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Indice

Presentazioni
del Rettore dellUniversit degli Studi di Roma Tor Vergata
del Preside della facolt di Ingegneria dellUniversit degli Studi di
Roma Tor Vergata
Prefazione
Rodolfo Maria Strollo
Il sistema delle coperture della Cattedrale di Mlaga nella tradizione
costruttiva della periferia mediterranea. Ultimi interventi di restauro
Rosario Camacho Martnez 3
I restauri e i cambiamenti dellimmagine del tempietto
di San Pietro in Montorio a Roma
Juan Mara Montijano Garca 23
Nuove considerazioni sul complesso monumentale di S. Valentino
nellarea Flaminia a Roma: riscoperta e valorizzazione di un sito
archeologico
Michele Asciutti 43
La costruzione del modello di rilievo: riflessioni in margine
allepistemologia di Popper
Claudio Baldoni 63
La riscoperta di un portico altomedievale romano tra storia, rilievo e
restauro
Lia Barelli 83
Larchitettura delle abbazie cistercensi nel Comitatus Aquilanus.
Misure, proporzioni, geometrie
Stefano Brusaporci 101
Disegno, rilievo, storia, restauro: un circolo virtuoso
Giovanni Carbonara 117
Tutela e accessibilit di contesti a valenza storica. Il contributo della
Rappresentazione al superamento delle barriere architettoniche
Laura Cemoli 135
VI Indice

A proposito del restauro del contemporaneo: alcune riflessioni a partire


dalla teoria di Cesare Brandi
Paola Del Vescovo 151
Oltre labbandono: il patrimonio industriale fra conoscenza e progetto
Marina Docci 165
Interrogativi del progetto di recupero. Lintervento unitario
dellEx-Ospedale a Serra San Quirico
Antonella Falzetti 181
Nuove tecnologie per i Beni Artistici: il Radar Topologico ad Immagine
(Itr) dellEnea
Giorgio Fornetti 195
Vetrine museali. Presupposti per lefficienza del controllo
del microclima
Elisabetta Giani, Claudio Seccaroni 205
Il restauro architettonico, il recupero edilizio. e la riscoperta dellarte di
costruire premoderna
Francesco Giovanetti 217
Le grandi opere dellingegneria italiana: nuova sfida
per il restauro
Tullia Iori 241
Disegno, rilievo, ri-disegno nel progetto di restauro
Flaminio Lucchini 255
Strumenti e metodi per la Conservazione e la Valorizzazione
di architetture e siti urbani di interesse archeologico. Lesempio
di Ostia Antica
Antonio Pugliano 277
Memoria e progetto
Luigi Ramazzotti 295
Presenze antiche negli spazi della citt attuale. Questioni
dintegrazione, metodi e strategie a confronto
Maria Piera Sette 317
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione. Alcune esperienze
didattiche
Maria Grazia Turco 333
Disegni per il restauro inutili: il caso dellultima sequenza di danni
al Complesso di Villa Mondragone
Rodolfo Maria Strollo 349
Sintesi dei contributi in lingua italiana 00
Sintesi dei contributi in lingua spagnola 00
Sintesi dei contributi in lingua francese 00
Indice VII

Sintesi dei contributi in lingua inglese 00


Indice dei nomi 00
Indice dei luoghi e monumenti 00
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione.
Alcune esperienze didattiche

Maria Grazia Turco

Il progetto di restauro, basato principalmente 1. Lesperienza didattica, svolta


dallautore del presente scritto, si rife-
sullapprofondita conoscenza storica e sulla lettura cri- risce al Laboratorio di Restauro Cor-
tica del testo architettonico, oltre a prendere in con- so di Laurea Specialistica Architettura
ue Facolt di Architettura L. Qua-
siderazione aspetti specialistici quali problemi co- roni, e al Laboratorio di Restauro ar-
struttivi, materici e strutturali pu anche richiedere chitettonico Corso di Laurea in In-
gegneria Edile Architettura Facolt
la predisposizione di soluzioni innovative allinterno di Ingegneria (i seminari della Facolt
di contesti storici, pur sempre nel rispetto dei loro ri- di Ingegneria sono stati organizzati e
coordinati insieme con larchitetto So-
conosciuti valori. Sistema di valori che deve indiriz- nia Gallico).
zare lintervento nei suoi limiti e nelle sue potenziali-
t, attraverso una sintesi finale dove forme e funzioni
dellattualit devono armonizzare e dialogare con le
testimonianze del passato.
Alcune recenti esperienze condotte nellambito del
Laboratorio di Restauro, delle Facolt di Architettura e
Ingegneria della Sapienza1, hanno permesso di approfon-
dire la conoscenza di due contesti archeologici inseriti
nel territorio tiburtino e nel litorale ostiense, quali Villa
Adriana e Ostia Antica. Lobiettivo primario di entram-
bi i Corsi stato quello di prendere in considerazione e
analizzare le problematiche connesse alla lettura e allin-
terpretazione di questi due siti, rivolgendo particolare at-
tenzione verso lapprofondimento di quei nodi critici
che caratterizzano il restauro in ambito archeologico. In
particolare, il testo che segue intende riassumere sinteti-
camente quale sia stato lapproccio formativo degli allie-
vi che hanno partecipato ai Laboratori e le loro relative
proposte comprese allinterno del complesso iter proget-
2 Maria Grazia Turco

2. La vita di Ostia antica si estende tuale che caratterizza il restauro archeologico, partendo
dal iv sec. a. C. le vestigia pi antiche
sono le Mura del Castrum fino al iv-v dalle propedeutiche indagini volte alla conoscenza per
sec. d.C. quando inizia il lento declino giungere alle idee progettuali.
della citt, interrotto soltanto dalledifi-
cazioni di domus su edifici preesistenti La lettura e la comprensione degli eventi storici e
e alcune basiliche cristiane. delle stratificazioni architettoniche, incluse le vicende
legate agli scavi e ai restauri, oltre che linterpretazione
della ratio costruttiva degli organismi antichi, hanno
permesso dindividuare i sicuri riferimenti critici ne-
cessari per una oggettiva impostazione conservativa
e progettuale, pur sempre nel rispetto dei valori e
delle caratteristiche originarie delle strutture indagate,
spesso compromesse da azioni antropiche e dal degra-
do naturale. I risultati di questa complessa analisi han-
no permesso di precisare i diversi ambiti dintervento
e, contestualmente, di motivare, in un momento di sin-
tesi e interpretazione critica, scelte e obiettivi.
Dopo un excursus storico e una conoscenza rav-
vicinata e integrale dellorganismo architettonico,
esemplificati attraverso elaborati grafici tematici e di
rilievo (planimetrie a quote significative, prospetti e
sezioni, elementi architettonici rappresentativi) (figg.
1, 2), si passati allanalisi tipologica, morfologica,
costruttiva e stilistica delle diverse strutture esamina-
te (domus, terme, mitrei ecc.) illustrate in tavole ordi-
nate per argomenti specifici (fig. 3).
Nellambito del sito archeologico di Ostia antica,
per meglio comprendere i processi formativi delledi-
lizia e di espansione del tessuto urbano di una citt
Fig. 1 Ostia Antica, Domus del- cos stratificata2, stato determinante indagare e ana-
la Fortuna Annonaria, analisi del
degrado (Facolt di Ingegneria- lizzare i contesti in cui i singoli organismi si trovano,
Corso Edile Architettura-Corso compreso il tessuto edilizio limitrofo, non solo attra-
quinquennale ue, aa 2004-2005, M. verso lo studio delle fonti, bibliografiche e archivisti-
Angeletti, A. Bazzoni, L. Cugusi).
Fig. 2 Ostia Antica, Terme del
Foro o di Gavio Massimo, rilievo:
prospetti (Facolt di Architettura-
Corso quinquennale ue, aa 2007-
2008, P. Capilupo, S. Careddu, D.
Di Pietro, D. Groos).
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 3

che, ma soprattutto attraverso la lettura del territorio,


dei tracciati e delle dinamiche urbane (figg. 4, 5).
Altres, sono state affrontate le questioni legate alla
diagnosi dei fenomeni di degrado, compresi i metodi e
i processi operativi per lintervento conservativo; con-
testualmente sono stati analizzati aspetti pi speciali-
stici: dai caratteri costruttivi delledilizia storica alle
problematiche statiche del restauro, dalle peculiarit
strutturali agli interventi di consolidamento. In que-
sti casi, dopo unapprofondita indagine sulle cause di
dissesto e dei relativi comportamenti strutturali, sono
stati selezionati metodi dintervento compatibili e,
contestualmente, rispettosi delle tecniche costrutti-
ve tradizionali.
Nella successiva fase dimpostazione progettuale sono
stati individuati principi e strategie operative compati-
bili con uno scenario particolarmente delicato come
quello archeologico, nel rispetto delle criticit stratigra-
fiche, ambientali e culturali; ci ha permesso di calibra-
re i possibili interventi, cosiddetti innovativi, tesi alla
protezione delle strutture, al miglioramento dellaccessi- Fig. 3 Ostia Antica, Molino
bilit dei siti e della relativa fruibilit. Per non tradire i del Silvano, rilievo (Facolt di
Ingegneria-Corso Edile Architet-
diversificati e delicati equilibri storici, che caratterizzano tura-Corso quinquennale ue, aa
queste aree archeologiche, gli itinerari di visita sono stati 2007-2008, F. Becchi, L. Berardi,
articolati attraverso il riconoscimento e la valorizzazione E. Burri, N. Di Cecca).
Fig. 4 Ostia Antica, Domus del
degli antichi tracciati (appartenenti per epoca al contesto Tempio rotondo, espansione del
e/o sovrappostisi nei secoli successivi). tessuto urbano (Facolt di Inge-
Particolare interesse hanno suscitato anche le que- gneria Corso Edile Architettura,
aa 2009-2010, F. Laino, E. Paf-
stioni legate alle strutture protettive per la conserva- fetti, D. Palmesi, M. Riccelli, W.
zione delle opere archeologiche (attraverso luso di Stroppa).
4 Maria Grazia Turco

nuovi materiali e tecnologie sperimentali) e dei relativi


impianti (raccolta e smaltimento delle acque, controllo
climatico, illuminazione).
Lesperienza stata, quindi, articolata in momenti
di scelte conservative, finalizzate ad assicurare la pre-
senza nel tempo degli oggetti di studio, e in occasioni
progettuali innovative tese a valorizzare la testimo-
nianza storica, ma contestualmente a ricomporne di-
scontinuit e contraddizioni.
La stesura del progetto, momento operativo fonda-
mentale per la didattica dei Laboratori di restauro,
stata applicata a una serie di casi di studio riferiti sia al
sito ostiense sia a quello tiburtino, entrambi caratterizza-
ti da concreti problemi conservativi, di musealizzazione
allaperto, di valorizzazione e di fruizione agevolata. In
particolare, lesercitazione condotta sullarea di Ostia An-
tica, ha richiesto una preventiva riflessione sul significato
della conservazione di un sito archeologico di cos vaste
dimensioni, che ha avuto un lungo percorso urbano e ar-
chitettonico, e le connesse problematiche legate alla frui-
zione da parte di un pubblico ampiamente diversificato;
ci ha determinato un ulteriore momento di confronto
e dibattito sulle potenzialit dellattuale ricerca architet-
tonica e sulle reali possibilit di unadeguata musealizza-
zione in situ. Considerazioni scaturite dalla certezza che

Fig. 5a, b Ostia Antica, Domus


di Amore e Psiche (Facolt di
Ingegneria-Corso Edile Architet-
tura, aa 2005-2006, B. Ciufolini,
R. Colson, A. Proietti Monaco),
a. analisi dellespansione urbana
della citt; b. analisi dellespansio-
ne urbana dellisolato.
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 5

nellambito del restauro archeologico la conoscenza delle


strutture antiche non deve essere finalizzata alla sola con-
servazione filologica, ma debba costituire lo spunto per
una incisiva valorizzazione del sito.
Il rilievo architettonico e dello stato di fatto ha
consentito di raccogliere suggerimenti e informazioni
sulle articolazioni spaziali e figurative, sulla consistenza
materiale e lo stato di conservazione di ogni manufat-
to oggetto di studio; particolarmente complessa sta-
ta la lettura delle apparecchiature murarie, preceduta
anchessa da unaccurata conoscenza esemplificata attra-
verso lelaborazione di schede descrittive (fig. 6).
Le argomentazioni che il progetto di restauro ha do-
vuto affrontare sono state, quindi, molteplici: dal rilievo
alla diagnosi, dalle problematiche connesse alla conser-
vazione della materia ai modelli di simulazione, dal re-
stauro virtuale, che permette il controllo delle scelte
conservative alle proposte progettuali.
Un momento importante ha interessato la conserva-
zione materica delle strutture, attuata attraverso lo studio
delle alterazioni, delle patologie e dei fenomeni di degra-
do macroscopicamente riconoscibili, fase questa partico-
larmente impegnativa visto che tali fenomeni si presen-
tano differenziati nelle varie parti della struttura (fig. 7).

Fig. 6 Ostia Antica, Domus dei


Pesci, lettura delle apparecchiature
murarie, schede descrittive (Facolt
di Ingegneria-Corso Edile Architet-
tura, aa 2009-2010, S. Neri, S. Man-
nucci, C. Ogliani, A. Romoli).
Fig. 7 Ostia Antica, Domus del-
la Fortuna Annonaria, restituzione
dello stato di fatto con il degrado
(Facolt di Ingegneria-Corso Edile
Architettura-Corso quinquennale
U.E., A.A. 2004-2005, M. Angeletti,
A. Bazzoni, L. Cugusi).
6 Maria Grazia Turco

3 .Dallanalisi del degrado si evi- In alcuni casi di particolare rilievo le proposte sono state
denziato che le principali alterazioni
macroscopiche sono rappresentate interessate anche dal restauro delle pitture murali, con
dalla patina biologica, dalla decoesio- riferimento alle esperienze e alle metodiche dintervento
ne dei giunti di malta, dalla scagliatura
degli elementi lapidei e dallerosione definite dallIstituto Superiore per la Conservazione e il Re-
superficiale dei mattoni. stauro (Istituto Centrale del Restauro di Roma)3.
4 .Concetta Nigero, Interventi di
protezione delle creste murarie, in i Successivamente, stato affrontato largomento
Beni Culturali tutela, valorizzazione della conservazione o del rifacimento delle cosiddette
e attivit culturali, xvi, 3, mag.-giu.
2008, pp. 10-16. creste murarie, vale a dire
5 .Nel sito di Ostia, a partire dalla
fine dellOttocento, si evincono vari ed il mantenimento o meno della linea frastagliata som-
eterogenei interventi di reintegrazione
muraria, per differenziare, per rende-
mitale4
re leggibile e attualizzare lintervento:
con materiali dissonanti, con evidenti del rudere e della reintegrazione delle lacune murarie5.
discordanze materiche e cromatiche; In molti casi, infatti, le sommit murarie mancano della
con materiali diversi ma accordati cro-
maticamente onde rievocare il sistema finitura, dei volumi di sacrificio, che hanno il compito
costruttivo dellinsieme; con superfici di moderare lazione degli agenti meteorologici, ambien-
non complanari ai paramenti supersti-
ti, in leggero ritiro, permettendo cos tali e antropici (piogge, umidit di condensa, sole, agenti
lutilizzo dello stesso materiale e della inquinanti, ecc.), di rallentare lingresso dellacqua con
stessa tecnica muraria.
il conseguente sviluppo delle specie infestanti ruderali.
Dopo unaccurata analisi della letteratura sui diver-
sificati sistemi di conservazione e protezione dei colli
murari, appropriati alle caratteristiche e alle esigenze
peculiari delle strutture archeologiche, sono stati indi-
viduati materiali con caratteristiche chimico-fisiche e
fisico-meccaniche compatibili con quelle antiche: vale a
dire malte idrauliche a basso contenuto di sali, per ri-
durre la formazione delle efflorescenze saline, biocidi e
sistemi protettivi sempre compatibili con lantica mura-
tura, in grado di assicurare unelevata durabilit e, con-
temporaneamente, di bloccare la capacit vegetativa, sia
erbacea sia arbustiva, e la crescita di microrganismi.
Soprattutto nel sito ostiense sono stati individuate
differenti modalit di reintegrazione dei perimetri sum-
mitali dei ruderi, legati a momenti e approcci culturali
diversi: dallo stato rovinoso, di probabile ascendenza
ruskiniana, alla cresta frastagliata, relazionata alla Car-
ta del Restauro del 1972 che postula il mantenimento
della linea frastagliata del rudere e sperimenta luso
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 7

di uno strato di malta mista a cocciopesto che sembra 6 .Carta Italiana del Restauro,
1972, Allegato A. Istruzioni per la sal-
dare i migliori risultati sia dal punto di vista estetico sia da vaguardia e il restauro delle antichit.
quello della resistenza agli agenti atmosferici6. 7 .Giacomo Boni, La conservazio-
ne dei ruderi ed oggetti di scavo, in
Bollettino dArte, Roma 1913.
Cesare Brandi, autore delle raccomandazioni, riordi- 8 .Alcune esperienze attuali hanno
na le elaborazioni e le esperienze precedenti, comprese sperimentato sulle sommit murarie,
alle pendici del Palatino a Roma, luso
riflessioni e accorgimenti elaborati nei primi decenni del del Sedum acre (Borracina acre), una
Novecento, a partire dalle esperienze di Giacono Boni7 e piccola pianta carnosa-succulenta di
di Guido Calza. aspetto erbaceo, strisciante, perenne e
sempreverde. Il Sedum acre con la sua
Calza, uno tra i primi a intervenire nel sito ostien- spessa cuticola fogliare riesce a otti-
se, suggerisce inizialmente di sovrapporre ai margini mizzare il consumo di acqua e a farne
riserva nei suoi organi interni; Paolo
murari una sottile pelliccia erbosa8 che non vada a Fancelli, Rovine, scavi, assetti: al di
danneggiare la muratura9, o di evitare ogni protezione l del restauro archeologico, in Palla-
dio, ns, xxii, 44, lug.-dic. 2009, pp.
perch 133-146.
9 .Le zolle hanno la funzione di
il sacrificio di qualche centimetro di muro che si perder comportarsi come una spugna che da
un lato assorbe le acque meteoriche e
ogni decennio nelle mura ad altezza duomo non nulla di dallaltro evita il contatto diretto con
fronte al gradevolissimo effetto di quellorribile corteccia uni- la muratura. Anche in alcuni recenti
forme che sostituisce le linee movimentate delle rovine10. restauri stata sperimentata lintrodu-
zione di manti erbosi a protezione dei
colli murari identificando specie vege-
Solo nel 1938, durante il iii Convegno nazionale di tali non pericolosi per il rudere, con
Storia dellArchitettura, Calza ritorna sulle sue posizioni un opportuno monitoraggio per indi-
viduare, insieme al botanico, le piante
coordinando il riassetto e la prevenzione delle rovine con apparato radicale poco esteso e,
ostiensi e realizzando sistemi protettivi di cocciopesto; si pertanto, pi idonee alla protezione
del manufatto.
tratta, scrive lo studioso, di 10 .Guido Calza, Scavo e sistema-
zione delle rovine: a proposito di un
dare alla nuova vita archeologica del rudere il massimo di carteggio inedito di P.E. Visconti sugli
Scavi di Ostia, in Bollettino della
resistenza nonch a realizzare il minimo di manutenzione Commissione Archeologica Comu-
per il futuro11. nale, 1916, (estr.) Roma 1917; Id.,
Restauro di antichi edifici in Ostia, in
Solo dagli anni Ottanta del Novecento emerge Bollettino dArte, 1929.
11 .Guido Calza, Assetto e restauro
lorientamento di regolarizzare i margini summita- delle rovine di Ostia antica, in Atti del
li anteponendo aspetti tecnico-consolidativi a quelli Convegno Nazionale di Storia dellar-
chitettura (Roma 9-13 ottobre), Roma
estetico-figurali; la Carta della conservazione e del re- 1940.
stauro degli oggetti darte e di cultura del 1987 riprende
in considerazione le problematiche legate alla reinte-
grazione delle strutture murarie consigliando di
realizzare tali coperture, rinunciando allestetica pura-
mente scenografica del rudere, con lastre possibilmente
8 Maria Grazia Turco

di cocciopesto a doppio spiovente e munite di gocciola-


toio in modo da evitare il percolamento delle sottostan-
ti facce del muro.
Durante lesperienza didattica si cercato di verifica-
re tali aspetti della conservazione: le proposte elaborate
allinterno dellesempio ostiense, dove sono state rileva-
te soluzioni variamente articolate nel tempo (copertine a
bauletto, a cuscino, a tavoletta, lisce, con elementi fittili
e lapidei ecc.), hanno tentato di assecondare esigenze sia
tecniche sia estetico-figurali, con lo scopo di proteggere
le murature dai fattori atmosferici e ambientali ma conte-
stualmente di ricostruire limmagine del rudere senza al-
terarne la leggibilit e garantendo la compatibilit formale
e cromatica. Le diversificate proposte hanno cercato di
rispettare la natura, la realt e limmagine del rudere limi-
tandosi al fissaggio dello strato superiore delle murature
con malte a base di calce, opportunamente additivate,
conformate a schiena dasino per rendere omogenea la
superficie di scorrimento delle acque piovane. In alcune
proposte tra le creste da proteggere e le nuove copertine
sono state inserite delle guaine (lamina di piombo, tessuto
non tessuto) con la funzione antiradice e impermeabiliz-
zante ma anche per soddisfare i requisiti di reversibilit
(facilmente individuabile ed eventualmente rimovibile).
Lintervento, comunque, sempre chiaramente riconosci-
bile, ha tentato di non inserire elementi contrastanti che
avrebbero determinato confusione didentit del rudere
(materiali con differenza di taglio o di pezzatura, colora-
zione della malta, creazione di scuretto di demarcazio-
ne, moduli diversi per favorire la lettura dellintegrazione
senza creare contrasti con la struttura sottostante, integra-
zione con muratura in sottosquadro o soprasquadro). Per
assicurare la compatibilit materica e la corretta connes-
sione tra antico e nuovo si ricorso alluso di materiali
conciliabili con gli originari preferendo quelli il pi
possibile simili a quelli costituitivi dellopera per evitare
incompatibilit strutturali e garantire un efficace accordo
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 9

fisico e meccanico (malte con caratteristiche meccaniche


analoghe a quelle della muratura sottostante e inerti otte-
nuti prevalentemente dalla triturazione di pietre analoghe
a quelle della struttura per garantire un buon accordo fisi-
co e meccanico tra malta e la muratura antica).
Lesperienza didattica ha proposto soluzioni proget-
tuali puntuali e, necessariamente, diversificate da zona
a zona, da soggetto a soggetto, comunque sempre espli-
citate attraverso indicazioni operative dettagliate, siano
esse riferite al degrado e alla conservazione della materia
siano esse indirizzate a evidenziare alcuni peculiari aspet-
ti dei siti archeologici. Ogni soluzione ha saputo suggeri-
re, di volta in volta, la via pi corretta da intraprendere;
le scelte architettoniche introdotte hanno rappresentato,
infatti, solo delle annotazioni a margine del testo archi-
tettonico preesistente, il tutto nel rispetto dellautenticit
e della distinguibilit dellopera originaria.
Gli ambiti di studio hanno riguardato, negli anni,
soprattutto i diversi repertori edilizi e urbani della citt
di Ostia: dal tema della residenza (domus della Fortuna
Annonaria, di Amore e Psiche, sulla via Caupona) al siste-
ma termale (Terme del Foro o di Gavio Massimo, Terme
dellInvidioso), dalla Taverna dei Pescivendoli al Mitreo
delle Terme, dallisolato della cosiddetta Basilica cristiana
al Campo della Magna Mater, dal Molino del Silvano al
Tempio dellAra Rotonda.
In alcuni casi specifici, come quello della Domus di
Amore e Psiche, stato affrontato anche il tema delle
lacune architettoniche e pavimentali, con proposte di
reintegrazione nel rispetto del principio della distin-
guibilit. Il suggerimento progettuale, oltre a fare rife-
rimento a metodiche ampiamente sperimentate miranti
alla bonifica delle vegetazione infestante, alla conserva-
zione della materia, al puntuale consolidamento degli
apparecchi murari e degli elementi di finitura, ha valu-
tato criticamente quali mancanze murarie del testo ar-
chitettonico fossero recuperabili tramite una prudente
10 Maria Grazia Turco

12 .Sandro Ranellucci, Strutture reintegrazione tesa a riguadagnare unimmagine organi-


protettive e conservazione dei siti arche-
ologici, I Saggi di Opus, 5, Pescara, ca e unitaria (fig. 8).
Carsa, 1996; Licia Vlad Borrelli, Re- Uno degli argomenti centrali delle esercitazioni ha
stauro archeologico. Storia e materiali,
Roma, Viella, 2003; Concetta Nige- riguardato la progettazione di nuovi allestimenti protet-
ro, Coperture archeologiche alla luce di
tivi12 integrati a percorsi museali, nel tentativo di coniu-
un innovativo approccio progettuale, in
i Beni Culturali tutela, valorizzazio- gare problemi di restauro e conservazione con problemi
ne e attivit culturali, xv, 6, nov.-dic. architettonici; altres, sono state prese in considerazione
2007, pp. 29-34; Sandro Ranellucci,
Coperture archeologiche. Allestimenti tutte le diverse problematiche legate alle attrezzature del-
protettivi sui siti archeologici, Roma, le aree archeologiche al fine di consentirne unadeguata e
Dei, 2009.
corretta frequentazione dal parte del pubblico: dai pro-
blemi dilluminazione, alla dotazione di servizi per lacco-
glienza e linformazione, dai percorsi segnalati e attrezzati
alle migliori tecnologie di conservazione, dagli aspetti
di durabilit e controllo delle coperture in modo da non
procurare, nel tempo, danni alla preesistenza (fig. 9).

Fig. 8a, b Ostia Antica, Domus di


Amore e Psiche, (Facolt di Inge-
gneria-Corso Edile Architettura, aa
2005-2006, B. Ciufolini, R. Colson,
A. Proietti Monaco); a. proposta di
reintegrazione delle pavimentazioni
a mosaico; b. intervento di conser-
vazione della materia (Facolt di
Ingegneria-Corso Edile Architettu-
ra, aa 2005-2006, B. Ciufolini, R.
Colson, A. Proietti Monaco).
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 11

Il disegno di una struttura protettiva per reperti si-


curamente il momento in cui si confrontano strettamente
il manufatto archeologico e la nuova opera architettonica
spesso caratterizzata da rilevanti dimensioni e importante
forza figurativa; lelemento di copertura trasforma, infatti,

un esterno in un interno, la copertura pu arrivare a stra-


volgere il rapporto tra reperto e luogo, nonostante la con-
servazione avvenga in situ13.
Le soluzioni individuate durante il Laboratorio han-
no cercato dinserirsi in un percorso museale allaperto,
caratterizzato da intense connotazioni espressive, e di
armonizzare con il contesto, oltre a rispondere a rea-
li motivazioni di protezione dal degrado, aspetto questo
imprescindibile; il riconosciuto valore dei luoghi e delle
strutture archeologiche, infatti, ha determinato, in alcuni
casi, scelte formalmente rigorose, ma tecnologicamen-
te innovative, in grado di proteggere e contestualmente
valorizzare le strutture antiche, mettendo in evidenza
i caratteri significativi dellorganismo architettonico e
mantenendone inalterate visibilit e leggibilit. Proposte Fig. 9 a-c Ostia Antica, Tempio
dellAra Rotonda, progetto per la
progettuali che hanno richiesto una specifica e imprescin- copertura (Facolt di Ingegneria-
dibile relazione con la preesistenza affinch lintervento Corso Edile Architettura, aa 2007-
potesse essere efficace sia in termini di conservazione 2008, studenti L. Sistu, P. Tisei); a.
prospetti; b. pianta; c. dettagli co-
sia di presentazione-musealizzazione delle strutture; la struttivi (aa 2007-2008, studenti L.
copertura deve, infatti, accogliere, proteggere ma conte- Sistu, P. Tisei).
12 Maria Grazia Turco

13 .Maura Manzelle, La copertura stualmente favorire la giusta percezione e fruibilit dei re-
di un sito archeologico: un problema
architettonico, in Dal sito archeologico sti archeologici. Sicuramente si tratta di un progetto com-
allarcheologia del costruito. Conoscen- plesso caratterizzato da problematiche diverse dalle quali
za, Progetto e Conservazione, Atti del
convegno di studi (Bressanone 3-6 lu-
glio 1996), p. 474. cogliere [...] occasioni per fare architettura, nel senso
14 .Ivi, p. 475. critico, interpretativo del suo operare, nella consapevo-
15 .Si tratta di un singolare edificio
a due navate, precedute da altrettan-
lezza che intervenire sul contesto costituisce un interven-
ti vani dingresso stretti e lunghi: to sullopera14.
stato ricavato da una ristrutturazione
databile tra la fine del iv e linizio del Il momento progettuale stato definito da soluzioni
v secolo che ha saldato, attraverso la
chiusura di un preesistente vicus, due diverse: in alcuni casi si voluto suggerire le gerarchie
caseggiati di epoca traianea, uno dei volumetriche degli ambienti studiati (figg. 10, 11), pro-
quali destinato a impianto termale:
sulla destra tre ambienti a pianta quasi ponendo anche altezze diverse ispirate e supportate dagli
quadrata potevano costituire altret- studi archeologici consultati durante la fase di ricerca. In
tante cappelle. Ancora controversa
la questione della destinazione duso: altri casi, invece, lidea si pone in assoluta discordanza con
comunque accettabile lipotesi di un la struttura primaria (fig. 9), sperimentando nuovi mate-
edificio di culto cristiano, anche se al-
cuni studiosi attribuiscono allo stesso riali, pur sempre nellottica di assicurare una costante e
complesso funzioni diverse: scuola per reale stabilit termoigrometrica. In questo caso si tratta
catecumeni, biblioteca, martyrium, xe-
nodichium. di unimpegnativa struttura di protezione impostata su
maglie reticolari predisposte per coprire luci di grande
estensione; lintento di superare le limitazioni dei sistemi
precedenti ha condotto allimpiego di materiali, tecnolo-
gie e sistemi costruttivi speciali. Il progetto prevede lado-
zione di una copertura integrale in grado di assicurare le
migliori condizioni di conservazione e musealizzazione in
situ, ma contestualmente si rivolge al testo archeologico
antico con un linguaggio contemporaneo e non mimeti-
co, per garantire lassoluta lettura delloriginale.
Un altro aspetto che ha particolarmente interessato
e stimolato gli studenti del Laboratorio ha riguardato
lintroduzione nel sito archeologico di adeguati stan-
dard qualitativi: confort ambientale, sicurezza e
agevole fruibilit dei contesti e maggiore visibilit del-
Fig. 10 Ostia Antica, Terme del le aree. Si voluto assicurare alle persone con ridotte
Foro o di Gavio Massimo, progetto capacit motorie o sensoriali la possibilit di accedere
per la copertura (Facolt di Archi- e di fruire agevolmente degli spazi di relazione, pur
tettura-Corso quinquennale ue, aa
2007-2008, P. Capilupo, S. Cared- sempre nel rispetto dellidentit degli luoghi caratteriz-
du, D. Di Pietro, D. Groos). zati da valore storico e archeologico.
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 13

Nel caso ostiense sono state riscontrate diverse diffi-


colt per assicurare la buona fruizione delle aree: grandi
distanze su tracciati disomogenei e scomodi, superamen-
to di dislivelli e tratti con forti pendenze, presenza di pavi-
mentazioni sdrucciolevoli, sconnesse e composte da ma-
teriali lapidei irregolari. In questottica sono stati affrontati
anche problemi di visibilit per le persone con ridotta
capacit di movimento, con la previsione di opportuni
adeguamenti e opere in grado di agevolare la fruizione, Fig. 11a. b Ostia Antica, Domus
anche se non sempre completa, per coloro che hanno dif- dei Pesci, progetto per la copertu-
ra (Facolt di Ingegneria-Corso
ficolt motorie. Nel dettaglio, nellisolato della cosiddetta Edile Architettura, aa 2009-2010,
Basilica cristiana15 (fig. 12) e nel Campo della Magna Mater S. Neri, S. Mannucci, C. Ogliani,
(fig. 13), si sono potute affrontare tali problematiche lega- A. Romoli); a. viste; b. dettagli co-
struttivi.
te alladeguamento, razionalizzazione e accessibilit delle Fig. 12 Ostia Antica, la cosiddet-
aree archeologiche; argomento complesso questo che gli ta Basilica cristiana: percorso mu-
studenti hanno risolto proponendo strutture provvisorie, seale allaperto, dettagli costruttivi
(Facolt di Ingegneria-Corso Edile
molto vicine alle strutture mobili del passato, che, dove Architettura, aa 2007-2008, A. Re-
possibile, ricalcano i percorsi antichi; tali sistemi di pas- stifo, M. Riso, G. Settevendemmie).
14 Maria Grazia Turco

serelle, atte al superamento delle barriere architettoniche,


determinano un vero e proprio percorso museale, a volte
anche in quota, lungo le compagini murarie, per visua-
lizzare da vicino gli apparati murari, i lacerti dei dipinti,
i mosaici e i prodotti ceramici; spesso il mantenimento
della vegetazione a prato, oltre a coincidere con il limite
del percorso museale, ha voluto rappresentare lelemento
unificante del complesso. Sono state, altres, localizzate in
diversi punti comode panchine per consentire momenti
di sosta e riposo.
Nel caso del Campo della Magna Mater, per la sua po-
sizione marginale allinterno del sito, si voluto raggiun-
gere lo scopo della fruibilit individuando un ingresso
alternativo a quello esistente nel sito ostiense, facilmente
raggiungibile con lauto, con percorsi privi di barriere
architettoniche (fig. 13); lungo il tracciato che permette
la visione del complesso templare sono stati individuati i
luoghi e le postazioni pi adatte per ottenere la comple-
ta fruizione panoramica e per facilitare la comprensione
delle strutture archeologiche.
Fig. 13a, b Ostia Antica, Campo Occorre sottolineare che la connotazione storica e
della Magna Mater: percorso muse- naturale dellarea ostiense ha comportato alcune rinun-
ale allaperto (Facolt di Ingegneria- ce per una totale accessibilit. In alcuni contesti, infatti,
Corso Edile Architettura, aa 2009-
2010, E. Capobianco, S. De Felice, ma soprattutto nellarea della Magna Mater, le modalit
R. Greco, V. Tranquilli). operative sarebbero state assolutamente prevaricatorie
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 15

rispetto allambito storico, con conseguente perdita


dimmagine; tuttavia la sensibilit e lentusiasmo degli
studenti hanno tentato di risolvere il problema cercando
soluzioni alternative. La reale impossibilit di raggiunge-
re e fruire di tutta larea ha spinto a individuare, lungo il
percorso suggerito per la visita, alcune postazioni, aree
di sosta con sistemi di seduta, adatte per i diversamente
abili e per favorire la visione dinsieme e panoramica,
senza arrecare danno alle valenze ambientali, naturali
e architettoniche del sito, ma cercando di proporre si-
gnificativi arricchimenti dimmagine. Per unagevole
percorribilit e per evitare un importante impatto am-
bientale, il percorso stata realizzato con la tecnica di
compattazione dei suoli: si tratta di tracciati realizzati
con materiali naturali, attraverso la costipazione dinerti,
recuperando anche scarti di lavorazione. Fig. 14 Villa Adriana: percorso di
Per il sito di Villa Adriana (fig. 14), stato studiato un visita museale allaperto (aa 2007-
2008, studenti F. Consalvi, L. Di
percorso che si sviluppa allinterno dellarea con linse- Giuseppe, V. Fiorentino Valerio, G.
rimento di passerelle modulari dotate di un particolare Scotto Di Clemente).
16 Maria Grazia Turco

appoggio che consente di non eseguire alcun scavo di


fondazione e, quindi, di non danneggiare le preesistenze,
caratterizzate essenzialmente dalla presenza di mosaici;
ne scaturisce un progetto rispettoso sia della conserva-
zione e protezione dei resti sia dellutilizzazione dello
spazio. Il fruitore pu liberamente percorrere la sequen-
za di ambienti diversi, a volte ancora decorati con stuc-
chi e mosaici, comprenderne la funzione, apprezzarne le
caratteristiche architettoniche, le tecniche costruttive e i
materiali; inoltre, anche linserimento di pedane lignee
sopraelevate garantisce la visione delle pavimentazioni a
mosaico, particolarmente significative. Alcuni apparati
esplicativi, grafici e didattici, offrono la possibilit di ap-
profondire la conoscenza del testo architettonico.
Il percorso agevola anche la guida degli ipovedenti e
non vedenti, con accorgimenti riconoscibili al tatto, sotto
piedi. Ogni espediente predisposto e risolto con una
continua, faticosa inventiva architettonica e tecnologica;
il progetto rappresenta, infatti, la sintesi creativa di di-
versificate necessit, il momento in cui la rimozione del-
le barriere deve rappresentare la normale assistenza per
assicurare la migliore fruizione a tutti gli utenti del sito.
Lesperienza didattica ha voluto, attraverso alcuni spe-
cifici casi di studio, evidenziare problematiche e tematiche
ricorrenti nella valorizzazione dei contesti archeologici
ponendo laccento sulla conoscenza dellidentit dei resti,
sulla loro tutela e sulla loro fruizione. Le proposte, nella
particolarit dei luoghi, hanno saputo evidenziare come
il restauro non sia altro che un fare che rientra a pieno
titolo allinterno del dibattito, della cultura e della prassi
architettonica operante. Il restauro progettazione, carat-
terizzata dalla totale padronanza di metodi e procedure
conservative oltre che di criteri strettamente connessi agli
aspetti innovativi. Il presente contributo intende, infatti,
offrire una riflessione che partendo dallarcheologia pas-
sa per la sua conservazione e giunge allarchitettura della
contemporaneit.

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