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Quest'avventura per Lex Arcana, pensata per 4-6 Custodes e ambientata nella Roma imperiale,

richiede un impegno particolare da parte del Demiurgo. Lo scenario dove tutto si svolgerà, infatti,
non è un'impenetrabile foresta nel cuore della Germania o una vallata della Scozia, ma il cuore vivo
e pulsante dell'Impero, il luogo di residenza dell'Imperatore, nonché sede del Collegio degli Auguri.

Tu hai mutato in una sola Urbe ciò che un tempo era l'Orbe del mondo
Rutilio Claudio Namanziano

PROLOGO
La Roma in cui si aggireranno i vostri Custodes è la più grande metropoli del mondo, brulicante
della vita di oltre un milione e mezzo di abitanti, crocevia di culture e di popoli, snodo commerciale
e politico in cui possiamo ammirare monumenti imponenti dei quali i Custodes provenienti dalle
province più lontane hanno solo sentito parlare.
Sarà importante per creare un'atmosfera veramente coinvolgente descrivere la città in tutti i suoi
aspetti: il bianco abbagliante degli innumerevoli templi, la confusione delle vie commerciali gremite
di gente, l'aspro odore dei vicoli della Subura (intricato quartiere popolare presso il Colosseo) e i
cenni di invito delle prostitute nei bassifondi...
Qui i Custodes potranno omaggiare i loro rispettivi Numi Tutelari, trascorrere un pomeriggio in una
delle numerose terme o gustare carne di cervo innaffiata con vino caldo in una taverna. Inutile dire
che Roma nasconde anche insidie letali: aggressioni e furti sono all'ordine del giorno e i Custodes
faranno bene a essere molto prudenti. Rendere realistica e coinvolgente fino in fondo questa
ambientazione sarà parte fondamentale dell'avventura, tanto quanto gli eventi descritti di seguito.
Che Minerva, dea dell'ingegno creativo, sia dunque con voi, mentre vi accingete a entrare nella
Città Eterna!

ANTEFATTO
Romolo, fondatore e primo Re di Roma, fu rapito al cielo da Giove: da allora viene identificato come
il dio Quirino, protettore, tra le altre cose, dei lavori del Senato. In suo onore venne eretto un
Heroon (tomba dell'eroe), che fu chiamato Lapis Niger per via della lastra di marmo completamente
nera che lo chiudeva. A sigillo di questa cripta venne posta un'iscrizione, ora quasi completamente
cancellata, il cui significato sfugge perfino ai più prestigiosi Auguri dell'Impero. L'iscrizione
bustrofelica (cioè le righe si leggono alternativamente da sinistra a destra e viceversa) recita:

'QVI HVNC LOCVM VIOLAVERIT ... MANIBVS ... ESTO SORDES ... LOCA FAS REGI DIVAM ... QVOS
CALATOREM ... IVMENTA CAPIAT VT ITER ... CVI NEQVE IVSTA LICITATIONE.'

Sotto l'Imperatore Augusto, un famoso storico greco, Dionigi di Alicarnasso, riportava in alcuni suoi
scritti ora raccolti in un diario conservato a Corinthus i suoi studi sul Lapis Niger e sul rito che
consente di penetrarvi senza incorrere nella maledizione citata dalla stele. La 'iusta licitazione', cioè
la giusta punizione, di cui si legge, infatti, consta con ogni probabilità di una morte violenta per il
sacrilego e per i suoi discendenti per tre generazioni.

UN VIAGGIO MOVIMENTATO
Corinthus, cinque giorni dopo le idi di agosto (18 agosto). I Custodes sono chiamati a rapporto nelle
stanze del Legatus Commodiano Siro, il quale affida loro un plico sigillato da recapitare
urgentemente al Collegio degli Auguri a Roma. Egli si raccomanda di imbarcarsi sulla prima nave in
partenza per Ostia; ha già preso accordi con il capitano, un certo Antimaco.
Dopo avere raccolto i loro bagagli, i Custodes si recano al porto e qui assistono al carico di una
voluminosa cassa di legno sulla nave che li porterà a Ostia. Se i Custodes chiedono informazioni, un
marinaio riferirà che la cassa, che misura circa 2,5 metri in altezza e 1,5 in larghezza, appartiene al
diplomatico Timeo Corvino, originario di Delphi, che farà il viaggio con loro.
Il diplomatico segue con apprensione le operazioni di carico e poi si chiude nella sua camera
sottocoperta, dove rimarrà per la maggior parte del tempo trascorso in mare; le sue uniche
apparizioni durante la traversata saranno le passeggiate sul ponte all'alba e, anche in queste
occasioni, avrà un comportamento schivo e riservato. Se avvicinato, il diplomatico manterrà un
atteggiamento freddo e farà il possibile per liquidare il prima possibile la conversazione.
Un eventuale rito di Retrocognizione (diff. 9) sul diplomatico darà i seguenti risultati:
- I grado di successo: La visione mostra Timeo Corvino nell'atto di trafugare un piccolo libro in una
biblioteca;
- III grado di successo: Timeo Corvino mentre officia un rito magico, più la visione precedente;
- IV grado di successo: Il rito magico si rivela essere l'evocazione di un'Arpia.

Durante la quarta notte di navigazione, i Custodes avranno un sogno collettivo. Al risveglio, chi di
loro riesce in un tiro di Sensibilitas (diff. 9) potrà ricordare il sogno e raccontarlo agli altri: 'Mi
trovavo in una radura erbosa in cima a una collinetta, circondato dalla nebbia; di fronte a me c'era
una statua a dimensione naturale di un uomo di fattezze mediterranee vestito di una toga. La
statua aveva un'espressione triste e mi guardava come per chiedermi aiuto. A un tratto ha
cominciato a sgretolarsi e dalle crepe uscivano rivoli di sangue. In quel momento è apparsa una
donna bruna, bellissima, che guardandomi si è chinata a raccogliere i pezzi della statua...'

Se un Custos riesce in un rituale di Interpretazione dei Sogni (diff. 6), scopre che la statua raffigura
il dio Quirino il cui culto è seriamente minacciato; la donna potrebbe essere un valido aiuto per
coloro che volessero tentare di sventare questo pericolo.

COSA E' SUCCESSO


Timeo Corvino, originario di Delphi, in Achaia, fu fin da bambino iniziato alle arti magiche e alla
divinazione. Crescendo, sviluppò una forte avversione per l'Impero Romano che aveva assoggettato
la sua terra e si era appropriato della cultura e della civiltà dell'Achaia. Negli anni di studio che lo
hanno portato a essere uno stimato diplomatico, egli ha covato in silenzio un unico sogno:
affrancare con ogni mezzo possibile la sua amata patria dal dominio dell'Impero.
Quando, quattro mesi or sono, si imbatté per caso nel diario di Dionigi di Alicarnasso, lentamente
nella sua testa si delineò il piano che lo avrebbe portato, grazie alle conoscenze dategli dal diario, a
coronare il sogno della sua vita! Il diario descriveva dettagliatamente il rito che permetteva di
penetrare il Lapis Niger, il sacrario del dio Quirino. Così facendo, egli avrebbe potuto profanare il
sacro luogo gettando in una nefasta confusione il Senato e il Collegio degli Auguri e indebolendo a
tal punto la struttura politica dell'Impero da tentare con buone possibilità di successo il colpo di
mano. Più precisamente il diario descrive il rito in questi termini:
'...Il giorno precedente le none di settembre (4 settembre), nell'ora in cui il sole tocca l'apice della
sua parabola, colui che cavalcherà il cavallo sacro a Marte nel luogo dell'apoteosi del dio Quirino
vedrà aprirsi una magica porta...'
Dopo aver trafugato il diario, Timeo Corvino progetta il suo piano criminoso: egli sa che Roma si
prepara a ospitare, come ogni anno, i Ludi Magni, i giochi sacri che si terranno dal 4 al 18
settembre e che vedranno contrapposte in gare ippiche, simulazioni di battaglie e gare di lotta
libera quattro fazioni contrassegnate da quattro diversi colori: la factio russata (rosso), la factio
albiata (bianco), la factio prasina (verde) e la factio veneta (azzurro).
Grazie a un rito divinatorio Timeo Corvino scopre che il magnifico purosangue nero Parnassius, il
favorito della factio russata, discende da una stirpe sacra a Marte ed è grazie a questo cavallo che il
rito di profanazione del Lapis Niger avrà luogo. Ma per rapire il cavallo Timeo Corvino avrà bisogno
dell'intervento di un essere mitologico che abbia dei poteri straordinari. La vasta conoscenza di
magia nera e negromanzia in possesso di Timeo Corvino gli permette, dopo una notte di rituali, di
evocare una mitica creatura metà donna e metà uccello che ha il potere di rendere invisibile
qualunque cosa. Tutto è pronto per attuare il suo progetto! Timeo Corvino si imbarca quindi con
alcuni suoi seguaci alla volta di Roma, trasportando in una voluminosa cassa di legno una terribile
Arpia.

ARRIVO A ROMA
Il viaggio proseguirà senza intoppi, a meno che i Custodes non vogliano tentare un'azione di forza
nei riguardi di Timeo Corvino; in questo caso egli si difenderà con tutte le sue forze e chiamerà in
causa i suoi seguaci (1:1). Un'azione del genere da parte dei Custodes, tuttavia, cioè attaccare
senza un motivo preciso un uomo solo perché si hanno dei sospetti, sarebbe poco ortodossa e
provocherebbe l'ostilità dei rispettivi Numi Tutelari. In più i Custodes hanno già una missione da
portare a termine.
Giunti a Ostia dieci giorni dopo aver lasciato Corinthus, i Custodes avranno la possibilità di lì a pochi
minuti di imbarcarsi su una chiatta per il trasporto del marmo, che risalirà il Tevere fino al porto
commerciale presso il Mons Testaceus, a Roma. Timeo Corvino, invece, scaricata la cassa su di un
carro, partirà immediatamente alla volta della sua villa nei dintorni di Ostia. Questo sarà il suo
quartier generale fino all'attuazione del piano, anche se, per non destare sospetti, si recherà di
tanto in tanto a Roma per i suoi impegni di lavoro. Se i Custodes si appostassero nelle vicinanze
della villa, vedrebbero solo i seguaci di Timeo Corvino sbrigare la normale amministrazione della
casa (cura dei cavalli, cucina, ecc.). Se tentassero un contatto, sarebbero gentilmente, ma
fermamente, respinti.
La chiatta impiega circa tre ore per raggiungere la città. Qui i Custodes possono recarsi al Castra
Prætoria (vedi mappa) per fare rapporto o raggiungere direttamente il Palazzo Imperiale dove ha
sede il Collegio degli Auguri. Nel primo caso i Custodes avranno un'amara sorpresa: il Castra è
chiuso e in quarantena per un'epidemia di colera. I Custodes dovranno trovare un alloggio
provvisorio in città.
Al Palazzo Imperiale, situato sul colle Palatinus, dopo aver esibito i loro diplomi, saranno accolti da
un Augure che si presenta come Alcio Teodoro Giulio. Questi apre e legge con apprensione il plico
recapitatogli e seduta stante affida ai Custodes una nuova missione: il plico reca infatti la notizia del
furto del diario di Dionigi di Alicarnasso e i Custodes dovranno investigare su questo misfatto. Egli
aggiunge inoltre che uno degli abituali riti di auspicium del Collegio degli Auguri ha indicato il 4 di
settembre, data di inaugurazione dei giochi, come data nefasta per l'Impero; con ogni probabilità
questo auspicio ha a che fare con il furto del diario. Prima di congedare i Custodes, Alcio Teodoro
Giulio consiglia loro di incontrare Maira Dioniga, la Virgo Vestalis Maxima, decana delle vergini del
Tempio di Vesta, poiché ella è una discendente dell'autore del diario.

IL TEMPIO DI VESTA
Posto nel cuore del complesso monumentale del primo Foro, il Tempio di Vesta ospita una congrega
di sacerdotesse (dette appunto Vestali) che hanno il compito di perpetuare il culto di Vesta, custode
del focolare domestico, e di tenere sempre acceso il Sacro Fuoco della città di Roma. Le Vestali sono
considerate esseri sacri e perciò intoccabili; vengono precettate fin da giovanissime e osservano un
periodo di venti anni ininterrotti di servizio alla dea Vesta durante il quale mantengono la loro
verginità e purezza. Qualora questa regola venisse infranta, la Vestale viene sepolta viva in un
tumulo e il suo concupito messo a morte. Le Vestali, tuttavia, godono di particolari privilegi: esse
hanno, infatti, la facoltà di restituire la libertà a un condannato a morte nel caso in cui, nel tragitto
verso il luogo dell'esecuzione, egli ne incontrasse una. Responsabile della disciplina e dei rituali del
Tempio è la Virgo Vestalis Maxima.
Eletta quasi verso la fine del suo sacro mandato, dalle lontane origini greche, Maira Dioniga è la
Virgo Vestalis Maxima che i Custodes dovranno incontrare.
Chi tra i Custodes ricorda il sogno avuto durante il viaggio in nave riconoscerà, non senza sorpresa,
nelle fattezze della Vestale quelle della donna intenta a raccogliere i frammenti della statua. La
Vestale, donna altera e poco incline alla confidenza, esercita un fascino particolare sui Custodes
(uomini) con un valore di Auctoritas pari o inferiore a 6, i quali finiranno per innamorarsene.
Ella si dimostra molto sospettosa e reticente. Dice di ricordare qualche particolare circa il diario, ma
che non vede il motivo di parlarne con degli sconosciuti. Il suo atteggiamento cambia se i Custodes
rivelano il loro ruolo e il loro incarico e soprattutto se le raccontano il sogno. In questo caso, infatti,
ella parla delle poche notizie tramandate dalla sua famiglia circa la maledizione del Lapis Niger; la
leggenda secondo la quale per evitare di incorrere nelle ire degli dèi si sarebbe dovuto officiare un
rito alla presenza di un cavallo sacro al dio Marte in un luogo e un tempo precisi. Maira Dioniga non
sa dare ulteriori particolari.

IL FURTO
Il primo giorno di settembre, il quarto da quando i Custodes sono a Roma, i nostri si sveglieranno in
una città in subbuglio. La notizia del giorno sulla bocca di tutti è che Parnassius, il cavallo favorito
per la corsa ippica di inaugurazione dei Ludi Magni, è stato rubato dalle stalle del suo proprietario e
allenatore Flammia, appartenente alla factio russata.
Flammia ha il suo maneggio all'interno dell'edificio che ospita i gladiatori che si esibiscono nel
Colosseo. L'edificio, posto accanto al Colosseo, comprende oltre alle stalle alcune stanze dove
alloggiano i gladiatori, spogliatoi, cucine e una piccola arena per gli allenamenti. Flammia è un
uomo distrutto. Il migliore cavallo che abbia mai posseduto è scomparso e i giochi cominceranno tra
pochi giorni. Se i Custodes offrono la loro disponibilità a effettuare indagini, Flammia accetterà
volentieri il loro aiuto e metterà a disposizione alcuni dei suoi migliori gladiatori (5). Un sopralluogo
sul luogo del furto rivela nell'ordine:
- viene rinvenuta una piuma lunga circa 30 cm, all'apparenza forgiata in un metallo argenteo (De
natura diff. 6);
- sono visibili solo le tracce degli zoccoli del cavallo che si dirigono verso l'uscita della costruzione e
spariscono;
- se interrogati, sia Flammia che i suoi gladiatori dicono di non aver visto nessuno, ma di aver
sentito nel mezzo della notte un forte frusciare di ali, come di un grande uccello che spicca il volo.
I Custodes possono, a questo punto, recarsi dovunque pensino di trovare indizi; i principali luoghi
dove indagare potranno essere:
- La biblioteca sita nel Foro di Traiano: Qui si possono trovare informazioni sui diplomatici stranieri
di stanza a Roma con nome, provenienza, occupazione, luogo di residenza.
- Il Lapis Niger: E' posto ai piedi dell'Arco di Settimio Severo, alle spalle del colle Capitolium.
Davanti a esso i Custodes possono tentare un Oraculum (diff. 9), rito di chiaroveggenza per provare
a conoscere ulteriori particolari circa il rituale di profanazione della tomba; al livello minimo di
riuscita del rito, il Custos in trance pronuncerà queste parole: 'Come Achille e il suo tallone è la
tomba dell'eroe, là dove il favorito di Marte tra le folgori di Giove fu chiamato.'
Un eventuale tentativo di penetrare il Lapis Niger richiederebbe un tiro di De Scentia superiore a 15
ed esporrebbe i Custodes agli effetti della maledizione.
- Il Collegio degli Auguri: Qui i Custodes potranno chiedere delucidazioni circa il responso
dell'Oraculum: verrà spiegato loro che il favorito di Marte è sicuramente Romolo e che il luogo della
sua apoteosi corrisponde al luogo dove ora sorge il Pantheon, il tempio dedicato agli imperatori
romani divinizzati; questo, anche se distante alcune centinaia di metri, è il punto debole del Lapis
Niger.
- La casa di Timeo Corvino: E' una tipica villa romana con annessa una capiente stalla, appena fuori
Ostia, a circa tre ore di cavallo da Roma. E' abitata da Timeo Corvino e da 1:1 seguaci suoi
fedelissimi pronti a battersi fino alla morte a un suo comando. Qualsiasi approccio a viso aperto,
dato che i Custodes sarebbero riconosciuti come compagni di traversata, sarebbe fermamente
respinto, specialmente a furto avvenuto; nella stalla si trova, infatti, reso invisibile dal tocco
dell'Arpia, il cavallo rubato, Parnassius. Scassinare nottetempo la porta d'ingresso senza fare
rumore richiede un tiro di De Scentia pari o superiore a 9. Se svegliati, i seguaci di Timeo Corvino
ingaggeranno una furiosa lotta e, se sconfitti, egli non esiterebbe a scagliare contro i Custodes
l'Arpia. Comunque si risolvesse la battaglia, il principale obiettivo di Timeo Corvino è quello di
assicurarsi il possesso del cavallo fino al 4 settembre, giorno in cui profanerà il Lapis Niger. In caso
di sconfitta dei suoi uomini e di morte dell'Arpia, egli fuggirà cavalcando il velocissimo Parnassius
alla volta di un nascondiglio segreto, portando con sé il diario di Dionigi. La morte dell'Arpia
provocherebbe l'immediata riapparizione del cavallo. Le indagini si complicheranno ulteriormente,
poiché la notizia che i Custodes sono impegnati nella ricerca di Parnassius si è ormai sparsa per i
vicoli della città e le fazioni rivali hanno tutto l'interesse che il cavallo non venga ritrovato. La
rivalità tra le fazioni dei Ludi Magni è, infatti, molto sentita dal popolo e alcuni sono disposti anche a
commettere azioni poco pulite pur di vincere i giochi, per non parlare del giro di scommesse a essi
legato. In particolare la factio albiata, da sempre acerrima nemica dalla factio russata, tenterà a più
riprese di ostacolare l'operato dei Custodes. Capeggiata da un corpulento romano di nome Melagro,
una pattuglia di fanatici affronterà i Custodes nel numero di 2:1 a partire dal sesto giorno da
quando i Custodes sono a Roma per tre volte. La prima volta essi si limiteranno a minacciare i
Custodes di morte, se non interromperanno le ricerche. Le due volte successive, invece, attueranno
un vero e proprio agguato nei vicoli di Roma, nei quali si muovono con estrema facilità.

IL RITO
Se entro il 4 settembre, giorno designato per il rito, i Custodes non fermano Timeo Corvino, egli
compirà l'atto finale del suo piano criminoso. I Custodes hanno qui l'ultima possibilità per fermare
Timeo Corvino: essi dovrebbero conoscere il luogo e il giorno in cui la porta dimensionale si aprirà
e, anche se non conoscono l'ora esatta, potrebbero organizzare un turno di guardia per tutta la
giornata al Pantheon.
In questo giorno, come consuetudine, il Pantheon rimane chiuso e nessuno può entrarvi. I custodi
del tempio sono 4 e hanno i loro alloggi nella parte posteriore dell'edificio (vedi mappa). Da qui, alle
11:30, Parnassius, Timeo Corvino e 5 suoi seguaci penetreranno massacrando i custodi e recandosi
nel centro del tempio, proprio sotto l'apertura nel soffitto. Alle 12:00 in punto, quando cioè i raggi
del sole cadono perpendicolarmente sull'imponente figura di Timeo Corvino a cavallo, egli vede
compiersi davanti ai suoi occhi gli eventi descritti nell'antico diario di Dionigi di Alicarnasso.
Proprio nel punto in cui un bassorilievo descrive l'episodio dell'ascesa al cielo di Romolo si apre un
varco perfettamente circolare, dapprima piccolo, poi sempre più grande fino a essere abbastanza
ampio da permettere il passaggio di un uomo a cavallo. Con un urlo selvaggio Timeo Corvino sprona
la sacra cavalcatura e insieme balzano nella porta dimensionale che immediatamente comincia a
richiudersi. I seguaci di Timeo Corvino faranno di tutto per permettere al loro capo di compiere
questa operazione. Se, nonostante tutto, i Custodes fossero presenti al momento dell'apertura della
porta dimensionale potranno, uno o più di loro, tentare di lanciarsi nel varco (tiro di De Corpore con
diff. 6) prima che questo si richiuda.
Per un lungo momento, un buio totale avvolge coloro che hanno attraversato il varco. Lentamente
gli occhi si abituano all'oscurità rivelando l'interno completamente affrescato di una cripta che non
può essere altro che il Lapis Niger, la tomba di Romolo, fondatore e primo Re di Roma. In
corrispondenza della parete più lunga, posta tra le statue raffiguranti Giove e Marte e sovrastante
un sarcofago, si trova la statua di Romolo/ Quirino così come era apparsa in sogno ai Custodes.
Immediatamente una nebbiolina avvolge l'ambiente e quando si dirada la scena che si presenta è
quella del sogno: i presenti si trovano in cima alla collina insieme alla figura del dio, stavolta in
carne e ossa. Timeo Corvino estrae il suo gladius e spronando la sua cavalcatura si avventa sul dio
che rimane immobile. I Custodes che saranno riusciti a seguire Timeo Corvino fin qui ingaggeranno
un combattimento per difendere l'immagine del dio e uccidere il loro avversario.
Al termine della lotta, se questa finirà con la sconfitta di Timeo Corvino, il dio chiederà ai Custodes il
sacrificio del cavallo sacro come condizione per uscire dalla cripta. Probabilmente questo provocherà
in loro un momento di indecisione, poiché essi sanno quanto importante sia Parnassius per i tifosi
della factio russata e soprattutto per Flammia, suo padrone e allevatore, al quale i Custodes hanno
assicurato il loro aiuto. Con la morte nel cuore essi compiono il rito di sacrificio al dio Quirino, al
termine del quale sono nuovamente avvolti da una fitta nebbia che li riporta magicamente nel
Pantheon sotto gli occhi esterrefatti di coloro che erano rimasti.

EPILOGO
L'Impero e la sue eterne istituzioni non sono più in pericolo grazie all'eroico intervento dei Custodes,
ma questo non li esime dall'obbligo di informare Flammia della morte del suo cavallo. Quando i
Custodes fanno rapporto all'Augure Alcio Teodoro Giulio, egli si complimenta con loro e li sconsiglia
di raccontare a Flammia l'esito della vicenda. L'enorme gladiatore, infatti, è su tutte le furie e ha
giurato che ucciderà con le sue mani i responsabili della morte del suo cavallo prediletto. La factio
russata vincerà tuttavia i Ludi Magni, sbaragliando le fazioni concorrenti. Chissà, forse con un po' di
aiuto da parte del dio Quirino!

I PNG DELL'AVVENTURA
Timeo Corvino
Originario di Delphi; capelli neri e lisci e naso aquilino; alto, asciutto ma muscoloso, Timeo Corvino
è un diplomatico greco nonché un potente negromante.
valore: DV 8, 1 dado: Ratio, 2 dadi: De Bello, De Societate, De Corpore, 3 dadi: Punti Vita,
Sensibilitas, De Magia (negromanzia), Armi: Gladius (6), Sica (3), Armatura: Gravis lorica (8).

Seguaci di Timeo Corvino (1:1)


Bellicosi greci pronti a tutto.
Valore: DV 5, 1 dado: Ratio, 2 dadi: De Corpore, De Natura, Sensibilitas, 3 dadi: De Bello, Punti
Vita, Armi: Gladius (6), Frombola (3), Armatura: Lorica plumata (4), Scudo: Clipeus (2).

Maira Dioniga
Virgo Vestalis Maxima; greca, bellissima donna sui 35 anni nonché lontana discendente di Dionigi di
Alicarnasso. E' quasi al termine del suo mandato di Vestale e vedrebbe con favore un rapporto
amoroso con un bel guerriero per rifarsi del tempo perduto. Purtroppo dovrà aspettare la scadenza
del suo servizio, pena la morte!

Flammia
Ex-gladiatore a riposo, si occupa ora di allenare uomini e allevare cavalli per i giochi circensi. Non
porta armi, ma può uccidere facilmente un uomo a mani nude. Grasso ma non flaccido, alto e
peloso, originario della Sicilia.

Gladiatori (5)
Valore: DV 8, 1 dado: Ratio, Sensibilitas, 2 dadi: Punti Vita, 3 dadi: De Bello, De Corpore, Armi:
Gladius (6), Ascia (10), Scudo: Parma (1).

Arpia
Essere mitologico a forma di enorme uccello con volto e seno di donna. Dotata di lucenti piume forti
come l'acciaio, ha il potere di rendere invisibile ciò che vuole. E' possibile evocarla con riti
appropriati.
Valore: DV 8, 1 dado: Danni, 2 dadi: De Bello, Punti Vita, 3 dadi: De Corpore, Armatura: Piume
corazzate (5).

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