Professional Documents
Culture Documents
magazine
Bonsai&Suiseki Magazine
Anno I - n. 1
Gennaio 2009
editoriale
2009
DIRETTO DA
Antonio Ricchiari
IDEATO DA
Luca Bragazzi
Antonio Ricchiari
Carlo Scafuri
REDATTORE
Carlo Scafuri
REVISORI
Giuseppe Monteleone
Pietro Strada
GRAFICA ED IMPAGINAZIONE
Carlo Scafuri
FOTO DI COPERTINA
Gino Strada
HANNO COLLABORATO
Antonio Acampora
Nicola Crivelli
Antonio Defina
Gian Luigi Enny
Giovanni Genotti
Luciana Queirolo
Dario Rubertelli
Daniela Schifano
Andrea Zamboni
Tutti gli scritti, le foto, i disegni e quantaltro materiale pubblicato su questo sito rimane di esclusiva
propriet dei rispettivi Autori che ne concedono in
via provvisoria lutilizzo esclusivo al Napoli Bonsai
Club ONLUS a titolo gratuito e ne detengono il copyright in base alle Leggi internazionali sulleditoria.
E vietata la duplicazione e qualsiasi tipo di utilizzo
e la diffusione con qualsiasi mezzo (meccanico o
elettronico). I trasgressori saranno perseguiti e
puniti secondo gli articoli di legge previsti dal Codice di procedura Penale che ne regolano la materia.
Quello che stiamo vivendo senzaltro un momento intenso per il mondo del
bonsai. Osservando levoluzione dei bonsaisti un tempo immersi dallalba al tramonto
nellalta erudizione ed oggi, al contrario, diventati poli di sincretismo in cui la frontiera
tra la vera e la falsa cultura irrimediabilmente confusa assieme ad un misto di
presunzione (presunzione di bruciare i tempi, presunzione di sapere, presunzione
nei confronti del prossimo) sono preso da momenti di incertezza che qualche volta
sfociano nel dubbio pi profondo.
Ma, tant, lentusiasmo che questo forum, gli amici, il bonsai stesso riescono a darmi mi ha convinto ad iniziare questa impresa che trova il suo input nel volere fare
qualcosa assieme che, seppure entro limiti ristretti, gode di un auditorium di gente
attenta e motivata che ha voglia di apprendere e soprattutto di fare. Di fare assieme,
senza protagonismi o antagonismi. Questo fondamentale.
Incrociamo le dita e diciamoci un in bocca al lupo con la speranza di fare
proseliti, coinvolgendo sempre di pi amici nellaffascinante universo del bonsai e del
suiseki. Da parte mia la certezza di un impegno serio e costante nellinteresse unico
appunto del bonsai.
Antonio Ricchiari
Perfettamente in linea con le attuali esigenze della comunit bonsaistica
italiana, questo Magazine vede la sua prima uscita su di un supporto che rispecchia la modernit dei metodi di reperimento delle informazioni. La sempre crescente
sete di nozioni in tutti i livelli, unita alla facilit con cui possibile reperirle, pone
questo nuovo periodico tra quelli che soddisfano tali esigenze, rendendolo attuale.
La fonte da cui proviene questa nuova idea, alimentata da persone che credono in
quello che si sta facendo, convinti che si possa aumentare il livello culturale di tutti
coloro che ne usufruiranno. Personalmente ritengo questo nuovo Magazine come
una grande idea, costruttiva, ed in grado di avvicinare virtualmente molti modi di pensare. Tra i suoi scopi, esiste senza dubbio, la volont di non precluderne laccesso a
nessuno e, sicuramente la capacit di arricchirsi grazie a quello che tutti avranno da
dire tra queste pagine. Il bonsai, ormai proiettato nella sua modernit, ha bisogno di
nuove iniziative, capaci di rinnovarlo sia nel modo di interpretarlo che nella didattica,
ed per questo che credo che il Direttivo del Napoli Bonsai Club, nella persona del
Suo Presidente Antonio Acampora, abbia quella vena lungimirante tipicamente di chi
agisce nella cultura e per la cultura. La giusta intesa tra chi opera e operer tra le
righe e lintervento sistematico di chi fa didattica bonsai giornalmente, rendono ancora pi credibile questo progetto. Il mio Augurio per questa importante evoluzione
che possa espandersi cos come il Forum ha fatto dopo la sua nascita.
Luca Bragazzi
Inizia oggi una nuova avventura editoriale interamente dedicata ai bonsai ed
ai suiseki; un magazine libero e gratuito nato dallintento di contribuire alla diffusione
di queste nobili arti, di tutto ci che ad esse risulta connesso, e che finalmente metta
al centro di tutto lappassionato e non gli interessi economici che sullappassionato
vengono puntualmente costruiti.
Questa pubblicazione vuole consentire una trasmissione di conoscenze alimentata unicamente dalla passione di quanti dedicano il proprio tempo al bonsaismo
ed allarte del suiseki. E in tale ottica, pertanto, che il mensile si propone di costituirsi
in quanto Open Magazine, si da accogliere il contributo di chiunque voglia condividere
la propria esperienza, ed in molti casi, la propria professionalit con tutti. A rendere
ancor pi ricca di contenuti la pubblicazione saranni i contributi dei professionisti tra
i migliori attualmente operanti nel panorama bonsaistico e suisekistico, tra i quali,
solo per citarne alcuni: Antonio Acampora, Luca Bragazzi, Giovanni Genotti, Luciana
Queirolo, Antonio Ricchiari.
Ci auguriamo pertanto che questa impresa editoriale possa riscuotere il
vostro consenso e costituire per voi tutti un riferimento apprezzato.
Carlo Scafuri
Sommario
Mostre ed eventi
pag. 06 Sakka Ten Autumn Trees - A. Zamboni
In libreria
pag. 08 Bonsai - Tecniche e segreti di coltivazio
ne - C. Scafuri
Acero Tridente
coll. di Giovanni Genotti
Bonsai cult
pag. 09 Alcuni punti fermi - A. Ricchiari, G. Genotti
Note di coltivazione
pag. 24 I concimi chimici - L. Bragazzi
La mia esperienza
pag. 11 La mia favoletta - A. Defina
pag. 13 Tra il dire e il fare... - D. Rubertelli
Tecniche bonsai
pag. 25 Applicazione del filo - A. Acampora
Vita da club
pag. 30 Napoli Bonsai Club - A. Acampora
Che insetto ?
pag. 32 Patologia vegetale - I parte L. Bragazzi
A lezione di Suiseki
pag. 15 Quanto grande - L. Queirolo
A scuola di estetica
pag. 18 Note sullestetica dei bonsai - A. Ricchiari
Latteggiamento verso
la Natura
Ikebana
Ancora oggi, nonostante
la progressiva evoluzione e la
scissione in varie scuole, i tre
elementi vegetali fondamentali dellIkebana rappresentano
il Cielo (Shin), lUomo (So) e la
Terra (Gyo), combinati in un insieme armonioso dove i rami e i
fiori, sebbene recisi, non perdono
la loro vitalit.
Let feudale
i giapponesi a copiare modelli stranieri, anche se, nella pi pura tradizione nipponica, il gusto estetico
doltremare non venne mai adottato in
modo ne da sostituire integralmente,
ne da prevalere su quello autoctono.
Gi nel periodo Tokugawa, nella citt
di Nagasaki, si trovavano gli insediamenti di portoghesi, olandesi e cinesi,
la cui influenza culturale riusc a filtrare
nella compagine nipponica. Proprio in
quel periodo, un gruppo di pittori la cui
arte era volta alluso di colori smorzati
e tratto morbido, da loro nacque il movimento letterario Bunjin, che, come
per la scuola monocromatica di quattro
secoli precedente, preferiva dipingere
i paesaggi del continente, linfluenza di questo stile
venne adottata in seguito dai giardinieri dellepoca,
che cercarono di imitare questo modo di dipingere,
utilizzando pochi vegetali dai colori sobri e le pietre
dalle linee morbide.
Volo daquila
ali toccano il cielo
sotto, il mondo
M
M
M
Fra le terre di Kai e quelle di Suruga lambita dalle onde sta la vetta
del Fuji.
Gli alti cirri osano appena avvicinarsi, e mai volano fin lass gli uccelli.
Il ghiaccio raggela irosi incendi e il
fuoco distrugge la caduta neve.
Vano cercar parole, non v un
nome degno di lui.
Che sia un misterioso kami?
Mushimaro - VII secolo d.C.
D
N
considerato
medicina
contro le infermit.
uesto quello che
laquila ha significato
nel tempo e tra diversi popoli per luomo; ma
io ancora voglio immaginarla, con la sua grande e
inconfondibile sagoma uscire allimprovviso da orizzonti di rocce e canaloni,
per poi planare, oppure
volteggiare, con le ampie
ali : io guardo una pietra
e vedo unaquila, nel gioco dellimmaginazione che
lascia spazio allanimo ed
alle sensazioni per passare
rapidamente ad una comunicazione interna che
libera, quasi come un lieve
Al di l delle parole,
delle spiegazioni,
delle motivazioni,
questa ,
per me,
la magia del
suiseki!
Mostre ed eventi
Sakka Ten
Autumn tree 2008
Mostre ed eventi
Un ringraziamento particolare a Nicola Crivelli per aver gentilmente concesso le foto della manifestazione. Per poterle visionare tutte potete
collegarvi al sito: http://web.mac.com/kitora/Espo/SAKKA_TEN_2008.html
In libreria
ISBN: 8850652984
Prezzo: 26,50
Bonsai cult
Bonsai cult
artistico.
Il bonsai raggiungere nella pianta
lastrazione della forma rispondente alla
natura dellalbero con leliminazione del
superfluo. E quindi un continuo evolversi
dellalbero in climi e condizioni diverse che si
susseguono e che sullaspetto restano segni.
Il bonsai moderno sottoposto a regole e rapporti applicabili a cose inanimate. La fredda
staticit che ne deriva priva di personalit
e incapace di comunicare neppure i momenti
della sua vita perch cancellati nella falsit. Il
bonsai moderno non ha modo di crescere e
limpersonalit legata allimpersonalit del moderno bonsaista. Il bonsai moderno oggi ha perso
quel colloquio che il bonsaista ha con la natura,
colloquio che lo rende partecipe al mondo della
Il bonsai moderno va verso una immobile staticit inanimata.
Il discorso con Giovanni approda
adesso verso un altro argomento che sta, o
dovrebbe stare a cuori a tutti perch riflette
direttamente limmagine del bonsaismo italiano: lassociazionismo. Genotti cos continua:
Litaliano a mio avviso molto individualista e
quindi le associazioni hanno una vita difficile,
Non c umilt, tutti hanno la coda di paglia e si
instaurano rapporti non sinceri specialmente
con chi dovrebbero confrontarsi. Tutti voglio
per il orgoglio il potere, si considerano migliori, pi bravi degli altri e detentori della verit.
Le associazioni specialmente quelle italiane
hanno perci difficolt a resistere. Solamente
se esiste un direttivo fermo, privo di interessi
personali con finalit positive non dettate da
ripicche si pu avere unassociazione stabile.
Ho visto sorgere, unirsi, disfarsi, morire e
nuovamente sorgere associazioni che se pur
valide nei principi teorici, prevalendo interessi
personali sono cadute senza lasciare un risultato positivo ai fini della diffusione amatoriale
del vero bonsai. Non si deve vendere fumo per
arrosto come accaduto e accade soprattutto per alcuni giovani che avendo possibilit di tempo e danaro non rispettano il verso
bonsaista che cura con amore anche le pi
umili piante e disprezzano quelle che secondo
10
11
La mia esperienza
Molte volte, nel mio acerbo percorso
bonsaistico mi sono imbattuto, per necessit
o per piacere personale, nel tanto famigerato
rinvaso. Inizialmente lho sempre considerata
unoperazione alquanto ostica e complessa, e
le certezze venivano meno mano a mano che
mi documentavo leggendo le riviste cosiddette
specializzate. Ora che sono maturato capisco
che tali suggerimenti,complicati e a volte, almeno dal mio punto di vista, spesso non trovano riscontro nella realt, le piante sono esseri
viventi relativamente semplici, e generalmente
con un buon grado di adattabilit.
Come testimonianza pratica vi voglio
rendere partecipi di questo rinvaso molto naturale e pratico, seguito e vissuto assieme al
mio maestro Giovanni Genotti*.
Protagonista una vecchia farnia (quercus
ruber) raccolta in natura nel lontano 2000 e
tenuta in campo sino al 2004 per poi essere
rinvasata in un vaso da coltivazione. Visto il
livello di maturit raggiunto dellalbero e la stagione favorevole (autunno), Giovanni ha ritenuto opportuno procedere
al rinvaso in vaso bonsai. Lo sforzo fisico per
lestrazione stato ampiamente ripagato dal profumo che il pane radicale
emanava, allimprovviso
mi sono ritrovato nel
bel mezzo di un bosco..... che emozione!!!
Ma....
torniamo
alla
realt.
A
differenza
dellopinione diffusa che
il pane radicale debba
essere lavato e quindi
messo a nudo, Genotti
sostiene che una pianta
pu vivere nella stessa
terra e nello stesso vaso
(naturalmente apportando le corrette concimazioni) anche per diversi
anni. In questo caso, per
una latifoglia, 8/10 anni,
ritenendo quindi inutile
loperazione di lavaggio e asportazione del
vecchio substrato. Sostiene anche, avvalorato
dai fatti e dallesperienza, che non si creino
situazioni di alterazione/squilibrio
* http://www.napolibonsaiclub.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=538
particolare vaso/drenaggio
La mia esperienza
Finito il rinvaso si
provveduto a sistemare
sulla superficie del terreno un po di sabbia nella
quale stato sbriciolato del
muschio vellutato raccolto con sporangi evidenti.
12
foto 1
foto 2
foto 3
La mia esperienza
foto 4
foto 5
foto 6
14
Vorrei fare una premessa, prima di iniziare questo viaggio attorno e dentro
al mondo delle pietre: vorrei che recepiste i miei scritti come frutto di notizie
e concetti acquisiti da persone esperte pi di me, filtrati e miscelati con: convincimenti, esperienze e sensazioni personali. Non amo mettere ogni pensiero al condizionale. Io racconto la mia verit. Voi fatela vostra se vi aggrada.
Non voletemene quando non vi troverete in sintonia. Vi racconter come io
vivo ed interpreto il suiseki e quanto larte della pietra faccia parte di me.
Luciana Queirolo
foto 3 e 4
16
A lezione di suiseki
foto 7
foto 8
foto 9
Una linea semplice e morbida, una superficie patinata dal tempo (Jidai) e dalla manipolazione (Yoseki). Una pietra che si tiene con piacere
tra le mani: prima fredda, assorbe il calore e lo rimanda, quasi rafforzato da una vitalit interna. Una pietra su cui meditare, sar non
pi lunga di 30 cm. (Kogata o Mame Suiseki).
La meditazione una
capacit della mente
che favorisce un percorso interiore e che
ne influenzata. attraverso la dinamica del
modo di operare della
mente, si pu riuscire
a riconoscere la distinzione tra un io egocenfoto 10 - proprietario Karel Serak
trico, che si identifica
con lessere io (nome) e lIo (s) in grado di osservare losservatore
(oggettivizzare il soggetto, vedi: wikipedia).
foto 6
Sedersi di fronte ad una pietra per osservarla, anche se da una distanza limitata, richiede una dimensione non inferiore ai 15 cm; inoltre, se gli spazi vuoti di una esposizione sono importanti quanto i
pieni, un vuoto eccessivo davanti a noi pu creare pace ma anche
malinconia o malessere (senso di vuoto nel detto comune). Un piccolo puntino nelluniverso.un punto di vista senzaltro filosofico, ma
apprezzarne la forma e la texture, richiede che ci si pieghi, osservando a sguardo di gallina ( = capo proteso su un lato, focalizzando
di spiegarsi linizio del mondo. Un altro collegamento lega larte cinese e le caverne: il giardino.
E risaputo che nei giardini cinesi le rocce, gli edifici e lacqua, prevalgano sulla vegetazione. Come
nel mondo interiore delle grotte carsiche, i giardini
sono costruiti in modo tale che non si possa mai vedere lintero panorama, solamente scorci parziali.
Limpareggiabile significato delle rocce dello studioso, nellarte cinese, deriva in gran parte dal fatto che essa la rappresentazione della montagna,
della grotta, e del giardino. Si porta il peso di questa singolare estetica e simbolismo spirituale.
foto 12
Luso delle pietre nel giardino giapponese rappresenta una elaborazione dal concetto del giardino cinese, simboleggiando la vastit della natura anche
in piccoli spazi, sino al raggiungimento dellessenza
e linearit spirituale del giardino Zen (karesansui):
composizioni essenziali di solo rocce e ghiaia evocanti fiumi e montagne; ed alberi, presenti solamente nella nostra fantasia.
Stesso spirito ritroviamo nel bonseki: giardini zen
in miniatura creati con sabbia, ciottoli e pietre su
vassoi neri laccati. Pare che queste composizioni
siano state largamente usate per progettare i maggiori giardini di Kyoto.
Nel karesansui o nel bonseki; in queste rappresentazioni semplici, pulite, austere, serene eppur vagamente tristi, delicatamente rispettose, troviamo
la pi alta espressione e ricchezza spirituale di uno
spazio sconfinato ed elegante ma di questo lascio
scrivere a chi sa pi di me.
Alla prossima
A scuola di estetica
compagnia, uniformit
somiglianza
duro, rigido, gruppo di
persone
forte, fiducioso, solitario
stabile, carattere
maschile
movimento lineare,
drammatico, sensazione di precariet
madre-figlio
statico, interruzione
azione, dinamicit
in crescendo, di rottura
stabilit
instabilit
naturale, spontaneo,
senso di felicit
energico, caotico
orizzontale, percezione
di calma, tranquillit
vecchia, stanca
18
acero tridente
famiglia aceraceae
genere acer
specie buergerianum
Acero Tridente
coll. di Giovanni Genotti
LAcero Tridente (Acer buergerianum) entrato nellimmaginario collettivo, anche tra i non
esperti di arte bonsai, come una tra le piante
che pi simboleggia questarte. Forse per via
di quella sua alternanza di eleganza e forza,
ben rappresentata da un apparato radicale estremamente generoso, in grado di creare nebari possenti ma mai banali - contrapposto al sottile merletto della
ramificazione secondaria e terziaria
e alle foglie aggraziate, piccole ma
meno delicate rispetto alle pi sottili
ed eleganti foglie dei leggeri Aceri
palmati.
UN PO DI STORIA
Nellaerale di orgine (Cina, Giappone), lAcer B. si presenta come un
albero di medie/piccole dimensioni, che predilige gli habitat boschivi e montani. Laltezza
media allincirca tra gli 8 e 12 metri. E una
specie robusta, in grado di resistere bene sia
al freddo che al caldo.
Le foglie richiamano visivamente le zampe
palmate del rospo, da qui il nome kaeda dato
dai giapponesi allAcero tridente, che deriva
dal termine Kaeru-de = mano del rospo.
LA.b. possiede, come il Gingko Biloba,
unottima capacit di adattamento agli elevati
livelli di inquinamento degli ambienti cittadini,
per questo motivo (in Giappone) molto diffuso in viali e parchi cittadini.
ASPETTO
Le foglie sono palmate, strette alla base, con
tre lobi diretti in avanti, di solito non dentati
o poco dentati lungo il margine, di
colore verde scuro nella parte superiore, bluastra in quellinferiore., diventano lisce su ambo i lati e assumono colorazione rossa in autunno
e in primavera. Le dimensioni delle
foglie vanno dai 3/8 cm. (lunghezza)
ai 4/8 cm (larghezza).
La corteccia di color grigio-marrone e tende a sfaldarsi in squame
piatte con il passare degli anni, i fiori
sono piccoli e giallo-verdi, in grappoli
conici, larghi, diritti e fioriscono in primavera
allapparire delle giovani foglie.
Frutti: con ali parallele (samare/disamare),
diritte, lunghe fino a 2,5 cm verdi o rossastre dapprima, di colore marrone alla maturazione.
CULTIVAR
La sottospecie A. buergerianum formosanum
presenta altezza ridotta e fogliame pi fitto
e coriaceo. Una cultivar rara per i bonsai
ESPOSIZIONE E PROTEZIONE
In generale considerata una pianta piuttosto resistente sia nei confronti del caldo che
del freddo. Per precauzione, nelle localit pi
a Sud e nei mesi pi caldi, per evitare rischi
allapparato fogliare, opportuno proteggerla
dallirraggiamento solare pi intenso e dai venti
caldi. Per il resto non va sottratta allesposizione
solare, sia per incrementare la colorazione del
fogliame nel periodo autunnale, sia per favorire laccorciamento degli internodi e la riduzione delle dimensioni dellapparato fogliare.
In inverno pu rimanere allesterno, dato che
ha una buona tolleranza alle basse temperature. Si consiglia comunque un minimo riparo
dellapparato radicale rispetto ad eventuale
gelate (es. tessuto non tessuto, foglie, strati
di torba ecc...).
REATTIVITA
E considerata una pianta che perdona molti
errori, in quanto possiede elevata capacit cicatriziale e sopporta bene (se eseguite nei corretti periodi) potature importanti.
ANNAFFIATURE
Vale, anche per lA.b., la regola dellalternanza
bagnato/asciutto. Vanno sempre considerate,
POTATURA
Linserimento delle gemme dellA. b. sul caule
(fusto) opposto. Su ogni ramo avremo sempre una coppia di gemme opposta e tendente,
nella coppia successiva, ad effettuare una rotazione sullasse compresa tra circa 30- 90.
Questo non succede per esempio nellAcer
mospessolanum, nel quale ogni coppia di gemme
ruotata di 90 dopo ogni inserzione sul fusto.
20
radici poste sotto alla base del tronco favorendo le radici perimetrali, per consentire lallargamento della base del nebari.
Ph del terreno neutro o leggermente acido. Possibili miscele
con : Akadama, Sabbia di Fiume, Torba Bionda, Terriccio Universale, Torba nera, Pomice. La granulometria della miscela
dovr essere in funzione degli stadi di crescita della pianta.
Per piante in formazione sar opportuno avere una granulometria medio/grossa, in grado di garantire una maggiore ossigenazione al terreno e quindi un assorbimento pi veloce della
sostanza organica.
CONCIMAZIONE
Mediamente ogni 15 giorni dallapparire delle foglie fino alla
prima met dellestate con prevalenza di azoto. Si pu aumentare lintensit del fogliame con la somministrazione di fosforo
e potassio da mezza estate in poi. Eliminando contemporaneamente lazoto si riduce la comparsa di nuovi germogli tardivi e
si favorisce laccumulo di zuccheri nelle foglie vecchie.
AVVOLGIMENTO
Lapplicazione del filo va fatta durante il riposo vegetativo estivo, facendo attenzione alla fragilit dei rami, poich questi
sono assai delicati durante il periodo di sviluppo. Il momento
pi adatto alla fine della stagione vegetativa, di solito a met
giugno. E opportuno interrompere per un paio di giorni le annaffiature prima di procedere alla filatura e/o proteggere i
rami durante loperazione.
PATOLOGIE
Parassiti e malattie: erniosi, scolitidi, bruchi, cicadelle.
Per quanto riguarda loidio, si consiglia un trattamento in primavera e alla fine dellestate, ai primi segni della patologia,
mediante lutilizzo di prodotti sistemici. Si ricorda inoltre che
come misure di prevenzione contro loidio opportuno tenere
le piante sempre in posizione ben ventilata e luminosa, ed evitare annaffiature dirette sul fogliame. Altre patologie riscontrabili sono: cancro, malattia del corallo, malattia delle tacche
nere dellacero, disseccamento parassitario dei rami, verticillosi, maculatura fogliare, marciume radicale. Afidi e cocciniglie
sono piuttosto frequenti e si controllano con i normali presidi.
I funghi si sviluppano in varie occasioni, favoriti da eccessiva
umidit; le foglie e le radici sono i punti deboli dove entra il
patogeno. La prevenzione efficace consiste nel non bagnare
troppo e troppo spesso e nellevitare alle foglie bruciature
causate dal sole estivo che possono essere punti dingresso di
eventuali patogeni.
TECNICHE DI RINVASO
Trapianto: alla fine dellinverno,
prima che la pianta emetta le
foglie, ogni 2-3 anni, anticipando in caso di piante pi
giovani. Durante il rinvaso si
dovr cercare di eliminare le
foto 1
foto 2
foto 3
foto 4
foto 5
22
del mese
23 Lessenza
ACERO TRIDENTE -
ESTRAZIONE
Lanno successivo alla posa su piastrella, le foto della zollatura/
estrazione di uno degli Acer buergerianum in coltivazione
(foto 5).
Tramite una vanga piatta lavoro il bordo della zona di scasso,
sino ad introdurre la vanga al di sotto della piastrella. Nonostante la piastrella si sente la presenza di un esteso apparato radicale, con alcune radici scese gi in profondit. Tagliate quelle, con un paio di spinte si riesce ad estrarre la pianta
(senza rompere la piastrella - foto 6).
Il pane radicale si presenta radiale con una sezione compatta
e uniformemente distribuita, sviluppata per circa 4/5 cm di
altezza. Dallimmagine si vede labbondanza delle radici capillari. Questa forte crescita si deve, oltre alla generosit della
pianta, allazione combinata dei due elementi introdotti lanno
prima. Ovvero un terreno molto pi sciolto rispetto a quello di
partenza, per stimolare la crescita di radici pi fini, e la presenza di un elemento contenitivo come la piastrella, per evitare
la naturale proiezione delle radici verso il fondo del terreno e
mantenere il futuro nebari compatto e radiale (foto 7,8).
foto 6
foto 7
foto 8
Note di coltivazione
La
concimazione
una
pratica
estremamente
diffusa, se la si guarda
sotto il profilo agricolo, essa mira
allottenimento di una maggiore quantit di prodotto, nel nostro caso, invece, interessa solo per migliorare la
salute del nostro bonsai. Questa pratica, purtroppo non sempre sfruttata
al massimo perch non si conosce a
fondo lutilizzo da parte delle piante,
perch alcuni la ritengono inutile e
perch si passa da un tipo di concime ad un altro con troppa facilit .
Tutti i concimi sono caratterizzati da
una sigla chiamata TITOLO (N P K), i
tre numeri corrispondenti ai tre macroelementi rappresentano le % di
ogni singolo elemento ogni 100kg di
prodotto. Se ad esempio acquistiamo
un concime con titolo 3-6-5, vorr
dire che se acquistiamo 100 kg di quel
concime allinterno troveremo 3 kg di
Azoto, 6 kg di Fosforo e 5 kg di Potassio, la restante parte rimanente
rappresentata da minerali e sostanze
ammendanti che migliorano la decomposizione stessa del concime.
I concimi si distinguono in due grandi categorie: Chimici o di sintesi,
rappresentati da concimi prodotti
dallindustria chimica e Concimi Organici derivanti dalle deiezioni e dagli
scarti di macellazione degli animali o dagli scarti delle colture agrarie destinate
allalimentazione umana e animale.
La categoria di concimi che trattiamo in questa prima parte sono
quelli chimici o di sintesi. Questi, anche chiamati a pronto effetto, rilasciano il principio attivo nutritivo
poco tempo dopo la sua somministrazione. Linconveniente di questo tipo
24
25
Tecniche bonsai
- La progettazione e la potatura -
- Materiali utilizzati -
I fili metallici disponibili in commercio possono essere di rame cotto, di ferro o di alluminio ramato.
Generalmente, per problemi legati allossidazione,
il ferro poco utilizzato, a differenza di rame e alluminio ramato. Il rame, per la sua rigidit, pi
difficile da posare allinizio, mentre lalluminio, essendo pi malleabile, presenta una maggior facilit dutilizzo. A parit di sezione, il vantaggio
dellutilizzo del filo di rame rispetto allalluminio si
traduce in maggior tenuta e rigidit, qualit che
ne fanno preferire lutilizzo sulle conifere, mentre
su piante che segnano facilmente, quindi con un
cambio sottile preferibile usare diametri maggiori, e quindi utilizzare alluminio ramato. Si consiglia
comunque, se possibile, di proteggere sempre la
corteccia con rafia durante la legatura. I fili, per
poter esercitare la loro azione, devono avere un
diametro pari ad 1/3 del ramo sul quale vengono
posizionati. Per questo motivo necessario avere
un discreto assortimento di misure, in quanto la
conicit dei rami richiede frequenti variazioni di diametro del filo utilizzato, pi spessi per il tronco ed
i rami, pi sottili per la ramificazione secondaria,
Tecniche bonsai
Il primo punto da considerare, quando si comincia ad avvolgere, il grado di pressione che deve
raggiungere il filo sulla corteccia dellalbero. Se il
filo troppo pressato, lalbero non avr spazio per
crescere liberamente e si dovr svolgere in un periodo di pochi mesi o anche di settimane. Se rimarr
allentato, non lavorer sul ramo adeguatamente. I
canoni classici giapponesi stabiliscono che tra il filo
e la corteccia dellalbero deve esserci esattamente
lo spessore di un foglio di carta. Ci significa che
il filo deve restare fissato al ramo, senza tuttavia
strozzare la corteccia. Il secondo punto che si deve
tenere in considerazione che, quando si avvolge,
il filo deve seguire la forma del tronco e del ramo.
Se durante il lavoro di avvolgimento si tentasse
contemporaneamente di dare la forma desiderata,
probabilmente il ramo si spezzerebbe. Per effettuare un buon lavoro, necessario che lavvolgimento
divenga un procedimento meccanico, eseguito automaticamente, una volta che si decisa la posizione nella quale devono rimanere tronco e rami.
Lapplicazione inizier sempre dal primo ramo partendo dal basso che andr completato in tutte le
sue parti prima di passare al successivo: si proceder dal ramo di maggiore dimensione verso i pi
piccoli, riducendo via via il diametro del filo.
Il primo obiettivo quello di stabilire langolo di inclinazione del filo tra le curve. Questo angolo, che
per buona regola va mantenuto costantemente,
deve essere di 45. Il passo successivo sar quello
di controllare la diminuzione della distanza tra le
curve, in conformit allo spessore variabile dei
rami. Finch non ne avrete terminata lapplicazione
vi conviene tenere sempre le forbici a portata di
mano. Sebbene il filo sia piuttosto scomodo da
lavorare, meglio tagliarlo quando avrete finito
di avvolgerlo, perch se lo tagliate troppo corto
dovrete riapplicarlo e se lo tagliate troppo lungo si
spreca. Sar infine bene ricordarsi sempre che la
presenza del filo non giova allestetica dellalbero,
pertanto esso andr applicato con cura ed in minor
26
27
Tecniche bonsai
Per l avvolgimento dei rami primari si segue lo stesso procedimento utilizzato per quelli secondari; per in questo caso
necessario avvolgere i rami due a
due, senza dimenticare che, per
avvolgere ogni coppia di rami, ci
deve essere una distanza sufficiente, tra ciascuno di essi, che
consenta almeno due giri di filo in
qualche punto di tenuta.
Il punto di tenuta generalmente
pu essere un ramo un po pi
grosso o il tronco. Lavvolgimento
dei rami principali, due a due,
ha diversi vantaggi: se si esegue adeguatamente, permette
una buona aderenza del filo al
tronco, inoltre evita, in molti
casi, di dover incrociare i fili.
Vediamo ora alcuni accorgimenti
per eseguire le legature con qualsiasi tipo di filo. Il filo andr avvolto su rami e tronchi, con spire
il pi regolare possibile e a 45
circa; ci aiuteremo con il pollice
che tiene il filo fermo mentre facciamo la spira successiva (fig. 1)
Tecniche bonsai
28
Tecniche bonsai
- LAvvolgimento - Epoca di
avvolgimento -
SUGGERIMENTI
Avvolgere nel periodo pi idoneo per la specie che si sta
trattando.
Utilizzare un diametro di filo adeguato alla parte che si desidera modellare: rami secondari, primari, e tronco.
Procedere allavvolgimento seguendo un andamento a spirale e uninclinazione di 45.
Applicare il filo per gradi: per primo il filo di diametro superiore e poi via ,via i fili con diametro inferiore.
Evitare lavvolgimento troppo stretto.
Limportanza di due spire di fissaggio quando si avvolgono
i rami a due a due.
Non sbagliare la direzione dellavvolgimento. Se si vuole
spostare il ramo verso destra le spire del filo andranno
verso destra.
Per abbassare un ramo le spire del filo partono da sotto,
per alzarlo partono da sopra.
Quando il filo corto, sempre possibile aggiungerne
unaltro nella parte finale, a condizione che accompagni per
almeno due tre spire il primo e lo segua senza accavallarsi.
Quando il filo non permette di avvicinare due rami, la soluzione facile:si toglie il filo e lo si rimette nella direzione
contraria.
Attenzione al periodo dellavvolgimento.
Non mettere il filo troppo vicino ai germogli, potrebbero
anche seccare.
Se il filo ha inciso la corteccia , non necessario rinunciare
a mettere di nuovo il filo su quel ramo. La soluzione proteggere il ramo con della rafia, e avvolgere sopra il filo.
Nel mettere il filo si eviti di schiacciare foglie aghi, gemme,
germogli e altri rametti.
Piegando, attenzione alla corteccia. In primavera le conifere sono delicate: la corteccia scivola sopra il legno
causando la morte del ramo.
Se occorre avvolgere il tronco il filo deve partire dal
terriccio.
Vita da club
30
31
Vita da club
Che insetto ?
La
patologia vegetale,
una delle Scienze Agrarie
che studia le alterazioni strutturali e/o fisiologiche di singoli
individui o di intere popolazioni vegetali. Per malattia sintende unanomalia
strutturale o fisiologica derivante
dallattacco di patogeni che possono allontanare il vegetale dallo stato di normalit. Le malattie si dividono in:
Malattie di origine entomofila
Malattie di origine crittogamiche
Malattie di origine batterica
Virosi
Malattie di origine entomofila
Sono tutte patologie imputabili ad insetti. Questi, in base al danno che provocano sulla pianta si differenziano in
base al loro apparato boccale che pu
essere pungente-succhiatore o masticatore. Ne fanno parte afidi, tignole,
cocciniglie di diverse specie, coleotteri,
tarli, mosche bianche ed acari tipo ragno rosso e giallo.
Si combattono con Insetticidi (per insetti) e con Acaricidi (per acari-ragni rossi
e gialli) di tipo di copertura e sistemici.
Soffermiamoci sugli AFIDI. Questi insetti non agiscono in pochi individui, ma
in popolazioni di centinaia ed il danno
che ognuno provoca molto amplificato. Sono dotati di un apparato boccale
succhiatore, costituito da una sorta di
cannuccia chiamato Stiletto, questo
in grado di penetrare i tessuti esterni
degli organi verdi teneri primaverili e di
arrivare fino ai fasci Floematici, da cui
pu trarre nutrimento grazie alla linfa
elaborata ricca di sostanze zuccherine.
32
Bonsai&Suiseki Magazine
Mensile Anno I - n. 1
Gennaio 2009