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GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO 2011 URBINO E MONTEFELTRO 19 ••

Da sinistra, Carlo Bo fotografato


in treno nella linea Fano-Urbino.
Di seguito, il pubblico di ieri nella
sala degli Zuccari a Palazzo
Giustiniani; il giornalista Sergio
Zavoli si intrattiene con alcuni
studenti urbinati prima di
prendere la parola

onora Carlo Bo DUE PULLMAN PARTITI ALL’ALBA

Urbinati amareggiati per gli assenti:


Applausi a Stefano Pivato Gianni Letta e Renato Schifani
— ROMA —

PAROLE DUE PULLMAN quasi pieni


SEMPLICI con dipendenti universitari, docen-
E SOLENNI ti, pensionati del personale tecnico
A lato, il amministrativo e docente, il sinda-
Magnifico co di Urbino, assessori, consiglieri,
Rettore
dell’Università stimatori di Bo e soprattutto gli stu-
di Urbino, denti di oggi: tutti si sono recati, in
Stefano Pivato un’atmosfera composta con rare ec-
prende la cezioni, a Roma per la commemora-
parola. Nella zione in onore di Carlo Bo. Il Retto-
foto anche re ora mitizzato, di cui pochi voglio-
Sergio Zavoli e no ricordare il carattere schivo e se-
il rioso, merita una cerimonia voluta
sottosegretario dal Senato della Repubblica ed al-
all’università e la fine dell’appuntamento sono tut-
ricerca,
onorevole ti piuttosto soddisfatti dalle parole
Giuseppe del senatore Zavoli, ma amareggia-
Pizza. Nello ti dall’assenza di Schifani e Letta
sfondo, che avrebbero conferito quel tono di
il labaro autorevolezza superiore e naziona-
dell’Ateneo le al viaggio.

A ROMA c’è già il Rettore Pivato


che farà il ritorno anche lui in corrie-
ra per gustarsi meglio, tra la stan-
chezza generale, i commenti positi-
stagione delle avanguardie”». Nel «un animatore della politica, co- vi per la giornata: scatta automati-
tracciare ancora i segni dell’eredi- me i grandi maestri della demo- co l’applauso quando in radio si pos-
tà, con un rimpianto che non crazia», Zavoli riprende il tema: sono riascoltare le parole del senato-
vuol essere troppo negativo, Ser- «Il riconoscimento della politica re Zavoli su Bo, trasmesse da Ra-
gio Zavoli racconta un episodio lo volle a Palazzo Madama, sena- dioRai. Protagonisti a dire il vero
del passato: «una volta, tornando tore a vita, per i valori civili sem- sono anche gli studenti, da Fabbro-
a un nostro irrisolto argomento, pre testimoniati, assertore e custo- cile a Paternò, a Perugini, a Vec-
de di scelte mai solenni, né sem- chietti, che in sordina riescono a con-
gli domandai se era ancora compi- pre obbedienti ai canoni obbligan-
to dei maestri guidare le nostre let- ti delle fedi e delle convinzioni, quistare il senatore Zavoli a strap-
ture, e che cosa pensasse di dalla più alta alla più terrena». pargli la promessa di tornare ad Ur-
quell’autorità che ormai trasmi- bino, forse a maggio, per un incon-
grasse nel marketing, cioè negli DI SEGUITO poi il rapporto tro sulla politica. Il pullman ripar-
spot, nelle fascette, nelle classifi- con l’Università: «Voglio ricorda- te, sempre troppo presto dalla bellis-
che e via così. “I maestri non ci so- re che a Carlo Bo si deve un magi- sima Roma, come tutti si lasciano
LA
stero dal quale promana anche la sfuggire. Una curiosità la trova
STRADA
qualità non solo riflessa dell’ate- Giorgio Londei che nelle sue fre-
POLITICA neo di Urbino, al cui mutamento quentazioni al Senato scova una
PER ROMA
Per lui non era una vocazione In alto,
in istituzione pubblica il Senato mostra sugli “Italiani che hanno partenza
ma la frequentò per un senso della Repubblica avrebbe dedica- fatto l’Italia” che tra i 5 padri della all’alba con
«civile», per necessità to intere giornate di lavoro. E’ sta- patria, De Sanctis, Pertini, Monta- due pullman
to non solo un atto riparatore, ma le, Nenni, annovera anche Carlo
anche un segno di rispettoso reali- da Urbino.
Bo, in un’iniziativa per il 150˚ an- Sopra, arrivo
no più” rispose “perché non se ne smo. Il presidente del Senato Re- niversario dell’Unità d’Italia alla
sentiva più il bisogno. Le scelte nato Schifani ne fu il più autore- a Roma.
Libreria del Senato (Tele 2000 tra- A lato, gli
ormai venivano da altri mondi. vole testimone — si rivolge Zavo- smetterà un servizio realizzato a
li agli assenti —. Come, per altri urbinati
Avrai visto come alle librerie è sta- Roma sull’iniziativa questa sera –
versi, Gianni Letta, che dall’ester- davanti a
to tolto quel senso di rispetto che giovedì alle 21).
no è stato il più benemerito, solle- Palazzo
ci incutevano. Che cosa si è perdu- l. o. Giustiniani
to? L’educazione, lo stupore, il cito, autorevole sostenitore di
mistero, la voglia di entrare in un quella causa. Al cui interno, nella
libro come si entra nell’esisten- sua fase iniziale, e poi cruciale,
za”». operava il Rettore Giovanni Bo- mente lo era. Preferirei dire che matosi in un universo di valori indimenticabile — a chi ha reso
gliolo, che lascerà al professor Ste- che mettono l’uomo né prima né possibile questo omaggio a Carlo
fano Pivato, l’attuale Rettore, il spesso “taceva in modo eloquen-
DOPO AVER tralasciato inizial- te”. Gli abbiamo voluto bene, e an- dopo la vita, ma in questa stessa, Bo e al Presidente della Repubbli-
prossimo compimento formale di di ogni giorno e momento, da cui ca Giorgio Napolitano, che con il
mente il lato politico, che Bo «fre- quella vitalissima questione»: il cora gliene vogliamo, per ciò che
quentava in virtù di un forte senti- ci ha insegnato, di sicuro lascian- non si esce mai completamente in- suo patrocinio gli ha conferito
senatore allude al compimento denni “perché tutto — diceva — grande prestigio. Carlo Bo andrà
re civile, non propriamente di del processo di statalizzazione doci l’intoccabile libertà del dis- rientra in ciò che ci è stato dato ricordato per tante cose, anche
una vocazione, “troppo al di so- che sarebbe ormai al termine. senso, per la nettezza con la quale per non essere meno di un uo- per quelle che fortunatamente
pra dei miei mezzi” diceva», pur «Qualcuno lo definì laconico e ri- si inoltrava nei ragionamenti, per mo”. Siamo riconoscenti — giun- non ci vien chiesto di imitare, pur
non volendo negare che sia stato spetto all’essere eloquente certa- quel senno liberale e cristiano for- ge ormai il commiato dall’amico sforzandoci di non tradirle».

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