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L'archeologia (dal greco ???a??????a, composto dalle parole ???a???

, "antico",
e ?????, "discorso" o "studio") la scienza che studia le civilt e le culture
umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la
raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato
(architetture, manufatti, resti biologici e umani).[1]

Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire
documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti
scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d'America stata sempre
considerata come una delle quattro branche dell'antropologia (le altre tre essendo
l'etnologia, la linguistica e l'antropologia fisica)[2], avente come obiettivo
l'acquisizione di conoscenza delle culture umane attraverso lo studio delle loro
manifestazioni materiali.

L'archeologia tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o


della cultura oggetto di studio (ad esempio archeologia classica o archeologia
industriale o paletnologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine
(archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche
(archeologia urbana, archeologia teorica), o ancora sulla base del tipo di
materiale esaminato (numismatica o epigrafia). La nozione di scoperta archeologica
si evoluta con il progredire dei metodi di indagine: alla ricerca dell'oggetto
raro, ma le sue scoperte sono divenute sempre meno dipendenti dal caso o
dall'intuizione.

La principale tecnica di indagine quella dello scavo stratigrafico, che consente


di rimuovere strati di terreno rispettando la successione cronologica e di
documentare i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza
cronologica relativa.

L'indagine archeologica pu inoltre usufruire oggi di tecniche di rilevamento e di


datazione o di analisi scientifiche elaborate da altre discipline.

L'esame del territorio, sia come ricerca preliminare ad uno scavo, per individuare
la presenza di resti archeologici, sia per acquisire dati statistici generali sulla
storia del territorio stesso, oltre che della tradizionale ricognizione
archeologica di superficie (osservazione diretta) pu avvalersi
dell'interpretazione delle fotografie aeree e di prospezioni geofisiche (in
particolare magnetometriche o con georadar). I sonar possono essere utilizzati in
ambiente subacqueo, mentre sonde fotografiche sono state impiegate per esplorare
preliminarmente cavit presenti nel terreno, quali tombe non ancora scavate.
Metodi di datazione
Alcuni frammenti di ceramica suddivisi per tipologia.

Lo studio dei materiali, sia di quelli raccolti nello scavo, sia quelli privi di
contesto stratigrafico, ha gli scopi di comprenderne i modi di utilizzo e l'origine
e di arrivare ad una datazione.

Il primo modo per datare un oggetto in senso relativo il suo inserimento nella
sequenza stratigrafica. Tuttavia per gli oggetti rinvenuti in un momento in cui
questa tecnica non era ancora stata elaborata, o comunque fuori contesto, si
continua ancora ad utilizzare il confronto formale e stilistico con altri oggetti
simili. A questo si aggiunge l'insieme delle tecniche scientifiche oggetto
dell'archeometria.

Per ottenere datazioni assolute possono essere utilizzati il metodo del Carbonio 14
(o radiocarbonio) per i materiali organici (mentre altri metodi di datazione ai
radioisotopi, quali quelli del potassio-argo (K-Ar), dell'uranio-torio-piombo e
delle tracce di fissione dell'uranio 238, possono servire a datare le rocce e
quindi i fossili o i resti di industria litica ad esse associate), la
dendrocronologia per il legno, la termoluminescenza e l'archeomagnetismo, per
ceramiche, laterizi e terre di fusione.

Possono aiutare nella datazione relativa di oggetti rinvenuti in uno stesso sito i
metodi del FUN test o della racemizzazione degli amminoacidi, per le ossa, e quello
dell'idratazione dell'ossidiana o del rapporto tra cationi (in ambienti aridi) per
datare la lavorazione dell'ossidiana o della pietra in genere. Presso i ghiacciai
un altro metodo quello tramite il conteggio delle "varve", un particolare tipo di
depositi che registra variazioni annuali nei sedimenti glacio-lacustri.
Discipline correlate e attuali indirizzi di studio

L'archeozoologia e la paleobotanica indagano i resti faunistici e botanici, allo


scopo di ricostruire l'ambiente naturale con il quale gli uomini interagivano.

L'archeoastronomia fornisce inoltre un supporto all'indagine con lo studio degli


allineamenti astronomici e degli orientamenti delle strutture antiche, a volte
ricercati per specifici motivi simbolici, soprattutto nel caso di edifici legati al
culto.

Le numerose applicazioni del computer, dall'archiviazione e organizzazione dei


dati, alle rappresentazioni cartografiche (GIS), alle ricostruzioni virtuali, con
utilizzi sia per la ricerca, sia per la presentazione al pubblico, sono oggetto
dell'archeologia computazionale.

Esiste inoltre l'archeologia musicale che studia i fenomeni musicali dell'et


antica.

L'archeologia sperimentale tenta infine di riprodurre le condizioni antiche nelle


quali gli oggetti sono stati prodotti e si sono successivamente modificati,
deteriorati e distrutti, allo scopo di sottoporre a prova sperimentale le ipotesi
fatte sulla base dei resti rinvenuti.

Oltre alla chimica e alla fisica, per l'elaborazione delle tecniche di analisi gi
citate, le indagini archeologiche possono ricevere un utile apporto dalla geologia,
per la conoscenza sia delle caratteristiche delle varie pietre da costruzione,
delle gemme, dei metalli e leghe metalliche, delle argille, sia dei meccanismi
geomorfologici di erosione e di sedimentazione, e ancora per la datazione delle
rocce. Un'altra disciplina che fornisce il suo apporto alle indagini archeologiche
la paleontologia o paleobiologia, per lo studio dei resti fossili (con la
paleozoologia per i fossili animali, la paleobotanica per quelli vegetali, la
palinologia per i pollini fossili e l'antracologia per i resti carbonizzati, e
infine la paleoantropologia per i resti fossili umani e lo studio dell'evoluzione
dell'uomo): nel loro insieme i cambiamenti ambientali e climatici sono studiati
dalla paleoecologia. Numerose sono anche le possibili applicazioni dei metodi
statistici all'analisi dei dati.

Molti degli interessi delle discipline bioarcheologiche e archeometriche nel loro


insieme costituiscono l'oggetto di studio del metodo interdisciplinare
dell'archeologia ambientale.

Hanno inoltre tematiche affini e complementari numerose discipline, quali


l'antropologia culturale e l'etnologia (per lo studio delle organizzazioni socio-
culturali delle comunit umane, dei loro aspetti comportamentali e simbolici e
delle loro relazioni con l'ambiente), la paletnologia (per lo studio delle origini
e dei movimenti delle popolazioni), la linguistica storica (per lo studio e la
diffusione delle lingue), le ricerche di storia dell'arte e naturalmente della
storia.
Storia dell'archeologia

Nel corso della storia l'archeologia diventata una disciplina autonoma ed ora
dotata di concezioni e metodologie proprie. La sua storia stata parallelamente
ritmata da una lunga serie di scoperte importanti, la cui interpretazione ha avuto
ripercussioni sull'evoluzione delle concezioni sul passato terrestre e umano. In
ogni epoca le culture si sono confrontate con i resti materiali delle
civilizzazioni che le avevano precedute, ma non si pu parlare di vera e propria
scoperta archeologica finch i ritrovamenti non siano considerati segni che
permettono di decifrare il passato. Anche la nozione di scoperta archeologica si
evoluta con il progredire dei metodi di indagine: alla ricerca dell'oggetto
eccezionale e raro, cara agli antiquari e ancora presente nell'immaginazione del
grande pubblico, si sostituita l'indagine sul passato nei suoi aspetti pi
ordinari e quotidiani; parallelamente le scoperte sono divenute sempre meno
dipendenti dal caso o dalla intuizione.
Etimologia

Il termine archeologia era gi utilizzato dagli storici antichi, nel suo senso
letterale di "discorso sul passato". Lo storico greco Tucidide utilizza in qualche
caso le testimonianze materiali come prova per una ricostruzione del passato (i
Cari avrebbero abitato in passato le isole dell'Egeo in quanto a Delo erano state
rinvenute dagli ateniesi molte tombe antiche con oggetti e tipo di sepoltura simili
a quelli utilizzati ancora ai suoi tempi da quella popolazione).
La nascita dell'archeologia

Per comprendere quale cambiamento di mentali rappresent la nascita


dell'archeologia, bisogna ricordare che in Europa, durante il Medioevo, i cristiani
ed i musulmani avevano modificato[3] molti templi pagani per motivi religiosi, e
che ancora nell'et Moderna le rovine dei monumenti antichi venivano usate come
cave di pietra. Sopra e addosso ad esse erano stati costruiti ulteriori edifici ed
in generale tali aree venivano utilizzate per i pi diversi scopi, da cimiteri a
fortezze: le vicende del Colosseo e del Teatro di Marcello sono particolarmente
esemplificative di tutto ci.
Ritratto di Ciriaco d'Ancona, di Benozzo Gozzoli

A partire dall'Umanesimo e dal suo interesse per il passato classico, si svilupp


un collezionismo di antichit greco-romane, dalle opere d'arte agli oggetti di uso
comune.
In particolare, Flavio Biondo pubblic tre guide documentate e sistematiche alle
rovine dell'antica Roma, che gli diedero gran fama. Tuttavia gli oggetti antichi
non erano ancora utilizzati ai fini di una ricostruzione storica, che si basava,
invece, quasi esclusivamente sulle fonti scritte, ma erano valutati da un punto
vista estetico, o di documentazione solo relativamente ad alcuni temi (ritratti di
personaggi celebri, soggetti mitologici).

Nell'epoca degli antiquari visse Ciriaco d'Ancona (o Ciriaco Pizzecolli),


considerato internazionalmente il fondatore in senso generale dell'archeologia[4].
Egli fu umanista e viaggiatore e gli stessi suoi contemporanei lo chiamavano pater
antiquitatis, cio padre delle antichit, per il fatto che la sua ricerca
incessante di testimonianze del mondo antico non era dettata da semplice curiosit,
ma era invece finalizzata a "riportare in vita" (come lui stesso diceva) il passato
romano e greco. Fu lui il primo a portare testimonianza nel mondo europeo
dell'acropoli di Atene, dei geroglifici, delle piramidi egiziane e di molti altri
siti archeologici, che incessantemente visitava riportandone schizzi grafici e
relazioni scritte. Per questi motivi, Ciriaco d'Ancona ancor oggi detto padre
dell'archeologia[5]. Ascoltiamo direttamente dalle sue parole ci che lo
animava[6]:
Spinto da un forte desiderio di vedere il mondo, ho consacrato e votato tutto me
stesso, sia per completare l'investigazione di ci che ormai da tempo l'oggetto
principale del mio interesse, cio le vestigia dell'antichit sparse su tutta la
Terra, sia per poter affidare alla scrittura quelle che di giorno in giorno cadono
in rovina per la lunga opera di devastazione del tempo a causa dell'umana
indifferenza
(Ciriaco d'Ancona)
Gruppo del Laocoonte, scultura greca del I secolo, Musei Vaticani

Nel Rinascimento nacquero anche le prime collezioni archeologiche, la principale


delle quali furono i Musei Vaticani. Esse costituirono un riferimento per tutti i
successivi studiosi. La raccolta vaticana prese inizio dal ritrovamento casuale del
Gruppo del Laocoonte in un campo di Roma. In effetti gli oggetti raccolti nelle
collezioni per secoli saranno prevalentemente frutto di ritrovamenti casuali.
In quest'epoca vennero inoltre pubblicati ampi cataloghi di monumenti ed oggetti
antichi illustrati da incisioni su rame. Fra di essi L'Antiquit explique et
reprsente en figures di Bernard de Montfaucon rimase per un secolo l'opera di
riferimento.

Accanto all'interesse degli antiquari per le antichit classiche, si svilupp


durante l'et moderna anche quello per i resti preistorici, ad opera di studiosi
come Michele Mercati e Nicolas Mahudel, che iniziarono ad interessarsi alle
cosiddette "pietre di fulmine" o ceraunia, ovvero gli oggetti di pietra preistorici
che venivano man mano rinvenuti casualmente e di cui si faticava a comprendere
l'origine. In particolare il secondo propose per la prima volta la successione
delle et della pietra, del bronzo e del ferro. Analogamente Bernard de Montfaucon
pubblic nel suo Les monuments de la monarchie franaise riproduzioni di monumenti
megalitici accanto a quelle delle rovine classiche e dei monumenti medievali.
La fase dell'archeologia classica come storia dell'arte antica
Pompei ed il Vesuvio nel 1900

Nel 1748 iniziarono le prime campagne di scavo regolari, prima ad Ercolano e poi a
Pompei[7], promosse dal neonato Regno delle Due Sicilie. La scoperta di citt quasi
intatte, complete degli oggetti della vita quotidiana e addirittura delle sagome
dei corpi umani, ebbe eco in tutta Europa.
Ritratto di Winckelmann, di Raphael Mengs

Agli scavi di Ercolano aveva dedicato la sua prima opera anche Johann Joachim
Winckelmann, spesso ritenuto l'iniziatore degli studi archeologici moderni, il
quale successivamente pubblic, nel 1764, la sua Geschichte der Kunst des Altertums
(in italiano Storia delle arti del disegno presso gli antichi), nella quale, in
contrapposizione con gli eruditi studi della precedente disciplina "antiquaria", le
opere d'arte greco-romane vennero inserite nel loro contesto storico e da ci
conseguiva una periodizzazione degli stili artistici. L'archeologia, tuttavia, era
ancora principalmente finalizzata allo studio della storia dell'arte greco-romana,
fortemente influenzata dalle concezioni estetiche neoclassiche, secondo cui le
opere di tale periodo rappresentavano il modello della bellezza ideale.

In questa fase nacque un nuovo tipo di istituzione per coordinare l'attivit


archeologica, l'accademia: principalmente l'Accademia Etrusca di Cortona,
l'Accademia Ercolanense e la Pontificia Accademia Romana di Archeologia.

Alois Riegl, appartenente alla "scuola viennese", pubblic nel 1901 lo studio
sull'Industria artistica tardoromana, nel quale si asseriva la necessit di
giudicare l'opera d'arte in rapporto alle concezioni dell'epoca in cui stata
realizzata e non in rapporto ad un astratto modello ideale. Questa storicizzazione
permise una rivalutazione dell'arte romana rispetto a quella greca e pose le basi
per l'allargamento degli studi alle civilt artistiche estranee al mondo classico.
Scavi della missione archeologica tedesca a Olimpia in Grecia (1875-1881).
A partire dall'inizio del XIX secolo furono organizzate delle vere spedizioni
archeologiche, con Giovanni Battista Belzoni e Karl Richard Lepsius in Egitto dove
la scrittura geroglifica era stata decifrata da Jean-Franois Champollion, con Paul
mile Botta, Austen Henry Layard e Robert Koldeway in Mesopotamia, con la
decifrazione della scrittura cuneiforme ad opera di Georg Friedrich Grotefend, fino
alla celeberrima riscoperta di Troia da parte di Heinrich Schliemann nel 1873 e
agli scavi di Cnosso di Arthur Evans nel 1900. Si trattava in buona parte ancora di
"sterri" allo scopo di "scoprire" oggetti d'arte o "curiosit" da esporre nei
musei, pi che della raccolta e indagine di testimonianze storiche.

In questo periodo si svilupp anche l'archeologia cristiana, legata alla scoperta


delle catacombe di Roma e interessata prevalentemente ai fenomeni storico-
artistici. Nel 1816 la ricostituzione per volere di papa Pio VII della Pontificia
accademia romana di archeologia sanc l'uso del termine "archeologia" come studio
dei monumenti, distinta dallo studio dei testi scritti[8].
La fase dell'approccio storico-culturale
Da tavole scientifiche di fine XIX secolo: manufatti artistici magdaleniani,
paleolitico superiore.

Contemporaneamente, grazie ai sempre maggiori rinvenimenti di utensili in pietra,


spesso associati ad ossa di animali od ominidi estinti, entrarono nella loro fase
matura anche gli studi sulla preistoria: Christian Thomsen utilizz per
l'ordinamento dei materiali del Nationalmuseet ("museo nazionale" danese, fondato
nel 1807), la periodizzazione delle et della pietra, del bronzo e del ferro, gi
proposta da Nicolas Mahudel, sancendone definitivamente la validit.

Gli studi sulle culture preistoriche e protostoriche, che non potevano avvalersi di
fonti scritte, ma solo dei dati materiali ("cultura materiale"), rivalutarono
l'importanza degli oggetti come testimonianze del passato, indipendentemente dalla
loro eventuale qualit artistica. L'archeologia assunse dunque, e in particolare
nei paesi anglosassoni, un aspetto sempre pi storico-antropologico, al posto
dell'iniziale orientamento storico-artistico.

In Italia, a partire dalla seconda met del XIX secolo il paletnologo Luigi
Pigorini recuperava sistematicamente tutti gli oggetti rinvenuti e curava
l'esecuzione dello scavo e l'analisi dei dati che questo forniva. La documentazione
del ritrovamento di ciascun oggetto divenne sistematica anche nella prosecuzione
degli scavi di Pompei, ad opera di Giuseppe Fiorelli e Amedeo Maiuri.
Sophia Schliemann indossa i gioielli scoperti ad Hissarlik.

Ci si cominci infine ad interessare prima alle architetture e quindi ai siti e ai


materiali di epoca medioevale, con veri e propri scavi archeologici soprattutto in
Gran Bretagna e nei paesi scandinavi, in collegamento con lo sviluppo di un
interesse per le origini nazionali, portando alla creazione della disciplina
dell'archeologia medioevale. In quest'ambito il generale inglese Augustus Pitt
Rivers si dedic tra il 1881 e il 1896 alla ricerca di villaggi e necropoli,
registrando in modo estremamente accurato tutti i dati dei ritrovamenti.

Durante l'Ottocento si svilupparono la stratigrafia e la cronologia relativa.


Questi metodi erano nati nell'ambito della geologia e della paleontologia ad opera
di studiosi come William Smith, James Hutton e Charles Lyell. Perci l'applicazione
della stratigrafia all'archeologia si diffuse a partire dall'archeologia
preistorica.
Negli anni Trenta e Quaranta dell'Ottocento archeologi come Jacques Boucher de
Crvecur de Perthes e Christian Jrgensen Thomsen datarono gli oggetti prodotti
dall'uomo sulla base delle ossa di animali estinti ritrovate nello stesso sito o
nello stesso strato.
Tuttavia, la stratigrafia ottenne risalto e popolarit soprattutto con gli scavi di
Hissarlik, il sito dell'antica Troia, condotti da Heinrich Schliemann, Wilhelm
Drpfeld e Carl Blegen a partire dal 1871. Questi studiosi individuarono ben nove
citt distinte, costruite una sopra l'altra, dalla Preistoria all'et Ellenistica.
Il Foro Romano nel 1880.

A Roma i primi scavi stratigrafici del Foro Romano furono condotti negli anni tra
il 1898 e il 1925 da Giacomo Boni, mentre Rodolfo Lanciani documentava la grande
quantit di ritrovamenti casuali e di scavi "di recupero" che avvenivano
parallelamente alle costruzioni per Roma Capitale. Successivamente le esigenze
propagandistiche del regime fascista condussero ad una ripresa di grandi sterri
poco documentati, mentre sulla via dell'indagine stratigrafica proseguivano Nino
Lamboglia in Liguria e studiosi di paleontologia e preistoria.

Nei primi anni del Novecento l'egittologo William Flinders Petrie svilupp il
concetto di seriazione, che permise una datazione precisa degli oggetti ben prima
che fossero disponibili i moderni metodi basati sugli isotopi radioattivi, i quali,
peraltro, hanno confermato la cronologia indicata da Petrie. Egli fu anche un
pioniere nella catalogazione minuziosa dei reperti, anche di quelli
tradizionalmente ritenuti poco rilevanti.

La necessit di una corretta raccolta dei dati port nel XX secolo alla
codificazione del metodo stratigrafico. Il sistema dello "scavo per quadrati", fu
elaborato dall'archeologo inglese Mortimer Wheeler tra gli anni venti e cinquanta
mentre quello "per grandi aree" fu descritto da Edward Harris alla fine degli anni
settanta.

Negli anni venti del Novecento l'archeologia si professionalizza. Infatti in


quest'epoca vengono fondate le prime cattedre di archeologia nelle universit
europee ed americane.

Lo scavo delle zone cittadine bombardate e distrutte durante la seconda guerra


mondiale, in occasione delle ricostruzioni permise di elaborare inoltre gli
specifici metodi di indagine dell'archeologia urbana, legata spesso a scavi di
emergenza e costretta ad operare quindi con tempi limitati in contesti
stratigrafici estremamente complessi.

I metodi archeologici sono indipendenti dall'epoca dei resti studiati e sono


infatti stati applicati anche all'epoca successiva alla rivoluzione industriale
(archeologia industriale) e persino come metodo di indagine sulle societ
contemporanee (per esempio con l'analisi dei rifiuti urbani).
"La perdita dell'innocenza" e le archeologie antropologiche

La relazione della ricerca archeologica con l'antropologia culturale (e fisica), ha


dato origine a vari approcci, tra essi contraddittori o complementari, secondo i
punti di vista dei vari studiosi che si sono succeduti e tuttora si succedono nel
dibattito archeo-metodologico e teorico, animato (se non iniziato) a partire dagli
anni 1960, per l'esplicitazione di metodi e finalit della ricerca, e per
migliorare la capacit dell'archeologia di spiegare e interpretare le societ del
passato (e del presente). Tra questi si contano l'archeologia processuale,
l'archeologia post-processuale, l'archeologia marxista, la Gender Archaeology,
l'archeologia neo-evoluzionista, l'archeologia cognitiva.

Negli anni sessanta si svilupp, in particolare negli Stati Uniti la cosiddetta


archeologia processuale o "nuova archeologia" ("processual archaeology" o "new
archaeology", soprattutto in ambito preistorico e protostorico), che ambiva a
collocare l'archeologia tra le scienze esatte attraverso l'elaborazione di un
metodo completamente nuovo, che partisse da ipotesi teoriche sui grandi processi
culturali, da verificare quindi attraverso metodi scientifici (lo scavo). Si
tendeva a ricollegare l'archeologia all'antropologia, come studio dei fenomeni
culturali, staccandola invece dalla storia e dalla ricostruzione storica delle
diverse culture umane. Si criticava in modo particolare la tendenza degli
archeologi "tradizionali" a limitarsi alla pura e semplice raccolta di manufatti e
il loro mero inserimento in serie cronologiche e la mancanza di una riflessione
metodologica e sugli scopi della disciplina. Il ruolo centrale era riconosciuto ai
"processi culturali" che costituivano comportamenti umani fondamentali.
Nell'attivit archeologica queste premesse teoriche si traducevano in una nuova
attenzione rivolta ai modelli di insediamento e di rapporto con l'ambiente.

La successiva archeologia post-processuale, sviluppatasi in Gran Bretagna criticava


in particolare la possibilit di un'osservazione oggettiva e asettica dei fenomeni
culturali e quindi la pretesa di raggiungere una scientificit astratta poco
coerente con le specificit della ricerca archeologica.

Nell'archeologia italiana e mediterranea la nuova archeologia ha avuto scarso


seguito, anche a causa della mancanza di una prospettiva storica e del meccanicismo
dei processi culturali, intesi come inevitabili adattamenti delle culture alle
trasformazioni ambientali.

Thor Heyerdahl nel 1947 attravers l'Oceano Pacifico dal Sudamerica alla Polinesia
sulla zattera Kon-Tiki. Pu essere considerato il fondatore dell'archeologia
sperimentale, che nei paesi anglosassoni diventato uno dei pi importanti ambiti
dell'attivit archeologica. Questo ramo dell'archeologia non interessato
all'oggetto in s, bens alle attivit che gli stanno dietro, sia al modo in cui
l'oggetto stato prodotto, sia il modo in cui veniva utilizzato. Perci tenta di
verificare sperimentalmente, mettendole in pratica, le tecniche costruttive e di
fabbricazione antiche, le caratteristiche dei manufatti ed edifici cos prodotti,
nonch l'uso degli stessi.
Archeologia aerea: fondamenta di edifici gallo-romani (tra cui perfettamente
riconoscibile un grande Horreum).

La seconda met del Novecento vide anche l'ingresso della tecnologia


nell'archeologia.
La maggiore innovazione stata l'introduzione del metodo di datazione con il
radiocarbonio, basata su di una teoria sviluppata inizialmente dallo scienziato
americano Willard Libby nel 1949. Nonostante i limiti (se confrontato con i metodi
successivi impreciso; pu essere utilizzato solo con materiali organici; funziona
solo con oggetti degli ultimi 10.000 anni), questa tecnica ha tuttavia portato ad
una rivoluzione nell'archeologia e nel contributo che essa pu dare alla storia. In
particolare la datazione dei resti organici con gli isotopi dello stronzio ha
permesso l'analisi delle migrazioni umane.
Un altro ambito di applicazione della tecnica alla archeologia stato lo sviluppo
della fotografia aerea, che ha permesso l'individuazione di siti archeologici non
facilmente rilevabili.
Il ritrovamento nel 1991 nel ghiacciaio del Similaun del corpo dell'uomo
preistorico detto tzi ha aperto un terzo orizzonte, quello della genetica
applicata all'archeologia. Le ricerche sul DNA hanno dimostrato che tzi appartiene
a un aplogruppo K molto raro in Europa che dimostra la provenienza dei suoi
antenati dal Vicino Oriente nel neolitico, a seguito della diffusione
dell'agricoltura e dell'allevamento. Questo tipo di DNA si conservato fino a oggi
in regioni isolate, come Sardegna e Corsica.[9] L'analisi genetica dei resti di
uomini preistorici sta chiarendo molti aspetti delle migrazioni preistoriche.

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