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Kael Nhuin

12 Marphenot 1341 CV
Ciao Diario,
la prima volta che ti scrivo. Non so nemmeno perch lo faccio, ma ne
sento il bisogno. Fuori il tempo uggioso, e nonostante venga buio
presto, mio padre ancora nella foresta a fare la legna. Da quando la
mamma se n' andata, cerca sempre di tenere la testa occupata. Lavora
tutto il giorno, gi alla stalla, e quando finisce il turno va nel bosco
vicino casa a tagliare rami e piccoli alberi per il focolare. Non ho ricordi
di lei, e p non ne parla quasi mai, ne soffre ancora molto. Ma non
tempo per disperarsi: l fuori, dietro la tristezza, dietro tutte le cose
brutte, c' un mondo che mi aspetta, che sta aspettando qualcuno che lo
esplori. Domani chieder a mio padre di iscrivermi alla scuola dei bardi,
sono bravo con il mio liuto, e se mi accettano potr imparare tante cose
nuove e viaggiare per il mondo. Non vedo l'ora.
Il vento fischia attraverso le imposte della vecchia casa, e il gelo di Nightal
penetra fin nelle ossa delle due figure strette una all'altra. Una delle due, la pi
esile, ha lunghi capelli blu come la notte, che spuntano da sotto il cappuccio teso
a coprire il volto dal freddo, lunghe orecchie affusolate e occhi del colore
dell'oceano. L'altra, pi robusta, ha corti capelli neri e occhi dello stesso colore,
orecchie tonde e il volto incorniciato da una barba curata. Tra di loro, avvolto
nelle vesti, un piccolo corpicino si agita lamentandosi. Ha due occhi neri, come
il padre, ma le orecchie curiose: non sono n a punta, n tonde. Sono orecchie...
da mezzelfo.
14 Kythorn 1345 CV
Mio padre mi ha raccontato tutto. Quando me lo ha detto, non ci ho
creduto. Eppure, dentro di me, sapevo che era vero, che tutto ci che
diceva era la pura verit. Non ho nemmeno pianto. Gli ho detto che
volevo stare da solo, e lui senza dire una parola uscito. Ho vomitato,
ho rigettato tutto il dolore che sentivo dentro. Mia madre era morta,
come avevo sempre saputo. Ci che mi distrugge come morta. Non
riesco nemmeno a pensarci. Devo uscire, annegare il dolore, viaggiare,
scoprire, conoscere nuovi posti. Non posso pi stare fermo, o l'angoscia

mi uccider.
Devo andarmene.
Il piccolo tossisce senza tregua da giorni. I guaritori hanno detto che si pu solo
attendere e sperare, ma Kethlis non ci riesce. Dice che potrebbe fare qualcosa,
che devo fidarmi di lei. Appena i guaritori se ne vanno, entra nella stanza dove
abbiamo messo Kael, la pi calda di tutta la casa. Ormai passato un mese da
quando ha iniziato a stare male, e anche i guaritori hanno perso le speranze.
Seguo la figura di Kethlis nella stanza, e percepisco che qualcosa in lei sta
cambiando: sembra pi bassa, ora, pi triste, il mio amore. La donna che pur di
stare con me ha rinnegato le sue origini e i suoi simili. Si siede davanti al letto, e
guarda Kael, sdraiato, immobile, il minuscolo petto che si alza appena al ritmo
del suo sottile respiro. So che Keth vorrebbe fare qualcosa, vorrebbe salvarlo, ma
questo non in suo potere... non pi. Mentre penso a come vorrei poter salvare
mio figlio, sento Kethlis sussurrare qualcosa. Alzo lo sguardo e vedo che in
piedi e sta agitando le mani, pronunciando parole in elfico, la sua lingua. Prima
che possa rendermi conto di ci che succede, un enorme potere scaturisce da lei,
e mi investe con forza, buttandomi a terra. Quello che prima era un sussurro
ora una voce tonante, e il viso di Keth deformato in una maschera di dolore
inimmaginabile, mentre, per l'ultima volta, usa quella magia, che qualche anno
prima i suoi simili le avevano proibito per sempre. Keth!! Che cosa stai
facendo??!! le urlo piangendo. Lei si gira verso di me, con il viso di sempre, e
quel sorriso che ho sempre amato: Sto salvando nostro figlio. Poi, una luce
abbacinante mi costringe a chiudere gli occhi, e tutto diventa buio. Non so
quanto tempo sia passato, ma quando li riapro, vedo la stanza vuota, e Kael sul
letto, che non tossisce pi. Keth! urlo disperato. Mi precipito fuori, e al
limitare del bosco a qualche centinaio di metri dalla casa vedo una piccolissima
figura. vestita di bianco. Kethlis. Inizio a correre, come se avessi alle spalle un
intero esercito di diavoli, e in pochi istanti la raggiungo. Appena arrivo a
qualche decina di metri, vedo che la sua mano tesa verso di me, con il palmo
puntato in avanti. Non... fare... un altro... passo, dice a denti stretti. Keth...
la imploro, con le lacrime che iniziano a rigarmi il viso. Il volto di Kethlis
tradisce un dolore inimmaginabile, uno strazio che prova solo una madre che
perde il proprio figlio. I suoi occhi lampeggiano di una luce nera, percepisco un
immenso potere malvagio crescere in lei.Fen... devo farlo mi dice con voce

supplicante, mentre la sua mano, nascosta dietro la schiena, si rivela


lentamente, con un pugnale stretto in pugno.Tu e Kael non sareste mai al
sicuro... lo sai anche tu. Questa... maledizione... non pu essere rimossa. Solo io
posso metterle fine. Insieme a me. Tra poco non sar pi in grado di farlo
nemmeno io. Devo farlo, Fen. Ora. No... rispondo in lacrime non puoi
lasciarci soli, non ora... possiamo trovare il modo, c' sempre un modo, no? Lo
abbiamo sempre trovato, noi due, insieme, contro il mondo intero, ricordi? Keth
non puoi lasciarmi ora... muovo un passo in avanti, lentamente, e lei si pianta
il pugnale nel petto, d'improvviso, proprio all'altezza del cuore. Keth!!! mi
lancio verso di lei, appena in tempo per afferrarla prima che cada. No... Keth...
non dovevi farlo... ti salver, s, ti salver, e cancelleremo la maledizione, non
lasciarmi... le mie lacrime si uniscono alle sue, mentre il suo corpo scivola via.
Prenditi... cura... di lui... sono le sue ultime parole, sussurrate appena,
portate via, lontano, dal gelido vento di Nightal. La stringo al petto, fino a che il
suo corpo si accascia inerte tra le mie braccia, privo di vita. Rimango a lungo
cos, non so nemmeno per quanto tempo, sotto la pioggia che inizia a cadere, a
mescolarsi con il suo sangue, con le mie lacrime. Sento solo il silenzio, quel
battito che non c' pi, quel vuoto silenzio dentro di me. Lontano, un rumore.
Un suono. Il vagito di un bambino. Il nostro bambino.
23 Mirtul 1376 CV, Daggerford
Finalmente ho ritrovato il mio diario. Proprio quando serve, proprio
quando sento il bisogno di confidare a qualcuno e rimettere insieme ci
che successo in questi lunghi anni. Dalla mia partenza sono accadute
tante cose, tanti avvenimenti mi hanno fatto crescere e altri mi hanno
buttato gi. Quel giorno in cui ho lasciato casa mia ero giovane,
inesperto e senza certezze. Ora, ho vissuto, ho viaggiato, ho trovato
alcune certezze, sono cresciuto. Eppure sono di nuovo qui, dove tutto
iniziato.
Ricordo che la mia prima destinazione fu Waterdeep: rimasi nella Citt
degli Splendori per qualche anno. Fu l che conobbi Alton, l'halfling che
da quel momento fu il mio migliore amico, o quasi. Come me, faceva il
vagabondo e l'avventuriero, suonava il liuto e non si stancava mai di
nuove avventure e scoperte. Dopo qualche anno, per, il destino ci
divise, ma la nostra amicizia continua nonostante la distanza, e quando

ci incontriamo casualmente passiamo pi tempo possibile insieme,


prima che le nostre strade prendano direzioni sempre diverse.
A 19 anni lasciai Waterdeep, per iniziare a girare il mondo, vivendo di
espedienti e piccole avventure. Il potere arcano che era dentro di me era
ancora sopito.
Capit un giorno, mentre viaggiavo per l'Unther meridionale. Una
banda di soldati disertori dell'esercito Unther mi trov allo scoperto, di
sera, mentre camminavo. Proposi con tono gioviale di farci una bevuta
insieme e di cantare qualche canzone di guerra, poich sapevo che
nell'Unther sono apprezzate. Mi spinsero a terra prima che io potessi
fare qualcosa, mi chiamarono sporco mezzelfo. Prima che me ne
rendessi conto, la mia mano si era alzata e avevo proiettato un raggio
violetto contro uno di loro, neutralizzandolo. Gli altri mi guardarono
con stupore: non si aspettavano da una bardo un gesto simile. Mentre i
miei assalitori non sapevano che fare, io raggiunsi una consapevolezza:
ero dotato di un qualche potere straordinario, che lo sentivo avevo
facolt di usare a mio piacimento. Ebbro di potenza, neutralizzai tutti gli
uomini che mi avevano assalito, per poi rendermi conto di ci che avevo
fatto. Avevo ucciso degli uomini. Da solo. E lo avevo fatto sfruttando
qualche strano potere magico che ora sentivo prepotente dentro di me.
Mi ripromisi di non usare mai pi quel potere, finch non avessi capito
da cosa derivasse e cosa comportava. Tornai cos a Waterdeep, per
consultare alcune delle biblioteche pi fornite di Faerun. Dopo giorni
passati sui libri, scoprii di possedere un potere arcano innato o cos
suppone il creatore del libro, un certo Halaster Blackcloack, nel libro dal
titolo Poteri Arcani di Toril e dei Piani Esterni . Per qualche strano
motivo il vecchio tomo parlava di eredit demoniaca e
discendenza - legato al fatto di avere tra i miei antenati qualcuno che
aveva legami con i demoni, o addirittura che uno dei miei antenati
FOSSE un demone, io avevo acquisito la capacit di usare le invocazioni,
capacit magiche innate.
Consapevole del fatto che la mia magia derivava dal male, ma ben
lontano dal voler compiere anche il pi minimo atto malvagio, misi da
parte il mio potere. Finch il mio cuore raggiunse la fede nella Signora
dei Misteri: ella mi insegn attraverso i suoi chierici che non importa

quale sia la fonte del tuo potere magico, ci che conta come quel potere
magico viene utilizzato.
Imparai cos a controllare le mie capacit, e infine imparai a potenziarle,
cosicch esse fossero pi potenti contro quelle creature votate al male.
La Madre di Tutta la Magia fu la mia guida nel mio percorso, e ora devo
a lei e alla sua fede tutto me stesso.
Con il tempo il mio potere crebbe, e cos fece anche la mia voglia di
avventure e di conoscenza. Fu cos che feci il passo pi lungo della
gamba. La missione era trovare un oggetto magico appartenente al capo
di una trib umanoide nelle viscere della terra, e consegnarlo al
committente che mi avrebbe pagato tante monete d'oro da potermi
permettere di non fare altre avventure per qualche anno. Mi precipitai
sul luogo, una vecchia caverna in un territorio collinare a sud
dell'Anauroch. Sconfissi facilmente la trib di coboldi che la abitava, ma
con il loro capo non fu cos semplice: si trattava di un Mezzo-drago
stregone. La sua magia era al di sopra delle mie forze. Dopo avermi
gettato a terra con un colpo dei suoi artigli, mi sovrast, preparandosi a
lanciare il suo incantesimo finale. Mi preparai alla morte... che non
arriv. In qualche strano modo il mio corpo aveva assorbito
l'incantesimo, ed ora esso era pieno di energia. Mi sentivo ebbro... e la
rilasciai sullo stregone stupefatto. Portai l'oggetto magico dello stregone
al committente, e per qualche anno fermai la mia attivit di
avventuriero, per scoprire qualcosa di pi su quello strano potere che mi
aveva salvato la vita. Dopo anni di ricerche inconclusive, mi ritrovai
sotto mano un libro che il bibliotecario mi boll come leggenda: era il
tomo di una fantomatica persona dal nome di Baerendra Riverhand. Il
libro narrava della storia di un potere, concesso a pochissimi sulla faccia
di Faerun: il Dono del Fuoco Magico. La capacit di manipolare
l'energia, l'energia pura e semplice di cui composta la Trama stessa.
Scoprii anche che per sopravvivere, in un mondo in cui il potere
ricercato, in cui puoi essere ucciso per una conoscenza a cui altri
vogliono avere accesso, dovevo nascondere il mio potere.
Nessuno ora sa che io ho il Dono.
Nessuno lo scoprir mai.
User ci che mi stato dato dal caso e dalla divina provvidenza per

fare il bene.
User il potere che mi stato dato dal Male per sconfiggerlo.
E non permetter che la Trama venga usata per compiere il Male da
coloro che non comprendono l'essenza pura e benigna della Trama e
dell'Arte.
Kael Nhuin il mio nome.
E sono il Portatore del Fuoco Magico.

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