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(riproduzione originale di un passo della lettera anonima ricevuta dal quotidiano La Nazione il
20 settembre 1985, per alcuni attribuibile al Mostro)

IL MOSTRO E LA LEGGE DI MURPHY


(Ipotesi sulla dinamica dellomicidio di Antonella Migliorini e Paolo Mainardi, avvenuto il 19
giugno 1982 a Baccaiano di Montespertoli)

PREMESSA
La vicenda del cosiddetto Mostro di Firenze colpisce sia per la drammaticit che
per lincredibile spessore criminale, ma anche per limmensa quantit di energie,
uomini e mezzi che ha coinvolto e, non da ultimo, per i risultati a mio avviso
contraddittori e lacunosi delle indagini e del suo epilogo giudiziario.

Ricorder brevemente che, dopo anni dedicati a perseguire la cosiddetta pista


sarda, con numerosi arresti e altrettante scarcerazioni, linchiesta pass dal
giudice Rotella che si serviva della collaborazione dei Carabinieri al giudice Vigna
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che invece si appoggiava alla Polizia di Stato. Questultimo abbandon la pista


sarda e, dopo alcuni anni di indagini infruttuose, arriv a perseguire Pietro
Pacciani, condannato allergastolo in prima istanza e poi assolto in appello. In
attesa che il processo dappello fosse ripetuto per tenere conto di una serie di
nuove testimonianze fornite da Giancarlo Lotti e altri, Pacciani mor in circostanze
poco chiare. Le nuove testimonianze, per, disegnavano uno scenario in cui non si
muoveva il solo Pacciani omicida solitario, bens una congrega criminale che la
stampa ribattezz Compagni di merende, formata dallo stesso Pacciani, Vanni e
Lotti. Questi ultimi due che furono condannati in via definitiva, ma solo per quattro
degli otto duplici omicidi.

La giustizia ha quindi ammesso formalmente di non avere prove per stabilire chi
abbia commesso gli altri omicidi della serie, nonostante il fatto che, per tutti, fu
usata sempre la stessa pistola. Gi questa una contraddizione plateale.

Nel processo emerse pure lesistenza di un livello superiore, sul quale il giudice
invit esplicitamente gli inquirenti a proseguire le indagini. Questultimo filone
dellinchiesta port allincriminazione del farmacista Francesco Calamandrei, che
in collaborazione con il medico Francesco Narducci e altri avrebbe costituito il
cosiddetto livello superiore.

Narducci, nel frattempo, era morto assassinato nel 1985, anche se la famiglia cerc
di far passare il tutto come un incidente, facendo nascere lequivoco del doppio
cadavere. In ogni caso Calamandrei fu assolto definitivamente da ogni addebito.
Per cui oltre a non sapere ufficialmente chi siano stati gli autori di quattro degli
otto delitti, non sappiamo nemmeno da chi fosse formato questo livello superiore
sul quale il giudice aveva invitato a proseguire le indagini.

Quindi una soluzione giudiziaria a dir poco parziale e confusa, che ha aperto pi
interrogativi di quanti ne sia riuscita a chiuderne.

Fra i vari delitti del MdF (cos abbrevier nel testo la dicitura Mostro di Firenze)
quello che sicuramente mi ha colpito di pi avvenuto a Baccaiano di
Montespertoli il 19 giugno 1982. Non tanto per la ferocia, anzi si pu dire che sia
stato meno cruento di altri, se non altro perch in questo caso non avvennero le
terribili escissioni di parti anatomiche femminili che invece ebbero luogo in altri
delitti della serie, ma perch la sua dinamica apparve da subito strana e
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incomprensibile, tanto che un giornalista lo defin suggestivamente un enigma


avvolto in un mistero.

La tesi ufficiale degli inquirenti, che riferir di seguito, mi parve subito un po


abborracciata, fatta quadrare a forza, come se la scoperta dellesatta dinamica di
un omicidio fosse un esercizio superfluo che non rivestiva particolare importanza.

Partecipando poi al Forum di discussione online Il Mostro di Firenze, nel 2010


ebbi modo di leggere una monografia su questo omicidio, redatta da un iscritto che
ha lo pseudonimo De Gothia, il quale sicuramente uno dei pi acuti e preparati
mostrologi in circolazione.

Fu la sua ricostruzione, intitolata Il rasoio di Occamacconi (ovvero La Notte dei


Salami) che accese ancora di pi i miei dubbi latenti sulla veridicit della versione
ufficiale. proprio sui dettagli illuminanti che conteneva tale scritto che mi sono
basato per giungere a formulare alcuni scenari alternativi.

Il 28 febbraio 2010 scrissi una monografia sullargomento, nella quale suggerivo


unipotesi ben precisa e la sottoponevo al giudizio del suddetto forum. Ne ebbi
molti riscontri, suggerimenti e critiche costruttive. Diversi forumisti in possesso di
unauto simile alla Fiat 147 del Mainardi fecero delle prove pratiche sulla base
della mia teoria (che, come leggerete pi avanti, presupponeva uno spostamento
dellauto avvenuto tramite la sola azione del motorino di avviamento) e
confermarono che effettivamente lauto si muove senza problemi. Fu
unimportantissima conferma pratica a unintuizione che era stata soltanto teorica.
Per chi volesse leggere questi interventi, rimando ai post di Trevanian e Rover
in questa pagina del forum: http://mostrodifirenze.forumup.it/post-19567-mostrodifirenze.html.

Per quanto riguarda la posizione dei bossoli, un perito balistico iscritto al forum
(Henry62) ha osservato, in base a prove empiriche, che i bossoli della Beretta di
quel modello vengono espulsi a destra/ indietro con distanze che vanno grosso
modo da un metro fino a di 3,8 metri (http://mostrodifirenze.forumup.it/post-11589-
mostrodifirenze.html) e questo andr ricordato quando parleremo del posizionamento
dei bossoli ritrovati sulla scena del delitto. Furono fatte anche prove balistiche da
un aderente al forum che ha una vasta competenza in materia balistica (mk108),
che mi costrinsero a rivedere una parte della mia teoria e anche di questo
parleremo approfonditamente in seguito.
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Ringrazio perci tutti i membri del Forum Il Mostro di Firenze, quelli che ho
test citato individualmente e innumerevoli altri che, con i loro contributi di idee
ed esperienze, mi hanno dato spunti interessanti per elaborare se non la soluzione
del caso (sarebbe presuntuoso crederlo) almeno la possibilit di presentare alcune
proposte interessanti sulle quali riflettere.

Il titolo di questo mio modesto lavoro fa riferimento in modo ironico alla famosa
legge di Murphy (Se qualcosa pu andar male, andr male) perch ritengo
che nellazione criminale di Baccaiano, il mostro sia stato imprudente, folle e in un
certo senso sfortunato. Peccato che la sua fortuna non sia coincisa con la fortuna
dei due ragazzi, nel senso che nonostante gli errori commessi dal mostro, Paolo e
Antonella non uscirono vivi da quellavvenimento. Per parte mia, non avendo
ambizioni di copyright su questa opera, mi limiter a firmarla con lo pseudonimo
che uso solitamente nei forum di discussione a cui partecipo: Accent.

Sarebbe stato bello aver potuto leggere su questo episodio non soltanto quello che
disponibile pubblicamente ma anche i verbali di polizia, le perizie tecniche e tutti
gli altri documenti riservati che sono stati redatti dagli inquirenti, ma purtroppo
non mi concesso farlo.

Concludo dedicando questa monografia ad Antonella Migliorini perch, come


cercher di dimostrare pi avanti, questa giovane e sfortunata ragazza secondo me
ha dimostrato un coraggio fuori del comune, anche se purtroppo non bastato a
salvare n la sua vita, n quella dellamato Paolo.

ACCENT
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Lo scenario

In alto, Via Virginio Nuova comera il giorno dopo il delitto, con auto dei
Carabinieri ferme per i rilievi del caso e, sotto, com oggi. La piazzola
cerchiata in rosso. Sullo sfondo la piega della strada, in direzione Fornacette.
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IL LUOGO DEL DELITTO

Una minuscola piazzola di sosta lungo Via Virginio Nuova, a circa 1 km di


distanza dallabitato di Baccaiano, nel Comune di Montespertoli (FI). La piazzola
poteva ospitare una sola auto e quindi offriva un minimo di intimit a una coppia
che vi si volesse appartare, anche se praticamente a ridosso della strada. Forme e
dimensioni della piazzola vennero alterate nei mesi successivi allomicidio.
Secondo una ricognizione effettuata dal forumista De Gothia nel luglio 1982, la
piazzola, profonda circa 6 metri, terminava con un viottolino che scendeva fino al
torrente Virginio.
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Le due foto sovrastanti presentano la piazzola comera nel giugno 1982 . Nella
prima i curiosi che si affollarono sul luogo il giorno dopo dellomicidio. Nella
seconda si vede un mazzo di fiori posti da una mano pietosa .

Qui sopra la piazzola comera nel 2008.


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Ecco comeera la piazzola di recente, nel 2010, in versione estiva (foto a sinistra) e invernale (foto a
destra). Gli alberi dalto fusto cresciuti nei 28 anni che separano le immagini del 1982 da quelle del
2010, oggi impedirebbero a unautomobile di parcheggiare perpendicolarmente alla carreggiata
come fece Paolo Mainardi e addirittura lo spazio rimasto ormai cos esiguo che perfino un
parcheggio parallelo alla carreggiata appare difficile, mentre era possibile nel 2008.

DATA, ORARIO E CONDIZIONI METEO

Era il 19 giugno 1982, alle ore 23:45 circa, in una notte di novilunio. La giornata
era stata calda, 30 C, ma in serata aveva rinfrescato e a quellora la temperatura
era di 19 C. Cera un po di vento, ma non pioveva.

LE VITTIME

Paolo Mainardi di 22 anni e Antonella Migliorini di 20 anni, fidanzati e legati


sentimentalmente fin dalladolescenza. Erano inseparabili, tanto che gli amici li
avevano soprannominati la coppia Vinavil.
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Paolo Mainardi, 22 anni, veniva da una famiglia contadina, che lavorava per la
fattoria di Aliano, poco distante da Montespertoli. Lui faceva loperaio in
unofficina meccanica di San Pancrazio e nel tempo libero aiutava nella fattoria,
poich il padre era deceduto lanno prima. Antonella Migliorini,19 anni, abitava a
Montespertoli, in Via Mandorli, e faceva la cucitrice presso la ditta di biancheria
intima Anna di Montespertoli. I fatti del mostro lavevano impressionata molto ed
era stata lei a volere che i due si appartassero in un luogo apparentemente pi
sicuro, cio al margine di una strada abbastanza trafficata. Quella sera erano stati a
cena nella casa di Leopoldo Pescini, un amico di famiglia, adiacente alla casa di
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Aliano. I due ragazzi erano allegri e Antonella particolarmente contenta per aver
perso qualche chilo. Aveva appena acquistato un costume da bagno nuovo che,
secondo i piani, avrebbe indossato il giorno dopo in quanto era in progetto una gita
al mare. I due ragazzi lasciarono la casa dellamico verso le 22:30, dicendo che
sarebbero andati a fare un giro in paese. Forse fecero davvero una puntatina a
Montespertoli o forse si diressero subito verso la piazzola. I due fidanzati stavano
per acquistare o avevano gi acquistato la loro abitazione coniugale e il
matrimonio era imminente. I sostituti procuratori Izzo e Della Monica
interrogarono a lungo parenti e conoscenti dei due giovani per verificare se
esistessero legami di qualche tipo con le vittime degli omicidi precedenti e per
sapere se per caso Antonella fosse stata importunata da qualcuno negli ultimi
tempi, ma queste indagini si rivelarono infruttuose.

I funerali di Paolo e Antonella a Montespertoli.

LAUTOMOBILE
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I due fidanzati erano a bordo di una Fiat 147 (una versione spartana della Fiat 127),
prodotta in Brasile. In Italia ne furono venduti pochi esemplari, almeno in rapporto
alla sorella nostrana, la Fiat 127. Sulla 147 e su ci che accadde quella notte
nacquero molti quesiti: come si sollevavano i sedili per accedere al divano
posteriore? Come funzionava il blocchetto di accensione? Perch il mostro ha
sparato ai fari anzich limitarsi a spegnerli tramite linterruttore?
Per rispondere a questi quesiti ho dovuto trovare un manuale della 147.
in portoghese ma un amico lusitano mi ha aiutato nella traduzione.
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Cominciamo dai sedili. Lo schienale era reclinabile allindietro, ma non in avanti,


quindi per accedere al divano posteriore bisognava sollevare lintero sedile come si
vede nella foto:

Nel modello base lo schienale era fisso ma nel modello importato in Italia (L),
come ho detto sopra, lo schienale poteva essere reclinato allindietro tirando su una
leva che si trovava sotto la seduta e che aveva quattro scatti, ai quali
corrispondevano altrettante posizioni di discesa, fino allultima, nella quale lo
schienale andava a poggiare direttamente sul divano posteriore:
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Ma la parte pi interessante quella del blocchetto di accensione:

La differenza che a noi interessa, fra la Fiat 127 e la 147, che nella 127 bastava
riportare la chiave alla posizione zero (equivalente a GAR nel blocchetto
brasiliano) per togliere contatto a tutte le luci. Era poi possibile far girare ancora
allindietro la chiave per raggiungere una posizione in cui una parte dellimpianto
elettrico veniva alimentata di nuovo (equivalente a TRAVA nel blocchetto
brasiliano). Ma nella 127 questa manovra richiedeva la pressione di un nottolino di
bloccaggio, senza la quale la chiave non girava oltre lo zero, e comunque dava
corrente solo alle luci di posizione. Nella 147, invece, nella posizione 0
normale (GAR), si spegnevano tutti i contatti come nella 127, ma poi
continuando a girare la chiave (e non cera nessun nottolino di bloccaggio) si
arrivava dritti alla posizione TRAVA, dove si riaccendeva tutto. Chi avesse
girato la chiave molto velocemente e senza conoscere questo modello di auto,
probabilmente sarebbe arrivato fino in fondo, cio su TRAVA, dove tutti i
circuiti venivano riattivati, senza nemmeno accorgersene. E ci vuol dire che se
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linterruttore dei fari era in posizione accesa, i fari automaticamente si


accendevano. In quella posizione la chiave era comunque estraibile ma la sua
estrazione non interrompeva i circuiti elettrici.

Lo studio di questa particolare caratteristica della Fiat 147 spiega, a mio giudizio, il
mistero dei fari spenti a pistolettate. Uno dei misteri di Baccaiano consiste nel
capire perch mai, in un modello in cui togliendo le chiavi si spegnevano
automaticamente i fari, ci fosse stata lassurda necessit di spegnerli a colpi darma
da fuoco. Ma questo ragionamento, come abbiamo visto, era valido per la 127
italiana, non per la 147 brasiliana! Ricapitolando, il mostro ha girato la chiave
indietro fino in fondo, nella posizione in cui i fari restano accesi, lha estratta dal
blocchetto ma i fari sono rimasti accesi e questo deve averlo sorpreso moltissimo,
al punto da spingerlo a usare nientemeno che la pistola, per spegnerli!

POSIZIONE DELLAUTO

Dalle testimonianze e dalla posizione dei frammenti del finestrino anteriore sinistro
trovati nella piazzola, si sa con certezza che allinizio dellassalto lauto era ferma
nella piazzola e disposta in senso trasversale alla strada, con il muso rivolto verso
un roveto che delimitava la piazzola e la coda rivolta verso la carreggiata. Sempre
il testimone che pass pochi minuti prima del delitto e riconobbe lauto del
Mainardi, afferma che la luce interna della plafoniera era accesa e che i vetri erano
appannati.

Le testimonianze successive parlano di una vettura infilata con le ruote posteriori


nel fosso dallaltro lato della strada rispetto alla piazzola. A dircelo sono due
ragazzi che in una Fiat 128 (o un motorino, le versioni riportate dalla stampa sono
controverse su questo punto, ma pare si trattasse di una 128) stavano andando
verso un bar di Baccaiano. I due ragazzi videro lauto a fari spenti, infossata in un
canaletto di scarico ai lati della carreggiata, con il muso sollevato. La carrozzeria
sembrava indenne e quindi pensarono a una manovra sbagliata da parte del
guidatore che, immaginarono, era andato a cercare aiuto da qualche parte o
attendeva il mattino successivo per andare a recuperare la macchina da quella
posizione, pertanto i due testimoni le passarono davanti senza fermarsi. Il bar per
era chiuso e al ritorno, passando di nuovo davanti alla macchina, decisero di
fermarsi per vedere meglio cosa fosse successo. Nel frattempo si ferm anche
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unaltra auto di fidanzati che era transitata (o era stata ferma in unaltra piazzola, a
qualche centinaio di metri da quella del delitto). Questi due fidanzati dissero di
aver sentito spari e visto in lontananza manovre strane. Avvicinandosi, i quattro
testimoni si accorsero che nellauto cerano un ragazzo e una ragazza. Lei
sembrava senza vita, e in effetti lo era, lui invece rantolava. Videro anche un foro
di proiettile sul parabrezza e capirono che non si trattava di un incidente, pertanto
andarono a chiamare gli uni lambulanza e gli altri i carabinieri (a quei tempi non
esistevano i telefoni cellulari).

Queste le dichiarazioni di Adriano Poggiarelli, uno dei due ragazzi testimoni, a un


giornalista de La Nazione:

"Siamo passati di l ed abbiamo notato la macchina con la coda infilata nella


cunetta laterale e sulle prime abbiamo pensato che si trattasse di un'auto
abbandonata. Poi siamo arrivati a Baccaiano per cercare qualcuno della societ
sportiva, ma il bar dove si radunano di solito tifosi e giocatori era chiuso. Cos
siamo tornati indietro ed abbiamo pensato di fermarci per dare un'occhiata. Lei
era morta, si capiva subito, invece lui respirava ancora. Poi s' fermata un'altra
auto con due fidanzati che ci hanno detto di aver sentito dei colpi, come degli
spari. Abbiamo visto il vetro anteriore dell'auto forato dalle pallottole, allora
siamo corsi a chiamare i carabinieri mentre gli altri hanno fatto venire
l'ambulanza".

TRACCE EMATICHE

Un abbondante versamento ematico si era raccolto nellincavo del sedile del


guidatore ed era traboccato verso il pavimento. Sul battente inferiore della portiera
sinistra, vi era unampia macchia di sangue tracimato dallinterno dellauto e
colato lungo il battente.
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Le striature di sangue erano perpendicolari al terreno, quindi si erano prodotte


quando lauto era disposta in piano e non quando era bloccata nel fosso con il
muso pi alto della coda.

Altro sangue si trovava sul divano posteriore e tracce di sangue di minore entit,
probabilmente causate dalla chiusura dello sportello con una mano insanguinata, si
trovavano sul montante dello sportello sinistro (vedi foto sottostante). Potrebbero
essere state lasciate dal mostro o anche dai barellieri o dai carabinieri. Non risulta
che siano state fatte analisi del gruppo sanguigno su nessuna delle tracce ematiche.
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I SOCCORSI

Lambulanza arriv per prima. Il personale constat la morte di Antonella e cerc


di estrarre il pi rapidamente possibile Paolo dallauto, perch era in fin di vita.
Trovarono entrambi gli sportelli dellauto chiusi, quello destro con la sicura, quello
sinistro non si sa ma il dato irrilevante perch il finestrino era crollato (e quindi
lo sportello si sarebbe potuto aprire facilmente anche dallesterno) ma ci non era
possibile in nessun caso perch lauto, finendo nel fosso, si deformata quel tanto
che era bastato a mandare fuori squadro lo sportello, incastrandolo in posizione
chiusa. Allora, per entrare nellabitacolo e soccorrere i due giovani, gli infermieri
decisero di agire sullo sportello destro, forzandolo con una leva e poi
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scardinandolo parzialmente, per agevolare lestrazione del corpo. Paolo era ancora
vivo, seppure in coma, e quindi fu estratto dallauto e portato allospedale, dove
mor otto ore dopo, senza avere mai ripreso conoscenza.

LA POSIZIONE DEI CORPI

Entrambe le vittime si trovavano sul divano posteriore, Antonella nella parte destra
dellauto, Paolo in quella sinistra. Antonella aveva la testa reclinata allindietro, sul
ripiano posto sotto il lunotto. Paolo laveva leggermente reclinata verso il
finestrino posteriore sinistro. Negli anni seguenti ci sar una lunga polemica sulla
posizione di Paolo. Tre dei barellieri, fra cui lAllegranti, che allora aveva una
quarantina danni e una lunga esperienza di soccorsi a vittime di incidenti,
affermarono senza alcun dubbio che il giovane si trovava sul divano posteriore.
Oltretutto lAllegranti fu colui che materialmente estrasse il ragazzo, che
conosceva personalmente. A uno dei due ragazzi che avevano chiamato i soccorsi
parve invece che Paolo fosse seduto al posto di guida.

Considero per certo che Paolo fosse dietro perch lAllegranti era un soccorritore
capace ed esperto, abituato a vedere scene strazianti e quindi non certo
influenzabile come due ventenni spaventati a morte da quel che avevano visto.
Inoltre lAllegranti entr personalmente nellauto e con le sue stesse mani estrasse
il corpo di Paolo. Si aggiunga a tutto questo che non aveva nessun motivo al
mondo per mentire e quindi la sua testimonianza (unita a quella degli altri
barellieri) molto pi attendibile di quella contraria, del giovane testimone.
Perfino il quarto barelliere, quello che secondo il verbale di polizia aveva
affermato che Paolo era seduto davanti di fianco ad Antonella (?) in aula ritratt
affermando che erano state le pressioni degli inquirenti, in tre ore di pesante
interrogatorio, a fargli dire che Paolo era davanti, ma in realt era dietro. Se
pressioni dello stesso genere erano state fatte sul giovane testimone, al solo scopo
di far combaciare la sua deposizione con la teoria ufficiale elaborata dai
Carabinieri, non ci sarebbe da sorprendersi del fatto che la sua versione divergesse
da quella dellAllegranti.

Anche in sede di processo vi fu unaccesa schermaglia fra il PM Canessa e


Allegranti, su questo punto. Canessa spingeva per cercare di far cadere in
contraddizione Allegranti, che invece rimaneva ben fermo nelle sue affermazioni e
che, anzi, a un certo punto ebbe unespressione di stizza perch non capiva il
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motivo per cui il PM chiaramente insisteva nel volergli far dire che Paolo Mainardi
era seduto al posto di guida, anzich sul sedile posteriore.

In unintervista su Visto del 19 gennaio 2009, Allegranti dice:

Quella sera ero di turno alla Croce d'Oro. Poco dopo le 23 arriv una
chiamata. Azionai la sirena e partii a gran velocit con l'ambulanza. In pochi
minuti arrivai a Baccaiano. C'era un buio pesto. (...) Sono stato io ad aprire lo
sportello, dal lato del passeggero. Ho tirato in avanti i sedili anteriori e, facendo
luce con una torcia, ho visto i due giovani entrambi seduti sul sedile posteriore.
Lei, Antonella, era composta, vestita, con le mani sulle gambe e la testa reclinata
all'indietro. Sembrava dormisse. Aveva solo un piccolo foro in fronte. Le ho
sollevato la testa per capire se respirava ancora e la nuca mi si sfaldata fra le
mani. Il proiettile era penetrato e poi esploso all'interno, provocando uno sfacelo.
Per lei non c'era pi niente da fare. Paolo invece respirava ancora. Anche lui era
seduto con la testa reclinata verso il finestrino. L'ho sollevato e ho sentito un fiotto
di sangue. Ho cercato di tamponare la ferita e poi con grande fatica, l'ho tirato
fuori dalla macchina. L'ho adagiato in ambulanza e portato all'ospedale di Empoli
(...) ho cercato di comunicare, via radio e poi con il telefono, con la sede della
Croce d'Oro. Ma non ci sono riuscito. Tutte le linee erano mute. E' stato cos per
oltre due ore (...) Al luned sono stato ai funerali dei due ragazzi: li conoscevo
bene. (...)

Poi il giornalista gli chiede come mai che abbia dato una versione diversa da quella
del testimone e lui risponde:

Perch i magistrati sono convinti che sia stato Paolo Mainardi a tentare la
fuga e finire in un fossato. Tutto nasce dal fatto che i due ragazzi passati sul posto
in motorino hanno riferito di avere visto nell'auto un uomo con la testa reclinata
sul volante. Per i magistrati non poteva che essere Mainardi. Ma non cos,
perch sono stato io ad aprire per primo la portiera della Seat. Antonella e Paolo
erano entrambi sul sedile posteriore. I corpi li ho estratti io, e so quanta fatica ho
fatto perch quell'auto ha due sole portiere e non ha i sedili reclinabili. Quindi non
posso essermi sbagliato. Al volante non c'era nessuno e se davvero c'era, la
spiegazione un'altra: al posto di guida si era messo il Mostro per spostare l' auto
in una zona riparata, ed invece finito in una cunetta. (...) Al processo il pm Paolo
Canessa ha sostenuto che io dicevo il falso. Gli ho risposto per le rime tanto che
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dovuto intervenire il presidente per calmarmi. Ma io sono stato chiaro: mi arresti


pure in aula ma io non cambio versione. Racconto solo quello che ho visto.

Il tutto confermato da un altro barelliere, Marco Martini, che in un articolo di


Paese Sera del 21 giugno 1982 afferma: Era anche lui sul sedile posteriore (n.d.r.
Paolo Mainardi) accanto ad Antonella. E il sedile davanti non era steso Il
barelliere ricorda benissimo di aver dovuto ribaltare in avanti il sedile di guida per
poter estrarre meglio Paolo Mainardi dal divano posteriore.

LE FERITE

Antonella Migliorini stata colpita da due proiettili alla fronte, ma con traiettorie
completamente diverse, nel senso che uno dei proiettili (o scheggia di proiettile)
entrato a sinistra della fronte, attraversandola sotto cute e uscendo dal lato destro
della fronte stessa, causando danni minimi (anche se sar certamente stato
doloroso). Laltro, invece, aveva una traiettoria perpendicolare al primo, nel senso
che colp Antonella alla fronte con direzione anteriore-posteriore, attraversando il
cervello e andando a rompere le ossa craniche della nuca dallinterno, uccidendola
probabilmente sul colpo. Nessuna delle due vittime presenta segni di ferita da arma
da taglio. Sulla caviglia destra di Antonella c unecchimosi prodottasi quando la
ragazza era ancora viva, dovuta molto probabilmente al fatto che, nella
concitazione degli eventi Antonella deve aver battuto la gamba contro lintelaiatura
in ferro del sedile anteriore. Sul naso c unecchimosi abbastanza grande, che ha
prodotto notevole sanguinamento anche in seguito alla rottura dellosso nasale, e
che il Prof. Cagliesi Cingolani esclude in sede dibattimentale che possa derivare da
una pallottola di striscio e la spiega invece come un colpo dovuto a un oggetto
contundente o qualcosa di simile (un pugno?) che labbia colpita con violenza.

Paolo presenta quattro ferite, tutte da proiettili di calibro 22, di cui tre alla testa e
una alla regione scapolare sinistra e pi precisamente: un colpo che colpisce
langolo della mandibola sinistra e nellimpatto con losso cambia direzione di
circa 90 gradi, attraversando i tessuti molli della guancia e fuoriuscendo dalla parte
anteriore/sinistra del volto, vicino al naso, un altro colpo entra direttamente nel
meato uditivo, batte contro la struttura ossea del cranio, cambia anchesso
direzione di circa 90 gradi e va a fermarsi contro lottavo dente superiore sinistro,
poi un terzo colpo entra un po dietro e un po pi in alto dellorecchio sinistro e
sfonda il cranio, attraversando tutto lencefalo e fermandosi contro la parete interna
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del cranio dal lato opposto, con esito mortale. Infine c un colpo alla schiena,
nella regione della scapola sinistra. Paolo presenta anche micro ferite alla parte
sinistra del volto, attorno allorecchio, dovute al conficcarsi nella pelle di
minuscoli frammenti di cristallo. Presenta anche ferite da schegge di vetro in
regione sottoclaveare e nella parte temporale sinistra della testa e sul fianco
sinistro. Per quanto riguarda la sequenza dei colpi, che il discorso pi importante,
la vedremo nel capitolo sulla dinamica dei fatti.

Qui di seguito unimmagine che evidenzia i colpi che hanno attinto i ragazzi
(manca il colpo alla scapola di Paolo):

Unaltra cosa interessanteconsiste nelle parole di Allegranti, sempre nel suddetto


articolo: Il ragazzo era una maschera di sangue. Perch? E stato colpito nella
zona attorno lorecchio sinistro, quindi il sangue, colando, avrebbe dovuto
imbrattare solo la zona dellorecchio sinistro e del collo sottostante, non lintero
volto, a sentire linfermiere. Ma di questo ne riparleremo pi avanti
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I BOSSOLI E LARMA

Vengono ritrovati 9 bossoli calibro 22, marca Winchester, serie H. La perizia


dimostrer che sono stati sparati sempre dalla stessa arma degli omicidi
precedenti, presumibilmente una Beretta cal. 22 mod. 70 (anche se non da
escludere che sia un altro modello Beretta o unarma composta con pezzi di
modelli diversi ma compatibili fra loro, come ha rilevato il forumista Henry62).

ALTRI DETTAGLI

Il cinturino dellorologio di Antonella, a maglie metalliche, risulta spezzato.


Lorologio si trova sul pavimento dellauto, fra i sedili anteriori e il divano
posteriore. Uno dei perni che fissano le maglie del cinturino viene ritrovato fra i
capelli di Paolo. Sempre sul pavimento viene ritrovato un profilattico annodato,
con allinterno tracce di liquido seminale e un fazzolettino di carta usato, anchesso
con tracce di liquido seminale. Gli esami di laboratorio su questo reperto e il suo
contenuto furono effettuati con colpevole ritardo e non fu possibile trarne nessuna
conclusione scientifica perch il materiale organico si era ormai deteriorato.

UBICAZIONE DEI BOSSOLI

Sulla scena del crimine vennero ritrovati 9 bossoli, cos da me numerati (cfr il
disegno a pag. 24):

1 2 3: tre bossoli vicini fra loro ritrovati sul lato sinistro della piazzola , distanti
circa 11 metri dalla ruota ant dx della 147 finita nel fossetto. Secondo il
sovrintendente di PS Sergio Spinelli, questi tre bossoli distavano circa 3 metri dal
margine della carreggiata.

4 : un bossolo sempre nella stessa parte della piazzola ma pi vicino alla strada, a
10 metri dalla ruota ant dx della 147 finita nel fossetto.

5: un bossolo sulla strada ma vicinissimo al bordo della piazzola, indicato con la


lettera F dal marker della Polizia nella foto a pag. 23.

6 7 8: tre bossoli davanti al muso della 147 finita nel fossetto, indicati dai
marker G H I della Polizia nella foto sottostante (foto
23

successiva).
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9: un bossolo dentro lautovettura, sul pavimento posteriore destro, trovato fra i


piedi di Antonella (dichiarazione del sovrintendente capo di PS Sergio Spinelli, al
processo Pacciani, 29/4/94).

Contrariamente a quanto riportato nel Blog Calibro22, i fori dei proiettili che
hanno accecato i fari sono stati ritrovati nelle parabole dei fari dal Sovrintendente
Spinelli, come egli stesso afferma e fa vedere in alcune foto durante ludienza del
29/4/94 (foto non disponibili in rete). Ma del fanalino rotto, in aula, non si fa
menzione, si parla solo dei fari.

LA MACCHIA DI SANGUE SULLA STRADA

Sempre in questa corsia della carreggiata, probabilmente pi verso la mezzeria,


sembra esserci una macchia di sangue. Qui di seguito vediamo un uomo che indica
la posizione del sangue sulla strada e la foto della macchia:
25
26

Questa macchia di sangue sar colpevolmente ignorata dagli inquirenti che forse,
non riuscendo a inquadrarla nella loro ipotesi, preferiranno evitare di parlarne.
Quindi non stata fotografata e non stata menzionata nei referti. Ufficialmente
non esiste e pertanto non abbiamo nessun dato legale su cui confrontarci. La foto
del sangue colato dal predellino della 147 ci dice per per certo che una certa
quantit di sangue e nemmeno poco, deve essere caduto dallauto a terra, anche se
non abbiamo nessun dato certo sul punto in cui ci avvenne. E anche i testimoni,
come si vede dallarticolo di giornale sovrastante, parlando di sangue sulla strada.
Ma per le forze dellordine quel sangue non esisteva, non mai colato dallauto.

Nellarticolo de La Nazione del giugno 1982, i due giovani testimoni dicono che la
traccia di sangue non poteva essere di Paolo, perci ipotizzano che sia del
mostro. Immagino che siano giunti a questa conclusione perch non pensando che
lo sportello dellauto fosse stato aperto dal mostro, presumono che il sangue di
Paolo sia rimasto sempre dentro lauto, quindi quello sullasfalto non poteva essere
il suo. Invece, come ci fanno capire le colature di sangue sulla battuta dello
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sportello della 147, tutto lascia pensare che il sangue fosse proprio di Paolo. Lo
stesso viene confermato dal Dott. Maurri in unintervista al giornalista Ennio
Macconi su La Citt del 25 giugno 1982. Larticolo dice: A proposito delle
presunte tracce di sangue che il maniaco avrebbe lasciato perch ferito, il Dott.
Maurri ha aggiunto di ritenere improbabile, da un esame sommario dei reperti
in suo possesso, che il mostro si sia ferito.

Dovera esattamente questa macchia di sangue? Il fotogramma di History Channel


che si vede nelle due immagini a colori sovrastanti non chiarisce la posizione.
Luomo che indica qualcosa a terra (presumibilmente proprio la macchia, che
viene inquadrata nel fotogramma immediatamente successivo) sta con le spalle alla
piazzola, nella quale si affollano i curiosi, e quindi la distanza dalla piazzola
sicuramente di alcuni metri. Ma non si pu essere pi precisi di cos. Infine va
detto che la forma della macchia inquadrata nel fotogramma sembra corrispondere
proprio a una colatura da una superficie allungata, come il longherone di unauto.

I RILIEVI DEGLI INQUIRENTI

Allarrivo dei Carabinieri Paolo stato gi portato via dallambulanza. I militari


trovano la Fiat 147 con le ruote posteriori infilate nel fosso, lauto con il muso
notevolmente sollevato rispetto alla coda, lo sportello destro forzato e divelto dai
barellieri. Dentro lauto c solo il corpo di Antonella.

Lauto ha un foro di proiettile sul parabrezza, i fari e la luce di posizione dx rotti.


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Faro e fanalino di destra sono entrambi rotti, mentre a sinistra rotto solo il faro, il
fanalino intatto. Mi pare di aver letto da qualche parte che mentre i fari sono stati
rotti da colpi darma da fuoco, il fanalino fu rotto con un corpo contundente. Mi
sono sempre chiesto da dove venisse questa constatazione, che mi sembrava strana
per vari motivi. Innanzitutto perch i bossoli davanti allauto sono 3 e non 2, poi
perch il fanalino, sia pure di plastica, piccolo e compatto, fatto con un materiale
abbastanza spesso, per cui non affatto facile da rompere a colpi, per esempio, di
calcio di pistola. E, infine, mi sembra poco plausibile che il mostro si sia messo la
pistola in tasca, e sia andato a cercare un sasso o chiss quale altro oggetto
contundente, nel buio della notte e con il rischio di essere visto, il tutto solo per
rompere un fanalino! Tuttavia, in mancanza di altre fonti, non potevo che attenermi
a questa che potrebbe ben essere una delle innumerevoli inesattezze che circolano
sulla storia del MdF. Potrebbe pure essere che cos ci fu raccontata la storia, perch
secondo al, versione ufficiale uno di quei tre bossoli corrisponde al colpo che ha
forato il parabrezza, pertanto dire che era stato usato per accecare il fanalino
avrebbe scombussolato tutta la ricostruzione ufficiale.

Io ho trovato immagini ravvicinate dalle quali sembrerebbe (il condizionale


dobbligo) che anche il fanalino destro sia stato distrutto con un colpo di pistola,
avendo individuato quello che potrebbe essere il foro prodotto dal proiettile. Faro e
fanalino destro:
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Anche laltro faro stato sicuramente rotto da un proiettile, mentre il fanalino di


sinistra intatto. Questo spiegherebbe la presenza di tre bossoli davanti al muso
della 147.
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Come si vede nella foto sovrastante, solo la parte chiara del fanalino, quella pi
piccola, che risulta rotta, laltra parte del fanalino intatta. Sembrerebbe difficile
ottenere una rottura cos di precisione usando una pietra o un altro oggetto
contundente.

Lo sportello sinistro stato forzato dai barellieri per estrarre meglio il corpo di
Paolo e portarlo allospedale. Il sedile del guidatore basculato in avanti, verso il
volante, probabilmente cos lhanno messo i soccorritori per estrarre meglio Paolo
dallauto (cos come conferma il barelliere Martini). Questa, fra laltro
unulteriore riprova che Paolo era sul divano posteriore quando fu trovato. Se fosse
stato al posto di guida, infatti, perch mai i barellieri, dopo averlo estratto da l, si
sarebbero preoccupati di ribaltare in avanti il sedile?

Nelle foto scattate successivamente il sedile di guida stato rimesso in piano e lo


schienale abbassato. Ma questo stato fatto dagli inquirenti, probabilmente per
cercare meglio leventuale presenza di bossoli o altri oggetti fra seduta e schienale.
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Sulla ruota anteriore destra ci sono segni di pattinamento, il battistrada


impolverato. La ruota sinistra non tocca il piano stradale.

Linterruttore dei fari acceso, ma i fari ovviamente sono spenti a causa dei colpi
di pistola che li hanno rotti. Le chiavi della macchina non si trovano. Verranno
trovate il giorno dopo nel campo accanto al fosso in cui sera infilata lauto, a una
distanza incerta (pare siano stati 15-20 metri).

La retromarcia innestata e il freno a mano tirato ma non completamente, cio


non abbastanza per tenere ferma lauto in caso di partenza a motore o tramite il
motorino di avviamento. Lunghe discussioni si sono fatte su questi due dettagli
per personalmente credo che lipotesi pi logica sia che a innestare la retromarcia
sia stato il mostro stesso, per uscire dalla piazzola e portare lauto con i due
sventurati giovani in un luogo pi appartato dove compiere le sue macabre
escissioni. Sappiano per che la manovra non riusc e lauto fin invece nel fosso
dallaltra parte della strada. Il freno a mano tirato, a mio giudizio, fa parte delle
misure di sicurezza che i barellieri automaticamente eseguono quando entrano in
un veicolo che si trovi in pendenza o in una posizione insicura, per estrarre i corpi
dei feriti.

Secondo il blog Calibro22 del forumista master, sulla piazzola viene inoltre
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trovata una confezione vuota di un medicinale con azione sedante:


"La bustina vuota del farmaco Norzetam, rinvenuta verso le ore 11:00 di mattina
del giorno 20/6/1982 nella piazzola ove sono stati assassinati i fidanzati Mainardi
e Migliorini, apparteneva al lotto preparato dalla Albert in data 28/7/80 Detto
lotto stato consegnato al deposito di Roma in data...". Quindi stata ritrovata
dopo due giorni di pellegrinaggio di centinaia di persone sul luogo del delitto, e in
pratica poteva appartenere a chiunque.

Come abbiamo visto dal ritaglio di giornale a pag. 26, la stampa aveva gi dato la
notizia che Paolo era spirato senza mai riprendere conoscenza. La dott.ssa Della
Monica, comunque, anche se un po tardivamente, convoc la stampa dicendo di
diffondere la notizia che Paolo aveva detto qualcosa di interessanti prima di
morire, in modo da far innervosire il mostro e costringerlo a qualche passo falso.

Purtroppo lidea non dette i frutti sperati. Va per detto che lAllegranti rifer di
essere stato raggiunto da una serie di telefonate di un anonimo che si qualificava
come il mostro e che lo minacciava di non riferire quello Paolo gli avrebbe detto
mentre veniva trasportato allospedale. LAllegranti riferisce che le telefonate
iniziarono subito dopo gli avvenimento e proseguirono fino al 1985, quando
cessarono. Secondo linfermiere luomo non aveva un accento particolare, parlava
in modo chiaro e da persona istruita. La cosa strana che una delle telefonate
raggiunge lAllegranti addirittura nella pensione di Rimini in cui trascorreva le
vacanze estive.

Il PM Canessa liquid il tutto come lo scherzo di qualche burlone, probabilmente


un collega, visto che sapeva che lAllegranti sarebbe andato in pensione a Rimini.
Personalmente non ne sarei cos sicuro. Come scherzo sarebbe estremamente di
cattivo gusto per essere fatto da un collega. Inoltre un collega non sarebbe riuscito
a nascondere laccento toscano nel corso di svariate conversazioni e mancherebbe
anche una spiegazione allaccanimento di questo cosiddetto scherzo, protrattosi
per circa 3 anni di seguito.
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SCENA DELLAZIONE

Lauto era ferma nella piazzola, come si vede nella parte bassa del disegno, ma non
certo a quale distanza si trovasse dalla carreggiata. Filast, nel libro Storia delle
merende infami dice che la coda dellauto era ad appena un metro dallasfalto,
mentre Spezi, in unintervista alla NBC dice che era a 3-4 metri dallasfalto. Viste
le ridotte dimensioni della piazzola, ritengo pi vicina alla realt la distanza
ipotizzata da Filast. La carreggiata della strada larga 7 metri e il disegno qui
sopra tutto in scala, automobile compresa. Ho raffigurato anche il mostro, visto
dallalto, nellatto di sparare a Paolo.

Ma facciamo un passo indietro e visualizziamo la scena: il mostro arriva in quella


piazzola, probabilmente non ha bisogno di illuminare la 147 perch la plafoniera
dentro lauto accesa (ce lo dice il testimone che pass qualche attimo prima
dellassalto). Il mostro quindi vede benissimo ci che accade dentro (nonostante i
finestrini fossero un po appannati, come ci dice lo stesso testimone), mentre Paolo
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e Antonella, da dentro lauto, guardando fuori vedono forse soltanto per un paio di
metri attorno allauto, grazie al riverbero della plafoniera, ma da l in poi solo un
muro nero di oscurit. Quindi una situazione perfetta per attaccare di sorpresa.
Non sappiamo, per, da quale direzione provenisse il mostro, come non sappiamo
se fosse giunto fin l in auto o motorino e dove avesse parcheggiato il suo veicolo.
Si pu ipotizzare, anche se solo in via teorica, che il mostro abbia lasciato lauto
sulla Volterrana, a circa 200 metri dalla piazzola (pos. 3). Dalla Volterrana si
scende fino al greto del torrente Virginio (a quellepoca in secca) e poi si risale
sbucando direttamente nella piazzola (pos. 2).

Oppure potrebbe aver lasciato lauto nel parcheggio del vicino campo sportivo:
35

Nei giorni successivi allomicidio un guardone telefon in modo anonimo ai CC


dicendo che, secondo lui, il mostro non poteva essere passato per i campi, in
quanto le piazzole di Via Virginio Nuova erano ben conosciute e frequentate dai
guardoni e quindi questi ultimi qualcosa avrebbero visto, se lassassino fosse
arrivato attraversando il greto del torrente. Tuttavia difficile stabilire quanta
attendibilit si possa attribuire a questo ragionamento. Se quella sera cerano
guardoni e se qualcosa videro, di sicuro non lhanno mai fatto sapere agli
inquirenti e quindi diventa tutto un discorso vano.
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La dinamica
Oltre alla versione ufficiale dei fatti, unipotesi che ha riscosso molta attenzione
quella formulata dallavvocato Filast. Continuando a saccheggiare il blog di
Master, riporto qui di seguito le due teorie con le osservazioni dello stesso Master
sui motivi per i quali le ritiene fallaci (e in blu qualche mio commento aggiuntivo):

La ricostruzione ufficiale. I Carabinieri stesero un rapporto sulla dinamica in cui


si affermava che i due ragazzi, terminato il rapporto, erano rimasti a parlare e a
ricomporsi nell'auto quando l'assassino era sopraggiunto dal lato guida sparando
attraverso il finestrino. Il ragazzo, che era gi sul sedile di guida, mentre lei era
ancora sul divanetto posteriore, riusc, nonostante una ferita alla spalla sinistra e
alla mandibola, ad accendere l'auto, ingranare la retromarcia, e tentare la fuga.
Sfortunatamente era per finito nel fossato incagliando l'auto, permettendo cos
all'assassino di recuperare il bordo della strada e sparare due colpi da quel punto
contro i fari. Poi si era avvicinato sparando un colpo al parabrezza che aveva
stranamente centrato il Mainardi alla tempia. Si era infine spostato sulla destra
infilando l'arma dentro l'auto dal finestrino infranto per colpire di nuovo Paolo alla
testa, mentre Antonella era gi morta a causa del colpo sparato quando ancora
erano nella piazzola. Poi aveva sfilato le chiavi dal quadro, ed era fuggito dopo
averle gettate lontano.

A questo punto della ricostruzione la vittima maschile giaceva agonizzante sul


sedile anteriore, cos come era stato riferito dai ragazzi che per primi erano giunti
sul posto. Il problema fu che le dichiarazioni dei paramedici intervenuti per estrarre
le vittime dall'auto dicevano tutta unaltra cosa. []

Aggiungo io che, sempre secondo la ricostruzione ufficiale, nella piazzola


sarebbero stati sparati solo 3 colpi (ma nella piazzola e ai suoi margini ci sono 5
bossoli!?!).

Unaltra cosa che inficia la teoria ufficiale che, secondo le prove balistiche
effettuate dal forumista mk108, una palla cal. 22 che colpisca un parabrezza si
frantuma in numerosi frammenti, la cui forza di penetrazione residua molto
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bassa. Ricordiamo che il parabrezza spesso quasi il doppio di un finestrino


laterale ed forse tre o quattro volte pi robusto. In altre parole, il colpo che
secondo gli inquirenti avrebbe dovuto uccidere Paolo, in realt avrebbe avuto
soltanto la forza per provocare ferite superficiali e certamente non per oltrepassare
la scatola cranica.

Per gentile concessione del forumista MK108, questo quanto succede a una palla
del 22 che sia sparata contro un parabrezza (da sinistra verso destra: la cartuccia
completa, prima di essere sparata, la palla sparata in un blocco di gelatina balistica
e recuperata quasi intatta, i resti di una palla che stata sparata contro un
parabrezza.:

Come vediamo non soltanto la palla si disintegra, ma anche la forza di


penetrazione residua minima. Qui vediamo la penetrazione nella gelatina
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balistica di un proiettile del 22 (anzi una frazione, perch si spezzato passando


nel vetro) che prima sia passato in un FINESTRINO LATERALE o simile:

E qui la penetrazione di un frammento che sia passato in un PARABREZZA o


simile:

Il passaggio nel parabrezza spezza il proiettile in tante schegge dalle pi svariate


traiettorie, come si vede in questa prova:
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Oltretutto, altro tassello che non quadra, il colpo che uccise Paolo lo attinse dietro
lorecchio sinistro, come si vede nella figura a pag. 21. Ora, anche se ipotizzassimo
che lassassino avesse sparato con quella specie di cannone a mano che la 44
Magnum, in ogni caso come avrebbe fatto il proiettile a colpire Paolo proprio
dietro lorecchio destro, visto che simmagina che provenisse da davanti?

Ma le lacune di questa teoria non finiscono qui. Durante linterrogatorio in aula


del medico legale Prof. Cagliesi Cingolani del 29/04/1994, il PM Canessa cerca in
tutti i modi di orientare la deposizione del medico legale affinch torni con la
ricostruzione ufficiale. Sappiamo che, secondo tale versione, il primo colpo
avrebbe dovuto essere quello latero-posteriore alla clavicola. Il PM chiede al Prof.
Cagliesi Cingolani se quel colpo fosse stato compatibili con la manovra di guida
(ricordiamoci che, per gli inquirenti, stato Paolo stesso a finire nel fosso e che per
loro il mostro nella 147 non c mai entrato). Il medico legale conferm che quel
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colpo sarebbe stato doloroso ma non avrebbe paralizzato Paolo. Peccato che
per, subito dopo, affermi anche che tutti e tre i colpi alla testa (quindi compreso
quello alla mandibola che secondo gli inquirenti stato sparato allinizio
dellattacco) avevano avuto un impatto tale che avrebbero comunque fatto perdere
i sensi al ragazzo. E gi qui la faccenda di Paolo che guida a marcia indietro non
torna pi. E anche molto interessante quello che il Prof. Cagliesi Cingolani dice
verso la fine della sua deposizione, cio che il colpo alla spalla quello che ha
provocato il foro pi rotondo, pi perfetto rispetto agli altri tre e quindi
presumibile che sia stato lultimo a essere stato sparato, in quanto per produrre un
foro cos nitido, probabile che la palla non abbia incontrato pi la resistenza del
finestrino, cio non si deformata o spezzata per lurto con il vetro. Le
conseguenze della dichiarazione sono ben chiare al PM Canessa, che infatti, un po
sorpreso, afferma. Ma allora questo contraddice quello che abbiamo detto prima
(cio che il colpo alla spalla era stato il primo)! e il medico legale non pu che
confermarlo.

La ricostruzione dell'avvocato Filast. Il brillante avvocato, nonch difensore di


Mario Vanni al cosiddetto processo "compagni di merende", propose allora una
ricostruzione diversa sulla base proprio dell'incongruenza delle dichiarazioni test
riportate. Secondo questa tesi, che bisogna dirlo aveva lo scopo difensivo di
inficiare la testimonianza del pentito Lotti, alla guida dell'auto non ci sarebbe stato
il Mainardi, ma bens l'assassino. Il mostro avrebbe quindi colpito i ragazzi mentre
erano sui sedili posteriori, sarebbe poi montato in auto e ripartito a retromarcia, ma
una reazione di una delle vittime ancora vive lo avrebbe fatto finire nella cunetta.
Non riuscendo a disincagliarsi avrebbe sparato ancora contro i giovani, estratto le
chiavi dal quadro, e chiuso gli sportelli a chiave. Visto per che i fari non si erano
spenti li avrebbe presi a pistolettate, e, accorgendosi solo allora che il Mainardi era
ancora vivo, avrebbe tentato un colpo dal parabrezza per finirlo. Adoro l'avvocato
Filast, ma purtroppo la sua ricostruzione non mi convince. Primo perch lo
schienale ha una chiazza di sangue che male si sposa con la sua ipotesi che il
ragazzo sia stato sempre sul divanetto posteriore, sebbene lui la giustifichi con un
fiotto prodotto dallo spostamento del corpo durante il soccorso. Secondo perch
non aveva senso tornare fino al ciglio della strada dalla parte opposta per colpire i
fari, n aveva molto senso sparare dal parabrezza quando avrebbe potuto
avvicinarsi allo sportello lato guida e sparare dal finestrino gi infranto.
41

Terzo, ma non ultimo, perch si sarebbe messo in auto senza assicurarsi di aver
veramente neutralizzato le vittime.

A questo, aggiungo io, ci sarebbe da spiegare perch, se Paolo era seduto dietro, il
mostro gli avrebbe sparato dal finestrino anteriore e non da quello posteriore. Il
fatto che Paolo avesse microschegge di vetro conficcato nella parte sinistra del
volto, significa che la sua testa si trovava a pochi centimetri dal cristallo quando
questultimo stato trapassato dai proiettili che lo hanno colpito. Tutto tornerebbe
se fosse il finestrino posteriore sinistro a essere stato abbattuto dai colpi della
Beretta. Ma chiaramente cos non fu.

Inoltre Filast dice che il mostro sarebbe finito nel fosso per la reazione dei
giovani, riavutisi dallo choc, e avrebbe sparato loro per metterli definitivamente
fuori combattimento. Ma nella 147 cera un solo bossolo sul pavimento. Quindi
anche questa versione non convince.

La ricostruzione di De Gothia:

Copio e incollo dalla monografia dello stesso De Gothia (che spero non se ne
risenta):

E' il 19 giugno e fa buio molto tardi, quasi alle 22.

Il Mostro arriva quindi sul luogo prescelto in condizioni operative troppo tardi,
quando Paolo e Antonella si sono gi rivestiti e stanno per andarsene.

O questo sta per accadere, magari con l'accensione dei fari, oppure Paolo vede
l'omicida quando ancora sul sedile posteriore e si getta in avanti, sta il fatto che il
Mostro non ancora a fianco all'auto quindi non ha scelta: spara il primo colpo,
un'ipoteca per arrestare la fuga sul nascere attraverso il parabrezza, a botta sicura e
colpisce una prima volta Paolo, ferendolo gravemente.

Quindi gira all'altezza dello sportello e spara come ha sempre fatto: uno, due, tre
altri colpi contro il ragazzo che stramazza esanime in un lago di sangue sul sedile
anteriore.
42

Antonella urla ed altro non pu fare perch il Mostro spara e la colpisce in piena
fronte.

C' poi un colpo di grazia, probabilmente per Antonella, sparato ora con la pistola
dentro l'auto. Paolo era infatti davanti e non richiedeva di inserire la mano dentro la
vettura.

Pochi secondi ed tutto finito.

Come sempre.

La prima parte delloperazione stata un successo, non c motivo perch non lo


sia anche la seconda. Lui lui e deve solo mantenere la calma. Come sempre.

Apre lo sportello di guida ed il ragazzo scivola in fuori.

Il Mostro lo rimette sul sedile: non pu lasciarlo l sulla piazzola. Lo vedrebbero


tutti.

Potrebbe tirarlo fuori, come ha fatto l'ultima volta col Baldi a Travalle, e portarlo
tra i rovi dove sarebbe invisibile.

Il passaggio delle vetture per lo disturba grandemente, costringendolo ogni volta a


rimpiattarsi tra la macchina ed i rovi ed ogni volta ad interrompere la sua azione.

Impreca, poi i fari molesti gli concedono unaltra tregua. Apre la portiera ed
impreca di nuovo.

La ragazza dietro e richiede troppo tempo e troppa esposizione a sportello aperto


per poterci lavorare cos ai bordi della strada: gi difficile entrare ed uscire con le
proprie gambe dai sedili posteriori, figuriamoci dover far uscire un corpo morto. 1

La cosa si fa ardua: i corpi sono disposti in questo modo. La ragazza, suo


tradizionale obiettivo, se ne sta distesa con la testa poggiata sul margine destro del
sedile posteriore. Il ragazzo sta abbandonato sul sedile di guida, in un lago di
sangue.

1 I soccorritori, infatti, tra i quali Lorenzo Allegranti, pur potendo lavorare con maggior tranquillit e maggiori mezzi, sia umani che
materiali, dovranno addirittura svellere lo sportello destro per avere maggior spazio per poter estrarre Paolo Mainardi dal sedile posteriore. Per
inciso, come vedremo in seguito, se questi fosse stato sul sedile anteriore, come sostiene lindagine ufficiale, questo non sarebbe logicamente
stato necessario.
43

Non ci sono portiere posteriori, con le macchine che continuano a fareggiare sulla
strada ed impediscono unattivit continuata per pi di un poche decine di secondi.
Troppo poco.

In meno di minuto non si fa niente e neppure si comincia a farlo. Occorrerebbero


almeno 5 minuti puliti puliti, senza alcun disturbo, per potersi arrischiare a
dondolare con due cadaveri in braccio ad un metro dalla strada. Ma chi pu
garantire anche solo 30 secondi di copertura?

Liniziale baldanza si tramuta in apprensione.

Novello Yamamoto si chiede adesso cosa fare perch Baccaiano, da capolavoro di


ardimento e perizia, non diventi le sue Midway.

Prova ancora a tirar fuori il ragazzo, pi per fare una prova che per reale
convinzione.

Magari proprio dal bivio di Poppiano arriva una macchina e punta gli abbaglianti
proprio contro la 147; forse non riesce nemmeno a chiudere lo sportello in tempo.

Adesso la cosa si fa seria. Si, ci sono poche possibilit che questo sia avvenuto ma
chi stava dentro la macchina potrebbe averlo visto mentre tirava fuori e rimetteva
dentro quel corpo e lui lo sa.

Adesso il rischio non pi sostenibile. Lallarme potrebbe pure scattare e quella


piazzola essere sommersa da carabinieri e poliziotti in 10 minuti.

Quella piazzola. Se arrivassero i Carabinieri e trovassero la piazzola vuota,


penserebbero che lignoto testimone sia dotato di fantasia molto sviluppata e certo
non scatenerebbero una caccia alluomo per un mi sembra di aver visto.

In ogni caso in una pericolosa impasse e qualcosa deve fare o il peggio sar
inevitabile.

O agisce ora o fugge lasciando l le spoglie opime per le quali ha commesso


l'ennesimo duplice omicidio.

Adesso non pi lui a dover decidere il da farsi. Sono gli eventi che hanno gi
scelto per lui.

Poi un lampo: perch non ci ha pensato subito?


44

Se la sicurezza non va da lui, lui andr alla sicurezza.

Sposter la vettura in un posto inaccessibile e buio, dove riacquister la superiorit


sul terreno che ha sempre avuto.

Entra nell'auto, si siede sul sedile destro.

Tutte le portiere sono chiuse e da fuori non si nota nulla di strano. Ci vorrebbe un
occhio di falco per notare che il cristallo anteriore sinistro non c' ma, poi, non
potrebbe essere semplicemente abbassato?

Il foro del proiettile sul parabrezza resta dalla parte opposta e nessuno, dalla strada,
lo potr mai vedere...

Reclina cos il sedile di guida e la testa di Paolo, che ancora sussulta, si abbassa
verso i sedili posteriori.

A questo punto, puntellandosi con i piedi al pianale, il Mostro [qui, per qualche
motivo, sinterrompe il testo nella copia a mia disposizione. Comunque so per
certo che, secondo De Gothia, il mostro si puntella con i piedi sul fondale della
carrozzeria che sta davanti al sedile anteriore destro, afferra Paolo per le ascelle e
lo spinge verso il divano posteriore. Poi, non so di preciso come De Gothia labbia
immaginato, riesce a sistemarlo per bene dietro in modo da poter rialzare lo
schienale del sedile guidatore e mettersi lui alla guida della vettura. E qui riprende
il racconto di De Gothia]

Si mette finalmente a sedere, gira la chiavetta del quadro, le luci si accendono.


Mette in moto il 1048 cc FIAT, innesta la retromarcia e si muove.

Porter i corpi in luogo pi appartato, dove potr fare tutto quello che vuole.

Sa che al bivio di Poppiano ci sono delle stradine buie, dove non passa nessuno.
Oppure far la follia: porter la 147 proprio davanti all'ingresso del poligono.

La vettura si muove allindietro ed entra in strada, quasi perpendicolarmente. In


lontananza ecco altri fari. Maledizione bisogna sbrigarsi, veloci! Arrivato il
momento di frenare, affonda il piede sul pedale giusto, ma la macchina non frena
come crede e finisce con le ruote posteriori nella fossetta.
45

Per la miseria, il pedale del freno sembrava di piombo ed i freni non funzionano
un cavolo! Quella macchinetta non ha neppure il servofreno come la berlina che
usa tutti i giorni. Accidenti!

Nessun problema, solo una perdita di tempo.

Prima marcia, il motore romba a vuotofiguriamoci se c il differenziale


autobloccante! Siccome una ruota ha pochissima presa sullerba della banchina,
questa spreca tutta la coppia del motore e laltra, proprio quella che avrebbe
presa sullasfalto, resta ferma, come insegnavano sul manuale della scuola guida.

Il tutto aggravato dal pianale che tocca il ciglio della strada e fa resistenza al
movimento.

I corpi, poi, quei corpi morti, sembrano volersi vendicare di lui! Prima gli hanno
reso impossibile estrarli. Ora, proprio loro, spostano il baricentro del veicolo
allindietro, contribuendo al sollevamento dellanteriore. La ragazza poi pure
soprappeso.

Passa una vettura che gli lampeggia come a volergli dire: Ma che cavolo di
manovre fai, idiota?.

[]

Ogni secondo in pi passato in quelle condizioni pu significare la fine. Potrebbe


fermarsi una vettura con tre o quattro ragazzi impiccioni e a quel punto? Gli
restano solo due colpi nel serbatoio: non basterebbero.

Non bisogna ritirarsi, bisogna fuggire.

Il motore si spento dopo l'ultimo tentativo. Non ce ne saranno altri.

Tenta di aprire lo sportello di sinistra ma bloccato! Quale maledizione lo ha


colto per avere tanti contrattempi tutti assieme? Ci manca solo di restare
intrappolati nella vettura. Si ributta sul sedile di destra ed apre la portiera. Esce.

Sta per scappare ma la sua lucidit non viene meno neppure in un momento tanto
frenetico e gli fa pensare ad una ennesima correzione, di quelle correzioni che
germogliano nella mente quando ci si rende conto che il problema in cui ci si trova
non ha soluzione ma pure troppo grosso per non tentare di fare almeno qualcosa
46

per attenuarlo.
Una vettura mezza fuori strada con i fari accesi, prima o poi attirer l'attenzione
di qualche maledettissimo buon samaritano del sabato sera.

Eh, gi: il suo mezzo ad una certa distanza e lo deve raggiungere a piedi. E'
tassativo barattare il tempo sul luogo del delitto col tempo per la fuga. Spendere
tempo accanto alla 147, rischiando certo di essere visto o addirittura beccato con
la pistola ancora fumante, per acquistarne nei primi minuti di fuga, per arrivare al
di fuori del raggio dei posti di blocco che si chiuderanno come una nassa non
appena l'allarme verr dato.

Fare buio per far credere che qualcuno, un po' ubriaco, sia uscito di strada ore
prima senza grossi danni e sia andato a smaltire la sbornia e magari a chiamare il
116 dell'ACI da un telefono pubblico o dalla casa di un amico.

Le luci! Spegnerle e velocemente.

Ha la pistola e spara dei colpi per rompere i proiettori.

Restano per accese le luci di posizione. Prova a rompere quella anteriore destra
con il coltello ma ci vuole troppo e poi la plastica spessa e dura.

Bisogna trovare l'interruttore ma al buio pi semplice togliere la chiave.

Estrae la chiave di accensione e se la ritrova in mano. Lo sportello sinistro


bloccato ma il destro aperto.

Meglio chiuderlo a chiave, in modo che qualche curioso abbia difficolt a ficcare
il naso troppo presto

Getta con rabbia la chiavetta nella scarpata sovrastante la fossetta.

___________________________

La monografia di De Gothia ovviamente va finisce qui, ma questa era la parte che


ci interessava. Punti deboli? Lipotesi suggestiva e molto ben scritta, ma se il
mostro salito sulla 147 quando era ancora ferma nella piazzola, provocando le
colature di sangue che si vedono nel predellino dellauto, perch nessuno ha mai
rilevato che ci fosse sangue nella piazzola? Come abbiamo visto, le fonti ufficiali
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di sangue non parlano proprio, mentre la testimonianza dei ragazzi e il filmato di


History Channel indicano entrambi la presenza di sangue sulla strada, non nella
piazzola. E allora questo importante fattore gi non quadra. Poi c sempre il
mistero intricato dello spostamento di Paolo da davanti a dietro. Infine ci sono altre
piccole imprecisioni, che comunque incidono poco sulla ricostruzione dei fatti,
come ad esempio la rottura del fanalino con il coltello. Dev Gothia sa che vicino
allauto non cerano pietre, mattoni o altri oggetti di peso e durezza tali da poter
rompere una superficie dura come la spesso plastica del fanalino, quindi ipotizza
che il mostro labbia rotto con il coltello, ma difficilmente un coltello ha la forza
per rompere quel fanalino. Non spiega poi perch lorologio di Antonella sia rotto,
n perch fu trovata con il setto nasale rotto da un evidente colpo violento di
oggetto contundente (o da un pugno).

La mia ipotesi precedente (con i commenti in blu sugli errori che ho


riscontrato successivamente):

Cercher qui di riassumere quella che era stata la mia ipotesi nella monografia che
avevo scritto lanno scorso. Anchio partivo dal presupposto che Paolo fosse
seduto davanti, sia perch i colpi che lo raggiungono hanno frantumato il finestrino
anteriore (e sappiamo dalle microschegge che il suo volto era a soli pochi cm dal
vetro), sia per labbondante quantit di sangue trovato sul sedile anteriore, che
difficilmente pu essere attribuito a un fiotto di sangue durante lo spostamento del
corpo a opera dei barellieri, come ipotizza lAvv. Filast (anche perch quando
arrivarono i barellieri probabilmente era gi una mezzoretta che Paolo sanguinava
copiosamente e quindi tanto sangue in corpo non poteva essergli rimasto).

Sia per la posizione ravvicinatissima con cui i tre colpi hanno colpito la parte
dellorecchio sinistro, sia per la presenza di vetri nel punto stesso in cui
probabilmente era ferma la 147, ho dedotto che lassalto a Paolo sia stato rapido e
48

decisivo nel metterlo fuori combattimento e che durante tale assalto lauto sia
rimaste ferma l. Quindi niente manovra da parte di Paolo che, poveraccio, non pu
andare da nessuna parte. Ipotizzavo che il primo colpo fosse stato quello che lha
colpito alla spalla (perch forse Paolo aveva visto il mostro e aveva fatto una
rotazione a destra del busto per proteggersi dai colpi che stavano per arrivargli, e
cos s preso il primo nella scapola sinistra. (E qui sbagliavo anchio proprio come
Canessa. Il medico legale dice che molto probabilmente il colpo alla spalla fu
lultimo, perch causato da un proiettile che non aveva incontrato ostacoli nella sua
traiettoria. Inoltre, se veramente Paolo si fosse voltato dallaltra parte per evitare
i colpi, teoricamente ci poteva stare che avesse preso la palla nella scapola, ma poi
gli altri colpi alla testa li avrebbe presi alla nuca, non alla tempia, quindi anche per
questo la faccenda del primo colpo alla spalla non torna).

Poi ipotizzavo che Paolo avesse preso altri due colpi, quello alla mandibola e
quello allorecchio perch, scrivevo, nella piazzola ci sono solo 3 proiettili. (In
realt nella piazzola ce ne sono quattro e un quinto sulla strada ma a pochi cm
dalla piazzola. Siccome il getto del bossolo vuoto da parte della Beretta molto
irregolare e pu andare da pochi cm a quasi 4 metri, come abbiamo visto prima,
dire che nella piazzola ci sono solo 3 bossoli inesatto).

A questo punto, e qui stava la vera grande novit della mia ipotesi, immaginavo
che Antonella, rimasta finora illesa e vista la fine che le stava per riservare il
mostro, che nel frattempo per poter infilare il braccio nellabitacolo e centrarla
meglio, stava buttando gi i resti del finestrino di Paolo, decide di buttarsi avanti e
girare la chiave di accensione. La retromarcia, che gi innestata, provvede a far
andare lauto allindietro, sorprendendo il mostro. Lauto arretra di 3-4 metri e il
mostro la rincorre. Mette il braccio dentro, ma Antonella glielo prende e cerca di
schivare i colpi. Nasce una colluttazione di tira e molla fra Antonella e il mostro,
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che si svolge sopra la testa di Paolo (durante la quale si rompe lorologio di


Antonella e il perno di una maglia va a finire appunto nei capelli di Paolo), ma il
mostro ha la meglio e spara due colpi ad Antonella, uccidendola. Sono i colpi dei
due bossoli finiti poco allinterno e poco allesterno della piazzola, i numeri 4 e 5
dello schizzo a pag. 24. [Qui c innanzitutto la perplessit, espressa da varie
persone che hanno letto la mia monografia, sul fatto che una ragazza ventenne, che
non aveva unauto propria e probabilmente nemmeno la patente, in una situazione
di panico come quella fosse riuscita a realizzare che forse, girando la chiave di
avviamento, lauto avrebbe potuto muoversi. Poi, come ho detto prima, il fatto che
dei cinque bossoli trovati nellarea della piazzola tre fossero vicini fra loro e gli
altri due un po pi distanti, non ha nessun valore probatorio sulla ricostruzione
della dinamica perch appunto la Beretta capace di espellere un bossolo a 50 cm
e quello successivo, senza nessun apparente motivo, a tre metri di distanza. Altro
buco della mia ricostruzione che se veramente il mostro aveva avuto una
colluttazione con Antonella dentro lauto prima di spararle due colpi e ucciderla,
non si spiega perch i bossoli di quei colpi non fossero dentro lauto., Infine, quarta
lacuna di questo passaggio della mia vecchia ricostruzione, immaginare un tira e
molla che si svolga sopra la testa di Paolo privo di sensi assurdo. Con la testa
dritta, il posto non cera proprio perch Paolo, che era un ragazzo alto, arrivava
sicuramente quasi a toccare il padiglione del tetto dellauto, e anche se
immaginiamo che essendo Paolo svenuto e con la testa reclinata, il posto per fare il
tira e molla sopra la sua testa, nellangusto abitacolo della 147, praticamente non
cera].

A questo punto, nella mia precedente ricostruzione, immaginavo che il mostro


apriva lo sportello perch non poteva assolutamente lasciare lauto in mezzo alla
strada e voleva portarla via da l. Lapertura dello sportello faceva colare il sangue
sulla strada. Poich non cera verso che il mostro potesse mettersi a spostare Paolo
sul sedile dietro con la 147 in mezzo alla strada, ipotizzava che gli si metteva
letteralmente seduto sopra. Per, vista la scomodit della posizione, il mostro
finiva nella fossetta. La botta gli faceva partire un colpo dalla pistola che ancora
teneva in mano e quindi il foro nel parabrezza era dallinterno verso lesterno e il
bossolo di questo sparo era quello che venne trovato nella 147. [Ho fatto
successivamente due conti e qualche schizzo e mi sono reso conto che un ragazzo
50

alto come Paolo e il mostro che anchegli sembra che fosse alto, semplicemente
non ci possono stare al volante dellauto uno seduto in grembo allaltro, non ce n
materialmente il posto. Inoltre appare poco verosimile che il mostro si sia messo
alla guida dellauto, con i due ragazzi gi morti o quasi, continuando a impugnare
la pistola, anzich mettersela in tasca e avere le mani libere].

Qui immaginavo che il mostro, dopo aver provato inutilmente a uscire dal fosso,
frustrato e arrabbiato abbia spostato dietro il cadavere di Poalo per cercare con pi
comodit di uscire da quella situazione ingarbugliata e poi, visto che non ci
riusciva, abbia sparato il colpo di grazia a Paolo, stando fuori dallauto, e poi abbia
sparato ai due fari, dopodich fuggito. Questi sarebbero i tre colpi corrispondenti
ai 3 bossoli trovati davanti alla 147. Facevo anche un disegnino del cosiddetto
colpo di grazia a Paolo, questo:

[Si vede gi dal disegnino lerrore. Innanzitutto il colpo di grazia si d a pochissimi


cm di distanza, per essere assolutamente certi che sia definitivo, non da un metro e
mezzo. Il fatto che se non lo disegnavo cos, poi non riuscivo a spiegare il terzo
bossolo per terra davanti allauto, visto che mi fidavo della versione ufficiale
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secondo la quale il fanalino stato rotto dal mostro con chiss che cosa ma non
sparandogli e quindi se due bossoli erano stati dedicati ai fari, il terzo da dove
veniva? Ma chiaro che come colpo di grazia questo qui fa ridere, Oltretutto, il
mostro, in questo schizzo, spara alla destra di Paolo ma lui il colpo mortale lo
riceve a sinistra! Avevo avuto proprio una cattiva idea! Inoltre non sono stato
capace di spiegare come abbia fatto il mostro, stando dentro lauto e in pochi
attimi, a far passare Paolo di dietro. E non una dimenticanza da poco]

LA NUOVA IDEA

I miei dubbi pi grossi, gi subito dopo aver terminato la monografia, erano stati
appunto questo famoso colpo di grazia per spiegare il terzo bossolo davanti alla
macchina, ma soprattutto il passaggio di Paolo dal sedile anteriore a quello
posteriore.

Questo ennesimo mistero di Baccaiano fondamentale per capire la dinamica, e


costituisce uno scoglio tale, che diversi hanno provato ad aggirarlo pur di non
andare a sbatterci contro.

Il PM Canessa ipotizza che Paolo sia sempre stato davanti e che lauto nel fosso ce
labbia fatta finire lui stesso. Quindi niente spostamento del corpo.

Il brillante Avv. Filast, al contrario, ipotizza che Paolo sia sempre stato dietro e
che la 147 ce labbia portata il mostro nel fosso, ma anche qui, senza aver mai
spostato il corpo di Paolo.

Certo che trovare una soluzione in cui non ci fosse stato lo spostamento del corpo
facilitava tutto, rendeva tutto pi credibile e verosimile. Il guaio che la versione
di Canessa viene smentita dallo stesso uomo che ha estratto Paolo morente
dallauto, cio lAllegranti, che su questo punto perentorio: Paolo era seduto
dietro quando arrivata lambulanza, senza se e senza ma.

La versione di Filast, invece, come ho accennato prima, smentita dal fatto che il
mostro ha sparato attraverso il finestrino anteriore e non quello posteriore e che la
pozza di sangue sta sul sedile anteriore, non su quello posteriore. E allora, anche
qui bisogna rassegnarsi, non cos che sono andate le cose.
52

Un bel rebus come del resto qualsiasi cosa che abbia a che fare con questo
delitto. Allora mi sono detto che anzich immaginare metodiche pi o meno
fantasiosi di spostamento, forse era meglio fare un disegnino in scala precisa e
vedere con i miei occhi come stavano veramente le cose. Il disegno lho fatto
tenendo conto che Paolo fosse alto fra 175 e 180 cm. Ma va subito detto che
qualche cm in pi o in meno non inficerebbe la validit del ragionamento.

Allora: in pratica, questo il profilo di un uomo alto 175-180 cm seduto sul sedile
anteriore di una 147 (in rosso il profilo del sedile):

Labitacolo della 147 cos piccolo che, ribaltando indietro lo schienale, la testa di
Paolo andrebbe a toccare lo schienale del sedile posteriore, come si vede dalla
curva tratteggiata.
53

Questo disegno spegne immediatamente le varie ipotesi e suggestioni sullo


spostamento longitudinale del corpo di Paolo, sia quella per spinta ipotizzata da
De Gothia, sia quella per trazione, effettuata da dietro, cio dal portellone
posteriore aperto, formulata da Ruy. Semplicemente non c bisogno n di
spingere n di tirare Paolo, perch solo abbassando lo schienale, il suo corpo
occupa gi tutto lo spazio disponibile dietro di lui!

Per capire meglio la situazione, esaminiamola dallalto, vediamo gli spazi reali
allinterno dellauto per i due corpi, quello della ragazza gi morta e con la testa
riversa sul pianalino dietro lo schienale e quello di Paolo, il cui schienale
ipotizziamo sia stato ribaltato, come prima fase della manovra per il suo passaggio
sul divano posteriore. Ecco cosa vedremmo (anche qui i profili dei sedili in rosso):
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Non ho disegnato il mostro, ma dobbiamo immaginare che ci sia anche lui, nel
sedile anteriore del passeggero, a saturare il gi piccolo ambiente. Da questo
disegno (rigorosamente in scala, come ho gi detto) si vede che anche avendo
abbassato lo schienale di Paolo, il suo corpo non lo si pu spostare da nessuna
parte, perch gi tocca, con la testa, lo schienale del sedile posteriore.

Anche se immaginassimo la faticosa manovra di voltarne il corpo su in fianco, allo


scopo di poter risollevare lo schienale, dal disegno capiamo che non sarebbe
possibile, perch lo spazio fra i due sedili anteriore molto ridotto e quindi non si
riuscirebbe a togliere lingombro del corpo di Paolo nemmeno mettendolo di
fianco.

E anche se, come suggeriva Ruy, da fuori si andasse dietro la 147, si sollevasse il
portellone (col rischio di farsi vedere da mezza Toscana) e si fosse preso Paolo
per le ascelle sollevandone il corpo per fargli mettere almeno parzialmente la
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schiena contro lo schienale del sedile posteriore (ammesso che lo si possa fare con
un corpo morto di 80-90 kg), tuttavia resterebbero ancora il fondo schiena e le
gambe a ingombrare il sedile anteriore.

In altre parole, ho scoperto che spostare Paolo da davanti a dietro non solo era
difficile, ma era PRATICAMENTE IMPOSSIBILE!

Lunico modo per farlo, in teoria, sarebbe stato (lavorando dallesterno) di aprire lo
sportello anteriore sinistro, estrarre il corpo di Paolo, ribaltare in avanti tutto il
sedile per creare lo spazio e quindi reintrodurre Paolo mettendolo dietro. Ma una
manovra difficilissima, che un uomo da solo fa fatica a fare. Basti pensare che i
barellieri, per estrarre Paolo (ed estrarre sempre pi facile che inserire) hanno
dovuto svellere lo sportello! Quindi unipotesi che nello scenario di Baccaiano
assolutamente improponibile.

C anche unaltra considerazione da fare, che conforta la sensazione di quanto


irrealistico possa essere stato questo spostamento da davanti a dietro.

Se proprio Paolo era seduto davanti e il mostro voleva toglierselo dai piedi per
mettersi lui alla guida dellauto, perch non ha fatto la cosa pi semplice, anzi,
lunica realisticamente praticabile, cio spostarlo sul sedile passeggero?

La 147 non aveva consolle centrale, guardate quanto sia relativamente spaziosa
proprio davanti ai sedili anteriori:
56

Il mostro avrebbe dovuto agire da fuori, esattamente tramite lo sportello destro, il


che sarebbe stato un bel rischio per lui. Per, in compenso, la manovra sarebbe
stata facile e rapida. Prima avrebbe preso le gambe di Paolo passandole dal sedile
sx a quello dx, poi afferrandolo per le braccia, avrebbe potuto spostare tutto il resto
del corpo sul sedile dx.

Di qualunque possibile manovra, questa era quella pi facile, pi intuitiva, pi


rapida e quella che anche un uomo da solo poteva compiere in una manciata di
secondi. Ma il mostro non la fece, perch? Perch evidentemente non ne aveva
bisogno, come vedremo pi avanti nella nuova ipotesi.
57

LA NUOVA IPOTESI

Prima di iniziare a esporre la mia nuova ipotesi vorrei citare un episodio che
apparentemente non centra nulla con Baccaiano, ma che invece ha una sua
rilevanza. Nella met degli anni 80 Luca Iandelli e la sua fidanzata stavano
amoreggiando in auto, nello spiazzo antistante il cimitero di San Casciano, quando
un uomo aggred lauto brandendo una pistola (almeno a sentire quello che dice lo
Iandelli). Il ragazzo era sdraiato carponi sulla fidanzata, nel sedile passeggero con
lo schienale abbassato. Quando si accorse delluomo pens che questi poteva
sparargli da un attimo allaltro, quindi che non aveva tempo per rimettersi alla
guida e ripartire e allora che fece? Semplice, allung la mano e gir la chiave di
avviamento. Lauto cominci a muoversi saltellando per alcuni metri, finch il
ragazzo riusc a riguadagnare il posto guida e ad allontanarsi definitivamente da l.
Questa non una supposizione ma un fatto realmente accaduto e testimoniato in
aula sotto giuramento.

Personalmente non ritengo che luomo in questione fosse il mostro, perch il


mostro arrivava e sparava, senza tanti preamboli, e siccome era molto freddo e
pratico, anche se per caso gli si fosse inceppata larma e non avesse potuto sparare,
sicuramente si sarebbe dileguato immediatamente per evitare di farsi riconoscere.
Comunque non tanto questo che minteressa sottolineare, quanto il fatto che in
situazioni critiche, ricorrere allespediente di girare la chiave di avviamento non
affatto un gesto cos strano. Da Insufficienza di prove, un estratto della
deposizione dello Iandelli:

Luca Iandelli - Deposizione del 31 maggio 1994 - Prima parte


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Luca Iandelli fu ascoltato il 31 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che
seguono sono le sue dichiarazioni.

P.M.: Diverse persone, tra cui Salvadori Antonella ci hanno raccontato di un episodio che
sarebbe avvenuto di cui lei stato protagonista al cimitero di San Casciano, sembra nell86.
Se vero questo fatto lo vuole raccontare alla Corte?
L.I.: Si vero.
P.M.: Ci hanno raccontato il giusto. Ci vuole raccontare cosa avvenne?
Presidente: Ce lo racconti.
P.M.: Nei dettagli eh signor Iandelli, lei gi stato cos dettagliato col P.M., vediamo se
riesce a rispiegarlo lei senza domande.
L.I.: Si mi trovavo in auto in una piazzola antistante il cimitero di San Casciano in auto e
Succede che nel buio, nel silenzio io sento un urto, mi trovavo con questa ragazza, sento
un urto di canna, di ferro, urtare un finestrino, un deflettore dellauto e
Presidente: Sent scusi un urto metallico?
L.I.: Si un urto proprio metallico di ferro al che mi attir lattenzione e vidi ho riconosciuto
una pistola impugnata, la canna pi che altro la canna di una pistola impugnata e ho
visto avevo questa persona appoggiata al vetro, ho visto che praticamente abbracciava
lauto al che io ho provato ad urtare con le mani per vedere se se ne andava e lui rimasto
ancora l per un lasso di tempo intorno ai 30/40 secondi abbracciando la macchina, ecco,
fino a che io non sono riuscito a mettere in moto lauto e scappare.
P.M.: E riuscito a scappare?
L.I.: Si.
P.M.: Come ha fatto? Questa operazione
L.I.: Ho fatto che
P.M.: E stato facile o
L.I.: Mah stato facile, ho girato la chiave, ancora non ero seduto sul posto di guida e la
macchina s mossa, ha fatto due o tre metri girando la chiave, non entrata in moto
subito, poi dopo due o tre metri, nonostante lui fosse ancora sui vetri

E ora torniamo alla nuova ipotesi.

Lauto ferma nella piazzola, i due ragazzi hanno appena finito di fare lamore,
sono entrambi seduti nel divano posteriore, si sono rivestiti e presto usciranno
dai rispettivi sportelli per tornare sui sedili anteriori e rientrare a casa. Entrambi i
sedili anteriori sono stati ribaltati in avanti per dare un po pi di spazio ai due
giovani amanti (cos come accadr nel 1984 nella Panda di Claudio Stefanacci).

In quel momento Paolo si accorge che un uomo, con una pistola in mano, si sta
avvicinando allauto dalla sua parte. Forse se ne accorge perch il riverbero della
plafoniera accesa dentro la macchina, sia pur debole, riesce a illuminare il buio che
circonda la piazzola, rendendo visibile tutto ci che c intorno alla Fiat 147,
almeno per un paio di metri. Oppure luomo che si sta avvicinando tiene in mano
una torcia accesa che illumina i ragazzi. Questo probabilmente non lo sapremo
59

mai. Ma in ogni caso, Paolo si accorge di quel che sta succedendo e ha subito le
sensazioni peggiori. Probabilmente capisce immediatamente che il fantomatico
Mostro di Firenze sta arrivando proprio verso di lui e Antonella per compire
lennesimo terribile delitto, forse addirittura lo riconosce, sa chi e per questo il
mostro (se stato lui a fare le innumerevoli telefonate allAllegranti) da quel
momento e per anni avr paura che Paolo abbia veramente parlato con linfermiere
rivelandogli lidentit del mostro.

Comunque sia, in una frazione di secondo Paolo Mainardi capisce che deve
andarsene via immediatamente da l. Il guaio che lui sta seduto dietro, la sua auto
non ha portiere posteriori, labitacolo troppo piccolo per saltare davanti con un
balzo e quindi la situazione gli appare immediatamente drammatica. Probabilmente
Antonella lancia un grido quando si accorge anche lei della minaccia che sta
piombando loro addosso. La situazione in quegli attimi deve essere caotica, dentro
la 147. Proprio come lo Iandelli, anche Paolo Mainardi, da guidatore esperto, sa
che lunica cosa che pu fare girare la chiave di avviamento.

Ma dalla posizione in cui si trova non una cosa semplice. Allora abbassa il sedile
anteriore sinistro che, nella posizione in cui gli copre tutto il volante e il
blocchetto di accensione, e si getta in avanti per tentare di raggiungere la chiave,
facendo questa mossa:
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Nellattimo esatto in cui raggiunge la chiave inserita nel blocchetto e sta per
girarla, il mostro gli scarica tre colpi direttamente alla testa. Il mostro spara al
finestrino anteriore, perch come vediamo dal disegno, anche se Paolo ha le gambe
dietro, la testa e la scapola sinistra ce lha esattamente nel riquadro del finestrino
anteriore. I primi due colpi devono essere quelli che lo prendono alla mandibola e
allorecchio, entrambi attutiti da un vetro ancora abbastanza forte, e quindi non in
grado di trapassare le strutture ossee. Infatti si fermano in punti superficiali. Poi il
terzo proiettile passa nel vetro ormai gi frantumato o addirittura parzialmente
crollato e ha tutta la forza necessaria per sfondare il cranio e trapassare il cervello,
il quarto, infine, quello pi pulito come diceva il Prof. Cagliesi Cingolani e va
a infilarsi nella scapola. I quattro colpi sono segnati da puntini rossi.

Purtroppo Paolo non riuscito a far muovere lauto, i quattro colpi sparatigli in
rapidissima successione lo hanno praticamente ucciso sul colpo, anche se la morte
clinica avverr solo qualche ora pi tardi.
61

Il suo corpo si accascia in questa posizione:

Questo ci fa capire come ma si sia raccolto tanto sangue nel sedile anteriore
sinistro. Se Paolo vi ci fosse stato seduto normalmente, il suo stesso corpo avrebbe
impedito che tanto sangue si raccogliesse nellincavo fra cuscino e schienale e
difatti non riuscivo a spiegarmi quel dettaglio fino a quando non ho pensato a
questa nuova teoria.

Inoltre ricordate quando a pag. 21 dicevo di tenere a mente quella dichiarazione


dellAllegranti che dice Paolo era una maschera di sangue? Lo scrivevo perch
se Paolo fosse stato seduto davanti, dopo aver ricevuto tutti i colpi nella zona
dellorecchio sinistro avrebbe reclinato il capo o a destra o a sinistra. Ma nelluno e
nellaltro dei casi probabilmente il sanguinamento avrebbe interessato larea sotto
lorecchio sinistro e il collo, non lintero volto tanto da renderlo una maschera di
sangue. Ma se immaginiamo che la posizione del suo corpo fosse quella descritta
62

nel disegno sovrastante, si capisce perch il sangue, colando dalla zona


dellorecchio, gli abbia imbrattato tutto il volto.

Ma i tasselli che finalmente riescono a incastrarsi non finiscono qui. Come ho


scritto prima, criticando la mia stessa ipotesi formulata oltre un anno fa, strano
che il tira e molla fra Antonella e il mostro si sia svolto sopra la testa di un Paolo
seduto al posto di guida, semplicemente perch anche a capo reclinato, lo spazio
per fare questi tira e molla non cera. Ma se invece il corpo di Paolo giaceva nel
modo illustrato nel disegno, cera tutto lo spazio per la colluttazione fra mostro e
Antonella e quindi la maglia distaccatasi dal cinturino pu essere caduta benissimo
nei capelli di Paolo.

Ma andiamo avanti. Abbiamo visto che lauto ancora ferma nella piazzola, i
frammenti del finestrino sono caduti nella piazzola, sono stati sparati quattro colpi,
tutti a Paolo, e quindi per il mostro adesso venuto il momento di occuparsi di
Antonella, che ovviamente ha visto con terrore e orrore tutto quello che successo
in quegli attimi.

Io penso che a questo punto sia successo qualcosa che abbia provocato una breve
pausa nellazione del mostro. Pu essere che per colpire bene Antonella si sia
messo a buttare gi i residui del finestrino o pu essere che una delle svariate
automobili che sono passate sulla Via di Virginio Nuova durante lassalto del
mostro lo abbia costretto momentaneamente a girare attorno alla 147,
acquattandosi davanti al suo muso, per non essere visto dalla strada.

Io credo che questo breve attimo di tregua abbia dato modo ad Antonella di capire
due cose: una era che nel giro di pochi secondi il mostro avrebbe ucciso anche lei e
che quindi qualsiasi cosa, anche la pi disperata, andava tentata pur di salvare la
vita, e laltra era che Antonella, sia pure inesperta di automobili, aveva visto ci
che Paolo aveva tentato di fare con la chiave di avviamento e quindi anche lei ha
tentato la stessa mossa.

Perci, mentre il mostro ancora acquattato, la 147 improvvisamente comincia a


muoversi a balzelli verso il centro della strada. A questo punto il mostro deve
fermarla subito e a tutti i costi, non ha tempo per prendere la mira, n per
rincorrere lauto e sparare dal finestrino ormai abbattuto, per cui stando davanti
allauto si alza in piedi, vede la testa di Antonella che dal sedile posteriore si sta
63

sporgendo in avanti un po come aveva fatto Paolo, e allora le spara direttamente


attraverso il parabrezza, senza perdere tempo a rincorrerla.

Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, un colpo di calibro 22 attraverso un


parabrezza velleitario. Il proiettile si frantuma in numerosi pezzetti, piccoli e
indeboliti dallurto, che non possono uccidere un essere umano. Ma evidentemente
uno dei frammenti quello che attraversa sottopelle la fronte di Antonella.

La ferita non assolutamente grave, ma certamente devessere dolorosa e


comunque sufficiente a far desistere Antonella dalla manovra che aveva iniziato a
fare. Il colpo al parabrezza, sparato dalla piazzola ma quasi ai margini della strada,
probabilmente quello che d origine al bossolo ritrovato in strada ma vicino alla
piazzola (cfr. foto a pag. 23, proiettile F oppure disegno a pag. 23, bossolo 5)

Il mostro, visto che lauto adesso si fermata, si avvicina e apre lo sportello di


Paolo per infilare il braccio dentro e uccidere Antonella. Dallo sportello aperto
comincia a colare il sangue sulla strada. Nel frattempo la ferita alla fronte della
ragazza solo superficiale, Antonella ancora viva e vegeta e afferra il braccio del
mostro. Qui comincia la lotta fra i due, che avviene sopra il corpo del povero Paolo
riverso a testa in gi. Il mostro riesce a colpire in faccia Antonella con estrema
violenza, probabilmente con un pugno che le spezza il setto nasale e le provoca la
vasta ecchimosi rilevata dal medico legale.

Antonella ricade sul sedile posteriore, svenuta o semisvenuta, il mostro finalmente


pu prendere la mira e con il braccio ben dentro labitacolo la colpisce proprio in
fronte, senza scampo. Morte fulminea. Il bossolo di questo colpo rimane dentro
labitacolo.

A questo punto entrambi i ragazzi sono morti (Paolo vivo solo dal punto di vista
vegetativo), lauto in mezzo alla strada e il mostro deve spostarla assolutamente
da l. Per far questo deve togliere Paolo dalla posizione in cui si trova, rimettendolo
seduto dietro, cosa che avviene in modo semplice e rapido in quanto il ragazzo ha
gi met del corpo dietro e si tratta soltanto di far basculare laltra met del
corpo sopra il bordo dello schienale del sedile anetriore.

E una cosa che richiede solo qualche secondo e poi il mostro si pu mettere alla
guida della 147. La sua imperizia di questo modello, unita allo stress e
alladrenalina, oltre al fatto che la 147 non ha il servofreno e quindi lo sforzo
64

richiesto al pedale enormemente superiore a quello delle normali automobili


dotate di servofreno, fanno s che non riesca a frenarla in tempo e vada a finire nel
fosso.

Tenta di tirarla fuori da l ma non ci riesce. Allora cerca di far apparire questa
automobile che emerge da un fosso laterale come uno spettacolo meno drammatico
possibile, in modo da non attirare troppo lattenzione delle auto che passano.

Questo perch, evidentemente, ha bisogno di tempo per rientrare alla base, non
vuole incontrare blocchi stradale di Polizia e Carabinieri e quindi deve
assolutamente e disperatamente guadagnare tempo.

Allora prova a spegnere i fari estraendo la chiave dal blocchetto, come si aspetta
che succeda, ma come ho spiegato tramite il libretto di istruzioni della 147 a pag.
13, non riesce a spegnere i fari da dentro. Perci esce dallauto a destra (si
accorto che lo sportello sinistro bloccato per il piegamento del pianale dellauto
in bilico sul fosso), e spara prima ai fari e poi ai fanalini, per spegnere tutto, solo
che deve succedere qualche imprevisto, perch i fari riesce a spegnerli entrambi,
ma i fanalini no. Ne acceca uno solo. Cosa pu essere successo? Un intensificarsi
del passaggio di automobili lungo la Via di Virginio? Il conto sbagliato dei colpi
rimasti (pensava di averne ancora 4 ma ne ho soltanto 3 rimasti)? Oppure aveva
contato giusto, ma proprio al momento di sparare il decimo e ultimo colpo la
pistola sinceppa? O forse, avendo messo fuori uso quasi tutta la fanaleria, per
qualche contatto interno si spegne automaticamente anche il fanalino sinistro e cos
non c pi bisogno di sparargli? Mah questo probabilmente non lo sapremo
mai.

Sappiamo solo che il fanalino sinistro rimane intatto. Sempre per rendere difficili i
soccorsi e ritardare lavvio della caccia alluomo, decide di gettare via le chiavi il
pi lontano possibile nel campo sovrastante.

Dopodich si dilegua nella notte.

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