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GUGLIELMO CAVALLO

FORME E IDEOLOGIA DELLA COMMITTENZA LIBRARIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE


in Committenti e produzione letteraria nellAlto Medioevo, CISAM, Spoleto 1999, pp. 481-1005
Alla voce commettere (da cui committente, committenza) i dizionari danno come significato incaricare,
dare ordine di eseguire un lavoro. La committenza, dunque, implica tre momenti fondamentali:
- che da parte pubblica o privata si ordini una prestazione ad altri
- che questa prestazione venga eseguita in modi tipologici determinati
- che lonere finanziario per lesecuzione dia sostenuto da chi ha ordinato la prestazione stessa.
Molto si scritto sulla committenza libraria tra i secoli IV-VI, ma in realt poco si conosce sullargomento,
giacch nessuno dei manoscritti prodotti in quellepoca reca notizie circostanziate in proposito. Quel che si
riesce a ricostruire in modo approssimativo da frammentari spiragli una committenza dovuta ad una lite
colta e abbiente, una manifattura affidata a librai che avevano bottega o che lavoravano nelle case dei
ricchi: un tipo di manoscritto oscillante tra libro da otium letterario e libro dapparato o da status symbol.
Va sottolineata la testimonianza di Eusebio di Cesarea nella Vita Costantini, che concerne lincarico
affidatogli dallimperatore di far allestire cinquanta Bibbie per le chiese di Costantinopoli: il temine indicato
per la disposizione imperiale ordinare, nella stessa lettera costantiniana si danno indicazioni
precise sulle caratteristiche che i libri devono avere, infine, limperatore fa sapere di aver disposto il
pagamento presso il sovraintendente generale delle finanze. Si deve credere, altres, che latelier nel quale
a Cesarea di Palestina le Bibbie furono allestite non fosse una bottega laica, ma lo scriptorium annesso alla
biblioteca di Origene qualche tempo prima. Si di fronte, perci, ad un caso canonico di committenza
(tipologicamente analoga la richiesta fatta pi tardi ad Anastasio, relativa allallestimento di Bibbie da
inviare a Roma). Queste due esperienze attestano il delinearsi di morfologie diverse di committenza
libraria, almeno nellOriente cristiano.
Nel monachesimo primitivo, allinterno dellorganizzazione economica e sociale del cenobio, cerano quanti
traevano sussistenza dal mestiere di calligrafo: il libro considerato attivit produttiva, merce. Da diverse
testimonianze si ricava che libri potevano essere commissionati anche a singoli monaci. Si trattava in ogni
caso di una committenza diversa da quella che si intravede dietro i libri di otium letterario o status
symbol: la committenza sembra individuabile in un pubblico di lettori cristiani piuttosto stratificato
intellettualmente, al quale i monaci-artigiani del libro forniscono gli strumenti culturali.
Quando si passa allet altomedievale, a Bisanzio la situazione non mostra di essersi discostata di molto da
certi meccanismi canonici. Non sembra esservi soluzione di continuit con lepoca tardoantica: la
committenza libraria, dichiarata o implicita, nel mondo bizantino comporta sempre una spesa (si ricordi la
lettera di Costantino riportata da Eusebio). I committenti sono membri dellalto clero, funzionari e dignitari
di rango elevato, gli stessi vertici di corte, ma talora anche monaci, preti e laici abbienti. Il rapporto,
comunque, tra chi commissiona libri e chi li esegue resta di regola di ordine meramente economico, su basi
commerciali. Le committenze sono a fini individuali, non in funzione comunitaria, anche quando le
ordinazioni sono fatte da membri a membri di una medesima comunit di religiosi.
I costi poi si dimostrano assai alti in relazione alleconomia del tempo: dai 6-10 nomismata fino a 20-21
nomismata a volume (nomismata la moneta aurea corrispondente al peso di quattro grammi circa doro
puro), mentre un salariato agricolo riusciva a guadagnare un massimo di 11 nomismata allanno e il saldo di
un militare semplice era di 12 nomismata. I costi per la realizzazione dei libri cambiano a seconda del

periodo, della consistenza del manufatto, della qualit della produzione (quello che mostra di incidere di
pi il lavoro dello scriba).
Se nellOriente greco il termine centrale della committenza libraria , acquisto, sostengo la
spesa, nellOccidente latino iubeo, ordino, termine che riprende il di et costantiniana, ma in
un contesto del tutto mutato. La formula di committenza libraria assume il carattere di atto di volont
autorevole, esortazione decisa, comando, cui non si accompagna n presupposto alcun intervento
economico specifico. Colui che ordina la trascrizione del libro lo fa in forma di iussio o rogatio, ma va
ribadito- le varie formule non prevedono alcuna remunerazione per la manifattura del prodotto.
Talvolta pu esservi la fornitura di una qualche materia prima: Umberto vescovo di Wrzburg (833-842)
invia membranas a Rabano Mauro abate di Fulda, desiderando la trascrizione dei suoi opuscola, ma i
praebendarii, come monaci, diaconi, chierici o altri che compaiono come esecutori di trascrizioni librarie,
non risulta percepiscano alcuna ricompensa.
Risaliamo per un momento a quello che un lavoro richiesto comporta come esito: il soddisfacimento delle
esigenze espresse dal committente, il merito che gliene pu eventualmente venire, il compenso per chi lo
esegue. Cos era stato nella tarda antichit; cos a Bisanzio. Il committente bizantino pu far allestire un
libro per offrirlo a una chiesa o a un monastero per la salvazione dellanima o altrimenti, assai spesso,
perch interessato al testo, cio legge il libro, perch a Bisanzio lalfabetismo diffuso anche tra i laici e il
libro, come testo, rientra nella categoria dellutile. Il copista che soddisfa le esigenze dei suoi clienti
ricompensato in nomismata, denaro, hic et nunc.
NellOccidente medievale il quadro di riferimento del tutto diverso: non quello del libro come
strumento di uso individuale e come lavoro mercificato, ma del libro come oggetto comunitario, spirituale o
patrimoniale (di una chiesa, di un monastero) da procurare tramite un atto di volont autorevole ed un pius
labor, un lavoro manuale, che aspetta anchesso una ricompensa, non materiale ma ultraterrena, giacch
questo lavoro fatica offerta al Signore. La committenza infatti si limita a far trascrivere un libro, di regola
sacro, senza una precisa indicazione di un modello o di caratteristiche tecniche ed estetiche del manufatto,
a parte qualche caso o a meno che non si tratti di esemplare di particolare significato politico o valore
sacrale.
pertanto sul piano delle mutazioni profonde intervenute tra antichit e medioevo latino nei meccanismi
di committenza che la iussio acquista significato. Questa sottolinea ed esalta il momento in cui lordine di
trascrizione del libro viene impartito, giacch esso significa, per chi ne stato lautore, lacquisizione di
meriti agli occhi di una autorit superiore che non pi quella imperiale o terrena, ma divina e celeste.
Ma anche colui che compie il lavoro, lumile scriba, grazie alla iussio che gli viene rivolta avr la sua
ricompensa: lintercessione dei santi, il perdono dei peccati, la liberazione dal fuoco eterno (cfr. Alcuino e
Rabano Mauro).
Restano ancora varie zone dombra: non sempre dai materiali disponibili risultano chiari meccanismi, esiti,
fini; e ci perch nel concetto stesso di committenza nel medioevo vi sono forti margini di ambiguit.
Nel mondo bizantino lindividualismo di una societ che ha come unico referente la potest autocratica del
, fa anche della committenza libraria un momento individuale, che fa emergere la centralit del
committente.
NellOccidente medievale larticolazione della societ pi complessa, la committenza libraria, in sostanza
la iussio viene a porsi al centro di relazioni varie e di rituali, atteggiamenti, gesti che esprimono
rappresentazioni del mondo, della societ, del sacro.

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