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Immagini dall'Inconscio
Collana diretta da Magda Di Renzo
La collana raccoglie le riflessioni, i percorsi, le idee e i dubbi
di quanti, oltrepassando i limiti della coscienza, tentano nuovi
percorsi o rivivificano quelli esistenti, per rendere visibili e
quindi comprensibili quelle parti che sfuggono al controllo della
coscienza e che possono creare interferenze nello sviluppo o
impedire l'accesso al potenziale creativo dell'individuo.
Nella collana hanno voce autori di diversa estrazione culturale,
tutti impegnati in un lavoro di traduzione, sistematizzazione
o lettura di immagini e contenuti inconsci, alfine di
rendere meno costrittiva e unilaterale la visione della coscienza.
Tutto ci che sta nell'inconscio, dice infatti Jung, vuole diventare
evento e anche la personalit vuole svilupparsi dalle
sue condizioni inconsce e viversi come interezza. Il percorso
che consente agli elementi inconsci di prendere forma per avere
accesso alla coscienza per complesso e variegato e richiede
impegno intellettuale e dedizione.
La parte oscura della psiche, sia essa concepita come elemento
rimosso o incompatibile con la coscienza o come elemento
non ancora cosciente, non pu infatti essere dedotta o
interpretata in base a singole manifestazioni riferite a uno
schema teorico univoco, perch i rapporti tra coscienza e inconscio
sono estremamente variegati e complessi
La consulenza scientifica per le opere delle Edizioni Magi a cura
del Dott. Federico Bianchi di Castelbianco, Direttore dell'Istituto di
Ortofonologia - Roma
Marie- Louise von Franz
L'Animus e l'Anima nelle fiabe
\\Indice
Introduzione 11
II IL CAVALLO MAGICO 27
V RACCONTI DI ANIMA 71
VI LA PRINCIPESSA NERA 75
NOTE
1 Il testo di questo volume una fedele ricostruzione delle conferenze di M.-
L. von Franz, redatta dall'analista e dell'editore canadese, Daryl Sharp, basata
sugli appunti presi dai partecipanti e pubblicata con il titolo Animus
and Anima in Fairy Tales, Toronto, Inner City Books, 2002.
2 The Fountain qfthe Love ofWisdom: Homage to Marie- Louise von Franz, a
cura di Emmanuel Kennedy- Xypolita, Wilmette, Illinois, Chiron Publications,
2004, p. 287.
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\\Introduzione
L'Animus una volpe assai scaltra
che sa usare la coda per nascondere
le proprie tracce.
C. G. JUNG
Le fiabe parlano di contenuti psichici che sono molto lontani dalla
coscienza umana. Jung disse una volta che dopo aver fatto un'interpretazione
approfondit di una fiaba si ha bisogno di una settimana
di vacanza per riprendersi da un compito cos arduo. La difficolt
di questo tipo di lavoro deriva dal fatto che le fiabe si basano su
alcune funzioni universali della psiche, senza che ci sia alcun ponte
verso i contenuti di carattere pi personale. Nel lavorare su una
fiaba, quindi, ci si trova di fronte alla struttura fondamentale della
psiche, una sorta di scheletro dal quale i muscoli e la pelle siano stati
tolti, lasciando soltanto gli elementi di interesse generale. Le fiabe
rappresentano perci dei modelli di vita psichica del tutto astratti.
Le fiabe e i racconti che provengono da culture arcaiche contengono
espressioni di senso di meraviglia e di terrore nei confronti del
divino, due elementi caratterizzanti l'incontro di tali popoli primitivi
con il mondo degli archetipi. Elementi che mancano nelle fiabe
che risalgono a periodi successivi.
In questo libro esamineremo, oltre a quelle europee, alcune fiabe
pi primitive nel tentativo di cogliere quel che hanno da dirci sulle
funzioni psichiche cui diamo il nome di Animus (l'immagine interna
del maschile nella psiche femminile) e di Anima (l'immagine
del femminile presente nella psiche maschile).
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2 C. G. Jung (1945-1954), L'Albero filosofico, in Opere, voL. XIII, Torino,
Boringhieri, 1988.
3 Si veda, per esempio, la fiaba intitolata La bara di vetro in W. W. Grimm,
op. cit, pp. 153 sgg.
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1 La fiaba, con il titolo originale Die Zauberross fa parte del volume di
Hedwig von Beit, Symbolik des Mrchens, Berna, Francke Verlag, vol. I, pp.
738 sgg. Si veda anche Mrchen aus Turkestan und Tibet, in Die Mrchen
der Wiltliteratur (a cura di J. van der Leyen, P. Zaunert), Jena- Dusseldorf,
1922, p. 146. [[N. d.T.) M.-L. von Franz commenta la stessa fiaba in Projecton
and Re- cottection in Jungian Psychology: Reflections of the Soul Chicago,
Open Court, 1974.]
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2 UN. cLT.) Una variante della stessa fiaba parla invece di un chiodo di garofano.]
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3 Ulteriori commenti sulla stessa fiaba si trovano in M.-L. von Franz,
L'Ombra e il male nelle fiabe, Torino, Boringhieri, 1995, p. 230.
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4 [[N. d.T.) M.-L. von Franz approfondisce il rapporto fra l'antico dio germanico
Wotan, il tempo atmosferico e l'uso del cappello nel suo volume Le visioni
di Niklaus von Fle, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.]
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li immagini degli istinti biologici. Sia il mondo sopra che quello sotto
corrispondono all'inconscio e si tratta quindi di immagini archetipiche
di due aspetti della medesima realt.
Il Cristianesimo delle origini nacque come compensazione nei
confronti di una situazione culturale di degrado in cui gli esseri umani
vivevano come in una specie di palude, per cos dire, rischiando di
scendere a un livello inferiore a quello degli animali. Per questo motivo
i sogni dei primi cristiani contenevano il motivo della salita verso
il cielo, per mezzo di una scala, per esempio, per raggiungere la
sfera della spiritualit. Si trattava di un necessario processo di compensazione.
Nella nostra situazione attuale abbiamo esagerato nell'andare
troppo in alto, allontanandoci, per mezzo della razionalit, la
scienza e la tecnologia, dagli istinti. E spesso i nostri sogni, per riequilibrare
questa situazione, contengono il motivo della discesa verso
uno strato psichico pi vicino alla saggezza della natura.
Altrettanto, le varie immagini della grande dea- madre non sono
necessariamente da associare alla terra, come per gli antichi greci.
Secondo gli antichi egizi, per esempio, la divinit della terra era maschile;
e, di conseguenza, le questioni spirituali furono viste e considerate
quali realt concrete e non eteree.
L'emergere del Div dallo stagno sembra indicare che il principio
dominante della cultura rappresentata dal re si era allontanato eccessivamente
dalla fonte istintuale della saggezza. Per questo motivo,
l'autentico fattore di redenzione sar un animale: il cavallo. Tutti
i personaggi umani della fiaba avevano assunto, prima o poi, una posizione
troppo elevata e lontana dagli istinti e, per questo, devono accettare
di essere umiliati, di diventare dei poveri mendicanti, per poter
essere redenti. Probabilmente tutti noi abbiamo provato
l'esperienza di cadere molto in basso, e di continuare a precipitare,
finch non abbiamo toccato il fondo che ci ha dato la forza e la spinta
per risalire. Cos, anche i personaggi della fiaba prima di poter risalire,
devono scendere per essere Divinizzati e acquisire quel che
il Div possiede: un pi intimo contatto con la natura. Nel contesto di
questo racconto, per, il Div esclusivamente negativo; rappresenta
una forza che divora la vita umana lasciando una scia di distruzione
dietro s.
Un altro importante motivo che si trova nella nostra fiaba quello
della fuga. Questo motivo compare in varie fiabe dove lo scappare
via da un demone rappresenta l'unica soluzione possibile. Ci so-
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5 Scrive Jung: Se domina l'amore, non c' volont di potenza, se domina la
potenza, non c' l'amore. Un elemento l'ombra dell'altro [(JV. d.T.) (1916-
1928), Due testi di psicologia analitica, in Opere, vol. VII, Torino, Borin-
ghieri, 1983, pp. 54-55).
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6 Si veda C. G. Jung (1955-1956), La personificazione degli opposti in
Mysteriwn coniunctionis, Opere, vol. XTV, t. 1, cap. 3, Torino, Boringhieri,
1989-1990.
7 Jung scrive: La delusione, in quanto shock subito dal sentimento, non
solo fonte di amarezza, ma anche il pi potente incentivo alla differenziazione
affettiva. Il fallimento di un progetto amoroso, il comportamento di
una persona amata che non corrisponde alle nostre attese, e cos via, possono
contenere un impulso verso un'esplosione emotiva pi o meno brutale,
o verso una modificazione o un adattamento del sentimento e, con ci,
verso una pi alta evoluzione. Tale evoluzione culmina nella saggezza allorch
al sentimento si associano la riflessione e la conoscenza intellettuale.
La saggezza non mai violenta: l dove essa domina, nessuna delle due
facolt opera violenza sull'altra [(JV. d.T.) (1955-1956), Mysterium co-
niunctionis, in Opere, vol. XIV, t. 1, Torino, Boringhieri, 1989-1990, p. 237).
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8 Si veda in proposito Edward Edinger, Goethes Faust: Notes fior a Jungian
Commentari), Toronto, Inner City Books, 1984.
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quei maledetti cristiani che avrebbero messo le mani sulle sue figlie.
Decise di gettare una rete sulle teste delle ragazze per trasformarle
in sirenette. Queste sirene, esseri che giocano nelle acque e
cercano di adescare gli uomini, precedentemente erano state umane
ma, per colpa di un atteggiamento sbagliato da parte della coscienza,
regredirono e rimasero bloccate a livello dell'istinto. In maniera
analoga, l'Eros nel Medioevo regred fino a diventare sesso
senza sentimento, un semplice atto animale. Tutto ci che il rapporto
sessuale implica in termini di valori spirituali fu trascurato e
sprofond nell'inconscio dove prese forma di sirenette, streghe e simili
prodotti della fantasia.
Un animale che chiede di essere redento dimostra di avere la capacit
di fare un importante atto di discernimento, dimostra di essersi
reso conto, per cos dire, che negli istinti fisici esiste anche un
lato spirituale che pu essere umanizzato. Un simile gesto spesso ci
obbliga a essere molto critici nei confronti di alcune forme di comportamento
che precedentemente ci erano risultate utili. Esistono,
per esempio, forme di autoindulgenza o di vittimismo che richiedono
un atteggiamento critico quando l'atto di discernimento ha evidenziato
le possibilit spirituali riposte in tali dinamiche. Molte persone,
come i contadini che hanno la fortuna di avere un rapporto
solido con la vita degli istinti, riescono a vivere tranquillamente per
anni e anni, andando avanti nella vita come se fossero trasportate
dal loro cavallo. Nonostante questo modo di vivere abbia grandissimi
vantaggi, nasconde, allo stesso tempo, un rischio. Se una persona
troppo in armonia con la terra e suoi ritmi, corre il pericolo
di restare molto inconscia. Il lato animale viene vissuto con scarsa
differenziazione e tramite un livello di consapevolezza troppo basso.
Sembra che sia proprio per questo motivo che, in certe occasioni, l'istinto
stesso cerca una soluzione nevrotica, tramite una deviazione
dalla strada tradizionale, o tramite una scissione. Talvolta necessario
perch una persona possa diventare maggiormente conscia degli
aspetti coinvolti nella vita degli istinti.
Le nostre pulsioni non sono del tutto unilaterali, hanno un'altra
faccia: la pulsione al sacrificio. L'istinto quindi contiene in s una
spinta enantiodromica verso la propria sublimazione. Questa spinta
di opposizione che fa parte della dinamica dell'istinto stesso, emerge
col tempo. Il combattimento fra il Div e il cavallo un buon esempio
della naturale scissione della libido che, in ultima analisi,
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9 Non ci sono note le fonti dei seguenti commenti sul simbolismo del cavallo
negli Upanishad.
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1 M.-L. von Franz tratta la stessa fiaba in Archetypcd Dimensions qf the
Psyche, Boston, Shambala, 1999. [(N. d.T.) Il testo della fiaba si trova in
Nordische Volksmrchen, in Die Mrchen der Weltliteratw, cit. J
2 (N. d.T.) Il testo in inglese parla di una foresta di bronzo. Dal momento
che la fiaba, in Die Mrchen der Weltliteratw, e l'interpretazione di M.-L.
von Franz in Archetypal Dimensions ofthe Psyche, parlano di una foresta
e di foglie di rame, riteniamo che l'uso del termine bronzo sia frutto di
un errore di trascrizione.]
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1 C. G. Jung (1946). La pratica della psicoterapia, in Opere, vol. XVI,
Torino, Boringhieri, 1981, pp. 229 sgg.
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SCHEMA: sorella dell uomo della pianura si collega a destra a donna dell
acqua, che si collega in basso a fratello della donna dell acqua, che si
collega a sinistra a l uomo della pianura che chiudendo il rettangolo si
collega in alto con sorella dell uomo della pianura.
SORELLA DELL'UOMO DELLA PIANURA---------------------------DONNA DELL'ACQUA
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rore nella scelta del momento ha fatto s che il tutto assumesse una
sfumatura decisamente negativa. Gli abitanti del villaggio della ragazza
descrivono il bufalo come colui che cosparge il proprio sentiero
di fiori e frutti, la stessa identica descrizione che, pi tardi,
verr usata per Osiride, il giovane figlio- dio della Grande Madre che
muore prematuramente e che diventa in seguito la personificazione
dell'Animus, proprio come il bufalo totemico. Si tratta della tipica forma
di evoluzione di un dio africano.
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1 Si veda il capitolo successivo per una spiegazione pi approfondit del
problema della funzione inferiore.
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rare il soldato che, giusto in tempo, salvato dai dodici rintocchi dell'orologio.
Qui emerge un paradosso affascinante: l Anima, come s'
gi detto prima, ha aspetti atemporali che sembrano seguire un ritmo
vitale assolutamente diverso dal nostro. Eppure sembra esser
condizionata, in alcune situazioni, dallo scandire del tempo che corrisponde
a quel che avviene nella sfera della coscienza. fuori dal
tempo, ma ne vincolata e condizionata. D'altronde, molti dei problemi
che s'incontrano nei tentativi di interagire con l'inconscio nascono
dal fatto che esso non del tutto fuori dal tempo, ma, piuttosto,
pare caratterizzato da un tempo relativo e da uno spazio relativo.
Ogni volta che la donna emerge dalla bara entra nel tempo e nello
spazio in modo relativo e il battere dell'orologio o il canto del gallo annunciano
una svolta, l'arrivo del mattino, la ripresa della coscienza
e, quindi, la fine delle attivit notturne.
L'Anima entra nella sfera umana e ne resta vincolata ogni qual
volta che un uomo cerca di stabilire una relazione con essa.
Non sempre un tale rapporto con l'umano piace all'Anima e
all'Animus, perch il legame con la coscienza priva loro di una parte
della loro autonomia divina. Sembrano preferire di rimanere fra gli
di e le dee e, di conseguenza, quando si cerca di integrare pi pienamente
queste istanze nel contesto della vita psichica, ci s'imbatte
in una resistenza energetica non indifferente.
Inculcare negli uomini una forma di impazienza un grande
trucco, spesso usato dall'Anima, ed perci importante contrastar-
ne le conseguenze accettando le limitazioni imposte dal tempo e dallo
spazio. Proprio come il soldato, la cui vita viene risparmiata quando
l'orologio batte la mezzanotte, la prigione del tempo e dello
spazio deve essere vissuta e accettata quale esperienza utile che, in
determinate situazioni, facilita l'aumento di consapevolezza. In stato
di possessione da parte dell'Anima un uomo pu sentire l'impulso
di fare qualcosa immediatamente. Sembra che debba scrivere e
mandare quella certa lettera subito o debba fare quella telefonata
per esprimere la sua opinione l per l. proprio questa sensazione
di urgenza che il campanello d'allarme: l'uomo nelle mani
dell'Anima ed lei e non lui a prendere le decisioni.
Alcuni racconti che troviamo presso i popoli primitivi e nelle culture
dell'Europa del nord, parlano di una strana forma di competizione:
si tratta di vedere chi riesce a resistere pi a lungo ai tentativi
dell'avversario di fargli perdere le staffe. L'uomo che mantiene la
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2 Si veda M.-L. von Franz, L'Eterno fanciullo. L'archetipo del puer aeternus,
Como, Red, 1989.
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1 Russian Folktales, a cura di R. Olesch, London, G. Beli & Sons, 1971.
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di mezzo, morir. Dopo un momento di riflessione, il ragazzo decide
di girare a destra, prendendo la strada che lo conduce di fronte
a una montagna che lui non esita di scalare. Arrivato in cima,
il ragazzo trova un serpente di bronzo. Lo prende con s e lo porta a
corte, come regalo per suo padre. Nel vedere il serpente, lo zar va su
tutte le furie: Perch ci hai portato una cosa cos orribile?!
Distrugger tutto il nostro impero! E, con questo, fa rinchiudere il
ragazzo in prigione.
Dopo qualche tempo, lo zar si ritrova a cena con i suoi generali,
e ripete la stessa domanda: Chiss quale dei miei tre figli coglier i
miei fiori e seguir le mie orme!. Dimitri, il secondo figlio, risponde
subito: Padre, vorrei provarci io!. In groppa al miglior cavallo delle
scuderie, il ragazzo lascia la citt e, poco dopo, si trova davanti al
crocevia. L vede il cartello: Chi prende la strada di destra avr cibo
in abbondanza, ma il suo cavallo non avr niente da mangiare.
Chi va a sinistra non avr nulla da mangiare, mentre il suo cavallo
avr cibo in abbondanza. Chi sceglie la strada di mezzo, morir.
Il ragazzo ci pensa su e arriva alla conclusione che un cavallo
ben nutrito pu sempre trovare la strada giusta. Cos, sceglie la strada
che va a sinistra. Lungo la via, arriva a una casa poggiata su colonne
d'oro. All'interno, sdraiata su un grande letto che gira continuamente
su se stesso, c' una bellissima donna. In meno che non
si dica, il ragazzo si infila nel letto della bella donna, ma questa, in
tutta risposta, schiaccia un pulsante che fa precipitare il ragazzo gi
nei sotterranei della casa, sotterranei gi pieni di altri uomini che
avevano provato a giacere con la donna. L, Dimitri rimane prigioniero
e non fa pi ritorno a casa.
Lo zar rimane molto colpito dalla perdita di suo figlio ma, superata
la tristezza, organizza un'altra cena con i suoi generali durante
la quale ripete la stessa domanda: Chiss quale dei miei figli coglier
i miei fiori e seguir le mie orme?!. Ivan, il terzo figlio, prende
il coraggio a due mani ed esclama: Padre, ci provo io!. Tu?, risponde
lo zar, ridicolizzando il ragazzo, ma se non sai fare nient'altro
che sederti sulla stufa per scaldarti!. Ma il ragazzo, non perdendosi
d'animo, aggiunge: Padre, con o senza la tua benedizione,
io partir!.
Alla fine, lo zar d ordine che fosse preparato per il ragazzo il cavallo
migliore. Ora, nelle scuderie, c' una vecchia giumenta, piccola
di statura e ormai cos stanca e debole da venire usata soltanto
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NOTE
2 C. G. Jung (1921), Tipi psicologici, in Opere, vol. VI, cap. X, Torino,
Boringhieri, 1969. Si veda anche Daryl Shapr, Personality Types: Jung's
Model qfTypology, Toronto, Inner City Books, 1996.
3 Per un approfondimento dell'argomento, si veda M.-L. von Franz, Tipologia
psicologica, Como, Red, 1988.
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fratelli invece non sono disposti ad andare fino in fondo come fece
lo zar/ funzione superiore, n sono disposti a correre i rischi che
Ivan /funzione inferiore affronta con slancio.
In un primo momento, i fratelli di Ivan sembrano piuttosto differenziati.
Il primo, arrivato al crocevia, sceglie di andare verso la
montagna, mentre il secondo scivola gi nella sfera degli istinti animaleschi
(rappresentata dalla cantina della grande sgualdrina, dove
rimane prigioniero). Il problema nasce nel momento in cui queste
due funzioni della personalit si costellano pienamente. Con lo sviluppo
della seconda funzione ausiliaria, il lato conscio della personalit
assume un peso e un'importanza eccessivi. Il rischio principale
di una simile situazione, in cui troppo potere finisce nelle mani
della coscienza egoica, quello di una scissione dal lato inconscio
della personalit. La quarta funzione non ancora in grado di riequilibrare
la situazione e di sciogliere la tensione che tale squilibrio
produce.
La quarta funzione meno concretistica rispetto alle altre e
apre la strada che conduce all'esperienza simbolica della realt. Le
altre funzioni sono veicoli per esperienze intellettuali o concretamente
vissute. Dal punto di vista della coscienza, la strada della
funzione inferiore appare come la strada della morte poich comporta
il sacrificio del contatto rassicurante con tutto ci che concreto.
All'interno del campo della coscienza coesistono una dimensione
interiore, di qualit simbolica e spirituale, e una esteriore, concreta
e fisica. La quarta funzione indirizza verso una realt in cui
scissioni del genere non esistono pi. Il quesito che l'Io ripete con
ansia - quale di queste dimensioni reale? - non ha pi senso.
Una situazione del genere, dal punto di vista della coscienza egoica,
insostenibile; per questo motivo lo sviluppo della quarta funzione
richiede una morte simbolica.
L'immagine del serpente di bronzo, che Teodor, il figlio maggiore,
porta in regalo allo zar, merita una riflessione. Il libro dei Numeri
(21:9) dell'Antico Testamento racconta l'episodio in cui Mos mostra
al popolo di Israele un serpente di bronzo per liberarlo da una punizione
mandata da Yahweh. I Padri della Chiesa, al pari degli
Gnostici, interpretarono questo serpente, e l'intero episodio biblico,
come anticipazione del ruolo che Ges Cristo avrebbe avuto nei confronti
dell'umanit. Il serpente di bronzo quindi dotato di poteri
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NOTE
4 (N. d.T.) La versione inglese del testo manca di un chiaro riferimento al
modello tipologico in base al quale von Franz fa le sue osservazioni; nel testo
italiano emerge con maggiore chiarezza che negli esempi riportati sopra,
l'autrice fa riferimento a un individuo estroverso la cui funzione inferiore
il sentimento. Al di l di qualsiasi considerazione di tipo individuale, von
Franz, in piena sintonia con Jung, era del parere che, sul piano collettivo,
il sentimento e la qualit di Eros fossero gli elementi pi trascurati nel quadro
psicologico dei nostri tempi. Il riconoscimento e l'integrazione di questa
funzione rivestono un'importanza determinante. Si veda a proposito: M.-L.
von Franz, Il mito di Jung, Torino, Boringhieri, 1987, p. 147.]
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una persona tutto ci che gli estraneo, mentre, per altro verso,
rafforzano il vincolo dell'individuo con se stesso. L'assimilazione dello
spirito degli antenati di fondamentale importanza, mentre tutto
quel che appartiene di pi alla situazione esterna che alla natura
dell'individuo, deve essere eliminato. In alcuni riti primitivi, gli
sciamani inseriscono nel corpo degli aspiranti guaritori pietre cariche
di energia.
Nel frattempo Ivan, che si trova nella cantina del nonno, continua
a mangiare e bere. In tal modo riceve dalla forza dello spirito degli
antenati mezzi necessari per addomesticare gli istinti, ovvero il
cavallo.
\\Dibattito?
DOMANDA DAL PUBBLICO: Come si pu spiegare il fatto che, dal
punto di vista dell'introverso, lafunzione inferiore un collegamento
con il mondo esterno e, allo stesso tempo, una via di accesso all'inconscio?
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5 M.-L. von Franz commenta pi dettagliatamente le esperienze di Gerard
de Nerval ne L'Asino d'oro, Torino, Boringhieri,1985.
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6 Si veda M.-L. von Franz, L'eterno fanciullo, cit, pp. 107 sgg.
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7 Si veda a proposito la lettera indirizzata a Jung del fisico Wolfgang Pauli:
Il fenomeno fisico della radioattivit consiste nella trasformazione (in uno
o pi passaggi) del nucleo atomico della sostanza attiva, da uno stato iniziale
instabile a uno stato finale stabile, durante il quale la radioattivit cessa.
Analogamente, il fenomeno sincronistico, basato su una realt archetipica,
accompagna la transizione da uno stato di coscienza instabile a una
posizione nuova e stabile [...] I momenti nel tempo in cui i singoli atomi si
disintegrano non sono in alcun modo determinati da leggi di natura (W.
Pauli, C. G. Jung, Atom andArchetype, The Pauli/ Jung Letters, Princeton NJ,
Princeton University Press, 2001, p. 41).
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NOTE
8- C. G. Jung, La funzione trascendente, in La struttura della psiche, in
Opere, vol. VIII, Torino, Boringhieri, 1957/1976. Si veda anche Barbara
Hannah, On Active Imagination, in The Inner Journey, Toronto, Inner City
Books, 2000, pp. 24 sgg.
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9 I Ching. Il libro della versatilit, a cura di R. Ritsema e S. A. Sabbadini,
Como, Red, 1996, p. 703.
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10 Si veda C. G. Jung, Gli archetipi e l'inconscio collettivo, in Opere, vol.
IX, t. 1, Torino, Boringhieri, 1934/1954.
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strare che i loro risultati hanno verit statistica. Nel campo della mi-
crofisica, gli esperimenti possono essere ripetuti molte volte e il fattore
soggettivo gioca un ruolo piuttosto marginale. Quando si ha a
che fare con milioni di atomi, per, i risultati corrispondono a leggi
che hanno una verit del tutto relativa.
Nello studio dell'inconscio, i fattori fondamentali sono gli archetipi,
e la loro attivit l'unico fenomeno che possiamo prevedere con
un certo grado di precisione. I casi clinici rappresentano un materiale
molto individuale, motivo per cui riteniamo che, nell'incontro
con un individuo all'interno di una vera situazione di vita, la teoria
occupa una posizione relativa e secondaria.
Tornando alla nostra fiaba, Ivan scavalca le mura della citt della
zarina e in tal modo fa un vero salto oltre la realt che fino a quel
momento viveva. Si trova ora nella sfera della realt psichica (e, per
noi, l'ipotesi che la psiche di per s sia assolutamente reale, un'ipotesi
valida). Nel gergo professionale, parleremmo di inconscio riferendoci
alla realt ignota che stiamo osservando. Ivan trova
Maria addormentata, abusa di lei e scappa. Solo dopo la zarina si
sveglia.
Maria rappresenta una forma di contromovimento rispetto alle
azioni di Ivan. In maniera analoga si sa che quando la coscienza
vigile, non possiamo essere consapevoli dell'inconscio; per averne
consapevolezza il livello di vigilanza della coscienza deve essere abbassato.
L'esempio pi eloquente di questo sono i sogni: la coscienza
appena presente, ma non in modo tale da interferire con quel
che succede nell'inconscio. Il sogno emerge proprio al margine fra
coscienza e inconscio.
Alcune filosofie orientali insegnano che samadhi, la forma pi
elevata di coscienza, comporta un completo spegnimento dell'Io. La
nostra posizione ben diversa. Jung, rimarcando il valore della complementariet
tra coscienza e inconscio, riteneva che uno stato in
cui l'io sia estinto corrisponderebbe a totale inconsciet. Non si pu
essere contemporaneamente consci e inconsci. La pratica dell'immaginazione
attiva un tentativo di mantenere la solidit dell'io,
coinvolgendo al tempo stesso il fenomeno limite del sogno. Per questo
motivo, essa rimane l'approccio migliore per effettuare una sintesi
tra i due opposti. Per capire il significato di un sogno, dobbiamo
abbassare la vigilanza della coscienza. Anche se l'Oriente ci incoraggerebbe
ad abbandonare totalmente la coscienza egoica, per noi
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da per un uomo quando questa istanza psichica si esprime tramite
un essere umano in carne ed ossa.
Difficolt dello stesso genere emergono ogni qual volta si faccia
un sogno che induce la seguente domanda: Devo affrontare questo
argomento concretamente, o sul piano simbolico?. La questione
rappresenta, dal punto di vista etico, uno degli aspetti pi difficili di
tutto il processo analitico. Con una buona dose di pazienza, spesso,
sono proprio i sogni a risolverla, mostrandoci la via pi giusta;
altre volte la questione rimane irrisolta e, confidando nelle proprie
risorse, si deve prendere una posizione. Nel caso di errore, sar l'inconscio
stesso del sognatore a intervenire per correggere il tiro.
Il motivo del tocco alla campana da parte di Ivan suggerisce che
all'interno della sua realt sta emergendo una reazione emotiva, una
sorta di vibrazione che risuona dentro di lui.
I simboli archetipici sono contraddistinti da una carica di energia
notevole, per cui risultano davvero esplosivi. Determinano grandi
movimenti dinamici, come il nazismo e, in egual misura, sottendono
quel che avviene nella mente dei pazienti psicotici. Possiamo
essere consapevoli degli aspetti immaginali ed energetici degli archetipi,
ma la loro vera natura ci rimane ignota. Sappiamo che si
presentano ricorrentemente come immagini e modelli dinamici e
che sprigionano una grande quantit di energia quando investono
la nostra realt concreta. L'archetipo, quale forma tipica di far esperienza
della realt, legato all'istinto e quindi all'attivit fisica. La
realizzazione di un archetipo tramite l'attivit istintuale il momento
in cui all'interno di un individuo emerge una grande emozione.
Capita a volte che una persona faccia un sogno archetipico che
non risveglia alcuna particolare reazione, ma solo un semplice pensiero:
Certo, tutta questa mitologia molto interessante...!.
Non si tratta necessariamente d'incapacit dell'analista di trasmettere
al paziente il vero significato del sogno, ma piuttosto di una
situazione in cui il messaggio dell'inconscio appare troppo lontano
dalla situazione conscia del sognatore. Certe volte, a distanza di
tempo, accade che lo stesso sognatore provi una grande emozione e
non veda l'ora di comunicare all'analista che la spinta del sogno si
finalmente fatta sentire. La realt archetipica, prima inavvicinabile,
ora entrata in contatto con la coscienza del paziente, attivando
la zona liminale dove la dimensione fisica e quella psichica si in-
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riore vibra e risuona. Ivan invaso dalla terribile paura che Maria lo
insegua: rappresentazione tipica della dinamica fra l Anima e una
coscienza non ancora in grado di rapportarsi al femminile interiore.
Si pu ipotizzare che questo passaggio della fiaba si riferisca a un tipico
problema della psiche russa: una coscienza sostanzialmente
debole trova il coraggio di congiungersi con l'Anima soltanto stuprandola
nel sonno; al risveglio, la coscienza si spaventa e scappa.
Le tre streghe, rappresentazioni di Bab Yaga, invitano Maria a
fermarsi a prendere il t. In tal modo fra Ivan e la zarina vergine si
crea maggiore distanza. Di nuovo si pu pensare a una particolare
attinenza di questo passaggio della fiaba alla psiche russa: preso da
paura, l'ipotetico russo rimanderebbe il vero confronto col problema
per evitare di provare quanto sia realmente cruciale. In ogni caso,
il chiacchiericcio da vecchie cui assistiamo pu essere di una
certa utilit psicologica in quanto serve a proteggere la personalit
da una presa di coscienza che non ancora in grado di sostenere.
Spesso la figura della madre che funge da cuscinetto fra la coscienza
egoica e la consapevolezza dell'Anima. Nella nostra fiaba
questa funzione sembra avere valenza positiva. Tuttavia, la tendenza
da parte della figura materna ad aiutare, interferendo nei progetti
della personalit, corrisponde a un problema piuttosto diffuso
della psicologia russa.
Ivan rientra a corte e sembra, in apparenza, che nulla gli sia successo.
Suo fratello gli ruba le mele d'oro e le acque della vita e della
morte, vantandosi di essere stato lui a trovare i tesori. Ivan, dal canto
suo, si ubriaca senza cercare in nessun modo di dimostrare la falsit
di ci che il fratello va affermando. Rispetto alla situazione iniziale
del racconto, pare che non sia cambiato proprio nulla. Ancora, la fiaba
offre una riflessione su una caratteristica collettiva della psiche
russa: aperta a esperienze interiori forti e intense, rimane pur tuttavia
legata a vecchie modalit quando si tratta di integrare tali esperienze
nella vita concreta. Le grandi potenzialit creative, latenti nella
psiche russa, vengono osservate con stupore primitivo, ma non
vanno tradotte in risultati reali e concreti. L'arrendevolezza dimostrata
da Ivan, che non contesta le affermazioni del fratello, originata dal
complesso materno, che spesso tende a vanificare le conquiste fatte in
precedenza. Nei secoli, i russi si sono trovati a dover affrontare questioni
religiose di notevole profondit, come ampiamente dimostrano
opere letterarie come, per esempio, IfratelliKaramazov di Dostoevskij.
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NOTE
11 C. G. Jung (1944), Psicologia e alchimia, in Opere, vol. XII, Torino, Bollati
Boringhieri, 1992.
FINE NOTE
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NOTE
12 Io ho abbandonato l'ipnosi, non perch non volevo avere nulla a che fare
con le energie pi fonde dell'anima umana, ma proprio perch volevo
combattere con quelle direttamente e apertamente. Se sapessi gi quali potenze
sono in gioco nell'ipnosi, abbandonerei l'ipnosi solo per eliminare ogni
utilizzazione indiretta di questi veicoli [(JV. d.T.) C. G. Jung (1914),
Questioni attuali di psicoterapia, in Opere, Torino, Boringhieri, 1973, p. 285).
FINE NOTE
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FINE