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di Thomson e il
di Rutherford) basate sulle leggi del la fisica classica
non riescono a spiegare i dati sperimentali.
· 1900
spiega il problema del corpo nero ipotizzando che l¶energia (E) emessa
dai corpi sia quantizzata, cioè sia costituita da multipli discreti di una quantità
fondamentale (hn), detta quanto d¶energia
nj
(dove nj è la frequenza della radiazione, h è una costante universale, h = 6,6 ×10-34
Js)
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passaggio da una logica di continuità energetica dei
fenomeni naturali (il m
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m di Galileo, Leibniz, Newton, Maxwell) ad una
concezione di discontinuità (il
m
m ), in cui l¶energia può essere
scambiata sotto forma di tanti pacchetti elementari proporzionali alla frequenza
mediante la costante di Planck h·E = hnj.
· 1905. applica l¶ipotesi quantistica di Planck per interpretare l¶effetto
fotoelettrico, affermando che la radiazione luminosa è composta da pacchetti discreti
di energia che interagiscono singolarmente con gli elettroni del metallo ; modello
corpuscolare della lucecomposta da un insieme discreto di quanti di energia E=h n
(fotoni = quanti di luce).
· 1913. ! propone un modello atomico planetario in cui gli elettroni negativi
ruotano intorno al nucleo positivo su differenti orbite discrete stazionarie
corrispondenti a diversi livelli energetici quantizzati.
Questo modello permette la spiegazione della struttura discreta degli spettri di
emissione gli atomi possono scambiare energia solo mediante salti degli elettroni tra
le diverse orbite, quindi sono emesse solo le righe spettrali aventi le frequenze
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ipotizza un comportamento ondulatorio della materia ; il dualismo
onda-corpuscolo tipico della radiazione viene esteso anche alla materia.
I due comportamenti manifestati dai fenomeni naturali, quello corpuscolare
caratterizzato dalla
grandezza fisica quantità di moto () e quello ondulatorio caratterizzato dalla
grandezza fisica lunghezza d¶onda (NJ ), sono legati dalla costante di Planck secondo
la relazione (lunghezza d¶onda di De Broglie)
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i) la mm m
mdi ) % (1925) in cui le grandezze fisiche
osservabili sono rappresentate da operatori matematici (le matrici) che assumono solo
valori quantizzati (teoria che si ispira al m
m della realtà fisica);
ii) la mm m
di ´ * (1926) in cui un sistema fisico è
rappresentato da un funzione d¶onda correlata alla probabilità di conoscere lo stato del
sistema (teoria che si ispira al
della realtà fisica).
Ecco le principali innovazioni dal punto di vista logico -concettuale della teoria
quantistica
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come proprietà oggettiva della realtà fisica;
passaggio da un¶interpretazione epistemica della probabilità tipica della fisica classica
ad un¶interpretazione ontologica nella meccanica classica infatti la probabilità è legata
alla nostra soggettiva ignoranza dello stato reale del sistema fisico in es ame,
conoscibile in linea di principio, mentre in meccanica quantistica la probabilità è un
carattere intrinseco ed ineliminabile della realtà fisica ; passaggio da una concezione
deterministica della scienza ad una concezione probabilistica (interpretazione
statistica della funzione d¶onda di Born, 1926)
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(1927) che esprime l¶impossibilità di
conoscere nello stesso tempo con precisione assoluta la posizione e la quantità di
moto di una particella quantistica
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( dove â â sono le incertezze sulla conoscenza della posizione e della quantità di
moto)
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i) gli aspetti corpuscolari e ondulatori della realtà fisica sono tra loro complementari
ma mutuamente esclusivi;
ii) un sistema fisico si manifesta sotto forma di onda o corpuscolo secondo la tecnica
sperimentale usata per osservarlo.
· ! la nuova teoria della meccanica quantistica
si riduce alla ordinaria meccanica classica, quando le grandezze in gioco sono molto
grandi rispetto alla costante di Planck h = 6,6×10-34 Js; dato il valore molto piccolo
di tale costante, la fisica quantistica diventa importante per la descrizione degli oggetti
solo nel mondo microscopico e si riduce a quella classica per lo studio degli oggetti
macroscopici.
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È l¶obiettivo primario della scienza non è capire la realtà esistente, ma quello che
noi misuriamo ( ruolo assolutamente primario dell¶osservatore);
È la teoria fa solo previsioni probabilistiche sui risultati di misure, a condizione
che esse vengano effettivamente eseguite.
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b) nella fase seguente Einstein, ormai convinto della consis tenza e della validità
teorico sperimentale della meccanica quantistica, rifiuta l¶interpretazione ortodossa e
rimane fermamente convinto che le proprietà della realtà fisica esistano
indipendentemente dall¶osservatore che le misura. Secondo Einstein la meccanica
quantistica è una teoria incompleta, una semplificazione statistica di una teoria più
generale che è deterministica e non probabilistica.
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viene suggerita l¶idea che si possa costruire una nuova teoria completa introducendo
delle ulteriori variabili, e che le probabilità quantistiche siano dovute all¶ignoranza di
tali
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· #. !sviluppa una teoria a variabili nascoste equivalente dal punto di vista
predittivo alla meccanica quantistica, ma che risulta perfet tamente deterministica.
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scopre che la teoria di Bohm è non -locale e dimostra che non può
esistere alcuna teoria quantistica che sia al tempo stesso deterministica e locale
³ m î significa che il risultato della misura delle proprietà di u n sistema non può
essere influenzato istantaneamente da un¶altra misura eseguita a distanza.
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