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Giacomo Pinelli
Stazione sperimentale per i Combustibili, Viale A. De Gasperi 3, 20097 San Donato Milanese (MI); tel. +39 02516041; fax +39 02514286;
e-mail pinelli@ssc.it
RIASSUNTO:
Nella presente rassegna è stata condotta un’indagine conoscitiva che, dopo aver esami-
nato le varie tipologie di coke provenienti dal coking, ha inteso da un lato valutare la
composizione e le principali caratteristiche chimico-fisiche del coke di petrolio destinato
al mercato energetico, dall’altro analizzarne criticamente le effettive potenzialità in rela-
zione al suo impiego come fonte di energia. In particolare, alla luce di consolidate espe-
rienze operative maturate negli ultimi anni a livello mondiale, l’attenzione è stata focaliz-
zata soprattutto sugli aspetti tecnici inerenti all’utilizzo del coke di petrolio nelle caldaie a
polverino, nella combustione a letto fluido, nella gassificazione con ciclo combinato
(IGCC) e nell’industria del cemento.
In tale contesto oltre a fornire le principali indicazioni di carattere generale circa l’uti-
lizzo del coke di petrolio nelle citate applicazioni, ampio risalto è stato riservato alle con-
nesse problematiche ambientali.
SUMMARY:
In this review the use of petroleum coke for energy production is discussed.
The paper describes the production of the different types of petroleum coke and exami-
nes the chemical composition and the main physical characteristics of petroleum coke
used for solid fuel applications. Furthermore a critical evaluation of the real possibility of
using petroleum coke as energy source is presented. In particular, in the light of conside-
rable worldwide experience, the technical aspects concerning the use of petroleum coke in
the pulverised fuel plant, in fluidised bed plant (CFB), in Integrated Gasification Combi-
ned Cycle plant (IGCC) and in cement industry are examinated.
Finally environmental problems concerning such applications for petroleum coke are di-
scussed.
(°) L’articolo riassume i risultati di una ricerca promossa dai settori contribuenti svolta con finanziamento del Ministero
delle Attività Produttive e della Stazione sperimentale per i Combustibili negli anni 2001-2002
Fig. 1 - Incremento della produzione mondiale di coke di petrolio dal 1990 al 1998 [2].
TABELLA I
Tipiche caratteristiche dei tre differenti tipi di coke (due campioni per ogni tipo) di petrolio [9]
Fig. 5 - Andamento della qualità del coke di petrolio in termini di contenuti medi di zolfo e vanadio [2].
TABELLA III
Campo di variabilità e valori medi delle principali caratteristiche di oltre 300 campioni di carbone fossile
e di circa 500 campioni di coke di petrolio analizzati presso la Stazione sperimentale per i Combustibili [12]
(SSC) [12]. Un ulteriore confronto, in questo caso al carbone. Per contro, sempre rispetto al carbone,
limitato solo ai valori medi dei parametri più signi- si evidenziano invece minori contenuti di sostanze
ficativi, viene inoltre rappresentato graficamente volatili e di ceneri, mentre sono scarsamente rile-
nella Figura 6. vanti le differenze osservate per idrogeno e azoto.
Innanzitutto si deve rilevare che, seppure con un Particolarmente consistente infine nel coke di pe-
minor grado di variabilità rispetto a quanto avviene trolio è il contenuto di vanadio che generalmente è
per il carbone, anche la composizione del coke di sotto le 100 ppm nei carboni.
petrolio, in funzione dell’alimentazione e del tipo Da un punto di vista pratico l’interpretazione dei
di coking, può variare entro un ampio intervallo di risultati analitici, per quanto spesso sia resa difficile
valori. In ogni caso, al di là delle particolari pro- dalle numerose variabili operative, rappresenta un
prietà che possono contraddistinguere un singolo punto di partenza indispensabile in rapporto al
prodotto, come considerazione di carattere generale comportamento del combustibile in determinate
si può affermare che il coke di petrolio è caratteriz- condizioni d’esercizio e quindi al suo utilizzo finale.
zato da elevati contenuti di carbonio e di zolfo e da Per quanto riguarda i coke di petrolio, che molto
un potere calorifico decisamente superiore rispetto spesso si differenziano l’uno dall’altro per le grada-
Fig. 6 - Confronto tra i valori medi dei parametri più significativi di carbone fossile e petcoke. I valori si riferiscono a oltre 300
campioni di carbone e a circa 500 campioni di petcoke analizzati presso la Stazione sperimentale per i Combustibili.
neri corrisponde un minor contenuto di materiale campo di variabilità molto più ampio di quello ri-
organico combustibile e di conseguenza un più bas- scontrato per il carbone, contraddistinto invece da
so potere calorifico. Occorre tuttavia sottolineare una maggiore regolarità (min. 42 – max. 67). I va-
che la percentuale di ceneri ha più influenza sulla lori più bassi generalmente si riferiscono a petcoke
quantità di residui da smaltire che sulla quantità di molto duri, che vengono prodotti da grezzi ad alto
combustibile da bruciare. contenuto di metalli in severe condizioni di coking
Il coke di petrolio è caratterizzato da un contenu- e sono spesso associati alla forma shot . Per contro,
to di ceneri particolarmente basso. Questo compor- i valori più alti sono attribuibili a petcoke relativa-
ta, almeno potenzialmente, minori problemi di in- mente morbidi, che presentano la struttura sponge e
crostazioni e scorificazioni, nonché costi ridotti per sono caratterizzati da un maggior contenuto di ma-
la loro manipolazione. terie volatili.
Per quanto riguarda l’aspetto qualitativo, la com- Nella pratica operativa l’utilizzo di petcoke parti-
posizione delle ceneri è strettamente correlata al colarmente duri necessita di supplementari opera-
contenuto di metalli. In rapporto a tale dipendenza, zioni di macinazione con conseguente aggravio di
oltre ai potenziali effetti ambientali che ne potreb- costi.
bero derivare, le ceneri da coke di petrolio, anche
se talvolta piuttosto abrasive, possono assumere ca- 4. Utilizzo del coke di petrolio come fonte di
ratteristiche tali da risultare molto interessanti per energia
applicazioni industriali (ad esempio, quali additivi
nell’industria del cemento), come anche nell’edili- Seppur condizionato dallo scetticismo che susci-
zia [16]. tano gli elevati contenuti di zolfo e di metalli pe-
santi, l’impiego di coke di petrolio come fonte di
3.7. Durezza energia, in virtù di un contenuto energetico ampia-
mente competitivo con gli altri combustibili tradi-
Viene misurata mediante la determinazione del- zionali associato ad un costo contenuto, e grazie
l’indice di macinabilità Hardgrove (HGI) e serve alle moderne tecnologie di contenimento delle
per valutare la tendenza o la predisposizione di un emissioni, ha acquisito negli ultimi tempi una cre-
carbone a frantumarsi. L’ HGI, in quanto indicativo scente attenzione.
delle operazioni necessarie alla macinazione del Le significative esperienze maturate negli ultimi
carbone, è un parametro che ha assunto particolare anni a livello mondiale sulle potenzialità energeti-
importanza tecnica soprattutto a seguito dell’avven- che del coke di petrolio sono ben documentate in
to dei moderni sistemi di combustione, la maggior un dettagliato rapporto pubblicato recentemente
parte dei quali utilizzano combustibili polverizzati. dalla IEA Coal Research [17], dal quale sostanzial-
In generale, come conferma anche la rappresenta- mente emerge che il coke di petrolio, spesso in co-
zione grafica della Figura 7, nella quale vengono combustione, altre volte tal quale, può trovare un
mostrati i risultati di una serie di determinazioni di efficace ed efficiente impiego come combustibile
indice HGI eseguite presso la SSC [12], la macina- sia negli impianti termici per la produzione di
bilità del coke di petrolio (min. 27 – max. 99) ha un energia sia nell’industria del cemento. Di seguito,
Fig. 7 - Campo di variabilità dell’indice di macinabilità HGI. I dati si riferiscono a 52 campioni di carbone e a 65 campioni
di petcoke analizzati presso la Stazione sperimentale per i Combustibili [12].
TABELLA IV
Impianti CFB alimentati a coke di petrolio [16]
Impianto Potenza %
MWe Petcoke
NISCO, Westlake, Louisiana, USA 2 x 100 100
JEA, Jaksonville, Florida, USA 2 x 300 0 - 100
ENAP, Cile 67 100
CEMEX, Tamuin Messico 4 x 130 100
FORMOSA HEAVY INDUSTRIES,
Mai Liao Messico 2 x 150 70 - 100
SCOTT PAPER, Chester, PA, USA 65 15 - 50
HYUNDAI OIL, Season, Korea 25 100
UNIVERSITY OF NORTHZRB,
IOWA (USA) 15 50 - 70
MT POSO - Cogeneration, USA 50 50
RUMFORD - Cogeneration, USA 85 30
COLMAC - Energy, USA 2 x 30 15 - 50
Allo stato attuale sono sostanzialmente due le ti- commerciale, mentre le ceneri, convertite in scorie
pologie di impianti disponibili : la combustione in vetrificate, possono trovare adeguati impieghi nel-
letto fluido bollente (BFBC) e la combustione in l’edilizia e nelle infrastrutture.
letto fluido circolante (CFBC). È in quest’ultimo ti- Da un punto di vista tecnico, il coke di petrolio,
po di impianto che generalmente viene bruciato il sebbene contenga alti livelli di zolfo e di metalli pe-
coke di petrolio. La combustione in letto fluido cir- santi, peraltro compensati dal basso contenuto di
colante utilizza alte velocità di fluidizzazione; le ceneri e dall’elevato potere calorifico, è un tipo di
particelle, tenute costantemente in un flusso gasso- combustibile il cui utilizzo nel processo di gassifi-
so, passano dalla camera di combustione in un ci- cazione non comporta particolari problemi; potreb-
clone, dal quale le più grandi vengono raccolte e ri- be anzi rappresentare un punto di forza in base ad
tornate alla camera di combustione. Questo ricirco- alcune considerazioni di carattere economico. La
lo comporta lunghi tempi di residenza nel bruciato- tecnologia IGCC, infatti, è molto onerosa e il suo
re e assicura un’alta efficienza di combustione an- sviluppo richiede alti costi di investimento che po-
che con combustibili a basso contenuto di sostanze trebbero essere parzialmente compensati in parte
volatili, e quindi poco reattivi, come il coke di pe- dall’impiego di combustibili di basso costo come il
trolio. coke di petrolio, in parte da un mirato sfruttamento
del gas di sintesi ottenuto. Per una raffineria dotata
4.3. Il coke di petrolio negli impianti di gassifica- di coking, ad esempio, la vicinanza di un impianto
zione integrata con ciclo combinato (IGCC) IGCC alimentato a coke di petrolio potrebbe com-
portare un significativo effetto sinergico : da un lato
In un impianto IGCC il carbone viene gassificato permetterebbe lo sfruttamento e la valorizzazione
in presenza di vapore ad alta temperatura e alta di residui di difficile collocazione, dall’altro con-
pressione. Il prodotto è un gas di sintesi nel quale, sentirebbe alla raffineria stessa di beneficiare del-
oltre alla naturale preponderanza di CO e H2, si può l’energia e dei prodotti della gassificazione. In que-
riscontrare la presenza di una serie di inquinanti sta ottica, ad esempio, si ritiene che negli Stati Uni-
(H2S, COS, NH3, ecc.) derivanti dalle impurità pre- ti (maggiore produttore mondiale di coke di petro-
senti nel carbone. Dopo la rimozione di tali sostan- lio con oltre 100.000 tonnellate/giorno), dove nel
ze, il gas di sintesi viene utilizzato nelle turbine a prossimo futuro le raffinerie necessiteranno di un
gas per produrre energia elettrica; i fumi caldi di quantitativo sempre maggiore di idrogeno per far
scarico prodotti vengono quindi recuperati e impie- fronte alla esigenze dei processi di desolforazione
gati nella produzione di vapore che alimenta una nella produzione di benzine e gasoli a bassissimo
turbina a vapore. La gassificazione integrata con ci- contenuto di zolfo, il petcoke possa costituire un’a-
clo combinato, sistema ad alta innovazione tecnolo- limentazione di grande interesse per impianti IGCC
gica, è caratterizzata da eccellenti prestazioni am- e come tale, oltre a diventare una rilevante fonte
bientali, soprattutto in termini di riduzione di emis- energetica, rappresenterebbe una importante mate-
sioni di SO2 e NOX. Anche la gestione dei sottopro- ria prima per la produzione di idrogeno [20].
dotti è meno problematica e può addirittura portare Sempre sul petcoke impiegato nel processo di
vantaggiosi ritorni economici. La maggior parte gassificazione, di particolare rilievo in ambito euro-
dello zolfo presente nel combustibile, infatti, può peo è l’esperienza maturata all’interno del progetto
essere recuperato come zolfo elementare ad elevato dimostrativo Puertollano (Spagna) [21], dove un
grado di purezza e reso quindi disponibile in forma impianto IGCC da 335 MWe, gestito da un consor-
zio che vede anche la partecipazione dell’Enel, vie- adeguati trattamenti preparatori (macinazione, even-
ne alimentato con coke di petrolio, residuo della tuale additivazione, ecc.) vengono opportunamente
raffineria locale, miscelato 50/50 con carbone (Ta- miscelati e inviati alla cottura, operazione che costi-
bella V). I risultati raggiunti in termini di produzio- tuisce il nodo cruciale della produzione del cemen-
ne di energia elettrica, di composizione del gas di to. La cottura infatti, che avviene in forni rotatori
sintesi e di prestazioni ambientali, oltre a rappre- gradualmente portati alla temperatura di circa 1450
sentare una consolidata base operativa per gli svi- °C , consiste in uno scambio di calore e di massa tra
luppi futuri della tecnologia IGCC, confermano la i gas di combustione e la miscela grezza, la quale
totale adattabilità del coke di petrolio a questo par- viene sottoposta in successione alle seguenti fasi:
ticolare utilizzo.
• disidratazione (perdita di acqua a circa 700 °C);
4.4. Il coke di petrolio nella produzione del cemento • calcinazione (liberazione di CO 2 a circa 900-
1000 °C);
Le principali materie prime utilizzate nella prepa- • cottura o clinkerizzazione (a 1450 - 1500 °C; me-
razione del cemento sono costituite da composti di diante reazioni complesse si ha la sinterizzazione
origine naturale: calcari, argille, tufi, marne, scisti. con formazione del clinker).
Quantitativamente i calcari, costituiti in gran preva-
lenza da CaCO3, rappresentano la materia prima più Il clinker da cemento così ottenuto è un semilavo-
importante; seguono le argille, fornitrici di notevoli rato di color grigio scuro, dal quale mediante l’ag-
quantità di silice, allumina e ferro, quindi tufi, mar- giunta di opportuni costituenti secondari (ad esem-
ne e scisti, la cui presenza è comunque di minore pio, ceneri volanti) e successiva macinazione si ot-
entità. Dopo estrazione, questi materiali, mediante tengono cementi idonei ai più svariati impieghi.
Nel ciclo produttivo del cemento particolare im- efficienti ed accurati controlli sono sostanzialmen-
portanza, anche economica, riveste il tipo di com- te riconducibili agli inquinanti presenti nei fumi
bustibile che si utilizza. Si ritiene infatti che, se si della combustione (in particolare SOx, NOx, so-
escludono i costi capitale, il 30-40% dei costi di stanze organiche e polveri) la cui composizione,
produzione nell’industria del cemento è imputabile com’è noto, è strettamente correlata alle caratteri-
ai costi energetici [22]. stiche del combustibile. È del tutto logico che
Storicamente il combustibile principalmente uti- dalla combustione del coke di petrolio, combusti-
lizzato nel processo di produzione del cemento è il bile ricco di zolfo e metalli pesanti, si sviluppino
carbone. Tuttavia un’ampia gamma di combustibi- emissioni molto inquinanti ed è altrettanto evi-
li, tradizionali e alternativi, è al giorno d’oggi cor- dente che il trattamento cui devono essere sotto-
rentemente utilizzata come dimostra il grafico del- posti tali effluenti gassosi, affinchè rispettino le
la Figura 8, nel quale vengono riportati, per ogni normative vigenti, dovrà essere appropriato alla
singolo combustibile, i consumi (aggiornati al situazione e richiederà l’impiego di tecnologie
1995) dell’industria cementifera europea. avanzate con adeguati rendimenti dagli apparati
L’impiego di differenti tipi di combustibili, e so- di post-combustione. In altre parole, il problema
prattutto quello dei non convenzionali, che peraltro ambientale legato alla combustione del coke di
in molti casi forniscono energia in rapporto 1 : 1 ri- petrolio non consiste tanto nella sua natura, quan-
spetto a quelli tradizionali, è agevolato dalle carat- to piuttosto nell’efficacia e nell’efficienza degli
teristiche del ciclo produttivo del cemento. Durante impianti di abbattimento delle emissioni nocive,
la fase di cottura, infatti, i componenti chimici delle per i quali diventa di particolare importanza non
ceneri dei combustibili, combinandosi con i mine- solo la verifica delle prestazioni, ma anche il re-
rali presenti nella miscela grezza, vengono ingloba- golare controllo del loro corretto funzionamento.
ti nel clinker, limitando in tal modo il problema del- Di seguito, sulla base di consolidate evidenze
le emissioni e riducendo drasticamente la forma- sperimentali, vengono brevemente illustrati, per le
zione di residui di difficile rimozione e smaltimen- principali tipologie di inquinanti, gli aspetti tecnici
to. più significativi che vengono attualmente adottati
Il coke di petrolio, grazie al suo alto contenuto per contenere l’impatto ambientale negli impianti
energetico, è un combustibile che si adatta perfet- termici e nei cicli produttivi che utilizzano coke di
tamente al ciclo di produzione del cemento. Lo petrolio come combustibile.
zolfo, anche se presente in alta percentuale, analo-
gamente a quanto accade nella combustione a letto 5.1. Emissioni di SOx
fluido (CFB) viene fissato stechiometricamente nel
clinker durante il processo produttivo, contenendo Di scarsa rilevanza negli impianti IGCC, in cui
drasticamente le emissioni di SO2. Il coke di petro- quasi tutto lo zolfo (fino al 99%) presente nel
lio viene molto spesso utilizzato in miscela con combustibile può essere recuperato come zolfo
carbone; tuttavia in particolari tipi di impianto è elementare, e di modesta consistenza sia nella
possibile bruciarlo tal quale. La scarsa reattività CFB che nel processo produttivo del cemento, do-
del combustibile, comunque spesso compensata ve vengono tenute abbondantemente sotto con-
dall’alta temperatura a cui opera il forno, il valore trollo dalle capacità autolimitanti dei due proces-
della macinabilità HGI (anche in questi impianti, si, le emissioni di SO2 e SO3 correlate all’uso di
come nelle caldaie a polverino, si utilizza combu- petcoke rappresentano invece un serio problema
stibile polverizzato), l’eventuale eccessivo conte- nelle caldaie a polverino. Coerentemente con il
nuto di zolfo e la tendenza a produrre maggiori contenuto di zolfo del combustibile, infatti, nelle
quantitativi di SO2 e NOX sono i principali aspetti caldaie a polverino la combustione del coke di
da tenere sotto controllo quando si utilizza coke di petrolio comporta emissioni particolarmente ric-
petrolio come combustibile nel processo di produ- che di SO2. Di conseguenza, in tali impianti, di-
zione del cemento. venta indispensabile nella fase di post-combustio-
ne la presenza delle più efficienti tecnologie FGD
5. L’impatto ambientale (Flue Gas Desulphurization) per la desolforazio-
ne dei fumi. Va inoltre evidenziato che l’eccesso
Sebbene ritenuto molto interessante da un punto d’aria, a cui spesso si ricorre per migliorare le ca-
di vista energetico, l’impiego del coke di petrolio ratteristiche di combustione del petcoke, unita-
come combustibile, stanti le sue caratteristiche mente alla elevata presenza catalizzante del vana-
composizionali, è considerato da più parti impro- dio, possono favorire la formazione di considere-
prio in quanto ambientalmente dannoso. Bisogna voli quantità di SO3 (anche centinaia di ppm), la
tuttavia osservare che i problemi di natura ambien- quale, combinandosi con l’acqua presente nei fu-
tale che si incontrano con il coke di petrolio non mi di combustione, dà luogo a H2SO4, col conse-
differiscono, almeno qualitativamente, da quelli guente rischio di incorrere in importanti fenomeni
ben conosciuti che generalmente contraddistinguo- di corrosione. Eccessive emissioni di SO3, feno-
no l’impiego di altri combustibili (fossili e non) in meno particolarmente sentito soprattutto quando
cui sono presenti significative quantità di zolfo, si brucia il 100% di petcoke, sono difficilmente
azoto e metalli pesanti. Anche con il coke di petro- controllabili in un impianto FGD e potrebbero ri-
lio, infatti, gli aspetti ambientali che meritano par- chiedere l’aggiunta di un sistema di abbattimento
ticolare attenzione e che si devono affrontare con umido [23].
È una delle tecnologie innovative tra le più avan- 6. Aspetti operativi connessi all’utilizzo del coke
zate per il trattamento dei fumi di combustione di di petrolio
impianti termici. Schematicamente il processo può
essere suddiviso in quattro fasi: In linea di principio l’utilizzo di un combustibile
solido (quale carbone o coke di petrolio) può com-
• filtrazione (mediante filtro elettrostatico o filtro portare alcuni problemi pratici nelle fasi di mani-
a maniche); polazione del materiale. Ci si riferisce in partico-
• riduzione catalitica degli NOx (mediante pro- lar modo alla presenza ed alla formazione di pol-
cesso SCR); vere, implicita conseguenza di tutte le operazioni
• ossidazione catalitica della SO2 a SO3; di movimentazione e stoccaggio, ed alla eventuale
• condensazione dell’acido solforico. conseguente dispersione della stessa negli ambien-
ti di lavoro e nell’atmosfera. Tale fenomeno, tal-
Con il processo SNOX, oltre ad abbattere quasi volta genericamente indicato come polverosità, è
totalmente il particolato, è possibile rimuovere da- insito nella natura stessa del materiale e, se non
gli effluenti gassosi il 95-99% di SO2 e SO3 (recu- viene tenuto sotto stretto controllo, oltre a esser
perando acido solforico) e il 90-95% di NOx (ridu- molto fastidioso e pregiudicare a priori l’accetta-
cendolo ad azoto) [27]. bilità del prodotto da parte dell’opinione pubblica,
Tale processo offre indubbi vantaggi rispetto ad può avere importanti implicazioni di carattere am-
altre tecnologie di desolforazione (ad esempio, non bientale. Nel caso del coke di petrolio, ad esem-
utilizza materiali assorbenti e non produce inutili pio, la natura abrasiva del prodotto, la presenza di
sottoprodotti) ed è particolarmente adatto al tratta- idrocarburi, in particolare quella di idrocarburi po-
mento dei fumi provenienti dalla combustione di liciclici aromatici, e soprattutto gli alti livelli di
coke di petrolio o di altri combustibili ad alto con- metalli pesanti, conferiscono alla polvere caratte-
tenuto di zolfo, quali oli residui o carbone. ristiche irritanti e dannose per la salute e l’even-
Un esempio di efficace applicazione del proces- tuale dispersione nell’atmosfera deve essere rigo-
so SNOX alla combustione del coke di petrolio lo rosamente controllata.
si ricava dall’esperienza della raffineria AgipPe- In linea generale, mentre la presenza e la forma-
troli di Gela [28], dove la locale centrale termoe- zione di polvere è in larga misura correlata alle ca-
lettrica (300 MWe equiv.) si è dotata di questa tec- ratteristiche del materiale (ad esempio, all’umidità
nologia per il trattamento dei fumi generati dalle e alla granulometria), la loro diffusione, oltre che
tre caldaie alimentate a petcoke. I benefici am- dalle modalità con cui vengono condotte le opera-
bientali derivati dalla messa in funzione del pro- zioni di movimentazione, è fortemente influenzata
cesso SNOX alla raffineria di Gela, come eviden- dalle condizioni meteorologiche, in particolare dal-
zia la Figura 9, sono la dimostrazione di come an- la presenza di vento.
che i combustibili “difficili” come il coke di petro- Ferma restando l’importanza preventiva di accu-
lio, grazie ad appropriate tecnologie di depurazio- rati monitoraggi ambientali, allo stato attuale per
ne dei fumi di combustione, possano essere utiliz- contenere la diffusione di polvere vengono comu-
Fig. 9 - Emissioni dalla CTE della raffineria di Gela prima (1997) e dopo (2000) l’installazione dell’impianto SNOX [28].
7. La situazione italiana
bile in impianti termici, in quanto ritenuto ambien- Available Techniques for Mineral Oil and Gas
talmente molto problematico per gli elevati conte- Refineries, December 2001.
nuti di zolfo e di metalli pesanti che lo contraddi- [5] J. G. SPEIGHT, The Chemistry and Technology
stinguono. of Petroleum, 3rd Edition, Marcel Dekker Inc,
Negli ultimi anni il generale deterioramento della New York, 1999, p. 529.
qualità dei petroli grezzi, le esigenze del mercato
petrolifero e il miglioramento delle tecniche di raf- [6] Petroleum Test Coke Plan (http://www.api.org/-
finazione hanno portato ad un graduale ma conside- hpv/petroleumcoketp.htm).
revole incremento, soprattutto negli Stati Uniti e di [7] Metodi di produzione del petcoke, A.I.T.E.C.,
riflesso sul mercato mondiale, della produzione di Maggio 2002.
coke di petrolio. La conseguente abbondante dispo- [8] CONCAWE Product Dossier no. 93/105 - Pe-
nibilità che ne è derivata, associata ad un costo con- troleum coke.
tenuto rispetto a quello dei combustibili tradiziona- [9] E. FURIMSKY, Oil Gas Sci. Technol. - Rev. IFP
li, nonché il concomitante sviluppo di tecnologie in
(1999), 54, (5), 597.
grado di utilizzare in modo ambientalmente compa-
tibile anche combustibili potenzialmente difficili, [10] J.M. LEE, J.J. BAKER, D. MURRAY, R.L. LERENA,
hanno indotto molti operatori a prendere in consi- J.G. ROLLE, Preprints of Symposia, 214th ACS
derazione l’impiego del coke di petrolio come fonte National Meeting, 8-11 September 1997, Las
energetica. Il suo basso costo, in effetti, proprio Vegas, Vol. 42, no. 3, p. 844.
perché abbinato ad un elevato potere calorifico, lo [11] B. ZIESMER, 2000 Gasification Technologies
rende economicamente molto interessante e poten- Conference, San Francisco, California, USA,
zialmente in grado non solo di ridurre i costi della October 2000 (http://www.gasification.org/-
produzione di energia elettrica, ma anche di conte- 98GTC/Gtc00130.pdf).
nere i costi laddove venga utilizzato in impianti che [12] Dati sperimentali 2001 non pubblicati, Stazio-
adottano tecnologie molto costose. Il coke di petro- ne sperimentale per i Combustibili.
lio, infatti, come dimostrano consolidate esperienze
operative, oltre al ruolo ricoperto nell’industria del [13] A. GIRELLI, Riv. Combustibili (1978), 32, 357.
cemento, dove da anni occupa un posto di rilievo [14] H. A L -H AJ I BRAHIM , B.I. M ORSI , Ind. Eng.
tra i combustibili più utilizzati, può trovare efficace Chem. Res. (1992), 31, 1835.
e conveniente impiego come fonte di energia nelle [15] A. DACCO’, G. RABOTTI, B. PASSARO, E. PARODI,
caldaie a polverino, nella combustione a letto fluido Riv. Combustibili (1998), 52, 165.
(CFB) e negli impianti di gassificazione integrata
con ciclo combinato (IGCC); tecnologie, quelle ci- [16] R.E. C ONN , K. S ELLAKUMAR , A.E. B LAND ,
tate, in grado di far fronte adeguatamente alle parti- Proceedings of the 15th International Confe-
colari caratteristiche del petcoke ed ai suoi elevati rence on Fluidized Bed Combustion, Paper
contenuti di sostanze inquinanti. No. FBC99-0144, Savannah, Georgia
A tal proposito, bisogna inoltre rilevare che pro- (1999).
prio la natura stessa del coke di petrolio deve indur- [17] R. FERNANDO, The use of petroleum coke in
re a molta cautela nella sua manipolazione, così co- coal-fired plant, IEA Coal Research, London,
me altrettanta attenzione deve essere posta nel bru- November 2001.
ciarlo. [18] ENEA - Rapporto Energia e Ambiente 2000 -
Ferma restando la necessità di rispettare i vigenti Vol. 1 - Le Tecnologie pulite del carbone.
limiti di legge sulle emissioni, l’impiego del coke
[19] R.W. B RY E R S , Fuel Processing Technol.
di petrolio come fonte di energia richiede come
condizione necessaria il ricorso alle più moderne ed (1995), 44, 121.
efficienti tecnologie di contenimento delle emissio- [20] D. GRAY, G. TOMLINSON, 2000 Gasification Te-
ni inquinanti e rende indispensabile un continuo e chnologies Conference, San Francisco, Califor-
rigoroso monitoraggio degli effluenti gassosi nella nia, USA, October 2000 (http://www.netl.-
post-combustione. doe.gov/coalpower/gasification/pubs/pdf/-
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