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Introduzione
S.
Questa edizione, completamente riveduta e aggiornata, stata ampliata e completa-
Contenuto
ta per risultare adeguata alle recenti normative sul risparmio energetico negli edifici
pubblici e privati. Sviluppa esaustivamente quegli aspetti impiantistici destinati alla-
deguamento degli impianti idrosanitari, di riscaldamento e di climatizzazione nei ca-
i
si in cui, dovendo rinnovare le installazioni, per obbligo di legge occorre intervenire
su tutta la struttura edilizia. Particolare attenzione stata data ai riferimenti che ri-
br
guardano la normativa.
Il manuale diviso in 17 capitoli. Dal capitolo 1 al capitolo 15, il testo segue lo svilup-
Suddivisione
po logico di altrettante aree didattiche. Il capitolo G tratta gli aspetti pi generali. Il ca-
e configura-
li
pitolo K sviluppa a livello pratico il percorso che si deve seguire per la realizzazione
zione degli
degli impianti e le numerose esercitazioni hanno lo scopo di stimolare il lettore a ve-
argomenti
rificare il suo grado di apprendimento. Ciascun capitolo enuncia in apertura un sem-
plice progetto guida, che precede lindice. Il progetto guida ogni volta rappresenta-
se
to graficamente con una sezione delledificio in cui si deve intervenire per effettuare
interventi di natura idraulica, termica, di ventilazione o di condizionamento secondo
i casi. Le esercitazioni e gli esercizi si riconducono sempre al progetto guida, che vie-
ne di volta in volta visto sotto angolazioni diverse.
A ogni capitolo assegnato un pittogramma, disposto sul bordo superiore delle pa-
Es
nato nella sua realizzazione pratica. I principi da ricordare, le formule ed i quesiti po-
sti per il controllo dellobiettivo didattico sono evidenziati in colore. Pi di mille foto-
grafie e disegni in quadricromia, congiuntamente alle numerosissime tabelle ed ai
diagrammi, consentono di elaborare autonomamente lo svolgimento delle esercita-
ht
zioni. I temi sviluppati si concludono sempre con lesecuzione dellordine del cliente.
Due ulteriori esercitazioni servono ad approfondire le nozioni apprese. Nellultimo
capitolo del volume rappresentato un progetto generale in cui si utilizzano i conte-
nuti presentati nellopera.
ig
e fornisce moltissime risposte specifiche agli interrogativi che sorgono durante il ti-
rocinio pratico.
Gli autori e la casa editrice ringraziano anticipatamente tutti i lettori per qualsiasi annotazione critica e
op
Gli autori
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Note del curatore delledizione italiana
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Da quando lhomo sapiens apparso sulla Terra, lo stesso ha costantemente cercato di migliorare le
condizioni fruitive e funzionali delle strutture che ha edificato.
Le civilt pi antiche hanno sperimentato e messo a punto soluzioni tecnicamente avanzate talvolta di
una semplicit disarmante, come i geniali camini a vento e i solai piani aerati e termocompensati idea-
i
ti dalla civilt araba sempre nel tentativo di migliorare il comfort delledificio, ridurre il tasso interno
di umidit, proteggere dalle intemperie, evitare eccessive escursioni termiche.
br
Larricchimento delle conoscenza non solo tecnologica ma altres igienico-sanitaria da un lato, ma so-
prattutto dallaltro, lincremento continuo dei consumi energetici, ha messo in evidenza dei contrasti
che non sono oggi facili da appianare.
Ancora per la generazione di met novecento era frequente andare a dormire in camere non riscaldate
li
e lavarsi al mattino il viso con lacqua fredda. Era maggiormente salutare. Per luomo moderno non ac-
cetta pi questa realt che definisce inaccettabile carenza di comfort.
Un tempo il ricambio dellaria interna alla struttura era almeno parzialmente assicurato dalla scarsa te-
se
nuta dei serramenti perimetrali, e i camini e le stufe provvedevano a svolgere egregiamente la funzio-
ne di estrazione forzata. La necessit di ridurre le dispersioni termiche ha portato a montare solo pi
serramenti a tenuta per obbligo di legge riducendo a zero il ricambio interno daria. Poi si scoper-
to che gli edifici stagni soffrono di SEM cio di sindrome delledificio malato(1) realt che crea scom-
pensi anche gravi a chi vi soggiorna, da quelli psicologici a quelli fisiologici. In conclusione, parrebbe
che, con lultima normativa in vigore, si debba inevitabilmente dotare tutti gli edifici, a partire dalle abi-
Es
tazioni private, di un impianto di aria condizionata, unica soluzione ottimale che concorre a ridurre le
dispersioni termiche e a ricambiare e mantenere pulita e salubre latmosfera interna.
Unobiezione al riguardo pu essere quella di notare che un impianto di condizionamento daria com-
pleto, con trattamento termico, controllo dellumidit ambiente e filtraggio, non solo richiede un di-
spendio energetico che in molti casi non compensa il risparmio conseguente alla minore dispersione
termica, ma ha anche un costo di realizzazione, di ammortamento, di manutenzione e di gestione non
indifferente. Quindi, nella filiera dellesigenza dellindividuo, lo stesso finisce con lessere costretto a
guadagnare di pi per riuscire a consumare meno energia e, con laumento di attivit che lo stesso de-
ve affrontare per poter pagare i consumi dellimpianto di condizionamento, si pu affermare provoca-
toriamente che il divario energetico globale in alcuni casi cresce anzich diminuire.
ht
Se pur vero che nelledificio il condizionamento totale migliora drasticamente la qualit dellaria, non
sbagliato rispolverare quei sani concetti di vita del passato che tempravano anche fisiologicamente
la persona e che erano non solo parsimonia, ma anche lindossare calzini e maglione di lana se din-
verno si sente pi freddo in casa durante la digestione, anzich portare i termostati a 25 C, perch il
tecnico, per quanto riguarda limpiantistica, oggi non pu pi applicare soluzioni alternative che non
ig
Si cercato di conservare con attenzione i pregi didattici del testo originale, pragmaticamente elementa-
re (seppure con qualche pagina discretamente impegnativa). Nelle esercitazioni pi complesse, al letto-
re richiesto (anche se in modo non esplicito) di fare uno sforzo di approfondimento consultando testi
yr
collaterali, siti internet, manuali tecnici, positivo stimolo a proseguire nellacquisizione di conoscenza.
I numerosi richiami ai testi di legge tedeschi sono stati tutti riallineati con la legislazione italiana e le
Norme DIN (sempre pi frequentemente coincidenti con le Norme EN) seppure in qualche caso conser-
vate, sono state sostituite con quelle corrispondenti UNI-CIG o UNI-CEI.
op
GEB
1)
Un esaustivo approfondimento sullargomento trattato nel volume dellautore Progettazione senza barriere, Napoli, Siste-
mi Editoriali, 2004.
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i
Capitoli
S.
Progetto guida
i
br
li
se
Es
Esempio di installazione
2a 9 Generatori di calore
di rete idrica
Impianti di alimentazione
yr
i
4 La manutenzione degli impianti 12
del combustibile
Limpianto domestico
5 13 Impianti di trattamento dellaria
di acqua potabile
op
Riparazione e manutenzione
6 Impianti di scarico 14
degli impianti
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7 Impianti di riscaldamento
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Heat distribution systems
i
7.3 Corpi scaldanti Heating surfaces
br
7.4 Rubinetterie per uso termico
Heater system fittings
7.5 Montaggio degli impianti
Installation of heating systems
li
7.6 Rappresentazione grafica
Presentation of heat distribution systems
7.7 Calcolo degli impianti
se Calculations for heat distribution systems
7.8 Esecuzione dellordine
Solution for the customer
7.9 Esercitazioni didattiche
Es
Learning situations
Progetto guida
Signora Bianchi,
via Nazionale, 75 - Milano
Tel. + Fax 02.1234567
ht
Motivo
La famiglia Bianchi vorrebbe riscaldare il riposti-
glio situato al pianterreno, per usarlo come stanza
da bricolage.
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7.1 Sistemi di distribuzione
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7 Impianti di riscaldamento
Limpianto di riscaldamento non solo ci protegge ai vani riscaldati attraverso le tubazioni di alimen-
dalle avverse condizioni climatiche, ma svolge an- tazione termica. Lacqua cede allambiente il suo
che un ruolo protettivo delledificio in cui installa- calore e viene ricondotta al generatore termico at-
S.
to. Il riscaldamento degli edifici oggi orientato traverso le tubazioni di ritorno.
verso i sistemi centralizzati, che presentano note- La trasmissione di calore nei vani avviene median-
voli vantaggi di economia energetica rispetto al ri- te irraggiamento e convezione (fig. 1).
scaldamento individuale in quanto: Secondo le esigenze e la conformazione delledifi-
si usa una sola caldaia nelledificio, con migliore cio, si pu avere la concomitanza di due o pi si-
utilizzo energetico; stemi diversi, ad esempio: nei locali principali del-
i
permette economia di spazio e riduce i problemi labitazione una caldaia per la produzione di acqua
di manutenzione; calda termica e sanitaria, nel sottotetto mansarda-
br
col sistema di contabilizzazione individuale la- to una pompa di calore e in tavernetta un caminet-
scia la stessa libert di gestione del sistema a to a legna.
caldaiette individuali.
Il riscaldamento centralizzato ha anche degli svan- 7.1 Sistemi di distribuzione
taggi:
li
maggiori costi di acquisto; Il sistema a caldaia e termosifoni pu essere realiz-
se la caldaia si guasta, si interrompe il riscalda- zato con:
mento dellintero edificio; sistema monotubo;
se una o pi unit condominiali rimangono disabi-
se sistemi a due tubi;
tate difficile ottenere dai proprietari la garanzia di sistema con ricircolo localizzato (caso degli al-
una temperatura minima di mantenimento. berghi).
I riscaldamenti centralizzati possono essere suddi-
visi secondo varie caratteristiche (tabella 1). 7.1.1 Distribuzione discendente
Es
Il mezzo portatore di calore, in genere lacqua, vie- La distribuzione discendente si ha quando il gene-
ne riscaldato in un generatore di calore e condotto ratore termico sistemato alla sommit delledifi-
cio su un terrazzo o nel sottotetto. Le colonne di
distribuzione sono in questo caso discendenti. Dal
Tabella 1: Suddivisione dei sistemi momento che lacqua calda tende a risalire nei tubi
di riscaldamento centralizzato perch pi leggera di quella fredda, il sistema ri-
Caratteristica chiede per il funzionamento luso di pompe di ricir-
Tipi di impianto termico colo (fig. 1). La caldaia montata sullultimo solaio
distintiva
di calore
Circolazione Circolazione forzata (a pompa),
circolazione a gravit (obsoleta)
Pressione Impianto chiuso, aperto
yr
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Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
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7.1.2 Distribuzione ascendente Il sistema contempla il montaggio di valvole a due
vie su ciascun elemento scaldante, in modo da non
Nella distribuzione ascendente le colonne partono
interrompere il flusso dellacqua quando si esclude
dal seminterrato, dove posizionato anche il gene-
dal circuito uno degli stessi (fig. 3).
ratore di calore. Un tempo si usava la circolazione
naturale dellacqua calda che man mano, scaldan- indubbio che leconomia che si ottiene rispar-
S.
dosi, sale per differenza di densit verso la sommi- miando la posa di un tubo non compensa affatto il
t delle colonne. Attualmente la circolazione for- maggior costo di installazione di elementi con
zata per mezzo di pompe di ricircolo (fig. 1). maggiori dimensioni, anzi certo che la spesa
complessiva per realizzare limpianto risulter
maggiore. Ladozione di una doppia tubazione di
7.1.3 Riscaldamento a due tubi
rame la giusta soluzione.
i
Nel riscaldamento a due tubi, lacqua calda scorre
dal generatore di calore verso i corpi scaldanti e ri-
br
torna in caldaia attraverso una tubazione di ritorno
separata dalla prima. D
N
La doppia tubazione permette di usare meno ener- 15
W
gia per pompare lacqua calda in tutto limpianto, 00 16
17 00
perch le resistenze dattrito sono minori. Un ulte- 5 W
aia
li
Cu 4
riore vantaggio dato da una temperatura pi uni- ld e 15
Caural x1
forme dellacqua calda che raggiunge i corpi scal- m W
50
danti (fig. 1). 10
C W
55 00
se 1
17
C 3
70
98
0
W m
2 9,5
=3
Es
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7.1 Sistemi di distribuzione
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Lefficienza di trasmissione termica di un corpo opaco perch in questo modo emettono il maggior
scaldante in funzione del colore della sua super- flusso termico per unit di superficie, a ogni lun-
ficie, per un principio fisico ampiamente sperimen- ghezza donda per ogni data temperatura.
tato e noto dalla met del diciannovesimo secolo.
Di solito, i termosifoni si dipingono con tinte chia- 7.1.5 Riscaldamento autonomo
S.
re. In realt, dovrebbero essere tutti dipinti di nero Nel riscaldamento autonomo il generatore termi-
co una caldaia murale che pu produrre acqua
calda sanitaria e termica. Limpianto di distribu-
zione in questo caso orizzontale ed allacciato
ai vari corpi scaldanti dellappartamento. Attual-
mente si usa il sistema di circolazione a due tubi o
i
ad anello o a stella.
In alternativa ai termosifoni si possono alimentare
br
zoccoli scaldanti o pavimenti termici ottenuti mon-
tando i tubi nudi sotto uno speciale battiscopa o una
Figura 1: Raccordi di aspirazione serpentina nel massetto sotto il pavimento (fig. 4).
li
se
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Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
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I tubi di rame, plastica e materiale composito ven- satura radiale, o la tecnica a manicotto scorrevole
gono usati prevalentemente nelledilizia civile. Esi- per la pressatura assiale (figg. 1 e 2).
stono in forma rigida per tubazioni montanti e fles- Nei tubi di rame consueta la giunzione mediante
sibile per posa su massetto. I tubi coibentati riduco- brasatura tenera o dura. Utilizzando raccordi e ma-
no le dispersioni termiche nei transiti non protetti. nicotti conformati si usa in genere la brasatura te-
S.
Come tecniche di giunzione di questi tipi di tubi si nera. Per gli impianti a pannelli solari, a causa del-
usano di solito giunzioni a pressione, come la pres- le maggiori temperature desercizio, prescritta la
brasatura dura (fig. 3).
Solo gli allacciamenti alla caldaia, ai distributori, al-
le pompe e ai corpi scaldanti vengono realizzati
con raccordi avvitati (fig. 3).
i
Il tubo di rame posato anche nudo e fissato su
supporti (non troppo distanziati per evitare un
br
eventuale festonamento che si produce nel corso
del tempo) nel tempo risulta particolarmente poco
invasivo. Si pu facilmente anche verniciare con
colori a scelta.
li
se
Es
Esercitazioni
1 Con quali caratteristiche distintive possibile va-
lutare e suddividere gli impianti di riscaldamento
ht
centralizzato?
2 Con quale disposizione del generatore termico
utile la distribuzione discendente?
3 Con laiuto di uno schizzo, spiega il concetto di
ig
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7.2 Pompe di ricircolo
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7.2 Pompe di ricircolo 7.2.2 Tipo e funzionamento delle pompe
Le pompe di ricircolo sono necessarie per garanti- Come pompe di ricircolo nel civile si usano pompe
re la circolazione costante dellacqua calda negli centrifughe (fig. 1) (le pompe a secco sono usate
impianti termici, affinch tutti i corpi scaldanti dia- nei grandi impianti). Le caldaie individuali nei pic-
coli impianti sono dotate di pompa di ricircolo in-
S.
no il riscaldamento previsto dal calcolo del carico
termico. tegrata nellapparecchiatura. Negli impianti con-
dominiali si usa montare due pompe (gemellari),
7.2.1 La circolazione con pompa di ricircolo per garantire la continuit di funzionamento nel
caso se ne guasti una.
Nel sistema di riscaldamento a gravit, ormai ob-
soleto, lacqua calda circolava solo grazie alla diffe-
i
renza di densit tra lacqua pi calda di alimenta-
zione e lacqua pi fredda di ritorno.
br
Nel sistema dotato di pompa di ricircolo, la circola-
zione dellacqua viene sollecitata meccanicamente
in modo indipendente dalla temperatura di que-
stultima:
li
sono possibili maggiori forze di circolazione;
diametri minori dei tubi portano a risparmi di co-
sti nellinstallazione e coibentazione;
minori temperature di alimentazione riducono le
perdite di calore dellimpianto;
se
un minore contenuto dacqua della rete consen-
te una regolazione rapida;
una programmazione libera consente la disposi-
zione ottimale dei corpi scaldanti, lunghi tratti di
Es
Figura 1: Pompa centrifuga per piccole portate Figura 3: Pompe di ricircolo gemellari
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Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
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7.2.3 Montaggio della pompa di ricircolo
Il punto di montaggio della pompa di ricircolo e
quello del polmone (serbatoio di espansione) influi-
scono sulla distribuzione della pressione. La pres-
sione dellimpianto deriva da tre pressioni singole:
S.
la pressione conseguente allaltezza dellimpian-
to (pressione idrostatica);
la pressione prodotta dal polmone (pressione
statica);
la pressione desercizio della pompa (pressione
dinamica).
i
La pressione della pompa fa aumentare come so- Figura 2: Montaggio della pompa a ricircolo sul ritorno
br
vrapressione positiva quella presente nellimpian-
to sulluscita della pompa stessa. Sullaspirazione Lalbero della pompa deve essere sempre posizio-
si genera di conseguenza una pressione negativa. nato orizzontalmente per assicurare il raffredda-
Il punto zero della pressione prodotta dalla pompa mento del rotore e la lubrificazione ad acqua dei
si viene a trovare in corrispondenza del raccordo cuscinetti del rotore. Per questo, la pompa potr
li
del serbatoio di espansione a membrana. La pom- essere messa in funzione solo dopo aver riempito
pa di ricircolo viene montata principalmente alli- limpianto.
nizio della mandata dellimpianto, perch in que- Da ricordare
se
sto modo in grado di contribuire al ricircolo nel- Lalbero della pompa deve sempre essere orizzontale.
lintero impianto. In particolare, il montaggio sul- La pompa di ricircolo non deve mai girare a secco.
luscita impedisce laspirazione daria, con le rela-
tive conseguenze negative, come la corrosione e 7.2.4 Scelta delle pompe
la rumorosit (fig. 1).
I valori determinanti per la scelta della pompa sono:
Se si posiziona la pompa sul ritorno e a monte del
Es
Nel caso delle pompe gemellari il montaggio deve questo viene rappresentato mediante curve carat-
prevedere la possibilit di smontare una delle due teristiche.
pompe lasciando in esercizio laltra. Sullasse verticale (ordinate) si riporta laltezza di
alimentazione H in m o la pressione di alimentazio-
ht
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7.2 Pompe di ricircolo
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La resistenza di attrito del tubo dipende dalla sezio- in pratica si verifica una variazione di prestazione
ne interna, dalla ruvidit della sua parete e dalla che pu essere trascurata in sede di calcolo (fig.
lunghezza del circuito. La perdita di pressione nel 3). In questo caso sarebbe errato scegliere una
fluido che scorre dipende anche dalla sua tempera- pompa pi piccola.
tura e dalla viscosit e velocit di flusso. Se si mo-
S.
difica il flusso volumetrico, ad esempio aprendo o
chiudendo le valvole termostatiche, la velocit di
flusso cambia in modo lineare e la resistenza di at-
trito del tubo cambia al quadrato. Come curva ca-
ratteristica, si ha una parabola (fig. 1).
Da ricordare
i
Se il flusso di alimentazione della rete viene dimezzato,
laltezza di alimentazione richiesta scende a un quarto.
br
Se il flusso di alimentazione raddoppia, laltezza di ali-
mentazione aumenta al quadrato.
Il punto di lavoro della pompa determinato dal- Figura 3: Punto di lavoro della pompa
lintersezione della linea caratteristica della pompa
li
con quella dellimpianto. Si ha quindi un equilibrio
tra la potenza della pompa e il consumo di potenza 7.2.5 Pompe di riscaldamento modulabili
della rete. Il flusso volumetrico massimo che la Gli impianti di riscaldamento sono di norma cal-
pompa deve produrre nel punto di lavoro previsto colati tenendo conto delle temperature pi sfa-
dipende dal carico termico delledificio (fig. 1).
se
vorevoli. La potenza delle pompe viene determi-
nata tenendo conto di questo, ma anche della lo-
ro capacit di compensare le perdite di pressio-
ne inevitabilmente presenti in tutti gli impianti
termici.
Es
Se il punto di lavoro viene a trovarsi fra due curve questo modo, con la diminuzione della quantit ali-
ottimali di funzionamento della pompa, si sceglie il mentata anche la pressione di alimentazione dimi-
valore inferiore. nuisce, contribuendo a ridurre notevolmente la ru-
La scelta non comporta malfunzionamenti, perch morosit e il consumo di corrente.
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Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
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Per poter adattare meglio la pompa di ricircolo al- Da ricordare
limpianto termico, si distinguono varie regolazio- Secondo la normativa, per le pompe a ricircolo negli
ni di pressione differenziale. Ad esempio, si pos- impianti termici centralizzati con potenza termica oltre
sono scegliere: 25 kW prescritta una regolazione di potenza auto-
la regolazione della pressione differenziale con matica, con almeno tre livelli. Per risparmiare energia,
S.
valore nominale di pressione differenziale co- le pompe regolate dovrebbero essere montate anche in
stante (p-c), soluzione che viene usata molto impianti pi piccoli.
spesso. adatta specialmente per impianti a
doppio tubo con piccola resistenza della tubazio-
ne rispetto alla resistenza di flusso delle valvole;
la regolazione della pressione differenziale con
i
valore nominale di pressione differenziale varia-
p-v) adatta a impianti a doppio tubo con
bile (
br
tubazione equilibrata. La resistenza della tuba-
zione dovrebbe corrispondere allincirca alla re-
sistenza di flusso delle valvole termostatiche.
Questa caratteristica di regolazione rappresenta i
punti di lavoro pi frequenti di una pompa rego-
li
lata durante un periodo di riscaldamento e offre
un risparmio energetico ottimale (fig. 1).
se
Es
La pompa regolata non ha una linea, ma un campo tivo delle pompe a ricircolo di uguale potenza
caratteristico, secondo il quale viene scelta la pom- idraulica nelle classi da A a G, secondo il fabbiso-
pa. Per la regolazione, si pu indicare nel display gno crescente. Il fabbisogno medio D corrisponde
laltezza di alimentazione calcolata (figg. 2 e 3). al 100% (fig. 4).
ig
> 140 %
140 %
120 %
yr
100 %
80 %
60 %
< 40 %
op
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7.3 Corpi scaldanti
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Esercitazioni punto di vista della tecnica del riscaldamento, que-
1 Indica i tipi di pompa usati come pompe a ricircolo. sto procedimento non economico, perch ogni
2 Come funziona una pompa a ricircolo per riscal- grado di maggiore temperatura ambiente richiede
damento? circa il 6% di energia in pi (fig. 2).
3 Spiega i concetti: curva caratteristica della pompa
S.
e della rete e punto di lavoro dellimpianto.
4 Spiega perch negli impianti di maggiori dimensio-
ni si adotta la regolazione di potenza automatica.
i
br
Figura 2: Cessione termica delluomo
li
Per evitare sensazioni di disagio causate da ecces-
sivo irraggiamento termico, gli elementi termici
Figura 1: Diagramma di una pompa vengono disposti contro le pareti esterne o sotto le
se
finestre. In questo modo, il calore viene condotto
7.3 Corpi scaldanti verso la persona mediante irraggiamento dalla
Le superfici termiche possedute dai corpi scaldanti stessa direzione in cui viene ceduto il calore alle
servono a trasmettere il calore dallacqua calda al- superfici fredde delle finestre (fig. 3).
lambiente, per ottenere una temperatura interna Lelemento termico disposto sotto la finestra ester-
na con il suo flusso di calore impedisce che laria
Es
Se la cessione di calore troppo scarsa, si sente ca- Laria dellambiente, riscaldata dallelemento termi-
lore e si suda eccessivamente. Se la cessione di ca- co, per la differenza di temperatura e densit sale
lore troppo alta, si ha freddo. Una maggiore ces- verso lalto, si raffredda a contatto con le superfici
sione di calore pu essere causata dalla permanen- rivolte verso lesterno, pi fredde, e si dispone a
strati. Se lelemento termico disposto su una pa-
op
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Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
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stra e a destra. Sono resistenti alla corrosione, pe-
santi e di lenta regolazione. Nelle costruzioni mo-
derne sono meno usati (fig. 3).
Lesempio di denominazione di un radiatore in
ghisa con 18 corpi, altezza 580 mm e profondit
S.
110 mm : 18 580 110. La lunghezza di un ele-
mento 60 mm.
i
Figura 1: Corpo scaldante posto sulla parete interna
br
7.3.2 Tipi di corpi scaldanti
Sono in commercio molti tipi di corpi scaldanti e
relative forme. La maggior parte di essi regolata
li
della norma EN 442. Secondo il tipo e il materiale,
sono ammessi per temperature di alimentazione fi-
no a 120 C e con livelli di pressione da 6 a 10. Si di-
stinguono: Figura 3: Radiatore di ghisa grigia
radiatori a corpi separati;
se
corpi scaldanti piatti;
I radiatori realizzati con una piastra dacciaio sono
forme speciali;
realizzati in lamiera imbutita con saldatura per
convettori.
punti o continua. I radiatori non dovrebbero supe-
I corpi scaldanti separati sono formati da elementi rare i 20 elementi. Si possono regolare pi facil-
Es
prodotti ciascuno singolarmente. Vengono monta- mente e rapidamente, ma hanno una durata mino-
ti con: re di quella dei radiatori in ghisa. Nelledilizia civile,
un numero specifico di corpi n, che indica la lar- il loro uso sempre pi raro, a vantaggio dei corpi
ghezza frontale totale L; in leghe leggere.
unaltezza N, da cui deriva la distanza recipro- Lesempio di denominazione 22 600 160 indica
ca N; un radiatore in acciaio con 22 corpi, altezza 600
una profondit T (fig. 2). mm e profondit 160 mm. La lunghezza di ciascun
La loro prestazione termica costituita per circa 2/3 elemento 50 mm (fig. 4).
da convezione e 1/3 da irraggiamento.
ht
L
ig
N
H
yr
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7.3 Corpi scaldanti
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I radiatori in tubo di acciaio si ricavano da tubi o tre elementi paralleli con la parte anteriore liscia
dacciaio di precisione. Sono realizzati con pro- o profilata. Per aumentare il flusso di calore, ven-
fondit da 65 a 225 mm (da 2 a 6 colonne) e altez- gono applicate a saldatura lamiere di convezione
ze da 190 mm a 3000 mm. In questo modo, i ra- in forma trapezoidale. La denominazione del tipo
diatori possono essere adattati esattamente al indica il numero delle lastre e delle lamiere di con-
S.
carico termico e alle condizioni spaziali dellam- vezione combinate (tabella 1).
biente. Questi radiatori possono essere realizzati Con laumento del numero delle lamiere aumenta
anche in forma ricurva o angolare e servono co- anche la prestazione termica e da puro calore di ir-
me elementi di arredo di design, montati anche raggiamento si trasforma in calore da convezione
staccati da una parete. con una percentuale di irraggiamento. Gli elemen-
Lesempio di denominazione 28 750 105 indica: ti termici piatti vengono forniti in genere con rive-
i
28 elementi, altezza 750 mm, profondit 105 mm, 3 stimenti superiori e laterali, il che conferisce loro
colonne). Queste misure non sono possibili nei ra- un aspetto piacevole, e vengono spesso usati nelle
br
diatori in ghisa o in acciaio a piastra, ma solo per abitazioni. Lesempio di denominazione di un ele-
radiatori in tubo di acciaio. La lunghezza dellele- mento termico piatto a 2 serie/file con 2 lamiere di
mento 46 mm (fig. 1). convezione, altezza 500 mm e lunghezza 1,5 m : ti-
po 22 500 1500 (fig. 3).
li
Tabella 1: Tipi di corpi termici piatti
Tipo di elemento
se 10 11 21 22 33
Numero delle
1 1 2 2 3
lastre termiche
Lamiere di convezione 0 1 1 2 3
Es
50
167
07-Installazione(156-203)_print 17-11-2008 15:41 Pagina 168
.
A
Capitolo 7 Impianti di riscaldamento
p.
Nei radiatori termici piatti la valvola di comando e
Da
il detentore sono montati in fase di produzione. Le-
ch
sc
ventuale termostato pu essere montato successi-
hr
g
vamente (fig. 4, pag. 167).
e
Sono prodotti parecchi altri corpi scaldanti specia-
S.
li, in genere realizzati con tubo dacciaio in varie
forme e dimensioni. Per esempio i seguenti.
i
come specchi, attaccapanni e ripiani.
br
Corpi scaldanti per bagno definiti commercialmen-
te anche scalda-asciugamani o termoarredi per te-
nere caldi e asciutta la biancheria da bagno.
li
(ad esempio, acciaio inox) o con dimensioni spe-
ciali (fig. 2).
168