Professional Documents
Culture Documents
Presentazioni
del Rettore dellUniversit degli Studi di Roma Tor Vergata
del Preside della facolt di Ingegneria dellUniversit degli Studi di
Roma Tor Vergata
Prefazione
Rodolfo Maria Strollo
Il sistema delle coperture della Cattedrale di Mlaga nella tradizione
costruttiva della periferia mediterranea. Ultimi interventi di restauro
Rosario Camacho Martnez 3
I restauri e i cambiamenti dellimmagine del tempietto
di San Pietro in Montorio a Roma
Juan Mara Montijano Garca 23
Nuove considerazioni sul complesso monumentale di S. Valentino
nellarea Flaminia a Roma: riscoperta e valorizzazione di un sito
archeologico
Michele Asciutti 43
La costruzione del modello di rilievo: riflessioni in margine
allepistemologia di Popper
Claudio Baldoni 63
La riscoperta di un portico altomedievale romano tra storia, rilievo e
restauro
Lia Barelli 83
Larchitettura delle abbazie cistercensi nel Comitatus Aquilanus.
Misure, proporzioni, geometrie
Stefano Brusaporci 101
Disegno, rilievo, storia, restauro: un circolo virtuoso
Giovanni Carbonara 117
Tutela e accessibilit di contesti a valenza storica. Il contributo della
Rappresentazione al superamento delle barriere architettoniche
Laura Cemoli 135
VI Indice
2. La vita di Ostia antica si estende tuale che caratterizza il restauro archeologico, partendo
dal iv sec. a. C. le vestigia pi antiche
sono le Mura del Castrum fino al iv-v dalle propedeutiche indagini volte alla conoscenza per
sec. d.C. quando inizia il lento declino giungere alle idee progettuali.
della citt, interrotto soltanto dalledifi-
cazioni di domus su edifici preesistenti La lettura e la comprensione degli eventi storici e
e alcune basiliche cristiane. delle stratificazioni architettoniche, incluse le vicende
legate agli scavi e ai restauri, oltre che linterpretazione
della ratio costruttiva degli organismi antichi, hanno
permesso dindividuare i sicuri riferimenti critici ne-
cessari per una oggettiva impostazione conservativa
e progettuale, pur sempre nel rispetto dei valori e
delle caratteristiche originarie delle strutture indagate,
spesso compromesse da azioni antropiche e dal degra-
do naturale. I risultati di questa complessa analisi han-
no permesso di precisare i diversi ambiti dintervento
e, contestualmente, di motivare, in un momento di sin-
tesi e interpretazione critica, scelte e obiettivi.
Dopo un excursus storico e una conoscenza rav-
vicinata e integrale dellorganismo architettonico,
esemplificati attraverso elaborati grafici tematici e di
rilievo (planimetrie a quote significative, prospetti e
sezioni, elementi architettonici rappresentativi) (figg.
1, 2), si passati allanalisi tipologica, morfologica,
costruttiva e stilistica delle diverse strutture esamina-
te (domus, terme, mitrei ecc.) illustrate in tavole ordi-
nate per argomenti specifici (fig. 3).
Nellambito del sito archeologico di Ostia antica,
per meglio comprendere i processi formativi delledi-
lizia e di espansione del tessuto urbano di una citt
Fig. 1 Ostia Antica, Domus del- cos stratificata2, stato determinante indagare e ana-
la Fortuna Annonaria, analisi del
degrado (Facolt di Ingegneria- lizzare i contesti in cui i singoli organismi si trovano,
Corso Edile Architettura-Corso compreso il tessuto edilizio limitrofo, non solo attra-
quinquennale ue, aa 2004-2005, M. verso lo studio delle fonti, bibliografiche e archivisti-
Angeletti, A. Bazzoni, L. Cugusi).
Fig. 2 Ostia Antica, Terme del
Foro o di Gavio Massimo, rilievo:
prospetti (Facolt di Architettura-
Corso quinquennale ue, aa 2007-
2008, P. Capilupo, S. Careddu, D.
Di Pietro, D. Groos).
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 3
3 .Dallanalisi del degrado si evi- In alcuni casi di particolare rilievo le proposte sono state
denziato che le principali alterazioni
macroscopiche sono rappresentate interessate anche dal restauro delle pitture murali, con
dalla patina biologica, dalla decoesio- riferimento alle esperienze e alle metodiche dintervento
ne dei giunti di malta, dalla scagliatura
degli elementi lapidei e dallerosione definite dallIstituto Superiore per la Conservazione e il Re-
superficiale dei mattoni. stauro (Istituto Centrale del Restauro di Roma)3.
4 .Concetta Nigero, Interventi di
protezione delle creste murarie, in i Successivamente, stato affrontato largomento
Beni Culturali tutela, valorizzazione della conservazione o del rifacimento delle cosiddette
e attivit culturali, xvi, 3, mag.-giu.
2008, pp. 10-16. creste murarie, vale a dire
5 .Nel sito di Ostia, a partire dalla
fine dellOttocento, si evincono vari ed il mantenimento o meno della linea frastagliata som-
eterogenei interventi di reintegrazione
muraria, per differenziare, per rende-
mitale4
re leggibile e attualizzare lintervento:
con materiali dissonanti, con evidenti del rudere e della reintegrazione delle lacune murarie5.
discordanze materiche e cromatiche; In molti casi, infatti, le sommit murarie mancano della
con materiali diversi ma accordati cro-
maticamente onde rievocare il sistema finitura, dei volumi di sacrificio, che hanno il compito
costruttivo dellinsieme; con superfici di moderare lazione degli agenti meteorologici, ambien-
non complanari ai paramenti supersti-
ti, in leggero ritiro, permettendo cos tali e antropici (piogge, umidit di condensa, sole, agenti
lutilizzo dello stesso materiale e della inquinanti, ecc.), di rallentare lingresso dellacqua con
stessa tecnica muraria.
il conseguente sviluppo delle specie infestanti ruderali.
Dopo unaccurata analisi della letteratura sui diver-
sificati sistemi di conservazione e protezione dei colli
murari, appropriati alle caratteristiche e alle esigenze
peculiari delle strutture archeologiche, sono stati indi-
viduati materiali con caratteristiche chimico-fisiche e
fisico-meccaniche compatibili con quelle antiche: vale a
dire malte idrauliche a basso contenuto di sali, per ri-
durre la formazione delle efflorescenze saline, biocidi e
sistemi protettivi sempre compatibili con lantica mura-
tura, in grado di assicurare unelevata durabilit e, con-
temporaneamente, di bloccare la capacit vegetativa, sia
erbacea sia arbustiva, e la crescita di microrganismi.
Soprattutto nel sito ostiense sono stati individuate
differenti modalit di reintegrazione dei perimetri sum-
mitali dei ruderi, legati a momenti e approcci culturali
diversi: dallo stato rovinoso, di probabile ascendenza
ruskiniana, alla cresta frastagliata, relazionata alla Car-
ta del Restauro del 1972 che postula il mantenimento
della linea frastagliata del rudere e sperimenta luso
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 7
di uno strato di malta mista a cocciopesto che sembra 6 .Carta Italiana del Restauro,
1972, Allegato A. Istruzioni per la sal-
dare i migliori risultati sia dal punto di vista estetico sia da vaguardia e il restauro delle antichit.
quello della resistenza agli agenti atmosferici6. 7 .Giacomo Boni, La conservazio-
ne dei ruderi ed oggetti di scavo, in
Bollettino dArte, Roma 1913.
Cesare Brandi, autore delle raccomandazioni, riordi- 8 .Alcune esperienze attuali hanno
na le elaborazioni e le esperienze precedenti, comprese sperimentato sulle sommit murarie,
alle pendici del Palatino a Roma, luso
riflessioni e accorgimenti elaborati nei primi decenni del del Sedum acre (Borracina acre), una
Novecento, a partire dalle esperienze di Giacono Boni7 e piccola pianta carnosa-succulenta di
di Guido Calza. aspetto erbaceo, strisciante, perenne e
sempreverde. Il Sedum acre con la sua
Calza, uno tra i primi a intervenire nel sito ostien- spessa cuticola fogliare riesce a otti-
se, suggerisce inizialmente di sovrapporre ai margini mizzare il consumo di acqua e a farne
riserva nei suoi organi interni; Paolo
murari una sottile pelliccia erbosa8 che non vada a Fancelli, Rovine, scavi, assetti: al di
danneggiare la muratura9, o di evitare ogni protezione l del restauro archeologico, in Palla-
dio, ns, xxii, 44, lug.-dic. 2009, pp.
perch 133-146.
9 .Le zolle hanno la funzione di
il sacrificio di qualche centimetro di muro che si perder comportarsi come una spugna che da
un lato assorbe le acque meteoriche e
ogni decennio nelle mura ad altezza duomo non nulla di dallaltro evita il contatto diretto con
fronte al gradevolissimo effetto di quellorribile corteccia uni- la muratura. Anche in alcuni recenti
forme che sostituisce le linee movimentate delle rovine10. restauri stata sperimentata lintrodu-
zione di manti erbosi a protezione dei
colli murari identificando specie vege-
Solo nel 1938, durante il iii Convegno nazionale di tali non pericolosi per il rudere, con
Storia dellArchitettura, Calza ritorna sulle sue posizioni un opportuno monitoraggio per indi-
viduare, insieme al botanico, le piante
coordinando il riassetto e la prevenzione delle rovine con apparato radicale poco esteso e,
ostiensi e realizzando sistemi protettivi di cocciopesto; si pertanto, pi idonee alla protezione
del manufatto.
tratta, scrive lo studioso, di 10 .Guido Calza, Scavo e sistema-
zione delle rovine: a proposito di un
dare alla nuova vita archeologica del rudere il massimo di carteggio inedito di P.E. Visconti sugli
Scavi di Ostia, in Bollettino della
resistenza nonch a realizzare il minimo di manutenzione Commissione Archeologica Comu-
per il futuro11. nale, 1916, (estr.) Roma 1917; Id.,
Restauro di antichi edifici in Ostia, in
Solo dagli anni Ottanta del Novecento emerge Bollettino dArte, 1929.
11 .Guido Calza, Assetto e restauro
lorientamento di regolarizzare i margini summita- delle rovine di Ostia antica, in Atti del
li anteponendo aspetti tecnico-consolidativi a quelli Convegno Nazionale di Storia dellar-
chitettura (Roma 9-13 ottobre), Roma
estetico-figurali; la Carta della conservazione e del re- 1940.
stauro degli oggetti darte e di cultura del 1987 riprende
in considerazione le problematiche legate alla reinte-
grazione delle strutture murarie consigliando di
realizzare tali coperture, rinunciando allestetica pura-
mente scenografica del rudere, con lastre possibilmente
8 Maria Grazia Turco
13 .Maura Manzelle, La copertura stualmente favorire la giusta percezione e fruibilit dei re-
di un sito archeologico: un problema
architettonico, in Dal sito archeologico sti archeologici. Sicuramente si tratta di un progetto com-
allarcheologia del costruito. Conoscen- plesso caratterizzato da problematiche diverse dalle quali
za, Progetto e Conservazione, Atti del
convegno di studi (Bressanone 3-6 lu-
glio 1996), p. 474. cogliere [...] occasioni per fare architettura, nel senso
14 .Ivi, p. 475. critico, interpretativo del suo operare, nella consapevo-
15 .Si tratta di un singolare edificio
a due navate, precedute da altrettan-
lezza che intervenire sul contesto costituisce un interven-
ti vani dingresso stretti e lunghi: to sullopera14.
stato ricavato da una ristrutturazione
databile tra la fine del iv e linizio del Il momento progettuale stato definito da soluzioni
v secolo che ha saldato, attraverso la
chiusura di un preesistente vicus, due diverse: in alcuni casi si voluto suggerire le gerarchie
caseggiati di epoca traianea, uno dei volumetriche degli ambienti studiati (figg. 10, 11), pro-
quali destinato a impianto termale:
sulla destra tre ambienti a pianta quasi ponendo anche altezze diverse ispirate e supportate dagli
quadrata potevano costituire altret- studi archeologici consultati durante la fase di ricerca. In
tante cappelle. Ancora controversa
la questione della destinazione duso: altri casi, invece, lidea si pone in assoluta discordanza con
comunque accettabile lipotesi di un la struttura primaria (fig. 9), sperimentando nuovi mate-
edificio di culto cristiano, anche se al-
cuni studiosi attribuiscono allo stesso riali, pur sempre nellottica di assicurare una costante e
complesso funzioni diverse: scuola per reale stabilit termoigrometrica. In questo caso si tratta
catecumeni, biblioteca, martyrium, xe-
nodichium. di unimpegnativa struttura di protezione impostata su
maglie reticolari predisposte per coprire luci di grande
estensione; lintento di superare le limitazioni dei sistemi
precedenti ha condotto allimpiego di materiali, tecnolo-
gie e sistemi costruttivi speciali. Il progetto prevede lado-
zione di una copertura integrale in grado di assicurare le
migliori condizioni di conservazione e musealizzazione in
situ, ma contestualmente si rivolge al testo archeologico
antico con un linguaggio contemporaneo e non mimeti-
co, per garantire lassoluta lettura delloriginale.
Un altro aspetto che ha particolarmente interessato
e stimolato gli studenti del Laboratorio ha riguardato
lintroduzione nel sito archeologico di adeguati stan-
dard qualitativi: confort ambientale, sicurezza e
agevole fruibilit dei contesti e maggiore visibilit del-
Fig. 10 Ostia Antica, Terme del le aree. Si voluto assicurare alle persone con ridotte
Foro o di Gavio Massimo, progetto capacit motorie o sensoriali la possibilit di accedere
per la copertura (Facolt di Archi- e di fruire agevolmente degli spazi di relazione, pur
tettura-Corso quinquennale ue, aa
2007-2008, P. Capilupo, S. Cared- sempre nel rispetto dellidentit degli luoghi caratteriz-
du, D. Di Pietro, D. Groos). zati da valore storico e archeologico.
Le aree archeologiche tra restauro e valorizzazione ... 13