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Indice

1 Richiami di analisi 1
1.1 Lemma di Green, domini semplici e semplicemente connessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Due utili lemmi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 Teorema della divergenza, del rotore e del gradiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.4 Campi vettoriali conservativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

1 Richiami di analisi
Durante il corso di Fluidodinamica, si incontreranno concetti che potranno risultare nuovi, con i quali sar` a
necessario prendere confidenza. Lo studio dei fluidi coinvolge continui deformabili (grazie allipotesi del
continuo): in generale nelle equazioni del continuo non compaiono grandezze puntuali, dipendenti al pi` u dal
tempo, ma campi, funzioni scalari o vettoriali dipendenti dal tempo e dallo spazio. Nelle equazioni compaiono
operatori differenziali, come ad esempio gradiente, divergenza e rotore (ma non solo). Le equazioni stesse non
sono pi`u semplici ODE (equazioni differenziali ordinarie), ma PDE (equazioni differenziali alle derivate
parziali); queste equazioni sono non lineari, ad eccezione di alcuni casi particolari. Inoltre, si `e soliti descrivere
il problema con una rappresentazione euleriana e non lagrangiana.

1.1 Lemma di Green, domini semplici e semplicemente connessi


In questa sezione verranno presentati alcuni teoremi sullintegrazione di linea, superficie e volume, che
verranno impiegati per esempio nella scrittura dei bilanci in forma differenziale a partire dalla forma integrale,
quando ci sar`a da trasformare un integrale di superficie in uno di volume.
Il primo teorema presentato `e il teorema di Green nel piano, sul quale si basa la dimostrazione dei lemmi
successivi. La dimostrazione di questo lemma pu`o risultare educativa. Seguono due lemmi sui quali si basa
la dimostrazione dei teoremi della divergenza, del rotore e del gradiente.
y
Teorema. (Green nel piano). Sia R una curva chiusa semplice y = Y(x)
nel piano positivamente orientata regolare a tratti, e sia R la f 1

superficie di cui `e frontiera. Se P e Q sono due funzioni reali di


due variabili reali che hanno le derivate parziali continue su una
regione aperta che contiene R. R
ZZ I
P
dxdy = P dx e
R y R
ZZ I y = Y(x)
2
Q
dxdy = Qdy
R x R
a b x

Dimostrazione. Dimostrazione per domini semplici, nei quali la funzione e le sue derivate sono continue.
ZZ Z b Z Y2 (x) ! Z b I
P P
dxdy = dy dx = [P (x, Y2 (x)) P (x, Y1 (x))] dx = P dx (1)
R y a Y1 (x) y a R
ZZ Z f Z X2 (y) ! Z f I
Q Q
dxdy = dx dy = [P (X2 (y), y) P (X1 (y), y)] dy = Qdy (2)
R x e X1 (y) x e R

Sottraendo poi la prima alla seconda si ottiene:


I ZZ  
Q P
[P dx + Qdy] = dxdy (3)
R R x y
Per esempio il calcolo dellarea di R si ottiene imponendo Q(x, y) = 12 x e P (x, y) = 12 y.
ZZ I
1
AR = dxdy = [xdy ydx] (4)
R 2 R

Domini non semplici e non semplicemente connessi. Il caso di domini non semplici e non sempli-
cemente connessi si riconduce al caso di domini semplici, in seguito allintroduzione di un taglio c nel
dominio, sfruttando la regolarit`a (per ipotesi) della funzione allinterno del dominio. Nel caso di dominio
non semplice, ci si riconduce a due o pi`
u domini semplici a due a due disgiunti, la cui unione `e linsieme non
semplice di partenza. Nel caso di dominio non semplicemente connesso, ci si riconduce al caso di dominio
semplicemente connesso.
Nel caso di dominio non semplice, si ha:

ZZ
P
dxdy = (R = R1 R2 )
R y
ZZ ZZ
P P
= dxdy + dxdy = (l1 = R1 , l2 = R2 )
y R2 y
IR1 I
= P dx P dx = (l1 = 1 c , l2 = 2 c )
l1 l2
Z Z Z Z Z Z (5)
= P dx P dx P dx P dx = P dx = P dx,
1 c c 2 c c

1 2 = R =
I
= P dx

(a) Dominio non semplice R = R1 R2 . Il (b) Dominio non semplicemente connesso R.


taglio c viene percorso in entrambi i versi I contributi calcolati sul taglio sono opposti
e per questo d` a contributo nullo: negli in- e quindi si annullano. Il contorno del dominio
tegrali viene indicato con c quando fa par- R `e costituito da 1 e 2 : si osservi che 1
te del contorno l1 e con c quando fa par- `e percorso in senso antiorario, mentre 2 in
te del contorno l2 e viene percorso nel verso verso orario, concorde con la convenzione che
contrario. il verso positivo di percorrenza del contorno `e
quello che lascia sulla sua sinistra il dominio.
1.2 Due utili lemmi
z

Il prossimo lemma `e alla base dei pi` u rinomati teoremi della di-
vergenza e del gradiente: la dimostrazione di questi due teoremi
si basa su un facile uso ripetuto di questo lemma. Data la facilit`a
ez
di questo lemma e la sua frequente applicazione nella scrittura di
bilanci e in generale di integrazione per parti, `e molto conveniente
ricordarsi questo semplice risultato.
y
Lemma. Sotto le ipotesi del teorema di Green nel piano.
Z I n -e z
A
= Ani x R
V xi S dR

Dimostrazione. Si segue un ragionamento motlo simile a quanto fatto per la dimostrazione del lemma di
Green nel piano. Per A/z:
Z Z Z z=f2 (x,y)
A A
= dzdxdy =
V z R z=f1 (x,y) z
Z (6)
= [A(x, y, f2 (x, y)) A(x, y, f1 (x, y))]dxdy
R

u complicato `e nel passare dallintegrale in (x, y) R allintegrale sulla superficie S, bordo


Il passaggio pi`
del volume V : lelemento infinitesimo dR di area nel piano-xy `e uguale a dR = dxdy; il disegno e la
dimostrazione fanno riferimento a un volume semplice (come nel caso di lemma di Green nel piano, `e
possibile generalizzare i risultati ottenuti per domini di forma generica): `e possibile suddividere la superfice
S nelle due semisuperfici S + : z = f2 (x, y) e S z = f1 (x, y) tali che S + S = S e che la normale, uscente
dal volume, abbia componente in z positiva e negativa rispettivamente (S + : n z > 0, S : n
z < 0). La
superficie elementare dR `e inoltre la proiezione dellelemento di superficie dS sul piano-xy: in generale dS
non sar`a parallela al piano-xy e quindi sar` a maggiore di dR. Non `e difficile dimostrare che
(
dS z n
su S +
dxdy = dR = (7)
dS z n su S

Si pu`o quindi ora continuare nella dimostrazione


Z
[A(x, y, f2 (x, y)) A(x, y, f1 (x, y))]dxdy =
R Z Z
= An zdS + n zdS =
A
S + S
I (8)
= Azn dS =
IS

= Anz dS
S
z

Come il lemma precedente `e alla base della dimostrazione dei


teoremi di gradiente e divergenza, il lemma successivo `e alla base ez
della dimostrazione del teorema del rotore.

Lemma. Sotto le ipotesi del teorema di Green nel piano.


CS
Z I y

[ (A
ei )] n
= Adxi
S
x
dR
R

Dimostrazione. Per A ex , (A
ex ) = A/z ey A/y ez . Si scrive la superficie S in forma parametrica
come: r = x ex + y ey + z(x, y)
ez . Il vettore r/yey + z/y ez `e parallelo alla superficie S e quindi
perpendicolare alla normale n:  
z
0=n e y + e
z (9)
y
Scrivendo [ (A
ex )] n
:
 
A A A z A
[ (A
ex )] n
= y n
e z n
e = + z n
e (10)
z y z y y

Se si riconosce A(x, y, z(x, y))/y = A/zz/y + A/y, si pu`o scrivere:


Z Z Z Z
A A
[ (A ex )] n
= z n
e dS = dxdy = Adx (11)
S S y | {z } R y
dR=dxdy
1.3 Teorema della divergenza, del rotore e del gradiente
Vengono ora elencate le conclusioni dei teoremi della divergenza, del rotore e del gradiente. Non si prester` a
qui molta attenzione alle ipotesi di tali teoremi, ma si ricordi che alcuni accorgimenti devono essere usati nel
caso di domini non semplicemente connessi e che gli oggetti contenuti nei teoremi devono almeno esistere
(vago riferimento alle condizioni di differenziabilit`a dei campi) affinch`e i teoremi siano validi.
Per dimostrare che i due lemmi presentati in precedenza sono utili per davvero, si riportano anche le
dimostrazioni dei teoremi: una volta noti i due utili(ssimi) lemmi, queste dimostrazioni sono immediate,
tanto da occupare una riga soltanto.

Teorema (Divergenza). Si consideri un insieme V Rn compatto delimitato da una superficie liscia S. Se


a (di classe C 1 ) definito in un intorno di V, allora:
A `e un campo vettoriale differenziabile con continuit`
Z I
A= An

V S

P Ai
Dimostrazione. Definizione di divergenza di un vettore in coordinate cartesiane: A = i xi . Si applica
il Lemma 1 a ogni derivata parziale nella sommatoria:
Z Z X I X I
Ai
A= = Ai n i = An (12)
V V xi S S
i i

Teorema (Rotore). In maniera abbastanza generale, sotto le ipotesi dei teoremi precedenti, vale
Z I
[ A] n
= A dl
S

P
Dimostrazione. Si applica il Lemma 2 a ogni componente del vettore A = Ax ex + Ay e
y + Az e
z = i Ai e
i :
Z Z X Z X Z
[ A] n
= [ ( i )] n
Ai e = Ai dxi = A dl (13)
S S i i

Teorema (Gradiente). In maniera abbastanza generale, sotto le ipotesi dei teoremi precedenti, vale
Z I
A =
An
V S

P A
Dimostrazione. Definizione di gradiente di una funzione scalare in coordinate cartesiane: A = i xi e
i .
Si applica il Lemma 1 a ogni derivata parziale nella sommatoria:
Z Z X I X I
A
A = e
i = Ani ei = A
n (14)
V V xi S S
i i
1.4 Campi vettoriali conservativi
R
In alcuni casi lintegrale I = F dl `e indipendente dal percorso di integrazione. Lindipendenza del valore
dellintegrale I da `e strettamente collegata allidea di differenziale
R esatto:
Rb quando I `e indipendente da ,
ma dipende solo dai suoi estremi a, b, si pu` o scrivere I = F dr = a d = (b) (a).
Lindipendenza del valore dellintegrale dal percorso di integrazione ha alcune conseguenze:
H
lintegrale su ogni percorso chiuso `e nullo: l F dr = 0;

il rotore del campo vettoriale `e nullo: F = 0;

il campo F pu`o essere scritto come gradiente di una funzione scalare , che assume il significato di
potenziale: F = .

Le condizioni elencate sono quindi condizioni necessarie per lindipendenza dellintagrale dal percorso di
integrazione. Esse per` o non sufficienti se prese a se stanti. Affinch`e la seconda e la terza condizione siano
anche sufficienti, `e necessario che il dominio sia semplicemente connesso.
Esercizio 1. Dati i seguenti campi vettoriali:
x y y x
F1 = x
+ 2 y
, F2 = x
+ 2 y
(15)
x2 +y 2 x + y2 x2 +y 2 x + y2
Per entrambi i campi:

definire il dominio e disegnare i campi vettoriali;

calcolare il rotore, la divergenza e (se esiste) la funzione t.c. F = ;

calcolare la circuitazione ( = l F t) sulle circonferenze di raggio unitario C centrata in (0, 0) e C 0


H

centrata in (2, 1).

) uscente dalle curve C e C 0 .


H
calcolare il flusso ( = l F n
R
calcolare lintegrale F2 dr su una curva che avvolge due volte lorigine in senso antiorario.

Soluzione
Il dominio dei due campi vettoriali `e R2 \{0}: non `e semplicemente connesso.
Osservazione. A differenza di R2 \{0}, R3 \{0} `e semplicemente connesso (perch`e?).
Grafici...

Rotore: allinterno del dominio il rotore dei due campi vettoriali `e nullo. Infatti, la componente
lungo z `e lunica che pu`
o essere non nulla, poich`e il campo `e definito nel piano xy e dipende solo
da x e y.
F1y F1x 2xy 2xy
= 2 2
+ 2 =0
x y x +y x + y2
(16)
F2y F2x x2 y 2 2xy
= 2 + =0
x y x + y 2 x2 + y 2
Divergenza: allinterno del dominio la divergenza dei due campi vettoriali `e nullo.
(...)
: allinterno del dominio , le funzioni , a meno di una costante (ininfluente) valgono:

1 y
1 = ln(x2 + y 2 ) , 2 = atan (17)
2 x
Ad esempio per il campo F1 , si pu`o scirvere la relazione F = in coordinate cartesiane:
x
= 2
x x + y2
(18)
y
= 2
y x + y2
Integrando la prima in x e la seconda in y:
Z Z
x 1 1
(x, y) = 2 2
dx = d(x2 + y 2 ) = ln(x2 + y 2 ) + f (y)
x +y x + y2
2 2
Z Z (19)
x 1 1
(x, y) = dy = d(x2 + y 2 ) = ln(x2 + y 2 ) + g(x)
x2 + y 2 x2 + y 2 2

dove compaiono le funzioni f (y) e g(x), che tengono conto dellarbitrariet`a dellintegrale di una
derivata parziale: si pensi di fare la derivata parziale delle relazioni appena trovate. Derivando
la prima rispetto a x si ha:
 
1 2 2 f (y) x
= ln(x + y ) + = 2 +0 (20)
x x 2 x x + y2
La derivata fx(y) `e identicamente nulla, poich`e la funzione f (y) non dipende da x.
Da un confronto tra le due forme di , segue che f (y) e g(x) devono essere uguali e costanti:
il valore di questa costante additiva `e comunque ininfluente ai termini della definizione di un
potenziale

Circuitazione su C 0 : entrambi gli integrali calcolati su C 0 sono nulli, poich`e il percorso di inte-
grazione `e una linea chiusa che non circonda lorigine ma una regione semplicemente connessa
nella quale il campo ammette potenziale. In altre parole, C 0 circonda una regione del dominio
che `e semplicemente connessa ed `e possibile applicare direttamente il teorema del rotore, avendo
definito R0 come la parte del dominio interna a C 0 .
I Z
= F t = [ F ] n
=0 (21)
C0 R0
poich`e il rotore `e nullo in tutto e quindi anche in R0 .
Circuitazione su C 0 : C invece circonda lorigine, causa della non semplice connessione del dominio;
una diretta applicazione del teorema del rotore non `e quindi possibile; gli integrali su C devono
essere calcolati e valgono:
I I
I1 = F1 dr = 0 , I2 = F2 dr = 2 (22)
C C

I due integrali possono essere calcolati facilmente in coordinate polari. Lelemento dr sulla
circonferenza di raggio r `e:
dr = rd (23)
I due campi possono essere scritti in coordinate polari come:
1 1
F1 = r , F2 = (24)
r r
Si pu`o notare che il campo F1 , calcolato sul contorno, `e sempre perpendicolare ad esso. Il primo
integrale `e quindi nullo.
Z Z 2 Z 2
I1C = F1 dr =
r d = 0d = 0
C =0 =0
Z Z 2 Z 2 (25)
I2C = F2 dr = d
= d = 2
C =0 =0

Flussi su C 0 : Poich`e R0 (vedi sopra) `e semplicmente connesso, si pu`o applicare il teorema della
divergenza. I flussi di entrambi i campi su C 0 sono nulli, poich`e la divergenza dei due campi `e
nulla in tutto il dominio .
Flussi su C: C invece circonda lorigine, causa della non semplice connessione del dominio; una
diretta applicazione del teorema della divergenza non `e quindi possibile; gli integrali su C devono
essere calcolati e valgono:
I I
C1 = F1 dn = 2 , C2 = F2 dn = 0 (26)
C C
R
Lintegrale di F2 dr vale 4.

Se la circuitazione calcolata sul contorno C vale (2 nel caso dellesercizio), la circuitazione


calcolata su qualsiasi altra curva l che avvolge lorigine una sola volta avr`a lo stesso valore. Infatti,
se viene introdotto il taglio c (invalicabile), si ottiene che il dominio tagliato `e semplicemente
connesso e la circuitazione sul suo contorno (l c C c ) `e nulla, dove con C si `e indicata la
circonferenza percorsa in senso orario. Ricordando che i contributi su c si annullano a vicenda
e che se si inverte il verso di percorrenza di una curva la circuitazione cambia segno:
Z Z Z Z Z Z Z
0= F dr = F dr + F dr + F dr + F dr = F dr F dr (27)
lc C c l c C c l C
R R
E quindi: l F dr = C F dr = .

(a) (b) (c)

Ora il percorso pu` o essere suddiviso nelle curve l1 , l2 . Si pu`o definire ora la curva composta
da l1 e l2 (il verso `e importante!!). Con ragionamenti analoghi a quelli fatti in precedenza:
Z Z Z
0= F dr = F dr F dr (28)
l1 l2 l1 l2

R R
Da questo si ricava che l1 F dr = l2 F dr = . Poich`e lintegrale su `e la somma dei due
integrali, si ottiene:
Z Z Z Z
F dr = F dr = F dr + F dr = 2 = 4 (29)
l l1 l2 l1 l2

(a) P ercorsi di integrazione delleserci- (b) I ntegrale su un percorso non ri-


zio. C avvolge una volta sola in buco ducibile. Il dominio R (in rosa) non
nel dominio, C 0 mai, due volte. `e semplicemente connesso. Si pu` o di-
mostrare che se lintegrale I1 defini-
to su un percorso che circonda una
sola volta il buco
H allinterno del do-
minio I1 = l1 F dr = , allora
lintegrale I definito su che circon-
da N (indice di avvolgimento) volte
il buco
H nello stesso verso di l1 , vale
I1 = l1 F dr = N .

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