PAPER

WORKING

Anno 1, Numero 2 - Luglio 2010

ABSTRACT
This second Working Paper, published by the Italian
Center for the Study of Political Islam (CISIP), will
observe the nature of the variuos movements which
actually operate in Yemen. Making a deep difference
between the Islamic movements related to the Muslim
Brothers and the other organizations linked with al-
Qaeda, we will try to analyze this difficult and really
complex reality. A reality where not only the Islamic
religion plays a fundamental role in the power games
of the nation. The tribalism indeed appears the real
centre of power of the entire region which can not be
separated from the religion, or better is not possible
to separate it from the logic tribes.
In the first article, signed by Ludovico Carlino, we
dissecting the presence of al-Qaeda in the Yemen’s
territory trying to draw an overall picture about the
terroristic organization in the peninsula.
The following paper, in our second section, edited
by Marco Di Donato, observes the really nature of
the other Islamist parties located in Yemen which
are too ften represented as terroristic organizations ,
even if they do not participate to violence or armed
conflicts.
 Islam e tribalismo:
il caso dello Yemen
Congregation
for Reform Party
di Marco Di Donato
Introduzione
La penisola arabica è storicamente da considerare
come la culla della religione islamica, come il vero
luogo di nascita della terza ed ultima delle tre grandi
confessioni monoteistiche rivelate. Una regione
dove, fin dalla sua nascita, l’Islam ha dovuto
necessariamente rapportarsi con logiche di carattere
tribale entrandovi, specialmente al principio della sua
diffusione, in netto e violento contrasto. Volendoci
allora occupare di quei movimenti politici islamici
che operano all’interno dell’odierno Yemen, che di
quell’antica penisola è l’estremità più meridionale,
non potremo ignorare l’influenza dell’elemento
tribale all’interno dei giochi di potere di questa
determinata realtà geografica. Volendoci avvicinare
allo Yemen, ed intendendo soffermarci ad analizzare
nello specifico il caso del partito islamista al-
1
Taºammu¼ al-Yaman† l-il I¡l…| , bisognerà tenere
nel giusto conto il peso e l’influenza di quelle
logiche tribali, affatto scomparse, che rendono
oggi questo paese un caso del tutto eccezionale.
Ed eccezionale è nello specifico anche la realtà
concernente il partito dell’I¡l…|. Movimento che
trova le sue origini nel solco della storica tradizione
dei Fratelli Musulmani, ma che si differenzia dagli
stessi per effetto di una leadership di impronta tribale
che ne ha storicamente condizionate le politiche.
Un movimento troppo spesso confuso con realtà di
natura terroristica e che invece rappresenta uno degli
esempi più riusciti di partecipazione governativa e
di cooptazione democratica all’interno del processo
elettorale.
1 Il partito viene comunemente conosciuto con il nome di I¡l…|. La sua denominazione estesa ha moltissime traduzioni possibili in
italiano: Alleanza Yemenita per la Riforma, Unione Riformista Yemenita anche Congregazione Yemenita per la Riforma. Noi qui
ci riferiremo al partito nella nella forma semplificata che si trova sul sito internet dello stesso: Yemeni I¡l…| Party.
2 Gabriele Vom Bruck, Disputing Descent-Based Authority in the Idiom of religion: The Case of the Republic of Yemen, in Die
Welt des Islam, New Series, Vol. 38, Issue 2, July 1998, p. 154.
3 Laurent Bonnefoy, Varieties of Islamism in Yemen: The Logic of Integration Under Pressure, in Meria, Vol. 13, n. 1, March 2009,
p. 2.
2
Le radici dello Yemen Congregation
for Reform Party
Come già accennato nell’introduzione, le radici del
partito islamista yemenita dell’I¡l…| si agganciano,
almeno inizialmente, nella già consolidata tradizione
del movimento egiziano dei Fratelli Musulmani.
Fin dalla fine degli anni ‘40 i Fratelli Musulmani,
più specificamente con l’azione politica intrapresa
da uno dei suoi rappresentanti, l’algerino Fuÿail
al-Wartal…ni, provarono ad influenzare le politiche
locali sostenendo il, fallito, colpo di stato contro
l’allora regnante im…m Ya|y…. Vent’anni dopo,
durante il 1962, un altro fratello musulmano,
questa volta di origine egiziana e rispondente al
nome di ¼Abduh Mu|ammad al-Ma²l…fi, fondò
l’organizzazione islamica al-¦al†¼a. Fedele alla linea
della Fratellanza ed in particolare allineato sulle
radicali ideologie del pensatore egiziano Sayyid
Qu¥b, il nuovo movimento ebbe tuttavia vita breve
poiché nel 1967 il suo leader nonché fondatore
venne ucciso dalle truppe egiziane in ritirata dal
paese2. Sempre nel 1962 uno yemenita di nome
Ma|m™d al-Zubayri fondò anch’egli un movimento
ispirato all’ideologia dei Fratelli Musulmani egiziani
ma, contrariamente all’esperienza di al-Ma²l…fi,
egli preferì seguire la liena tracciata da ðasan al-
Bann…. Ispirandosi al modello proposto dalla prima
guida spirituale della Fratellanza egiziana, Zubayri
fondò dunque agli albori degli anni ‘60 il Partito
di Dio (dall’arabo ðizball…h) con il preciso scopo
di racchiudere all’interno dello stesso differenti
segmenti della società yemenita ed in particolare gli
intellettuali di matrice islamica e i vari leader tribali
presenti sul territorio3. Gli intenti di Zubayri furono
però drammaticamente stroncati nel 1965 quando il
leader del Partito di Dio venne assassinato.
L’idea di fondere in un sol corpo le diverse anime
della società yemenita raccogliendole sotto l’egida
del Corano, sopravvisse però al suo ideatore e

rappresentò il comune denominatore ideologico
per quei Fratelli Musulmani che operarono da
quegli anni a seguire sul territorio yemenita.
Come abbiamo infatti già anticipato, il processo di
formazione che porterà nel 1990 alla nascita dello
Yemen Congregation for Reform Party coinvolgerà
non solo i Fratelli Musulmani, ma anche diversi
leader tribali e, sorprendentemente ma non troppo,
anche svariati uomini d’affari yemeniti.
L’I¡l…|: origini e connivenze politiche
Fin dal principio l’I¡l…| ebbe un atteggiamento
decisamente conciliante nei confronti del
potere costituito. Tale atteggiamento può essere
principalmente spiegato in base alle politiche
intraprese dal suo storico leader, ¼Abdallah ðusayn
al-A|mar, ed alla sua personale vicinanza con il
presidente yemenita ¼Al† ¼Abdallah Ÿ…le|. Tale
sintonia e corrispondenza con il potere costituito
ha però comportato come inevitabile conseguenza
una scarsa e limitata crescita dell’I¡l…| dal punto di
vista più specificamente ideologico. Storicamente
il partito non ha assunto un atteggiamento critico
nei confronti dei governanti in carica e questo non
ha permesso lo sviluppo di quel confronto dialettico
necessario alla crescita politica della classe dirigente
del partito.
In questo scenario le logiche tribali hanno giocato
un ruolo fondamentale. Tanto al-A|mar quanto Ÿ…
le| vantavano la medesima origine clanica. I due
uomini politici erano infatti appartenenti alla potente
confederazione tribale degli ð…šid e addirittura al-
A|mar ne rimase a capo fino al 2007, anno della
sua morte. Già partendo da questa prima riflessione
possiamo dunque notare come all’interno della
pur variegata composizione del partito islamista
yemenita, l’asse portante sia stata storicamente
Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party
rappresentata dall’elemento tribale.
La conciliante condotta tenuta, almeno fino al 1997,
dall’I¡l…| ha permesso allo stesso di godere di un
notevole coinvolgimento all’interno dell’azione
governativa, conseguendo importanti risultati
elettorali. In particolare la costante partecipazione
nel quadro delle attività dell’esecutivo ebbe, almeno
nella sua fase iniziale, una funzione propedeutica
al fine di limitare le crescenti influenze socialiste
che andavano aumentando in termini di peso e
volume all’interno del paese. A tal fine, nel triennio
compreso fra il 1990 ed il 1993, il presidente Ÿ…le|
nominò alcuni membri dell’I¡l…| presso importanti
dicasteri: affari legali, governance locale, salute,
affari religiosi e commercio. Non solo. In quello
stesso periodo il partito islamista si aggiudicò
l’importante carica di vice primo ministro. In questa
prima fase dunque la vicinanza fra I¡l…| ed il General
People Congress (in acronimo GPC) capeggiato
dal presidente della Repubblica ¼Al† ¼Abdallah
Ÿ…le| non sarebbe potuta essere più evidente ed i
beneficii di questa durevole e solida alleanza non
sarebbero potuti essere migliori. Durante le prime
elezioni parlamentari dello Yemen unificato, l’I¡l…|
si affermò come il secondo partito della nazione,
immediatamente dopo l’irraggiungibile GPC. Nello
specifico i risultati furono i seguenti: il partito del
presidente Ÿ…le| vinse in 123 collegi elettorali,
l’I¡l…| giunse secondo assicurandosi 62 posti,
lo Yemen Socialist Party conquistò 57 seggi, gli
indipendenti se ne aggiudicarono 47, il Ba¼aÅ sette, i
tre partiti d’ispirazione Nasserista ognuno un seggio
e la compagine minoritaria al-ðaq ne conquistò solo
due.
Ad appena tre anni dalla sua nascita, l’I¡l…|
raggiunse dunque un risultato importante che non
riuscì tuttavia a mascherare l’effettiva pochezza
delle ideologie prodotte in quegli anni dal partito
islamista. In un articolo del 1993 a firma della
3
 Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party
professoressa Sheila Carapico, l’I¡l…| viene definito
alla stregua di “un matrimonio di convenienza
tra lo sceicco ¼Abdallah ðusayn al-A|mar, capo
della potente confederazione ð…šid, ed i Fratelli
Musulmani presenti nelle città yemenite4”. La
Carapico sottolinea inoltre, a conferma dell’enorme
peso della componente tribale, come la maggior parte
dei voti gudagnati dall’I¡l…| durante le votazioni del
‘93 fu ottenuta grazie alle preferenze espresse dai
vari clan appartenenti proprio alla confederazione
tribale degli ð…šid.
L’allenza, anch’essa certamente d’interesse, con il
partito del presidente Ÿ…le| portò comunque i suoi
frutti. A seguito dell‘ottimo risultato elettorale, al-
A|mar fu nominato speaker del parlamento mentre
un‘altra figura di rilievo del partito islamista, ¼Abd
al-Maº†d al-Zind…n†, divenne parte del consiglio
personale del presidente della Repubblica.Al-Zind…n†
è storicamente considerato come la guida spirituale
(muršid ¼…mm) dell’I¡l…| e dunque rappresenta le
istanze della componente religiosa del partito. Un
uomo che ha costantemente rifiutato la sottomissione
ad altre logiche che non fossero quelle imposte dalla
šar†¼a e che per tal motivo ha intrattenuto pochi o
nulli rapporti con le varie tribù locali. La sua figura
riflette per molta parte quella di altri leader religiosi
musulmani: laureatosi in Egitto presso la cattedra
di Farmacologia negli anni ‘70, diviene ben presto
delegato ufficiale della Lega Mondiale Islamica e
negli anni ‘80 viene nominato Segretario Generale
dell’Istituto per l’Inimitabilità Scientifica del Corano
e della Sunna5. Un personaggio tuttavia stimato in
modo estremamente controverso: considerato alla
stregua di un terrorista dal Dipartimento di Stato
americano, ma anche seguito come uno dei più
importanti ed autorevoli im…m del mondo islamico
dai fedeli musulmani.
L’anno successivo alle elezioni, il 1994, vide l’I¡l…|
completare appieno la sua funzione anti-socialista.
4 Sheila Carapico, Election and mass politics in Yemen, in Middle East Report, November-Dicember 1993.
5 Paul Dresch, Bernard Haykel, Steretypes and Political Styles: Islamist and Tribesfolk in Yemen, in International Journal of
Middle East Studies, Vol. 27, n. 4, p. 410.
6 Gabriele Vom Bruck, op. cit.., p. 185.7ociety and History, Vol. 33, n. 1, 1991, p. 19.
7 Per una consultazione completa di tutti gli esecutivi in carica in Yemen dal 1990 al 1998 è possibile consultare il seguente link:
http://www.al-bab.com/yemen/gov/gov2.htm#Government%20list.
4
Il partito capeggiato da al-A|mar si schierò senza
indugi al fianco del presidente Ÿ…le| nella guerra
civile che scoppiò in quello stesso anno contro le
forze socialiste presenti nel sud del paese. Una guerra
breve ma intensa che si concluse con la vittoria del
blocco governativo e la conseguente espulsione
dei leader socialisti presenti nel paese. Anche in
quest’occasione, l’I¡l…| ebbe da guadagnare per il
suo assoluto e costante supporto al presidente della
Repubblica. La drastica riduzione dell’elemento
socialista nel sud del paese permise al movimento
islamista di radicarsi in aree storicamente di fede
socialista, allargando così notevolmente la sfera
d’influenza del partito. E fu così che dal 1994 in
poi dunque l’I¡l…| si espanse a colmare il vacuum
politico e sociale creatosi nel sud della nazione in
seguito alla sconfitta delle frange socialiste6. Non
solo. La vittoriosa battaglia combattuta dal partito
contro i socialisti garantì ai militanti islamici la
nomina presso altre cariche governative: ¼Abd al-
Wah…b al-¼Ans† fu nominato vice-primo ministro,
Ý…lib ¼Abd al-K…f† al-Qirš† agli Affari Religiosi,
¼Abduh ¼Al† al-Qu¥ab† presso il Ministero
dell’Educazione, ¼Abdallah Mu|sin al-Akwa¼ venne
designato Ministro per il controllo dell’Elettricità e
dell’ Acqua, ¼Abd al-Ra|man ¼abd al-Q…dir Bafaÿl
alle Risorse Marine, NaÞ†b Sa¼†d Ýan†m alla Salute,
¼Abd al-Wah…b Lu¥f† al-Daylam† alla Giustizia,
Mu|ammad ðassan al-Damm…Þ presso il dicastero
dell’Amministrazione locale ed infine Mu|ammad
¼abd al-Wah…b al-ßub…ri al Commercio7. Secondo
alcuni studiosi però, non fu soltanto la brama di
conquistare nuove cariche governative che spinse
l’I¡l…|, ed in particolare il suo leader, a partecipare
attivamente all’interno della guerra civile del 1994.
Seguendo la suggestione proposta nello scritto di
Gabriele Vom Bruck, al-A|mar avrebbe partecipato
allo scontro armato con uno scopo ben preciso:
affermare la componente tribale all’interno del partito

a scapito delle più moderate ale islamiste8. Esponenti
religiosi e šay²9 tribali entravano in contrasto per la
gestione del potere all’interno del partito rendendo
evidente la profonda spaccatura che ha storicamente
caratterizzato il movimento fin dalla sua nascita.
Dalla collaborazione all’opposizione: il 1997
I primi anni di vita dello Yemen Congregation for
Reform Party risultarono dunque caratterizzati da
una totale coincidenza con il potere rappresentato dal
presidente della Repubblica ¼Al† ¼Abdallah Ÿ…le|.
L’I¡l…| non costituì mai una voce critica all’interno
della compagine governativa, ma finì per avallare in
toto le scelte del General People Congress e del suo
leader. In questi primi anni inoltre, l’elemento tribale
si affermò come principale componente del partito
e l’ingombrante leadership di ¼Abdallah ðusayn
al-A|mar finì con il condizionare qualsiasi scelta
all’interno dello stesso.
L’I¡l…| parve quindi principalmente interessato a
rimanere nei giochi di potere attraverso la formazione
di allenze tribali o tramite l’appoggio incondizionato
al presidente della Repubblica ed al suo partito. Fino al
1997, l’I¡l…| non sviluppò alcuna posizione riguardo
moltissime tematiche pur urgenti e sostanziali,
rifugiandosi in una stucchevole retorica islamica
senza cercare un vero e profondo ripensamento della
religione in chiave moderna così come molti altri
movimenti islamisti avevano invece provato a fare.
Fino al 1997 il General People Congress e l’I¡l…|
esprimevano dunque due identiche facce della stesse
medaglia.
Lo scenario muta solo alcuni anni dopo: precisamente
a tre anni dalla fine della guerra civile del 1994.
Nonostante i leader dei due partiti insistano nel
ricordare e sottolineare l’alleanza strategica ed
indissolubile che lega le due fazioni politiche, nel
8 bid, p. 183.
9 Termine arabo che si utilizza per indicare i dignitari delle tribù.
Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party
1997 i rapporti fra le parti iniziano, nemmeno troppo
lentamente, ad incrinarsi.
A seguito della disfatta socialista del ‘94, l’I¡l…|
aveva allargato in maniera significativa la propria
presenza nel Sud del paese. Con grande disappunto
del General People Congress, la componente
islamica del partito di al-A|mar, per inciso quella
che faceva riferimento ai Fratelli Musulmani, aveva
dato il via ad una serie di iniziative di supporto
alla popolazione col risultato di guadagnare
un significativo incremento di consensi. Dal
canto suo fu anche lo stesso GPC, sebbene in
misura più ridotta, a favorire la separazione dallo
storico alleato. La direzione del partito era infatti
convinta che il GPC non avesse ormai più bisogno
dell’I¡l…| per continuare a governare stabilmente
il paese. Consapevoli del peso fondamentale che
la componente tribale giocava all’interno del
partito islamista, i quadri dirigenti del GPC non si
preoccupavano in maniera eccessiva della crescita
di consenso che la componente islamista del partito
stava conoscendo nel paese. In base al ragionamento
del GPC, difficilmente al-A|mar, viste le comuni
origini tribali con il presidente della Repubblica,
avrebbe potuto prendere radicali distanze dal
governo fino a formare un vero e proprio partito di
opposizione. Mai ragionamento risultò più esatto.
Sebbene l’I¡l…|, in particolare nella sua componente
puramente islamista, si differenziò sempre di più
rispetto al governo, al-A|mar non recedette mai dal
dimostrare la sua vicinanza politica e personale con
il presidente Ÿ…le|, cosa questa che gli garantì di
rimanere in carica come speaker del parlamento dal
1993 fino alla morte avvenuta nel 2007.
Le elezioni del 1997 rappresentarono dunque
il turning point all’interno della vita politica
dell’I¡l…|. È in quel momento che il partito
islamista, o almeno una parte di esso, evolve verso
una forma di opposizione politica scevra da quella
35
 Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party
retorica islamica e quel clientelismo che avevano
imbrigliato lo sviluppo di una visione politica
ed ideologica propria. Dal 1997 l’I¡l…| muta
radicalmente il proprio atteggiamento divenendo
un partito di opposizione che chiede riforme sociali
ed economiche dall’interno di un sistema politico
che viene definito come autoritario. Attraverso la
regolare partecipazione ai processi elettorali indetti
nel paese e ricorrendo esclusivamente ai meccanismi
democratici previsti dalle legge yemenita10, l’I¡l…|
è dunque divenuto un partito di opposizione a tutti
gli effetti: il maggiore del paese.
Il partito riorganizza se stesso abbandonando quel
pragmatismo politico fino ad allora fin troppo legato
a logiche di carattere tribale. La religione diviene,
o torna ad essere, il principale punto di riferimento
e la šar¼ia la prima e sola fonte: l’unico punto di
partenza possibile per qualsivoglia riflessione di
natura dottrinale.
Ed allora, sebbene solo in parte liberi dal retaggio
tribale, gli appartenenti all‘I¡l…| iniziano a
contrapporsi alle politiche governative assumendo
posizioni talvolta in netto contrasto con le indicazioni
del presidente della Repubblica. Attraverso le
sue moschee, i centri di istruzione dislocati nel
paese, tramite il suo giornale al-Q…hira, l’I¡l…| ha
rappresentato la più autorevole ed ascoltata voce
all’interno del panorama politico yemenita. Tramite
la pubblicazione del suo programma elettorale
presentato proprio alle elezioni del 1997, il partito
islamista ha chiesto al governo di attuare riforme
in campo politico, diminuendo ad esempio i poteri
dell’esecutivo, in campo giudiziario, garantendo
una maggiore indipendenza alla magistratura, ma
soprattutto in ambito militare chiedendo una sollecita
e rapida de-politicizzazione dell’esercito11.
Che la natura del movimento risulti mutata lo
dimostra anche la definizione che gli analisti
internazionali forniscono dello stesso. Se durante
10 Amr Hamzawy, Between Government and Opposition: The case of the Yemeni Congregation for Reform, in Carnegi Papers, n.
18, Novembre 2009, p. 11.
11 Mona Yacoubian, Engaging Islamist and Promoting Democracy. A preliminary Assessment, in United States Insitute of Peace
“Special Report”, n. 190, August 2007, p. 12.
12 Ibid., p. 11.
13 Amr Hamzawy, op. cit., p. 3.
14 Per una panoramica maggiormente esaustiva delle elezioni elettorali del 1997 consultare il seguente link: http://www.al-bab.
com/yemen/pol/election1997.htm.
6
tutti gli anni ‘90, lo si presentava come un partito
in cui l’elemento tribale rappresentava la prima
e maggioritaria componente, nel 2007 Mona
Yacoubian ci presenta l’I¡l…| in questi termini:
“membri dei Fratelli Musulmani, pii uomini
musulmani collegabili alle maggiori istituzioni del
paese ed infine elementi chiave della popolazione
tribale...rappresentanti giovani ed arrabbiati contro
12
lo status quo ”. Dal 1997 l’I¡l…| diviene a tutti gli
effetti un’organizzazione politica a base popolare
che prova a riformare tutti gli aspetti della vita sulla
13
base dei principi e degli insegnamenti islamici .
È dunque in questa seconda fase della sua storia che
il partito islamista yemenita assomiglia decisamente
di più ai corrispettivi movimenti politici islamici
che fanno riferimento ai Fratelli Musulmani. E
questo non perché, come invece sostenuto da alcuni
analisti, si passi inusualmente dalla collaborazione
governativa all’opposizione politica, ma perché
liberi da alcuni vincoli di natura tribale ci si trovi più
liberi di attuare un programma politico dal carattere
riformatore ed innovativo.
Tuttavia la stessa natura della società yemenita ha
dimostrato l’impossibilità per il partito di slegarsi
totalmente da logiche claniche anche perché, almeno
fino al 2007, al-A|mar ha mantenuto le politiche del
partito in un costante stato di ambiguità.
Un’ambiguità che è costata cara al partito tanto in
termini di consenso che di sviluppo ideologico.
Partiamo dall’analizzare il primo punto. Nonostante
il rivoluzionario programma presentato alle
consultazioni elettorali del 1997, proprio in
quell‘occasione l’I¡l…| subì un calo di consensi (dal
20,9% al 17,6%) guadagnando 53 seggi: nove in
meno rispetto a 3 anni prima14. Il GPC raggiunse di
contro un risultato d’incredibile spessore ottenendo
ben 226 seggi (candidati indipendenti inclusi).
La squadra di governo fu epurata dai ministri
appartenenti all’I¡l…| e conseguentemente il partito
 Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party

del presidente Ÿ…le| assunse il completo e totale
controllo dell’esecutivo.
15
La successiva tornata elettorale, quella del 2003 ,
non portò alcun miglioramento per il partito islamista.
Anzi. L’I¡l…| perse ancora terreno nei confronti
dell‘ormai acclarato strapotere del GPC, attestandosi
al 15,3% e perdendo altri sette seggi rispetto al ‘9716. I
46 seggi conquistati garantivano comunque al partito
islamista di affermarsi come prima, e forse unica,
voce di opposizione, ma mettevano altresì in luce le
evidenti difficoltà nel misurarsi contro lo strapotere
del GPC. Bisogna tuttavia rilevare come molta
parte della stampa internazionale, nonché alcune
importanti organizzazioni internazionali, abbiano
denunciato evidenti brogli i quali evidentemente
17
condizionarono l’esito finale delle votazioni .
Ma del resto, nonostante i brogli, forse il partito non
avrebbe potuto ottenere più di quanto effettivamente
raccolse. Bisogna infatti considerare come, tanto nel
1997 quanto nel 2003, l’elemento tribale giocasse
ancora un ruolo importante, gettando pesanti ombre
sull’effettiva opposizione del partito alle manovre
governative. Basti pensare che in occasione delle
elezioni dell’Aprile 1997 la dirigenza dell’I¡l…|
si accordò previamente con il GPC per dividersi
più o meno equamente alcune regioni elettorali18.
Attraverso compromessi elettorali i due partiti
decisero di non entrare in diretta competizione
garantendosi così alcuni importanti seggi già prima
dell’effettivo svolgimento delle elezioni.
Ma non è stata esclusivamente l’ambiguità prodotta
dalle politiche attuate dal leader del partito al-
A|mar a rappresentare il punto debole dell’I¡l…|. La
sua variegata e conflittuale composizione ha fatto si
che su molte tematiche il partito abbia sviluppato
una posizione non omogenea o addirittura in alcuni
casi palesemente contraddittoria. In particolare
quando si affrontano tematiche come quella della
parità sociale fra uomini e donne. Come osservato
da Michel Zogby, nei discorsi dei suoi leader o
nelle intenzioni dichiarate, l’I¡l…| sembra assumere
un atteggiamento progressista nei confronti
dell’argomento condannando ad esempio le
ingiustizie subite dalle donne nel paese e chiedendo
che a quest’ultime vengano riconosciuti gli stessi
diritti dell’uomo, specialmente nell’ambito della
partecipazione politica. Poi però quando andiamo
ad osservare le azioni effettivamente promosse in
questa direzione scopriamo una realtà ben diversa.
Alle elezioni parlamentari del 1997 su 241 candidati
presentati dall’I¡l…| non vi era nemmeno una donna,
mentre il GPC ne presentava 2 così come il partito
socialista del Ba¼aÅ. Non solo. Nel 2005 l’I¡l…| decise
di bloccare una proposta di legge presentata dal
GPC la quale prevedeva l’introduzione di una quota
rosa al parlamento (pari al 10% dei seggi totali) ed
all’interno dei consigli municipali (fra il 15% ed il
20%). Di più. Nel 2009 alcuni parlamentari afferenti
al partito islamista si opposero ad un emendamento
governativo il quale, prevedendo alcune modifiche
dello statuto civile (leggi 14/2002 e 20/1992), mirava
ad innalzare da 15 a 18 anni l’età minima legale
affinché una donna possa contrarre matrimonio19.
Sempre secondo Zogby, l’I¡l…| risulterebbe inoltre
carente anche sotto altri punti di vista. Ad esempio
il ricercatore svizzero sottolinea come il partito
islamista non abbia sviluppato una posizione
propria ed indipendente su tematiche di rilievo
come il rapporto fra Islam e modernismo o anche la
globalizzazione.
A favorire le incertezze e ad acuire le divisioni
interne al partito bisogna riconoscere come un
ruolo fondamentale lo abbia infine giocato lo stesso
GPC. Attuando la consolidata tattica del separa et

15 Le elezioni legislative previste per il 2001 risultarono essere posposte al 2003 a causa di gravissimi fatti di ordine pubblico che
sconvolsero il paese.
16 Anche in questo caso per avere una panoramica più dettagliata delle elezioni si consiglia di vistare il sito: http://www.al-bab.
com/yemen/pol/election2003.htm.
17 In particolare il Supreme Commission for Elections and Referendum (SCER), parlò in quell’occasione di “inevitabili
violazioni e brogli” mentre lo United States Institute for Peace (USIP)fa riferimento a quelle elezioni come “macchiate da diffuse
irregolarità”.
18 Jillian Schwedler, The Islah Party in Yemen: Political Opportunities and Coalition Buildingin Transnational Polity”, in
Quintan Witrowicz, Islamic Activism: A social Movement Approach, Indiana University Press, Bloomigton, 2004, p. 221.
19 Amr Hamzawy, op. cit., p. 17.
37
 Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party
impera, il presidente Ÿ…le| si è di volta in volta
schierato al fianco di questa o quella componente
del partito proprio al fine di creare profonde fratture
al suo interno. In particolare il GPC ha spinto
sulla minoritaria componente salafita dell’I¡l…|
affinché si staccasse dal corpo centrale del partito
creando una propria identità indipendente. Avendo
già ampiamente sotto controllo la componente
tribale, Ÿ…le| si è dunque preoccupato di spaccare
dall’interno la parte religiosa del partito: quella
vicina ai Fratelli Musulmani. Il tutto anche al fine
di limitare il controllo sulle attività delle moschee
vicine alla Fratellanza fiaccando conseguentemente
la capacità di mobilitazione popolare dell’I¡l…|.
Ma se finora abbiamo evidenziato i punti deboli, le
contraddizioni e le ambiguità tipiche di un partito
dalla variegata composizione e che deve conciliare
le sue diverse anime, dobbiamo osservare come
almeno su una tematica il partito abbia mantenuto
una posizione tanto salda quanto coerente. Se è vero
che nel 2004 il partito ha siglato una dichiarazione
congiunta insieme ad altri gruppi islamisti al fine
di incoraggiare la resistenza all’occupazione
in Iraq e Palestina anche sotto forma di ºih…d,
bisogna riconoscere come il partito abbia sempre
e costantemente rifiutato il ricorso alle violenza
nell’ambito del confronto con le autorità statali.
A conferma di quanto appena esposto, dobbiamo
infatti ricordare come l’I¡l…|, a differenza dei gruppi
affiliati ad al-Q…¼ida e dei revivalisti Zayditi, non
abbia mai posto in essere un confronto violento
con lo stato centrale. Anzi. Come primo e maggiore
partito di opposizione, l’I¡l…| ha costantemente
inquadrato la propria attività di contrapposizione
allo stato all’interno di una diretta ed evidente
partecipazione al processo elettivo democratico.
Come sottolineato da Laurent Bonnefoy, l’I¡l…| ha
fin dal principio accettato il sistema multipartitico
yemenita rifiutandosi di supportare qualsiasi azione
20
armata diretta nei confronti del governo .
20 Laurent Bonefoy, op. cit., p. 3.
21 Amr Hamzawy, op. cit., p. 20.
8
Conclusioni
In questo breve saggio si è dunque cercato di
tracciare, quanto più linearmente possibile,la
parabola evolutiva del partito yemenita dell‘I¡l…|:
a partire dalla sua nascita, passando per i suoi
primi anni contrassegnati da una continua e
proficua collaborazione governativa, fino alle sue
ultime stagioni caratterizzati da una sempre più
ostinata opposizione alle politiche governative.
Un’opposizione vigorosa e convinta che ha portato
l’I¡l…| ad allinearsi anche con formazioni politiche
si segno diametralmente opposto.
Basti pensare che a partire dal Novembre 2005,
il partito islamista ha compiuto un passo decisivo
decidendo di aderire al Joint Meeting Parties
(JMP), coalizione politica di sei partiti yemeniti che
auspicano una riforma in senso democratico della
società yemenita. Una coalizione di cui fa parte
anche il ricostituito partito lo socialista: il cosiddetto
Yemen Socialist Party (YSP). Pur di raggiungere i
propri obiettivi, l’I¡l…| ha dunque deciso in ultima
istanza di allearsi con partiti d’ispirazione secolare,
dimostrando un pragmatismo politico di stampo
occidentale.
Il partito ha dato anche il via ad un processo di
democratizzazione delle proprie strutture interne.
Allo stato attuale, l’I¡l…| si compone di sei organi
legislativi ed esecutivi: il Congresso Generale
(principale organo esecutivo), il Consiglio Centrale
della Š™ra, il Consiglio Supremo, il Segretariato
Generale, il Consiglio Giudiziario più venti congressi
e consigli locali in ogni governatorato dello Yemen.
Dal 2009 lo statuto del partito ha subito diverse
variazioni proprio al fine di garantire una sempre
maggiore trasparenza interna nonché una maggiore
21
decentralizzazione e partecipazione .
Tutto questo ci dimostra dunque come il principale
obiettivo del partito islamista yemenita sia quello
 Islam e tribalismo: il caso dello Yemen
Congregation for Reform Party

di presentarsi come un soggetto politico credibile

agli occhi della popolazione. Non solo. Al fine di
assumere gradualmente posizioni di politica tanto
interna quanto estera sempre più improntate alla
moderazione, il partito ha espulso, nel 2007, lo
šhay² Al-Zind…n† dal Consiglio Centrale della Š™ra
dimostrando in tal modo estrema attenzione alle
pressioni statunitensi in merito22.
Riforme, moderazione e democrazia. Così si
potrebbero riassumere in breve gli obiettivi ed i
metodi che l’I¡l…| ha adottato, e con tutta probabilità
adotterà negli anni a venire, fino ai giorni nostri. A
seguito della morte di al-A|mar, il partito è risultato
libero di attuare le sue politiche senza scendere più
a compromessi con il governo. Anzi. L’alleanza con
le vecchie forze nemiche socialiste è il segnale di
un pragmatismo politico che mira esclusivamente
al raggiungimento di quegli obiettivi previamente
fissati all’interno dei programmi elettorali. Il suo è
un ruolo fondamentalmente all’interno della società
yemenita poiché attraverso l’Islam cerca di unificare
le sue diverse anime, fungendo in molti casi, come
riconosciuto anche dall’International Crisis Group,
anche da soggetto mediatore fra lo stato e gli
elementi più conservativi della società.
Per chiudere con una citazione riportata da Gregory
Johnsen nel suo Profile of Sheikh Abd al-Majid
al-Zindani, “esistono due filoni dell’islamismo
yemenita: gruppi radicali che si oppongono allo
stato e parimenti all’Occidente e membri dell’I¡l…|
che hanno invece optato per una partecipazione
all’interno del sistema statale”.

22 Al-Zind…n† è infatti dal 2004 identificato come Specially Designated Global Terrorist (SDGT).

39
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
di Ludovico Carlino
Introduzione
Negli ultimi mesi lo Yemen è stato presentato da
più parti come il nuovo fronte della lotta contro
l’estremismo jihadista, nonché come nuova e
potenziale roccaforte di al-Q…¼ida e dei gruppi
militanti che gravitano attorno la sua orbita. Queste
valutazioni sono state fortemente condizionate da
una serie di recenti eventi collegati ad al-Q…¼ida
nello Yemen, primo tra tutti il fallito attentato del
dicembre 2009 su un aereo di linea diretto a Detroit,
che hanno alimentato il timore che il fragile stato
arabo possa dare vita ad un nuovo regime in stile
talebano. Valutazioni che sembrano tuttavia non
tenere in considerazione il fatto che la Penisola
Araba rappresenti da almeno un ventennio un
terreno estremamente fertile per l’attività di al-Q…
¼ida. La terra che ospita i due principali luoghi santi
dell’Islam, la Mecca e Medina, oltre a far parte della
retorica ideologica e propagandistica del gruppo
sin dalla sua costituzione, è emersa nel tempo
come uno dei principali serbatoi per la militanza
jihadista globale. Tuttavia la struttura tribale dello
Yemen, le sue tradizioni culturali e le sue pratiche
religiose appaiano non perfettamente conciliabili
con quel salafismo-jihadista caratteristico di al-
Q…¼ida, lasciando aperta l’ipotesi di una possibile
contrapposizione tra l’internazionalismo qaedista
ed il localismo tribale yemenita.
1990-2000.
Dall’Aden-Abyan Islamic Army ad al-Q…¼ida
Nel maggio del 2001 lo sceicco saudita Os…ma
Bin L…den diffuse un comunicato tra i membri di
al-Q…¼ida per spiegare il progetto del suo gruppo.
“Vi porto buone notizie”, recitava il messaggio, “Il
momento è giusto per la formazione di un esercito
1 Roland Jacquard, Les Archives Secretes de Al Qaida, Parigi, Jean Picollec Editeur, 2002, p.346.
2 Nella retorica qaedista il nemico vicino, al-¼aduw al-qar†b, è rappresentato dai regimi arabi considerati apostati perché restii
ad applicare la legge islamica. Il nemico lontano, al-’aduw al-ba’ îd, risiede invece nei governi occidentali, i “sionisti ed i
crociati”.
3 ason Burke, Al Qaeda, la vera storia, Milano, Feltrinelli Editore, 2004, p. 146.
10
puro e musulmano [...] di diecimila soldati che
sia pronto, con il minimo preavviso, a mettersi in
marcia per liberare la terra dei due luoghi santi.
Questa è la realizzazione di un’idea che è germinata
dieci anni fa nella terra dello Yemen1”. Sebbene il
riferimento allo Yemen potesse apparire all’epoca
disorientante, quel messaggio dimostrava già un
decennio addietro quanto il piccolo stato arabo
fosse legato a doppio filo alla strategia del nascente
movimento jihadista globale. Quanto “germinato”
dieci anni prima nello Yemen era difatti ricollegato
ad un evento che può definirsi cruciale per la stessa
evoluzione strategica di al-Q…¼ida e che segnò quel
passaggio negli obiettivi dal nemico vicino a quello
2
lontano tanto caro alla retorica qaedista. Quando
il 2 agosto del 1990 il dittatore iracheno Ÿadd…m
ðusse†n invase improvvisamente il piccolo e ricco
stato del Kuwait, nel settembre di quello stesso
anno Bin L…den, di rientro in Arabia Saudita dopo la
conclusione della prima esperienza afgana, presentò
al Principe Sul¥…n, all’epoca Ministro della Difesa,
un piano dettagliato su come organizzare una forza
di militanti islamici in grado di difendere il regno
dalla minaccia rappresentata dall’Iraq di Ÿadd…m
ðusse†n3. La casa regnante dei Sa¼™d preferì
tuttavia declinare l’offerta, accettando al contrario
l’assistenza offerta dagli Stati Uniti che nell’agosto
di quell’anno dispiegarono le proprie truppe sul
suolo dei due luoghi santi.
Il rifiuto dei Sa¼™d ed il conseguente arrivo degli
statunitensi, lasciaroano un segno profondo su molti
arabi e musulmani, contribuendo ad aprire un solco
tra la retorica sponsorizzata dal Regno, che aveva
spinto migliaia di sauditi a recarsi in Afghanistan
per combattere il Þih…d anti sovietico, e la mancanza
di riconoscenza mostrata nei loro confronti una
volta rientrati in patria. Questo senso di umiliazione
e delusione sarà ripreso nella maggior parte delle
dichiarazioni diffuse da Bin L…den negli anni
successivi, e verrà legato ad un |ad†Å destinato
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale

a diventare un punto cardine dell’armamentario
ideologico adoperato dai militanti islamisti:
“Non rimangano due religioni nella Penisola
degli Arabi!4. Dopo il colloquio con il principe
Sul¥…n, sembra quindi verosimile ritenere che il
primo esperimento intrapreso da Bin L…den per
organizzare una militanza all’estero sia avvenuto
proprio nello Yemen, una base strategica ideale per
colpire gli statunitensi e la casa regnante dei Sa¼™d
colpevole di aver tradito la umma. Nel corso degli
anni ‘80 lo stato arabo contribuì del resto con un
considerevole numero di muÞ…hid†n alla guerra
contro i sovietici. In Afghanistan il gruppo degli
yemeniti era guidato da un importante capo tribale,
¦…riq al-Faÿl†, il quale strinse amicizia con Bin L…
den sul finire degli anni’80. Alla conclusione del
conflitto, come accadde per gli altri “arabi afgani”,
gli yemeniti rientrarono nel loro paese per tentare
di replicare il successo ottenuto in Afghanistan e,
sotto la guida di al-Faÿl†, iniziarono ad organizzare
diversi campi di addestramento nella regione
settentrionale dello Yemen al confine con l’Arabia
Saudita5. Nel frattempo le congiunture politiche
interne allo Stato arabo sembrarono favorire questa
spinta iniziale. La caduta dell’Unione Sovietica
portò infatti all’unificazione del paese, diviso fino
ad allora in uno Stato islamico nel nord ed uno laico
e marxista nel sud, ma la centralizzazione operata
dal Presidente ¼Al† ¼Abdall…h Ÿ…le| non concesse
stabilità al paese. Nel 1994 un gruppo di ufficiali
e politici di ispirazione marxista proclamò la
secessione della regione meridionale dello Yemen,
un evento questo che contribuì all’esplosione di una
guerra civile che causò 7000 vittime e la repressione
del tentativo separatista. La vittoria di Ÿ…le| fu in
gran parte dovuta al tentativo riuscito di cooptare
i combattenti islamici rientrati dall’Afghanistan
chiamati a combattere, questa volta in terra propria, i
“comunisti senza Dio”. Fu proprio in questo ambiente
favorevole agli estremismi che la “lotta contro il
nemico lontano” ebbe inizio. Nel dicembre 1992,
davanti ai due alberghi più lussuosi di Aden esplosero
due autobombe che uccisero altrettante persone.
L’attentato era rivolto contro le truppe statunitensi di
passaggio nel paese e dirette in Somalia, ma mancò
l’obiettivo solo perché i soldati avevano già lasciato
la struttura. La responsabilità dell’episodio rimane
ancora oggi avvolta da diversi dubbi, ma numerosi
analisti considerano oggi le bombe di Aden come
il primo attentato perpetrato da al-Q…¼ida6, mentre
altri suggeriscono che il coinvolgimento di Bin L…
den si sia limitato al supporto logistico e finanziario
concesso al gruppo di ¦…riq al-Faÿl†7. Quel che
appare certo è che un campo di addestramento di
al-Q…¼ida venne costruito negli anni ‘90 a Mudiyah,
un villaggio nel governatorato dello Abyan, che
circa 221 delle 1100 telefonate effettuate da Bin L…
den, ed intercettate nella metà degli anni ‘90, furono
effettuate proprio verso lo Yemen, ed infine che un
cospicuo numero di armi venne inviato dal Sudan
alle tribù yemenite.
Nonostante una vera e propria roccaforte di stampo
qaedista verrà creata nello Yemen solo negli anni
successivi, la diffusione del salafismo jihadista nel
paese arabo passò in questo periodo sotto altre sigle.
Ad esempio l’Aden-Abyan Islamic Army8 (AAIA)
di Ab™ ðasan Za†n al-¼Abid†n al-Miÿ…r (anche lui
un veterano dell’Afghanistan), del quale faceva
parte anche al-Faÿl†, iniziò ben presto a gravitare
attorno l’orbita di al-Q…¼ida. Tuttavia diversi dei
suoi membri strinsero rapporti con il Governo (lo
stesso al-Faÿl† era consigliere del Ministro degli
9
Interni ) in virtù del sostegno garantito contro
i secessionisti del sud nel 1994, dando vita ad un
rapporto di ambigua collaborazione che si rafforzò
negli anni seguenti quando Sana’a ricorse ancora una

4 André Ferré, Muhammad a-t-il exclu de l’Arabie les juifs et les chrétiens?, in Islamochristiana 16, Roma, 1990, pp. 43-65.
5 Paul Bergen, Holy War, p. 185.
6 Jonathan Schanzer, Yemen’s War on Terror”, in Orbis, Vol.45, Issue 3, 2004, pag. 517 e Rohan Gunaratna, Inside Al Qaeda,
Global Network of Terror, New York, Berkley Publishing Group, 2002, p.186.
7 Paul Bergen, ibid, p.188.
8 Il gruppo prendeva il nome da un hadíth apocrifo secondo il quale negli ultimi giorni un esercito sarebbe sorto da Aden-Abyan
per combattere in nome di Dio, il quale avrebbe garantito loro la vittoria.
9 Gregory D.Johnsen, “The Resiliency of Yemen’s Aden-Abyan Islamic Army”, in Terrorism Monitor, Jamestown Foundation,
Vol.4, Issue 14, luglio 2006.
131
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
volta ai militanti per contrastare la rivolta della setta
sciita degli Zaidi nel nord del Paese. Tuttavia verso il
1996 l’AAIA iniziò a colpire il Governo e gli interessi
occidentali nel Paese in seguito al rifiuto di Ÿ…le| di
instaurare uno Stato Islamico basato sulla šar†¼a. Il
29 maggio del 1998 il gruppo rilasciò il suo primo
comunicato annunciando l’intenzione di rovesciare
il Governo e di espellere gli interessi stranieri dallo
Yemen, palesando il proprio sostegno a favore degli
attentati contro le Ambasciate statunitensi in Kenya e
Tanzania di quello stesso anno. Nel mese di dicembre
l’AAIA sequestrò 16 turisti occidentali in risposta alle
dure rappresaglie governative, ma nel successivo raid
delle forze di sicurezza 4 di questi rimasero uccisi
ed al-Miÿ…r venne prima arrestato e poi giustiziato
nel 1999. Nonostante le numerose promesse il
Governo yemenita si dimostrò tuttavia incapace, o
poco volenteroso, nello sradicare completamente
le radici del gruppo, che in quel frangente adottò
posizioni sempre più estremiste. Il 12 ottobre del
2000 la relazione tra l’AAIA ed al-Q…¼ida divenne
chiara in seguito ad uno spettacolare attentato: un
piccolo battello carico di esplosivo si schiantò contro
una nave militare statunitense attraccata nel porto di
Aden, la USS Cole, uccidendo 17 marinai americani.
In seguito all’attacco la polizia yemenita arrestò sei
uomini, tutti veterani della guerra in Afghanistan. Il
presunto capo della cellula dichiarò di essere stato
addestrato nel “Campo Þih…d n.1” di Bin L…den in
Afghanistan, e di aver ricevuto istruzioni da ¼Abd
al-Ra|†m al-Naš†r†, uno yemenita di origini saudite
sospettato tra l’altro di aver reclutato l’attentatore
10
suicida dell’attacco di Nairobi del 1998 .
10 Jason Burke, op. cit, p. 216.
12
2002- 2006.
Dagli anni del declino alla riorganizzazione di
al-Q…¼ida nello Yemen
L’attentato contro l’USS Cole, ed un anno dopo
agli attacchi dell’11 settembre 2001, costrinsero Ÿ…
le| ad operare una scelta di campo. Gli Stati Uniti
minacciarono una drastica riduzione degli aiuti
economici in caso di mancata collaborazione, e
Sana’a si ritrovò ben presto a far parte della coalizione
contro il terrorismo annunciata da George W. Bush.
Nel novembre del 2002 gli USA inflissero il primo
duro colpo alla rete jihadista yemenita uccidendo in
un raid Ab™ ¼Al† al-ð…r†Åi, il quale nel 2001, chiusa
la fase militante dell’AAIA, era diventato il primo
comandante della cellula di al-Q…¼ida nello Yemen.
A distanza di un anno, nel novembre del 2003, le
forze yemenite riuscirono anche ad arrestare anche
il suo successore: Mu|ammad al-Ahd…l. Entrambi
avevano preso parte all’operazione contro l’USS
Cole ed il passato di al-ð…r†Åi, il quale era stato
la guardia del corpo di Bin L…den in Sudan,
confermava gli stretti contatti che i jihadisti yemeniti
mantenevano con la stessa leadership di al-Q…
¼ida. La campagna anti-terrorista inaugurata nello
Yemen, alla quale seguì quella dell’Arabia Saudita,
contribuì ad ogni modo a garantire circa tre anni
di relativa calma, un arco di tempo nel corso del
quale la stessa presenza di al-Q…¼ida nella penisola
araba venne messa in discussione anche in seguito
all’invasione statunitense dell’Iraq che richiamò
numerosi combattenti yemeniti contribuendo
conseguentemente ad allentare la spinta interna dei
militanti qaedisti.
Tale situazione mutò tuttavia radicalmente nel
febbraio 2006 quando N…¡ir al-Wa|ayš† e altri 22
prigionieri riuscirono ad evadere da un carcere di
massima sicurezza di Sana’a. Questa fuga segnò
l’inizio della seconda fase della storia di al-Q…¼ida
nello Yemen. Insieme al suo luogotenente, Q…sim
al-Raymi (anche lui tra i fuggitivi), al-Wa|ayš†
riuscì a ricostruire completamente l’organizzazione,

portandola addirittura ad un livello di forza maggiore
rispetto al 2002 grazie alle sue personali credenziali
costruite dopo anni di militanza jihadista. Al-
Wa|ayš† aveva infatti lasciato lo Yemen negli anni
‘90 per recarsi in Afghanistan, dove divenne, tra
le altre cose, anche segretario di Bin L…den11. Un
contatto così stretto con la leadership di al-Q…¼ida
che con tutta probabilità gli ha poi garantito il
sostegno adatto per guidare la seconda generazione
dell’organizzazione. Dopo la fuga dall’Afghanistan,
nel 2001, al-Wa|ayš† venne arrestato in Iran, per poi
essere estradato nello Yemen nel 2003 insieme ad
altri 8 prigionieri e rimanere in carcere, dove venne
nominato a capo del gruppo, fino alla citata evasione
del 2006,. La ripresa attività dell’organizzazione
venne confermata dalle pubblicazioni di Ÿada al-
Mal…|im (Eco delle Battaglie), il giornale ufficiale
del gruppo il quale inizialmente si presentò con il
nuovo nome di Organizzazione di al-Q…¼ida per il
Jihad nel Sud della Penisola Araba, ma soprattutto
con una nuova campagna di violenza terrorista. Il
primo attacco della ricostituita organizzazione è
datato settembre 2006: un duplice attentato suicida
fallito contro le strutture petrolifere di Marib e
Hadramawt. Nel luglio 2007 nove persone, tra i
quali 7 spagnoli, rimasero vittime di un attacco in
una zona archeologica della provincia di Marib,
nel gennaio 2008 le vittime furono altri due turisti,
questa volta belgi, e 2 yemeniti, il 6 di aprile di
quello stesso anno venne colpito un complesso
residenziale di lavoratori occidentali a Sana’a ed
infine, nell’attacco più spettacolare di questa nuova
campagna, il 17 settembre 2008 un attentatore
suicida si lasciò esplodere contro l’Ambasciata
statunitense a Sana’a provocando ben 18 morti.
(2009. La nascita ufficiale di al-Q…¼ida nella
Penisola Araba)
Il 24 gennaio del 2009 un video diffuso in diversi
forum jihadisti confermò quanto N…¡ir al-Wa|ayš†
fosse riuscito ad imprimere una svolta cruciale al
11 Gregory D.Johnsen, “Al Qaeda in Yemen reorganizes under Nasir al-Wahayshi, en Terrorism Focus, Vol.5, Issue 11, 2008.
12 “From Here we will begin and in al-Aqsa we shall meet”, 24 gennaio 2009, NEFA Foundation.
13 Fred Burton e Scott Stewart, “Al Qaeda in the Arabian Peninsula: Desperation o new life?”, Stratford Intelligence Report, 28
gennaio 2009.
14 Message from the Amir of al-Qa’ida in Yemen to Abu Hamza al-Muhajir, November 29, 2007.
Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
destino del suo gruppo. Con un filmato intitolato
“Da qui noi cominciamo ed in Gerusalemme ci
incontreremo”, al-Wa|ayš†, Sa¼†d al Šihr†, Q…sim
al-Raymi e Mu|ammad al-¼Awf† annunciarono
ufficialmente la nascita di al-Q…¼ida nella Penisola
Araba (AQAP)12, organizzazione che da allora
si presenta come la fusione delle due precedenti
estensioni territoriali di al-Q…¼ida: quella
yemenita e quella saudita. La nuova leadership
dell’organizzazione presentò subito la propria
campagna come parte di una più ampia lotta per
liberare la Palestina e l’intera comunità islamica
mondiale, ricollegandosi a pieno titolo alla retorica
globale proposta più volte da Bin L…den e dal suo vice
Ayman al-®aw…hir†. Il tutto senza tuttavia tagliare
definitivamente i ponti con il suo passato. In quello
stesso comunicato venne infatti citato un famoso
|ad†Å secondo il quale “un esercito di 12000 uomini
sorgerà da Abyan per combattere per la vittoria nel
nome di Allah e del suo Messaggero”. Un |ad†Å dal
quale derivava il nome dell’Aden-Abyan Islamic
Army e che riprendeva non a caso il messaggio di
Bin L…den del maggio 2001 denotando una sapiente
scelta di linguaggio mirata ad enfatizzare la volontà di
adottare un’agenda globale senza tuttavia rinunciare
a mire locali. La debolezza del ramo saudita in
confronto a quello yemenita divenne subito chiara
dal fatto che furono i sauditi a prestare giuramento
di fedeltà, la cosiddetta bay¼a, ad al-Wa|ayš†, il
quale venne anche nominato am†r con al Šihr† come
suo vice13. Una serie di altri elementi indicavano
inoltre una forte influenza dei combattenti rientrati
dall’Iraq rendendo evidente la relazione esistente
tra AQAP e al-Q…¼ida in Iraq. Già alla fine del
2007 il leader di AQI, Ab™ ðamza al-Muh…Þir,
si era rivolto ai militanti yemeniti chiedendo
sostegno per i muÞ…hid†n iracheni, una richiesta
alla quale al-Wa|ayš† diede immediatamente il suo
assenso14. Successivamente la parola “al-Þih…d”
venne aggiunta al nome del gruppo che ora risulta
essere Tan©†m Q…¼idat al-ßih…d fi ßaz†rat al-¼Arab,
denominazione questa molto simile a quello del
13
3
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
ramo iracheno (Tan©†m Q…¼idat al-ßih…d fi Bil…d
al-R…fid†n), e la bandiera dello Stato Islamico d’Iraq,
comparsa per la prima volta come sfondo nel video
del 24 gennaio15, continua ad essere spesso presente
nel materiale di propaganda del gruppo yemenita.
Nel comunicato del gennaio 2009 la leadership
yemenita prestò inoltre giuramento di fedeltà a Bin
L…den ed al-®aw…hir†, minacciando nuovi attacchi
contro gli interessi occidentali nella penisola ed
annunciando la nascita dell’Emirato Islamico dello
16
Yemen . Il luogotenente di Bin L…den parlò tra
l’altro dello Yemen poco tempo dopo, in occasione
del messaggio del 22 febbraio 2009 “Da Kabul
a Mogadiscio”, lodando il “crescente risveglio
jihadista” del Paese. La risposta di AQAP giunse
puntuale il 15 marzo del 2009 con un attentato
ai danni di 4 turisti sudcoreani e della loro guida
yemenita, mentre nel mese di agosto il gruppo
alzò il tiro tentando di assassinare il capo dell’anti-
terrorismo saudita, nonché Ministro degli Interni,
Mu|ammad bin N…yif, spingendo la casa reale araba
ad inaugurare un nuovo giro di vite.
A livello strutturale, a seguito della sua
riorganizzazione AQAP presenta al suo interno
modalità piuttosto gerarchiche e una “divisione del
lavoro” ben definita che si snoda attraverso le sue
basi principali dislocate a Marib, Shabwa e Abyan e
che si estendono fino ad Hadramawt e Hudayda, nella
costa occidentale dello Yemen. L’organizzazione,
composta perlopiù da yemeniti e sauditi, ha un
leader politico che fornisce una direzione generale
al gruppo, un capo militare che pianifica i dettagli
operativi, un apparato di propaganda particolarmente
efficace e sviluppato ed un ramo religioso che offre
una prospettiva ideologica e teologica in linea con
i dettami del movimento salafita-jihadista globale.
Per quanto riguarda la leadership di AQAP si è già
detto di N…¡ir al-Wa|ayš†, l’ex segretario di Bin L…
den, il quale garantisce al gruppo un collegamento
diretto con la cupola di al-Q…¼ida in Pakistan. Questa
15 Ibid.
16 Faloja1.net, January 25.
17 Barak Barfi, Yemen on the brink? New American Foundation, Gennaio 2010, p.3.
14
relazione è spesso citata all’interno della propaganda
di AQAP. Una propaganda affidata al braccio
mediatico dell’organizzazione, la al-Mal…|em
Media Foundation, il quale funziona perfettamente
anche come strumento di reclutamento. Al-Wa|ayš†
ha inoltre cercato di modellare la sua organizzazione
seguendo la traiettoria del suo mentore, cosicché i
suoi seguaci devono prestargli giuramento di fedeltà
esattamente come i membri operativi di al-Q…¼ida
fanno con Bin L…den.
Q…sim bin Mahd† al-Raymi, anch’egli yemenita,
è il capo militare di AQAP. Ex muÞ…hid†n in
Afghanistan, al-Raymi venne addestrato nel campo
di Faruq, dove avrebbe anche incontrato Bin L…
den, per poi essere arrestato nello Yemen al suo
ritorno e prendere parte alla fuga del 2006. Sembra
che al-Raymi incarni la fazione più dura all’interno
del gruppo17, e nonostante sia stata annunciata a
più riprese la sua cattura o la sua morte (l’ultima nel
gennaio di quest’anno), al-Raymi nel maggio 2010
è finito sulla lista nera del Dipartimento di Stato
statunitense smentendo le voci sulla sua possibile
scomparsa.
Uno dei principali punti di forza di AQAP risiede
tuttavia nel suo apparato religioso, composto
da diverse personalità di indubbia influenza e
particolarmente attive sul piano teologico. Tra
questi figurano Ibr…h†m Sulaym…n al-Rubayš,
trentenne saudita di Buraydah considerato il
principale ideologo del gruppo, ed ¼Adil al-Abab, i
cui scritti appaiono spesso sul giornale del gruppo,
Ÿada al-Mal…|im. Negli ultimi mesi è poi emersa
un’altra personalità legata ad al-Q…¼ida nella
penisola araba, una figura che sembra già destinata
a diventare un punto di riferimento non solo per la
stessa organizzazione, ma per l’intero movimento
salafita-jihadista. Il suo nome è Anwar al-Awlaq†.

Anwar al-Awlaq†, l’ideologo di al-Q…¼ida che
influenza i musulmani d’occidente
Nato nel New Mexico, ma di origini yemenite,
al-Awlaq† è uno dei personaggi attualmente più
discussi nei circoli dell’antiterrorismo di tutto
il mondo. Presentato da alcuni come il nuovo
Os…ma Bin L…den e da altri come la principale
minaccia per la sicurezza degli USA, il religioso
yemenita si presenta in realtà come il perfetto
esempio del moderno “predicatore on-line” capace
di sfruttare le infinite possibilità offerte dalla
rete informatica per tradurre in realtà le sue idee
estremiste. Una serie di recenti attacchi perpetrati
sul suolo statunitense, tra i quali il massacro di Fort
Hood del novembre 2009 ed il fallito attentato di
Detroit del dicembre di quello stesso anno, sono
stati ricollegati proprio all’opera di proselitismo
realizzata da al-Awlaq†, suggerendo come che il
religioso, ormai perfettamente inquadrato proprio
tra i ranghi di al-Q…¼ida nella penisola araba, sia
passato da un semplice ruolo ideologico ad uno
più operativo. Non solo i suoi messaggi ed il suo
lavoro sono ampiamente disponibili nei vari siti
radicali islamici della rete internet, ma il religioso
ha anche un suo blog, “Imam Anwar’s Blog”,
tramite il quale i visitatori possono contattarlo per
chiedergli suggerimenti. Circostanze queste che,
unite al carisma di al-Awlaq†, hanno contribuito
ad offuscare il confine, un tempo facilmente
identificabile, tra predicatore e terrorista. Prima del
massacro di Fort Hood, quando il Maggiore di fede
musulmana Niÿ…l ðassan aprì il fuoco contro i suoi
commilitoni uccidendo 13 persone, al-Awlaq† era
uno dei tanti im…m statunitensi impegnato in varie
moschee sparse nel paese. Dopo aver ricevuto parte
della sua educazione nello Yemen, al-Awlaq† aveva
infatti proseguito i suoi studi negli USA prima di
recarsi in Afghanistan: un viaggio questo che con
tutta probabilità contribuì alla sua formazione
ideologica. Una volta rientrato a San Diego, tra il
1998 ed il 1999 Awlaq† divenne vice presidente
della Charitable Society for Social Welfare, ramo
di un ente caritatevole yemenita sospettato dalle
18 Anwar al-Awlaki: pro al-Qa’ ida ideologue with influence in the West, NEFA Foundation, 5 febbraio 2009.
19 Christopher Heffelfinger, Anwar al-Awlaqi: Profile of a Jihadi Radicalizer, CTC Sentinel, marzo 2010.
20 Nel diritto islamico con questo termine si vuole indicare un obbligo individuale da adempire per ogni musulmano.
Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
autorità statunitensi di essere un organizzazione
di facciata creata per finanziare al-Q…¼ida. L’ente
venne tra l’altro fondato dallo sceicco yemenita
e leader della Iman University of Sana’a ¼Abd
al MaÞ†d al-Zind…n†, leader spirituale del partito
yemenita dell’Isla| (formazione politica vicina ai
Fratelli Musulmani), il quale nel 2004 venne inserito
nella lista Specially Designated Global Terrorist
del Dipartimento del Tesoro USA con l’accusa di
reclutare potenziali terroristi per conto di al-Q…
¼ida18. Negli anni successivi Awlaq† divenne im…m
presso la moschea Dar al-Hijrah in Virginia, dove
entrò in contatto con due degli attentatori dell’11
settembre del 2001, finendo ben presto nei radar
dell’antiterrorismo statunitense pur senza essere
incriminato di alcun reato. Nel 2002 lasciò il paese
per trasferirsi a Londra dove continuò con la sua
attività religiosa organizzando e partecipando a
varie conferenze. Dal 2004 Awlaq† si sposta nello
Yemen, dove inizia ad insegnare presso la già citata
Università di Sana’a. Nel 2006 il religioso venne
arrestato dalle autorità yemenite perché sospettato
di mantenere legami con al-Q…¼ida. A testimonianza
del crescente interesse di Washington nei suoi
confronti, durante i 18 mesi di detenzione viene più
volte interrogato da agenti dell’FBI. I mesi trascorsi
in cella sembrano tra l’altro aver contribuito a
radicalizzare ulteriormente al-Awlaq† rafforzando la
sua fede jihadista. Nonostante avesse già mostrato in
passato la propria contiguità nei confronti del credo
salafita-jihadista, fu proprio dopo la sua liberazione
che il religioso iniziò a difendere la necessità di
una lotta violenta appellandosi al Þih…d contro
l’Occidente19. In seguito alla sua scarcerazione
al-Awlaq† è praticamente scomparso dalla scena
pubblica, pur continuando a pubblicare messaggi
sulla rete. Sul web il religioso yemenita ha iniziato
a propugnare l’idea del Þih…d quale farÿ ¼ayn20,
dando il via ad un processo di radicalizzazione
ideologica che trova il suo apice nel gennaio del
2009 con la pubblicazione di un articolo di cruciale
importanza, “44 modi per sostenere il Jihad”, e di un
libello in sei parti, “Costanti nel Sentiero del Jihad”,
diventata la sua opera più famosa e disponibile nei
15
3
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
principali forum di internet. In quest’ultima opera
Awlaq† legge il testo arabo dello Šay² Y™suf al-
¼Uyayree, considerato uno dei più noti ideologi
di al-Q…¼ida, e lo traduce in inglese, aggiungendo
i suoi commenti su ciò che il testo significa per i
musulmani. Diversi analisti considerano questa
serie di letture alla stregua di una “bibbia virtuale”
per i radicali islamisti, grazie alla capacità di Awlaq†
di fornire una giustificazione al Þih…d individuale,
di condensare in poche parole ed in perfetto inglese
la strategia di al-Q…¼ida e di renderla disponibile
per un pubblico molto più ampio rispetto a quello
raggiunto in precedenza dalla stessa propaganda
qaedista.21. È tuttavia significativo il fatto che
in queste due opere sul Þih…d, Awlaq† prenda in
prestito il lavoro di ideologi ben conosciuti, ed a
questo si deve parte della sua popolarità. Di Y™suf
al ¼Uyayree si è già detto, mentre per quanto
riguarda i “44 modi per sostenere il Jihad” è chiaro
il riferimento ai “29 modi di servire e partecipare
al Jihad” di Mu|ammad bin A|mad al-S…lim
(peraltro non menzionato nel testo di Awlaq†).
Tuttavia la forza di questo religioso yemenita
nato negli USA risiede nella facile divulgazione
e nell’altrettanto semplice comprensione del suo
messaggio rivolto prevalentemente ad un pubblico
giovane, che non conosce la lingua araba, e che
appartiene prevalentemente a quella comunità
musulmana sparsa per il mondo alla quale Awlaq†
appare evidentemente in grado di fornire delle
risposte sulla base della propria esperienza
personale. Appare inoltre importante sottolineare
come il suo incredibile successo all’interno del
web derivi soprattutto dalla sua abilità nello
sfruttare le potenzialità della rete utilizzando forum
estremamente popolari come Facebook o YouTube.
Attraverso questi canali il maggiore Niÿ…l ðassan
e il nigeriano F…r™k ¼Abd al-Mu¥¥alab sono stati
evidentemente indottrinati prima di colpire, o tentare
di colpire, i loro obiettivi, proiettando al-Awlaq†
nella cerchia di quei personaggi che secondo la CIA
è legittimo eliminare pur di contrastarne la spinta
estremista. Del resto negli ultimi mesi il nome di al-
21 Katherine Zimmerman, Militant Islam’s Global Preacher: The radicalizing effect of Sheikh Anwar al Awlaqi, marzo 2010,
American Enterprise Institute.
16
Awlaq† è stato associato a diversi complotti che da
Canada, USA, Somalia e Gran Bretagna sono finiti
tutti inevitabilmente nello Yemen, una circostanza
questa che suggerisce quanto sia forte l’influenza
esercitata da questo religioso nell’inspirare gli
islamisti radicali.
Al-Awlaq† è stato per più di dieci anni un predicatore
per i musulmani di tutto il mondo, ma ora, oltre ad
essere diventato un reclutatore per al-Q…¼ida nella
Penisola Araba (come dimostra il caso di F…r™k
¼Abd al-Mu¥¥alab, il nigeriano che il 25 dicembre
2009 ha tentato di far esplodere un aereo di linea
diretto a Detroit), si sta presentando come uno
dei massimi ideologi del neo-salafismo di stampo
jihadista a livello globale.
Al-Q…¼ida tra salafismo, tradizione e società
tribale yemenita
L’interrogatorio di ¼Umar F…r™k ¼Abd al-Mu¥¥alab
ha rivelato come quest’ultimo abbia trascorso
diverso tempo nello Yemen (qui avrebbe ricevuto
il suo addestramento), come prima di compiere
l’attentato frequentasse regolarmente il sito web
di Awlaq†. F…r™k ¼Abd al-Mu¥¥alab si sarebbe
inoltre recato nel paese arabo proprio su invito di
Awlaq†, il quale avrebbe poi assunto il ruolo di
contatto con i militanti di al-Q…¼ida nella Penisola
Araba. L’episodio ha alimentato diversi dubbi, e
preoccupazioni, sul fatto lo Yemen possa trasformarsi
in un regime in stile talebano, o in una nuova
roccaforte di al-Q…¼ida dalla quale i muÞ…hid†n
potranno ideare e perpetrare nuovi attacchi contro
gli Stati Uniti e l’Occidente. Tuttavia l’obiettivo
ultimo di al-Q…¼ida, che è quello di stabilire
un Califfato Islamico, rischia di non coincidere
esattamente con le priorità delle tribù yemenite
che potrebbero considerare ingombrante nel lungo
termine la presenza dei salafiti qaedisti. In altre
parole, non è escluso che anche nello Yemen possa
ripresentarsi una situazione di contrapposizione tra

quell’internazionalismo caratteristico di al-Q…¼ida,
al quale AQAP sembra effettivamente vincolato, ed
il localismo tribale yemenita fatto di specificità non
solo culturali, ma anche religiose. Uno scenario
simile ha del resto già condizionato le esperienze
jihadiste dall’Afghanistan all’Iraq, dove l’utopistico
obiettivo di riunire la umma intera sotto la bandiera
di un nuovo Califfato Islamico improntato ai dettami
di un neo-salafismo che bolla come pericolose le
bid¼a22 dell’Islam puro, si è scontrato con realtà
differenti fatte di tradizioni locali radicate da secoli
che hanno dato vita a forme altre, ma non per
questo imperfette, di vivere la religiosità islamica.
Lo Yemen è del resto un Paese caratterizzato da una
società fortemente tribale regolata da un complesso
sistema di logiche e leggi interne, ed AQAP, nella
sua veste di attore sostanzialmente esterno con
una chiara e definita agenda operativa, rappresenta
una minaccia a questi meccanismi. Se le cellule di
AQAP continueranno a crescere tentando di imporre
la loro politica, automaticamente tenderanno a
richiedere un territorio più vasto per organizzare le
proprie roccaforti e le proprie strutture operative.
Tuttavia un maggiore controllo del territorio potrà
significare una maggiore contrapposizione con le
tribù, poiché queste ultime verrebbero relegate ad
uno status subordinato in palese contrasto con la
tradizionale autonomia che ne contraddistingue la
struttura sociale e la stessa storia.
AQAP sta cercando di distruggere l’attuale
sistema politico yemenita, forte anche della palese
debolezza del regime di ¼Al† ¼Abdall…h Ÿ…le|, e di
crearne un altro al suo posto, ma per raggiungere
tale obiettivo è costretta a cooptare gli strati tribali
della società yemenita proprio in quelle aree dove
il gruppo terroristico ha i propri santuari. Tanto il
leader di AQAP, al-Wa|ayš†, quanto Ayman al-
®aw…hir†, il numero due di al-Q…¼ida, hanno del
resto dimostrato di aver compreso quanto la società
tribale yemenita sia cruciale all’interno del sistema
di autorità e potere del paese. Il primo si è appellato
più volte alle tribù perché si sollevino contro il
22 Dall’arabo letteralmente “innovazioni”.
23 Ayman al-Zawahiri: Da Kabul a Mogadiscio, messaggio del 22 febbraio 2009.
Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
governo di Sana’a e resistano alle pressioni dello
stato intenzionato a controllare il loro territorio,
mentre il secondo ha apertamente esortato le tribù
yemenite a comportarsi come i fratelli di Pakistan
e Afghanistan e sostenere al-Q…¼ida ed il Þih…d: “
Oh nobili e coraggiose tribù dello Yemen , recita
un messaggio del febbraio 2009 “potete permettere
che lo Yemen diventi il fulcro della Crociata contro
i Paesi musulmani?....non siate i sostenitori di Ali
Abdullah Salih, l’agente dei Crociati, sostenete i
vostri fratelli Mujahidin23”. La retorica di AQAP
tende a dipingere la violenza statale, alle prese non
solo con la minaccia terrorista ma anche con quella
secessionista, come direttamente indirizzata nei
confronti delle tribù, presentando di conseguenza
le ambizioni jihadiste di rovesciare un governo
corrotto e apostata in linea con le resistenze tribali nei
confronti della spinta statale. Il gruppo tende inoltre
a sfruttare l’ampia insoddisfazione radicata a livello
sociale nei confronti del governo enfatizzando la
sua natura oppressiva ed il suo unico interesse nel
rimanere al potere, esortando le tribù ad unirsi alla
sua causa in nome di un presunto ideale comune.
Tuttavia legittimando se stessa come possibile
alternativa all’attuale regime, l’organizzazione da
per scontata un’assunzione automatica del modello
24
politico jihadista all’interno della società tribale ,
tralasciando le differenti interpretazioni del credo
islamico che effettivamente dividono i due attori.
All’interno della regione medio orientale il
salafismo ha guadagnato una crescente importanza
negli ultimi decenni, specialmente in alcuni paesi
come l’Arabia Saudita dove una versione politica
del salafismo, conosciuta come ¡a|wa, si è imposta
come significativo movimento sociale. Nello
Yemen, tuttavia, la versione principale del salafismo
è caratterizzata da un’apparente posizione apolitica,
sviluppatasi nel corso degli anni ‘80 grazie all’opera
di Muqbil bin H…d† al-W…di¼i ed all’istituto Dar al-
Hadith nella città di Dammaj. Il religioso, educato
in Arabia Saudita, rimarrà ambiguamente legato
all’establishment politico yemenita fino alla sua
17
3
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale
morte, nel 2001, contribuendo alla diffusione di
diversi centri religiosi nel Paese improntati sul
suo credo25. Ebbene, la principale caratteristica
di questa versione del salafismo, conosciuta come
purista, include la rivendicazione di fedeltà nei
confronti dei governanti, che si tratti di un am†r,
di un re o di un presidente, anche qualora lo stesso
governante sia considerato ingiusto o corrotto.
Allo scopo di preservare i musulmani dal conflitto
attraverso il disimpegno politico, al-W…di¼i credeva
al contrario di poter giocare un ruolo più attivo
nel cambiamento delle politiche statali attraverso
i consigli privati nei confronti del governante26.
Queste posizioni differiscono chiaramente da altre
versioni del salafismo, come quello professato da
al-Q…¼ida, soprattutto se consideriamo come questa
forma di salafismo apolitico generalmente condanni
la violenza e gli attacchi contro i civili. Non a caso
al-W…di¼i, sin dagli anni ‘90, è stato sempre contrario
alla strategia jihadista tanto a livello globale quanto
all’interno dello Yemen, arrivando a criticare
apertamente anche Os…ma Bin L…den, e sempre
non a caso il presidente Ÿ…le| ha sempre tentato
di cooptare i religiosi salafiti per legittimare il suo
potere consapevole della loro docilità politica.
É bene comunque sottolineare come questa
contrapposizione non riguardi principalmente la
sfera del credo religioso in se, ma interessi in larga
parte il livello strategico-politico, estendendosi fino
all’interpretazione del mondo contemporaneo ed
alle differenti soluzioni proposte ai problemi ad esso
connessi. Come sapientemente osservato da Quintan
Wiktorowicz, la differente analisi contestuale dei
testi sacri ha prodotto una tripartizione all’interno
della comunità salafita tra puristi, politici e
jihadisti. I puristi pongono l’accento sui metodi
non violenti di proselitismo, sulla purificazione e
sull’importanza dell’educazione; i politici puntano
sull’applicazione del credo salafita nell’arena
24 Sarah Phillips, al-Qa’ida, The Tribes and State Building, Carnagie Papers, marzo 2010.
25 Laurent Bonnefoy, Salafism in Yemen: a Saudisation?, London, Hurst, 2008, p. 245-262.
26 Laurent Bonnefoy, Deconstructing salafism in Yemen, CTC Sentinel, Gennaio 2010.
27 Quintan Wiktorowicz, Anatomy of the Salafi Movement, Studies in Conflict and Terrorism, 2006, p. 208.
28 Barfi, op. cit., p. 13.
29 Sada al-Malahim, v.2, v.6 e v. 7.
18
politica, mentre i jihadisti assumono una posizione
militante e sostenendo come il contesto mondiale
attuale richieda l’utilizzo della violenza e del Þih…
d27. Una strategia estremamente differente che
automaticamente si trasferisce anche sul piano
politico. Quando nel maggio 2009 al-Wahayshi ha
annunciato il proprio sostegno alla popolazione del
Sud dello Yemen nella sua lotta per staccarsi dallo
stato centrale, il leader di AQAP ha comunque
mantenuto una cornice di riferimento jihadista,
sottolineando come la legge islamica sia l’unico
modo per superare le ingiustizie prodotte dal
governo. La tradizionale insistenza salafita riguardo
l’unità della umma è tuttavia in aperto contrasto con
la spinta locale di un movimento secessionista28, e
AQAP non può sostenere una frattura all’interno
della umma se la sua missione è quella di stabilire un
Califfato internazionale. Tentare di unire obiettivi
internazionalisti ad un’ideologia locale è spesso
una strategia contraddittoria. AQAP, consapevole di
questa contrapposizione, cerca tuttavia di spostare
questa competizione sul piano ideologico, ad
esempio utilizzando spesso un |ad†Å del Profeta per
enfatizzare i legami tra la missione del proselitismo
islamico e lo Yemen: “Quando Allah mi ha inviato
per la mia missione, mi posizionò con la faccia
rivolta verso la Siria e le spalle verso lo Yemen
e disse: Tu farai per me della Siria un luogo di
bottino e sostentamento e dello Yemen un luogo di
profondità strategica e rinforzi29”.
Le tribù non costituiscono infine un blocco
monolitico all’interno della società tribale, ma sono
più che altro gruppi frammentati. Le loro priorità
sono condizionate da lotte intestine che di volta in
volta determinano la ricerca di un aiuto esterno in
grado di aumentare il peso della loro influenza. Di
conseguenza il possibile sostegno nei confronti di
al-Q…¼ida non è una questione scontata, ed in più
di un’occasione diverse tribù hanno promesso al
 Al-Qa’ ida in Yemen:
una storia ventennale

governo l’espulsione dell’organizzazione dalle

proprie aree d’influenza in cambio di concessioni
politiche in chiave autonomista. In questo contesto
un rapporto ambiguo con AQAP permette alle
tribù di utilizzare il gruppo terroristico come uno
strumento per esercitare pressioni sul regime, nella
speranza che i colpi inflitti al governo possano
spingere Sana’a ad adottare politiche più favorevoli
nei loro confronti, costringendo il presidente Ÿ…
le| ad assumere una posizione difensiva che di
conseguenza contribuisce a preservare l’autonomia
tribale. AQAP ha del resto affrontato la questione
di questo rapporto conflittuale in diversi numeri di
Eco delle Battaglie evocando alcuni esempi storici
nei quali i musulmani hanno concesso rifugio ai loro
correligionari perseguitati. Tuttavia il sostegno o la
tolleranza concesse dalle tribù yemenite ad AQAP
risiedono su considerazioni di opportunismo politco
più che ideologiche. Alcuni clan tribali supportano
il gruppo per esprimere la loro disaffezione con il
governo, altri cercano di utilizzare AQAP come uno
strumento in chiave anti-governativa o addirittura
contro altre tribù. Al-Q…¼ida è quindi solo l’ultimo
di una serie di gruppi che si sono opposti al governo
di Sana’a e che hanno ricevuto il sostegno tribale.
In passato le tribù hanno cercato il sostegno degli
atei marxisti e dei baathisti iracheni, ed ora lo fanno
con al-Q…¼ida. Tuttavia l’obiettivo qaedista di
stabilire un Emirato Islamico basato su una rigida
ed anacronistica interpretazione del Corano e della
Sunna, contrasta in ultima istanza con tradizioni e
pratiche tribali di una società che nonostante sia
ancorata alla dottrina salafita, appare lontana ed
estranea all’estremismo professato dai jihadisti.

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 Cisip

Cosa è il CISIP
IN QUESTO NUMERO:
Il Centro Italiano di Studi sull’Islam Politico è un
progetto di ricerca nato e sviluppatosi in seno alle
attività del Think Tank internazionale di Equilibri. Islam e nazionalismo:
Compoasto da giovani ricercatori universitari movimenti, organizazioni e partiti nel mondo
coadiuvati da autorevoli collaboratori di riconosciuta contemporaneo
competenza, il C.I.S.I.P. è stato creato con uno scopo
preciso e chiaro: studiare, analizzare ed esaminare la
religione islamica nella sua declinazione maggiomente La Fitna all’interno del mondo islamico
discussa ma decisamente peggio interpretata: la
politica.

Marco Di Donato
Laureato presso la Facoltà di Studi Arabo-islamici
e del Mediterraneo dell’Università degli studi
di Napoli “L’Orientale”, con una tesi di natura
sperimentale sul movimento di resistenza islamico di
Hamas. Attualmente è Dottorando di ricerca presso
l’Università degli Studi di Genova dove svolge
attività di ricerca nell’ambito del corso di dottorato
in Pensiero politico e Comunicazione Politica. Fra
le sue pubblicazioni un saggio concernente lo studio
politico, sociale ed ideologico del movimento
islamico palestinese di Hamas per la casa editrice
Utet. Dal 2007 collabora con
Equilibri.net all’interno del Desk Medio Oriente ed
attualmente è coordinatore responsabile del Centro
Italiano di Studi sull’Islam Politico.

Ludovico Carlino
Laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche
dell’Università La Sapienza di Roma e specializzato
in Relazioni Internazionali, ha ottenuto un Mphil
in Analisi e Prevenzione del Terrorismo presso
l’Università Rey Juan Carlos di Madrid. Attualmente
è PhD Candidate presso questa Università con una
tesi di ricerca sulle linee evolutive della presenza
jihadista in Italia ed Europa, e svolge attività di
ricerca sul terrorismo internazionale presso il Centro
Alti Studi per la Lotta al Terrorismo ed alla Violenza
Politica di Roma dove collabora nell’ambito del
programma I.C.T.A.C. (International Counter
Terrorism Accademic Community). Dal 2008
collabora con Equilibri.net all’interno del Desk
Medio Oriente ed ha all’attivo diverse pubblicazioni
riguardanti il terrorismo jihadista e salafita.
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Via Vigevano 39, 20144 Milano
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Inserto online del quotidiano Equilibri.net
Registrazione presso il Tribunale di Firenze del 19 Gennaio
2004 numero 5320
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