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ARCHEO 385 MARZO

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IN EDICOLA L’ 8 MARZO 2017


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2017
VASI TETRAPODI
KURDISTAN PREISTORICO

RIVELAZIONI ROMA
S. MARIA ANTIQUA

LA PRIMA BREXIT SANTA MARIA


DELLA STORIA ANTIQUA
Mens. Anno XXXIII n. 385 marzo 2017 € 5,90 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI.

KURDISTAN MALTA CRISTIANA


INCHIESTA LE CATACOMBE
SULLE ORIGINI DI SAN PAOLO
MALTA CRISTIANA

SAMARCANDA
SPECIALE SAMARCANDA

DA ALESSANDRO MAGNO A TAMERLANO


UNA CITTÀ TRA STORIA E LEGGENDA
EDITORIALE

UNA SCUOLA ITALIANA


Lo scorso 20 gennaio – il numero di febbraio era già in stampa e,
pertanto, ne riferiamo solo ora – nel sito di Palmira si è consumato
l’ultimo (in ordine di tempo) atto di barbarie perpetrato dal
sedicente Stato Islamico. Dopo l’assassinio di alcuni militari e civili
locali (secondo le ben note modalità operative), i miliziani neri
hanno minato e fatto esplodere il Tetrapylon e il proscenio del vicino teatro. Lo stesso teatro in cui,
ai primi di maggio del 2016, l’orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo aveva suonato per
celebrare la «liberazione» dell’antica città carovaniera che, però, è stata «fatalmente» riconquistata
dai terroristi dell’ISIS lo scorso 11 dicembre. L’attendibilità della notizia delle nuove distruzioni è
stata documentata da un video visibile in rete. Non intendiamo commentare i fatti. Abbiamo riferito
la notizia per dovere di cronaca (e i lettori possono ben immaginare quanto avremmo voluto non
darla!) e per aggiornare i nostri precedenti interventi su questo argomento (vedi «Archeo» nn. 364,
365 e 368, rispettivamente giugno, luglio e ottobre del 2015).
Voltiamo pagina e veniamo a una vicenda di tutt’altro segno e che ci riguarda da vicino. Ecco la
notizia: due settimane fa sono state spedite a Tunisi – alla sede della Scuola Archeologica Italiana
a Cartagine (SAIC) – 215 casse, contenenti circa 6000 volumi (per un peso complessivo di 4
tonnellate). Si tratta di un’ampia parte della biblioteca di Sabatino Moscati (1922-1997) dedicata
all’archeologia e alla storia dell’arte, dalla preistoria al Medioevo e all’età moderna, donata dalla
famiglia Moscati alla Scuola. Sabatino Moscati, lo ricordiamo, è stato il direttore scientifico della
nostra rivista, dal 1985 fino all’anno della sua scomparsa. A partire dagli anni Sessanta aveva
istituito e diretto campagne di scavo in Israele, Libano e, poi, in Tunisia, sul sito di Cartagine
(oltreché nell’isola di Malta; vedi a p. 76). E proprio con il mondo tunisino Moscati aveva
intessuto rapporti scientifici e personali particolarmente intensi. Ora i suoi libri andranno
a costituire la biblioteca della SAIC, una giovanissima istituzione, fondata un anno fa da
un gruppo di studiosi italiani al fine di «favorire le opportunità di ricerca, formazione e
diffusione delle conoscenze e di contribuire al dialogo interculturale e alle politiche di
sviluppo della Tunisia e dei paesi del Maghreb» (www.scuolacartagine.it).

Andreas M. Steiner

Veduta dei resti dell’antica Cartagine, nell’odierna Tunisia.


SOMMARIO
EDITORIALE MUSEI
Una scuola Il Museo Archeologico Nazionale
italiana 3 della Siritide di Policoro si è
di Andreas M. Steiner dotato di nuove sale, dedicate
agli splendidi corredi tombali 44
Attualità degli Enotri e dei Lucani 20 PREISTORIA
NOTIZIARIO 8 Orizzonti di storia 44
SCAVI PAROLA D’ARCHEOLOGO di Cecilia Conati Barbaro
Le ultime ricerche dell’INRAP a Per una pregiata raffigurazione
Mont-Saint-Michel riportano alla della Bona Dea, ora in collezione MOSTRE
luce un cimitero del XIII secolo privata e destinata a essere Incanto romano 56
annesso all’antica chiesa venduta all’asta, è stata avviata di Stefano Mammini
parrocchiale del villaggio 8 una raccolta fondi che mira a

ALL’OMBRA DEL VULCANO


farne un patrimonio pubblico 22 56
Alcuni dei piú importanti MOSTRE
monumenti di Pompei tornano a Come una
essere indagati dagli archeologi, casa di fate 34
cosí da fare nuova luce sulla di Nadia Canu
storia della città 14

SCOPERTE
34
Viene dall’Umbria il primo MALTA
esemplare al mondo di ambra Alla riscoperta
grigia fossile, la preziosa materia delle catacombe 70
prima prodotta dai capodogli 16 di David Cardona

In copertina Samarcanda (Uzbekistan). Una veduta del Gur i Mir, il mausoleo di Tamerlano,
inquadrato attraverso il grande arco d’ingresso. XIV-XV sec..

Marcello Piperno, Claudio Saporetti, Giovanni Scichilone, Paolo Sommella, Romolo A. Staccioli,
Giovanni Verardi, Massimo Vidale
Anno XXXIII, n. 385 - marzo 2017
Registrazione al tribunale di Milano n. 255 del 07.04.1990
Hanno collaborato a questo numero: Andrea Augenti è professore di archeologia medievale
Direttore responsabile: Pietro Boroli all’Università di Bologna. Luciano Calenda è consigliere del CIFT, Centro Italiano Filatelia Tematica.
Nadia Canu è funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
Direttore editoriale: Andreas M. Steiner per le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro. David Cardona è archeologo. Francesca Ceci è
a.m.steiner@mywaymedia.it archeologa presso la Direzione dei Musei Capitolini di Roma. Francesco Colotta è giornalista. Cecilia
Conati Barbaro è ricercatore confermato di preistoria e protostoria presso «Sapienza» Università di
Realizzazione editoriale: Timeline Publishing S.r.l. Roma. Giuseppe M. Della Fina è direttore scientifico della Fondazione «Claudio Faina» di Orvieto.
Marco Di Branco è ricercatore di storia bizantina e islamica all’Istituto Storico Germanico di
Piazza Sallustio, 24 – 00187 Roma
Roma. Giampiero Galasso è archeologo e giornalista. Paolo Leonini è giornalista e storico dell’arte.
Alessandro Mandolesi si occupa di comunicazione archeologica per conto della Soprintendenza
Redazione: Stefano Mammini Pompei. Flavia Marimpietri è archeologa e giornalista. Daniele Moscone è dottorando di ricerca in
stefano.mammini@mywaymedia.it archeologia presso «Sapienza» Università di Roma. Valentina Porcheddu è archeologa e giornalista.
Lorella Cecilia (ricerca iconografica) Romolo A. Staccioli è stato professore di etruscologia e antichità italiche presso «Sapienza»
lorella.cecilia@mywaymedia.it Università di Roma. Andrea Zifferero è professore associato di etruscologia e antichità italiche e di
musealizzazione e gestione del patrimonio archeologico all’Università di Siena.
Impaginazione: Davide Tesei
Amministrazione: Roberto Sperti Illustrazioni e immagini: Shutterstock: copertina (e p. 82) e pp. 3 (basso), 83, 94/95, 98-101 –
amministrazione@timelinepublishing.it Cortesia Paola Moscati: p. 3 – Cortesia INRAP: Emmanuelle Collado: pp. 8-9 – Cortesia GUARD
Archaeology Ltd: p. 10 – Cortesia Segretariato Regionale per la Calabria del MiBACT: p. 12
Comitato Scientifico Internazionale – Cortesia Soprintendenza Pompei: pp. 14-15 – Cortesia Comune di Allerona: p. 16 – Stefano
Richard E. Adams, Maxwell L. Anderson, Bernard Andreae, John Boardman, Larissa Bonfante, Mammini: pp. 18, 56/57, 63, 64/65, 67 (destra), 68 – Cortesia degli autori: p. 19 – Cortesia
Mounir Bouchenaki, Yves Coppens, Wim van Es, M’Hamed Fantar, Otto H. Frey, Louis Godart, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata: p. 20 – Cortesia Bertolami
Friedrich W. von Hase, Thomas R. Hester, Donald C. Johanson, Vassos Karageorghis, Fine Arts: pp. 22-24 – Cortesia EMAP: Patrick Ernaux/INRAP: p. 26 (alto); Abigail Howkins/
enceslas Kruta, Richard E. Leakey, Henry de Lumley, Javier Nieto, Patrice Pomey, RCS: p. 26 (basso); Francesco Marano/UniTus: pp. 27 (alto), 28; Università di Milano: p. 27 (centro);
Paul J. Riis, Conrad M. Stibbe Placido Scardina: p. 27 (basso) – Cortesia Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro: Nicola Castangia: pp. 34/35, 36 (basso), 38-39, 40
Comitato Scientifico Italiano (centro e basso, a destra), 41 (alto), 42 (alto), 43; Canale: disegno a p. 35; Archivio Soprintendenza:
Enrico Acquaro, Ermanno A. Arslan, Andrea Augenti, Sandro F. Bondí, Francesco Buranelli, p. 36 (alto e centro); Paolo Mura: disegni alle pp. 40-41; Francesco Corni: disegno a p. 42 – Cortesia
Carlo Casi, Francesca Ceci, Francesco D’Andria, Giuseppe M. Della Fina, Paolo Delogu, «Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive» (PARTeN): pp. 44/45, 46 (basso), 47, 48 (alto
Francesca Ghedini, Piero Alfredo Gianfrotta, Pier Giovanni Guzzo, Eugenio La Rocca, e centro), 48/49, 50-55 – Doc. red.: pp. 48 (basso), 88 (basso), 89, 105-109, 111 – Neandertal
Daniele Manacorda, Danilo Mazzoleni, Cristiana Morigi Govi, Lorenzo Nigro, Sergio Pernigotti, Museum, Krapina (Croazia): p. 49 (basso) – Cortesia Soprintendenza Speciale per il Colosseo e
Rubriche
QUANDO L’ANTICA ROMA...
...dovette affrontare la
secessione della
Britannia 104
di Romolo A. Staccioli

SCAVARE IL MEDIOEVO
Uomini e muri 108
di Andrea Augenti 82
108 SPECIALE
Appuntamento a Samarcanda 82
di Marco Di Branco

LIBRI 112 AVVISO AI LETTORI


In questo numero, per motivi
di spazio, non compare la
nuova puntata della serie di
L’ALTRA FACCIA Flavio Russo dedicata ai
DELLA MEDAGLIA metalli, la cui pubblicazione
Sotto la stella riprenderà regolarmente il
ardente 110
110
mese prossimo.
di Francesca Ceci

l’area archeologica centrale di Roma: Electa/Gaetano Alfano: pp. 58/59, 59, 61 (sinistra, in alto), Stampa: NIIAG Spa - Via Zanica, 92 - 24126 Bergamo
62, 66 (alto); Andrea Jemolo: p. 60; Claudia Pescatori: pp. 61 (destra), 66 (basso); Archivio fotografico
della Soprintendenza: pp. 67 (sinistra), 68/69 – Cortesia Clive Vella: pp. 70/71 – Daniel Cilia: pp. Abbonamenti: Direct Channel srl - Via Pindaro, 17 - 20128 Milano
72-77, 80 (alto e basso), 81 – Cortesia Heritage Malta: pp. 78-79 e disegno a p. 80 – Bridgeman Per abbonarsi con un click: www.miabbono.com
Images: pp. 84, 86, 93, 104 – Mondadori Portfolio: Leemage: p. 87; Album: p. 91; AKG Images:
pp. 92, 102/103, 110 – Marka: Philippe Michel: p. 88 (alto); Christopher Rennie: p. 90 – Giorgio
Per informazioni, problemi di ricezione della rivista contattare:
Albertini: disegno alle pp. 96/97 – Cippigraphix: cartine e rielaborazioni grafiche alle pp. 37, 46
E-mail: abbonamenti@directchannel.it
(alto), 85, 86.
Telefono: 02 89708270 [lun-ven 9/13 - 14/18 ]
Riguardo alle illustrazioni, la redazione si è curata della relativa autorizzazione degli aventi diritto. Nel caso Posta: Miabbono.com c/o Direct Channel Srl - Via Pindaro, 17 - 20128 Milano
che questi siano stati irreperibili, si resta comunque a disposizione per regolare eventuali spettanze.
Arretrati
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n otiz i ari o
SCOPERTE Francia
IL CIMITERO PERDUTO E... RITROVATO

D a ormai oltre un quindicennio,


l’INRAP (Institut national
de recherches archéologiques
préventives) esegue indagini
archeologiche a Mont-Saint-Michel,
in Normandia, e l’ultima campagna
ha fornito risultati di notevole
interesse, rivelando la presenza
di un cimitero che si pensava
fosse andato distrutto nel 1913, in
occasione di lavori infrastrutturali.
Il sito, lo ricordiamo, non è altro che
un enorme scoglio di granito, alto
un’ottantina di metri e con una
circonferenza di 1 km circa, esposto
a maree fortissime, con oscillazioni
che raggiungono i 14 m di dislivello
e arrivano a scoprire (e ricoprire)
una fascia di terraferma di 15 km.
A farne una delle mete turistiche
francesi piú visitate sono il
santuario micaelico e il borgo che

A sinistra: Mont-Saint-Michel
(Normandia, Francia). Un settore del
cantiere di scavo nel quale l’INRAP ha
condotto le ultime indagini: l’area
esplorata si trova ai piedi della chiesa
parrocchiale, la cui fondazione si
colloca nel periodo romanico.
In basso: veduta aerea del sito di
Mont-Saint-Michel.

8 archeo
attorno a esso si è sviluppato: un A destra: lo scavo
complesso la cui prima fondazione di una delle
sarebbe avvenuta nell’VIII secolo, sepolture
nelle forme di un oratorio eretto a medievali del
memoria di un’apparizione cimitero
dell’Arcangelo. parrocchiale.
Le ricerche piú recenti hanno Le tombe sono
interessato le fortificazioni e la danneggiate
porta del villaggio (databile al XIII da opere
secolo), menzionate in un testo del infrastrutturali,
XV secolo, nel quale si legge che moderne, come
«il suddetto d’Estouville e i monaci per esempio le
le fecero rinforzare nell’anno 1425, tubazioni visibili
al tempo in cui la porta della città, in questa foto.
che si trovava di fronte alla chiesa

A sinistra: dalle analisi con il 14C che verranno


un’altra immagine effettuati, si attendono risposte
di una tomba sulla dinamica delle deposizioni,
del cimitero sulla loro cronologia, sull’età degli
parrocchiale. Il inumati e sulle patologie di cui i
sepolcreto rimase defunti potrebbero aver sofferto.
in uso fino alla Dati che potranno contribuire a
metà del XIII sec. precisare le caratteristiche della
comunità che viveva a Mont-Saint-
Michel prima del XIII secolo.
Parallelamente, nell’area in cui
parrocchiale venne modificata e Quest’ultima fu innalzata per sorgeva il chiostro dell’abbazia, è
collocata lí dove tuttora si trova». garantire una migliore difesa del stato avviato un intervento che mira
Tuttavia, come già accennato, sito, che già nel 1204 era stato a localizzare i livelli originari dei
l’acquisizione piú importante è assediato e incendiato dagli alleati piani di calpestio, che furono rialzati
quella del cimitero, che, all’origine, bretoni del re Filippo Augusto. in una fase di restauro. Lo scavo e
si estendeva per un raggio di 30 m Nonostante i danni subíti nel lo studio delle strutture realizzate
circa intorno alla chiesa medesima tempo dal piccolo speolcreto, le nell’occasione permetteranno di
e che venne in parte abbandonato tombe superstiti sono una trentina ricostruire l’assetto originario del
quando, alla metà del XIII secolo, fu e hanno permesso il recupero di chiostro e le sue possibili evoluzioni
innalzata una nuova cinta muraria, reperti significativi. In particolare, nel corso del tempo.
voluta dall’abate Richard Turstin. dagli esami archeo-antropologici e Stefano Mammini

archeo 9
n otiz iario
SCOPERTE Scozia
GUERRIERI TRATTATI COME EROI

U n’eccezionale scoperta è
stata di recente effettuata nel
Nord della Scozia, a Carnoustie:
A destra: particolare dell’innesto
dorato alla base della punta di lancia.
Qui sotto, dall’alto verso il basso: i
da un ampio scavo archeologico resti del fodero in legno, la spada in
è emersa una rara punta di lancia, bronzo e la punta di lancia dorata.
rivestita in oro e databile alla In basso: un momento dell’estrazione
tarda età del Bronzo, assieme del blocco di terreno contenente il
ad altri oggetti metallici. Sul nucleo di reperti.

computerizzata e scansione ai raggi


X, prima di procedere con il
microscavo. Sono stati cosí
recuperati anche una spada in
bronzo, un pomo di spada in
piombo e stagno, un fodero – di cui
si sono conservati la struttura e il
puntale in bronzo –, e una spilla in
bronzo. La doratura della punta di
lancia è stata verosimilmente
aggiunta per esaltarne il valore, sia
per la preziosità del metallo, sia per
il suo impatto visivo; alcuni dei piú
antichi miti celtici, infatti,
sottolineano la brillantezza delle
armi eroiche.
Il ritrovamento avvalora anche le
ipotesi sulla ricchezza della locale
società guerriera tra l’XI e il IX
secolo a.C. Infatti, se in Gran
campo c’erano gli archeologi del Bretagna e in Irlanda si conoscono
GUARD Archaeology, uno spin solo pochi manufatti di questo
off dell’Università di Glasgow, valore, un’altra punta dorata venne
che stavano portando avanti rinvenuta, nel 1963, proprio a pochi
un intervento preventivo su un chilometri da Carnoustie, nella
terreno destinato alla realizzazione località di Pyotdykes.
di due campi da calcio. L’importanza della nuova scoperta
Quello della punta non è stato un risiede anche nell’aver potuto
ritrovamento isolato: sono stati recuperare i resti organici,
infatti recuperati quasi un migliaio estremamente rari, che
di reperti – databili dal Neolitico alla accompagnano le armi, come le
tarda età del Bronzo – e portati alla anche scarti di ceramiche e oggetti parti del fodero in legno, le tracce
luce i resti di ben 12 edifici a pianta in pietra. La punta di lancia è stata di pellame intorno alla punta di
sub-circolare databili all’età del individuata proprio all’interno di lancia e le tracce di tessuto intorno
Bronzo, assieme a due ampie «case uno di questi depositi, adiacente a alla spilla e al fodero. Inoltre, la
lunghe» di epoca neolitica, una uno degli edifici dell’età del Bronzo. presenza di un contesto di
delle quali si qualifica come la piú Gli archeologi hanno rimosso il riferimento con cui confrontare lo
ampia mai rinvenuta in Scozia. reperto assieme al pane di terra che studio di questi reperti potrà
L’intera area era inoltre disseminata lo conteneva, che hanno poi gettare nuova luce sulla comunità
di agglomerati di fosse di notevoli trasferito in laboratorio e che li ha sepolti.
dimensioni, che hanno restituito sottoposto a tomografia Paolo Leonini

10 a r c h e o
n otiz iario
PARCHI ARCHEOLOGICI Calabria
PAOLO ORSI AVEVA RAGIONE

I l Parco Archeologico di Terina,


nel Comune di Lamezia Terme
(Catanzaro), è diventato realtà.
A destra: uno dei
settori abitativi
dell’antica Terina
Il progetto di cui costituisce ora il (Lamezia Terme),
coronamento prevedeva la ora compreso
completa fruizione e valorizzazione nel Parco
dell’area di Iardini di Renda, dove, Archeologico
nel 1997, l’allora Soprintendenza del sito.
per i Beni Archeologici della
Calabria aveva avviato la prima
campagna di scavo dando che doveva essere piuttosto ricca e per il Segretariato Regionale del
finalmente consistenza all’ipotesi, inserita, grazie alla sua collocazione MiBACT per la Calabria – è databile
già sostenuta nel 1916 allo sbocco della via istmica e lungo tra il IV e il III secolo a.C. e deve
dall’archeologo Paolo Orsi, che la la via tirrenica, nei processi politici probabilmente riferirsi a un
colonia di Crotone, Terina, si ed economici delle città della ampliamento della città fondata tra
trovasse nella parte settentrionale Magna Grecia, almeno fino alla sua gli ultimi anni del VI e gli inizi del V
della piana lametina. conquista da parte dei Bruzi, secolo a.C., quando, dopo la
Sulla storia di questa città si hanno intorno alla metà del IV secolo a.C. sconfitta di Sibari, nel 510 a.C.,
scarse notizie: dal ritrovamento di Negli ultimi due decenni si sono Crotone fu finalmente libera di
numerose monete si può dedurre succedute altre quattro campagne aprirsi uno sbocco sul Tirreno.
di indagini archeologiche, che Le indagini hanno portato alla
In basso: un’altra immagine dei resti hanno messo in luce individuazione di un vasto quartiere
delle strutture riportate alla luce l’organizzazione dello spazio con funzione residenziale con
grazie agli scavi condotti nell’area di abitativo, articolato in una maglia di diversi ambienti riferibili a unità
Terina (presso Lamezia Terme), città assi viari paralleli, che definiscono abitative. Questa parte
situata nella parte settentrionale della isolati stretti e allungati. dell’impianto urbano era dotata di
piana lametina e che, fino alla «La parte indagata – spiega Fabrizio un sistema di raccolta della acque
conquista da parte dei Bruzi, godette Sudano, funzionario archeologo e reflue e meteoriche ben costruito.
di notevole prosperità. direttore scientifico del progetto Ai lati di una delle due strade
rettilinee e parallele già messe in
luce in passato, sono state infatti
evidenziate due canalette
(funzionali alla raccolta dell’acqua
piovana che scendeva dalle gronde
degli edifici), di differente fattura
ma costruite entrambe con grosse
pietre sul fondo e sulle pareti, che
denotano, ancora una volta, la
realizzazione di un impianto
progettato e realizzato con cura».
Il neonato Parco, per la cui visita si
deve contattare il Comune di
Lamezia Terme (www.comune.
lamezia-terme.cz.it; URP: tel. 0968
207239) è parte di un’unica area
archeologica che comprende, a
brevissima distanza, il complesso
dell’abbazia benedettina di S. Maria
di Sant’Eufemia.
Giampiero Galasso

12 a r c h e o
CIELI DI PERSIA
ITINERARIO
1°- Partenza dall’Italia
2°- Teheran
3°- Qom-Kashan-Isfahan
4°- Isfahan

IRAN &
5°- Isfhan-Naein-Yazd
6°- Yazd-Persepoli-Shiraz
7°- Shiraz
8°- Shiraz-Firuz Abad
9°- Shiraz-Bishapour-Ahwaz

UZBEKISTAN
10°- Ahwaz-Susa-Shushtar
11°- Ahwaz- Teheran.
12°- Rientro In Italia.

CIELI DI PERSIA UZBEKISTAN ARCHEO


Dopo aver visitato Teheran Tour archeologico di 11 giorni,
si percorre quello che è progettato in collaborazione con gli
considerato l’itinerario storici e gli archeologi dell’Istituto di
classico dell’Iran, visitando Archeologia di Samarcanda, fornisce
Persepoli e alloggiando una prospettiva unica sugli scavi
nelle imperdibili città di archeologici intrapresi sul territorio
Isfahan, Yazd e Shiraz; da dell’Uzbekistan, offrendo una totale
qui si procede per il Sud immersione nel patrimonio storico e
Ovest dell’Iran con i siti culturale dell’Uzbekistan…
archeologici sassanidi di Senza perdersi il meglio delle grandi
Firuz Abad e Bishaopur, e i Città d’arte poste sulla Via della
più antichi insediamenti di Susa e dell’antico Elam. Possibilità Seta. Visite guidate con la presenza
di estensioni di viaggio ed escursioni aggiuntive. di archeologi professionali.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE QUOTA DI PARTECIPAZIONE

2150
volo incluso/S/SGL € 350

Valida per gruppi di 10+ partecipanti. Per numero di partecipanti inferiore


1500 S/SGL € 225

Valida per gruppi di 4+ partecipanti. Per numero di partecipanti inferiore


saranno applicati i supplementi previsti dal tariffario. saranno applicati i supplementi previsti dal tariffario.

PARTENZE DI GRUPPO PARTENZE DI GRUPPO


3-14 MAG 2-13 AGO 16-27 AGO 3-15 OTT 1-12 NOV 27 DIC-6 GEN 9-19 SET

PARTENZA DI GRUPPO SILK ROAD TOUR 17 AGOSTO 2017 -15GIORNI


LUNGO LE ROTTE DELLA VIA DELLA SETA: IRAN – TURKMENISTAN – UZBEKISTAN da €2400*
L’itinerario si snoda nei luoghi delle grandi imprese di Alessandro Magno, Gengis Khan e Tamerlano. Dall’altipiano iranico visitando i maggiori centri della civiltà
persiana, Isfahan Yazd Persepoli e Shiraz, si raggiunge il remoto Turkmenistan e dopo aver sostato nell’antica città oasi di Mary/Merw, attraversato il deserto del
Kizylkum e il fiume Amu Darja si prosegue per le imperdibili città di Bukhara e Samarcanda che hanno resa leggendaria la Via della Seta, per raggiungere infine
Tashkent: Possibilità di estensione alla Valle del Ferghana. Rientro da Tashkent o da Osh in Kirghizistan.
*Valida per gruppi di 10+ partecipanti. Per numero di partecipanti inferiore saranno applicati i supplementi previsti dal tariffario.

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ALL’OMBRA DEL VULCANO

Alessandro Mandolesi

IL RITORNO DEGLI SCAVATORI


POMPEI SALUTA LA RIPRESA DELLE ESPLORAZIONI: È STATO INFATTI MESSO A
PUNTO UN PROGRAMMA ORGANICO DI SCAVI ARCHEOLOGICI CHE PUNTA
ALLA COMPRENSIONE DI SETTORI URBANI ANCORA SCONOSCIUTI

L o scorso anno, la mostra


«Pompei e l’Europa. 1748-
1943» ha celebrato le suggestioni
progettato e avviato una nuova
campagna di ricerca che punta alla
riscoperta di edifici sepolti e alla
scoperto edifici poi rinterrati.
Pompei si riapre cosí alle
problematiche della ricerca
che le scoperte pompeiane loro pronta valorizzazione. archeologica piú avanzata e alla
hanno evocato sugli artisti e trasmissione di metodi e saperi,
sull’immaginario europeo. RICERCHE SISTEMATICHE coinvolgendo tecnici e ricercatori
La città che gradualmente Cosí, accanto a cantieri di restauro delle università e degli istituti di
emergeva da lapilli e ceneri costituí e di messa in sicurezza del Grande ricerca chiamati ad analizzare la
fin da subito una fonte inesauribile Progetto Pompei, sistematiche città sotto diversi punti di vista.
d’ispirazione, in un dialogo ricerche di scavo puntano ora a fare La nuova stagione di scavi, diretta
costante fra archeologi e ambienti nuova luce sull’organizzazione e da Massimo Osanna, comprenderà
colti, chiamati a raccontare la sulla finzione degli spazi urbani. vari contesti: l’Insula Occidentalis,
vicenda unica della sua riscoperta. Gli interventi sul terreno, a carattere la cinta muraria presso la Torre XI,
A distanza di molti anni, dopo aver sia localizzato che esteso, nella le domus di Apollo e dell’Ara
superato la crisi che nel recente prima fase hanno l’obiettivo di Massima nella Regio VI; il Santuario
passato ha offuscato l’immagine ricollegare strutture visibili a di Apollo nella Regio VII;
del sito, la Direzione di Pompei ha vecchie indagini che avevano la Schola Armaturarum nella Regio

14 a r c h e o
A sinistra: il Tempio di Iside, uno dei
complessi che torneranno a essere
indagati dagli archeologi.
Nella pagina accanto: l’area delle
mura urbiche di Pompei all’altezza
della Torre XI.

complesso suburbano posto lungo


una delle principali arterie di
comunicazione con il territorio che
recentemente ha restituito uno dei
piú ricchi repertori di iscrizioni
etrusche della Campania».

DA SPAZIO CRITICO
A PALESTRA DI STUDI
Un secondo tema è quello delle
mura urbiche, ampiamente
discusso, ma non piú indagato.
«Nella Regio VI – dice ancora
Mighetto – si amplierà la ricerca
sull’Insula Occidentalis,
caratterizzata da abitazioni
affacciate sulle mura, che si
accompagnerà alla sistemazione
delle pendici in una pianificazione
che immerge il sito nel contesto
III; il Foro Triangolare, il Tempio di «Un primo insieme riguarderà il contemporaneo e ne valuta le
Iside e le Terme del Sarno nella tema dei luoghi di culto – prosegue forme di dialogo e di impatto.
Regio VIII; il santuario extraurbano Mighetto –, su cui si basa Per l’universo degli spazi pubblici e
di Fondo Iozzino. l’architettura sociale della città di svago abbarbicati sulla linea
antica e che comprendono i due delle fortificazioni, si tornerà a
UNA GRANDE OCCASIONE centri sacri urbani piú antichi: il indagare il complesso delle Terme
Delle attività appena avviate santuario di Apollo e quello di del Sarno e, ancora, la Schola
parliamo con Paolo Mighetto, Athena. Di fondazione arcaica e dal Armaturarum potrà trasformarsi da
architetto della Segreteria tecnica complesso palinsesto spazio critico in luogo di ricerca
di Pompei e responsabile dei lavori. monumentale, i due santuari dopo la realizzazione della
«Sarà una grande occasione di vengono sondati allo scopo di copertura temporanea dei resti
conoscenza per Pompei, ma anche chiarirne le fasi di vita e le forme di salvatisi dal crollo del 2010.
di divulgazione, perché i cantieri di frequentazione rituale. Lo scavo riparte dal piano di
scavo saranno parte integrante dei Una nuova ricerca con saggi restauro e dalle necessità di
percorsi di visita del sito, ne stratigrafici tornerà inoltre sul modellare i fronti di lapillo,
arricchiranno l’offerta, ne luogo di culto che fu tra i primi riprendendolo laddove lo scavatore
renderanno singolare la visita spazi sacri riemersi dalla coltre Spinazzola lo aveva interrotto per
offrendo la possibilità di dell’eruzione, il Tempio di Iside, che cercare di completarne la forma
partecipare all’emozione dello tanto impressionò il mondo architettonica e comprendere il
scavo, comunicando strumenti e antiquario settecentesco per la significato di una struttura ancora
metodi per leggere il passato. Si completezza delle sue strutture e per molti aspetti problematica».
accompagneranno interventi di che, per la prima volta, restituiva Una metamorfosi, quella di
restauro e specifiche progettazioni nella sua interezza lo spazio rituale Pompei, che ora passa anche
per permettere la fruizione di un tempio antico. Uscendo dal attraverso un’ampia campagna di
ordinaria dei nuovi rinvenimenti». perimetro delle mura, il sacro scavi che restituirà al pubblico, oltre
Diversi quindi gli argomenti continuerà a essere indagato nel a nuove testimonianze, inedite ed
affrontati dalla ricerca archeologica. santuario di Fondo Iozzino, un emozionanti storie di vita antica.

a r c h e o 15
n otiz iario
SCOPERTE Umbria
BECCHI INDIGESTI PER I GIGANTI DEL MARE

N el Pleistocene (intorno a 1,8


milioni di anni fa), il mare
bagnava l’Umbria e s’incuneava
questi cetacei. I capodogli, infatti,
non riescono a digerire i becchi, che
si accumulano, arrivando a
L’importanza della scoperta di
Allerona sta nell’aver trovato
l’ambra grigia allo stato fossile: si
tra gli attuali massicci dei monti graffiare le pareti dell’intestino e le tratta del primo caso al mondo.
narnesi-amerini e tra quelli della loro mucose intestinali cercano La materia ha perso le sue doti
catena Cetona-Rapolano. Bordato quindi di difendersi producendo aromatiche e il suo valore
da spiagge con sabbia e ciottoli appunto l’ambra grigia, che ingloba commerciale, ma ne ha acquistato
alternate a coste rocciose, le acque i becchi. Nell’intestino di questi uno rilevante sul piano della storia
arrivavano a lambire un’area giganti del mare si vengono cosí a geologica della terra. I resti sono
caratterizzata dalla presenza di creare masse di ambra grigia che stati trovati in un’area ristretta
laghi. Il passaggio tra le due zone però essi non riescono a espellere, (1200 mq circa) e sembrano
avveniva tra Orvieto e Allerona. finendo vittime di ostruzioni che testimoniare eventi multipli di
A confermare questo quadro sono possono causarne la morte. moria di capodogli in queste acque,
Cosí Herman Melville descrive che dovevano avere un fondale
l’ambra in Moby Dick: «È soffice e profondo non piú di 100-150 m:
cerosa, e cosí intensamente troppo poco per cetacei che vivono
fragrante e speziata da essere abitualmente a circa 200 m di
largamente usata in profumeria per profondità. La ricerca di cibo
pastiglie, candele preziose, cipria potrebbe averli condotti nella
per capelli e pomate». Ne fa trovare stretta baia allungata, che
una certa quantità al secondo rappresentava al tempo l’area di
ufficiale Stubb: «Questa, amici Allerona, e da essa non sarebbero
miei, è l’ambra grigia, che vale una piú riusciti a uscire. Una storia
ghinea d’oro all’oncia in qualunque raccontata nel Museo dei Cicli
farmacia». Ancora oggi, è ricercata Geologici istituito proprio nel cuore
per le caratteristiche aromatiche e il di Allerona (da pochi mesi inserito
suo valore commerciale si aggira tra i borghi piú belli d’Italia).
intorno ai 20 000 euro al kg. Giuseppe M. Della Fina

In alto: l’ambra grigia fossile rinvenuta


nel territorio di Allerona (Terni).
A destra: il fossile al momento del
ritrovamento.

le ricerche avviate nel 2011 da


geologi del Dipartimento di Scienze
della Terra dell’Università degli
Studi di Perugia e coordinate da
Angela Baldanza. Ricerche che
hanno portato a una scoperta
sensazionale: il rinvenimento di
resti di ambra grigia allo stato
fossile che appaiono oggi come
grandi «spirali di roccia».
L’ambra grigia viene prodotta
dall’intestino dei capodogli come
difesa per l’azione irritante causata
dai becchi dei calamari e dei totani,
che costituiscono un cibo
particolarmente apprezzato da

16 a r c h e o
A TUTTO CAMPO

Andrea Zifferero

RIPENSARE LA FORMA DELL’ACQUA


LE VETRINE DI UN
MUSEO O DI UNA
MOSTRA NON SONO
SEMPLICI CONTENITORI,
MA ELEMENTI
ESSENZIALI PER
VEICOLARE LE
INFORMAZIONI SUI
REPERTI CHE IN ESSE
VENGONO ESPOSTI.
ECCO PERCHÉ LA LORO
PROGETTAZIONE
DEV’ESSERE
ACCURATAMENTE
PIANIFICATA

N e La forma dell’acqua, il
romanzo con cui Andrea
Camilleri ha inaugurato la saga
che la vetrina sia un espositore del
quale non si può fare a meno, atto a
garantire la conservazione dei
In alto: Adria, Museo Archeologico
Nazionale. La vetrina speciale, creata
per esporre i vetri romani provenienti
del commissario Montalbano, reperti, offrendoli all’osservatore da collezioni: la struttura è dotata di
il protagonista deve affrontare nel modo piú adatto. La vetrina effetti illuminotecnici che esaltano le
un caso nel quale la soluzione inoltre è il modulo sul quale si caratteristiche cromatiche e le
ha connotati diversi e sfuggenti, articola il percorso espositivo, trasparenze dei reperti.
paragonati appunto alla forma la cui organizzazione è, a sua volta,
dell’acqua, che assume quella del l’obiettivo primario del progetto archeologico (o altrimenti artistico,
recipiente in cui viene versata. museografico. antropologico e/o scientifico a
Prendendo a prestito Ammesso che un buon progetto seconda della natura delle
quell’immagine, vogliamo questa museale si componga di un piano collezioni) illustrato, interpretandoli
volta interrogarci su chi determini e museografico di qualità, a cui si è e riproponendoli al visitatore.
progetti la forma di una vetrina appena accennato, il problema Non c’è bisogno di insistere sul
all’interno di un museo o di una maggiore consiste nello sviluppare fatto che in un museo
mostra archeologica. Verrebbe (possibilmente) in modo integrato archeologico l’estensore del piano
spontaneo rispondere che l’onere anche un piano museologico di pari museologico debba essere
spetta a chi firma il progetto di qualità. In sintesi, il progetto archeologo, cosí come una
allestimento, ma la realtà è liquida, museologico è la forma espositiva pinacoteca debba fare riferimento
proprio come l’acqua, e si presta a da imprimere ai contenuti del a storici dell’arte, un museo
diverse interpretazioni. museo: un buon piano rispetta i scientifico a storici della scienza e
Diamo innanzitutto per scontato termini originali del contesto via dicendo. Nell’eventualità che

18 a r c h e o
Ricostruzione
parziale della
struttura in terra
e pietre del
Tumulo Brizzi
a Marsiliana
d’Albegna,
nel Museo
Archeologico e
d’Arte della
Maremma a
Grosseto.

lo specialista non sia chiamato Una soluzione al minimo della rialzate dal pavimento in posizione
all’elaborazione del piano spesa potrebbe consistere nel dominante nella sala. Si potrebbe
museologico oppure rinunci a collocare i corredi in vetrine in inoltre delineare sul pavimento
esercitare il suo ruolo, il danno forma di parallelepipedo con piú della sala parte del perimetro
finale è quasi inevitabile: i musei ripiani, lasciando al sistema dell’edificio di culto, con il profilo di
del nostro Paese sono ricchi di informativo (per esempio un parte delle restanti tombe a fossa.
allestimenti archeologici pannello) il compito di illustrare la
suggestivi, esteticamente molto planimetria della necropoli e i STIMOLARE L’INTERESSE
validi oltre che pregevoli dal rapporti con la chiesa intorno a cui Se, in conclusione, una buona
punto di vista architettonico, ma si è sviluppato il cimitero. vetrina esalterà le relazioni spaziali
parziali, zoppicanti o addirittura Le vetrine accoglierebbero i corredi, rispetto al contenuto della
errati sotto il profilo della ordinati per tipi e categorie degli sepoltura e alla posizione degli
restituzione storica del contesto. oggetti e per cronologia delle oggetti, una vetrina di qualità
Al momento attuale, gli aspetti tombe. Una ricostruzione mediocre deprimerà tali relazioni,
della restituzione e ineccepibile, che, tuttavia, cancella fino a renderne problematico il
dell’interpretazione del contesto molte delle interrelazioni originali riconoscimento, mentre una
sono dominanti nella museologia tra spazio funerario e oggetti (per vetrina di qualità bassa renderà tali
italiana e ciò si deve a una esempio posizione e tipo delle relazioni invisibili a tutti, tranne
riflessione teorica sui criteri di armi, spesso legati all’età o al censo che agli esperti.
valorizzazione dei reperti che sta del defunto), appiattendo cosí Il vantaggio di un piano
facendosi lentamente spazio nella possibili sollecitazioni al visitatore museologico che suggerisca la
formazione universitaria degli per approfondire temi e aspetti del forma espositiva dei temi da
archeologi, soprattutto al seguito di rituale funerario. approfondire sottoponendola al
insegnamenti quali la metodologia In realtà, un allestimento di qualità vaglio critico di altre
della ricerca archeologica. dovrebbe sempre suggerire, nella professionalità, renderà meno
forma delle vetrine e nel loro asettico l’allestimento
UN’IPOTESI DI LAVORO rapporto con lo spazio museografico e contribuirà a
Un esempio che può illustrare la dell’allestimento, molte delle mantenere elevate la curiosità e
teoria che stiamo trattando è relazioni intenzionali documentabili l’interesse del visitatore medio.
l’ipotetico allestimento di una tra gli oggetti: basterebbe scegliere Certo il primo limite di un buon
necropoli altomedievale, con un campione di due o tre tombe a piano museologico è il costo
tombe a fossa scavate nel terreno, fossa contigue, magari ricollocando notevole di vetrine disegnate in
di solito collocate in prossimità di i resti scheletrici di defunti di sesso modo artigianale e costruite in
un edificio di culto. diverso per far risaltare eventuali pochi esemplari, ma soltanto cosí
Le variabili con cui dobbiamo fare i vincoli di parentela e/o differenze di restituiremo all’acqua la forma
conti sono l’ampiezza della sala (o trattamento nel rituale funerario ed corretta: pensando la vetrina come
delle sale) su cui distribuire esporli con i rispettivi corredi in un delicato strumento che contiene
l’esposizione, oltre che, vetrine rispettose della forma la forma del pensiero archeologico.
ovviamente, i fondi a disposizione. originale delle fosse, appena (andrea.zifferero@unisi.it)

a r c h e o 19
n otiz iario
MUSEI Basilicata
CIVILTÀ INDIGENE DI LUCANIA

S ono state aperte al pubblico


le nuove sale del Museo
Archeologico Nazionale della
locale, si datano le ricche parure di
ornamenti personali di bronzo
(copricapo-diadema a tubuli,
Siritide di Policoro, una delle piú cavigliere a spirali, fibule a spirali) e
importanti raccolte di antichità del gli elementi decorativi di vestiti in
Mezzogiorno, situata in prossimità bronzo, ma anche in ambra baltica
degli scavi di Siris-Herakleia. o pasta di vetro di provenienza
Dedicati alle civiltà italiche degli orientale: non mancano preziosi
Enotri e dei Lucani, gli spazi appena gioielli in argento.
inaugurati accolgono gran parte del La terza sala, infine, è dedicata
prezioso e raro materiale rinvenuto all’ampia documentazione
nel corso di trent’anni di indagini archeologica dei Lucani, che, alla
negli insediamenti protostorici che fine del V secolo a.C., si sono
le vallate dei fiumi Agri e Sinni, imposti sulla scena politica delle
completando il quadro storico delle locale (copricapi bronzei di regioni interne meridionali.
culture antiche della Basilicata influenza balcanica, ceramiche Gli abitati fortificati, come
sud-occidentale, che interagivano decorate con motivi geometrici del Cersosimo o Monte Coppolo di
con le vicine colonie greche. VII-VI secolo a.C. da Roccanova, Valsinni, i santuari di Armento e
I reperti provengono dalle necropoli Aliano, Guardia Perticara), sia di Chiaromonte, l’edilizia privata
di Santa Maria d’Anglona, Aliano, importazione (lucerna bronzea e le necropoli del IV-III secolo a.C.
Latronico, Roccanova, Guardia dalla tomba 23 di Chiaromonte). – come quella di Sant’Arcangelo –
Perticara, Chiaromonte e Segue la sala dedicata alle rivelano una completa adesione ai
Sant’Arcangelo, scoperte grazie popolazioni subcostiere, attestate modelli urbanistici, militari,
all’attività di archeologia preventiva sui terrazzi circostanti Santa Maria religiosi e culturali delle colonie
che ha consentito il recupero di d’Anglona, con sepolture segnate greche costiere, alle quali i Lucani si
migliaia di corredi funerari delle da un rituale e da apprestamenti sono contrapposti per il controllo
popolazioni indigene dei funerari di derivazione balcanica dei territori interni almeno fino alla
Choni-Enotri (IX-V secolo a. C) (inumati rannicchiati e sepolture comparsa sulla scena politica di
e dei Lucani (IV-III secolo a. C.). coperte da tumuli di pietrame). Roma, che alla fine impone su tutti
Nel corridoio di accesso alle nuove Si passa quindi alle grandi il proprio dominio. Tra i materiali
sale si trovano i simboli della necropoli enotrie di Chiaromonte, lucani è di grande interesse una
cultura enotria sia di produzione Aliano, Guardia Perticara e corazza a «tre dischi» frammentaria
Roccanova, segnate dal rituale proveniente da Senise (scavo
dell’inumazione supina di clandestino), che si ritrova
derivazione tirrenica. indossata da questi guerrieri
Tra l’VIII e il VI secolo spesso dipinti sulle lastre delle
a.C., oltre a tombe di Poseidonia/Paestum.
ceramiche di Giampiero Galasso
produzione
DOVE E QUANDO
In alto: olla
decorata con Museo Archeologico Nazionale
motivo a tenda, della Siritide
dalla Tomba 3 di Policoro (Matera), via Colombo
Santa Maria Orario me-lu, 9,00-20,00;
D’Anglona. VIII sec. a.C. ma,14,00-20,00
A sinistra: copricapo- Info tel. 0835 972154; e-mail:
diadema in bronzo dalla pm-bas.museopolicoro@
Tomba 69 di Guardia beniculturali.it;
Perticara. VIII sec. a.C. www.artibasilicata.beniculturali.it

20 a r c h e o
SPECIALE MISTERI
IL MISTERO DEI
TEMPLARI
D&B6300 - 100 minuti
I templari erano monaci e guerrieri. Divennero, ne-
gli anni, anche una potentissima istituzione finan-
ziaria, ma, dopo duecento anni dalla nascita dell’
Ordine, i capi dei Templari vennero condannati al
rogo. Avvincenti ricostruzioni in costume e intervi-
ste ci portano alla scoperta di un’epoca cruenta e
sanguinosa,avvolta in un’aura di mistero.

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IL LIBRO PERDUTO LE PROFEZIE DI IN OMAGGIO


DI NOSTRADAMUS NOSTRADAMUS SE ORDINI ALMENO 2 DVD
D&B7411 - 90 minuti CDV6272 - 90 minuti
Nel 1994, viene scoperto nella Biblioteca Una produzione History Channel su una
Nazionale di Roma un manoscritto data- delle figure più enigmatiche e affascinanti
to 1629 e firmato Michel de Notredame, della storia. Nostradamus visse in un’e-
meglio noto come Nostradamus. Il libro poca di superstizione e fu considerato un
contiene 80 enigmatiche illustrazioni dello indovino e un sensitivo. Ripercorrendo il
stesso Nostradamus che gettano nuova cammino e le tappe della sua esistenza
luce sull’interpretazione delle sue profezie. il DVD ricostruisce la vera storia del “veg-
Questa coinvolgente e intrigante indagine gente” e illustra i motivi per i quali i suoi
di History Channel svela i segreti di un do- scritti continuano, tutt’oggi, a suscitare
cumento eccezionale. grandi controversie.

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La Bibbia, letta da milioni di fedeli in tutto il
IL MISTERO DEI MAYA HIVA, IL CONTINENTE
mondo, narra eventi miracolosi e misteriosi.
Molti hanno cercato riscontri storici e scientifi-
D&B7362 - 50 minuti
Il DVD svela la straordinaria importanza che PERDUTO
ci di quei fatti eccezionali, ma storia e scienza avevano per questo popolo l’astronomia e la D&B7391 - 96 minuti
possono spiegare ciò che si cela dietro ai più matematica, da cui tutto dipendeva; anche Nuove scoperte raccontano la vera storia
grandi misteri della Bibbia? Il DVD contiene la vita stessa degli uomini. Alcune particolari dell’Isola di Pasqua tra le leggende dell’ori-
due filmati, dedicati a due episodi tra i più celebrazioni erano infatti spesso accompa- gine del suo popolo sul misterioso continen-
sconcertanti e affascinanti di tutta la tradizio- gnate da sacrifici umani, che restituivano agli te scomparso di Hiva, e i misteriosi Moai, i
ne biblica: L’ Esodo - Sodoma e Gomorra. dei il sangue versato durante la creazione. giganti di pietra pesanti 80 tonnellate, eretti
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PAROLA D’ARCHEOLOGO

Flavia Marimpietri

BONA DEA: UN’IDEA PER


DONARLA AL PUBBLICO
È L’UNICA STATUETTA A OGGI NOTA CHE RITRAGGA UN’ANTICA DEA DELLA
FERTILITÀ E, APPARTENENTE A UNA COLLEZIONE PRIVATA, DOVREBBE ESSERE
VENDUTA ALL’ASTA. MA, GRAZIE ALL’INIZIATIVA PROMOSSA DA FIORENZO
CATALLI, POTREBBE ESSERE DONATA AL MUSEO NAZIONALE ROMANO

C i siamo occupati di recente


della restituzione al pubblico
dei dipinti della Tomba François di
Vulci, attualmente appartenenti alla
Collezione Torlonia (vedi «Archeo»
n. 383, gennaio 2017). Ma le celebri
pitture non sono l’unico esempio
di reperti archeologici rivendicati,
in virtú del loro interesse storico,
dai cittadini o dalle istituzioni
del territorio di origine. Tra
le iniziative che mirano alla Roesler Franz (1845-1907), il pittore
fruizione collettiva di un vedutista della Roma Sparita:
reperto di proprietà privata, una campagna di raccolta fondi
c’è anche quella organizzata finalizzata all’acquisto dell’opera
a favore di una statuetta della e alla sua donazione a un museo
Bona Dea rinvenuta nel XVIII statale. L’iniziativa è promossa da
secolo ed entrata a far parte Fiorenzo Catalli, numismatico e
della collezione di Ettore già direttore archeologo del Museo
Nazionale Romano.
A sinistra: la Dottor Catalli, perché una raccolta
statuetta della fondi per acquisire questo oggetto?
Bona Dea, «Si tratta dell’unica statuetta
rinvenuta sulla esistente che rappresenti con
via Appia Antica, certezza la Bona Dea, come attesta
nei pressi di l’iscrizione incisa alla base, che
Bovillae. Metà riporta una dedica alla divinità da
del III sec. d.C. parte di Callisto, schiavo alle
dipendenze di Rufina. È un’opera in
marmo bianco, alta 30 cm, databile
alla metà del III secolo. Le fonti
antiche riportano varie informazioni
sulla Bona Dea, figura prettamente
femminile legata al mondo della
fertilità. Ma questa statua, per la
presenza della dedica iscritta, è il
solo caso noto che documenti
senza ombra di dubbio

22 a r c h e o
l’iconografia della dea. A sinistra: denario di Tranquillina.
Il restauro antico attesta il Collezione Barry Feirstein.
perpetuarsi del culto in piena III sec. d.C.
età imperiale, tale da meritare In basso: particolare della testa
una destinazione pubblica. della Bona Dea.
Inoltre l’opera costituisce una
possibile conferma della non può andare in giro nelle
presenza del sacrario dedicato collezioni private, ma deve
alla divinità lungo la via Appia, essere esposto a tutti in un
presso il quale, nel 52 a.C., il museo. Per le modalità
tribuno Clodio trovò la morte per delle donazioni, è possibile
mano delle bande armate di consultare il sito
Milone. La statua, infatti, venne www.artrarities.it».
rinvenuta là dove l’Appia Antica si L’Italia possiede molti «pezzi
approssima ai ruderi dell’antica unici»: quali altri reperti
città di Bovillae. Abbiamo creato una società, la archeologici di proprietà privata
E qui Cicerone colloca il tempio DFRG Art Rarities, e sottoposto potrebbero beneficiare di raccolte
della Bona Dea, narrando l’idea alla casa d’aste a cui la Bona fondi come questa?
dell’uccisione dello stesso Clodio. Dea è stata affidata, la Bertolami «Penso alle tante monete antiche
Considerato quindi l’alto interesse Fine Arts, e al proprietario. della Sicilia, della Magna Grecia e
artistico della statuetta, abbiamo Abbiamo chiesto il nulla osta al di Roma stessa. Ci sono monete
promosso una raccolta di fondi tra i Comando Carabinieri Tutela eccezionali che meritano. Per non
cittadini per poterla acquistare allo Patrimonio Culturale, per verificare parlare dei vasi attici, destinati
scopo di donarla al Museo che non ci fossero pendenze, e un all’esportazione in Italia: una parte
Nazionale Romano». parere alla Direzione del Museo appartiene a una produzione
In Inghilterra, operazioni simili Nazionale Romano, che si è detta diciamo semi-industriale, ma altri
sono all’ordine del giorno. In Italia, felice di accettare il dono, una volta sono pezzi unici, firmati da artisti,
invece, le campagne di crowd completato l’iter. L’acquisizione da pittori e ceramografi famosi.
founding per acquisire reperti da pubblica di questo reperto è Uno su mille – non dico tutti –
donare a istituzioni pubbliche sono essenziale, perché è un unicum, meriterebbe una destinazione
ancora una novità… pubblica».
«Nel nostro Paese iniziative come Sta dicendo che tra i reperti
questa sono in pratica inesistenti: ci archeologici di proprietà privata ci
sono un paio di esempi a Torino, a sono migliaia di pezzi dal valore
Palazzo Madama, e a Milano, ma scientifico unico, mai esposti in
siamo molto indietro. All’estero, pubblico?
invece, in Inghilterra e USA «Migliaia è poco. Direi decine e
soprattutto, le campagne di raccolta decine di migliaia. Io non ho nulla
fondi tra privati per l’acquisto di contro il collezionismo privato, che
beni culturali da donare a musei esiste da sempre. Augusto era un
pubblici sono la norma». collezionista di monete. Ma
Come è nata l’iniziativa? bisognerebbe offrire una collezione
«L’idea è venuta a me a mio figlio. al pubblico piuttosto che tenerla
La statua della Bona Dea è un pezzo chiusa in un magazzino. Anche nel
eccezionale dal punto di vista Ministero dei Beni Culturali ci sono
scientifico: è un vero peccato che troppi nuclei di oggetti conservati
non sia esposto. Per questo ci nei magazzini. Solo con quei
siamo dati da fare per permetterne materiali si potrebbero fare altri
la pubblica fruizione. Nel mille musei in Italia».
Museo Nazionale Romano In che modo si potrebbe, allora,
esiste una bella sezione valorizzare questo immenso
dedicata ai culti e alle patrimonio archeologico che si
divinità, nella quale la statua trova – se pur legittimamente – in
farebbe una bella figura. mani private?

a r c h e o 23
A destra: la Bona Dea in un disegno
pubblicato dal Bollettino della
Commissione Archeologica Comunale
di Roma del 1879.
In basso: l’iscrizione sulla base della
statuetta che ne attesta la dedica alla
dea da parte dello schiavo Callisto.

«Forse la soluzione c’è: creare


musei con spazi nei quali poter
periodicamente far girare i
materiali dei magazzini. Altri mille
musei non possono essere costruiti
e dobbiamo evitare di creare
raccolte piene di reperti fino
all’inverosimile. E, piuttosto,
pensare sezioni dedicate alle
esposizioni temporanee in cui, per
sei mesi, presentare un vecchio
scavo, un’antica collezione di
reperti archeologici donata da un
privato e mai esposta…».
Le vengono in mente altri esempi di
collezioni o reperti che potrebbero
essere esposti al pubblico e invece
non lo sono, per esempio nel
Museo Nazionale Romano?
«Per esempio la collezione Gorga,
appartenuta a un tenore con la
passione per il collezionismo
archeologico, che raccoglie una
mole enorme di materiale, adesso è
esposta nel Museo Nazionale
Romano di Palazzo Altemps.
Ma ci sono voluti vent’anni per
tirarla fuori dai magazzini.
Probabilmente, se avessimo
attivato un’iniziativa di crowd di raccolta fondi tra i cittadini? favolosi, materiali eccezionali, che
founding, saremmo arrivati allo «Quando ero alla Soprintendenza sono stati esposti una sola volta, in
stesso risultato molto prima». di Roma, dal 1979 al 2015 ho occasione della mostra “Memorie
Quali altri materiali potrebbero seguitogli scavi del Suburbio di dal sottosuolo”. Poi sono tornati nel
essere esposti grazie a campagne Roma: sono stati recuperati reperti dimenticatoio».
Con iniziative come questa, i
cittadini possono diventare
protagonisti attivi nella fruizione
del patrimonio archeologico…
«Se lo Stato auspica la
collaborazione del cittadino, questa
è una forma concreta. La generosità
e il volontariato, in Italia, sono una
grande risorsa. A cui le istituzioni
che gestiscono il patrimonio
archeologico non dovrebbero mai
chiudere le porte».

24 a r c h e o
n otiz iario
ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE Tarquinia
L’ANTICO SUONA BENE

G li scavi archeologici ma
anche le fonti letterarie e
iconografiche tramandano un
Tintignac
(Corrèze,
Francia).
passato «in musica», seppur Frammenti di
silenzioso. Dal 2011, l’EMAP carnyces scoperti
(European Music Archaeology nel 2004 in corso
Project) raduna invece archeologi, di scavo.
musicologi, artigiani e scienziati
con l’obiettivo di riportare
all’orecchio del presente i suoni
delle antiche civiltà europee.
«In questi ultimi decenni – dice programma di durata per la prima volta – sul filo della
Emiliano Li Castro, direttore quinquennale coordinato dal sperimentazione – i punti di
artistico dell’EMAP –, l’interesse Comune di Tarquinia e finanziato al contatto fra il Mediterraneo e
nei confronti della musica del 50% con fondi comunitari. Il resto l’Europa settentrionale.
mondo antico è cresciuto delle risorse è garantito da Un percorso che ben esemplifica la
sensibilmente. Tuttavia, al istituzioni appartenenti a sette metodologia adottata è quello che
raffinamento degli studi non Paesi UE – oltre che dal self ha visto rinascere il carnyx, la
corrisponde un’adeguata financing legato ad attività di «mostruosa» tromba utilizzata dai
diffusione dei risultati. Il nostro diverso tipo. Tre anni di lavoro Galli, che – secondo lo storico
scopo, dunque, è di estendere le hanno permesso di intraprendere Diodoro Siculo – generava un
acquisizioni al di là un viaggio nel tempo che, suono stridulo, «in sintonia» col
dell’Accademia, affinché a attraverso la ricostruzione di tumulto delle battaglie. Le fonti
beneficiarne sia un pubblico il piú strumenti musicali rappresentativi classiche menzionano il carnyx per
vasto possibile». della preistoria e delle civiltà esempio a proposito dell’assalto
Primo tra gli 80 progetti valutati classiche, diviene anche esperienza celtico di Delfi del 279 a.C. e
nel 2012 dall’Education, sensoriale. Dai flauti in osso agli delle campagne di Giulio
Audiovisual and Cultural auloi greci, dal lituus etrusco Cesare in Gallia. Come si
Executive Agency (EACEA) (vedi box a p. 25) al carnyx può osservare su monete
dell’Unione Europea, l’EMAP è un celtico, l’EMAP unisce galliche o romane e su rilievi
relativi soprattutto a trofei di
guerra, l’impressionante
strumento era composto da un
lungo tubo, terminante con un
padiglione zoomorfo. La sua piú
celebre raffigurazione compare sul
calderone di Gundestrup, rinvenuto

A sinistra: copia in bronzo del


carnyx di Tintignac (dettaglio
del padiglione zoomorfo)
realizzata da Jean Boisserie.
Nella pagina accanto, dall’alto, in
senso orario: un momento della
performance realizzata a Tarquinia
nel dicembre 2014; il prototipo in
bronzo del lituus da Pian di Civita
(Tarquinia), realizzato da Peter
Holmes; il lituus originale rinvenuto
a Pian di Civita (Tarquinia).

26 a r c h e o
nel 1891 in Danimarca. Sul prezioso IL LITUUS DI TARQUINIA
oggetto d’argento,infatti, si vedono
tre suonatori di carnyx che seguono Il timbro ritrovato
una processione religiosa, tenendo
lo strumento verticalmente e Nel settembre del 2012, il trombettista
soffiando nella sua imboccatura. e musicologo Peter Holmes ha suonato
Dal 2014, le performance del per la prima volta una copia – da lui
compositore scozzese John Kenny stesso realizzata – del cosiddetto «li-
– membro del team EMAP – tuus di Tarquinia». La performance si è
contribuiscono a valorizzare la svolta a Pian di Civita, il luogo in cui l’o-
riproduzione del «carnyx di riginale in bronzo dello strumento era
Tintignac» (III-I secolo a.C) stato rinvenuto nel 1985, nel corso di

suono del lituus ricostruito da Holmes,


sfidando un mistero. Il lituus, in ori-
gine, era provvisto di un bocchino
in bronzo simile a quello del
cornu? Gli scavi archeologici
non hanno mai restituito questo
piccolo ma importantissimo
pezzo, riscontrabile invece in altri
strumenti a fiato dell’antichità, seb-
bene l’esemplare conservato al
Museo di Cortona – che l’équipe
dell’EMAP ha potuto analizzare gra-
realizzata dal maestro dei metalli una delle campagne condotte dalla zie alla collaborazione di Paolo Giu-
Jean Boisserie con la missione dell’Università di Milano sui lierini – contenesse tracce di legno.
collaborazione dell’archeologo resti della Tarquinia etrusca: piegato Un dettaglio, quest’ultimo, che in-
Christophe Maniquet. in tre parti, il reperto era sepolto in un sieme alla posa assunta dai suona-
La sorprendente scoperta dello deposito votivo datato al VII secolo tori della Tomba degli Scudi, po-
strumento a fiato avvenne nel 2004 a.C., assieme a una scure e a uno trebbe far supporre l’esistenza di un
nel sito di Tintignac a Naves scudo. Strumento dal lungo canneg- diverso tipo d’imboccatura.
(Corrèze), in un’aerea dove un gio cilindrico, che termina con una Nel 2015, l’EMAP ha promosso
tempio gallo-romano (fanum) si campana ricurva, il lituus appartiene presso l’Officina delle Arti e dei
sovrappone a un luogo di culto alla famiglia di trombe e corni ed è Mestieri «Sebastian Matta» a Tar-
dell’età del Ferro. In questo primo menzionato nelle fonti greche e latine quinia la registrazione di nuove me-
santuario gallico, i 36 frammenti in rapporto agli Etruschi. lodie legate al lituus. In quell’occa-
attribuiti alle maestose trombe di La documentazione archeologica, tut- sione, Alberto Morelli ha suonato la
guerra erano adagiati sul fondo di tavia, è piuttosto scarna mentre il li- copia del lituus di Tarquinia con
una fossa, assieme ad alcuni caschi tuus è ben attestato nella cultura figu- l’aggiunta di un bocchino, mentre
bronzei dall’iconografia unica. rativa. Una delle piú celebri rappre- Emiliano Li Castro se ne è servito
A differenza di ritrovamenti simili sentazioni si trova nella Tomba degli come fosse un corno con imbocca-
verificatisi nella stessa Francia cosí Scudi a Tarquinia (IV secolo a.C.): una tura obliqua, ottenendo cosí un
come in Scozia, Germania, delle pitture murali che ornano la se- suono piú morbido. È dunque lecito
Romania e Svizzera, uno dei sette poltura ritrae, infatti, due coppie di pensare che il timbro del lituus – di
carnyces identificati conservava la musicisti, formate entrambe da un cui forma e nome ricordano il ba-
quasi totalità dei pezzi che suonatore di lituus insieme a un stone degli àuguri – non fosse adatto
dovevano comporne in origine la suonatore di cornu. In questo soltanto a emettere segnali bellici,
struttura. «Ci siamo trovati di fronte suggestivo ambiente, due ma soprattutto ad accompagnare,
a dati eccezionali – racconta anni fa, Emiliano Li Castro con toni meno «aspri», occasioni
Boisserie –, che permettevano di ha voluto sperimentare il civili quali cortei e funerali.
riprodurre con precisione un

a r c h e o 27
oggetto di alto valore guerra, ma afflati d’infinito.
tecnico». Una prima copia Nel 2016 l’EMAP ha inoltre
dello strumento a testa di promosso la mostra
cinghiale – destinata «ARCHÆOMUSICA», che, dopo il
all’esposizione sul sito di «debutto» a Ystad (Svezia), è
Tintignac – è stata attualmente visitabile a
realizzata in ottone per Valladolid (Spagna), presso il
testarne il suono. Museo della Scienza, fino al
Le analisi acustiche, 21 maggio.
basate sul calcolo Il tour europeo proseguirà poi
computerizzato delle a Lubiana (Slovenia, dall’11
frequenze, si sono svolte giugno al 24 settembre, per
all’Università «du Maine» approdare in autunno a Roma, al
(Le Mans, Laval) sotto la direzione Parco dell’Appia Antica, dal 13
di Jöel Gilbert. Non senza ottobre all’11 dicembre).
disappunto, i ricercatori di Le Scopo dell’esposizione –
Mans hanno appurato che il suono Replica in bronzo di un accompagnata da un ricco
non produceva le armonie attese sistro anatolico realizzata da programma di concerti,
poiché alla piú bassa delle note Carlo Brignola, sulla base di workshop e attività didattiche –
non corrispondevano – come un originale rinvenuto a è quello di illustrare le
dovrebbe succedere per ottenere Horoztepe (Turchia) e databile caratteristiche principali degli
un suono puro – dei multipli interi al 2200-2000 a.C. strumenti musicali dell’antica
(doppio, triplo, quadruplo, ecc.). Europa attraverso diverse epoche
Ciò ha permesso di capire che la cinghiale, mentre il settimo e culture, sottolineando in
ricostruzione del carnyx era sfoggiava una protome di serpente. particolare la diffusione e le
incompleta. Una simulazione L’EMAP ha seguito anche il progetto tecniche di ricostruzione di alcuni
informatica della tromba, di ricerca multidisciplinare «Carnyx di essi. Muovendosi tra le «isole
allungata di circa 10 cm tra il tubo di Sanzeno», coordinato dalla sonore» di «ARCHÆOMUSICA», il
e l’imboccatura, ha infine portato Soprintendenza per i Beni Culturali visitatore può immergersi in un
ai risultati sperati e alla scoperta – della Provincia Autonoma di Trento. viaggio nel tempo non piú
nei magazzini di Tintignac – del Scoperti negli anni Cinquanta del silenzioso, suonare egli stesso
pezzo mancante dello strumento. XX secolo, i frammenti di lamina di alcune «repliche» messe a
Una seconda replica in bronzo del bronzo di Sanzeno (Trento) sono disposizione in appositi spazi e
carnyx è stata poi creata da stati classificati come oggetti accedere a installazioni
Boisserie, grazie al supporto misteriosi finché uno studio multimediali che ricreano le
– anche finanziario – dell’EMAP. comparativo con i reperti di condizioni acustiche in cui
Ulteriori analisi acustiche sono Tintignac ha consentito di riportarli venivano utilizzati gli strumenti.
state dunque eseguite alla luce una seconda volta. Con il Una versione «satellite» della
all’Università di Edimburgo. contributo dell’archeometallurgista mostra, con l’intero apparato
Da quel momento, il soffio di John dell’Università di Genova Paolo virtuale e il corollario di eventi,
Kenny restituisce l’eco lontana dei Piccardo, una copia di carnyx in sarà visitabile a Tarquinia (Viterbo)
guerrieri gallici che i carnyces ottone è stata prodotta dalla fucina dal prossimo 1° aprile al 4 giugno.
immortalati sul Trofeo augusteo del fabbro Alessandro Ervas. Valentina Porcheddu
de La Turbie (Alpi Marittime) o alla La particolarità del carnyx di
base della Colonna Traiana a Sanzeno è che serbava il raccordo DOVE E QUANDO
Roma, non potranno mai tra il bocchino e il canneggio, una
rievocare. Grida animalesche, delle poche lacune del reperto di «ARCHÆOMUSICA»
secondo la suggestione di Tintignac. Ci ha poi pensato il Tarquinia, ex Sala Capitolare
Christophe Maniquet, il quale trombettista Ivano Ascari a degli Agostiniani di San Marco
rileva come, d’altra parte, sei dei trasformare una memoria celtica in fino al 4 giugno (dal 1° aprile)
carnyces di Tintignac fossero nostalgia contemporanea. Info tel. 0766 856716;
corredati dalla testa di un Non piú impetuose cariche di www.emaproject.eu

28 a r c h e o
presenta

UOMINI DI DIO
FEDE, POLITICA E CROCIATE. L’INARRESTABILE ASCESA DEI
PONTEFICI DA GREGORIO MAGNO AD ALESSANDRO VI
«Il vero imperatore è il papa»: queste parole, contenute in un testo
del XII secolo, rendono bene l’idea della considerazione di cui gode-
vano i titolari della Cattedra di Pietro in epoca medievale. Pastori di
anime, ma anche, e talvolta soprattutto, veri e propri sovrani, decisi
a tutelare l’autonomia e il potere dello Stato della Chiesa, senza di-
sdegnare il ricorso alle armi. Ma che cosa spinse i pontefici dell’età di
Mezzo alla grande scalata al potere temporale? Non solo l’ambizione
o un calcolo strategico, ma la necessità di riproporre «l’incarnazione
della Fede», rifiutando quelle tesi «spirituali» della funzione ecclesia-
le che ispirarono, per esempio, Celestino V, il pontefice del «grande
rifiuto». Il Medioevo dei papi, tuttavia, non fu soltanto il lungo rac-
conto di una vocazione gerarchica, lo spegnersi di un sogno teocrati-
co e lo scatenarsi della repressione dell’eresia. A suo modo, esso può
essere definito anche un passo verso la modernità. E il nuovo Dossier
di «Medioevo» è l’occasione ideale per ripercorrere questa avvincen-
te vicenda, attraverso i profili dei suoi protagonisti principali.

ORA IN EDICOLA
CALENDARIO

Italia REGGIO CALABRIA


Nomisma
ROMA Reggio e le sue monete
Archaeology&ME Qui sotto: stele di Museo Archeologico Nazionale
Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo Nefer. IV dinastia, fino al 31.03.17
fino al 12.04.17 2575-2465 a.C. Ricostruzione ideale
TORINO dell’incontro tra un
All’ombra delle piramidi Missione Egitto 1903-1920 Neandertal e un
La mastaba del L’avventura archeologica M.A.I. raccontata Sapiens.
dignitario Nefer Museo Egizio
Museo di Scultura Antica fino al 10.09.17 (dall’11.03.17)
Giovanni Barracco
fino al 28.05.17 TRENTO
Estinzioni
Colosseo. Un’icona Storie di catastrofi e
Colosseo altre opportunità
fino al 07.01.18 MUSE-Museo delle Scienze di Trento
fino al 26.06.17
AQUINO (FR)
Primaverile Archeologico Amore VENEZIA
Mostra di pittura di Nicola Migliozzi Prima dell’alfabeto
Museo Archeologico Khaled Al-Asaad Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura
fino al 09.04.17 Palazzo Loredan
fino al 25.04.17
COMACCHIO
Lettere da Pompei
Archeologia della scrittura
Palazzo Bellini
fino al 02.05.17

GENOVA
Salvi in Museo!
Le lastre dei palazzi assiri Qui sopra: affresco
riesposte in Museo con giovane che legge
Museo di Archeologia Ligure un rotolo.
fino al 18.06.17 Qui sotto: ritratto
di Carlo di Borbone.
GROSSETO, MANCIANO
Marsiliana d’Albegna
Dagli Etruschi a Tommaso Corsini
Museo Archeologico e d’Arte della Maremma VILLANOVA DI CASTENASO (BO)
Museo di Preistoria e di Protostoria La Stele delle Spade e le altre
della Valle del Fiora Sculture orientalizzanti dall’Etruria padana
fino al 30.04.17 Museo della Civiltà Villanoviana
fino all’11.06.17
NAPOLI
Carlo di Borbone e VICENZA
la diffusione delle antichità Le ambre della principessa
Museo Archeologico Nazionale Storie e archeologia
fino al 16.03.17 dall’antica terra di Puglia
In basso: cratere Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari Qui sopra: pendaglio
PERUGIA apulo con satiro fino al 07.01.18 d’ambra in forma di
Giochi da museo e menade. protome femminile.
Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria VULCI
fino al 17.04.17 I misteri di Mithra
Museo Archeologico Nazionale
POMPEI fino al 31.03.17
Il Corpo del reato
Il patrimonio archeologico ritrovato A destra: gruppo di
Antiquarium degli Scavi Mitra che uccide
fino al 27.08.17 il toro, da Vulci.
Sarà gradito l’invio di informazioni da parte dei direttori di scavi, musei e altre iniziative, ai fini della completezza di questo notiziario.

Francia Grecia
PARIGI ATENE
Che c’è di nuovo nel Medioevo? Dodona:
Tutto quello che l’archeologia ci rivela l’oracolo dei suoni
Cité des sciences et de l’industrie Museo dell’Acropoli
fino al 06.08.17 fino al 31.03.17 (prorogata)

L’Africa delle rotte Odissee


Musée du quai Branly Jacques Chirac Museo Archeologico Nazionale
fino al 12.11.17 fino al 30.09.17

SAINT-DIZIER
Austrasia Olanda
Il regno merovingio dimenticato In alto: iscrizione per un
Espace Camille Claudel LEIDA dono allo Zeus di Dodona.
fino al 26.03.17 Regine del Nilo
Rijksmuseum van Oudheden
fino al 17.04.17
Germania
BERLINO Svizzera
L’eredità degli antichi sovrani
Ctesifonte e le fonti persiane BASILEA
dell’arte islamica Arabia felix?
Pergamonmuseum Mito e realtà nel regno
fino al 02.04.17 della regina di Saba
Antikenmuseum
KARLSRUHE fino al 02.07.17
Ramesse
Sorvano divino sul Nilo CHIASSO
Badisches Landesmuseum J.J. Winckelmann (1717–1768)
fino al 18.06.17 I «Monumenti antichi inediti»
Storia di un’opera illustrata
MANNHEIM m.a.x. museo
Egitto fino al 07.05.17
Terra dell’immortalità
Reiss-Engelhorn-Museen Qui sopra: coppa ZURIGO
fino al 30.07.17 sasanide con scena Osiride
di caccia. Misteri sommersi d’Egitto
Museum Rietberg
Gran Bretagna fino al 16.07.17

LONDRA
Deturpare il passato USA
Dannazione e profanazione In basso: stele funeraria
nella Roma imperiale In basso: medaglione LOS ANGELES in marmo, da Thera.
The British Museum con ritratto di Commodo, Ricordando l’antichità Inizi del III sec. a.C.
fino al 07.05.17 poi cancellato. Il mondo antico attraverso
gli occhi del Medioevo
J. Paul Getty Museum
fino al 28.05.17

NEW YORK
Un mondo
di emozioni
L’antica Grecia,
700 a.C.-200 d.C.
The Onassis
Cultural Center
fino al 24.06.17
IT ICO
TO
LA NUOVA MONOGRAFIA DI ARCHEO
E G ANT

EGITTO
Viaggio nella terra dei faraoni
di Sergio Pernigotti
A ndare alla scoperta dell’antico
Egitto è un’esperienza
indimenticabile, non soltanto per
l’importanza e la ricchezza dei
monumenti e dei musei che il
Paese custodisce, ma anche per gli
stimoli culturali che esso è in
grado di offrire. La nuova
Monografia di «Archeo» propone
la chiave di lettura piú adatta, che
consiste nel cercare di
comprendere quali siano stati i
rapporti tra la civiltà egiziana e la
nostra, dall’antichità a oggi.
E parlare di rapporti vuol dire
stilare un inventario di ciò che noi
dobbiamo all’Egitto antico, ma,
anche, di quel che da noi ha avuto
in cambio. Scopriremo cosí che,
In alto: il tempio superato l’aspetto esotico (fatto di
di età romana di moschee, minareti, mercati arabi,
Kom Ombo. ecc.), la sua riscoperta è stata
Sulle due pagine: fortemente voluta e infine
particolare della realizzata dalla cultura europea,
decorazione del dal Rinascimento ai giorni nostri.
tempio di Ramesse Risulterà allora piú facile
ad Abu Simbel. comprendere il significato di
questa civiltà, che ha a lungo
dominato il Mediterraneo:
un’esperienza che ha
accompagnato e sempre si è svolta
vicino a quella greca, proponendo
tuttavia un modello diverso. Una
diversità che va capita, rispettata e
ammirata per gli straordinari
risultati che l’antico Egitto ha
consegnato all’umanità intera.

IN EDICOLA
GLI ARGOMENTI
• IL CAIRO • FAYYUM • OASI ESTERNE
Da «tenda» a capitale L’oasi delle meraviglie Miraggi nel mare di sabbia

• DA SAQQARA A TEBE • RITRATTI DEL FAYYUM • BASSA NUBIA


Splendori lungo il Nilo Sguardi incantati Operazione Nubia

• DEIR EL-MEDINA • MEDIO EGITTO • CONVENTI DEL MAR ROSSO


Nella città degli artisti-operai Nella terra di mezzo Cristiani nel deserto

• DA ESNA AD ABU SIMBEL • ALESSANDRIA E IL DELTA


I templi salvati Le regine del Delta

a r c h e o 33
COME UNA
CASA DI FATE
NEI PRIMI ANNI SESSANTA, L’ARCHEOLOGO ERCOLE CONTU ESPLORA
UNA MISTERIOSA GROTTA NEI PRESSI DI ALGHERO. VIENE ALLA LUCE,
COSÍ, LA COSIDDETTA TOMBA DEI VASI TETRAPODI, UNO DEI
MONUMENTI PREISTORICI PIÙ IMPORTANTI DELLA SARDEGNA.
ECCO IL RACCONTO DELLA SCOPERTA (OGGI AL CENTRO DI UNA
MOSTRA) E DI UN INCONTRO PARTICOLARE…
di Nadia Canu, fotografie di Nicola Castangia

Salvo diversa indicazione, tutte le immagini documentano la Tomba dei Vasi Tetrapodi,
nella necropoli di Santu Pedru, presso Alghero, e i materiali in essa rinvenuti.

34 a r c h e o
U na luce brilla nei suoi oc-
chi ogni volta che parla di
archeologia: quando la ve-
di, capisci all’istante che per oltre
settant’anni, insieme agli amori piú
Sulle due pagine: veduta panoramica della cella principale (o cella C) della
tomba. I materiali rinvenuti nello scavo provano che l’ipogeo fu in uso dal
Neolitico all’età del Bronzo Medio, cioè dal 4500 al 1800 a.C. circa.
In basso: restituzione grafica di uno dei vasi con quattro piedi e ricca
decorazione che hanno ispirato il nome della tomba. La loro produzione
cari, il suo non è stato semplice- si inserisce nell’ambito della cultura del Vaso Campaniforme,
mente lavoro, ma missione di una che si colloca nella seconda metà del III mill. a.C.
vita, vissuta all’insegna della
ricerca, della didattica e al
servizio del patrimonio cul-
turale. L’abbiamo ascoltato
raccontare della Tomba dei Va-
si Tetrapodi, in occasione della
presentazione del volume che rac-
coglie il quarantennale lavoro della
sua allieva, Giuseppa Tanda, incen-
trato sulle tombe scolpite della Sar-
degna preistorica. Ha spiegato per-
ché, tra le migliaia di ipogei censiti,
quello da lui indagato debba consi-
derarsi una vera e propria pietra
miliare. E poco dopo ci siamo detti
quanto sarebbe stato bello raccon-
tarne la storia. Passato qualche gior-

a r c h e o 35
SCAVI • SARDEGNA

no siamo andati a fargli visita nella


sua casa sassarese: a due passi dal
Museo Nazionale «G.A. Sanna» da
lui allestito; a due passi dal Diparti-
mento di Storia, nel palazzo Segni,
già dimora di famiglia dello statista
che lo volle chiamare a Sassari e si
adoperò per istituire una Soprinten-
denza Archeologica nel Nord della
Sardegna, nel 1958, appena pochi
anni prima di diventare il quarto
Presidente della Repubblica.
Lui è Ercole Contu, il decano degli
archeologi sardi, classe 1924 (vedi

A destra: foto scattate nel corso dello


scavo della tomba, condotto fra il 1959
e il 1960; in quella in basso, capovolto,
si riconosce un vaso tetrapode.
In basso: una veduta esterna della
tomba, che permette di apprezzare il
lungo corridoio (dromos) che precede
il sepolcro vero e proprio.

box alle pp. 38-39). Nel suo studio


inondato di libri sempre spalancati,
snocciola uno dietro all’altro acca-
dimenti che hanno portato a ricer-
che e scoperte, con dovizia di circo-
stanze e dettagli, citazioni bibliogra-
Didascalia da fare Ibusdae fiche e brani degli autori antichi.
evendipsam, officte erupit antesto
taturi cum ilita aut quatiur restrum ANEDDOTI E CARCADÈ
eicaectur, testo blaborenes ium Non mancano episodi e aneddoti,
quasped quos non etur reius nonem sovente spassosi, raccontati sul filo
quam expercipsunt quos rest magni sottile dell’ironia che lo contraddi-
autatur apic teces enditibus teces. stingue, o attraverso originali com-
ponimenti poetici, che prontamen-
te recupera sul suo computer per
offrirli agli ospiti insieme a un infu-
so rosso rubino di carcadè. E se
l’ospite è una donna, è probabile
che la poesia tratti temi cortesi, per-
ché solo un amore in lui gareggia
con l’archeologia, quello per l’uni-
verso femminile.

36 a r c h e o
Bo c ch e d i Bo n i fa c i o
Maddalena
Lu Brandali Cala Villa Marina
S. Teresa di Gallura La Maddalena
Li Mizzani Caprera Cartina della
Palau
Li Muri
Arzachena Arzachena Sardegna con
Asinara Li Lolghi Albucciu
Arzachena Arzachena l’indicazione dei
Punta Falcone
G o l fo Casanili
Luogosanto
Pozzo Milis
Olbia
piú importanti
d e l l ’As i n a r a Nuraghe Maiore Olbia siti e complessi
Tempio P. Monte di Deu
Calangianus monumentali di
Tempio
Porto Torres
Oridda
Grotta dell’Elefante
Castelsardo
Pausania Monte e S’Ape
Olbia
età prenuragica
Monte d’Accoddi
Senori
Predio Canopoli e nuragica.
Sassari Abealzu Perfugas
Osilo
Sassari
Sa Turricola Grotta Inferno Burghidu
Anghelu Ruju Muros Muros Ozieri Sos Nurattolos
Alà dei Sardi
Palmavera Alghero
Alghero S. Antioco Bisarcio Nuraghe Pitzinnu
Grotta Verde Ozieri San Michele Posada
Alghero Ozieri Iselle
Santu Pedru Mandra Antine Budduso
Capo Caccia Alghero Alghero Thiesi Sa Coveccada
Istalai
Capo Comino
Mores
Santu Su Coveccu Nule
Antine Bultei
TorralbaS. Andria Priu Maone
Bonorva Su Tempiesu
Sa Ucca Benetutti Orune
e Su Tintiriolu Riu Mulinu Sos Furrighesos
Mara Bonorva Anela Biristeddi Orosei
Mura Cariasas Noddule
Bonorva Nuoro Dorgali Motorra
Molia
Serra Orrios
Tamuli Filigosa S. Barbara Illorai Nuoro Dorgali
Mar Macomer Macomer Macomer Orolio Sas Concas
Silanus
Oliena
Gonagosula
Dorgali Cala Gonone
Dorgali
Tirreno Nuraddeo
Suni
Macomer
Oniferi
S’Altare de Istevene
Oliena Dorgali
Grotta del Bue Marino
Ponte Sa Logula Mamoiada Dorgali
Serrugiu Sedda Sos
Dualchi Sarule
Cuglieri
Iloi S’ena Sa Vacca Gorthene Oliena
Carros G o lfo
Elighe Onna Olzai
Oragiana
Cuglieri S. Lussurgiu
Sedilo Orgosolo di Orosei
Bidistili S’Omu e S’Orcu
Lugherras S’angrone Abini S. Michele Fonni Urzulei
Fanne Massa Paulilatino Fonni
Cuglieri
Santa Cristina Losa Abbasanta Teti S.Pietro Golgo
Abbasanta Campu Maiore Pedras Fittas Baunei
Paulilatino Ovodda
Serra Is Araus Busachi Sa Carcaredda
S. Vito Milis S’Urachi S. Barbara Meana Villagrande
S. Vero Milis Villanova Truschedu Nolza Pitzu e
Monti Prama Pranu Ruinas Sceri Arbatax
Cabras Cuccuru Arrius Arzana Ilbono
Genna Corte Belvi
Cabras Laconi Ardasai Perdalonga
Genna Seui
Oristano Arrele Seleni Tortoli
Lanusei
G o l fo Fenosu
Palmas d’Arborea Motro e Bois
Laconi
S. Antinu Aiodda Serbissi
Nurallao
di Oristano Roja Cannas
Usellus Bruncu
Genoni Osini
Madugui Cuccureddi
Uras Is Paras sterzili
Coni Isili Aleri
Monte Arci
Marceddi Gesturi Nuragus S. Vittoria Tertenia
Terralba S’ Omu S’Orcu Serri
Siddi Su
Cuccarada Nura i Barumini Orrubiu Nastasi
Mogoro Barumini Orroli Tertenia
Su Molinu Su Pranu
Orroli
Saurecci Villafranca
Genna Maria Funtana Coberta
Guspini Villanova Forru Ballao
Genna Prunas Pranu Muteddu
Guspini Pardu e ossu Monti Sa Turriga Goni Is Pirois
S. Cosimo Sanluri Mannu Serrenti Senorbi Villaputzu
Gonnosfanadiga Sa Corona Pranu Sanguini
Villagreca
Capo Pecora Corongiu
Pimentel
S. Nicol Gerrei
Su Mannau Perda Fitta Sa Grutta e Ianas
Serramanna San Vito
Fluminimaggiore
Matzanni M. Olladiri Sebiola Asoru
Vallermosa Monastir Serdiana San Vito
Buoncammino D’Omu S’Orcu S. Gemiliano
Iglesias Domusnovas Su Cungiau Sestu
de Marcu Cuccuru Craboni
Iglesias Decimoputzu Maracalagonis
Seruci
Gonnesa Tani Monte Claro Diana Is Concias
Carbonia Cagliari uartu uartucciu
Su Carropu Su Moiu
Sirri Carbonia Narcao Cagliari
Capo S. Elia
Isola di Carbonia Montessu Cagliari
S. Pietro S’Arriorgiu Santadi G o l fo
Santadi Antigori
Istmo
Sarroch d i C a g l i a r i Capo Carbonara
S. Antioco Domu S’Orcu

Isola di Cannai
Sarroch
Mar Tirreno
S. Antioco S. Anna Arresi
S. Antioco S. Anna Arresi

Nuraghe Caverna funeraria nuragica Dolmen e tomba megalitica nuragica e prenuragica


Villaggio nuragico Caverna d’abitazione prenuragica e nuragica Tomba dei giganti
Villaggio prenuragico Tempio a cella nuragico (a «megaron») Ipogeo funerario prenuragico
Pozzo sacro Tempio prenuragico Santuario nuragico
Caverna funeraria prenuragica Menhir, betilo e stele Recinto nuragico

a r c h e o 37
SCAVI • SARDEGNA

IL DECANO DELL’ARCHEOLOGIA PREISTORICA SARDA


Nato a Villanova Tulo (Nuoro) il 18 Ranuccio Bianchi Bandinelli, sacerdotesse, offerenti e animali
gennaio 1924, Ercole Contu, da ormai che fu docente all’Università di ora esposti nel Museo
settant’anni, giganteggia nel Cagliari tra il 1947 e il 1950. Archeologico di Nuoro.
panorama dell’archeologia sarda. Contu è stato Soprintendente Tra il 1952 e il 1958 Contu lavora
Nei primi anni della carriera è stato Archeologo per le province di presso Monte d’Accoddi a Sassari,
allievo della Scuola Archeologica Sassari e Nuoro tra il 1966 e il 1975 dove mette in luce un altare
Italiana di Atene e assistente di ed è professore emerito megalitico quadrangolare, delle
dell’Università di Sassari, presso la misure di base di circa 37 x 30 m,
quale ha insegnato dal 1970 fino al con altezza di oltre 5 m e una rampa
1994, ricoprendo la presidenza della d’accesso lunga oltre 41 m.
Facoltà di Magistero e fondando una La frequentazione del sito ha inizio
vera e propria scuola di paletnologi nel 4500 a.C. e si estende fino all’età
dediti allo studio della Sardegna. del Bronzo Medio, intorno al 1800
La sua prima importante scoperta, a.C., quando il tempio era ormai
nel 1948, è quella del Tempio di ridotto in rovina. Paragonato
Domu de Orgía a Esterzili: la alle ziqqurat mesopotamiche,
struttura, lunga ben 22 m e larga 8, resta un unicum per il bacino
presenta una planimetria del Mediterraneo.
rettangolare tripartita. Gli scavi di Contu hanno riguardato
Situata in un nodo cruciale della via anche l’età romana, come quelli
della transumanza, fu costruita svolti presso le Terme Centrali di
intorno al 1300 a.C. su un villaggio Turris Libisonis (l’odierna Porto
nuragico preesistente. Torres), dove ha rinvenuto un
Nelle successive indagini ha importante reperto: un’ara realizzata
restituito numerosi bronzi in marmo nel 35 d.C., con dedica del
figurati di arcieri, guerrieri, sacerdote Caius Cuspius Felix alla

38 a r c h e o
A sinistra:
Sassari. L’altare
preistorico di
dea egizia Bubastis, identificata con Monte d’Accoddi.
la dea gatto Bastet. In primo piano, il
A lui si deve inoltre l’allestimento masso con la
attuale del Museo Nazionale «G.A. superficie
Sanna» di Sassari, concepito negli segnata da
anni Settanta con l’utilizzo di un coppelle
linguaggio semplice e (omphalòs), la cui
comprensibile e in una struttura presenza è
luminosa e accogliente. ritenuta una delle
Le numerose altre scoperte di Contu prove del
e il suo amore per la didattica sono carattere sacro
racchiusi nella sterminata del complesso.
bibliografia, che comprende circa Nella pagina
trecento pubblicazioni, tra cui testi accanto: Ercole
di fondamentale importanza, Contu presso il
come La Sardegna preistorica portello
e nuragica, edito nel 1997. d’accesso alla
cella C della
Qui sotto, sulle Tomba dei Vasi
due pagine: Tetrapodi.
Esterzili
(Cagliari). Tra un sorso e un verso, abbiamo
Il Tempio di parlato del progetto di promozio-
Domu de Orgía, ne incentrato sulla Tomba dei Vasi
innalzato intorno Tetrapodi nella necropoli di Santu
al 1300 a.C. Pedru ad Alghero, in provincia di
Sassari, e sul fenomeno degli ipogei
della Sardegna preistorica, chiamati
comunemente «domus de janas».

FATE CHE FILANO L’ORO


Tutti hanno ben presente l’imma-
gine del nuraghe, grazie alle mi-
gliaia di torri che ancora si staglia-
no nel paesaggio sardo e lo carat-
terizzano insieme al sole, al mare
e al vento. Ma meno conosciuta
è l’esistenza di migliaia di grotti-
celle scavate a scopo funerario
nella roccia, forse proprio perché
nascoste nel grembo della terra e
mimetizzate nel paesaggio. Vengo-
no chiamate «domus de janas», per-
ché gli antichi credevano che fosse-
ro case abitate da minuscole creatu-

A sinistra: l’ara con dedica del


sacerdote Caius Cuspius Felix alla
dea egizia Bubastis, dalle Terme
Centrali di Turris Libisonis. Porto
Torres (SS), Antiquarium Turritano.

a r c h e o 39
SCAVI • SARDEGNA

re fatate, le janas appunto, intente a A sinistra: Tomba dei Vasi Tetrapodi.


H
intessere fili d’oro alla luce della Veduta assonometrica che mostra lo
luna, vegliare sui sonni dei bambini, I spaccato dell’ipogeo, pubblicata da
castigare gli avidi e i bugiardi. Ercole Contu nel 1964. È riportata la
Nel già citato recente studio di G denominazione assegnata ai diversi
Giuseppa Tanda, risultano cen- vani che compongono la struttura.
siti ben 3500 di questi ipo-
gei, realizzati a partire C
dalle fasi conclusive del
Neolitico sardo, intor-
no al 4000 a.C. e spes- F E
so utilizzati nel corso B
delle epoche successive e
fino all’età contemporanea. Tra D
questi, circa 220 sono decorati con
motivi scolpiti, incisi e dipinti, in A
particolare simboli come teste di

A sinistra: L’interno di molte domus de


janas riproduce nella pietra, con
numerosi dettagli, l’aspetto delle
dimore dei vivi, come nel caso della
cella B della Tomba dei Vasi Tetrapodi.

A sinistra:
planimetria
dell’Anticella (o
cella B), con il
dettaglio dei
reperti, cosí come
vennero rinvenuti.
A destra: la cella
principale (o cella
C). Nella parete di
fondo si apre il
portello d’accesso
alla cella E,
sopraelevato e
raggiungibile
grazie a un
gradino di forma
tronco-piramidale.

40 a r c h e o
bovino, corna, spirali. Vi sono inol-
tre elementi che, nella dimora dei
morti, rappresentano dettagli ispira-
ti alla casa dei vivi, come il soffitto a
doppio spiovente con travature in
rilievo, i pilastri, il focolare o la «fal-
sa porta», considerata la materializ-
zazione del passaggio per l’aldilà.
Un vero universo sotterraneo, in-
somma, espressione della religiosità
delle popolazioni prenuragiche che,
con il solo ausilio di picconi di pie-
tra, scavavano e modellavano la dura
roccia per restituire i defunti al cul-
to della Dea Madre, divinità rappre-
sentata in decine di idoletti.

LA SCOPERTA
In questo mondo nella pietra, la per le province di Sassari e Nuoro, grafica, databili dal Neolitico all’ini-
Tomba dei Vasi Tetrapodi non è solo retta da Guglielmo Maetzke, inter- zio dell’età del Bronzo, chiarendo il
uno dei casi piú interessanti e impo- venne tra il 1959 e il 1960 con uno periodo di realizzazione e utilizzo
nenti: la storia della sua scoperta e scavo che interessò la Tomba I, poi delle domus de janas, allora ancora
gli importanti reperti che essa ha ribattezzata «dei Vasi Tetrapodi». incerto. Tra i materiali, numerose
restituito ne fanno un caso eccezio- I risultati dello scavo furono supe- sono le forme tipiche della cultura
nale. Sita nella necropoli di Santu riori a ogni aspettativa, perché non del Vaso Campaniforme – risalente
Pedru, che consta di dieci tombe, fu solo si poté rilevare uno degli ipogei alla seconda metà del III millennio
messa in luce nel corso di lavori per preistorici sardi piú belli e comples- a.C. – e, in particolare, i grandi vasi
la costruzione di un acquedotto. si, ma, poiché la tomba era rimasta con quattro piedi che danno il no-
Ercole Contu, unico archeologo sigillata, si rinvennero ben 447 og- me alla tomba.
della Soprintendenza alle Antichità getti in coerente successione strati- A pochi anni dallo scavo, nel 1964,

In alto: la cella
principale (o
cella C).
Le linee
essenziali e i
giochi di luce
contribuiscono a
creare al suo
interno
un’atmosfera
immota e
rarefatta.
A sinistra:
sezione
stratigrafica del
deposito
rinvenuto
nell’Anticella
(o cella B).

a r c h e o 41
SCAVI • XXXX XXXXXX

i risultati delle ricerche furono pub- Vita quotidiana nel Neolitico


blicati nella collana dei Monumenti Il disegno propone la ricostruzione di una capanna di epoca neolitica.
Antichi, pubblicata dalla Accademia Le caratteristiche strutturali della dimora sono state definite sulla base dei
Nazionale dei Lincei. particolari osservabili nella domus de janas di Mesu ‘e Montes a Ossi
Il testo, all’epoca presentato da Ra- (Sassari), a cui si riferisce la foto in alto.
nuccio Bianchi Bandinelli, costitui-
sce un punto di riferimento impre-
scindibile anche per la metodologia
d’indagine. Oltre alla descrizione
dello scavo – dettagliata e corredata
di numerose fotografie degli ogget-
ti ancora in situ –, al catalogo dei
reperti suddivisi per ambiente di
rinvenimento, il volume è corredato
di numerosi elaborati grafici, all’a-
vanguardia per l’epoca: sono infatti
presenti le planimetrie generali, sia
degli ambienti sia della disposizione
dei crolli, le sezioni (generale e di
dettaglio per ciascuna cella); un’as-
sonometria che presenta lo spaccato
dell’ipogeo con tutti i suoi ambien-
ti, i dettagli dei portelli, il rilievo
della cella B, recante la posizione di
rinvenimento dei materiali in pian-
ta e in sezione, con l’individuazione
di sette diversi strati pertinenti ad
altrettante fasi cronologiche. Infine
vi sono i disegni e le fotografie dei
materiali rinvenuti.
La ricca documentazione edita è
inoltre passibile di integrazioni gra-

42 a r c h e o
In basso: la cella principale (o cella discreta agilità.Avevamo perciò pen- consapevolezza che un archeologo
C), sul cui piano pavimentale è la sato di predisporre una visita virtua- vero non smette mai di fare ricerca,
traccia di focolare recentemente le, collegando una telecamera a un anche a costo di dover integrare o
individuata da Ercole Contu. monitor, ma appena arrivato alla correggere le sue posizioni.
tomba e intuite le nostre intenzioni, Dopo questa esperienza l’associa-
zie a quanto presente nell’archivio Contu ha esclamato: «Lei mi sta di- zione Archeofoto Sardegna, la So-
della Soprintendenza, soprattutto i cendo che io non entrerò nella mia printendenza, la Fondazione Meta
diari di scavo originali e il carteggio tomba?»... Sarebbe stato inutile cer- che si occupa del patrimonio cultu-
relativo alle operazioni effettuate, care di trattenerlo e lo abbiamo cosí rale di Alghero, la cooperativa SILT,
che restituiscono in maniera vivida aiutato a varcare la soglia dell’ipogeo. gestore dei siti archeologici di Al-
tutte le fasi della scoperta. ghero, in collaborazione con gli
Nel 2016, in accordo con la Soprin- IL FOCOLARE esperti delle università isolane e
tendenza, l’associazione Archeofoto Alla parte piú interna si accede per professionisti del settore, hanno re-
Sardegna – che si occupa di diffon- uno stretto portello, situato a circa alizzato una mostra, visitabile fino al
dere la conoscenza dei siti archeo- 1,3 m di altezza e preceduto da prossimo mese di maggio nello spa-
logici sardi attraverso immagini fo- gradini ormai consunti. Penetrati zio di Lo Quarter e inserita nelle
tografiche di alta qualità –, ha effet- nella cella principale, si possono manifestazioni culturali promosse
tuato una campagna di documenta- raggiungere altre sette celle. Tra le nell’ambito della candidatura di Al-
zione a Santu Pedru, concentrando- numerose decorazioni scolpite nel- ghero, piccola Barcellona di Sarde-
si in particolare sulla Tomba dei Vasi la roccia, spiccano le doppie corna gna, come Capitale Italiana della
Cultura 2018.

La tomba dei Vasi Tetrapodi e la Necro-


poli di Santu Pedru sono raggiungibili
da Alghero sulla SS 127, in direzione
di Uri, e sono visitabili su prenotazione,
contattando la cooperativa SILT (www.
coopsilt.it; tel. 329 4385947).

PER SAPERNE DI PIÚ

Ercole Contu, La Tomba dei Vasi


Tetrapodi in località Santu Pedru,
(Alghero-Sassari), Monumenti
Antichi dei Lincei, XLVII,
Accedemia dei Lincei, Roma 1964
Giuseppa Tanda, Le domus de
janas decorate con motivi scolpiti,
Tetrapodi e consegnando le imma- che decorano l’ingresso alla cella L. Condaghes, Cagliari 2015
gini ad alta risoluzione al professor Una volta dentro, lo studioso ha
Contu. Questi le ha attentamente esultato: sul piano di calpestio, nel
analizzate, finché non ha notato punto di incrocio degli assi che si DOVE E QUANDO
qualcosa che gli era sfuggito in quel dipartono dai due pilastri della ca-
lontano 1960 e ci ha quindi mani- mera principale, ci mostra il foco- «Ercole Contu e la scoperta
festato il desiderio di controllare la lare che ha individuato grazie alla della Tomba dei Vasi Tetrapodi»
situazione sul posto. foto. La traccia è proprio lí, un Alghero, largo San Francesco,
All’ipogeo si accede tramite un dro- tempo nascosta dal fango e ora Lo Quarter, sala mostre (II piano)
mos, cioè un lungo corridoio, che visibile a un occhio attento. fino al 31 maggio
immette in una cella semicircolare; A 56 anni dallo scavo e a 93 di età, Orario tutti i giorni,
questa reca sulla volta le tracce della Ercole Contu ci ha dato la possibi- 10,00-13,00 e 17,00-20,00
riproduzione del tetto a raggiera. lità di visitare la tomba con il suo Info tel. 079979054;
Fino a questo punto si arriva agevol- emozionante racconto, che abbia- e-mail: info@fondazionemeta.it;
mente, ma entrare nella parte piú mo ripreso e registrato perché possa www.algheroturismo.it
interna della tomba richiede una essere patrimonio di tutti, con la

a r c h e o 43
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

P er un archeologo prei-
storico, i monti Zagros
rappresentano un luogo
mitico da quando, negli anni
Cinquanta del secolo scorso,
ricerca multidisciplinare volta
a rintracciare le piú antiche
testimonianze di quella che il
grande studioso inglese di
origine australiana Vere Gor-
«the hilly flanks of the Zagros» (i
pendii collinari degli Zagros),
poiché qui vivono allo stato
naturale i progenitori selvatici
dei cereali e dei legumi che so-
Robert Braidwood, professore don Childe aveva definito no stati domesticati dall’uomo
all’Università di Chicago, vi «Rivoluzione Neolitica». tra la fine del Pleistocene e l’i-
condusse la Iraq-Jarmo Expedi- Le origini dell’agricoltura do- nizio dell’Olocene, e che tutto-
tion, la prima, pionieristica, vevano aver avuto luogo lungo ra costituiscono le maggiori

44 a r c h e o
ORIZZONTI DI
STORIA GRAZIE AL «PROGETTO
ARCHEOLOGICO REGIONALE
TERRA DI NINIVE» (PARTeN),
LA PREISTORIA DEL
KURDISTAN IRACHENO
SI RIVELA IN TUTTA
LA SUA STRAORDINARIA
RICCHEZZA. E VENGONO COSÍ
ALLA LUCE LE TRACCE DEI
PRIMI UOMINI CHE MAI
ABBIANO ABITATO QUELLE
TERRE, SFRUTTANDONE
L’ECCEZIONALE POTENZIALE
DI RISORSE
di Cecilia Conati Barbaro

Kurdistan iracheno. I ricercatori del


«Progetto Archeologico Regionale
Terra di Ninive» (PARTeN) durante un
sopralluogo nella grotta Kaf Serdakni.

risorse alimentari di gran parte re le piú antiche testimonianze La prima fase della ricerca pre-
del globo terrestre. del popolamento umano nel vede una ricognizione estensi-
Dal 2015 archeologi specialisti Kurdistan iracheno. L’area di va di questo ampio territorio,
in preistoria dell’Università studio copre quasi 3000 kmq ed che ricade sotto la concessione
«Sapienza» di Roma collabora- è caratterizzata dalla piana di di studio rilasciata dalle auto-
no con il «Progetto Archeologi- Dohuk a nord, dagli Zagros a rità irachene e curde. Si tratta
co Regionale Terra di Ninive» nord-est, e dalla vasta pianura quindi di un’esplorazione geo-
(PARTeN) dell’Università di delimitata dal lago di Mosul a archeologica, nella quale gli
Udine, con l’obiettivo di scopri- ovest e dal Jebel Maqlub a sud. archeologi lavorano fianco a

a r c h e o 45
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

fianco con Andrea Zerboni e Mau- dell’occupazione umana alla rico- struttivo delle fasi preistoriche a
ro Cremaschi, geologi dell’Univer- struzione dell’antico paesaggio. partire da circa 1 milione di anni
sità di Milano, per delineare le A differenza delle regioni limitro- fa, l’Iraq settentrionale – nel quale
principali caratteristiche geomor- fe – quali il Levante, l’Anatolia e si trova la Regione autonoma del
fologiche del territorio, le modifi- l’Iran –, dove una ricerca archeo- Kurdistan iracheno – è ancora
cazioni che esso ha subito nel corso logica piú capillare e continuativa pressoché inesplorato. L’instabilità
dei millenni, associando le tracce ha definito un buon quadro rico- politica della zona, infatti, ha pro-
fondamente influito anche sul
TURCHIA progredire della ricerca in campo
archeologico, ma negli ultimi an-
Dohuk ni, soprattutto grazie all’interesse
Kurdistan
delle autorità locali, si è registrato
Tell Gomel
SIRIA Erbil un rilancio delle esplorazioni sul
Mosul
terreno, con l’avvio di nuovi pro-
getti di ricognizione e scavo da
parte di studiosi locali e stranieri:
Kirkuk
nel 2015 ben 45 missioni erano
attive nel Kurdistan iracheno.

UNA REGIONE CHIAVE


I R A Q Questo territorio rappresenta un
Tig

IRAN
nodo cruciale per la conoscenza,
ri

Eu
fr
at
e non solo delle società di epoca sto-
rica – tra tutti, gli Assiri –, ma so-
prattutto della piú remota preisto-
Baghdad ria. Sin dalla prima campagna sul
Regione autonoma del Kurdistan terreno è apparso chiaro l’eccezio-
nale potenziale informativo di que-

In alto: cartina dell’Iraq con, in


evidenza, il territorio della regione
autonoma del Kurdistan.
In basso: le pendici dei monti Zagros.
Si possono vedere le numerose grotte
che si aprono nei fianchi dei rilievi.

46 a r c h e o
Dohuk
762
761 754
533 513
981 980 758 756
824 752 514
978 260 744
784 755
977
745
785 783 747

727 779
215 786
750
971
966 780
775 963 246
781 765
778 962 Al-Qosh 772
774
776 Ba’dreh 976 975

Tigri Sheikhan

Lago di
Eski Mosul

Tell Uskuf 856

777

Sito 951

Grotta
Riparo
973 Bardarash
Miniera di selce

In alto: l’area esplorata dall’équipe PARTeN, con la localizzazione dei siti preistorici finora individuati.

sta regione per la comprensione di valli profondamente incise da corsi 20 000 anni fa e che, a queste lati-
alcuni grandi quesiti, dalla disper- d’acqua che si gettano nel Tigri – il tudini, hanno comportato non tan-
sione delle diverse specie di Omi- grande fiume che con il suo carico to la presenza di una coltre di
nini che in varie ondate sono usci- di sedimenti ha contribuito a for- ghiacci, quanto un clima piú fred-
te dall’Africa – universalmente ri- mare nei millenni la grande pianura do e arido. Rifugio per uomini,
conosciuta come la culla dell’uma- mesopotamica – questo territorio animali e piante nei momenti di
nità – all’epocale passaggio dall’e- doveva offrire risorse preziose ai crisi, ma ancor di piú luogo di at-
conomia di caccia e raccolta a gruppi di cacciatori-raccoglitori trazione nei periodi piú caldi.
quella basata su agricoltura e alleva- cosí come ai primi agricoltori: ac- L’impianto fortemente multidisci-
mento, alla nascita dei primi villag- que perenni, foreste montane, aree plinare della ricerca è indispensabile
gi, alla formazione della città. La aperte, una ricca fauna, e soprattutto per poter raccogliere informazioni
sensazione che si prova camminan- abbondanti riserve di selce, una roc- paleoclimatiche di diversa natura:
do lungo le valli intermontane del cia facilmente lavorabile per realiz- speleotemi (stalattiti e stalagmiti),
Kurdistan iracheno, risalendo la zare strumenti per ogni necessità. pollini e suoli sono solo alcuni dei
china dei pendii per raggiungere le cosiddetti proxies che permettono di
innumerevoli grotte e ripari che li AL RIPARO DAL GELO ricostruire andamento delle tempe-
costellano, e trovando lungo questi La nostra ipotesi di lavoro è che rature, regime delle precipitazioni,
percorsi non sempre agevoli mate- questa regione possa aver costituito natura ed estensione del manto ve-
riali che vanno dal Paleolitico Infe- una sorta di area «rifugio» nelle getale. A questo proposito, una sco-
riore al Calcolitico, è quella che fasi di crisi climatica che si sono perta del tutto eccezionale è avve-
può avere un bambino in un nego- piú volte succedute nel passato, nuta nel corso dell’ultima missione,
zio di giocattoli. durante i periodi di raffreddamen- nell’ottobre 2016: una potente stra-
Regione aspra e di frontiera, carat- to, che in Europa sono culminati tificazione di depositi di origine
terizzata da alte montagne, strette con il massimo glaciale intorno a lacustre è stata identificata nei pres-

a r c h e o 47
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

si della riva occidentale dell’attuale qui si deposita in sequenze


Lago di Eski Mosul, l’invaso artifi- regolari e indisturbate. È
ciale originatosi con lo sbarramento facile quindi intuire la
del corso del Tigri con la diga di potenziale ricchezza di
Mosul, voluta e costruita durante il informazioni offerta da
regime di Saddam Hussein negli questo ritrovamento.
anni Ottanta del secolo scorso. Gli esiti delle prime
due fasi di ricognizione
UNA MINIERA DI DATI sono stati piú che posi-
La presenza di un antico lago nella tivi, con oltre 30 siti attri-
regione è stata una vera sorpresa: i buibili cronologicamente a
sedimenti esposti, già campionati un ampio arco di tempo – dal
per analisi preliminari, saranno stu- Paleolitico Inferiore al Neo-
diati sia dal punto di vista geologico litico preceramico –, 18
che paleobotanico. I sedimenti che grotte e ripari con spessi
si accumulano sul fondo dei laghi, depositi nei quali accer-
infatti, rappresentano il contesto tare la presenza di fasi
ideale per lo studio del polline, che di occupazione preisto-

In alto, a sinistra:
bifacciale rinvenuto su un
terrazzo del fiume Khinis.
A sinistra: una fase del
campionamento dei depositi di origine
lacustre nei pressi della sponda
occidentale del lago di Eski Mosul.
In basso: la grotta di Shanidar,
frequentata dall’uomo fra i 65 000
e gli 11 000 anni da oggi.
Nella pagina accanto, in basso:
diorama che ricostruisce una scena di
vita dei Neandertaliani. Krapina
(Croazia), Neandertal Museum.

LA GROTTA DI SHANIDAR
Oltre ai primi villaggi di agricoltori,
negli Zagros vi sono altri
siti-chiave per la piú remota storia
dell’uomo: per esempio, la grotta di
Shanidar – che si apre sul corso
del Grande Zab, uno dei maggiori
affluenti del Tigri – contiene un
deposito stratificato di 14 m di
spessore. Gli scavi condotti tra il
1952 e il 1960 da Ralph Solecki
(Columbia University), hanno
distinto quattro aspetti culturali
principali succedutisi nel tempo:
una prima fase di occupazione
neandertaliana, con resti fossili di

48 a r c h e o
Sulle due pagine: veduta panoramica
del lago di Eski Mosul.

lo geologico. In questa parte della


regione, infatti, i terrazzi incisi dal
Khinis sono costituiti da una impo-
nente successione di conglomerati, e
i materiali piú antichi finora rinve-
nuti si trovano proprio al tetto di
questa unità, che, essendo ricca di
rocce scheggiabili di diversa natura
e forma, costituiva anche un’ottima
fonte di approvvigionamento per
realizzare lo strumentario.
Questa scoperta è molto impor-
tante, non solo perché si tratta del-
la prima attestazione nella zona del
Paleolitico Inferiore, ma anche
perché si va a sommare ad altri
recentissimi rinvenimenti analoghi
rica e, infine, due intere valli costel- cioè ciottoli con due o piú distacchi effettuati negli ultimi anni in aree
late di impianti di estrazione della usati come nuclei o veri e propri limitrofe da altre équipe di studiosi.
selce, alcune strutturate come vere strumenti – lungo i terrazzi che co- Lentamente, dunque, si vanno col-
e proprie miniere a camere e pila- steggiano l’alto corso del Khinis mando quei vuoti di conoscenza
stri: la presenza di diverse aree di suggeriscono la presenza di gruppi che sarebbero altrimenti inspiega-
prima lavorazione dei blocchi an- umani nella regione. Per il momen- bili, se non con una mancanza di
cora in posto e il rinvenimento di to non è possibile datare con preci- ricerche sistematiche.
manufatti tecnologicamente dia- sione i materiali, che potrebbero
gnostici, permette di datare questa risalire a 500 000 anni fa circa: si RELAZIONI COMPLESSE
attività fra il Calcolitico e la Prima tratta di reperti recuperati in super- Piú documentato è il Paleolitico
età del Bronzo. ficie e non in sequenza stratigrafica, Medio, che in queste regioni del
Il ritrovamento di alcuni strumenti che potranno però essere meglio Vicino Oriente vede l’alternarsi di
litici dai caratteri morfo-tecnologici inquadrati studiando e datando i popolazioni di Neandertal e Sa-
molto arcaici – bifacciali e core tools, processi di formazione del sottosuo- piens. I Neandertaliani popolavano

11 individui datati tra i 65 000 e i


45 000 anni da oggi; una fase iniziale
del Paleolitico Superiore, detta
«Baradostian», che attesta la
presenza di Homo sapiens tra i
33 000 e i 27 000 anni fa; una fase
tardo-pleistocenica risalente a
12 000 anni fa circa, con un’industria
litica epipaleolitica detta «Zarzian»,
e, infine, alcune sepolture risalenti a
11 000 anni circa dal presente.
Dal 2014 la grotta è oggetto di nuove
indagini da parte di un’équipe
dell’Università di Cambridge diretta
da Graeme Barker.

a r c h e o 49
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

UN PROGETTO A PIÚ VOCI


Il «Progetto Archeologico Regionale naturale di una regione cruciale
Terra di Ninive» è un’ampia ricerca dell’antica Mesopotamia fra la
interdisciplinare condotta preistoria e l’età islamica.
dall’Università degli Studi di Udine. Questa regione, mai esplorata da
Obiettivi delle indagini sono lo studio alcuna missione archeologica
del paesaggio archeologico della moderna, fu uno dei teatri principali
regione di Dohuk (Kurdistan della «rivoluzione agricola», che
Iracheno) e la documentazione, la diede origine alla moderna economia
tutela e la valorizzazione dello produttiva e fu il centro politico e
straordinario patrimonio geografico dell’Assiria, il primo
archeologico di questa regione, impero globale della storia.
posta nell’entroterra dell’antica Il suo studio ha ricadute non solo in
capitale dell’impero assiro, Ninive ambito strettamente vicino
(odierna Mosul). Attraverso la orientale, ma è anche di assoluto
ricognizione archeologica di rilievo per l’indagine dei grandi
superficie di una regione di circa processi culturali che hanno
3000 kmq di estensione e lo scavo del caratterizzato il progresso delle
sito di Tell Gomel (il sito dell’antica società umane a partire dalle
Gaugamela, dove Alessandro Magno piccole comunità di cacciatori e
sconfisse Dario III nel 331 a.C. e raccoglitori preistorici, fino alla
completò la conquista dell’impero formazione dei grandi centri urbani,
persiano; vedi «Archeo» n. 360, degli Stati territoriali e degli imperi
febbraio 2015), il progetto mira a nelle età del Bronzo e del Ferro.
ricostruire la formazione ed Le campagne PARTeN condotte dal
evoluzione del paesaggio culturale e 2012 al 2016 hanno portato
all’identificazione e alla verifica sul
A sinistra: gli archeologi osservano la campo di poco meno di 1000 siti
pianura circostante da un riparo sotto archeologici, quasi 600 dei quali
roccia. Molte di queste cavità sono hanno restituito in superficie
state utilizzate in epoca moderna, materiale ceramico e/o litico e
come ricoveri per gli animali. possono quindi essere classificati
Nella pagina accanto: una panoramica come antichi insediamenti.
della catena montuosa degli Zagros. Tutte le aree di raccolta di materiale

diffusamente il Levante, occupando i 65 000 e i 45 000 anni da oggi nufatti in pietra scheggiata (punte,
siti all’aperto e grotte – come Ke- (vedi box alle pp. 48-49). raschiatoi, nuclei e schegge centri-
bara e Amud in Israele, Dederiyeh pete), ci induce a considerare so-
in Siria –, grotte nelle quali sono NUOVI CONTESTI prattutto le aree pedemontane tra le
state rinvenute diverse sepolture di Negli Zagros iraniani, negli ultimi piú promettenti.
adulti e bambini datate tra i 60 000 anni, nuovi dati sono emersi dal ri- Nel 2015 abbiamo rinvenuto un
e i 50 000 anni fa. esame di alcuni siti all’aperto e in deposito contenente materiale liti-
Nella famosa Grotta di Shanidar, nel grotta scoperti negli anni Sessanta co e fauna (sito 744), consolidatosi
Kurdistan iracheno, distante un cen- del Novecento e dal rinvenimento in breccia per fenomeni chimici,
tinaio di chilometri verso sud est di nuovi contesti: ciò ha permesso residuo di un antico sito posto sotto
rispetto alla nostra area di studio, di riconoscere un’intensa frequen- un riparo roccioso che, crollando, lo
alla metà del secolo scorso furono tazione da parte di gruppi umani ha sigillato e protetto. Le analisi di
rinvenuti i resti fossili di otto indi- caratterizzati dall’ampia variabilità alcuni frammenti di breccia hanno
vidui adulti e due bambini nean- dell’industria litica e nelle strategie confermato la natura antropica del
dertaliani, le cui date coprono un di sussistenza. Sul nostro versante deposito, che nelle prossime campa-
ampio arco di tempo, compreso tra iracheno la presenza diffusa di ma- gne sarà campionato per indagini

50 a r c h e o
archeologico e le osservazioni fatte
sul campo sono state registrate
attraverso un ricevitore GPS e
integrate in un Sistema Informativo
Geografico (GIS). Il secondo
obiettivo di PARTeN consiste nella
documentazione, conservazione e
gestione degli straordinari
monumenti archeologici presenti
nella regione di Dohuk.
Attraverso la stretta cooperazione
con le autorità locali (Direzione
Generale delle Antichità del
Kurdistan, Direzione delle Antichità
di Dohuk, Governatorato di Dohuk), maniera digitale e tridimensionale Marco Carnelos, Ambasciatore
l’Agenzia Italiana per la ed è in corso di valorizzazione d’Italia a Baghdad, e dalla
Cooperazione allo Sviluppo del mediante la creazione di un parco dottoressa Alessandra Di Pippo,
Ministero degli Affari Esteri, archeologico e ambientale. Console d’Italia a Erbil.
l’UNESCO e il World Monuments Il Progetto Archeologico Regionale I finanziamenti per le campagne
Fund di New York, il progetto Terra di Ninive (PARTeN) è 2015 e 2016, nel corso delle quali è
dell’Università di Udine, in estremamente grato alla Direzione stato avviato lo studio del
collaborazione con l’Istituto per le Generale delle Antichità del governo popolamento preistorico del
Tecnologie Applicate ai Beni regionale del Kurdistan (diretta da Kurdistan iracheno (di cui si dà
Culturali del CNR, contribuisce in Abubakir Othman Zeineddin), alla conto nel presente articolo),
maniera determinante alla tutela e Direzione delle Antichità di Dohuk sono stati forniti dal Ministero
promozione dello straordinario (diretta da Hassan Qasim Ahmad) e degli Affari Esteri e dalla
patrimonio culturale della regione. al Consiglio di Stato delle Antichità e Cooperazione internazionale, dalla
L’imponente sistema irriguo costruito del Patrimonio di Baghdad per la Regione Friuli-Venezia Giulia,
fra l’VIII e il VII secolo a.C. dal re concessione dei i permessi di lavoro dalle Università di Udine, Roma
assiro Sennacherib, con i suoi necessari e per il loro instancabile «Sapienza» e Milano, dalla
monumentali rilievi rupestri, canali e appoggio e incoraggiamento. Fondazione Cassa di Risparmio di
i primi acquedotti in pietra della Un sostegno determinante al nostro Udine e Pordenone e da uno sponsor
storia è stato documentato in lavoro è sempre venuto da S.E. privato (Giorgiutti & Associati).

piú approfondite. Nelle immediate quindi, la sistematica mappatura e cia a Shanidar, intorno ai 33 000
vicinanze di questo riparo vi sono l’indagine delle grotte visibili lungo
anni fa, nella grotta di Yaftheh, in
anche numerose grotte, che poten- le pendici montane e, nel futuro, la Iran, 40 000 anni fa circa, e in mol-
zialmente rappresentano i contesti realizzazione di saggi di scavo in te altre sequenze in grotte e ripari
ideali di conservazione di lunghe alcune di esse. Sarà cosí possibile lungo entrambi i versanti, iracheno
sequenze stratificate contenenti ma- identificare anche la presenza di e iraniano, degli Zagros.
teriali preistorici. L’utilizzo fino ai fasi di occupazione riferibili a grup-
La comparsa e la diffusione di Ho-
giorni nostri – come ricovero per pi di cacciatori-raccoglitori del Pa-mo sapiens sono fra i temi piú di-
greggi e pastori – di queste cavità, leolitico Superiore, finora docu- battuti degli ultimi anni, al quale
alcune delle quali particolarmente mentati solo da pochi indizi. confidiamo di contribuire con
ampie e articolate in piú ambienti, nuovi importanti dati. La peculiare
ha però prodotto un consistente UNA PRESENZA capacità della nostra specie ad
accumulo di paglia e sterco, che, al IMPORTANTE adattarsi a numerosi e differenti
momento, impedisce la visibilità di Homo sapiens, il protagonista di contesti ecologici ha dato luogo
eventuali materiali piú antichi. questa fase, frequentava sicuramen- anche a uno strumentario litico
La strategia di intervento prevede, te questa regione: ne troviamo trac- con caratteristiche diverse: lungo

a r c h e o 51
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

ALLA RICERCA DELLA PIETRA MIGLIORE


Un importante approfondimento
nell’ambito del progetto sulla
preistoria della Terra di Ninive è
costituito dall’indagine sulle materie
prime litiche della regione, in
particolare sulla selce.
La selce è una roccia costituita da
silice, possiede colore, lucentezza e
tessitura variabili e si origina
principalmente in ambienti
sedimentari marini.
Le sue proprietà meccaniche e
fisiche – frattura concoide (a forma
di conchiglia), durezza e possibilità
di controllare la trasmissione della
forza applicata in un punto specifico
– insieme all’ampia reperibilità in
natura, sia in giacitura primaria che

In alto, sulle alterata e rielaborata da processi


due pagine: il post-genetici, ne hanno determinato
corso del l’impiego durante il 99% circa della
Khinis e i lunga storia dell’umanità, prima e
terrazzi dove durante l’avvento del metallo.
sono stati Lo studio della provenienza della
rinvenuti i selce si inscrive in una ricerca
manufatti del globale sulle modalità di
Paleolitico sfruttamento delle risorse e sulla
Inferiore. territorialità dei gruppi umani. Infatti,
Qui sopra: un la caratterizzazione chimico-fisica
nodulo di selce. della selce, cosí come di altre
A sinistra: due materie prime, in combinazione con
core tools, lo studio tecnologico dei materiali
ciottoli con due archeologici, permette di identificare
o piú distacchi, le distanze percorse per
usati come l’approvvigionamento, le modalità di
nuclei o come trasporto dei blocchi grezzi o degli
veri e propri oggetti a diversi stadi di
strumenti. fabbricazione e restituisce un quadro
a una risoluzione significativa delle
società del passato, della loro

52 a r c h e o
economia, delle risorse sfruttate e
della loro mobilità.
Le fonti attualmente visibili di
risorse litiche verranno identificate
con ricognizioni sistematiche e
saranno riportate su cartografia
topografica e geologica.
Si procederà alla documentazione
del contesto geologico, dello
sviluppo e della stratigrafia di
questi depositi e verranno prelevati
campioni che andranno a costituire
una «litoteca», cioè una collezione
di riferimento delle materie prime
litiche della regione.
L’analisi tecnologica dei manufatti
archeologici rinvenuti nei vari siti
permetterà di identificare il gli Zagros l’inizio del Paleolitico Strettamente collegata a queste atti-
comportamento umano sulla base di superiore è segnato dalla comparsa vità è la produzione di strumenti di
alcuni fattori: modalità di di aspetti tecnologici legati a un piccole dimensioni, chiamati mi-
introduzione delle materie prime nel comportamento moderno, che croliti, che, montati su aste o su
sito, preferenze per determinate danno il nome alla cultura «Bara- manici, vengono usati come armi
risorse, scelte tecniche e obiettivi dostian», dalla località in cui per da lancio o coltelli e falcetti per
della produzione. prima è stata riconosciuta. raccogliere le piante. E tra queste
L’ultima fase della ricerca, condotta piante vi sono proprio i cereali sel-
in collaborazione con il UN ESPERIMENTO vatici, antenati del nostro grano, del
Dipartimento di Scienze della Terra BEN RIUSCITO farro e dell’orzo, che gli ultimi cac-
e Geoambientali dell’Università di In un periodo che possiamo collo- ciatori iniziano a utilizzare, dando
Bari, prevede la caratterizzazione care tra i 20 000 e gli 11 000 anni avvio al processo che porterà alla
geochimica dei campioni geologici da oggi, che va dall’Ultimo Massi- loro piena domesticazione.
e dei manufatti archeologici, con mo Glaciale alla fine del Pleistoce- Proprio nell’area della concessione
l’obiettivo di collegare fonti e ne, le comunità di cacciatori racco- di studio si trova Nemrik, un im-
manufatti e ipotizzare antiche glitori epipaleolitici mostrano nuo- portante sito scavato negli anni Ot-
strategie di sfruttamento. ve abitudini nelle strategie insedia- tanta dall’équipe guidata da Stefan
Daniele Moscone tive e nelle attività di sussistenza: Karol Kozlowski, durante gli inter-
sono attestati con piú frequenza siti venti di salvataggio condotti prima
in aree pedecollinari, in zone aperte della costruzione della diga di Mo-
In alto, a destra: ancora un’immagine e, con tutta probabilità, il fenomeno sul. Qui sono state messe in luce
del corso del fiume Khinis, che va posto in relazione allo sfrutta- varie fasi d’insediamento, che vanno
serpeggia tra la bassa vegetazione e mento di un ampio ventaglio di dal 10 000 all’8300 a.C. circa, con
brulle creste rocciose. risorse vegetali e animali. strutture in muratura, sepolture, resti

a r c h e o 53
PREISTORIA • KURDISTAN IRACHENO

faunistici e botanici, e una ricchissi-


ma cultura materiale, con manufatti
in pietra, oggetti simbolici, figurine
zoomorfe. E proprio nelle imme-
diate vicinanze di questo sito del
Neolitico preceramico abbiamo
rinvenuto i resti dell’antico lago.
Se oggi è il petrolio una delle mag-
giori ricchezze della regione, in-
torno a 5000 anni fa, tra il IV e il
III millennio a.C., era la selce a
costituire probabilmente una delle In alto: alcuni esemplari di lame e
piú importanti risorse naturali. La frammenti di lame in selce rinvenuti
scoperta di vere e proprie miniere durante le ricognizioni di superficie.
– articolate in camere e cunicoli –, In basso: gli ingressi delle miniere
di piú piccole cave scavate nelle di selce sul fianco del rilievo
imponenti bancate calcaree e di montuoso.

54 a r c h e o
Materiale relativo
alla preparazione
dei blocchi di
selce per la
realizzazione di
lame.

aree all’aperto di lavorazione dei


blocchi estratti rappresenta uno dei
risultati piú rilevanti dei primi due
anni di lavoro sul campo. Come
abbiamo visto per i periodi piú
antichi, la selce è la materia prima
piú comune e dunque anche quel-
la di piú frequente utilizzo.
Essendo molto abbondante in que-
sta regione, la selce poteva essere
facilmente raccolta lungo il greto
dei fiumi, in giacitura secondaria,
per ottenerne, dopo un’adeguata
preparazione, nuclei dai quali estrar- regolari, realizzate con selce di otti- ma i caratteri tecnologici dei ma-
re schegge, lame e lamelle, che ve- ma qualità, dalle quali si ottenevano, nufatti finora rinvenuti rimandano
nivano usate tal quali o modificate fratturandole in piú parti, inserti per proprio a questo cruciale ambito
tramite ritocco. La funzione degli falcetti e per tribulum (una sorta di culturale e cronologico.
strumenti influenzava, come abbia- slitta trainata da animali che serviva La possibilità di studiare la catena di
mo visto, anche la forma e la di- per trebbiare il grano). Non era produzione fin dalla fase estrattiva
mensione degli oggetti prodotti. quindi una produzione alla portata nelle miniere del Kurdistan e di
di tutti: era necessario conoscere seguire il flusso dei manufatti dalle
NUOVI STRUMENTI una specifica tecnologia, avere le aree minerarie ai siti che costellano
AD ALTA TECNOLOGIA adeguate attrezzature e, soprattutto, la piana permetterà di ricostruire
Tra il IV e il III millennio a.C., la giusta materia prima. l’organizzazione della fitta rete di
nell’area levantina, in Anatolia e in Nonostante le lame cananee siano scambi che metteva in connessione
Mesopotamia compaiono nuovi strumenti molto frequenti, sono le comunità umane ormai giunte
strumenti, le cosiddette «lame ca- pochi i casi di rinvenimento di alle soglie dell’urbanizzazione.
nanee». Il loro utilizzo è stato mes- «officine» di produzione e ancora
so in relazione all’insorgenza di meno di siti estrattivi. Questo «ac- Desidero ringraziare Daniele Morandi
nuove esigenze nella produzione centramento di competenze» fa Bonacossi, direttore del Progetto PAR-
agricola, forse legate a un aumento ritenere che esistessero figure spe- TeN, per avermi fornito l’opportunità di
demografico e a un nuovo, piú cializzate nella realizzazione e nella lavorare sulla preistoria della Terra di
complesso, assetto dell’organizza- diffusione di questi particolari og- Ninive, Alberto Savioli per il costante
zione socio-economica. getti. Allo stato attuale non siamo sostegno e Andrea Zerboni e Mauro
Si tratta di lame di grandi dimensio- in grado di datare con precisione il Cremaschi, che hanno eseguito l’indagine
ni, fino a 15 cm di lunghezza, molto nostro eccezionale ritrovamento, geoarcheologica preliminare della zona.

a r c h e o 55
MOSTRE • ROMA

Roma, Foro
Romano,
chiesa di
S. Maria Antiqua.
La parete
orientale della
navata laterale
sinistra, sulla
quale corre un
lungo dipinto
raffigurante santi
e Padri della
Chiesa ai lati del
Cristo. Le pitture
risalgono
all’epoca di papa
Paolo I (757-767).
In primo piano è
un sarcofago con
raffigurazioni
cristiane,
databile alla
seconda metà
del III sec. d.C.

56 a r c h e o
INCANTO
ROMANO
A CORONAMENTO DI UN LUNGO E COMPLESSO
INTERVENTO DI RESTAURO, LA CHIESA DI S.
MARIA ANTIQUA, AI PIEDI DEL PALATINO, È
STATA RIAPERTA AL PUBBLICO. UN RITORNO
DAVVERO IMPORTANTE, POICHÉ FRA LE SUE
MURA – EDIFICATE IN EPOCA IMPERIALE – SI
CONSERVANO DIPINTI MURALI CHE
RAPPRESENTANO UNA DELLE PIÚ
SPETTACOLARI TESTIMONIANZE AL MONDO
DELL’ARTE MEDIEVALE GRECO-BIZANTINA
di Stefano Mammini

a r c h e o 57
MOSTRE • ROMA

S iamo nel cuore del Foro Ro-


mano, ai piedi del Palatino, a
pochi passi dalla Casa delle
Vestali e dal Tempio del Divo Giu-
lio, dove in questo mese di marzo
qua, riscoperta agli inizi del Nove-
cento da Giacomo Boni e tornata
ora visitabile dopo un ampio e
complesso intervento di restauro.
Le strutture nelle quali venne rica-
A destra:
particolare della
scena dipinta
nell’abisde
dell’Oratorio dei
può capitare di trovare gli anonimi vata videro quindi la luce nell’am- Quaranta Martiri,
omaggi floreali lasciati da chi anco- bito dei numerosi interventi che ricavato da uno
ra oggi piange il cesaricidio. In po- caratterizzarono la storia dei palazzi dei vani situati
chi metri quadrati si concentrano imperiali. Stando alle notizie ripor- a sud del
insomma alcuni dei luoghi che con tate dalle fonti, Caligola accedeva a quadriportico
piú forza evocano la romanità, i suoi questa residenza attraverso il Tem- realizzato
simboli e i suoi protagonisti. pio dei Castori, nel quale amava dall’imperatore
Eppure, in questo stesso angolo, ba- farsi adorare come un dio, sedendo Domiziano.
sta oltrepassare la soglia di quello fra le statue dei Dioscuri. E sappia- Metà del VI sec.
che in origine era un settore della mo anche che l’imperatore vi aveva Vittime del
domus tiberiana, realizzato da Caligo- fatto allestire una biblioteca, verosi- martirio furono
la e poi ampliato da Domiziano, per milmente ospitata dall’atrio del alcuni soldati
vedersi schiudere un angolo di Me- complesso e dagli ambienti oggi cristiani di stanza
dioevo: è la chiesa di S. Maria Anti- occupati dalla chiesa. In ogni caso, la in Armenia.

A sinistra:
particolare della
Forma Urbis di
Rodolfo Lanciani,
il quale colloca
correttamente
S. Maria Antiqua,
ma non può
indicarne l’esatta
articolazione,
definita dagli
scavi avviati da
Giacomo Boni
nel 1900, e riporta
ancora come
esistente
la chiesa di
S. Maria
Liberatrice.
Nella pagina
accanto, in basso:
veduta dall’alto di
S. Maria Antiqua.

58 a r c h e o
configurazione originaria dell’edifi-
cio può ormai essere solo presunta,
poiché esso venne distrutto dagli
incendi del 64 e dell’80 d.C. e la
successiva ricostruzione promossa
da Domiziano ne modificò radical-
mente l’assetto.

LA BIBLIOTECA
E IL QUADRIPORTICO
La nuova domus si articolava in
quattro settori comunicanti: una
grande Aula occidentale, uno degli
ambienti piú vasti dell’architettura
flavia e da alcuni identificato con il
Tempio del Divo Augusto, anche se
l’ipotesi è tuttora assai dibattuta; un
ambiente piú piccolo, a est, che og-
gi funge da atrio della chiesa di S.
Maria Antiqua e nel quale aveva
forse sede la biblioteca ad Minervam,
ricostruita da Domiziano; un qua-
driportico voltato; un insieme di tre

a r c h e o 59
MOSTRE • ROMA

60 a r c h e o
1

2 In alto: S. Maria vani a sud del quadriportico. Sul


Antiqua dopo il lato orientale, il complesso domizia-
4 5 restauro e, a neo era chiuso da una rampa a tor-
destra, qui sopra, nanti, voluta per creare una comu-
nell’attuale nicazione diretta con i soprastanti
3 allestimento, con palazzi imperiali e tornata anch’essa
l’icona della visitabile e percorribile dopo i re-
Vergine Maria centi restauri (anche se, rispetto al
che si trovava in progetto originario, il percorso at-
origine nella tuale si ferma poco prima di rag-
chiesa e fu giungere il Palatino: una limitazione
trasferita in compensata dalla possibilità di go-
S. Maria Nova dere di uno straordinario affaccio
Dal Foro al Palatino dopo l’abbandono sui monumenti del Foro).
Planimetria dell’area di S. Maria Antiqua: 1. Oratorio dei che fece seguito
Quaranta Martiri (ex Aula nord-orientale del complesso al terremoto UNA SCELTA
domizianeo); 2. Atrio (ex Aula orientale); 3. Chiesa di dell’847 d.C. EMBLEMATICA
S. Maria Antiqua (ex atrio); 4. Aula occidentale (forse Nella pagina Nel VI secolo d.C., in una Roma in
identificabile con il Tempio del Divo Augusto). accanto: l’icona cui i fasti dell’impero sono ormai
Il tracciato in rosso indica il percorso di visita e il tratto della Vergine. un ricordo e l’autorità alla quale
puntinato corrisponde alla rampa domizianea (5), Seconda metà molti guardano come a un vero e
che saliva ai palazzi imperiali del Palatino. del VI sec. proprio sovrano è quella della Cat-
tedra di Pietro, il quadriportico ide-

a r c h e o 61
MOSTRE • ROMA

ato da Domiziano viene identificato La straordinaria


come luogo ideale per la realizza- «parete
zione di una chiesa: sono infatti palinsesto»
sufficienti minimi interventi per di S. Maria
trasformarne gli ambienti in altret- Antiqua, nella
tante navate e la storia di S. Maria quale sono state
Antiqua ha cosí inizio. identificate ben
Si tratta, dopo la vicina chiesa inti- sei fasi pittoriche Didascalia da fare Ibusdae
tolata ai Ss. Cosma e Damiano, del- diverse, evendipsam, officte erupit antesto
la seconda consacrazione nell’area realizzate fra il taturi cum ilita aut quatiur restrum
del Foro Romano e il gesto non IV-V e l’VIII sec. eicaectur, testo blaborenes ium
può non avere avuto un importan- Nei particolari, quasped quos non etur reius nonem
te valore simbolico: destinare alla due delle figure quam expercipsunt quos rest magni
pratica della religione cristiana un oggi meglio autatur apic teces enditibus teces.
settore del cuore della Roma anti- leggibili, tra cui,
ca, e dunque pagana, equivaleva a destra, il
infatti a una presa di possesso non cosiddetto Angelo
soltanto materiale. Tra le poche Bello, ascrivibile
modifiche strutturali del complesso al terzo strato
imperiale, va sottolineata la creazio- (fine del VI sec.).
ne dell’abside, ricavata nello spesso-
re del muro romano.
Fin dall’inizio, però, l’intervento
che con piú forza connota S. Maria
Antiqua e che oggi ne costituisce il
motivo di maggior interesse è la

62 a r c h e o
realizzazione delle pitture murali
che, in origine, ne rivestivano l’in- PAPI E PITTURE
terno. Un patrimonio che, sebbene
ci sia giunto solo in parte, si con- La successione degli interventi Zaccaria (741-752). Viene eseguita
serva per oltre 250 mq e costituisce promossi dai pontefici nella chiesa la Cappella di Teodoto, con il
una delle testimonianze piú pre- di S. Maria Antiqua può essere cosí martirio di Quirico e Giulitta.
ziose dell’arte medievale romana e, riassunta e sintetizzata: Paolo I (757-767). Ultima
piú in generale, di tutto il mondo Martino I (649-653). Vengono decorazione dell’abside ed estesi
greco-bizantino. decorate le pareti del presbiterio cicli pittorici lungo le pareti delle
e molte aree della navata centrale. navate laterali.
NEL LAGO GHIACCIATO Giovanni VII (705-707). Nuova Adriano I (772-795). Ultimi
Il percorso di visita ha inizio al di decorazione del presbiterio, interventi, fra cui il ciclo dell’atrio,
fuori della chiesa vera e propria: esecuzione dei cicli pittorici nella la cui porzione superstite, staccata
poco prima dell’atrio, si può infatti Cappella dei Santi Medici e in molte nel 1956 è ora esposta nella navata
visitare l’Oratorio dei Quaranta altre parti del monumento. laterale destra.
Martiri, ricavato in uno degli am-
bienti che in origine si trovavano a
sud del quadriportico domizianeo. fede, erano stati costretti a immer- In alto: particolare della pittura murale
Nell’abside, anche in questo caso gersi nelle gelide acque di un lago. fatta realizzare da papa Adriano I
scavata nello spessore del muro ro- A quel punto, soltanto uno di loro (772-795) nell’atrio di S. Maria Antiqua,
mano, si conserva la rappresentazio- ne uscí e si immerse nella piscina staccata dalla sua sede originaria e
ne del martirio dei titolari dell’ora- d’acqua tiepida fatta predisporre dal ora esposta nella navata laterale
torio: si trattava di un gruppo di prefetto Agricola, mentre gli altri destra della chiesa. Il dipinto ritrae la
soldati cristiani, di stanza in Arme- preferirono morire congelati pur di Vergine affiancata da vari personaggi,
nia, che, secondo la tradizione, es- non rinnegare il Cristo. Alla vista di tra cui lo stesso pontefice.
sendosi rifiutati di abiurare la loro tanta determinazione, una delle

a r c h e o 63
MOSTRE • ROMA

guardie sarebbe entrata nel la- qua (vedi box a p. 63) –, che fu logie conservative ora disponi-
go, morendo insieme agli altri staccata nel 1956 ed è ora espo- bili – di poterla ricollocare in
trentanove. sta lungo la parete occidentale situ. Va inoltre segnalato che gli
Si passa quindi nell’atrio, che della chiesa. Vi si vedono la scavi condotti da Boni portaro-
oggi si presenta spoglio, ma nel Vergine e, fra i vari personaggi, no alla scoperta, nell’area
quale era all’origine presente lo stesso Adriano I. Il distacco dell’atrio e sotto il pavimento
una grande composizione vo- dalla sede originaria venne de- della chiesa, di numerose sepol-
luta da papa Adriano I – uno ciso per il degrado al quale ture, databili tra l’VIII e il IX
dei cinque pontefici che hanno l’opera stava andando incontro, secolo. In alcuni casi, i defunti
lasciato il proprio segno nella ma, nel futuro, non si esclude – verosimilmente personaggi di
decorazione di S. Maria Anti- – grazie all’utilizzo delle tecno- spicco – furono deposti in sar-

64 a r c h e o
La Cappella di Teodoto, decorata negli
anni del pontificato di Zaccaria
(741-752). Particolare del riquadro con
Maria Regina in trono con il Bambino,
i santi Pietro e Paolo, i santi martiri
Quirico e Giulitta, papa Zaccaria e
Teodoto. Quest’ultimo, che fu primo
degli avvocati della curia e
amministratore di S. Maria Antiqua, è
riconoscibile nel personaggio
all’estrema destra, che offre il
modellino della chiesa.

cofagi romani reimpiegati feta Giona: si tratta di uno deispesa fra la navata centrale e il
all’occorrenza; tra i cinque che primi manufatti del genere con retrostante presbiterio. Si tratta,
si è scelto di inserire nel per- scene bibliche, che può dunque seppur temporaneo, di un ri-
corso espositivo, spicca quello essere considerato come una torno nel ritorno: l’opera, in-
che – realizzato nella seconda testimonianza di matrice di- fatti, è l’icona della Madonna
metà del III secolo d.C. da chiaratamente cristiana. con il Bambino che accolse i
un’officina di marmorari ro- fedeli di S. Maria Antiqua fin-
mani – presenta scolpite a rilie- IL RITORNO DELL’ICONA ché la chiesa rimase in uso, cioè
vo le figure di un sapiente e di Entrando nel corpo principale fino al IX secolo. Fu allora che,
una orante, il battesimo di Gesú del monumento, l’attenzione dopo il terremoto dell’847 e del
nel Giordano e storie del pro- viene calamitata dall’icona so- conseguente abbandono, venne

a r c h e o 65
MOSTRE • ROMA

Alle spalle di questa imago antiqua, è


conservata, alla destra dell’abside, la
«parete palinsesto», tornata alla luce
il 5 agosto 1900 grazie all’interven-
to di Giacomo Boni (vedi foto a p.
62): si tratta di una straordinaria
testimonianza della pittura medie-
vale, nella quale sono state ricono-
sciute – da cui il nome – ben sei
diverse fasi, comprese fra il IV-V e
l’VIII secolo, prima delle quali va
inoltre considerato un settimo stra-
to, costituito dai residui di una de-
corazione in opus sectile di epoca
tardo-antica.

In alto: Cristo (vedi particolare alla spostata in S. Maria Nova (piú nota MARIA E L’ANGELO BELLO
pagina accanto) fra santi e Padri della come S. Francesca Romana), il luo- A guardarla per come appare oggi,
Chiesa d’Occidente e d’Oriente. go di culto che ereditò il titulus di S. la parete propone una situazione
Metà dell’VIII sec. Maria Antiqua, situato fra l’Arco di irreale, nella quale i vari strati – e
Qui sopra: una fase del light mapping Tito e il Tempio di Venere e Roma. dunque le diverse fasi – appaiono
che illustra la sequenza degli L’opera risale alla seconda metà del come un insieme unitario, per
interventi nella Cappella di Teodoto. VI secolo ed è forse la piú antica quanto caotico. Tuttavia, basta fer-
Nella pagina accanto, a sinistra: immagine di Maria a oggi nota, non marsi qualche minuto in piú e con-
S. Maria Antiqua nel quadriportico soltanto in ambito romano ma in centrarsi sulle diverse figure per co-
domizianeo in una foto d’epoca. tutto il mondo cristiano. gliere le differenze e riconoscere

66 a r c h e o
l’appartenenza dei vari lacerti ad Lo spazio alla destra dell’abside è
L’oblio e la riscoperta altrettante composizioni. I perso- occupato dalla Cappella dei Santi
Dopo il terremoto dell’847, la chiesa naggi di piú facile lettura sono: la Medici, che assolveva verosimil-
di S. Maria Antiqua cadde in disuso, Maria Regina col Bambino e An- mente alle funzioni di diaconicon di
poiché il sisma aveva fatto franare geli, riferibile al secondo strato (pri- S. Maria Antiqua, uno degli spazi
alcune porzioni di muro dal ma metà del VI secolo); il cosiddetto di servizio adiacenti al presbiterio,
soprastante colle del Palatino, Angelo Bello, appartenente a tipico delle chiese bizantine. Il suo
rendendola in larga parte inagibile. un’Annunciazione e ascrivibile al nome è stato ispirato dalle pitture
Si procedette quindi alla terzo strato (fine del VI secolo); e la in essa conservate, che, realizzate
costruzione, a ridosso del Tempio testa di un Padre della Chiesa, di- anch’esse negli anni del pontifica-
di Venere e Roma, della chiesa pinta in occasione del sesto e ultimo to di Giovanni VII, hanno appun-
di S. Maria Nova e solo l’atrio intervento, eseguito al tempo di to come soggetti santi anargyroi,
dell’Antiqua continuò a essere Giovanni VII (705-707). cioè guaritori, che non accettano
utilizzato per qualche secolo, come
Cappella di Sant’Antonio. Nel XIII
secolo, sui ruderi della chiesa fu
edificato un nuovo tempio, dedicato
a Maria de Inferno, che passa poi a
essere indicata come Maria libera
nos a poenis inferni oppure
Liberatrice. Nel 1617 la chiesa
venne restaurata e qualche
decennio piú tardi, nel 1702, il
capomastro Andrea Bianchi, che
aveva preso in affitto un
appezzamento di terra nell’orto
retrostante, scoprí casualmente il
presbiterio di una struttura piú
antica. Tornarono cosí alla luce, per
la prima volta, le pitture dell’abside
di S. Maria Antiqua, che però, vista
l’impossibilità di procedere a un
adeguato restauro, vennero
minuziosamente riprodotte ad
acquarello da Francesco Valesio
– il quale riconobbe nell’edificio la
chiesa di S. Maria de Inferno o di
S. Maria de Caneparia – e poi
reinterrate. Finalmente, nel 1900,
sotto la guida di Giacomo Boni,
si procedette alla demolizione
di S. Maria Liberatrice, aprendo la
strada alla riscoperta definitiva di
S. Maria Antiqua e dei suoi
straordinari cicli pittorici.
MOSTRE • ROMA

denaro in cambio dei loro inter- dizione, sarebbe stato ucciso dal A destra: la
venti. La scelta di questo tema governatore romano Alessandro, il rampa
suggerisce che la cappella potesse quale lo scaraventò a terra dopo monumentale
essere utilizzata da malati in cerca che, alla vista delle torture inflitte fatta realizzare da
di guarigione, che vi si recavano alla madre aveva esclamato «Sono Domiziano, che
per meditare e trascorrere la notte. anch’io un cristiano!». Di grande po- ha inizio in
tenza visiva è anche la Crocifissio- corrispondenza
NELLA CAPPELLA ne dipinta nella nicchia che sor- del lato orientale
DELL’AVVOCATO monta il ciclo di Quirico e Giulit- del quadriportico
In posizione simmetrica, alla sini- ta sul lato meridionale della cap- e permetteva di
stra dell’abside, la chiesa offre un pella e che mostra il Cristo in Cro- raggiungere i
altro dei suoi gioielli, la Cappella di ce affiancato da Giovanni Battista e palazzi imperiali
Teodoto, un alto funzionario della un soldato a destra e dalla Vergine del Palatino.
Chiesa, che nell’iscrizione che lo e Longino sulla sinistra. In basso:
menziona – tracciata in corrispon- Come già per la «parete palinsesto» particolare del
denza del suo ritratto – è citato e la Cappella dei Santi Medici, an- ciclo che narra il
come primicerius defensor e dispensa- che nella Cappella di Teodoto le martirio di
tor della diaconia di S. Maria Anti- varie fasi della decorazione vengo- Quirico e Giulitta
qua, ovvero primo degli avvocati no illustrate attraverso un’installa- nella Cappella di
della curia e amministratore dell’i- zione multimediale basata sul light Teodoto. La scena
stituto diaconale. In questo caso, il mapping: a intervalli regolari, l’illu- descrive il
ciclo pittorico è databile al ponti- minazione dell’ambiente viene cruento epilogo
ficato di Zaccaria (741-752) e ha spenta e ha inizio la proiezione dei della vicenda,
come soggetto il martirio di Giu- contorni delle diverse scene e figu- quando il
litta e del figlio Quirico, che era re, accompagnata da brevi testi. Una bambino viene
ancora un bambino. soluzione di notevole efficacia, so- scaraventato a
Il racconto viene sviluppato in ot- prattutto per le zone in cui piú terra dal
to grandi riquadri, ancora ben leg- difficile è la lettura delle pitture. governatore
gibili, e culmina con la morte del Uscendo dalla Cappella di Teodoto, romano
piccolo santo, che, secondo la tra- lungo la parete orientale della na- Alessandro.

68 a r c h e o
vata sinistra, corre una delle sezioni
meglio conservate del corpus pitto-
rico di S. Maria Antiqua: si tratta, in
questo caso, di una lunga carrellata,
eseguita al tempo di papa Paolo I
(757-767), nella quale, ai lati di un
Cristo in trono, si vedono santi e
Padri della Chiesa d’Occidente e
di quella d’Oriente (vedi foto in
apertura e alle pp. 66 e 67).
Sopra questa teoria di personaggi
severi e ieratici, vi sono riquadri
con scene bibliche. All’estremità
della navata, si apre il passaggio
verso la già citata rampa domizia-
nea, che merita senz’altro d’essere
percorsa, anche se, a questo punto,
è altrettanto opportuno riguada-
gnare il centro della chiesa per
contemplarla nel suo insieme.
E sarà allora facile intuire, immagi-
nando le pitture nella loro interez-
za e nella piena vivacità delle cro-
mie originarie, l’emozione che S.
Maria Antiqua e le sue pitture do-
vevano trasmettere ai suoi frequen-
tatori di un tempo. Qualcosa che
anche Giacomo Boni ebbe a per-
cepire, se, come sappiamo dai do-
cumenti d’archivio, volle che quel-
le straordinar ie testimonianze
dell’arte medievale venissero repli-
cate su carta, in scala 1:1, nella
certezza che la fotografia non sa-
rebbe stata in grado di assicurare
riproduzioni altrettanto fedeli.

DOVE E
QUANDO

«Santa Maria Antiqua


tra Roma e Bisanzio»
Roma, Foro Romano
fino al 19 marzo
Orario tutti i giorni, 8,30-17,00
Info tel. 06 39967700;
www.coopculture.it
Catalogo Electa

a r c h e o 69
SCAVI • CATACOMBE DI MALTA

Un ambiente delle
catacombe di Tal
Mintna, presso
Mqabba, nella parte
meridionale
dell’isola di Malta.
Le caratteristiche
architettoniche di
queste catacombe
suggeriscono che
la loro origine vada
collocata intorno
al IV sec. d.C.
e che siano rimaste
in uso almeno fino al
VI sec. d.C. L’ipogeo
si distingue per le
ricche decorazioni
scolpite (si noti,
nell’immagine,
il soffitto decorato
a guscio di
conchiglia).

70 a r c h e o
MALTA
ALLA RISCOPERTA
DELLE CATACOMBE
L’ARCIPELAGO AL CENTRO DEL MEDITERRANEO È FAMOSO,
INNANZITUTTO, PER LE SUE STRAORDINARIE TESTIMONIANZE
MONUMENTALI PREISTORICHE. MENO NOTE SONO, INVECE,
LE SUE NUMEROSISSIME STRUTTURE IPOGEICHE DI EPOCA
ROMANA E PALEOCRISTIANA. TRA QUESTE FIGURANO
SOPRATTUTTO LA NECROPOLI DI SAN PAOLO A RABAT
– CITTADINA AL CENTRO DELL’ISOLA MAGGIORE –, IL PIÚ
IMPORTANTE COMPLESSO DEL GENERE AL DI FUORI DI ROMA.
UN GRANDE PROGETTO DI SCAVO, RESTAURO E VALORIZZAZIONE
LE HA NUOVAMENTE PORTATE ALL’ATTENZIONE DEL PUBBLICO
di David Cardona

D a sempre, il vasto reti-


colo di cavità sotterra-
nee situato un centina-
io di metri a meridione del
fossato di Mdina (l’antica Meli-
te visitato, calandovisi attraver-
so i piccoli pertugi che si apri-
vano nel terreno.
Scrive Abela che le catacombe
erano ben note alla popolazio-
te, capitale di Malta prima ne che le utilizzò anche come
dell’arrivo dei cavalieri) aveva cave per ricavarne la calce. Non
attirato l’attenzione della po- sorprende, inoltre, che intorno
polazione locale. Lo studioso alle cavità sotterranee prendes-
Gian Francesco Abela (1582- sero vita storie e leggende tra le
1655), considerato il padre del- piú fantasiose, tra cui quella
la storiografia maltese, riferisce che voleva i percorsi scavati
che il nome dei campi sovra- nientemeno che da immagina-
stanti, Tad-Dlam («dell’oscuri- ri giganti. La consapevolezza
tà»), sia ispirato proprio agli della notevole lunghezza delle
spazi sotterranei, che lo stesso gallerie sotterranee è ben illu-
Abela, con altri studiosi e di- strata dalla storiella di un ma-
gnitari dell’isola, aveva piú vol- iale che, caduto in una delle

a r c h e o 71
SCAVI • CATACOMBE DI MALTA

fosse che vi conducono, dopo qual- mento, infatti, la gente era convinta Oggi le catacombe di San Paolo si
che tempo sarebbe riemerso a circa che i sotterranei fossero direttamen- distinguono dagli altri complessi
4 km di distanza, nella località di te collegati con la Grotta di San ipogeici essenzialmente per la loro
Siggiewi. Da sempre, inoltre, l’im- Paolo, situata sotto la vicina, omoni- dimensione: il settore principale,
magine dei vasti ambienti sotterra- ma chiesa parrocchiale; e anche se considerato singolarmente si esten-
nei era legata alla convinzione che tale collegamento risultò infine ine- de su un’area di piú di 2000 mq.
qui, nei secoli passati, la popolazione sistente, il nome divenne d’uso cor- Cionondimeno, si tratta solo di una
avrebbe trovato rifugio e protezione rente, soppiantando l’originario to- di almeno altre 23 catacombe sparse
dalle persecuzioni anticristiane. ponimo di Tad-Dlam. nell’area dei campi di Tad-Dlam, la
Sebbene da tempo riconosciuta, la vasta area cimiteriale alle porte
rilevanza archeologica dell’area fu L’ESPROPRIO dell’antica capitale Melite.
per la prima volta pienamente ac- Le indagini di Caruana fecero sí che
certata dallo studioso e archeologo le catacombe di San Paolo divenis- Nella pagina accanto: in alto, la
maltese Antonio Annetto Caruana sero ben presto uno dei principali distribuzione delle principali tombe e
(1830-1905), il quale, nel 1894, in- siti archeologici dell’arcipelago catacombe di età tardo-romana e
dagò ampia parte degli ambienti maltese. Il riconoscimento della sua paleocristiana a Malta e Gozo; al
sotterranei. Queste prime indagini importanza risultò anche nel fatto centro e in basso, l’area delle
e la contestuale rimozione dei de- che la restante area dei campi catacombe di San Paolo al centro di
triti accumulatisi nei passaggi ipogei «dell’oscurità» (oggi nota agli stu- Rabat; sulla sinistra, l’antica capitale
confutarono le diverse ipotesi sull’e- diosi come area dei Ss. Paolo e Aga- fortificata di Mdina.
stensione delle catacombe, precisan- tha o SPC Ovest) venne espropriata In questa pagina: la planimetria delle
do il tracciato del principale com- su insistenza dello stesso Caruana, catacombe elaborata da Antonio
plesso catacombale che prese il no- cosí da proteggere le strutture ipo- Annetto Caruana sulla base delle
me di San Paolo: fino a quel mo- gee dalle attività edilizie nella zona. esplorazioni condotte nel 1894.

Didascalia da fare Ibusdae


evendipsam, officte erupit antesto
taturi cum ilita aut quatiur restrum
eicaectur, testo blaborenes ium
quasped quos non etur reius nonem
quam expercipsunt quos rest magni
autatur apic teces enditibus teces.
Frase colorata maximai
onsectiorem fugiam, sanis
mi, quoditae. Et expliquis
olumqui quaerspit omnis

72 a r c h e o
Tombe e
catacombe

1. Rabat: Hal 16. Marsa: Niklaw


Bajjada, Jesuits Hill, 28. St Julians:
Parish Wied Tal-Ballut
Church, Hal il-Gonna 29. Salini
Pilatu, 17. Marsascala: 30. Safi:
Tac-Caghqi, San Tumas Tal-Hlantun
Tal-Virtu 18. Mellieha 31. Tal-Liebru
2. Mtarfa 19. Bingemma 32. Safi
3. Bahrija 20. Mgarr: 33. Siggiewi
4. Buskett Tar-Raghad 34. Tarxien: St
5. Ghajn Qajjed 21. Mosta: Mary Street,
6. Ghajn Klieb Bistra, Rock Street,
7. Ghar Barka Ghammieriet, Triq id-Dejma
8. Attard: Misrah 35. Zebbug:
Valetta Road Ghonoq, Wied Qirda
9. Ta’ Kaccatura Wied 36. Zejtun:
10. Hal-Far il-Ghasel, Botanical
11. Hal-Resqun, Torre Cumbo Gardens
Tal-Kappelli 22. Mqabba: Tal- 37. Zejtun:
12. Gzira: Mintna Tal-Barrani
Il-Fawwara 23. Mqabba: Ta’ 38. Torri Mamo
13. Kalkara: San Kandja 39. Gozo: Ghar
Duminka 24. Naxxar Gerduf
14. Kirkop: Sqaq 25. Paola: 40. Gozo:
il-Harruba Sammat Marsalforn
15. Luqa: Street Valley
L-inghieret, 26. Qrendi: 41. Gozo:
Wied Maghlaq Marsalforn
il-Knejjes 27. Qrendi: San 42. Gozo: Sannat

a r c h e o 73
SCAVI • CATACOMBE DI MALTA

Grazie alla scoperta di simboli e


suppellettili rituali, nelle catacombe
di San Paolo si possono oggi iden-
tificare le vestigia di culti pagani,
giudaici e cristiani. Tuttavia, l’iden-
tificazione è talvolta ostacolata dal
mutevole quadro dell’evoluzione
religiosa nell’arcipelago, durante la
tarda età romana e il periodo bizan-
tino. Per secoli la religione romana
aveva dominato nell’isola, insieme a
quella giudaica; di quest’ultima si
conservano ancora segni e simboli
inequivocabili: il piú importante è la
menorah (il candelabro a sette brac-
cia), piú volte raffigurata negli am-
bienti delle catacombe di San Paolo.

L’AVVENTO DEL
CRISTIANESIMO
Tra il IV e l’VIII secolo il cristiane-
simo si afferma come una delle
principali fedi nell’isola, sovrappo-
nendosi al paganesimo romano e al

74 a r c h e o
I motivi decorativi scolpiti negli ipogei testimoniano
la presenza di comunità pagane, giudaiche e cristiane
giudaismo e assorbendone taluni struito e utilizzato le catacombe: sicatacombe piú piccole e raccolte
elementi del culto e del rito: tra le appartenevano verosimilmente a
sarebbe tentati di pensare che, piú le
manifestazioni piú significative di catacombe erano grandi, piú ricchi un’unica famiglia o a un unico, ri-
questo sincretismo figura, sul piano e potenti fossero i suoi proprietari.stretto gruppo comunitario.
formale e rituale, la diffusa presenza Altre indicazioni vengono fornite
– nelle catacombe maltesi – dei SEPOLTURE DI GRUPPO dal tipo, dalla disposizione e dalla
triclini scavati nella roccia e usati E PER FAMIGLIE decorazione delle tombe: tombe a
per i banchetti funerari pagani e, Nel caso delle catacombe di San pavimento e a panchina e i sempli-
successivamente, anche cristiani. Paolo, però, sembra che fosse pro- ci loculi sono le tipologie ricorren-
Spesso, però, risulta impossibile sta- prio il caso contrario: il complesso
bilire la vera «identità religiosa» di è composto da una catacomba mol- Sulle due pagine: catacombe di San
questi ultimi, salvo nei casi in cui – to ampia, con strutture minori di Paolo (Rabat).
come nelle catacombe di San Paolo dimensioni diverse e di diversi gra- Nella pagina accanto, in alto: un
– essi non siano accompagnati da di di sofisticazione; la prima, nota ambiente con tombe a cubicolo e una
simboli inequivocabili quali la cro- come «complesso principale» o «ca- lastra di chiusura decorata con gli
ce, rami di palma o l’ancora. tacomba 1», rappresenta un luogo strumenti chirurgici.
L’architettura tombale, inoltre, offre di sepoltura collettivo, utilizzato In alto e nella pagina accanto, in
informazioni importanti sulla com- dalla comunità intera, verosimil- basso: sepolture ebraiche decorate
posizione sociale di chi aveva co- mente di fede cristiana, mentre le con il motivo della menorah.

a r c h e o 75
SCAVI • CATACOMBE DI MALTA

UN BALUARDO DEL CRISTIANESIMO


Con circa 400 000 abitanti distribuiti su una superfice di appena 316 kmq,
l’arcipelago maltese si presenta come il Paese dell’Unione Europea (di
cui è entrata a far parte nel 2004) a piú alta densità di popolazione: poco
meno di 1300 persone per kmq, contro le 174 del Lussenburgo e le 201
dell’Italia. Un primato significativo che, però, si accompagna a un altro
dato, forse ancora meno noto del primo, ma non meno rilevante: Malta,
infatti, è il Paese con la piú elevata percentuale di cattolici dell’intero
continente. La presenza dominante del credo cattolico salta
immediatamente all’occhio del visitatore grazie alle numerose chiese
(erette perlopiú nel predominante stile barocco) che a centinaia
costellano le isole (sono piú di 365, al punto che i Maltesi si vantano
scherzosamente di disporre «di una chiesa per ogni giorno dell’anno»).
Questo dato potrebbe far pensare a una lunga e ininterrotta tradizione
religiosa delle isole, se non fosse stato per gli anni dall’870 fino al 1090,
quando l’arcipelago fu conquistato dagli Arabi, la popolazione bizantina
sterminata e l’Islam introdotto come religione di Stato. Un periodo di piú
di due secoli che esercitò un’influenza significativa – e duratura – sulla
cultura maltese, soprattutto sul piano linguistico (il maltese è una lingua
semitica, strettamente apparentata con l’arabo dei Paesi nordafricani,
costellata, però, da un grande numero di parole provenienti dal lessico
italiano). Cionondimeno, la tradizione cristiana dell’isola ha radici
antichissime. Secondo la leggenda, alimentata dalla narrazione degli Atti
degli Apostoli, nel 60 d.C. sulla costa di Malta naufragò san Paolo. Scrive
il suo compagno di viaggio, l’apostolo Luca: «Una volta in salvo, venimmo
a sapere che l’isola si chiamava Malta» (28, 1-10). Paolo venne accolto
nella dimora di un notabile dell’isola, un tale Publio, che in seguito il
santo guarí da una malattia, salvandogli la vita. La tradizione maltese
vuole che il naufragio sia avvenuto sulla costa nord-occidentale di Malta,
in prossimità del sito di una villa agricola romana, denominato San Pawl
(San Paolo) Milqi (il sito è stato esplorato, dai primi anni Sessanta, da ti, riservate perlopiú a neonati e
una missione archeologica italiana diretta da Sabatino Moscati). defunti in età infantile. Le sepoltu-
Per quanto non vi siano prove archeologiche che possano suffragare tale re ad arcosolio (scavate nella parete
ipotesi, il luogo rappresenta il simbolo di uno dei piú importanti eventi rocciosa e sormontate da una nic-
della storia maltese: l’avvento del cristianesimo nell’arcipelago. San chia, n.d.r.) appartenevano a un li-
Paolo è il patrono dell’isola, la ricorrenza del naufragio è festa nazionale vello sociale superiore ed erano
(celebrata il 10 febbraio) e Publio, convertitosi alla nuova fede, è santo usate comunemente nelle cata-
nazionale. A san Paolo, infine, è dedicato il vasto complesso catacombale combe piú antiche, dove formava-
di cui riferisce l’archeologo David Cardona in queste pagine. no interi gruppi allineati lungo i
Andreas M. Steiner corridoi sotterranei o sui lati di
ambienti rettangolari. Le tombe a
finestra (composte da una camera
sepolcrale alla quale si accede da
un’apertura simile, appunto, a una
finestra) rappresentano una tipolo-
gia piú complessa. Essa è in grado
di offrire un maggior numero di
possibilità decorative, risulta molto
comune tra le catacombe maltesi
ed è ben rappresentata da quelle
rurali, assai elaborate, nelle località
di Ta’Mintna e di Salina.

76 a r c h e o
A sinistra: un ambiente riccamente
decorato delle catacombe di Salina,
nella parte settentrionale di Malta.
Nella pagina accanto: il santuario
dedicato a san Paolo, ricavato nella
grotta sotto l’omonima chiesa
parrocchiale di Rabat.

svolto utilizzando un budget di poco


inferiore ai 4 milioni di euro.
Un progetto di tale portata necessi-
tava, naturalmente, di accurati studi
preliminari, prima di poter proce-
dere a una qualsiasi forma di inter-
vento sul sito. E fu proprio questo
uno dei problemi principali con cui
i curatori del progetto si scontraro-
no. Non era possibile, infatti, inizia-
re i lavori senza un completo e ac-
curato survey archeologico e topo-
grafico di tutta l’area, cosí da creare
una mappa di tutte le strutture ipo-
gee e, specialmente, del rapporto
esistente tra esse e gli edifici e i
terreni sovrastanti. Le condizioni
attuali del sito sono state anche ri-
levate attraverso la documentazione
in 3D di sei delle piú importanti
strutture catacombali.
I lavori sono stati svolti tenendo
conto che l’area si trova al centro
di una zona cimiteriale piú vasta
Nessuna delle tipologie fin qui sin dalla fine dell’Ottocento, non che, potenzialmente, nascondeva
elencate, però, può concorrere, in furono mai oggetto di sistematici altre strutture tombali fino a oggi
quanto a grandiosità, con le tombe lavori di conservazione. Mancavano, inesplorate. L’intera area già nota
cosiddette «a baldacchino». Perfino inoltre, le infrastrutture necessarie – e anche le zone circostanti – so-
nelle loro varianti piú semplici, ad accogliere un piú ampio numero no state cosí indagate attraverso
queste vere e proprie architetture di visitatori: prima del 2015, infatti, l’uso di un radar a penetrazione
funerarie, munite perlopiú di ele- si accedeva al sito attraverso una sotterranea, portando all’identifi-
menti decorativi ricchi e articolati, semplice saletta e solo 2 delle 23 cazione di tre complessi ipogei fino
erano probabilmente destinate a catacombe erano accessibili. Cosí, ad allora sconosciuti.
personaggi di elevato stato sociale: nel corso degli ultimi anni, l’Heri-
gruppi interi di tombe a baldac- tage Malta (l’agenzia maltese per il PRIMA DELLO SCAVO
chino furono realizzati per costru- patrimonio) ha affrontato i lavori di Per preparare gli interventi conser-
ire un vero e proprio paesaggio indagine, conservazione e valoriz- vativi di un sito archeologico e, al
architettonico sotterraneo, come è zazione di tutte le strutture ipogee, contempo, renderlo accessibile ai
ben esemplificato dai corridoi rendendo visitabili la maggior parte visitatori, è fondamentale conoscere
principali della piú grande cata- delle 23 catacombe. Il programma, le condizioni ambientali all’interno
comba di San Paolo. facente parte dell’Archaeological He- delle quali si è conservato fino al
ritage Conservation Project, il progetto momento attuale. Cosí, per un anno
CONSERVAZIONE E di conservazione del patrimonio intero, le catacombe di San Paolo
DOCUMENTAZIONE archeologico parzialmente finanzia- sono state sottoposte al monitorag-
Nonostante le catacombe di San to dal Fondo Europeo per lo Svi- gio di umidità, temperature, presen-
Paolo fossero accessibili al pubblico luppo Regionale (FESR), è stato ze gassose e aria, sia all’interno degli

a r c h e o 77
SCAVI • CATACOMBE DI MALTA

ipogei, sia al loro esterno,


nonché al rilevamento
della presenza di mi-
crorganismi biologi-
ci, al fine di identifi-
carne quelli nocivi
(e, dunque, da eli-
minare), sia per il
monumento stes-
so, sia per i futuri
visitatori.
L’esame strutturale
delle architetture ipo-
gee scavate nella roccia circa
1500 anni fa ha evidenziato la
necessità di interventi di con-
solidamento tramite la messa
in opera di colonne portanti.
L’accuratezza delle indagini
preliminari ha permesso ai re- In questa pagina:
stauratori di individuare le mo- alcuni oggetti
dalità piú adeguate da applica- rinvenuti durante
re alle singole parti del monu- i recenti scavi
mento: un’attenzione partico- delle catacombe
lare è stata rivolta alla rimozio- di San Paolo:
ne delle efflorescenze e delle dall’alto,
polveri, nonché al consolida- pendente in oro,
mento delle superfici dell’into- una sepoltura in
naco e della roccia stessa. anfora, i resti
dello scheletro di
INIZIA LO SCAVO un maialino, forse
Le indagini archeologiche vere residuo di un
e proprie si sono inizialmente banchetto
concentrate nelle aree interes- funebre.
sate dai previsti lavori di co-
struzione. Per quanto circo-

78 a r c h e o
scritti, questi scavi erano fina- che, dal quel momento in poi, mandosi cosí in veri e propri
lizzati a chiarire due aspetti ne ha per sempre determinato «ossari», contenenti materiali
preliminari: era possibile rica- la fisionomia. Data la sua col- provenienti dai pozzi d’accesso
vare informazioni su un aspet- locazione appena al di fuori e dalle camere funerarie della
to di cui poco è noto, ovvero il delle mura di cinta dell’antica necropoli sin dall’età punica.
rituale funerario del periodo di Melite (l’odierna Mdina e Ra- In seguito all’identificazione,
passaggio tra l’età romana e bat), è lecito ipotizzare che l’a- mediante il georadar, di nume-
l’epoca bizantina? E che cos’e- rea fosse collegata alle attività rose cavità fino ad allora sco-
ra accaduto nell’area sovrastan- costruttive nella città stessa. nosciute, il terreno destinato a
te le catacombe, prima, duran- ospitare il centro visite è stato
te e dopo il loro utilizzo? DA CAVA A OSSARIO liberato dallo strato di terreno
I lavori di scavo sono stati sud- Gli scavi hanno anche rivelato in superficie, rivelando cosí le
divisi in tre fasi e hanno riguar- che, dopo l’abbandono, parti tracce di una complessa suc-
dato le fosse di fondazione del- delle cave erano state colmate cessione storica e cronologica,
le nuove strutture da costruire, con frammenti ossei, detriti e di cui fa parte una decina di
l’area del centro visite e altri oggetti, tra cui tombe a pozzo e camera, ap-
le catacombe vere e gioielli e piccoli re- partenenti a un’ampia necro-
proprie. Lo scavo cipienti, trasfor- poli risalente a un periodo tra
delle piccole fos-
se di fondazione Altre immagini
ha evidenziato dei reperti venuti
la presenza di alla luce grazie
una vasta area agli scavi:
di cave in su- dall’alto, una
perficie, utiliz- moneta da
zate per lunghi Costantinopoli
periodi, già dalla (330 d.C.), un
tarda età fenicia. Si unguentario in
tratta della prima at- vetro, l’area
testazione d’uso dell’area funeraria con
urne ancora
In basso, sulle due pagine: catacombe non scavate.
di San Paolo. Un momento delle
indagini eseguite nel settore del sito
destinato alla costruzione del nuovo
centro visite.

a r c h e o 79
STORIA • STORIA DEI GRECI/14

il III secolo a.C. e il III d.C., prece-


dente cioè alla realizzazione delle
catacombe.
Gli scavi, inoltre, hanno portato alla
luce un’area verosimilmente desti-
nata alla deposizione di urne e reci-
pienti da cucina usati come conte-
nitori di ceneri, nonché di sepoltu-
re all’interno di anfore. Insieme a
una di queste urne sono stati trova-
ti i resti quasi interi di un maialino,
la cui parte mancante era stata forse

A sinistra: l’uscita dall’area


archeologica delle catacombe di San
Paolo; al centro, una delle costruzioni
ottocentesche a tempietto che
sovrastavano l’ingresso agli ipogei.
Padiglione Padiglione
Area di scavo Uscita Esperienza 3D archeologia sociale Centro visite

Qui accanto:
pianta del
nuovo
allestimento
per la visita
dell’area.

Ingresso

Pronto
soccorso

Padiglione
religione e rito

Padiglione Padiglione
per ragazzi architettura

Padiglione
La visita come avvenimento conservazione

Il nuovo centro offre al visitatore una combinazione di esperienze


interpretative trasmesse in primo luogo attraverso strumenti visivi, con
l’esposizione di manufatti, disegni e la ricostruzione di una sepoltura
all’interno di una tomba dal vero. La finalità è quella di restituire il quadro
delle complesse ramificazioni sociali racchiuse negli usi funerari
dell’antichità, con particolare attenzione al periodo romano. Oltre
all’ambiente d’ingresso, il centro visite si allunga in cinque piccoli
padiglioni, ognuno dedicato ad approfondire un particolare aspetto: la storia
locale e l’impatto esercitato dalle catacombe nel corso dei secoli sugli
abitanti di Rabat, le scoperte archeologiche, l’architettura tombale, la
religione e il rituale, la conservazione del sito.

80 a r c h e o
consumata durante il banchetto fu- que, ha comportato la perdita di una to minimo sulla sottostante superfi-
nerario. Contrariamente ai resti os- grande quantità di dati archeologici. cie archeologica. Tutte le aree per-
sei rinvenuti nelle tombe a pozzo e Ciononostante, lo scavo di 11 com- corribili all’interno delle catacombe
camera, i resti rinvenuti in queste plessi catacombali ha rivelato che sono state coperte da una passerella
sepolture appartenevano esclusiva- esse conservano ancora i resti sche- in vetroresina, materiale adatto a
mente a individui di giovane età. letrici di centinaia di individui, tal- sopportare nel tempo le sollecita-
Anche lo scavo delle tombe a pozzo volta seppelliti l’uno sull’altro, insie- zioni di un ambiente particolar-
e camera (sebbene già saccheggiate) me a lucerne e piccoli gioielli. La mente umido. L’illuminazione è
ha portato alla luce numerosi ritro- piú ricca è la catacomba 8, in cui garantita da un nuovo sistema di
vamenti, tra cui piccoli recipienti in sono stati trovati i resti di oltre 50 luci a sensori, in maniera da eserci-
ceramica, unguentari di vetro ma individui posti in 12 tombe. I ma- tare un impatto minimo sulle super-
anche ceramiche di importazione e nufatti sono pochi, ma includono fici archeologiche.
lucerne africane, qualche esemplare Il centro visite risponde, inoltre, alle
Nella pagina accanto, in basso: di lucerna romano-maltese, una fib- esigenze richieste dal principio del-
l’ingresso al centro visite. bia in bronzo del VI secolo, un pen- la accessibilità a piú livelli: esso, dun-
In questa pagina: particolare delle dente d’oro e un bracciale di perline que, non offre soltanto piú piani di
nuove passerelle che permettono di di vetro blu e di rame. approfondimento, ma è anche dota-
visitare le strutture sotterranee. Oggi, alle catacombe di San Paolo to di una stanza 3D, in maniera tale
da consentire ai visitatori con disa-
bilità fisiche di sperimentare la visi-
ta attraverso modelli tridimensiona-
li ad alta risoluzione. Ai giovani (i
futuri responsabili della conserva-
zione del nostro patrimonio!) il
centro dedica programmi speciali e
attività volte a trasmettere il signifi-
cato e l’importanza di siti archeolo-
gici come questo e dei procedi-
menti messi in atto per la loro inda-
gine; oltre ad avvicinarli alla cono-
scenza di un mondo i cui protago-
nisti, nonostante i secoli trascorsi,
non appaiono poi tanto lontani e
distanti da noi stessi.

monete databili tra il IV secolo a.C. si accede attraverso il primo centro


e il IV d.C. In una camera funeraria visite d’Europa dedicato esclusiva-
sono stati trovati i resti di almeno mente alla scoperta e alla compren-
quattro individui, una moneta car- sione di un’area sepolcrale dell’anti- DOVE E QUANDO
taginese del IV secolo a.C., una chità. Per la costruzione del centro
ciotola del II secolo d.C. e, soprat- e dell’annesso museo, architetti e Catacombe di San Paolo
tutto, alcuni frammenti di legno di site manager hanno posto la massima Rabat, St. Agatha Street,
pino che, in origine, costituivano il attenzione all’antica destinazione Orario tutti i giorni, 9,00-17,00;
sarcofago in cui era sepolto almeno del sito e alla stessa conformazione giorni di chiusura: 24, 25 e 31
uno dei quattro individui. Tra gli del terreno: le strutture costruite dicembre, 1° gennaio
altri reperti figurano oggetti perso- sopra di esso sono leggere e con e Venerdí Santo
nali quali dadi, aghi e gioielli. fondazioni ridotte al minimo. Si Info http://heritagemalta.org/
Il fatto che le catacombe fossero tratta di costruzioni interamente museums-sites/st-pauls-
note da secoli e accessibili a chiun- reversibili, che esercitano un impat- catacombs/

a r c h e o 81
SPECIALE • SAMARCANDA
APPUNTAMENTO
A SAMARCANDA
È FORSE LA PIÚ CELEBRE E AFFASCINANTE CITTÀ DELL’ASIA
CENTRALE. I SUOI MONUMENTI, RIVESTITI DI MAIOLICHE
POLICROME DOMINATE DAL COLOR TURCHESE, EVOCANO
I FASTI DI UN ORIENTE LONTANO E LEGGENDARIO. PER
COSTRUIRE IN QUESTO LUOGO DAL NOME MISTERIOSO
LA SUA NUOVA CAPITALE, TAMERLANO CHIAMÒ ARCHITETTI
E ARTISTI DA TUTTO IL MONDO ISLAMICO
di Marco Di Branco

M arakanda, Marachanda, Maragan-


da, Maracadra, Maracunda,
Afrasyab, Samarkent, Semerkant,
Samarqand, Samarcanda. Non importa come
si scriva: il suo nome è uno slogan, una for-
dalle cupole sfavillanti nel sole; e poi c’è la
Samarcanda mentale ‒ città mitica di un
regno delle favole, miraggio antipodale, sim-
bolo del chissà dove o banale facezia. Samar-
canda, come Timbuctu e poche altre città al
mula rituale, sentito una volta non si dimen- mondo, significa «lontananza»: è il luogo
tica. C’è l’antica città conquistata da Alessan- dove si spera ‒ sia pure invano ‒ che neppu-
dro Magno, la metropoli commerciale dei re la morte riesca a raggiungerci.
Sogdiani, la capitale di Tamerlano il Grande, Con il nome di Marakanda, Samarcanda com-

Nella pagina accanto: una veduta del Gur i Mir, il mausoleo di Tamerlano, inquadrato attraverso il
grande arco d’ingresso, una delle poche strutture supersiti del complesso. XIV-XV sec.
In alto: una panoramica della Piazza del Registan e della facciata della madrasa (scuola coranica) di
Tilya Kori (XVII sec.); a sinistra e a destra si distinguono le estremità, rispettivamente, della madrasa
di Ulugh Beg (XV sec.) e della madrasa di Sher-Dor (XVII sec.).

a r c h e o 83
SPECIALE • SAMARCANDA

UN BANCHETTO FINITO IN TRAGEDIA


Alla fine dell’autunno del 328 a.C. Alessandro era imprese di Filippo erano superiori per importanza rispetto
riuscito a stabilire definitivamente la sua autorità sulla a quelle del figlio. Mentre Clito, ormai fuori di sé, lo
Battriana e sulla Sogdiana e svernava con le sue truppe diffamava pubblicamente, Alessandro tentava malamente
a Maracanda, capitale della Sogdiana, il cui governo egli di ribattere, e intanto la sua rabbia cresceva. Clito non
aveva affidato a Clito. Quest’ultimo era stato uno dei cedeva, al punto da monopolizzare l’attenzione degli
collaboratori piú fidati di Filippo II e aveva giocato un astanti, che iniziavano a temere seriamente per l’esito di
ruolo importante anche presso la corte di Alessandro, quel diverbio tra ubriachi.
soprattutto da quando gli aveva salvato la vita nella A un certo punto, afferma ancora Arriano, «Clito osò
battaglia del Granico (334 a.C.). Durante uno di quei difendere perfino Parmenione», uno dei suoi migliori
banchetti faraonici in cui i generali macedoni bevevano generali, che Alessandro aveva fatto uccidere con
senza posa fino al mattino, mentre tutti rivolgevano l’accusa di aver partecipato a una congiura contro di lui.
encomi al re, Clito, che, evidentemente, come racconta Allora il re, punto sul vivo, cominciò a cercare un
Arriano, «da tempo era adirato per il mutamento di pugnale, a gridare al complotto. Quando poi Clito, citando
Alessandro in favore di abitudini barbare e per i discorsi un celebre verso di Euripide, esclamò «Ohimè! Che
degli adulatori», prese a parlare in toni polemici. Era cattivi costumi ci sono in Grecia!». Alessandro,
eccitato dal vino, forse troppo. Ma anche Alessandro lo nell’impeto, strappò la lancia a uno degli scudieri e lo
era. Clito disse che la gloria del re era dovuta anche e trafisse. Clito si accasciò a terra, moribondo. La scena
soprattutto alle truppe, che Alessandro gli doveva la lasciò tutti senza parole, mentre nella sala riecheggiava
vita, dopo quanto era accaduto sul Granico, che le solo un lamento: era il pianto disperato di Alessandro.

84 a r c h e o
L’impero di Alessandro Le spedizioni in Asia (334-326 a.C.) Produzioni e attività nel periodo ellenistico
Regno di Macedonia Esercito di Alessandro in marcia verso est
all’avvento di Alessandro (336 a.C.) Au Oro Sale Cereali Vetro
Lega di Corinto
Il ritorno in Occidente
Esercito di Alessandro Ag Argento Marmo Vino Lana
alleata di Alessandro
Esercito di Cratero
Territori conquistati da Alessandro Cu Rame Papiro Legname Tessuti
(336-323 a.C.) Flotta di Nearco
333 Anno delle conquiste Zn Zinco Profumi Incenso
Battaglie e data
Fe Ferro Cantieri navali Lino
Limite estremo dell’impero Città fondate da Alessandro

pare nelle fonti greche come una delle città Nella pagina regno seleucide, ma di lí a poco, dalla seces-
principali della Sogdiana, satrapia persiana sin accanto: sione delle regioni orientali del dominio se-
dall’inizio dell’epoca achemenide. Per Sogdia- Alessandro leucide si formò il regno detto «greco-bat-
na si intende una regione storica dell’Asia uccide Clito, olio triano» (245-125 a.C. circa), noto soprattutto
Centrale – oggi corrispondente all’Uzbeki- su tela di Daniel grazie alle sue emissioni monetali. In questo
stan meridionale e al Tagikistan occidentale de Blieck. 1663. periodo, la classe dominante era rappresenta-
– dove, a partire almeno dal VI secolo a.C., si Hull, Ferens Art ta da Macedoni e Greci, mentre la maggior
è sviluppata un’importante civiltà di lingua e Gallery. parte della popolazione era costituita da
cultura iranica, che ha raggiunto il suo acme Sogdiani e, soprattutto, da Battriani.
tra il V e l’VIII secolo d.C. Le dinamiche che portarono agli sviluppi
Alla fine del IV secolo a.C., la regione venne successivi non sono del tutto note, ma sembra
conquistata da Alessandro Magno e, dopo la che, intorno al 200 a.C. la Battriana riuscí a
sua morte (323 a.C.), entrò a far parte del sottrarsi al controllo dei Greco-Battriani per

a r c h e o 85
SPECIALE • SAMARCANDA

IL MAESTRO SUFI E L’ANGELO DELLA MORTE


Narra una storia sufi risalente, RUSSIA
Syr-Da KAZAKISTAN
nella sua prima redazione, al IX Lago ry
a
d’Aral
secolo d.C., che il discepolo di un Biskek
Alma-Ata
Nukus
Sufi di Baghdad era seduto un Mar
GEORGIA UZBEKISTAN Taskent
giorno nell’angolo di una locanda, Tbilisi Caspio KIRGHIZISTAN

Am
quando sorprese una conversazione ARMENIA AZERBAIGIAN D Bukhara

u-
Baku ar
tra due persone. A sentirle parlare, Erevan
TURKMENISTAN
ya Samarcanda CINA
TURCHIA TAGIKISTAN
capí che una di loro era l’Angelo Asgabat Dusanbe
della Morte. «Ho molte visite da fare Mashhad
in questa città nelle prossime tre

T ig
Teheran
settimane», diceva l’Angelo al suo

ri
Baghdad
compagno. Terrorizzato, il discepolo uf IRAN
E
ra
te
si rannicchiò nel suo angolino Isfahan
IRAQ
finché i due non se ne furono
andati. Poi fece appello a tutta la
sua intelligenza per trovare il modo spronandolo giorno e notte, arrivare parte in città, immerso in
di scampare all’eventuale visita fino alla lontana Samarcanda. contemplazione, forse in un
dell’Angelo, e, alla fine, decise di Nel frattempo, la Morte si incontrò caravanserraglio», rispose il
allontanarsi da Baghdad, affinché la con il maestro sufi, col quale si maestro. «È strano», disse l’Angelo,
morte non potesse raggiungerlo. mise a parlare di varie persone. «perché è proprio nella mia lista...
Dopo aver fatto questo «Ma dov’è dunque quel vostro Ah, ecco, guardate: devo prenderlo
ragionamento, non gli restava che discepolo?», chiese la Morte. fra quattro settimane a Samarcanda,
noleggiare il cavallo piú veloce e, «Dovrebbe trovarsi da qualche e in nessun altro luogo».

A sinistra: un bazar di Samarcanda in una


fotografia scattata intorno al 1875.
Nella pagina accanto: il Mar Caspio, il Golfo
Persico e le regioni circostanti in una mappa
tratta dall’Atlante catalano del geografo e
cartografo maiorchino Abraham Cresques.
1375. Parigi, Bibliothèque nationale de France.
Nella cornice, la città di Samarcanda.

diventare però presto l’obiettivo delle invasio-


ni nomadiche provenienti da Est e innescate
dalla formazione dell’impero nomade degli
Xiongnu. Nelle testimonianze archeologiche
relative a Samarcanda tra il III secolo a.C. e il
III secolo d.C. sono quasi del tutto assenti
materiali di matrice battriana, e ciò sembra
indicare che l’influenza greco-battriana sulla
città non fu particolarmente importante.
Verso la metà del II secolo a.C. gli Xiognu
giunsero nella regione del Bacino del Tarim
e attaccarono la popolazione di origine indo-
europea che qui risedeva, chiamata dalle
fonti cinesi «Yuezhi». Scacciati dalle loro ter-
re, gli Yuezhi si trasferirono prima in Transo-
xiana (i territori oltre il fiume Oxus, l’odier-
no Syr Darya), poi in Battriana, e formarono

86 a r c h e o
a r c h e o 87
SPECIALE • SAMARCANDA

88 a r c h e o
2
1

2
Nella Sala degli Ambasciatori di Afrasyab
sfilano gli abitanti di Samarcanda,
In alto:
illustrazione
ma anche Cinesi, Indiani, Turchi...
artistica che
ipotizza l’aspetto un grande impero, che prese il nome di im- guenza della politica aggressiva del primo
originario della pero kushana (I secolo a.C.-III secolo d.C.). «Re dei Re» sasanide Ardashir I (224-241
Sala degli La regione di Samarcanda ne entrò a far d.C.), che riuscí ad assoggettarlo intorno al
ambasciatori parte sin dall’inizio. 230 d.C., riportando l’Asia Centrale sotto il
dell’antica diretto controllo persiano. In Transoxiana,
Afrasyab. LA DIFFUSIONE DEL BUDDHISMO cristianesimo, giudaismo e manicheismo tro-
Nella pagina In questo periodo di relativa pacificazione varono nuovi adepti, anche se la religione
accanto e in alto, dell’Asia Centrale, in Sogdiana si diffuse il predominante tornò a essere il mazdeismo,
a destra: due buddhismo ed ebbe inizio una fase di gran- come in epoca achemenide.
frammenti della de sviluppo economico e culturale, con un Tra la metà del V e l’inizio del VI secolo d.C.
decorazione notevole incremento dell’irrigazione e la Sogdiana subisce le invasioni degli Unni
originale della dell’edilizia nelle località piú importanti: Eftaliti e, per un breve periodo, entra a far
sala, ad affresco. Afrasyab («[la città] sul fiume Sijab», un altro parte dell’effimero impero da questi fondato.
VII-VIII sec. dei nomi con cui Samarcanda fu conosciuta Intorno al 550 d.C., però, Cosroe I (531-579),
Samarcanda, di qui e fino alla distruzione mongola del anche grazie all’alleanza con i Turchi, riuscí a
Museo XII secolo d.C.), Pjandjikent, Varachsha, infliggere loro una sonora sconfitta e a porre
Archeologico Pajkend, Tali-Barzu, Mug. nuovamente la regione sotto il controllo sa-
di Afrasyab. Il collasso dell’impero kushana fu la conse- sanide. È questa un’epoca di notevole espan-

a r c h e o 89
SPECIALE • SAMARCANDA

90 a r c h e o
AL CENTRO DEL MONDO
Per chi sia interessato alla storia e all’arte della comprendere meglio lo straordinario ciclo pittorico
Samarcanda preislamica è fondamentale la lettura in cui compaiono, oltre agli abitanti stessi di
della monografia di Matteo Compareti (Samarcanda Samarcanda, anche rappresentanti delle civiltà attigue
centro del mondo. Proposte di lettura del ciclo pittorico come Cinesi, Indiani, Turchi durante un periodo
di Afrasyab, Mimesi, Bologna 2009), dedicata in preciso dell’anno, mentre officiano celebrazioni
particolare all’analisi delle pitture ritrovate ad Afrasyab specifiche. L’opera comprende un’introduzione storica
(la Samarcanda pre-islamica o, meglio, pre-mongola) e traduzioni da fonti relative all’epoca in questione,
negli anni Sessanta del secolo scorso dai Sovietici. fornendo dati di prima mano e approfondimenti
Grazie al lavoro di Compareti, è ora possibile anche al lettore non esperto.

sione sul piano commerciale: i Sogdiani di- In alto: ossuario nell’area di Samarcanda e nell’alto Zerafshan).
vengono infatti i monopolisti dei traffici sulla sormontato da La corte di Samarcanda si trasforma in un
cosiddetta «Via della Seta», una serie di itine- testa maschile, luogo di importanti trattative diplomatiche
rari che collegavano la Cina al Mediterraneo da Afrasyab. tra ambasciatori persiani, turchi, indiani e ci-
e, nello stesso tempo, si impongono come VII sec. San nesi. E una delle piú straordinarie testimo-
mediatori politici e culturali tra il mondo Pietroburgo, nianze di questa temperie politica è certa-
cinese e quello persiano. Museo statale mente la cosiddetta «sala degli ambasciatori»
dell’Hermitage. di Afrasyab. Nel 1965, in occasione di lavori
LA SALA DEGLI AMBASCIATORI Nella pagina di costruzione di una strada, furono infatti
Intorno alle antiche cittadelle fortificate accanto: veduta scoperte pitture murali di altissima qualità,
sogdiane, sorgono ora le residenze dei grandi degli scavi di oggi conservate nel Museo Archeologico di
mercanti e dei proprietari fondiari e si affer- Afrasyab. Afrasyab, che ornavano originariamente un
ma la tipologia del castello (rappresentata ambiente a pianta quadrata di circa 11 m di

a r c h e o 91
SPECIALE • SAMARCANDA

lato, a sua volta parte di un palazzo. Il nome


della sala è legato al soggetto principale del- Tamerlano era intriso di
la decorazione: l’arrivo a Samarcanda di
delegazioni straniere nell’atto di presentare cultura persiana, ma aspirava
omaggi al sovrano della città (Varkhuman).
Secondo l’interpretazione di Matteo Com-
a riedificare l’impero mongolo
pareti (vedi box a p. 91), uno dei maggiori di Gengis Khan, del quale si
esperti mondiali di arte dell’Asia Centrale,
la sala degli ambasciatori di Afrasyab pre- proclamava discendente
senta un ciclo pittorico articolato, nel
quale sono raffigurati i rappresentanti
di diversi regni in contatto con la
Sogdiana (il regno di Samarcanda, la
Cina dei Tang, l’India) dalla metà del VII
secolo circa. Con ogni probabilità, quei per-
sonaggi stanno celebrando feste locali con-
nesse al proprio Capodanno e al periodo
estivo. Qualora tali feste non riescano a
combaciare tra loro, ecco che gli artisti
sogdiani avevano escogitato una serie di
rimescolamenti onde ottenere occorrenze
quanto piú precise possibili sul piano
dell’importanza delle festività e del periodo
dell’anno in cui cadevano.
Le dimensioni del palazzo che accoglieva
quel ciclo pittorico propendono a favore
di un edificio privato, forse una
sorta di tempio dedicato agli
antenati del sovrano locale,
dove si poteva porgere loro
omaggio e, forse, conservar-
ne le spoglie mortali. In que-

Particolare di
una miniatura
raffigurante
Tamerlano che
entra a
Samarcanda con
il suo esercito.
Da una copia
dello Zafar
Nama, una
biografia di
Tamerlano
voluta dal nipote
Ibrahim Sultan
ibn Shahrukh e
compilata dallo
storico persiano
Sharaf ad-Din
Ali Yazdi.
1424-1428 circa.

92 a r c h e o
In alto: I regnanti sto modo, le informazioni contenute nelle conquista vera e propria avvenne all’epoca del
della dinastia fonti cinesi relative all’VIII secolo possono califfo al-Walid I (705-715), grazie alla sagacia
Mughal, da Babur ritenersi veritiere in quanto esse riportano del governatore del Khorasan Qutayba bin
a Awrangzeb, con l’esistenza di un edificio cosí decorato in Muslim. I rapporti fra conquistatori e con-
il loro antenato, Sogdiana centrale, dove il sovrano pregava quistati restarono però molto tesi fino alla
Tamerlano, ogni giorno. I risultati dello studio di Com- metà dell’VIII secolo, anche perché i Cinesi
acquerello e pareti non sono importanti solo per quanto fomentavano rivolte nel tentativo di scalzare
foglia d’oro concerne la cultura materiale sogdiana alla gli Arabi dalle loro posizioni.
attribuito a vigilia dell’invasione araba, ma riguardano Il 26 novembre, fu proclamato califfo Abu
Bhawani Das. indirettamente anche altre parti dell’Asia ‘l-’Abbas al-Saffah, il primo dei califfi abba-
Inizi del XVIII sec. Centrale, del Caucaso e della Persia, dove, sidi (749/50-754). Tra i suoi piú grandi suc-
Vaduz, Khalili cioè, vigeva lo stesso sistema calendariale. cessi – la cui portata fu pienamente compre-
Family Trust. sa solo dopo qualche tempo –, v’è l’arresto
IN LOTTA PER L’EGEMONIA dell’espansione cinese in Asia Centrale, gra-
Dopo un lungo periodo di pace, la Sogdiana zie alla battaglia combattuta presso il fiume
divenne terreno di scontro di due grandi im- Talas (nell’odierno Kazakistan) nel 751. Qui,
peri che volevano stabilire la loro influenza in infatti, il comandante arabo Ziyad ibn Salih
Asia Centrale: quello islamico e quello cinese. al-Khuza‘i inflisse al generale cinese Gao
Le prime incursioni arabe in territorio Xianzhi una dura sconfitta.
sogdiano avvennero nel 654 sotto la guida del L’evoluzione successiva della situazione cinese
condottiero Abu ‘Ubayda. I primi califfi fece di questo evento un vero e proprio spar-
omayyadi intrapresero attacchi e razzie in tiacque fra due epoche: da allora in poi, il
Transoxiana, senza mai riuscire a stabilire un processo di islamizzazione dell’Asia Centrale
dominio duraturo sulla regione, che era an- non avrebbe piú incontrato ostacoli. L’aneddo-
cora, formalmente, un protettorato cinese. La to secondo cui, in tale occasione, alcuni fabbri-

a r c h e o 93
SPECIALE • SAMARCANDA

UN NOME ENIGMATICO
Può sembrare paradossale, ma il significato del nome di una delle città piú
affascinanti dell’Oriente non è ancora ben chiaro. Secondo alcuni studiosi, esso
deriverebbe dall’avestico «Zmar-kanta», «Nascosta nel sottosuolo»; secondo altri,
dal sogdiano «Smara-kanta», «Città di pietra». Nell’XI secolo, al-Biruni, un celebre
dotto musulmano pensava che il nome avesse origine dal turkic «Semizkand», cioè
«Città grassa». Secondo la tradizione araba, che era solita costruire genealogie
immaginarie, Samarcanda sarebbe stata cosí chiamata dal nome del suo
leggendario fondatore, il re yemenita Samar ibn Afrikish (o, secondo altri,
l’altrettanto mitico khan turkic Samar).

94 a r c h e o
canti di carta cinesi fatti prigionieri al Talas Questi ultimi dovettero sostenere l’impatto
avrebbero introdotto gli Arabi all’uso della devastante dei Mongoli di Gengis Khan
carta è molto probabilmente un’invenzione: (1218), che diedero il colpo di grazia alla già
tuttavia, è vero che in Asia Centrale e in Kho- morente cultura sogdiana. Le città principali
rasan i musulmani entrarono per la prima furono rase al suolo, e con loro tutto il sistema
volta in contatto con questo economico pro- economico (agricoltura, commercio, manifat-
dotto di origine cinese, che divenne presto di tura), politico e sociale della regione.
uso comune nell’impero islamico. Anche in
questo caso, il risultato è epocale: un’efflore- UN NUOVO INIZIO
scenza di libri e di cultura scritta incompara- Tuttavia, si trattò in realtà di un nuovo inizio,
bilmente piú intensa, vigorosa di quanta ne poiché i Mongoli, anche grazie all’influsso
conobbe l’Europa prima dell’invenzione della delle popolazioni conquistate, seppero accul-
stampa a caratteri mobili nel XV secolo. turarsi (anche attraverso la massiccia conver-
Nel IX secolo la Transoxiana fu amministrata, sione all’Islam) e, dopo un periodo di asse-
per conto del califfato abbaside, dalla dinastia stamento, garantire, attraverso la Pax Mongo-
iranica dei Samanidi (in realtà quasi total- lica, una nuova epoca di prosperità
mente indipendenti da Baghdad), all’enorme distesa di territori da
sotto i quali la regione visse un’e- loro amministrati. Bukhara e Sa-
poca di «rinascimento culturale»: marcanda tornarono a fiorire: non
in questo periodo, Samarcanda è un caso che Marco Polo le men-
perde importanza nei confronti zioni nel Milione, definendole città
di Bukhara, nuova capitale dell’e- «grandi e nobili». Per Samarcanda,
mirato. Nondimeno, all’inizio del- in particolare, fu questo un tempo
l’XI secolo, i Samanidi furono eli- sospeso, che potremmo definire di
minati dai Qarakhanidi, che nel «incubazione»: si ponevano le basi
1089 si sottomisero ai Turchi Sel- della straordinaria vicenda politica,
giuchidi. Questi ultimi, nel 1141, artistica e culturale che, circa 160
cedettero il passo ai Qara Kitai, pro- anni piú tardi, ebbe per protagonista
venienti dalla lontana Manciuria e un altro mitico sovrano mongolo:
che, a loro volta, tra il 1210 e il 1212, Tamerlano il Grande.
vennero sconfitti dai Khwarezmshah. (segue a p. 99)

Ancora un’immagine dell’esterno


del mausoleo di Tamerlano, dove il
condottiero è sepolto assieme ai
figli Shah Rukh e Miran Shah e ai
nipoti Ulug Beg e Muhammad
Sultan. XIV XV sec.

a r c h e o 95
SPECIALE • SAMARCANDA

Disegno ricostruttivo di Samarcanda al tempo


di Ulug Beg, nipote di Tamerlano (XV sec.).
Tra i principali monumenti:

1. la moschea di Bibi Khanum;


2. la via coperta popolata di botteghe;
3. la piazza del Registan;
4. il Gok Saray, palazzo imperiale di Tamerlano;
5. il mausoleo Gur-i-Amir;
6. fuori le mura, il cimitero di Shah Zinde;
7. il cimitero di Djakardizah.

96 a r c h e o
6

3 7

a r c h e o 97
SPECIALE • SAMARCANDA

98 a r c h e o
UN SOGNO COLOR TURCHESE
Nessuna città ha un nome evocativo come
quello di Samarcanda: appena lo pronunci,
l’Oriente t’assale. La città delle fortezze e
dei sepolcri; il nodo carovaniero sulla Via
della Seta, il maggior raccordo commerciale
di terra fra Cina ed Europa; la sede del
Gur-i Amir, centro del mondo dalla cupola
turchese sotto la quale il grande Tamerlano
dorme per sempre. Parla una lingua in cui
coesistono e si contrappongono tre alfabeti
– cirillico, latino, arabo – come specchio
della lotta tra chi ancora guarda al vecchio
colonizzatore russo, chi sostiene
l’islamizzazione e chi vorrebbe giocare sino
in fondo la carta dell’Occidente.
Alla storia e alle glorie di Samarcanda, lo
storico Franco Cardini ha recentemente
dedicato un libro affascinante: Samarcanda.
Un sogno color turchese (Il Mulino, Bologna
2016). Una lettura da consigliare a chiunque
voglia conoscere qualcosa di piú sulle
vicende millenarie di uno dei luoghi piú
affascinanti dell’Oriente.

In alto: l’interno Timur bin Taraghay Barlas (timur significa


della madrasa di «ferro» in turco-ciagatai), ovvero Timur-i
Ulug Beg. XV sec. lang, cioè «Timur lo zoppo», occidentaliz-
A sinistra: la zato in Tamerlano (1336-1405), fu il fonda-
moschea di Bibi tore della dinastia timuride, che dominò
Khanum, l’Asia Centrale e la Persia orientale tra il
e, a destra, un 1370 e il 1507 e i cui discendenti fondarono
particolare della in India l’impero Moghul. Di origine turco-
sua copertura mongola, Timur era intriso di cultura per-
esterna, siana, ma aspirava a riedificare l’impero
interamente mongolo di Gengis Khan, dal quale affer-
rivestita in mava di discendere. Si considerava un «gha-
maiolica zi», ovvero un combattente per la Fede, ma
policroma. intraprese le sue campagne militari piú
XIV-XV sec. importanti contro Stati musulmani. Perso-
nalmente non volle mai assumere altro tito-
lo se non quello di Emiro («Amir»), e non si
fregiò mai del titolo di «Khan».
Tamerlano scelse come capitale Samarcanda,
che abbellí con splendidi monumenti, di cui
affidò la costruzione ad architetti, artisti e
decoratori fatti giungere nella città da tutto
il mondo islamico. Molti autori descrivono
la città nell’epoca timuride, ma nessuno lo fa
con la vividezza di Ruy González de Clavi-
jo. Costui, membro di una nobile famiglia di

a r c h e o 99
SPECIALE • SAMARCANDA

Sulle due pagine: una veduta esterna e


un’immagine dell’interno dell’osservatorio
astronomico fatto costruire dal re Ulug Beg,
nipote di Tamerlano. XV sec.

Madrid, era ciambellano del re di Castiglia e


León quando fu scelto da Enrico III per
guidare una missione diplomatica a Samar-
canda presso la corte di Tamerlano. Partito
da Cadice nel 1403 tornò in patria nel 1406
e fino alla sua morte, nel 1412, continuò a
ricoprire alte cariche sotto Enrico III e il
suo successore Giovanni II.

UN DIARIO PREZIOSO
Il resoconto della sua missione, scritto al
ritorno in Spagna, è un documento storico
di notevole importanza e, per il lettore mo-
derno, una straordinaria avventura di viag-
gio. Lungo un percorso di oltre 20 000 km,
tra andata e ritorno, per mare e per terra,
vengono descritti con ricchezza di partico-
lari ambienti, personaggi e fatti dei luoghi
toccati nelle varie tappe. Nella tratta medi-
terranea il lettore viene inizialmente porta-

100 a r c h e o
SPECIALE • SAMARCANDA

DA TAMERLANO A LENIN, E RITORNO


La crisi dell’Unione Sovietica e la sua per esempio, il problema della sostituzione
dissoluzione in repubbliche indipendenti ha della figura di Tamerlano a quella di Lenin
avuto quale effetto collaterale la rilettura come padre della patria dell’attuale
delle vicende storiche, anche antiche, Uzbekistan. Dagli splendori archeologici
dell’Asia Centrale, in chiave spesso dell’Afghanistan, antico cuore dei regni
ingenuamente nazionalistica. Di questo e altri indo-greci nati con l’arrivo di Alessandro
interessanti temi si è occupata Maria Morigi, Magno, alle suggestive testimonianze
nel saggio Il patrimonio dell’umanità: disseminate nel resto dell’Asia Centrale, nelle
geopolitica, civilizzazioni, ricerca varie repubbliche un tempo sovietiche, Maria
archeologica in Asia centrale e Afghanistan Morigi ci conduce attraverso un percorso
(Anteo Edizioni, Cavriago 2016), che affronta, affascinante e insospettato.

to da Cadice – dove Clavijo s’imbarca il 21 dotato, nonostante l’infermità e l’età avanzata,


maggio 1403 – alla costa italiana, attraverso di un’instancabile curiosità intellettuale.
le Baleari, le Bocche di Bonifacio, Ponza. De Clavijo si sofferma poi a descrivere la
Dopo uno scalo a Gaeta, il percorso si diri- capitale di Tamerlano: «La città di Samarcanda
ge, passando per Ischia e Capri, verso le è situata in una pianura ed è recintata da un muro
isole Eolie – con la descrizione dell’eruzio- di terra e da un fossato assai profondo. È poco piú
ne dello Stromboli – e Messina. Da qui grande della città di Siviglia, però fuori delle mura
prosegue per il Peloponneso, Rodi, Chio, vi sono molte piú case raggruppate in sobborghi
Costantinopoli e, dopo una sosta di tre me- sparsi in ogni direzione. Infatti, tutto intorno, entro
si nella capitale bizantina per svernare, Tre- un raggio di una lega e mezzo o di due leghe, vi
bisonda sul Mar Nero. Da Trebisonda inizia sono molti orti e vigneti tra i quali vi sono strade e
la marcia via terra, lungo la Via della Seta. piazze assai animate, perché ci vive molta gente.Vi
Clavijo costeggia il monte Ararat, attraver- si vende pane, carne e molte altre cose, di modo che Uno scorcio della
sa l’Armenia e la Persia, toccando Soltaniye, la parte che si estende fuori delle mura è piú popo- necropoli dello
Teheran, Nishapur, valica i deserti del Tur- losa di quella che sta dentro.Tra questi orti vi sono Shah-i Zinde,
kmenistan meridionale, e infine l’8 settem- dimore assai grandi e ricche e anche Timur Beg ha con gli sfarzosi
bre 1404, un anno e mezzo dopo la sua lí le sue belle residenze con i loro giardini. Tutti i mausolei edificati
partenza, arriva a Samarcanda, da cui, dopo grandi signori di Samarcanda hanno le loro case fra dalla dinastia
una sosta di due mesi e mezzo, inizia il questi giardini e gli orti e le vigne che stanno intor- timuride.
viaggio di ritorno. no alla città sono cosí numerosi che, quando vi si IX-XIV sec.
In un mondo in conflitto e denso di pericoli, arriva, sembra di avanzare in una foresta di alberi
il lettore rimane sorpreso dall’intensità dei d’alto fusto con la città stessa adagiata in mezzo.
traffici commerciali, dalla natura e dalla qua- Sia questi orti sia la città sono attraversati da mol-
lità dei prodotti scambiati per migliaia di ti corsi d’acqua. Si vedono molte piantagioni di
chilometri, dalla presenza dei mercantili ge- cotone e di meloni che qui sono buonissimi. Ci si
novesi e veneziani nei porti piú lontani del meraviglia nel constatare che ancora per Natale vi
Mar Nero, dalle carovane di centinaia di siano tanti meloni e tanta uva».
cammelli sulla Via della Seta che collegavano
l’Occidente alla Cina, scambiando non solo INVITO ALLA VISITA
merci, ma anche idee, culture, lingue. Samarcanda è ancora oggi ricca di monumen-
ti che testimoniano il suo grandioso passato,
POCO PIÚ GRANDE DI SIVIGLIA… sebbene il contesto urbanistico della città sia
In questo quadro spicca la figura del «grande stato purtroppo sconvolto in epoca sovietica.
signore Timur Beg»,Tamerlano. Conquistato- Gli archeologi russi ebbero però il merito di
re spietato e crudele, creatore di un immenso restaurare molti degli edifici timuridi che all’i-
impero nell’Asia Centrale, ma nello stesso nizio del XX secolo versavano in condizioni
tempo grande mecenate, promotore di studi di drammatico degrado. Tra i luoghi che co-
storici e filosofici, ospite cortese e generoso, stituiscono una tappa irrinunciabile per il vi-

102 a r c h e o
sitatore spicca la piazza del Registan (antico
luogo delle esecuzioni e delle parate militari), IN VIAGGIO NEI LUOGHI
dove oggi sorgono tre splendide scuole cora- LEGGENDARI
niche del XV e XVII secolo; la gigantesca Dal blu di Samarcanda al deserto dell’antica
moschea di Bibi Khanum, fatta costruire da Merv, tra le terre di Corasmia, lungo il
Tamerlano come moschea congregazionale corso dell’Oxus e fino alla regione storica
della città con i proventi del saccheggio di del Khorasan, sulle orme dei mercanti,
Delhi; il Gur-i Mir, cioè lo splendido mauso- attraverso leggendari regni, seguendo
leo fatto costruire originariamente dall’emiro il filo rosso del cammino della seta,
per ospitarvi i resti del suo amatissimo nipote dall’Asia Centrale all’Iran: i tour proposti da
Muhammad Sultan, e poi trasformato in mau- Metamondo in Uzbekistan, Turkmenistan e
soleo dinastico timuride alla morte dello stes- Persia percorrono la storia di popoli e terre
so Tamerlano, il cui corpo riposa nella cripta intrecciati dal racconto del mito.
sottostante; le vestigia dell’osservatorio di Con itinerari da 8 a 14 giorni si parte
Ulug Beg, il re astronomo, anch’egli nipote di alla scoperta delle ricche culture e delle
Tamerlano, che aveva fatto costruire a Samar- grandi civiltà di questo immenso cuore
canda uno degli osservatori astronomici piú asiatico. Samarcanda, Khiva e Bukhara
all’avanguardia del mondo. tracciano l’itinerario storico dell’Uzbekistan
Ma il luogo piú suggestivo della città è pro- classico, distillando immagini di bellezza
babilmente la grande e antica necropoli tra gli antichi mercati delle rotte
dello Shah-i Zinde, che risale all’epoca della carovaniere, gli azzurri intensi delle
conquista araba e che i Timuridi abbellirono architetture, gli scenari del deserto.
con una strabiliante serie di splendidi mau-
solei dedicati ai membri eminenti della fa- Tutti i viaggi di Metamondo in
www.metamondo.it/destinazioni/uzbekistan/tour.htm
miglia reale: con il sole al tramonto, una vi- Tel. 041 8899300
sione indimenticabile.

a r c h e o 103
QUANDO L’ANTICA ROMA…

Romolo A. Staccioli

…DOVETTE AFFRONTARE LA
SECESSIONE DELLA BRITANNIA
RECENTEMENTE, E CLAMOROSAMENTE, RIAFFERMATA CON IL REFERENDUM
SULL’USCITA DALL’UNIONE EUROPEA, LA VOCAZIONE ALL’«ISOLAMENTO»
DELL’INGHILTERRA SEMBRA ESSERE UNA SORTA DI TRADIZIONE. COME
PROVANO GLI EVENTI SUCCEDUTISI AL TEMPO DELL’IMPERO ROMANO

L’ uscita della Gran Bretagna


dall’Unione Europea non è
stata una novità, in assoluto.
dell’altra sponda. In quel tempo,
Massimiano che, con il compito di
«sovrintendere» alla parte
Britannica, la flotta formalmente
costituita da Claudio (potenziando
un primo nucleo creato dal suo
Qualcosa del genere, infatti, occidentale dell’impero, era stato predecessore, Caligola) per
avvenne anche nell’antichità, elevato al rango di «Augusto» e l’invasione della Britannia e che
quando, mille e settecento anni fa, associato come collega aveva la sua base nel porto di
la Britannia, entrata a far parte nel dall’imperatore Diocleziano Boulogne (l’antica Gesoriacum dei
43 d.C. dell’impero di Roma, (impegnato a restituire allo Stato Galli e Bononia dei Romani).
cedette per la prima volta alla una sicura e ordinata unità)
tentazione, poi ricorrente, aveva appena sistemato le cose, UNA TATTICA SOSPETTA
dell’«isolamento». In realtà, una Il suo comando venne affidato
sorta di «precedente» c’era già a un ufficiale batavo-romano
stato, nel 259, quando l’isola aveva (un... «olandese»), M. Aurelio
aderito (insieme alla Spagna) al Valerio Carausio, originario della
cosiddetto Imperium Galliarum, regione del Brabante, nella Gallia
proclamato nelle Gallie Belgica, che già si era distinto per
dall’usurpatore Postumo l’abilità e l’energia mostrate
ribellatosi contro l’imperatore nella repressione della
Gallieno e finito, nel 274, con la «rivolta dei contadini».
riunificazione compiuta da Carausio riuscí ad avere
Aureliano. Nel 290, però, andò rapidamente ragione dei pirati,
in porto un’operazione di vera e anche per via della tattica usata
propria «secessione in proprio» nei loro confronti: egli li lasciava
che condusse la Britannia a uscire indisturbati in mare e
trasformarsi, sia pure per pochi compiere le loro scorrerie, poi li
anni, in uno Stato indipendente. attaccava sulla via del ritorno,
E, per la prima volta, essa prese rilassati e carichi di bottino.
coscienza dell’importanza di avere Non ci volle molto, però, a far
il dominio del mare per garantirsi ancora una volta, nelle Gallie, nascere il sospetto che l’«audace
libertà e sicurezza. Tutto cominciò domando una pericolosa rivolta di uomo di mare» fosse interessato,
nel 288 e la «colpa» fu dei pirati bagaudae, com’erano chiamati i piuttosto che a dar loro la caccia, ad
franchi e sassoni che contadini, e respingendo Franchi, alleggerire i pirati dei loro carichi:
imperversavano nell’Oceanus Alamanni e Burgundi oltre la una sorta di archipirata, come fu
Britannicus – com’era allora frontiera del Reno. definito («pirata dei pirati»).
chiamato il Canale della Manica –, Restavano i pirati della Manica. In ogni caso, apparve chiaro che
recando seri fastidi alle navi Contro di loro, Massimiano Carausio mirava soprattutto a
romane e alle coste dell’una e provvide a riarmare la Classis ricavare dalle sue azioni consistenti

104 a r c h e o
vantaggi personali, tanto da «sudditi» il mantenimento di Nella pagina accanto: incisione che
arricchirsi vistosamente. costumi e tradizioni che, del resto, ritrae M. Aurelio Valerio Carausio,
Massimiano ne ordinò allora la erano ormai ben radicati nel ripresa da The Medallic history of
rimozione e addirittura la condanna territorio dopo quasi due secoli e Marcus Aurelius Carausius (1757-59)
a morte, che l’«olandese», avvertito mezzo di «romanizzazione». di William Stukeley e pubblicata in
in tempo, evitò con una aperta Rese particolari onori e benefici alle Early London (1908) di Walter Besant.
ribellione. Sul finire dell’anno 286, tre legioni che erano di stanza In basso: testa monumentale
si trasferí con tutta la flotta in nell’isola (la II Augusta, la XX dell’imperatore Massimiano, dalla
Britannia dove, accolto come Valeria e la VI Victrix), cosí come villa romana di Chiragan (Francia).
«liberatore dei mari», s’impadroní fece – piú genericamente e sia pure Fine del III-inizi del IV sec. d.C.
del potere. Fattosi quindi acclamare a distanza – nei confronti di tutte le Tolosa, Musée Saint-Raymond,
imperatore dalle guarnigioni altre dislocate nelle varie parti Musée des Antiques de Toulouse.
legionarie dell’isola, trasformò
quest’ultima in una sorta di
«regno» personale.
Massimiano cercò di reagire, ma
non disponendo di una flotta, andò
incontro a un clamoroso fallimento.
Quindi, temendo che Carausio
volesse estendere il suo dominio e
pur di lasciarlo isolato in
quell’estrema regione
settentrionale dell’impero,
preferí accettare, almeno per il
momento, il fatto compiuto.
Tanto piú che – come scrive
Aurelio Vittore – c’erano da
tenere a bada le bellicose
popolazioni della parte
settentrionale dell’isola rimaste
fuori dal dominio romano.

I FORTI DI CARAUSIO
E proprio a quel compito si dedicò
Carausio, con grande energia,
dopo aver celebrato, nel 290, il
trionfo che s’era da se stesso
conferito. Egli dunque rafforzò le
difese, sia a nord, verso la
Scozia, contro i tradizionali
nemici Calèdoni, sia, e
soprattutto, lungo le coste
orientali e meridionali, dove
costruí una serie di forti
(il «Saxon Shore»), che dal
Norfolk andavano all’isola di
Vectis (l’odierna Wight).
Quanto ai pirati, finí col farseli
«amici» e alleati arruolandoli nella
sua flotta, mentre ne adottava
l’abbigliamento. Per il resto, si
comportò da vero romano,
proclamandosi «restitutore di
Roma» e favorendo nei suoi

a r c h e o 105
dell’impero, evidentemente Qui sotto: aureo della Zecca di assicurato il fianco destro con la
nell’intento di rendersele amiche Londinium, 287-293 d.C. Al dritto, sottomissione dei Franchi che
per ogni evenienza. Rivendicava, il profilo di Carausio; al rovescio, occupavano il paese dei Batavi
inoltre, la protezione di Giove, di la personificazione della Pace. (attuale Olanda), mosse all’attacco
Marte e di Minerva e, ovviamente, della Britannia con due squadre
del dio del mare Nettuno ed è navali. Quella al comando
singolare che l’unica «citazione» dell’ammiraglio Asclepiodoto,
del poeta Virgilio mai apparsa su partita dall’estuario della Senna,
una moneta romana (expectate approfittando della nebbia, riuscí a
veni, cioè «sono venuto mentre eludere la «flotta britannica»,
ero atteso») compaia proprio appostata presso l’isola di Wight,
nelle emissioni di questo strano e a gettare le ancore nei pressi di
tipo di ribelle, abilmente utilizzata Southampton. Poi, fatte bruciare
per celebrare il suo arrivo e la sua le navi per non lasciarsi alcuna
affermazione in Britannia. via di fuga e togliere ai suoi soldati
ogni speranza di ritirata (e per non
MILANO, CAPITALE essere costretto a lasciarvi un
DELL’IMPERO presidio, dividendo cosí le sue
A Roma – o, piuttosto, a Milano forze), Asclepiodoto andò incontro
dove Diocleziano aveva deciso di ad Allecto. Questi, che s’aspettava
trasferire la «capitale» della Pars l’attacco da parte dell’altra squadra
occidentalis dell’impero – navale al comando dello stesso
Massimiano aspettava l’occasione Costanzo, ne rimase disorientato al
per sbarazzarsi di un rivale cosí punto da perdere il controllo della
fastidioso, che continuava a situazione. Lasciata la flotta presso
sfoggiare il titolo di «Augusto» e l’estuario del Tamigi, si ritirò
che, per legittimarlo, almeno verso l’interno, ma nei pressi
presso i suoi «sudditi», coniava della città di Calleva (l’odierna
monete con la scritta «Carausio e Silchester), fu sconfitto e ucciso
i suoi fratelli», collocandosi mentre i resti del suo esercito in
quindi in compagnia degli Augusti fuga riuscirono a raggiungere
legittimi con i quali pretendeva di Londinium (cioè Londra), che fu
dividere il potere. salvata dal saccheggio appena in
L’occasione si presentò, nel 293, tempo dal sopraggiungere della
dopo che Diocleziano, con la sua squadra di Costanzo, la quale,
«tetrarchia», aveva completato il partita da Boulogne e perdutasi per
riordinamento dell’impero e del In basso: moneta della serie con la nebbia, era riuscita a imboccare
suo governo. Lo stesso «Carausio e i suoi fratelli», da Rogiet il Tamigi risalendolo fino alla città.
Massimiano, ormai consacrato (Monmoutshire, Galles). 292 d.C. circa. Cosí – mentre Costanzo veniva
Augusto dell’Occidente, affidò al Cardiff, National Museum Wales. puntualmente acclamato
suo neonominato «Cesare», «Restitutore della luce eterna di
Costanzo Cloro (il padre di Roma» – finiva, dopo appena dieci
Costantino), il compito di ridurre anni, l’Imperium Britanniarum.
alla ragione il ribelle. Costanzo Era stata sufficiente una piccola
cominciò con l’impadronirsi, battaglia, alla quale non dovettero
grazie a un colpo di mano, del prendere parte piú di 2000
porto di Boulogne, rimasto sotto uomini (quasi tutti mercenari
il controllo di Carausio; questi ne barbari) a porre termine alla
fu talmente scosso nel suo secessione della Britannia e a
prestigio da indurre il suo segnare l’ulteriore destino
«prefetto del pretorio», Allecto, a dell’isola. Pienamente
eliminarlo, uccidendolo, e a reintegrata nell’impero, essa
prenderne il posto. Finalmente, nel sarebbe rimasta romana ancora
296, Costanzo, dopo essersi per piú di un secolo.

106 a r c h e o
EGITTO
Viaggio nella terra dei faraoni

Quello dell’Egitto è un fascino che può davvero definirsi senza


tempo: basti pensare all’impatto che ebbe su Roma la vicenda
di Cleopatra. Un’attrazione che, in tempi ben piú recenti, si
fece fortissima per una folta schiera di facoltosi personaggi
che sceglievano la Valle del Nilo per assaporare l’amalgama
tra l’esotismo del mondo arabo musulmano e la grandiosità
dei monumenti dell’età faraonica. Un fenomeno, quest’ultimo,
che ebbe fra i suoi campioni Lord Carnarvon, il nobile
britannico che, recatosi in Egitto per trovare sollievo ai propri
mali, divenne il finanziatore di importanti scavi archeologici
culminati con il ritrovamento della tomba di Tutankhamon.
Ed è sulle orme ideali di quelle gesta che si snoda l’itinerario
proposto dalla nuova Monografia di «Archeo», nella quale
vengono descritti tutti i tesori di una civiltà inimitabile, a lungo
regina del Mediterraneo.

IN EDICOLA
SCAVARE IL MEDIOEVO

Andrea Augenti

UOMINI E MURI
LA COSTRUZIONE
DI BARRIERE A SCOPO
DIFENSIVO, MA
NON SOLO, HA
ACCOMUNATO
ANTICHE CIVILTÀ, REGNI
E IMPERI E LE PRIME
NAZIONI. UN CASO
EMBLEMATICO È
L’«OPERA DEI DANESI»,
INNALZATA NELL’ALTO
MEDIOEVO E DI CUI
L’ARCHEOLOGIA STA
RIVELANDO LA STORIA
E LE FASI DI UTILIZZO

D a sempre, per difendere i suoi


territori, l’uomo costruisce
muri o comunque ampie strutture
lineari. A qualsiasi latitudine, in
qualsiasi epoca. Basti pensare
all’esempio piú famoso: la Grande
Muraglia cinese, costruita tra il 215
a.C. e il XV secolo d.C. e che si
snoda per 8850 km; oppure al Vallo
di Adriano, innalzato in Inghilterra
nel II secolo d.C. e lungo 117 km. terrapieno alto circa 2 m e lungo 30, hanno dimostrato che il primo
Durante l’Alto Medioevo, in Europa, sul quale si impostava una impianto della fortificazione risale
la nascita di molti nuovi Stati – e palizzata, affiancato in alcuni tratti alla fine del VII secolo. E, di recente,
l’esigenza di difenderli – determinò da un fossato. sono emerse altre novità: è stata
la costruzione di svariati muri, infatti scoperta quella che finora è
soprattutto nell’area settentrionale VICINI PERICOLOSI l’unica porta conosciuta del
del continente. Per esempio, il Vallo Siamo nella fascia meridionale Danevirke, detta «Kalegat», larga 6
di Offa (Offa’s Dyke), realizzato della penisola dello Jutland m. Essa permetteva il passaggio
anch’esso in Inghilterra nell’VIII (oggi in Germania, regione dello attraverso il bastione ed era situata
secolo da Offa, appunto, il re della Schleswig-Holstein), e la struttura, lungo l’Hærvejen, la «Strada
Mercia, per difendersi dalla secondo la documentazione scritta dell’esercito». Il suo scopo primario
minaccia del vicino regno di Powys superstite, viene costruita dal re doveva quindi essere il transito
(il Galles). Una barriera che si Godfred, a partire dall’anno 808, delle truppe militari.
estendeva per 240 km. per difendere il regno dei Danesi La vita del Danevirke fu lunga, e
E poi c’è il Danevirke (letteralmente, dal pericolo dei vicini Franchi. possiamo suddividerla in tre fasi
l’«Opera dei Danesi»): un In realtà, vari interventi di scavo principali. La prima è quella delle

108 a r c h e o
A destra: vanghe in legno rinvenute
negli scavi del Danevirke.
Flensburg, Danevirke Museum.
In basso: un tratto del Danevirke
(l’«Opera dei Danesi»), innalzato a
partire dalla fine del VII sec. d.C.

la città di Hedeby, un importante Danevirke ha avuto una seconda


centro del commercio vita «ideologica», ancor piú lunga.
internazionale. Precauzioni A causa del suo ruolo originario di
giustificate, se si considera che, nel muro di separazione – una
974, la zona subí il poderoso attacco separazione di carattere
dell’imperatore Ottone II. Poco piú principalmente militare, ma venata
tardi, verso la fine del X secolo (nel anche di aspetti etnici (i Danesi da
980 circa), fu aggiunto un altro una parte, tutti gli altri al di là,
tratto di fortificazione: il Kovirke, separati da un muro; una storia,
probabilmente voluto dal re danese purtroppo, straordinariamente
Harald Dente Azzurro. attuale…) –, il Danevirke è stato
usato come simbolo in chiave
UN CASO UNICO nazionalista-romantica.
L’ultima fase di vita del bastione si Per esempio, la sua immagine è
data all’XI-XII secolo. In questo apparsa come disegno di copertina
origini: dall’inizio dell’VIII secolo periodo si contano vari interventi di in giornali di stampo nazionalista, e
fino all’intervento di Godfred (808), restauro, prova del fatto che il cosí il suo nome. E quando, nel
quando viene concepito l’intero Danevirke era almeno in parte 1920, venne bandito un referendum
sistema difensivo, imperniato ancora in uso. In particolare, al re per decidere se la provincia della
proprio sul lungo bastione. Valdemaro I di Danimarca si deve Slesia (Schleswig) dovesse far parte
La seconda fase risale al X secolo, e l’apertura di un cantiere notevole, della Germania o della Danimarca,
segna la massima espansione e volto a rinforzare un lungo tratto il Danevirke venne usato negli
articolazione nello spazio del della fortificazione con l’aggiunta di slogan da parte della fazione
Danevirke. Grazie alla un massiccio muro in mattoni. pro-Danimarca.
dendrocronologia e alle analisi del Per l’Europa settentrionale si tratta Oggi il Danevirke è Patrimonio
14C sono state individuate tracce di di un fatto abbastanza dell’UNESCO, è ben visibile per
interventi di ristrutturazione straordinario: è, infatti, uno dei rari lunghi tratti e, a Flensburg, si può
databili verso il 940/950. e piú precoci esempi di uso del visitare il Danevirke Museum, che
In particolare, in quest’epoca fu mattone per edifici che non racconta l’evoluzione del bastione
aggiunto un muro semicircolare, il rientrano nella sfera ecclesiastica. nel corso del tempo, alla luce delle
cui scopo principale era difendere Dopo questa storia plurisecolare, il scoperte piú recenti.

a r c h e o 109
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Francesca Ceci

SOTTO LA STELLA ARDENTE


NEL MOMENTO PIÚ CALDO DELL’ANNO, SI VIVE NEL SEGNO DEL LEONE,
ILLUMINATI DA SIRIO. PRESENZE CHE ANCHE LA PRODUZIONE MONETALE
REGISTRÒ PUNTUALMENTE, CON ALCUNE IMPORTANTI EMISSIONI

T ra luglio e agosto, in piena


estate e quando il calore del
Sole raggiunge la massima
spesso definiamo, probabilmente
senza saperne il perché,
«canicolare». L’aggettivo deriva da
chiaramente il riferimento al
«cane»: l’origine dell’etimo risale
infatti al latino caniculus, cagnolino.
intensità, è sconsigliabile uscire «canicola», termine che indica il E «cagnolino» è anche la
nelle ore centrali del giorno, momento in cui il Sole è piú denominazione antica e letteraria di
caratterizzate da un caldo che ardente e nella cui radice emerge Sirio, la stella piú brillante del

A sinistra:
riproduzione
delle pitture che
ornano il soffitto
del tempio di
Hathor a Dendera
(Egitto): vi
compaiono il
cielo e i segni
zodiacali,
disegno di
Domenico
Valeriani, per
la Nuova
illustrazione
istorico
monumentale del
Basso e dell’Alto
Egitto di Girolamo
Segato. 1835.
Nella pagina
accanto: dracma
di Antonino Pio.
Zecca di
Alessandria,
144-145 d.C.
Al dritto, il profilo
dell’imperatore;
al rovescio,
Leone sormontato
dalla testa
radiata di
Sol-Helios.

110 a r c h e o
gruppo del Cane Maggiore, nonché Nell’emissione antonina dedicata
del firmamento notturno. ai «luminari», Sol-Helios è
Nel nostro emisfero, durante il raffigurato con il busto e la
torrido periodo compreso tra il corona radiata, suo simbolo, e
24 luglio e il 26 agosto, quando con una stella a otto raggi a
il Sole ha oltrepassato le lato, l’astro solare.
costellazioni del Cane
Maggiore e di quello Minore, COLUI CHE RISPLENDE
Sirio sorge e tramonta con il Va rilevato come l’etimologia
Sole (levata eliaca). del nome latino come di quello
Il legame tra i nomi della Canicola greco del dio derivi da una radice
e del Cane e gli astri è ben spiegato sanscrita che indica «ardere,
nel Vocabolario etimologico della risplendere». Uno degli epiteti
lingua italiana edito da Ottorino greci del Sole era appunto seírios,
Pianigiani nel 1907: «Tale cioè «colui che risplende», e lo
costellazione ebbe siffato nome stesso aggettivo costituisce il
dagli Egizi, perché gli avvertiva, nome di Sirio, la stella piú
qual vigile cane, della prossima luminosa della notte.
inondazione del Nilo». Seguendo ancora il Dizionario
etimologico di Ottorino
SEGNI NEL CIELO Pianigiani, anche Sirio deriva
L’importanza delle costellazioni il nome da una radice
e della conoscenza dei moti sanscrita che indica splendore
astrali nel mondo antico – e ed essa è la «splendentissima
tanto piú in quello egizio, legato stella della costellazione della
al Nilo – è da tempo acclarata e Canicola, in cui entra il Sole nel
raggiunse esiti speculativi e mese di Luglio, nei maggiori
artistici altissimi. Si pensi, per calori dell’anno».
esempio, alle raffinate figurazioni Al centro del campo monetale si
dei segni zodiacali, rinvenute in staglia un leone possente che si
Egitto perlopiú in contesti sacrali e slancia, in una postura che esalta la
ancora oggi in uso: immagini che Leone è dominato esclusivamente nobile e vigorosa magnificenza
fanno la loro comparsa a partire dal Sole, laddove i pianeti, in dell’animale. Per ciò che incarna e
dall’epoca greco-romana, quale genere, hanno una domiciliazione per la sua posizione dominante nel
frutto della fusione di elementi su due segni: qui il Sole, astro mondo naturale, il leone venne
culturali e iconografici egiziani con splendente «luminare» per scelto come tipo iconografico sin
le eccezionali conoscenze eccellenza, rappresenta la forza dalle prime emissioni della Lidia in
astrologiche e astronomiche generante maschile, mentre la Luna elettro e la sua presenza è attestata
babilonesi. Il segno zodiacale che è legata al femminile. in tutta la monetazione antica, cosí
cade tra luglio e agosto è quello, Nella serie monetale detta «dello come in quella moderna e
possente e maestoso del Leone, Zodiaco» e battuta ad Alessandria contemporanea.
animale simbolo di grandezza, nel corso del regno di Antonino Pio, Emblema di potenza, simbolo di
forza, regalità, legato all’energia e tra il 144 e il 145 d.C. per celebrare prestigio imperiale, fiera da vincere
alla spinta vitale che il Sole stesso l’anno sotiaco egiziano (quando o vincitrice, signore degli altri
emana e incarna. Grande Sirio toccava sull’orizzonte lo animali, il leone assurge a una
costellazione dell’emisfero stesso punto toccato dal Sole), il nobiltà di rango cosmica,
settentrionale, quella del Leone era dritto è riservato all’imperatore, quest’ultima correlata sia alle
nota e riconosciuta da sempre e mentre sul rovescio appare il segno fatiche di Ercole con la vittoria sul
compare già nelle mappe zodiacale sormontato dalla divinità leone nemeo, sia perché, come
babilonesi; essa ospitava poi il dell’Olimpo legata al pianeta o al asserisce il mitografo di età
solstizio d’estate con il luminare (Sole e Luna) imperiale Igino, «Si dice che il
conseguente solleone, corrispondente, illustrando cosí, tra leone venne posto tra le stelle
sinonimo di canicola. l’altro, la conoscenza dei rapporti essendo il re degli animali»
Come il Cancro con la Luna, il tra i corpi celesti. (Astronomica, II, 24).

a r c h e o 111
I LIBRI DI ARCHEO

DALL’ITALIA costituiva uno scalo di


importanza che sarebbe
Enrico Felici riduttivo definire primaria.
NOS FLUMINA ARCEMUS, Stefano Mammini
DERIGIMUS, AVERTIMUS
Canali, lagune, Claude Sintes
spiagge e porti nel I PIRATI CONTRO ROMA
Mediterraneo antico LEG Edizioni,
Edipuglia, Bari-S.Spirito, Gorizia, 206 pp.
280 pp., ill. b/n. 22,00 euro
50,00 euro ISBN 978-88-6102-385-7
ISBN 978-88-7228-814-6 www.leg.it
www.edipuglia.it
Vivo e attuale, come
ricorda lo stesso Claude
Particolare della Tabula Peutingeriana nel quale sono Sintes nelle pagine
indicate le Fossae marianae, i canali artificiali fatti introduttive, il fenomeno
scavare da Mario alla foce del Rodano. della pirateria ha avuto
una storia lunga e densa.
le sue ricerche si sono morfologiche, è di fatto L’obiettivo dell’autore,
sviluppate, passando impossibile accertare la direttore del Museo
in rassegna le molte conformazione originaria Archeologico di Arles,
variazioni di un tema solo della zona, ma, al di là è puntato sull’età
all’apparenza elementare. delle cifre – che variano da romana, quando le
Al di là dell’impegno in un autore all’altro – la rete lotte per debellare i
termini di forza lavoro, la doveva certamente essere predoni del mare furono
realizzazione dei canali molto fitta. Spostandosi una preoccupazione
presupponeva infatti la in Grecia, si nota una ricorrente. Il volume si
conoscenza dei territori folta schiera di istmi, legge gradevolmente
Mai come in questo nei quali si decideva di guidata da quella che e, al tempo stesso,
caso, non si può non operare e la capacità Felici definisce «la grande offre una mole davvero
partire dal titolo, visto di elaborare risposte incompiuta», ovvero considerevole di notizie,
che, come racconta tecnologicamente e il taglio della lingua grazie alle quali ci si può
l’autore stesso, la frase strutturalmente adeguate di terra che separava davvero sentire a bordo
latina che lo caratterizza alle problematiche che i due porti di Corinto, delle navi dei pirati
ha costituito il punto di potevano derivare, per Kenchreai e Lechaion, e (o dei loro avversari).
partenza della ricerca ora esempio, dalla natura che fu finalmente portato S. M.
pubblicata. Una citazione dei suoli. Segue quindi a termine nel 1893,
che, sarà bene ricordarlo, l’ampio repertorio dei siti, nonostante vi si fossero
è tratta dal De natura che comprende anche cimentati in epoca antica
deorum di Cicerone e opere non ascrivibili Periandro, Giulio Cesare,
condensa mirabilmente a Roma, che pure Caligola e, soprattutto,
(«noi che arrestiamo, che costituiscono il corpus Nerone. Per quanto
incanaliamo, che deviamo piú consistente. riguarda gli interventi
il corso dei fiumi…») A inaugurare la compiuti nella Penisola,
una delle attività in cui i rassegna è uno dei siti essi furono numerosi
Romani seppero meglio piú significativi, vale e spesso di notevole
distinguersi, ovvero a dire il Delta del Nilo, portata, come quelli che
l’ingegneria idraulica e, del quale già Erodoto interessarono la foce del
in particolare, lo scavo di e Strabone avevano Tevere, attuati al fine di
canali. Nella prima parte descritto i molteplici rami garantire la massima
del volume, Enrico Felici e canali. Oggi, complici funzionalità del porto
inquadra l’ambito in cui le mutazioni climatiche e di Ostia, che per Roma

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