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~359— RECIPIENTI A PRESSIONE ORGANI PER IL CONTENIMENTO E LA CONDOTTA DEI FLUIDE Introduzione Gli organi per la condotta +d il contenimento dei fluidi. nonche’ le strutture o parti di esse costituite da piastre o lastre (solidi aventi due dellé*fimensioni grandi Tispetto al 1a terza). vanno dimensionati al pari di qualsivoglia organo di machina. seguendo quel criterio o quei criteri che meglio soddisfano le varie e spesso opposte esigenze della produ- zione quale ad esempio la resistenza, I'efficienza e 1 econo mia (materiale, processo Ji lavorazione , ingonbro, durata, ma nutenzione...) del manufatto La specifica ed estesa trattazione riscontrabile nella let teratura tecnica e- motivata dal notevole snellimento che la Particolare forma geometrica di tali solidi consente di appor tare all’algoritmo col quale si indaga sullo stato di tensio ne e su quello di deformazione in essi indotti da un sistema chiuso di forze esterne. La classificazione piu’ comune di questi solidi detti spes so "recipi nti in pressione", vien fatta con riferimento a Fapporto. P,, 0 esterna se P; 6g > oO quindi ‘ Oe + Og > % +o, > 6, +0, Per cui, essendo: O * ©, ep-(o, --e it e | t la cy, per la qusle aflg — grapdezza meggiore si sot- trae Ia minore. risylts ia messime. I] masino valore e’ poi attinte de £» sulla iibra interna perche’ e* ivi massima la g 22S pea asp alttige anchierss , in valore assoluto, if Del resto, volende ccnfrontare meglio i valori delle e, baste ra’ sostitvire vellz relative espressioni le espressioni del- le o. Si ha fee om = 10/3: 7 & r2-r? | 10 ~i 2 fo" RF 8 re- Fe 1/2 Pr 7 ig 1 e-#£(3 rire WO? ae a] dalle quali eppare.evidente che e’ sempre ¢,>c, ed inoltre Cgnax * ext: . Se pox e? 0,=0 (assenza di fondi), @ pari p la e,, risul ta maggiore; cioe’ la presenza dei fondi e’ benefica nei ri- guardi della sicurezza. Cio’ posto, per essere in buone con- dizioni di resistenza deve essere fu Se," cioe’: i } : i a -389- avendo posto m= 10/3. Quindi deve essere: ovvero oO, =P Ove fosse a, = 0, sarebbe: 0,4 - 21, 8k? + ke 1 2 i 2 coe bh fp eet e), 2 [ttt -9), ae Peat we EY ee j 2 + 1 .2 Mis) “TE ke T da cui, dovendo essere ta $e si ha: . 1,8k? + 0,7 2 Pe @ lo spessore —__ + 0,71 ser, | jet 072 4 (8) 4 Yo. > 2.8. ' ‘ La (8) - formula di Lame’ per corpi cilindrici ‘senzo fon- di - da’ dunque spessori maggiori della (7). Poiche’ per i] calcolo dei corpi cilindrici le formule piu’ adoperate sono la (6) e-la (7) e? interessante stabilire quale sia il rispetti- vo campo d’ applicazione. i Per ragiohi di sicurezza si applica, caso per caso, la fon =} mula che da’ spessori maggiori. Vale la seguente regola: "Scelta u- na cy in relazione alle caratteristiche del materiale, por pres sioni inferiori a 0,165 0, si adoperera’ 1a formula delle cal daie, per pressioni superiori la formula del Lamé'". Infatti affinche’ sia: Stame 7 Scoldaia e’ necessario che si abbia: | +047 4, ossia Ponendo y = = ed elevando al. quadrato si ha: -391- FES Leyte ay 5 40,4 > let ayy (asytezy) 1+ 0,4y - 1-4 1,89 - y? +1,8y%- By +2,5y2 > 05 1,ay* + Lay? - 0,8y > 90, Posto il primo termine eguale a zero, 1* equazione rappresen- tera’ 1a condizione per cui s,=s¢. Per y maggiore del valo- re che soddisfa a questa condizione, sara’ s,>s¢ Dividendo per y, si ha: 1,8y7 + 1,8y - 0,8 = 0 Risolvendo: y = 0,185 i quindi Resla cosi giustificata la regola enunciata. C) Ipotesi del Mohr. Poiche’ la t,,, nello stato di sollecitazione monoassia- lee’: 1,4, 7 g/& (sui piani piu’ sopra ricordati), dovremo, Per essere in buone condizioni di resistenza, eguagliare la nostra ty, a 9,/2. Per uno stato tensionale triassiale, per il quale sia‘o, >'o, > cs (04, og, og: tensiopi principali) si he 6 as . nox 5 £8 . Ricordiamo a.questo proposito, che tale e- t, spressione della tyg, Tisulta inmediatamente dalla rappresen’: tazione di uno stato tensionale triassiale con'i cerchi di ~392— Mohr.*Dungque nel nostro caso deve essere: Cri = Ori, Oe 2 2 cioe’ ke 414k?-1 pote, Ko, - 2p) =o, it ed infine: D) Ipotesi del Von Mises. Stha laeoara,secondolbntismquando il lavoro di sfiguramento nella sollecitazione reale eguaglia quello che prodvce la cnisi © nella Selle citazione monoassiale. ta -393- Definiamo il lavoro di sfiguramento. 11 lavoro di deform zione totale ({,) puo’ essere pensato come somma di due lavori, uno relativo alla variazione di volume @ un telativo alla sola vartazione di forma. 1 | Il primo lo indicheremo con £y, lavoro di dila tazione; il secondo con £,, lavoro di sfiguramento. Sara’ dun- ~ que: ithe ty Alla base di questa teoria sta la considerazione che una pressione del tipo idrostatico non influisce sullo stato limi- te: cosi’ una sfera iniersa in un fluido in pressione non si Trompe mai, per quanto grande sia la pressione. Cio’ perche’ Ja sfera si contrae diminuendo di volume, ma conservando inaltera ta la forma sferica. Procuriamoci l’espressione del lavoro di sfiguramento £,, Essendo in un generico punto oy. Cg. 3, le <0] lecitazioni o tensioni principali, consis:riamo I*espression« St + oq tor Se 3 ossia la tensione media aritmerica delle tre tensioni principa 1i. Se da ciascuna delle o principali detraiamo-la o,, le ten- sioni residue: oe sono tali che la variazione di volume ad. esse. relativa e’ ugua lé a zero. Infattie? noto che il coefficiente di.dilatazione cubica e’ proporzionale alla somma delle. tensioni-norma) i: «A 2 8 +(-4 -394- (essendo 64, 0g; 6, tensioni principali o:comunque tensioni caso delle tensio normali ortogonali fra di loro).-Nel ni residue@ € uguale a’ zero, Alquesto stato tensionale residuopossiamo dunque ace tribuire il lavoro di sfiguramento e per calcolarcelo bastera applicare-la formula generale del lavoro di deformazione!), in funzione delle tensioni principali, al detto stato tensionale residuo. Si ottiene (per unita’ di volume) £, = be Mog op)? + (cmp 04)? + (0, - 04)7) ¥ o anche: smt1 BEq [(of.+ 0% +02) - (0, essendo E. Sq * Geom * Og0n) IS 2 fet) Nello stato tensionale monoassiale, due delle tre sollecita- zioni principali sono uguali a zero. massime lavero di stiguramento sata” yr. +l os 2” BEm ° A rettura sihae’se etl Il criterio di cui ci stiamo occupando impone che sia: ee (1) Ricordiamo la formula 242 f= Fe lott ogtcy- 2 (op0q + 04 * cool ¥ 2a quale si Pervien€ — considerando un cubetto con gli spigoli paralleli alle di= rezioni principali ¢ facendovi egire succe: the In op; quando agisce lao, r vamente prima le. oe, poi Je Gq ed infine le cy. Da tener presente che quando agisce le 0, levora a + lavoreno anche leo, Ie 05: “ -395— ik ossia ae 4 Gt of + of + ot - (0,0, + O,0p'+.0,9,) * OF che per le espressioni di oy. Og of per P,=0, pri pre ek ke? 41 . 1 Og ate PE ‘: -4r% i ove ae nse, diventa ae 2 kz . Pe Ue-nF 7% Jl massimo valore'di z, ¢ quindi di £,, si-ha per r=; nel qual caso .e’ 2+ 1. Quindi la verifica va fatta, anche in questo ca- so, sulla fibra interna (r=r,). Sara’: 2 Bk P Gt aye be © Per xe eee f we (k2=1) 921, 78k" 3 K8(1A1, 79 eG -396- k . | —S2__ o, + 1,78 Naturalmente e* valido solo il segno meno perche’ deve esse- rek> 1. Infine si ha per - —— veal oie ®, Flange Benche’ oggi la saldatura sia molto usata nella giunzione dei tubi, i] collegamento @ flangia non ha perduto la sua im Portanza potendo permettere la sostituzione di parte di con- dotte. Nel}a costruzione di contenitori ed apparecchi in pr sione in ghiera il collegamento a flangia e’ poi insostituibi Je. I! proporzionamento o la yerifica delle flange non stan- dardizzate si puo’ ottenere con Iausilio delle norme ASE mericane), BS (britanniche), DIN (tedesche). La scelta del i todo deve essere fatta dal progettista caso per caso, tenen: conto delle specifiche esigenze di esercizio, del materiale della Slangia e del tipo di guarnizione da impiegare. Recipienti cilindrici.a parete grossa as . —~4 go wnt B Btwn. ga essendo of *-Pys per f= Fy, © 0, *-Pys Per TT. (A) MANNA F. “Opstrnaion® di Macchine" L' Ateneo - Napoli -’ Vol.I = 196: Lo stato tensionale di un recipient 2 rea B = (0; - Pe) e cilindrico a parete _ grossa -munito di: fon- di ed assoggettaty| _ ad un sistema di for= ze assialsimmetrico, con. il presupposto che il materiale si tro- vi in regime elastico, e’ definito dalle.no- te relazioni(t) * cae js oA vw (tens ione. tangenziale) (tensione ” oat # (tensione as- siale)-© ove le costanti 4 e B si determinano con le condizioni al contor= no. Nel caso,-ad.es., che le forze siano“dg vute alla pressione in, terna p, ed-esterns p, si avral: —398- La distribuzione delle tensioni lungo 10 spessore parieta le e’ indicata’a titolo . esemplificato nella fi- gura 26|per p,;>p, e nel la fig. 2R|per P, razione di autofrettaggio si conse-\. guono i seguenti vantaggi: eee 4 - viene ridotta Ja punta di ten = fig. 32 sione indotta dalla pressione inter. na di esercizio.in corrispondenza: al ¢ la superficie interna della parete; vengono invece 1 eeior- Aa mente caricati gli strati parietali esterni che-nel recipien te non autofrettato sono invece molto modestamente sollecit ti; 5 : feos + in relazione alla piu’ uniforme distribuzione delle ten sioni lungo lo spessore della parete, nel caso di carichi de. rivanti da pressioni periodicamente veriabili, si consegueno _ delle sensibili riduzioni di ampiezza delle alternanze dic: rico e si determinano percio’ piu’ favorevoli condizioni nei - ‘a fatic: . Un calcolo rigoroso dei recipienti autofrettati risulta notevolmente complesso, in ragione soprattutto delle’ diffi colta’ di ima attendibile scelta del diagranma e* f(a); ‘ aspetto configura le caratteristiche di comportamento ‘del tea :: teriale in regime elastico e plastico. °°: 7 "20" i BIBLIOGRAFIA’ - MACRAE, A.E. ° tionary Office, 1930 ternal pressure’ - Engin: -404- Recipienti e parete wultipla (multilayer) (1) I recipienti a parete multiple sono-costituiti . da due 6 piu’ cilindr: Sti I'uno sull*eltro-con un prefissato for ~gamento, in guisa che - indipendentemente dall*effetto della “pressione interna - -ciascuno degli elementi cilindrici risul- ti soggetto a pressione esterna, ud opera del o degli: elencn- ti cilindrici esterni a quello che si considera. La distribuzione del Je tensioni lungo gli spessori parietali va- ria a seconda delle ca- ratteristiche geometri- che della. parete multi- pla del recipiente. !2); vale a dire a seconda de gli spessori che vengo- no attribuiti ai i vari strati che costituisco- no la parete del reci- piente. Tra le moltepli. ci soluzioni — possibili fig. 33 viene definits ottimale quella per cui, in esercizio, risolteno ugaali tra loro, in tut ti gli streti parietali, i volori massimi della tensione equi valente (fig. 33) che insorge per l'effetto congiunto della pres Sione interna e del pretensionamento (fig. #4) dovuto ol calag gio dei veri elementi ci lindrici ]tuno sull'altro. A tale con dizione corrisponde la migljore possibile distribuzione della . 0, tensione lungo lo apessore della parete € Ja,mighiore utiliz-. zazione de) materiale. TI metodo Mil ti=Layer e? impiegabile convenientemente se it numero degli stra non e’ superiore a quattro, poiche’ al 1’ aumentare di. tale numero diminuisce i vantaggio derivante dal.suo impiego_e crescono in maniera considerevole Ve diffi- colia’’ tecnologiche connesse con la realizzazione del: recipicn rection of thick wall + Nol. 37 - pag-885, 1941 %s. withetend high interes! presse 71936 NESITT, DM. -* Ths Fe Tress. Just. Chen. 4 RECIPIENT] NASTRATI Generalita’ Mentre il corpo cilindrico multistrato risulta concettual mente de] tutto idoneo- in virtu’ del tipo di distribuzione tensionale che gli e’ proprio - ad essere adottato per i reci Pienti destina' He alte ed altissime pressioni, il suo im- piego e’ in realta’ limitato da difficolta’d’ordine costrutti vo .- e quindi anche economico - che derivano da problemi tec- nologici. Fondamentalmente tali problemi si imperniano sulla diffi- colta’ di ottenere gli esatti valori delle interferenze occor renti per realizzare con la voluta precisione il calaggio,l'u ‘no sull’altro, degli elementi.cilindrici che costituiscono i]. recipiente multistrato; elementi che, per dare luogo alla de- siderata distribuzione quanto piu’ possibile uniforme della ten sione equivalente lungs lo spessore della parete, debbono es- sere numerosi e caratterizzati da valori molto modesti per il loro spessore. Per ovviare a questa difficolta’ costruttiva ed ottenere, con procedimento tecnologico piu’ agevole, dei recipient i co- stituiti da molteplici strati, idonei al contenimento di ele- vate pressionf, sono stati adottati oramai da diversi decenni i recipienti nastrati la cui realizzazione, nella forma at wal mente impiegata, avviene secondo una metodologia - sviluppata a suo tempo in Germania presso Badische Anilin & Soda Fabrik (BASF) e brevettata nel 1938 - che comunemente e’ nota nella Jetteratura tecnica con il nome di metodo Schierenbeck- BASF. I recipienti, costruiti secondo questo metodo, consistono di un’ anima d’acciaio relativamente sottile, intorno alla qua lee’ avvolto, con andamento spiraliforme e con tensione pre- fissata, un_nastro d'acciaio preventivamente riscaldato il qua le, in seguito a reffreddamento, si contrae e sottopone a pres Sione esterna gli strati della parete ad esso sottostanti. Lo avvolgimento viene effettuato facendo ruotare l’enima in gui- sa che il nastro, proveniente da una bobina pure capacedi rug tare, si avvolga con velocita’ costante intorno all’anima stes sa, dando Juogo ad uno stato tensionale omogeneo e-sinmetrico. La modalita’ dell‘ operazione di nastraggio e' schematica- mente illustrata nella fig. 36 L’avvolgimento a@ spirale sulla anima dei successivi strati di nastro, che si svolge da appo- sita bobina, avviene con velocita’ lineare di 4+#5 m/min. achematica dei Indies: della coatrusi recipienti nastrati- (1 > ralli di compres- sione;: 2- ralli di ro- tolamento; 3- nastro di accisio; 4+ fornetto elettrico di riscal 5 raffreddemento ad aria.o ad acqua) 1 pore catenin ornare, 6 iain -40T- Prima di-essere-avvolto sul recipiente, il nastro. d'accia’ jo viene riscaldato elettricamente ad una temperatura di 500+ +g00°C e dopo § 0 6 giri.di avvolgimento viene bruscamente raf ” freddato, dapprima con un getto di aria e poi d’acqua, in gui sa daoltenere = per effetto della contrazione del nastro -"y. na compressione sugli strati parietali sottostenti. Mffinche? all’ atto dell *avvolgimento il nastro si adagi senza givochi-sulla. superficie ad esso sottostante, i] nastr stesso viene mantenuto pressato sul recipiente per mezzo dirul li di-pressione: La tensione di nastraggio si oggira sui Shes fms” i Non appena e’ terminato l’avvolgimento di uno strato, Ve stremita’ de} nastro viene saldata al recipiente ed ha inizio l*aviol gimento dello strato successivo. La sald. tura.dei tere minali dei vari strati si presenta come e’ indicato in fig.36 Recipiente in pri ne rinforzate mediante aw volgimento di nastrd di — accieio @ sezione » ret- ed tangola: fig. 36 Durante ]*intera-operazione di nastraggio il tubo d’anima viene mantenuto refrigerato mediante circolazione di acqua. Storicamente questa tecnologia si collega a. precedenti rea lizzazioni di recipienti in pressione nei quali gli elementi cilindrici esterni, ovvero eventuali cerchiature esterne con anelli di rinforzo, venivano sostituiti con avvolgimento di fi lo o di fune metallica o di nastro piatto.- Tale nastro piatto a Sezione rettangolare veniva avvolto a spirale, inizialmente a freddo, su di un’anima di acciaio. Tuttavia questo generedi rinforzo presentava un duplice inconveniente: che cioe’, 1’ ay volgimento a freddo. non assicurava il voluto pretensionamento della parete e che, inoltre, il filo od il nastro impiege: non erano assolutamente in grado di contyibuire al contenimen-" to. degli sforzi longitudinali eventualmente presenti nel reci- piente. Al primo inconveniente e’ stato successivamente ovviato ef fettuando il nastraggio a caldo. Al secondo, adottando nastri di-sezione piu’ complessa, idonei a-resistere, piu’ o meno ef- ficacemente, anche a sforzi longitudinali. Le figg.36,37e38 illustrano alcune soluzioni adottate nel passato per realizzare la nastratura. U1 il \ _______l + 4-4 bt Fig. 32!- Condottes in Fig. 32+. Recipienti trati con pressione rinfortate nastro d'acciaio di pro mediante avvolgimen- fileture particolare, i to di filo d scciaio donei a contenere sfor- a sexione circolare, 2i longitudinali. Successivamente: l'evoluzione tecnologica dei curpi nastta- ti - al cui sviluppo ha concorso in Europa in maniera preminen te la gia’ citata BASF - e’ consistita soprattutto nell’ adozio ne di nastri’particolarmente profilati, caratterizzati dappri- ma da 2 e poi da 3 rientranze ed altrettante sporgenze, come in dicato nelle figg. 39€40. Attualmente il tipo di ndstro\che viene comunemente impic- gato e’ quelle a 3 sporgenze e 3 rientranze, illustrato nella figura 40} 1a quale fornisce pure le indicazioni dimensionali di questo tipo di profilazione. Con-questo nastro, nel passag- gio da uno strato a quello successivo si attua.uno sfasamento di un terzo della lunghezza del nastro stesso ed il giuoco esi stente tra due sezioni contigue viene coperto dal nastro sovra stante il quale, con la sua sporgenza, ingrana con entrambe le due sezioni ‘sottostanti.: Anche il. tubo d’ anima deve. naturalmen te venire profilato in. modo da consentire 1’ esa. co avvol gimen- ! { 4—— st Fig.40 - Recipiente oa- strato con ne stro profilate 3 rientranze genze. © .3 sporgente. ‘to del primo strato. In tale maniera anche la porzione nastrata della parete r sulta in gredo di contribuire al contenimento. degli sforzi lon gitudinali. #7 Lo spessore dell’ anima viene prescelto appunto, in rappor- to all’entita’ degli sforzi longitudinali che 1’ anima stessa ‘deve sopportare. Nel caso di nastro piatto, tutto lo.sforzo ln gitudinale viene sopportato dall’anima, alla quale, di conse- deve essere attribuito adeguato spessore. Con i nastri.. | invece, riesce possibile ridurre sostanzialmente la Tensione iongitudinale dell’ anima, il cui spessore puo’ veni- re portato @ ori minimi. Questa circostanza riesce molto - vantaggiosa nei riguardi del costo perche’ consente di adotta re tubi d’anima - eventualmente realizzati con acciai specia- i + di spessore molto ridotto. -"-." per quanto concerne gli aspetti positivi dei recipienti na “gtrati va ricordato ancora il vantaggio derivante dal fatto di ‘poter adoperare materiale Jaminato, di caratteristiche ben no te, il quale per la propria maggiore omogeneita’ e’ in grado di-assicurare affidabilita’ ben meggiore di quella offerta da Sgli-elevati spessori che sono propri dei recipienti monopare- te. Tanto piu’ che nello spessore nastrato la dirézione delle tensioni piu’ elevate, cioe* quelle periferiche, coincide-con Ja direzione nella quale il materiale del nastro presenta. le caratteristiche meccaniche migliori. Per quanto riguarda la esecuzione dell’ anima, e* da rile- vare l’assenza delle pesanti e spesse saldature che caratte— rizzeno i recipienti monoparete. Da ultimo va ricordato sia il fatto che la costruzione dei recipienti nastrati consente un minor sfrido di materiale e sia che il nastraggio puo’ venire attuato sul posto di instal lazione, evitando il trasporto di corpi che, quasi sempre, so no molto pesanti ed ingombranti. Dal punto di vista del comportamento in esercizio i reci- Pienti nastrati si dimostrano, per alcuni aspetti, piu’ sicu- ri dei recipienti monoparete, Infatti, mentre nei recipienti monoparete una modesta cricca superficiale od interna puo’ co stituire innesco sufficiente per il cedimento, nei recipienti realizzati con nastri profilati Ja struttura composita della parete risulta in grado di assicurare Ja resistenza del reci- piente nel suo complesso, anche nel caso di rottura di un sin golo nastro. Inoltre, a differenza di quanto avviene nei rect Pienti monoparete, il cedimento dei recipienti nastrati e! pre ceduto da grandi deformazioni che risultano idonce a segnal a- Fe I imninenza del collasso. della struttura. I notevoli vantagei connessi con'la costruzione e coll’ e- sercizio dei recipienti nastrati ne hanno determinato,nell'ul Limo ventennio, una diffusione sempre crescente specie nel set. tore dell’ industria chimica, con realizzazioni via via sempre piu’ importanti. . Uo stato di tensione nei recipianti nastrati Lo studio dei recipienti nastrati puo’ venire effettuato in duplice maniera: facendo ricorso a formule elementari di ti Po empirico, ovvero impostando - in termini di massima appros simazione possibile - uno studio delle distribuzione delle ten sioni. : Per um proporzionamento del.tutto approssimativo si ‘ripar tano, ad-cxcmpio alcune formule empiriche che sono fornite dal Kantorowitsch. - 4 tell analy -41i- Detti: s' = spessore parietale del tubo d’anima 's""* spessore globale della parete nastrata Jo spessore globale si calcola mediante la relazione: Por s'+s"2 03625 Og, - 055 Pj Se il tubo d'anima ed il nastro sono di materiale diverso il valore convenzionale della tensione. limite di snervamento si assume pari a: 4° Agr tage in cui of © oj! esprimono i] valore della tensione limite del materiale del tubo d' anima e, rispettivamente, diquello del na stro. Per uno studio piu’ accurato dello stato tensionale si pro cede invece facéndo ricorso al principio della sovrapposizio- ne degli effetti. Vengono cioe’ studiati separatamente 1’ ef- fetto prodotto dal. solo nastraggio, quello provecato dalla so” la pressione interna e - infine - quello globale derivante dalla sovrapposizione dei due precedenti. ‘s Lo stato tensionale di coazione indotto dalla fasciatura si puo’ esprimere in funzione della tensione della banda.” La~ pressione esercitata da una spira di banda avvolta su di una superficie di raggio r, ©” Pot Fro - (18). dove 5 e’ la tensione nella banda ed s lo spessore di questa: Tale pressione da’ Juogo nel materiale compreso. tra la super- ficie di raggio r, € la superficie interna del recipientea riazioni dellé tensioni tangenziale Mo, e radiele Mo, espres- 2412- se da: ri } . r r boon ater (ue " (fr, - suarnizione a delta. Le figure 61 e 62 rappresentano infine le estremita di due recipienti chiusi con fondi piani fissati mediante prigionie- 422- ra dian recipiente ete mediante coper antello del corpo ei drico, con tenutaadelta. fig. 60 n ri a flange spesse con collare, saldate di testa alla estre- ; mita’ del mantello cilindrico. Nella esecuzione di fig.61 la tenuta e? assicurata da una superficie di otturazione tronco conica; nella esecuzione di fig.62 da una tenuta a doppio co . no. Chiusura di un recipiente monoparete mediante cover chio fisssto con prigionie antello del corpo cilin- drico. Chiusura di un recipiente monoparete mediante coper chio fissato con prigionie ri su flangie saldate al ia mantello del corpo cilin- drico mee i iF = WE -423- 3. Recipienti a parete composite 3.4. Seneralita’ . Come precedentemente menzionato, quando - a causa della sfavorevole distribuzione tensionale - la costruzione monopa- rete non e! piu’ ih grado di fornire soluzioni esecutivamente aecettabili, e’ necessario fare ricorso ai recipienti a pare- te composita, che sono costituiti dai recipienti a parete mul tipla e da quelli nastrati. 2 Poiche’ le tensioni longitudinali risultano essere del lor dine della meta’ di quelle periferiche, non e' necessario che tutti gli strati parietali risultino interessati al conteni- mento deghi sforzi assiali; questi ultimi possono essere sop- portati anche da uno o da alcuni degli strati esistenti, oppy re anche da strutture particolari appositamente costruite per assolvere a questo compito. Un posto a se’ e’ occupato dai recipienti cerchiatio blin dati i quali, in certo senso, rappresentano 1’elemento di tran sizione tra i recipienti monoparete e quellia parete composi- ta. i 1 singoli tipi di recipienti vengono descritti di seguito con maggiore dettaglio, sulla base soprattutto delle indica- zioni fornite in proposito da Class e Maier. : 3.2.,Recipienti a parete multipla I recipienti a parete multipla possono essere costituiti da pochi e relativamente spessi tratti parietali, ovvero da un numero piu’ elevato di strati di spessore sottile. Nel primo caso le costruzioni assumono 1’ aspetto del reci piente illustrato a titolo esemplificativo nella fig.63in cul gli strati parietali sono due. Lo strato esterno e’ costitui- to da elementi cilindrici accostati l’uno all’altro e catati a caldo sul tubo d’ anima. Quest’ultimo e? costituito da viro- le saldate luna all’altra di testa mediante seldature circon ferenziali, idonec a garantire la tenuta. Il calaggio assicu ra che il tubo d'anima risulti soggetto alla volute pressione dall’esterno. 424 ‘A seconda della modalita’ esecutiva, lo sforzo longitudina Yo viene sopportato da tutti strati parieteli oppure solo. da SIS QVE} rete doppia con elementi cilindrici esterni multipli;, saldati tra loro. fig, 63 quello d’eninia. Nel recipiente in figura 1a tensione longi tudi fale viene appunto sopportata interamente dallo strato paric le interno, cice’ dal tubo d’ anima. Questo tipo di costruzione viene abitualmente impiegato per recipienti a doppio o tutt'al piu’ a triplo strato parietale. Quando il tubo d*anima e? troppo esile per il contenimento ° degli sforzi assiali e quando le rimanente parte dello spesso- re parietale noh e? idonea ad assolvere a tale compito, riesce necessario provvedere alla costruzione di particolari struttw re atte a resistere alla predetta tensione longitudinale. Una esemplificazione e’ costituita dalla figura 64, che illustro un recipiente per pressioni molto elevate costituite da un mantel lo cilindrico interno sottile, rinforzato da una serie di an li esterni accostati 1’uno all’altro, che hanno: il compito’ d resistere alle tensioni periferica e radiale. Lo sforzo longi- tudinale e’ invece sopportato da un telaio esterno al mantello cilindrico, sul quale si appoggiano i due fondi di- chiusura del recipiente. . ne eee, s “ . ~425= In altri recipienti di questo tipo, 1a membratura destina ta al contenimento dello sforzo assiale, puo’ essere costitui, ta da tiranti, disposti intorno al recipiente. Recipiente per alte pressioni, “costitui - to de un’ anima sottile rinforzato da e nelli esterni ¢ da un teleio per il con tenimento dello sforz0 assiale. > fig. 64 Con altre soluzioni costruttive riesce invece possibile in . teressare tutti gli strati parietali al contenimento dello sfor . zo assiale..Un esempio e’ fornito dalla figura 65 che. rappre senta un recipiente nel quale gli anelli, che costituiscono gli strati parietali esterni, soho avvitati su quelli interni, in guisa che gli sforzi longitudinali vengono trasmessi da uno stra to parienale all’altro, distribuendosi cosi’ lungo 1” intero spes i 4 | | sore della parete. La soluzione risulta pero’ notevolmente onerosa per l’ele- vato costo della lavorazione occorrente per una esecuzione suf ficientemente precisa delle filettature. . Per la costruzione di recipienti caratterizzati da un nume ~426— ro maggiore di strati parietali, si possono adottare svariat- metodologie costruttive. Fondamentalmente si tratta di dispor bed OOOLONR Reh anno doppprrnd ae Parete d'un recipiente multistrato otte- nuta con Itimpiego di anelli filettati.” fig. 65 re uno entro all’altro molteplici elementi tubolari sottili. che possono essere senza saldatura, ovvero ottenuti da lamie- ra incurvata - a caldo od a freddo - ¢ saldati, lungo una gene ratrice del cilindro. La figura 66 illustra una soluzione costruttiva nella qua Recipienti cilindrici ottenuti ver forgia tura, rrati da molteplici strati di Jamiera sottile montata a caldo. fig. 66. in bs . 1 -427- : le un cilindro a parete-spessa ottenuto per forgiature, viene ~ rinforzato mediante molteplici strati di lamiera sottile sal-. dati longitudinalmente ed applicati a caldo, in modo che’ per la contrazione dovuta al raffreddamento i successivi stepti si adagino sicuramente l'uno sull’altro. : Unialtra soluzione costruttiva consiste nel]’ int rodurre'ty beramente, l’uno dentro all’ altro, elementi cilindrici soted= li i quali successivamente vengono portati a contatto 1° con l’altro dilatandoli dall’interno o deformandoli dall’ester no. La costituzione compatta della parete puo” essere ot tent ta anche mediante montaggio a caldo, ovvero adottando elemes ti leggermente tronco conici, spinti con forza uno entro’ alla. altro. Comunemente si impiegano elementi cilindrici saldati. lungo una generatrice, nei quali, da strato a strato la saldw’ tura longitudinale viene sfalsata. La fig.67 rappresenta un rg” cipiente a parete multipla ottenuto con elementi leggerment® Recipiente multistreto costituito de virole leggermente troncoconi che montate I'una dew tro alltaltrae I da- te di testa alle flan- ae ge di estremita’. fig. 67 troncoconici sfalsati, saldati di testa ad una flangia spessas: con tronchetto, mediante saldatura profonda ripresa dall tines. terno. pics La fig.68 illustra invece un’ analoga costruzioneo ttenutfé con elementi troncoconici sfalsati, ma con estremita’ del re~. cipiente bombata. In questo tipo di costruzioni il collegamen = to di testa delle singole virole puo’ venire effettuato mediag te saldature profonde, che interessano tutto lo spessore par rietale, ovvero mediante saldature circonferenziali sfalsate, limitate allo spessore di un solo strato parietale. - La figura 69 esemplifica le due menzionate soluzioni ¢o- _struttive. . Recipionte multistrato costituite de virole leggermente troncoconi- che montate I*una dentro ell? al- trae bombate alle estrenite’. fig. 68 In questi recipienti lo sforzo longitudinale risulta di- . stribuito, in maniera, piu’ o meno uniforme, lungo tutto lo spe: sore parietale. Per assicurare una partecipazione uniforme di tutti gli strati vengono talvolta collegati l’uno all’altro me diante saldature entro fori o mediante spine radiali distri ~ buite lungo tutto il mantello. La figura 69 costituisce un’esemplificazione di un reci- piente a parete multipla nel quale il tubo d’anima partecipa solo moderatamente al contenimento dello sforzo assiale, es- sendo semplicemente mondrinato alle flange d’estremita’. : Tl collegamento del mantello multistrato alle flangiature di'estremita’ puo’ venire effettuato come indicato nelle figu re 68 © 69, oppure mediante l’esecuzione a gradini illustrata nella figura 70. : Per quanto concerne l’esecuzione delle saldature sembra op: * portuno richianare 1’ attenzione sulla necessita’ the la sada \ tura stessa interessi 1’ -429- intero spessore dells giunzione, #! fi | ne di evitare la costituzione d*intagli, che risultano parti-~. Recipiente cilindrico multistrato, costi- tuito da un tubo d? oni 4) virole college ») aldature circonfert interesseno tutto lo atrati varietal diente sal; onche’ de: tre loro di teste me zieli che essore degli virole collegate tre Joro di, testa se ¢ circonferensioli sfal fig. 69 Golleganento della pare te multistrato alle fen giatere d' estremita’ me diante seldature cir ferenziali ofc! fig. 70 -430- colarmente pericolosi nel caso di carichi di fatica. Nel caso di saldature longitudinali e’ possibile ovviare a questo in- conveniente eseguendo separatamente la saldatura di ciascuna virola ed operando un’opportuna ripresa dall’ interno. Cid non risulta ovviamente possibile per le saldature circonferenzia- li, per le quali non e’ purtroppo possibile evitare le concen trazioni tensionali che sono connesse con gli intagli derivan ti da saldature che non interessano l’intero spessore degli strati parietali. 3.3. Recipienti nastrati Le caratteristiche fondamentali dei recipienti nastratiso no gia’ state precedentemente illustrate ed, oltre alla descri zione delle modalita’ costruttive, sono state fornite indica- zioni sui tipi e sulle funzioni dei nastri di bendaggio. Di se guito verranno fornite alcune ulteriori indicazioni d’ ordine costruttivo riguardanti in modo particolare i tubi d’ anima, le flangiature e le chiusure d’estremita’ dei recipienti. 1] tubo d’anima fa notoriamente il compito di assicurare le tenuta del recipiente. 1] materiale del tubo va percid sce] to in relazione alle caratteristiche fisiche ed alle condizio ni del fluido contenuto nel recipiente. Esso. deve pertanto re sistere sia alla temperatura che alle eventuali azioni corro- sive del fluido.Poiche’ il suo spessore e’ modesto vie’ la possibilita’ di adottare acéiai pregiati. E’ opportuno che i detti tubi d’anima vengano realizzati senza saldature; in ca- so di grandi dimensioni possono essere comunque costruiti da lamiera incurvata alla calandra e giuntata-con cordoni di sal dature sia longitudinali che circonferenziali. Dato il mode- sto spessore, eventuali difetti nei cordoni di saldatura ven- gono rilevati con facilita’ per mezzo del consueto controllo con raggi Xo con altri metodi d’indagine. In linea teorica lo spessore d' anima potrebbe essere -ri- dotto'a volonta’, poiche’ gli sforzi si possono fare sostener -431- ve dalla porzione nastrata, In pratica non ¢* possibile pero? sot topassare detersinati-valori minimi per lo spessore = ‘che sino Undicati dall’esperienza costruttiva + come gia’ indice to precedentenente. Fondanentalmente quests circostanza deriva dal fatto che, allatio del nastraggio, il tubo d’anina risulta soggetto, ob tre che alle tensioni normali che gia’ sono state studiate,an the ad una indesiderata tensione addizionale di torsione. Inol- tre, i] tubo d’anina deve essere lavorato quasi sempre all in terno per ottenere una superficie liscia e talvoltd. anche dak ]'esterno. Pertanto non e’ possibile adottare spessori ecces- sivamente ridotti. Nella figura 71, che costituisce un! esenplificazione di un recipiente nastrato, Ja posizione del tubo d? anima ¢? eviden- Recipiente nastreto chiuse alle estremita’ con coper- chi piani. ziata con chiarezza. Per realizzare la chiusura d’estremita’ si adottano flan- ge di diverso Lipo sulle quali vengono fissati fondi che, di: norma, sono del tipo piano. Il serraggio del fondo puo’ exse- re previsto con bulloni passanti, ovvero con prigionieri. Per ~432- i recipienti nastrati e’ piu’ consueta la chiusura mediante prigionieri. Le flange vengono previste in esecuzione spessa, disegna- te secondo fogge diverse; ovvero vengono formate con lo strs- 280 nastro di bendaggio. Le flange, in ragione del loro spessore, vengono fis al recipiente per avvitamento, ricavando i filetti dirett te sullo strato esterno del nastro di bendaggiv. La figura 72 illustra I’estremita’ di un recipiente suni- to di flangia spessa avvitata sulla nastratura € munita di pri gionieri fissati nel pieno della flangia stessa. ~ Eatrenitat di un reciviente pastry to munito dif gis Diena avvitar te sulle nustrars Fa, con prigiunic Fi Sissati no della fl La chiusura ef 2 1 pig pia. fondo viane. fig. 7 Per ridurre l*ingombro della chiusura’ e’ possibile predi sporre un terminale, da saldare di testa al tubo d’anima, con la flangia sviluppata verso I’ interno (fig.73). In tale vaso i prigionieri vengono fissati nella flangia lungo una cireon- ferenza di diametro minore del diametro interno del recipicn- te. All’esterno dell'estremita’ del recipiente viene avvitato un anello, la cui funzione e’ protettiva piuttosto che di rin forzo della struttura. . La flangia, anziche’ di materiale pieno, puo*-venire rea -433- come indica- lizzata anche direttamente mediante nastratur: to nella figura 74. In tal caso la flangia stessa assume | Estremite’ di up recipiente strato con terminele del tubo flangie pier pate verso J*interno, d to ad alloggiere i prigioni Alltestremite’ il recipiente € protetto mediante un anello. teto sulla nestrato spesso si re fig. 73 spetto a gradini e le dimensioni assieli possono essere svi- jnppate a volonta’ secondo le specifiche esigenze della co- struzione. Esternamente la flangia viene rinforzata mediante Estremita’ di un recipiente Pastrato con flange ottenu- te con nastro e prigionieri avvitati direttemente nells ture. Esternamente le flengia nestrate e’ protet- ta mediante un anello sp a0 avvitato sulle nastra ra. fig- 74 sullo un anello spesso avvitato - come nel caso precedente strato esterno della nastratura, con finalita’ esclusivamen- te protettive. tr Con tale 'soluzione i prigionieri vengono avvitati diretta mente nello spessore della nastratura, secondo una tecnologia originale che viene impiegata gia’ da diversi anni e che xi ¢ ormai completamente affermata. Ai prigionieri viene di norma assegnata una lunghezza non minore di circa 1,8 volte il vale re del diametro del prigioniero stesso. L’adozione di flange ricavate con la nastratura consente di conseguire una utile ri duzione sia del diametro di fissaggio dei prigionieri che - an che - del numero dei prigionieri stessi. . Oltre che secondo le modalita’ descritte, la chiusura del le estremita’ dei corpi nastrati puo’ venire effettuata cons luzioni miste, fissando i prigionieri parte nella flangia piv nae parte nella zona-nastrata, secondo modalita’ delle quali la figura. 75 costituisce un’esempli i Estremite’ di un reci- piente rato con flangia viene avvitate direttemente sullen atr ni pri- sioni ati parte nelle flangia e parte nelle zon fig. 75

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