerosi testi di condanna della divinazione p
tratti non solo dalla Scrittura, dagli atti conciliari e da boll
ficie, ma anche dagli stessi scritti patristici, tra cui non po
no, ad esempio, le proposizioni rintracciate nelle opere di Cle
Alessandrino, di cui noto l'apprezzamento dei testi sibillin
quindi Maraviglia sceglie di rispondere in modo indiretto al
riformato, producendo prove testuali che possano dimostra
soluta estraneit della Chiesa di Roma a ogni forma di divin
superstiziosa, opposta invece la scelta operata da altri teol
accettano invece di scendere sullo stesso terreno di scontro,
tando quindi a discutere del favore dimostrato dalla prima Pa
verso le Sibille, per arrivare poi a proclamare l'autenticit de

profezie. questa la via che, in una polemica sempre pi

decide di intraprendere il gesuita Jean Crasset nella Dissertat


les Oracles des Sibylles.3 Pur nella dichiarata volont di respin
posizione di chi come Blondel sostiene l'impostura dei libri s

Crasset ritiene che occorre diffidare di coloro che assumono acriti

camente la loro autenticit, senza darne alcuna dimostrazione, ri


chiamandosi semplicemente alla autorit dei Padri.4 giusto invece
individuare, negli otto libri che ci sono stati tramandati, eventuali
incongruenze e falsit inserite in epoca successiva alla loro compo
sizione originaria. Se questo il corretto presupposto della ricerca
- e il n'y en a que deux, qui ont fait naistre le siede pass des doutes
sur ce sujet [...] l'un est le Pere Possevin Jesuite, & l'autre Castalion
heretique5 - Blondel nella sua furia polemica si fatto per prende
re la mano, trascinando sulla sua scia una quantit di habiles gens
1 Giuseppe Maria Maraviglia, Pseudomantia veterum, et recentiorum explosa, sive De
fide divinationibus adhibenda tractatus absolutissimus ad abolendam falsae divinationis su
perstitionem, Venetiis, apud Valvasensem, 1662.
2 L'appendice introdotta dalla intitolazione Divinationes damnatae ex Sacra Scriptum.
Ex sacris Conciliis. Ex Sacris Canonibus. Ex Bullis Pontificiis. Ex Sanctis Patribus.

3 La prima edizione della dissertazione di Crasset apparve a Parigi nel 1682, susci
tando l'immediata reazione dell'olandese Johann Marck che lo stesso anno diede alle
stampe a Franeker le De Sibyllinis carminibus disputationes academicae duodecim, a cui il

gesuita francese risponder a sua volta nel 1684 pubblicando una nuova edizione della
sua Dissertation sur les Oracles des Sibylles, dalla quale sono tratte tutte le nostre citazioni
e contenente in appendice la Rponse la critique de Markius.

4 J. Crasset, Dissertation sur les Oracles des Sibylles, cit., pp. 3-4. 5 Ivi, p. 4.

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504 MARGHERITA PALUMBO

de nostre sicle che ormai considerano la storia delle Sibille come

une conte de Fes [...] une tradition fabuleuse dont on entretient


les enfans.1 Pur seguendo una linea interpretativa originariamente

proposta dall'eretico Castellion, Crassei convinto di rendere un

servizio alla Chiesa. Infatti,

je me suis laiss persuader par des personnes de tres-grand mrit, que je ren
drais un service assez considrable l'Eglise, si je la maintenois dans la posses
sion d'un si riche thresor, & si j'entreprenois la dfense des Saints Peres, que

cet Auteur [Blondel] taxe d'ignorance, de simplicit, & mesme de mauvaise


foy, dans la dispute qu'ils ont eue avec les Payens. C'est la fin que je me suis
propose dans cette Dissertation, que je divise en deux parties. En la premie
re j'tablis la vrit des Oracles des Sibylles touchant les principaux Mystres
de nostre Religion. Dans la seconde je montre que c'est sans fondament que
Monsieur Blondel les fait passer pour des Oracles supposez.2

Con ci Crasset non ha per intenzione di giustificare l'intero con


tenuto degli otto libri sibillini, impresa non solo ardua, ma anche
impossibile. In essi vi sono, infatti, innegabili falsit e evidenti erro
ri; ma ci che al gesuita preme dimostrare l'autenticit delle pro
fezie che riguardano Cristo, perch ce que nous y lisons de Ntre
Seigneur, & qui a est rapport par les Saints Peres, a est prdit
long-temps avant sa venue par les Sibylles.3 Di ci che riguarda in
vece la storia profana, la cronologia, la geografia, i costumi si pu
invece tranquillamente dubitare, mentre eventuali falsit in materia
di fede sono da imputare a qualche eretico che, nel tentativo di ac
quistare autorevolezza, ha inserito in tale corpus profetico i propri
errori dottrinali.4 Per rafforzare la sua tesi, Crasset osserva inoltre
che le interpolazioni dovute agli eretici sono rese ancora pi mani
feste dalla scadente qualit dei versi stessi, ce qui montre que c'est
un mchant Pote qui les a composez, & non pas le Saint Esprit.5
E anche riguardo ai versi del libro ottavo che proverebbero, secondo
Blondel, l'identit cristiana dell'autore e quindi il fatto che le profe
zie non sono autentiche, ma composte solo dopo la nascita di Cri
sto, la risposta del gesuita immediata, sicura, e al tempo stesso di
disarmante semplicit:
1 Ibidem. 2 Ivi, p. 5. 3 Ivi, p. 165.

4 Cfr. ad esempio quanto scrive Crasset a proposito


ivi, p. 167, celle qui a compos le second Livre, sem
cendent en Enfer aprs leur mort jusqu'au temps de
bien que les mchans seront tourmentez par le feu

rection les justes rgneront mille ans sur la terre avec


Millnaires. Que les damnez aprs quelques sicles sor

des Origenistes. 5 Ivi, p. 168.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 505

D'autre part il me parot vident, que ce Chrtien qui a insr ces trois ver

dans le Pome des Sibylles, n'est pas celuy qui les a composez, comme v

Monsieur Blondel, & Castalion, fameux Heretique comme luy: car il faudroi
que ce ft le plus imprudent & le plus tourdy de tous les hommes, pour a
cher son nom, sa qualit & sa profession, un ouvrage qu'il veut faire passe
sous le nom d'un autre. C'est homme, dit-on, a voulu imposturer toute la t
re, & faire croire que c'est la Bru de No, ou quelque autre Sibylle qui a com
pos les Oracles, dont il est l'Auteur. Un imposteur jou son rle adroiteme

il dit les choses de telle maniere, qu'on a sujet de croire que ce qu'il dit

vray; il se dguise, se contrefait, & se travestit avec tant d'artifice, qu'on a


la peine le reconnotre [...] Tout cela peut-il entrer dans un esprit mdioc
ment raisonnable? Et nanmoins c'est sur cette confession qu'on fait le pro
aux Sibylles, & qu'on fait passer leurs Livres pour des enfans illgitimes. Il f
donc, mon sens, reconnotre de bonne foy, que celuy qui se dclar Chrt

dans cet Ouvrage, n'en est point l'Auteur; que ce n'est point un fourbe
trompeur, & un imposteur public, comme le qualifient Messieurs les Pr
tane, puis qu'il se fait voir sans masque & sans dguisement: mais il faut di
que c'est quelque Copiste ou quelque Commentateur, lequel innocemme
& par une saillie de dvotion aura ajot quelques vers la fin du huiti
Livre, qu'on aura fait passer ensuite pour des vers de la Sibylle.1

Analoghi errori e interpolazioni di copisti possono spiegare, sec


do Crassei, tutte le altre incongruenze evidenziate da Blondel. I
dri della Chiesa, in conclusione, non hanno commesso alcun erro
molto pi semplicemente hanno avuto a disposizione codici d
oracoli sibillini diversi da quelli arrivati fino a noi;

Ajotons tous ces prjugez une conjecture assez forte tire de l'autorit d

saint Hierme, lequel loue infiniment les Sibylles, & dit que c'estoient
Vierges que Dieu a gratifies du don de Prophtie. Il n'est donc pas croy
que dans l'exemplaire qu'il avoit, il y eut la confession infame de cette Siby
qui dclar ses prostitutions, du moins la multitude de ses Mariages. Est-il
sible que S. Hierme ait l ces vers, & qu'il ait p dire que cette Sibylle esto
Vierge? [...] Ces considrations & quantit d'autres que je laisse, me font dir
que les Livres des Sibylles que nous avons ont est changez & altrez d
la suite des sicles, & qu'ils n'ont rien de certain que l'unit d'un Dieu,
venue de son Fils au monde, sur tout sa Passion, sa Mort, 8C sa Rsurrectio
puisque les Prdictions en sont rapportes par les saints Peres de la me
maniere que nous les lisons dans nos Livres, & qu'elles sont conformes cel
des Payens, qui ont crit des Sibylles avant la naissance de Ntre Seigneur.2

Il polemista cattolico pu quindi cos concludere:


1 Ivi, pp. 175-177.

2 Ivi, pp. 198-200. E ancora a p. 198 Crasset ricorda che lo stesso Castellion dan
Preface confesse que plusieurs exemplaires qu'on luy a donnez, sont mutilez & d
tueux, d'autres corrigez; il pouvoit dire encore falsifiez.

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506 margherita palumbo

Tous les hommes qui ne croyent pas que J


cusables au jour du jugement; les Juifs, p

Prophtes; les Gentils, parce qu'Os ont celuy


les mchans Chrestiens qui ont l'un & autr
convaincre tout esprit raisonnable, de la vr
parl de Jesus-Christ plusieurs sicles avant
par le tmoignage des Auteurs sacrez & prof

fait sans une rvlation divine.1

evidente la fragilit delle argoment


gno della autenticit degli oracoli sibi
coglienza che ebbero le sue tesi suffi
Servais Galle appone alle sue Dissertati
cui traccia l'immagine di un fraticello

batte con libri e citazioni che esistono solo in suo cerebello.2

Crasset era stato tra i protagonisti di una altra accesa polemica, re


lativa al culto della Vergine e solo apparentemente priva di punti di
contatto con quella sorta intorno agli oracoli delle Sibille. Il gesuita
vi era intervenuto dando alle stampe una accalorata difesa della de
vozione mariana,3 e attaccando il giansenista Adam Widenfeld che,
nei diffusi Monita beatae Virginis Mariae ad cultores suos indiscretos,4

individua proprio negli onori riservati alla Vergine una delle cause
della idolatria e della superstizione in cui sono caduti non solo i sem
plici devoti, ma l'intera gerarchia ecclesiastica romana e addirittura
Padri e Dottori della Chiesa.5 Superstizione e idolatria sono accuse
che ricorrono, come si visto, anche nella critica protestante alla au
1 Ivi, p. 2,01.

2 Nella Preafactio ad lectorem S. Galle scrive di essere stato spinto alla redazione delle
Dissertationes de Sibyllis, earumque oraculis proprio postquam Crasseti Parisiensis Je
suitae libellum perlegissem, quo piis manibus [...] Davidis Blondelli indecenti more,
insultare non erubuit, ac doctissimo ejus de Sibyllis scripto allatravit.
3 J. Crasset, La vritable dvotion envers la S. Vierge tabli et defendue, Paris, chez Fran

ois Muguet, 1679. Un accenno critico a questa apologia del culto della Vergine pre
sente nelle Dissertationes de Sibyllis, earumque oraculis di Galle, che nella gi ricordata
prefazione si riferisce al fatuo illi scripto, fabellis refertissimo, de S. Maria Virgine.
4 Adam Widenfeld, Monita salutarla beatae Virginis Manae ad cultores suos indiscrtes,
Gandavi, typis F. d'Erckel, 1673. La diffusione dell'opera fu per assicurata dalla tradu
zione francese che ne fu pubblicata l'anno successivo a Gand con il titolo Advertissement
salutaire de la Vierge ses dvots indiscrets, pi volte poi ristampata.
5 Cfr. quanto osserva a tale proposito J. Crasset nella Preface alla La vritable dvotion
envers la S. Vierge, cit., l'auteur [...] nous veut persuader que l'Eglise est tombe dans

une espece d'idolatrie & qu'elle rend la Vierge un honneur qui n'est deu qu' Dieu
simple. Il ne taxe pas seulement de cette superstition le simple peuple, mais encore les
Prelatis les plus Saints & les Docteurs les plus savans qu'il met au rang des idoltres:
son audace va jusqu' ce point que d'accuser les Peres d'erreur & d'indiscrtion en
ce qui regarde le culte de la Mere de Dieu.

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LA FORTUNA DEGLI ORACULA SIBYLLINA NEL SEICENTO 507

tenticit degli oracoli sibillini, e il punto di maggiore interesse

Widenfeld abbia costruito l'attacco al culto mariano in forma non

argomentativa ma oracolare, in una sorta di 'finzione sibillina' che


porta la Vergine a comunicare con i propri devoti con stile e enfasi
degni di una Sibilla Cumana Eritrea. Questa la replica di Crasset:
Il est bien estrange que cet homme qui se mocque des rvlations des Saints 8i
qui traitte de contes & de fables les histoires rapportes par les Peres de l'Eglise,
veuille nanmoins qu'on reoive ses visions comme des veritez infaillibles. Il par
le en oracle depuis le commencement jusqu' la fin, & prononce incessamment
avec emphase & d'un ton de Prophte : Voiey ce que dit la Vierge : au lieu qu'il devrait

dire: Voicy ce que dit Luther; voicy ce que dit Calvin; voicy ce que dit Erasme.1

E per difendere i pellegrinaggi e il culto delle immagini e delle sta


tue di Maria, il gesuita si richiama proprio all'autorit dei Padri della
Chiesa - qui ont tous honor & invoqu la Vierge, & qui nous ein
seignent l'honorer par leurs crits aussi bien que par leurs exem

ples2 -, non comprendendo che in questo caso appellarsi alla au


torit di chi aveva dato credito agli oracoli delle Sibille non poteva

che rafforzare le accuse di superstizione avanzate in campo avverso,


rendendo ancora pi efficace la beffa di Widenfeld, una beffa - e qui

Crasset non sbaglia - degna di Erasmo.


Di oracoli e Sibille si proseguir a discutere in molte altre disserta
zioni pubblicate tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento,

un dibattito che sarebbe interessante ricostruire anche attraverso le

pagine dei giornali eruditi del tempo, come altrettanto interessante


sarebbe seguirne le tracce nel vastissimo carteggio leibniziano, vero
e proprio Bureau d'adresse dell'Europa del tempo, e in cui non manca
l'eco di una polemica resa ancora pi attuale dalla comparsa di no
velle profetesse, ad esempio quella Rosamunde Juliane von der Asse
burg che Leibniz, in molte lettere scritte tra il 1691 e il 1692, definisce

ironicamente la nuova Sibilla di Ltineburg,3 e le cui profezie dimo


strano per solo una verit: la potenza della vis imaginativa.4 Pi voi
1

Ibidem.

Ibidem.

L'espressione

ricorr

alla
Elettrice
di
Hann
dont
il
faudrait
cons

(Gottfried
Wilhelm
Le
historischer
Briefw

und

4
Cfr.
quanto
scrive
sempre
riguardo
alle
de
Poetis
mentio
incid
(si

ita

et

Christum

loqui

licet)

sibi

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ambi

dict

508 margherita palumbo

te Leibniz ricorda come la religione e la


effetti di profezie false male intese, p

sono che humana artificio..1 Allo stesso m

les anciens Chrtiens toient de bonnes gens, &

comme bonnes, des pices d'une fausset si

fables ridicules. Sur quoy nous pouvons faire e


nous ne sommes pas tojours obligez de nous en
pas un crime d'appeller d'eux un tribunal plus
aujourd'huy qui ne soient assrez que ce fragm
tir, qui portoit le nom du livre d'Enoch, ne s
[...] Je crois voir clairement, que cette pice a
& l'tablissement du Christianisme par l'un de
Eglise toit remplie [...] En un mot c'est un Au
suppos les Oracles des Sibylles, le Dialogue de
lations d'Abdias Babylonien, les Visions du Past

Anche le persone dotte e erudite dell

- grazie all'affinarsi degli strumenti fi


vo chiarimento della origine, redazione
- per abbandonare la difesa della autent
accogliendo quindi il gi ricordato invit
Seicento dal Maestro del Sacro Palazzo G
pi prudente. Agli uomini non infatt
fraudes pieuses pour une bonne fin.3 S
dai Nouveaux essais sur l'entendement hu
disputa sugli Oracula Sibyllina sembra qu
do e una equilibrata conclusione.

judico. Scimus omnes quanta sit vis imaginationis


ut Prophetam decet. Puella est bene educata, fami
nihil vel ipsa maledicentia reprehendat. Sed jam a
quae et ipsa singularem quandam pietatem spiraba
Christo devovisse dicitur. Constat quantum mater
sit educatio quae alterius Naturae vim habet.

1 Cfr. ad esempio nei Nouveaux essais sur l'enten

Sdmtliche Schriften und Briefe. Reihe vi: Philosophisc


lag, 1962, p. 509.
2 Pierre Jurieu, Histoire critique des dogmes et des cu
l'glise depuis Adam jusqu' Jsus-Christ, o l'on trou
l'ancien Paganisme, Amsterdam, F. L. Honor, 1704,

3 G. W. Leibniz, Nouveaux Essais sur l'entendemen


servava nella sua raccolta libraria una copia dei De or

nel 1673 da D. Clasen (vedi p. 495, nota 3). Cfr. su

Trattati astrologici cinquecenteschi nella biblioteca priv

L'astrologia nella cultura del Rinascimento, a cura


Spezia), Agor Edizioni, 2004, pp. 269-270.

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