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GUGLIELMO CAVALLO
periodo, della consistenza del manufatto, della qualit della produzione (quello che mostra di incidere di
pi il lavoro dello scriba).
Se nellOriente greco il termine centrale della committenza libraria , acquisto, sostengo la
spesa, nellOccidente latino iubeo, ordino, termine che riprende il di et costantiniana, ma in
un contesto del tutto mutato. La formula di committenza libraria assume il carattere di atto di volont
autorevole, esortazione decisa, comando, cui non si accompagna n presupposto alcun intervento
economico specifico. Colui che ordina la trascrizione del libro lo fa in forma di iussio o rogatio, ma va
ribadito- le varie formule non prevedono alcuna remunerazione per la manifattura del prodotto.
Talvolta pu esservi la fornitura di una qualche materia prima: Umberto vescovo di Wrzburg (833-842)
invia membranas a Rabano Mauro abate di Fulda, desiderando la trascrizione dei suoi opuscola, ma i
praebendarii, come monaci, diaconi, chierici o altri che compaiono come esecutori di trascrizioni librarie,
non risulta percepiscano alcuna ricompensa.
Risaliamo per un momento a quello che un lavoro richiesto comporta come esito: il soddisfacimento delle
esigenze espresse dal committente, il merito che gliene pu eventualmente venire, il compenso per chi lo
esegue. Cos era stato nella tarda antichit; cos a Bisanzio. Il committente bizantino pu far allestire un
libro per offrirlo a una chiesa o a un monastero per la salvazione dellanima o altrimenti, assai spesso,
perch interessato al testo, cio legge il libro, perch a Bisanzio lalfabetismo diffuso anche tra i laici e il
libro, come testo, rientra nella categoria dellutile. Il copista che soddisfa le esigenze dei suoi clienti
ricompensato in nomismata, denaro, hic et nunc.
NellOccidente medievale il quadro di riferimento del tutto diverso: non quello del libro come
strumento di uso individuale e come lavoro mercificato, ma del libro come oggetto comunitario, spirituale o
patrimoniale (di una chiesa, di un monastero) da procurare tramite un atto di volont autorevole ed un pius
labor, un lavoro manuale, che aspetta anchesso una ricompensa, non materiale ma ultraterrena, giacch
questo lavoro fatica offerta al Signore. La committenza infatti si limita a far trascrivere un libro, di regola
sacro, senza una precisa indicazione di un modello o di caratteristiche tecniche ed estetiche del manufatto,
a parte qualche caso o a meno che non si tratti di esemplare di particolare significato politico o valore
sacrale.
pertanto sul piano delle mutazioni profonde intervenute tra antichit e medioevo latino nei meccanismi
di committenza che la iussio acquista significato. Questa sottolinea ed esalta il momento in cui lordine di
trascrizione del libro viene impartito, giacch esso significa, per chi ne stato lautore, lacquisizione di
meriti agli occhi di una autorit superiore che non pi quella imperiale o terrena, ma divina e celeste.
Ma anche colui che compie il lavoro, lumile scriba, grazie alla iussio che gli viene rivolta avr la sua
ricompensa: lintercessione dei santi, il perdono dei peccati, la liberazione dal fuoco eterno (cfr. Alcuino e
Rabano Mauro).
Restano ancora varie zone dombra: non sempre dai materiali disponibili risultano chiari meccanismi, esiti,
fini; e ci perch nel concetto stesso di committenza nel medioevo vi sono forti margini di ambiguit.
Nel mondo bizantino lindividualismo di una societ che ha come unico referente la potest autocratica del
, fa anche della committenza libraria un momento individuale, che fa emergere la centralit del
committente.
NellOccidente medievale larticolazione della societ pi complessa, la committenza libraria, in sostanza
la iussio viene a porsi al centro di relazioni varie e di rituali, atteggiamenti, gesti che esprimono
rappresentazioni del mondo, della societ, del sacro.