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Fisica

a.s.2006-07

IIA E.Q.Visconti

Percorso.

La Fisica (dal latino physicu(m), dal greco physiké (sottointeso téchné) arte della natura, e da
physis natura) è la scienza che in generale studia il comportamento e le interazioni della materia
attraverso lo spazio e il tempo.

La fisica moderna si distingue dalla fisica antica per il ricorso all’esperimento (osservazione di un
fenomeno o di un sistema in condizioni controllate), e alla quantificazione delle leggi fisiche. I fisici
spostano la loro attenzione dal perché dei fenomeni alle relazioni quantitative, matematiche, tra
qualità misurabili dei sistemi fisici (le grandezze fisiche)

La fisica antica invece ragionava sulla base di osservazioni qualitative dei fenomeni e ricercava
spesso spiegazioni degli stessi in accordo con credenze metafisiche.

Si fa coincidere la nascita della fisica moderna con il lavoro di Galileo Galilei, che appunto
sottolinea l’importanza dell’esperimento, della misura e della quantità, e sostiene che le teorie
fisiche devono essere in accordo con le osservazioni e con gli esperimenti, eseguiti anche attraverso
l’impiego di opportuni strumenti, eventualmente creati ad hoc.

Questo approccio permette alla nuova scienza di concentrarsi sullo studio delle grandezze che
possono essere concretamente misurate. Più precisamente, il metodo di misura di una caratteristica
del sistema diviene la definizione operativa stessa della grandezza fisica.

Dunque il processo di misura è un processo che permette di assegnare numeri a una grandezza
misurata, numeri che esprimono il rapporto rispetto a una grandezza campione, l’unità di misura.
Nel processo di misura è anche importante quantificare l’accuratezza del risultato e dunque
l’incertezza con cui la grandezza misurata è nota. Questa incertezza è intrinseca al processo di
misura, in quanto la grandezza fisica non può mai essere conosciuta in sé, ma solo attraverso
strumenti e procedure. La procedura e lo strumento utilizzato ci permettono di quantificare
l’incertezza.
Uno strumento di misura è caratterizzato dalla sua portata, la sensibilità, e la precisione.

L’osservazione dei fenomeni permette di stabilire relazioni tra grandezze fisiche differenti. E’
dunque possibile definire alcune grandezze fisiche a partire da altre, in funzione di altre. Si possono
organizzare le grandezze fisiche in sistemi, in cui alcune grandezze sono derivate da altre, scelte
come grandezze fondamentali. Per ogni grandezza è necessario stabilire il metodo di misura
(definizione operativa) e l’unità campione, unità a cui rapportare tutte le misure fatte.

In alcuni casi dunque la misura delle grandezze fisiche può avvenire indirettamente, attraverso la
misura di altre grandezze. In questi casi la teoria degli errori ci dà le regole sulla propagazione e il
calcolo delle incertezze per le misure indirette.
Il primo oggetto dello studio della fisica è stato il moto. Tutto ciò che ci circonda si trasforma e si
muove. Fin dall’antichità gli uomini si sono chiesti perché alcuni moti sembrano essere perpetui,
come quelli delle stelle, e altri hanno termine. Perché alcune cose si muovono spontaneamente,
come il fuoco, il vapore e il fumo, o un oggetto lasciato cadere, e invece altre cose vanno spinte per
essere mantenute in movimento.
La fisica aristotelica distingueva per cominciare il mondo sublunare in cui tutto è perituro e
corruttibile, dal mondo delle sfere celesti dove regnerebbe perfezione armonia e eternità.
Sulla terra gli oggetti si muovono di moto naturale in accordo alla propria composizione rispetto ai
quattro elementi: terra aria acqua fuoco. I moti violenti invece sono prodotti per violazione
dell’equilibri originario, attraverso opportuna applicazione di una spinta o di una trazione.
Alcuni fenomeni però richiedono spiegazioni ad hoc, che col passare del tempo non convincono,
come il moto della freccia che prosegue per lungo tratto il suo cammino pur dopo che la spinta della
corda dell’arco è cessata.

Per affrontare lo studio del moto possiamo iniziare a studiare come è possibile descrivere il
movimento. Questa è la cinematica.
Il moto più semplice che possiamo immaginare è il moto rettilineo uniforme: il moto di un corpo
che si muove in linea retta e che percorre spazi uguali in tempi uguali.

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