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Area

International POPular Group

Area
International POPular Group

1973 - Arbeit Macht Frei

Luglio, Agosto, Settembre (Nero)

1.
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Luglio, agosto, settembre (nero) - 4:27


Arbeit Macht Frei - 7:56
Consapevolezza - 6:06
Le labbra del tempo - 6:00
240 chilometri da Smirne - 5:10
L'abbattimento dello Zeppelin - 6:45

Mio amato
Con la pace ho depositato i fiori dellamore davanti a te
Con la pace, con la pace
ho cancellato i mari di sangue per te
Lascia la rabbia
Lascia il dolore
Lascia le armi
Lascia le armi e vieni
Vieni e viviamo o mio amato
e la nostra coperta sar la pace
Voglio che canti o mio caro occhio mio
[luce dei miei occhi]
E il tuo canto sar per la pace
fai sentire al mondo,
o cuore mio e di' (a questo mondo)
Lascia la rabbia
Lascia il dolore
Lascia le armi
Lascia le armi e vieni
a vivere con la pace.

Giocare col mondo facendolo a pezzi


bambini che il sole ha ridotto gi vecchi
Non colpa mia se la tua realt
mi costringe a fare guerra all'omert.
Forse un d sapremo quello che vuol dire
affogare nel sangue con l'umanit.
Gente scolorata quasi tutta uguale
la mia rabbia legge sopra i quotidiani.
Legge nella storia tutto il mio dolore
canta la mia gente che non vuol morire.
Quando guardi il mondo senza aver problemi
cerca nelle cose l'essenzialit
Non colpa mia se la tua realt
mi costringe a fare guerra all'umanit.

Arbeit Macht Frei


Nelle tue miserie
riconoscerai
il significato
di un Arbeit Macht Frei.
Tetra economia
quotidiana umilt
ti spingono sempre
verso Arbeit Macht Frei.
Consapevolezza
ogni volta di pi
ti far vedere
cos' Arbeit Macht Frei.

Le Labbra Del Tempo


Dentro di me
sale
la rabbia sorda che ha risvegliato tutto un mondo pieno, no.
L'uomo che ha
perso
la sua rivalit nel buio bianco di un idiota realt.
Solo chi
nudo
riesce a capire la tua forza bruta che comunica.
Facce sporche di paura che si nascondono al buio... buio... buio...
Luci spente sugli altari di una stupida omert...
Gesti urla rabbia vivere
senza nulla dire, senza nulla fare
un diritto che io ho... io ho...

Consapevolezza
Se un giorno vorrai il cervello tuo
tu farai quello che gi sai
sciogli i capelli sali insieme a me
viaggia nel cielo tra luci di stelle
cavi d'acciaio che danzano muti
lascia partire il tuo ascensore.
Tu allora vedrai tutta la squallida realt
tutt'al pi che l'umanit
ha sempre vissuto senza libert
tutto l'amore ritorna nel nulla
riposa vecchio tra mostri di muffa
lascia partire il tuo ascensore.
Scaccia sul muro senza piet
la tua morale che ti vuole ancora
imprigionato tra mediocrit
lascia partire il tuo ascensore
lascialo andare e prendi il potere.

240 Chilometri Da Smirne


(Strumentale)
L'Abbattimento Dello Zeppelin
Dicono tutti che colpa mia
viaggiava nel cielo gonfiato dal vento
sembrava ubriaco di un grande potere.
Un rumore d'acciaio lo ha fatto cadere
piombare nel fango senza pi stile.
Dicono tutti che colpa mia
giocano tutti con il corpo sgonfiato
dal vento che senza memoria
dicono tutti che colpa mia,
il vento mi ha detto che morir.

1974 - Caution Radiation Area

Cometa Rossa
*, ,
** .
.

.

.
.
ZYG (Crescita Zero)
L'estetica del lavoro
lo spettacolo
della merce umana.

1.
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Cometa rossa - 4:00


ZYG (Crescita zero) - 5:27
Brujo - 8:02
MIRage? Mirage! - 10:27
Lobotomia - 4:23

Brujo
Ossigeno
Zero
Barbiturici
Magnetism
Input
Output
Logos
Esorcismo
Ossidare i cavi della mia libert
la mia merce non servir
La mia mente non ha pi creativit
progettare totalit.
MIRage? Mirage!
(Strumentale)
Lobotomia
(Strumentale)

Aprimi le labbra, aprile


dolcemente affinch io canti.
Apri il cuore.
Cometa, chiudi
la bocca ai poeti.
Cometa, chiudi
la bocca e vattene via.
Apri gli occhi alla libert.

1975 - Crac!

1.
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L'elefante bianco - 4:36


La mela di Odessa (1920) - 6:43
Megalopoli - 7:52
Nervi scoperti - 6:37
Gioia e rivoluzione - 4:40
Implosion - 5:30
Area 5 - 2:12

L'Elefante Bianco
Corri forte ragazzo, corri
la gente dice sei stato tu
ombre bianche, vecchi poteri
il mondo compran senza pudore
vecchie immagini, santi stupidi
tutto lascian cos com'
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te
Corri forte ragazzo corri
la gente dice sei stato tu
prendi tutto non ti fermare
il fuoco brucia la tua virt
alza il pugno senza tremare
guarda in viso la tua realt
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te
Impara a leggere le cose intorno a te
finch non se ne scoprir la realt
districar le regole che
non ci funzionan pi per spezzar
poi tutto ci con radicalit.

La Mela di Odessa (1920)


C'era una volta una mela a cavallo di una foglia.
Cavalca, cavalca, cavalca
insieme attraversarono il mare.
impararono a nuotare.
Arrivati in cima al mare,
dove il mondo diventa piccino,
la mela lasci il suo vecchio vestito
e prese l'abito da sposa pi rosso, pi rosso.
La foglia sorrise, era la prima volta di ogni cosa.
Riprese la mela in braccio, e partirono.
Giunsero in un paese giallo di grano
pieno di gente felice,
pieno di gente felice!
Si unirono a quella gente e scesero cantando fino alla grande piazza.
Qui altra gente si un al coro.
Ma dove siamo? ma dove siamo?
Chiese la mela.
Se pensi che il mondo sia piatto
allora sei arrivata alla fine del mondo.
Se credi che il mondo sia tondo
allora sali, e incomincia il giro tondo!
E la mela sal, sal, sal, sal, sal.
La foglia invece salt, salt, salt.
Rientr nel mare e nessuno la vide pi.
Forse per lei, mah, il mondo era ancora piatto.
...Vicino al mare dove il mondo diventa piccino
...Se credi che il mondo sia tondo, allora sali,sali!
E incomincia il giro tondo!

Megalopoli
(Strumentale)
Nervi Scoperti
(Strumentale)
Gioia E Rivoluzione
Canto per te che mi vieni a sentire
suono per te che non mi vuoi capire
rido per te che non sai sognare
suono per te che non mi vuoi capire
Nei tuoi occhi c' una luce
che riscalda la mia mente
con il suono delle dita
si combatte una battaglia
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare
Il mio mitra un contrabbasso
che ti spara sulla faccia
che ti spara sulla faccia
ci che penso della vita
con il suono delle dita
si combatte una battaglia
che ci porta sulle strade
della gente che sa amare
Implosion
(Strumentale)
Area 5
(Strumentale)

1976 - Maledetti (Maudits)

Evaporazione
Abbiamo perso la memoria del XV secolo
quindici. XV il. abbiamo secolo perso
perso il memorio, secolo abbiamo quindici
abbiamo perso la pappetta, pappina, pappona
abbiamo... XV secolo
Ladies and gentlemen
abbiamo perso il XV SECOLO!
Diforisma Urbano
(Strumentale)

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Evaporazione - 1:45
Diforisma urbano - 6:18
Gerontocrazia - 7:30
Scum - 6:30
Il massacro di Brandeburgo numero tre in sol maggiore - 2:20
Giro, giro, tondo - 5:55
Caos (parte seconda) - 9:00

Gerontocrazia
Col potere delle cose posso avere
la tua vita controllata e si chiama libert.
L'esperienza quotidiana del terrore
ti lascia soltanto me.
La violenza consumata nell'amore
ti spinge incontro a me.
Se tu guardi nel passato
troverai tutto quanto stabilito
e si chiama verit.
Senza storia n memoria
lascia che io scriva i passi tuoi.
Vivi in pace la tua vita,
non pensare, e sogna felicit.
Guarda nel passato,
troverai tutto quanto stabilito
e si chiama libert.
Senza storia n memoria
lascia che io scriva i passi tuoi.
Vivi in pace la tua vita,
non pensare, e sogna felicit.

Scum
In questa societ,
per bene che ci vada,
a vita una noia sconfinata.
In questa societ,
nulla, assolutamente nulla riguarda le donne.
Dunque a tutte le donne
che non hanno paura
n delle responsabilit
n delle emozioni sconvolgenti
non rimane che rovesciare il governo,
eliminare il sistema monetario,
istituire l'automazione completa
e distruggere il sesso maschile.
Il Massacro Di Brandeburgo Numero Tre In Sol Maggiore
(Strumentale)
Giro, Giro, Tondo
Gioco, gioco
col tuo mondo
posso dominarti.
Giro, giro
sempre in tondo
posso controllarti.
Guardo, guardo
gi nel fondo
posso soggiogarti.
Rido, rido
del tuo tempo
devo stritolarti.
Caos (Parte Seconda)

1978 - Gli Dei Se Ne Vanno, Gli


Arrabbiati Restano!

Il Bandito Del Deserto


Parto al mattino
Vento e destino
sciacallo grigio argento dai magri fianchi
Sappi che io son l'uomo della Leina
Rivesto l'armatura sul cuore di una iena
Ora sono in povert
Ora in ricchezza
Desiderio, paura, libert
Bisogno di chiarezza
Nella polvere un rifugio ripara dall'offesa
un ritiro per chi teme
il nemico e la resa.
Interno Con Figure E Luci
(Strumentale)
Return From Workuta
(Strumentale)
Guardati Dal Mese Vicino All'Aprile!
(Strumentale)

1.
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Il bandito del deserto - 3:13


Interno con figure e luci - 4:07
Return from Workuta - 3:02
Guardati dal mese vicino all'aprile! - 5:12
Hommage a Violette Nozieres - 3:18
Ici on dance! - 3:27
Acrostico in memoria di Laio - 6:12
FFF (Festa, Farina E Forca) - 3:49
Vodka Cola - 7:27

Hommage A Violette Nozieres


So che se fossi pazzo e dopo internato
approfitterei di un momento di lucidit.
Lasciate il mio delirio mio unico martirio
che faccia fuori meglio un dottore, s un dottore.
Credo che ci guadagnerei come gli agitati
in cella finalmente, lasciato in pace
tutto tace.

Ici On Dance!
Prendi la terza via a destra
poi la prima a sinistra
Arriva in piazza giri al caff che sai, che sai
Prendi la prima a sinistra
poi la terza strada a destra
Butta la tua statua gi
e resta gi, resta gi

con cui aspetter le nascita di un bambino


che sar nello stesso tempo
suo fratello e suo nipote.
In questa situazione ripetuta punisci i tuoi genitori.
Un bambino nato tardi da un secondo matrimonio,
la cui giovane madre si trova ad avere
gli stessi anni di un fratello maggiore
e si sa che questo era il caso di Freud.

Acrostico In Memoria Di Laio


Fallo alato... Parapilla
Fantasma inconscio dell'impossibilit
del desiderio maschile
tesoro in cui si esaurisce
L'impotenza infinita della donna
questo membro perduto per sempre
da tutti coloro (Osiride, Adone, Orfeo)
di cui l'ambigua tenerezza della dea madre
deve radunare il corpo frammentato.
Sappiamo infatti quale devastazione
possa provocare una filiazione falsificata
quando la costrizione dell'ambiente
si adopera per sostenerne la menzogna
che possono non essere minori
nel caso in cui, sposando un uomo
la madre della donna da cui ha avuto un figlio,
questi avr per fratello un bambino,
fratello di sua madre.
Ma se in seguito, e il caso non inventato,
egli viene (inculato)
dalla famiglia compassionevole di una figlia,
nata da un precedente matrimonio del padre
si trover ancora una volta
fratellastro della nuova madre
e si pu immaginare la complessit dei sentimenti

FFF (Festa, Farina E Forca)


Vodka Cola
(Strumentale)

1980 - Tic & Tac

La Torre Dell'Alchimista
Danza Ad Anello
A.S.A.
Letric Rag
La Luna Nel Pozzo
Tic & Tac
Quartet

1.
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3.
4.
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7.
8.
9.
10.

La torre dell'alchimista - 5:50 - (Fariselli)


Danza ad anello - 5:13 - (Fariselli)
A.S.A - 4:34 - (Fariselli)
Letric rag - 1:50 - (Fariselli)
La luna nel pozzo - 3:41 - (Fariselli)
Tic & tac - 4:38 - (Fariselli)
Quartet - 2:12 - (Tavolazzi)
Sibarotega - 4:16 - (Fariselli)
Chante d'amour - 4:47 - (Tavolazzi)
Antes de hablar abra la boca - 4:22 (Fariselli)

Sibarotega
(notte di vento)
Sibarotega
nel misochio
cupiso altrobate
la porzia
e nel chiro
minorza
pilatenca mis.
Butinavia
il capiro
chemensito
sul tarso
il borengo matrarso
segatungo chin.
Chante D'Amour
Antes De Hablar Abra La Boca

45 giri
1973 A - L'Abbattimento Dello Zeppelin
Dicono tutti che colpa mia
viaggiava nel cielo gonfiato dal vento
sembrava ubriaco di un grande potere.
Un rumore d'acciaio lo ha fatto cadere
piombare nel fango senza pi stile.
Dicono tutti che colpa mia
giocano tutti con il corpo sgonfiato
dal vento che senza memoria
dicono tutti che colpa mia,
il vento mi ha detto che morir.
1973 B - Arbeit Macht Frei
Nelle tue miserie
riconoscerai
il significato
di un arbeit macht frei.
Tetra economia
quotidiana umilt
ti spingono sempre
verso arbeit macht frei.
Consapevolezza
ogni volta di pi
ti far vedere
cos' arbeit macht frei.

45 giri
1974 A L'Internazionale
(Strumentale)
1974 B - Citazione da George L. Jackson
Non ho versato una lacrima
sono troppo fiero per farlo
Un bellissimo uomo bambino
con un fucile automatico in mano
lui sapeva come essere col popolo
Ho amato Jonathan
ma la sua morte ha solo rafforzato
la mia volont di lottare

45 giri
1978 A - Hommage A Violette Nozieres
So che se fossi pazzo e dopo internato
approfitterei di un momento di lucidit.
Lasciate il mio delirio mio unico martirio
che faccia fuori meglio un dottore, s un dottore.
Credo che ci guadagnerei come gli agitati
in cella finalmente, lasciato in pace
tutto tace.

Area
International POPular Group
A come Area
Aprite una qualsiasi enciclopedia sul rock classico, poi una sul jazz, poi una sul
progressive e infine sulla musica italiana. Quante possibilit ci sono che uno
stesso gruppo venga citato in ciascuno di questi volumi? Davvero pochissime. Se
poi restringiamo la ricerca alle band di nazionalit italiana, con ogni probabilit
potremo tranquillamente fermarci alla prima lettera dell'alfabeto.
Questo giochetto dovrebbe dare la misura di cosa e quanto abbiano
significato gli Area per la musica del secondo Novecento: persino nel turbolento
e variegato maelstrom politico e musicale degli anni Settanta la loro fu
un'epopea singolare, anche grazie al sodalizio con l'etichetta Cramps di Gianni
Sassi, lungimirante nell'intravedere le potenzialit dialettiche del gruppo e
dell'immaginario che gli avrebbe costruito intorno. Un'esperienza
profondamente radicata nel suo contesto storico ma ancora oggi in grado di
scuotere dal di dentro e appassionare chi ne venga a conoscenza, con la stessa
energia, la stessa rabbia che ne furono il fondamento.
Il progetto nasce nel 1972 da un'idea del batterista etnico di origini turche
Giulio Capiozzo, allievo di Kenny Clark e gi con Demetrio Stratos nel gruppo
rhythm & blues I Ribelli, passati alla storia per la ballata romantica "Pugni
chiusi e al fianco, tra gli altri, di Adriano Celentano e Don Backy in alcuni singoli
commerciali. Il greco-egiziano Stratos si trova a Milano per intraprendere gli
studi di architettura e cominciare la gavetta da cantante nelle sale da ballo.
L'esperienza Area si colloca infatti nella fase storica che segna il declino del
genere beat, una copia sterile ed edulcorata delle tendenze d'oltremanica e
oltreoceano (i famigerati singoli-cover italianizzati). Con l'avvento del '68 anche
in Italia si fa strada la prima ondata rock, una musica finalmente libera che va di
pari passo con la presa di coscienza politica. L'epoca delle balere viene
soppiantata da quella del concerto dal vivo, grazie ai nuovi cantautori emergenti
e ai gruppi apripista della scena progressiva (Pfm, Banco del Mutuo Soccorso, Le
Orme, New Trolls).

in questo contesto tutto nuovo che Stratos pu in parte accantonare la sua


indole blues per plasmare l'uso della propria voce a immagine dell'eclettismo
del neonato gruppo. Inizialmente, la band vede Leandro Gaetano alle tastiere,
Victor Busnello ai fiati (principalmente sassofono), Johnny Lambizi alla chitarra e
Patrick Djivas al basso, oltre ovviamente alla batteria di Capiozzo. Ma a seguire
da subito le prove del gruppo c' anche un amico di quest'ultimo: Patrizio
Fariselli seppe impressionarlo con la sua strabiliante tecnica improvvisativa,
molto pi in linea con le ambizioni del batterista rispetto a Gaetano, che viene
sostituito nel giro di poco.
La storia della battesimo a nome Area non unanime: tra le motivazioni pi
attendibili c' quella di un eponimo brano di Alberto Radius al quale
parteciparono anche i Nostri (escluso Busnello); quale che sia la vera versione
dei fatti, comunque, la scelta si rivela calzante poich si presta a diverse
interpretazioni e alla virtuale esportabilit della proposta musicale.
Il progetto a tutto tondo imbastito attorno al gruppo diviene la molla
scatenante della fucina cultural-discografica Cramps, primo esperimento di
Gianni Sassi (dietro lo pseudonimo Frankenstein) che trasform il gruppo in uno
strumento di propaganda attraverso la potenza della loro musica. ancora lui
ad apporre agli Area la postilla International POPular Group: un'azzeccata
intuizione che, oltre ad affrancarli dalla relativamente limitata categoria
progressive, ben rappresenta il meltin' pot che concretamente rappresenta,
nella formazione e nell'alchimia musicale. Ma come ci tiene a specificare la
responsabile grafica Monica Palla, gli Area non furono costruiti ma pensati,
concepiti con la guida del fondatore di Cramps, la quale diviene una delle prime
case discografiche indipendenti italiane, dunque non guidate da obblighi di
vendita e ritorni commerciali prestabiliti.
Sassi giocher un ruolo centrale per la quasi interezza del percorso artistico
degli Area: intellettuale del Pci, performer provocatorio e abile comunicatore, in
un breve volume biografico di Maurizio Marino viene titolato come l'uomo che
invent il marketing culturale (Gianni Sassi. Fuori di testa, Castelvecchi editore,
2013); studiando approfonditamente le scelte d'immagine dei grandi gruppi
internazionali i Beatles su tutti foragger le floride idee musicali del gruppo
assieme a pochi altri fedelissimi nelle retrovie, tra cui il manager Franco
Mamone che li scopr e li present allo stesso Sassi. Mamone procura agli Area
le prime date come spalla per band affermate come gli Atomic Rooster e i
Gentle Giant; poco dopo, quando Lambizi abbandona il gruppo, ancora lui a

proporre Paolo Tofani come ideale sostituto, in quanto gi assai evoluto nella
tecnica chitarristica e nella manipolazione dei suoni elettronici.
Nasce cos una fabbrica delle idee che funge proprio da casa per il gruppo, il
quale viene assistito in ogni sua fase di vita e creazione. Per Gianni Sassi avere
una propria etichetta discografica il mezzo per condurre le avanguardie
storiche (di cui si faceva portatore) a contatto, non con il pubblico colto e
raffinato delle gallerie d'arte, ma con la massa dei giovani, con il popolo del
Movimento. A Sassi non interessava fare il discografico in senso stretto. La sua
intenzione era di intervenire nel processo culturale, valorizzando la qualit di
idee musicali, anche estreme, sposandole con la forza seduttiva dell'immagine e
ancorandole fortemente a questioni sociali e politiche, sovvertendo lo status
quo. [Coduto, 2005]. Una missione che, come vedremo, non avrebbe potuto
essere inaugurata in maniera pi sconcertante e dunque efficace.
Costretti a fare guerra all'omert
Quanto scalpore poteva provocare un esordio discografico nei primi anni 70?
In un clima politicamente rovente e di strabordante creativit musicale c'era
ancora ampio spazio per stupire e fare davvero scandalo: e Arbeit Macht Frei lo
fece. A partire, con tutta evidenza, dal titolo tragicamente familiare: la grottesca
insegna che campeggiava all'ingresso dei campi di concentramento nazisti
riporta alla memoria tutto l'orrore della Seconda Guerra Mondiale in un sol
colpo. Con questo vero e proprio schiaffo si presentano al mondo gli Area,
puntando una pistola ideologica alla tempia dell'ascoltatore: la stessa pistola di
carta allegata a ciascuna copia del disco e raffigurata nel gatefold, al fianco di
altri simboli eloquenti e provocatori (la foto di un lager, il disegno stilizzato di
un angelo, la falce e il martello, la kefiah indossata da Capiozzo, un
mappamondo e una delle statuette lucchettate messe in fila sul recto). Un
calderone di elementi iconografici che richiamano gli argomenti pi scottanti
del loro presente, indissolubile dal contenuto effettivo dell'album: un sound dai
contorni tutt'altro che rigidi, autenticamente pluriculturale e che, una volta
tanto, non esagerato definire inimitabile; la commistione tra elementi, jazz,
rock, progressive e sperimentali lo rende un esordio imprendibile, vulcanico e
foriero di spunti del tutto nuovi che verranno poi sviluppati e perfezionati nel
corso di un'intera carriera.
Arbeit Macht Frei viene pubblicato nel settembre 1973, esattamente un anno
dopo i fatti di cronaca relativi alla cellula palestinese "Settembre Nero, vittima
e carnefice degli scontri con il popolo israeliano. Una ferita ancora aperta che d
il titolo al primo brano del disco, con un incipit che divenuto leggendario per

ben tre motivi: il primo minuto occupato da una poesia recitata in arabo dalla
passionale Rafia Rashed, seguita dai primi due strazianti versi (Giocare col
mondo facendolo a pezzi/ Bambini che il sole ha ridotto gi vecchi); e finalmente
lo stacco a pieno volume della chitarra di Tofani filtrata da un sintetizzatore, che
d il via a un'esagitata danza di fervente protesta ideologica e multietnicismo
musicale. Una progressione di ritmi dispari in accelerando all'incrocio tra King
Crimson, Weather Reporte musica popolare balcanica che aprono la strada ai
primi assoli di fiati: in questo debutto, infatti, l'estroso sassofono di Busnello ha
una preminenza che non ritroveremo pi nelle successive mutazioni del
progetto.
La title track un altro chiaro manifesto del dissenso verso la condizione
sociale di allora: l'analogia nazista attualizzata agli anni Settanta denuncia lo
sfruttamento dei lavoratori nella macchina capitalista; un basso sinuoso, una
batteria in punta di piatti e vari campionamenti sonori gettano le basi per una
session nello stile di Third, la cui lenta ascesa ci conduce verso un groove dalla
cadenza pi concitata, senza eguali nella musica italiana di allora.
Tetra economia / Quotidiana umilt / Ti spingono sempre / Verso Arbeit
macht frei: dopo questi versi il ritmo si fa talmente indiavolato da distogliere
quasi l'attenzione dall'assolo schizoide di Fariselli, che dimostra da subito una
padronanza tecnica sbalorditiva.
Lo stile canoro di Stratos ancora legato alle origini R&B ma gi distinguibile
negli acuti e nel particolare "jodel memore delle litanie spirituali di Pharoah
Sanders prodromi dell'esclusiva tecnica diplofonica che otterr in seguito. la
sua voce carismatica a tratteggiare, senza giudizi perentori, il successivo inno
alla "consapevolezza, ossia a quella capacit critica che deriva dalla conoscenza
dei fatti che ci circondano (Imprigionato tra mediocrit/ Lascia partire il tuo
ascensore/ Lascialo andare e prendi il potere).
Nuove influenze affiorano ne Le labbra del tempo, l'arrangiamento pi
zappiano del lotto, e nell'unico strumentale "240 chilometri da Smirne",
imperniato sul sax di Victor Busnello la cui lunga carriera in ambito jazz fu un
elemento determinante nella forgiatura del sound primigenio degli Area e sul
basso suadente di Patrick Djivas, eredit di Jaco Pastorius. Quando l'effetto
sorpresa sembra essersi appianato, ecco invece la conclusione pi atipica che si
possa immaginare: un'altra breve jam fa da introduzione al carattere
sperimentale de "L'abbattimento dello Zeppelin", una dimensione parallela
percorsa da tracce di musica concreta, nella quale la narrazione di Stratos si
inserisce con frasi spezzate e suoni onomatopeici che gi richiamano alla

lontana il "teatro crudele" di Artaud. In seguito lo stesso Stratos riveler che il


"pallone gonfiato" del brano avrebbe idealmente contenuto tutti i discografici
responsabili della promozione di musica ripetitiva, sempre uguale a se stessa
(un'accusa che nel titolo fa riferimento anche alle superstar Led Zeppelin, che
fungono cos da capro espiatorio del rock).
I suoni si allontanano in un rapido fade out che ci avverte del discorso rimasto
in sospeso, pronto ad assumere nuove forme in men che non si dica. Bench i
testi possano oggi suonarci poco ispirati, il loro messaggio ancora rovente e la
spinta innovativa della musica che li veicola non accenna minimamente a
invecchiare. La sintesi sonora ottenuta dall'amalgama delle singole idee ed
esperienze dei componenti non ha, nella maniera pi assoluta, alcun
precedente in ambito nazionale. Arbeit Macht Frei ha, insomma, tutto il sapore
di un autentico classico e riesce a incarnare la definizione stessa di fusion: il suo
ascendente free jazz spurio lo rende trasversale, appetibile per qualsiasi
ascoltatore sufficientemente curioso.
Ossidare i cavi della libert
Gli Area non sono ancora pronti per i bagni di folla n vengono pubblicamente
interpellati sulle loro prese di posizione, cos il messaggio dell'esordio viene
inizialmente frainteso e rischia di creare scompiglio a un concerto di Joan Baez,
organizzato dalla sinistra milanese nel 1974 al velodromo di Milano. In questa
occasione gli Area anticipano il materiale che troveremo nel loro secondo
album, Caution Radiation Area, pubblicato a circa sei mesi dal predecessore.
Nel mentre, per motivi diversi, Victor Busnello e Patrick Djivas prendono le
distanze dal gruppo (quest'ultimo unendosi alla Premiata Forneria Marconi): a
seguito di alcune audizioni gli Area includono nella formazione soltanto il
bassista Ares Tavolazzi, la cui tecnica molto pi evoluta e audace si rivela in
perfetta sintonia con le idee del gruppo, cos contribuendo decisivamente alle
successive, imprevedibili svolte nel suo percorso.
Prevalentemente privo di testi, Caution Radiation Area si distingue subito
come un album integralista e sperimentale, non pi impostato su strutture ben
definite per quanto intricate bens su intere sessioni di improvvisazione. Una
scelta evidentemente pi "intellettuale", ispirata alla musica elettronica delle
origini e al free-jazz di Ornette Colemane dell'Art Ensemble Of Chicago. Con il
subentro di Tavolazzi e la defezione del suono caldo del sax (cui sopperiscono il
clarinetto basso di Fariselli e il trombone di Tavolazzi), l'attitudine sonora degli
Area si fa aspra e minacciosa, nettamente meno fruibile anche per il pubblico
che gi li aveva conosciuti. L'intero "concept" sembra percorso dalla tensione

derivata da una minaccia atomica, capace di provocare un sentimento di follia


collettiva che ben si rispecchia nella forma libera che caratterizza l'album. Fa
eccezione il famoso brano d'apertura, "Cometa Rossa": l'unico ancora legato
alle sonorit dell'esordio, introdotto da un fraseggio spiraloide di tastiere e di
chitarra, sul quale la batteria di Capiozzo pu finalmente lanciarsi in un
esagitato ritmo dispari; nella quiete centrale, tra arpeggi di chitarra, Stratos
intona un breve testo poetico in lingua greca, ennesimo inno all'indipendenza
dal pensiero altrui ("Cometa chiudi la bocca e vattene via/ Lascia che sia io a
trovare la libert").
Da qui in poi la gi pallida forma-canzone scompare del tutto e fa spazio a
brani medio-lunghi in stile libero. In "ZYG (Crescita zero)" possiamo tutt'al pi
individuare tre sezioni: un incipit astratto e inquietante, caratterizzato da suoni
concreti derivati dalle macchine di una fabbrica su cui la voce modificata,
spersonalizzata di Stratos recita una raggelante sentenza a mo' di epigrafe
(L'estetica del lavoro lo spettacolo della merce umana); le altre due sezioni,
invece, prendono le mosse da fraseggi melodici soltanto per disattenderli nel
giro di poco la prima, pi free form, attorno alla chitarra nervosa di Tofani, la
seconda al pianoforte di Fariselli. Un brano rovente ed esuberante, la cui
tematica avrebbe incontrato il consenso del compositore militante Luigi Nono, e
che in parte anticipa l'avanguardismo estremo dei tre episodi restanti, ancor pi
scevri da compromessi.
L'atmosfera sospesa nei primi due minuti di "Brujo" ("stregone" in spagnolo)
d inizio a un incubo di desolazione post-nucleare, intervallato dall'ingresso pi
concitato di tastiere e batteria in modalit impro-jazz (il piano elettrico di
Fariselli diretto discendente di Chick Corea nel "Bitches Brew" davisiano), due
monologhi paralleli sostenuti dal contrabbasso di Tavolazzi, che per la prima
volta d prova delle sue abilit col suono acustico. Da ultimo la volta dello
sciamano Stratos, che come ne "L'abbattimento dello Zeppelin" infila frasi
sconnesse a met tra canto e recita teatrale: la sua voce si afferma sempre pi
come uno strumento al pari degli altri, mai con la funzione di imporsi come
quella di unvocalist/frontman. Il finale in tonalit interrogativa, e non sar
nemmeno la lunga MIRage? Mirage! a fornirci risposte: le diplofonie di Stratos
risuonano nello spazio acustico assieme alle note stridule di fiati bassi in
lontananza, il contrabbasso grave e lamentoso; poi, come in un immaginario
nastro di Stockhausen, lo scenario si popola di dmoni tribali e spiriti di jazzisti
scomparsi, tra layers di cori tragici, sui quali aleggia ancora l'ombra di Nono.
Una sorta di colonna sonora alternativa per il Deserto rosso di Antonioni dove

i synth alieni di Fariselli, riascoltati oggi, sembrano anticipare di parecchi anni


alcuni tra i pi elogiati exploit dei nostri coevi Supersilent. Testi di varia origine e
suoni gutturali di gola si intersecano, poi nuovi lampi di delirio totale che
riaffermano la supremazia del free form.
Giungiamo cos alla famigerata chiusura, tutt'altro che conciliante: l'incubo
acustico Lobotomia trae spunto da un'inquietante vicenda di cronaca
internazionale relativa a Ulrike Meinhof, dissidente e terrorista tedesca
minacciata di morte chirurgica dal governo federale nel 1976, dopo il presunto
suicidio in carcere, non verranno autorizzate autopsie. Questo il suggerimento
che Gianni Sassi diede agli Area: "Dovete scrivere un pezzo che provochi dolore
fisico nell'ascoltatore". Sar un esperto Paolo Tofani, appassionato di
sperimentazione elettronica, a dar vita a questa assordante manipolazione
sonora: un vuoto pneumatico, attraversato da brevi melodie di tastiere tratte da
spot e sigle televisive, col quale possiamo immaginare il fragoroso silenzio che
occupa lo spazio di una sezione mancante di cervello, come anche una profetica
trash tv trance in anticipo di trent'anni su Fausto Romitelli. Le altissime
frequenze del brano sconvolgeranno pi volte il pubblico degli Area, allibito
dalla loro audace performance con tanto di torce elettriche puntate sui volti
degli astanti.
piuttosto palese che la pubblicazione di un'opera seconda come Caution
Radiation Area equivalga a una mossa in direzione del tutto opposta alle logiche
di mercato: un indiscutibile passo avanti nella loro ricerca artistica, ma che
spinger una parte del pubblico a bollarli come "troppo difficili", se non
addirittura snob. Niente di pi lontano dalla verit specialmente rivedendo a
posteriori il loro percorso e a testimoniarlo lo stesso Fariselli: Noi non
nasciamo come provocatori, ma come dei musicisti che vogliono portare avanti
il loro percorso intransigente, fatto seguendo la propria ispirazione di artisti [...]
Il provocatore colui che cerca lo scontro, la distruzione. Noi volevamo costruire
e risvegliare per porre delle basi diverse al fare e ascoltare musica [Trambusti,
2009]. Un atteggiamento che trova riscontro anche nella prolungata
collaborazione di Sassi, che crede fermamente in una logica culturale entro la
quale un prodotto creativo ha un valore molto superiore a quello dei dati di
vendita e alla fama (nello stesso anno inaugura su Cramps l'innovativa collana
Nova Musicha). Coerentemente, ne d conferma l'abbandono del progetto da
parte di Mamone, che nonostante fosse stato il primo a supportare la band
nelle sue mosse iniziali, vede cozzare le proprie logiche manageriali con la

strenua volont degli Area di creare e sperimentare senza vincoli di carattere


commerciale.
Sul finire dello stesso anno gli Area danno alle stampe il 45 giri con la loro
versione rivisitata de "L'Internazionale", un chiaro gesto di anticonformismo il
cui spunto fu suggerito dall'inno americano "violentato" dalla chitarra di Jimi
Hendrix; un auto da fe' a doppio taglio, che indicava al contempo il loro
schieramento ma anche una volont di fare movimento a modo e per conto
proprio. Il loro Internazionale attira critiche dagli integralisti della Sinistra ma
diventa anche, per forza di cose, un cavallo di battaglia nelle loro esibizioni live.
Come ricorda Fariselli: Se dovevamo affondare il coltello, lo facevamo, ma da
persone libere di fare esclusivamente riferimento al proprio talento e alla
propria condizione di artisti. Cos, con le parole e con gesti concreti, gli Area
trovano sempre il modo pi imprevedibile per inserirsi nel discorso politico degli
anni Settanta. Da questo momento il legame con il Movimento milanese si
rafforza in maniera considerevole, vedendoli partecipare immancabilmente a
tutte le sue principali iniziative future.
Con il suono delle dita si combatte una battaglia
Nel 1975 si comincia a respirare un clima internazionale pi sereno e
pacificato: Grecia, Portogallo e Vietnam si sono svincolate dai gioghi della
dittatura e della guerra, e ci si riflette anche nel sentimento popolare del
nostro paese. Cos calati nella loro realt storica, anche gli Area traggono
giovamento da queste nuove speranze politiche, dando voce a emozioni assai
distanti dall'arcignit dei loro esordi. Cos Crac! segna, gi dal titolo
onomatopeico, l'ennesima rottura degli schemi e delle aspettative createsi
attorno alla band.
Quando i Nostri sembravano ormai avviati su un percorso di pura
avanguardia, nella loro sempre pi variegata discografia fa la sua comparsa un
perfetto compromesso tra orecchiabilit, eclettismo e impegno politico: un
compendio che immortala la piena maturit del gruppo con diversi brani
divenuti iconici, veri e propri inni alternativi della militanza giovanile.
Una boccata d'aria fresca rispetto agli scenari asfittici e disumanizzati del
predecessore, Crac! anche l'album di pi esplicita militanza e veicolazione di
messaggi politici: talvolta in modo diretto nei testi, talaltra negli spunti che
danno il titolo a brani strumentali come "Megalopoli", riferita alla discussa
edificazione della citt di Brasilia, nuova capitale in luogo di Rio de Janeiro; il
gatefold riporta anche le parole di Buenaventura Durruti, esponente popolare
nella guerra civile spagnola.

Dunque, meno dichiarazioni esplicite e pi azione, con una predominanza


dell'elemento strumentale di cui Stratos spesso imita le melodie in
contemporanea. I temi immediatamente riconoscibili e assimilabili di questo
terzo lavoro in studio lo rendono paragonabile, nel suo piccolo, a un classico
fusion di stampo Return To Forever cos come qualche rimando, in certi
frangenti, ai capolavori strumentali del periodo zappiano 69-72.
L'incipit in medias res e l'interlocutore de "L'elefante bianco" il Ragazzo,
membro del Movimento giovanile che lotta per il potere alzando il pugno al
cielo (Vai avanti, non ci pensare/ La storia viaggia insieme a te). Il tema
principale , se possibile, ancor pi vertiginoso del solito, un incalzante invito a
non restare fermi, a informarsi (Imparare a leggere le cose intorno a te/Finch
non se ne scoprir la realt) per poi entrare nel vivo della protesta e alzare la
voce.
Fa seguito una delle creazioni pi originali e divertite del gruppo: la narrazione
bislacca de "La mela di Odessa" ispirata alla vicenda del dadaista Apple, che
nel 1920 dirott una nave tedesca conducendola al porto ucraino, dove nel
pieno dei festeggiamenti per la rivoluzione russa fu fatta esplodere. Una sorta di
fiaba metaforica ma nemmeno troppo velata ("il mondo diventa mancino",
"l'abito pi rosso") che strutturalmente rappresenta un parallelo trasognato di
"Arbeit Macht Frei": una breve improvvisazione iniziale (con una menzione
d'onore per l'intenso contrabbasso di Tavolazzi) e un susseguente, irresistibile
groove che accompagna il rocambolesco viaggio per mare della mela a cavallo
di una foglia. Un racconto che rivendica le ragioni di una fantasia "rotonda" a
scapito di un piatto conservatorismo, del quale i fiati sembrano prendersi gioco
scimmiottando certi pomposi arricchimenti orchestrali della musica pop italiana
(Battisti?) e commentando ironicamente alcuni versi del testo (il paese "pieno di
gente felice" contrappuntato da una marcia funebre). Un divertissement
strabordante che i dadaisti avrebbero certamente gradito.
Tra un pezzo strumentale e l'altro qualcuno pi canonico di altri fa la sua
comparsa il brano destinato a diventare un immarcescibile inno alla libert di
pensiero: "Gioia e rivoluzione" celebra l'immaginazione al potere, quella che
trasforma un mitra in un contrabbasso che esplode pensieri anzich pallottole; il
facile giro di chitarra che l'accompagna non tanto una concessione pop per il
grande pubblico, bens l'ennesima faccia la pi passionale o addirittura
"sentimentale" di una realt musicale che non conosce barriere e non ha
vergogna nel lasciare da parte i tecnicismi per un momento, intonando a

squarciagola la propria indipendenza intellettuale (Canto per te che mi vieni a


sentire/ Suono per te che non mi vuoi capire/ Rido per te che non sai sognare).
Una libert che si esplicita (ma solo a met) anche nell'epilogo del disco:
"Area 5" una breve composizione degli avanguardisti Juan Hidalgo e Walter
Marchetti, un happening sonoro di follia a piede libero, eseguito rapidamente e
con totale distacco emotivo; un'altra esperienza figlia del pensiero cageiano
sulla simultaneit di procedimenti musicali autonomi. Ma laddove "Lobotomia"
coronava un album gi intensamente drammatico, questa sua controparte sa un
po' di esperimento "obbligato" e del tutto estemporaneo.
Questo nuovo cambio di direzione incontra il favore tanto del pubblico quanto
della critica discografica, che nel 1975 assegna agli Area il premio per la musica
progressiva italiana
(A)reazionari e Internazionali
A testimonianza dei tanti concerti tenuti nell'estate del 1975, Cramps realizza
un collage di incisioni che costituisce l'unica pubblicazione live non postuma
degli Area cui faranno seguito pi avanti alcuni ripescaggi. Stando al retrocopertina, Are(A)zione registrato dal vivo a Milano (Parco Lambro), a Napoli
(Festa dell'Unit), a Rimini (Festa della Giovent), a Reggio Emilia (Teatro
Comunale) e in cento altri incontri col pubblico: esibizioni spesso coincidenti
con manifestazioni e feste di partito, catturate con attrezzature basilari un
semplice registratore Revox a due piste.
Ma anche una pubblicazione di questo tipo non casuale o interlocutoria, e
infatti Are(A)zione ha la stessa importanza di un disco in studio, poich ci svela
l'identit degli Area nella maniera pi diretta e apprezzata da molti
considerata meno cerebrale mettendo in luce un aspetto fondamentale della
loro storia: il costante interfacciarsi col pubblico, sviluppando temi e variazioni
tematiche sul momento, senza filtri.
Emerge cos tutta la potenza del loro impatto di fronte a una massa sempre
pi vasta e partecipe, nonostante la scarsa qualit audio (ma pi avanti
incontreremo di molto peggio!) e le acclamazioni posticce del pubblico, inserite
in post-produzione.
La scaletta qui approntata senz'altro strategica, con alcuni dei pezzi pi
richiesti, uno da ciascun album pubblicato sino ad allora. La title track invece
una jam, rappresentativa dei momenti di pura improvvisazione che trovavano
spazio in ogni concerto, anche per un intero quarto d'ora, nello stile della
classica jazz band dove ogni musicista ha a disposizione qualche minuto per un
assolo. Ci che traspare solo in parte dalla registrazione live sono i gesti a

complemento dei vari brani, pensati per attirare l'attenzione del pubblico e
rimanere indelebili: mangiare una mela, puntare le torce verso gli occhi degli
astanti, e da ultimo sollevare il pugno chiuso a coronamento dell'Internazionale
rivisitato.
Bench non eccellente sotto diversi punti di vista, Are(A)zione un
importante documento del periodo pi fulgido del gruppo, artisticamente
all'apice di una parabola che, di l a non molto, sarebbe inevitabilmente andata
incontro a una depressione.
Due anni pi avanti, nel 1976, vediamo per la prima volta gli Area in tour su
palchi esteri, nello specifico Francia (Fte de l'Humanit) e Portogallo (Festa do
Avante), esperienze che confluiranno poi nel live album Parigi - Lisbona,
pubblicato soltanto nel 1996. Nuovamente, l'infima qualit audio la pena da
scontare per scoprire l'inedito scambio col pubblico estero, il quale reagisce con
un certo entusiasmo al morso di Stratos alla pomme d'Odessa, mentre al
suono totale di Lobotomia risponde con urla e fischi prima di rimanerne
soggiogato, o forse annichilito.
Il Portogallo, finalmente libero dalla dittatura di Salazar, il paese estero dove
i Nostri vengono accolti con pi clamore, e a testimoniarlo sono proprio queste
registrazioni: a Lisbona vengono introdotti con tutti i crismi da una presentatrice
che pronuncia in modo sorprendentemente esatto i nomi dei componenti; allo
stesso modo verranno spiegati nel dettaglio l'ispirazione e i significati profondi
di ciascun brano qui proposto. Di ritorno dal Portogallo, il gruppo non al
completo, come vedremo si metter al lavoro per il quarto disco in studio.
Dal caso al caos
Nel loro periodo di pi intensa attivit concertistica, gli Area non rinunciano a
sperimentare soluzioni nuove per spingersi oltre le loro capacit, coinvolgendo il
pubblico in maniera totale nel processo creativo ed esperienziale della
dimensione live. Nei tour tra 1974 e 1975, a fianco dell'assordante cavallo di
battaglia Lobotomia, nasce un nuovo brano-happening intitolato Caos:
l'intuizione di Paolo Tofani quella di collegare due lunghi fili a due rispettivi
oscillatori del sintetizzatore, cos che la termodinamica corporea degli spettatori
modifichi l'intensit e la frequenza dei suoni programmati. Si compie cos l'idea
di una musica collettiva creata dal contatto fisico tra gli spettatori, oltrech una
prima mossa degli Area in direzione dell'alea, del caso come componente
fondante della materia musicale.
Ma nelle stagioni fredde, quando non c' possibilit di organizzare i grandi
eventi all'aperto, l'attivit degli Area va incontro a una fase di stallo che

impedisce loro di avere introiti costanti e sufficienti al sostentamento dei


musicisti. Per due di loro la decisione diventa forzata: Giulio Capiozzo e Ares
Tavolazzi si allontanano momentaneamente dalla formazione per dedicarsi a
progetti pi remunerativi, bench poco affini alla loro indole sperimentale; al
contrario, gli altri colgono l'occasione per alzare ulteriormente la posta in gioco
con una serata che passer alla storia.
Nell'agosto del 1976 l'ateneo dell'Universit Statale di Milano viene occupato
dagli studenti: invitati a partecipare alla protesta, gli Area si presentano con una
formazione inedita che vede la partecipazione dell'americano Steve Lacy al
sassofono e dell'inglese Paul Lytton alle percussioni, in sostituzione della
sezione ritmica vacante. Nasce cos Caos (Parte II), la cui registrazione di
qualit assai scarsa, come d'abitudine finir nel live album Event '76, rilasciato
tre anni dopo da Cramps.
La lunga improvvisazione, ispirata alle performance di John Cage e del
movimento Fluxus, rispecchia perfettamente il carattere aleatorio e irripetibile
del suo pensiero musicale: un numero preciso di biglietti, fotografati anche sulla
copertina del disco, riportano cinque diverse indicazioni di comportamento
(silenzio, ipnosi, violenza, ironia, sesso) da alternare ogni 90 secondi,
cronometrati in questa occasione dal fratello di Patrizio Fariselli; tenendo fede al
concetto di indeterminacy, ciascun musicista deve agire in piena autonomia,
evitando di ascoltare ci che fanno gli altri e di stabilire un dialogo tra le parti.
Ne risulta cos un soliloquio collettivo, a met strada tra l'AMM e un ensemble
braxtoniano e forse, in quella specifica formazione, gli Area non avrebbero
avuto di che invidiare nulla a entrambi.
Disattendendo tutte le aspettative del pubblico, che con un certo sgomento si
ritrova davanti degli altri Area (in ogni senso), i Nostri sembrano trovarsi
perfettamente a loro agio in una dimensione, finalmente, del tutto libera da
schemi e ideologie prestabiliti. Cos troviamo Fariselli alle prese con un piano
preparato una sorta di prova generale per il suo primo album solista,
Antropofagia (1977) mentre Tofani si lancia in digressioni dissonanti con
l'ausilio del sintetizzatore; gli assoli in forma libera del sax, oscillanti tra melodie
allo stato grezzo e rumorismo, sono forse quelli accolti con pi favore dal
pubblico, che infatti conta anche diversi critici di musica jazz; e poi Stratos, pi
istrionico che mai, che emette versi onomatopeici e grotteschi in modo
ossessivo, nel pieno di un delirio onanistico di matrice dada. Col passare dei
minuti, forse per mancanza di ispirazione, si intravede un principio di interplay
dove i Nostri non riescono a fare a meno di inseguirsi (Stratos imita con la voce

le linee di Lacy, passato al clarinetto), e la title track finale ha il sapore di


un'improvvisazione leggermente pi classica; per il resto l'esperimento semialeatorio fu, almeno concettualmente, un successo.
Dall'unit vincente alla pi completa disunione tra gli elementi: il polo
opposto degli Area come li abbiamo sempre conosciuti, e in molti rimangono
delusi da un simile exploit; da par loro, invece, i musicisti si dicono divertiti e
soddisfatti delle reazioni contrastanti, dei fischi ma anche dei contributi del
pubblico, dal tintinnio dei mazzi di chiavi all'apri-e-chiudi ritmico degli ombrelli,
gesti collettivi verificatisi quasi per caso. Per la prima volta, nelle intenzioni
dell'intero gruppo c' quella di abolire le differenze che ci sono fra musica e
vita, un motto che Stratos amava ripetere per definire l'esperienza Area ma che
quasi certamente un'eredit del pensiero di Cage, che si era espresso con gli
stessi termini nel suo fondamentale testo critico "Silence" del 1961. Gi il
mentore Gianni Sassi, di formazione comunista ma con un approccio antidogmatico, aveva a suo tempo accolto con favore la filosofia del movimento
Fluxus ed era stato attivo nei circoli culturali milanesi con spettacoli, mostre e
conferenze di stampo neo-dadaista. Saranno lui e Stratos a portare Cage a
Milano nel 1977, creando attese che porteranno invece a una serata disastrosa,
con un pubblico numerosissimo che dopo pochi minuti fischer il guru
americano interrompendo la sua performance di Empty Words tuttavia
portata a termine per una durata complessiva di due ore e mezza; confusi e
ammaliati, nonostante tutto gli avventori non lasciarono mai la sala, come era
successo per il concerto degli Area alla Statale.
in questa atmosfera di estro inventivo, ma anche di incertezza sulle sorti del
gruppo, che Cramps presenta i primi dischi solisti di Stratos (Metrodora,
1976), Tofani (a firma Electric Frankenstein, 1977) e Fariselli nella nuova collana
DIVerso, con la quale Sassi far conoscere al pubblico italiano altri astri nascenti
della scena contemporanea come Derek Bailey, Jess Villa-Rojo, Christina
Kubisch e Fabrizio Plessi.
Ladies and gentlemen, abbiamo perso il XV secolo!
Nonostante i malintesi e la prolungata assenza di due componenti, nella
cellula nevralgica degli Area le idee non mancano e in breve tempo prende
forma il materiale per un elaborato e audace concept di "fanta-sociopolitica". Al
fianco dei membri storici si radunano Walter Calloni alla batteria e Hugh Bullen
al basso elettrico, i gi reclutati Paul Lytton e Steve Lacy, con l'aggiunta di altri
special guest quali i fratelli Anton e Jos Arze (txalaparta, strumento a
percussione di tradizione basca), Eugenio Colombo (kazumba) e il quartetto

d'archi di Umberto Benedetti Michelangeli, nipote del grande maestro del


pianoforte; con un tale dispiego di energie, il valido contributo di Capiozzo e
Tavolazzi si limita soltanto ad alcune tracce.
L'idea fondante e lo sviluppo narrativo - di Maledetti (Maudits) sono esposti
con chiarezza nelle note di copertina: Un plasma liquido la coscienza del
mondo, custodita in un computer di una banca. Per un guasto si verifica la
dispersione progressiva del liquido: totale perdita della coscienza umana.
Nell'incipit teatrale di Evaporazione, Stratos annuncia in varie forme la perdita
della memoria storica facendo strada allo strumentale Diforisma urbano, dal
quale poi scaturiscono tre scenari futuribili: un mondo che rimanga ancorato
alle proprie radici, alla coscienza e conoscenza del passato (Gerontocrazia);
l'ascesa al potere della donna, la cui rivincita dopo secoli di sottomissione
porterebbe nuova energia al presente (Scum); infine, una rivoluzione dal
basso che trovi linfa vitale nella libert e nell'immaginazione dei bambini, per
riscrivere la storia da capo (Giro, giro, tondo).
Evidentemente, i testi tornano ad avere un ruolo centrale nello svolgimento
del racconto. In Gerontocrazia si attua l'efficace contrasto tra una rassicurante
ninna nanna in greco e l'aggressiva ruvidezza del riff di contrabbasso, simbolo
dell'anzianit che protesta per salvaguardare l'eco della storia, sopprimendo il
nuovo che avanza (Se tu guardi nel passato / troverai tutto quanto stabilito / e si
chiama verit / Senza storia n memoria / lascia che io scriva i passi tuoi).
Nella spigolosa Scum, invece, risuonano le caustiche parole di Valrie
Solanas e del suo manifesto del 1967 (Society for Cutting Up Men): un
pamphlet ai limiti del neo-nazismo che inveisce contro l'egemonia maschile e i
suoi espedienti capitalistici, invitando a una radicale presa di coscienza e di
potere da parte del sesso femminile. Qui l'elemento dominante senz'altro il
pianoforte classico di Fariselli, lanciato in vertiginose serie di cluster e scale
atonali, oltre al reading sopra le righe di Stratos, nuovamente posseduto dal
fantasma di Artaud.
A mo' di interludio, Il Massacro di Brandeburgo Numero Tre in Sol maggiore
il pretesto per far scontare a J. S. Bach le colpe della musica conservatrice: un
rimaneggiamento che cancella progressivamente le principali componenti del
contrappunto, disfacendo cos la struttura del brano classico ed eseguendone
l'arrangiamento per quartetto d'archi in modo grossolano, quasi rumorista.
Ha un che di sinestetico la melodia di Giro, giro, tondo, filastrocca che imita
una vera e propria danza in cui il ritmo ha forse pi importanza del significato
delle parole. Una smorfia in nome della libert, che ritrova il suo manifesto nella

successiva versione in studio di Caos: un collage se possibile ancor pi radicale


e ostico rispetto al concerto di Milano, un disordine musicale che l'ascoltatore
non pu che ricevere come un unico, ininterrotto flusso di suggestioni; un brano
che oggi pu far sorridere come ancora inquietare, stupire, indignare, ma mai
lasciare nell'indifferenza.
Lo stesso si pu dire dell'intero concept, una triplice visione distopica che
consapevolmente si conclude senza risposte definitive: il riflesso di
un'incertezza sempre maggiore per le sorti della societ, che di l a poco sfocer
in una crisi tanto del Movimento giovanile quanto di coloro che ne sono
divenuti i principali rappresentanti nella scena musicale. Se non altro, Maledetti
forse l'album pi ambizioso degli Area, l'ultima tappa veramente significativa
nel loro sempre pi accidentato percorso artistico. Il disco ottiene buoni
riscontri di critica, rafforzati anche dall'attenzione ottenuta presso il pubblico
internazionale, e nel 1977 viene pubblicato anche un libro a fumetti ad esso
ispirato, Viaggio per immagini nel diforisma urbano.
Nel 2004 l'etichetta Akarma dar alle stampe il doppio Live In Torino 1977,
una registrazione amatoriale in supporto alla pubblicazione di Maledetti, i cui
brani portanti sono tutti presenti in scaletta; ma i commenti del pubblico
finiscono per sovrastare l'incisione in cui il gruppo gi a malapena udibile. Tra i
recuperi d'archivio avvenuti nel corso degli anni, questo senz'altro il pi
scadente per qualit audio e non certo eccezionale dal punto di vista della
performance.
Il crepuscolo degli di
Nel 1977 il ritorno dei membri dispersi della formazione originale
l'occasione per tirare le somme sul lavoro svolto in un lustro. A differenza della
postuma Gioia e rivoluzione (1996), la raccolta Anto/Logicamente una
retrospettiva curiosa e provocatoria: all'interno del disco anche contenuto un
gioco dell'oca composto da parole, immagini e personaggi relativi all'universo
Area e alla loro produzione sino a quel momento. La tracklist sembrerebbe un
nuovo attacco velato a te che non mi vuoi capire, con sette brani del passato
recente tra i pi innovativi e rappresentativi delle diverse mutazioni avvenute
nel corso degli anni. Da L'Abbattimento Dello Zeppelin e Arbeit Macht Frei si
passa cos al gioiello grezzo ZYG (Crescita Zero) e alla rara Citazione Da
George L. Jackson, b-side inizialmente contenuta nel 45 giri de
L'Internazionale; seguono due strumentali da Crac!(Nervi Scoperti, Area 5)
e la sola bench validissima Gerontocrazia in rappresentanza di Maledetti.

Questa orgogliosa rivendicazione del mito Area viene rafforzata da una serie
di concerti canonici col gruppo al completo, tra cui la due giorni milanese di
fine aprile, della quale Cramps ricuperer una registrazione nel 1996, dando alle
stampe il cd doppio Concerto Teatro Uomo. Dopo lo shock della performance
alla Statale, i Nostri trovano cos il modo di riappacificarsi coi propri fan, le cui
voci sono distintamente udibili in questa fortunosa release, anch'essa di qualit
audio men che amatoriale, nonch fitta di imprecisioni relative alla setlist e ai
musicisti sul palco (nel retro-copertina sono creditati anche Lytton e Lacy).
Superato l'ostacolo dei ronzii e delle logore tracce audio, ne emerge
un'esibizione assai concitata e musicalmente impeccabile dove gli Area, forse
coscienti di avvicinarsi al capolinea, si dedicano anima e corpo ai loro classici pi
emozionanti e scomodi tra una Cometa Rossa e La mela di Odessa,
immancabile la tortura audiovisiva di Lobotomia, con tanto di urla e lamentele
in diretta per le torce puntate sul pubblico. C' spazio per raccontare le origini
dei singoli pezzi e per gli assoli fenomenali di ciascuno, ma come sempre a
sbalordire il tempismo perfetto con cui ciascun elemento si relaziona con gli
altri, restituendoci ancora oggi la chiara percezione della statura e della
concentrazione di talenti confluiti nell'esperienza Area. Un raro fulgore artistico
che, purtroppo, segna anche il loro canto del cigno.
Al termine del 1977, infatti, un nuovo abbandono segmenta la formazione:
quello di Paolo Tofani, che confessa di non essere pi in linea con l'immagine
troppo politicizzata degli Area, beniamini di un Movimento che sta
nuovamente mutando e si avvia al declino; inoltre il chitarrista gi
decisamente proiettato verso una ricerca musicale e individuale tesa
all'ascetismo, che fino a quel momento aveva dovuto necessariamente lasciare
in disparte. Il sempre minor numero di concerti, inoltre, rende quasi obbligata la
rottura con Cramps, le cui vendite non avrebbero potuto garantire introiti
necessari al sostentamento dei musicisti. Le loro aspirazioni internazionaliste
esigono ora un veicolo discografico pi forte e commercialmente affidabile: cos
i Nostri approdano presso Cgd con la sua nuova etichetta Ascolto, una firma che
d loro la possibilit di appoggiarsi a una major salvaguardando la piena liber
artistica, senza restrizioni vincolate dal mercato. Sarebbe stata la dimensione
ideale per gli Area, che a causa della formazione ridotta e del ricambio in fase di
scrittura dnno alle stampe un album del tutto diverso dal solito, forse il pi
enigmatico ma anche, a suo modo, il pi accessibile: 1978. Gli dei se ne vanno,
gli arrabbiati restano!

Un anniversario piuttosto significativo il decennale del '68 fornisce a


Stratos e compagni lo spunto per un nuovo concept, dietro consulenza
intellettuale di Gianni Emilio Simonetti, anch'egli proveniente dell'officina
Cramps: sar il suo interesse, tra gli altri, per il tema della psichiatria a trovare
riscontro nel celebre Hommage Violette Nozires e nel recitato di Acrostico
in memoria di Laio.
Venendo a mancare la pregnante componente testuale fornita da Gianni
Sassi, ora Stratos a redigere tutte le liriche, nonch a firmare ben cinque brani
esclusivamente a suo nome. Una sorta di rivincita in virt della minor
esposizione nei dischi passati e delle evidenti capacit acquisite nella tecnica
vocale, che in questo frangente trova la sua massima valvola di sfogo
nell'ambito del progetto Area.
Emerge cos un carattere nascosto del cantante: quello di paroliere colto e
subdolo, ispirato da grandi intellettuali francesi del suo tempo come Breton e
Lacan, nonch da autentici innovatori del medium teatrale quali Antonin Artaud
e Carmelo Bene; le sue suggestioni sono complesse ma prontamente districate
nelle pi che esaurienti note di copertina, dove viene chiarito il senso dell'intero
album: Noi non siamo pi gli eredi di nessuno, bisogna ricominciare tutto da
capo!. Gli Area colgono l'occasione per guardare la storia in prospettiva,
constatare e comprendere meglio la crisi del Movimento giovanile, che dopo la
rivoluzione si ritrova a dover fronteggiare l'amara disillusione. Dalla nota a
Guardati dal mese vicino all'aprile!: 1968: il tramonto tragico di tutte le
rivoluzioni impossibili ha sciolto l'ultimo abbraccio dei rivoluzionari/amanti,
un'epoca chiusa per sempre. Ma perch allora, tutti si ostinano ad affermare il
contrario?.
In 1978 viene a crearsi un certo contrasto tra il denso concettualismo del
libretto e l'accessibilit del formato pop-jazz assunto in sede compositiva.
L'album accoglie sonorit molto varie e per certi versi nuove: paradossalmente,
infatti, l'assenza di Tofani compensata proprio da marcate influenze
mediorientali e del Sol Levante il chanting di Return From Workuta anche
indicativo delle capacit vocali ottenute da Stratos. L'eccentricit del cantante
trova la sua massima espressione in Acrostico in memoria di Laio, una
dissertazione in forma teatrale sul tema dell'incesto in relazione agli intrighi
famigliari di Sigmund Freud.
Se anche le soluzioni adottate nei singoli brani nascondono qualche incertezza
il doo-wop sul finale di Vodka Cola, per quanto ironico, rimane del tutto
estraneo alle loro precedenti incarnazioni non mancano nemmeno certe

stravaganze che in qualche modo li identifichino, oltre a uno stile sempre pi


jazzato che lo rende forse l'album pi vicino al classico stile Weather Report. Ne
risulta un calderone non esente da idee originali ma poco organizzate, in cui gli
attuali Area si dimostrano tanto consapevoli dal punto di vista dei propri
mezzi quanto disorientati, alle volte, nello svolgimento delle tracce, a volte
quasi bozzettistiche.
Nonostante tutto 1978 viene apprezzato dalla critica, ma ben presto diviene
evidente che la Ascolto non ha idea di come gestire una realt come quella degli
Area, cos atipica rispetto alle usuali produzioni pop. La scelta si riveler cos un
parziale fiasco, unito al fatto che il gruppo non riusciva a riproporre in modo
convincente gli stessi pezzi in sede live in questo senso la mancanza
dell'apporto di Tofani fu una causa tutt'altro che secondaria.
Un brutale epilogo
Il passaggio alla major e la svolta pop, dunque, non soddisfano le
aspettative di entrambe le parti, e il tentativo di affermarsi all'estero si traduce
in un fallimento. In un anno gi foriero di profondi cambiamenti, gli Area si
trovano di nuovo in viaggio verso il Portogallo e poi a Cuba, all'undicesimo
Festival della Giovent: quest'ultimo un viaggio esotico quasi beatlesiano,
tramite il quale i Nostri vengono a contatto con culture e musiche mai sentite
prima; specialmente Stratos far tesoro di questa esperienza per dare ulteriore
linfa alle sue ricerche sulla vocalit. Tali sviluppi, sempre pi avanzati e
riconosciuti in tutto il mondo, portano anche il cantante ad abbandonare il
gruppo in circostanze peraltro non molto pacifiche e proseguire in solitaria
col supporto di Cramps, unica garanzia di piena autonomia artistica (e ulteriore
motivo di attrito con gli altri membri del gruppo).
In quest'ultimo periodo della sua vita, Stratos entra ancor pi in stretto
contatto con la persona e le ferventi idee di John Cage, partecipando a esibizioni
e happening del maestro americano. Nel pieno della sua maturazione, il
cantante d alle stampe il suo secondo album solista Cantare la voce (1978),
dove la sua tecnica raggiunge vette inarrivabili in termini di frequenza e
moltiplicazione dei canali vocali (diplofonie e triplofonie). Altri progetti, tra cui il
torbido reading per la rappresentazione teatrale Le Milleuna e diversi concerti
anche all'estero, vengono interrotti nel 1979 da un fulmine a ciel sereno: a New
York sopraggiunge infatti il ricovero d'urgenza per un'anemia aplastica; nel
momento in cui si prospetta una nuova evoluzione del progetto Area, i suoi excompagni di ventura ricevono l'infausta notizia, attivandosi subito per
organizzare un concerto a beneficio dei famigliari di Stratos, per sostenerne le

onerose spese mediche. In breve tempo, l'occasione di solidariet si trasforma


in un commosso memoriale susseguente all'inevitabile decesso di Demetrio
Stratos, appena trentaquattrenne.
Organizzato da Gianni Sassi, il concerto all'Arena Civica di Milano conter un
pubblico di circa sessantamila persone, con la partecipazione di numerosi
musicisti da tutta Italia: un gesto di estremo affetto come anche, purtroppo,
un'occasione per alcuni di garantirsi un posto privilegiato sul grande palco; cos
gli Area e il loro pubblico vivono sulla loro pelle l'amara conclusione di un
sogno, l'epitaffio ufficiale di un momento storico irripetibile e della sua
compagine pi amata e rappresentativa.
Le lancette scorrono
Nulla pu tornare come prima, ma per obblighi contrattuali i veterani del
gruppo si vedono costretti a portare a termine il tour iniziato nel 1979. Il
successivo Tic & Tac (Ascolto, 1980) sar un ultimo tentativo di uscire
dall'impasse della morte di Stratos e trovare una strada alternativa per i tre
musicisti.
Interamente strumentale, il disco vede la partecipazione di Larry Nocella al
sax e si configura, per la prima e ultima volta, come un album jazz a tutti gli
effetti: con assoli non indegni del genio leggiadro di Michel Petrucciani, le
tastiere di Patrizio Fariselli divengono la colonna portante di un classico
quartetto dove ognuno riesce a dar prova delle proprie capacit, pur senza
lanciarsi nelle coraggiose sperimentazioni degli Area che furono. Oltre a basso e
contrabbasso, a tratti Tavolazzi prende il posto di Tofani alla chitarra.
Il mood generale piuttosto vivace e le uniche concessioni alla nostalgia sono
quelle intrinseche alla forma musicale prescelta: potrebbe sembrare un
atteggiamento indelicato, stridente con l'atmosfera in seguito al decesso di
Stratos, ma sarebbe ugualmente ingiusto biasimare la volont dei tre musicisti
di voltare pagina e fare un'ultima scommessa anche in termini discografici
purtroppo penalizzata da un suono senza alcuna profondit.
Prevedibilmente, le ultime speranze si diradano e Tic & Tac non trova un reale
seguito: dopo di esso i tre Area si avviano verso altre esperienze in ambito
teatrale, tanto in gruppo quanto individualmente, prima di ritirarsi
dignitosamente in uno iato sin troppo a lungo rinviato, e che non promette
alcunch per il futuro.
Verso la met degli anni Ottanta Giulio Capiozzo, in quanto co-fondatore del
primo progetto, tenta di dargli un seguito assieme ad altri musicisti, che insieme

prendono il nome Area II e in breve tempo pubblicano due dischi di stampo


jazz-fusion (l'omonimo nel 1986 e "City Sound" l'anno successivo).
Ma solo nel 1993 si realizza per la prima volta una parziale reunion del
gruppo, a motivo di una circostanza analoga a quella del lontano '79: la morte di
Gianni Sassi, amico e collaboratore di lunga data, riporta insieme Fariselli,
Tavolazzi e Capiozzo per un concerto in sua memoria. in tale circostanza che
scatta una nuova scintilla di creativit, che si concretizza in un lavoro svolto a
cavallo tra il 1993 e il 1996. Assieme al bassista Paolo Dalla Porta e un pugno di
strumentisti occasionali, Fariselli e Capiozzo danno forma a una sorta di concept
strumentale intitolato Chernobyl 7991. Una prova davvero difficile da
inquadrare, divisa tra reminiscenze degli ultimi Area in tracklist anche una
commemorativa Efstratios e cupe sperimentazioni di un'arditezza mai vista.
Tra spostamenti ritmici disorientanti e rinnovate fascinazioni balcaniche, Fariselli
trova il tempo per rispolverare la lezione cageiana (il piano preparato di
Liquiescenza, oltre ai 4 minuti e 33 secondi di silenzio che precedono il caotico
finale di "Sedimentazioni"), mentre Capiozzo d fondo a tutte le tecniche di cui
ormai padrone, dal puro virtuosismo della batteria all'espressivit delle
percussioni etniche.
L'attivit dal vivo della nuova formazione si protrae sino al 1999, finch l'anno
successivo sopraggiunge l'improvvisa morte di Giulio Capiozzo per un arresto
cardiaco, mentre si trova a Cesenatico assieme a Fariselli. A quest'ultimo non
rimane che proseguire con il proprio progetto solista, perfezionando una visione
artistica che ormai non conosce pi limiti.
Vecchi e nuovi orizzonti
La fine dell'esperienza, un po' per il graduale disgregamento della formazione
e un po' per le contingenze storiche, non fa che confermare l'ineludibile natura
degli Area: quella di rappresentanti di un hic et nunc ben preciso, non
collocabile in altre istanze n riproponibile in quella stessa forma, che nella
sinergia tra i componenti primari trova un elemento imprescindibile e che, una
volta esaurita, non pu pi garantire alcun equilibrio stabile.
Eppure, dal 2009 sino a oggi, i tre Area rimasti in gioco tornano di scena sui
palchi italiani, con una reunion che vede rinnovato il sodalizio con Paolo Tofani e
accoglie il giovane Christian Capiozzo, figlio del batterista storico.
Appropriatamente denominata AREA Open Project, la nuova avventura si
concentra maggiormente sulle peculiarit dei musicisti individuali e sui loro
rispettivi percorsi artistici, attraverso i quali anche il sound del gruppo
primigenio viene reinventato e celebrato.

Il doppio album Live 2012 ben riassume questo nuovo corso: il primo cd
prevalentemente dedicato ai classici, riproposti ove possibile in versione
strumentale fanno eccezione il racconto de La mela di Odessa e il canto al
femminile di Cometa rossa. Inni che il tempo non ha scalfito, ma l'eco dei
quali ci giunge assai meno aspra e provocatoria, tutta concentrata su temi e
strutture che sono sempre stati alla base di questi brani storici.
Il secondo cd, intitolato Geometrie, invece lo specchio di ci che rende gli
odierni Area un gruppo aperto: suite inedite, in solitaria o in duetto, dove
emergono in piena libert le influenze world e i sentieri sperimentali di
ciascuno. Su tutti, Tofani ha l'occasione di presentare a un pubblico pi ampio i
risultati dei suoi studi sullo strumento da lui ideato, la Trikanta Veena (tre voci
corrispondenti a tre manici): una sorta di sitar guitar che il chitarrista filtra nei
pacchetti audio di un tablet, ottenendo sonorit che spaziano fra tradizione
orientale ed elettronica contemporanea.
Il tastierista presenta invece gli esiti del Patrizio Fariselli Project, nutrito negli
anni seguenti la morte di Giulio Capiozzo la cui memoria viene qu onorata, con
passione e ottime capacit, dal figlio Christian. I tre Encounter qui presentati
muovono da synth mutanti a un suadente cool jazz alla Bill Evans, con un
contrabbasso pi passionale che mai di ritorno anche nel placido finale di
Aten. Cos, in meno di quaranta minuti, gli Area tornano a dare saggio del loro
spirito pi audace, dal quale riaffiora anche una certa inquietudine per la
condizione dell'uomo moderno, la cui integrit psicologica e morale continua a
essere minacciata da ogni parte.
Dunque, cosa rimane oggi degli Area? Forse l'immagine pi appropriata
quella di un pugno chiuso che si allenta, aprendosi a un caloroso saluto tra amici
di vecchia data, spinti dalla volont di rileggere la propria storia (e di
conseguenza quella dell'Italia post-'68) in un'ottica meno politicizzata in favore
del linguaggio universale della musica, un'energia gioiosa e rivoluzionaria che
non accenna ad affievolirsi. C' un moto di nostalgia, certo, ma anche e
soprattutto di lecito orgoglio per aver scritto una pagina indimenticabile del
panorama artistico nazionale.
Quello degli Area rester sempre tra i pi autentici casi di "rock in opposition"
della musica italiana e non solo. Un'esperienza d'avanguardia e di militanza
politica, in difesa di valori universali come la libert di pensiero e d'espressione
pi che di quelli propri della Sinistra proletaria. Nelle parole di Gianpaolo
Chiriac, "la loro musica fu come una potente sorgente di luce, che non indicava
con arroganza o alterigia la via giusta per la rivoluzione, ma piuttosto spronava

incessantemente a liberare le individualit, per non morire soffocati nelle


ortodossie e nelle chiusure mentali" [2005]. In sintesi, una luce che riscalda la
mente.

Bibliografia
Chiriac, Gianpaolo, Area. Musica e rivoluzione, 2005, Nuovi Equilibri
Coduto, Domenico, Il libro degli Area, 2005, Auditorium Edizioni
Trambusti, Luca, Consapevolezza. Gli Area, Demetrio Stratos e gli anni
Settanta, 2009, Arcana

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