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Arcipelago
Ricerche di psicoanalisi contemporanea

Collana IRPA – Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata


Direttore Massimo Recalcati
Comitato Scientifico A. Becce, M. Castrillejo, F. Lolli, G. Mierolo, M.T. Rodriguez

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© 2014, Pearson Italia, Milano-Torino

Prima pubblicazione: aprile 2014

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Indice

VII Introduzione

AL DI LÀ DI OGNI LEGGE

3 L’anti-Edipo: dall’antipsichiatria all’antipsicoanalisi


di Patrick Landman

8 C’è del godimento senza legge


di Alex Pagliardini

26 Il desiderio in America. Per una politica ad arcipelago


di Ubaldo Fadini

43 Psicosi e capitalismo. Il desiderio rivoluzionario


del corpo senza organi
di Silvia Lippi

54 Il rovescio della struttura


di Paolo Godani

61 Tutta la vita deve cambiare.


Sovversione del soggetto e pratiche del desiderio
di Pino Pitasi
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IL DESIDERIO È RIVOLUZIONARIO

77 Schizofrenia e responsabilità.
Note sul desiderio nell’Anti-Edipo
di Massimo Recalcati

96 Risonanze. Lacan e Deleuze sul desiderio


di Fulvio Carmagnola

119 «Un po’ di scoperta nella psicoanalisi».


Sui bordi dell’Anti-Edipo
di Francesco Vandoni

136 Il desiderio triangolare.


La mediazione di Lacan nel primo Deleuze
(nei suoi rapporti con la psicoanalisi)
di Francesco Spina

153 Deleuze/Lacan. Verso una filosofia della natura


di Rocco Ronchi

IL CAPITALISMO NON HA LIMITE ESTERNO

167 Capitalismo e macchina desiderante tra linee di fuga


e dualismo
di Laura Bazzicalupo

183 Psicoanalisi e politica. Un crinale


di Federica Giardini

199 Capitalismo ed etica del reale. Ipotesi di sinestesie


teoriche tra Jacques Lacan e Gilles Deleuze
di Federico Chicchi

216 Godere del debito. Il sogno perverso del capitalismo


di Enrico Redaelli

233 Il desiderio e il panico


di Franco Berardi Bifo
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Introduzione

I testi che qui introduciamo sono le risonanze di una domanda che si


formula nell’incrocio di due assi scelti tra gli innumerevoli che si svilup-
pano a partire da un libro, L’anti-Edipo. Un primo asse è dato dal
tempo, ormai più di quarant’anni, tra la sua pubblicazione, nel 1972, e
oggi. Un secondo è definito dai due nomi di Jacques Lacan e Gilles
Deleuze.
Nel riecheggiare questa duplice domanda ciascuno degli articoli
intreccia a suo modo tre temi, come tre strati o tre registri (legge, desi-
derio, capitalismo) risaltandone però uno in particolare. Ciascun testo,
insomma, porta in primo piano una delle tre chiavi del titolo lasciando
più o meno sullo sfondo le altre due, che vi si trovano però inevitabil-
mente intrecciate. Questa triplice chiave di lettura ci ha permesso di
organizzare il volume in tre capitoli, intitolati a tre passi tratti dall’Anti-
Edipo. Non ci è stato comunque difficile estrarre dai testi questa orga-
nizzazione, dal momento che in effetti, salvo qualche eccezione, l’occa-
sione del loro primo concepimento fu un convegno intitolato Legge,
desiderio, capitalismo. Deleuze, Lacan e la psicoanalisi a quarant’anni
dalla pubblicazione dell’Anti-Edipo e che è merito di Federico Chicchi di
aver pensato e organizzato nell’ottobre del 2012. Il titolo di quel conve-
gno finisce dunque per risuonare in ciascuno degli articoli che compon-
gono il volume.
Ma perché scegliere di tenere L’anti-Edipo al centro? Perché indub-
biamente, e per molti aspetti, si tratta di un testo che ha segnato un’e-
poca. Per limitarsi ad accennare a una questione stilistica, a una pro-
spettiva, cioè, per nulla esteriore alla concettualità filosofica, L’anti-
Edipo sperimenta un linguaggio che, se certamente trova in Marx (con
Engels) e Nietzsche i suoi precedenti più illustri – ma come non citare
almeno anche Artaud – pure, rispetto ad essi, appare del tutto nuovo. Si
potrebbe definire l’essenza di questa novità come una impareggiabile
forza pulsionale (più debordante che nei precedenti ottocenteschi) inse-
rita in un’inedita costruzione di concetti (più articolata ed estesa di quel-
la di Artaud). È forse in primo luogo questo stile, partecipe della forma
del manifesto e dunque intimamente connesso con le atmosfere rivolu-
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VIII Legge, desiderio, capitalismo

zionarie che si respiravano al tempo, ad aver procurato a questo titolo il


suo formidabile successo. Poiché il presente volume non è mosso da
intenti storico-filosofici, occorre dire che è proprio l’epocalità dell’Anti-
Edipo ad aprirci a una considerazione circa i caratteri del nostro tempo.
Nell’illustrare l’organizzazione e il carattere di questo nostro volume
ci è impossibile non dichiarare la vistosa assenza, dal titolo, del nome di
Félix Guattari. In effetti, invece, è quest’ultimo a triangolare tra i due e
a permettere all’Anti-Edipo di venire alla luce come luogo di una «sin-
tesi disgiuntiva» tra Lacan e Deleuze. Fortunatamente l’intervento di
Bifo restituisce a Guattari il ruolo che gli compete, e permette a noi di
formulare l’ipotesi che tutto il presente volume possa essere inteso come
una tacita riflessione sul ruolo di Guattari stesso tra Lacan e Deleuze.
Perché, allora, interrogare L’anti-Edipo a partire da Lacan e Deleuze?
Perché i rapporti tra loro costituiscono oggi un campo ad alta densità teo-
rica. Vi si possono rintracciare punti di contatto, linee di convergenza,
sovrapposizioni e reciproche influenze, ma anche scissioni, scarti e frattu-
re. Nel tentativo di cartografare questo campo, il presente volume muove
da diverse prospettive: ciascuno dei contributi qui presenti offre un pos-
sibile percorso che mette in gioco sia la batteria concettuale degli autori
dell’Anti-Edipo che la ricerca teorica e la pratica clinica di Lacan. Ne
emerge una geografia complessa e articolata, in cui sono in questione nodi
cruciali del dibattito contemporaneo in ambito psicoanalitico, filosofico e
politico, dalle odierne dinamiche del capitalismo al ruolo della psicoana-
lisi, dall’interpretazione del soggetto al rapporto tra legge e desiderio.
È certamente quest’ultimo, il desiderio, a costituire la materia più
incandescente, nonché la vera chiave di volta dell’Anti-Edipo. L’in-
terpretazione che il libro del 1972 offre del desiderio intende segnare un
punto di rottura, non solo all’interno della tradizione psicoanalitica, ma
anche nel pensiero filosofico e politico del suo tempo. Contro un desi-
derio inteso come mancanza, rinchiuso nel ristretto recinto della trian-
golazione edipica (io-mamma-papà), soggetto al significante fallico e al
Nome del Padre, contro cioè un desiderio limitato, subordinato alla
Legge, catturato nel registro del Simbolico, Deleuze e Guattari vanno
elaborando la loro nozione di desiderio come forza produttiva, positiva,
mancante di nulla. Ne segue una nozione di inconscio costruita su oppo-
sizioni: trascendentale anziché metafisico, materiale anziché ideologico,
reale anziché simbolico, macchinino anziché strutturale, produttivo anzi-
ché espressivo. Ed è a partire da questo armamentario concettuale che si
dipana l’articolata trama di questo libro, con la sua critica sferzante nei
confronti della psicoanalisi come della società capitalistica, a tratti tran-
chant, ma certamente originale e destinata a una lunga fortuna.

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