You are on page 1of 60

Diverbi

L'idea che non è ancora nata

Lettura critica di La Naissance d'une idée, tome II, Téléologie


moderne

Présentation

Con l'impazienza e la noia che non si separano dalla lettura di


alcune loro pagine provo a riprendere il filo di un colloquio che
mi ostino a mantenere con i teleologi. Il testo che ho sottomano
è la Presentazione di La Naissance d'une idée - tome II -
Téléologie moderne.

Le prime righe sono tratte da un articolo di giornale sulla


rivolta del 5/10/1988 ad Algeri. La rivolta di via Didouche-
Mourad. L'articolo di giornale offre la solita cronaca falsificata,
offre la solita spettacolarizzazione dell'evento e i soliti giudizi
che non dicono niente, ma amplificano lo spettacolo della
distruzione ad opera dei rivoltosi.

Perché i teleologi iniziano la loro presentazione da queste righe


di cronaca giornalistica? Danno credito allo stile della cronaca,
alla visione della rivolta come è rappresentata dal giornalista?
All'interno della Presentazione l'informazione dominante è
direttamente criticata, quell'information dominante, dont la
montée en puissance date de cette période d'assaut contre la
société.

En cachant fort peu des événements eux-mêmes, ce médiateur


entre ces événements et leurs acteurs mêmes a réussi à isoler, à
faire connaître puis oublier, à dissoudre dans divers prétextes

1
Diverbi

insignifiants et contradictoires un mouvement qui, ainsi


défiguré, donne raison à la vision du monde de cette
information. L'idée d'un mouvement même a si bien disparu
dans l'opération que ce mouvement n'a donc jamais eu d'autre
visibilité que dans l'ouvrage qui fédère ces dizaines d'assauts en
un seul assaut contre la société. Se questo è il giudizio
sull'informazione, perché i teleologi hanno fatto ricorso al testo
e al giudizio di un giornalista dell'informazione dominante?

Nella Presentazione le asserzioni apodittiche sono frequenti. Le


idee dei teleologi, evidentemente, non soffrono di un problema
comune a tutte le altre loro simili: dimostrare le ragioni della
loro validità. Anche se il corpo della Presentazione ha l'aspetto
di un 'esposizione filosofica, non si è in presenza di
un'esposizione filosofica, ma dell'allineamento di alcuni
postulati messi a disposizione per i profani.

L'idée dominante de notre histoire est la révolution iranienne.


Questa è la prima e la principale delle idee indiscutibili della
presentazione e, come tutte queste sono avvolte da un'aura
hegeliana, anche la rivoluzione iraniana è presentata come
l'affioramento di un hegeliano processo storico, di cui sarebbe
l'epicentro.

A tutti, immagino, piacerebbe sapere perché la rivoluzione


iraniana dovrebbe essere considerata l'idea dominante della
nostra storia, a meno che la storia dei teleologi sia l'unica
storia, e in quel caso il lettore o la lettrice faranno parte della
storia, così come la pensano i teleologi? Insomma perché la
rivoluzione iraniana dovrebbe essere un modello e per chi
dovrebbe essere un modello di riferimento? Questo dovrebbe
essere spiegato invece di essere inserito come un postulato nel
discorso della Presentazione. In fin dei conti dalla rivoluzione

2
Diverbi

iraniana non è scaturito nulla di rivoluzionario. L'Iran non ha


neppure detenuto il monopolio della gestione politica del
fondamentalismo islamico, presente già altrove e in modo
indipendente, e comunque il fondamentalismo islamico,
presente ovunque nei paesi islamici, sebbene abbia fomentato
più volte delle rivolte e delle insurrezioni all'interno degli stati
islamici, può essere considerato un fattore destabilizzante, ma
raramente rivoluzionario. La politica estera dell'Iran può
innescare un processo rivoluzionario? Le conseguenze della
rivoluzione iraniana, cioè il sorgere di un regime autoritario di
tipo teocratico, sono controrivoluzionarie. Le conseguenze
effettuali dei processi storici che affascinano i filosofi
hegeliani, secondo questa passione teleologica per la fine, per il
compimento e l'esaurimento dei processi storici, per il fatto che
la rivoluzione iraniana abbia imposto al suo popolo un duraturo
regime repressivo non insegna nulla agli amanti della
teleologia?

Non que les enfants d'Alger auraient dit en langage clair et


simple cette chose claire et simple qu'ils ont pourtant
pratiquée : reprenons cette idée de la révolution en Iran,
dégageons-en le fondement, approfondissons ce débat puisqu'il
n'y en a pas d'autre.

I teleologi, con queste parole, affermano di sapere ciò che i


ragazzi di Algeri nel 1988 non sapevano di sapere. I teleologi
possiedono la coscienza di un'epoca, anzi dicono di possedere
la coscienza di una cosa dalla quale sono esclusi gli stessi
protagonisti della rivolta.

I giovani rivoltosi algerini, pas tous nés quand la révolution en


Iran avait commencé, couraient dans le sens de ceux qui
n'avaient repris le travail précisément que l'avant-veille à

3
Diverbi

Rangoon, après plusieurs mois de ces réflexions franches et


complexes qu'on appelle une insurrection. Dunque i teleologi,
con sicurezza, indicano un preciso percorso storico delle
rivolte, un percorso di cui hanno letto le tracce, che sono
oscure per tutti gli altri. A peine exilés hors de l'adolescence,
les survivants de 1978 voyaient leurs cadets reprendre le bloc
informe de la sculpture iranienne en y taillant avec vigueur et
en y gravant avec conviction. Et c'est parce que dans les cinq
ans qui suivirent, dans presque tous les Etats du monde, des
centaines de théories de centaines de jeunes sculpteurs comme
ceux d'Alger burinèrent, modelèrent, gravèrent le même
ouvrage qu'il prit cette singulière qualité qu'est l'unité de ce
qu'on conçoit et de ce qu'on achève, et qu'on appelle une idée.

Perché, secondo i teleologi, la rivoluzione iraniana, la


rivoluzione di Khomeini avrebbe trascinato dietro di sé tutte le
rivolte successive? Per la sua capacità di rappresentare un
modello riproducibile altrove, per il fatto di essere una pietra di
paragone? Per esempio: quale legame è lecito intravedere tra
l'affermazione di Solidarnosc in Polonia e la rivoluzione in
Iran? La messa in comune di un fondamentalismo religioso
cristiano-islamico? In questo caso si tratta di una deduzione
spiritosa, nel senso del burocrate della filosofia e dello stato
prussiano Hegel, considerate le caratteristiche del regime
iraniano e dell'evoluzione politica nell'Europa dell'Est.

Gli arcaismi non sono arcaismi soltanto per uno scherzo


retroattivo della storia, le credenze religiose e le comunità
tradizionali non si riattivano se sono morte. Se si verificano
delle reviviscenze di fattori storicamente conclusi si tratta del
tentativo di mascherare con un travestimento primitivo
l'ingresso di nuovi agenti in una nuova fase storica. D'altronde
lo sviluppo, anzi il declino, dell'Occidente talvolta ricerca

4
Diverbi

produzioni esotiche da riciclare nel proprio contesto, come la


moda riprende correntemente e metodicamente i propri temi
dal passato, ma l'arcaismo rimane un arcaismo. Ad esempio, il
maoismo in Europa o negli Stati Uniti ha vissuto per una breve
stagione, è stato protagonista mediatico di una moda effimera,
ma mai un pericolo serio per gli stati occidentali. La rivolta in
Cabilia che cosa potrebbe proporre di nuovo all'Occidente?
Quali rivolte in Europa o in America troveranno ispirazione nei
mullah del Pakistan o dell'Afghanistan?

La presunzione dei teleologi non tarda a manifestarsi in questa


frase sull'inizio dell'idea. Perché un'idea, anzi l'idea che dà il
titolo al volume, sorga, è necessaria la rencontre d'au moins
deux êtres humains capables d'imagination, ce qui, dans l'état
présent de notre humanité, est sans doute un peu moins qu'une
classe sociale et un peu plus qu'une élite, cioè la teleologia
moderna! L'autoreferenzialità di un gruppo ha reperito nella
retorica hegeliana il punto d'appoggio filosofico per evitare di
fare i conti con la propria impotenza e l'assoluta ininfluenza
pratica. Per un gruppo che vorrebbe essere il nucleo riflessivo
delle rivolte del mondo si tratta del pericolo più grande:
l'autismo.

La rivolta è presentata come un discorso indecifrabile a tutti,


fuorché ai teleologi che ne scrivono con falsa modestia: Nous
connaissons un peu mieux ces discours collectifs qui
ressemblent à des borborygmes pour ceux qui les écoutent avec
la raison et à des monologues de phrases courtes, de sentences
sans appel et de manifestes insensés, au vocabulaire le plus
varié et à la syntaxe de dynamite, pour ceux qui les entendent
au-delà de la raison, et dont ce 5 octobre 1988 à Alger a été le
meilleur exemple. La modestia trova una nuova occasione di
precisarsi con questa frase: Certes, nous ne sommes encore

5
Diverbi

capable de suivre les émissions de cette pensée qu'au juger,


mais cela suffit pour lui reconnaître un potentiel de ravages qui
dégradent en falsifications ses caricatures comme la fission de
l'atome ou les guerres d'Etat, qui inversent l'importance entre le
choc et l'effet, donnant la primauté au premier, et clamant que
puisque l'apparition est si imposante, le fond le serait par
conséquent.

La riflessione seguente deve essere riportata perché consente di


arrivare ad alcune domande:

Le demi-millier de réflexions et bagarres de l'intervalle, qu'on


appelle émeutes quand elles restent limitées à l'expression d'un
négatif immédiat et insurrections lorsqu'elles commencent à
mettre consciemment en cause ce qui se voudrait immuable,
paraissent toutes identiques mais chacune est singulière.
Aucune n'est nécessaire, mais leur abondance même a permis
de répéter des nouveautés que nous ne rêvions même pas et de
dénoncer des archaïsmes pour lesquels nous n'avions même pas
de nom. C'est là seulement, dans les quinze dernières années du
XXe siècle, que le monde s'est discuté. C'est là seulement que
la révolution en Iran a commencé à prendre du sens. C'est là
que son idée change de nom.

La prima domanda è questa: la distinzione tra émeute e


insurrection evidentemente ha una ragione d'essere nella testa
dei teleologi, perché, altrimenti, a chi non è teleologo fa
ricordare il lessico del vecchio leninismo, o no? La seconda
riguarda la questione dell'abbondanza di rivolte in seguito alla
rivoluzione in Iran, che viene dichiarata ufficialmente dalla
teleologia moderna come la vera rivoluzione generatrice di
idee. Ma ancora un volta: quali idee sono state generate dalla
rivoluzione iraniana per filiazione diretta? Se ci fossero queste

6
Diverbi

idee, se queste idee fossero state generate dalla rivoluzione in


Iran, lo sapremmo tutti, tutti le conoscerebbero: nessun
giornalista può impedire all'evidenza di essere conosciuta e
messa in pratica dai rivoltosi e dai loro nemici.

Ma sono proprio queste conclusioni, poste dai teleologi come


dei postulati al loro discorso, che dovrebbero essere vagliate e
discusse. Altrimenti si rivelano per quello che sono, cioè un
trucco retorico.

Quando i teleologi scrivono frasi come queste che seguono:

Si la pratique orgastique des émeutiers n'avait jamais été plus


puissante et plus unanime dans le monde qu'entre 1988 et 1993,
avant de s'affaiblir sous les chicanes des employés de bureau
que sont devenus les serviteurs de l'Etat et sous les jugements
ampoulés et sans imagination des creux moralistes que sont les
informateurs dominants, elle n'a jamais été aussi séparée de la
synthèse de son discours, de sa théorie. Jamais encore
l'accouchement n'avait été aussi éloigné du coït, jamais encore
les amants du monde n'ont paru aussi intimidés devant la
grandeur de leur progéniture. La naissance de cette idée est une
naissance difficile parce que, comme elle contient sa fin, elle
contient celle de toutes les autres au point qu'il est permis de se
demander si, à côté d'elle, il existe une autre idée, non pas en
son temps, mais depuis la naissance du temps.

Essi fanno della retorica, ma non spiegano nulla. L'espediente


retorico è anch'esso frequente nella Presentazione,
evidentemente serve a colmare i vuoti del discorso.

Perché separare le rivolte dal loro continuum, perché isolare un


periodo (1988-1993) e celebrare qualcosa che non è diverso da

7
Diverbi

ciò che era successo prima e da ciò che succederà dopo, se non
per attribuire una esagerata importanza al rovesciamento dello
scià e alla sua sostituzione con un regime repressivo
teocratico? Dietro di ciò vi possono essere delle esperienze
personali o delle ragioni anagrafiche di alcuni teleologi, ma, in
primo piano, alla comprensione del lettore è imposta
un'incongruente e ingombrante affermazione che non trova
pertinenza e rigore nella Presentazione.

Il seguito della Presentazione percorre la strada di una


interpretazione filosofica, un'interpretazione hegeliana,
nonostante, oppure proprio perché, si presenta come una critica
ad Hegel. Infatti i teleologi scrivono: Hegel, jusqu'à la
révolution en Iran, n'a jamais été critiqué, malgré les ébauches
de Cieszkowski et de Marx. Inoltre grazie a questa
affermazione apodittica essi riescono a far sapere al mondo la
vastità delle loro conoscenze.

Sul piano di una illustrazione didattica della filosofia hegeliana


i teleologi mostrano le loro carte, e si mostrano più a loro agio
in questo frangente che nei confronti della necessità di
dimostrare la validità delle loro asserzioni sulle rivolte e sulle
loro pretese di unificare la loro patente eterogeneità.

La critica ad Hegel, la seule critique de Hegel è questa: l'idée


de téléologie moderne est l'idée que tout finit. Su questo punto
essi discorrono a lungo, precisando in che cosa, secondo loro,
la teleologia può essere detta classica o moderna, ma è
necessario ricordare ai teleologi che queste distinzioni
potrebbero non interessare il lettore che cerchi analisi e
chiarimenti sulle rivolte moderne.

Il discorrere dei teleologi sulla teleologia moderna, e su ciò che

8
Diverbi

la distinguerebbe dalla teleologia classica, finisce con il


sovrapporsi al discorso sulle rivolte, finisce con il sovrastare
questo discorso e, infine, lo asfissia, gli toglie il respiro ...

Les émeutiers modernes ont le monde de Hegel dans la tête, et


c'est ce qu'ils combattent dans la rue. Questa affermazione, così
come si presenta, sembra essere una attribuzione di tipo
psicoanalitico. Chi ha Hegel dans la tête? I rivoltosi o i
teleologi? Potrei essere anch'io che scrivo ad avere Hegel dans
la tête ...

L'idée de la téléologie moderne est d'apporter son négatif à tout


ce qui est là, d'en finir avec l'infini, avec tout ce qui est là.
L'idée de la téléologie moderne est la fin du monde de Hegel.
Quando i teleologi scrivono una frase come questa che ho
riportato, essi fanno dell'hegelismo antihegeliano, rimanendo
all'interno del discorso hegeliano, che non può essere criticato a
fondo usando il suo stesso linguaggio e adoperando i suoi
concetti e le sue metafore, ma semmai dovrà essere
abbandonato, messo da parte, per andare oltre. Due interi secoli
di filosofia sembrano essere trascorsi invano.

Le concept, tel qu'il a été théorisé par Hegel, est le point de vue
le plus élevé du monde que nous dépassons maintenant. A son
tour, cette pensée en et pour soi est trop courte et trop étroite
pour contenir la poussée plus récente, dont la téléologie
moderne est l'expression provisoire. La finta modestia dei
teleologi rivela la modesta portata delle loro idee nel momento
in cui fissano dei paradigmi hegeliani per definire questo
mondo che ha superato Hegel da duecento anni: Le concept de
Hegel est non seulement l'extension maximale de la pensée de
notre monde qui est le monde de Hegel, mais la cohérence
interne de sa logique et la profondeur infinie de son propre

9
Diverbi

mouvement, sa vérité, sa liberté, sa conception de la totalité.


Mais tout ceci peut se résumer en une phrase qui est presque
aussi simple que son contraire, tout a une fin : le concept est ce
qui est déterminé en et pour soi.

Bene, i teleologi dicono che hanno superato la filosofia di


Hegel, ma il mondo ha superato Hegel da duecento anni;
ancora uno sforzo teleologi per comprendere i cambiamenti
avvenuti nel frattempo!

Puisque 1988-1993 n'a été compris comme un tout ni en son


temps ni depuis, il est encore moins compréhensible dans sa
période historique plus large, qui est celle de la révolution
iranienne. Finalmente la presentazione arriva a un punto
decisivo: la questione della periodizzazione delle rivolte, il
famoso quinquennio 1988-1993. Ancora una volta, leggendo la
presentazione, si scopre che il mondo non ha capito che cosa è
successo in realtà e i teleologi si prendono l'incarico di
spiegarlo a tutti.

1967-1969 est la vague d'assaut avant-coureur, le premier acte


de la révolution iranienne, dont on doit remarquer qu'elle est la
dernière grande vague de révolte comprise comme historique
par ceux qui ne l'ont pas faite. Aujourd'hui, alors que 1968 sert
encore de référence mythique, où l'ennemi a puisé l'essentiel de
ses conceptions et de sa morale, on en voit plus l'inconvénient
que l'avantage. L'apogée de la révolution iranienne est la
période de 1978-1982, dont les conséquences sont encore loin
d'être achevées et dont la grandeur va maintenant commencer à
se mesurer en profondeur. In queste frasi sono mischiate due
cose: la referenza mitica al 1968 e la profondità sconosciuta
dfella rivoluzione iraniana. Se a proposito della prima
affermazione i teleologi non dicono nulla di molto nuovo, è

10
Diverbi

sempre la seconda affermazione che deve essere dimostrata,


concedendo ai non teleologi la facltà di trovare delle prove di
questa presunta supremazia iraniana nella realtà storica,
nell'evidenza di ciò che è comune a tutti. All'Iran della
rivoluzione khomeinista, della rivoluzione degli ayatollah
viene assegnato il primo premio, quello di essere l'ombelico del
mondo, l'epicentro degli ultimi decenni di rivolte nella storia
umana, delegando alla cronaca di Adreba Solneman, in un
volume a parte, l'incombenza di giustificare questa scelta.
Neppure la cronaca di Solneman riesce nell'intento, essendo
appunto, una cronaca. Per quanto possa risultare interessante, a
una cronaca non era possibile affidare l'incarico di giustificare
una affermazione così importante.

En 1978-1982, un mouvement de révolte massif a impliqué les


pauvres modernes là aussi sur les quatre grands continents, et il
est allé jusqu'à poser la question du monde. Cette période assez
brève et très riche est l'épicentre de la nouveauté de notre
époque. C'est parce que la révolte des gueux en Iran s'est
trouvée à l'épicentre de cet épicentre que nous l'appelons
révolution iranienne. In definitia non si riesce a capire la
necessità di una stretta periodizzazione storica delle rivolte che
non hanno smesso di susseguirsi nel tempo. L'unica
spiegazione ragionevole in questa apparentemente insensata
periodizzazione è data dall'incontro di quelle persone che
hanno fondato la Bibliothèque des Emeutes, che poi si è data
nome di Observatoire de Téléologie, Osservatorio di
Teleologia. La nascita della loro organizzazione si rivela essere
il vero epicentro dello spirito del mondo e della divulgazione
della coscienza dell'epoca!

Dovrebbe essere necessario dire ai teleologi che molti dei fatti


più importanti di quest'epoca non hanno niente a che vedere

11
Diverbi

con le rivolte. Non è una rivolta la caduta dell'URSS o del


muro di Berlino, come non è una rivolta l'attacco dell'11
settembre del 2001. L'epoca sfugge agli strumenti di analisi dei
suoi interpreti teleologici, e sfugge talvolta anche agli
espedienti della retorica.

Le rivolte che sono sorte nelle periferie, all'esterno dei limiti


dell'Occidente, nelle immense bidonvilles ai margini
dell'impero, possono essere utilizzabili per quella parte del
mondo che vive nel cuore dell'impero? E quali modelli si sono
imposti nelle periferie, quali modelli hanno conquistato le
periferie e con quali risultati? I teleologi enumerano
accostandoli, per fare un esempio, Brixton e Mogadiscio,
implicitamente dichiarando che i due nomi di località indicano
una comunanza, una prossimità nella rivolta, che a tutti pare
inesistente, tranne che ai teleologi, e dunque siano i teleologi,
non ad enumerare ma a motivare le ragioni di una presunta
prossimità. Una specie di filosofia che vuole gareggiare con
quella hegeliana, quanto a cinismo burocratico, dovrebbe
inoltre farsi carico di spiegare lo scacco di tutte le rivolte
moderne, ma anche allora, avrebbe soltanto dimostrato il suo
cinismo.

La modestia dei teleologi, nel rispondere a queste domande,


troverebbe occasione di rivelare la sua natura per quello che è
realmente, cioè reale modestia di analisi, reale incapacità di
sintesi.

Il movimento rivoluzionario in Cabilia ripropone ancora una


volta le comunità locali come cellule rivoluzionarie. Si tratta di
una questione vecchia, poiché se ne era già parlato in Russia
agli inizi del secolo scorso. La storia non offre scorciatoie.
Nessun modello comunitario tradizionale resiste alla pressione

12
Diverbi

dello spettacolo. Non ci sono ritorni indietro. Anche per questo


motivo le rivolte in Africa non insegnano nulla di nuovo agli
abitanti delle metropoli occidentali, il movimento essenziale è
centripeto, dunque tutto rivolto nell'altra direzione. La periferia
dell'impero vuole partecipare allo spettacolo moderno, dato che
lo spettacolo moderno è capace di assorbire e riciclare tutto ciò
che proviene dall'esterno, anche dalle periferie più squallide.

La semplice catalogazione delle rivolte non è sufficiente,


sebbene necessaria, perché si corre il pericolo di inserire in
catalogo una rappresentazione aggiornata dei propri desideri e,
in quel caso, l'esposizione di impotenti e risibili velleità
filosofiche non aggiunge nulla alla necessità di comprendere i
fenomeni in atto.

L'agonia del Sudamerica, un'agonia interminabile, ha


conosciuto e conosce ancora ulteriori fasi: adesso le assemblee
dell'Argentina hanno dimostrato a tutti il definitivo
esaurimento dei movimenti assemblearisti, e dell'intera ipotesi
consiliarista che è per lungo tempo sembrata resistere intatta
come l'ultimo mito della rivoluzione ad uso dei militanti
dell'estremismo di sinistra.

La discussione prolungata che si è tenuta a Buenos Aires sulle


modalità di votazione ha ripetuto come in una farsa la
questione del voto degli Stati generali del 1789. Chi
rappresenta chi nella confusione delle assemblee, nella loro
moltiplicazione per scissione?

La questione è molto complicata perché il processo di


assorbimento delle classi sociali in un amalgama spugnoso che
annulla ogni rappresentazione stabile che lo spettacolo conduce
da molti anni esclude ogni soluzione a tempi brevi. Debord

13
Diverbi

quando descriveva lo spettacolo pensava a un processo che


rendeva gli spettatori sempre più passivi, ma non è stata questa
l'opzione seguita nei successivi due decenni. La multimedialità,
la diffusione dei computer hanno reso gli spettatori molto più
attivi di quanto lo siano mai stati nella storia, e il processo non
si è concluso. Dunque lo spettacolo conduce la rivoluzione più
avanti, sempre più avanti.

Le rivoluzioni o le sommosse, e non si tratta di una quantità di


coscienza al loro interno da determinare, per separarle, ma, più
frequentemente, del tempo che hanno a disposizione per far
maturare i loro contenuti, si reinventano di continuo e nessuna
determinazione è nient'altro che transitoria.

Sarà interessante assistere e partecipare al superamento


dell'ipotesi consiliarista, e credo che, dato che lo spettacolo si
indirizza verso l'immediatismo e realizza il coinvolgimento
diretto, individuale e da protagonista degli spettatori, la
questione di quale comunità per il futuro diventerà
assolutamente decisiva, come anche quale ipotesi si affermerà
per realizzare la massima partecipazione diretta di ciascuno
senza sottostare alla lunga mano delle mediazioni organizzate.

I soviet sono stati indispensabili (lo ripeto per i fanatici della


filosofia della storia e dello spirito hegeliano) a consolidare e
ad affermare quel potere bolscevico-leninista che si è
rapidamente e brutalmente disfatto della loro presenza quando
questi non erano più necessari alla conquista del potere. Il
comunismo di sinistra è stato sempre e ovunque un movimento
minoritario e perdente, come pure quello anarchico. Ma,
perdurando le ragioni della sconfitta, quello dei consigli operai
è stato un mito duraturo quanto famigerato e la sua lunga
sopravvivenza ha reso vergognosamente di pubblico dominio il

14
Diverbi

ritardo del movimento. Ora che è finalmente caduto il mito, il


vuoto, l'assenza di un sostituto ideologico soddisfacente, può
consentire alle successive manifestazioni insurrezionali di
scoprire strumenti più adatti al suo rafforzamento. Gli dei se ne
vanno.

'La Naissance d'une idée' est un ouvrage en deux volumes, dont


le premier, paru en 1999, s'intitule 'Un assaut contre la société'.
Il est le récit d'une courte époque achevée, 1988-1993, qui a été
essentiellement un moment de négatif dans le monde. Au-delà
du plaisir, qui depuis est devenu une valeur positive de notre
société, au-delà de sa jeunesse rayonnante de négativité, qui a
trouvé dans le jeunisme une récupération positive, cet assaut
contre la société présentait deux grandes caractéristiques.

La première est l'ubiquité. Ma l'ubiquità delle rivolte non


appartiene soltanto ai cinque anni considerati dai teleologi, per
cui questa spiegazione non spiega nulla.

La seconde est l'ignorance profonde de nos contemporains de


ce moment crucial de leur histoire. Neppure l'ignoranza
profonda è una novità o una caratteristica specifica dei cinque
anni presi in considerazione. Semmai c'è da dire che
l'ignoranza è sempre meno diffusa nell'Occidente, che
l'ubiquità dell'informazione, seppure molto spesso inquinata e
falsificante, rende l'ignoranza profonda una convinzione
sospetta. Scrivere di lobotomie réussie è un'esagerazione
risibile, che serve visibilmente soltanto a propagandare le tesi
teleologiche come le uniche in grado di comprendere la realtà.
I teleologi pubblicizzano la propria merce, ne vantano le
qualità denigrando la capacità della gente di comprendere gli
eventi.

15
Diverbi

Le terme « insurrection généralisée » y est défini ainsi :


l'insurrection s'est propagée à tout le territoire. Durée : au
moins trois jours. La chute du gouvernement est en jeu. La
répression est massive. Apparition de revendications abstraites.
Débat sur l'organisation de la révolte. Début de débat sur le
monde. Prise d'armes. Grève générale. Vengeance. Questa è
l'insurrezione secondo gli strumenti statistici dei teleologi che
si sono presi il compito di recensirle. Il paradigma è quello
della rivolta di strada, della rivolta nel senso classico del
termine. Ma per esempio i fenomeni di diserzione dalla società
non sono presi in considerazione. Invece i fatti dell'Albania,
secondo i teleologi, rientrano tra quelli tipici dell'insurrezione,
ma in Albania c'è stata realmente un'insurrezione? I teleologi si
sono chiesti chi si è mosso contro chi e per quali motivi,
dunque sembra a loro lecito parlare di insurrezione. Ad una
attenta verifica dei fatti, molte cosiddette insurrezioni mostrano
caratteristiche diverse, in cui il momento insurrezionale si
rivela come l'effetto vistoso di manovre sotterranee di gruppi di
potere mafiosi. Bahreïn, Albanie, Indonésie. Che cosa hanno in
comune queste situazioni a parte una debole e dubbia
sincronicità, dato che il tempo della storia non scorre con la
medesima velocità in tutti gli angoli della terra?

Che alcune situazioni convulsive e contingenti nelle vaste e


spesso abbandonate periferie dell'impero si trasformino in
rivolte di strada non è un criterio sufficiente per parlare, sempre
e comunque, di insurrezioni generali. Inoltre ci si chiede se
sono da considerare rivoluzionari i maoisti di Sendero
luminoso o quelli del Nepal o i movimenti sostenuti dai
narcotrafficanti dall'America latina all'Afghanistan e alle
Filippine e altrove nel caso in cui alimentino manifestazioni di
piazza?

16
Diverbi

Cet assaut contre la société, distinct et très ramassé dans le


temps, est encore la révolution iranienne, déjà affaiblie,
quoique poussant certaines de ses conclusions comme on l'a vu
dans son absence presque complète de références politiques,
culturelles, sociales, psychologiques et économiques, c'est-à-
dire religieuses, et à travers les réorganisations précipitées de
l'ennemi qu'elle a forcées, du front Iran-Irak à l'Afrique du Sud,
en passant par le mur de Berlin, renversé en passant.

La deduzione è immotivata, come al solito. Una deduzione


tanto immotivata da essere dissolta dalla stessa avventatezza
degli accostamenti proposti che accomunano nello stesso
tempo fatti avvenuti nell'Africa del Sud con la caduta del muro
di Berlino.

Ce qu'il s'agissait de montrer, c'est comment un tel mouvement


crée de la pensée, et quelle pensée, parce que la pensée qui le
fonde lui a cruellement manqué au moment d'étendre
l'offensive en actes. Ecco ancora una volta la presunzione di
affermare che i rivoltosi non sono stati capaci di pensare ciò
che i teleologi hanno pensato e che l'incapacità dei rivoltosi
troverà l'unico rimedio, l'unica medicina, nell'esposizione del
pensiero teleologico.

Eppure proprio l'esposizione del pensiero teleologico,


all'interno del volume, è svolta in modo poco convincente e
questo difetto non è nascosto dagli stessi teleologi. La structure
de l'ouvrage n'est pas facilement abordable. Il ne s'agit pas en
effet de la construction classique d'une thèse, mais d'une
architecture de textes, fort variés quant à leur intérêt, leur
forme, leur circonstance, et même l'époque de leur rédaction,
qui se situe entre 1982 et 2001. Les trois parties et leur division
en chapitres procèdent d'une logique, explicitée par de courtes

17
Diverbi

introductions ; mais à l'intérieur de chaque chapitre des deux


premières parties, c'est une logique différente - chronologique -
qui prévaut.

Essi scrivono addirittura che la dernière partie est d'ailleurs une


juxtaposition simplement chronologique des textes qui nous
ont paru les plus fondamentaux, même si cette appréciation est
si subjective qu'elle a changé plusieurs fois en cours de
préparation de l'ouvrage.

Il y a, d'abord, de nombreuses redondances, d'un texte à un


autre. Questi difetti si sarebbero dovuti evitare elaborando un
testo ex novo, che presentasse in modo organico le tesi dei
teleologi. La struttura dell'opera mostra i segni della fretta,
infatti i teleologi devono concludere la Presentazione scrivendo
che une autre complication vient de ce que sur de nombreuses
notions nos avis ont changé, dans l'approfondissement de la
réflexion, qui a commencé il y a vingt ans

18
Diverbi

La Naissance d'une idée, tome I, Un assaut contre la société

Présentation

Le carenze del discorso di Presentazione del primo volume de


La Naissance d'une idée sono le stesse di quello del secondo
volume. Ho preferito invertire l'ordine di lettura partendo dal
testo più ampio verso quello più breve.

Aujourd'hui, dans le monde où l'information lave les cervelles,


noie les mémoires et engloutit par anticipation les
imaginations, le découvreur du langage des pierres serait
tranquillement éconduit : les pierres parlent ? Et alors ? Nous le
savons déjà ! Et d'ailleurs, qu'est-ce que ça change ? Ecco le
pietre parlano! Ma che cosa dicono le pietre? Se colpisce il
bersaglio il discorso della pietra è esplicito, ha raggiunto
l'obiettivo di comunicare qualcosa a qualcuno, ma se lo manca
il suo problema è quello comune a tutti gli esseri umani
parlanti.

Le mouvement de l'apparition d'une idée n'est pas l'affaire d'un


cerveau. C'est le mouvement d'une époque. L'apparition d'une
idée, la nouveauté en d'autres termes, est issue d'un débat
d'idées, et ce débat d'idées a des apparences de bataille aveugle,
ressemble au contraire de ce qu'il est convenu, aujourd'hui,
d'appeler débat d'idées. C'est dans notre façon d'agir que nous
autres humains créons des idées ; et nous ne le savons pas
toujours. Le dichiarazioni dei teleologi finiscono per condurre
il lettore sempre nella stessa direzione. Vi è una congiura che
nasconde le idee. Ma questo complotto è un espediente
retorico, un antico espediente retorico per sollecitare il sospetto

19
Diverbi

verso l'altrui concorrenza ed ottenere la fiducia del cliente.

Les moments clés de l'histoire sont ceux où le négatif est


concentré. Le positif pétrifie l'histoire, la transforme en
souvenir, en image, en silence.C'est pourquoi l'histoire est
d'abord l'histoire des révolutions, c'est pourquoi la révolte est la
vérité de l'histoire. Non que toute révolte soit riche, mais toute
richesse est née dans la révolte. La storia non è altro che il
negativo, ma dove il negativo si concentra non è detto che vi
siano delle rivoluzioni. La storia non è la storia delle
rivoluzioni, ma dovere rimarcare questa banalità serve a
mostrare il carattere ideologicamente ottuso dell'affermazione
teleologica. Le rivolte sono piuttosto degli incidenti della
storia, le rivolte scavano il buco dove precipitano le
presunzioni sulla storia.

L'idée de la négation de l'infini a été mise en germe par la


vague de révolte dont la révolution en Iran a été l'écume. Mais
le mouvement de révolte qui a permis de la formuler, et qui a
suivi de peu cette vague, est pour ainsi dire inconnu. Malgré sa
variété, sa radicalité, son ubiquité, il a disparu à travers le
martelage du discours dominant. Ancora una volta i teleologi
legano, grazie alla cospirazione occulta dell'informazione
dominante, le loro formulazioni teoriche ad un preciso
momento storico al quale la loro teoria dovrebbe la sua nascita.
Due elementi arbitrariamente accoppiati: una teoria e una
rivolta dovrebbero sostenersi a vicenda; ma un cieco non può
guidare uno zoppo.

Ici, les portraits sont des portraits d'émeutes, de révoltes


collectives, généralement sans chefs, et le plus souvent sans
revendications autres que quelques mauvais prétextes ... Ma in
questa constatazione sulle rivolte elencate e descritte dai

20
Diverbi

teleologi è lecito dedurre che il loro silenzio o quelques


mauvais prétextes non dovrebbero consentire né accostamenti
né generalizzazioni. Eppure ...

La règle méthodologique che era parsa necessaria ad Adreba


Solneman nella sua opera sur la vague de révoltes précédente
(1978-1982) si riassume così: ne faut supposer connu un
événement négatif moderne; dunque il convient toujours de le
décrire, pour permettre de comprendre en quoi il mérite
l'allusion ... La regola metodologica che viene enunciata da A.
S., spesso è condivisibile se non ammirevole, ma dovrebbe
essere utilizzata, per esempio, quando si tratta di sovrapporre
una teoria generale (come la teleologia moderna pretende di
essere) all'analisi dei fatti e all'analisi delle rivolte. In questo
caso invece la timidezza dell'analisi impedisce la sintesi,
oppure se non si tratta di timidezza allora vuol dire che si
rifiuta la sintesi, perché si ha paura che le conclusioni
divergano dalle premesse teoriche, o si ha paura di avere
sbagliato nella sintesi la lettura dei dati proposti nell'analisi.

Nous avons cru devoir, pour le présent ouvrage, en proposer les


analyses sous forme de notes, inégalement détaillées. L'analisi
in forma di nota sottostima platealmente l'importanza
dell'analisi ...

Dunque: da una parte i teleologi escludono, come regola


metodologica, l'approfondimento dell'analisi, cioè il rischio di
incorrere in errore nella sintesi teorica della vague de révoltes,
dall'altra parte essi affermano che vi sono precisi cicli di
rivolte, che legano fatti avvenuti più o meno
contemporaneamente da un capo all'altro del pianeta,
caratterizzati dal fatto di rispondere a un'unica irradiazione
proveniente da un epicentro, localizzato e cronologicamente

21
Diverbi

individuato. L'analisi, respinta dalla porta, rientra dalla finestra,


ma priva di quella particolare e generale ricerca di
approfondimento che la motivi di fronte ai lettori.

Le deficienze dell'analisi compromettono il giudizio


sull'insieme dell'opera.

22
Diverbi

Assemblea a Termidoro

L'Observatoire de Téléologie ha firmato qualche intervento


sull'Argentina, ma alcune corrispondenze sono state presentate
in forma anonima (Nous avions choisi cette dernière signature
pour l'apposer à un texte qui n'était pas de nous, mais qui était
écrit par un assembléiste argentin, dont nous ne voulions pas
mêler le nom à ce contexte polémique). La lettre à un
assembléiste argentin contiene un testo firmato Jussieu, 8
février 1998, e un altro, datato Paris 25 juillet 2002; quindi si è
reso necessario indicare la data tra parentesi.

A me interessa lo specifico argomento delle assemblee, perché


in Argentina - dilagando una crisi drammatica dall'esito ancora
sconosciuto, che finirà per coinvolgere l'intero continente
sudamericano, come sta accadendo in Uruguay e altrove - il
movimento di opposizione popolare si è dato questo specifico
strumento, e vi si è riconosciuto, evidenziando la crisi
irreversibile del modello assembleare nel tempo stesso in cui la
sua diffusione porta alla paralisi il movimento che l'ha adottato.

Anonyme (1998): "Venus d'un peu partout, d'esprits et de


tempéraments différents, partageant des préoccupations
proches sans être identiques, voici des individus réunis en
assemblée à la faveur du mouvement des chômeurs qui
palabrent, réfléchissent, s'embrouillent, prennent la parole, font
valoir leur cause, s'accordent, s'éloignent, prennent des
décisions, polémiquent, s'écoutent, se lassent, tchatchent encore
et encore. Les règles du jeu y sont mouvantes, mais du moins y
a-t-il jeu. Bref, une assemblée où l'on tente d'instaurer un débat

23
Diverbi

pratique hors des règles convenues. Où la seule autorité


reconnue est celle du débat. D'ailleurs, à mon sens, la seule
réalité effective de l'assemblée c'est cette pratique du débat et le
souci de l'étendre. Pratique qui porte aussi bien sur "le but et la
méthode" du débat lui-même que sur les questions soulevées
publiquement par le mouvement des chômeurs - et
probablement au-delà. Comme l'évoquait quelqu'un jeudi
dernier, il y a dans ce foisonnement de prises de paroles et de
pensées une vague ébauche de société. Lorsque nous nous
réunissons en assemblée, on peut avoir d'abord pour but
premier "la revendication", "la propagande", "l'agitation", "le
renversement du monde", etc. Mais, pour peu que le débat se
donne ses propres règles du jeu, on s'approprie en même temps
un nouveau besoin, le besoin de société. Ce qui paraît un
moyen, assemblée, est devenu un but. Palabrer, gamberger,
fumer, boire, décider, agir, etc., ne sont plus là comme moyens
d'union, comme moyens qui unissent. La société, l'association,
la conversation, à nouveau buts de la société, suffisent puisque
c'est ce qui décide de tout - du meilleur comme du pire
d'ailleurs. Nous débattons, écrivons des textes, menons à bien
des interventions publiques, etc. Mais nous créons aussi les
relations dans lesquelles nous faisons tout cela. L'instauration
de telles relations n'est pas immédiate. Elles deviennent
effectives par la médiation du débat en ruinant l'immédiateté à
laquelle sont généralement cantonnés les individus vis-à-vis du
monde. Elles ne peuvent être sociales qu'en minant le monde
qui s'interpose entre les individus. Il y a un monde entre les
gens, entre nous, celui de l'argent précisément, sa puissance de
communication instantanée qui se déploie envers et contre
nous. L'argent nous dessaisit des conditions sociales
d'existence. C'est ce qui explique qu'on en redemande. A
Jussieu, et ailleurs certainement, des individus ne se contentent
pas d'agir sur le monde par agit-prop ou autre, ils débattent,

24
Diverbi

entrent en relations par le moyen de l'association, et se


reconnaissent dans ces relations. Ils constituent une "agora", un
espace "public". Et, si circonscrites que soient ces relations
dans le monde, ils sont pour eux-mêmes le public. En agissant
publiquement ils s'adressent à d'autres publics. On devine ce
que peut avoir d'anachronique cette reconnaissance aujourd'hui
où toute forme constituée d'agora a été supplantée par l'argent
et l'État et que règne le bruyant silence organisé de
l'information. Cet aspect en jeu dans "l'assemblée de Jussieu"
est un des points qui nous reste relativement obscur. Voilà
pourtant le lieu d'un défi. A notre époque, toute tentative
concertée de se constituer en agora contrevient aux règles
sociales établies."

Questo frammento della lettera introduce l'elemento mitico e


non sottoposto a critica radicale dell'ideologia assembleare: la
creazione ex novo di un'agorà!

Quando il discorso dell'anonimo del 1998 passa dalle


affermazioni astratte al suggerimento di un esempio storico,
ecco che si affaccia sulla scena la riproduzione falsificata delle
mistificazioni della Grecia classica! Quale agorà sognano gli
insorti di oggi? Quella di una democratica e infinita
discussione di tutto? Dove ad ognuno è data la facoltà e il reale
diritto di ritrovare se stesso, in quanto realmente umano, in un
dialogo infinito con la reale comunità umana? La
Gemeinwesen di Karl Marx e di Jacques Camatte è risorta nel
continente australe?

Anonyme (2002): les assembléistes ne sont pas plus de 20 000


dans le grand Buenos Aires, et c’est forcément insuffisant pour
être une force populaire, au sens classique du terme, et même
pour être relativement bien représenté dans une grande

25
Diverbi

manifestation, qui dépend donc toujours à Buenos Aires en


priorité des partis de gauche ...

Il mito assembleare, nel momento in cui si spegne per


esaurimento, nel momento in cui esala il suo canto del cigno,
con le parate argentine, rivela, attraverso le parole dei suoi
partecipanti, la vasta ombra della falsificazione storica che,
sola, può coprire il funerale recitato sulla scena sudamericana.
Ma non è sufficiente la falsificazione storica, il riciclaggio
dell'impostura dell'agorà greca, è necessario pure barare sui
numeri: presentare il fenomeno delle assemblee come se fosse
un'immensa fioritura di luoghi di dibattito, un convergere di
enormi masse popolari: les assembléistes ne sont pas plus de 20
000 dans le grand Buenos Aires.

I giacobini di Parigi, Robespierre e Jacques-Louis David


credevano di reinterpretare la classicità, eppure il
neoclassicismo ha atteso Napoleone per vivere la sua stagione
imperiale. I rivoluzionari guardano "necessariamente" al
passato, al deposito di illusioni del passato che la storia
conserva, apparentemente intatto, apparentemente al riparo
delle tempeste. Perché ciò che è nuovo appare talvolta con una
maschera antica.

Ma le illusioni del passato e le illusioni sul passato, che sono


accumulate nel deposito immenso delle ideologie, che
travalicano i decenni, immuni dalla critica, non toccate dalla
realtà, e che, nuovamente vergini, sono brandite come armi dai
rivoluzionari, sono, in realtà, il principale ostacolo che le
rivoluzioni devono affrontare. Il fantasma delle assemblee ha
affascinato molte generazioni di rivoluzionari del mondo intero
e che ancora oggi seduce i rivoluzionari argentini - per fare un
esempio classico - non è stato diverso, come intensità del

26
Diverbi

pericolo, dalla suggestione esercitata dal canto delle sirene per


Odisseo.

In realtà le assemblee, cioè, in origine, i consigli operai e i


consigli dei di soldati, sono figli di un'epoca conclusa. Sono
figli dell'industrializzazione del primo Novecento e della prima
guerra mondiale. Le assemblee sono figlie della società
descritta dal giovane E. Junger, sono figlie di Der Arbeiter, del
tempo di guerra, delle Tempeste d'acciaio, In Stahlgewittern.

Il nichilismo dello spettacolo ha condotto noi tutti molto più in


là, oltre il punto in cui si è arrestata la coscienza del proprio
tempo nelle teste dei rivoluzionari.

Anonyme (2002): Ce moment semble être une étape dans le


développement des assemblées libres, où la pensée de
l’assemblée même va au-delà des prétextes économiques ou
politiques qui ont provoqué la création de l’assemblée, pour
s’interroger sur le sens de la parole dans la société où ce
phénomène se produit. (...) En Argentine, j’ai le sentiment
qu’elle est arrivée tôt à cette étape, mais qu’elle n’a pas encore
réussi à s’en extraire, ce qui est à la fois nécessaire mais
périlleux, avec un tel jeu de miroir apparemment infini, où l’on
risque de plonger comme dans une sorte de psychanalyse
collective.

Nel discorso dell'Anonyme affiora la coscienza di un pericolo


incombente: la psychanalyse collective. La questione del jeu de
miroir apparemment infini va presa alla lettera. Sebbene
promuova il massimo silenzio sulle assemblee, sebbene il
silenzio mediatico avvolga la scena assembleare, in tutto il
mondo lo spettacolo procede speditamente in direzione del
coinvolgimento massiccio del pubblico. La multimedialità ha

27
Diverbi

trasformato lo spettatore passivo - nell'epoca della Società


descritta da Debord - in un attore, presente in modo virtuale ma
attivo, e sempre più coinvolto, coinvolgimento e alienazione
non sono differenti a questo punto, dalle forme proposte dallo
spettacolo.

Lo spettacolo travolge le mediazioni, da quelle arcaiche a


quelle più recenti, per omologare il pubblico al suo discorso.
L'agorà, ovvero la mistificazione pubblicitaria dell'idea
popolare di agorà, non è altro che l'obiettivo dello spettacolo.
L'idea di una "vera", "autentica" agorà è l'altro lato della
questione: l'assiologia rivoluzionaria, il moralismo
rivoluzionario nascondono l'evidenza dello spettacolo. Il
movimento reale che abolisce lo stato di cose presente è lo
spettacolo, il suo nichilismo espansivo.

Quale modello di agorà vorrebbero i rivoluzionari argentini?


L'agorà di Atene che mette a morte Socrate, l'agorà dell'Atene
di Alcibiade non erano diverse, quanto a manovre, inganni e
ambizioni dalle aule dei Parlamenti odierni. Inoltre, ecco i
frutti della tecnologia!, lo spettacolo offre già oggi
un'immagine potenziata a un'Atene mondiale,il mercato e i
pubblicitari dispongono di un'agorà totalizzante ed è Internet!

Lisa Garrigues: Je ne suis pas d'accord avec l'idée que parler de


la peur veut dire que les assemblées se trouvent moins
fortes..au contraire, une des choses plus admirables des
assemblées que j'ai vu depuis qu'elles ont commencé en Janvier
est leur capacité de compartir les sentiments quand elles
arrivent, et continuar "la lucha" malgré et avec ces sentiments.
La peure, le courage, la tristesse, la colere, l'entusiasme, on a
toujours eu tous ces sentiments dans les assemblées, et on a
parlé de tous.

28
Diverbi

Lisa Garrigues descrive in realtà il talk show della rivoluzione!

Le assemblee, non per uno scherzo maligno della storia, ma per


la reale povertà dell'esperienza rivoluzionaria recente e per la
povertà della sperimentazione rivoluzionaria che si è fermata
da decenni, sono ritornate ad essere protagoniste del dibattito,
ma esse non potendo recuperare il compito che avevano
assunto all'epoca della loro apparizione e affermazione, cioè in
un'epoca militarizzata, in un'epoca pre-televisione, in un'epoca
pre-Internet, ecco che si trasformano in luoghi di discussione
infinita, di esposizione di innumerevoli risoluzioni: il talk
show.

Quando e dove, nelle esperienze rivoluzionarie del Novecento,


le assemblee hanno mantenuto le loro prerogative a lungo,
senza che queste siano state violate o bloccate, esautorate o
cancellate? La rivolta manifesta il tempo dell'emergenza, il
tempo dell'urgenza, ma gli strumenti di coordinamento degli
individui devono essere adattati alla estensione della durata., e
attraverso essi devono potervi trovare espressione le voci di
tutti.

Anonyme (2002): Je suis au contraire persuadé que pousser le


débat sur le débat dans ses dernières conséquences est la seule
action nécessaire, celle qui contient toutes les autres. Les
assemblées sont un moyen par lequel la pensée collective
s’ouvre à la conscience et la conscience s’ouvre à la pensée
collective. Les assemblées sont une pensée sur la pensée, et
tout est pensée.

Non ci si può aspettare dalle assemblee che dirigano un


processo storico del quale sono un'appendice funebre, e le

29
Diverbi

speranze dell'anonimo sulla coscienza e sul pensiero collettivo


se, da un lato mostrano di risentire della nefasta e famigerata
impostura del Lukacs di Storia e Coscienza di classe, dall'altro
dimenticano che il pensiero sul pensiero c'è già ed è lo
spettacolo in azione.

Anonyme (2002): Les assemblées sont un moyen non


médiatisé d’individus associés pour s’attaquer à la
compréhension et à l’usage de l’aliénation, qu’elles peuvent
aller au-delà de toutes les formes connues d’organisation des
humains. Si les assemblées parviennent à mettre la main sur le
secret de la pensée - il n’existe aucune tentative mieux engagée
que la leur dans le monde pour le faire -, la gestion des
marchandises, de la cité et de l’information en sera bouleversée
; alors que l’inverse n’est pas vrai : bouleverser la gestion des
marchandises, de la cité et de l’information peut très bien se
faire sans même savoir qu’il y a un secret de la pensée.

Le assemblee sono comprese dall'anonyme come un moyen


non mediatizzato, e in questa comprensione inesatta si
nasconde l'inganno, l'autoinganno. Ma qui è evidente la
confusione, lo scambio, l'equivoco, tra il silenzio dei media e i
modelli di comportamento che i media suggeriscono. La
pervasività dei media, la spugnosità dello spettacolo giunge
fino alle assemblee, penetra dentro le assemblee. Alle
assemblee non spetta l'elaborazione della strategia di un
movimento, ma la tutela della sua stagnazione, il differimento
dello sviluppo nella verbosità, nella clinica della parola.

La coscienza dei rivoluzionari dimostra di essere arretrata


rispetto ai livelli di integrazione che lo spettacolo ha raggiunto,
alla portata della suggestione che lo spettacolo esercita sulle
masse e soprattutto in confronto agli obiettivi che il nichilismo

30
Diverbi

spettacolare sta per raggiungere.

Anonyme (2002): C’est à la capacité d’analyser leur propre


mouvement, dans le monde, qu’on mesurera désormais une
coordination d’assemblées. L’Interbarrial n’a aucune capacité
d’analyse (elle n’a même pas la capacité de débat) et c’est
pourquoi elle est devenue la plus grave faute du mouvement
des assemblées en Argentine. Il est vrai que ce qu’il s’agit
d’analyser est la pensée collective en mouvement, et cela,
personne ne sait le faire, pas même les études de marché, qui
sont un secteur d’activité ennemi entièrement occupé à cette
seule tâche de décrypter l’aliénation.

Décrypter l'aliénation. Décrypter tutto il campo


dell'alienazione, segmento sociale per segmento sociale, fino
ad arrivare ad ogni singolo individuo, fino ad arrivare a me e a
te che leggi: proprio questo è l'obiettivo per il mondo delle
merci e dello spettacolo! Lo spettacolo dice, e non inganna
quando lo dice: Ce à quoi vous aspirez, vous l'aurez!

Anonyme (2002): Quelles conditions doivent être réunies pour


que l’assemblée cesse, non parce qu’elle serait vaincue ou
usée, mais parce qu’elle aura atteint son but ? A quel moment
pourra-t-on dire : nous n’avons plus besoin, nous n’avons plus
envie d’une assemblée pour aller au-delà ?

Anonyme (2002): Tant que le mouvement des assemblées, où


qu’il soit dans le monde, n’aura pas trouvé en soi-même les
ressources pour mener à bien cette démarche, il restera enlisé
dans son premier élan. Il apparaît aujourd’hui, notamment en
Argentine, que se fixer des buts audacieux (non pas tenter de
réduire « que se vayan todos » à l’un de ses aspects, mais aller
au-delà), particulièrement dans l’exigence de la pensée issue de

31
Diverbi

l’assemblée, est ce qui manque pour que l’assemblée devienne


historique au sens le plus noble du terme : qu’elle dépasse ce
qui est si bien dit dans le texte ci-dessus : « une vague ébauche
de société ».

Quando io penso al superamento delle assemblee, al


superamento di questo ingombrante ostacolo sulla via della
costruzione di nuove forme di sperimentazione sociale, penso
alla grande quantità di esempi e di materiali raccolti in Masse
und Macht [Massa e potere], di Elias Canetti, penso a quanto
poco questo materiale sia stato utilizzato per un'analisi del
sociale ad uso dei movimenti insurrezionali.

Penso anche alla metafora del bosco che ricorre nelle pagine
del Trattato del ribelle [Der Waldgang], di E. Junger, in cui va
a ritirarsi, per resistere, il singolo minacciato dalla
socializzazione dello spettacolo.

Quando Canetti parla delle "mute", cioè delle prime forme di


aggregazione sociale sembra di sentire parlare delle gangs
metropolitane giovanili ...

La muta, in francese meute, o mue. La parola émeute proviene


da lì. Qualcuno lo dica ai teleologi, perché sono ignoranti.

Sono stato obbligato, nel caso del commento che ho intitolato


L'idea che non è ancora nata, a dover spiegare che tra
rivoluzione e controrivoluzione vi è un legame forte, un
rapporto di simbiosi (che invece il giornalista K. Marx
conosceva benissimo) grossolanamente frainteso dai teleologi.
Ogni rivoluzione è responsabile della controrivoluzione che
innesca, poiché la profondità dello sconvolgimento
dell'organizzazione sociale dominante causata dalla rivoluzione

32
Diverbi

si trova ad essere verificata dalla profondità della


controrivoluzione. La qualità di una rivoluzione è direttamente
visibile nei mezzi, e nelle quantità, dispiegati dalla
controrivoluzione, e dagli strumenti adoperati per ristabilire il
controllo e il consenso sociale perduti, perché il segno del
passaggio di ogni rivoluzione rimane impresso nei
provvedimenti della controrivoluzione, per tutta la loro durata .

La rivoluzione e la controrivoluzione né Iran né altrove hanno


sortito effetti rivoluzionari capaci di imporsi in Occidente. Le
sommosse e le rivolte si susseguono e la debolezza economica
gravissima di molti stati susciterà nuove ondate di rivolte, ma
ciò che è mancato finora sono state i tentativi di superamento
degli strumenti classici di coordinamento insurrezionale.

Questo è il dato di fatto attuale. Una estrema povertà di


sperimentazione in campo insurrezionale. Nessun catalogo di
rivolte e di sommosse è capace di nascondere questa spiacevole
evidenza.

Non saranno le comunità tradizionali algerine, come non lo


sono state le comuni rurali nella Russia prebolscevica, a
generare e a guidare il cambiamento sociale. I fossili delle
organizzazioni sociali precapitaliste mantengono ancora una
capacità attrattiva che proviene loro dall'essere esterne,
periferiche, marginali rispetto allo sviluppo dello spettacolo, e
del nichilismo planetario, ma questa marginalità - che non è
altro che un anacronismoo - è troppo debole per essere
realmente significativa. Tutto ciò che si mantiene ancora
esterno o periferico è destinato ad essere assorbito, ad essere
integrato, ad essere riciclato.

Neppure le assemblee argentine sono in grado di rinnovare il

33
Diverbi

quadro di povertà, di estrema miseria di immaginazione sociale


rivoluzionaria.

Agli amici argentini voglio ricordare un racconto di Macedonio


Fernandez: Chirurgia psichica di estirpazione. Al protagonista
di questo racconto era stato asportato il senso del futuro, gli era
rimasto, soltanto, un residuo di percettività del futuro
consistente in un'anticipazione di otto minuti. Ma il narratore
accenna con sarcasmo anche alla prospettiva, non abbastanza
sfruttata, dell'asportazione coscienziale totale.

Non è difficile trarre le conclusione da questo esempio


letterario.

34
Diverbi

Appendice:

Tout recommencer, tout n'est pas encore dit.

Ogni tanto è necessario ritornare a documenti anteriori al


nostro tempo, a documenti che restituiscano i criteri di
opposizione a un'epoca che non sia la nostra. Spesso si
ritrovano le tracce di un'erranza se non cieca, almeno non a
torto smarritasi, ma sulle quali siamo partiti e dalle quali ci
siamo avviati, perché siamo ancora e forse sempre al suo
interno. Nel 1926 a Parigi l'Unione Generale degli anarchici
redigeva una Piattaforma d'organizzazione. Dunque durante lo
scorso secolo, nella Parte costruttiva della Piattaforma si
cercava di prevedere e di risolvere il problema del primo
giorno della rivoluzione sociale e dei giorni successivi.

Tuttavia questo problema superava, di molto, le capacità degli


estensori di quel documento come pure di molti documenti
posteriori al 1926.

In primo luogo nella Piattaforma si affermava che le funzioni


organizzatrici della nuova produzione saranno attribuite a
organismi amministrativi creati espressamente a questo scopo
dalle masse lavoratrici. Saranno dunque soviet, consigli di
fabbrica o amministrazioni operaie delle imprese e delle
officine. Gli organismi detti saranno collegati nell'ambito di
comuni, distretti e del paese intero. Gli eletti saranno
controllati e rinnovati sistematicamente, a realizzazione del
principio dell'autogestione autentica delle masse, mentre
l'Unione degli anarchici avrà la guida ideologica della nuova
fase rivoluzionaria. Il carattere genericamente filobolscevico
del documento su questo punto nevralgico è un sintomo

35
Diverbi

rivelatore degli inevitabili sviluppi che avrebbe subito la


situazione se fosse stata reale e non virtuale.

Subito dopo si diceva che la rivoluzione sociale si occuperà


della ricostruzione di tutto l'ordine sociale attuale, cioè dovrà
preoccuparsi dei bisogni vitali di tutti, eccettuati i
controrivoluzionari, i quali saranno abbandonati al loro destino.
Forse gli anarchici non avevano intenzione di preoccuparsi del
destino di costoro, o forse pensavano a come abbreviare il
corso del destino dei controrivoluzionari; comunque la lacuna è
preoccupante. Ma sull'umanitarismo degli anarchici non si deve
nutrire dei dubbi, infatti il documento precisava che la
rivoluzione provvederà in primo luogo ai fanciulli, ai malati e
alle famiglie operaie. Dunque l'uguaglianza dei cittadini, del
genere umano, si sarebbe modificata secondo un nuovo ordine,
secondo nuove gerarchie, che per il momento vengono solo
intraviste. Ma la cosa importante era di far capire tra le righe
della Piattaforma, sebbene seguendo il principio umanitario,
che l'uguaglianza sarebbe rimasta ancora una chimera, sebbene
l'apparenza ideologica dovesse mantenere l'immagine gloriosa
della rivoluzione antigerarchica.

Per quanto riguarda l'agricoltura, gli anarchici ammettono che


la proprietà della terra sarebbe rimasta, per un certo tempo,
individuale. Evidentemente i redattori del documento
osservavano attentamente cosa era accaduto e cosa accadeva in
Russia, prima e durante la NEP, tuttavia ribadivano la necessità
di condurre un'instancabile propaganda a favore dell'economia
agraria collettiva. La parola propaganda non inganna nessuno:
il termine impiegato adombrava una deterrenza più minacciosa
e sembrava preludere all'uso di mezzi ancora più convincenti.

La difesa della rivoluzione si presentava, come era avvenuto in

36
Diverbi

Russia, come una questione non di pochi mesi, ma di parecchi


anni. Si dovranno creare opportuni meccanismi di difesa della
rivoluzione. Quale tipo di organismi militari potevano creare
degli anarchici? Degli organismi in cui la disciplina e la
direzione strategica siano uniti al volontarismo dei combattenti
- un ibrido non credibile. Evidentemente l'unità del piano
operativo e l'unità del comando generale avrebbero creato da
sole, in se stesse, un esercito stabile e organizzato. Ma la
certezza dell'esistenza di un esercito inquietava l'animo degli
anarchici, che affermavano che esso non dovrà essere
considerato come un elemento fondamentale, sebbene
sapessero in partenza di mentire a se stessi, e, in particolare, sul
punto più decisivo di tutti, quello della guerra per la difesa
della rivoluzione.

Sul piano generale dell'amministrazione, gli anarchici


mantenevano in vigore il principio federalista, ma all'interno di
un sistema che, nei passaggi gestionali dal comune al distretto
e dai distretti all'intero paese, sebbene non se ne faccia il nome,
faceva intravedere le basi per l'edificazione di un nuovo stato.
Quindi il discorso della Piattaforma si chiudeva.

La rivoluzione sociale degli anarchici è rimasta lettera morta,


ma è rimasto per noi un esercizio teorico che lasciava intuire le
svolte future che avrebbero condotto gli anarchici se fossero
stati vittoriosi sulle strade già note del secolo scorso. Le
irriducibili contraddizioni degli anarchici del secolo scorso non
suscitano tenerezza, perché si può facilmente osservare che se
fosse riuscita davvero a vincere la guerra contro lo stato, questa
rivoluzione anarchica avrebbe generato un nuovo stato
repressivo e totalitario non molto dissimile dal modello
originale: il prototipo russo-sovietico. Queste contraddizioni,
da sempre irrisolte, sono deflagrate in tutte le teorie

37
Diverbi

insurrezionali fino alla loro completa dissoluzione. Si può


cominciare a risolvere queste contraddizioni soltanto al prezzo
di considerare il loro carattere radicale.

38
Diverbi

Confutazione di un fanatico
In questo mondo ogni terrorista finisce con il trovare il suo
fan, (letteralmente il suo fanatico): Bin Laden ha trovato
Jean-Pierre Voyer

Se l'attaque de New York est une simple discussion


philosophique,

il bombardamento dell'Afghanistan è la sua semplice filosofica


confutazione.

L'enculisme est la négation de la confiance, pire encore : le


bannissement de la confiance ...

L'enculisme è l'umanità fuori dai deliri sull'umanità.

Ce n'est pas du pain que réclament les terroristes arabes, c'est


du sens ...

I teorici (i fanatici, passivi, dunque i fan) del terrore subiscono


il fascino di offrire senso, fornire senso, insufflare senso dove
c'è soltanto nichilismo attivo e negativo.

... ils en ont à revendre, ils exportent, ils livrent à domicile ...

I terroristi non esportano senso ma nichilismo attivo e negativo,


i teorici (ovvero i fan) esportano senso, oppure cercano di
esportare senso dove c'è soltanto nichilismo attivo e negativo,

39
Diverbi

spettacolare.
(I terroristi vogliono) stigmatiser l'odieuse pauvreté spirituelle
du capitalisme ...

I teorici (ovvero i fan) del terrore vogliono stigmatizzare,


giudicare, condannare, ecc., vogliono essere le guide spirituali
dei boia nell'epoca del nichilismo spettacolare universale.

Le but de ce terrorisme est de juger.

Il fine dei teorici (dei fan) del terrore è giudicare, condannare,


motivare la condanna a morte eseguita dai terroristi. In questo
modo forniscono un senso al nichilismo attivo e negativo.

Allah est la première marque mondiale ...

Abramo, Mosè, Cristo lo sono stati prima (molti secoli prima)


di Maometto ... ma se il Cristianesimo è morto, anche l'Islam è
morto nel senso in cui Nietzsche ha rivelato la morte di dio.

Cette pauvreté d'esprit offense Allah ...

Mai l'umanità è stata così provvista di spirito come oggi ... Per
considerare cosa si intende per povertà di spirito bisogna
osservare gli arsenali militari ...

Le scandale de ce monde est qu'il soit sans foi, sans sens, sans
réalité, c'est-à-dire nihilisme réalisé, et non pas qu'il contienne
des pauvres ...

La fede c'è, il senso c'è, la realtà c'è, lo spettacolo pure, ma ci


sono ancora i poveri.

40
Diverbi

Celui qui adore son Dieu adore en fait, sans le savoir,


l'humanité.

Il nichilismo spettacolare attivo e negativo dei terroristi si è


capovolto in adorazione dell'umanità ... Ecco la magia del fan,
il delirio della teoria.

Des gens qui ont placé leur confiance dans le dollar ne


peuvent pas être des innocents. Des gens qui renient la
confiance ne peuvent pas être des innocents ...

Forse nessuno, dalla biblica uccisione di Abele, è mai stato


innocente, dunque? Mai più saremo innocenti e forse mai lo
siamo stati, ed infine mai, in un certo senso, nessuno lo è stato;
e con questo?

L'enculisme est le péché contre l'humanité ...

No, l'enculisme è quello che gli uomini hanno fatto agli altri
uomini da sempre, l'enculisme è l'umanità in pratica, l'essenza
umana dell'uomo nel suo rapporto con la sua specie (fatto salvo
tutto il resto, tutto il contrario).

Il est seulement libre de se prostituer ...

Questa propriamente è una possibilità, se non ci fosse questa


possibilità egli sarebbe schiavo, non c'è una terza posizione.
Posso mangiare o non posso mangiare, posso bere o non posso
bere, posso fare l'amore o non posso fare l'amore, ecc. Posso
prostituirmi o non posso (perché sono schiavo). Se posso
prostituirmi vuol dire che sono libero di farlo e che questa
possibilità prima non mi era stata offerta (perché ero schiavo).

41
Diverbi

Puisque les sphères de l'amour et de la confiance, la famille et


la religion, ont été à peu près complètement détruites par le
dollar, sauf en Arabie ...

Salvo in Arabia ... Nelle carte geografiche dell'antichità nelle


era scritto in corrispondeza dei territori inesplorati: Hic sunt
leones.

... toute la confiance s'est réfugiée dans le dollar.

La fiducia si rifugia nel dollaro perché il dollaro garantisce una


fiducia accettabile per tutti e accettata da tutti. Il dollaro è la
più efficace produzione di fiducia che l'umanità ha realizzato
nei millenni. Addendum: Se io non mi fido di Voyer ciò è
normale, così come lui non si fida di me. Perché lui dovrebbe
fidarsi di me? e perché io dovrei fidarmi di lui?

Le fameux Ne travaillez jamais lettriste est généralement mal


entendu ...

No, lo slogan lettrista-situazionista è stato compreso da tutti nel


suo reale significato: il rifiuto del lavoro.

Les dix-neuf fidèles sont un modèle de libre obéissance ...

Voyer chiama libre obéissance la disponibilità a utilizzare il


proprio suicidio (compresa la morte di migliaia di altre
persone) per raggiungere uno pseudo-scopo, in questo caso
alimentare l'ambizione politico-religiosa di bin Laden ... ma in
ultima istanza il nichilismo attivo e negativo, di matrice
religiosa, non ha uno scopo da raggiungere, esso stesso è il suo
scopo.

42
Diverbi

Je ne vais pas pleurer sur la volatilisation de six mille Youpis®

I morti non erano, in gran parte, youpis, ma personale


subalterno, donne delle pulizie, ecc,;inoltre, in ogni caso, gli
youpis non sono geneticamente diversi da Voyer ...

Ces gens, qui n'ont confiance que dans l'argent ...

La fiducia nel denaro è la più elevata forma di fiducia


realizzata nella storia dagli esseri umani. Se la fiducia è riposta
nel denaro è perché gli esseri umani sono, in genere, meno
capaci di essere degni di fiducia.

Ces gens ont fait ce monde ...

Tutti gli esseri umani, in un modo o nell'altro, hanno fatto


questo mondo così com'è adesso ...

Ils n'ont donc fait que contribuer à mon malheur ...

Un consiglio: cura la tua depressione, Voyer, invece di


predicare la distruzione del mondo in cui vivi ...

Je ne vais pas pleurer sur eux ...

Non è necessario, già tanti lo hanno fatto.

... des gens qui nient le nihilisme ...

Uccidendo migliaia di persone non si nega il nichilismo


spettacolare (e lo spettacolo del nichilismo omicida), ma lo si
realizza attivamente.

43
Diverbi

Ce monde ... il est destructible par la foi.

Il mondo è distruttibile, il mondo può essere completamente


distrutto da 50 anni fa ad oggi. Sacrificare la vita per obbedire
alle trame politico (pseudoreligiose) di bin Laden non
distruggerà il mondo, ma saranno perse le vite di chi ha creduto
alla propaganda nichilista e delle loro vittime.

... monde sans foi, monde sans confiance, système généralisé


de la défiance, système généralisé de la tromperie, système
généralisé du nihilisme ...

Se alla parola mondo si sostituisce la parola uomo si ottiene il


risultato della conoscenza dell'uomo da parte dell'uomo.

L'homme nie l'homme mais ainsi connaît son genre.

Sì.

Ce que Hobbes décrivait comme un état de nature est un


résultat.

No.

Allah est en légitime défense ...

La morte di dio, scritta da Nietzsche, non la legittima difesa di


Allah. Il terrorismo spettacolar-nichilista fornisce la
dimostrazione della consapevolezza di questa morte anche
presso gli spettatori di tutto il mondo compresi gli arabi.

Ce prétendu hyperterrorisme est en fait un terrorisme de


diplômés qui ont refusé de devenir des Youpis.

44
Diverbi

Se essi rimanevano youpis ciò era preferibile per loro stessi e


per tutti coloro che sono morti per il niente spettacolista delle
ambizioni politiche (pseudo-religiose) di bin Laden.

Ce terrorisme est voyant, ses victimes sont aveugles ...

Il fan del terrorismo è un veggente ... comme Rimbaud! I


terroristi sono poeti. E finiscono, come il francese, per
commerciare in armi e schiavi?

Ses victimes sont aveugles parce qu'elles veulent ignorer


qu'elles sont esclaves ...

Se le vittime vogliono ignorare di essere schiave, ciò capita


soltanto perché, di fatto, non sanno di esserlo, e se costoro non
hanno mai saputo di essere schiavi ciò è causato
semplicemente dal fatto che le vittime non sono mai state
schiave!

... le gros bourgeois ne peut envisager qu'il peut s'agir de


stigmatiser l'impiété de son monde, de stigmatiser le péché
permanent contre l'esprit de l'infamie bourgeoise tellement
satisfaite d'elle-même ...

Il fan del terrorismo, ovvero il teorico del fedeli che esplodono,


non può che diventare predicatore, o imitarne il tono!
Sacerdote del nichilismo attivo e negativo, del nichilismo
religioso che uccide altri nichilisti religiosi. Il nostro mondo,
quello del nihilisme marchand, dello spettacolo universale, è un
mondo nichilista ma religioso, i suoi avversari fondamentalisti
sono religiosi ma nichilisti ...

45
Diverbi

Ce terrorisme est une leçon de foi, une leçon de sens du monde


(méthode Assimil), une terrible attaque contre le nihilisme ...

Il nichilismo omicida è, per il fan, fede, foi. Lo spettacolo del


nichilismo attivo e negativo, il nichilismo stragista viene
descritto da Voyer come un terribile attacco al nichilismo. Non
si accorge Voyer che il nichilismo e la motivazione religiosa si
richiudono entrambi nello spettacolo: l'impero dei media e
delle bombe atomiche e i suoi avversari del deserto.

Aucune défense immunitaire contre la religion : ils sont


infestés par le SIDA du nihilisme marchand ...

Il nichilismo mercantile, cioè la società dello spettacolo, è il


risultato ultimo della religione cristiana ...

... voilà où mène l'éducation chez les fils du désert ...

Kuwait City, ecco gli educati figli del deserto! La base militare
americana nel deserto dell'Arabia Saudita, le bombe chimiche
sul Kurdistan iracheno, il terrorismo in Algeria, la bomba
atomica in Pakistan, i kamikaze in Palestina ...

L'enculisme est la négation de la confiance, pire encore : le


bannissement de la confiance.

Voyer dà a qualcosa di molto antico, e che esisterà ancora dopo


di noi, un nome personale. L'enculisme è, in altri termini, il lato
naif della propaganda del terrore.

Ce n'est pas du pain que réclament les terroristes arabes, c'est


du sens.

46
Diverbi

Né pane, né senso, ma ambizione di potere, il nichilismo attivo


e negativo secondo Nietzsche.

Ils ont la confiance.

La propaganda, attraverso il terrore, non la confiance. La


confiance attraverso il terrore è la schiavitù.

47
Diverbi

La teleologia è viva

Omar Wisyam Teleologo


Mi propongo, senza un ordine prestabilito ma non senza una
logica e un metodo, e sicuramente non senza ratio e non privo
di ragioni, di commentare e discutere, in questo non-luogo,
qualcuna delle parole e delle tesi, quelle dichiarate e quelle
allusive, dei teleologi.
Io sono teleologo, se è vero che la teleologia appartiene a tutti,
giacché nessuno ha mai avuto bisogno di ricorrere ad un
Ufficio Informazioni per riconoscere alla propria coscienza il
diritto di costruire le proprie ragioni. La fretta è cattiva
consigliera.

In attesa di una definizione


Je suis téléologue, sì, oui, io sono teleologo, ma di quale
teleologia? L'Observatoire de Téléologie, distingueva la sua
teleologia, dalla teleologia classica.
Nel mondo classico esisteva la teleologia classica, questo è
giusto. Ma all'universo spettacolare, dentro il mondo moderno,
O.T. contrapponeva la teleologia "moderna".

Ma la crisi della modernità - la modernità è crisi, crisi come


work in progress, laboratorio di un'identità sempre mutevole -
pone in crisi il concetto di teleologia. Una crisi mortale, letale,
fatale per il pensiero critico che non può abbandonare l'idea
della teleologia senza perire, senza cancellare la teoria come

48
Diverbi

prospettiva.

Si può imparare qualcosa, in una situazione così pericolosa e


mortale, sia dalla lettura di Karl Barth, il più grande teologo del
Novecento, che dalla lettura della teologia negativa.

Presumo che si dovrà elaborare una specie di teleologia


negativa, per spiegare la crisi del pensiero critico
contemporaneo: una teleologia negativa e dialettica. Una
teleologia dell'assenza di prospettiva, della kenosis dello
spettacolo?
Il giro sarà largo, forse, e forse si bordeggerà la costa, e come
ogni viaggio di esplorazione ci saranno attese e ritardi,
interruzioni, deviazioni e incidenti. E naufragi. Oppure la barca
si arenerà ...
La critica, ovvero la constatazione - pensata? sì, pensata - non
attenderà la bonaccia, la critica non inseguirà i fortunali.
La critica compirà il suo viaggio. Non è garantito l'arrivo in
porto.
Téléologie ouverte, teleologia aperta, sembra un ossimoro.
Gli ossimori sono amati dai poeti e dai rivoluzionari.
Gli ossimori sono insuperabili, il viaggio che conduce alla
circumnavigazione compiuta del loro impossibile oggetto non
avrà risultato, se non il dolore del viaggiare.
La teleologia è l'inizio di questo viaggio. Davanti all'orizzonte,
c'è l'obiettivo di tout accomplir, l'oceano inesplorato.
L'assemblée générale du genre humain, l'assemblea generale
del genere umano, è una bella espressione. È una espressione
bella perché accenna ad un'apertura, indica che l'umanità intera
dibatte e ascolta qualcosa di comune e qualcosa che è stato

49
Diverbi

scelto in comune. Tuttavia questa bella espressione conduce


con sé anche le questioni prosaiche di una convocazione, di
una presidenza, di un ordine del giorno, di una votazione,
dell'instaurarsi di una maggioranza e di una minoranza.
Questioni più controverse, meno facilmente idealizzabili e
tuttavia non meno necessarie. Prima o poi.
Intanto questa espressione brilla per la portentosa presunzione
di cui è portatore colui che l'ha pensata.
Velocemente, e tuttavia inevitabile.
La presunzione ha i giorni contati, presto o ancora prima, si
devono misurare i risultati.
Nessun risultato? Assemblea generale dell'umanità!!!

Un progetto soggettivo
La téléologie moderne n'est pas une propriété objective des
choses comme la téléologie classique, mais un projet subjectif
pour l'humanité.
Perché in questa frase si enuncia un progetto, cioè al singolare,
e preceduto dall'articolo indeterminativo, ed infine perché
soggettivo?
Vuol dire che c'è in programma un solo ed unico progetto per
l'umanità? Che è il progetto di una soggettività, ovvero di
un'organizzazione, a nome dell'umanità? Che l'umanità, nome
collettivo ma singolare, progetta per sé il suo progetto?
Ce projet, qui implique la société et l'humanité en entier, est
justement la fin, l'achèvement, l'accomplissement de la société
et de l'humanité en entier.

50
Diverbi

Qui non si parla più di un progetto "soggettivo", ma di un


traguardo, cioè del fine (s. m.) in quanto fine (s. f.), dunque
della definitiva chiusura di tutti gli progetti precedenti (esauriti,
cessati, completati, compiuti, ultimati, finiti e sfiniti, ecc. ecc.)
dell'umanità e degli esseri umani in particolare. Non una
singolarità soggettiva, ma una totalità oggettiva.
La téléologie moderne est un projet de liberté, parce qu'il est
facultatif.
L'aspetto facoltativo che sembra assumere il progetto
teleologico qui richiama il penoso ma concreto aspetto
facoltativo (si tratta di un eufemismo) della libertà.
Un'allusione ironica?
La téléologie moderne propose un possible, des choix, une
aventure, une vérification pratique de l'idée que tout a une fin.
Alors que la fin de la téléologie classique est obligatoire, avec
la téléologie moderne elle peut se réaliser, ou non, selon nos
désirs et nos décisions.
La teleologia moderna dunque ora afferma di essere plurale
(plurale come i desideri e le decisioni, plurale e indeterminata
come i possibili, come le scelte e le avventure) e questa sua
nuova caratterizzazione significa che tutto e ognuno ha un(a)
fine. Ciò che è soggettivo è possessivo.

La causa della causa


Dans la téléologie moderne, la fin de tout est envisagée comme
une fin concrète, et en cela elle est en elle-même la critique et
la réfutation de l'infini comme réalité. On pourrait, dans
certaines circonstances, remplacer la proposition « tout a une

51
Diverbi

fin » par « l'infini n'a pas de réalité », ou « l'infini est


impossible ».
La teleologia moderna si costituisce come rifiuto dell'infinito,
cioè della realtà dell'infinito, anche se la morte è il limite che
non cessa di finire e la nascita è un evento dal cui bordo si
estende un altro infinito, anche se tutto ciò che noi definiamo
reale galleggia sull'infinito.
Questo rifiuto è dunque il materialismo della teleologia
moderna, l'umanesimo radicale della teleologia moderna, cioè
l'assunzione di un limite insuperabile entro il quale realizzare il
viaggio, compiere l'esplorazione a cui siamo stati gettati: "la
téléologie moderne est la logique du but, en tant que but
indépassable, contenant et dépassant tous les buts particuliers.
Ce projet est proprement cette exploration, et il stipule que la
cause de la cause est le but."
Fine del progetto soggettivo
La gettatezza del nostro essere qui ed ora, la sua radicale
infondatezza (l'assenza radicale di fondamento) reclama che si
compia (che si completi) fino in fondo quell'esplorazione, e
dunque la fin, l'achèvement, l'accomplissement, che si risalga
cioè alla causa della causa.

L'inizio
Tout est possible. Tout est pensée. Notre hypothèse de travail
est donc : tout est hypothèse de travail. Cioè la totalità è il
campo delle nostre ipotesi.
Tout est ici et maintenant. Tout commence. Ma ciò significa
anche che tutto sta finendo sotto i miei occhi, che ogni

52
Diverbi

possibilità si sta esaurendo, che tutto sta per finire, adesso e


qui.
Infatti, la réalité est la destruction du commencement, au
commencement. Dunque la réalité est la fin de tout, perché,
realizzandosi, distrugge tutto ciò che prima era soltanto
un'ipotesi, un possibile.
Tout ce qui arrive est donc fini, tutto ciò che accade è finito:
ecco il materialismo della teleologia moderna che finge di
essere idealista quando recita che la pensée est tout ce qui est.
Ciò accade perché tout ce qui est change. E ciò accade perché
la pensée est tout ce qui échappe à la réalité. Ma il pensiero che
si configura come il negativo del reale ci conduce al
materialismo della teleologia moderna, alla contraddizione
come metafora del "dramma", du drame nel quale siamo stati
gettati dall'inizio.
La réalité est la limite de la pensée, son principe. La realtà è il
limite del pensiero, il suo principio, ma anche il nome del(la)
fine, le nom de la fin. Giacché la réalité ne manifeste pas de
contenu, essa n'a pas non plus d'autre principe qu'elle-même.
Essa stessa è il principio di tutto e di ogni cosa, elle est elle-
même le principe de tout et de chaque chose, mais elle n'a pas
elle-même de principe. La realtà della realtà è la realtà stessa:
la réalité de la réalité n'est pas autre chose que la réalité elle-
même. La realtà poggia i suoi piedi sui bordi dell'infinito.
Ma la realtà non si riduce all'umanità, ovviamente c'è del reale
nell'umanità, ma l'umanità, questo scandalo al sole, non è e non
può essere l'unanimità e non è e non può essere l'inanità.
La réalité est seulement la fin de la pensée, et cette fin ne
contient pas de pensée en elle-même. La fine che non cessa di
finire è assoluta, cioè assolta dal pensiero, e sciolta dal suo
finire.

53
Diverbi

La réalité est la limite du langage et, de manière plus large, de


la désignation : nous sommes contraints de désigner et de
reconnaître la réalité comme une chose alors même que la
réalité est la négation aboutie des choses, la négation qui ne
tolère pas de dépassement, leur anéantissement.
La pensée implique l'action, même lorsqu'elle représente son
contraire, la pensée implique le changement, la pensée
implique le mouvement. La pensée est toujours incertaine - il
n'y a de certitude que dans la réalité. Le changement, le
mouvement de la pensée sont sans arrêt possibles jusqu'à la
réalité, qui achève le possible. C'est une autre version du drame
humain que la pensée est tout, mais qu'il n'y a aucune certitude
possible tant que la pensée n'est pas réalisée ; et quand une
pensée est réalisée, elle disparaît. Tout est incertain se dit : tout
est hypothèse. Tutto è ipotesi nel reale, la realtà è ciò su cui si
scrive il cambiamento. Si deve notare l'uso del termine
"drame", l'impiego improprio di una connotazione emotiva.
Le drame de la pensée est que sa vérité est dans la réalité, qui
la finit. On ne peut pas jouir de la vérité d'une pensée : avant
qu'elle ne devienne vraie elle est hypothèse ; quand elle est
devenue vraie elle n'est plus, elle est anéantie. L'espressione
corretta, secondo me, è un'altra; non "drame", ma gioco. Il
gioco del pensiero. La sua essenza è nella ripetizione
incessante.
La pensée, qui est tout ce que nous connaissons (et tout ce que
nous connaissons est pensée), est le mouvement de la
transformation de la réalité en son contraire, cioè nel contrario
della trasformazione. In effetti - l'Ufficio Informazioni della
Teleologia Aperta mi perdonerà per l'inversione del genitivo -
la mia conclusione è che il pensiero è attratto dalla sua
negazione.

54
Diverbi

Gli inizi
Le commencement, le même commencement, n'est pas
seulement absolu : il est une multiplicité indéfinie de
commencements. L'inizio in un senso assoluto non c'è, ci sono
molteplici indefiniti inizi.
Tutto, cioè l'inizio, va pensato al plurale. Lo dice anche la
fisica attuale.
Ici et maintenant est la particularité comme commencement.
L'inizio, qui ed ora, è l'inizio come particolarità, uno degli
inizi, questo inizio.
La réalité est la borne, la limite, la fin de tout. La realtà come
limite e come fine di tutto.
La réalité elle-même, en tant que fin de la pensée, n'est pas de
la pensée.
Il n'y a pas d'expérience sensorielle de la réalité. Mais dans la
vue, le toucher, le goût, l'odorat, l'ouïe, il y a la trace,
indéfinissable, de la réalité.
Se cerco un'allegoria della realtà, trovo il televisore e la
televisione. C'est la réalité qui vérifie cette hypothèse.
La contradiction du monde actuel : le monde n'est que la
représentation de la totalité ; ce qui est actuel n'est
représentation que dans l'acte de se représenter, mais pas dans
ce qui est représenté.
La preuve d'une chose, sa vérification pratique, est sa fin.
Nel(la) fine il progetto stabilisce l'obiettivo. L'obiettivo è ciò
che non può essere raggiunto, l'ideale della teleologia.
Pour construire le projet de l'humanité, une assemblée générale
de tous les individus concernés est nécessaire. Come sempre

55
Diverbi

ciò che è necessario è impossibile, dato che la maggioranza


volta sempre le spalle ad ogni richiesta di senso.
Tout accomplir est un synonyme de l'histoire. Tout accomplir
est la vérité du jeu.
Tout accomplir est plus vaste que ce que l'humanité, dans l'état
actuel de son débat sur sa totalité, peut concevoir. Tout
accomplir est le contenu non encore créé de l'humanité.
Ecco un passo totalmente condivisibile! A domani la
spiegazione.

L'inizio, il nostro, di tutti


Tout accomplir est un synonyme de l'histoire. Tout accomplir
est la vérité du jeu.
Tout accomplir est plus vaste que ce que l'humanité, dans l'état
actuel de son débat sur sa totalité, peut concevoir. Tout
accomplir est le contenu non encore créé de l'humanité.
Il contenuto ancora non creato dell'umanità è l'umanità stessa.
Tout accomplir è il gesto più antico dei viventi, quello stesso
che tramanda la vita. Compiere tutto è generare l'umanità
dall'umanità, ciò che tutti stiamo facendo, ciò che tutti faremo,
ciò da cui tutti noi siamo stati fatti. Tuttavia, "tout accomplir"
non è più vasto di ciò che l'umanità può concepire, e il
dibattito, appassionante più di qualsiasi altro, dans l'état actuel,
non è diverso, sostanzialmente, dal dibattito che si è svolto nei
secoli scorsi.
Tout accomplir è, certamente, sinonimo di storia, giacché,
senza il dibattito delle passioni, noi non ci saremmo, e
certamente la copulazione - tout accomplir - est la vérité du jeu.

56
Diverbi

Le sens est toujours et seulement déterminé par le but. Ma


l'assenza, se non il rifiuto, del senso è ciò di cui ci parla
l'umanità, buco nero del senso.
L'histoire téléologique est le futur qui commence ici et
maintenant. Ma, qui ed ora, mentre scrivo, il presente che non
conosce il passato, il presente che non ha bisogno del futuro è
la negazione della teleologia.
La liberté est souveraine par rapport au projet : ceux qui le
conçoivent sont toujours libres d'accepter, ou non, le projet. Le
moment du projet, qui est la liberté de concevoir, de proposer,
d'accepter, et déjà de choisir, est le moment de l'imagination.
Posizione dialettica. Libertà o progetto? Progetto è libertà? E
quanta libertà c'è nel progetto e quanta libertà di rifiutare il
progetto?
Parentesi.
Le citazioni sono tratte da "Matrix téléologique (reloaded)".
Questo testo è buono, ma la visibilità del suo valore è
inversamente proporzionale al brulichio delle occorrenze
hegeliane. L'hegelismo (neppure i soli prestiti lessicali) non è
intrinsecamente necessario alla teleologia.
Teleologi abbiate il coraggio della vostra originalità.

Constatazione di una situazione


Le constat apparaît maintenant comme la nécessité du projet.
C'est parce que la pensée constate d'abord qu'elle est capable de
projeter. Le constat permet de déterminer un rapport à la
réalité, une image de l'état de la pensée et en particulier de
l'aliénation, une logique du langage, du discours et un certain

57
Diverbi

nombre de techniques qui sont nécessaires à la formulation


provisoire d'un projet.
Le constat ne suffit pas pour établir un projet. L'insuffisance du
constat est exprimée par l'aliénation qui porte la pensée au-delà
du constat. La pensée constatée et non constatée sont traversées
de matériaux également nécessaires au projet : le rire, le désir,
l'imagination, l'aventure et tout ce qui est irrationnel participent
pleinement de cette nécessité au projet.
Allora il pensiero, o solo la constatazione, entrano in rapporto
(rapporto astratto, eppure concreto, quotidiano) con il riso, il
desiderio, l'immaginazione e l'avventura.
Da questo incontro, da questa "situazione" - come dicevano i
situazionisti, nasce il progetto. Ma quanto di immaginazione,
quanto di avventura e quanto di pensiero?

Anonimi comunicanti
S'adresser à l'assemblée générale du genre humain peut paraître
présomptueux, surtout venant de la part de quelques pauvres,
qui se sont si peu illustrés dans leur temps qu'ils ne sont même
pas sûrs d'avoir mérité le beau titre offensif de gueux. Mais
notre anonymat et notre non-visibilité justifient justement
l'apostrophe à la plus auguste des réunions imaginables, car
c'est précisément dans et par l'anonymat et l'invisibilité que
l'idée d'une aussi grande rencontre s'envisage aujourd'hui.
C'est désormais une middleclass collective et anonyme qui
gouverne. Elle a instauré une morale intolérante qui tolère sa
propre corruption et qui essaie d'institutionnaliser ses propres
iniquités, c'est-à-dire les entorses qu'elle admet à ses propres
règles, ce qui est le propre des tyrannies. Le forum où se

58
Diverbi

prennent ses décisions est l'information dominante. La


middleclass est la société de la servilité élevée au rang de
mérite sous le nom de société du service. Parce que
l'information a été le corps ennemi déterminant lors de la
défaite de la dernière vague de révolte, et parce que le
monopole de l'information est désormais une clé de voûte de la
conservation, on peut aussi appeler cette tyrannie « société de
la communication infinie ».
Una partita alla pari:
1) Anonimi contro anonimi.
2) Comunicazione (l'assemblea generale dell'umanità) contro
comunicazione (comunicazione infinita).

Storie
Le grand débat de l'humanité sur elle-même que nous appelons
la révolution iranienne peut se diviser en trois temps : un coup
de clairon, 1967-1969, une vaste mêlée, indécise, avec des
affrontements similaires mais s'ignorant pour tels car tout à fait
séparés, 1978-1982, un troisième et dernier assaut contre la
société, 1988-1993. Et tout comme la révolution russe avait été
une critique de l'organisation des pauvres par les jacobins en
place depuis la dernière révolution vaincue, la révolution
iranienne a été une critique de l'organisation des pauvres par
des gestionnaires jacobino-bolcheviques.
Nota sul metodo storico: è da notare l'anacronismo
dell'attribuire alla cosiddetta "rivoluzione iraniana"
(controrivoluzione iraniana), complessivamente, tutto il
decennio precedente ...
(....)

59
Diverbi

L'assemblea generale dell'umanità sospende temporaneamente i


suoi lavori per noia.
(....)
Dopo essersi annoiata con discorsi e argomentazioni,
l'assemblea generale dell'umanità ha scoperto come
sconfiggere la noia generale: la guerra!
L'assemblée générale est divisée. Elle doit disputer ou
disparaître. La contradiction est son moteur. Le négatif et la
critique sont son code de conduite.
La contraddizione è il motore dell'assemblea, il suo codice di
condotta sono il negativo e la critica, dunque gli assemblearisti,
gli esseri umani, hanno deciso (non all'unanimità, ma divisi -
come sempre e come giustamente previsto e prescritto nel
regolamento dell'assemblea) di dichiarare la guerra.
La barca si è arenata.
Fine del viaggio.

60

You might also like