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LA ZOOLOGIA L'ANATOMIA
l LA FISIOLOGIA
ARCHIVIO ^
PER
LA ZOOLOGIA L ANATOMIA
E LA FISIOLOGIA
1861
miME I
GENOVA
COI IIPI DEL R L de' SORDO-MUTI
<862
/^
irVDICE DEL VOLllflE PRIMO
FASCICOLO 1.
Mediterraneo 71
propria al
fasccolo II.
15H
specie d' acqua dolce del genere Cotlus) per L. leitteles. . . .
Lais nuovo genere di Acaridi della trib dei Ganiasidi .... m 'W
Anuanclia nuovo genere di Anollidi nel Mediterraneo .... 2\!')
Memoria di E. Oehl
nelle rane. 242
Sopra tre Chirunectes del Golfo
piccoli di Genova. Nola di
G. Ramorino 249
Sopra una nuova specie di Telraplurus. Nota di G. Canestrini
(con figure) 259
Ocypterae ilalicae. Comnicntarium XIX pr dipterologia italica di
L. Jl'ir ri' LKS : ber die Siissvvasser Arten der Fisch Gat-
tung Cotlus. (Sopra le specie d' acqua dolce
del genere Cottus) V^S
E. OeHI, : Sulle alterazioni e sul processo di rigenera-
zione dei nervi tagliati nelle l'ane ... 212
G. RaIMOUU'O Sopra tre piccoli Chironecles del Golfo di
Genova 249
c. RoM)ANI: Ocypterae italicae Commentarium XIX pr
dipterologia italica 208
Nota Xltl pr dipterologia italica. De gen(M-c
Proseva . > 278
I PLEIJRONETTIDI
DEL GOLFO DI GENOVA
MEMORIA
4. macrolepidolus.
5. Boscii.
Arclirio per la Zoologia
,
2 (, IIOVANNI CANESTRA I
% 1) rhomboides. 2. lutea.
3. maximns. 3. monochir?
4. aevis. 4. )) Kleinii.
5. oculata.
6. lascaris.
7. )) vulgaris.
T. Plagusia.
\. Plagusia lacleai^
ristiche :
Corpus oblongum.
3. Rhombus. Dentes maxillares et pharyngeales parvi, acuti.
Pinna dorsi ad apicem fere rostri incipiens
PLEURONETTIDI
riferire il rapporto fra tre parti di esso , cio : fra 1' altezza
della radice della coda (p) , l' altezza del corpo alla met
del tronco (m) e V altezza del corpo al principio del tronco
cio, immediatamente dietro la fine del capo {a).
pice del muso , o fra questo apice e gli occhi , oppure sopra
gli occhi.
'
-4 CJOVANNI CANESTRINI
l'LEURONETTIDI 5
uretrale.
Pleuronectes
f anale 4.
Khombus
I
Corpo coperto di squame .... 2.
SOLEA
l
Quattro macchie oculiformi nella met
posteriore ed una maggiore verso il
GIOVANNI CANESTRINI
Tav. I, Fig. 1.
P : m : a = 1 : 3 : 3- 4.
PLELRONETTIDI 9
piccol numero.
La linea laterale ha sul capo due rami principali ; l' uno
incomincia dietro l' angolo della bocca , scorre parallelo al mar-
gine inferiore e posteriore dell' occhio inferiore , dirigesi poi in
dalla linea retta, che conserva poi sino all' apice della caudale.
Tav. I. (*)
Fig. 1 ,
parte anteriore del pesce.
1 a, squama.
\ 6, dente delle mascelle ingrandito.
1 e , ossa faringee.
Bonaparte , Fn. it. Platessa passer.
(*) Per un errore del litografo nella prima tavola ed in due figure della
terza (Riombus maximits e rhomboides) il lato oculare comparisce alla
Tav. I, Fig. 2.
: 1 : 7-7 IO- 1
8- 9-
7- 7 9- 1
7- 2 9-
. 7- 1 9-
7-2 8- 6
7- 8 9- 2
7- 2 9- 2
7- 9-
7- 10-7
Taglio della bocca : lunghezza del corpo
,
PLEURONETTIDI 11
=:i : 9. 2 12-
9- 6 12- 6
9- 8 12- 6
9-7 12-
10- 3 42- 2
9-7 11- 6
9- 7 10-8
ventrali articolato.
Tav. I.
Tav. I, Fig. 3.
P : m : =z 1 : 3 : 3.
V. 6,C. 17.
La pinna a-
dorsale incomincia alla met dello spazio fra l'
lare , r una dietro all' altra e l' anteriore fornita d' un tubo
corto e largo.
in linea retta sino quasi all' apice della caudale. Essa assai
bianco latteo.
Tav. L
Tav. I, Fig. 4.
tissima carena.
corpo.
busti e rivolti un po' all' indentro. Essi sono collocati in fda sem-
plice ed aumentano grandemente di grandezza dall' indietro in
Tav. I.
Fig. 4 ,
parte anteriore all' animale.
4 a , squama.
4 b , squama della linea laterale.
4 e
^ j
ossa faringee.
linea retta sino all' apice della caudale. I tubi che costituiscono
pi raro di primavera.
Tav. II.
1 a, squama.
1 b, squama della linea laterale.
1 e , ossa faringee.
lare ,
1' anteriore prolungata in un tubo ben sviluppato.
metro long, dell' oibita. Quelle del lato oculare hanno il mar-
gine posteriore armato d' acuti denticini , mentre quelle del
articolato.
Tav. II.
Fig. 2 ,
parte anteriore del pesce in grandezza nat.
2 d, ossa faringee.
2 e, ovarii.
2 f, tubo digestivo.
Risso , 1. e. III. 246 , Hippogloss'iis Boscii. B. 7. non 4.
PLEUnONETTlDI 21
P : m : a = 1 : 4- 3 : 4- 2.
tamente cicloidi.
linea retta sino alla pinna caudale , sulla quale s' inoltra per
TLFAIRONETTIDI 23
Tav. Il
Fig. 3 ,
pesce in grandezza naturale.
3 il
ossa faringee.
3 e
^
3 /" , ovarii
ovarii.
sviluppato.
P : m : a = 1 : 4' 3 : 4.
raggi ed il colore ,
quasi intieramente al Rhombus podas , dal
ch si pu dire :
Tav. HI.
Fig. 2 ,
pesce in grandezza naturale.
P : m : a m 1 : 4* 6 : 4- 3.
lare ;
1' anteriore posta un po' sopra la" posteriore.
verno.
Tav. III.
Fig. i ,
parte anteriore del pesce.
1 a, ossa faringee.
Bloch , tav. XLIX. Pleuronectes maximiis.
Cuvier , Regn. anim. I. 570. Pleuronectes maximus.
Risso , 1. e. III. 250. Rhombtis maximus.
Bonaparie , Fn. it. 24 , IV. Rhombus maximus.
. ,
PLEURO!SETTIDI ^7
gior superiore.
P : m : a = 1 : 4 :
4' 1
fra la sua inserzione e 1' apice del muso un po' minore del
diametro longitudinale dell' occhio. Questo diametro stesso
bianco latteo.
PLRUnONETTIDI 29
Fig. 4 ,
parte anteriore del pesce.
4 h , ossa faringee.
pr aedita.
P : m : 1= 1 : 3- 8 ; 3- 0.
corpo.
chio inferiore ;
1' occhio superiore collocato un po' pi avanti
dell' inferiore.
r altra ;
1' anteriore prolungata in un tub molto lungo ,
verticali.
tre. La pinna caudale porta verso l' apice una larga fascia
Tav. III.
Fig. 3 ,
pesce in grandezza naturale.
Sa, squama.
3 b , squama della linea laterale.
3 e , ovarii.
3 d, ossa faringee.
Rtsso, 1. e. III. 255. Rhombus Mangila.
Bonaparle , Fn. it. 27. V., Solea Mangila. La figura mostra
erroneamente soli 4 raggi ventrali.
5, non 3.
Bonaparle, Gat. met. 50. MicrocMrus lingida.
,
5^ GIOVAMI CANESTRINI
P :m : a 1 : 3- 4 3- 5.
Tav. III.
4 a , squama.
4 b , squama della linea laterale.
4 e , ossa faringee.
o4 GIOVANNI CANESTUIM
B. 7, D. 80 91 ,
A. 64--70 ,
P. 8, V. 5, C. 19.
Altezza del corpo : sua lunghezza = : 1 : 3 A--3V2.
5 V;.
riore.
varie serie. Quelli delle ossa faringee sono corti, grossi, piut-
del lato oculare quanto quelle del lato cieco sono armate di
l' opercolo sino quasi all' apice della caudale. Essa consta di
L' ano apresi alla parte sinistra del corpo. Sul lato destro
Tav. III.
5 e , ossa faringee.
gi-ande.
Costa. Fn. nap. II. 42 , tav. XLVI. Solea Kleinii. Nella figura
PLEL'RONETTini 37
C. 17 [Costa 14).
cate presso la carena del dorso, due verso quella del ventre,
Tav. IV.
B. 7. D. 67 76, A. 54 59 , P. 10 -- 9, V. 5, C. 20.
Tav. IV.
I a, squama.
1 6. squama della linea laterale.
1 e, denti faringei.
PLEIRO NETTIDl 4-
B. 7. D. 80 84 , A. 07 73 ,
P. 8 , V. 5 ,
G. 20.
bocca.
Tav. IV.
2 b, squama.
2 e , squama della linea laterale.
2 d, ossa faringee.
Bloch, tav. XLV. Pleiironectes solea.
Risso , 1. e. III. 247. Solea vulgaris. Dice , che esiste una va-
riet di questa specie i cui individui sono traverss
Tav. IV , Fig. 3.
P : m : a =z : 2 : 2.
e sopra 1'
angolo della bocca e talmente ravvicinati fra di loro
che i loro due margini interni si toccano. Il diametro longi-
spazio antioculare.
chio inferiore , l' altra nella linea che passa fra i due occhi.
che tempo nell'alcool che una sola linea laterale, mentre sul
lato opposto sopra la linea di mezzo se ne scorge un' altra, che
all' angolo dell' opercolo si congiunge con quella.
L' ano apresi dal lato oculare.
Tav. IV.
Fig. 3 ,
pesce in grandezza naturale.
Sa, squama.
3 6. ossa faringee.
Bomparte , Fn. it. 27 , V. Plagnsia lactea. Nella figura che
ne d, la distanza fra gli occhi troppo grande , la
Costa , Fn. nap. II. 60. Tav. L. Nella figura la sinuosit del-
ed al genere Gephalacanthus.
avanti. La lunghezza d' ogni spina sta tre volte nella lun-
met due narici l' una sopra 1' altra. L' inferiore orbicolare
D. 9 8, A. 9, P. 8, V. 5, C. iO, R. b. 5?
Non posso rispondere di tutti questi numeri ,
perch in un
pesce cos piccolo come il nostro cosa molto difficile il con-
tare con precisione tanto i raggi delle pinne quanto i raggi
branchiosteghi.
genere Cephalacanthiis.
Io credo i due pesci descritti giovani del Daclyloptertis voli-
di esso. . . . . . .
:4V4. 1 : 5 2/3. 1 : 7 i/i-
CEPHALACANTIIUS 4-9
costanze :
litans.
50 GIOVANNI CANESTRINI
questione.
Linneo dice che viene dalle Indie , Cuv. Val. dal Surinam.
Se il Cephalacanthus altro non che un giovane Dactylopte-
rus orientalis , la sua patria coincider con quella di questo.
Tav. IV.
4 h , spina preopercolare.
(1) Queste differenze nella forma e nelle relazioni delle parti del corpo
tra pesci giovani ed adulti sono confermate dalle osservazioni di Giinther
sullo sviluppo del Lophius piscatorias. (Y. Bibliografia in questo fascicolo).
CEPHALACANTHUS Si
5 a ,
parte anteriore del corpo dal disotto.
5 b ,
parte anteriore del Dactylopterus voltans , veduta
dal disotto.
,
NOTE ZOOLOGICHE
FILIPPO DE-FILIPPI
\0V. NliLLA. UNIVERSIT DI TORINO
I.
Hypodectes
Tav. V.
intenso colore bruno sul bianco del fondo. L' interesse di que-
54 FILIPPO DE-FILIPPI
luppati ,
gli anteriori specialmente : quelli del primo paio di
Alla parte opposta del corpo veggonsi una piastra cornea fron-
sulla linea sternale , formata dal conlatto dei due epimeri delle
estremit anteriori ,
gli altri due ciascuno nel campo degli epi-
meri susseguenti (Fig. 1. a). Questi occhi non sono chiara-
NOTE ZOOLOGICHE 57
58 FILIPI'O DE-FILIPPI
sotto una tela di sua fattura come sotto una tenda militare ,'
Hypodectes nycticoracis
h, fascetti muscolari.
G , esofago.
(/. stomaco.
Aggiunta posteriore
NOTE ZOOLOGICHE 59
ricerca dei minuti parassiti negli animali che passano nel no-
stro laboratorio zoologico , ha trovato nell' ultimo de' suddetti
quattro individui di Ardea nycticorax , un altro piccolo am-
masso di acaridi , sotto la pelle della regione parotica. Io vi
mente alle altre due specie del Barbagianni e del Martin pesca-
tore ; se non che da queste si distingue subito per la presenza
di tre ocelli interni , come nelle altre due specie degli aironi.
h , senza ocelli . . ? ?
,
^0 FILIPPO DE-FILIPPI
. ( alcedinis.
b, senza ocelli. . <
( strtgts.
II.
Sul Pteroinaliuo
PARASSITO
Rettificazione.
(1) Annales des sciences naturelles, Sra^ srie tom. 15. iV. Annali delle
scienze naturali di Bologna, 1852.
,
,
NOTE ZOOLOGICHE 61
coli lobi che stanno un per lato alla sua base, corrispondono alle
mascelle. Col successivo sviluppo di questa larva , il labro si
ciiaro ,
omogeneo , e contiene quasi sempre alcuni piccoli cri-
trato di sviluppo ,
e , d , come nella fig. 6.
in.
teri generici del parassito di cui si tratta , e che potrebbe benissimo non
meritare affatto il nome di Pentastoma.
,,
NOTE ZOOLOGICHE 65
folti pori con orlo rilevato, ne' quali non ho tardato a rico-
resislenle ,
opaco ,
rollo poi dall' uovo stesso nel crescere di
dell' animale.
IV.
esiste nei due sessi , non nei soli maschi come ne' Xiphophorus ;
minimi, conici.
P. 14. V. 6. A. 7. D. 18.
Serie delie squame 34 -f
risponde all' ultimo raggio dell' anale ; tale carattere non di-
NOTK ZOOLOGICHE 7 I
V.
del primo paio che sono nudi. Questo primo paio ha i suoi
setole (otto copie per ogni articolo in questa specie) di cui tali
genere.
VI.
(1) Non sar questa probabilmente la sola eccezione. Nell'uovo delle Ca-
prelle , io ho veduto le prime fasi di un solcamento totale e perfettamente
simmetrico. L'occasione mi mancata per seguirne lo sviluppo ulteriore,
74 lILIPrO DE-FILIPPI
differenze si conciliano ,
quando si pensi che il naturalista ve-
NOTE ZOOLOGICHE 75
rygius Coccoi.
DI
OPHICEPHAI.DS
SENZA VENTRALI
OPHIGEPHALUS APUS
NOTA
DI GIOVANNI CANESTRINI
all' incirca la sesta parte della lunghezza del capo e l' occhio
dall' angolo dell' opercolo sino alla pinna codale , ma s' abbassa
un poco sotto la base che porta il 5, 6 e 7 raggio della
pinna dorsale.
Sulla faccia superiore del capo e pi chiaramente lungo il
di fascio oscure che per l' influenza dell' alcool sembrano essersi
Tav. IV.
Fig. 7 ,
pesce in grandezza naturale.
7 b , squama.
SVILUPPATA
NEL
tab. 36, fig. 118 (come sopra) Burm. Ilandb. 294, 3. Amyot
Rhynch. 160 , Pterotmetus al quale bench si possano
addattare le principali caratteristiche degli autori, ne diversi-
fica pel solo sviluppo della membrana emielitrale. Siccome
parmi che nessuno finora ne abbia parlato, credo far cosa non
inutile il darne cenno.
80 DOTI. 1'. M. FERRAIU
Uelonesox BELizANUS Kner , nov. gen. et sp. della famiglia dei Ciprino-
EcHENEis scuTATA Gijnther , nov. sp. Disco del capo contenuto volte 2 Ys
(1) Sotto questa rubrica noi daremo nei prossimi fascicoli una rivista di tutti
Mugli, Ann. and Mag. of. Nat. Hist. XLI, May 1861.
TniGLA ARMATA Kaup uov. sp. Lo spina sottile, rotonda ed acuta dell'o-
DI GEiNEUl E DI SPECIE 83
Patria: Sud-America.
coda sino alla pinna codale. Le ventrali arrivano sino alla se-
conda spina anale. Eteira: quattro spine anali. Chaetodnn: muso
prominente a foggia di proboscide. I denticini stanno ritti e vanno
sino all' angolo della bocca ed a volte s' inoltrano alquanto in
84 UIVISTA
trovasi nel mezzo della met inferiore del corpo. L' altezza del
AcANTHURUs Fuscus Slciud. nov. sp. Pinna dorsale con 7 spine , fra le
altitudine capitis 1 V2 %
^ n eius longitudine; oculis roliin-
DI GENERI E DI SPECIE 87
sinenle; denlibus inaxillaribus pluriseratis parvis , acutis , cui-
fusce cinctis ;
pectoralibus, venlralibus , anali pallide llavis, cau-
nente; maxilla inferiori plana ore clauso loto fere sub osse in-
Juli 1860.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
Bonn {\).
(1) Die Gatlung. Cornuspira eie. Troscliel Archiv. 1860. F. 1. pag. 287.
90 RIVISTA
Questa sostanza fluida riempie (.la principio i cos detti vacuoli de!
BIBLIOGRAFICA 91
possibilit che una sua parte sia in special modo contrattile; che
luire uno strato omogeneo , una specie di cera fluida che inviluppa
il corpo intiero; nel centro potr 1' indipendenza delle cellule per-
pljce, provvedono i limili dei tipi. Noi siamo ancora ben lungi dal
possedere una tale idea del tipo dei protozoi da poter dire; fin qui
e non pi oltre procede il differenziamento dei loro interni sistemi
organici. Che per questo differenziamento non oltrepassi un certo
basso limite, lo si pu discernere dall'analogia degli altri tipi.
essi v' hanno cellule che persistono realmente nel modo pi sopra
io penso che sia la sostanza molle centrale degli infusorii nella quale
della cellula cosliluliva de' tessuti, sia che si tratti dell'organismo in-
tiero di animali inferiori.
Noi abbiamo cosi esposte le principali idee del prof. Schuilze intorno
alla cellula animale, servendoci in massima parte delle sue proprie pa-
role. Esse proiettano veramente una luce nuova nel campo oscurissimo
dell' intima organizzazione animale ; e ci sembrano tanto pi fondate ,
epoca ,
perch sono piene di avvenire , e possono dare alla teoria cel-
che finisce per includerle. Cos questa parola forza vitale^ della quale
De Filippi-
Ora tutto messo in chiaro dalla bella monografia del prof Schultze.
Il pennacchio una vera produzione della spugna , non solo per
l'argomento d'analogia desunto (Jalla natura chimica dei fili, ma
eziandio per la struttura dei fili medesimi , che presentano il canale
centrale caratteristico delle spicule delle spugne. Nella massa spugnosa
De Filippi
Basilea (1).
BIBLIOGRAFICA 97
l'opinione generalmente ammessa che vi formino un tessuto paragona-
bile ad un corpo cavernoso erronea.
Gli spazi irabecolari contengono il tessuto ghiandolare proprio, for-
His chiama seno linfatico. Dall' una all' altra parete sono tese finissime
briglie connettive, formale per lo pi da cellule ramificate. I seni lin-
mente ne' seni linfatici, e tende cos dalla periferia verso Tombilico
della glandola; ma il suo impulso iniziale non basta per farla attra-
Df: Filippi.
Archivio per la Zoologia 7
98
Quesl' opera deve esser considerata come una delle pi importanti mo-
nografe anatomiche comparse nel! 'ultimo decennio. Ecco in brevi pa-
role di che si tratta.
l' estremit opposta. L' anatomia comparata (1) scioglie qui l'ostacolo che
farebbe la sua forma lobata, perch anche il filo terminale del midollo
spinale in alcuni pesci, per es. ne' barbj , finisce con un rigonfiamento
nell'ultima vertebra. Il lobo anteriore risulta di uno stroma di tessuto
(1) x\d ogni passo nelle scienze fisiologiche, base di tutto lo scibile medico, si
vede l'anatomia comparata spiegare e dilucidare la umana. Non si scuote per que-
sto la cecit volontaria degli empirici ignoranti che pure hanno il coraggio di fare
dibulo.
della sua scoperta alla patologia. Ha sede nella glandola cocclgea una
trofica della glandola cocclgea; il che egli dimostra coli' esame degli
De Filippi.
(1) L'Autore riferisce tra gli altri questo singolare caso. Una donna si lagnava
da gran tempo di un forte dolore all' estremit coccigea. li prof. Brait esplorando
la localit per determinar la sede precisa del dolore , dovette far maneggi con un
dito introdotto nell'ano ed un altro applicato all'esterno; ed in seguito di queslu
Con molta probabilit si trattava qui di una sublussazione della gianduia coccl-
posto.
situato alla base del ramo islesso; di un tronco nervoso che, sor-
famiglie.
De Filippi.
Nel num. XXXIX ( Marzo 1861 ) degli annals and magazine of naturai.
HisrouY , troviamo un imporlanle lavoro del doli. Alberto GOnther
inlorno allo slato giovane della Rana pescatrico (Lophius piscatorius)
del quale noi crediamo prezzo dell' opera il dare qui sotto una esalta
iradizione.
Ilist. nat. Poiss. XII, p. 575). " L'esemplare esaminalo ha due pol-
liei di lunghezza; il disco della sua testa soltanto un terzo della
erano state perdute , o sformate , sia prima , sia durante il suo sog-
giorno neir Alcool.
I due esemplari osservati da Diiben e Koren sulla costa occidentale
Akad. Handl. 1844, p. 63, tab. 3, fig. 1-3), specie la quale noi tro-
viamo adottata dal Prof. Nilsson nella sua opera ( Scandinavisk Fauna,
IV, Fisk p. 251).
I libri citati essendo scritti in Svedese e non facilmente accessi-
tanto una parte della pinna pettorale mentre 1' altra nascosta sotto
met (li quella della seconda , ossia V15 della lunghezza totale del
plare che in quello della figura, differenza forse dalla quale si distin-
guono i sessi.
zione di Diihen e Koren con uno schizzo fatto dal Dott. Rppel sul
Frankfort e che s gli uni che gli altri sieno giovani L. plscalorius.
renza nella forma generale. Nei pesci del Mediterraneo il primo rag-
gio comparativamente pi lungo che negli scandinavi, e termina
in due appendici compresse che forse sono soltanto una forma pi
sviluppata della protuberanza cilindrica del L. euryplerus. Quanto
sieno variabili la lunghezza e la forma delle pinne e delle loro appen-
dici anche in individui della stessa grandezza e della stessa et, pie-
tanto lunghe quanto 1' intero pesce. Diiben et Koren credono che la
esemplari chinesi non offrono molla differenza dai grandi), non pos-
siamo ammettere che questo fatto sia in contraddizione colla nostra
opinione, cio che il L. eiirtjplerus il giovane individuo di una
specie conosciuta; in primo luogo perch molte specie che sono rasso-
verse le une dalle altre nel primo stadio della loro vita ; in secndo
luogo perch non abbastanza provato che questi piccoli esemplari
chinesi sieno di un' et corrispondente a quelli d' Europa di egual
grandezza. Il Lophius setigerus pu essere una specie pi piccola che
il L. piscatornis j ed i pesci disseccali chinesi che ci vengono trasmessi
ghezza di sei.
Vi sono due distinte specie di Rana pescatrice nei mari d' Europa :
pinne corte non slata ammessa come una nuova specie da Valen-
forma della spina omerale, il numero dei suoi raggi (D. 12, A. 11 )
e r assenza del vero L. budegassa nei mari del Nord prova la sua
identit con il L. piscatorius : ci viene confermato dalla mia analisi
INDIVIDUI ADULTI
INDIVIDUI GIOVANI
Nota. Merita esser notalo ciie menlre gli individui giovani dei Lophiaspisca-
lorias hanno le pettorali relativamente pi lunghe che gli individui adulti, nel
Diamo qui sotto una traduzione dell' importante nota intorno ai caratteri
cerebrali dell' uomo e delta scimmia che il Prof. R. Owen dirigeva
ullimamenle affli editori degli annals and magazine of natlral history
n. XLII (Giugno 1861).
Signori ,
della quistione se 1' uomo sia o non sia, un discendente delle scimmie.
cervello del nero ed un' altra di quello del Chimpans. La fig. D.Tay. XX
una copia della fig. 4, Tav. 2, di Schroeder van der Kolk e Vrolik (2),
del cervello della scimmia con quello dell* uomo; salvoch nel Gorilla
(1) Queste figure si riferiscono a tre tavole che accompagnano la nota del
Prof. Owen.
(2) ce OiiUeedkundige nasparingea over de gedaanle en liei Maaksel der Hersoneu
van dell Cliimpans 5>. Nieuwc Verhandiingen der erste Klassc van liei Koningl.
Nedcrlandschc Instiluut, eie. Anisterd. 4.1
BIlLIOGHAFICA 1 09
rale il quale divida il lobo posteriore da quello cos detto lobo medio
nel cervello umano. Per rendere chiaro ci che io intendeva, quando
divenne specialmente necessario il farlo, io proposi una definizione
basata sopra la struttura interna e la posizione relativa , chiamando
lobo posteriore quello che copre la terza parte posteriore del cervel-
corno posteriore o cavit digitale, s' incurva all' indietro nella sostanza
anatomici olandesi delta pes liippocampi minoris) " collocala tra Y hip-
pocampus major e minor alla giunzione del corno posteriore col corno
discendente (p. 4G5). Quest' ultima parte indicata " als aanduiding
van den kleinen vogelklaaw {pes hippocampi minor). (Tav. 2, fig. 4)
Signori,
L' attenzione del pubblico essendo slata ultimamente rivolta alla te-
l' esimio ufficiale alle cui esplorazioni io ho ricorso qui sopra, che per
dal fondo del mare; ed egli slesso dice ( Voi. I, p. 251 ) che una volta
fece corretti scandagli in mille braccia e ne ricav fango molle nel
opera Sir John Ross dice pure (Voi. IT, p. 5): " quando Io scan-
daglio risali, una piccola stella di mare si trov attaccata alla corda
sotto il punto che segnava 800 braccia . Il mare era allora in per-
fetta calma e la corda presenlavasi perpendicolare. Animali di un pi
elevato grado di organizzazione ( come molluschi e crostacei ) furono
pure riportali da Sir John Ross dalla stessa spedizione e trovati a mi-
nori profondit nella baja di Baffin. Il dott. Wallich ignorava senza
dubbio che la sua pretesa scoperta era gi stala fatta pi di quaran-
"1 RIVISTA
1 1
r anni addietro. La relazione di Sir Joim Ross sul suo viaggio antartico
SalV esistenza della vita animale nelle grandi profondit del mare
per G. C. Wallich, M. D., F. L. S.
Signori ,
deve in ogni tempo attirare l' attenzione del mondo scientiiico. Noi ci
serviamo delle parole di quel Signore: " l'attenzione del pubblico es-
sendo stata rivolta alla telegrafa sottomarina, e specialmente verso le
che esistono tra i fatti sopra citali e le conseguenze che ne sono stale
dedotte.
BIBLIOGRAFICA 1 \ 7)
Il Sig. Je/Treys dico che '' durante la recente spedizione per esami-
nare la linea del telegrafo dell' atlantico setlenlrionale , fu trovato sol-
tanto un pezzo di legno (1) nel mare artico il quale mostrasse segni
di essere stato perforato da animali marini ^^', e che questo pezzo di
legno raccolto dal Fox, il 13 settembre 1860 sulla costa orientale della
Groenlandia, in lat. 60' 54' N., long. 41 58' O. , era stato sottomesso
dire che paragonando questi fatti colla relazione di Sir John Ross sul
trov che in molte delle grandi sonde, cos bene descritte da quel na-
dei fatti citali dal Sig. Jeffreys sopra i grandi scandagli, o telegrafia
oceanica, ed anche meno mi trovo in grado di stabilire una relazione
razionale tra questi fatti e le deduzioni che li seguono, e che da molto
(1) Il sig. Jeffrey-; s'inganna in questo punto. Alla pag. 28 delle mie note sulla
presenza della vita animale a grandi profondit, io dico che soltanto due volte,
durante la crociera sulla costa di Groenlandia, incontrammo pezzi d
legno. Ambedue erano di pino completamente rammolliti dalla lunga im-
mersione^ e non mostravano alcuna traccia di escrescenze epifiticlie , o
di animali parassiti, da cui si potesse ricavare indiizione sulla loro ori-
gine. Questa osservazione si riferiva soltanto alla natura particolare della corrente
artica in quella stagione; ma io non feci menzione dei frammenti di legno che
pi volte incontrai.
Molli dei legni che io raccolsi in quei canali erano pi o meno forati ; ma io non
potei scoprire nessuna relazione tra la quistione telegrafica e questi oggetti battuti
legno raccolto dal Fox non fosse cresciuto al fondo del mare.
Ardii vio per la Zoologia s
l
114 RIVISTA
e*se io nego 1' idoneit del rame ad essere impiegato come fasciatura
Sul finire dello scritto del sig. Jeff'reys troviamo che Sir John Ross
col suo scandaglio per le grandi profondit riesci a raccogliere ed a
(fino a 6 libbre per volta ) , e che una volta raccolse vermi a mille
sarei stato 1' ultima persona a competere colle scoperte di quel distinto
Comandante, pubblicando le mie osservazioni sulla vita animale alle
illustri scrittori le cui opinioni sono troppo bene conosciute per ren-
dere necessario il dimostrare che essi abbisognino di ricorrere ad evi-
denti falli prima di adottare una credenza, come fa il sig. Jeffreys,
render giustizia.
Io ho espressamente dichiaralo nelle note da me pubblicate che il mio
scopo principale nel dirigore i miei sforzi per rendermi utile alla spe-
puro fatto di trarre un animale dal fondo del mare, astrazione fatta
dall' esame dei fenomeni biologici che 1' accompagnano, troppo mec-
canico per ispirare maggior fiducia di quella che un giorno si accor-
der alla prima persona che osserv il gran serpcnle di mare, se mai
questo mostro dopo lutto quello che sfato dello pr e contro, giun-
il paio di Talegalla che vive nel i^iardino della societ zoologica, nella
lutto intento a ripulirsi le piume col becco, mentre le penne delle ali
erano ancora imprigionate entro al loro astuccio. Esso rimase nel cu-
mulo circa ventiquattro ore dopoch era uscito dal guscio; in questo
suo predecessore. Ambedue non si curarono per nulla 1' uno dell' altro,
voce, questa non pareva indizio di nessun rapporto tra di loro. Questi
giovani uccelli crebbero con si maravigliosa rapidit che in et di tre
vono uscir dal cumulo nel' ordine in cui vi sono stale deposte le ova,
non sappia vedere, oltre a questo, altri legami fra le grandi divisioni
dei vertebrati.
alto della classe degli uccelli (i papngalli), i giovani sono in parte al-
limentati dal fluido secreto nel!' esofago, mescolato col cibo ammollilo
Io credo di poter asserire che, fatta questa eccezione, tutti gli uc-
ciano cosi, perocch ogni rettile che mette gi uova le abbandona onde
si schiudano da se, e i loro piccoli, come nel Talegalla^ vengono fuori
mollo ben sviluppati , perfetti ed atti a cercare e trovare il loro
cibo senza 1' aiuto de' genitori. Perci io non posso fare a meno di
matita del sig. Sordelli e noi possiamo dire francamente che essa pu
5t 4-5-27).
II. Prodrome d'une Iconographie descriplive des Ophidiens et descriplion
^^
'^^5;^|*MAM^^^^^^^
Pleuronectes arnpglossus
J
Fig IV
Fi 111 Pleuronectes Orohmsnni Bp
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WdJ-JvM^iO-^^L^
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^
:a Zoologia Ai- Fi Tav- [V, Cane^lnm, Pleuronrttidi.Dac^lopterus e Ophicephalus. De Filippi.L^bisles nov.gen
- '1
'"^a^'f^'m,
( COiM 4 TAVOLE )
prima pinna dorsale , dei quali nel Gobius gnltatus ne trovai sei e
sette: ci pure del numero dei raggi nella seconda dorsale e nell'anale,
nonch del colore, come si vedr dalla descrizione del Gobius jozo
e di altre specie. sorprendente come anche la dentatura sia sog-
lazioni non hanno luogo solamente nei Gobi! , ma anche in altri pesci.
34 0.
U 1.
76 4.
6.
I H4 6.
( 154 6.
\ 254
Lunghezza totale del corpo Lunghezza del capo: hmg. tot. delcorpo
Millim. 52 1:3-1.
44
6.
47
6.
Trigla aspera Bp.
S2
7.
61
8.
107
8.
26
2.
Pagelliis erylhrnus 38
5.
C. V. 95
6.
121
9.
Bl).
,
le sue veci.
I nostri Gobii vivono lutti in vicinanza della spiaggia, isolali, non
cie od alghe. Un uso simile fanno anche i Blennii delle dette pinne
ma questi non solamente s'appoggiano su di esse, ma se ne servono
anche per camminare sul fondo dell' acqua , ajutandosi in questo cam-
mino coi movimenli laterali del tronco. Stando su queste pinne come
su due piedi essi camminano non solamente in avanti , ma ogni qual-
tenne in un acquario).
II cibo dei Gobii misto; essi si nutrono di piante e di pic-
Sassi nei nostro golfo non osserv che tre specie di Gobii: Gobius
capilo C. V. , Gobius jozo L. e Gobius aphya Sassi. ( Saggi sopra i
marmoralus Riss.
n minutus Penn.
- eloganlus nov. sp.
) a/6s Parn.
^>
pusillus nov. sp.
(*) La linea sopra il numero dei raggi significa clic 1' ultimo raggio doppio
0470 1 M
Sq. 2-' ^' ^- ^
sono maggiori degli altri , assai acuti ed all' apice rivolli all' inden-
tro. Dall' avanti all' indietro essi diminuiscono di grandezza e gli ul-
denti faringei ;
gli uni , esterni e medii , sono finissimi ;
gli altri
L' altezza della prima dorsale contenuta circa due volte nell' al-
tezza del tronco che le sta sotto ; i raggi della seconda dorsale sono
126 GIOVANNI CANESTRINI
del capo. I raggi superiori delle pinne pettorali sono in gran parte
privi di membrana.
Non scorges alcuna linea laterale; esiste bens nella linea media del
in proposilo.
1 godi del golfo di GENOVA 127
Millim. 42 . 10 . . . 2 . . . 1:50
125 . 30 . . . 6 . . . 1:5-3
155 . 37. . . 7 . . . 1:5-0
178 . 42 . . . 7 . . . 1 : G
187 . 4(> . . . 7 . . . 1 : G
3
225 . 58. . . 9 . . . 1:6-4
Se si prendono in considerazione solamente i caralleri esterni , il
collocato nella linea mediana del ventre, possedendo una vescica na-
tatoia e degli ovari accessori. Se il capilo e guUalus siano due spe-
cie ben distinte, io non so; fatto si che in tutti i nostri individui
capilo. Per ci che risguarda la vescica natatoria essa non cos pic-
Altezza della radice della coda : lunghezza del capo =:1:27^ 27^
Spazio anlioculare .lunghezza del capo == 1:4
Diametro dell' occhio : " ^i ^ i : 4
Lunghezza delle ventrali : lunghezza tot. del corpo = 1 : G Vv 7
Lunghezza delle pettorali : ^
=l:4)/ g y^
Lunghezza della codale : n =1:5 5 y^.
I.
Il
D. G, II.
Sq. ^ Vn
R. b. 5.
ascende con
, V. Va, P. 17, e. 17 oltre 8 piccoli.
poi meno rapidamente sino alla prima dorsale. La fessura della bocca
arriva sino sotto al margine anteriore degli occhi; lo spazio fra l'a-
pice del muso e la punta posteriore della mascella superiore con-
tenuto 2 7$ ^ ^olte nella lunghezza del capo. Lo spazio Inter-
r inferiore collocata circa nella met dello spazio che corre fra il
margine anteriore dell' occhio e 1' apice del muso , la superiore col-
locala un poco pi all' indietro.
MASCHIO vis.wt]ni!x\
raggio pi alto
Il Il raggio pi alto
Lunghezza totale contenuto Lunghezza totale contenuto
del corpo nella lungh. tolalc del corpo nella lunghezza
del corpo volte del corpo volte
la prima pinna dorsale e gli occhi sono molto minori delle altre. La
loro forma pentagona ed i lati posteriori sono armati di finissimi
denlicini.
Non scorgesi alcuna linea laterale. Sul capo \edonsi dei grandi pori;
oculare.
stono due altre, che per essere interrotte compariscono a volte in nu-
variet :
e codale.
Gobius nebulosus.
Lacepde, Hist. nat. II. 122 Le Gobie jozo.
Cuvier et Valenciennes, llist. nat. desPoiss. XII, 26, Gobius jozo. La descri-
zione poco esatta. Essi credono che il G. longiradiatus Riss.
sia la femmina del jozo. Lo credo piuttosto una variet. Alcuni
miei esemplari concordano quasi intieramente colla descrizione
data da Risso del longiradialus. D' altronde abbiamo veduto,
che r altezza della prima dorsale va soggetta a troppe va-
Kessler, Reise in die Krym, 71, Gobius jozo. Esso descrive una varietas
pontica, che nel nostro golfo assai comune e della quale d la
seguente frase: occhi assai grandi, divisi solamente per uno spazio
assai stretto; i 4 raggi medii della prima dorsale pi o meno
prolungali in fili; opercolo inlieramenle nudo; squame disu-
guali, verso la coda sempre pi grandi. Corpo bruno-chiaro,
con macchie grandi brune-oscure lungo la linea laterale ; le
Tav. XI, A, Fig. 1.; scheletro dei Golnus jozo con qualche clcUaglio.
uj Mascella inferiore veduta eslernamonle, 1. osso (iontnlo, 2. osso
articolare; bj osso dentale veduto internamente, 5. incavo per l'inser-
zione dell'osso articolare; cj osso articolare col prolungamento 4.;
dj 0. palato, 6. trasverso, 7. jugale, 8. temporale e temporale; /^jugale;
cresta occipitale assai piccola e s' eleva appena sopra il livello del
questa mascella, dove si unisce colla serie dell'altro lato. Sulla nuca
torali non sono che 3 in parte privi della loro membrana e prolungati
in 9 10 filetti.
faccia inferiore della mascella inferiore vedonsi tre macchie gialle e due
sulla met inferiore delle guancie. L'angolo della bocca giallo, la
Tav. X.
Il profilo dei capo poco inclinato; gli occhi sono grandi, non per-
iamo essi sono conlenuli (nel nostro esemplare) quattro volte nella
I denti mascellari della prima fila sono maggiori degli altri, tuttavia
non molto robusti, appuntati e rivolli all' indietro. I denti faringei sono
rivolli in avanti.
Vedonsi delle squame nella met superiore dell' opercolo e delle guancie.
I raggi pi alti della seconda pinna dorsale sono conlenuli quasi olio
volte nella lunghezza totale del corpo. Solamente pochi raggi delle pet-
Sotto agli occhi vedonsi delle lineette di punti neri , sei verticnli e
due orizzontali. L' una delle orizzontali una continuazione della se-
conda verticale, l'altra prende origine presso alla quinta verticale. Ve-
Tav. X.
{
2 e. I
6 piccoli.
Sq. circa R. b. 0.
Il prollo del capo assai piano. La distanza fra 1' apice del muso
e la punta posteriore della mascella superiore contenuta 2 Va volte
150 GIOVANNI CANESTRIM
met dello spazio che trovasi fra il margine anteriore dell' occhio e
sono di due qualit; quelli delle file esterne sono finissimi e collocati
fittamente gli uni presso agli altri ; quelli della fila interna all'incontro
pccole delle altre squame del corpo. Esse sono di forma esagona e
superiori delle peltorali hanno pi che due terzi della loro lunghezza
sottile ed alla in modo che congiunge quasi gli apici delle due spine.
I GOBII DEL GOLFO DI GENOVA 157
Il corpo di colore bruno oscuro sul dorso, pi chiaro sul venire. Vedonsi
sul tronco delle macchie inlensamenle nere. La prima pinna dorsale mostra
delle nebulosit ed orlala di colore giallo-arancio. La seconda dorsale
Tav. vii.
Gobius geniporns G. Y.
tudini capitis =1:4. //. D. i/il- A. ^/Tt T2. Genae punctis parvis
fuscis obsitae ; in medio trunci nonnullae maculae nigrne.
Sq. circa ^ R. b. 5.
muso.
Gli occhi occupano la seconda quarta parte della lunghezza del capo;
essi sono vicendevolmente separati da uno spazio piccolissimo.
I denti mascellari sono sottilissimi; quelli della prima fila maggiori
degli altri e curvali all' indentro.
solamente coli' aiuto di una lente. Le squame della nuca sono molto
minori di quelle che coprono le altre parti del corpo.
Iato cinque grossi pori, fra i quali i due inferiori sono maggiori
degli altri. Lo spazio inleroculare porta due altri pori ben distinti,
vansi delle serie di punti oscuri. Sulle guancie e sulla base delle pettorali
Tav. IX.
della prima fila sono molto maggiori degli altri, appuntali e curvali
all' indentro. Le ossa faringee sono assai ravvicinate vicendevolmente
in modo da formare un triangolo; i loro denli sono fini, relativamente
formano una rete su tulle le parti del tronco. Vedonsi di questi punti
neri anche sul capo e sulle pinne. Sulle guancie scorgonsi oltre a
fine della seconda dorsale. La base della codale fornita di una fascia
57 millim.
Cuvier et Valenciennes, I. e. 55. Gobius qiiadrimaciilatus.
Tav. Vin.
i a, individuo giovane.
1 b, capo veduto dal disopra.
\ d,) . . ,
. .
alla prima pinna dorsale. Il tronco dall' avanti all' indietro diminuisce
mediocremente lunghi.
II colore del corpo uh bruno pi meno oscuro, qualche volta
Tav. VII.
Sq. '' - l\ R. b. 4.
Il profilo del capo forma una curva assai regolare; innanzi agli
Tulle le pinne sono assai appuntale. L' altezza delia prima pinna
dorsale varia secondo V eia. In individui adulti il suo primo raggio
arriva di sovente sino a due terzi delia seconda pinna dorsale ed
in lunghezza la terza parte della lunghezza totale del corpo. Nei
maschi e nelle femmine non adulti il raggio pi lungo della prima
dorsale il terzo. I raggi pm lunghi della seconda dorsale sono gli
ultimi, che generalmente si estendono d'un bel tratto oltre alla base
della pinna cedale. Tanto la lunghezza della prima pinna dorsale che
della seconda indipendente dal sesso, giacch trovai in femmine ed
in maschi il primo raggio della prima dorsale assai sviluppato. La
pinna anale incomincia un po' pi in addietro che la seconda dorsale
ed offre riguardo alla sua lunghezza le medesime proporzioni che
questa. La codale, quando chiusa, finisce in una punta acutissima.
sono assai discosti gli uni dagli altri, lunghi, sottili ed alquanto
curvati all'indentro. Quelli delle file interne sono finissimi, piccoli,
all' indietro, una parallela alle due delle guancie scorgesi sull'opercolo.
Tav. Vili.
Il profilo del capo assai piano e non ascende che appena visibil-
di altezza ; il secondo poco meno allo del tronco che gli sta sotto.
neri. Sul tronco vedonsi alcune fasciette nere trasversali , ed alla base
della codale una macchia intensamente nera. Fra 1' occhio e il margine
della mascella superiore v' una fascia nera, e sulla faccia inferiore
cole macchiette, trovanti sul vertice e sulla nuca, che perci sembrano
marmorati. Le dorsali , la codale , ed in parte le pettorali portano delle
Risso.
che possiede sulla parte anteriore del dorso e per la maggior lunghezza
delle pinne ventrali.
in questa specie maggiore che in quasi tulle le altre, del colore assai
Tavola IX.
1 d, squama.
,
Sq. e. i^ R. b. 5.
Il profilo del capo quasi piano; solamente innanzi agli occhi esso
discende un pochino.
Il taglio della bocca obliquo e non arriva del tutto sotto alla
riore della mascella superiore contenuta all' incirca tre volte nella
sono collocate innanzi alla met del margine anteriore degli occhi e
all' indietro. I denti delle altre file sono minutissimi. Nelle ossa faringee
i denti della fila posteriore sono assai pi grandi degli altri.
piccole spine.
L' altezza del secondo raggio, presa due volte, arriva dall'apice del
muso sino alla base della pinna pettorale. Il primo raggio della seconda
punti neri sulla nuca e sul vertice. Dal margine anteriore dell' occhio
Tav. IX.
agli occhi verso l'apice del muso. Il taglio della bocca obliquo,
mela della distanza fra il margine anteriore dell' orbila e 1' apice del
mediocremente s\iluppato.
I demi mascellari sono collocali in varie serie, sottili e mediocre-
mente lunghi; quelli della serie anteriore sono maggiori degli altri,
appuntali e ricurvi all' indentro. Nelle ossa faringee i denti delle file
alla base della pinna pettorale. Nella seconda^ pinna dorsale i raggi
cedale, sulla quale esistono delle linee bianche. Sulle dorsali vedonsi
delle serie di punti bianchi e sulla prima dorsale fra il 5 e 6 raggio
scorgesi una macchia nera. La met della base della cedale ornata
di una macchietta nera, non per assai intensa e che facilmente nel-
di queste due pinne sono pi lunghi dei prinji; per il differente co-
lore del corpo ed i numeri differenti dei raggi delle pinne. La nostra
specie pure affine al Gobiiis minutus Penn., ma il corpo di questo
privo di fascie e la sua lunghezza minore.
152 GIOVANNI CANESTRINI
Tav. Vili.
Sq. 1ZL1! R, b. 5.
Il taglio della bocca assai obliquo; la mascella superiore si estende
seconda pinna dorsale sono tanto alti quanto il tronco che collocalo
sotto ad essi.
in varie serie e tanto piccoli che non vedonsi che con una buona lente.
Le squame sono assai caduche, sottili e formate di un grande numeio
di linee concentriche. Non scorgesi traccia di linea laterale. La papilla
genitale assai piccola e conica.
Vedonsi dei punlicini neri lungo le labbra e sul capo, come pure
lungo la base delle pinne dorsali, anale e codale. La pinna codale
ovarii per, zeppi di uova ben sviluppate, pro\ano che essi non sona
giovani.
Tav. Vili.
nelle file posteriori. I denti faringei sono ancora pi piccoli dei ma-
scellari, collocati in varie file e di forma conica ottusa. Quelli della
privi.
II colore del corpo un giallo d' oro lurido con punticini neri sul
capo, sul tronco ed alla base delle pinne dorsali ed anale. In mezzo
della base della pinna cedale scorgcs una grande macchia nera, che
assai intensa e conservasi per lungo tempo nell' alcool.
sono per adulti, giacch in alcuni scorgonsi delle uova ben sviluppate,
Tav. Vili.
Tav. VII.
Tav. Vili.
Tav. IX.
Tav. X.
Tav. XI, A.
VS L. II. JEITTELES
D ri F I S e H - G ATTUN G C T T IJ S
des Herrn Profcssors Dt\ Rudolph Kiier wurde ich in dcn Sland gesclzl
das reiche Malerial der Wiener Samnilungon und fasi die ganze
einschlagige Lilcialur in ausgcdehnlesler Woise zu diesem Zwecke
beniilzcn zu konncn. Ich clarf nielli unlerlassen don gcnannlen Ilcrrcn
und ganz bcsonders auch Hei-rn Direklor Dr. Liidicig Redlenbacher
dafiir meincn warmsten Dank auszudiikkcn.
loh eriaube mir nun die Rcsullale dieser SUidicn hierniil vorzulcgcn.
lia(lc) von don ini SiissMasscr lebentltMi gcnerisch tremile, wie mii-
sclieincn Avill , niil volleni Rechle, da in der Thal cine sdir grosse
Verscliicdenlicil in der Korperbcscliaflenlieit uiuJ hesondcrs in der
Kopfbildung zwisclien heiden Gruppen herrsclil. Er vereinigle die
lleckel balle schon iin Jabre 1837 (in den Annalen des Wiener
Museums der Nalurgescbicble, Il Band), zu den zwei bis dabin
bekannten Siissicasse^- Av[en fCotlus gobio Lin. fiir Europa niid C.
als cbaraklcristisd fiir die Gegenden siidlich von den Alnen auf.
A Tosi f liicrcu.
4. Zwei Sliick poeclopus aus Tesclien (das belreffende Glas isl bezeichnet
10. Ein Glas mit mebr als 20 Individuen von C. gobio aus Erdweiss
(1845).
\, Ein C. microslotnus lleckel aus Krukau (1845).
14. Ein ferrugineus aus Serbien (bezeicbnel als C. gobio Lin. 1839,
nur iim ehva vier Wochen friiiier gefangenen, frcilich viel kleineren
Individuen aus dem Sleinbach in der Zips einen schnialen und stark
zugespitzien Kopf mil ausserordenllich kleinem Munde besi(zen. Nach
Kopf-und 3Iund-BiIdung muss man diese Steiubacher Kaulkpfc unbedingt
fi'ir C. microslomus Ileck. erkliiren; die bis zum Afier reich<Miden,
vor, dass man zwei verschiedene Arlen vor sich zu haben glauben
konnte. Bei zwci Individuen (von bezichungsweise 105 und 88 Milli-
meler Tolallngc) isl der Kopf gprade so breit als lang (27.""" und
25."'"') Uiid die Mundspalle reicht fasi bis unter die Mitte der Augen;
bei eiiem drilten Exemplar von ebenfalls 88.""" Gesammllnge betragl
die Kopflange gleichfalls 23.""" die Kopfbreile aber nur 19 Va 20."""
und die Mundspalle erreicht nur don Beginn der Regenbogenhaul der
Augen, wahrend cin vierles Individuum von 82.""" Tolallange einen
22."'"' langen uk] nur 18.""" J)reilen Kopf hai mil su kleinem Mund,
COTTLS-ARTEN DES SUSSWASSERS I Go
ICVi""" langen und nur J2V2'""' breiten Kopf iind ein gleiclifalls
2). Die Enlferming der beiden Aiujen von einander bclragl in der
Regel einen Augen-Dnrchmesser. Bei zwei Exemplat'en \on C. ferniginens
aus Mailand fand ich dicse Enlfernung aber weit grsser, niinilich
der Kopflange oder auch geriuger (3J.""" und 30.""" belragcn die
Kopfiangen ,
je 5/""' die Augendurchmesser).
Iiaiifig ein zweiter vici klcinerer Slachel, der aber, wie Heckel seibst
sagl, gewhiich melir dem Gefiihl als dem Gesicht sich kundgiebt,
bisweileii aber auch gar nielli vorhanden ist. Einen drillen , noch
kleiiieren Slachel, wie Girard einen solchen bei sener Ari meridionalis
4). Nach Girard kommen bei eingcn Americauern ^C. jraaV/s Heckel
dann C. Wlsonii, Bairdii, und meridionalis Girard) im Jugendznstand
fin their immature siale J zahnarlige Raiihigkeilen fleeth-like asperiliesj
am Gaumeii vor.
An europaischen Individuen ist Aehniiches bis jelzl nicht beobachlel
worden und auch mir ist es nicht gelungen, elwas der Ari aufzufnden.
Mehrere Exemplare der Wiener Sammlung zeigcn ZAvar auffallende
Ilaut), die Unlersuchung mil der Pincelte erwies aber keine Rauhigkeil
der Rnochen. Doch scheinl dieses Merkmal jedenfalls schwer aufzufnden
zu sein , da Heckel bei der Beschreibung des C. gracilis dieser
konnte ich nur mit Muhe eine Spur der erwhnlen Rauhigkeiten finden.
Es isl indess nicht unwahrscheinlich, dass sich auch in Europa an jungen
Wilsonii Gir. und des europaischen C. gobio Linn. bilden, wie sich
aus deni Folgenden noch ergebon wird, In dem Augenblick, wo man
auch an unserni gobio solche zahniihliche Ilervorragungen nachwcisl
isl die Frage entschieden, ob C. gobio Linn. in Nordamerika wirklicii
erhalten und selbst gefangen halle (1), ein Exemplar gefunden habc,
welches drei oder vier Zahne auf jcdem Gaumenknocher) , ahniich den
Vomer-Zahnen, aufvvoist, Avahrend bei alien iibrigenj Exemplarcn diese
Knochen vllig zahnios waren u (a specimen, which shows tliree or
tour leelh on each of the palatine bones, similar lo Ihc leclh on Ihe
Flossen, Nur bei den mitllei'en Strahien der Caudale isl sie Regel.
Dass auch bei C. poecilopns lleck. eine solche Theilung vorkommen
species vcry abundant. I have since taken these fsh at different scarons
Ein Exemplar aus fllailand (82,""" lang) bai rccbls und links jc einen
Slralil getheill (darunler ein Individuum von 93 und eines von 82.'""'
Toliillaiige), ein Exemplar 190."'"' lang batte nur eintn Stralli, ein
(2 deullich, undeullich).
Seibsl die Bauchflossen Jiommen mil gegubellen Slrahlen vor, und
zwar nielli bloss bei C. affinis ans Scandinavien, sondern bei mitlel-
europaischen Kaulkpfen, die Ileckel seibsl als C. gobio bezeichnel
hai. Von vier Individuen dieser Art aus Neufcbte! baben drei an
bciden Vcnlralen je einen Slrahl oder gar zvvei sehr deullich und
lief gespallcn.
G). Die Ldnge (= Ilohe) der Flossen ist (die Venlralen ausgenommen)
ausserordenllich voranderlich und daher von keinem Werth als
ge;inger als jene der zvveilen, unterliegt aber seibsl einer grossen
Veranderlichkeil. Dasselbe ist der Fall mit der Anale, die bei Individuen
derselben Ari bald biler bald niedriger isl. Ebenso vernderlich ist
die I.iinge der Pectoralen. Bei C. gobio atis Bolzon (Tolallange 103."'"')
COTTUS-ARTKN DES sOsSWASSKRS 107
reicht die Spilze der liruslflossen ziuuck bis zum 2. Slrahl dcr
2. Dorsale, bei C. gobio aiis Heimamisladl (Langc der Exemplars 133.'"'")
bis iinter den driiten Slrahl der 2. Dorsale. Bei ciiiem Exemplar von
Pecloral-Spilze mir bis zum Beginn der 2. Dorsale, bei einem ZMeilen
Exemplar ebendaher (Tolallaiige ebenfalls =z 84.""") reicht sic fusi bis
zum vierteii Strahl. Die Liingo der Briislflossen isl seibst links iind
rechls haufg ganz verschieden. So reicht die Spitze der Peclorale bei
rechls bis zum drilten, links nur bis zum zweilen Slrahl der zweilen
wahrend die linke nichl einmal bis zum Beginn dcr 2. Rickenflosse
sich crslreckl. Die Bruslflo^^se eines 108."'"' langen ferrugineus aus
Mailand reicht links bis vor den 2. Strahl der 2. Dorsale, rechls bis
hinler Acv'5. Slrahl derselben; bei einem zweilen ferrugineus ebendaher
erslretkt sich die Ausdehnung der Peclorale rechls bis zum zweilen,
links bis vor den erslen Slrahl der zweilen Riickenflossc,
Voi specifischem Werth ist aber die fast gar nicht veraderliche
Lcinge der Baucliflossen. Alle euroitischen Collus-Arten aus den
vcrscliiedenslen Gegenden haben kiirze Venlralen, deren Sjitze von
der Anal-OcIFuung noch um die Halfle ihrer Lange enlfernl isl, so
dass der freie Raiim zwischen der Venlral -Spilze und deni Anus ein
Driliel der Enlfernung von der Basis der Brusiflossen bis zum After
betriigl. Nur bei puecilopus sind die Venlralen lang und reichen bis
zum Anus. Bei letzlerer Art ist ferner der letzle Stralli der Bauch-
Uossen Constant um ein Driliel oder Viertel kurzer als der zweile
(der erste Weichstrahl), whrend bei C. gobio in Heckel's Sinne,
bei C. microstomus und ferrugineus der zweile und letzle Strahl
slets nahezu gleich lang sind. Das isl also auch ein sehr gulcs
Uiilerscheidungsmerkmal,
1()S L. II. JI-ITTELF.S
7). Was die (jegenseiigc Lage der Flosscn bclrilTt, so sind die
bclween ihe (irsi an second dorsals ) gefunden habe. Eines der von
Bollon in Cambridge an Ayres geschickien Exemplare des englischen
C. gobio (aus dem Avon in der Nhe von Balh) zeige '^ no inlerval
belween Ihe fins n. Uebrigens zerreisst ofl die Verbindungshaul und
dann kann man die beiden Dorsalen fiir gelrennl haltcn. Doch kommen
ja auch bei Fisch-Arlen anderer Familien, \vo sich zwei Rikkenflossen
^o^fillden, diese bald vllig gelrennl, bald vereinigt vor, so z. B. bei
senkreclit unler dem Beginn der 1. Dorsale. Der Ursprungsorl der Anale
in Beziehung auf die ziveile Riickenflosse scheinl aber zienlich Constant
zi sein. Bei alien von mir unlersuclilen europiiischen CoUus-Arlcn
eiilspringt die Anale unler dem 3. Slrahl der 2. Dorsale (das isl die
Ri-gel) oder elwas vor oder hinter demselben, so dass die grssle
gleich der Enlfernung von zwei oder hchslens drei Slrahlen der 2.
Dorsale ist. Weilcr zuriirk als bis unler den 4. Stralli der 2. Dorsale
,
Individuen von Neufchtel nicht mebr (5 baben 12, eines 11) und
ein ferrngineus aus 3Iailand (82. lang) hat nur 10 Analstrahien (2).
aus Mailand nur zehn Strablen in den Pekloralen, wahrend zwei andere
ebendaher beiderseits 14 und ein vierter von derselben Lokalilt
(1) Die grssere oder kleinere Kriimmung der Basis der Pectoralen und
die Entfernnng des untern Endes dieser Basis von der Ursprungsstelle der
Ventralen sind so veranderliche und dabei in so gcringem Grade deutlich
untersclieidbare Merkmale, dass es unbegreiflich ist, wie sie Girard als
(2) Der letzte Strahl der Anale ist haufig so slark gespallcn , dass man
ihn als einen doppelten anschen kann. Ich habe ilin aber immer nur als
rechts 14, linfts 13. Ganzlich verschieden von alien andern europaischen
9). Ein wahres Art-Merkmal isl ferner die deutliche Bnderung der
Bauchflossen die nur bei poecilopus Heckel vorkomml. So genau ich
auch zahlreiche Kaulkopf-Arlen unlersuchl habe, ich konnte nirgends
auch nur cine Spur von desen bei poecilopus nie fohlenden deutlichen
Querbander bilden.
Mil dieser Bnderung der Bauchflossen ist immer cine auffallende
des Afiers als gerade in der 3Ii[le zwischen der Schnauzenspilze iind
der Spitze der Schwnzflosse angegeben wird, so muss das als ein
il). Die Hhe ani Schwanz (oder des SchwanzstielsJ ist durchaus
von keiiiem Werlhe fiir Species-Unterscheidungen. Sie ist sclir
einem Exemplar von 105.""* Totallnge gegen 7.""" hoch und bei
einem 77.""' langen Individuum belrgt scine Hhe nicht ganz 5.""').
macht sie ^ und bei einem aus Serbien ^ aus (G8."''" Totallnge,
Schwanzhhe 4."*"').
Dagegen ist die Hbe des Schwanzstiels bei microstomns oft viel
aufhrt, whrend bei C. gracilis aus New-York hinter dem Ende der
Knorpel-Rhrchen doch noch eine ^ich herabbiegende und dann bis
.
zur Caudale forlselzende feine Purch siclitbar isl. Eine solehe nach
dem Ende der Knorpel-Rhren erscheinende Purch findel sch ibrigens
auch bei C. poecilopus aus Teschen und Ober-Ungarn im Cabinet und
bei meinen Zipser poecilopiis-Exem\ihren aus dem Steinbach , wobei
die Herabbiegung der vertieften Linie in der Regel auch ganz so
wie bei C. gracilis wahrzunehmen ist. Eine wenig deulliche und
iheilweise in einer sich herabbiegenden Poren-Purche endigende
Seilcnlinie zeigen auch einige Exempiare \'on C. gobio aus Erdweiss,
obwohl andere Individuen yon daher eine volikommene linea lateralis
und bei ferrugineus aus Xegar und Mailand, sowie bei C. gobio aus
Neufchlel. (Es scheint also fasi, als ob diese Unlerbrechung der
Seilenlinie auch fi'ir C. poecilopus Heck charaklerislisch wre).
Beirachten wir nun nach den jelzl als Constant oder veranderlich
aufgestelllen Merkmaien (diese Aufstellung ist das Resultai genauer Un-
lersuchungen an mehr als 80 Individuen) die bekannten (Susswasser -)
Arlen der Gallung Cothis in der alten und neuen Welt, so koniraen
2. Ebenso ist C. ferrugineus Heck. nur eine Abarl von Gobio ^ da die
Kopf-und 3lundbildung \on ferrugineus ebenso wie seine Schwazhhe
sehr veriinderlich ist ; die Liinge oder Kiirze der Plossen und die
3. C. poecilopus Heck. ist eine gute Art, da nur bei dieser Species
und amerikanischen Arlen. WohI aber isl die geringcre Anzahl der
Weichslrahlen (5) in den Venlralen bei einigeu amerikanischen Arlen
als ein charaklerislisches Unlerscheidungsmerkmal zu belrachten.
5. C. gobio scheint auch in Amerika \orzukommen , indem Girard's
C. Wilsonii wohl nichls als Limi's gobio isl. C. Alvordii Gir. und
C. meridionalis Gir. sind wieder nur als Varieltilen von C. Wilsonii
anzusehen.
6. C.cognatus Richardson ist wohl cine selbslndige Species, weil bel
keinem Europaer der Ursprung der Anale in Beziehung auf den Beginn
der 2. Dorsale so weit nach riickwarts geschoben ist. Bei C. cognalus
beginnt namlich die Aflerflosse unler deni 6. Slrahl der zweiten Riicken-
flosse.
C. gobio kommt also in der alien und neuen Weil vor. Europa eigen-
thiimlich isl C. poecilopus Heck; whrend C. cognalus, C. Richardsoniiy
C. gracilis , C. viscosus und C. Fabricii bloss in Nordamerika zu flnden
sind. Es ist iibrigens mglich , dass auch cognalus und Richardsonii
sich spaler mit gobio yereinigen lassen, sowie vielleicht viscosus und
Franklinii mit gracilis. Sehr merkwrdig in Beziehung auf geografische
Verbreitung ist das Factum, dass kein (Siisswasser -) Collus siidiich
Art. Bleeker fiihrl keine Ari aus dem indischen Archipelagus an, bei
und est ist auch seilher nichts ber ein solches Vorkommen bekannt
gewordcn. Ileckel erwahnt in seincn Vcrzeichnissen der Fische Sy-
174 L. II. JEITTELES
C. Wilsonii Girard und C. gobio L. wirkiich idenliscb sind , was jelzt bloss
SeilcnUnien vor. So sagl Girard von seinem C. Bairdii: The luterai Une
is conspicuoics front head lo tail ; und selbst bei C. Wilsonii scheint
sowohi nach der Abbildung als nach der Beschreibung von Girard die Seilenlinie
Ober-Ungarn, Schlesien.
Nordamerika.
b). Die Spilze der Pectoralen geht nur bis zum Beginn der 2.
Grnland.
IVaclitrag.
Idi balle diese Arbeit scbon gcschlossen. als ich durch die. beson-
dere Gefalligkeit des Ilerrn Schablik, herzoglich Koburg'schen Eisen-
werks-Verwallers in Pohorella im Gmorer Comilat, cine Sendung
von Fischen aiis don Bchen des Ronigsbcrgcs in Ober-Ungarn erhiell.
erhiell ich durch die gutige Vermilllung des Herrn Prof. Caneslrini
einen Cottus aus der Umgebiing von Genua.
ganz so wie bei den Exeniplaren von Hmor. Beiden andern fiinf Indi-
viduen lassi sich diese nach dem Aufhoren der Knorpelrhren erschei-
Strahlen.
Was den Cotliis aus Genua betrifft, so ist er die Varietat ferrugi-
neus Heck. D. S (6?) 16. A. 12. P. 14. Die ersle Dorsale ist von
der zweiten durch einen 5" betragenden Zwischenraum getrennt. Die
Ventraien (1/4) kurz und uni 7^ ihrer Lnge von der Anal-Oeffnung
entfernt, ungebiindert (aber mit ein paar unregelmassigen dunkien
Flecken). Seitenlinie vllig ausgebildet. Schwanzstiel hoch. Farbe braun.
Mit freiem Auge ist von Schuppen keine Spur wahrzunehmen. Unter
der Lupe aber zeigen sich an mehreren Stellen (besonders am Bauch)
schuppenhnliche rande Flecken , die an die Schuppen bei Loia vul-
garis erinnern. Fine etwa 50 malige Vergrosserung durch das Mikro-
skop zeigt aber wieder nichts mehr von diesen Pseudo-Schuppen; nur
hie und da scheinen die Zwischenrume zwischen den Pigmentpunkten
etwas diinner zu sein. Vielleicht erhalte ich spaier Gelegenheit, cine
nhere Untersuchung dieser Erscheinung zugleich mit Notizeu iiber
RELATIVE ALLE TAV. V E VI DEL 1." ED ALLE TAV. V E VI DEL 2." FASCICOLO
PER
succinto le mie idee riguardo alla circoscrizione dei generi dei Tiflo-
a coloro che pel loro studio facessero uso dell' opera suddetta.
Bench la Monografia completa dei Tiflopidi debba essere pubbli-
cala allora soltanto che saranno comparse, nella Iconographie , le ta-
sloma che unite a quelle gi date nelle tav. V e VI del 1." fasci-
ci) Pubblicata ne! 1." fascicolo Mi' Archiv filr Nalurgeschichle 1861.
,
Onde riescire nel mio intento, giover pertanto che io faccia prece-
dere al breve sunto che dar dei caratteri specifici delle Stenostome ,
miglia devia alquanto dal consueto degli erpetologi che finora si oc-
e di cui faccio uso per tulli gli altri serpenti (5). Da ci ne venne
la confusione che talora s' incontra nelle descrizioni , non potendosi
istituire un preciso confronto fra gli scudetti cefalici propri dei Ti-
(3) Sebbene io abbia in massima adottata la terminologia usata dai sigg. Du-
mril e Bibron nella loro Erpetologie generale, tuttavia introdussi talora qual-
che modificazione , cos per es. restrinsi il senso dato agli scudetti lemporali ,
accettando per tali soltanto quelli che , posti dietro all' occhio ed ai posloculari
non sorpassano l'angolo della bocca.
180 G. JAN
tanto del serpente come d' ogni dettaglio caratteristico , riesce impos-
sibile il riconoscere varie specie, indicate dagli autori, anche col
scono uno dei migliori criterii per la distinzione dei generi e delle
specie come gi notai nel mio Pian et Prodrome des Ophidiens , trovo
dei Tiflopidi.
Le squame del corpo dei Tiflopidi sono affatto uguali fra loro sul
(1) Schlegel ed altri erpetologi, indicando le serie longitudinali sul corpo, non
contano le squame della serie mediana inferiore considerandole come addominali, seb-
bene in nulla differiscano dalle altre serie ,
per cui il numero delle medesime , in
tal modo contale, riesce dispari. Per es. il Typhlops relicutalics Barn, et Bibr.
di s(|uame.
NOTE SULLA FAMIGLIA DEI TIFLOPIDI 181
della parie inferiore della testa , non offre alcun carattere distin-
tre file longitudinali in tutte le specie dei generi dei Tiflopidi, ad ec-
sono disposte sopra una serie diritta trasversale, ma sono alternanti ".
che io nominer per brevit d' espressione serie cefaliche, verranno di-
stinte )i serie mediana, e serie laterali; queste ultime sono simme-
triche ed uguali fra loro; giover qualche volta notare se la 1." o la
teri pi essenziali, tanto pei generi come pure per le specie, e sic-
disposizione degli scudelli laterali della lesta (per es. Typhlops Pi^eissi
(1) Nelle specie finora da me esaminate, le squame del vertice nella serie
esso non va oltre la narice stessa ; in altre specie , come nel Typhlops
braminiis e nel gi citato T. disparilis (Tav. VI , f. 7 /") , invece rag-
Dietro al nasale sta uno scudetto la cui forma offre talvolta dei
che viene dopo il nasale e precede 1' occhio pu indicarsi col nome
di preoculare {scutellum praeocularc) , e ad esso tien dietro lo scu-
detto nella cui parte superiore trovasi 1' occhio e che chiamo oculare
{scutellum oculare).
Gli scudetti laterali della lesta considerati nel tipo dei Tiflopidi sono
r oculare ed i labiali.
di sotto della testa, distinguendosi poi fra loro per avere gli Ophihat-
,
lato, non devono a mio credere esserne disgiunte, perci che il ca-
s' osservano vari passaggi fra 1' una e 1' altra forma.
Nel genere Stenostoma si distingue pure una specie che presenta
il muso assai protratto ed St. macrorhynchum (fase. I , tav. V e
VI. f. i2).
(1) Ho coslaiUemente osservalo. sui colubri vivi, allorch son vicini a cambiar
la pelle , che 1' occhio si appanna e cos rimane circa due settimane , durante le
quali r animale non prende cibo alcuno e se ne sta tranquillo ; e 1' occhio si fa
poi nuovamente trasparente qualche giorno prima che il serpe abbandoni la vec-
chia spoglia. Ora nei Tiflopidi l'occhio ricoperto da uno scudetto molto pii
grande di esso (oculare), per cui non si scorge che per trasparenza; accade quindi
talvolta , nella stessa specie , che 1' occhio sia visibile , oppure non lo sia dipen-
dendo ci dalle condizioni in cui trovasi 1' epidermide.
,,,
184 G. JAN
hanno una sola assai grande in forma di scudetto), ponno offrire talora
con tutte le gradazioni e di rado s'osserva una diversa tinta. Gli individui
della stessa specie variano per talora nel colorito , come il Typhlops
reticulatiis , che offre tutti 1 passaggi dall' olivaceo chiaro al bruno
oscuro e superiormente perfino al nero pi intenso. Caratteristica
talvolta la distribuzione delle due tinte che si vedono sopra ogni sin-
gola squama , da cui risultano non di rado delle linee longitudinali
la parte inferiore del corpo , ha una tinta pi chiara che non la su-
periore , in alcune specie per identica sopra e sotto. Del resto
cosa assai malagevole l'indicare il colore dei serpenti che non si sono
veduti vivi e che spesso per una lunga dimora nell'alcool hanno in
vita. Meno poche eccezioni , non devesi attribuire al colore dei ser-
penti , anche di quelli che si sono veduti vivi , una speciale impor-
tanza nelle descrizioni , poich variano spesso nella medesima specie
si possono levare le parti ossee della testa dei serpenti senza intac-
care menomamente la loro epidermide, ma nei Tiflopidi, a motivo
tilezza del sig. dolt. Cornalia, aggiunto alla direzione del Museo
Civico. Spero che questo limitalo numero potr essere aumentato
forse anche prima che siano pubblicale Julte le lavolo relative ai
NOTE SULLA FAMIGLIA DEI TIFLOPIDI 185
ferenza dei crani! e del numero dei denti di due specie di Slenostoma.
Mentre mancano affatto alle specie di questo genere i denti sull' osso
della mascella superiore , se ne contano tre per ogni Iato nella ma-
scella Inferiore nella St. albifrons (loc. cit. fi A, /, m) e quallro
nella Si. dimidalum (loc. cit. f. 4 k^ /, m).
avere dei veri scudetti sopra la testa, due grandi labiali, il nasale
che forma in parte I' orlo della bocca , due scudetti sul secondo la-
biale, uno piccolo ed uno assai grande, e l'oculare collocato all' in-
alcune suddivisioni che sono indicate ucW Index des Pianches (Vedi la
Typhl. mirus (f. 7) ove poggia sul 5." labiale uno scudetto , so-
f. 8 e 9), le cui specie hanno solo tre labiali e mancano del prco-
c II la re. ^
terali della testa disposti in un modo ancora pi semplice che non gli
culare che tocca pure il medesimo nella maggior parte delle specie
(il solo St. bilinealum ^ ch'io sappia manca di questo carattere); tutte
hanno 14 serie di squame differenti nella forma da quelle degli altri
in gran parte dalla folidosi stessa della testa e possono quindi essere
facile confronto colle altre specie , indicando poi di mano in mano per
ciascuna di esse le deviazioni dal tipo slesso. Nel far ci seguir sempre
alla coda, notando per es. quante volle la larghezza delia lesta sta
pi largo nel punto , circa all' altezza delle narici , ove si svolge per
passare alla parte superiore della lesta ; le squame della serie cefalica
laterale.
chela maggior parie degli individui hanno sulla fronte, Inllavia qneslo
oarallerc e quello d' avere 1' apice della coda e la regione anale bianchi,
non sono per nulla costami. Infatti queste macchie bianche mancano
della coda limitata alla sola squama terminale ^aculeo) della mede-
sima. In questi slessi esemplari (di cui uno figurato nel II fascicolo
lav. V f. -I*) s' osserva altres una differente disposizione nel colorito
delle squame del corpo, come indicata nella tav. V, f. 1* n (da
confrontarsi con quella del tipo tav. VI, f. l n).
.5. Stenostoma signafum mihi (fase. II, tav. V e VI, f. 5). Il ro-
dell' occhio.
;j, Stetostoma dulcc (Rena duleis Baird et Girard: Calai, ol' Noilh
Amor. Ileptiles pag. 142) (fase. Il-, lav. V e VI , f. 5). Il rostrale
quasi ugualmente largo, tanto alla base, quanto alla met; la prima
squama di ciascuna delle tre serie cefaliche assai piccola e stanno
aggruppale sul vertice della testa ; la seconda e terza delle serie late-
sua superiore.
cefalica mediana e due nelle laterali affatto simili fra loro poco distinte
dalle rimanenti del corpo cui eguagliano nella forma e nella grandezza.
Il primo labiale assai piccolo e breve. Il solco non prolungasi oltre
la narice.
sce dal tipo nella folidosi della testa principalmente pel rostrale arro-
tondalo all'apice ove passa sul vertice della testa; le prime due squame
della serie cefalica di mezzo sono uguali fra loro ed un po' pi pic-
che i due nasali e la prima squama cefalica della serie mediana, come
nel tipo , e si distingue poi dal medesimo per le squame della serie
cefalica mediana quasi uguali fra loro e poco distinte da quelle che sono
sul corpo ; la prima squama delle serie laterali quasi uguale in gran-
la prima squama d'ogiuina delle Ire serie cefaliche; come anche per
r oculare che pi basso e termina in allo con un angolo mollo pi
[Cutodon).
Dum. et Bibr. Erpt. gn. voi. VI, pag. 318) (fase. I, tav. V e VI, f. 15).
assai protratto che d alla testa una forma piti aguzza che non ab-
biano tutte le altre specie finora a me note. Devia pUre dal tipo per
il primo labiale che brevissimo: la coda molto lunga, circa cin-
que sei volte la larghezza della testa , coniandosi perfino oG squame
nelle serie sotlocaudali.
avere tre labiali , di cui i primi due sono quasi uguali fra loro.
'5. Slenostoma bicolor Schleg. ined. (fase. I, tav. V, f. 10). Dill'e-
risce dal tipo per la forma particolare del rostrale che alquanto
allargato ove tocca i solchi delle narici e per la prima squama delia
serie cefalica mediana eguale in grandezza alla prima di ciascuna delle
coda piuttosto breve ess(^ndo lunga solo due volte la larghezza della
lesta.
stretto invece verso la met ; le tre squame d' ognuna delle serie
quarta non differisce dalle rimanenti del corpo. Il solco del nasale
Bibr. Erpl. gn. voi. VI, pag. 551 , (fase. II, tav. V e VI, f. 12). Que-
sta particolarissima specie si distingue per i labiali in numero di
quattro, dei quali il secondo ed il quarto sono i pi alti, per l' ocu-
lare che non raggiunge l' orlo della bocca , impedito dalla presenza
del terzo labiale ; e pel solco delle narici , che sorpassa le medesime
portandosi assai in alto prima di toccare il rostrale.
192 G. JAN
numero di specie mi sono note dell' America , ove per sono sparse
assai inegualmente, cos che il solo St. dalce proviene dal nord^
mentre dal sud: St. albifrons coWe sue variet, Goudoti , dimidiatum,
macrolepis e dalle Anlille una sola specie che St. bilincatum (1).
p. 472) vien ripetuta la medesima notizia : Celle espce n'a encore t trou-
ve que dans l'ile de Sumatra. Eppure fuor di dubbio che la slessa spe-
Novara , ne prese uno vivo nei contorni di Rio Janeiro. La mia supposizione
s' avvalora poi maggiormeiUe per 1' osservazione che un' altra specie , affinissima
a quella poc'anzi nominata, tale da parere a prima vista una mera variet della
medesima, cio il Lycognalhus variegattis Dum. et Bibr. Dfpsas variegata
Schleg MSS - proviene essa pure da Surinam. Ambedue queste specie offrono
un segno caratteristico negli infralabiali , che non ho ravvisalo in niun' altra spe-
cie degli Olidi ; dietro allo scudetto mentale i primi due o tre labiali di ogni lato
nare i pochi rettili che a quell' epoca si conservavano nel Museo Civico
di Milano affidato alla mia direzione. Bentosto m' accorsi della somma
difficolt di determinare con esattezza le specie degli Ofidi secondo le
Nell'anno 1857, pubblicai nei Cenni sul Museo Civico (pag. d5-55)
il catologo dei Rettili ed Antbi in esso conservati : il numero delle
specie di Oidi ivi registrate di 586. Questo numero and poi sem-
pre aumentando per mezzo di nuove compere e doni collo scambio dei
duplicali disponibili per modo che la nostra raccolta dei serpenti attual-
musei , feci poi figurare nel!' intima persuasione che solo per mezzo di
per quanto era possibile i tipi stessi delle specie descritte dagli autori;
riconoscenza.
In primo luogo devo nominare i sigg. prof, ed amministratori del
Museo di Parigi^ M. C. ed Agost. Dumril ^
padre e figlio, che
hanno avuto si gran parte al mio lavoro pel loro attivo incoraggia-
derate. Infatti ebbi in varie riprese non solo i tipi delle nuove specie
da loro descritte , sia nell' Erpetologie generale , sia in altie opere
ma anche tutte quelle gi prima note sulle quali aveva qualche dub-
i
,
sigg. prof. Van der Hoeveii e Schlegel; questo tracciando una nuova
via che si dovr percorrere per ordinare scientificamente le cognizioni
sui serpenti ha dato il pi polente impulso al progresso della Ofiolo-
gia; da esso ricevetti non solo le specie da lui descritte, ma anche
altre inedite ed i tipi di varie specie nominate da Boie. Comunicazioni
che furono per me tanto pi preziose in quanto che le opere dei sullo^
Con grato animo devo protestare, che se mai il mio lavoro sar
Dal prof. Berthold ebbi le specie da esso pubblicate ed altre del Mu-
seo di Gltingen. Il prof De Siebold^ mi sped la numerosa raccolta degli
Ofidi del Museo di Monaco nella quale trovansi i tipi delle specie no-
minate e descritte da Wagler ; inoltre mi vennero dal medesimo favoriti
Dal prof. Krauss ebbi le desiderale specie del Museo di Stuttgart fra cui
molte dell'Africa occidentale ; dal prof. Grube tutte quelle indicale nel
Gravenhorst.
Dalla Smithsoniam Instilulion ricevetti esemplari originali di 'quasi
nel suo genere, non solo raro, ma piuttosto unico nel mondo.
Il prof. Pppg^ mi comunic le specie richieste del Museo di Lipsia
fra le quali molle da lui stesso raccolte nell' America meridionale.
Non poche specie assai importanti ebbi dal prof. Troschel apparte-
nenti al Museo di Bonn e dal dott. Rppel quelle scelte del Catalogo
del Museo di Francoforle da esso pubblicato, non che molte specie
della Nuo\a Olanda. Il prof. DeFilippi^ mi comunic alcune sue spe-
cie no\e e tutto ci che desiderai della raccolta di Torino. Lo slesso
dicasi del prof. Bianconi di Bologna , che mi trasmise anche varie
ebbi dal prof. Balsamo Crivelli altre specie della raccolta di Pavia ;
zione lutti gli Ofidi da esso ivi raccolti e che depose poi nel sud-
detto Museo.
Dal dott. P. Schmidt ricevetti i tipi delle specie descritte dal me-
desimo e dal dolt. Fischer^ ed altre da me desiderate del Museo di
mi invi pure per l' ispezione quelle che desiderai del Museo di Darm-
stadt. Dal prof. Leydig mi vennero spedili i serpenti della raccolta di
prof. Rapp.
Il doli, ffaiipt m'invi quelle del Museo di Bamberg; il prof. Se ^3
ed II prof Arti. Escher mi trasmisero gli Olidi del Museo di Zurigo;
il prof. Merian mi spedi pure un bel numero di specie raccolte alla
Costo, d' Oro appartenenti al Museo di Basilea. Per mezzo del dolt.
del Mus("0 di Berna e dal preside del Museo nazionale di Pesti sig,
cui comunicazione debbo alla dilezione del sig. prof. Paolo Savi.,
Vari Ofidi ebbi inoltre per mezzo del prof. Schimper da Strasburgo,
altri dei Musei di Praga e Lubiana dai sigg. Conservatori Frilzsch e
Deschmann.
Ricche spedizioni di serpenti ricevette poi il nostro Museo da Ce-
lehes e dal Messico, raccolte queste da Boller, e cos pure venne
favorito delle specie indigene del Chili dal prof. P/w7<p/>< direttore del
lorare r importanza dell'opera mia. Ad ogni modo certo che non avrei
potuto condurre il mio lavoro sino al punto in cui si trova, senza que-
Conchiuder col dire che non ricevetti finora alcun invio di ser-
penti ,
per quanto piccolo si fosse, in cui non abbia trovato specie o
(!) Se si confrontano, in molte specie, gli inilividui appena nati riconoscibili per
h\ presenza della fessura umbljicale , cogli adulti della slessa specie, osservasi nel
NOTE SULLA FAMIGLIA DEI TIFLOPIDI 199
materiale per l'Iconografia degli Ofidi, la raccolta del nostro Museo nel
distinte variet.
colorito talora tanta differenza che facile illudersi sulla loro identicit specifica ;
far figurare la slessa specie nei diversi stadi di vita , non trascurando inoltre di
notare nel disegno le anomalie che si incontrano in taluni, quelle specialmente che
si riferiscono alla folidosi della testa e che per la loro deviazione dal tipo specifico
preferenza d'altri che trovansi nel nostro Museo, sopratutto ogni qualvolta ho
potuto avere gli esemplari tipici degli Autori stessi che li hanno descritti od al-
meno era sicuro della loro identicit. Cos a modo d'esempio, le specie nomi-
F. I) E F 1 I> 1 PP I
SECONDA NOTA
sulla
l>ichclaspi Darwiuii
minio. Dai lubi ovarici contenuti nel peduncolo, passando ne' sacchi
ovigeri (lamelle ovigere di Darwin) , cambiano la loro forma origina-
ria sferica in una allungala, elissoide, regolarmente accuminala ai due
poli; la loro dimensione tale da misurare 0'",16 col massimo dia-
diviso in due parli disuguali (tav. XII, fig. 1); poscia un secondo solco
divide ancora in due il lobo minore (fig. 2). Continuando il processo
di segmentazione anche il lobo maggiore vi prende parte; ma qui
devo notare nelle mie osservazioni una lacuna , un salto , fra il pe-
lesa fra di essi una differenza quando si guardi 1' uovo sia per tra-
sparenza sia con luce riflessa. Fra questi lobi uno , relativamente agli
altri il maggiore , conserva i caratteri primitivi del tuorlo , e special-
:^0!2 F. DE FILIPPI
forma generale.
Giunto l'embrione a completo sviluppo, l'uovo prossimo a dischiu-
dersi ha preso la forma di un cono , in corrispondenza alla cui
stato, ed anche della larva fatta libera, da notarsi una sostanza fina-
mente granulosa disposta parlieoiarmenle all' ingiro del tuorlo, e di-
,
gani della vita animale, come per esempio, nell'interno delle gambe ed
in due piccole cavit (fig. 8, a) situate nel capo, che io giudicherei,
non senza esitazione per, siccome rudimenti degli organi uditivi.
un occhio solo. Anche della larva cosi cresciuta e di una forma tanto
particolare al genere, mi limiter a porgere qui una figura (fig. M)
in cui a indica la protuberanza addommale, b gli organi uditivi (?)
riori. Certo deve per lungo tempo vivere ancora come animale nuo-
tante, e subire un'altra metamorfosi prima di fissarsi sulle branchie
dell'Aragosta. Ho gi altrove accennala la circostanza che tutti gli in-
Ad ogni lato della base del primo paio di cirri , di quelli eh' io
" sempre pi, a spese delle sue pareli, infno a che tutta la covata
" essendo in esso accolla , si separa dalla terminazione dell'ovidutto.
it (Gi si detto che questi sacchetti non si vedono in alcuni indivi-
" dui). Quindi, forse coli' aiuto del primo paio di cirri, viene por-
" tato nel mantello al luogo destinalo per la sua adesione ".
rallele fra loro ed all' asse dell' ampolla. Dubitando in principio che
carena.
animale perfetto ; e sotto questa forma 1' individuo deve crescere an-
siano sorprese dall' inverno prima che abbiano compiuta la loro me-
tamorfosi , il loro stalo si prolunga sino alla primavera susseguente,
ma in ogni caso le larve perdono le branchie assai prima di rag-
potuto pescare , non senza difficolt pel pericolo della sponda trabal-
lante , appena due potei rinvenirne in cui l'anzidetto carattere fosse
lago , e veramente colossali in paragone di quelle da me vedute fin qui nelle paludi
d' Italia.
208 F. DE IILII'PI
rica de' maschi in confi oiilo colle femmine Ira gli individui raccolti;
non vorrei dunque dire in modo assoluto che la perdila delle bran-
chie sia una condizione essenziale alKnch il Triton alpestris acquisti
r altitudine a generare.
Comunque sia la cosa evidente che si trovano associali in questi
tritoni caratteri di larva e caratteri di animale perfetto, e ci che
trattiene dal farne degli anfibi perenni-branchi , quasi il solo fatto
ste larve e nell' axoloti, mi ha dato i seguenti risultati. Neil' una e nel-
senza per altro internarsi fra i capi articolari che semplicemente tra-
passa. Essa presenta una serie di rigonfiamenti e di slrangolalure con
ordine alterno , di tal maniera che i rigonfiamenti corrispondono due
per vertebra ad ognuna delle cavit caliciformi dell' astuccio osseo ,
quanto alle due estremit dell'astuccio stesso, per prendere parte alla
cellule.
Nell'axololl la struttura del corpo delle vertebre non gran fatto dif-
stribuiti nel medesimo modo, con questo solo divario che nello spazio
continua sola, cio senza cellule incluse, nella dialisi della vertebre.
In generale gli autori (e Stannius fra questi) , seguendo la corrente
delle analogie co' pesci , mettono tutto a conto della corda dorsale il
dimostrano.
Il sistema circolatorio di queste larve all' ultimo stadio non mi ha
offerto alcun che di notevole. Qualora io lo volessi descrivere non po-
trei che ripetere ci che gi si conosce per 1' axololl (1). L'arteria
monografia del prof. Calori , inserita nelle Memorie di dell' Isliluto di Bologna
(1852).
^
"210 F. DE FILIPPI
essere allora escili dallo stadio di larva. La stagione era propizia (ago-
sto), per trovare ancora vigili e desi i tritoni vecchi, ma per quanto
non essere nell' errore supponendo che non appena i tritoni alpestri
della citala localit abbiano compiuta sul finir della state la loro me-
tamorfosi, si nascondano nel fango onde passarvi il lungo letargo in-
vernale, e risvegliarsi quindi in primavera per attender subito all'opera
myzon Planeri ^. che vive tre anni allo stadio di larva { Ammoc(etes )
Parliamo dal fatto che la durata de' varii periodi nella metamorfosi
degli Anfibii non affatto costante, ma suscettibile di allungamento
od accorciamento, secondo le varie influenze della temperatura e del
larvarlo del Tritone alpestre, agendo sempre nel medesimo modo, possa
produrre pi spiegali i suoi proprj efletti, quindi fare che lo stadio
LAIS
212 F. DE i-iLirri
ed il terzo pajo.
Femmina vivipara.
Nessuna metamorfosi
Gambe robuste. L'ultimo pajo arcuato verso r interno, col tarso breve
(I; Cliiamer torsello queir iippendice terminale tic' tarsi che gli autori fran-
cesi dicono pelote, i tedeschi Fussballe, e che porta nel frasario tecnico Ialino i
Apodemi indistinti.
ad una coda equina, il qual fascicolo continua fin nella grande sfera
prolifera, ove le trachee si separano immitando ancora gli scomposti
ondeggiamenti di una coda di cavallo.
Ma ora bisogna dire in particolare della sfera prolifera. Essa for-
come una bolla soffiata da un tubo che sia seguita dalle pareti assot-
pano gli organi sessuali , de' quali non si vede nella femmina vergine
traccia alcuna, quando non si voglia come tale considerare una piccola
vescichetta allungata oscuramente visibile fra i lobuli di grasso all' e-
formazione della sfera prolifera. Questa sfera nei suoi primordii, quando
cio il suo diametro equivale poco pi alla lunghezza del corpo della
vergine , lascia vedere nel suo interno , in una sostanza albuminosa
piena di globuli di grasso, tre vesciche trasparenti, primo abbozzo di
lutto il complicato sistema che si svilupper pi tardi. Ma il volume
cui la sfera prolifera giunge in breve tempo straordinario, fuori di
ogni proporzione col corpo primitivo della femmina.
come p. e. nel Pulex penelrans e nella Termes fatalis, oltre all' esser
a tale mole da misurare sei volte col suo diametro la lunghezza del
corpo primitivo della vergine, al quale si direbbe sospesa, come una
mela al suo picciuolo. Facendo il calcolo de' volumi essa conterrebbe
in tale sialo 1800 volte il corpo suddetto.
Al polo opposto si osserva sulla sfera polifcra un piccolo foro con
ARMANDIA N. G. DI ANELLIDI 1215
ghezza il corpo stesso dell' acaro situato all' opposto polo. Nulla posso
dire del sistema digerente, n dell' apertura anale.
L' anatomia esatta dei complicati organi contenuti nella sfera pro-
regno animale , e che rende ragione dell' enorme grandezza della sfera
ARIIIA]\DIA
IVuoTo genere di Auellidi uel mediterraneo
Tav. XIV, fig. 7.
210 F. DE IIUI'PI
vermi una piccola famiglia, cui pose a tipo il suo genere Poliophlalmos
unico della famiglia stessa (1). 1/ illustre naturalista francese separa
affatto i suoi Polioftalmini dalle Nnjdi, per ravvicinarli piuttosto alle
lutti gli scompartimenti del regno animale troppo incostante, per acqui-
stare mai un valore cos assoluto : e d' altronde non mancano vermi
(il Lumbricus UlloraliSy di Grube , per esempio), i quali pel com-
plesso dei loro caratteri sono da aversi per veri e genuini Lombricidi,
(2) Die Fiimilien iler Anneliden. Wiegmann ( Troschel ) Archiv. Jahrg. XVI. I.
(3) Eia Ausflug iiach Triesl und dein Quarnero. Berlin 1861.
(4) I tre rei;ni della natura. Regno animale. Milano, pag. 173.
ARMANDIA N. G. DI ANELLIDr 217
senza delle branchie, ma conservando in me il pensiero di qualclio
diagnosi.
Questo nuovo genere che , dal nome del naturalista francese , sar
mit posteriore del corpo, degli occhi (in numero di tre) posti inter-
namente sulla massa gangliare cefalica. Rassomiglia pure ai Polioftalmi
per varii caratteri esterni, come nelle forme generali, nelle dimen-
sioni, nella maniera di segmentazione, nella distribuzione delle mac-
chiette pigmentali laterali , nelle appendici digitiformi o lacinie del-
il fluido incoloro, con globuli pure incolori, che sta contenuto nella ca-
prie anche sull' intestino, ove perci non si trovano le lacune indicate
da Qualrefages. La sola la grande lacuna la cavit del corpo funzio-
( Armandiae )
Branchie nulle.
Individui unisessuali.
Vita libera tra i fuchi e le coralline.
Pulyoplitalmos {Dero. Ocken ? (1)), deve esser posta fra gli aneli idi
Armandia De Fil.
nutritivo.
della semplicit delle leggi naturali, non quadra punto colle pi natu-
gica di branchie.
:220 F. DE FILIPPI
cos infalli.
quelle che si osservano nelle uova dei pesci ossei , e quelle delle uova
delle salamandre acquatiche, non si ha che ad interporre le uova con
solcamenlo totale ma dissimelrico, per trovare tutte le gradazioni pos-
sibili fra i due estremi , e far sparire l' esagerata loro distanza.
L' esempio dell' uovo dei cirripedi diventa in tal caso mollo istruttivo.
In questi infatti la segmentazione indubbiamente totale; ma il primo
solco non equatoriale, piuttosto circumpolare, in modo da divi-
prima nel segmento minore che nel maggiore. Non abbiamo ora che
stoderma, mentre gli altri tre segmenti rimangono come parte cotile-
donare. La segmentazione, da principio totale, prende adunque subilo
il carattere di una segmentazione parziale : la sostanza cotiledonare
Prendiamo 1' uovo dei pesci ossei come tipo per interpretare nel
1' uovo di gallina, durante il suo tragitto per 1' ovidutto, la quale cica-
tricola adunque non si forma gi da una cellula indipendente sovrapposta
rettili squammosi a quello de' pesci ossei, questo all' uovo degli Anfibj,
(1) Ueber den Bau und die Entwickelung der Wirbelhiereier. Heicherl und
Dii Bois feymond Archiv. 4861, png. 491.
SULLO SVILUPPO dell' UOVO , ECC. 225
di Meckel ,
parmi che veramente, ristretta al solo punto di vista mor-
fologico, questa equivalenza si possa ammettere. Ne' mammiferi v* ha
solo questo di particolare, che 1' uovicino, o ci che lo stesso il
germe, finisce per essere affatto separato dall' equivalente del tuorlo
per mezzo del cumulo granuloso che lo inviluppa, troncando cos ogni
subordinala.
lati, ne' quali la massa cotiledonare dorsale; gli ultimi sono i mol-
luschi ed i raggiati, ai quali non rimane altro che il carattere nega-
tivo di non appartenere n all' una n all' altra delle due prime cate-
dente del regno animale; in modo che, sulla base del sistema di Cuvier,
lopodi come una suddivisione de' Molluschi. Il solo Vogt, nelle sue
classiche lettere zoologiche, separa netlamonte gli uni dagli altri, facen-
Cuvier.
Sviluppando adunque il principio di classificazione di Van Beneden
il regno animale sarebbe da scompartirsi nelle divisioni seguenti:
Epicotiledonei Vertebrati
Ipocotiledonei Articolati
Procotiledone Cefalopodi
Metacoliledonei Molluschi
Mesocotiledonei Vermi
^lolluscoidi (?)
\ Echinodermi
Acotiledonei j Celenterati .
[ Protozoi.
tante. Per nel caso attuale la perfetta coincidenza del risultato ottenuto
col quadro sistematico fondato sul complesso dei caratteri organici degli
animali , mette in piena luce la bont del punto di partenza adoperalo,
11 9. Spermalozoidi.
(1) La forma generale del capitolo in questa specie varia assai: devo anzi
aggiungere che d' ordinano essa pi cordala , col contorno della carena pi
arcuato.
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE 227
Tav. XfV.
Fig. . Spermalozoide della larva di triton alpestris.
da un apertura (sessuale?).
5. Porzioni di utero con embrioni: a di femmine, b di maschi.
" 6. Ultimi articoli delle gambe della Lais heterogyne: a delle
gambe anteriori ne' due sessi; 6 del 2. e 3." paio nel
il Lavaretto ed il Cavaliere.
Italia. La distinzione delle specie di questo genere non per anco bene
chiara nei trattali dei naturalisti, n qui il caso di farne materia
tedesca con una grande variet di nomi locali, e con quelli di Lavaret
e di Pale in Savoia e nella Svizzera francese. Io la designer col
inferiore, a poca distanza dal ponte della citt stessa. Ogni mattina si
faceva da noi l'esame della pesca raccolta; onde scegliere gli individui
proprii alla propagazione. Nei primi giorni questi erano piuttosto scarsi,
terreno sabbioso. Farmi adunque che non si possa nutrire alcun dubbio
suir esito favorevole della importazione per noi fatta del Lavaretlo
sar in breve tempo in pieno esercizio nei nostri maggiori Laghi una
infine pel bel colore ranciato volgente all'aurora che prende alla regione
ventrale nel tempo della propagazione. Si dislingue pure dalle trote
per ci che vive costantemente nei laghi, senza passar mai nei fiumi,
e nei laghi stessi depone le uova. Piuttosto abbondante in Isvizzcra
232 F. DE FILII>I'F
sperare che anche l' introduzione del Cavaliere nel nostro paese sia
IN WUEZBXJRG
Kolliker (i; nei panare aeiia aiiieWMa fra la fibra dei innscoll
lungo I' asse della fibre, per il sarcolemma assai dilicalo, ed infine
trova una tale differenza di struttura fra la fibra muscolare del cuore
e quella dei muscoli volontari, che crede non poter in nessun modo
paragonare la prima alla seconda, epperci non doversi poi chiamare
quella col nome di fascio primitivo.
e nei rettili nudi, mentre nei renili superiori, negli uccelli, nei mam-
miferi e nell' uomo sarebbe solamente transitoria. Secondo Weismann
(2) Ueber die Musculatur des Ilerzciis beini Menschen uiid in dor Tliierreicii.
Parlando poi sul modo con cui queste cellule si trasformano in fasci
muscolari , egli d come un fatto dimostrato, che non sono le singole
elementi assieme uniti, che egli crede non doversi pi dare alla me-
Queste cellule avevano quasi tutte una forma allungala , ora senza
della rana.
inferiori etl a quella dell' embrione dell' uomo e del vitello, le con-
clusioni per, che trassi dalle mie consecutive ricerche dirette a stu-
diare il cuore degli uccelli e dei mammali dopo 1' et embrionale sono
vare che il loro cuore conserva anche per una tratta di tempo dopo
!a nascita la struttura cellulare che ha durante la vita embrionale.
11 cuore di un cane stato ucciso 12 ore dopo la nascita non aveva
ancora la bench menoma traccia di fibra , tutta la muscolatura era
costituita da sole cellule fusiformi, che assai facilmente si lasciavano
isolare.
alcune poche, i quali stavano ben soventi assai vicini 1' uno all' altro
nella parte mediana delle rispettive cellule. (Tav. XV. f. i. b.) (1).
(I) Credei cosa inutile il dare delle dimensioni, poich 1' alterazione arrecala in
queslo dalla potassa da me usala in quasi tulle le mie ricerche, sono troppo
grandi perch si possa avere da quelle una misura sufficientemente approssimativa
alla reale.
cercato almeno di determinare nel miglior modo possibile le relative che i vari
elementi hanno fra di loro, epperci nel fare le mie tavole lio sempre adoperato
la camera chiara, e sempre il medesimo ingrandimento di 300.
NUOVE OSSERV. SUL CUORE DEI VERI. 237
falle senza alcun reagenle, per cui non essendo le cellule ben isolale
le une dalle altre slavano ora rinnile in piccoli gruppi come alla llg. 5, ed
ora collocate le une dietro le altre in serie lineari, come alla fig. 4, a. b.
in questo presso che la medesima struttura del cuore che nel primo,
colla sola differenza che in quest' ultimo si osservava gi un movi-
nascila, le cellule con un sol nucleo erano assai rare, meno rare quelle
in fibra come quelle stale vedute da Klliker (1) nei muscoli volon-
nuclei stavano gi allontanati gli uni dagli altri come accade nelle
alcim valore por far credere che quelle abbiano tendenza ad unirsi
fra di loro. All' opposto , se si riflette che mentre da una parte non
appare mai la bench menoma traccia di unione fra cellula e cellula,
per quanto riflette gli uccelli, o, per parlare in modo pi preciso, per
quanto riguarda il colombo, si pu tenere come un fatto dimostralo ,
Dopo di avere dimostrato coli' esame della genesi, che la fibra mu-
scolare del cuore un vero elemento anatomico del pari che la fibra
dei muscoli volonlarii , mi sia lecito di fare ancora alcune osserva-
costantemente in questa.
Klliker (I) e Donders (2) hanno osservato che i nuclei della fibra
avrebbe invece veduto che questi nuclei non stanno precisamente nel
centro, ma solo in varia profondit della sostanza contrattile, non per
mai alla superficie della medesima come accade nei muscoli volontari.
Le mie osservazioni sarebbero affatto d' accordo con quelle di
dente all' asse della fibra e rfon mai ai lati della medesima. Io potei
verificare questo fatto coli' uso della potassa, mediante la quale le fibre
(2) Pliysiologie des Menschen. Aus dem Holliindischen bersctzl. 1. Bd. Leipzig
1858 p. 23.
nuclei invece assai piccoli e numerosi, per cui riesce molto facile il
Nei mammali non potei mai ottenere colla potassa delle fibre che
avessero una maggior lunghezza di Vi, di millimetro, poich si rom-
pevano tutte in brevissimi frammenti, i quali avevano da due a quattro
nuclei (tav. XVI. fig. 4. a). Per preparare delle fibre un po' pi lunghe
dovetti far uso dell' acqua semplice, ma con questo uso non si vede-
vano pi distintamente i nuclei (tav. XVI. fig. 4. 6), e se per esami-
Negli uccelli la fibra del cuore assai pi piccola che quella dei
mammati , ci non ostante essa non si rompe cos facilmente, per cui
facile l' ottenerne di quelle, che hanno una lunghezza di '/j mil-
limetro.
sizione centrale tenuta costantemente dai nuclei nella fibra del cuore
animali allo stalo embrionale hanno per la loro fibra muscolare volon-
Tav. XV.
tre nuclei.
Tav. XVI.
trattate colla potassa. 10. Fibre del cuore dello stesso ani-
NELLE RANE
DEL
D. E. OEHL
dell' organo stanno solidali del mantenimento della sua normale costi-
Quest' ultima infatti non sembra essere altro che il corredo feno-
menale del trofismo dell' organo e forse non altro che I' effetto di esso,
244 D, E. OEHL
Ora egli sembra che come pei diversi tessuti non in egual grado
necessaria , al mantenimento di una costituzione in apparenza normale,
la ricorrenza di una eccitazione trofica, cos non sia dessa egualmente
necessaria per gli stessi tessuti nei diversi animali della serie zoolo-
e in conseguenza anche pei nervi motori e pei loro centri ecci lauti
culative, risulta inconcusso dalle indagini che io feci sulle rane pel
ancora alterazioni palesi nella parte periferica dei nervi separati dal
loro centro ,
purch questi nervi non sieno stati nell' atto operativo
isolati dai vasi che li accompagnano, mentre invece 1' alterazione con-
(1) Per mia parte debbo dichiarare erroneo 1' asserto di Schiff ( Lehrbuch. d.
Physiol. 2. Heft. pag. 124) che i nervi centripeti tagliali riacquistino pi presto
la facolt conduttrice in confronto dei nervi centrifughi. Questa dichiaraiione di
i giovani gatti. Meglio infatti che dai primi I' operazione tollerata dai secondi e
s negli uni come negli altri, come pur anco nelle rane, la paralisi di moto sus-
seguente al taglio del gronde ischiatico rivelasi specialmente per un arrovesciamenlo
dell'arto tale, che la superficie dorsale del piede si converte in superficie pal-
sola estremit dorsale delle falangi spettanti alle due dita pi interne. Dopo S o
dell'arto operato. Questo miglioramento si rivela in ci, che mentre nei primi
giorni dall' operazione 1' arto sempre arrovesciato e trascinato ne! modo anzi-
detto ( per cui dall' attrito vengono ad essere spelate le striscianti falangi ) dopo
5 6 giorni 1' arto non pi trascinato ma nemmeno adoperato in guisa che il
piede appoggi giustamente sul terreno; esso, nell' incedere dell' animale, qualche
volia vien messo in giusta posizione e qualche altra invece piegasi al disotto della
gamba appoggiando ancora arrovesciato senza per che fosse, come prima , ar-
e perfino col fuoco non dava alcun segno obbiettivo di essere percepita. Verso il
20 giorno dall' operazione il non costante strisciamento dell' arto tale che per
ma quella soltanto delle unghie strisci il terreno, per cui nel mentre le prime
vanno riacquistando il loro pelo, squagliasi invece la superficie dorsale delle ultime.
lit poich punzecchiando forlemenle con un ago 1' animale cerca di ritirare 1' arto
sempre progredendo per modo che peli ed unghie sono restituiti al loro stato
normale e l' animale adopera con tutta disinvoltura per grattarsi , come sogliono
240 D. E. OEHL
i galli, l'arto operalo. La seiisibilil modica alla cute della gamba, ancora
mollo ottusa alle falangi , ove si esigono fortissime schiacciature per ottenere dei
segni obbiellivi di percezione. Questa ottusit sensoria delle falangi alle deboli
impressioni fa si che quando I' animale incede ( muovendo lutti quattro gli arti )
sovr' uno dei labbri di una cassa aperta presenti la curiosa anomalia , che non
essendo 1' arto operato capace di sentire 1' esile sostegno, scivola ad ogni trailo
lungo la parete della cassa, d' onde gli facilmente possibile rieicvare il suo arto
per tentare, inutilmente per, di rimetterlo e tenerlo sul labbro della medesima.
uniformemente sopra quattro galli, dalla circostanza che lo Schiff, per sostenere
la pi sollecita restituzione funzionale delle fibre motorie , dice di non avere ot-
tenuta mai la minima contrazione muscolare quando con forti scariche di un mo-
tore elettro magnetico slimolava, nei conigli eterizzati, il moncone periferico di
in cui faceva le mie indagini, Schiff non aveva ancora pubblicalo le sue, ed es-
sendolo anche , io , per essere la mia attenzione diretta specialmente al processo
sperienza come non mancher di farlo fra poco. Se per pu dirsi di un rigore
matematico 1'
esperienza di Schiff allrellanlo pu essere chiamata artificiosa , mentre
all;i esattezza non meno matematica risultarne dalle accennate indagini di un arto
Schiff e la nessuna contrazione dei muscoli eterizzati sotto ana forte ( e quindi
arto del gatto appena operato e quello che al 30." giorno presenta la pii lesta
mobilit, mentre invece si esigono ancora forti ed anomali slimoli per ottenere
dei segni obbiettivi di sensibilit, credo non varii la evidenza dei risultati, bench
azione paralizzante .che una corrente troppo forte avesse pollilo dispiegare sulle
ila uno (la ambo lali il tronco del grande ischiatico alla estrania
sore il nervo , ed altre volte finalmente applicava uno o due lacci assai
stretti allo scopo specialmente di osservare a quale metamorfosi sog-
Avendo io posto nell' atto operativo una speciale attenzione alla le-
sione alla conservazione dei piccolissimi vasi, che nella rana ac-
compagnano il nervo ischiatico, cos dovrei andare esente dal sospetto
di maltrattamento del nervo durante 1' operazione, sospetto, che tanto
pi dovrebbe essere eliso dal risultato affermativo che io m' ebbi
forse pel primo, circa al ripristinamcnto anatomico funzionale del nervo
tagliato anche nelle rane. A meglio guarentire per la esattezza colla
parti. Facendo quindi stirare un po' all' interno la cute tagliala pene-
assai meno alla clausura. G' individui operali venivano nei tre mesi
di febbraio, marzo ed aprile tenuti in ambiente a -\- i'2 R. , e conser-
rane cos operate e di tal guisa mantenute, massima durata della vita
molti che si occuparono della rigenerazione dei nervi tagliali (1) sono:
nervo reciso.
Il nostro lavoro sar diviso in due parti destinate ciascuna alla trat-
(1) Lo sliidio della rigenerazione dei nervi tagliati fu gi fallo in tempi ante-
physiol. Heilk. 1852 e sua fisiologia Lahr 1858, 2 Hcfl p. 122). Lent (Zeitschr.
f. w. Zoo!. VII) Kiillner, Klliker ( ibid ) ed altri. Anche J;imcs Pagcl fu col-
pilo dalla pronta rigenerazione (in IO o 12 giorni ) del nervo nicdiiino in segnilo
mOTA
DI GIOYANiM RAMORINO
dal solo genere Lophiiis. Infatti Artedi nella sua ittiologia descrive
sotto questo nome quei pesci solo che formarono le specie piscatorius
picale, ed al mar delle Indie: Cuvier mentre nel Regno animale assegna
un posto naturale alla famiglia dei pediculati, ne fa i sottogeneri Lophius,
Ora se noi aggiungiamo che di tutti gli autori che scrissero della
italica, e nel catalogo melodico dei pesci Europei, Kcssier nelle specie
descritte nel suo viaggio al Mar Nero , Costa nella fauna napoletana ,
Varrei nei British fishes. Risso nell' Ilistoire Naturelle de 1' Europe
meridionale e nell' Iclhyologie de Nice , Sassi nel catalogo dei pesci
essere registrato.
I Chironectes di cui discorro in questa noia furono dal mio amico
Prof. Canestrini per le cui indefesse ricerche in poco tempo venne il
cipio del Novembre di quest' anno tra i pesci che si pescano nel porlo
di Genova o nelle vicinanze, e da lui gentilmente a me concessi perch
li studiassi.
('I) Lowe (Proceed. of. the Zool. Soc. 1846) form un altro genere di Lofidi
Senza alcun dubbio essi debbono ascriversi alla specie Ch. pictus
meno che avessi una nuova specie, essendovi nella serie dei ire una
continua progressione nel rapporto delle parti che s' avvicinava alle
proporzioni del pictus. Non esitai dunque a conchiudere che la pic-
colezza di questi esemplari ad altro non fosse dovuta che alla poca
<'t loro, e mi parve allora anche pi interessante il caso, sia perch
hanno loro patria, tanto pi che si tratta di pesci i quali non hanno
facolt di migrare, era sufficicnle indizio che erano nati in questo mare,
sia perch si avrebbe potuto cos indicare le differenze che si trovano
tra adulti e piccoli. questo anzi un nuovo argomento di ricerche
per gli ittiologi, che non mancher d' avere una grande influenza spe-
che Gnther pubblic negli Annals and Magaz. ( tradotta nel i. fasci-
colo di questo Archivio) per cui viene ad esseie distrulla una specie
di Lophius {VEuryplerus, nome che s' era dato ai piccoli del pisca-
lopterus, e infine varie altre osservazioni eh' io con lui feci e che
252 GIOVANjM ramorino
dimostrano chn i pesci non differiscono dalla maggior parte dogli altri
vertebrati, riguardo alla durala del loro sviluppo il quale non arriva
totalmente alla fine che molto tempo dopo che 1' animale usc dalla
vita fetale, e quindi le proporzioni delle parti non si possono dire
preciso ed assoluto criterio per la fondazione e determinazione delle specie.
plari, le scrivo nella seguente tavola, per la quale e per l'altra ove
1 2 D 4
Jc de (le de
Lunghezza totale 0, 66 0, 27 0, 23 0, 19
Lunghezza del capo 0, 18 0,075 0,075 0,0G5
Altezza del corpo misurata dietro
dorsale
0, 1G 0, 04 0,035 0,025
Altezza del primo raggio della
caudale
0, 16 0, 04 0,035 0,025
Lunghezza maggiore della caudale.
0, 18 0, 06 0, 05 0, 04
lUROM'CTLS 255
-
i 2 4
(Ir, a-, a,.
al capo 9 1, GG 1, 87 2,IGG
ghezza totale 5 5, 8 5, 8 0, 8
Rapporto del primo raggio anale
e dorsale alla lunghezza totale. 4, 2 G, 74 G, 5G 7, 10
Rapporto defila maggior lunghezza
totale 5, 06 4, 5 4, G 4, 75
del muso non discende cos rapido, e tende maggiormente alla dispo-
sizione che si vede nel genere Lophius onde il capo diventa pi de-
presso, e la mascella inferiore deve rivolgersi in allo con una linea
che s' avvicina pi alla verticale che non negli adulti , ed il muso
che si debba precisamente questa sua forma all' essere rimasto pieno
qui dir che qiieslo esemplare che il medio dei tre trovati, per
qualche rapporto si approssima alla figura ed alle proporzioni del-
l' adulto, pi che l'altro maggiore, mentre sotto altri punti di vista
Altre differenze nella forma non vidi, fuorch nel pi piccolo che
disposti in varie file sulle due mascelle, sul vomere, sulle ossa pala-
statare se il suono di lima che si' ode sfregando una fina punta di
scalpello nella bocca si debba attribuire ai denti della lingua, del
grossa, carnosa, rivestita d' una spessa pelle la quale ha tre macchie
bianche, grande quella di mezzo, piccole quelle ai lati. La bocca ha
la facolt di aprirsi molto pi grande che nell' individuo adulto.
lingua uguale ,
presenta le tre macchie disposte allo stesso modo come
SOIMIA TRE ClllROMXTES 255
nei due gi esaminali, una grande pi aiUeriore sulla linea mediana,
le allre due lalcrali ,
posteriori pi piccole ,
per cui si ha all' incirca
la (orma di un triangolo col vertice verso 1' apertura della bocca. Queste
nacchie pei sono proporzionatamente pi piccole che nel precedente.
maggior atlenzione in quanto che sul corpo non si trova di esse verun
curve sul muso e alla gola. Cos i raggi liberi son muniti meno il primo
di appendici cutanee pi sottili e pi lunghe di quelle del corpo.
sulle piume, bianco pi chiaro sulla gola ed al ventre. Sonvi poi due
sorta di macchie, le une bruno-rossastre che si dispongono a lince
spesse ed interrotte secondo l' asse del corpo sul dorso, ed a lince
parti lasciate libere dalle brune, non per talmente che spesso non si
ai lati del corpo sopra 1' origine della pinna anale, le quali hanno una
grandezza proporzionatamente uguale a quella degli adulti.
La disposizione delle macchie brune nel terzo esemplare, quello cio
di 23'"'" uguale a quella del precedente, se non che esse sembrano
prendere una maggiore estensione e ricoprono quindi maggior quan-
tit di fondo.
per lato, ossia una sotto la met della seconda dorsale, una sopra la
line dell' anale, ed una terza dietro 1' occhio. Tutte queste per non
sono rotonde o a disco , ma formano quasi una circonferenza per
ognuna , imperocch il loro contorno assai pi deciso che 1' interno
che presenta appena una tinta un po' pi chiara che il colore gene-
linea mediana, al contrario dell' individuo adulto nel quale sono disposte
ad isole, come in tutte le altre parti del corpo. Non havvi indizio
gola.
che al ventre.
SOPRA TRE ClIIRONECTES 257
5. Le due specie di macchie sopra descritte compariscono dopo
che il piccolo animale uscito dall' uovo.
Gi dimostrai nella tavola che esposi dei rapporti come nei pi gio-
vani il capo maggiore che negli adulti, e che gli occhi proporzio-
una specie di una stessa famiglia dei Chironectes , ossia sul Lophius
piscatorius : esso osserv nei piccoli confrontati agli adulti ;
totale.
cora non puossi cercare se nel fallo esposto da Giinihcr o nel mio vi
sia qualche anomalia, ed infine scopo di questa memoria non era che
DI GIOVANiNI CANESTRINI
che mi sono note, per cui io lo credo una nuova specie, che dedico
al Professore Cav. M. Lessona, Direttore di questo Museo.
Tetrapturus Lessonae.
del corpo del nostro Tetraptiiras belone, del Telrapturus belone figu-
Tetrapturus Tetrapturus
Tetrapturus
belone fii;urato
belone del nostro
da Cuvicr
Lessonae
Museo Valenciennes
totale = 1:8-6 i : 8 1 : 8 -
G
Tav. XVII.
GIOVANNI CANESTRINI d)
. Percini, g. Trachinini
e. Cenlroprislini. I) radiatus C. V.
(1) Vedi ili proposito anche Sassi, Catalogo dei pesci della Liguria, e Verany
Aggiunte al Catalogo di Sassi , negli Atti dell' Vili. a Riunione degli Scienziati
Italiani. Sassi nel suo catalogo addusse 218 specie, Verany ne aggiunse 30; questo
nostro catalogo contiene 271 specie.
(2) Ved. Canestrini, Zur Systcmatik der Porcoiden , Vci'li, der K, K. Zonl.
aspera Riss. I
" Sahiani C. V.
" niilvus Lac. I
Cbarax puntazze C. V.
" obscura L. m. Maenides.
corax Bp. \ Maena vulgaris C. V.
" lyra L. , Osbekii C. V.
f
j. Mugiloidei, I
chryselis C. V.
k. Telragoniirini. crassus C. V.
Telragonurus Cuvieri Riss. Stromateus fatola L.
I' hrcvipimiis C. V.
a. Clupeacei.
" alalunga C. V.
Clupea sardina RisiS.
" pelamis C. V. Aiosa communis Yarr.
Auxis vulgaris C. V. Engrauls enchrasicolus C. V.
Scomber scombrus L.
amara Riss.
" colias C. V.
h. Scopelini.
Caranx trachurus C. V. Odontoslomus balbo Cocco.
'' suareus Riss.
Paralepis sphyrenoides Riss.
" luna Geoft'.
Sudis hyalina Raf.
Zeus fa ber L.
Saurus lacerta Riss.
pungio C. V.
e. Esocin.
Capros aper C. V.
Alepocephalus rostratus Riss.
0. Squamipennes. d. Scomberesoces.
Brama Raji J31. Schn.
Exocoelus exiliens L.
p. Labroidei. Belone acus Riss.
Labrus lurdus L. Sayris Camperi Bp.
" merula L.
e. Salmonoidei.
" carneus Bl. Argentina sphyraena L.
n feslivus Riss.
5. SUBORD. AULOSTOMIDAE.
Crenilabrus pavo C. V.
>->
melanops C. V. a. Auloslomi.
" Rossalii Riss. Centriscus scolopax L.
11 medilerraneus C. V. b. Lophobranchii.
u boryanus C. V. Hippocampus breviroslris Cuv.
t) Briinnichii Lac. Syngnathus fascialus Riss.
Coricus rostratus C. V. " annulatus Riss.
Jwlis medilerraneus Riss. Siphosloma tiphle Bp.
" Groffredi Riss. " viridis Raf.
Maorz.
PESCI DEL GOLFO DI GENOVA 265
4. SUBORD. PLECTOGNATHI. Merliicius sinnatns Sw.
Lota elongata Riss.
(1) Veci. I Pleuroneltidi del golfo di Genova iieirArcliivio per la Zoologia ecc.
Ann. I. Fase. I.
Bonelli C. V. h. Carchariae.
Spinolae C. V. Carcharias lamia Riss.
Lophotes cepedianus Gior. glaucus Cuv.
Cepola riibescens Linn. Sphyrna Zygaena Raf.
i. Leptocephalini. e. Galei.
SUBORD. RAJAE.
2.
lY. ORD. CYCLOISTOMI
a. Torpedines. a. Pelromyzonni.
Torpedo naike Cuv. Pelromyzon marinus L.
COMENTARIUM XIX
sue Tachine; specie che furono poi destinate dal Fallen a comporre il
genere Gymnosoma.
Ma fu veramente il Meigen che ha circoscritto le Ocypterae entro
limiti razionali, per cui in seguito non sub che lievissimi mutamenti.
sciuta a moltissimi entomologi; per cui sulla validit di esso non potr
proferire giudizio se non chi avr occasione di esaminarne la specie
succitato autore, la quale cosi diversa dalle altre specie con cui fu
dal 3Iacquart affastellata, da meritare non solo di formare un distinto
genere, ma di essere collocata assai lontano , in una distribuzione si-
collocandolo nei generi Italiani dell' ordine dei Ditteri, nel primo vo-
specie Pusilla del Meigen, che credo una variet dalla sua Inlerrupta.,
CIIARACTERES COMMUNES.
vissimis.
exterior rectae.
-s>fe>f i
OCYPTKRAE ITALICAE 271
Specie Italicae.
'>frg>f3^a^j-^^^
Gen. OCYPTERA. Lalr. Fabr. Fall. Mgn. Desv. Macq. Zett. Walk.
Low. Rndn.
Musca Lin. De G. Rossi.
V. Capitis F. a. Aristae F. 4. Alarum F. 5. Abdo-
minis 5 F. 6. -- cj^ F. 7.
Sipecies Italicae.
Sp. 1. MussiiNii. n.
I
272 CAMILLO RONDANI
Sp. 5. Alpestris. n.
anteriorem.
Venae quintae longitudinalis cubitus appendice dislincta praedilus.
Sp. 6. PiccioLii. n.
ce. Antennae plus vel minus late rufescentes , etiam in latere inte-
GG. Caput albiili scriceum Anlennae inlus, partim, non per lotam
longitudinem rufae.
H. Aristae articuli duo radicales distincli.
Observationes et Descriptiones.
Coetera ut in congeneribus. ^
'
In Italia boreali: rara.
Sp. 4. 0. Brassicakia. Fahr. Rossi. Fall. M(jn. Macq. Zeli. WalL Riidii.
Cylindrica De G.
dilatala.
guenda et praesartim.
Vena secunda longitudinali contra, non ultra transversam ante-
capta, sed liic locala, quia facilius etiam apud nos invenienda,
et ut melius affinium differentiae cosnoscanlur.
cales dislincti.
IVOTA XIII
sena assai volgare , che fu fino a quest' ora confusa colla specie di
suase dell' esistenza di due specie diverse, delle quali una abita a
preferenza ne' luoghi elevali , e 1' altra le pianure ed i colli d' Italia.
Quella pi grande che vive sulle Alpi e sull' Apennino essendo si-
mile affatto a quella che abita le regioni nordiche d' Europa ritengo
che sia la vera specie di Fabricius , e gli conservo perci 1' aulico
vale variet, che possano far confondere quelli di una, con quelli del-
colo individuo della specie pi piccola che si distingue por due carat-
Perci il genere Prosana che fino ad oggi non conteneva che una
sola specie europea , ora si trover composto di tre , le quali vivono
tutte in Italia, e credo essere conveniente, di pubblicare le ragioni che
lipecies Italicae.
Sp. 2. Epicurea, n.
Sp. 3. Luculliana, n.
o-o-O-OO O-O-tXH
Observationes.
Sp. -I. P. Sybarita (*). Fabr. (mas) Latr. Fall. Mgn. Zeli. Walk. Rndn.
( mas et foem. ).
(*) Sybarita a Sybaris, inde non Siberita ut fere omnes dipterologi scri-
bunl; nec Sibirica ut Lepell. et Serville et eliani Macquartius eam appellant.
DE GENERE PROSENA 281
gricantis dorsualis in segmenti secundi apice dislincte dilatata
observantur.
In montuosis elatioribus Italiae non rara.
DELINKATIONUM EXPLICATro
Tav. XI , B.
Nota. Qucsla tavola non fu bene eseguita nell' inciderla per cui si deve
notare :
1." Che alla fg. 8 mancano due piccole setole sopra l'epistomio.
2.0 Che alla fg. 3 le setole dell' epistomio vorrebbero essere maggiori.
3.0 Che alla fig. 10 queir appendice dell'estremit che sembra quasi stac-
cala , superiormente dovrebbe esser congiunta all'anello di cui
un seguilo.
ERRATA CORRIGE
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il Prof. G. JAK
DIRETTO)! DFX CIVICO MUSEO DI STORIA NATURALE
DI MILANO
gruppi basata esclusivamente ora sugli uni , ora sugli altri dei di-
stintivi propri alle singole specie , p*er cui nei medesimi ne risultano
Archivio per la Zoologia. Voi. II Fase. f. l
2 G. JAN
specie e di generi che pure offrono non poche reciproche affinit. La classi-
a questa famiglia si sono non di rado divise in generi che stanno nei
scurare affatto quei caratteri che si rilevano dalla struttura dei denti.
Glifodonti.
il caso, due serie fra loro parallele, di cui la prima comprenda quelli
coi denti tutti lisci , la seconda quegli altri coi denti posteriori sol-
CALAMARmAE
i. Calamaria. 2. Pseudorabdion.
4. Adelphicos. H. Streptophorus.
5. Platypteryx. i Slenognathus.
6. Elapoides. i5. Rabdion.
7. Carphophis. 14. Aspidura.
8. Virginia. i5. Brachyorrhos.
9. Conocephalus.
Elapomorphinae :
ranno di mano in mano che le figure di tutte le specie a me note di ogni famiglia
saranno uscite alla luce nei fascicoli dell' Iconographie generale, mi sono limi-
talo in questa rivista ad indicare alcuni segai caratteristici che si riferiscono princi-
25. Cheilorhina.
26. Ficimia.
27. Oxyrlina.
Credo di far cosa non superflua coli' aggiungere presso ad ogni specie
il nome, messo fra parentesi, della citt (1) nel di cui Museo si con-
serva r esemplare da me esaminato, al quale ftir seguire l' indicazione
della patria. Tutti questi esemplari hanno servilo per le figure che si
I. CALAMARrA Boie.
mancante ;
postoculare \ ; labiali oppure -^' Nel primo
*inJeHori"T~
(2) Fra il rostrale ed il frontale esistono soltanto due scudetti che io considero
come prefronlali , supponendo cio che gli internasali siano saldati insieme ai
prefrontali.
ENUM. SISTEM. DELLE CALAMARIDAE 5
B. Specie a 5 sopralabiali.
a Mentale a contatto cogli inframascellari.
* Senza squama congiuntiva,
5. C. Gervaisi Dum. e Bibr. (P. M. Vienna) Giava.
C. C. lumhricoidea Boie (P. Leyda) Giava.
variet.
pure una Calamaria che trovasi nella collezione del Museo di Milano,
senta spesso un punto nero nel centro. Del resto la colorazione della
linea retta ; tutte le altre squame del corpo hanno un colore di miele
paiono in tutto sette righe nere, delle quali quella di mezzo pun-
4. C. quadrimac alata Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. 73. Cinque serie
di squame hanno in mezzo un punto nero; esse sono distribuite per
modo che se s comincia a contare dalla prima serie dopo gli addominali,
si vede che le serie punteggiate sono la 3. 5.^ 7. 9.* ed H." La
prima serie esterna ha I' orlo nero molto distinto cos che si formano
sette righe nere, come accennalo nella Erpetologie generale; negli
angoli degli addominali vi sono pure dei punti neri. La coda presenta
inoltre quattro macchie bianche orbicolari , due alla regione dell' ano
e due presso il suo apice. Differisce poi dalla C. pavimentala anche
nella lunghezza della coda e nel numero dei caudali che circa la
neri che vedonsi sulla 4.= 0.^ S."" e 10. serie. Ha pure dei punti neri
negli angoli degli addominali ed una linea nera ove si combaciano i
caudali. Differisce inoltre da essa pel numero dei labiali che sono co-
stantemente cinque,
6. C. liimbricoidea Boie. Schleg. Ess. II. p. 27. Dum. e Bibr. Erp.
gn. VII. p. 89. La parte superiore del corpo di una tinta bruna
o nerastra uniforme meno la prima e anche parte della seconda serie
delle squame che sono bianche , come pure in qualche esemplare l'oc-
Differisce pure per il colorilo che nella parte superiore del corpo ha
uj fondo rosso bruno sul quale vedonsi delle fascie traversali formate
da piccole macchie pi o meno confluenti giallastre o bianche, come
anche sono gialle la prima e la seconda serie delle squame ed in parte
la testa ; nella parte inferiore del corpo scorgons delle macchie nere
(disgiunte le une dalle altre, che continuano fino alla punta della coda.
8. C. Schlegeli Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. 81. Il preoculare
zione degli scudetti addominali che sono neri alla loro base ; la por-
ciaio; la parte inferiore invece affatto bianca meno una striscia nera,
nostro Museo. La parte superiore del corpo ha una tinta oscura uni-
esemplare misura 49", la coda '5" 5"', scudetti addominali 177, anale
diviso, caudali doppi 20. La coda nei due esemplari un poco com-
pressa ed terminata da una squama acuminata in forma di pun-
golo.
II. PSEUDORABDION m.
Iati ,
per cui resta tuttora dubbio se siano 5 o 6 sopralabiali ; nella
anche uno scudetto temporale. Nella figura della testa veduta di pro-
filo si sono quindi tracciali con puntini anche gli ultimi labiali e lo
scudetto temporale.
a. 15 Serie di squame.
10. R. occipitoalbum m. (Monaco) Ecuadore.
11. R. linealum Dum. e Bibr. (P.) Giava?
12. R. trivirgalum m. (M. Ginevra) Patria ?
13. R. punctovittatum m. (Neuchtel) Anlille.
b. 17 Serie di squame.
14. R. dubium m. (P.) Bogota.
largo che lungo; g' internasali sono grandi la met circa dei prefron-
tali (nel R. brevifrenum sono gi un po' minori , mentre in tulle le
12 e. j.w
allre specie essi sono molto pi piccoli della met dei prefronlali).
bruna; bruno pure il dorso da dove la tinta oscura passa sui fianchi
a regolari intervalli per congiungersi colle macchie della parte iiife-
forma del suo frenale che brevissimo, sicch la sua altezza uguale
di poco inferiore alla sua lunghezza. Il nasale riesce dunque in
prima e l' inferiore della seconda fila , il sesto soltanto quest' ultimo
vicinate che si congiungono alla parte inferiore del corpo ; nella parte
pi prossima alla testa queste fascie sono pi larghe che non alla
riore della 2." fila. La parte superiore del corpo di color bruno
con macchie nere disposte su cinque serie longitudinali; gli. addominali
hanno una tinta nera eccetto una macchia bianca alle due estremila
di ciascun scudetto ed alcune macchie pur bianche sparse qua e l.
sesto lo stesso temporale e l' inferiore dei due che stanno in seconda
fila, il settimo infine quesl' ultimo temporale. I sottolabiali sono selle
dei quali tre toccano l' inframascellare ; il terzo fra essi il pi
grande. Il colorilo di questa specie soggetto a molte variazioni per
modo che, se non si tenesse conto della folidosi della testa che co-
starne, si potrebbero ritenere per specie distinte. Ordinariamente per
si osservano delle macchie irregolari trasversali che cominciano al-
Queste macchie sono talora confluenti, tal* altra sono isolate e spesso,
esemplari :
ai lati del corpo, per modo che spesso s corrispondono sul dorso quelle
dell' uno con quelle dell' altro lato, simulando cosi delle fascio , che
per non vanno sugli addominali, i quali sono invece cospersi di pic-
I
ENUM. SISTEM. DELLE CALAMARIDAE 15
Una linea bruna percorre il dorso dall' occipite fino all' apice della
scudeili conligui per cui prendono una forma rettangolare, spesso al-
mente di colore rossiccio ; la lesta ha Tari punii neri e sul resto del
dei serp. del Museo di Pavia 1840 p. 16. Elaps hypospilus Wagl.
Mus. Monac. Oltre al carattere che ha comune soltanto col R. longi-
caudatum^ cio del mentale che tocca g' inframascellari, questa specie si
lare al disopra del frenale, per cui quest'ultimo scudetto invece di avere
hanno una linea nera ristretta che scorre lungo il dorso e due altre ai
Iati del corpo; per nel R. trivirgatum e lineatum queste tre linee sono
il. jR. lineatum Dum. e Bibr. Erp. gn. VII, p. 05.L' esemplare tpico
di questa specie comunicatomi dal Museo di Parigi presenta da ambo
i lati della testa qualche anomala; ha due postoculari ed alla sinistra
quattro temporali, cio: 2 + 2 mentre alla destra sene coniano cin-
que, cio 2 + 3. Esso lungo 22" (testa 9'", coda i" 5"') dopo tre
scudetti gulari 135 addominali e 14 caudali.
4 2. R. trivirgatum m. Distinto per avere 2 postoculari di cui il su-
periore di poco pi grande dell'altro, e tre temporali 1 +2.
L'esemplare del nostro Museo ha dopo tre scudetti gulari 131 addo-
minali e 13 caudali. La sua lunghezza totale 16" (coda 1" 5"'). Quello
superiore del capo oscura con piccole macchie disposte su tre linee lon-
gitudinali; una linea bianca stretta serpeggia suH' ultima serie di squame;
gli addominali sono bianchi con macchie nere pi o meno grandi, e neri
sono pure gli angoli; la coda totalmente nera. La lunghezza totale
dell'esemplare che conservasi nel Museo di Parigi 34" S"', la coda
4". Contansi 162 addominali e 27 caudali.
' 15. R. varmm m. (torquatum Dum. e Bibr. Erp. gn. VII, p. 101, in
da me esaminati.
IV. Adelphicos m.
Di questo genere singolare non mi nota che una sola specie cio:
carattere del genere; il mentale assai piccolo e non tocca gli inframa-
(*) NeV Erpetologie generale sono indicali 6 scudetti temporali (stx squam-
mes lemporales)\ ma se non si considerano per tali quelli che stanno all' infuori
forma da quella delle specie dei generi a questo vicini, ed ha, come
anche il mentale, una duplice smarginalura che ricorda quella degli
Ilydrophis e di altri serpenti acquatici. Il frenale subtriangolare e
tocca 5 scudetti, cio: il prefontale, Tinternasale, il nasale, il 2" ed
meglio la forma di questo scudetto, allorch desso meno alto del na-
( Elapoides )
( Colobognathus )
1. E. fascus Boie. Dum. Bibr. Erp. gn. VII, p. 122. Calamaria ela-
poides^ Schleg. Essai, II, p. 44. Questa e la seguente specie hanno sei
sopralabiali disposti in modo che il primo tocca il nasale sorpassando
di poco il solco della narice; il secondo.il nasale ed il frenale, il terzo
e l'inferiore dei due in seconda fila e per anomala anche piccola parte
del parietale, mentre nell'UE". Sieboldi tocca il postoculare, gran parte
del parietale ed il temporale; il sesto nell'jE'. fuscus il temporale in-
feriore della seconda fila e nell'i?. Sieboldi l'unico temporale. L'^". fu-
prima serie da ambo i lati, attigua agli addominali, sono neri solo alla
22 G. JAN
Lunghezza tot. del corpo 56" 15" 5"' 34" 5"' 34"
>> della coda 6" 5"' 2" 9"' 5" 5"' 5"
Scudetti gulari 3 5 3 3
:>
addominali 446 151 153 154
caudali doppi 38 37 38 34
1 della coda. 4" 3" 3" 5"' 3" 5"' 3" 1"4"'
Proceed. Nat. Sciences of Philadelphia 1859, pag. 99, alla quale appar-
tengono pi specialmente quegli esemplari che hanno gli internasali
coi primi 4 sottolabiali, gli scudetti del secondo paio assai divergenti
si salda con quello che gli sovrasta formando cos un postoculare molto
vidui ; cosi quello che possiede il nostro Museo ha delle macchie nere
piuttosto grandi sulla linea mediana degli addominali ed i caudali sono
6. 7 Sopralabiali.
2. Str. Sebae Dum. e Bibr. (M.) Messico.
della lesta tale anomalia, come anche al lato destro si scorge un pic-
colo scudetto fra il frenale, 1' occhio, il sopraorbitale ed il prefrontale
dalla folidosi della testa. Gli addominali hanno ciascuno una macchia
grande, semilunare nel mezzo ; ai lati sono bianchi e formano cosi due
fascie longitudinali bianche che continuano non interrotte fin verso
2. Slr. Sebae Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. 515. Le variet annove-
rate sotto questa specie differiscono senza dubbio grandemente fra loro
come pure al numero ed alla posizione degli scudetti della lesta che
non si possono con fondamento ritenere specie diverse ma sono piut-
collare e delle macchie trasversali sul dorso pur nere , ora con-
giunte ora alternanti ;
1' apice di ciascuna squama nera. La parte infe-
scuno nel mezzo una o due macchie nere che formano spesso delle
tanto il Sebae quanto la var. collaris hanno la parte inferiore del corpo
15" 7"', la coda 5". Dopo due paia di scudetti gular si contano 174
addominali e 68 caudali doppi.
3 col prefrontale, ora invece un po' pi alto nel qual caso tocca anche
il sopraorbitale ;
postoculari 2; temporali 1; sopralabiali 6, 7; infrala-
lei primo caso il preoculare sia in contatto col sopraorbitale nel secondo
30 G. JAN
serie fino all'ano, dopo di esso 15, alla met della coda 8 e presso
dorso che dalla testa si estende fino all'apice della coda; la testa nera-
stra e qualche macchia trasversale dello stesso colore vedesi sulla nuca.
Suir>esemplare che conservasi nel nostro Museo contansi 180 addominali
e 45 caudali semplici. Esso lungo 55" (testa 1" coda 5" 5"').
XVI. Elapotinus m.
lezza degli occhi , sia per la posizione dei denti , sebbene in esso
siano lisci mentre negli Amblyodipsas , al pari degli Elapomorphus
siano solcati.
ambo i lati del corpo; si formano cosi sui fianchi dell'animale due
righe che continuano fino all' estremit della coda. La parte inferiore
32 G. JAN
pallida; gli addominali ed i caudali hanno per negli angoli una linla
lungo in tutto 29", la coda 4". Dopo 4 squame gulari si contano 173
addominali e 56 caudali. Le serie longitudinali di squame sono su tuttto
il corpo 17 fino all'ano; 13 alla radice della coda, alla sua met 8.
angoli degli addominali e dei caudali che sono di color grigio come
il dorso. La lunghezza totale 45" la coda 8" 5'"; dopo due paia di
Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. HO. Fra tutte le specie di questo
genere la pi anticamente conosciuta; Linneo la descrisse sotto il
in essa una differenza riguardo agli inframascellari che hanno una forma
ben diversa che non nelle altre specie, sopratutto quelli del secondo
paio che sono molto larghi e pi grandi di quelli del primo. I sopra-
labiali hanno cogli altri scudetti della testa i seguenti rapporti: il I"
34 G. JAN
lora per anomalia il frenale tocca 1' occhio al disotto del preoculare
per cui simula un secondo preoculare ; ma questo caso raro ;
pi
spesso si osserva il preoculare in contatto del nasale al disopra del fre-
nale. Fra gli inframascellari del secondo paio trovasi una piccola squama
che sta a contatto anche con quelli del primo paio. I 4 esemplari di
questa specie che ho potuto vedere sono affatto eguali nel colorito. La
parie superiore del corpo di color biondo, l'inferiore bianca; la
vasi nel Museo di Ginevra lungo 40", la coda 7"; gli addominali sono
di Monaco raggiunge appena IG" 4"', la coda 5" 2'"; su di esso noverai
che sono 7 e stanno a contatto agli attgui scudetti nel modo seguente :
seconda fila , il 7" quest' ultimo scudetto. Accade per talora , per
anomalia', che i temporali in seconda fila si saldino in un solo per
cui non rimangono che due temporali uno dietro all' altro. Fra gli infra-
coda 4"; il numero degli addominali 12G, dei caudali doppii 41. Un
secondo esemplare che trovasi nello slesso Museo, misura 20", la coda 4";
palmente riguardo alla forma generale del corpo , offre per no-
tevoli discrepanze sopratulto nella posizione relativa dei primi sopra-
labiali, Neil' ^, mile il nasale semplice, ma a differenza delle allre
sul primo labiale. Questo scudetto viene cosi a sorpassare il solco della
assai piccolo e non si osserva alcuna squama congiuntiva fra g' in-
fra il 5" ed il 4*^ sopralabiale per cui il labiale che ne risulta tanto
culare, gli ultimi 3 hanno gli stessi rapporti come nell'/T. coronelloides.
Si osserva sul collo una larga fascia nera che discende fino sui primi
testa, di color bruno, pi oscuro sul dorso, ove si scorgono dei pic-
coli punti neri; inferiormente di color bianco giallognolo. La lunghezza
totale del serpe 34" (testa 4" coda 9" 5"'). Dopo 3 paia di squame
gulari si contano 159 addominali e 67 caudali doppi.
Anale diviso.
1. 0. subquadratus Dum. e Bibr. (M. Stuttgart) Giava.
pi nota, come tipo del genere. Essa dislinguesi dalle altre sopra lutto per
un fondo bruno o neraslro con delle macchie ovali sul dorso a qualche
caudali offrono poi delle macchie nere quadrate o rettangolari (che ricor-
negli esemplari freschi e non ancora alterali dallo spirito di vino; come
pure sono dello stesso colore le suddette macchie del dorso e dei fianchi.
La tinta rossa si perde per ben presto restando un color giallognolo,
che va poi facendosi sempre pi pallido.
2. 0. propinqmis m. Differisce dal tipo per avere 15 serie di
folidosi della testa non osservasi alcun solco sul nasale per cui appare
4**
nasale, il frenale ed il preoculare, il o" il preoculare e l'occhio, il
7" quesl' ultimo. Perci che concerne il colorito della parte superiore
del corpo, questa specie rassomiglia affatto alla precedente, dalla quale
distinguesi soltanto per non avere le macchie nere quadrale sugli addo-
minali e sui caudali, ma bens delle piccole macchie brune limitate
alla soia base degli scudetti medesimi. Nei 2 esemplari da me osservati
di uno dei delti esemplari 28" 5"', la coda 4". Contansi, dopo 2
due precedenti specie per 1' anale diviso e specialmente per gli addo-
minali che hanno ciascuno 3 pccole macchie nere, una in mezzo, le
serie assai regolari di punii, che percorrono luUa la parie inferiore del
corpo fino all' ano ove scompare quella di mezzo e continuano sulla coda
le due laterali. Sul dorso \edonsi delle macchie nere orbicolari a varia
distanza fra loro, disposte su due serie talora alternanti, e sopra alcune
testa poi si nota, una fascia nera, in parte posta sul frontale e sui pre-
frontali, che termina sotto ciascun occhio; 2 altre macchie della stessa
tinta ai lati del collo , talvolta confluenti fra loro , e una breve
striscia che ha principio sul frontale e termina alla nuca. La posizione
relativa dei sopralabiali la stessa come nel tipo, soltanto questa specie
Le squame sul corpo hanno per lo pi un orlo ora nero ed ora bianco;
ordinariamente quelle che offrono un orlo nero sono disposte in piccole
affinila.
40 e. JAN
pure nerastra con un orlo bianco in avanti ed indietro; sul dorso poi
si osserva una fila di punti neri alquanto lontani gli uni dagli altri
mentre a ciascun lato del corpo si vedono due altre serie di punti pi
mente nella folidosi, per avere 3 temporali grandi posti in fila uno
dietro all'altro e nove labiali superiori invece di 8; essi stanno in
nel colorilo all' 0. subpunctatus ; non si osservano per dei punti neri
sui caudali ed. addominali nell' esemplare inviatomi dal Museo di Basilea
all'ano 15, dopo l'ano H, alla met della coda G. La sua lunghezza
complessiva 13", la coda 3"; dopo 3 squame gulari annoveransi 193
addominali e 62 caudali doppi.
il
4'' il parietale ed il temporale, il 5 quesl' ultimo scudetto. VA. uni-
color ne differisce soltanto per avere 2 labiali, invece di uno, sotto al na-
sale. Le due specie dislinguonsi assai bene pel colorito, che nell' uni-
color plumbeo, del qual colore pure la parte mediana di ogni ad-
nel nostro Museo lungo 35" (testa 1" 8"', la coda 4" 5"'). Gli addomi-
nali sono 201, i caudali doppi 27. Quello descritto dal prof. Reinhardt
Caratteri del genere. Occhi piccoli; nasale intiero (ad eccezione del-
Caudali doppi.
(Elapomorphus)
* Internasali riuniti ai prefrontali.
a Senza temporale.
\. E. D' Orbigmji Schleg. (P.) Chili.
B Con un temporale.
2. E. flavotorquatiis Dum. e Bibr. (P.) America meridionale.
5. E. assimilis Reinh. (Copenhagen) Brasile, Minas geraes.
** Internasali 2; prefrontali saldali in un solo scudetto.
a Postoculari 2.
B Un solo postoculare.
( Urobelus )
{Elapomojus)
12. E, dimidiatus m. (M.) Brasile.
ENUM. SISTEM. DELLE CALAMARIDAE 43
i. E. D'Orbigny [Calamaria) Sclileg. Ess. II, p. 30. Dum. e Bibr. Erp.
gn. VII, p. 854. 1' unica specie di Elapomorphiis la quale abbia sol-
tanto 4 sottolabiali a contatto cogli inframascellari.
st' ultimo scudetto. Il preoculare non trovasi a contallo del nasale. Dif-
ferisce questa dalle specie vicine flavotorqualus ed assimilis non solo
nosce a primo aspetto questa specie per avere due righe nere piuttosto
strette , che dai lati del collo decorrono parallelamente al dorso ed
occupano ciascuna la met di due serie vicine di squame ,
pel dorso
sparso di punti neri, che sulla testa sono pi spessi per cui essa acquista
un color nerastro, e per gli addominali aventi una macchia bruna nel
mezzo, come pure i caudali laddove alternano le due serie. L' esemplare
tipico della medesima, comunicatomi dal Museo di Parigi aveva soltanto
la testa intatta, del resto non \' era che la pelle assai conservata eccetto
alla regione dell'ano, per cui era difficile distinguer bene l'anale che
neir Erpt. gn. detto intiero, sebbene a me parve diviso come nella
gran macchia nera che giunge fino agli angoli degli addominali senza
i lati del corpo e la parte superiore della coda sono rossi negli esem-
di Parigi 95" (testa 2" 4", coda 5" 5'"). Conlansi 214 addominali
e 26 caudali doppi.
6. E. lemniscatus Dum. e Bibr. Erp. ger. VII, p, 840. Il colorilo di-
slingue questa specie dalle due anlecedenli : la testa nera meno piccola
parte del nasale, dei labiali e degli inframascellari ; tre striscio nere per-
corrono il dorso ed i fianchi del serpente fino all' estremila della coda
neri ad eccezione degli angoli estremi che stanno a contatto colla prima
per le sue minori dimensioni, come rilevasi dai seguenti numeri presi
(2 6) semplici.
7. E. Blumii {Calamaria) Schleg. Ess. II, p. 45. Dum. e Bibr. Erp. gn.
VII, p. 141. Parlando del colorito di questa specie Schlegel dice p. 46:
u Trois raies peu distincles et noirtres rgnent le long dii dos et des
labbra e sulla parte inferiore del corpo ; i soltolabiali e gli altri scu-
detti sotlo la testa hanno ciascuno un punto nero che rinviensi pure
46 G. JAN
accade per talvolla che, per anomalia, il sesto sopralabiale tocchi am-
bidue i temporali, come si osserva talora anche nell'i?, lemniscaliis. \
p. 31. Differisce dalia precedente specie per avere un solo posloculare e pel
delle quali quella di mezzo pi distinta delle altre due; il corpo e la testa
inferiormente sono affatto gialli senza alcun punto, meno alcune piccole
macchie sul mentale e sui primi tre soltolabiali. Riguardo agli scudetti
della lesta esso non differisce dall' jE". Blumi il quale pu considerarsi
come tipo del genere.
nerastra si stende sui parietali nonch sulla nuca, dalla quale partono
coda ove le laterali si fanno meno palesi. Tranne alcune macchie nere
sul mentale, sul primo paio d' inframascellari e sui primi 4 soltolabiali,
soltanto una rilevante differenza nel numero degli addominali del lepidus ;
poich nel resto non si scosta punto dalle specie vicine, come vedesi
dal secuenle confronto :
parte anteriore del nasale, il 2" il nasale fin quasi al suo termine, il
nasale diviso , e per la presenza d' un solo posloculare , non che pel
colorito che consta di 5 righe nere su di un fondo bianco, regolarissime,
le quali vanno fino all' estremit della coda, ad eccezione delle due esterne
la coda 2". Dopo due o tre squame gulari conlansi 216 addominali,
un'anale semplice, e G caudali doppi.
M. E. gaboniciis Aug. Dum. Revue et Mag. de Zoolog. 2"^ Srie T. Vili
lungo SI" (tesla 1" 4"', coda 4"); dopo 4 paia di squame gulari osser-
museo dal Brasile, per altra parie il complesso degli altri caratteri e
I sottolabiali sono 7, cinque dei quali stanno a contatto colle 5 paia d' in-
della coda ed alla met della medesima 8. La lunghezza totale del corpo
58", della coda 4". Dopo 5 paia di squame gulari ha 246 addominali,
un'anale diviso, e 26 caudali doppi. La testa nera, il dorso biondo
coda ha lo stesso colore come il resto del corpo, tranne 1' ultimo quarto
nanza ai sottolabiali.
nel Museo di Bologna , 1' altro ebbi in cambio dal prof. Bianconi pel
nostro. Nel Catalogo che accompagna i Cenni sul Museo Civico di Mi-
lanOf d857, p. 44, collocai questa specie, in grazia del suo abito, fra
luogo citato e figurata sulla lav. XVIII dell' opera dello stesso autore,
bocca. Sui due esemplari suaccennati non s'osserva alcun vero tem-
porale ed i sopralabiali hanno cogli altri scudetti i seguenti rapporti:
il i" tocca il nasale e ne sorpassa la narice, il 2 il nasale, il preo-
culare e l'occhio, il 3' l'occhio ed il postoculare, il 4" il posloculare
ed il parietale, il 5" quest' ultimo scudetto. La testa, meno una parte
dei sopralabiali ed il collo , hanno una tinta nera , la quale si stende
dalla nuca fin presso gli addominali ove forma un angolo acuto , le
squame gulari e tutta la regione inferiore del corpo sono di color bian-
castro; superiormente domina una tinta olivastra e bruno-chiara. L'esem-
plare del Museo di Milano lungo 26" S'", la coda 2". Dopo 4 squame
gulari contansi 122 addominali; dei caudali non si pu precisare il
temente 4 toccano g' inframascellari dei quali esistono due paia; squame
liscie ordinate in 15 serie longitudinali; anale diviso od intiero; cau-
dali doppi.
a Con 6 sopralabiali.
\. IL gracile Baird e Gir. (M.) Indianola to Nueces, Texas.
b Con 7 sopralabiali.
* Anale diviso.
2. //. planiceps Blainv (P.) California.
** Anale intiero.
0. H. Wagneri m. (M. 3Ionaco) Florida.
B II mentale non tocca g' inframascellari.
1. //. gracile [Tantilla gracilis) Baird e Gir. Cat. of North. Am. Rept.
I, p. 132. Distinguesi abbastanza da tutte le altre specie dello stesso
destro della testa si scorge bene il solco che divide in due il nasale,
alla parte sinistra vedesi solamente quella porzione del medesimo che
va dalla narice al primo labiale. Tanto questa quanto la seguente specie
hanno un solo postoculare a differenza delle altre che ne posseggono
due. La posizione dei sopralabiali la seguente: il V tocca il nasale
il 6 i due temporali.
2. //. planiccps (Coluber) Blainv. Dum. e Bibr. Erp. gn. VII, p. 857.
Differisce nella folidosi della testa dalla precedente specie per avere
7 sopralabiali e dal tipo ( //. tnelanocephalum )
per la presenza d' un
solo postoculare e pel mentale che tocca g' inframascellari. L' unico
esemplare che serv per la descrizione nell' Erpetologie generale mi
venne comunicato colla solita liberalit dal 3Iuseo di Parigi; la sua
lunghezza di 25" 5"' (testa 7"', dopo 4 paia
totale coda 6"); di squame
gulari contansi 140 scudetti addominali e 57 caudali doppi.
o. H. Wagneri m. La posizione relativa dei sopralabiali in questa
specie identica a quella che osservasi nell' H. melanocephalum al quale
rassomiglia pure nel colorito. Ne differisce .per pel mentale che sta
a conlatto cogli inframascellari ed inoltre per gli internasali che sono
un po' pi obliqui fra loro. Nel nostro Museo esistono due esemplari
di questa specie, aventi ambidue una fascia bianca, la quale per nel-
r individuo pi grande, raccolto nella Florida dal prof. Wagner, tro-
meno una macchia bianca dietro all' occhio e la fascia bianca sulT occi-
pite, alla quale tien dietro un semicollare nero. La lunghezza dell' esem-
plare pi grande 26" 8"', la coda 5". Dopo 2 o 3 squame gulari si
58. Dum. e Bibr. Erp. gn. VII, p. 859. Non in tutti gli esemplari il na-
il
4** l'occhio ed il preoculare, il 5" il postoculare ed il 1" lemporale,
il 6" soltanto qiiesl' ultimo scudetto, il 7 ambidue i temporali. Rela-
tivamente al numero degli addominali e dei caudali ed alle dimensioni
Numero
fluenti, che vedonsi sulla nuca, dietro alle quali s' osserva poi un semi-
collare dello stesso colore della testa, il quale raggiunge appena i primi
4 5 addominali. La parie inferiore del corpo d' una tinta biancastra,
specie non trovarsi nell'America del nord. Non avendo per osservato
differenza alcuna ^ sia nei denti, sia nel colorito, sia infine nella foli-
dal tipo riguardo alla folidosi della testa; pare soltanto che in questa
specie sia normale quello, che nel tipo fu indicato come una anomalia,
cio che il nasale non tocca il preoculare, per cui il secondo sopra-
labiale sta a contatto non solo col nasale e preoculare , ma tocca
una pi stretta bianca che occupa solo 5 serie trasversali di squame. Gli
addominali ed i caudali sono pure bianchi m.eno una leggiera punteg-
giatura nera sopra una parte dei caudali.
formazione del loro corpo e per la testa poco distinta dal tronco, al
carallere delle Calamarie^ gli ultimi, richiamano assai i' aspello proprio
minazione.
/. Nasale intiero.
A Con S 6 sopralabiali.
a Un internasale ed un prefronlale.
XXIV. Prosymna Gray.
a Squame liscie,
XXVII. OXYRHIINA m.
oc 2 Internasali e 2 prefrontali.
* Frontale non a contatto cogli internasali.
avanti; nasale semplice con un solco che dalla narice va a finire sul
dati fra loro in un solo i due internasali e cosi pure i due prefron-
lali; questo carattere congiunto a quello offerto dal nasale, fanno subito
distinguere questo genere dagli altri. I sopralabiali stanno in rap-
porto cogli vicini scudetti nel modo seguente: il 1" tocca il nasale
labiali sono 8 dei quali 3 toccano il solo paio d' inframascellari che
sia ben distinto. Degli esemplari che conservansi nel Museo di Milano
r uno della Sierra Icona superiormente di color bruno rossiccio sbiadito
56 G. JAIS
chino volgente al nero; in tutti i due per osservasi all' aprce d'ogni
doppii, l'altro lungo in tutto 13" (coda 2" 5"') ed ha 140 addominali
e 33 caudali.
2. P. Janii Bianconi, ined. Questa bella specie avuta in comunicazione
dal Museo di Bologna ha superiormente una tinta bruno-rossa pallida,
sulla quale spicca un elegante disegno nero. L' internasale ha qualche
jiiccolissima macchia nera, il prefrontale invece quasi tutto occupalo
e termina sul collo; nel mezzo di questa grande macchia nera vedesi
no spazio avente la forma di un cuore da carte da giuoco, il quale
dello slesso colore del fondo. Pi indietro s' osserva poi una fascia
nera trasversale e sul dorso due serie longitudinali parallele di mac-
chie nere orbicolari, che vanno di mano in mano sempre pi impic-
colendo quanto pi s' avvicinano alla coda, sulla quale poi scompaiono
alfatto. Inoltre vedonsi lateralmente alcune macchie pi piccole irrego-
larmente alternate con quelle delle due serie test accennate, ma che
cessano poi del tutto alla mela del corpo. Di sotto 1' animale d' un
color giallastro uniforme. Le squame sul corpo sono, come nella specie
precedente, disposte in 17 serie longitudinali, ma invece d'esser liscie
sono carenate, ad eccezione soltanto della serie esterna ossia pi vicina
agli addominali. Alla parte posteriore del corpo, in prossimit all' ano,
prima fila, il 5" questo temporale e l' inferiore dei 2 in seconda fila, il
6'^ quest' ultimo temporale. I sottolabiali sono 8 dei quali 4 toccano l' in-
intenso sul dorso, pi pallide verso gli addominali e sui medesimi ove
si stendono in parte senza riunirsi, meno le ultime due fascie che stanno,
sulla coda, le quali si congiungono di sotto simulando degli anelli neri.
(testa 1" 7"', coda 5"'); dopo 7 od 8 paia di squame gulari si con-
il frontale, prominente nella parte sua anteriore e rivolto all' ins ove
mascellari che sia ben distinto (1). Squame liscie in 17 serie longitu-
dinali; anale diviso; caudali doppi.
Gray, onde con ci accennare se non alla identit, almeno alla affinit
(1) da notarsi come tanto in questo quanto nel genere Prosymna, dopo il
paio di veri inframascellari esistono due scudetti , i quali per la loro posizione
che per la loro forma si avvicinano alle squame gulari , sono separati da una o
due vere squame, per cui si incerti sulla loro pii conveniente denominazione.
(3) Gray nel Cai. of Snakes in the Brit. Mus. pag. 38, ove parla dei generi
della sua famiglia Hyridae , usa il nome Ficinia che ripete pure nell' ndice
pag. 121, mentre alla pag. 80, ove d il carattere pi esteso del genere e della
trovasi indicalo fra i caratteri del genere chin shields foiir pairs e ,
sima desuma dalla forma e dalla posizione del rostrale, uguale a quella
e dei frenali, e separati uno dall'altro pel rostrale, che quasi ugual-
mente largo cominciando dalla base fino dove si combacia col frontale;
presso l'ano, alla met della coda 4, ed alla radice della medesima
10; contansi sul detto esemplare, dopo 5 squame gulari, 155, addo-
minali, l'anale diviso, e 34 caudali doppi. La sua lunghezza totale
XXVII. PXYRHINA m.
inferiore del corpo. Sugli orli ed ai lati degli addominali vedonsi ta-
lora delle fine punteggiature, che in alcuni esemplari sono un po' pi
caudali formando ivi una leggiera riga nera. 1 labiali hanno la slessa
detti temporali che sono sempre 3 sono fra loro di grandezza diversa
di cui il primo sempre pi grande di ciascuno dei due che
vengon dopo. Gli inframascellari del secondo paio sono sempre pi
piccoli che non quelli del primo , e separati fra loro da una piccola
squama, alla quale lengon dietro 2 o 3 paia di squame gulari. L'esem-
plare pi grande da me veduto lungo 35" (coda 6" 5"'), ha 129
addominali e 38 caudali doppi. Un individuo femmina lungo 29"
(coda 3" S") ed ha ^33 addominali e 27 caudali doppi. Un altro esem-
plare misura in lutto 29" (coda 3") ed ha 128 addominali e 35 caudali
ENUM. SISTEM. .DELLE CALAMARFDAE G
del frontale che ha 7 lati, coli' anteriore dei quali viene a contatto dei
dall' altro. Differisce inoltre dalla varians per non avere che un solo
postoculare , e per la mancanza del frenale. La posizione dei soprala-
e non tocca alcuno fra gli scudetti superiori ai medesimi, il 6" che
due specie del genere Oxyrhina. La lunghezza dell' esemplare che con-
servasi nel Museo di Milano di 22" (coda 5" 5"'); conlansi sul me-
desimo 127 addominali e 50 caudali doppi.
5. 0. {Exarlina) maculala m. Distinguesi dalla varians non solo per
G2 G. JAN
meno protratto per cui il muso acquista una forma meno aguzza; la
un fondo color d'oliva cupo; sulla testa vedonsi delle piccole macchie
pure nerastre come anche ai lati del corpo; sugli addominali poi vi
sono delle macchie nere quasi quadrale, le quali per assumono tal-
1) della coda . .
4" 4" 7"' 4" 1" 8
del detto esemplare di 25" (testa 1" 4"', coda 3" 6"'); esso ha d30
addominali e 27 caudali doppi. La regolare distribuzione delle mac-
doppi.
Freminvilki Dum. e Bibr. Erp. gn. VII, p. 868, proveniente dal Mes-
s.'co ed identico nella folidosi alla Calamaria Degenhardtii Berthold ,
differendo solo nel colorito per non avere macchie n sopra n sotto.
e sui caudali vi hanno poi delle macchie brune o nerastre sparse senza
alcun ordine; spesso per si osservano sulla linea mediana degli addo-
minali delle macchie pi scure delle altre e disposte su di una linea
qual caso uno o due dei sopralabiali posteriori sono assai abbreviali
temporali; quello di Puerto Gabello ha poi alla parte destra della testa
.
Numero Lunghezza
degli dei
Musei e Provenienza addomin. caudali totale della coda
Pi costante la lunghezza della testa che varia da 1" 6"' a 1" 9"'.
Archivio per la Zoologia. Voi. II Fase, l, 5
66 G. m
In questo schizzo d una distribuzione sistematica delle Calamaridae,
vasi descritta altrove, sia in trattati speciali, sia ne' giornali scien-
Wagler (1), sette anni prima che uscisse 1' Essai di Schlegel, allorch
tent distribuire in vari generi i serpenti allora conosciuti.
come vi siano tanti passaggi da una in altra forma, per cui la circo-
schlechteri, mehr schadenden als niitzenden Arbilen so vieler friihern und neuern
(2) Wagl. Op. eli. pag. 263 dass sie nur eine einzige Familie biJden, deren
Glieder sich smmtlich innig beriihren und eine ununterbrochene Kette bilden.
ENLM. SISTEM. DELLE CALAMARiDAE 67
tivo. Gli perci che riesce malagevole l' indicazione dei caralleri ciie
indicarne alcuni, avvertendo che essi non sono tutti applicabili a cia-
bocca in generale piuttosto stretta. Gli occhi non sono molto grandi
pre rotonda.
Pi di frequente che non in altri gruppi, h regione superiore della
fra essi '^edesi talvolta una squama congiuntiva la quale per solo nel
gen. Calamaria mi parve avere una certa importanza come nella dia-
gnosi della specie.
(1) Non meno importante della posizione e del numero dei sopralabiali per
la determinazione degli Ofidii il numero dei sottolabiaii che toccano g' inframa-
scellari j questo numero non varia mai nella slessa specie se non per anomalia ,
facilmente riconoscibile. L' ultimo dei sottolabiaii che Irovansi a tale contatto si
dislingue poi anche generalmente per essere un po' pi grande degli altri e per avere
una forma affatto particolare. Questa speciale disposizione nella folidosi della parte
08 G. JAN
per carenale ; il loro numero non diminnisce per lo pii dal collo alla
caudali sono doppi, cio disposti su due serie, assai di rado semplici
cio in un'unica serie; in ogni caso quasi mai pi di 60 paia od
altrettanti semplici, e per lo pi sono meno di 40. V anale intiero
diviso.
non credo superfluo il notare che ogni qualvolta accennai alla colora-
zione di qualche specie, intesi parlare dei colori che si vedono sugli
esemplari delle raccolte, e sopratutto dei disegni ossia della special
Tutti gli Ofidii compresi nel gruppo delle Calamaridae hanno denti
tanto nella mascella superiore quanto nella inferiore, quantunque spesso
eccetto nelle specie del genere Oligodon. Nella maggior parte delle Cala-
inferiore della testa senza dubbio legata a qualche importante funzione fisiolo-
gica poich, tanto fra gli inframascellari ed i soltolabiali che essi toccano, quanto
fra gli inframascellari stessi siano poi uno o due paia , si osserva che la pelle si
cosa avviene pure, ma in un grado molto minore, su qualunque altro punto della
parte inferiore della testa e del collo al momento in cui ha luogo il passaggio nel-
come gli allri denti oppure avere un solco longitudinale; esser posti
subilo dopo, e nella stessa fila degli altri, oppure esserne separati da
uno spazio pi o meno notevole.
Intorno all' uso di questo solco ancor troppo poco si sa, non essen-
dosi finora, per quanto a mia cognizione, istituite delle esperienze
ghiandole che stanno nella parte posteriore della bocca o fors' anche
condotto secretore della quale si apre alla base del dente solcalo pel
pi, per cui questo sarebbe sufficiente per distinguere l'osso dentale
dei serpenti da quello dei Sauri. Tal carattere senza dubbio di grande
da lui osservala in tre differenti specie di serpenti. Dal canto mio posso
(1) H. Schlegel, Unlersuchung der Speicheldriisen bei den Schlangen ecc. Ver-
bandi, der Leop. Carol. Akad. 4828, voi. XIV, p. i, pag. 453, tav. XVI.
(2) Troschel, ber dea Unterkiefer der Schlangen ecc. Archiv fiir Naturge-
schichle XXVII Jahrg. I86I> voi. i, fase. IV, pag, 326.
70 G. JAN
il 7% nella seconda I' anteriore sia sotto 1' 8" ed il posteriore fra il
9 e 10" dente; pare quindi che il foro anteriore sia anormale poich
fra i Sauri da altri fra gli Ofidii^ venne divisa da DumriI e Bibron
nelle due sezioni Epanodonta e Catodonta, secondo che le specie ad
partenente alla prima divisione vedesi l' osso dentale che ha la forma
di un aculeo breve e ricurvo assai sporgente sull' articolare, del quale
adott per punto di paragone 1' orlo posteriore del detto foro. Costanti
mancanza (o) od alla presenza di una (*) o due (*') fossette all' apice
logo prof. Reinhard! attir pel primo l'attenzione dei naturalisti con
un suo elaborato articolo (1) in cui dimostra la costanza di questo
carattere negli individui della stessa specie, e che perci non da
preterirsi nelle descrizioni degli Ofidii, potendo talora facilitare la de-
mentale situato molto posteriormente, quasi sotto il S" dente. L' osso
0. C. versicolor.
0. C. Gervaisii.
^"~*^
C. vermiformis masc. pai. 7, pter. iO.
0. C. Cumeri.
Pseudorabdion torqualum masc. ^? pai> 8 9, pter 20 22.
0. Rabdosoma brevifrenum masc. sup. 10.
Kjbenhavn for 1860, p. 209. Tradotto dal prof. Troschel. ber einige kleine
0. Chersodromus Liebmanni.
0. Streptophonis Sebae masc. j^^'^ pai. 7, pter. 18.
0. Aspidura scytale mas. -IJ pai. 45, pter. 26. Il foro mentale
0. 0. propinquus.
*
^~^ osserva questa
0. sublineatus masc. -
pai. 0, pter. 0. Si in
0. E. acanthias.
0. Uriechis atriceps.
0. Homalocranion gracile.
0. H. melanocephalum masc.
"
pai. 10 12, pler. 16.
0. Cheilorhina Villarsii.
* Fieimia elaiacroma masc. sup. 15.
0. Oxyrhina varians masc. pai. 11, pter. 13.
0. 0. De Filippii.
osservano due fori mentali; le apofisi sono quasi uguali fra loro.
qiiattim, cotanto affine alle vere Calamarie pel suo portamento, s' avvi-
cina ancora alle medesime per la patria; infatti l'esemplare del Museo
di Parigi proviene da Macassar a S. 0. deli' isola di Celebes.
Proprie all' America meridionale e centrale, ed alle Antille sembrano
essere le numerose specie del genere Rabdosoma e forse erroneamente
vennero indicate nell' Erpetologie generale le specie R. longicaudatum
e lineatiim provenienti da Giava. Bens da quest' isola si ebbe la specie
che distinsi col nome generico di Adelphicos^ ed asiatica pure 1' unica
specie conosciuta del genere Plalijpleryx : essa venne finora raccolta
74 G. JAN
Dekan.
Delle specie apparlenenli al genere Elapoides solo la [trma E. fuscus
indigena di Gi va; le altre sono tutte del nuovo mondo e proven-
gono dal Messico e dall' America centrale. All' America del nord appar-
tengono i generi Carphophis, Virginia, Conocephalus e Chersodromiis ;
Sonda.
Nella sezione delle Elapomorphinae troviamo alcuni generi che sem-
trionale e centrale, ove qualche specie pare occupi un' area assai estesa,
cennate famiglie. Dal detto genere avrebbe per a staccarsi una specie
propria dell' America settentrionale distinta dalle altre, che sono asia-
ENUM. SISTiSM. DELLE CALAMARIDAE 75
liche, per la conformazione del corpo e specialmente per il muso molto
acuminalo a cagione del rostrale assai sporgente e di particolare strut-
genere Slenorhina (1) per cui nella rivista delle Coronellidae che sar
pubblicata in questo giornale, collocher avanti alle altre la delta specie,
alla detta famiglia (pag. 89) devesi sostituire al nome Slenorhina quello di He-
miodontus ed ai nomi Ficimia Gray, quello di Trelanorhinus ; il gruppo delle
9. H preoculare. 11 proculaire.
iO. postoculare. 11 postoculaire.
,^ ^ , i gulare (2).
'
17. Scudetto ) * ^
(i) Quando dalla narice partono dei solchi in direzione opposta, per cui essa
appare come situata fra due scudetti che formano insieme il nasale , io consi-
dero questo come diviso ( es. Rabdosoma, Slreptophorus) ; nel caso contrario
meno per la loro forma ; squa?7ie gulari quelle che occupano la slessa posizione
degli scudetti gulari, ma non differiscono per la loro forma dalle altre squame la-
terali della gola, le quali non hanno alcun valore diagnostico. Gli scudetti gulari
sono per lo pi disposti in una, le squame gulari in due serie longitudinali.
7/
MUSEUM ZU WIEN
(Mit 1 Tafel).
mobili obtectum.
Lingua disciforrais, fere tota mento aduaL marginem posticum et
Tympanum conspicuum.
Anlipedes sempalmati, scelides palmati.
Dentes vomerales in duas series curvatas ( ) dispositi.
BESCHREIBUNG.
Der Kopf dieses, wie es scheint, sehr seltenen Frosches ist nidrig
und sehr breit, und erhalt durch das scharfe Hervortreten der
78 UN1U':SCI1RIEBENE BATRACIUER
vor den Augen, zwischen dem oberen Mundrande und der Schnaul-
zenkante sind concav, ebenso die Oberseile des Kopfes zwischen den
beiden Knochenkmmen und den Schnawlzenkanten.
Die Schnautze ist nach voine senkrecht abgestutzt und Irilt nicht
geringer Enlfernung von ihrem hinleren Ende, mit der scharfen Scheitel-
leisle unler einem spilzen Winkel zusammenlrifft.
Die Scheilelleisle selbst hat eine verkehrt Sfrmige Geslall, und
convergirl nach hinlen mit der der entgegengesetzten Scile, ohne aber
mit ihr zusammenzutrefFen , und reicht nach hinlen bis zum Hinler-
hauptende.
Das Auge ist gross und ragt nicht unbedeulend iiber die Umgebung
hervor : der Abstand der Augen von einander gleicht 1 Va ^^^
Durchmef-sers der Augenkugel.
Das Trommelfell ist \l!ig kreisrund, sein Durchraesser gleicht V^
des Durchmessers der Augen im vlh'g geffnetem Zuslande.
Amganzen oberen Rande des Trommelfelles lufteine kleine Schwiele,
die am hinteren Ende des Auges beginnt und hinter dem oberen Rande
des Trommelfelles sich etwas herabsenkend am Halse verlauft.
Der Mund bildet einen grossen Bogen; die direkle Enlfernung der
FRANZ STEINDACHNER 79
derselben.
Die Hnde und Fiisse sind gross und stark flachgedriickt; die
Haftballen stark entwickelt, an den Fingern quer elliptisch, an den
Zehen rund oder lngiichrund und kleiner als an ersleren.
Die Hnde besitzen nur cine halbe breite Schwimmhaut zwischen
den 3 usseren Fingern. Die Zehen haben eine \ollslndigc breite
erachte.
Die Haut ist auf der Riickensele des Thieres an der Kehle und
Brusi vllig glatt, diinn, besonders am Kopfe, doch daseibst stark
gegen die Bauchseite zu noch heller wird. Der Bauch ist weisslich
eben so die Unterseite der Arme und Beine. Die Kehle ist undeutlich
braun marmorirt. Lngs der Seilen des Leibes bis zu den Augen liegen
rundliche, dunkelbraune Flecken in ziemlich bedeutender Anzahl
zerstreut umher, das Trommelfell sebst ist mehr oder minder voli-
mener unti mehr in die Lnge gezogen als die an den Seiten des
Korpers, finden sich auch am Hinlerriicken vor.
BESCHREIBUNG.
aussen, hervor; ihr Abstand von einander auf dem Scheitel ist etwa
grsser als der Durchmesser der ganzen Augenkugel.
Anfang, luft sodann iiber den oberen Band des Trommelfelles binweg
iind senkl sich sodann zur Scbuller hcrab, wo sie allmahiig verlauft.
Die drei usseren Finger der Hand haben niir cine ha!be Schwimm-
haul, die lief ausgebuchlet isl (was bei Osteoc: taurinus nielli der
Fall isl); zwischen den beiden inneren Fingern isl nur cine sehr kitrze
Spannhaut vorhanden. Bei den funf Zehen der Ilinlerfiisse reichl die
Schwmmhaul bis an die Haflballen. Die Sohlenbalieii des Daumens
und des usserslen Fingers der Hand sind mit Wrzchen beselzt, an den
Fiissen Iragen dagegen sammlliche Sohlenbalien ziemlich hohe Warzen.
Die Krperhaul isl im ganzen bei Osteocephatus flovolineatus \iel
dicker als bei der friiher beschriebenen Ari, und an der Oherseile
des Kopfes diinner als an den iibrigen Krperlheiien, ohne jedoch
mit der rauhen Oberseite des os fronte-parietale verwachsen zu sein.
Die ganze Oberseile des Krpers ist wie granulirt, da sie mil
zahlreichen, sehr kleinen Wrzchen beselzt isl, ebenso die Kehle;
der Bauch und die Unlerseile der Schenkel sind mil grosseren Wrz-
chen beselzt, whrend endiich die Haul an den Armen u(id Waden-
beinen glall ist.
Querslricben. Von der Nasenspitze bis ans Sleissende geht ein halb-
Job. Nalterer fand diese Ari, von welcher das kaiserliche Museum
nur ein Weibchen besilzt, in einem vermoderlen Baumslamme zu
Cocuy in Brasilien im Winler der Jahres 1851.
g. 1. Osleocephalus taurinus.
2. Linker Vorderfuss desseiben von unlen.
3. Linker Hinterfuss desseiben Frosches von unlen.
4. Osleocephalus flavolineaUis,
5. Geffnetes Mani desseiben.
;e^-
83
I BLENNINI
ANARRHICHADINI E CALLIONIMINl
DEL GOLFO DI GENOVA
84 GIOVANNI CANESTRINI
stabilire la famiglia dei CoUini , alla quale vorrei aggiungere 1' Uranoscopus.
Io ho gi provato altrove (Zur Systemalik der Percoiden), che V Uranoscopus
non ha una posizione naturale fra i Percoli e che non appartiene nemmeno
agli Acantolteri. Della medesima opinione Kner; egli dice: if. Uranoscopus
isl fiiglich kein Slachelflosser zu nennen Bei Uranoscopus (scaber) wird
die erste Dorsale durch vollig berhulete diinne und biegsame Slrahlen gesllzt,
die allerdings ungegliedert und symmelrisch, aber selbst am Gelenkende so un-
vollsllindig enlwickelt sind , dass sie nur als einfache Slrahlen gellen knnen ;
guenti caratteri: Anale a raggi tulli articolati. Pettorali molto sviluppale. Capo
spinoso. Denti nelle mascelle e nel vomere. 6 r. b. Tronco compresso, capo de-
presso. Appendici piloriche. Mancanza di vescica natatoia.
J
BI.EIVIVllJ
Bonaparte separ dai Blennii Cuv. tutte quelle specie , nelle quali
i maschi almeno sono muniti di una cresta occipitale pinguedinosa
che nel tempo degli amori inturgidisce. Egli ne form cos il genere
Ichthyocoris, genere non assai naturale, perch i due generi concor-
dano in tutti gli altri caratteri ed il carattere della cresta pinguedinosa
ora trovasi nel maschio e nella femmina, ora nel maschio solamente
in date stagioni. I caratteri che servono di preferenza alla- distin-
del capo e dell' altezza del corpo alla lunghezza totale del pesce.
che indica il rapporto fra l'altezza della radice della coda alla mas-
sima altezza ed alla lunghezza lotare del corpo.
2. Il numero dei denti e specialmente la mancanza o presenza ed in
quest'ultimo caso la robustezza dei denti canini. Questi nelle specie,
le mascelle (Bl. ocellaris, Bl. pavo); qualche volta quelli della ma-
gine, semplici nel Bl. basiliscus e Bl. pavo, a forma di ciuffo nel
Bl. Montagui.
4. Il numero dei raggi dorsali ed anali. Questi numeri sono bens sog-
6. Il colore del corpo. Esso varia bens nei varii individui e secondo
alia struttura dei raggi, che i superiori e gli inferiori sono pseudospine, cui progre-
diendo verso la met della pinna seguono raggi articolati indivisi, e nella met slessa
raggi articolati e divisi. Entro alla medesima pinna non scorgesi mai una tale suc-
cessione di raggi, le pinne incominciano sempre con raggi smplici (spine, pseu-
dospine raggi articolati indivisi) e finiscono con raggi pii composti (generalmente
raggi arlicolati-divisi). La sopra indicata struttura della pinna codale fa credere,
che questa pinna non sia una pinna semplice , ma composta di due pinne , i cui
ultimi raggi si uniscono fra loro, e delle quali l'una sarebbe una continuazione
della pinna dorsale, l'altra della pinna anale. Ci spiega la rassomiglianza di forma,
che scorgesi generalmente fra la pinna dorsale (specialmente la sua parte molle)
e l'anale da un canto, e la codale dall'altro. Noi vediamo, che quando -la pinna
dorsale ed anale diminuiscono rapidamente d' altezza dall' avanti all' indietro, ri-
petendosi la stessa cosa in ciascuna met della codale, questa diventa biloba, come
si pu persuadersi osservando p. e. i seguenti pesci : Caranx luna Geoff. , Xi-
phias gladius L. , Coryphaena equisetis L. , Scomber scomber Cuv., Auxis vul-
garis Cuv. , Thynnus thunnina C. V., Thynnus vulgaris C. V., Equuia Dussumieri
C. V., Equuia filigera C. V., Lampris guttatus Retz. , Mene maculata C. V.,
Sargus Salviani C. V., Pagrus vulgaris Cuv., Dentex vulgaris Cuv., Pagellus
cenlrodontus C. V., Charax puntazze C. V., Brama Rayi Schn., Labrax lupus
C. V., Atherina presbyter C. V., Saurus lacerta Riss. , Odonlostomus hyalinus
Cocco, Barbus plebejus Val., Cyprinus regina Bp. , Carassius auratus Bl.
Quando nella dorsale ed ana/e il decrescimento di altezza dei raggi dall' avanti al-
l' indietro meno rapido, la pinna codale prende la forma di mezza luna, come
osservasi p. e. nella Trigla corax Bp. , Trilla lyra L., Trigla gurnardus L., nel-
Capros aper Lac. Se la dorsale ed anale sono in tutta la loro estensione d'u-
gual' altezza, la codale diventa troncata (p. e. Trachinus radiatus C. V.). Nel
Callionymus feslivus mas Bp. noi troviamo l'ultimo raggio della dorsale ed anale
Nel Trachypterus (p. e. Trachypterus iris C. V.), dove manca l'anale, mentre
la dorsale assai sviluppata, il lobo superiore della codale molto sviluppato e
Sassi nel suo catalogo dei pesci delia Liguria adduce i seguenti
Blennii, trovali nel golfo di Genova.
BLENNINF, ANARRHICHADINI E CALLIONIMIM 87
Blennius ocellaris Linn. volg. Baiisa, Galletto;
gattoruggine Linn. volg. Baiisa;
I Blennii che potei osservare nel golfo di Genova sono perci i se-
guenti :
Blennius ocellaris L.
gattorugine L.
basiliscus Bp.
palmicornis Cuv.
tentacularis Brunn.
pavo Bp.
Montagui Fi.
sphynx C. V.
R. b. 6. Dent.
2 + 3035
P -= 5 7
2 -f 27 40* : a : 1 1 : 5 V2 : 7 V;
Diametro dell'occhio = 1 5 V2 - 4.
88 GI0VA^N1 CANESTRINI
degli occhi, poi meno rapidamente sino alla met della nuca, d'onde
dalla met della mascella superiore alla met della base della codale.
I tentacoli sopraorbitali sono s lunghi o pi lunghi del diametro lon-
piccoli ramoscelli. Ai lati del primo raggio dorsale vedonsi due piccoli
altri. Le due narici sono collocate l'una sopra all'altra; la distanza che
passa fra la narice inferiore o l'apice dei denti due volte maggiore di
quella che passa fra la della narice ed il margine anteriore dell' occhio.
la distanza fra la base del primo raggio dorsale e l'apice del muso
perci uguale alla distanza che separa il margine preopercolare dal-
sua lunghezza qualche volta uguale alla met della lunghezza del
mente di altezza sino all'ultimo. Nella parte posteriore. della detta pinna
luride. Di queste linee vedonsi tre o quattro, che nella met inferiore del
corpo scorrono dall' ascella delle pettorali sino alla codale. Le guancie
con quella dell'altro lato e poi si estende sino all'istmo. Un'altra fascia
5." e 6., l'altra fra il 6." ed 8." raggio dorsale. L'anale ha il margine
intensamente nero. La codale bruna col margine nero; le ventrali sono
brune.
I raggi della prima parte della pinna dorsale sono semplici; quelli
compone dai margini verso la met di raggi semplici, cui seguono raggi
solamente articolati e poi raggi articolati e biforcati. Le articolazioni sono
ftte e ben distinte. I raggi delle pettorali sono solamente articolati.
pinna dorsi.
Risso ^ Hist. nat. IIL 229. Blennius ocellaris. " Pinna dorsali ante-
riore ocello caeruieo? ornata. A 16? B. S?" Ichthyologie
de Nice pag. 425.
Cuvier et Valenciennes^ Hist. nat. des Poiss. XI, IG, Blennius ocellaris.
Yarrell, Brit. Fish. II, 359, Blennius ocellaris.
Tav. il
R. b. 6. P : a : I = 4 : 5- 6 4- 1 : 14 15. Dent.
2
^^
+
~
36
''^
40
base che alla cima. L' ultimo dente della mascella inferiore un pic-
colo canino , la mascella superiore ne priva. I denti faringei sono
fila posteriore sono maggiori degli altri. La linea laterale sopra alle
posla di tubi staccati , fra i quali ognuno alla sua estremit anteriore
Sulla met anteriore del capo esistono due fascie oscure , che sulla
faccia inferiore si uniscono con quelle dell' altro lato.
Kessler , Reise an die nordw. Kiisten des schwarzen Mceres ecc., 41,
Blennius varus.
Tav. II.
1 d , denti faringei.
1 e , linea laterale.
R. 6. C. P : a : I :.= l : 2- 8 :
13' 14- 5. Dent. ""^f^^ -.
Lunghezza de! capo : lunghezza totale del corpo = 1 : 5 5 2/^.
4 _5
Altezza del corpo
; ....
.
....
. . .
=
=
1
1
:
: 6 7^.
9
3y^
''0
1/^.
: : 1/2 '/g-
quelli della fila posteriore sono molto maggiori degli altri. Al mar-
gine superiore dell' occhio in ciascun lato scorgesi un sottilissimo fi-
slinli. La linea laterale fa una dolce curva sopra alle pettorali e fini-
BLENNINI, ANARRHICHADINI E CALLIONIMINI 93
sce poi dietro a questa pinna. Essa costiluta di una serie di pic-
sotto dell' occhio , e sulla mascella inferiore si unisce con quella del-
l' altro lato. La terza fascia scorre dalla nuca verso il margine poste-
riore dell'occhio, dove si divide in due che vanno verso l'istmo
senza per unirsi con quelle dell' altro lato. Le altre fascie stanno sul
sono macchiate di nero; 1' anale oscura verso 1' apice e orlata di
Tav. III.
R. b. 6. P : a : == i : 5- 5 : H 12 Dent.
^^
Lungh. del capo : lungh. tot. del corpo= 1 : 5-5 ^U.
Altezza del corpo : . =1:4 4^/4,
. .
sono separati dagli altri denti per un piccolo intervallo e sono assai
meno grandi che quelli della mascella inferiore. Le ossa faringee por-
in linea retta sino alla base della codale. Essa consta di pori , che an-
teriormente stanno pi fitti che sulla coda.
BLENNINI, ANARUIIICHADIINI E CALLIONIMIN! 95
La dorsale un poco incavala fra la parte pseudospinosa e molle.
I raggi pi alti di questa pinna sono contenuti da 7 8 V2 volte
nella lunghezza totale del corpo.
Il colore del corpo estremamente variabile. Qualche volta esso
giallo lurido con macchie brune sparse irregolarmente sul capo , sul
tronco e sulle pinne , con tre serie di linee rosse collocate trasver-
salmente sulla met posteriore dei raggi delle pettorali , altre volte e
Tav. ri E III.
96 GIOVANNI CANESTRINI
viduo giovane,
o e, lo stesso d' un individuo vecchio.
R. b. 6. P a -= 1
: : 1 :
2 + 20 25'
d' onde discende gradatamente sino alla codale. La curvatura del ven-
addietro sino sotto alla met dell' occhio. La narice superiore trovasi
superiore della mascella superiore. Attorno all' occhio vedonsi dei pic-
coli pori. La linea laterale scorre dall' angolo superiore della fessura
Il colore del corpo assai variabile; in tutti gli esemplari che pos-
sedo per esistono sul dorso delle macchie brune trasversali. Negli in-
dividui giovani , che osservai viventi , il colore era giallastro , il muso
e le guancia erano punteggiate di bianco lucente e dall' occhio discen-
devano delle linee bianche argentee. Vedevasi dietro ali' occhio una
macchia rossa oscura ,
^orlata di bianco, cerulea in mezzo , e tulle le
punctulatiis.
Tav. IV.
Blennius pavo C. V.
^. Tentacula supraor-
bitalia simplicia. Duo canini in quaque maxilla ; canini maxillae
inferioris major es. Pinna dorsalis cum caudali conjuncta j, analis
sejuncta. Crista pinguedinosa in marihus. Ocellum fasce caeruleum
in temporibus.
'
^' tL ^- lf> V. 2, P. 14, C. 12 e piccoli.
cata sotto alla met dello spazio antioculare ed maggiore della su-
periore che trovasi innanzi al margine superiore anteriore dell'oc-
pinna dorsale. Sotto all' occhio trovasi una serie ben distinta dei detti
punlicini. Le linee trasversali del tronco diventano tanto pi corte ,
Blennius Icpidus.
BLENNINI, ANARRHICHADINI E CALLIONIMIIVI 99
Tav. IV.
naturale.
dezza naturale.
4 b, pseudospina ingrandita.
R. b. 6. P : a : 1 = : 1 :
1- 8 - 2 : H- 6 - 16. 6. Dent. T-f-re - 37-
d' onde discende gradatamente sino alla codale. La curvatura del ven-
Innanzi agli occhi in ciascun lato vedonsi due narici ; l' inferiore
l' occhio , rotonda e priva di appendice. Sul cranio nella linea me-
diana vedesi un tentacolo grosso alla base e frastagliato a modo di
ciuffo all' apice , dietro ad esso vi sono cinque tentacoli semplici , fra
quinta alla base del 18, 19 e 20; la sesta alla base del 22, 2o, 24
e 25; la settima alla base del 27 e 28 raggio dorsale; l'ultima sulla
serie di questi punti scorgesi lungo a detta linea e sotto ad essa esi-
corpo bianca. La pinna dorsale porta due serie di punti verdi oscuri,
r anale bianca con una serie di detti punti. Le ventrali sono bian-
riore dell' occhio scorrono all' ingi ed indietro. L' apice della mascella
nisce inferiormente a modo d' uncino per formare con quello dell' al-
tra met un' articolazione col fulcro. I raggi delle pinne pettorali sono
BLENiMNI, ANARRHICHADINI E CALLIONIMINI 101
articolati e biforcali.
della superiore.
Tav. ih.
e perci anche coli' et dell' animale come vedesi dalla tavola seguente:
Lunghezza del capo Lungh. tot. del corpo Lungh. del capo : lungh. tot. come
7 m llim. 35 millim. 4 4- 7.
7 36 1 : S- 1.
i 56 1 5- 1.
12 62 i : 5- 1.
13 68 5- 2.
bench piccolo ,
per il profilo rapido del capo e la posizione in avanti
ben distinta sopra alle pettorali ; dietro a queste pinne essa diventa
riormente e posteriormente.
La papilla genitale piccola.
L' altezza delle due pinne dorsali varia assai ; la massima altezza
estendono air ingi sino sotto alla met del corpo senza per giun-
gere sino alla carena del ventre. Le prirae due fascie partono dalla
base della prima dorsale , la terza dall' intervallo fra la prima e se-
lunghi degli altri. La codale costruita come nelle altre specie di que-
sto genere.
coli sopraorbitali sono appena visibili , mentre i tubi nasali sono gi ben svilup-
pali. Il colorito bianco con leggiere traccie di fascie trasversali brune. La dor-
sale pseudospinosa relativamente assai bassa.
fascie del tronco non discendono sino alla carena del ventre-
Tav. ih e IV.
grandito.
dezza naturale.
104- GIOVANNI CANESTRINI
IL
(Nel nostro golfo non esiste che una sola specie di questo genere)
2g 29
longitudini corporis 1 : 4 ^/j 5 1/3. I. D. 5 , II. D. 3 __
-
^ ,
2
4' )g _ 20
' Pii^nae dorsalis et analis a caudali disjunctae. Tenta-
R. b. 6. P : a : l = 1 : 0- 3 : 21- S.
tura del ventre uguale a quella del dorso. Il taglio della bocca arriva
un po' pi in addietro che sotto al margine anteriore dell' occhio.
tanto piccolo che ripiegato in avanti giunge tutt' alpi sino al margine
{
BLENNINI, ANARRHICHADINI E CALLIONIMINf 103
queste in linea retta sino alla cedale. Essa costituita di piccoli tu-
betti , contigui fra loro nel tratto di linea laterale inarcato sopra alle
La dorsale e l' anale sono assai ravvicinate alla codale senza per
unirsi ad essa.
ticali delle fascie oscure , che s estendono sulle parti attigue del
senza per unirsi con quella dell' altro lato. Il tronco porta general-
mente delle fascie e macchie irregolari brune con una serie di mac-
chie argentee sotto alla linea laterale ;
qualche volta esso uniforme-
mente bruno colle pinne verticali orlate di giallo arancio. La fascia
inferiore del capo nella maggior parte dei casi variamente ornata
3 4; manca loro per un canale interno e non sono vere spine. Gli arti-
coli degli ultimi 5 4 raggi dorsali sopra alla met della loro lunghezza
sono fitti e numerosi. L' anale non fornita che di due raggi semplici ;
gli altri sono articolati, indivisi. Tulli i raggi della codale sono articolati.
Io possedo un esemplare , in cui la dorsale ed anale sono unite
106 GIOVANNI CANESTRINI
a due terzi della lunghezza della codale. Olire ci la cedale non pos-
siede che sei raggi articolati. Negli altri caratteri il nostro esemplare
concorda col CI. variahilis, colla variet bruna a macchie nere tras-
nella codale oltre ai sei raggi sopra indicati coli' ajuto della lente ve-
Tav. I e IV.
3 d, pseudospina ingrandita.
5 e, raggio articolalo ingrandito.
Tav. IV, Fig. i, Clinus Veranyi di De-Filippi ,
grandezza naturale.
Fig. 2, un nostro Clinus, che forma il passaggio fra il CI.
III.
TRIPTERYG.IO\
sversales in trunco.
C. 13 e piccoli.
file ;
quelli delle file posteriori sono maggiori degli altri.
La linea laterale si estende sino sotto alla fine della seconda dorsale,
in linea retta , ed formata d' una serie fitta di tubetti ben distinti.
non contenuta che cinque volte nella lunghezza totale del corpo.
di fascle e macchie nere. Vedonsi dieci fascie nere, che dalla carena
del cofpo si estendono sino alla met della sua altezza. Una di queste
fascie trovasi fra la prima e seconda dorsale ,
quattro discendono dalla
seconda , tre dalla terza dorsale e due vedonsi innanzi alla codale.
L' ultima che discende dalla seconda e la prima che discende dalla
terza dorsale sono convergenti e si uniscono fra loro ; la stessa cosa
sulla seconda dorsale vedonsi tre fascie giallastre oblique e tre altre
muso circondato di nero. Dopoch gli animali sono stati per qual-
che tempo neir alcool il colore del corpo diventa rossastro , sparso
dappertutto di nero, colle pinne verticali e le pettorali punteggiate di
indivisi. I raggi esterni della codale sono raggi semplici , cui verso la
ruberrmis ornato .
Tav. IV.
5 bj squama ingrandita.
IV.
CAI.I.I01V\]MlIi.
maschi.
,
1 10 CrOVANNl CANESTRINI
corporis : longitudini = 1 : 10 I. D. i, IL D. S 9,
A. 9. Calcar tricuspidatum. Mas primo pinnae dorsalis anterioris
R. b. 6. P : l : a = 1 : 2- 5 5 : 26- 6 29.
tri , tutti all' apice rivolti all' indentro. I denti faringei sono collocati
quelli delle altre file. Le ossa faringee sono fra loro assai ravvicinale
linea retta sino alla codale. La papilla genitale dei maschi arriva ri-
piegata sino alla base del primo raggio anale ; nelle femine essa
in modo da essere qualche volta uguale alla mela della lunghezza to-
tale del corpo. Nella femina le pinne dorsali e 1' anale sono meno
,
chi argentei. Di questi punti scorgonsi pure sulle guancie e sui pezzi
all'incontro 9 raggi.
Bonaparte j Fn. il. con fig. ; Cai. met. 70, Callionymus maculalus.
Tav. I.
addietro che sino sotto alla met dello spazio antioculare. La bocca
protrattile all' infuori ed all' ingi. La larghezza del capo alla base
dello sprone arriva dall' apice dello sprone sino al margine anteriore
dell' occhio. I denti mascellari sono minutissimi ed appuntati ;
quelli
della serie anteriore sono maggiori degli altri. I denti faringei stanno
si estende lungo i lati del dorso sino alla codale e su un lungo tratto
laterale vedesi una fascia argentea poco distinta. Dietro allo spazio
ornala alla base di linee bianche giallastri longitudinali. L' anale or-
dei raggi articolati e biforcati. I raggi delle pettorali sono tutti arti-
Risso , Hist. nat. III. 263 , CalUonymus belenus. La sua frase assai
sce descritto dai detti autori con questo nome, che corrisponde
al C. belenus di Risso e Bonaparte; il C. belenus di Cuv. Val.
all' incontro probabilmente il Morissonii di Risso.
Bonaparle , Cat. mei. 70 , CalUonymus belenus.
R. b. 6. P : a : 1 = 1 2- 5 ; 25.
sale con quella dell' altro Iato. I denti mascellari sono disposti in va-
po' maggiori dogli altri. Le ossa faringee inferiori sono fra loro assai
Sulle guancia vedonsi dei punticini neri e dei gruppi di questi pun-
fra ogni due raggi una macchia triangolare, ben dislinta e di un co-
lore bianco lucente. La codale ha delle serie trasversali di punii neri.
I raggi della pinna dorsale sono semplici , quelli della seconda in-
Tav. IV.
Tav. I.
Tav. II.
Tav. III.
Tav. IV.
( con 1 tavola )
dell' animale.
Il mio esemplare fresco, lungo 127 millim. , ha nella ventrale de-
stra soli quattro , nella sinistra cinque raggi lutti articolati. La
parte oculare delle mascelle priva di denti , la parte cieca di esse
in due serie ;
quelli della serie interna sono un po' pi lunghi di
L' apertura della bocca non arriva intieramente sotto alla mela del-
cie, \i sono delle squame di colore giallo cromo alla base, nere al
Tav. Vili.
DEI BATRAGI
STUDI FATTI U
G. BIZZOZERO
icW IstitiUn Fisiologico di Paria.
queste lamelle essere per ogni dove traforate da canalucci detti del-
l' Havers che vi formano una rete tra le cui lunghe maglie stanno
innicchiale numerose cellule {corpuscoli ossei) le quali per mezzo di
l' osso.
sua superficie. Essi non sono punto dispersi confusamente nello spes-
sore dell'osso, ma disposti in tante zone concentriche al dintorno del
e minori che non hanno se non una importanza relativa alla scarsa
distribuzione vascolare nelle ossa dei balraci.
ossa cosi scarse di vasi sanguigni quali quelle dei balraci si possa
tomi)al(y.
CAN. VASC. NELLE OSSA DEI lATRACl 121
percorrendo cos buon tratto nello spessore dell'osso. Non tulli per
i menzionali tubilli tengono il decorso che abbiamo indicalo; quelli di
essi che appartengono a cellule che circondano i canali nulrizii, invece
che si riscontra nelle ossa dei vertebrali, poich attesa la esilit della
due piccoli fori situali su pareli opposte, di cui l'uno segna l'entrata,
l'altro l'uscita dei \asi. II canale trafora una parete, penetra nel mi-
dollo ove si distribuisce largamente ed esce per l'altra parete del femore;
stomosi; per avendo osservato qualche volta anche dei canali trasversali,
credo poterne arguire che questi servano loro di reciproca comunica-
zione. La loro grossezza ragguardevole e tale si conserva per tutto
il decorso; varia poi ne la terminazione, poich alcuni si dirigono
verso la superficie esterna e penetrano nel periostio, altri invece avan-
d' uopo dir brevemente anclie delle ossa della gamba. Qucbte nella rana.
122 G, BI7/Z0ZER0
mentre nel femore giunto nel midollo decorre libero fino alla parete op-
posta dell' osso, nella tibia esso viene tutelato ed ingrossato da una co-
che gli stanno dintorno e che pur sono affatto indipendenti da lui. La
loro tenuit estrema e traforano una sola delle pareli della tibia,
tibia dal perone verso i due capi articolari. Penetrano dall' apofisi te-
i due rami e continua il suo cammino porgendo cosi una figura che
caso in cui due o pi grossi vasi convergano l'uno verso l'altro, s' in-
Colla descrizione del sistema sanguigno nella tibia pongo fine al mio
lavoro, poich la disposizione vascolare nelle altre ossa presenta con
questa moltissima analogia, onde mi parrebbe spreco inutile di tempo
l' occuparsi di s leggiere modificazioni.
Fig. 1.
canal sanguigno.
Fg. -
Fig. 5.-
Diafisi di tibia cui venne levala la parete ossea rivolta verso l' osser-
Fig. 4.'
Sopimento osseo che divide la tibia dal perone verso le apofisi. Ingr.
^^
XOTE ALLA MEMOmA SULLE CALAMARIDE
del Prof. G. JlkN.
parie; poich ebbi recenlemenle dal Prof. Schlegel, sotto il nome di labdo-
soma (Calamaria Sebi.) lorquatum Dum. et Bibr. , un esemplare proveniente
da Surinam , che corrisponde nei caratteri essenziali agli iidividui descritti sotto
il nome di R. varium, i quali tutti sono fra loro differenti nel colorito e in
neir Essai I pag. 35 , cita quattro variet della Calamaria badia , nominate da
Boie , e fra queste il lorqualus , delle quali dice : Les noms , doni Boie
s'esl servi pour designer ces varils , rpondent a ces diffrences
dans la disposinoli des couleurs.
Alla pagina 76 (N. 2) ove leggesi: Gli scudelli gulari sono per lo pi
serie longitudinali.
ERRATA-CORRIGE
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APHIDiDE ITALICAE
UUCUSQUE OBSERVATAE
J. PASSERINI M. D.
gelem sit quicunique buie studio vacans laliores lerrarum tractus per-
agraverit, per inferiorem potissime Italiam, uhi cuni Florae copia et
ORBO HEMIPTERA L.
fam. Aphididae m.
SYNOPSIS TRIBUUM
AA. Non.
B. Antennae sexarliculalae saltem in formis alalis (*).
(*) Qiioad genera quorum formae aialae suiil nolae , in his praecipuc ciiara-
Tribiis. I- FiiiDuvAn m.
SYNOPSIS GENERUM.
2. Phorodon m.
Sp. tip. A. humuli Sciuk.
ce. Anlennarum articulus primus haud dentatus.
D. Nectaria evidenter cavata 3. Rhopalosiphum KocIi.
Sp. typ. A. dianlhi Schrk.
saepius incrassala).
E. Vena cubila lis bis forcata.
F. Cauda neclariis multo brevior. 4. Myzus m.
Sp. typ. A cerasi Fbr.
H. Anlennae glabrae.
/. Nectaria crassilie sua longiora, vel s quando breviora aut
nulla, lum feraina vivipara aptera dorso glabra.
9. Myzocallis m.
Sp. lyp. A. coryli Goetze.
SYNOPSIS SPECIERUM.
BB. Neclaria pallida, saepe viridia, apice tantum vel raro a medio
nigricanlia.
8. S. idmariae
IL Nectarla summo apice tantum fusca vel nigra.
8M^ S. solanL
kk. Tuberculum frontale quandoque intus gibbosum, sed non den-
latum.
L. Abdomen dorso levi nitidulo, pedes vinoso-fuscescentes.
9. S. iirlicae.
M. Cauda nigra.
42. S. absinthii.
NN. Abdomen rubi iim voi fusco-rubiginosum plus minusve nilidum.
0. Cauda neclaria acquane. J3. S. campanulac.
134 J. PASSERINI M. b.
14. S. soldaginis.
PP. Pedes nigri, femoribus basi luteis. 13. S. juceac.
MM. Cauda lutea vel lulescens.
18. S. sonchi.
REVISIO SPECIERUM.
4
APIIIDIDAE ITALICAE 155
V. descript. Kalteiibachi.
Formae notae. Fem. vivip. aptera et fem. vivip. alala. Fem. ovipara
aptera et Mas alatus De Geer Ins. HI, CO.
Formae notae. Fem. vivipara aplera et fem. vivip. alata. Mas alatus
Kaltb?
Vidi pluries per autumnum in Horlo botanico circa flores Tanaceti
Balsamitae^ T. viilgaris ^ Arlemisiae vulgaris et Arlemisiae Absinthii.
Lcgi in Apennino Bononiensi circa flores Achilleae nobilis. Au!^us(o.
Formac notae. Fem. vivip. alata Kallb. Fem. ovipara aplera vi mas
alalus Koch.
Augusto.
8. S. ULMARIAE.
Formae notae. Fem. vivipara aptera et fem. vivip. alata. Mas alalus
Wlkr.
Occurrit aestate in foliis Pisi salivi et Lathyri latifoli i , et vidi
dariis.
8.^2'S S. SOLANI.
\
Ai'IilDIDAE ITALICAE 137
dalo-gibboso.
Formae notae. Fem. \ivip. aplera et fem. vivip. alata. Mas alatiis Kallb.
nio majore,
10. S. MALYAE.
Roslrum apice fuscum pedes medios attingens. Oculi rubri. Pedes vi-
Aeslate et autumno.
A. cichorii. Dutrochet Ann. Se. nat. 30, 204, 1833, salterti quoad
dimensiones.
Siphonophora cichorii. Koch.? 184 saltem ex parte.
V. descript. Kaltenbachii p. 27.
Formae notae. Femina vivipara aptera et fem. vivip. alala-
18. S. SONCHF.
SYNOPSIS SPECIERUM.
BB. Femina vivipara aptera glabra vel parce pilosa, pilis simplicibus.
REVISIO SPECIERUM.
Long. 1'".
In Cannabi saliva , cujus individua feminea praediligit ,
praeserlim
campis renala.
2. Ph. humuli.
,
ideoque fascias transversas fuscas effingentibus. Neclaria longissima
!
luleo-viriduia, Iranslucida, apice fuscescenlia. Plicae anales ventri con-
I
colores, pedes lulescentes, femorum apice, tarsisque fuscis. Alae hyalinae
' venis fuscis. Long, y^ , 7/"-
142 J. PASSERINI M. D,
4. Ph. carduinum.
Aphis carduina. Wlkr? I. e. voi. 6, p. 44.
SYNOPSIS SPECIERUM.
5. R. nymphaeae.
UEVISIO SPECIERUM.
1. R. LACTUCAE.
Aphis lactiieae Kaltb. Wikr. partim, Raum. Ins. Ili, pi. 22, fig. 3, 5.
Aphis persicae. Sulzer Abgekiirz. Goscli. der Ins. pag. 105, lab. XI,
fig. 3, Morren Ann. Sci. nal. Paris. 1836.
A. dianthi. Schrk. Kaltb. Wlkr.
A. vulgaris. Kyber.
A. rapae. Curlis.
A. dubia Curi.
A. vastator. Smee.
R. Dianthi. Koch. p. 42, fig. 55, 56.
V. descriplionem Kaltenbachii p. 42.
I
Senecione pseudo-elegante ecc. Observavi vere sub dio in Ranimculo
144 L PASSEniNI M. D.
V. Desciiplionem Kallenbachii.
Formac nolae. Femina vivipara aptera , femina vivipara alala, mas
alalus.
Jiilio.
A. bulomi. Schrk.
SVNOPSIS SPECIEUU3I.
l . M. cerasi.
^;\'^^y\ APHIDIDAE ITALICAE 145
ce. Nectaiia brevia, basi paullo crassiora caudam vix superanlia.
2. M. pyrarius.
BB. Cauda minima vel nulla.
6. M. tanaceti.
vel aurantiaca.
7. M. plantagineus.
GG. Femina vivipara alata abdomine nunquam fusco.
ta tis. 8. M. tetrarhoda.
HH. Non.
/. Antennae corpore longiores. 9. M. ribis.
RI-VISIO SPECIERUM.
1. M. CERASI.
Aphts cerasi Fbr. Kallb. Walkr. Koch excl. syn. Schrankii , fig-
115, 116.
V. descriptonem Kaltenbachii p. 45.
2. M. PYRARius Pass. Addii, in Alli della Soc. ilal. di Se. nat. voi. Ili,
p. 399.
Femina vivi-para aptera ovaio-depressa, iiigra, opaca, margine pai-
thecis lardaceo-nigricantibus.
panilo longioribus omnino nigris. Oculi nigri. Rostrum albidum apice fusco
pedes medios allingens. Abdomen margnatum, anulis omnibus simul fu-
nigra, apicem versus attenuata. Cauda nulla. Pedes nigri, tibiis femori-
busque anlicis a basi ad medium, posticis basi, albidis. Long. 7s? ^ '"
V descriplionem Kochii.
Por- me notae. Femina vivip. aplera et fem. vivip. alata.
tumida, in medio acuminala. Pedes sordide albi, larsis nigris. Long. Vi'"-
Femina vivipara alala capite cum ihorace nigris nilidis, Anlennae
nigrae apice pallescenles, articulis sub microscopio crebre Iransversim
gris, iuda brevissima acuta. Plicae anales fuscac, anteriore acula pro-
9. M. RIBIS.
H. M. LYTHRI.
Aphis lythri Sclirk. Kallb. Wlkr.
V. descriplionem Kallenbachii p. 51.
Formae notae. Femina vivip. aplcra, feui. vivip. alala.
12. M. MAHALEB.
Aphis pruni mahaleb Boyer de Fonsc, Ann. Soc. enl. X, p. 175.
A.mahaleb Koch. 1. e. p. 113, fig. 150, 151.
A. humiili Wlkr. parlim?
V. descriptiones Fonscolombii el Kochii.
Formae notae. Femina vivip. aplera et fem. vivip. alala.
SYNOPSIS SPECIERUH.
saluralioribus.
1. H. pruni.
BB. Femina vivipara aptera leviler pulverulenta, cauda fusca.
2. //. arundinis.
HEVISIO SPECIERUM.
Formae notae. Femina vivip. aplera, et fem. vivip. alala. Fem. ovi-
5. H, TRIRIIODA.
Synopsis specieruin.
REVISrO SPECIERUM.
V. descript. Kallenbachii.
Formae nolae. Fem. vivip. aplera el fem. vi vip. alala.
el Florentiae. Aestale.
2. T. GRAMINUM.
quarta basi arcuala , vix ultra medium slgmalis lincaris oblongi apice
acuminali orla.
Long. V;".
Nymphae apleris similes, aiarum thecis exceptis.
In Trilico, HordeOj Avena^ Zea, Sorgho multisque aliis graminaceis,
Anno 4852 mense Junio, femina vivipara alala aerem in Ilalia supc-
riore turmis innumeris invasi! non sine hominis molestia. Urbis noslrae
vias cadavera Iiujus formae primo mane velabant. V. Rondimi I. e.
vel sallem acquante. Frons plana vel convexa. Nectaria cylindrica vel
a basi attenuala, raro minima, rarissime nulla. Cauda plus minus pro-
minuia, aliquando nuWa. Aiarum anleriorum vena cubitalis bis furcala.
SVNOPSFS SPECIERUM.
4. A. avenae.
XX. Non.
L. Abdomen viride.
viridibus signalum.
i. A. ballotae.
J2. A. helichrysi.
viores.
17. A. plantaginis.
Z. Dorsum nilidum.
a. Cauda minima vix conspicua, caput viride. 22. A. cardai.
ee. Ovata, nectaria caudam sordide viridem plus quam duplo su-
f.
Nectaria apice pallida, caUda basi luleo-fusca.
28. A. evonymi.
f'f.
Nectaria et cauda omnino nigra vel fusca.
29. A. hederae.
t. Albo-pulverulenla.
*. Neclaria caudaque fusca, coxae nigrae, anlennae corpus dimi-
tt. Non.
te. Dorsum unicolor, vel rivulis saturalioribus , cauda nectariaque
pallida, bis apice inlerdum fuscis. 42. A. origani.
52. A. ranuncidi.
REVISIO SPECIERUM.
V. Descriplioncm Kallenbachii.
Formae notae. Fem. vivip. aptera et fem. vivip. alala.
1^8 J. PASSERINI M. D,
3. A. BRAssicAE L. auct.
A. raphani Schrk. Faun. boi.
Sorgho Hoiitteano.
5. A. LACTUCAE Boyer de Fonsc. 1. e. p. i70.
Femina vivipara aplera. V. Boy. de Fonsc. 1. e.
Oculi fusci, rostrum viridulum apice fusco pedes medios atlingens. Ab-
viridis. Pedes nigri femoribus basi pallidis. Alae hyalinae, vena in-
V. descriplionein Kallenbachi.
Formae notae. Femina vivipara aplera et fem. vivip. alata.
p. 599.
Femina vivipara aplera o\ato-convexa , viridis, fusco-varicgalo.
1 fi^^ A. EUPATORII.
Neclaria luteola apice fusco, basi paullo incrassata. Cauda lutea nec-
9. A. URTicAE Fabr. Eni. syst. IV, p. 217. Scop. ent. carn. p. 139.
sexlo fuscis. Oddi nigri. Rostrum albidum, apice cxlrcmo vix fusco
brevioribus.
12. A. HELICHRYSI Kallb. p. \0% Wlkr. Koch. I. e. p. 135, fig. 182, 185.
V. descriplionem Kaltenbachii.
Formae nolae. Fem. vivip. aptera, et fem. vivip. alala.
Ineunte Octobri apparel femina vivipara alala sub foliis Sambuci nigrae
et feminas viviparas apteras paril. Nymphas numquam yidi. Forsan
haec species aliam plantam, in qua feminae viviparae alalae evolvun-
tur habitat primo, sed nescio qualem. Ab A. viburni cui affinis differ
colore, juniorum margine non mucronato, et alatarum antennis glabris.
15 bis. A. VERB\sci Schrk Fn. boi. II p. 100. Bov de Fonsc. I. e. X
p. 181.
Archivio per la Zoologia. Voi. II Fase. 2. Il
12 I. PASSERINI M. D.
V. descriplionm 1. e.
Formae notae. Femliia vivip. aptcM'a ci km. vivip. alata. Fen. ovipara
aplcra Wlkr.
V. descriptionem Kallenbachii.
Formae notae. Femina vivipara aptera, et femina vivipara aiata.
In pedunculis Scabiosae Columbariae. Aestate.
V. descriptionem Kallenbachii.
Formae notae. Femina vivipara aptera et fem. vivipara alata. Legi
in raccmis floriferis Capsellae Bursa pastoris, Aprili; in foliis bullato-
aestate et autumno.
19. A. MALI Fbr. Schrk. Wlkr. Koch. p. 107, fig. 143, 144.
A. pomi Degeer.
A. oxyacanthae Schrk.
V. descriptionem Kallenbachii, p. 72.
ribus.
164 . PASSERINI M. D.
io. A. SOLANINA m.
Femina vivipara opera pallide viiidis, ovalo-oblonga , coiivexa.
Long. ^|:".
femina vivipara alala capite et thorace nigris. Antennae corpus
subaequantes albae, arliculis quinto, sexlo, et septimi apice, fuscis.
fig. 4, 5.
basi albida.
alarumque Compositarum.
23. A. MEDicAGiNis Koch. !. e. p. 94. fig. 125, 126.
V. descriptionem I. e.
27. A. CONSOLIDAE m.
i
APIHDIDVE ITALICAE 167
foliis , Oclobri.
32. A. siLYBi Pass. Addii, in Alti della Soc. il. di se. nat. voi. Ili,
pag. 400.
Larvae olivaceo-rufescenles.
Circa pedunculos et capitulos Silybi Mariani et in foliis crispalis
Formae notae. Femina vivip. aptera, el fem. vivip. alata. Fem. ovipara
aplera et mas alatus Wlkr.
Ad apicem ramulorum et in foliis crispatis Viburni Opuli. Vere,
el eliam autumno, sed in foliis non crispaiis. Inilio Decembris descendente
ihermomelro per gradus 3 infra 0. R. vidi feminam viviparam apteram
adhuc sanam, cujus libiae poslicae, ut Walkerius asserii, crani dilalalo-
incrassatae.
A vere in autumnum.
Valde siispicor hanc speciem saepe ab auctoribus cum sequenle fuisse
confusam, ideo synonima nondum certa omitlo. Walkerius perperam,
ut mihi videlur , cum A. riimicis conjunxil, et plantas permullas
enumerat in quibus vivil. Ullerius inquirendum cui ex duabus referenda
sint synonima A. alriplicis Fbr. A. thlaspeos Schrk. . armata Ilausm.;
et quae stirpes uni vel alteri stationem praebeant.
57. A RUMicis L.
59. A. GENiSTAE Scop. cut. Cam. p. 159, Kallb. Koch. Aphid. p. 82,
fig. 109, 110.
V. descriptionem Kaltenbachii, p. 90.
Formae notae, Femina vivip. aptera et fem. vivip. alata. Fem. ovipara
aptera? (A Kallenbachio siculi varielas tibiis incrassatis descripla).
170 J. PASSERINI M. D.
40. A. EUPiiORBiAE Kllb. p. 94, Koch. Apliid. p. 89, fig. U9, 120.
V. descripliones ci figuras I. e.
Larvae \iridulae.
In uuibellis Dauci Carolae lurmatim, seplembri, cum A.papaveris el Si-
stigma fuscum.
Nymphac sordide luteo-virides, thorace abdominisqiie margine albo-
Cirsii arvensis.
46. A. DONACis Pass. Addit. in Atti della Soc. ita!, di Se. nat. voi. Ili,
pag. 399.
174- J. PASSEllIM M. D.
SYNOPSIS SPECIERUM
A A. Non.
B. Sordide lardacco-lulesccns vel virescens, abdomine circa neclaria
rubiginoso ve! nigro. 2. S. foeniculL
REVISIO SPECIERUM
i. S. CAPREAE.
SYNOPSIS SPECIERUM
1. M. ononidis,
lubcrculalo.
,
REVISIO SPECIERUM
1. M. ONOMIDIS.
Aphis onondis Kallb. Ent. Zeit. VII, 173.
Chailhophorus onondis Koch. Apbid. p. S, fig. 7.
3. M. QUERCEA,
Aphis quercea Kallb. Wlkr.
V. descriptionem Kallenbaclii, p. 136.
Archivia per la Zoologia. Voi. IJ. Fase. 2, 12
178 . PASSERINI M. D.
SVNOPSIS SPECIERUM
I. C. lantanae.
REVISIO SPECIERUM
1. C. LANTANAE.
incrassatis.
APIHDIDAE ITALICAE 179
l. C. leucomelas.
5. C. salicivora.
REVISIO SPECIERUM
oblonga inter priores, duo reliquae oblongae oblique ante nectaria sitae.
y. C. VITELLINAE.
V. descriplionem Kaltenbachii.
Formae nolae. Femina vivipara aptera, et fcmina vivip. alala. (For-
mae vernales).
infera foliorum socus nervum medium, nec non circa ramulos. A vere
in aulumnum.
Formam aestivam fominae viviparae apterae supcrius descriptam ,
gunt.
8. C. SALICTI.
ciniis viridulis.
callis.
184 J. PASSERINI M. D.
SYNOPSIS SPECIERUM
. P. liliae.
REVISIO SPECIERUM
SYNOPSIS GENERUM
SYIVOPSIS SPECIERUN
\. S. glyceriae
REVISIO SPECIERUM
Aphis zeac Conafoiis quam nondum reperi , est species omnino di-
furcata ,
quarta fere reelilinea.
SYNOPSIS SPECIERUM
AA. Non.
B. Rostrum corpore brevius.
BB. Rostrum corpore duplo saltem longius.
REVISIO SPECIERUM
V. Descriptionem Kallenbacbii.
In ramis junioribus Abielis excelsae circa Parnfiam, rara. Augusto.
5. L. JUi\iPERi Kaltb. p. 163.
Synopsis specierum.
Revisio specierum.
V. Descriplionem Kaltenbachii.
Formae notae. Femina vivip. aptera et femina vivipara alata.
ovipara aplera.
Circa ramos juniores Quereus Roboris, Q. sessiliflorae, Quercus Cerris
Synopsis generum.
Synopsis specierum.
breviore.
AA. Antennis scabris sed non pilosis, articulo tertio tribus sequen-
cedenti breviore.
Revisio specierum.
Synopsis specierum.
1. P. utricularius.
OD. Anlennarum arliculus sexlus praecedenl sallem dimidio longior,
o. P. semilunarius.
cicolae).
iosum. 7. P. caerulescens.
IO. P. bursurius.
Revisio soeciouum.
1. Pemphigus utbicularius Pass. Gli Inselli aulori delle galle del Tere-
binlo e del Lenlisco ; I Giardini voi. Ili, p- 260.
Intra gallas globosas vel varie gibbas e petiolo communi vel parliali
Ili, p. 400.
Femina vivipara alala a praecedente differ antennarum articulis
5. P. FlLAGIiMS.
Dee. J8J)6.
Aphis radiciim Boy. de Fonsc. I. e. p. 195, saltem ex parie.
I
,
gialae et P. nigrae.
10. P. BURSARius Kaltb. p. 182. Koch Aphid. j). 292, fig. 562, 565.
A. bursaria L. auct. ex parte.
Raumur Insecl, III, pi. 26, fg. 7, H,
V. Descriplionem Kallenbachii.
Formae notae. Femina vivipara aptcra , et femina vivipara alata.
lerum ut Tetraneura.
1. A. LENTISCI.
Tetraneura lenlisci Pass. Insetti autori etc. I. e. p. 264.
Femina vivipara alata ovato-oblonga, luleo-virdis, alboque pulve-
SYNOPSIS GENERUM
Aestate rara.
SYNOPSIS SPECIERUM
REVISIO SPECIERUM
partus genere exceptis discrimen non patet. Extra humum vagare quo-
que videtur, nam specimen in linleo humi explicato inveni.
subaequalibus.
204 J. PASSERINI M. D.
SY.XOPSIS SPECIERUM
5. T. phaseoli.
ce. Arliculus terlius omnium longior.
REVISIO SPECIERUM
aulumno.
2. T. SETULOSA Pass. 1. e. p. 40.
Parmae.
5. T. poASEOLi Pass. I. e. p. 39.
J
-
SYiNOPSIS GENERUM
A. Aiitennae quinque-arliculalae.
B. Alae anleriores vcnis obliquis qualuor praedilae, cubitali furcata.
Gen. XXVII Vacuna Heyden.
Sp. typ. Aphis dryophila Schrk.
SYNOPSfS SPECIERUM
i. V. (Iryophila.
AA. Dorso viridi-fusco, fascia dorsali mediana, maculisque ad
marginem albis. 2. V. alni.
REVISIO SPECIERUM
1. Vacuiva dryopuila Kaltb. p. 178. Kocli. Apliid. p. 25G, fig. 351, 334.
Aphis dryophila Sclirank. Fauna, boi. II, p. 113.
V. descript. Kallenbachii.
Formae nolae. Femina vivipara aptera et fejnina vivipara alala.
alala, fig. 365 praebel cnbitum liaud furcatum, quod inlerdum exce-
plione observatur,
V. descriplionem Kallenbachii.
Fonnuc uutac. Femina vivipara aptera, et femina vivipara alata.
APHIDIDAE ITALICAE 207
Ad apicem raniulorum el in foliis junioribus Alni incanae in mon-
libus prope Bercelo apennini Parmensis.
Mediolani 1856.
Gli Afidi. Parmae 1860.
Additamcnta ad indicem Apliidinarum in Atti della So-
ciet italiana di Scienze naturali. Mediolani 1862.
lmam. Raumur , Memoires Tom. III.
laclucae Boy. de Fonsc. Pag. 158 Aphis pruni Wlkr Pag. 150
lactucae Kallb 143 pruni mahaleb. Boy. de
lactucae Schrk ? . . . 137 Fonsc 149
lanigera Hausm. . . . 192 prumcola Kllh. 173 . .
AL GRUPPO CORONELLIDAE
PER
il Prof, G. JAN
Direttore del Civico Museo di Storia Naturale
DI MILANO
.n conformila
1. alle vedale esposte da Schlegel nel suo Essai^
io comprendo in questo gruppo, o famiglia che dir si voglia,
quei serpenti non velenosi che, sia per le dimensioni, sia per
l'aspetto loro, costituiscono, per cos dire, un gruppo di tran-
sizione fra le Calamaridae e le Colubridae. Fra le numerose
specie, che mi propongo di passare in rivista in questo mio
lavoro, se ne rinvengono infatti molte (principalmente quelle
comprese nei generi SimoteSy Eirenis, Diadophis ecc. ) aventi la
testa pochissimo distinta dal tronco, il corpo uniforme in gros-
sezza, la coda non molto lunga, ed essendo per lo pi di piccola
statura, si approssimano assai alle Calamaridae, di cui possono
considerarsi i rappresentanti. D' altra parte vi hanno delle specie
loro affinit.
Onde facilitare la ricognizione dei generi di questa famiglia
ho adottato tre gruppi secondari, dei quali il primo ( lhinaspi-
dinae) comprende quelle Coronellidae che si distinguono per lo
sviluppo pi meno grande dello scudetto rostrale il quale
assume forme diverse ed assai caratteristiehe, e rende il muso
assai pi sporgente che noi sia nelle specie appartenenti agli
altri due gruppi. Le fhinaspidinae possono quindi, sotto questo
1. Rhinaspis. 4. Anomalodon.
2. Rhinocheilus. 5. Chatachlein.
3. Heterodon. 6. Ceniophora.
1
CORONELLIDAE 215
Coronellinae
Xenodontinae.
I. RlIINASPlS Fitz.
caudali doppi.
Rh. proboscideus Fitz. (M. Vienna) Brasile.
seconda fila ;
1' 8 quest' ultimo scudetto. Degli infralabiali il
viduo 65" (testa 1" 9'", coda 14"); dopo 3 paja di squame
gulari contansi 170 addominali, l'anale diviso e 66 caudali
doppi.
CORONELLIDAE 217
rostrale ricorda quella dei Simotes, non avendo, come altre specie
coda 6. Dopo 4 o 5 squame gulari, di cui due stanno fra g' in-
L' osservazione che trovasi nell' Erp. gn. VII pag. 764, ap-
partenere le specie a squame carenale all' America settentrionale
e quelle a squame liscie all' America meridionale, se giusta
per le specie descritte in quell'opera non s'accomoda per all' /T.
alle quali le altre tutte descritte dai citati autori devono subor-
dinarsi come variet.
220 G. JAN
alla parte posteriore ; vicino all' ano sono 1 7, alla radice della
fra le quali alcune affatto nuove, come per es. un Elaps (*)
folidosi laterale della testa differisce poi essenzialmente dalle altre specie per il
temporale. L'unico esemplare avuto lungo 44" (testa 1" coda 3"); dopo 2
squame gulari contansi 266 addominali, 1' anale diviso e 25 caudali doppi. Come
tutti gli Elap$ ha 15 serie longitudinali di squame.
CORONELLIDAE 223
ha una tinta gialla sulla quale spiccano due semifascie, una sui
dalla nuca fino all' apice della coda: la testa nera con tre stri-
Heterodon non insinuandosi, che per breve tratto, fra g' interna-
IV. Anomalodon m.
V. Chatachlein m.
della testa 1" 3" V \"' " 3'" \" S'" 1"3'"
della coda 5" 4" 6" 3'" " " S'" 6" >"
caudali 46 45 43 -- 36 36
pag. 102 Simotes coccineus, Dum. e Bibr, Erp. gn. VII. pag. 637.
questo il notissimo Coluber coccineus^ che trovasi diffusamente
descritto nelle citate opere; mi limiter dunque ad accennare
soltanto i distintivi pi importanti. La posizione dei sei soprala-
met della coda 6; dopo 2 paja di squame gulari (di cui le prime
due stanno fra gV inframascellari del 2<* pajo ) si noverano 166
addominali, l'anale semplice e 38 caudali doppi.
232 G. JAN
1. S. Russelii (Daud. )
(M.) Manilla. (Monaco, Neuchtel)
Indie orient. (Ginevra) Calcutta.
2. S. ancoralis m. (Vienna) Patria ?
** Temporali 4 Soprabiali 6.
5. 5. octolineatus ( Schneid. )
(M.) Indie orient. ( Stuttgart. )
Borneo.
squame sul dorso fino all' apice della coda , e due altre strisele
alto quanto largo alla sua base (solo nelle specie austriaca e
Oscolea.
Ophibolus.
Amer. sett.
4. C. rhombomacidata ( Holbr. )
(M.) North. Carolina. (Am-
burgo) Patria? (Cambridge, Mass.) Tennessee.
^ 5. C. Evansii Kennicott. (M.) S. Louis, Missouri.
238 G. JAN
Calopeltis
Serie di squame 21 ;
Coronella
Calonotus
Africa occidentale.
17. C. elegans m. (Stuttgart.) Sierra Leona. (Amburgo) Africa
occidentale.
due fascie contigue bianco, mentre il color del fondo che du-
rante la vita dell' animale di un bel rosso vivace, negli esem-
fascie nere.
di Vienna, i quali sono tutti identici fra loro nel colorito, pel
gn. VII. p. 315. Assai affine alla precedente, sene distingue con
facilit per avere delle grandi macchie arrotondate sul dorso che
per non arrivano a toccare gli addominali ; il loro contorno
formato da un orlo nero la cui larghezza assai variabile, e nel
mezzo sono di color bruno rossiccio pi o meno oscuro; il color
ed il preoculare, il
3'^
il preoculare e l'occhio, il 4^ l'occhio, ed
il postoculare inferiore, il 5*^ questo postoculare ed il temporale
inferiore in V fila, il 6^ questo temporale e l' inferiore della T fila,
degli scudetti.
gialla nel mezzo; vi hanno per degli individui che fanno pae-
saggio dall' una all' altra variel.
su d' una sol linea interrotta che si osserva dal collo fino alla
del citato individuo 71" (testa 2" 3"' coda 10"). Ha 23 serie
di squame.
Una variet ancor pi rimarchevole pel colorito quella di
rietali; gli altri scudetti della testa sono gialli pi o meno orlati
di nero. Sul corpo vedonsi poi delle grandi macchie nere rom-
boidali od irregolari che dal dorso passano sui fianchi per con-
giungersi sugli addominali. Sul detto individuo si contano 29 di
tali macchie sul corpo e 5 sulla coda. Ha 23 serie di squame,
ed lungo 82'' (coda 12"); dopo 4 o 5 paja di squame gulari si
p. 169. Ablabes quadri! ine atus Dura, e Bibr. Erp. gn. VII.
248 G. JAN
il
2 il frenale ed il preoculare, il 3 il preoculare e 1' occhio,
62" ( testa 2" 2'", coda 9" 5'" ); dopo due paja di squame gnlari
si contano 177 addominali, l'anale diviso e 47 caudali doppi.
1\. C. austriaca Laur. C. laevis ( Lacep. ) Dum. e Bibr. Erp.
Fra molti serpenti ricevuti vivi in dono dall' Egitto, qual segno
di ricordanza ed affetto, dal Sig. Dott. Morandi dimorante al Cairo,
rinvenni anche una bella variet di questa specie, distinta per
quattro righe longitudinali oscure sul dorso; il colore di fondo
CORONELLIDAE 251
estende punto alla parte superiore del muso ed i suoi angoli sono
assai ottusi e pi d'i tutti quello corrispondente agli internasali.
Il nasale manifestamente diviso. Dei temporali se ne vedono
quasi sempre 2 in prima fila ( di rado 3 ) come nella C. amlriaca,
ma dietro ad essi si nota per lo pi un numero maggiore di
temporali che varia da 4 a 11, disposti in una, due od anche
tre file irregolari. In tutti gli individui da me veduti ho sempre
osservato 8 sopralabiali la cui posizione la seguente: il V tocca
il nasale sorpassando la narice, il 2 sta a contatto del nasale e
del frenale il S^ del fienale e del preoculare, il 4 del preoculare
e dell' occhio, il 5 dell' occhio e del postoculare inferiore, il
temporale e l' inferiore dei due in 2^ fila, V 8 quef t' ultimo scu-
detto. Vi sono 3 temporali ( 1 -f- 2 ), un preoculare e due po-
stocnlari; il nasale diviso ed i sottolabiali sono 9 dei quali 5
toccano g' inft-amascellari.
vivo a Parana e del cui colorito egli parla nella recente sua
opera (*). Sulla testa che nerastra vedonsi varie macchie gialle
in gran parte lineari; dietro alle medesime cominciano due strisele
squame aventi uno strettissimo orlo nero, per cui figurano come
anelli di una catena che si prolunga fino alla estremit della coda.
(*) Reise diirch die La Plata-Staaten, 2 voi. Halle 18GI. Voi. II. p. 528
aiisgezeiclinet hlibschc, im Leben scliiin gefSrbte Art, mit rotlier I.angsiinie nnd
hiaten ganz rofher Bauclifiadie, die auf den Schwanz iibergeht.
CORONELLIDAE 253
?
14. C. concoor m. Di questa specie il nostro Museo ne pos-
siede un individuo che mi venne indicato come proveniente dal-
l' America; esso tanto sopra quanto sotto dello stesso colore,
il pi grande, non possa toccare 1' orlo della bocca per la pre-
senza di un piccolo scudetto o falso labiale. Assai variabile il
nel genere Coronella quanto nel genere Eirenis che vien dopo.
Se si dovesse soltanto tener conto del picciol volume e delle gra-
cili forme del loro corpo, esse dovrebbero di preferenza venir
comprese in quest'ultimo genere; ma le notevoli dissomiglianze
che presenta la loro folidosi mi inducono a separamele ed a riu-
nirle alle altre Coronelle colle quali hanno invece una grande
analogia. Infalli ambedue le specie hanno il nasale manifestaraenfc
diviso e 19 serie di squame, mentre quelle da me comprese nel
genere Eirenis hanno tutte il nasale intiero senza traccia alcuna
di solco, e mai pi di 17 serie di squame. S'aggiunga a ci an-
che la diversa provenienza, perch le prime sono tutte dell' Africa
plari da me ispezionali.
occhi, la seconda passa dall' uno all' altro occhio e la 3", che
la pi larga, attraversa i parietali; queste fascio sono separale
fra loro soltanto da una lineetta bianca. Sulla nuca osservasi
pure un semicollare nero assai largo, al quale tengon dietro
IX. EiREiNis m.
giallognolo, della qual tinta son pure g' intervalli fra le fascie
lares, come s' esprime l' egregio Autore), traccia senza dubbio
del collare.
quali occupa una ser'e di squame (4% 7^, e 10^); le serie atti-
gue ad esse hanno un color verde pallido, con un orlo nero che
d risalfo alle strisele olivacee. Le squame della penultima serie
hanno poi una macchia nera lineare pi o meno grande per cui
si forma un' altra striscia, meno cospicua, ad ogni lato, la quale
per cessa vicino all'ano, mentre le tre sopraccennate continuano
fino all' estremit della coda. Gli addominali ed i caudali sono
giallognoli senza macchia di sorta. Di questa elegante specie
ebbi in comunicazione due esemplari dal Museo di Cambridge
(Mass.), dei quali uno giovanissimo, colla fessura ombelicale
tuttora visibile, lungo 15" (coda 3" 5'"); esso ha 133 addomi-
nali e 52 caudali doppi. L'altro lungo 34'' (coda 10") ed
ha, dopo 3 paja di squame gulari, 135 addominali, l'anale di-
viso e 64 caudali doppi.
X. DiADOPHis B. e G.
* Serie 15.
** Serie 17.
inframascellari.
264 G. JAN
tronco che non sulla testa, per cui deve ritenersi tutt' al pi
come una bella variet di quest' ultima specie.
due lati della testa, e pel 2 sopralabiale che tocca non solo il
b. Temporali 2 (l-f-l)
e. Temporali 4, 5,
11. E. Humberti m. (Ginevra) Trincomalie, Ceylan.
12. E. ornaius (Schleg.) (Leida) Borneo.
13. E. geminatiis (Opp.) (M. P. Stuttgart, Pesth) Giava.
(Gottinga) Borneo.
14. E. annulatus Dum. e Bibr. (M.) Messico. (P.) Coban,
Haute-Vera-Paz.
di piccoli punti neri. La sua lunghezza totale 36" (coda 9'' 5'");
2'' 7"
medesimo temporale e l' inferiore in fila, il quesl' ultimo
temporale in 1'"^
fila, il 6" lo stesso temporale e l'inferiore in
2^ fila, il
7"^ quest' ultimo scudetto. Nel suddetto esemplare pare
testa che dietro agli occhi ha una striscia nera che orla in parte
i sopralabiali. Ai lati del corpo vedesi una serie di squame orlate
di nero per cui rassomiglia ad una catena che posteriormente e
sulla coda si converte in una striscia nerastra. Ai due angoli
degli addominali havvi un grosso punto nero mentre tutto 1' ad-
dome e la parte inferiore della coda sono minutamente punteg-
giati di bruno. L' esemplare che conservasi nel nostro Museo
Milano Tubinga
n
La colorazione identica tanto negli esemplari avuti direttamenle
l' occhio, cessa sui parietali, forma una macchia ovaie allungata
suir occipite, poi ricompare sulla nuca percorrendo il corpo sino
all' estremit della coda. Sugli addominali e caudali non vi hanno
n macchie n punteggiature di sorta, bens una tinta giallognola
uniforme.
7. E. taeniolatus ni. Questa specie mi nota per un solo
il 4 r occhio' soliamo, il
5" 1' occhio ed il postoculare inferiore,
CORONELLIDAE 273
Milano Parigi
air altro.
La testa variopinta di nero e di bianco, e dietro ai parietali
si scorge una striscia nera, fiancheggiata da due occelli bianco-
giallicci, che si unisce ad un'altra pi larga trasversale sulla
nunciato, il
2** tocca il nasale ed il frenale, il 3" il fienale ed
il preoculare, il 4^ il preoculare e 1' occhio, il 5^ V occhio sol-
tanto, il 6^ r occhio ed il postoculare inferiore, il 7^ questo po-
stoculare ed i due temporali anteriori, i' 8 i primi due temporali
inferiori, il 9 il S'' ed il
3"" dei medesimi. Dei 9 sottolabiali,
gli intervalli fra i disegni neri sulla testa sono pure di color
giallo volgente al rossicio. Il dorso grigio punteggiato finamente
di nero e nel suo mezzo percorso da una serie di punti neri pi
grandi degli altri alla distanza di 2 o 3 squame fra loro. Le quat-
tro serie estreme di squame d' ogni Iato sono di colore pi oscuro;
agli angoli degli addominali e sulla V e 5^ serie vedonsi inoltre
dei punti neri disposti in file regolari. L' esemplare autentico di
della coda sono giallastri. L' esemplare che conservasi nel Museo
di Amburgo lungo 31" (coda 6"); dopo 2 paja di squame
gulari si contano 146 addominali, l'anale diviso e 42 caudali
doppi.
1. A. sagittfer (Berlh. )
(Gottinga) Surinam. ( M. Bologna)
Patria ?
C 17 Serie di squame.
D. 19 Serie di squame.
i
CORONELLIDAE 281
tutti gli scudetti e le squame della parte inferiore della testa sono
orlati di nero per cui essa vedesi variopinta di nero e di giallo.
Ecco le dimensioni ed il numero degli addominali e caudali di
forma del corpo e della testa; si distingue per da essa pel nu-
COUONELLIDAE 283
coda 13" ) ha, dopo due paja di squame gulari, 195 addominali
l'anale intiero e115 caudali doppi. Un altro, senza macchie sul
dorso, lungo 42'' (testa 1" 4''', coda 11") ha, dopo 2 paja di
squame gulari, 180 addominali, l'anale intiero e 103 caudali
doppi.
5. A. lateralis m. Questo serpente, di cui mi ignota la pro-
venienza e che trovasi nel nostro Museo, si distingue per due righe
bianche laterali che cominciano presso il rostrale e si prolungano
fino all'estremit della coda; il color d fondo bruno-olivaceo
2. L. rufulus (Licht. )
(M. Bamberg) Capo. (Tubinga) Gna-
denthal, Africa meridionale.
nostra raccolta, lungo 48" (testa 1" 5'", coda 10"), ha, dopo
3 paja di squame gulari, 189 addominali, l'anale intiero e 62
caudali doppi.
286 G. JAN
esemplare 52" 5'" (coda 10" 5'"); esso ha, dopo 3 scudetti
gulari, 155 addominali, l'anale diviso, 14 caudali intieri e 21
doppi.
CORONELLIDAE 287
Liophis.
A. Sopralabiali 6.
B. Sopralabiali 7.
C. Sopralabiali 8.
3. L. Merremii (Neuw. )
(M. Tubinga) Amer. merid. (To-
'^
rino ) Buenos Ayres. ( Halle ) Parane. ( Amburgo ) Vene-
zuela.
Biasile.
Upsala) Patria?
13. L. verecundus m. (Gottinga) Patria?
14. L. typhlus (L.) (M. Monaco) Brasile. (Amburgo) Surinam.
(Leyda) Cayenne.
var. gastrosticta m. (M.) Fernambuco.
prasina m. (M.) Fernambuco. (Stuttgart) Brasile.
olivacea m. (Cambridge) Patria?
D, Sopralabiali 9.
Cosmiosophis.
l'inferiore della 2" fila. Disotto sono 8 dei quali 5 da ogni lato
toccano g' inframascellari. Questa specie ha un frenale quadrato,
un preoculare ed un postoculare ; i temporali sono 3 ( 1 -+- 2 ) e
V fila trovasi per anomalia diviso in due per cui si hanno 4 scu-
detti (24-2). Il rostrale un po' pi largo che alto ed alquanto
rivoltato sul muso.
Predomina su tutto il corpo una tinta bruno-olivacea; la parte
tanto all' apice come alla base, mentre ai lati, vicino all' orlo,
biancastra. Questo orlo pili pallido che altrove, alla parte po-
steriore del corpo, lungo la linea di contatto fra la 4^ e la 5^
r fila, il
7** questo temporale e l' inferiore della 2^ fila, I' 8*^ que-
st' ultimo scudetto. Inferiormente ha 9 o 10 labiali dei quali 6 a
contatto degl' inframascellari.
Alcuni esemplari di questa specie raccolti a Buenos Ayres hanno
un colore di fondo assai scuro, mentre negli adulti provenienti
dal Brasile esso ordinariamente bruno-olivaceo pi pallido nel
r orlo nero si limita all' estremit delle squame, come negli indi-
dungen zur Naturg. Brasil. fase. 8 tav. I, fig. 3, col nome Co-
luber doliatus.
Una ben distinta variet quella che ho indicata col nome di
californica, di cui il nostro Museo possiede un esemplare prove-
niente, a quanto mi fu asserito, dalla California, il quale ha un
color di fondo olivaceo-verdognolo assai pallido superiormente,
giallognolo di sotto, e 1' estremit di ogni squama orlata di nero.
lungo 88" (testa lunga 3'' 5'", larga 2" 2'", coda lunga 16")
ed ha 154 addominali e 57 caudali doppi. Un individuo pi gio-
vane che si conserva nello stesso Museo, lungo 50" (coda 8" 6'")
ha 158 addominali e 54 caudali doppi. Un altro adulto che tro-
vasi nel Museo di Neuchtel misura 87" (coda 12") ed ha 162
addominali e 38 caudali doppi. Quello che fa parte della nostra
raccolta lungo 62" (testa 2" coda 12'') ed ha 147 addominali
e 57 caudali doppi. Tutti hanno due paja di squame gulari.
Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. 704. Varia nel colorito pi che
il L. Merremii dal quale non differisce pel numero e la posi-
zione degli scudetti della testa, per modo che Schlegel con esita-
zione la ammette come specie distnta. Si riconosce tuttavia alle
sai costanti per cui non difficile il ravvisarla fra le altre spe-
punti bianchi, secondo che alcune squame hanno 1' orlo nero od
in parte bianco, oppure hanno un colore diverso dalle altre. Ri-
guardo alla parte posteriore del corpo, quadra molto bene 1' os-
dice intorno alla colorazione della testa. Une bande claire monte
depuis la commissure des lvres qui soni d' un blanc jauntre,
jusqu' V angle poster ieur de V oeil ; une ou plusieurs autres
taches anguleuses et galement blanches occupent les cots du cou
et se runissent la teinte de V abdomen, che biancastra come
la parte inferiore della coda. Osservansi per sugli addominali,
specialmente all' orlo anteriore, delle macchie per Io pi semicir-
colari che mancano alla coda ed in alcune variet.
Alla variet albiventris appartiene un esemplare, piuttosto gio-
vane, raccolto sulle pendici occidentali delle Ande nell' Ecuadore
dal prof. Maurizio Wagner all' altezza di 4000*" 6000"^ ; esso
riore del corpo, sul dorso, alcune macchie nere sparse, come pure
CORONELLIDAE 295
parte posteriore del corpo e della coda, ai lati delle quali si os-
serva una striscia chiara, sono formate da punti neri. La sua
lunghezza totale 1 7 ' 5'" ( coda 3" 5'" ); dopo 2 paja di squame
gulari si contano 164 addominali e 54 caudali doppi.
Della var. ornata ebbi in comunicazione dal Museo di Ginevra
n esemplare assai ben conservato avente squame, 165 17 serie di
doppi. L'altro assai giovane ed lungo appena 18" (coda 3" 5"');
cifre :
e caudali.
ti. L. meanoius ( Shaw ) Gen. Zoology, Amphib. Voi. IIL
lina striscia nera assai larga sul dorso, ai lati delia quale vi ha
una fila di macchie anch'esse nere ma pi piccole, che prima di
raggiungere la quarta parte del corpo si riuniscono in una stri-
scia laterale ristretta parallela a quella del dorso; tutte e tre
continuano poi senza interruzione fino all'estremit della coda.
Gli esemplari che ho ispezionati hanno tutti 17 serie di squame
su gran parte del tronco, poco prima dell'ano 15 ed alla met
della medesima 4. Si approssima in quanto alle forme generali
del corpo al L reginae al quale somiglia anche riguardo alla
folidosi della testa ; non per raro il caso di rinvenire soltanto
5 sottolabiali a contatto degli inframascellari mentre nel reginae
sono costantemente 6. I sopralabiali sono sempre 8 e non diffe-
riscono nei loro rapporti cogli Mer- altri scudetti da quelli del L.
remii. Uno degli esemplari che trovansi nel nostro Museo
lungo 54" (testa 2"4"' coda H"5"');dopo due squame gulari
contansi 150 addominali e 66 caudali doppi. Quello che conser-
vasi nel Museo di Amburgo, proveniente da Venezuela, ha una
sima. A ciascun lato del corpo vedesi ancora un' altra striscia
sopracitati.
XVI. Glaphyrophis m.
renza per che s'osserva nei denti della mascella superiore tale
che non ponno, a mio avviso, collocarsi nel medesimo genere.
Infatti neir jE". vittatus i denti, in numero di 2425 sono posti
sopra di una sola fila e nessuno di essi solcato ma quelli di
ultimi due denti sono solcati, pi lunghi degli altri e separati dai
medesimi da un intervallo. Differente pure il numero delle serie
da me esaminati:
Lunghezza totale 40" 43" 35" 39" 30" 46" 35" 50"
della testa 1"4'" _ t"6"' 1%'"
della coda 12" 15" 15" 13" 11"5'" 15" 10" 13"
Scudetti addominali 170 143 132 134 130 139 141 123
caudali 84 80 86 79 90 83 67 69
come anche a ciascun lato scorre una fila di punti nerastri; gli
tronco, presso l'ano 17, dopo il medesimo 10, alla met della
coda 6.
XVII. Mesotes m.
A. Sopralabiali 8.
B. Sopralabiali 7.
rige lungo i fianchi dell' animale e continua poi fin sulla coda.
CORONELLIDAE 307
il 7" questo temporale e l' inferiore della 2^ fila, 1' 8" quest'ultimo
dal quale si distingue pel frenale che, d' ambo i lati della lesta,
esemplari da me esaminati:
75"
Lunghezza totale 48" 61^' 60"
della coda 10" 5"' 14" 12" 19"
( Psammophylax )
nostro Museo, lungo 53" (testa 2", coda 12") ha 141 addo-
minali, l'anale intiero e 62 caudali doppi. Un altro lungo 58"
(testa 2" '", coda 18") ha 133 addominali, l'anale semplice
e 83 caudali doppi.
3. P. assimilis m. L' esemplare di questa specie che trovasi
nel nostro Museo ha 19 serie longitudinali di squame, prima del-
l' ano 17, dopo di esso 13 ed alla met della coda 6. Esso
lungo 30" (coda 5") ed ha, dopo 3 squame gulari, 146 addo-
minali, r anale diviso e 42 caudali doppi. Sul medesimo s' osser-
Dum. e Bibr. Erp. gn. VII. p. 931 (di cui ebbi in comunica-
zione un esemplare autentico dal Museo di Parigi ); esso differisce
XIX. DipsiNA m.
E. Aesculapii (L.).
s' intralciano fra loro sulla linea mediana dell' addome {intricatus);
ora gli anelli neri sono tutti separati e disposti a due a due
anche sul collo {bizona), ovvero la tinta nera si estende sul dorso
Bahia.
3. X. Bertholdi m. (Gottinga) Messico.
CORONELLIDAE 317
mente per la forma del corpo pi svelta e per avere d' ordinario
3i8 G. JAN
40 caudali doppi.
XXII. Lejosophis m.
temporali.
Da Parigi ebbi un giovane individuo sotto il nome Xenodon
periops ed un altro, anch' esso giovane, da Leyda sotto quello
Milano Parigi Leyda
quale talora e non sempre si fonde con una fascia nera semplice
che attraversa la nuca a guisa di collare. Ha spesso 9 soprala-
biali invece di 8, che sembra il numero normale, e la cui posi-
zione poco diversa da quella della specie precedente. Intorno
air occhio contansi, oltre al sopraoculare, 6 scudetti come nel
Milano Monaco
B. Con un frenale.
il
7** quest'ultimo scudetto. Dei 10 sottolabiali, 5 toccano gli
Milano Leyda
(testa '^ S'", coda 18" 5'"); dopo 2 squame gulari si contano
162 addominali e 65 caudali doppi. Quello del Museo di Am-
burgo lungo 79" (coda 16" 5'") e dopo 3 squame gulari
ha 161 addominali e 72 caudali doppi.
Onde rendere meno imperfetto questo sunto di una descri-
Diacranthrien.
Fase. 2. 21
Archivio per la Zoologia- Voi. II.
326 G. JAN
cranthrien.
** Cemophora coccinea^ masc. sup. 811, pai. 8, pter. 10.
Sincranlhrien.
C. Copei, masc. sup. 10. Syncranthrien. I due posteriori
son lunghi quasi il doppio dei precedenti.
12 14
* Simotes Russeliiy masc.
__
pai. 7, pter. 10 12.
Sincranthrien.
** C. getulusj, masc.
15
jr
14
jg
,
pai. 10, pter. 14. Syncranthrien.
20
** C. quadrilineata masc. -^j pai. 12, pter. 15. Isodontien.
26'
17
** Coronella conspicillatay masc. , pai. 10, pter. 21. Iso-
dontien.
* C. niiitrtnr.n. y
austriaca masin
masc.
^
15
r-r
15
15
, pai. 8, pter. 12. Syncran-
thrien.
* C. girundica. Syncranthrien.
** C. concolor y masc. sup. 11. Isodontien.
CORONELLIDAE 327
49
Diadophis baliodeirus^ masc. -^, pai. 13, pter. 20. Iso-
dontien.
* D. punctatuSy masc.
i4
j=
15
, pai. 7, pter. 15. Isodontien.
dontien.
E. Grayi.
E. ornatuSy masc. sup. 42. Isodontien. I denti sono mi-
nutissimi ed assai approssimati fra loro; la parte anteriore del-
E. annulatus.
Ablabes sagittifery masc. sup. 15. Isodontien.
** A. tessellatuSy masc. sup. 21. Isodontien.
A. Raimondi^ masc. sup. 11. Isodontien.
** A. lateraliSy masc. sup. 26. Isodontien.
Lycodontien.
20
* L, rufula^ masc. ^, pai. 10, pter. 16. Isodontien.
cranthrien.
* L. poecilogyruSy masc. sup. 14 -H 2. Diacranthrien.
L. cohella, masc. ^
22 -f- 2
,
pai. 13, pter. 21 27. Dia-
cranthrien.
L. reginae. masc.
25-4-2
, pai. 12, pter.? Diacranthrien.
L. triscaliSy masc. +
41
-r
2
, pai. 7, pter. 13. Diacran-
thrien.
Opistoglyphe.
10. Opistoglyphe.
* P. Smithi. Opistoglyphe.
* P. Sadae, masc. sup. 9 + 2. Opistoglyphe.
* P. cucullatm, masc.
8 +2 pai. 810, pter. 14. Opi-
stoglyphe.
4Q 43 + 2
Erythrolamprus Aesculapii, masc. . .
^ .^
pai. 8,
Diacranthrien.
* Xenodon rhabdocephalus^ masc. sup. 6 + 2, pai. 6,
cranthrien. '
cranthrien.
5-1-2
Tomodon dorsatus , masc. jr r^ pai. 6, pter. 10 15.
Opistoglyphe.
* T. ocellaiiis, masc. sup. 8 -+- 2. I posteriori sono lunghi
nel Messico ( che ha una fauna affine a quella dell' America me-
ridionale) Enicognathus vittatus, annulatus; Liophis tricinctus^
Glaphijrophis lateralis; Xenodon Berlholdi e Tomodon lineatus.
PER
(1) Untersiichungen ziir Naturlehre des Menschen und der Thierc. Band. VI.
p. 388. Ne sfugg che Schiff ha gi indicato dieci anni fa la presenza di fibre
(2) Aeby, Archi v fiir Anatomie und Physiologic von Reicherl und Du BoU
Reymond, 1861, p. 637.
232 G. MOLESCHOTT E G. PISO-BORME
i quali erano gi stati lungo tempo nel mescuglio d' acido acetico
forte debole di Moleschott, oppure nell'alcool diluito, e possiamo
raccomandare assai per tali studj segnatamente i preparati coll'al-
cool, giacch in essi i nuclei delle fibre muscolari resistono meglio
air azione della potassa.
Gli organi nei quali noi abbiamo ricercato le fibre muscolari
liscie biforcate sono: 1' utero gravido, la prostata, lo stomaco e
l'iride dell'uomo, l'intestino duodeno ed il retto, l'utero, l'iride
rla; assai rare si mostrano nel piloro dello stomaco, nelle arterie
e nei polmoni.
Per riguardo all' utero , noi abbiamo ricercato in quello della
donna al quinto e sesto mese di gravidanza. Qui si trovarono
non solo fibre le quali erano biforcate in una delle estremit,
ma ancora di tali, bench meno frequenti, biforcate in ambe le
nostra tavola dai nostri schizzi ancora 1' uno o l' altro esempio
presi parimenti dall' utero gravido ; ma preferiamo di far
conoscere anche con la tavola, che la presenza di due nuclei in
una fibra di fatto molto rara.
Appoggiati a cos poche osservazioni d' una divisione del nucleo,
fibre e la divisione dei nuclei. D' altra parte noi non abbiamo in-
contrato alcuna giovane fibra muscolare senza nucleo. Se in con-
seguenza la scissione delle fibre permette di riportarsi veramente
ad una moltiplicazione, deve in allora esserci sfuggito frequente-
mente, lo stadio della divisione del nucleo nella fibra madre, o
Nota. Per il giusto valore della forma del nucleo nelle fibre muscolari
qui designate, preghiamo di non dimenticare che le preparazioni furono
fatte coli' ajuto della soluzione di potassa 35 ^f^.
Ad eccezione della Fig. 4 b, che ha disegnata Gascard, tutte le altre
dell' uomo.
Fig. 7. Fibre muscolari liscie del polmone della rana.
terato nella sua struttura, pei* cui raro di trovare nel medesimo
delle degenerazioni larducce o cirrose.
quenti ma costanti.
darie che esse siano oltre all' essere sempre costanti, sono ancora
assai pi facili ad essere riconosciute che nella stessa milza e
nelle stesse ghiandole linfatiche, ove possibile il confondere i
i
DEBER EINE NEUE 60BIUS-ART
AUS DEM i\DRIATISCHEN MEERE
VON
D/ Franz Steiiidachner
Gadus Linn. Tre pinne dorsali, due anali, codale non biloba. Cirro
Merhiciiis Cuv. Due dorsali, una anale. Nessun cirro mentale. Denti
a scardasso e denti canini; vomere munito di denti.
Mora Risso. Due dorsali, due anali. Cirro mentale. Denti a scar-
Loia Cuv. Due dorsali, una anale. Cirro mentale. Denti a scardasso
e denti canini. Vomere munito di denti. Pi che un
raggio ventrale.
Motella Cuv. Due dorsali, una anale. Prima pinna dorsale bassa,
delicata, collocata in un solco, e con raggi solamente
alla base muniti della membrana propria. Cirro men-
tale e cirri nasali. Denti a scardasso e denti canini.
Vomere munito di denti. Pi che un raggio ventrale.
La famglia dei Macrouridi rappresentata da due generi:
Macrouriis Bl. Dorsali due, distanti l' una dall' altra, l' anteriore
seguenti:
i. Il rapporto fra la lunghezza del capo e la lunghezza totale del
corpo. Nelle specie di forma assai allungata come p. e. nella
lunghezza del capo sta da cinque fino a sei volte nella lun-
ghezza totale del corpo, mentre nelle altre specie sotto descritte
lich. dass die gabelige Theilung der Strahlen meist schon nahe
der BasJs beginnt, wodurch es den Anschein erhlt, als ware jeder
Stralli aus einer vorderen und hinteren Hlftc zusammengesetzt .
Io esaminai dei grandi esemplari del Merlucius esculentus, della
Phycis blennoides e della Mora mediterranea , e non posso con-
fermare in questi il carattere indicato da Kner; vedesi all' incontro
la suddetta divisione dei raggi sino dalla base nella prima dorsale
della Motella communis. Nelle specie che io sto per descrivere,
in ciascuna delle pinne dorsali il primo raggio o i due primi sono
talvolta pseudospine, altre volte essi sono semplicemente articolati,
locch in qualche genere anche del terzo raggio. Gli altri raggi
sono articolati e divisi, solamente l'ultimo ed il penultimo pos-
sono fare una eccezione, essendo essi qualche volta articolati, non
divisi; nel Lepidoleprus tutti i raggi della seconda dorsale sono indi-
visi. Nelle anali i primi tre raggi possono essere o semplici o artico-
lati indivisi, gli altri sono articolati e divisi; nel Lepidoleprus sono
tutti indivisi. Le ventrali non portano che raggi articolati, fra i
gio fra gli Aplotteri e Dentrotteri; essi devono per essere collo-
cati fra gli Aplotteri per la divisione dei raggi poco sviluppata,
seguenti :
V. 6, P. 47, C. 38, R. b. 7.
pinna dorsale, d' onde man mano va discendendo sino alla codale.
I GADIDI K MACROURIDI 449
La maggior altezza del corpo trovasi sopra il primo raggio anale.
Dal margine posteriore - superiore dell'occhio prende origine un
rialzo ben marcato che scorre sino all'angolo superiore della fes-
sura branchiale. Il muso anteriormente rotondo e munito di vari
rialzi; sotto alle ossa suborbitali, che sono molto rilevate, scorre
un largo canale, nel quale vi sono dei pori. La mascella superiore
fila interna sono maggiori degli altri. Le due narici in ciascun lato
colato, gli altri raggi sono articolati e divisi. Nella seconda dor-
terza dorsale i due primi raggi sono semplici, i due seguenti so-
lamente articolati, gli altri inoltre divisi. Nella prima anale i primi
tre raggi sono semplici, i quattro seguenti solamente articolati, gli
altri anche divisi. La seconda anale incomincia con due raggi sem-
plici, cui seguono due solamente articolati e poi raggi articolati e
Yarrell, Brit. Fish. I. 544, the Poor, or Power Cod, con figura
I. A. 33.
Tav. XV-XVI.
C 46, il b. 7.
fra esso e 1' apice del muso sta 3 volte nella lunghezza totale
dell' animale. Le due narici di ciascun lato sono assai ravvicinate
fra loro, la posteriore pi grande dell'anteriore ed entrambi sono
munite di una piccolissima appendice membranosa. Innanzi a que-
ste e pi vicino all' apice del muso che al margine anteriore del-
fori fra i quali alcuni sono molto larghi. Nelle mascelle, oltre a
denti minutissimi, vedesi una fila esterna di denti lunghi, sottili
che nella superiore. Il vomere porta due soli denti acuti e curvi
all'indentro. Il palato Uscio. Le squame sono perfettamente ci-
bocca turchina.
Risso, Hist. nat. 228, Gadus vernalis. Bench i numeri dei raggi
delle pinne indicati da Risso non concordano coi sopra
argentes.
larghi.
Hamilton^, Brit. Fisch. Gen. LXXV. sp. 157. pi. 7. fig. 4. Merluc-
cius vulgaris.
poi crescono e gli ultimi finalmente sono i pi corti. L' anale in-
comincia pi in avanti che la seconda dorsale. La cavit ventrale
si estende sino al 45** raggio dell'anale. Nel mio esemplare lungo
85 Millim. scorgonsi due ovaia ben sviluppate, fra le quali il de-
stro un po' pi grande del sinistro. La natatoia uniloculare, colle
Costa 0., Fn. nap., Tav. XXXVII. Uraleptus Mar aldi. Nella figura
Tav. XI-XII.
Il profilo del corpo ascende dall' apice del muso sino alla prima
che corre fra l'apice del muso e la base della codale. Il taglio
mascelle, nel vomere e nel palato, e sono tutti d' uguale grandezza,
sino sopra la prima anale e va poi in linea retta sino alla codale.
Il capo, il tronco e la base delle pinne verticali e delle pettorali
sono coperti di squame; il diametro maggiore di queste conte-
nuto un po' pi di 3 volte nella lunghezza dell'orbita. Le squame
della linea laterale sono posteriormente incavate.
11 corpo di colore castagno chiaro sul dorso, cenere oscuro sul
ventre. L'apice dell'opercolo torchino; il palato e la lingua sono
sono tutti articolati e divisi. Nella prima anale non v' che il primo
raggio, il quale non n diviso n articolato ; il secondo raggio
offre gi delle articolazioni, bench poco distinte. Innanzi alla se-
primo ad articoli assai rari; i primi raggi della stessa pinna sono
indivisi, g' altri all'incontro sono in pari tempo divisi.
T. XI-XII.
i dj denti faringei.
muso. Vedonsi anche dei pori alla faccia inferiore della mascella
Godale.
posteriori sono pi lunghi dei medii, per cui questa pinna nel
mezzo comparisce incavata; la stessa cosa dell' anale. La codale
rotondata. Il raggio ventrale bifido e assai lungo; il suo ramo
maggiore giunge sino alla met della base della pinna anale e
qualche volta oltre questa met.
Il dorso dell' animale di color cenere tirante al paonazzo
il ventre cinereo. Fra i primi sei raggi della prima dorsale la
Tav. XIII-XIV.
4 e, denti faringei.
nibus rotundatis.
Lunghezza del capo lunghezza totale del corpo ==
:::: 4 :4i -41
Altezza del corpo id. id. = 4 5 -5i
Lunghezza delle ventrali id. id. = 4: 4 -41
pettorali id. id. = 4 6i -7
Diametro dell'occhio lunghezza del capo = 4: 41--5
Spazio antioculare id. id. = 4 Si -31
interoculare id. id. = 4: 41--41
1 GADIDl E MACROURIDI 365
U profilo del corpo quasi piano e tutto l'animale offre molta
rassomiglianza esterna coi Blennii. La maggior altezza del corpo
trovasi immediatamente innanzi all'inserzione dell'anale. La distanza
che passa fra l'apice del muso e l'ano sta 2| volte nella lun-
ghezza totale del corpo. Fra le due narici, che trovansi immedia-
tamente innanzi al margine anteriore-superiore degli occhi, l'inte-
bianche.
Nella prima dorsale tutti i raggi sono articolati e ad eccezione
Risso, Hist. nat. III. 222, 223, Phycis mediterraneus e Ph. Gmelini.
366 G. CANESTRINI
che un' esemplare mal montato che trovasi nel Museo di Genova.
Essa differisce dalla tota elongata per la forma del corpo meno
allungata, per la mascella superiore che pi lunga dell'inferiore,
per la mancanza della macchia nera sugli ultimi raggi della seconda
Tav. XIII-XIV.
A. 73 78, P. 48,
V. 6, 52, R. Secunda pinna dorsalis
C. b. 7.
e r apice del muso vi sono due parti uguali, e quasi tre di queste
parti fra il medesimo e apice l' della codale. I denti della mascella
pinna ventrale i tre primi raggi sono pi lunghi degli altri e cia-
piccoli, R. b. 7.
tima fila. Il vomere porta dei denti assai piccoli ed alcuni mag-
giori; i denti faringei sono numerosissimi ed assai piccoli. Alla
che stanno in una certa distanza 1' uno dall'altro, la qual distanza
diventa sempre maggiore dall' avanti all' indietro.
nanza della codale. L' anale incomincia a met della distanza fra
r apice del muso e la base della codale ; la codale rotondata.
Nelle ventrali il secondo raggio il pi lungo. L' animale di
colore castagno, che diventa cinereo alla gola ed al ventre. Le pinne
verticali sono orlate di nero coli' apice dei raggi bianco. Non os-
della stessa pinna sono tutti articolati e fino dalla base divisi a una
met anteriore e posteriore. Nella seconda dorsale il primo raggio
articolato e indiviso, gli altri sono articolati e divisi. La struttura
dell'anale uguale a quella della seconda dorsale. Nella codale i
Risso, Hist. nat. III. 215. Onos mustela et maculata. Secondo Costa
V Onos fusca non che il maschio della medesima
specie.
Tav. XV-XVI.
muso e gli occhi v' una piccola concavit. La forma del rostro
372 G. CANESTRINI
e verso l' apice della coda le squame non sono munite che di un
solo dente o ne sono affatto prive. Contansi circa 445 squame fra la
fessura branchiale e l' apice della coda, e 30 circa fra la carena del
ad essa un canale, che servono all' udito ( de' quali tratt ampia-
mente il prof. Otto di Breslavia nel 1826.) La linea laterale s' in-
rhynchus.
Bonaparte, Cai. met. 42, Lepidoleprus trachyrynchus.
Tav. XI-XII.
2 a,
2 6,
squame dell' animale.
2 e,
2 d.
ghezza totale dell' animale. Alla sinfisi della mascella inferiore v'
Tav. XI-XIL
Tav. XIII-XIV.
Tav. XV-XVL
DI ANIMALI VERTEBRATI
RACCOLTE
IN UN VIAGGIO IN PERSIA
nell'estate dell'anno d862
PER
F. DE FILIPPI
PROFESSORE NELLA R. UNIVERSIT DI TORINO
tebrati.
MAMMIFERI
culis aterrimis.
Dal cubito alla punta dell' ala spiegata ... 0", 135
Da un cubito all' altro, cogli omeri distesi . . 0", 076
Dall' ano al muso 0"", 085
Dall' angolo dell' orecchio alla punta del naso . 0"*, 021
Altezza dell' orecchio. . O, 015
Comune a Zendgian ed a Kazwin, ove pure ho trovato il Ve-
spertilio turcomanus Ewersm.
,
DGGELLI
i. Irania. n. gen.
Ex Saxicolinis.
fostrum mediocre , apice subincurvo ; carina inter nares
prominula.
Alae elongatae: remigibus pogonio interno lato, integro : prima
{spuria) tectrices externas longitudinae acquante, se cunda longa,
quintam subaequante, tertia et quarta longioribus.
Cauda elongata, subquadrata.
Tarsi graciles, elongati. Digiti ut in Saxicolis , sed halluce
digito interno breviori.
ISUOVE SPECIE DI AMIMALI VERTEBRATI 381
tosto ripiega le ali per nascondersi ancora tra le fronde, cos che
non riesce agevole 1' ucciderla.
2. Kronaolaea chryisopygia. n.
II nero sul fondo rosso della coda esteso per la terza parte
delle timoniere laterali, ma nelle due mediane per la met.
Kelle parti pi elevate e sassose de' monti che fanno corona al
Demavend. Rara.
Frequente ne' luoghi sassosi alle falde dei monti nell' Armenia
{Sardarak) ed in Persia (Sainkal).
Con questa specie io rendo omaggio al Commendatore Cerniti,
Inviato Straordinario e Ministro plenipotenziario di S. M. il Re
d' Italia, capo dell' Ambasciata italiana in Persia, che al vivace
ingegno, all' amore del paese, alla vasta coltura dello spirito ap-
propriala agli alti suoi ufficj, unisce molta erudizione nelle scienze
naturali.
RETTILI
humerales laeves.
Griseo rufescens , maculis lateralibus angulatis fuscis. Ad
Mera colli maculae duo amplae pallide indigotinae rubiginoso
marginatae; gula lineis cinereo-azureis vermiculatis adspersa.
(1) Nouv. Mm. de la Societ Imp. des Natur. de Moscou Tom. IX. pag. 423.
NUOVE SPECIE DI ANIMALI VERTEBRATI 389
macchie angolari brune trovansi per ogni lato del dorso e due
simili alla base della coda; alle quali poi seguono altre macchie
pi numerose e pi arrotondate. Altre poche macchie brune Iras-
verse trovansi sulle gambe.
La descritta livrea affatto costante, e costituisce quindi un
ottimo carattere di questa specie, la quale diffusa a profusione
nelle campagne deserte dall' Armenia fino a Teheran.
limbata.
de' colori, se non che gli scudetti del capo non sono punto con-
tornati di nero. Le squame del dorso presentano ciascuna tre
mente riconoscibili.
Trovata a Kazwin.
PESCI
L' altezza del corpo sta 6 | nella lunghezza totale. Cirri lun-
congeneri, sono la forma del corpo assai meno svelta, 1' attacco
della dorsale dietro quello delle ventrali, le grandi squame.
Ho trovato questa specie in un rigagnolo presso Batum, in-
La lunghezza del capo misura una volta e mezza l' altezza del
corpo. La mascella superiore e alquanto sporgente; la bocca
piccola. Il diametro oculare uguale ad un quarto della lun-
molli.
la coda.
394 F. DE FILIPPI
denstadt.
Febbrajo 1863.
DI UN NERVO TAGLIATO
PER IL
D. E} OEHIj
medesimo intento.
quei casi, nei quali era decorso un tempo eguale dalla operazione
lettore sovra una via facile e piana per rilevare i fenomeni quali
ci si manifestano in tempi progressivamente diversi dalla opera-
zione e mantenendo la stessa divisione e lo stesso ordine di enu-
Ove poi dal minuto esame intrapreso di ogni singolo caso spe-
rimentale, emergessero deduzioni, che sebbene importanti, fossero
ferico.
Un'analogo
lema, anzich ad una semplice azione di quest'ultimo.
alcuni animali p. e. degli
fenomeno lo vediamo nei muscoli di
tumore cos formatosi resta unito alla fibra per un collo o pe-
duncolo costituito dal ristretto sarcolemma. A questa medesima
causa, alla elastica tensione cio di questa membrana ed alla con-
seguente fuoruscenza del contenuto quando ne venga lesa la con-
tinuit, dobbiamo i tumoretti che si formano in vita nel decorso
di una fibra muscolare, tumoretti dei quali ho pel primo men-
zionato il meccanismo di formazione nello Zeitschrift d. Wissen-
schaft. ZooU del Prof. Klliker.
Che poi alla tensione elastica delle guaine amorfe delle fibre
nervose si debba in massima parte la fuoruscenza della sostanza
nervosa in seguito al taglio e la conseguente formazione del men-
zionato tumore lo rivela anche il fatto che quando si proceda
delicatamente ad osservare i monconi delle fibre nervose recise
se ne veggono assai volte le guaine amorfe per un certo tratto
tarsi avvenga pel nervo sano; non a dubitarsi cio che le zone
bianco opaline del cordone nervoso dipendano dallo alternarsi nel
nervo di una sostanza midollare opaca e di un' altra sostanza o pi
probabilmente di un liquido plasraatico bianco-opalino. Noi non
possiamo, come avviene pel muscolo, verificare questa cosa nella
sua integrit al microscopio, perch essendo il nevrilema esterno
molto opaco, bisogna isolare le fibre nervose onde poterle distin-
tamente vedere, e nell' atto istesso dell' isolamento ed aggiungendo
400 D. E. OEHL
del nevrilema. Non avendo per mai riscontrati questi cristalli nelle
isolate fibre nervose, cosi d' uopo credere che si formino ben
vero per entro al nervo tra fibra e fibra nervosa non per nell' in-
sere una tale rigogliosit propria o almeno per una parte rileva-
sostanza nervosa.
404 D. E. OEHL
bile soltanto nel nevrilema interno, talch ogni fibra nervosa ap-
pare s abbondantemente percorsa in senso longitudinale da nuclei
allungati, da venirle anzich di fibra nervosa l' aspetto di un fascio
quello delle fibre nervose, compreso cio fra 0,02 e 0,01. Fra
essi poi che si congiungono per iscarse anastomosi trasversali si
SERIE I.^
Osservazioni 6.
Il nevrilema era forte injettato per ambo i monconi, pi per pel su-
periore e pi ancora per ambidue in vicinanza al taglio. I monconi
non avevano la minima aderenza fra loro, ma erano rivestiti da
una molle sostanza gelatinosa, levando la quale mettevansi a nudo
i monconi, di cui vedovasi allora non turgido l' inferiore, turgido
SERIE 11/
Osservazioni 40.
SERIE III.''
Osservazioni 5.
tante rane morte nel quarto e quinto giorno dalla operazione. Due
di queste rane appartengono al mese di marzo; tre al mese di
maggio e di giugno.
rane che vissero per un tempo assai maggiore dall' operazione non
presentarono traccia di degenerazione del moncone periferico tanto
all' aspetto generale quanto all' esame microscopico. Gli stessi
compagnano il nervo.
408 D. E. OEHL
quindi nei tessuti circostanti per modo per che lo si potesse se-
(1) Waller asserisce fra le altre cose che le fibre di un nervo taglialo
perdono ogni traccia di doppio contorno.
Ecco in proposito il risultato
delle mie osservazioni. Nel nervo ischiatico delle rane e in ogni altro nervo
di qualsiasi animale, le fibre nervose che Io compongono non presentano
410 D. E. OEHL
per dalla sua estremit libera infno alla biforcazione poplitea era
tura della sua sostanza causa che si perda nelle fibre 1' aspetto trasversal-
mente striato, cosi pure causa che vada riempito della stessa sostanza
degenerata lo spazio che intercede fra la guaina amorfa e la midollare e
che vada di tal guisa perduto il doppio contorno.
Questo fenomeno ha
luogo quindi non per le fibre di un nervo taglialo, sibbene per quelle di
un nervo degenerante.
ALTERAZIONI NELLE RANE 411
tiva dalla loro libera estremit. Nessuno dei due monconi emul-
sionava r acqua. Fu per osservata in grado eminente nel
moncone inferiore la coagulazione a bastoncini del midollo, il
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