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Francesco Veneziano
0.1 L'approccio di Desargues
La geometria proiettiva nasce nel 1600 con Desargues dall'osservazione che
numerose proprietà in geometria presentano delle eccezioni che sembrano
avere una radice comune, e quindi dal tentativo di unicare molti casi par-
ticolari dei teoremi. L'approccio al problema consiste nell'aggiungere alle
rette un punto in più, il punto all'innito, che ne individua la direzione.
Data una retta euclidea, ssiamo un sistema di riferimento su di essa in
modo da associare ad ogni punto della retta un'ascissa reale x.
Per ogni x possiamo trovare innite coppie (x0 , x1 ), x0 6= 0 tali che x = xx01
Denizione 3 Dati tre reali non tutti nulli a, b, c chiamiamo retta proiettiva
in P2 (R) l'insieme delle terne omogenee [x0 , x1 , x2 ] tali che ax0 +bx1 +cx2 =
0
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0.2 La visione moderna
La costruzione del piano proiettivo vista nora appare articiosa perchè pre-
senta un oggetto unitario come il piano proiettivo come l'unione dell'usuale
piano euclideo con alcuni punti speciali; un approccio più moderno ci per-
mette di evitare questo inconveniente.
Prendiamo Rn+1 \ {0} e stabiliamo la seguente relazione di equivalenza sui
suoi elementi: (x0 , x1 , . . . , xn ) ∼ (x00 , x01 , . . . , x0n ) se esiste una costante reale
non nulla λ tale che λx0 = x00 , . . . λxn = x0n .
La funzione π : Rn+1 \ {0} → Pn (R) che porta ogni elemento di Rn+1 \ {0}
nella sua classe di equivalenza, chiamata proiezione sul quoziente, ci permette
di denire i sottospazi proiettivi.
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Esempio Srivere l'equazione della retta passante per i punti P1 : [1, 0, 1, 0], P2 :
[0, 1, 0, 2] ∈ P3 (R):
1 0 1 0
0 1 0 2
x0 x1 x2 x3
Nella matrice abbiamo evidenziato un minore
con determinante
diverso da
1 0 1
0, che può essere orlato in due modi: 0 1 0 con determinante
x0 x1 x2
1 0 0
x2 − x0 e 0 1 2 con determinante x3 − 2x1 . Mettendo a sistema
x0 x1 x3
le
½ due equazioni ottenute ponendo i determinanti uguali a 0 abbiamo la retta
−x0 + x2 = 0
−2x1 + x2 = 0
Volendo esprimere la retta in forma parametrica, è possibile scrivere P =
sP1 + tP2 con [s, t] ∈ P(R)
Quindi Parametrizzare una retta in P2 equivale a metterla in corrispondenza
biunivoca con P1 (R).
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Denizione 6 Se V è un sottospazio vettoriale di uno spazio vettoriale U,
allora la codimensione di V rispetto a U è
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Per ricavare le equazioni cartesiane del sottospazio generato da un in-
sieme di punti ragioniamo così: P ∈ L(P0 , · · · , Pk ) se e solo se la matrice
formata dai vettori v0 , · · · vk , v ha rango k + 1, dove v è il vettore delle co-
ordinate. Basta quindi orlare in tutti i modi possibili un minore di ordine
k + 1 per ottenere le equazioni del sottospazio.
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Teorema 1 (di Desargues) Siano A, B, C e A0 , B 0 , C 0 due terne di punti
distinti non allineati, e tali che le rette hAA0 0 i, hCC 0 i si incontrano nel
T i,0 hBB T
punto TO. Allora i tre punti P1 = hABi hA B 0 i, P2 = hACi hA0 C 0 i, P3 =
hBCi hB 0 C 0 i sono allineati.
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0.3 Spazi proiettivi indotti
Denizione 10 Sia V un K -spazio vettoriale di dimensione n + 1. Si
chiama spazio proiettivo indotto da V, e si indiza con P(V ), il quoziente
V \ {0}/ ∼; si pone dim(P(V )) = n.
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Capitolo 1
Curve algebriche
• (Identità P
di Eulero) Se F (x1 , · · · , xn ) è un polinomio omogeneo di grado
d, allora ni=1 xi ∂x
∂F
i
= dF
F dh (x1 , · · · , xn ) = F (1, x1 , · · · , xn ).
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• deg F dh ≤ deg F
• deg F dh = deg F ⇐⇒ x0 6 |F
• (f h )dh = f
• (F dh )h = F ⇐⇒ x0 6 |F
• C si dice irriducibile se lo è f .
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Teorema 2 (di Bézout) Siano C e D due curve algebriche piane proiettive
complesse di gradi n e m, senza componenti in comune. Allora C e D si
intersecano nm punti (contati con la molteplicità).
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1.2 La polare
Sia C una conica non degenere, della forma X T AX = 0 con det A =
6 0
Dimostrazione
P ∈ pol(Q) ⇔ QT AP = 0 ⇔ P T AT Q = 0 ⇔ P T AQ = 0 ⇔ Q ∈ pol(P ) ¤
Dimostrazione
P ∈ pol(P ) ⇔ P T AP = 0 ⇔ P ∈ C.
T
Se per assurdo pol(P ) C = {P, Q} distinti, Q ∈ pol(P ) ⇒ P ∈ pol(Q) e
Q ∈ C ⇒ Q ∈ pol(Q), quindi pol(Q) = P Q = pol(P ) contro l'ipotesi che P
e Q fossero distinti. ¤
Proposizione 9 Se P 6∈ C allora
• pol(P ) interseca C in due punti distinti Q1 e Q2
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Dimostrazione Se per assurdo pol(P ) fosse tangente a C in Q
Q ∈ pol(P ) ⇒ P ∈ pol(Q) ⇒ pol(Q) = P Q = pol(P )
contro l'ipotesi che P non appartiene alla conica. L'altro punto e dimostrato
da Q1 ∈ pol(P ) ⇒ P ∈ pol(Q1 ) ⇒ P appartiene alla tangente a C in Q1 . ¤
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Sia C = [F (x0 , x1 , x2 )] una conica, e sia T : P2 (C) → P2 (C) una proiet-
tività. Se G(x0 , x1 , x2 ) = F (T (x0 , x1 , x2 )), allora indico la conica D = [G]
con C = T (D).
Denizione 19 Due curve C e D si dicono proiettivamente equivalenti se
esiste una proiettività T tale che C = T (D).
Nel caso delle coniche, se C : X T AX = 0 e T (X) = MX 0 , la conica C
tramite la proiettività T diventa (MX 0 )T A(MX 0 ) = 0, cioè X 0T (MT AM)X 0 =
0 e quindi la matrice associata alla nuova conica è la matrice MT AM.
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Osservazione 10 Per 5 punti a 4 a 4 non allineati passa una e una sola
conica.
Dimostrazione
Presi P1 , P2 , P3 , P4 , P5 , la conica A passa per essi se e solo
P1T AP1 = 0
P2T AP2 = 0
se P3T AP3 = 0 Ma questo, visto come sistema nelle entrate della matrice
P T AP4 = 0
4T
P5 AP5 = 0
A, ha sei incognite e cinque equazioni, quindi ha una soluzione non nulla (a
meno di multipli) che corrisponde alla conica proiettiva cercata.
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Esercizio Data la conica C rappresentata dalla matrice
2 1 1
A= 1 1 0
1 0 −4
Inne,
√ cambiando un'ultima volta coordinate poniamo X0 = x0 , X1 = 2x1 , X2 =
2 5x2 e quindi l'equazione della conica è data da C : X02 − X12 + X22 = 0.
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assume sia segno positivo che segno negativo, e quindi deve essere l'unione
di due rette, perchè l'altra forma ha segno costante. Cerchiamo ora di de-
terminareT di quali rette C è l'unione, e per fare questo cerchiamo il punto
O = r1 r2 , che è il nucleo della matrice associata a C ; svolgendo i calcoli
otteniamo O : [6, −4, 1]. Se ora intersechiamo la conica con una retta r non
passante per O, i due punti che otterremo apparterranno T alle due componenti
di C , ad esempio prendendo r : x0 = 0 abbiamo che r C : x1 (x1 − 2x2 ) = 0
e quindi le due intersezioni sono A : [0, 0, 1], B : [0, 2, 1]. Ora scriviamo le
rette OA e OB , ed il loro prodotto ci dà l'equazione della conica, fattoriz-
zata nelle sue due componenti irriducibili C : (2x0 +3x1 )(−x0 −x1 +2x2 ) = 0.
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1.3 Il risultante
Dato un polinomio in più variabili f (x, y, x) ∈ K[x, y, z], possiamo interpre-
tarlo come un polinomio in una variabile a coecienti nell'anello dei polinomi
nelle altre variabili f (x, y, z) ∈ (K[x, y])[z]. Nel resto della sezione indicher-
emo con D un campo, o un anello di polinomi. Siamo interessati a trovare
un metodo per scoprire se due polinomi in D[x] hanno o meno un fattore in
comune.
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Teorema 5 f e g hanno un fattore comune non costante in D[x] se e solo
se R(f, g) = 0.
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