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Prospettiva

Rivista di storia dell’arte antica e moderna

Nn. 159-160, Luglio-Ottobre 2015 Sommario

Università degli Studi di Siena, Saggi:


Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’
Centro Di della Edifimi srl Licia Luschi Un gruppo di Teseo con il Minotauro dall’Albanum
Domitiani. Origine e dispersione delle
Rivista fondata da antichità Barberini 2
Mauro Cristofani e Giovanni Previtali.
Fiorella Sricchia Santoro Pittura a Napoli negli anni di Ferrante e di Alfonso
Redazione scientifica: duca di Calabria. Sulle tracce di Costanzo de Moysis
Fiorella Sricchia Santoro, direttore e di Polito del Donzello 25
Francesco Aceto, Benedetta Adembri,
Giovanni Agosti, Alessandro Angelini,
Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini,
Evelina Borea, Francesco Caglioti, Laura Contributi:
Cavazzini, Lucia Faedo, Aldo Galli, Carlo
Gasparri, Adriano Maggiani, Clemente Irene Sbrilli Sante d’Apollonio del Celandro e Pinturicchio
Marconi, Marina Martelli, Anna Maria Mura, nella bottega di Bartolomeo Caporali 110
Vincenzo Saladino, Fausto Zevi. Gabriele Fattorini Lorenzo Marrina, Domenico Beccafumi e
Segretari di redazione: il monumento funebre del rettore Giovanni Battista
Benedetta Adembri, Alessandro Bagnoli. Tondi per la chiesa dell’ospedale di Santa Maria
Consulenti: della Scala a Siena 132
Paola Barocchi, Sible L. de Blaauw, Philippa Jackson Documenti sulla famiglia di Domenico Beccafumi 160
Caroline Elam, Michel Gras, Nicholas Penny,
Victor M. Schmidt, Carl Brandon Strehlke, Federica Carta La cappella Panciatichi in Notre-Dame de Confort
Andrew Wallace-Hadrill, Paul Zanker. a Lione 163
Redazione: Alessandra Giannotti Sebastiano Serlio, Niccolò Tribolo e l’eredità
Università degli Studi di Siena, di Baldassarre Peruzzi: l’altare della Madonna
Dipartimento di Scienze storiche e di Galliera a Bologna 174
dei Beni culturali
via Roma 47, 53100 Siena,
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Fiorella Sricchia Santoro
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Dal 1983, Centro Di della Edifimi srl,
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ISSN: 0394-0802
Stampa: Alpi Lito, Firenze, dicembre 2016
La rivista è stampata grazie anche al contributo
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La cappella Panciatichi
in Notre-Dame de
in cui si inseriva la cappella di famiglia, de- L’edificio di culto, a pianta basilicale, era

Confort a Lione
lineando sia la storia della chiesa che quel- composto da una larga navata centrale e
la della presenza fiorentina nella stessa. da due navate laterali, più strette, affian-
La chiesa di Notre-Dame de Confort ven- cate da una fila di cappelle. Ciascuna na-
ne fondata nel XIII secolo come sede del- vata era composta da cinque campate, di
Federica Carta l’ordine dei frati predicatori, presente a diversa grandezza, delle quali l’ultima
Lione sin dal 1218. Poiché il loro primo prima del presbiterio era la più ampia.6
convento era ritenuto inadeguato, a parti- Davanti alla basilica era posto un edificio
re dal 1243 venne costruito un nuovo di forma irregolare – forse la più antica
complesso architettonico. Nella nuova cappella dedicata alla Vergine – utilizzato
chiesa, solennemente consacrata nel 1251 come vestibolo della chiesa maggiore e
da papa Innocenzo IV, venne inglobata la come sede del vero e proprio santuario
preesistente cappella dedicata a Notre- della Madonna del Conforto.
Dame de Confort, mentre sui terreni adia- Il declino del complesso domenicano lio-
centi venne costruito il convento. nese, già colpito dal saccheggio ugonotto

Nel fondo Panciatichi-Ximenes d’Arago-


na dell’Archivio di Stato di Firenze è con-
servato un fascicolo intitolato Notizie del-
la Cappella del Rosario nella Madonna
del Conforto di Lione, inviato nel 1688
dai domenicani del convento di Lione a
un ecclesiastico di rango appartenente o
legato alla famiglia Panciatichi, probabil-
mente monsignor Bandino di Bandino
(1629-1718), che doveva aver richiesto
delle informazioni sulla storia e le condi-
zioni materiali della cappella lionese de-
dicata alla Madonna del Rosario.1 Quella
cappella era stata fondata, più d’un seco-
lo prima, da Bartolomeo di Francesco
Panciatichi, ricco mercante appartenente
a un ramo secondario della famiglia che,
sul finire del XVII secolo, si era ormai
estinto e non aveva da lungo tempo alcun
interesse nella città francese. L’attenzione
di Bandino di Bandino Panciatichi – se è
di lui che si tratta –2 per quella cappella si
spiega alla luce dei legami del monsigno-
re con la città di Lione, nonostante l’e-
straneità della sua ascendenza diretta alle
vicende fondative e costruttive della cap-
pella in questione, ereditata dalla sua fa-
miglia dopo l’estinzione della discenden-
za di Bartolomeo di Francesco.3 Monsi-
gnor Bandino era, infatti, figlio di Bandi-
no di Niccolò († 1629) e di Diana di Bal-
dassarre Guadagni;4 mentre i Panciatichi
non si erano mai realmente radicati nella
città francese, la famiglia fiorentina dei
Guadagni, una tra le più attive e ricche
sulla piazza lionese sin dalla fine del
Quattrocento, si era ormai pienamente in-
serita nella nobiltà francese, anche con
l’acquisto di diversi dominî.
L’importanza del fascicolo risiede soprat-
tutto in una serie di disegni raffiguranti
l’architettura della cappella, una parte del-
la sua decorazione plastica e due diverse
balaustrate, accompagnati da una lettera di 1. Simeon André Ramette: ‘Pianta commentata della chiesa
descrizione della cappella, scritta dal pa- di Notre Dame de Confort’ (disegno, particolare). Lione,
Archives Départementales du Rhône, 3H92(1). Al n. 68 la
dre domenicano Paul Landry.5 cappella Panciatichi. I Fiorentini occupavano inoltre: la
Prima di una dettagliata analisi dei disegni, cappella del Crocifisso al n. 66, la cappella Guadagni al n.
82, la cappella di un anonimo “noble florentin” al n. 68,
sarà utile illustrare brevemente il contesto e una parte del coro e della cappella maggiore, al n. 77. [Contributi] 163
del 1562, ebbe inizio con la Rivoluzione l’archivio del convento, a Lione presso le si trovava nella basse église e venne di- lità di San Tommaso’ di Francesco Salvia- Il fascicolo conservato presso l’Archivio se non si hanno quattordici balaustrini,
francese, durante la quale rimase di pro- Archives Départementales du Rhône. strutta nel 156216 a opera del governo pro- ti, attualmente al Louvre.20 Venne utilizza- di Stato di Firenze descrive nel dettaglio come registrato nelle spese, ma solamen-
prietà della città e divenne “comme une La Nazione fiorentina, tra il 1466 e il testante per permettere l’apertura di una ta dalla famiglia del fondatore almeno sino la struttura architettonica della cappella e te dodici, essendo questi presenti nel dise-
sorte de théâtre en disponibilité”,7 utiliz- 1588, aveva stipulato con i padri predica- strada. Secondo quanto riportato nei docu- al 1609, quando vi fu seppellito Guglielmo parte della sua decorazione. Il fascicolo, gno nella quantità di sei per ciascun lato.33
zato prima come scuderia e poi come ri- tori lionesi diversi contratti che le asse- menti, la cappella Medici, “di eccellente di Tommaso II Guadagni (1534-1601). cartaceo, è composto di 39 carte, numera- Il secondo disegno, alla carta 149r, pre-
messa di vetture. Sfumata la possibilità di gnavano l’uso esclusivo del presbiterio e fattura”, fungeva da coro per il santuario di te da 119r a 157r.29 Esso contiene, oltre ad senta un’altra balaustrata, molto più com-
riutilizzare l’edificio come chiesa parroc- del coro della chiesa,10 fatti ricostruire e Notre-Dame de Confort. Raymond de La cappella Panciatichi, oggetto di questo alcuni disegni, una lettera del padre plessa della precedente (fig. 4). Anziché
chiale, o quello che restava del convento decorare a spese dei mercanti-banchieri, Roover afferma che nella stessa cappella studio, era la terza della navata sinistra, ed Landry a Bandino Panciatichi – nella ver- un colonnato, questa recinzione è di quat-
come piccolo seminario per i bambini del ma anche degli organi,11 donati dagli stes- sarebbe stato seppellito anche Giuliano di è indicata da Ramette al numero 67 del sione originale in francese, in una trascri- tro pilastri in marmo bianco, sormontati
coro, la chiesa venne venduta insieme a si fiorentini, che si riservarono il diritto di Giovanni del Zaccheria (1431-1470), diret- suo Plan géométrique. Venne fondata nel zione più leggibile e in una traduzione in ciascuno da un globo rosso, che inquadra-
una parte del giardino e degli edifici lì scegliere l’organista e di disporre degli tore, e per un periodo finanche titolare, del 1517 da Bartolomeo di Francesco Pancia- italiano –; il contratto di acquisto del ter- no due specchi, che dalla colorazione del
presenti; il convento, in un primo tempo strumenti musicali come di cosa propria. banco mediceo di Lione, e fa dunque ri- tichi, tra i più importanti mercanti-ban- reno per la fondazione delle messe nella disegno sembrano essere di un marmo
adibito a Monte di Pietà, fu destinato nel Alla “confrérie des Courriers”, ovvero dei montare la sua fondazione almeno al chieri sulla piazza lionese.21 Egli può con cappella Panciatichi e in quella di pro- con venature tra il giallo e il rosso, deco-
1810 alla costruzione del palazzo della maestri di posta, fondata da Bino di Si- 1470.17 Secondo quanto riportato dal libro molta probabilità essere annoverato tra i prietà Guadagni, anch’esso nella versione rati al centro da un fiore di colore giallo.
Prefettura, definitivamente insediata nel mon Bini,12 venne assegnata con un con- di Sépultures et processions del convento, cosiddetti “fuoriusciti volontari”, ossia tra originale e in una trascrizione più leggibi- Gli specchi sono a loro volta sormontati
quei fiorentini che, pur non essendo stati
fatti oggetto di un “bando”, preferirono al-
lontanarsi liberamente da Firenze che sot-
tostare al regime mediceo, spesso masche-
rando questo esilio volontario con le ra-
gioni della mercatura.22 Come per altri nu-
merosi piagnoni che si trasferirono a Lio-
ne, il fuoriuscitismo del Panciatichi è da
ricondurre alla sua ferma adesione al sa-
vonarolismo.23 Il testamento di Bartolo-
meo costituisce un documento importante
per lo studio della cosiddetta “Arte del ben
morire”;24 Lorenzo Polizzotto vi riscontra,
infatti, molte delle caratteristiche ricorren-
ti nelle ultime volontà dei seguaci del fra-
te ferrarese: in particolare, l’elezione della
sepoltura in San Marco o, comunque, in
un convento domenicano e, tra le prescri-
zioni riguardanti l’arredo della cappella, la
richiesta di una pala d’altare il cui sogget-
to sia stato concordato con i frati del con-
vento e la decorazione delle vetrate con le
armi della Signoria fiorentina.25
La data di fondazione della cappella è te-
stimoniata anche dalla medaglia comme-
morativa, attribuita all’orafo francese Jac-
1854. Nel 1890,8 quando la Prefettura 2a-b. Anonimo: Medaglia di fondazione della cappella
redatto nel XVIII secolo, però, la lapide di ques Gauvain, rinvenuta nel 1817 alla de-
Panciatichi (1517). Lione, Musée des Beaux-Arts.
venne trasferita all’Hôtel de Ville, il quar- Giuliano si trovava nella navata della gran- molizione della chiesa (fig. 2).26 Sul dirit- 3. Louis Beauregard: ‘Balaustrata’ (disegno). Firenze, da cinque cuori fiammati ciascuno, pro-
Archivio di Stato, Panciatichi-Ximenes d’Aragona,
tiere venne sventrato per aprirvi delle tratto del 1512 una cappella dedicata al de église, tra la cappella Guadagni e la cap- to essa presenta il profilo destro di Barto- cassetta 2, fasc. 7, c. 148r. babilmente bronzei, tra i quali quello cen-
strade e, a memoria del complesso con- Crocifisso, con annessa sacrestia.13 pella di San Giovanni.18 Non si può co- lomeo, con indosso un cappello, circonda- trale di maggiori dimensioni.
ventuale, restano solo i nomi di Rue Con- Lungo le navate della chiesa di Notre-Da- munque escludere che essa sia stata spo- to dalla scritta “BARTHOLOMEUS · PANCIATI- le; e, infine, un conto per dei lavori per la Alla carta 150r è presente una planimetria
fort e di Place des Jacobins.9 me de Confort erano presenti diverse altre stata nella navata della chiesa, nella zona CUS · CIVIS · FLORENTINUS ·”; il rovescio ri- balaustrata della cappella.30 della cappella, con scala in piedi lionesi,
La presenza fiorentina, documentata a par- cappelle appartenenti a mercanti fiorenti- controllata dalla Nazione fiorentina, du- porta l’arme araldica del fondatore, ossia Il primo disegno riguarda una balaustrata, nella quale sono indicati la presenza del-
tire dal 1466, riguardava varie zone della ni; mentre per alcune di esse è stata con- rante la demolizione della cappella quat- un’evoluzione dello stemma tradizionale probabilmente di recinzione all’ingresso l’altare presso il lato orientale della cap-
chiesa, e la sua consistenza è rilevabile gra- servata una documentazione non abbon- trocentesca nel 1562 o anche più tardi. della famiglia Panciatichi, il quale – dopo della cappella, descritta sia in pianta che pella, quindi in accordo con l’orientamen-
zie al Plan géometrique del convento (fig. dante, ma comunque sufficiente per ipotiz- Al numero 68 del suo Plan géométrique, l’ottenimento della cittadinanza fiorentina in alzato (fig. 3).31 Tale balaustrata, com- to dell’altar maggiore della chiesa, e i
1), una pianta ragionata stilata nel 1719 dal zarne l’aspetto, le informazioni riguardan- il padre Ramette indica una cappella co- nel XIV secolo – era d’argento con la ter- posta da sei colonnine e quattro pilastrini principali elementi architettonici dell’in-
padre domenicano Simeon André Ramette, ti le altre risultano esigue e non sempre struita da un non meglio identificato no- za parte superiore di colore nero conte- per lato, è chiusa da un cancello formato sieme (fig. 5).
erudito e autore della risistemazione e in- confermate da documenti originali. bile fiorentino, che vi appose le proprie nente lo scudetto rotondo del Popolo fio- da due pannelli, probabilmente lignei. La Si tratta di una cappella a pianta rettango-
ventariazione commentata dell’archivio Della prima cappella privata fondata nella armi; nonostante questa segnalazione, né rentino.27 Bartolomeo lo aveva sormontato decorazione scultorea dell’insieme preve- lare voltata a crociera, con i lati lunghi
dello stesso convento. La pianta – cui si fa- chiesa dai Fiorentini si conserva ormai Ramette né altri forniscono ulteriori in- del ‘capo’ concessogli da Leone X nel de nei pilastrini centrali lo scudo della fa- paralleli alla navata della chiesa. Gli archi
rà di seguito riferimento per indicare le va- quasi solo la memoria: è noto che apparte- formazioni in proposito.19 1515, ossia una palla d’azzurro caricata di miglia Panciatichi, sormontato da un cap- della volta sono retti da colonne poste agli
rie parti dell’edificio – è commentata da neva alla famiglia Medici e che l’11 marzo Al numero 82 della pianta troviamo, inve- tre gigli d’oro.28 La medaglia presenta dun- pello cardinalizio.32 I pannelli del cancel- angoli della cappella. Altre due colonne
una lunga legenda che descrive ogni loca- 1479 vi venne seppellita Maria, figlia ille- ce, la cappella Guadagni, la cui fondazione que questo scudo complesso, sagomato e lo sono invece decorati a intaglio con due sono indicate a sostegno dell’arco di in-
le, fornendone, quando interessante o do- gittima di Piero di Cosimo e moglie del fat- si deve a Tommaso il Vecchio (1454-1533), sormontato dalle lettere “L · X”, che si ri- gigli incrociati in quello di sinistra e, in gresso della cappella. Alla parete setten-
cumentata, la storia e l’evoluzione. L’origi- tore del loro banco lionese, Lionetto de’ che la dedicò al proprio santo patrono, trovano così all’esterno della pezza onore- quello di destra, un giglio inquadrato da trionale è presente una finestra. La pianta
nale è conservato, come quel che resta del- Rossi.14 Questa cappella, che doveva conte- Tommaso apostolo. Questa era probabil- vole papale. Lungo il bordo della meda- una corona vegetale. Potrebbe trattarsi evidenzia anche la disposizione della ba-
nere la lastra sepolcrale descritta nel libro mente la più riccamente decorata tra le glia corre l’iscrizione: “HANC · CAPPELLAM della stessa balaustrata a cui si riferisce il
164 [Contributi] di Sépultures et processions del convento,15 cappelle della chiesa, e ospitava l’‘Incredu- · FUNDAVIT · ANNO · DOMINI · M · D · XVII”. conto alla carta 147r del fascicolo, anche [Contributi] 165
4. Louis Beauregard: ‘Balaustrata’ (disegno). Firenze,
Archivio di Stato, Panciatichi-Ximenes d’Aragona,
cassetta 2, fasc. 7, c. 149r.

5. Louis Beauregard: ‘Planimetria della cappella


Panciatichi in Notre-Dame-de-Confort’ (disegno).
Firenze, Archivio di Stato, Panciatichi-Ximenes
d’Aragona, cassetta 2, fasc. 7, c. 150r.
6. Louis Beauregard: ‘Stemma posto all’incrocio della
volta della cappella Panciatichi in Notre-Dame-de-
Confort’ (disegno). Firenze, Archivio di Stato,
Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta 2, fasc. 7,
c. 151r.

8. Louis Beauregard: ‘Stemma posto all’incrocio della laterale della chiesa; come nel caso dei di-
7. Louis Beauregard: ‘Stemma posto all’incrocio della
volta della cappella Panciatichi in Notre-Dame-de- volta della cappella Panciatichi in Notre-Dame-de-
Confort’ (disegno). Firenze, Archivio di Stato, segni dello stemma, abbiamo sia un primo
Confort’ (disegno). Firenze, Archivio di Stato,
Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta 2, fasc. 7, studio a penna che un disegno finito, con
Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta 2, fasc. 7,
c. 153r. c. 152r.
alcuni dettagli colorati e dorati.
laustrata a chiusura dell’ingresso della zione araldica, non corrispondente a quel- Il disegno finito si trova alla carta 154r.
cappella. Nel disegno va, inoltre, eviden- la riscontrata nella medaglia commemo- Esso mostra l’arco di ingresso della cap-
ziata la presenza di tondi nelle vele della rativa, e di cui questi disegni sono tuttora pella, poggiante su colonne e pilastri in
volta, anche se non ne è indicata l’icono- l’unico testimone: uno scudo nero, allo pietra scura con capitelli di ordine com-
grafia. Tutti gli elementi del complesso scudetto rotondo del Popolo fiorentino posito (fig. 9). Sopra la centina dell’arco
sono descritti più dettagliatamente nei di- posto in cuore, sormontato da quel ‘capo’ si trova un secondo arco più piccolo, che
segni dell’alzato, nelle carte seguenti. di Leone X concesso nel 1515 e che è inquadra lo scudo con le armi del fonda-
Le carte 151r-153r descrivono lo stemma possibile riscontrare in altri blasoni fio- tore retto da due putti, e, più in alto, un se-
Panciatichi, posto all’incrocio della volta; rentini coevi.34 Sotto il disegno, una scrit- condo scudo recante l’arme della Signoria
tra questi, quello alla carta 152r è un dise- ta indica il soggetto: “Sic similis appensus fiorentina, ma i cui colori sono quelli dei
gno a uno stato più finito (fig. 7), mentre est umbilico fornicis typus scutarius. In gigli di Francia – scudo d’azzurro al gi-
gli altri due sono probabilmente dei boz- sacello rosarii, Lugduni apud RR.dos R.dos glio d’oro – invece del tradizionale scudo
zetti preparatori (figg. 6, 8). Insieme al Patres ordinis Sancti Dominici. 1688”. d’argento al giglio rosso. La presenza dei
blasone posto sopra la centina dell’arco Gli ultimi due disegni, alle carte 154r e due putti è da sottolineare rispetto al con-
d’ingresso, questo stemma testimonia di 156r, descrivono la cappella in alzato, dal
166 [Contributi] una differente e problematica configura- punto di vista di chi si trovi nella navata [Contributi] 167
testo francese non tanto a livello icono- della rappresentazione dei quattro Evan- più, se più paresse a’ predecti [esecutori dentur, sicut et tota architecturae compo-
grafico – si erano infatti diffusi oltralpe gelisti, tema ricorrente per tali decorazio- testamentari] farne più d’una. Et vuole che sitio ista. C: pars altaris nudati”.
già nel secolo precedente – quanto piutto- ni. All’incrocio della volta si trova lo in dicta cappella et finestra sia posta l’ar- Come evidenziato anche dalla didascalia,
sto per la loro raffigurazione a rilievo co- stemma Panciatichi, di cui si è visto il det- ma della Signoria di Firenze et più quella la parete orientale è raffigurata priva del-
sì pronunciato, poco frequente nel primo taglio alla carta 152. de’ Panciatichi, cioè quella del testatore in la sua decorazione. Rispetto alle scelte del
quarto del Cinquecento (fig. 10). Sulla parete opposta al lato di ingresso si scudo quadro a uso di Francia”.35 fondatore per la propria cappella, si può
All’interno della cappella vediamo la vol- trova un’ampia finestra, la cui cornice Alla parete orientale si trova invece l’alta- confrontare quanto espresso nelle volontà
ta a crociera con i costoloni poggianti sul- marmorea appare decorata geometrica- re, che non è descritto nella sua decora- testamentarie del 1512, quanto effettiva-
le colonne angolari in marmo scuro, così mente. Non vi è alcun accenno alla deco- zione pittorica o scultorea, ma solamente mente commissionato dallo stesso Barto-
come appariva già dal disegno in pianta. razione della vetrata, ma è comunque pos- indicato come presenza volumetrica. lomeo di Francesco, e quanto poi realiz-
Nelle vele sono presenti quattro tondi, la sibile ipotizzare la scelta iconografica del Le didascalie poste nei margini superiori zato dai domenicani in sostituzione del-
cui decorazione plastica è però solo ac- fondatore grazie alle indicazioni contenu- e inferiori del foglio indicano i materiali l’opera fiorentina, mai arrivata a Lione.
cennata. Si può forse ipotizzare, intuendo te nel suo testamento: “più vuole [il detto di costruzione della cappella e le propor- Nel testamento del 27 ottobre 1512 si leg-
nel disegno molto corsivo del tondo set- testatore] che in dicta cappella sia facta zioni reciproche tra le colonne che reggo- ge che Bartolomeo “disse havere disegna-
tentrionale una figura umana, che si tratti una finestra di vetro riccha et ben fatta et no la volta e quelle che reggono l’arco. In to et conferito con reverendo padre fra
Bartolomeo di Nostra Donna di Conforto
et con fra Vincentio Bartoli fiorentino”
per la composizione dell’opera e la sua
collocazione o nella cappella da edificar-
si a San Marco di Firenze o nella chiesa di
Notre-Dame de Confort a Lione. In que-
sto documento si parla di una tavola per la
“cappella che sia facta di mani d’uno buo-
no maestro di pictura, dove sia dipinto el
Sancto Spirito et la adnunctiatione di No-
stra Donna et San Bartolomeo” e altri per-
sonaggi che gli esecutori testamentari vo-
gliano eventualmente includere.36 Succes-
sivamente, però, Bartolomeo di Francesco
provvide di persona all’edificazione della
propria cappella a Lione, e commissionò
per questa ad Andrea del Sarto, come è
noto dalla testimonianza di Vasari, l’‘As-
sunta’ detta appunto Panciatichi, conser-
vata nella Galleria Palatina di Palazzo Pit-
ti a Firenze (fig. 11).37
È altresì noto, ancora grazie alla Vita va-
sariana, che l’opera non partì mai per la
10. Louis Beauregard: ‘Veduta della cappella Panciatichi Francia a causa di un difetto della tavola,
in Notre-Dame-de-Confort’ (disegno, particolare con i che si ruppe già durante l’esecuzione del
putti reggistemma). Firenze, Archivio di Stato,
Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta 2, fasc. 7, dipinto. Il dipinto venne in seguito acqui-
c. 154r. stato alla vedova del pittore dal figlio del
committente, Bartolomeo il Giovane.38 È
alto, negli angoli sinistro e destro si legge: probabile che Bartolomeo il Vecchio
“Quae caeruleo depicta sunt colore nigra avesse conosciuto Andrea nel 1518, men-
denottant marmora, vel lapides nigros tre l’artista era in viaggio alla volta della
marmori ad instar politos”. corte di Francesco I,39 e abbia poi pensato
Sotto il disegno sono indicate le scale del- a lui per la commissione della tavola, av-
la rappresentazione, che l’autore conside- venuta sicuramente grazie all’intermedia-
ra valide solamente per la raffigurazione zione di Baccio d’Agnolo.40
della facciata della cappella, tenendo pre- L’opera raffigura nella parte superiore la
senti gli aggiustamenti ottici per l’interno: Vergine, in età avanzata, con lo sguardo
“Scala duodecim pedum est ad metien- rivolto al Cielo, circondata da putti stanti,
dam faciem operis, nam reliquae partes due dei quali reggono le lastre tombali;
fugientes regulis opticae, haud metiri pos- nella parte inferiore della tavola si trova-
sunt geometrice, nisi scala ad opticam re- no gli Apostoli che, intorno al sepolcro
ducatur”. Sono indicate quindi anche le vuoto, assistono all’evento. Secondo la te-
proporzioni tra le colonne portanti e quel- stimonianza di Vasari, tra gli Apostoli si
le dell’arco d’ingresso, individuate nel di- trova un autoritratto del pittore.41
segno con lettere maiuscole: “A: colum- Per coinvolgere lo spettatore nel miracolo
nae, quae sunt quatuor in quatuor angulis in atto, l’artista tesse una fitta trama di ri-
9. Louis Beauregard: ‘Veduta della cappella Panciatichi sacelli positae, altiores sunt columnis B, mandi e giochi di sguardi: l’attenzione è
in Notre-Dame-de-Confort’ (disegno). Firenze, Archivio 11. Andrea del Sarto: ‘Assunzione della Vergine’ detta
di Stato, Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta 2, fasc. erectis ad ornatum faciei, quae duae si co- inizialmente catturata dall’Apostolo al ‘Assunzione Panciatichi’ (1522 circa). Firenze, Galleria
168 [Contributi] 7, c. 154r. lumnae dicendae sint, haeterocliticae vi- centro che guarda direttamente verso il Palatina (Inventario 1912, n. 191). [Contributi] 169
pubblico; la diagonale del suo mantello la mancata descrizione dell’elemento nel fermato anche nel Seicento, quando Ales- che, morendo lui nella ciptà di Lione, dove al delle sustantie di decto testatore, bella et orna- San Marco di Firenze, secondo che di sopra è
guida lo sguardo verso il sepolcro vuoto e Seicento, tanto nella lettera indirizzata a sandro Orlandini commissionò a Justus presente habita et fa suoi traffichi, o morendo ta et colla medesima tavola come di sopra et decto, allora et in tale caso e’ frati di tale chie-
la figura di San Giovanni, che a sua volta monsignor Panciatichi quanto nella plani- Sustermans, pittore del Granduca, un in altro luogo nella parte di Francia o di là da’ coll’arme del decto testatore et con quelli più sa siano in propio come è decto obligati a fare
monti, in tal caso il corpo suo sia seppellito ornamenti parrà a decto Piero et alli executori. decto offitio et dire decte messe. Et mancando
lo indirizza verso l’angelo al centro delle metria di Ramette, sia collegata anche a ‘Battesimo di Cristo’ per l’altar maggio- nella chiesa di Nostra Donna di Conforto, po- Item il prefato testatore ordina, lascia et vuole loro, gli sia tolto decta entrata de’ decti beni
nubi; quest’ultimo – l’unico a essere ingi- una sua eventuale distruzione dovuta al- re.47 Sebbene non siano noti né l’architet- sta nella detta ciptà di Lione et nella capella che, per edificare la decta cappella o in Lione della cappella, et data in cambio loro allo Spe-
nocchiato anziché stante – indica la Vergi- l’azione iconoclasta degli Ugonotti, che si to a cui venne affidata la progettazione quivi della quale di sotto si fa menzione, et o in Firenze come è decto sopra, secondo il dale di Sancta Maria Nuova di Firenze, che
ne che non guarda lo spettatore, come nel- impossessarono della chiesa nel 1562. della cappella né lo scultore che eseguì i con quella honoranza parrà conveniente alli luogo dove lui si troverà passare di questa vi- facci dire messe et uficio a decta capella come
la versione Passerini,42 ma è invece total- putti reggi-stemma e la decorazione della infrascripti executori del presente testamento. ta, et nelli ornamenti et tavola, anche e’ para- di sopra. Et mancando lo spedale di farlo, sia
mente assorta nella contemplazione della La cappella Panciatichi, in seguito all’ab- volta, è però evidente che l’intera cappel- Non mancando però in quel dì della sepoltura menti et dotatione di quella, si spendino in data et pervenga decta entrata a frati di San
del corpo vestire per elimosina dodici poveri facto schudi mille d’oro di re e non mancho Francesco dell’observaza, che stanno presso
luce divina. bandono da parte dei patroni fiorentini, la Panciatichi di Lione era pienamente in- degni di quella, che acompagnino il corpo et per li infrascripti suoi heredi. E’ quali para- alla Porta a San Miniato di Firenze, con obli-
La composizione dell’opera, molto cali- venne decorata a opera dei domenicani serita nel solco della tradizione fiorentina. siano vestiti di panno nero nuovo conveniente menti per uso di decta cappella siano belli et go di dire decte messe et ufizio a decta cap-
brata e sostanzialmente austera, mira a vei- del convento. Il suo aspetto seicentesco è Collegabili a questa sono, infatti, sia l’or- a simile effecto. Et così vuole che e’ decti exe- honesti, et coll’arme di Firenze et de’ Pancia- pella in perpetuo come di sopra è decto.
colare un preciso messaggio religioso, fin descritto nella lettera di accompagnamen- dine misto delle colonne sia la bicromia, cutori in tal giorno faccino quella et altre ele- tichi, et in quello modo parerà a decto Piero o Item ordina lascia et vuole il decto testatore
dalla scelta di un soggetto legato alla tema- to dei disegni: padre Landry scriveva di di sapore brunelleschiano, nel contrasto mosine de’ beni d’esso testatore et per l’anima a’ decti executori. Et tucte le predecte cose la- che nella decta cappella, in qualunche de’ dec-
tica savonaroliana della meditazione sulla aver provveduto a far rivestire la cappella, tra gli elementi portanti in pietra scura e sua chome a lloro parrà et piacerà, et in quel- scia, ordina et vuole siano facte più presto si ti dua luoghi sarà facta, vi si debbe far fare per
lo medesimo dì della sepoltura del corpo fac- potrà doppo la morte di decto testatore, et al li infrascripti suoi heredi una sepoltura di mar-
morte.43 Potrebbero dunque essere lette in tre anni prima della stesura della lettera, la muratura bianca. Altrettanto caratteri- cino dire messe de’ morti non manco dì XXX più lungo infra tre anni dal dì della morte dec- mo o altra pietra secondo che parrà, in archa o
questa ottica le differenze nella rappresen- con una boiserie lignea decorata con ri- stici del contesto fiorentino sono i putti per l’anima di decto testatore et quello più ta, et anche tale dilatazione sia con giusto im- altro modo, a decto Piero Panciatichi, coperta,
tazione della Vergine rispetto all’‘Assunta’ quadri dorati intarsiati con foglie di quer- reggi-scudo a rilievo, posizionati sull’arco parrà a’ decti executori. Et in caso che lui mo- pedimento. dove si debbe sepellire il corpo di decto testa-
Passerini, in cui una giovane Maria rivolge cia.46 L’arredo ligneo doveva ancora esse- di ingresso. risse qui a Firenze, o in altro luogo di qua da’ Item similmente ordina, lascia et vuole il dec- tore, perché disse non essere sua intentione es-
direttamente il proprio sguardo verso lo re completato con dei quadretti raffigu- Sarebbe interessante, ma allo stato attuale monti, vuole che il corpo suo sia sepellito nel- to testatore che in qualunche de’ decti dua luo- sere posto il corpo suo sotto terra. Et il modo
spettatore, mostrandosi quasi indifferente ranti i Quindici misteri del Rosario, co- delle ricerche non è purtroppo possibile, la chiesa di Sancto Marcho di Firenze et nella ghi dove si facessi decta chapella, che quella di decta sepoltura o archa, facendosi in Lione,
cappella quivi della quale di sotto qui si farà chiesa nella quale sarà hedificata et fondata et disse haverlo conferito con decti fra Bartolo-
alla luce divina che la avvolge. Non si con- erentemente alla dedica della cappella. un confronto di questa cappella con la mentione, et colla medesima honoranza, limo- posta decta cappella sia obligata, et così li re- meo et fra Vincentio della chiesa di Nostra
serva alcun documento sulla committenza Landry non descrive la parete orientale, cappella Guadagni nella navata opposta, sine et messe che di sopra è decto. Dichiaran- ligiosi in quella per l’advenire abitanti siano in Donna di Conforto. Et vuole che il corpo suo
dell’opera da parte di Bartolomeo il Vec- dove secondo la planimetria era posto per poter definire il valore specifico della do che in qualunche luogo morissi di là da’ propio obbligati a dire tre messe la septimana finalmente sia portato a decta sepoltura et qui-
chio, ma John Shearman, sulla base di una l’altare. Presso la parete settentrionale in- committenza Panciatichi all’interno della monti, vuole ch’el corpo suo sia portato a se- ad l’altare di decta cappella, et così sia fonda- vi riposto in decta cappella in qualunche luo-
dettagliata analisi di alcuni disegni, delle vece, nell’angolo più lontano dall’altare, comunità fiorentina. Altrettanto interes- pellire finalmente in quella decta chiesa di ta con questo ordine di tre messe ogni septi- go si facci de’ dua luoghi predecti: et così la-
Nostra Donna di Conforto, et in qualunche mana in propio, cioè una messa vi si dica la scia che si exequisca per e’ decti et infrascrip-
indicazioni fornite dal Vasari e del con- in una nicchia azzurra retta da due erme sante sarebbe un confronto con le adia- luogo morisse di qua da’ monti in Italia, vuo- domenica del giorno che correrà, una il lune- ti suoi heredi o executori”.
fronto con l’‘Assunta’ Passerini, propone dorate, era collocata una statua argentea centi cappelle francesi, per poter valutare le ch’el corpo suo sia portato finalmente a se- dì de’ morti, l’altra il sabato di Nostra Donna, [Il testo continua sino a c. 109 v. con la divi-
di datarla al 1522.44 È stato invece ritrovato dorata di San Pio V, a grandezza naturale, le differenze e le reciproche influenze nel- pellire nella decta chiesa di San Marco decto, et in tucte decte messe si preghi per l’anima sione dell’eredità].
il documento dell’acquisto finale dell’ope- che si rivolgeva, supplice, verso una ‘Ver- le scelte della committenza fiorentina e et in capella et archa et come di sotto apresso del testatore decto. Et più ancora vi si debba
ra, avvenuto l’8 febbraio 1536, dopo la gine col Bambino’, dorata anch’essa, po- lionese, anche se, purtroppo, i confronti si dirà, et così comanda alli infrascripti suoi dire uno officio di morti ogn’anno una volta,
morte sia del committente che dell’artista: sta dall’altro lato della vetrata – e dunque sono resi difficili o quantomeno azzardati heredi che faccino in tucto et per tucto. con la messa cantando de’ morti in perpetuo, II.
Item il prefato testatore ordina, lascia et vuole et pregando per l’anyma del testatore et de’
Bartolomeo il Giovane pagò alla vedova di a est, verso l’altare. Il domenicano aveva, dalla constatazione che sia le opere sia la che, morendo lui chome è decto in Lione o di sua passati, la qual messa et uficio si dica et ASF, Panciatichi-Ximenes d’Aragona, casset-
Andrea del Sarto quaranta fiorini d’oro inoltre, intenzione di far dipingere alla pa- documentazione conservate a Lione costi- là da’ monti, si facci hedificare per li infra- facci potendosi comodamente ogn’anno il dì ta II, fasc. 7, c. 134r.
“pro residuo”.45 rete occidentale una ‘Battaglia di Lepan- tuiscono un’infima parte di quanto nei se- scripti suoi heredi et de’ danari di decto testa- della morte di detto testatore.
Commissionata alcuni anni prima del to’, che sarebbe dunque stata presentata coli era stato prodotto ed era giunto in una tore una cappella in decta chiesa di Nostra Item ordina, lascia et vuole el decto testatore “Notizie della Cappella del Rosario nella Ma-
‘San Tommaso’ del Salviati – datato tra il da Pio V alla Vergine, la quale a sua volta città dove è possibile riscontrare la pre- Donna di Conforto nella ciptà di Lione a llato che, facta decta cappella et suoi ornamenti et donna del Conforto di Lione.
1544 e il 1545 –, la pala della cappella rivolgeva il Bambino benedicente verso il senza di diverse culture artistiche. alla cappella che è quivi di Lorenzo Gaetani paramento come è decto di sopra, si spenda Bartolommeo di Francesco Panciatichi, avanti
Chatani, o dove a quel tempo stesse meglio. Et tucto il resto che avanzassi insino in mille scu- l’anno 1526, fece fare la Cappella del Rosario
Panciatichi sarebbe stata probabilmente pontefice. La spesa per completare la de- ch’ella sia bene hedificata et bene ornata co’ di d’oro di re decti per dota di decta cappella nella chiesa de’ PP. Domenicani di Lione in
l’opera più ammirata nella chiesa dei do- corazione della cappella, secondo la stima banchi di noce come quivi s’usa. Et più vuole in beni sodi et la ’ntrata de’ quali sia in propio Francia intitolata la Madonna del Conforto, e
menicani e non solo, vista la grande fama fornita dal religioso, che confidava forse che in decta cappella si facci fare una tavola di decta chiesa dove sarà posta decta cappella, in detto anno 1526 sotto dì 15 di dicembre
di cui godeva in Francia Andrea, chiama- in un nuovo impegno degli antichi patroni per l’altare di decta cappella che sia facta ad a ciò si possa uficiare nel modo dicto di sopra. comprò una porzione di beni stabili, per prez-
to a corte da Francesco I nel 1518. nell’impresa, si aggirava intorno ai mille Appendice documentaria. Firenze di mani d’uno buono maestro di pic- Et acciocché meglio si sappia sempre l’obbli- zo di 400 lire tornesi, per fondo di quattro
Per quanto riguarda le disposizioni testa- franchi. tura dove sia dipinto el Sancto Spirito et la ad- go proprio dell’uficiarla, ordina et vuole il messe piane la settimana, da celebrarsi in det-
nunctiatione di Nostra Donna et San Bartolo- decto testatore che sia murato in decta capella ta cappella. Il contratto di questa compra (nel
mentarie relative alla propria sepoltura, I. meo et quel più e meno che parerà a Piero una pietra di marmo o altra pietra forte in luo- quale è inserita la notizia che detta cappella fu
Bartolomeo di Francesco Panciatichi è La ricostruzione documentata e abbastan- Estratto dal testamento di Bartolomeo di Fran- Panciatichi, fratello carnale di decto testatore. go che si vegga, dove sia scolpito et scripto in fatta eriggere dal detto Bartolommeo) fu roga-
meno preciso rispetto alle richieste per za dettagliata dell’aspetto della cappella cesco Panciatichi. Et vuole sia posta in decta cappella con quel lettere grande l’obbligo delle dette tre messe to da Giovanni Montolani sotto detto giorno e
l’arredo della cappella. Egli si limita in- Panciatichi, insieme alla conoscenza della ASF, Notarile antecosimiano, 21124, Lorenzo modo et luogo disse havere disegnato et con- la septimana et l’officio anniversario ogn’an- detto anno.
fatti a richiedere di non essere sepolto in pala d’altare commissionata per questa Violi, cc. 103r-105r, 27 ottobre 1512. ferito con el reverendo padre fra Bartolomeo no, come è decto di sopra. Indice delle scritture attenenti alla Cappella
terra, ma in una “sepoltura di marmo o al- dal suo fondatore, è un tassello fonda- di Nostra Donna di Conforto et con fra Vin- Item ordina, lascia et vuole il decto testatore de’ Panciatichi nella chiesa dei PP. Domenica-
“Testamentum Bartolommei de Panciati- cenzio Bartoli fiorentino, et manchando loro, che, faccendosi decta cappella nella chiesa di ni:
tra pietra secondo che parrà in archa o al- mentale per lo studio delle scelte artisti- chis. In Dei nomine amen. Anno domini in quello modo parrà a decto Piero Panciatichi Nostra Donna di Conforto come di sopra, e’ Lettera del P. Landry, nella quale si vede che
tro modo”, per la quale però non fornisce che dei mercanti fiorentini residenti a Jesu Christi ab eius salutifera incarnatione o alli executori predicti et infrascripti. Et più frati et religiosi quivi habitanti tempo per tem- la Cappella del Rosario nella chiesa della Ma-
alcuna indicazione, rimandando ancora Lione, di cui restano purtroppo pochissi- MDCCCCCXII, indictione prima et die vuole che in decta cappella sia facta una fine- po siano tenuti dire decte messe et far dicto donna del Conforto in Lione fu eretta da Bar-
una volta agli accordi presi con i religiosi mi resti materiali e altrettanto scarse testi- XXVII mensis Octobris, actum Florentie et in stra di vetro, riccha et ben fatta et più, se più ufitio. Et mancando loro et non observando la tolommeo Panciatichi nel 1526, e che egli la
del convento lionese. Si può forse suppor- monianze documentarie. Un elemento conventu abbatie Florentine […] paresse a’ predecti farne più d’una. Et vuole decta volontà del decto testatore, vuole che al- dotò per farvi celebrare quattro messe la setti-
re che il testatore desiderasse un semplice che emerge con forza a riguardo della In prima, perché l’anima è molto più degna che in decta cappella et finestra sia posta l’ar- lora la entrata de’ decti beni della cappella va- mana;
che il corpo e però di quella in prima ricoman- me della Signoria di Firenze, et più quella de’ da allo Spedale del Ponte ad Rodano di Lione, Contratto della fondazione di detta cappella
sarcofago, privo di una particolare deco- committenza relativa alla chiesa della Na- dandosi, la raccomanda humilmente et devota- Panciatichi, cioè quella del testatore in scudo et sia obligato ad fare et facci dire decta mes- rogato da Giovanni Montaland ne’ 15 20 di-
razione iconografica, da porre sotto l’al- zione, confermato anche dalle scelte di mente all’altissimo Iddio et alla sua gloriosis- quadro a uso di Francia. sa et uficio a decta capella come di sopra. Et cembre 1526;
tare o addossato a una delle pareti, ma Bartolomeo di Francesco Panciatichi, non sima madre Maria sempre vergine e a tucta la Et al caso che decto testatore morissi qui in Fi- mancando di farli lo spedale decto, allora la Scandaglio per la balaustrata di detta cappella;
non si può purtroppo avere alcuna idea è solamente la fedeltà allo stile artistico corte del Paradiso, et maxime quando occorre- renze o in altro luogo di qua da’ monti, vuole, decta entrata vuole che vada alli frati cordel- Disegni diversi della struttura di detta cappel-
precisa di quanto venne effettivamente dominante a Firenze, ma soprattutto la rà quella passare di questa presente vita. ordina et lascia che allora, in cambio di decta lieri di San Francesco di Lione, et loro dichi- la.
realizzato. Non è inoltre da escludere che scelta di commissionare le opere, per Item lascia all’opera di Santa Maria del Fiore cappella che s’arebbe havuta a fare in Lione no decte messe et ufici in propio a decta ca-
di Firenze et alla sua nuova sacristia et alla quando fussi morto dalle bande di là, si facci pella come è decto di sopra de’ frati di sancta
quanto attualmente noto, direttamente in fabbrica delle mura di Firenze in tutto lire tre. qui nella decta chiesa di San Marcho di Firen- Nostra Donna di Conforto. Ma quando decta
170 [Contributi] Toscana. Questo tratto sarebbe stato con- Item lascia, ordina e vuole il prefato testatore ze una simile cappella da’ decti suoi heredi et cappella si facessi o ordinassisi nella chiesa di [Contributi] 171
ASF, Panciatichi-Ximenes d’Aragona, casset- III. cese sposò Diana di Baldassarre Guadagni, dalla 14) Hippolyte-André-Suzanne comte de Charpin- ramo errato della famiglia, e H.A.S. Charpin-Feu- lomeo Panciatichi al Bronzino cfr. Carlo Falciani, Il
ta II, fasc. 7, cc. 121r-122v. ASFi, Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cas- quale ebbe quattro figli, di cui il minore fu Bandi- Feugerolle, Les Florentins à Lyon, Libraire ancien- gerolle, Les Florentins à Lyon cit., pp. 155-156. Bronzino e i Panciatichi, in Bronzino. Pittore e poe-
Prima lettera del P. Landry [al futuro cardina- setta II, fascicolo 7, c. 147r. no, nato pochi mesi prima della morte del padre, nel ne de Louis Brun, Lyon 1894, p. 174; Raymond de 22) Stefano Dall’Aglio, Savonarola in Francia. ta alla corte dei Medici, catalogo della mostra (Fi-
le Bandino Panciatichi]. 1629. Per la storia della famiglia si veda Luigi Pas- Roover, Il banco Medici dalle origini al declino Circolazione di un’eredità politico-religiosa nel- renze, Palazzo Strozzi, 24 settembre 2010-23 gen-
serini, Genealogia e storia della famiglia Panciati- (1397-1494), ed. it., La Nuova Italia, Firenze 1970, l’Europa del Cinquecento, Nino Aragno, Torino naio 2011), a cura di Carlo Falciani e Antonio Na-
Mon révérendissime Père, “Scandaglio per la balaustra di detta cappella. chi, Cellini, Firenze 1858; per la storia del Palazzo pp. 433-434. tali, Mandragora, Firenze 2010, pp. 153-173.
J’ay tardés à exécuter vos ordres touchant 2006, sottolinea la coincidenza delle date delle par-
Panciatichi di Via Larga, acquistato da Bandino di 15) ADR, 3H5, I sac Stephanus C, Sépultures et tenze di Bartolomeo di Francesco per Lione (1512 39) È ad esempio l’ipotesi di Alessandro Cecchi,
vostre chapelle du Rosaire dans vostre [sic] Scandaglio per il lavoro di scarpellino per una Niccolò e ristrutturato da Bandino di Bandino, cfr. processions, c. CXXVIIIr, n° XVI, 11 marzo 1479: e 1529) con i ritorni medicei in città. Profili di amici e committenti, in Andrea del Sarto
couvent de Lyon pour y répondre plus exacta- balaustrata da farsi in una cappella di vano Anna Florida, Palazzo Panciatichi in Firenze, Isti- “[…] Marie de Médicis femme de Lyonnet Rossius 1486-1530. Dipinti e disegni a Firenze, catalogo
mant; il m’a donc falut du tamps pour ce suiet, palmi 25, e prima: tuto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovan- 23) Per il fuoriuscitismo di matrice politica e reli-
florentin a été inhumée dans nôtre ancienne basse giosa dei Fiorentini, cfr. Lorenzo Polizzotto, Del- della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 8 novembre
afin de faire tirer si au iuste tout ce que Vostre Per il scalino di marmo bianco in predetta ni Treccani, Roma 1993. église. La pierre qui couvre sa sépulture a environ 9 1986-1 marzo 1987), a cura di Marco Chiarini,
l’Arte del ben morire: The Piagnone Way of Death
Révérandissime Paternité trouve dans le rou- scudi 20 5) Padre Paul Landry è attestato come priore del pieds de longueurs par 4 et demi de largeur; elle est 1494-1545, in ‘I Tatti Studies’, III, 1989, pp. 27-87, D’Angeli-Heusler editore, Milano 1986, pp. 42-58
leau et pour visiter nos archives, dans les Per la basa di marmo sopra il detto scalino con convento nel 1684, ed è quindi probabilmente in placée vis-à-vis le milieu de l’autel de la chapelle e S. Dall’Aglio, Savonarola in Francia cit. e particolarmente p. 52.
quelles il nous reste très peu de vieux contrats, zocolo di breccia di Francia in predetta questa veste che rispose alla richiesta del Panciati- de Nôtre Dame de Confort d’abord en entrant du 40) Giorgio Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori
chi nel 1688: cfr. Michel Cormier, L’Ancien Co- petit vestibule de l’entrée de ladite église dans le 24) Archivio di Stato di Firenze (d’ora in poi ASF),
les huguenots les ayant dépouilées quand ils scudi 14 Notarile antecosimiano, 21124, Lorenzo Violi, cc. scultori e architettori nelle redazioni del 1550 e del
ravagèrent Lyon en l’année mille 5 cent Per n° quatro pilastrelli con sua arme con in- uvent des Dominicains de Lyon, Imprimerie du Sa- corps de la même église, et il y paroit gravé dessus 1568. Testo a cura di Rossana Bettarini, Commento
lut Public, Lyon 1900, II, p. 300. L’autore dei dise- la figure d’une femme au bas de laquelle est aussy 103v-105r, 27 ottobre 1512: infra, Appendice docu-
soixante trois [sic]: tout ce que j’ay donc peut presa di S. E. in predetta scudi 15 mentaria II. secolare a cura di Paola Barocchi, S.P.E.S., Firenze,
gni, invece, che si firma “Lud. Beauregard archi- gravé en caractères gotiques l’inscription qui suit: 1966-1997, IV, p. 370: “In que’ medesimi tempi, fa-
trouver, c’est que sieur Barthelemy Panchiati Per n° 14 balaustri di breccia di Franccia in tectus et pictor”, è verosimilmente l’architetto lio- D. S. Mariae Medicis conjugi suavissimae, forma, 25) L. Polizzotto, Dell’Arte del ben morire cit., pp.
[sic] Florantin a fait bastir la chapelle du Ro- predetta scudi 70 cendo in Francia Bartolomeo Panciatichi il Vecchio
nese Louis Beauregard, documentato tra il 1703 e il genere, pudicitiaque insigni, Lionetus Rossius Flo- 59-60: Bartolomeo stabilisce di essere sepolto a molte fac[c]ende di mercanzia, come disideroso di
saire conformément aux plants que j’ay fait ti- Per la cimasa di marmo sopra detti balaustri in 1713, ma di cui non si conosceva il nome di batte- rentinus B.M. pos. vixit ann. XXII mens. III dies XII. Notre-Dame de Confort in caso di morte oltre le Al- lasciare memoria di sé in Lione, ordinò a Baccio
rer avecque les armes, et qu’il a donné quatre predetta scudi 25 simo; su di lui si veda Jörk Rothamel, Beauregard, obit id. Mart. MCCCCLXXIX”. Il libro di Sepultu- pi, oppure a San Marco se morisse “di qua da’ mon- d’Agnolo che gli facesse fare da Andrea una tavola
cent livres tournois pour fonder dans la ditte Per la fattura de’ bughi e perni e mettitura in in Allgemeines Künstlerlexikon, VIII, Saur, Mün- res et processions del convento è edito in M. Cor- ti”. e gliela mandasse là, dicendo che in quella voleva
chapelle quatre basses messes par semaines, et opera scudi 7 chen-Leipzig 1994, p. 86. mier, L’Ancien Couvent cit., II, pp. 1-370. 26) John Graham Pollard, Renaissance Medals. The un’Assunta di Nostra Donna con gl’Apostoli intor-
les dittes 4 cent livres ont éstés employées Per il lavoro di scarpelino in questa scudi 155 6) Cornelius Gurlitt, Historische Städtebilder, Serie 16) ADR, 3H6 II sac Stephanus, Concernant les Collections of the National Gallery of Art Systema- no al sepolcro”.
avec d’autres sommes de fondations pour [sic] I, Lyon, V, Ernst Wasmuth, Berlin 1904, pp. 19-20. maux faits par les Huguenots, c. CLXVIIIr, A n° tic Catalogue, Oxford University Press, New York 41) G. Vasari, Le Vite cit., IV, p. 371: “[…] et a som-
achetter un domaine en def Dophiné [sic] Per il sportello de mezzo di noce scorniciato 7) Adolphe Vachet, Les anciens couvents de Lyon, XVI, denuncia del 30 giugno 1564 dei padri dome- 2007, II, p. 612, n. 612 (l’autore confonde però Bar- mo della tavola è ritratto fra gl’Apostoli Andrea,
nommé Poumier. Le contrat est du 15 dé- in questa scudi 7 Emmanuel Vitte, Lyon 1895, p. 398. nicani sui danni causati dall’occupazione ugonotta tolomeo di Francesco con suo figlio, Bartolomeo di tanto naturalmente che par vivo”. Per l’identifica-
cembre 1526, signé Montalan Notaire en del convento: “[…] pour faire ledit passage et rue Bartolomeo, ritratto da Bronzino). Altri due esem- zione dell’autoritratto, cfr. John Shearman, Andrea
In tutto scudi 162” 8) Ivi, pp. 398-399. plari della stessa medaglia sono conservati rispetti-
vieux latin sour un vélain fort biffé. publique ont été démolis plusieurs édifices néces- del Sarto, Clarendon Press, Oxford 1965, I, pp.
9) I domenicani in Francia sono noti anche come saires audit couvent, même 2 chapelles de leur égli- vamente al Musée des Beaux-Arts di Lione (cfr. 126-128.
Depuis trois ans j’ay fait revêtir la chapelle Jacobins, dalla prima sede parigina dell’ordine: se dont une êtoit le chœur devant Nôtre Dame de Jean Tricou, Médailles religieuses de Lyon. Jubilés,
d’un boisage à hauteur de la vitre dans l’ordre “Quand ils vinrent à Paris, ils s’établirent rue Saint- Confort bâti d’ouvrage excellent par les seigneurs chapitre, abbayes, couvents et collège du XVIe au 42) Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Inventario
chorintien avec des quadres dorés à fuillage de Jacques, de là leur nom de jacobins, sous lequel ils de la maison de Médicis comme lesdits religieux XVIIIe siècle, in ‘Revue numismatique’, s. V, XIII, 1912, n. 225. L’opera è databile per via documenta-
chaines; le reste et encor en blanc jusques à furent connus dans toute la France”: A. Vachet, Les pourront faire apparroir […]”. 1951, p. 116), e a Firenze, nel Museo Nazionale del ria intorno al 1526: cfr. John Shearman, Andrea del
Desidero ringraziare la professoressa Cinzia Maria Sarto’s Two Paintings of the Assumption, in ‘The
tamps que nous trouvions le moyen de remplir Sicca per la guida e i consigli di cui ho beneficiato anciens couvents cit., p. 386. 17) R. de Roover, Il banco Medici cit., pp. 433-434. Bargello (cfr. Igino Benvenuto Supino, Catalogo
del R. Museo Nazionale di Firenze, Tipografia del- Burlington Magazine’, CI, 1959, pp. 122-134.
les quadres des 15 Misteres du Rosaire, et les durante questa mia ricerca, il professor Francesco 10) Lione, Archives Départementales du Rhône 18) ADR, 3H5, I sac Stephanus C, Sépultures et
petits au dessous d’amblèmes et de devises Caglioti per l’attenta e preziosa rilettura del presen- (d’ora in poi ADR), 3H3, III sac Gundisalvus, c. l’Unione Cooperativa Editrice, Roma 1898, p. 271, 43) L. Polizzotto, Dell’Arte del ben morire cit.
processions, c. CXXVIIIr, n° XVI, 12 maggio n. 544 Carrand).
sour l’ordre et sour le Rosaire. Au costé de la te articolo, il dottor Pietro Marchi e il dottor Vin- XXVv, A n° 1, copia settecentesca di un contratto 1470: “Julien Jean de Jaqua, citoyen et marchand 44) J. Shearman, Andrea del Sarto’s Two Paintings
vistre, en face le plus éloigné de l’autel, il y a cenzo Sorrentino per il sollecito aiuto nelle ultime rogato a Lione il 13 dicembre 1466 dal notaio Jean florentin, est enseveli dans notre grande église, sous 27) ASF, Raccolta Ceramelli Papiani, fasc. 3570, e cit.
le pape Saint Pie en statue au naturel à vermeil verifiche. Neyron: “[…] lesdits religieux font une donation une pierre d’environ 7 pieds de longueur per 3 et L. Passerini, Genealogia e storia cit., “Stemmi”. 45) L’atto notarile è pubblicato in Louis Alexander
doré dans une niche asurée soustenue de deux entre vifs et remettent pour eux et leurs successeurs demi de largeur, qui est placée à la grande nef, à cô- 28) Supra, nota 21. Waldman, A Document for Andrea del Sarto’s ‘Pan-
auxdits florentins et leurs successeurs lesdits té de celle qui est au milieu entre la chapelle de St. ciatichi Assumption’, in ‘The Burlington Magazi-
termes dorés, et la figure se tourne en posture 1) Un simile interessamento alle antiche realizza- presbytère, autel et chœur jusqu’à la porte qui est 29) Sono bianche le carte 120, 124, 125 e 155.
de suppliante à l’autre figure qui est à l’autre zioni architettoniche e artistiche dei propri avi all’e- Thomas et celle de St. Jean, en tirant contre cette ne’, CXXXIX, 1997, pp. 469-470. Non è però pos-
au devant du dit chœur inclusivement, pour y bâtir, dernière. Il êtoit gouverneur d’un enfant de la fa- 30) Infra, appendice documentaria II. sibile sapere quanto Bartolomeo il Vecchio avesse
costé de la vitre proche de l’autel, qui est une stero, relativo agli inizi del XVIII secolo, è testimo- refaire et faire faire tous les édifices qu’ils vou- 31) ASF, Panciatichi-Ximenes d’Aragona, cassetta
niato nello studio di Laura Galoppini sulla famiglia mille de Médicis, comme le porte l’épitaphe sui- già pagato all’artista al momento della commissio-
Notre Dame dorée, qui pour répondre à la pos- dront, ainsy qu’il sera nécessaire et convenable vante, qui est gravée sur les bords et tout autour de 2, fasc. 7, c. 148r. ne.
ture de Pie 5, qui luy montre le fond de la cha- lucchese degli Arnolfini, discendenti dei mercanti […]”.
attivi nelle Fiandre a partire dal Trecento, che ave- la pierre, en caractères gothiques: Julianus Joannes 32) Sulle armi della famiglia Panciatichi v. supra, 46) Infra, appendice documentaria II.
pelle, où quand nous pourrons nous ferons 11) ADR, 3H3, III sac Gundisalvus, c. XXVv, A n° de Jaqua, civis et mercator florentinus, gubernator nota 27. Questo cappello pone alcuni problemi ri-
vano lasciato a Bruges delle importanti tracce mo- 47) A quest’opera, dispersa durante le requisizioni
peindre la Battallie [sic] de Lépante: cest [sic] numentali. Per una descrizione dell’inchiesta e del- 2, copia settecentesca di un contratto rogato a Lio- haci de Medicis Lugd. Comoratis, hic jacet, anno spetto all’autore della richiesta dell’indagine, poi-
figure de Nostre Dame (dis-je), pour répondre ne il primo maggio 1541 dal notaio Dorlin: “[…] et Dni MCCCCLXX, die XII, mensis maij. Cuius aia napoleoniche e non documentata da alcuna riprodu-
la cappella Arnolfini a Bruges cfr. Laura Galoppi- ché mons. Bandino Panciatichi dovette attendere si- zione nota, sono ricollegabili due studi di figura
à Pie 5, fait tourner son Jésus du costé, que luy ni, Mercanti toscani e Bruges nel tardo Medioevo, parce que lesdits consul, conseillers et autres de la- requiescat in pace. Amen. […]”. Probabilmente la no al 1690 per la nomina a cardinale, mentre il fa-
dite nation ont fait faire à leurs propres dépens en lettura corretta dell’iscrizione della lapide è “Julia- dell’artista fiammingo conservati presso il Gabinet-
montre Pie 5, luy indique de la main, et Jésus Pisa University Press, Pisa 2009, pp. 347-359. scicolo in questione è datato un paio di anni prima. to di Disegni e Stampe degli Uffizi (invv. 14323F e
élaive [sic] la sienne et donne sa bénédiction. l’Eglise dudit couvent une belle et sumptueuse or- nus Johannis Jaqu[eri]a, civis et mercator florenti- Si può forse pensare, in mancanza di altri cardinali
2) L’identificazione del destinatario della missiva gue, affin qu’elle ne soit à l’avenir mal entretenue, nus, gubernator ba[n]ci de Medicis […]”; questo 14328F).
Le dessain est trouvé asses particulier, mais lionese resta in effetti problematica, perché egli non nella famiglia Panciatichi a cui attribuire l’iniziati-
lesdits consul, conseillers et autres de la nation vou- “mercator florentinus” può essere dunque identifi- va, di un progetto di rinnovamento della cappella da
pour le mettre à sa dernière fin il nous faut du è espresso nel documento conservato. Paul Landry lent et consentent qu’ils ayant par devers eux la clef cato con Giuliano del Zaccheria, come indicato da
moins mille francs, car pour la seule Battallie si indirizza al suo interlocutore come a “Mon Ré- effettuarsi in vista del conferimento del cappello
desdites orgues, et qu’ils puissent mettre au jeu et De Roover. cardinalizio, agognato da tempo o aggiunto solo
de Lépante on nous demante [sic] cinq cent verendissime Père” e parla del convento lionese co- gouvernement de celle à leur dépens telle personne
me di “vostre couvent”. Ora, a questa data, Bandi- 19) ADR, 3H92(1), Plan géometrique del 1719: successivamente al gruppo di disegni in esame.
livres de la main de nostre bon paintre, mais si que bon leur semblera et qu’ils en puissent faire et “Chapelle qu’un noble florentin, dont on ignore le
Dieu me praiste santé, et 3 ans encor de vie, no di Bandino sembra il candidato più probabile, disposer comme de leur chose propre et leur appar- 33) Infra, appendice documentaria II.
ma non era domenicano, e due ipotesi restano aper- nom, a fait bâtir et y a fait mettre ses armes; on ne
nous ne laisserons pas l’ouvr[a]ge sans le tenant […]”. Il nome di battesimo del notaio non è sait en quel temps […]”. 34) Ad esempio quello della famiglia Salviati nella
te per spiegare un tale modo di indicare il conven- esplicitato nella copia, ma si tratta verosimilmente predella della pala robbiana raffigurante il ‘Peccato
conduire à sa fin. Voilà, Mon R[évérendi]ssi- to. O il primo destinatario della missiva era effetti- 20) Parigi, Musée du Louvre, Département des
me, tout ce que j’ay peut faire pour obéir à vos di Pierre Dorlin, attivo a Lione nel secondo quarto originale’ al Walters Art Museum di Baltimora (inv.
vamente un domenicano, cui Bandino di Bandino del XVI secolo e documentato dal 1536 al 1556: Peintures, inv. 593. 27.219): cfr. Allan Marquand, A Memorial of the
ordres, comme éstant de avrebbe chiesto informazioni sul convento lionese, Entry of Leo X into Florence, in ‘The Burlington
cfr. Geroge Cuer, Archives départementales du 21) Di famiglia patrizia originaria di Pistoia, egli
Votre Révérendissime Paternité oppure si può immaginare una captatio benevolen- Rhône, sous-série 3 E. Archives notariales. Premiè- nacque il primo febbraio 1468 da Francesco e da Magazine’, XX, 1911, pp. 36-38.
le très humble et très obéissant serviteur et re- tiae da parte di padre Landry, in cerca di un rinno- re partie: Notaires de Lyon, Conseil Général du Caterina di Giovanni Federighi. Passò la maggior
vato mecenatismo per i suoi progetti di decorazione 35) ASF, Notarile antecosimiano, 21124, Lorenzo
ligieux f. P. Landry. Rhône, Lyon 1992, I, p. 221. parte della propria vita a Lione, dove morì nel 1533. Violi, cc. 103v-105r, 27 ottobre 1512: infra, appen-
De vostre [sic] convant de Lyon ce 16 juillet della cappella. Nel novembre 1515 faceva parte – in qualità di
12) Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. Lat. 1914, dice documentaria I.
88”. 3) Da una prima lettura del copialettere del cardinal cc. 37v-41v. priore delle Libertà – della Signoria fiorentina e, in
36) Ibidem.
Bandino, conservato in diversi volumi del Dono occasione dell’ingresso di Leone X, ricevette il ti-
Panciatichi nell’Archivio di Stato di Firenze, emer- 13) ADR, 3H 92(1), Plan scénographique del 1719: tolo di conte palatino e la facoltà di aggiungere al 37) Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Inventario
ge come dato significativo l’importanza dei suoi “66. Chapelle voutée, avec un caveau au dessous proprio blasone il ‘capo’ del pontefice – costituito 1912, n. 191.
corrispondenti francesi, tra cui occupano una posi- aussi vouté, que les nobles florentins, maitres des da una pezza d’oro alla palla armeggiata di Francia
postes, firent bâtir au commencement du 15e, pour 38) Nato a Lione il 21 giugno 1507, Bartolomeo il
zione di rilievo i diversi rami della famiglia Guada- (palla d’azzurro caricata di tre gigli d’oro) tra le ini- Giovane studiò a Padova tra il 1529 e il 1531, per
gni ancora presenti in Francia. la confrérie des Courriers dont ils avoient la régie, ziali del pontefice (“L” e “X”); questi elementi si
et y donnèrent le nom du Crucifix, dont la repré- poi proseguire la sua formazione a Lione. Nel 1534
4) Su Bandino di Niccolò di Gualtieri, esponente trovano effettivamente sugli stemmi posti sia nella sposò Lucrezia di Gismondo Pucci e visse con lei a
sentation est placée au dessus du retable de l’autel. cappella lionese sia sulla medaglia commemorativa
del ramo più antico della famiglia, non si hanno L’ayant abandonnée au couvent dans le 17e siècle, Lione sino alla fine degli anni trenta, quando si sta-
molte notizie. È noto che egli si dedicò al commer- della fondazione della stessa: cfr. L. Passerini, Ge- bilì definitivamente a Firenze, pur continuando a
elle a été ensuite cédée aux sœurs du tiers ordre de nealogia e storia cit., pp. 66-67, in cui Bartolomeo
cio nei mercati di Venezia e Lione. Nella città fran- Saint-Dominique […]”. visitare la Francia, anche come ambasciatore di Co-
172 [Contributi] è però inserito, con tutta la sua discendenza, in un simo I. Per la committenza di Bartolomeo di Barto- [Contributi] 173
Domenico Beccafumi family
documents
to uncertainty over the attribution of certain focal point of interest in Vitruvius, are ele-
works which, in alternating periods, have ap- ments that help us to understand the reasons
peared in the catalogues of the most well- Philippa Jackson for his involvement in the main part of the
known artists. It is in this context that Fioren- sculptural decoration of the altar, the great
zo di Lorenzo and later Bartolomeo Caporali The paper presents important new information marble altarpiece with the Assumption of the
have been seen as the artists of numerous concerning the family of Domenico Beccafu- Virgin and the Apostles (1537-1538). It is dif-
paintings, including the triptych of Justice and mi, useful in completing the biography written ficult to establish whether the choice of call-
the ‘Nativity’ from the church of Santa Maria by Giorgio Vasari. The unpublished wills of ing him back to Bologna was attributable to
di Monteluce, now in the Galleria Nazionale the artist’s father (1495) and mother (1497) Serlio, or associated with the interest of
dell’Umbria, which have been the object of confirm that Domenico was born in the coun- Alessandro Manzuoli, one of the greatest ex-
debate for almost twenty years. It seemed that try and in his early years enjoyed the protec- perts on Vitruvius, a friend of Gaddi and fre-
the documentary discoveries made by Michael tion of Lorenzo Beccafumi, as Vasari says. quenter of Roman antiquarian meetings. What
Bury and Pietro Scarpellini in the 1990s had The new documents indicate that the future appears to be certain is that Tribolo – who had
once and for all clarified the origin of the two painter was born and spent his childhood at worked on the sculptures of the side doors of
works, which emerged from the workshop of Simignano, near Sovicille, and not at Monta- the Basilica di San Petronio during his first
Bartolomeo Caporali in the space of a few perti, as Gaetano Milanesi had previously sug- stay in Bologna in 1525-1527 – had come to
years. Yet both works would deserve a more gested. Additional information is provided re- the city thanks to the canon Bartolomeo Bar-
thorough analysis than that which emerged lating to the artist’s children and heirs. bazza, an ancestor of Alessandro Manzuoli,
from a reading of the documents. and had probably enjoyed the protection of

The Panciatichi chapel in Notre-Dame-


Serlio himself.

Lorenzo Marrina, Domenico de-Confort in Lyon


With the aid of various documents (1534-

Beccafumi and the tomb monument of


1540), the paper examines the events associat-

the rector Giovanni Battista Tondi for


Federica Carta ed with the destroyed Galliera altar, from the

the church of the hospital of Santa


initial employment of Lombardian craftsmen,

Maria della Scala in Siena


From 1466 Florentine merchant-bankers and up to the contributions of Giacomo Fantoni,
gentlemen active in the city of Lyon assigned and Teodosio Brocchi. The models of its per-
Gabriele Fattorini the church of Notre-Dame de Confort as the spective structure are traced and Pordenone is
seat of their spiritual life and of their collec- identified as a possible source of the composi-
This paper is dedicated to four unpublished tive and private patronage. The scanty French tional scheme adopted by Tribolo, who had
drawings relating to tomb monuments of the sources and the enormous material losses – just returned from a period of time spent in
old Casa Tondi in Siena, which sheds new from the Huguenot violence of 1562 to the de- Venice.
light on Sienese sculpture in the early 16th struction of the building in 1816 – have made
century. The first of these is a detailed project the reconstruction of these transnational artis-
for the tomb monument of the rector Giovan- tic commissions difficult. A file kept in the
ni Battista Tondi, conserved in the atrium of Florence State Archive provides illuminating
the old hospital of Santa Maria della Scala. information on the chapel founded by Bar-
The signature on the sheet tells us that the tolomeo di Francesco Panciatichi, for which
monument can now be attributed to Lorenzo the ‘Assumption’ by Andrea del Sarto, now in
di Mariano, known as Marrina, and dated not the Galleria Palatina in Florence, was intend-
long after the death of the deceased (10 April ed.
1507).

Sebastiano Serlio, Niccolò Tribolo and


In Siena in the early decades of the 16th cen-

the legacy of Baldassarre Peruzzi: the


tury the Tondi were an eminent family, three

altar of Madonna di Galliera in


of whose members were rectors of Santa

Bologna
Maria della Scala. For this reason it is not easy
to identify the protagonists of the other three
drawings. Two of them show tombs that are Alessandra Giannotti
still late 15th-century in style, drawn by artists
who unfortunately remain anonymous. How- The study of two previously untranscribed doc-
ever, we can recognize the hand of the young uments relating to the altar of the church of
Domenico Beccafumi in the final drawing, Madonna di Galliera, one of the most presti-
which shows the sketch of a monument that gious Renaissance works in Bologna, gives us
can almost be superimosed over the one de- an insight into the antiquarian climate behind
signed by Marrina and therefore goes to in- the project. The people involved, Bartolomeo
crease the limited number of graphic works at- and Ludovico Ghisilardi, Giovanni Beroaldo,
tributable to the early career of Mecarino. This Achille Bocchi, Alessandro Manzuoli and Se-
work has the merit of attesting Beccafumi’s bastiano Serlio, the architect of the undertak-
early interest in sculpture, though raises ques- ing, all appear to have had connections with the
tions concerning the identification of the local Accademia del Viridario, the scholarly in-
gisant, the dating, and the artistic relations be- stitution of studies on Vitruvius, whose mem-
tween Domenico and Lorenzo di Mariano. bers included some of the Bolognese clients of
Baldassarre Peruzzi. The relations of the Flo-
rentine sculptor Niccolò Tribolo with Peruzzi,
whom he had known since the 1520s in Rome
and for whom he had worked on the tomb of
Adrian VI (Santa Maria dell’Anima), his de-
scendence from Jacopo Sansovino, and his
proximity to Giovanni Gaddi, cleric of the
Apostolic Camera and one of the leading sup-
198 [English Abstracts] porters of the Roman Società della Virtù, the

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