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Cinzia Fierro

MUSICOSOPHIA
ALLA LUCE DEI DODICI SENSI

Un percorso esperienziale

CambiaMenti
2017 EDITRICE CAMBIAMENTI
I EDIZIONE
ISBN 978-88-96029-34-3

Musicosophia alla luce dei dodici sensi.


Un percorso esperienziale
EDITRICE CAMBIAMENTI sas
40068 J.F.Kennedy, 55
www.cambiamenti.com
cambiamenti@cambiamenti.com

In copertina, Variazioni di luci fra i suoni


gessetto di Daniela DAlessandro

Copertina ed editing
Giuseppina Pistillo

Tutti i diritti di riproduzione, di traduzione


o di adattamento cine-radio-televisivo-teatrale
sono riservati per tutti i Paesi.
vietata la riproduzione dellopera o di parti di essa
con qualsiasi mezzo, compresa la stampa, copia fotostatica,
microfilm, e memorizzazione elettronica,
se non espressamente autorizzata dallEditore.
LEditore a disposizione degli aventi diritto con
i quali non stato possibile comunicare,
nonch per eventuali inesattezze od omissioni
nella citazione delle fonti.

CambiaMenti
Ai miei genitori Peppino e Cenzina
e al mio consorte Mauro
INDICE

INTRODUZIONE pag. 9

PRESENTAZIONE pag. 11

PREFAZIONE pag. 13

1a PARTE - DAL SUONO ALLA MUSICA pag. 16

Il Suono pag. 16

La Musica pag. 27

La voce e il canto pag. 37

Gli Strumenti musicali pag. 45

2a PARTE - MUSICOSOPHIA: VIAGGIO ESPERENZIALE pag. 55

George Balan, ideatore e fondatore di Musicosophia pag. 55

La meditazione musicale pag. 74

Lascolto ripetuto e la forza del sentire pag. 79


Dallesperienza dellascolto ripetuto alla comprensione del
pag. 81
ruolo dei sensi
Il canticchiare e la forza del pensare pag. 94

Il canticchiare e la sua fenomenologia pag. 97


Dallesperienza del canticchiare alla comprensione del ruolo
pag. 102
dei sensi
Il gesto musicale, la meloritmia e la forza del volere pag. 114

7
La scrittura musicale per lascoltatore pag. 123
Dallesperienza della meloritmia alla comprensione del ruolo
pag. 128
dei sensi
Linteriorizzazione: lIo dellUomo che vive nella musica pag. 142

3a PARTE - CAMPI DI APPLICAZIONE DI MUSICOSOPHIA pag. 146

I bambini e la musica pag. 146

Gli anziani e lascolto della musica: esperienze in casa di riposo pag. 151

La meditazione musicale e lelaborazione del lutto pag. 155

La musica illumina il percorso dellelaborazione del lutto pag. 157

La Formazione in Musicosophia pag. 160

Il Gesto fra Musica e Pittura: descrizione di unesperienza di


pag. 163
musicosophia

CONCLUSIONE pag. 174

RINGRAZIAMENTI pag. 176

BIBLIOGRAFIA pag. 178

NOTE BIBLIOGRAFICHE pag. 181

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INTRODUZIONE
Potrebbe sembrare strano che, nellattuale mondo che
potremmo definire del rumore, del chiasso, della mancanza
di silenzi al punto che anche il suono e la musica vengono
utilizzati come sottofondo in ogni luogo o spazio comune,
dal bar al ristorante, nei negozi, al supermercato e perfino nei
prati di montagna dove c sempre qualcuno che riesce ad
interrompere il silenzio con musiche registrate, un lavoro come
quello di Cinzia venga alla luce.
Esso non solo vuole raccontare come attraverso la Musicosophia
ci si possa avvicinare con pi consapevolezza ai temi musicali,
ma vuole mettere in chiaro come tutto luomo, nellascolto
della musica, venga coinvolto e in particolare tutti i suoi
sensi, compresi quelli che usualmente non consideriamo. Essi
diventano cos strumenti e veicolo della fruizione musicale e
della sua comprensione.
Ci significa recuperare il senso del suono e degli intervalli tra i
suoni, ma soprattutto la consapevolezza che la musica lunica
arte che non ha intermediari con il mondo da cui lartista pesca
i suoi contenuti musicali, armonie e melodie. Lo scultore deve
forgiare la materia per esprimere le forme, come il pittore si
deve misurare con i colori; il musicista, nella sua produzione
musicale, non pu imitare nulla e deve pescare dalla sua anima
i motivi della sua creazione. Per questo la musica per esserci
deve sempre essere suonata: e alla fine del concerto non vi
pi nulla se non ci che rimasto dentro di noi. Per questo il
percorso che Cinzia compie attraverso i sensi delluomo ha un
profondo significato per un rinnovato ascolto musicale.
Nel presente lavoro si accenna ai rapporti che il Suono, pur
decaduto, ha ancora con il Logos cio con le entit creatrici del
mondo terrestre e cosmico e come luomo dovr sempre pi

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connettersi con queste forze creatrici che stanno alla base del
mondo manifesto. Il Suono, e non il rumore, diventer la forza
del futuro.
In questo senso il lavoro di Cinzia che scaturisce da unattivit
personale ventennale nella Musicosophia vuole essere, grazie
agli stimoli conoscitivi dellAntroposofia, un contributo a che
ci si possa avvicinare ai contenuti musicali in modo nuovo e
tale che i significati delle melodie ed armonie, oggi occultati tra
rumori e chiasso, possano di nuovo essere riconquistati.

Paolo Caglio

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PRESENTAZIONE
La musica una parte integrante della nostra vita, fin dalla
nascita o ancora prima.
Lascoltatore comune rimane per lo pi ad un ascolto di superficie
e risponde in modo emozionale, soggettivo, alla risonanza che
le varie musiche suscitano nella sua anima. Spesso ascoltiamo la
musica per passatempo, per intrattenimento o per divertimento.
Con tale modalit dascolto ci allontaniamo dallesperienza
personale che la musica pu darci come conoscenza della sua vera
essenza.
Molte volte sentiamo dire che una musica piace e unaltra no,
senza per entrare nel merito delle grandi potenzialit che essa
ha nella nostra crescita, riferendoci soprattutto allascolto della
musica classica.
Lascolto attento, ripetuto e consapevole della musica pu
condurci alla comprensione profonda di noi stessi e a sviluppare
la concentrazione interiore come esercizio di autoconoscenza,
ampliamento delle nostre capacit interattive e sociali e percorso
di ricerca spirituale.
La musica dei grandi maestri cos ascoltata diventa una disciplina
che armonizza i nostri lati oscuri e illumina il nostro cammino. Il
processo che ognuno pu compiere d grande gioia e soddisfazione
personale perch, oltre che essere uno strumento conoscitivo, ci d la
possibilit di esprimere la nostra creativit attraverso la meloritmia.
Il prof. George Balan, nel suo libro Una ascensione musicale,
scrive: Il fatto che i suoni rivelino i vari piani di esistenza
attraverso gradi successivi sempre pi solenni e radianti ha la sua
giustificazione nella saggezza cosmica che amorevolmente ci ha
offerto il meraviglioso dono della musica.
Nel suo libro Cinzia ci aiuta ad approfondire e a penetrare, passo
dopo passo, nel processo di conoscenza della musica, e di

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sperimentare, attraverso il pensiero di Rudolf Steiner, linflusso che
ogni tappa di ascolto attiva in ognuno dei dodici sensi, svelando e
aprendo nuovi orizzonti.
Lautrice riesce a sviluppare il metodo di ascolto di Musicosophia
ideato dal prof. George Balan coniugandolo e facendolo
dialogare con la conoscenza e linvestigazione dellAntroposofia,
in una grande esperienza vissuta in prima persona, attraverso un
lavoro di indagine, di analisi e di elaborazione di alcuni brani
musicali.
Grazie Cinzia.

Andreina Failo

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PREFAZIONE

Per, ti sei lasciata sfuggire quel che era


pi sublime, laltro marted: una cantata
di Bach in cui gi dal primo suono
ci si sente portare verso il cielo!
(da una lettera di Brahms a Clara Schumann)

La scelta di trattare ed approfondire la relazione fra musicosophia


ed il pensiero di Steiner, nasce lentamente, ma costantemente,
dal mio amore intimo per la musica. La musica rappresenta per
me il seme della senape che, tacitamente posto nelle profondit
della terra, ha trovato il pertugio per germogliare e fiorire,
avendo incontrato la luce, il calore, lacqua, donando infine un
bel fiorellino giallo.
Fin da bimba la musica mi ha accompagnato nel mio percorso
esistenziale offrendomi momenti di gioia, riflessione, tensione,
intensit intima, malinconia e stimolo. Rimarr sempre nella
mia memoria quando allet di nove anni scoprii la dolcezza
nel cantare nella mia cameretta una Ninna Nanna di J.S. Bach
che la maestra di musica delle elementari aveva insegnato alle
sue allieve. Grazie a quella Ninna Nanna cominciai a cantare
nel piccolo coro della scuola, dando il via con mia meraviglia al
cammino di conoscenza della mia voce. Beethoven stato per
me compagno di coraggio nellattraversare la vivace adolescenza,
fintanto che a diciotto anni, rincontrando Bach con la Passione
secondo San Matteo e la Passione secondo San Giovanni, ho
ritrovato quella parte mistica e misteriosa della musica. Da quel
momento in poi stato un susseguirsi di ricerche personali sulla
musica e sulla biografia di alcuni compositori a cui intrecciavo la
mia attivit di corista.

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Col tempo la musica con me si mostrata pi esigente, non
per imparare meglio a cantare o a leggere il pentagramma, ma
per conoscere pi profondamente il suo messaggio. Mi era gi
pervenuto un bagliore verso i 24 anni quando, cantando come
contralto 2 lAve Maria di Bruckner, ho sentito riverberare in
me qualcosa di forte: la mia voce seguiva naturalmente larmonia
delle voci insieme allorgano, la musica mi cantava da dentro
per irradiarsi poi allesterno. Ho percepito unintensa unit
spirituale, come un unico suono che vibrava nellaria; oggi potrei
dire di aver sentito il raggio di unione col cosmo attraverso la
musica.
Grazie a Brukner ho conosciuto Musicosophia in una sera
piovosa del novembre 1992. Da allora iniziato il nuovo
percorso rinnovato con la musica che mi ha fatto entrare nel
suo linguaggio misterioso e spirituale, richiedendomi impegno
e dedizione.

Durante il corso di Formazione in Medicina Antroposofica


balenavano a volte in me raccordi fra lo studio di Musicosophia
ed il pensiero di Steiner. Man mano mi nata lidea di
comprendere pi profondamente i nessi. La ricerca cominciata
senza rendermi conto allinizio della vastit del lavoro a cui
andavo incontro. Inizialmente ne ero quasi intimorita, per cui
a volte tendevo a sfuggire dalla stessa scelta che avevo fatto.
Lispirazione conoscitiva data dal mondo dei dodici sensi
stato un fondamentale filo conduttore che mi ha aiutato ad
immergermi sempre pi in questa ricerca basata principalmente
sullesperienza. Durante questo cammino conoscitivo mi sorta
una domanda: Musicosophia pu essere una strada conoscitiva
esperienziale che conduce allessere del suono originario?
Per poter rispondere a questo interrogativo si maturata
lesigenza di intraprendere questo percorso che mi ha dato

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gradualmente la consapevolezza della grande forza luminosa
della musica quale forgiatrice dellanima nellunione col cosmo.

Il libro suddiviso in tre parti: la prima d una visione del


cammino dal Logos alla musica, la seconda tratta il metodo
di Musicosophia ed il viaggio conoscitivo esperienziale con
il mondo dei sensi, la terza considera gli aspetti applicativi di
Musicosophia.

Figura 1. Kandinsky: Il Portale della Musica

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1a PARTE
DAL SUONO ALLA MUSICA
Dove i raggi del sole non giungono, pur giungono i suoni
(S. Kierkgaard)

Per mezzo della potenza del suono,


peregriniamo lieti attraverso loscura notte della morte
(dal Flauto Magico, Mozart - Schickaneder)

Il Suono

Nel principio era il Verbo (En arch en o lgos) e il Logos


era presso (verso) Dio e il Logos era Dio. Egli era in principio
presso Dio. Tutto stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui
niente stato fatto di tutto ci che esiste. In lui era la vita e
la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non lhanno accolta ...1. Con questi versetti il
Prologo del Vangelo di Giovanni introduce il tema del Logos
come principio primordiale del mondo, quale Ente superiore
al quale si pu elevare lo spirito umano. Ogni cosa stata creata
per mezzo del Logos. Il termine Logos, non da interpretare
come parola e neanche come logica. E in realt da configurarsi
in qualit di Suono, non in senso musicale, ma in quanto azione
del suono. Il Suono, la vibrazione sonora, diventa lo strumento
che fa, struttura, d forma, crea, mette ordine ai componenti
del Creato.
Di questo principio originario gi si parlava almeno cinque
secoli prima di Giovanni. E paragonabile a quellarch che i
fondatori della filosofia gi trattarono prima di lui e che videro
di volta in volta identificato con lacqua (Talete), lapeiron

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(Anassimandro), laria (Anassimene), il fuoco o il logos nella
concezione propria di Eraclito, il numero (Pitagora), il dio-
tutto di Senofane o ancora lEssere di Parmenide, lamore e
lodio nella concezione propria di Anassagora, il movimento
degli atomi in Democrito o infine il mondo delle idee di Platone
fino ad arrivare appena tre secoli prima del Logos Giovanneo al
motore che, nella concezione propria di Aristotele pur essendo
immobile, tutto muove.

Figura 2 San Giovanni Evangelista a Patmos, particolare della predella


dell incoronazione della vergine di Botticelli

Nel Vangelo di Giovanni, Steiner scrive che esistito un tempo


in cui luomo non era nella forma attuale tale da poter esprimere
esternamente col suono delle parole la propria parte intima.
Luomo esisteva in forma imperfetta, ancora muta. Gradualmente
si poi evoluto fino ad essere dotato di Logos. Lo Spirito del
Logos abbraccia levoluzione terrestre e umana. Nel Logos cera
la Vita, perch se questo non ci fosse stato nulla poteva accadere.
Il Verbo era fluito nella materia diventando forma esteriore della
Divinit. Si potrebbe anche dire che il Suono sia diventato udibile.

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Il suono primordiale sta allorigine del cosmo e come fonte di
vita entra in noi, risuonando in ogni parte del nostro corpo fisico.
Il nostro corpo fisico diventa strumento del Suono Originario.
Quando ci mettiamo in ascolto delle manifestazioni del suono
il nostro orecchio deve tendere a comprenderle lasciando
accesa in noi lidea del suono originario. Nel momento in cui
prestiamo un ascolto attento al suono celato, rendiamo udibile
il principio sonoro. I suoni che arrivano a noi durante un evento
musicale portano con s linvolucro della forma del suono, ma
dentro e dietro ad essi, possiamo cogliere il contenuto nascosto
che si stacca dallo strumento fisico ed entra a far parte del
mondo spirituale. C quindi la tendenza a ritornare ad unirsi
al mondo spirituale perch proprio da questo proviene.
Steiner si pone la domanda su come luomo entri in relazione
con il suono dirigendosi verso mondi che non sono percepibili
ai nostri sensi. Egli da questa visione ci apre un sipario
illuminante. Luomo vive due gradi di coscienza: quello di
veglia quotidiana e quello del sogno, legati principalmente al
mondo della luce e dei colori. Egli raggiunge un gradino pi
elevato quando riesce a trasformare lo stato del tutto privo di
coscienza in uno stato cosciente.
Secondo Steiner luomo riesce ad ottenere la continuit della
coscienza in una parte della notte che non appartiene alla vita
del sogno e che prima era priva di coscienza. Ossia egli riesce
ad imparare a diventar cosciente di un mondo di cui nulla sa:
si tratta non del mondo dei colori e della luce, ma bens di
quello dei suoni. In questo particolare stato di coscienza, gli
dato di udire spiritualmente e di percepire i suoni nelle loro
molteplici variabili senza che siano udibili per il mondo fisico.
Steiner ci parla a tal proposito del mondo del devacian in cui
lelemento primordiale il fluttuare dei suoni. Egli cos scrive
Ad ogni cosa del mondo fisico sta alla base un suono:tutti

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gli oggetti hanno alla base del loro essere un suono spirituale, e
nella sua pi profonda essenza luomo stesso un simile suono
spirituale. Ogni mattina ci si sveglia provenendo dal suono
della musica delle sfere, e dalla regione della pienezza sonora si
entra nel mondo fisico.2
Quindi nella notte lanima vive nel devacian in cui si nutre
del fluttuante suono. Chi compone musica trasforma in
melodie, ritmi ed armonie quel che impresso di notte nel suo
corpo eterico. Qui si cela la meraviglia: i suoni fisici sono la
trasposizione del mondo spirituale e cos si apre il mistero del
rapporto tra la musica che risuona nel mondo fisico e lascolto
della musica spirituale durante la notte. Steiner cos si esprime:
la musica che viene prodotta nel mondo fisico unombra,
una vera ombra della musica molto pi elevata del devacian.
Limmagine primordiale, il modello della musica nel devacian,
la musica fisica non che una copia della realt spirituale3 .
In una delle sue ultime opere, lEstasi di Santa Cecilia,
Raffaello espresse questo concetto in modo sublime. Questo
dipinto ad olio su tela, databile fra il 1514-15, e conservato
alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, ha suscitato in questi
500 anni molte riflessioni di vario genere in cui la forza della
spiritualit della musica rappresenta la chiave illuminante.
La prima volta che lo vidi fu durante un seminario di
Musicosophia tenutosi a Bologna nel 1997. Pi che i particolari,
limmagine da me interiorizzata fu unascesa luminosa verso
un canto celeste e misterioso, come una sorta di aura che mi
pervase. Del tempo da allora ne trascorso e lesperienza
maturata in questi anni nel campo dellarte dellascolto della
musica, mi ha permesso di immergermi nel dipinto in un modo
speciale, unico.
Nel dipinto Santa Cecilia si trova al centro di una sacra
conversazione molto serrata, rappresentata a piena figura

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Figura 3 Estasi di Santa Cecilia (Raffaello)

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mentre, abbandonati gli strumenti musicali dei quali
protettrice, volge coi grandi occhi scuri uno sguardo rapito al
cielo, dove apparso un coro angelico che intona una melodia
celestiale. Di mano le sta sfuggendo un organetto portatile,
dal quale si stanno sfilando due canne, mentre ai suoi piedi
giace una straordinaria natura morta di strumenti musicali
malmessi. Attorno alla figura di Santa Cecilia, lunica in grado
di ascoltare la musica celeste, si trovano quattro santi disposti
a semicerchio, che rievocano la forma della cantoria celeste.
Da sinistra: San Paolo, vestito di una tunica verde con il tipico
manto rosso, regge con il palmo della mano destra lelsa di
una spada, tenendo fra le dita della sinistra un cartiglio con
liscrizione, ora illeggibile, Ad Corinth (allusione a 2 Cor., 12:2-
4), San Giovanni evangelista in secondo piano, riconoscibile
dal libro ai suoi piedi su cui si trova laquila; il suo sguardo
si incrocia con quello di SantAgostino, sullaltro lato, vestito
da un pesante piviale ricamato e reggente il bastone pastorale;
Maria Maddalena infine tiene in mano lampolla degli unguenti
e fissa lo spettatore.
Santa Cecilia quindi posta al centro di un ideale quadrato
costituito dai quattro santi che stanno con lei: questa
disposizione permette di identificare in Cecilia la quintessenza.
Importanti e significativi sono i personaggi presenti nel quadro:
SantAgostino lautore del De musica; San Giovanni del
Vangelo del Logos, e San Paolo del Fides ex auditu, auditus
autem per verbum Christi (La fede vien dalludire la parola
del Vangelo). Questi sono i tre Santi che si fanno portavoce
del messaggio del Suono, del Verbo. La presenza di Maria
Maddalena pi sottile: la si pu riferire allamore estatico e
alla contemplazione. Interessante osservare che San Paolo
appoggiato su una spada con lelsa a forma di doppia spirale
su cui si avvolge una serpe: tale simbolo ci riporta al caduceo,

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simbolo dellarte medica. Il paesaggio dominato da un ampio
cielo blu, nel cui mezzo si apre, in uno sfavillante bagliore solare,
la teoria dei sei angeli in coro, distinti, da sinistra verso destra,
in due gruppi di quattro pi due, ciascuno intento a leggere
uno spartito. Osservando il dipinto ci si accorge che la via del
suono e della musica (che passa attraverso Cecilia) si integra con
la via della parola poich il canto degli angeli unisce entrambi.
Secondo Schopenhauer i celesti canti degli angeli rappresentano
la musica inudibile delle sfere, distinguendosi dalla musica
terrena da collegare agli strumenti che giacciono ammonticchiati
alla rinfusa.
Colpisce in questo dipinto il silenzio di Santa Cecilia. E un
silenzio sensibile, non assoluto. Infatti la Santa non sente la
musica che risuona negli strumenti ma la musica umana e celeste
che la mette in contatto con il mondo spirituale, attraverso un
rapimento estatico. La musica non risuona materialmente al suo
orecchio, ma solo nella sua anima.
Questopera conferisce al suono una posizione privilegiata
allinterno di una concezione complessiva del cosmo in quanto
in stretta relazione con il mondo spirituale.
Il messaggio dell Estasi di Santa Cecilia ci collega al pensiero di
Steiner secondo il quale nel momento in cui luomo sperimenta il
mondo dei suoni, risuona in lui lo spirito del mondo corrispondente
a quella che gli antichi chiamavano musica delle sfere.
Come si pu manifestare il suono sulla terra?
Affinch il suono possa esistere necessario che abbia come
appoggio laria cos come luomo ha bisogno del terreno. Il
suono tende allaria avendo in s qualcosa di spirituale. Scrive
Steiner: Dato che sulla Terra possiamo parlare e cantare grazie
allaria, abbiamo in essa i suoni musicali quali immagini terrestri
della sfera spiritualeanimica. Essa in effetti parte del mondo
sovrasensibile. Ci che qui vive nellaria in sostanza il corpo del

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suono musicale. Non ci deve quindi meravigliare di ritrovarlo nel
mondo spirituale4.
Sebbene i suoni abbiano come mezzo laria per potere essere, nel
momento in cui li sperimentiamo, non hanno pi a che fare con
laria. Lorecchio rispetto alla percezione sonora ha la funzione di
separare lelemento aeriforme del suono in modo che lo riceviamo
come risonanza, come elemento riflesso. Per questo motivo, secondo
Steiner, il suono che udiamo vive nellelemento eterico. Lorecchio
riflette verso linteriorit umana la pura esperienza eterica del suono.
Nella ricerca e comprensione del mistero del suono si sono cimentati
due importanti scienziati: Ernst Florenz Friedrich Chaldni, fisico e
musicista tedesco (1756 1827), che pubblic Entdeckungen ber
die Theorie des Klanges (Scoperte sulla teoria dei suoni) e due secoli
pi tardi il dottor Hans Jenny, medico svizzero, autore di Cymatics:
A Study of Wave Phenomena & Vibration (1967).
Chaldni pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che
avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del
suono. Chladni escogit un metodo per rendere visibile quello
che viene generato dalle onde sonore. Egli prov a far vibrare un
archetto da violino su una sottile lamina di metallo su cui distribu
una piccola quantit di sabbia. Si osservava che la sabbia, di cui
erano cosparse le lastre, si allontanava dalle zone di maggiore
vibrazione (ventri), raggruppandosi in curiose figure (le figure di
Chladni) in prossimit di punti della lastra che venivano a crearsi
l dove era toccata. In questi punti, detti punti nodali, lampiezza
della vibrazione virtualmente nulla. Chladni verific che a uguali
figure corrispondevano uguali suoni, ma che non avveniva leffetto
contrario. Con questo esperimento dimostr che il suono influisce
sulla materia fisica dando cos inizio a una nuova scienza, la cimatica,
cio lo studio degli effetti delle onde sonore sulla materia fisica.
Nel 1967 il medico svizzero Hans Jenny, studioso del pensiero
di Rudolf Steiner, pubblic due volumi intitolati: Kymatic: Lo

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Figura 4 Le figure di Chladni

studio dei fenomeni ondulatori e, traendo ispirazione dalle


esperienze di Chladni, sostenne che il suono struttura la materia.
Questi libri raccolgono scritti e documentazioni fotografiche

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sugli effetti delle vibrazioni sonore sui fluidi, sulle polveri, sui
liquidi e sugli impasti. Il medico svizzero impegn la sua vita a
sperimentare la capacit del suono nel creare forme.
Per condurre questi esperimenti si avvalse di svariati dispositivi:
oscillatori sonori, microfoni, sofisticate apparecchiature
fotografiche, registrazioni di musica classica e di voci parlate.
Principalmente egli us un oscillatore al quarzo e il tonoscopio,
apparecchio di sua invenzione formato da un piatto o da una
membrana vibrante. Con il tonoscopio la sabbia di quarzo viene
sparsa su un tamburo nero la cui membrana ha il diametro di
60 cm. La membrana sollecitata da vibrazioni che risuonano
attraverso un tubo di cartone. La sabbia produce figure
complesse e simmetriche, conosciute come Chladni patterns.
Dalla sua osservazione i toni bassi producono, preferibilmente,
semplici e chiare figure, mentre i toni alti formano strutture pi
complesse. Osserv che quando erano soggette a vibrazioni
sonore le forme e le figure che si producevano sulla sabbia,
limatura di ferro, acqua e altro si formavano con una certa
prevedibilit.
Jenny dimostr che le vibrazioni producevano forme geometri-
che, sfere, cristalli e anche spirali a forma di galassie. Facendo
vibrare vari materiali, tra cui acqua, olio e grafite, comparivano
in essi delle forme con struttura tridimensionale che variavano
con il variare delle frequenze e della loro intensit. Ogni figura
risulta essere la forma visibile di una forza invisibile.
Jenny dimostr che la musica produceva una struttura simile
a quella di un tessuto: il suono crea la forma. Su questa base
riteneva che la chiave per guarire il corpo si potesse trovare nella
comprensione di come la frequenza sonora agisca sulle cellule
e sulle strutture del corpo. Hans Jenny not che determinati
suoni corrispondono sempre alle stesse figure, inoltre, scopr
che acclamando i suoni di antichi linguaggi come il sanscrito o

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lebraico, le figure che si producevano, disegnavano il simbolo
alfabetico che si pronunziava.
Unaltra scoperta interessante rilevava che i disegni, che si
formavano, ricordavano le strutture cellulari degli organi
viventi. Jenny si convinse che la vita il risultato delle vibrazioni
specifiche di ogni cellula, in altre parole, ogni cellula ha il suo
suono, la sua nota.

Fotografie di Jenny

Figura 5a Figura 5 b

Secondo Jenny queste strutture, che ricordano i mandala ed altre


forme ricorrenti in natura, sarebbero la manifestazione della forza
invisibile del campo vibrazionale ed ogni forma conterrebbe le
informazioni sulle vibrazioni che lhanno generata.
Tutte le ricerche e gli esperimenti condotti con lutilizzo di
frequenze donda confermano studi ed esperienze che risalgono
ad antiche civilt, secondo le quali ogni suono, quindi ogni
onda vibratoria, in collegamento con una forma nello spazio,
da essa generata e tenuta in vita e in movimento. Dalla stessa
consapevolezza nasce quella famosa asserzione di Pitagora per
cui la geometria musica solidificata.

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