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European

Forum for
Urban
Security

Prevenire e combattere
la radicalizzazione a livello locale
Per contrastare la radicalizzazione, le risposte repressive, da sole, non sono
sufficienti. Occorre ugualmente attuare misure preventive per affrontarne la
cause profonde. Tali interventi devono mirare a stimolare la creazione di
partenariati locali per la prevenzione della criminalit, volti a rafforzare la
resilienza degli individui e dei gruppi contro il rischio di radicalizzazione. La
presente pubblicazione si propone di tracciare un quadro di questa
problematica e di fornire spunti e strumenti pratici per potenziare le capacit
dei soggetti interessati a livello locale di combattere il fenomeno, tanto sul
piano politico che tecnico.
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

Il presente documento, pubblicato dal Forum europeo per la sicurezza ur-


bana (Efus), frutto delle attivit condotte dal 2014 al 2016 nellambito
del progetto Local Institutions AgaInSt Extremism (LIAISE). stato re-
datto da Sebastian Sperber, Juan Cristellys e Vronique Ketelaer, in qualit
di responsabili del programma, sotto la direzione di Elizabeth Johnston,
Direttrice esecutiva dellEfus, con il contributo degli esperti delle associa-
zioni partner, Gtz Nordbruch, dellUfuq.de, e Charlotte Kathe, Tanya Sil-
verman e Rashad Ali, dellInstitute for Strategic Dialogue, nonch delle
citt partner del progetto.

Lutilizzo e la riproduzione sono concessi a titolo gratuito per scopi non


commerciali e a condizione che venga specificata la fonte.

Revisione: Francesca Saltarelli


Traduzione: Gianfranca Gabbai
Impaginazione: Marie Aumont, micheletmichel.com
Stampato presso: Clotre Imprimeurs, Saint-Thonan - France

ISBN : 2-913181-48-1
Deposito legale: settembre 2016

European Forum for Urban Security


10, rue des Montiboeufs 75020 Paris - Francia
Tel.: + 33 (0)1 40 64 49 00
contact@efus.eu - www.efus.eu

Con il sostegno finanziario della Commissione europea. Il contenuto della presente


pubblicazione non riflette la posizione dellUnione europea. Gli autori sono i soli
responsabili delle informazioni e delle opinioni che vi sono espresse.
European
Forum for
Urban
Security

Prevenire e combattere
la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Ringraziamenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il progetto Local Institutions AgaInSt Extremism (LIAISE) stato condotto
grazie allimpegno dei rappresentanti delle citt partner Augsburg (Germania),
Bruxelles (Belgio), Dsseldorf (Germania), lHospitalet de Llobregat (Spagna),
Liegi (Belgio), Malm (Svezia), Reggio Emilia (Italia) e Vilvoorde (Belgio),
nonch dellAssociazione tedesca per leducazione civica e le attivit di
prevenzione Ufuq.de e dellIstituto britannico Institute for Strategic Dialogue,
che hanno fornito un contributo concreto apportando le loro competenze alle
diverse sessioni di formazione del progetto e alla redazione della presente
guida. Ringraziamo gli amministratori locali e i loro collaboratori per avere
condiviso le loro esperienze e conoscenze e desideriamo inoltre estendere un
vivo ringraziamento agli esperti per il prezioso contributo e gli approfondimenti
forniti. Oltre alla Commissione Europea, il cui sostegno finanziario stato
essenziale per la realizzazione di questo progetto e di questa pubblicazione,
desideriamo ringraziare tutte le persone che ci hanno accolti durante le nostre
sessioni di formazione e gli oratori che sono intervenuti nei dibattiti.

Citt partner del progetto


Diana Schubert (Augsburg, Germania), Hadelin Feront (Bruxelles,
Belgio), Tanja Schwarzer e Stephan Glaremin (Dsseldorf, Germania),
Jos Antonio Garca-Calvillo Moreno, Laia Gonzlez Pradanos e Oscar
Negredo Carrillo (LHospitalet de Llobregat, Spagna), Manuel Comeron
e Catherine Schiltz (Liegi, Belgio), Malin Martelius, Anna Kosztovics e
Arash Zinat Bakhsh (Malm, Svezia), Papa Seck (Reggio Emilia, Italia) e
Jessika Soors (Vilvoorde, Belgio).

4
Istituzioni partner del progetto
Gtz Nordbruch (Ufuq.de, Germania), Institute for Strategic Dialogue
(Regno Unito).

Partner associati
Laetitia Nolet (Forum belga per la prevenzione e la sicurezza urbana,
Belgio), Harald Weilnbck e Anika Posselius (Cultures Interactive,
Germania).

Altri contributi
Sophie Le Bihan (Montreuil, Francia), Farid Bounouar (Sarcelles,
Francia), Christiane Nischler (Stato di Baviera, Germania), Hans Bonte
(Vilvoorde, Belgio), Andreas Schnstrm, Per-Erik Ebbesthl, Sarah
Hansson, Julia Kjellbom, Aviva Suskin Holmqvist, Dirk Wurm, Peter
Bommas (Augsburg, Germania), Chris Williams (Brent, Regno Unito),
Arris Blom (Rotterdam, Paesi Bassi), Marik Fetouh (Bordeaux, Francia),
Henning Mols (Aarhus, Danimarca), Sindyan Qasem (Ufuq.de,
Germania), Sasha Havlicek, Erin Saltman, Henry Tuck, James Kearney,
Munir Zamir, Zahed Amanullah, Rebecca Skellett, Sarah Kennedy (In-
stitute for Strategic Dialogue, Regno Unito), Ross Frenett, Vidhya Ra-
malingam (Moon Shot CVE), Anissa Akhandaf (Anversa, Belgio),
Georgina Nitzsche, Edit Schlaffer (Women Without Borders, Austria),
Saliha Ben Ali (Society Against Violent Extremism, Belgio), Willy
Demeyer (Liegi, Belgio), Alain Grignard, Hassan Bousseta (Universit
di Liegi, Belgio), Juan Cortes Leclou (Direzione generale per la sicurezza
e la prevenzione, Belgio), Erwin Van Vlierberghe (Organo di coordina-
mento belga per lanalisi delle minacce, Belgio), Craig McCann (Unit
centrale della polizia per il contrasto del terrorismo, Regno Unito),
Victor Steenssens (Arktos asbl, Belgio), Robert rell (Fryshuset/Exit
Sweden, Svezia), Julia Reinelt (Violence Prevention Network,
Germania), Lily Maxwell, Toms Santamara Agudo (Centro di lotta al
terrorismo e alla criminalit organizzata, Ministero dellInterno,
Spagna)

5
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Indice
>>>>>>>>>>>>>>>
Prefazione.......................................................................p. 8
Introduzione.................................................................p. 10

Capitolo I - Comprensione della radicalizzazione


e sensibilizzazione al fenomeno................................p. 15
I. Definizione dei concetti............................................................. p. 16
II. Meccanismi e livello di spiegazione: comprensione del processo.... p. 16
III. Prevenzione della radicalizzazione che conduce all'estremismo
violento......................................................................................... p. 17
IV. Pratiche e strumenti................................................................. p. 17

Capitolo II Elaborazione di una strategia locale


interistituzionale.........................................................p. 29
I. Pensa globale, agisci locale: "glocalizzazione" e sviluppo
di una strategia locale................................................................... p. 31
II. Tipi di azione attuati a livello locale.......................................... p. 32
III. Raccomandazioni.................................................................... p. 32
IV. Pratiche e strumenti................................................................ p. 32

Capitolo III - Sostegno e rafforzamento delle


famiglie................................................................................. p. 35
I. Supporto alle famiglie e rafforzamento delle loro capacit:
tappe e modalit........................................................................... p. 37
2. Come avvicinare le famiglie e stabilire un dialogo con loro....... p. 59
3. Raccomandazioni...................................................................... p. 64
4. Pratiche e strumenti................................................................. p. 68
6
Capitolo IV - Prevenzione e costruzione
della resilienza.............................................................p. 35
I. Istituti scolastici ed educazione formale.................................... p. 37
II. Politiche di welfare e servizi sociali per la giovent.................. p. 59
III. Le comunit............................................................................ p. 64
IV. Le forze di polizia..................................................................... p. 68
V. Raccomandazioni...................................................................... p. 68
VI. Pratiche e strumenti................................................................ p. 68

Capitolo V - Deradicalizzazione e iniziative


di disimpegno...............................................................p. 35
I. Il processo di gestione delle segnalazioni.................................. p. 37
II. Struttura dell'intervento........................................................... p. 59
III. Guadagnarsi la fiducia............................................................. p. 64
IV. Il caso dell'estremismo religioso: il ruolo della religione.......... p. 68
V. Disimpegno............................................................................... p. 68
VI. Raccomandazioni.................................................................... p. 68
VII. Pratiche e strumenti............................................................... p. 68

Capitolo VI - Contro-argomentazioni...........................p. 35
I. 1. Pianificare e creare una campagna......................................... p. 37
II. Realizzare una campagna......................................................... p. 59
III. Diffusione e valutazione.......................................................... p. 64
IV. Raccomandazioni.................................................................... p. 68
V. Pratiche e strumenti................................................................. p. 68

Riferimenti bibliografici.............................................p. 79

7
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prefazione
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La radicalizzazione che conduce allestremismo violento un problema
sociale dilagante. Le citt europee lo hanno sperimentato in prima
persona in questi ultimi anni, poich sono state teatro di eventi dram-
matici e tragici. I recenti attacchi terroristici hanno sottolineato, non
soltanto in Europa, ma anche altrove nel mondo, lurgente necessit di
combattere un fenomeno le cui cause profonde devono essere affron-
tate mediante unazione di prevenzione.
Gli atti di estremismo violento che intendono colpire i valori fonda-
mentali delle societ democratiche, lungi dal farci arretrare di fronte al
terrore, rafforzano le profonde convinzioni che il Forum europeo per la
sicurezza urbana sostiene da circa 30 anni, e cio che la sicurezza deve
essere considerata un bene comune condiviso da tutti e che la preven-
zione dellesclusione sociale e la lotta contro le discriminazioni contri-
buiscono a consolidare i legami sociali e a costruire la resilienza
individuale e collettiva. Per questo motivo oggi pi che mai fonda-
mentale che le citt collaborino per costruire una rete di solidariet.
In tale contesto, gli enti locali non possono agire da soli per affrontare
le cause profonde della radicalizzazione, in particolare perch tale
fenomeno pu alcune forze politiche ad alimentare pregiudizi e fare
amalgami pericolosi, incitando alla stigmatizzazione di determinati
gruppi di popolazione.

8
per questa ragione, e per rispondere alle richieste di numerose citt
aderenti, che lEfus ha deciso di aiutare gli enti locali a sviluppare la
propria capacit di prevenire la radicalizzazione, ribadendo il ruolo
strategico essenziale che possono svolgere nel contrastare tale
fenomeno. Per perseguire questo obiettivo, lEfus si progressiva-
mente impegnato in una vasta rete di cooperazioni e di attivit a livello
europeo e internazionale. In tale ambito, lEfus si adopera per diffon-
dere il punto di vista e le esigenze degli enti locali, sottolineando lim-
portanza di garantire che ogni misura preventiva di contrasto alla
radicalizzazione non leda i diritti umani fondamentali.
Tra le iniziative pi importanti in questo campo figura il progetto Local
Institutions AgaInSt Extremism (LIAISE), lanciato dallEfus nel settem-
bre 2014 con il sostegno finanziario della Commissione europea. Dopo
due anni di intense attivit, condotte da 10 citt partner appartenenti a
sei paesi europei e costantemente sostenute dallEfus e dagli esperti, le
conoscenze ottenute nel corso di questo progetto sono state raccolte in
questa pubblicazione. L'obiettivo principale quello di assistere le
citt a mettere in pratica le competenze attualmente disponibili in
materia di radicalizzazione sotto il profilo della ricerca e delle decisioni
politiche. Non ha certo la pretesa di fornire una risposta esauriente a
questo fenomeno straordinariamente complesso, ma si propone di
presentare una raccolta di conoscenze, prassi e strumenti destinati ad
aiutare le citt a trovare risposte ai loro interrogativi, affrontando il
problema in funzione del contesto locale.
Elizabeth Johnston
Direttrice esecutiva

9
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Introduzione
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Negli ultimi ventanni, la radicalizzazione diventata un problema
sempre pi cruciale a livello della ricerca e delle decisioni politiche.
Nelle agende politiche di tutta Europa sono state inserite iniziative di
contrasto del fenomeno, molto spesso in periodi di intensa attivit
politica e legislativa, generalmente sotto la spinta di eventi drammatici
con una forte carica emotiva, quali gli attacchi terroristici. L'elabora-
zione e l'attuazione di politiche di contrasto sono state caratterizzate,
nella loro fase iniziale, spesso all'indomani di un attentato, da misure
piuttosto "dure" e "repressive", di natura giuridica e amministrativa
(arresti, messa al bando dellorganizzazione, congelamento dei beni,
ecc.).
Tuttavia, la prevenzione rapidamente emersa come una componente
essenziale di ogni strategia, dal momento che le risposte repressive, da
sole, non bastano per contrastare efficacemente la radicalizzazione.
Oltre alle azioni condotte dalle forze di polizia e alle misure adottate
dalle autorit giudiziarie per far fronte alle conseguenze della radicaliz-
zazione, occorre ugualmente porre in essere misure preventive per
combatterne le cause profonde, che spingono individui e gruppi verso
lestremismo violento. Dunque, al fine di individuare opportunit di
prevenzione e di intervento, fondamentale comprendere che la radi-
calizzazione un processo che pu essere contrastato con il coinvolgi-
mento degli enti locali. Infatti, nonostante non sia possibile
comprendere esattamente le cause della radicalizzazione, innegabile che
tale processo e i suoi fattori esplicativi presentano componenti locali e si
manifestano localmente, talvolta con atti violenti. Per quanto Internet e i
social media forniscano ormai una piattaforma estremamente efficace per la
diffusione di ideologie estremiste, il contatto virtuale online solitamente
induce a cercare un contatto fisico offline con individui o gruppi estremisti,
che avviene in luoghi specifici. Questo evidenzia il fatto che gli enti locali1,
vista la conoscenza precisa che hanno del loro contesto e la loro prossimit

1- Nel presente documento si utilizza lespressione enti o collettivit locali come termine generico per
indicare tutti i tipi di governo locale presenti nei paesi europei, quali citt, comuni, ecc. Ai sensi della
Carta europea dellautonomia locale, adottata dal Consiglio dEuropa nel 1985, le collettivit locali
(sono) dotate di organi decisionali democraticamente costituiti, che beneficiano di una vasta autonomia
10 per quanto riguarda le loro competenze, le modalit di esercizio delle stesse e i mezzi necessari
allespletamento dei loro compiti istituzionali.
ai cittadini, occupano una posizione strategica ideale per coordinare o
attuare direttamente le misure preventive e per mobilitare tutti gli attori
locali che possono contribuire a prevenire la radicalizzazione. Le autorit
locali, pur non essendo assolutamente gli unici enti responsabili o in grado
di determinare da soli la realt delle situazioni locali, dispongono ci nono-
stante di una notevole capacit di contrastare tale fenomeno.
Quali sono i settori di intervento in cui dovrebbero agire per prevenire la ra-
dicalizzazione a livello locale? Come possono dare attuazione pratica alle
proprie iniziative?
Il presente documento intende affrontare tali questioni tracciando un
quadro della problematica e fornendo spunti e strumenti pratici destinati a
formare i portatori di interesse a livello locale su come affrontare il fenomeno,
sia sul piano tecnicosia su quello politico.
Tutte le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono frutto dei
lavori condotti tra il 2014 e il 2016 nellambito dei progetto europeo LIAISE
(Local Authorities AgaInSt Extremism) guidato dallEfus. Il progetto ha riunito
dieci citt di sei diversi paesi: Augsburg (Germania), Bruxelles (Belgio),
Dsseldorf (Germania), LHospitalet (Spagna), Liegi (Belgio), Malm (Svezia),
Montreuil (Francia), Reggio Emilia (Italia), Sarcelles (Francia), Vilvoorde
(Belgio), nonch listituto di ricerca britannico Institute for Strategic Dialogue,
specializzato nello studio del fenomeno dellestremismo, e lassociazione
tedesca per gli scambi interculturali, Ufuq.de. Vi hanno inoltre partecipato,
in quanto partner associati, il Forum belga per la prevenzione e la sicurezza
urbana e lassociazione tedesca Cultures Interactive. Il progetto mirava a
definire un programma di formazione studiato per rispondere alle esigenze
specifiche dei portatori di interesse locali; sono stati raccolti nella presente
pubblicazione i contenuti e le conoscenze elaborati nel corso delle varie
sessioni di formazione.
Il documento strutturato in funzione delle questioni affrontate nel corso
del progetto e individuate congiuntamente da tutte le citt partner come
aree tematiche di particolare rilevanza per gli stakeholder locali. Tali temati-
che, che corrispondono ai diversi capitoli della pubblicazione, sono presen-
tate qui di seguito:
Comprensione della radicalizzazione e sensibilizzazione al fenomeno


11
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Elaborazione di una strategia locale interistituzionale


Sostegno e rafforzamento delle famiglie le famiglie
Prevenzione e costruzione della resilienza
Deradicalizzazione e iniziative di disimpegno
Contro-argomentazioni
Questi capitoli tematici presentano tutti la stessa struttura:
Analisi: questa sezione sviluppa largomento di cui tratta il capitolo e
illustra vari modi per affrontare la radicalizzazione e lestremismo violento
a livello locale. Questa parte analitica si conclude con una serie di racco-
mandazioni pratiche.
Pratiche e strumenti: questa sezione fornisce due tipi di indicazioni
pratiche: 1) studi di casi concreti, per illustrare le prassi locali, in funzione
del problema affrontato, e 2) vari strumenti per l'applicazione dei metodi
illustrati nel capitolo. Entrambi gli aspetti sono sintetizzati e presentati
brevemente in questa sezione e sono disponibili online con maggiori
dettagli.
Inoltre, sono disponibili online sei video tematici per introdurre gli argo-
menti e le idee illustrati in ciascun capitolo. Tali supporti audiovisivi possono
essere utilizzati, ad esempio, per introdurre largomento durante una
sessione di formazione. (Si possono visionare su www.efus.eu).
Unattenzione particolare dovrebbe essere rivolta allambito analitico del
documento. Tenendo conto della variet dei contesti locali studiati in questo
progetto, lespressione radicalizzazione che conduce allestremismo
violento, utilizzata nella presente pubblicazione, include ogni forma di ra-
dicalizzazione. Si ritenuto indispensabile tale approccio, poich varie
forme di radicalizzazione possono rafforzarsi reciprocamente. In effetti, gli
attentati terroristici, a medio e lungo termine, non provocano soltanto
morte, distruzione e danni economici, ma causano divisioni e polarizzazioni
allinterno delle comunit e determinano linsorgere di ideologie estremiste
e reazionarie in alcune fasce sociali. Questa situazione crea un terreno favo-
revole alla propagazione dellestremismo, contribuendo a innescare un
circolo vizioso di radicalizzazione e di reazioni violente per contrastarla.
Pertanto, il presente documento non si concentra su un'unica forma di radi-

12
calizzazione che conduce a un determinato tipo di estremismo violento, ma
mira a coprire tutte le forme che pu assumere questo fenomeno.

13
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

>

>

14
Capitolo I
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Comprensione della
radicalizzazione e
sensibilizzazione
al fenomeno
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

15
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

1. Comprensione della
radicalizzazione e
sensibilizzazione
al fenomeno

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo a questo capitolo

Ad oggi, non esiste un consenso o una definizione universalmente ac-


cettata, n a livello accademico, n a livello governativo, di ci che co-
stituisce precisamente la radicalizzazione. Il concetto stesso non pu
essere dato per scontato. Oggi la confusione sulla sua definizione
acuita dalle crescenti preoccupazioni associate al terrorismo e
dallenorme copertura mediatica, non sempre basata su prove o analisi
informate. Oltre al problema di una corretta definizione della radicaliz-
zazione, vi sono anche alcuni accademici che hanno provato a dimo-
strare che il fenomeno della radicalizzazione non esiste, ma che si
tratta un mito funzionale alla creazione di nuovi programmi di sicu-
rezza, nonch alla legittimazione delle reazioni degli Stati.2
Tuttavia, anzich negare la validit di un concetto che molto probabil-
mente nei prossimi anni dominer la ricerca, il dibattito pubblico e la
politica, la maggior parte dei ricercatori e dei responsabili politici cerca
di comprendere meglio le cause e i meccanismi che portano ad accet-
tare la violenza come mezzo giustificabile per raggiungere gli obiettivi.

2- A. Hoskins e B. OLoughlin, Media and the myth of radicalization, in Media, War and Conict
16 2: 2009.
I. Definizione dei concetti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sebbene la sua definizione rimanga ambigua e controversa, esiste un
consenso generale sul fatto che la radicalizzazione consiste nel processo
attraverso il quale un soggetto o un gruppo diventa estremista.3 4
Pertanto, la radicalizzazione pu essere intesa come un percorso verso
varie forme di estremismo come, ad esempio, lestremismo di destra, di
sinistra, anarchico, religioso, nazionalista e ambientalista.
Comprendere questo fenomeno in quanto processo implica la consape-
volezza del fatto che la sua progressione porta a un risultato: lestremi-
smo. Ed a questo punto, quando si tratta di definire il "risultato finale"
di questo processo, che emergono ulteriori controversie.
Molto spesso, il termine radicalismo utilizzato anche per indicare il ri-
sultato di un processo di radicalizzazione, ovvero il fatto che soggetti ra-
dicalizzati diventano radicali. Tuttavia, se si osservano le radici lessicali
dellespressione, radicale racchiude lidea di un cambiamento dello
status quo della societ, e significa anche cambiamento progressivo e
rinnovo.5 I movimenti politici associati alla riforma liberale del XVIII
secolo e i movimenti socialisti della fine del XIX secolo e dellinizio del
XX si definivano radicali. Nelson Mandela e Martin Luther King, ad

3- Alcuni studiosi sostengono che il concetto di radicalizzazione pu essere applicato anche alla
preparazione dello Stato al conflitto, nonch ad attori non statali. Tuttavia, il concetto
comunemente applicato ad attori non statali, che per lo Stato e la popolazione rappresentano una
sfida o perfino una minaccia. La presente pubblicazione si concentra sull'uso comune del concetto
di radicalizzazione, riferito appunto ad attori non statali. Cfr. C. McCauley e S. Moskalenko
Mechanisms of Political radicalization: Pathways Toward Terrorism, in Terrorism and Political
Violence, 20:3, 2008, pagg. 416.
4- P. Neumann, The trouble with radicalization, in International Affairs, The Royal Institute of
International Affairs Volume 89, Issue 4, pagg. 873-893, luglio 2013; Della Porta e G. LaFree,
Guest Editorial: Processes of Radicalization and De-Radicalization, IJCV, Vol. 6, n. 1, 2012, pag.
4; C. McCauley e S. Moskalenko (2008) Mechanisms of Political radicalization: Pathways Toward
Terrorism, Terrorism and Political Violence, 20:3, 2008, pag. 416; M. Ranstorp, Understanding
Violent Radicalisation: Terrorist and Jihadist Movements in Europe, Routledge, New York, 2010, pagg.
19-23; R. Borum, Radicalisation into Violent Extremism II: A Review of Conceptual Models and
Empirical Research. Journal of Strategic Security 4, n. 4, 2011, pagg. 37-62; F. Khosrokhavar,
Radicalisation, ditions de la Maison des sciences de l'homme, Parigi, 2015
5- A. P. Schmid, Radicalisation, De-Radicalisation, Counter-Radicalisation: A Conceptual
Discussion and Literature Review, The International Centre for Counter-Terrorism, 2013, pag. 12.

17
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

esempio, che vennero considerati dei radicali, lottarono per le libert e


per i diritti che oggi fanno parte dei nostri valori fondamentali.
D'altro canto, nonostante la sua ambiguit e le sue diverse accezioni,
lestremismo pu essere descritto come insieme di idee diametralmente
opposte ai valori fondamentali di una societ, caratterizzato dallintolle-
ranza verso i discorsi che gli sono contrari.6 Generalmente si distinguono
due principali tipi di estremismo che derivano da processi di radicalizza-
zione: estremismo cognitivo e estremismo comportamentale:7
Estremismo cognitivo: riguarda le idee che, secondo le attuali de-
mocrazie liberali, sono diametralmente opposte ai valori fondamentali
della societ. Pu comprendere qualsiasi tentativo di imporre alla
societ la supremazia di una determinata ideologia o credenza, attra-
verso la negazione dei principi democratici e dei diritti umani.
Estremismo comportamentale: riguarda i mezzi e i metodi utiliz-
zati da chi cerca di raggiungere i propri obiettivi senza tenere conto
della vita, dei diritti umani o della libert altrui.
Di conseguenza, alcuni considerano la radicalizzazione come un
processo che porta a punti di vista estremisti, mentre altri sottolineano
anche il comportamento violento che talvolta deriva da tale processo.
Ovviamente, suscita maggiore preoccupazione la radicalizzazione che
conduce allestremismo comportamentale, poich spesso sfocia nelluso
della violenza come mezzo per mettere in atto determinate idee e, di
conseguenza, pu costituire una vera e propria minaccia per la societ e
la sua sicurezza. Pertanto, numerosi studiosi e governi utilizzano le-
spressione estremismo violento per indicare questultimo tipo di
estremismo.8

6- Roger Scruton fornisce tre definizioni di estremismo: Termine vago, che pu significare: 1.
Spingere al limite unidea politica, a prescindere dalle ripercussioni incresciose, lattuazione
impossibile, le argomentazioni e i sentimenti diversi, con lintenzione non solo di combattere ma
anche di eliminare lopposizione. 2. Intolleranza nei confronti di qualsiasi opinione diversa dalla
propria (vedere tolleranza). 3. Adozione di mezzi per fini politici che disattendono le norme di
condotta accettate, e che mostrano in particolar modo disprezzo per la vita, la libert e i diritti umani
degli altri. Consultare R. Scruton, The Palgrave Macmillan dictionary of political thought, 3 ed.,
Basingstoke: Palgrave Macmillan, 2007.
7- P. Neumann, The trouble with radicalization, in International Affairs, The Royal Institute of
International Affairs Volume 89, Issue 4, pp 873893, luglio 2013
8- I termini estremismo o estremista sono quasi sempre esonimi, ovvero sono definizioni applicate
da altri a un gruppo, e non sono utilizzate dal gruppo stesso per definirsi tale.

18
La correlazione tra lestremismo cognitivo e quello comportamentale
oggetto di dibattito. Sebbene alcuni sostengano che il primo conduca al
secondo, altri ritengono che non vi sia un collegamento tra i due tipi di
estremismo. Chiaramente, non tutte le persone che sostengono un
pensiero radicale si comportano in modo radicale. Infatti, una societ
democratica pluralista in cui esiste la libert di pensiero e di coscienza
concede ai propri cittadini la libert di sostenere opinioni radicali.
Tuttavia, nel caso in cui una visione del mondo non solo sia radicale a
livello ideologico, ma inoltre consenta e richieda attivamente luso di
metodi estremi e violenza per raggiungere i propri obiettivi, si avvicina
inevitabilmente alla violenza e potenzialmente al terrorismo. Per tale
motivo, e poich ci rappresenta la minaccia pi grave per la societ,
questa pubblicazione verte sul problema della radicalizzazione che
conduce allestremismo violento e sulla sua prevenzione.

II. Meccanismi e livelli di spiegazione:


comprensione del processo
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Come gi detto, non esiste ununica teoria sulla radicalizzazione. Di-
scipline diverse forniscono letture differenti del fenomeno. La sociolo-
gia, la psicologia e la psichiatria, ad esempio, consentono di capire i
fattori che aumentano le probabilit di radicalizzazione. Le scienze po-
litiche, la teologia e la filosofia forniscono indicazioni sulla logica delle
opinioni estremiste in termini di rivendicazioni politiche e identitarie,
mentre leconomia e il diritto descrivono il contesto materiale in cui ha
luogo il processo e il quadro giuridico con cui viene affrontato.
Tuttavia, nonostante la diversit delle teorie, praticamente tutti i
modelli accademici concettualizzano la radicalizzazione come processo
progressivo che avviene in un periodo di tempo. Pertanto, la natura
progressiva del fenomeno implica il passaggio attraverso pi fasi e
stadi nel tempo, nonch il coinvolgimento di diversi fattori e dinamiche
scatenanti ed esplicativi.

19
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Questa progressione stata descritta attraverso vari modelli


accademici, come la scala di Moghaddam9, la piramide di McCauley e
Moskalenkos10, il nastro trasportatore di Baran11 o il modello di Huq/
NYPD 12.
Fathali Moghaddam ha elaborato la metafora della scala del terrori-
smo per spiegare la natura progressiva della radicalizzazione. Questo
modello indica che i soggetti partendo da un livello di base, attraver-
sano cinque livelli successivi e ascendenti che culminano nell'ultimo,
cio nell'estremismo. (vedi figura 1). Secondo questo modello, sempre
meno persone salgono al livello successivo, il che significa che un
numero relativamente ridotto di persone raggiunge lultimo livello,
ossia il terrorismo.

9- F. M. Moghaddam, "The Staircase to Terrorism: A psychological exploration," in American


Psychologist 60 ,2005, pp 161169.
10- C. McCauley e S. Moskalenko, Mechanisms of Political radicalization: Pathways Toward
Terrorism, in Terrorism and Political Violence, 20:3, 2008, pp 415-433
11- Z. Baran, Fighting the war of ideas, in Foreign Affairs 84: 6, nov.dic. 2005.
12- M. D. Silber e A. Bhatt, Radicalization in the West: The Homegrown Threat, New York: Police
Department, City of New York, NYPD Intelligence Division, 2007.

20
Figura 1: scala di Moghaddam

Quinto piano
Atto terroristico ed elusione
del meccanismo inibitorio

Quarto piano
Potenziamento del pensiero categorico
e di ci che si percepisce

Terzo piano
Coinvolgimento morale

Secondo piano
Spostamento dellaggressione

Primo piano
Possibilit percepite per combattere
il trattamento ingiusto

Piano terra
Interpretazione psicologica delle condizioni
materiali

Fonte: F. M. Moghaddam, "The Staircase to Terrorism: A psychological


exploration", in American Psychologist 60, 2005, pagg. 161-169

Allo stesso modo, sempre sottolineando il fatto che solo una piccola
minoranza delle persone che si radicalizzano diventa effettivamente
terrorista, McCauley e Moskalenko formulano unipotesi analoga nel
loro modello piramidale.13 Dalla base al vertice, i livelli pi alti della

13- Clark McCauley, Jujitsu Politics: Terrorism and Response to Terrorism, in Paul R. Kimmel e
Chris E. Stout, eds., Collateral Damage: The Psychological Consequences of Americas War on
Terrorism, Westport, CT: Praeger, 2006, pagg. 45-65 e Clark McCauley e Sophia Moskalenko
(2008) Mechanisms of Political radicalization: Pathways Towards Terrorism, Terrorism and Political
Violence, 20:3, pagg. 415-433
21
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

piramide corrispondono a una maggiore radicalizzazione delle convin-


zioni, dei sentimenti e dei comportamenti. I confini tra i diversi livelli
della piramide rappresentano i principali punti di transizione della ra-
dicalizzazione: da uno stato di inattivit a uno stato di attivit. Ad
esempio, dallazione politica legale a quella illegale e da questultima
alleffettivo compimento di un atto di terrorismo. Questo modello evi-
denzia inoltre il fatto che un soggetto, durante il percorso che lo porta a
diventare un terrorista, non necessariamente attraversa tutti i livelli in
modo lineare.
Figura 2: Piramide di McCauley e Moskalenko

Obbligo morale
personale

Sostenitori

Simpatizzanti

Neutrali

Fonte: Clark McCauley e Sophia Moskalenko, Mechanisms of Political


Radicalization: Pathways Toward Terrorism, in Terrorism and Political
Violence, 20:3, 2008, pagg. 415-433

In entrambi i modelli, salire le scale o i livelli della piramide della radi-


calizzazione non un processo automatico. In ogni fase entrano in
gioco diversi processi psicologici, spiegati da varie teorie psicologiche.
In questo senso, non esiste ununica causa o combinazione di fattori

22
che spiega la progressione in entrambi i modelli, ma vi una correla-
zione tra fattori diversi che emerge da diversi contesti e livelli di spiega-
zione (livello locale e globale). Pertanto, trovare i fattori determinanti si
dimostrato estremamente difficile. Tuttavia, gli sforzi compiuti per
individuare alcuni di questi fattori hanno contribuito a elaborare un
caleidoscopio di fattori che potrebbe favorire la radicalizzazione.14
I fattori di questo caleidoscopio possono essere raggruppati in grandi
categorie a seconda delle loro dimensioni geografiche. Alcuni studiosi
utilizzano la distinzione tra livelli interni ed esterni15, mentre altri
indicano tre livelli di spiegazione: livello micro, livello meso e livello
macro.16 Le differenze tra questi tre livelli di spiegazione possono
essere esposte come segue:
Livello micro: questo livello di comprensione riguarda il livello in-

dividuale e include tutte le forme di esperienza o sentimento indivi-
duale (reale o percepito), come lemarginazione, la discriminazione e
lumiliazione.
Livello meso: questo livello di spiegazione riguarda lambiente cir-

costante delle persone e le dinamiche che esistono al suo interno.
Livello macro: questo livello di spiegazione si riferisce allambiente

considerato su pi ampia scala e riguarda principalmente le que-
stioni sociali e di politica nazionale/estera.
Tutti questi livelli di comprensione, che siano indicati come interni o
esterni, micro, meso o macro, evidenziano il ruolo fondamentale
dellinsoddisfazione e dello scontento tra questi fattori, nonch lim-
portanza della vulnerabilit individuale e dellesposizione ad ambienti
radicali.

14- M. Ranstorp, Understanding Violent Radicalisation: Terrorist and Jihadist Movements in Europe,
Routledge, New York, 2010, pp 19-23
15- ivi
16- A. P. Schmid, Radicalisation, De-Radicalisation, Counter-Radicalisation: A Conceptual
Discussion and Literature Review, The International Centre for Counter-Terrorism, 2013, pag. 4; M.
Sageman, Understanding Terror Networks (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2004,
pag. 115; S. Malthaner, The Radical Milieu, Bielefeld: Institut fr interdisziplinre Konflikt- und
Gewaltforschung (IKG), 2010, pag. 1; vedi anche S. Malthaner e P. Waldmann (Eds.), Radikale
Milieus. Das soziale Umfeld terroristischer Gruppen, Frankfurt am Main: Campus Verlag, 2012.

23
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

III. Prevenzione della radicalizzazione


che conduce allestremismo violento
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Riconoscere che la radicalizzazione un processo dimostra che vi un
ampio margine di prevenzione che consente agli attori locali, e in parti-
colare alle autorit locali, di offrire un importante contributo per af-
frontare il fenomeno.
I modelli accademici precedentemente presentati indicano la presenza di
almeno quattro diversi destinatari delle misure di prevenzione (vedere la
figura 3 sottostante): il pubblico generale (indicato in verde), i soggetti po-
tenzialmente a rischio di radicalizzazione (indicati in giallo), i soggetti che
si trovano in un processo di radicalizzazione (indicati in arancione) e infine
i soggetti che sono gi estremisti violenti (indicati in rosso).
Figura 3: Destinatari di misure preventive

Estre-
misti
violenti

Soggetti in un processo
di radicalizzazione

Soggetti a rischio

Pubblico generale

Fonte: Efus17

17- Questo diagramma si basa sui diversi modelli presentati in questo capitolo e sui diversi
strumenti utilizzati dalle autorit nazionali e locali. Vedere la sezione Pratiche e strumenti.

24
possibile tracciare dei paralleli con la prevenzione primaria, seconda-
ria e terziaria. Mentre la prima ha lo scopo di limitare in generale i
fattori di rischio, la seconda si rivolge concretamente ai soggetti il cui
comportamento stato gi identificato come problematico e la terza
incoraggia e aiuta i soggetti ad abbandonare lestremismo violento, in-
centrandosi sul disimpegno rispetto alla violenza, sulla deradicalizza-
zione e sulla prevenzione della recidiva. La prima consiste nel creare
resistenza allattrattiva dei messaggi estremisti, fornendo spazi in cui i
soggetti possano esprimere le proprie insoddisfazioni e sviluppare
competenze personali e fiducia in se stessi. La seconda consiste nel
creare il dubbio e offrire assistenza ai soggetti che hanno intrapreso il
processo di radicalizzazione, come pure ai loro familiari e amici.
L'ultimo tipo di prevenzione , chiaramente, il pi difficile da mettere
in atto, ma anche quello che offre maggiori possibilit di rivolgersi ai
soggetti che vorrebbero abbandonare un gruppo estremista. Come illu-
strato pi dettagliatamente nei capitoli successivi, esistono diversi
strumenti e tipi di azione che possono essere utilizzati come guida per
sviluppare e fornire assistenza.
Una delle questioni principali come identificare i soggetti a rischio,
quelli che iniziano a radicalizzarsi ma non sono ancora estremisti
violenti e quelli per cui sono stati concepiti i sistemi di assistenza
generica e specifica. Questa una delle sfide maggiori, in particolare
perch la radicalizzazione non si limita a un ambiente sociale o a uno-
rigine etnica o religiosa specifica.18 Pertanto, comprendere il processo
di radicalizzazione in questa area fondamentale. Al fine di identificare
segnali di radicalizzazione o lo stadio di reale radicalizzazione dei
soggetti, nonch di elaborare un modo efficace di avvicinarsi a queste
persone sono stati compiuti diversi tentativi.
In base alla comprensione teorica e alla successiva esperienza diretta
del processo di radicalizzazione le autorit nazionali e locali hanno
elaborato un sistema di indicatori per rilevare segnali di radicalizza-
zione (per ulteriori dettagli, consultare la sezione relativa agli stru-
menti). Questi strumenti possono essere utilizzati per sensibilizzare i

18- F. Vermeulen e F. Bovenkerk, Engaging with Violent Islamic Extremism. Local Policies in Western
European Cities, LAia 2012; D.H. Heinke, German Jihadists in Syria and Iraq: An Update, ICSR
Insight, Londra 2016

25
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

gli operatori di prima linea e dotarli di una guida atta a individuare e


sostenere i soggetti nelle primissime fasi del processo di radicalizza-
zione, nonch per fornire loro formazione efficace sullargomento.
importante sottolineare che i segnali dallarme, se gestiti da operatori
non formati, rischiano di generare falsi positivi/false segnalazioni, che
possono avere un impatto negativo sulle persone e sulla coesione
sociale rischiando di stigmatizzare e danneggiare la capacit dei pro-
fessionisti locali di intervenire nei casi reali.
Pertanto, in questa fase indispensabile agire con cautela. In primo
luogo, ci che conta non sono segnali d'allarme isolati ma il quadro
generale, stabilito in base a un intero insieme di indicatori. difficile
che un singolo indicatore segnali qualcosa di concreto sulla potenziale
radicalizzazione di un soggetto. Inoltre, il quadro fornito dagli indica-
tori non rispecchia necessariamente tutta la realt di una persona, non
sufficiente a determinare se sia in processo di radicalizzazione o sia
concretamente pericolosa. Un insieme di indicatori solo uno stru-
mento per aiutare a stabilire quale tipo di sostegno e di assistenza
dovrebbe essere fornito in ogni singolo caso. Pertanto, dovrebbe essere
utilizzato con cautela ed essere considerato solo per quello che rappre-
senta: uno strumento per comprendere meglio una situazione. Pu
essere utilizzato, ad esempio, per sottoporre singoli casi allattenzione
di esperti o di una commissione di esperti, in grado di valutare i singoli
casi nel dettaglio e di decidere ci che potrebbe o dovrebbe essere fatto.
Sempre in relazione ai segnali dallarme, chi opera con questi indicatori
deve essere a conoscenza del fatto che sono in costante evoluzione,
perch gli estremisti, consapevoli dell'esistenza di parametri che
rilevano i loro comportamenti, fanno il possibile per passare
inosservati.

26
Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti

Pratiche
Rotterdam - Punto di contatto e consulenza sulla radicalizza-
zione (Paesi Bassi)
Creato nel 2011, dopo la precedente versione del 2005 denominata
Information Switchpoint, il punto di contatto e consulenza fornisce
sostegno a volontari e professionisti sulla qradicalizzazione in generale
e i sui singoli casi.

Bordeaux - Centro per la prevenzione della radicalizzazione in-


dividuale (Francia)
Il Centro per la prevenzione della radicalizzazione individuale stato
istituito nel 2016 per informare i cittadini e fornire pareri a cittadini,
giovani e operatori sociali di prima linea, nonch per prevenire la radi-
calizzazione smantellando le teorie e i discorsi estremisti e promuo-
vendo la comprensione dei messaggi religiosi.

Strumenti, metodi e insiemi di indicatori per rilevare e analiz-


zare lo stato della radicalizzazione
Strumento di prevenzione del Regno Unito: metodologia Extre-
mist Risk Guidance 22+ (ERG22+) (Regno Unito)
La metodologia Extremist Risk Guidance 22+ (ERG22+) del Regno
Unito descrive la vulnerabilit individuale rispetto alla radicalizzazione
in base a 22 fattori. Partendo dai sentimenti molto generici di rabbia e
ingiustizia, senso di insicurezza o di minaccia, necessit di identit e
appartenenza, ricerca di uno status e necessit di esaltazione e avven-
tura, questa metodologia presenta innanzitutto 13 indicatori di coin-

27
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

volgimento e ne aggiunge altri che rilevano l'intenzione (compresa la


sovraidentificazione con un gruppo, il ragionamento in termini di loro
e noi e obiettivi di utilizzare mezzi dannosi) e la capacit (tra cui la
conoscenza, laccesso alle risorse e i precedenti penali).

Ministero dellInterno francese: Indicateurs de basculement (indi-


catori di transizione a unaltra fase) (Francia)
Linsieme di indicatori francesi dellindice di radicalizzazione elenca gli
indicatori associati a segnali di rottura forti e deboli, ambiente perso-
nale, teorie e discorsi, nonch tecniche e tempo passato in carcere.
Tutti questi indicatori dovrebbero aiutare a rilevare e analizzare la radi-
calizzazione dei soggetti, al fine di fornire il sostegno adeguato.
Possono essere utilizzati per sensibilizzare i professionisti di prima
linea e fornire loro gli strumenti per individuare e aiutare le persone
nelle primissime fasi del processo, oltre a offrire una formazione
efficace sullargomento.
http://www.interieur.gouv.fr/SG-CIPDR/Prevenir-la-radicalisation/
Prevenir-la-radicalisation/Indicateurs-de-basculement

Centro di studi superiori del Ministero dellInterno - Piatta-


forma di e-learning per la prevenzione della radicalizzazione
(Francia)
Questa piattaforma di e-learnig, che offre strumenti di comprensione
del fenomeno della radicalizzazione e illustra il ruolo dei sindaci nelle
azioni di contrasto, pu essere utilizzata per sensibilizzare e formare
operatori e amministratori locali.
https://allchemi.eu/blocks/catalog/catalog.php

28
Centro per la prevenzione della radicalizzazione che porta alla
violenza, Montreal (Canada) - Barometro del comportamento
Questo barometro consente di valutare meglio i comportamenti asso-
ciati al processo di radicalizzazione che porta alla violenza. Tuttavia,
dovrebbe essere utilizzato con cautela in quanto i comportamenti illu-
strati non sono esaustivi e non sono sempre definitivi. Il barometro
solo un indicatore e non dovrebbe portare a conclusioni affrettate o
essere utilizzato in sostituzione di una pi completa valutazione degli
esperti.
https://info-radical.org/en/radicalization/recognizing-violent
radicalization/

29
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

30
Capitolo II
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Elaborazione di
una strategia locale
interistituzionale

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

31
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

2. Elaborazione di
una strategia locale
interistituzionale

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo al capitolo

Nonostante la portata transnazionale della radicalizzazione, alcuni dei


fattori a essa associati mostrano componenti locali, come l'insoddisfa-
zione per le condizioni di vita nei quartieri, la discriminazione, linfluenza
negativa dei gruppi di coetanei, la mancanza di coesione sociale e la
mancanza di qualsiasi reale esperienza dei valori democratici. La radica-
lizzazione pertanto, almeno in parte, una questione locale, che implica
la distruzione delle famiglie e la stigmatizzazione dei quartieri e delle
comunit. Le autorit locali si trovano in una posizione strategica per
reagire a questo fenomeno, in particolare per i seguenti motivi: sono
vicine alla popolazione, sono in contatto diretto con i cittadini che
possono informare e sostenere, sovrintendono ai servizi pubblici locali e
gestiscono le istituzioni principali che operano in ambito di prevenzione
e sicurezza. Sulla base di ci, opportuno che le autorit locali integrino
le loro azioni preventive in una strategia locale pi ampia.
Nel capitolo seguente vengono illustrati i principi chiave da prendere in
considerazione per lelaborazione, ladozione e la valutazione di una
strategia locale di prevenzione della radicalizzazione. Tali principi inclu-
dono: la necessit di interventi basati su esperienza e prove, il ruolo
chiave degli amministratori locali, limportanza di integrare tutti i livelli

32
di prevenzione, la necessit di sviluppare un approccio olistico e multidi-
sciplinare attraverso solide collaborazioni tra i servizi e lutilizzo di una
strategia di comunicazione locale.

I. Pensa globale, agisci locale:


glocalizzazione ed elaborazione
di una strategia locale
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La fase di elaborazione nella messa a punto di una strategia locale di pre-
venzione della radicalizzazione essenziale per creare un chiaro quadro di
intervento allinterno del quale sia possibile adottare un piano dazione
sostenibile. In questa fase iniziale i principali attori locali devono poter
definire la visione politica del comune, individuare gli obiettivi e i metodi
per raggiungerli, stabilire il processo di valutazione e il quadro per la
comunicazione.
Seguono alcune linee guida, sebbene non esaustive, per l'elaborazione di
strategie locali integrate di prevenzione della radicalizzazione.
Limportanza di utilizzare prove ed esperienza per formulare
strategie:
L'elaborazione delle strategie e le azioni da esse derivanti devono essere
basate sull'esperienza diretta.
Diagnosi: per affrontare le cause dellestremismo violento, la diagnosi
dovrebbe specificare i fattori protettivi e di rischio (fattori di spinta e di
attrazione) da affrontare, nonch il modo in cui il fenomeno si manifesta
a livello locale.
Analisi: i partner locali di diversi servizi dovrebbero essere coinvolti
nella valutazione della situazione, compresi i servizi di polizia e intelli-
gence, i servizi municipali, gli operatori di prima linea, il settore accade-
mico e la societ civile. Questo sforzo di cooperazione deve essere
sostenuto dal sindaco, il quale dovrebbe assumere un ruolo di leader del
partenariato locale e promuovere il dialogo interdisciplinare.

33
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Valutazione: Le strategie dovrebbero essere valutate e aggiornate pe-


riodicamente, considerando che il fenomeno della radicalizzazione, la
capacit di contrasto locale, le risorse e le priorit cambiano inevitabil-
mente nel corso del tempo.
Esperienza: data la complessit della questione, i principali attori
locali dovrebbero costantemente aggiornare le proprie conoscenze ed
essere disposti a chiedere il sostegno di esperti esterni e, in caso di ne-
cessit, a utilizzare ricerche anch'esse esterne al proprio territorio.

Il ruolo degli amministratori locali:


Sebbene i sindaci di diverse parti dEuropa abbiano competenze giuridiche
diverse in termini di sicurezza19, generalmente svolgono tutti un ruolo
chiave nel garantire una governance efficace dei programmi di preven-
zione. Tuttavia, i sindaci e i loro team locali si trovano ad affrontare sfide e
ostacoli diversi alle azioni di prevenzione della radicalizzazione e ci con-
diziona i tipi di ruolo che possono svolgere e la misura in cui possono
contribuire alla lotta contro la radicalizzazione. Il loro coinvolgimento
nelle strategie di prevenzione locali presenta diversi vantaggi:
Poich operano a stretto contatto con la popolazione locale, i sindaci
sono maggiormente in grado di ascoltare le preoccupazioni delle
persone, sensibilizzare fornendo informazioni sul contesto locale,
spiegare la strategia e comunicare le azioni intraprese, nonch le proce-
dure e i servizi disponibili per i cittadini (che cosa fa il comune per af-
frontare il problema? In che modo ottenere i servizi di assistenza?).
I sindaci e gli amministratori locali possono contribuire al potenziamento o
alla creazione di un rapporto di fiducia tra le istituzioni locali e la popola-
zione e promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nel processo di de-
finizione delle politiche, evidenziando soprattutto i vantaggi che comporta
per la cittadinanza il coinvolgimento diretto nelle questioni locali.
Attraverso la comunicazione con i media e altre istituzioni (la polizia, il
sistema giudiziario, i servizi di intelligence, i ministeri, ecc.), gli ammi-
nistratori locali possono veicolare informazioni accurate sulla situa-
zione locale, sulle necessit e sulle iniziative in corso.

19- Le competenze dei sindaci nei Paesi Bassi, in Belgio e in Francia sono diversi; in Belgio, ad
esempio, i sindaci godono di autorit amministrativa giuridica rispetto alla polizia locale e sono
responsabili della sicurezza pubblica locale, mentre in Francia la sicurezza sotto la giurisdizione
34 dello Stato e della sua Prefettura dipartimentale.
Il coinvolgimento degli amministratori locali nelle iniziative di preven-
zione fondamentale ai fini della loro visibilit e legittimit.

Adozione di una strategia bilanciata per la prevenzione della


criminalit:
Le azioni preventive devono includere vari livelli e ambiti di preven-
zione e rivolgersi a destinatari specifici (ulteriori dettagli nella parte
finale di questo capitolo):
Misure preventive specifiche e generiche: le strategie di prevenzione
devono essere rivolte a situazioni individuali (ad esempio, sostegno
sociale alle persone e alle loro famiglie), ma anche a categorie gene-
riche (ad esempio, azioni incentrate su grandi gruppi della popola-
zione, professionisti o territori).
Una strategia di prevenzione bilanciata: i finanziamenti non dovrebbero
essere destinati unicamente alla prevenzione della radicalizzazione. E'
necessario continuare a finanziare e pianificare anche altri ambiti di in-
tervento, quali la prevenzione precoce e la coesione sociale perch con-
tribuiscono anch'essi alla prevenzione della radicalizzazione.

Approccio interistituzionale e integrato:


In qualit di coordinatori delle politiche locali, i sindaci ricoprono un
ruolo strategico nel promuovere la cooperazione tra i vari servizi per
affrontare i diversi aspetti della radicalizzazione. I partner principali
possono essere: la polizia, i servizi di sicurezza, i servizi di intelligence
e di giustizia, le scuole, i principali attori locali che operano in ambito
di prevenzione, i centri giovanili, le famiglie, i centri sociali, le le
comunit e le aziende private locali (elenco non esaustivo).
 importante cercare di collaborare con le risorse esistenti per evitare
la sovrapposizione dei servizi e assicurare che le azioni adottate
siano coerenti.
La collaborazione interistituzionale richiede una buona comunica-
zione tra i partner e procedure di azione ben definite (chi fa cosa?
Quando? Come?). Ciascun partner deve specificare esattamente le

35
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

proprie azioni affinch tutti i partner conoscano e comprendano il


loro ruolo e il ruolo degli altri. Occorre individuare un rappresentante
per ciascun servizio al fine di garantire e migliorare la comunicazione
e la condivisione delle informazioni tra i servizi.
 necessario mettere a disposizione informazioni chiare e trasparenti
sulle singole attivit dei partner per evitare diffidenza o tensione tra i
partner durante lattuazione delle azioni.
Il rispetto delletica e dei valori dei partner essenziale: il segreto
professionale una questione delicata ma non deve ostacolare la
collaborazione. Molto spesso la legislazione prevede casi eccezio-
nali, in cui possibile condividere informazioni riservate senza
mettere in pericolo gli operatori o i destinatari dellazione.

Strategia di comunicazione:
Lestremismo violento un fenomeno delicato e complesso. Una stra-
tegia di comunicazione istituzionale adeguata ed elaborata corretta-
mente fondamentale per evitare diffidenza, malintesi o la diffusione
di pericolosi messaggi negativi tra le comunit, che potrebbero dan-
neggiare la coesione sociale.
Informazione del pubblico: mantenere informata la popolazione
locale sullapproccio del comune per combattere la radicalizzazione
cruciale per creare e mantenere fiducia e credibilit nella comunit.
Data la natura sensibile di alcuni aspetti della strategia e delle que-
stioni che affronta, importante che la comunicazione sia aperta. La
strategia di comunicazione deve inoltre affrontare le preoccupazioni
delle persone, che vanno dalla privacy e la libert di parola, alla stig-
matizzazione di determinati gruppi.
Strategia di comunicazione interna: i servizi municipali devono
essere adeguatamente informati per poter applicare le procedure e
adottare la strategia in modo corretto.
Le autorit locali devono stabilire le procedure per trattare con i
media, soprattutto dopo eventi inattesi. Leventualit di dover ri-
spondere a eventi inattesi, dalle dimostrazioni estremiste agli
attacchi terroristici, deve essere inclusa nella strategia di comunica-

36
zione. Le autorit locali dovrebbero garantire che la risposta sia
fornita in modo tempestivo per mantenere la popolazione informata
e al sicuro, che il flusso di informazioni sia controllato e che gli
estremisti non possano approfittare della situazione.
La strategia di comunicazione locale dovrebbe essere elaborata in
linea con la politica di comunicazione delle autorit regionali, nazio-
nali e internazionali al fine di essere coerente con i messaggi prove-
nienti dalle suddette istanze politiche.

II. Tipi di azione attuati a livello locale


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La radicalizzazione viene spiegata attraverso diversi fattori di livello
micro, meso e macro. Le autorit locali possono agire a livello micro e
meso (relazioni con la comunit, ambiente locale) e attuare diversi tipi
di azioni preventive.20 La seguente gamma di azioni non esaustiva e
dipende dal contesto e dalle risorse locali.
Prevenzione primaria (pubblico generale):
Centri informativi; programmi di prevenzione precoce (migliora-
mento della resilienza individuale e collettiva): educazione al
pensiero critico, alla cittadinanza, alla coesione sociale e programmi
interculturali; investimenti per migliorare le condizioni di vita
(alloggi, infrastrutture collettive e rinnovo urbano dei quartieri).

Prevenzione secondaria (individui a rischio):


Programmi di prevenzione sociale individuali e collettivi (capacit di
resilienza, inserimento sociale); sostegno familiare (reti peer-to-
peer, informazioni giuridiche, sostegno psicosociale); mediazione
interculturale nei quartieri; mentoring.

20- Consultare la distinzione di Brantinham e Fausts tra prevenzione primaria, secondaria e


terziaria in P.J. Brantingham e F.L. Faust, A Conceptual Model of Crime Prevention, in Crime and
Delinquency, luglio 1976 22, pagg. 284-296

37
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenzione terziaria (estremisti):


I programmi di deradicalizzazione e disimpegno sono incentrati sul
reinserimento sociale: unit di gestione dei casi, monitoraggio in-
tensivo delle persone.
I soggetti non pi radicalizzati possono essere daiuto in questi pro-
grammi di prevenzione, soprattutto nelle iniziative di prevenzione se-
condaria e terziaria. Possono, ad esempio, contribuire con le proprie
esperienze e partecipare in qualit di attori credibili alla deradicalizza-
zione o alle misure di confutazione delle argomentazioni. 21
Oltre ad occuparsi della strategia di prevenzione sociale, le autorit
locali devono anche reagire a eventi inattesi, come gli attacchi terrori-
stici. Infatti, sebbene la gestione di eventi di questo tipo sia general-
mente affidata agli enti nazionali, anche gli enti locali possono reagire
gestendo la situazione locale attraverso i vari servizi di loro compe-
tenza. I piani di emergenza locali devono pertanto essere aggiornati
periodicamente per garantire che le autorit siano in grado di reagire in
maniera adeguata e tempestiva a tali eventi.

III. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le seguenti raccomandazioni possono essere applicate ai punti prece-
dentemente illustrati:
Le strategie non devono essere elaborate in maniera affrettata,
neppure in caso di pressioni da parte dei media o dei partner; una
strategia solida e sostenibile pi efficace di un risultato imme-
diato che avrebbe invece scarso impatto locale a lungo termine. In
primo luogo, occorre ascoltare i servizi competenti, le famiglie e i
soggetti interessati per analizzare la situazione e, successivamente,
agire in modo strategico.

21- Le autorit devono accertarsi che queste persone ricevano una formazione adeguata prima di
essere chiamate a partecipare ai progetti di deradicalizzazione e disimpegno. I servizi di intelligence
possono aiutare a individuare, controllare e selezionare ex estremisti adatti per queste attivit.

38
La sicurezza un tema che riguarda tutti e la collaborazione della societ
civile essenziale per la prevenzione. I rappresentanti della comunit
possono contribuire offrendo e condividendo informazioni e contribuendo
alle valutazioni locali della situazione e all'esecuzione degli interventi.
Occorre garantire sempre il segreto professionale. Si tratta di un

obbligo giuridico e di una tutela per i destinatari delle azioni. Gene-
ralmente non necessario modificare la legislazione per rendere ef-
fettivo lapproccio multi-agenzia. Anzich richiedere modifiche giu-
ridiche, dovrebbero essere chiarite le linee guida, le procedure e le
norme professionali che garantiscono la riservatezza del lavoro
sociale e il rispetto delletica professionale.
Occorre accertarsi che venga dedicato il tempo necessario alla valu-

tazione del processo politico. Questa fase viene spesso tralasciata
per mancanza di tempo e/o risorse.
Una comunicazione interna trasparente essenziale per garantire una
collaborazione efficace tra i servizi locali e per evitare notizie infondate,
malintesi e la polarizzazione dei comportamenti.

Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti

Pratiche
Unit di prevenzione della radicalizzazione di Bruxelles (Belgio)
LUnit di prevenzione della radicalizzazione di Bruxelles opera
secondo i tre livelli tradizionali di prevenzione: primario, secondario e
terziario. A seconda del livello di prevenzione, le azioni possono essere
rivolte a uno o pi gruppi. Questa unit si basa sulla collaborazione tra
diversi servizi locali e nazionali.

39
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Strategia locale per la prevenzione della radicalizzazione di


Liegi (Belgio)
Basata su un approccio cooperativo e locale intersettoriale (servizi
comunali, giovanili, sociali, scolastici e di polizia), questa strategia
copre linsieme dei tre livelli di prevenzione: azioni formative con i
giovani, comunicazione positiva alla popolazione e intervento psicolo-
gico individuale. In questa strategia sono integrati diversi servizi nazio-
nali e locali.

Rete per la prevenzione del salafismo di Augsburg (Germania)


La rete stata istituita nel 2016 per sensibilizzare tutti gli attori princi-
pali sulla radicalizzazione e prevenirla attraverso una maggiore cono-
scenza del fenomeno. La rete si basa su una solida cooperazione e sul
sostegno tra i servizi municipali e le ONG specializzate. La strategia
include inoltre interventi di deradicalizzazione.

Key Figures, Amsterdam (Paesi Bassi)


La citt di Amsterdam ha sviluppato il programma Key Figures, a cui
hanno aderito oltre 200 giovani adulti per aiutare le comunit locali a
riconoscere e attenuare le tensioni fra la cittadinanza. Attraverso
questo programma, i segnali di radicalizzazione vengono individuati in
modo preciso e ci consente una migliore comprensione del contesto
locale.

40
Strumenti
Il ruolo degli enti locali nelle strategie nazionali di lotta alla ra-
dicalizzazione, Efus
Negli ultimi anni, in tutta lEuropa sono state elaborate e attuate strategie
nazionali per combattere la radicalizzazione. Il rapporto dellEfus The
role of local authorities in national strategies for combatting radicalisa-
tion (Il ruolo degli enti locali nelle strategie nazionali di lotta alla radica-
lizzazione) presenta le strategie nazionali adottate da nove paesi europei,
che coinvolgono le autorit locali nelle azioni pianificate. Il documento
contiene un riepilogo dei punti principali degli approcci e delle misure.
https://efus.eu/topics/risks-forms-of-crime/radicalisation/efus/11551/

Le autorit locali nelle linee guida europee e internazionali per


la lotta alla radicalizzazione, Efus
Il ruolo delle autorit locali europee nella lotta contro la radicalizza-
zione stato affrontato in diverse linee guida internazionali ed europee
pubblicate da organizzazioni internazionali. Questo articolo presenta
lapproccio globale consigliato da tali organizzazioni per affrontare il
processo di radicalizzazione che, per sua natura, deve coinvolgere le
autorit locali.
https://efus.eu/topics/risks-forms-of-crime/radicalisation/efus/11551/

Kit di strumenti Terrorism and radicalisation (TerRa)


Questo kit di strumenti prevede come punto di partenza un approccio
guidato dalla comunit. concepito principalmente per supportare le
nuove reti ed, o quelle gi esistenti, di insegnanti, operatori sociali,
funzionari delle forze dellordine, leader religiosi e responsabili delle
politiche locali e nazionali, nello scambio di informazioni sui giovani o
sulle persone provenienti da quartieri socialmente instabili. Inoltre,
fornisce a giornalisti e responsabili politici informazioni circa la loro
influenza sulle cause della radicalizzazione (il kit di strumenti dispo-
nibile in inglese e in tedesco).
http://www.impact-kenniscentrum.nl/en/carousel/terra

41
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Strong Cities Network


Strong Cities Network (SCN) la prima rete globale di sindaci, respon-
sabili politici a livello comunale e tecnici con lobiettivo di costruire la
coesione sociale e la resilienza comunitaria per contrastare lestremi-
smo violento. Gestita dallInstitute for Strategic Dialogue, la rete SCN
ha lo scopo di fornire una piattaforma globale per sostenere le citt
nello sviluppo di quadri e pratiche efficaci di contrasto dell'estremismo,
agevolando lapprendimento reciproco e lo scambio delle best practice
tra le citt in materia di prevenzione dellestremismo violento.
http://strongcitiesnetwork.org/

Alleanza delle citt europee contro lestremismo violento


Lo scopo delliniziativa Alleanza delle citt europee contro lestremi-
smo violento quello di fornire una piattaforma per agevolare lo
scambio tra le citt a livello politico e successivamente tecnico, e di
mobilitare le autorit locali e regionali europee per prevenire la radica-
lizzazione che porta allestremismo violento. A tal fine fornisce un
forum europeo per lo scambio di informazioni sulla promozione delle
pratiche, dei programmi esistenti e degli strumenti per la prevenzione
della radicalizzazione. Questa iniziativa condotta dal Congresso dei
poteri locali e regionali del Consiglio dEuropa e dal Forum europeo per
la sicurezza urbana (Efus).
http://citiesagainstextremism.eu/

Prevent, Communication guide (Regno Unito)


Questa guida alla comunicazione elaborata dalla Research, Informa-
tion and Communications Unit (RICU) del governo del Regno Unito
concepita per aiutare gli enti locali a comunicare in modo efficace e
trasparente alla popolazione locale le strategie e le iniziative di lotta
allestremismo.
http://www.wlga.gov.uk/publications-equalities-and-social-justice/
ricu-prevent-a-communications-guide.

42
Metodi e strumenti per un approccio strategico alla sicurezza urbana,
Efus
Lo scopo di questa guida incoraggiare e aiutare i responsabili delle
politiche e i tecnici locali europei a elaborare e rivedere regolarmente le
loro politiche di sicurezza sulla base di informazioni e dati attendibili
raccolti sul campo. La guida fornisce una panoramica sui metodi e
sugli strumenti a disposizione degli attori locali e presenta unanalisi
delle esperienze e delle pratiche di diversi paesi.
http://efus.eu/en/resources/publications/efus/11191/

RAN Local, Radicalisation Awareness Network


Il gruppo di lavoro RAN LOCAL ha come obiettivo quello di riunire le
autorit locali incaricate del coordinamento degli operatori e dellorga-
nizzazione del lavoro e delle strutture multi-agenzia. A tale proposito,
RAN LOCAL raccoglie, confronta e condivide diversi modelli esistenti
per organizzare i diversi approcci alla prevenzione a livello locale.
http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/networks/radica-
lisation_awareness_network/about-ran/ran-local/index_en.htm

43
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

44
Capitolo III
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sostegno e
rafforzamento
delle famiglie
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

45
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

3. Sostegno e
rafforzamento
delle famiglie

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo a questo capitolo

Le pubblicazioni sulla prevenzione della criminalit hanno mostrato


negli anni 199022 che le famiglie possono svolgere un ruolo determi-
nante nellaffrontare i fattori di rischio che conducono al coinvolgi-
mento di un individuo in attivit criminali. Partendo da questo
presupposto, negli ultimi decenni le autorit hanno elaborato numerosi
programmi di prevenzione della criminalit basati sulle famiglie.
Nella stessa ottica, i politici, come pure le ricerche condotte attual-
mente, tendono a riconoscere sempre pi il ruolo essenziale svolto
dalle famiglie nella prevenzione della radicalizzazione. I membri della
famiglia sono infatti generalmente tra i primi ad avvertire i segni pre-
monitori della radicalizzazione e possono fungere da importanti agenti
del cambiamento, offrendo un supporto ineguagliabile agli individui
radicalizzati, considerate la vicinanza e lesistenza di legami affettivi.
Le famiglie sono per questo generalmente considerate attori centrali,
bisognosi per assistenza e di sostegno. Si utilizzano frequentemente i
termini supporto alle famiglie, oppure assistenza alle famiglie per
indicare il sostegno specifico offerto alle famiglie, e soprattutto ai
genitori, per aiutarli a fronteggiare il problema della radicalizzazione di

22 L. W. Sherman, Family Based Crime prevention, in Preventing crime: what works, what
doesnt, whats promising, Capitolo 4, National Institute of Justice, 1998
46
uno o pi membri della famiglia.
Tuttavia, sebbene le famiglie23 siano in un certo modo ugualmente vittime
del processo di radicalizzazione, e per questo abbiano bisogno di assi-
stenza e consigli per fronteggiare il problema della radicalizzazione dei/l
loro familiari/e, dovrebbero essere considerate anche attori forti e deter-
minanti, le cui conoscenze ed esperienze possono essere utilizzate per in-
tegrare le misure preventive. Le famiglie non devono essere pertanto viste
unicamente come attori passivi cui occorre fornire aiuto e supporto, ma
anche come portatori di interesse con un ruolo proattivo, in possesso di
informazioni e di risorse preziose, il cui coinvolgimento nelle azioni pre-
ventive pu rivelarsi estremamente utile.

I.Supporto alle famiglie e


rafforzamento delle loro capacit:
tappe e modalit
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
In materia di supporto alle famiglie e rafforzamento delle loro capacit,
importante tenere in considerazione che ciascuna di esse si trova di
fronte a uno scenario diverso, a seconda dello stadio di radicalizzazione
del loro familiare e delle ragioni che lo spingono in questa direzione. Le
famiglie si trovano ad affrontare essenzialmente tre tipi di scenari:
Nessun segno di radicalizzazione

Persone a rischio che mostrano i primi segni di radicalizzazione

(prime fasi)
Persone gi radicalizzate o coinvolte nelle attivit di gruppi estremi-

sti violenti
Ciascuna di tali fasi richiede risposte diverse che possono determinare
differenti tipi e livelli di coinvolgimento delle famiglie. I diversi tipi di
coinvolgimento e/o di responsabilizzazione della famiglia corrispon-
dono ai tre livelli di prevenzione della criminalit, ossia primaria, se-

23- Il termine famiglia, pur riferendosi di solito ai genitori, pu comprendere altri membri del
nucleo familiare, quali fratelli, cugini o nonni.

47
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

condaria e terziaria, nonch alle due dimensioni principali dellazione:


universale/generale (prevenzione primaria) e mirata (prevenzione se-
condaria e terziaria).

Prevenzione primaria (generale): nessun segno di radicalizzazione


Le famiglie dovrebbero essere coinvolte in misure preventive precoci
anche quando non appaiono segnali evidenti di radicalizzazione. In tal
senso, tutte le famiglie usufruiscono di tale tipo di prevenzione, indi-
pendentemente dai problemi di radicalizzazione che possano avere.

Sensibilizzare sul problema della radicalizzazione


Le famiglie devono essere informate e sensibilizzate sul problema
della radicalizzazione. Si possono utilizzare a tal fine vari canali di
comunicazione per trasmettere loro informazioni affidabili su un
fenomeno spesso oggetto di malintesi e su cui circolano informazioni
confuse (derivanti spesso da una copertura mediatica tendenziosa).
Tale comunicazione pu assumere la forma di campagne di sensibi-
lizzazione o di incontri organizzati negli istituti scolastici locali o nei
quartieri.
Campagne di comunicazione: si possono rivelare molto utili per ac-
crescere la consapevolezza delle famiglie. Unattenzione particolare
dovrebbe essere rivolta al modo in cui presentata la questione e
sono inviati i messaggi. La campagna dovrebbe essere basata su un
approccio responsabile ed equilibrato, al fine di evitare ogni conse-
guenza negativa non intenzionale, quale ad esempio la paranoia o la
paura.
Incontri nei quartieri/negli istituti scolastici: gli incontri tra famiglie
e autorit locali/ONG offrono ottime opportunit di discutere insieme
del fenomeno della radicalizzazione, trattato sovente dai media, ma
meno frequentemente dalle persone delle comunit che ne possono
essere veramente interessate. Anche in questo caso, il modo di pre-
sentare il fenomeno nel corso di tali incontri deve essere basato su un
approccio responsabile ed equilibrato.

48
Diffusione delle opportunit di assistenza
Le autorit locali devono informare i cittadini sullesistenza di servizi
destinati a fornire assistenza alle famiglie. E' necessario fornire infor-
mazioni sulle modalit di accesso ai servizi, siano essi erogati dal
comune o da una ONG.

Prevenzione secondaria (mirata): individui a rischio e primi


segni di radicalizzazione
Le famiglie sono di solito le prime a percepire i segnali inquietanti del
processo di radicalizzazione di un loro membro, ma spesso non sanno
come affrontare la situazione. Le autorit locali dovrebbero pertanto ga-
rantire che i servizi gi esistenti, o i nuovi servizi creati appositamente,
offrano alle famiglie competenze e consulenze affidabili per gestire le
preoccupazioni riguardanti i componenti del loro nucleo familiare. I prin-
cipali beneficiari delle iniziative qui di seguito menzionate sono le
famiglie interessate o preoccupate dalleventuale radicalizzazione di un
loro membro.

Consulenze familiari (individuali o di gruppo)


Le consulenze familiari possono essere di diverso tipo, secondo le circo-
stanze. Le famiglie possono avere bisogno di informazioni precise sui
cambiamenti che hanno osservato nel comportamento di un loro
membro, oppure di informazioni legali sui procedimenti giudiziari in cui
potrebbero incorrere (per esempio, nel caso in cui un familiare inten-
desse recarsi in una zona di conflitto). Gli interventi di informazione
possono essere organizzati a livello sia individuale sia collettivo. A tale
scopo alcune citt, in alcuni casi anche tramite reti di genitori, hanno
organizzato incontri con famiglie che si trovavano in questa situazione.
Reti dei genitori: i genitori hanno bisogno di uno spazio sicuro dove
scambiare esperienze e ottenere informazioni da altri genitori che
possano avere simili problemi. Rompere il silenzio e eliminare la stig-
matizzazione in cui vivono molti genitori essenziale per affrontare la
minaccia della radicalizzazione. pertanto molto importante, quando
si lavora con le famiglie, il supporto di gruppi e reti di genitori.

49
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Rafforzare le capacit delle famiglie


Affinch le famiglie siano in grado di proteggere efficacemente i propri
figli dalle ideologie dell'estremismo violento e dai loro reclutatori ne-
cessario trasmettere loro fiducia e gli strumenti adeguati. Sempre pi
spesso questo l'obbiettivo delle sessioni formative destinate alle
famiglie.
Formazione: le famiglie possono essere formate affinch sappiano in-
tercettare i primi segnali di radicalizzazione nei membri del nucleo e
reagiscano adeguatamente. Inoltre, le famiglie possono essere formate
per poter partecipare a dibattiti o a esercizi interattivi riguardanti se-
gnatamente lo sviluppo infantile, ladolescenza, le dinamiche genito-
riali e la comunicazione, nonch la costruzione della resilienza
personale, familiare e di comunit.

Prevenzione terziaria (mirata): individui gi radicalizzati/coin-


volti in attivit/gruppi di estremismo violento
Le famiglie possono inoltre trovarsi di fronte al caso di individui estre-
misti radicalizzati, eventualmente gi coinvolti in episodi violenti nella
loro vita quotidiana o che potrebbero essere rientrati da una zona di
conflitto dopo avere partecipato ad attivit terroristiche. I principali
beneficiari delle iniziative descritte qui di seguito sono le famiglie degli
individui radicalizzati o coinvolti in attivit/gruppi di estremismo
violento.
Deradicalizzazione e disimpegno: le famiglie possono essere coin-
volte in iniziative miranti ad aiutare gli individui che intendono ab-
bandonare il processo di radicalizzazione o disimpegnarsi dagli
ambienti o dalle ideologie dellestremismo violento. Le famiglie
hanno infatti dimostrato la loro capacit di svolgere un ruolo efficace
nel garantire il reinserimento sociale degli individui radicalizzati che
desiderano abbandonare i gruppi/le attivit estremiste e nel preve-
nire la recidiva. I legami affettivi ed emotivi sono di fondamentale
importanza in questo tipo di iniziative, e garantiscono risultati a pi
lungo termine, rispetto ai programmi che coinvolgono unicamente
gli operatori professionisti.

50
Consulenze familiari: di fronte a parenti radicalizzati o di ritorno da
zone di conflitto, le famiglie possono avere bisogno di assistenza. In
particolare, possono aver bisogno di aiuto per seguire eventuali pro-
cedure amministrative quando siano previste anche sanzioni penali,
come nel caso di un familiare di ritorno da una zona di confitto dove
ha combattuto tra le fila dei terroristi o era impegnato in attivit ter-
roristiche. Questo tipo di supporto comprende anche il sostegno
psicologico per quelle famiglie un cui membro ha commesso azioni
violente.

II. Come avvicinare le famiglie


e stabilire un dialogo con loro
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Uno dei principali problemi che devono affrontare le autorit locali per
svolgere un lavoro in collaborazione con le famiglie rappresentato
dalla difficolt di avvicinarle o di convincerle ad avvalersi dei servizi di
supporto disponibili. dunque essenziale mantenere aperti i canali di
contatto illustrati precedentemente, mediante i quali le famiglie
possono richiedere aiuto e avere accesso ai servizi. Esistono vari tipi di
servizi di assistenza:
Numero verde per servizio di assistenza telefonica: questo tipo

di assistenza mira anzitutto a fornire supporto e orientamenti a tutte
le persone che telefonano. A differenza del termine hotline, che si
riferisce a un numero telefonico destinato a segnalare attivit
sospette, il termine assistenza telefonica indica che si forniscono
ai chiamanti assistenza e informazioni specifiche.
Punto di contatto e di consulenza: oltre che ai numeri di assi-

stenza telefonica, le famiglie possono anche essere indirizzate a un
centro di supporto e consulenza, dove possono sono assistite da
professionisti in possesso delle competenze e delle conoscenze
adeguate.

51
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Servizi locali di strada: i servizi di strada/di quartiere (mediatori,


operatori di comunit, operatori sociali di quartiere) godono di un
certo grado di accettazione e di rispetto allinterno delle comunit e
sono facilmente accessibili da parte delle famiglie. Possono inoltre
diffondere informazioni sui servizi di supporto disponibili. Hanno di
solito una buona comprensione delle dinamiche sociali di certi quar-
tieri, il che consente loro di individuare pi facilmente le famiglie che
potrebbero essere interessate dalla radicalizzazione, ma potrebbero
non volere chiedere aiuto.
Reti familiari: organizzare incontri tra le famiglie pu rivelarsi un
buon mezzo per avvicinarle. Tali incontri costituiscono per loro uno
spazio sicuro, soprattutto perch condividere le stesse preoccupa-
zioni crea un clima di solidariet.
Istituti scolastici: le strutture scolastiche rappresentano dei canali
strategici per avvicinare le famiglie e in particolar modo per sensibi-
lizzarle. La maggior parte dei docenti gi in contatto con i genitori e
pu quindi fornire facilmente informazioni e consigli sui servizi
disponibili.
I vari canali di contatto e i tipi di iniziative illustrati precedentemente
possono essere gestiti dagli enti locali o da ONG. La scelta dellente a
cui affidarli e che avr quindi il compito di avviare il dialogo con le
famiglie un fattore cruciale per la riuscita delliniziativa. La volont di
una famiglia di collaborare con le autorit dipende interamente dallor-
ganismo che la contatta e dalla modalit dell'approccio. Molte famiglie
sono restie ad avvicinarsi alle istituzioni per timore di essere stigmatiz-
zate, o che i loro parenti possano incorrere in conseguenze giudiziarie,
o semplicemente per problemi di comprensione dovuti alle barriere
linguistiche. Per questo essenziale fare in modo che le famiglie si
sentano sicure e a loro agio con lorganismo che interviene e che si
instauri una relazione di fiducia tra le due parti. Alcune citt potranno
decidere di delegare tale compito alle ONG o alle associazioni locali,
mentre altre preferiranno operare tramite i servizi locali ufficiali.

52
III. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Incontrare le famiglie e lavorare con loro
Al fine di realizzare le azioni precedentemente illustrate fonda-

mentale l'impegno volontario delle famiglie.
importante tenere presente che le famiglie, pur rappresentando

parte della soluzione, possono talvolta anche essere parte del
problema e fungere esse stesse da fattori scatenanti della radicaliz-
zazione, motivo per il quale devono essere trattate come tali.
Il personale coinvolto in questo processo deve essere ben formato.

La presenza di uno psicologo durante gli incontri importante,

poich le famiglie possono temere la stigmatizzazione o esitare a
parlare di quanto succede a casa.
Le famiglie devono essere continuamente rassicurate sul fatto che

gli operatori che si offrono di aiutarle rispetteranno il segreto
professionale.
Con le famiglie fondamentale costruire un rapporto di fiducia. A

questo proposito, importante ricordare che il fatto di prendere
appunti durante gli incontri pu minare la fiducia.
Le famiglie devono essere incoraggiate a non entrare in conflitto con

i propri parenti quando si trovano a discutere del problema

Approccio e organizzazione
Gli attori coinvolti nelle azioni di supporto alle famiglie devono com-

prendere e accettare le restrizioni in materia di sicurezza/ intelli-
gence e agire entro tali limiti.
La valutazione rappresenta uno strumento chiave di tale processo.

Ad esempio, la valutazione del rischio di radicalizzazione per deter-
minati individui, o perfino di alcuni nuclei, un fattore essenziale
dell'azione di supporto alle famiglie.

53
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Comunicazione e informazione
Occorre accrescere la consapevolezza evitando la stigmatizzazione e
completarla con un approccio globale di supporto alle famiglie.
Gli enti locali/le ONG devono essere in grado di comunicare con le
famiglie e di creare un clima di fiducia, in modo che le famiglie inte-
ressate sentano di potersi fidare e si rivolgano a loro. in tal senso
importante creare strutture affidabili, specializzate e disponibili.
La comunicazione dovrebbe contribuire a individuare i programmi
gi esistenti e le alternative soft da proporre agli individui (ad es. i
combattenti di ritorno).
Qualsiasi attivit (incontro, consulenza o assistenza telefonica) deve
essere presentata alle famiglie come uno strumento destinato ad
aiutarle, e non a segnalarle. In tal modo si garantir che gli interventi
siano visti in modo positivo, sia in termini di fiducia che di efficacia.
Unimmagine positiva consentir di migliorare la visibilit della-
zione nelle comunit interessate e stimoler altri a chiedere aiuto, ad
esempio i combattenti stranieri, che potrebbero richiedere assistenza
mediante programmi di supporto (in funzione di quanto previsto nei
singoli paesi).
I funzionari responsabili dell'assistenza alle famiglie dovrebbero
sforzarsi di garantire che i loro servizi compaiano sullo schermo
come primo risultato della ricerca su Internet.

Canali di contatto
I servizi di assistenza telefonica devono essere disponibili 24 ore al
giorno / 7 giorni su 7, essere gratuiti e in varie lingue; devono garan-
tire lanonimato dei chiamanti e il rispetto di una carta
deontologica.
Il personale che vi lavora deve essere formato sugli aspetti psicolo-
gici, giuridici e geopolitici del fenomeno della radicalizzazione.

54
Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti

Pratiche
Strategia interistituzionale di supporto alle famiglie, Anversa
(Belgio)
Fin dal 2012, la citt di Anversa ha attuato una politica di prevenzione
per affrontare la radicalizzazione a livello locale. Le attivit sono realiz-
zate a seconda dei vari livelli di intervento (individuale e collettivo). Il
lavoro con le famiglie ha costituito un aspetto fondamentale della stra-
tegia, soprattutto nei programmi di reinserimento.

Team di consulenza, Malm (Svezia)


Il comune di Malm dispone di unassistenza telefonica cui possono
rivolgersi famiglie e singoli individui preoccupati per lestremismo
violento di una persona della loro cerchia familiare. Il team analizza
ogni caso e decide lintervento pi appropriato. Tale struttura coopera
con le ONG e con altri servizi pubblici.

Collettivo dei marocchini abitanti nei Paesi Bassi (Paesi Bassi)


Questa organizzazione ha lanciato nel 2014 un servizio di assistenza
telefonica per aiutare a prevenire la radicalizzazione. Lorganizzazione
ritiene importante che sia la comunit marocchina a promuovere e
consolidare la resilienza contro la radicalizzazione e a parlarne aperta-
mente. La linea di assistenza telefonica uniniziativa indipendente,
tramite la quale si offrono sostegno e aiuto ai genitori in modo profes-
sionale e riservato.

55
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Hayat (Germania)
Hayat (termine turco e arabo che significa vita) il primo programma
tedesco di sostegno per le persone coinvolte nelle attivit dei gruppi
radicali salafiti o che rischiano di intraprendere un percorso di radica-
lizzazione jihadista, compresi coloro che intendono recarsi in Siria e in
altre zone di combattimento. Hayat offre supporto anche ai familiari
degli individui radicalizzati.

Strumenti
SAVE, Society Against Violent Extremism (Belgio)
SAVE Belgio stata istituita allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza
sullimpatto della radicalizzazione sulle famiglie e di offrire loro un
sostegno per affrontare il fenomeno. Ha in tal modo realizzato una
serie di video che possono essere utilizzati come esempi concreti di
famiglie sconvolte dal processo di radicalizzazione al loro interno.
http://www.savebelgium.org/index.html#Resources

Women Without Borders (Austria)


Si tratta di unorganizzazione che incoraggia le donne a partecipare at-
tivamente allinterno delle loro comunit a alla costruzione di una
realt presente e futura in positivo, promuovendo il ruolo delle donne
in ambito di sicurezza. Lorganizzazione si adopera per sensibilizzare
in modo particolare le madri sul loro ruolo e le loro responsabilit nel
contrastare le ideologie estremiste e violente. Propone in tal modo
corsi di formazione per accrescere la consapevolezza e rafforzare le
capacit delle madri di contrastare questo fenomeno.
http://www.women-without-borders.org/aboutus/#aboutus1

56
Families Against Terrorism and Extremism
Families Against Terrorism and Extremism (FATE) un network strut-
turato di organizzazioni che operano con le famiglie interessate dal
fenomeno della radicalizzazione e dellestremismo violento. FATE
mette a disposizione toolkit, orientamenti e un supporto alla comuni-
cazione, collegando i membri in un'ampia rete.
http://www.findfate.org/

57
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

58
Capitolo IV
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Prevenzione
e costruzione
della resilienza
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

59
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

4. Prevenzione e
costruzione della
resilienza

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo a questo capitolo

Un approccio preventivo si rivolge in particolar modo agli individui pi


propensi ad ascoltare messaggi estremisti e a lasciarsi sedurre dalle
idee e dalle opinioni che questi diffondono. Mira a renderli consapevoli
delle falsit delle ideologie dei gruppi estremisti e dei loro comporta-
menti e a costruire la resilienza24 alle loro proposte e lusinghe. Intende
bloccare il percorso verso lestremismo e gli ambienti estremisti inter-
venendo sui fattori di rischio individuali, sociali e politici. La preven-
zione richiede un cambiamento sia tra gli adolescenti e i giovani adulti
potenzialmente vulnerabili sia allinterno della stessa societ. Lestre-
mismo di estrema destra, come pure lestremismo religioso non sono
circoscritti a uno specifico contesto sociale.25 Le misure per prevenire la
radicalizzazione sono quindi rivolte al vasto pubblico, indipendente-

24- La resilienza pu essere Intesa come la capacit di non farsi piegare e di riprendersi dopo avere
affrontato situazioni difficili e avversit. Significa essere pronti a far fronte a circostanze impreviste,
trovando risposte agli eventi, traendone insegnamento, ed emergendo perfino fortificati da
esperienze difficili (....). La resilienza una combinazione competenze e di consapevolezza fisica,
emotiva, sociale e mentale. Si veda: Servizio pubblico federale del Ministero dellInterno del Belgio,
BOUNCE along, Awareness-raising for Parents and Frontline Workers, 2014, p15
25- F. Vermeulen e F. Bovenkerk, Engaging with Violent Islamic Extremism. Local Policies in Western
European Cities, LAia 2012; D.H. Heinke, German Jihadists in Syria and Iraq: An Update, ICSR
Insight, Londra 2016

60
mente dalle origini sociali, etniche o religiose dei cittadini.26 Tali
misure spesso si sovrappongono ad azioni gi esistenti, maggiormente
concentrate sulla coesione sociale, le politiche di salute pubblica, le
consulenze familiari, leducazione alla cittadinanza e ai diritti umani, i
programmi di contrasto ai i pregiudizi e alla violenza, leducazione alla
diversit e leducazione religiosa.
Tale sovrapposizione evidenziata dallampia gamma di attori coin-
volti nella costruzione della resilienza e nelle misure di prevenzione
che operano nei settori dove sono formulate e attuate le iniziative in
questo campo. Lesperienza ha dimostrato che i centri giovanili, i
servizi sociali e di salute mentale, i centri di consulenza e supporto fa-
miliari, i circoli sportivi e le comunit religiose sono ambiti di preven-
zione sempre pi importanti, in grado di individuare le persone a
rischio di radicalizzazione e di proporre alternative all'estremismo.
Prevenire significa migliorare l'educazione alla cittadinanza e ai diritti
umani per promuovere la tolleranza e valorizzare la diversit sociale,
culturale e religiosa come pilastro di una societ pacifica e moderna.
Ci significa anche riconoscere l'uguaglianza universale di tutti gli
esseri umani, senza distinzioni etniche, culturali, religiose o di genere.
Leducazione interculturale e interreligiosa essenziale per confutare
la visione di una societ omogenea e monolitica sostenuta dallestrema
destra e dallestremismo religioso. Contribuisce inoltre a consolidare la
coesione sociale, incoraggiando gli individui a riflettere su esperienze e
prospettive di vita diverse e a provare empatia per le situazioni vissute
dagli altri e a partecipare attivamente alla vita della societ. Tutto ci
richiede altres che le istituzioni locali siano anch'esse diversificate e
rappresentative. In molti casi i comuni e le altre istituzioni non sono
totalmente rappresentativi della popolazione : per esempio fra il loro
personale non vi una rappresentanza sufficiente delle minoranze
etniche o di colore, dunque il loro messaggio sul valore sociale della
diversit risulta contraddittorio.

26- Numerosi studi hanno indicato leffetto stigmatizzante delle politiche di prevenzione rivolte
esclusivamente ai musulmani. Si veda, ad esempio L. Lindekilde, Neo-liberal Governing of
Radicals: Danish Radicalization Prevention Policies and Potential Iatrogenic Effects, in
International Journal of Conflict and Violence 6 (1), 2012, 109-122 e ktem K., Signale aus der
Mehrheitsgesellschaft. Auswirkungen der Beschneidungsdebatte und staatlicher berwachung islamischer
Organisationen auf Identittsbildung und Integration in Deutschland, Oxford 2013.

61
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

I. Istituti scolastici ed educazione formale


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La scuola un attore di cruciale importanza nelle strategie di preven-
zione. Gli istituti scolastici, a contatto con la maggior parte dei giovani,
rappresentano lambito ideale per sensibilizzarli sullimportanza della
resilienza alle ideologie estremiste e violente e per contribuire a costru-
irla, soprattutto sviluppando la capacit di pensiero critico. Leduca-
zione formale oltre a garantire un impegno a lungo termine, permette
anche di dare risposte immediate alle sfide del momento. Anche se
nella maggior parte dei paesi europei i comuni non sono direttamente
coinvolti nelleducazione formale, possono tuttavia promuovere
approcci strategici per contrastare la radicalizzazione, ad esempio,
creando centri di informazione sulla radicalizzazione, o costituendo
partenariati per favorire la collaborazione tra istituti scolastici e servizi
locali/organizzazioni, al fine di creare reti durevoli a livello locale.
Una stretta cooperazione tra il comune e gli istituti scolastici e i loro
insegnanti essenziale per lo scambio di informazioni e la valutazione
dellevoluzione del problema. I docenti, grazie ai contatti giornalieri
con gli studenti, sono spesso i primi a rendersi conto dei cambiamenti
nel comportamento e sono in grado di comprenderne e valutarne le
cause potenziali. Tuttavia, le scuole sono spesso preoccupate dal fatto
che rendere noti casi di estremismo verificatisi presso le loro strutture
possa danneggiare la reputazione degli istituti. Pertanto, fondamen-
tale elaborare procedure concrete e trasparenti per rispondere a questa
preoccupazione: del resto i casi di estremismo individuati in un centro
scolastico non dovrebbero essere interpretati come un segno di debo-
lezza della struttura.
Leducazione formale consente agli studenti di essere informati sui
contenuti ideologici e sui principali attori dellestremismo; fornisce
inoltre una struttura istituzionale che rafforza le competenze sociali e
cognitive degli studenti e promuove la cittadinanza attiva. Incoraggia
in tal modo gli studenti a sviluppare ed esprimere opinioni e interessi,
fornendo un ambito di partecipazione attiva ad attivit extrascolastiche
che possono essere realizzate all'interno o all'esterno dell'istituto.

62
Ci sono notevoli differenze tra le scuole primarie e secondarie:
Scuole primarie: in quest'ambito possibile affrontare le questioni

riguardanti l'identit e la religione per spiegare agli alunni la diver-
sit culturale e religiosa e per renderli consapevoli dellesistenza di
stili di vita e credenze differenti.
Scuole secondarie: sono il luogo ideale per promuovere la demo-

crazia locale e il pensiero critico. Gli strumenti a disposizione
possono essere, per esempio, dibattiti e tavole rotonde con la parte-
cipazione di politici locali alla vigilia delle elezioni amministrative,
l'organizzazione di eventi benefici a favore delle vittime di un con-
flitto o di calamit naturali, o ancora l'allestimento di mostre a con-
tenuto storico, culturale, sociale o religioso. Nelle classi
multiculturali, tali attivit consentono di introdurre elementi della
storia, la politica e la societ delle comunit emarginate (ad esempio,
la storia mondiale, i conflitti regionali, le questioni identitarie, ecc.)
normalmente esclusi dal discorso dominante.
Leducazione formale permette inoltre di decostruire i messaggi estre-
misti diffusi dai social e di ridurre la vulnerabilit delle persone nei
rispetto alle strategie e alle dichiarazioni ideologiche dei media che
istigano allestremismo.
Diversamente dall'educazione alla cittadinanza, che una materia re-
golarmente contemplata dai programmi scolastici nazionali, nell'edu-
cazione formale la religione occupa uno spazio differente a seconda dei
paesi. In realt l'educazione religiosa, intesa come introduzione agli
insegnamenti e alle pratiche delle diverse religioni un mezzo efficace
per instillare il rifiuto di concezioni rigide, poich presenta tradizioni
differenti e avvicina l'insegnamento della religione ai contesti locali e al
mondo dei giovani. Permette inoltre di individuare i temi comuni a
tutte le comunit religiose, nonch di smantellare gli stereotipi e gli
eventuali conflitti fra loro.
Gli argomenti di carattere religioso possono inoltre essere affrontati in
contesti non confessionali, ad esempio durante le lezioni di storia,
politica, etica o studi sociali. Diversamente dalleducazione religiosa
confessionale tali discussioni non mirano a promuovere le credenze o a
insegnare i riti religiosi; intendono invece collocare le preoccupazioni

63
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

religiose dei giovani (Come devo vestirmi?, Come devo comportarmi


in una determinata situazione?, Quali valori sono importanti per
me?) in un contesto sociale e storico pi ampio, non limitato alle con-
vinzioni e alle credenze religiose. Come leducazione religiosa, questo
approccio consente di contestare le narrazioni religiose estremiste, le
tradizioni rigide e le direttive categoriche.

II. Politiche di welfare e servizi sociali


per la giovent
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le politiche di welfare e i servizi sociali per la giovent, gestiti dai co-
muni o dalle ONG, costituiscono un ulteriore ambito di prevenzione
e di costruzione della resilienza, poich promuovono le capacit e le
competenze sociali e comunicative. Permettono ai giovani di impegnar-
si in attivit atte a rafforzare la fiducia in s stessi, a promuovere lau-
to-efficacia e a favorire i legami sociali ed affettivi. In linea di massima,
lo stesso vale per i servizi di assistenza allinfanzia e per il ruolo da essi
svolto nel sensibilizzare i bambini alla diversit culturale e religiosa.
Anche le politiche di welfare e le attivit di animazione per i giovani e
sono una valida risposta alle tendenze recentemente riscontrate nelle
correnti pi radicali dellestremismo di destra e dellestremismo reli-
gioso. Le organizzazioni estremiste stanno adottando sempre maggi-
ormente i modelli e le attivit culturali dei giovani in quanto parte delle
loro strategie per avvicinarli e allettarli. La musica, i social media e le
attivit di svago hanno uno spazio rilevante nella comunicazione dei
gruppi estremisti. Comprendono concerti, escursioni ed altri eventi so-
ciali. Pur non essendo illegali, tali attivit sono utilizzate per spingere
gli adolescenti e i giovani ad aderire alle affermazioni ideologiche di tali
organizzazioni e ad agire sulla base di tali convinzioni. Infatti, sempre
pi spesso le organizzazioni estremiste adottano i modelli culturali gi-
ovanili come strategia per avvicinare e sedurre i ragazzi; nelle strategie
di comunicazione dei gruppi estremisti la musica, i social e le attivit
di svago, come concerti, gite e altri eventi sociali, occupano uno spazio

64
importante. Pur non essendo illegali queste attivit costituiscono un
mezzo per spingere gli adolescenti e i giovani ad aderire alle ideologie
estremiste e ad agire in base a tali convinzioni.
Queste attivit (lanimazione giovanile di stampo estremista) spesso
colmano un vuoto nei servizi pubblici. Un quadro istituzionale inade-
guato o insufficiente fornisce dunque alle organizzazioni estremiste
lopportunit di avvicinare i giovani vulnerabili.27
proprio in tale contesto che le associazioni sportive e culturali pos-
sono essere validi partner nelle attivit di prevenzione. Gli allenatori di
calcio, ad esempio, raccontano spesso di episodi di giovani con prob-
lemi identitari o che non riescono a conciliare il proprio credo religioso
con il gioco del calcio. Gli allenatori, essendo in stretto contatto con
questi giovani, sono spesso tra i primi a notare sentimenti di malcon-
tento e di ingiustizia, conflitti interni che di per s non sfociano im-
mediatamente nell'adesione a convinzioni o comportamenti estremis-
ti. Tuttavia, se gli allenatori non dispongono delle conoscenze, delle
competenze e delle strutture di supporto necessarie per affrontare tali
situazioni e coinvolgere altre istituzioni, non sono preparati per inter-
venire e reagire. dunque essenziale, ai fini di un intervento precoce,
rafforzare le capacit di tali attori di individuare i segnali di una poten-
ziale radicalizzazione e incoraggiarli a contrastarla.
Oltre alle attivit di gruppo, il supporto individuale ha assunto una cre-
scente importanza per la costruzione della resilienza e la prevenzione
dei processi di radicalizzazione. Numerosi studi hanno sottolineato
come le crisi personali, i problemi di salute o familiari possono rappre-
sentare importanti fattori di rischio di radicalizzazione. In tale contes-
to, i servizi giovanili, sociali e di salute mentale hanno un ruolo cruciale
da svolgere nel sostenere le famiglie nella cura dei figli e nellaffrontare
i conflitti intra-familiari. La costruzione della resilienza all'estremismo
si basa sulle conoscenze acquisite mediante un approccio privo di pre-
giudizi e non violento, in grado di consolidare capacit e competenze
dell'individuo, come la consapevolezza di s e l'autostima. Tutto ci

27-Le iniziative promosse dallestremismo religioso spesso organizzano, ad esempio, i loro eventi
in giorni festivi (Pasqua o Natale), quando la maggior parte delle strutture pubbliche sono chiuse.
Parimenti, sono stati segnalati in numerosi paesi ripetuti tentativi di organizzazioni dellestrema
destra di infiltrare dei servizi esistenti, quali kindergarten e centri giovanili per diffondere i loro
messaggi.

65
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

permette che i giovani si preparino adeguatamente a una professione,


aiutandoli a inserirsi nel mercato del lavoro.
Gli educatori, i consulenti di orientamento al lavoro e i tutor sono ben
preparati per questi compiti. tuttavia necessaria una formazione sup-
plementare per garantire che tali figure professionali siano in grado di
comprendere i fattori di rischio che portano alla radicalizzazione, fra
cui eventuali conflitti identitari nei giovani appartenenti a minoranze.
Tra questi figurano eventuali conflitti di identit nei giovani apparte-
nenti a minoranze. Accrescere la consapevolezza su tali questioni con-
sente di adattare le strategie esistenti ai bisogni specifici e alle esigenze
derivanti dal processo di radicalizzazione, nonch alle tattiche di ade-
scamento delle organizzazioni estremiste.

III. Le comunit
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le comunit religiose ed etniche sono spesso basate su forti rapporti e
interazioni interpersonali. In molti settori, forniscono servizi sociali
importanti che vanno a integrare quelli delle strutture e delle istituzioni
pubbliche (ad esempio, in materia di welfare, istruzione, attivit cultu-
rali). In numerosi paesi le comunit religiose sono state individuate
come partner importanti per lelaborazione di programmi di preven-
zione dell'estremismo religioso, principalmente nel campo delleduca-
zione religiosa, ma anche dellerogazione di servizi e di strutture di
supporto in materia di consulenze alle famiglie, welfare e istruzione
generale.
Malgrado la loro importanza in quanto attori sociali, le comunit reli-
giose molto spesso non dispongono di finanziamenti sufficienti e sono
frequentemente gestite da volontari sprovvisti delle qualifiche adeguate
per occuparsi di problemi educativi e amministrativi di ampia portata.
Le strategie di collaborazione con le comunit religiose dovrebbero ri-
conoscere tali limiti istituzionali e prevedere lerogazione di corsi di
formazione e di risorse.

66
Le stesse comunit islamiche hanno espresso crescenti preoccupazioni
per i segni di radicalizzazione e linfluenza che le correnti estremiste
esercitano sulla loro popolazione. Ci avviene in un momento in cui i
comuni e altre istituzioni pubbliche compiono maggiori sforzi per inte-
grare le comunit e i loro rappresentanti in reti per la prevenzione, a
livello locale, regionale e nazionale. Tale cooperazione in alcuni paesi
si basa su contatti e rapporti gi ben stabiliti, mentre in altri legata
direttamente alle recenti preoccupazioni in materia di sicurezza dovute
alla radicalizzazione e al crescente numero di individui che vanno ad
ingrossare le fila delle organizzazioni jihadiste. In alcuni casi, ci ha
fatto sorgere notevoli tensioni con i rappresentanti delle comunit
islamiche che si opponevano a una cooperazione esclusivamente
mirata alla tutela della sicurezza. Essi sostengono, infatti, che la coo-
perazione dovrebbe essere intesa nel suo senso pi ampio e compren-
dere il riconoscimento delle comunit religiose in quanto erogatori
importanti di servizi nel campo dellistruzione e del welfare.
Unaltra riserva circa il coinvolgimento delle comunit religiose in
attivit di prevenzione riguarda la scelta degli eventuali partner. Ad
esempio, mentre le comunit pi solidamente stabilite comunicano
attivamente con segmenti significativi della popolazione musulmana
locale, gli studi riguardanti i cittadini europei che combattono nelle fila
delle organizzazioni jihadiste indicano che la maggior parte di loro non
partecipava alle attivit delle strutture tradizionali della comunit nel
loro paese di provenienza. Tali studi sostengono che le moschee tradi-
zionali non attirano gli individui che si sentono maggiormente allettati
dalle narrazioni rigide e semplicistiche delle correnti estremiste.
Tuttavia, le comunit solidamente stabilite possono contribuire in
maniera significativa a rafforzare gli approcci alternativi alle tradizioni
religiose e ad ampliare la gamma delle scelte religiose possibili. Pur
non essendo probabilmente in grado di avvicinare gli individui che
hanno gi imboccato la strada dellestremismo, possono fornire punti
di riferimento alternativi per una vita religiosa e comunitaria alle
persone non ancora radicalizzate.
La scelta dei partner religiosi pu essere difficile anche perch certe
istituzioni religiose della comunit sostengono interpretazioni o
credenze in contraddizione con i principi e i valori basilari delle societ

67
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

europee (ad esempio, per quanto concerne i ruoli di genere, il plurali-


smo, la democrazia, ecc.). In paesi come il Regno Unito, la Germania e i
Paesi Bassi il ruolo di tali organizzazioni nei programmi di prevenzione
locali o nazionali al centro del dibattito politico. Mentre alcuni paesi
hanno assunto una posizione chiara e netta contro qualunque forma di
collaborazione con le organizzazioni ritenute estremiste (anche quelle
che non promuovono la violenza), altri paesi hanno optato invece per
approcci pi pragmatici coinvolgendo per esempio anche comunit
come quelle di tendenze salafite moderate. Malgrado il rischio che tali
approcci possano rafforzare lo status di tali organizzazioni allinterno
della comunit, questa impostazione consente una collaborazione caso
per caso e interventi coordinati quando si verificano problemi di sicu-
rezza o si presenta il rischio di atti violenti.. In tali casi, lobiettivo della
collaborazione dovrebbe essere definito e comunicato chiaramente.

IV. Le forze di polizia


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il lavoro delle forze di polizia non si limita alle indagini e alla repres-
sione, ma comprende anche la prevenzione della criminalit e dei rea-
ti. In numerosi paesi le forze dellordine sono impegnate in attivit di
prossimit miranti a rafforzare i legami con le varie comunit religiose
e culturali. Limportanza di tali attivit non risiede nella raccolta di in-
formazioni o nella sorveglianza, ma piuttosto nel supporto fornito
alle comunit e nella costruzione della fiducia al fine di promuovere la
collaborazione in vari contesti. Le esperienze in numerosi paesi hanno
dimostrato i limiti della cooperazione quando esclusivamente legata
alla lotta contro lestremismo religioso. Il fatto di considerare le comu-
nit come dei partner implica ugualmente che venga loro fornito un
sostegno contro la discriminazione e i crimini dettati dallodio.
Il processo di radicalizzazione porta un individuo ad allontanarsi dalla
societ e a contestarne le istituzioni. Il rafforzamento della fiducia nelle
istituzioni pubbliche, quali le forze di polizia, pertanto un aspetto
importante delle strategie di prevenzione. Considerare la polizia unis-

68
tituzione pronta a difendere gli interessi e i diritti dellindividuo smen-
tisce la propaganda estremista, che accusa la polizia di prevaricazione
promuovendo un'immagine vittimista e impotente delle minoranze. In
tal senso, la collaborazione e il dialogo permettono di informare i gio-
vani sul ruolo delle forze dell'ordine e sul loro dovere di tutelare tutti
i cittadini, senza distinzioni di etnia o di credo religioso. Ci impor-
tante al fine di consolidare l'identificazione dei cittadini con le societ
in cui vivono, nonch la convinzione di essere uguali a tutti gli altri
membri della comunit.

V. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La prevenzione e la costruzione della resilienza a livello comunale
dovrebbero includere:
L'accesso alle informazioni sulle ideologie e le organizzazioni es-

tremiste (ad esempio, tramite pubblicazioni, centri di informazione,
ecc.) per i professionisti e gli operatori di prima linea
Una formazione riguardante i vari settori della prevenzione

Lerogazione di sostegni finanziari e amministrativi agli attori locali

La creazione di reti locali e di strutture di scambio tra i diversi

servizi (le scuole, i servizi comunali, i circoli sportivi e culturali, le
comunit, le forze di polizia, ecc.)
L'aggiornamento continuo dei servizi comunali a richieste ed esi-

genze in costante evoluzione.
La sensibilizzazione delle istituzioni comunali sulla diversit reli-

giosa e culturale
Il potenziamento dei servizi destinati a sostenere la costruzione

della resilienza nei bambini e nei giovani
La promozione della democrazia locale, della cittadinanza attiva e
del pensiero critico;

69
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

La predisposizione di politiche trasparenti ed efficaci contro la


discriminazione
Il sostegno alle comunit nellaffrontare lesclusione sociale e i
discorsi discriminatori/di incitamento allodio.

Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti

Pratiche
Progetto Second Wave, Vilvoorde (Belgio)
Nel 2013, la citt di Vilvoorde ha deciso di organizzare degli incontri
tra i giovani e le forze dellordine. Lobiettivo era quello di prevenire la
polarizzazione degli atteggiamenti della popolazione affrontando i
conflitti esistenti tra i due gruppi ed evitare che tali conflitti potessero
contribuire a favorire la radicalizzazione. I dibattiti miravano inoltre a
promuovere il pensiero critico dei partecipanti e a migliore i loro
rapporti.

Signpost, Dsseldorf (Germania)


Nel 2013, lo Stato della Vestfalia ha lanciato il programma Wegwei-
ser in varie citt tedesche, con lo scopo di responsabilizzare i giovani e
rafforzare la loro resilienza nei confronti delle ideologie estremiste che
esaltano la lotta contro lingiustizia. stato creato un centro di consu-
lenza, in particolare sul neo-salafismo.

70
Servizio di mediazione, LHospitalet de Llobregat (Spagna)
Nella citt di L'Hospitalet de Llobregat a partire dal 2006 sono diminu-
iti i conflitti giovanili sia in ambito scolastico sia, soprattutto, fra
bande. Il servizio di mediazione e la sua metodologia di intervento si
sono dimostrati efficaci per la gestione dei conflitti e la prevenzione del
coinvolgimento dei giovani in bande violente.

Strumenti
Bounce (Belgio)
Il progetto Bounce un programma di formazione basato sulla ricerca
che mira a potenziare la resilienza dei giovani nei confronti della radi-
calizzazione violenta. Si concentra sugli aspetti psicologici e fisici della
prevenzione precoce e fornisce strumenti per accrescere la consapevo-
lezza degli adolescenti e delle persone appartenenti alla loro cerchia
(genitori, docenti, operatori sociali, ecc.) Il programma e gli strumenti
di formazione sono attuati in 10 citt appartenenti a cinque Stati
membri dellUe.
http://www.bounce-resilience-tools.eu/en

Protest, provocation or propaganda? Guida per prevenire lideo-


logia salafita nelle scuole e nei centri per la giovent, Ufuq.de
(Germany)
La guida rivolta essenzialmente agli educatori nelle scuole e nei centri
giovanili: tratta della crescente popolarit dellideologia salafita presso
i pi giovani e sottolinea le varie motivazioni che possono spingere
giovani e adolescenti ad aderire a gruppi e organizzazioni che sosten-
gono lestremismo religioso. La guida, rivolta alle scuole e agli anima-
tori giovanili, fornisce esempi concreti su come prevenire il processo di
radicalizzazione e intervenire in conflitti motivati dalla religione.
http://www.ufuq.de/Preventing_radicalisation.pdf.

71
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Guida del docente per la prevenzione dellestremismo violento,


UNESCO
Si tratta di un documento studiato per gli insegnati delle ultime classi
della scuola primaria, e delle scuole secondarie inferiori e superiori.
Intende fornire consigli pratici su come e quando discutere con gli
studenti del problema della radicalizzazione che sfocia nell'estremi-
smo violento e aiuta i docenti a instaurare nelle classi un clima scola-
stico inclusivo, migliorando il pensiero critico e il dialogo.
http://unesdoc.unesco.org/images/0024/002446/244676e.pdf

Manuale del docente per un programma scolastico sulle compe-


tenze civiche e sociali degli adolescenti, Universal Curriculum
Against Radicalisation in Europe (UCARE), University College
Roosevelt
UCARE un programma che fornisce strumenti educativi destinati a
promuovere la cittadinanza e le competenze sociali presso gli studenti
delle scuole superiori, allo scopo di prevenire i processi di radicalizza-
zione. Il programma UCARE consiste in una sequenza di sette
workshop che potranno essere tenuti dal docente stesso o da un forma-
tore esterno. Se necessario, i workshop possono essere estesi a pi
lezioni.(Il manuale disponibile in inglese, olandese e spagnolo)
http://www.ucr.nl/academic-program/Research/Terra%20II/Pa-
ges/U-CaRe-curriculum.aspx

72
Capitolo V
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Deradicalizzazione
e iniziative
di disimpegno
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

73
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

5. Deradicalizzazione
e iniziative di disimpegno

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo a questo capitolo

Un intervento precoce in quanto strategia di deradicalizzazione o di


disimpegno stato utilizzato in vari settori, tra cui la sanit, il benes-
sere dellinfanzia, listruzione, la lotta contro le droghe, la criminalit.
Il principio guida generale la considerazione che, in presenza di rischi
elevati, situazioni di vulnerabilit o una particolare predisposizione
negativa a una situazione, a una determinata conseguenza o a un com-
portamento, un intervento precoce pu prevenire il verificarsi di tale
condizione. Per quanto riguarda la radicalizzazione, la teoria afferma
che, fintanto che non stato avviato un singolo processo lineare di ra-
dicalizzazione, possibile ed necessario intervenire, prima che lindi-
viduo si radicalizzi e decida di commettere un atto estremistico
violento. Gli interventi possono quindi rivolgersi a una variet di
persone, dagli estremisti di lunga data, agli individui che hanno appena
iniziato il processo di radicalizzazione.
Nellanalizzare il funzionamento di tali interventi, occorre porsi
numerosi interrogativi iniziali e affrontare le seguenti questioni: come
individuare le persone appropriate, e come sono valutati e gestiti i
rischi e la vulnerabilit alla radicalizzazione? Come avviato linter-

74
vento e il processo di deradicalizzazione, e da parte di chi? Come mo-
nitorato e valutato il processo?
Mentre altri paesi stanno sviluppando strategie nazionali/locali per
prevenire la radicalizzazione (si veda la sezione Pratiche e strumenti),
il Regno Unito stato preso come esempio per illustrare una strategia
nazionale che integra il livello locale in questa logica di intervento.
Altre buone prassi relative a interventi di deradicalizzazione sono pre-
sentate nella sezione Pratiche e strumenti.

I. Il processo di gestione delle


segnalazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Lindividuazione delle persone a rischio laspetto pi controverso
della politica di intervento. Individuare la vulnerabilit nei confronti
della radicalizzazione un processo difficile. Attualmente, esistono
svariate opinioni riguardo alle cause della radicalizzazione e del terro-
rismo, riconducibili a insoddisfazioni, rancori o ingiustizie subite a
livello locale o nazionale, a ideologie, condizioni personali, una patolo-
gia, o una serie di fattori. Lapproccio britannico basato su ricerche
che hanno esaminato un campione di terroristi condannati, e hanno
sviluppato un quadro di valutazione accurato per verificare i fattori di
vulnerabilit, la cui causa legata o almeno correlata con la psicologia
di tutti gli individui dellintero campione.
Il programma britannico Channel28 un servizio che fornisce inter-
venti per gli individui ritenuti vulnerabili alla radicalizzazione
utilizza tale quadro di valutazione per determinare se un individuo
adatto per un intervento precoce. In particolare, tali fattori sono utiliz-
zati da un comitato interistituzionale del programma Channel, com-

28- La completa strategia di contrasto al terrorismo ha una componente che mira a prevenire
lestremismo violento, di cui il programma Channel costituisce un aspetto, si veda:
https://www.gov.uk/government/publications/counter-terrorism-strategy-contest

75
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

prendente gli erogatori dei servizi tradizionali pertinenti (nel campo


dellistruzione, dei servizi sociali, della salute mentale e della religione),
in grado di fornire il supporto olistico necessario per un intervento
riuscito. Il quadro di valutazione consente al comitato di valutare il
livello di rischio di un individuo e di determinare la strategia adeguata
di riduzione del rischio, per prevenire il reato o la recidiva. Questo
stesso quadro di valutazione utilizzato per determinare la vulnerabi-
lit di un individuo rispetto alla radicalizzazione e alla violenza. Per
definire la durata dellintervento i membri del Channel Panel proce-
dono a monitorare il caso, valutandolo in corso d'opera e acquisendo
elementi relativi al caso specifico.
Questi elementi, elencati nelle linee guida statutarie, identificano in
termini generali tre condizioni: coinvolgimento, intenzione di nuocere,
e capacit di nuocere.

Coinvolgimento
I fattori che determinano il coinvolgimento sono talvolta denominati
ganci psicologici. Comprendono le necessit, le propensioni, le moti-
vazioni e le influenze contestuali, e insieme tracciano la mappatura del
percorso di un individuo verso il terrorismo. Possono figurare in tale
elenco, che non affatto esauriente, i seguenti fattori: sentimenti di
rancore, insoddisfazione e ingiustizia, il sentimento di sentirsi minac-
ciato, il bisogno di affermare la propria identit, il bisogno di significato
e di appartenenza, il bisogno di status, un desiderio di emozioni e di
avventure, il bisogno di dominare e di controllare gli altri, la propen-
sione allindottrinamento, il desiderio di cambiamento politico o
morale, l'opportunismo, il coinvolgimento di un familiare o di un
coetaneo nellestremismo, lattraversamento di una fase di transizione
della propria vita, l'influenza o il controllo di un gruppo e la presenza di
gravi problemi di salute mentale.

Intenzione di nuocere
Non tutti coloro che sono coinvolti in un gruppo, una causa o unideo-
logia hanno il desiderio o lintenzione di nuocere. Per questo, tale di-

76
mensione della valutazione del rischio viene esaminata separatamente
dai fattori che determinano il coinvolgimento. I fattori di intenzionalit
evidenziano una forma mentis aperta alla possibilit della violenza, e
riguardano le azioni che il soggetto intende compiere nonch lo scopo
di tali azioni. Tali fattori possono comprendere: uneccessiva identifi-
cazione con un gruppo o unideologia, la logica del noi contro di loro,
la disumanizzazione di colui che percepito come nemico, atteggia-
menti che giustificano lillegalit, per raggiungere obiettivi illegali.

Capacit di nuocere
Parimenti, non tutti coloro che desiderano nuocere a nome di un
gruppo, una causa o unideologia sono capaci di farlo, considerando
che per la riuscita di un complotto spesso necessario possedere
capacit personali elevate, risorse e una rete di fiancheggiatori. La
capacit di nuocere di un individuo pertanto il criterio fondamentale
per valutare se una persona sia realmente una minaccia per la cittadi-
nanza. I fattori che identificano la capacit di nuocere comprendono la
rete di conoscenze del soggetto, le sue abilit e competenze, l'accesso a
reti, finanziamenti e strutture, la concreta capacit criminale.
Prima che un individuo possa essere ammesso a questo programma di
intervento, le forze di polizia esaminano la valutazione del rischio e
sono incaricate di determinare se il soggetto attivamente coinvolto in
una rete terroristica, se occorre aprire unindagine o se deve essere
perseguito penalmente per accuse legate al terrorismo. Se si constata
che attivamente coinvolto in una rete terroristica il soggetto dichia-
rato adatto alla sezione Prevenzione del programma Channel, uno dei
quattro pilastri della strategia britannica per il contrasto al terrorismo,
CONTEST. Invece, le persone gi perseguite per reati di terrorismo non
hanno i requisiti per essere ammesse al programma Prevent (Prevenire)
e rientrano quindi nel regime Pursue (Perseguire) della strategia.
Questa distinzione tra Prevent e Pursue essenziale in quanto istituisce
una netta separazione, la cosiddetta muraglia cinese tra la compo-
nente investigativa delle operazioni di contrasto al il terrorismo, che
implica la raccolta di informazioni e l'avvio di azioni penali contro i
colpevoli, dalla componente di prevenzione che favorisce la
deradicalizzazione.

77
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Le segnalazioni alle autorit competenti possono essere effettuate


dagli operatori di prima linea, dal personale che opera allinterno delle
comunit, o anche da comuni cittadini. Tra gli operatori impegnati in
prima linea figurano le forze di polizia, i funzionari addetti ai servizi di
probation, il personale penitenziario, gli operatori sociali, i servizi
sociali e gli istituti scolastici, da cui proviene il maggior numero di se-
gnalazioni. Appunto perch Prevent rappresenta un modello di inter-
vento precoce, la priorit accordata allindividuo segnalato, piuttosto
che un contesto di criminalit generalizzata. Per tanto, ogni funziona-
rio comunale che ha contatti e interazioni con il pubblico considerato
un operatore di prima linea. Le segnalazioni possono provenire sia da
persone condannate ai sensi della Legge sul terrorismo, sia da coloro
che hanno subito condanne per violenza di stampo estremista ai sensi
di altre leggi.
La struttura di questo sistema richiede la promozione di numerose
campagne di sensibilizzazione da realizzarsi congiuntamente con i
gruppi locali, nonch la formazione degli operatori di prima linea, per
garantire che tutti i membri deputati della comunit siano in grado di
riconoscere i segnali di vulnerabilit e le fasi precoci della
radicalizzazione.

II. Struttura dellintervento


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Dopo la presentazione di ogni segnalazione, il caso valutato dal
Channel Panel locale. Dopo aver valutato i fattori di vulnerabilit, il
panel decide se necessario richiedere il coinvolgimento di una figura
professionale per un intervento specializzato (un tutor, approvato dai
direttori del dipartimento Prevenzione, incaricato di ridurre la vulnera-
bilit dellindividuo alla radicalizzazione o ai rischi di reato).
indispensabile, prima dellavvio dellintervento, che i soggetti da esso
interessati diano il loro consenso informato, indicando che sono con-
sapevoli della natura del programma e che acconsentono volontaria-

78
mente a parteciparvi. Ogni soggetto assegnato al programma Prevent
incontra un funzionario del servizio pertinente della comunit, un fun-
zionario del servizio di reinserimento, un insegnante e ogni altra
persona che nel corso del programma venga ritenuta adatta.
Tali incontri tra la persona affidata al servizio e i relativi operatori si
svolgono in luoghi diversi, scelti in base alla loro efficacia ai fini dell'in-
tervento. Ovviamente, i colloqui iniziali provocano una serie di reazioni
disparate: alcuni soggetti hanno inizialmente un atteggiamento ostile,
altri mostrano preoccupazione e paura soprattutto perch sono coin-
volte le autorit, anche se generalmente le persone ottengono rassicu-
razioni al riguardo e acquistano fiducia.
La durata del programma varia a seconda dei casi, anche se nella
maggior parte di essi di sei-otto mesi, fino a un massimo di due anni.
Spesso accade che il caso sia stato segnalato per errore, pertanto il
processo si conclude poco dopo la valutazione iniziale.
Lintervento seguito nella sua totalit con la massima attenzione, il
che consente di apportare adeguamenti costanti alla valutazione
iniziale di vulnerabilit oltre che di valutare la validit degli interventi
di tutti gli operatori. Ogni caso riesaminato tre mesi dopo la sua con-
clusione, e ancora una volta sei mesi dopo. Questo aspetto fonda-
mentale poich consente di procedere a una verifica accurata sia
dellindividuo che del risultato dellintervento stesso. Il monitoraggio
accurato dellintervento in corso d'opera e dopo la conclusione del
programma permette ai funzionari coinvolti di riesaminare le decisioni
iniziali e l'evoluzione delle circostanze e dei cambiamenti di situazione,
nonch di decidere se proseguire con un ulteriore impegno. Spesso i
soggetti stringono solidi legami con il loro referente e mantengono
contatti informali per anni, dopo essere usciti dal programma.

79
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

III. Guadagnarsi la fiducia


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Limpegno iniziale dei servizi quello di dimostrare chiaramente allin-
dividuo ammesso al programma che le persone incaricate dellinter-
vento si preoccupano essenzialmente del suo interesse, e non hanno
secondi fini. Inoltre, gli operatori utilizzano le sessioni iniziali per dia-
gnosticare la presenza di eventuali problemi o di ostacoli. In questa
fase, gli obiettivi generali sono la valutazione del soggetto e la conqui-
sta della sua fiducia.
Nelle prime fasi dellintervento, le cause pi comuni di preoccupazione
sono la capacit e labilit dellindividuo a trattare i problemi affrontati.
Coloro che sono attivamente impegnati in ideologie estremiste, siano
essi singoli individui od organizzazioni, spesso abbracciano la menta-
lit del "noi contro di loro" e talvolta esprimono apertamente il loro
sostegno a favore di atti o gruppi terroristici.

IV. Il caso dellestremismo religioso:


il ruolo della religione
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La natura dellintervento solleva molti e difficili interrogativi di natura
etica. I professionisti dellintervento non cercano forse di influenzare
gli atteggiamenti e il dissenso politico? E fondamentalente, il program-
ma non forse un mezzo per consentire allo Stato di ingerire nelle con-
vinzioni religiose di un individuo?
In effetti, buona parte delle reazioni politiche a tale programma di in-
tervento ha rivendicato l'importanza di garantire che il programma non
costituisca un'ingerenza in materia religiosa e non intenda reprimere
la libert di espressione o il libero dibattito. La prima preoccupazione
merita un'attenta considerazione, poich alcune misure di contrasto al
terrorismo hanno storicamente mirato a rafforzare certi filoni conserv-

80
atori della religione. Fra le critiche mosse a queste misure, oltre alle
perplessit di natura etica, vi sono anche quelle relative alla loro reale
efficacia o reale necessit tattica, nonch all'opportunit che a promu-
overle e finanziarle siano gli Stati.
Per quanto riguarda questultimo punto, in linea di principio gli inter-
venti non intendono influenzare le personali e legittime convinzioni
religiose e politiche di un individuo. Al contrario, il programma utilizza
un metodo neo-socratico, che mette in discussione sia i presuppos-
ti di base legati alle credenze religioselaffermazione dellautentic-
it religiosa, canonica o teologicasia quelli afferenti la sfera politica,
mediante un dibattito che si sforza di spingere lindividuo a ripensare
i propri atteggiamenti, le proprie credenze e i propri comportamenti.

V. Disimpegno
>>>>>>>>>>>>>>>>
Il disimpegno, tuttavia, non necessariamente ideologico. Il percorso che
pu portare al disimpegno comprende le seguenti forme di intervento, pur
senza limitarsi ad esse.

Riallineamento su interessi comuni e integrazione


Questo approccio simile a quello seguito in altri paesi, e cio prevede che
un individuo possa essere reinserito nella societ se i suoi principali inter-
essi, di natura educativa, finanziaria e di altro tipo possono essere piena-
mente soddisfatti ; questa strategia mira a risolvere i problemi di tipo so-
cio-economici fornendo unalternativa di vita e di realizzazione personale
nel paese in cui insediato il soggetto. Questa alternativa stata utilizzata
in particolare per i combattenti stranieri di ritorno, che firmano un patto
di intesa con il comune e stabiliscono accordi e piani di sviluppo. Viene
loro fornito un supporto multi-istituzionale, oltre che una valutazione psi-
cologica e assistenza. Tale approccio stato utilizzato in Danimarca ed
stato chiamato il Modello di Aarhus.

81
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Disimpegno psicologico
lapproccio utilizzato per certi interventi e consiste nel non cercare di
deradicalizzare e cambiare immediatamente la visione ideologica della
persona, ma piuttosto di rimuovere le cause della radicalizzazione, che
erano emotive. Rimosse tali cause, il soggetto viene gradualmente con-
vinto ad abbandonare l'intenzione di commettere azioni violente in nome
della causa e, infine, a riconsiderare ci le proprie motivazioni e il proprio
operato.

Tattiche diversive
In altri casi stato adottato un approccio di carattere indiretto e pi diver-
sivo, con il semplice obiettivo di reindirizzare la vita e gli interessi di quei
giovani che non sono profondamente coinvolti con un gruppo estremis-
ta n sono fortemente radicalizzati. Tale approccio pu rivelarsi efficace
quando il soggetto mostra unicamente una tendenza alla radicalizzazione.
Le iniziative miranti a sottrarre gli individui allestremismo senza focaliz-
zarsi in modo specifico sullideologia o sullobiettivo della deradicalizzazi-
one spesso sono condotte nellambito di attivit sportive o culturali.

VI. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Lelaborazione di strategie e di tattiche richiede unanalisi comple-
ta di ogni area locale, compresa la determinazione dei fattori push
pull(di spinta e di attrazione) in ciascuna area, nonch lesame delle
minacce locali e delle vulnerabilit allinterno di una comunit.
Il coinvolgimento del maggior numero possibile di enti e istituzioni:
sono essenziali tutte le informazioni ottenute dal settore della sani-
t, della salute mentale, dai servizi per la giovent, dai servizi di as-
sistenza sociale e dalla polizia locale.

82
Lutilizzo di approcci diversi adattati alle esigenze specifiche degli in-
dividui con cui si lavora indispensabile per creare il servizio giusto
per le singole persone.
Una valutazione del lavoro svolto e dei presupposti su cui poggia, al

fine di correggere, se del caso, le ipotesi iniziali.
Il monitoraggio e la valutazione costituiscono un processo

costante e in continua evoluzione che richiede ricerche e sviluppo
costanti.
Una revisione e un orientamento esterno fornito dal mondo acca-

demico e da professionisti specializzati negli approcci alternativi alla
deradicalizzazione o nelle strategie di disimpegno possono costituire
fonti importanti ed estremamente valide per una revisione peer to
peer e per condividere le migliori prassi.

Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti:

Pratiche
Il modello della citt di Aarhus (Danimarca)
La citt di Aarhus ha elaborato nel 2007 una strategia per la preven-
zione della radicalizzazione, con un interesse particolare rivolto al
modo in cui i programmi di deradicalizzazione sono stati integrati in
tale strategia, soprattutto tramite interventi di accompagnamento
(mentoring). Questa strategia locale si basa su una forte cooperazione
tra i servizi nazionali e locali.

83
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

The Safer Brent Partnership Community Safety StrategyPreventing


Radicalisation, Brent (Regno Unito)
La citt di Brent fa parte delle numerose citt del Regno Unito che rea-
lizzano il programma CHANNEL, organo interistituzionale di tutela
della sicurezza, che esamina le persone ritenute maggiormente a
rischio di radicalizzazione e condivide risorse e informazioni per piani-
ficare congiuntamente la riduzione della vulnerabilit di tali individui.

Taking responsibility - Breaking Away from Hate and Violence,


Violence Prevention Network (Germania)
Il Violence Prevention Network ha individuato un mezzo per rivolgersi
alle persone che hanno aderito a strutture o movimenti anti-democra-
tici senza umiliarle, facilitando in tal modo il loro reinserimento nella
comunit democratica. Tale approccio attualmente utilizzato per de-
radicalizzare gli individui coinvolti in gruppi estremisti violenti (movi-
menti islamici e di estrema destra).

EXIT Sweden (Svezia)


EXIT sostiene gli individui che vogliono uscire dal movimento neonazi-
sta svedese White Power. Le attivit sono adattate alla situazione
specifica e alle esigenze di ciascuna persona. Si concentra essenzial-
mente sugli individui che percepiscono la societ come il nemico e li
stimola a cambiare la loro visione delle cose e a riavvicinarsi alla
societ.

Strumenti
Channel Vulnerability Assessment Framework (Regno Unito)
il quadro di valutazione utilizzato dal programma Channel del
governo britannico e si ispira allapproccio del servizio National
Offender Management Service (NOMS) per la valutazione dei rischi di
recidiva in attivit terroristiche.
https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attach-
ment_data/file/118187/vul-assessment.pdf

84
Counter Extremism Consultancy, Training, Research and Interven-
tion (CENTRI), (Regno Unito)
CENTRI fornisce soluzioni per il contrasto allestremismo basate su
fatti concreti, mediante un approccio specializzato in questioni
connesse con lIslam, la fede, lestremismo, la diversit culturale e
lintegrazione. Tali soluzioni comprendono attivit di deradicalizza-
zione, di formazione degli operatori e dei servizi di prima linea, di
ricerca e di consulenze sulle politiche.
http://www.centri.org.uk/CENTRI/Home.html

A Guide to Refuting Jihadism Rashad Ali e Hannah Stuart


Si tratta di una guida che propone unanalisi completa delle argomen-
tazioni ideologiche e teologiche sostenute da vari gruppi estremisti
islamici, accompagnata da una confutazione approfondita di tali tesi.
Viene utilizzata per la formazione dei professionisti dellantiterrorismo
del servizio per la sicurezza e il contrasto al terrorismo (OSCT) presso il
Ministero dellInterno.
http://henryjacksonsociety.org/wp-content/uploads/2014/02/Refu-
ting-Jihadism.pdf

A Guide to Countering Far-Right Extremism


Si tratta di una guida pratica per i professionisti di prima linea e gli atti-
visti, ed basata sullesperienza collettiva di oltre 120 operatori che
affrontano lestremismo di destra in 10 paesi (Danimarca, Finlandia,
Germania, Ungheria, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Norvegia,
Polonia e Repubblica slovacca).
http://www.strategicdialogue.org/wp-content/uploads/2016/03/
On_The_Front_Line_Far_RighHANDBOOK.pdf

85
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

86
Capitolo VI
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Controargomentazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

87
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale

6. Contro-argomentazioni

Vai a www.efus.eu per vedere il video introduttivo a questo capitolo

Per contro-argomentazioni si intendono i contenuti destinati a rispondere


in modo proattivo alla propaganda estremista. In quanto parte di una pi
vasta campagna online, ma anche offline, le contro-argomentazioni o
contro-narrative possono offrire unalternativa ai discorsi estremisti. Rien-
trano a pieno titolo nella risposta online chiamata counter-speech, ossia
confutazione. Mentre il counter-speech mira ad affrontare unampia serie
di questioni, dal discorso di incitamento allodio motivato dallomofobia a
quello basato su pregiudizi di genere, le campagne di contro-narrativa si
occupano di un problema pi specifico. Sono talvolta condotte a livello
locale e adattate alle esigenze di un determinato pubblico, con lo scopo
particolare di diffondere messaggi positivi o alternativi alla propaganda
estremista, al fine di accrescere la resilienza, offrendo ipotesi alternative o
cercando di sviscerare la verit. Il presente capitolo una breve guida per i
comuni desiderosi di imparare come sostenere la produzione di contro-ar-
gomentazioni e assimilare le migliori prassi per realizzare campagne di
contro-narrativa.29

29- Le linee guida presentate in questo capitolo sono ispirate a numerose campagne di contro-narrativa
condotte dallInstitute for Strategic Dialogue (ISD), e costituiscono la base dei Laboratori dellinnova-
zione dellISD, destinati ad aiutare a presentare tali campagne ai giovani, agli attivisti e alle ONG.
I Laboratori forniscono lopportunit di mettere in comunicazione voci attendibili di attivisti ed esperti di
numerosi settori chiave, quali la tecnologia, le comunicazioni e larte. Allo stesso modo, il ruolo dei
comuni quello di fungere da facilitatori, incoraggiando i collegamenti tra gli attivisti e gli esperti e
promuovendo nuove idee su come contrastare lestremismo violento e su come condurre campagne di
88 contro-narrativa.
I comuni possono fungere da facilitatori per stimolare la produzione di
campagne di contro-narrativa da parte delle ONG e sono sovente
meglio attrezzati degli enti e organismi nazionali, poich conoscono
bene le realt locali. Nel sostenere le campagne di contro-narrativa
condotte dalle ONG, i comuni dovrebbero continuare a semplificare e
rendere pi incisiva la loro comunicazione strategica sulla radicalizza-
zione, lestremismo violento o il terrorismo. Questo capitolo evidenzia
un certo numero di mezzi pratici grazie ai quali i comuni possono so-
stenere la produzione di contro-narrative.
Non esistono regole rigide per preparare una campagna, tuttavia
questa sezione descrive i seguenti aspetti: pianificazione e creazione di
una campagna, realizzazione di una campagna, sua diffusione e valu-
tazione. Tali processi possono essere sostenuti con il finanziamento e
la creazione di un pacchetto centralizzato di risorse, comprendente
guide regolarmente aggiornate sulluso delle nuove tecnologie che
possono incoraggiare tale attivit.

I. Pianificare e creare una campagna


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La narrativa dei gruppi estremisti spesso articolata su pi livelli o temi.
Per ottenere una contro-narrativa efficace e adattata alle necessit, sar
utile individuare l'elemento della narrativa da confutare. La pianifica-
zione di una campagna di contro-narrativa richiede quattro componenti
cruciali, che sono: individuare il pubblico giusto, definire un messaggio,
decidere il mezzo e trovare il messaggero giusto. Dopo aver il pubblico,
sar pi facile elaborare un messaggio efficace, scegliere il mezzo per
diffonderlo e decidere a chi affidarne la diffusione, stabilendo chi avr
maggiore impatto e risonanza presso la cittadinanza del comune e con
chi la popolazione sar pi propensa ad instaurare un dialogo. I comuni
possono finanziare la creazione di un pacchetto centralizzato di risorse
comprendente guide regolarmente aggiornate sulluso delle nuove tec-
nologie e delle piattaforme social che possono incoraggiare tale attivit.

89
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Il pubblico destinatario
Il primo valido punto di avvio la comprensione del pubblico specifico
che si vuole raggiungere con la campagna.
Prima di avviare il processo di pianificazione di una campagna, impor-
tante definire se le contro-narrative dovranno essere adattate alle
persone a monte (cio se dovranno essere orientate alla prevenzione),
oppure a quelle a valle (prevedendo quindi un approccio pi incisivo
nei confronti di individui ritenuti pi estremisti). Tale riflessione aiuter
ad adattare i contenuti e l'intera campagna al pubblico destinatario,
condizionando la scelta del messaggio, del mezzo e del messaggero.
La comprensione di come agisce il pubblico selezionato, sia online che
offline, aiuter a capire chi sono i suoi componenti e come rivolgersi a
loro nel modo migliore. importante coinvolgere il pubblico, se possi-
bile, al momento dellelaborazione delle contro-narrative. I focus group
possono rappresentare un buon metodo al riguardo. Anche se lavorare
con focus group funziona unicamente per preparare una campagna "a
monte", cio di prevenzione, considerando che organizzare un focus
group con giovani estremisti non n sicuro n realmente fattibile. I
comuni sono meglio attrezzati dei governi nazionali per trasformare i
contesti locali e comprendere le specifiche esigenze locali, poich cono-
scono le dinamiche demografiche delle loro aree e possono facilitare i
collegamenti.

Il messaggio
Una volta definito il pubblico, importante riflettere sulla narrativa che
potr avere maggiore risonanza. questo il messaggio. A livello di base,
il messaggio dovrebbe permettere di dialogare con il pubblico, e non li-
mitarsi a parlare al pubblico. Ad esempio, creare un messaggio che dica
lestremismo cattivo semplicistico e per di pi non offre unalterna-
tiva positiva o una spiegazione ben motivata. Ci sono poche probabilit
che messaggi di questo tipo abbiano un impatto forte e duraturo. I
messaggi pi efficaci non sono una conferenza al pubblico, ma quelli che
dialogano con il pubblico e suscitano riflessione e forti reazioni emotive.

90
Il mezzo
Il mezzo da utilizzare dipende da come si presenter il messaggio (video,
immagine o testo). La scelta quasi illimitata, ma occorre tenere presenti
alcune considerazioni, quali le risorse, il budget della campagna e il
contenuto che ha pi probabilit di coinvolgere il pubblico destinatario.
Sar anche necessaria una buona conoscenza degli spazi e delle piatta-
forme online pi utilizzate dal pubblico destinatario, poich una con-
tro-narrativa non implica semplicemente la confutazione del discorso
estremista davanti al pubblico destinatario, ma anche la conoscenza
degli interessi che tale pubblico coltiva online.

Il messaggero
Esistono vari modi per dare risonanza al contenuto e coinvolgere il
pubblico destinatario nel dialogo. Per questo essenziale disporre di un
messaggero credibile per diffondere le contro-argomentazioni, per cui la
tappa successiva quella di determinare quale messaggero avr pi pro-
babilit di essere ascoltato dal pubblico, di essere considerato degno di
fiducia, e di avere la capacit di ispirarlo.
Molte contro-narrative utilizzano storie personali di ex fondamentalisti e
di persone sopravvissute al terrorismo. Il fatto di coinvolgere degli ex
estremisti, che ci sono stati, lo hanno fatto pu essere un buon metodo
per avvicinare un pubblico che gi radicalizzato o che sta esplorando i
contenuti estremisti online. Tali oratori sono i pi adatti per svelare le
realt indesiderabili della vita in un gruppo estremista. I sopravvissuti ad
atti di terrorismo e le loro famiglie possono fornire una testimonianza
commovente e convincente dellatroce impatto della violenza sulla vita
della gente e i loro racconti non possono che delegittimare gli atti estre-
misti violenti. I comuni possono migliorare limpegno e il lavoro con
messaggeri credibili, quali ex estremisti e vittime (compresi i loro fami-
liari) e facilitare gli scambi tra i messaggeri e le ONG locali.

91
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

II. Realizzare una campagna


>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
importante definire le piattaforme pi adeguate per ciascuna
campagna, poich poche avranno la necessit, o la possibilit e le
risorse per essere presenti su ogni piattaforma o sito web. Esaminare il
comportamento del pubblico aiuter a decidere come interessarlo e
raggiungerlo meglio. Ad esempio, importante conoscere gli orari
della giornata in cui le persone sono pi propense a navigare su internet
o individuare i social pi popolari.
Al momento di decidere la durata di una campagna importante indi-
viduare il modo di ottenere il maggior impatto possibile sul pubblico
destinatario. Alcune contro-narrative si ricollegano ad eventi attuali
nazionali o mondiali. I gruppi estremisti colgono spesso loccasione
per manipolare rapidamente le informazioni su tali eventi e per alimen-
tare linsoddisfazione delle reclute potenziali. In questi casi le ONG
sono in grado di rispondere pi rapidamente, poich non sono tenute a
seguire la trafila delle procedure e delle autorizzazioni che rallentano i
comuni, ma importante che la strategia sia coordinata tra le due parti,
garantire la completezza delle comunicazioni.
La riposta del pubblico dipende in prima battuta dal suo interesse per i
contenuti e la forma della campagna, ma l'elemento fondamentale sar
costituito dal dialogo, dall'interazione. Gli organizzatori possono utiliz-
zare semplici tecniche per aumentare il coinvolgimento del pubblico:
fare domande, creare liste, seguire l'attualit, partecipare ai forum nel
modo adeguato. Se una campagna condivisa su pi piattaforme, im-
portante mantenere diciture e toni coerenti, e postarne i link.
Per capire qual il contenuto che ha dato i migliori risultati e ha mag-
giormente coinvolto il pubblico si potranno utilizzare gli utili strumenti
di analisi disponibili sui social. Del resto, la valutazione importante
perch fornisce le informazioni necessarie per migliorare le campagne
future.

92
III. Diffusione e valutazione
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Una campagna di contro-narrativa pu avvalersi gratuitamente di una
serie di strumenti per infondere interesse nel pubblico e aumentare il
numero di follower: si tratta della cosiddetta diffusione "organica".
Tuttavia, anche la pubblicit online, o la diffusione "a pagamento" pu
inizialmente dimostrarsi efficace per guadagnare follower ampliando in
maniera naturale il pubblico cui si rivolge la campagna. I comuni
possono apportare un valido contributo in termini di valutazione, impe-
gnandosi in ricerche su larga scala che permettano di valutare meglio i
risultati delle controargomentazioni e di divulgarli adeguatamente ai
messaggeri pi credibili.

Diffusione organica
La diffusione organica pu rappresentare un metodo efficace per
spingere il messaggio e il contenuto della campagna verso il pubblico
giusto. Tuttavia, essendo gratuita, richiede molto tempo. pertanto
utile che gli organizzatori della campagna esaminino quali sono le
persone o le organizzazioni influenti che potrebbe essere utile inclu-
dere in una strategia di diffusione organica. I comuni possono facilitare
fruttuose connessioni con le ONG. La possibilit di coinvolgere nella
campagna di contro-narrativa soggetti influenti che godono della
fiducia del pubblico o sono oggetto della sua ammirazione aiuter a
ottenere i follower iniziali, o almeno a diffondere la campagna fra un
pubblico pi vasto.

Diffusione di messaggi a pagamento


La diffusione di messaggi a pagamento pu essere efficace per cataliz-
zare un gruppo di follower e il pubblico iniziale che promuoveranno la
crescita esponenziale della campagna. La pubblicit a pagamento sui
social funzionale per rivolgersi al pubblico al pubblico destinatario
della campagna di contro-narrativa. Grazie alle specifiche capacit di

93
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

targeting di cui dispongono piattaforme popolari come YouTube,


Twitter o Facebook possibile ottenere buoni risultati perch. queste
piattaforme forniscono informazioni relative all'utente, come le pagine
che gli piacciono e che visita, o le parole chiave che inserisce nei motori
di ricerca. Ad esempio, se un adolescente ha cercato Xbox in un motore
di ricerca, ci sono molte probabilit che riceva pubblicit per console di
gioco quando naviga sul web, senza che ci costituisca una violazione
della privacy. Pertanto, se ladolescente cerca come aderire allIS,
potr ricevere pubblicit sul contenuto delle contro-narrative, in
funzione dei suoi termini di ricerca.
In tal modo la pubblicit a pagamento in grado di raggiungere un
pubblico molto specifico, un fatto, questo, particolarmente importante
per una campagna downstream destinata a persone gi radicalizzate.
quindi fondamentale in primo luogo individuare correttamente il
pubblico destinatario comprendendone i tratti distintivi e, successiva-
mente, sperimentare e perfezionare la comunicazione. Le opzioni di
targeting variano leggermente tra una piattaforma e laltra, ma grazie
alle numerose somiglianze non difficile adattarsi. I comuni possono
sostenere e facilitare gli sforzi effettuati dalla societ civile per predi-
sporre e condurre campagne di narrativa alternativa mediante finanzia-
menti diretti o contributi in natura, o semplificando le procedure per il
settore privato impegnato a sostenere le reti della societ civile. Per le
ONG impegnate nella navigazione online, fra complesse pubblicit
mirate, certamente vantaggioso poter contare sul sostegno adeguato.

Valutazione delle campagne


Non bisogna dimenticare che l'obiettivo di una campagna riuscita non
necessariamente quello di raggiungere il maggior numero di persone
possibile quanto quelle giuste. Una campagna, per poter essere consi-
derata di successo, non deve necessariamente raggiungere subito
migliaia di persone, ma sensibilizzare quelle cui rivolta. A questo
proposito, le piattaforme dispongono di tecnologie analitiche incorpo-
rate che aiutano gli organizzatori della campagna a valutare il risultato
delle pubblicit a pagamento sulle piattaforme.

94
Fortunatamente numerose ONG stanno ora creando contro-argomen-
tazioni e campagne di contrasto alle ideologie rivolgendosi a vaste
fasce della popolazione. Tuttavia, non sempre possibile valutare
l'impatto di queste campagne. Al fine di migliorarne i risultati, neces-
sario monitorare, verificare e valutare sempre le campagne di con-
tro-narrativa avvalendosi delle prassi gi esistenti.
Non sempre facile valutare il successo di una contro-narrativa, e pu
rivelarsi complesso capire se una campagna ha ottenuto leffetto desi-
derato o se ha raggiunto lobiettivo generale. Se tale obiettivo consiste
nellimpedire a dei giovani di recarsi in Siria sar difficile verificare og-
gettivamente i risultati. Sar invece pi facile valutare quegli obiettivi
pi limitati e maggiormente misurabili che contribuiscono al raggiun-
gimento dell'obiettivo generale. Per esempio, sar pi facilmente veri-
ficabile quali persone hanno reagito al contenuto delle contro-narrative,
se costituiscono l'obiettivo demografico previsto e in che modo stato
intavolato il dialogo con queste persone. Tali informazioni serviranno a
organizzare al meglio le campagne successive in termini di contenuti e
strategie.
pertanto fondamentale monitorare e valutare una campagna nel
miglior modo possibile, non solo durante il suo svolgimento, ma anche
dopo la sua conclusione. Dunque, la valutazione e la condivisione delle
informazioni emerse dalla campagna costituiscono un valido stru-
mento per migliorare la penetrazione dei contenuti delle contro-argo-
mentazioni. In tal senso, i comuni possono impegnarsi a comunicare i
risultati ai messaggeri pi credibili, compatibilmente con le proprie
esigenze operative.

Criteri e indicatori di valutazione


Le diverse piattaforme esistenti offrono diverse possibilit di targeting
e varie modalit di analisi dei risultati di una campagna. Esiste una
vasta gamma di indicatori e di misure che possono aiutare gli organiz-
zatori a comprendere lefficacia della campagna. In linea di massima,
tali indicatori possono suddividersi in tre tipi:
Consapevolezza: indica il numero di persone raggiunte da una


95
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

campagna (ad esempio, mediante commenti, reach o video consul-


tati) fornisce informazioni demografiche (et, sesso, o posizione geo-
grafica) permettendo cos di capire se stato raggiunto il pubblico
desiderato.
Impegno: indica fino a che punto le persone hanno interagito con il
contenuto della campagna di contro-narrativa, i social o i siti web
(compresi il tasso di penetrazione dei messaggi video, il numero di
like (mi piace), i commenti, o le condivisioni).
Impatto: questo criterio aiuta a determinare se una campagna
riuscita a fare dei passi avanti in direzione dell'obiettivo generale. La
prova del successo varia in funzione del tipo di campagna realizzata
e di pubblico destinatario: nel caso di una campagna di stampo ge-
neralista, la prova della riuscita potr essere misurata in base alle
discussioni suscitate, al potenziamento del pensiero critico, al
sostegno fornito all'impegno online sulle questioni relative all'estre-
mismo violento. Nel caso invece di una campagna rivolta a soggetti
radicalizzati o incentrata sugli interventi, la prova del successo
potrebbe essere il fatto che i destinatari sono usciti allo scoperto per
chiedere aiuto e consigli.
Il rilevamento dell'impatto di una campagna spesso di tipo qualita-
tivo e non dovrebbe essere ignorato, perch fornisce informazioni
molto utili. Sebbene non garantisca la certezza statistica del numero
delle persone raggiunte o del loro coinvolgimento, costituisce la lente
migliore attraverso la quale osservare le reazioni del pubblico e l'im-
patto della campagna su di esso.
I comuni dovrebbero tener conto di tutto ci quando collaborano con le
organizzazioni non governative o sostengono gli sforzi delle ONG locali
finanziando direttamente la realizzazione di una campagna di con-
tro-narrativa. fornendo un contributo in natura o semplificando le pro-
cedure per il settore privato impegnato a favore della societ civile.

96
VI. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
I comuni sono meglio attrezzati dei governi nazionali per trasformare

i propri territori e comprendere le specifiche esigenze delle ONG loca-
li che si sforzano di creare contro-narrative. Grazie alla loro maggior
sensibilizzazione rispetto alle problematiche sono in grado di incanal-
are adeguatamente le risorse e di promuovere le capacit locali.
I comuni possono perfezionare e migliorare il loro coinvolgimento con

messaggeri credibili, quali ex estremisti e persone sopravvissute ad at-
tacchi terroristici, e facilitare i rapporti tra tali messaggeri e le ONG locali.
Il ruolo di un comune pu consistere nel rafforzare le capacit delle per-

sone pi idonee a diffondere le contro-narrative e degli organizzatori delle
campagne, che spesso mancano delle abilit e delle competenze neces-
sarie per svolgere efficacemente tale lavoro al livello adeguato ; possono
inoltre mettere in comunicazione i gruppi impegnati in queste attivit.
I comuni potrebbero inoltre finanziare la creazione di un pacchetto

centralizzato di risorse, comprendente un aggiornamento regolare di
guide sulluso delle nuove tecnologie e sulle piattaforme social per
contrastare i messaggi estremisti.
Possono altres sostenere e agevolare gli sforzi della societ civile

per predisporre e attuare campagne di narrativa alternativa tramite
finanziamenti diretti e contributi in natura o semplificando le proce-
dure per il settore privato impegnato a favore delle reti di base della
societ civile.
Le autorit potrebbero offrire un contributo estremamente valido im-

pegnandosi in ricerche su larga scala per comprendere meglio leffi-
cacia delle contro-argomentazioni, nonch adoperarsi per diffondere
i risultati ai messaggeri pi credibili, compatibilmente con le proprie.
Proporre corsi di formazione alle ONG locali basati sui principi es-

posti in questo capitolo.30

30- Basato su Counter-Narrative Toolkit and Handbook, a cura dellInstitute of Strategic Dialogue in
2016, si veda T. Silverman e H. Tuck, The Counter Narrative Handbook, Institute for Strategic
Dialogue, 2016
97
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

Nel sostenere la produzione di campagne di contro-narrativa, i comuni


dovrebbero anche tenere presenti i meccanismi di comunicazione on-
line, semplificare la propria comunicazione strategica e garantire che i
propri messaggi vadano a integrare le narrative alternative create dalle
ONG locali. altres che i comuni colleghino le proprie attivit offline
di contrasto all'estremismo e la radicalizzazione con ogni altra attivit
di comunicazione online.
Oltre ad agevolare i rapporti fra messaggeri credibili, pubblico e ONG,
i comuni possono fornire un valido contributo investendo nella ricer-
ca e condividendo i risultati, in modo che gli organizzatori delle cam-
pagne possano imparare dalle reciproche esperienze e e acquisire una
maggior conoscenza del terreno dove sono chiamate a intervenire. In
larga parte, tale contributo consiste nel semplificare le procedure per il
settore privato impegnato a favore delle della societ civile, in grado di
offrire un valido supporto alla navigazione fra pubblicit mirate e alla
valutazione.

Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti

Pratiche
EXIT USA (downstream)
EXIT USA realizza unattivit di approccio per aiutare le persone che
vogliono abbandonare i gruppi di estrema destra a cui hanno aderito.
Ha prodotto e condiviso sui social alcune serie di quattro video
ciascuna, e ha instaurato un dialogo approfondito e positivo con i suoi
gruppi target rispondendo spesso sui social e nei video ai commenti e
ai messaggi del pubblico. Come risultato della campagna un certo
numero di estremisti uscito allo scoperto per chiedere aiuto.

98
Safeguarding Multi-Agency Approaches Reduces Terrorism
(SMART) (upstream)
Nel Derbyshire, Regno Unito, il corpo di polizia ha elaborato una serie
di video di contro-narrativa, in collaborazione con gli studenti dellUni-
versit di Derby. I video del progetto SMART sono stati approvati dal
Ministero dellInterno e sono stati messi a disposizione delle scuole in
tutto il Regno Unito. Si trovano su YouTube e mirano a mostrare i
rischi della radicalizzazione veicolando il messaggio che il terrorismo
non sempre una questione di fede o di religione. Inoltre illustrano i
comportamenti che docenti, genitori e coetanei dovrebbero individuare
come campanelli d'allarme.

Extreme Dialogue
La campagna Extreme Dialogue stata lanciata in Canada nel febbraio
2015 allo scopo di ridurre lattrattiva esercitata dalle narrative degli
estremisti sui giovani. Extreme Dialogue consiste in una serie di brevi
documentari accompagnati da un pacchetto di risorse pedagogiche per
uso delle classi o delle comunit. Con la collaborazione dei comuni,
questa campagna avrebbe potuto incoraggiare scuole e centri sociali ad
avvalersi delle sue risorse pedagogiche nello svolgimento delle proprie
attivit.

Strumenti
Counter-Narrative Toolkit
Il Counter-Narrative Toolkit (www.counternarratives.org) uno stru-
mento educativo che fornisce semplici guide esplicative delle fasi del
percorso che le organizzazioni devono intraprendere per realizzare
campagne di contro-narrativa. La prima guida, il toolkit, insegna agli
utenti le migliori prassi per pianificare una campagna, creare un buon
contenuto e promuovere le contro-narrative online per il pubblico
target.
Counter-Narrative How To Videos
What is a counter-narrative?: si tratta di un video che spiega che

99
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale

cosa una contro-narrativa e come pu rappresentare uno stru-


mento potente contro le narrative dellestremismo.
Creativity in Counter-Narratives: questo video insegna che le
contro-argomentazioni sono un mezzo di comunicazione, e sot-
tolinea limportanza di utilizzare la creativit non solo nella pre-
sentazione dei contenuti, ma anche nella ricerca del pubblico
online.
Counter-Narratives and Social Media: il video spiega che la
chiave per utilizzare i social al fine di contestare online le narra-
tive dell'estremismo consiste nell'utilizzare efficacemente il tar-
geting e gli indicatori.

Counter-Narrative Handbook
Si tratta di un manuale elaborato per aiutare chiunque cerchi di rispon-
dere in modo proattivo alla propaganda estremista mediante campagne
di contro-narrativa, ed studiato come una sorta di guida per princi-
pianti, ossia per coloro che hanno poca o nessuna esperienza di tali
campagne. Accompagna i lettori attraverso le fasi principali della crea-
zione, del lancio e della valutazione di una campagna di contro-narra-
tiva efficace. Il manuale completa gli insegnamenti contenuti nel
Toolkit.
http://www.strategicdialogue.org/wp-content/uploads/2016/06/
Counter-narrative-Handbook_1.pdf

100
Riferimenti bibliografici
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