Professional Documents
Culture Documents
A l’
S
T
R
O
F L’UNIVERSO: A TE SCOPRIRLO
I
L
O
DVD ASTRONOMIA
90
€ 1h2è,€ 14,90
anzic
90 90 90 90
€ 1h2è,€ 14,90 € 1h2è,€ 14,90 € 1h2è,€ 14,90 € 1h2è,€ 14,90
anzic anzic anzic anzic
GALILEO L’OSSERVAZIONE LA LUNA come IL SOLE come IL DESTINO
GALILEI DEL CIELO non l’avete mai vista non l’avete mai visto DELLO SPAZIO
CDV 6451 Durata: 112’ CDV 6027 Durata: 180’ CDV 6540 Durata: 60’ CDV 6539 Durata: 50’ CDV 6277 Durata: 150’
Audio e sottotitoli: Audio e sottotitoli: Audio e sottotitoli: Audio e sottotitoli: Audio e sottotitoli:
italiano e inglese italiano e inglese italiano e inglese italiano e inglese italiano e inglese
IO¿OPDWRLOOXPLQDODYLWDSULYDWD /DSULPDJXLGD'9'DOO¶RV $DQQLGDOSULPRVEDUFR ,QTXHVWRVSHWWDFRODUHSUR ,O'9'qVXGGLYLVRLQWUH
e gli affetti di un gigante del VHUYD]LRQHGHOFLHORQRWWXUQR VXOOD/XQDLQTXHVWRVSHWWDFR JUDPPD%%&FLSHUPHWWHGL HSLVRGL,O%LJ%DQJHO¶RULJLQH
SHQVLHURULFRVWUXHQGRLPRPHQWL destinata non soltanto agli ODUHSURJUDPPD%%&YHQJRQR DPPLUDUHODQRVWUDVWHOODSL GHOO¶8QLYHUVR/¶8QLYHUVR
FKLDYHGHOODVXDELRJUD¿DFKH DVWUR¿OLPDDQFKHDTXDQWLYR DSSURIRQGLWLTXHVWLHGDOWUL YLFLQDFRPHPDLSULPDG¶RUD FRPHWHPHWHRULWLHEXFKLQHUL
DSULURQRODVWUDGDDOORVWXGLR JOLRQRFRQRVFHUHO¶RULJLQHHOH DVSHWWLVFRQRVFLXWLGHOODQRVWUD 'DLSULPLVWXGLGL*DOLOHR¿QR ,O6LVWHPD6RODUHLOIXWXURGHL
della luna e dei pianeti. FDUDWWHULVWLFKHGHJOLRJJHWWLFKH DIIDVFLQDQWHFRPSDJQDGL DOOHPRGHUQLVVLPHVRQGH pianeti.
LOOXPLQDQRODYROWDFHOHVWH. YLDJJLRSHUFRQRVFHUHOD/XQD 6RKRH7UDFHULSHUFRUULDPRLO
FRPHPDLSULPDG¶RUD SDVVDWRHLOIXWXURGHO6ROHDOOD
VFRSHUWDGHLVXRLVHJUHWL
ANA
COLL VD
D 90
DI 4
,90 90
€ 1h2è,€ 14,90 € 1h2è,€ 14,90
€ 39 anzic anzic
COME ORDINARE
COME ORDINARE: 'HVLGHURRUGLQDUHL
seguenti DVD:
Invia un fax:
- stampa questa pagina ___________________
030-9822968
- compila il coupon ___________________
- invia l’ordine al fax ___________________
Manda una e-mail:
03 info@astropublishing.com
09 82 29 68 ___________________
___________________
- oppure all’indirizzo
Astro Publishing di Pirlo L.
___________________
info@astropublishing.com ___________________
ASTROFILO
l’
anno II - numero 2 - gennaio 2009
il mensile di scienza e tecnica
dedicato all'astronomo dilettante
direttore onorario
4
Prof. Mario Cavedon
direttore responsabile
editoriale
Michele Ferrara di Michele Ferrara
direttore scientifico
Enrico Maria Corsini
mondo astrofilo
5
resp. sez. web & software
Mario Dho
AA.VV.
resp. sez. astronautica
Paolo Laquale
20
e pubblicità
Astro Publishing di Pirlo L.
Via Bonomelli, 106
cielo del mese
25049 Iseo (BS) AA.VV.
www.astropublishing.com
info@astropublishing.com
servizi internet
32
registrazione
Tribunale di Brescia
n. 51 del 19/11/2008 La variabile Z Ursae Minoris
di Gianluca Rossi
abbonamento annuale
38
12 numeri telematici
euro 30,00
Il cielo sopra Springfield - II parte
copyright di Sabrina Masiero
Tutti i diritti sono riservati.
42
Né parte della rivista né
l’intera rivista può essere
copiata, riprodotta, rielaborata Omaggio a Giuseppe Cocconi
e diffusa senza il permesso
scritto dell’editore. Qualunque
di Gianfranco Benegiamo
violazione del copyright sarà
perseguita a termini di legge.
assistenza legale
software - IRIS
46
Studio Legale d'Ammassa &
Associati.
Milano - Via Alberto Mario, 26
Bologna - Via degli Orti, 44 di Mario Dho
nota/note
L’editore si rende disponibile
con gli aventi diritto per even-
54
tuali fonti iconografiche i cui
titolari non siano stati indivi-
duati. astroweb - MINOR PLANET CENTER
The publisher makes available
itself with having rights for
di Mario Dho
possible not characterized
iconographic sources.
collaborazioni
62
Per collaborare con questa
rivista, gli autori possono
inviare proposte dettagliate a:
astronautica
direzione@astropublishing.com di Paolo Laquale
Non si garantisce la pubblica-
zione del materiale fornito.
editoriale
Al via l’anno internazio- dei lettori e ne abbiamo fatto che si iscriveranno, riceve-
tesoro, con l’intento di mi- ranno nella propria casella di
nale dell’astronomia
gliorare il prodotto già dal posta elettronica notizie di
Finalmente inizia l’Internatio- secondo numero. È naturale astronomia e materie affini,
nal Year of Astronomy 2009. che non si potrà mai accon- selezionate e redatte con ri-
Sono numerose le iniziative tentare tutti, nondimeno fa- gore scientifico e semplicità
in programma, e alcune sono remo il possibile per recepire espositiva.
già in corso e le abbiamo già quei suggerimenti che meglio Un altro servizio che ci sem-
presentate su queste pagine. si conciliano col nostro pro- bra doveroso offrire consiste
Anche la rivista che state getto didattico e divulgativo. nel lasciare libero alla lettura
leggendo è una di quelle ini- Un primo passo in quella di- un articolo o una rubrica per
ziative e uno dei suoi compiti rezione è stato l’inserimento, ogni uscita della rivista: ser-
sarà sicuramente quello a partire da questo numero, virà ai non abbonati per va-
4 di tenere aggiornati gli astro- di collegamenti ipertestuali lutare i contenuti e decidere
fili sulle manifestazioni nei contenuti di articoli e ru- se abbonarsi o meno.
astronomiche che via via si briche. Ciò permetterà a Ciò che invece sicuramente
succederanno. chiunque voglia approfondire non faremo, materiale a di-
Il ruolo dell’Italia nell’IYA argomenti qui solo accen- sposizione permettendo,
2009 si preannuncia rile- nati, di farlo utilizzando ri- sarà ridurre lo spazio dedi-
vante, e non poteva essere sorse esterne, che sarà cato alle iniziative degli
diversamente, visto che ne è nostra cura selezionare sem- astrofili, cosa reclamata pro-
stata la promotrice. Partico- pre più attentamente. prio da alcuni “astrofili”, so-
larmente “agguerriti” sem- Rendere la rivista interattiva stenitori della teoria che
brano essere i professionisti, col web è stata solo la prima tutte le informazioni date al-
mentre, con l’eccezione di di una lunga serie di miglio- l’interno di mondo astrofilo
pochi gruppi astrofili notoria- rie che ci proponiamo di ap- sono già reperibili altrove
mente attivi, si avverte un portare lungo tutto il 2009 e (ma sparpagliate!) sul web,
certo distacco nell’ambiente oltre, se ce ne darete l’op- così come l’insieme delle in-
dilettantistico, che dovrebbe portunità. formazioni che una rivista
invece sentirsi pienamente Stiamo anche affiancando può contenere. Seguendo
coinvolto. alla rivista alcuni servizi gra- quella “filosofia” non biso-
Ma torniamo a noi, a questa tuiti che interesseranno sia gnerebbe più fare quotidiani,
rivista e a voi tutti che abbo- gli astrofili esperti, sia i neo- riviste, libri, enciclopedie, ra-
nandovi avete deciso di so- fiti, sia i semplici curiosi at- diogiornali, telegiornali, in-
stenerla. Dopo la diffusione tratti dai clamori dell’anno somma si dovrebbe abolire
del primo numero (resa a internazionale dell’astrono- qualunque mezzo di informa-
tratti tecnicamente difficol- mia. Il principale è il servizio zione che non sia il loro web
tosa per l’enorme numero di di newsletter, che sarà pie- generalista.
download) abbiamo ovvia- namente operativo dall’alba
mente raccolto le impressioni del nuovo anno: tutti coloro Michele Ferrara
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo editoriale
astrofilo
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
Il 1° dicembre scorso la Luna ha occultato Venere. In questa sequenza, ottenuta in condizioni meteo non ottimali, vediamo
la riemersione del pianeta dal bordo lunare. L’autore è Davide Nava, del Gruppo Astrofili Cinisello Balsamo. Le riprese sono
state effettuate al fuoco diretto di un Maksutov-Cassegrain di 20 cm f/9, con Canon 400D a 200 ISO, pose da 3 s a 1/4 s.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
CIELOBUIO -FRIULI
lettera contro l’inqui-
namento luminoso
«Chi di voi ha mai visto la
Via lattea?» Sono trascorsi
pochi attimi di imbarazzante
silenzio. Poi due manine
hanno fatto capolino tra i
tanti bambini di una scuola
elementare. Uno dei fortu-
nati l’aveva ammirata in alta
montagna, assieme al papà;
l’altro era riuscito a scorgerla
in una notte d’estate dopo
un intenso temporale, men-
tre si trovava dai nonni in Il cielo dal Monte Matajur: a destra e davanti, la pianura friulana, a sinistra
aperta campagna «…ma sol- la Slovenia e alle spalle le Alpi. [Andrej Mohar di "Dark Sky" Slovenia]
tanto guardando sopra la
mia testa, perché più in sione della luce verso l’alto, leggende metropolitane,
14 basso non si vedeva». direttamente perché i lam- come nel caso dell’equazione
Gli altri nulla. Troppa luce, pioni sono privi di scherma- “più luce = più sicurezza”.
troppi lampioni e quel cielo tura e spesso male installati, La luce che sale, per esem-
strano, tinto di giallo che di- oppure a causa della rifles- pio, dalle città del Friuli Ve-
venta luminescente quando sione prodotta con l’utilizzo nezia Giulia si vede
ci sono le nuvole. è questa la di potenze eccessive e di chiaramente dalle vette au-
situazione nella maggior gran lunga superiori a quelle striache poste a 200 chilo-
parte dei centri abitati ita- necessarie per garantire la metri di distanza. Chi in
liani a causa dell’inquina- corretta illuminazione delle Friuli ci vive, invece, vede
mento luminoso che, in nostre strade. Gli esperti sti- soltanto tanta luce e fatica
meno di vent’anni, ha fago- mano che almeno il 45%
citato la volta celeste. dell’energia consumata in
Milioni di chilowattora di Italia per l’illuminazione not-
energia consumati e pagati a turna sia inutilmente spre-
caro prezzo, migliaia di lam- cata perché sale verso il
pioni e fari che sparano cielo. Un peccato per il pae-
ovunque la luce sono la saggio privato del cielo stel-
causa di un fenomeno allar- lato, uno dei suoi aspetti più
mante, non soltanto dal affascinanti. Un peccato
punto di vista ambientale, anche per le nostre tasche di
ma anche in termini di sa- contribuenti: il costo del-
lute, visto che gli studi l’energia negli ultimi due
scientifici concordano sul anni è cresciuto del 35%,
fatto che la luce artificiale è mentre gli impianti di illumi-
sempre più indiziata di gravi nazione continuano a espan-
effetti sull’organismo. dersi incontrollati, spesso
Tutto è causato dalla disper- alimentati da vere e proprie
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
mondo astrofilo
contribuito anche noi ita- naturali di Brescia in occa- condotti dalla sezione bre-
liani, soprattutto al Nord. sione della rassegna sciana dell’Associazione per
Disponiamo di acqua di ele- “Scienza Viva”. l’insegnamento della fisica.
vata qualità dal punto di Per partecipare al concorso Alle ore 16:30 l’Unione
vista potabile che viene è sufficiente inviare n. 1 fo- Astrofili Bresciani proporrà
sprecata anziché essere uti- tografia formato circa 20x30 un laboratorio a premi. Nel
lizzata sulle nostre tavole. cm (per l’allestimento della corso del pomeriggio, per
Tra l’altro per produrre una mostra) e n. 2 fotografie iniziativa dell’Associazione
bottiglia da un litro si con- formato circa 10x15 per cia- Amici dei parchi e delle ri-
sumano tre litri di acqua. scuna opera, a colori o in serve naturali, si svolgerà la
Ogni giorno bisognerebbe bianco e nero. Non è richie- rassegna “Parco InForma”
ricordare quanto sia pre- sta alcuna quota di iscri- dedicata alle aree protette
ziosa questa risorsa e in zione. Il materiale va bresciane e la caccia al te-
questa stagione forse è an- inviato entro il prossimo 10 soro sui parchi del Bre-
cora più facile essere sensi- gennaio 2009, descrivendo sciano destinata ai
bili al problema. Ed è le caratteristiche tecniche giovanissimi.
proprio all’acqua che è dedi- dell’immagine e allegando i Tutte le attività sono ad in-
cato il concorso fotografico dati dell’autore. Le fotogra- gresso libero.
biennale organizzato dal Co- fie vanno spedire al Centro “Scienza Viva” è una delle
ordinamento dei gruppi studi e ricerche Serafino principali iniziative bre-
scientifici bresciani in colla- Zani, Via Bosca 24, 25066 sciane sulla divulgazione 17
borazione con il Centro Lumezzane. Il bando è di- scientifica e si svolge un
Studi e Ricerche Serafino sponibile nel sito www.bre- paio di volte all’anno nell’ul-
Zani. sciascienza.it. tima domenica di novembre
Lo scopo del concorso è e nella prima di febbraio.
quello di stimolare l’attenta 1 FEBBRAIO: SCIENZA VIVA Il programma dettagliato
osservazione della natura e AL MUSEO PER LE FAMIGLIE della manifestazione si può
della vita vegetale e ani- Domenica 1 febbraio, al consultare nelle pagine del
male delle zone umide e di Museo di scienze naturali di sito Internet.
documentarla attraverso Brescia, in via Ozanam 4, Il Coordinamento dei gruppi
immagini naturalistiche. Il verranno programmate di- scientifici bresciani riunisce
concorso ha però anche lo verse attività per i giovanis- i seguenti sodalizi: Associa-
scopo di sollecitare l’atten- simi e le famiglie in zione amici dei parchi; As-
zione verso il problema occasione della manifesta- sociazione amici dei
dell’inquinamento e dello zione “Scienza Viva”. Si planetari; Associazione bo-
spreco dell’acqua. tratta della rassegna di tanica bresciana; Associa-
Il concorso prevede due se- esperienze interattive ideata zione italiana insegnanti di
zioni: una rivolta a tutti e e organizzata dal Coordina- geografia; Associazione per
l’altra ai ragazzi fino a 15 mento dei gruppi scientifici l’insegnamento della fisica;
anni. bresciani nella prima dome- Associazione nazionale inse-
Le immagini selezionate da nica di febbraio. Dalle ore gnanti di scienze naturali;
una apposita giuria, nomi- 14:30 alle ore 17:30 si Associazione Asteria; Cen-
nata dal Coordinamento dei svolgeranno osservazioni al tro Studi Naturalistici Bre-
gruppi scientifici bresciani, microscopio a cura del Cir- sciani; Circolo micologico
verranno allestite in una colo micologico “G. Carini”. “Carini”; Mathesis; Osserva-
mostra a fine novembre Alle ore 15 avranno luogo torio Serafino Zani; Unione
presso il Museo di scienze gli esperimenti divertenti astrofili bresciani.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
Il progetto: “Alla ricerca dei
libri perduti: quante copie
della ‘Astronomia Nova’ di
Kepler e del ‘Sidereus Nun-
cius’ di Galileo sono ancora
esistenti?”.
Il titolo del progetto e la me-
todologia di ricerca parafrasa
il titolo di un famoso libro del
grande storico dell’astronomia
Owen Gingerich, che ha cen-
sito le copie tuttora esistenti appassionata di astronomia e minante all’affermazione della
delle prime due edizioni del di storia della scienza, con Rivoluzione copernicana. La ri-
De Revolutionibus di Coper- l’obiettivo di realizzare un cen- cerca si dovrà effettuare in
nico. Con questo progetto si simento delle due opere che centinaia di biblioteche pubbli-
cerca di coinvolgere quella nei primi anni del Seicento che e private europee, la
parte del popolo di Internet contribuirono in modo deter- maggior parte delle quali non
dispone ancora oggi di catalo-
ghi digitali, fruibili sul web,
delle opere antiche.
19
l ASTROFILO
numero 2 - gennaio 2009 ’
cielo del mese
G
ennaio è un mese particolarmente adatto alle un massimo di 6 secondi d’arco a un minimo di poco
osservazioni celesti. Generalmente la turbo- più di 1.
lenza atmosferica e il seeing in questo pe- La costellazione dei Gemelli conta una settantina di
riodo dell’anno non penalizzano eccessivamente la stelle di magnitudine superiore alla sesta e si di-
visione delle bellezze del cielo, anche se per contro spone su un settore celeste di oltre cinquecento
il clima non è certo dei più incoraggianti. gradi quadrati. Meritevole di uno sguardo al binocolo
o al telescopio è l’ammasso aperto M35 catalogato
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
cielo del mese
non si prospettano
molte opportunità os-
servative. I due og-
getti più “facili” ri-
mangono (1) Ceres e
(4) Vesta. Il primo si
mostrerà di magnitu-
dine 7,6 intorno alla
metà del mese, la
mattina nella costella-
zione del Leone, men-
tre il secondo, di ma-
gnitudine 7,9, transi-
terà nella Balena e si
potrà osservare la
sera.
Potrebbe risultare in-
teressante cercare di
identificare un paio di
asteroidi non partico-
larmente luminosi fra
le stelle di campo
22 nell’oculare. Serven-
dosi di cartine ricavate
da un planetario, sug-
Il cielo della sera, verso l’orizzonte ovest, attorno alle ore 21 di metà gennaio.
geriamo di osservare
[Cortesia di Fabien Chéreau / stellarium.org]
(27) Euterpe di ma-
gnitudine 9,4 la mat-
dopo il tramonto del Sole fin dopo le 21. Con un bi- tina nella costellazione del Leone. Numerosi sono i
nocolo o comunque con piccoli strumenti ottici se ne link che rimandano a informazioni, effemeridi e dati
possono apprezzare le fasi. Risulterà interessante aggiornati inerenti gli asteroidi.
osservare come il pianeta, in questo periodo, si pre-
senti come poco più di una mezza sfera.
Il primo giorno di gennaio Saturno apparirà stazio-
nario e risulterà visibile per l’intero mese.
I l 3 gennaio si registra la massima intensità di una
delle maggiori piogge di meteore: le Quadrantidi.
Queste meteore sembrano provenire una ristretta
Marte e Giove si trovano angolarmente vicini al Sole area, il radiante, posto all’incirca fra la testa della
per cui non sono in condizioni ottimali per essere os- costellazione del Drago e la stella di coda del timone
servati. dell’Orsa Maggiore. Subito dopo il tramonto il ra-
diante risulta basso, quasi in prossimità dell’oriz-
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
cielo del mese
Il satellite naturale della Terra si troverà nella posi- trasto con la superficie circostante.
zione corrispondente al proprio apogeo il 23 gennaio
(406.115 km) mentre si troverà nel punto di minore
distanza, perigeo, il giorno 10 (357.498 km).
Avete mai prestato attenzione all’aspetto della Luna
I l 26 gennaio si verificherà un’eclisse anulare di
Sole non visibile dal nostro Paese.
Il 4 gennaio la Terra si troverà al perielio, ossia alla
quando si trova in prossimità della prima o dell’ul- minima distanza dal Sole equivalente a circa 147 mi-
tima fase? Si presenta come una sottile falce molto lioni di chilometri.
luminosa con la rimanente parte del disco in ombra Può apparire strano che la stagione fredda nel nostro
ma spesso perfetta-
mente visibile.
Forse non tutti sa-
pranno spiegarsi il
motivo per cui in que-
sta particolare situa-
zione un osservatore
terrestre riesce a ve-
dere l’intera circonfe-
renza lunare. È ri-
saputo che la Luna è
un corpo opaco che
non brilla di luce pro-
pria. Osservandola, i
fotoni che raggiun- 23
gono i nostri occhi di-
rettamente, oppure
attraverso un qualun-
que strumento ottico,
non sono stati gene-
rati da un qualche
processo selenico
bensì sono riflessi. In
occasione del Primo e
dell’Ultimo Quarto la
superficie lunare ri- Il cielo della mattina, verso l’orizzonte ovest, attorno alle ore 6 di metà gennaio.
flette la luce del Sole [Cortesia di Fabien Chéreau / stellarium.org]
e quella a sua volta ri-
flessa dalla Terra.
Il primo è artefice della falce luminosa mentre la se- emisfero coincida con la distanza minore del nostro
conda contribuisce a rendere visibile la rimanente pianeta dalla sua stella, anzi, si è istintivamente por-
parte dell’emisfero generando quella che è tecnica- tati a pensare esattamente il contrario. La partico-
mente definita luce cinerea. lare posizione dei due corpi celesti comporta
Questo termine deriva dal fatto che la colorazione effettivamente un incremento di irradiazione di circa
della Luna dovuta alla tenue illuminazione generata il 7% rispetto all’afelio (il punto in cui Sole e Terra
dalla luce del Sole riflessa dalla Terra appare grigia- sono separati dalla distanza maggiore), ma l’inci-
stra come la cenere. denza dei raggi solari al perielio, nell’emisfero nord,
Suggeriamo di osservare con un binocolo o un è però assai minore rispetto a quella che si rileva
piccolo telescopio la superficie lunare un giorno all’afelio ed è proprio questa la ragione per cui,
dopo il Primo Quarto oppure all’Ultimo Quarto. nonostante la relativa vicinanza, in questo periodo
Sono questi i due periodi più favorevoli per scru- fa più freddo. In altri termini, in questo periodo
tarne la superficie bersagliata da innumerevoli dell’anno, gran parte della radiazione solare è ri-
crateri da impatto e per catturarne dettagli alla flessa e non assorbita dall’emisfero nord del no-
soglia del limite ottico in virtù dell’elevato con- stro pianeta.
Astrofisica al
Gran Sasso
Per lo studio dei neutrini
solari è attivo l’esperimento M i capitava spesso, da bambino, di re-
carmi in vacanza passando vicino ai
Laboratori Nazionali del Gran Sasso; è in
Borexino, vero gioiello della uno di quei viaggi che per la prima volta
ricerca scientifica italiana, sentii da mio padre il nome del professor
ospitato presso i Laboratori Antonino Zichichi, l’ideatore dei Labora-
Nazionali del Gran Sasso, tori. Quel viaggio m’impressionò al punto
sotto 1400 metri di roccia. tale da condizionare le mie scelte future:
decisi, infatti, di voler studiare fisica nu-
Vediamo i risultati (parziali) cleare e astrofisica. Iniziai a leggere di-
24 cui si è giunti analizzando i versi libri di Zichichi, eminente scienziato
primi dati raccolti.
di Andrea Simoncelli
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
e ottimo divulgatore, e rimasi colpito dalla nato Amintore Fanfani, i lavori iniziarono
“nascita” dei Laboratori. Come il profes- nel 1980. Due anni dopo fu completato il
sore stesso racconta nel suo libro “Scienza tunnel autostradale mentre i Laboratori di-
ed emergenze planetarie”, verso la fine vennero realtà nel 1987.
degli anni Settanta, durante un viaggio Gi- I Laboratori Nazionali del Gran Sasso
nevra-Roma scoprì, leggendo un giornale, (LNGS) sono uno dei quattro laboratori
una galleria autostradale sotto al Gran dell’INFN, e nel loro genere sono le più
Sasso non ancora terminata e con i lavori grandi strutture sotterranee del mondo in
bloccati. Secondo i dati pubblicati dal gior- cui si conducono esperimenti di fisica nu-
nale, la montagna offriva uno schermo cleare e sub-nucleare e di astrofisica delle
ideale per condurre una serie di esperi- particelle. Situati a circa 120 km da Roma,
menti che il professore, all’epoca presi- tra le città di L’Aquila e Teramo, sono uti-
dente dell’Istituto Nazionale di Fisica lizzati da scienziati provenienti da diversi
Nucleare (INFN), aveva in mente. Dopo
una serie di contatti scientifici e soprat-
tutto politici, con l’allora Presidente del Se-
25
Le strutture
esterne dei
Laboratori Na-
zionali del
Gran Sasso.
Sia queste sia
quelle sotterra-
nee rientrano
nell’ambito del
Parco Nazio-
nale del Gran
Sasso e dei
Monti della
Laga.
[Francesco Ar-
neodo/LNGS/
INFN]
l ASTROFILO
numero 2 - gennaio 2009 ’
articoli
Rappresentazione
artistica delle
strutture sotterra-
nee dei Laboratori
Nazionali del
Gran Sasso.
[Francesco Ar-
neodo
LNGS/INFN]
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
I tunnel del sero se la particella ipotizzata da Pauli fuoriescono e arrivano fino alla Terra. Lo
Gran Sasso in fosse lo stesso neutrone scoperto nel 1932 studio del numero dei neutrini solari e
lavorazione da Chadwick nei nuclei degli atomi, ri- della loro energia è fondamentale per la
durante gli spose: “no, questo è piccolino… è piuttosto comprensione dei processi fisici che fanno
anni Ottanta. un neutrino”. risplendere il Sole;
[Francesco Soltanto molti anni dopo, nel 1956, Clyde 〈 neutrini terrestri: all’interno del nostro
Arneodo Cowan e Frederick Reines riuscirono per la pianeta sono presenti minerali che conten- 27
LNGS/INFN] prima volta a “catturare” degli antineutrini gono elementi radioattivi quali il torio e
prodotti da un reattore nucleare negli Stati l’uranio; quando i loro nuclei decadono,
Uniti; grazie a questo lavoro F. Reines emettono antineutrini elettronici ed ener-
vinse il premio Nobel per la fisica nel 1995 gia sotto forma di calore, che mantiene
(condiviso con M.L. Perl per la scoperta del alte le temperature del mantello e del nu-
leptone τ). cleo terrestre;
Sono noti tre tipi (o “sapori”) di neutrini: il 〈 neutrini da supernovae: nell’esplosione
neutrino elettronico, il neutrino muonico e delle supernovae viene emessa energia
il neutrino tau e indicati rispettivamente sotto forma di luce, materia e anche neu-
con i simboli νe, νµ, ντ . Si suppone che i trini. Se la supernova esplode nella nostra
diversi tipi di neutrino abbiano masse dif- galassia o in galassie vicine la quantità di
ferenti anche se, ad oggi, non si è riusciti neutrini emessa è talmente alta da rag-
a misurarle. giungere la Terra con una intensità rile-
In natura esistono i seguenti neutrini: vante. Tali neutrini sono generalmente
〈 neutrini atmosferici: i raggi cosmici, par- espulsi in un unico fiotto della durata di
ticelle cariche (soprattutto protoni) di alta una decina di secondi, e portano con sé in-
energia che si propagano nello spazio, formazioni preziose sul meccanismo attra-
bombardano in continuazione la nostra at- verso il quale avviene l’esplosione. L’ul-
mosfera innescando delle reazioni a ca- tima supernova vicina è esplosa nella
tena con produzione di diverse particelle Grande Nube di Magellano nel febbraio
secondarie tra cui neutrini e antineutrini 1987 (SN1987A) e per la prima volta fu-
(soprattutto muonici ed elettronici). Essi rono catturati questo tipo di neutrini;
poi si propagano indisturbati fino alla su- 〈 neutrini primordiali: il Big Bang fu la sor-
perficie terrestre; gente di neutrini più imponente nel quale
〈 neutrini solari: durante le reazioni di fu- si produsse una quantità enorme di neu-
sione nucleare responsabili della produ- trini e antineutrini di ogni sapore. Queste
zione dell’energia solare sono prodotti una particelle sono sopravvissute fino ad oggi
gran quantità di neutrini elettronici che diminuendo man mano la loro energia per
l ASTROFILO
numero 2 - gennaio 2009 ’
articoli
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
l ASTROFILO
numero 2 - gennaio 2009 ’
articoli
L’esperimento CNGS
Il CNGS (CERN Neutrinos to Gran Sasso) è il progetto che ha inviato neutrini prodotti dagli ac-
celeratori del CERN fino ai LNGS, a 732 km di distanza; per compiere tale viaggio i neutrini
hanno impiegato solo 2,4 millisecondi. L’esperimento è stato ideato per studiare le oscillazioni
di sapore. Il fascio di neutrini iniziale è stato prodotto utilizzando i protoni del Superprotosin-
crotone (SPS), l’acceleratore di protoni e antiprotoni presente al CERN. I protoni collidono
con il bersaglio, una struttura sottilissima lunga 2 m e composta da 13 cilindri di grafite del
diametro di 4 mm (5 mm per i primi due), producendo mesoni che nel loro decadimento ge-
nerano i neutrini. Il bersaglio è immerso in elio, poiché ad ogni arrivo di un pacchetto di protoni
la temperatura sale a 700 Kelvin e al contatto con l’ossigeno dell’aria la grafite brucerebbe.
Il fascio di neutrini così prodotto è costituito per il 95% di neutrini muonici, per il 4% di antineutrini
muonici e soltanto per l’1% di neutrini e antineutrini elettronici. Meno di una particella su un
milione è un neutrino tau; in pratica il fascio in partenza da Ginevra è privo di neutrini tau.
Durante il tragitto Ginevra-Gran Sasso, i neutrini muonici oscillano e alcuni di essi si trasformano
e arrivano ai rivelatori dei LNGS sotto forma di neutrini tau. Ad aspettarli, sono presenti due ri-
velatori: OPERA (nella sala C), e in futuro, ICARUS (nella sala B).
OPERA è costituito da più di 150mila piccoli mattoni, composti da un sandwich di lastre di
piombo per far interagire i neutrini e speciali pellicole di emulsione nucleare, così da “foto-
grafare” le tracce delle
particelle cariche pro-
dotte nell’interazione.
Il primo “evento” di un
arrivo di neutrini partiti
da Ginevra è stato foto-
grafato il 2 ottobre del
2007. Tra i milioni di neu-
30 trini lanciati verso i LNGS,
il rivelatore OPERA ha,
per la prima volta, indivi-
duato e registrato un
neutrino interagente nel
bersaglio di emulsioni
nucleari; tale particella
ha poi generato una
cascata di altre parti-
celle che sono state
identificate da sofistica-
tissimi rivelatori elettro-
nici.
Il primo evento è stato
seguito da un’altra de-
cina di eventi osservati
nei giorni successivi. I
mattoni relativi a queste
interazioni, dopo essere
stati rimossi da OPERA,
sono stati inviati ai vari
laboratori della collabo-
razione, che sono dotati di microscopi computerizzati necessari per l’analisi di queste parti-
colari fotografie e per la misura delle caratteristiche fisiche degli eventi. Nell’analisi delle
immagini i ricercatori cercheranno eventi particolari che possano indicare la presenza di neu-
trini tau nel fascio in arrivo (che inizialmente ne era privo); l’osservazione di qualche neutrino
tau sarà finalmente la prova dell’oscillazione dei neutrini. Questa è solo la prima tappa di un
progetto che durerà ancora diversi anni e che è stato realizzato grazie al supporto finanziario
di varie Università e Istituti scientifici italiani ed esteri e, soprattutto, grazie alle conoscenze e
competenze di numerosi scienziati e ingegneri.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
l ASTROFILO
numero 2 - gennaio 2009 ’
articoli
La variabile
Z Ursae
Minoris
32
Nella rara classe delle varia-
bili galattiche al carbonio è
annoverata una debole stella
dei cieli del nord. Lo studio
di questo astro a livello ama-
toriale si rivela fondamen- La costella-
tale per monitorare zione dell’Orsa
l’andamento irregolare della Minore ripresa
dall’autore da
curva di luce, oltre a costi- Capracotta (IS)
tuire un ottimo esempio di con macchina
cooperazione tra osserva- fotografica
zioni visuali e CCD. Hassel- blad
C/M 500 dotata
di obiettivo
di Gianluca Rossi Zeiss da 80 mm
f/4, montata in
parallelo a ri-
flettore Newton
di 200 mm.
Posa di 20 min.
guidata ma-
nualmente con
oculare a reti-
colo illuminato.
È indicata la
posizione della
variabile con
l’asterismo per
la sua identifi-
cazione.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
A destra: il
campo stellare
A pochi gradi dal polo
nord celeste si può
rintracciare una fievole
di Z Ursae Mi-
noris, ripreso stellina di 11a magnitu-
da Pereto (AQ) dine che, a tratti irrego-
nel settembre lari, appare scendere
2007 con New- drasticamente di lumi-
ton di 200 mm nosità. Si tratta di Z
f/4 e CCD Star- Ursae Minoris, la cui va-
light Xpress
riabilità fu scoperta nel
SXVF-H9 con
filtro fotome-
1934 dall’astronomo rus-
trico V. so Beljawsky.
È indicata la Classificata inizialmente
posizione della come variabile a lungo
variabile. La periodo di tipo Mira
stella, attorno Ceti, con un intervallo
al minimo di medio dell’ordine dei
splendore
400 giorni, lo studio ap-
(mag. V = 18,6),
si presentava
profondito della curva
appena visibile. di luce eseguito nel 1994 da Benson e le lare, si pensa che queste stelle siano in
Media di 2 im- complesse analisi spettroscopiche con- una fase post ramo asintotico delle gi-
magini da 5 mi- dotte negli anni seguenti da altri astro- ganti del diagramma H-R, forse in uno
nuti di posa nomi hanno fatto ascrivere la stella alla stadio evolvente verso le nane bianche. 33
ciascuna. rara classe di variabili al carbonio tipo R In tale stadio verrebbero a crearsi le
Coronae Borealis. In favore di tale attri- condizioni di temperatura e pressione
buzione sono state determinanti alcune per un nuovo ciclo di reazioni nucleari,
peculiarità fotometriche, come le im- che porterebbero alla massiccia trasfor-
provvise e rapide discese di splendore mazione dell’elio (elemento comunque
(in media 5-6 magnitudini, ma con preponderante di simili stelle) in carbo-
punte anche di 8 magnitudini), oltre alla nio. Poiché però si conoscono solo po-
rilevazione di composti molecolari del chissime variabili di questo tipo (solo
carbonio nello spettro. La scarsa evi- una trentina sono i membri apparte-
denza di bande di composti molecolari a nenti alla categoria), vi sono dubbi che
base di carbonio e idrogeno a livello tali astri siano indicatori di uno stadio
spettrale mostra che Z Ursae Minoris effettivo dell’evoluzione delle stelle di
appartiene alla classe delle stelle al car- piccola massa, e ci sono anche astro-
bonio deficitarie di idrogeno (HdC), che nomi che ipotizzano spiegazioni alterna-
si pensa possano avere qualche rela- tive, tra cui la possibile nascita delle R
zione con le R Coronae Borealis, forse in Coronae Borealis dalla fusione di 2
termini di progenitura. preesistenti nane bianche, originaria-
Lo studio delle spettro di Z Ursae Mino- mente in orbita in un sistema binario
ris, che appartiene alla classe C2, evi- stretto (da qui la rarità di questo tipo di
denzia che siamo di fronte a una stella variabili).
molto anziana, nella cui atmosfera sono Una peculiarità di Z Ursae Minoris è la
presenti composti ed elementi chimici sua bassa temperatura superficiale,
pesanti, frutto della fusione termonu- dell’ordine dei 5250 K, fatto che si ri-
cleare che si è protratta per moltissimo scontra solo in un ristrettissimo numero
tempo nelle regioni interne. Anche se le di questa classe di variabili. Secondo al-
teorie attuali non consentono ancora di cuni studiosi, la bassa temperatura su-
comprendere pienamente il posiziona- perficiale potrebbe essere indice di una
mento delle variabili di tipo R Coronae sottoclasse tra le stesse R Coronae Bo-
Borealis nella scala dell’evoluzione stel- realis (che in genere hanno spettri di
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
Curva di luce di
Z Ursae Minoris
dal 1994 al
2008. Come si
vede, l’anda-
mento presenta
irregolarità
nella durata e
nella profondità
dei minimi (si
ringraziano
l’AAVSO e gli
osservatori
che hanno con-
tribuito alla
realizzazione
della curva).
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
Ritmo circa- conseguenze. Conseguenze, come al so- menti dei giovani studenti nei confronti
diano: di tutti i lito, assai realistiche. Il cielo diventa della scienza e che devono, perciò, in-
ritmi presenti in nuovamente invisibile ma non solo: ventare nuove strategie per rendere la
natura, l’avvi- mentre il consumo di elettricità sale alle scienza non solo comprensibile, ma ad-
cendarsi del stelle, l’intero ecosistema della cittadina dirittura “attraente”.
giorno e della subisce alterazioni devastanti. E mentre La crisi delle “vocazioni scientifiche” è un
notte è sicura- gli uccelli, per guadagnare un po’ di fenomeno che caratterizza molti Paesi al
mente quello più
oscurità, cercano di mondo.
evidente. Da
trasformarsi in talpe, Da uno studio pubbli-
epoche remote,
piante e animali gli esseri umani mo- cato nell’aprile 2004
si sono adattati strano seri disturbi do- da Observa – Scienza e
ad esso, Il dise- vuti alla carenza di Società, l’associazione
quilibrio del ritmo sonno: tristezza, irri- culturale italiana che
circadiano può tabilità, mancanza di si propone di fare da
portare gravi energia, rallentamento ponte fra ricerca scien-
scompensi all’or- psicomotorio e altera- tifica, decisori politici
ganismo: il la- zioni cognitive. Proprio e opinione pubblica,
voro notturno come accade nella re- risulta che in Italia,
rappresenta un altà quando interrom- nell’arco di cinquan-
fattore di rischio pendosi il normale t’anni, gli iscritti ai
negativo per la
ritmo circadiano di al- corsi di laurea ad
salute dei lavo-
ratori, in quanto ternanza tra giorno e orientamento scienti-
l’organismo notte, si verifica un fico, rapportati al to- 39
umano risulta crollo nella produzione tale degli studenti uni-
maggiormente endogena di melato- versitari, sono in forte
vulnerabile du- nina. diminuzione, passan-
rante la notte, A permettere il lieto I componenti della famiglia Simpson do dal quasi 50%
dato che il livello fine in questo episodio visti come frutti di un albero. dell’anno accademico
di vigilanza sarà un sovraccarico di 1951-52 a circa 30%
viene alterato energia che manda in frantumi tutti i del 2000-01, comprendendo non solo fa-
dalla povertà di bulbi delle lampadine di Springfield. Ap- coltà scientifiche in senso stretto (Astro-
stimoli e dall’af- pena in tempo per consentire ai cittadini nomia, Fisica, Informatica, Matematica),
faticamento do-
di assistere a una straordinaria pioggia ma anche quelle relative ai raggruppa-
vuti all’attività
di stelle cadenti. Lo spettacolo emoziona menti di Medicina, Agraria e Ingegneria.
lavorativa.
un po’ tutti. In definitiva, nell’arco di cinquant’anni si
registra una diminuzione di quasi la
La cometa di Bart metà.
Ma ritorniamo a Springfield. Il direttore
Guardare i Simpson è un po’ come guar- Skinner, con camice bianco da laborato-
dare quello che accade nelle nostra città rio e un paio di occhiali tali da farlo ap-
e famiglia. Siamo al Festival della scien- parire un vero scienziato, secondo lo
za della scuola elementare di Springfield, stereotipo diffusissimo non solo tra i
al termine della cosiddetta “Settimana bambini ma anche tra gli adulti, come
della cultura e della tecnologia”. chiusura della settimana della scienza
Il Festival della Scienza è diffuso anche propone il lancio di una mongolfiera,
nelle scuole italiane: istituito dal Mini- idea che è stata realizzata pure in alcune
stero dell’Istruzione e della Ricerca è de- scuole italiane, per esempio in quelle
dicato a una serie di attività utili per della provincia di Ascoli Piceno, in occa-
avvicinare gli studenti alla scienza. sione della Settimana della cultura scien-
Un’iniziativa faticosa per i docenti, senza tifica e tecnologica 2007. E gli «Urrà per
dubbio, che sono poi quel gruppo di at- la scienza!» dei bambini di Springfield
tori in grado di influenzare gli atteggia- sono rivolti in realtà agli effetti del sabo-
taggio sulla mongolfiera, più che per la questo cartone per prendere in giro la
scienza in sé. E Skinner se ne accorge scienza e, come scienziati, ci sembrano
pochi istanti dopo il decollo, con lo stri- fare una magra figura.
scione che man mano che si srotola lo Ma ritorniamo a Skinner, che abbassando
gli occhi dal cielo in direzione di
Bart esclama:
«Per questo io ti punirò, Bart. E
questa volta non sarà una sem-
plice frustata. Siccome hai ridi-
colizzato la scienza, ora dovrai
collaborare con la scienza. Da
domani sarai il mio assistente di Skinner proba-
astronomia amatoriale, se- bilmente non sa
di portare lo
gnando coordinate, portando gli
stesso cognome
Ken Brokman, il mezzo busto Channel Six, al lavoro du- strumenti, e via dicendo. Alle di Burrhus Fre-
rante un’edizione del telegiornale. quattro e trenta di mattina.» dric Skinner, il
«Le quattro e mezza esistono fondatore del
mette in ridicolo: «Ciao! Sono il chiap- anche di mattina?» è la reazione scon- sempre più di-
pone Skinner». certata di Bart che diventa, suo mal- scusso (almeno
Skinner: «Mmmmh, non scenderà per grado, assistente astronomo e che in ambito didat-
mesi. Maledetto colui che inventò l’elio. durante la prima notte di osservazione, tico) comporta-
Maledetto Pierre Jules César Janssen». scopre una cometa. Il sogno di Skinner. mentismo, il
40 Il 18 agosto 1868 mentre stava osser- Ma l’entusiasmo iniziale ben presto si modello che sta
vando un’eclisse di Sole in India, nello trasforma in un incubo: la cometa “Bart alla base di in-
spettro della cromosfera del Sole, Jans- Simpson” sta puntando dritta sulla Terra, terventi terapeu-
tici fondati su
sen notò una riga gialla luminosa ad una e per la precisione su Springfield.
meccanismi
lunghezza d’onda di 587.48 nm. Era la
come quello del
prima osservazione di questa particolare «La rappresentazione degli eventi desti- premio e della
riga e la prima idea fu che si trattasse di nati a far fronte alla catastrofe, così punizione. E
un elemento non ancora sco- perto sulla come delle strategie di comunicazione anche qui lo
Terra. Janssen venne deriso dai suoi col- del rischio, - commenta Malaspina - co- Skinner di Sprin-
leghi, dato che “non era possibile” che stituisce una spassosa antologia, con gfield usa
un elemento potesse essere presente tanto di infografica ed elicotteri delle tv, l’astronomia
nello spazio prima di poter essere sco- della spettacolarizzazione mediatica a- come mezzo pu-
perto sulla Terra. Qualche mese più mericana. E anche dell’atteggiamento e nitivo.
tardi, il 20 ottobre, Joseph Norman Loc- delle reazioni della gente.»
kyer osservò la stessa riga gialla nello Homer è convinto che la cometa verrà
spettro solare e, dopo aver testato senza abbattuta con un missile a testata nu-
alcun successo che si trattasse di un cleare, come proposto dal governo. Ma il
nuovo tipo di idrogeno, concluse che do- tentativo fallisce miseramente e il mis-
veva trattarsi di un elemento ancora sco- sile sfiora la cometa e va a colpire l’unico
nosciuto. Fu la prima volta che un ponte di collegamento esistente tra
elemento chimico veniva scoperto su un Springfield e il resto del mondo. Per gli
corpo che non fosse la Terra. Lockyer e abitanti di Springfield è ormai la fine. E
il chimico inglese Edward Frankland chia- lo capisce lo stesso Ken Brockman, il
marono questo elemento Helios, che in mezzo busto di Channel Six, il quale ren-
greco significa Sole. dendosi conto che si tratta del suo ultimo
Non so se gli sceneggiatori dei Simpson servizio televisivo, coglie al volo l’occa-
sapessero di questa vicenda, ma sicura- sione per riscattarsi di tanti anni di gior-
mente il nome di Janssen, come quello nalismo imbavagliato, facendo scorrere
di altri scienziati illustri del calibro di una lista interminabile di persone gay,
Gold e Hawking, sono stati utilizzati in mentre Homer prende appunti.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
a
all’età di 94
anni Giuseppe
Cocconi.
Fu un pioniere
Giuseppe
dei programmi
SETI.
[cortesia CERN]
Cocconi
è scomparso un pioniere
della ricerca di intelligenze
extraterrestri e dello studio
dei raggi cosmici. proposta circa un anno prima, ed il pro-
blema del loro decadimento era già molto
42 di Gianfranco Benegiamo attuale. Fu proprio mentre mi trovavo con
Fermi nella piccola officina del secondo
piano, intenti lui a lavorare al tornio un
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
1938 tornò a Milano e qui si dedicò a ri- Vanna, che dimostrarono l’origine extra-
cerche nel campo dei raggi cosmici sino al galattica dei raggi cosmici di maggiore
1942, quando fu chiamato nuovamente a energia. Durante gli anni trascorsi nel-
Roma con l’incarico di studiare delle par- l’Università americana collaborò con Philip
ticolari applicazioni tecniche per conto Morrison alla stesura dell’articolo, dedi-
dell’Aeronautica Militare. Sempre lo stesso cato alle migliori strategie per cercare
anno fu nominato professore all’Università possibili radiosegnali di origine aliena, che
di Catania, ma solo al termine della Se- gli darà grande notorietà.
conda guerra mondiale poté iniziare l’at- Nel 1963 Cocconi si trasferì a Ginevra per
tività didattica, nonché riavviare le entrare a far parte di un gruppo, passato
ricerche interrotte e prendere moglie. poi sotto la sua direzione tra 1967 e 1969,
impegnato nel programma sperimentale
sullo scattering protone-protone al proto-
sincrotone del Centre Européen de Re-
cherche Nucléaire (CERN).
Il radiotelesco- Pubblicò centinaia di articoli, soprattutto
pio di circa 26
sugli esperimenti condotti spingendo a
metri di Green
Bank utilizzato velocità relativistiche fasci di protoni.
la mattina dell’8 Anche dopo il pensionamento, avvenuto
aprile 1959 da nel 1979, continuò ad alternare l’interesse
Frank Drake per lo sviluppo di nuovi esperimenti con
per intercettare gli acceleratori di particelle elementari a
eventuali se- quello per l’astronomia. Pochi anni dopo 43
gnali artificiali si ritirò dal lavoro anche la moglie Vanna
provenienti
che insieme al marito amava visitare,
dalla stella
Tau Ceti spesso la domenica mattina, le gallerie
[cortesia NRAO] d’arte situate nella parte più antica di Gi-
nevra.
Quasi mezzo secolo addietro Cocconi s’in-
terrogò, insieme a Philip Morrison, che a
quel tempo insegnava come lui alla Cor-
nell University, sul modo migliore per sta-
bilire un sistema di comunicazione inter-
Nel 1945 sposò Vanna Tongiorgi, la stu- stellare. Dare una risposta a questa do-
dentessa che aveva seguito anni prima manda, ovviamente, significava anche
come supervisore nella stesura della tesi delimitare il campo di frequenze radio su
di laurea e la coautrice di alcuni articoli, cui mettersi all’ascolto per individuare i
pubblicati su Nuovo Cimento e altre rivi- segnali trasmessi da un’eventuale civiltà
ste, dedicati alla componente mesonica extraterrestre intenzionata a rivelarci la
della radiazione cosmica, sia livello del sua esistenza. Affrontando scientifica-
mare che ad alta quota. Giuseppe e mente il problema nell’articolo “Searching
Vanna formarono per oltre mezzo secolo for interstellar communications”, pubbli-
una coppia molto unita dalle comuni pas- cato il 19 settembre 1959 dalla presti-
sioni per la fisica, l’arte e le passeggiate giosa rivista Nature, Cocconi e Morrison
in montagna. contribuirono ad avviare il Search for ex-
Due anni dopo il trasferimento in Sicilia, traterrestrial intelligence, programma co-
Cocconi ottenne un’interessante offerta munemente noto come SETI, che ha la
di lavoro, proveniva dal futuro premio finalità di rilevare messaggi alieni.
Nobel per la fisica Hans Bethe, e fu così Cocconi fu tra i primi ad ipotizzare che il
che andò a insegnare alla Cornell Univer- radiotelescopio da poco entrato in fun-
sity, dove restò sino al 1963 eseguendo zione a Jodrell Bank, allora il più grande
esperimenti, sempre insieme alla moglie del mondo, fosse abbastanza sensibile da
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
articoli
che talvolta si registrano nella vita quoti- ottimale che obbliga a scegliere, tra innu-
diana così come nel progresso della merevoli possibilità, solo poche frequenze
scienza, iniziò il Progetto Ozma: nome su cui mettersi all’ascolto.
ispirato dal mago Oz, il personaggio dei Le più promettenti tra queste si trovano
racconti per l’infanzia ideato da Frank intorno alla frequenza di 1,42 GHz, pro-
Baum. Seguendo ragionamenti indipen- dotta dall’idrogeno neutro quando lo spin
denti, ma tali da condurre alle di elettrone e protone pas-
stesse conclusioni, la mattina sano da paralleli ad antipa-
dell’8 aprile 1960 Frank Do- ralleli. Nel corso degli anni
nald Drake intraprese il primo Sessanta, inoltre, i ricercatori
tentativo per intercettare se- rivelarono la linea di emis-
gnali artificiali, alla lunghezza sione dell’ossidrile (OH) co-
d’onda di 21 cm, provenienti smico alla frequenza di 1,64
dalla stella Tau Ceti. GHz che analogamente a
Drake si recò tra le montagne quella dell’idrogeno si trova
della Virginia orientale, poco in una regione relativamente
dopo la laurea in astronomia tranquilla dello spettro radio.
conseguita presso l’Università I prodotti di dissociazione
I coniugi Cocconi in della sostanza fondamentale
di Harvard, per contribuire
un’immagine ripresa nel
alla realizzazione del radiote- per la vita terrestre, per-
maggio 1977: amavano
lescopio ampio 26 metri fi- visitare le gallerie d’arte tanto, fornirono un partico-
nanziato dal National Radio situate nella parte più lare intervallo di frequenze,
Astronomy Observatory antica di Ginevra. battezzato da Bernard Oliver 45
(NRAO) di Green Bank. Una [cortesia CERN] “water hole” (la cosiddetta
delle domande che il giovane buca dell’acqua), all’interno
si pose, mentre stava prendendo forma la del quale si concentrò da allora l’ascolto
struttura metallica della grande antenna, dei vari programmi SETI.
riguardava la massima distanza da cui Descritto come un uomo schivo e gentile,
una civiltà aliena avrebbe potuto ricono- poco interessato ai riconoscimenti acca-
scere, usando lo stesso strumento, i se- demici e alle onorificenze, il fisico coma-
gnali più intensi trasmessi dalla Terra. Il sco si dimostrò sempre particolarmente
risultato dei calcoli fissò in una decina di disponibile a condividere, soprattutto con
anni luce il campo d’azione del radiotele- gli studenti e i colleghi più giovani, le
scopio e dentro una sfera dello stesso rag- molte conoscenze accumulate sia nel
gio rientravano alcune stelle simili al Sole. campo teorico sia in quello sperimentale.
Esponendo queste idee ai colleghi dell’os- Oltre ai molti meriti conquistati nei vari
servatorio, iniziò a prendere forma il Pro- ambiti dell’attività scientifica, qui soltanto
getto Ozma che ottenne il nulla osta di accennati per ragioni di spazio, occorre in
Lloyd Berkner, a quel tempo direttore del conclusione rammentare anche le notevoli
NRAO, per l’acquisto delle attrezzature doti umane espresse da Giuseppe Cocconi
necessarie a realizzarlo. nel corso della sua lunga e fruttuosa vita.
Trasmettere messaggi usando molteplici
frequenze elettromagnetiche è un sistema
poco efficiente, mentre l’impiego di se-
gnali quasi monocromatici permette, a Gianfranco Benegiamo è nato a Genova nel
parità d’energia consumata, di raggiun- 1953. Laureato in Chimica, lavora nel campo
gere eventuali stazioni riceventi molto più della tutela dell’ambiente naturale, ma da sem-
pre coltiva un profondo interesse per l’astrono-
lontane e consente a queste ultime di di- mia e la storia della scienza. Ha pubblicato una
stinguerli più facilmente dai vari disturbi cinquantina di articoli sulle principali riviste di
di fondo che li accompagnano. divulgazione astronomica e altri suoi scritti
sono ospitati nel sito web del Circolo Astrofili
Cercare messaggi dispersi sull’intero spet- Talmassons.
tro radio, pertanto, è una strategia poco
IRIS
Un ottimo esempio di ap-
plicazione freeware, co-
stantemente aggiornata e
potenziata, al servizio
dell’astroimager evoluto.
Inizieremo a conoscere
IRIS su questo numero
della rivista e poi prose-
guiremo sul prossimo.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
software
di lavoro nella quale saranno lerle importare in formato PIC Il linguaggio adottato, una sorta
salvate, di default, le immagini sul desktop principale di IRIS. di Basic semplificato, consente
trattate o acquisite da una sor- Sarà sufficiente comporre il se- di attivare un consistente nu-
gente esterna. L’operazione in guente comando, con relativo mero di funzioni e algoritmi
questione si esegue accedendo argument, e dare successiva- (ben oltre 200!) per mezzo dei
alla finestra di dialogo denomi- mente l’input di invio per impar- quali anche l’astroimager più
nata ‘Settings’ (‘Barra dei menu tire l’esecuzione dello stesso: smaliziato può ottenere risultati
principali>File>Settings’) e digi- >FITS2PIC c:\Programmi\Iris\ soddisfacenti e in molti casi pa-
tando nell’area ‘Working path’ la Immagini\M42- 1 4 ragonabili, se non identici, a
cartella di lavoro con il relativo Il programma supporta una nu- quelli ottenibili con applicazioni
percorso, ad esempio c:\Pro- trita quantità e tipologia di co- similari di tipo commerciale,
grammi\Iris\Immagini. mandi precompilati consultabili molto costose e spesso fuori
Il formato prioritario di salva- dagli interessati alla pagina dalla portata economica dei
taggio dei file è il PIC; è prefe- http://astrosurf.com/buil/iris/tu neofiti.
ribile mantenere questa impo- torial17/doc30_us.htm. Nell’ambito della elaborazione
stazione anche se nel settore Le prime volte queste metodolo- delle immagini planetarie e dei
‘File type’ l’utilizzatore
del programma può
scegliere il formato al-
ternativo FITS nelle
due estensioni ‘fit’ e
‘fts’.
L’apertura di un file si 47
effettua, secondo i
casi, in diversi modi:
- selezionando il co-
mando ‘Open’ del
menu ‘File’ oppure
cliccando direttamente
sul comando standard
di apertura file posto
nella barra degli stru-
menti
- usando l’apposita
console di comando
- per mezzo dell’im-
portazione ‘Drag and
drop’.
Una routine di conver- Il primo passo, prima di iniziare l’uti-
sione e importazione lizzo del programma, consiste nel se-
lezionare la directory di lavoro.
semiautomatica di se-
quenze di file dal for-
mato FITS in formato
PIC si abilita digitando al prompt gie operative potranno sem- trattamenti di filmati, IRIS si
dei comandi la sequenza alfanu- brare non del tutto semplici ai colloca in una posizione di ver-
merica ‘FITS2PIC’. principianti, ma con un minimo tice come potenzialità e qualità
Supponiamo, ad esempio, di di pratica e leggendo attenta- proponendo, fra l’altro, le se-
aver archiviato una serie di im- mente le dettagliate istruzioni guenti opportunità:
magini opportunamente nomi- contenute nell’help online, in - scansione automatica dei
nate (M42-1.fits, M42-2.fits, breve tempo chiunque familia- frame di un filmato e filtrazione
M42-3.fits, M42-4.fits e così via) rizzerà con queste tecniche par- di questi ultimi secondo para-
nella directory di lavoro e di vo- ticolari. metri preselezionati dall’utente
- conversione e me-
diazione automatica di
un numero illimitato di
frame
- messa a registro mol-
to precisa dei frame.
IRIS manipola ed ela-
bora sequenze di im-
magini bitmap tutte
della medesima di-
mensione, così come
frame estratti da fil-
mati in formato ‘AVI’ o
compresso ‘DivX’. Pro-
cediamo con ordine e
gradualità andando a
conoscere strumenti,
routine, algoritmi e
funzioni raggiungibili
direttamente dalla Una particolare modalità di apertura
dei file che si serve di una console di
toolbar composta di
comando, attivata dal click del mouse,
14 pulsanti e dalla sull’apposito pulsante della toolbar.
48 barra degli 11 menu
principali, che racchiu-
dono una serie di ben
158 sottomenu.
Dopo aver accennato alle mo-
dalità di apertura di un file o di è possibile definire il livello di sono messi a disposizione co-
un gruppo di frame vediamo compressione per i file con mandi anche multipli e com-
come, nella pratica, è possibile estensione JPG inserendo nu- plessi: macrocomandi che ridu-
salvare un’immagine astrono- meri progressivi dall’1 al 5. Il cono sensibilmente l’intervento
mica che abbiamo precedente- valore 1 si riferisce alla miglior manuale in alcune procedure di
mente aperto ed eventualmente qualità, mentre al valore 5 è as- elaborazione di immagini, come
elaborato. sociata la maggior compres- ad esempio la somma di più
Il programma consente di archi- sione. Ecco, in dettaglio, come frame.
viare rapidamente le immagini si presentano le righe di co- Al lancio di IRIS, oltre alla fine-
nei formati FITS, PIC, BMP, TIFF, mando per questi due casi stra principale, appare la se-
JPEG e PNG dal sottomenu “estremi”: zione ‘Threshold’ composta di
‘Save’ appartenente al gruppo >SAVEJPG MYPROCESS 1 due cursori scorrevoli che co-
principale ‘File’ oppure cliccando >SAVEJPG MYPROCESS 5 mandano le soglie di visualizza-
direttamente sull’apposita icona Un apposito comando (>SA- zione e dai pulsanti ‘Range’ e
posta nella toolbar. VEPSD) consente di salvare un ‘Auto’. Ulteriori quattro comandi,
Analogamente all’apertura, an- frame in formato PSD (Photo- posti in basso a sinistra, gesti-
che il salvataggio di un file può shop). scono la visione delle immagini
essere gestito da input digitabili Notiamo che la sintassi adottata in palette di falsi colori, in
nella finestra del prompt dei co- per la compilazione delle righe bianco e nero e in negativo.
mandi: di funzione principali, per l’aper- In molti casi, prima ancora di
>SAVE MYPROCESS (salvatag- tura e il salvataggio di file, pre- passare alla fase di elaborazione
gio nella directory di lavoro di vede una parola di comando vera e propria, la regolazione
un file nel suo formato corrente) seguita da uno o più argument. delle soglie di visualizzazione
> SAVEPNG MYPROCES (salva- Mantenendo questa imposta- permette di valutare, a grandi
taggio del file in formato PNG). zione relativamente semplice linee, la qualità di un determi-
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
software
nato frame e di verificare la pre- tere al PC e gestire attraverso blu. Chi scrive usa una Canon
senza, all’interno del campo co- l’applicazione, e precisare la ti- EOS 350D che è caratterizzata
perto da un sensore di ripresa, pologia di interpolazione delle dai seguenti settaggi:
di un oggetto debole e non facil- immagini RAW. Le opzioni dispo- - 1960 nella banda del rosso
mente distinguibile. Anche se di nibili sono tre: - 1000 nella banda del verde
primo acchito non sembra es- - Linear - 1230 nella banda del blu.
sere altrettanto intuitivo e pra- - Median Tutte le routine di preprocessing
tico, è possibile gestire le fasi di - Gradient. indispensabili per ottenere la
impostazione dei valori di inten- Generalmente, per le immagini calibrazione di un frame otte-
sità luminosa dei pixel dalla con- di soggetti planetari o, comun- nuto con una macchina fotogra-
sole dei comandi attivando un que, ad alta risoluzione è prefe- fica digitale sono contenute nel
input generato da una riga del ribile selezionare la modalità menu ‘Digital photo’ il quale è
tipo: ‘Gradient’, mentre per i frame di composto di ben 20 sottomenu.
>VISU 1200 60. campi stellari si consiglia di pro- Le principali fasi che costitui-
Quando si apre un file sono vi- vare con ‘Linear’. scono le primissime elaborazioni
sualizzate alcune informazioni Occorre inoltre definire e quan- necessarie per ripulire le imma-
basilari nella parte inferiore tificare i valori per il bilancia- gini e renderle adatte ai succes-
della finestra principale. Più in mento automatico del bianco sivi processi di trattamento sono
dettaglio possiamo identificare spuntando la casella ‘Apply’ essenzialmente 6:
la dinamica massima dell’imma- posta all’interno dell’area ‘White - Make an offset
gine, le coordinate spaziali ‘x’ e Balance’ nella parte inferiore del - Make a dark
‘y’ e l’intensità luminosa di un pannello ‘Camera Settings’. - Make a flat-field
qualunque punto evidenziato Ogni modello di reflex digitale - Remove offset 49
con il puntatore del mouse. ha dei valori definiti di bilancia- - Remove dark
Per le immagini in bianco e nero mento nel rosso, nel verde e nel - Divide by a flat-field.
leggeremo, ad esem-
pio, una dinamica di
16 bit, mentre quelle a
colori mostreranno u-
na dinamica totale di
48 bit, ossia 16 bit
massimi per la banda
dei tre colori essenziali
(rosso, verde, blu).
IRIS può controllare
svariate tipologie di
hardware per l’acqui-
sizione di immagini a-
stronomiche. Fra que-
ste anche le più co-
muni reflex digitali,
che vanno selezionate
e configurate opportu-
namente. Per fare ciò
occorre attivare l’ap-
Screen shot catturato durante la fase
posito pulsante posto di salvataggio di un’immagine in for-
sulla toolbar sotto- mato PNG.
stante alla barra dei
menu principali, indi-
care il modello speci-
fico di reflex digitale,
che si intende connet-
Per creare un’immagine master maggioranza dei casi, per le re- guita dall’invio da tastiera. In
di offset bisogna attivare la re- flex digitali, ‘Median’ sembra es- questo modo il software calcola
lativa finestra di dialogo in cui sere la scelta migliore, quindi è il numero di pixel caldi trovati
indicare la denominazione gene- consigliabile, almeno all’inizio, entro la soglia specificata (45
rica e il numero delle singole im- mettere il check su questa op- nel nostro caso). L’obiettivo è
magini da mediare fra loro. zione. Il file risultante, nominato quello di “giocare” con il valore
Dopo aver impartito l’input di ‘Dark’ e salvato, può eventual- di soglia fino a ottenere un con-
‘Ok’ è necessario salvare il risul- mente servire da punto di par- teggio di circa 300 hot pixel per
tato finale sull’hard disk del tenza per la realizzazione di un dark frame ottenuti con tempi di
computer denominandolo ‘Off- “file cosmetico” per mezzo del integrazione che si aggirano in-
set’. Questo master potrà essere quale si migliora la normalizza- torno ai due minuti.
usato per un numero indefinito zione della sottrazione delle Per ottenere un’accettabile cali-
di volte. Ovviamente bisognerà fonti di rumore nella successiva brazione di una fotografia astro-
fare attenzione a non confon- fase di ‘Preprocessing’. nomica digitale, oltre al master
dark frame, il file di
offset e l’eventuale
file cosmetico, oc-
corre anche un file
master flat-field: lo
realizziamo attraverso
la window del sotto-
menu ‘Make a flat-
50 field’. Negli appositi
IRIS è compatibile spazi indichiamo il
con un gran nu-
nome dei singoli flat
mero di modelli di
reflex digitali. calibrati, il nome del-
Prima di poterle l’offset, il numero
gestire è indispen- delle immagini da
sabile settare op- prendere in conside-
portunamente razione e il valore
alcuni parametri di della costante di nor-
configurazione. malizzazione che per
le digicam, solita-
mente, è di circa
5 000.
Ottenuti tutti i master
frame di normalizza-
zione si procede con
la “pulitura” delle im-
magini grezze, atti-
vando la finestra di
dersi fra immagini a colori e im- Dopo aver acquisito un briciolo dialogo ‘Preprocessing’ per
magini monocromatiche, proprio di esperienza con le funzionalità mezzo dell’omonimo sottomenu.
come per i formati. di IRIS, i più pignoli fra gli astro- Sono ben sette le aree attive da
Con ‘Make a dark’ andiamo a fili opteranno certamente per compilare per trasmettere al
realizzare un master dark frame l’utilizzo del file cosmetico. Per programma tutte le informazioni
introducendo il nome attribuito estrapolarlo si parte, come ab- di cui necessita per un tratta-
alle immagini di dark, la deno- biamo accennato in precedenza, mento mirato e personalizzato
minazione data al file di offset, dal master dark frame e si attiva dei file:
il numero di frame da mediare e la finestra del prompt dei co- - Input generic name
il tipo di mediazione: ‘Sum, mandi inserendo una riga del - Offset
Mean, Median’. Nella stragrande tipo ‘>find_hot cosme 45’ se- - Dark
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
software
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
software
schermo.
In questa prima
delle due parti de-
dicate a IRIS ab-
biamo soffermato
la nostra attenzione
sulle caratteristiche
generali del pro-
gramma, cercando
di accompagnare il
principiante nelle
operazioni basilari
che generano i file
da sottoporre a
successive elabora- 53
zioni per estrapola-
re il maggior nume-
ro di informazioni
scientifiche dalle
immagini riprese
con una camera
CCD, una digicam
o una webcam.
Prossimamente
approfondiremo la
trattazione inte-
ressandoci dei fil-
mati in formato
AVI e di alcuni tool
di elaborazione a-
vanzata offerti da
questo freeware
“made in France”.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astroweb
ed esperto.
Questo in parte è
vero ma, osservan-
dola con maggior at-
tenzione, scopriamo
che ci sono sezioni di
approfondimento,
spiegazioni e manuali
pratici che vanno in-
contro ai principianti
e, in generale, a chi
intende intraprendere
attività osservative e
di misurazione astro-
metrica e fotometrica
sui corpi minori. 55
Proprio questi ultimi
trovano pane per i
sical Observatory) bite per asteroidi e comete, attra- loro denti in un completo, esau-
- il Central Bureau for Astrono- verso le Minor Planet Circulars riente e aggiornato manuale che,
mical Telegrams (pubblicate solitamente con ca- a tutti gli effetti, costituisce una
- l’ICQ (International Comet denza mensile), il Minor Planet guida autorevole dalla A alla Z,
Quarterly). Circulars Orbit Supplement (MPO) indispensabile ai neofiti ma
Sette righe introduttive descri- (pubblicato da tre a dodici volte estremamente utile anche ai più
vono in modo molto succinto il all’anno), il Minor Planet Circulars esperti, per i quali rappresenta
tipo di attività che compete al Supplement (MPS) (pubblicato tre un ottimo strumento di consulta-
Minor Planet Center: o quattro volte al mese) e le Minor zione.
“Il Minor Planet Center (MPC) è Planet Electronic Circulars (pubbli- Cliccando sulla voce ‘Documen-
operativo presso lo Smithsonian cate quando necessario, in genere tation’ si accede a una sottopa-
Astrophysical Observatory, sotto almeno una volta al giorno)”. gina intitolata ‘MPC Documenta-
la responsabilità della terza Divi- Da questa essenziale introduzione tion’ suddivisa in svariate se-
sione dell’International Astro- si capisce subito la natura alta- zioni:
nomical Union (IAU), attraverso mente specialistica del sito che, - Orbital Elements
significativi finanziamenti prove- oltre ad immagazzinare una note- - Astrometric Observations
nienti dalle sottoscrizioni ai vari vole quantità di dati e di informa- - Designations
servizi offerti dal Center. Il MPC zioni, dispone di veri e propri - Observing Procedures
è responsabile della denomina- strumenti in grado di supportare - Pot pourri
zione dei corpi minori del si- in modo integrale i ricercatori e gli - Low–level technical list.
stema solare: asteroidi, comete studiosi di asteroidi e comete. Selezioniamo la voce ‘Guide to
(unitamente al CBAT) e satelliti Di primo acchito la home page Minor Body Astrometry’ situata
naturali (anch’essi unitamente al del Minor Planet Center pare es- nella parte inferiore della sotto-
CBAT). Il MPC è altresì responsa- sere unicamente dedicata agli pagina ‘Observing Procedures’, in
bile dell’efficiente raccolta, cal- addetti ai lavori ed eccessiva- modo tale da raggiungere la
colo, verifica e distribuzione di mente complessa per un astrofilo guida vera e propria strutturata
osservazioni astrometriche e or- non sufficientemente preparato in ben 43 capitoli presentati
Photometry e scarica-
bile all’indirizzo,
www.minorplanetob-
server.com/astlc/Pho-
tometryGuide.htm.
La lettura di questa
corposa quantità di
nozioni costituisce un
must che consente di
acquisire conoscenze
basilari indispensabili
per dare valenza
scientifica anche ad
osservazioni effet-
tuate con strumenta-
zioni amatoriali, e per
56 utilizzare gli strumenti
di calcolo e di genera-
zione delle effemeridi
sotto forma di specifiche do- da realizzata da Brian Warner, presenti praticamente in ogni pa-
mande; una sorta di FAQ (Fre- intitolata A Guide to Minor Planet gina del sito qui esaminato.
quently Asked Questions)
molto dettagliata e mi-
rata. Questo permette,
anche ai meno esperti,
di districarsi con mag-
gior disinvoltura e di
chiarire ogni dubbio in
merito ad argomenta-
zioni molto vaste che,
altrimenti, porterebbero
allo smarrimento o,
quantomeno, al diso-
rientamento il neofita.
Ai principianti che inten-
dono cimentarsi in ricer-
che fotometriche è dedi-
cato l’ultimo dei 43 capi-
toli, che invita alla let-
tura di una specifica gui-
La window di dialogo di
MPES (The Minor Planet
Ephemerides Service).
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astroweb
velocità del moto apparente. problematiche particolari anche Cliccando sul menu denominato
Così facendo è possibile acqui- per chi utilizza connessioni lente ‘Report a problem. Comment on
sire quell’esperienza indispensa- con modem analogici tradizionali this service’ si accede diretta-
bile per effettuare la ripresa e la a 56Kbps. Se, durante l’utilizzo mente a un modulo preimpo-
misurazione di oggetti sempre di MPES, si verificassero incon- stato, http://scully.cfa.harvard.
più “difficili” e interessanti e per venienti o anomalie funzionali, edu/~cgi/FeedBack?U=/iau/MPC
utilizzare un tool di generazione potrebbe risultare utile consul- Status.html&S=New%20Prob-
di effemeridi ancora più mirato: tare il contenuto di un paio di lems&D=M, di semplice compila-
l’MPES (The Minor Planet Ephe- link: zione e da inviare con e-mail
merides Service). - Information on any known semplicemente cliccando col tasto
Seguendo il percorso: ‘Home problems with this service is sinistro del mouse sull’apposito
page>Minor Planet & Comet available comando ‘Send FeedBack’.
Ephemerides Service’ raggiun- - Why can’t I find an object with Stiamo approfondendo la cono-
giamo una window
di dialogo, composta
di diversi settori, in
cui si richiede l’im-
missione di informa-
zioni personalizzate
per l’estrapolazione
delle posizioni di un
determinato corpo
minore in un preciso
istante temporale e
da una predetermi-
nata stazione osser-
vativa.
L’utilizzo di questo
web software ri-
chiede una certa ac-
cortezza giacché è
indispensabile im-
mettere informa-
zioni alfanumeriche
correttamente formattate e codi- a particular name? scenza del sito ufficiale del Minor
ficate, come ad esempio la desi- Nel caso in cui si evidenziassero Planet Center in modo voluta-
gnazione degli oggetti. Anche in bug, errori o imprecisioni, il mente “scalare” per andare in-
questo caso, comunque, ogni Minor Planet Center suggerisce contro alle esigenze dei neofiti e
eventuale dubbio è fugato attra- di compilare un apposito report per consentire loro di compren-
verso la consultazione di un nel quale l’utilizzatore ha modo dere al meglio la funzione dei
completo manuale di istruzioni di esporre una o più problemati- principali servizi offerti online.
d’uso disponibile in formato PDF che, ma anche di proporre mi- Così facendo il principiante ha
alla pagina www.cfa.harvard. glioramenti e integrazioni al l’opportunità di farsi strada fra
edu/ iau/MPEph/MPEph.html. La servizio di generazione di effe- una marea di contenuti, menu e
dimensione del file è contenuta, meridi o, più in generale, a una sottomenu, che altrimenti po-
441 KB, per cui non comporta qualunque area del sito. trebbero risultare ostili o, quan-
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astroweb
perta di un nuovo
corpo minore.
Per i seri osservatori
di pianetini e comete
è praticamente d’ob-
bligo la consulta-
zione della NEOCP al
momento della pia-
nificazione di una
sessione osserva-
tiva. Qualora si ri-
scontri la presenza
di oggetti caratteriz-
zati da una lumino-
sità apparente alla
portata della stru-
mentazione posse-
duta, è consigliabile
e allettante ripren-
derli, effettuarne tre
o quattro misura-
zioni e inviarle al
Minor Planet Center. 59
Alla pagina princi-
pale del sito del-
l’ente che coordina a
vando gli oggetti riportati nella livello mondiale la ricerca e le os-
Il dettaglio di una circolare elettronica
diramata dal Minor Planet Center in
NEOCP (Near Earth Objects Con- servazioni dei corpi minori del si-
data 12 novembre 2008. firmation Page). Dalla home page, stema solare si trova il menu
selezionando il menu ‘The NEO ‘On-line MPECs’ che rimanda il
Confirmation Page’, oppure digi- navigatore interessato alla sotto
tomeno, di non facile consulta- tando www.cfa.harvard.edu/iau/ pagina web www.cfa.harvard.
zione. NEO/ToConfirm.html otteniamo edu/mpec/RecentMPECs.html, in
Dopo avere acquisito un’infarina- una lista di oggetti scoperti di re- cui è presentata una lista com-
tura generale dai manuali per cente che, in base ai primi rileva- pleta delle più recenti circolari
astrometria e fotometria, ap- menti posizionali, sembrerebbero elettroniche pubblicate online.
preso le necessarie informazioni appartenere alla categoria dei Cliccando su un qualunque me-
per ottenere il codice identifica- Near Earth Objects. Questi corpi nu denominato col numero di
tivo per il nostro osservatorio non hanno ancora ottenuto una circolare si apre una window
astronomico, imparato ad utiliz- designazione definitiva, ma sono dettagliata riportante per esteso
zare due tool per l’ottenimento di identificati da una designazione tutto il contenuto della circolare
effemeridi degli oggetti minori provvisoria loro assegnata dal stessa. Due pratiche coppie di
del sistema solare, siamo pronti Minor Planet Center o, in alcuni comandi a pulsante ‘+’ e ‘-’ si-
per fare un ulteriore passo in casi, da una designazione tempo- stemate rispettivamente a inizio
avanti che ci consentirà di otte- ranea proposta dal primo scopri- pagina e a piè di pagina permet-
nere gratificazioni personali o di tore. tono di sfogliare in modalità pro-
gruppo, oltre a produrre misura- L’invio tempestivo di report astro- gressiva tutte le circolari pre-
zioni altamente gradite agli metrici inerenti questa specifica cedenti o seguenti quella visua-
astronomi professionisti. Pos- categoria di oggetti potrebbe por- lizzata al momento della sele-
siamo offrire un contributo signi- tare alla pubblicazione dei propri zione.
ficativo all’intera comunità dati nella circolare MPEC (Minor Una sezione denominata ‘The
scientifica internazionale osser- Planet Electronic Circular) di sco- NEO Page’, oltre ad alcuni servizi
che abbiamo già avuto occasione e di setup ricordiamo le se- I primi due raccolgono una lista
di descrivere nel corso di questo guenti: completa di tutti gli oggetti noti,
articolo, propone un trio di fun- - Object type options (VIs, PHAs, asteroidi e comete, che nei pros-
zioni interessanti per i ricercatori Atens, Apollos, Amors) simi anni avranno incontri ravvi-
esperienti: - Uncertainty options. cinati con la Terra, che li por-
- The NEA Observations Planning Rimanendo sempre in tema di teranno rispettivamente a di-
Aid oggetti la cui orbita li porta ad stanze comprese fra le 0,2 e le
- Ephemerides and orbital ele- avvicinarsi al nostro pianeta, se- 0,05 unità astronomiche. È al-
ments for currently-observable gnaliamo il menu ‘Lists of Known quanto curioso e, in parte allar-
mante, constatare
quanto siano nume-
rosi questi oggetti
È interessante, e per
certi versi inquietante,
scoprire quanto fre-
quenti siano i passaggi
ravvicinati fra corpi mi-
nori e il nostro pianeta.
Selezionando la pagina
‘Closest minor-planet
approaches’ consta-
60 tiamo che proprio nel
non lontano ottobre
2008 il corpo 2008 TC3
è passato ad appena
0,000043 unità astrono-
miche dalla Terra.
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astroweb
velocemente seguendo ‘Home Il menu ‘The Distant Artificial Sa- grams che forniscono dati, news
page>The NEO Page>Lists of tellites Observation page’ invita e informazioni tempestive sui
known NEOs’. all’osservazione di alcuni satelliti fenomeni astronomici meritevoli
Un menu denominato ‘Anima- artificiali, fornendo un servizio di di particolare attenzione riguar-
tions’ ubicato nella parte centrale generazione di effemeridi per una danti anche novae e superno-
della sottopagina web ‘The NEO decina di questi corpi. In pratica vae.
Page’ invita a visionare una serie quelli che, a causa delle caratte- Quello del Minor Planet Center è
di animazioni computerizzate, ristiche delle loro orbite, sono un sito molto ricco dal quale at-
molto curate e precise, archi- stati o potrebbero essere facil- tingere ogni tipo di informazione
viate per categoria e tipologia di mente scambiati per un corpo sui corpi minori del sistema so-
oggetti: minore durante sessioni osserva- lare. La presentazione grafica e
- The Inner Solar System tive di follow-up o di ricerca di l’impostazione dei vari menu e
- The Middle Solar System oggetti nuovi: IMP8, ACE, WMAP, delle varie sezioni potrebbero,
- The Outer Solar System 1983 020A, 6Q0B44E, WIND, di primo acchito, far giudicare
- The Near Earth En-
vironment 2007-
2008
- The Near Earth En-
vironment 2002.
Dal mese di luglio
2007, sulla home
page del Minor Pla-
net Center è stato 61
inserito il menu ‘Site
Molto interessanti e
ben curate sono le ani-
mazioni scaricabili dalla
pagina ‘The animations
page’, www.cfa.har-
vard.edu/iau/Anima-
tions/Animations.html.
Torino vista da stemi del satellite, oltre alle calibrazioni degli stru-
menti scientifici. I risultati ottenuti sono una prova
COSMO-SkyMed 3 della qualità e dell’efficienza operativa del satellite
ancor prima dell’inizio delle operazioni di osserva-
Il 25 ottobre scorso è stato lanciato dalla base di zione della Terra.
Vandenberg, in California, il terzo satellite italiano La foto presentata ritrae la città di Torino nella quale
della serie COSMO-SkyMed per telerilevamento tra- è possibile riconoscere alcuni particolari come il
mite l’utilizzo di sensori SAR (Synthetic Aperture fiume Po che taglia quasi in due l’intera immagine,
Radar). Un sensore SAR permette di ottenere una le vie principali e il centro della città.
elevata risoluzione angolare mediante l’analisi Si ricorda che la costellazione dei satelliti COSMO-
dello spettro di un segnale che viene ricevuto da SkyMed prevede il lancio di un quarto esemplare che
un sistema radar di tipo coerente. affiancherà i tre già lanciati. Tutti insieme percorre-
A un mese dal lancio, l’ASI (Agenzia Spaziale Ita- ranno la stessa orbita a 90° di distanza l’uno dall’al-
liana) ha divulgato le prime immagini ricevute dal tro in modo da avere un tempo di rivisita molto
satellite che è ancora in fase di commissioning. La breve sulla stessa zona della superficie terrestre. In
fase di commissioning è quel periodo di tempo che questo modo si potrà attuare un monitoraggio co-
serve ai tecnici a terra per verificare il corretto fun- stante di diverse zone di interesse nel bacino del
zionamento degli strumenti di bordo e dei sottosi- Mediterraneo.
62
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astronautica
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
astronautica
Nuova capsula cargo russa è stato allertato ed è stata programmata una OBT
(On Board Training) per l’addestramento al sistema
Il 26 novembre scorso, alle 12:38 GMT, è stata lan- di guida manuale TORU di cui sono equipaggiate le
ciata dal cosmodromo di Baykonour la capsula capsule Progress. In pratica si guida manualmente
russa Progress M-01M, prima di una nuova serie di la capsula dall’interno della ISS come un modello
veicoli di rifornimento per la International Space radiocomandato. I tecnici a terra, nel frattempo,
Station. Questa nuova famiglia di capsule, derivata hanno inviato alla capsula un comando di accen-
dalle precedenti, è stata migliorata e potenziata con sione dei motori per il controllo dell’assetto che,
l’installazione di un nuovo computer di controllo de- scuotendo l’antenna, hanno permesso di estenderla
nomi- nato TsVM-101 al posto del vetusto Argon- correttamente.
16 e da un nuovo sistema di telemetria di tipo Nonostante ciò i controllori a terra hanno deciso di
digitale. Queste nuove dotazioni hanno permesso di effettuare l’aggancio al modulo Pirs della ISS in mo-
recuperare peso e spazio, per dalità manuale. La Progress M-
cui si è potuto ridurre il carbu- 01M si è avvicinata in volo
rante imbarcato e si è aumen- automatico fino a una distanza
tato il carico utile di 100 kg. In di 20 metri della stazione, dopo-
più, il carico utile di queste diché l’ingegnere di volo Yuri
nuove capsule, pari a 2300 kg, Lonchakov ha preso il controllo
che attualmente vengono lan- manuale portando la capsula
ciate dal vettore Soyuz U, a par- all’aggancio avvenuto alle
tire dal prossimo anno sarà 13:28 ora italiana di domenica
aumentato fino a 3300 kg, poi- 30 novembre.
ché le capsule verranno lanciate La Progress M-01M ha portato 65
dal nuovo razzo vettore Soyuz Alcune fasi dell’integrazione della nuova sulla ISS il propellente necessa-
2. Per questa prima missione il capsula cargo russa Progress M-01M. rio da utilizzare per le normali
carico utile è stato di 2500 kg. manovre di innalzamento orbi-
La missione è stata pianificata diversamente dalle tale della stazione (che decade a causa della resi-
altre, infatti al posto degli usuali due giorni di viag- stenza aerodinamica delle molecole di aria co-
gio per raggiungere la ISS, ce ne sono voluti quat- munque presenti a quella quota), acqua, ossigeno,
tro. Questo per permettere ai tecnici a terra di materiali di prima necessità e strumentazione
verificare il corretto funzionamento della nuova do- scientifica. Questa missione è stata l’ultima di 11
tazione strumentale della capsula. lanci effettuati nel corso del 2008 che hanno avuto
Subito dopo il lancio, l'apertura dei pannelli solari è come destinazione la International Space Station.
avvenuta regolarmente ma una delle antenne del La nuova capsula Progress M-01M (designazione
sistema di guida automatica Kurs non si è dispie- NASA ISS-31P) resterà agganciata alla ISS fino a
gata come previsto. L’equipaggio a bordo della ISS febbraio 2009.
Hubble redivivo
Solamente il mese scorso, da queste pagine, si descrivevano i problemi avuti dal telescopio spaziale Hubble.
I tecnici hanno lavorato a pieno ritmo per evitare una fine indecorosa per il vecchio e caro HST. Tra il 27 e il
28 ottobre sono state riprese con successo le operazioni scientifiche anche per verificare il corretto funziona-
mento della strumentazione a bordo del telescopio. La Wide Field Planetary Camera 2 ha mostrato quanto sia
ancora in grado di fare, tant’è che i tecnici hanno rilasciato l’immagine dell’oggetto Arp 147. Una coppia di ga-
lassie distanti 400 milioni di anni luce dalla Terra e situate in direzione della costellazione della Balena. Queste
due galassie stanno terminando la loro interazione gravitazionale. In pratica quella più a sinistra (vedi foto a
pag. 66) ha attraversato quella a destra che ha assunto una forma circolare, quasi come un’onda che si pro-
paga in uno stagno dopo aver lanciato un sasso. Il passaggio ha indotto nella galassia “ferita” una vigorosa
formazione stellare che si evince dalla intensa colorazione blu delle stelle che fanno parte dell’anello, tranne
l ASTROFILO
’ numero 2 - gennaio 2009
per la tua
pubblicità
su questa
rivista:
info@astropublishing.com