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CONCEPCIN
NIETZSCHE. CONSISTE
EN ACEPTAR QUE TODOS LOS ACONTECIMIENTOS DEL MUNDO, TODAS LAS SITUACIONES
PASADAS, PRESENTES Y FUTURAS SE REPETIRN ETERNAMENTE.
Eterno retorno
El urboros simboliza el esfuerzo eterno, la lucha eterna, o el esfuerzo intil, la naturaleza cclica de
las cosas, el eterno retorno y otros conceptos que vuelven a comenzar a pesar de las acciones para
impedirlo.
El eterno retorno es una concepcin filosfica del tiempo postulada en forma escrita, por
primera vez en occidente, por elestoicismo y que planteaba una repeticin del mundo en
donde ste se extingua para volver a crearse. Bajo esta concepcin, el mundo era vuelto
a su origen por medio de la conflagracin, donde todo arda en fuego. Una vez quemado,
se reconstrua para que los mismos actos ocurrieran una vez ms en l.
ndice
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1Generalidades
2Historia y progreso
3Literatura
8Referencias
Generalidades[editar]
En el "eterno retorno" como en una visin lineal del tiempo, los acontecimientos siguen
reglas de causalidad. Hay un principio del tiempo y un fin, que vuelve a generar a su vez
un principio. Sin embargo, a diferencia de la visin cclica del tiempo, no se trata de ciclos
ni de nuevas combinaciones en otras posibilidades, sino que los mismos acontecimientos
se repiten en el mismo orden, tal cual ocurrieron, sin ninguna posibilidad de variacin. En
su obra La gaya ciencia1 Friedrich Nietzsche plantea que no slo son los acontecimientos
los que se repiten, sino tambin los pensamientos, sentimientos e ideas, vez tras vez, en
una repeticin infinita e incansable.
Esta idea fue retomada despus por Nietzsche en su libro As habl Zaratustra.2 Como
expresin ha pasado a ser un tpico literario y cultural. En As habl Zaratustra, el
protagonista descubre esta visin del tiempo y queda desmayado por la
impresin. Zaratustra despierta despus de siete das de inconsciencia y sus animales lo
halagan dicindole que es el maestro del eterno retorno de lo mismo.
Slo a travs de la comprensin de que el "eterno retorno" incluye tanto los fracasos como
los xitos logra "despertar" del estado de trance en el que est, sabiendo que, aunque el
hombre vuelva a ser mono, nuevamente Zaratustra aparecer para predicar
el bermensch (superhombre o suprahombre), nuevamente se dar cuenta de lo que es el
"eterno retorno" y nuevamente despertar.
El valor del concepto de eterno retorno ha sido tan discutido como poco entendido. En
general, se le considera nicamente desde el punto de vista cronolgico, en el sentido de
repeticin de lo sucedido. Pocas veces es pensado como uno de los conceptos ms
poderosos de la filosofa moral de todos los tiempos: obrar de modo que un horizonte de
infinitos retornos no intimide, elegir de forma que si uno tuviera que volver a vivir toda su
vida de nuevo, pudiera hacerlo sin temor. Nietzsche, en su teora del eterno retorno,
ensea slo una cosa: el ser humano lograr transformarse en el bermensch cuando
logre vivir sin miedo.
Historia y progreso[editar]
La idea de eterno retorno se refiere a un concepto circular de la historia o
los acontecimientos. La historia no sera lineal, sino cclica. Una vez cumplido un ciclo de
hechos, estos vuelven a ocurrir con otras circunstancias, pero siendo, bsicamente,
semejantes.
Es propio del pensamiento occidental la idea de que el progreso es indefinido y siempre
hacia adelante, sin embargo, en otros sistemas filosficos, como los orientales, o en
la filosofa de la historia de autores occidentales como Giambattista
Vico, Maquiavelo o Polibio, se encuentra la idea de ciclos que se van perfeccionando,
retornando eternamente hasta alcanzar la forma perfecta tras muchas fases errneas.
Literatura[editar]
En literatura se encuentran ejemplos notables de esta idea, como en Madame Bovary del
escritor francs Gustave Flaubert o, en Cien aos de soledad del colombiano Gabriel
Garca Mrquez.
Jorge Luis Borges, us la idea del eterno retorno como tema para algunos de sus cuentos.
Asimismo le dedic dos noticias asombrosas, en las que explor los precedentes (y
algunas variaciones) de esa visin ("La doctrina de los ciclos" y "El tiempo circular",
en Historia de la eternidad).
Hermann Hesse en su libro Siddhartha hace uso de este concepto cuando su protagonista,
quien lleva el mismo nombre de la obra, mira cmo la historia de desobediencia y
sufrimiento que vivieron l y su padre respectivamente se repite entre l y su hijo.
La idea del eterno retorno tambin forma parte central de la obra del escritor checo Milan
Kundera La insoportable levedad del ser, en donde relaciona el concepto de gravedad o
pesadez con el eterno retorno (tal como lo hiciera Nietzsche), lo cual se encuentra segn
el autor en oposicin a la levedad, caracterizada por una condicin de frivolidad propia de
RIFERIMENTI DIDATTICI
Che cos dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so; se voglio spiegarlo
a chi me lo chiede non lo so pi.
Agostino, Le confessioni
Il tempo va interpretato secondo una prospettiva naturalistica, come divenire
della realt naturale, o secondo una prospettiva spiritualistica? In breve: il
tempo ha una realt oggettiva o soggettiva? E come bisogna immaginare la
direzione del suo scorrere? Si tratta di un andamento circolare, in base al quale
tutto ci che accade destinato a ritornare eternamente seguendo il divenire
ciclico con cui la natura stessa sembra manifestarsi? Oppure il tempo
assimilabile a un processo lineare, per cui il passato qualcosa di
irrimediabilmente trascorso e irrecuperabile e il futuro scorre inevitabilmente
verso un fine provvidenziale?
In quattro lezioni si analizzano questi nodi problematici in collegamento con i
diversi contesti culturali propri della classicit pagana e della spiritualit
cristiana.
1. Il tempo ciclico dei greci e la misura del tempo in Aristotele
Il tempo nell'antichit classica, dai filosofi della physis ad Aristotele.
2. Il tempo come distensione dellanima individuale in Agostino
Dallanalisi della temporalit vista come rettilinea e storica, di cui intessuto il
messaggio biblico, fino alla concezione agostinianadel tempo come distensio
animi.
3. Friedrich Nietzsche: leterno ritorno delluguale
4. Martin Heidegger: lesistenza autentica
Si prende in esame il XX secolo, un periodo nel quale gran parte delle certezze
positivistiche di fine Ottocento sono crollate per lasciare spazio a nuove visioni
della scienza, della politica e della morale. Allaprirsi di questo bivio del pensiero
si situa la riflessione di Martin Heidegger e, in particolare, il binomio esistenza
autentica-inautentica.
Prima stesura dell'Eterno Ritorno, scritta da Nietzsche dopo l'esperienza "mistica" vissuta all'inizio
dell'Agosto 1881 a Sils-Maria, 6000 piedi sopra il mare e molto pi in alto di tutte le faccende
umane.
Nella prima parte di Cos parl Zarathustra il profeta scende dalla montagna per
ammaestrare gli uomini sull'avvento dell'oltreuomo, nella seconda s'intrattiene a dialogare
con i suoi discepoli e infine nella terza parte per riflettere in solitudine Zarathustra risale
sulla montagna lungo Un sentiero, in salita dispettosa tra sfasciume di pietre, maligno,
solitario, cui non si addiceva pi n erbe n cespugli: un sentiero di montagna digrignava
sotto il dispetto del mio piede.[7] La salita nella solitudine sempre pi difficoltosa perch il
profeta sente aumentare il peso dei sentimenti terrestri che lo allontanano da ogni visione
superiore: tanto pi egli si allontana dalle bassezze terrestri quanto pi ne sente il peso che
ostacola il superamento del limite:
O Zarathustra, sussurrava beffardamente sillabando le parole, tu, pietra filosofale! Hai scagliato te stesso in
Il nano beffeggia Zarathustra al quale si rivolter contro proprio quello che egli stesso ha
scoperto: il tempo infinito. Infatti bench progredisca faticosamente nel suo cammino
tuttavia il profeta non raggiunger mai la meta che apposta all'infinito:
Tutti i progetti delluomo devono alla fine cadere, una salita senza fine non possibile, poich lo impedisce
mai potr creare di nuovo la volont umana? Ogni cosa che l'uomo creder di aver creato
sar gi stata creata, e non una volta, ma infinite volte. (La mia mano tir con forza il
serpente, tirava e tirava invano! Non riusciva a strappare il serpente dalle fauci. Allora un
grido mi sfugg dalla bocca: "Mordi! Mordi! Staccagli il capo! Mordi) Se per vediamo
l'altra faccia dell'eterno ritorno vedremo che ogni nostra piccola scelta entrer nell'eternit
del tempo, continuer in eterno a vivere oltre la nostra vita. Ogni nostra opera sar un
frammento dell'eternit. Quando il pastore taglia con un morso la testa del serpente, la sua
volont si eternizza e l'uomo si trasfigura, diventa signore dell'eternit del tempo: Non pi
pastore, non pi uomo, un trasformato, un circonfuso di luce, che rideva! Mai prima al
mondo aveva riso un uomo, come lui rise![16]
L'eterno ritorno: sintesi e conquista del divenire e dell'essere[modifica | modifica
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L'eterno ritorno non quindi una condanna all'eterna coazione a ripetere
Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella pi solitaria delle tue solitudin
sarebbe stata la tua risposta: "Tu sei un dio e mai intesi cosa pi divina"? [17]
Il rapporto sintetico che lattimo ha con s in quanto presente, passato e futuro fonda il rapporto con gli altri
devessere pensato come sintesi: sintesi del tempo e delle sue dimensioni, sintesi del diverso e della sua ripro
La misura della forza del cosmo determinata, non "infinita": guardiamoci da questi eccessi del concetto!
Tutto esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre [20]
La mia formula per la grandezza dell'uomo amor fati: non volere nulla di diverso, n dietro n davanti a s
La concezione dell'amor fati (letteralmente dal latino "amore per il fato, per il destino"), gi
delineata in due autori ben noti a Nietzsche: Spinoza[22] ed Emerson[23] in Nietzsche
strettamente collegata alla teoria dell'eterno ritorno.
Nel 1 libro della Volont di potenza Nietzsche avanza la concezione dell'amor fati come
unica possibilit di accettazione per l'uomo con la sua volont di potenza dell'eternit
circolare del tempo. Caduta l'idea dell'andamento rettilineo della storia che si dirige
progressivamente a fini razionalmente prevedibili, di fronte alla circolarit caotica del tempo
l'uomo, se vuole dare un senso alla sua vita, non pu assistere passivamente al divenire
ciclico dell'universo n pu abbandonarsi alla disperazione, ma prendere atto della realt
dell'esistenza accettandola nella sua interezza per quella che , con le sue sofferenze e
dolori. Questa accettazione creativa dell'eterno ritorno lo far divenire padrone del tempo
cos che tutto ci che accaduto ci che si voleva che accadesse, ci che diviene e muta
ci che si vuole che sia il presente, ci che sar si trasformer in ci che si vorr nel
futuro.
Voglio imparare sempre di pi a vedere come bello ci che necessario nelle cose; allora io sar uno di qu
di millenni varia da una scuola allaltra); quando i sette pianeti si riuniranno nel segno
del cancro (Grande Inverno, solstizio invernale del Grande Anno) avverr un
diluvio; quando essi si incontreranno nel segno del capricorno (Grande Estate,
solstizio estivo del Grande Anno) lintero universo verr consumato dal fuoco [Eliade
116-7].
IL CONTRIBUTO DI PLATONE
Linterpretazione data da Platone al mito del ritorno ciclico degli astri si trova
nel Politico (169c ss.), nel quale imputa la causa della regressione e delle catastrofi
cosmiche a un duplice movimento delluniverso: talvolta la divinit guida linsieme
della sua rivoluzione circolare, talvolta labbandona a se stesso, una volta che le
rivoluzioni hanno raggiunto in durata la misura che spetta a questo universo: esso
ricomincia a girare nel senso opposto, di suo proprio movimento.
Dietro questa visione platonica ci sembra di riconoscere ancora una volta il duplice
simbolismo della spirale (ascendente verso il centro e discendente a partire dal centro),
rappresentato dalle antiche popolazioni indoeuropee con il simbolismo del
doppio swastika destrogiro e levogiro. Nellottica di Platone, il cambiamento di
direzione della spirale cosmica (imputato, probabilmente sotto linfluenza delle
speculazioni astronomiche caldee e babilonesi, alle rivoluzioni planetarie)
accompagnato da immani cataclismi; ma queste catastrofi sono sempre, necessariamente
seguite da una rigenerazione [Eliade 158].
Questa dottrina viene ripresa anche nel Timeo, dove Platone insegna che le catastrofi
parziali sono dovute alla deviazione planetaria (22d e 23e), mentre il momento della
riunione dei pianeti nella posizione originaria quello del tempo perfetto e si pone
alla fine del Grande Anno (39d): si tratta, ovviamente, del ritorno dellEt dellOro,
della liberazione di Saturno dalla sua funzione cronica e, conseguentemente, del ritorno
tanto agognato dallumanit alleternit atemporale con contraddistingueva lillud
tempus, il regno di Aion.
LA DOTTRINA STOICA
La gi menzionata dottrina stoica derivava, probabilmente, a sua volta dalla concezione
eraclitea del fuoco come forza produttiva e ragione ordinatrice del mondo: da questo
fuoco artigiano generato luniverso, il quale, con il trascorrere ciclico del tempo,
continuamente si distrugge per poi tornare a rinascere dal fuoco in una nuova
palingenesi, ristabilendosi ogni volta nel suo stato originario. Gli stoici, dunque, per
primi parlarono di un eterno ritorno (apocatastasi) che si produce ciclicamente sotto
forma di conflitto universale, attraverso una conflagrazione o ecpirosi che si
verificherebbe ogniqualvolta gli astri assumeranno la stessa posizione che occupavano
allinizio dellEone, dando in tal modo inizio ad una nuova era. Ogni periodo che si
produce dalla scintilla ignea e culmina nella sua distruzione attraverso il fuoco
medesimo fu definito diakosmesis.
Da quanto detto, notiamo come, nella visione stoica, lordine presente allinterno del
cosmo sia interpretato come qualcosa di necessario: una necessit (Ananke) non da
intendersi meccanicamente come fecero gli atomisti, bens in unottica finalistica, anche
se profondamente diversa da quella escatologica sottintesa al kairos di S. Agostino:
graficamente rappresentabile non con una linea retta, ma con una spirale. Secondo lo
stoicismo, infatti, nulla avverrebbe per caso: il Fato, il Destino (la Dana,Diana regina
delle fatae), a guidare tutti gli eventi che hanno luogo nel mondo della rappresentazione.
Ne consegue che, poich tutto accade secondo ragione divina, il Logos divino anche
Provvidenza (prnoia), in quanto predispone la realt in base a criteri di giustizia,
orientandola verso un fine prestabilito; allo stesso modo, esso predispone la distruzione
di ci che deve essere superato, di ci che ha fatto il suo tempo, orientando la sua
funzione distruttiva verso un rinnovamento ciclico, continuo e necessario del cosmo.
LA SOTERIOLOGIA GIUDAICO-CRISTIANA
La tradizione giudeo-cristiana attinse a piene mani dalla dottrina stoica per quanto
riguarda la soteriologia dellApocalisse e del Giorno del Giudizio: alla fine dei tempi,
infatti, per mezzo del fuoco verr restaurato un mondo nuovo, sottratto alla vecchiaia,
alla morte, alla decomposizione e alla putredine, che vivr eternamente, che crescer
eternamente, quando i morti risusciteranno, limmortalit sar data ai vivi e il mondo si
rinnover, secondo i desideri [Eliade 160].
Viene, in qualche modo, mantenuto anche il motivo tradizionale della decadenza
estrema, del trionfo del male e delle tenebre che precedono il cambiamento di Eone e il
rinnovamento del cosmo: un tema comune, ad es., alla tradizione ind degli yuga e a
quella norrena del Ragnarok, Crepuscolo degli Di, a cui seguir linstaurazione del
regno degli Aesir in terra. La catastrofe conclusiva porr, in altri termini, fine alla storia
(Kronos) e, di conseguenza, reintegrer luomo nelleternit e nella
beatitudine (Aion). Solo allora verr il Regno di Dio o, in termini pagani (o
meglio, tradizionali), verr restaurata let aurea di Saturno/Aion.
LINTERPRETAZIONE DI NIETZSCHE
Nietzsche espose per la prima volta la concezione dellEterno Ritorno ne La gaia
scienza del 1882, e precisamente nellaforisma 341 dal titolo Il peso pi grande, che
recita:
Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella pi
solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: Questa vita, come tu ora la vivi e lhai vissuta,
dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sar in essa mai
niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni
indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovr fare ritorno a te, e tutte nella
stessa sequenza e successionee cos pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami
e cos pure questo attimo e io stesso. Leterna clessidra dellesistenza viene sempre di
nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere!. Non ti rovesceresti a terra,
digrignando i denti e maledicendo il demone che cos ha parlato? Oppure hai forse
vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: Tu sei
un dio e mai intesi cosa pi divina? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te,
quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per
qualsiasi cosa: Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?
graverebbe sul tuo agire come il peso pi grande! Oppure, quanto dovresti amare te
stesso e la vita, per non desiderare pi alcunaltra cosa che questa ultima eterna
sanzione, questo suggello?
Nietzsche riprese il mito dellEterno Ritorno in Cos parl Zarathustra ne Il
convalescente, nel quale accenna alla dottrina degli Eoni o del Mahayuga (Grande
Anno del Divenire):
Vedi, noi sappiamo quello che tu insegni: che tutte le cose eternamente ritornano e noi
con esse, e che noi gi fummo mille volte, e tutte le cose con noi. Tu insegni che esiste
un grande anno del divenire, un anno fuor dogni limite grande, il quale, simile ad una
clessidra, deve capovolgersi sempre, per poter scorrere ed esaurirsi. Sicch tutti questi
anni sono uguali tra loro, nelle cose pi grandi e nelle pi piccole.
e ne La visione e lenigma:
Ognuna delle cose che possono camminare, non dovr forse avere gi percorso una
volta questa via? Non dovr ognuna delle cose che possono accadere, gi essere
accaduta, fatta, trascorsa una volta? E se tutto gi esistito: che pensi, o nano, di questo
attimo? Non deve anche questa porta carraiaesserci gi stata? E tutte le cose non sono
forse annodate saldamente luna allaltra, in modo tale che questo attimo trae dietro di
s tutte le cose avvenire? Dunqueanche se stesso? Infatti, ognuna delle cose che
possono camminare: anche in questa lunga via al di fuorideve camminare ancora una
volta! E questo ragno che indugia strisciando al chiaro di luna, e persino questo chiaro
di luna e io e tu bisbiglianti a questa porta, di cose eterne bisbigliantinon dobbiamo
tutti esserci stati unaltra volta?e ritornare a camminare in quellaltra via al di fuori,
davanti a noi, in questa lunga orrida via non dobbiamo ritornare in eterno?
BIBLIOGRAFIA:
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2.
3.
4.
5.
6.
7.
Platone, Politico.
Lara Sanjakdar, Mircea Eliade e la Tradizione. Tempo, Mito, cicli
cosmici (Il Cerchio, 2013).
via Carlo Alberto n. 6 a Torino. Questa una citt della quale Nietzsche si
dichiar entusiasta e nella quale cominci a dare, nel gennaio dell89, gravi
segni di squilibrio mentale. Lamico Overbeck lo and a prendere e lo
riport a Basilea, qui venne internato in una clinica per malattie nervose;
sar poi trasferito alla clinica universitaria di Jena, che lascer nel marzo del
1890. Sono gli anni di alcune importanti opere, come Il crepuscolo degli
idoli, Il caso Wagner, L'Anticristo e Ecce homo. E' come se le energie
creative di Nietzsche avessero un ultimo sussulto di grandezza prima del
crollo finale: il tono di queste opere molto violento, ma anche umoristico e
sferzante. 1891/1897 Le condizioni di Nietzsche peggiorarono radicalmente
(non riconosceva pi gli amici, aveva frequenti accessi dira, era costretto
su una sedia a rotelle, non parlava pi e urlava). Nellaprile del 97, alla
morte della madre, la sorella Elisabeth port Nietzsche con s a Weimar. 25
Agosto 1900 Nietzsche muore nella sua casa di Weimar. 11 IL PENSIERO DI
F.W.NIETZSCHE La scoperta delleterno ritorno dellidentico Il nichilismo
come annullamento dei valori (valori positivi e negativi). La tesi affronta
un aspetto molto importante del pensiero di Friedrich Nietzsche: quello
delleterno ritorno dellidentico, che nella filosofia nietzscheana ha un ruolo
centrale perch il sigillo dellintera riflessione speculativa del filosofo: un
sigillo, della cui funzione, sono state fornite diverse interpretazioni. Leterno
ritorno dellidentico il messaggio secondo il quale ogni evento di quelli che
appaiono nella serie degli eventi destinato a ritornare cos come si
manifestato e nel contesto stesso in cui si manifestato. Certamente, ad
una prima interpretazione, leterno ritorno dellidentico equivale ad
unassunzione della realt, in tutti i suoi aspetti, come realt positiva. Volere
che ogni evento ritorni significa dire s ad ogni accadere, non escludere nulla
di ci che accade e nulla da ci che accade: per questo lo stesso Nietzsche
parla a proposito delleterno ritorno dellidentico di amor fati, amore del
fato e del destino, amore per tutto ci che avviene, in quanto ad ogni
avvenimento si dice s, e questo dire s il superamento di ogni visione
negativa della realt, di ogni visione discriminante, tra ci che vale e ci che
non vale; significa assumere non solo la gioia ma anche la sofferenza, non
solo il piacere ma anche il dolore; significa, pur con le diverse connotazioni
di gioia e sofferenza, di piacere e dolore, non escludere dalla realt
qualunque cosa nella realt appaia e divenga: tutti gli accadimenti della
realt, nel loro divenire, sono degni di accadere. Si tratta, quindi, di un
messaggio di assunzione positiva dellesistente, che supera il fenomeno che
Nietzsche analizza e al tempo stesso denuncia e critica, cio il nichilismo.
Nietzsche tematizza il nichilismo attraverso varie posizioni. Uno degli aspetti
pi importanti del nichilismo consiste nel non attribuire positivit a questo
mondo, a favore della positivit di un mondo oltre quello dellesperienza;
quindi il mondo dellesperienza sarebbe suscettibile, o sarebbe 12 oggetto,
di una valutazione negativa, in quanto mondo della sensibilit, in
contrapposizione a un mondo reale; in quanto si tratta di un mondo che
perisce, in contrapposizione a un mondo mutevole. Questa visione negativa,
e al tempo stesso svalutativa, del mondo, in funzione di un oltre-mondo, che
viene inteso come un mondo reale, come un mondo vero, che si
contrappone ad un mondo falso, al mondo non vero, al mondo puramente
apparente dellesperienza, attribuita da Nietzsche a un grande filosofo
dellantichit: Platone. La visione platonica una visione dualistica perch
pone due mondi: il mondo delle apparenze e il mondo delle idee, il mondo
falso e il mondo vero, il mondo che non e il mondo che , o che
autenticamente1 . Nietzsche ritiene che anche il cristianesimo abbia
avallato una visione dualistica della realt, parlando di un mondo visibile e
di un mondo invisibile, al punto che il cristianesimo si presenta a Nietzsche
come una sorta di volgarizzazione della filosofia platonica: Nietzsche parla,
accumunando insieme platonismo e cristianesimo, di una tradizione
platonico-cristiana, la tradizione del dualismo della filosofia e del pensiero
dellOccidente. Il dualismo viene da Nietzsche, inoltre, associato
strettamente (o identificato) con il pensiero morale e con la morale:
perch la morale distinzione, fino alla separazione, di ci che buono e di
ci che cattivo; anche la morale, quindi, si pone su un registro doppio,
fatto di negativit e di positivit, laddove anche in questo caso la positivit
trascende la sfera dellesperienza, a beneficio di un mondo ideale. La
morale, per il suo carattere dualistico, riceve da Nietzsche la stessa critica
che egli rivolge alla tradizione platonico-cristiana, in quanto introduce una
dicotomia, una differenza di dignit; anche la morale nichilista, perch
negando la positivit di questo mondo, destituisce di senso la nostra
esperienza, che diventa dimensione apparente, illusoria, peritura, mentre al
di l di questa dimensione c limmutabile, limperituro, le realt stabilite
che non sono soggette al divenire. La tradizione platonico-cristiana e la
morale quindi dispregiano, il divenire, gli 1 Il dualismo il termine con cui si
definisce, in generale, ogni dottrina che si serva di due principi esplicativi, in
un qualsiasi campo di indagine. Nel significato originario, il vocabolo
applicato prevalentemente alle credenze religiose che ammettono due
divinit o due principi cosmogonici. Si deve a Ch. Wolff una prima
estensione del concetto, e lindividuazione di un dualismo metafisico tipico
della filosofia nellet moderna. Varie forme di dualismo gnoseologico e
metafisico riemersero successivamente: tra apparenza e realt in
F.H.Bradley; tra intuizione e concetto in H.Bergson; tra religione e scienza in
W.James. 13 accadimenti in quanto accadimenti che si susseguono, e nel
loro divenire risultano perituri, transeunti. I valori della tradizione platonicocristiana e della morale sono considerati da Nietzsche non-valori,
fondamentalmente perch sono valori a spese della realt, a spese di
questo mondo; negano il divenire e quindi sono valori ispirati da un no, da
no al divenire, al mondo, alla vita (un termine, quello di vita, molto
importante nel pensiero nietzscheano). I valori della tradizione platonicocristiana nascono non dalla capacit di dire s a qualcosa di positivo, ma
dalla propensione a dire no a ci che viene percepito come negativo, e che
invece positivo. Gli uomini della morale sono, afferma Nietzsche, capaci
solo di reazione, non di spirito attivo: sono uomini reattivi, uomini portati a
dire no a qualcosa che valutano negativamente, mentre, si tratta di qualit
positive. Chi sono gli uomini detentori delle qualit positive, contro i quali
reagiscono gli uomini della morale, capaci soltanto di dire no? Coloro che
Nietzsche definisce gli uomini forti, mentre gli uomini deboli riescono a
darsi una dignit soltanto reagendo a tali qualit positive. Ma qual la
qualit positiva per eccellenza delluomo forte, delluomo migliore? quella
che consiste nel sapere dire di s alla vita, in tutti i suoi aspetti, senza
discriminanti, senza temere la sofferenza, il dolore: si tratta di uomini dotati
della virt della forza, uomini generosi, magnanimi, capaci di apprezzare gli
avversari, e che vengono quindi contrastati da chi non possiede queste doti,
in quanto non le possiede. Chi privo di queste caratteristiche di forza, di
generosit, di magnificenza, di donazione, di coraggio le giudica
negativamente: giudica negativamente qualcosa di positivo, reagisce alla
positivit degli uomini forti negando tale positivit, facendo apparire in una
luce negativa ci che positivo. Gli uomini deboli sono uomini del
risentimento e fondano la loro morale nel risentimento verso gli uomini
forti, chiamando costoro malvagi; gli uomini eccellenti, virtuosi vengono
chiamati dagli uomini deboli, privi di qualit, malvagi: questo quello che
Nietzsche definisce il rovesciamento dei valori, per cui il positivo diventa
negativo, i veri buoni diventano i malvagi, e i deboli, i privi di qualit, di
magnificenza, di coraggio, di spirito di donazione, diventano i buoni. Le virt
e i valori che costoro proclamano sono pseudo-virt e pseudo-valori: valori
condizionati dal risentimento, nellaffermazione dei quali, gli uomini privi di
14 eccellenza, di qualit, riescono ad avere il sopravvento sugli uomini
dotati di qualit, e a fare della loro privazione un punto di vantaggio. I deboli
si avvantaggiano della loro debolezza. Ecco perch Nietzsche critica quelle
che sono proclamate virt da parte degli uomini deboli; ad esempio, la
compassione; luomo compassionevole desidera mantenere laltro, il
diverso da s, in uno stato di debolezza, di inferiorit, grazie al quale la
compassione pu essere esercitata. La compassione ha come fine
lelevazione di chi la esercita, a condizione che laltro, a cui viene diretta,
resti nella sua inferiorit. Non produce effetti positivi in colui al quale essa
viene rivolta e d a chi la esercita unapparente positivit. Della
compassione parlava, come del principio fondamentale delletica, un
pensatore che ha avuto un grande influsso su Nietzsche, soprattutto nella
fase di formazione del suo pensiero, Arthur Schopenhauer; quando
Nietzsche si allontana dalla filosofia di Schopenhauer, critica la
compassione, perno delletica schopenhaueriana. Lo stesso ragionamento
pu essere applicato ad altre virt ostentate dalluomo debole, per esempio
lumilt, considerata dal filosofo, una pseudo-virt, che si risolve in
unautodetrazione. Ma tutte le varie virt o pseudo-virt che Nietzsche
attribuisce alluomo debole sono pseudo-virt, perch si ergono su una
base di negativit; strumenti attraverso i quali gli uomini deboli intendono
controllare gli uomini eccellenti, strumenti di disciplina, di controllo, di
repressione degli uomini autenticamente tali. Le virt non possono nascere
da una fonte di tipo reattivo quale quella del risentimento. Questo uno
degli aspetti fondamentali del nichilismo, che viene considerato da
Nietzsche, connesso alla tradizione platonico-cristiana e alla morale.
Ledificio della tradizione platonico-cristiana, e quindi della morale, privo
di basi valide, fondato sul nulla del significato di questo mondo. quindi,
un edificio destinato a crollare. Ecco perch Nietzsche si dichiara un
pensatore del sottosuolo: giunge alle fondamenta della tradizione
platonico-cristiana e della morale e scopre come queste siano inconsistenti.
Afferma, in questo modo, un altro nichilismo: quello che muove i suoi passi,
per labbattimento della tradizione platonico-cristiana e della morale; si pu
affermare che limmoralit di Nietzsche tale se considerata in rapporto
con il dualismo, finalizzata, come talvolta Nietzsche afferma, al 15
raggiungimento di una morale pi elevata; quella di cui si denuncia il crollo,
dunque, la morale viziata dal dualismo e nei confronti di questa Nietzsche