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CORSO

Costruzioni in zona sismica

Esercitazione sulla progettazione


degli isolatori sismici di base

DOCENTE: Prof. Ing. Donato Abruzzese


INDICE

1. INTRODUZIONE ......................................................................................................................................... 1
2. DATI ........................................................................................................................................................... 3
3. ANALISI DEI CARICHI ................................................................................................................................. 4
4. MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA TRADIZIONALE ............................................................................... 6
4.1. Risultati delle analisi ......................................................................................................................... 9
5. MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA ISOLATA ALLA BASE ..................................................................... 12
5.1. Progetto degli isolatori verticali ..................................................................................................... 12
5.2. Progetto degli isolatori orizzontali ................................................................................................. 12
5.3. Risultati delle analisi ....................................................................................................................... 19
6. SCHEMATIZZAZIONE DEL MODELLO ISOLATO ALLA BASE ..................................................................... 23
7. CONCLUSIONI .......................................................................................................................................... 28
CORSO: Costruzioni in zona sismica

1. INTRODUZIONE
Progettare tradizionalmente le strutture significa far in modo che esse stesse siano in grado di resistere a
terremoti di intensità importante. Infatti i materiali impiegati e le geometrie aiutano le strutture ad avere
un adeguato comportamento soprattutto se, durante un terremoto, si danneggiano.
Il grado di danneggiamento della struttura viene controllato, durante la progettazione, grazie alla gerarchia
delle resistenze: a seconda del grado di duttilità che attribuiamo alla struttura possiamo studiare fino a che
punto sono in grado di resistere al terremoto al fine di salvaguardare la vita delle persone che stazionano
nell’edificio stesso. A tal proposito per un edificio vincolato alla base attraverso classici incastri, di buona
norma, sarà opportuno progettarlo facendo in modo che, durante un terremoto SLV si formino cerniere
plastiche prima alle estremità delle travi e, per ultimo, alla base (incastri) dei pilastri: attraverso questo
sistema è come se volessimo principalmente che la duttilità globale della struttura (indicata dalla normativa
come “fattore di struttura” q ) sia abbastanza elevato.

Duttilità ALTA (q elevato) Duttilità BASSA (q basso)

Come mostra la figura precedente, il telaio è caratterizzato da ALTA duttilità se, durante il terremoto, si
formano un maggior numero di cerniere plastiche nelle estremità delle travi (in particolare ci sono 20
cerniere nelle travi e 3 cerniere alla base dei pilastri con un totale di 23 cerniere plastiche). Il
comportamento fragile, invece, è caratterizzato dalla formazione di poche cerniere plastiche fino al
raggiungimento del collasso (6 cerniere plastiche nei pilastri con un totale di 6 cerniere plastiche): la BASSA
duttilità è evidente se i pilastri si plasticizzano prima delle travi e innescano meccanismi di rottura della
struttura più veloci rispetto ai meccanismi duttili. Quindi durante la progettazione vogliamo che si formino
quanto più possibili cerniere plastiche: questo si traduce nel progettare la struttura affinchè abbia un q
elevato. Inoltre, lo spostamento orizzontale in sommità è più elevato nella struttura duttile rispetto a quella
fragile.
Molte volte un edificio esistente non è progettato secondo la gerarchia delle resistenze, o comunque con
l’obiettivo di dissipare energia dinamica attraverso la sua duttilità globale, e pertanto nel caso di interventi
di adeguamento sismico, al fine di mitigare le azioni sismiche evitando collassi anticipati soprattutto di
tipologia fragile, sarà opportuno intervenire secondo due modi alternativi:
1. Sistemi di rinforzo strutturale dei pilastri, travi, solai, aggiunta di controventi e setti
2. Sistemi di isolamento
I primi molto spesso, tendono a ridurre il periodo fondamentale della struttura (T1) con conseguente
incremento delle azioni sismiche. Mentre i secondi, aumentano di molto il periodo fondamentale della
struttura e abbassano l’accelerazione sismica, a discapito però degli spostamenti orizzontali.
I due metodi alternativi sono conseguenti ad una valutazione dei costi-benefici e di versatilità di
realizzazione in fase di cantierizzazione.
Per gli stessi motivi, durante la fase di progettazione di un edificio ex novo, si possono tenere in
considerazione le valutazioni precedentemente accennate.
Nella figura che segue sono riportati le posizioni, in termini di spettro di risposta, dei vari tipi di edifici.

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Un edificio isolato alla base si differenzia, quindi da un edificio tradizionale, dalla modalità di dissipazione
dell’energia sismica: l’edificio tradizionale, dissipa l’energia durante la plasticizzazione degli elementi
strutturali, mentre l’edificio isolato è caratterizzato da dispositivi specifici aventi capacità dissipative.
Inoltre l’edificio tradizionale è costituito da una moltitudine di gradi di libertà (infatti, come indicato dalle
NTC08, durante la fase di progettazione e di analisi dei modi di vibrare, prenderemo tutti i primi modi fino
al raggiungimento dell’85% di massa partecipante). La rigidezza globale dell’edificio riguarda l’insieme delle
rigidezze dei pilastri, setti, controventi, solette e travi. Mentre un edificio isolato alla base si può
considerare caratterizzato da un solo grado di libertà: tutto l’edificio è schematizzato come una singola
massa (massa di tutto l’edificio comprendenti pesi propri strutturali e non, accidentali gravitazionali) avente
rigidezza globale quella dei dispositivi di isolamento. In questo ultimo caso si avrà un solo modo di vibrare
che è quello che contraddistingue un sistema ad un solo grado di libertà (pendolo inverso) e una massa
partecipante molto prossima al 100%.

La figura precedente mostra le schematizzazioni di un edificio tradizionale e lo stesso edificio isolato alla
base.

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2. DATI
Si riporta un esempio applicativo di progettazione di isolatori sismici. La pianta dell’edificio in calcestruzzo
armato oggetto di studio è riportato nella Figura 1.

Figura 1 Pianta

 Dati geometrici:
 Pilastri 50x50
 Travi 30x50
 Orditura solai in direzione Y in tutte le campate
 N° di piani 4
 Altezze interpiani hi=3m (Htot=12m)

 Materiali
 Modulo elastico calcestruzzo E=30000MPa
 Peso specifico ϒcls=25kN/m3

 Carichi
 Solaio 20+5
 Travetti aventi base di 10cm posti ad interasse 50cm
 Peso specifico laterizi di alleggerimento ϒlaterizi = 8kN/m3
 Dimensione singolo laterizio 0.4m x 0.20m x0.25m
 G2=4kN/m2
 Qk=2kN/m2 (carico accidentale residenziale Cat. A NTC08)

 Dati per la sismica


 Sito: L’Aquila (Latitudine 42.358; Longitudine 13.394)
 Categoria sottosuolo C
 Categoria topografica T2
 Vita nominale 50 anni
 Smorzamento struttura ξ=0.05
 Smorzamento isolatori ξis=0.15

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3. ANALISI DEI CARICHI


Il primo punto fondamentale è quello di effettuare un’analisi accurata dei carichi. La sezione del solaio
comprendenti i pesi propri strutturali G1 è riportato nella figura seguente.

Figura 2 sezione del solaio strutturale

G1.cls=1.00m*0.05m*25kN/m3 +0.1m*0.2m*25kN/m3*2= 2.25kN/m2


G1.pignatte= 0.4m*0.2m*8kN/m3*2= 1.28kN/m2
G1= 2.25+1.28=3.50 kN/m2

Si valutano quindi le seguenti combinazioni di carico e i relativi coefficienti dei pesi moltiplicativi

Tabella 1 combinazione dei carichi

Combinazione G1 G2 Qk Tot [kN/m2]


SLU 1.3 1.5 1.5 13.55
Verticale 1 1 0.3 8.10
Massa per MODAL 1 1 0.3 8.10

Noti i valori dei pesi G1, G2, Qk da applicare sui solai si può valutare la posizione del centro di massa di ogni
impalcato: in questo caso tutti e quattro gli impalcati sono uguali. La posizione del C.M. dell’impalcato è
valutabile attraverso il calcolo dei momenti statici rispetto al sistema di riferimento riportato in Figura 1.
 M.s. pilastri
Sy=(0.5m*0.5m*3m*25kN/m3*5)*4m + (0.5m*0.5m*3m*25kN/m3*5)*8m +
(0.5m*0.5m*3m*25kN/m *3)*12m + (0.5m*0.5m*3m*25kN/m3*3)*16m =2700kN*m
3

Sx=Sy=2700kN*m

 M.s. travi
Sy=(0.3*0.5*25*16)*4 + (0.3*0.5*25*16)*8 +(0.3*0.5*25*8)*12+(0.3*0.5*25*8)*16+
(0.3*0.5*25*16)*8 *3 +(0.3*0.5*25*8)*4*2=3240kN*m
Sx=Sy=3240kN*m

 M.s. Combinazione “Verticale”


Sy=(8.10*8*8)*4*2 + (8.10*8*8)*12= 10368kN*m
Sx=Sy=10368kN*m

Il peso totale dell’impalcato valutato come somma dei pesi dei pilastri, pesi delle travi e combinazione
“Verticale” vale 2432.80kN. Grazie a questo valore è possibile calcolare la posizione del centro di massa
dell’impalcato (quindi di tutto l’edificio)
Sy.TOT 2700 + 3240 + 10368
X CM = = = 6.703m
PTOT 2432.80

Sx.TOT 2700 + 3240 + 10368


YCM = = = 6.703m
PTOT 2432.80

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Si riporta la posizione del centro di massa C.M. nella figura seguente.

Figura 3 Posizione del centro di massa in pianta

Il peso totale dell’edificio è valutabile a partire dal peso totale dell’impalcato moltiplicandolo per il numero
totale dei piani (4). Pertanto, il peso totale dell’edificio vale:

WTOT.Edificio= 2432.80kN*4=9731.20 kN

Il valore del peso totale dell’edificio sarà un dato fondamentale per il controllo della reazione di base
calcolata con l’analisi FEM e per accertare l’affidabilità della modellazione stessa.

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4. MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA TRADIZIONALE


Come accennato nel paragrafo introduttivo, la struttura tradizionale è quella caratterizzata da un sistema
costituito da incastri alla base dei pilastri (in fondazione). Nel caso in esame la struttura è composta da telai
paralleli tra di loro disposti lungo gli assi X ed Y e da una moltitudine di campate e livelli. Pertanto, ai fini del
calcolo dell’azione sismica è necessario determinare il fattore di struttura attraverso i dettami della NTC08.

Tenendo in considerazione i valori di q0 e del fattore riduttivo per l’irregolarità in altezza, il fattore di
struttura assume il valore di 4,68. Nella schermata successiva si notano le impostazioni dei parametri
sismici nel software di calcolo.

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Una volta settati i parametri geometrici delle sezioni e i materiali, si deve definire lo spessore della soletta
da inserire nel modello. Essa ha lo spessore equivalente stimato nel seguente procedimento:

Psoletta.equivalente=Psoletta.reale

 Psoletta.equivalente=25kN/m3*1m*1m*sx
 Psoletta.reale=G1.solaio=3.50kN

Dall’uguaglianza imposta precedentemente si ottiene che lo spessore incognito (sx) della soletta
equivalente da inserire nel programma è di 14cm (0.14m).

Inoltre, vanno definite le masse sismiche in MASS SOURCE DATA così come è possibile notare nella figura
successiva.

Si riportano qui di seguito la vista estrusa del modello, il sistema di vincolo caratterizzato da incastri alla
base dei pilastri, ed, infine, la numerazione dei nodi di base.

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Figura 4 Modello della struttura tradizionale

Figura 5 Vincoli di base della struttura tradizionale

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Figura 6 Nomenlcatura dei nodi di base

4.1. Risultati delle analisi


Le analisi strutturali consistono nel calcolo dei periodi di vibrazione e nel calcolo delle reazioni alla base.
Dalla tabella delle messe partecipanti si nota che il periodo fondamentale della struttura assume il valore di
0,39sec e la massa partecipante a questo modo di vibrare risulta essere pari al 41% in X e il 41% in Y: si
tratta di un moto traslazionale lungo la bisettrice degli assi XY.

Si riportano qui di seguito le deformate modali (i valori degli spostamenti sono in “mm”).

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Tabella 2 deformate modali della struttura tradizionale

La tabella delle reazioni alla base, per le combinazioni di carico definite in precedenza, riportano che, sia nel
caso “Verticale” che nei casi di combinazione sismica, GlobalFZ assume valori di circa 9720 kN così come
stimato nel paragrafo 3.
A valle di queste considerazioni, si può assumere che la modellazione risulta essere corretta.

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Avendo definito la numerazione dei nodi, è possibile determinare le reazioni di ogni singolo incastro nella
combinazione “SLU” e nella combinazione “Ex+0.3Ey”. In particolare, ai fini del progetto degli isolatori
sismici, sono utili le reazioni verticali (dirette lungo Z).
Poiché il catalogo degli isolatori sismici fornisce valori di carico orizzontali allo SLC, si riportano gli scarichi
più gravosi di questo evento sismico.

Tabella 3 Reazioni dei vincoli SLU Tabella 4 Reazioni dei vincoli SLC

Dalla Tabella 3 il valore massimo dimensionate è pari a 1128.32kN, mentre, per lo SLC il valore dello scarico
dimensionate risulta essere pari a 808kN.

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5. MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA ISOLATA ALLA BASE


Le prime due scelte fondamentali e preliminari da fare sono relative a:

- scelta della tipologia di isolatore da installare;


- scelta della collocazione degli isolatori nella struttura in esame.

La prima scelta è funzione della tecnologia che si vuole utilizzare, ed allora possiamo scegliere tra isolatori
elastomerici, ad attrito, a pendolo inverso. Nel nostro caso sceglieremo gli isolatori elastomerici, come
dispositivi più tradizionali, per i quali l’Italia ha raggiunto un notevole livello di esperienza, sia teorica, per la
conoscenza sperimentale del comportamento del dispositivo, sia costruttiva per la qualità raggiunta nella
produzione degli isolatori.

5.1. Progetto degli isolatori verticali


Gli isolatori sono al di sotto dei pilastri, e quindi assolvono al compito, in tempo di assenza di terremoto, di
sostenere i carichi di esercizio dell’edificio. Ma essendo elementi elastici non solo in senso orizzontale ma
anche in senso verticale, è opportuno valutare attentamente la dimensione degli isolatori per scegliere
quello più adatto alle nostre esigenze. E’ evidente che potremo avere molta differenza tra i carichi
trasmessi dai pilastri, ma sceglieremo un numero limitato di isolatori a dimensioni diverse, in modo da
effettuare, successivamente, una valutazione più rapida degli effetti degli stessi sotto sisma.

5.2. Progetto degli isolatori orizzontali


Abbiamo visto che se vogliamo ridurre drasticamente le azioni orizzontali sulla struttura, dobbiamo
spostare il periodo di vibrazione oltre 2.5 sec, con riferimento agli spettri di progetto che sono utilizzati in
Italia, con esperienza dei terremoti avvenuti nel passato.
Quindi se immaginiamo tutto l’edificio concentrato come massa all’altezza degli isolatori, e consideriamo il
periodo che vogliamo ottenere, non è difficile, essendo in presenza di un sistema ad un grado di libertà,
calcolare le grandezze ancora incognite. Nel caso dell’edificio isolato alla base le grandezze incognite sono
le rigidezze orizzontali degli isolatori, dal momento che la massa è quella dell’edificio ed il periodo è
assegnato.

Per determinare la rigidezza dell’isolatore bisogna servirsi della formula del periodo.

M
T1 = 2 ∙ π√ = 𝟐. 𝟓𝐬𝐞𝐜
K globale

In particolare, assumendo che la struttura isolata alla base sia caratterizzata da un periodo fondamentale di
2.5sec e, sapendo che la massa totale dell’edificio è pari a 973120kg, la rigidezza Kglobale risulta essere pari a
6.141 kN/mm.
Quindi la rigidezza della molla orizzontale corrispondente al singolo isolatore sarà pari a 6.141/21=0.292
kN/mm, con 21 pari al numero degli isolatori elastomerici (uno per pilastro).

Si riporta la tabella del catalogo degli isolatori sismici elastomerici.

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Dalla tabella di catalogo scegliamo l’isolatore con la rigidezza orizzontale richiesta. Notiamo che l’isolatore
SI-S 300/76 (0.37 contro 0.292) avrebbe le caratteristiche soddisfacenti per la rigidezza orizzontale richiesta
ma non è sufficiente per il carico verticale massimo gravante su di esso. Infatti l’edificio ha sostanzialmente
tre tipi di pilastro: uno centrale (ad esempio nodo 17), uno di bordo (nodo 7), uno d’angolo (nodo 9).
I carichi corrispondenti si possono desumere dalle Tabella 3 e Tabella 4 che riportano:

nodo 17: NSLU=1128 kN, NSLC=728 kN

nodo 7: NSLU=647 kN, NSLC=808 kN

nodo 9: NSLU=387 kN, NSLC=712 kN

Quindi, scegliamo l’isolatore più grande SI-S 400/75 che soddisfa sicuramente le verifiche per i carichi
verticali, anche se offre una rigidezza orizzontale maggiore.

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Se inserissimo molle tutte uguali in tutti i nodi di base dei 21 pilastri (Figura 7) si otterrebbe un
comportamento torsionale essendo il baricentro delle masse eccentrico dal baricentro delle rigidezze come
si vede dalla Tabella 5.
Tabella 5 Posizione del baricentro delle rigidezze con molle sotto ai 21 pilastri

Infatti, sapendo che il baricentro delle masse dista dal sistema di riferimento di 6.70m (in X e in Y) si ottiene
che il centro delle rigidezze dista da quest’ultimo di 16cm.

Figura 7 Molle messe sotto ai 21 pilastri

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Inoltre si otterrebbe un periodo più basso di quello richiesto come mostra la Figura 8 (le molle sono più
rigide di quelle calcolate).

Figura 8 Primo Modo di Vibrare della struttura con 21 isolatori. T1 = 1.757 sec

Dalla stessa Figura 8 è possibile notare che lo spostamento massimo è di 25mm e che la configurazione
deformata è leggermente ruotata rispetto alla configurazione indeformata a causa dell’eccentricità di
16cm.

Quindi, per ridurre l’eccentricità ed anche per aumentare il periodo del sistema, si procede a riequilibrare la
struttura riducendo il numero degli isolatori, sostituendone alcuni con slitte a rigidezza pressocchè nulla, e
posizionando gli stessi isolatori in maniera opportuna in modo da avvicinare il baricentro delle rigidezze C.K.
al baricentro delle masse C.M. Si calcolano, quindi, i momenti statici delle molle Sx ed Sy.

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Tabella 6 Calcolo posizione degli isolatori e delle slitte

Come è possibile notare dalla Tabella 6, mettendo 17 isolatori, il centro di rigidezze C.K. è distante dal
centro di mass di circa 12cm. La Figura 9 Posizione del C.M. e del C.K.mostra la posizione del C.M. e del C.K.
Il baricentro delle rigidezze è posto alle coordinate (6.82m; 6.82m), mentre quello delle masse C.M è posto
a (6.703m; 6.703m) calcolato nel paragrafo 3.

La rigidezza globale avrà il seguente valore:

Kglob=670 kN/m * 17pilastri= 11390 kN/m

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Figura 9 Posizione del C.M. e del C.K.

Avendo scelto la tipologia di isolatore da utilizzare (SI-S 400/75), è necessario selezionare i nodi in cui si è
deciso di mettere gli isolatori e assegnare dei vincoli SPRINGS in X,Y e Z settando le rigidezze orizzontali e
verticale degli isolatori stessi così come è mostrato nella figura seguente.

Ai nodi rimanenti si è deciso di inserire slitte del tipo VASOFLON. La scelta di queste ultime è valutata in
funzione degli scarichi definiti nella Tabella 3. La figura seguente mostra la tabella di catalogo delle slitte.
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Questi ultimi dispositivi sono stati modellati nel software di calcolo come vincoli “carrello” impedendo la
sola traslazione verticale in direzione Z come si vede in Figura 12.
Qui di seguito si riportano la vista estrusa dell’intero modello, la vista dei vincoli di base e i nuovi vincoli ai
nodi di base.

Figura 10 Modello della struttura isolata alla base

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Figura 11 Vincoli alla base dei pilastri (Springs e carrelli)

Figura 12 Vincoli ai nodi di base

5.3. Risultati delle analisi


Come nel caso della struttura tradizionale sono stati valutati i periodi di vibrare della struttura, nonché le
deformate modali e le reazioni alla base.
Per quanto riguarda l’azione sismica la normativa impone di assegnare allo spettro di risposta di progetto
un valore del fattore di struttura pari a 1.5 per periodi superiori a 0.8*Tis (Tis=2.5sec).
Dalla tabella delle masse partecipanti si nota che il periodo fondamentale è pari a 1.94sec, avendo inserito
molle più rigide rispetto a quelle calcolate con 2.50sec.

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Inoltre, il primo modo e il secondo modo sono identici e traslazionali facendo partecipare il 70% della
massa come dimostra il seguente calcolo:

Mpartecipante.TOT = √0.4992 + 0.4992 = 0.706

Si riportano le deformate modali. Gli spostamenti sono espressi in mm.

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Dalle immagini delle deformate modali si nota che i primi due periodi sono di traslazione (come ci si
aspettava) essendo tutta la struttura assimilabile ad un pendolo inverso avente un solo grado di libertà. Il
terzo modo è di torsione, mentre il quarto modo è traslazionale con un punto di spostamento nullo lungo la
verticale.
Si riporta qui di seguito la tabella delle reazioni alla base.

Anche in questo caso i valori delle reazioni verticali sono pari a quello determinato manualmente (9730kN).

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6. SCHEMATIZZAZIONE DEL MODELLO ISOLATO ALLA BASE


Ai fini della validazione del calcolo dovuto alla modellazione strutturale dell’edificio isolato alla base è
opportuno modellare lo stesso tenendo in considerazione la schematizzazione del pendolo inverso
vincolato al piede con molle che simulano l’insieme degli isolatori come mostra la Figura 13.

Figura 13Schema di mensola equivalente isolata alla base

Sapendo che la massa risultante ricade ai 2/3 di Htot (8m) si realizza un elemento FRAME di altezza pari a 8m
con le seguenti caratteristiche meccaniche

Inoltre, bisogna assegnare alla sezione della mensola equivalente il valore dell’inerzia come somma delle
inerzie dei singoli pilastri
1 1
I = 21pilastri ∙ ∙ B ∙ H 3 = 21 ∙ ∙ 0.5m ∙ (0.5m)3 = 0.109m4
12 12

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Volendo realizzare una sezione equivalente quadrata, bisogna uguagliare l’ inerzia con quella valutata in un
generico quadrato di lato “l”. Pertanto il lato avrà lunghezza pari a 1.069m
La rigidezza tagliante viene amplificata nel settaggio della sezione da adottare per trascurare i suoi effetti.
Nella Figura 14 sono stati evidenziate le inerzie nelle direzioni 3 e 2 della sezione quadrata e sono stati
evidenziati i valori di “SHEAR AREA” nel riquadro Property Modifiers.

Figura 14 Sezione equivalente

Tenendo conto della rigidezza degli impalcati si può schematizzare la mensola equivalente come un
modello del tipo “shear type” inserendo ai nodi intermedi dei “RESTRAINTS” che bloccano le sole rotazioni
R1 R2 e R3.
Inoltre sono stati assegnati il peso di tutto l’edificio e il peso di tutti gli isolatori e delle slitte come mostra la
Figura 15.

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Figura 15 Dettaglio di modellazione della mensola equivalente

Dalla tabella degli isolatori elastomerici e delle slitte scelte in fase di progettazione il peso totale è valutato
secondo quanto segue

Wtot.isolatori= 17isolatori*153 kg + 4slitte*23 kg=2693kg (circa 27kN)

Dalla stessa Figura 15 si può vedere che al nodo di base è stato assegnato il vincolo “SPRING” costituito
dall’insieme di due molle orizzontali e la molla verticale aventi le seguenti caratterisiche:

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Figura 16 Vincoli SPRINGS assegnati per simulare il sistema globale degli isolatori

Come mostra la figura precedente il valore della rigidezza “SPRING” nelle direzioni U1 e U2 assegnato è la
somma delle rigidezze orizzontali degli isolatori:

K (U1, U2) =17pilastri * 670 kN/m =11390 kN/m

Una volta settati tutti i parametri fondamentali e assegnate le masse sismiche che rientrano in gioco è
possibile effettuare l’analisi modale.

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Figura 17 Analisi Modale: Periodo Fondamentale

Come mostra la Figura 17 il periodo proprio del modello della mensola equivalente isolata alla base assume
il valore di 1.89sec che è in accordo con quello valutato dalla modellazione della struttura isolata alla base
vera e propria (1.94sec). Il periodo della mensola equivalente è leggermente più basso di quello della
struttura avendo ipotizzato un sistema strutturale della stessa del tipo Shear Type (con impalcati
infinitamente rigidi). Inoltre, da come si vede dalla Figura 17 il moto è di tipo traslazionale.
Inoltre lo stesso periodo è in accordo con quanto calcolato manualmente:

M (9730 + 27)kN/g
T = 2π√ = 2π√ = 1.86sec
K 11390 kN/m

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7. CONCLUSIONI
In questo documento è stato riportato il progetto degli isolatori sismici. In particolare è stato studiato un
edificio tradizionale e lo stesso edificio isolato alla base.
Ci si è focalizzati sui modi di vibrare della struttura e si è visto che disponendo in punti ben precisi i
dispositivi di isolamento si è potuto, quasi, far coincidere il centro delle rigidezze con il centro di massa.
Infatti come ha mostrato l’analisi modale di quest’ultima struttura, il primo modo di vibrazione è
caratterizzato da un moto traslazionale della struttura. Il terzo modo è risultato torcente.
Inoltre il corretto dimensionamento degli isolatori e la corretta modellazione ha fornito un periodo proprio
della struttura isolata alla base di 1.94 sec così come è stato anche verificato effettuando una modellazione
approssimata di confronto realizzando una mensola equivalente isolata alla base sotto l’ipotesi di
comportamento strutturale Shear Type.
Inoltre lo stesso periodo è stato convalidato realizzando il calcolo manuale del periodo alla fine del
paragrafo 6 che ha fornito il risultato di 1.86 sec.
Le deformate modali del modello dell’edificio isolato e quello della mensola equivalente hanno fornito lo
stesso risultato infatti si può notare che il primo modo (e il secondo periodo di vibrazione) è caratterizzato
da uno spostamento di circa 32mm in entrambi.
Si è visto che la struttura tradizionale è caratterizzata da un periodo fondamentale di 0.39sec: come ci si
aspettava, risulta essere più rigida di quella con gli isolatori e le slitte.
Per quanto riguarda l’azione sismica, a parità di fattore di struttura (per esempio q=4.68 in entrambi i
modelli) si nota come l’accelerazione spettrale SLV, nel caso di edificio isolato alla base, assumerebbe valori
molto più bassi di quello dell’edificio tradizionale come dimostra la Figura 18.

Edificio tradizionale

Edificio isolato

Figura 18 Spettro di progetto con fattore di struttura pari a 4.68

Si riportano qui di seguito i risultati, in sintesi, ottenuti:

Tabella 7 Risultati finali di confronto

STRUTTURA q Massa T1 Se(T1)/g Taglio alla


[-] [kN] [sec] [-] base [kN]
Tradizionale 4.68 9730 0.39 0.21 2100
Isolata 4.68 9730 1.94 0.05 490

Dalla tabella precedente si evince che l’azione sismica della struttura tradizionale è maggiore di quella
isolata alla base di 4.2 volte.

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CORSO: Costruzioni in zona sismica

Inoltre, il valore del taglio alla base della struttura tradizionale è confrontabile con il valore della reazione
alla base calcolato con il codice di calcolo Sap2000 e riportato nella tabella “Base Reaction” del paragrafo
4.1. In particolare, come si nota dalla stessa tabella, il valore GlobalFX è pari a 2762kN: esso è più grande di
quello stimato manualmente e riportato in Tabella 7 perché è presente il contributo aggiuntivo del 30% di
Ey. Infatti, tenendo conto della combinazione 1Ex+0.3Ey si ottiene, manualmente, che il taglio alla base è
valutato nel seguente modo:

Fx= 2100kN*(1+0.3)=2730 kN

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