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P,, 0 esterna se P;
6g > oO quindi ‘ Oe + Og > % +o, > 6, +0, Per cui, essendo: O * ©, ep-(o, --e it e | t la cy, per la qusle aflg — grapdezza meggiore si sot- trae Ia minore. risylts ia messime. I] masino valore e’ poi attinte de £» sulla iibra interna perche’ e* ivi massima la g 22S pea asp alttige anchierss , in valore assoluto, if Del resto, volende ccnfrontare meglio i valori delle e, baste ra’ sostitvire vellz relative espressioni le espressioni del- le o. Si ha fee om = 10/3: 7& r2-r? | 10 ~i 2 fo" RF 8 re- Fe 1/2 Pr 7 ig 1 e-#£(3 rire WO? ae a] dalle quali eppare.evidente che e’ sempre ¢,>c, ed inoltre Cgnax * ext: . Se pox e? 0,=0 (assenza di fondi), @ pari p la e,, risul ta maggiore; cioe’ la presenza dei fondi e’ benefica nei ri- guardi della sicurezza. Cio’ posto, per essere in buone con- dizioni di resistenza deve essere fu Se," cioe’: i } : i a-389- avendo posto m= 10/3. Quindi deve essere: ovvero oO, =P Ove fosse a, = 0, sarebbe: 0,4 - 21, 8k? + ke 1 2 i 2 coe bh fp eet e), 2 [ttt -9), ae Peat we EY ee j 2 + 1 .2 Mis) “TE ke T da cui, dovendo essere ta $e si ha:. 1,8k? + 0,7 2 Pe @ lo spessore —__ + 0,71 ser, | jet 072 4 (8) 4 Yo. > 2.8. ' ‘ La (8) - formula di Lame’ per corpi cilindrici ‘senzo fon- di - da’ dunque spessori maggiori della (7). Poiche’ per i] calcolo dei corpi cilindrici le formule piu’ adoperate sono la (6) e-la (7) e? interessante stabilire quale sia il rispetti- vo campo d’ applicazione. i Per ragiohi di sicurezza si applica, caso per caso, la fon =} mula che da’ spessori maggiori. Vale la seguente regola: "Scelta u- na cy in relazione alle caratteristiche del materiale, por pres sioni inferiori a 0,165 0, si adoperera’ 1a formula delle cal daie, per pressioni superiori la formula del Lamé'". Infatti affinche’ sia: Stame 7 Scoldaia e’ necessario che si abbia: | +047 4, ossia Ponendo y = = ed elevando al. quadrato si ha:-391- FES Leyte ay 5 40,4 > let ayy (asytezy) 1+ 0,4y - 1-4 1,89 - y? +1,8y%- By +2,5y2 > 05 1,ay* + Lay? - 0,8y > 90, Posto il primo termine eguale a zero, 1* equazione rappresen- tera’ 1a condizione per cui s,=s¢. Per y maggiore del valo- re che soddisfa a questa condizione, sara’ s,>s¢ Dividendo per y, si ha: 1,8y7 + 1,8y - 0,8 = 0 Risolvendo: y = 0,185 i quindi Resla cosi giustificata la regola enunciata. C) Ipotesi del Mohr. Poiche’ la t,,, nello stato di sollecitazione monoassia- lee’: 1,4, 7 g/& (sui piani piu’ sopra ricordati), dovremo, Per essere in buone condizioni di resistenza, eguagliare la nostra ty, a 9,/2. Per uno stato tensionale triassiale, per il quale sia‘o, >'o, > cs (04, og, og: tensiopi principali) si he 6 as . nox 5 £8 . Ricordiamo a.questo proposito, che tale e- t, spressione della tyg, Tisulta inmediatamente dalla rappresen’: tazione di uno stato tensionale triassiale con'i cerchi di~392— Mohr.*Dungque nel nostro caso deve essere: Cri = Ori, Oe 2 2 cioe’ ke 414k?-1 pote, Ko, - 2p) =o, it ed infine: D) Ipotesi del Von Mises. Stha laeoara,secondolbntismquando il lavoro di sfiguramento nella sollecitazione reale eguaglia quello che prodvce la cnisi © nella Selle citazione monoassiale. ta-393- Definiamo il lavoro di sfiguramento. 11 lavoro di deform zione totale ({,) puo’ essere pensato come somma di due lavori, uno relativo alla variazione di volume @ un telativo alla sola vartazione di forma. 1 | Il primo lo indicheremo con £y, lavoro di dila tazione; il secondo con £,, lavoro di sfiguramento. Sara’ dun- ~ que: ithe ty Alla base di questa teoria sta la considerazione che una pressione del tipo idrostatico non influisce sullo stato limi- te: cosi’ una sfera iniersa in un fluido in pressione non si Trompe mai, per quanto grande sia la pressione. Cio’ perche’ Ja sfera si contrae diminuendo di volume, ma conservando inaltera ta la forma sferica. Procuriamoci l’espressione del lavoro di sfiguramento £,, Essendo in un generico punto oy. Cg. 3, le <0] lecitazioni o tensioni principali, consis:riamo I*espression« St + oq tor Se 3 ossia la tensione media aritmerica delle tre tensioni principa 1i. Se da ciascuna delle o principali detraiamo-la o,, le ten- sioni residue: oe sono tali che la variazione di volume ad. esse. relativa e’ ugua lé a zero. Infattie? noto che il coefficiente di.dilatazione cubica e’ proporzionale alla somma delle. tensioni-norma) i: «A 2 8 +(-4-394- (essendo 64, 0g; 6, tensioni principali o:comunque tensioni caso delle tensio normali ortogonali fra di loro).-Nel ni residue@ € uguale a’ zero, Alquesto stato tensionale residuopossiamo dunque ace tribuire il lavoro di sfiguramento e per calcolarcelo bastera applicare-la formula generale del lavoro di deformazione!), in funzione delle tensioni principali, al detto stato tensionale residuo. Si ottiene (per unita’ di volume) £, = be Mog op)? + (cmp 04)? + (0, - 04)7) ¥ o anche: smt1 BEq [(of.+ 0% +02) - (0, essendo E. Sq * Geom * Og0n) IS 2 fet) Nello stato tensionale monoassiale, due delle tre sollecita- zioni principali sono uguali a zero. massime lavero di stiguramento sata” yr. +l os 2” BEm ° A rettura sihae’se etl Il criterio di cui ci stiamo occupando impone che sia: ee (1) Ricordiamo la formula 242 f= Fe lott ogtcy- 2 (op0q + 04 * cool ¥ 2a quale si Pervien€ — considerando un cubetto con gli spigoli paralleli alle di= rezioni principali ¢ facendovi egire succe: the In op; quando agisce lao, r vamente prima le. oe, poi Je Gq ed infine le cy. Da tener presente che quando agisce le 0, levora a + lavoreno anche leo, Ie 05: “-395— ik ossia ae 4 Gt of + of + ot - (0,0, + O,0p'+.0,9,) * OF che per le espressioni di oy. Og of per P,=0, pri pre ek ke? 41 . 1 Og ate PE ‘: -4r% i ove ae nse, diventa ae 2 kz . Pe Ue-nF 7% Jl massimo valore'di z, ¢ quindi di £,, si-ha per r=; nel qual caso .e’ 2+ 1. Quindi la verifica va fatta, anche in questo ca- so, sulla fibra interna (r=r,). Sara’: 2 Bk P Gt aye be © Per xe eee f we (k2=1) 921, 78k" 3 K8(1A1, 79 eG-396- k . | —S2__ o, + 1,78 Naturalmente e* valido solo il segno meno perche’ deve esse- rek> 1. Infine si ha per - —— veal oie ®, Flange Benche’ oggi la saldatura sia molto usata nella giunzione dei tubi, i] collegamento @ flangia non ha perduto la sua im Portanza potendo permettere la sostituzione di parte di con- dotte. Nel}a costruzione di contenitori ed apparecchi in pr sione in ghiera il collegamento a flangia e’ poi insostituibi Je. I! proporzionamento o la yerifica delle flange non stan- dardizzate si puo’ ottenere con Iausilio delle norme ASE mericane), BS (britanniche), DIN (tedesche). La scelta del i todo deve essere fatta dal progettista caso per caso, tenen: conto delle specifiche esigenze di esercizio, del materiale della Slangia e del tipo di guarnizione da impiegare.Recipienti cilindrici.a parete grossa as . —~4 go wnt B Btwn. ga essendo of *-Pys per f= Fy, © 0, *-Pys Per TT. (A) MANNA F. “Opstrnaion® di Macchine" L' Ateneo - Napoli -’ Vol.I = 196: Lo stato tensionale di un recipient 2 rea B = (0; - Pe) e cilindrico a parete _ grossa -munito di: fon- di ed assoggettaty| _ ad un sistema di for= ze assialsimmetrico, con. il presupposto che il materiale si tro- vi in regime elastico, e’ definito dalle.no- te relazioni(t) * cae js oA vw (tens ione. tangenziale) (tensione ” oat # (tensione as- siale)-© ove le costanti 4 e B si determinano con le condizioni al contor= no. Nel caso,-ad.es., che le forze siano“dg vute alla pressione in, terna p, ed-esterns p, si avral:—398- La distribuzione delle tensioni lungo 10 spessore parieta le e’ indicata’a titolo . esemplificato nella fi- gura 26|per p,;>p, e nel la fig. 2R|per P,
razione di autofrettaggio si conse-\.
guono i seguenti vantaggi: eee
4 - viene ridotta Ja punta di ten
= fig. 32 sione indotta dalla pressione inter.
na di esercizio.in corrispondenza: al
¢ la superficie interna della parete; vengono invece 1 eeior-
Aa mente caricati gli strati parietali esterni che-nel recipien
te non autofrettato sono invece molto modestamente sollecit
ti; 5 : feos
+ in relazione alla piu’ uniforme distribuzione delle ten
sioni lungo lo spessore della parete, nel caso di carichi de.
rivanti da pressioni periodicamente veriabili, si consegueno _
delle sensibili riduzioni di ampiezza delle alternanze dic:
rico e si determinano percio’ piu’ favorevoli condizioni nei -
‘a fatic: .
Un calcolo rigoroso dei recipienti autofrettati risulta
notevolmente complesso, in ragione soprattutto delle’ diffi
colta’ di ima attendibile scelta del diagranma e* f(a);
‘ aspetto configura le caratteristiche di comportamento ‘del tea ::
teriale in regime elastico e plastico. °°: 7 "20"
i BIBLIOGRAFIA’ - MACRAE, A.E. °
tionary Office, 1930
ternal pressure’ - Engin:-404-
Recipienti e parete wultipla (multilayer) (1)
I recipienti a parete multiple sono-costituiti . da due
6 piu’ cilindr: Sti I'uno sull*eltro-con un prefissato for
~gamento, in guisa che - indipendentemente dall*effetto della
“pressione interna - -ciascuno degli elementi cilindrici risul-
ti soggetto a pressione esterna, ud opera del o degli: elencn-
ti cilindrici esterni a
quello che si considera.
La distribuzione del
Je tensioni lungo gli
spessori parietali va-
ria a seconda delle ca-
ratteristiche geometri-
che della. parete multi-
pla del recipiente. !2);
vale a dire a seconda de
gli spessori che vengo-
no attribuiti ai
i vari
strati che costituisco-
no la parete del reci-
piente. Tra le moltepli.
ci soluzioni — possibili fig. 33
viene definits ottimale
quella per cui, in esercizio, risolteno ugaali tra loro, in tut
ti gli streti parietali, i volori massimi della tensione equi
valente (fig. 33) che insorge per l'effetto congiunto della pres
Sione interna e del pretensionamento (fig. #4) dovuto ol calag
gio dei veri elementi ci lindrici ]tuno sull'altro. A tale con
dizione corrisponde la migljore possibile distribuzione della
.
0,
tensione lungo lo apessore della parete € Ja,mighiore utiliz-.
zazione de) materiale.
TI metodo Mil ti=Layer e? impiegabile convenientemente se
it numero degli stra non e’ superiore a quattro, poiche’ al
1’ aumentare di. tale numero diminuisce i vantaggio derivante
dal.suo impiego_e crescono in maniera considerevole Ve diffi-
colia’’ tecnologiche connesse con la realizzazione del: recipicn
rection of thick wall
+ Nol. 37 - pag-885, 1941 %s.
withetend high interes! presse
71936
NESITT, DM. -* Ths
Fe Tress. Just. Chen.
4RECIPIENT] NASTRATI
Generalita’
Mentre il corpo cilindrico multistrato risulta concettual
mente de] tutto idoneo- in virtu’ del tipo di distribuzione
tensionale che gli e’ proprio - ad essere adottato per i reci
Pienti destina' He alte ed altissime pressioni, il suo im-
piego e’ in realta’ limitato da difficolta’d’ordine costrutti
vo .- e quindi anche economico - che derivano da problemi tec-
nologici.
Fondamentalmente tali problemi si imperniano sulla diffi-
colta’ di ottenere gli esatti valori delle interferenze occor
renti per realizzare con la voluta precisione il calaggio,l'u
‘no sull’altro, degli elementi.cilindrici che costituiscono i].
recipiente multistrato; elementi che, per dare luogo alla de-siderata distribuzione quanto piu’ possibile uniforme della ten
sione equivalente lungs lo spessore della parete, debbono es-
sere numerosi e caratterizzati da valori molto modesti per il
loro spessore.
Per ovviare a questa difficolta’ costruttiva ed ottenere,
con procedimento tecnologico piu’ agevole, dei recipient i co-
stituiti da molteplici strati, idonei al contenimento di ele-
vate pressionf, sono stati adottati oramai da diversi decenni
i recipienti nastrati la cui realizzazione, nella forma at wal
mente impiegata, avviene secondo una metodologia - sviluppata
a suo tempo in Germania presso Badische Anilin & Soda Fabrik
(BASF) e brevettata nel 1938 - che comunemente e’ nota nella
Jetteratura tecnica con il nome di metodo Schierenbeck- BASF.
I recipienti, costruiti secondo questo metodo, consistono
di un’ anima d’acciaio relativamente sottile, intorno alla qua
lee’ avvolto, con andamento spiraliforme e con tensione pre-
fissata, un_nastro d'acciaio preventivamente riscaldato il qua
le, in seguito a reffreddamento, si contrae e sottopone a pres
Sione esterna gli strati della parete ad esso sottostanti. Lo
avvolgimento viene effettuato facendo ruotare l’enima in gui-
sa che il nastro, proveniente da una bobina pure capacedi rug
tare, si avvolga con velocita’ costante intorno all’anima stes
sa, dando Juogo ad uno stato tensionale omogeneo e-sinmetrico.
La modalita’ dell‘ operazione di nastraggio e' schematica-
mente illustrata nella fig. 36 L’avvolgimento a@ spirale sulla
anima dei successivi strati di nastro, che si svolge da appo-
sita bobina, avviene con velocita’ lineare di 4+#5 m/min.
achematica
dei
Indies:
della coatrusi
recipienti nastrati-
(1 > ralli di compres-
sione;: 2- ralli di ro-
tolamento; 3- nastro di
accisio; 4+ fornetto
elettrico di riscal
5 raffreddemento ad
aria.o ad acqua)1 pore catenin
ornare, 6 iain
-40T-
Prima di-essere-avvolto sul recipiente, il nastro. d'accia’
jo viene riscaldato elettricamente ad una temperatura di 500+
+g00°C e dopo § 0 6 giri.di avvolgimento viene bruscamente raf ”
freddato, dapprima con un getto di aria e poi d’acqua, in gui
sa daoltenere = per effetto della contrazione del nastro -"y.
na compressione sugli strati parietali sottostenti.
Mffinche? all’ atto dell *avvolgimento il nastro si adagi
senza givochi-sulla. superficie ad esso sottostante, i] nastr
stesso viene mantenuto pressato sul recipiente per mezzo dirul
li di-pressione: La tensione di nastraggio si oggira sui Shes
fms” i
Non appena e’ terminato l’avvolgimento di uno strato, Ve
stremita’ de} nastro viene saldata al recipiente ed ha inizio
l*aviol gimento dello strato successivo. La sald. tura.dei tere
minali dei vari strati si presenta come e’ indicato in fig.36
Recipiente in pri ne
rinforzate mediante aw
volgimento di nastrd di
— accieio @ sezione » ret- ed
tangola:
fig. 36
Durante ]*intera-operazione di nastraggio il tubo d’anima
viene mantenuto refrigerato mediante circolazione di acqua.
Storicamente questa tecnologia si collega a. precedenti rea
lizzazioni di recipienti in pressione nei quali gli elementi
cilindrici esterni, ovvero eventuali cerchiature esterne con
anelli di rinforzo, venivano sostituiti con avvolgimento di fi
lo o di fune metallica o di nastro piatto.- Tale nastro piatto
a Sezione rettangolare veniva avvolto a spirale, inizialmente
a freddo, su di un’anima di acciaio. Tuttavia questo generedi
rinforzo presentava un duplice inconveniente: che cioe’, 1’ ay
volgimento a freddo. non assicurava il voluto pretensionamento
della parete e che, inoltre, il filo od il nastro impiege:non erano assolutamente in grado di contyibuire al contenimen-"
to. degli sforzi longitudinali eventualmente presenti nel reci-
piente.
Al primo inconveniente e’ stato successivamente ovviato ef
fettuando il nastraggio a caldo. Al secondo, adottando nastri
di-sezione piu’ complessa, idonei a-resistere, piu’ o meno ef-
ficacemente, anche a sforzi longitudinali.
Le figg.36,37e38 illustrano alcune soluzioni adottate
nel passato per realizzare la nastratura.
U1 il \
_______l + 4-4 bt
Fig. 32!- Condottes in Fig. 32+. Recipienti trati con
pressione rinfortate nastro d'acciaio di pro
mediante avvolgimen- fileture particolare, i
to di filo d scciaio donei a contenere sfor-
a sexione circolare, 2i longitudinali.
Successivamente: l'evoluzione tecnologica dei curpi nastta-
ti - al cui sviluppo ha concorso in Europa in maniera preminen
te la gia’ citata BASF - e’ consistita soprattutto nell’ adozio
ne di nastri’particolarmente profilati, caratterizzati dappri-
ma da 2 e poi da 3 rientranze ed altrettante sporgenze, come in
dicato nelle figg. 39€40.
Attualmente il tipo di ndstro\che viene comunemente impic-
gato e’ quelle a 3 sporgenze e 3 rientranze, illustrato nella
figura 40} 1a quale fornisce pure le indicazioni dimensionali
di questo tipo di profilazione. Con-questo nastro, nel passag-
gio da uno strato a quello successivo si attua.uno sfasamento
di un terzo della lunghezza del nastro stesso ed il giuoco esi
stente tra due sezioni contigue viene coperto dal nastro sovra
stante il quale, con la sua sporgenza, ingrana con entrambe le
due sezioni ‘sottostanti.: Anche il. tubo d’ anima deve. naturalmen
te venire profilato in. modo da consentire 1’ esa. co avvol gimen-! {
4—— st
Fig.40 - Recipiente oa-
strato con ne
stro profilate
3 rientranze
genze. © .3 sporgente.
‘to del primo strato.
In tale maniera anche la porzione nastrata della parete r
sulta in gredo di contribuire al contenimento. degli sforzi lon
gitudinali. #7
Lo spessore dell’ anima viene prescelto appunto, in rappor-
to all’entita’ degli sforzi longitudinali che 1’ anima stessa
‘deve sopportare. Nel caso di nastro piatto, tutto lo.sforzo ln
gitudinale viene sopportato dall’anima, alla quale, di conse-
deve essere attribuito adeguato spessore. Con i nastri..
| invece, riesce possibile ridurre sostanzialmente la
Tensione iongitudinale dell’ anima, il cui spessore puo’ veni-
re portato @ ori minimi. Questa circostanza riesce molto -
vantaggiosa nei riguardi del costo perche’ consente di adotta
re tubi d’anima - eventualmente realizzati con acciai specia-
i + di spessore molto ridotto.
-"-." per quanto concerne gli aspetti positivi dei recipienti na
“gtrati va ricordato ancora il vantaggio derivante dal fatto di
‘poter adoperare materiale Jaminato, di caratteristiche ben no
te, il quale per la propria maggiore omogeneita’ e’ in grado
di-assicurare affidabilita’ ben meggiore di quella offerta da
Sgli-elevati spessori che sono propri dei recipienti monopare-te. Tanto piu’ che nello spessore nastrato la dirézione delle
tensioni piu’ elevate, cioe* quelle periferiche, coincide-con
Ja direzione nella quale il materiale del nastro presenta. le
caratteristiche meccaniche migliori.
Per quanto riguarda la esecuzione dell’ anima, e* da rile-
vare l’assenza delle pesanti e spesse saldature che caratte—
rizzeno i recipienti monoparete.
Da ultimo va ricordato sia il fatto che la costruzione dei
recipienti nastrati consente un minor sfrido di materiale e
sia che il nastraggio puo’ venire attuato sul posto di instal
lazione, evitando il trasporto di corpi che, quasi sempre, so
no molto pesanti ed ingombranti.
Dal punto di vista del comportamento in esercizio i reci-
Pienti nastrati si dimostrano, per alcuni aspetti, piu’ sicu-
ri dei recipienti monoparete, Infatti, mentre nei recipienti
monoparete una modesta cricca superficiale od interna puo’ co
stituire innesco sufficiente per il cedimento, nei recipienti
realizzati con nastri profilati Ja struttura composita della
parete risulta in grado di assicurare Ja resistenza del reci-
piente nel suo complesso, anche nel caso di rottura di un sin
golo nastro. Inoltre, a differenza di quanto avviene nei rect
Pienti monoparete, il cedimento dei recipienti nastrati e! pre
ceduto da grandi deformazioni che risultano idonce a segnal a-
Fe I imninenza del collasso. della struttura.
I notevoli vantagei connessi con'la costruzione e coll’ e-
sercizio dei recipienti nastrati ne hanno determinato,nell'ul
Limo ventennio, una diffusione sempre crescente specie nel set.
tore dell’ industria chimica, con realizzazioni via via sempre
piu’ importanti. .
Uo stato di tensione nei recipianti nastrati
Lo studio dei recipienti nastrati puo’ venire effettuato
in duplice maniera: facendo ricorso a formule elementari di ti
Po empirico, ovvero impostando - in termini di massima appros
simazione possibile - uno studio delle distribuzione delle ten
sioni. :
Per um proporzionamento del.tutto approssimativo si ‘ripar
tano, ad-cxcmpio alcune formule empiriche che sono fornite dal
Kantorowitsch. -4
tell analy
-41i-
Detti:
s' = spessore parietale del tubo d’anima
's""* spessore globale della parete nastrata
Jo spessore globale si calcola mediante la relazione:
Por
s'+s"2
03625 Og, - 055 Pj
Se il tubo d'anima ed il nastro sono di materiale diverso
il valore convenzionale della tensione. limite di snervamento
si assume pari a:
4° Agr tage
in cui of © oj! esprimono i] valore della tensione limite del
materiale del tubo d' anima e, rispettivamente, diquello del na
stro.
Per uno studio piu’ accurato dello stato tensionale si pro
cede invece facéndo ricorso al principio della sovrapposizio-
ne degli effetti. Vengono cioe’ studiati separatamente 1’ ef-
fetto prodotto dal. solo nastraggio, quello provecato dalla so”
la pressione interna e - infine - quello globale derivante
dalla sovrapposizione dei due precedenti. ‘s
Lo stato tensionale di coazione indotto dalla fasciatura
si puo’ esprimere in funzione della tensione della banda.” La~
pressione esercitata da una spira di banda avvolta su di una
superficie di raggio r, ©”
Pot Fro - (18).
dove 5 e’ la tensione nella banda ed s lo spessore di questa:
Tale pressione da’ Juogo nel materiale compreso. tra la super-
ficie di raggio r, € la superficie interna del recipientea
riazioni dellé tensioni tangenziale Mo, e radiele Mo, espres-2412-
se da:
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