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Forum for
Urban
Security
Prevenire e combattere
la radicalizzazione a livello locale
Per contrastare la radicalizzazione, le risposte repressive, da sole, non sono
sufficienti. Occorre ugualmente attuare misure preventive per affrontarne la
cause profonde. Tali interventi devono mirare a stimolare la creazione di
partenariati locali per la prevenzione della criminalit, volti a rafforzare la
resilienza degli individui e dei gruppi contro il rischio di radicalizzazione. La
presente pubblicazione si propone di tracciare un quadro di questa
problematica e di fornire spunti e strumenti pratici per potenziare le capacit
dei soggetti interessati a livello locale di combattere il fenomeno, tanto sul
piano politico che tecnico.
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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ISBN : 2-913181-48-1
Deposito legale: settembre 2016
Prevenire e combattere
la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Ringraziamenti
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Il progetto Local Institutions AgaInSt Extremism (LIAISE) stato condotto
grazie allimpegno dei rappresentanti delle citt partner Augsburg (Germania),
Bruxelles (Belgio), Dsseldorf (Germania), lHospitalet de Llobregat (Spagna),
Liegi (Belgio), Malm (Svezia), Reggio Emilia (Italia) e Vilvoorde (Belgio),
nonch dellAssociazione tedesca per leducazione civica e le attivit di
prevenzione Ufuq.de e dellIstituto britannico Institute for Strategic Dialogue,
che hanno fornito un contributo concreto apportando le loro competenze alle
diverse sessioni di formazione del progetto e alla redazione della presente
guida. Ringraziamo gli amministratori locali e i loro collaboratori per avere
condiviso le loro esperienze e conoscenze e desideriamo inoltre estendere un
vivo ringraziamento agli esperti per il prezioso contributo e gli approfondimenti
forniti. Oltre alla Commissione Europea, il cui sostegno finanziario stato
essenziale per la realizzazione di questo progetto e di questa pubblicazione,
desideriamo ringraziare tutte le persone che ci hanno accolti durante le nostre
sessioni di formazione e gli oratori che sono intervenuti nei dibattiti.
4
Istituzioni partner del progetto
Gtz Nordbruch (Ufuq.de, Germania), Institute for Strategic Dialogue
(Regno Unito).
Partner associati
Laetitia Nolet (Forum belga per la prevenzione e la sicurezza urbana,
Belgio), Harald Weilnbck e Anika Posselius (Cultures Interactive,
Germania).
Altri contributi
Sophie Le Bihan (Montreuil, Francia), Farid Bounouar (Sarcelles,
Francia), Christiane Nischler (Stato di Baviera, Germania), Hans Bonte
(Vilvoorde, Belgio), Andreas Schnstrm, Per-Erik Ebbesthl, Sarah
Hansson, Julia Kjellbom, Aviva Suskin Holmqvist, Dirk Wurm, Peter
Bommas (Augsburg, Germania), Chris Williams (Brent, Regno Unito),
Arris Blom (Rotterdam, Paesi Bassi), Marik Fetouh (Bordeaux, Francia),
Henning Mols (Aarhus, Danimarca), Sindyan Qasem (Ufuq.de,
Germania), Sasha Havlicek, Erin Saltman, Henry Tuck, James Kearney,
Munir Zamir, Zahed Amanullah, Rebecca Skellett, Sarah Kennedy (In-
stitute for Strategic Dialogue, Regno Unito), Ross Frenett, Vidhya Ra-
malingam (Moon Shot CVE), Anissa Akhandaf (Anversa, Belgio),
Georgina Nitzsche, Edit Schlaffer (Women Without Borders, Austria),
Saliha Ben Ali (Society Against Violent Extremism, Belgio), Willy
Demeyer (Liegi, Belgio), Alain Grignard, Hassan Bousseta (Universit
di Liegi, Belgio), Juan Cortes Leclou (Direzione generale per la sicurezza
e la prevenzione, Belgio), Erwin Van Vlierberghe (Organo di coordina-
mento belga per lanalisi delle minacce, Belgio), Craig McCann (Unit
centrale della polizia per il contrasto del terrorismo, Regno Unito),
Victor Steenssens (Arktos asbl, Belgio), Robert rell (Fryshuset/Exit
Sweden, Svezia), Julia Reinelt (Violence Prevention Network,
Germania), Lily Maxwell, Toms Santamara Agudo (Centro di lotta al
terrorismo e alla criminalit organizzata, Ministero dellInterno,
Spagna)
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Indice
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Prefazione.......................................................................p. 8
Introduzione.................................................................p. 10
Capitolo VI - Contro-argomentazioni...........................p. 35
I. 1. Pianificare e creare una campagna......................................... p. 37
II. Realizzare una campagna......................................................... p. 59
III. Diffusione e valutazione.......................................................... p. 64
IV. Raccomandazioni.................................................................... p. 68
V. Pratiche e strumenti................................................................. p. 68
Riferimenti bibliografici.............................................p. 79
7
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prefazione
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La radicalizzazione che conduce allestremismo violento un problema
sociale dilagante. Le citt europee lo hanno sperimentato in prima
persona in questi ultimi anni, poich sono state teatro di eventi dram-
matici e tragici. I recenti attacchi terroristici hanno sottolineato, non
soltanto in Europa, ma anche altrove nel mondo, lurgente necessit di
combattere un fenomeno le cui cause profonde devono essere affron-
tate mediante unazione di prevenzione.
Gli atti di estremismo violento che intendono colpire i valori fonda-
mentali delle societ democratiche, lungi dal farci arretrare di fronte al
terrore, rafforzano le profonde convinzioni che il Forum europeo per la
sicurezza urbana sostiene da circa 30 anni, e cio che la sicurezza deve
essere considerata un bene comune condiviso da tutti e che la preven-
zione dellesclusione sociale e la lotta contro le discriminazioni contri-
buiscono a consolidare i legami sociali e a costruire la resilienza
individuale e collettiva. Per questo motivo oggi pi che mai fonda-
mentale che le citt collaborino per costruire una rete di solidariet.
In tale contesto, gli enti locali non possono agire da soli per affrontare
le cause profonde della radicalizzazione, in particolare perch tale
fenomeno pu alcune forze politiche ad alimentare pregiudizi e fare
amalgami pericolosi, incitando alla stigmatizzazione di determinati
gruppi di popolazione.
8
per questa ragione, e per rispondere alle richieste di numerose citt
aderenti, che lEfus ha deciso di aiutare gli enti locali a sviluppare la
propria capacit di prevenire la radicalizzazione, ribadendo il ruolo
strategico essenziale che possono svolgere nel contrastare tale
fenomeno. Per perseguire questo obiettivo, lEfus si progressiva-
mente impegnato in una vasta rete di cooperazioni e di attivit a livello
europeo e internazionale. In tale ambito, lEfus si adopera per diffon-
dere il punto di vista e le esigenze degli enti locali, sottolineando lim-
portanza di garantire che ogni misura preventiva di contrasto alla
radicalizzazione non leda i diritti umani fondamentali.
Tra le iniziative pi importanti in questo campo figura il progetto Local
Institutions AgaInSt Extremism (LIAISE), lanciato dallEfus nel settem-
bre 2014 con il sostegno finanziario della Commissione europea. Dopo
due anni di intense attivit, condotte da 10 citt partner appartenenti a
sei paesi europei e costantemente sostenute dallEfus e dagli esperti, le
conoscenze ottenute nel corso di questo progetto sono state raccolte in
questa pubblicazione. L'obiettivo principale quello di assistere le
citt a mettere in pratica le competenze attualmente disponibili in
materia di radicalizzazione sotto il profilo della ricerca e delle decisioni
politiche. Non ha certo la pretesa di fornire una risposta esauriente a
questo fenomeno straordinariamente complesso, ma si propone di
presentare una raccolta di conoscenze, prassi e strumenti destinati ad
aiutare le citt a trovare risposte ai loro interrogativi, affrontando il
problema in funzione del contesto locale.
Elizabeth Johnston
Direttrice esecutiva
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Introduzione
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Negli ultimi ventanni, la radicalizzazione diventata un problema
sempre pi cruciale a livello della ricerca e delle decisioni politiche.
Nelle agende politiche di tutta Europa sono state inserite iniziative di
contrasto del fenomeno, molto spesso in periodi di intensa attivit
politica e legislativa, generalmente sotto la spinta di eventi drammatici
con una forte carica emotiva, quali gli attacchi terroristici. L'elabora-
zione e l'attuazione di politiche di contrasto sono state caratterizzate,
nella loro fase iniziale, spesso all'indomani di un attentato, da misure
piuttosto "dure" e "repressive", di natura giuridica e amministrativa
(arresti, messa al bando dellorganizzazione, congelamento dei beni,
ecc.).
Tuttavia, la prevenzione rapidamente emersa come una componente
essenziale di ogni strategia, dal momento che le risposte repressive, da
sole, non bastano per contrastare efficacemente la radicalizzazione.
Oltre alle azioni condotte dalle forze di polizia e alle misure adottate
dalle autorit giudiziarie per far fronte alle conseguenze della radicaliz-
zazione, occorre ugualmente porre in essere misure preventive per
combatterne le cause profonde, che spingono individui e gruppi verso
lestremismo violento. Dunque, al fine di individuare opportunit di
prevenzione e di intervento, fondamentale comprendere che la radi-
calizzazione un processo che pu essere contrastato con il coinvolgi-
mento degli enti locali. Infatti, nonostante non sia possibile
comprendere esattamente le cause della radicalizzazione, innegabile che
tale processo e i suoi fattori esplicativi presentano componenti locali e si
manifestano localmente, talvolta con atti violenti. Per quanto Internet e i
social media forniscano ormai una piattaforma estremamente efficace per la
diffusione di ideologie estremiste, il contatto virtuale online solitamente
induce a cercare un contatto fisico offline con individui o gruppi estremisti,
che avviene in luoghi specifici. Questo evidenzia il fatto che gli enti locali1,
vista la conoscenza precisa che hanno del loro contesto e la loro prossimit
1- Nel presente documento si utilizza lespressione enti o collettivit locali come termine generico per
indicare tutti i tipi di governo locale presenti nei paesi europei, quali citt, comuni, ecc. Ai sensi della
Carta europea dellautonomia locale, adottata dal Consiglio dEuropa nel 1985, le collettivit locali
(sono) dotate di organi decisionali democraticamente costituiti, che beneficiano di una vasta autonomia
10 per quanto riguarda le loro competenze, le modalit di esercizio delle stesse e i mezzi necessari
allespletamento dei loro compiti istituzionali.
ai cittadini, occupano una posizione strategica ideale per coordinare o
attuare direttamente le misure preventive e per mobilitare tutti gli attori
locali che possono contribuire a prevenire la radicalizzazione. Le autorit
locali, pur non essendo assolutamente gli unici enti responsabili o in grado
di determinare da soli la realt delle situazioni locali, dispongono ci nono-
stante di una notevole capacit di contrastare tale fenomeno.
Quali sono i settori di intervento in cui dovrebbero agire per prevenire la ra-
dicalizzazione a livello locale? Come possono dare attuazione pratica alle
proprie iniziative?
Il presente documento intende affrontare tali questioni tracciando un
quadro della problematica e fornendo spunti e strumenti pratici destinati a
formare i portatori di interesse a livello locale su come affrontare il fenomeno,
sia sul piano tecnicosia su quello politico.
Tutte le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono frutto dei
lavori condotti tra il 2014 e il 2016 nellambito dei progetto europeo LIAISE
(Local Authorities AgaInSt Extremism) guidato dallEfus. Il progetto ha riunito
dieci citt di sei diversi paesi: Augsburg (Germania), Bruxelles (Belgio),
Dsseldorf (Germania), LHospitalet (Spagna), Liegi (Belgio), Malm (Svezia),
Montreuil (Francia), Reggio Emilia (Italia), Sarcelles (Francia), Vilvoorde
(Belgio), nonch listituto di ricerca britannico Institute for Strategic Dialogue,
specializzato nello studio del fenomeno dellestremismo, e lassociazione
tedesca per gli scambi interculturali, Ufuq.de. Vi hanno inoltre partecipato,
in quanto partner associati, il Forum belga per la prevenzione e la sicurezza
urbana e lassociazione tedesca Cultures Interactive. Il progetto mirava a
definire un programma di formazione studiato per rispondere alle esigenze
specifiche dei portatori di interesse locali; sono stati raccolti nella presente
pubblicazione i contenuti e le conoscenze elaborati nel corso delle varie
sessioni di formazione.
Il documento strutturato in funzione delle questioni affrontate nel corso
del progetto e individuate congiuntamente da tutte le citt partner come
aree tematiche di particolare rilevanza per gli stakeholder locali. Tali temati-
che, che corrispondono ai diversi capitoli della pubblicazione, sono presen-
tate qui di seguito:
Comprensione della radicalizzazione e sensibilizzazione al fenomeno
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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calizzazione che conduce a un determinato tipo di estremismo violento, ma
mira a coprire tutte le forme che pu assumere questo fenomeno.
13
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Capitolo I
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Comprensione della
radicalizzazione e
sensibilizzazione
al fenomeno
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
1. Comprensione della
radicalizzazione e
sensibilizzazione
al fenomeno
2- A. Hoskins e B. OLoughlin, Media and the myth of radicalization, in Media, War and Conict
16 2: 2009.
I. Definizione dei concetti
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Sebbene la sua definizione rimanga ambigua e controversa, esiste un
consenso generale sul fatto che la radicalizzazione consiste nel processo
attraverso il quale un soggetto o un gruppo diventa estremista.3 4
Pertanto, la radicalizzazione pu essere intesa come un percorso verso
varie forme di estremismo come, ad esempio, lestremismo di destra, di
sinistra, anarchico, religioso, nazionalista e ambientalista.
Comprendere questo fenomeno in quanto processo implica la consape-
volezza del fatto che la sua progressione porta a un risultato: lestremi-
smo. Ed a questo punto, quando si tratta di definire il "risultato finale"
di questo processo, che emergono ulteriori controversie.
Molto spesso, il termine radicalismo utilizzato anche per indicare il ri-
sultato di un processo di radicalizzazione, ovvero il fatto che soggetti ra-
dicalizzati diventano radicali. Tuttavia, se si osservano le radici lessicali
dellespressione, radicale racchiude lidea di un cambiamento dello
status quo della societ, e significa anche cambiamento progressivo e
rinnovo.5 I movimenti politici associati alla riforma liberale del XVIII
secolo e i movimenti socialisti della fine del XIX secolo e dellinizio del
XX si definivano radicali. Nelson Mandela e Martin Luther King, ad
3- Alcuni studiosi sostengono che il concetto di radicalizzazione pu essere applicato anche alla
preparazione dello Stato al conflitto, nonch ad attori non statali. Tuttavia, il concetto
comunemente applicato ad attori non statali, che per lo Stato e la popolazione rappresentano una
sfida o perfino una minaccia. La presente pubblicazione si concentra sull'uso comune del concetto
di radicalizzazione, riferito appunto ad attori non statali. Cfr. C. McCauley e S. Moskalenko
Mechanisms of Political radicalization: Pathways Toward Terrorism, in Terrorism and Political
Violence, 20:3, 2008, pagg. 416.
4- P. Neumann, The trouble with radicalization, in International Affairs, The Royal Institute of
International Affairs Volume 89, Issue 4, pagg. 873-893, luglio 2013; Della Porta e G. LaFree,
Guest Editorial: Processes of Radicalization and De-Radicalization, IJCV, Vol. 6, n. 1, 2012, pag.
4; C. McCauley e S. Moskalenko (2008) Mechanisms of Political radicalization: Pathways Toward
Terrorism, Terrorism and Political Violence, 20:3, 2008, pag. 416; M. Ranstorp, Understanding
Violent Radicalisation: Terrorist and Jihadist Movements in Europe, Routledge, New York, 2010, pagg.
19-23; R. Borum, Radicalisation into Violent Extremism II: A Review of Conceptual Models and
Empirical Research. Journal of Strategic Security 4, n. 4, 2011, pagg. 37-62; F. Khosrokhavar,
Radicalisation, ditions de la Maison des sciences de l'homme, Parigi, 2015
5- A. P. Schmid, Radicalisation, De-Radicalisation, Counter-Radicalisation: A Conceptual
Discussion and Literature Review, The International Centre for Counter-Terrorism, 2013, pag. 12.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
6- Roger Scruton fornisce tre definizioni di estremismo: Termine vago, che pu significare: 1.
Spingere al limite unidea politica, a prescindere dalle ripercussioni incresciose, lattuazione
impossibile, le argomentazioni e i sentimenti diversi, con lintenzione non solo di combattere ma
anche di eliminare lopposizione. 2. Intolleranza nei confronti di qualsiasi opinione diversa dalla
propria (vedere tolleranza). 3. Adozione di mezzi per fini politici che disattendono le norme di
condotta accettate, e che mostrano in particolar modo disprezzo per la vita, la libert e i diritti umani
degli altri. Consultare R. Scruton, The Palgrave Macmillan dictionary of political thought, 3 ed.,
Basingstoke: Palgrave Macmillan, 2007.
7- P. Neumann, The trouble with radicalization, in International Affairs, The Royal Institute of
International Affairs Volume 89, Issue 4, pp 873893, luglio 2013
8- I termini estremismo o estremista sono quasi sempre esonimi, ovvero sono definizioni applicate
da altri a un gruppo, e non sono utilizzate dal gruppo stesso per definirsi tale.
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La correlazione tra lestremismo cognitivo e quello comportamentale
oggetto di dibattito. Sebbene alcuni sostengano che il primo conduca al
secondo, altri ritengono che non vi sia un collegamento tra i due tipi di
estremismo. Chiaramente, non tutte le persone che sostengono un
pensiero radicale si comportano in modo radicale. Infatti, una societ
democratica pluralista in cui esiste la libert di pensiero e di coscienza
concede ai propri cittadini la libert di sostenere opinioni radicali.
Tuttavia, nel caso in cui una visione del mondo non solo sia radicale a
livello ideologico, ma inoltre consenta e richieda attivamente luso di
metodi estremi e violenza per raggiungere i propri obiettivi, si avvicina
inevitabilmente alla violenza e potenzialmente al terrorismo. Per tale
motivo, e poich ci rappresenta la minaccia pi grave per la societ,
questa pubblicazione verte sul problema della radicalizzazione che
conduce allestremismo violento e sulla sua prevenzione.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Figura 1: scala di Moghaddam
Quinto piano
Atto terroristico ed elusione
del meccanismo inibitorio
Quarto piano
Potenziamento del pensiero categorico
e di ci che si percepisce
Terzo piano
Coinvolgimento morale
Secondo piano
Spostamento dellaggressione
Primo piano
Possibilit percepite per combattere
il trattamento ingiusto
Piano terra
Interpretazione psicologica delle condizioni
materiali
Allo stesso modo, sempre sottolineando il fatto che solo una piccola
minoranza delle persone che si radicalizzano diventa effettivamente
terrorista, McCauley e Moskalenko formulano unipotesi analoga nel
loro modello piramidale.13 Dalla base al vertice, i livelli pi alti della
13- Clark McCauley, Jujitsu Politics: Terrorism and Response to Terrorism, in Paul R. Kimmel e
Chris E. Stout, eds., Collateral Damage: The Psychological Consequences of Americas War on
Terrorism, Westport, CT: Praeger, 2006, pagg. 45-65 e Clark McCauley e Sophia Moskalenko
(2008) Mechanisms of Political radicalization: Pathways Towards Terrorism, Terrorism and Political
Violence, 20:3, pagg. 415-433
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Obbligo morale
personale
Sostenitori
Simpatizzanti
Neutrali
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che spiega la progressione in entrambi i modelli, ma vi una correla-
zione tra fattori diversi che emerge da diversi contesti e livelli di spiega-
zione (livello locale e globale). Pertanto, trovare i fattori determinanti si
dimostrato estremamente difficile. Tuttavia, gli sforzi compiuti per
individuare alcuni di questi fattori hanno contribuito a elaborare un
caleidoscopio di fattori che potrebbe favorire la radicalizzazione.14
I fattori di questo caleidoscopio possono essere raggruppati in grandi
categorie a seconda delle loro dimensioni geografiche. Alcuni studiosi
utilizzano la distinzione tra livelli interni ed esterni15, mentre altri
indicano tre livelli di spiegazione: livello micro, livello meso e livello
macro.16 Le differenze tra questi tre livelli di spiegazione possono
essere esposte come segue:
Livello micro: questo livello di comprensione riguarda il livello in-
dividuale e include tutte le forme di esperienza o sentimento indivi-
duale (reale o percepito), come lemarginazione, la discriminazione e
lumiliazione.
Livello meso: questo livello di spiegazione riguarda lambiente cir-
costante delle persone e le dinamiche che esistono al suo interno.
Livello macro: questo livello di spiegazione si riferisce allambiente
considerato su pi ampia scala e riguarda principalmente le que-
stioni sociali e di politica nazionale/estera.
Tutti questi livelli di comprensione, che siano indicati come interni o
esterni, micro, meso o macro, evidenziano il ruolo fondamentale
dellinsoddisfazione e dello scontento tra questi fattori, nonch lim-
portanza della vulnerabilit individuale e dellesposizione ad ambienti
radicali.
14- M. Ranstorp, Understanding Violent Radicalisation: Terrorist and Jihadist Movements in Europe,
Routledge, New York, 2010, pp 19-23
15- ivi
16- A. P. Schmid, Radicalisation, De-Radicalisation, Counter-Radicalisation: A Conceptual
Discussion and Literature Review, The International Centre for Counter-Terrorism, 2013, pag. 4; M.
Sageman, Understanding Terror Networks (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2004,
pag. 115; S. Malthaner, The Radical Milieu, Bielefeld: Institut fr interdisziplinre Konflikt- und
Gewaltforschung (IKG), 2010, pag. 1; vedi anche S. Malthaner e P. Waldmann (Eds.), Radikale
Milieus. Das soziale Umfeld terroristischer Gruppen, Frankfurt am Main: Campus Verlag, 2012.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Estre-
misti
violenti
Soggetti in un processo
di radicalizzazione
Soggetti a rischio
Pubblico generale
Fonte: Efus17
17- Questo diagramma si basa sui diversi modelli presentati in questo capitolo e sui diversi
strumenti utilizzati dalle autorit nazionali e locali. Vedere la sezione Pratiche e strumenti.
24
possibile tracciare dei paralleli con la prevenzione primaria, seconda-
ria e terziaria. Mentre la prima ha lo scopo di limitare in generale i
fattori di rischio, la seconda si rivolge concretamente ai soggetti il cui
comportamento stato gi identificato come problematico e la terza
incoraggia e aiuta i soggetti ad abbandonare lestremismo violento, in-
centrandosi sul disimpegno rispetto alla violenza, sulla deradicalizza-
zione e sulla prevenzione della recidiva. La prima consiste nel creare
resistenza allattrattiva dei messaggi estremisti, fornendo spazi in cui i
soggetti possano esprimere le proprie insoddisfazioni e sviluppare
competenze personali e fiducia in se stessi. La seconda consiste nel
creare il dubbio e offrire assistenza ai soggetti che hanno intrapreso il
processo di radicalizzazione, come pure ai loro familiari e amici.
L'ultimo tipo di prevenzione , chiaramente, il pi difficile da mettere
in atto, ma anche quello che offre maggiori possibilit di rivolgersi ai
soggetti che vorrebbero abbandonare un gruppo estremista. Come illu-
strato pi dettagliatamente nei capitoli successivi, esistono diversi
strumenti e tipi di azione che possono essere utilizzati come guida per
sviluppare e fornire assistenza.
Una delle questioni principali come identificare i soggetti a rischio,
quelli che iniziano a radicalizzarsi ma non sono ancora estremisti
violenti e quelli per cui sono stati concepiti i sistemi di assistenza
generica e specifica. Questa una delle sfide maggiori, in particolare
perch la radicalizzazione non si limita a un ambiente sociale o a uno-
rigine etnica o religiosa specifica.18 Pertanto, comprendere il processo
di radicalizzazione in questa area fondamentale. Al fine di identificare
segnali di radicalizzazione o lo stadio di reale radicalizzazione dei
soggetti, nonch di elaborare un modo efficace di avvicinarsi a queste
persone sono stati compiuti diversi tentativi.
In base alla comprensione teorica e alla successiva esperienza diretta
del processo di radicalizzazione le autorit nazionali e locali hanno
elaborato un sistema di indicatori per rilevare segnali di radicalizza-
zione (per ulteriori dettagli, consultare la sezione relativa agli stru-
menti). Questi strumenti possono essere utilizzati per sensibilizzare i
18- F. Vermeulen e F. Bovenkerk, Engaging with Violent Islamic Extremism. Local Policies in Western
European Cities, LAia 2012; D.H. Heinke, German Jihadists in Syria and Iraq: An Update, ICSR
Insight, Londra 2016
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Pratiche e strumenti
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Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti
Pratiche
Rotterdam - Punto di contatto e consulenza sulla radicalizza-
zione (Paesi Bassi)
Creato nel 2011, dopo la precedente versione del 2005 denominata
Information Switchpoint, il punto di contatto e consulenza fornisce
sostegno a volontari e professionisti sulla qradicalizzazione in generale
e i sui singoli casi.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Centro per la prevenzione della radicalizzazione che porta alla
violenza, Montreal (Canada) - Barometro del comportamento
Questo barometro consente di valutare meglio i comportamenti asso-
ciati al processo di radicalizzazione che porta alla violenza. Tuttavia,
dovrebbe essere utilizzato con cautela in quanto i comportamenti illu-
strati non sono esaustivi e non sono sempre definitivi. Il barometro
solo un indicatore e non dovrebbe portare a conclusioni affrettate o
essere utilizzato in sostituzione di una pi completa valutazione degli
esperti.
https://info-radical.org/en/radicalization/recognizing-violent
radicalization/
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Capitolo II
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Elaborazione di
una strategia locale
interistituzionale
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
2. Elaborazione di
una strategia locale
interistituzionale
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di prevenzione, la necessit di sviluppare un approccio olistico e multidi-
sciplinare attraverso solide collaborazioni tra i servizi e lutilizzo di una
strategia di comunicazione locale.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
19- Le competenze dei sindaci nei Paesi Bassi, in Belgio e in Francia sono diversi; in Belgio, ad
esempio, i sindaci godono di autorit amministrativa giuridica rispetto alla polizia locale e sono
responsabili della sicurezza pubblica locale, mentre in Francia la sicurezza sotto la giurisdizione
34 dello Stato e della sua Prefettura dipartimentale.
Il coinvolgimento degli amministratori locali nelle iniziative di preven-
zione fondamentale ai fini della loro visibilit e legittimit.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Strategia di comunicazione:
Lestremismo violento un fenomeno delicato e complesso. Una stra-
tegia di comunicazione istituzionale adeguata ed elaborata corretta-
mente fondamentale per evitare diffidenza, malintesi o la diffusione
di pericolosi messaggi negativi tra le comunit, che potrebbero dan-
neggiare la coesione sociale.
Informazione del pubblico: mantenere informata la popolazione
locale sullapproccio del comune per combattere la radicalizzazione
cruciale per creare e mantenere fiducia e credibilit nella comunit.
Data la natura sensibile di alcuni aspetti della strategia e delle que-
stioni che affronta, importante che la comunicazione sia aperta. La
strategia di comunicazione deve inoltre affrontare le preoccupazioni
delle persone, che vanno dalla privacy e la libert di parola, alla stig-
matizzazione di determinati gruppi.
Strategia di comunicazione interna: i servizi municipali devono
essere adeguatamente informati per poter applicare le procedure e
adottare la strategia in modo corretto.
Le autorit locali devono stabilire le procedure per trattare con i
media, soprattutto dopo eventi inattesi. Leventualit di dover ri-
spondere a eventi inattesi, dalle dimostrazioni estremiste agli
attacchi terroristici, deve essere inclusa nella strategia di comunica-
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zione. Le autorit locali dovrebbero garantire che la risposta sia
fornita in modo tempestivo per mantenere la popolazione informata
e al sicuro, che il flusso di informazioni sia controllato e che gli
estremisti non possano approfittare della situazione.
La strategia di comunicazione locale dovrebbe essere elaborata in
linea con la politica di comunicazione delle autorit regionali, nazio-
nali e internazionali al fine di essere coerente con i messaggi prove-
nienti dalle suddette istanze politiche.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
III. Raccomandazioni
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Le seguenti raccomandazioni possono essere applicate ai punti prece-
dentemente illustrati:
Le strategie non devono essere elaborate in maniera affrettata,
neppure in caso di pressioni da parte dei media o dei partner; una
strategia solida e sostenibile pi efficace di un risultato imme-
diato che avrebbe invece scarso impatto locale a lungo termine. In
primo luogo, occorre ascoltare i servizi competenti, le famiglie e i
soggetti interessati per analizzare la situazione e, successivamente,
agire in modo strategico.
21- Le autorit devono accertarsi che queste persone ricevano una formazione adeguata prima di
essere chiamate a partecipare ai progetti di deradicalizzazione e disimpegno. I servizi di intelligence
possono aiutare a individuare, controllare e selezionare ex estremisti adatti per queste attivit.
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La sicurezza un tema che riguarda tutti e la collaborazione della societ
civile essenziale per la prevenzione. I rappresentanti della comunit
possono contribuire offrendo e condividendo informazioni e contribuendo
alle valutazioni locali della situazione e all'esecuzione degli interventi.
Occorre garantire sempre il segreto professionale. Si tratta di un
obbligo giuridico e di una tutela per i destinatari delle azioni. Gene-
ralmente non necessario modificare la legislazione per rendere ef-
fettivo lapproccio multi-agenzia. Anzich richiedere modifiche giu-
ridiche, dovrebbero essere chiarite le linee guida, le procedure e le
norme professionali che garantiscono la riservatezza del lavoro
sociale e il rispetto delletica professionale.
Occorre accertarsi che venga dedicato il tempo necessario alla valu-
tazione del processo politico. Questa fase viene spesso tralasciata
per mancanza di tempo e/o risorse.
Una comunicazione interna trasparente essenziale per garantire una
collaborazione efficace tra i servizi locali e per evitare notizie infondate,
malintesi e la polarizzazione dei comportamenti.
Pratiche e strumenti
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Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti
Pratiche
Unit di prevenzione della radicalizzazione di Bruxelles (Belgio)
LUnit di prevenzione della radicalizzazione di Bruxelles opera
secondo i tre livelli tradizionali di prevenzione: primario, secondario e
terziario. A seconda del livello di prevenzione, le azioni possono essere
rivolte a uno o pi gruppi. Questa unit si basa sulla collaborazione tra
diversi servizi locali e nazionali.
39
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
40
Strumenti
Il ruolo degli enti locali nelle strategie nazionali di lotta alla ra-
dicalizzazione, Efus
Negli ultimi anni, in tutta lEuropa sono state elaborate e attuate strategie
nazionali per combattere la radicalizzazione. Il rapporto dellEfus The
role of local authorities in national strategies for combatting radicalisa-
tion (Il ruolo degli enti locali nelle strategie nazionali di lotta alla radica-
lizzazione) presenta le strategie nazionali adottate da nove paesi europei,
che coinvolgono le autorit locali nelle azioni pianificate. Il documento
contiene un riepilogo dei punti principali degli approcci e delle misure.
https://efus.eu/topics/risks-forms-of-crime/radicalisation/efus/11551/
41
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
42
Metodi e strumenti per un approccio strategico alla sicurezza urbana,
Efus
Lo scopo di questa guida incoraggiare e aiutare i responsabili delle
politiche e i tecnici locali europei a elaborare e rivedere regolarmente le
loro politiche di sicurezza sulla base di informazioni e dati attendibili
raccolti sul campo. La guida fornisce una panoramica sui metodi e
sugli strumenti a disposizione degli attori locali e presenta unanalisi
delle esperienze e delle pratiche di diversi paesi.
http://efus.eu/en/resources/publications/efus/11191/
43
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
44
Capitolo III
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sostegno e
rafforzamento
delle famiglie
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
45
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
3. Sostegno e
rafforzamento
delle famiglie
22 L. W. Sherman, Family Based Crime prevention, in Preventing crime: what works, what
doesnt, whats promising, Capitolo 4, National Institute of Justice, 1998
46
uno o pi membri della famiglia.
Tuttavia, sebbene le famiglie23 siano in un certo modo ugualmente vittime
del processo di radicalizzazione, e per questo abbiano bisogno di assi-
stenza e consigli per fronteggiare il problema della radicalizzazione dei/l
loro familiari/e, dovrebbero essere considerate anche attori forti e deter-
minanti, le cui conoscenze ed esperienze possono essere utilizzate per in-
tegrare le misure preventive. Le famiglie non devono essere pertanto viste
unicamente come attori passivi cui occorre fornire aiuto e supporto, ma
anche come portatori di interesse con un ruolo proattivo, in possesso di
informazioni e di risorse preziose, il cui coinvolgimento nelle azioni pre-
ventive pu rivelarsi estremamente utile.
23- Il termine famiglia, pur riferendosi di solito ai genitori, pu comprendere altri membri del
nucleo familiare, quali fratelli, cugini o nonni.
47
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
48
Diffusione delle opportunit di assistenza
Le autorit locali devono informare i cittadini sullesistenza di servizi
destinati a fornire assistenza alle famiglie. E' necessario fornire infor-
mazioni sulle modalit di accesso ai servizi, siano essi erogati dal
comune o da una ONG.
49
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
50
Consulenze familiari: di fronte a parenti radicalizzati o di ritorno da
zone di conflitto, le famiglie possono avere bisogno di assistenza. In
particolare, possono aver bisogno di aiuto per seguire eventuali pro-
cedure amministrative quando siano previste anche sanzioni penali,
come nel caso di un familiare di ritorno da una zona di confitto dove
ha combattuto tra le fila dei terroristi o era impegnato in attivit ter-
roristiche. Questo tipo di supporto comprende anche il sostegno
psicologico per quelle famiglie un cui membro ha commesso azioni
violente.
51
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
52
III. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Incontrare le famiglie e lavorare con loro
Al fine di realizzare le azioni precedentemente illustrate fonda-
mentale l'impegno volontario delle famiglie.
importante tenere presente che le famiglie, pur rappresentando
parte della soluzione, possono talvolta anche essere parte del
problema e fungere esse stesse da fattori scatenanti della radicaliz-
zazione, motivo per il quale devono essere trattate come tali.
Il personale coinvolto in questo processo deve essere ben formato.
La presenza di uno psicologo durante gli incontri importante,
poich le famiglie possono temere la stigmatizzazione o esitare a
parlare di quanto succede a casa.
Le famiglie devono essere continuamente rassicurate sul fatto che
gli operatori che si offrono di aiutarle rispetteranno il segreto
professionale.
Con le famiglie fondamentale costruire un rapporto di fiducia. A
questo proposito, importante ricordare che il fatto di prendere
appunti durante gli incontri pu minare la fiducia.
Le famiglie devono essere incoraggiate a non entrare in conflitto con
i propri parenti quando si trovano a discutere del problema
Approccio e organizzazione
Gli attori coinvolti nelle azioni di supporto alle famiglie devono com-
prendere e accettare le restrizioni in materia di sicurezza/ intelli-
gence e agire entro tali limiti.
La valutazione rappresenta uno strumento chiave di tale processo.
Ad esempio, la valutazione del rischio di radicalizzazione per deter-
minati individui, o perfino di alcuni nuclei, un fattore essenziale
dell'azione di supporto alle famiglie.
53
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Comunicazione e informazione
Occorre accrescere la consapevolezza evitando la stigmatizzazione e
completarla con un approccio globale di supporto alle famiglie.
Gli enti locali/le ONG devono essere in grado di comunicare con le
famiglie e di creare un clima di fiducia, in modo che le famiglie inte-
ressate sentano di potersi fidare e si rivolgano a loro. in tal senso
importante creare strutture affidabili, specializzate e disponibili.
La comunicazione dovrebbe contribuire a individuare i programmi
gi esistenti e le alternative soft da proporre agli individui (ad es. i
combattenti di ritorno).
Qualsiasi attivit (incontro, consulenza o assistenza telefonica) deve
essere presentata alle famiglie come uno strumento destinato ad
aiutarle, e non a segnalarle. In tal modo si garantir che gli interventi
siano visti in modo positivo, sia in termini di fiducia che di efficacia.
Unimmagine positiva consentir di migliorare la visibilit della-
zione nelle comunit interessate e stimoler altri a chiedere aiuto, ad
esempio i combattenti stranieri, che potrebbero richiedere assistenza
mediante programmi di supporto (in funzione di quanto previsto nei
singoli paesi).
I funzionari responsabili dell'assistenza alle famiglie dovrebbero
sforzarsi di garantire che i loro servizi compaiano sullo schermo
come primo risultato della ricerca su Internet.
Canali di contatto
I servizi di assistenza telefonica devono essere disponibili 24 ore al
giorno / 7 giorni su 7, essere gratuiti e in varie lingue; devono garan-
tire lanonimato dei chiamanti e il rispetto di una carta
deontologica.
Il personale che vi lavora deve essere formato sugli aspetti psicolo-
gici, giuridici e geopolitici del fenomeno della radicalizzazione.
54
Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti
Pratiche
Strategia interistituzionale di supporto alle famiglie, Anversa
(Belgio)
Fin dal 2012, la citt di Anversa ha attuato una politica di prevenzione
per affrontare la radicalizzazione a livello locale. Le attivit sono realiz-
zate a seconda dei vari livelli di intervento (individuale e collettivo). Il
lavoro con le famiglie ha costituito un aspetto fondamentale della stra-
tegia, soprattutto nei programmi di reinserimento.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Hayat (Germania)
Hayat (termine turco e arabo che significa vita) il primo programma
tedesco di sostegno per le persone coinvolte nelle attivit dei gruppi
radicali salafiti o che rischiano di intraprendere un percorso di radica-
lizzazione jihadista, compresi coloro che intendono recarsi in Siria e in
altre zone di combattimento. Hayat offre supporto anche ai familiari
degli individui radicalizzati.
Strumenti
SAVE, Society Against Violent Extremism (Belgio)
SAVE Belgio stata istituita allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza
sullimpatto della radicalizzazione sulle famiglie e di offrire loro un
sostegno per affrontare il fenomeno. Ha in tal modo realizzato una
serie di video che possono essere utilizzati come esempi concreti di
famiglie sconvolte dal processo di radicalizzazione al loro interno.
http://www.savebelgium.org/index.html#Resources
56
Families Against Terrorism and Extremism
Families Against Terrorism and Extremism (FATE) un network strut-
turato di organizzazioni che operano con le famiglie interessate dal
fenomeno della radicalizzazione e dellestremismo violento. FATE
mette a disposizione toolkit, orientamenti e un supporto alla comuni-
cazione, collegando i membri in un'ampia rete.
http://www.findfate.org/
57
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
58
Capitolo IV
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Prevenzione
e costruzione
della resilienza
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
59
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
4. Prevenzione e
costruzione della
resilienza
24- La resilienza pu essere Intesa come la capacit di non farsi piegare e di riprendersi dopo avere
affrontato situazioni difficili e avversit. Significa essere pronti a far fronte a circostanze impreviste,
trovando risposte agli eventi, traendone insegnamento, ed emergendo perfino fortificati da
esperienze difficili (....). La resilienza una combinazione competenze e di consapevolezza fisica,
emotiva, sociale e mentale. Si veda: Servizio pubblico federale del Ministero dellInterno del Belgio,
BOUNCE along, Awareness-raising for Parents and Frontline Workers, 2014, p15
25- F. Vermeulen e F. Bovenkerk, Engaging with Violent Islamic Extremism. Local Policies in Western
European Cities, LAia 2012; D.H. Heinke, German Jihadists in Syria and Iraq: An Update, ICSR
Insight, Londra 2016
60
mente dalle origini sociali, etniche o religiose dei cittadini.26 Tali
misure spesso si sovrappongono ad azioni gi esistenti, maggiormente
concentrate sulla coesione sociale, le politiche di salute pubblica, le
consulenze familiari, leducazione alla cittadinanza e ai diritti umani, i
programmi di contrasto ai i pregiudizi e alla violenza, leducazione alla
diversit e leducazione religiosa.
Tale sovrapposizione evidenziata dallampia gamma di attori coin-
volti nella costruzione della resilienza e nelle misure di prevenzione
che operano nei settori dove sono formulate e attuate le iniziative in
questo campo. Lesperienza ha dimostrato che i centri giovanili, i
servizi sociali e di salute mentale, i centri di consulenza e supporto fa-
miliari, i circoli sportivi e le comunit religiose sono ambiti di preven-
zione sempre pi importanti, in grado di individuare le persone a
rischio di radicalizzazione e di proporre alternative all'estremismo.
Prevenire significa migliorare l'educazione alla cittadinanza e ai diritti
umani per promuovere la tolleranza e valorizzare la diversit sociale,
culturale e religiosa come pilastro di una societ pacifica e moderna.
Ci significa anche riconoscere l'uguaglianza universale di tutti gli
esseri umani, senza distinzioni etniche, culturali, religiose o di genere.
Leducazione interculturale e interreligiosa essenziale per confutare
la visione di una societ omogenea e monolitica sostenuta dallestrema
destra e dallestremismo religioso. Contribuisce inoltre a consolidare la
coesione sociale, incoraggiando gli individui a riflettere su esperienze e
prospettive di vita diverse e a provare empatia per le situazioni vissute
dagli altri e a partecipare attivamente alla vita della societ. Tutto ci
richiede altres che le istituzioni locali siano anch'esse diversificate e
rappresentative. In molti casi i comuni e le altre istituzioni non sono
totalmente rappresentativi della popolazione : per esempio fra il loro
personale non vi una rappresentanza sufficiente delle minoranze
etniche o di colore, dunque il loro messaggio sul valore sociale della
diversit risulta contraddittorio.
26- Numerosi studi hanno indicato leffetto stigmatizzante delle politiche di prevenzione rivolte
esclusivamente ai musulmani. Si veda, ad esempio L. Lindekilde, Neo-liberal Governing of
Radicals: Danish Radicalization Prevention Policies and Potential Iatrogenic Effects, in
International Journal of Conflict and Violence 6 (1), 2012, 109-122 e ktem K., Signale aus der
Mehrheitsgesellschaft. Auswirkungen der Beschneidungsdebatte und staatlicher berwachung islamischer
Organisationen auf Identittsbildung und Integration in Deutschland, Oxford 2013.
61
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
62
Ci sono notevoli differenze tra le scuole primarie e secondarie:
Scuole primarie: in quest'ambito possibile affrontare le questioni
riguardanti l'identit e la religione per spiegare agli alunni la diver-
sit culturale e religiosa e per renderli consapevoli dellesistenza di
stili di vita e credenze differenti.
Scuole secondarie: sono il luogo ideale per promuovere la demo-
crazia locale e il pensiero critico. Gli strumenti a disposizione
possono essere, per esempio, dibattiti e tavole rotonde con la parte-
cipazione di politici locali alla vigilia delle elezioni amministrative,
l'organizzazione di eventi benefici a favore delle vittime di un con-
flitto o di calamit naturali, o ancora l'allestimento di mostre a con-
tenuto storico, culturale, sociale o religioso. Nelle classi
multiculturali, tali attivit consentono di introdurre elementi della
storia, la politica e la societ delle comunit emarginate (ad esempio,
la storia mondiale, i conflitti regionali, le questioni identitarie, ecc.)
normalmente esclusi dal discorso dominante.
Leducazione formale permette inoltre di decostruire i messaggi estre-
misti diffusi dai social e di ridurre la vulnerabilit delle persone nei
rispetto alle strategie e alle dichiarazioni ideologiche dei media che
istigano allestremismo.
Diversamente dall'educazione alla cittadinanza, che una materia re-
golarmente contemplata dai programmi scolastici nazionali, nell'edu-
cazione formale la religione occupa uno spazio differente a seconda dei
paesi. In realt l'educazione religiosa, intesa come introduzione agli
insegnamenti e alle pratiche delle diverse religioni un mezzo efficace
per instillare il rifiuto di concezioni rigide, poich presenta tradizioni
differenti e avvicina l'insegnamento della religione ai contesti locali e al
mondo dei giovani. Permette inoltre di individuare i temi comuni a
tutte le comunit religiose, nonch di smantellare gli stereotipi e gli
eventuali conflitti fra loro.
Gli argomenti di carattere religioso possono inoltre essere affrontati in
contesti non confessionali, ad esempio durante le lezioni di storia,
politica, etica o studi sociali. Diversamente dalleducazione religiosa
confessionale tali discussioni non mirano a promuovere le credenze o a
insegnare i riti religiosi; intendono invece collocare le preoccupazioni
63
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
64
importante. Pur non essendo illegali queste attivit costituiscono un
mezzo per spingere gli adolescenti e i giovani ad aderire alle ideologie
estremiste e ad agire in base a tali convinzioni.
Queste attivit (lanimazione giovanile di stampo estremista) spesso
colmano un vuoto nei servizi pubblici. Un quadro istituzionale inade-
guato o insufficiente fornisce dunque alle organizzazioni estremiste
lopportunit di avvicinare i giovani vulnerabili.27
proprio in tale contesto che le associazioni sportive e culturali pos-
sono essere validi partner nelle attivit di prevenzione. Gli allenatori di
calcio, ad esempio, raccontano spesso di episodi di giovani con prob-
lemi identitari o che non riescono a conciliare il proprio credo religioso
con il gioco del calcio. Gli allenatori, essendo in stretto contatto con
questi giovani, sono spesso tra i primi a notare sentimenti di malcon-
tento e di ingiustizia, conflitti interni che di per s non sfociano im-
mediatamente nell'adesione a convinzioni o comportamenti estremis-
ti. Tuttavia, se gli allenatori non dispongono delle conoscenze, delle
competenze e delle strutture di supporto necessarie per affrontare tali
situazioni e coinvolgere altre istituzioni, non sono preparati per inter-
venire e reagire. dunque essenziale, ai fini di un intervento precoce,
rafforzare le capacit di tali attori di individuare i segnali di una poten-
ziale radicalizzazione e incoraggiarli a contrastarla.
Oltre alle attivit di gruppo, il supporto individuale ha assunto una cre-
scente importanza per la costruzione della resilienza e la prevenzione
dei processi di radicalizzazione. Numerosi studi hanno sottolineato
come le crisi personali, i problemi di salute o familiari possono rappre-
sentare importanti fattori di rischio di radicalizzazione. In tale contes-
to, i servizi giovanili, sociali e di salute mentale hanno un ruolo cruciale
da svolgere nel sostenere le famiglie nella cura dei figli e nellaffrontare
i conflitti intra-familiari. La costruzione della resilienza all'estremismo
si basa sulle conoscenze acquisite mediante un approccio privo di pre-
giudizi e non violento, in grado di consolidare capacit e competenze
dell'individuo, come la consapevolezza di s e l'autostima. Tutto ci
27-Le iniziative promosse dallestremismo religioso spesso organizzano, ad esempio, i loro eventi
in giorni festivi (Pasqua o Natale), quando la maggior parte delle strutture pubbliche sono chiuse.
Parimenti, sono stati segnalati in numerosi paesi ripetuti tentativi di organizzazioni dellestrema
destra di infiltrare dei servizi esistenti, quali kindergarten e centri giovanili per diffondere i loro
messaggi.
65
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
III. Le comunit
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le comunit religiose ed etniche sono spesso basate su forti rapporti e
interazioni interpersonali. In molti settori, forniscono servizi sociali
importanti che vanno a integrare quelli delle strutture e delle istituzioni
pubbliche (ad esempio, in materia di welfare, istruzione, attivit cultu-
rali). In numerosi paesi le comunit religiose sono state individuate
come partner importanti per lelaborazione di programmi di preven-
zione dell'estremismo religioso, principalmente nel campo delleduca-
zione religiosa, ma anche dellerogazione di servizi e di strutture di
supporto in materia di consulenze alle famiglie, welfare e istruzione
generale.
Malgrado la loro importanza in quanto attori sociali, le comunit reli-
giose molto spesso non dispongono di finanziamenti sufficienti e sono
frequentemente gestite da volontari sprovvisti delle qualifiche adeguate
per occuparsi di problemi educativi e amministrativi di ampia portata.
Le strategie di collaborazione con le comunit religiose dovrebbero ri-
conoscere tali limiti istituzionali e prevedere lerogazione di corsi di
formazione e di risorse.
66
Le stesse comunit islamiche hanno espresso crescenti preoccupazioni
per i segni di radicalizzazione e linfluenza che le correnti estremiste
esercitano sulla loro popolazione. Ci avviene in un momento in cui i
comuni e altre istituzioni pubbliche compiono maggiori sforzi per inte-
grare le comunit e i loro rappresentanti in reti per la prevenzione, a
livello locale, regionale e nazionale. Tale cooperazione in alcuni paesi
si basa su contatti e rapporti gi ben stabiliti, mentre in altri legata
direttamente alle recenti preoccupazioni in materia di sicurezza dovute
alla radicalizzazione e al crescente numero di individui che vanno ad
ingrossare le fila delle organizzazioni jihadiste. In alcuni casi, ci ha
fatto sorgere notevoli tensioni con i rappresentanti delle comunit
islamiche che si opponevano a una cooperazione esclusivamente
mirata alla tutela della sicurezza. Essi sostengono, infatti, che la coo-
perazione dovrebbe essere intesa nel suo senso pi ampio e compren-
dere il riconoscimento delle comunit religiose in quanto erogatori
importanti di servizi nel campo dellistruzione e del welfare.
Unaltra riserva circa il coinvolgimento delle comunit religiose in
attivit di prevenzione riguarda la scelta degli eventuali partner. Ad
esempio, mentre le comunit pi solidamente stabilite comunicano
attivamente con segmenti significativi della popolazione musulmana
locale, gli studi riguardanti i cittadini europei che combattono nelle fila
delle organizzazioni jihadiste indicano che la maggior parte di loro non
partecipava alle attivit delle strutture tradizionali della comunit nel
loro paese di provenienza. Tali studi sostengono che le moschee tradi-
zionali non attirano gli individui che si sentono maggiormente allettati
dalle narrazioni rigide e semplicistiche delle correnti estremiste.
Tuttavia, le comunit solidamente stabilite possono contribuire in
maniera significativa a rafforzare gli approcci alternativi alle tradizioni
religiose e ad ampliare la gamma delle scelte religiose possibili. Pur
non essendo probabilmente in grado di avvicinare gli individui che
hanno gi imboccato la strada dellestremismo, possono fornire punti
di riferimento alternativi per una vita religiosa e comunitaria alle
persone non ancora radicalizzate.
La scelta dei partner religiosi pu essere difficile anche perch certe
istituzioni religiose della comunit sostengono interpretazioni o
credenze in contraddizione con i principi e i valori basilari delle societ
67
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
68
tituzione pronta a difendere gli interessi e i diritti dellindividuo smen-
tisce la propaganda estremista, che accusa la polizia di prevaricazione
promuovendo un'immagine vittimista e impotente delle minoranze. In
tal senso, la collaborazione e il dialogo permettono di informare i gio-
vani sul ruolo delle forze dell'ordine e sul loro dovere di tutelare tutti
i cittadini, senza distinzioni di etnia o di credo religioso. Ci impor-
tante al fine di consolidare l'identificazione dei cittadini con le societ
in cui vivono, nonch la convinzione di essere uguali a tutti gli altri
membri della comunit.
V. Raccomandazioni
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La prevenzione e la costruzione della resilienza a livello comunale
dovrebbero includere:
L'accesso alle informazioni sulle ideologie e le organizzazioni es-
tremiste (ad esempio, tramite pubblicazioni, centri di informazione,
ecc.) per i professionisti e gli operatori di prima linea
Una formazione riguardante i vari settori della prevenzione
Lerogazione di sostegni finanziari e amministrativi agli attori locali
La creazione di reti locali e di strutture di scambio tra i diversi
servizi (le scuole, i servizi comunali, i circoli sportivi e culturali, le
comunit, le forze di polizia, ecc.)
L'aggiornamento continuo dei servizi comunali a richieste ed esi-
genze in costante evoluzione.
La sensibilizzazione delle istituzioni comunali sulla diversit reli-
giosa e culturale
Il potenziamento dei servizi destinati a sostenere la costruzione
della resilienza nei bambini e nei giovani
La promozione della democrazia locale, della cittadinanza attiva e
del pensiero critico;
69
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Pratiche e strumenti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti
Pratiche
Progetto Second Wave, Vilvoorde (Belgio)
Nel 2013, la citt di Vilvoorde ha deciso di organizzare degli incontri
tra i giovani e le forze dellordine. Lobiettivo era quello di prevenire la
polarizzazione degli atteggiamenti della popolazione affrontando i
conflitti esistenti tra i due gruppi ed evitare che tali conflitti potessero
contribuire a favorire la radicalizzazione. I dibattiti miravano inoltre a
promuovere il pensiero critico dei partecipanti e a migliore i loro
rapporti.
70
Servizio di mediazione, LHospitalet de Llobregat (Spagna)
Nella citt di L'Hospitalet de Llobregat a partire dal 2006 sono diminu-
iti i conflitti giovanili sia in ambito scolastico sia, soprattutto, fra
bande. Il servizio di mediazione e la sua metodologia di intervento si
sono dimostrati efficaci per la gestione dei conflitti e la prevenzione del
coinvolgimento dei giovani in bande violente.
Strumenti
Bounce (Belgio)
Il progetto Bounce un programma di formazione basato sulla ricerca
che mira a potenziare la resilienza dei giovani nei confronti della radi-
calizzazione violenta. Si concentra sugli aspetti psicologici e fisici della
prevenzione precoce e fornisce strumenti per accrescere la consapevo-
lezza degli adolescenti e delle persone appartenenti alla loro cerchia
(genitori, docenti, operatori sociali, ecc.) Il programma e gli strumenti
di formazione sono attuati in 10 citt appartenenti a cinque Stati
membri dellUe.
http://www.bounce-resilience-tools.eu/en
71
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
72
Capitolo V
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Deradicalizzazione
e iniziative
di disimpegno
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
73
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
5. Deradicalizzazione
e iniziative di disimpegno
74
vento e il processo di deradicalizzazione, e da parte di chi? Come mo-
nitorato e valutato il processo?
Mentre altri paesi stanno sviluppando strategie nazionali/locali per
prevenire la radicalizzazione (si veda la sezione Pratiche e strumenti),
il Regno Unito stato preso come esempio per illustrare una strategia
nazionale che integra il livello locale in questa logica di intervento.
Altre buone prassi relative a interventi di deradicalizzazione sono pre-
sentate nella sezione Pratiche e strumenti.
28- La completa strategia di contrasto al terrorismo ha una componente che mira a prevenire
lestremismo violento, di cui il programma Channel costituisce un aspetto, si veda:
https://www.gov.uk/government/publications/counter-terrorism-strategy-contest
75
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Coinvolgimento
I fattori che determinano il coinvolgimento sono talvolta denominati
ganci psicologici. Comprendono le necessit, le propensioni, le moti-
vazioni e le influenze contestuali, e insieme tracciano la mappatura del
percorso di un individuo verso il terrorismo. Possono figurare in tale
elenco, che non affatto esauriente, i seguenti fattori: sentimenti di
rancore, insoddisfazione e ingiustizia, il sentimento di sentirsi minac-
ciato, il bisogno di affermare la propria identit, il bisogno di significato
e di appartenenza, il bisogno di status, un desiderio di emozioni e di
avventure, il bisogno di dominare e di controllare gli altri, la propen-
sione allindottrinamento, il desiderio di cambiamento politico o
morale, l'opportunismo, il coinvolgimento di un familiare o di un
coetaneo nellestremismo, lattraversamento di una fase di transizione
della propria vita, l'influenza o il controllo di un gruppo e la presenza di
gravi problemi di salute mentale.
Intenzione di nuocere
Non tutti coloro che sono coinvolti in un gruppo, una causa o unideo-
logia hanno il desiderio o lintenzione di nuocere. Per questo, tale di-
76
mensione della valutazione del rischio viene esaminata separatamente
dai fattori che determinano il coinvolgimento. I fattori di intenzionalit
evidenziano una forma mentis aperta alla possibilit della violenza, e
riguardano le azioni che il soggetto intende compiere nonch lo scopo
di tali azioni. Tali fattori possono comprendere: uneccessiva identifi-
cazione con un gruppo o unideologia, la logica del noi contro di loro,
la disumanizzazione di colui che percepito come nemico, atteggia-
menti che giustificano lillegalit, per raggiungere obiettivi illegali.
Capacit di nuocere
Parimenti, non tutti coloro che desiderano nuocere a nome di un
gruppo, una causa o unideologia sono capaci di farlo, considerando
che per la riuscita di un complotto spesso necessario possedere
capacit personali elevate, risorse e una rete di fiancheggiatori. La
capacit di nuocere di un individuo pertanto il criterio fondamentale
per valutare se una persona sia realmente una minaccia per la cittadi-
nanza. I fattori che identificano la capacit di nuocere comprendono la
rete di conoscenze del soggetto, le sue abilit e competenze, l'accesso a
reti, finanziamenti e strutture, la concreta capacit criminale.
Prima che un individuo possa essere ammesso a questo programma di
intervento, le forze di polizia esaminano la valutazione del rischio e
sono incaricate di determinare se il soggetto attivamente coinvolto in
una rete terroristica, se occorre aprire unindagine o se deve essere
perseguito penalmente per accuse legate al terrorismo. Se si constata
che attivamente coinvolto in una rete terroristica il soggetto dichia-
rato adatto alla sezione Prevenzione del programma Channel, uno dei
quattro pilastri della strategia britannica per il contrasto al terrorismo,
CONTEST. Invece, le persone gi perseguite per reati di terrorismo non
hanno i requisiti per essere ammesse al programma Prevent (Prevenire)
e rientrano quindi nel regime Pursue (Perseguire) della strategia.
Questa distinzione tra Prevent e Pursue essenziale in quanto istituisce
una netta separazione, la cosiddetta muraglia cinese tra la compo-
nente investigativa delle operazioni di contrasto al il terrorismo, che
implica la raccolta di informazioni e l'avvio di azioni penali contro i
colpevoli, dalla componente di prevenzione che favorisce la
deradicalizzazione.
77
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
78
mente a parteciparvi. Ogni soggetto assegnato al programma Prevent
incontra un funzionario del servizio pertinente della comunit, un fun-
zionario del servizio di reinserimento, un insegnante e ogni altra
persona che nel corso del programma venga ritenuta adatta.
Tali incontri tra la persona affidata al servizio e i relativi operatori si
svolgono in luoghi diversi, scelti in base alla loro efficacia ai fini dell'in-
tervento. Ovviamente, i colloqui iniziali provocano una serie di reazioni
disparate: alcuni soggetti hanno inizialmente un atteggiamento ostile,
altri mostrano preoccupazione e paura soprattutto perch sono coin-
volte le autorit, anche se generalmente le persone ottengono rassicu-
razioni al riguardo e acquistano fiducia.
La durata del programma varia a seconda dei casi, anche se nella
maggior parte di essi di sei-otto mesi, fino a un massimo di due anni.
Spesso accade che il caso sia stato segnalato per errore, pertanto il
processo si conclude poco dopo la valutazione iniziale.
Lintervento seguito nella sua totalit con la massima attenzione, il
che consente di apportare adeguamenti costanti alla valutazione
iniziale di vulnerabilit oltre che di valutare la validit degli interventi
di tutti gli operatori. Ogni caso riesaminato tre mesi dopo la sua con-
clusione, e ancora una volta sei mesi dopo. Questo aspetto fonda-
mentale poich consente di procedere a una verifica accurata sia
dellindividuo che del risultato dellintervento stesso. Il monitoraggio
accurato dellintervento in corso d'opera e dopo la conclusione del
programma permette ai funzionari coinvolti di riesaminare le decisioni
iniziali e l'evoluzione delle circostanze e dei cambiamenti di situazione,
nonch di decidere se proseguire con un ulteriore impegno. Spesso i
soggetti stringono solidi legami con il loro referente e mantengono
contatti informali per anni, dopo essere usciti dal programma.
79
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
80
atori della religione. Fra le critiche mosse a queste misure, oltre alle
perplessit di natura etica, vi sono anche quelle relative alla loro reale
efficacia o reale necessit tattica, nonch all'opportunit che a promu-
overle e finanziarle siano gli Stati.
Per quanto riguarda questultimo punto, in linea di principio gli inter-
venti non intendono influenzare le personali e legittime convinzioni
religiose e politiche di un individuo. Al contrario, il programma utilizza
un metodo neo-socratico, che mette in discussione sia i presuppos-
ti di base legati alle credenze religioselaffermazione dellautentic-
it religiosa, canonica o teologicasia quelli afferenti la sfera politica,
mediante un dibattito che si sforza di spingere lindividuo a ripensare
i propri atteggiamenti, le proprie credenze e i propri comportamenti.
V. Disimpegno
>>>>>>>>>>>>>>>>
Il disimpegno, tuttavia, non necessariamente ideologico. Il percorso che
pu portare al disimpegno comprende le seguenti forme di intervento, pur
senza limitarsi ad esse.
81
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Disimpegno psicologico
lapproccio utilizzato per certi interventi e consiste nel non cercare di
deradicalizzare e cambiare immediatamente la visione ideologica della
persona, ma piuttosto di rimuovere le cause della radicalizzazione, che
erano emotive. Rimosse tali cause, il soggetto viene gradualmente con-
vinto ad abbandonare l'intenzione di commettere azioni violente in nome
della causa e, infine, a riconsiderare ci le proprie motivazioni e il proprio
operato.
Tattiche diversive
In altri casi stato adottato un approccio di carattere indiretto e pi diver-
sivo, con il semplice obiettivo di reindirizzare la vita e gli interessi di quei
giovani che non sono profondamente coinvolti con un gruppo estremis-
ta n sono fortemente radicalizzati. Tale approccio pu rivelarsi efficace
quando il soggetto mostra unicamente una tendenza alla radicalizzazione.
Le iniziative miranti a sottrarre gli individui allestremismo senza focaliz-
zarsi in modo specifico sullideologia o sullobiettivo della deradicalizzazi-
one spesso sono condotte nellambito di attivit sportive o culturali.
VI. Raccomandazioni
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Lelaborazione di strategie e di tattiche richiede unanalisi comple-
ta di ogni area locale, compresa la determinazione dei fattori push
pull(di spinta e di attrazione) in ciascuna area, nonch lesame delle
minacce locali e delle vulnerabilit allinterno di una comunit.
Il coinvolgimento del maggior numero possibile di enti e istituzioni:
sono essenziali tutte le informazioni ottenute dal settore della sani-
t, della salute mentale, dai servizi per la giovent, dai servizi di as-
sistenza sociale e dalla polizia locale.
82
Lutilizzo di approcci diversi adattati alle esigenze specifiche degli in-
dividui con cui si lavora indispensabile per creare il servizio giusto
per le singole persone.
Una valutazione del lavoro svolto e dei presupposti su cui poggia, al
fine di correggere, se del caso, le ipotesi iniziali.
Il monitoraggio e la valutazione costituiscono un processo
costante e in continua evoluzione che richiede ricerche e sviluppo
costanti.
Una revisione e un orientamento esterno fornito dal mondo acca-
demico e da professionisti specializzati negli approcci alternativi alla
deradicalizzazione o nelle strategie di disimpegno possono costituire
fonti importanti ed estremamente valide per una revisione peer to
peer e per condividere le migliori prassi.
Pratiche e strumenti
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Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti:
Pratiche
Il modello della citt di Aarhus (Danimarca)
La citt di Aarhus ha elaborato nel 2007 una strategia per la preven-
zione della radicalizzazione, con un interesse particolare rivolto al
modo in cui i programmi di deradicalizzazione sono stati integrati in
tale strategia, soprattutto tramite interventi di accompagnamento
(mentoring). Questa strategia locale si basa su una forte cooperazione
tra i servizi nazionali e locali.
83
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Strumenti
Channel Vulnerability Assessment Framework (Regno Unito)
il quadro di valutazione utilizzato dal programma Channel del
governo britannico e si ispira allapproccio del servizio National
Offender Management Service (NOMS) per la valutazione dei rischi di
recidiva in attivit terroristiche.
https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attach-
ment_data/file/118187/vul-assessment.pdf
84
Counter Extremism Consultancy, Training, Research and Interven-
tion (CENTRI), (Regno Unito)
CENTRI fornisce soluzioni per il contrasto allestremismo basate su
fatti concreti, mediante un approccio specializzato in questioni
connesse con lIslam, la fede, lestremismo, la diversit culturale e
lintegrazione. Tali soluzioni comprendono attivit di deradicalizza-
zione, di formazione degli operatori e dei servizi di prima linea, di
ricerca e di consulenze sulle politiche.
http://www.centri.org.uk/CENTRI/Home.html
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
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Capitolo VI
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Controargomentazioni
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Prevenire e combattere la
radicalizzazione a livello locale
6. Contro-argomentazioni
29- Le linee guida presentate in questo capitolo sono ispirate a numerose campagne di contro-narrativa
condotte dallInstitute for Strategic Dialogue (ISD), e costituiscono la base dei Laboratori dellinnova-
zione dellISD, destinati ad aiutare a presentare tali campagne ai giovani, agli attivisti e alle ONG.
I Laboratori forniscono lopportunit di mettere in comunicazione voci attendibili di attivisti ed esperti di
numerosi settori chiave, quali la tecnologia, le comunicazioni e larte. Allo stesso modo, il ruolo dei
comuni quello di fungere da facilitatori, incoraggiando i collegamenti tra gli attivisti e gli esperti e
promuovendo nuove idee su come contrastare lestremismo violento e su come condurre campagne di
88 contro-narrativa.
I comuni possono fungere da facilitatori per stimolare la produzione di
campagne di contro-narrativa da parte delle ONG e sono sovente
meglio attrezzati degli enti e organismi nazionali, poich conoscono
bene le realt locali. Nel sostenere le campagne di contro-narrativa
condotte dalle ONG, i comuni dovrebbero continuare a semplificare e
rendere pi incisiva la loro comunicazione strategica sulla radicalizza-
zione, lestremismo violento o il terrorismo. Questo capitolo evidenzia
un certo numero di mezzi pratici grazie ai quali i comuni possono so-
stenere la produzione di contro-narrative.
Non esistono regole rigide per preparare una campagna, tuttavia
questa sezione descrive i seguenti aspetti: pianificazione e creazione di
una campagna, realizzazione di una campagna, sua diffusione e valu-
tazione. Tali processi possono essere sostenuti con il finanziamento e
la creazione di un pacchetto centralizzato di risorse, comprendente
guide regolarmente aggiornate sulluso delle nuove tecnologie che
possono incoraggiare tale attivit.
89
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Il pubblico destinatario
Il primo valido punto di avvio la comprensione del pubblico specifico
che si vuole raggiungere con la campagna.
Prima di avviare il processo di pianificazione di una campagna, impor-
tante definire se le contro-narrative dovranno essere adattate alle
persone a monte (cio se dovranno essere orientate alla prevenzione),
oppure a quelle a valle (prevedendo quindi un approccio pi incisivo
nei confronti di individui ritenuti pi estremisti). Tale riflessione aiuter
ad adattare i contenuti e l'intera campagna al pubblico destinatario,
condizionando la scelta del messaggio, del mezzo e del messaggero.
La comprensione di come agisce il pubblico selezionato, sia online che
offline, aiuter a capire chi sono i suoi componenti e come rivolgersi a
loro nel modo migliore. importante coinvolgere il pubblico, se possi-
bile, al momento dellelaborazione delle contro-narrative. I focus group
possono rappresentare un buon metodo al riguardo. Anche se lavorare
con focus group funziona unicamente per preparare una campagna "a
monte", cio di prevenzione, considerando che organizzare un focus
group con giovani estremisti non n sicuro n realmente fattibile. I
comuni sono meglio attrezzati dei governi nazionali per trasformare i
contesti locali e comprendere le specifiche esigenze locali, poich cono-
scono le dinamiche demografiche delle loro aree e possono facilitare i
collegamenti.
Il messaggio
Una volta definito il pubblico, importante riflettere sulla narrativa che
potr avere maggiore risonanza. questo il messaggio. A livello di base,
il messaggio dovrebbe permettere di dialogare con il pubblico, e non li-
mitarsi a parlare al pubblico. Ad esempio, creare un messaggio che dica
lestremismo cattivo semplicistico e per di pi non offre unalterna-
tiva positiva o una spiegazione ben motivata. Ci sono poche probabilit
che messaggi di questo tipo abbiano un impatto forte e duraturo. I
messaggi pi efficaci non sono una conferenza al pubblico, ma quelli che
dialogano con il pubblico e suscitano riflessione e forti reazioni emotive.
90
Il mezzo
Il mezzo da utilizzare dipende da come si presenter il messaggio (video,
immagine o testo). La scelta quasi illimitata, ma occorre tenere presenti
alcune considerazioni, quali le risorse, il budget della campagna e il
contenuto che ha pi probabilit di coinvolgere il pubblico destinatario.
Sar anche necessaria una buona conoscenza degli spazi e delle piatta-
forme online pi utilizzate dal pubblico destinatario, poich una con-
tro-narrativa non implica semplicemente la confutazione del discorso
estremista davanti al pubblico destinatario, ma anche la conoscenza
degli interessi che tale pubblico coltiva online.
Il messaggero
Esistono vari modi per dare risonanza al contenuto e coinvolgere il
pubblico destinatario nel dialogo. Per questo essenziale disporre di un
messaggero credibile per diffondere le contro-argomentazioni, per cui la
tappa successiva quella di determinare quale messaggero avr pi pro-
babilit di essere ascoltato dal pubblico, di essere considerato degno di
fiducia, e di avere la capacit di ispirarlo.
Molte contro-narrative utilizzano storie personali di ex fondamentalisti e
di persone sopravvissute al terrorismo. Il fatto di coinvolgere degli ex
estremisti, che ci sono stati, lo hanno fatto pu essere un buon metodo
per avvicinare un pubblico che gi radicalizzato o che sta esplorando i
contenuti estremisti online. Tali oratori sono i pi adatti per svelare le
realt indesiderabili della vita in un gruppo estremista. I sopravvissuti ad
atti di terrorismo e le loro famiglie possono fornire una testimonianza
commovente e convincente dellatroce impatto della violenza sulla vita
della gente e i loro racconti non possono che delegittimare gli atti estre-
misti violenti. I comuni possono migliorare limpegno e il lavoro con
messaggeri credibili, quali ex estremisti e vittime (compresi i loro fami-
liari) e facilitare gli scambi tra i messaggeri e le ONG locali.
91
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
92
III. Diffusione e valutazione
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Una campagna di contro-narrativa pu avvalersi gratuitamente di una
serie di strumenti per infondere interesse nel pubblico e aumentare il
numero di follower: si tratta della cosiddetta diffusione "organica".
Tuttavia, anche la pubblicit online, o la diffusione "a pagamento" pu
inizialmente dimostrarsi efficace per guadagnare follower ampliando in
maniera naturale il pubblico cui si rivolge la campagna. I comuni
possono apportare un valido contributo in termini di valutazione, impe-
gnandosi in ricerche su larga scala che permettano di valutare meglio i
risultati delle controargomentazioni e di divulgarli adeguatamente ai
messaggeri pi credibili.
Diffusione organica
La diffusione organica pu rappresentare un metodo efficace per
spingere il messaggio e il contenuto della campagna verso il pubblico
giusto. Tuttavia, essendo gratuita, richiede molto tempo. pertanto
utile che gli organizzatori della campagna esaminino quali sono le
persone o le organizzazioni influenti che potrebbe essere utile inclu-
dere in una strategia di diffusione organica. I comuni possono facilitare
fruttuose connessioni con le ONG. La possibilit di coinvolgere nella
campagna di contro-narrativa soggetti influenti che godono della
fiducia del pubblico o sono oggetto della sua ammirazione aiuter a
ottenere i follower iniziali, o almeno a diffondere la campagna fra un
pubblico pi vasto.
93
Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
94
Fortunatamente numerose ONG stanno ora creando contro-argomen-
tazioni e campagne di contrasto alle ideologie rivolgendosi a vaste
fasce della popolazione. Tuttavia, non sempre possibile valutare
l'impatto di queste campagne. Al fine di migliorarne i risultati, neces-
sario monitorare, verificare e valutare sempre le campagne di con-
tro-narrativa avvalendosi delle prassi gi esistenti.
Non sempre facile valutare il successo di una contro-narrativa, e pu
rivelarsi complesso capire se una campagna ha ottenuto leffetto desi-
derato o se ha raggiunto lobiettivo generale. Se tale obiettivo consiste
nellimpedire a dei giovani di recarsi in Siria sar difficile verificare og-
gettivamente i risultati. Sar invece pi facile valutare quegli obiettivi
pi limitati e maggiormente misurabili che contribuiscono al raggiun-
gimento dell'obiettivo generale. Per esempio, sar pi facilmente veri-
ficabile quali persone hanno reagito al contenuto delle contro-narrative,
se costituiscono l'obiettivo demografico previsto e in che modo stato
intavolato il dialogo con queste persone. Tali informazioni serviranno a
organizzare al meglio le campagne successive in termini di contenuti e
strategie.
pertanto fondamentale monitorare e valutare una campagna nel
miglior modo possibile, non solo durante il suo svolgimento, ma anche
dopo la sua conclusione. Dunque, la valutazione e la condivisione delle
informazioni emerse dalla campagna costituiscono un valido stru-
mento per migliorare la penetrazione dei contenuti delle contro-argo-
mentazioni. In tal senso, i comuni possono impegnarsi a comunicare i
risultati ai messaggeri pi credibili, compatibilmente con le proprie
esigenze operative.
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
96
VI. Raccomandazioni
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I comuni sono meglio attrezzati dei governi nazionali per trasformare
i propri territori e comprendere le specifiche esigenze delle ONG loca-
li che si sforzano di creare contro-narrative. Grazie alla loro maggior
sensibilizzazione rispetto alle problematiche sono in grado di incanal-
are adeguatamente le risorse e di promuovere le capacit locali.
I comuni possono perfezionare e migliorare il loro coinvolgimento con
messaggeri credibili, quali ex estremisti e persone sopravvissute ad at-
tacchi terroristici, e facilitare i rapporti tra tali messaggeri e le ONG locali.
Il ruolo di un comune pu consistere nel rafforzare le capacit delle per-
sone pi idonee a diffondere le contro-narrative e degli organizzatori delle
campagne, che spesso mancano delle abilit e delle competenze neces-
sarie per svolgere efficacemente tale lavoro al livello adeguato ; possono
inoltre mettere in comunicazione i gruppi impegnati in queste attivit.
I comuni potrebbero inoltre finanziare la creazione di un pacchetto
centralizzato di risorse, comprendente un aggiornamento regolare di
guide sulluso delle nuove tecnologie e sulle piattaforme social per
contrastare i messaggi estremisti.
Possono altres sostenere e agevolare gli sforzi della societ civile
per predisporre e attuare campagne di narrativa alternativa tramite
finanziamenti diretti e contributi in natura o semplificando le proce-
dure per il settore privato impegnato a favore delle reti di base della
societ civile.
Le autorit potrebbero offrire un contributo estremamente valido im-
pegnandosi in ricerche su larga scala per comprendere meglio leffi-
cacia delle contro-argomentazioni, nonch adoperarsi per diffondere
i risultati ai messaggeri pi credibili, compatibilmente con le proprie.
Proporre corsi di formazione alle ONG locali basati sui principi es-
posti in questo capitolo.30
30- Basato su Counter-Narrative Toolkit and Handbook, a cura dellInstitute of Strategic Dialogue in
2016, si veda T. Silverman e H. Tuck, The Counter Narrative Handbook, Institute for Strategic
Dialogue, 2016
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Pratiche e strumenti
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Visita www.efus.eu per consultare le risorse seguenti
Pratiche
EXIT USA (downstream)
EXIT USA realizza unattivit di approccio per aiutare le persone che
vogliono abbandonare i gruppi di estrema destra a cui hanno aderito.
Ha prodotto e condiviso sui social alcune serie di quattro video
ciascuna, e ha instaurato un dialogo approfondito e positivo con i suoi
gruppi target rispondendo spesso sui social e nei video ai commenti e
ai messaggi del pubblico. Come risultato della campagna un certo
numero di estremisti uscito allo scoperto per chiedere aiuto.
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Safeguarding Multi-Agency Approaches Reduces Terrorism
(SMART) (upstream)
Nel Derbyshire, Regno Unito, il corpo di polizia ha elaborato una serie
di video di contro-narrativa, in collaborazione con gli studenti dellUni-
versit di Derby. I video del progetto SMART sono stati approvati dal
Ministero dellInterno e sono stati messi a disposizione delle scuole in
tutto il Regno Unito. Si trovano su YouTube e mirano a mostrare i
rischi della radicalizzazione veicolando il messaggio che il terrorismo
non sempre una questione di fede o di religione. Inoltre illustrano i
comportamenti che docenti, genitori e coetanei dovrebbero individuare
come campanelli d'allarme.
Extreme Dialogue
La campagna Extreme Dialogue stata lanciata in Canada nel febbraio
2015 allo scopo di ridurre lattrattiva esercitata dalle narrative degli
estremisti sui giovani. Extreme Dialogue consiste in una serie di brevi
documentari accompagnati da un pacchetto di risorse pedagogiche per
uso delle classi o delle comunit. Con la collaborazione dei comuni,
questa campagna avrebbe potuto incoraggiare scuole e centri sociali ad
avvalersi delle sue risorse pedagogiche nello svolgimento delle proprie
attivit.
Strumenti
Counter-Narrative Toolkit
Il Counter-Narrative Toolkit (www.counternarratives.org) uno stru-
mento educativo che fornisce semplici guide esplicative delle fasi del
percorso che le organizzazioni devono intraprendere per realizzare
campagne di contro-narrativa. La prima guida, il toolkit, insegna agli
utenti le migliori prassi per pianificare una campagna, creare un buon
contenuto e promuovere le contro-narrative online per il pubblico
target.
Counter-Narrative How To Videos
What is a counter-narrative?: si tratta di un video che spiega che
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Prevenire e combattere la radicalizzazione a livello locale
Counter-Narrative Handbook
Si tratta di un manuale elaborato per aiutare chiunque cerchi di rispon-
dere in modo proattivo alla propaganda estremista mediante campagne
di contro-narrativa, ed studiato come una sorta di guida per princi-
pianti, ossia per coloro che hanno poca o nessuna esperienza di tali
campagne. Accompagna i lettori attraverso le fasi principali della crea-
zione, del lancio e della valutazione di una campagna di contro-narra-
tiva efficace. Il manuale completa gli insegnamenti contenuti nel
Toolkit.
http://www.strategicdialogue.org/wp-content/uploads/2016/06/
Counter-narrative-Handbook_1.pdf
100
Riferimenti bibliografici
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2005
Borum R. Radicalization into Violent Extremism II: A Review of
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Prevention, in Crime and Delinquency, July 1976 22, pp. 284-296
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Malthaner S., The Radical Milieu, Bielefeld: Institut fr
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Malthaner S. and Waldmann P.(Eds.), Radikale Milieus. Das soziale
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Verlag), 2012
101
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Silber M. D. e Bhatt A., Radicalization in the West: The Homegrown
Threat (New York: Police Department, City of New York, NYPD
Intelligence Division), 2007
Silverman T. e Tuck H., The Counter Narrative Handbook, Institute
for Strategic Dialogue, 2016
Vermeulen F. e Bovenkerk F, Engaging with Violent Islamic
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