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archivio giuridico – Volume CCXXX – Fascicolo 2-2010

Geraldina Boni

CONSIDERAZIONI SUL PRINCIPIO


DI SUSSIDIARIETÀ NELLA CHIESA

Sommario: 1. Genesi del principio di sussidiarietà. – 2. La sussidiarietà nella


Chiesa: l’evoluzione del magistero. – 3. La sussidiarietà nella Chiesa: apporti
dottrinali. – 4. Il possibile ruolo del principio di sussidiarietà nell’ordinamen-
to canonico. – 5. Applicazioni ed ambiti di interesse.

1. Genesi del principio di sussidiarietà

Come noto, nell’Enciclica Quadragesimo anno del 15 mag-


gio 1931 – scritta per celebrare la Rerum novarum di Leo-
ne XIII – Pio XI enunciò per la prima volta 1 il principio di


 Cfr. L. Rosa, Il “principio di sussidiarietà” nell’insegnamento sociale del-
la Chiesa. La formulazione del principio e la sua interpretazione, in Agg. soc.,
XIII (1962), p. 589 ss. (che ricorda anche l’anteriore insegnamento di Leone
XIII sui rapporti tra lo Stato, gli individui e le società minori); Id., Il “princi-
pio di sussidiarietà” nell’insegnamento sociale della Chiesa. Alcune applica-
zioni del principio, Ibidem, XIV (1963), p. 589 ss., nonché più recentemente
G. Feliciani, Il principio di sussidiarietà nel magistero sociale della Chiesa, in
Vita e pensiero, LXXVII (1994), p. 181 ss., il quale osserva: «L’esplicita enun-
ciazione del principio e la sua specifica formulazione possono senz’altro consi-
derarsi, rispetto al precedente magistero, come un’autentica novità, dovuta in
larga misura all’influsso esercitato dalle dottrine elaborate da alcuni studio-
si tedeschi come il Ketteler, il Pesch e soprattutto il Gundlach di cui espressa-
mente si dichiara tributario lo stesso Nell-Breuning, ritenuto l’estensore ma-
teriale dell’enciclica. //Peraltro, quanto ai suoi contenuti e alle esigenze che in-
tende salvaguardare, la dottrina così formulata viene considerata come già im-
plicita nell’insegnamento tradizionale della Chiesa in materia sociale, in quan-
to enuncia “un principio di antichissima sapienza umana”, fondato nello stesso
diritto divino naturale. Si ricorda, a tale proposito, come già Tommaso d’Aqui-
no considerasse l’imposizione di una eccessiva uniformità come una minaccia
per la repubblica composta da diverse parti e, analogamente, Dante ritenesse
che l’imperatore non dovesse interessarsi direttamente delle questioni riguar-
danti le singole città, essendo queste dotate di caratteristiche proprie e diffe-
renziate. Alla luce di queste considerazioni si può concludere che il principio di
sussidiarietà costituisce una novità solo per la sua esplicita formulazione, resa
necessaria dagli sviluppi della società moderna che comportano una intensi-

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