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I BEATLES NELLA

SOCIETA’ DEGLI ANNI 60

Fabio Frugaborsi

I.S.I.S “Giulio Natta”- Bergamo

a.s. 2013 / 2014

[ Marco Lodola, “Fab4”, perspex + neon, 2009 ]

« Se volete conoscere gli anni Sessanta, ascoltate la musica dei Beatles »

( Aaron Copland, compositore americano 1900-1990.)

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Qualche anno fa, quando ho iniziato ad interessarmi alla musica rock, dopo un breve
periodo di passione per il genere “metal”, ho incominciato ad ascoltare i brani dei Beatles.
La loro musica mi è parsa sorprendentemente attuale, nonostante siano passati ormai
diversi anni e ho finito per nutrire un grande interesse nei loro confronti. Tanto più che essi
provenivano dall’Inghilterra, una terra la cui cultura è da me molto apprezzata e stimata.

Oltre che dalla loro musica sono rimasto positivamente sorpreso dalla vastità e ricchezza
delle esperienze che i quattro ragazzi di Liverpool hanno compiuto e dal significato storico
della loro comparsa sulla scena mondiale.

Così quando si è trattato di scegliere l’argomento della tesina ho pensato di dedicare il mio
lavoro all’approfondimento del significato di quanto ho sopra citato.

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INDICE

La vita artistica e il contesto storico………………….. pag 4-6

La musica- “Revolution”……………………………….. pag 7-9

L’impatto sul sistema economico……………………...pag 10

La chitarra elettrica……………………………………...pag 11

L’impatto sociale………………………………………... pag 12-13

I moti del 68………………………………………………pag 14-18

La filosofia di H. Marcuse……………………………….pag 19-20

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Il decennio cha va dal 1960 al 1970 è ritenuto un periodo storico straordinario per le
trasformazioni sociali e culturali che lo hanno caratterizzato. Se si volesse girare un film
sui fatti accaduti in quegli anni, non c’è dubbio che la naturale colonna sonora sarebbe
una raccolta di canzoni dei Beatles.La loro presenza sulla scena mondiale in quel periodo
ha condizionato la componente giovanile della società al punto di poter affermare che i
quattro ragazzi di Liverpool hanno avuto un ruolo determinante nelle vicende che hanno
rivoluzionato il mondo negli anni 60.
"Gruppo della scena rock britannica. Ogni storia o indagine sociologica della Gran Bretagna degli anni
Sessanta dovrebbe includere una sezione dedicata al fenomeno Beatles. Sono chiaramente il più importante
gruppo della storia della musica pop, la loro influenza è incalcolabile" (Gammond, Peter. The Oxford
Companion to Popular Music. Oxford: Oxford University Press, 1993.)

LA LORO VITA ARTISTICA E IL


CONTESTO STORICO
La storia dei Beatles ebbe inizio nel luglio 1957  1960, Cuba rompe con gli USA ed
quando nella chiesa di St Peter a Liverpool si entra nell’orbita politico-
commerciale dell’URSS.
esibì una band dal nome “Quarryman” il cui
leader era un tal John Lennon. In quell’occasione  1960, a Roma si svolgono le
Olimpiadi. l’Etiope Abebe Bikila
Lennon conobbe Paul McCartney che a sua volta vince la maratona e diventa
gli fece poi incontrare George Harrison. Dopo un’icona dell’anticolonialismo.
aver acquisito un batterista ottennero il primo
contratto per esibirsi in un locale di Amburgo
 1961,John Fitzgerald Kennedy
dove ci fu la prima esibizione ufficiale col nome
all’età di soli 43 anni viene eletto
“The Beatles”
presidente degliUSA
Il periodo di Amburgo durò fino al 1962, quando il
 .1961,l’URSS lancia nello spazio
gruppo rientrò in Inghilterra dove ebbero inizio le
Yurij Gagarin, il primo astronauta
registrazioni dei primi successi come “Love me
do” e”Please please me” che scalarono le hit della storia.

parade internazionali. I Beatles avevano già  1961, viene costruito il muro di


assunto il look con cui poi passarono alla storia. Berlino che diventerà un simbolo
Nel frattempo ci fu anche il cambio definitivo del della guerra fredda
batterista con l’ingresso di Ringo Starr.
Negli anni che vanno dal 1963 al 1966 ci fu  1962, la crisi dei missili da Cuba
l’esplosione di popolarità con i concerti in Europa, porta il mondo ad un passo dalla
negli USA, ad Hong Kong, in Australia. Ad terza guerra mondiale
Adelaide si registrò il record di spettatori con
300000 presenze. L’unica presenza in Italia fu nel
 1963, a Washingston Martin
Giugno 1965 con tre concerti: a Milano, a
Luther King tiene lo storico
Genova e a Roma. Nell’ottobre del 1965 la regina
discorso "I have a dream".
conferì ai Beatles l’onorificenza di “ Membro
dell’ordine dell’Impero Britannico”. La

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motivazione ufficiale fu l’aver dato un contributo
prezioso all’export inglese.  1964, viene incarcerato in
Sudafrica Nelson Mandela
Nel 1966 ci furono due tappe dei loro tour in cui I
Beatles sperimentarono il livello di fama raggiunto  1964, l'inglese Mary
e il potere che essi esercitavano sulle masse. A Quant inventa la minigonna,
Tokio e nelle Filippine dovettero affrontare che suscita scandalo ma
situazioni critiche a causa della contestazione di conquista subito le nuove
gruppi studenteschi di destra che non gradivano il
generazioni.
messaggio rivoluzionario che essi trasmettevano.
In occasione dell’ultimo tour in Usa i quattro
furono aspramente contestati da fanatici religiosi
 1965,assassinato Malcolm X,
in seguito ad alcune dichiarazioni rese da Lennon
alla stampa a proposito della fama dei Beatles mentre viene arrestato Martin

confrontata con quella di Cristo. Luther King.

Il ritmo dei tour era diventato ormai insostenibile e


inoltre l’evoluzione artistica del gruppo richiedeva
nei brani musicali l’utilizzo di effetti sonori che
 1966, In Cina, Mao Tse-
non potevano essere riprodotti dal vivo, ma
tung crea il movimento
richiedevano l’utilizzo degli strumenti e delle
tecnologie degli studi di registrazione. delle guardie rosse a sostegno
della Grande rivoluzione
Nell’agosto 1966 a San Francisco ci fu quindi
culturale.
l’ultimo concerto. Nel periodo successivo vennero
pubblicate le più importanti raccolte musicali
 1966, Inizia
come Revolver, Sgt. Pepper’s Lonely hearts
Club Band, ( da molti considerato il migliore della in Bolivia la guerriglia contro la
storia del Rock). dittatura di Barrientos. La
rivolta è capeggiata
All’inizio del 1968 i quattro fecero un viaggio in
India presso la scuola di “Rigenerazione dal cubano di
spirituale” in Himalaya al cui pensiero essi origine argentina Ernesto
avevano aderito. Al ritorno Paul e John si Guevara, detto Che.
recarono a New York e fondarono la loro società
di produzione “Apple” che aveva come simbolo  1966, La signora Indira
una mela verde. Con etichetta “Apple” venne
Gandhi diventa il Primo
pubblicato l’album “The Beatles” che conteneva
ministro dell'India.
anche brani scritti durante il soggiorno in India.
Questa raccolta segna un momento particolare
perché in essa sono presenti i primi segnali di
 1967, in Grecia, con un colpo
disgregazione dei Beatles come la presenza di un
brano composto da George Harrison in cui il di Stato, si instaura
chitarrista solista è Eric Clapton. Di questa la dittatura del colonnello Geor
raccolta fa parte anche Revolution9 un brano gios Papadopoulos
molto innovativo per gli effetti musicali e
psichedelici.

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Nel gruppo dei quattro erano oramai frequenti i  1968, in Cecoslovacchia scoppia la

contrasti dovuti a motivi diversi, alcuni legati al "primavera di Praga".

fiasco economico della “Apple”, altri alla


presenza scomoda di Yoko Ono che ebbe
 1968, il 4 aprile viene
un’influenza enorme sul pensiero di Lennon, altri
assassinato Martin Luther King.
ancora all’incapacità di superare le differenti
aspirazioni artistiche dei singoli. Anche il  1968, negli Stati Uniti, esplode il
tentativo di un ritorno alle origini attraverso la "fenomeno hippy".

pubblicazione di un album intitolato “Get Back”


 1968,la contestazione studentesca
non ebbe il risultato di riavvicinare i quattro. La dilaga in tutt'Europa.
casa discografica EMI però fece valere dei diritti
commerciali e pretese che venisse inciso un  1969, il 21 luglio gli astronauti
album da mettere in commercio entro la fine del americani Neil Armstrong e Buzz
1969. I Beatles accettarono di lavorare ancora Aldrin sono i primi uomini a sbarcare
una volta insieme e diedero vita a “Abbey Road” sullla Luna.
che venne molto apprezzato da pubblico e
critica. L’ultima esibizione pubblica dal vivo fu  1969, a Woodstock, vicino a New
invece una spettacolare performance. Senza York, si tiene un imponente raduno
di hippy e vi si organizza per
darne alcun annuncio pubblico i quattro,il 30 l'occasione un grande concerto che
gennaio 1969, diedero un concerto dal terrazzo resterà nella storia della musica
dell’edificio londinese sede della “Apple”. Non è
dato di sapere come la notizia si sia diffusa, ma
per strada la polizia fece fatica a contenere una
massa di fans in delirio.

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Per avere un’idea immediata dell'impatto dei Beatles nella
società del loro tempo basta uno sguardo alle foto o ai filmati
dell’ isteria collettiva che accompagnava i loro concerti e i loro
trasferimenti da un continente all'altro. Queste scene
testimoniano il fatto che il gruppo fu immediatamente un
fenomeno musicale, commerciale e di costume di vastissima
eco.

LA LORO MUSICA
I Beatles rappresentano il fenomeno più duraturo, consistente e rappresentativo della
storia della musica “Pop”. A detta di autorevoli critici musicali essi hanno ribaltato il
concetto di “canzone” sostituendolo con quello di “rappresentazione artistica”. I quattro
infatti non sono stati solo compositori ed esecutori di brani musicali. La loro produzione è
frutto di ricerche e sperimentazioni tecnologiche. Molte loro canzoni sono costruite con
frammenti di dialoghi, ritagli e sovrapposizioni di registrazioni. In particolare in fase di
mixaggio l’utilizzo dei “Tape loops”permetteva loro di produrre particolari suoni
psichedelici.
All’originalità dei brani contribuì anche l’utilizzo di strumenti musicali innovativi come il
“Mellotron” e l’utilizzo di apparecchiature nuove come il “Moog”. Un’altra caratteristica del
loro sound deriva dall’utilizzo di sonorità indiane alle quali si sono avvicinati a seguito del
loro interesse per le culture orientali.
Testi e musica sono quindi l’espressione diretta e immediata delle profonde esperienze di
vita e del pensiero filosofico-esistenziale.
Uno dei brani più emblematici del loro repertorio è sicuramente “Revolution”.

REVOLUTION (1): Text, story and meaning.


You say you want a revolution
Well, you know
We all want to change the world
You tell me that it's evolution
Well, you know
We all want to change the world
But when you talk about destruction
Don't you know that you can count me out, in

Don't you know it's gonna be alright


Don't you know it's gonna be alright
Don't you know it's gonna be alright

You say you got a real solution


Well, you know
We'd all love to see the plan

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You ask me for a contribution
Well, you know
We're doing what we can
But when you want money for people with minds that hate
All I can tell is brother you have to wait

Don't you know it's gonna be alright


Don't you know it's gonna be alright
Don't you know it's gonna be alright

You say you'll change the constitution


Well, you know
We all want to change your head
You tell me it's the institution
Well, you know
You better free your mind instead
But if you go carrying pictures of chairman Mao
You ain't going to make it with anyone anyhow

Don't you know it's gonna be alright


Don't you know it's gonna be alright
Don’t you know it’s gonna be alright
Alright
Alright
Alright
Alright
Alright...

Revolution is a song written by John Lennon and Paul McCartney. There are three
different versions published in the same year. On the 30 th August 1668 the first one called
“Revolution” was released on 45 records as single track. On the 22nd November, date of
publication of the White Album, the other two versions got out with the name of “Revolution
1 “ and “Revolution 9”.

Revolution and Revolution 1 start with a powerful shout by Paul McCartney and keeps on
with a particular sound made by Harrison’s distorted guitar and by the electric piano played
by Hopkins ( the man called the fith beatle). Lennon adopts an aggressive tone of voice
different from the others used in the other songs.

The text takes inspiration from the youth movements that caught on during the 1968, same
year of publication. Lennon was the member of the band most interested in what
happened in the world. In fact he often used to express in their songs social and political
content. In this text they want to manifest their opinion about the futility of youth rebellions
inspired by Mao’s ideas.

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As we can see in the following part of the text of Revolution:

(EN) (IT)
« You say you want a revolution « Dici di volere una rivoluzione,
Well, you know ebbene, sappi,
we all want to change the world. che tutti vogliamo cambiare il mondo.
But when you talk about destruction, Ma quando parli di distruzione,
Don't you know that you can count me ebbene, sappi che non puoi contare su
out. » di me »

Lennon rejects all the ideas of the revolutionary groups. In fact some time before the
publication of the song he confirmed his pacifist position after some provocations coming
from Black Dwarf, a political newspaper. Lennon answered using the following words: “Do
you know what’s wrong in the world? People. So you want to destroy them? Until you, us,
do not change our way of thinking, there’s no chance. Tell me about a revolution that has
been successful. What has ruined communism, Christianity, capitalism, Buddhism and so
on? Minds buggy, and nothing else.”

As I said before, after some months was published Revolution 1 in the White Album. In this
new version we can find a changing of views of the band of Liverpool. Lennon added just
an easy preposition that changes all the meaning of the song. Ad we can see from the text
at the start there is the preposition “in” after “count me out” that becomes a sort of symbol
of indecision by the group. This represents a sort of openness to the revolutionary
movement because that “in” takes the meaning of “ I don’t know..I still have to think about
it”. The doubt concerns more the quality of the ideas of the people that carry on the
revolution, than the need of change the world.

What about Revolution 9 ? This is probably the most discuss song of the Beatles’ story.
For first we have to know that it has been written by Lennon like teasing against
McCartney, who put in the White Album text of low content like Ob-la-Di, Ob-la-Da.

This is the song of the legend of Paul’s dead, in fact someone said that the sentence
“number nine” sounds like “turn me on, dead man”, referring to McCartney. Some others
said that listening to the song we can hear Lennon saying these words “Paul is dead”.

I have chosen this song because, in my opinion, it’s the one that symbolizes better The
Beatles’ interest in what happened in the world during that period. They contributed to the
expansion of pacifist ideals and they became a model for the new generation that was
looking for new horizons.

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IL LORO IMPATTO SUL SISTEMA ECONOMICO

La motivazione per la quale ai Beatles venne conferita l’onorificenza nel 1965 da già
un’idea di quanto essi abbiano influito anche sul sistema economico. Ovviamente
l’industria discografica è quella che ha beneficiato maggiormente dato che è stato venduto
più di un miliardo di dischi.
La nuova generazione non solo apprezzava l’innovazione musicale portata dai quattro
ragazzi di Liverpool, ma era affascinata anche dal loro look. In quel periodo andavano a
ruba gli stivaletti di pelle nera, le camicie col collo arrotondato, le giacche abbottonate in
alto. A trarne vantaggio fu soprattutto l’industria della moda.
Perfino i parrucchieri furono favoriti dal diffondersi dell’acconciatura a caschetto. In Italia i
parrucchieri che volevano attrarre clienti esponevano un cartello con la scritta”Si esegue
taglio alla Beatles”.
Si può dire quindi che i Beatles diedero il via al mercato dei giovani.
In quel periodo tra i giovanissimi proliferavano anche i complessini musicali. Quasi ogni
classe delle scuole superiori aveva la sua piccola band. Chitarre elettriche e batterie erano
molto richieste e venivano aperti sempre più negozi di articoli musicali. A distanza di venti
anni dalla sua invenzione la chitarra elettrica ebbe il suo momento di massima diffusione.
Alla crescente popolarità del gruppo di Liverpool corrispose anche un vertiginoso aumento
della tiratura delle riviste inglesi.
Il fenomeno economico legato al successo dei Beatles ebbe una vastità tale che si può
dire che esso rappresenta il primo esempio di globalizzazione al quale il mondo ha
inconsapevolmente assistito.

[ Il tipico look dei Beatles ]

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LA CHITARRA ELETTRICA

La prima chitarra elettrica fu realizzata nel 1941 dal chitarrista americano Les Paul che
applicò i principi del magnetismo agli strumenti musicali.

Questo strumento ormai molto diffuso e apprezzato è basato su un dispositivo chiamato


Pickup rappresentato nell’immagine sotto riportata.

Il pickup quindi è formato da un materiale ferromagnetico, perciò è un magnete


permanente, che si trova a pochissima distanza dalle corde della chitarra, ed è avvolto da
un bobina che si collega poi all’amplificatore.

La corda tesa viene magnetizzata dal campo magnetico proveniente dal nucleo
ferromagnetico, essa quando vibra fa si che avvenga una variazione del flusso magnetico
attraverso la bobina. Per le legge di Faraday all’interno delle spire del solenoide si induce
una fem ( forza elettromotrice) che viene raccolta dall’amplificatore e trasferita all’esterno
sotto forma di onde sonore.

La legge dell’induzione di Faraday permette di poter calcolare il valore della fem indotta
dalla variazione di flusso magnetico all’interno della bobina.

Dal punto di vista matematico si esprime nel seguente modo:

-N t=-N finale - iniziale tfinale – tiniziale

dove per si intende la variazione di flusso magnetico, per t l’intervallo di tempo in cui
la variazione di flusso avviene e per N si intende il numero di avvolgimenti. Il segno meno
davanti alla N sta ad indicare che la fem indotta scorre nella direzione tale da opporsi alla
variazione di flusso magnetico che l’ha creata, come dice la legge di Lenz.

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IL LORO IMPATTO SOCIALE
Agli inizi degli anni 60 i giovani e gli adolescenti rappresentavano una fascia anonima della
società. Essi vivevano in ambiti geografici e culturali ristretti fatti di interessi limitati. Non si
intravedevano tra i ragazzi gusti e tendenze significative rispetto alla moda, alla musica e
allo stile di vita in generale.
In questo panorama la musica dei Beatles irruppe come una ventata di novità portando
una rivoluzione rispetto alla tradizionale canzone. Lo stile musicale di quei quattro ragazzi
aveva qualcosa di irresistibile, metteva gioia di vivere, piaceva a tutti i giovani e in tutte le
parti del mondo dove le nuove canzoni venivano proposte. L’amore per i Beatles diventò
tale che i loro dischi vennero fatti entrare di contrabbando anche in paesi, come la
Cecoslovacchia, dove il regime politico al potere impediva severamente ogni
contaminazione culturale con l’Occidente.
Il fenomeno dilagava in breve tempo e tra i giovani cresceva la voglia di imbracciare una
chitarra, di stare insieme, di condividere emozioni, di scambiare idee e progetti. Nasceva
la cosiddetta “Beatlemania” che non era solo una passione sfrenata per la musica, ma
anche un’ imitazione estetica fatta di capelli a zazzera e di un abbigliamento
anticonformista che spesso venne aspramente osteggiato dai genitori. E’ proprio in
famiglia che i ragazzi dell’epoca diedero inizio alla prima fase della contestazione alla
quale seguirono poi gli scontri con le forze dell’ordine ai concerti e infine i moti
studenteschi.
In una società perbenista e bigotta i Beatles hanno aiutato la gioventù degli anni 60 a
trovare il coraggio di pensare da soli. La nuova cultura giovanile che stava nascendo trovò
nella musica l’elemento scatenante per poi diffondersi in temi sociali più ampi e profondi.
Seguire le vicende dei quattro di Liverpool per i giovani voleva dire anche entrare in
contatto con ciò che stava succedendo nel mondo.
Il “fenomeno Beatles” infatti si mischiò ad altri movimenti che caratterizzarono l’epoca
come la nascita della “ Swinging London” la moda che in Inghilterra lanciò le minigonne a
quadretti in bianco e nero inventate da Mary Quant, indossate da Twiggy ed esposte nei
mercatini di Carnaby Street. Oltre i confini della Gran Bretagna i Beatles furono vicini sia
alle manifestazioni culturali internazionali come la psichedelia e la cultura hippy, sia a
quelle politiche come il pacifismo, il movimento di integrazione razziale e quello
dell’emancipazione femminile.
.

[Due simboli degli anni 60: la minigonna e la Mini Morris ]

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I Beatles ebbero un’enorme influenza sulla gioventù perché loro stessi vissero
profondamente e autenticamente lo spirito di quegli anni

« L'atmosfera dell'album era in sintonia con lo spirito di quel periodo, perché noi stessi eravamo permeati da
quello spirito……….. c'era quello spirito d'avanguardia che penso sia entrato in Pepper. Era decisamente un
movimento di popolo. Voglio dire, noi non stavamo cercando di alimentare quel movimento, noi ne eravamo
parte, come lo eravamo sempre stati. Ritengo che i Beatles non siano stati i leader di una generazione, ma i
suoi portavoce » ( Paul MC Cartney a commento dell’album “Sgt. Pepper’s Lonely hearts Club”)

« Gli anni Sessanta hanno assistito a una rivoluzione tra i giovani, che non si è limitata solo ad alcuni piccoli
segmenti o classi, ma che ha coinvolto l'intero modo di pensare. Toccò prima ai giovani, poi la generazione
successiva. I Beatles furono parte di questa rivoluzione, che in realtà è un'evoluzione ancora in atto.
Eravamo tutti sulla stessa barca: una barca che andava alla scoperta del Nuovo Mondo. I Beatles erano di
vedetta. »

(John Lennon)

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I MOTI DEL ‘68

Alla fine degli anni 60 si sviluppò un movimento giovanile, perlopiù nato negli ambienti
universitari, come reazione al consumismo e all’omologazione della società di massa del
tempo. Esso aveva come scopo la ribellione allo sfruttamento economico della società dei
consumi, largamente favorito dal potere dei mass-media, e a un sistema di valori che si
basava su ricchezza, successo e profitto.
Le basi teoriche del movimento sono rappresentate da un’evoluzione del marxismo
collegato alle nuove teorie sociologiche. Questa sorta di innovazione marxista partì dalla
scuola di Francoforte e ebbe come suo termine l’approdo alla teoria del filosofo Herbert
Marcuse.
In questo periodo vennero messi in discussione tutti i sistemi, anche quelli più piccoli,
come la famiglia. Quest’ultima infatti venne scossa dal rifiuto dell’autorità dei genitori.
Iniziarono a fare il loro ingresso anche nuovi movimenti che mettevano in discussione le
discriminazioni in base al sesso e all’etnia.
Tutte queste contestazioni avevano però degli obbiettivi comuni e ben chiari: la
riorganizzazione della società in base al principio di uguaglianza, il rinnovamento della
politica, l’eliminazione di ogni forma di discriminazione e razzismo e l’abolizione della
guerra come soluzione ai problemi internazionali.
Dal punto di vista geopolitico si possono individuare due aree in cui il movimento del ’68 fu
più intenso, ovvero gli Stati Uniti e L’Europa centrale.

USA
Negli Usa agli inizi degli anni ’60 era nata una nuova sinistra radicale chiamata New Left.
Questa nuova ideologia politica a differenza di quella passata non si focalizzava sulle
istanze riguardanti i problemi dei lavoratori , ma su istanze più personali, nello specifico:
alienazione, disagio e autoritarismo. La Nuova Sinistra è stata a lungo identificata con la
rivolta giovanile e soprattutto con il movimento studentesco bianco.

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Fu proprio in questo contesto che nacque e si sviluppò la così detta
Beat Generation, considerata da molti il fenomeno più genuino e
profondo che rappresentava il disagio e il rifiuto dei valori borghesi che
la “Grande America” era riuscita a produrre.

[Manifestazione Hippy]

In seguito il movimento assunse un carattere più politico, entrando


nelle Università. L’episodio più significativo fu l’occupazione della
Barkeley University in California nel 1964. Col passare del tempo le
contestazioni iniziarono anche a riguardare la guerra del Vietnam e l’emancipazione dei
neri.

La guerra trovò negli Hippy il principale movimento contestatario. I così detti “Figli dei fiori”
si distinsero in quel periodo per i costumi molto liberali e l’ampio uso di sostanze
stupefacenti, in particolare LSD, un particolare allucinogeno molto venduto al tempo che si
pensava avesse doti di espansione della mente.

Il movimento per l’emancipazione dei neri invece, dopo una prima fase pacifista sotto la
guida di Martin Luther King, diede vita anche ad azioni violente con l’avvento del Black
Power il cui leader era Malcom X.

Tra i maggiori interpreti del pacifismo e della solidarietà tra i popoli ci furono famosi
esponenti del mondo musicale come Joan Baez, John Lennon e Bob Dylan. Di
quest'ultimo bisogna necessariamente citare la sua "Blowin' in the Wind", mentre di Joan
Baez è passata alla storia l’interpretazione di “We shall overcome”, la canzone che
accompagnò la mitica marcia di Luther King

EUROPA
Il movimento si diffuse ben presto anche in Europa, dove assunse carattere ancora più
politicizzato, richiamandosi al marxismo e contestando l'autoritarismo dello stato borghese
e l'imperialismo americano.

FRANCIA:
In Francia la protesta assunse toni molto violenti nel maggio del 1968 e parve trasformarsi
in rivolta contro lo stato. Essa ebbe origine a causa di un progetto governativo di riforma
delle università che l’avrebbe resa più selettiva secondo criteri favorevoli alle industrie che
richiedevano personale altamente qualificato e specializzato, soprattutto nelle nuove
tecnologie.
La protesta si allargò rapidamente e il 22 marzo prese il via il movimento più noto tra quelli
sorti nella primavera del 1968 capeggiato da un giovane anarchico, Daniel Cohn-Bendit
che denunciava l'esistenza di un'unica condizione di oppressione che accomunava
studenti e operai.

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Il momento di rottura è rappresentato dall’occupazione della Sorbona da parte degli
studenti, i quali si scontrarono violentemente con le forze dell’ordine. Le organizzazioni
studentesche proclamarono uno sciopero generale che rappresenta il momento culmine
della rivolta e anche il più pericoloso per lo Stato in quanto alla protesta aderirono anche
milioni di lavoratori in tutto il paese. La Francia era ormai paralizzata.
Fu a questo punto che la situazione venne presa in mano da Charles de Gaulle, un ex
generale dell’esercito francese che militò durante la seconda guerra mondiale. De Gaulle
riuscì a superare il momento di crisi, vinse le elezioni facendo perno sull’opinione pubblica
moderata e immediatamente rispose al movimento studentesco con una riforma oculata
riguardante le università. In seguita a questa sua azione le contestazione andarono pian
piano scemando.

GERMANIA:
Anche in Germania come in Francia gli studenti denunciavano il corpo accademico
accusandolo di "regime oligarchico", respingevano i seminari e le assurde prove d'esame.
Il movimento studentesco tedesco tentò di far seguire alle occupazioni delle facoltà e alle
manifestazioni di piazza un'intesa col movimento operaio, promuovendo iniziative contro la
presenza di basi militari degli Stati Uniti sul suolo della repubblica federale e cercando di
orientare i lavoratori verso una prospettiva anti-capitalistica, ma senza successo. A
beneficiare della contestazione giovanile fu la Socialdemocrazia, interrompendo la
ventennale egemonia governativa democristiana con le elezioni del 1969; mentre per il
movimento cominciò il declino.
Bisogna però sottolineare che in Germania le contestazioni furono più brevi e contenute
come probabile conseguenza dell’impostazione culturale che ha da sempre caratterizzato
la popolazione tedesca.

ITALIA:
La presenza di giovani operai a fianco degli studenti fu la caratteristica anche del
Sessantotto italiano, il più intenso e ampio tra tutti quelli dell'Europa occidentale assieme a
quello francese. In Italia la contestazione fu il risultato di un malessere sociale profondo,
accumulato negli anni sessanta, dovuto al fatto che il cosiddetto boom economico aveva
giovato perlopiù alla borghesia e non era stato accompagnato da un adeguato aumento
del livello sociale ed economico delle classi meno abbienti.
La contestazione fu attuata con forme di protesta fino ad
allora sconosciute per la nazione: vennero occupate
scuole e università e vennero organizzate
manifestazioni che in molti casi portarono scontri con la
polizia .

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Il 24 gennaio 1966 avvenne a Trento la prima occupazione di una università italiana ad
opera degli studenti che occuparono la facoltà di Sociologia.
Ma le due più grandi situazioni di disagio ci furono a Milano e Torino nel Novembre 1967.
Nel primo caso gli studenti, guidati da Mario Capanna, occuparono l’Università Cattolica
del Sacro Cuore dopo che venne deciso un aumento delle tasse universitarie. A Torino
invece l’occupazione fu causata dal trasferimento della facoltà di architettura alla Mandria,
una sede periferica molto disagiata. Entrambe le università vennero subito sgomberate
dalla Polizia.

Questo episodio non venne però dimenticato, anzi prendendo proprio come esempio gli
avvenimenti di Milano e Torino moltissimi altri studenti di altre città Italiane incominciarono
ad occupare le proprie università. Si ricordano in particolare i disordini di Valle Giulia nel
Marzo 1968, durante i quali gli studenti romani si scontrarono molto violentemente con le
forze dell’ordine in seguito alla loro volontà di occupare la sede di architettura. A differenza
delle altre volte gli studenti non si dispersero e ingaggiarono una vera e proprio guerriglia
nella quale rimasero ferite 200 persone tra cui 47 universitari.

Nonostante la situazione fosse incandescente le organizzazioni sindacali tradizionali


riuscirono a controllare il movimento e a sfruttarlo per ottenere miglioramenti salariali e
organizzativi con nuovi contratti .
Per quanto riguarda invece gli sbocchi politici, il movimento operaio e studentesco non
ottenne grossi risultati, né spostò gli equilibri elettorali. Furono approvate limitatissime
riforme nel campo dell'istruzione.

CECOSLOVACCHIA: In Cecoslovacchia si era realizzato un originale tentativo di rendere


democratico il sistema stalinista. Il progetto riformatore prevedeva l'allargamento della
partecipazione politica dei cittadini e la ristrutturazione dell'economia, con la rinuncia del
potere assoluto da parte dello Stato. A sostenere questo tentativo ci fu proprio il
movimento politico e culturale della Primavera di Praga. L’obbiettivo era quindi riformare
dall’interno lo Stato, salvandone le istituzioni fondamentali ma introducendo alcune riforme
economiche e politiche liberali. Le riforme ipotizzate si dividono in tre punti principali:
introduzione in alcuni settori economici di forme di mercato e di iniziativa individuale;
allargamento della libertà di parola e di stampa, maggiore rispetto dei diritti della persona
da parte dello Stato socialista.
Tuttavia, nel timore che questo processo di democratizzazione contagiasse anche gli
altri paesi del blocco sovietico, l'Unione Sovietica decise di soffocare con la forza il
movimento di riforma. Nell'agosto 1968, l'invasione armata della Cecoslovacchia,mise
bruscamente fine alla Primavera di Praga.

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E’ d’obbligo ricordare che fu questo il momento durante il quale il giovane Jan Palach si
suicidò dandosi fuoco in piazza San Venceslao a Praga.

[ PRAGA, Piazza S.Venceslao: monumento a Jan Palach ]

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L’ideologia che caratterizzò i moti del ’68 aveva una corrispondenza nel pensiero dei
filosofi della Scuola di Francoforte, in particolare in quello di Herbert Marcuse.

HERBERT MARCUSE

[ Herbert Marcuse ]

Marcuse e’ un filosofo del ‘900 appartenente alla scuola di pensiero di Francoforte. Questa
corrente filosofica è di stampo Marxista e la linea comune a tutti coloro che ne aderirono è
la così detta “critica della società presente” caratterizzata da un continuo passaggio da
pessimismo a utopia.

Già agli inizi della sua filosofia si può notare una sostanziale differenza tra Marcuse e
Marx. Infatti se per Marx il lavoro è la più alta forma di realizzazione dell’uomo per
Marcuse il lavoro è di per se un’alienazione da cui l’uomo deve liberarsi. Partendo da
questo concetto inizia criticare la moderna organizzazione industriale che a suo parere
porta alla limitazione totale della libertà.

Marcuse poi tende a generalizzare questa sua idea fino ad arrivare a dire che il mondo è
un sistema totalitario, meccanizzato e standardizzato che produce il conformismo e non
lascia spazio ad iniziative autonome. Al dominio totale si può contrapporre solamente il
rifiuto totale affiancato e sostenuto dalla cura delle arti come la filosofia e la letteratura.

Nella sua opera forse più nota “ L’uomo a una dimensione “ il filosofo tedesco torna
indietro sulle sue idee, passando da una visione utopistica a una visione più pessimista.
Infatti in questa opera Marcuse scrive che anche le arti sono state assorbite dalla logica
consumistica del sistema. La scienza e la tecnica hanno portato dei miglioramenti, ma
hanno uniformato tutto il mondo creando così un falso benessere.

Marcuse muove anche delle critiche alle filosofie di moda, come il neopositivismo,
affermando che esse si limitano a descrivere i fatti senza analizzarli, e accusandole di aver
dimenticato il vero ruolo della filosofia.

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Probabilmente il filosofo è stato influenzato da alcuni eventi politici come la sempre più
netta divisione tra blocco capitalista e blocco comunista e dalla delusione che scaturì in lui
quando capì che anche dopo la morte di Stalin l’URSS rimase comunque un regime
totalitario che tradiva le idee marxiste. Per questo motivo afferma che non vi è differenza
tra capitalismo e totalitarismo.

Marcuse pensa che l’unica prospettiva di liberazione possa venire solamente da coloro
che non sono ancora stati inglobati dal sistema, e questi sono gli studenti, il terzo mondo e
i disoccupati. Non bisogna quindi meravigliarsi se “L’uomo a una dimensione” e altri scritti
conobbero un successo incredibile durante le contestazioni del ’68 che dilagarono in
Europa e Stati uniti.

Lo stesso filosofo prese parte attiva alle agitazioni in America, soprattutto a Berkeley, dove
insegnava, ma criticò duramente sia le forme violente di protesta sia il fatto che molti si
illudevano di poter cambiare il sistema solamente con un movimento spontaneo e con
manifestazioni isolate. Quello che lui auspicava era un movimento internazionale e
simultaneo, ben organizzato e di ampio respiro che potesse portare ad un mutamento
radicale della mentalità. Passato il periodo delle rivoluzioni, Marcuse auspicava la nascita
di una nuova sinistra, ma negli anni ’70 prese le distanze dal partito in quanto non
apprezzava gli atti terroristici messi in atto dalla sinistra.

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Il mito dei Beatles è vivo ancor oggi come testimonia il fatto che a più di quaranta anni di
distanza i loro dischi vengono ascoltati non solo da nostalgici ormai maturi ma anche da
giovani, persino bambini. Prova ne è il balzo in testa alle classifiche mondiali di alcuni degli
album rimasterizzati in digitale. Basta ascoltare quei dischi per capire il perché di un
successo intramontabile: alcune canzoni sembrano scritte ieri; sono degli anni Sessanta e
paiono non accusare il peso del tempo.
Ai Beatles è stata assegnata una quantità innumerevole di premi e riconoscimenti. La
rivista “Variety” li colloca in prima posizione tra le 100 più rilevanti icone del XX secolo.

[Francobollo dedicato a “ Yellow submarine”]

I comuni criteri di analisi non bastano a spiegare il loro successo artistico e l’impatto
mediatico. Il loro passaggio nella storia degli anni 60 ha qualcosa di magico che è ancora
oggetto di studio di università , psicologi e addetti del settore.

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