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ET DEL BRONZO

Giovanni Tasca - Museo Civico Federico de Rocco di San Vito al Tagliamento (PN).

Nell'area della pedemontana orientale sono noti da tempo alcuni affioramenti


ceramici di et protostorica; alle segnalazioni di don Cozzi si sono aggiunte a
partire dagli anni '80 i risultati delle ricognizioni sistematiche e del monitoraggio
del territorio svolto dall'associazione Archeo 2000. L'elemento ceramico pi antico
documentato il boccale di Borgo Ampiano, rinvenuto isolato nel 1996 nella
parete di una scolina in terreno sabbioso, in prossimit di un'area piuttosto vasta
di affioramento di industria litica di epoche diverse e di materiali ceramici del
tardo Bronzo medio-Bronzo recente. Il boccale ha corpo globoso asimmetrico,
collo subcilindrico e breve orlo poco svasato, con ampia ansa a nastro verticale
impostata tra l'orlo e la massima espansione; l'impasto grigio, piuttosto
grossolano, con superficie nera ampiamente abrasa. Per questo vaso, gi attribuito
al Bronzo antico con connessioni con la cultura adriatica orientale di Cetina1,
stata recentemente proposta sulla base di precisi confronti con culture del bacino
carpatico-danubiano (Somogyvar-Vinkovci)2 un'attribuzione ad un momento
leggermente pi antico, compreso tra il tardo Eneolitico e l'inizio del Bronzo
antico. Il vaso di Borgo Ampiano testimonierebbe dunque della penetrazione di
elementi carpatico-danubiani, in particolare lungo il percorso della pedemontana,
in un panorama regionale che per quanto ancora assai mal noto appare legato tra
fine Eneolitico e inizio Bronzo antico all'area delle Paludi di Lubiana, come
attestano ad esempio gli importanti rinvenimenti di Meduno Sach di Sotto. Da
San Daniele del Friuli proviene inoltre un esemplare di ascia a occhio in rame di
tipo Dumbravioara3, a diffusione carpatica e balcanica e presente ad Aquileia e
con una decina di esemplari in Italia nordorientale. A conferma del gravitare verso
oriente anche tra fine III - inizio II millennio a.C. del Friuli si possono annoverare
gli elementi di contatto con le culture centroeuropea di Wieselburg-Gata o
adriatica di Cetina, presenti sul Carso e, limitatamente al primo gruppo, nelle valli
del Natisone. Elementi di difficile inquadramento tra le due tradizioni
provengono da Gemona4, confermando ancora una volta la vitalit del percorso
pedemontano nella penetrazione di elementi formali di origine orientale che, per
il tramite del Friuli, giungono in profondit nella pianura padana.

1 -
2 -
3 -
4 -

TASCA 1999a, BOARO 2005.


SIMEONI 2009.
TASCA, VISENTINI 2009, fig. 1 e fig. 2/9; SIMEONI 2009.
TASCA, SIMEONI 2008; SIMEONI 2009.

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Ancora nell'ambito del Bronzo antico o forse gi al passaggio al Bronzo medio


vanno verosimilmente inquadrati scarsi elementi ceramici recentemente rinvenuti
poco ad ovest del territorio considerato, a Cavasso Nuovo loc. Fornace e loc.
Modoleit. Pur nell'esiguit dei rinvenimenti, appare di notevole interesse la
presenza di alcuni elementi di presa: in particolare un'ansa da loc. Fornace5 a
gomito leggermente rastremata confrontabile con esemplari del carso triestino
attribuiti al Bronzo antico6 e, con essi, sembra costituire l'antecedente delle anse a
gomito nettamente rastremate da Visco7, al margine orientale della pianura
friulana, inquadrabili verosimilmente tra un momento avanzato del Bronzo antico
e l'inizio del Bronzo medio. Dalla loc. Modoleit proviene un'ansa a gomito con
parte anteriore rastremata ed apice leggermente soprelevato e ponticello
marcatamente rastremato8. Anche per questo esemplare, che appare un diretto
antecedente delle anse a fronte triangolare, i confronti si indirizzano verso oriente,
in un arco cronologico verosimilmente affine a quello appena citato9.
Pur in un quadro ancora fortemente frammentario, la presenza alla fine del
Bronzo antico nella pedemontana occidentale di elementi che sembrano diretti
antecedenti tipologici di uno degli elementi pi caratteristici fin dalla sua
comparsa della facies dei castellieri carsico-istriani, l'ansa a piastra, sembrerebbe
confermare ancora lo stretto legame del nostro territorio con il comparto
orientale, in cui in questa fase emerge come area propulsiva per l'appunto quella
carsico-istriana. Lo sviluppo in quest'area a partire dalla fine del Bronzo antico
degli insediamenti su culminazioni cinti da murature a secco, definiti castellieri,
contestuale allo sviluppo di una specifica facies culturale dagli spiccati tratti di
originalit. Parallelamente, nella pianura padana centro-orientale si assiste nel
corso del Bronzo medio alla diffusione e fioritura delle terramare, insediamenti
arginati che condividono un aspetto culturale specifico con i vasti insediamenti
palafitticoli dellarea gardesana.
Nellalta pianura friulana compaiono in un momento piuttosto avanzato dellet
del bronzo degli insediamenti cinti da terrapieno, disposti secondo uno schema
pressoch regolare, soprattutto nella pianura di sinistra Tagliamento; alcuni dei
siti arginati del Friuli centrale risultano attivi nel Bronzo medio, come Gradisca di
Sedegliano, le cui pi antiche evidenze risalgono alla fine del Bronzo antico, o
Udine. Nella Destra Tagliamento non vi sono per ora evidenze di castellieri con
cinta a teerrapieno riconducibili ad et cos antica; va peraltro osservato che talora
siti che furono sede di castellieri nella tarda et del bronzo hanno restituito tracce

5 -
6 -
7 -
8 -
9 -

DAL SANTO et Alii 2006, fig. 4/11.


MONTAGNARI KOKELJ 1996, fig. 4/22.
URBAN 1993, Taf. 7/9.
MARIUTTO et Alii 2007, fig. 1/4.
Confronti sono rintracciabili in castellieri del Carso goriziano (Vertace: MIZZAN 1989, tav.
21/1; Castellazzo di Doberd: AHUMADA SILVA et Alii 1989, tav. 10/19) ed i Slovenia, nella
regione delle Paludi di Lubiana (GASPARI 2008, T. 11/5).

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sporadiche di et nettamente pi antica, che pongono il problema delleffettivo


inizio della frequentazione di tali siti: il caso ad esempio del castelliere di
Rividischia presso Codroipo, da dove provengono due frammenti di asce forate in
pietra levigata, inquadrabili tra il tardo Eneolitico-Bronzo antico.
Nel territorio in questione non sono note al momento attuale evidenze
riconducibili al Bronzo medio. Alcuni labili indizi su una fisionomia culturale
complessa della Destra Tagliamento in questo periodo, aperta a diversi influssi,
possono essere ricavati da siti dellalta pianura e della pedemontana pordenonesi
attribuibili almeno in parte al Bronzo medio, dove sono riconoscibili elementi di
confronto con larea veneta e con larea carsico-istriana. Tra il materiale ceramico
rinvenuto nel riempimento di un pozzetto presso il tumulo di Molinat, ad
esempio, si riconosce un frammento di profonda forma carenata con ansa
canalicolata impostata tra lorlo e la carena, confrontabile nel Bronzo medio 3 del
Veronese10 ; altri elementi, come una particolare presa semicircolare a fronte
verticale con scanalatura orizzontale, trovano invece confronto soprattutto in area
carsico-istriana11.
Tra la fine del Bronzo medio e la fase iniziale e piena del Bronzo recente (tardo
XIV-XIII sec. a.C.) la pianura friulana, analogamente a quanto avviene nel Veneto
orientale ed in Slovenia e Croazia nordoccidentale, viene investita da un
imponente fenomeno di diffusione del popolamento, con una distribuzione di
insediamenti ed aree di frequentazione che interessa pressoch tutte le fasce
ambientali regionali. Sono in questo periodo attivi i castellieri lungo la linea delle
risorgive e dell'alta pianura udinese, mentre la fascia delle risorgive della Destra
Tagliamento e la bassa pianura udinese presentano una fitta concentrazione di
insediamenti non arginati disposti lungo gli alvei fluviali. La produzione ceramica
dei siti del Friuli centro-occidentale di questa fase partecipa della circolazione di
forme e modelli su distanze amplissime, recependo soprattutto nella parte
occidentale della regione l'influsso pi marcato della componente culturale
veneto-peninsulare subappenninica, della quale alcuni dei tratti pi tipici come
determinati tipi di anse ad apofisi vengono acquisiti e reinterpretati localmente in
modo originale. Si tratta in particolare delle anse con apofisi cilindroretta e lobata,
diffuse particolarmente nel medio e basso Pordenonese e nella media Sinistra
Tagliamento12. Tali elementi, specifici indicatori di contatti con l'areale venetoadriatico, non sono al momento noti nella Pedemontana pordenonese orientale.
Anche nel nostro territorio questa fase quella con la massima concentrazione di
presenze nel corso delle et dei metalli, con un totale di 4 siti con affioramenti

10 - VITRI 1991, Tav. 1/MANIV-10; cfr. Corn di Maccacari: SALZANI, FREDELLA 2004, tav.
1/2; 1/7.
11 - VITRI 1991, Tav. 1/MANIV-11; cfr. MIZZAN 1989, tav. 24/8 (S. Polo); MORETTI 1978, fig.
6/2-3 (Monte Grisa); BURI-MATIJAI 1998, T. 27/445-447, 450 (Moncodogno,
Rovigno).
12 - BOTTI, TASCA 2006; CAIRONI et Alii 2009.

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ceramici nei territori comunali di Sequals e Pinzano13. La documentazione


ceramica attualmente disponibile piuttosto scarsa e frammentaria e
tipologicamente non molto articolata. Tra i materiali gi da tempo noti di Borgo
Fontana (n. 19: Ricerche 1986, tav. II-III) sono attestate forme subcilindriche con
breve orlo appena rientrante, ben documentate nel Bronzo recente 1 e 2 non
avanzato del Basso Pordenonese e del Friuli centrale14, e scodelloni troncoconici
con margine appiattito decorato a ditate e cordone all'esterno, anch'esso digitato,
motivo parzialmente confrontabile come stato osservato15 tra i materiali
probabilmente pi arcaici provenienti dal pozzetto presso il tumulo di Molinat. Si
annoverano poi anse a nastro verticale medio e largo e canalicolate, prese a
pseudoansa, cordoni orizzontali digitati e cordoni paralleli curvilinei: elementi,
invero piuttosto generici, che rientrano anch'essi nel pi comune repertorio del
Bronzo recente iniziale-pieno del basso Pordenonese e del Friuli centrale16.
Un analogo inquadramento pu essere proposto per almeno una parte dei
materiali provenienti da Casale Bit17. Il frammento di scodellone emisferico con
margine tagliato obliquamente all'interno e leggermente aggettante all'esterno e
decorato esternamente da cordoni orizzontali e curvilinei intersecantisi (fig. 2/2)
trova confronto a San Vito, Rividischia, Pramarine ed in bassa pianura udinese18.
L'ansa a nastro verticale medio rastremato (fig. 2/5) confrontabile nel Bronzo
recente 1 e 2 non avanzato a Pramarine, Rividischia, Castions di Strada19. Tra gli
altri elementi presenti si segnalano anse a largo nastro e luce ristretta, tendenti a
canalicolate, anche insellate (fig. 2/7-9), una presa a lingua prominente
semicircolare (fig. 2/10) e motivi a cordoni orizzontali lisci distanziati o
relativamente ravvicinati.
Dal sito di Borgo Ampiano, ben noto per gli ampi affioramenti di industria litica
pertinente a diversi momenti della preistoria recente e per il rinvenimento del

13 - Sequals: Borgo Fontana (n. 19, gi noto come San Nicol); Fossaluzza (n. 20); Casale Bit (n.
21); Pinzano: Borgo Ampiano (nn. 25, 28).
14 - Ricerche 1986, tav. II/1, confrontabile ad esempio a San Vito Boscat (TASCA 1994, fig. 2/4)
e Rividischia (LAMBERTINI, TASCA 2006, fig. 15/65, 16/69, 21/115).
15 - TASCA 1996; in particolare: Ricerche 1986, tav. II/3; VITRI 1991, tav. I/MAN IV-14.
16 - Cfr. ad esempio l'ansa a medio nastro verticale e luce ristretta di Ricerche 1986 tav. II/6,
confrontabile a Pramarine (BOTTI 2002-2003); l'ansa tubolare a profilo subrettangolare
schiacciato e prominente (Ricerche 1986 tav. II/5), confrontabile con materiali del Bronzo
recente 2 - 2 avanzato da Montereale Valcellina (CORAZZA 1999, fig. 11/3) e a Concordia
Fondo Arreghini (BIANCHIN CITTON 1996, fig. 46/177); pseudoansa tubolare a sezione
semicircolare prominente e lati verticali concavi (Ricerche 1986 tav. II/8), confrontabile a
Concordia Area del Teatro (SALERNO 1996, fig. 29/34).
17 - I disegni dei reperti qui presentati, conservati presso la Raccolta Archeologica di Villa
Savorgnan, sono opera di Paolo Dalla Bona, che ringrazio.
18 - Castions di Strada, US 60: VITRI 1983, fig. 6/11; Pramarine: BOTTI 2006, fig. 3/17, 20;
Rividischia: LAMBERTINI, TASCA 2006, fig. 7/5; Muzzana Bonifica: Castellieri 2004.
19 - LAMBERTINI, TASCA 2006, fig. 23/152; Castellieri 2004, fig. 4B/9; BOTTI 2006, fig. 12/96,
99.

28

boccaletto isolato richiamato sopra, proviene una certa quantit di frammenti


ceramici attribuibili a questa fase20, anche in questo caso fortemente frammentari
e piuttosto generici. Di particolare interesse la presenza di un frammento di ansa
a fronte triangolare21, riferibile cio ad un tipo di ansa a nastro verticale
progressivamente rastremato ed ispessito verso l'alto, dove ha sezione massiccia
rettangolare o triangolare. Lansa a fronte triangolare caratteristica fin dal suo
inizio della facies dei castellieri carsico-istriani del Bronzo medio, nell'ambito dei
quali l'elemento tipologico viene elaborato, ed ben attestata nei contesti del tardo
Bronzo medio e Bronzo recente della pianura friulana. L'esemplare di Borgo
Ampiano, assieme ad alcuni simili da San Vito Boscat22, ne attestano la diffusione
lungo la sponda destra del Tagliamento.
La distribuzione dei siti citati, segnalati dall'affioramento di modeste
concentrazioni di frammenti ceramici, sembra riferibile ad una colonizzazione
costituita da piccoli insediamenti rurali posti in aree favorevoli allo sfruttamento
agricolo prospicienti la pianura e le bassure paludose; l'assenza di dati di scavo
non permette osservazioni sulle strutture insediative e l'effettiva ampiezza ed
articolazione dei siti, nessuno dei quali pare per aver avuto strutture perimetrali
monumentali.
La condizione di fioritura e di floridezza economica della pianura friulana tra la
fine del Bronzo medio e il Bronzo recente testimoniata, oltre che dalla
numerosit e dall'ampiezza degli abitati, anche dalla quantit di manufatti in
bronzo rinvenuti, che dimostrano l'ampiezza della circolazione di questo
materiale. ben attestata ad esempio, oltre alla pratica della deposizione di
ripostigli di pani di lega di rame grezza e di oggetti in bronzo rotti da riciclare, la
cui definitiva chiusura sembra da porsi all'inizio del successivo periodo del
Bronzo finale23, anche la disponibilit nell'ambito degli abitati di scorte di
manufatti frammentari da riciclo e di frammenti di panelle24. Accanto a queste
evidenze, testimoniano dell'ampia circolazione del bronzo nel territorio i
numerosi manufatti sporadici, la cui distribuzione interessa pressoch l'intero
territorio regionale con oggetti devoluti per voto o smarriti, tra i quali prevalgono
largamente le asce. La foggia di asce pi diffusa nel periodo considerato, tra la fine
del Bronzo medio e il Bronzo recente, quella ad alette mediane con ampio
tallone ben distinto e lunghezza delle alette non superiore a circa un terzo dello
strumento; sono ben diffuse nel panorama regionale asce con questo schema
riconducibili a tipi propri delle regioni a nord e ad est delle Alpi, accanto alle quali

20 - ANASTASIA et Alii 1995; TASCA 1999.


21 - ANASTASIA et Alii 1995, fig. 4/4.
22 - TASCA 1994, fifg. 1/3; 3/5.
23 - Sulla problematica dei ripostigli in Friuli rinvio ai contributi fondamentali di E. BORGNA
1992, 2000-2001, 2004, 2007.
24 - Si possono citare ad esempio i casi di Pramarine di Sesto al Reghena (GNESOTTO 1987), di
Rividischia (TASCA 1999b) e di Novacco (STEL 1991).

29

compaiono tipi a circolazione prettamente italica. In questo ultimo gruppo rientra


pienamente l'ascia ad alette mediane rinvenuta a Cunizei in circostanze non chiare
e conservata presso il Museo Nazionale di Cividale25.
Nel medesimo sito venne recuperato nel 1987, nel corso di uno sbancamento del
rilievo al margine del sito, un vaso biconico rinvenuto in deposizione isolata
all'interno di una buca sezionata dal fronte di cava. ipotizzata la pertinenza
dell'ascia e del vaso isolato - trovato in connessione, solo schiacciato su se stesso
dal peso del terreno soprastante, e quindi originariamente deposto integro e stante
- ad un medesimo sito26; nell'area tuttavia non sono segnalati ulteriori affioramenti
di materiali protostorici utili a precisarne le modalit di frequentazione.
Il vaso di Cunizei riveste un grande interesse cronologico e culturale. Si tratta di
un biconico ad alto collo troncoconico concavo con orlo svasato a doppio spigolo
interno, spalla convessa decorata a baccellature verticali, prese oblique verso il
basso impostate sulla massima espansione, fondo appena concavo. La forma, il
trattamento dell'orlo, la decorazione e la particolare impostazione degli elementi
di presa sono riconducibili a modelli circolanti in area centroeuropea e medio
danubiana nel XII sec. a.C., nell'ambito della fase antica della cultura dei Campi
d'Urne (fase Hallstatt A1)27.
La diffusione nella pianura friulana di elementi formali caratterizzanti il
complesso culturale della fase antica dei Campi d'Urne della regione medio
danubiana, come ad esempio vasi a corpo globoso e collo subcilindrico, orlo
svasati ispessiti e modellati internamente a doppio spigolo, decorazione a
costolature oblique, tazze lenticolari a collo troncoconico, avviene in associazione
con materiali inquadrabili, secondo le sequenze veneto-padane, nel Bronzo
recente 2 avanzato - passaggio al Bronzo finale 1. Questo particolare aspetto,
messo per la prima volta in luce in un contesto stratigrafico a Montereale
Valcellina nel 199528, stato riconosciuto nelle fasi intermedie della sequenza
stratigrafica in corso di indagine nel castelliere di Gradiscje di Codroipo29.
Orli a doppio spigolo confrontabili con quello del vaso di Cunizei compaiono,
oltre che nei contesti stratigrafici di Montereale Valcellina Casa
dell'Acquedotto30 e di Gradiscje di Codroipo31, in diversi siti della regione,
prevalentemente da rinvenimenti di superficie o contesti secondari32.

25 - ANELLI 1954-1957, tav. XII/2; Raccolta archeologica 1992, p. 6/2 L'ascia confrontabile
ad esempio con esemplari dal ripostiglio di Merlara (MLLER-KARPE 1959, Taf. 83/1).
26 - Scheda 22.
27 - Cfr. in particolare un vaso dalla Tb. 10 della necropoli di Horn, in Austria orientale
(LOCHNER 1991, Taf. 8/1) e l'ossuario della tomba 277 di Lubiana (TERAN1995, Abb. 5).
28 - CORAZZA 1999.
29 - TASCA et Alii c.s.
30 - CORAZZA 1999, fig. 6/1.
31 - TASCA et Alii c.s., fig. 8/7, 9/1, 3.
32 - VITRI 2004, fig. 7, 15/1 (Torviscosa Tre Ponti); PERSICHETTI, VITRI 2007, fig. 8/4
(Coderno); TASCA 1999b, tav. VIII/4, 6 (Rividischia); Muggia 1997, fig. 19/21 (Elleri, US 7).

30

Di notevole interesse la presenza, tra i pochi frammenti ceramici rinvenuti nei


livelli di impianto del castelliere di Gradisca di Spilimbergo33, di un orlo a doppio
spigolo interno confrontabile con gli esemplari citati, che potrebbe forse suggerire
un inizio della frequentazione di questo importante insediamento entro il XII sec.
a.C.
Proprio il castelliere di Gradisca di Spilimbergo sembra divenire negli ultimi secoli
dell'et del bronzo e all'inizio dell'et del ferro il principale punto di riferimento e
di attrazione dell'insediamento per il nostro territorio34, nel quale non sono
sostanzialmente note altre evidenze riferibili al Bronzo finale. Una notevole
eccezione costituita da un'ascia ad alette mediane lunghe rinvenuta nel 1905 in
una cava in territorio di Travesio35 ed attribuita al tipo Teor A36, la cui diffusione,
marcatamente regionale, comprende l'Istria, la Slovenia occidentale e il Friuli.
Con l'inizio dell'et del ferro e l'avvio di un nuovo ciclo di forte espansione del
popolamento in molti degli ambiti geografici regionali, si assiste anche nella
pedemontana ad una ripresa dell'attivit insediativa, con lo sviluppo ad esempio
dell'abitato sul terrazzo di Montereale Valcellina e la riattivazione di importanti
percorsi di scambio37.
Nel territorio considerato sono presenti in almeno tre siti indicatori ceramici
genericamente riconducibili al IX-VIII sec. a.C., da Travesio Ciamp dal Citar (n.
23), da Toppo loc. Madonna del Carmine (n. 29); da Casale Bit, sito gi
frequentato in precedenza, provengono sporadici elementi riferibili a questa fase
come un frammento di tazza lenticolare con orlo a fascia verticale decorato a
solcature orizzontali (fig. 2/1) ed un piede concavo decorato esternamente ad
impressioni (fig. 2/3).

33 - US 55a del Saggio A: CRISMANI et Alii 2007, Tav. II/12, 15.


34 - Il castelliere di Gradisca di Spilimbergo stato oggetto di scavi da parte dell'Universit di
Trieste dal 1987 al 1992, i cui risultati sono stati esaustivamente editi nel 2007 in un
volume curato da P. Cssola Guida e C. Balista (CSSOLA GUIDA, BALISTA 2007), a cui
rimando per le problematiche connesse con il sito.
35 - BERTOLINI 1906, pp. 428-429; ANELLI 1954-1957, p. 37, tav. XII/4.
36 - Bronzo finale 1980, tav. XIII/B. Lo sviluppo del tipo sar da inquadrare verosimilmente tra
il tardo XII e l'XI sec. a.C.
37 - Sull'et del ferro tra Veneto orientale e Friuli occidentale rimane fondamentale per molti
aspetti la documentazione edita nel catalogo della mostra La protostoria tra Sile e
Tagliamento, Padova, 1996; tra le sintesi pi recenti cfr. CSSOLA GUIDA 2006; CSSOLA
GUIDA, BALISTA 2007.

31

Fig. 1: boccale eneolitico da Borgo Ampiano.


Fig. 2: vaso biconico da Cunizei, Bronzo finale XII sec. a.C.

32

Fig. 2: frammenti ceramici da Casale Bit.

33

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34

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