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ARCHEOLOGIA E CITTÀ:
RIFLESSIONE SULLA VALORIZZAZIONE
DEI SITI ARCHEOLOGICI IN AREE URBANE
a cura di
PALOMBI EDITORI
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Archeologia e Città:
Riflessione sulla valorizzazione dei siti archeologici in aree urbane
Atti del Convegno internazionale tenuto a Roma
presso il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, l’11 e il 12 febbraio 2010
A cura di
A. Ancona, A. Contino, R. Sebastiani
Soprintendente
Mariarosaria Barbera
Testi di
C. Aguarod Otal, A. Ancona, P. Baldassarri, J. Beltrán de Heredia
Bercero, A. Bottini, M. Barbera, A. Capodiferro, L. Capodiferro,
A. Contino, M. Cultraro, L. D’Alessandro, C. Delogu, R. Erice
Lacabe, C. Gialanella, P. Lanciano, M.-O. Lavendhomme, M. G.
Maioli, D. Manacorda, F. Morandini , A. Philippon, M.
Piranomonte, P. Quaranta, A. Ribera i Lacomba , F. Riccio, F. Rossi,
G. Scichilone, M. Sorti, G. Tortelli, N. Tsoniotis, L. Vendittelli.
IL COMPLESSO RAPPORTO TRA ANTICO E MODERNO NELLE METROPOLI CONTEMPORANEE: IL CASO DI ROMA
Angelo Bottini 5
TAVOLE A COLORI 55
CITTÀ INVISIBILI E VALORIZZAZIONE A DISTANZA: L’ESPERIENZA DEL MUSEO VIRTUALE DELL’IRAQ 237
Massimo Cultraro – Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali
CONCLUSIONI 245
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ: BRESCIA.
DAL MUSEO DELLA CITTÀ ALL’AREA ARCHEOLOGICA
DELLE DOMUS DELL’ORTAGLIA
Francesca Morandini*1; Filli Rossi*2; Giovanni Tortelli*3
*1 Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia
*2 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
*3 Giovanni Tortelli-Roberto Frassoni - architetti associati
Il contesto e le indagini Dal 1998, nel frattempo, era stato aperto il Museo della
città, nel quale è possibile ripercorrere la storia di Brescia
Spesso le indagini archeologiche in un centro urbano a dalla fine del IV millennio a.C. sino all’età veneta. Nella
continuità di vita impongono tempi e soluzioni lontani da stesura dell’ordinamento e nella sua declinazione negli spazi
quanto si vorrebbe fare per rendere la città antica, o quanto museali, si è lavorato tenendo conto di quest’area archeologica
resta di essa, visibile e dialettica con quella contemporanea. a ridosso del chiostro settentrionale, nella speranza di poter
A Brescia, tra il 2000 e il 2003, è stata possibile un’esperienza inserire la Domus nei percorsi del museo stesso.
decisamente poco comune e fortunata, favorita da determinate Nel 2000 è stata quindi aperta una trincea di verifica
condizioni urbanistiche e monumentali, oltre che dall’occasione del deposito archeologico verso Sud, i cui risultati hanno
di lavori in corso per il completamento del Museo della città, incoraggiato per uno scavo estensivo in continuità con le
proprio a ridosso dell’ortaglia dell’antico monastero benedettino strutture note.
femminile, sede appunto del museo, dal 2011 iscritto nella L’obiettivo di valorizzazione del contesto è stato sin da
Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, con la rete I subito condiviso da Comune di Brescia e Soprintendenza
Longobardi in Italia. I Luoghi del potere (568-774 d.C.). per i Beni Archeologici della Lombardia, ed è divenuto
In quest’area, sui resti del quartiere di età romana ormai oggetto di una convenzione specifica tra le due istituzioni.
collassato e parzialmente spoliato, venne edificato intorno alla A queste si è aggiunta la Fondazione CAB, già partner attivo
metà dell’VIII sec. d.C., per volontà di Desiderio, ultimo re nei lavori di realizzazione del museo.
del popolo longobardo, e della moglie Ansa, il complesso Oltre all’approfondimento delle conoscenze sulle Domus
monastico di San Salvatore-Santa Giulia. – interesse quindi scientifico –, obiettivo prioritario del
La presenza di questo insieme di edifici monumentali ha lavoro è stato la conduzione di uno scavo che puntasse a
sigillato il deposito archeologico nell’area, venendo così a mettere in evidenza livelli significativi e comprensivi, che
determinare, all’interno dell’attuale centro urbano, un caso unico permettessero di presentare il complesso in modo organico
per la conservazione delle strutture e per la sequenza stratigrafica, e completo. L’indagine dei livelli più antichi e precedenti il
ripercorribile dall’età del ferro sino all’età rinascimentale. contesto residenziale si è limitata, pertanto, a finestre
All’interno del complesso monastico, dopo interventi di stratigrafiche già presenti quali, ad esempio, i segni lasciati
scavo, manutenzione conservativa e allestimenti, è stato aperto dai mezzi meccanici nei momenti iniziali del cantiere che
nel 1998 il Museo della città, al quale il progetto dell’Ortaglia hanno portato alla scoperta delle Domus negli anni ’60.
è strettamente legato. Si è cercato inoltre di rendere i visitatori del museo
In particolare indagini archeologiche erano state condotte partecipi del processo di scavo, restauro e musealizzazione,
negli anni ’50 al di sotto della chiesa longobarda di San Salvatore attraverso attività specifiche quali, ad esempio, visite al
e, in maniera estensiva, tra il 1980 e il 1992 in diversi spazi cantiere, laboratori didattici, incontri con l’archeologo e il
del complesso monastico, tanto che il cantiere di Brescia, restauratore.
unitamente a quello degli Uffici Giudiziari di Verona e della La natura del contesto e i tempi molto stretti tra le
Linea 3 della Metropolitana di Milano costituì, all’epoca, uno operazioni di scavo e la musealizzazione, prevista entro un
caso esemplare di archeologia urbana. determinato tempo, hanno imposto scelte strategiche che
Tra il 1968 e il 1971, nello spazio compreso tra il complesso si sono rivelate – a nostro avviso – felici e molto efficaci.
monastico e le antiche mura urbiche, venne riportata in luce Sin dal saggio del 2000 si aveva la consapevolezza della
casualmente un’abitazione di età imperiale, protetta poi da presenza di numerosi crolli di pareti, soffitti e pavimenti dei
una semplice struttura e mai aperta al pubblico, se non in piani superiori, fondamentali per la ricostruzione delle strutture
occasioni particolari. delle Domus e della storia delle stesse. A questo proposito è
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
fig. 2. Brescia, Strutture di epoca romana rinvenute nell’area del monastero di Santa Giulia (GTRFaa, Alessandro Polo)
stata fatta la scelta dall’inizio dei lavori di affiancare all’archeologo cogliere con immediatezza le principali caratteristiche di
un restauratore, in modo tale da individuare per ogni singolo questa categoria architettonica, che nell’ambito della cultura
caso la strategia più opportuna: preconsolidamento e rimozione romana assunse forme specifiche.
o consolidamento in situ; questa presenza ha garantito un Si tratta di due abitazioni di elevato tenore, nelle quali
corretto recupero dei materiali e delle informazioni a essi è possibile seguire i percorsi d’uso all’interno di portici,
connesse, determinanti per alcune scelte espositive successive. cortili, scale, corridoi, ambienti e spazi verdi, nelle quali,
Fondamentale inoltre è stata un’altra presenza costante grazie alla posizione rispetto alla casa e alle ampie porzioni
in cantiere: quella dell’architetto progettista. Il contatto conservate degli apparati decorativi, sia parietali sia
costante tra archeologo, restauratore e architetto, la pavimentali, è possibile ipotizzare la funzione della maggior
valutazione condivisa di quanto progressivamente emergeva parte dei vani. L’alto grado di conservazione delle strutture
dalle indagini, le scelte da affrontare in merito ala ha garantito, inoltre, la sopravvivenza di buona parte della
conservazione, hanno determinato gradualmente quello che rete dei servizi funzionali alla vita delle Domus quali il sistema
sarebbe divenuto poi il progetto esecutivo di realizzazione di riscaldamento, le soluzioni di deumidificazione e le diverse
del nuovo edificio che avrebbe protetto e resa visitabile l’area modalità di adduzione e scarico delle acque.
archeologica. Il lavoro integrato e lo scavo stesso hanno Infine, la lunga durata nel tempo di queste due abitazioni,
quindi tracciato le linee guida del progetto. dall’inizio del I sino al IV sec. d.C., ha fatto sì che nelle
strutture portate in luce siano riscontrabili le dinamiche
Le Domus dell’Ortaglia di Santa Giulia costituiscono un edilizie intimamente connesse con l’uso della casa quali, ad
osservatorio privilegiato, nella forma e nella sostanza, per esempio, modifiche o rifacimenti degli apparati decorativi
lo studio dell’articolazione spaziale di abitazioni di età per adeguamento alle mode vigenti, unione o frazionamento
imperiale e degli apparati decorativi che ne ornano gli di vani, divisioni e alienazione della proprietà.
ambienti; seppure a Brescia siano stati portati in luce estesi
contesti residenziali, tuttavia questo dell’Ortaglia resta l’unico Le due abitazioni sono state denominate Domus di Dioniso
completamente visibile, dove l’estensione agevola la e Domus delle fontane per la caratteristica più evidente presente
comprensione del contesto e il visitatore del museo può in esse: un riquadro in mosaico policromo figurato con il dio
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
fig. 3. Brescia, il cantiere di scavo dell’Ortaglia aperto nel 2002, a sud fig. 4. Brescia, Domus dell’Ortaglia, una delle pareti decorate ad affresco
delle strutture già note (Fotostudio Rapuzzi) in stato di crollo, poi recuperata ed esposta in corrispondenza del muro
antico (Fotostudio Rapuzzi)
Dioniso al centro del triclinio nel primo caso e la frequenza che si apre direttamente sul lato orientale del cortile: nel
di fontane al centro degli ambienti nel secondo. mosaico pavimentale bicromo a schema geometrico spicca
Se la Domus di Dioniso, di dimensioni contenute (circa con evidenza il riquadro policromo figurato centrale, rivolto
300 mq ipotizzabili, di cui 190 mq visibili), ha il piano terra a favore di chi soggiornava nella stanza di ricevimento, con
su un unico livello, la Domus delle fontane invece, più estesa il dio Dioniso che abbevera una pantera tramite un rithòn.
(circa 628 mq ipotizzabili, di cui 510 mq visibili e con un Altri motivi legati a Dioniso e al vino, elemento base del
andamento planimetrico a L), include al suo interno diverse convivio, si inseriscono policromi nello schema rigoroso e
quote pavimentali che movimentano i rapporti tra i vani. austero di fondo. Alle pareti, al di sopra di uno zoccolo a
Questa situazione doveva ripercuotersi anche sulle falde fondo nero con piante e passeri, sono inseriti riquadri con
delle coperture, favorendo in questo modo l’illuminazione paesaggi bucolici alternati a fondali marini ricchi di pesci
all’interno delle abitazioni, diversamente garantita solamente e crostacei, secondo una tendenza pittorica arcaicizzante
dai cortili, spesso unica fonte di luce nella casa romana. che nasce proprio nel II sec. d.C. e recupera modelli
Verso Est, oltre le due abitazioni, si estendevano spazi pompeiani mescolati con vivace eclettismo. A ridosso del
verdi ameni (viridarium) e produttivi (hortus) verso le mura triclinio erano ubicati due vani di servizio: la cucina, con
urbiche che, edificate in età augustea, segnavano il limite le tracce di un bancone lapideo sul quale venivano stese le
della città. braci per cuocere i cibi, e un ambiente dotato di ipocausto
Le due Domus sono in continuità tra loro e condividono in diretto collegamento con la cucina stessa, per favorire il
il muro che ne segna il discrimine; cosa non rara, riscontrabile caricamento del combustibile. Quest’ultimo era quindi
anche nella vicina area di Santa Giulia, ma, dove possibile, riscaldato e doveva fungere da “stufa” per gli ambienti
evitata in antico per ragioni di sicurezza. contigui e per quelli del piano superiore, dove irraggiava il
La Domus di Dioniso ha uno schema distributivo molto calore.
semplice, centripeto rispetto alla corte scoperta, raggiungibile A differenza di questa Domus, scavata alla fine degli anni
tramite un accesso lastricato, derivato dal cardo che risaliva ’60 e cristallizzata da interventi conservativi massicci volti
le pendici del colle. Il cortile era la fonte di luce, lo snodo a privilegiare la fase decorativa di II sec. d.C., nella Domus
dei percorsi di fruizione, il punto di salita al piano superiore; delle fontane, grazie alla metodologia seguita in fase di scavo
era il luogo nel quale arrivava l’acqua corrente, enfatizzata e di restauro e alla recenziorità dell’intervento, è stato possibile
dall’affresco di paesaggio nilotico alla parete, davanti alla individuare numerose fasi di vita, per un arco cronologico
quale era posta una vasca lapidea. La cronologia, fissata che si estende dall’inizio del I sec. d.C. sino alla fine del III
all’età adrianea dagli interventi di restauro degli anni ’70, se non al IV sec. d.C. La Domus ha una planimetria disposta
è confermata anche dall’insieme decorativo del triclinio, a L coricata e cinge la Domus di Dioniso sui lati Sud e Est;
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
fig. 5. Brescia, planimetria della Domus di Dioniso e della Domus delle Fontane nella fase di III secolo d.C. (GTRFaa, Alessandro Polo)
elemento portante per il blocco meridionale è un ampio concentrati soprattutto sulle pareti di alcuni vani che vengono
cortile lastricato, sul quale si aprono numerosi vani, mentre isolati dal resto della casa e probabilmente venduti,
il blocco che si sviluppa in senso Nord-Sud, caratterizzato trattandosi di quelli più esterni, verso il cardo.
da un notevole dislivello, è disposto lungo un passaggio
mosaicato in leggera pendenza che garantisce il collegamento Per quanto riguarda la manutenzione conservativa ci si
tra ambienti meridionali e ambienti settentrionali. L’accesso è limitati a un intervento che potremmo definire “da campo”,
avveniva dal cardo, tramite un passaggio lastricato che si un restauro preliminare essenziale, costituito prevalentemente
apriva con un portico sul cortile principale. da puliture superficiali e consolidamenti. Il completamento
Nella prima età imperiale il cortile della Domus doveva è avvenuto solamente un anno dopo la realizzazione della
essere più esteso e privo di lastricatura, in fase con alcuni copertura, che ha inevitabilmente modificato le condizioni
ambienti pavimentati in cementizio e con l’impluvio ambientali delle strutture antiche. Allora è stato possibile
quadrato, forse relitto della primitiva sistemazione della affrontare interventi specifici, dopo aver valutato le reazioni
casa. Tra I e II sec. d.C., probabilmente per le mutate esigenze delle strutture ai nuovi parametri di condizionamento, ed
dei residenti e per l’introduzione di migliorie, vennero è stato possibile anche in questa fase coinvolgere i visitatori,
eseguiti lavori di ristrutturazione che portarono al parziale per i quali l’area è sempre rimasta accessibile e con un nuovo
tamponamento del portico di accesso, alla chiusura elemento di interesse: i restauratori al lavoro e a disposizione
dell’estremità occidentale del cortile, all’unione di alcuni dei visitatori per ogni eventuale curiosità e approfondimento.
vani per ottenere significativi spazi di rappresentanza e, A distanza di qualche tempo si è inoltre concluso il lavoro
infine, all’allacciamento della Domus all’acquedotto cittadino di ricomposizione di uno dei soffitti crollati portati in luce.
con l’inserimento dell’acqua corrente non solo come utilità, Grazie alle modalità di recupero sul campo è stato possibile
ma soprattutto come elemento di arredo. Nel corso del III ricostruire integralmente il soffitto, che è stato posizionato
sec. d.C. si registrano gli interventi decorativi più tardi, a soffitto in corrispondenza del vano di appartenenza,
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
fig. 10. Il soffitto della Vittoria in volo durante le operazioni di esiti o campi di applicazione del modello del museo diffuso
montaggio in laboratorio (Archivio Musei d’Arte e Storia di Brescia) in cui i vari elementi, i paesaggi come le chiese o i mosaici
e le strutture antiche sono strettamente legati da una
Riflessione sulla valorizzazione dei siti archeologici in aree relazione profonda che supera la separazione tra i rispettivi
urbane confini fisici. Si recupera, come sappiamo, in questo modo
non solo il senso reale, storico, del bene, la sua natura
Conoscenza, valorizzazione, integrazione nella città complessa, ma anche la capacità di produrre emozione,
Nei due contributi precedenti è stata fornita l’occasione senso di appartenenza in chi lo attraversa. Da qui l’innesto
per sperimentare nel concreto i passaggi, le dinamiche e nel tessuto moderno della città, il passato che viene recuperato
anche le problematiche di una possibile politica di nel presente e che può così diventare, con le sue tracce
valorizzazione delle aree archeologiche in ambito urbano. materiali, elemento visivo che caratterizza lo spazio.
Si è partiti dalla condivisione, tra enti di tutela e L’intervento delle domus recuperate in situ nel museo di
amministrazioni locali, degli obiettivi e del metodo: prima Santa Giulia è un esempio di questo approccio fatto di
di tutto la conoscenza, la comprensione cioè, attraverso lo diversi stadi, dalla conoscenza alla valorizzazione, attraverso
scavo, del significato delle emergenze antiche nella città; il restauro e la comunicazione, tutti indispensabili alla
poi la valorizzazione del bene culturale nel suo contesto; costruzione dell’obiettivo finale.
infine l’assimilazione di questo valore nel vissuto della città Ma altri interventi effettuati a Brescia negli ultimi anni
moderna, attraverso strumenti adatti a comunicarne il sono stati impostati nella stessa ottica. La loro cifra comune,
significato, per trasformare effettivamente il bene culturale peculiarità che è peraltro di moltissime città italiane, sta nelle
in bene pubblico. testimonianze fisiche della presenza romana e medievale,
Su questa linea, condivisa finora con l’amministrazione eloquenti nella loro monumentalità e legate insieme da un filo
civica di Brescia e con le fondazioni private che ne hanno ideale che le salda al tessuto storico e culturale dell’epoca a cui
sostenuto gli sforzi, è stato possibile realizzare la sezione appartengono, raccontandone vicende e destini, ma anche alla
delle Domus dell’Ortaglia nel museo, un progetto integrato trama urbana che le accoglie. Questa è costituita dagli edifici
nel pieno senso del termine. storici di maggiore rilievo della città, le chiese e i palazzi nobiliari
Ulteriore punto di forza di questa collaborazione tra che tra il 1500 e il 1800 sorsero nel centro storico, costruendo
enti, tra pubblico e privato, è stata la scelta, anche questa appunto le loro fondamenta sui resti di edifici e monumenti
condivisa, di costruire non un evento effimero ma il nuovo di età romana, accogliendone le testimonianze architettoniche
tassello di una istituzione culturale permanente, confermando nelle mura perimetrali e nelle grandi sale e cantine sotterranee,
così il ruolo educativo e sociale dell’archeologia oltre alla con effetti di particolare fascino.
sua missione di conservare integri nel tempo il patrimonio La presenza e la leggibilità dei resti antichi, recepita
del museo e della città. con naturalezza, anzi spesso volutamente sottolineata ed
esaltata nelle planimetrie e nel progetto architettonico
Il modello del museo diffuso a Brescia degli edifici tardo medievali e rinascimentali, costituisce
Anche per Brescia la valorizzazione delle aree un importante valore aggiunto dei percorsi museali in
archeologiche urbane è stata avvertita come uno dei possibili città.
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
fig. 12. Brescia, Domus dell’Ortaglia, la nuova architettura che ospita i fig. 13. Brescia, Domus dell’Ortaglia, la grande fora aperta sul prospetto
resti delle Domus vista dal parco archeologico (Foto orch. Fulvio Orsenigo Est, verso le mura urbiche augustee (Fotostudio Rapuzzi)
e Alessandra Chemollo)
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
fig. 15. Brescia, Domus dell’Ortaglia, gli ambienti della Domus “di
Dioniso” visti dalla passerella (Fotostudio Rapuzzi)
moderna, alla luce del più ampio quadro storico della città
e delle sue trasformazioni nel tempo. Anche in questo caso
l’intreccio archeologico e la complessità stratigrafica che
saldano insieme le strutture verranno preservate, dove
possibile, in quanto peculiarità non secondaria del contesto
e della sua immagine storica. fig. 16. Brescia, Domus dell’Ortaglia, particolare del soffitto della Vittoria
Altra prospettiva che vorremmo recuperare nella in volo ricomposto e riposizionato in corrispondenza dell’ambiente d’origine
valorizzazione dell’area è la memoria della tradizione civile (Fotostudio Rapuzzi) (Tav. 26)
e culturale, che a partire dal 1800 si è concentrata intorno
a questo luogo-simbolo. Non vorremmo confinarla nel oltre che, allora come oggi, una sfida, architettonica,
capitolo “Storia degli Studi” di un prossimo volume ma concettuale e museologica.
adottarla come filtro attraverso cui progettare il futuro uso Queste le parole degli studiosi e degli amministratori
dell’area, il suo ruolo nella città contemporanea. dell’epoca: “riconosciuta generale la necessità di mettere
Nel 1823 la comunità bresciana, sull’onda certo di una ordine e custodire con sicurezza tutti gli oggetti meritevoli
tendenza che già dalla fine del ’700 - inizi ’800 attraversava di essere conservati nel Museo... e la convenienza per ogni
l’Europa e l’Italia, ma anche per una concreta e lungimirante riguardo di costruirlo nel luogo degli scavi”.
visione dell’importante realtà archeologica della città, decise E ancora: “nulla sarà in esso di esotico, ossia accattato
di costituire il primo Museo Patrio non in un luogo a caso, altrove...sarà formato e arricchito soltanto dalle proprie
ma precisamente nel Capitolium, nell’area dei santuari cittadine e provinciali ricchezze” e infine “quanto ci rimane
pubblici, lì dove si concentravano le massime potenzialità di antico tutto può divenire utile solo che si prenda ad
archeologiche visibili all’epoca. esaminarlo ne’ suoi giusti rapporti, solo che lo esamini
Fu una intuizione estremamente illuminata e moderna, l’occhio intelligente”.
nata in un periodo di grande fermento per la vita culturale Colpisce anche l’unanimità dietro quell’iniziativa, che
cittadina; ma soprattutto essa riuscì a esplicitarsi in rapide riunì politici, amministratori e intellettuali intorno allo
iniziative concrete che la trasformarono in una scelta stesso progetto, consentendone la realizzazione: la
compiuta e ancora oggi, a distanza di circa duecento anni, Congregazione Municipale invitò il maggiore circolo
condivisibile nei presupposti e nel metodo. L’idea di costruire culturale della città, l’Ateneo, a farsi promotore di una storia
il primo museo della città sopra e dentro un’area archeologica di Brescia “depurata con le regole di sana critica...al che
complessa e di raccogliervi dentro le testimonianze saranno di sommo giovamento le scoperte fattesi in progresso
archeologiche dal sito e dal territorio resta ancora oggi una d’indizi o rimasugli di fabbriche antiche, di lapidi con
bella idea di valorizzazione, nel senso più ricco del termine, interessanti iscrizioni ecc.” L’Ateneo accettò con entusiasmo
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
fig. 18. Il Capitolium e piazza del foro nel cuore del centro storico di Brescia
e dette avvio agli scavi che furono finanziati con una pubblica
sottoscrizione, a cui parteciparono gli enti e molti privati
cittadini. Tra il 1823 e il 1827 gli scavi furono ultimati,
impegnando architetti, storici, artisti come Vantini, Basiletti,
Labus.
Un esemplare concetto di valorizzazione impostata
all’interno di un organico progetto di tutela, l’antico e il
moderno come fasi di un unico svolgimento, la cui
circolarità era all’epoca, come oggi, rappresentata dal fig. 19. Ricostruzione virtuale del foro di Brescia in età romana (Studio
contenitore stesso, dall’immagine neoclassica di un tempio Carraro)
che diventa museo.
Il nostro lavoro dei prossimi mesi vorrebbe dare un L’idea di dover valorizzare ciò che si è scoperto, in
seguito coerente a queste intuizioni. quanto restituzione dovuta alla collettività, come valore
aggiunto al contesto urbano ma anche come
Archeologi e valorizzazione riconoscimento del suo spessore storico e come possibile
L’esperienza di Brescia e le altre che ci sono state illustrate motore del suo sviluppo, è riemersa con forza, come una
in questo convegno ci pongono di fronte alla realtà della naturale e positiva reazione, dopo gli anni delle grandi
crescita diffusa di un nuovo senso della città da parte dei campagne di archeologia urbana nell’ultimo ventennio
cittadini, una svolta positiva, dopo il lungo periodo del secolo scorso, campagne attuate in occasione delle
precedente segnato da radicali trasformazioni e spesso da grandi trasformazioni dei centri storici.
veri e propri saccheggi del tessuto urbano. Per noi archeologi di Soprintendenza la realtà quotidiana
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
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ARCHEOLOGIA E CITTÀ • Siti archeologici in area urbana: l’esempio italiano
fig. 22. Brescia, prospetto dell’edificio nel quale si conservano i resti della
fig. 21. Brescia, illustrazione grafica della sequenza stratigrafica in Piazza basilica del I secolo d.C., oggi sede del Nucleo Operativo della
del Foro Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
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Archeologia e città: Brescia. Dal Museo della città all’area archeologica delle Domus dell’Ortaglia
“minori”, spesso senza fondi, unicamente con il sostegno I risultati sono senz’altro meno vistosi dei casi illustrati in
dei privati che, più spesso di quanto non si creda, sono questo convegno e spesso destinati a rimanere meno visibili
disposti a valorizzare quanto scoperto negli scavi rinunciando all’opinione pubblica; ma il loro impatto sulla crescita e diffusione
a realizzare, in parte o del tutto, il loro progetto. Potrebbe di una nuova e autonoma consapevolezza rispetto al valore del
essere l’oggetto di un altro convegno. patrimonio culturale diffuso della città è davvero rilevante.
Filli Rossi
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