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SULLA FORMAZIONE DEL TESTO DELLE LEGGI ITTITE

di ALFONSO ARCHI

Con il libro " Die hethiti;chen Gesetze "1, J. Friedrich non solo ci ha dato
una mirabile edizione critica di questo testo difficile e con una tradizione manoscritta cos complessa, ma ha avuto anche il merito di provocare una serie
d'indagini che hanno posto in parte su nuove basi la discussione sulla formazione delle Leggi ittite.
Accanto al metodo propugnato soprattutto da V. Korosec, il quale con
consequente logica riesce a determinare nel testo delle Leggi una stratificazione derivante dalle diverse fasi giuridiche in cui esso si venne formando 2,
ora l'esame linguistico e paleografico condotto da A. Kammenhuber e da
H. G. Giiterbock 3, dando per quanto possibile una cronologia dei varii manoscritti, fissa pi precisamente nel tempo la formazione del testo. Gi era
stato proposto di datare la redazione delle Leggi all'epoca di Telepinu', l'inPubblicato a Leiden, 1959.
Sull'argomento V. KOROSEC tornato pi volte, v. in particolare: Nekay pt'oblemov iz hetitskega, ZZR XXV, 1955, 26 p. (riass. inglese); Hethitica: pt'ispevek k
t'azvoju hetitskega pt'ava, Razprave IV /7, Ljubljana 1958, (riass. tedesco); Les lois hittites et leut' volution, RA 57, 1963, pp. 121-144; e in RAss s. v . Gesetze, D. {fatti . Gi
per A. GOETZE nella prima ed. di Kleinasien (1933), v. ora a p. 111 della sec. ed.; e
cfr. il tentativo di B. ROSENKRANZ, ZA NF lO, 1938, pp. 210-214.
3 A. KAMMENHUBER, BiOr XVIII, 1961, pp. 77-82; 124-127; H. G. GUTERBOCK,
JCS XV, 1961, pp. 62-78; XVI, 1962, pp. 17-23; in questo lavoro si adottano le datazioni relative date da questi due autori senza pi a loro rinviare. Sul Testo parallelo v. O. CARRUBA, VL. SOUCEK, R. STERNEMANN, ArOr 33, 1965, pp. 1-18. Ma una
giusta successione cronologica dei principali manoscritti della la serie (A, B, C, Testo
parallelo) ha dato anche V. KOROSEC seguendo i criteri sopra indicati, v. FFr p. 262 s.,
e gi in S. Z., LII Rom. Abt., 1932, p. 162 s.
A. GOETZE, AO 27, 2, 1928, p. 21 (ma vedi le perplessit in Kleinasien t p. 111
n. 4); cosi anche pi volte V. KOROSEC, v . ad es. RAss s. v. Gesetze, Bd. III. p . 291;
H . G. GUTERBOCK, JAOS, Suppl. nr. 17, 1954, p. 21.
1

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

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dagine successiva ha confermato che gli elementi linguistici riportano senza


altro all'epoca dell'Antico regno 5, e che anzi due manoscritti, A e M, presentano il ductus proprio di quel periodo.
Una datazione pi precisa stata proposta da o. Carruba, il quale ha
fatto notare che la 3 3 perso sing. preso del tipo (-x)i(-e)-iz-zi trovandosi attestata per lo pi nel manoscritto A, di contro a (-x)i-ja(-az)-zi dei manoscritti
pi tardi, da considerare una forma caratteristica della lingua antica, e che
un confronto con altri testi indicherebbe come data di redazione per A addirittura l'epoca di {Jattusili I o Mursili I 6. Purtroppo la scarsit dei testi
in ittito antico, e le difficolt contingenti per stabilire quali di essi presentando
il ductus antico risalgono direttamente all' Antico regno, non permettono quella
verifica che sarebbe necessaria. Certe forme non in -ja- si trovano d'altronde
anche in testi tardi: la 3 3 perso sing. preso di waggarija- " fare/divenire infedele" in Mursili viene scritta waggarijaizzi o waggarijaz(z)i, in Muwatalli
oltre a quest'ultima forma si ha anche waggarizzi (v. J. Friedrich, Staatsv.
II p. 215) '.
Per un verbo meglio attestato, ija- "fare ", si consideri:
izzi KBo III 28r (?) 6 (Cat. 25 e).
iezi KBo III 27r 5 (Cat. 9, editto di Uattusili I);
fJuqq. III 30 (Suppiluliuma I).
ijaz(z)i Suppiluliuma I, Mudili II, Muwatalli (v.
II p. 187) 8.

J.

Friedrich, Staatsv.,

J. Friedrich, Staatsv.

E ancora tija- "calpestare":


tiezzi Suppiluliuma I e Mursili II (J. Friedrich, op. cito p. 210).
tijazi ad es. in KBo IV 14 II 31 (Suppiluliuma II?).

Ma che A presenti sistematicamente certe forme al posto di altre, non


dipende dallo scriba, si tratta invece di grafie in uso in una determinata
epoca. Certo l'indagine andrebbe estesa ad un numero maggiore di testi, e di
diverso genere, tenendo presente le grafie seguite dai singoli scribi, ma gi
un esame dei manoscritti delle Leggi pu dare alcune indicazioni.

V. A. KAMMENHUBER, op. cito in n. 3, p. 80: "von Telepinu, seinem Sohn oder


einem friiheren Konig! ".
O. CARRUBA, Kratylos 7, 1962, p. 157 ss.; cfr. ancora O. CARRUBA, VL. 50UCEK, R. STERNEMANN, ArOr 33, 1965, pp. 13-15. Favorevolmente si espresso A. GOETZE,
Neuere Hethiterforschung ed. G. WALSER, Historia Einzelschriften 7, 1964, p. 27 n.23.
7 Cfr. per una 2 a perso sing. pres., da markija- .. rifiutare ", markijaSi KUB XXI
38 I 9 e markiSi II 4 mattusili III).
Per la 2 a perso sing. preso v. iei, fJuqq. II 3, 49; ijai ancora in SuPPiZuZiuma
I e nei sovrani successivi (v. J. FRIEDRICH, Zoc. cit.).

Alfonso Archi

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Che non si tratti in genere di un problema morfologico 9 mi sembra risulti dal fatto che il fenomeno si verifica in diversi tipi di verbi.
Verbi primari tematici:

anija- " fare"


aniezzi q 3 v.
anijazi f 1 v. ; j 3 v.
lJ,ulliii-, lJ,ullija- combattere"
lJ,ullazzi j 1 v.
lJ,ullizzi q 1 v.
lJ,ullijazzi j 1 v.
peSsija- gettare"
pessizzi A 5 v.; B 2 v.
pessijazi B 5 v.; CIv.
pessejazzi T. prlI. 2 v.
pessijaizzi C 2 v.
tiija- rubare"
taizzi A 8 v.
tiiizzi B 1 v.
tjdiiizzi A 12 v.; B 22 v.; o 1 v.; q 2 v.
tjdaiezzi B 1 v:; a 13 v.; i 2 v.
tjdiiiezzi B 1 v.; I 1 v.; P 1 v.; a 3 v.; c 2 v.; e 3 v.; g 1 v.; l l
tt

tt

tt

v.; o 1 v.
taijazi cIv.
tjdiiijazi D 2 v.; F 1 v.; b 3 v.; T. prll. 1 v.
tajazzi B 1 v.
tjdiijazzi b 1 v.; q 1 v.
[t jd'd~Jjaizzi o 1 v.
tija- " calpestare"
tizzi A 1 v.; j 2 v.
tizzi j 1 v.
tiezzi q 4 v.; t 2 v.
tijazi a 2 v.; j 2 v.; l 1 v.
tijaizzi j 2 v.
wemija- " trtlvare "
wemizi A 1 v.
wemizzi A 7 v.
wemiezzi B 1 v.
8

In questo senso invece A.

KAMMENHUBER,

Or NS 31, 1962, p. 368; v. inoltre

Hipp. Heth. p. 43, 47, 316, ave gli ampliamenti in -iia- di alcuni verbi come ans- " pulire ", warp- "lavare ", wars- "pulire ", sono spiegati come influssi luvi, o tendenza
a " normalizzare" la coniugazione in epoca tarda.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

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wemijazi B 6 v.; F 1 v.; j 1 v.; T. prll. 4 v.


wimija<zi) B 1 v.
wemijazzi B 4 v.
Per quanto riguarda i verbi che hanno un secondo tema ampliato in -(i)ja-,
i manoscritti tardi usano ambedue i temi, e in genere scrivono la 3 a perso
sing. preso del tema ampliato -xi-e-iz-zi:

karp-, karPija- " sollevare"


karapzi B 2 v.; Bo 2111 1 v.; T. Prll. 4 v.
karpizzi A 2 v.; B 1 v.; T. prll. 1 v.
karpizzi A 3 v.; G 1 v.
karpiezzi B 1 v.; T. prll. 2 v.
wars-, warsija- "spazzare"
warsi q 2 v.
warasse q 1 v.
waraszi j 1 v.
warsezzi c 1 v.
was(s)-, wassija- " vestire"
wassiezzi j 1 v.
Pi significativi i verbi denominativi:

appat(a)rija- "sequestrare"
appat(a)rizzi A 1 v.; B 1 v. (attestato:anche appatrijazi, v. HW s. v.)
kussanija- "prendere in affitto"
kussanizzi A 2 v.; q 3 v.; t 1 v.
kusanizzi B 1 v.
kusnezzi a 2 v.
kussaniezzi B 1 v.
kussanijazi CIv.
sijattallija-, sijattarija- (sittarija-) "sigillare"
sittarizzi A 2 v.
sijattariezzi B 1 v.
sijattallijazzi . CIv.
sijattarijazi B 1 v.
turija- " aggiogare"
turizzi A 2 v.; B 1 v.; q 1 v.
turijazi B 1 v.
turijazi j 1 v.
urkija- "rintracciare"
urkijaizzi a 1 v.; q 1 v.
Si ha dunque una vocale di legamento anticamente scritta con -i-, che
tende ad essere espressa con -e-, e passa infine a -ja-; con Goetze, tutte queste

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Alfonso Archi

grafie che possono alternare l'una con l'altra in uno stesso testo, saranno
state lette, almeno ad una certa epoca, -je- l0. Che la soluzione debba forse
essere cercata nell'uso grafico, sembra indicare il fatto che al fenomeno partecipa anche un verbo di diverso genere come ija- "fare":

izzi A 2 v.
iezi A 1 v.
iezzi B 2 v.; j 1 v.; q 1 v.
ijazi p 1 v.; T. prll. 3 v.
ijazzi T. prll. 1 v. U; 12

Scarsissimi sono i dati forniti dalle Leggi per una collocazione storica
del testo: il 55 contiene una sentenza del "padre del re" ABI LUGAL,
pronunziata innanzi al consiglio del tulijas. Ora con il termine di "padre del
re ", in una raccolta usualmente denominata Cronaca di Palazzo, (KBo III
34 = 2 BoTU 12 A pi gli altri testi raccolti dal Laroche in Cat. nn. 24 e 25),
viene indicato un illustre sovrano alla cui amministrazione della giustizia ci
si richiama, quasi a trarre maggiore autorevolezza, ricordandone attraverso
aneddoti l'esemplare condotta di governo:

2 BoTU lO r = KBo III 281' (17) at-ta-as-ma-as ba1'-sa-ni-i DID-ja


me-ek-ki-es pa-ap-ri-es-ki1' su-us A-BI LUGAL (18) na-at-ta bu-is-nuus-ki-e-et IKi-iz-zu-wa-as-pat A-NA SAG A-BI-lA DfD-ja (19) pa-ap-1'i-

10 Tunn. p. 44 n. 132 (con letto precedente), ove si postula una vocale *e. V. anche
H. KRONASSER, Etymologie, p. 461 ss. e p. 510.
11 Da confrontare anche la grafia del tema sittarija- di A e anche B, contro sijattarija- di B e C, e la 3 a perso sing. prt. iSi/J/JiS (2 BoTU 12 A I 13) dal tema iSija/J/J-?
Si veda anche un verbo di diversa formazione come suwai- " spingere "; oltre alle volte
in cui compare in formula con parnas(s)~k (A normalmente suwaizzi, e B suwaizzi),
presenta queste forme: silizzi (A 2 v.; B l v.); suwaizzi (B l v.); suwaizzi (C 2 v . ; P l v.);
suwajazi (C l v.).
a Per una datazione alta H . OTTEN crede di poter addurre il seguente elemento: il
ductus di A si differenzierebbe da quello dell'editto di Telepinu e si avvicinerebbe piuttosto a quello di KUB XXXVI 100 + KBo VII 14, testo ove viene narrata la battaglia
tra ljattusili I e le genti della citt di ljassu, e che sarebbe stato composto sotto ljattusili o meglio ancora al tempo di Mursili (H. OTTEN in H. SCHMOKEL, Kulturgeschichte
des Alten Orient, Stuttgart 1961, pp . 342, 348, 677 n. 7. Per KBo VII 14, cio 29/k, il
cui ritrovamento nello strato IVc, dunque anteriore al Grande regno, strato III, ha permesso di individuare il ductus antico, v. H . OTTEN, MDOG 86, 1953, p. 59 ss. I dati
archeologici non permettono una pi precisa datazione: R. NAUMANN, MDOG 86, 1953,
p. 21). Essendo il racconto in forma epica, ragionevole pensare che la composizione
sia avvenuta qualche tempo dopo la data dell'avvenimento, cfr. A. GOETZE, JCS IX,
1955, p. 22.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

S9

it-ta sa-an at-ta-as-mi-jS IKi-iz-zu-wa-an na-at<-ta) lJu-is!-nu-u-ut (20)


ki-nu-na LUGAL-us i-da-lu me-ik-ki u-ulJ-lJu-un ta LUGAL-wa<-as)
ud-da-a-ar-ra-me-it (21) li-e sar-ra-at-tu-ma ...
" (17) Contro la persona di mio padre e il dio Fiume molti si resero colpevoli, e quelli il padre del re (18) non li lasci in vita: Kizzuwa si rese
colpevole contro la persona di mio padre e il dio Fiume, (19) e lui, Kizzuwa, mio padre non lasci in vita (20). Ora io, il re, (di) male ho visto
molto: la mia parola, del re, (21) non si infranga ... "
Per un'identificazione del" padre del re" con 8attusili I valga innanzitutto una considerazione generale: dei primi re dell' Antico regno (la lingua
di questi testi molto arcaica), solo a due grandi sovrani come ljattusili o
Mursili poteva venire dedicata una simile raccolta; bisogner per escludere
subito Mursili poich certo inverosimile che a ci provvedessero ljantili o
Zidanta, che l'assassinarono. Mentre una simile iniziativa bene si adatterebbe
a Mursili, che cos mostrerebbe verso il sovrano che lo adott ormai vicino
alla morte, quella pietas a lui richiesta (Labarna, il nipote precedentemente
.adottato, fu poi ripudiato perch" freddo e senza cuore" KUB I 16 I 6 s.
= II 7, v. Fr. Sommer eA. Falkenstein, HAB p. 2s.): KUB I 16 III 71 ss. = IV
70ss. "Lavami (il mio cadavere) bene, al tuo petto tienimi, al tuo petto proteggimi nella terra", e soprattutto la continuit nella direzione dello stato,
secondo le regole trasmesse a lui ancora fanciullo da 8attusili: "Finora nessuno [della mia famiglia] ha seguito la mia volont ... Ora tu conserva la parola del padre" (KUB I 16 III 26 ss.); " L mia parola ti ho dato, questa
tavola ti leggano di mese in mese: cos ti imprimerai nel cuore la mia parola
e la mia saggezza" (III 56 ss.).
E ancora: 2 BoTU 12 A I 1 URuKussari ABI LUGAL[ "In Kussara il
padre del re [", e 8attusili, originario di questa citt, detto LO URuKussara
"uomo di Kussara "; ljastajara (KBo III 34 II 2; VBoT 33 8) visse al tempo
di 8attusili 1 13 ; e forse Sanda (KBo III 34 I 24 ss.) e Nunnu (KBo III 34
I 11 ss.) sono gli stessi personaggi ricordati anche nell'impresa contro la citt
di Ursu (KBo I 11) 14, che fu effettivamente assediata e in un secondo
tempo distrutta da ljattusili (KBo X 2 I 16-21).
a questo sovrano, detto" padre del re ", la cui opera riguardo all'ordinamento sociale attestato dal 55 delle Leggi, col quale si muta lo stato
degli uomini ILKI di ljatti, che si deve probabilmente la riforma delle pene
indicata in diversi altri paragrafi con
prima (karu) ... , ed ora (kinun-a)
... ", compresi anche quelli modificati con una formula leggermente differente
ti

13 V. E. FORRER, 2 BoTU p. S. s.; H. G. GUTERBOCK, ZA NF lO, 1938, p. 134;


FR. SOMMER, HAB p. 188 s. e n. 1 a p. 189, p. 212 S.; R. S. HARDY, AJSL S8, 1941,
p. 190 n. 38.
1& H. G. GUTERBOCK, op. cito p. 133 S.

60

Alfonso Archi

nella seconda serie: "Prima si faceva cos (karu kissan essir). Ed ora (kinun-a)
... " ( 101, 121, 166-167; come nella prima serie il 129) 15 (cfr. anche infra
p. 61 ss.).
Inoltre, sempre per una datazione del testo, i nomi ricordati al 54: i
guerrieri (o la gente) Manda, Sala, di Tamalkija, lj:atra, Zalpa, Tasbinija e
:ijemuwa, certo attestati anche in epoca tarda, in genere solo per l'epoca pi
antica conservano una certa importanza all'interno del regno. Le citt di
Zalpa e Tasbinija furono conquistate da lj:attusili nelle sue prime spedizioni
(KBo X 2 1 9 ss., 18 ss.) 16, il quale nel testamento politico conferma l'importanza di queste citt all'inizio dell' Antico regno: dopo aver prescritto che gli
Anziani di :ijattusa non devono rivolgere la parola al giovane Mursili, il testo
continua: " [alcuno di Kussara (?),] alcuno di lj:emmuwa, alcuno di Tamalkija,
al[cuno di Zalpa] ... " (KUB I 16 II 61 s., integrato dal Sommer, HAB
p. 8, secondo il 54).
:ijattusili I invase e vinse anche il paese di Arzawa (KBo X 2 I 22 s.),
che compare una volta nel manoscritto BaI 19, alternando con Liiija in A,
(altrimenti nei 5, 19-21, 23, tanto in A che in B sempre Liiija). Secondo
la Cronaca di Palazzo (KBo III 34 = 2 BoTU 12 A e dpll.), i cui avvenimenti
sono da datare, come si detto, all'epoca di lj:attusili, Arzawa pare essere
sotto la diretta influenza di lj:atti: "Nel paese di Arzawa c'era Nunnu di
:ijurma: l'argento [(e) l'oro] che trova(va) non consegna(va) " (I 11 s.). Informato della cosa, il " padre del re " (:ijattusili I, come si proposto sopra)
sostituisce e punisce Nunnu.
Sulle vicende di Arzawa con il paese di lj:atti c'informa l'introduzione
storica del tratto di Muwatalli con Alaksandu di Wilusa: Labarna conquist
le terre di Arzawa e Wilusa 17, poi Arzawa divenne nemica, e solo con Tutbalija e Suppiluliuma (cfr. SD fr. 141. 38 ss., JCS X, 1956, p. 68), all'inizio del
Nuovo regno, si cerc di riconquistarla 18. Mursili dovette combattervi a lungo
nel terzo anno del suo regno, per sottometterla poi l'anno successivo (v.
Goetze, AM). L'epoca in cui Arzawa insieme ad altri paesi si ribell con
successo a lj:atti fu al pi tardi quella del regno di Ammuna, l'uccisore del
padre Zidanta (v. il 21 dell'editto di Telepinu).
Non paiono del tutto convincenti gli argomenti che il Korosec adduce per
16 L'elenco dei paragrafi. in J. FRIEDRICH, HG, p. 124 s. v. ka'1u. Come nota il
FRIEDRICH, op. cito p. 104 s., quest'ultima formula viene usata ove la pena abolita
era solo, o anche, corporale. Non cos per il 92 della la serie.
15 Ma con Zalpa gi Labarna (AB! AB! LUGAL) ebbe a che fare: KBo III 38 = 2
BoTU 13'12-17; cfr. H. G. GUTERBOCK, ZA NF lO, 1938, p. 101 sS.
17 Si tratta del predecessore di ljattusili lodi questo stesso? L'ipotesi che il Labarna dell'editto di Telepinu sia ljattusili I formulata da O. R. GURNEY in Anatolia
c. 1750-1600 B. C., The Cambridge Ancient History rev. ed., voI. II, Chapter VI,
1962, p. lO s.
11 V. J. FRIEDRICH, Staatsv. Al. 2 e 3.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

61

identificare in Telepinu l'autore della riforma. La norma del 50 dell'editto di


Telepinu che prescrive per casi di magia (alwanzatar) che l'accusato sia condotto in giudizio presso la "porta del re ", non necessariamente un'innovazione,
e non sar quindi all'origine dei 44 BellI delle Leggi, in cui per simili casi
viene chiesto il giudizio del re; per la mentalit ittita la magia rappresentava
un pericolo oggettivo che esponeva a tali rischi da dover certo richiedere misure repressive fin dall'epoca pi arcaica. E ancora la frase LUGAL-i-ma-pa
le kuitki del 49 dell'editto (IV 21) potrebbe anche significare" ma al re non
dovuto alcun (risarcimento) ", e quindi accordarsi ad es. all'espressione del
9 delle Leggi "Ed ora il re ha abolito (!'imposta) del palazzo", ma pu anche
voler dire che, stabilita la pena per l'omicidio dal" signore del sangue ",
non era pi possibile far ricorso al giudizio del re 19.
Alla base della raccolta sembra essere una riforma, la quale, come SI e
detto sopra, viene chiaramente indicata in ventuno paragrafi con la formula
" prima ... , ed ora ... ", e stabilisce quindi le nuove pene ridotte, rinunciando
il Palazzo alla propria quota ( 9 e 25) (l'elenco in Friedrich, HG p. 124 s. v.
karu; in pi i 64, 65, 68, 122). A questi paragrafi devono essere aggiunti
anche quelli che pur non presentando la formula suddetta, si accordano con
lo spirito della riforma, improntato ad una maggiore mitezza. Cos forse ad
es. i 1-6 trattanti l'omicidio, pi chiaramente quelli riformulati ex novo
ma paralleli ad altri che registrano l'antica ammenda accanto alla nuova.
Gi V. Korosec ha notato come in alcuni paragrafi la pena, in origine assai
elevata, sia in argento che in natura, sia stata poi ridotta in seguito alla riforma, e che accanto ad essi vi sono paragrafi con pene assai miti: si tratterebbe
di articoli introdotti dopo la riforma, leggi nuove 20. In realt esse furono introdotte proprio in occasione della riforma, alla compilazione della raccolta.
Si esaminino pi da vicino i paragrafi riguardanti i danni recati ad animali,
che formano un nucleo complesso e ben articolato.
57 furto di un toro (GUD.MAij)
58
)
) uno stallone (ANSU.KUR.RA.MAij)
59
)
) un montone (UDU.A.LUM)

prima ... , ed ora ... "


)

)}

)}

)}

,. Il KOROSEC vi tornato sopra pi volte: v. da ultimo RAss s. v. Gesetze, Bd. III


p. 291 b.
Per F. IMPARATI, Le leggi ittite, Roma 1964, pp. 7-9, un elemento a favore dell'attribuzione a Telepinu della compilazione delle Leggi, sarebbe che il tulijas, cio il
pi alto consiglio ittita, ricordato al 55, ricompare nell'editto di Telepinu; ma tale
organo doveva preesistere a Telepinu, il quale citandolo, usa semplicemente il verbo
oalziii- " convocare". E vero poi che Telepinu svolse opera di legislatore, stabilendo
nuove norme per il diritto processuale e penale, ma che sentisse " anche la necessit
di compilare una raccolta di leggi" possibile ma non provabile .
0 V. KOROSEC, RA 57, 1963, p. 130 s.

62

Alfonso Archi

60 castratura (?) di un toro


uno stallone
61

62

un montone

manca !'indicazione della


riforma; la pena si pre\ senta gi ridotta in corrispondenza con i nuovi
valori fissati negli articoli precedenti.

63 furto di un bue da tiro (GUD.APIN.LAL) " prima ... , ed ora ... "
64 cavallo da tiro (ANSU.KUR.RA
65

turijas)
diversi tipi di ovini

66 cambio di armento o di gregge degli animali dei 63-65 e altri

"lo stesso"

manca il riferimento alla


riforma.

67 furto di una vacca (GUDAB)


" prima ... , ed ora ...
68 giumenta da tiro (ANSU.KUR.
"lo stesso"
RA.SAL.AL.LAL)
" prima . . ., ed ora . . . "
69 diversi ovini
70 riassume (?) i paragrafi precedenti 22
71-80 danni minori concernenti gli animali
considerati nei paragrafi precedenti

manca il riferimento alla


riforma.

81 furto di un suino ingrassato


82, 83, 85 furto di suini d'altro genere
84, 86 altri casi riguardanti i suini

91-92 furto di api, in sciame od arnie

" prima ... , ed ora ...

Dalla lista risulta chiaro il metodo seguito: si introduce un gruppo di


animali (per lo pi tre generi), e si riportano le vecchie norme, anche con la
complicata definizione per toro e stallone, che per il Korosec avrebbe carattere d'arcaicit 23 (ma non detto comunque che esse fossero gi state fissate
per iscritto), poi nei paragrafi immediatamente seguenti si contemplano casi
normalmente meno gravi riguardanti gli stessi animali. Per il primo delitto
riguardante ciascun animale si riporta la pena precedente per abrogarla (per

v.

H. OTTEN e VL. SOUCEK, AfO XXI, 1966, p. 5 s.


Ma in parte in contrasto con essi: v . H. G. GUTERBOCK, JCS XV, 1961, p. 74.
as Cfr. RAss s. v. Gesetze Bd. III p. 290.

21

Il

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

63

abrogazioni cfr. i 51 e 54-55), fissando poi la nuova norma; la legislazione


per i casi minori invece non ripete l'antitesi tra pena precedente alla riforma
e innovazione. Naturalmente anche per quest'altri delitti sar stata prevista
precedentemente una pena, regolata dalla consuetudine o da un qualche
documento emanato dal sovrano, ma non si sente per bisogno di ricordarla.
In altri casi l'articolo sembra poi dipendere interamente nella sua formulazione dalla nuova situazione creata dalla riforma. Nel 94 si tratta del furto
ad opera di un libero in una casa, nel 95 di un servo; i due paragrafi sono
stati soggetti a riforma. Ad essi, contrariamente alle regole seguite normalmente di porre all'inizio i casi pi gravi o aventi per oggetto beni pi pregiati 24,
si voluto anteporre nell' ordine il 93 in quanto precede" cronologicamente",
stabilendo che se un libero o un servo sono sorpresi nel tentativo di compiere
un furto, vengano condannati alla stessa pena comminata secondo la riforma
ai rei a furto compiuto (per gli Ittiti dunque perch si configuri il delitto di
furto, e se ne applichi quindi la pena, non necessario che la cosa sia stata
asportata, nel qual caso se ne esigeva la restituzione, ma sufficente che il
ladro sia stato sorpreso nell'atto di introdursi nella casa 25). Che il 93 dipenda
dai 94 e 95 dimostra anche la formulazione concisa che fa ovviamente riferimento a questi due, regolando un solo paragrafo tanto il caso del libero che
del servo, non ricordando la garanzia nossale del padrone del servo, eliminando
la formula parnassea suwaizzi.
Sembra dunque di poter concludere che con la riforma non ci si limit
a variare alcune pene, ma che invece ad essa dovuto anche l'ordinamento e la formulazione della Raccolta delle leggi nella forma a noi giunta. Al
" padre del re " la cui opera innovatrice attestata nei 54-55, fa diretto riferimento il colofone del manoscritto D: "(da parte) del padre del sole ", titolo
che corrisponde gi agli inizi del Nuovo regno 26 al " padre del re" dell' Antico
regno 27. Ma poich all'interno del testo, in esso incorporato, si trova la citazione del" padre ", si deve pensare che la raccolta sia stata stesa per opera
del figlio, come la Cronaca di Palazzo, lasciandone per a lui la paternit o
promuovendone la fama o facendone espressa menzione nel colofone? Oppure
gi nelle prime copie scritte all'epoca del figlio, gli scribi hanno sostituito alla
parola " re " "padre del re ", aggiornando cosi il testo?
Comunque sia, il carattere ufficiale della raccolta mi sembra fuori dubbio,
come hanno sostenuto da tempo Fr. Hrozny 28, A. Goetze 29, V. Korosec so;

.. V. V. KOROSEC, Symbolae P. Koschaker, Leiden 1939, p. 39.


U Cfr. VL. SOUCEK, OLZ LVI, 1961, p. 465 s.
2e V. J. FRIEDRICH, Staatsv. Huqq. passim.
27 Cosi in generale, ma cfr. A. KAMMENHUBER, ZA NF 22, 1964, p. 159 n. 22.
28 FR. HROZNY, Code Hittite, Paris, 1922, p. 1.
l t A. GOETZE, Kleinasien 2 p. 110 e n. 3.
IO S. Z., LI! Rom. Abt., 1932, p. 157 ss.

64

Alfonso Archi

e recentemente anche M. San Nicol, pur continuando a considerare la raccolta un Rechtsbuch 31, non ne esclude l'ufficialit 32.
Sarebbe non solo errato aspettarsi un prologo o magari anche un epilogo
sull'esempio dei codici mesopotamici (gli Ittiti non sono usi a ricordare al!'inizio dei documenti reali !'investitura data dalle divinit e le gloriose imprese compiute, come invece i Sumeri i Babilonesi e gli Assiri 33, e anche le maledizioni finali minacciate a chi muter il testo, sono conservate solo nelle
iscrizioni su pietra e cio nei testi geroglifici), ma si tenga pure presente che
nei testi ittiti pi antichi a volte non neppure indicata la genealogia del
sovrano loro autore: v. KBo I 16 II 1 s. (cfr. accadico I 1 s.; testamento di
:ijattusili) LU[GAL GA]L Tabarna pa[ngauwas ERfNMES-ti LU MES DUGUDasI-a] memi[st]a "Il gran re Tabarna parl agli uomini del pa[nkus e ai
DUGUD.] "; KBo III 67 I 1 (= 2 BoTU 23 C) (editto di Telepinu) [UMMA
I]Tabarna ITelePinu LUGAL GAL ... " [Cos] il gran re Tabarna Telepinu ... ".
Nella Cronaca di Palazzo poi, che formalmente pi si avvicina alle Leggi,
essendo anch'essa una raccolta, manca addirittura il nome del re: UMMA
LUGAL GAL-MA . .. "Cos il gran re ... ". Si potr dunque supporre che
per le Leggi sia stata abolita anche quest'indicazione, che inserita all'inizio del
primo paragrafo, ne avrebbe guastata la simmetria con gli altri seguenti.
Si consideri inoltre la quantit dei manoscritti e di cos diverse epoche,
non comparabile con nessun altro testo ittito, e conservati in quasi tutti gli
archivi finora scoperti in :ijattusa. I testi di cui dato il luogo di provenienza
si lasciano ordinare come segue nella tabella a pagina seguente.

31 Come gi in M. SAN NICOL, Beitrage zur Rechtsgeschichte im Bereiche der Keilsclwiftlichen Rechtsquellen, 0510 1931, p. 96 ss.
32 M. SAN NICOL, Jura III, 1952, p. 273: "La diversit delle fonti e dell'origine
formale delle norme: disposizioni di legge, diritto consuetudinario, decisioni in corte
di giustizia e formule legali, che compongono la raccolta, non esclude secondo me la
denominazione di Rechtsbuch, d'origine sia privata sia in parte o magari del tutto ufficiale ".
83 Il concetto per non era estraneo agli Ittiti, cfr. A. GOETZE, Halt. IV 7 s. (p. 30):
"E poich IStar, la mia signora, gi dapprima mi aveva promesso la regalit ... ".
Cfr. anche KBo III 4 IV 47 s. (A. GOETZE, AM p. 136). Anche il motivo dello stabilire la
giustizia si inserisce in questa tematica, cfr. per l'epilogo del CH, XXIV b 40-45: " I
grandi dei mi hanno chiamato, e io sono veramente un pastore che porta pace, il cui
scettro giusto". Per il prologo e l'epilogo del CH v. G. R. DRIVER e J. C. MILES,
BabLaws I pp. 36-41.

Edificio o area

A (l)

L (2) e P

C (6)

N+V(7)

D (8)

(9)

E (lO)

K (?) (11)

Haus am Hang (12)

KBo XII 48 (13)

Tempio I (15)

A (16)

K/20 (27)

T
(fJ

s::

W (3)

"

"

49 (14)

B (?) (17)

"

"

50 (14)

C (?) (18)

F (19)

o'

~
\I>

".

t (4)

p..

M (20)

g-

(?) (21)

rn
.....
o

p..
~

l (22)

;-

KBo XIV 67 (5)

KBo IX 69 (?) (23)

~.

498/u (24)

.....

a=

664/u (25)
1451/ u (26)

O)

CI1

Alfonso Archi

66

(1) Sull'archivio A, un edificio non recentissimo ma usato fino alla distruzione della cittadella ittita, v. K. Bittel, MDOG 72, 1933, pp. 12-17; H. G.
Giiterbock, ibid. p. 37 ss.; K. Bittel e R. Naumann, WVDOG 63, 1952, pp. 4857; cfr. P. Neve e Th. Beran, MDOG 93, 1962, p. 15. (2) Presso A: t/9-1O,
ma v. n. 14. (3) Presso A: v/Il. (4) Presso A: v/12. (5) v/11; simile per argilla
e grafia a t (H. Otten, KBo XIV al n. 67). (6) V. K. Bittel, MDOG 75, 1937,
p. 18 ss.; K. Bittel e R. Naumann, WVDOG 63, 1952, pp. 59-61. (7) N fu
trovato in C, mentre V nella zona sud-ovest di Biiyiikkale: bb/14-15. (8) K.
Bittel, MDOG 75, 1937, p. 18 ss.; K. Bittel e R. Naumann, WVDOG 63, 1952,
pp. 61-63; H. Otten, MDOG 87, 1955, p. 14 sS.: i testi conservati in D si
giungono con altri provenienti da A; R. Naumann, Bogazkoy III, 1957,
pp. 10-13. (9) Dei due frammenti che compongono s, KBo IX 71 proviene da
D, mentre KUB XXIX 33 dal lato occidentale dell'edificio: p-r/16-17. (lO)
V. K. Bittel, Bogazkoy II (APAW 1938) pp. 17-20; K. Bittel e R. Naumann,
WVDOG 63, 1952, p. 64; P. Neve e Th. Beran, MDOG 93, 1962, p. 11. (11)
Tra E e F: g/13. (12) V. R. Naumann, Bogazkoy II (APAW 1938) pp. 2030. (13) Da macerie di scavi precedenti. (14) Da costruzioni post-ittite fuori
del Haus am Hang; KBo XII 49 sembra giungersi a L (archivio A)! (15) V. O.
Puchstein, WVDOG 19, 1912, pp. 123-126; H. G. Giiterbock, MDOG 86,
1953, p. 56 s. (16) V. H. Otten e VI. Soucek, AfO XXI, 1966, p. 1 ss. (17)
Ibid. p. 1 e n. 4. (18) Ibid. p. 1 e n. 3. (19) F3 dal magazzino 77, su cui v. R.
Naumann, Bogazkoy II (APAW 1938) pp. 31-33. (20) V. H. Otten e VI.
Soucek, op. cito p. 8 S. (21) Cos se 530/v (ibid. p. 11) si giunge ad 3 1 : V. infra
p. 82. (22) Ibid. p. 12. (23) V. H. Otten in KBo IX nella lista dei luoghi
di ritrovamento. (24) V. H. Otten e Vl. Soucek, op. cito p. lO. (25) Ibid. p. 12.
(26) Ibid. p. 9 S. (27) V. K. Bittel, MDOG 76, 1938, p. 34 ss.; K. Bittel e R.
Naumann, MDOG 77, 1939, p. 5 sS.; K. Bittel e R. Naumann, WVDOG 63,
1952, p. 99 ss.; R. Naumann, Bogazkoy III, 1957, pp. 20-23; P. Neve, MDOG
91, 1958, p. 3 sS.
stato pi volte precisato dai giuristi che nessuna raccolta di leggi dell'antichit, tranne il Corpus di Giustiniano, pu definirsi propriamente un codice, mancando in tutte la completezza della materia presa in esame 34; il
legislatore orientale, come dice bene G. Cardascia, sempre" s'est propos de
complter un statut juridique dont les grandes lignes taient bien connues. Au
lieu d'aller au gnral et a l'lmentaire, il est all au particulier et au complexe,
parce que le gnral et l'lmentaire est etabli et indiscut. "35 In realt
non c' maggior ragione di chiamare" codice" la raccolta di Hammurabi
che le Leggi ittite, anche se queste regolano una materia meno vasta. Certo
il CH costruito e ordinato in maniera assai pi esperta, come era possibile
8&

35

Cfr. ad es. G. CARD'A SCIA, RIDA3 IV, 1957, p. 66 s,; V.


68.

Op. cit. p.

KOROSEC,

ibid. p. 93.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

67

in un paese ove antichissime erano le tradizioni giuridiche, ma anche le Leggi


ittite presentano un loro ordine, che per la prima serie gi da tempo stato
individuato da V. Korosec 36, mentre la sistematica della seconda presenta
oggettivamente qualche maggiore difficolt 87. Nonostante ci, contrariamente alla tesi che vuole essere le due serie due distinte unit riunite in un
secondo momento 38, forse vero che esse costituiscono un'opera unitaria.
Gi lo Hrozny ebbe a notare quanto segue 39 : le Leggi ittite si dividono in
due parti, o serie, ciascuna delle quali a noi giunta o su una o su due tavolette 40 ; esse venivano considerate a s, separatamente l'una dall'altra, infatti
nessuna singola tavoletta raccoglie paragrafi di entrambe le due serie, anche
se a volte nei manoscritti della prima serie resta molto spazio libero; inoltre
i colofoni di ciascuna serie, anche se scritta su due tavolette, riportano le prime
tre parole dell'inizio di ciascuna serie: "Se un uomo ", "Se una vite" (la
spiegazione pi naturale sembra essere che l'archetipo non fosse inciso su
pietra, ma, scritto su due grandi tavole in argilla, abbia condizionato in tal
senso le copie). Pare per probabile che la seconda serie faccia seguito direttamente alla prima, senza che vi sia lacuna: la prima serie, esaminate le opere
delittuose recate ad animali, passa a trattare i danni arrecati a cose: furto in
case private e granai ( 93-97), incendio di edifici ( 98-100). La seconda serie
inizia con i danni a cose, e nella fattispecie a culture e piantagioni mediante
furto ( 101-103), taglio di piante ( 104), incendio ( 105-1(6), etc.
Non sembra dunque che i dubbi espressi in proposito 41 abbiano consi-

UV. KOROSEC, Sistematika prve hetitske pravne zbirke, (KBo VI 3), ZZR VII, 1930,
pp. 65-75; RA 57, 1963, p. 123 S.
7 V. per R. HAASE, RIDN VII, 1960, pp . 51-54.
38 V. KOROSEC, S. Z., LII Rom. Abt., 1932, p . 161. Pi sfumato in RIDA' IV,
1957, p. 102 S.
3D Code Hittite, p. 100 s. n . l.
00 ABoT 52 per l'etichetta di una terza tavola della la serie: v. J. FRIEDRICH,
HG p. l.
.
V. ora l'elenco dei manoscritti presso H. G. GUTERBOCK, JCS XVI, 1962, p. 21 ss.,
con i seguenti aggiornamenti (cfr. VL. SOUCEK, ArOr 35, 1967, p . 272 s.): A = KBo VI
2 + 1338ju + 814jv (v. H. OTTEN e VL. SOUCEK, AfO XXI, 1966, p. 1 ss.); M = KUB
XXIX 16 + 1196jv (ibid. p. 8 ss.); L = KUB XXIX 14 + (?) KBo XII 49 (v. infra
p. 76); a = KBo VI lO + 530jv + KBo VI 20 (v. infra p. 82); l = KUB XII
15 + 266jv (v. H. OTTEN e VL. SOUCEK, op. cito p. 12).
E in pi:
la serie, 2 a tav.:
1451ju
non classificabili: KBo IX 69 (v. H. OTTEN, ZA NF 20, 1961, p. 275);
KBo XII 48; 498ju
Ila serie, non classificabile: KBo XIV 67
Frammenti non ordinabili: KBo XII 50(?) e 664ju (v. H. OTTEN e VL. SOUCEK,
op. cito p. 12).
U
J. FRIEDRICH, HG p.l.

68

Alfonso Archi

stenza: non che la seconda serie sia stata aggiunta alla prima per integrarla,
come vuole il Cuq 4Z, perch i 101-103 non completano propriamente la
trattazione riguardante il furto iniziata ai 93-97, come non basta che nei
98-100 e 105-106 si tratti di casi d'incendio per considerarli idealmente una
stessa sezione. Come noto, il legislatore ittito non opera in base a concetti
astratti (furto, danneggiamento), ma prende in considerazione piuttosto le
cose che sono oggetto dell'azione delittuosa, e in base a questo organizza la
materia, per cui secondo la logica ittita perfettamente in ordine la serie:
animali ( 57-92), edifici ( 93-100), piantagioni ( 101-113) 43.
Per V. Korosec nelle Leggi sarebbero individuabili quattro fasi (la quinta
vigente nell'ultimo periodo del Nuovo regno, sarebbe rappresentata dal Testo
parallelo) schematicamente cosi caratterizzate: l) pene estremamente severe,
formulazioni primitive, 2) vengono introdotte offerte espiatorie, 3) pene in
argento, 4) riforma".
L'evoluzione si svolta certo in questo senso, ma senza una rigida sincronia per le diverse norme; ad es. per l'omicidio di liberi e servi la pena era
fissata in capita (SAG.DU) ( 1-4), ma per l'omicidio di un mercante gi nel
manoscritto A era in argento ( 5), forse perch, pur esistendo in Anatolia
un'attivit mercantile anche su larga scala fin da tempi molto antichi, il caso
non doveva avere nella mentalit anatolica radici cosi profonde come l'omicidio di uomini dello stesso gruppo. Questo passaggio alle pene in argento
per i casi d'omicidio seguibile in parte anche attraverso il nostro testo, giungendo a compimento nel Nuovo regno, almeno all'epoca di Tutij.alija IV: si
confronti i 3 e 4 con il II (Testo parallelo) 45. I due sistemi in parte
coesistono, vigendo questo principio: per i casi pi gravi resta la forma arcaica
di risarcimento e pena, cosi per l'omicidio ( 1-4, 43, 174) 46, per il rapimento
di liberi ( 19, non per servi: 20), per il furto di animali da lavoro e da
allevamento, importantissimi per l'economia ittita ( 57-70, diversamente
i 81-86 riguardanti i suini).
Per danneggiamenti minori tanto alle persone ( 7-18) che agli animali
( 74, 77 A, B), la pena in argento (cosi gi prima della riforma, v. i 7,
9, 25; etc.), ma non sempre, soprattutto per i casi meno gravi della Raccolta,
e ci naturale per un paese ad economia esclusivamente agricola e pastorizia.
U . CUQ, tudes sur le droit babylonien les lois assyriennes et les lois hittites, Paris
1929, p. 462 s.
(3 Gli unici articoli simili tra le due serie sono il 35 e 175, ma quest'ultimo in realt
regola la posizione dei figli nati da un certo tipo d'unione (cfr. V. KOROSEC, S. Z., LI!
Rom. Abt., 1932, p. 161).
" Lett. cito in n. 2.
" V. VL. SOUCEK, OLZ LVI, 1961, p. 457 S.
" Ma per l'omicidio di liberi in territorio altrui, qualora non si trovi l'uccisore,
l'ammenda consisteva in una determinata superfice di terreno: 6 (cfr. VL. SOUCEK,
op. cito p. 459 s.); pi articolato il IV, che introduce anche ammende in argento.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

69

Nella norma che stabilisce come ammenda per il furto di porcelli delle misure
di grano ( 83, 85), di arcaico, rispetto al 81 secondo il quale per il furto di
un suino ingrassato si devono versare 12 sicli, vi solo il mezzo con cui si risarcisce, ma i paragrafi sono stati certo formulati da uno stesso legislatore.
Cos perfettamente in accordo con quel tipo di societ che lavoranti assunti
per la raccolta vengano pagati in prodotti naturali ( 158); e lo stesso avviene
per l'affitto di un tiro di buoi, se per un periodo di tempo breve ( 159), ch
altrimenti si calcola in argento ( 151) 47.
Quello che qui si vuole contestare non la stratificazione del testo, attestante le differenti epoche in cui le norme si sono formate, ma che questo
processo di formazione sia avvenuto meccanicamente, aggiungendo progressivamente norme su norme e sentenze della corte reale su sentenze. La stratificazione, come dice bene G. Cardascia " tablit seulement la formation successive des normes et des institutions, non la formation alluvionnaire des
textes " 48. Il legislatore ittito dunque non ha creato dal nulla, e solo in questo
senso ha ragione A. Goetze quando dice che le Leggi non furono fatte " aus
einem Guss" 49, ma ad una sola persona o gruppo di funzionari si deve il testo
delle Leggi nella struttura e in gran parte nelle formulazioni a noi giunte,
comprese le due sezioni riguardanti le tariffe ( 176 B-186) e i crimini di
bestialit ( 187-200 A) 60.
Quando il Koschaker definiva Leggi ittite "annotazioni sul diritto"
(Aufzeichnungen iiber Recht) raccolte in diverse redazioni presso la corte
di ljattusa, e soggette a riflettere le variazioni del diritto e del pensiero giuridico (das Recht wie das Rechtsdenken), e avvertiva di conseguenza: "Wir
werden daher mit Interpolationen, Glossen beim C. hitt. in gr6sserem Umfange
zu rechnen haben, als man es bisher tat "51, estendeva al diritto ittito quel
47 Che poi in realt, soprattutto nelle campagne, i due sistemi coesistessero, probabile, come sembra suggerire questa antitesi: l'affitto di una scure viene fissato in argento ( 157), ma il prezzo d'acquisto in misure di grano ( 160-161), e ci forse per
attrazione, seguendo questi due paragrafi, come si detto, due altri ove il compenso
pure in grano. Per altri casi ove l'ammenda o il compenso non in argento v. i 106,
126, 142, 167, e le tariffe per cuoio e carni ai 185-186.
'8 RIDA3 VII, 1960, p. 40 (ma v. da p. 38 a 41), in polemica con E. NEUFELD, The
Hittite Laws, London 1951, pp. 107-110; O. R. GURNEY, The Hittites, 2 a ed., p. 88 s.;
inoltre . Cug, op. cito in n. 42, p. 462; M. SAN NICOL, op. cito in n. 31, p. 97.
,. A. GOETZE, Kleinasien 2 , p. 110.
50 Di diverso avviso V. KOROSEC, RA 57, 1963, pp. 125 e 142 S. Ambedue le sezioni sono gi nel manoscritto antico q; il 176 B segue stranamente senza linea di separazione al 176 A, di diverso contenuto (manoscritti q e j) . Un calmiere dei prezzi
comune nelle leggi dell' Asia anteriore antica, n ci sar da meravigliarsi che la pena
di morte ricorra nella Ila serie in numero elevato di volte rispetto alla la, qualora si
tenga presente che tutti i casi, esclusi due, riguardano i crimini di bestialit, per i quali
solo, anche nella Ila serie, si impiegano i due termini !;u'Ykel e !;a'Yatii'Y. Chiaramente aggiunto invece il 200 B.
51 P. KOSCHAKER, Symbolae H'Yozny IV, 1950, p. 262 S.

70

Alfonso Archi

metodo interpolazionistico da lui introdotto nelle indagini sui diritti mesopotamici, che pur avendo dato indubbi frutti nel distinguere le diverse fonti
giuridiche e nell'individuare i modelli (Vorlagen), metodologicamente e
praticamente inapplicabile alle raccolte di leggi dell'Asia anteriore antica,
come ha dimostrato a proposito delle Leggi assire G. Cardascia in un brillante
articolo 52, poich queste raccolte cuneiformi pur incorporando a volte passi
di testi antecedenti, in quanto sostanzialmente prive di alterazioni successive
alla compilazione, sono "des sources pures l), non suspectes de remaniements ".
Paradigmatica l'analisi condotta dal Koschaker, pur con molta cautela, di due articoli delle Leggi ( 28 e 29) 53: enucleato dal testo un concetto
base elementare, tutto ci che non strettamente necessario alla sua formulazione, e va contro determinati concetti giuridici, sospetto di alterazione.
Cos per il 28, tenuto presente che " die pers6nliche Haftung aus dem Eheversprechen gestattet nur den Zugriff gegen den Versprechenden, eventuell
gegen seinen Erben, nicht aber gegen Dritte", egli postula come forma originaria del paragrafo: "Se una ragazza promessa ad un uomo, un altro la
rapisce, allora i genitori risarciscono. ".
Un primo compilatore avrebbe introdotto il principio di responsabilit
solo in caso di colpa da parte dei genitori, esemplificata dal concedere ad un
terzo la donna in sposa. A questo autore, o ad un secondo, si deve la norma
che prescrive che in caso di ratto, venendo a mancare la responsabilit dei genitori, l'uomo a cui la donna era promessa, si rivalga sul rapitore. Un ultimo
redattore avrebbe poi aggiunto il 28 C, che sarebbe da considerare come una
regola generale: l'autorit pubblica interviene in modo che si adempi alla
promessa, da parte dei genitori, consegnando la ragazza al fidanzato. Ma
!'interpretazione da dare al 28 C la suggerisce il manoscritto C che offre una
versione pi esplicita; agenti sono sempre i genitori, anche se forse non soggetto grammaticale, e ci si riferisce direttamente al 28 A: "Se ai genitori
non (sembra) bene, allora la separano da colui che la rapisce".
La storia esterna delle fonti, anche qualora alla datazione sopra proposta
per la compilazione delle Leggi (epoca di tlattusili o Mursili) si preferisca
quella comune (regno di Telepinu), non permette assolutamente di accreditare questa continua e ripetuta attivit di compilatori e glossatori; e che il
Koschaker abbia giustamente visto un'interpolazione in UL !J,artar "non
(c') pena" del manoscritto j al 193, come ha confermato successivamente
la pubblicazione di q, pi antico, ove la frase manca", conferma i limiti con
cui il metodo interpolazionistico deve essere applicato.
6t RIDA" IV, 1957, pp. 53-71. V. pure in RIDA" VII, 1960, pp. 31-50, ove viene
affrontato il problema anche per le altre raccolte giuridiche.
I l Op. cit., rispettivamente alle pp. 275-278 e 260-262.
U P. KOSCHAKER, RHA II lO, 1933, p. 78 55.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

71

Se si esamina ad es. la tradizione della la serie, tenuto presente il gran


numero di manoscritti da cui rappresentata, e ci che pi importa, manoscritti che da A (Antico regno) a C (ultimi sovrani del Nuovo regno) coprono
la gran parte dello spazio di tempo in cui fior lo stato ittito, il quale ebbe
pi di una profonda crisi, e che pi di una volta dovette completamente ricostituirsi territorialmente, subendo profonde influenze culturali quali ci attestano le vicende della religione e della lingua, le varianti attestate, interpolazioni o glosse, sono straordinariamente inconsistenti. Certo, alla fine del
Nuovo regno (Tutbalija IV o Arnuwanda III) si sent il bisogno di rivedere
la Raccolta, e il diritto vigente in quell'epoca dato dal Testo parallelo (per
cui v. infra n. 66), ma fino ad allora, se si prescinda dai paragrafi sul matrimonio, i quali per gi in epoca antica (B) trovarono una sistemazione ancora
attestata dal manoscritto tardo C (v. infra p. 76), le varianti che non siano
puramente grafiche, si riducono per lo pi a mutamenti lessicali, al variare
dell'ammontare di alcune pene, a qualche interpolazione per rendere pi chiara
la norma.
L'interpolazioni e le glosse nella la serie, se si eccettuano i paragrafi sul
matrimonio per cui v. infra p. 82 ss., escluse qualche alternanza di congiunzioni, qualche inversione, l'omissione di pochi determinativi, sono le seguenti:
5

11

LODAM.GR
" un mercante"

LODAM.GR URUUatti
"un mercante di lj:atti"

A,B

KBo XII 48

XX GiN
"20 sicli "

X GiN
" lO sicli "

A,B

XX GiN
" 20 sicli "

VI GiN
"6 sicli "

12 Pena per chi causa la frattura di una mano o di un piede di un servo:


manca in C, contro A e B. Si tratta probabilmente di un errore poich
i paragrafi riguardanti danneggiamenti a servi sono regolarmente conservati in C.
16

nu-us-si
"e a lui"

Alfonso Archi

72

17

takku ITU.X.KAM X GiN K.BABBAR pai XX GiN K.BABBAR


takku ITU.V.KAM V GiN K. BABBAR pai pai
" d 20 sicli d'argento"
" se (il feto ) di lO mesi, d lO sicli
d'argento, se () di 5 mesi, d 5 sicli
d'argento"

18

takku ITU.X.KAM V GiN K.BABBAR


X GiN K.BABBAR pai
pai
"d lO sicli d'argento"
"se (il feto ) di lO mesi, d 5 sicli d'argento"
Il 17 si riferisce ad una donna libera, l'altro ad una serva. C, assai
recente, presenta gi le varianti del recentissimo Testo parallelo
XVI, XVII.
19 55

KUR Lui[ja]
"paese di Luwija"
V. supra p. 60.
A

24

ITU.I.KAM XII GiN K.BABBAR


pai ...... ITU.I.KAM VI GiN
K[.BABBAR] pai
" (come) salario di un uomo per
un mese d 12 sicli d'argento,
... . (come) salario di una donna
per un mese d 6 sicli d'ar[gento] ".

KUR URUArzauwa
"paese di Arzawa"

SA MU[.I.KAM x GiN
K.BABBARpa~l .. [SA
MU.I.KAM] L(?) 56 GiN
[K.BABBAR pai]
"per [un] anno [d x sicli d'argento] ... [per
un anno d] 50 (?) sicli
[d'argento]. "

B dunque calcola il salario rispetto ad un anno, A rispetto a un mese.


Per i paragrafi sul matrimonio (26-36) v. infra p. 82 ss.

65

51

Suddiviso in due parti da A.


Cfr. H. G. GUTERBOCK, JCS XV, 1961, p. 67 s.

73

Sulla fonnazione del testo delle leggi ittite

38

takku banneSnas is!J,as l[la ]niatta


" se l' avversario del processo
(lett. il signore del processo)
si adira"

nasta [banni]ttalwas
kartimmijantari
" e gli avversari del processo vengono a contesa"

Significativo che per esprimere un medesimo concetto, due manoscritti


assai vicini (pi esattamente A, che in ductus antico, e l'archetipo di
B), usino quasi dei sinonimi. Cosi pure il paragrafo seguente:

A,L

39

tarnai
" lascia"

arba pessijazi
" rifiuta"

A,B

40

G1STUKUL-li-ma
" se per l'obbligo del G1STUKUL"

sablJan
il s. "

L (KUB XXIX 14
KBo XII 49) presenta una lezione errata; giustamente sablJan al 41 (KBo XII 49 III 14).
41

A,B

danzi
" prendono "

pianzi
" danno"

42 Viene stabilito che se una persona assoldata muore, nel caso che il
salario non sia stato pagato, si obbligati all'indennizzo: B e C, contro
A, interpolano l'ammontare del salario.
43

44 57

A,B

suwajazi-ma-an kuis
" e colui che lo spinge "

B,C

A.SA-ni
" se in un campo o nella
casa"

67

Suddiviso da A, contro Bee.

74

Alfonso Archi

piedai
" porta"

pieSsizzi
" getta"

46

47 58

51

A.sA tJIA -an


" campi"

A.S[AtJI.A saJlJban-a
" campi e (terreno
del) salJban"

salJbanas A.sAtJI.A
" campi del s. "

karpizzi
" esegua"

" faccia"

teZZ~

sahhan luzzi
"il' s. (e) il l. "

luzzi
" il l. "

A,B,G

salJban luzzi
" il s. (e) il l. "

luzzi
" il l. "

In D segue il 52 senza linea di separazione.


52

A,B,G

A.sAtJI.A_ an
" campi"

" una casa "

A,B

56

takSuwanzi
" dall'intraprendere"

piiuwanzi
" dall'andare"

65

A (KBo VI 2
1388 lu) d la lezione giusta: "come (la pena) del
furto di un bue d'aratro ( anche la pena) di questi (animali) la stessa."
B e F, corrotti, non danno senso 59.

71

ANSU-in

" un bue, un cavallo, un mulo, un asino"


Il
It

A suddivide il paragrafo.
V. H. OTTEN e VI. SOUCEK, AfO XXI, 1966, p. 5 s.

75

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

77, 83, 84

arnuandan
" condotta al (maschio) "

90

armandan
" gravida "

K[ARJ-izzi
" trova"

di
" prende"

Ordinare i manoscritti secondo uno stemma presenta grandi difficolt,


e forse non neppure legittimo. lnnanzittutto la frammentariet di alcuni
di essi non permette in ogni caso confronti sufficientemente estesi, e poi bisogna tenere presente che non si tratta di un testo letterario, e quindi, qualora
non intervenga lo stesso autore a mutare, di un'opera" chiusa ", ma che
essendo esso destinato ad uno scopo pratico qual' quello di regolare determinati rapporti giuridici, ed essendo quindi soggetto in continuazione ad esegesi
e ad applicazioni, dovendo corrispondere d'altra parte all'esigenze sentite durante un periodo di tempo probabilmente superiore a tre secoli, alcune varianti,
come l'ammontare di pene o di prezzi o il variare di denominazioni geografiche,
dipendono pi che dalla tradizione manoscritta, dall'epoca in cui il manoscritto fu copiato. Per i mutamenti semantici basti qui ricordare come la
particella condizionale takku "se" tenda ad essere sostituita, soprattutto
all'interno dei paragrafi, da mn che in origine aveva significato temporale 60.
Il fattore cronologico poi determinante per alcune dell'innumerevoli varianti
grafiche: ad es. la 3 30 perso sing. preso (-x)i(-e)-iz-zi e (-x)i-ja(-az)-zi (v. supra
pp. 55-58), il pronome personale suffisso -se (antico) e -si "a lui ", dativi
come parna (ant.) e parni " alla casa ", nu-uz-za (ant.) e nu-za (nu
za),
i fiSsai dei manoscritti pi antichi contro essai "fa", l'uso di A d'affiggere
complementi fonetici agli ideogrammi, e il preferire scritture fonetiche alle
ideografiche dei manoscritti antichi, o addirittura il variare di ideogrammi a
seconda dell'epoca 61. Si esaminino come riprova gli unici due manoscritti
della la. serie col ductus antico, A e M 62; le singole parole, nei loro segni sillabici e vocalici, si accordano a tal punto, differenziandosi invece dagli altri
manoscritti, da far quasi venire il sospetto che siano stati copiati l'uno dall'altro, oppure ambedue da uno stesso manoscritto, e non trasmessi attraverso
dettatura, come piuttosto ci si aspetterebbe 63.

A. KAMMENHUBER, BiOr XVIII, 1961, p. 79 ss.


A. KAMMENHUBER, loc. cito
81 K pu essere pure antico, ma lo stato del manoscritto non lascia decidere con sicurezza: H. G. GUTERBOCK, JCS XVI, 1962, p. 17.
8S Per concordanze e varianti v. H. OTTEN e VL. SOUCEK, op. cito p. 8 s. Gli autori
propendono giustamente per una trasmissione attraverso dettatura, ma pi che per gli
80

81

76

Alfonso Archi

Dunque, in conclusione, A e M sono vicinissimi tra loro; e pure molto


vicini ad A, piuttosto che a B, L, un terzo manoscritto che conserva una
redazione antica 64: per i 39 e 40 v. supra p. 73; e con A, sempre nel 40:
LO ILKI tezzi segue asindeticamente, lJarkantas (B lJarkantan), takku (B
man); per il 41 A.sA~pA [SA LO ILKI (B SA LO ILKI A.SA6I.A),
GI~TUKUL-li (B GI~TUKUL) che segue asindeticamente, takku (B man).
F, recente, appartiene allo stesso gruppo di B: ambedue concordono nel
65, mentre il testo non corrotto in A (v. supra p. 74). C e J, recenti 65,
suddividono il 26 contro A, B, L (KBo XII 49), ma forse non offrono lo
stesso testo (v. infra n. 72). Per la Kammenhuber, C, molto tardo, sarebbe
addirittura una copia della la serie posteriore al Testo parallelo, in quanto,
in accordo con questo, i 17 e 18 in C sono interpolati, stabilendo un'unica
e pi pesante pena (cfr. supra p. 72). Ma perlomeno altrettanto legittimo
ritenere che l'interpolazione in C sia un dato di come la Raccolta delle leggi
non rispondesse pi alle norme in uso, situazione che provoc la compilazione
del Testo parallelo. Se l'interpolatore aveva a disposizione quest'ultimo,
perch avrebbe mutato solo in questi due paragrafi? invece vero che il redattore del Testo parallelo ebbe presente un testo della la serie relativamente
antico: lO A, B e IX hanno pi(e)di-si-ma " e al suo posto", C aggiunge
-si" a lui"; 11 A, B, 20 sicli, come nel X, in C VI sicli; 16 B nella formulazione uguale al XV, non per l'ammontare della pena, C invece pur
mantenendo i 3 sicli di B, interpola nu-us-si " e a lui"; 29 B con XXII
ha DUMU.SAL-as, C ha SALTUM ; 46 A, B e XXXVIII hanno takku-si
" se a lui", C semplicemente takku 66.
elementi da essi addotti, mi sembra che diano a loro ragione piuttosto considerazioni
generali sulla trasmissione dei testi in Hattusa; ch GUD scritto per errore in M III
l' 58, sembrerebbe quasi pi un errore dovuto a copiatura, tenuto presente che
esso derivato probabilmente dal GUD saudisza del 57; e cosi si potrebbero anche spiegare le varianti nella scrittura di pal'nas(s)ea o la mancanza del segno per il plurale in
ANSU.KUR.RA (A III 29), poich anche se la tradizione avveniva per copiatura, soprattutto per una formula come pal'nassea suwaizzi o per un ideogramma, lo scriba
non avr certo copiato segno per segno ma leggendo l'intera parola.
8' A. KAMMENHUBER, op. cito p. 81; H. OTTEN e VL. SOUCEK, op. cito p. 8 n. 30.
L = KUB XXIX 14 + KBo XII 49, cosi con A. GOETZE, JCS XVIII, 1964, p. 90:
non solo i due testi hanno linee lunghe uguali, ma ambedue concordano con A contro B.
p la 2 8 tavola, secondo H. G. GUTERBOCK, JCS XVI, 1962, p. 17.
86 A. KAMMENHUBER, op. cito p. 79.
88 Per H. OTTEN e VL. SOUCEK, op. cito p. 3, il T. prll. avendo al XXXI, corrispondente al 41, LV I[L-KI (III 23) invece di LV GI~TUKUL (cosi secondo FR. HROZNY,
Code Hittite, p. 91 n. 6, dalla fotografia pubblicata dallo Hrozny sarebbe per possibile
anche G[l~), sarebbe stato redatto su un esemplare della 18 serie corrotto come B. Ma
non sembra verosimile che un redattore come quello del T. prll., in base ad un evidente
errore di un modello, possa avere compilato un articolo di cosi poco senso (LV I[L-KI
del T. prll, corrisponderebbe a LV GI~TUKUL di B II 43 l).
Che per il T. prll. non dipenda da A lo dimostrano casi come i seguenti, ove si ac-

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

77

Queste invece le glosse e le interpolazioni della Ila serie:


106

95
h,o

ta tamell-a
" e (in quello) di un altro"
107

a, c, h, o

b,c(?), o

ANA A.S-SU
" se qualcuno porta fuoco
nel suo campo "
a, c

nu mijandan
" e in uno in frutto"
b, q

parnassea suwaizzi
" e (lo) spinge nella sua casa "
La formula viene in genere eliminata nel Testo parallelo, tardo, e si
tenga presente che q il manoscritto pi antico di questa serie; in q segue
immediatamente la linea che separa i paragrafi. e quindi lacuna, il resto del
107 seguiva probabilmente dopo la linea.
h, o

V GiN
"5 sicli"

III GiN
" 3 sicli "

corda piuttosto con B: kartimm[ija- del XXXII, sa!JQan-a nel XXXVIII, e i XXIIXXIV, che non hanno corrispondenti in A.
Per un confronto tra il T. prll. e la la serie v. V. KOROSEC, FFr, pp. 261-272, e per
un esame linguistico del testo v. O. CARRUBA, VL. SOUCEK, R. STERNEMANN, ArOr 33,
1965, pp. 1-18.
Per la datazione del T. prll., la genealogia dello scriba data nel colofone la seguente:
" tJanikuili, lo scriba, figlio di NU.GIS.SAR, nipote di LV, grande degli scribi, nipote
di Karunuwa, l'accusatore del paese superiore, e nipote di tJanikuili, il grande pastore ".
Se LV, nonno di tJanikuili, fosse lo stesso LV che" in presenza di Anuwanza" scrive
KUB XXXV 41 (gi E. LAROCHE, prima ancora della pubblicazione di questo testo, in
Symbolae H1'ozny II, p. Il, aveva fissato l'attivit di quest'ultimo scriba verso gli ultimi
anni di Anuwanza), poich Anuwanza visse al tempo di tJattusili III e Tutgalija IV
( testimone nel decreto per Saburunuwa, KUB XXVI 43v 43, datato all'inizio del
regno di Tuthalija IV, per altro con la qualifica di " scriba" e non di "capo" SAG) ,
allora l'attivit di tJanikuili dovrebbe cadere certo non prima del regno di Arnuwanda
III (cfr. E. LAROCHE, op. cito p. 12). Ma questo secondo LV figlio di un NU.GIS.SAR
(cfr. anche KBo XIV 86 IV 15), e non probabile che il colofone del T. prll., cosi ricco
di notizie genealogiche, non ricordi anche questo antenato. Se non si tratta di un
caso di omonimia, LV figlio di NU.GIS.SAR fratello di tJanikuili, e tenuto presente
che nel colofone frammentario di KBo XIV 86 egli sembra essere contemporaneo anche
di Sippaziti, testimone anch'esso accanto ad Anuwanza nel decreto per Sagurunuwa, il
manoscritto KBo VI 4 (T. prll.) dovrebbe essere stato scritto all'epoca di Tutbalija IV.

Alfonso Archi

78

112

a, p
essuwan di ITTI LUME~
GI~TUKUL barapzi
"incomincia a compiere,
(e si) unisce agli artigiani

124

essuwan ITT]I LU~


GI~TUKUL d[ i]
"incomincia a compiere
con gli artigiani "

Il

a, i, l

takku GI~MAR.GtD.DAljI.A kuiski


taistai
" se qualcuno carica un (!) carro

takku tai]stianda
GI~MAR.GtD.DA[ljI.A
Il

" [se] un (!) carro [ca]ricato[

125, 126 In v manca takku pi volte.


dividono differentemente il paragrafo da a e i.

126, 127 q e

127

Bo 2111

taiezzi
" ruba"

karap[z~l

" leva

Il

-ri andan
"tutto ci che nella casa va distrutto
146

157

Il

Il compratore di una casa o un terreno viene protetto da rialzi del


prezzo provocati da concorrenti in un secondo tempo; q aggiunge
il 146 B: norma riguardante la vendita di un bue di valore inferiore
ai precedenti.
h = j (?) (cfr. inJra p. 82)

$A I MA.NA ... $A 1/2 MA.NA

" Se una scure del peso di l mina


. . . di mezza mina "

$A III MA.NA ... $A I


MA.NA
" di 3 mine ... di l mina"

Nonostante la differenza qualitativa dell'oggetto, il prezzo di noleggio


rimasto in epoca pi tarda lo stesso: rispettivamente di uno e di mezzo siclo.
j

ZABAR
"di bronzo"

79

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

158

EBUR-i

EBUR eraso

" Se uno entra in (rapporto


di) salario per la raccolta"

EBUR ricompare poi anche in j quando il soggetto una donna. q divide


diversamente da j la fine di questo paragrafo, e quindi il seguente, in accordo
con l che qui termina, ed r.

q, r

SA 1TU.II.KAM

SA 1TU.1II.KAM

"per due mesi "

"per tre mesi "

Il compenso dovuto lo stesso.

159

kussa(n)-sit
" il suo noleggio "

j, r

UD.1.KAM
" Se qualcuno attacca (per)

un giorno un tiro di buoi"


160

q suddivide il paragrafo contro I,

i,

r.

SA
" chi"
I, j, r
URUDUates
" se una scure "

takku
se "

Il

ZABAR
" se una scure di bronzo "
URUDUates

q conserva qui ZABAR per la scure, come tutti i manoscritti al 157.


162

ser diii

sarii niii

" prende su "

" dirige su "

162/1 Manca in j, contro a e f.

Alfonso Archi

80

166

ta-z aPiis diii


" e quello prende per s "

a]pas warasse
" e] quello raccoglie [per
s] "

q contiene con ogni probabilit la forma originaria, mantenuta anche


in j alla fine del 167. In q segue direttamente il 167.
168

b, d,

penniii
" conduce"

pedai
"porta"

j, q

ZAG-an-a / arlJan-a
"e colui che rompe il confine"
169

d, q (?)

nu tezzi
"e dice"
d

kiss[an]
" cos"
171

172

A.~-an-a

" e . . . . il campo"

i
nu
"e"

ta ki[ssan]
" e cosi"

DUMU-SU
"suo figlio"

IBILA-SU
" suo figlio maschio "

i
piii
" d "

La lezione di d errata.
173

q suddivide il paragrafo contro j.

In s, contro j e o, manca il prezzo di due capretti; segue senza linea di


separazione il 180 che viene introdotto semplicemente con SA, contro takku
di j e o.
179

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

81

j, O

180

XX GIN

X GIN

" 20 sicli "

" 10 sicli "

il prezzo di un cavallo da tiro.

SA

I ANSU.KUR.RA XIV GIN

" (il prezzo) di un cavallo


() 14 sicli "

SA

O,

s (?)

ANSU.KUR.RA

wesij[ au ]was XV GIN


"di un cavallo di prateria () 15 sicli "

La fine del paragrafo, conservata in j e s, differisce in parte: in j i prezzi


di uno stallone e di una giumenta ambedue di un anno; in s di una giumenta
di un anno, di uno stallone e di una giumenta, segue quindi il valore in sicli
di 4 mine di rame.
188

s inverte due proposizioni contro j e w.

189

s divide diversamente il paragrafo contro j e w.

s, w

LO [-is]
"un uomo"
La parola interpolata, in armonia con le proposizioni precedenti dello
stesso paragrafo.
190

s suddivide il paragrafo contro j e w.

191

In w, contro j, segue direttamente il 192.

192

Male conservato; j presenta una norma riguardante l'eredit spettante alla moglie in caso di morte del marito; diversamente q e w:
alla morte della moglie il marito ne pu sposare la sorella 67:

193

j interpola UL llariitar contro q (cfr. supra p. 70).

81

V. H.

G. GUTERBOCK,

JCS XV, 1961, p. 72.

82

Alfonso Archi

dividono il paragrafo in tre parti, contro j, q, w.

195

d,

200

Suddiviso in k

D, 8

+ m,

contro j.

h dunque si oppone a b e c, mentre si accorda a volte con o. p, che secondo


il Giiterbock sarebbe stato scritto dalla stessa mano di h 68, si oppone a b, in
accordo invece con a nel 112, ma trattandosi di un piccolo frammento, non
possibile trame conclusioni. j, che sempre secondo il Giiterbock sarebbe la
seconda tavoletta di un manoscritto comprendente h, p e j 69, non possibile
confrontarlo con c, rappresentando questo solo parte di una prima tavoletta,
ma in genere si oppone a d (+) D che rappresenterebbe la seconda tavoletta
di b 70.
Ma il manoscritto che pi si differenzia da j l'antico q; r pi vicino
a q che a j; 8 si distingue pure pi volte da j, mentre w, tra i due, pi si avvicina a j.
530 Iv 71 si giunge probabilmente ad a, ma occorre una conferma da un
controllo sugli originali:
104

2'
105

4'

6'

]x[ kar-as-]zi
par-na(-as)-seJ-e-a su-wa-a-[iz-n]
lu-uk-ki-iz-z]i nu-za-kdn a
]tak-ku GI~GE~TIN[ GI~8A~H:JUR
A-NA I IZ-[Z]I
ar-sa-]i-i[z]zi
KU.BABBA]R pa-a-i

a) Segue rasura.

***
In B (e negli altri manoscritti escluso A) i paragrafi sul matrimonio sembrano essere ordinati secondo il regime patrimoniale e l'attribuzione dei figli
in caso di divorzio:
26

Conservata in parte la regolamentazione della attribuzione dei


figli nel divorzio tra liberi 72.

es JCS
et

XVI, 1962, p. 21.

[bid.

H. G. GUTERBOCK, JCS XV, 1961, p. 64, e XVI, 1962, p. 17 e 22.


Pubblicato da H. OTTEN e VL. SOUCEK, op, cito p. 11.
72 Il 26 difficilmente ricostruibile pur essendo conservato in cinque manoscritti.
Le tracce copiate e lette da Hrozny in A e B sono in genere assai oscure, ed meglio non
70
71

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

27

Regime della dote tra liberi.

28

Donazioni fatte dall'uomo alla donna "promessa" (taranza).

29-30

Regime dell' arrha (kusata) tra liberi.

83

31-33 Rapporti patrimoniali e attribuzione dei figli nei matrimoni misti


o tra servi.
34-36 Effetti derivanti dal pagamento o meno dell' arrha nei matrimoni
misti.
L'ordine di A invece ricostruibile solo in parte: il paragrafo alla fine
della la col. (11. 60-64) forse corrisponde al 26 di B (cfr. in n. 72); all'inizio
della Ila col. c' spazio per circa 7 linee, quindi si legge mimma[nzi] (II 2')
che viene confrontato dubitativamente (cfr. J. Friedrich, HG, ad Ioe.) con
mimmai di B II lO. Poich in A le linee equivalgono in lunghezza a quelle di
B, ma a volte sono anche leggermente pi lunghe, il 28 sembra non essere
sufficente a riempire la lacuna in A, e non bastando le due linee rimanenti a
contenere le 5 linee del 27 in B, bisogna forse pensare che A divergesse per
questi due paragrafi dalle altre copie a noi conservate. Quindi mancano i

affidarsi in tutto ad esse. Val forse la pena cercare di vedere cosa vi sia di comune nelle
varie versioni partendo dal nuovo frammento KBo XII 49:
II
i-JJa-zi q a-xC
8'
]x x x DA I l[A?
lx x
SAL-an [
] NA
x ljA [
lO'
-a]n' su-wa-a-[iz-zi (... )
k ]u.us-sa-an [
12'
DUMU]MES_ja-za LV-as d[a-a-i (... )

La 1. 11' da integrare secondo J (e C) [tdk-ku-za LV-sa SAL-a]n su-wa-a-[iz-zi (... ).


La 1. 13' sembra concordare con B I 74, che ha )x-az LV-as.
Poich KBo XII 49 ha linee relativamente corte (le 7 11. corrispondono alle 5 di
B I, mentre sono lunghe quasi quanto quelle di B II, cfr. il 27), e poich il frammento
ci d la parte a destra della colonna (alla 1. 1 della Ila colonna da integrare [tdk-ku
LV.ULULU-as n]a-as-ma l[u-, ed alla 1. 7 tdk-ku e poi un sogg. ed un compI. ogg.),
la frase" e i figli l'uomo (li) prende" l'ultima del paragrafo in KBo XII 49 come
pure in B, e cosi in via ipotetica alla fine di A, J e anche in C. A suwiiizzi " ripudia ",
segue la sorte della donna: ella viene venduta, e " chi la compra" (J II 5) paga 12 sicli
(C II 3) (cfr. A. Goetze, ANET2, p. 190 e le tariffe dei 176 e 177). Non per possibile
dire se in C II 2 dopo suwiiizzi segua qualcos'altro e che cosa (alle 11. 7 e 8 di C II ad
es. bisogna integrare molto); KBo XII 49 ha invece certamente spazio per ambedue
le proposizioni, e per quanto riguarda A, a Hrozny parve di vedere" 12 sicli" nella
prima met di I 64.
Ancora ipoteticamente~ per ]i.da-lu-us i-e-zi x[ di A I 60, pu confrontarsi KBo
XII 49 II 7: i-j]a-zi
a-xC
.

f!

84

Alfonso Archi

paragrafi corrispondenti ai 29-31 di B, vengono poi tre paragrafi paralleli,


ma con varianti anche notevoli, ai 32, 35, 33, non rappresentati i 34 e
36, mentre a partire dal 37, che non riguarda pi il matrimonio, A e B
non divergono pi.
Poich nei paragrafi non riportati da A, fatta eccezione per il 31, viene
trattato il matrimonio contratto col pagamento del kusata, il Korosec ha sostenuto che all'epoca in cui fu scritto il manoscritto pi antico, presso gli Ittiti
fosse in uso solo il matrimonio per ratto, e che in un secondo tempo sulla
base della recezione dei 159 e 160 del CH, paralleli ai 29 e 30 delle Leggi,
per mezzo di una riforma fosse stato introdotto anche il matrimonio per compera 73. Ora forse possibile pensare che alla base della redazione dei 29 e
30 fossero i corrispondenti passi del CH, i quali avrebbero offerto lo spunto
ad una regolamentazione scritta, d'altra parte inverosimile che una civilt
sviluppata e formata come quella ittita recepisse addirittura quest'istituto,
che doveva dunque essere proprio degli I ttiti gi in epoca preistorica, o comunque acquisito al momento dello stanziamento in Anatolia. A parte il fatto
che il principio ordinatore di A non individuabile, l'esclusione di istituti da
parte di questo tipo di raccolta, come anche lo stesso Korosec ci ha insegnato,
non un motivo sufficente per escluderne l'esistenza 74.
Per contrarre matrimonio 75 l'uomo doveva "pagare" (piddai-) ai genitori della donna il kusata, che si usa tradurre "prezzo della sposa" 76;

7. S. Z., LII Rom. Abt., 1932, pp. 163-65.


" Se, a mio parere, il ratto non una forma di matrimonio in uso presso gli Ittiti
(cfr. infra p. 87), il fatto che le norme concernenti l'attribuzione dei figli in caso di
divorzio del manoscritto A sembrano differire da quelle di B, pu effettivamente indurre
a pensare che ad una prima concezione dell'istituto del matrimonio gi in epoca antica
(Antico regno) se ne sia contrapposta un'altra: in B nei 31-33, matrimonio libero
(cfr. infra p. 88 s.), in caso di divorzio alla donna spetta solo un figlio, e cos in J e KBo
XII 49 (molto vicino ad A!, v. supra p. 76) nel 26; mentre in A, al 33 all'uomo
che spetta un solo figlio, e cos forse al 32.
75 Non conosciamo la parola con cui gli Ittiti ne determinavano il concetto; per
quanto facessero largo uso di nomi astratti, non hanno sviluppato la terminologia giuridica. Per il matrimonio sono attestate le seguenti espressioni (v. V. KOROSEC, Studi
S. Riccobono I, 1936, p. 558 s.): -za . .... ANA DAM-SU diii" prende come (lett. in)
propria moglie"; -za . .... DAM-in diii" prende (come) moglie ". Al posto di DAM
(-SU) pure l'astratto DAM-(a)tar, DAMuTTU (dare / prendere nello stato di moglie).
Ed inoltre: SALarauwannin !Jarzi " ha una libera (in moglie) " ( 195 B, cfr. i 193 e
195 C); DAM-an-ma-an-za l ijaSi "non farla (tua) moglie" (J. FRIEDRICH, Staatsv.
ij.uqq. III 65). Il verbo dii- ha anche il significato di "prendere (sessualmente) ", ad
es. ij.uqq. III 38, 60 (lo stesso doppio significato ha ep(p)-: SAL-an epzi "violenta
una donna" 197). Ancora: LlJantijantan epzi "prende (come) genero"; KUB XIII
8r 14 s. par-ma-kan DUMU.NITA DUMU.SAL ASSUM .Glc.ATIM LlJandaijandanni-ja le kuiski pi .. ma nessuno deve cedere un giovane (o) una giovane nella posizione di genera e di genero ".
78 Brautpreis; KBo I 35, 17 = tir!Jatu.

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

85

con questa azione si crea un rapporto giuridico: la donna viene .. legata"


(!J,amenkanza) all'uomo 77, pu essere sciolta (tu!:JS-) risarcendo il valore doppio
del kusata ( 29) 78; in epoca pi tarda (Testo parallelo XXII) l'ammontare
aumentato al triplo. Se invece l'uomo recede, perde ci che ha versato ( 30).
Altra cosa invece se la donna semplicemente" sponsa" (taranza): in caso
di inadempienza i genitori, o un terzo che se ne sia reso responsabile, devono
restituire solamente i doni fatti dall'uomo ( 28). Quale portata effettiva abbia
il pagamento del kusata pu per altro evincersi solo attraverso l'esame delle
altre norme ov'esso compare, senza cedere ad identificazioni offerte dal diritto
comparato.
Se nei paragrafi sopra esaminati il k. potrebbe essere anche spiegato come
garanzia dell'avvenuto contratto matrimoniale, ci non per sostenibile in
relazione al 34, che tratta del matrimonio tra un servo e una libera: pagando
il k . .. allora nessuno pu allontanare /consegnare lui /lei" 79. Anche se questa
frase resta oscura, chiaro il senso della norma: la volont di un terzo non
pu sciogliere il matrimonio, o comunque allontanare i coniugi l'uno dall'altro.
Il k. influisce dunque anche dopo la deductio della donna, e potrebbe intendersi
come arrha provante che il matrimonio stato legalmente concluso (arrha
confirmatoria) 80, oppure come pagamento compensatorio della donna, la quale
ora legalmente sotto la potestas del marito.
Ugualmente nel 36, ove il k. viene versato da un servo al fine che
un giovane libero entri nella sua famiglia (del servo) e sposi la sua figlia:
si tratta del matrimonio errbu, attestato presso gli Ebrei e a Nuzi, mediante
il quale si otteneva che la famiglia continuasse pur mancando discendenti
maschi 81. Che il giovane dovesse effettivamente abbandonare la propria famiglia risulta da KUB XIII 8r 11-15 82, dove, volendosi stabilire che il
77 Sulla differenza tra fidanzamE'nto e il pagare il prezzo della sposa v. P. KoSCHAKER, Symbolae Hrozny IV, p. 215 s., e p. 218, ma cfr. anche p. 261.
78 P. KOSCHAKER, op. cito p. 260 n. c: obligare e solvere.
711 J. FRIEDRICH, HG, p. 27: entziehen(?); ma la differenza cercata dal FRIEDRICH tra para tarna- con o senza la particella -kan pare inconsistente. Le altre traduzioni finora proposte in F. IMPARATI, Le leggi ittite, Roma 1964, p. 215 S.
80 Questa l'interpretazione della corrispondente parola accadica tir!Jatu, data da
A. VAN PRAAG, Droit matrimonial assyro-babylonien, Amsterdam 1945, p. 147 sS.
81 Il senso del 36 fu gi visto da FR. HROZNY, Code Hittite, p. 29, ma K. BALKAN
che ha rettamente spiegato antijant- con anda ijant- "entrato ", e quindi" (genero)
che entrato (nella casa) ", corrispondente all'acc. errebu (Ankara Universitesi DiI ve
Tarih Cografya Fakultesi Dergisi 6, 1948, pp. 147-152, in turco; cfr. J. FRIEDRICH,
HG, p . 96; in KUB XXVI l" lO, antijantes in posizione parallela a LUMES HA-DA-AN
LUGAL, cito da J. FRIEDRICH, Symbolae P. Koschaker, p. 5 n. 20). Per il matrimonio
errebu presso gli Ebrei V. E. NEUFELD, Ancient Hebrew Marriage Laws, London 1944,
pp. 56-67; IDEM, Symbolae Hronzy V, pp. 124-130. Per Nuzi V. C. H. GORDON, BASOR
LXVI, 1937, p. 25 s., che cita contratti d'adozione in cui all'adottato viene data in moglie la figlia di chi adotta.
81 Cfr. H. OTTEN, Tot., p . 106.

Alfonso Archi

86

personale donato ad una istituzione (.NA,) non poteva in nessun caso essere
ceduto, si dice: "E se qualcuno del Mausoleo commette una colpa (degna)
di morte, allora egli muore, ma la sua casa (famiglia) (rimane) del Mausoleo.
Agli uomini del Mausoleo si devono offrire (donne) in sposa, ma nessuno deve
cedere un giovane (DUMU.NITA) (o) una giovane nella condizione di sposa
o di genero (andaijanni) ". Egli, in caso di mancanza di discendenza diretta
maschile, poteva diventare il capo della famiglia acquisita: 2 BoTU 23 A II
36-39 (editto di Telepinu): " Re deve diventare un principe figlio della prima
(moglie). Se un principe di primo rango non c', colui che () figlio di secondo
rango, allora egli diventi re. Ma se non c' un principe maschio, allora colei
che () principessa di primo rango, per lei un genero (antijant-) si prenda, ed
egli diventi re ".
Se fosse possibile mostrare che presso gli Ittiti, come a Nuzi, il genero
che andava a vivere presso la famiglia della sposa veniva adottato dal suocero,
allora si potrebbe accogliere la tesi che il Van Praag contrappone al David
per il matrimonio errebu assiro: vero che l'uomo abbandona la sua famiglia,
ma con l'adozione ne acquista un'altra; i figli fanno dunque parte della famiglia della donna, ma solo in quanto essa la famiglia (acquisita) dell'uomo;
si tratta sempre di un matrimonio patriarcale 83. Ci mi sembra si adatti bene
al caso individuato dal David 84. nella serie ana ittisu 3 col. IV 32 ss. Mancando documenti privati ittiti, poco sappiamo sull'adozione, ma forse possibile ipotizzarla nel caso sopra esaminato.
Per quanto riguarda il kusata, pagato da un terzo (il suocero) in vece
del genero, se il matrimonio patriarcale, allora rimangono aperte le due possibilit (arrha confirmatoria e prezzo della sposa), altrimenti l'ultima viene a
cadere.
Nel 35 il mancato versamento del k. riduce in stato di servit una libera che abbia coabitato per tre anni con un pastore o un amministratore 86;
la condizione dei figli fissata nel 175, ma resta a noi oscura. P. Koschaker
ha visto in questi paragrafi il matrimonio per USUS, ove per altro l'usus non
da intendersi come una forma di matrimonio, ma il mezzo con cui l'uomo
in un matrimonio libero (freie Ehe) acquista la manus sulla donna 86. Se cosi

8'

VAN PRAAG, op. cit. p. 182

S.

8' M. DAVID, Vorm en Wezen van de Huwelijkssluiting naar de Oud-Oostersche

Rechtsopvatting, Leiden 1934, p. 19.


86 Il 175 stabilisce come termine 2 anni per la coabitazione col pastore, e 4 con
1'amministratore.
81 P. KOSCHAKER, Die Eheformen bei den Indogermanen, Deutsche Landesreferate
zum II. Internationalen Kongress fiir Rechtsvergleichung im Haag 1937, p. 124 s.;
per il diritto romano V. P. BONFANTE, Corso di diritto romano I, Roma 1925, p. 192 s.;
pi recentemente E. VOLTERRA, Istituzioni di diritto privato romano, Roma 1961, p. 646.
V. ancora P. KOSCHAKER, op. cito in n. 77, p. 243 S. Difficile stabilire lo stato sociale
dei pastori e degli amministratori; i pastori potevano anche fare parte del personale

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

87

, e l'argomentazione non inficiata dal fatto che il Koschaker sia partito per
le sue considerazioni dal 34 delle LA, l'interpretazione del quale gli contestata forse a ragione dal Van Praag (op. cito p. 94 s.), esistendo un usus, allora,
se possibile usare a questo proposito dei concetti romanistici 87, esisteva
anche una manus: la donna libera non diventa serva del marito, ma diventa
serva perch cade nella potest del marito e ne acquista cos lo stato sociale. Il ksata servirebbe ad acquistare la manus sulla donna, quindi vero
prezzo della sposa.
N si pu sostenere che la donna cade in stato di servit perch rapita:
ci dovrebbe verificarsi al momento stesso in cui l'uomo rifiuta di regolarizzare il matrimonio pagando il ksata (inteso come arrha confirmatoria), e uno
spazio di tre anni sembra eccessivo. D'altra parte non siamo di fronte ad un
matrimonio per ratto 88: a parte che il verbo pittenu-, causativo di piddai"correre, fuggire", vuoI dire letteralmente "far correre", e quindi si potrebbe presupporre il consenso della donna 89, il 37, stabilendo che in caso
di rapimento di una donna, se qualcuno dei rapitori viene ucciso, non dovuto
il risarcimento (" tu sei divenuto lupo") 90, mostra chiaramente come tale
ratto, serbando tutte le caratteristiche originarie, se dovesse essere inteso come
forma di matrimonio, pi che allo stato ittito meglio si converrebbe a nebbie
indogermaniche. Il rapitore, vero, poteva venire ad una composizione, come
avviene in tempi pi recenti, per i quali per sarebbe impossibile parlare di
relitti di matrimonio per ratto, restituendo innanzitutto eventuali donativi
dati alla famiglia della donna da altro uomo a questo stesso; ai genitori poi

addetto alle propriet dei templi, e in KUB XIII 8,. 2 s., insieme ai contadini
(L'O.MESAPIN.LAL), i pastori di bovi e di pecore (L'O.MESSIPAD.GUD e L'O.MESSIPAD.
UDU) sono chiamati "lavoratori" L'O.MESBEL QATI.
81 Per il concetto di propriet ad es. v. P. KOSCHAKER,
op. cito in n. 84, pp. 124126; IDEM, ZA NF 7, 1933, pp. 24-25 e n. 1.
Il non poter determinare la condizione sociale a cui appartengono il pastore e l'amministratore dei 35 e 175 la ragione per cui le norme ivi raccolte non risultano a
noi chiare. Erano essi servi oppure no, potevano esercitare una potestas o ne erano oggetti? Che un servo, nell'ordinamento ittito, potesse disporre almeno in certi casi di
beni patrimoniali (denaro, terreni: 52), risulta dalle stesse Leggi; se solo di fatto o meno, non chiaro.
88 Cosi invece V. KOROSEC, Studi Riccobono I, pp. 562-566. Contra M. DAVID,
Vorm en Wezen, pp. 38-40 n. 129; P. KOSCHAKER, op. cito in n. 86, p. 138 n. 5; cfr. E.
NEUFELD, HL, p. 145 s. Recentemente il KOROSEC, S. Z., LXXVII Rom. Abt., 1960,
p. 420 s., obietta che non essendo specificato il consenso della donna, pu trattarsi tanto
di Raub- che di Entfhiirungsehe.
8D J. FRIEDRICH, ZA NF 5, 1925, p. 55; IDEM, apud V. KOROSEC, Studi Riccobono
I, p. 563.
DO La rassegna delle interpretazioni date al paragrafo in F. IMPARATI, Le leggi ittite,
Roma 1964, p. 220 s.; preferisco intendere sardija- come persona che va in soccorso
della donna, seguendo E. H. STURTEVANT, A. GOETZE, e altri.

Alfonso Archi

88

era dato di dividere la propria figlia dal rapitore nel caso ci sembrasse a loro
opportuno ( 28) 91.
D'altra parte il 35, se in B si legge LOAGRIG na-as-ma LOSIPAD
Pi[t-t]e-[nu-z]i ku-u-sa-ta-as-si U-UL pid-da-a-iz-zi na-as. .. "... un amministratore o un pastore (soggetti) rapisce, (e) non paga per lei (la donna)
il kusata, allora essa ... ", invece A ha semplicemente ... LCJS]IPA[D
n]a-as . .. " ... un pasto[re
al]lora (la donna) ... ", e nella lacuna
non pu stare pittenuzzi 92 (cfr. ad es. questa parola in A II lO, che pure
scritta serrando i segni, e l~ fotografia in F. Hrozny, Code Hittite, Pl. V), ma
piuttosto un da-a-i "prende", che quanto sta nel 175, ove manca pure
il riferimento al kusata. Dunque A in questo luogo, e in accordo col 175,
ha semplicemente diii" prende", come pure in II 3 takku R-as SAL-na[n
diii] " se un servo [prende] una libera ", e in II 7 takku R-as GEME-an diii
" se un servo prende una serva"; B, pi recente, se mantiene nel 33 semplicemente diii (" se un servo prende una serva "), nel 32, corrispondente ad
A II 3 ss. ha takku-za R-is SAL-an D[AM-i]n diii" se un servo si prende in
mo[glie] una libera ", ove se D[AM-i]n non chiaro nella copia, per confermato dal 31, parallelo. Non possiamo per chiarire perch in B il testo sia
stato interpolato, perch si dica che il pastore e l'agricoltore rapiscono, fanno
fuggire la donna, mentre il servo" prende in moglie ".
Si consideri innanzittutto l'altra forma di matrimonio che appare chiaramente testimoniata, e cio il matrimonio libero (freie Ehe) ( 31, matrimonio tra un libero e una serva). Esso poggia su base consensuale: l'uomo e la
donna, qualificati si?-e-li-es "innamorati (?) ", "entrano (in una abitazione
comune) " anda aranzi, la donna gode del honor matrimonii (na-an-za ANA
DAM-SU diii" e la prende come sua moglie") ; esiste la comunanza dei beni
(nu-za -ir DUMUME!l ienzi " e (si formano) un patrimonio familiare e si
creano dei figli). Perch il matrimonio sia sciolto basta che venga meno la
volont dei coniugi di vivere uniti (nassu idiilauessanzi nasma-at-kan /Jarpantari " o litigano o vengono ad un accordo 93 "), " allora dividono il patrimonio a met" nu-za -ir takSan sarranzi, e i figli spettano all'uomo tranne
uno che prende la donna. Ugualmente se a contrarre matrimonio sono un
servo e una libera, oppure dei servi ( 32 e 33). Che questa forma di matrimonio sia testimoniata solo per i suddetti casi, non esclude che fosse usata
anche tra i liberi: il legislatore potrebbe aver regolato solo i casi che pi si
prestavano a controversie, soprattutto per quanto riguarda i rapporti patrimoniali, e cio ove i coniugi fossero di stato sociale differente o ambedue non
liberi (in A manca ad es. il corrispondente al 31); e d'altra parte secondo
Cosi intendo il 28 C, v. supra p. 70 .
Cosi invece J. FRIEDRICH, HG, p. 26 n. 6
.3 Per il significato di barp- seguo E. LAROCHE, :RHA XI 53, 1951, p. 64, e A.
GOETZE, JAOS 74, 1954, p. 188 s.
91

Sulla formazione del testo delle leggi ittite

89

il Koschaker questo tipo di matrimonio, che non faceva cadere la donna in


potest del marito, avrebbe avuto elementi preferenziali quando i coniugi
provenivano da strati sociali differenti 94.
Il manoscritto A, come gi si detto, si differenzia da B: prima esamina
il caso del matrimonio tra un servo e una libera (a), poi tra un pastore e una
libera (b), quindi tra un servo e una serva (c); in tutti e tre i casi viene usato
semplicemente il verbo da- " prende" (" se un servo prende (in moglie) una
libera ... "). Il compilatore di B ha voluto invece aggiungere all'inizio le
norme riguardanti il matrimonio tra libero e serva, non contemplato in A,
poi ha riportato i casi a e c enunciandoli sinteticamente e facendoli seguire
dalla frase: " la loro norma giuridica la stessa", mostrando quindi maggior
perizia del compilatore di A, il quale a sua volta aveva posto il caso b dopo
a poich vi si trattava, come in a, di una libera che sposa un uomo di condizioni inferiori.
Resta impossibile determinare se la libera che sposava un servo perdeva,
e dopo quanto tempo, il suo stato. Non si pu addurre come prova che nel
matrimonio libero la donna assuma la condizione del marito il fatto che il 31,
B II 20, indichi la serva con SAL " donna", termine con cui nelle Leggi,
vero, viene indicata la donna libera, anche direttamente in contrapposizione
alla serva (cfr. ad es. il II), come LO l'uomo libero, ma nel 28 il servo
e la serva vengono poi chiamati, in contrapposizione l'uno all'altro, LO
" l'uomo" e SAL "la donna ".
Tornando al 35, matrimonio libero come risulta anche dall'ordine seguito in A, si possono prospettare due soluzioni: o il pastore con l'usus acquista
la manus sulla donna, ed allora sarebbe legittimo aspettarsi ci anche nel matrimonio libero tra servo e libera, oppure nel 35 non pu ipotizzarsi l'usus,
e la donna cade in stato di servit in relazione allo stato sociale dell'uomo.

" P.

KOSCHAKER,

op. cito

in n. 86, pp. 133-137.

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