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APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO
TOMO SECONDO
DI
QUESTA SERIE
RI8GIIARDANTI
LA STORIA D ITALIA
APPENDICE
TOMO
II
FIRENZE
610.
PIETRO VIEUSSEUX
Dirbttore-Editork
i.X
Tipografia Galileiana
APPENDICE
ALL' ARCHIVIO STORICO ITALLVNO
10
RELAZIONE
DI
LEONARDO DA
A'
MASSER
ALLA SEBEMSSIMA
REPUBBLICA
SOPRA
IL
DI
VENEZIA
DI
BUONA SPERANZA
(1497-1505)
AVVEHTIMENTO
Giunta
Speranza
all'India;
,
a universale notizia
la
Buona
come Vasco
di
Gama
V oltrepassasse e arrivasse
l'aprirsi
una
commercio
dell'Asia pi lontana,
il
traffico,
perch pi dispendioso
di
all'Eufrate, o pel
Mar Nero
ai
ma
cercarono
nuocere
contro di
essi col
Soldano d'Egitto,
poi con Selim I, che questo paese aggiunse alle sue conquiste.
Ma
il
re di Portogallo
Emanuelle
India
,
tefice
r investitura
dell'
rese inutile
lui.
Veneta
si
1505,
ha
un manoscritto salvato
,
dalla distruzione
di
d'un ve-
neto archivio
l'
Ga'di Masser,
mandato a
alla patria.
commissione
vi nelle
cose che
Ap. Voi.
10
AVVERTIMENTO
certamente
dilui le storie pubblicate
scordano da
cune osservazioni.
Se
la
Repubblica Veneta
,
Portogallo
menomare
,
il
conviene avvertire
di
Roma
d'
e che tornata
vana V impresa
Portoghesi
,
Ottomani nelle
fu oc-
acque
Ormuz
,
contro
non tentasse per arricchire anche coir opera degli stessi Portoghesi avendo offerto al loro Re nel 1521 di comperare ad un convenevole prezzo tutte le spezierie portate a Lisbona , meno quanto occorresse all' interno consumo del regno. Se Emanuelle, osserva Robertson
per
Non
che tutto
un monopolio vantaggiosissimo
avea perduto
(1).
guadagno che
dell'Egitto,
Ma
se
coli'
invasore
allontanare
qualsiasi ardito
?
rebbe impossibile
frate
,
da simile impresa. Ma ora saNon pare. Pure g' Inglesi rimontano l' Eu-
non pensano all' Egitto. Preferiscono quel fiume per collocarsi in mezzo alla Porta alla Persia e alle progrese
,
le
strade di ferro
il
pervennero
,
le
nuove mec-
caniche
si
ci
si
voglia
danno a' d nostri la certezza assoluta che ove pu fare una strada coperta nell' istmo. Dico co-
li) If
Emanuel had
lost
sai
recovered
Ihe
benefil
of the gainful
monopoly
AVVERTIMENTO
perla, perch
si
i
11
,
che ove
un canale od una via scoperta, le sabbie volanti colmerebbero il primo e coprirebbero la seconda. Fra l'Erifacesse
treo e
il
mino, e da Suez
mente
al vento.
Cairo
si
Se
pon mente a ci
da tutte
ultimi anni
g' Inglesi si
che non
si
farebbe
,
nell'
Egeo
e nel
(1)
sig.
Giovanni Scopoli
of-
ferta in
dono
ai
nei quali egli si trovava a far parte della riunione degli Scenziati Italiani convocata In Firenze. E di questo prezioso dono nostro debito il professargli a questo luogo gratitudine e obbligo singolare. {Nola dei Compilatori)
13
RELAZIONE
DE
per sernave:
vizio della
Sublimit Vostra
et
,
quelli
lochi
novamente navegata essendo bene informato di tale navegazione con che per loro che se hanno notizia nell' India
Re
nell'
India
e molti
altri lochi
il
marcadanteschi, e
quello fin al
come
fu
trovato
quello
viaggio con
successo di
presente.
Viaggio Primo.
Essendo in tempo del Serenissimo Re
gallo, del
1497, mand
,
ditto
scho de
Gamba
el
,
ancorch
li
lui
non
'1
Capetanio andasse a
inanzi
,
longo
questa
e tanto
quanto potesse
che lui
,
per discoprire
;
r India
furono
secondo
a
V informazione
di
avea avuto
ita
che
fin
Cao
il
Bona Speranza
stevano
la
di
Colochut.
E
in
gionto qui
Gapitanio
,
le
gran contrasto
erano
,
d'
una opinione
e dicevano al Capitanio
tenivan pi vittuaria
14
Capilanio
li
RELAZIONE
parse
di
andare pi olire
,
per essere pi
propinquo
;
cus
Cao con gran fortuna e and de longo zoso per costa che se chiama tanto che trov uno loco pur su la terra Orma
mont
el
Meledin
suo Re moro
con
el
lamento
Capetanio
,
el
qual
e
Re
li
dette
uno poeta
el ditto
che inform
de Colocut,
ditto
li
molti altri
ita
che
poeta
a vista
pass
cum
de Colocut in
di terra
Colocut questi
navilii essere
l,
maravigliarono molto
per molti
cono-
scendo
li
de Cristiani
marcadanti
mori
che stevano
e che avevano
De
mano
per venire a
el
el
quale viveva
in Colocut
guagi
e de che
nazione
vedendo
poselo in ferri
e
la
li
cum
lardo, perch
Capitanio;
verit
n informare
el
ditto
per
Li-
che
stete a
Capitanio
,
refer
a
s
Sua
al-
quanto aveva seguito per discoperto cune mostre de spezierie significando che de
;
traendo con
l
in quelli lochi se
li
precii valevano
,
de
come
essendo lui
e de qui
e se marid una donna portoghese nativa di questa citt e bave provision da questo Serenissimo Re de ducati 170 de intrada all'anno per suo
se
chiamava
moresco Mamet
;
tali'
Gaspar
delli
DI
Illa
LEONARDO CA MASSER
e
lochi
15
Media
Irato
fen
le
gran quanfrota.
tit
Viaggio Secondo.
Del 1500,
e pizoli
,
alti
di
;
navilii, tra
et
grandi
fattor
,
numero 13
uno suo
Ali Scorer,
cum
el ditto
:
Gaspar,
andar
,
et
and
al
viaggio sopra el
,
Gao
de Bona Speranza
nell'
(2)
seguirono
el
loro
haveno commercio
el
fu in
Chuchim
tratt
cum
l
quello
Re
qual
mostr
aver
se fece
messe
in terra
li
Portoghesi
feceno
una forteza
del ditto
ditti
contratt con el
,
chim
del
rami
el
et
altre
e lev
incontro
spezierie,
forzo
di
1501, a
2000; e torn de qui in Lisbona 29 Luio, nave 6, che steteno al viaggio circa mesi
diciotto.
Pur
in questo viaggio
medesimo de retorno
, ,
del
Chuchim
Colocut
el
and
e
l
el ditto
Capitanio
bave
parlamento
certe
ditto
fattor
cum
merze
et
il
Re de Colocut
li
fece
un certo
fon-
metter sicuramente
cum
el ditto fattor
el trattare
loro
nella
el
ditto
fattor
cum
dalla
d'arrivare al
Capo
Non
,
furlunj
torn in Portogallo
il
Porse da intendere
S.)
16
parole con certi Mori
,
RELAZIONE
che molti vivono in questa terra
quali
;
e questo
ditti
modo che
al
ditti
Portoghesi furono
li
subito corseno
suo fontego,
l
armadi
essendoli
contra
de
Mori, e
tutti
Mori
il
che
si
atrovavano,
sta' fatti
de Mori
ec.
Mori
uniti
ditti
Portoghesi
et
intrarono
e taglioli
tutti
a pezzi da homeni
47
con
suo
fattor
e de
qui
nascete la
Et avendo
el
Re de Colocut
li
in
casa
Re intender come era intravenuto questo inconveniente per More; certo, ditto Re mostr
quali
fecero al
tali'
inconveniente, e molto
fussino
puniti
si
dolse,
li
cercando
di fare
quelli
(
ma
numero
tutta
in
che
ru-
dice erano
el
sta'
da Mori
5000
e la terra sleva
more,
visto
altro.
,
El
subilo cominci a
bombardare
la terra, e
min molte
guerra con
nascete
la
el
Re de Portogallo.
Viaggio Terzo.
mand
altre 4 caravelle,
Cape-
Zuan da Nova
(1)
et
and
al viaggio
e quelle scale,
el forzo
piper
et
avendo
visto
se lev et
and per
per
modo che
fece
scampare
tutta quella
rono in Lisbona
rie K.
cali
armada solum con le ditte 4 caravelle, le quale tornodA mese de Settembrio 1502; e trasse speziee certi fazuoli moreschi
,
1550
du-
4000.
(l)
che d
il
nome
all'isola della
Concezione e a
S.
Elena. (G.
, ,
DI
LEONARDO
CA'
MASSER
17
Viaggio Quarto.
mand
al
viaggio nave 21
Don Vasco da Gamba, che fu quello che discoperse l'India, qual men con si Gaspar ludeo; e nell'andar de li, del Cao de Bona Speranza zonse in uno loco chiamato Ochilia; la qual terra dentro uno rio, e l domand vittuaria per ci suo viver. Visto quello U tante nave e tante persone de Cristiani steva stupefatto; che gi
,
tanl'
visti
tal
navilii,
li
lochi; e quelli
terra
non
bombardar
la terra; ita
li
che
la
daria quanto
e l'Armirante
domand
Ochilia
li
,
al
,
He
della terra,
Re de
el
piedi e
lui sleva
li
per
modo restorono
;
concertadi, che
di
li
desse ogn'anno
questo Serenissimo Re
perle 5
e l'Armirante
Portogallo
dete
oro
metechali
le
(1)
1500,
Re
bon
e
di
Portogallo; e
guardati
el
torn
terra
li
ditto
il
cus
e
promise
in
de quello
n'and a Chuchim, e
li
Colam cargo
Rosso. Torn
in
Mar
sambuco mollo
quello molti
si prese uno Mecha per Colocut. Erano sopra marcadantiMori; e fece uno botino de ducati 100 mila,
,
per quello
si
p intendere;
;
perch
sopra quello
era
una
ric-
chezza estrema
(1)
il
P. Pietro Maffel nella sua Sloria delle Indie Orienlali, che scrisse
in Lisbona,
(G. S.}
ove
si
rec nel
Ap. Voi.
11.
18
clic
RELAZIONE
non camp persona niuna. Se intende che erano Mori, che
si
vo-
Jcano riscatlare in Colocut per Ire nave carghe de piper: non volse,
fece
veramente
perch non
s'
intendesse
el
butin
che
Viaggio Quinto.
Del 1503, a
di.
Aprile,
mand
al viaggio
s'
afTondarono, andando
andorono
in
l in Cannanor et in Calanganor una de queste caravelle torn del 1504 a d 15 Luio, uno d la qual fu mandata per el Gapitanio, portando la nova della pace diceva essere concertada con el Re de Goiocut, el qual s'intendeva, li deva lutto el danno aveano avuto ditti Portughesi quando fu morto Ali Scorer con el resto della gente; e s'intendeva che ditto Re l deva tanto piper per valuta de du-
che
ritrovava in
el
Caiaro, e
cati
30 mila: tamen, par che ditto Gapitanio non volse seguire accordo
alcuno, e se
mud
de proposito
el
ditto Re.
Viaggio Sesto.
Del 1504, a d 22 Aprile,
mand
s
Gapitanio
Lupo Suarez
la
(2),
delle quali
nave Capitania, se
una chiamava
brus qui
La maggior,
le
la
non
qual
;
conlati,
commercio
in
piper in
allre
Cananor, 53. (3), e garofoli, e perle, e lache, et drogane in Chaucolam piper in poder de Cristiani raarca,
(1) (2)
(3)
dersi
Questo segno, che trovasi ripetuto anche in seguito, potrebbe crecon molta ragione l'abbreviatura di zcnzir (zenzero).
DI
danti, in
LEONARDO
le
GA'
MASSER
19
Culam
,
Cumari
uno
loco,
Del loOi
a d 16 Seltembrio
,
carghc de spozierie
botti
delle
qual
botti
nave
500,
la la
800,
la
seconda de
400
in 500.
Le qual
K. 450,
53. K.
130,
:
lache
verzin
alla
surama
de
K. 750. Spezierie
cis
menude
camfora K. 7,
,
cubebe
|
;
K. 191,
maCaa-
K. 2
i,
spigo nardo K. 3
legno aloe K. 1
quelle
le
e lasci in
grosse,
in
erano
carghe
de spizierie
da K. 7
8 mila,
Le
e non se
(1)
ha nova alcuna.
Con
la
d'Alban, Venezian,
sua mogliere
si
nativa da Malecha;
fece cristiana.
Et
el
ditto
Bonavito
Reda
,
casa e
formento
Sua Al-
essendo
stato ditto
da poi che
el se parli dal
tempo che Misser Francesco Marcelo era Consolo in Alessandria el quale veramente ha visto molto pi in quelle parte che Gaspar ludeo.
Caiaro
in
:
Viaggio Settimo.
Del 1505 mand una armada; se part a d 25 Marzo, CapiUnio Don Francesco de Almada (2) abench avanti fu eletto e
,
(3)
el
per modo che Sua Altezza fece elezione del ditto Capitanio Don Francesco ; el qual con vele 30 tra grande e picole,
la vista,
tempo
delle qual
una
la
qual
nave
una gallia disfatta, che era sopra con molle marcadanzie * va questo Capitanio per
;
(t)
de' Portoghesi
(2) (3)
Questo Bonavita Veneziano avrebbe contribuito all' impresa fortunata e ne avrebbe anzi il merito principale. (G. S.J Don Francesco Almclda. (G. S.) Tristano da Cunha o d'Acugna fu realmente capo della settima
, ,
, ,
spedizione
e superiore in
comando
20
RELAZIONE
l
,
e leva
da persone 2500
passavolanti
,
grandi,
;
numero 65
falconeti
et
sue carete,
e
bellis-
numero 100
sime;
molte altre
l
artelarie
arme
infinite
e mettono de
con 80 homeni
a
numero de
la
seconda de
fin
300
el
200
in
150 l'una,
altre caravelle
de bote 80
sopra
la
nave: trasseno
de
merze, zo,
rami K. 3500
in
4000
cinabrii pochi, da K.
60;
42; cera
(1),
bianca,
toro,
e bastardo,
cofoli
verderame K. 12; piombo K. 150 in 200: de contadi, computando patroni de nave e Gapitanio, ducati 80 mila, e pi: hav de spesa
quesl'armada (veramente che se pole intendere) da ducati 250 mila.
Del 1505, a d 22 Luio, torn nave 10, Gapitanio
et
a
Lupo Suarez;
d
si
ultimo Zugno
perse sopra
e le
23 Agosto;
et
:
una
s
el
de qua de retorno
che venne
in tutto
nave 13
le
quali
:
tras-
La qualit de quelle veramente piper K. 22 mila, cannella 350 35. K. 450 garofoli 150 in 200, macis 7, carafora 15, piper longo 10, lache 60, zenzeri 80, perle da onza, onze 750 per valuta de ducati 4000 merze che f' vendere la presente muda nell'India, cio rami K. 2800 a ducati 12 el K. li quali non se ponno vender n pi n meno, per esser cos tal concerto fra loro, el qual fece TArmirante in Guchim: \ de rami
seno spezierie K. 24 mila.
, , , :
al ditto prezio,
zinabrii K.
in 19;
300 a ducati 20
piombo K. 500, a ducati 6 el K.; corali cio botoni K. 6500, a ducati uno l'onza: e pi contratt ditto Gapitanio in Ghuchim, in Gananor, in Chaucolam, in Ghulam in Gumari, in Belam, di ritorno da Ghuchim. Questo Gapitanio si trov nave 17 de marcadanti Mori in uno porto se chiama Panidarami, e combatt con queste le quali se messeno in terra; per modo che questo Gapitanio mand tutti li soi copani ben armadi con un baril de polvere
,
(1)
cofoli
S.)
DI
LEONARDO
GA'
MASSER
21
per cadaun copano, e mise fuoco dentro dette navi de Mori; e tulle quelle spczierie che erano carghe per
Media,
dibile:
erano carghe
grandissima
d'ogni sorte
di
spezierie.
questi Portoghesi da
fecero
homeni 22, e
difesa quelli
feriti
,
da 70
in
Mori
e che
fecero
venne
al
suo camino
e pass a
tempo;
fece
l
il
ma
steteno in
Monzanbich
la
12 per conzare
il
viaggio in mesi
e giorni 8.
Viaggio Ottavo.
Del 1505, a d 17
Novembrio
de lun.
Mand questo
Serenis-
al viaggio di
una caravella de
in
mand
qua,
le
quale venivano
de retorno;
le
perch molti
che
di
vicina;
so
Sua
mand
delle
due nave a
l
navegar a terra, se
terra: le qual
per-
al
viaggio.
Fu
Capitano
Barbut,
Viaggio Nono.
Del 1506, a d 6 Aprile,
armada
in India,
Sua Altezza, el resto per conto de maruna de Sesto Fiorintino (1), et una do (fCnovesi, nella qual partecipa la facitura; due altre sono de navilii di questo regno
delle qunl IO sono per conto di
cadanti, cio
(1)
Forse Marchionnl.
22
di Portogallo.
RELAZIONE
La portada
di quelle
veramente:
la
nave Capitana
el resto
de botte,
de
400
e
fin
da persone 1000,
tiri
e de bellissimi
melalo,
numero
etiani
40, e molle
fortezza
altre
bom-
barde grosse
leva
una
de
legname
3 larga,
raso terra,
in
cima
falconetti
60
et
India
Rosso ad un'
del
isola
che
si
chiama Zilricornas,
appresso
bocca
Mar
Rosso. Delle qual nave 14, ne vanno 4, cio per conto del
drittura
per Malacha
ci
,
che
che
debba star de
per
conto
fermo anni
tutto
di
K. 300,
cinabrii et arzenti
K. 600 in 700; piombi 150 in 200; lume de rocca K. 35; vere risegali K.
derami
25
botoni
de
tutti
corallo
li
ha
avuto
pu
intender,
armare,
il
come etiam per causa de pestilenzia che regnava in quel tempo; per modo che non si trovava gente a supplimento: per armar li fu necessario dar pi soldo del consueto e rove 2 de spezierie de pi de sua portada (1). Comand Sua Altezza che tutti quelli che fusseno sbanditi per la isola di San Tome, overo nell'Africa;
,
el soldo
consueto, fusdiffi-
seno absolli dal bando: et ancora con questo mezzo con gran
colt
arm. Morite da
la
sopra
che
per
bench questo
mandarla o non;
ma
(1
Si
nomo
di
merci, che
(G. S.)
DI
mostrare che de
l
LEONARDO
nell'India
GA'
sia
MASSER
per mancar
tal
23
ogni anno de
non
commission
li
che
'1
vadi sino al
fin a
questa
nell'Africa a
non vadi pi avanti, se non uno loco dove si chiama Amazagan, nel qual loco altre volte Sua Altezza avea determinalo di fare una fortezza per aver commodit e pi segurt delti suoi navilii, per esser quello loco abmortalit fosse processa,
tezza per causa della mortalit ,chc era sora l'armada; tamen
rineri tutti
el ditto
maCao
non
sopportar
tali'
infermit.
questo Serenissimo
in
de spezierie veramente
visto
per
li
non com,
nave Capitana del Re trasse pevere K. 4000, 55- K. 700, garofoli K. 50, sandali rossi K. 40, camfora K. 10; nave de marcadanti,
trasse pevere K. 5000; la
nave
de Fein tutto
quartizar,
(on
(1),
de ducati 3500.
sta pagali
La bonl
al
li
prozi sono
pur
consueto
de
,
le
qual spezierie
del
uno palazzo
sotto
Re fuora
all'orde-
meza
Sua Altezza
pur
nazion antescritta.
(1)
Panni e
stoffe di
S.)
,, ,
24
Quanto
e questo e fece
e
RELAZIONE
se intende
veramente
voleva
alle cose
scerete
ci
ncll' India
per
Re de
Ochilia:
perch
non
li
dar obedienzia
al detto
Vice Re;
,
nella
detta terra
altro
pi
,
messo
uno
Re
fattolo tributario di
la
et isola
e messeli fuoco
Re
che
Da
poi se lev de
et
and sopra
l
la
Costa de
l
nell'
sta'
India
a
el
bave nova
era
morto
l
,
Re
e molti altri
;
che stevano
e questo
da
perch vo-
non cargas
trov molle
in quello porto de
et
Gulam,e
de spezierie;
in
quelle
messeli
fuoco e
Da
Gannanor
,
Re
de Gannanor
e per suoi
fece
aiutar
mostrando aver molto grato el trattar loro, e l'amicizia di questo Serenissimo Re; la qual fortezza insta el dissegno che vi mand;
et in
ditto
do'
nave de spezierie. Da
che
in
poi
and
in Anzfdiva
un' isola
;
despopulata;
ma
et
in loco di sopra
dove passano
le
nave che
qual for-
la
mand. Da
e
feccia
poi fortific
isola
fortezza de Guchi
tutta di pietre
vive,
in
(che
certo per quelli lochi resta fortissimo), de Zafale: loro fin al partir
salvo che
mand
luoco insta
commissione
di
questo Serenissimo
Re con
le
gente dovevano
in
ha contrattato solamente
stevano
Ghuchi
de
et
l
partir
giorni.
Da
quasi cargate
tutto.
Vero
si
DI
spezieric
fatto
LEONARDO
,
GA'
vel
MASSER
circa.
2o
da K. 20 in 30 mila
in
a viaggio suo
perse
mesi
U,
meno
3,
nell'
andar,
Quest' armata
una nave
grande del Re
Cao de Bona
,
Speranza;
tutte le persone
e salve and a fondo, se discusite carza de rami non hanno due altre caravelle se smarrono
: ,
nova
di
quelle
Gn ora
el
non
si
sa se
siano
perse.
Al retorno de
Novembrio sopra
le
qual
nave
sono
nave
perse de
Lupo
nave
le
qual
e questo viaggio
et es-
le scale loro
hanno
le
recapito, e molti
,
lochi
di
quell' India
;
dove nasce
spezieric e zoie
scale raarcadanlesche
(1)
anno
per Altare
e
per
el sole
ovcro per
(3),
el
non avendo
za tre mesi;
tanti giorni
,
et in
capo de
e de gran prattica de molti pedoti de qui che sanno quel camino, et in tanta prattica e con tanta facilit come ci viaggio de Levante.
me
bellissima
K passado
lanno
el
la
terra
,
in terra ferma
suo Re cristiano
hanno
loro Portoghesi
bon recapito de
vittuaria, de acqua,
e de alcune
merce de metali, cio latoni spazano l, trazeno de l solum oro, par che ne sia gran quantit. In quella comarchia al presente mand Sua Altezza a fare un^ fortezza bellissima in della
cosete de
(i;
li
(ii
rHntJis.sima importanza.
V. 'Acverfimenlo
posto in principio.
(2) Costellazione
'3)
meridiooale.
Cio
non
si
Ap. Voi
, ,
26
Zafale.
et
RELAZIONE
Da
poi se partono de
l
Monzambich
;
che una
qual
isola
la
isola ap-
qui passano
aspettano
li
el
colfo
de Colocut
che sono
leghe
800 de pacizo
e con
nel principio
dell'Autuno,
le
sopra questa costa de qui hanno molti ha recapito e cognoscenzia che piui de longo e suo Ke moro. Da poi se va a Chedem se va a Colam pur isola el suo Re si moro. Questo la qual terra si in terra ferma quel che dete el poeta all'Armirante la prima volta che fu discocole fatte passano.
altri
Tamen
,
lochi dove se
perto l'India.
Da
si
chiama Mom-
baza
la
quale terra
murada
Da
nella terra
el
ferma
Rosso
trova
,
de' Mori.
la
Da
poi se trova
che appresso
Mar
terra
pur
de' Mori.
,
Da
della
poi se
Aden
,
che
qual
,
alla
bocca del
Mar Rosso
si
fuora
ferma
e
Da
poi
mirra
la
se
vende fanemini
el
farasolo
4 farasoli
il
fanno uno K.
che
manzo peso
,
di
Venezia
(L. 160
K.).
In
Ormusso
terra de marcadanti
le
summa
in
le quali
quale se pescano
e
l
in
un
Mori Arabi
braza 4 de acqua;
sono
et
il
in
de Mori,
biti
,
suo Re Moro;
K.
nasce tur-
a fanemini 12
In Cananor
el
suo Re
boni
si
zentil,
quelli
ma
li
53.
pochi
e non cus
come
,
de Colcut
la
al
e suo peso se
sua moneda
ducato
trar,
;
ma
li
si chiama fanemini valeno 18 e sono d' oro basso hanno un' altra moneta d' arzenlo basso che se chia116 per uno fanemino: el baar del piper vai fanemini 260
,
;
33.
In Colocut
el
li
suo Re
viveno
si
zentil
questa
Mori
el
molti
mori che
fi)
si
oltenae a Venezia
la
spiegazione di
(G.S.)
DI
capita
l
,
LEONARDO
,
GA'
MASSER
mercadanti
:
27
la
si
vendono
e trattano tutti
et assai
,
qiwl terra
gran
terra.
;
fatte
si
che
et Alcaiarini et Alestutti
:
Damaschini
,
l
,
in quella
li
35-
sono ottimi
e piper
un poco
25.,
e zedoaria e
cardamomo
l'altri,
el
suo
5. 2.*
che se
,
do'
el el
baar
33. vai
ducati 3
baar
el
che sono K. 5
la
lache poche
el
baar
zedoaria ducati 2
baar;
cardamomo
,
n altra
cio
il
nave de Malacha,
,
et
Re
di
l
Colocut
tamen vive
pur
zentil; e
e qui nasce
uno poco
Re
hanno
e
lor Portoghesi
la
de conl
Re de Portugallo;
l
circa intorno la
se traza dell'India), el
qual vien zoso d'uno rio che va in fra terra leghe 250; el qual basso
in alcuni lochi
uno passo e mezo, e non pi e non troppo largo Re de Colocut molte volte detto
,
:
Re vien
fin
;
per depredar
el
a Chuchin
fosse stato
sempre
el soccorso della
gente
portughese
Re de Chuchin; ma sempre
Colocut.
sta defeso
Re de
,
El suo
;
peso
si
n altra sorte
alcuna
salvo
in
caso
l
che vegna
la costa. In
nave de Malacha
el
per
suo Re
si
,
Portoghesi
in
terra.
nasce piper
l
et
questo
vien
regno
canella
molte perle
,
che nasceno
,
circa
,
de
qui
garofoli
camfora
cubebe
macis
che de
28
molli
altri
RELAZIONE
lochi vicii
|
;
in
questa scala
el
suo peso
si
baar
responde K. 3
lan
l
la
sua moneda
,
e fanemini
,
12
,
al ducato.
,
Si-
nasce
:
le
canelle
e
si
li
rubini
e saGli
;
giacinti
e granate
,
suriane
la
el
qual Silan
si
un' isola
et el
suo
Re
si
zentil
moneda sua
72
al
d'
arzento
valeno
delti
ducato.
Portughesi. In
molti
Pur in Zunnando
de gotton
,
se
terra
ferma, e
l
nasce rixi, e
d'
trovasi
panni
e vi
molte
el
li
spizierie
ogni
Malacha. A Banzelo,
,
suo Re e moro,
sinabaG
aloe.
,
se fa el forzo de'
panni de gotton
tutti
e tutte
sesse,
,
e gotton,
piper
In Mar-
chien
in questo loco
nasceno
elefanti
se trova molli
per
nasce
molle
chiama
e qui
bissi
che
rubini
in
la
,
lire
3 de Venezia. Quequesta
tutti
dove
vi
etiam molti
li
et in
terra
se
conzano
non
li
all'Indiana,
ligano
;
anello
in cogoli,
meo
a suo
,
modo conzano
qual muschio
e sono
li
)enissirao.
Etiam qui
vi
el
,
20 giornate
la
testi-
un animale
testicoli
li
ch' simile
egli
,
come
gazella
e
i
quando
soi
se va
se
appresso de quelli
tagliano
li
i
per
istinto di
le
natura con
denti
che sono
,
vesiche de muschio.
^
A Tenazar
nasce
;
tulli
verz
li
el
K. 4
la
qual terra
,
abench
l
marina
,
in terra ferma: el
,
suo Re zentil
nose, galanga
,
de
vien pevere
canella
garofoli
molto muschio
che responde
et infinite
,
sede
che sono
:
de quelle vieneno
...
in
Alepo; e perle
el
el sulil vai
ducali 2 el baar,
,
suo baar K. 3
che sia
l
e molti sandali
(1).
etiam
di
la
prima scala
,
sorte
spezierie
nell' India.
A Sanmalra
,
che
un poco de seda;
qual
come
le
se portino le spezierie
d'India in questa
mente non
acqua che
(1) Qui nell'esemplare che serve alla nostra stampa seguono tre segni che non siamo riusciti a comprendere.
DI
LEONARDO
,
GA'
MASSER
,
29
garofoli
,
zenzeri, canella
li
portano
come
vien de
in Alessandria;
e subito zonto de
qui
le
nave
e sopra queste
la
niun non po' desmontar in terra, in pena della forca: a far vanno di (1) de questo Serenissimo Re
,
zerca a Capitani
scrivani
e marcadanli
e marinari
la
li
quali
e tutto
fatta
vien
descargato nella
Mina,
cio la sua
el
doana
nuovamente a
ogni nave ha
dove
cosa che
se
traze d'India
ss.
questo Serenissimo Re
passati del
anni
modo: che
cio
qual
,
marcadante
le
mandar
al
che quelli
marcadanti
el
armasseno
delli
si
li
come etiam
e
soldo
marinari
,
vittuaria
et
ogni
altra
18
nave
e che de quanto
,
traze-
ranno
de spezie come
ogni
altra cosa
paghi
;
de
dretlo
questo Serenissimo
gare sopra
le
Re
e vintene
del
Re, pagheranno
dretto,
in Lisbona se vendono, tutte queste vendono senza garbelare, cus come vieneno dall'India, e sta fatto la tara tre da 6 in 7 per g el K.: de questa responde a nostro
peso L. 168
stre
;
el
qual K. delle merze K. grosso, responde L. 132 nopesa tutte altre cose
,
al
e sorte de merze.
adi
primo Zener
el
,
questo Serenissimo
Re
fece
:
una
che
ordenazion sopra
tutti
li
comprare e
di
vend^e de queste
si
,
spezierie
marcadanti
qual nazion
questa
terra
fusse
che
venissero
per
comprare spezierie
in
quelli si
debbano presentare
(1) Nel MS. iu parola che si lascia in bianco scritta cosi pmij. Forse sar voce portoghese abbreviata , e vorr dire ministri o soldati di dogana.
:
30
alla casa
RELAZIONE
della
Mina
in
termine
di giorni
;
3,
et
in
far
saper
quelli
,
come sono
ninno
li
venuti
,
avendo
questa
fatto
alcun delitto
overo debito
,
siano seguri
civil
terra
,
che
tempo non intendendose corsaro e che quello non s' intenda de mesi 6 possi entrare in questo porto e tutti quelli che compreranno speel compradore non paghi dretto zierie qui nella casa della Mina alcuno , salvo quelli de chi sono le spezierie pagano 5 per cento de dretto a questo Serenissimo Re e le dette spezierie possino
possa astrenzer
,
ne per
ne per criminal
,
in
lenire quanto
li
piace
,
e quelle navegare
trare
:
fuore
si
per
terra
le
qual spezierie
mano
,
della
Mina
el
quelle
dette
diversi
marca-
e quelli
mercadanti non
sar date
sue spezierie se
Re
lor
mercadanti
la
sua parte
summa
traze
Mina da
l'oro de
Meder
zone
(1)
,
per Fiandra
rezeno
ducati 10
,
el
qual salvatico
d.
Fiandra
reseno inper
sta
tamen da poi questa navigazion d'India, l' che non ghe intra pi in questo Regno. Item, dalla Ginea se traze Negri da teste 2000 e pi. Item, traze
ducati 10 el K.
devedado de modo
tutta
bont con
le
sue pol-
medesimo,
an-
no,
li
da K. 500,
ma non
cussi boni
come
deir isola d'Instori guadi K. 10 mila. Item, traze qui nel paese molti
(1)
DI
Nali JD
LEONARDO
e
GA'
in
MASSER
somma
,
31
de
pesce,
antonni
ducati
per tonine del Regno de Relgarbi cuori de 60 grandi in trazc del paese
d'
somma
Irlanda e Ginea
Iraze
per valuta de ducati 10 mila. Item, traze de' Ginea denti d'avolio
summa
parte,
in<*
et
in
altre
da nave 40.
Li dretti veramente sono grandi in questa
terra
,
che non
so
come
lutti
se possi sustentare la
pagano decima e
;
sisa
e de insida
da
che oro
via
;
da
si
terra
alli
porti del
Reame
di Castiglia
de qui
Reame
dalli
Nova
della quale
sia
se traze
sta taiado
;
ci
quale
in quella perfezion
come
nostro da Levante:
,
e de qui in
| in
(1)
,
CaK.,
et in Italia
el
il
qual
verz
appaltado per
Cristian
novo, per anni 10 da questo Serenissimo Re, per ducati 4000 all'anno;
el
qual Firnando
le
Terra Nova
condizion
:
Rogna manda al viaggio ogn'anno in detta et homeni a tutte sue spese con questa che questo Serenissimo Re deveda che non ne sia tratto
dalla
sue nave
da qui avanti
dell' India.
si
sta
per ducati
fa
K.
nella
l,
qual terra
tutti
boschi
de questo verz. Se
da Lisbona a
carta del
d'
India
e quanto
tutti
lochi
che
commercio
e pratticato
,
che
;
certo
et
hanno
io
discoperto assai
e sono per
discoprir
,
pi
avanti
essendo
bene informato
si
per
la
carta
come
e continuamente
da molte
(1)
Fernando de Noronha.
32
persone
stati
RELAZIONE
di loro
Portoghesi
;
e da diversi
altri
forestieri
che sono
,
in quelle parte
tale navigazion
fatto
nostra d'in-
de
quel
viaggio
per
avendo
fatto tal
discorso
e
)
,
tratto
quello
costrutto
ma
continuamente
frequen-
tando e stabilindo
reveritissirao
Re
dominer quello, e massime sopra el mar, perch chiaramente si vede quelli Indiani non poter difender tal navegazione n re,
et artigliarla di
questo Serenissimo Re de
in
,
quella parte.
Le sue nave de
,
lor Indiani
sono debele e
flache
senza artellaria
bench
al presente
ma non
ne vedo
parte,
modo che de
vedo
le
sue fortezze
et edificarle
,
scranno
fortis-
isola
le
ferma. Per dico, loro Portoghesi sopra quelli mari esser poderosi,
e
dominar
quelli senza
le
dette
fortezze
fusseno
ferma
che
fussino
;
e per
al
el
,
grande
che aves-
tamen
presente
bona amicizia,
fattori
et
aver a grato
de questo Serenissimo Re
et altro
,
de
mercadanzia
costa d' India
che
li
Quanto
alle
nave che
,
manda Sua
, ,
Altezza de
n porto alcuno, che loro pacificamente perch a mi dico nella costa d' India
;
pare
e
massime
mari de
che abbissano
tal
le
nave pi che in
manifesto
nave scorrine
ma
ben parrai
suo viaggio
e torneranno
DI
LEONARDO
l'
CA'
MASSER
33
come
la
el
de voler divider
bocca
del
navegar
perch
a'
n vedo
el tenisse
el
modo
possi far
tali' effetto
el seria
l
infinita
armada
passano
in quella
1'
banda de
da
Commuo
spesa, e divider
le
armada
:
in molti lochi,
la
la
passi che
s
che per
e Sua Altezza
del signor Trestan
le-
male informata
tamen
al
presente
,
armada
si
si
ha levato con
isola
,
gname
qual
cipal
;
per assentarla in
alla
una
che
la
bocca del
Mar Rosso
saranno
:
posto prinspeziarle
defeso
quello,
serrate
le
,
per
la
Mecha
perch
e la Soria
la
qual cosa
al
mio
indizio
sera
dif-
ficile,
s
indico aver
contrasto
fortezza,
tali' effetto
,
bench
fin
ora questo
tamen non
niente, a
(
de
molte
Visto el inteso
certamente
tulle
,
le speziarie della
quantit e
Portoghesi
sono pratticate
,
che hanno
commercio
pi
certa cosa
che
la
summa
sotto
chin
alli
cio
mia
4-5
10 mila de piper
mento
con quel
Re
l
di
Ghuchin, e
la fortezza
cargar
che credo
tal
rason
fin
al presente
salvo
un poco de zen-
Gananor,
;
li
Coliuchut
et
un poco
II.
di cauella
le
Ap. Voi.
34
pi che se possi trazer
,
RELAZIONE
tra
da baar 500. La
bont
di quelle
veramente non
in quella perfezione
che sono
le
Le
l
che pur
le
che
loro
hanno commercio
si
che chiaramente
vedo
et
;
incerte
bench
al
ha mandado nave 4 a
quan-
drettura per
Malacha
la
e levato la
mazor summa
scala di
de speziane
che vieneno de
in Alessandria.
La qual
navegar
Non
grandemente de viltuaria
et altri
sinistri
si
come
s'
intende
si
per-
non se resteria per questo de seguir quel viaggio perch vegnando a salvamento la minor parte d'una trota, se recupera el danno perduto, e si resta con gran guadagno: s che concludendo dico, non ostante il manifesto pericolo della persona e delle facull che score sempre sar frequentado
desse la mit d'una frota
,
da navegar
tal
suoi
overo
altri stranieri
,
cavedal
de uno ducato
sempre senza scorrer pericolo de suo largamente aver 25 per cento de tutto
,
partido seria pi
,
a'
marcadanti che
,
la
sanno fare e
e
trat-
ma
fuora
di
et
il
navegar loro
;
de sustenvedo
tall'ef-
suo
podere
della qual
cosa non
che
,
il
suo volere.
lui
,
Vero
che
tratto
:
spezierie per
la
Soria
DI
e quesla
LEONARDO
ma
CA'
MASSER
35
la sua opinione;
le
leberar
far altramente.
Dove nasce
cio da
el
leghe 15,
Gudin Gn a Cananor;
qual piper
si
in
poder d'uno
Re
el
montagna
el
qual Re zenlil;
montagna
in
quello loco del detto Re. Vero , che se ha notizia d'un altro loco
ogn'anno
al
del
el
Hassc notizia delli maggiori Re che hanno nell'India, che Re de Narsin, indiano zentil confina in Estremadura con el regno de Comj el qual Re si Moro. El qual Re de Narsin tien grando regno, far(l) ad ogni suo comando 10 mila elefanti, 30 mila cavalli, e infinito numero di gente. Da fatti, el regno suo s'estende
;
,
in longitudine
per
la costa di
li
quali
doi regni
stanno
continuo in
guerra con
el ditto
Re de
Comj, ch'ancora lui grandissimo Re, et Moro, e molto possente; el qual Re de Comj confina con Cobova, e con la Persia;
e
che una
citt
grandissima
dove
in quello loco se
le
navegazione
d' India
per la Mecha
e la Soria.
El zonzer mio de
alli
in
Portugallo nella
citt
dell'
di
Lisbona,
fu
Eccellentissime Si-
questo viaggio
:
ma
li
maligni
con
la
disturbarmi
le
male
,
perch universalmente
al-
cono
Serenissimo Re, dicendo che era venuto per danno de quello Serenissimo Re, e molte altre opposizione,
a dire particolarmente; adeo che
le
me
l
migero
grande suspetto. El
che fu a
d
in Lisbona,
4 detto,
che
il
giorno di S. Francesco,
fui
cima de questa
(1) Cosi
il
MS.;
forse
36
steva sola in capo d'
RELAZIONE
una
sala scrivendo sopra
Altezza; el quale
et a
me
disse de
d'onde veniva,
che fare era in quella citt venuto. Non m'estender nella ririsposi quanto accadeva al bisogno. Da poi parlato lungasposta
:
mente con Sua Altezza disse a uno suo che era poco distante da ci quale , come seria noi, el quale se chiama Piero da Lisbona
,
a dire,
in
Capo de Consiglio de X;
senza che
in
e le disse,
io
che
'1
me menasse
persona del
,
preggione orribile,
potessi parlare a
mondo. Et
tre
questo tempo
mand Sua
Altezza per
mi
parlome
saldo
e
el
costante su
primi parlari, mi
mio beneplacito. Et
intesi
liberato
che
quali
fussino stati
quelli
di
da pi persone degne
fede,
l
quali
me
de
fu significato a
(
dissero che gi
un mese
Fiorentino
el
quale fa grandis-
de Lisbona
che
el
regno, e che
d'arlellarie
loro. al
Si-
gnoria de Venezia
Gran
di
navegar
continuamente
citt
prima
di
de grandezza
come de
sito
e de marcadanzia,
abitazione
il
resto di quel
regno
nella
qual ha
il
di
rasonevolmenle
(l)
Uno Corezador
Ke, che
il
di
continuo sta in
et
uno Vice
civiL
primo
offizio in quella,
s
in
vita;
el
quale zu-
de criminal
come de
chiama
citt
,
Due
si
hanno
,
uno
se
la
Casa della
quella
Relazion
la
.et in
(t)
Poco chiaro
DI
LEONARDO
s
GA'
MASSER
di lutto
el
37
questo
de
ci vii
come de criminal
altri
la
Governador
le
la
6 aldidori
li
quali sono
li
numero 20
se aderis-
siano 4 vose;
tamen vedendo
;
seno a quella
e cus fenisseno
se
La seconda Casa
segue
la
chiama
le
la
minal, intendendose
cause larghe, leghe 5, cio miglia 15; nella Re doi volte la settimana con el
il
secondo
i
offizio di
e dottori de leze,
questa au-
hanno
le
appelazion sue
6 Agrani, con
la
zion ut supra. Uno Corezador, che alde tutte le cause, s de civil come de criminal della detta citt, de ogni summa de denari; tamen solum moreno (1) le sue sentenze da ducati 5 in zoso, senz'alcun' altra appellazione; de li in suso hanno appellazione alla Relazion. De criminal, hanno larga libert de justizia: puoUeno far morire un uo-
mo per sua sentenzia senza alcun altro impedimento, salvo per la Maest del Re assolutamente.
Sono
delle
tre
dato
el
alli pi preziali da Sua Altezza, che sono al presente: primo Baron Don Diego Lopes el secondo Don Martino el terzo Don Fedro de Castro: per questi tal Veadori sono governale le intrade
,
,
de Sua Altezza
li
eliam questi
della
tali
tieneno el cargo de
recever
danari della
casa
Mina
sono
fatte le
primi Fidagli
(1) Questo moreno molto oscuro n s) sa se vuol dir moriunlur o moranlur pu facllmeote II secondo dimorano ossia rimangono in essere,
,
38
,
RELAZIONE
:
Uno Armirante cio un Capitanio general da mar, el qual Don Vasco da Gamba quello che discoperse l'India questo offi,
z io
molto onoratissimo
detto
el
qual
offizio
Re a
molto
Don Vasco,
a
e fattolo
,
Armirante;
lui
bench
lui
non
grato
Sua Altezza
;
perch
homo destemperado
India nel suo viaggio,
sta quello
ha
fatto
molle cose
nell'
;
tamen essendo
India, e
,
discoperto
quello;
Armirante
:
e donnli un castello,
al presente
ha
una intrada
de ducati 4000;
pu mandar
derli
in
al
li
quali el
pu spenpagare
che
lui
pare,
senza
,
dretto alcuno
fusse
altro
, :
quando non
lui
bassa condizione
tamen
al presente fatto
Fidalgo
molti Grandi di
quello regno.
Uno
Carniero
el
Secretario
(1)
,
mazor
di
se
,
chiama Antonio
,
il
homo
e prattico
,
bench
non abbia
littera
;
alcuna
1'
ha
bon naturai
prattichissimo
:
dell'
oiBzio suo
el
ha molti
;
altri secretarii,
li
hanno
loro
li
suoi
offizii
che
un
offizio
molto onoratisdispacciamenti
tien
et altri
di
sua
mano,
i'
non
fra-
el
;
qual
fu figlio del
Marchese
,
Re
homo molto
discretto
de
bona condizione
li
e molle volte
che
che certo
quella
homo
Corte.
,
d'
ottima condi-
dico
di
boni
che abbia in
di
Sua Altezza
che
offizio
onora-
tulli
(1)
Carneiro.
DI
quelli
LEONARDO
anno,
altri
CA'
MASSER
Gontador;
el
39
qual
di
offizio
al detto
vai ducati
2000
all'
el
questo
regno.
Hae
ol
molti
offizii
in
,
questa
citt
deputadi, cio uu
;
letterado e dottore
il
qual
offizio
e in cio
il
vita,
decima del
Re de
tutte
merce
se
mettono dentro
pellazion per
fizio della
summa
,
de Reali.
in zoso. Item
,
uno Giudice
tutte
dell' of-
Sisa
cio
Sisa,
uno dottor
che sono
il
el
pendente della
dretto
:
Re de
merce,
di
questa
citt
ha libert de sentenziar ut
che tien cargo
el
della casa
Mina,
el
quale
de mala e
pessima condizione;
casa
,
attendesse a quella
zierie
lico
,
cio
doana
venderla pi
summa
e
tal
seria de pi
frutto
de Sua Altezza:
de
per
cargo
mercanzia;
ta-
men
il
esser preziato da
tien
Sua Altezza,
quella
;
li
ha dato quell'offizio,
,
qual
se
cargo
di
tutta
e per
sue
mani
vendono
tutte le spezierie
chiave di quella, e
sono dispazati
del
li
pagamenti redrezati
detta casa
e
tre
li
Re
anlescritte;
che se comprano in
poi
lui
offizio
certo
molto
il
tutti
vanno per
overo per
le
la
hanno
tratto
India
mina
offizii
dall'oro.
Sono molti
el
onoratissimi in la
,
casa
di
Sua Altezza
cio
,
primo Camerier mazor che al presente Don Martino il quale molto suo giurato, e puole molto con Sua Altezza; il quale fu figliolo d' un Arcivescovo. Questo Serenissimo Re li ha latto molla mercede, e datoli molta intrada e principalmente li
,
%i
li
ludei)
di
1'
intende
tesoro
da' Cri-
el
(1)
Vai.
40
seno per paura
dell'
RELAZIONE
infiniti
menlato
danari
s che per questa via ha auguper guadagnar mollo pi per questi restano, che sono li pi ricchi.
Inquisizion
,
et
Ha Sua
tiluomini,
d'et
d'anni 14
fin
20
li
quali
di
;
tavola
quando disna
servirlo
l
overo cena
;
Sua Altezza
nella sala
medesima dove desina Sua Altezza, stano etiam tutti li suoi Grandi, Ano che habbi compiuto e dapoi lo accompagnano alla sua camera di disnar nlrano tutti
alla tavola
al disnar
le
overo a
,
cena
cerimonios(^
cose sue
imo molto
el
lutti.
Ha uno
Mastro de casa,
di
el
onoratissimo.
Ha uno
in
Portier mazor,
offizio
suo
si
camera
,
di
Sua Altezza
quando
la
medesima
T
casa
et
etiam
offizio.
el
;
cose
di
pertinenti al mangiare
cena
Sua Altezza
l'ultimo
altro
comanda
Mazordomo
della casa.
Questo Veador
Camerier zovene
Ha uno Ha etiam
,
qual
salvo
offizii
per uno
altro
S.
che
A. non
offizio
onoratissimo.
Ha
molti altri
in la casa di
reputadi.
regno; cio,
il
primo
Duca si il Duca di Braganza che nipote di questo Serenissimo Re el qual tien molte fortezze e castelli da numero 30 in suso. La intrada sua veramente vassalli 30 mila per quello s' intende
, ,
Duca
di
Medina Sedonia de
,
Casliglia
,
sono doi
fratelli
l
uno
vive
in Gastiglia
Don
Dionisio
el
qual
maridado
in
Casliglia.
fu fiolo
El secondo Duca se chiama Don Zorzi Duca de Ciubra naturale del Re Don Zuanne el qual pretendeva succeder
,
,
a questo regno
e sperava de
da
Roma
;
avanti el
bolle
farlo
legilimo
sia noto
quanto
sia sta
persegui-
DI
lado suo padre,
di questo
si
LEONARDO
,
GA'
MASSER
tulli
li
41
Grandi
Re Don Zuanne
e
regno,
poco favore
tando
el
quale
d'
et di
,
debole
ha
d'
inlrada ducati
17 mila
compuil
e l'altro de
sotto
suo
se
chiama
el
Ville
Real
el
qual zerman
in
corte
pi tosto
qual ha
tamen
sempre
el
sopra la persona.
Uno
qual
Dieci
arme
offizio nel
Marchese soradito
sono
in
(1).
,
contadi
questo regno
con
,
rasonevol
il
inlrada
viilenlissimi cavallieri. Il
di
primo contado
ha
d'
si
suo
titolo
Conte
de
Iole
e da
,
Madalva
inlrada
,
ducati 5000.
El
Conte
Tentagel
fiolo del
signore Alvaro
,
in 3500.
El Conte d'Aleutin
ha
d'
El Conte
,
de
fratello del
El Conte
,
de
Borba,
de
et
ha fatto
ducati 4000. El
Conte de
d'
Tirocha
Conte de Ponela ha
d'intrada ducati
Fera
ha
2000.
:
Due Archiepiscopadi
el
il
primo
Archiepiscopo
de
Lisbona
Braza
el
Roma
essendo
lui
imbaqual
sciadore a Sua
mand
,
questo Sere:
nissimo
Re
el
el
molto.
pur
il
in
El primo vescovado
ux
,!u.
Sofeiido
ma
esato di questo
sembra da
fi
rigettare.
Ap. Voi.
42
la
;
RELAZIONE
ei
secondo episcopado de Lisbona, ducati 10 mila; episcopato vescovado de Braga, ducati 4000; vesco; ,
Guarda
Gela
,
et Argilla, delle
ma
il
spesa continua
;
suo capitanio
et
li
Sua Altezza
el forzo
de loro, gratis
amore;
Li
staranno de
Altezza, sperando
altri
l
conseguir qualche
onor
e
,
merc
dal Ke.
veramente
nelle
al
suo
si
testa
mese
detti;
et archieri
12
di
biava per
:
dinari, ducati
per
la
sua
bocca
questo quanto
stipendio
hanno
loro
li
tamen
,
loro stanno
per
speranza
le
de' buttini
che
de
fanno da Mori
de' cavalli
terra.
quando fanno
correrie dentro
Mori
in fra
Uno
molto
Don
onorato
:
cavalier
in questo
regno
et valentissimo della
,
sua persona
el
e per
ftitto
per
modo che
s'
intende veramente ha
de
grandissima presa
era molto
estimalo dal
el
poi
venuto de
qui
dove ha qui
suo stato
et
alcuni
castelli
fortissimi qui
Due sono
guono
li
Alchaldi(l),
uno de criminal
questa citt
li
,
e l'altro de civil,
li
quali de continuo
la corte di
stanno
in
due
altri
simili se-
Alchaldi
tienneno cargo
Guardia,
le
che
,
li
sopra
e
li
capi
de
quelli,
prendono
li
persone
e portano tanto
quanto per
di
li
detti
Alchaldi
coman-
all'
Sua Altezza
quali cavalli
el
Capitanio
Gamerier mazor
sono
ad ogni
suo comando
La natura
allegra
la
complession sua
flaca
le
debile
e
si
de poco
risolve
spirito.
se
molto
sospettoso in tutte
sue cose;
non
per
s,
non
in
(1)
Voce portoghese
che
Buon Governo.
DI
LEONARDO
,
GA'
la
li
MASSER
:
43
la
quale prudente
e con
suoi Grandi
vien
perch non se confida nel discorso et indico suo. Mostra esser avaro
cupido di denaro
maxime
da poco tempo
,
in
li
qua
da
poi
ha gustato
el
frutti di quella.
;
Dove
el
vuol intrar
e tira per
si,
(teveda ad altri
non ha respetto
:
al
e questo
maligni eh'
;
el
conseiano
s, lui
bench
in
e de
somma
bont.
Gattolichis
Simo e divotissimo
ha
fatto far
,
de bellissime
e notabile
opere
danari
et
ancora
non compiuto
monasteri
et
Non molto
stabile nelle
muda
li
homo
maxime
rii
, ;
in quelle cose
che co-
gnosce che
sia
in
uno
passando tempo
vedendo
mar con
in 37.
qualch'
uno
delli suoi
d' et
el
i
qual
,
d'
et d'anni 3G
si
Ha uno
;
Principe
d'
anni 3
in 4
el
qual
chiama
fu zu-
Don Zuanne
squaligo
,
el
Duca de Braganza
delli
et el
Duca de Goim-
bre
.
per tutto
el
;
regno
d'
infanti el
uno
infante
et
,
uno
altro.
s'
veramente
,
intende
s'
du-
bench
intende da
poi fatto
Re V ha
fatto
molte merc
et
trada
la
Re
Dofl
ha restituido
in
li
suoi stati
ma
tempo
con poca
ogn' anno
come
uno per
l'altro
44
RELAZIONE
pure della Ginea per
l'ap-
palto delli Negri, eh' intrano in questa citt da teste 2000, all'anno
pur de
ditta
traze da 4 anni in
di verz,
circa
appaltado per
ducati 5000. Itera, traze dell'isola delli Pastelli, cio l'Isola delli
Astori
,
e di quella
;
si
ducati 10 mila
della
Meder per
50
in
li
se traze ogn'
cati
60 mila per
decima che
li
traze del regno d'Algarbi tonine, sotto sora, all'anno ducali 13 ralla,
vel circa. Itera, se traze
de questa
cill
vel
ducado ch'ei
(2)
de Viseo,
,
di
questo regno
alla
uno surama
et
de ducati 40
raila
vel circa
che a suppliraento
dell'India,
di quella
sopra-
scritta intrada.
,
Non metto
,
el tratto
perch, seguendo
;
quello s come raostra saria una grand' intrada che per quello si ha discorso, trazeriano ogn'anno ducati 35 o 40 mila; che volendo dar libert navegar a quello viaggio n. 50 per cento tocheria la mila
,
20
el
stala a
netti de spese: tamen fln al presente Sua Altezza una grandissiraa spesa peroch se poi dir
,
danno
si
che
l'
utile conseguido.
Que-
Re
povero
non
trova
avere de
la
;
contadi uno
mada per
la
l'
India
che
Io tien suto
de danari
in effetto
armada tutta corre per li contadi. Certa cosa per un picciolo Re e de quella poca intrada che ha certo
,
,
fa
che
gran
mercede e gran preraio. A tutti i suoi Fidalgi quelli li quaji seguono la sua corte con tulli li Grandi si d la sua mesaria eh' una certa intrada de sua spesa, per suo vivere secondo le
,
(1)
ma
sigla
il
difetto
di
senso
ci
fa
supporre che
voglia dire
qui
manchino alcune
(2)
4.
X.**
Nel manoscritto
una
che
non
si
comprende se
3.
DI
LEONARDO
anno
GA'
MASSER
44 mila
vel circa,
;
45
li
e ha ogni
Etiam,
la
Re
obbligato
tal
della
sua inlrada
e Grandi
dar
della
dota
,
de questi
soi
Fidalgi
corte
secondo
le
ordinariamente
mazor mesaria: tamen le sua dote doble 40, che sono ducali 8000
;
dame mandano
sua
di
e viveno
la detta
;
con quella
dota
,
seguono
la corte fin a
li
che se
con
patrimonio
,
et fa
Reina
la
qual
questo regno,
li
suoi Fidalgi
con
sue
suoi cavalli
e tutti
li
Grandi
e
di questa corte
con
le
Sua in persona senza alcun soldo n premio. La guerra che loro hanno nelle bande dell'Africa contra Mori in due terre che per loro sono mantenute, e castelli doi nelli quali sono de continuo 300 cavalli da fatti per cadauna terra valentiset altrettanti cavallieri simi homeni e molte volte scorreno dentro in fra terra contra
persone, che vanno a servirlo,
,
maxime andando
,
l'Altezza
Mori, e
lieri,
fali
correre
stati
(1),
da poi
li
due overo
Altezza
che per
poco spesa
fa
questo Serenissimo
Re
,
al
in tutto
come
lato
l'I
se costuma in Italia
questo a
etiam in Castiglia.
Italia
ha essercitado
meslier
dell'arme gran
tempo;
el
el
qual aveva
grandissima fama
de valentissimo
homo
qual fu mandato a
a repatriar
,
hiamar ad
!e
1
istanza de
li
el
vegnissc
;
he Sua Altezza
daria
viver onorevolmente
e
che afermato
mostra de continuo
,
modo che
\\
se
costuma
<le
questi
fanti
d'ordenanza
che
sono
da
tutti
offiziali
dell'arte
mccanica
de questa citt:
averanno
(1)
Forse da leggere
fa
l i
vurcrir.
46
homeni 600
e per
RELAZIONE
vel circa; ci soldo
suo
ducati
ai
mese, redu(i
;
mar aver
ducati 3.
Questo regno cosa picola circa miglia 300 per longhezza, tulio
per costa de mar; per latitudine, miglia 120 vel circa alla Extre-
madura de
populade
;
Gasliglia.
che non
si
p Irare de
quelli cosa
faciano a questo
mente
montagne sono aride. Vini, ogli, pesci e frutti assai rasonevolmente imo se traze fuora del regno assai quantit. hanno nel regno Non hanno legnami, n altri navilii salvo uno poco de pignori
;
delli quali
consumadi
tutti
,
li
boschi
della
Gommunit, s etiam delle particular persone per quest' armada d' India. La mazor quantit de legnami che sono per far nave
e navilii, nel porto,
dove
di
tamen de
Fiandra
delle
incivil
universalmente
n
,
tutti;
n per
loro
Grando che
abbino
,
sia in
s'
questo regno
non
perch
tutti
viveno sopra
quella poca
d' intrada
e spendono
largamente senza
alcuna rasone.
Non ha
fatte ricche,
Capitani
che
sono andati
regno
tutti
vedo
esser inclinati
se
d'
andar
bada
altri
quello,
sinistri
e molli
ben dotadi,
e la intendono, e
maxime
,
li
pedoti
el
in questo
regno
in
per
continuo
navegar
1)1
LEONARDO
CA'
et
,
MASSER
asperti
,
47
quesii mari
navegando molto
lontano
irca
;
come
Isola de
San Tome
et alla
el verz
d'
navegando
al presente
a questo viaggio
meni
ostinatissimi
al
con pi segurt
che
ogni
sorte
,
per esperienza
al
che
caravelle
viaggio della
in
Mina
non
et all'Isola di
1200),
mari. Le nave et
la
altri
navilii
sono
mazor parte
fatte
in
Beschagia e
questo
per
mancamento de legnami; salvo nel porto dove l se faranno qualche nave ma come dico in questo regno poco se fanno. Quanto alli ordeni de questo regno poco ordinato e senza
:
alcun governo
le
poca
meno
materia,
ma
piuta relazione
TABULA
\ V
\
laggio
jji^gio
primo
secondo
Pag. 13
15 16
iiggio terzo
laggio quarto
17
18
Viaggio quinto Viaggio sesto
T A B U L A
Pag. 18
ivi
Viaggio settimo
19
21
ivi
e tutte scale,
molti
altri
dove
e
li
et altre
mercanet
il
nomi de
moneta sua,
le speziarle d'
25 28
29
ivi
India in Por
le speziarle in
el
Lisbona
il
Re sopra
comprar
30
32
pipar
35
ivi ivi
El Re de Narsin
El zonzer mio de
in
Lisbona, e
la
relenzion mia
36
della
citt di
Lisbona,
incominciando
dove dice
Corezador
ivi
40
41
ivi
ivi
...
o
Contadi
Archiepiscopali
ivi ivi
Vescovadi
Priori
42
ivi
ivi
Alchaldi
La natura
e complession del
Re de Portogallo
Re de Portogallo
43
El modo come bisogna far zenle d' arme La grandezza del Regno de Portogallo
El
45 46
ivi
modo che
se tratta la
mercanzia
in
Lisbona
marinarezo
ivi
49
SPIEGAZIONE
DEI
NOMI GEOGRAFICI PI
DIFFICILI
d' Elanche Relgarbi Gharb (nel regno di Marocco). Amazagan Mazagan (nel regno di
Algarbi ed
Cuchi
Coccino.
Socotora.
Culam, Corlan.
Curitoras
,
Marocco).
Ginea
Gainea.
,
Amodosi^ Magadoxo.
Anzidiva, ngediva.
Astori (Isola degli)
,
Malecha
,
Malacca.
Azore.
Azale
Ara tra
,
Melinda.
Balachala
Beschagia
Baticala.
Mombaze
Mombaza.
,
Bisca ia.
Braza
Cela, Ceata.
Chaiaro
Cairo.
,
ChMchim
Silan, Celan.
Colocul
Calic l.
Zafale
?
Sof la.
,
Zitricornos
Socotora.
Ap. Voi.
II.
60
SPIEGAZIONE
DI
PI DIFFICILI
Alcaiarino
del Cairo.
Aldir
udire.
Doana
Dot
,
dogana.
diritto.
,
due.
,
Drello
Fazuolo
fazzuolo (pannolino).
Assenlar
situare.
Fevano
Fevrer
mini
facevano.
febbraio.
porloghese fidalgos).
fondaco.
,
CaOi capo.
Caravelle
,
Placo
sorla di nave.
fiacco.
,
Fonlego
Frola,
Gallia
,
Forzo piper
flotta
pepe
,
forte.
galea.
,
Cavedal, capitale.
Cogoli, cioltol.
Garbelare
gabellare.
Comarchia capoluogo di una regione, ed anche un trailo di essa. Comi voce portoghese, che significa
, ,
Hav
ebbe.
,
Insida
uscita.
estremo
limile.
Inlrada, entrada.
K. (sigla della parola kanlara o canlara).
Contadi, conlanli.
test o governatore.
Crea, creta.
Cuori cuoj cuoja. stemperato Deslemperado
,
,
smode-
Lache, lacche. Laloni ottoni. Lenguagi lingue. Lonzi lungi. Luio luglio. Lume de rocca allume
,
, , ,
,
di rcca.
rato.
Luni
lunedi.
51
Malezele
nel
,
o maligele
,
malaghelia
;
Porla
Prpcii
portata.
prezzi.
(a)
,
Refuso
alla
rinfusa.
paradiso.
Hixo
Rola
riso.
rotta ?
,
Safili
siroppo
di
zaffiri.
,
Maritico
Sambuco
Seda
specie di nave.
,
Melasti
melassa
zuc-
scuc
sdruci.
chero
).
,
seta.
,
Sinabassi
i
o sinabafi.
Manca
a tutti
assai
Vocabolarii.
,
Era un tessuto
al
Melali
metalli.
fine
e simile
Mia
miglia.
garmente
a
lenza).
Muda,
dicevasi in Venezia
quei
nell'apologia
((
di
Non
do
i
d'
ogni tela
;
camicie e
((
lenzuola
ma
e
volentieri lascianli
muratori.
renzi
sinabaff
che
,
Sascele
nacque.
nipote.
yevodo
Von;;i
Annunziata.
oltraggi.
glio .
Ollrazi
Sisa
voce portoghese
,
Oslazi
ostaggi.
bella
Sorzer
Pani
panni.
,
Spazare
Suto
spacciare.
Paua
passi.
piloti.
,
Spiaza, spiaggia.
,
Pedali,
asciutto.
,
Pergolar
Pesoso
,
pillottare.
Taiado
Tenetla
tagliato.
,
pesante.
,
lineila
,
piccolo tino.
Pigneri
Pizolo
l'oeta.
,
plneti.
picciolo.
Tralo
tratto
,
tratta.
;
Veador
Verzin
veditore
cio amraiulslra-
Cos
nell'
;
alla
stampa che II MS. dicesse peota (piloto), e che l'amanuense poco pratico, sembratagli nuova tal parola credesse meglio cangiarla in poela.
,
tore, registratore.
,
verzino
,
Villuaria
Zenlil
,
vettovaglia.
,
gentile
Zerman
Zoso
,
cusin
cugino germano.
gi (giuso).
,
Poelar. V. Poela.
Zudese
giudice.
massime
nel
di quella dei
nomi
n.
I'
le
poslille scritte
margine
del
Hemso
Bibliotecario della
Palatina di Firenze
invito fattogli di
il
gli
propria
accett
adoperare
fiche
di
questo
singolare
favore gli
LORENZO
IL
MAGNIFICO
AGLI OPERI DI
S.
DI PISTOIA
AVVERTIMENTO
wuando un uomo
Olio
lutte le
1
di
si
pubbliche o private. Pi
le
meno
vedr
affacciarsi
pi indifferenti. Di
certi
uomini grandi, se
questa
idea regolatrice.
Ma
il
fatto ,
:
non sempre,
vedono
:
la
discopre
ci qualche volta
per loro
sciagura.
Non fu compreso
alla
dienza, poi
servit.
Egli
che
si
era proposto
la
un popolo all'obbenon di
modestia citta-
opprimere,
dina
di
,
ma
,
di
sedurre la libert; us
la
semplicit, la benevolenza, e
un
far
popolano e come
il
famglia
dove
altri
adoper
il
ferro ed
fuoco.
Quindi
,
queir inframmettersi
cosi
buona,
in
ogni cosa
(s'
comodo
le
e piacere),
,
quel
comandare imperiosamente
gli
aria di
umile preghiera
mani da cin-
facevano,
i
tra' suoi,
amore
benissimo
Lorenzo
dabbene
,
il
quando un raccomanda per amore di un amico chiede limosina per due povere fanciulle da ma,
Certamente
e riverenza, e cuoprivano
Magnifico
,,
56
rito
,
AVVERTIMENTO
implora grazia per un povero
;
fittaiolo
podere
chi
non
tare
glie
il
ne vorrebbe bene
?
? chi
non
,
si
studierebbe di conten-
Ma
intanto
i
nocenze
tiene a devozione
maggiori poteri
;
una
,
citt
se mette le
ne
fa
mani dove non gli tocca ninno caso tutti ammirano la degnazione
;
,
ci
bada
se
ninno
ne piglia
queste tre
Tale
il
caso
di
garbate
letterine
donare a
quesV Appendice.
La prima
,
Comunale
di Pistoia
le
altre
due ap-
partengono
stessa citt
Registrello
,
,
all'Archivio
e
dell'Ospedale
in
del
Ceppo
libro
di questa
il
mi furono additate
,
un
,
intitolato
a car. 22 e 50
Mastripieri
studioso di
dato
il
A
i
che
me
ne hanno
del
sappiano
grado
sv
LORENZO
IL
MAGNIFICO
LETTERA
Vefierabili
I.
Firo Hospitulario
Capitaneis et Consilianis
(1).
Societatis S.
racomando tanto
(2)
,
istrecta-
mentc
quanto
lo
posso
il
Neri
Fioravanti
amicissimo
stato
sempre
ad
di casa nostra,
(illiuole,
le
quali
da
marito,
come v'
notissimo. Intendo
come
voi havete
questa Pasqua a
piet; et,
uomo da bene
debba
,
et
di
voi
harete,
maritandole
mini.
lo, se la
vi
mia intercessione
istantia
giovar
questa
cosa
come
se fusse
con-
voi (3).
Florentiae
Aprilis
MCCCCLXXVL
L^lJRENTIUS DE MeDICIS.
p. Voi.
11.
S8
LETTERE INEDITE
LETTERA
Spectabilibus
et
IL
Viris
amicis carissimis
Officialibus
come prudentissimi,
Spedale
,
volete provedere di
sendo
Io Spidalieri
impedito
commendo molto; mi
dere che per
il
vero
,
amore che
et a
io
a cholesta citt
come
fate voi
a qual-
sia fede,
,
bont et
Et avendo examinato
di ser
amici
mia
,
mi
pare
che
Messer Andrea
sino a qui
Francescho
del quale
ho veduto
sia
buona prova
(5)
,
in simile cose
se io
persona actissima
a simile
al
come
io
,
si
conviene
rispetto
luogho
postposla T amicitia
et
solamente auto
come
porre
che per
che
,
sono
direte
piacendo a Dio
v'
mi ringratierete qualche
medesimi. Nonostante
,
volta
et
questo
vi
voglio
et
quando occorra
di
rendere buon
merito a qua-
come
io
spero et desidero
quanto alchuna
che
io potessi
al presente desiderare.
non mi
sia
MCCCCLXXXV.
Laurentius de Medicis.
DI
LORENZO
IL
MAGNIFICO
59
LETTERA
Alli Spectabili Operarii di S.
Spectabiles
clabilit
et
III.
Iacopo in Pistoia
(7).
Viri honorandissimi.
le
Spe-
vostre
che
li
prieghi
conleniplatioue mia
(8)
deUono
a fido a
,
Tonino
di Callani dal
Panche
tano
e fratelli
certo podere
che tengono
al presente
al
et
tanti anni.
Et intendendo
presente
lettera,
che
et
mi
parso farvi la
presente
contrario
(9)
perch quando
che
anni
ve
li
ragionevolmente se
li
dodo podere, a me
imper
raccomando quanto so
Florentiae die
XXX
Decembris
MCCCCXC.
Laurentils de Medicis.
ANNOTAZIONI
(1)
L'Ospedale
di
di S.
Xlll, e
la
sua ori-
gine ornala
*ireve
di
molli
maraviglie dalla divota fantasia de' Cronisti. Arricchitosi in beni il Pubblico appoggi la cura di amministrarli a pi
,
iritalive persone,
f
una
delle quali
la quale leggo
la Compagnia della Crocetta del Ceppo, 1297 Dondori I%1. Pisi., pag. 49 ). Continu pe'due secoli seguenti in questo governo ed ebbe mollo peso anche nelle cose civili. Le ricchezze sempre crescenti furono usale non solo a cura degl' infermi ma si anco de' poveri con largho limosino e molle doli e ne fu ingrandila la fabbrica ed abbellita del magnifico fregio Robbiano. Dopo l'anno 1401,
lai
da
nominata
nel
60
denza, tuttavia mollo
ANNOTAZIONI
i
ullimo della nnsira liberl, sebbene si rimanesse in un'apparente indipenMedici sopra tutto. vi mestava la Signoria Fiorentina, e
Pi volte fu tentato sottometterlo ora con occasione di discordie ora con pretesto di mal governala amministrazione. Finalmente l'anno 1300 la Signoria Fiorentina con Decreto del 17 Agosto soppresse
la
Compagnia
dell'
del Ceppo,
dando
118).
al
Pubblico {Archiv.
agli
Osp., Regislr.
N.'*
Ma
le fazioni
Panciatica e Cancelliera
Balia
Otto
di
di
mano
e darlo
per anni
sei (cosi
restitui la
Compagnia
al
Maria Nuova di Firenze {ivi, Papa Clemente volendo gratificare suo primo stato. Ma poco vi dur, pe-
duca Alessandro alla morie dello Spidalieri^ per le differenlie deXilladini ma pi per le male suggestioni vuoile sospendere di nuovo quel governo ed applicarlo per tempo dove prima. Nel 1548 a di 8 Dicembre, gli uomini
rocch
il
della
Compagnia
del
de'
Poveri
et
honore
et
dovesse cedere
le
Pistoia nelle
mani
di S. A. Illustrissima,
lo
promettendo che
Spidale saria
li
auspicio
et
oplimo timore di
S. A.; sicch
poveri
car. 179).
di ci fu
Granduca
ma
senza frutto.
Solo
nel
1778
(2)
23 Maggio.
si conserva MS. nell'Archiv. Comunale, trovo che un Neri di Fioravanle di Piero fu dai 1450 al 1473 tratto pi volte di Consiglio, ed ebbe la prepositura de' Priori e che nel Dicembre del 1481 fu Gonfaloniere. Ma ninna memoria trovo delle sue rovinate sufts/awfje. (3) Perch, se voleva cosi bene all' amico, non lo sovvenne del proprio? Certamente lo avrebbe fatto il Magnifico se pi non gli fosse stato a cuore di esercitare la sun inHuenza in un luogo di tanta importanza. E gi gli uomini della compagnia lo chiamavano padrone, e facendo grazia a Neri adducevano a principale motivo la loro devozione e loro obblighi adversus maxima adiumenta, singularia beneficia recepta et que cotidie recipi possunt el offeclionem tam vivorum quam mortuorum illorum de magnifica et generosa
,
i
e solo
ponevano
el
in
ullimo, e
come
per
di pi,
pau-
Onde
la
Ma-
Compagnia decret che vigore quarundam literorum eie. si dovesse dare alle dette fanciulle, quando marilabuntur libras quatorcentas denarto,
rum
[Regislrell.
a car. 22).
del Rossi delle antichissime della Citt
;
(4)
La casata
Romanorum
,
Imperatoribus militi
Zacch. Bibl.
Pisi.).
di
Infalli,
seci-ndo
Bartolozzi
dal Rossi
di
Pistoia dirasulla
maronsi quelli
Cosenza
Io
in Calabria e quelli di
i
Firefze
{rHsc.
Fam.
bmt pr Magnalibus
1330 vedonsi Rossi notati Ira quelli qui liaberi deche, sebbene allora era pena e vituperio, pure mostra
ANNOTAZIONI
la loro polenz.!.
61
dall'
Anonimo
Pistoiese
loro
mani
reggeva la
,
non
da
&%
le
come
la
valse
Oltre le
olUme
la deli-
figlioli
n nipoti. Lo
che
et
rilevasi dal seguente ricordo che leggesi nel Priorisla del Tonti. Magnificus praeslanlissimus vir Laurenlius Pelvi de Medicis inlercedil ad favorem nobilis
non
Reclorem el Hospilalarium eie. Ma pi chiaramente rilevasi da alcune Capitolalioni hHq nel 1533 per lo Spedale nelle quali si legge, che non passino andi S. Gregorio o della Misericordia dare a parlilo quelli che avesseno figlioli masti marilali o non marilali, o femmine non maritale^ o che queste fosseno andale a marito e rimaste vedove: e se per caso occorrisse che quelli che fusseno eletti per Spidalieri avesseno doppo
kabenlis
fi'ius
nec nepolei, ul
sii
eleclus in
si
e debbasi fare lo
scambio come
se
a car. 280).
negala, com' era naturale. Perocch
il
E non
gli fu
la
derando
la decla lettera el
el
Lorenzo fa el padrone el ghovernatore di dieta compagnia el hospUale el quante cose utili eie. etc. deliber che fosse mandala alla Magnificentia eie. una ambasceria di quattro Cittadini (tra' quali il dotto
.Uagniflcenlia di diclo
,
di
quale
el
el
quanta ha lulla
la decla
Dante Bari. Baldinolli) con tale et Compagnia di potere approda farsi per
vigore delle
vare
decle
confermare
omologare
ledere per la Magnificenlia di diclo Lorenzo, non obstanle alcune cose dirileva che ad onta delle lettere della Magnificentia eie,
voli conlrarii;
i
Mes-
ser
Andrea ebbe 27
li*J
pra
sebbene non sono un gran che sofavorevoli, pur mostra almeno che qualcuno c'era che amasse la
quali,
propria indipendenza.
Secondo il Borelli {Schede MSS. presso di me) S. Iacopo fu eletto a (7 Patrono della CItl di Pistoia fin dal Sec. IX, ed ebbe chiesa nel luogo che oggi pure dello S. Iacopo in Castellare presso le Regie Scuole. Gli statuii della Cill. che portano in fronte l'anno 1107, ma che voglionsi riferire al Ili 7, fanno fede della riverenza In che ebbero Pistoiesi questo loro Protettore.
, i
I/anno 1145
,
Vescovo Alto ottenne dal Vescovo di Composlella le reliquie lol Santo e si valse in ci dell' opera di Rainiero dotto prete pistoiese he l faceva uflzio d'insegnare, e che gi avk'a insegnato a Quintonia in ;nghlllerra la teologia. Vedansl le lettere scambievoli riferite dal Papebrochio dal Cupero le quali furon tratte da un Codice che trovasi nell'Arch. Cap.
il
,
,
,
mlnlslratore
esse
che
fu
il
prele Bondio
che con
fu mestieri
62
pella e dell'
ANNOTAZIONI
Opera di S. Iacopo { Lib. di Conlr. delV Op. dal 1163 al 1343 ). Furono poi aggiunti due laici; e, morto II prete, l'ufizlo dell'Opera rimase
dipendente solo dal pubblico.
fatto
alTatto laicale e
lasciti
Cosi
gli
Statuti.
Crescendo
e le ofTerte, fu
quell'altare
d'argento,
e tanto
prezioso
monumento
il
pure
si
ammira;
arricchissi
tesoro
che ebbe nome di Sagrestia de'belli Arredi. Questo Uflzio dell'Opera rilievo grandissimo quando fu levalo al grado di Magistratura col ca,
rico di
come
di
il
non pagare decime ecclesiastiche, n gravezze laicali, n gabelle; potere permutare i beni anche contro la volont dei Testatori di godere
di
;
sommariamente e senza
di
strepito di giudizio le
poter
dare due
citt,
(8)
tratti di
corda;
ma
Questa magistratura cos autorevole, che era la seconda mantennesi in vigore fin verso la fine del secolo passato.
Fu
Quando
Fiorentini
Calabria
fecero oste
sopra Pistoia
questo Castello venne col Montale alle mani dei nemici, e molto nocque alla citt. Di poi smantellato, fu ridotto com' anche attualmente, ad uso di villa.
,
L'Ammirato, non per udito ma per prova da lui fatta, rende veracissima testimonianza della singular liberalit del Colonnello Antinori nel ricevere gli ospiti nella sua villa del Pantano {Nob. Fam. di Tose. Fam. Cancell.). Questo Tonino di Callani fu come mal pagatore e peg(9) Per amore gio lavorante, levato del podere; e il 20 Gennaio 1487 fu quella terra allogata a Michele di Puccelto. Se non che gli Operai ebbero un bel far comandamenti che non intendevano di slare pi in allogazione de* poderi con
a'
nuovi lavoratori, e
eccoti
niuno
fico
ci
fu
ma
il
Magniegli
che
fa
come qualmente
rimanghino vede come
feciono per
el
era
si
di
che
non
rimuovino
il
malleverie ec.
gli
egli abbia
ra-
Operai
d' allora
amore
suo.
La
medicea rilevasi da varil luoghi d' un libro dell' Op. di S. lac. (Arch. Com.) intitolato Registro VI. Tuttavia gli Operai, piaceri curando pi il danno che ricevevano da questo tristo fittaiolo che del Magnifico lo ebbero rimandato nuovamente e fu allora che comparve questa letterina. Della quale non ho potuto trovar memoria ne' Registri; n
prepotenza
,
mi
fa
meraviglia.
DONAZIONE
CODICILLO
DI
ALFONSO
I.
DUCA
DI
FERRARA
65
NOTA
La
biblioteca
li
originali dei
non per
quasi
ha
tolta
ma
e
non
vanno
e
soggette
appartenute a
personaggi potenti
vecchio stipo
,
di famiglie sovrane.
lo
Un
antiquario compra un
confida in deposito al
Ma-
dichiarando di
alcuni
anni
dopo
qu^li
sino
lo stipo
1799,
in cui
il
,
Fantoni,
due
esiliato
da
Firenze, trov,
,
nel dar
che contengono
sopra indicate
scritture.
Cos
e*
narrata
Rivani
,
Alessandro
una nota apposta a questo manoscritto. La prima di esse carte contiene una donazione fatta da Alfonso I. Duca di Ferrara alla donna amata da lui dopo la morte di Lucrezia Borgia, e nota nelle istorie col nome di Laura Eustochia. Il Muratori (Antich. Eslens., Tom. ILpag. 429 e seg.) parve aver provato con parecchi e assai validi argomenti che Laura fu legittimamente sposata dal Duca Alfonso negli gitimi periodi della sua vita; e il sig. Litta (Famiglia d'Esle Tav. XIII e XV) mostr di avere per assai dubbio un tal matrimonio, come quello che non pot mai provarsi nelle questioni avute dal duca Don Cesare colla S. Sede per la successione di Ferrara. La nostra carta prover soltanto
in
,
Ap.
V(l.
II.
66
NOTA
y
che cinque giorni innanzi la morte di esso Alfonso chia non era ancora divenuta sua moglie.
Laura Euslo-
La
priva
seconda scrittura
un
il
suo
figlio
mascolina
legittima,
tanti
ad
esso Francesco: e ci in
pena
e la
in
modo
a conoscere che
sotto
de'
la
notata colpa
si riferisce al
di
militarmente
i
vessilli dell'
si
Imperatore Carlo V.
consistessero nel
beni
quali
parla
Marchesato
e
Massa
il
de'
Lomin
di
primo documento
,
originale
in carta di lino;
secondo
carta di pecora
ha
e
le
Duca,
Tommaso Mosto
di
Girolamo
Ziliolo.
67
DONAZIONE
E
DI
CODICILLO
ALFONSO
I.
DUCA
DI
FERRARA
meriti
li
di
nobile Ferrarese et
Madre
de
infra-
Nui
il
seno de
ampli
per
sua,
beneficii
che
ancora pi. Et
tanto
,
facendo
{idesl se)
in vita
et
per
Don Alphonso
,
ol
Don Alphonsino
et
per
loro heredi
sotto
,
de
lo
palazzo
cum
che
fumo
di
Canlelmo
le se
in la villa del
Verzenese,
(1)
siano,
cum
et
tutte
le soe pertinentie e
et
cum
la
,
exemplione reale
per-
sonale et mixla
ccnti
,
beni et fructi
come
come per ogni et qualunque modo et in tutto et per tutto habiamo concessi et donati li altri beni che Lei tene et possed. Per questo vi dicemo che Vui nomine nostro debbiate tili
vivos
donare
a detta
si
come
(1)
quanta quanlil
68
di
DONAZIONE
sopra
,
,
i:
CODICILLO
,
al
sessione
cum
ha-
biamo
et
ponendola
et promettendoli
de evictione
de
detti
beni in
nostro
forma
;
valida
cos
et
dandoli
ancho
libert et facult in
nome
li
come
per
de nostra
propria
damo
concedemo ch'essa
volont di
madona Laura
soi
figlioli, in
uno
solo de detti
quale
et
forma
nuntie
del
quale vogliamo no
la
faciati
rogato
le
Baptista
Sar,
racho notaro de
,
nostra Ducale
la
Camera cum
obligatione
re-
et
specialmente de
dentem valorem ducatorum quingentorum auri viribus non subsistere nisi fuerit actis legitimis insinuata, et
cum
ogni altra
cosa
,
la
vogliamo, dechiaramo
,
comandamo irrevocabilmente tenere e valere cum expressa et speciali derogalione quorumcunque contrariorum. Et bene valete.
Ferrariae,
XXVI
Octobris 1534.
1L
In Christi nomine
Amen. Essendo
e
in arbitrio
di
ciascheduno
volunlade
le
mutare
correggere
agiungere a
le
sue
ultime
li
casi
per lo
Don
d'
Al-
di etc.
;
Reggio, Marchese
,
Este,
che
la
li
ha
fatto
legt-
timo
et
naturale,
,
quale se ha applicato a
,
animo,
et la re-
puta grave
immo
gravissima
,
Don Francesco
tanto
vo-
inconsideratamente
DI
ALFONSO
I.
DUCA
DI
FERRARA
,
69
donato sua
Excellentia et la
;
propria patria
per stare
volendoli dare se
tale
,
non
il
debito et cor-
respoudenle castigo
aldispiacere ad sua
almeno
summo
er-
Excellentia
:
rore et excesso
commesso
suo ultimo
dispositione
testamento
et
ad esso
Don Francesco,
Et perch
in
et
ad suo commodo
beneficio et favore,
fa
li
volendoli
Codicilli.
in alcuna parte
sminuire
ordina et
presenti
soi
prima
cassa et annulla
il
lassato
Don Francesco
d'
in
detto
tredexe millia
li
oro
quali coman-
esso signor
perch
esso
detto
delta
Duca dice et afferma esser pentito di Don Francesco et questo per causa de la
;
lui
habia a
in
tutto
in parte
alchuna
ma
che ne
come
se esso
lassato
non fusse
da
la
antedetta causa:
,
dicillante
Don Francesco et item mosso Comanda, dispone et vole esso signor Coche mancando il prefato Don Francesco cum figlioli mastato fallo ad esso
et
schi
legittimi
naturali
nascimi
di
legittimo
matrimonio,
nasciuto
;
il
et
naturale,
di
le-
succeda
al
prefato
Don Francesco
et simil-
mente
il
primogenito maschio,
,
legittimo et
di
mogenito
succeda
al
primogenito
la
esso
Don Francesco
di
et cosi
sempre
monio;
in infinito
,
proceda
genito, maschio
li
legittimo et naturale
nasciuto
legittimo matri-
per fideicommissum, et
omni
alio meliori
la
modo
di
mancando
il
il
primoquello
genito et
linea
esso primogenito
succeda
et la
secondogenito
di
maschio nasciuto
casse
di
legitlimo
el dello
matrimonio
,
sua linea
primogenito
et la
et
secondogenito
maschio
sua linea
succeda
il
tertio-
genito
maschio
70
(le
DONAZIONE
r uno in
in
l'
CODICILLO
,
altro se osservi de
grado in grado
di sorte
pre
uno
solo
stia
la
supraditta
la linea
successione.
Et
che semquando in
mancasse
masculina de
soi discendenti
legittimi et naturali
allora et in
cos ad
et
esso
,
Don Francesco
et naturali
in caso
et na,
che
mancasse senza
legittimo
Gglioli
maschi
,
legittimi
sciuti di
matrimonio
,
li
substituisse
pupillariter
vul,
gariter et
per Gdeicommissum
et
per ogni
raegliore
modo
lo
Illustrissimo Signor
Don Hercule o
et
insieme
polyto
con
soi
lo Illustrissimo
figlioli,
Hipet
in
stirpes et
et
non
in
capita.
V^olendo
expressamente dcchiarando
Codicillante,
che mai
di
soi
come
sopra
donare o altramente
alie-
legato
donatione,
per causa
morte o inslitutione
pure
beni e
n per ad n
si-
modo
o
causa
alcuna
li
lassati
detto
suo
te-
in tutto
in parte
et proibisse et
il
omnno
fraude
la
in tutto
na tione
fusse
de
la
alienalione
antedetta
et
causa
vole
ordina e dispone
che
tutti
si
et
qualunque beni
li
Don Francesco,
observino ne
descen-
nasciuti di legittimo
cesco
et
per
il
modo,
ordine et forma
et
soi
di
sopra ha
predetto
et descendenti etc.
,
cosa
tione
se
,
contrafacesse
se devenisse ad
acto alcuno de
aliena-
o altri de quelli
s
,
detto di
sopra
adesso
sii
come
allora
e allora
come
adesso,
derogato
tale
alienatione
le
donatione,
de
che
premesse
Et
potesse dire
,
essere stato
et
fatto.
comanda
ordina
vole
in
lutto e
per tutto
de
niuno
DI
valore
,
ALFONSO
efficacia o
I.
DUCA
;
,
DI
et
FERRARA
tali
,
71
beni
senza
raomenlo
che incontinenti
et ragioni
donate o lassale
se possano
a?ocarc et recuperare
che
doppo
la
tali
alienanti,
tali
do-
chiamati
a la successione de
beni
ragioni
morte de
essi
cosi alie-
autem
le altre
suo testamento
cum
piena
Et questi
et se
comanda
et volc
;
et
forza di
Codicilli
non
valere,
comanda
et
vole
che vagliano
et
per ogni
al-
modo
via
vole et
possi
mai contrariare
excipere o
opponere vel
ad questo etiam
sua
pole
la
sua
piena pienissima et
stade che ha,
et
suprema
et tutta
la
authoritade et podo-
per qualunque
,
modo
et
usar
Io Alfonfo da Este
Io
Tommaso Mosto
et in fede
presente
ali
Duca
mi sono
sotscriplo.
lo
leronymo
S.
pubblicationc di quelli
et
ala
Duca,
et in
fede
fumo
fatti
per
il
prefalo si-
gnor Codicillante
et
de soa concessione
letti
et pubblicati
per
mi
anno del
in
seplima
a d
,
vinte
io
la
mese de Octobre
Ferrara
in Castello
Vecchio
sua
Elda
poi
publicatione incontinenti
furono sottoscritti da
Illustrissima
Signoria
li
de
soa
propria
soprascritti
messer
72
DONAZ.
et
E CODIC. DI
ALFONSO
et
I.
ec.
Thomaso
pradetle
messer Hieronymo
Ziliollo
leslimonij
ad tulle
de
le
so-
cose, cos
chiamati, richiesti
pregati
bocca pro-
(Luogo
del sigillo)
Quia suprascri-
Illustrissimi
manu
propria
ipsis
aliisque dictorum
,
eamque
audivi et intellexij
notam sumpsi
instrumentum iisdem
,
subscripsi et publicavi
solitis in
praemissorum omnium
et requisitus.
RELAZIONE
DELL' ASSEDIO DI CUNEO
dell'anno 1557
Af).
Voi.
II.
iO
75
AVVERTIMENTO
Vf uesta
i
breve relazione
dell'
e della vittoria
che n'ebbero
debb'esser considerata
come
esposizione d'uno
di quegli sforzi
che
le
il
tamente contro
armi straniere
dopoch
amari
il
diluvio de'mali,
uomini
di
buon senso
al
sugli
frutti
del
dominio
straniero.
combattuta sino
per forza
tire di
e
1559,
se gl'Italiani
,
per menzogna
che sapesse
i
l'essere
nella
propria patria.
i
Non
mancarono
popoli a s stessi
mancarono
1336
,
principi ai popoli.
il
Piemonte,
dir
che
nella
regnava in questa
private virt
provincia un
principe
Carlo
III
ricco di
quanto scarso
vacillante.
di quelle doti
Usava allora
,
di far
culcassero
le
gli
cosi fece
,
il
re
,
Francesco
narrano
gli storici
come
in
una dieta
contendendo a nome
Il
il
del re
il
stretto dalle
ragioni
esclamasse
n'en
fault
:
plus
parler;
le
Porporati
Noi non
Il
alcun
Duca
76
AVVERTIMENTO
gli
;
odii di
Brenno,
vivevano pure
lettere
gli
spiriti
di Pier
Capponi
i
ma
pubbliche
,
del
26 febbraio 1536
a cedere
ad ar-
rendersi
invili
s
i
a non
tosto scesero le
prime armi
le
di
Francia
insegne
straniere,
Piemonte
le
la
si
reo fine
ben rispondevan
scellerati,
il
Bolleri
ed
il
fini
Cuneo, rubavano, uccidevano incendiavano gridando viva Francia: udiva il re tali iniquit, ne accarezzava gli autori,
di
li
esaltava
a'
il
danaro
il
Torresano pei
delitti
delitti
poi lo fa-
Immanit non minori vedevansi d'altra parte per opera dei e giunsero a tal segno che le difensori mandati da Carlo V terre del Piemonte che avevano pi forti uomini ed alzavano
;
dati Piemontesi.
la terra
poi citt, di
di
Cuneo;
la
un pugno
i
contadini ridottisi
nome
della citt),
dopo
Emanuele
il
Fili-
berto
combatteva per
1'
antico dominio.
pri-
Premio
Francesi
armi
si
presentarono. Poi-
ch vanto bellissimo
lo
Cuneo
II
di avere
sforzo
il
del
re
Enrico
(1542-57),
quello
dei
tre
Luigi,
XIII,
XIV,
XV
AVVERTIMENTO
dello scorso secolo
77
fu
Austriaci.
Io
seconda met
ma pure
dopo
non sarebbe
,
se alle forze
ed
al valore
del presidio
si
fossero aggiunte
le forze
ed
il
dopo
Francia
le
da un codice contem-
ma
dagl'idiotismi e dai
modi
altra
me
e qualche
ma
men
remota.
il
leggesi in
le
calce.
Aggiunger che
per la
fatti riferiti
tunque ora
le
bugiarde eleganze
queste
me non
,
poich
il
Governatore che
glioso di farle
;
le
porgeva
ed
libro
se Teofilo
Parteno
Cuneo.
Carlo Promis.
79
IMPRESA
DI
CUNEO, ET
di
alla
espugnazione de Valfener e
Querasco
il
al
Signor Conte
FruzStef-
al
Signor
de
Leyni
,
et
a Genova al Signor
Figaroa
Il
Signor Pantaleo
Conte
Lengueglia
et
Capitano
ma
de Roccavione
Et
Cardinal di Trento,
il
(6)
con dinari
li
manco puot
soldati
In
somma non
il
cento
che
mandorno
zasco. Cos
terra. Li
si
numero de 600
fanti, oltre
uomini della
atti
a adoperar le
presso
Valfener fa presa nell'Aprile del 57: del qual fatto io vidi in Siena dotto e gentile Sig. Gaetano Milanesi una Relazione della presa di Golfonara in Piemonte , scrilla da Girolamo Roffia ad Andrea delli Agli (ms. in
(1)
il
al Sig.
qual
nome
cosi guasto
da codesto contemporaneo
(2)
(3)
(4) f5)
Nizza.
Andrea Provana.
T. Inferiormente sotto data del 5 Maggio.
(6)
80
RELAZIONE
Esortazione fatta dal Signor Governatore
(1)
alli
capitani,
offi-
ciali, soldati,
Non mi persuado
con
le
crescervi
a
(X
veramente
gran torto;
apporta
ma
io vi
ho chiamati
prova
al
a a
mondo
pi cara
ogni ventura
vi
spinge
il
de-
bito ch'avete
con Tlllustrissimo
il
nostro Principe,
per
il
il
quale
possete dimostrar
desiderio
che tenete
nclli
di
nostre
mura
,
onorati trofei
e vi
i
debbono Tallre
di
quando
ne-
nondimeno
scelti e
vi
diffendesie.
a
c(
guardia
bastano.
soldati
sperimentati
Ora vedete
Sicch
alcuna cagione
non
di
mente non
e
N che
or
nuovamente Valfenera e Querasco vicini nostri vi spaventi che ci non avvenuto per forza o virt del nemico, ma per una sprovveduta disgrazia di quei presidii, a' quali sono infelicemente caduti
Poi
, i
ripari;
il
questo luogo,
la
a
a
la giustizia.
Vi deve accendere
libert,
al
Cielo
ma
solo la fede
il
gran
(1)
Era Governatore
il
di
Lucerna nelle
valli del
Valdesi, petto e senno pari ad ogni evento. Datosi dapprima agli studi, poi professore d'Istituzioni Civili nell'Universit di Padova {Facciolati. Gymm.
Patav. pag. 135), senti che in guerra meglio si serve la patria colla spada che col codice; e fallosi soldato, fu principale strumento della salute di molte
terre del Piemonte.
DELL'ASSEDIO DI CUNEO
torto che questi
((
81
hanno
di
che, godete
fratelli,
a sionc
a
vostre
mani pi
.
li
a
ff
fece
il
lor
Go-
animo
pena ebbe
tutti gli
finito di
ufficiali
detti capitani
con
che
erano
slati
sempre
fdelissimi
di
comlieto
mondo
l
la
la
vita.
Per
la
qual cosa
dell'animo
de' soldati,
l'islesso
quali
maniera
:
che
ai
,
soldati
fece
soggiunse
la
anche
dell'
<r
in
questa forma
Miei fratelli
non
la
si
conosce
finezza
la
pcrfczion dell'uomo,
li
manda
Iddio.
,
Onde come
non
si
,
deveno sbigottir
fedeli
verso
il
suo
Principe
sete voi
il
cito
Francese ne
la
sopraviene
ho volsuto qui
congregarvi
per
confermarmi
si
conosca.
quando mi
cose
voglia
abbandonarvi. Vedo
soldati
che
di
sono gi
,
anni
fa
ormai
Cuneo
,
sono prontissimi
a voler con
l'arme
in
mano
difi^endervi
,
Principe
e'
nostro
suoi soggetti
gli
me non ha
quanto
Signore
vi
,
et
per salute de
tutti
voi
n
'<
compagni
di
loro slessi
E
11
82
RELAZIONE
vi
perpetuo onore
le
quali a
nondimeno furono
prodezza e
la fede
:
somma
a
contentezza
;
la
li
maniera brevemente
Non
ci
sidii de'
nemici circondati
,
e ritrovarsi ora di
un potente Re
di
vit-
a
a
ce
che a guisa
s
di
Cesare pu vantarsi
la perdita di
il
portar
la
fortuna in
di
mano; n
,
poco
si
ci
d terrore
Valfenera e
Querasco
onde
rende pi
tutti
difficile
modo
di
per
((
et
acquistarne onor
,
et
d' altri
ma
sopra
le
sia
sentito
d' altro
qualsivoglia popolo
le nostre giustis-
spogliato
sua persona
te
Cuneo
Piemonte
di
c<
Cuneo,
dove se ne riport
del
tal vittoria
il
(per grazia
d' Iddio)
che fu cagione
quel
f(
Comunitade qual dice: notum sii cunctis QUOD cuNEUM EST CAPUT PEDEMONTis. Cos spcro S ratificher questo detto venendo l'esercito Francese sovra di noi, e causer (con Tagiuto d'Iddio) nuova restituzione di tutto il paese all'Esceldetto nel suggello della
lentissimo
qual Iddio
salvi et prosperi .
si
fatte le debite
deliberorno di combat-
campo
Cuneo,
sue fami-
DELL'ASSEDIO
ultimo esterminio del fuoco
della
DI
CUNEO
,
83
spada
onore.
Tili
fuori
e che volevano le
della terra
la
parte a loro
commessa
messo
,
chiamata
(1).
Hivazzo, e
la
delTenderebbeuo
lli
circa
le
\8 ore. Incominci
a presentarsi
compagnie
di
Monsignor della
Mola governator
di (]entallo
Busca
quella
e quella di
Mon-
Capitano
uscirono
il
Capitano Battista
della
Chiesa,
il
Capitano
con molli
soldati,
Scaramuzza,
sin' alla
da
uno capitano, et uno soldato menomo dentro prigione che malamente fu ferito; senza offesa delti usciti, escetto uno servitor del Signor Governator, che fu ferito d*una
cavallo, tra
i
come da
archibusata
della
di
quale
n'
guarito.
(2)
Da
li
poi
si
mand
rovinar
il
ponte sovrano
Stura. Usci
la sera circa le
2 ore
tulli;
di notte
edifici! vicini
alla terra;
li
ma
quali
gli as-
grandemente.
Et avendo
e mancandoli
tal
mano 27
,
de' quali
prima non
vi
(1)
signore Agostino
lina gentil
H
Del valore delle dorme Cuneesi e della bella loro risposla, cita MonDella Chiesa questo particolare esempio Si dice che
: , i
,
donna delli Malopera nell' arrivare che fecero Francesi Invitala per un lamburro dai suoi parenti e da un suo genero, ch'era con nemici di uscire della citt e di ri^prsi in luogo sicuro li facesse risposta, come gi aveva fatto Leonora Rabbia nel tempo dell'assedio d'Annebaudo (1342) ad un altro che le fece il simile invito; cio che se fosse
i
fuora
ella
sarebbe
rientrata,
polche
si
teneva pi forte
ivi
che in qua!
altro luogo .
(2)
MS.
Manca
nel codice
nome
di
codesto capitano.
84
Alli 3 di
RELAZIONE
Maggio. Lune
il
i).
Capitano Baltisla
,
il
Capitano Sinigaglia,
nella pianura
;
alla
Scaramuzza
sotto
aperta tra
il il
ponle
sopra
et quello di
della Stura
dove
assalendo
vello
in
,
governator di Rola
sua compagnia,
la
messero
con
tutta
fuga,
annegavansi
il
nel
fiume
et
ammazzatine parecchi
9 ne
menomo
,
luocoletutti in
li
rimandorno
il
mal trattamento che fecero a quelli che venivano col Capitano Mcnicone per soccorso. Oelli Cuneesi usciti ne fu duoi feriti et uno morto. Dapoi disnare, venne Monsignor della Mola con duce compagnie de Guasconi et una de cavalli dalla banda del monastero delli Angeli
,
,
campo
inlendendo
verso Gesso
il
dell'
Olmo
Capitano Battista,
l'Alfier Richiardino,
Anrieto (2), con molli soldati, alla Scaramuzza, due grande ore scaramuzzorno conlra queste tre compagnie; dove che di Francesi morirono uno Capitano Battista da Novara et uno Alfiere con molti altri soldati. De* nostri solo furono duoi feriti riducendosi a salvamento con presa de cavalli
e per spazio de
,
de' nemici.
li
Cuneesi rovinarono
il
ponte
di
Gesso.
Alli k di
si
parli da Fossano
11
Capitano
Menicone
(3)
dall' Illustrissimo
i
Monsignor
zeri
,
della Trinit passando per il campo dove erano Svizcombalterono animosamente per parte ritornarono in Fos;
li
gli
impiccorno,
il
Cuneo con 26
di
il
fanti,
Oggi giunto
usc
resto
Francesi
numero grande de
,
l'Alfier
Francesco Rubato
,
(1) Cosi
come
dconsi fn
come pure
in
Spagnuolo ed
in
Limosino.
DELL' ASSEDIO DI
con alquanti soldati
de'
,
CUNEO
feriti
85
loggiameuti
usciii
furono 9
ma
non da morte.
le
Alli
di
trincere
ch'erano vicine
rimpelto
al
Baslion dell'Olmo, e
mandorno
uno tamburro a parlamento per parte de Monsignor Luigio Mochia et Monsignor Gio. Antonio d'Aceglio, tutti duoi di Cuneo (che a caso
se ritrovorno fuori),
pregando
il
Signor Governatore
et
uomini della
terra
li
Parte del
per occupar
situato nelli
glia
et
,
campo and
il
alla torre
passo de
Nizza. Questa
(
o vero castello
monti alpennini
il
sic
,
lontano da
fa
Cuneo
circa k mi-
e tiene
passo de Nizza
che non
Fossano.
Alli 6 di
le
torre de Rocca,
vione
con 3 cannoni.
,
l'AlGer
,
Sicca
il
Caporale
Giuseppe Alion
tolti
a cavallo
,
campagna aperta
l'
verso Stura
con cavalli e
tempo
di
uno de Monestarolo,
altro
Centalk), senza
danno alcuno
delli usciti.
Alli 7 di
tirate
la torre
de Roccavione:
ch'ebbero 3 cannonate,
castellano
,
Lionardo Mogliaca,
piano
si
rese.
soldati verso
il
quale
si
andava
fuor del
fosso.
Et a questo
lontane
effetto stettero
,
la
i
perch
loro trincere
indi
la
picca; onde ne rimasero de' Francesi molti feriti e morti, et de' Guneesi duoi feriti et
11
uno morto.
a chieder
li
eh' erano
in
Cuneo
che
li
farebbe ammazzare.
86
Uscirono fuori
ii
RELAZIONE
la
noUc seguente,
Basso
,
il
Caporale Andrea
soldati
,
Poma
et
del
Caporale
Anrieto
con
molti
dalla
parte
piano, a tener questa contrascarpa e gli nemici lontani dall'argine del fosso: il che fu fatto, valorosamente tutta la notte combattendo,
con perdita
di
uno solo
delti usciti.
AIH 8
a batter
il
di
campanile de Nostra Donna del Bosco d' ove recevevano molta ofifesa n perdonavano alle torri et alle case eminenti. In
,
et
il
bastion della
n cessorno
battevano
feriti et
,
li
Cuneesi far
il
riparo dietro
Da
si
mai
n notte
averli tiralo pi
de 500 cannonate.
una cannonata dal suddetto bastion di San Francesco, che smont uno delli 3 cannoni che tiravano nel detto bastione.
tirata
Fu
sopra
la
li
Cu-
tal
che
il
cavalliero
rimase
inutile
perch quanto
il
essi l'alzavano,
reparavano
traversi
d e la notte.
si
sol in
quel luogo
,
ma
in
ogni parte
fortificava,
rovinando case
facendo cavallieri,
il
bisogno ciascuno
Alli 9 di
Maggio.
La
il
Dominica.
scaramuzzando casc
lippo Provana
et
il
,
cavallo a
de'
,
mezzo
nemici
uno
di loro in pericolo
,
volevano per-
ma
con
la
Iddio
grazia
si
salvorno
senza
danno
alcuno.
DELL'ASSEDIO
Balletero
DI
,
CUNEO
il
87
una
et
AUi 10
di
di
il
cantone
grossi,
dice in
posti in quattro
tre
li
erano
li
tre
et
una
di
qua
dal Gesso
dove
erano k cannoni
la
batteria
di
,
giorno
danno
visione, che non volsero poi dar altro assalto. Tirorno quel d pi
si
puotevano
alla volta
de Cuneo
tosi
;
correndo verso
la
parte detta
il
il
Alli 11 di
Maggio, Marte. Fu
ferito
il
La seguente
notte furono messi fuori alcuni guastadori alla Torretta verso Stura
di
continuo battevano.
l'Al-
tutti
nuo Francesi tiravano delle archibusate et cannonate. Altres facevano li Cuneesi. Fu tirata una cannonata dal Rivazzo in una delle tre gabbionate che erano sulla riva del Gesso, che smont
uno
delti
cannoni
che tiravano
Alli 13 di
alla porta di
Quaranta.
<l
artellaria in
il
Maggio. Zobia. Francesi lasciorno solamente tre pezzi Quaranta: passorno il resto in altre parti; cio sopra piano verso il canton di Caraglio ne messero duoi pezzi, et uno
di
Stura con
gli
altri
tre
li
San Francesco
et alla
Torretta,
aprochiorno
pi
(1)
lamente ritenuto
vocabolo approccio.
88
presso.
ai
RELAZIONE
E
,
sei
di
Stura
presso
molini
Alli k di
1*
arma de
l de
Stura
puoleva comprender.
del Vernante
Si cal
,
gi dal
uno soldato
fingendo esser
de sentinella. 15
Alli
di
il
dell'Olmo:
quali
abbandonorno
li
il
luoco, e
li
Cuneesi
cave
,
un'altra
per riconoscer
di
la
meglio
dette
quando
la
il
cantone
di Caraglio.
Alli
dalla
parte
il
quartier
Italiani,
per riconoscer
di
ammazzorno
Alli 17 di
Era
,
in
mezzo
otto
colonne
i
da' Cuneesi
chiamata Pellerino
il
erano usati
venditori foraslieri
giorno
di
mercato raunarsi
in
dimeno, percuotendo
loggia
fece
andar a fracasso
l
che a pena
si
conosceva esser
stata
,
edifcio
la
rest
una sola
berlina
la
:
quale aveva
catena della
che
,
serviva
alla
giustizia
onde
si
Alli 18 di
soldati
,
il
andorno verso
il
canton
di
DELL'ASSEDIO
bioni a' Francesi
DI
CUNEO
sei
89
gab-
che
li
un corpo
di
mandata una
Messer
Signor
Governator
di
Cuneo
che
li
piacesse ascoltarli
che
li
direbbeno
Eccellenza
onor
si
del
Signor
Governator
tra
il
et beneflcio della
et
li
terra.
Sopra questo
fece consulta
Signor Governatore
farli risposta.
non
)
Vennero
poi de
a quattro giorni
mal grado
loro
in
compagnia de Monsignor
della
;
Mola
ai
Giudice
di
che se
li
fa-
reria risposta; e
disse:
Ma
o sia garita
eh' era
li
sopra
la
muraglia
offendeva. In 19 cannonale
gitlorno al basso.
Usc
il
retta verso
and sino
alla
vigna
con uno soldato Francese eh' era nel molino delli Alasi
fatto
per aver
parole insieme.
fuori
,
vedendo Gianotlo
per
di
Racconisio
,
il
suo comferito
pagno Liono
dove fu
morto.
il
la
quale
n'
Ma
il
Liono, tolse
il
compagni,
et lo
portorno dentro.
Alti
soldati
,
20
di
il
dell'Olmo,
d'un'arca
poi
il
baslion
volta
alla
li
(1), fatta
era uno
La parola arca valeva allora nel dialetto piemonlese come gi aveva il volgo di Roma e dell' Ilalia antica, un riparo, cio un ared in questo senso occorre non di rado presso gli Scriplores (inium gine regundorum, ridondanti (come sanno filologi) di antiche voci plebee.
(1)
,
valuto presso
;
Ap. Voi.
II.
12
90
corpo
di
,
RELAZIONE
guardia de Guasconi, qual lagliorno tulio a pezzi
quali
si
all'
im-
proviso
stavano a golder
[sic)
il
fresco
otto
n'ammazzorno,
tra
i
quali
era
dati.
un
alfiere
de Monsignor de Vidamcs
il
uno caporale e
condurre
tre sol-
volendo
Signor Francesco
Valperga
prigione
uno soldato Guascone, fu conslretlo ammazzarlo, perch oslinalamcnte recusava di andarvi, dicendo che non lo condurrebbe mai in
Cuneo. Delti
braccio
,
usciti fu
ferito
l'
Alfier
picca
in
uno
Alti 21 di Maggio.
Venere. Francesi
sopra la chiamata
alli
d'
uno
suo tamburro
ni
tirorno delle
cannonale
quali
si
di
dentro
eh'
erano
bastion di Nostra
Donna
Alli
22
di
Comune.
Alli
di
23
di
infinite
cannonate
al
canton
Caraglio.
Alli
24
di
ritorn da Pos-
sano
Menicone
che
vi
era slato
Alli
25
di
vi
fu cosa segnalala
salvo
li
continui
tiri
Alli
26
di
,
il
Capitano Battista
;
con
alil
quanti soldati
nel fosso
andorno verso
canton
di
Cuneesi.
Alli
il
dove ne
28
29
di
Maggio. Non
vi
fu cosa
segnalata
se
non
li
continui
tiri dell'
DELL'ASSEKDIO DI CUNEO
Alli
91
alil
il
quanti soldati, dalla parie del piano, nel fosso; andorno verso
canlon
li
Caraglio, finsero
di
attaccar
una Scaramuzza.
Avevano
lungo
'una
posti
strada verso
alquanti
canton
;
di
Caraglio
il
dove Francesi
,
avevano
e di
gabbioni
di
quivi era
continuo
stavano corpi
suddetta strada
li
bioni
nostri
fu
tirata
una
sola canno-
n'ammazz (secondo
che
si
dice
28
et
pi de trent'
altri.
La
stione.
Alli
31
di
Maggio. Lune.
e
Alla porta
di
San Francesco
,
fu-
rono
feriti
donne
in
in
due cannonate
su
la torretta
cio dalle
mezzo
eh'
presso
del
Bastion
di
il
canton
di
Caraglio.
Al
il
1."
di
Giugno.
,
li
gabbioni sopra
suo cavallicro
li
fallo nel
sei
Bastion
de Nostra
Donna, dove
danno.
messero
pezzi d'artellaria
Per il bastion di San Francesco fu tirato dentro un contadino mandato da'Francesi con una lettera al Signor Governator di (]uneo, che li fece intender come avevano tolto prigione uno suo figliuolo, ch'aveva dato a balia a una donna della Chiusa era d'et allora d'uno mese. Fu data la corda in casa d'esso Signor Governator al detto contadino, pensando che fosse una spia questo fu la sera circa le 2 ore di notte (1).
: :
(1)
Non
spia,
ma
si
;
per
impeto d'ira,
direi
siccome venne poi a notizia, ed io riferisco colle parole del sovracitato Monsignor della Chiesa. Maggior ardire e generosit di tulle (le donne di Cuneo) dimostr la moglie del Governatore Donna Beatrice di Savoia alla quale essendo stalo riferto che se non operava che il marito si rendesse , le voleva Brissac gettar nella citt in una cannonala un suo picciolo fanciullo , eh' essendo a balia nel
((
, ;
misero contadino
92
Si
RELAZIONE
misso
mano
le
a'
contrade
per
;
quali le
et alle case
di
era costretta
dimorar e dormire
La
notte
di
seguente
furono
mandali
Possano.
Alli 3 di Giugno.
Zobia.
La
notte seguente
li
si
videro
li
tre fuo-
messi sopranominati.
Non
la
si
salvo che
pagati
tuttavia
si
guastadori sono
tolto in presto
stati
dalla
Comunit
Cuneo,
qual ha
da
persone
particolari gran
somma
di danari. Si
pagava
q.
il
giorno per
ciascuno, e cos
di notte
,
di notte.
se
li
da-
seva
ss.
q.
3 per ciascuno.
Giugno,
Alli
5 di
Sabbato.
Pu tumulto
(1).
nella
terra
cio
si
luogo di
Beneltc, havevano
li
meglio che solo con tal crudelt guardasse di non tirarsi addosso che quanto per lei non havrebbe spesa una parola per quel r ira di Dio fatto, poich bench ella fosse del figliuolo privata, haveva per ancora la se mai assediati mostrarono ardire ed forma di farne altri. In somma animo invincibile, si pu dire essere slati in questa occasione questi di nobili e plebei giopoich lutti generalmente huomini e donne Cuneo vani e vecchi et ognuno in particolare con lo star giorno e notte alla muraglia et esporsi a mille pericoli oltre all'haver difesa la ripulatione della propria patria et l'haversi acquistata fama presso tutta l' Italia, dimoDonna Beatrice era strarono quanto fedeli fossero al loro signore ec. figlia di Gianfrancesco di Savoia Pancalieri. Inutile soggiungere quanto que-
Cuneo
li
piaceva
ma
,
f(
Voce
,
tavole,
di tela
sporgenti dal
muro
in Panlaleria e Panlhera.
DELL'ASSEDIO DI CUNEO
Alti
93
fallita
6
di
il
di
una mina
al
canton
Usc
Caraglio.
duoi,
la
il
di
una cannosol-
ch'aveva uno
d'una
scaglia
Montanara
in
capo
il
per ne mor.
del
delto moriglione fu
morto
Giudice.
nuovo Francesi
Bastion di
il
battetero aspramente
mura che
stava sopra
si
il
Santo
Ambrosio.
Con
zappe Francesi
con cannonate
messero
sotto
lo battevano.
Et
,
notte
seguente
di
per
il
et ferirono
duoi vastatori
delti
quelli
gabbioni ch'erano
Alli
di
Giugno.
Marte.
Francesi
sera
,
tornorno solfai
le
Bastion
zappe. La
circa
22 ore, con
gran
Alli
9 di
Giugno.
Mercuri. Usc
il
quanti
buso
della soprascritta
mina fallita , lo empirono sino in cima et ritornorno dentro senza danno alcuno. Perseveravano Francesi nel tirar
delle
cannonale
et
il il
della
Torretta
da
Francesi domandato
per esser
fatto di terra.
Fu
ancora
il
parlamento
di
La
il
per
riconoscer
luogo
ch'avevano
Zobia
cio la notte.
,
il
fecero abbandonar
(1)
94
a'Francesi non solaraenle
baslione
,
RELAZIONE
il
luogo
ch'avevano
zappato nel
dello
la
li
ma anco
sopra
notte,
per
arma
si
stelle
Alli ti
di
Giugno.
l'orretla
fu
,
,
Venere.
Francesi
vennero riconoscere
il
Bastion della
di
e tirorno dentro
con
mano alcune
,
pignatte
fuogo; r una
delli
l'altra
n'abrusi
dell'uno
duoi
Cuncesi
ma
,
li
foce
poco
danno.
Il
nome
Francesco d'Odino
1'
altro Pescetto.
Alli
(
12 di
alli
mandata
Rettori
di
Cuneo
ed
git-
il
e n' offese
uno nominato
e con
Pescetto.
E bench
possibile
il
baslione,
fuoghi et altre
li
scacciargli
de
si
il
tanto valorosamente
sempre
che
In
mezzo,
degli uni
agli altri,
non
gli
era pi
Alli 13 di
Giugno. Dominica.
bastion della
,
La
notte
seguente,
li
Cuneesi
gittorno gi del
Torretta alcune
li
pegolate
al
con solfaro
per
abbrusiar
la
gabbioni
ch'erano sotto
il
dello baslione,
fuori
cio
sopra
strada.
Qui morse
Mancino,
uscito
del bastion a
tal effetto.
Alli
k
tiri
et
,
15 d
et
Giugno. Non
di
vi fu
si
cosa segnalala
cal
salvo
li
continui
uno
Boves che
alli
gi del
bastion
di
14.
Alli 16 di
Giugno.
Mercuri.
Da mattina
si
,
viddcro andar
con
la
cavalleria
l'
Gesso
li
ora
del disnare.
Alli
li
17 di
tiri
Giugno. Zobia.
Non
vi
fu
cosa
segnalata
l'
salvo
delli
continui
dell' artellarie et
archibusi.
Ma
artellaria
Cuneesi tirava
di
DELL'ASSEDIO
A/li
DI
CUNEO
il
95
Signor Govermolti
di
18 di
Giugno.
casa
sua
li
Capitani
et
tutti
prin-
della terra
fermi e costanti
di far
nella
dala
fede; esortandoli
come
gloria
sin' allora
avevano
,
fatto,
inco-
minciato avevano
,
che
al
fne riporlariano
noli'
scara
non
mancaria
mandar soccorso
da poi l'onore e
la
come
poi
fece.
Prin-
cipe,
qual
non tiranneggia;
la
la libert,
che pi
robba e
vita propria.
Con queste ed
d'animo che
pri:
fermezza
li
et
constanza
et
aveva
il
capitani
,
alcuni dei
mati della
sin'allora
tutti di
non
li
era occasione
aver paura
se ben ave-
vano Francesi
fatte
grandissime batterie
il
debito
loro,
come
presente ave-
vamo
volte
,
(sic)
fatto;
dicendo,
la
che pi
presto morir
volevamo mille
eh' avevano
che perder
di
libert.
(
Perch erano
alcuni
),
paura
il
perder
la
raccolta
;
come
poi la persero
tali
dubitavano che
acci, che
non
si
perdessero d'animo
)
fu
alla
et
uno di Cuneo nominalo Messer Francesco Brizzo che offerse Comunitade a nome di presto, gratis 600 stara di grano, 200 sculi per fortificar. Ma questa consulta non si puot finir
,
Francesi al bastion
in battaglia
finta
,
della
muraglia
,
poi
messisi
fecero vista
,
dar V assalto
e diedero fuoco ad
1'
una
23 ore
si
scoperse
apertura
della
li
al
baslion della
Madonna. Sempre
di e
il
nelle loro
trincere
Francesi
fornito
un pozzo dentro
loro
trincera
,
mezzo
Madonna
ivi
(1)
CoUiina,
gli
per cortina
presso
scrlUori cinquecentisti.
96
Alti 19 di
far
RELAZIONE
Giugno. Sahhato. Circa
le
batteria al
Ca-
trincera che
fecero Francesi
et
al traverso
stion della
Madonna,
Cuuna
neesi giltar
ai
nemici
e volendo Nicolino
Savina metter
e l'ossa
detta fascina, fu
del quale
ne ferirono cinque
Alli
20 di Giugno, Domnica. Pi
volte Francesi
et in diversi
li
luoghi
avevano chiamalo
con
essi loro.
li
et di continuo
chiamavano
et
Cuneesi
per parlar
ai
onestamente,
quali non se
perch
tal
mandamento
non cessavano
li
dirci ingiurie,
quali se
con
archibusale,
ma
polvere da fuoco,
in
duoi cannoni et in
soli.
11
non so che
altri
che vera-
mente ci affliggeva del maggior cordoglio che avessemo. Si fece parlamento al bastion della Madonna per il Signor Francesco
Valporga.
Alli
signor de
della
altri
22 di Giugno. Marte. Si fece il parlamento. Venne MonMombasino il Signor Visconte Gordon con Monsignor Cure a parlamento con il Signor Governator Sindici et
,
di
Cuneo,
alla
disse
Monsignor de Mombasino
con voi
Mi ha mossi
Signori
il
valor
lar
ci
perch essendo
c(
abbiamo conosciuto la virt vostra per la quale vi sete acquislato una perpetua fama et onore et avete fatto cosa che insino ad oggid non ha avuto animo terra di Piemonte; et io perch
,
in
questo
paese
et altre volte
ho se-
, ,
DELL'ASSEDIO
(T
DI
CUNEO
,
97
e special-
di
Marseglia
(T
<r
ff
mente questa terra per lo suo valore, ed esser io quasi uno stesso con voi ed amandovi mi crepa il cuore doverla veder perire quali col tempo et insieme perdersi tanti uomini di valore puotriano essere di molto rilievo a Sua Magest Regia. M'incre;
sce
fratelli
che
io vedi
la le
robba vostra
vostre
tutta via
et
vi
il
andarsene
ricolto
in
ff
perdizione. Vedete
voi
campagne
la
,
esser
preda
qua! cosa
potrebbe recare
in
avvenire? Ricordatevi
se ci che
,
pur molto
,
a importante
a
non
vi
muove
dell'
si
quale
di
d'ora
tante
in
caglia
almeno
onor
a
ce
donne e fanciulle
con
la
pu conrimedio,
il
servare, se
vostra prudenza
non
gli
apportate
esercito
,
dall'
quale
tanto ci
che ad ogni
modo
vi
((
vi
,
ritenga
perch
i
l'
isperienza
vi
accorti
vedendo
al-
Consigliate
dunque bene
;
casi
vo-
e soccorrete alla
vi
tanto che
rimane
lasciate
fallo
il
fuggir
bella
occasione
debito
vostro.
,
E maggior
officio a di
tf
non si richiede salvo con vostro onore di far cambio un povero e sfortunato Principe, in uno potentissimo, felice, magnanimo, cortese e liberale Re, come dal governo delle citt
si
ff
a a
(t
pu comprendere, e dalla giustizia ch'egli vi mantiene, non vi tenera raen cari de tutti gli altri sudditi suoi anzi vi aver in maggior conto poich maggior valore in voi si conosce. Onde per conclusione questi duoi che qui vedete, sono gentiluomini com'io, e di gran credilo appresso Sua Maest; et Monsignor di Brisac, e tulli molto amici voslri, visi
vicine
Ed
accertatevi
;
offeriamo e se conoscete che vi possiamo far servizio meltete in opera V ingegno e favor nostro e provarete quanto il vostro bene et onore amiamo che gli effetti non saranno differenti
; ,
,
dalle parole.
ci
quanto
parlare
vi
vi
dir
come
Cri-
stiano,
fratello et
amico che
di
il
sono*.
di
,
Finito
ch'ebbe
Monsignor
Mombasino, senza
quale conosce mollo
13
Signor Governalor
98
bene
sto
tutti
:
RELAZIONE
i
colori
et
artificii
della
persuasione
li
rispose in que-
modo
a
Monsignor
1'
di
Mombasino,
e voi Signori
noi
vi
abbiamo
ci
,
ff
ringraziar mollo,
sia tale
come
la
dimoonesta
strano
e
debita impresa vi
sforzale di sviarne
la
proponendoci
perdita
gli
fo-
a de* nostri
ff
beni e
campagne;
fideli al
si
animi generosi e
suo Principe.
credo che se
la
voi
troviamo, esponereste
:
robba e
((
d'animo
e di fedelt al
suo signore
inferiori
di
voi
(.(
meno che
tutto
il
conio
che
di
'(
gi*
non mi pare eh' el vostro Re e voi suoi ministri usiate termine di ragione poich senza causa usurpate 1' altrui e quando
,
((
vi
perch qua
,
tutti
ff
per
lo
cui
in disparte.
Voi cercate
Re
potente,
forza. Signori
;
vi
dico che
gli
i
animi che
non
si
conviene siano
in
fatti
((
ne spaventino
e
il
non
le
parole
perch speriamo
uno che
di pri-
Re sopra
ci
Re;
la
difender
ci
vita e l'onore
,
di
,
che a torto
et daracci al
vi
sforzate
varne;
si
consigliar
,
agiutar
direbbe di noi
nostro
,
se a persuasione et
((
hi lo
non combattendo un
Principe,
vita
al
ci
Non averessimo
tiamo
al nostro
gi soddisfatto all'obbligo et
un minimo
spirilo di
Ma
,
poich cos
amorevolil
((
mente promettete
farci servizio
io
quantunque abbia
tanti
vi
go-
cf
uomini
al-
((
compagni
non
il
chiedo
per
essi
abbia conferito
tutto; e dimani
DELL'ASSEDIO
((
DI
,
CUNEO
farvi risposta
;
99
ben-
poi
questa ora
o pi
lardi
vederemo
vi
ho
dello, et
Signor
il
Ciovernator
credo che
questa
il
Duca
,
di
Savoia
le
vi
abbia commesso
in
governo
di
,
terra
si
per
voi
a
a M
comprende
intiero et
questo luogo
non dissipalo
per
quando occorresse
(
o per matri-
monio (il che piacesse a Dio) o per forza cosa che non credo 6a mai n da noi n da' nostri figliuoli veduta ritornasse nel
) ,
suo stalo
il
li
sar ritro-
consigliateli
rt
ben suo
;
et
misurate
forze vostre
il
se uguali
sono
alle
nostre
,
tanto pi che
vedete
et
vostro
Duca povero
a
c(
sfortunato
gli
et
l'Imperator gi fiacco
pu dare
il
.
:
Rispose
w
Signor Governator
Confesso
n'
che
il
vostro
Re
sia
il
potentissimo;
ma
ricordatevi che ve
di
lui,
che diffende
la giustizia,
spero conservar
le
Duca
in
nostro. Et perch
dite ch'egli a
quanto
il
vostro
Re
gli
una
agiuto
,
d'
Iddio,
stalo
(c
alcuno
di
l'
Imperator vecchio
che
vi
non
li
manca per
li
dovete rac-
cordar che
ramo
potente et gagliardo,
sia stala la forza
a
<(
padre
,
(l).
sia
grandissima
la
;
potenza
nondimeno
di lui si
che maggiori
rovina
,
non ha ancora il corso de' suoi giorni sono veduti in poco tempo cadere in estrema
seggio della
a
<f
ruota precipitosa-
mente andar nel fondo . Et dello questo, ogni uno tolse licenza. la Usc poi il Capitano Marcantonio d'Asti con alcuni soldati et uccisero uno Franal bastione della Madonna notte seguente
,
,
(1)
Allude forse
al
matrimonio
soli Ire
100
cese nella
ferito
RELAZIONE
mina ch'era
nel dello bastione
,
et
un
altro
menomo
dentro prigione;
che ne
rivel le
Cuneesi, mentre
si
faceva
il
parlamento.
Alli
23 di Giugno, Mercuri.
,
Si
risposta
del
parlamento
ma
niente
vi
fu concluso
grandemente
scaricando
60 colpi
d' arlegliaria
fornir le contramine
presero
questa
occasione.
il
Onde
la sera
venuto
il
Mombasino
li
li
bastion della
Madonna
che
a ricercar risposta,
capitani et
uomini
quanto
causa
egli
frequenti
et la colpa di
questo
non
li
si
poteva n
ora.
medesima
Alli
24
di Giugno. Giobia. Si
et
congregorno
in
San Francesco
il
Fu
risolto, s'el
Mombasino ricercava
che tutto
il
risposta, che se
li
compagni
si
delle loro
et
il
li
uomini
et
il
et
i
espugnar
beni
Cuneo,
pace
goder
quali gli
aveva dati
bastion della
Madon-
una parola
il
al
,
V un V altro
di
non offendersi
Capitano
Marcantonio
d'Asti
appresentandosi sopra
il
levano. Rispose
Mombasino con
Vi
preghiamo instar
.
la risposta
promessa
ossa
Et dicendoli
per quale
Capitano
d'
lo
fu ferito
n'
una archibusata
che
li
port via
l'
la
DELL'ASSEDIO DI CUNEO
dimoravano:
lollo colui
101
por
il
che
rolla
tulli
soldali
il
del
rimproverandoli
la
fede
trailo
mandasse a pigliare, offerendoglielo legato, et che sene facesse poi mille pezzi. Onde, avendo questa bella occasione et onesta il Signor Governa tor li fece risponder, de poi che erano s manifesti mancatori di fede, non sperassino aver mai
,
pi risposta n udienza
sero per
a darli
il
di
loro
mal intento
buon conto.
,
Detto questo
et la
il
cavalli
che stavano
Possano
combatter fuori.
a richiedere
mandato
de cavalli
all'
Illustrissimo
presidio
Monsignor della compagnie de fanti e Signor Marchese di Pescara s per medi Possano come per maggiormente
il
diligentissimo
alcune
infestare
et
am-
le vittovaglie et prigioni:
1'
ma
questa
Illustrissimo
et
in
persona
Prima
il
dello
Monsignor
di l del
la cavalleria alla
volta
che slavano
il
Mand
per attaccar
Scaramuzza con
Svizzeri.
,
Subilo
li
Svizzeri
mano
e messersi in balta-
la cavallaria
tutta a cavallo
un
una
altra
parte,
ma
assai pi de cavalli
;
Prancesft
II
,
cavallo de Monsignor
pur
alcuno. Vedendosi
teria
il
detto
Francesa,
si ritir
Iddio volse si rizz senza danno Monsignor carico della cavalleria et fannella prima imboscata; et usciti li imboscati
,
come
102
fecero
RELAZIONE
uno bellissimo affronto: per quella ireiboscala fu Vedendo questo il detto Monsignor si ritir
,
da' Fran-
cesi rotla.
nella se-
Francesi; similmente
fecero
combattettero animosamente e ne
morir
Fi;
come come
la
i
prima, fu
pensorno
far di questa
dell' altre
i
duoe
ma
furono pi che
salutati. Conobbono Francesi che in quel luoco puotevano far poco profitto, se ne ritornorno in campo; et Monsignor della Trinit si ritir in Fossano co' suoi soldati. Dur questa Sca-
ramuzza
feriti
dove
cavalli.
sono
morti circa
300 Francesi
et
pi
oltre
feriti
100
et pi altri
e molti
prigioni
furono
tolti
di
V una e
l'altra parte.
In questo giorno,
il
Signor
di Brisac,
1'
assalto a
Cuneo
per questo
il
suddetto Mon-
ma
come
a Iddio
piacque
la
soprascritta Scaramuzza
fu causa
Alli
il
25
il
il
capitano
Battista
Vaccha,
Sant'Ambrosio sopra
il
bastione
e datasi la fede
il
di
non
tirarsi
insieme, incominci
c(
esortiamo
Signori
;
il
((
prepara di darvi
contra di voi
,
c<
uno
;
grandissimo disordine
sin'
poich
avete
fatto
il
debito vostro
che
adesso non
li
stata citt
n terra
nel
Piemonte ch'abbia
,
fatto
non bisogna
a a
cr
ranno pi questa
le
A me,
,
zione Piemontese
come
la
mi crepa
Di questo ne vederete
se pi presto
non
DELL'ASSEDIO
u
li
DI
CUNEO
,
103
osorliamo
)
provedelo
(
e se vi contenlale di rendervi
vi
et
pre-
ghiamo
favoriti
per esser di
,
una medesima
ci
nazione
vi
rendiate alla
a
<(
nazione Italiana
perch
sono
molti
;
signori
i
onoratissimi et
appresso
Carlo
di
quali e' il Signor tra Sua Maest Regia Birago, che non vi mancare a quanto vi prometter. Conil
u sigliate
ben
il
caso vostro
.
,
Rispose
gentiluomo non
meu
di
costumi che
di
sangue,
il
et disse:
ancora
fatto
non avemo ancora combattuto salvo con archibusate; ma quando allora dimostraremo venir V occasione di giocar alle pugna
,
mu,
bisogna parlar
di
non mordano. In quanto al renderci non questo, perch siamo fortissimi di bastioni e
li
((
molto pi
di
miei signori pa
renderiano
ma
tal cosa.
Avemo
il
Duca
,
di
non volemo mutarlo a patto nessuno pi presto volemo morir bastioni. Del soccorso, speriamo in Dio, non ci mantutti sopra
i
cara soccorso; e basta. Poich infra tre ore dite averci dar Tasl'aspettiamo
di
il
Tagiutodi Dio, tal fama ed onore che voi altri Italiani sarete sforzali di mantener l'onor nostro dove vi ritrovarete. Sol m' incresce che voi altri Italiani per esser tutti di una medesima na,
macello; per,
vi
nazione Francesa
la
Guascona
tutti
felli
et
Ger-
mana, che
li
Piemontesa; perch
Piemontesi,
signori
et
ma
campo
Tonor
suo
di venir a farsi
ammazzar
Ma
che
si
direbbe
(1)
Frenargli
denti
al
modo
slesso che
la
donnola
voce
pretta Ialina.
104
cr
RELAZIONE
,
di noi
ce
sidio
al servizio di
che gi venti anni sono che siamo soldati in questo preSua Altezza che adesso che ne vien data Toc,
casione
a patrone,
ce
animo nostro verso il nostro mancassimo del debito nostro? Non saressimo degni di biasimo in ogni buona compagnia ? Certo s. Per fate voi il debito vostro, che noi faremo il nostro . Dello questo, ognuno tolse
di
il
manifestar
caior dell'
licenza.
Francesi perseverorno pur tuttavia con gran furia nella cominciata batteria Ira
il
cesco, atterrando
le
mura
sotto
sino alla
radice
per molli
trabucchi,
avendo
scale,
la
mattina
fatto
massimamente
bastion dell'Olmo e
;
pensando con
quei luoghi
i
metterci
di divider le forze,
,
acciocch,
augumentando gente
bili
reslassino pi deassalti.
in quelle parli
veri
,
Perch
nazione
avendo messo
tutto
cio
alla
Guascona
delle
et
Franccsa fu dato
di
Caraglio
aspettata
prima
l'
opera
mine;
alla nazion
Piemontcsa
San Francesco.
Piemonte
con
la ca-
ballerei
furiosamente
et
con
l'
arli-
con
la
orrenda molto
el
Per
de'
la
qual cosa
vennero
sotto
,
prima a
il
remettersi
alcune
;
bande
dove
Piemontesi et Italiani
s
non furono
vano
et
tosto fermati
drilli delle
mura
gettavano con
tal
,
prontezza
de' quali
che
pareva piovessero
di feriti e
;
gran numero
,
morti
in
(1)
terra
1'
un piccolo campicello
de' corpi
vedevano
di
in
morti, d'insegne,
tamburri e
che
vi
avevano
portati; et la
(1)
Muggi, idiotismo
di
DELL' ASSEDIO DI
In quel
CUNEO
le
105
loro
medesimo tempo
;
mine
i
et dal
l'
gran cavallier
,
di fuori
e da tutti
in
artegliaria
di
gran terremoti
Cuneo
erano
dovesse abissare.
mura
rotte et
vano agevole
Prima
li
affocata fu la
mina
del bastion
,
della
Torretta.
Bench
far
fusse
non
lasci
il
per
di
questo di
grand'
efifetto,
fianco verso
canton
Caraglio dove
erano
casamatta
;
dove spian
di
modo
che
che agevolissima
vi
era la salita
tiera
al
canton
di
sino
,
alla
cima
pi de
,
cinque trabucchi
vi
altezza
fu
spianato
come
fece
;
l'
giorni da poi
et
un
certo picciolo adito della porta occupato dall' entrar della sua van-
guardia
nator per quella apertura dentro a cavallo con molti altri signori.
La mina
al
bastion
della
il
Madonna
fu
l'
ultima affocata
si
et
fuoco quando gi
dava
I'
assalto
di
mina
fin
il
cui parapetto con una buona parte della cortina del detto
bastione della
tanta furia
che gett
le pietre
sopra et dentro
cavallier
de'
nemici
spianando
tutto
quel
tre insegne
Guasconi
et di
tutti corsaletti,
effetto,
zorno ; e
salvo
duoi
di
,
che alzati
,
nell' aria
ma
106
per
fesa.
l'
RELAZIONE
islessa apertura
;
1'
il
bastione
il
con poca
dentro
of-
cortina et parapetto,
;
bastione rest
gi
si
di
maniera che
ma
et fortificato
con
una
il
parapetto, dove
il
faceva la mina, in
modo
Or poi che le mine fecero questa operazione, avendo nemici prima inviato una grande ala d' espedili archibusieri alla volta delle due spianale del canlon di Caraglio prima saltorno su duoi alfieri
,
per riconoscere
segna
e ne messe
uno
ma
l'altro alfiere
diede
una
l'in-
coltellata sulle
gambe
il
dove perse
ferite
n' guarito,
ma
brazzo.
Venne a un tempo
tutta la battaglia in
ordine
con furore
alle
nuova gente
l'assalto
in
altri
che
si
re-
tiravano.
E durante
di
la
de tirare,
maniera che
combattendo con
petto dell'
spada, e poco
partito de'ni-
uomo
dubitandosi della
mina
la piattaforma.
,
terrapieno
li
dove
offesero
nemici.
busate
le
pignatte et
,
vasi di fuoco
che
,
all'
dezza
et
animo
con
sassi et archibusate
con picche, e
a spada,
se gli resisteva.
assaliti
E molto
offesero
di
fuoco dalli
massimamente
e certe palle di
le fascine
metallo
buse dentro
dall'
Ingignier no-
Facci de Bargie
,
tal palle si
puonno
artegliaria et
con mano
ma
differentemente acconciale:
DELL'ASSEDIO
poi
DI
CUNEO
il
107
effetto: le quali
crepano
in
tirandole con
mano, fanno
squadre
medesimo
nemici
et
,
tratte
buon numero
,
nelle
de'
toccando terra in
molti pezzi
et diverse parti si
spezzavano
come
de sagri
onde
le
si
per questo
gran numero
di
Francesi morse.
Circa
salto
,
23 ore,
n
;
Italiano
e tal bandiera
e morti
i
nell' assalto
il
avendo per
di
fatta
,
gran strage
di
,
nemici
tra
;
quali fu morto
di
Baron
,
Spich
mastro
campo generale
Monsignor
di
Moresa
grado.
Alli
26
di
li
nemici molto
tristi
et
Si-
chiamavano
N
il
tirorno Francesi pi di
sentendo
soccorso
dell'
Illustrissimo Signor
somma
in
delli assalti.
Alli
27
et
di
il
campo,
riva
,
Stura
,
sopra
la
et ferirono
Alli
soldati a cavallo
28 di Giugno. Lune. Da mattina vennero da Fossano quattro che diedero nuova certa della giunta dell' Illustris,
di
Pescara in Fossano.
La sera poi, circa le due ore di notte giunse l' Illustrissimo et magnanimo Signor Marchese di Pescara con circa ducento cavalli in Cuneo, in compagnia del quale vi erano duoi suoi fratelli et Monsignor della Trinit con molti
altri Signori.
et molti
,
altri
cavalieri per la
battana
della
canton di Caraglio
108
RELAZIONE
vanguardia
raccolto
et
, ,
come
che
,
detto
ab-
fu
lui
da
lutti
lietamente
onorato, avendo
sia stata in
nel soccorrerci
per
la Iddio
grazia
perch
con circa
cavalli,
tre
forse
mille et ducento
de' Francesi
,
ardita-
mente pass
et soccorso.
tra le forze et
dominio
Et
ved
di
visitato
il
luogo, et laudali
gli
ci
poi ritornossene
a Possano
dove aveva
lasciati
suoi soldati.
La
cui
merc
e di
Dio
(il
l'islessa
sua boutade gi
de' Francesi
due
il
Cuneo
dal
campo
Sommario dell'Assedio
Soldati che
si
di
Cuneo 1557.
no 1557
in
somma 600
li
;
oltra gli
e tutti pae-
sani, inclusi
la
S.""
sotto
il
Capitano Giovan
Domenico Grasso.
Conladini ch'erano in
circa 150.
Cuneo
alti
il
mangiare
Alcuni
li
li
davano a
mangiar
Tulli
dello
ammazzavano,
li
e vendevano la
la libbra.
bovi che
stati
ritrovorno nel
pagali dalla
assedio
et
che fortificavano
sono
tutti
di
Cuneo ha
tolto in presto
da persone particolari,
tempo
2000^
fatti
mano, furono
vi
in
Cuneo
al
tempo
cio,
prima non
Pezzi d'arlellaria
in
somma 20
DELL'ASSEDIO DI CUNEO
zione, in
109
somma, rubbi
circa 400.
si part il
campo,
somma
comune rubbi
4, et in particolare 13.
il
Palle d'arlellaria
n'
non
il
ci
campo
avessimo poche.
Soccorso uno, cio
Soldati da piedi
,
fanti.
nel
campo
de' Francesi,
mezzo cannone, un quarto di cannone , una bastarda et uno sagro posti in cincpie luoghi
;
assalti.
,
pi de 153
il
cio
Ambrosio con
il
Alia porta di
canton di Caraglio,
bastion della Ma-
trabucchi 70.
La Torretta che
donna trabucchi
,
tra
il
canton di Caraglio
et
il
2.
nelle case.
Battarie quattro: la
1.* alla
La
'2*
a Santo Ambrosio.
La La
11
3." al
canton
il
di
Caraglio.
4.' tra
San Francesco.
per artellaria.
Il
Il
Il
et artellaria.
Sopra questi se
Uscite 25: n
pur uno
delli usciti
pri-
gione, salvo quelli duoi (l'uno era del Vernante, l'altro de Boves) che
si
Cuneo
18.
110
RELAZIONE DELL'ASSEDIO
feriti delli
DI
CUNEO
Morti et
Morti
delli
Cuneesi, 116.
Cavallieri
ch'hanno
fatto
Francesi fuori, 2.
infinite.
Luoghi
Mine tentate N. 6. Mine effettuate, 4 e tutte 4 contraminate. Spie mandate dalli Cuneesi e ritornate, 2.
,
;
molti
ma uno
solo ordinato.
Tempo
Numero
delle
cannonate ch'hanno
tirate Francesi,
si
dice che
sono pi de 5000.
CARTA LONGOBARDA
DELL' AMSO DCCLXIi
CARTA LONGOBARDA
DELL'AIO
mm
AL
SEGOITATA
D ONA ILLUSTRAZIONE
P.
DEL PROF.
f
CAPEI
[*]
)
A
()
Voi
ottimo
indirizzaste
Lettere
Sulla Dominazione
Non
ci
questa Carta
quanto e pi principalmente
,
alla
1845), noi dobbiamo la facolt di riproCarta predetta. Gli Annali poi sono una conti-
nuazione del Giornale toscano ec, pubblicato da' professori della Universit di
Pisa, e che momentaneamente cess per rinascere sotto diversa e migliorala forma e se non han visto ancora vedranno tra momenti la pubblica luce. Sono gli Annali distinti In due parti che V una delle scienze fsiche e matematiche ec. l'altra delle scienze sociali. In questo primo volume spettano
;
, , ; ;
alla I.*
Fenomeni
bercoli
compongono
il
il
suolo d'Italia.
Spettano alla 11.^ Del metodo di esporre Capei). Alcune osservazioni sopra la dottrina del dolo
verit delle
Diritto
romano
Mori).
ec. (prof.
Sulla
cognizioni
umane
(prof. Centofanti).
Carta
Longobarda
delVanno 762
(prof. Capei).
Monografa dei delitti (prof. Carmignani). Giunte Placido grammatico (dott. Corsi). Alcuni docu-
Arrigo VII (prof. Bonaini). Storia del Diritto Romano nel De Savigny (prof. Capei) [VI ed ultimo articolo in continuazione dei primi cinque gi pubblicati neW Antologia].
medio-evo del
sg.
Nota dell'Editore.
Ap. Voi.
il.
15
, ,
114
de'
Longobardi in Italia
dell'
dover
mio
d'intitolare adesso
,
una
Carta Longobarda
anno DCCLXII
in tal
che per
la
prima
me
si
poteva.
Non che
di
modo
,
contraccambiare
;
vostre Lettere
quando saranno ultimate ma dando fuora di presente un documento della et Longobarda, mi parve di non potere senza taccia d' ingratitudine non decorarlo del nome di Voi che ultimo per tempo e non gi per dottrina o per ingegno vi
, ,
Trovasi
le
illustrate
ed arricchite
di preziosi ed
ignoti
A
,
;
me
si
dee la
tra-
animo a
all'
Francesco
trattarla
Roncioni
se potei
N mi
:
doluto di essermi
per qualche
tempo rimosso
sopra
le
mie
questioni
intorno alla
mi sono propri, per portarvi quantunque delle molte condizione dei Romani vinti dai Lonimperocch
,
ninna per
la
mede-
sima
sia rischiarata
nondimeno
e
indi
si
ispregevoli notizie,
a dovere
in
una
dei
sigla) di
un nuovo
maggiordomo
Corte
accogliere di buon
le
Di Pisa,
il
d 5 di Aprile
1845
Al vostro
affez.""*
Amico
P. Capei.
CHARTA LA^GOBARDA
In tahulavio Roncioniano
AN. DGGLXII.
de berona
(-)
bursia maiTd^
(^) [*
et ar-
siilf gast,(aldius)
venerunt
peragebat^ nec
non
et aipert
de
civi(tate) pisana,
d (am) aurlperti
|
germani
tui
cliioinalimoniisetsubsidilspauperum
etstatuitutper
fieri
fi)
viris.
(2)
(3)
(*)
West
de
Verona.
in illustra lione.
Major domus. V.
Haec
et
insequenles
lineolae
Malui
civilalis
quam
civis
;
nani
sigla
hnec
clv
quae
,
in
lerlla
linea
'(
pr
civilale
poniUir
denuo
,
in linea quinta
I,
occurrit
ibique
indubic
civilalis
legcndum
527
c(
not. yill.
116
deber^(lt)
CARTA LONGOBARDA
absque neglegentiam et
si ipse
cium
I
fierlt
facere hii
acb
C^)
c(oiit)ra
mihi impedii
si
convenentiequam
ut
si
ipse auripert
slue
filios
deberemus succedere
decessit ego
1
et quia ipse
auripert sine
10
filios
illi
succedere debeo;
osleii-
star(e)
non
de inde habuissis
Nam
eum
((7<2r-
q{id)a
stare
non
debit. tu
velis (?)
tarso
quomodo
respondebat adversus
(5)
eum
sii
,
[iterum tarso)
(^)
exemplar
Pergamena charla
lilerae
(6)
eum
decem
in
in liac
lum maxime
niiiil
in
duabus seqq.
Ilneis,
et
odo
desideranlur.
alperl legunlur,
ex
bis
quae
:
praeced.
DELL'ANNO DCCLXII
stare debit quia jiidicatiim
1
117
fuit et
ipsum factum
firmatum.
per
nos
preceptum domni
aistulfi regls
Tunc
audlssemus
exemplar or-
dinations
|
quam
quod
fierit
de rebus
rectum
ma
homenis livertarit^
exemplar conve-
Simul
nentife
quam
alpert ostendebat^
et
dumper ambarum
ut iUud judicatum
quod
f)
|
quod rep
exemplar
stare
quamquam
tantummodo
autentica exinde
non haberit
|
nec per
non erat
conjunxe-
altergationem
;
eorum simul
(9)
quod monimeife
.
ipsa con|tenebatur
Rectias:
quondam
Ex
118
judiciiun.
dlxt nobis
quod judicatum
eum
no-
presentia actuni vel defenitum est presentem notijudicati leontace notario facere
I
tia
admonuemus
Et
nostrorum desiderii
nomine
(iciter)|
dedit|
('
qui hunc
judicium dedit
Signum
(^^)
manus
|
arsiulf gast^(aldionis)
qui hunc
judicium dedit
et paullisper recentiori
manu, scriptum
Desiderii.
est)
(11)
Majordomi. V.
s.
noi. 3.
ILLUSTRAZIONE
Semplice molto
la
Carta Longobarda, dettata nell'anno 762, quando regnavano Desiderio e Adelchi, nell'anno sesto e terzo della respettiva loro domi-
nazione
(1).
il
Auriperto ed
sato tra loro
il
fratello
Alperto, della
citt di Pisa,
avean pas-
iscritto:
succedesse
l'
altro.
,
Sennonch Auriperto,
)
cartula ordinationis
sue cose
)
s'
instituisse
;
distriil
buire pane
alimonia
e sussidj ai poveri
di
incombenzandone
pi-
della sua
morte per
(2).
inoltre la libert a
,
il
fratello
,
Alperto
fidando
le
nella
privata
e
,
lui
fermata
si
ne occup ne
sostanze;
le
po-
presentava a propugnare
e
ragioni
Alperto.
Rottruda
mosse
,
lite
ad
Questa
lite
si
dici Giselperto
da Verona
Rottruda
comparvero Tarso da
di la
Pistoja
,
Re
come
procuratore
citt di Pisa.
Ecco poi
Tarso
appoginvitava
giandosi alla disposizione (judicatum] di Auriperto, che delle proprie cose avea fondato
uno spedale
Ma
(1)
Non credo
i
di
pAriscono segnati
dovermi dilungare intorno al diverso modo con che apcomun regno^i Desiderio e Adelchi, perch
V., per
es.,
lungamente
(2)
Fumagalli, Codice S.
Am-
Cosi
mi sembra debbano
linee 16-18.
120
ILLUSTRAZIONE
sue cose
si
,
fondasse uno
e
della quale
spedale
esibiva
fratello
uno esemplare, che il superstite di loro succedesse all'altro che fosse morto senza figli. Replicava Tarso, peraltro: non valer punto lo esemplare oppostogli della convenzione s perch questo esemplare non era autentico e perch la convenzione non era stata
; ,
pubblicamente
fatta
,
thinx
,
n prestandosi
avrebbe potuto
d esi-
tampoco
stare,
le parti
appellavasi launechild;
onde
la
convenzione
si
non
nemmeno
se desso Alperto
:
disposizione
(judicatum
,
con
che
ai
e concludeva
,
ragioni
accor-
tamente procacci
cit dei
di ridurre
ad un punto solo
l'altra
documenti, dall'una e
parte
prodotti,
ogni
que-
ei
non sapea
Ma
francamente replicava
Tarso che questo esemplare era valido perch quella disposizione {judicatum) era stata certamente fatta, e perch Re Astolfo aveala
convalidata. Allora
i
giudici
udite
quelle
altercazioni
di
si
fecero
ribggere e
lo
uno spedale
fatta
da
presenza del Re
ed
espostegli
,
le
ragioni
il
il
dichiar
prinlui
aver gi
veduto da s stesso
la
disposizione
[judicatum)
Auriperto, e
Laonde
il
stendere
documento
,
che
in effetto
a detta-
tura di lui
E un esemplare
(3)
ILLUSTRAZIONE
sincrono
di
tal
121
sentenza
mano
di Pietro
che
cioni in Pisa, e
che
di
presente
questi
Annali
quanto
io
Ora dei giudicati proferiti ai tempi de' Re Longobardi e massimamente poi nel regio palazzo loro in Pavia non si possiede in
,
,
,
liete
acalle
di-
delle molte e pi
scrittori di cose
gravi questioni
si
intorno
in
quali
moderni
,
longobardiche
;
scindono
,
verse sentenze
vano
starei
per
Ma non
hansi a dire
le
notizie
si
che ne scaturiscono.
E, poich
linea
,
ci
prima e
nella
penultima
in
diciara subito
come un nuovo
si
e pi certo
maggiordomo
il
r.orte dei
il
Re Longobardi
se col Mabillon
Muratori ed
deci-
altri
e paleografl, io
frata la sigla a
nome
fu
di Bursio,
come
gi
dopo
il
nome
dal
celebre
come perduto
,
gi scrit-
(4)
la
parola exemplar
la
nota 9 apposta
Come
per altro la
s'
qualche
tempo dopo
sospetto di
morto Alperto e
di questa sentenza non ho voluto dissimulare questo mio un duplicato autografo; che, fondato o non fondalo, non toglie e non aggiunge nulla alla sincerit della Carta medesima.
bramarsi copia
(5)
MaJbillon^ in Annal.
Ben,T.
in
r.V coi.367 e 368. Brunetti Cod. Dip.losc,. pag.242.282. Berlini, in Memorie e Documenli per servire alla storia del Ducato di Lucca, T. IV pag.273, wla 24; e in Appendice Docum. di N." XXXIII. Oltre Faulone, che per et si presenta il 1.^ altri maggiordomi conosciuti dei Re Longobardi sono, 2." Ambrogio maggiordomo di Liutprando, mentovato in una carta Aretina apografa pubblicata dall' Ughelli, Italia sacra I, 410, nn che lo stesso (Jghelli e il Sa,
Romano
reputarono
il
mi.
98 e
il
Brunetti, op.
VoL
16
122
tori di
ILLUSTRAZIONE
molta fama aveano avvisato
i
la necessit di credere
ufficiale
,
che presso
i
ancora
Re Longobardi
il
fosse
un
il
quale
governasse
forse
(6).
,
appunto
procuratore di Rottruda
il
noi
vediamo nella
in
non
fosse
maggiordomo
tanta
preminenza, quanta questo ufficiale ne teneva nella signoria de' Franchi, lo fa conspicuo
il
,
conferma adesso
luoghi
ci
il
quale in entrambi
,
presenta
persona e
il
nome
di
Bursio
Verona;
stito
Io che per
sia
quel Giselperto
il
cui
nome
,
noi
Io
a'
suoi giorni
,
un Giselperto , che
fu vanerello e tristo
Duca
di
Verona
turb
,
il
Ne meno degna
di
s'
dall' Ughelli,
domo
del
Re
tutti
Desiderio e di tutti
vedersi anch'oggi in
T. VI col. 384 che ne dimostra la Finalmente Bursio nostro maggiorpi certo siccome quel solo il cui nome
, , ,
possa da
un autografo o almeno pressoch sincrono Maid debba qui sciogliersi in una cos lunga
la soverchia lunghezza della perch nella nostra Carla la codetta pi breve o pi lunga secondo che pi o meno sono le lettere omesse. (6) Leo, Vicende della coslituzione delle Citt Lombarde, traduzione del
Anliq.Diss., 4.
Anche
;
nella sentenza di
Liutprando
non
solo Katperto
1*
ma
tiene persino
Non
so poi perch
Leo non si appoggiasse n a questa Carta n al Diploma di Cuniberto che apertamente ne favorivano lo assunto della necessit di un maggiordomo
appresso
(8)
i
Re
Longobardi.
fin.
De Gest.Langob.il, 28 ad
(al.
diebus Giselbertus
Gisleperl)
qui
nostris in
aperiens
et
,
si
vanitale
ILLUSTRAZIONE
sembra essere un semplice procuratore o attore
dualdo
i ,
123
e non gi
,
mun-
di
Itotlruda.
Da questa
fosse
circostanza
infatti
,
e ad onta che
nomi
longobardi
sorgerebbe non
(9);
lieve
dubbio se Rotlruda
o longobarda o romana
se Tarso
suo procuratore
ultimi
si
fosse de'gasndj
maggiori o minori
Ro-
mani
(11)
rispetto
lui
si
medesimo
di
Rachi frate e re
,
(12).
Poich
a qualifi-
care
il
rilievo
che
la
Auriperto ed
di
nell'
meno per
difetto
esemplare
Editto di
un canto, essendo sospetti di coloro i quali per la pi parte almeno reputano territoriale V Editto vinti Romani n sembrando per Taltro inverosimile, che anco
Rotari
:
[man-
maggiore co-
(13).
Ed
oltracci,
perch mai
la disposizione di
vatamente aveva
egli disposto a
,
(9)
L.
toccava
in One.
,
avvertasi che
lasciati
i
la
causa
cui
si
erano
mobili e
postoch poteva disporne. Del resto, da notare che nelle Carte longobarde quando alcuno interviene come Mundualdo per le donne, tal qualit 8i esprime (ov'io non m'inganni) con apporre quel predicato, e non gi
r osofratto
per circonlocuzione.
(10)
(11)
riensis
la lezione
civm pisfo-
potuta anteporre a civUatis {V. nella Carla, noia 4) ; perch quando Paolo Diacono, V, 39. IV, 21.53, allegato dal Leo, op.cil.p.4'0
fosse
Longobardi abitatori
opcil. P.I pag.562.
tffelle
citt, da sospettare
che
(12) V. Brunetti
37
{de scribis).
LL. Liulpr.
I.
Leg. 6.
124
ILLUSTRAZIONE
tra'
due
fra-
onde
figli,
il
all'
morto
te-
senza
nosciutissima in
romano
Ma,
ognuno
fosse
come
la
mundio
del
la difesa in giudizio.
Anche
la
non meno
di
quaranta uomini
in
N vorremo troppo
rammaricarci perch non detto se quegli uomini fossero o schiavi propriamente tali, o coloni romani, o massari, o aldj, ec. qua;
sich in
tal
caso
si
fratello e
dere,
sempre
commercio o facolt
di re-
per qualunque
modo
attenenti
come un
infallibile
sessore (16).
N meno
bocca
di
preziosa
mi sembra
il
la
notizia
uscita
dalla
propria
Re Desiderio,
quale
ci
avanti
di
salire al
trono, fosse
mai stato Duca di Lucca, ed anzi di tutta Toscana. Ed ora che noi sappiamo aver lui veduto la disposizione di Auriperto
Lo
fu in origine ai soli soldati, L. 19.
(13)
de paclis
(II
3)
ma
che, a
malgrado
la inefficacia, si
V. Const.
p. Cod. Theod,
mano
rimanere il dubbio se per colai vendila ad un romundio alienalo. Ma siccome il romano, marito, poteva comprare il mundio sulla donna longobarda {LL.Liulpr. VI. L. 74) non saprei vedere il perch non potesse acquistarlo ancora sugli aldj^ massari ec.
restasse
il
;
ILLUSTRAZIONE
ed essersi interposto presso quel
125
la
Re, onde
confermasse,
pos-
siamo con qualche verosimiglianza conghietlurare che Astolfo Re straordinario almeno, in Io avesse inviato ad esercitare un potere
,
vuoi,
le
molto
parole
Anastasio Ribliotecario,
il
quale ce
lo addita
mosso appena a
(17).
Re
de'notari
in
che
in
Giselperto
gi
ravvisammo un famoso Duca di Verona, e che di Bursio il maggiordomo e di Arsiulfo il gastaldo non mi occorse altrove menzione ; forse perch in proposito non adoprai la diligenza propria degli
eruditi.
Ed anche
di
Leontace, da noverare
io
adesso
sappia,
tra' principali
il
rcgj notari,
mi
nome
nelle
il
Re
nome
di Pietro,
Carta medesima
della
quale
credemmo
di
(17) Anastas.
in
Slkephani
,
vita
Fragment. Longob.
historiae eie;
io
Trovasi nella edizione principe di questa Carta, Pisa 1845 ; negli AnNota deWEditore.
RASSEGNA DI LIBRI
DI ALCUNI
Articolo primo.
gli
ora nella Germania del pari che in Italia primeggiano, e pei quali
simpatia.
Me
modo
il
vedere
come
le
intraprese
letterarie
le
non
de'
meglio
Tedeschi riesce
di storici ar-
maggiore
gomenti
di
,
numero
Italia
delle
ha forse
vanto
riguardo
alla
pubblicazione e
documenti e
Le
sorti dei
due paesi
essi oc-
campo da
pi perfetta
cognizione
al
dei
loro annali
vantaggio veramente
antichissime scambievoli
ma
la
:
pure van-
Non
in
pu con buona
si
giustizia asserire
al di
che
Germania
e se molte
ponga
produce
tra
l dell'Alpi
di queste produzioni
non sono
d'
ma
per tacere
impedimenti pi
materiali
,
alla qualit
del soggetto,
si
aggira spesse
128
RASSEGNA
un paese
i
DI LIBRI
grandemente attrarre Talci non avvenga
,
tenzione in
straniero.
Ogniqualvolta
ovvero che
modi
di trattar la
materia siano
larghi da connet-
non
ci si
pu veramente dar
Italiani.
frutti dell'
^
Per
tacere delle
gli scritti
Colletta
un
favorevole accoglimento.
la
malgrado
di
ci
bisogna
moderna
letteratura Italiana
;
Germania come dovrebbe essere un maggior numero dei nostri lavori, specialmente
lia, sia
nazione. Fra questi voglonsi annoverare la storia del Leo e V opuscolo di lui
vita
d'
di
citt
Lombarde,
Cola
di
la
di
Gregorio
VII e
Innocenzo
III di
I
Yoigt e di Harter
libri del
la storia di
Rienzo
del Papencordt.
Ranke sono
frutto
,
conosciuti
ed apprezzati
tradu-
buon
bench non
che
n' esistano
impedite da ragioni
luti' altro
letterarie.
di
air Archivio
tesser
una
per quanto da
me
si
possa pi completa
si
di quello
che sin
sano essere
di
di tali studj
vanno occu-
diffusamente di alcune opere nuove che alla detta classe appartengono. Nella scelta
di
esse
giudicando doversi
gli
aman-
mettere in
nali delle
tal
numero
,
due nazioni
riferiscono.
anche da parte ci che rimane straniero allo scopo principio preflssomi. Avendo cos dichiarato il mio intento, dar a questa serie di note con un libro il quale per la gravit della
o
di lasciar
RASSEGNA
DI LIBRI
129
CoRRESPONDENZ DES Kaisers Carl V. Aus dem Koniglichen Archiv und der Bibliothque de Bourgogne zu Brussel mitgetheilt von
Dr, Carl Lanz. Erster Band, 1513-1532. Leipzig
teggio deir imperatore Carlo
Bibl. di
,
1844.
Car-
Lips. 1844.
XXVUI
La
stri
V non
giorni.
pregi dell'opera
,
mente conosciuti
perch
io
ma
non bisogna
nemmeno
fa
in
un angolo
Ranke,
non pu
i
in
fanno esigere
alto forse pi di
qualunque altro a
impresa
queir epoca
e pel di-
per
la
ch un sol lato
di
dal
primo sorgere
di
Lutero sino
morte dell'Imperatore
,
(1);
il
speranze
Il
Principe E.
come M. Lithnowsky,
,
a cui
dobbiamo
della casa di
(3)
,
Habsburg
voleva
accingersi a dettare
messo mano
a raccoglierne
materiali,
ho esposte
quali
mi
muovono
(1)
voi.
I.
L.
Ranke
V.
Teiilsche Geschichie
im
(
f/."*
ediz.
documenti
tuttora Inedito).
(2)
(3)
V. pag. 425.
Voi I-Vill
(sino alla
morte
(4)
di
).
Federigo
III).
Vienna
copiosi
Regesti
Ugemeine Zeilung
Ap. Voi.
II.
1845
n.'
17.
17
130
libro sarebbe
test
RASSEGNA
mancalo
di
DI LIBRI
d'
imparzialit
partito.
Ora
il
Dottor Carlo
gli
Lanz
di Giessa (1), si
,
dedicato a tale
,
impresa, a L'epoca e
allettano.
uomini
lato ci
cos egli
si
esprime
grandemente mi
Da un
si
fanno incontro
le idee potenti e
,
progressive di un secolo
nella vita
,
ricco di grandiose
rivoluzioni
,
contrasti e le lotte
di tali forze
,
la
po-
ora in atto di
ma pur sempre
un
di
del tempo.
fronte di
inesauribili, e di
un'ambigua
politica.
fisso lo
sguardo su quell'unico
queste forze tra s
di assoggettare
all'
servire
pugnanti
esaltazione d
della
stesso
vita.
quell' idea
,
che forma
,
come
il
nucleo
sua
Lo scorgiamo
affaticandosi
sempre ad assicurare
progressi e la riuscita
di
quel
timone degli
a Do solo
il
affari; lo
ma
facendo
non
v'
allorch
le leggi
soggiace
ogni voler
umano
.
il
Le ricerche che
giare nel Belgio ed
sig.
Lanz
si
il
condussero a viag,
Francia.
l'
Gli
archi vj di Brusselles
punto
amministrazione degli
Stati settentrio-
(1)
di
En Raversione
mon Muntaner
che
di
Sluigard, i844
),
di cui
aveva
di gi
Non come
c' bisogno di
rammentare
bella
diede F. Mois.
(Firenze, 1844).
RASSEGNA
nali
DI LIBRI
gli offrirono
131
ricchissimi tesori,
che
all'
Imperatore ubbidivano,
troppo profitto,
perch
durante
il
governo Spa-
cominciarono a valersi
quell'immensa copia
inesauribile
K. Biblioteca a Parigi,
miniera
trasferiti di
Simancas,
quantunque esplorata, e negli archivj col il Laiiz trov gran numero di documenti di
Avendo sott' occhio una messe tanto coun servizio alla scienza con pubblicare
dell'
,
immenso carteggio
lui
generale da
seguita
pi
particolarmente
spelta alle cose Tedesche e a quelle d' Italia e degli altri paesi che
colle
prime
si
dotti
nell'
indagare
fonti
divisamento
quali egli
dunque
dalle
dell'Archivio della
relatifs
Documens
,
la r-
32 volumi
essendosi
ovvero copie
2." Collection de di
documens historiques
perduti
;
raccolta
quasi tutta
Lilla al
composta
della
copie
gli
originali a
tempo
rivoluzione
Francese
osservare
3. la
ricchissima
raccolte
il
Lanz
si
studiato
di
la
,
maggior
1'
possibile
antica ortografia^,
(i)
li
SIg. Gacftard
1838 una succinta notizia Sur lesarchives gnrales du royaume y Bruss. 1838, con
utilissimi, ha pubblicata nel
suppl. 1839.
,
rap-
ovvero stampali
separatamente, che trattano del viaggi da esso fatti in paesi stranieri collo scopo di completare essi archivj contengono eziandio moltissime notizie sulla storia di quesli archivj medesimi quali pochi anni prima della fondazione del regno del Belgio onde trovaronsi minacciati da un Incendio
,
fu
aumentalo il disordine che di gi ne rendeva dilTcilissirao 1' uso. Si sa che il Sig. Gachard ritorn non ha molto da un viaggio fatto in Ispagna per l'oggetto indicato Degli Archivj della Fiandra orientale tratt il direttore dei medesimi, Barone J. de Suini- Genois, Mesuager desscienr.es historiques du Belgique. An. 1841, pag. 137-204, An. 1843.
,
132
n permettendosi
originali
Il
il
RASSEGNA
ma
sole copie
si
DI LIBRI
meglio
di
cominciare
dall'
Le
1515
del trat-
cesco
di
e del
;
Valois
quella
matrimonio allora progettalo di Carlo con Kenata medesima che nel 1528 and sposa a Ferrara.
il
il
quale
sorella di
pi
nominato nelle
fece pas-
che
in quella di
Francia
matrimonio che
i
titoli
diritti
sopra
colle congratulazioni
:
la
grande
que dieu luy a donnee don t Jay este fort joyeulx^ et en loue dieu de tout mon cceur. L' unica lettera del 1520 quella
scritta
da Lochau in Sassonia
,
il
20 Febbrajo da Alberto
,
di
BranSas-
deburgo
sonia
,
Card. Arciv.
di
Magonza
e da
,
Federigo
all'
Duca
di
nome
,
Elettori
Imperatore eletto
in principio aestatis
sgrano suscipere
disposizioni del
et
possit. Non omettono di far menzione delle cattive Re Francesco: Serenissimum Francorum regem, qui
et
magnitudinem
dignitatem
et
vestre
su-
omnibus modis
Non prima
del
1522
le
lettere
il
cominciano a
pi fre-
quenti.
quell'anno appartiene
di
Carlo scrive
proprio pugno
il
al
pontefice
Brusselles, 7
Marzo),
di essere stato
Don Jehan
,
de
par
le
college des
cardinaulx
de
que lui
sain-
Et me semble que estant le papat en votre main et lempyre en la mienne^ est pour fair e par ensemble beaucop de bonnes et grandes- choses. Nonostanti queste parole sembra che V Imperatore non si tenga ben sicuro delle intenzioni del papa, giacch nel seguito della lettera agnel domandare dei cappelli cardinalizj
,
ma
votre
RASSEGNA
Ijiunge: de crainte
qu-e
DI LIBRI
133
roy de Trance,
et
par
que
ne
me
fust convenable
il
ce
da
osservarsi
contegno
di
di
Adriano
Saragozza
fa
Maggio
les
Delle
promesse ed amicizia
estre rices et
Francia non
conto
assavoir
francois
abundans de promesses
,
mais meet
la
fortune
condition des choses, si ne leur vient a profict, soubs quelque couleur guise et a la fois
lamitie. L'elezione
ils
deserent
et
laissent
vuole
riconoscerla da
Carlo, bench cerchi ^di negarlo col miglior garbo possibile: je suis
toutesfois bien
lelection
pour
la
pur et e
que
les droits
divins et
ou meilleur que
In seguilo
si par vostre moyen et prieres vous le meussiez impetre. (Taragona, 27 Luglio), evita la domanda dei cappelli di cardinale che in realt l' Imperatore mai non ebbe da lui noto che il solo Enckevoerd fu da Adriano promosso alla porpora ).
,
In data dei
22 Agosto, Carlo
zia
)
fa
dei
Paesi
Bassi
Margherita sua
al
della
partenza
del
e dell'ordine dato
tarsi all'
incoronazione
a luy
nom
la
presa
1.
Gennajo 1523
degli
progetti del
di
assediata da Solimano armamenti contro la Francia ; dei scendere in Lombardia e degli affari
,
;
stato
finanze
di
Carlo
le
cose d'Italia
1'
sono
Da
16 Gennajo,
Imperadi
Ferdinando,
di
informandolo della
riconquistare
il
spedizione
contro
la
il
ducato
le
Bor-
cardine di tutte
intraprese
come usurpatore
il
del regno d'Arles del f)elQnato , della contea di Valenza, del principato d'Orango e d'altre terre dell' Impero: dont
et
grandi cose
tempo
in cui
l'ammiraglio di
134
RASSEGNA
,
DI LIBRI
Bonnivet, disfatto dal Pescara nel passaggio della Sesia e ritirandosi in Provenza
di
Bourbon
,
nostre
e dal
signor di
il
dall'
Con-
fa
5 Maggio
Francia
un lungo rapporto
voleva formare
sa
Carlo,
d'Arles.
smembrando
la
un nuovo regno
,
il
d' artiglieria
le
perduti
egli dice
da
dung chacun
et qui et
avoit
aussi bien
il
vesgu que
fit
a la verite
a bien
con
monstre a sa
belle
parler. In queir anno V Imperatore aveva segrete istruzioni (delle quali trovasi
holz
,
mandalo
un
)
estratto presso
Buch-
Storia di Ferdinando
I., II.
503
De La Roche. Da Roma (20 Agosto) costui indirizza al suo sovrano un dispaccio pieno di particolarit circa il suo viaggio, partendo da Reggio, e sulla situazione degli
quella citt
,
afifari
d'Italia.
le
Lasciata
egli
visita
Rubiera
di
dove
si
continuano
le
opere
di
fortiGcazione pel
Duca
ses
service de votre
mageste
comme
gens dient,
vederlo
A Modena
dove
,
lo
ricev
il
(iro-
vernatore,
venne
Guido Rangone
apres
vouloist
offre
entrer en
Senes
le
trespas
Leon
il
se
a tousjours
et
a bon traitement
Majesle. Osserva
le
du pape ,
il
De Pleme:
pape
le
et le
due
comme
les
elle
est
et
faut que
pape rende
Modene
que
.,
ou quii recouvre
due
chasteaulx
et plat
pays de Modenois
tient le dit
et
au pape. Le due de Sesse vouldroit negocier plus subtillement. Quant a moy, il me samble quavez tant affere dupape^ que devez
et luy
complaire
le
il
est
PRCDENT QUIL NE SE FIERA EN VOUS SIL VOIT QUE NAYEZ PIANGE EN LUY ET QUE VOUS NE LUY coMPLAiSEZ. A Bologna Viene grande-
RASSEGNA
,
DI LIBRI
135
mente festeggialo dal Vescovo di Fola vice-legato. NeirAppennino a Scaricalasino vede il Ramazzolto conosciuto nella Storia dell'Assedio di Firenze
,
che
ivi
t'a
costruire
,
una chiesa
e
e che egli
chiama
uno
che
si
dice
Imperialissimo.
Firenze,
alcuni
della
Signoria
ven-
gono a vederlo
Irucci,
come pure
gli
ambasciatori
Sanesi
e Fabio
Pe-
On dall'anno precedente fatto capo di quella Repubblica per opera del Papa e del Duca di Sessa. Delle dissensioni di Siena discorre molto. Prima di entrare nella citt, viene incontrato da
Francesco
la
di
morte del Cardinal Raffaello (1522) , e che desidera tornarvi ; mentre molti gentiluomini della citt, qui corame je croy^ auront
^
Fabio procura
finora
il
il
molli amici e d
mano
forte nel
il
abbia
comme
debvroit au
restringere
l'
governo in
minor numero
di
di
avviso dell'Arcivescovo
Capua,
leur affere, il De Pleme ricusa aderire allegando di dover prima abboccarsi col Duca di Sessa, lequel a faict de maniere que nul partie se contente de luy. Non si potrebbe restringere 1' autorit di Fabio senza incontrare il dispiacere del Papa del quale egli ha sposata una parente; mais aussi quant il se pourtera autrement quii ne doit il est a vous
, ,
le
Quanto
all'
asserzione
,
del
Vicer
che da Siena
ny a homme qui presente ung ducat. A Viterbo incontrato dal Gran-Maestro di Rodi e dai suoi cavalieri , che gli raccomandano
gli
affari di
si
de Carpy,
narsi a
le
Roma
il
Papa
gli
manda
incontro
136
(
RASSEGNA
] ,
DI LIBRI
),
Giberli
e poi Giovanni
ed Alessandro
(1);
de' Me-
dici,
che lo conducono
alla
vigna
di
Nerone
Clemente vuol
daustant de trompettes
et
vani la
jour de
la
ammesso all' udienza del Papa al quale espone commissione come ha autorit di trattare sotto gli aola sua una tregua da essere seguitata dalla pace colla spicj di Clemente
Dipoi r Inviato
: , ,
Francia
d' intendersi
il
per
ci
anche
coli'
ambasciatore inglese.
,
De Pleme dimostra poca speranza Ma di tal ambasciatore di Francia na nulle inclination a Carpi
pace
sans cesse machine
et
e
la
il
Conte
di
paix, ainsi
le
practique la guerre
si
et fere
,
amis pour
al
roy
concluda nulla
accenna
,
rischio
le
ou
les
Espagnolz
et feront
,
tant de
le
maulx que
tout
vom
desirera
Suisses
Francois ou
les
se
joindront avec
eulx pour chasser vos gens hors de Lombardie. L' aspetto delle cose
in
quanto
alla spedizione di
11
niente favorevole.
(
nel Delfinato
con molti
fanti
e uomini d'arme
e v'
ha luogo a
,
mentre quella
ficolt
dell'
Imperatore minacciata
:
escript
au Marquis
puist retirer
dont
elle
ne se
ou
elle
desadvantaige.
uomo
di
buon osservatore
delle condigli
Era quello
il
avvenimenti
alla
Francesi
suoi oianeggi
a
disporre principi e
stati Italiani
contro
Carlo
(I)
Suppongo che
i
erano
giardini di Nerone.
RASSEGNA
menlrcch
travasi,
1*
DI LIBRI
137
avendo
armala Imperiale, assediala inulilmenle Marsiglia, rialle spalle lo slesso Re, il quale nuovamente scen-
deva in Lombardia.
Una
ci
lettera di Carlo
di
Lannoi
Soursir
(?)
di Pavia.
mal-
dapprima
oltenuli
il
gli affari di
fine.
Raccomanda
Leyva:
Sire, vous
reconnoissez.
:
Vous etes
GRAND, ET PLUS QUE vos ALLIEZ NE vouDROiENT VOUS me pardouneallusione al Papa e allo Sforza rez de ce que vous en dis.
chiara.
Il
25 Febbraio 1525
devant Pavie,
Lannoi
du camp
la
ou
le
Roi de
la
France
vittoria
:
etoit loge
annunzia
all'Imperatore
gran
Nous donnames
que avez
le
Roy
,
sonnier
del
et
Pescara
,
del
Leyva
raccomanda
Carlo
tanto
in
questa
lettera
il
quanto
in
una seguente
,
medesimo giorno,
,
il
conte di Ginevra
Alarcone
,
Giorgio d
di
Sittico (di
Hohenembs
altri.
stipite degli
Altemps
di
di
Roma),
:
il
Conte
di
Salm ed
Al
Davalos propone
dar
Carpi
pour
les
Carpi vous a
fait, sera
non ne
durante
Veniamo ora
le
alle
lunghe e implicate
trattative di
pace
quali Carlo
si
pu
delle prospere
di
d'
Wurtemberg
messo
al
bando
Fran-
Impero
cesi e dal ni
)
Turco
nomina
particolarmente Cristoforo
la
Frangipa-
gneur
avec
veu que
ledit
mains joinctement
conseiller
,
les
mais
si
il
me
opportunite
ains poursuyr
et faire
France ne
per
indebo-
puissance
si
a vous ne aux
dell'
;
aufres cy apres
spera
assenso Inglese
lo
fa
138
lettera scrilta
RASSEGNA
da Madrid,
il il
DI LIBRI
al
26 Marzo,
Luigia
di
suo
inviato
presso
Enrico Vili
Savoia
che
desidera
lui si re-
egli
stituisca ce
che
si
abbia riguardo
ai diritti del
duca
di
Bourbon e
non
Vous
vuol disarmare,
ma
essere pronto
e al Cardinal
a continuar
la
guerra.
Re
Wolsey
il
aucunement
ny en aucun
quartier de pays
frere se desarme
pour en
(aire
ce
le-
secution
au
reffuz de la
diete
paix
du quel
reffuz
ou de
et
quen
,
viceroy
comme
et
dit est.
Car
ce ne serait fait
sagement de
se
laisser
abuser
belles et
doulces pa-
rolles des
Francoys
le
en
delay
esperants
cependant
reprandre
alaygne (haleine)
gaingner temps.
,
Va Quo
per
la
quale
promette
ogni
glelerre
et faire
affaire.
JJa Pizzighettone
3 e 6 Maggio
il
medesimo annunzia
a Carlo
la partenza di
col
Don Ugo Moncada gi prigione e contraccambiato Monimorency), che viene a parlargli da parte del re Francesco. Da Villafranca (10 Giugno), Lannoi scrive, come conduce il suo
(
prigioniero
in
Ispagna
della
il
17 annunzia
il
suo arrivo
idea di
Palamos.
viaggio
Le
espressioni
lettera
dimostrano
l'
questo
esser nata nel solo vicer. Sii plait a votre majeste, vous
me manetou il vous
la poste vers
vous
mene le roy ou sii vous plait que pour vous avertir des raysons pourquoy
,
voie
le
par
et si
vous amenne
comme
paix,
vous desirez
RASSEGNA
avs,
il
DI LIBRI
cel eie, de se
130
hater
:
seroit tems
sii
car
vous
glio
duchessa d'Alengon
la
ed aspettare
il
tregua
Lannoi
annunse-
zia
D'Embrun
la
e Bryon)
mostra disposto a
condare
Francia
dell'
;
rovina di
grandezza
Imperatore, era
De Prael
fallili
i
(Lione,
13
come sono
avverte,
De Praet
come
la
aura grosse diffculte mesmement les estatz de ce royaume et croy que pour henvie que madame la regente a de ravoir le roy elle y consentiroit si ne tenoit que a elle. La pace tra Inghilterra e Francia pubblicala 1' avere il re EnBorgogna
, ,
due
Italiani
un uditore
della
camera
apostolica,
le
fa
che
di
nuovo
si
vogliano complicare
diffidare, e
soit
cose d'Italia.
di
Dell'Inghilterra,
,
dunque, convien
sicurarsi di lui
;
prima
de
liberare
par
la voye
il
force
alliance
que a ladvenir
ISel
la
Novembre
l'
ambasciatore osserva
come
fa
dichiarando che
il
Re suo
:
figlio
morirebbe
gl'interessi
che cedere
la
Borgogna
ma
che
faril Re debolissimo o di buon amico. L'Inghilterra per fare intrighi a Roma: di Papa Clemente non e' da fare verun conto malgrado le belle apparenze d' amicizia da cui soprattutto dopo l' affare del Morone
,
, ,
il
Pescara.
Quando
,
in* Italia
si
vedr
en quelque
coi
liO
Veneziani
,
RASSEGNA
il
DI LIBRI
morire
(
marchese
,
di
Pescara per
egli
mori
il
25 Novembre 1525)
Francesco Sforza
peratore risponde
)
Im-
Toledo
milioni di riscatto,
di
ma
,
Madama
Eleonora
,
che
si
voleva sposa
del
Re.
Nous
leur
avons repondu
baille
et
que
liberte dudit
seigneur
Roy ne
et
sera point
appartenances
ni baille
que
ou avons
le
Gennaio
per concludere
il
la
Re, che consente ad abboccarsi con lui gli manda il conte d'Egmont;
la condi
clusion de la
paix (Trattato
,
auecq
le
roy treschrestien
mon
le
Et
je espere
quelle
pape
et
enchemineront
prinse contre
et
le
Turcq
extirper
,
Ics
heresies
dieu permect en la
justice
,
chrestiennele
paix
et
quy sont les choses en quoy je desire de tout moncceur men employer pour maquiter en la charge quii a pleu a Dieu me donner.
Et vous asseure
SE EXECUTENT.
Savoia
,
Madame
Il
Madame ma
di
,
bonne mere
annunzia
per
la
prossima
,
Francia. Lannoi
ivi
che aveva
avuto r incarico
ostaggi
i
condurre
scrive da
il
Re
al confine
il
ricevere
:
come
non
verifi-
principi
Vittoria
3 Aprile
I
egli
si
suoi timori
cano
in data del d
7 annunzia che
est
le
a
le
faire ce
a quoy
il
tenu vers F.
devoit venir
agli
M.
a
de coy
la
il
me
deplet
pour
bien que
esperois qui
chretienle
;
de
la
paix
que
E quanto
vous
le
Votre
ambassaavis
,
deur
De
Praol
escrit
pape
potentats Ditalie
sans montrer
du roy
de France.
Ma
Lega
di
era di
gi troppo tardi.
Siamo
giunti a quella
altre detta
;
mata Lega funesta al Pontefice della quale a ragione si non fu mai lega tanto formidabile nelle apparenze come
essa
RASSEGNA
che a tanto male riuscisse
basciatore
in
(1).
DI LIBRI
,
141
Lannoi
il
quale trovavasi
(
come amche
certo
quella
di
citt
col
),
Moncada e De Praet
16 Maggio
(sei giorni
non mancavano
Irattato di
perspicacia
il
Madrid, scrive
la
prima che
troppa preponderanza
dell'Imperatore
Sforza
voiis
termini
Sire
je
nevois apparence
que lon
vous
il
me
et
que toutes
ie
accompUs comme
,
voudroit, Sirey
lalee de
les affaires
de Itaaffaires
si
les
le vous supplie
,
car
les af-
du pape, Angleterre
et
France
et Venitiens, sont
ordre
timori
quavons a
,
faire.
Dal
modo
di
di
scrivere
si
conoscono
;
del Vicer
il
il
suo desiderio
la
tornare in Italia
torto.
conclusione della
l'
peranco nota
di
egli
ringrazia
Imperatore del
si
permesso ottenuto
portarsi
Napoli, mentre
,
tive.
Quant a Bourgogne
,
je
ny
ie
Urne deplet,
et
et
sentir
et
plut a Dieu
ne
ait plut
a V. M. de
men
noto
avoir deporte
quii
fois
je
vous suppliai
a Tolede.
gli
fa
Non
di
senza spirito
la
risposta
data al
Re
il
quale
aver
della salute
del suo
figlio
d'Orlans (Enrico
estoit
le
lui
Despagne leur
fait
traile
la reine.
nostri
;
un laberinto d'odio,
sissimi intrighi
un laberinto
fattamente avviluppato
che oggi
s
ancora
bujo
,
mentre
rischiara in parte un
gran
temiamo
che pur
ci
guida at-
traverso le latebre di
una
politica
Ugo de Moncada
(ij
tornato in Italia
da Milano
Giugno
ec.
I.
egli
475.
142
scrive a Carlo,
RASSEGNA
come
sia
DI LIBRI
di
gran bisogno
Il me paroit que cette affaire comprend trois poinfs : le premier sequi regarde le due Francois Sforcia et roit de complaire au pape
,
comma
donne
il
le
demande
et
en ce qui concerne
le
due de Ferrare
et
(r)
M.
en Italie;
roy de France;
,
et
aux
affaires
de
f
meme que
sans
le
de por ter
un prompte remede en
et
elle
ce qui concerne
larmee
differer
le
davantage
faisant ainsi
,
Quand
je serai a
Rome
jentendrai la volonte
du pape
et
et
les
mouvemens de guerre
les affaires
et les nouvelles de
France
jentretiendrai
ait
se
re-
quon saura
la volonte
de
votre
dal
di
Da Granata (11 Giugno) T Imperatore risponde alle lettere Moncada scritte da Vittoria e da Cognac, incitandolo a cercar terminare le trattative col Papa il quale non si era ancora sco,
per
indi
poter
concludere
l'affare
con
Francia.
A guadagnar
il
Papa
e Venezia,
l'acoll
Carlo
si
mostra disposto
di
D
qu
il
al
Moncada
promettere
es la
promessa
vo-
Vuol
fare la
, i
Papa per
,
napoletani
ec. ec.
,
Duca di Ferrara beneficj Nel caso per che Sua Santit non volesse \enir
ci che riguarda
il
,
a conclusione
ovvero che
si
sco-
prisse voler concluir con otros que con wos, bisogner servirsi dei
Colonnesi
11
cardinal
Colonna ha
fatto
sapere segretamente
contro al Papa
,
Imperatore
essere pronto a
,
muover Roma
Carlo
rice,
a Firenze ed in
buona volont
del
Cardinale
al
quale
si
promesso segreto
avviso.
Papa.
di
tenuti
gli
) ;
annunziasse
lega
come Carlo
rispondesse
Granala
18 Settembre, doc. 94
offerendogli nuo-
, ,
RASSEGNA
vaiueule
velati
di
1)1
LIBRI
143
comtituti
orbis
terrarum
demus operam ut per noi illustretur neque per nostrum dissidium oriatur eclypsis ; cobarbarisy
si
de
sectis
erroribus comprimendis
,
mettono a con,
contenuti nella
il
giuramento
aver tentato
avere
al-
fatta
,
di
fomentali
g'
intrighi
di aver
il
Mon-
qui tro-
mente Clemente
In
ribattesse le accuse
mezzo a
cos
gran
le
Ger-
mania
vennero
afflitti
da nuovo turbine
di
guerra ancora
confini
pianure
di
Mohacz
:
sulla
il
Drava
giovine re
diritti
nando
Ungheria e
di
di
quelli dal
Zapolya
vaivoda
Transilvania
;
questi dal
Duca
Baviera
s
che
gagliardi
erano
contrasti che ad
!
casa di Ilasburg
iato
quegli
due regni
colle
armi
che d'allora
poi
rimasero indivisi
scrive
,
nella
sua discendenza.
non-
(i)
Documenti
di Storia Italiana,
copiali
da
Giuseppe Mulini.
Voi.
'
12
144
RASSEGNA
DI LIBRI
,
meust sceu prendre a (emps plus despourveu que maintenant); ammonendolo per di condursi colla maggior cautela e di far tregua
,
quando sia possibile. Et quant a ce que mescripvez et conseillez de a mon honneur et pro/jHt faire appaine tement avec le roy de France gaingner le plus dalliez que pourray et tacher de rompre la lighe Ditalie je vous asseure que jusques a ceste heure Jay fait tout ce que a este possible pour a cela parvenir. Lo ringrazia d' aver mandato in Italia il Frundsberg nella di cui venula molto si confida mentre Lannoi si imbarcato pel Regno con
coi
Turchi
Spagnuoli e
Tedeschi.
le
ne
fais
nulle
en
Rome au
le
du
palais
da pape. Jay
a
este fait
,
dit
au nonce
grand
que jay de
ce que en
tei
donner raison
comme
tei
sa
par luy ay escript mes justificacions en cest affaire. Et davantaige pour me metlre en plus que devoir de paix envers Sa Sainctete je luy ay escript par ledict Cesar une lectre de ma main de la quelle vous envoye copie avec cestes par ou entendrez tout ce que touchant cest affaire se pourroit dire. Quale credenza meritino queste proteste ce lo insegnano le lettere di Carlo medesimo. Frattanto la gran catastrofe di Roma si va preparando. Il Fieramosca
et
, ,
,
Ferrara
4 Aprile 1527
gli
all'Imperatore
naio
,
avvenimenti succeduti
20 Gene col
col
Moncada
il
suo viaggio a
la
Roma
sua
per concludere un
15 e 19 Marzo);
S.
il
andata all'esercito
Borbone
accampato a
di
per mancanza
paghe
riconoscere la
fatta col
Papa
l'
nestabile, e la marcia dell'esercito verso Roma (31 Marzo). Larmee marche sans ordre et avec beaucoup dardeur vers la Romanie: plaise a Dieu dy vouloir mettre la main afi quils eussent une bonne
fin
;
ce que je
nembo
cos minaccioso
doveva
il
giorno 6
(
RASSEGNA
air Imperatore, per
DI LIBRI
145
Ourant, un rapporto
alla
mezzo
presa
di
Roma, era
in Italia
accaduto
(!].
A malgrado
sto)
di questi successi,
gli
affari
dell'Imperatore
(
non
Da Milano
Luglio - 4 Ago-
Antonio da Leyva
fa al
del pari
armee
se conduit
Les capitaines ne
la
il
veuillent,
leur plait de
faire; et
il
me
semole plus
un
autre arrange-
ment avec
cien deu
,
cette
et
les
de plus
sii est
et
faire ensuite
un nouvel arrangement
retournes en
Rome
fui pris
toute
et sils etoient
Lom-
comme
il
convenoit,
Litalie
appartiendroit
a votre
il ny avoit des vivres suffsants dans les villes des Vepour sy maintenir quinze jours et ils nauroient ose se tenir en campagne: de maniere queje dis quii est necessaire de prendre une resolution avec ces gens la soit quon fasse la pais ou la guerre ; car
mayeste; car
nitiens
en cas de guerre , lon ne feroit rien qui vaille avec ces gens
les laissant
les
sur
le
ils se
tiendroient dans
pays
paiat
a nu)ins quon ne
il
les
quon leur
devroit. Voila, ce
me
y aura moins
a faire avec
Buchholtz
les
autres.
,
Pietro de Vcyre
il
,
mandalo da Carlo
)
al
Lannoi
Istruzione presso
(
III
)
97
comincia
il
suo rapporto
Napoli
30 Setil
tembre 1527
Dieu
teur
,
coir esporre
come
il
d 23.
ame. Votre Mayeste y ast perda ung bon servimerveilleusement hors de seison: car les affaires de pardesa
sont en
si tres
par
le
(i)
il
BucchhoUz,
III, 0.
19
146
,
RASSEGNA
si
DI LIBRI
Il
Papa sempre
rindi
chiuso in castello:
dice che
il
Duca
a
di
Ferrara ha intenzione
il
condurlo via;
delle
egli si rifiutato
si
prendere
comando generale
Il
armi imperiali, e
accosta ai Francesi.
cardinal Colonna
ama
mutinati uccidano
Gaeta.
il
Papa
di
condurlo
denaro
tutto nel
dine
saputo
la
Lombardia,
imperiali
Papa
Non
di
e'
di
ministri
Carlo
nominare un uomo
di tanta influenza
sulle cose d' Italia senza osservare che le molte lettere che di lui leggiamo, ne danno un concetto vantaggioso, dimostrandolo pieno di zelo per la causa del suo sovrano e di buona fede pi di quello che in molti altri ci avvenga di trovare. Se le sue trattative a Co,
gnac
darne
e a
la
Roma non
colpa a lui,
partorirono
gli
efl'etti
desiderati,
non da
che
a
lui
filo
ma
alla forza di
di signoreggiare.
avvenimenti
il
della
Orvieto
Lettere
gratulaI,
torie di Carlo,
HO.
V. Risposta
Papa
l'
11 Gennaio 1528
).
Dopo
dichiarata la guerra
(
colla Francia
suo ambasciatore
Burgos
1
15 Febbraio.
,
Granvella
congedo
,
Parigi 31
) ;
Marzo
10 Aprile. Vedi
col
350
,
scusasi
nuovamente
ibid.
Papa
,
della
e acprin-
Sua Santit
Moncada
20 Febbraio
sui
).
Il
cipe
tore
d'
(
Grange, nominato
,
a vicer di Napoli,
manda all'Imperamovimenti
ritirata
20 Marzo
un rapporto
frastornare
il
dell'esercito
il
dopo
la
partenza da
Roma,
non
lo sbaglio di
Vediamo
gli
Principe, assediato in
Giugno)
nemico,
l'estrela
citt
sforzi del
mala
parte
vona
il
passaggio
di lui alla
que
si
Savona)
et
RASSEGNA
de ses galeres
ce
,
DI LIBRI
147
royaulme
il
MelG ancora
estes.
nella famiglia
,
quo
voits le
il est
,
Sire
,
quel
Sire
,
homme
ne vou-
la necessite
ou vous
Je vous supplie
,
vous demande
,
sii
vieni a bien.
Non ho da
altre
ripetere,
dei
al
Francesi
pari
)
,
andasse a
di
vuoto
(
di
il
molte
come
di-
dopo
la
morie
Laulrec
(
16 Agosto
)
Principe d'Orange
di cos
strusse ad Aversa
30 Agosto
miserandi avanzi
podedi
roso esercito.
La
lettera scritta al re
(
Francesco
I,
dal
),
Marchese
Saluzzo moribondo
kk9
un documento
memorabile delF
Del 1528 non
Nell'Aprile
(
infelicit di
vi
Maggio
per
)
1526
Carlo
scrive
il
il
Papa Clemente
pre-
gandolo
d' aiuti
Ungheria contro
Turco. Stantech
in
quel
tempo
fedeli
5 Maggio
la
,
Solimano invadeva
regno
ad
nessuno facevagli
in
le
resistenza;
;
Re cadeva
essi
le
mano
degl'inIl
Buda
apriva
porte.
di
26 Settembre
dalle torri di
il
Vienna vedevansi
al
14 Ottobre
tennero
Ma
Scusandosi
di
,
degU
ultimi
anni passati
scrive
Brusselles
26 xMaggio
che
si
deciso
di
congresso
in
Cambray
e prega l'Imperatore
si
d'indugiare
Il
sua andata
Italia, fintantoch
29 Giugno ebbe
,
di
Barcellona.
,
Signor
De
(
Papa
d ragguaglio da
Roma
delle disposizioni di
Clemente e
di quelle del
Sacro Collegio.
Il
Papa
ammalato
colici
che lo astringevano
tempo
le
dhomme
la
ed avendo espressa
la
Margherita d'Austria
Italia e
per la soprastante
ge-
venuta
nerale
,
dell'
Imperatore in
suo
nunzio
Imperatore. Le cose
di
Papa
148
RASSEGNA
li
)
DI LIBRI
Duca d'AmalQ
, (
Alfonso Piccolo-
mini
il
di recarsi a
Roma
Lorenzo Pucci
,
Car-
dinal Salviati
II
aspetta l'ar-
Cornaro
la
De Praet parla
la in
la
di
un accordo da
Ravenna
farsi
con Venezia
mediante
rinunzia che
Repubblica avrebbe
(
fatto dei
) ;
Puglia e
sperare
Romagna
,
e Cervia
l'
di
che
il
Cardinale
fa
possibilit
semprech
medesimo il Ducato di Milano e l'Ungheria. La riputazione del Papa una volta cos grande sul declinare principali consiglieri suoi sono il Salviati ed il Sanga dei quali l' inviato non mostrasi troppo contento. Votre Mayeste scet quelle Sua Santit nest
, ,
en
felle
reputacion quelle
souloit,
Jacobo Salviati
et
le
Secretaire
mon jugement
affaires.
ma
est
me-
ner grans
Le pape de sa nature
le
craintif, et ces
,
deux
pour
estre
hommes
et peutestre
non
dan-
semblant
,
ou
il
,
meure souvent
larchevesque de
irresolue
Capua
a
et par ainsi Sa Saintete decomme chascun voit. Si jeusse tei troupe il lo Schomberg era allora a Cambra y
nen a point
ces affaires
toutefois
nous entretenons
,
lesdits
Salviati et
et
leur
demonstrons
il
Cardinali
il
pi autorevole
Farnese
Le Farnesys a
mais depuis
sest
MULER AVEC
LUI.* il cst
,
hommc
et
na pas perdu
est en votre
si le siege vacquoit.
Tutto
il
il
mayeste gaigner
vocion
,
et entretenir
somme
Et
est
de vingtmille ducas
,
deux ou
trois mille.
cecy chose
,
Sire
pour
les afferes
;
RASSEGNA
DI LIBRI
,
149
t7
vous survient
despe-
et
ne fusi ce
Un
Grange
(31 Luglio):
non
quelle
Sire
et plus
et
estre
necessaire
au
bien de voz
Ma, come
denaro
manca;
la S.
Sede povera; e
pace
gli afifari di
di
Cambray [paix
de
Barnes] conclusa
il
dopo l'Imperatore approda a Genova. In Lombardia non ancora ristabilita la tranquillit Federigo da Gonzaga Mantova \k Settembre eletto a Capitano ge5 Agosto 1529, e
sette giorni
:
imperiali, partecipa
al
Du
i
Peloux
inviato
di
Carlo,
de
il suo parere sui modi da tenersi contro Veneziani. Pousset La Ghaux, dall'Imperatore mandato al Duca di Savoia (Lione,
,
23 Settembre
settentrionale, e sulle
buone
disposizioni del
Duca,
il
il
quale
e
vuol
recarsi a Bologna
Pontefice
Carlo.
scrittore di
,
si
bada
si
me
dit
apres
une
seulle
bonne
et quii
deux lingnaiges en
estoent
;
asscavoir
Medecis
et
Sforces
et
que
le
monde
(
eust
este bien
la rosse
en eust este
failliez,
In questa
!
considerazione
il Signor Galeazzo non aveva forse tanto torto Il ). a longtemps que je congnois le Galias Visconte et lay tousjours y veu plus subject a dire mal que bien : mais si ne laisse il a estre
,
homme
d' Italia
desprit.
L'osservazione
,
sulla
principal
:
cagione
dei
mali
ma
bene espressa
Jay
toujours
laffaire de
Milan
estre le naif
La
tante
veu
che
di
le
danno
ancora
diritto la
1'
affezione verso
e
l'
lei
Ilario stesso
che
di
1'
abilit
volle e
Le
lettere di costei
sono verbose
suoi suggerimenti
non
di
rado
150
RASSEGNA
:
DI LIBRI
si
non
pu
2
Brusselles
,
Ottobre
(
di
accordarsi
)
coi
Veneziani senza
cipe Filippo
,
il
Papa
di
dar Milano
la clef Ditalie
dall'
al prin-
di trar profitto
da Firenze e
Estense
senza per
ridurli all'estremit, e di
tener
venne
,
infatti
tenuto a
)
Bo-
Piacenza
21
Ottobre
le
d'
essere
coi
Veneziani
;
ma
voler rimettere
(
trattative
scrive
Borgo
,
S.
la
tobre
La Chaux
frammettersi
il
Re
pel
Duca
Ferrara
voler
lo
nuovo
Verona
Turco.
ri-
ed altre
citt dei
Veneziani
come
all'
il
le disposizioni
mostrate da
,
Francesco
;
agli eredi di
Borbone,
Grange
al
Doria
e gi
si
scorge
Aux
,
ont tenu
ilz
mire
et
que
silz
lobservent
et
:
non pour
longue amitie.
Vediamo
1'
campo Grange si lamenta degl'intrighi che si mancanza di denaro, che produrr l' amassedio di Firenze cominciato
l'
dal
mutinamento
dell' esercito.
Non
e'
somme che
svelano in
si
spera cavare
Le mire politiche
egli scrive al fratello.
dell'
Imperatore
si
quella
lettera
1530),
La guerra
col
Turco continuava
decise ed
le attitu-
dini
(
dei
protestanti
divenivano
)
pi
anche
minacciose
confessione d'Augusta
principi
poco
disposti
,
credo principalmente
del
per
la
essere
noi fratelli
imaginano che
vostro
bene
,
parte
maggiore toccherebbe
me
ci che difatti
vero
,
essendo noi
una medesima
la
cosa.
loro aiuti
,
dunque saranno
farla
,
attenda a
si
ma
perch
il
nemico non
RASSEGNA
parte
la
DI LIBRI
)
151
Era necessario
la-
sua presenza
di
Carlo
richiesta.
,
sciar la
la este
,
Spagna
james la paix ne se fut faide par ceulx que la devoient ny la guerre ne se fut achevee pax ceulx que la devoient achever. Et mes forces sachevoient et les moyens de les entretenir. Lo chiamano, peraltro les grandes heresies qui soni en Alemaigney
[aire,
, ,
cestoit ma croisent tous les jours : si remede y avoit ou me veoir pour le moings oultre la mer. elezione di Ferdinando a Re de' Romani che deve ottenersi un altro caso importante. La pacificazione d'Italia e l'amicizia del Papa sono inles
quelles
,
tenue
di
ha
concessioni
riguardo
pi
alla
Lombardia,
in
due punti
cio
,
importanti
caso di
la citt di
,
Como
il
impresa
presto
Firenze
,
che
fa
per obbligarsi
il
il
Papa
si
spera
il
sar
finita
re Francesco;
le
di
mantener pratiche
di
Italia
nonoslanli
sue promesse
fine
di
fatte
i
non gi
gliuoli.
buon
animo
ma
solamente
riavere
fi-
La conlesa con Ferrara non ancora interamente decisa. pi imporConclude dicendo che gli afifari di Germania sono
,
tanti
al
che tutto
il
e che
quanto
le
eresie
,
come
suc-
e di
assicurare alla
il
sua famiglia
la
cessione imperiale
in
ne far tutto
possibile, e
prender
(
la
corona
risposta
Bologna
La
di
Geray
le relazioni
l'
Ungheria e
di
Novem-
il
23 Novembre;
Cornaro
indicate
e che
il
23 Dicembre
,
fece
la
lega
perpetua degli
Imperatore
soli Fiorentini
rimasero
corona
si
Impetratta
affari di
Firenze non
che in
una
all'Imperatore,
152
Malatcsla Baglioni
lenare
il
: i
RASSEGNA
DI LIBRI
citt
governanti delia
aver tentato
di
avve-
Papa. Altra bricconeria di quel vile traditore, che non giunge per ad illudere l' Grange il quale conclude colle parole ce que te pense bon signe pour la breve expedidon de ceste em, :
prinse
car
il
le
pape.
D'ora innanzi
con cui termina
del servaggio di
cio dalla
met
del
1530,
alla
il
primo volume,
in
di
mano
mano
compivasi
Germania predominano
dell'
come
gi
celo
prevedere
1'
ultima lettera
per ricondurre
speravasi
religiosa
dalla
quale
uu
per
felice
successo,
ma
le diflQcoll
che frapponevano
delle circostanze.
di
Verso
il
principi e
magistrati
citt
alcune
citt protestanti
pie dei
dove fondarono
la lega
,
che ha reso
l'Arciduca Ferdicelebre codesto nome. Il d 11 Gennaio 1531 nando venne coronato a Re de' Romani protestando in contrario Doc. 154-, 155). Clemente l'Elettore di Sassonia ed altri principi
, (
di
una
nel caso
).
che
si
giudicasse necessario
un simile espediente
,
Doc. 149
non per
che
in
modo corrispondente
in
mire
di
chi presiedeva a
quel movi-
mento
si
Sassonia
talch
ai d
scissura
mantiene ancora
il
nostri. L'
in
deva
Concilio
il
Papa
cederlo,
ma
,
di
)
fatti
,
152
161
,
166
ne era grandemente avverso (Doc. 140, 151, desideri del Re Fransecondando in tal guisa
i
cesco
il
di
da Brusselles
,
21 Luglio 1531)
par
que a auquel na apparence et plus va et que le lon avant, lon appercoit que le pape ny a volente pendant par ce moyen le ROY de Frange luy en veult complaire, tenir gaingne. Di gi Clemente novamente accostavasi ai Francesi, e concludeva il matrimonio della sua nipote Caterina con uno dei
la copie
este
au
figli
del
Re.
Le cardinal
de
Grantmont
evesque de Therbes
(Ga-
RASSEGNA
)
,
DI LIBRI
153
bride di Grammont, vescovo di Tarbes, creato cardinale 8 Giuretourne derrenierement de Rome a publie par chemin gno 1530 que le mariage denire le due Dorleans et la nyece et en France du pape estoit faict combien que ledici saint pere le nye a mes gens estans a Rome; et a ce quilz peuvent' entendre et coniectu,
rer
ne
Eod.
loco
).
Peraltro
il
Papa era
di
,
nell' affare
Ferrara
e'
Doc. 186
in
).
alle cose
italiane
,
incon-
triamo
per
la
la
quale
Carlo propone
blica
,
repub-
quii leur
et
il
remonstre ce
{
traictables
raisonnables
Brusselles
di
20 Ottobre Mantova
colla
tutti
1531
tro-
viamo
di
dipoi
principessa
Monferrato
del 1531), e
(
quello
dello Sforza
principessa di
) ;
Danimarca
Doc. 260
266
Dicembre 1531
Gennaio 1532
lano di
278); e Analmente le differenze del CastelMusso (Gian Giacomo Medici) col Duca di Milano, che
volte
replicate
di
Carlo col
es
af-
perch
teme che
affari
il
Medici possa
Francia. Se
gli
d' Italia
sono
1'
di
poca importanza
vit dcir
atti-
Imperatore e del Re
Il
contese religiose
della
Ger-
mania
e della Svizzera.
,
fatto di
si
11 Ottobre 1531)
sovrastante nella
scritta
vittoria
che segnava
il
cammino
Ce
lo
alla
reazione allora
Germania
settentrionale.
dimostrala lettera
:
T pues
demas
,
de lo que loca
ala
lo
temporal
senalada y principalmente de las casas de Borgona y de l* Austria , ha tantos anos que no huno tal aparejo y coyontura de ganar honrra y
provec ho
que
se leoffrece^de la
qual
se
(1) Il
20
154
RASSEGNA
doler que en
,
DI LIBRI
olra cosa que en nuestros liempos ha avido nj puede aver, y assi corno
es de
ellos
aya rrecebido
ria y detrimento
sin
a^si er de dessear
que
todos los
sulle
demas quedaran
vuol
cabeca y fuerca de las sectas de Alemana ; sin la qual flacos y derribados. Ma l'Imperatore in
sentire
ai
prime non
d'intervento
negli
di
affari
di
;
Sviz-
zera per
non prestar
1'
guerra
e al-
vuole
cattolici
venga
nome
).
del
Papa
che
si-
bisogner far di
principi
affinch
non prendano
si
le
,
armi
sotto
questo pretesto
si
nella quale
,
cercher
di
fare
potr
per ser-
Germania. La dieta
Ratisbona
,
alla
quale
di
,
17 Aprile 1532
ed in cui ebbe
il
ravvicinamento tra
cattolici e protestanti,
tempo
la
salute
di
vacillante
Carlo e
Ungheria impedivano
,
Non
la
cominci
questo
carteggio
)
il
coli'
appendice 284
Il
lettere
solo
anno 1531
genere
offre
105 documenti
,
ordini ed istruzioni
riesce
di rapporti
di
alquanto
si
diffcile
non ismarrire
filo
pi principale.
delle quali
Giacch
non
ho
nemmen
cenni
,
delle condizioni di
Spagna e
mente
dei
Paesi-Bassi
dell'Inghilterra
;
riguardo principal,
al divorzio di
Enrico Vili
della
Danimarca
dopo
la
cac-
e degl' intrighi di
questo principe
per tor-
narvi; della Turchia, e finanche della Persia ec. ec; per non parlare
de' fatti pi speciali della
as-
Margherita
la
all'
il
quale
RASSEGNA
perte que y avons faide
,
DI LIBRI
185
prncipalement
moy
qui la tenoit
comme
pays
mere
doni
et
pour
la faute
quelle
y
me
fayt
au gouvernement
des
elle
avoit la charge
fair e.
et la continuelle
La maggior parie
serve l'Impera;
dispacci
Italiani
gli
originali per
esatti.
il-
si
emenderanno
qualche
non
d'
uopo
di fare
nuovamente menzione.
Alfredo Reumont.
Aggiunla alla nota 1. pag. 131. Degli archivi di Lille parl il prelodato Gachard (Bruss. 1841 ): essi contengono le carte concernenti l'elezione
Sig.
di
Carlo
,
V,
Mone,
gi a
a Carlsruhe, nel giornale; Anzeiger far die kunde des trutschen MUlelallers (1836 ) , e di cui ha promessa l' intera pubblicazione il Sig. Ed. Le Glay , archivista del dlpartiraento del Nord
ora Direttore degli Archivi
Lovanio
e autore
l'elezione
scritta
di
di
una
bella storia
del
Conti di Fiandra.
la
vita di
1827). Il carteggio dell'Imperatore coi ministri suoi in Inghilterra verr edito dal Gachard, il quale attende ancora al carteggio del medesimo colla governatrice dei Paesi-Bassi Margherita sua zia. La ribellione di Gand nel 1539 , stata esposta con corredo di documenti tratti dagli archivi del Belgio, da W. A. Arendt ( nell'Annuario storico di F.de Raumer, 1842). Delle relazioni diplomatiche di Carlo V colla Turchia e colla Persia, tratt C. Piot ( Messager An. 1843, pag. 44-70). L'opera del Sig. r. /. Altmeyer , prof, nell' Universit di Brusselles Histoire des relaSlullg.
, , :
da E. Miinch
le
Nord de V Europe
(Bruss. 1840), contiene documenti importanti tratti da varj archivi. La storia del
modo molto
op-
portuno dalla Correspondence de Margherite d'Autriche duchesse de Parme avec Philippe II pubb. dal Barone De Reiffemberg (Bruss. 1842), nella quale si danno anche gli interrogatorj del Conte d'Egmont, e carte spettanti al principe Guglielmo d' Orango. Questo carteggio tratto dalla Regia Biblioteca. Dell'im,
la
documenti che servirono al Sig. Lanz, parl il Doti. Coremans a Brusselles, nei BuHetinsde la commission d' histoire (1842). Nella Germania, a ci attese il Ranke, che agli altri meriti suoi aggiunse quello di far conoscere la ricchezza degli archivi del Belgio per la storia anche d'altri paesi, nella sua bell'opera sui tempi della
il
156
ora formano
RASSEGNA
il
DI LIBRI
dei
paesi
nella
che
sua
del
loro
numero sono
il
Leo
{Zwblf Buchcr Niederlndischer Geschichlen, Balla 1833 ) il Miinch, nelle vile di Margherita d' Yorck moglie di Lipsia e 1832) Carlo il Temerario, e di Maria di Borgogna sua figlia con lode maggiore di qualunque altro, X-.^. Warnkuig, nella sua storia delle Fiandre {Flandrische Slaals-und Rechls Geschichte^ Tublnga 1835 e segg ).
storia molto criticata dei Paesi-Bassi
, ,
Lettere Romane
tere Romane
di
un Fiorentino
j
Florentiner). Lipsia
di
Brockaus 18i0.
Fiorentino.
ed.
(
Nuove Letvon
un
)
ibid., eod.
L'
di cui noi ci
proponiamo
di simil
di
dare un cenno
in
questa
un
altro applaudito
suo lavoro
natura: di gi
tutti
il
suo nome
gl'Italiani pre-
come
intitola
,
giacch
amore e
lo studio
italiane
titolo
non non
in
soggetto a revoca.
ci
se
rallenesse
un riguardo per
l'
autore
al quale
Quantunque
scopo principale
lo
illustrazione di
Roma
e delle cose
romane
sia lo
di
lire
la mira di stabiun confronto tra Io stato sociale di Roma e quello del resto dell'Italia. Ci ha luogo soprattutto nella seconda parte, dove le
modo
La parte
storica oc-
nelle pagine
di
quest'opera; e ad essa
RASSEGNA
ilio
DI LIBRI
157
che ne daremo.
Lo scopo
ci
Storico Italiano
non
permette
sopra argomenti di
titolo
scuna composta
anni
di
quattro
Tuna
alla fine di
d<?l
volume
di
cui
si
e con
prima parte;
sente; e
il
Romano,
i
scono
trovano
sparse in
volumi.
adoperata nel
Noteremo
raccogliere le notizie
concernenti
le
Roma
e le famiglie principesche
dei
tempi
pi moderni. Quat-
La
materia non essendo aliena dalla natura del nostro lavoro, noi pre-
senteremo
al lettore
il
dette lettere.
Le prime
notizie
s'
me
anarchico
di
Roma
nei secoli
Barberini-Colonna
Doria-Pamfili
Chigi
Rospigliosi
il
Altieri
subbicllo della
la
10.^
della
gli
Appiani
Lu-
Buoncompagni;
la 20."
romane: Sforza
Cesarini, Bonelli,
158
RASSEGNA
DI LIBRI
un rag-
Un esempio
della
cui nulla
schiarire
la
pu essere indifferente, che tenda in qualunque modo a un punto di storia patria. Noi sceglieremo a tale effetto
zione che
il
rela-
Altemps
meno
,
Roma.
e
prose-
gue
si
in questo
modo:
Altramente fu
il
della
Hohenembs apparteneva
litari del
di
a una casa, il cui nome negli annali mimedio evo tedesco cos famoso, che io non ho bisogno accennarne altro. Non pochi membri di questa casa discesero dal
le
uno
di
campo
di
di
derdone
il
Durante
prima
in qualit di castellano di
,
quindi
di
di
marchese
di
Marignano
guerre
casa
di
Hohenembs
Uno
dici
lanese, spos una Borromea; con che parve aver gettato stabili ra-
per
figlio
la
suo
in
di
Lombardia.
Ma
giurisdizione, se
dove
l'
Hohenembs
di
Giovan-Francesco-Guglielmo, colonnello austriaco e comandante Gratz , mor nel 1759. Ma in Italia questa schiatta si mantiene
fiore.
in
RASSEGNA
DI LIBRI
159
li
secondo
figlio di
altre sue
imprese
intervenne, sotto
comando
marchese
campi
di
di
Marciano. Egli
zio,
il
Marco
che
Sittich
il
non
si
a tal vocazione;
ma
poi
la
Cassano
tempo era
11
lutto inleso
all'
imminente riapertura
del Concilio
di
d Trento.
teo-
logia, ebbe per suo consigliere spirituale il vescovo di Bilonto. Finalmente nel 15G1, nella circostanza di una grande promozione di
cardinali (tra
Marco
Sperava
il
papa
che
la
i
non
la
il
qualunque
altro
nominato legalo
della
spiegare di nuovo le
il
Cardinale mosse contro di essa con quelle milizie che nella stretta
dell'urgenza pot ragunare, ed entrato nella citt fece atterrare le
case dei sei principali faziosi, e ordin l'erezione di
alla quale, quasi
lit d
una
fortezza,
il
nome
di
Le
160
RASSEGNA
DI LIBRI
molta affluenza; ma le grosse somme di danaro ch'egli ricevette in dono dalla Spagna, e l'acquisto di una parte dei beni Carafeschi, stati conflscati dopo la condanna dei capi di questa casa, aumenta-
rono grandemente
gini
il
Borroraei e Serbolloni
modo
gli
riusc gradual-
in
mente di acquistare feudi di grande estensione ed altri latifondi, s Toscana che nello stato della Chiesa e nel reame di Napoli; tra
altri
gli
Gallese e
cardinale
dalla
di
Hohenembs
il
di cui
nome
italiano
Altemps deriv
traduzione
italiana di
il
Bohenembs
di
in
Altoil
Embs,
tolo di
al
quale, ottenuto
ti-
marchese e ammogliatosi
di
casa Orsini
dopo un corso
del padre.
vita
Marco
chiesa di S. Apollinare, e la
ora deserta
di
Frascati
titolo
come
il
suo
nome
si
petuto fra
gelo
,
le
numerose
Gian-An-
di Gallese:
ramo
Il
and a
stabilirsi in
.
,
Fermo
nella
Marca:
il
un ramo
principale rimase in
lettore
si
,
Roma
sar accorto
tura narrativa
parentesi
,
come
od
in
subaltri
bietto in trattazione
con eventi
accaduti
altri
tempi
anche
d'
non
co-
mentre
sue
da un altro lato
gnizioni.
aumenta
la
suppellettile delle
notizie
storiche
si
ri-
portano ad un gruppo
di
queste,
pi interessanti fra
una
RASSEGNA
dell'autore, nella scelta di
s
DI LIBRI
il
161
fine
di
mostrare
come
in
un vivido quadro
profonda
immoralit
dei
quando
il
progresso della
civilt
ammansato
del
immane
nella ferrea et
le lettere
reggimento feudale.
la
questa classe
di
appartengono
,
tragica fine
Beatrice Cenci
di
Vittoria
Acco-
di
Vittoria
Giovanna
per
rara
d'Aragona
bellezza
sua
di
celebralissime
animo da
esse costantemente
spiegata
come
poetessa, occupa
lei
gran lunga
il
primo posto
tra le
donne dotte
italiane. Di
pu
ripetersi
con verit
L%
fu estratta dall'autore da
una
un convento
mal conosciuto.
di
ristretti limiti
non
ci
permettono
allargarci
nell*
esame
di
brano
pali
che ne informa
uno
dei princi-
Beatrice
<x
Monsignor Guerra
il
fato
che
lo
mi-
egli
a cagione
della sua
,
bellezza e delle
sue peculiari
,
maniere
troppo conosciuto
pens
di
Ap, Voi.
II.
162
naro un carbonajo, e
e tingere la faccia,
RASSEGNA
comper due
DI LIBRI
panni,
si
fece radere
zoppicando
le
vie di
Roma
di
con
di
pane
lo
andavano
tra-
Roma; ma
la citt
egli vendette
,
suo carbone,
e sotto
il
suo strano
la
campagna,
.
La travagliosa
con
la
vita di
Torquato Tasso,
,
Corte di Ferrara
il
(1),
il
vecchia e
sette
Anna
; :
la
sua tristissima
il
flne
Roma
Parte
formano
subbietto della
in essa le
Lettera
35.""*
voi. 2. della
versi
che
Le
con
vite di
Vittoria Colonna e di
Giovanna d'Aragona
,
insieme
la storia
contemporanea
una
di seguito all'altra.
splendore
del suo
nembo
e
il
tempo, e
dai
membri pi
cardinalizio
il
Bembo
Buo-
narroti esaltano
quali
la
falce del
,
tempo non pu
alle
chi
non conosce
L' alta
Colonna
e
ferma
tempeste
,
ha T arte intera
pura
? L'Ariosto
come
a tutti noto, consacr sei stanze del suo immortale Furioso alla
casa Colonna.
Giovanna d'Aragona, che segue appresso, fu moglie ad Ascanio Colonna, fratello di Vittoria, e madre a Marcantonio Colonna il vincitore di Lepanto, due personaggi notissimi nelle storie italiane
del secolo
XVI. Le
vicissitudini politiche
alle
quali
Giovanna
si
il
pontiGcato di
Roma;
il
eterna;
il
ma
da una
mano
esperta nel
(1)
RASSEGNA
dipingere a scorcio
particolare. Quivi
;
DI LIBRI
163
poetiche,
compajono
in veste tedesca
medesima
ramo
la
dei
avvenne in conseguenza
di
un omicidio deliberatamente
commesso
2.')
d'Albano.
1*
ha
di sasso, e sul
quale
il
manzo, che
pu leggere
come
nel
non conosce il tedesco; e accuratamente avendo egli della Cenci, una relazione caso
,
che conservasi in
Roma
il
nella
chiesa di S. Agostino, in
un codice contenente
regno
di
V.
Imperocch
del
egli
,
fu sotto
mondo
cattolico
al
che
1'
orrenda tragedia
Accoram-
bona giunse
suo cominciamento
morte a tradimento
di
Vittoria
la
quale quasi
V uccisione
di
pass a
sela
Bracciano, cui
come
,
il
complice principale
in
nell' assassinio
,
misero Peretti.
di
noto
specialmente
(del
Toscana
che questo
le
mostruoso duca
Bracciano
pari del
quale
si
gambe
di
grosse
al
tronco di
un uomo
le
altre
parli del
Cerreto-Guidi, con
altri
la
sua prima
moglie, non
cesco
I
che
di
la
Cosimo
e sorella di
;
Fran-
Granduchi
la
quale a vero
(I)
la
il
dell'
sorella di
nome
di
Giovanna d'Aragona, che spos il Marchese del Guasto, Anna: il nostro autore la chiama Maria. V. voi. 3, p. 37.
,,
164
dire,
RASSEGNA
non era uno specchio
DI LIBRI
:
di virt
v'
ha ragione
di di
credere
non cess
mostrare,
anche dopo l'atroce fatto, verso il duca d Bracciano, che la cosa non accadesse senza saputa, o almeno successiva approvazione, di Francesco I, che occupava in quel tempo i! trono di Toscana.
Lo spavento
Papa
Sisto
del
il
duca
dopo
la
caso seguito
nipote di questo,
,
lo
indusse a
ritirarsi
con
per eccesso
di cibo,
testamento lasci
lo
che fu
la
causa imme-
Accorambona.
Un Lodovico
uomo
dififa-
mato e fuggiasco da Roma per avere in pieno giorno fatto ammazzare Vincenzo Vitelli luogotenente di Iacopo Buoncompagni figliuolo di Gregorio Papa XIII e Capitano generale della Chiesa,
,
avendo
offerto
il
comando del presidio d Corf era posto, quando gli giunsero le nuove
ciano.
in procinto di
recarsi al suo
della
Sotlo
il
pretesto di
assicurare
l'eredit del
unico figliuolo, Virginio Orsini, avuto dal primo letto, corse im-
il
duca con
potesse,
la
misejn possesso
il
per ricuperare,
il
pi speditamente che
defunto
legato alla moglie, fece dai suoi scherani scannare addirittura la ve-
dova
tello.
di
fra-
Ci avvenne nella
Padova, l'anno
dell'
incarnazione 1585,
la devota vit-
la notte del
tima
s'
sela
dell'
Maria
Orto
nella
il
padre e
che
aveva aggiunto
la serie
delle parti pi
Un
picfine
ci
nostro autore
alla
RASSEGNA
dove usualmenle, con perdita
di
DI LIBRI
16JS
ad opere pi voluminose,
le notizie
che
le
ci
agevole per un
il
uomo meno
il
,
quale, secondo
in
nostro avviso,
broso incarico
persona.
modo
da meritarsi
applausi di
ogni colta
La
il
dell'
ultimo
volume, ed divisa
in quattro scompartimenti.
primo contiene
cardinalato, in
nome,
la
patria, la famiglia,
promozione
al
( il
il
farlo.
Esempio
primo
in cui si
trovino riuniti
XI, Nic-
IX Generale
1298
,
dell'Ordine dei
Predicatori
Cardinale
di
Santa
Sabina
Cardinal- Vescovo
1300, e legalo in Ungheria e in Polonia (canoil nizzato nel 1736). Nella seconda colonna viene indicato V anno giorno e il luogo dell'elezione, quando questa non fu falla in Roma.
d'Ostia e Velletri
,
La
il
il
giorno e
di
il
il
Papa
cui
si
tratta.
La quarta
,
se-
accenna
in
Italia
tempo
e nei
maggiori
stati
d'Europa,
di
la
lista
il
de' cui
sovrani
(Impero
Romano,
italiani, e
Francia)
la
messa
in
accordo con
i
cenni su
i
la storia
lutti
nomi
degl'Italiani
dietro a s
sia
dice con la doppia data della loro nascita e dipartita da questa vita.
In conclusione,
l'opera
di
cui
s'
tentato
di
dare
il
ai
lettori
sufficiente
per apprezzarne
si
valore (seb-
alla storia
propriamente della
nulla
s'
dello delle descrizioni topografiche del suolo d' Italia, sparse a pro-
quatto volumi
d'
dell'opera;
,
n dei grandiosi
,
edifizj
monumenti
ogni genere
sacri e profani
antichi
gotici e
mo-
166
RASSEGNA
DI LIBRI
;
nulla
morale e
lettere,
al
consacrato una
amore
due
volte
animatrice della
nella
europea),
italiana,
ci
pare degnissima
un volgarizzamento
ha mostrato per
la
lingua
fatto
A. F. Angelini.
Benedetto Giovanelli
e
Tridentina,
Gi nel quarto
numero
di
,
questa Appendice
e
si
si
ricord
qualche
Come
per
gli
di
lui
storia
di
quell'estremo
non pu,
nell'
assunto di raccogliere o
vicende
del Bel
Paese
qui
si
men
note
sembrar
disutile
che
quegli
scritti
i
medesimi alcune pi esatte notizie. popoli Tridentini nel regno italico, to-
un
breve
ma
,
ragionamento
,
(1)
l'origine rezio-etrusca
dottevi
e per le
romane
con-
peratori Germanici
Trento essere
sempre
compiuto compendio
per costumi. Trento,
(1)
lipogr.
Monanni 1810.
RASSEGNA
(li
DI LIBRI
167
degno d'essere
riprodotto.
L'anno medesimo,
in
un
mole
ma
assai
ricco di cose (1), illustrava alcune monete spettanti all'antica Rezia, a Trento, a'suoi principi vescovi, ai conti del Tirolo, ed a parecchie citt lombarde , un monumento reputato dei tempi della guerra
piratica scoperto presso
il
monte Prenner
Del 1824
sua rivendicando
la
illustre
,
famiglia
Valeria
Mariano
che
conse-
tutti
,
fu
eletto
,
Sacerdote ad
Augusto
Decurione
;
Flamine a Giove
Fabri per
di la
,
Prefetto degli
Auguri
Rrescia
ec. ec.
,
e di-
avesse
di quella
vasta e pro-
Illustrazione
del
monumento eretto dalla citt di Trento al suo patrono Cajo Valerio Mariano opera postuma dell* ab. Girolamo Tarlar otti rover etano
,
Croce
ma Cenomani
Gius,
Stoffella
dalla
di questi
stato colonia
ma
solo averne
il
titolo
ottenuto da Adriano
il
nuovamente
in
campo
con nuovo presidio d'antichi monumenti e di sagaci argomentazioni provando Trentini essere veramente d'origine Rezii
(3)
tali
Dione Cassio,
Plinio,
Tito
Livio,
(1) Intorno all' antica Zecca Trentina, e a due Monumenti Reti ; Lettere tre. Trento, Ijpogr. Monannl 1812. (2) Discorso sopra un' Iscrizione Trentina de^ tempo degli Antonini. Trento,
tlpogr.
(3)
Monanni 1824.
,
Trento citl de' Rezii e Colonia Romana. Appendice al Discorso sopra un' Iscrizione Trentina del tempo degli Antonini. Trento tipogr. Monanoi 1825.
,
168
Giustino
RASSEGNA
DI LIBRI
altre citt
di
non essere
stati
mai dipendenti da
gli
scrittori della
perci che
ei
Guerra Retica, tacendo di Trento, non comprovare non esistesse avanti Augusto antichissima l' im-
portanza
le
cose
d' Italia
l'Iscrizione Augucondotta
riconosciuto
da Augusto
di
non
lieve
argomento
di colonia quivi
Trento
tempi
offerirsi
infatti
il
romano impero
non avere avuto in Italia che colonie dedotte mani dedotta a Trento essere dimolto antica.
altri
scritti
(1)
del nostro
Archeologo
tissime
rivelava
cer-
memorie
il
Saturno
e dei
riti
Tusculani o Tusci
valli
antichissimi;
determinava
rici
geografi
dichiarava
la
cui
avvisava
;
non
altri
essere
che
Itali
primi
avviso che
lo
vedremo
(2)
in lingua tedesca
come
via
la
;
precedente
a
di
Diana
Tirol
;
trovata
sulla
ne dichiarava
correggendone
la
archeologi
la
condi-
i Romani i tributi impostigli l' origine e il Castrum Majense, di Merano, di Castrum Teriolis di Subabione e Pons Drusi, degl'Isarci e de' Breuni. Nel terzo, similmente ip tedesco (3) narrala la storia primitiva dei Rezii la loro
, ,
le loro
tentrionale Italia
di
le spedizioni dei
il
Romani
via
contr' essi
e la vittoria
tor-
romana,
diversi
nava sull'argomento
grande
Claudia-Augusta, determii
nando l'epoca
rami
(1)
nel
giornale:
Beylrdge
zur
Geschichte
(2j
und Slalistik wn Tirol. Innsbruck 1824. Ara Dianae und die Richlung der Rmerstrasse Claudia Augusta von
Das rmische Slrassen-HIonumenl von Marelsch. Innsbruck 1825.
RASSEGNA
tantissime iscrizioni
della
DI LIBRI
169
impor-
da esso dottamente
illustrate,
col
riscontro
Tavola Peutingeriana e
1'
dell' Itinerario di
,
Antonino.
L'anno 1826
ab. Stoffella
UD Saggio sopra i confini del territorio Veronese e Trentino a' tempi romani (1), sostenendo, contro l'avviso del nostro A., la signoria della citt di Verona a que' tempi essere estesa fln sulle montagne intorno alla Chiusa e a Brentonico e non essere Trento giammai appartenuto politicamente alla Rezia alle quali nuovo obiezioni il
,
:
(2),
del
Borda e del
colonia
Romana.
anno medesimo ragionava pure dell' Origine dei sette e dei tredici Comuni, e d'altre popolazioni alemanne, abitanti fra VAdige e
la
nel Veronese
e
,
e toccata
brevemente
che
de'
Cimbri
de'
Tugurini
de'
Franchi e degli
ultimi
Alemanni
egli di questi
il
del
agli
di
Dante,
Vannetti
cause e
tradotto e
Marco determinando l'epoca della caduta del monte, e il modo di quella immensa rovina. Questo scritto fu pubblicato in tedesco dal cavaliere Antonio de Remich di
che usciva alla
parecchie anti-
Bolzano
(4).
,
L' anno 1839 inscriva nel giornale Ferdinandeo luce a Innsbruck in tedesco, una relazione
caglie scoperte
(5)
di
nale, fra
(1)
(2)
Considerazioni di alcune cose contenute nel Saggio del Signor Professore Stoffella sopra i Confini del Veronese e del Trentino. Trento lipogr. Mo,
nanni 1826.
(3)
unter Roveredo^
lahre 1837.
Slavini
(5)
Allerlhumliche Entdeclmngen
im
Ap. Voi. n.
22
170
RASSEGNA
DI LIBRI
,
Summano
vasi di varie
forme
anelli
,
frammenli
fibule
,
d'
armi
polcrali col
nome
C. Dessi
monete romane
e Denari
Mattapani e Grossi
parvuli denariorum
,
mediatini
dei secoli
tertioU] di
e XIII.
Brescia, Bergamo,
XII
medesimo
la descrizione
particolar,
mente
di
d'Acqui,
Savona, d'Ivrea, intorno alle quali produceva pure un decreto dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo , che dimolte di esse determinava il valore documento assai
;
sirail
modo
(2)
altre
I
monete
Carlo
degl'
impe-
IV
dei
Mar-
Babenbcrg
di
Padova, e
Visn sul
diritto,
da' Crociati.
di
Vedemmo
amore
da
tenza
in parecchi
cotesti
scritti
finqu
enumerati, dal
sommo
e derivati
primi
ma, o
d'una senella
diversa e
men
lusinghiera
comune
i
o
vi
perch
nessuno
si
,
v'
abbad. Sibbene
abbadarono,
vi
accostarono tosto
Ottofredo Miiller
,
Niebuhr
Grotefend
Abecken
1843 a Monaco un
buon volume a dimostrare appunto l' affinit tra Rezii ed Etruschi. Per queste nuove autorit confortato il signor conte Giovanelli riassumeva r anno passato il medesimo argomento e illustrando una
,
auf das
Enldeckungen im Sudlirol im lahre iS3S , und ubereine Munzwesen bezugliche Urkunde Kaisers Heinrich VII Beson6 Band 1840. ders abgedruckl aus der neuen Zeitsschrifl des Ferdinandeums
(1) AllerlhUmliche
alle lirolische
innsbruck.
(2)
scil
Zeslschrift des
Ferdinandcums.
RASSEGNA
Iscrizione Rczio-Elrusca (1),
disse
i
DI LIBRI
la
171
confutava
Rezii
che,
l'ori-
impugnava
lontana naviga-
per r anteriore
;
popolazione
d' Italia
e per
i
V autorit
di
Dionigi d'Alicarnasso
Tirreni aborigeni
schi
,
che
Rafcni e
Etru-
nome
Leponzii d'ori-
gine taurisca
gli stessi
nome
popoli montanari;
,
Rezii
primi
vicini dei
mede-
Leponzii
Rezii e gli
Euganei, nomi
di
collettivi
;
tanti
,
nomi
e
,
soprannomi
Verona
forse di
Como,
e
padroni d'Italia;
dei
lingua commista
Romani
qui ben
monti
da
ogni
commercio
afiferm
lui
i
divisa
epper essere
falsa la
e ci che a
carattere
validis-
parve segno
della quale
adduceva un altro
intorno
iscrizione
impressa
all'orlo ed
al
manico
di
una
situla di
rame
dissotterrata
ha
circa diciassett'anni
nella Valle di
e dal
chiaris-
pe' suoi
la
caratteri
angolosi
pi antica
per
la
(2);
e conchiu-
deva
Qualor
si
i
voglia
siano in origine
si
medesimi che
allora
euganei
l'
perch ad
essi
pi
assomigliano
cade onninamente
(1)
e d'
una
,
iscrizione Rezio-Elru-
sca
R. Stamperia Monanni
1844.
monumenti
Museo Estense
del
Calajo
Modena, 1842.
172
,
RASSEGNA
DI LIBRI
Etruschi i quali con le loro persone avrebbero anche portato queir alfabeto che aveano, e non un altro: o se si voglia convenire che r alfabeto rezio fosse invenzione tutta propria dei Rezii
montanari
allora
siccome esso
,
si
si
mostra qual
prima ossatura
o per lo
,
argomentarne che
in Tito Livio
meno come
antico
appariscono
,
e rude
il
loro accento
stecchita la loro
scrittura.
si
montagne che
de' Boi e
al
tempo
alpi, allora la
di quella
stessa gi tanto
in
la
grecomania
dell'antica
civilt
altri
con-
mia secchia antica e nelle sue iscrizioni reggeranno alla severit della critica e si annoderanno cos bene al dubbio che mi son permesso contro V aggiustatezza e verit degli allegali
siderate nella
,
testi
di
come
me
ne parve
una
bella
s
conferma
ci
volli riuscire
da
lunga serie
di
allora questa
bitato e
sincero
,
paleografa
mia patria anticaglia questo Ano a qui unico indumonumento d'una spenta nazione e della sua questa la quale per me una delle pi antiche
, ,
ser-
pi delle volte
a niun altro
alla
gloria
mirarle
,
questa
se la
tenerezza
collezione
e
non mi sedusse
patria
il
starebbe
nella
de' pi
mia
belli
ancora
le
lunga serie
,
di
anni
ad
sua
le quali
somma
utilit
per l'ampio
tesoro
delle savie
in s
rinchiudono,
qualunque
RASSEGNA
cultore degli archeologici studi
cessarie a consultarsi da
gli
;
DI LIBRI
173
cos
riputiamo assolutamente ne
primi popoli e
antichi
monumenti
riti
costumi e
le
vicende di ciascuna
parte della
delle storie
di
una compiuta
tenerci
lungo tratto
discosti
il
il
danno
il
settentrione, rispetto a
per
altri
avvisata. Se
i
dove poterono
e se
monumenti
per
e le
storie e la ragione
ci
prima
il
monte che
piano
s stessa
non avremo
accertato tutto quanto d'indigeno ebbe l'Italia per essi, come potremo esattamente determinare le popolazioni e gl'instituli di civilt che ella ricevette d' altronde ? Gi assai fu arso d' incensi agi' idoli delle greche e romane origini ; e come 1' antico prestigio
une fu sciolto dalla nuova luce che campi di Canino e dalle mura di Volterra
delle
a' d nostri
,
balen
dai
memorie pi antiche e venerande. Pi sublimi e pi vetusti dell'Acropoli e del Campidoglio fanno al Bel Paese corona altri monumenti che additano agl'immemori
,
nepoti la
interro-
ghiamoli
glio
ci
quando
il
romano orgo-
non
Romolo
G. Picei.
Memorie
Sassi
le
Belle Arti
edite ed
it-
lustrate per
,
cura di Michelangelo Gualandi. Bologna Tipografia a spese dell' editore , 184/i. in 8." di pag. 206. Serie
,
Quinta.
Procede
Memorie
cui
,
Editore anche in questa Serie delle Arti con quella stessa alacrit e diligenza con or sono cinque anni, diede principio alla sua impresa, la quak
il
benemerito
di Belle
171
da lodarsi
RASSEGNA
massimamente per
la
DI LIBRI
bont e utilit del
fine.
Abbiamo
padre
maggior luce la persona del celebre Aristotele Fioravanti, il cui per un documento del 14-28 eh' presso di noi sappiamo ,
, ,
del legalo di
Altra
Bologna,
del
scrittura impor,
tante assai
dell'
Dalmata
di
di
la
famosa Arca
San Domenico
delle cose
Bologna.
Gen-
naro
nella
cattedrale
Napoli,
ove
operarono
,
pi
segnalati
,
come il Domenichino Guido Reni il CaNon mancano poi buone e spesso nuove
anche intorno ad
altri artefici
lui fornite
d' Italia
da molti amici
e conoscenti suoi
quali da ogni
parte
concorrono con
E
:
se qui
luogo a consigli
per
le quali la
,
uno ne proporremo
al sig.
Gualandi
ed che
antichi artefici
,
Italiani si
renderebbe
tolte.
pi agevole
Il
e molti
dubbi
e molte
incertezze
sarebbero a noi
pubblicare memorie
vicini
de' quali
per
tanti scrittori
abbiamo pi
particolare, pi ordinata e
di quella stessa utilit
che
le scritture
XVI
XVII non
mancano
ne
scrisse
libri
che parlino
ma
il
di coloro
,
Vasari
tres
sarebbe che
sig.
i
ma
documenti
ci
scoprono meglio e pi
ordinatamente
la
vita
delle Arti
Belle in
un paese
sig.
e in
una provincia.
di
Se al
rate da quel
giosi
le
Comune
edifizi
pubblici
cosi reli-
come
ed agl'in-
RASSEGNA
itamenli che le arti
e per quali
DI LIBRI
in diversi
si
175
tempi
;
medesime ebbero
mostrando
,
o vennero cagioni questi aiuti o come giovamento alla storia meno; sarebbe opera egregia e di grandissimo dell'Arte Italiana, la quale non pu sperarsi, n aversi piena, esalta se non quando saranno pubblicate tutte le scritture e compiuta
accrebbero
che
titoli di
gra-
mag-
Description de Palerme
del secolo
etc.
Descrizione di
,
dell'Era volgare
di
in francese
da Michele Amari. In
,
pag. 44.
).
Estratto dal
Journal Asiatique
n.''
dell'
anno 1845
il
Sig.
Amari ha impreso
lingua araba
al certo
un
zione in
francese di
un importantissimo brano
tale
Ebn-HaucaK uno
la
citt
di
Palermo,
quale
si
decimo.
messo perch ha
terra natale, ai
tempi degU Arabi; storia che ancora da farsi: e dal quel forte
ingegno
,
non
Non
il
;
ticolare della
al
descrizione di
Ebn-Haucal
diremo solamente
che
nella
frammento
il
una introduzione
luale
Sicilia
Sig. Amari produce alcune considerazioni sulla storia della Musulmana alcune brevi notizie intorno a Ebn-Haucal
,
uno sguardo
alla storia di
il
Palermo avanti
testo
il
viaggio
di
questo
arabo
egli
conclude)
d'Arabi
ne far seguitare,
della
;
estratti dagli
hanno parlato
Sicilia
poesie
siciliani
176
per
RASSEGNA
DI LIBRI
la storia di Sicilia nel medio evo, alla quale mi sono posto con quell'amore di patria che neppur nell'esilio non scema.
C.
M.
Francesco Buri^amacchi storia lucchese del secolo XVI, nuovamente narrata da Carlo Mindtolf. Lucca, dalla Tipografia di Giuseppe
,
Giusti
18U;
in 8. di
pag. 50.
il
quale
di
abbassare
il
la
Chiesa e togliere
ad
governi e la
l'argonotabile
mento
di
per dignit
razioni.
discorso
di
conside-
Con
il
essa egli
singolare per
Burla-
macchi
XVI
pervenuta la
memoria.
perch
gli storici
contemporanei
la scorta de'
mossi
pi o sarono
meno da
la verit; e
moderni, seguitando
in alcuni errori
, ;
primi
fu-
rono
del
tratti essi
pure
me
parso
si
di
il
riandare
disegno
.
entro del
quale
svolge
Burlamacchi
in ci soccorso
da
autentici documenti.
vita
di lui, la
quale
di
;
principali
,
di
Lucca, e non
altri
umile condizione
come
l'Adriani
il
il
Bolla ed
hanno
dello
stringerle in
un corpo a
venisse
fer-
modo
ai
di
confederazione
il
di
guisa che
mentre
fosse in facolt di
ciascuna
governare
interessi
le
comuni
,
provveduto con
la
comune accordo
mali
che assicurassero
effetto
,
dare
Piero e di Leone
Strozzi
nimicissimi del
nome mediceo. A
RASSEGNA
gersi
il
DI LIBRI
all'
177
Burlamacchi e
Priore
di
farli
cooperatori
il
impresa da s immagi,
nala.
Il
Capua lod
e se
gli
sollecita-
mente;
ma
Leone Strozzi
fu di parere
il
che
si
,
fratello Piero
adunato danaro
Il
Burla-
macchi cedette
vole
di
perduta. Certo,
un'occasione pi favoreofferirsi.
Ma
la
congiura
,
ad
Angelo Pezzini
fanciulla
,
il
concep odio
Duca Co-
simo
poi
tutta la
trama.
Il
Burlamacchi
come
Burlamacchi
Questa fu
Milano,
il
14
Feb-
mozza
fatta
la testa
pubblicamente.
la flne di
Francesco Burlamacchi.
assai
La
lode;
infelicit
dell'evento
gli
ha
parca misura
della
conciosil
biasimo o
il
ma
discreti leggitori
la
vora
.
ranno
di per s
vedere qual
il
storia
Francesco Burlamacchi, se
,
suo flne
Francesco
,
in
processo di
religiose
disseminate in Lucca
ramo
della
fa-
persona e per
gli
scritti
Giacomo, ristauratore
di
del
XVIII
,
autore
opere accreditalissime
di
d'
naturale e
politico
le
quali anche al
oggi
sono
Non possiamo
derio che
ci
in
ultimo
un
:
desi-
ha accompagnati sino
quello
qualcuno
alla
il
il
sig.
Sarebbe piaciuto
per
II.
veder
il
messo
in
pubblico
Ap. Voi.
le
stampe
processo
formato
23
contro
178
Burlamacchi
che
la
,
RASSEGNA
DI LIBRI
Ma
forma succinta dalla sua narrazione (che ha sole 50 pagine) non comportasse Y aggiunger documenti che per la loro lunghezza
avrebbero vinto
la
M.
Santa Croce
di
documenti
inediti.
Firenze 1845.
Fra
luogo cospicuo
in cui la
monumenti che fanno bellissima la citt di Firenze tiene la magniGca chiesa di Santa Croce, inalzata nei tempi
democrazia riportava
i
suoi
pi
lieti
trionG.
questo
stupendo
edifizio,
come
agli
altri
mente
le et successive
che le lodi pompose anche come creatori d grandi opere d' arte non sono nulla pi che una esercitazione reltorica. Perch, lasciando stare che i Medici,
ci prova
ai
nostri
,
primi padroni
celebrati
come generosissimi
tennero molti nobili artisti nella minon seppero dar compimento a ninna
,
,
mano, segnano
Se noi credi
,
l'
osserva la Repubblica e
dell'
Principato
virt
e confronta e
giudica le opere
uno
e dell' altra.
La
principale di esso
libero preferivano
il
vivere.
il
Var-
allora
e pei grandi
si
monumenti
una prova.
(1)
Di ci
si
sulla pit-
tura
scultura e architettura
scritte
XV
a XlXf con note e illustrazioni di Michelangiolo Gualandi, in aggiunta a quella dati in luce da Mons. Bottari e dal Ticozzi, Voi. I. Bologna 1844. Ivi si trovano aalenlici documenti della miseria in cui si condussero Crlslofano dell'Altissimo, Giovanni Bologna e Antonio da S. Gallo, per colpa di Cosimo e degli altri che non erano n larghi n pronti pagatori delle fatiche degli artisti.
RASSEGNA
aggiunte che contaminarono
spogliata delle belle
l'
DI LIBRI
del
179
architetto
,
idea
primitivo
e fu
memorie che ricordavano i tempi migliori. Pure questa fabbrica, coi suoi annessi, rimane ancora come una
buon popolo antico
,
e ci offre in
com-
pendio
le
Qui furono
,
loro tombe
si
adornarono in
ed eccitavano
vivi
La
uopo
di
la patria
La
piazza pi d'una
campo
s'
;
a liete feste
a lotte e a
forti
esercizi
con cui
la
giovent
la patria
ingagliardiva le
e poscia
,
membra per
vi
rendersi
atta a soccorrer
,
quando non
e le goffe
era pi patria
servili
,
questi
le
me-
desimi
rate,
il
luoghi
risuonarono di plausi
fasto
,
videro
di
masche-
superbo
ostentazioni
ridicole
pompe
le
per celebrare
dei padroni.
con spontaneit
comandata
le
nozze e
gioie
Finalmente, questo
di
monumento
fatti.
antica
fu testimone
si
i
barbarissimi
Di qui
le
partirono
gli
,
torturavano e slogavano
roghi da
si
umane membra
e
di
accendevano
pi abietti successori
Cosimo, erano ministri quelli slessi che dalla generosit del Comune avevano avuto nutrimento ricchezza e magnifica abitazione. Pare che per loro la gratitudine fosse straniera merce. Im,
lei:
dap-
prima
colle loro
,
armi servirono
di
;
ai furori
di fazione
e furono cagione
scompigli e di scandali
ai
poi tenassedio
e finalmente
ai bisogni
tempi
patria
dell'
di
rendere
della
una piccola
bevano
La magnifica bellezza
e
liete e triste
di
questo
si
monumento
,
le tante
memorie
che ad esso
collegano
180
RASSEGNA
DI LIBRI
per esleso discorse, perch
di essere
ci ha fatto de-
gnamente Filippo Moisc col libro che ora annunziamo. Egli non perch illustr gi il Palazzo vecchio nuovo in queste materie uno dei grandi monumenti che sorsero insieme colla chiesa di
,
Santa Croce:
ma
perch
le
pi parte
la storia di
sgoment
frugando
gli spogli
svolgendo
e cercando
bastantemente
la storia della
tempi concorsero
di
opera
,
provvedi-
questo ediGzio
Il
e gli sforzi di
il
abbellirlo.
Richa
Cinelli
i
il
ma
loro scritti
Richa e
il
Cinelli
nulla
poterono inse-
prima costruzione
intima
de' religiosi
nulla
delle
;
confraternite secolari
nulla del
come
non
di-
1782!
Degli
,
vi
maggiori.
sia
Altri
hanno toccalo
in
di
questo monumento;
ci
permesso dirlo,
modo
conveniente al soggetto.
La
da
Croce e del
non fecero, e
cr
annunzia ci
,
che
egli
ha inteso
di fare,
Noi
ci
i
siamo provati
tempi
:
come meglio
,
lo consentivano
le nostre forze ed
abbiamo
monumento:
la storia
:
della chiesa
:
delle confraternite
abbiamo narralo
abbiamo
detto
dei religiosi fino dalla loro venuta in Firenze, del loro ufficio
inquisitori
,
come
,
degli
i
che segnano
uomini sommi che riposano in questo Panteon e progressi maravigliosi dell'intelletto in Toscana ed
RASSEGNA
in Italia dal secolo
DI LIBRI
181
XIII
al secolo
XIX
spettacoli religiosi
politici
erano
Ma
poteva e
si
nostri concitta-
e'
incoraggiscano
a proseguire
Non solamente
grado air autore
libro,
;
dell'intenzione,
ma
diremo che in generale ci sembrato scritto con amore e con cura che molte notizie nuove e utilissime vi sono raccolte ; che la storia dei Monumenti, dell'Inquisizione e della Chiesa nelle
;
fatte
con molta
diligenza
e che possono
non sanno
[1].
ivi citati,
,
altri
sono trascritti
Insomma
(1)
proposito del valenti Italiani sepolti in Santa Croce, a noi sarebbe con una parola di lode anche il botanico
,
GUorgio Galleslo
cui celebre
l'
eruditissimo
la facile
Tommaso de Ocheda
,
V avvocato Collini di
e Filippo Pananti che pel nobile ingegno e per l' Intero animo fu amato da lutti e merit che Glo. Battista Niccolini scrivesse di lui che fu uomo di semplice vita , di schietti
ancora
e bella eloquenza
costumi, del vero non inconstante n timido amico, scrittore di facile e arguta vena In ogni maniera di giocosa poesia a nessuno secondo, e per
consentimento
(2) I
d' Italia
nell'
Epigramma
11
primo
de'
3.
Documenti,
:
estralli dagli
sono
seguenti
24 Aprile 1252.
2. Con-
per la costruzione deflnitiva della chiesa e convento di S. Croce ; degli 4.^ Bolla del Legalo cardinale Matteo d'Acquasparla ; del 8 Aprile 1295. 5.*' Testamento di Alberto di Lapo degli 19 Gennaio 1297. Alberti , dei 6." Ricordo di Tommaso di Leonardo Spinelli di tutte le 9 Luglio 1348.
la chiesa e sagrestia di Santa Croce In pi anni (1440-1471). Decreto della Signoria di Firenze per far tornare da Ravenna le ossa di Dante , e per erigere un monumento'a lui , all'Accursio , al Petrarca , a 8. La Signoria Zanobi da Strada e al Boccaccio; del 22 Dicembre 1396.
7.
Firenze chiede le ossa di Dante a Ostasio Rolentani signor di Ravenna 5 U l.*' Febbraio 1429. 9.^ Supplica degli Accademici Fiorentini a Leone X,
di
,
per aver da Ravenna le ossa di DantelAllghIerl ; 20 Ottobre 1519. 10. Fratrum et Convenlus Sanctae Crucis de Florenlia , commissio in artem et consuks Calismale; 22 Dicembre 1441. il." Il Comune di Firenze raccomanda
182
RASSEGNA
tutti quelli
DI LIBRI
e la raccomanda a
cose patrie.
Per mostrare
ai nostri
lettori
che queste
del
Iodi
sono sincere, e
noi avvertiremo
dall'amore
vero,
avremmo
de-
si
fosse
titoli
meno
importano poco
alla storia
del
monumento,
meno
alla
Altri
potrebbe
che esempio
non sembrano belli i modi seguenti : le acque del , fiume correvano scapestratamente, pag. 30; stimatizzare le forme dell'architettura, pag. 62; i monumenti che depongono di una gran
potenza di genio e di volont
,
pag. 66
tempio
di
Santa Croce
pag. 134;
anima
come a
pag. 221
ove
si
lippo Villani nel 1401 e 1404 fu eletto a dar lezioni sulla Divina
Commedia,
si
e a lui successe
il
dimenticano allorch
il
e autentiche e
buone
e
notizie di cui
libro ricchissimo.
l'
che in essa
allo
ampia
illustrazione
inalzato
nei
grandezza
Atto Vannucci.
Universit dei Mercanti; 25 Giu-
la
chiesa e
il
convento
12.*'
di
gno 1361.
Conferma fatta dal Padre Generale delle facolt concedute al P. Provinciale e PP. del Convento di poter fabbricare entro al medesimo, iS.'^ Capitolo XL del Libro III a Tommaso Spinelli 25 Novembre 1452.
;
Santa Croce
all'
De
haerelicis diffldandis et
,
banniendis.
dei
14. Provgli
visione del
sulle
Comune
di
Firenze
spetta
muro dell'Arno;
30 Giu-
gno 1290.
RASSEGNA
Cenni storici
DI LIBRI
183
molli anni
in luce la
trascorsi
dacch l'Auditore
di
Giro-
sua opera
non
picciol
conto
livel-
molto da rammaricare
,
la vita
mano
a nuovi lavori
mente condotto.
di giovani
,
Ma
eletta schiera
orgoglio e speranza a
un tempo
ci si
della
Toscana
al
che
ora
e tutti poi
il
A minorare
si
noi del
caro fratello
or viene e ci
presenta
l'
un suo
libro
che
s'
intitola
Cenni storici
stri:
alla
il
cui
Roma
il
insino
capital
In questo volume
soggetto dell'opera,
mani
ci
cio le condizioni economico-agrare de' Rosembrano da un canto indagate con molta perspicacia di
ischietta
mente e con
originalit
di
pensieri,
inoltre
maestre-
E ognuno intende che il giovine Autore trattando cos arduo argomento della veneranda antichit molto si dov rendere famigliare
, ,
e con la
storia e
egli
con
la
erudizione.
Sennonch
di
poi
ci
pare che
quando
che
e
le
originarie giuri-
Romana, o
franchezza
non
rado
fallisca
via.
N
,
di ci
e con
studi domestica
vorr
mi
propostosi
quando
egli
intese
le
forze
dell'
Romana; animo e
,
riusci
vittorioso alla
prova
non da
si
insistere
su pochi
falli
ol-
e la'tanta
bont dell'ingegno
ripromettono, che
quando
,
torner amorevolmente
come
tutti
debbono
a rivedere ed
emendel
dare
il
le fatiche
184
RASSEGNA
conforto
il
DI LIBRI
impresa
fatica
;
pensiero
che se
il
recherebbe onore ad
delle utili e
uomo
,
molto maggiore ne rende a chi , con impiega in difficilissime investitanta industria e con tanto senno
buone
lettere
tempo che
a lui
giamente adempiuto
Prof. P. Capei.
185
NUOVI CORRISPONDENTI
CHE
Sigg. Ab.
ENRICO BINDI.
Pistoia.
Avv.
CESARE LEOPOLDO
BIXIO.
Genova.
Consigliere
GIROLAMO TOMMASl
Archivio.
Lucca.
OSSERVAZIONI
li.''
Dispensa L'
nostra
e
In segno dell'imparzialit
della
gratitudine
ci
con
fatte
la
osservazioni da chiunque
;
vengan
la di
sui
e per
dimostrare
benevoe di
nostri confratelli
il
ci
sono cortesi
ne
fa
,
consigli
avvertimenti
l'estratto di
conto
riportiamo qui
di
Dott.
di
Andrea Carli
24
contengono notizie
Antonio Pelotto,
186
OSSERVAZIONI, CORREZIONI,
piene
di
ec.
maggiori e pi
sentare nella nota 1/ pag. 383 delle Cronache Pisane. Ecco le parole stesse del Sig. Carli
c(
:
Lessi,
II."
la 13.*
Parte
Dispensa
ed imbattuall'
tomi
chi
alla pag.
383
anonimo
Autore della Guerra del 1500, dichiarava che eragh del tutto ignoto
si
fosse
ivi
latino questi
riportato
Messer Anton Pelotto che ha composto l'epigramma Cum caesum etc, Vennemi allora sospetto che
:
si
Quadrio
(Tom.
altri.
H93,
di
per Filippo
Montegatti
dal
,
assieme a
quelle del
,
Bellincioni e di
Sappiamo anche
di
Quadrio medesimo
che in un MS.
rime
Antonio
si
Pilloto.
Questo
probabile se
Quadrio lo crede quello stesso che si fugg di Firenze nel 1526 con Michelangelo Buonarroti, suo amico, che gli fece fare la palla
a seltantadue faccie per la cupola, e le mirabili gelosie di
delle quali parla
il
rame
di di
Perino del Vaga, che condusse seco a Firenze nel tempo della pe-
Roma;
e
cone
scritta
Benvenuto
da
anzi, da
una
lettera
,
di
quest'ultimo,
il
Roma
si
a d 9 di Settembre
1526
pare che
Pilotto sia
morto
in quell'anno.
Che
.
mala lingua da
un giovane,
stotele,
da San Gallo
187
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
OPERE
Il
IN
CORSO D'ASSOCIAZIONE.
Saggiatore
Giornale
,
Romano
,
di
Storia
Belle
Arti e
Letteratura
diretto e compilato
da Achille Gennarelli
2.^
di
e Paolo Mazio.
ossia
Roma
1845.
Mazio
Anno
sullo
;
sig. P.
Scisma
Pietro de Luna,
con un docunaento inedito e gli alti deJla pace fatta In Viterbo tra alcuni Corsi e la famiglia di Paolo de' Marzi il l'i84 illustrali dallo stesso Mazio.
Benedetto XIII
Andiam
un
nunzio
di
che trovasi nel surriferito n,'' S.^ dove si d l'anuna nuova Storia del Ducalo di Urbino. Esso il seguente: Il signor Denistoon di Denistoon scozzese , si occupa da varj anni a comporre una storia del ducato di Urbino. Pochi sono paesi che abbiano lanla celebrila negli annali della politica e della letteratura quanto la piccola cill di Urbino ed il suo stato. Ognuno ricorda suoi conli e duchi di casa Feltresca tra' quali Guidobaldo I generale della signoria di Venezia i suoi duchi di casa della Rovere tra' quali Francesco Maria I, nominalo conle sue principesse, Elidottlcre degli eserciti confederali contro il Turco la sua corte che rappresentava il flore ed il sabetta e Leonora Gonzaga meglio della eleganza e civill italiana nel secolo XVI ed ognuno soavearticolo del sig. Mazio,
, i i ,
,
mente commosso
dalla
memoria
di Raffaele, del
Lazzari
del Barocci
il
cui
nome suona
molli archivj
congiunto a quello
,
di
Urbino.
Il
signor
Denistoon ha visitato
specialmente il Valicano, e quei di Urbino e di Pesaro, non perdonando n a viaggi n a dispendi affinch la sua storia sia compiuta ed accurata in ogni parte nella quale sar raccolto il frullo delle sue molte investigazioni, per modo che abbia il suggello autorevole de'documenli, senza averne l'aridit, e sia un libro non solo grato ai sapienti, ma si pure accomodato al gusto del popolo. Abbiamo veduto 1 ritratti di varj duchi che egli
,
:
possiede
a fine di corre-
darne
siamo fermati lungamente a vagheggiare un rilratllno fallo da Giovanni Sanzio suo padre. Ci di Raffaele fanciulletto in anni sei gode l'animo veramente che questa nostra Italia ecciti pi chFari ingegni d* Inghilterra a parlare e scrivere di s a ricercare le sue memorie nella
la
storia
ci
188
Nel n." 6
della
il
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
sig.
Guerra
di
documenti
che a quelle due Imprese si riferiscono , tratti dagli archivi Colonna e Caetanl. e delle vicissitudini del Nel n 7. Della famiglia di Giovlano Fontano Comune d' Orvieto lettera di Carlo Ponlani a Paolo Mazio. Frammenti di una orazione di Bernardino Stefonio in lode di Flaminio
, ,
8.
Di Ursiclno,
vescovo
di
VI.
di
Luigi Ci-
XVI,
Lettera
Carlo Ponlani
a Paolo Mazio. Segue una inedita vita di Gioviano Ponlano scritta in latino,
Nei n.** 9 e 10. Gli Eufreducci di Fermo, Commentario storico dell'avvocato Giuseppe Fracassetli. Nel n. 11. Delle condizioni amministrative di Roma In tempo dell' Esarcato.
Paolo Mazio.
Storia di
Romagna
Era volgare
,
ai giorni
nostri, scritta
da Antonio
la
Fest.
Bologna
Muse, 1845,
A
che
il
far
Sig.
conoscere
il
Romagna
Il
A. Vesi
ci
riferire
per intero
la
Fin qui si mosse guerra al passato, si considerarono gli abusi che ebbero regno nelle decorse et e con ribrezzo volgeasi addietro lo sguardo per rimirar quel terreno ove avea fitte cos profonde radici l'enorme e ta,
traggono
il
fiato pi libero
tirannico feudalismo. Ora che g' Italiani il cominciano a riconoscere s slessi, disseppelli-
scono
ritrovare In
per tutta
mezzo a tanto e cos maraviglloso ardore ditTuso Europa, non v'ha omai paese che non si adoperi a raccor docufar
note
al
mondo
le
le
vicende,
gli
usi,
tenebre de' varcali secoli. La Romagna sola, quasich non fosse stala sempre feconda di avvenimenti, e nobile per industria, per arti e per grandi gesta, e quasich la storia del popol suo non fosse slrellamente collegata alla storia di
tutta Italia; la
pienamente
Romagna
si
sola, la quale
fa pi
vita
sociale
prospera e rigogliosa, sembrava non aver sentilo l'appello del secolo che invitavala ad ammaestrare le novelle sue generazioni sul libro della gloriosa vita degli avi. NIssuno fra i molti uo-
mini
di altissimo
ingegno
di
operare con
il
l'eccellenza della
a chiarire
i
mente ad accrescerle
la politica,
volse
pensiero
storia del
costumi,
le virt, a
scrivere
insomma
la
popolo romagnuolo ch'ebbe ognor tanta parte in tulli quasi gli accidenti che appartengono al bei paese italiano. Considerando pertanto noi riuscire
a
comune
noslra vergogna
la
quasi
volonterosi
ci
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
,
189
avvolgiamo, da palrla carit innammali o non rallenuli dalla picclolezza e concepimmo il disegno arduo di trattare la scarsezza del nostro Ingegno
storia di tutta
a
Romagna.
I
Per condur quindi ad effetto il generoso ardenllsslmo desiderio, narcon cupido genio maravigliosi accidenti lutti che risguardano quel milione d'Italiani, l quali abitano le belle contrade cui cinge da un lato la Foglia e l'Appennino , e circoscrive dall' altro l'Adriatico , il Po e lo Scul-
rammo
tenna.
E primieramente,
la
interrogando
le
et pi lontane,
,
ci
sforzammo
di
diradare
sero
i
mostrammo
quai fos-
un popolo
tramutasse; e quale ebbero origine, incremento e termine le varie citt e castella che sorgevano o sorgono sul suo terreno. Dicemmo poscia degli ultimi imperadori che In Ravenna dimorarono, dicemmo
nell'altro
che
succedettero
venuta del magno Carlo. Indi, varcalo il millesimo anno e ad un'epoca pervenuti pi grande e pi memorabile raccontammo come la Romagna costituissi in repubblica come a poco a poco andasse soggetta all'Iniquo dominio di parziali tiranni; e come finalmente da cos lunghe
alla
,
,
agitazioni
si
riposasse.
Vedemmo
allora
di
come
Romagnuoli
rinvigoriti gi
d braccio e di
forti
cuore, impugnando
di
nuovo
le
le citt,
dell'autorit
che sfuggiva
ordine di cose
mano agli alemanni imperadori e un nuovo consolidarono: vedemmo come in quel secolo, che diede a
una libert il popolo fra non ben guarentita, ed antichi odii mal fondati: ed ora lacerato era Internamente da fazioni, da invidie, da peccati: ora cozzava col vicino, col fratello, col quale avrebbe dovuto invece stabilire vicendevoli patti di socnoi la luce delle arti e delle lettere, ondeggiava
corso e di
amore
vedemmo
,
infine
come
il
adoperava e non si accorse della propria rovina se non quando gi debole e disarmalo non polea pi porvi riparo. Cosi in mezzo a vicende quasi sempre tumultuose, in mezzo a lotte piene di sangue e a falli or magnanimi or vili, gingnemmo alla prospera et in cui viviamo. non Siccome poi sogliono pi contenti alla superficie delle cose
tanto
si
, i
,
scorgere nelle mezzane et se non che la popolare rozzezza e ferocia , la Ignoranza comune, il sacrilegio delle fraterne guerre e la brutale possanza
de'signorolli municipali, cosi noi
la
in esse con gioia la origine e ne esaminammo le condizioni civili, politiche e militari, osservammo come il popolo con lento passo procedesse al miglioramento della morale , dell' inlellelto e dell'industria; ne investigammo costumi, parie immensa della storia de' popoli afifinch ciascuno veder potesse ne'coslumi presenti il mirabile anello che li congiunge a quelli delle et che gi furono e nel passaggio da un secolo all'altro descri-
cercammo
:
vemmo sempre
arti.
lo stato
progressi
alla
Per
tale
maniera,
innalzando
quel
,
monu,
mento
noi ad
storico di cui
mancava per
di
colpa degli
slessi
non paghi
dalle
un vano esercizio
eloquenza o ad
arliflciali
splendidezze
190
qaall snol risultare
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
un
Inutile allettamento e
di
lezione
principalmente
grandi
ci
proponemmo
far si
che
avi
educati a
patimenti, ed anfatti ed a grandi sventure, le loro eccelse opere, che colpe, fossero fonte ai nepoll, pi che di diletto , di civile ammaestramento tale essendo il sublime scopo a cui dee guardare la storia eterna
; ,
mal nota
fin
ma
agi' Italiani
ai
nazione,
quali o parola di
lei
Tate
il
nostro divisamenlo
riusciranno
memmo. Ben
cosi
grave fatica,
,
gradile, non
Romagnuoli soltanto,
.
ma
Antonio Vesi.
Storia d'Italia
narrata
,
al
Popolo Italiano
,
da Giuseppe La
coi tipi della
Farina. Firenze
Una
PoligraQa Italiana
Ga-
era
fatto riprodurre
seguenti passi
,
che da noi si annunzia, non sar opera esclusiva di dotti: spoglia la grave toga di un'arida erudizione, deposto il pallio compassalo de' retori, narrer con semplici e calde parole gli avvenimenti di questa patria comune cercher in essi le riposte cagioni pi che le apparenze; tenter seguire lo sviluppo delle idee; insegner ad amare, a venerare, a compiangere questa Italia nostra, nella quale le invasioni barbariche le discordie municipali, le guerre eunuche de' retori, non son giunte a spegnere la fiamma del genio il sentimento del bene , la divina
d' Italia
; , ,
La Storia
Muoveremo
la
colla
quale
crediamo cominci la vera storia del popolo italiano, e la condurremo fino a' tempi attuali. Tela estesissima nella quale s' intrecciano tutte le forme
politiche dal dispotismo airanarchia, tutte le gradazioni religiose dal bigot-
tismo
leone
all'
ateismo
teocrazia
alla
laicocrazia
Magno
si
come meteore
pi grandi
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
civile;
191
Alefer-
torneo sanguinoso
,
nel
manni
tilit
vaga
della terra.
a Storia sar
d'
arte
n col consiglio
perch coloro i quali si appoggiano alle proprie passioni in ogni cosa trasvanno. Nostro scopo narrare il vero; non sar e libri e documenti falli sieno attinti alle fonti nulla trascurato perch
di
vituperare o di lodare,
ed archivj tutto sar messo in opera per far cosa utile a questo popolo italiano , del quale molti parlano e che pochi conoscono, perch pochi han
voluto
gioia
,
mano
,
sul
cuore
e sentire
palpili della
sua
speme
M.
il
il
Torino
uscito
Sardegna, del prof. Goffredo Casalis ec. presso G. Maspero e G. Marzorati 1845.
di
,
,
Re
ec.
fascicolo 51
in cui si
a Novara, e si contengono preziosi particolari sugli antichi statuti della medesima e sugli ordinamenti con cui ella governavasi al tempo della sua Indipendenza politica e alcuni cenni sulla sede vescovile, e sui due cleri di fra S. Maria Maggiore e di S. Gaudenzio, e le notizie degl' illustri Novaresi Albertino da Canobpi antichi dei quali risplendono Pietro Lombardo
,
i
bio,
il
Campano
,11
il
Filargio: e fra
pi recenti
il
Tornielli,
il
Paletta,
il
Mossotli
la citt di
yoin descritte
provincia del
loro particolari
con l'accuratezza
la
dottrina propria
ragguardevole Sardegna, compilato con egual diligenza e con pari erudizione. Ci dolce vedere che l'alacrit del Casalis in opera di tanta
Regno
di
alla
mole e di tanta fatica non vien meno un momento, e pi che si appressa meta diventa maggiore {Gazzella Piemontese, N.^ 93 del 1845).
,
del conte
Fase
))
XLVI.
LIX.
Disp.
II.
ed
I.
ult.
P.
II
ed
ult.
Saocto Carolo
Cardinali
jussu
undique diligentius
Pontifcis. Edilio
cum
privilegio
Summi
192
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
novissima atque coeteris omnibus antecedentibus locupletior
,
jussii
Tomi duo
pariter
in 4.
permagno
duo liabebunt.
delle arti cristiane primitive nella metropoli
Monumenti
seppe
dini
L'
,
del
Marchi D. C. D. G.
editore
alla luce
in Ire parli
Roma
1845
,
Clemente Nar-
proprietario.
:
Architetlura
mese ne verr
un
fascicolo conaposto di
la
due
fogli di
slanapa e di
ti
di
romani 75
Il
sesto dell'ediIl
zione in
4.''
real grande,
nu-
mero
dei fascicoli
il
n maggiore quindi
di
di
45 scudi
romani
prezzo intero
opera.
Le spese
annum
1584, continuati
Stanislao
Melchiorri
de
,
Cerreto.
Anconae
di pag.
,
ex
588.
typographia losephi Aurelii 1844. in Forma il Tomo XXI di lutto corpo degli Annali
il
f.**
del Minori
In con-
tinuazione
al
Wadding.
Memorie
cani
Arti
Domenile
scritti
intorno
Belle
Firenze
di
1845
455.
in
8.**
Voi.
I.
pag.
di
Storia
Spagna
dall'
;
epoca
pi remota fino
al
1809
di
lohn Bigland
fino ai
prima traduzione
pubblicati
italiana, e continuata
nostri giorni.
in 8.
Sono
fascicoli 1. 2.
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
OPERE TERMINATE.
Elogio di Gio. Batista Caccialupi de' Conti
della
193
Truschia
XV,
scritto
Tip. di A.
Man-
18M
in 8. di p. 36.
delle
L. 7, presso
render conto
Capitoli
:
in
lavoro dell' egregio Cav. Provana l'Appendice una delle susseguenti dispense. Ecco frattanto la nota del
I.
la
Origine e primi
fatti di
Ardoino.
medesimo argomento.
verso
il
V. Continuazione e fine
le
dello slesso
ma.
Roma
Sue vittorie alle Chiuse dell'Adige (1002). Vili. Fondazione del monastero di Fruttuaria. Arrigo II re di Germania scende in Italia. Tradimento di Verona. IncenIX. Ricerche sovra fatti del re Ardoino dio di Pavia (1003-1004). dopo l'incendio di Pavia. Oberto II. marchese della Liguria (1004-1010). X. Condizioni delle citt della Toscana regale. Gare tra Pisa e Lucca. Cose di Roma. Giovanni figliuolo de! Console Crescenzio vi creato Patrizio.
del secolo
X.
a re d'Italia.
Stato delle fazioni sotto Benedetto VIII S. P. (999-1014). zione imperiale di Arrigo re
tuaria (1014-1015).
di
Germania. Sommossa
fatti di
in
Roma
questo re, e sua morte in FrutXII. Conseguenze della morie d'Ardolno. Vendette
de' Tedeschi. Prigionie, confische, esigli. Origine dell' ordine degli Umiliali,
inediti).
Della condizione
de'
Romani
vinti
dai
Longobardi, e delle
Troya. Edizione se-
argomento. Discorso
di
di
Catrlo
Milano, 1844;
25
^, ,
194
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
agli estensori della Gazzetta d'Augusta. Italia,
NovemNa-
bre 1844
p. 74.
,
libro
uno
di Luigi
Volpicella.
1843. Tip.
;
di G.
Golavita, Strada
Montesanto,
n. 11
8.**
di p. 54.
Proemio. Gap. I. Origine del Diritto di Albinaggio. Gap. II. Del Diritto di Albinaggio nella Francia. Gap. MI. Del Diritto di Albinaggio in Italia. Gap. IV. Del Diritto di Albinaggio nel regno di Napoli. Gap. Y. Gonchlaslone.
L*Abbaye de
S.
Crozel-Mouchet
chanoine
de
de Pignrol.
Pignrol
1845
nouvelle imprimerle
Joseph Lobetti-Bodoni.
Sul Sacco d
Roma
dell'anno
,
MDXXVII,
,
ragguaglio storico di
Iacopo Bonaparte
gentiluomo samminiatese.
1844; in 16.
di p.
Milano
xxiv-104.
Vi una prefazione di Francesco Gusani , ove parlasi della questione ancora non ben decisa intorno al vero autore di quest'operetta, da alcuni attribuita al Buonaparle, altri a Francesco Gu/ccmrdmi ed altri a Luigi Guicciardini.
Bologna,
al civico
magal
giore
Sassi
;
(della
famiglia Hercolani).
,
Volpe
1845
Biografla del Cav. Canonico Rinaldo Rosati scritta dal Professor Pietro
anno
Mantova
raccolto da Stefano
e
Gionta
notabilmente
accresciuto
continuato
sino
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
air
195
anno
MDGCCXLIV
Mantova,
8.**
di
pag. viii-382.
Commentario
Raggi.
Bessarione
;
di Oreste
Roma
Tip.
Monaldi
1844
pubblicati per la
Giacomo detto della Marca, prima Messa del Sig. Ab. Don Antonio
S.
,
Romandini. Ripatransone
Narrazione
dell'
,
Tip. Jaffei,
1844
di pag. 12.
novesi
Genova,
Almanacco
pel
di Serafino Pucci.
Dell' architettura in
Vicenza
Padova
Tip. del
Seminario
1845
in 8. di pag. 64.
,
Compagnia
Nobile, 1845.
mente VII, col Cardinale Agostino Trivulzio, dell'anno MDXXVII decifrata e pubblicata dal March. Filippo Gualterio. Torino, Stabilimento Fontana, 1845.
,
Nel Rlcoglltore Universale, Giornale di Genova , nunaeri 8 e 9 del 1845 v' un articolo del P.Carlo Grossi su questa corrispondenza.
Saggio sui
dialetti Gallo-Italici, di
B. Biondelli.
MWanOy
presso
G.Bernardoni, 1845;
Intorno a Vittorio
in 8.^
,
duca di Savoia e alle sue gesta pi memorabili. Discorso da Pompeo Litta, letto nell'AduII
Amedeo
nanza
Di esso
si
dell' I. e
R. Istituto Lombardo
di
Scienze, Lettere
ed Arti.
rende
conto nei fascicolo 28 e 29
del
Giornale
dell'
IsU-
1845
a pag. 27.
196
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Liutprando vescovo e
8.^ di pag. 32.
,
Opere storiche
nerva
Volarne
I.
,
di
C,
1844. Volumi 2.
Prefazione.
Sguardo
alla
,
storia
Epoca prima gli Etruschi. Epoca seconda Roma. Epoca terza, Medio Evo. Epoca quarta Terzo Evo. La Lega Lombarda narrata e considerata. Prima Lega Lombarda, 1152-1190. Seconda Lega Lombarda, 1226-1233. Dante e la Divina Commedia (Capitoli X). -- Il castello di Monlegalda. La Rcca di Pendice. Sulla festa della Rua in Vicenza. Volume II. La Repubblica e Carraresi Storia Padovana con Appendice (Cap. Vii). Gli Svevi gli Angioini e il Vespro Siciliano, 1183-1282 (Cap. VI). Petrarca sua vita e scritti (Cap. IX). Storia di Masaniello (Cap. VII). Della storia di Padova e de' suoi scrittori antichi e mo,
i
si
Galleria
del
Belvedere
,
in
Giuseppe Campori.
dalla
I
due gruppi
di S.
di
Marco
,
Venezia
,
esaminati e descritti da
Em-
manele
Venezia
Cicogna
tip.
nelle
,
nozze
,
Todros-Treves
8.**
Bonfili.
Merlo
1844
in
di pag.
29 con 4 ta-
vole in rame.
Storia dei Principj della Legislazione
,
di Vincenzo
Lomonaco
in
8.^
accademico Cosentino
di
ec.
Napoli.
Napoli
Tip. Azzolino,
1844,
di
pag. 365.
La
Romana
,
Basilica di S.
Marco,
recentemente scoperta
signore Domenico
descritta ed illustrata da
Monec. ec.
Bartolini
,
cameriere di
in 4.* di pag.
S. S.
Roma
tip.
Puccinelli
1844
56 e 4 tavole
acca-
litografiche.
(Dissertazione
demia romana
di
di archeologia).
Brugnato. Genova
tip.
Ponthenier
1844
in
8.**
di
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Nuova
illustrazione dell' antico Piceno
, ,
197
Sea
secondo Plinio
niore
lettere
all'egregio
sig.
Francesco
Angelini
Roma,
di Carlo Arduini.
Ripatransone,
tip. laffei,
1844,
in 8. di pag.
40 (Tre
lettere,
via Salaria).
Memorie
colte
prefetto degli
Ar-
chivi
Roma
Bourli
tipografi di
Propaganda, 1844.
Memorie
Marca
d'
Ancona,
Fermo
di
tip. di
L. Giferri
1844
,
San Bellino
vescovo
di
dell'
dell'opera
.
Cenni Storici
tip.
sulle
famiglie
di
Padova
Padova,
super
,
della
Minerva, 1844,
geniloris
in 8.
di pag. 16.
Petri Allegherii,
Dantis
ipsius
in
Comoediam
editum ConVincentio
,
Comraentarium
silio
nunc primum
I.
,
lucem
,
et
sumtibus G.
curante
Piatti
Nannucci. Florentiae
in
8.**
apud Guilielmum
1845
di pag.
xxxi-741-clii.
Lettera di Lord Vernon.
Ad un
Dante e
illustre
Camaldolese,
di di
Di Pietro di
del suo
vazioni del P.
Commento
servili alla
celeberrimi
Domini Petri
Alle-
genitoris
Comoedia.
si
nel
Commento
e che
travisati.
Commento.
Errata-Corrlge.
Monumenti
in
dell'
distribuiti
ordine
di
materie
interpretati
ec.
ed illustrati
dal
Doti.
Ippolito Rosellini
Parte
III.^
Monumemi del
8.*
Culto.
Tomo
unico.
,
Pisa, 1844,
in di
di pag.
392,
presso N. Capurro
con un atlante
tavole.
Volume
198
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
postumo
,
del
e del Prof.
Flaminio Severi.
riproducemmo
della
i
A
menti
quale era
della
annunziala
la
pubblicazione
Terza
Nubia
e delV
EgiUo contenente Monumenti del Cullo; la qual per la slampa , dovette rimanere ancora
suo autore, Cav. Prof. Ippolito Roselllni. per cura dei signori professori
,
morte
dell'illustre
Ora
ci
Francesco Bonaini e Flaminio Severi deputati a dirigere e sorvegliare la slampa del manoscritto e la Incisione dei disegni questo Tomo uscito
,
pubblico il compimento dell'opera laboriosa dell'amato Collega sono dichiarale da loro medesimi
alla luce.
le
L'ordine e
norme
al
in
un avverlimento che noi crediamo del proposito il recitar per Intero. La pubblicazione che annunziammo delle ultime dispense dei disegni,
Monumenti
dell'
Egitto e della
Nubia, illustrati dal fu Cav. Prof. Ippolito Rosellini , viene ora in pubblico secondo le cose le quali furono da noi promesse correndo l' anno milleottocento quarantaquattro. Due sono le dispense dei disegni che si pongono in
numero dei quattrocento disegni Le tavole che fanno parte delle ultime dispense sono quelle stesse che l' illustre Autore poco Innanzi la morte aveva all' uopo di per s preparale. Mancavano vero in alcune le
la
luce:
i
XXXIX
,
la
il
iscrizioni geroglifiche;
tafoglio,
ma vennero
lui
por-
e inserite
ai
sembr che
La
Monumenti
di
del
trattare,
viene fuori
dell'opera.
in un bel volume di circa quattrocento pagine che il nono Avvertivamo gi nel manifesto che l'Autore istesso ne aveva
,
il
ultimi
ne rendevan
com'
com-
anche questa terza parte del suo lavoro, la quale quantunque apparinondimeno ci sca mancante della fine e lasci senza illustrazione pi tavole parve che secondo il proposito dell'Autore dovesse, cosi quale essa divulgarsi come compiuta. Per le cose sin qui discorse manifesto come noi che ci togliemmo il carico di pubblicare la parte postuma di quesl' opera celebratissima , ci Siam limitati a porla in luce quasi in quello stato in cui gi si trovava di sempre aderendo ognora al fatto o alla mente del defunto collega chiara ed amata memoria contenti di provvedere a quella maggior correzione letteraria e tipografica che per noi poteva procacciarsi. Ora a compiere il numero dei volumi dall'Autore promessi altro non manca se non il decimo il quale secondo le ultime determinazioni di lui devesl comporre
, , , , ,
di indici generali
e ragionati, cosi dei soggetti rappresentati nelle quattrodelle materie discorse nella illustrazione delle
,
cento tavole,
II
come
medesime.
istesso
addetto nella
ricev
dall'Autore
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
r Incarico
blicati.
199
di
compilare
tali Indici
Speriamo con ci che le nostre core rlosciranno graie a quanti seguono quali nella morte immatura del cav. della veneranda antichit Prof. RosellinI deploravan pi ch'altro la Imperfezione in che lasciava la cui sagrific il grandiosa opera del Monumenli dell' Egillo e della Nubia lamenti, crediamo che flore dei suoi giorni migliori e la vita. E cessando
gli sludil
, I
vorranno tributare encomio all' ottimo Principe della Toscana , Il quale da un lato promuoveva l'opera del RosellinI Inviandolo come capo della scientiflca spedizione In Egitto, veniva per l'altro magnanimamente ad agevolarne il compimento, concedendo ogni pi largo sussidio alla pubblicazione ancora del postumi volumi di quest'opera insigne .
se
Monumenti
dal
di
Sacre Scritture;
8.**
di
C. Cavedoni.
Modena,
I
1845,
in
di pag. 75.
(Estratta
,
Tomo
delle
Memorie
di Religione
Morale
SCRITTI D
Sul primo
volume
Rondoni,
articolo
stampate
del sig.
nell'
con prefazione
leggesi
un
Carte, nel N.
Sulle
De Mas-Latrie allievo della Scuola delle 28 dell'Edio du Monde Savant; Avril 1845.
Gino Capponi
:
prime due
dei
lettere di
Longobardi in
,
Italia.
Della dominazione
di
Articoli
,
Giulio Rezasco
neir Espero
Giornale Genovese
Artieri.
I
N.'
14 e 15 del 1845.
,
G. Carvaro
II.
inserito
nel
ann.
(Aprile 1845).
Da
Causa terza:
tuto
Lombardo
resone conto
1845
pag. 13.
200
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Articolo di Luigi Ferrano nell' Appendice della Gazzetta
Privilegiata di Milano
,
N. 59,
anno 1845.
fonti
>
e di alcune
inse-
Accademia delle Scienze di Torino. Serie seconda, Tomo VI, 1844. a pag. 231.
Memorie
della R.
Esame
di
ai
Piemontesi che
alla quinta
,
agli
Amadeo IV furono
,
Memoria del Cav. Costanzo Gazzera inserita nelle Memorie suddette a pag. 241. Notizia di un inedito documento dell' archivio vescovile d'Ivrea concernente ad una donazione fatta alla dell' anno 1094 chiesa di S. Maria della stessa citt da Umberto figliuolo di Amedeo; del Cav. L. G. Provana, inserita nelle MemoCrociata.
,
rie suddette
a pag. 315.
Prossima pubblicazione.
Archivio Dantesco
inediti
,
ossia
Raccolta
di
documenti
,
editi
ed
delle opere e
del secolo di
Dante
collaborazione
italiani e stranieri.
Quest'opera della quale saranno pubblicati ogni anno 2 volumi In 8., conterr le seguenti materie di 30 a 36 fogli ciascuno , a dispense 2.*' Scritture inedite l.'' Articoli originali, scritti dagli eruditi Danteschi 3. Ristampa cavale da' Manoscritti delle Biblioteche pubbliche e privale
, : ; ;
analisi
4.'^
dei migliori
scritti sul
Dante,
pubblicati
nei giornali
;
d' Italia
Traduzione
Il
S. Analisi critica e
moderne.
raccolta
,
modo
di
pubblicazione
di
questa
in
il
prezzo di essa
nomi
dei collaboratori
saranno Lutati
la
verr
alla luce.
Frattanto
flco-Letterarlo di G. P. Vieusseux.
APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO
11
p. Voi.
11.
26
NOTIZIE
DI
ISABELLA. ESTENSE
MOGLIE
A FRANCESCO GONZAGA
AGGIUNTIVI
MOLTI
SI
RIFERISCONO
ALL' ISTORIA Di
MANTOVA
NOTIZIE
DI
JLjodovico Antonio
coscienzioso
degli
Muratori
diligentissimo
la
storico
scrittore
narrazione
Annali
secolo
XV
osserv
che
il
pubblico stato
delle
non gi
le
privato
d'
avrebbe da alzare
nato
mani
al cielo e
sere
me
finora
descritti
Miravansi
,
che
i
principi
lor
sudditi.
Oggid
moderati,
benigni,
clementi trovia,
mo
e guerra
i
senza legge
andando ordinariamente
incendii ed ogni
altra
in
saccheggi
g'
sorta
ribalderia.
l'
abbiamo
Italia
que
di
non comuni
volont o di
ragionevole
rea
intenzione
accagionarlo,
ma
sibben ripu-
chiarire
inediti
,
un brano
d' istoria
italiana
con
documenti
affatto
e correggere la natura
il
giovare potesse
,
prescie-
gliere a
tema
la
Marchesa Isabella
, ,
206
zaga
,
NOTIZIE
perch virtuosissima donna
;
1539
che
Mantova.
Degli Estensi.
E
del
quali
a giudizio
Muratori
da
tranquillo possesso di
quel paese
di estendere la
,
animi
ebbe
la libert
,
dopo accaduta
la
morte
di
Gulielmo Mar,
cheselli
il
quanto
Cos
le
mene nascodi
r anno 1208
ad accontentare
animo intemperante
quali preludii
Az-
titolo di
chiaramente
a cui eransi
manifestando
g' indizii
da Este.
che
il
titolo e l'autorit
si
non so-
ma
eziandio, per
e Reggio.
Modena
( 1 )
Rerum
(2)
Gubernalor
ci
goliis providendis el
emendandis
reformandis ipsius
bilrium voluntalis.
DI
ISABELLA ESTENSE
i
207
pi
alti desiderii
Borso figliuolo
Augu-
chiamato oel 1452 duca di Modena e Reggio e dal pontefice nel 1471 duca in Ferrara (1). Al quale Borso successe
sto
il
fratel
,
suo Ercole
I,
a' diciotto
gli Estensi e
Gonzaga.
stretti si fossero
Niccola
;
Gonzaga
tut-
covavano fra loro inimicizie e rancori, mossi dalle cagioni che or brevemente accenneremo. Morendo, Tanno 1439, Leonello da Este, test nominato, lasciato aveva Niccol suo figlio, il quale, molto amato essendo dal duca
Galeazzo Maria Visconti e da Lodovico Gonzaga, coir aiuto di
questi pretese a dominare
in Ferrara, a dispetto di Ercole e
stati
Borso suoi
zii;
favorire
Gonzaga
di pi oltre procedere,
ma
ritrarsi
(2).
Frat-
Mantova presso
il
cognato, atten-
dendo pi propizia occasione a riuscire nel meditato disegno; mantenendo intanto segrete pratiche coi suoi amici e facen,
do raccolta
di
gente.
Quando,
III
si
a' tre
ti)
L'Imperatore Federico
Si
vegga
il
Documento
I.
abbiamo seguito
il
avvertendo che a diversa cagione attribuisce lo Schivenoglia l'avere Niccola allor rinunciato a quel suo proposito. Vedi il Documento li.
208
dogli
esser venuto
il
NOTIZIE
momento opportuno
condusse in
contro
lui
,
con
settecento
il
fanti d*
improvviso
vi
si
Ferrara
suscitandovi
le
popolo a ribellione;
e la plebe
,
ma
movendosi e
soldatesche
rimase invece
,
suoi
monchi o monocoli miseramente si fecero per comandamento del duca ed ai Mantovani, infine, che aiusalutevole ricordo, o
;
il
riscatto (2).
d'
Pareva naturale
queste due famiglie
di parentado, soliti
inimicizia
privata
Ma non
quali
,
cosi
avvenne
le
mai da comuni affezioni furono per sempre mosse da vizii e da desiderii conformi. Ambedue con lunghe arti con nascosti maneggi con tradimenti ed altri delitti usurpato avevano podest di dominio sul popolo ambedue i sudditi e la loro prole istessa sprese unite
non erano
state
sete di
regno;
,
onde
mene
e
la
politiche
alle
supposte ragioni
di stato
e l'uma-
nit
sacrificarono.
infatti
bene
voluto avevano
i
Gonzaga
quarto
di
Mantova
l'anno 1391
(1)
lo Schivenoglia. Si vegga il Documento III. Che Gonzaga pigliassero parte in questo sporco negozio raffermano documenti e le istorie (Cronica di Ferrara, Tom. 24. Rer. Italie. Script.); ma pure lo negano cronachisti di Mantova, sempre Inclinati a lodare quei dopo loro marchesi. Infatti e lo Schivenoglia ( Docum. IV ) , e l'Amedei
tenne conto
(2)
avere esaltata la piet religiosa di Lodovico Gonzaga, ci vorrebbero far credere ctie senza il consenso di quel signore , i Mantovani si mossero ad aiutare Niccola da Este nella spedizione contro Ferrara.
,
, ,
DI
dicotto
ISABELLA ESTENSE
,
209
,
Maggio 1425
,
sua moglie
al carnefice.
quali due
intesero a vendicare
;
una
vera
ed
ad insulto, mostrarono
del
di
piangere
la
morte
di quelle vittime
loro
furore.
Tanta era
tristizia dei
!
tempi
tanta la
infamia
non deve
gnore
di
se
dopo
e
,
le
pratiche
di
ostili
corse
fra
il
si-
quel
a quattordici
anni
promesso
contava
sposo ad
di et (1).
le
Isabella
che appena
sei
ne
in-
dei fidanzati
il
bene
(e
ci soprattutto
importava)
vi
presiedette
minanti famglie.
Che
il
vicini pi che
allora in
gli antichi dissidii fra due principi tanto mai apparve cagione di perniciosissimi effetti popoli mostravano volont di sottrarsi dal cui ed
i ,
mantenere
ed
altri
il
viepi
domi-
Al che viepi
spingevano
sione di Galeazzo
e quella di
nel 1478.
di
Firenze
avvenuta
eh'
erano
il
ad
ambedue co-
muni
dall'
avevane
signor di Ferrara,
offese e deporne gli odii. Che gi fino mal occhio veduto aveva Venezia essersi Ercole Estense congiunto in matrimonio ad Eleonora figliuola del re Ferdinando di Napoli, a quella repubblica tanto nemico,
per dimenticare
anno 1472
di
la
litgi.
modi rimessi
le
umili scuse e
le
(1) SI
(2)
zaga
si
vegga il Documento V. La Intenzione (Jl pubblica mente mostrare come gli Estensi ed Gontenessero fra loro legali da concorde amicizia, ben la dimosira una
i
SI
vegga
II
Documento
27
VI.
Si
vegga
il
Ducumenlo VII.
Ap
Voi.
U.
210
NOTIZIE
gli
agli Estensi.
signor di Ferrara,
eh' egli
cercasse di collegarsi
,
ad
altri
ca-
e che sopra
;
molti parer
quegli
(1) e
dovesse utilissimo
il
marchese
di
Mantova siccome
animo
(2) dal
le
intercedere che
l'effetto;
il
papa ed
Venes\
Ferrara
)
;
fiera
Muratori
i
e dalla
quale
anzi grave
Mantovani
(3).
Ora, a chiarire
il
discorso,
non possiamo tacere dei signori la nostra Isabella. Il morto Lodoquinto fra' dominatori Gonzaga,
marchese
fu
,
secondo che
figliuoli (4)
,
si
intitolasse
lasciato
aveva cinsei
que
de' quali
Federico
costui
tenne
per
anni
il
governo
di
Mantova.
destinato
succedergli
il
cose
ed avidisnei
imperare
sugli
altri
quali perci
mantenevano
vegga il Docuraenlo Vili. Papa Sisto moslravasi grato ai marchesi di Mantova per avere il cardinale Gonzaga fatta opera, onde a lui e non ad altri toccasse la tiara. Si vegga il Documento IX. accenna nelle ultime memorie che lasci scritte (3) Lo Schivenoglia alcuni dei danni patiti dai Mantovani. - Si vegga il Documento X.
(1) SI (2)
,
,
(4)
Documento XI.
DI
loro proposili
ISABELLA ESTENSE
feroce,
211
valor delle armi
i
una ostinazione
e al
associavano tradimenti e
delitti.
perch
popoli,
da lungo
mancavano
di stimoli e di
im-
prese a cui
loro padroni
miravano;
cos costoro,
con diso-
danno gravissimo della nazione, al triste partito di chiamare in Italia le armi straniere, a cui commettevano la propria salute e la rovina dei proprii fratelli. Parve per che fra questi signori alcuni mal sopportasnore e con
sero quest'infamia.
E Francesco Gonzaga
(1),
a que'tempi fu molto
in combattere. Infatti,
quando Alessandro VI
con Napoli
,
litigi
il
,
massime
di
Lodovico
;
Vili
(Muratori)
questi
ma
con animo
le
stesso
1'
Romagna, commettendovi
Faenza e Forl, posero
con sembianza
nite; e vinte
campo
in Toscana.
En-
di amico, alteramente vi
Capponi
entusiasmo
armi straniere,
dimostrando
il
inondarono
eh' era
il
reame
di Napoli.
Perloch
il
Francese
g'
venuto unicamente
a mettere
giogo a
,
tutti
Italiani j perci
/.
Veneziani
e
Massimiil
liano
Imperatore, Ferdinando
Spagna,
Lodovico
(1)
Il
la
medaglia
Gonzaga in favore
212
NOTIZIE
(che della sua balordaggine s'era infin ravveduto)
di
, ,
Moro
tratta-
Francia
a
de'
Muratori
);
nella quale
eletto
capitano
generale
dai
Veneziani. Sbigottito
il
giovane re
,
stamente ripassare
Napoli
,
le
Alpi
e lasciato
un buon
i
presidio l in
territorio di
Parma.
Ma
,
quivi
1'
attendevano
del
collegati; e quivi
,
Francesco Gonzaga
Italiano
di
a'
d sei Luglio
1495
combattendo
il
valore
per
cui quella
nobile
e
impresa
dette
al
marchese
di
Mantova fama
di forte
temuto guerriero, e
(1).
caldo
Non
nel regno
Napoli
combatteva
salute
si
Francesi, e d'onde, da
Veneziani,
Gonzaga con
;
titolo di capitan
armi Imperiali
repubblica
poi
,
nuovamente acconciatosi
torn per essa
a
1501 colla
i
Veneta
combattere contro
s
Francesi
tabile
,
in Sicilia.
Di pensieri e
di
affezini
spesso
,
muII
,
sempre
sedotto da
si
una
trista
ambizione
di
alla
servendo
masfu
simamente
dano
e
vi
presso
ripe del
si
Garigliano
onde
Gaeta
Quale
fosse
tenne
in
domestica
pace fino
all'
anno
1506
nel
(1) Si
vegga
scrisse su questo
Documento LXV \nche Antonio Averoldi da Cremona argomento alcune poesie latine, le quali, sebbene rarisriferiamo, trovandosi stampate dal Braglla in Mantova al 1788
il
.
per nozze.
V. ancora
,
gli
,
stampati
,
Storico Italiano
Tom. VII
le
dove
prove
valore
di
Francesco Gon-
DI Bologna
ISABELLA ESTENSE
Bentivogiio, e
ridusse
la citt
213
serva
al
Giovanni
non
si
(iis-
in poter
ridusse
il
sua carriera
genito
(3),
il
(2).
lui
quale,
all'
quando Leon
con
papa
fece palese
il
bel ser,
vigio prestato
merc
(
della
);
lega
contratta
eletto
,
gli
Imperadore
,
Muratori
venne
a ca-
Milano
ed
francesi (5).
Ne
altre
di
Man-
Gonzaga
sua vita
all'
anne-
no 1540
gozi!
(7).
altri
che in particolar
,
modo riguardano
cessarie ci
dopo avere premesse queste notizie che neparvero a chiarire il discorso, intendiamo adesso
e
a parlare di Isabella
(1) Si
Gonzaga.
(2)
(3)
(4)
Docomento XIII.
Cosi narra Benivolo da Pielole nel suo poema che non fu mai pubblicalo. Documento XIV. (3) VEquicola, che, come suo segretario, segui il marchese Federico In questa spedizione guerresca , ne mantenne memoria in una iscrizione incisa
nei
marmo,
(6) (7)
(8)
e che lullodi
si
conserva presso
il
santuario di Nostra
Donna
delle Grazie,
poco lungi da
questo intendimento
,
soddisfare
documenti compresi dal N." XXI al N. LXIV i quali diligentemente da noi furono trascritli sopra gli originali che si conservano presso la Real Biblioteca di Mantova.
214
NOTIZIE
Narra V Equicola, vissuto
fino allora alla corte io Ferrara,
al
maestro
che
alla Estense,
Gon;
denaro
3,000 in
gemme
ed arredi
e
((
don una carretta messa a oro, foderata di panno d'oro, con quattro cavalli stornelli, ed un bucintoro indorato col quale in mezzo ad altri quattro bucintori e cinquantuno navigli fu condotta a Mantova dove si fepadre
le
,
e dove ne
venne
nel!'
an-
no 1490,
signora,
tero
di
dieci anni
stata
le
di
ammollire l'animo
al-
del suo
il
riverente affezione
la
ma
ancora poterono
pronta mostrossi
dal suo con-
simamente
d'
suoi
soggetti
a cui sempre
(2).
intercedere grazie
o favori
,
mercarsi
sorte questo
amor
rispettoso
molto giovarono
,
gli
umili modi
e rimessi
e che
N tard molto
legrato
al
il
fosse
1509 divenuta era gi madre di sette figli, dei quali tre furono maschi Federigo cio che poi successe nel domi;
nio di
forte
(
fu cardinale
e Ferrante,
quel
della
fazione
imperiale
nelV Italia
superiore
Botta
la
di
cui
fama
di valoroso soldato
fu poi
mac-
uomo
rapace
Quanto
di
femmine, Eleonora divenne moglie al duca Susanna al conte di Golisano Livia ed Ippolita si monacarono in Mantova. Della tenerezza con cui la nostra marchesa am sempre i suoi nati offrono prova le lettere
alle
,
Urbino
(1) SI
(2)
vegga
il
Documento XVIII.
,
che tallodi si cond' Isabella al marito volgono che a raccomandare ora questi ed or quelli, od ad intercedere altrui qualche grazia o qualche perdono ai falli commessi.
Moltissime lettere familiari
,
servano
si
DI
scritte al
ISABELLA ESTENSE
,
215
afifetlo
s
marito
(1)
un
sem-
plice s naturale,
la
Ed ancora
della
con
(c
non potr essere tanto grande, che il discepolo non ne sia ben degno . Ma dalle famigliari occupazioni,
lei
da
interamente a
lei
confidati dal
quando per le militari imprese s'intratteneva lontano, e quando per lungo spazio di tempo fu tenuto prigione dai Veneziani. Nelle quali pratiche mostr la Estense avere
moltissimo a cuore
Italiani (2)
;
la
gloria
della
nazione e
ai
l'
onore degli
d'
misteri
in
una
scoprendo
essa
il
certi
di cui
forse
non
si
era stato
mondo neppure
marito.
Quantunque
mestica casa
via
al
il
,
poi
facendosi capo di
suo
cuore
quali pi gratamente
premesse sventura.
Di
ci
quando Giulio
fatto
suo fratello
(creduto bastardo)
bellezza di lui
,
fu nella
il
persona
sfregiare
dall' altro
tempi
!).
accuse, Giulio
(1) SI
veggano
LXX
LXXI,
,
veggano Documenti XXVII e XSVlll. Se ne ha indizio dai Documenli XXXVll XLl e LIX. Che anzi Francesco Gonzaga, suo marito, nell'atto di ultima sua volont, disteso il 29 marzo del I5l9, affermava di aver conosciuto in Isabella sua moglie un ingegno maraviglioso capace di qualunque difficile ed alta impresa.
(2) SI
(3)
,
,,
216
si
NOTIZIE
in
Mantova presso
vedere
il
Isabella
la
quale
dipoi
tanto
si
dolse
in
marito
per
duca
so in prigione.
1'
influita
,
provava della
in
onor della
e da
Benve,
dette
due orazioni
pure
che
,
frate
Batista
Spagnoli
ne
componesse
il
in latino
la quale ebbe a riferirla una terza venuto r anno 1502 il fratel suo si
,
Zambolti. Quando
strinse in
affidarle
matrimonio
l'incarico di
volle
il
padre
occasione
quali feste
gli
ella
marito
fatti
chiaramente apprendiamo
allora
e
i
spettacoli
di
fossero
et
e
in
Ferrara
;
usi e
costumi
quella
dei principi
come
narra V
stati
istoria (1).
,
Che
nozze essere
,
dovevano
mariti
il
e
eli'
il
sapersi
da ognuno
colla
come Lucrezia
morte
l'
di
tre
eh'
ebbe,
dall'uno
il
,
sciolta
fratello,
da un altro
pontefice; e
come
fosse figliuola
ad Alessando VI
sedia
da prepotenti minacce
nodo
(2)
cagione,
anno 1514
e nel
1532
(1) Si
1
XXII
(2)
veggano LXXIII.
questo
Documenti LXVII,
si
LXVIH
LXIX
LXX
fi
LXXl
modo
,
esprime
infatti
su questo proposito
Muratori
l'ante ballerie
scere
furono adoperale per quesV affare , con far sopra tulio conomediatori che questo parentado portava seco l'assicurarsi dalVambi-
che gli Estensi condiscesero a tali del duca Valentino nozze. Si vegga il Documento XXXI. fu dato (3) Anche nell'anno 1304 Isabella si rec a Ferrara, dove le un religioso spettacolo, composto in un modo veramente curioso, e che da lei stessa descritto nel Documento LXX IV.
zione e dall'
armi
, ,
DI
Q
ISABELLA ESTENSE
e le lettere scrittele
la
217
lasci di occu-
Venezia
(1).
da Federico e
Italia
Ferrante suoi
figliuoli,
con cui
chiaro dimostrano
il
pens
la
Quivi
;
ebbe a patire
gravi timori
correre
gran
rischi
sendo
Roma
:
mese
di
maggio
imperadore e
nel
1529 Carlo
corona
f
anno 1527. Composti poi gli animi del papa, dapprima fra loro discordi, venne in Bologna, per ricevere da Clemente pondell'
tefice la
d' Italia.
il
Fra
al 1.
novembre scrive
f
da Este
illustrissima
:
marchesana
Mantova
con
le
sue assai
che
leggiadre damigelle
ricre gli animi
e bella,
Ferrara (4);^ il
la
marchesa abitava
Bologna
entro
il
palazzo
le
,
M anavvedatesi
accadde che
Mantova
,
destarono non
i
varii loro
(1)
Da Napoli
Infatti
scriveva
Isabella
Federico Gonzaga
Docu-
mento
(2)
LXXXIV;
e da Venezia all'Ariosto,
Documento XCI.
l'anno 1320,
(3)
Le circostanze che accompagnarono la dimora d' Isabella in Roma ci rimangono descritte dal Daino, testimonio di veduta, che
Gaetano Giordani
pontefice
Cronaca
la
venuta
dimora in Bologna
del
sommo
(4)
a pag. 18.
Documento LXXXVIl.
Ap. Voi.
11.
28
218
amatori
questi,
,
NOTIZIE
alcuni
de' quali
Italiani
ed
altri
Spagnuoli
di
la notte del
venti
,
marzo 1530,
diciotto ne rimasero
,
d'
improvviso
la
rumore
si
in
Bologna
molto dolendosene
,
nostra
Er-
e dappoich
vide porsi
sul
capo a Federico
la
ducale
ci ch'essergli
,
doveva fondamento
all'
di
maggiori
al
fortune
);
Isabella
imperadore ed
papa
operato aveva a que'fni, parve riconoscere nel proprio cuore ogni suo voto perfettamente compiuto.
domestica e
ne aveva
la
cagione
cos
maggio
,
scelti eh'
ebbe a compagni
cavalieri
parti da
Francesco Gonzaga
Tommaso
Strozzi e l'Andreasi
visitare
il
Mantova,
preziosi.
e se ne
Santuario
secretarlo
(1)
,
da essa marchesa
e dipoi
memoria
(2).
scritta
nel
marmo
patria
,
ne descrisse
latino
quel viaggio, la
cui narrazione fu
anche posta
alle
stampe
Reduce
in
feb-
ed
il
Questa
pubblicata
dal Tonelli
Ricerche sloriche di
Mantova; Mantova 1798, Tonao III, pag. o9. (2) A noi non fu dato di leggere la descrizione
quale, essendo stata anticamente stampata
di esso
come
in
Equicola,
come
scrisse
VAmadei,
di quella
toccare la sorte di
aver copia
prima edizione
e questa talora
ben logora
(3)
(4)
Documento XX.
Sul suo sepolcro fu posta
,
una
perduta
DI
ISABELLA ESTENSE
,
219
s
Ma
illustre
perch
,
le
lodi migliori
si
,
precipuamente
volsero
verso
le
lettere e le arti
ed
alla protezion
discorso.
N furono pochi n
(3),
poco celebrati
Caviceo
gli scrittori
Calandra(2), l'Equicola
ed
(i).
E
,
sunto proposto
nostra Isabella
non
che
a
ripeteremo
perci
quegli
elogi
altri
;
della
riser-
furono gi pubblicati da
riferire
bandoci
invece
alcune
lettere
(5)
che la
virt
;
dimostrano
di
quali
lettere
noi
abbiam
tolte
da
(6)
,
copie
fatte
gli
mano
da Mantova
l'
sopra
privato
il
originali
che un
teriapo
arricchivano
infatti
archivio
,
dei Signori
,
Gonzaga. Di qui
so,
il
apparisce
il
come
,
Bembo
lei
s'
il
Tasil
Giovio,
1'
il
Manuzio,
,
Bandello
il
Gonzaga,
da
Correggio e
nero
,
Equicola
famigliarmente con
poesie
intratten-
scritture
da loro
composte.
da una lettera a
(7)
lei
indiritta nell'
anno 1505 da
la stessa Isa-
Mario Equicola
bella
le
prescelto
ad
:
cosa
,
comune
che
lei
a que' tempi
si
latine
parole
Nec
nec metu
ancora
veggono
scritte
(1)
Neil'
Orlando furioso
al
canto trigesimosellirao.
,
Aura di Giovanni-Giacomo Calandra. (3) Scrisse infatti cosi: Et se le lodi di tanta madama in carta esprimer direi di tanto gran si potessero, o scrivere in qualsivoglia ornalo stile cumulo difficile essere a poterne eleggere qualche particella.
(2)
Nel
poema
Intitolalo
(4j
II
Peregrino.
i
veggano Documenti LXXVII, LXXVIII, LXXX, LXXXIX e XC. quegli a cui il dottor Giovanni Gaye nella (6) Giuseppe Arrivabene prefazione al suo Carteggio inedito d'artisti (J'irenze 1839) attestava pubblicamente la sua gratitudine per avergli offerti molti documenti che si ri(5) Si
, ,
il
libro intitolato:
Di na-
Si
vegga
il
Docuraento LXXVII.
220
NOTIZIE
un
senso pi
alto
ma
il
marito,
il
Roma
(come afferm
ma per una
animo
modo
,
ed
alle
le
siamo obbligati
forza d omettere
riserban,
il
(2).
Un
solo
documento prezioso
lo
del se-
XVI
nel
d' arte
appresso
Grotta di
madama
la
;
perch da questo
eh' ella
avere
pu
la
tesori
aveva
raccolti
Ben
di-
remo
eh' ella
siccome amantissima
in
liuto.
Ferrara
quando celebraronsi
nozze di suo
i
fratello
con
convitati, per
,
Dopo cena
li
facessimo
il
ballo del capello. Finito che fu, per tante preghere et voci
facte, fui necessitata fare
mi furono
cura
il
miei
atti nel
cantare
cinque bore
(1)
Discorsi inlorno
te
lettere
le
arti
pag. 89.
(2)
Opera
,
CXXVII
(3)
citata Tomo II, numeri V, XX, XXI XXII, XXVI, XXXV, CXL, CXLII CXMX e CLX.
,
,
Documento XCII.
DI
ti
ISABELLA ESTENSE
Mantova da
di
221
di nocte .
monumenti
11
eretti qui in
di
Mantova
offerto a Margherita,
,
vedova
di
Sigismondo Canla
che dopo
alle
morte
de' Agli
Mantova, ricercando
signora
all'anno 1534, dei voti del proprio cuore interprete fece Isa,
provatissima amica
la
mano a murare
tal
genere che
sculte
(1),
Bettinelli,
di
e), ponendovi
di
marmo
dich
,
le effgie di
Francesco e
Ercole Gantelmo
quegli
ornava Isa-
Gonzaga,
de' quali
Funo
gi posto a terreno,
ia
Grolla
il
mondo
appella
Toscano
il
ricchezza ed
ridusse ad uso di
moder-
no abitare,
dipinta al
lati di
altro
la cui volta
modo
un elegante
si
da colonne, con
,
mezzo,
sopra
:
dove
al di
nel fregio
marmo questa
mutilata iscrizione
Il
secondo appartamento
Estense abi-
(1)
raenlo,
molle parli
di esso
nell'anno 1799.
trasportate,
tuttod
(2)
tile
,
dove
si
conservano.
di quella iscrizione posta tutta all' intorno di detto cor-
Frammento
et
la
rariae fUia
a parlu Virginis
MDXXH.
, ,
222
NOTIZIE
ancora
si
Sebbene
di sedici
stanze pressoch
si chiama componga
in
menti che
due soie per adesso rimangono avanzi degli antichi ornalo decorarono: vogliamo dire di due soffitte eleganti,
rilievo, tutti coperti di
oro,
emblemi da lei stessa prescelti (1) assieme alle parole nec spe nec metu che spesse volte replicate si leggono col nome suo
,
mar. Mani.
MDXXVII. N ci solo, ma ci
la
porta
marmo
per cui
s'
nella
,
vano
tezza
alcune figurette
di esecuzione
per disegno
per forma
quattro
scudetti
intagliati
,
nei fianchi
una Pallade
alcuni
teschio
e
la
libri
si
la
seconda
di detta porta. L' una figura una femmina ignuda che sorregge
ed
un corno,
;
e col
pie
sinistro sopra
alla
umano
,
appoggia
la
terza
allude
pastoral Poesia
stipiti
Ed
interiormente negli
,
di
stribuiti
spazii
(2).
rotondi
sono
animali esprimenti
ci
allusioni
simboliche
Le quali sculture
dotta da Andrea
mantovana scultura sia stata introMantegna una maniera sua propria e speciale.
,
in-
darem fine col ricordare che sorti ai pregi dell' animo onde pass ammirata a'suoi tempi da natura pur quello di una non comune bellezza. Del che
noi
,
,
infatti
testimonianza
ci
rara al marchese di
(1)
uno spazio
,
si
altre,
od un'ancora
od una specie
tere
CCA,
primo un uccello colla greca iscrizione XAIPE nPOKNH nel (2) Nel secondo due colombe nel terzo uno scimmiotto ; nel quarto una civetta ; nel quinto un liopardo nel sesto un pavone ; nel settimo uno struzzo clie
; ;
una serpe.
DI
le
ISABELLA ESTENSE
s
223
femmine mostraronsi
l'altra la
leggiamo
infatti cos:
c<
Quantunque
la sposa
cum
lei
molte donne,
et la illustre
da
quelli
il
sono venuti
la
cum
questa duchessa di
,
i(
Ferrara, porta
vanto de
uno niente : cossi adunque portarimo il palio a casa di Madonna mia . lineamenti e le forme avvenenti della nostra marchesa
perch dappresso sua Signoria
erano
le altre
conservate
ci
in metallo.
;
MARCHioNEs. MANI.
iiii.
con intorno
la scritta:
isabella Esten.
allato
stella
,
una
con
si
orna-
menti eseguiti
preziose.
di
gemme
Carlo d'Arco.
(1)
si
custodisce presso
la
Real Biblio-
teca di
Mantova
DOCUMENTI
DOCUMENTI
TRATTI
DAI
CRONISTI
DI
MANTOVA.
Dalla Cronaca
MS.
dello Schivenoglia
{\).
Nota, che
dell'
lo
el
Roma
andette a
non fue
sottoscritti
rara, e furono
di
Febraro 1469
1.
M. Francesco,
M. Federigo lo marchexe de Mantua che havia tri anni M. Lanzellotto de Ippoliti; 3. Nicol Terzi, parmesano, al pre-
ab antiquo mantoano; e
tado;
5.
lotto fiol
M. Bernardo da Crema, ricco e de bon parenM. Redolpho fiol del marchexe de Mantoa; 6. M. Ugode M. Carlo da Gonzaga 7." M. Zoan Lodovigo e M. Zoan
marchexe;
4.
si
era prete,
ma
Francesco fradei
fioi
del fu Filippin
Gonzaga.
II.
il
e questo foe
Andrea Schivenoglia nacque in Mantova l'anno 1411, e si dilett giornalmente un memoriale delle cose che mano mano accadevano lo che Incominci a fare l'anno 1443 ,^ e continu fino al 1491 in cui pare che accadesse la sua morte. Questo manoscritto non venne mai pubblicato molte copie in varii tempi ne furono fatte. Siamo debitori a questo cronista^ scrisse il Volta, di alcune recondite memorie molto dilette(1)
di scrivere
;
voli ed interessanti.
Ap. Voi. U.
29
226
DOCUMENTI
dimand soccorso
al
;
M. raarchexe de Mantoa
perch
el
detto
marchexe Nicola da Este i nome M. Hercule, l'altro M. Sigismondo. El sior M. lo marchexe de Mantoa mand zirca diese o dodese mille zernide ai conGn de Ferrara e de Mantoana. Ma nel momento della andada M. Borso duca de Ferrara meior un poco, e M. Nicola non volse far altra mossa; e tutti tornorono
fue perch gerano dui altri
fioli
del
indreto.
IM.
A d 25 di Lujo 1471 M. Nicola da Este, nevodo del sior Io marchexe de Mantoa, venne a Gonzaga molto in freta, perch r era morto el duca Borso de Ferrara e perch in Ferrara gera M. Hercule che volia pur esser Signore. Questo M. Nicola vense a trovar el duca de Milano et il marchexe de Mantoa e se racomandoe; et el duca mostr de vederlo volontiera, e g promise de darghe ajuto e de tornarlo signor de Ferrara et el marchexe so
,
le
spese in corte.
Nicola
di
da
venne un
uno de Ferrara
che avia
atto-
nome
Nicol dei
Ariosli, e port
un
nome de M. Hercule d'Este, e subito M. Nicola. Ma avvenne che se discopr trascinato dattorno le a d 18 Novembre 1471 fu questo Cesare piazze de Mantoa poi fue impiccato sotto la porta della guardia; indi fue squartato, e la testa se mise in zima della torre, sovra una lanza e fue mandato un quarto per ogni porta de Mantoa
; , ;
manzorono la corada e le budella. Fu extimato che sulla piazza de Mantoa a veder giustiziar quel maledetto g fossero
e
i
cani
IV.
Messer Nicola da Este se parprimo Settembre 1476 andette a Ferrara per esser signore de Fertine da Mantoa e se rara, e fexe la intrata in Ferrara; ma non erano i Vesentini et i Bolognesi, come era dato l'ordene, e non possitte ottener la
d
,
,
DOCUMENTI
pugna
,
227
intendere.
la
come
dato a
suxo
lui
scala
de
ma
di Mantoani non foe quasi nissuno perche non ghe n' era andato nissuno; perch M. Nicola a fare questa intrada non domandoe
ma
sibben do;
mandoe
in
Mantoa
et le
maucho, per
V.
che in questo tempo lo duca de Ferrara co lo marchese de Mantoa se imparentoe zo el duca de Ferrara dette una so Gola che ha nome madonna Isabella , a M. Francesco, fiolo del marchexe de Mantoa per sua spoxa el
1480.
Nota
Illustrissimo
madonna
VI.
A
se
27 de Aprile 1481,
forsi
;
el
signor lo
marchexe de Mantoa,
et altre
,
se partite da
molte navi
festa
secento bocche
una
che
fa-
qual gera
fatta
per
demonstrazione
lo
co l'altro.
toani.
No
Man,
Ai famei, navaroli e
,
de capretto e vidello
barbareschi de
et ai
padroni
el
no
Mantua aviano
palio,
et el
marchexe
festa et
stette in
Mantoa
con gran
triumpho.
VII.
26
de Dcxembre 1476
fue
morto
el
conte
Galiazzo
si
lo
de
marchexe de
228
Mantoa
nali a
;
DOCUMENTI
e subilo el
,
Ganedo
fiol
derigo
del
marchexe cavalcoe co' soi soldati e provvisio28 Dexembre e po', a d 30 Dexembre, M. Femarchexe de Mantoa, andoe a Marcarla siccome
a d
; , ,
compagnia a cavallo e a pie. Ora intendete che el sior marchexe de Mantoa gera d'anni 65, e gera infermo et essendo a Canedo e no potendo cavalcar se fexe menar suso una alza e delli volti in una sembuga co' muli che la portava, a Milano, e li stette parecchi di, tanto che le cose se aggiustassero.
gera soldato del duca
colla soa
;
a d 18 Marzo 1477.
i
In
Mantoa
se
dixia
che tra
la
duchessa
et
cognadi
si
avia discordia,
e che al
mar-
20 de Settembre 1471
e
se partirono
da Mantoa M. Zoan
,
Francesco
M.
Redolpho,
,
fioi
del
marchese de Mantoa
visitar el santo
con
notevole compagnia
et
andorono a
e
soldato del papa, et M. Redolpho tornoe a Mantoa ma 3000 all'anno, e cos per sino che
;
Padre;
anderia a
Roma.
de Maggio 1477
S.
,
d 1.
fue
presentada a
M.
lo
et
marchexe
triumpho,
una rosa che ghe mandelte el Papa Sisto per un cavalero de corte romana la qual rosa ogn' anno el santo Padre manda al pi digno
;
fue
et fue presentato a
veste de
dusento.
,
d 24 de Agosto 1472 gionse a Mantoa el Reverendissimo noMonsignor cardinal de Mantoa e dopo diese d ghe convenne andar a Viterbo, perch el papa Sisto lo avea electo governator
stro
de Viterbo.
IX.
A
tuale.
8 de Agosto 1471
fue
fatto
,
et
et
creato
papa
Sisto
el
qual avia
magistro
stato Gol de
un
fosse
cardinale,
DOCUiMENTl
luagistro Francesco de la
229
,
Rovere de Savona
perch era
valente
homo
in teologia.
Fue
non saria
stato fatto
el
Papa,
se no fosse slato el cardinal nostro de Mantoa; de grande affanno ad ottenerlo perch gerano
,
qual
se tolse
altri
cardinali che
X.
De Maggio 1483,
la
Signoria de Venetia
cum
lano
,
Melara
Castelnovo
et ci
infinito
da Milan a Ferrara.
Nota che
Ferrara
Ostilia
vinti
1483
el
quai se fermorono a
e
Castelbersano
destrugere
el paese.
Foe
facto
un ponte de
le zenti d'
navi
sopra Po
per
meggio de
Ostilia
per passar
armi
XI.
che
Veronese.
a d 11 Zugno 1478, moritte a ore marchexe Lodovigo de Mantoa a Goito e fue tenuto ore 40 su terra morto in Goito come lo avea ordinato de esser tenuto su terra. Poi se portoe a Mantoa e sepolto ma no con gran obito perch se aviano poche persone in Mantoa (1) e
intendete
Ora
mo
che,
tre de notte el
sior lo
fue portato da
san
Pedro in
con debita
sepelir
fioi
maschi e una
conte Lionardo
,
fiola
al
sior
de Gorizia. Ecco
fioi
del
marchexe.
,
2."
i M. Federigo de anni 39 vel zircha marchexe de Mantoa. M. Francesco d'anni 37, cardinal de Sancta Maria Nova. 3. M. Zoan Francesco d'anni 35, soldato de papa Xisto. 4. M. Redulpho d'anni 32, soldato de' Fiorentini.
5.
dei
Dominava In Mantova feroce pestilenza; per cui, a' 4 di Giugno 1478 , con pubblico editto invitandosi cittadini ad allontanarsi da Mantova, onde fuggirne il pericolo, la citt rimase quasi del tulio deserta
(1)
i
di abitatori.
230
DOCUMENTI
XII.
Dalla Cronaca
MS.
del
Daino
(1).
L'anno 1519, li 29 di Marzo, alle due ore della seguente r illustrissimo signor Francesco da Gonzaga, quarto marchese di Mantova ritrovandosi infermo ed avendo lo stesso d
notte,
,
fatto
il
in cui institu
ed
institu in certe
porzioni
figliuoli
signori Luigi,
e le
illustri
altri legati in
,
porta
Ed
il
,
il
suo cadavere
,
veduto da tutto
di
popolo
fu
il
giorno seguente
in abito di frate
san Francesco
il
grande onoriGcenza
,
e con tutto
e riposto in
un
cas-
XIIL
Dopo
la
morte
dell' illustrissimo
marche-
Mantova
il
quale
li
and
cittadino e
massaro
di
il
popolo
(1)
Giacomo Daino,
ed
cittadino
mantovano,
visse
fino
all'anno
1560
avendo carica di nolajo registratore, pot a bell'agio consule da ci trasse tare gli antichi documenti conservati nell'Archivio Ducale argomento a scrivere in latino la seguente opera: Series cronologica Capitaneorum, Marchionum ac Ducum Mantuae, ab anno 1368 ad annum 1530. Avvisa il Volla che a lui dovettero certamente gli Storici posteriori saper grado raolllssimo per le belle e non fallaci memorie che loro somminl. str . Quest'opera venne pi lardi tradotta in nostra lingua dal dottor
circa;
, ,
:
Ippolito
s
Castelli,
prefello
runa che
l'altra di
DOCUMENTI
essa citt
,
231
,
andandogli avanti
,
il
nobile
di detta citt
suo famigliare
mano
e
numero
di
popolo
che
la
gridava
segno
d'
allegrezza
Viva
il
marchese Federico e
casa Gonzaga.
XIV.
Dal Poema MS.
di
(1).
Ut videre Duces, nimia de caede cruentos Gertatim instaurant pugnami Mars saevit utrinque,
,
Celtiber
et
Tygri
et foeta
immanior arsa
at
tanto furit
illa
dolore.
XV.
Da una
Gelta ferox
Milite
,
iscrizione.
Venelus prudens
Helvetlus atrox
bombis,
morem moenia
,
diruerat.
;
Gonzaga secundus
Hic
fossa, bic
erat.
Ergo
(2).
M. Equicolae
(1)
in obsidione
nel
MDXXII
votum.
inti-
Giovanni
Benevoli
visse
^
XVI
secolo, e scrisse un
in
poema
tolato:
Gonzagium monumentum
di
Pesaro,
dove Gio-
Nel
maro dove
infltta la lapide
d'artiglieria.
232
DOCUMENTI
XVI.
Dalla Cronaca
MS.
del Daino.
11
fu la festa
deirAnnunciazione,
citt di
en-
tr
il
.Mantova,
per
ber-
la porta della
vestito
con
la
due
pitani e soldati
cittadini eletti
,
a piedi,
vestiti di seta
,
un baldacchino
di raso bianco
coi detti
San Pietro, seguito smont ed entrato in da molta nobilt a cavallo ove giunto chiesa prese i! perdono ed indi escito entr nel castello di Manl'accompagnarono sino
alla chiesa cattedrale di
;
mese d'Aprile,
,
il
V,
di
di
Mantova
il
Mantova in ducato; creando detto Illustrissimo Signor Federico, primo duca di Mantova con tutti suoi legittimi discendenti in perpetuo, come appare dal privilegio sottoscritto di sua mano sigillato col bollo
eresse
detto Marchesato di
,
d'oro pendente.
XVII.
L'
anno 1540
di
li
28
di
Giugno
in
lunedi
alle
sedici
ore
ed un quarto, duca
fatto
l'illustrissimo
,
signor
Federico Gonzaga,
primo
suo
xManlova
il
Marrairolo
vita. Il
prima
pass da questa
Mantova ed esposto al pubblico, e questo fu vestito di panno berrettino da frate di San Francesco il di seguente, che venne ad essere la festa di San Pietro apostolo; la sera del qual giorno fu onorevolissimamente con tutto il clero
cadavere fu portato nel castello
:
stalo
Este, sua
madre.
DOCUMENTI
XVIII.
233
Dall'Opera
MS.
dell'Amedei.
L'Amedei, valendosi
<T
del raccoDto di
:
cos
Comparve a Mantova,
il
fa al
tale
ed altrettanti fanciulletti
dite poesie italiane
,
da angioli
La prima rappresentazione
Francesco Secco, sul borgo
Iacopo
;
di
S.
An-
drea
la
quarta
all'
Pietro
la
quinta al
la
Pradella.
Le
giostre ed
la
Le
tavole
;
imbandite per
nuca-
merosa
vaghe
stelli
, ,
foresteria
Le quali particolarit io ho raccolte un anonimo manoscritto che a lungo le descrive. Questa sposa fu accompagnata per il Po fino a Mantova dal di lui padre e madre e dal fratello e a decorare tali nozze comparvero gli ambasciatori del papa, dell'imperatore, quelli delli due re di Francia e di Napoli; e di Venezia, Firenze, Pisa, Cenova e Milano e d' altri signori d'Italia, mandati a congratularsi
all'ultima notte del carnevale.
in
. . .
.
col
d'
si
potesse
Ap. Voi.
II.
30
234
DOCUMENTI
XIX.
Dalla Cronaca
MS.
del Daino.
essendo
I'
anno
del generale
giubileo
che per
l'
celebra in
Roma
ad
ogni
venticinque anni,
di
illu-
Estense
Gonzaga, marchesana
Luigi
detto
,
Mansuo
perch
,
Reverendissimo ed
,
illustre
signor
Hercole
figliuolo
e gi fatto pro-
tonotario apostolico,
del vedetta
scovato
di
Mantova
fu
giudicato
da
molte
persone
per
che
illustrissima
signora Isabella
andasse a
Roma
procurare ed
impetrare dal
rentino
,
sommo
Reverendissimo ed
illustre
marchesana Isabella con tutta la sua famiglia della quale ne mand una parte innanzi ad apparecchiare l'abitazione ed a for, ,
part di
,
Mantova verso
il
principio di
Febbrajo
di detto
,
anno 1525
alla volta di
Roma
alma
in
nave sino a
;
Ravenna
ed
indi a cavallo
sino a quella
citt
nel qual
seguita
Romani, imperatore, che difendevano detta citt e questo fu li 24 di detto mese dicendosi che la festa di S. Matteo apostolo in simil giorno nacque detto Serenissimo Carlo imperatore, l'anno 1500. Gionta detta illustrissima signora Isabella in Roma con
re de'
;
dell' illustrissimo
signor
duca d'Urbino, suo genero, vicino alla chiesa di Santa Maria in Via lata, gi apparecchiatole e fornitole del bisogno. Giunse a
tempo, sicch
glia.
la
il
santo giubileo,
Essendo poi
mesi,
di abitazione in detto
una parte di sua famiglia, e conducendo seco r altra pi nobile e le sue compagne ; and ad abitare nel palazzo della chiesa de' SS. Apostoli non molto distante da quello che era
palazzo, lasciata
,
DOCUMENTI
del
235
che
li
4 del mese
di
Ottobre 1525
,
mor
in
Mantova
,
il
Reveren-
che fu con-
di
il
il
seguente 1526
l'
terzo
marchese
di
Mantova
allora ca-
Serenissimo
Carlo
con
un grande
di
Spagnuoli ed Italiani
andava
alla volta
Roma, per
tefice
Borgo
S. Spirito,
il
sommo
la
pon-
Clemente
si
,
ridusse in castello S.
Angelo
con tutta
sua
corte e famiglia
mani
e suoi amici
il
che fu in domenica
,
li
mand
per
il
Gonzaga
al
di
Sabbio-
la berretta
rossa
all'illustrissima
la lui
si
signora
Isabella sino al
mandasse poi
era
fortificata
Reverendissimo
da
creato cardinale.
Ma
gi detta
signora
,
Isabella
in detto
palazzo
,
e aveva fatto
lo
murare
le
guardassero
cose
dove
e
vi
ritir in
salvo
il
sue
ricev anco
romani
il-
lustrissimo signor
Duca
di
Borbone e
che nella
,
dell' illustrissimo
signor Fer-
suoi amici
si
diffen-
sue
concios-
seguente
che
fu
luned
li
6 di Maggio
la
mattina per
tempo, essendosi il signor Duca di Bortone presentato con tutto r esercito a detta porta di S. Spirito e postosi a piedi , avendo con
gli altri
pedoni assalita
detta porta
e data la scalata
alle
mura
236
salendo ailegramcnle
li
DOCUMENTI
soldati per forza
,
e rispingendo
vittoriosa-
mente
fianco
quelli
mura
ecco che
il
detto illustris-
fu ferito d'
,
una
archibugiata in un
ma
subito
suoi
che con
altri soldati
e cos fu involto
,
in
certi
drappi
altri
onde non
si
perdessero di animo,
sicuro.
fu riposto
in
,
un luogo
Combattendo
di
dunque
litare; e
detti soldati
,
virilmente
S. Spirito
ammazzando
citt
e saccheggiando
conforme
al
costume miponte
di
ed entrorono nella
S. Sisto
di genti.
citt di
,
ed in Trastevere per
il
alle
fu presa detta
Roma
ne rest altro
Isabella
,
illeso
che
il
palazzo
dov' era
detta
illustrissima signora
il
ed
il
castello di S.
si
papa
che
poi
fra
pochi
giorni
rese a patti
di
cinque
,
mille scudi
il
d'oro. Quel
presa
fu
primo
sandro di Nuvolara
eh' era
in detto
di
intrepidamente venne
l'
Apostoli
dov' era
illustrissima
dell' illustrissima
signora
fu
dall' alte
mura
di detto
palazzo con
un
che
si
mise
il
narr
Roma
a poco venne
capitano spagnuolo
un
certo gran
,
mato Giovanni
lazzo.
per diffesa
di detto
pa-
Vennevi poi
,
appresso
l'illustrissimo
signor
Ferrante
Gonzaga
misera
La
citt di
:
Roma
cheggiata
il
Duca
di
Borbone. Finalmente
DOCUMENTI
(ud quei
nobili ed altri
,
237
salvati
in detto
che
si
erano
palazzo
convenne pagare a
famiglia
detti soldati
una grossa
taglia di
60,000 scudi
Isabella e la
,
sua
ed
il
perch
dopo quel
signora
conflitto e strage,
tumulto
,
detta
illustrissima
miglia fu sicura
ed onorevolmente condotta
alle navi
,
nel fiume
Tevere, ed
da facchino
nella nave.
,
che fu vestito
condusse
il
La
Marchesana
e
d'Ostia
da
Cittavecchia, poi ad Urbino, per visitar l'illustrissima signora Eleonora, sua figlia, moglie del
si
Duca suo
in
fratello. Ivi
si
e gionta a Governolo,
ricev
madre mise con propria mano Papa Clemente VII. D'indi, salili in nave, pel fiume Mincio navigando gionsero in Mantova donde sano e salvo il detto Magnifico Messer Domenico Venier, ambasciaa cui la detta signora Isabella sua
la
part senza
a Verona
indi a
Venezia
XX.
L'
anno
1539
li
13
di
Febbrajo
alle
quattro
ore
ed
un
l'illustrissima
signora Isabella
in corte vecchia
e fu onorevolmente
di
venerabili
monache
,
Santa Paola
di
Mantova
sotto
il
titolo
dell'
suoi figliuoli.
238
DOCUMENTI
SI
DOCOMENTI CHE
IN ITALIA
XXI.
Lettera del
Duca
di
Da Ferrara, Dux
Ferrariae
etc.
13 Aprile 1500.
Duca de Milano
li
secundo
che
comunicatione,
la
et
che
all'hora
tua lettera,
le
de Regio, per
me
significa
medesimo
et
quando
signor Marchese
in-
le particularil del
successo, mi sera
la
et alla gratia
sua
me
Egregio
et praestanti civi
nostro Ferrariae
cito.
dilect.
Benedicto
Mantuae
XXII.
Galeazzo
Da Canetto
singularissimo.
22 Giugno 1500.
Illustrissimo
et
Da
un mio
intrinseco
amico da
la
la inclusa copia
potr
(1)
Lodovico
il
Moro, che
,
dei Francesi
,
qaali,
condottolo
dieci
a Berr
lo
chiusero entro
in
anni
,
mori
pagando
ambizione
e soprattutto
dell'
e quivi dopo Loches tal modo assai cara la pena di sua smodata aver chiamato in Italia le armi straniere, con
DOCUMENTI
lY
239
parso
;
parer
XXII
et alla
mandarla a quella a ci ne pigliare quello succo gli cui bona gratia sempre me raccomando. Caneti
,
(unii
1500.
E. IH. D. V.
Fidelis scrvilor Galeaz. Gaprianus.
Copia alligata.
Illme. Dne. hon. El mercored passato
me
parli'
da Milan
hozi
le
nove
,
di l, ci
marted de
el
signor Aschanio
Monsignor de Ro-
figliolo
:
cum
tilhomini milanesi
Franza
dove se retrovano
,
quatro oratori
del re de
dell'
,
Imperator
del re d*
lo
quello
,
Spagna
,
Ongaria
de lo duca de Borgogna
captura sua.
del
sia
re de Napoli
el
quali
domandeno
Moro
reintegrato d'ogni
damno
receputo ala
La
cum
,
dimanda dominica proxima se fa consiglio. Da Agranopoli sono anchora arivate 600 lanze franzese le li quali quali sono tra Lodi e Milano e 4000 Normandi sono al e sono arivate 35 bandiere de Todeschi: s contrasto de Belinzona
ambaxerie
;
et sopra tale
che ciaschuno
si
,
fa
li
forte.
In
Milano
al
presente
se
retrovano
castello
;
2000
nauti
guastadori
una
la
quale larga
:
brazi
s
50
cava 20
a dieta fossa
sta in
,
che
per
questo
luto
Milano
paura
le
robe.
,
Apresso
de Turchi
hozi venuto
,
uno don Marco de Anzola da Roma dove dice esser gionta una grossa armata
et
ma
Roma
se
tiene ch'el
Praeterea
veneno de Lusana
,
havemo per
(1)
certo
ma cum
,
cio,
i
il
il
castello
de'
Land
sul
Piacentino,
vi
stan-
Francia con
gentiluomini milala
torre di
Bor-
Monsignor
Rovano
dal re di
Francia
come
sao governatore
in Italia.
240
suo damno non pocho;
a questa hora.
in
DOCUMENTI
modo che
fra
campo:
2000
Savemo
ili.
,
chasso
(1),
cum mi venendo
mandano
da Milano,
le loro
e parla de veduta:
come
tutti
li
Triulzeschi
;
robe
e prestamente in Asto e in
Pranza
de Milano
et
mente
el
Moro
se aspetta a Milano.
(
Ieri sera
hanno questo da la fonte corno la Serenissima Maest del re de Pranza ha mandato legato a la Signoria de Venetia che necessario restituischano Cremona perche dotale et che comanda se restituischa. Il signor Fracasso era a le strette in San Marco; per lo suo appozo, venerd
bocha de homini digni
fede et che
,
el sior
M. Galiazo Sanseverino
a dire per el
prenomi-
XXIII.
Da Ferrara
5 Luglio 1500.
mendationem.
oblatione ec.
,
el
Post cofece
Lo amico che a
et io
Vostra
Excellenza
quella
volere exeguire
quanto ha promisso
lenza
che
sum
semper
suo volere
;
sia satisfata
solicito
di essere
,
expe-
tamen per il tardare qualche fiata non trova che V. S. pigliasse ne la mente sua qualche disturbo per la qual cosa scrivendo, dico a quella che quando lo amico non mi spazi
dito per fare ritorno
;
cum
o sette
,
al
pi, e
io
ritornar
drito
Mantova.
Ma
ben
certifico quella
eh' io
non bar
mancato dal
perch
sia servita
Vostra Illustrissima
(1)
Fracasso Sanseverino,
figliuolo a
ziani
morto era
in battaglia ne!
1487.
DOCUMENTI
Per un'altra mia ho scripto a V.
io
S.
la
241
cagione per
la
quale
af-
non
fui
dice et
firma che
col re di
papa messo
coli'
Spagna,
li
Napoli,
imperatore
Se cus
fia
bisogner che
liga
per
la
la afflictione di
magnate
Ferrara.
El
(2);
bona gratia de
rara
,
mi rendo certo che V. S. ne sia da altri facta chiara: a la la qual sempre divotamente me raccomando. Fer5
lulii
1500.
D. V.
Servitor optimus Bernardinus Mazonus.
E.
111.
meo
singular. D. Marchioni
MaDtuae
cito et Gdeliter.
XXIV.
Silvestro
Calandra
al
Marchese
di
Mantova.
Da
sii
Urbino
ai 21 di Ottobre 1500.
A
si
ci che la S. V.
advisata
,
de le
nove che se ha
giorni M.
di
qua
et
che de questi
Hercule Benlivolio
cavalli
:
quaranta
tendoli di
havendo
lui
insieme
Codegnola tractato
,
lo
la
acordo
capitulato insieme
com per
,
alcuna
(1) La notizia qui accennata, che il papa allontanalo si fosse dalla lega o fu sparsa ad arte; mentre, ardendo di con Francia, o fu mal fondata volont Alessandro VI ponleflce di conquistare la Romagna , molto stretto si tenne ai Francesi dai quali ebbe soccorso di genti per ajutare il duca
, ,
in quelle
I
afflisse lo
stato.
Combatterono
assedianli
mura
di Pisa
per ricuperare
ma
che
gli
furono costretti
questa v] oppose cosi ostinala difesa con loro vergogna ad abbandonare l' im-
presa.
(3) La copia indicata non trovasi unita alla lettera. Le notizie poi cosi minutamente descritte da questo e dagli altri due documenti che seguono,
Ap. Voi.
II.
31
242
El se ha qui
,
DOCUMENTI
che questa sera
,
el
cum
li
lutto
el resto
de
la
gente
,
d'
arme
el
va
,
seguitando
quale essendo
agionte a Posato
le genti
lo
hanno sachegiato
che se
li
trovavano dentro.
,
et tutti
li
castelli
per certo
eh' el
Le
dure
artiglierie
soi
sono ad Eugubio
et
bisogna eh'
el
Duca
gli facia
dare a quelli
;
et trecento bestie
:
cum
li
et quello g bisogna
el
medesimo
fa Caglio
et
necessario che
Qui se ha aviso, com posso intendere, eh' el Duca Valentino ha gran praticha dentro de Faenza et puncto non se dubita che
;
giorno eh'
la
el
,
ce sia
cum
el
campo
et
bavera
Anchora
se
in-
tendo, et se ha
certo
,
buono loco,
indubitatamente
el
crede per
che
Duca
ha dehberato de
a
far la
impresa de Bologna.
parlato col signor
Ho
le feste
Duca
del venire de
madonna Duchessa
,
me ha
facte
ce vengha
Madama, me
mandare
la copia
de
la
summa
lo
mio, facio
intendere alla S. V.
che
la peste
che habia
pi
la
copia che
a la prefala S. V;, et non parendo qua cum sua buona licentia me Raccomandandome in bona gratia de la S. V. a star
,
domando
Urbini
21 Octobris 1500.
Direzione
Mantuae.
Miltatur
di
lllmo. Princ. et
cito
cito.
ci
pajono
,
qualche
,
rnporlaDza
slate ricordate
n dal
Muratori
da
altri storici.
DOCUMENTI
XXV.
Silvestro
243
Da
Urbino
due
di nocte gionse
Zoanne
(1).
Hanno
caricato tutte le
la figlia del
,
signor
le ar-
excepto che
d'
tigliarie s
de bronzo
come de
ferro
accordo
cum
el
et cossi se
pagha grani
pertinenti al
vvere. Gi inviato
uno governatore in Palazo, et posto un novo castellano spagnuolo date a in roccha. M. Galeazzo ha havuto nuove dal fratello (2) Ravcna che lui se driza verso Venetia; et che pi presto che '1 po', gli vada dreto ben che prima havesse deliberato venire a Mantua. 11 Duca d' Urbino ha mandato M. Angelo da Caglio da Valentino
,
,
eh' del
Conte Octaviano
(3);
per-
ch
Baioni in ogni
modo erano
non
gli
,
soliciti
de metterlo a saccho.
;
Ghe ha
gi sua intentione
che solum
,
lo faceva
per compiacerli
ma
che sera
Anchora g ha raccomandato le pene de san Marino: risponde che, n a san Marino n in alcuno
securo et senza lesione
alcuna.
altro luoco che
offesi
anzi
et
scranno
reguardati
et
gli
in protetione,
per
amore
gnoria Sua.
(1)
Giovanni Sforza, signore di Pesaro, vedendo di non poter contrabuon grado cedette il dominio al Valentino, afdall' opporvisi , non derivasse danno ai suoi sudditi. Il quale Giovanni
,
siccome slato era marito a Lucrezia Borgia, figliuola Papa Alessandro, che per fini indiretti nell'anno 1497 disciolse quel matrimonio. (2) Le parole in corsivo accennano la spiegazione, fatta da chi ricevette la lettera di alcune cifre che nell'originale rilevansi di mano dello stesso Calandra. le quali citt gi erano (3) Ottaviano Riario signore di Forl e d' Imola per essergli stale concedute al Conte Girolamo suo padre da Papa Sisto
,
questi nepole; e di cui divenne erede Ottaviano, allorch nel 1488, Girolamo,
pei malvagi ed empii costumi
,
244
DOCUMENTI
che
spera che
la
impresa de
Faenza
de
li
sera facile,
perch
fin
a sua posta, per mezzo de Dionisio Bresighello et lui d cinquecento Vasconi che son dentro da Imola a suo comando ; g et per questo se tiene che li perder poco tempo. Anchora per questo messo se aJQ5rma,che eseguita la impresa
Lamona
sopradlcta
vole
omnino
,
et dice
has,
scripture
et
che spera a
clesiastica
;
tutti
li
modi
dubita
del
modo
devotione ec-
et
se
li
M, Zoanne
dei
et de
figliuoli (1).
,
danno
et lui se
li
fa
gagliardo
et
li
voi
andar de buono
al Duca de Ferrara se li vole dare Lugo et Bagnacavallo che sono de la ragione spedante alla Giesia, per amore et non volendo delibera volerli per forza et qualche
Valentinois fa intendere
,
resto,
El g arrivato dentro ottocento fanti gli cominzano gi a darli de l fanti che meritano per la fidelt sua; et
,
li
pare
et chi
non
li
ponno
stare
,
li
li
sono rose
Valentinois: tutto quello che seguir, ne dar fidel aviso all'Eccellenza Vostra.
Rimino per niente voleno acceptare dentro ninno loro non se teneno securi fin qui. Hozi la illustrissima M. Duchessa stata a veder passare le araciotigliarie et io anchora ho facto compagnia a Sua Signoria che ne possa render buon conto a la Eccellentia Vostra. Prima, hanno trenta carri cum li cassoni grandi, che chadauno tirato da cinque
Quelli de
da
sei
et la
mitade de ciaschuno
son due colubrine
canoni grossi
pieno
mezo
di polvere e
la
mezo de
balotte.
et
G
sei
minore de quella de
Eccellenza Vostra,
com
(1)
il
Giovanni Benlivoglio
DOCUiMENTI
sono quelli de
li
245
la
ma
non
;
longhi; tra
resto sono
quali g ne
uno pi grosso de
et
si
pi longo
el
caaltri,
per hora
di
novo non
me
giorno
ne dar
fidcl
adviso a quella. El
nel
li
de continuo uno
Valentino
Signoria.
,
M, Alexandro da Perusia
io
campo
de darne
a viso a la
predecta
Eccellenza Vostra.
la
illustrissima
M. Duchessa
et se
Eccellenza Vostra
de quelle lettere et
a quella
;
scripture
che
mai
che
et
meglio
sera
che
lei
habia pi
lui
:
Valentino
et
che prego
la
per contento de
Madama
la
g la voglia mandar a posta che li far singulare piacere. Et in bona gralia de la Eccellenza Vostra sempre mi raccomando.
Urbini, xxiiij Octobris
MD.
Fidelis servitor Silvester de la Calandra.
Direzione
III.
March. Mantuae.
Pron. et
Ex.
Dno.
Dno.
,
meo
cito
,
singul. citissime.
Dno.
XXVI.
Silvestro
Da Fossombrone
Bench
me
la via
Eccellenza Vostra debbia intendere li progressi del Duca Valentino , nientedimeno non restar che cum questa non li avisi quello che se ha de qua. Quella veder per la qui inclusa
la
de Bologna
, ,
246
DOCUMENTI
campo
la
s'
aproximato a Faenza,
;
hanno
facto in
volerli
dare
sia
battaglia
et
bench
,
lui
non
la
li
me
Ha
cum magiore
periculo
cum magiorc
mandato a dimandare al Duca che li voglia mandare cento muli da soma per condurre victualie in campo, ben a sue spese, perch g ne hanno gran penuria. Tutte le artigliarle che erano dentro
de Pesaro el Duca le ha facte condurre tutte a Faenza che sono una buona quantit. Qui se ha, com li oratori de la Cesarea Maest erano arrivati in Orliens, et dovevano andare a Torso (Tours) , che l el re g prestava
,
,
audientia
et
el
novo non
ha
in
qua
se
donna
gralia
se
ritrovano
et Maraccomandano a la Eccellenza Vostra. Raccomandome in bona Ex Foro Sempronio xxvj Novembris MD.
et se
Vi
alligata la seguente
II-
Illustrissime
Domine tamquam
frater honorandissime.
,
Per dare
adviso
a la Eccellenza Vostra
li
cum
l'artiglierie
la
un
certo torrione di
,
per
el
mia intrata
la
et
essendo
maior parte de essa mei che quello fosse advenuto quanto torre unde credendo certi havea designato; presumpsere, per cupidit del primo honore intrar nel detto Torrione et di li altri in gran multitudine si mos, :
:
sero a seguitarli
ma
io
correndo adoprai
di
redurli
et cosi,
non
obstante
il
lor
grande ardore
,
e tra
altri
il
principio da
:
uno
di miei
la
tanto eccitamento el
ferocit,
che
DOCUMENTI
Dio conseguire prestissimo
altro
tere.
il
247
:
desiderato efFecto
del
quale e
di
ogni
mio successo faremo advisata Vostra Eccellenza per mie letEx pontiGciis castris ad Faventiam xx Novembris 1500.
,
Intus
Dux
Valent. V. S.
XXVII.
Isabella (TEste al
Marchese
li
di
Da Mantova,
Illustrissimo signor mio.
20 Aprile 1501.
che
Faentini
,
Piacerne
Dio
gli
li
(1)
siano
che recud
perano r honore de
verare
;
Italiani. Cos
al
conceda gratia
,
perse-
Duca Valentino
ma
perch quel
povero signore n
me
de Io
quale io scrive M. Carlo da Sesso per la littera qui alligata Manho aperto. In bona gratia sua me raccomando sempre.
,
tuae
XX
Aprilis
MDI.
Ex. V.
Coniux
Direzione
Illustrissimo princ.
et
(2).
Isabella.
Mantuae
Ex
dno.
consorti
et
dno.
lentino
ma
fa dipoi costretta
Faenza con molto valore da due assalti datile dal Vaad arrendersi al 26 d'Aprile 1501 a patto che
, ,
:
ad Astorgio Manfredi , signor di quei luogo si desse la libert al che per non adenripivasi rilevandosi dal documento N." XXIX, che era slato posto prigione entro II castel di Sant'Angelo In Roma. (2) Francesco Gonzaga trovavasi allora nel Regno di Napoli, coman,
248
DOCUMENTI
XXVIII.
Isabella
da Este al Marchese
li
di
Mantova.
Da Mantova,
3 Luglio 1501.
Ho
le
ordinato
alli
el d
arme de Parmesana
;
celebrato
,
uno
officio
per
anime de
raini
siccome prudenter
gilio del
et
pie
palio de
P^
se ricorda de
V.
S.;
alla
bona gratia de
quale
me raccomando
sempre. Man-
tuae, IH
julii
MDl.
D. V.
Illuslriss.
Conjux
Isabella.
XXIX.
Silvestro
Da
Urbino
la
Excel-
duca
et di
madonna duchessa
star
et se
raccoman-
caso de
(2)
me cum commissione
quanto se
ci)
Il
marchese Gonzaga
i
fino dall'anno
1495,
in cui egli
combatteva
vit-
aveva: che ad ogni anno, al giorno 2 Luglio, si facesse qui in Mantova una processione solenne ed un ufficio religioso, in suffragio delle anime dei Mantovani che rimasero morti in
toriosamente
istituito
la qual pia costumanza, scriveva nel 1740 l'Amadei, d' armi luUora osservasi religiosamente. (2) Le crudeli e turpi sevizie usate da Ercole Bentivoglio contro Barbara Torelli sua moglie quali appariscono dalla narrazione di questi avvenimenti
quel fatto
domestici
la
chiaramente dimostrano quale e quanta essere dovesse a que' tempi corruzione dei costumi massime nei magnati e nei grandi signori.
,
,
DOCUMENTI
salo.
249
alcuni
pezi
,
Riirovandose mancare
el
M. Hercule
:
de arzente
hayeva suspecto
perdonare
suo credentiero
Io fece deslenere
,
et lui con-
leva
che
diria
uno secreto
cercato
di
gran importantia ne
li
disse,
che madonna
cum
uno de
li
suoi
sera
questo,
el
credentiero et lo
di
sopra
Madonna Barbara vedendosi a torto et senza aldina iuragione mal conducta si com persona che pi presto
;
cule che
lei
cum
questoro. Posti
madonna Paula (1) suspetlassero che exameni non li fusse facto torlo, non li intraveneva altra persona ch'el Duca, M. Dolce et li altri officiali deputati. Pi e
il
vano
di
madonna Barbara
ma
ben essere
et
ad
in-
stantia
processo, et
gli
hano
facti
morire.
essere
,
innocente
g'
et
lei
rimasta justificata
,
molto
rincre:
ha
et dice
mai pi non ne
far parole
madonna Paula,
lui
,
al
cum
Fiorentini
la voleva
se in
cum
la
Exccllentia
cum
parenti
perch altre
fiale
M. Hercule ne volse far contracto et venderla per mille ducati ad un Vescovo; com pi diffusamente intender la Excellentia Vostra da la predicta madonna Paula quale se parte per venire a Mantova. Ne ho voluto dar qualche noticia a la Excellentia Vostra, a
,
come
sii
passata
la
cosa.
(1)
al
Bentivoglio.
32
250
DOCUMENTI
(1)
EI Duca si ha aviso corno el campo de' Francesi mato su quello de Tian: el non vole andar pi ultra
afir-
sin tanto
non
sono
del
fortificati et ingrossati di
campo
Re,
el
del suo;
tuttavia
di
gente, et se tiene
fare facto
sono per
arme
(2).
A
suo
questi d el
Duca Valentino
li
si
se dicesse;
ma
si
al presente se
nome
fornito.
La Madonna
(3).
,
stata licentiata
di
da Roma,
et s'
reducta a Fiorenza
El signor
Faenza
l
sta
messo
in castello
custodia.
El
Sancto Angelo
et lo teneno serato
cura buona
papa ha donato a Vitelozzo Montone , et gli fa gran Duca Valentino, quale seguita i
volentieri
:
Francesi
ma mal
un
se sono levati e
che
li
adjunga
potere poi
che
ha suspecto
Credo che madonna Duchessa non poter venire al presente a Mantua perch el Duca non havendo altro suspecto vole andare ai bagni su quello di Luca; et per questo rispecto non se poter
, , ,
partire.
mo-
hanno
la
facti
;
tagliare
la testa
le
in rocha.
presente
de tutte
occorenti che
accader ne dar
di la
fidel
aviso a
quale
111.
me raccomando.
D. V.
Urbini,
xx
lulii
150L
Lodovico XII re
il
di
Francia
si
era a
conquistare
reame
di
Napoli.
(2) Il Valentino, bench abbandonato dalle genti francesi, ciononostante pervenne a comporre un buon esercito merc danari di Papa Alessandro
,
i
suo padre.
(33 Caterina Sforza, vedova di Girolamo e madre di Ottaviano Riario, dopo aver date prove di straordinario valor militare nel difendere Forl, tanto nel 1488 contro il popolo tumultuante, quanto nel 1300 contro al Valentino cadde prigione nelle mani del Papa ; da cui liberala per intercessione d'Ivo d'Allegre, capitano francese, si ridusse in Firenze, e quivi si spos a Giovanni de' Medici.
,
DOCUMENTI
XXX.
Exlractum litterarum
Illuslrissimc Illustrissimi Comitis Cayatiae
(1).
251
ac
Reverendissime
in
Christo
pater
et
domine
mia la Signoria Vostra Reverendissima f advisata beri sera com havevamo preso uno bastione et approximala 1' artigliaria ad la Terra questa mattina a la
fraler honorandissime.
Per
un' altra
la
mia
artigliaria
ba
comenzato ad
in
tirar
ad la
quelli
sorti
;
muraglia, e
della
in
modo cbe
et
ne
nome de
tucta
la
terra
per patizar
appresso de questo,
ci sig.
Fabritio Colonna
mand
de Obegn e ad me.
:
Gli
consedessimo
Terra
salve.
et
ad parlarne,
Noi
li
et se
cercbava cbe
li
tutte le genti
li
d'arme fusserono
,
recusassimo, et
dicessemo cbe
volevamo presoneri
qualche
cavallo
,
cbe
eramo
salvi
;
sua con
fussero
ma
la
in la
lardando
mia
artigliaria buttato
un gran pezzo
remedio cbe in
,
muraglia,
non
li
fu
La
villa stata
sacchizzata
,
prese tutte
,
genti de guerra
,
li
capi
primo
Fabritio Colonna
in tra
litano.
li
conte Ranuccio et
altri
uno Ugo Cardona e Ramer da Lagni napoch'erano dentro Capua, n' stata
possibile,
seguir
la S.
V. Reveren-
zornata.
Ex
apud Capuam
24
iulij
MDL
dalle
Questa lettera
,
come appare
dalla intitolazione e
al
prime
,
linee
della seguente
fu dal
anseverino diretta
di
Cardinale di Roano
Italia.
clie
da
Francia in
252
DOCUMENTI
XXXI.
Da Milano,
29 Luglio 1501.
dosi aproximati a
Cayaza a questo Reverendissimo Cardinale che essenCapua col campo quelli de dentro uscirono
,
fuora
et fecero battaglia
ne
la
quale
ne mor
notabilmente da
uno canto et dall'altro. Dappoi dettero che havevano facto quelli de la Terra gagliardemente dcfeso pur lo preseno
,
la battaglia
ad uno bastione
el
;
et
che
:
i'
hebbeno
li
quelli
d'arme
et
acordo
che
che
cittadini dovessino
esser
salvi,
cum
le
persone et robbe
xxx
il
mille.
Ma
se
xxx
xxxx
mille,
campo
et cussi
pen-
dente la praticha
presi
:
tra
li
Fabricio
Colonna.
rfe
del conte
Cayaza
nave
L'armata
domenica da Genoa
la
ma
tempo
et forsi a quest'
De alcuni rasonamenti de Monsignor de Gemello, Gubernatore Parma, la Eccellenza Vostra li intender dal signor Alberto (2); de
el
quale
la
al
giungere de queste
secondo
me
disse
il
deve essere
da
del
manda un
:
suo nepote
cum
vinti cavalli
la
compositione
perch
Regno
di
Quando
,
il
Napoli
di
scana
Nemours e
una parte, comandata dal duca movendosi dalla Lombardia per la Toaltra parte vi andava per la via di mare,
di cui
*
(2)
Da
Carpi.
, ,
DOCUMENTI
iichora che gi pi giorni el sia divulgato,
253
nondimeno, circa
:
la
gli differentia
et
:
per questo
qua, gi alcun
d,
per
la
Eccellenza Vostra pi
riiabia inteso.
Eccellenza
Vostra,
che
lo
raccomandasse a
la
constare che chi altramente havesse dicto, seriano partiti dal vero.
cum
il
fratello se
ne habbia ad parlare
cum
dice el
signor Ioan lacomo, che la se intenda aut qui dal parlamento, aut
a Parise, aut per
et che
una
che
il
justa
El Marchese de Monferrato ha mandato a Vercelli per conGn M. Defendo Suardo, M. Lodovico del Bruno, vescovo de Aquis, al suo
vescovato
;
et
M. Alberto e Galeotto
M. Ioanne de Anon
venuto
qua per
declo oratore
restituito
,
me
,
perch
no'
gran suspitione
lo
subinngendorai
la
come
in secreto
eh' el
,
Marchese
ha facto ad satisfactione de
Cristianissima Maest
homo da
ben.
Da Monsignor Reverendissimo n dal signor Ioan lacomo non sono slato altramente recordato. N altro mi occorre, raccomandandomi semper in buona gratia de la Eccellenza Vostra. Mediolani
xxviiii lulii 1501.
Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabelius.
, ,
254
DOCUMENTI
XXXH
Benedetto Tosabezzi al Marchese di Mantova.
li
Da Milano,
lettere
4 Agosto 1501.
sono venule
dal
campo
;
che, vedendo
tan-
Federico
la
perdita di
,
Capua
non
se lenendo sicuro
di
dem dominica
le
passata
la
,
che
fu el primo
questo mese
circa
cum Monche
signor de Aubegnino
suoi subditi
le
et forestieri
et
sono
cum Sua
,
persone
robbe loro
persona
quale
et
sua
fusse salva el
fuora
de
Napoli
ridurse
ad Ischia
le
forniti
li
sei giorni
:
fortezze
de Napoli
gli
et Gajetta
per
la
Sua
:
sei
ostagi
cio
don Carlo
di
don Ferrando
et
quattro
loci
altri
et sino
ad bora n
li
in la citt
;
Napoli et n in
altri
ponno
mesi
Dtrare
Franzosi
et
sei
dopo
gli
la
andare
la
sii
et
mandare, come
potendo bavere
cum
quale
apontamento,
obligata ad resignarli
Qua
Romani
tra la
flglia
della Cristianissima
concluso.
me
accade
raccomandandomi
sempre a
la
bona
1501.
gratia de la
Eccellenza Vostra.
Mediolani
UH Augusti
Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabetius.
(1)
Francesi fu infatti
primo alla situazione infelice cui era stato ridotto, elesse spontaneamente d'andare in Francia, rimettendosi alla generosit del vincitore, Il quale gli diede la ducea di Angi, e una provvisione di 30,000 ducati ogn' anno e quivi mori nel 1504. (2) Il re Lodovico di Francia, per adescare l'animo dell' Imperatore Masfra loro stipulata
ma
considerando
il
similiano, diede speranza di concedere in moglie Claudia, sua unica flglia, a Carlo di Lucemburgo , che fu chiamalo dipoi Carlo V.
DOCUMENTI
XXXIH.
Benedetto Tosabezzi al Marchese di Mantova.
li
255
Da Milano
14 Agosto 1501.
M. Zoan Valla
Reverendissimo
oratore de Ferrara
,
cum cum
lui.
messa gli disse eh' el restasse Et disnato che hebbeno lo chiam da canto,
dopo
la
,
,
,
li
a disnare
et gli disse
:
tra le
altre questa
Che ne
lui da Alema-
Italia
cum
queste
pratiche
de
nia (1)?
ma
:
n anche de lo Imet
peratore
pur quando
me
bavero a dubitare de
(2)
,
chora
lui
el gli disse le
:
subiungendoli
Monsignor
lo
Marchese,
de qua.
el
de ogni cosa
Andate,
quale
gli
d avviso
parta
ri-
et dateli licentia
,
el
che subito
,
el se
Qua primum
habita
expedito lo cavallaro
,
andar a
lacomo
in
et
confirmandome
lui
queste mede-
domattina
me
Excellentia Vostra
,
bona gratia de
Augusti 1501.
la
quale
interim
me
raccomando. Mediolani
xiiii
Ex. V.
Fidelis servitor Benedictus Tosabetius.
(1)
Di
nascosto
il
ai
trattava infalli
cui genti
Marchese
poi
avendo
a cui faceva in apparenza buon viso, Mantova coli' Imperatore e coi Veneziani, delle assunto il comando si porlo nel Regno di Napoli a cora-
Francesi,
di
ballere
(2)
gli slessi
Francesi.
il
Monsignor Reverendissimo e Gioan-Giacomo qui nominati erano , l'uno che accostato si di Roano, e l'altro Giovanni Giacomo Triulzio era al parlilo di questi stranieri, per l'odio feroce che portava a Lodovico Sforza dello il Moro. il quale stava in Milano come ambascia(3) Allude allo slesso Tosabezzi tore del Marchese di Mantova, ed il quale a supporsi che realmente discacciato ne fosse non trovandosi di lui dopo quest' epoca nessuna lettera scritta da Milano al Gonzaga.
Cardinal
, , ,
, ,
256
DOCUMENTI
XXXIV.
Da
Revere,
8 Giugno 1502.
mio
cameriere ad Arzenla
o uno poco pi in l
;
per riscuotere un
,
ritornato qui
et
me
reporla
haver parlato
:
cum
Maseto Brugia
quale
gli
de Toschana
nando a fracasso
che
la
voluto
gente, meDe che, ancora cosa no' sii de pi momento de quello che l', g ne ho dare questo adviso cum diligentia com ancora, che esso
campagna cum
multa
sii
gionto.
la
Excellentia Vostra
me raccomando.
Revere,
viii lunii
MDII,
hore 24.
E.
111.
D. V.
Servitor Ioannes
Gonzaga Marchio
(2).
XXXV.
Agostino Somenza al Marchese di Mantova.
ai
Da
Augusta,
27 Giugno 1502.
signor
Illustrissimo
et
excellcntissimo
mio observandissimo.
queste
,
Essendo
la
,
ville
cir-
cumstante
qua
beri
mand per me
Et
comuni-
discorsi.
mi
co-
duca Valentino, per Arezzo ajutatovi da e da Gio. Paolo Baglioni, da Fabio Orsini, dal cardinale Piero de' Medici
(1)
al
di
Pandolfo Petrucci.
Giovanni Gonzaga , fratello al Marcliese di Mantova che ebbe fama servendo dapprima Ferrando re d'Aragona, poi i Fran, cesi, ed infine l' Imperatore. Si spos a Laura Denti voglio, e mor in Mantova nell'anno 1523.
(2)
,
di
valoroso soldato
DOCUMENTI
inteso ch'el
257
mise che signiGcassi a Vostra Excellenlia, come Sua Maest havcva Re de Pranza era per passare in Italia con gran nud'
mero de gente
arme
,
(1)
et intendeva eh' el
li
quando
seguissero
,
ma
da
guerra
Sua Maest
ben
resintita
de questo
incomenzato
,
cum
cavalli; e
fa-
altramente,
admodum^ seguendo
,
la
che
la se delibera
viribus
de obviarli
pre-
et farli resistenlia, et
rompere
in tutto lo tractato
dell'accordo de
el
fatto a
Trento
teneva eh'
perch Re havesse manchato e rotto grave et de sorte che la non poleria patire:
siglieri e molti
sarla
et
che
soi con-
Sua
significassi
questa
oppinione
suo dominio
,
et
che ve-
nendo alcuno Franzoso de l non se ne confida n per la persona, n per lo stato. Et se ghe occorre alcuna cosa, de sorte che la o cavalli, che S. V. habia bisogno de aiuto o soccorso de fanti
Sua Maest de contenente probora ha parecchiato e presto, suso li confini, quattromillia fanti per mandare ad ogni bisogno et poi secundo seguiranno li effecti cossi Sua
subito la voglia avisare
;
perch
la
La
derio che la
V.
et
modi
gli
parer
,
volesse significare
a'
a'
al
Genoesi
come
li
la
questa venuta
altro
;
del
fine
Re
se
de Franza in
Italia
non per
fare
trli
loro stati
vexarli
e questo
bono animo ad
dififendersi
confidarsi
de' Franzesi
imo
(t)
(il
mand
Napoli ad Ingrossare
il
il re di Francia alcune genti d'arme nel regno suo esercito che Ivf stanziava , assottigliatosi per
malattie; e venne
Valentino a
il re stesso In Milano, promettendo di dar ajuto al duca spodestare diversi principi e signori ctie allora erano nella Ro-
magna.
Ap. Voi.
11.
33
258
DOCUMENTI
come
gli
,
Sua Cesarea
Maest
li
riservava e con-
ombra
predetto
delo Imperio
et cossi
anchora de pre,
volendoli
el
He
Sua Maest
ef-
apparecchiata
fectualmente.
aiutarli
diffenderli
cum
ogni
sua possanza
li
predetti potentati
mandassino qualla
chuno
loro
o saltem
li
da Vostra Excellentia
,
publico o segreto
,
come meglio
paresse
per exponere
la
mente
et
quello
:
gli
presente
occorentia
de Vostra Excellentia
aviso a
che la non voglia manchare de dare subito Sua Maest, et lenirla ala zornata avisata adci che tanto meglio Sua Maest possa subvenire et preparare a li bisogni. La S. V. intende quello de mente de la Cesarea Maest et
,
li
significa
instructione e lettere de
aposta a Vostra
Excellentia,
et quello
significarano
:
distintamente
sar da fare
,
et
medesimamente sar
mandati
ali predicli
potentati
et quello
mezo
la
la S.
V. con-
procedere
Italia
,
in
queste cose
(1)
la
quale
cum
devotione sempre
111.
me
raccomando.
Ex
et
Ex. D.
di tenersi
Sebbene questa lettera indichi che il Marchese di Mantova mostrasse d'accordo cogl' Imperiali, nondimeno egli era presso ad acconciarsi con que'di Francia. Con tali mene covava nel segreto dell'animo il tristo proposito di tradire o gli uni o gli altri, come meglio conveniva al proprio
(1)
Interesse.
DOCUMENTI
XXXVI.
Tolommeo Spagnoli al Marchese
il
l.'^
259
di
Mantova.
Dalla
Hogi
si
Mirandola,
Luglio 1502.
facto
un
gran lavorare a
le
cave,
si
come a quella de
bella opra.
credo la laudarla
,
per una
et di
M. lulio ritornato a
il
San Felice
o\e gi octo d
,
sempre
altro
,
Lui mi ha dicto
in
d'
che ci che
fa lo illustrissimo
,
signor
Duca
;
di
Ferrara
lo fa
cum
hanno commissione de dire che sono venuti da s a vedere. S' inteso qua il caso del Bolognese e compagni a la Concordia il quale ha commosso
coperta
et
arme
venuti hogi
ognuno
il
Excellentia
Vostra
per conservatione
onor suo,
gli
artigliarla
a pigliarsela
overo
mandare de queste
vicarialo:
il
sol volere
modo
,
di
dare
la battaglia
si
per
alcuni
si
coperti
fra certi
de questi che
le
reputano, non
:
potuto
concludere nulla
per
non
scio quello
che
si
far
domane.
Quelli de dentro
hano
tracti passatori,
,
li
homo.
de
la
La
saetta per
il
trare ha rollo
li
suo zoccho
et
hogi
stata
mgrto da
domane
Ex Gastris contra
S{pagnoli).
et in
Mirandulam
primo
lulii
MDII
(1).
De V.
Celsitudine
Schiavfi,
Tolomeo
(1) SI
yegga
il
Documento
N.<>
XXXVIII.
260
DOCUMENTI
XXXVII.
Isabella al Marchese di
li
Da Mantova
una
lettera
de Francisco
Malalesta de'xvij
me mando
,
volando a V. E.
essendo de
la
Dove mi nasce alcun dubio de suspicione circa la persona et ancora eh' el sii minimo non mi pare de tenere stalo de V. S.
,
celato
cum
quella
io
la
quale
,
lo
accepter
cum
quella
sincerit de
gli
animo che
mi movo
et lei poi si
governer
com
parer.
me
come
io
'1
E
la
perch
non
posso
pensare che
si
cum
lui,
mova
una coperta ch'el pigli per venir drelo la Ex. V. per spiare li andamenti suoi essendosi in questa fama ch'el Cristianissimo Re voglia farla cavalcare contra il duca Valentino (1) il quale da credere sii affezionato e habi cum lui qualche intelligentia per la impresa de Camerino (2) per la Siprincipalmente; dubito che
sii
:
cum
lui
,
et cossi
cum
et
perch adesso
fra
il
non
si
sa di chi fidarsi
,
et
Re
,
Valentino
servato
:
per che in
stabilimenti di stati
come
non
compagno
(1)
Tornando
in Italia
Lodovico
re di Francia
principi
si
molli
forse trovavasi allora il Marchese di Mantova a cui scriveva la moglie), cercando di movere dello Signore gi sdegnalo contro il Papa a procurare che il Valentino non procedesse pi oltre nelle scellerate sue intraprese. Al che ben disposto moslrossi allora il detto Re ma dipoi per le arti e le isti, , ;
medesimo
mutando pensiero
And
infatti
il
la
citt di
Camerino, e
vi
di
mentre faceva mostra di Irallare quel luogo, Giulio da Varano, il quale iniquamente
DOCUMENTI
siano stale fra loro. Per
la
261
desiderio eh' io ho de ogni sicurezza de Ex. V. et exaltatione sua non ho potuto contenermi de queste
el
,
poche parole.
quale per
il
suo riporto
Celsitudine
mi ha
de
la
tutta consolata.
Ringrazio
partecipatione
l'acta
Vostra
gratia
sua
et
me
bel-
raccomando insieme
lezza.
col puttino
V. del mandare a Valentino per la dote de la Duchessa essendo cus ricercata da lei ma perch ho inha poi teso che ultra quello che la disse al suo cavallaro in via
Io
ho scripto a
,
la
S.
diete
tino
;
Re contro Valenaltre parole publicamente se fussero pain proposito mandare non scio quanto seria
in
la
Corte del
role de
lei
,
sorte eh' el
si
et
per
altri
se
satisfar
in
questo
caso
et
in
bona
gratia
iterum
me
raccomando.
Manluae
23
lulii
1502.
Ex. V.
Consors obsequentissima Isabella.
XXXVllI.
Lodovico PicOf Signore di Mirandola, alla Marchesa Isabella Gonzaga.
Dalla Mirandola,
li
28 di Luglio 1502.
Illustrissima et Excellentissima
cossi
Madona mia observandissima. Per come expectava che insieme cum l' ar,
qual
me
vene de Lombardia
li
gli
canoni
el
de
la
perch
et a
li
la
Maest del Re
fa levare
a Ferrara
haverne
ma non
;
gli
io
modo
se
non
di
pocha quantit
respecto el bisogno
el
dove
haveva facto presuposilo de non dare pi carico alla Ex. V. de baione de ferro, forza che per adesso sia aiutato al mancho de cento, per bisogno del canone et colubrina del nostro Illustrissimo
Signore
infiniti
,
el
quale assieme
cum
li
altri presidii la
balole.
mi d Et
che sono
in
gratia
262
DOCUMENTI
la
Mirandola
(1),
28 Lujo 1502.
D. V. Illustrissima S.
Fidelissimo servo, Lodovico de
la
Mirandula.
XXXIX.
Isabella al
Da Mantova,
10 Gennajo 1503.
Anchora che
sua
io desideri
summamente
;
ritorno de la S. V.
et
de
16 passato,
portata
zoppo cavallaro
la
causa de la dilatione de
,
la partita
dover
de
la
ultra
la
satisfaclione
Maest Christianissiraa
rationi sue, pigliando
(2); resto
carezze et demonstralioni
et
de
li
dinari
parendomi com
tuolti
lei
stato
gran segno
di
li
amore, havendosi
:
assigni suoi
perch
la ringratio
grandemente
me ha
et
altri
reso. Il tutto
ho comunicato
quali
et
tutti
lei
cum
Reverendissimo Prothonotario
,
cum
el
Magnifico
;
M. Zoanne
sentono
raccose
Petro de Gonzaga
et
cum
d'
zentilhomeni
,
de'
3 del presente
per la qual
gli significava
questa sua
per
la
(1) Lodovico e Federigo del Plchi ,ajutati dal Daca di Ferrara e da Gianiacopo Trivulzl , assediavano la Mirandola per cacciarne il fratello maggiore Giovan Francesco. Vedi Guicciardini lib. V cap. 4. (2) Francesco Gonzaga nell'anno 1503, recatosi In Francia, si pose alli stipendi di quel Signore; mantenendo segretamente il proposito di far guerra, quando venisse propizia occasione, al Valentino, che mostrava di voler divenire padrone di tutta l' Italia e che allora Irovavasi alleato con Lodovico re
, , ,
non
fu ricordata
Mantova.
DOCUMENTI
in
263
mane, nanti
la partita
da
me
sua almanco da Lione; per il che la sera mi occorre digno di lei. Et anchora
che mi persuada che prima V haver inteso la captura et morte de li confederati de la Marcha nondimeno ho voluto significarglielo
,
nel
modo
eh' io
V ho
dal signor
fratello.
me
scrisse
lo
Illustrissimo signor
Duca
Romagna
,
se congratulava
la
cum
socero
de
de
,
le
persone
Vitelozo
tale
Duca
:
di
Gravina
et
Levorato
la
da Fermo
cum
iustificare
captura
che
ali
non obstante
passati
factagli
,
contra la
di
li
Sua Ex.
de
et
la
remissione
novo
alo-
havendo intesa
giamenti suoi
;
la partita
impresa
et facto
de Sinegaglia
cum
il
tutto
il
Sua Excellentia;
a lor quello voil
che da
lei
gli
haveva prevenuti
del
levano fare a
tal
il
5 scrive
;
progresso de
modo
cavalere Ursino
fugiti
(2)
M. Raynero de
la Sassetta
quali
il
erano
cautamente
da Senegaglia et reducti
Ravena
che
ho
in conformit
da Ferrara da Stephano.
,
Li predecti detenuti
decto signor
et la
Duca
presano per
nome de
Ex.
contro, et
terra in
il Duca gli locch la mane et li bas, et intr in la meggio del Duca di Gravina et Vitelozo sempre ragionando insieme. Ma come fu in camera, cum le mane proprie gli et subito gli fece dare la corda, et formare processo fece prigioni
, :
contra
et la
Levorato.
(1)
il
daca
Gravina,
il
VileliOEZo, eOliverotto
da Fermo, nemici
nigaglla
dal
medesimo furono
n dal Sardi
,
con circostanie non prima narrate n dal n dal Muratori il quale a questo proposito con;
chlnde
(2)
Or
valli
Bracciano
a cui riusci di
scam-
pare
264
Per
del
DOCUMENTI
le raedesirae lettere
ho:
l'andata
la terra,
,
Duca,
abandonata
Genovese
per ca-
il
da Francisco Malatesta.
Me
scrive anchora
del
5, ch'el signor
la
suo socero
et
morte del
Levoralo
et
eh' el
Duca de Gravina
nuti
expeclando aviso da
da M.
il
Roma
de'
de-
altri
ma
d el
io
da
Roma
lo.
Lucido
3 instantis
che quel
facto prigione
predicto Cardinale
;
Arcivescovo de
era tutta in
Fiorenza
,
et
et
che
Roma
;
arme
Papa
,
non
le
per
ma
,
perocch
il
per
bone
provisioni facle
Per
le liltere del
,
el
da Sinegaglia
et drizatosi
gli
cum
re-
Baione
ducto
cum sue
il
quale
ha
de
quali subito ne
ha facto
signor
mpicare tre de
11
li
principali.
scritto
signor
Duca ha
una
solecitarlo a
humanissima mandare a
et
litlera
al
la
lui
per
conclu-
mandato de contratare
homini
d'
tal
matrimonio
dar
et
appresso ha recircato
al
arme
quali se
li
per capo
gli
mandar
il
ca-
valere da la Volta.
(1)
La moglie, cio,
di
di
Sini-
Roma.
di
Firenze, ed
il
cardinale Giovan-
che il Valentino procur che col laccio fossero uccisi Paolo Orsini e Francesco duca di Gravina. da cui pol ricu(3) Gian-Paolo Baglioni cedette Perugia al Valentino che aveva il comando di perarla in quell'anno medesimo. Pandolfo Pelrucci Siena, seppe condurre le cose in modo, che la citt non cadesse in potere
veleno.
Dopo
di
del Borgia.
DOCUMENTI
Se dice anchora, ch'el signor Zoan Maria da Camarino
abandonato
clionilani
,
,
2aS
Io
ha
al
signor
Duca per dargli obedientia. La persona del Duca de Urbino non se intende anchora dove se ritrovi (1); ma, per quanto se crede, era prima levato da Cita de Castello per la via di Casentina et Modesto cavallaro, venuto
;
da Venetia
in
loco salvo
et
Venetia
ma
li
di
questo
da
la
Du-
ho cosa alcuna
Francisco Malatesta
Excellentia
,
me
scrive
che
di
amici parliculari de
Vostra
Romagna,
poteriano
desiderano che
se retrovasse a
casa
,
perch meglio
ch'el
uno poncto subito valersi de la persona et gente sue. Et dice Papa ha renovato la pratica del predicto Duca cum signori Fiorentini et questo medesimo ho io da Roma ma si crede che
:
non se ne fidariano
ultimata
la
nondimeno,
,
pratica sua
il
la
r appresso
dere,
Re Ghristianissimo
pur
et
,
eh' el faci
cum
utile et
honor suo.
qualche gente
le
d'arme
cose sue
bon numero de
fanterie a
De
le
cose del
Reame
se ne
;
eh' io
el
Ex. V. intende a
et in
la
giornata da
Corte
n altro mi resta
se
non
,
certificarla eh' io el
Federico
et altri
nostri figlioli
,
siamo sani
mandiamo. Mantuae
Ex. V.
10 Januarii 1503.
Papa
scioglimento del matrimonio, offerendo so a nuovo marito della Gonzaga, e la concessione della dignit cardinalizia al Duca stesso d' Urbino. Di l a non molto pot nuovamente Guidubaldo riacquistare Io slato ma alla fine
;
dell'
anno medesimo
Ap. Voi.
fu costretto a fuggire
Il
cercando salute
in
Venezia.
266
DOCUMENTI
XL.
Roma
ai 17
Marzo 1503
di
da Giovanni
Mantova.
in
Napoli
et facto
cum
lo exercito suo: et
ma
di loro
de Napolitani
et subito
ha
asperamente
(1).
Dipoi ha inviato
signor Prospero
Columna
(2)
d'arme
cum 2000
le
fanti
cum
per
vicluarie
che
lui
de quale
le diete
terre have;
gli
ne dava copiosamente ad
tutti
et
cum
mina de' Francesi quali moreno de fame. Duca de Romagna qui et dassi bon tempo. Hogi sono partiti de qui 2000 fanti e vanno a Pisa per mare non se intende a posta de cui. 1 predetto signor Duca ha mandato
,
Lo
illustrissimo signor
per fare gente quanta po' haverne a cavallo, et molti etiam a pedi:
non
(1)
i
il
gran capitano
diritti dello
combatt
lo
vit-
toriosamente
errata
la
,
Francesi
ai
che
se
non
di
ri-
data di
questa
14 Marzo
e non
14 Maggio
come pare sarebbe avvenuto nel come scrisse il Muratori. Male per
)
Ferdinando signore di Napoli, che, quasi dimenticato, lasci ch'ei ne morisse di dolore in Ispagna nell'anno 1507. assieme con il Consalvo , militava per gli Spagnuoli. (2) Prospero Colonna Tra soldati ch'ei comandava, furono scelti, nel Febbrajo di quel medesimo anno, 1 tre valorosi che sostennero l'onore Italiano nella gi celebrata diraeritavasi la fedelt del prode Consalvo da
, i
sfida
a Barletta.
DOCUMENTI
XLl.
Tolomeo Spagnoli al Marchese di Mantova.
li
267
Ho
,
Da Milano^
21 Maggio 1503.
inteso di novo
il
Principe di Salerno
e tutti doi
Conte
di
Mattatone
cum
li
capestri dorati
;
cum
li
colari di Santo
Michele
pace
al collo
essendo
:
prigioni ne la ultima
le
scaramuza
;
cosa che ha
si
pratiche di
la
la
quale
diclo
ma
:
che
la Cristianissima
altri
bench alcun'
,
una
la
fiction facta
per Franzosi
per loro
et
che
li
dannificati
recusino
ma
sia
come
li
si
voglia
nulla
,
speranza
la
gli
per
il
presente di pace.
La
voce segue
pure
che
Reame
(1),
e che tutti
Italiani devoti a
:
il
La
si
risposta de 1 signor
la
al proposito
pu reputar
la
domattina andar a
si
conclusa
facenda
ha a fare per V.
in
S., visi;
altri signori
nome
di quella
buona gratia de
XXI
iMaij
la
quale humilmente
mi raccomando. MediO'
lani,
MDlil.
Schiavo, Tolomeo Spagnoli).
D. V. (Celsitudine
(Ij
And
,
inratli
il
Marchese
di
di
;
Mantova
dopo
il
come generale
di
Francia
a
il
Napoli
ma
fallo d'
chiese
il
scrsse
Muratori
de' Franzesi.
268
DOCUMENTI
XLH.
di
Mantova.
Da Milano
24 Maggio 1503.
Illuslrissimo et Excellenlissimo signor mio. Dal signor Zoan latomo, qual mi ha summamente accarrezzato ho obtenuto per conclusione che, e di Basilica Nova e di quanto slato ch'ha al mondo, l' sempre per fare cicche li comandar la Ex. V., senza riguardo
,
di
cum
;
le
udissi mai.
Cum
sia
lui
ho concluso
ma
il
che
gralia
non
le
venuta
di
Pranza,
fa
e che, de
danno ricevuto
la
in fora
qual'
xx mila
il
ducali, lui
ne spera presto
,
sententia in favore
suo; abench
nocer quanto pi
dice el signor
potr.
,
Zoan lacomo
per
,
animar Svizeri a
et a farli altre
,
la
devotion de
;
Pranza
Per
si
ratificare la
,
pace passata
sei milia
il
grande offerte
e apresso
il
a postare
fanti
non gi
levarli
de presente.
purch
Il
la si
possa havere,
et in tal caso
lacomo
cose
,
ma
di
gli
il
Curtio postillato
sua mano,
le
mani
et
Baldassar da Castiglione.
perch
,
volentieri lo rehaveria,
la
prega
Ex. V. se
lo
vogli
far
dare
in casa sua
gli
quel che
cost
Questa mattina ho
causa de
la
Monsignor Granraetre
consiglio
1'
tacendoli la
;
venuta mia
per
del
havea mandala a
,
visitar, in-
tendendo
giere.
di la
malatia sua
bench
assai lele
Sono
stato
udito.
Dopo
forsi
parole
cerimoniose, mi disse
havea
udito del
DOCUMENTI
caso di Napoli
,
269
si
il
tanto quanto
stati
li
divulgava
pcrh quanto
Francesi
;
al
numero de morti
,
pi sono
Spagnoli che
capi di colu;
di la artigliaria se
ne erano persi
el resto
,
soli tre
era salvalo
che Napoli
ma
le
fortezze erano in
(di
mani
Ars)
del
si,
el appresso,
i
rotta
Francesi
cum pocho
si
apiciorono
dil
non vera
questa
ma
,
dice che la
et
patir
injuria
ha
facto
che
ultra
quattrocento
lanze
che
si
,
son
salvate al Garigliano
Mon-
signor
di la
Tramoglia
,
passa
cum
seicento
lanze; Fiorentini ne
:
dano quattrocento
assoldano
tre
che in
Svizeri
lutto ascendcrano a la
si
,
suma
di mille seicento
,
sei millia
mila
la
guasconi
due
mila
picardi.
Per
le
quali
provvisione
sufficiente
contra-
Io
li
risposi,
che
lui
la S. V.
non
havea havule
le
triste
,
quanto
me
,
dicelte,
perch non
gli
essendo conosciuto da
ognuno
di
cossi francese
come
la
ma
che la
,
pi-
bone provisioni
;
quanto
monstre
cosa
,
li
subiungenle
doli
flne dil
mese
si
faceano
di la
non
si
facevano, e
Ex. V., scria ben facto adverlirla a ci Mi rispose, ohe l'era vero che le monstre per questo M. Zoan lacomo andava a Lode el a Nola
vara;
ma
di
la S.
Vostra.
Lo
venuta resposla
(l)
de
certi
cavalli
che
li
doveva
dare
la
8. V. a
composto di Francesi di Svizzeri, di Grigioni, e di Monsignor della Tremoglia, and infalli allora a combattere nel regno di Napoli ma con si trista fortuna, clie nel 1504 la Francia con sua vergogna dovette cedere 11 campo agli Spagnuoli.
forte esercito
il
,
Un
d'Italiani sotto
comando
270
S. 8.,
DOCUMENTI
ad nstantia de
saper nulla.
assoldato
,
Gli risposi
(1)
,
non ne
qual havevano
mancho
ma
ben sapea
stati
in,pralicha,
non
gli
mancheria n
li
il
n cosa alcu-
naltra che
potesse parturire
honore
mi
ri-
spose, se non:
Re vole,a cui
piaciuto
darmi
il
Bayli de Can.
si
Molte fabule
dicono per
la
terra
nome de Ispagna
e che in Perpignano
vi
Ma
una
n*
che uno
)
gran partigiano
V.
S.
che non
vole
esser
nominato
mi ha
di
admonito che
proponere
tender bene
et
fra questi
regenti
francesi stato
ragionamento
la S.
V. ad andare nel de
la
Reame
arguendo che
lui
la se in;
cum Monsignor
mi impone che ne
In bona gratia
di
avisi la S. V.,
non
la
reputa cosa
al proposito di quella
V. Ex.
diolan, xxiv
Mai MDIII.
Schiavo, Tolomeo S[pagnoli),
D. V. Celsitudine
XLIII.
Giovanni Gonzaga
al
Marchese
,
di
Mantova,
1
503.
Da San Martino
di Secchia
li
28 Maggio
et
me
da
sol
Modena
Rezo un ambasciator
et
Digiuno (%'on);
che
la
ma
Cristianissimo
Giovanni Gonzaga, di cui si parl al N. XXXIV , eche allora si pose Repubblica Fiorentina. Si vegga il Documento che segue. (2) Il Castello dell' Uovo, che da' Francesi fu ceduto a Ferrante Consalvo, costrettivi da una mina applicatavi con grande artiflcio da Pietro Navarro.
(1)
DOCUMENTI
nella
271
,
uno
capitolo importante
noe par de
mande
ha haulo una
intende
,
se
Bolognesi
Ferrara e
;
gli
voleno dare
li
perch,
havendo
stragie
de
voltano contro
a Francesi; et eh' el re de
cum
mille
magnani
decto re lasser el
se tcnir
li
Reame
Spagnoli per
io
boni amici.
di
sabato
(2)
per brevit
tempo
Ha
facto
uno testamento per el quale se crede che li filioli del Conte Hieronimo serano salisfacti. El guasto de Pisa non s' ancora principiato
y
perch
s'
aspectano
le
far
l'offitio
io
debito
mio de
accaderano.
in
me
E. Illustrissime et Excellentissime D. V.
Marchio
ac S. R. R. Floren. armiger.
XLIV.
Tolomeo Spagnoli al Marchese
li
di
Mantova,
Da Milano
28 Maggio 1503.
signor Zoan lacomo
Il
da
lui volentieri,
mi ha dicto
la
come
in
questa nova
olectione de Monsignor di la
Tremoglia a
impresa del
Reame
(1) Filippo arciduca, marito di Giovanna, figlia del Re Cattolico nando, e figliuolo dell' Imperadore Massimiliano. figlio di Pierfrancesco de' Medici. (2) Lorenzo
,
Ferdi-
272
I'
DOCUMENTI
havea
la
provincia,
compagno, cum
monio
a la S. V.,
come
la
che a Monsignor de
Tremoglia
il
sua ragione, e
che
il
manberi
giare robbe bone per sei mesi, e sei altri durava stentando: e pare
non ne
pigli
un affanno
al
mondo. M. Visconte
movimento
Si
di
part
come
(l)
scrissi a la
perculosa a nominarla
salo da Octaviano de
come
il
Genova
Leo;
viste
cauil
Gampofregoso
Io possi
eh' in Sancto
et
dubio
movere.
sono
sue lettere in
Genova per
spagnole
:
le quali el
li
e
,
Antiani nemici
Gapelazzi hanno
la spesa,
di
uovo sollecitate
la pesi a' si-
le fantarie
quando
gnori Francesi.
in la confederatione doppo alquante dilationi se resciolto che quando Francesi siano tanto forti a la campagna eh' el possi fare securamente il far volentieri altramente n.
, i
,
Si
attende pi a la pratica di
:
la
di
guerra
il
Spagnoli
hanno per
primo
dil
capitolo
dimandato che
loro
i
parte
Reame per
novamente acquistalo
,
dovessero dimandar
Francesi
li
quali
gli
vano
,
molto ombrosi.
lo
evangelio
et secrelissime.
i
raente
mi racomando. Mediolani
D. V. Celsitudine
(1)
Questo movimento di G#iova chinatasi gi fino dall'anno 14^ per non viene avvertito dagli devozione di Francia
,
forse perch
non
riusci allora
ad alcun
fine di bene.
DOCUMENTI
XLV.
Giovanni Gonzaga al Marchese
li
27a
di
Mantova.
Da
Bologna,
2 Febbraio 1504.
mio
Fiorentini
Da Fiorenza
aver scritto in
(1);
ho adviso
questi miei
patroni
signori
la
Ex. V.
molli voriano
,
alcuni
et
el
signor
la
et alel
li
uno francioso;
per
Re non
volse confirmare
et
dimanda
Da Roma
se
ci
ma
di
momento;
;
non eh'
el pontefice (2)
gran favore
se ha, che
cardinal Colonna
et
la Victoria
cum gran
a
li
honore.
Da Piombino
il
d passati
Sjgnore
et lui fece
Questi sono
signor M. Zoan
li
ho da Fiorenza;
et patre
ma
lo
,
illustrissimo
mio socero
haver
de
honorandissimo
ha nova,
el
facte
profeta (?) in lo
summo
:
causa
altri
perch
l'
la
devotione del
Cristianissimo re
se ne
tengono
pur
remeteremo
et cosi
a la veri tate.
Qua
se
ha anchora
la
:
del Baili de la
Montagna
,
la
Qua
netia
bita
se dice anchora
,
che
gente d'
arme de
la
Signoria de Ve;
che sono
ih
Romagna
resta
se meltcno a ordine
al
che se du-
non vogliano
far
alias
in
Ex
Bononia
ij
Februarii 1504.
(1)
onde eleggere
il
pitano
(2)
non viene
Gonzaga a Mantova.
per pochi
lor ca-
dettosi Giulia 11
il
quale tenne
Ap, Voi.
II.
35
274
El parenlalo del tertio
inanzi col pontefice.
DOCUMENTI
fiolo del
E. HI. et Exc. D. V.
Servilor el frater
lohannes de Gonzaga
ce.
XLVI.
Giovanni Gonzaga al Marchese di Mantova.
li
Da
Prato,
29 Marzo 1504.
signor
mio observandissimo. Fiorentini hanno conducto Zoan Paolo Baglione cum 120 homini d' arme el conte
Illustrissimo
et
Excellentissimo
La Exc. V.
sar
advisata corno
questi
Signori
Lodovico de
la
Mirandola
cum
cum
70:
che
per
nominar, lassando
la
li
casi de V.
,
Exc. da
premesso
ne ho dispiacere assai
cum
minima
insieme
unde per
el parti-
me
cre;
paro de questi
altri,
cum bro
un' bora
nostra ad rimaner
manco
del prudentis-
Simo
et
la
in questo
saper ricordare
mezo consigliarmi perch tanto far quanto quella me come quello che non voglio mai rissolvermi in
;
cum
oplima salisfactione
et
bona
gratia de
cum 50
difficile.
ma cum
la cosa
del tutto a la
posta
Et ad V. Exc.
tuclo el core
me
1504
raccomando,
(1).
quac felicissime
Servitor et frater
A' 18 Marzo
d
di detto
Giovanni Gonzaga scriveva al nove de qua altro non c', se non che et in epsa questi nostri signori Fiorentini preparano dar el guasto a Pisa
(1)
anno,
Io stesso
Marchese
Mantova
cosi
De
le
DOCUMENTI
XLVIL
Cesare Gonzaga al Marchese di Mantova.
li
275
Da
mo
Forl ,
2 Settembre 1504.
Le nove
nostre di
la
qua
si
sofio di
poco momento
Roma,
ha che
la
molto stretta
la
Imperatorc e
il
colliga
lui.
Spagna:
pur
cos si
ha da
stato condutto in
Tre barche armate sono partile da Napoli; su una de le quale Spagna el Duca di Valenza (2); l'altre due si
El signor Duca post domani
s
parte
el
de qua
per Urbino; e
expedr
Uoma
il
per
il
de
pi
amorevole
et afectionato
non ho che
scriverle,
che
sia
2 Septembris 1504.
Fidelis servitor, Caesar de
De V. Exc.
Gonzaga
facti
(3).
S.
S.
et
ne sono
prigioni
molli
li
cosa quasi rniraculosa. roini pisani fuora de le Slinche Ambrogio de Landriano slato casso . I Fiorentini, come avevano fallo l'anno avanti, andarono infatti a dare il guasto alle Infelici campagne di Pisa la quale per era rlserbata a patire nuovi e maggiori flagelli. (1) Il Duca d'Urbino, presso cui viveva Cesare Gonzaga. (2) Morto Alessandro VI a' 18 di Agosto del 1503, di veleno ch'egli
. ,
qua
fortuna
Giulio li,
pel cardinal di Cornelo, con lui ebbe fine l'IniDuca Valentino suo figliuolo. Costui fallo prigione da ebbe nel 1504 un salvacondotto per andarsene a Napoli; quivi fu
del
ma
il
entro
Maggio posto sopra una galea , fu mandalo in Ispagna,e chiuso Medina ove stelle due anni* e fuggitone , si ripar presso cognato Re di Navarra pel quale comballendo valorosamente mori. (3J Cesare Gonzaga, studioso delle lettere greche e latine, e mollo amico Baldassar Castiglione, visse alla corte di Urbino, e mori nel 1512 in
ai
27
di
la
rcca di
Bologna.
276
DOCUMENTI
XLVIII.
Da Roma
23 Febbraio 1505.
domine mi observanil
la
noticia
passato non gli ho dato, per non haver messi fidati n ziflare
cum
Sicch
, i
gli
et fra le
altre
di
opera
per adaptarsi
Il
cum
:
la Santit
N. S.
tutto
ho vogliuto
alla quale
dar adviso a
S.
V.
et cussi far
,
per
la
lo
advenire
se
non che a
comando
bruarij
de
continuo.
Valeal.
Ex urbe Romae
die xxiii
Fe-
MDV^
Exc. V.
Servitor, Ioannes de
Gonzaga
ec.
XLIX.
Isabella al Marchese di
li
Da
Ferrara,
me
ha man-
mi sono slati ultramodum grati , quali insieme cum li signori mei fratelli et cognata ho goduti per amor suo. Kingraliola grandemente che cum tanta
,
dato
per esser
li
lei
diligentia
me
li
habi inviati.
la
sua de xvii
portata
per Baptista
come
dice la
stabilimento
de
la
pace fra
li
potentissimi
Re de Romani
et
grado
II pretendesse che Veneziani gli cedessero di buon da loro possedute in Romagna ; pure , vedendo di non aver forza a costringerveli, cal con loro agli accordi; pei quali a' 12 Marzo 150^ Veneziani mantennero il loro possesso sopra Rimini e Faenza, e restituirono al papa Savignano , Sant'Arcangelo ed altre otto terre di minor conto.
(1)
i
Sebbene Giulio
le terre
DOCUMENTI
Franza
277
se intender
li
cum
li
altri
adherenti
,
(1).
Quando
fare
parti:
se poter poi
i
qualche iudicio
ma
mi
mo' se governer
la
secundo
la solita
sua prudentia. Io
tenir
presso
altra-
finch la non
sii
et
Qui no se ha
il
primo che
sua
questa pace.
Me raccomando
la
,
bona gratia
pregolo basi
19 Aprilis 1505.
Exc. V.
Consors Isabella.
L.
Girolamo Eremita
al
li
Marchese di Mantova.
21 Aprile 1506.
Da Roma
lesus
Illustrissimo signor et
patron
,
chora quelle
de quella.
di V.
Exc.
per
le
quale
nome
chMo
,
diete lettere
mi
precipue
Francia,
per
la
Santit di
,
N. S. ha inteso
ma
per
(1)
Fu
parl del
Re
dei
Komani.
(2) Di
venne
1
questa nuova pratica dei Fiorentini col Marchese di Mantova non non sorli alcun effetto, mentre ed
(
di cui si parlato fu
al N.
XXIX)
ed
il
Marchese
si
di
Mantova
di
li
non molto
eletto
da
Giulio II a
(3)
capuano generale
dell'esercito pontifcio.
ambiva
di
assoggettare
di
la intiera
si
Romagna
dominio papale; ed
,
Agosto,
mosse da Roma
cavalcando
278
ne accignai a V. Exc. per
DOCUMENTI
mia
lettere
di
,
noQ
si
cum
altri
particulari
meno
me
piaceria
S. S.,
perch turbato
assai
gli
cum
domnica
io lettere directive a V.
Exc, che ne
si
faciano
mencione. Poi
che parlato
;
hebbi
cum
lo
siamo pi chiari
tenga
de'
modi
di
:
man
Ve-
netiani
mio,
in
el si voi
far
el
et governarsi
per
modo
non
preda
il
si
voi
far
l'
tutto per
altrui.
,
Cum
tutti
rasonar
stando perh
Signoria
cominci
bora per
il
morte de
la
Rezina
alquanta division di
,
li
,
Catbolici,
Re non
non
in
mollo credito.
in
Hora
Le
come
io
qualche suspeclione
M. Nicol
erano
pi ligate et religate
et
cum
maior
perch
secreti del
le
questo lo scio,
cerimonioso
al
doctissimo
et
grandissime proferle
io
fa
a V. Exc. et
di questi paladini
clesiastico,
entrati, e travagliansi
quanto possono.
le
,
La venuta
di
secondo
lui dice
non ha ad essere
fin
a un mese. Io non
ad
ofiferirci
la
1'
ho veduto dopo
el
primo
,
d.
El conte Lodovico
e quante
mene
;
si
usassero per
ridestare
riusc
il
pei quali
maneggi
Mantova
e a tentare
la
immaginala impresa.
DOCUMENTI
279
non l'ha visto dopoi. Ma tal sii de loro. Io bene spier, lo saper, et qualunque altri andamenti suoi. Vero che m' incresce ritrovarmi fra tal' imprese dove non si pu dir bene de tutti et dove per forza si convien tacere el nome et actioni di qualchuno
,
Son acignato
Orator
et instato a visitar io
et parlare
cum
lo
Magnifico
,
Veneto
in
non me ne son
al
per
gli
non caschar
qualche suspectione
summo
Pontifice, et
non
officio
io
overo
Agostino Somenza
de'
andando
lui
del
Romani Papa et
et
sbajafando qui in
la
,
Roma,
lo
di
Pranza. Et per
la instructione
sua che
diceva
,
venire et in
et
che Veneliani
si
Io ajutava
per
;
mar
et
gran rumor
fa
de pigne vote
el si voi
non
dire.
la risposta
de V. Exc. per
subito
me
appresentar a piedi de N.
circha le coraission
cos
prego Dio
S. E tutto quello mi resta me delle V. S. Illustrissima, mi forzar adempir: che me adjuii, cum quella f' ch'io ho.
mal
in
cum
,
ciurmaglia assai;
el
(amen
assai
presentati larga-
gli
papa a man
dricta, et
,
signor Costantino
Frachasso drieto
a
el
man
sinistra
apresso
el
qual era
,
el signor
il
Lodovico de Carpi
(?).
cum
Lo Magnifico
gli
hozi stato a
Palazo
per
si gli
acordasse
le altre
le
parole ch'io
secundo bavera
se di
visto
V. Exc. per
Magnificenlia
come penso
che
zia
sii,
per pi rispecti.
Italia si
;
Le cose de
bon tempo
vedono
in
e non
schiopare, o in tutto
280
DOCUMENTI
papa
et
datario
$opra
fosse
la
comVene-
bench
dimostrasse
,
che pel
veschoato de
tiani
Cremona
et da'
recevuto
essi
cum
,
et ristrengendosi
;
cum
tura
pi volte
e Corsi stata
pensieri
di
et pi
tai
quello
che
gli
fosse
cum
de
artigli
Monsignor
R.
S.
Reverendissimo
Napoli
et
il
compar
vostro
Praxedis,
San Zorzi
Pavia, el Reverendo
,
Monsignor Phi-
Jimberto et
V. Exc.
,
se
raccomandano a
,
et
Sancto
Gregorio
confortando
M. Federico Crivello
gli
me
ha astriclo eh'
di
scriva
a V. Exc.
si
che
homo
da ben et servitor
V. Exc.
a la qual
raccomanda,
:
offerendosi al combattere
cum
et di
questo M. Hieronymo
Mirandula
entra
sicurt
et dice
,
che se
V.
non mi risponde sopra ci qualche parolelta el si doler di papa che non vi ho vogliuto servire. S che prego quella non mi lassi correr in questa contumacia. A la Exc. V. mi racS.
me
al
comando
Romae 21
, ,
Aprilis 1506.
E.
D. D.
Servulus
LI.
Il
Duca
(f
Da
Urbino
21 Agosto 1506.
Illustrissimo et Excellentssimo
domino cognato
io
et frater
,
honor.
si
poi che
la
far
la
l'
impresa
Bologna
ho proposto a
per esser
Santit
in
che
prefata
V. Exc. seria
optimo instrumento
;
ma-
negiar
et
lei
expertis-
sima
de
la
in el mesliero
et
Beatitudine
N. S.
,
si
risoluto di
lei
come
veder per
si
li
manda
DOCUMENTI
281
ludiue mi impone ch*io scriva a V. Exc, che debbia Iransferirsi qui ad Urbino per consultar cura sua Santit quello che sera expedienle; la prego et astringo a voler venire omnino incontinente , et operar
et io
ne habia honor
di
La prefata Santit mi
over
s
iij
ij
del
mese proximo
Urbino:
qui
viaggio suo
et ritrovarse
cum comodit,
24 Augusti 1506.
Frater el
Dux
Urbini
(1)
manu
propria.
LII.
Isabella al
Da Mantova,
14 Novembre
1506.
r ordine de
la solenne intrala
Bologna
le
(2)
qual tanto
in-
distintamente
stantis
;
me
ha
scritto
la
Ex. V. per
dove
due sue de 11
ma maggiore
al
la
la sera
expedita
derio,
la aspetto
cum
,
desiio
dopo che
l.
ha
permisso eh'
venghi
sali
Ho
havuto
et dispenli
summamenle de
svisi
beb
la
prima
de lo interterra
qual da N.
S.
Religiosi de questa
a
cominciarono ad celebrare
bale Benlivoglio
(3)
,
et
M. Hanila
quello
che
mi
spodestato da Cesare Borgia del ducato (1) Guidobaldo di Montefeltre d'Urbino, lo riebbe nel 1504 da Giulio li, il quale procur eh' egli adottasse
,
Maria della Rovere col diritto di successione. Esso GuiGioan Paolo Baglloni a cedere Perugia all'istesso Papa, pot ancora persuadere il Pontefice ad eleggere Francesco Gonzaga come capo della spedizione contro Bologna. (2) Abbandonato dal Francesi, fu costretto C^ovanni Bentivoglio a cedere Bologna al Pontefice, il quale alli 11 di Novembre fece solenne entrata In
a figliuolo Francesco
,
quella citt.
(3)
Il
Guicciardini afferma
i
sua moglie e
quattro suoi
II.
figliuoli
si
la
presente
Ap. Voi.
36
282
tocchava circa
el
DOCUMENTI
favor dato a conservare le cose de casa sua;. mi
,
et
che
la
deba
in
(|
in
oome suo
bona prolectione
speranza
che
nella de la S. V.
quale
me raccomando
in
insieme
cum
Federico
qual procede
di
bene
meglio.
Man-
Obsequens consors
LUI.
Isabella.
//
Da
Casolengo
li
6 Febbrajo 1508.
Illustrissimo et excellentissimo
in
fare
servitore, per farli sapere le nove sono venute poi la partita del ca-
vallaro di quella
quali
;
che
'1
Re
,
de'
augmenta
le
sue genti
il
et per questo
le
,
in questa mattina,
signor
,
Conte ha inviato
capitane de
fanterie
di
ad
monte Bertonico
tutti)
non
laria
si
potesse tenire
,
il
fan-
qua
dove sera
lo signor
Conte
insuma
si
retirorano
nel borgo di
qua
in
Verona
la
et
minciar ad retirare
taneo de
la
predetto capi-
admonire
,
che
di
gente
si
voleno
predetto Re de'
si
oic
non
pensa pi
Romani si di qua de
pasagi
cum ma
tale
sforzo,
solo de riti-
lettera invece ne avvisa ctie ci non era avvenuto almeno di tulli trovandosi Annibale accollo e protetto dal Marcliese di Mantova quegli stesso che combattuto aveva per tor loro il dominio. Che anzi siccome il Papa minacciato cos pare che , per aveva le censure ecclesiastiche contro ai Benlivoglio Mantovani sopportare gli effetti del pontiaverneli accolti avessero dovuto e dagli storici ficio interdetto: cosa non avvertila neppure dai cronisti pot il detto Annibale, insieme ad Ermes patrii. Pi tardi, cio nel ISII suo fratello, riacquistare Bologna dove furono ricevuti dal popolo con grande
; ; , ,
,
festa.
. ,
DOCUMENTI
rarsi pi
283
borgo
di
quiolamente che
alla
Ve-
rona
et
,
che
bora
il
predetto
Ke
si
spinga
inantc
in
nel predetto
A
de
la
Rovere
Preda
,
sono venuto
(olo del
Disposto {Dispoto),
il
signor
del
,
ad domandar pasagio
,
al potest
de
la terra
;
nome
Re
li
de'
Romani
minacciandoli
se
il
era dinegato
,
potest
la Illustris-
sima Signoria.
Per queste nove parso
signor Conte eh' io scriva a monsi-
bon numero
accioch
sucessi
se
possano pigliar
consilii.
Et anchora parso
S. volesse essere
predetto
signor
allogiar
contenta de
,
per pi sicuretirare
et
maxime
per haversi
noi ad
nel
S.
.
.
pare espediente.
la
S.
V.
me
Servi tor
LIV.
Stazio Godio al Marchese di Mantova.
li
Da
Roma,
18 Febbrajo 1513.
signor mio
Illustrissimo et excellentissimo
colendissimo.
Heri
Italia
per soccorrere
questi
Veneziani
sforzarli
:
esercito imperiale
i
il
passaggio
loro stati;
intese a
sciallo
Francesi mandarono il signor di Sciamonte ed il mareperloch Gloan Giacomo Triulzio ad ajutare la repubblica Veneta la quale pot cosi operare che a' 30 Aprile fu costretto Mtssimiliano di calare ad un accordo di tregua. Di li a poco per, collegatlsl la Francia e l'Impero con molti potentati Italiani (fra cui io stesso Marchese di Mantova), volsero le armi contro ai Veneziani medesimi; quali patirono perci gravi danni, e sostennero una lotta che dur varii anni.
; ,
284
ch'el ha perso
la
DOCUMENTI
mit di
la
ha perso pi: de
modo che
proximo
fatto
;
si
ha corno certa
morte
et credesi
(1).
non passer
li
lun
in flne el si
ha per spazato
le
Hozi
Cardinali hano
cose:
cum
la
guardia
hanno fatto capitanio il signor Nicol de la Rovere; bench li capilanei Guido, M. Baptista et quel de Svizzeri se havevano offerti al signor Federico (2) di volerlo dimandar per capitanio. Hano mandato li Cardinali a dimandare il Duca de
de
li
cavalli legieri
et
Urbino
bisogna
il
cum
;
genti d'
li
arme. Non
lo farano entrare in
Roma,
se
,
non
per
perch
la
Vescovo de
gli
Valle
(3)
li
vogliono essere
obbedienti
medesima-
mente
Il
Ursini
si
Papa
confessato,
dil
hano mandato a dire per il Vescovo di Nicosia. ma non comunicato questa notte stanno
:
a la guardia
Papa due
(4)
;
frati
di Araceli
el
il
anchor
farassi
,
quanto vorr
Cardinale
di
Mantua.
,
Baso
li
piedi di
V. Ex.
et
18 Fe-
bruarii 1513.
D. V. Ex.
Schiavo fidelissimo
Statio.
(1)
braio
la
Lo stesso Federico Gonzaga scriveva da Roma a suo padre, 1513: Questa notte, che venendo il luni ad hore x
,
a'
et
20 Febmezza,
di N. S. papa lulio secondo passato da questa vita presente chiamato da N. S. Dio a vita eterna . (2) Federico Gonzaga fu mandato da suo padre, il Marchese di Mantova, a Roma, raccomandandolo al Papa, che lo fece alloggiare nel suo palazzo. Federico contava allora tredici anni e quivi forse era stalo spedito con intendimento di viepi affezionarlo al ponteflce. Una tale circostanza non fu
Santit
nell'altra,
figliuola
di
Giulio II.
(4)
Bench
si
temesse che,
alla
morte
del
Papa,
Roma
venisse turbata
da mutazioni e
accadde per
in tale occasione.
DOCUMENTI
LV.
285
Da Roma^
,
li
10 Agosto 1516.
Essendo N.
de
S.
Maret
chese de Manina in
la
,
salvo
1'
honore suo
Sede Aposlolica
vere
quondam Duca
,
d'
Urbino
(1)
senza che
li
luoghi dove
li
homini
che
converseranno
con epso
Dumodo
Che
si
per
le
la
somma
di
40 millia ducali
:
infrascripte conditioni
non uscir
del
nonice entranti.
il."
Che
terr pratica
,
o signore.
HI.*'
Che n
lui
n
,
altri
per lui
ecclesiastica o regulare de le
di
Terre o luoghi
,
Urbino o
,
Pesaro
Sinigaglia o
Sora
d'
alcuna
terra
si
sno al d che
IV.
parli
da Pesaro.
altri
Che n
lui,
n
,
fusse ribelle di N. S.
stolica
,
o de
adjuto o favore.
,
E quando
ne babbi ad
Camera.
(1)
(
Leon X, succeduto
lo
stato di
suo nipote
Biblioteca di
signore colla moglie sua Elenora Gonzaga Marchese di Mantova il quale con grande stento ottenne Papa la presente convenzione, che manoscritta si trova nella Mantova.
,
V infelice
il
286
DOCUMENTI
Che dccto Francesco Maria
e sui fldejussori
et in
,
si
habino ad
obli-
solidum
qualunque
di loro,
sotto la
se-
condo
che
le
il
le
obbligationi in forma
Camerae, ogni
,
et
qualunque
volta
altri
si
possi exigere,
quante volle
si
contravenisse
rimanendo ferma
la soradicla obligatioue.
LVI.
di
Lt 21 Agosto 151C.
La
S.
V.
come
beri sera
M.
havuto nova
simo
la
et
il
Ke
con promissione
,
di ajutarsi
1'
qua da
monti
il
ancora, che
Maest Cesarea
se in questo
apontamento
si
;
(1).
,
Con
li
mezzo Verona
perde
Gularit
boto
de artelaria.
La S. V. intender ancora, come il campo non mosso altrali quali hano mente exceto circha tre millia cinquecento fanti mandato a Santa Lucia ad alogiare [et credo vi andar qualche gente d' arme anchora) a li quali fanti m' ditto che M. Andrea Griti ha promisso dui Gorini cadauno, per disponerli ad andare
, ,
:
contro Verona
(2)
et
con questa
regata
tirarvi
ancora
li
altri.
(1)
cesco re di Francia
e Carlo re di Spagna
ma non venne
,
conclusa
avviandosi verso
il
onde Milano
; ;
ed
il
Re
dei Francesi
mantenne
di
il
Reame
di Napoli. (2)
la
Francia
viepi concitavansi
il
pace che stata sarebbe conclusa fra r Impero e deVeneziani , gi collegati ai Francesi
i ,
siderando sollecito
Andrea
Grittl
DOCUMENTI
Hozi dicono dee jongcrc de
l'altra
287
,
monicione
et
non mi ocorrc
se
in
continuo
me
raccomando.
Dal
Campo
,
Di V. S. Illus.
Servitore
Gulielmo Malaspina.
LVIl.
Baldassarre Castiglione al Marchese di Mantova
li
(1).
Da Roma,
26 Gennajo 1521.
nella virt della
ma
quella
sii
sicura
,
bono e presto
fanti spagnoli
che vengono
scritta.
iji
qua
sono vari
ma
la
verit quella
si
che
li
ho
pi
Et genti
:
sei
gli
che non
le
forze
Spagna che
Pranza
altro che
monon
trarsi
il
le
possono
infinite
il
ma
il
io dir
bene
ragioni, che, se
di
Duca
Ferrara
(3),
la
e forse
non
la [aria:
ma
dir ancor
rona
i quali assediarono Vepoterono prendere, perch valorosamente difesa da Marc'Anlonio Colonna, che era agli stipendli del Re dei Romani.
,
ma non
la
ai 3 di Aprile del 1519 successo era nel domimorte del padre poco prima accaduta. infatti grande simulatore tratt col Re di Francia con apparenza di amico, istigandolo a togliere Napoli all' Imperadore Carlo e a firne un dono al proprio fratello Giuliano de' Medici. Ma vedendo di non poter tenere l' intento si collegava coir Imperatore per scacciare Francesi fuori .r Italia. (Vedi Appendice deWArchivio Storico, Tomo I pag.293 e seg.). (3) Le parole sottosegnate, neh' originale ono scritte con cifre, a cui sn(1)
nio di
per
la
,
prapposta
si
legge
la
spiegazione
erano
di
riacquistar
Parma
e di
Ferrara ad Alfonso
la
d'
Este
ma
quando
morte,
tronc
le fila
de'suoi ambiziosi
288
questo
,
DOCUMENTI
che non
si
la
pu
fare
se volesse
e molte cose
si
possono
il
possono scrivere:
ma
faccia
pur
il
il
Duca che
:
tutto
e Dio sa
s'/
papa gliene facesse la istanzia come andrebbe la cosa; ma ben il Duca mostra molta difjUdentia; la quale non so come sia a proposito, perch al papa pare segno di mala volunt e che a lui se dia
,
(fualche infamia;
niente. Altro
volle.
ma
26
Roma
di
Gennaio
MDXXI.
D. V. Excel.
Fidelis servitor, Bald. Castiglione.
LVIIl.
Da Roma,
Dicembre J521.
che V. Exc. tenga
(1)
11
parer
di
Monsignor Reverendissimo
,
si
di tal
modo, che
e
lui
da V.
Exc,
la
l
medesimamente, dove
il
Cristianissimo
ma
;
para che
voglia
staccarse
quella, che
come
1'
ha
secundo
di
il
governarsi. Io non
manco
mio, e giorno
Mantua pervenga a
pi a proposito
e
di
quel
modo che mi
,
parso
bench
(le
li
io sapia
(1)
in cifra
Marchese Federico Gonzaga. Da questa rilevansi g' intrighi ed maneggi occorsi nella elezione del nuovo pontefice, ne' quali aveva pigliala la parie sua il Cardinale Gonzaga e forse per tanta divisione degli aninai accadde che la
:
tiara toccasse
ad Adriano Fiorenzi
Castiglione ai 3
da Carlo
V come
,
che allora trova vasi In Biscaja , speditovi di Spagna. Su questo stesso argodel
mento
scrisse
il
Gennajo
1522
51
).
DOCUMENTI
imporlaiilc
nislro
de' Medici lia di
;
289
li
ma
se
ci
sia
uon
bisognar altro
ini-
Circha
pontificalo.
li
Monsignor Kcvercudissimo
sono scoperli molli nemici,
eh' el signor Pro-
e Ira
li li
altri
il
Cardinale Colonna
ci inlendesi
spero
il
che a
me
pare
le
mani.
Castiglione.
LIX.
// Segretario della
Marchesa
Isabella dt Este
li
Gadio.
Da Mantova,
M.
madama quanto me
di xviij
ha-
una
Taltra di xxj,
Federico
et
per
mezo
ha
del Zelalo
de
la pratica
il
che fanno
Francesi,
conciar
Cristianissimo.
Ella
grandissimo
la virt et
la
importanlia
de
la
persona et
e
titoli
el
partiti
honorevolissirai.
tica
di
meno lauda
la
che
S.
Exc. non
entri in pra-
nostro Dio
la
maximamente
Pranza
cum
la
unione de
in
credere che
el
quando anche
,
non
tata
vi
speranza
di
la
vittoria eontra
Franza
c' da
ctiam quando
la
non vince:
pere
S.
l'ap-
poggio ecclesiastico
sia
sempre
il
il
n
Il
la
condotta n
titolo et
proteelione che
Ap. Voi.
37
290
DOCUMENTI
il
tempo
et
dama
la
il
si
Thabbi ad estimar
assai la
li
novi meriti di
Chiesa
et
per essersi
Marchese
il
di
Mantua
,
(1).
Questo quanto
l'
circa
parer suo
il
comando. Mantuae
26 Decembris 1521.
LX.
Angelo Germanello al Marchese di Mantova.
li
Da Roma,
17 Dicembre 1522.
Illustrissime
mattima
io
ho parlato
papa
et supplicatoli se voglia
degnare
far
Exc,
;
adeffectum
possa mantenere
le
perch V.
Exc.
;
el
merita
li
me ha resposto ma che de le
entrate de
Roma non
la
ci
sono denari
che
la
fa
colgere de fora in
bona parte ad
V.
Exc, dimonstrando
Sua Santit
in questo
ha ver bon animo ad exequirlo et satisfar a quella El papa mollo intento ad questa impresa de Arimine, perch
el
signor Pandolfo
la
(2)
pare che
sia
molto vario,
;
et
ha demonstrato
voler venire ad
sia
et
mosso,
se dubita
non
sia
in
Roma
di
che ha elevale
le
infatti
il
Marchese
Mantova a servire
i
alla
Francesi.
Federico Gonzaga,
lega
,
comando
di
Prospero Colonna
inimici
,
difese
Pavia contro
gli assalti
ed obblig
danno; lo che al campo francese fu furono date al Gonzaga per questa impresa
N.
lettera del
Castiglione
di
stampate dal Serassi nel T. 1 pag. 28. (2) Pandolfo Malatesta , incalzalo dal Duca Valentino , cedette la signoria Rimini ai Veneziani; al quali fu poi levata da Giulio II. Il dello Pandolfo,
,
XXI
fra quelle
dopo
la
ma
gi nel
tolto
dell'
DOCUMENTI
291
fanti
san Marco, bench no se creda. Li tre milia anchora in la Marcha l'altro d, per andare a
existima ch'el
spagnoli erano
la dieta
impresa. Se
papa
la
signore
li
Pandolfo
non
el
venera ad
la
obedienlia
(bencli
la
Sua
Santit
habia poco
modo
al
ad pigliar una simile impresa, maxime contra subditi, che ne poteria haver poco honore. Pur, succedendo se faccia dieta impresa,
la
la
,
Sua
el
Santit.
Le cose de
andavano ad
li
la
peste se son
in
renovate
d passati:
modo che
in
se
nome
Koma
el
omne modo
sua pi de
Italiani
li
El Cardinale de
del
Me
...
per
papa
et
vada et
manda
spesso
da
la
Sua Santit, bench habia la sua famiglia mal in ordine , tolte le robbe da Don Ioanne Emanuele in la riBasio
la
mano bumilmente
ad
la V.
Exc. Romae
D.
111.
die
27 Decembris 1522.
Angelus derma nellus.
D.
Hamilis servus
LXL
//
Duca
di
Da
Reggio
30 Settembre 1523.
inleso
un' altra
gralia di
la
la
cittadella
'1
de Reggio,
si
quale
io era
in
poche ore, se
castellano non
rendeva.
Pensava infalli il Re Francesco di calare in Ilnlia per riacquistare Milano; ma cerli dissidii inlesllni provocali da Carlo Duca di Borbone, glielo impedirono; e solo mand a(i*cfTetlo il suo proposilo nell'an(1)
lo slato di
,
no 1523.
(2) Il
il
nome
di
Clemente VII.
292
Hora
al
le significo
il
DOCUMENTI
che tutto
il
contado
(1); et
et territorio d
il
questa cittadc
tornato sotto
mio governo
trovava hora
una compagnia
io
di fanti,
il
ha risposto al trombetta,
obbedire a quanto
comandar
il
et
Mi parso comunicar
cere
,
tutto a
Appresso desidero
sapere
se io potrei
et
il
Po
fino a Brexello
qualche artiglieria
;
modo che
a V.
fusse possibile
et
S., et la
priego che
Regii
,
mi
sua voluntade:
et a lei
me raccomando.
30 Septembris 1523.
Frater et servitor
Alfonsus de Ferrarla.
LXIL
Estratti delle relazioni date da Francesco Gonzaga
del
,
ambasciatore
Marchese
di
Mantova a Roma
26 Giulio 1526.
Nel ragionamento che ho hauto con Nostro Signore, Sua Santit
me
ella
haveria havuto
gratissimo
de S. Excellenlia in quelli
la
persona
di quella.
...
tuttavia
dall' altro
che
io
sapeva
anche
il
respetto
voler ricercare
ricolo
(1)
,
che havea fatto andar ritenuta Sua Santit di Sua Eccellenza, per non metterla noi manifesto peella
di
ne avea parlato
Duca
di
(2).
Ferrara mand
In
Ispagna un
suo ambasciatore a ricliiederlo di speciale protezione- Ed il nuovo Pontefice infatti annull le sentenze contro lui pronunciate da Leon X , e gli promise la prima delle quali riacquist solamente la restituzione di Modena e Reggio
;
nell'anno 1327
(2)
seconda gi nel 1523 , come si vede da questa lettera. Federico Gonzaga, bencli fosse ai servigj del Papa, nondimeno, do;
la
vendo combattere r Imperadore cerc ogni scusa per esimersi dal debito suo; adducendo a ragione che, sendo lo stato suo un feudo injperiale correr
,
,
poteva pericolo
di
restarne spodestato.
DOCUMENTI
6 Novembre 1526.
Subito recevQie
le
293
lettere
de
27
et
28
del passalo,
andai a
il
Nostro Signore per far intendere a Sua Santit quanto havea detto
conte Lodovico da Lodrone al Signore, circa
la
venuta a Bolzano de
40 capitani,
alli
Italia, quali
capitulo proprio a
vernano Sua
il
che
la
Essa rengratia senza Gne Sua Eccellenza, havendo hauto molto caro
tale aviso; et
si
dicendo
1'
ma non
che
li
et
Bolzano
et quasi
expeditione, che
tutto potr essere
et
che
se
aspettarla
conGrmatione o
quando
il
sia
altramente.
farli re-
N pi
sistentia
oltra
,
Sua Santit
che
me ha
la
detto circa
proveder de
replica
parendomi
aspetter
altra
per maggior
ma
dipoi
che
ho parlato seco,
ci
Tarmata era
vela
:
manfar
et
che altro
non restava
che
che seria
fatto
senza
fallo al principio di
,
Novembre. La
(>rto che
Colonesi
(2)
hano ad
restar
et
non se
desiderio; et non
(li
Per
la
pace stipulata
in
Madrid
ai
17 Gennajo
1326
i
fra
il
Re
di
Francia e l'Imperadore, ne conseguiva, che questi avesse un pieno potere Veneziani, sopra l'Italia. Di ci si dolsero il Papa ed quali riuscirono a
i
Papa che concordemente si mossero a far la guerra all' Impero. Dalla Germania Carlo V mandava intanto in Italia poderosissimo esercito, comandalo da Giorgio Frundsperg e dalla Spagna un'armata diretta dal Vicer Lanoja per cui il Papa
,
ai Fiorentini
allo Sforza
ed
al
ed
collegali Irovaronsi
(2)
afflilti
da perturbazioni gravissime.
,
bre 152<)
ai 20 Sellemarmi, cosi che il Papa dovette seco loro calare ad accordi da Inni' ira fu preso Clemente VII, che, non mantenendo tolse la dignit cardinalizia a Pompeo Copalli promessi lonna, fece atterrare le case che Colonnesi avevano in Roma, e comand
,
coli'
294
DOCUMENTI
auctorit che lo procarano
cam
ogni
dubio che le
usque ad ultimum exterminium : che non terre che verano sotto la dedilion del ponteGce sein
li
rano ruinale
fin
fundamenti
et
similmente
le case
qui de
Roma
bench de
come
bolla
,
sera.
La
et forsi
a questa
hora
fatta la
credesi
primo concistoro, che sera mercord proximo se ne habbia pur per la nova de questa armata la cosa potria dififea parlar
che
al
;
rirsi
anchora qualche
d.
Philippo
Imperiali, da
li
si
comprende,
et in
specie per
don Ugo
(1)
non
per
mancar
il
di
el
Cardinale mi ha usato
pi lontani che
il
'1
Cristianissimo ha
il
mandato
Conte Ugo
,
di
et
instantia
quando
Papa
lo accettaria
et
che ogni
volta
a Paolo
tova,
vitelli di
lo
danneggiare
le terre
,
fuori.
Su questo
proposito
stesso Francesco
ai
,
scriveva
altro
26
non
Si
si fa
slandose
ruinalo el abbrusato
,
ch'era un bellissimo palazzo: quello che succeder, Dio sa. Gran trepidalione, secondo intendo, se ha In Roma; dubilandose, se le cose cesaree prosperassero che Roma non slesse a periculo d' andar a sacco. Dio
nazano
ci ajut
(1)
.
,
favoriva
(2)
Colonnesi contro
Papa.
Clemente VII, odiatore del Duca d'Esle, non aveva voluto mai rendergli Modena, ed anzi pensava a lrgli ancora Ferrara quando stretto da gravi necessit, propose al Duca alcuni palli onorevoli, purch egli si unisse
;
,
DOCUMENTI
Il
296
deir anno
proximo futuro
il
per
;
andar contro
Turco. N.
,
desidera sopra
d'
modo
tale
venuta
et
,
secundo intendo
non
se
manca
qua
acciocch ne segua lo
effetto.
5 Dicembre 1526. Sua Santit mi disse iiaver haulo la nova dal signor Guicciaril qual de la era l in Mantua dino et da M. Kabriel Cesano
, ,
(1)
et se
la
mente
sua
dicendo
qualit
di
di
gran core,
ficientia in le
la
guerra.
Da Modena
data.
Il
apresentiseh pur
logna.
nita.
campo quando
si
voglia. Il simile
si
ha da Bo-
adrizzassero
camin
loro a quella
via.
Qui
si
;
parla
variamente
verranno
in
Toscana
;
altri
esercito de Milano
altri
che se dar
ma non
seco in lega.
Ma
V Estense
lui
di gi
buone pratiche
mandogli
coli'
Impe:
radore
,
e che da
anzi era slato eletto a Capitan Generale delle armi italo stesso
liane che avrebbero dovuto combattere Venir troppo tarda quella profferta.
fi)
Papa
in risposta
Combattendo l'esercito Imperiale a Borgoforte, rimase ferito Gioche guerreggiava pel Papa; e trasportalo in Mantova, quivi
,
mori; come
tova:
rilevasi
di
Man-
Die veneris,
uUimo
,
die
papa demento
iV.
in centrata gri:
morlus
.
est
ex febera
,
el
fuit infirmo
per die 4
etatis
30 ,
et fuil
in iosio
296
DOCUMENTI
LXIII.
//
Da Mantova,
suo ambasciatore
li
10 Dicembre 1526.
A M. Francesco
de Mantova.
al
Marchese
10 Dicembre 1526.
una
liltera
de M. Guicciar-
Fiorenza
per
la
la copia
che ve
mandamo
circa
il
de essa
litlera et
missione.
Ha verno
inslanlia
la vostra
de 3 del
di
Nostro Signore
a
medesimo cavalcar
che quando
il
a Fiorenza.
a voi in risposta
dicemo
servitio de
la
,
persona
nostra havesse a
la
giovar a N. S. et
a' signori
Fiorentini
senza pericolo de
la
ruina
;
nostra et di cascar de le
nostre
ragioni con
Maest Cesarea
ma
mare,
et in
Ma
cum
li
grandis-
dell'
Imperatore (come
voi tante
Sua
,
Santit)
ne par de
la
(et
cos farete)
che non
il
voglia
;
havorci
manco
et
passato
et
non
ci
ha jamai voluto
tempo che
i
non erano
Cronisti non abbiano accennalo che ii Marcliese di Mantova (l) Bencli quali unitamente al Papa n stalo fosse richiesto a Capilano dai Fiorentini, movevano guerra all' Impero n interposte avesse certe pratiche per esimersi tutto dal prestare per verun conto l'opera sua a combattere l' Imperadore ci si rileva per da questa e da altre lettere scritte da Francesco Gonzaga.
i
,
DOCUMENTI
Sua Maest
grandissimo
in
297
nel vigor ci prosperit che sono d'ora: anzi la pocha forza ch'avea
qua, era
la
restretta in
Milano,
et la
slava in dubbio
:
che
et bora
se
mente,
et
per V armata
scoperti in favor di
et in
pur un
al
metterne
in
et periculo di
ruina
(1)
Fra tanto
miglior
di
noi ce
excuseremo con
rispetto e T autorit
;
Sua Santit sar quello che acquieter il tutto dignandose ella che speramo in la benignit sua per V amor
,
lo
in questi
LXIV.
Ferrante Gonzaga alla Marchesa Isabella Estense sua madre.
Da
Castiglione di Arezzo
li
18 Settembre 1529.
mia
et
Marchesa obseriiij
vandissima.
feci
Con
tutto ci
pi che
giorni eh* io
reverentia
alla Eccellenza
dutte per
le dia
de' prosperi
successi di
uno
de' buoni
la
repubet spia-
blica fiorentina
alla
simo
battaglia
(2)
si
rese
a discretione
non
signor
Principe
quale nondimeno
,
ha voluto che
la
robba come
le
excetto
le
(1)
Gl'Imperiali e
gli
Spagnaoli
ed
ramente procedettero
uba.
(2)
In quella
intrapresa,
viltoriosamente entrarono in
Roma, ponendo
il
sacco ed a
comjllido del
fu
Principe
in
d'
Oranges
,
generale
to
esercito cesareo
il
e poich questi
ucciso
battaglia
egli
slesso assunse
supremo comando
II.
go-
1530
Ap. Voi.
38
298
genti di guerra;
et
le
DOCUMENTI
quali ha fatte questa mattina privar de
et poste in
,
l'
arme
ai
libert
le
,
quali
ascendevano
numero
poder
dutti
500
fanti
et
et la terra lassata in
de' Comisarj de la Santit di N. S. Siamo questa sera conqua a Castiglione Aretino il quale sta abandonato, con proposito di condurci dimani a la expugnatione di Arezzo; se non che
,
la terra si
mandata a rendere
,
havendola abandonala
,
la
gente
che ve era
di
che erano
(2).
xij
bandiere
che marchiaremo a
la volta
Fiorenza
Et
le forze
del
nostro exercilo,
la fanteria italiana
numero
et
di
9000,
l'ale-
mana
a 4000, et la spagnola a
650
cavalli leg-
molto
volunterosa.
Et in buona
gratia di
Vostra Eccellenza
di
core mi raccomando,
,
cui Eccellentissima
si
come per
lei
pi
18
di Set-
tembre del
MDXXIX.
D. V. Exc.
ISA-
O COI MARCHESI
DI
MANTOVA
ED ALTRI FAMI-
LXV.
Antonio
de' Conti al
Marchese
il
di
Mantova.
Da
Mantova,
26 Agosto 1495.
nelli
quali
cumulatamente
ricontai
li
gloriosi et
magnanimi
(1)
di
29 Giugno 1529, spinse tanto armi contro alla patria che vinte Macerata , Montefalco, Cortona ed Arezzo pervenne nell' Ottobre a porre il campo presso
fatta lega coir Iraperadore ai
le
,
,
Firenze.
DOCUMENTI
l'adi coiitra el
25^
miranda
virt, pre-
comune
la
cui fama
immor-
tale
memoria
et
in
ho aspectato
cum summo
meae lucubrationes a Vostra EccellenSignoria siano stale grate, el le commendalione del magnifico tissima M. Hieronimo Lipomano per me a quella facte. Fui sempre in ogni tempo devotissimo servitore de la prestantissima et generosa casa da Gonzaga et de suoi famosissimi principi ma al presente tempo con pi ardente amore benivoienlia et observatione sono disposto ad ogni servit, commodit et exaltalione de la prelibala Vostra la quale humilmenle prego se degni pormi illustrissima Signoria
;
nel
numero
supplico
Vale,
7
la
me commendo.
Mantuae
,
princpum splendor ,
Septembris Salutis
Dii perpetuo
te
fortunent*
KaL
humanae anno
1495.
Palavus Comes
eques.
LXVI.
Giacomo Filippo Faella alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga, Da Cazzano li 10 Settembre 1499.
,
illustrissima et Eccellentissima
Essendo venuto
vendo
il
cum
se la
Domina mia observand issima. Tebaldeo qui a piacere per qualche zorno et hamedalia de la Eccellenza Vostra, mi venne fantasia
,
de farne un sonetto;
et
il
Tebaldeo
me
exhort
mandarlo
degna
di
a la Kccellenza
Vostra
et
fosse cosa
in-
ma
lui
me
;
ha facto tanta
stanlia, che
mi stato forza mandarlo. Diche la Eccellenza Vostra acusar lui et non me de questa prcsujpptione et se V opra sar trista, come gli (1), bavera rispeclo al loco agresto ov' stnto
Perch
sonetto veramente opera irto, l'abbiamo omesso.
(1)
il
300
DOCUMENTI
di
10 Sc-
plembris 1498.
E.
lllustris. D.
V.
Veronensis.
LXVII.
Isabella d' Este al Marchese di
(1)
Da Ferrara
li
29 Gennajo 1502.
camera
intrata de la
sposa:
et
el
signor
Don Alphonso
dove
la
mi anderemo
cum
incontrarla et accompagnarla
et
al
conduremoci
mercori
,
io et
duchessa de Urbino,
pagnia a
la
la
a fare
com-
sposa.
Madonna Lucretia
la
Bentivolia,
cum
parte de queste
restar
la intrata: io
cum
sera
,
el resto
ad expectarla a
scala de corte.
veder la intrata
andar a
la
perch
la
circumdar
de Ferrara
el signor
le
dusse a veder
la sala
dove se farano
sono
facti
li
gradi, et cossi da
le
li li
capi
cum due
in raezo,
done da
homini
li
le
done starano
el cielo et
Da
l'altro
canto
cio
all'
e facta una
fogia de
muro
de cita,
(1)
Questa lettera e
LXXII,
presso
la
LXXni
LXXIV, sono
di
conservano
Real Biblioteca
Mantova
C) Di queste medesime lettere debbe avere avuto una esattissima copia l'ingenuo e verace cronista Maria Sanuto. Esse furono in gran parte pubblicate nei Ragguagli sulla vita e sulle opere di Marin Sanuto del benemerito inglese Rawdon Brown negli anni 1837-38 in Venezia e ci vengono molto in acconcio per determinare col confronto la buona lezione (1. G.}.
,
DOCUMENTI
alla
301
le
quanto un
homo
sopra
gli
sono
case de
le
comedie
vi
che
Stimasi
forestieri
che
starano
li
ma prima
li
li
occuparano
gradi
se loro rester
sera de
de
la
sala
la
papale in mezo, a
Estense
,
man
dritta del
re di Pranza
a sinistra la
ducale
la
dritta la
Borgia
Tarma
meza negra
mo' se
ne
far
gli ho visto degno di noticia. deligname, cossi nudi: non scio coprirano altramente. De quanto altro veder a la giornata, partecipe V. E. Grande pompa de vestimenti et cadene
meza bianca
n altro
ma
sopra
Questi dui
la
visitatione
m*
la
stata fata
cum
,
mandato cinquecento ostrege a Vostra Eccellenza le quali goder per mio amore et in sua bona gratia me racomando, pregandola vogli basare cento volte el mio puttino, per mio respecto.
:
nave ho
Ferrariae
29 lanuarii 1502.
Consors
Isabella.
Exc. V.
,
LXVIU.
Isabella d' Est e al
Marchese
il
di
Da Ferrara,
Febbrajo 1502.
intrai
in
la
Alphonso,
sola-
cum Don
A
la
lulio et
li
zentilhomeni
zentildone mie
,
Torre de
la fossa
smontai de barcha
et intrai in
uno
burchio; et andassimo quasi fino a Malalbergo, prima che incontrassimo la sposa la qual era in una nave cum li signori Don
,
Ferrando
et
Don Sigismondo,
et
alcun
la
io
altri
;
pochi;
et
et
eravi
la
Duchessa de Urbino.
el la
Acostassino
furia
li
,
n^ve
andai
factoce
reverentia
in la
sua
ne
cum M. Laura
aviassimo
, ;
abrazamenti,
et
l,
non
gli
parse intrarli
per
non
, ,
302
perder tempo. Circa
fossa
in
,
DOCUMENTI
Je vinlitr
hore giongessimo a
la
Torre de
la
dove era
el
signor
la ripa
l'ossa,
vestiti
a livree de biancho
la corte era
rosso,
;
de
el
numero scptantacinque.
quale
,
Tutta
cum
,
el
signore
smontata
;
che
fu
lei
M. Lucrelia de nave
volse bassare la
la
prese per
mane
et bassolla
ma prima
mane
a S.
Ex.
bench facesse
dove erano
resistenlia. Intrasli
simo poi
in lo
bucintoro grande
tutti
ambassatori
in
Ne assetassimo
et
questo
modo:
la
sposa in mezzo a
1'
ambassatore Francese
al
Venetiano;
Venetiano
Francese, lo
fra
el
la
sposa
e lo Fiorentino.
el
questo el lo Senese
il
Luchese
gli
era presso.
,
signor
ragionando
et pigliando
,
buffoni
et
cum uno
in
grande gridare
giongessimo
sono
di
,
le
vintiquatro
hore
al
cum
trombe
et artigliane.
Accompagnatala
la
camara
,
partissimo
tutti
et io tolsi in caretta
,
Duchessa de Urbino
,
et la
qual
sopra
la logia.
De
la statura
de
Madama
cum
Lucretia
non
scrivo,
sapendo che
,
gal-
scoperto
cum
la
camisa schiapata in
mezo
lenza
a la fogia sua
al collo
cum una
(1).
d'oro
M. Lucrelia Benlivolia
la
cum
recolse
su l'arzine de Po.
,
per
il
senescalco
de don Alphonso
ferrarese, vestite
M. Theodora per compagna, et dodece donzelle la camora de raso cremesino et robbone de veluto
,
(1)11
Sanulo aggiunge:
havea una scrivente ( la uno robone de veluto negro havea uno scuflolto d'oro; al fronte uno
La Marchesana
ma
e al collo uno cerchietto d'oro, con diamanti dentro. MadaDuchessa de Urbino era vestita de una veste de veluto negro carica de
,
ziffre d'
oro
DOCUMENTI
negro, fodralo de agnelli negri
coperta de brocato d'oro,
;
303
non se
,
familia de homini
gli
gli
an-
sono deputate
fra
quale una
cum quatro cavali bianchi da 50 ducati l'uno; una de veluto morello, cum quatro cavali morelli, tutti molto belli et tre coperte de raso morello cum cavali de altro diverso
;
pelo.
stato
lo incontro,
perch l'era
tina ritornato a
ma
et questa
mat-
la fossa
col signor
mio
La Duchessa de Urbino
molto bene,
,
et gallante
et
insieme
el
cum me
se
raccomanda a V. E.
et
,
pregamola
voglia
basare
Ex. V.
LXIX.
Isabella (f Este al
Marchese
,
di
Da Ferrara
li
2 Febbrajo 1502.
hozi ha
et
me
pi ordinatamente che
potr.
Prima
de un pezo vennero
li
pano biaucho
el rosso,
cum
Ire capi
diversamente
Duca
di
Romagna
di
vestili
cortesani et nobili
ordine,
,
fra quali
quali
cati
sotto sopra
,
r una
mille
et
fine
Lo
signor
Don Alphonso,
di
:
paro
cum M.
,
veluto
morello
d'
in dosso
havea uno saglione de voluto bereltino, tutto coperto de scaglia d'oro baluto; nel quale, col fornimenlo del cavalo, dicono esservi
304
sei
DOCUMENTI
una beretta
di veluto
;
negro
cum
cum penne
;
bianche dentro
in
gamba, burquatro
sumacho berettino
,
a la stafa
havea otto
stafieri,
cio puttini
d'
et
quatro grandi,
,
brochato
fra la
quale erano
d'
cum
saglii di
brocato
oro
et di
veluto negro schietto (1): tra tutti loro sono dodice cathene d'oro
compadal
,
Episcopi
quello
li
cio
el
,
Vescovo de Hadria
et
Vescovo de Comachio
gli
di
Cervia
dui
a
mandati
dui
:
Papa. Apresso
erano
ambassatori
acopiati
cio
il
Luchese
et
uno Senese,
li
due Ve-
quattro ambassatori
quali erano
tamburini et
dos Aloches
(2),
il
vestiti
di
di diversi colori.
La
sposa sotto
baldachino
mano uno
cum
certi
ricami
oro
(3)
cum
et calze de
medemi
,
nita de veluto
cum
de
certi chiodetti
d'oro
bellissima et
richa
cosa.
Indosso
tela d'
havea
oro
,
una
raso
la francesa
:
et
liste
insieme
,
de
et
tutta aperta da
vesta. Al collo,
et rubini
,
qual fu de
la
bona
vezo
vestili
memoria li mand
di
il
Madama
signor
Ferrara
a
in testa
la
mio patre
Roma,
insieme
cum
quello
(1) a
Con
erano
vestiti d valuto
(2) Il
(3)
Il
;
negro schietto.... Sanuto. Sanuto due Lachei . Sanuto sul quale intr la sposa
: : ,
fin
dentro del
ponte
;
di
Castel
Tedaldo ma smarrito dalli schioppi quasi ec da otto sol stafieri che vestiano sajonl
,
la
;
gett a terra
ma
sostenuta
rella
ec. .
, , ,
DOCUMENTI
diversamente
,
30o
al
ma
tutti
collo.
Di fuori dal
la
accompagnava. Orcio,
duchessa de Urbino
era a
et lo signore
La duchessa
di astrologia;
man
dritta,
un vezo
di perle,
in lesta
Il
rubone
et
cio D.
in dosso di veluto morello. Seguivano poi due zenlildone Hieronyma Borgia et una Ursina, vestite de veluto negro, dreto li era madonna Adriana vidua, vecchia, parente del papa.
N
la
altre
donne
gli
cum
de zentildone de
sposa
ferrarese et bolognese
la
la seguitavano.
diversamente
muli
com
li
cantoni dove
passava;
:
cum
per
certe
rapresentationi
che
non
(love
piaza,
corde:
uno
da
la
la
l'altro
da
la
de
Ragione
(1).
la scala
de
la
corte, io
(2).
cum
comitiva mia
Li balestrerii rapirono
baldachino;
li
staferi
del
:
ma
Analmente
,
quelli
de don Al-
phonso
la
la
obtenero.
Da
,
li
ambassatori
,
el
signor
Don Alphonso
mi et tutto el resto fu accompagnata per la sala grande a le camere ducali quale sono apparate de li apdove stali un pezo paramenti de casa tutti retornassimo a le
duchessa de Urbino
,
:
stantie nostre.
ma non
intro-
cum
lei.
Di quanto allro a
la
giornata suceder, la S. V. ne
Il
e a questa bora
vestila de una
fumo
liberati
li
prigionieri
Diari!
MSS.
del
-mulo.
(2)
camora ricamata a pausa de musica (note mumadonna Laura da Gonzaga, che in dosso tiavea una ca,
listala
de veluto negro
Diarii
II.
39
306
sar advisala
voler basar
rii
il
;
DOCUMENTI
ci a quella
mio
pultino per
1502.
Exc. V.
Consors
,
Isabella.
LXX.
Isabella d* Este al
Marchese
li
di
Da Ferrara,
3 Febbraio 1502.
rendere
conto a
,
la
Excellentia
la
Vostra
di
la
,
giornata de hozi
et se
doppo desnar
in la sala
li
levassimo
,
sposa
tanta
da camera
reducessimo
grande
dove era
:
pure
meglio che
si
pot,
si
Poi
il
signor
mio palre
coa
le
fece la
monslra de
tutti
vestimenti
che
li
intrano in cinque
inedie
posta
altre.
Sono
in
li
habili sono
de cendale
era
et
qualche uno
zambelloto a
il
la
morescha. Inanzi
uno
la
sogetto di tutte.
il
La prima
la
de Epidico:
quarta
in
secunda
et la
la
Bachide:
la
la
terza
Soldato glorioso;
Asinaria,
quinta
su
,
bora
dico
ma
et
le
moresche
che
fra
atti
furono facte
cura grande
a la antiqua
,
galanteria.
de coraze fmcle
vestiti
testa di ferro
et rosse
;
scheneri et
amisi
fincti
in la celata,
penne bianche
maza
tutti
in
mano,
stochi, et
una azza, et lo primo havea le balotte, et Prima cura le maze, poi cum li ultimamente cum li pugnaletti, battendo il tempo, coml'altro
la
batterono:
altri
mila de
et
li
quali
si
da
li
furono presi
cacciati inanti
et
come
presoni uscirono de
la
scena.
La seconda
falda et fianchali
cum una
penna in
lesta
el
ronche
in
mano
DOCUMENTI
CURI
le
307
havendo prima facto
,
quali
,
similmente combalicrono
si
la
monstra
come
fu
ad andar a
cos
la
battaglia
col tamburino.
La
tertia fu
una musica
,
trista
La quarta de mori cum dui candelloti impressi in bocha. La quinta et ultima, pur de mori cum face accese in mane
queste feceno bel vedere. Avanti che uscisse
vense fora
la
et
seconda morcscha,
un
quatro bore
. .
de nocte passate fu
et
ognuno and
sempre a
basare
il
la
bona gratia de V. E.
nostro puttino da
mia
parte. Ferrariae
3 Februarii 1502.
Exc. V.
Gonsors
Isabella.
LXXL
La
stessa Isabella al marito.
Dello
stesso giorno
3 Febbraio 1502.
Non
mio
flgliolino ogni
feste
perch se
fussino
le
pi
belle del
mondo, senza
mi
la
:
non mi poteriano
se recordi de
;
satisfare
ma non
per amore,
fastidio gli
qualche volta de pi
per
amor mio.
Questa nocte
el signor
,
et
per
ha caminato
di loro.
;
habi parlato
nala,
cum
alchuno
come
seriasi ordinato
perche, a dire
la
il
comparere cum
tori
,
le altre
et
portar
il
havendo
(?)
el
spagnolo anetato
in
d'oro
Raccomandandome
giocoliere.
(1)
Attegglalore
308
DOCUMENTI
;
poi aneleremo ad
una
co-
3 Februarii 1502.
Exc. V.
(^onsors
,
Isabella.
LXXII.
isabella al
Da Ferrara
5 Febbraio 1502.
sta
me
si
et
le vinlitr
bore
et
meza
et fa-
che pi
qui
me
augurai
a
S.
Manina
et Io
dove
me
per vedere V.
si
mio
figliolino
dove non
ha uno
me
;
eh' io ho pur havesse tempo de poter scrivere de mia mano (1) a V. E., me ne passeria cum manco fastidio. Ma non pi presto son levata, che li signori mei fratelli sono da mi n tutto el d me abandonano ultra il concorso de tutte le zentildone che me cortegiano per non potere vedere dona Lucretia finch la non uscisse in sala. A le cinque bore de nocte cenamo, a le sette et odo andiamo a lecto. Pensi mo' V. E. quanto piacere io sento et habime compassione. Due moresche solamente furono tramezzale. Una de dece homini, fincti nudi, cum un velo a traverso; il capo capillato di stagnolo,
Mantua
et se
cum
cesi
corni de divicia in
mano
,
cum
quali
dentro
pieni
de vernice
movere de
li
corni se
avampavano. Nanti a questi era uscita una giovene che pass spaventosamente senza sono
(1)
la
,
et
and
in
capo de
Queste lettere
naano
d' Isabella,
Marchesa
di
Cotrone rendeva conto al Marchese di Mantova del pi minuti particolari di quelle feste. Add 12 Aprile, Isabella, venendo a Revere, di nuovo si condusse a Mantova.
DOCUMENTI
;
3W
uno dracene ci and per divorarla ma appreso lei era uno homo d'arme a pede che la difese, ci combaltendo col dracone lo prese, lo scet menandolo ligalo, la giovane a brazo cum uno giovene goiava et intorno andavano quelli nudi, ballando et gettando in
,
:
loro, in lesta
La secunda fu de' matti cum una camisa indosso, cum le calze uno scartozo, in mane una vesica schionfa [gonfiata),
la
com
A r
quale balendosi
La prima morescha
ultima non
gli
secunda
li
al quarto.
fu se
non sbadacchi
et querelle de
spettatori,
me
occorre
se
non che
me raccomando
in
mio amore.
la
Non
voglio tacere in
et vestita.
mia commendalione,
eh' io
sempre son
prima levala
Exc. V.
Consors
Isabella.
LXXIII.
Isabella al
Marchese
di
li
Da Ferrara,
le
campo
nalo
el
li
combattenti
fra
la
et so-
terzo sono de
speronarono
;
cavalli.
Vesi-
no
le
(1)
il
Bolognese
,
(2),
da
boletle.
e g Io butt
li
via.
Geltorono
stocchi.
Vesino invest
Bolognese ruppe
el
suo slocho,
et
opeet
maza,
et
mise
mano
al
pugnaletto
andava
loci
comodi
;
al ferire.
el
faceva presone o
(1) (2)
Marchese
di
Mantova.
310
DOCUMENTI
la
,
libert,
et
li
non
fece resistentia
alchuna
smont
subilo
et
cuoi gridi
infiniti
and voltegiando
per
il
le
voci
mostrando
in
il
stoccho
rotto.
,
Insomma
V. E.
la
palma
tender.
il
signore
Io in-
Raccomandome
,
bruarii 1502
bora 23.
LXXIV.
Isabella al
Marchese
di
li
Da Ferrara,
Illustrissime princeps
et dovisitata
non tanto
questi signori
mei
,
cum
la
et
ragionato per un
me
mi tornoe a
da
li
Nunciatione
me
la
honorandome sempre, et continuando a demonstrarmi dilectione et amore se conducessimo in Vescovato dove retrovai el signor mio patre, et uno apparato fabricato de legname, di grandissima spesa e assai sumptuosa. Cussi fo dato principio per uno spiritello, quale pronunci lo argomento de la demonstratione narando li propheti
, ,
et
in
quello
narare,
propheti
li
un
un
capi-
odo
cantoni
cominci pure
alcuni
istante
celo
non
cum
angeli intorno
in
,
uno zirare
piano
il
reposar loro
di piedi
gli
et
cum
altri
era l'anzolo
(1)
Rappresentazione Sacra.
DOCUMENTI
(iabriel
,
311
;
al
et
descese
cum
li
gano
lumi
quali fermati
se vedete in
li
infiniti
che g cadetero da
li
pedi
razo che
copriva
che in vero
l'
fo
acesi questi
lumi, ultra
teneva,
altri
ch'erano
in lo celo ch'io
,
ho
dicto,
il
conzegnato
cum
ferri ch'el
eh' ci pa-
di
pedi.
Et intanto facta
naratione
se ne
vano,
cum li et cum
,
altri
angeli al celo,
cum
facli
canti et soni
che se audili
certi acti
de letura
da quelli
spiritelli,
quali
mano
pedi
il
rato
bptha et de loseph
per
altro
terra
in
lo
qual
acto se
cum un
bello
la
mirabile
inzegno
esser
il
un anzolo
Ges
;
manifestando
loseph
incarnatione
prima
,
dutra-
bitava
V havea hauto
in
visione
per
il
fugare
circa
eh' io
la Vergine Sancta fo dato fine a la festa. La quale duroc due bore e meza assai dilectevole per quelli belli arlificj ho dicto e alchuni altri eh' io prelermelto ma caldo gli fo
,
,
el
grandissimo numero de
le
brigale.
Credo che
;
Maghi
Et
a
Innocenti
secundo
caval-
ne advisar
la
S.
V.
a la quale
uno
de
continuo
me
raccomando. Ferrariae
E. Illme. et
24 Aprilis 1503.
D. V. Consors deditissima
Exme.
,
Isabella.
LXXV.
Pietro
Bembo
alla
Marchesa
li
Isabella Estense
Gonzaga.
Da
Venezia,
8 Aprile 1505.
ho
per
anchora
V. S.
potuto
illustrissima
,
madonna
fatto gi
cos
con
la
fronte fare a
rcverenlia
come
1'
ho
l)on
tempo continuamente
col core; V. E. se
degner im-
312
putarlo parie a
le
DOCUMENTI
mie occupationi che non me
le
1'
hanno concedulo,
suole
pi volte
si
opporre a
m'ha
il
per suo
nome
,
pi fiate al venire a
che io debbo
desiderare,
brieve.
et
di
in ogni
et
La qual cosa
inesser
mia famiglia
tre giovani
non
pri-
ma
di casa uscitimi
(1); et a la
buona
gratia di V. E. umil-
mente mi raccomando.
Venetia
,
8 Aprile 1505.
Servo
di
V. E.
Pietro
Bembo.
LXXVI.
Aldo Manuzio alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga,
Da
Ulma.
Marziale
et
Venezia,
li
23 Maggio 1505.
lettera
Exc. Domina.
Ho
havuto una
in
de
la S.
V.,dovc
;
mie
membrana,
lo
ho
soli questi
cum
sima
luvenale et Persio,
li
Se piace a V. S.
,
Illustris-
mandi
(1).
questi
mei
faccia intendere
che
li
comandare
tia
De quello ho
V. S. Illma. ha scripto; et a
,
continuo
me
raccomando.
Servus
Vene-
23 Maii 1505.
,
Aldus.
LXXVII.
Pietro
Bembo
alla
Da
Jesus Christus.
Venezia,
1.
Luglio 1505.
Mando
a V. E.
madonna
et
patrona stimatisusciti
sima mia
dieci sonetti et
da
la
loro
(1) (1)
Con
libri,
accennandogliene
il
luvenale et Persio, miniati et ligati insieme, ducati sei, o almanco ducali quattro. - Marliale ducati quatro, o almanco Tibullo Propertio, ducati tre, o almanco due e mezzo. (lucati tre, - Catullo
prezzo cosi:
Oratio et
, ,
Lucano
ducati tre
o almanco due e
mezzo
DOCUMENTI
rogola
;
313
mani
di V. S.
non
j^i
perch meritino
,
essi venire a le
io S.
per
ma
perch
V.
recitalo el cantato da
ricordandomi
felice
con
quanta
;
dolcezza et soavit V. S.
cant quella
sera
le
gli
altrui
et
che questa. De' quali sonetti alcuni ne sono non avuti qui da
ot gli
scerai
expectalione
di
V. S.
n
,
al desiderio
si
mio.
Ma
confortomi
;
da V.
S.
la bella el
vaga
cui
mano,
el la
di
V.
Illma.
Signoria,
la
mi raccomando.
Luglio 1505.
a d
V. S.
si
degner farmi a
la
mandamento.
D. V. Illma. Signoria servo, Pietro Bembo.
LXXVIII.
Mario Equicola
alla
Da
Blois
De
per
la
nobilt
et excellentia
de
la
quale
le
loro opere
fossero
slate
immortali.
di
Signora mia
ancora che
,
io
non
sia altro
che intincto
digno
lettere
che
me
le
ha
facto
haver
servit
virt
,
mediante
dar et fama et
libro de circa
metUj
S. et
facendo
per ludo mentione de quella. Introduco in ditto libro questioni che disputano de
la
dove V.
,
Illma. co-
gnosccr
come
philosophia
nostra
et
antiqua theologia
mai
,
diete.
la
Perch son
in pro-
de pubblicarla
et farla
la
in
slampa
supplico
me
conceda
la
liccolia; ci se
prima
11.
pubblichi,
40
man-
Ap, Voi.
314
DOCUMENTI
la
sua volunl
certificando,
,
che a
le
li
e poi
far
me
far
se la
et
quella
22 Novembre 1505.
Servitor Mario, Equicola.
LXXIX.
7/ signor di
Da Parma,
17 Gennaio 1506.
Illustrissimo et Eccellentssimo
tera de Vostra Eccellenza
let-
insoma [insieme)
cum
uno
(juclla
me comanda,
li
quando vengono
Questa mattina
gli
stato
Domine da
la contessa
de Cayazo
ma
no lo ho voluto impaurire,
il
modo
diste-
samente che ho tenuto fin qui. Il signor M. Galeazo e Domenicho del Rizo me hano dicto aver visto il salvoconducto che ha facto
Monsignor
vene
,
il
Gran mastro
;
al
cavalero
ma
il
ci
non obstante
s'
el
el
g restare
e poi se far
com
spia
Re
disponer. Questa
aviser del tuto.
che
me
M. Galeazo stato il mezo a far aver dicto salvoconducto. Segnor mio, non parlate cum nissuno dil fnodo tenuto che non fossi discoperto che subito facta la preda, ne far avisata la Eccellenza Vostra. Li compagni insieme cum
il
predetto
meco
se
raccomandano a
li
piedi di quella.
humilissimo
obediendissimo servulo
Gemetto de Nasson
(l)
francese.
di
Mantova, bene
Questa lettera, il di cui originale si conserva presso la R. Biblioteca ci mostra come il Marchese di Mantova non solamente
pollici
presso le corti
ed ancora fuori
riuscire a certi
,
come
si
ma
eziandio,
come per
fini
nascosti,
non
si
vergognasse
di valersi
di spie e di emissari!
munendoli
di segreti
mandati.
DOCUMENTI
LXXX.
Isabella et Este
315
di Correggio.
Da Mantova,
Signor Zoan Galeazo.
posilioni dil
gli
li
16 Marzo 1508.
Havemo
inteso
com-
quondam
(1).
Et perch a boccha
lui
,
havemo
la
risposto a sufBcientia
ne rimettemo a
che scranno
era
stato
et corrette
n altro expeteremo
;
libro
che ne
,
intitulato per
il
;
dicto
signor
lei
quondam suo
patre
come
;
V. S. ha visto et confessato
che
haveremo gratissimo offerendone a li beneplaciti suoi de continuo paratissima. Mantuae 16 Martii 1508.
Isabella
Gonzaga.
LXXXI.
Cesare Gonzaga alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga.
Da Modena
li
2 Dicembre 1510.
grande eh*
io
li
lei
la
guerra
et io
ho a domandare; subito che sar fnita et forse seria meglio per anchora scriveria ( sic
)
:
me
di
(1)
Un
)
si
di
Mantova
argonaento, dove in una lettera del 20 Febbrajo scriveva essa Marchesa in Il libro allegalo de l'opera del signor vostro patre , torno a quel libro
:
ordinato
captull
,
in tre parti. In la
prima erano
;
posti
li
sonetti
in la
d'
secunda
li
in la terza le canzoni
et in
fronte de ciascuna
esse parti
era
scritta
una epistola ad noi, In segno eh' el ce i|jlitulava l'opera, perch havesse ad uscire sotto el nome nostro. Et tra le altre cose servarao in memoria che gli pareva de dedicare in una de le epistole esserli questo sentimento
, :
che
vi
dipingono
.
un santo;
che
cos volea
suo
316
che
la se digni
il
DOCUMENTI
comandare a Marchetto che
quale
le
madrigaletto
il
mando
qui incluso
et farla di sorte,
che
canto
supplisca a la
:
insufficientia
de
le
parole.
;
Se gratia un
et le
prego V.
ne sar
si
degni man-
Che Marte ha
,
resto
Amore. Baso
le
,
mani
di
V. 8.
et a la
sua
bona gratia
risposta.
a questa volta di
desideroso di ottenere
questa
gratia
da Vostra Eccellentia,
LXXXII.
Lodovico Ariosto al Marchese di Mantova,
li
Da
Ferrara
U
me
Luglio 1512.
Prima per
il
Melina
Tesondeo
sic
stato
fatto
continuando
la
io
bono
et
fusse de-
gnata legere
terlo
le
cose mie
in
s'
mandare
man
sua.
Ma
oltre
che
il
libro
non
fornito ancora,
come
modo con
,
inQnite
chiose e liture,
et
io
et
de questo
la
consorte
me
, ,
a Ferrara
di V. E.
ne
lessi
el
cercar
pi presto che
et
transcrivere,
cominciando
;
al
quelli quinterni
,
che siano
li
che mi pareranno star manco male et mandar a V. S. illustrissima; alla quale umil-
mente mi raccomando.
Ferrara, 14 Luglio 1512.
Deditissimo servo di V. S,
Lodovico Ariosto.
DOCUMENTI
LXXXIII.
Isabella (T Este al
317
figlio.
Da
Napoli,
8 Novembre 1514.
illustrissimo Federico
S.
Isabella Marchionissa
Manluae
ci
Gonzaga,
D. P.
stata
gratissima
vedendo
il
et liberale: del
che
te
gendoti ancora ad
tresti
perseverare
non
ci
po-
fare.
li
De
gli
Codelovo
perch a
lui
et
hogi
havemo
scritto
un pasto che ne
Bisignano
;
conte di Glaramonte,
quale
si
ti
augurassimo
a ci
,
havessi visto
cum quanta
galanteria esso
,
adattava in servirmi
et a
tempo
in
adattarsi ad ogni
nome
nostro.
Da
8 Novembre 1514.
LXXXIV.
Lodovico Ariosto al Marchese di Mantova.
li
Da
Ferrara,
6 Giugno 1519.
quanto V.
la
S.
mi comand
degna
le
mando
la
mia Capsaria
che perch
reputi cosa
,
di
andarle in mano.
Ho
tardato
alquanto a mandarla
trascriva.
me
la
Qualunque
V. . la accetti
con
quella be-
(1)
illustre famiglia
Fu amato
,
dal
Marchese
di
don dimolle terre presso Suzzara per avergli procurata la pace col gnore Visconti. Fu amato eziandio da molli altri principi di quella et mori nel 1518.
318
DOCUMENTI
vedere
le altre
mie sciocchezze
,
in
bona grazia de
Ferrara
la
e la supplico
degni di comandarmi.
6 Giugno 1519.
Umil
LXXXV.
7/ Bandella al
Da
Milano,
20 Marzo 1520.
mio observan-
pregato che
in lode et
honore de
,
lustrissimo signor
latina
:
vostro
patre
,
volessi
io
che
et
immortali virtudi
quello, che da
non era
essere
nondimeno da la mia servit che a la Illustrissima Signoria Vostra ho, et sempre ho havuta a la illustrissima casa Gonzaghescha, ho
composto
,
come
quella veder
,
una oratione
(1):
dove, quanto pi
la ho difmandare fino a questo anniversario parendomi che in ogni altro tempo sarebbe stata fora di proposito. Hora la mando,
et al
nome
di
Vostra Illustrissima
la
Signoria
la
dedico
pregandb
;
sua
solita
non
riguardando
al
ma
al
buon
affetto
de V animo
S. Illustris-
servirla. Feliciti
Dio V.
sima
in ogni cosa
,
cui
bona gratia
me
raccomando.
Mediolani
20 Martij 1520.
V. S. illustrissima
De
Affetionatissimo servitore
F. M. Bandello.
raccolto da Stefano Gionla [i) il Fioretto delle Cronache di Mantova Mantova 1741 ) racconta che questa orazione fu Ietta a Federico Gonzaga domenicano oratore facondissimo. dallo stesso Matteo Bandello
,
DOCUMENTI
LXXXVl.
Isabella d* Este
319
di Ferrara.
Illustrissima
Madama
,
mia.
Heri
la
Maest Cesarea
venne da
;
Castelfranco a la Certosa
distante
da Bologna un millia
accolta
et
,
tutti
questi
Reverendissimi Cardinali
quali
numero de gentilhomeni
la
predetta Maest;
soi
che poterono
il
li
22 hore
Prima venero
tre
compagnie
et
di ca;
ligieri
colle
lanze
sue
ben a cavalo
drieto loro
comparse
alabarde
il
armata
in
mezo de
:
quali era
una sede da soi servitori per esser storpiato de la gota et veramente non se comprendeva in lui manco vigore et virt essendo cosi portato, come se fusse stato nel magior vigor del mondo et armato a tutte arme. Drieto queste compagnie comparsero li cavali
,
borgognoni
veluto ad
armati
tutti
ad arme bianche
livrea
,
coperte de saglioni de
,
una medema
verde et
rosso.
li
antidelli colori
el
con
le
lanze soe;
el-
ciascuno de
li
meto et lanza, a cavalo de boni corsieri. Seguivano poi li gentilhoarmati cum saglii et sopraveste a diverse meni de Sua Maest
,
fogie et
imprese
secondo
li
gentilhomeni comparsero
di veluto gialo,
,
con berette
cum
tagli
gialo
berettino et morelo
,
et
lissmi et gentilissimi
cavali
cossi gianetti
com de
la
Santit di N. S. da
, ,
320
palazo
,
DOCUMENTI
portato in sede
et cubcularii
; ,
in habito pontificio,
et
circumdato da
li
soi
,
capoi
mereri
tutti
li
avante
procedevano
,
anibassator
,
a doi a doi
con seguito
de
et se
facto de
nauti la giesa
pani bianchi;
et el
pavimento, in
li
Rele
verendissimi
le altre parti
ne
manco
1'
pani de
altri colori.
Continuava da
altro canto
procedere de
vestiti
le
li
li
genti di la
colori
tutti bella
gente, et
de
medesimi ch'erano
li
detti pagi.
,
grandi et
pi chari a Cesare
a cavalo
,
armali
et
ornati con
et
comparse
Maest
la
,
Cesarea
nanti la
;
spada nudata
et
era
biancho
era
scoperta.
,
ma A
il
brazo
la stafa
cum
erano circa quaranta giovani gentilhomeni de la cita tutti vestili sagli et giuponi de raso biancho, intaliali con fodere de bro,
chato de oro
sato: quali
da
Sua Maest,
cossi a pedi
r haveano accompagnata sotto un baldachino di brocalo de oro portato da altri gentilhomeni, primi de questa cita. Et cos, gionta
che fu a
le scale
li
et andossi
a presentare a
N. S.;
;
il
pede in
la
la detta
sua sede
et
doppo che
sinistra.
hebbe basato
il
pede
mano,
poi la
man
lo
que
mucho tempo
lo
Bios que sea en su servicio y de Vuestra Sanctitad. In risposta de Hingratiamo N. S. Dio che ci ha conle quali parole N. S. disse
:
zo
di
el servitio di
Dio
de la Cristianit.
in
pede, offerse a
N.
S.
una borsa de
tela d'oro,
DOCUMENTI
le
321
che giongeranno a
la
lei
et
dopo che
tutti
li
altri poi
il
cum
Papa.
in
suso
il
detto tribunale
basorono
pede a
levorono
tempo
;
ma pocho
si
et cossi
a pedi deS.; et
sempre
lo
Imperatore a sinistra de N.
facti
atti et
non de meno
et
[cossi
persuasa
li
et intr in
Re-
verendissimi
Cesarino, Ravena,
;
remasti in
,
re-
pedi.
Et mentre che
lo
Imperatore fu smontato,
Petronio
,
et
reduto a
li
pedi del
et poi in S.
sempre continu
el seguito
de gente
de Sua Maest; che furono cavali legicri et altre fantarie, con una
le
debite gratie
et casi se
li
facte quelle
ceremonie che
in simili
tempi
come
l'era, in
mezo de
le
quatro
stantie soe,
1'
una da
l'altra.
Questo spectaculo,
confesso per
li
Madama mia, me
me
vederne pi a
miei un tale
in descrivere a
:
V. E. tutte le particularit
tropo le
tutte
haverei
le
dato a legere
ma
che per
strade dove
passava la
monete de argento
a pregar Dio
et oro, in
segno
Restame
effecti
che
habbia
che da
ciaschuno sono
desiderati
soi
Ambassatori qua,
de tutto
li
;
cum
pi diligentia
raguagliata
fui
non de
meno, per
dal
satisfactione a quello
,
de che
recercata
d passati
me
dere
medemo
,
per mie
lilterc.
Et a
sempre
me
raccomando.
Bononiae
5 Novembris 1529.
Isabella.
Ap. Val.
11.
41
322
DOCUMENTI
LXXXVIL
Isabella Estense
Gonzaga
al signor
li
Giovan Giacomo
Calandra
Da Bologna,
Zovan Iacopo.
Il
21 Novembre 1529.
far
lo
et
ne ha
recercha
voghamo aiutare ad cxeguire questo suo laudabile disegno, in donarli seplanla risme de charta de quella che se fa a Manina et
, ,
de
la
sorte che
vi
che molto
amamo
,
tenta de gratiGcarlo
mollo volentieri
cossi
caricho a voi
Io aceptate
,
ticipe di quella
in
la
ditto
promet-
tendo a
li
cartari
per noi
che de
sarano da noi
a quel
scuti la
ne lo ritorno nostro a
ne
Io
expectare fino
tempo
si
septimana
sin
et in
que-
qual proveder
poter cavare
la
datii
Mantoa senza pagamento de gabela o de altro dama non sappiamo come questo se possi fare essendo tutti li afctati come sono. Bononiae, 21 Novembris 1529.
,
,
Isabella.
Lxxxvni.
Bernardo Tasso alla Marchesa Isabella Estense Gonzaga. Da Ferrara, li 5 Dicembre 1531.
l'
aver
fatto
stampare queste
le
mie rime
mandando
al giudizio di
cos in questo
come
in molte altre
le quali
se
da
lei
lodale
mi saranno
pregiate et care.
DOCUMENTI
Prendale dunque V. E.
tengale nelle
;
323
da
gli altri
pensieri,
mani;
se
et
leggendo
mie sciocchezze,
le
iscusile
con
di
un poco pi
di vita
mi
fa
concesso
et
,
gli
effetti
felice
il
vita
di Di-
cembre 1531.
Di V. lUma. et Exc. Signoria
Umil
servitore
Bernardo Tasso.
LXXXIX.
Lodovico Ariosto alla Marchesa Isabella Gonzaga.
Da Ferrara
li
9 Ottobre 1532.
mia observandissima. Io
e di molte stanze
del de-
mando
sparse
bito
li
qua
di
pel libro,
mio
non ne
facessi copia a
,
Vo-
stra Excellentia
come
a quella
et alla
quale
so che le
degner
di
accettarlo
insieme
animo,
la
9 Octobris 1532.
Lodovico Ariosto.
Servitor deditissimo
XC.
Isabella d* Este
Da
Venezia
li
15 Ottobre 1532.
MagniGco raesser Lodovico. Il libro vostro d'Orlando furioso, che mi havete mandalo m' per ogni^rispello gralissimo et maxime perch, havendolo voi reduto a nova coretione et ampliato come me scrivete , non posso se non repromelermi de doverne pi,
;
gliare
novo piacere
et
dileclatione
legendolo.
Ringraliove
quanto
324
posso de
la
DOCUMENTI
memoria che de me mostrato tenere, et vi mi se apresenti una ocasione de poterve
.
facio certo in
eh' io desidero
alchuno
favorite.
vostri.
conto gratificare
le
et
rarissime virt
vostre
ofifero
,
le
quali
meritano de
li
essere
Cossi di core
me
sempre a
tutti
piaceri et
comandi
Da Venetia
15 Ottobre 1532.
Isabella
Marchesa de Mantua.
XCI.
Descrizione di alcuni oggetti di arte posseduti dalla Marchesa Isabella Estense
lo
Gonzaga
del
Seco-
XVI,
in
uno Inventario
robbe
la
Le
infrascritte
si
che in corte
vecchia appresso
Grotta.
Un quadro
di
pittura di
mano
del gi
M. Lorenzo Costa
pittore,
man
destra,
la
el
soprascrito, ne
^
mano
nel qual
un
quadro
nela
medema
dipnto
faciata
di
mano
del gi
M. Andrea Mantegna
nel qual
con un un Marte e una Venere che stano in piacere Vulcano et un Orpheo che sona con nove Ninphe che balano.
,
E
mano
di
pi
ne
la inlrata
di
del gi Antonio
et
da Coregio
le quali
in
uno
Apolo
Tem-
perantia [e Fortezza)
el
tempo, a ci possa esser coronato di lauro et aquistare la palma. E pi , un quadro finto di brongio sopra a la detta porta , di
,
M. Andrea Mantegna con quatro figure dentro. E pi un altro quadro, a man sinistra de la finestra, de mano in lo qual depinlo un archo triumphale e di M. Lorenzo Costa molte figure che fano una musica con una fabula di Leda.
mano
di
DOCUMENTI
E
ne
pi
,
a25
,
un
altro
quadro
di
finto di
brongio
lo intrare
ne
la
Grota, di
mano
del detto
Mantegna,
,
in lo et
quale
depinto
una nave
una che
l'intrala
cascha ne T acqua.
E
la
pi, un quadro
,
de la Grota
di
nel quale
depinto
,
Vitii
E
E
fatto
pelle di
leone, fatto
da Prassitele
pi
,
un
altro
di
di
marmo
da
Carrara
de
mano
di
marmo
de Carrara.
la
pi
una
testa
anticha
Ottavio
Nella seconda.
Un Claudio
,
(2).
,
con
barba
un Germanico giovene et una Faustina vechia. E pi, una figura de Venere di marmoro antiquo sopra a la porta a sedere con un vaso in mano con due teste di pultini de bronzo, uno per lato. E pi sopra la mederaa porta due figure di marmore moderne cio una Leda et una Venere. E pi ne la facia de la porta a lato destro una testa di un Lutio Vero a lato sinistro una testa d' un vecchio. E pi ne la medema facia una figura di marmore de una donna nuda a sedere, che sona una fistula un Cupidine con un arco in mano un Marte nudo un Laochoonte moderno, una Leda de marmore de la medema grandeza, un Sileno picolo, antico, de marmore.
,
vale Battista
;
posseduta dalla Marchesa Isabella tndlrlzzaMantovano un poemetto Intitolalo De Cupidine marmoreo dormienle ed il Castiglione ne scrisse un eplgsamma in Cupidinem Praxitelis. (2) Il busto della Faustina acquislollo Isabella da Andrea Mantegna; ed ora si custodisce entro al xMuseo della R. Accademia di Mantova come si ha
(1)
,
ragione
di
altri dei
marmi
descritti in
questo Inventario.
326
Cose de htongio sopra
DOCUMENTI
li
cornisoti.
Duoi
de
satiri
che servono
;
per candeleri
un Apollo simile
quello
Roma
duoi tondi
tronco;
un Hercule
;
un Mercurio che insegna a legere Cupido un altro Laochoonte de bronzo una Vittoria grande a de bronzo un Apollo con lo suo instrumento un Ncptuno sovra un monstro col tridente un satiro in genochione con una lumaca in mano.
et
un Antheo
DI
UN CODICE
INEDITO
DELL'ARCHIVIO DI COBLENZA
RISGUABDANTE
L'
IMPERATORE ENRICO
VII
A FRANCESCO BONAINI
Professore e Bibliotecario della Universit di Pisa
A.
e
di
prova
di
acume
,
critico state
ordinando
commentando
Enrico VII
il
trovati inediti
Italia, e
documenti
risguardanti la dimora
vostra
Pisa che ne
in
specialmente nella
racchiude
da
me
Ebbi
Dolt.
prima notzia
y
di
Meno
dall'ottimo
Bohmer
opera
Regesta Imperli
,
che voi
possedete.
Desideroso
,
di
veder
questo Codice
sentai, colla
mi recai pochi giorni dopo a Coblenza e mi precortese commendatizia del Bohmer, al valente Archivista
;
signor Bayer
dati alle sue
tesori
ajQfi-
mi permise altres di trarre copia del doeh' io vi comunicai cumento originale d'Amedeo di Savoja e di esaminare a tutt' agio il Codice summenzionato. Il quale mi parve degno d'esser conosciuto anche dagP Italiani giacch una parte di
cure,
, , ;
ma
imprese
dell'
imperatore Enrico in
di quelli
Italia
contestabilit del
di
tempo
campo
gente a chi
diletta
d'imparare
le
usanze e
il
tolse egli
medesimo questa
la
fatica, e
mi pose
cos in stalo
appagare pienamente
Baldovino
di
il
vostra curiosila.
,
Lucemburgo
arcivescovo di
Treveri
dal 1307
al 135'i., fu
di tutte le scrit-
42
330
CODICE INEDITO
;
aggiungendovi
il
tutte quelle
che vennero
ricevute, durante
La collezione forma un grosso volume in foglio, membranaceo, 425 racchiude pi di 1200 documenti dalla prima met del secolo IV sino ai 20 di Gennajo 1354; ed esiste in tre differenti esemplari 1' uno dei quali trovasi nell'Archivio di Stato a Berlino, e gli altri due conservansi nell'Archivio provinciale Renano a Coblenza.
di carte
: ,
Quello fra
le
principali
azioni
pubblica
archivio della
quale meriterebbe
di essere
pi conosciuto e
pi apprezzato dai
I
dotti.
tico;
fatti
ci
fratello,
:
cronoloil
gicamente
che
,
si
pu agevolmente desumere
dalle particolarit di certi
tore.
Le
figure, per la
stemmi sfuggiti all' attenzione del disegnamassima parte sono solamente abbozzate,
,
non
ma
gli
stemmi e
le
persone ne,
gli
sono,
perfetta-
mente
appartengano ad
ma
non tanto da
municipali.
i nomi dei luoghi e dei personaggi non potersi riconoscere coli' ajuto dei
nostri cronisti
disegni
di di
si
riferiscono
,
arcivescovo
Treveri
fatta
da
papa Clemente V;
all'
Alberto re dei
,
Rovarie
mani
all'
entrata
dell'
alle
feste eh'
ebbero luogo
all'
elezione di Enrico
a re dei
Romani
in
alla
;
moglie
Aquisgrana
al matrimonio di suo figlio Giovanni con Boemia cose tutte estranee alla storia nostra.
:
concernono
le
imprese d'Enrico
D'
I.
ENRICO
VII
,
331
pr via transalpina tiralo da due
, ,
Carrus
cum auro
,
el
e comitiva di cavalieri.
ascesa faticosa;
Il
carro
gi ai piano.
\\\.
anno X,
die
XXUI
i
Octobiis. Clivo
loro cavalli.
dell'Alpi,
regina, col seguito, conducono a briglia IV. Rex vadit per Ihurin Kir (Cliieri) , in Asti. Solenne
re e
la
,
presentazione
V.
Rex
mililibus, regina
A
e
tavole sepacol
militi;
valletti
dame
a cavallo.
Grosso drappello
di cavalieri
folla di
VII. Henricus coronalur corona ferrea in S. Ambrosio, die Regum. Sull'allar maggiore l'arcivescovo di Milano incorona il Re; clero, nobili e popolo
in vari! gruppi.
sul terreno un capo reciso. IX. Rex sedil in judicio. Turres deslruxit in Melant. Sopra un fondo di azzurro carico, screziato di fiori d'oro, siede il re nel suo trono; ai due lati
torno
e in piedi stanno
suoi baroni gli accusati seggono in terra. X. Rex vadit per Laude (Lodi), Creme, Surosyn (Soresina), Poerne (Paderno), in Cremona. Due schiere ordinale di cavalieri, nel cui mezzo scorgesi
i ;
Il
Re
XI. Porlas
che parla ad uno dei baroni pi anziani. et turres cum leone aureo deslruxit , in judicio sedens. L'ordine
IX
ma
a dritta e a sinistra
torri crollanti
in
con-
Poupiay (?) anle Brixiam. Re In mezzo a loro. XIII. Brixia vallalur circumcirca anno Domini MCCCXl in vigilia Ascensionis, scilicet die XIX Maii. Nel fondo, una citt recinta di forti mura merlate con torri nel mezzo, una porta con due torrioni; le balliste lanciano loro proiettili. Sul dinanzi, un accampamento con tende, sotto le quali scorgi dei cavalieri variamente occupali; uno scocca appunto la freccia dall'arco. XiV. Bellum Brixie et capitur Theba Brisak (Tebaldo dei Brussali ). Combatlimento in mezzo al quale riconosci allo slemma Tebaldo. XV. Imticia facta de Theba capilaneo Brixie. Nel mezzo sopra di un palo, su la testa di Tebaldo su quattro ruote lo straziato suo corpo li presso d'ogni brano, un gonfalone colle sue armi. Addestra, vien mozzo un capo a sinistra , strappato il naso con tanaglie roventi ad uno che siede sopra un
XII. Rex vadit per Quinlay (Quinzano?),
,
col
fraler Regis
il
disegno diviso da
una colonna
332
in
CODICE INEDITO
;
due parti
a sinistra
nel collo da
sacerdoti pregano,
e benedicono
suo cadavere.
XVII. Belium in Monte Balislariorum. Pugna di gente a cavallo dinanzi una porta aperta cavalieri che n'escono; nel fondo una fiamma guizzante. XVm. liex inlral Brixam per [ossala planala. Entrata del Re in mezzo a torri crollanti. Uomini a piedi vestiti a bruno gli presentano capi delle corde eh' hanno legate al collo. XIX. Rcx sedei in judicio Drixie; muros el turres vallai. Il disegno mollo simile a quello del N. XI. XX. Vadit per SoncyUy Creinone, Plaisence Castel S. lohannis, Pavie Vogere Tortone, Seraval Gavyo, Ponledecimo in lanua. Un esercito in marcia, col re e l'arcivescovo Baldovino alla lesta. I cittadini a ipiedi e in allo sommesso consegnano le chiavi della citt loro. XXI. luraverunl Regi lanue. I Genovesi , straordinariamente piccoli in paragone dei Tedeschi, stanno giurando; nel resto il disegno rassomiglia a
;
quello del N.
XIX.
,
anno XI sepellitur ad XXII. Regina obil lanue die XI Decembris Minores. La regina in un sepolcro aperto di pietra; all'intorno dame piangenti e preti che fanno la funzione funebre. XXIII. Rex venit per Poriovenere Porlopysano, Navi sopra un mare verde e ondeggiante, con vele spiegate, e numerosa ciurma. XXIV. Rex venil Pysis el mansit din. Disegno somigliantissimo a quello
, ;
,
del N. IV.
XXV. Piar a
battimento
bella ante
Lucam habuerunt
el
Com-
di cavalieri.
XXVI.
(Campiglia)
Vadit per
,
Rasegon (Rosignano?)
Vilerbe
Bybone {Bibbona
?j
Campillo
Admelyam, Montali,
l'
XXVII.
Transit Ponlimole
dalla quale
Nel
vengono scagliate freccie e pietre; sotto, assalitori a piedi; qui e l, all'intorno, pugna di cavalieri. XXVIII. Rex facit Rudolphum ducem Bavarie et mullos mililes, qui puil gnane in prato Noiron (Neronis?). Schiere di cavalieri che s'incontrano Re, alla lesta del suo seguito bacia sul fronte il primo cavaliere della schiera
mezzo, una torre
;
opposta.
XXIX.
Flectit
genua Rome in
la
ecclesia S. lohannis. Il
civescovo Baldovino, e
comitiva reale.
;
XXX.
valcala;
il
Re
in
mezzo
;
a' cardinali.
capitur
vi.
Capilolium
;
se reddil
Pugna equestre un cavaliere fugge accennando XXXII. Rex facil Senatorem et justicias Rome in
;
nel fondo
Capilolio sedens.
Re
in
ai
suoi fianchi
;
Ire cardinali e
sul dinanzi
seggono
terra alcuni
prigionieri
D'
ENRICO
VII
come
a scaliera
,
333
la
corailiva
obiit
,
Petrus de
,
i
Savoy
(
et
Scontro di cavalieri;
g'
Abbas Wiimperiali
armali
brando.
di lancia
Romani
fra
quali
un Orsini
) ,
sol
XXX iV.
XXXV.
Irono
;
i
et
Pauli.
Cavalcala
Coronalur a Iribus cardinalibus in Imperalorem. Il Re siede sul conserva gli posano la corona sul capo. Folla di
inlorno.
spellatorl
Imperalor redil.'dans ludeis legem Moysis in rolulo. Il Re in abito imperiale , sopra un cavallo condotto da due principi , consegna un ro-
XXXVI.
di
globo imperiale. Uno dei cardinali porla XXXVII. Imperalor comcdit in S. Sabina. Cinque tavole separate: a quella mezzo assiso il Re a sinistra due dei cardinali a destra il terzo pi
il
; ,
;
indietro
sulla
destra
Baldovino
sulla sinistra
il
Conte
palatino Rodolfo
(questi ultimi
sono indicali per via d'iscrizione). Famiglia di servidori a cavallo. Imperalor capii Capo de Bove, vadens Tybure. Ingresso d' un forte drappello di cavalieri; in mezzo ad essi l' Imperatore; tulli i cavalieri tengono lo scudo dinanzi alla persona. XXXIX. Imperalor redil Rome; repalrianl mulli. Entrala senza contrasto.
XXXVI l.
Disegno simile
al
precedente.
, ,
;
XL. Vadil per Sulre , Vilerbe Tode et capii Caslilhon Marescalcus ceperal Markanl (Marciano) el sex caulra et combussil usque Peruse. Schiera numerosa di cavalieri come al N.** XXXVllI. XLI. Vadil per Corlone in Arece (Arezzo). Rappresentazione simigllantis, ,
XX
colla dilTereiiza,
che qui
si
offrono all'Imperatore
Un
cum , ac caslrum S. lohannis corda in collo diu duclis. Mossa di cavalieri contro una torre difesa da frombolieri. Un cavaliere sale una scala a pinoli appoggiata alla torre sopra ad esso v' ha la iscrizione P. barbier primus lo stemma
XLII. Capii Monlwark (Montevarchi)
bidallis (Catalani?)
,
LII
mostra una testa di cignale. XLIII. Combussil caslrum S. luhannis. Cavalcata verso un castello molto basso al quale come in un forno alcuni fanti mettono fuoco. XLIV. Bellum anle Lanlcise [V Incisa). Grande combattimento di cavalieri al quale prende parte 1' Imperatore. I nemici escono in fretta da una
, , ,
,
porla.
XLV. Aquam
suolo.
Iransil in S.
valieri scorrenti fra le stoviglie e gli attrezzi di cucina, sparsi alla rinfusa sul
^
Obsidio Florenlie. Nel fondo, una citt recinta di palizzate, e molto
;
XLVI.
sul davanti,
un esercito
sotto le tende.
334
CODICE INEDITO
D'
ENRICO
VII
XLVII. Castra seu Hulle (Hutleo ? che vale in volgar nostro capanne baracche) comburunlur. Imperalor venit Peliperadis (pel Paradiso (1)) Mossa
di
schiere a cavallo.
XLVIII. Sui
timenlo.
fugarti Ftorentinos
XLIX. Imperalor
gente a cavallo.
L.
LI.
venil
ad
S.
Cassianum,
et
mansit
ibi
diu.
Mossa
alia.
di
Dominus
Trevtrensis capii S.
Mariam
Novelle
(sic) et
plura
Rap-
presenzione
peratore.
ntiollo
XX.
la
Dominus
si
voluto rappresentare
riunione
che era venuto a incontrarlo. Lil. Marescalcus capii Casele (Gasoli?), sibi donai (2) Barbarin (Barberino) , et combussil ante Sene. Rappresentazione simile a quella del N. L. LUI. Imperalor venil Pugebon (Pogglbonsi) ; muUa comburunlur; primum lapidem ibi ponil et vocat Moni- Imperiai. L' Imperatore pone la prima pietra un lavoratore gli porge il martello. Assistono chierici colla croce dietro ad essi la comitiva a cavallo. LIV. Venit per Beslolle (Bettola) Pisis. Cardinalis Osliensis et multi veniunt
fratello
; ;
XXXVIII.
;
LV. Hasliiudia
lieri
choree
et festa
armati
di tutte
di
due cavasopra un
balcone pieno
di spettatori.
LVI. Dominus Trevirensis repalrial breviler reversurus. Nave sul mare a vele gonQe. L'Arcivescovo sta in piedi in mezzo al suo seguito. LVll. !ler Imperatoris versus Neapolim. Schiera di cavalieri eh' entrano
per una porta.
die XXIV Auanno MCCCXIII. L'Imperatore giace sopra una bara riccamente co, i
feretro
in
fondo
il
pr
eo.
il
foglio; e
e coperto da un baldacchino
un sarcofago di marmo, sostenuto da leoni, cui lembi vengono sollevati da due angeli
il
cadavere.
Tommaso Gar.
(2)
Monastero nei Pian di Rlpoli presso Firenze. Credo che sia un errore dell'amanuense, invece di San Donai (yel
,
le Sto-
rie Pistoiesi,
RASSEGNA
DI LIBRI
Dei lavori di Storia Italiana dati alla luck in questi ultimi dieci anni.
in
Francia
I.
p.
517-537).
XIV. Histoire
Parij^'i
;
d* Italie,
12nao
di
pag. 36,
,
\V.
XVI.
Illustrations de V Italie
pag. 288.
Petite histoire d'Italie,
d*his-
toire.
Notiamo qui
cotesti
compendi
se
si
abbiano
potrebbe
nostra storia
che non
ma
menti
si
moda
di fingerci
col liuto,
pugnale,
il
a dir vero;
ma
che siamo incapaci, perch sembriamo deboli; e con una finissima logica sgridarci, quando vorremmo scuoter la cenere che ne ricopre.
I
il
Ma
turelle
due primi opuscoli almeno non son che compendi di fatti. definizione l' Italia una region nadell' Europa, che non ha formato presque jamais un tat; e
:
questo non
dall'
ottavo'secolo in poi,
delle
ma
dal principio
del
mondo:
la storia.
almeno da quel
(|uali,
in
qua
si
pongono
sei
accennando
le
guerre
impero, l'autore
336
RASSEGNA
alle
:
DI LIBRI
piante) scocca la
freschissima
che
quel tempo
;
condurla infine
(
al
pi duro dispotismo
!
ei
pone
vedete se
dalla
al
1'
ha maturato
tra
il
1258 e
1541
l*
e che dice
seguita
sesta epoca di
calme
i
et felicit
pour
1541
tipografi
le
non
se
il
lettore
ama
saper
ultime
sgombra Ancona.
U Italia
di
pu
buoni cristiani
se
dopo
tutto ci
Non
n d'una certa
pratica
nella storia?
Ora
par
F.
[Biblio-
M. VArchvesque
12mo
di
pag. 312.
pure, questo
un accurato compendio; fatto, a quanto ci pare, alla mano, e senza preoccupazioni n intolil
tratt
con
moderazione
il
eventi del
disse n
Sarpi
non
anco una
sillaba della
XVin.
et
la ruine de
di
la rpublique
de
Venise
pag. 40.
gran fedelt
la costitu-
mutamenti
(e
della quale
con
le
degli
paesi.
L'autore
fa
che attirare
gli
sguardi
da secentista
come
in tutta
l'Europa, e massime
in Francia.
par M.
le
chevalier
Artaud de
MoNTOR
in
italiano
perci
non occorre
RASSEGiNA DI LIBRI
XX.
Histoire du Pape Leon
337
XI Jj
del
due grossi volumi in 8vo. XXI. Histoire du Pape Pie Vili, del medesimo autore. Parigi
un
voi.
8vo
di
pag. 470.
narrazioni di
fatti
assai
cariche
documenti
ma
dispet-
le
piccole astuzie
della
diplomazia.
Gorle, che lodata per ogni inezia o altro, avrebbe a stomaco questa
cantilena perpetua sopra
una
nota.
Dobbiamo per
altro confessare,
di
un poco
Dunque,
lasciamolo da amici
senza esaminare
le fattezze di
nevolenza per
r Dalia,
certi
di certe
abbadesse per
suore, di
per
l'Italia,
e di certi politici
umano.
XXII. Rcherches sur
les
en province romaine
,
par VVladiwir
;
Hrunet de Presle. Paris Impr. Uoyale 1845 di pag. XXIV 656 con carta geografica.
,
voi.
in 8vo.
I.
Parmi
de' nostri
leggi-
tori.
V ha
amor
di patria
che per
gara da
dispetto
son
da qualche
tutti
si
cervelli
il
terranno
in
faccia
senza calmarsi un
italiane
,
che
la
antiche
del
eredi insieme
con noi
svilupp prodigio-
che amano
,
paese
ma
non
amore che
,
si
porta
ai sepolti
e
in
sperare
loro
si
accenderanno anche
d'
ma
senza ira
verso
compagni
Ap. Voi.
11.
338
per
gli
RASSEGNA
studi dell'
DI LIBRI
cos
umana
il
societ
circolo addetto
Storia
nell'Istituto
di
Francia
del suo
talo
il
incoraggiava
il
presente lavoro
premio,
premio ordinario del 1842. Lo scritto di M. Brunet, riporsi stampalo a spese pubbliche nella tipografia
del
reale di Parigi.
II.
Le parole
le
tema furono
;
Delineare
la
la
storia
degli
sta;
mostrare
loro
loro
e
importanza politica
indagar
cagioni
della
si
potenza
prosperit;
,
descriverne
,
quanto pi precisamente
e arti
possa la popolazione
,
le
forze
governi j
fino al
tempo in cui
la
romana.
in
III.
non
fosse
,
mai
i
anzi primeggia
,
cui autori
per lo
pi na-
dal
XVI
secolo in qua
,
si
minutamente
nel
,
secolo
XVI
Fazzello
annalista diligente
;
il
Maurolico gran
municipio,
vi
lasci le pennellate
d'
un
Nel
secolo
XVII, Gluverio
il
Caruso
storia generale di
trattarono
il
l'
epoca
greca
un poco, e
ingegno italiano
e ormato
che
s'
sciamo
la
lunga
di
lista
po-
deroso ingegno
dava
la
Storia
),
lette-
connessa
mutamenti
lode dal
monumenti e la loro storia artistica, stata Duca di Serradifalco. M. Raoul-Rochette nella storia delle colonie greche; M. Letronne, con la topografia di Siracusa e con la pubblicazione dei frammenti di Scimno da Scio M. Ebert nelle Dissertationes Siculae e nel stxeXiv han trattato n mancano illustrazioni di fatti in parte il nostro argomento:
cio la descrizione de'
fornita con
somma
RASSEGNA
e
DI LIBRI
,
339
monumenti e brani d'antichi autori teste scoperti e altre notizie sparse qua e l nella nuvola di stampati d'ogni calibro che ingombra r Europa. Lo studio della Sicilia greca presentava dunque da un
un gran mucchio mai
le
lato
si
riavran
forse
d'Antioco
Ermia
Filisto
Timeo
n parecchi
trattati
politici d'Aristotile,
si
n molti capitoli
di
Diodoro;
ma
tant',
,
sato
noi
quella
che
,
si
dava
quale
,
come
dee
per
l'
Istituto di
Francia
di
al
tanti
i
lumi
dotti
il
mondo
,
proponea
il
tema ricordato
se
sopra
per
invitare
ad empir
alla
IV.
M. Brunet
affrettiamoci a dirlo
,
non ha
;
fatto la storia
1'
ha
ottimamente preparata
presentandoci
frammenti del quadro antico, e cancellando tutte le restaurazioni che spesso sfigurano l' originale. Perch conoscitore e padrone
com'egli dei
testi
greci,
vi
ha spigolalo
la
tutti
;
Sicilia
li
ha
ridotti
anche
modo un
non
i
racconto spoglio
troppo
moderni
s' ei
si
lagna
i
di
aver
potuto
,
fare
un
ci
luoghi e
monumenti
noi
anco
di
la
difficolt
co-
poco che
libri
pu stampare
in Italia,
,
sieno
Brunet parecchi
soprat-
V.
Il
lavoro
di
:
M
l."*
di-
Esame
sud-
23 paragrafi, ciascuno
del tempo.
Si
d'uno
pre-
o pi
scrittori delle
memorie
tutti
Sono
e
piose al
medesimo tempo.
2.^
senta simmetricamente
scrittori
si
abbracciava.
Parte.
Annali. Questa
,
avvenimenti o dagli uomini che primeggiaronvi. Corrc^no gliAnnali dai primi abitatori
e intitolati dagli
della Sicilia fino alla conquista
romana.
le
3.^
Parte.
Notizie sul
governo,
la
religione, la
popolazione,
nome
, ,
340
RASSEGNA
DI LIBRI
introduzione e nella 2/ e 3/ parie. Prevedendo qualche appuntatura su tal metodo , ei protesta non aver voluto scrivere una storia ma soltanto prepararne materiali ai quali ha dato l'ordine che gli parulo pi comodo per le ri,
in
quest'ana-
compendio
li
greca, ne noteremo
corra
,
tratti
principali,
confronteremo,
ov' ocin
accenneremo finalmente
all'arrivo
delle
che
aspetto
colonie
dal
greche
in
Sicilia
di
non
e'
altro
partito
Brunet: cio,
etnologia
meno
la
cro-
dopo
la
guerra
di
Troja,
debbono indovinare
avanzano.
I
ci
Ma
fatti
in tale interpreriferire
cammina sempre
al buio.
miti
,
si
posson
ad
fatti
o a
morali, o a
Le tradizioni che in mancanza di scrittura si raccomandavano memoria col ritmo, erano sfigurate dall' immaginazione e dall'ignoranza, quando pervennero ai primi annalisti; talch, per trarne un po' di vero, le si debbon decomporre e affinare a un dipresso come le favole religiose, indi la curiosit dell' uomo che,
alla
,
impaziente
di
limiti
pur cerca
le
la storia
di
quelle et
di
scorta
,
concede forse
si
il
veder
le
masse
i
ma
nasconde
sforza a delineare
contorni
pi delle volle:
e in questa,
g' intelletti
eome
in
in
prima
luce.
Gli
storici
XVII
allor
;
poli semitici
ruminando la Bibbia e le istorie de' pochiamarono pi nebulose che non son oggi
secolo,
,
Caldei ini^Sicilia
risalirono su per
l'
albero
genealogico
,
infino
No
e ossa che
dis,
credean
La
XVH
XVIIl secolo
lo
e consigli
Caruso
e pi tardi
Scin
, ,
RASSEGNA
cercar piuttosto nei miti
della Sicilia.
Il
DI LIBRI
le
341
dell'
occidente
seguendo Timeo, Diodoro, e Demetrio Galaldiano, piuttosto che Tucidide, Filisto, e Dionigi d'Alicarnasso
Caruso
,
Sicani
Ciclopi
come
la
,
un'altra
alla
ap-
popolo.
Scin
nella
introduzione
detta
opinione con
lucidit
forza
Ciclopi
gente arabo-fenicia
passata in Grecia
dall'Egitto e dalla Libia, venne in Sicilia dall'Epiro; visse di pastorizia; conoscea l'arte d' innalzar quelle rudi fabbriche che s'ad-
diroandano ciclopiche
Sicani
gli
,
si
mescol
ai
capitati
gli
talch divennero
uni e
altri
un
,
sol
popolo
dileguandosi
fin
anco
il
nome
di
Ciclopi di Grecia
dei
poeti,
li
certo gli
venula dei
la
ma
gli
so-
stanza
la
con rimandarlo
re-
cente opera
che trattasse
di tal
argomento; opera
assai discorde
VIL L'opinione
e forse
del
pare
un
po' precipitosa.
i
Eccone
il
motivo.
M.
,
Brunet
scevra
fatti
da quelli dedotti
,
quantunque siano
talvolta
contemporanei
,
o anche quelli
gli
detti storici
altri
si
quantunque
,
uni
gli
e nelle
bilance
un dipresso
i
il
ugualmente
per
dubbia
interpretazione. Tucidide
Ciclopi e
;
Lestrigoni
che passavano
quale
ritraessero .
e confessa non
,
saper dire a
si
schiatta appartenessero
d'
onde venissero
parte
3.*
ne dove
Cos
M. Brunet spaccia
storiche.
notizie
Ma
,
nella
ai
tornando
mondo
orien-
incivilimento
dell' isola
tali
,
qualunque
dovea.
fosse
il
nome
dei
popoli
certamente
cui
si
, ,
342
Vili.
((
RASSEGNA
Le pi
i
DI LIBRI
indicano che
ce
(.<
c(
.(
maggiore di quella che conammettea comunemente sino ad alcuni anni fa. Le tradizioni che conducono Fauno o Mercurio e che a prima giunta sembrano d' Italia e di Sicilia in Egitto contraddittorie al movimento generale della civilt da levante a ponente possono spiegarsi con V ipotesi di pi antichi stabilimenti dei Fenici in Esperia d' onde costoro fossero tornati indall'alta valle del Nilo un'influenza
fessavano
gli
Egiziani
e che
si
dietro sui
proprii passi.
11
fatto di
trovarsi
in
Sicilia
il
papiro,
fi
che fu tanto
che
un
vestigio delle
e'
poeti
insegnano
regione
ulivi
duce da viggi
lontani
ove
si
voglia
la
c(
li
avea
non
si
pu
i
rigettare al tutto
un
utile e nobile
animale,
i
il
cavallo, che
Greci attribuivano
a
a
c(
propagare
la
Diodoro spiega
dell'olio
commercio
in Afl'rica
che
c(
anco a questo
.
tempo
era volgare
continua
la sola
alla
pag. 468:
costumi
furon forse
origine
limito
,
a di Cerere che
c(
agli
uomini
frulli della
terra e le leggi
il
mito
d'
c(
agli antichi.
Ma
si
perch mai
per
trasport in Sicilia
scena
Grecia
((
via
dell'Egitto fu lungo
trasto;
ma un esame
nesso
tra que*
((
intimo, come
la
se
qualche
ordini
colonia
e
le
religione
gli
civili
Fenici
la
furono gl'inler;
c(
mediani
i
senza dubbio
perch
si
adott
loro scrittura
e se
come
non
v'
come sopra
il
accennammo
di
doni di Cerere e
il
suo culto
Innanzi
mito
Cerere
il
, ,
RASSEGNA
DI LIBRI
i
343
giganti che fosse
:
campalo
la
al
ai
fulmini di Giove
Aristeo in cui
.
Sicilia
Ognun
quella
L'
differenza
tra
l'ipotesi
,
dello
Scin
Brunet
assai lieve.
il
uno
Ciclopi
Taltro rimanda
;
nome
fa
tra le favole,
ma ammette un
i'
uno
passare questo
Sicilia;
popolo d'Egitto e
in
l'altro
lo fa venire in Sicilia
indi in Grecia.
ne penso.
secondi
,
IX. Storico
nome
;
de' Sicani
s'
anco
si
voglia
par certa
dub-
in Sicilia
ponendola
,
Mar Nero
il
Caspio,
altri in
Spagna
altri in
leggi
quando
le arti
,
coltura
leggi, religione
,
si-
gnore o capo
nosse
eh'
Cocalo
dell' isola
resist
Mi-
venuto
come pare,
Cretesi
su
la costiera
meri-
X.
p.
64
la
venula d'Ercole,
come la narrazione allegorica dei falli de' Fenici mediterraneo. Una lor colonia, o un'altra serie d'imprese inritratta nel
dustriali e guerriere,
Imera e
poi
s'
di
Egesta
doma
,
varii principi
Sicani
nell'
dell' isola
istituisce
nuovi
,
riti
religiosi
,
nel
ove
inalz
Siracusa
degli
sostituisce
come pare
l
il
sagrificio dei
i
bruti
a quello
per l'isola
in forse
benefizii dell'inciviil
valore storico di
pi esatta
al
di
il
quale
fa venir
Ercole
di varie
guerra
Troja, assegnata
comunemente
344
RASSEGNA
DI LIBRI
Si
anni appresso,
dai Pelasgi
,
Sicoli, altro
e certamente
mosso
dell' isola.
M. Brunet
fenici
,
alle
e la penuria di
gli stabilimenti
poich erano in
Sicilia
aggiungono
intorno
la
le notizie
3.'
(
p.
462
seg.)
i
la
poesia di Dafni e
Dedalo,
Il
si
avr tutta
l'introduzione sua
ri-
fatto sta
La mente
in
parole diverse
cenni generalissimi di
I
s'
Sicoli e
tempo
tra loro
accordarono e vissero
principato
degli Eolidi
isolette
settentrionali che
ne
la loro
moderazione e giustizia,
co' loro
Fenici
intanto
commerci
di
i
continuavano a portare
civilt e ricchezza
per tutte
le costiere
mezzod
la dinastia degli
Eolidi,
non
si
discostarono
;
loro ottimali
ma
Si-
cani,
altri popoli, si
lacerarono
dei Sicoli.
armi
si
e Solunto
all'
XII.. Si riferisce
comunemente
,
all'
XI olimpiade
,
la
venuta delle
prime colonie elleniche in Sicilia che furon due di razza diversa e ostile, e posersi entrambe sul lato orientale alla distanza d'una cinquantina di miglia l'una dall'altra. La colonia de*Galcidesi d'Eubea
e de'Nassii, tutta gente ionia,
approd
l'anno 734al
avanti l'era
all'
odierna
Taormina,
l'
quale die
,
il
nome
il
di
Nasso.
Dori
a
mossi da Corinto
anno
i
appresso
circa
735 stanziarono
Calcidesi dirama-
RASSEGNA
ronsi in Catania
,
DI LIBRI
,
345
si
Leontini
Zancle
ma
Dori
si
con questo
di
ferino
il
lor
movimento;
poco
nel
se
alla
I
fondazione
,
Milc e d'imera
,
men che un
al
contrario
poco
felici
tramut pi
e
volle
non lungi
Gela
e
Tapso
all'
Megara
avventuratisi poi
citt di
,
importante
Knna
un altro secolo propagavansi successivamente in Acre, Casmene, Eloro Noto, Selinunte Camerina, Agrigento, e
, ,
fatti
principai dello
ricavati da Tucidide,
Strabone
a
un
di
presso nel
medesimo tenore
solo che
in
tutte le storie
di
Sicilia.
testi
ha aggiunto quel
per
lui si
poteva
cio
una savia
sforzi
mancanza
via,
delle antiche
memorie
della filosofia
tirato fuor di
prima
seguiremo
nelle sue
poche generalit
i
di dritto
pubblico primitivo
ai
quali trasportano
tempi mal
,
conosciuti
ordine
di societ
turale
eh'
fors'
ci s
ben conosce
jM.
Brunet
ci
ricorda
;
come
moderate
indi
ad aristocrazia
ma
l'effetto
r autorit
dell' aristocrazia
,
aristocratica,
assai rigidamente
colonie dofatti
riche di Sicilia
storici,
che delle
ricorda
i
che Geomori, o,
dorica
essi
detti
in Siracusa
dritti
civili,
si
proprietari di terre
che
in
godeano
principali
e che teneano
l'autorit
Siracusa nella
XLI
olim-
piade: se
le
lettere
I
pu riposare su la conghiettura onde si son supplite mezza parola m^w^ del marmo di Pala r^" innanzi
CalUcirii, l'ultima classe
,
ros.
Callirii o
suppone
che
le
per profondo
\\
346
RASSEGNA
che
i
DI LIBRI
il
Dodona;
doci pi naturale
ricchi
comprassero
sacerdoti
per inco-
raggire
il
Crede anche
greche non
Brunet (n
456)
ci
le
colonie
e
si
Suppone finalmente
con ragione
oltre lOmila
tanti
;
(p.
,
e che
ai
cittadini
c(
primitivi
una
popolazione di stranieri
(X
mercatanti e artigiani,
che ricevea la
((
armi. ...
padroni
In questo
primo periodo,
le
ei
dice a p. 102
Greci
,
<(
di
quasi tutte
fertili
non
Sicani
e Sicoli
che
e
il
aveano
traffico
le
centro
dell'isola.
fiorito,
Merc l'agricoltura
lor citt
i
aveano
armi
loro vicini.
iVIa
quando
della
quando
al
tempo
in
maggior parte
propriet
territoriale
;
restava
i
((
mano
si
di
allora
di
poveri
profittarono
il
questo
per mutar
poter supremo.
Surse
in ogni citt
un tiranno che
la
si
cos
Greci
si
spossarono in
lotte interne,
Sicilia
cr
la
pace n
la
la
libert,
ma
dierle in
compenso
lo
gloria militare.
egli
ma M. Brunet
anche involonsupposero
gli altri
due
storici siciliani or
nominati
li
ai Sicoli le citt di
Ma
giu-
Scin dette a un
il
medesimo
il
dopo
lui
annunzia
i
Brunet.
Solamente erra
i
valente
siciliano nel
si
supporre che
Sicoli
gli
e anche
Elleni
;
Fenici
prontamente
s'
e molto pi
i
inganna
nome
di
Sicelioti
dinotasse
Sicoli grecizzanti
piuttosto che
RASSEGNA
storiche, abbrevieremo vieppi
il
DI LIBRI
347
di notizie
meno scarseggiano
compendio per adattarlo Dal principio del VII.'* sino alla met
si
travagli la
;
Sicilia
si
tra le
le
ma non
pre-
entrambe, senza
signoreggiavano o
proteggeano
che
cilia
i
il
tiranni di
Reggio,
per via
di
volgiamo
alle
guerre straniere, vedremo che pos nel presente periodo quella coi
Sicoli
,
ma
in Cartagine, e
teneano gi
in
Mediterraneo,
lolla co'Sicelioti,
il
cui spossaronsi
di Roma. Verso una parte delia
,
giogo
la
met del
,
VI. secolo
le
Cartaginesi occuparono
,
Sicilia
ove
Mozia e Solunto
Cartaginesi
di di
e forse le
vicine e affini
al
una base
conquisto
dell' isola.
l'
an-
no 480, incoraggiati dalla picciola ambizione dei tiranni e dalla grande impresa di Serse, accordatosi con loro
la
Reggio,
assaltar
gli Elleni
si
di Cicilia,
per
to-
glier
che
la
madre
aiutassero scambie-
volmente.
d
Ma
ad
Imera
e alle
Termopile o
in
Salamina.
L'unione
de'
la
due
stati
virt
di
Gelone distrussero
,
una
nesi
esageralo certo
come quello
Serse
di
che
cos
abbiamo adombrato
con
la
M. Brunet non
fa
che
narrare
particolari
solila diligenza. Ei
ragioni che Gelone, fatto principe di Siracusa per favor degli otti-
gli
limitatissimo in
ordini dello slato
citt.
,
suoi successori
usurpando
i
poteri degli
divennero assoluti
come
tiranni di Agrigento,
i
appresso
di
quelli.
Son da notare
rapidi
di Sicilia a
348
RASSEGNA
ci
DI LIBRI
M. Hrunct
,
che
d pure com'
e ci parla
appena
a favor
.docle.
prima
Empe-
Quando
cusa, tutte
le citt
greche
di Sicilia
democratici, scrive in un
a
momento
il
continua con
sorti
miglior gusto
((
come
Il
tiranni eran
dero a un tempo.
e
periodo seguente
,
all'
espulsione di Trasibulo
per
tutta la Sicilia.
fatto
innata
dei
governi
popolari
dovea in
della
le sorgenti
a
a
pubblica
la
gara
tra
le citt
che avean
men
forte.
Ma
le
si
ria-
le
guerre
le
invasioni straniere e
il
dispotismo
il
Ognun
gli
in
quale non
ha preso
al
per
la
Sebbene
il
c(
fosse levata a
grandezza sotto
,
governo
pure
soffria di
,
mal genio
regnando ancora
nio di un solo
Gerone
il
domitempi
Questo disgusto,
in quei
eccitato dalla
,
moda che
,
teneasi desto
sempre pi s'avvivava
macchinare, secondo
i
(f
di
Ma
pace
,
pi che
pittagorici o
affrett la
le
pubbliche opinioni
fu
il
c(
Gerone
greche
a repubblica
citt a
t^er
flsi
;
sguardi sulla
dall'
libera
,
Agrigento,
(f
ed irritate
esempio
impazienti di-
ce
vennero
mettere
Siracusa
"di
un cangiamento
politico.
il
la
;
mano
e
Gerone.
RASSEGNA
DI LIBRI
specialmente
,
349
eh'
il
Poich
cortigiani
quelli
erano
e
stali
il
fratello di Gelone,
le volutt
di
,
tra' vizii
a
<(
Ggliuol di Gelone
avcano gi
e
fatto in
Venne
,
morte Gerone
,
sebbene
di
Trasibulo
c(
pubblico
rafforzato
si
fosse
non valse
Il
t(
da Selinunte
corsero per
,
gre-
che
citt
stabilirono
in
ogni
a
(f
parte
un governo popolare
la
s
,
r isola
un secolo
vi
avean
nostre
Questo cangiamento
le
a citt e die
anche
alla
religione
un
culto novello,
non fu,
ne
ormai
inge-
conosciuto, che
gni
,
g'
e per vie
li
ed ispirano ezian-
medesima
della
che
di
cui scriviamo;
1'
ed
a
a
ordine
pubblico
ed
annuu-
Due erano
nel
in quella stagione
amsi
a
((
bedue
per
i
cagioni
diverse
quasi
medesimo
tempo
,
nacquero
primi
rudimenti
dell' arte
il
i
rettorica. Agrigento
che
un governo
golavan
cratico
;
in cui
nobili
ed
al
f(
le
cose pubbliche.
come
tale,
Era questo un reggimento aristopi non potea riuscire gradito alla maggior
,
numero
di
mille, re-
a
<
giacch in
Sicilia
abbattuta in Alegara
ciooe
,
in Corinto,
(f
iu Sibari
in
Turio
ec.
).
vide Siracusa
si
reggeano a popolo,
la
n'
ebbe
sola Agrigento
dovesse
, ,
350
RASSEGNA
olliraali
,
DI LIBRI
a travagliare
obbedire agli
di
continuo
Empedocle che
che
aflliggeano
allora fioria
la
sentiva
;
gran
sua patria
abbattere
di
1'
pens da piltagorico
suo pensiero
e lasciando
suo
filo-
Spesso
ei
parlamentava
,
frenando
,
l'in-
sedando
movimenti
della plebe
ed esortando
,
E con
queste dicerie
il
che eran
con
felicit
;
il
suo disegno.
popolo
e pot eseguire
Atterr in fatto
la odiala
aristo,
crazia
(.(
e senza sfrenar la
plebe
cui
introdusse
tre anni
,
un magistrato,
membri doveano
,
rinnovarsi in
,
<c
quanto
de' popolani
nell'
af-
c(
fnchc tutti
egual parte
,
amministra,
Difficile fu
egli
vero
i
questa
impresa
ma
il
suoi trionfi
che r avean
fatto
Ed avveden-
che l'eloquenza
politica in
c<
uno
pubblica
riducendo in arte
in circa
non si stanca di andare incastrando tutti i testi come in un mosaico; ma non gli vien fatto di dirne pi che il Caruso, massime al proposito delle riforme legislative di questo tempo, che
dito francese
M. Brunet tocca prima negli annali e quindi nei paragrafi della parte 3.^ V altro alla destinati 1' uno alla disamina dei governi legislazione di Diocle e un terzo a quella di Caronda. N sua colpa, se, mancando gli elementi, nulla aggiugne a quanto si sapeva e d appena un'ombra di queste due legislazioni. Della prima ei ci dice e e con rammarico che la fosse troppo democratica reggesse tutte le citt doriche e della seconda appena ci riferisce qualche legge non politica. D peraltro un giudizio assai plausi, , ,
,
bile, fondato su
di
Caronda, che
stata
incertissima, e che
rendendo
RASSEGNA
torc
DI LIBRI
1
351
progressi della
filo-
contemporaneo
di
sofia piltagorica
in Sicilia, e lo
in quel
tempo
,
confermano
come
a noi pare
il
pensamento
:
di
perch
secoli
la
vedea ben
civilt della
le
era volgare
ne con
dell' ac-
si
sa
che l'espulsione
una nuova
connessi al
furono
due grandi
natura
fatti
sociali
mutamento
politico
ci
ma
su
la
di s fatta
legge
riflette
assegnare
un
sol territorio,
quel
di
Messina soprattutto
che
con che
tiranni allettano
a notare diligentemente
le
molte e
guirono
storico,
la
in questo tempo e che noi, non potendo fare un compendio accenneremo per classi secondo la loro natura. La prima finisce di nuovo col dispotismo. La lotta delle fazioni che
citt
calcidiche e doriche
,
attizzata fieramente
la
Peloponneso
e che
porta in Sicilia
le
il
decadenza
i
razza calcidica.
Vengono finalmente
guerre conlro
Sicoli,
pi formidabile, che
mai pi
rilento la Si-
domati
i
ma non
distrulli, restarono
si
mortale. Contro
in
Cartaginesi
ma
il
somma guadagnarono
i
accec
Siracusani
se gioivano
Sicilia.
intanto
guadagn
il
primato
nell'isola.
di lui
,
XV. Questa
Dionisio
noi
di
il
torta politica
,
ben degna
vecchio
,
al
368
le sorli
Siracusa
ma
tutta
la
M. Brunet, senza tentare uno schizzo di questo tiranno che univa la scimmia del letterato, alia volpe lione del Machiavelli, ha dato
la
352
RASSEGNA
gli
DI LIBRI
come regnasse
ci
sua
sembrano
paragrafi
sul regno di
giovane
su
le
vicende di
Pla-
tiranni,
e die
Una memorabile
il
rolla ai Cartaginesi
che non
gli
stancavano
tanto,
in-
di riassaltare
paese;
ma
uomini
in
che dopo
la
uomo
fame
per
temerario
tutto, e
lo
Agatocle
si
i
f'
ma non
verso
il
pot
fine
spiantarne
guerra
al
comodo
,
traditore
armi mercenarie
,
fu necessitato a
la
chiamare un re
i
capilan
ventura
il
quale dopo
Pirro
,
vittoria sopra
nemici
volea la Si-
cilia
per prezzo.
lasci
isola nel
di
275.
qui M. Brunet a narrare
,
XVI. Passa
fatto principe
il
regno di Gerone
i
II
e perch
i
soldati
erano
ormai
veri
Mamertini, gente
Cartaginesi,
,
collettizia,
per lo pi
Koma che
Siracusa
di
e apriron
respingere questi
la
nuovi stranieri
essi
,
avuta
peggio
con
si
volt ai
Romani
seguitarono quasi
cilia.
Narrato qualche
fatto della
n'
Roma, perch
cos continua
a
la Sicilia
il
questa guerra
di giganti,
una
figura
secondaria.
c(
Siracusa
grano
ai
((
supremazia per
la
volte.
Ma
il
genio
RASSEGNA
<r
DI LIBRI
i
i
353
(f
appo Greci: e d'altra parte, Slcoli Campani, che da gran tempo erano stati il nerbo dell'esercito siracusano, s'eran gittati ad aiutare Romani. Gerone cap dunque di non dover pensare che a far prosperare l' agricoltura e il commercio col favor delia pace e seppe dare al suo regno uno
militare era estinto quasi
splendore
M la
non passeggiero
estendendo
le
le
8 e 9 della parte 3/
egli
punica,
il
nipote
Geronimo abbandonava
di
come
Brunel
si
sa
l'alleanza di
Roma
tulli
per quella
Cartagine:
di
che
il
lo
biasima,
come
gli
altri storici
han
fatto
ma non
,
ci
di
che prese lo stato dopo l'uccisione Geronimo si chiarisse alQne nemica ai Romani. Cominci Tanno 214 innanzi Cristo, l'assedio di Siracusa che ricorda ad ognuno i grandi nomi d'Archimede e Marcello; e che, sostenuto per tre anni flu per tradimento, con la presa della citt nell'autunno del 212. Questi son gli uomini ai quali M. Brunet avrebbe
la
pochi anni
la
sorte
incontrarono
descritti gl'ingegni di
le
difesero
quest'assedio; tutte
macchine d'Archimede
la
ei
soggiunge
((
un
di
po'
semplicemente
ca-
duta di Siracusa,
ma
meno
di
importanti
i
obbligaron
la citt
a esse
a
Romani a rinunziare
;
speranza
prender
il
viva forza
prolungando
la lotta,
ritemprarono
coraggio degli
a assediali.
La prima potenza
a dinanzi queste
c(
mura:
la
la
di-
ai
Romani
l'un
dopo
l'altro
due quartieri
nisio e
di
Siracusa
la citt
fortiflcata
da Archimede, sarebbe
stala
inespugnabile, e
Romani
.
scoraggiali, le
I
diritti delle
siciliane (cos
ei
conchiude
gli
annali,
pag. 372)
furono
stabiliti
Ap. Voi. U.
354
((
RASSEGNA
i
DI LIBRI
e
verso
tate
Romani. Le
fedeli,
come Messina
Taormina, furon
(raC-
cf
sempre come citt confederate; alle prese di forza fu confscato dapprima il territorio, ma poi fu reso; e davanlo in fitto
i
leggi antiche
di
Cerone
guerra
di Sicilia
ne allontan
i
Rola
ff
mani
agricoltura. Per la
sua
fertilit
Sicilia si copr
Ma
le citt
nuovamente di messi, e divenne il granaio di Roma. greche non riebbero alcuna importanza politica. Nesriferimmo
degli
stessi
suna
la
fondazione,
era
scampata,
ne*
cinque secoli
abbiam percorso
Greci,
guerra, per
fatto sia
sia
de' Cartaginesi
importanti
sotto
i
Romani
al
ma non
,
le
,
abitavano pi
Segesta
,
,
Palermo
Lilibeo
che
non
posson riguardare
come appartenenti
, , ,
alla Grecia
quan-
iunque ce ne fosse penetrata l'influenza divennero floridissime. Ma Imera Selinunte Gela Megara Eubea Gallipoli non ri, ,
sorsero
c(
ristretta
da Augusto a
,
limiti
ha conservato
fino
((
La
schiatta
il
la forza di resi
,
spenta in
alla
(f
s'
confusa con
,
la
indigena
quale
essa avea
i<
comandato ma che avea gittate quelle profonde radici che raramente posson mettere le colonie straniere. I monumenti
i
le
furono rapiti
dai conquistatori
enon
,
si
riprodussero.
Il
pi a lungo
f'
che
nella
felice
dell' in-
esame
dell*
ultima
parie
stati
dell'
opera
saremo
governo sono
da noi esaci
minali nella
resta a dire
,
narrazione storica
avendo gi accennato
RASSEGNA
ileisino
DI LIBRI
religiosa. Sulle
355
inducavati
che fomentava
poco l'esaltazione
di
troviamo pochi
la
particolari
ordinariamente dall'opera
M. Dureau de
Malie (Economie
ma
sembra
l'
espocitt
greche
di Sicilia
delle
,
M. Brunet
i
movifino
menti
di
questa popolazione
primo arrivo
la
delle
colonie
alla conquista
romana
;
ci
d per
assai probabile
cio,
;
che pochissime
avuto in prin-
a due milioni
la
reau de
Malie.
Ma
dell'
non
del
dubbi da conoscitor dell'antichit. Se vero quando fu presa quel che asserisce Diodoro cio che Agrigento
che
dati, ci presenta
e la proporzione tra
gli
uni e gli
altri
i
questa
gran Timoleone
il
noi
saremmo
disposti
ad arbitrare assai
delle scienze,
largamente
censo
altri
di
Siracusa.
XVIII. Gli
lettere e arti
tici
,
non collegate
con
,
gli
avvenimenti poli-
come si veggono nell' opera dello Scin ma spicciolate e isoM. Brunet, se noi nel biasimassimo, ci repUcherebbe che non ka voluto scriver la storia e noi consigliamo chiunque voglia aplate.
:
di
facendovi di tratto in
Contuttoci
anteponghiamo
i
di
gran lunga
,
paragrafi 23 e
24-
del
Brunet
Scin
;
su
dialetti
ci
la
paleografia
alle
,
pagine
51-54.
le
dello
e tanto pi
pubblicadallo
iscri-
citate
Scin
il
zione antichissima
fa a
un vaso
d'argilla trovato
l'
una ventina
fecero
,
d'
anni
al
Centuripe
Se
le
cui desinenze e
ortografia
,
credere
parlato
un idioma ^reco
l'
corrotto
dai
potesse stabilire
si
epoca
di
della filologia,
della
356
filosofia
,
RASSEGNA
perche
la
il
DI LIBRI
alla
trasmigrazione delle
anime. Importante
tiene diligenti
35, che
le
ricerche su
Il
macchine adoperate da
36, che ha per
titolo
cr
Archimede
Belle Arti ,
nell'assedio di Siracusa.
non un
d'
trattato estetico,
;
ma una
ed pregevole per
delle opere
di scultori siciliani
tichit. I
che
1'
scrittori dell'an-
monumenti
Houel
di
,
opere
del
di
duca
Scrradifalco.
i
XIX. Ecco
secondo
i
Le
quadro
il
Quando
le terre
Greci misero
inciviliti
piede in Sicilia,
di
poco
e disuniti e
Fu dovuta
in
agricoltura la
,
prosperit delle
queste
anzich ingrossare
i
a dismisura
((
si
i
propagavano
bari,
lo
presero
tal
consistenza da resistere pi
;
questa, rmcacciata
proprietari delle
commossa aspramente
, ,
. I
contro
gli
antichi abitanti
e quelle delle
due
schiatte
greche tra
il
taginesi
si
riun e vinse.
le arti, la prosperit
antichi eran debole rimedio. Gli abusi della tirannide fecero correre
alla
le
sibile
e le altre citt,
le
mal
costituite ed effeminate
,
armi
cartaginesi
quando
la
crudele
ma
,
i
potente
e
f'
mano
i
di
Dionisio constranieri.
,
centr
greca
,
testa
agli
Ma
Cartaginesi e
cittadini
s'afforz
gli arbitri di
Siracusa e delle
RASSEGNA
cill
DI LIBRI
i
357
Cartaginesi
il
greche soggette a
al
lei
s'avvezzavano
lusso
e la corruzione.
La
libert anelata
;
non giov
a
a
ai
Siracusani
che V usarono
dice
M. Brunct, da
poco da
la
liberti.
Agatocle (qui
togliere),
demagogia
le
esuli di Siracusa
Agrigento
sue
nel cuore
ma
Romani
profittarono
di
qoesta lezione
Pirro
strare a
Sicilia.
tirannide
d'Agasuolo
lode,
si
IL
11
e la pace ricondusse
dell'et
di
Ma
pi
quelli
Gedella
rone
lolla
lilo
spettatori
oziosi
il
tra
Roma
par-
da prendere,
gcttaronsi
Iraque'due
di
terribili atleti.
;
Non
e la
polca fallire che non fossero prostrati dall' uno o dall' altro
presa
di
lagine e
(t
Roma
i
presentano
gli
in
una
la
mondo.
dalla
Par che
punti
il
talvolta
medesima ambizione; ma n
fatto disegno.
il
democrazia n
Era mestieri
nobili
a e
Dione
dei
si
vari
poteri
contrappesati
Sparta presentava
l'esempio, e che
scuola di Pittagora
voce.
filosofi
,
dell'Accademia, del
,
Liceo
della
w
or
Platone, Aristotile
Ma
ne
principi
.
il
popolo
consentirono a limitare
propria autorit
a
I
i
primi he ubbidissero
;
ai
Romani,
la
a e
d'onde
loro
influenza
di
allarg tanto
.
lo studio
questo paese
358
RASSEGNA
Romani che
grano
i
DI LIBRI
di
fin dal
tempo
Gelone eran
i
venuti
a com-*
prar
sero
te
in Sicilia,
:
n'ebbero anco
sue
tempii loro
DamoGlo
e Gorgaso. Tolsero
religiose
1
,
cilia
una
parte
,
delle
cerimonie
Venere Ericina
d'
trofei
di
Marcello
i
trodussero in capilavori
Roma
arte
;
con rammarico
de' quali
il
di
Fabio Massimo,
s'
primi
ciecasi
lavori
Verre
invagh
poi
vedesse a
Roma
e le
macchine d'Archimede,
,
Romani
avean provato
<(
lii
forza
fecero eh'
e*
delle
scienze.
esempi
nella
letteratura
de' Siciliani.
Epicarmo
,
Evemero
,
e Archestrato ebbero
il
per
trai
duttori Plauto
a a
cr
Ennio
Varrone. Nonostante
la societ di
disprezzo
che
Romani mostravano
la
pei Greci
Roma
,
dovette
in*
massime durante
Gerone
1'
(
Roma
dalla Si-
a cilia
cr
Siciliani
tarono
V eloquenza comune del foro. Or adulatori or frizzanti e sempre ingegnosi e piacevoli trovavano fino nelle calamit r argomento d' una facezia e dopo aver pagato 1' ultimo quattrino che aveano in tasca, si facean beffe del tiranno che non
,
;
passarono
fondator di
a in proverbio.. Dicesi
Siracusa
di miele:
ma
basta leggere
quasi a perfezione vi
vano con piacevol parlare. Essi inventarono o almeno condusser il mimo e la commedia. In nessun altro paese
,
avea tante
,
feste e s
lunghe.
Siracusani
s'
affollavano
,
nei
il
teatri
mentre
a
ce
nemico minacciava
ceri e
mura
alle battaglie.
mostrarono
coi bar-
aveano reso
si
Sicelioti
pi sanguinari che
loro
altri
Greci
,
ma non
quella
fredda
s'
crudelt
abbandonavano
contro
i
sempre a
ribellarsi
RASSEGNA
DI LIBRI
359
lor signori
ff
e a lasciarsi prender poi al bel dire dei demagoghi. Tra queste rivoluzioni seppero nondimeno formare e mantenere
,
un codice
adottarono
e amministrative, di cui
,
Romani
una
parte.
Finalmente
prim'ordine,
nelle lettere
scienze e arti
(f
non
la cedettero
come
Stesicoro,
Empedocle,
Archimede, e chiamarono in Sicilia gli uomini pi segnalati . Tale il quadro di M. Brunet che ha copiato costumi dalle
i
come
dicesi, la caricatura in
luogo del
ri-
alle considerazioni
aggiugneremo due tratti principali, dimenticati qui e noprimo un dubbio sulla realit della potenza di Siracusa anche nell'epoca pi famosa, quella cio della vittoria sopra Atene. In questo caso M. Brunet dice, e ripete anche altrove,
politiche,
tati
da
lui altrove. Il
la stessa
differenza
che
tra
cui
ram-
tronco abbattuto
e un albero
esotico, che
pu coprirsi
di
fiori
La possente Cartagine un esempio pi palpabile, perch stendea le braccia ben lungi minacciando; ma Agatocle, stringendo dappresso, le die un
novello.
spesso s'adoprano
,
involontariamente
fanno
sperare
nascondere
la
ci
che
autore
dubitasse
l'altra
ma
mento
il
centro
dell' isola
sempre
dai
Sicoli, che
ma
giammai n spegnere ne incorporare nella propria nazione. Alcuni errori come a noi sembra sono inlessuli in questa tela di M. Brunet. Senz' altrimenti appuntarli ad uno ad uno, ci proveremo a ri,
,
fare
il
XX. E
prima cosa (per quanta voglia avessimo, che di prender le armi pel nostro paese, e
,
ardi-
con M. Brunet, perch ha negato l'esistenza de' Ciclopi, che sarebbe combattere in una ftta oscurit. Ma trattandosi di tempi anteriori
alla storia, pei quali
le
debbono ac-
cettarsi
come
noi
, ,
360
RASSEGNA
il
DI LlBR
Ciclopi, che
di
abitasse
risola
in-
nome
Ciclopi a qualche
,
trib di
Etna
e che
spiagge
rozzi
quanto
Ciclopi
ma
pi ciarlieri,
o almeno pi
ch'anch'ei
si
con
molti cangiamenti
son pervenute
quando quelle
i
di
Polifemo
piccava di poesia,
come affermano
le
Greci, perirono
insieme con
il
la
cammino,
a determinare
nomi e
del
epoche
delle
varie trib
che stanziarono, in quegli antichissimi tempi, nell'Affrica Settentrionale, nell'Italia e nelle isole
se ne
pu indovinare
numenti
italici
che
si
maro,
si
spinsero
isole. I
la
fino
allo
,
stretto
alle
Sicani
gente
di
ibera
prima
ai
queste co-
pi grande.
affini
Par
quali
che
si
altre
popoli
die
lo
nome,
si
meltessiTo a cercar
meno
si
andirivieni
per
le
posasse in Sicilia
come
volta
fanno
gli
uccelli di passaggio, e di
,
anche
navigasse
alla
della Grecia
stato sociale
recando dappertutto
1'
del
ci
l'
suo
aua
agricoltura
le arti
la
religione
e con
mento
che
si
della
popolazione.
Tutto
porta
chiaman
fenicie.
dissimili
da
quelle
degli
ebrei
numero
e nel genio
e alle patria.
il
sostegno della
madre
Un
varono a s
per tutto
stessi
ma non
la civilt
Per
il
che prepararon
essi e
sparsero
Mediterraneo
una potente
RASSEGNA
repubblica
fenicia
,
DI LIBRI
di
361
popolazione
e perci
ai
nemici che
l'
assaltarono in
Affrica.
di tratto in tratto
ce ne farebber fede
miti di Cerere
di
Dedalo e
dell'isola
d'Ercole
e le tradizioni di
avean
e
il
lieto culto di
dell'
Etna
,
XXI. Portano
costiera di levante
gli
,
Sicoli
occupassero
dell'
la
per
paura
Etna.
fuga da
gran
tratto di paese
i
per
ma
par da respingere
i
paro e
il
primo
uomo
sulla terra
la
epoca
in cui
ardcano
colonie
que'vulcani.
picciolezza
delle
cui
rimanea vota
cio
d'abitatori
,
tutta
l'
orientale
e la centrale
ec-
si fa
Uiferimmo
lotta,
gi
Sicoli
,
prima combattessero,
entrati di
finalmente
nuovo
in
han
ridetto questo
ma
,
par
del
Si-
Sicoli sopra
Sicani
la
arresta
o scende
ci per
fermo altre
una nazione semibarbara. Concorsero a cagioni che ignoriamo, ma una poco dubbia
e de' vinti.
,
Di questi
,
ma
pochi
,
sparsi e inermi
fiero
,
si
popolo agreste
stumi primitivi
dell'
II.
Ap. Voi.
46
362
cazioni e di
in
Italia
gli
RASSEGNA
commercio
,
DI LIBRI
in parte ere-
ditarono
la
mostre-
Sicoli
si
conservarono
,
lunga et
mezzo
alle colonie
greche pi
forti di loro
e forse ne
vedremmo
gran parte
anche
le vestigia
montagne e quella
dalla topografia
,
marine
anche
ma
assiepata in
elemento
;
italico.
nell' isola
un
ritorno
di
barbarie
si
riducesse
Elvini
e
degli
nelle quali
anco
si
Sicani
istorie
fe-
Le
dicono che
mercati
Ma
Palermo, Solunto e Mozia all'arrivo de'Greci. pi probabile che ci avvenisse mollo prima perch la con;
li
fa
,
supporre incapaci
di rispettare
commercio
avvicinarsi
un beneficio pi durevole
tero unirsi tra loro
alle genti pi civili
,
della rapina.
i
Dunque
,
mercatanti dovet-
come fanno
i
deboli
dovettero
Quando
i
poi vennero
commercio;
,
come
prova
il
quella
repulsione
fenicie
scrittori greci.
Le medaglie
,
che
si
ci
rischiareranno
par
che
cio
Sicoli
il
centro
e varii punti
qua
e l sulle costiere di
si
mezzogiorno
,
e tramontana
mentre a ponente
vedea
traffico e cultura
appostando
le
Sicoli
ma
a trib, pi o
;
meno
rozze;
,
vivean
avean bicocche
alcuna
forse
citt
RASSEGNA
in questo
d'
DI LIBRI
.
363
fino
alla
slato sociale
per due
o tre secoli
battaglia
Imera.
XXII.
Poco
abbiam da dire
e
,
sulle
cause
delle
della
emigrazione
colonie;
de'treci in Sicilia
sull'ordinamento
i
lor
prime
avendo esposto
governi
falli
pensamenti
inclinassero
,
di
che
;
di quelle
i
citt
uguaglianza
perocch n
falli
di
questa istoria
le
generalit sociali
por-
divenga
pi
serrata
e
i
non
era
nella
madre
patria.
L'aristocrazia
l'oligarchia
si
della citt
piantar
come
altrove l'ha
ei
notalo
il
stabili-
mento,
le
le storie (silenzio
gli
che
scrittori
che ne
di bat-
piuttosto che
Ma
gli
strattagemmi e anche
la
di
forza. Inoltre le
memorie
de' Sicoli
citt
i
;
del
tempo parlan anche di combattimenti e di cacciate e anche il fatto che Greci per lo pi non costruivano
i
nuove,
ma
ci fa
supporre
;
numero
con
le
armi
le
alla
mano
talch
in
que' luoghi,
sempre
cedean
momento avrebbero potuto trovarsi sopraffatti dalle navi greche. La condizione dei Callirii o Callicirii Sicoli la pi parte dice il Brunet, e servi della gleba o schiavi come gV Iloti di Sparla,
,
,
Penesti di Tessaglia e
Claroti di Creta
(pag. 397),
ci
basterebbe
M. Brunet non
lascia
nulla
da ag-
colonie greche.
Ma su
XXIII. La democrazia
che rendono
queste
le le colonie
la
mollezza
la diversit delle
due razze
sempre pi
la la
la Sicilia greca.
Noi neghiamo
prima e l'ultima;
perch
accettiam
la
espressione di prosperit
,
mate-
che
in oggi si
comprende benissimo
la
piaga del
364
nostro secolo
:
RASSEGNA
DI LIBRI
e perch quella de' Greci di Sicilia ci pare appunto medesima indole n pi n meno. Aggiugniam poi che le cagioni principali furon due: la prima, nascente dalla prosperit
della
cio le
armi mercenarie
e la seconda,
cio
la
vizii della
societ greco-sicula
il
vici-
nanza dei
della
Sicoli
Cartaginesi e Romani, e
di
sincronismo coU'epoca
maggior possanza
governo non
ci
in
generale
molto
meno
la
,
da
quella
la
conquista
e
ci
romana
si
seguito
un
Quanto
l'
per lo pi vera,
ma
non vero
dei
addurremo
esempio dell'America.
e
i
Ma
ragio-
Sicoli
de'Sicelioti
ossia
Greci
potremmo rispondere al Brunet che primi furono soggiogati dai come costoro poi dai Romani e che la razza greca rest in Sicilia dopo la conquista di Roma come la razza sicola era
, ; ,
gli
altri
esempi
di
cui
si
potrebbe far
la ras-
la
che
(sia
detto di passaggio),
vera
in
ma
insieme,
gli
operano
di
filosofia
nei
fatti
umana
societ
ed errano
speculatori
storica
quando
te le
XXIV. Nel
mezzod
,
la
dominazione romana
sulle
Greci
s'
marine sempre
citt
mare
nel centro
armi
di
Cartagine per
prima
;
volta.
Ma non
la sola
si
anzi
Il
paese occupato
fu
dunque quel
s'
si
Nessuna guerra
:
generale
coli
Sicoli
Greci
dico pi,
Si-
,,
RASSEGNA
secolo avean gi abbozzato
egli ,
DI LIBRI
365
nel quinto
due grandi
Certo
la
conquista
d'
una gran
in
parte dell'isola,
T avea perduta
tempo
fuori;
sentendosi
mand un grandissimo
,
e allora per la
,
prima
s
greche
cominciando da Imera
eh' era
XXV.
citt
Allora fu vinta
i
da
Gelone
la
memorabile giornata
la
in
le
Sicoli
Come
,
vittoria
come
Gorrono
sciuta
di
si
si I
con
;
la civilt cre-
sent gagliardo
il
questo principio
vita
Sicoli,
ma
con
sembianze
di-
verse.
Greci
padrone, e
escluder
la
non voglion ubbidire a un il sentimento della nazionalit aspira appo loro ad gente nuova, le creature dei principi. Ma Sicoli, appo
valorosi
,
ricchi e culli
Sicoli
i
vedeano
lor mali
non
in casa,
ma
venir di fuori
di
che certo
e
loro
clientela
soggezione
animo
che s'arcrescente
,
sentimento
si
nazionale
amb
di
l'indipendenza e
tutte le trib in
il
pieg all'unione
una
La
Siracusani,
quattordici
Sicoli
per iscacciar
Trasibulo di
commerci e
i
le
comunicazioni
,
che
per
conseguenza
i
due popoli
mentre dirozzavano
Sicoli
mentre
li
come ormai
fosser
uo-
se
dall'
orgoglio
dell' in-
neanco mantenerla
nanza. Ducezio
tra loro, e
tutti
che appunto
gli
stranieri
ammessi
i
cittadi-
uomo
di
Sicoli
e di gran
366
mente e gran cuore,
raddoppi
la
RASSEGNA
fiamma. Riedific
molte
DI LIBRI
forse
ne
sanguinose
molte
sconfitte
ancora die
ai Greci.
La morte
di
Du-
gli
abitanti
morirono,
giovani combattendo, e
la
gente sicola
ma sempre
i
pronta
a
alle
patti
armi e sparsa
con
lei
nelle
montagne
la
sforzava
Greci a venire
anche dopo
si
vittoria
nuovo
soldi
,
nemico che
infine
o per condursi
il
ai
suggere
loro sangue
comandarle. Dur
contar
romana.
XXVI. Senza
dopo
la
le
guerre delle
citt
tutte
le
forze
M. Brunet, narrato
,
l'assedio di Siracusa
volendo dir
qualche
novit
di
poneva
;
potenza
giunse
di
Siracusa
in
quell'in-
essendo esausta
danaro, e dodal
vendo
la
vittoria
domanderemmo
canto nostro, se
l'esercito; se
ebbe danaro da
Roma non
si
Ecco Cartagine
cui l'ambi-
forze
;
navali
potea condurre
gagliardamente
le
imprese lontane
citt fenicie, e
ad altre
di schiatta
vicine di sito;
tentato
Carta-
un
secolo e
la
mezzo avea
di
due invasioni;
in
;
anni dopo
Sicilia
60 navi da guerra
di
e a capo
combattere,
un
esercito di
altri
che l'esagerazione
16 anni
fino al 392.
Dopo una
RASSEGNA
breve pace fu ricominciata
,
DI LIBRI
367
Timoleone, tagliavano
stessa.
Dopo
corti intervalli,
Romani comparirono
i
sulla
Tun dopo l'altro due popoli che si da tre secoli. Or vorrei sapere se la mina
un giorno
dalle
,
laceraprincidi navi-
gazione da Cartagine
di
e a poco pi o poco
meno
ci dice,
frontiere
Roma, mentre
Sicoli?
M. Brunel,
la Sicilia
che
la
lotta tra
due giganti;
1'
ma
un
ei
dimentica troppo
XXVII. Le cinque o
sei
danaro,
il
ma
la
li
sforzarono
faccia
l'altro
mai caItalia dico il dispotismo e le armi mercenarie. L' uno nacque anco in parte, noi non lo neghiamo, dai vizi
Cielo non
smotira
i
derata del
gli
popolo, e soprattutto
al
li
la
prosperit
materi'ale
che
uomini
guadagno e
noia
le
ai piaceri, allenta
,
insensibilmente
le-
gami che
e
fa
venire a
pericoli
l'
quella. Figuriamoci
le
un poco
Francia e
tutte
,
loro costituzioni
ma
l'una con
un
esercito
mercenarii
l'altra piantata in
terraferma e
costretta a
di
mantenere un grosso
resistere alle miriadi
di sol-
esercito stanziale
venute
di Cartagine,
Sicelioti
piaga
menomando
,
armi nazionali
aumentando
a dismisura le straniere
fuori.
Il
perch
gran Ti-
moleone s'ingegn
der troppo contro
accrescere
il
democrazia
dei cittadini
di
riparare
la
dicevam noi
era
falla
,
con
i
numero
si
ma
piaga
l
buoni ordini
a fronte e grosso.
Un
altro
distruzione pi o
male s'aggiunse, cio l'accentramento a Siracusa e la meno compiuta delle altre citt: perch rimedio
368
violento l'
volta
RASSEGNA
pur questo che
in
DI LIBRI
s'ammira tanto; e
se
oggi
alcuna
finito
ha portato buon frutto ne* tempi antichi o moderni, e in ogni modo l' un metter tutte le poi pessimamente
,
sorti
sopra un dado.
Il
regno
di
che
al-
come
un
moda prowidenzialmente
,
sopravvenne
alla
Sicilia
grandissimo pericolo
di
fuori, l'intervenzione di
la sapienza di
Roma.
XXVI li.
la
Tutti
ammirano
dei
Romani
fu di tentare
il
partito
ch'era
nuovi.
pi
audace,
lo
Gerone non
perde mai
di
vista
durante
la
Roma; ed
manifesto
due stranieri
combatteano
Neanco temiamo
di
mercenarii
alla
,
che ad un tratto
si
potea; perch
veggiamo
la
Roma
la
dopo
morte
di
Geronimo
dopo
breve incertezza
riforma
da canto
quale non
pace
,
effetto
che in
una lunga
primi Archi-
o con
Roma
i
o con Carta-
fors'anco tra
mede, che non era uomo di speculazione soltanto, doveano ondeggiar tra due partiti ambo pericolosissimi. Nello scontro di quelle due grandi potenze gli eventi correano troppo precipitosi perch Io slato di Siracusa potesse ripigliar forze prima di cader sotto Roma
i ,
;
forse
Gerone
non
nemici di
,
Roma
la stessa la
Cartagine
Sicilia
M. A.
RASSEGNA
HlSTOiRE DE l'Artillerie
de guerre
y
DI LIBRI
369
1/ Partc.
Du feu
grgeois
des feux
et
nouveaix, par
J.
Dumaine,
1 voi.,
8vo
di p. 286,
17 tavole.
Il
nostro secolo
,
rifa la storia
da un capo air
i
altro.
Direbbesi che
,
lo scetticismo
noiato di battere
adesso
non
si
che
di questo.
Con
la
volont,
crescono
i
ancora
argomenti da cimentar
quali
in-
sapeano
si
nuli' altro al
mondo. Cosi
la co-
come
storia
mune
degli
Non
trovato
un ingegno che
l'
in-
nome
certo.
,
te-
desco o danese;
d'Alberto
,
Magno
di
si
o d Ruggiero Bacone, o
Si
anche
all'
d'
un
altro frale
Giovanni
Tillen.
prest omaggio
il
uno o
all'altro di questi
in
nomi, e
raccont sempre
;
caso della
scintilla
caduta
finch
gli
Cina, rimandarono
invenzion
dell'
impero
,
e al terzo secolo
almeno
era
appo
di
gli
senso di qualche
Maometto.
Ma
prie,
il
gi potuto annunziare, in
la
un opuscolo
gran tempo
stampato a Parigi
in qual
Skk
che
polvere
fosse
da
da
gitto,
fosse usata la
gli
prima
47
volta
come
forza
370
RASSEGNA
;
DI LIBRI
e repoca nel 1326, eh' la data del documento citato dal chiarissimo nostro Libri nella sua Storia delle matematiche , voi. 4: docu-
la costruzione
di
cannoni
di
metallo e palle
posto
Ma
ormai
fuor
d'
di
dubbio
il
,
il
caso ne la mente
un
sol
uomo
di
ma
il
perfezionamento tardo
e successivo d'
un
composto
congegnar
la
prima
artiglieria
come
gli
effetti
di
tal ci
di
scoppiare,
base
fatti
di-
e poi
le
quali
meno
fin
Con
questi artifizii
;
si
appiccava
il
fuoco
,
e anche
frecce
,
si
ferivano gli
,
uomini
razzi.
ed erano congegnati
i
in pentole
lance
,
bastoni e
Se pure
Cinesi conobbero le
mine a fuoco
lo scoppio
non
ma
noi non
sapremmo
fezionamenti che
senza
dubbio
vi
fecer
i
mano mano
Bizantini.
fatti della
storia ci
insegnano
una, forse
la
pi efficace, essere
raffinati
stati
appunto
polvere,
ravasi
il
ma men
e in proporzioni tavole
un
po' diverse.
,
Adopeche
galleggianti
in razzi
fiamma
qualunque direzione
si
volesse;
appunto come
le
nostre lance
a fuoco.
La somma
destati
difficolt di spegnerli
:
da
essi.
RASSEGNA
111." Gli
DI LIBRI
371
fatto in
il
obimica, s'erano
nitro.
nell'arte d'affinare
Perci perfezionarono
solfo e
carbone
il
e ne fecer uso
di
Chiuso
miscuglio in pentole
maci
a mo' di una mazza o lancia. Componeano ancora pallottole incendiarie che chiamavano ceci, e che noi mal potremmo descrivere;
di
un bastone
di
fuoco
cima
e servivansi in
Gne
,
di
razzi doppi
il
tripli
la cui
testa lanciava
fuoco in avanti
mentre
corpo
si
movea,
di
in senso contrario.
V esplosione
nella
Arabi,
ma non
gli
fuoco
portaron terrore
ultima
crociata.
da notarsi che
nome
di
guerra.
e Ruggiero Bacone,
vissuti nel secolo 13.,
gli
Magno
ma
ali'
Arabi,
V. Le composizioni incendiarie
dunque
3. al
il
usate e perfezionate in
Oriente dal
Nacque
della
il
nitro naturale
gli
meno impuro
comi
efifetti
Greci prima,
e diversamente
il
perfezionarono. Di
fatti
gli
Arabi e
Persiani
chiamavano
Pi capaci degli
questo sale,
gli
Arabi
Questo
luogo
in principio
ai signori
il
del 14.
secolo
nelP
Europa
che
artifizii
e,
come pare
Reinaud e Fave,
nelle regioni
Mar
il
riscontro
tra loro e
i
con
le
ecco
signori Reinaud
d'
Il
valente professor
il
arabo ha
di
posto
un termine
a molti errori
dando
polvere
ma
che
in origine
vuol
dire
grandine
e fu impiegato
per rendere
372
RASSEGNA
;
DI LIBRI
che presentava un'imagine
con
la
francesi
si-
gnificare
cristallo.
Da padrone
non
era.
M. Reinaud
ha corretto alcune
passi
l'esplosione l dove
Ha
dato di pi
in
la
d'un
,
militare
arabo,
;
Hassan-al-
Rammah
tizie
ed ha sostituito no-
mica presso
Deesi
il
Arabi.
Fave
all'acume
i
gli autori di
hanno esaminato
la
la
testi
greci
latini e francesi
e le opere
Europei intorno
gli altri,
pi parte,
mi
tratterr
un momento
sul
MS.
latino
7239
di Parigi,
signori
Reinaud e Fave
quantunque
fosse sfuggito
zione
il
nome
il
macchine e stro,
con brevi
questo MS.
di
prima
vile
delle
sue
Memorie che
a'
illustrano
il
Trattato di architetci-
XVI
(Torino, 1841),
,
Parte
pag. 23
25 e
seg., e
che avendo
sul
il
,
occhi
MS.
di
a leggere
per entro
proemio
e che
,
ad inchiostro
azzurro
dai
all'
pena
le vestigia
di
Una mistura o
,
vernice
,
di color giallo
scuro
il
stesa
non so quando
il
aiuta pochissimo
leggitore; e
cimentato
a richiesta
mia
per
Reinaud e
di solfato di
,
Claude,
ferro
;
che ravvivano
ma non
valsero
Manco male nome: Ego Paulus non Lucensis certamente ). Quanto all' epoca
a risuscitare quest' azzurro.
le
vestigia
del
la
quale
signori
RASSEGNA
plici
DI LIBRI
,
373
par che non
alla
rest
congetture
fanno
risalire
sino al 1396
Promis che
la fiss
met del
da questa
usato
XV.
primo
Il
potersi togliere
paese in che
si fosse
per
si
il
ma non
trovi ne'
documenti
fin
XIV
gli
,
secolo. Se
pi antico che
si
si
conosca
ma
e
una ricerca
Regio
parte
fosse
ne' preziosi
,
mal
tutto
di Napoli
per
regno
di
Roberto.
,
nelle
Ognuno e come
,
sa
ei
qual
avesse Roberto
non
tal
uomo
da volerne
saper
meno che
di
suoi
protetti
d'
un
i
nuovo e spaventevole
rescritto, ogni
strumento
guerra.
chi
vi
ha veduto
si
notava ogni
menomo
menoma
memoria.
spesa
ne farebbe
M. A.
Italiani
e
illustrata
con documenti
inedili,
notizie bibliografiche
di belle
arti
no 1836-40;
in 8vo.
Articolo
Ferrara
I.
di
affatto
tempo
essendo sempre
mano
la
forse
cosa
men
de'
felice
per
Storia
Municipj Italiani,
lettore
^a
diritto di
pretendere una
municipj
vi
di
documenti
municipali,
preceduti da
un
374
RASSEGNA
il
DI LIBRI
stampe, ho deciso di pubblicarli, con illustrazioni speciali Municipj cui appartengono . E difatti i documenti sono il prin,
Municipj
Italiani.
Diciamo
solo
del signor
Morbio,
ma
per
come
men
cosa che
come
lo
raccolta di documenti.
sguardo all'epitome
parla dell'Ariosto
,
del
primo municipio
dello stato in
tempo
del cantore di Orlando, de' suoi spettacoli, de'suoi tornei, quindi del
(1).
Tutti converranno
il
n ricordate
le
varie
la potenza. ...
un
cenno erudito
18 facce di stampa
alla
che
ce-
inediti spettanti
storia
della
la illustra
:
di
Dante,
Scaramuccia e Vasari
egli arricchisce di
molta erudi-
ma
so-
Non
ci
diplomatico
di
ha
di
bisogno di
centralizzare,
pi che di suddividere
suoi
ar-
chivi.
Una
delle
maggiori
difficolt
;
che incontrano
perloch
nostri eruditi
d'uopo visitare
di
un
di
gran numero
di citt
di castelli, di collegiate,
conventi
archivi particolari.
di viaggi,
La riunione
le
de'
1
documenti
fa
risparmiare spese
agevola
ricerche e
confronti, e d
un mezzo pi spe-
(1)
quello di
anche ve ne sono
meno
non ha creduto
RASSEGNA
raccolte
Il
DI LIBRI
375
dito, sia a' governi, sia alle societ storiche, per la pubblicazione di
sia possibile.
scrittori
Le
Novara
anteriori
al secolo
di
XIV
e
sono
Marchese
Monferrato
arsi
occup
;
la
dispersi
pure
il
mettere
insieme
di
trentuno
documenti
quel municipio.
il
fondazione
una lunga Cronaca di quel municipio, la quale comincia dalta e termina colla reddizione a papa Giulio II. di Faenza ma Pe' tempi antichi, la Cronaca piena di favole e d'inesattezza
,
,
dal secolo
XIV
in poi
conoscere
quali
i
la storia
voglia
fra
i
Quattro sono
blicati dal signor
documenti spettanti
Morbio, uno
parla
della
storia piacentina
di
pub-
de' quali
un diploma
Novara
e
G. Galeazzo
con cui
lo studio di
una
dotta digressione
de' Farnesi.
zecca
di
delle
monete
in
La storia di Ferrara e di Pavia fu ristampata dal signor Morbio un volume in cui vedesi aggiunta quella di Lodi, e due ricche
,
,
dice l'Autore
al
municipio
ingenua-
di
,
Pavia.
Confesser
Pomposa, pure
,
mio lavoro
sima opera
auctore
Rerum Pompasiarum
,
historia
et
,
monumentis illustrata
lectore
V. Placido Federico
monacho
Casinate
....
le
credetti
bene omettere
,
avendo
Tutto inedito
di
quel municipio mi
dipingere
le
condizioni
gli
usi e le
costumanze
376
RASSEGNA
i
DI LIBRI
(l). 1 documenti tempi successivi ; ed alcuni tra essi sono preziosi perch
,
parlano
di
conGni, di ragioni e di
diritti
portantissimo per un paese, ove l'irrigazione una delle sue principali ricchezze .
V erudizione
sofia
glie
la
i
la
filosofia
sono
le
senza
filo-
una congerie
La erudizione raccoquesta
fatti; la filosofia,
Taltra
lo
si
spirito:
ambidae hanno
forma
la
uffici diversi.
credersi che
acuta che
di
pi grande, e forse la
di
meno
avvertita,
quel
sommo
fa-
Muratori. La pubblicazione
volosi, o di
ottenebra;
ci
dappoich quando
noto e
alla
luce
tutto
che
vero,
falso
e di
dall'orpello ?
di
Pu un erudito
istorici,
;
limitarsi a pubblicare
una
collezione
documenti
ma
non pu esimersi
il
obbligo
d' illustrare
suoi documenti
o con
avremmo
signor Morbio
sol
che
lo avesse
voluto. In ogni
di
modo,
grande
edificio
,
della storia
,
de'Maffei
de'Ti-
di eredi.
E. A. A.
qal d'accordo col signor Morbio; crediamo anzi che in medio evo il trecento sia precisamente il secolo pi chiaro e pi studiato; se non foss' altro a causa della Divina Commedia.
(1)
Non slamo
RASSEGNA
DI LIBRI
377
Milano e il suo Territorio. Guida della in dono agli Scienziati Italiani nella Milano 1844. Volumi 2 in 8vo grande
In Italia, dal 1839,
adottati
;
citt di
Milano, offerta
riunione.
sesta
,
loro
con tavole.
ammessi
e noi
ottenerne
tutti
quei van-
Germania
di
alla
Francia
Scienza
guirono
civilt;
di
r incremento
della
con esso
quello della
che noi, pi
alleanza
degli
Scienziati
tra
loro
perch l'esser
uomini
di ci,
piaga d'Italia.
il
tra
le
cause
non ultime
s'
hanno ad annoverare
;
municipio in
politica,
e le accademie in letteratura
due
istituzioni strettamente
all'
insieme
congiunte.
di gloria;
Che
se
un tempo furono
loro
Italia
mezzo
le
e stromento
stagione,
furono causa
le
spetta
compensare
lit
danno che da esse ne venne alla nazione. E se discordia e rivaastiose le accademie produssero, il congresso concordia d'anici
mi
frutti
vocati a
conoscer s e
altri,
e ad amarsi
mola
,
provincie italiane
onde
possa raggiungere
le
patria nostra
furono assegnati
da noi per
lungo tempo
avendo
si
dato
occasione
che ogni
citt in
il
cui
conviene
il
congresso,
mu-
medesima
un
dono
agli
,
Scienziati.
Compi-
sima merci
sopra
piano
e in
,
ispecie la statistica
tra
vast^ente concepito, abbiamo le industrie arti come se il buon e gli storici studii
,
volere dura
pochi
II.
anni
molte
delle
citt
italiane
avranno
Ap. Voi.
48
378
RASSEGNA
DI LIBRI
i
documenti
sulle quali
il
necessarii per
memorie municipali,
desiderarsi.
potente d'in-
gegno
tuttora
tant'
opera creato,
a
potr scrivere
la storia d'Italia,
che
rimane
Delle Guide
in data
,
pubblicate
altra precedente
ed
il
titolo
la
Milano
suo Territorio
rivela
sin dalla
prima pagina
compilava;
Bar-
il
nome
sia
tolommeo Catena
dell' l. R.
prefetto della
i
biblioteca
e riti.
ab.
membro
Istituto
e
Capitoli
,
Chiesa
del Dolt.
Biblioteca Ambrosiana.
Istruzione
Beneficenza
Giuseppe Sacchi.
Giacomo Ambrosoli.
Geografia fisica
naturale
nelli II.
,
e costituzione geologica.
Collezioni di storia
professore di storia
RR. Licei membro dell' 1. R. Istituto. Commercio e industria, del signor Ambrogio Campiglio, membro
commissione d'agricoltura della Societ d'incoraggiamento. dell' Ing. Albino Parca; membro della commissiono
,
della
Agricoltura
d'
d'
incoraggiamento.
,
Archimi
Istituto.
del
conte
Pompeo Litta-Biumi
membro
dell' I.
R.
Biblioteca e
colte Verri
,
museo Trivulzio
,
Gabinetto
, ,
numismatico
Taverna
,
Mulazzani
Beccaria Armeria
Direttore dell'
Rac-
Uboldo
I.
Museo Palagi
Lapidi
R. Gabi-
netto numismatico.
,
Labus
membro
dell' I.
R. Istituto.
Vicende
architettura
dell' ing.
Contorni
Gli
altri
ed
articoli
la
redazione
generale
del
uno schizzo
storico
primo luogo discorso nell'Appendice dell'Ardegno sia chivio Storico Italiano; e ci faremo nel modo che si comporta da un lavoro tracciato tanto rapidamente toccandone per sommi capi. Avendo l'A. a dar contezza della citt e popolo di Milano ritenuto in
, ,
sale alla
allorquando
bel
confe-
RASSEGNA
dcrazione (an. 1400
dei prodi
,
,
DI LIBRI
379
,
Ombra
,
passarono
Alpi
Po
che dal
nome
chiamarono Is-Ombria
il
bassa Ombria.
alle terre
le
Di qui
venne
al
paese
nome
d*
Insubria
modo
il
nel contado,
oblonga
la
fronte
jd.
larga ed alta
naso ricurvo in
basso
il
mento prominente
nel mille,
Costoro,
Rezie
brii
,
,
per
l'Alpi
insofferenti di giogo,
ripassarono
le
Alpi; ed alcuni
,
fra
il
gente
(
alle
citt
forse
memoria della lasciala patria, divisa in dodici corpi civili), ed ognuna era a capo d'altrettante divisioni politiche, e il paese chiamarono Etruria nuova. Ma Belloveso nel 587 con una banda di Biturigi Edui rverni Gessati Ambarrei varc il Monginevra cacci gli Etruschi del paese posto tra fiumi Ticino, Po, Serio, Adda; e scon, , , , ,
tratevi le reliquie
degl'Insubrii
primitivi,
adott pe'suoi
il
loro
,
nome;
e, qui
di loro,
incolti
borgata, a
com'erano, rimase altro monumento se non una cui avevano dato il nome di Milano, che dal tedesco
dire paese di
in
May-land^ vorrebbe
gallico
maggio
ovvero
Med-lan
e
,
Met-lan
mezzo
;
alle
pianure.
il
paese,
mutando signore
al suolo; e la
civili
mut natura
si
pace permise
;
ristabilissero e
si
compiessero
le
opere
al
degli Etruschi
,
diedero ad attendere
commercio che estendevano anche mezzo d'una gran strada che pel
del Mediterraneo
colle di
Tenda
continuava
sin
oltre
pirenei orientali.
Ogni
dei boschi
la
druidi
Dei, e vittime
umane
l'ostie espiatorie.
Da
qui
si
Roma,
la
sero in forse;
ma
la
l'oche
Camf/ldoglio
salvarono; o,
il
come
valore
Non l'oche.... ma
costitu
patria
D'allora
Roma
un tesoro ap-
, ,
380
posta, da
RASSEGNA
DI LIBRI
i
Galli minacciassero, ne
la
gallia
Cisalpina,
come
,
Ma Lucio
il
che
Po, furono
ebbero a cer,
Cenomani
la
che erano
su
questo
quali,
disertata
la
causa comune,
con
essi
loro
s'allearono:
tanta
antica
fellonia
compirono, uccidendo
la
ma
di lor
la
possa avevano
fatte, a
guerra
per ardire
o per atrocit
di
battaglie o per
numero
d'eserciti e d'uccisi
mente
il
fiore de'Galli, e la
stabil.
Ridotta a
provincia
romana
la
l'ebbero in gol'A.
uccisore di Cesare;
a
in tal
il
modo
poter
Nei municipii
decurioni,
il
giudiziale
nei
di
non s'appartenevano
cittadinanza
;
Ma diritti civili nazionali un impero se non a quelli che erano potuti salire alla
i
,
il
gallia Cisalpina
in tal
((
modo Milano
una
,
e, raccolti
voti,
li
mandava
suggellati a
Roma, per
la
valere
come
Ma
suoi diritti,
Roma
si
aveva compiuta
Roma
pre-
il
spaventato
suoi imperatori
,
riscossi dal
,
sonno
e di ferocie voluttuose
venivano
dell'
anno
vi
si
Milano
finche
nel
295
Massimiano Erculeo
la
fu
e
pubblicata da Costantino
in
legge di tolleranza
di
culti
,
300 vescovi
per
RASSEGNA
Qui
di
i'A.,
DI LIBRI
,
381
in
nome
di
Sant'Ambrogio leva
venera con
flagello e
il
affetto.
Ma quando
a
rivi
il
di
che
sangue ne corse
innanzi a
Santo
che San
Nazaro Pietrasanta
memoria
vesti
la
Cristo
mi
il
mai ammettere
di
altri vescovi
Esempio mendella
tito;
perch trascurati
,
perch
la storia
il
partico-
vedere
come, da servi, noi diventassimo uomini, poi cittadini . E vorrebbe I'A. poter determinare esaltamente siccome punto
,
di
munit o
documenti
diritto di
giudicare e deliberare;
ma, per
difetto
di
non
in
grado
di farlo.
nel
900
ai
Tedeschi
fece dall'Ale-
magna dipendente
l'alto
la sorte
d'Italia, di cui
avevano gl'imperatori
omaggio
militare servizio,
rimanendone
ai nobili
l'immediato
governo,
di
Ma
diritto dell'altra,
quando
la
violenza
Corrado
imperatore
le parti
ambe
rale,
guidava ordinandole
, i
strette al carroccio
vinti
le
milizie ragunaticcie
contro
nobili
che furono
dopo una
lolla
che non
tosto
382
cess
;
RASSEGNA
e frattanto, di
DI LIBRI
mezzo
a quella
commozione
la
plebe
un
poco
che
si
acquistando
:
qualche
privilegi!
privilegio,
l'A.
cr
N per
la
diritti
di
comandare;
il
a tanto
non aspirava
plebe;
ma
trattarla
come
bestie;
non
;
il
potere
per
un soldo
non crescerle a
dell'opera d'
bench lontana
un
arcivescovo,
ma
della metropolitana.
lo
Veduta a prova
l'
brigavano, e
corona
(1).
Ma
l'
Napoleone,
si
vide, a Canossa,
(2))
il
superbo
una lunga
serie di re
gli fece
aspettare la comunione e
suo perdono
eccesso di
passione
umana che
abbiso-
un centro da cui partisse con unit di mire la direzione d' un corpo cos vasto e diverso e per Anselmo da Raggio, l'Ildebrando, e San Pier Damiani, fecero ogni opera per ridurre la Metropoli milanese in una pi immediala soggezione da Roma:
stabilire
:
gnava
Roma
venne inibendo
d'
di
tor
moglie
perch
in
uomini pronti e
Abus l'arcivescovo il potere, come il conte l'aveva abusato; popolo impar a far senza dell'arcivescovo, come gi aveva imparalo a far senza del conte; e costituissi in comune, affidando suoi diritti a magistrati da lui eletti col nome di consoli, rimemed
il
i
branza dei tempi romani. Sulle vestigie ancor rimaste degli ordinamenti municipali del bass' impero, si foggi il nuovo comune. Di
tre corpi si
componeva
capitani
cio
vassalli
immediati del re
e poi
si
serv
danno delle
citt
(1)
Ci
mi rammenta
,
V esclamazione di Dante
Costantin di quanto
mal fu madre
(2)
ec. ec.
di
Volgi, Storia
Gregorio VII
lib.
1."
RASSEGNA
vicine, della
(Giustizie
, i
DI LIBRI
la
,
383
antiche
i
rivalit
le citt
esempio
III
tempi)
lombarde,
Papa Alessandro
il
d'italiane volont;
cipi di
Germania
le citt
fin
.
imperatore
di Costantinopoli
vi
mandavano
conforti e danari
italiane
vinsero,
la
rotta
di
Legnano impresse
un'onta indelebile sulla corona che splendeva sul capo ai Federighi. Ma colla libert nelle citt non era pace. I vecchi feudatarii
,
contro
nuovi; contro
proprietarii
proletarii
stavano:
quindi
primi
,
al
papa aderenti
all'
i
imperatore
il
gli
altri
demogli
cratici quelli
questi aristocratici
,
primi volenti
bene dell'Italia
per via
dell'
indipendenza
Ma
,
uni
e gli altri
le citt tra
d'
migliori
condizioni
essendo
Il
incapaci
una legislazione
comune.
ragione
di
medio
reciproca
delle
citt colla
suprema
combinazioni
politiche
quel tempo,
sempre
una
l'
una usurpava
sull'altra,
le
d'onde
continuamente nasceva
de' quali
il
lotta
che ne logorava
proprie forze.
tocca dei Visconti,
il
primo
l'
titolo
Duca
danaro,
conferm
la
Costanza
I
la
libert.
si
Visconti
e la conquista
impose
a Milano
una nuova
il
gli
Sforza
la
quale
fin
con Fran-
cesco
II
1535
Lombardia.
Crepy
riferiamo
le
parole
cloquentissimc dell'A.
Tra
,
Morone
rovina
conte
Lecco
scaltrito politjco,
gli
che ne
salvass<^
indipendenza.
Ma
questa
era
perita.
Carlo
, ,
384
RASSEGNA
di
DI LIBRI
Filippo
li
;
suo
,
figlio
al
quale
l'aveva
,
5 luglio 1546
onde restammo
uniti
alla
Spagna
cominci
il
giustizia
Gian Galeazzo aveva gi creato un consiglio secreto e un di perch a suo nome governassero lo Slato , e decidessero
,
XII un
,
due congiuriscol
due
prelati
quattro militari
quattro
periti a
loro
nelle
fisco.
nome
e
1'
del
re
cause private
nominar
professori di Pavia
diritto e la legge
civile
avvocato del
il
Rappresentava dunque
presentato da
il
mentre
,
re era
rap-
un governatore
militare
in
conseguenza
sempre in lotta e rivalit col senato, che finiva col soccombere. Prima dignit, dopo il governatore, era il gran cancelliere, istituito da Luigi XII, e che era anche presidente al senato, carica
dappoi
eletti
separata.
Il
di sessanta nobili,
in
nomina
un
a
vicario di provvisione
di
due assessori
alla giudicatura.
costituzione
mutamenti di Giuseppe IL Ma questa abbastanza buona perch fondata sulle abitudini anai
,
era guasta
al
nell' applicarla.
il
Re
lontani centinaia
in-
miglia
provvedevano
i
caso dopo
terrogare la volont e
ai
bisogni
a'
comuni
lasciavano molti
soldati
,
arbitrii
costumi nostri e
come
in
paese di conquista
duravano per
mentre ap-
lo
che
ministri del re
,
Spagna
in Sicilia
a Milano
divoravano.
E
:
avendo
Il
questi rispose
re
comanda a Madrid
le
io a
,
Milano.
di venti personaggi
Assistevagli
un
quando mancasse.
commercio,
nobilt,
Le nuove
,
delle arti
del
chezza
commercio derogasse
alla
(1)
,,
RASSEGNA
signori ritiravano
i
DI LIBRI
385
capitali
tura
si
abbandonando
mogcniti
figli
campi air insaziabile erario il danaro era ridotto che perpetuavano in mano de'pri;
via
di
fedecommessi
o
al
mentre
n)inori
eran obbligali
le
al
la
chiostro
citt
vizioso
serventismo.
lire
,
Enormi eran
tasse,
dovea
2,103,583
l'anno,
mentre non ne incassava che 1,426,700. Son, fra tante altre nell'archivio civile le istruzioni date nel 1660 da questa citt al dottore Danese Casati, orator destinato al re di Spagna, ove si calcola
che una sola bocca
in
<(
in
alla
somma
1690
di lire
si
65
in
un anno per
questi
,
il
solo vitto
in un'altra del
il
dice, che
hanno che
aggravii
sopra
ogni
citt
cosa
attinente al vitto
humano
di lire
sino alla
somma
in
il
questa
vitto .
paghi
ma
,
pi
cattivi
per
ignoranza
pochi buoni
nell'
L'economia
ghietture
;
politica era,
come
il
la fisica,
una scienza
il
di
la
vane con-
preso in sospetto
i
pensiero
disegno
stampa
moltiplicati
delitti
dalla
mancanza
il
di sussistenza,
d'educazione,
togliere e dare
,
di vigilanza, di
di
processura certa;
confermare
era
tribunali rirei
per convincer
innocenti
,
mentre
che
dalle
masnade che
a baldanza infestavano la
campagna
altri
delinquenti
di
assassinassero
il
(1)
mentre
privilegi
im-
pedivano
ribaldi
,
procedere contro
fortificati
sfidavano
l'
impo-
lente declamare
sassinio
,
delle grida
fin
nel bel
mezzo
(1) Son rimasti di fama popolare Balti|ta Scorlno e Giacoino Legorino d'una banda di forse 60, che, infestato per molli anni il milanese, nel 1566 furono poi coi compagni sottoposti a supplizli che fan (|uasi orrore quanto loro misfatti.
capi
Ap. Voi.
11.
iy
386
ff
RASSEGNA
1
DI LIBRI
s
mangiava
il
,
pan
d*
oro
numeravano
1500
cavalli
115
;
tiri
a sei
il
437
tiri
a quattro
103i a due,
da
sella
vedevano
fasto
tutte
le
piazze
tremavano
dei
bravi
assoldati
dai
signori
tremavano
fra cui
fiacchi terrori
indecorosi patimenti
caddero
mente per sin le feconde memorie del passato. Dei re apprendevano il nome dalle gride, in testa alle quali
di
;
era scritto
dei governatori
s'
accorgevano per
la
le
qualche
comprendendo che
,
questo dominio
di
non prola
popolare
,
fabbric attorno
s
ai
sobborghi
,
mura
gli
e merit
,
bene degli
appaltatori
Il
che
la
Simonetta
villa
conte di Fuentes
de'vicini.
i
alla libert
duca
nostri
non
si
Don Gonzalo
Cordova
tanto
amare
che
partendo
l'accompagnarono per
dezza d'animo.
soldati vogliono
compensino
duca
di le
Feria
e
al
detto
prin-
periscono
cipe di
le cui
Vaudemont
che
alla Bellingera
mormorare
le
a molti da invidiare.
Unica interruzione
alla
monotonia del
,
soffrire
erano
feste
che
si
venisse
s'
ammogliasse o morisse
E
stria
cos
dur
in
quel
dominio
;
sino
d'
1715.
animo grato,
dei benefizii
che
alle
dominazione straniera,
che
tuttavia
sin
e indiretto; poi
dell'
austriaco
ripristinato
dura
RASSEGNA
finisce
DI LIBRI
qui
lo
387
cede
V uffizio
con
questo
pensiero
Ma
storico
come Ferdinando,
suo regno
per
di
meritasse V entusiasmo
parimente
la
ricordare
,
quello
sugli
Pompeo Litta-Biumi
cui
premise un'epigrafe
ci fa
principio l'A.
inten-
dere, esser
gli
non
e ci dice egli da se
che
la parte
a Madrid
a scrivere
Vienna
a Parigi
,
perch
le
moltiplici
i
invasioni e
devastazioni straniere
la
documenti che
^eVArchivio civico,
conservasi tra
braio 1185
,
documenti
quale
nel
concessione
citati
i
ai
Milanesi di tutte le
dell'
sono
giuramenti
Gontien
Imperalor
pure
gli
bre 1387.
Duomo
Un'edizione
il
in
pergamena
tribunale di provisione
peratore Massimiliano I;
del tumulto dell' 11
ed altre providenze
novembre 1628. Vi pure un registro delle ordinanze ducali del 1395 al 1570; una raccolta di dispacci sovrani nomine dei gostatuti sopra diverse materie dal 1400 al 1795
;
e la relazione
da Lautrec
sino
all'
arciduca
Ferdinando
Vi
si
trova parimente
un
Milano
.
dal 1537 al
1664
che
natura
,
di
quel
governo
si
perch ogni
mese
dove-
sale.
mensuale sino
1554
,
alli
\mo. 1553,
1559, accresciuto
la tassa de'cavalli, e
tutti gli
pe-
oggetti da-
met
di pi.
1564, accresciuta
la tassa de'cavalli.
1574,
sti-
pendio
ai militari di presidio.
388
1601
,
RASSEGNA
accresciuto lo stipendio
ai
,
DI LIBRI
militari
di presidio.
1603, idem.
dazio
1613 1615
le
1614
:
milizia
,
urbana
di
accresciuto
i
1627
obbligo
pagar
coramissarii per
condotte militari,
1628, accresciuto il dazio del vino. 1629, imposta sopra la pesca del lago Maggiore, del Po e dell'Adda. 1631, mezz'annata. 1636, la
particolari
mezza per cento sopra i beni, ch'era dovuta dalle comunit ai dazio esse debbano invece pagarla alla regia camera
,
:
su canape
lino, Geno,
paglia
di
avena
guardia annue
lire
IMOO;
mail
;
11.000: accresciuto
,
il
dazio della
,
cina
del vino
delle
biade
della
polleria.
1639
aumentato
archivio
dazio sull'acquavite,
sul cuoio. 1642
,
verdi e secche
i
de' vitelli e
bovi;
censi
dei
particolari.
1650, un'annata a quelli che consideravansi immuni. 1652, aumenobbligo di tato il dazio sui panni forestieri e sui generi di lusso
:
pagare
la
pigione
della
casa
ai
reggenti
nel
supremo
consiglio
d'Italia in
d' apossiento,
ascendente prima ad 8,
:
annue
dazio
:
dazio
,
au-
mentato
il
cavalleria
ed
alloggi
1799
si
concentrarono
;
am-
1802 quelle della Prefettura del dipartimento d'Olona; e per determinazione del governo miitalico del 3 novembre 1805, vi si adunano tutte le matrici
e dal
,
alti
servito ad opetutto ci si va
architetti
ingegneri
e di
formando per la scienza idraulica una raccolta preziosissima. Al Civico succede l'archivio generale dello stato, che, dal
castello, fu traslocato nel
almeno 125,000 cartelle classificate sotto vario titolo per matrice. Alcune carte antiche concessioni e donazioni d'imperatori e di papi al monastero di San Pietro in ciel d' oro a Pavia e vi sono tra queste autografi
Fedele,
e riordinato. Vi
contengono
RASSEGNA
DI LIBRI
;
,
389
;
IH e IV di di OUone I. 11 e 111 di Enrico 11 di re Ugo, e copie di documenti Corrado imperatore e Federigo Barbarossa e bolle pontiflcie del re Lulprando del 713, e di Corrado dell' 850 di Giovanni XV, Leone IX e Alessandro li. Una di Innocenzo III,
;
;
del
1208, fulmina
immanitate
imposte.
lyrampnidis
vi
avendo
essi
estese
sono
le
gride
ed ordinanze
dei
1450;
:
di
cui
formarono un giudizio
cos contrario
Verri e
il
Rosmini
di
tanto,
I
potente lo spirito
sistema
V
colle
pure un catalogo
mensuali
loro
contribuzioni e colle
e le
duomo
di
quel secolo.
,
dei
conventi soppressi
Giusepri-
po U. Vi
guardanti
eccetto
si
il
particolarmente
Mantova e Brescia.
Delle
il
pergamene
si
costitu
pergamene
e presso le parrocchie.
ricco
70,000 pergamene
Abolito
nel
concerne
la fonda-
1780
;
il
senato
poi
il
supremo tribunale
di
,
giu-
stizia surrogatogli
si
le carte
ora
San Damiano
col titolo di
e a
Banco
di
Sant'Ambrogio e dei
il
Monti
di
il
San Francesco e
nel
di
San Carlo,
istituito
primo
nel
in
1648,
quel
di
secondo
1726; ed
Vi furono
ambedue
nel
1753 concentrati
le
Santa Teresa.
parimente riposte
Conta 20,000
sue
e
cartelle.
,
Le vicende poi
in ispecie
campagne
di
e
di
quelle
del Tirolo
,
di
Spagna, d'Italia,
nell'
parte
sono contenute
archivio
del
comitato di
,
guerra
e la
390
raccoKa
di lutti
i
RASSEGNA
le
DI LIBRI
regolamenti militari.
Ed
osserva
l'A.,
che
una
po-
e che
e 5000 registri.
:
Antichissimo in Milano
sin dal
fra
Buonvicino
ed
1288 contava
;
in citt
per iudices
Godevano
che
notai
assai privilegii
Il
il
cancellieri
Marammi-
adoperassero
e stava medi-
tando
la
ma
il
collegio
de' notai vi
oppose e allora
nel
salone
tal
del consiglio
in
uso. Nell'archivio
in
si
trovano 25 milioni di
al
alti
compresi
1294.
78,000 cartelle;
atti
Tra
gli
curiosi
l'A.
una stamperia
i
in
Milano
,
contraenti e promotori
si
il
quale
ad uccidere
zo 1450
,
romano suoi tre scolari Duca Gian xVIaria Sforza, In un altro del 3 Marrogalo da Domenico Marliano si legge la dedizione della
il
,
citt fatta
che
e
vi
erano
si
sei
recatisi
i
al di
lui quartier
generale in Vimercalo
;
leggono
capitoli imposti al
nuovo governo
documento prel'epoca
illuminata
in
un
il
e conosceva
qual
modo
gli
,
da
de-
siderarsi
nell'
che
il
intendenti
queir arte
altissima
che
rende
tempi
uomo
vi
meno
angoscioso, ce lo spieghino,
storia.
venendo
a'
trova
;
l'
istrumento
Buonaparte e Fei
Baciocchi
e
,
vi
sono Armati,
,
in francese, oltre
contraenti,
madama
Letizia
Giuseppe
RASSEGNA
Neir archivio poi
simi documenli.
dell'
DI LIBRI
vi
391
dcW
tal
ospedal grande
In
mudo ne
tacere le
discorre
carte
Nell'archivio
ospodal
grande,
in poi
,
che
in
riguardano dalla
compenetrali
eredit
;
fondazione
serbansi
i
esso
documenti
dirsi
e cospicue
sic-
ch pu
non v'abbia
scritto
famiglia
milanese,
della
cui
storia
fa-
non
sia
col
un
che oltre
pro-
porgerebbe e sicuri
,
indizii del
,
tempi
e la storia artistica
pc' molti
lavorare,
si
compiuta serie
di tre secoli,
figura
del
Tiziano
stumi
JD.
il
catalogo dell'elemosine di
;
Bar-
nab
ai
poveri
accoppiando
:
alle
sue befla
farde immanit
tanto
complicata
in-
umana natura
l'archivio
Succede
quello
della
de' luoghi
pii
elemosinieri; e poi
:
ultimo,
chiu-
Non
deremo
il
rammemorare che
di
da
Milano parti
storici
,
primo esempio
di
grande
pubblicare documenti
e
te-
patrizii credette
nue parte
U esempio
per
ricerca
e pubblicazione
La
in
difficolt di
conservarle maggiore
il
maggiore
conseguenza
certarle e pubblicarle .
E
rico
le
il
loro posto
della cui
11
origine con
queste
parole discorre
signor
Abate Catena.
a
Borromeo riduceva
agli
compimento
concittadini
una grandiosa
e degli
biblioteca,
,
sacra
studii
de' suoi
stranieri
Ambrosiana
intitolata
da sant'Ambrogio. Nella
,
vi
tale
ra-
numero
di
manoscritti
che prestamente e
in
maraviglioso
modo
se ne sparse la
rinomanza
392
delle
RASSEGNA
scienze e delle lettere
, ,
DI LIBRI
persica
ebraica
caldea
siriaca
armena
chiamando
compensando
precettori,
affinch
preziosi
e consegnati alle
stampe, e insieme
nell'
le celebri
opere
dei
dotti
di
Oriente, trasportate
all'incremento
editi
,
e ai
libri
gi
nuovi
succedessero in bene
egli costitu
un
aperse un asilo
giunse un altro
nel 1609
in cui
,
so-
lennemente inaugur
,
biblioteca e
il
ne age
per
V italiano
Ialino
greco
onde nei
linguaggi
.
esotici
fossero
Il
dei
seminarli
reggimento amministrativo
di conservatori
I libri
,
una
Congregazione
di
tra'
quali a vita
,
un
ecclesiastico
a
casa Borromeo.
si
sommano
87 mila,
e vi
cento sorpassano
1035.
in
manoscritti
brosiana
nazionale
sono raccolti
di
5500 volumi.
agenti dell'accademia
in
Parigi
che
T esercito
,
d'Italia seguivano,
questa
altri
biblioteca
fecero
di
lauto spoglio
di
ne
derubarono
,
tra
gli
13 volumi
dei
varii
mano
di
Leonardo da Vinci
reso nel 1816.
,
quali
un
solo fu
in
che
frammenti
e qui
Cicerone
stampati dal
Mai
la
furono
versione
ritrovati,
fu ritrovato
Quella
nel 1763
di
citt di
Mi-
deve
alla
Congregazione
i
di Stato, la
quale
compr per
;
24-0,000 lire
ventiquattromila
volumi del
e dappoi
il
prando
altri
14,000 volumi.
Da tempo
tempo,
di
altre collezioni vi
di libri vi
preziose
opere
con molti
di
gran lusso,
che offrono
.
,
una
miniature
i
di cui
sono
fregiati
Ultima
donali
aggiunta
memorabile furono
RASSEGNA
dal >iceprcsdcu(c Mclz
:
DI LIBRI
393
182 mila.
;
gli
spogliamenti
cos
di
Francesi n'ave-
vano
al
portato
,
circa
133
fra cui
li76
mancarono fra le pauperum stampata con tavolette di legno prima Magonza un Cantico de' Cantici una Ars me
1815
,
nove
su tavole a caratteri
gotici
a questo linee
si
seguente.
Una
serie
di
manoscritti politici
che
erano
ita-
stati
portati
,
lico
insieme con
atti
diplomatico,
finch la imperiale
,
Vienna
li
dimand
,
e nel 1837 ne fu
il
resto nel
1842
formanti circa
350 Codici
;
e tra le cose
preziose
che
mano
Girolamo Savonarola
riguardanti
la storia
,
Poi la Trivulzio
fondata verso la
,
met
del secolo
passato
dal
aumentata dal
fratello di lui
minore
e dal pronipote
Gian Giacomo.
ricca
;
di
15 mila
volumi
e la
Cominianc posseduta
la
dai
fratelli
Volpi.
Guida
,
offerta in
dono
all'
Milano
osserveremo
che appunto
,
che
di
documenti e
di notizie preziose
per
la
ci che
forse, per
ignorato.
Aquarone.
4p. Voi. II
, ,
394
RASSEGNA
DI LIBRI
Cronica di Napoli
di Notar Giacomo, pubblicata per cura dell'abate Don Paolo Garzilli, Prefetto della Real Biblioteca Brancacciana
di Sant'Angelo a Niloj
componente
la giunta della
Real Bibliodi
pag. 360
in
8vo stragrande.
signor abate Garzilli, dando alla luce
il
conserva
manoscritta nella
di
lui.
Biblioteca
Comincia
citt
,
Romani, e g' imperadori d'Oriente, e poi man mano sotto Normanni, e le altre straniere gene che di tempo in tempo occuparono il Regno; e giunge fino all'anno 1511.
Ne' quali ultimi anni
il
Notajo,
fatti
a due secoli
il
Regno
,
fu ridotto
a'
venire a questa
come
si
disse,
ademp
il
dotto Pub-
blicatore, porgendo
studiosi
delle
storiche
discipline
questa
di
nascosa
alterare
fonte
di
verit.
la
Ed
suo
non
menomamente
il
(attenendosi all'avviso
nella pubblicazione
,
non ha
fatto
neppure
direbbesi
menomo cambiamento
di
di ortografia
stampando quasi
una copia
come Tarra
la
eh' egli
patrie
di
memorie
ed infine per
Biblioteca
l'
danno
suoi uffizii
nella
Prefetto della
Brancacciana, e
Consigliere
, ,
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
OPERE TERMINATE.
est
Erfinder des
Mu-
tipi metallici
i
mobili per
la
stampa
XVI;
Vienna, 1845, in
di pag.
X-342
1313.
con 21 tavola.
Regesta Imperij inde ab anno 1246 usque ad
annum
Die
Regesten
,
Richard, Rudolf, Adolf, Albrecht und Hein1246-1313 neubearbeitet von. Jon. Fried. RHMER. Stuttgard 1844 15, Cotta, in 4. di pag. 380.
Le colonie
l'
mano
nel
occidentale
considerate sotto
mondo
Teodoro Gaupp, Breslavia 1844. J. Max ec. 8. p. 612. Correspondez des Kaisers Karl F, ec. Corrispondenza dell'
Biblioteca detta di
del Dott.
Borgogna
1.*
di Brusselles
per
le
cure
Carlo Lanz. Volume (1513-1532). Lipsia, 1844. Brockham. 8. p. 710. Monete e medaglie ferraresi illustrate da Giuseppe Mayr. Ferrara 1843 in 8.^ di p. in-lo4. Documenti per la Storia del Friuli, dal 1317 al 1325; rac,
colti
396
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
munale
di Udine.
Udine
Tip. di 0. Turchetto
1844. In
otto dispense.
Volume che conllene 419 docuraenli dal 13i7 al 1323. L'ultimo documento consta di tavole monetarie , tracciale dal prof. ab. Francesco Giavi.
Il
commercio
tonelli
,
e
p.
moderno. Verona,
58.
tip.
G.
An-
Riva piccola
di
Garda.
Francesco Carrara
Bibliografa
di Spalato. Trieste,
1844, in
della
8. p. 153.
Dalmata
tratta
da codici
8.*^
Marciana
tip.
di
Cecchini
Naratovich, 1843,
in
di p. 48.
Memorie
scritte dal
M. 0.
,
Venezia
G. B. Merlo, 1845, in 8. di p. 88. Ecco l'indice: A' Giovani alunni. A Giulio A...
Dalmazia.
Lesina.
Il
Traci
la
Madonna
dei Orili.
Spalalo
la
Madonna
delle Paludi.
Grappano. Pasmano. Il Cassione di Veglia. Alcune parole su' Frangipani. Personaggi celebri della casa Anicia-Frangipani. San Girolamo di Uliano,
si
ai nostri d;
tip.
,
Seminario, 1845,
i
Matilde
suoi contemporanei
l'
usanze
,
Bergamo. Venezia, 1845, G. B. Merlo, in 16.^ p. 118. descritte dal dottor Notizie biografiche di Antonio Tebaldeo 8.* di p. 24. 1845 in Luigi Codd. Rovigo La spedizione di Carlo Odoardo Stuart, negli anni 1743-4445-46, descritta latinamente nel 1751 dal gesuita Giulio
,
Cordara
di pag. viii-248.
di Pietro Giordani.
, ,
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Relazione di CostaDtinopoii di Messer Marco Minio
veneto.
,
397
patrizio
p.
Alvisopoli,
32.
Emanuele Cicogna.
Memoria
1845
faele
11
,
del Dott. G.
Frapponi.
Padova
tip.
Crescini
in 8.^ di p. 54.
,
1845.
,
scritti
da Bernardino Tomitano,
8. di p. 32. Venezia,
Pubblicato da A. ab. Ruzzini con Teresa De-Groller.
per
non ancora
tip.
pubblicati.
i
In
1845,
,
Cecchini e
di
le
nozze
Lettere
inedite
scientifico-letterarie
,
di
Lodovico Muratori
,
Vitaliano Donati
Daniele Le Clero
An,
Rometti.
Milano
,
per
Gio.
Silvestri
1845
in
di p. viii-280
Quei-
Genova
di
stamp. Arcivescovile
,
1845.
,
La Regata
Venezia
de
de
Cleandro conte di
con
,
una
lettera
analoga
,
Emanuel
8.*
Cicogna. Venezia
stamp. Fracasso
1845
in
di p. 120.
Commissione data dal Doge Alvise Mocenigo a Paolo Tiepolo, ambasciatore straordinario a Roma, nell'anno 1571 il in proposito della Lega contra il Turco. 15 novembre
;
Venezia,
tip.
Merlo, 1845
le
in
8.**
di p. 39.
nozze Glustian-Michlel.
zionatissimi discepoli
Giuseppe
de'
Marchesi-Bisogni
398
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Roberto del Balzo dei Duchi
in casa
di Presenzano. Napoli,
1845,
Modena
1.
a tre epoche
descrizioni
del
,
Cappelli
1844.
Modena.
2.
Modena ceni' anni fa ossia cenno storico sopra Modena nel 1844. 3.* Modena fra cento anni.
la lettera
gli ediflzi di
Sopra
XXX
di
da Polenta, Signore
di
di
G. Bernardoni di Giovanni
1845
in 8. di p. ii-34.
la
Memorie
degli
avvenimenti
;
in
Dalmazia, dopo
caduta della
Repubblica Veneta
Tre
lettere di
al nobil
Francesco Petrarca
1845,
di p.
cio la VI,
a Giovanni Colonna
la
ad Agapito Colonna
la
XIY
allo stesso
Gio-
vanni Colonna.
Cenni
sopra
varie
famiglie
illustri
di
Verona
aggiuntavi
Verona,
Pistoja.
di
8.**
p.
72.
Este
scritta
da un anonimo,
di p. 44.
Cenni
storici intorno
,
Ferrara
esaltati
,
dignit
8.*
vescovile.
Ferrara
per
Dom. Taddei 1845 in di p. 31. Documenti inediti circa la voluta ribellione di F. Tommaso Campanella, raccolti e annotati da Vito Capialbi. Napoli,
1845
,
in
8.^ di p
76.
, ,
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Serie cronologica
degli Arcivescovi
399
regno di
Vescovi del
Sardegna
tip.
Raspi e Riva.
ISpifanio
Liutprando vescovo e
D. Pietro
Carpanelli.
biografle
,
di
Pavia
tip.
Fusi e C. 1843
in 8. di p. 32.
OPERE
IN
CORSO D'ASSOCIAZIONE.
,
Societ Editrice
1844
in
8.
Anno
II.
1842.
al
1840,
discorso
di
Giuseppe Borghi.
F.
Le Mounier
1845.
Il
fascicolo 27.
Comunale
grande
,
di Siena di essa.
com24
da Lorenzo
,
Ilari
,
primo custode
Siena
dell'Ancora
1845
in 4.
dalla dispensa
alla 34.
lettere
ec.
ed
arti
Secolo XVIII
de'
contemporanei
,
per cura
di
Geografico-Storico- Statistico-Commerciale
Stati di S.
M.
il
Re
di
Sardegna, del
prof. G.
,
Casalis.
Torino
colo 52
in
8.**
Fasc-
(NUORO-OLZAI).
,
Coen, 1845, in 8. Distribuzione 11. a 15. Storia di Romagna, dal principio dell'Era volgare ai
stri, scritta
da Antonio Vesi. Bologna, 1845. Disp. 4.* a 6.* Storia civile, commerciale e letteraria dei Genovesi, dalle
origini all'anno
fase. 6.
Continua
Podest'.
400
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
,
Dizionario geografico
lato
fisico
storico della
,
Toscana
compi-
editore, 1845.
presso l' autore ed da Emanuele Repetti Firenze Volume quinto, fascicolo IX ed ultimo (VI-
CORATA-ZULA).
qui del nostro proposito l' esaltare! benemeriti del sig. Repelli, n render minuto conto de' pregi di un'opera laboriosa e importantissima, cai l'istancabile autore riusciuto a dar compimento dopo la non interrotta fatica di dodici anni. Il fascicolo che annunziamo l'ultimo del Dizionario,
Non
non gi dell'opera,
alla
quale sar
unito
un Supplimento
di
correzioni e
d'aggiunte (inevitabili in siffatti lavori), che sar compreso in tre sole dispense. A questo Supplimento servir d'Appendice un sunto storico genealogico delle principali famiglie magnatizie de' conti e marchesi che signoreg-
XII
e una Introduzione
alla
fisica
meno
il
ipotetici
luce
fascicolo l.^
Abatisco a Firenze.
Bibliografia Dantesca
zioni
,
ossia
,
tradu-
codici manoscritti
delle opere
della
Divina Com-
media e
minori di Dante
compilata dal
de* biografi
di lui
sig.
Visconte Colomb de
tip.
Aldina editrice
1845
in 8. gr.
Tomo
A M.
XV
Parte Prima;
Secolo
al
primo,
di p.
vni-351.
Villemain. Avviso
bibliografia
preliminare del Compilatore nell'antiporto: propriamente delta della Divina Commedia. Seguono
edizioni della Divina
Serie delle
Commedia,
dal
XIX. Estratti della Divina Commedia. Ristretti della Divina Commedia. Riduzioni in prosa italiana. - Traduzioni. Rimari! e in-
dici.
Commedia
disegni
incisioni e miniature
tele, affreschi
e sculture
,
II
Commedia.
Pit-
Commedia
maginazioni Dantesche.
Parma
Piacenza e Guastalla
,
scritta
,
da
presso N. Fortunati
1845.
Documenti da V.
Solitro.
,
Venezia,
tip.
Vo-
lume
l.
fase,
e VI.
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Delle Iscrizioni veneziane
,
401
raccolte ed illustrate da
,
Emanuele
e pio
1845. Fase. 19
contenente la
La Chiesa
,
Maria
del Soccorso.
Umbria
scritte
ed
illu-
dispensa
XXIV.
,
scritta
da F. Bartoli
Belforti.
colte e compilate
da Luigi
Perugia
1845
in
La Tomba
dice di
telli
,
dei Volunni
Vermiglioli.
monumenti
,
inediti.
Perugia
1845
di
in 4. manifesto.
la
Essendo esaurita
parie le richieste
il
prima edizione
Tipografo Bartelli
dal
illu-
h. autore corretta
strazioni
scritti.
;
nuove
con
pi,
un'appendice
Stato Pontificio.
Roma
in 4. piccolo.
Puntala XLI.
Dall'
esempio
di
Mauro
fummo
tristi e le fortune degli andati tempi, non e con continua fatica produrle ad ora ad ora all'altrui notizia. Non vogliam farci promettitori di grandi cose, poich la ricchezza di questo Archivio and scema per rubamenti , e guerresche de-
slampe
nelle
nostre roani
le
stampe.
antichi falli, della filosofia,
tutta cura raccogliendo
Quanto
sar d'illustrante
la storia degli
,
anderemo con
,
e sponendo a luce
Cassinese.
vi
ordinata serie di volami che avr titolo : Archivio diam principio coi Commentari della Guerra di Cipro scrini
in
poi
Monaco
31
di
Monte Cassino,
nome
Ap. Voi.
i02
fi
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
qoesta una storia, divisa In
i
libri cinque, di (atta la guerra che i papa S. Pio V, guerreggiarono conlro Turclii invasori dell' Isola di Cipro ; da cui conseguit la famosa battaglia nelle acque di Lepanlo. Testimone di vista e parte di quelle guerresche fazioni, che dilettano granle descrisse con molla copia di circostanze il Sereno
demente
Italiane.
il
leggitore
il
e chiariscono quel
il
Ed
pensiero, essere
,
memorando periodo delle Storie narratore uomo non preso da civili ambi-
zioni o timori
fallita verit.
perch monaco
il
meglio chiarire
la
aggiungeremo
Turco Ira Pio
Relazione del
V sommo
Suriano Ambasciatore Veneto l'Anno MDLXXI, e Vlstrumenlo della Lega {Instrumentum foederis); ed una Relazione (recata di Spagnolo in Italiano ) di Marco Antonio Colonna alla Maest del Re nostro Signore di quanto avvenuto nelV armata dopo la sua partenza d'Ancona ,
scritta dal Viarissimo Michel
finch
le
armale
si
divisero a'
27 Settembre. Scritture
,
originali
rinvenute tra
che prese tanta parte nel negozio della Lega, venne cortesemente concesso pubblicare dal Chiarissimo Marchese che questa prima pubblicazione sia docula suprema cura degli Archivi di questo
in
mento a coloro
cui confidata
Reame, che
nostra Badia
le loro
(*) .
questa
OPERE PERIODICHE.
Il
Saggiatore, Giornale
Romano
4.**
e Let-
Mazio.
Anno
2.**,
voi.
N.
1.
Colonna e
di
gli
Orsini nel
Ioli, e documento
Toscana
,
N. 2. Della coronazione
Cosimo
In
mento
di
inedito in proposito,
Granduca
di
e docu-
P. Mazio.
Spagna.
N- 3.
P.
di Carlo principe di Galles e di Maria infante Mazio. Relazione Inedita del viaggio di Carlo a Madrid. Giornale di casa Caetani, nel Pontificato di Gregorio XIII, g. 1.^
Delle cose di
Roma. Roma.
P. Mazio.
,
Delle cose di
P. Mazio.
{*)
Le associazioni
si
ricevono In Firenze
al
Gabinetto Vieusseiix.
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
N. 5 e 6. Dell'impresa di Vercelli,
falla
403
dalle
nel
1617
milizie di
P. ciazio. Spagna. per corlesia del signor Carlo Promis ( Di quesl' assedio noi abbiamo una relazione scrilta dal capitano Antonio Berardo , testimone di veduta la quale sar da noi pubblicata per le stampe In una delle prossime dispense
,
dell'appendice
).
Giornale
cose di
di
Gregorio XIII.
Delle
Roma.
Due
Nuova
di
Roma
dell'anno 1145.
P. Mazio,
La Dalmazia
Giornale che
si
pubblica
ogni
settimana
in Zara.
Nel N.<> 27 (Ottobre 1845): Cenni storici per determinare in qual isola venne fatto prigione C. Antonio legato di Cesare, da C. Ottavio legato di Osloich. Pompeo.
Anno
XII.
Nel fascicolo
aggiuntovi
sti
di
Aprile
Maggio e Giugno
del
1845
inedite di Daniello Bartoli publicate per cura di Carlo Guzzoni degli Ancaranl,
la notizia di alcuni documenti inedili di Storia Italiana. Di quepi importanti, documenti, che sono in numero di 32, noteremo essendo li altri scritture che si trovano sparse in molte biblioteche si pubbliche che privale d' Italia. Guidi Panciroli Regiensis, I. C. Eminenlissimi in omni lillerarum scienlia versali, Chronicon ad annum usque 1561 libri otto. Storia della citt di Reggio In Lombardia di Giuseppe Fontanesi. Memorie storiche dei principali avvenimenti politici d'Italia, seguili durante il Pontificato di Clemente VII; opera di Patrizio de' Rossi fiorentino. (Pubblicate per la prima volta dal Guzzoni medesimo, nell'anno 1837). Memorie istoriche di D. Natale Tedeschi, dal 1514 al 1549. Istruzione del Duca Alfonso I di Ferrara , al suo ambasciatore presso Francesco I , Re di Francia, l'anno 1528. Discorso del Senator Giovan Batista Tedaldi sopra la citt e capitanalo di Pistoia, al Serenissimo Granduca di Toscana, Cosimo de' Medici. Cronaca dell'antica terra di Montefalco nell' Umbria. Vita di Alessandro VI scritta da Angelo Tancl perugino. Diverse scritture e lettere uscite nel tempo dei torbidi fra la Santa Sede
i , ,
nel pontiflcalo*di
Clemente XI.
404
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Milano.
Le materie contenute nel fascicolo n. 6 (Giugno 1845 ), ci danno fondemento a credere che questo Giornale vada acquistando sempre pi, imstra fiducia.
portanza. Gli argomenti in esso trattati sono buona caparra di questa noLo scritto del signor Biondelli , suW origine e sviluppo della
Il
condizione de'
Romani
vinti da'
Longobardi
il
lavoro dotto
pone innanzi
sciogliere
lo
lasciamo
amor
storici
I
rlnnuovare
palrii , di C. Tenca. Scrittura piena di barbaro costume che or par che voglia rovine de' vandali, col distruggere o rammodernare li antichi
il
monumenti
monumenti
lamenti e
le
d'arte.
rampogne che
il
che sono chiamate le pi eulte, flore delle arti, scienze e lettere. Noi riprodurremo il seguente passo col quale chiude il suo discorso. tempo che si provveda al riparo. In questo punto in cui scriviamo, un gran numero di lapidi romane si vendono all'incanto in una casa di Milano. Non vorremmo che avessero la sorte toccata poc'anzi a due avelli del medio evo, venduti a prezzo di pietre, e adoperati per uso di abbeveratoi di bestie. A Pagazzano non fuwi un proprietario il quale osllnossi a non cedere una lapide che portava scolpita la donazione fatta di quel castello a Filippo Borromeo , e a volerla adoperare nell* erezione di una cannostri occhi medetina? Siffatte profanazioni hanno luogo ogni d e sotto simi e noi le guardiamo con Indifferenza. Eppure questa generazione cosi
,
in Affrica
in
America
monumenti
ci troveram sempre generoso sentimento succeda a questa colpevole trascuratezza. La Francia ne porse gi l'esempio di un' ottima istituzione per la conservazione dei monumenti patri!. Molti soci concorrono mediante un annuo contributo a soccorere monumenti in
rovine di Persepoli e
di Ninive.
Solamente
le
cose nostre
svogliati e indifferenti?
No
a sperarsi che un pi
rovina
il
Perch
non potr istituirsi anche da noi una somigliante societ? Questo voto, che, non ha guari, faceva per la citt di Genova il Banchero, noi lo facciamo per la nostra citt. E ci uniamo col Labus nell' augurare che si destini un luogo pubblico di ricovero pei monumenti per gli oggetti per le lapidi d'arte che ora periscono abbandonati. Brescia ce ne ha gi dato l'esempio da molli anni; ed essa possiede a quesl' ora un ricco Museo d'archeologia. Sdegneremo noi d'imitare l'esempio d'una minore citt? Certamente le
, ,
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
diflcoll
405
ponendo dapprima
privati,
la
ma
la
modo
di
vincerla
nel suo
Museo
il
ed
Quantunque impoverita dall'incuria e dal vandalismo, la nostra citt possiede ancor tanto di monumenti da formare un dovizioso Museo. Tra quegli slessi clie deplorammo perduti chi sa che alcuni non giacciano dimenticati in qualcuna delle nostre ricche case. Un embrione di Museo lo possediamo gi all'Ambrosiana perch non potrassi ingrandire, costituirne un vero Museo? Ci sar chi opponga la
eccitandoli cosi a concedere le lapidi stesse.
:
A
,
costoro
se
mai ve
il
n'
ha
o fondere
pallio
di
Ma
in
muni
Gabriele Rosa.
di
un Museo
di
Storia
Patria.
Giuseppe
IX
La
bronzo,
l'era
la distinzione di
Genovesi e
di
la
dei paesi da Di pi, questa tavolaci agevola la via di poter facilmente pervenire a scoprire la maniera di scrivere e di pronunciare le parole della lingua latina, prima del secolo di Augusto e formarsi cosi un alfabeto generale onde poter leggere e pronun,
manze
essi abitati,
e del loro
modo
di coltivare
terreni.
del la-
annuale
di
Lire 1000
istituito
un Chronicon
Ilaliae
ab Heracleonade
an. 641
ad
ari.
1108 (pa-
gine 324-28).
51
APPENDICE
ALL ARCHIVIO STORICO ITALIANO
^."
12
Ap. Voi.
II.
52
LETTERE
DELL' ABATE GIOVANNI BANDINI
INCARICATO DELLA CORTE DI ROMA IN PARIGI
DI
NANTES
(1598-1599)
, ,
AVVERTIMENTO
la
Cristianit
lito
e il cominciare del XVII secolo. IppoPapa Clemente Vili e i Cardinali Cinzio il Papa gi figlio Pietro Aldobrandini e gli altri due nifinire del
XVI
,
Aldobrandini
come
al
distinto
,
giureconsulto.
Un
altro
tre
Aldobrandini
Gian Francesco
ma
divenuto nipote
il
famiglia
teneva
rale di
Roma come
II
,
gene-
aveva frequentato
Filippo
III
Don SePolonia
;
bastiano di Portogallo
e di
Sigismondo
re
di
Massimiliano corona
:
ritenuto prigione
come pretendente a
fu
,
quella
onde
promosso
che
senza
Francia
agitata
al-
esercitare
cuna azione sopra il Conclave. Contuttoci sebbene il Papa da principio avesse favorito la Lega cattolica e gli Spagnuoli,
si
le
alte
mire
di
Enrico IV
allorquando
per
412
la
AVVERTIMENTO
,
avea perduto
d'
il
suo vero
,
carattere
e che la questione
cangiando
aspetto
era
di
Pontefice
lasci le
vane
gegno
al
di
,
ma
dotato di pronto
le
in-
abhandon
e
cose spirituali
di tutti gli
di stato pi importanti
dire)
il
che con
il
dominio che
1'
gli
che dopo
,
assoluzione di
d'
Enrico IV
la
e la
tent
impedire
il
pubblicazione
Editto di Nantes
,
che negozi
ritorno
Parlamento
dopo r attentato
di abbattere la
di Chtel
ed era
altres
suo proponimento
dello zio
non
papato.
Come abbiamo
del pontificato di della corte di
gi dato a conoscere
il
fatto pi rilevante
Clemente Vili
,
la politica
tutta
francese
Roma
di
il
vedere
in
zelantissimo Ferdinando
I de'
,
per la
mano
Clment
pubblica veneziana di
e nello stesso
dall' al-
tempo mente
il
Duca
di
Lorena
leanza con
Spagnuoli.
Veneziani
,
inclinavano
grandefu
il
alla lega
con Francia
,
a Napoli ed all'Austria
Pi
tardi
;
Enrico
di
Navarra
(1)
Cinzio
figlio d'
di
una
sorella del
,
prese
il
casato
AldobrandinI
ed pi conosciuto per
Tasso.
AVVERTIMENTO
malgrado
gli sforzi della
413
Spagna
Il
e al
nuovo
re
mand ama
suscitare
la
mezzo a sventare
ostacoli perch
questi
non continuassero ad
la
opprimere
Lega,
non attentassero
italiani
:
qui
il
corrispondenza
con
Enrico
altra
quando
potenza
questi
;
confortavalo ad abbracciare
cattolicismo
;
come Re
in
appianava a questo
si
,
casa di Lorena
Roma
dalla sua
sollecitava
degli
Roma
gnuoli
g' intrighi
,
Spa-
proponeva
,
al
Re
i
di
Navarra
lecitamente
di rimettere
Gesuiti
in
d'
Francia
facendogli
i
uopo
d'
usare verso
e quale ne fosse
l'
ai quali
non fu dato
Spa-
mantenervisi lungamente,
;
mentre
gli
Tuttavolta
stati dal
(Ij
n V opera
consgli
(1)
,
denari
preil
non raggiunsero
Carteggio di Enrico IV neW'rchivio Mediceo. Molle lettere furono stampale ne' tempi addietro: alcune in Olanda, altre in Germania e in Francia in varie volte ma la raccolta pi compiuta e
V.
di
qael
Re
commissione governo e per opera del signor di Xivrey ( Recueil des letlres missives de Henry IV, publi par M. Berger 9e Xivrey, memore de V Inslilul de France ec. ). Il merito principale di questa collezione, per cui si rende
di quel
,
superiore a tulle le precedenti , consiste nelle importanti illustrazioni storiche del dotto Editore intorno la vita e il governo d'Enrico IV.
Non crediamo
falli dal
Medici
ai
414
AVVERTIMENTO
Enrico pi tardi fece
a'
pace con
la casa
di
di
,
Savoja
rinunzi
suoi
diritti
sul
marchesato
dici,
Saluzzo
d' Italia e
Ferdinando
de'
Medi
quale tentava
di
di
emanciparsi dalla
della
al
dipendenza
Spagna, e
veramente
fare fin
:
d'allora
Toscana
una potenza
il
italica
onde fu forza
Granduca
discoslarsi
dai Francesi, ritornare sotto l'influenza di Spagna, e conciliarsene la benevolenza col dare in moglie al suo
figlio
Co-
di
vescovo di Parigi
di
nome
,
di
Baccio Strozzi),
;
il
e
il
Girolamo Gondi
(1)
sotto
nome
del
quale
Granduca
Furono
prestati dal
1562
di sole
al
1569, da Cosimo
a Carlo IX.
Ducati d'oro
Restituiti
192,a57 147,624
Rest
il
credilo
I
45,233
Da Ferdinando
nome
di
Gi-
928,218. Per le spese fatte al Castelli credito con Enrico IV, e mont a ducati
24 Giugno 1598, il Re spedii mandati al dipartimento delle finanze percli venisse pagato quel debito per il clie furono asse;
di quella di
dell'
Lione:
ma
l'esazione incontrava
ostacoli
che da un rapporto
auditore Niccol
dell'Antella, del 17 Ottobre 1619, apparisce, come fino a quel giorno il Granduca restasse creditore, solamente in capitale e senza contar gl'Inte-
Carteggio
di
Francia nell'^rc/iiimo
17, seconda numerazione). noto negoziatore sotto Caterina de' Medici (1) Di Girolamo Gondi, Carlo IX Enrico III ed Enrico IV, frequente menzione negli storici; nostri e a lui pi vicini d'et, specialmente nell'Adriani e nel Dae tra vila. Inviato a Sisto V, protest in pubblico Concistoro, nel 1589 , contro la presa di Saluzzo fatta dal Duca di Savoia; conchiuse la pace col Duca di Lorena nel 1393; e da Enrico IV ebbe l'incarico di ridurre il Parlamento e la citt di Parigi a riconoscerlo come re. Le conferenze su tal
filza
,
i
j
Mediceo,
proposito
si
cio
all'
Hotel Gondi.
AVVERTIMENTO
Assoluto Enrico IV da papa Clemente
vertito mediante
dici
,
415
,
dopo
essersi
de'
con-
consigli e le istanze di
,
Ferdinando
,
Me-
fu
puranche
a intercessione del
gli
PonleQce
posto fine
alla
guerra contro
Spagnuoli
,
ma-
schera
movevano
:
le
armi contro
la
nazione
la
corona
Nello
francese
onde fu conclusa
,
del Legato
stesso
Cardinale
de' Medici.
le
promesse
di
fatte agli
la libert
,
co-
scienza
coli'
,
ampliare e
confermare
nare
si
il
1577
e cos termi-
religiosa.
;
Roma
in
il
Cardinale
pace di Vervino,
lasciava
Roma
sino
ali*
arriv di
un Nunzio
ma
coli'
istruzione
a questo fine
cesi
,
le
Aldobrandino
la
un manoscritto appartenente
,
membro
della regia
lui
Commissione sarda
di storia
manoscritto da
Il
sizione.
come
marchesato di
come
Este
si
duchessa
d'
all'
Urbino
che innamo-
rara
gli lasci
accingeva
i
espugnazione di Fer-
tutti
siamo
limitati
(1)
Fratello
del
Cardinale
verso
di
met Modena.
la
Nunzio
in
Francia fu destinalo
il
vescovo
Ap. Voi.
II.
53
416
riguardano
ci la
AVVERTIMENTO
pubblicazione
le
dell*
danno a conoscere
;
diritti
della Chiesa
e quella della
,
curia
romana
la
ecclesiastici
mapel
e la
ferma risoluzione
di
Enrico IV
impieg a
discutere
nobili
stanchi di guer-
Intanto, in casa di
Madama
Caterina,
e
sorella
continuavano
le
solite
funzioni
di
prediche
ugonotte,
Re, si con
sava e
per fare la penitenza IV andava toccando i malati di scrofole si confescomunicava e il Bandini accozzavasi coi pi zelanti
Enrico
cattolici
con
gli oppositori
mento
conferiva col
Re
Le
mi-
nistro
concepite:
il
promesso;
terla
ritirare
il
Parlamento dispensarsi
la corte di
,
dal
r Editto.
Il
Bandini
onde stimolare
1'
Editto
esso per uno dei quali veniva istituita una camera composta di quattordici consiglieri,
;
eretici
)
ed otto cattolici
e cosi
cattolici
egli
aggiundi
geva
eretici. Il clero di Francia si agitava e teneva adunanze per opporsi con maggior vigore ed alcuni membri del parlamento
,
sostenevano
le
pi
potenti
tra questi
,
che
difendevano
interessi
di
vengono allontaambasciatore a
siccome avvenne
al
Villiers,
destinato
AVVERTIMENTO
Venezia.
417
,
qui
il
che molti
via
,
si
lasciavano volentieri
mandar
trovavano
il
loro tornaconto.
;
Roma
sitori
,
infiammava
soltanto lo zelo del Bandini perch istigasse vie pi gli oppoaffinch venissero a dimostrazioni
,
pi eflcaci contro
la
r Editto
o almeno
s'
pubblica-
zione. Alle proteste del clero e alle parole del Bandini repli-
cava
la
il
Papa. Contuttoci
;
ministri pre-
stavano orecchio
cattolici
;
Bandini
davano ragione
dei
al
Papa
;
ai
si
scusavano con
la necessit
tempi
adduce-
vano r esempio
motivi
la
di altri principi
;
e infine allegavano
,
pi giusti tra
il
di religione.
Quando Roma
pubblicazione
dell'
si
la
s'
ingegn
di otte:
nella
che
il
nulla
danno
;
dei Gesuiti.
ma
ancora pi
espliciti
;
nel
al
rispondere al Bandini
di
esser questa
una cosa
dersi dal
al
di stato
esso provve-
Re
convenire
il
Re medesimo. E
Papa rimettersi per questo conto Bandini replicava sempre invano, che
,
religione
il
e che
bisognava
intendersi
i
nondimeno
,
Gesuiti
e che
Barn.
le
sue deputazioni
all'
alcuni del
desideeditti
parlamento
precedenti
mostravano contrarli
e ridurlo
atte
Editto
allri
ravano modificarlo,
,
disposizioni
degli
modi-
sembravano acconsentire
pi del
418
clero e
il
AVVERTIMENTO
del
parlamento
la
commissione
il
consiglio del
di
Re
non che
Bandini
TAldobrandini e
,
la
corte
Roma.
Tutti poi
riconoscevano
che non
era per
allora possibile di
uniti in
un
Ma
1'
opposizione
,
di alcuni del
parlamento
g'
maneggi
del Bandini e
le istanze della
corte di
il
Roma, provocarono
in fine l'indignazione di
Enrico:
ma
s'
vo-
lui
non
intro-
Regno
pel quale
meglio di ogni
La lunga
quietudine
cui
in Francia.
Re
per le
prima
Allora
e
coraggio
,
opposizione
non
ri-
per r Editto
i
cattolici
di esso;
nobili
erano
di re-
ligione
grandi del
Re
volesse
Ma
per levare
ad
ra
essi
,
1'
occasione di ribellarsi e
mezzi
di sostenere la
guer-
molte
l'
terno del
Regno
,
e di far
accettare
nelle provincie
accompagnato
da buon
numero
essi
di
gente
Regno. Egli
facevano
;
rimanersi eh'
i
mentr'
egli
sosteneva
dimostrava loro
la necessit di quelle
concessioni
agli
Ugo-
AVVERTIMENTO
notti, ed insisteva
419
Era
soliti
di re-
monarca;
ma
che
gli
editti
pubbli-
forma
in quel
si
hanno
soltanto
Roma
pro-
camera composta di cattolici e di ugonotti esgeva che questi non avessero n officii n onori nel Regno e che non potessero esercitare il loro culto dovunque i Vescovi avessero residenza. Enrico non volle dare agli avversarli il tempo di fare strepito maggiore, e portatosi un giorno nel parlamento disse parole ferme e solenni. Ritestava contro r istituzione della
;
, ,
cevessero l'Editto
Regno
al
si
e infine additando
il
ritratto di Cle-
mente Vili
le
conchiuse
Ecco
l'
il
mio padre
Editto fu ricevuto
,
fatti
ad istanza del
il
Per
Re promise a
il
voce, che
prima
culto cat-
luoghi
della
Francia;
le
Ugonotti a tutte
di
dignit
di
del
Regno, prometteva
le
non ammettere pi
di
potrebbero ottenere
ral procuratore
gene-
e di luogotenente generale.
predicatori
il
presero occasione
di parlare
contro di esso e
far preghiere
contro
cattolici
spargevano
voce
di
una
lega
tra
:
il
Papa
l'
Imperatore e
la
Spagna a
Fu
ma
libero
esame
in
di
mano
mano
Ma
il
progredimento
420
deir
AVVERTIMENTO
umana ragione nei rapporti uomo importa ben pi al
,
religiosi
intellettuali e ci-
vili dell'
che non
fa
il
meccanismo
la
dei fatti
puramente
la
r Editto
e
le
di
Nantes e
sua rivocazione;
pace di Vestfalia,
reazioni delle
moderne scuole
che
religiose e filosofiche.
,
ai
ormai riconosciuto
f
sommi ingegni
i
ita-
provarono
il
racchiude
G. Canestrini.
Aldobrandini
dell'Editto di Nantes.
Omissis
aliis.
Dopo
la
mia
lettera delli 9,
di scriverli altro,
le
somma
quiete
fini
,
campagna
non
per quanto
,
scorge
e la nobilt
si
va a
alle
proprie
si
frutti
della pace,
Comparse
figlio in
il
signor
Duca
di
alli
Lorena
col
Corte a Fontanable
16 del presente
sorella
del
e
,
alli
20 se ne
la
,
Madama
Re
con
quale
e
vi
si
hanno
(1)
sua
propria abitazione
Yervino del 1598. La guerra di Spagna non faceva che lo stato' politico d'Europa, non solo a cagione degli Interessi e dei principii diversi che suscit la Riforma ma ancora a motivo del progressi dei Turchi quali avevano invaso l'Ungheria e minacciavano la Sicilia. Clemente VI II s'adoper a mettere pace tra i principi cristiani per mezzo del suo legato Alessandro Ottaviano de' Medici poi Cardinale di Firenze papa Leone XI. Le condizioni di quella pace furono assai favorevoli alla Francia la quale ricuper il territorio e confini posti dal trattato di Chteau Cambrsis, dell'ubi possidelis del 1559: traMato che se fu principio o conferma della servit italiana , fu nello stesso tempo principio o conferma della potenza di quella casa che seppe fare italiana la sua potenza e con virt e con armi italiane si appalesa di essere come la Macedonia dell' Italia.
La pace
di
complicare naaggiorraente
422
sono continuate
Cardinale
le
LETTERE
ordinarie prediche e preci eh* solita
la
Madama
il
prima
,
volta
signor
dicono
restasse
l
come
,
affrontato
si sia
e che
nondimeno
,
prediche
si
giorni
essendo
sotto l'appartamento di
Madama
fa
(1).
Io
ho
visitato
Sua Signoria
servizio
nell'istessa casa, ed
avendomi conosciuto
il
come
di
lascialo qui da
,
Nostro Signore
di
mi ha ricevuto cortesemente
e discorso solo
meco
Roma
,
d'
una sua
lunga
malattia, della quale d segno nel volto e nella ciera, senza passar
in altro.
che
sia
per effettuarsi
il
Madama
,
alla religione
cattolica
la
e che
dispensa:
giudica
che
resti
in
ogni
le
modo
nozze;
loro qualche
le quali
buona speranza
si
11
dopo
non
due mesi
qui quattro d
Re seguit un giorno dopo questi Principi e si trattenuto e dato una corsa Gno a San Germano col signor
,
Duca
per mostrargli
le
sue fabbriche
e due
,
volte
il
quale ha particolar
Maest.
un pezzo
qua sono
se
il
giorno
di
San Michele,
;
toccare gli
ammalati
delle
scrofe
confessarsi e comunicarsi)
,
e presto
ne partono per
licenziarsi poi a
(1)
sorella di
del
alle
Louvre
a torrette
sciato al
prediche e alle altre funzioni del loro culto. Tutte le dinastie hanno laLouvre le loro tracce ; e Enrico IV ancora diede naano ad abbellire
edifcio.
ed ingrandire queir
DELL'ABATE BANDINl
Si
423
aspcUa qua
si
di ritorno in
breve
il
con
(ulto questo
suo successore; ed
di
che venendo
Monsignor
Sillery
per
le
sia
persona sua ed
sia
ai
negozii che
per
venire
Monsignor
De La Kochepot
vincia d'Angi
,
bene
di
poco aspetto.
il
Presidente di Vigliers
di casa Se-
sua ambasceria
di
ai
buoni, che
cattolica faccia
e qualche
sua
volta per
il
libert di contradire
ma
La passata dell'Arciduca versola Corte dell'Imperatore, faceva li discorsi del vulgo confermar qua l'opinione della morte del Re di Spagna nella quale siamo stati per spazio di quindici giorni e Sua Maest medesima l'affermava con tutto questo non
; , :
il
stabi-
si
reputa in vita
il
la quale,
per
il
giudizio
,
che
la
morte.
aliis.
Omissis
Qui continua
e continuer
la
sempre
Il
la
fama
di
Mon-
in s l'effetto
(1)
massimamente appresso
populi.
Padre Generale
(1) Le conferente di Vervino si tenevano in presenza del Cardinale dei Medici, Legalo del Papa , e del Padre Bonaventura Calatagirone , generale
San Francesco, e patriarca di Costanlinopoli. Bellivre e SilIV; il 3Iarchese di Lullino, il Duca di Savoja; in nome della Spagna e dell'Arciduca Alberto trattavano il presidente Richardot, G. B. Taxis, e Vereiken. Qucsla Imporlanle legazione del Cardinal de' Medici dur due anni ed celebre per la prudenza e destrezza del Legato in un negozio difficile , e per la pace che ne segu si pu dire a tutta 1' Europa. Francesco Gregori di Terni narr nSlnulamente quella legazione, che manoscritta si trovava nel secolo decorso presso Marchesi Niccolini; e meriterebbe di essere pubblicala non solo perch riguarda alla storia generale di quel tempo, ma parllcolarmenle a quella della Casa di Savoja.
dell'Ordine
di
Ap. Voi.
11.
34
424
LETTERE
di
Sua Maest
comandamenti
servizio
al
come
molto desidero,
nel
quale
m' ha
lasciato.
Al medesimo
dello stesso
giorno
).
2.
il
Omissis
aliis.
Dopo
il
signor Cardinale e
insieme con
fu
Madama
con
la
,
gi della Regina
Madre
:
vi
si
questo
le solite
prediche e preci
anzi dicono
che sentendo
il
il
signor Carsi
romore che
,
faceva in
una
tato
,
si
e che ne
abbia
di
:
ricevuto
particolar
d'
disgusto
allegando di
manco
e vi
si
sono
medesime
;
prediche.
Io visitai
Sua Signoria
altr' ieri
e dandomegli
a conoscere
come
,
lasciato
qua da
di
lei
del viaggio
e m'
accenn
senza entrare
maggiori particolari. Si
il
mai
che concluderanno
di
preteso matri-
monio
non ostante
nuovo
fallo
,
indarno insi
Madama
alla
religione cattolica
e che
dica
Sua Maest
solito
il
si
ed ha favorito al
casa del quale ha
se ne e andato
il
signor Gondi ed
signor Rametti
,
in
cenalo e dormito
due
notti
e questa mattina
Monse per
Dedicazione
farvi la dieta;
di
giorno della
,
San Michele
gli
e confes-
sarsi e comunicarsi.
Madama; ma
presto saranno
licenziarsi
paese
e passeranno da
Monse per
da Sua Maest.
DELL'ABATE BANDINI
I Cardinale Aldobrandini
3.
(
425
d'
Ottobre 1598
).
Omissis
il
aliis.
Parlirno
di
qua
il
signor
Cardinale e
ed hanno lasciala
di ritornare a le quali
Madama
satisfatlissima di loro
con stabilimento
;
mezzo No-
vembre
sono destinale a
Fanlanable
manco
che
ci sia
pi che
con Madama e con mai qualche buona speranza grembo della Chiesa ma per dopo il
intrinsichezza
;
che
;
passorno
oltre
gi
Sua
Maest
le
promette
,
in
dote
pu avere e quello che le pu toccare nelle divisioni da farsi con Sua Maest dei beni quali si stimano del padre e della madre in termine d' un anno
300mila scudi 200mila
di gioie eh' ella
,
i
Principe di
1'
somma in circa di 30mila scudi d' entrata. Loreno d a Madama per contradote 20mila scudi
a vita di lei, in caso di sua morte; e
il
il
d'entrala
anno
signor Duca
di
ducato
Bar
la
i
sua purga a
,
giorno
di
malati
si
di
Tours.
Al Cardinale Alessandro
4.
11 Ottobre 1598).
Omissis
aliis,
lo
ho
di
ricevuto
le
seconde
lettere di
Vostra
Signoria Illustrissima,
Macone; ed ho, per quello lei mi accenna del desiderio del signor Cardinale Aldobrandino risoluto di scrivere adesso di nuovo a Sua Signoria Illustrissima ancorch io
,
lettere di l
e per non
ci es-
momento. Sono poi andato distribuendo i brevi e gli ho presentali in proprie mani agli Arcivescovi di Burges, di Torsi, d'Ambrun e di Vienna, che sono qua. Agli altri che hanno le bolle gli ho mandati ed accompagnati con una mia
novit di
, ,
qua alcuna
lettera
latina; ed ho indrizzato
b?evi per
quattro Arcivescovi,
non
di quelle chiese
e gli
ho
tulli
di
questo Deputato
del Clero.
426
Non mi pareva
pubblicare
fin
LETTERE
qui
necessario
di scrivere
dell'
cosa alcuna al
(1)
Edilio
che
s'
ha a
perch dopo
la
partenza
di
trattare. Tuttavia
,
tima lettera
mi sono risoluto
al
conto
Sua Signoria
rispetto con
di
Illu-
strissima di quanto
ho passato per
(2)
;
medesimo
si
Monche
signor
di
Bollivrc
dire,
da
lei
cominciava a risentire
affermandomi aver
Signoria Illustrissima, mi ha in
ci
Signoria Illustrissima
alli
un pezzo per amor di Vostra il Re ha accordalo non pu ora Sua Maest ritiraril
Parlamento lasciare
di rice-
in
ma,
in
ogni
dire a
innanzi
come
mi
co-
manda. Omissis
etc.
Al Cardinale Aldobrandini
5.
).
dei
2 del
Arcivescovi e
signor
Cardinale
Legato
li
ha
(1) La Commissione incaricata di preparare l'Editto di pacificazione, era composta del celebre presidente Jeannin, gran partitante della Lega; di Schomberg, dello storico de Thou, e di Calignon , famoso prolestanle. Essa impieg due anni a stabilirne le basi e le particolari disposizioni e si mostr
,
mente d'Enrico
,
di
Navarra.
che tanto si adoper per la restaurazione di (2) Il Presidente Bellivre Enrico IV, divenne suo Cancelliere dopo la morte dell' Hurault, Conte di Chiverny. Al Bellivre successe in quel posto Brlard , Signore di Slllery.
DELL'ABATE BANDINI
presentati in proprie
di Torsi e di
427
,
mani
,
alli
Arcivescovi di Burges
d'Atiibrun
Vienna
che son
gli
altri
che
gli
gli
Arcivescovi di Bordeos
le
Aux
Sans e Aix,
Vicarii
bolle,
io
li
ho
indirizzali ai
avendo
Io
ho stimalo
fin
di
entrare in
cose
che
si
sono
qua
in
tempo
non hanno
io
alcuna innovazione
dopo
la
sua parlila
del
ma
ora essendo
avvertito da
Sua Signoria
Illustrissima
si
dispiacere
ha a pubblicare, mi parso
ho
fatto,
signor di Bcllivre
che
Sua Maest e
avevano
fallo
tempo che
li
eretici
e di molli denari
entrale regie
;
per riscattare
le
suddette cose
,
e che
mancare
della
promessa
;
sia
per ci
questa risoluzione
e molto
meno
sperare che
Parlamento
in
esecuzione della mente del Re e del Consiglio, non riceva e pubblichi tal Edillo.
Io
ho tentato e proposto
,
la dilazione
mostrando
al
che
si
desse
almeno tempo
qua
e che
si
pensasse a dare
:
sfazione sopra di ci a
effettuare cosa alcuna
di gi trattenuta
,
Sua Santit
questa
ma non
ho trovato da poter
di Bellivre
,
dicendomi Monsignor
che
si
molli mesi
pubblicazione per
l'
instanzie
non
sia
pi
possibile rite-
nerla
per
le lettere del
,
signor
Am-
basciadore e
Monsignor Vescovo
tale
di
di
Rennes
quanto
il
Nostro Si-
deliberazione.
E
,
poich
io
signor Legato
oltre.
queste
materie
non passer pi
Omissis
eie.
Omissis
aliis.
Illustrissimo Legalo, di
Nostro Signore
428
per conto
sto
dell'
LETTERE
Editto, ho cercato d'andarmi impadronendo di questo
;
che
il
Re prese que-
del
temperamento di dare una certa sodisfazone agli Ugonotti Regno in tempo ch'essi avevano fatto qualche sollevamento,
e che ora
Sua
di
di
varsi in pace
fra le cose
con
pi
loro.
momento, che
Consiglieri
,
Parlamenti
,
ci
sar
una
Camera
cattolici,
di quallordici
ma
desimo Parlamento
qualsivoglia
lite
loro
sodisfazone
alla
qual
meCamera per
ho
ed ho sa,
puto
come
loro
in
ultimamente
,
hanno
ratore.
ed hanno
per ci gi
comun consenso
un procu-
Vorrebbono aver
ancora
l'appoggio
di
Nostro Signore, e
propongono che potrebbe Sua Santit scrivere per ora a Sua Maest, rimostrandoli il carico della sua coscienza ed il pericolo d'entrare
,
chi sar qua allora ministro della Sede Apostolica, di parlare viva
il
farlo con
Ministri,
si
nel
non pu servire a molto. E perch sapevo esserci Parlamento medesimo molti buoni cattolici che per quanto
,
,
potranno
s'
opporranno anch'
essi
e faranno difficolt di
accon-
parlare a questi
tali
,
rimovere
sto,
li
altri
una persona
quale mi ha rispo-
di discorso si
un
ma non
offendesse.
Saranno a questo
,
Parlamento
nione
di
fra
,
Presidenti e Consiglieri
da dugento
,
ed opi-
molti
che
il
Presidente di Vigliers
per
andato Ambasciatore
er^ uno di quelli che per l'autorit e zelo poteva e voleva pi opporsi
altri
;
che
il
sotto
diversi pretesti
:
delli
quelli
quali
si
ancorch buoni
cattolici
un
altro
DELL'ABATE BANDINI
ad aspettare, prima ch'entrare o comandamento
di
429
in
Vostra
Signoria
per
ravvertimcnto del signor Cardinal Legato, mi sono risoluto a dirJene ora tutto questo
;
che volendo
,
questo negozio
non
sia
da
alli
tempo
perche finiscono
giorno
,
vacanze del
Parlamento
si
11
vr
di
,
Novembre,
di
S.
do-
tentare
verificazione e pubblicazione di
quest' Editto.
Al medesimo
7.
Ho
il
scritto a
alli
15, quanto
pubblicarsi.
si
per allora
Circa
potevo
per
conto
dell'
Editto
da
desi-
dera da
buoni
cattolici
in
generale
ci
ed in particolare dalli
ecclesiastici
metta
la
mano
,
che
usi le
da
tale pubblicazione
possibile,
ufficii
se-
Francia
poich
per
la
,
risoluzione che
si
gli ecclesiastici hanno preso pu credere che a suo tempo non mans
cheranno
interesse
di
per
il
loro particolare
risico e pre-
parendo a
che nelle
essi
di
gran
,
giudizio
liti
abbino a esser
di
giudicati da
tici
giudici ere-
e parte
,
cattolici
qunli
dati
in
parte a satisfazionc di
di
quelli
di
ragionamento
trattato con
Monsignor De Bellivre
per
messoli
in considerazione,
con
quanta qualit
rispetto di
cia
,
sia
questo negozio;
lo
la
cosa in s,
come per
quali cominciano di gi a
il
strato approvare
ma
che
il
Re non possa
che vorrebbe
civili
,
che
la necessit
1'
io
430
iillro
LETTERE
paiiicolarc
,
,
nondimeno mi ha
si
in generale
molto asseveranle,
inenle dello
sto,
che
sia
dal signor
Cardinale
allora
Legalo per
volere
ancorch
Sua
di
buon'ora
d' altri
,
in simili
ncgozii.
Onde m'
:
speranza
quali
,
il
parlare
Ministri
insomma
la
danno ragione e
di altri
scusano
Re,
alti
Ugonotti.
libro del
uscito
qua ullimanentc
in
stampa un
signor Antonio Perez (1), nel quale egli in lingua spagnola racconta
l'origine delle sue disgrazie, e le ribellioni d'Aragona,
riosit: e
perch
l'ha indrizzalo a
Vostra Signoria
;
il
perch
temendo
,
ancorch, ricerco da
esso,
gli
dicessi
allora
Omissis
Al medesimo
8.
31 Ottobre 1598
).
Omissis
aliis.
l'indisposizione
di
Con l'ultima mia scritta alti 23, le accusai Sua Maest per causa della carnosit aveva
,
della quale
si
(1)
di Fih'ppo II
En-
zione, il nnlgliore lavoro da consultarsi quello che, sollo il titolo Anloine Perez ci Philippe II, pubblic signor il Mignel ; uno tra i pi eleganti scrittori e accreditati storici , che annoveri la Francia. Le memorie {Rdaciones eie),
che
il
Perez pubblic
in allora
DELL'ABATE BANDINI
liberato
;
431
'28,
(|uando,
nicrcord passato
letto, gli
la
sera delli
di
mentre Sua
difficolt
sopraggiunse
nuovo
d'urina
jx^r
la
piccola
:
febro e tremiti
notte con
gran travaglio
medici
li
onde
il
per
di
quattro
dei
principali
fatto fare
parendo che
dieta
il
medico ordinario
ieri
Sua Maest
abbia
questa
tavia in
migliorare, e
andavano ancora
questa
,
seguitando
s'
ieri
che
ci
sono
mattina
intende che
la
insieme
con
Causano
questi
reiterati
il
accidenti
,
ancora
maggiori
nelli
dall'opinione,
secondo
;
solito
cominciandosi
scoprire
che
molti
della
guerra,
alle
di
se succedesse
altro
se
Sua Maest il che Dio non voglia bisbigli teme pi. Accrebbe anco
: i
non
ne
le
che iermattina
si
apersono
porle della Citt tre o quattro ore pi tardi del solilo, per
la
aver
,
corte
di
Parlamento
un gentiluomo
il
go-
passato
le
parli del
tentare
s'
conlra
persona
del
nell'
Ke
sopra
di
che
come
intendesse
compresa
ma
si
venne
lai
si
per
questa
diverse
voci,
prima che
se
Quanto
per
le
all'Editto, tuttavia
,
m'apparisce
scrissi
clic sia
parole dettemi
ip. Voi.
II.
siccome
ultimamente
55
Vostra Sl-
432
gnoria Illustrissima
,
LETTERE
da Monsignor de Bellivre
,
in
generale
di
mi
vo
si
persuadendo
sin
qui
che
altro se
non che
rimasti
nel
;
Regno
parendo
la
pub-
e verso
cattolici della
,
Francia. Tuttavia
perch
Monsignor
volle uscire
di
Bellivre, al quale
,
ad altro
l'
n sopra
buoni successi
9.
etc.
(1)
Essendo
,
ultimamente tornato
,
di
fuora Monsi-
mi parso per esser ministro tanto princimuoverli proposito sopra V Editto pale s perch non potesse esser tenuta diffidenza la mia seco, poich n'avevo trattato con
gnor di Villeroy
,
;
Monsignor di Bellivre, s per vedere se potevo cavarne d'avvantaggio; avendo tuttavia pigliato l'occasione su quello me n'aveva scritto il signor Cardinal Legato. Egli mi ha fatto il medesimo discorso degli altri; ma tanto pi apparentemente fondato, quanto
eh' persona pi esperta nei negozii d'ogn' altro, e che
ha mira Mi ha insom-
ma
detto
dell'
Signore rimettersene
tit
al
Re
e che
Sua Santempi
;
tutte le ragioni
necessit
de'
si
sia
e che
per
cose
era
conveniente
Sua
stato
Beatitudine
massime avendo
essa nelle
semplici
di
testimonianza dell' amor suo verso Sua Maest ed il Regno tutto. N mi parse di passar pi oltre pensando satisfar e giudicando a proposito di lasciarmi campo qui con questo fm
resa tanta
,
Signore di Villeroy,
il
il
tempi
di
Enrico lY
dirigeva
DELL'ABATE BANDINI
di
433
io
potere insistere
d'
avvantaggio e
con
pi fondanaento,
caso
me ne
mi vo
la
tuttavia
di
veggo, che
mira
qua
dare
satisfjizione a
Bearne
in
e lasciar
Gesuiti
in
contraccambio della
pubblicazione
dell'
Editto
,
per
la
quale
Sua
Parlamento
putazione della persona propria levare quelle difficult che polessino scoprirsi in molli Presidenti e Consiglieri contrarii a ci
,
sic-
come
etc.
Risposta deirAldobrandini
Ferrara 27
10 Novembre 1598
di Settembre
10.
tutta
Omissis
,
aliis.
Air altra
delli
sebbene
dir non-
d' avvisi
sua
i
dimeno, a quello che contiene, quanto hanno passato Principi di Loreno in cotesta Corte intorno al matrimonio della sorella del Re:
che non ha potuto se non turbar
Principi cos cattolici in
molto Sua
,
Santit
si
che
si
sia
da una casa eretica e dove si continuavano le solite prediche e preci secondo V avviso di Vostra Signoria. Che sebbene si deve senz' altro tener per cosa certissima che ne siano usciti con abominazione di s pessime azioni lo scandalo nondipassato tanto avanti in questo negozio
e che
,
sia alloggiato
meno che ne
riceve
il
mondo
doveva essere
in
gran considera-
nuovo verso
cos
ed
particolare
il
signor Cardinale
come persona
ecclesiastica
ha
lei
malcontento
dell'alloggio,
come
ed avrebbe
di
proposito molto
visita
buono
questi
particolari
di
congiontura della
Illustrissima.
che mi
significa
aver
fatta
Sua Signoria
Omissis
etc.
il
Parlamento, e
avendo
,
si
parla
Sua Maest
a e
di
slato
che
vadi
,
trovar
Presidenti e Consiglieri di
esso per
caplivarli
per
far
mente sua
difficull
ed
434
opposizione
la
si
LETTERE
accetti
tal
Editto
e te.
di
conservare
Non prima
di
comparso
qua
col
lo
di Nostro Signore e di codesta Santa Sede, che non mi animo d' esplicarlo. Si loda in estremo delle molte grazie fatteli da Sua Santit e particolarmente della facolt di poter tener pensioni fa inoltre professione d' esser grandemente e obbligato a Vostra Signoria Illustrissima. Viene con buon animo di fare con Sua Maest gli offici! impostili da Sua Beatitudine, e fra un giorno o due se ne passer in Corte a me pare che la sua venuta sia un'ottima congiuntura, perch da jeri in qua ci
nato e divoto
basterebbe
l'
sia
ma
i
che
si
sia
per modificare
sentivano pi offesi
in
come particolarmente
,
in quello
della
Ca-
mera composta
parte di eretici
alla
:
che
si
tira
mira
vi
di
raccomodare ora
giudizio.
,
in
maniera
,
che
in detta
gli
Camera o non
alcuni
altri
:
sia
ovvero che
ecclesiastici
siano esenti
in
i
da
A questo temperamento,
ad
altri
capi
si
Consiglio
quali
per
l'instanzie
che principalfatte
nome
,
di
tutto
il
da
al-
cuni deputati
in molti del
e per le inclinazioni
che
si
sono
tuttavia
scoperte
si
abbi
risentimento che
Signore.
,
da pi bande
stalo
fin
Nostro
Ma
nata
anco inaspettatamente da
gior fondamento
qua
io
il
bastandomi
Omissis
eie.
fatto.
435
13.
de'
21 accennai a Vostra
mo-
derazione dell'Editto,
va
tuttavia
confermando;
parendo, per
siccome
al
ma
che
precipitata
del
insieme con
,
le
considerazioni che
il
il
Parlamento
ed
in
particolare
;
Procuquale
alle
,
rator Generale
cose
stato
il
questa esecuzione.
su questo
dar satisfazione
cattolici
che ognuno
giudica tanto pi che Sua Maest non sia mai entrata nel pensiero
di
questo Editto per altro che per liberarsi dalle continue lamenta,
Onde
nella
Camera che
ha a constituire qui
,
in questo
Parlamento;
quale,
in questo caso
e che
altri
e che
il
si
sia
inoltre
per
moderare alcuni
essere quasi
simile
alti
ed
non concedere
(1)
L'Editto
di
il
compleraento e una pi
di
esplicita di-
La regina ma,
se
Con
,
l'Editto del
ai capitoli di
1398
Bergrac.
27 gennajo 1561: seguono in appresso quelli degli anni 1562 68, 70, 76, del 7 settembre 1577 e del 79. Enrico IV avea concessa la libert religiosa fino dal 1591 con l'Editto di Nantes, e con quello di S. Germano del 1594 si ntostr ancor pi favorevole agli Ugonolli. L'AIdobrandini e la Corte di Roma s'accomodavano malvolentieri air Editto del 1577 che permetteva il libero esercizio della religione riformata determinava luoghi citt e baliaggi dove si poteva stabilire il nuovo
, ,
, i ,
436
ora davvantaggio
l'
LETTERE
alli
per
giudica per
setta, sia
dar loro qualche satisfazione, e prescrivere ed a cattolici ed a essi un metodo, secondo il quale ciascuno sappia dentro quai termini
acci restando
le
cose in
confusione
senza
altri
che
o permesso agli
si
venga
al
fatto
ma, insomma,
tutti
i
fin
mo:
derazioni che
si
sperano
restano
cattolici
assai satisfatti
siccome molti
signor
d' essi
Duca
di
di
che doveva
fare
in
nome
ben
non
ci
si
straccare finch
il
tutto
non
sia
Al medesimo
14. L' ordinario per
(5
Dicembre 1598).
sperando primi comandamenti non ancora comparso e non senza maraviglia poich non ha mai tardato tanto. Ed essendo io avvisato d' un corriere che passa a Lione ho risoluto di fare questi
il
quale
sto
di
come
quale
speranza che
1'
Editto
fa
s'
il
andr correggendo
Clero;
il
che ne
,
perci
si
signor cardinal
Gondi
tornato
da
tato
Germano, mi ha detto questa mattina, che ne ha tratcon Sua Maest la quale da principio s' doluta e mostrato
S.
;
gli
altri
,
ecclesiastici avessero
si
contro r Editto
nella quale
diceva
che
culto
e creava
fa
Camera mista
Vedi
il
ordonnances
,
et
dcclaralions
du Roi de
France sur
in 8vo.
Iroubles de la
jusqu'en
1599. Paris,
437
la mira sua non se non Sua Divina Maest e del riposa del
,
suo Regno
ultimo concluso
a lui e da lui lo
ma
tica
la poli-
per
il
quale sa meglio di
in particolare
avendo mostrato
risentimento
non vuole pi queste conventicole. Il Procuratore Generale del Re per le cui mani passano gli editti prima che si ricevino nel Parlamento aiutato e rincorato anco da qualcuno di
e che
,
questi grandi
ha
che
le
si
su che
e di
ecclesiastici
parlare
farsi
innanzi.
Ed essondo
ascoltati ora
benignamente,
le
metteranno pi giudici
destinata
eretici
nondimeno per
tali
che non
si
conceder loro pi
cose
come
gi fu deliberato.
offizii
,
Nondimeno
sia
ancorch
poi in
il
Re d'usarne con considerazione, siccome faceva suo predecessore e sar loro permesso V esercizio pubblico
;
Re
due
della
e di pi in
dovendosi per
i
all'
,
editti passati.
E
,
pare qua
uni ed
il
che
agli
agli
si levi
e che
Regno
hanno avuto
ed ora
si
fa
il
questi ecclesiastici
in
conformit
di
quello
mi
fu
accennalo
dal
di
poter parlare in
nome
di
Vo-
stra Signoria
, , ,
438
LETTERE
Al Cardinale Alessandro
de'
Doppo che
si
io le
ho
:
hanno
nella
perch fra
lutti
s'
fatto
tanto, che
quando
pubblicare
al-
mostrandosene renitenti
il
od in
particolare
Procurator
si
Generale
fatti in-
sono
nanzi; e
il
Deputato, che
Vostra Signoria
Illustrissima
conosce,
cosa in trattato.
Il
signor cardinal
Gondi
ci
s'impiega:
io
ho
fatto
me
e ra' assicur
che
gli
da
lei
gi
hanno
fino a
perch Monsignor
degli ecclesiastici
;
di Bellivre
qua
altri.
questo
si
tratta
di levare al,
di
pregiudizio
:
ecclesiastici
1'
e di concedere
manco
essi
cose
alli
eretici
passati;
ed
incontro
ci
,
ligione cattolica
in
,
Bearne
che
fa
Sillery
il
conto
di
partire
tutto
:
poco
ed io
mandato l'Editto
che gi
brandini
se
non
avessi creduto
,
avessi
e
di
stando nella
stabilito
,
medesima opinione aspetter che ci sia qualcosa mander poi ogni piena notizia. Omissis etc.
Al Cardinale Aldobrandini
16. Dalla
somma
bont
di
Vostra
Signoria
Illustrissima
non
potevo aspettare se non un'amorevole approvazione della deputazione fatta gi dal signor Cardinal Legato della persona mia a questa
Corte
dell'
amor suo
verso di
me
E sebbene
io
DELL'ABATE BANDINl
particolare
strissima
,
439
comandamcnlo
dopo
la
e per
poter
mente della Santit di Nostro Signore sopra l'Editto e l'altre cose; nondimeno non volendo mai aCfeltare pi di quello che sar comodo di Vostra Signoria Illustrissima ed intenzione sua, ho deliberato d' andare continuando in
rappresentare con pi reputazione
,
questi negozii
io
e facendo
offizii
di
mano
in
mano
per
santi
Oni
di
Sua Beatitudine
E quanto
all'Editto, io ho particolarmente
procurato con
questi
Ministri, che
zioni sperate
,
non
si
anco con
le
moderaintendere
e
non
delle
si facci
cose
di
quella
allega
si
il
che mi pare
poter sperare
ec-
che
sia per
seguire
poich
clesiastici di Sillery
e Monsignor
afferma
sebbene
io
crederei pi
non
lascer,
come
vi
sia
il-
qualcosa
di stabilito
sopra
1'
Editto
di
ha detto aver
fatti
Re sopra
;
e che
in generale
Sua Maest
sopra
gli
ha
di
Par-
e nel resto,
dato
intenzione
che
Gesuiti
non saranno
e Intraprendente, contribuirono a farli richiamare nel 1603. Ebbero in allora il permesso di slabllirsi a Tolosa, Auch, Agen, Rhodez, Bordeaux, Perigueux, Aubenas, Bziers, Lione e Bigione, e particolarLlraoges, Tourns-le-Puy
,
mente
essi
la
Flche
di
governo cio, e r istruzione. Pochi anni avanti essi intesero di conciliare le nuove dottrine, e mcDoroDO gran romorc col libro dei Molina e qui, bisogna pur confessarlo,
:
:
Parlamento e 1' Upiversit , le due quali fecero sempre capo gli avversarli del Reverendi Padri
ebbero contrari!
alle
Ap. Voi.
II.
56
4i0
Bearne e per tutto
il
LETTERE
Regno
s'
;
e quanto
all'
Editto
si
contentava
Omims
etc.
a proposito che
qua fusse un Legato e sull' occasione dell' Editto, medesimo concetto allegandosi che per
,
non
come
,
altre volle,
n altre persone
il
perci ne-
cardinale Gondi
Sua Signoria
che
mi ha detto
,
che non
sempre sono
occasione
Omissis
,
accetti o desiderati
qua
Legati
forsi
tiene
non
sarebbono
etc.
Al medesimo
k Dicembre 1598
).
si
crede.
alcuni giorni
sono
di
Clero
a'
con pensiero
si
quali
domanda
riformazione. Io lo stavo
potessi dare a Vostra
aspettando
per
Signoria
ritorno
,
Illustrissima
forse
qualche ragguaglio
ma non
che
ieri
si
ancora
dovette
di
fare
per
mano
del
Omissis
etc.
Al medesimo
18. Omissis etc.
stabilite
,
16 Dicembre 1598
moderazioni
).
Quando
le
dell'Editto
saranno
io le
manca anco
s'ha
per
per impedire
la
molto
difficile
V ottenerlo
poich
gii
eretici del
gi di sollevarsi se
non
si
mantiene loro,
Gesuiti
si
mostrarono pi savii degli altri e Roma pi savia ancora nel non una materia che divideva tra loro pi zelanti
; , i
i
Gesuiti e
Domenicani.
441
ed
il
stato
altre volle;
Re e
,
il
rimedio
necessario
che
non
sia
Risposta
1598).
19.
ma
di ritorno di
ed io
Vostra Signoria
31
di
la
quale rest
corte
ha oprato con
Ministri del
Re
mi ha ordinato
Sua Beatitudine
pubblicazione
di signiflcarle
mondo
la
sua
del
venula
e porter ordini
che
si
fruttuosi, per
concerne
la
religione
giuntamente con
la
riputazione
della
sua
Corona e benefizio
procurare
del
come ho
etc.
detto
una
Nunzio. Omissis
Al Cardinale Aldobrandini
25 Dicembre 1598).
Il
ullimamenle, ha supplicalo
far levare alcune
Re
di
in
nome
di
queirAltezza, a voler
Delfinalo
,
guarnigioni
a'
due o
,
che appartengono
feudatarii suoi
fallo
Maest
ed ha con essa
ofiTerta
che
le
le
piaccia di
mandare
,
banda accomplilo a questo e tuttavia accennando che sarebbe sempre pronta a rimetter tal differenza in Sua Maest medesima. La quale, dopo aver dato amorevole risposta
essersi dalla sua
mostrando
a questi particolari
con
occasione
442
LETTERE
,
incomodo;
,
ma
ch'ella era
primavera a Lione
e forse ag1'
anderebbe
da
Sua Maest ora pubblicamente con gli altri con dichiarazione di voler aver seco un esercito por eseguire ( secondo usa dire bisognando, la sentenza che da Nostro Signore sar data sopra ii
) ,
di
un ardente
e
qualunque
per far
le;
modo
il
detto Marchesato.
,
Su che
si
s'
disegno e preparazione
tiene che
Sua Maest
sia
ventimila soldati.
San Germano
,
nel
alla
presenza
di
molti di
questi Grandi
le
di
demolire
vili
instromenli a nuovi
per ogni
minimo
,
ed ha Sua Maest
pubblicato
con
per
un
suo Hegno
provedere
cose
pi necessarie
credendosi
che V intenzione
pi savii
viaggio
suddette fortezze:
onde
si
fa
coniettura
per
che
per
il
primo motivo
dell'
armare
sia pi
per far
s'
questo
il
Regno
(eh'
il
che per
Marchesato; sebbene
di
modo
si
alla Santit di
non
gli
essendo
restituito,
Cristianit.
si
Sono
discorsi che
da
sei giorni
in
qua
chi creda
che r
Monsignor
per dar
;
Marchesato
DELL*
animi de' Grandi e
ABATE BANDINI
,
443
stabiliti
non
si
veggono abbastanza
i
manco sodisfatti della pace, o per la poca parte che hanno nel governo, o per le poche remunerazioni o per il dubbio che Sua Maest voglia stabilire nella successione proprii figliuoli, o che molli hanno e si fingono per altri simili rispetti e pretesti
giorno siano
,
i
per
il
sempre
e che
di
cose nuove.
Le quali
es-
si
pensa
alla
demolizione
il
di
molte fortezze
potere di
li
mano
possono
coli' accostarsi
o a un
Principe
del sangue o ad
questo caso
nell' essere
le
fortezze delle
,
frontiere
e parte ancora
di
certe pi
principali e vecchie
che
forse a voler
le
il
della visita
cause che
si
incidentemente.
quanto
al
detto
Editto
sono come
il
d*
accordo
che
concerne
particolare interesse
che alla
Circa
sebbene
si
differir facilmente
ancora
qualche spazio
le
tempo
la pubblicazione.
Nostro Signore,
io
che Sua
Santit
provveder con
si
dovrebbe senza
tempo sospettare o
diffidare
e pi
m'
affaticherei
io sapessi
me pu
di
Sua Maest
come
feci
con Monsignor
fin
di Sillery
pochi d sono
ma
ci
ho qualche scrupolo
qui
che verrebbe
Il-
di
Vostra Signoria
rislrignere
444
le
LETTERE
le
spese e
provvisioni
soprasede
,
pagameull dei
debiti
(1^
di
spendere
somma
di
danari
il
,
che
fa
armarsi
potria fors^.
figliuoli ; i quali ama eccessivaanco essere di lasciare ricchi mente, avendo (per quanto si dice) concesso il governo del Mar-
chesato di Saluzzo
ali'
ultimo suo
figlio le
,
chiamato Alessandro
e
che
se
Ma
soprattutto
,
vien
viaggio per
il
Regno con
esercito
almeno mediocre
farsi
riconosi
come
dice
qua
ed
,
a'
di parte
che sono
Omissis
Al medesimo
21. Omissis aiis.
2 Gennajo 1599
di dire
).
Mi sovviene ora
volte
strissima
come
io
ho pi
1'
che
si
non
si
pubblicasse
tutto; ed
tutti
ho ben
avendomi
mostrato
di desiderare che si dia per quanto le cose di qua lo permettono, sempre ogni maggiore soddisfazione a Sua Reatiludine. Ora con la venuta di Sua Maest in questa citt per approssimarsi la par, ,
Sua Maest medesima, con intenzione di tastare in medesimo tempo l'animo di Sua Maest circa le cose di Saluzzo un il che avendo io conferito con uno di questi Ministri principali, m' stato detto che sarebb(? superflua questa mia diligenza per le
stesso uffizio con
:
(1)
Da una
che
le
sorpassavano per pi
assegnannenti
fatti dal
un
Regno
ed anche
il
della
Riforraa.
:
Le
Sully
le
con-
debiti pagati
g' Italiani,
che avevano
maneggio
Le Memorie
di Sally rivelano
tatto
il
Enrico IV.
445
ed
il
messo
uffizii
in considerazione,
mi
si
che non
la
pubblicazione
Monsignor
di
Sillery
perch essendo
la
zione
faccia
che
Sua Santit ne
altre notizie vo
conietturando
blicalo
mentre Monsignor
forse sul
persone
Parlamento a riceverlo
che concerneva
il
per esser
di quello
il
Re ogni giorno pi risoluto circa questo fatto parendo insomma a Sua Maest e al suo Consiglio che non si possa mantenere la quiete nel Regno senza dar questa salisfazioue
e per parlare
, ,
agli Ugonotti
ai quali
non
si
si
o esenzioni
di
quello che
sia
permesso loro
nell'
anno 77.
fin
Io
non sapendo
Omissis
qui
:
mai avuto
il
detto Editto
le
o se io devo mandargliene
lettere.
etc.
sue prime
Parlamento fanno
pubblicar
l'
in
quest' ultimo
difficolt di
accettare
Editto
nonostante
che
voler che
pubblicalo
mostrando
lor tuttavia,
che
sia necessario
dar questa
;
Regno
ed aven-
in risico
e a loro
a starsene
in
le
ogni
modo
il
Ma quando pure
in
Re con V andare
non essendo
;
persona*nel Parlamento
otterrebbe
intento
Re quando
gli
SODO presemi
ma non
validi
editti
446
LETTERE
,
che sono pubblicati in questa forma non durante la vita di quel Re. Ha
materia alterato
la
non poco
gli
animi
Francia
perch
di dolersi e di
la
nuta Omissis
promessa
etc.
tira a
mira
di finirla
Monsignor
di
e dice ora
10 o 12 giorni
la
e fare
il
viaggio di Loreno e di
si
a Vostra
di Bel-
Signoria Illustrissima
livre
e a tutta la Corte
e da
Monsignor
il
confermar T unione
de' suoi
scelto
,
uno
Ministri
egli pro-
Ed insomma
i
vedo che
si
di
qua
la
grazia e l'amore di
del
d
Sua
Santit, poich
premono mollo
forse
la
due negozii
ogni
la
anco s'accorgono
intelligenza
Re
del
buona
con
Sede Apostolica
acquisto
il
nome
i
della quale
cattolici
fatto tanto
appresso
tutti
Regno, che
Re non potrebbe forse tener lungamente a sua divozione questi popoli se non vi concorressino 1' autorit e il riil
,
Al medesimo
23. Omissis aliis.
17 Gennajo 1599
).
slato a questi
giorni
dal
signor Duca
di
Loreno spedito un corriere a Sua Maest, per farli intendere come un cappuccino fuggitosi d'un Convento, ovvero statone scaccialo, era partito di quel paese per venir a tentar conlra la vita di Sua
Maest
(1).
E perch
in
questo
la
cosa
(1)
Da
,
Francia
Re gli avvisi della venuta di emissarii in facevano per ammazzarlo. Anche r officioso
DELL'
ileir Edilio si
i^li
ABATE BANDINI
gli
447
Ira
i
animi
Cattolici
Ugonolli
qualche
altri
,
,
rumore
ha
sollevamento
in questa Citt
o degli uni
o degli
Sua
Maest
fatto
rinforzar
le
accostavano
,
nondimeno
le divo-
non ha
avendo dopo
,
caccia
nonostante
gli
estremi freddi e
cattivi
lempi
ncgozii
pi
dell'or-
Omissis
aliis.
,
una supplica
che
ritta
gli
in
forma
sopra tutte
in
le
calunnie
indi-
qua
l'
hanno
Monsignor
quale
di
Kosny
(1)
oggi capo
delle Finanze, e in
si
Sua
Maest
con
la
officii, se
pure
vadi mitigando:
di
un passaporto
di
mandar
in
qua per
fumo
,
scacciali;
per
La
essendo anche
ma mando
di
bene
che
di
il
Padre
:
Alessandro Giorgio
il
Hosny
,
ed
Monsignor
di
di
San Martino
di
della
si-
casa
Kandan,
fratello dell'Arcivescovo di
Cleremonle
nolo al
gnor Cardinale
aliis.
11
Firenze
la
alla
si
sa
in
Villeroy
che
gli
Spagnuoli
spedivano
Muro aragonese,
di
esperto nell'armi e
di
uomo
facinoroso,
Spagna.
Il
cappuccino
,
nicano
slesso
commettere
Io
regicidio.
registri del
Parlamento constatavano
la
regno, otto
(1)
il
attentali
contro
di
Massimiliano
di
Rthune. Marchese
Rosny
pi conosciuto sotto
nome
Duca
di Sully.
II.
Ap. Voi.
448
i,'iuclicare fin
LETTERE
qui a quello sia per risolversi; sebbene per l'ordinario
Re superare
Omis-
24.
Mi trovo cinque
,
Novembre
1'
altre delli
5
,
12 e
16
di
12
che
ricevei
maggior parte
di
il
particolare
,
della pubblicazione
sopra
di
si
eh'
soprasedulo
,
il
pubsia
che
il
negozio
si
sia
messo
in
trattalo; anzi
che
si
Ma Sua
Santit
che prevede
quello che
si
pub-
rimover
resoluzione del
,
pubblicarlo
loro
,
la
quale
principal fine
come dicono
la quiete del
si
Regno
si
faccino
l'
altra
non
la
mezzo,
Divina.
gravemente
potr, in
la
Maest Sua
di lar-
Vostra
Signoria
nell'occasione
i
conformit
Ministri del
etc.
Re, e stendersi
Al Cardinale Aldobrandini
25. Omissis aliis. Io
29 Gennajo 1599
).
gnor
Arcivescovo
il
di
ho a questi giorni fatto offizio con MonsiRoano, destinato a celebrare il preteso ma-
trimonio tra
sene,
Principe di Loreno e
Madama
come da
ed
il
quale
egli
,
sacri
di
noni
contro
il
Concilio
di
Trento e contro
di
mente
Nostro
distesamente
gli
dissi, e di
pigliarlo in
DELL'ABATE BANDINI
azione
lo
la
449
Cristianit
in
mala
la
quale non-
fatto, che
non aveva
clesiastici gli
avevano detto,
Madama.
,
non pu
in
fare
tutto
quello
che
in-
matrimonio, per
,
partenza di
Madama,
che
egli
Parigi
si
liberi dalle
prediche ugonotte
e per la speranza
feci
sopra
tulle
e che contradicendo
arsi
ditamente a
Con
tutto questo,
,
come
in
al
Re
in questo atto
non ne seppi
cavar altro: se non che potrei affermare con verit, che trovo
asserendo ch' stato vinto
di
del
Re,
al
sue qualit
quasi tutta
giorni
:
la
S.
la
cheranno
di quelli
mani
eh*
Domenica
si
far la solennit
Romana,
Mafarsi in
stando
il
Principe dentro e
dama
in
di fuora
sia forse
anco per
camera, ancorch
alcun
me
modo
se
non
450
LETTERE
Sulia fine di Maggio o al principio di Giugno, Sua Maest sar in Lione e che l sia per aspettare da Monsignor di Sillcry di quello che possa sperare delle
aliis.
( )
, ,
queste nozze.
Omissis
si
tiene che
avvisi
il
che
da
sia
d'
onde
sia
viaggio del
Regno
l'Editto
effetto di esso.
Non
si
seguita
tuttavia
qualche poco
nondimeno cosa
tale
non potrebb'esmolto
se gi
segretamente
e viene
tal
anco
,
considerazione
Maest avessi
esecuzione
spesa.
;
animo
metterlo in
Ma
per voler
soliti a
poich con
cinque reggimenti
,
te-
tempo di pace e con le compagnie d' uomini d'arme sparse per il Regno, Sua Maest pu sempre avere,
anco
in
,
cinque o seimila
;
fanti
e da mille cavalli,
sufficiente
senza
il
concorso
della nobilt
per
condur seco nel viaggio del Regno poich quanto alle minacele non si sente altro n pare alla fine impresa verso il Marchesato verisimile, quando si considera che Sua Maest se n' rimessa li,
beramente
al giudizio di
Nostro Signore
se
non
:
in
caso
s'
che
il
sebbene
ha forse
anco caro
di
di
mettere
nell'
in
qua cascar
Omissis
il
animo.
in
aliis.
L'Editto
l'
medesimi
termini,
,
perch
Parlamento
attende
a ventilare
articolo
per articolo
si
de' quali
sa
presenza del Re
i
poich
e
questa
Presidenti
Consiglieri
maggior numero vince. Ma Sua Maest se lo promette per ed ho inteso di buon luogo che se ella non 1' avesse gi promesso agli Ugonotti nel tempo ch'egli era nell'assedio d'Amiens, non si curerebbe ora tanto di gratificarli, vedendo dall'altra banda il disgusto che ne d a' Cattolici. Io non posso dar
cosa certa
;
DELL'
ABATE BANDINI
,
451
che
si
e che
si
fanno ora
per rautorit del Parlamento; poich bisognerebbe discorrere sopra molli articoli e che T Editto nella maniera che fu fatto da prin, ,
mani:
ma quando
,
la
vedr
di
Parlamento
sine essere
tiri
principalmente a mira
alli
che
gli
Ugonotti non
,
pos-
ammessi
Regno
che
luoghi
di
che
si
concederanno per
Omissis
non siano
citt episcopali.
aliis.
Al medesimo
26. Omissis aliis.
3 Febbrajo 1599
).
comanda d'operare
Nunzio
:
che
Vedo quanto Vostra Signoria Illustrissima mi 1' Editto si differisca Ano alla venuta d'un
il
me
stesso
Maest propria
avanti
,
come
si
le scrissi
dubito
essendo ora
alcuna.
le
cose tanto
,
che non
penser a tutte
le vie possibili
per eseguire,
pu permettere, l'ordine
L'Editto e ancora fra
attendono a censurarlo
,
di
le
mani
di
al
Re
di
:
nondimeno
in scritto,
di iussioni
con
,
assoluta
la
mano
regia
si
Parlamento
sia
per accettare
ho sempre cercato
di
in
tutti
mi accenna,
conseguenze;
ma mi
stato significato,
anco da pochi
d in
,
Sua Maest far dimostrazioni tali che apparir al mondo ch'egli non ama gli Ugonotti; e che quello che concede loro adesso per r Editto gli mera necessit per averlo promesso pi volte nel tempo ch'era occupato nelle guerre, ^e perch cos comporta lo
,
stalo
per
il
mantenimento
della pace.
Omis-
sis aliis.
, , ,
452
LETTERE
Al medesimo
(
9 Febbrajo 1599
).
27.
dei
avendo
essa
la
poi
particolarmente
l'ordine
che
ella
per
mi d
a
mi sono
risoluto a
del
Re
vi
fui
l'
prima
Maest Sua
che avevo
e al suo
Regno, e
per
il
cesso
e che
di
eseguirei
semplicemente
l'
ordine
di
ch'era
lo
metterle in considerazione, a
la
nome
i
Sua Reatitudine,
il
scandalo che
pubblicazione
da
dell'Editto
darebbe a tutto
emoli
si
me, che
suoi
varreb-
bono di quest'occasione: e Analmente pregai, al medesimo nome, che piacesse almeno a Sua Maest di dare ancora tempo perch
,
per
il
quale
;
farebbe
intendere pi particolarmente
sopra ci
all'
l'
animo suo
del
il
quale
esaltazione
della
religione
ed
insieme
al beneflzio
l'
e quiete
Regno
,
cos sperava
che
la
Maest Sua
Il
e che
,
ne farebbe capitale.
Re appena mi
,
che
che tanto pi
tempo
per
il
Sua
Santit di farne
maggior rumore
sapendo che
;
ella
ma
che
come
fusse
sperava
chiudere
,
gli occhi.
su quedistinta-
mano
aperta
al viso
ed entr a dirmi
a
che lo
movevano
questa
pubblicazione
avessero
e che
il
mantener
la
parola
fin
s
,
come aveva
gli
osservato a quelli
il
qui
Regno
sua ubbidienza
Ugonotti
al certo
averebbe
la
redurreb-
bono anco molti Cattolici che bastava che una parte cominciasse
DELL'ABATE BANDINI
desiderare
453
questa
che
egli
fusse in pace,
perch
in
maniera
lo
potrebbe servire
in
signor Cardinale
di Fi-
che
essendo
primogenito
della
Chiesa,
si
prometteva
e gratitudine, lo repli-
mano
la
in
mano
quello che pi
la
mi sovveniva
e dissi anch'io
obbligata a mantenere
quelle cose
fallo
che apportavano
religione
cat-
della
che
ella
avendo avuto
qui
terno
gli in
amore
di
questo satisfazione
Sua Beatitudine, poteva ora in contraccambio daralmeno con dar tempo che Monsignor
,
di Sillery fusse in
l'Editto
si
pubblicasse, acci
egli potesse
la
quale
mostrarebbe
:
Maest rispondeva
fare in ogni
almeno questo rispetto. Ma a questo Sua non era bene poich' era necessitato a
,
modo
il
pubblicazione
;
sapendo
ancora
la
che
i
sua
rispetti
Santit
giudi-
sempre pi contradirebbe
cava
tutti
,
meglio
prevenire. Io
che
veramente
non avrebbe
che
non erano
il
forse stati
Re quando avevano
editti:
che
la
meno con
cen-
ni che
nel
lica
Regno
e che
con
la
pace
si
riducevano
,
senza comparazione
pi Ugonotti
che con
guerra
1'
sicco-
me
lega
tro
sta
Re morto
la
avanti
armi
della
al-
ed
insomma concludeva
stabilil,
che con
gli
si
estirpavano e annichilavano
e
Ugonotti.
vedendo quela
reiterata
dissi
farei fedel
;
di
quanto
il
che per
come
quello
quasi
pregandomi
tocco delle
mi ricerc a
in
fare
,
ma
io
aggiunsi
aveva
che
credevo bene
che
la
Nostro
quanto
il
in
dargli
e soccorso
per qualche
spedizione
contro
di
Turco. Al che
rispose, che
non
biso-
gnava parlare
semplice spedizione
ma
454
caldamente
tit
LETTERE
in
un negozio
furono
tale, e far
le
voleva (queste
,
precise
suo
luogote-
nente
st
(1).
che la Mae-
Sua non
poteva
di lei
alcerto
,
riosa n pi
degna
i
suoi antecessori
e che io potevo
ben credere
ar-
che,
per
mi
riuscirebbe
con
il
l'
aiuto suo
facile
quasi impossibile:
che
alla
(1) Sembra che gi da parecchi anni Enrico IV volgesse nella mente un nuovo ordinamento politico d'Europa; come si ricava dalle sue lettere dal 1581 all' 87 pubblicate dal signor di Xivrey. Difatti, egli slese pi tardi di sua mano un progetto di Repubblica Cristiana , composta di quindici stati; undici principati e quattro repubbliche. Teneva il primato morale di questa Repubblica, il papa. Enrico IV era convinto che il Catlo,
licismo
la
societ
si
societ antica
d'
incivilimento
e
di
d'
azione che
il Ducato di Savoja col Milanese eretto in Regno Lombardia dal papa in favore della casa di Savoja la Repubblica Veneziana che riuniva anche la Sicilia, in omaggio del papa; lo Sialo della Chiesa alla quale concedeva il regno di Napoli e nel centro egli creava una Lucca Mantova , Repubblica Italiana formata della Toscana di Genova Parma, Modena e altri minori stali. I principati nel resto d'Europa erano: Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Ungheria, Boemia, Polonia, Danimarca e Svezia; e due repubbliche, quella degli Svizzeri e l'altra delle Provincie Unite de' Paesi-Bassi. Le due repubbliche Italiana e Veneziana^ e quelle degli Svizzeri e Provincie Unite , democraerano aristocratiche tiche. E lutto questo a danno dell'Austria, ch'egli meditava costringere con la forza. Enrico faceva una guerra sistematica contro la casa d'Austria , contro la monarchia universale di Carlo Vedi Filippo II. I progetti possono
essere ragionevoli,
risultati
si
che
sperano
utili
il
e gloriosi;
diritto
ma
l'esecuzione
in
diviene
difficile
il
quando
tratta
di
cangiare
pubblico europeo
vigore, senza
concorso dei
IV aveva
con>-
preso che il suo progetto richiedeva l'impiego di forze straordinarie, e l'appoggio e l'alleanza dei maggiori principi d'Europa; ed era sempre preoccupato del suo piano e lo andava preparando, quando all'improvviso fu
spento da Ravaillac. Enrico, sebben francese, voleva in Italia stali italiani; primo il papato: e la parit dell'Italia con le altre nazioni. In principio
del presente secolo altri francesi vollero riformare
l'
Italia;
ma
crearono
siali
DELL'ABATE BANDINl
, i
455
mezz'ora, qualche digressione; diccodomi, a proposito del converche bisognava che anco Vetirsi gli Ugonotti nel tempo di pace
scovi facessero pi
il
e che predicassero.
vescovati per-
sone che avessero quelle qualit eh' ella medesima diceva e desi;
Omissis
air udienza
aliis.
del
il
mi rispose affermativamente, che lo voleva fare. Furono consecutivamente nel medesimo giorno Re prima l' Ambasciatore di Scozia che un
,
, ;
Vescovo
poi
e in ultimo io
fa
aveva desinato.
Omissis
Parlando
io
dopo
1'
audienza
con Monsignor
disse
di
passato col
Re
mi
che
quanto
parte
a lui
di
questo Re gran
di
di quello
Sua Maest
Villeroy su
di
Editto
Re;
li
avesse inclinazione
fare con la sola
Ugonotti o
,
volesse favorire
:
lo
potrebbe
autorit
si
senza
editti
per
che
il
sia
necessario
Re
provvisto alla sicurt del vivere degli Ugonotti con l'Editto, e le-
vato loro
una certa giusta occasione di sollevarsi non gli acconquando non si contenessero per l'av,
ella
piglierebbe l'armi
,
contro
di
essi;
Omissis
aliis.
Al medesimo
28. Omissis aliis.
2 Marzo 1599
).
mento alli 25 del passato secondo giorno di quaresima, dopo che il Re ebbe parlato due volte a quelli del Parlamento sopra le difficolt
che facevano
la
prima
in collera
,
la
za
che sapendo
affari
del
US
456
,
LETTERE
lui di
Regno meglio di essi si dovevano rimettere in pu essere pi espediente pel benefizio e quiete
tali
quello che
;
di esso
usato
sempre man-
tenere la religione
restati
molto consolati
pigliando occasione da
un
ritratto
di
Cardinal
intenzioni
mie
fatte a
instanza
il
del Clero,
non
si
sia
moderasse
,
Il
quale ha voluto
in simil
fin
77
il
Re morto
;
caso
che
loro
in
si
contentino
:
della
sua parola
che pare
si
qui che
consista
tre capi
dell'
i
il
,
primo
ri-
eseguisca
cosa alcuna
Editto
sar
messo r esercizio della religione cattolica in tutti luoghi di Franche quantunque l'Editto parli generalmente che ogni cia secondo
; ,
Ugonotto
Sua Maest
ugonotti
sei Consiglieri
per
le
Camere;
come
Ora
quali
offizii
sola
(1).
(1)
L'Editto porta
e
la
si
ricevuto
nel
quale
fu registrato
Camera dei Conti, il 31 Marzo, e nella Cour des Aides, il 30 Agosto detto di Nantes perch fu segnato dal Re in quella citt, durante un viaggio ch'egli fece in Brettagna. L'Editto conteneva due parti una pubblica, e l'altra secreta: la prima era composta di 92 articoli. Col primo arbrajo 1599; nella
: ;
ticolo era
col 6. libert di
coscienza
onori e
erano abilitati a tutti gli una Camera mista , composta di dieci Consiglieri cattolici e sei riformati, nel Parlamento di Parigi. Gli articoli secreti erano 56, e furono comunicati soltanto ai capi degli Ugonotti ; pei quali
col 27." gli Ugonotti
del
Regno
457
pi
;
cosa fatta
ma
si
si
sta
e se
si
ci
nasceranno
;
de' fastidi
delle
neir esecuzione
come
crede
e che strada
piglier
altri
Parlamenti.
Omissis
aliis.
11
Re
l'Arcivescovo di Torsi,
per aver
si
nella
sua
grande
pregare
rendo
contro
tri, la
al di
Re
che questo
e pernicioso;
pa-
popoli
inanimirli
lui.
Sua Maest
mattina che part, mentre che era alla messa, con l'Arcid'
vescovo
Ambrun
, ,
di-
cendo loro
scovo
che voleva
Parlamento
,
il
detto
Arcive-
di Torsi
,
e farlo gastigare
lui
,
soggiungendo
il
con
il
proteste e
esagerazioni
che quanto a
faceva
tutto per
meglio
nell'
essere
cattolico
si
Al medesimo
29.
9 Marzo 1599
).
Ho
lo scrittole alli 2.
Ma
1'
le
dir particolarmente
,
che
non
ancora
ai
uscito in
stampa
Editto
e questa
per
il
e per
si
prometteva, tra
le altre
cose
di
il
aumefttare
il
numero
dei luoghi
dove
si
la
rivoludi
gli
il
suo corso
Germania
e ottennero
col
la
trattato
parit con
,
In Francia
sebbene
1'
le
con-
seguenze della Riforma e del libero esame da essa procurato, restarono, e si maturarono. La libert intellettuale, la libert filosofica, prepararono la li
berla civile.
458
stata interdetta
la
LETTERE
predica ad uno che parlava
pi lberamente.
Omissis
e te.
alla
predica
d'
ascoltarfti
come
iersera di notte
;
ritorn
signor
Ouca
di Gioiosa (1)
tal
avendo raccontato
che gi un anno
che
egli
cercava avere
cosa
Sua Santit ora con semplice consentimento. La giunta tanto nuova, che ognuno s' commosso grandemente;
ma
tal
in generale
,
tutti
mente
consolati ed edificati
vedendosi
chiaramente che
non
aveva conferito
Non
ancora uscito in
stampa
l'
Editto.
Non
aliis.
si
Al medesimo
30. Venerd
16
Marzo 1599
arriv
la
).
che
fummo
nuova
di
alli
12
mattina
assai per
il
la
della
promozione: e perch
,
Re non
ne Monsignor
Villeroy
non
si
dopo desinare; e Sua Maest ci arriv poi la sera, e mostr con ognuno molla allegrezza, lo, la mattina seguente, andai a trovarla, come per terminare di rallegrarmi con la Maest Sua de' Cardinali fatti a sua instanzia che veramente ne e subito mi disse
;
,
il
mondo
amava
fra
massimamente
;
in
una lega
Sua Santit
l'
Imperatore e
il
Re
di
Spagna
fatta
(1)
Questi quell'Enrico
,
puccino neir 87
falla
e rappresent
Duca di Giojosa che di soldato si fece capGes Cristo nella processione della passione
,
aCharlres; spettacolo offerto inutilrnenle ad Enrico III dopo le barriperch rientrasse nella capitale e si bene descritto dallo
,
,
dopo aver condotte le truppe che desolavano la Linguadoca e aver menata una vita dissoluta , ritornava per la seconda volta a vestir l'abito di cappuccino, e fu veduto predicare a
Storico de Thou. Uscito dal chiostro nel 92,
Parigi nel 1600.
459
ed
io
come
s'
sparso
di
mostrandomi
di
ridermene e
non
'!''edere lai
cosa
ella
mi
disse, che a
,
me
e che di grazia
il
Sua Maest
Re
in
mala opinione
de^ popoli,
Sua Beatitudine
la
onde
predicatori
ancora
mossi,
il
nome
della quale,
,
per
pace e per
in
le altre
grandi azioni
di
Nostro Signore
non fu
il
forse
mai
maggiore reputazione
in questo
a'
Regno.
per vedere
mattina
Cappuccini
il
che ha ripigliato
nome
,
di
,
Fral'Angelo;
alla
presenza
la
seguitava.
Ma
;
prima
e
mentre
,
Maest
Sua udiva
puccino
,
messa
il
nella
chiesa di
quei Padri
eh' era
signor di Gioiosa
che cos
se
lo
nomin per
perso
la
allora
risoluzione
dispiaceva
sua
buona compagnia, ed
ritirato dal
desiderato
che
egli si
fussi
a poco a poco
mondo
Padre
questo
Sire
di s
vi
un poco sopra
;
rispose prontamente
,
ma
siate
pur sicuro
trovate.
che
;
lo far
me
,
vi
Il
cappuccino replic
Posso
io
farla
Sire? Sua Maest rispose con molta efficacia: Fatela pure arditamente che io ve lo prometto innanzi a Dio che l ed accenn
,
;
r altare
e soggiunse
Non
che Dio non mi gastigassi, e non mi mandasse la morte? Eppure ognuno vede quanti risichi ho scappato. Il Padre cappuccino disse
poi
:
Sire
vostri
Re
rispose
rendino
460
testimonianza a ognuno
miei
lo vedrete.
replic pi volte
la
fin
messa
si
il
quale abbrac-
amore e
di
tenerezza
se
ne passorno nel
questo
al
Illustrissima
con
le
particolarit
Re
alla
messa, e
come
d'Ambrun
e
,
li
Vescovi di
Parigi
e di
Beauves
e qualche altro
ecclesiastico
alla
persona di Sua
SOPRA
DI
ENZO RE
DI
SARDEGNA
LETTERA
DEL PROFESSOR FRANCESCO BONAINI
AL
SIG. A.
HUILLARD-BRHOLLES
A PARIGI.
Chiarissimo Signore.
\^uando
vi
additava varii
chiate con
federiciani
,
sommo
nell'
studio.
Or
voglio
agli
dirvi
altri
diplomi
sconosciuti
finqu
eruditi
di
e da
,
me
discoperti
nel
novellamente
archivio
comunale
Cortona
scrittori
frugando
patrii,
si
Registro Vecchio,
ticozzi
spesso
l
ricordato dagli
dall'Al-
sopra
d' ogn'altro.
;
leggono pi
negli originali
ma
gli
abbiamo quali
il
trascriveva autenticamente
,
nel
i
25 Settembre 12i8
di
notaro Crescenzio
titoli
durante
il
reggimento
di questi
diplomi
ripete la stessa
formula, eccetto
questo
nomi
diversi de'nolari:
ma
voi
non direte
esser
sideri
per
non doversi
guardare
che
,
ad
uno solo;
si
perch, valorosissimo
come
vi
,
ben palese
sommo
il
l'
quando
constori-
per
le
molte deduzioni
che
le quali
sei
Fuori che
tulli
dimorato;
ma
se di questo
diploma dell'Aprile
del
124-2
(primo fra quelli che il notaro Crescenzio ha trascritto), perch apprendiamo da esso che Federigo in questo tempo dimoravasi in Napoli cosa non accertata, a quanto io sappia, da altra carta; non leggendosi a stampa diploma dettato in questo mese.
:
^p. Voi.
II.
464
DIPLOMI INEDITI
et
lerusalem
Sicilie
Romanorum imperator semper augustus Rex, Per presens scriptum notum facimus unitam presentibus quam futuris quod nos conet legalitate Manni filii condam Orlandini
de prudentia
habilatoris Cortonj fidelis nostri in Tuscia, recepto ab eo iuxta conofjtii iur amento constituimus eum publicum amodo publici tabellionatus ofjlcium ubique per imperium ad honorem et fidelitatem nostrum debeat fideliter exercere. Quo circa universitati vestre precipiendo mandamus qua-
suetudinem
fidelitatis et
tabellionem imperii ut
tenus predicto
Manno
in hiis que
ad eiusdem publici
tabellionatus
et
fidelitatem
no-
strum, et nullus
qui
officio
publici tabellionatus
inrei
Ad
huius
et
autem
memoriam
et
muiestutis
Dutum
Neupoli
Anno dominice
95.
f.
millesimo
Registrum Vetus
essere
,
La somiglianza che
e
i
potei osservare
tra
questo diploma
dal darveli
rimanenti
;
mi dispensa
per intero
per abbiatevi
loro.
qui
scono
quale
tra di
tali
nel
diplomi
leggono.
Fridericus
Datum
f.
Pisis an-
no
dominice
Incarnationis
ducentesimo
95.
quadrugesimo
nostri
Vgonis Ranaldi Guidonis Tarduccii de Cortona fideDutum upud Sunctum Quiricum unno dominice Incar-
nutionis
MCCXXXXVII
mense martii
V Indictionis.
R. V., 95.
filii
1'.
Fridericus
Bor romei
de Cortonu fidelis
nostri
condam
Incur-
Peponis Albertini
nutionis
R. V.
,
dominice
MCCXXXVIIIJ
95.
f.
tertiedecime
indictionis.
Fridericus
nostri
nis
condam Bonconsilii de Cortona fidelis Datum upud Aquampendentem unno dominice Incurnatiofilii
lohannis
MCCXXXXIUl
indictionis. R. V.
95.
f.
DI
Fridericus
FEDERIGO
II
ec.
filii
465
olim Jacopi de Aliato
in
castris in
episco-
Bonaiuncte de dyrtona
Datum
tertie
MCCXXXVIIII
V.
,
mense septemhris
decime
indie tionis,
95.
f.
Fridericus
Vgolini
Datum apud
dominice
fncarnationis
\\,
Thomasii de Cortona
indictionis,
MCCXXXIIII
fidelis
V.
95.
l.
filii
condam Boiemontis
95.
l.''
Datum
Pisis
indictionis.
MCCXXXXV
fidelis
K.
V.
dominice Incarnationis
millesimo
fidelis
Buiamontis Cavalcantis quondam Vgonis Occonis constituimus publicum tabellionem iudicem ordinarium imperii recepto prius ab eo utriusque iuxta consuetudinem iuramento Datum apud Cortonam anno
Fridericus
nostri
et
fidelitatis et
officii
dominice fncarnationis
indictionis.
Dafilii olim Simeonis de Bacialla tum Cortone anno dominice Incarnationis MCCXXXVIIII mense ienuario XIII indictionis. 96. f. R. V.
Fridericus
Pisis
MCCXXXVIIII
t."
Neronis
filii
Deutesalvii
de
Cortona
Datum
anno dominice
secunde indictionis.
Fridericus
nostri
tionis
Incarnationis
R. V. 96.
filii
{'.
MCCXXXXV
de
mense
Cortona
augusti
Bonaiuncte
Aimerighetti
fidelis
MCCXXXIIII mense
fidelis
R. V., 98.
f.
Fridericus
Boncambii
tona
nostri
de Cor-
Datum
Pisis
Incarnationis
H.
V'.,
MCCXXXXIIII
Fridericus
98.
f.
Cortona
R. V.
fidelis
Incarnationis
,
Datum apud Cortonam anno dominice MCCXXXVIIII mense ienuario XIII indictionis.
filii
quondam lohannis
de
98.
I.
nostri
Amatoris quondam Scarlatti de Cortona Datum Pisis anno dominice Incarnationis MCCXXXXIIII mense augusti secunde R. 98.
Fridericus
filii
fidelix
indictionis.
V.
"
l.
466
DIPLOMI INEDITI
Rainerii filii Riccomanni de Cortona Fridericus Datum apud Cortonam anno dominice Jncarnationis MCCXXXVIIII sexto-
R.
V.
98.
t.
Guafredi
filii
condam Castelani
de Cluscio fidelis
f.
ma
il
Ire del
principe Federigo
vicario imperiale
spedili
,
danti
Anche quesli in luUo simili Ira loro, perch risguarnomine di nolari furon trascrilli dal nolaro Crescenzio. Il pri,
mo
21
Febbrajo 1247
da
dalla
Incarnazione,
indizione sesia;
secondo spedilo
Corlona nei
;
3 Ollobre
,
quinta indizione
il
il
terzo
per
97.
ulti-
mo
fu dalo,
come
primo, da Firenze
correndo
(
13 Agosto 1248
/".
,
indizione
R. V.
96.
t).
In esso voi
vedrete
;
riferito
un
dell'
imperator Federigo
che sebbene
al ti-
manchi
di
filius
sacri imperii
Cornetum
et
Dei gratia
cilie
Si-
rex
et
Antiochia
imperii in
et per totam Marittimam viomne bonum. Fidelium nostrorum iurisdictionis tue laboribus et expensis quantum possumus salubriter providentes ut pr recipiendis a maiestate iudicatus et tabellionatus ofpciis ad presentiam nostram cum nos de partibus ipsis longe distare contingant fdeles eosdem non opporteat ulterius laborare creando
Tuscia
suam
et
et
et
fidles
tibi
quem per
te
creari
contigerit libras
Lucensium parvorum
DI
FEDERIGO
II
ec.
467
unam
officia
consequuntur
fidei
(?)
quod in
et fideliter
Datum apudAreianum
XX junii
quarte inflii
Vnde nos
fidelis
Acapti
officii
de Cortona
et
iuramento predicta imperiali auctoritate qua fungimur. ipsum publicum tabellionem in imperio duximus statuendum ut decetero pre-
dictum officium ad honorem et fidelitatem Imperatoris serenissimi patris nostri et suorum heredum fideliter debeat ubque per impe-
rium
exercere.
mandantes imperialis
sit
(sic)
auctoritate
qua fungimur
impediat
quatenus nullus
officio
indignalionem
Ad
moriam
et
Datum
minice Incarnationis
nis,
MCCXXXXVII. XXI
f.
R. V.
96.
Ho
inutile la
,
mia
col
indi-
Enzo
re di Sardegna
quale
protezione
Siena
ove a
me primamente
di
leggere
disteso
un
gli
questo figliuolo
di
Federigo, trascritto
tutti
Henricus Dei
et
et
domini Friderici
esse volumus tam presentibus quam futuris quod nos de prudentia et fidelitate Berardini filii condam Paganuccii de Cortonio fidelis Impera confidentes auctoritate legationis nobis a Domino Fre-
filius
derico Magnifico
et
et
Romanorum
Sicilie
468
DIPLOMI INEDITI
ut
DI
FEDERIGO
fidelitatem
II, ec.
beUionem Imperli
amodo eiusdem
et
tabellionatus
officium ubique
serenissimi Cesaris
nostram
vestre
omnibus que ad
et
re-
tanquam publico
tabellioni
imperium auctoritate
sit
Et nullus
molestare
se
qui
eum
de predicto tabellionatus
si
impedire
presumat. quod
noverit incursurum.
et
Ad
memoriam
nostre
fieri et sigillo
impa-
Millesimo
mense
quintedecime indi-
Conservatevi lungamente
tanto
vi
all'
incremento
di
dei
nostri
studii
che
,
debbono
ed accogliete
notizie
le
Pisa
25 Novembre 1845.
F, BONAINI.
SULLA
SULLA
ITALIA
xjLllorch
oUimo amico
vi
piacque
indirizzanDi
le
vostre
encomiale
voi
lettere sovra la
Italia (*),
meritato onore
troppo
grande
non
mi
veniva
privatamente
accompagnato
posta
tale
,
di
non
lieve carico
domanda
che
io
la
e vuole risposta.
Or
argomento per
voi trattato
lecito di
aprirvi sopra
studi
immediati e pi
prima
giovent
quando
stesso
io rive:
mi abbondavano tempo
stiva
me
quando
sempre modesto
di
ma
come,
campo
dall'
rilavo-
le forze
da spendervi
per
pretende
i
uom
pro-
romana giurisprudenza
;
Ma
voi
che mi
voi
longobarda inedita
(***)
voi
mi obbligate
Appendice all'Archivio Storico Italiano N.'' 7. 91,96, 106, 136,143. (V. anche Giornale delle Universit Toscane Voi. 1 ) in occasione di rendere conio della Istoria del Diritto Romano nel medio evo del Sig. F. C. de'Savigny. (***) Annali delle Universit Toscane Voi. I, e Appendice all'Archivio
f*)
{**)
N.*
Storico Ilaliano
N.<>
10.
II.
Ap. Voi.
60
472
lare.
tutti
SUI
Siami pertanto
il
LONGOBARDI
vostro di
;
comando
mi difenda
per
via.
dal
(
pi
e
qualora mi accadesse
di
fallire
,
mi
E non
crediate
le
che
io voglia
come
rivangare tutte
edifica-
rono
de'Longobardi
patria istoria.
ticolari
un pronao stupendo alla istoria che rester sempre segnalato per tulli cultori della
i
Ma
voi
che tuttavia
voi
mi deste carico d' intertenermi sovra i parrimangono a spigolare nel campo delle que,
stioni
da
allorch
furono
si-
gnori in Italia
io
mi sono
cos
onde
vi
piacque gravar
mie spalle. Or s' io considero in tutta parmi che si dimostri cos circoscritto.
le
1'
Qual
le
Lon-
gobardi
secondo
Re,
le
carte di
Longobardi?
quasi
lo
di
se
,
vinli
non furono
essi
,
ridotti servi
n
lo
i
in
condizione
servi
serbarono
il
proprio diritto, o
perderono, o
trame-
scolarono ?
Insomma
come ed
in
,
quanto
Romani
Il
vinli
furono o
de' vinci-
protetti
sia dalle
?
costumanze
sia dalle
leggi dei
Re Longobardi
,
municipio
sue
romana sapienza,
componeva
,
dur
cio
s'
infievol
s'
imbastard
r una o r
,
altra o per
ambedue
le parli
onde
si
tanto
per
Come
si
se mai
in quella tenebrosa et o
V uno o
altro
povis-
tere?
sero ?
ecclesiastici finalmente,
la
longobarda
O non
pi presto, ciascuno
degli ecclesiastici
gine?
3.
le
le
domande
poche
di
numero
ma
ciano tutto quanto oggi si vorria sapere intorno la dominazione e buon per me, che molle essendo le cose de' Longobardi in Italia
;
io verr solo
raggranellando
quanto mi sembri
si
che
via facendo
la
vostra
potente
mano non
sia
degnata raccogliere.
IN ITALIA
473
sotto
Longobardi
furono ridotte
Romani
o Italiani.
k.
Quando
a
si
i
vinci-
tori longobardi
romani o
di
italiani
tutti
ricorrono concorde-
mente
Paolo Diacono, e
che
ai
nostri
islo-
furono,
infatti,
questo
lo atroce
voto
(1)
le
Clefl
suo successore
i
la
pi
romani
racconta
,
come
al
Duchi
che fu dopo
Clefl
cupidigia di
poi,
divisi
per ospiti^
de' prodotti
,
de' loro
terreni.
Bis
diebus
multi
novero
fru-
bilium
romanorum
I
ob cvpiditatem,
)
interfecti
sunf
reliqui
per kospites
aL
il
hostes
divisi
,
ut ttrtiam
partem suarum
(3).
gum
Langobardis persolverent
conto
,
tributarii efficiuntur
,
Poi dopo,
proseguendo
dominazione
bardi in
la
ci
,
dice
de'
Duchi
e di
come comun
rimedio della
,
incomposta
i
consiglio
levassero
Longolui,
Re
per
il
principe sosten,
gli
seguaci
suoi
duchi di
lo
che alla
rilevasi
,
come
da parole
diebus
quali
atteso
il
malaugurato doppio
lor senso
in
Huius
tunc
Autharis
erant
,
ob restaurationem regni
duces
qui
omnem
tur
(4).
Ed
ora
:
cosa
qui
vogliono significare
colore oscuro
per Langobardos
,
partiuntur
? Si
una seconda
nuova per
(1)
(2)
tf.
27.
474
la indole
SUI
ed
i
LONGOBARDI
la
soggetti
che
patirono
e cos
al
i
diversa
da
de'
,
quella
gi per
lo storico
di
annunciala siccome
,
fatta
tempo
soggetti
si
Duchi ?
quota
che
i
Oppure
de' frutti
vinti
,
una divisione
al
e per
la
indole ed
pari alla
la
prima, ed
aggrav
che gi tributavansi ?
le
non finalmente
essi le loro
diccsi qui
,
per evitare
partire
,
arbitrarie
concussioni
de' vincitori
vidersi
astretti a
5.
e partirono
con
sostanze ?
mi faccia
reputesi
pedantesca
via
che
,
molti
se ora
ranno disdicevoie
mosi
di
al
nostro subietto.
per verit
tratfa-
romani giureconsulti
espressioni
,
loro
dall' instituire
la
tutti per certo darebbon lode a una minuta indagine sovra ogni parola
chi movesse
di lui.
Ma
uno
isterico e
,
longobardo
da
chi
ninno
elocuzione
mi grideranno
la
vogliano
il
fatti test
uno
solo
nar-
ratore, n
leggonsi
spese
sovra tanto
grave argomento.
,
Come dunque
sperar
di
giun-
ove non
s'
alla
cedano.
Ma
mettersi
sia
per
di
attestare
sincerit
la diligenza
chi
mostrare
fioco
la necessit che abbiamo di cercare altrove qualsiasi men lume che possa alcun poco rischiarare tenebre cos fitte. 6. Gi noi vedemmo come ad aramazzare o sgomberare dalle
parti
della
Italia
vinta,
multos
romanorum
i
viros
potentes
ci
avea provveduto
senti fossero gli
Clefi.
ufficiali
si
tro-
varono
Cos
ripeto
,
a levar di
mezzo
gli
uomini pi pericolosi
a
perch
potenti
Clefi
i
dare
sugli occhi
dopo costoro
colosi e di
ma meno
^
arrischiati italiani.
di
romanorum]
le
non perch
fossero perila
conio,
ma
perch
cupi-
IN ITALIA
djgia
[
475
;
de' vincitori
)
ob cupiditatem
) ,
furono massacrati
restanti
reliqui
furono
il
divisi
per ospiti
onde pagassero
da
ai
Longobardi
come
tributo
catenato
insino
il
parola
reliqui
comincia
chi
linguaggio amfibologico
Reliqui
di
Paolo.
dei
difatti
,
reliqui
sono
nobilium
II
resto
nobili
di
che
Io
primo
riferito pe-
riodo
tutti
indistintamente coloro
quali possedevano
un campo,
da Clefl
de'
potenti e magnati
sopravanzavano
decurioni egli
al
tempo
altri
illustri
ma
Paolo
con
la
,
parola
reliqui
che
seguita
frase
multi nobilium
terzo
romanorum
Gcare
falli
tributarj pel
o anche
pi mei
E dove
s'
Longodi
bardi
si
fossero in sulle
prime contentati
tante ricchezze e
un
,
un
,
po' pi
ricchi
e pericolosi
la
miseria
guadagneremmo due
i
notizie
momento: primieramente che Duchi de' Longobardi, non furono poi cos stolli politici quando seppero risparmiare a tempo o anche sollevare posciach dei balzelli e dazj della et imperiale pi di presente non si scorge
non
picciol
in lanla rozzezza loro
,
traccia
piccolissimi possidenti
fallo gli
nella guisa
i
miarono senza
imperocch
butarj
i
,
artigiani e
avevano terre:
tri-
dicendo
per
1'
il
Diacono che
effetto
vinti
unico
che prestassero
,
terzo
di
lunque
per
uomo non
possedeva terre n
il
raccoglieva frulli,
non pot
che
re-
soggettarsi a
la
tributare
terzo di quelli.
,
Secondariamente;
posterior partizione
stavano
E dove
il
senso
della
parola
reliqui,
multi
nobilium
romaquesta
norum
ultima
all'altra frase ut
,
tertiam
gobardis persolverent
;
volesse pi
n
presto
ci
:
il
divario
si
ridurrebbe
che
indistintamente
476
i
SUI
LONGOBARDI
come
soggettali nella
,
prima
i
e che
Lone
i
gobardi
plebei
di
;
gli
artigiani
seconda partizione
N
,
zione
populi
hospites partiun-
tur
punto
si
innanzi tutto
sima: populi,
da un
lato
egli
ci
afferma
se
la
dizione popiili
diverse
citt
pu
abbracciare
,
l'universale
delle
italiane
vinte dai
Longobardi
pu ancora
d tuttora
alla
parola popolo
le
poterono essere
la
materia
di
zione
gli
plebei
si
torn ad imporre
pite)
,
s.
tributum in ca,
il
testatico
o altra
qualsivoglia imposta
lice
(la
frase fe-
vostra
distribuironsi
Duchi
(5)
rassegnare
principe la
met
per
la
Intcrpelrando e conciliando in
le
piana,
(5)
La
si
Romani furono
attribuiti,
non
de'Longobardi partecipasse
in quella divisione.
Pu essere pertanto
che
Duchi ed anche il Re partecipassero in questa assegna, e non gli altri. E si dee notare che Paolo maneggia in modo tale la parola hospites in entrambi luoghi, che non mal necessario di referirla all' universale dei anche della prima partizione dice che reliqui per hoLongobardi. Di fatti spites divisi , ut lertiatn parlem suarum frugum Langobardis persotverenl ,
1
soli
iribularii
efficunlur.
di locuzione.
Ma
Diacono aver cosi favellalo per vezzo Certo pu sembra ancora pi probabile a credere, che cosi parlando
:
il
gli /lospties
Ove
Gapos-
Romani
possessori di
un
prime ad uno
staldo;
il
de' capi
gobardi.
argomento
credere essere
Romani
IN ITALIA
sarebbe stata rispetto a ci
la
477
1. tutti,
e cia-
scuno indistintamente,
ai vincitori
non gi
dei privali: 2.
merca-
Lon-
censili.
ed anzi la
Ma
alle
della
et
Se
la dili-
gette a
s'
mai non mi occorsero persone apertamente sogun censo personale. Nondimeno il Leo nel suo libro che
:
intitola
Vicende
della
Lombarde
i
riso-
ed
plebei diventas,
ma
non
rife-
poi
affermazione
trario
il
e conclude
chiamando
per
Per con-
et longobarda
,
ci
dice
che
dice
vinti
possessori di terre
i
diventarono terziatori
,
ma non
e
ci
mai che
non possidenti
mercadanti
operai
artigiani
(6)
Op. cU. traduz.del Co. Cesare Balbo . 3.pag.8, S.9.pag.27-33. Lo dei Sig. A. Loewe ( traduz.
II. e.
g'
l. p.
Collegi
d'arti
non gi
individui
avrebbono
altra
E
I
avverlesl in prova
che pi
Ma
si
o decima ecclesiastica?
proposito ?
Ad
modo
la
novit
io
478
SUI
LONGOBARDI
meno
tori
y
a lui
mi penso, perch nemnon occorse aperto indizio nei documenti di questi censiffatti
sili: se gli
non
,
di
rado parola
mercadanti e arte-
pittori
orafi
ec.
e non
compaiono
in
condizione abietta o
d Astolfo gi
Troya pubblicale
(7).
quanli-
tunque
tra'
beri Longobardi
che a costoro
si
armi, se
ridotti nella
di
che
nelle leggi
altri
Rachi
non
si
campo
gli originar]
mercadanti
ita-
liani
9.
ai fatti
la interpetrazione surri-
ferita delle
e vedere se riuscissero
meno
infelici.
Osservate
di
la
Duchi
met
i
Ora domando
tutti
io
dovevano
essi
soli
le
pi
potenti ed altieri
pagare per
,
senza risarcimento
beatiricchi
(7)
V.
p.
il
delle Scienze
la
Lettere
ed Arti:
Voi.
10
e segnatamente
nuove
si
leggi di Astolfo.
la
osservazione;
ma non
posso trattenermi dal notare che in Siena, citt governata da due gastaldi,
parla di
un exercilum senensium CivUalis, che non saprei credere comLongobardi. Brunetti op.
p. 1. N.
posto di
soli
XXV.
Il
tedesco
nome
originale degli esercitali, vogliono poi dimolti che sia arimanni; voce che
mentre altri pi plausibilpropriamente accennerebbe ai soli Longobardi mente credono che questa tedesca voce suoni pienamente liberi e cittadini. E niuno nega che gli arimanni componessero principalmente 1' esercito, op;
per fossero
contubernalis
esercilali.
Ma
;
herrgesello
le
voci analoghe
Graff, Florenliner
IN ITALIA
siccome prima
ciocch
;
479
(8).
Imper-
concedasi
le
spoglie dei
i
Re
de'
precedenti.
Ma
loro dominazione
le
patrimonj
le
conquiste e
,
depre-
dazioni
di
tocche dai Re
n per esse
potevano tenersi
si
erano
frangente sembra
naturalmente dovesse
le
egli
che
tutti
riportassero a massa
possessi
fatti
ed
se
alla
fin dei
crescere
tributo
a costoro.
Vediamo adunque
Diacono
:
se tanto possono
come surrogata
passo ante-
vengano designati come ricondotti a massa i soli possessori di terre: aggravati bastevolmente accenna un aggravio o augumento del
y
che
ogni
carico per
la
restaurazione del
regno
piomb addosso
dei vinti;
ed a ragione, posciach
que'vili
:
non
la patria in libert
per lan)
ma non
(9)
:
Longobardi,
in
pr
il
vinti
di prestare
come
tributo
partiuntur,
nuova
(8)
in
cui
Re, Duchi
una Vesmc
Ho avvertito
Romani non
,
nella
sessori
fossero tutti
i
che le parole di Paolo Diacono prima divisione gli hospites dei vinti posquanti i Longobardi ma soltanto alcuni
, ,
i
il provento grado) del Longobardi. Potrebbe anch'essere pertanto, a della di Paolo, che la seconda divisione logliesse di mezzo questa per cosi dire, massa comunedi proventi, e in una di queste due guise ; o che tributari rimanessero assegnati e divisi tra il Re e Duchi, per restaurare costoro del danno test sofferlo, cosicch in seguilo Gastaldi
de' principali
verosimilmente
Gastaldi,
(secondo
il
Invece
di repartir
gli
esercitali
Longobardi
61
ne riscuoles-
Ap. Voi.
480
divisione.
SUI
LONGOBARDI
si
chiu-
desser
gli
che in
tal
caso do-
vremmo perdonare
non
si
Longobardi
condiscendenza che
volle
finora
in
,
campo
il
interpretazione.
Tuttavia
non essendo
per s stesso
orialla
strana
fatto
di
come probabile conseguenza della causa che avrebbegli dato gine vediamo un poco se monumenti istorici ragguagliano
,
medesima. Se mi
vi
togliete alcuni
Beneventani documenti
de' quali
dir
tra
poco,
niuna
ci
legge,
de'
Longobardi non
nuovamente
Paolo
(10).
divisi
!
di
che
ci
parlerebbe
di
Come
la
La massa
ridotti
gi nella
prima partizione
al
grado
di
tri-
butar]
istcssa
vien
e di cos
immenso
terre
rilasciate in
mano
mai non
s'
incontra
vestgio nel
regno Longobardo
quando
sero
proventi
regii Gastaldi
pel
Re
) :
(come appunto
vinti possessori
i
ovyeramente che
Londi
meno
sudditanza e non
di
di servit
Gregorio Magno (v. noia 14); se non che il silenzio delle Leggi e delle Carte intorno ai Romani possessori tributarj non ci consente di facilmente accogliere la prima e molto meno la seconda. Ad ogni modo poi, questi tributar] sia del Re sia dei Duchi, o anche de' privati longobardi, dovrebbon
liberi
possessori e
dei terziatori
Beneventani g. 20-25.
N.^XVI. Un documento
Bre-
p. 14.
11,8 conslit. i/, lavoratori insomma dei parla di tributarj; ma costoro sono servi o coloni e non parmi per conseguenza che ci serbi memoria dei Ropoderi Iributarj mani possessori fatti tributarj dai Duchi. V. per Troya: Della condizione dei Romani vinti dai Longobardi g. 179. p. 240-242 (Napoli 1841 ). E non da dimenticare che anco nella et imperiale i coloni, o parte almeno di loro, si 63 L. 12. C. de Agric. domandavano tributarj. L. 3. C. Ut nemo XI XI 47 . 2. C. Theod. Si vagum (X, 12 ).
e poscia dal Margarini
Bullar. Cassinens.
,
IN ITALIA
e ripetuta menzione nel Ducato Beneventano
voglio cavillare sulla parola.
tributar] o terziatori de'
il
481
? E notate che io non rammento, che gli antichi Duchi vennero aggravati. A quanto crebbe
Ho
detto, e lo
tributo?
Alla met? perch non parlasi di consorti mezzajuoli. A quota pi grave ? perch non occorre nome che alla quota
si
imposta
referisca ?
nemmeno
genere
di tributar] ?
Perch
rispondo
di
come condizione
comprensiva
1'
di
nome
dalle
altre distinta e
,
pi non
fossero
i
ce ne avea nel
poi
si
Beneventani terziatori,
:
vedremo a suo luogo. Ma qui fatemi lecito di domandare se nella nuova partizione dei terziatori che furono al tempo dei Duchi si aument l'aggravio dei frutti, ed essi diventarono mezzajuoli o che volete perch mai Paolo Diacono, il quale con tanta precisione ci narra che tributar] pagavano sotto Duchi terliam suarum frugum^ non ci dice poi della nuova quota? poteva
; i
questa
in silenzio?
poteva igno-
Longobardi?
di
Sennonch mi pare
voi tirate
sentirvi
sussurrarmi
stesso
ci
alle
orecchie
ma
fendenti
all'
aria
voi
avete
detto che
a massa
tributarj
;
ter-
caduto
di
non fu mai proposta da veruno e sembra vi sia memoria, come ai d nostri muovesi perGno non lieve
Duchi
,
dubbio se
di
una seconda
con
partizione
mai
favellasse
il
il
Diacono
periodo da
f).
Ma
io
vi
dico in verit
di
che
il
primo
dei
cinque copisti
di
quei
cinque Codici e
che l'uno forse derivato dall'altro (11); o per come a lui pareva (e a
di nostri), del riferito
pare ancora
ai
passo
di
Paolo Diacono
la et. Ora de' quattro Codue soltanto mi nota. Il Codice di N.* 1795 del secolo XII quello di N. 1983 del secolo XV. Pertz, Archiv. voi. 7.p. 311. Degli altri due di che quello segnato di h.'^ 905 fu della Regina di Svezia e r altro Oltoboniano N. 909, Ignoro la et e gradirei di saperla. Il Chigiano poi G. VI-156, che legge come quattro Vaticani, del secolo XV, Perlz,
(11)
Per
la
fede
al
482
eoi precedente; tolse a
SUI
LONGOBARDI
fatto
che
ci
do-
veva occorrere
di
necessit
Longobardi
e la tradusse invece
ad
una
insolita
prova
il
di senti-
mento
copista,
cangiando
repartizione
insomma
Duchi avendo
soli ras-
segnata
la
met
di loro sostanze
per
la
doveano in qualche
le loro perdite.
modo
un risarcimento per
la
mera
e insolita
prova
di sentimento;
perch
voce patiuntur
mentre da un
come non
vinti
,
nuovo male
patito dai
di
compassione e
di benignit
per
loro
medesimi giam-
significarne
altrove
puro sangue. Dico finalmente, aver quel copista imbrogliata pi che e ve lo provo in poche parole. Legmai la storia de' Longobardi
;
di
la
romana
variante
,
cio
che
di
corre: prima
di tutto,
non s'intende come e perch l'universale degli ospiti longobardi si tributar] quando i soli Duchi ne prendesse licenza di aggravare
i ;
avrebbono avuto
la
cagione o
il
pretesto
Re
di
una met
ci si
di ciascun ospite
longobardo,
il
capo
de' tributar]
e allora io
vi
,
domando
ridurre
romani possessori
di
che da un
come
il
beati
dall' altro (e lo
vedrem pi
e' sia
sotto
. 13)
correvano
di
fatti
signor Troya
quantunque
si
quegli
il
la
romana
non
variante e
dimostri propenso a
,
crederla
come
la vera
islorico
sopra
dizione de*
Romani
vinti^ dai
Longobardi
IN ITALIA
istesse
483
le
sopra
di quella
ma
poggiasse sovra
menta.
Leggete come
domander
di
in perpetuo;
Re
11.
e nelle carie
in
della et
longobarda
,
romani proprietarj
di
suolo
ridotti
grado
terziatori
di
tributar] ?
:
Ma
non
gU
.
sofi-
terziatori
tributar] facilmente
il
ritro-
nome dentro
Esamio
te-
infinito
,
numero
Longobardi
di aldj
niamo un poco
holdere
,
italianamente tenere
viene
il
nome
ra'
o tenitori
e dove io
ignorassi
intieramente
i
antichit
germaniche o disputar
,
free-ed
copy-holders
mi sforzerebbero
agli
confessarlo.
Ma
io
nego ed assolutamente
aldj
,
tributar] de'
ai
infatti
per ammettere
cotesto
di
rag-
guaglio,
zioni, di
supposi-
conquista
le
si
Che
i
costumasse poi
di rcpartire tra
vinti,
antico padrone.
Che
il
nuovo
di
considerare
come
il
cio l'antico
mente
di
,
un
e
terzo de'costui
ammettere un altro alla consorromano padrone e contentarsi unicafruiti pel magro vantaggio di riconoscere
,
,
in esso
1'
Un
modo
giunto
in
con-
Italia,
non
si
alla
longobardo.
si
E
i
a chi volesse
nondimanco acconsentirvi,
le
che non
pu
perch lo negano
vinli
ci
dice che
romani
al
tempo
dei
in
condizione
di
tributar]
ut tertiam partem
bardis persolverent.
Intendete ?
484
erano suoi
(del
(
SUI
romano)
in
,
LONGOBARDI
dirsi se
il
anco
fondi frugiferi
principale
i
se
suoi
erano
frutti
perch suoi rimasero i fondi; oh! questi tributar] non possono davvero ragguagliarsi agli aldj ai tenitori delle altrui terre. N
,
io
io
troppo
valore
ad ogni
suarum pu
Paolo.
Imperciocch
lesta
riferirsi al
Insomma
o
le
parole
,
dell'unico
altrimenti
punto capitale
di
nostra
istoria
lo flnga
E
il
ragione? Eccola.
,
Concedetemi
ciascuno dei
che
Duchi Longobardi
,
dinasse
il
romani da soggettare
,
che o
forza
delle
i
la
paura o
la
tristizia
avran
ripostigli
,
curie
furono spenti
svegliassero
romane. Avremo allora che que' romani proprietarj quali non perch non possedevano continuati latifondi che ri,
la
sessioni sparse
ci stesso tributar] a pi e
diversi dei
Longobardi.
infnch
tutto restringevasi
frutti di
ciascun
fondo
il
come
il
tributo
non occorrevano
nell'
difficolt
il
respettivo colono
villico del
fondo, posto
uno o
l'altro territorio,
avrebbe
il
recalo
pa-
drone avrebbe facilmente sodisfatto a ciascheduno degli ospiti suoi. Ma se, per la prima partizione di che ragiona Paolo Diacono, i tributar]
prietarj
grazia,
pro-
il
mundio
ospiti
di tre
di
quattro
di dieci
venti
Tuno
all'altro ignoti
Longobardi? Ed
il
avvertite
termine correlativo ad
padrone
(12)
il
la qualit
IN ITALIA
ci
485
:
non
di
padroni. Parimente
che
la parola
hospites
suona
tra'
ma
con-
popoli
consorteria
ella
Paolo, appresso
ci
Longobardi. Hospites,
pertanto
la
voce che
spiega
il
frugum
sempre suoi
romano)
questa
romano possessore un
tributar]
o venti padroni
)
consorti
dei
romani or
come
si
suoi leggitori
Reliqui vero
divisi
tributarii efficiuntur.
mundio
vinti
come
consorti
obbligali
di prestar loro
ri-
vincitori,
acquistarono
soltanto
de sorte
un gius privato o reale [jus in fundo direbbero i Romani; barbari Longobardi gius esperibile in perpetuo con, i
Romano
titolo
Re e
nelle
carie longobarde
non
di tributarj
V. nota 10
Romano
un padron longobardo. 12. Ma voi, gi stanco di tanto minuta indagine di una esegesi fatta pi lunga dagli episodi, mi domanderete: insomma, qua!'
piena
signoria di
,
proprietario, e non in
la
vostra opinione?
?
Come
:
spiegale voi
il
secondo
riferito
luogo
di
Paolo Diacono
Rispondo
spiego
;
che
,
nel se,
guente modo
partiuntur,
falli
populi tamen
aggravati per
il
langobardos hospites
altri
i
io lo
come
i
Gibbon e molli
dagli
quali eransi
a interpelrarlo
cio,
giali
con avanic
pi gravi
aggravali
ospiti
Longobardi
che
sorti
ai Coloni, egli
(
perch tra
di
con-
testimone
il
per tran-
slato
in
pot signiflcare
Ma
486
SUI
LONGOBARDI
si
13.
Ed
,
era tempo
ben ce
,
lo
dimostra
in
la
storia
di
ordinare
il
adesso
de'
regnando A u tari
succedevano
,
le
cose
modo che
Sovra
il
dentro
regno
Longobardi
si
soglio di Costan-
tinopoli
un dopo
l'
altro
Tiberio e Maurizio
ed accennavano air
in queste
contro
Longobardi
che
parli
un
esercito
in pi
Regno.
genti
,
non era poi tanto da contare quando non vergognavano di trafuggire alle parti
taluni
degli
stessi
Duchi
del
come
le
pertanto
poteva
non voler
avanie
togliere di
un Re mezzo
prima
di
affrontare
le
dissensioni intestine
gli
,
odj
che
degli
ospiti
suscitavano ?
Gregorio Magno
asceso al
anno
il
timore
, i
Dio non
lo
avesse trattenuto
mano
alle
stragi
(14).
Ed
io
le
i
parole del
tempo che
vinti
romani
a
fine
ospiti
Longobardi
del
perdute per
la
restaurazione
regno.
Dico per
pronti a
che in
quel
sotto
momento
le
gli
acciari
dovevano essere gi
di
uscir di
vesti:
che un ordinamento
nella
Autari
per
la divisione delle
vagina; quan-
(13)
ivi citate.
Balbo
e. 8. 1
(14)
editori di
Gregor. Magni, Op. IV. ep. 47. Paul. Diac. IV, 30.
questa lettera
al
la
Benedettini
ma
i
ri-
sguarda chiaramente
tempo
che
sem-
plici esercitali Longobardi, scontenti delle oto sorti e privati dell'annona di vinti italiani per fare insieme al Re , ai che sopra nota 9 provocassero Duchi ed ai Conti , I soli che davvero divennero ricchi quella medesima celia che costoro aveano fatta ai nobili ed opulenti italiani ? E che costoro se ne consultassero col pontefice , sperando di averlo capo o fautore della
, i
impresa
(15)
ospiti fatta ai
frulli
Ninno vorr negare che la divisione dei Romani proprietarj per tempo dei Duchi, onde pagassero ai Longobardi il terzo de'loro come tributo movesse da un politico ordinamento. I Duchi doverono
,
IN ITALIA
tuaquc
le
487
si
ire
non
si
spegnessero
ina
occultassero sotto
la
si
ad un Gne
la
ci
ordinamento
di
Autari nacque
)
(anche
i
in ci fedele istorico
rappresenta comparsa
rallegrare
giorni di questo
He Longobardo.
Ed
,
invero
Longobardi
tarj di
e
,
ma
romani proprieospiti
,
terre
non pi a capriccio
Flavio.
taglieggiati
al di l di
dagli
sala-
tarlo del
nome
stati
i
E bene
sarieuo
Longobardi
e avari
ingordi e taccagni
se per
me-
con
ch'erano rimasti
in
dominio
dei possessori
romani
tempi
di
Autari
,
non senza cagione asseverare che un goto ricco a' suoi giorni adeguava appena un rpmano povero; Autari poteva, con maggiore e pi splendida verit, affermare che un romano ricco a' suoi giorni Ggurava appena come
di
da quelli
Teodorico.
se questi pot
il
N qui
il
veniste a
di
muovermi questione
di
,
etichetta dicendo;
che se
che
ai
i
partiuntur
vinti
parr
in tal
caso
romani
che
la leggio
vincitori e
comandato che
la
prima
di
lutto,
frase
suarum frugum
dinotando come
le terre
ioralli tra loro ititeodersela e ordinare cos diversamente in ogni ducato avrebbono potuto prendersi provvedimenti diversi. Ora a significare questo ordinamento, Paolo si contenta della frase his diebus. Credo pertanto, che per politico ordinamento accadesse ancora la seconda partizione regnando Autari, che lo storico con la slessa frase ci narra avvenuta huius in diebus. Del resto, che leggi si dettassero ancora dai Re predecessori, lo mostra il prologo di Rolari che parla di correggere e rimuovere o rinnovare le leggi precedenti. (16) La parola partire o dividere, quando usata in assoluto modo, significa presentemente e signific eziandio nel Ialino linguaggio, dividere per met. nota la formula del legalo di partizione: Haeres meus cum Tilio haeredilalem meam parlilo dividilo Ulpian. Hegular. XXIV, 25 ) ; quo casa (ag:
,
e con
Nei tempi che abbiam tra mano bisogna di necessit rilevare ogni minuzia. Osserver quindi che Duchi anch' essi avcano rassegnato al Ke mela delle proprie sostanze. V. anche il seg. . 22.
il
giunge
lo storico
Ap. Voi.
II.
62
488
rimaste in
SUI
LONGOBARDI
sempre propriet
dei
mano
:
loro erano
romani
biso-
gnava air atto della divisione dire che furono eglino quelli
partirono. Inoltre
stati
i
quali
che
la
,
vinti aspreggiati
aggravati
chiarisce
ad
evidenza in loro
pot
romani
ma
che
mio credere soltanto artiGziosa e pi acconcia ad appagare r animo dello scrittore. Paolo cresciuto in corte e carezzato dagli era come or direbbesi un realista , di ultimi Re Longobardi animo in tutto alieno dai Duchi o antiducale. Se ne dubitaste
, ,
,
rileggete V
un dopo
,
i'
altro
seguentemente
il
il
capo trigesimosecondo
passo che ricorda
del Libro II
primo
riferito
ai vinti, e
al
tempo
,
Duchi
rileggete poscia
cui spetta
il
secondo passo
Autari
giorni
:
di
e ve ne
,
persuaderete
serviva
subito.
La
frase
,
pi
garbata
populi
partiuntur
dunque
alla brevit
Autari sofferto dai romani, e apriva un ottimo passaggio a rappresentare le antedette beatitudini. Finalmente
,
se
non
vi
contentate
che quella
frase
troppo gentile
pot levarla
di
romano
,
prete Secondo,
Ma
delle parole
I
e vedete
un poco
e chi
per met
dominio
con
perdono inoltre
ferenza tra la
met ed
il
guadagnano soltanto in ci che si levano di dosso la nota del tributo che se non diminuiva contaminava per certo la loro libert personale (17) ed inoltre perch procacciano a s medesimi la pace
,
,
benefizj
devoli,
stanze.
ma
I
pagati con
una
perdila
non tanto
lieve
lato, e si
avvanil
perch cangiarono
gius
libertalem
IN ITALIA
in fundo o de sorte sovra le terre del
489
nel proprio e vero
romano,
si
dominio
di
una met
di quelle
che
terzo che
l'
prima avevano
della
parto
si
dominicale di tutto
il
fondo e
intiero di quella
del fondo al
pace,
che potea
,
sotto
la
irlandese
dunque
la
ottimo amico
che se a spiegare
,
consente
da
un
lato
(e ninno
ci
lo
impugn)
grammatica;
,
altrettanto lo consen-
tono, anzi
sforzano a crederlo
motto
di
quali poi
meno
16.
istoria
11
).
Che
,
se
non contento
dell'
e non contento
voi
antedetto
mento,
mi domandaste un solenne
i
partizione tra
vincitori e
vinti delle
costoro
Il
terre
io vi direi
ci difetta.
Gi lo sapete.
Codice Ambrosiano
non
legge,
come
gli altri
iscambio:
Or que-
nuova parola
proposito
offerta dal
chiama hospitatica
gi lo notava
i
in
Sig.
Troya)
(18)
terziatori
de*
di
alle differenze
o
a
le
neventani
me
che
,
bruscamente
per falsa
la
mana
questa
variante patiuntur
quantunque ripetuta
in quattro
Vaticani
di
accogliere
come
legittima la
si
milanese
variante
hospitia
dimostra
acconcia alla
interpretazione da
me
490
SUI
LONGOBARDI
, ,
lo credo e fermamente credo che Paolo che questo luogo dello storico longobardo si debba leggere in ogni sua parola come concordemente legge pres-
scrivesse hospites
soch tutta
la
immensa mole
sia
che
la
voce hospitia
o una
emendazione o un glossema
che
,
originariamente
scritta
da
Paolo.
si
conf
mirabilmente
alle istoriche
ma
eziandio
(
ambigua locuzione
sulto del
terata
di Paolo fratello in ci del romano giureconnome istesso, maledictus Paulus) non rimane punto alcome dai quattro o cinque n troppo antichi romani Codici,
ma
conoscerne
le
condi-
lo
che
che
X; pongasi
dell'
se bassi a dire
scrittore
il
proprio senno
avvertirvi
testo
Ambrosiano Codice correggesse primo e di che avea solt' occhio e in tal caso ho da
;
perch
di
,
Ma
che
lo
ambrosiano
scrittore
che avea
sott'
occhio, posta al di
,
la glossa
interlineare hospitia
ri-
la vera e
le
buone regole
e in essa
la
,
dell' arte
nello
o in questo
la
scorgeremo allora
(forse di Paolo)
mente e
mano
in-
uno
scrittore
contemporaneo
un testimone
lo
somma
della et longobarda.
,
N questo testimone
il
respingeremo,
siccome unico
Beneventano Arechi
appella per ben due volte hospitatica le terre dei terziatori, e avrete
in questo principe
a qualificare
il
buon giudizio
che con
IN ITALIA
una maestrevole ed autorevolissima
senso attivo
,
i91
interpretava
,
pennellata
mille
nel
or sono per lo
manco
anni trascorsi
il
con-
se per esporvi
la
uno
il
quale
bastava di ricordare
data alle parole oscure del nostro istorco, ho speso tante parole
vogliate
la
colpa tutta
di voi,
parole con
quali a
de'
me
vi
dominazione
dovere
,
Longobardi
velata per
di
pubblici
interna vita di
legge
istoria diviene
competenza
dei giureconsulti.
vero che
di
la storia di
,
brano
e molto
v'
meno
legge
Ma
che
cre-
quando
tuttavia
imbattete a
un passo
uno
storico,
quando
confessione sta
un mistero da
un popolo
dete voi che quello storico e quel passo cosi conciso e misterioso,
minor diligenza e amore che non le membra un imperiai rescritto, o l'intricalo e oscuro responso di un romano giureconsulto ? N forse vorrete io spero dichiarare eh' io sappia tutta quanta inutile V opera mia. Nissuno scrittore ma sono tanti quelli che non ho mai letti n conosciuti ), sottopose ancora agli occhi del pubblico una cos minuta indagine delle
voglia trattarsi con
lacere di
1'
unico verso
di
!
generare o trasfondere
la
persua-
Ora, se a malgrado
,
gli
errori, in
che per mala ventura io fossi incorso l' esempio mio riuscisse al punto, che un pi valoroso scrutatore delle cose del medio evo
applicando coraggiosamente
s'
il
l'
animo
alle
,
ingegnasse
di trarne
verit pi piena
le
logiche
di
adoperate
un tempo per
forse
ottener
non mi dorrebbe
pi
pace
comporterei quel
che
longobardico
gi
stringe la con,
clusione:
1.**
Che
tutti
liberi e cittadini
scampali
alla
492
liberi della
SUI
persona
,
LONGOBARDI
aldj
non gi divennero n
(20).
ne censili
o vo-
Nondimanco
la loro libert fu
per
Longobardi;
non gi di concittadini al popolo vincitore al che mi sembra accennare quella frase molto ponderatamente adoperata nel
romano che
provinciam Italiae
;
Langobardorum. Provincia
suppo-
ne de* provinciali
,
un popolo suddito ad altro popolo conquistatore e sovrano e non gi un branco di servi. 2. E in particolare Romani proprietarj di suolo dopo essere per breve tempo poi, che ai Longobardi per un terzo dei frutti di stati semplici tributar] loro terre suarum frugun cessarono dal tributo e liberaronsi dalle avanie dei vincitori nel riscuoterlo rilasciando ad essi una met delle terre medesime onde il pi ricco degl' italiani divent
i ,
(
povero come
il
pi meschino e tristo
invidiabile; e
i
dei
Longobardi.
il
Questo
e
stalo
se
nondimanco
contemplaPaolo Dia-
ben furono
E
i
non
nell'
tutto.
cono,
io
nego che
politica insti-
tuzione in servit o
Ho
mio credere,
Romani
proprietarj,
rassegnarono
ai respettivi ospiti
met
o
Ma
di
di coloro
un
,
fadi
miglia
o con
che
(20) Ripeto
che anche
il
le prestazioni in
generi
un tributo
e
i
civile,
non
che
vescovi
le
esigessero
come succeConti
le ri;
come
succeduti ai Duchi ed
altri giudici
Longobardi
nondimeno
di
di falli,
come
,
tradurre a nota
cui
quelle persone
i
erano addette?
Ma
dall'altra parte,
doveva
la
egli
chiamar servi
tributari posi
suoi
Lon-
terza collegialmente?
Lo che non
nemmeno
i
veggonsi
tanto sicuro, se negli hospiles del primo riferito passo di parte, non 1' universale dei Longobardi. V. so-
pra nota 5.
IN ITALIA
quc' tempi
493
conosce
il
erano
conta-
dino del suo, sa cerio che atroce dolore dov egli provare in separarsi dalla
met
di quella
innaffiata
le
del
suo
la
sua industria e
braccia
Longobardo pur
,
di ritenere quella
met
si
rimase tributario
una en6tcusi
di
lui.
perch teneva
fuggiti
le terre
Que'
liberi
che
la
dalle
proprie
di
sedi al
tempo
della
spada dell'invasore
di
,
sua
tempi composti
Autari
offerirono le
di
loro braccia
la consueta
ai
crederono
contrarre
nell' aldio-
invece
caddero
tanti
nato
Longobardi. Que'
Romani che
per
impoveriti o avidi
poco della
Longobardi
con
esercitarvi o le braccia
o
tutti
la
industria
ricattarsi
qualche
legge
mendico
la
astretto
la
industria
dov prevalere
legge
del
ricco e vincitor
Ro-
mani
o proprietarj o dati
servit aldionale.
come
quali,
io la
dei
li-
in processo di
tempo, vollero
,
eseraccorti
fattisi
vicini
che
e cadevasi
cara,
offri-
rono
che
le
braccia e
ingegno
al signor
;
coltivarne le
il
terre vuole e
deserte
ma
stipulare
romana
e prolestarongli di
,
ed
il
signor longobardo
,
se
non volle
Se poi
vuote e deserte
le
proprie terre
cordi
di liberi livellarj.
,
o campagna, chiunque
,
o per co-
arte
terme
casa
da
,
un longobardo
pagando canone
non
lui
,
pi conduttore o inquilino
ma
diventasse
aldio o censite di
nondimeno
parmi
494
che tutto
ci
SUI
sforzi a
s'
LONGOBARDI
cos.
credere fosse
dissi
Vedete dunque
e cittadini
la
egregio
amico
dai
che
io vi
avere
liberi
Romani conserloro
la
malgrado
di aldj
Longobardi
di
non ho
tuttavia
mancato
di ravvisare in
pi parte
che non
queir infinito
numero
me
,
questa,
ma
E
il
Longobardi condusse
aldionato e
nella censilit
cos
tenitori delle
si
mi pare
scansi
6-8), che
,
in servile
di
condizion cadessero
terre
,
pi cospicui
i
de'
,
Romani
gli
proprietarj
,
e ne campassero
mercadanti
artigiani
plebei.
se
mi
diceste
che quando
si
conclusione, che
tutti
in sostanza
i
non pochi
de'
Romani
proprietarj e quasi
coloro
polevo fare a
cose
,
meno
di cos sottilmente
ed a mio senno
farlo per
indagare
le
:
vi
risponderei che
mi piacque
amor
e a
della istoria
inoltre,
l'universale
liberi nelle
un
tratto
persone,
ma
gl'individui
1'
ad un
zione.
infinito
numero, caddero
un dopo Taltro
N allora la differenza vi apparir s tenue; perch non solo il nome della libert romana ma l' effettivo godimento della medesima avrebbe sopravvissuto alla conquista in ogni classe dei vinti; come negli scribi, ne' maestri comacini ne' liberi livellar] ec: quali tutti non so perch abbiansi da considerare non come originariamente liberi ma come uomini affrancati in seguito dall'al,
,
dionato
sero durato
dionato.
condizione
se
Romani
tutti
caduti
in
non
s'
intenderebbe
,
nemmeno
,
il
figlio di
Teodolinda Regina
de' suoi
(21)
,
avrebbe avuto
mi-
fondamento
dentro
di
Longobardi
Longobardi.
Romani
regno
aldj
Ep.ap.Baron.in Annal., e
II.
In no-
In
Rer.
Script.
Tom.
I.
Cf.
Vesrne e
Possali
Vicende ec.
p.
116.
IN ITALIA
dir vero
,
495
condizione parmi
ci
n aldio ne
affrancato
da quella
notaro
comparisca nella
istoria Slabiliciano,
all'
che fu
in
corte
di
Imperatore
in
di Costantinopoli;
che
condizione ed in
ai
il
Re Lon-
qualora sotto
nome
ai
di
non piacciavi
o
di
tempi
in quella vece
un guargango
Paolo Diacono
Beneventani
,
dalle
braccia di
capitoli de'
Il
Duchi
Signor
in-
e vediamo che
fatica
mai
ci
e con immenso
acume
d'
,
ingegno
e
nel
mezzo
al
suo
Romani
vinti dai
Longobardi pro-
barda
di terziatori ai tributar]
Duchi
Beneventani
de'
non essendo quindi innanzi lecito di ragionare dei Duchi senza mostrare a un tempo che sieno terziatori
i
tributar]
di
)
Arech
e di Sicardo. Incominciamo
chi (23), che
adunque dal
patto
[pactum
di
Areprof-
come una
transazione da quel
Duca Beneventano
IV
3G.
Sigg.
pag. 193 e segg., addacono quindici fatti e dipoi molli argomenti per provare
la
italiani.
Saranno
Il
Sig.
Bianchi
Europea N. 6
,
con
si
Longobardi parmi che abbia egregiamente provalo ragione alla mano, che, salvo in qualche luogo o citt, non poterono n tulli uccidere n spossessare n in servit ridurre possessori
vinti dai
la storia
Romani
la
vinti italiani.
qui sta
il
Rinvio
ambedue queste Dissertazioni, chi amasse di veder meglio trattalo questo argomento. Non cito qui la accennata Istoria d'Italia perch la suppongo in mano di tutti lettori. Y. per del Sig. Balbo Lib. II
perlanlo ai medesimi, ad
,
i
ivi
p.
60-62.
Neap. 1751,
Ap. Voi.
p.
(23) In
l seqq.
Camini Peregrini Histor. Principum Longob. Tom. Ili, et in Rer, Hai. Script. T. Il p. 339.340.
,
154
II.
63
496
feria ai Napolilani.
SUI
LONGOBARDI
tosto ci
si
,
Sennonch
difficolt.
transazione o sentenza
presuppone controversia di
si
diritti.
fosse
Arechi
agevole mi sarebbe
raccontarla.
Ma
il
sua transazione
ai presenti e
ad ogni
uomo o
o giureconsulto
di
di
ritrarre dalle
i
pervenne e
;
ricostruire
fatti
vorria conoscere
valore di
si
un
patto
di
rappresenti e
,
ricostruisca
,
disputati
e dritti
si
quella transazione
quella sen-
tenza
vollero definire.
senno ed
in servigio dell'uno
;
dir prima
la occasione
quindi procace
i
ricostruire
fatti
;
diritti
si
bram
di definire e
comporre e finalmente
vedremo quali siano le conseguenze che da quel patto cos indagato emergono per intendere la condizione degl' Italiani vinti dai Longobardi.
mossero
di
Niuno ignora le tante guerre che Longobardi Beneventani sia per occuparne o di tempo in tempo ai Napoletani per depredarne le fertiU campagne che tenevano anch' essi in Terra
19.
i
,
Lavoro
e guerre fossero
tali
i
e tante
ai giorni di
Arechi, che,
Erchemperto,
Napo-
letani furono
(24). Sta-
vano cos
le cose
il
conquistato
quando verosimilmente intorno all' anno 774 Regno Longobardo da Carlo Magno ed accennando
,
Arechi
i
avvis
di
togliere
,
queste
cause di
nimist
tra'
Napoletani ed
suoi Longobardi
)
profferendo
Duca [cumjudice
di esporre.
dizioni
il
patto che
mi giova
questo
di
che
si
a Langobardis diulina oppressione faligali eranl pacem alla occasione di un altro patto diverso da ragiona presentemente. Hist. Erchemperti g. 2. ap. Cam.
1.
Peregrinium Tom.
p.
80
II.
IN ITALIA
20.
I.
497
(?
or Terra di Lavoro
insino a questo
nelle
Napoletani da
XX
anni
dominio senza
possiedano
pagarne
censo
parti
Longobardi
tributo
lo
sicuramente
(senza,
c<
cio,
pagarne
o censo
a verun Longobardo).
Reciprocamente i Longobardi posseggano sicuramente quanto mai tennero in dominio da XX anni in poi , senza pagarne loro
censo
,
nelle
fondi
poi
fundora fundata
(
Ioni
) ;
fundora exfundata
che
abban-
cr
donati
cio
come pi
censite
vi risiedeva
sopra, dair
wom
dal terziatore),
,
a
tf
<J
tura
confermando quelle
con giuramento e
la
fatte tra le
domestiche pareti
(o privatamente)
(t
si
in
mano
di
delle parti
abbiano
,
facolt
Napoletani
,
di
rendere
met
quel danaro
Longobardi parimente
dividere esse
;
una
sia dei
il
Longobardi
l'
altra
dei Napoletani
la terza di
chi
sbors
I.
modo
usque
data
solverunt
XX annos
modo
in dominicatu lenuerunt
,
lanorum persolverunt
(a) sive
exfundatas
homines
et terras
divi,
sunl dati
per seripta
cum
domum suam
et
(,?),
si
voluerimus ipsas terras inter parles recolligere, licentiam medium ex ipsi solidi ; et Langobardi simililer ;
dividere ipsas terras per medietatem. Sin autem^ dividantur in tres parles:
tollanl
unam partem
Langobardi
aliam Neapolilani
et
ia)
(3)
dopo
,
Inlricatissimo
ma
munitae.
(
Cf. L.
)
parola cartas, pare che manchi la parola factas ; ed luogo che vislbilmcole appella al lalore delle Apoche trino teste 17 L. iO.C.de fide Imtrum.(lY. 21 ) L.U. C. quipotior. in pign.
la
Vili
18
;Voi'.
73.
. .
498
SUI
;
LONGOBARDI
i
danaro
scrittura
Napoletani
altra
e quegli uomini
la
quali sborsarono
il
danaro
sicuramente ne posseggano
terza parte.
che in
fc
non possano
((
danaro chi
dei Napoletani.
Da
c(
della
Liburia
a fondati o
non fondali
,
gli
uomini e
dopo
le terre
che
vi
demmo
per
un Capitolare
che
ci rilasciaste.
di tutte quelle
cose a
modo n
bardi ec
IL
a
ne mostri
instrumento
di
compra
ma
de'
la parte
napoletana ne
tre
de' sei
muova
Longobardi
ut
et
Neapolilani terliam
el
homines quiipsos solidos habent (r), terliam partem securiter possideant Et fundora vel terras quae in partes langobardorum venerint in sortem, nullo modo ipsi homines qui habitant in ipsa fundora possint infiduciare vel vendere aut per qualecumque argumentum alienare in parte Neapolitanorum :
ipsi
et si
factum fuerint ipsos solidos pereant et ipsa res revertatur in parte Langobardorum. Simililer et parte Neapolitanorum perflciatur. Exceptuamus ex his omnia fundora de Liburias qui perlinenl ad ipsum principalum ( l. comitatum ) Capuanum fundata et exfundala ; et homines et terras quae vobis per capitularem dedimus, que vos nobis aliquandiu relaxastis. Et omnia quae
,
in parte
Langobardorum
l.
Neapolitanorum
venerint
per
nuUum modum
eie.
.
Langobardus habet comparalas terras in Liburias et carlulam emptonis exinde oslenderit et pars Neapolitanorum inlentionem inde miserity jurent a parte Langobardorum tres homines de sex hominibus quales pars
Neapolitanorum quesierinty dicentes: Qua
iste cariale
(r)
la
parola datos.
IN ITALIA
cr
499
quindi
a
or
che una
l'
altra del
danaro sborsato
(
la
la
terza poi
aversene dalla
Se
or
or
uomo
Capua
or
uomini
de' sei
Napoli,
di
aver
comprato,
furono
il
de' tali
e tali
censo in
Capua
si
a
(X
grado in che
riusi
(s)
)
or
Capua; e
,
se vorr la parte di
le
Capua ren,
a
or
onde
ragionano
scritture
la
dividansi
met
e se
non vorr
restituire
re
naro, dividansi
parte di
teria
) ;
or
Napoli
l'
cio per la
consorparte
or
altra pel
.
danaro sborsato
e sia la terza
della
a di
Capua
sibi
unam
pars
Langobardorum ; aliam pr ipsis solidis datis terliam vero parlem consenlit inde habere parlem Neapolilanorum. ( Si pars Neapolitanorum ) i^) carlulas oslenderil quas ei quicumque homo fecisset de terris in Liburia si audel prior ( s. pars ) de Capua facere jurare Ires homines de sex, quales pars de Neapolim quesieril dicenles per sacramentum : Quia iste terre quas emplas habere dicitis, de illis hominibus fuerunt qui censum reddiderunt in Capua. t sic 609 habuerunt comitatus Capuanus sicut alios massarios de Liburias abbe,
rentur: (jurentur)
(e)
ipse carlule
( I.
Capua
et
quesieril: et si noluerit
a Iribus hominibus de sex quales pars de voiuerit) pars de Capua reddere medium
conlinunt
,
dium
talica
et si
noluerit reddere
:
medium
tollal
,
terliam parlem
,
unam parlem
ipsi solidi
et
aliam pr
terliam parlem
(S) 11 Pellegrini notava gi essere qui Incorsa una laguna ; non riempiendo la quale era impossibile d'interpetrare questo rileyantissimo passo. Dopo aver molto tempo rilletluto , conclusi come probabile che le stesse parole partem o pars
,
* ho inserito nel testo. contesto vuole che questo secondo vuoto si riempia con la sola parola jurentur, che 1* occhio e r orecchio fecero saltare al copista che aveva scritto abberentur.
parentesi
(e)
IS'eapolitanorum dovevano leggersi ripetute accanto due volte, ed una essere state saltale dal copista. Ne emerse quindi con molta semplicit il supplemento die tra
Il
500
SUI
LONGOBARDI
(
o ab-
((
No
c<
ma
non
facciasi
giuramento, onde o
una parie o
l'altra
((
c(
<x
giuramento o spergiuro
IV. Se r
uom
,
ponga
die-
a tro la
((
bastone,
come
si
costum ab antico,
con la
e vada dove
voglia.
ce
lo
possano, e
innanzi.
(il
a per
lo
possano.
il
se
le
farlo, dividano
loro
fondo e
esposizione
ottimo amico
et dixerit
una pars;
:
et alia
pars dixerit
quia
non fuerunt de his tertialoribus quod dicilis sed de islis fuerunt quod nos dicimus: non sit inde sacramenlum ut una quelibet pars in perjurium exinde
incurrat. Inspiciatur ditigenter ad qualia hospilalica
(r)
fuerunt pertinentia
finis.
anliquitus
et
et
IV. Si censiles
et
homo
noluet {L voluet) exfundare se de ipso fundo, ponit post regiam domus sue ipsum fustem sicut antiqua fail consueludo , et vadit ubi voluerit. Si autem pars de Neapolim cum parte Langobardorum potuerit revocare ipsum tertiatorem in ipsum fundum et fundare illum ibi potestatem habeant et serviat ambobus sicut antea servimi. Et si aliunde voluerit ibi hominem fundare potestatem habeant. Et si hoc facere non potuerint aut non voluerint, dividant
, ,
inler se
fundum
slatOf in
detto ctie hospitatica propriamente significa consorteria. Ma per traquesto patto potrebbe ancora significare il fondo tenuto in consorteria. ma ogni resto non tocca alla presente indagine; (9) Il patto qui non finisce bens agli schiavi, segnatamente rustici. E se di questi ultimi alcuni fuggano dal fondo spettante ad una consorteria si ordina che allora Napolitano e Longobardo se la dividano per met con tutte le pertinenze: tunc dividant ipse Langobardus et ipse Neapolitanus ipsum fundum per medietatem cum omnibus pertinentibus de ipso fundo.
{X
, ,
Ho
IN ITALIA
o per
lo
501
ond'
parola uel
manco
,
il
sospetto
che
ne' terziatori
patto di Arechi
dagli antichi
romani propriclarj
se
il
Im-
perciocch
terziatore fosse
il
,
censo
un
Longobardo
due
sole persone
il
potrebbono affacciar
in ragione
medesimo:
Longobardo
l'
Napolitano
mia ricostruzione
nella
,
Ai tempi
di
Arechi
;
Napoletani
possedevano
Liburia
ed
di
quantit di terre
alcune
dominio
altre
tributo di
un terzo
de' frutti.
queste
loro
coloni avendo in
mano
anno
frutti
il
terzo
come
tributo
all'
ospite longobardo
punto che
ne versavano
coloni
tra
di
,
tributo nel
avvantaggiandosi
letani
osarono perfino
essi lavorate
,
pegnorare o
terre
da
ma
stati fossero
Due
pertanto
erano
le
,
cause
onde
Napoletani dolevansi
delle quali o
erano
stati
recente-
mente
tributo, e a queste
le
modo
di
riti
e a queste
A
,
levar pertanto
mezzo cos gravi oCfese, dett Arechi quel patto che se fede meuna cotanto semplice ricostruzione dei fatti e della controversia,
un momento, e potremo apertamente conoscere
(25)
Tanto
rilevasi
da una lettera
di
dalla
romana
chiesa posseduti in
Sicilia. L<6.
quod prima
illalio
ila ut
502
le relazioni di gius
,
SUI
LONGOBARDI
si
buon Arechi
secondo
la
propria natura
longobarda
avaro e taccagno.
22. Nelle
tutto chiaro e
si
ordinato
a quanto pare
secondo giustizia.
Quivi
vuole che
essi
i
XX
anni
e che
Longobardi con
ed esen-
modo aveano
,
Ma dopo
come
I
palesi
subito
1'
unghia
longobarda
fondi o fondati o
?
mezzo
a
perch
Sovra
le terre dei
il
longobardo
,
avea soltanto
il
diritto
un
Ora
il
comunanza,
il
la differenza tra
terzo
e la
met
continua
,
sa
stato da
un
possano
Napoletano e
il
Londivi-
di quello al sovventore, e
si
dano le terre: diversamente, se ne facciano tre parti: una Longobardo, un'altra del Napoletano, la terza di chi sbors
naro .Certo: se
vuto
il il
sia del
il
da-
ma
quando
il
danaro
doveva egli
perch
altri ci
le oppressioni
ad
esso
inflitte
dai Londritti
aveano impedito
di vigilare
o esercitar suoi
padronanza
cosa and
?
sapete voi
come
il
i
Quel contemporaneo
,
il
patto di Arechi
qui
in calce
appunto
not che
d accettare quel
,
patto.
noi
lodando
ci di rilevare
aspreggiati ed oppressi
met
le terre censili
della
IN ITALIA
ricordata, tra
i
503
i
vinti
romani aggravati e
vincitori nel
regno dei
Rileveremo inoltre e
questo
di
in
tanti luoghi di
patto
,
partendo a met
acdi
vincitori ed
fosse
vinti
quando
cos volessero; o
vi
ai giorni
d'Autari
argomendi
tammo
uomini
La
sola novit
ai
qui
im-
porre la iniqua
condizione
vinti e sudditi
qui
;
si
offeriva ad
Longobardi
cio dire ai
Napoletani
quali non
facevano
le
parte del
Ducato
Beneventano.
ficato loro,
primo ed in principio del dove abbiam pure che il terzo secondo capo del patto di Arechi appellasi la parte dei Longobardi, E difatti, avvisammo gi come
Longobardi
si
leggono e nel
,
hospites
usata ancora
da Paolo
Diacono
presta
teria (hospitaticum,
si
come
dei
,
una quota
consorteria di fondi
visi
medesimi, come censo o tributo dei fondi; quando si posseggon questi a comune o indiche cessa
dall' altro
suo
,
epper divide
parte o
le parti
a s spettanti {sors
che prima
e di parte
erano
del
primo
come
all'
la
:
nostra indagine
per determinare
cio
che
,
terziatori
i
aldionato ridotti
non pi presto
de*
Napoletani
capo
II
mostrer scrittura
;
fattagli
da qualunque uomo
delle terre in
Liburia
ardisca prima
la parte di
Capua
Quelle
terre
vano censo
in
Capua
li.
il
contado di Capua
Ap, Voi.
64
504
grado in che
vano censo
ria
^
SUI
si
LONGOBARDI
della Liburia
i
,
ec.
quali prestadella
all'
Libu-
qui non
aldionalo
ridotti;
ma
sivveramente
pens
di
scambiare con
ordinare
il
gli
dove
si
tratta di
reclamali, dicesi:
(
Se nascer controversia
) ,
de' fondi
:
non pi fondati
o abbandonati
tali e tali
dal colono
terziatori
:
e
,
No
non furono
:
di que' terziatori
ma
ricerchisi diligen-
argomento
fatti
il
terziatori;
gli
quali per
conseguenza
aldj
,
antichi proprietarj
il
ma
fondo
padronanza.
E Analmente
la
uom
napolitana
di
porta
si
sua casa
bastone,
come
fu
longobarda
nuovo,
lo
ambedue come
il
il
se
possano.
le
se non possono
.
di loro
fondo e
<\V
terre di lui
censile,
terziatore ragguaglia
uom
ad uno
uomini i quali rendevano censo in Capua, siccome detto nel secondo capo, ove costoro sono posti alla pari di lutti gli altri massari
della Liburia;
aldj
!
ed
si
que-
sto
fondo
quasich
il
fondo e le terre
qui le ragioni
al
al
Napoletano e
(
Longobardo;
)
onde
fondo e
le
del terziatore
se
non
IN ITALIA
505
come
(Ictcnioro o colono
alla pi prossima parola o alle terre, delle quali in ogni et, tanto
nella imperiale
sore
il
colono
(26). Difatli
in
si
uomo
o colono
al
Napoletano e
Longobardo
di collocarvi.
Or
nuovo terziatore non potria considerarsi se come colono e non altro dccsi avere qucU'uom
che
si
staccava
dal fondo.
qui
si
noli
rammentava Arechi
al terzia-
tore che
si
,
dal fondo
adoperando
la
il
bastone
delle tribolaterziatori
,
zioni e offese
da esso Duca
Napoletani recate
ag-
gravando
dere
le tristizie di lui
le terre dei
primo
Onde Arechi
il
non dimentic
sottrarsi
alle
di
modo per
soddisfazioni
che
padroni
loro
avrebbono potuto
conquista
ripetere.
24.
Non dunque
nell'
antichi proprietarj
,
per
;
la
ridotti
adesso
aldionato
sono
terziatori
;
ma
ai quali dai
Longobardi Be-
neventani
come
Greci in mezzo ai
i
quali vivevano)
die
nome
di terziatori,
,
perch
medesimi,
in
o censo
il
25.
ben parmi
lo
dimostri
ai
quell'altro Capitolare
che,
nell'anno 831,
veniva parimente
(27). In questo
(26j (Diritto
Romano)
L.
18. L.23.S.
(
1.
XI, i%). (Diritto Longobardo), Rolh. LL. 236-238, col Docura. Farfense ap.Troya op.ci(. pag.431. (27) Ap. Cam. Peregrinium op. cil. Tom. Ili, p. 198 et segg.
506
Capilolarc
,
SUI
distinto in
LONGOBARDI
,
quaranlanove capi
testo e degli
i
de' cui
primi diciannove
ve-
altri le sole
si
rubriche, noi
(e.
terziatori
posson vendere
IV); che
ai
privati (e.
fatti
i
esercitali (e.
XX, XXI),
e
forse
;
quando
poterono
coloni (28),
il
terziatori
innanzi
divieto
che
sembra aver patito diminuzione della persona 1' uomo libero maritandosi ad una terziatrice (e. XXII) come gi nella et imperiale la pativa chi si fosse congiunto ad un colono o ad una coIona (29) ec. Ma dall' altro canto vediamo altres che terziatori si appellano e sono meramente coloni e. XXXII ut coloni tertiatores non dent in collata nec in pactum. Laonde sia che s* interroghi il Patto di
,
di
Sicardo,
terziatori
non
da
ci
compasibbene
come
ma
come
26.
difetta
che per
le terre
il
essi coltivale
Longobardi
N per entro giuridici documenti de' princpi Beneventani memoria de' tributar] padroni de' fondi come diversi dai
,
,
terziatori
se
terziatori
Nel
suo prin-
Salerno,
ora fondato da
Siconolfo, stanno al capo XllI queste parole: a Similmente abbiatevi tutti gli
quelli sottoa
posti a tributo .
E dipoi
di
nel capo
XIV
si
,
prosegue a dire;
Tutti gli
abbiano intiere
nelle
le
cose loro
qualunque luogo
mia parte
sien poste
loro sostanze
(B).
sua pertinenza
Onde
veri
(28) L. 7.
(29)
VII, 13
).
Nov.Theod. tlt.44.c.l.
ap. Cara. Peregrio, op.
Beneventani
cit.pag.
214-224.
qui
C.
legras in
XIV. Omnes homines qui in veslra portione sunt, habeant res suas inquocumque loco meae parlis pertinent de illorum subslantiis cum omnique pertinentia sua.
,
IN ITALIA
tributari o padroni de' fondi sottoposti a tributo, di
e.
507
che cenno nel
XIII
secondo
XIV)
o terziatori, se veramente
terziatori
il
Patto
Arechi ed
26.
il
qui
per
modo
di corollario alla
Beneventani
la
documenti
sig.
parmi
il
di
opinione del
Leo,
quale
si
che
vinti
romani proprietarj
servi
,
soggettati a
tributo,
onde
suoi
Longobardi
terzo dei
Ma,
s'io
,
nuovo ingegno vano. Non ne avean bisogno e perch la spada non erasi spuntata o rotta in mano del Longobardo, e perch la sicurezza del tributo
;
non erro, ne i vincitori abbisognavano di questo n per esso avrebbon conseguitato ci che brama-
frugifere e dal
,
colono che
le
le
abitava;
colono
di
il
lunga
mano
avvezzo
si
per evitare
condizione
,
avanie
a pagare pel
padrone
cendo
caso
,
tributo.
Non
conseguitava
servii
nemmen
;
lo intento, ridu,
il
proprietario
in
exfundare
staccarsi dal
,
fondo
n lo ignorava il sig. Leo le nuove e barbare costumanze il consentivano ai terziatori. Per avere adunque piena sicurezza sovra le persone de' romani proprietarj
bastone alla porta d casa
{
come
unico
modo sarebbe
stato questo
di
cacciare
vinti
ne' privati
bus
XV
pondo ne minore
mi sono
i
monon
;
vinti
la
romani
massime
proprietarj
di terre
caddero per
riescono
e quindi possibili
proporre,
le questioni
che
ci
rimangono da trattare:
di
(30;
Uo,
Vicende ec. S-
p.28.
508
se
JSUI
in Italia
le
LONGOBARDI
gl'Italiani
durarono
municipali inslituzioni
fallo
Non
me
temere
in se-
uomini
gi
dette sovra
questi argomenti
mi
contento di accen-
adunque che
i
a
il
anche sotto
vissuto,
le
Longobardi
gius col
certi termini, e
non
vi
si
ricusino
modificazioni che
,
tempi operarono.
E perch
sia
chiaro
il
mio inlendimento vogliate, prego, arrischiarvi meco a un saito mortale. Quando nel XII secolo tornarono per la scuola bolognese in fiore gli studj del romano diritto, gli ultimi tre libri del Codice Giustinianeo non vennero per qualche tempo dichiarati. E la ragione
fu perch in que' libri
si
espongono
le
pubblico e
e
il
al
gius pubblico
vila e
criminale de'
vigore. Ora, se
Romani pi non avevano nella Italia nostra piaccia d'investigare quando il gius pubblico
di aver forza tra noi
,
e cri-
minale
de'
romani cess
lentamente retroceal
secoli,
sempre
secondo
di
in
le
i
mano
norme
a senno
l'altra.
la
loro e
,
non
adoprano e l'una e
Cos
nessuno
coloro
per
romano
mai pensasse
o
le
di asserirci
durata
in
gius criminale
il
guidri-
accordata
ai vinti
posti
come
in ci
il
erano
umiliargli
minor guidrigildo
,
loro vite;
tutto
ai
ma
questa sempre
:
di sottostare
vincitori
ad ogni
presto
modo,
non
di
ne' barbarici
tempi
la
pi
ondech
vinti
se
ingegnaronsi
aver gagliarde
le offese
zione per
ad
Il
gius pubblico e
fallo
^
il
criminale
d' Italia
adunque
dei
romani cessarono
senza
nelle
parti
IN ITALIA
sottoposte ai Longobardi
la
:
509
vo'
dire
il
gius privato.
razza
germanica chiamavano
i
bestie
o come
gli
uccelli coloro
quali vivevano in
senza leggo e senza tribunale che gli ascoltasse. erano pochi e l'uno all'altro stranieri, poteva essere giulivo molto
veder saltellare
di quelle bestie e
svolazzare di
simili uccelli.
Ma
quando
e'
sommavano
gli stessi
Lon,
quo' giuochi
di
col
i
che
governassero da un
il
gius
civile
stabile e certo.
N questo
pot essere
dritto
dei
si
Longoacconnelle
bardi. Stava
bene,
infatti,
che, pel
;
imperciocch
quantunque
si
non
sia se
,
tale fu dichia-
rato dal
sommo
imperante
possa se non
la sottile.
quo' barbari
le offese
,
il
il
compito
tiene in
mano
il
V imperio e la spada
naturai dovere,
per non
forma e
la
secondo
o
privati
Non
quando
si
tratta dei
civili
tutti
di
ragione
palesi a tutti
che
gli
reggano e governino
Longobardi
,
n quelle
lunga
forme o regole potevano accattarsi subito dal gius longobardo. Imperocch, pu essere che
ai
meno
il
rozzi de'
per
la
dimora
di
non
fossero
in tutto ignoti
V idioma e
si
ma
im-
parare
la
lingua e
le
giuridiche costumanze
Auricabeones
si
Cadar-
lasciasse ai
vivere col
infno a
;
quando almeno
non
si
n pu vedersi cagione
510
onde
i
SUI
Longobardi
soli
LONGOBARDI
la
conservazione
aveva espres-
di quel gius,
di quella et
samente permessa
vince.
Vero bene che difetto di documenti del primo secolo della non consente di provarne co' fatti la durata. Nondimeno mi sembra che la nota lettera di Gregorio il Grande (31]
et longobarda
nella
indiritta al clero e al
si
popolo
di
facesse ragione
che fu
di
posciachc
quantunque ne'temp
S.
possano
,
loro in Genova
Gregorio
date al Vescovo di
che
sero lano
mi parrebbe cosa troppo singolare, per avere alcuni Milanesi seguitato in Genova le fortune
Milano;
e'
dell'Episcopato,
,
avesdi
sede vacante
popolo
Mi-
(32).
alla
conquista longobarda
privato governasse
Sig.
i
ragion vuole
civili
si
creda che
il
gius
;
romano
negozj
(33).
de' vinti
Italiani
e lo stesso
lo
consenta
il
Ma
se ci fosse
il
longobardo,
gi per
amore
di
Teodolinda Regina
la
vincitori
aveano abbracciato
(34)
;
non
ai giudizj
secondo
le
patrie
,
costu-
manze
preferivano
gli
pi dalla
di
romano
diritto.
Questo mutamento
cose
come
aldj
come romani
(33) .
(34)
(3o)
XXXIV.
IN ITALIA
non poteva cerlamenlc geniere
nacemonle aderivano
TAriauo Arioaido
fu trattenuto
al
511
Longobardi che pi
di Agilulfo sul
le-
a quelli de'
di
ai
costumi
figliuolo di
Teodolinda e
trono,
g'
impedimenti
la
si
tramutarono
in
persecuzione
di Rotari degli
Arodi
(36).
Questo Re
conquiste
,
Romani
e dalla
la
sete delle
distrusse
Oderzo
devast
ruppe od arse
1'
Liguria
e distruggendo le
mura
1'
un
per la co-
mune
sua gente,
,
per
la
cura
ch'ebbe
mai
sempre
dc'proprj sudditi
e deboli (38).
e per la
la
maggiore sicurezza o
Ora,qual fu
al
mente
di Rotari nel
pubblicare TEditto?
nome,
Romani con che semprepi addimeslicavansi suoi Longobardi, mi sembra molto verosimile eh' egli si proponesse di collocare sotto gli occhi loro un perpetuo monumento dei costumi de' maggiori che contrastasse a quelli edificati dalla romana sapienza oge'
,
belli
ancora per
,
la
vinta
nazione
le
(39).
esempj dei
vicini
Re
che signoreggiavano
altre
pro-
vince che
Io
spronarono
di
da
lui
qua e
consparso
nuove ordinazioni
regno
,
suoi Longobardi
,
non senza
diciamo
i
sacerdoti.
Ma,
checchessia
ci,
come
le
principali
delitti
le
successioni
,
per istabilire
le
quali
precedono
in
e pi discosto occorrono
,
difetto di
testamenti che
di
le
deferiscano
di
le
donazioni
segnata-
mente a causa
morte
le
forme
come
modi
di affran-
(36) Paul.
DiacIV,
34. Troya
.LXXIV^
Roth. Troya ..LXXVli.
IV, 47.
lrolug. Kdicli
L. 37.
Ap. Voi.
11.
6o
512
care
i
SUI
LONGOBARDI
(41), e del
spetto al
mundio
delle
donne
di
31.
Ora
V Editto
Holari
,
legge personale
e particolare ai Longobardi
ovveramente
territoriale e obbligatoria
per
tutti, e
ci
che
per
comune
utilit di
nostra gente ,
ma
i
tra' quali
sover-
chiar dovevano
vinti
emenda e rimuove (o rinnuova) tutte le precedenli leggi parvero gi al Sig. Troya sufficienti per dimostrare territoriale lo Editto nelle materie almeno da esso trattate (43). E quando non
,
voglia starsi troppo stretti nella conclusione che lutto quanto accogliesi
quando
celebr
ricordisi
la
che nella
tra
si
distinzione
leggi e capitolari
per cui
promulgascettro
vansi
popoli
governali
dallo
istesso
ai
quanti
gli
abitatori
del regno
anche
la
territo-
e di fatto almeno
infatti
abbiasi
a dire
V Editto
medesimo. Territoriali,
e composizioni loro,
applicale quelle de'
s
compene
le leggi
risgunrdant
ai delitti
ed
alle
perch
,
in
Romani
perch
(. 28).
non
civili
ma
eziandio
civili giudizj
da celebrarsi
,
utilit introdotti
hannosi come
giudizj d'ogni
maniera;
che
in
n dalle
rendere
polca
pretendersi
(40)
LL. 223-229.
(41) L.
205.Cf.L.l88.L 215.
Ib. .
(42) L. 257.
(43)
Troya
C.
IN ITALrA
giustizia procedessero
lo
513
,
secondo
le
per
le
meno, mi sembra
se territoriali abbiano
parimente a
da
dirsi
leggi
di
un
e
i
Iato,
gius
privato,
nella
vinti
inoltre,
il
rigore deirEdilto
;
sembra da
ci dipendere
che
le sorti
movendo
dopo
cito
la
de' vincitori
la
suc-
come segno
all'
la stessa
1'
norme
Longobardi
(44).
ai
Ma
di
,
cosiffatte
non po-
tendosi parlare
come assegnate
all'
1'
vinti
accompagnarsi
esercito dei
Longobardi
ne
logli
Re sortirono concessioni
testamenti de' romani,
di Rolari
,
che
1'
Editto rispettasse
potersi
le
sembra
argomentare
dal
228
ove
si
servo
manomesso
e a piena
,
libert
condotto
suo
la
signor longobardo
quante volte
esso
abbia
giudicato secondo
serbata sopra
le
sorli
proprlanaenle
nome
si
o possesso
tore
et
:
},
preziosa
la
XXIV, dove
publicum
et
alio
si
volueris tu
homine , Mauriresto, se
rigor dell'Edilio
facilitava
al
eredit
che non
cagione. Ogni
la
Re
:
di schiatta
germanica
si
gente (sippe); e poteva quindi In difetto di legltllmi eredi richiamare a s le successioni non cosi dirimpetto ai Romani. Dei quali Inoltre , essendo poveri e deboli, non ci avea Iropim cagione di agognare la eredit.
514
legge dei
SUI
Longobardi
(
LONGOBARDI
idest andegavrit sive arri] :
judicaverit
gaverit
ad
altri
delle
proprie
sostanze
alle altre
ai
testamenti del
romano
diritto.
E venendo
adesso
ma-
Longobardi,
le
la
forma
in
quanto per
liberti
parole
medesima
mundio^
;
la
faida
donne
L.
in
di
matrimonio collocate
espressamente
quivi dicendosi
205)
,
instruivano
,
massime
le
se nelle
case
i
tributarie,
poderi de'rodei
mani possessori
bardi
;
soggetti a tributo,
insomma
si
Longo-
le
quali,
non rispettandosi da
tutti,
non
sarebbe
nemmeno
riferisce
di
quanto
si
desimo o
alle
materie
nell'
come per
lo innanzi
,
cio
costumanze
Leggi ora
secondo
le
vinti
italiani giusta
ci
regole del
romano
diritto.
Lo
che sufficientemente
si
forme
legge
dei
Longobardi
ed ora di
donne
suppongono una
,
(45) L.228. L.205. Il concello di una legge personale parmi che si nasconda ancora nelle LL. 136 137, 164, 163, 168, 170, 171, 186, 193, 196, 199, 200, 201. La L. 349 vuole perOno che rispellisi la loci consuetudo. Del resto, che l'Edi Ito di Rotari non mandasse in desuetudine le antiche
,
costumanze e
leggi quivi
non
riferite
chiaro per
la
Legge 80
fin.
del
VI
Libro di Liutprando.
IN
si
ITALIA
guarganghi, cui
vivere
515
per
legge
concede
di
con
la
appoggio
di
opino per
durata del
romano
Re
la
unicamente
divieto ai
guarganghi medesimi
,
seguitare
allegherei
come
ai
guarganghi
il
longobarda,
sa specificare
comando con
e
onde
con-
perch un divieto
dato
ai
ugualmente chiaro
indizj
solenne
non
s'incontra
medesimi
che dai
vinti
si
ritenesse
il
cenni e gravissimi
privalo. Inoltre vi
ripeler, cfje la
conservazione
di
questo gius
era
una necessit,
si
comandala
fosse
norme
vinti
le
numero
Rotari
dei
ed aCfatlo
ignoravano
,
29
).
Onde che
negozj
che
si
riferisce ai
privati
leggi
che
n
per
lo
,
innanzi
stranieri
os-
non loro
quindi
la
potean dolersi
quali
di-
il
proprio
non
si
tenessero
come
n.
Sassoni
di
vivere con
le
proprie leggi.
510
SUI
LONGOBAKDl
l*
accorgimento e
di
il
fine di
incorporare
forte
,
guar^anghi
usciti
da
gente
braccio valoroso e
adesso
per
le
greco-romani. Quando
diritti
pertanto, nel
appajono se-
condo
le
persone; non gi
si
guarganghi
italiani.
ma
si
credere che
de'
accenni
essi
ai
vinti
un sogno
il
moderni quando
in
con-
cetto di
una
almeno
al
al
un tempo
nel
regno,
il
guaggio assoluto,
sarebbe rivolto
ai
obbligatorio; n ora
liberi:
si
Longobardi ed ora
e cosi
agli
uomini
non avrebbe
di
nazione,
Tolgansi
presso
i
mezzo
le
il
leggi dei
Longobardi
quali vari
diritto nolio
stato secondo le
la
(
persone
(
in
Lan
gobardornm
scrive
inutile
il
ec.
),
il
popolo
il
subietto
:
Langobardus
di
ec.
per cui
Legislatore? Certo
e non potendo
in
nessuna
nemmeno
,
venire in mente
in
detta
la
legge
quando
ella
sia
territoriale
tutto
per
tutto
essendo
romane
le
leggi da Giu,
le
quali per
come
barbari,
generazioni degli
uomini
in cives
Romani,
latini, peregrini), e ne
tampoco
nei
moo
parlando
i
del
giuridico
i
subietto
cittadini sopra
forestieri;
,
imperciocch
la
gio-
nome
,
per
contraddi-
a'
com-
modi.
33.
Per
pub-
ciascuno
vincitore longobardo e
IN ITALIA
proprie leggi: rispetto poi alle
tutti
517
pubblico diritto e ordine,
(47)
;
norme
di
Longobardi
onde
in
questa
parte
posizioni
massime per quanto concerne ai delitti ed alle loro cominsomma al guidrigildo, considerarsi debba come terri-
toriale lo Editto.
Ma
per
appunto
in
quanto
al
guidrigildo pi
nostri; e
gravi levansi
le dispule ai di
la
tutela de'vinti
breve
menti
cos;
di
cr
coloro
quali
i
mantengono
quali,
siffatta
i
Que' popoli
come
rono
la
mano
sui vinti
romani, concederono ad
un gui-
ma
lo
di
quanto era
contrario
Per
Longobardi,
ai
sterminatori
si
dimostrarono
inverso
al
vinti
non concederono
,
popolo italiano
del quale
non
menzione
le
nell'
Editto di Kolari.
si
Da questo
:
silenzio
due
sole
sono
conseguenze che
possono trarre
o che un
;
o che questi
coloro
i
ultimi
pi non contassero
prima conseguenza
guidrigildo
nici, e
,
che vincitori e
vinti
fossero tutelati da
un
pari
germa-
(47) Si rilevato da
alcuni
che
barbari Longobardi
il
non poterono
privalo diritto
ai
,
pubblico e
il
il
credere che
,
Ro-
mani
il
si
obbligassero
In
grado
di
speculaUvamenle formulare
volentieri sar consentilo. Ma che nelle pratiche Longobardi non fossero capaci d'intendere, esser per loro cosa indifferente che ne' privali loro negozj Romani seguitassero quel gius che pi piaceva ai medesimi !)urch ancor ess^rispeUassero le leggi risguardantl all'ordme edinleresse pubblico (\ueslo ci che non potr mai consentirsi quando in contrario non si dimostri che ai Longobardi difettava ogni
principi
i ,
lume
d' intelligenza
nelle cose di
governo e
di slato.
518
ciare
la
SUI
seconda: che
i
LONGOBARDI
italiani
vinti
Ma
coloro
che dal silenzio o dalla ambiguit troppo dura e troppo insolita delle leggi deducano troppo risoluta
quali cos ragionano,
parrai
,
conseguenza.
la
la
di
tutto
il
un popolo
silenzio
ben
altri
argonelle
del suo
nome
documenti
di
una
et tenebrosa.
d'
quand'anche
quando non
che dopo
primi furori,
Longobardi non pi
,
oltraggiarono
a provarlo
il
se-
quando
in
di
al
un pajo
di
citt
gobardi
vincie, che,
di
o a pochi romani delle Gallie o delle altre italiche Proprima in figura di guarganghi e poscia dietro le orme
,
un
altro conquistatore
d' Italia
il
gi dai
nome
a
,
conseguenza e dalla
se
il
istoria
non consentita
silenzio
non
sia pi presto
non v'ha dubbio: il nome del suddito italiano popolo, o romani come allora dicevano non scolpitamente pro,
di
Rotari.
,
io vo' dire
troppo
arditamente
Romani
delle
quali aveva
lungamente combattuto,
i
con poca generosit o mal animo esitasse a chiamare sudditi suoi a quale impero per un nome che ricordava loro a qual gente
,
agevol-
nell'
Editto da
in diversi
un
tenue
ivi
artifizio logico.
Vedemmo
che dee
privato
;
infatti
(. 31)
che
luoghi
menzione di
innominata legge,
romana
non
dall'
umiliato
ma
non
IN ITALIA
vi
517
innanzi tatto
;
Ma
le
ordina-
Longobardi
quanti
qui
si
liberi abitatori
i
del regno.
,
E dove
si
soli Longobardi risponderebbe con diverse hanno altre (48) la Legge 377, in cui si comanda che qualora venga ucciso uno sculdascio o un attore del Re si estimi come uomo libero se-
liberi
il
guidrigildo intiero
altri
espresliberi e
da guidrigildo protetti
poi questi altri
nifesto di
non
fossero, eccetto
Longobardi. Che
uomini
liberi fossero
appunto
vinti
alla
voce nazione
come
questi
par debito
in
questo luogo
,
il
di
discen-
da un popolo
Imperciocch
tra
ai liberi aversi
,
principalmente da ravvisar
il
romana
dei
lo
slim persino
sig.
Troya
propu-
guidrigildo attivo
vinti
Romani
(50).
,
Che
se
poi vogliasi
onde
si
tute-
non
fatta
menzione nell'Editto
direi
di
Rolari
allorch rispetto ai
Gallo-Romani
delle seguenti
l'altra
slesso
Qne
ad accertare
col sig.
direi quasi
Troya che
Longobardi
vinto
,
avendo equiparato
,
e tratto a s le persone
libere del
popolo
effetti
almeno
non
ebbero poi
siccome
(48) V.
Rolh.L.l98.
infatti
(49)
Quando
punto
ctie
la
,XLVI.DIco guidrigildo attivo, per distinguerlo da quello degli aldj tornava soltanto in pr dei loro padroni e che il Sig. Troya ammette perocch chiarissimo nelle Leggi. Intenda chi sa e chi pu la poUtia Longobarda. Ma se lo sculdascio, di che neltakL. 377, era lo stesso che II Cen(50)
,
gli esercitali
gli
tena
poco libero
poteva capitanare
Longobardi
Ap. Voi. IL
66
520
i
SUI
necessit
,
LONGOBARDI
nel
Franchi,
di
pe' vinti
Romani
avvegnach compresi
nome
della
vittoriosa nazione.
Ed
allora
;
starebbe precipuamente
mio divario col sig. Troya in ci che mentre egli crede aver soltanto pochi
il
,
romani serbato
la
e
le
processo
di
le
tempo merc
la
impans o per
io
generosit dei
dei
vincitori;
all'opposto
dalle
credo che
la
pi parte
prime
e scarse poi
generose.
de'
Franchi
poranee
ci
si
presentano come
le
primo monucondizioni
dei
mento
in
che
poteronsi
determinare
personali
vinti: e che,
usanze dei
legislatore.
(51),
n quindi occor-
reva
che
specificatamente
infine
,
Aggiungo
alterare le
nemmeno
su ci trattenersi senza
de'suoi
tassare
norme intorno al guidrigildo osservale appresso Longobardi. Ed invero: se al Franco Legislatore agevole fu di
il
quali al vincitore
;
i
si
i
rappresenpossessori
il
tavano come
ed
i
in tre classi
convitati del
Re,
tributarj
perch parimenti in
in
popolo
,
vincitore (52)
Impe-
anche
in
tassando
il
ma minutamente
la
nascila, la condizione,
grado e
(51) Rolh. in Proiog. parla di leggi che corregge e rlnnuova o rimuove, n queste potevano essere se non le leggi dei predecessori , ammenoch, a strambotto , egli non chiamasse leggi le consuetudini. Ciascuno poi conosce che ogni legge o consuetudine non abrogata specificatamente da una nuova
e contraria legge
continua
deroghe generali.
si
appresso
a malgrado le Longobardi
i ,
IN ITALIA
ogni altra qualit e circostanza
appositi censori
;
521
offesa
,
della persona
per
via di
dei
Re longo-
Duca
Benevento
essi
(5i).
\L
con
la
doverono
commettere
le offese
all'arbitrio
censori
la
quantit del
guidrigildo per
nuita invero per la rea circostanza di appartener costoro alla soggiogata nazione.
pe' vinti
Onde che Rotari mal si sarebbe fatto a tassare un certo e determinato guidrigildo, che, stando alle costamanze di sua gente doveva sempre per la quantit dipendere da
,
sagacissimo amico
E notate un poco , o mio quanto mai l'arte dei Franchi rimanesse per
semplicit e
questo
lato
indietro alla
i
rozzezza
dei
Longobardi.
il
Determinando
pi
minor
fecero
sensi e
,
si
che per
tenacemente serbassero
la
traevano
origine
e che veruno
non
si
modo
meno
umiliarono l'orgoglio
quali perci
si
tennero
meno
rono
,
quando poterono
Magno
Longobardi
bisogn che
le
il
nuovo
abbandonare
costumanze degli
Non
non principalmente
di Pipino dell'
anno 783,
comandifenda
di
si
Perch n
guarganghi
il
nuovo popolo
Cam. Peregrin. T. III. p. 183. ap. Murai. Script. Rer. 333-337. (55) Agobard. Llb. Advers. Gundubadum,c.7. ap.Troya . 232, 235. (56) Capllulare generale, anni 783, cap. 5. L. 7. ap. Perlz. Monumenta molli citati ap. Troya Germaniae III, 46. Piplni L. 46. L.28 e 29. Cf. . 198. 203. 218-223. Che queste Leggi non possano appellare ai Romani
(54) Cap. IV. ap.
11.
To.
II.
P.
I.
p.
520
SUI
LONGOBARDI
indotti a dismettere
di
orme
di
Carlo, or
si
sarebbono facilmente
la
Onde
rivolto
ad
essi
di
il
ciascuno intende
quanta
parare, e
ressi
,
runa
le
;
tempo
i
abitatrici
dell'
occupato
per-
regno
cio
gli
originar] Italiani ed
Longobardi.
le libere
35.
Che dunque un
implicitamente almeno
il
sia riconosciuto
prezzo
perch indetermi-
Longobardi
pare che
sia la
ricale
queir Editto
nella guisa
vedemmo
(.
sdetto ai vinti
di seguitare l'antico e proprio romano diritto; di che persino alcune tracce quivi rinvengonsi (57), non che nelle scarse
Grimoaldo
(58)
ma
e
la
36. Xc a' giorni di Liutprando di questo pi glorioso legislatore Re congiunto della bavarica stirpe parmi che in ci cangiassero le condizioni de'vinti Italiani. Le costui leggi, cheinsino dal bel prin,
longobardo ed
ora a qualsivoglia
ci
uomo
e quindi
presentano
abitatori del
regno
(59)
importano
di
necessit che
cio
Longobardi e
furono immediatamente da Carlo Magno restituite al pontefice. Troya .189. (57) 1.^ Rispetto alle cause della diseredazione, L. 168-170. 2. Alla successione degli ascendenti in difetto di descendenti, L. 170.
S.*^
Alla soprav-
venienza de'
figli
revocano
le
donazioni, L. 171. 4." Alle cause per cui si donazioni medesime , L. 174. S.** Che perda lavoro e seme chi
le
per rompere
l'altrui
terreno
L. 359. 6.
Che
il
peculio ca-
L. 167.
un
l.
libro
con
la
libro
IN ITALIA
521
vinti
il
Italiani
cui
Onde
ri-
non da muovere
espressa di una
menzione
la
romana legge
perch se quel
nome
,
ora per
prima volta
indi scorgevasi aver essa durato in efifetlo nelle italiche regioni per
loro occupate
e tutta
,
la novit si ristringe a ci
genio
bavarico
di
pi
amorevole
ai
le
vinti
o pi generoso, non
le
dubit
liani.
nome
cose e
persone degl'
Ita-
difatti
di tornare in vita
gi spento
romano
all'
diritto
n
della
;
di
consen-
una o
altra citt
Emilia o
deir Esarcato
di
imperciocch
resurrezione
concessione o restrizione
siffatta
parola occorre nella legge medesima. Questa legge, indiritta com'essa a saldamente fondare le regole e
i
o comanda,
facevasi del
ma
presuppone
diritto.
di necessit
romano
E come
negf istrumenti
della
primo a darle o restituirle vita e vigore; cosi non parmi che da quelle medesime parole possa argomentarsi che ora per la prima volta da lui s* introducesse o rinnovellasse nel suo regno V uso del romano diritto. Che poi quesl' uso quivi si
legge longobarda, foss'egli
il
non
ai
Longobardi
quali per se ne
mi sembra
per
le seguenti espressioni di
Liutprando
Che
se ciascuno vorr dipartirsi dalla sua legge, e faran patti o convenzioni tra loro, ed
ambedue
le parti
consentiranno; non
si
reputi
ambe
le parti
fecero volontariamente .
Imperciocch
la
longobardo,
ma
romana legge non era n dire si poteva sua del s del vinto italiano; uno almeno dei contraenti
(vano e negarlo) vien Gguralo. Unica
novit
che
in quella legge
1'
regno,
di
abbandonare
dell' altro
propria
popolo;
il
524
SUI
LONGOBARDI
nella successione dei tempi
si
il
Riprova
che
cipiglio
pensa
non
si
sdegnava
nemmeno
di allet-
secondo
le
norme
dire vanitoso a
un tempo
in
sostanza
ridurre
altro
se
,
non
di
di
a palt e convenzione
norme
di
gius mediatorio
stabilite
per
la
Ma
questo tratto
in
generosit
legisla-
non sarebbe
tore
i
;
anche solo
in
i
poco rilevante
sta
il
un germanico
di
perch
fondo
vi
vincitori e
liberi
vinti
pe' negozj
ancora
gius privato
di
come
giure pubblico e
e di maggior
momento
si
pu notare per
il
la
nostra questione.
contrario alla
le
longobarda o
e
il
romana legge
o abbia
il
tramescolalo
consenso delle
parti altro
altra a
alle
non piaccia
di
convenire (60)
Ora siccome
tra le parli
Longobardi e Romani
per
uni
la
siccome
il
degli
romana
cos
parmi in
verit,
)
che da
e al solito per
modo
implicito
si
rafforzi
mirabilmente
la
(60) De scribis hoc prospeximus ut qui charlam scripserit sive ad legem Langobardorum quae apertissima ( s. aptissima ) et pene omnibus nota est , non aliler faciant nisi quomodo in illis legibus sive ad legem romanorum conlinelur. Nam conlra Langobardorum legem aut Romanorum non scrtbant. Quod si nes'civerint , interrogent alios; et si non poluerint ipsas leges piene scire non scribant ipsas charlas. Et qui aliter praesumpserit (aere componat widrigld suum , exceplo si aliquid inler conliberlos convenerit. Et si unusquisque
,
et
et
non reputetur contra legem quod ambae partes voluntarie faciunt. Et UH qui tales charlas scripserint culpabiles non invenianlur per legem scribant. Cf. Troya esse, Nam quod ad hereditandum perlinet . CXLl e CXLII; e la glossa a questa legge nella Longobarda sistematica.
ambae partes
consenserint^ istud
IN ITALIA
Rotari
;
525
essi
cio
che
vinti
Italiani
erano anch'
tutelati
da
un
guidrigildo attivo al
tempo
dei Longobardi.
Legge
di
vinti di
risguardanti la volont ed
eccetto che rispetto
alla
familiari interessi
.
eredit
,
rivela a creder
onde
se ne
nelle carte
longobarde
che salvo
quale
:
ci
si
romano
diritto
egli
e perch di
continuo
vinti
si
appigliavano
stabilite
Non dunque
di le
bassi
la
,
gius longo-
non
sia
norme
perch
la
romano, o che
tal
al
popolo de'
vinti
il
quand'anche
nome ne
in
le
romano
un
modo
di
argomentare manda
ricavano.
assoluta
dimenticanza
che indi
si
Questa legge
fa lecito
(
al romano marito mundio della donna longobarda (61), evidentemente dimostra che due liberi popoli e due leggi fiorivano nel regno; la legge e il popolo de' Longobardi la legge e il popolo de' Romani: dimostra inoltre, che ciascheduna delle due generazioni d'uomini
non obbligo
ma
(61) LL. Liulpr. IV, 74. Dico che questa legge non introduce altro di nuovo se non la capacit del romano marito di acquistare il mundio della donna longobarda perch il connubio tra' due popoli non essere giammai stato proibito almeno rispetto alle vedove sembra potersi rilevare dal Rotariano Editto L. iS2. Poleslalem habeat illa mulier vidua si voluerit ad alium maritum ambulandiy liberum tantum. Parimente, il bresciano documento dell'a. 772, ap. Troya g. CLXXXVII, prova due cose: 1. che alla romana non era disdetto sposare il longobardo ma se questi era servo , la donna cadeva in pena tra le ancelle filatrici. 2.'' (E ci pi monta): che a Brescia eranvi parecchie romane libere, la libert romana delle quali era tutelata dai Re e dalla Legge alla pari della libert longobarda , se Adelchi ricordava come la romana libera che avesse dimenticato la propria dignit sposando un servo , doveva cadere tra le ancelle filatrici di corte nella guisa appunto che vi saria caduta la donna libera longobarda maritandosi a un
,
servo.
524
SUI
LONGOBARDI
massime
:
di quelli
che spettano
alla volont di
ed
ai
famigliari
interessi
e questo per
appunto quello
dagli instrumcnli.
come ad esempio nel di Monza e da riferirsi a suo luogo perch non manca nemmeno un qualche documento che tutto informisi dal romano diritto. Cos la carta dell'antestamento
di
E
:
Grato
no 748
di
(62),
di Sparticiana
riconosce di avere
e gli consegna a
pegno)
,
un suo
alla
danaro
ed
si
spiegazione: cio,
che
il
gius
romano
privato fosse
maisempre
e quindi, a poco
Ammenoch non
conquistato per esso un pajo di citt sul Greco Imperatore e pubblicata la legge degli scribi
dell'
,
regno longobardo
Cesare
ito nelle
in
Milano
di
loro
scienza e far
moneta; come
(63).
di Giulio
il
Gallie, pia-
Ora
parmi
si
debba
ai delitti
ed alle pene, non che allo stato e all'interesse pubblico, venne in-
tieramente
italiani
meno
per
la
conquista
il
de'
Longobardi
che
vinti
ritennero soltanto
Sennonch
sociale
lo stesso
gius
romano
privato
le instituzioni
;
nella guisa
il
romano venne
a ricevere
gius
Ambrosiano Carta
IV. p. 25.
ad Div.VII, 6-18.
IN ITALIA
longobardo e proprio dei
vincitori
;
527
quale
fatto
il
cos
in
gran
cummeuin quelli
vici-
non solo
mezzo, ma
,
eziandio che
nissimi.
da noi corsero
meno
discosti
o se
pur vuoi
IH. Se
municipj
le
39.
Ma
;
furono soggette
in
Longobardi
in Italia,
dubbio
turisce
appunto per
moltiplicare
ai
le
nostre indagini
ed : Quali
vinti
secondo quel
gius? Certo
ignari della
questo
ai
Longobardi
Come
Sti forse
anco
di que'
tempi
antica e cos
In altri
termini: seguitarono
;
citt
ad avere
i
le
loro curie
e magistrati
comune?
Le
notizie,
quali o spensero
, i
o sperperarono con
la
spada quasich
tutti
potenti
ricchi ed
longobarda
le
curie
salvo
mala
furono o annichilite, o a
stremo ridotte da
posciach
la
esistenza
in qualsivoglia
se
non da quelle
aventi giu-
che governavano
;
comune
rivestili
longobarda, e massime
;
magistrati che
fossero di giurisdizione
essi giustizia
si
perch
in
tal
guisa
ai
scopriremo
vinti
ancora se per
liani.
fosse
potuto
rendere
ita-
Ap. Voi.
II.
67
528
SUI
LONGOBARDI
niuno ud giammai favellare
di
Duum-
E quantunque
i
sia cosa
molto strana
a credere
che Narsele
cacciati
Goti
ai
municipali magistrati
ed in tutto Duchi
(64.),
sostituisse
dappertutto
ai
con
privati
la cessazione
Longobardi potrebbe
altri
dell'
Longobardi e dagli
barbari popoli,
ufficio di
render
mantener
la
pace o
la
quiete pubblica
ci si ai
presenta
come
in
una emanazione
rest
Non
pi pertanto
comuni,
che
loro
poscia
come
io antico
,
pienamente libera
,
reggitori (Duchi
Gastaldi
Conti
insomma
Judices), e ministri a
costoro
,
elevazione dipendeva a
un
sia
e lo stesso
sembra che
minori
i
ufficiali
che
Re longobardi
cura
di
si
regno
non
come per
le
Ma
citt
non sembra
possibile la
durata nella et
longo-
barda
ben poterono per altro nelle medesime serbarsi quelle main parte
deva o in tutto
almeno
succedevano
il
Re,
Duchi
il
ed
loci
servator
il
defensor civitatis
s, loci,
della et imperiale;
(
il
primo
)
come un
lui
vicario al rettore
all'
;
or Duca o Castaldo
altra
della
provincia
alla sua
da
preposto
(65)
una
l'
l'
delle
citt
soggette
giurisdizione
altro
un magistrato e patrono a
lo
magistrati, non che le Curie, nella Italia Greca, (64) Che rimanessero Papiri Diplomatici del Marini N.^ 79 ( a. D. 537 N. 80 provano (a.D. 564 N." 88 ed 88. A. (a. D. 572) N.'* 75. (a.D.575) N." 74 e 74 A. a. D. 552-575) N." 94 (a.D. 625).
i
Cf.
(65) Nov. 134 e. I.lLibiq. Angel. Cujac. Obs. et Emend. lib. III. e. 14. A. Vacca, Exposiliones locorum obscuriorum tit. 16. D. de off. Procon. et
Legali.
IN ITALIA
529
li-
un lempo
bera nelle
fetti al
de' cittadini
citt
,
la
ma
E
pretorio (66).
di
un
loci servator
in
loci servatores
altre
nelle Carte
Lucchesi
,
(68).
se
io
il
civitatis
s,
loci
giammai non
cos
di
appare
per quanto
,
sappia
ci
occorre
per altro
s.
ed ora e dopo
s.
frequente
il
nome
di
un
loco-positus
praepositus
judex
verare che sotto questo nome, cos affine e generico, venga eziandio
l'antico
defensor civitatis
questi
s.
loci;
il
magistrato
regio
insomma,
giustizia ai
il
deputato di
vinti
giorni a
rendere
nel
nome
,
romani.
E non
da trapassare
s.
in silenzio
che
titolo di
judex in
air altro
,
loco ordinatus
positus
s.
praepositus
cos
analogo
di episcopus
s.
(70),
(6(5) Cf.
55) e Aov.XV,
dovaci
Defensor
VII.
form. 11.
(67) VI. 3.
24.
gu le conquiste longobarde
tori,
memoria
in
d' Italia ad an.740 in fine. Memorie e Documenti. ...per la Istoria di Lucca T. V.p.lI.Doc.202. 289.299.335.337. 397. Spettano que' Documenti ai primi anni di Carlo Magno. Sono per loci Servatores anche qui inslituzione conservala dai Longobardi perocch cessano al comparire dello Scabinalo insliluito da Carlo Magno in che s trasformano come manifesto pel raffronto del Docum. 397 al D. 444 , vedendosi Scabino in questo lo slesso Tallo che nell' altro
Annali
(68)
D. Barsocchini
sig.
Saggio
,
di
p.
osservazioni
sulla
Istoria
).
del
De Savlgny
45-50
3.
;
Lucca 1839
poi
il
le
nuove
di
nel Progresso
si
Pipinl L. 8. Gnidon.
a luoghi nel
loci
Imp. L.
servator
ec- Che
loco-positus
non
fare
(
scambiasse
scambio che
godevano
gli slessi
Romani
)
tent di ovviare
.Mov.
XV.
in Praef.
Memorie per
Lucca T. V. P. II. Docum. 424, di due fratelli uno detto Defensor l'altro Vicedominus. Or questi nomi mi pajono derivare da persone che in quella famiglia avevano esercitato le due cariche. Vero per altro bene, che nella et rocosicch mana come nella longobarda ci aveva ancora il Defensor Ecclesiae da questo nome Defensor non si pu cavare indubitato argomento per la
;
,
durata
di
530
SUI
LONGOBARDI
da doversi facilmente consentire che una qualche relazione passi tra n altra sembrami che potesse essere se non questa, cio che loro
;
ai popoli.
,
dai
romani, regolata
le
podest
longobarda,
portare
ai
vescovi e
,
sacerdoti
ed
alle chiese
preposti
,
tutti
il
consentono aver
potuto in
et (71),
i
giusta
affinch
come
appunto
poi
dell'
Imperio
non poco
di autorit con-
adoperando e come
Comune
non
come sarebbe
,
municipi
la
e rivedere
conti
guardare che
pubblici
diritto;
luoghi
e
si
possedessero da chiunque
alla scelta
);
non
ne
avesse
Analmente, concorrere
facilmente
avergli
,
dei
curatori del
Comune
cosi
nuovi
in conto di
magi-
quali viepi
sempre
cre-
in seguito
per cui
gli stessi
quantunque Ariani
deronsi in diritto di
liani e cattolici (73)
di
,
mano
che
essi
quando
potette
della nazione:
i
composte che
,
Re Autari ed
suoi successori
non
solo
romani
liberi
,
sacerdotali
ma
Longobardi
probabile
,
i
avrebbero
ricorsi
invocato
loro
sculdasci
e salvi
i
com'
innanzi ai
Duchi e Gastaldi o
loro
romani
(71)
AndA
4.
Theod. Balsamon.
Const.Eccl.IlI, 3. Scholting , de recusal. judicis VI, 14. (72) L.26.pr..4.C. de Episc. Aud. Nov. CXXVin.16.
(73) Greg.
Magn. Ep.XI,
4.
IN ITALIA
vicarj {Loci servatores
)
,
531
e in ullimo luogo al
Re
[provincia
41.
ai
Longobardi.
,
avvertite
che
quando
io
vedo
che
ad
ci
non
in-
tendo
essi
nome ma,
i
gistrature di
gobardi.
(
sieno poi
romana indole per s non si giovassero ancora LonLoco-positi quantunque i Loci Servatores e e' mi sembrino giudici dessi o una o due cose diverse
cosi
,
i
Romani,
io
non
ai
vi
direi
per-
Longobardi.
Ma
meco che avremo sempre una instituzione la quale dall' uso e fatto loro trade' Romani
,
i
Duchi non
e
s'
ingerissero anch'eglino
nelle
citt e nei
nelle
distretti
Gastaldi.
di fatti
Gastaldi
questi reg-
e'
pajono
anche a
me
preposti
soprattutto ai
Romani
gobardi
Lon-
siccome
questi
si
domandavan
di
quelli.
Gastaldi
uno
di
costoro, Castaldo
il
di
ben
esempio, a Siena,
ad uomini
la
liberi e loro
capitanava in guerra
di
se
il
pi delle volte
doppia qualit
di
stupore;
imperciocch tra
,
liberi
romani
col-
ma
sudditi e in
,
tutela del
Re
e gli uomini
locati
come
e protetti e vassalli
tale
,
divario
in
faccia
che lo stesso
uni e
convenientemente governare
altri
tanto
pi che
le
comune, cui
V-VIIl.
HI
ci. .6,
e Documenll
N.'^
53!?
SUI
LONGOBARDI
gli uo-
mini
bardi
avea buon
,
numero
e fedeli
di longo-
la
pi parte
com' probabile
gasindj
del
Re
ma
la
che
ai
fosse
romani. In
altri
termini; nelle
citt
sottoposte
le
Duchi
veggio spiccare
fare
sennonch
in quelle
come Milano nelle quali erano eziandio regie corti o un immenso stuolo di liberi vinti o le une e gli altri insieme ivi un Gaslaldo mi comparisce a lato del Duca (75). Nelle citt sottoposte ai Gastaldi o immediatamente suddite al He io vedo
, ,
principalmente
la
moltitudine de'vinti
ma
liberi
italiani
,
i
e inoltre
quali per
tenersi
i
in
conto
di
protetti
di
lui.
Gastaldi soprintendevano innanzi tutto sg Appunto poi perch romani veggonsi tal fiata nelle carte Gastaldi che sembrano di romana stirpe (76) ed anche il Sig. Leo porta opinione che pro,
,
alla
dignit di Gastaldi
(77);
potuto di persona
da
amministrar
giusti-
E non
passare
in silenzio
,
come
,
sotto
io
credo
d'insti-
tuzione e
Liutprando
citt
delle
mi ha pi faccia d'inquisitore dei delitti nelle o comuni sudditi che non di sotto-amministratore e rettore come appunto sembra che da regie corti. Tale il Publicus
,
,
(75) Giulini,
(76)
Memorie
di
Ce ne
tcitt
lia tanti
e dappertutto di
:
nome romano,
,
dere che
fossero Longobardi
per es.
i
Eleulerio Gastado
Rieti
ap
Troya
CLXXIV. E
s'
in verit, se
Romani non avessero potuto n tampoco intenderebbe come potesse avere avuto origine la tra-
Re
Leo, Storia
(78) Lib. V.
13.
quacuraqne
ipsis
{
civi-
Ireuguas luleril
et
unus ex
la
hominibus
Fisco)
et
medium
al
me-
dium mi
VAclor.
cujus caussa
Cf.
romana
indole del-
V. Brisson.
Ago
v.
aclor. g. 6-8.
IN ITALIA
Liutprando
in pi
533
ii
magistrato criminale
in tutte
le
di quelle (79):
riferite
leggi la
quali
sembrano
ripeto
principal-
mente preposti
r istesso
ai
nome
nelle
almeno aW actor publicus. Che anzi; tanta longobarda confusione di nomi e di cose parmi doversi
rispetto
,
credere, che,
balterni
come
i
magistrati,
quali
nelle citt
ajutavangli a governare
loro
il
comune
s stesso
sovra
le
regie
corti: sospinto
mia o tautologia,
aia perch ad un
tempo
;
egli era
medico e del
avanti la sepa-
comune
aderirvi
dire di
la
quale
seguito e serbarne
il
dall'altro dei
Re
lon-
si
delineasse la
comune
e in che paesi
facile a dirsi.
quello
in
Ma
le
accennate.
le
per
della
certo
fugherebbe
dense
tenebre che
cuoprono
di
la storia
et longobarda.
42. Vedete
magistrati proprj e
Romani, non
Re longobardi
L.10.L.68.L.88. L.89. aul per judicem aut per publicum. Si quis terram alienam sine pubblico jussu guiffaverit componat sol VI. ; dove non parrai ci sia nulla di patrimoniale del principe. V. per Sclopis: De' Longobardi in Italia (In Memorie della R. Accademia
L.
99. Cf.
L. 95.
delle
XXX III
pag. 123.
BrunelU op.cit.Doc.di N.** XII e N." LXVIII. lo non posso credere che quest'uomo Magnifico e di tanta dovizi;^, fosse palrlmoniale (publicus) lui stesso: cosi non avrebbe potuto disporre delle cose proprie. Del resto pu anch'essere ch'egli fosse stalo o fosse elTettivamenle quando di lui si parla medico del Re in persona, e non della regia corte.
,
, ,
534
SUI
LONGOBARDI
pramente cenni e non altro, sia disperata impresa di cavarne fuori un sistema cos chiaro e limpido come or si vorrebbe. Che se poi mi si domandi onde uscissero gli assessori che in questa et aiutavano il magistrato in rendere giustizia ai Romani io credo che si
,
traessero
stanti
(
dagli
s,
uomini pienamente
idonei
,
liberi
meno
dai
incolti
,
e bene-
boni
homines
insomma
cherici
medici
maestri
di arti liberali
e soprattutto poi
e
dagli scribi,
quali
se
per
lo avanti
di
componevano l'ultima
erano
presente e dopo lo
eccidio di
il
siccome quelli
presso
anche
longobardi
insin
dai
Agilulfo
il
cui
vedemmo
notaro (.17).
della
ai
a dir vero;
i
giudicati
che tuttora
abbiamo
et
giu-
longobarda,
dizj (82),
buon numero
non solo
ma
eziandio del
vincitore
r altro dee
longobardo
questi
quel
gius
che
ci
occorre nel
:
modo
di
procedere nei
tempi. Perch
se le
pugne e
le altre ordalie,
se gli atdos
causa che
,
si
agit tra
Ve-
un nome
gobardi
lutti,
,
ve ne ha tanti che portano romano, da poter fondalaraenle credere che non tutti fossero Lonmassime che si trattava di una causa relativa alla Chiesa, ed in che
ai giudizj
po-
tevano intervenire come testimonj soltanto quelle persone che vi avrebbono potuto partecipare come assessori. vero che Luperziano, Vescovo aretino, chiama arimanni tutti que' testimonj {Brunetti 16. N. X. Per singulos arimannos ipsius senensis civitatis inquisiva el rei verilalem compertus etc), che allora furono uditi. Ma ci pot accadere o per lapsum Hnguae o perch con
^
quali latinamente
e con propriet maggiore dicevansi boni s. idonei homines, siccome appunto gli chiamano gli Editti dei Re Longobardi. CL Memorie... di Lucca T. IV.P. II.
Append. Doc. 20. dove s' incontra precisamente e con pi certezza lo istesso scambio di predicato. (82) V.ad es. Brunetti Cod.DIpl.P. I.N. XI, dove Ulziano notaro e messo del Re giudica la causa del Vescovo di Pistoja col Vescovo di Lucca. Cf. Troya
,
S.
CXXVI.
IN ITALIA
J.1
535
,
quel deferire e
quel
ritorcere
l'ormi al
giuramento
(83)
vadimonium
(84)
ed al [erre
juramentum
(85) dei
Romani, da potere fondatamente credersi, che con le pratiche tuttavia non morte del vinto popolo modificassero Longohardi le loro native forme di procedere nei giudizj posciach di queste doveano giovarsi
i ;
adesso ancora
le
si
Or
un avanzo
comune
,
antico
ci
negli
altri
documenti
di
poco posteriori
;
alla et
(
longobarda, che
esibiscono
quali poi
di
composero
ne' se-
italiani
comuni.
e tal
Come
poi
si
veduto che
un informe
quale avanzo
del
comune
ridici
cos
;
non
i
mancano tampoco
curatori
notizie
,
della
durata
di altri ufficiali
i
come
esattori
e procuratori (89),
strazione de'
quali
comuni
per
quanto possibile
,
che
in
qualche modo
;
sopravvivessero
di
N poteva
e
essere diversamente
posciach
beni e
(83)
Memorie
I.
Doc.
LX
e Disc. V.
L.l.D. Si qufs in jure voc. (Il, 5) Brlsson. de IV , 184-187. de jurejurando (XII 2) Cod. tll. de rebus credilis et jure-
jurando (IV,
).
g,2l0.xMuralorl Anliq.Il.T.2
V, soprattutto
la
et
passim.
Formula Veronese alla L.182 di Rolari. Nane dicile vos judices quid comendal Lex riferita dal Sig. Rezzonico nella sua dotta disamina dell' opera del Sig. Troya , pag. 123, nota 2, nel Giornale dell' Insliluln Lombardo T.VI.
,
XXXI
(a.D.739) N.
LXX
(a.D.768) N."
LXXVI
'a.D.77l).
(8U) Balut.Cap.
1.1448
Pipini
L.5.L.20
136, 137.
Ap. Voi.
II.
<)S
536
SUI
LONGOBARDI
memoria
in
(90);
vicanali o di
un corauncllo
milanese
in quella
del
791
o del comune
Verona,
io
vicanali
798 ce. (92) ne que' pascoli credo per appunto ai tempi di Carlo Magno; n
comparisse allora per
,
divenissero
il
sotto
nome
d parte pubblica
in
la
prima
i
volta
un comune
Verona ed
in Chiusi
le
quantunque
sotto
si
re longobardi la voce
pubblico, per
significare
il
comuni, e
la
di magistrati in Italia
,
che
pu
non comuni e ordini sono quegli antichi e veramente municipali della romana et, o sono in quella vece nuovi
gli
dominazione longobarda
dubitarsi.
Ma
A
questi
e longobardi ?
giovi di
bene intendersi
gli antichi
coloro
quali
i
tengono o per
l'
una
Longobardi pi non
al
duravano
della
e gloriosi municipj
cadere
romana repubblica
gli
ed pur
,
le
curie
municipali
provarono
pi
conquista
longobarda
tali
mutazioni da
non
punto
vogliano
dell'
opera
si
disputare in
il
dunque per siffatte mutazioni or comuni, non parmi prezzo contrario. Ma se poi nuovo e longobardo
alle italiche
dir
voglia
comune
perch
instituzioni
,
altre ne
io
dubito che
E
:
difatti
nelle
germaniche foreste
tre sole necessit
non
si
radunavano
,
in
comune
se
non per
da
provate
in
e che furono
pace
ordinamento
capitanare
in
guerra
equabil-
mente dividere
le terre
i
furono
terono adempiere
reggitori di
que' comuni.
Ma
I.
vivere
in
citt
(90)
Memorie
Documenli
di
Lucca T. IV. P.
.177.
ii{).
Fumagalli, op.cil.Doc.di N.'' XXII. Girolamo della Corte, Hisl. Teron. L.IV.p.l7S. Troya g. 210. Del pubblico o comune delle citt di Chiusi del Gaggio o
(91) (92) Ughelli Coleti V. 711.
,
II
343-348
ap.
Troya g 228
in fine.
IN ITALLV
;
o37
;
murato provvedere al buon governo delle medesime aver beni in comune, amministrarne esgerne erogarne le rendite in comun alle acque, alle pr; avere Edili che procurassero agli edifizj
,
strade
le
ai
ponti
sentenze, e redigessero
dei
cittadini,
de' privali e
volontarj giuridici
ai
negozj
intieramente ignote
e per
germaniche contrade
dire longobardo
,
un comune che
,
procuratori
esattori
i
portolani
E
e se
fosse
Longobardi in
Italia
loro nativi
i
comuni [gauen).
vincitori
iMa questi
se ve ne
dell'
furono
non
in
pi presto
tennersi
contenti
ordinamento loro
forma
di esercito,
doverono Gorire
per
separati e distinti,
come
pi
e al pi
pu credersi che
nei
la
consueta imitazione
instituzioni; e
in s rice-
romane municipali
Iato quel
le
massime
i
in
sperperati
liberi
le
romani
vie,
i
mancava a
,
comune
altre
traghetti
ponti e
viver civile.
non
si
accostasse adesso al
,
(he qui
N vorr nemmen disputare se un qualche longobardo comune italico per ingerirsi negli ufficj adempievansi. Ma quantunque io pensi che in quel comune
fossero
le
che
non quelle
goderne
,
de' gonfalonieri
,
o sindaci
ed
altre
i
cariche
municipali
Longobardi, contenti
immischiarsi in fac-
vantaggi
alla
fin
d'
cende
in
che
dignit, e lucri
non
ci
erano da ricavare.
E quand'anche
gente
,
alcuni
pochi di loro
indole della
,
non
si
io
il
comune. Imperciocch,
alterare la
,
romana
di
qualit
comune
Longobardi
almeno
qualche
fatto,
sero
il
nome
di
le citt
ne
rimanessero prive
e di questo
nome
ei
538
SUI
LONGOBARDI
il
inoltre
,
me
lo
sconsigliercbbe
di
fatto del
comune
di
Piacenza;
i
il
quale
anticipando un saggio
famosi
per via
decreti
al
patrimonio del
(93) e
Re
provvedere
proprj interessi.
Non parendo,
di
in verit, credibile
che
quali
pur
tuttavia
duravano ad
essere
uno
or
fatti
tribolatissima terra.
45.
adunque
io
reputo che
le
municipali
romane
ristrette invero e
,
grandemente
conservassero
alterate per la
,
mutazione
si
in assai spa-
durante ancora
i
la
Italia
nomiche faccende
devano
r antico e proprio
dei
comuni
cause
come
,
giustizia nelle
di
ragion privata
vinti
secondo
romano
diritto
che ora
ci
resta ad esaminare
le
chiese ed
il
clero
nella et longobarda.
46. E'
di
sorte
alcuna,
d' Italia
che,
,
alloraquando
le
chiese di quella
,
romano
diritto.
E quantunque
per
la sfrenata
(93) L. 39. Non est de nostra voluntate ut homines Piacentini per eorum praeceptum de curie palata nostri aldiones recipiant. E se tiravano ad ingrossare con gii aldj del Re, mi penso che avranno rispettato meno gli aldj dei privati. E se gli aldj erano per la pi parte di romana stirpe, romano pi probabilmente sembra il comune che gli ricettava. Sennonch questo viepi sempre dimostra quanto mai debole fosse la differenza che passava tra comuni sudditi dei romani e le Regie Corti differenza che anco pi sottile dov rendersi a' tempi di Pipino se i collegj delle arti e dei mestieri delle citt ora e per la prima volta si sottoposero ad un tributo. V. per Campi, Storia ecclesiastica di Piacenza pag. 201 To. /, che Interpreta diversamente da me questa legge ).
i ;
,
IN ITALIA
cupidigia dei vincitori ed
i^anesiino
il
539
del nativo loro pa-
con
gli
errori di Ario
paese vinto
possessi
spogliale
nondimeno
conservarono
tolti
beni
o se
gli
stesso che
ma
di propriet
danno
sulle
dei vinti.
romana esente forse dal tributo che fu imposto a Non sarebbe infatti mollo ragionevole pensare, che
alle chiese cattoliche
prime
o
la
d'Italia
cose;
noi
quando per
rappresentanti e capi
di
quelle
vescovi
troviamo
appresso
barbari conquistatori
delle
altre
occidentali
altro in
cos per
la cattolica fede
re ed
magnati
verso
le
chiese e
assai
aumentarsi
quando
si
aperse loro
la
successione
queste
almeno,
in
si
ritennero dalle
avean goduti
cittadi-
nanza
dei Longobardi.
Aggiungasi che
magistrato, dimostransi
gius longobardo; n
ci
di
questi giorni
derivare
soprattutto dal
tali
,
sembianze,
alcuni illustri
opinarono che
secondo
chiese e
in questa et alla
gius longobardo.
Ma
dove poi
si
consideri
romana origine della chiesa e dell'episcopato cattolico; che i vescovi giammai non ebbero alcun grado politico durante il regno
Longobardi
si
,
dei
ma
che
IV, 6. 277, intorno agli Asili. Cf. Paul. Diac. iV. 6, dove la loro reinlcgrazione ncir antico onore non pu ad altro, al pi, riferirsi, chea! ra(94) Paul. Diac. II. i2.
(93) liolh, L.
come prova
UO
SUI
LONGOBARDI
quanto ancora
canoni ed
por
le
le ecclesiaslichc discipline,
immunit ed
impera
;
osservaronsi in pr loro
il
romano
la
diritto (96)
propriet dei
;
invasione
goduti o poco
i
dopo recuperati
le
chiese e
come
la
del
tempo diventarono
;
di
fatto
longobarda
bardi.
beni
N questo
il
Conciossiach
documenti
ci
sforzi
ad
argomentare che
tra
i
vincitori, scarsi di
numero, ed
vinti
il
commercio
(97)
almeno
sia
di quelle terre
che
per
E perequando un
Re o
privato, provinciale o
romano
di altro potente
longobarda. Cagione anche questa, e non ultima, onde nei contemporanei monumenti occorrono
s
di
frequente ed
in confuso nella
diritto
romano
(. 36),
avvegnach coperti
di
longobarda
le
ma
respet-
(96)
(97)
Troya .64.
Utpian.
.
Regular.
XIX
3.
Commerciuni
est
emendi vendendique
invicem jas
anche
perch non ardirei asserire che con l'andare del tempo non potessero dai Romani acquistarsi. Per isciogliere ii dubbio bisognerebbe sapere se, nel documento riferito sopra in nota 43, e che parla di sorli, Maurizio Canoviere del Re era longobardo c^ romano, siccome il nome parrebbe indicare. Del resto, quando tante volle io parlo di propriet o longobarda o romana, non pretendo asseverare che in questa et vi fossero due forme per dirillo dissimili di propriet. Dico romane quelle propriet che venivano coltivale e tenute nelle antiche romane forme, sia di colonato,
(98) Dico forse,
le sorli
di
colonia
parziaria
si
o dagli
schiavi rustici e
quelle che
tenevano dagli
aldj,
IN ITALIA
live
541
proprio antico
errore che
dirillo.
s'
cittadinanze
Lo
che
manco
alle
abbia a
e
de' vin,
doverono
il
,
parvero, per
le
temporali cose o
beni
vivere
secondo
vincitori
drillo
ebbero e cittadinanza
il
e propriet longobarda
gius longo,
ma
furono
la
propriet
longobarda
e parvero per
tulli
essi
i
gius longobardo.
la
fnalmente,
quanti
loro
.
privilegj e le
diritto.
immunit
canoni e
il
,
romano
Cagione per
,
siccome corpi
innanzi
religiosi
il
par-
vero
ai
diritto
romano
47.
che
si
al
Re o suoi
al clero,
,
Che
ci
rivolgiamo
troveremo che
medesima
guisa. Essi
in qualit di ministri
non
il
d'
altronde in qualsivoglia
tempo
e sotlo
Longobardi attinsero
che ad
essi
diritto.
il
sulle
prime, quando
si
Longobardi erano
di soggelti uni-
ariani o pagani, ed
clero cattolico
componeva
i
camente
tutti
preti
non vivessero
i
quanti secondo
,
romana.
il
Ma quando anche
Longo-
bardi
falli
cattolici
abbracciarono
che
essi
suadermi altrimenti
romana
cittadinanza. Troppo
altieri
duro agli
Longobardi
troppa diminuzione
di
uomini
pienamente
cit.
si
decide in fa-
atteso
la
longa possessio.
ci sarebbe
la
anche pi
riferirsi a
questo
tempo
Consultazione
ctie fu gi
Anliq. H. voi. 3.
752, e da
me
poi, dietro pi
N.'^
Wille
ad novamenle
voi.
II
,
97
in calce alla
542
SUI
LONGOBARDI
;
vei
niva
stremando
atteso
il
celibato a che
condannavansi
coloro
,
difalti
noi
preti
ma
come
il
gasindj
di
quindi io
reputo
che
giusta
costume
considerasse in loro
persona: una
onde toglievano
aveva
stabilito
la
origine
religiosa e pubblica
altra
che ora
vestivano di prete, e
i
come
tale
diritti
det-
tano le
norme
e alla dipendenza loro dai giudizj de' vescovi, e che per molti do-
cumenti
di questa et
vediamo osservate.
Epper degna
dell' uni-
me sembra
Liutprando
;
la
che
diritto
in qualsivoglia
;
la
vita clericale
vantaggi che,
ai
il
la
quale
figli
nati
quella
islessa legge
con che vivevano allorquando furono generati e con quella islessa sembrami tutla causa
:
tra le apertissime
diritti, il romano ed il longobardo, fossero secondo la propria gente o nascita gi osservati in quel regno. Diversamente, non veggo base
su che
figli
de' preti
di
le loro
pre-
tensioni al
godimento
(100) Brunetti
op. cit. T.
I.
Doc.
di N.
filios
XLIX.
aut
filias
(
(101) Si langobardus
inspiralione
uxorem habens
clericus
procreaverit, elposlea
Dei compulsus
filiae
effeclus
fuerit
al.
ea uxore
morlua
tunc
filii
aut
lege
vivant
finire
qua
quando
eos genuil et
debebat.
IN ITALIA
legge
vale
la
,
543
in
dal
me
quanto
opposto dicesi
che quivi
in bocca di
Liutprando,
cui sottostava
cloricalo.
Perch
le
ultime
finire
rendesse.
Quanto poi
io
secondo
la
preti poi,
come
tenessero
in propriet di
romana forma,
se proveniitaliane;
forma longobarda,
se provenivano da Longobardi.
il
Lo che
48.
da poche parole.
Anche coloro
romani
Brenlo
figlio di
longobardo durassero
de' vinti
vi si
,
d'
Imola e
il
ca-
stello di
che conquistaronsi da Re
Liutprando.
Or
bene.
Grato,
dal
nome suo
la
per testamento ai
proprj servi
romana cittadinanza
si
scorgonsi apertamente
pertanto al veramente
romano testamento
di
aldionaricie o lavorate
da aldj
de' quali
concede
il
(102) Frisi
3Iemorie di
Monza voi. II Cod. Diplom. Monzese m. Simplilio habitator (che qui mi pare
(
)
Docuin.
significhi
).
in fundo
moditiu
pag. 4. col. i.
a simul et
omnibus
res illa
;
quam
habeo in cimiate
exceplo juges duas de ipsa civitate in integrum quod volo habere propinquos^ parcntes meos qui hereditalem meam percepturi fueranl si ego intestalus dccidisset . Noi si potendo credere che congianti, cui lascia si poco, non fossero aliuenu della citt me
boloniensi vel foris circa
terra
aratoria
due Jugcri
di terra.
Ap. Voi.
II.
69
544
mundio, e beni
e cespiti [103],
SUI
LONGOBARDI
romana forma,
la
in propriet di
non che
di
servi
ai quali,
non che
agli aldj,
romana cittadinanza
(104-).
Or questo esempio
tempo e beni in comprova quanto
vincitori e vinti.
un
in propriet longobarda,
il
dicea di sopra
che
si
commercio
delle
pro-
E che
Longobardi,
quali
la
nemmeno
Onde
la
gius
privato e delle
difiScoll
i
grandissima e T ostacolo a
,
documenti
quando non
altrettali,
Quindi
le
il
tutte
rappresentano;
massime
se occorra in queste o
Tuna o T altra
spicciolata
norma,
(103) DI fondi lavorati da massari in Sicilia, provincia del Greco-Romano Imperio, parola In S. Gregorio Magno Ep. I, 44. E di cespiti, in Casslodor.
Variar. II, 16 fin.et passim. Di case massaricie tenute da romani colivatorl
memoria
nel
Docam.
di N.^
LXIX
In Brunetti
(104) Frisi, Ibid. p. 6. col. l./oannc elc.instiluo esse liberos et liberas civesque romanos et solutum et solulas in jure palronatus. E poche linee ap-
presso
Familia mea.
inslituo
,
esse
io
liberos
civesque
romanos. Con
in
buona
insti tu-
pace
di chi
pensi in contrario
non posso
si
credere che
questa
contenga una vana formula, e non la efcittadinanza. N da questa opinione di Lucca T. IV. p. 1. mi rimuove il testamento di Peredeo in Memorie Doc. LXXXVI), il quale lasciando la libert a' suoi servi, dichiara che abbiansi
zione In liberi e cittadini romani
fettiva e vera attribuzione della
romana
(
insomma per
nobili
poich cos
la
ma
adopra soltanto
vocewo6t/t
che gi si scambiavano tra loro come appare in Feslo , epitomalo appunto (che Dio gliel perdoni I) da Paolo Diacono, il quale in V. Flaminius Camillus dicendo dei Palr imi elMatrimi, appella costoro ingenui, anzich nobili o nobilissimi. Onde Peredeo dicendo che costoro si avessero da considerare come procreati da nobili romani altro non volle dire se non da
luogo
d'
ingenui
nobili),
(
ai
meet
desimi
la
Cf.
de
natalib. restit.
, ,
IN ITALIA
o un simbolo
di
545
,
gius
longobardo.
finalmcnle
da tanta e cos
barbara confusione
pochi
,
di cose
asseverare di alcuni
ma
valentissimi e
risoluti scrittori
che
g* Italiani tutti
la
cittadinanza e
il
Epilogo
guisa
il
campo
la
,
delle
questioni
eh' io
mi
era
in Italia; dir
brevemente, come
romani
con-
quisto
longobardo
prime
di
aggravati di
suolo,
in
un
tributo,
di
che montava
al
de' loro
frutti
segno non
servaggio
ma
agli
di sudditanza.
si
Che
poi
dopo
ebbe
quando
fatto
si
la avidit dei
Longobardi, cui
incomportabile e pericoloso
ai
slessi
tributo
,
concedette
ne riscattarono
ad
essi
abbandonando
(4^26) (105).
(105)
agli
i
stranieri
signori
,
met
de' fondi
restati
al
Che
vinti e sudditi
Rammenti
il
lettore
sarebbe
Paolo Diacono discorse, riferiscansi ciascuna a diversi soggetti, la conclusione Romani potrebbon dirsi caduti la stessa ; cio, che non per questo
I
neir aldionato
tal
caso:
1."
possessori
in
generi
ascendente
ai
quota ignorasi
plebei
Come
peraltro
non possono
incon,
perch ciascuno rassegnava al Collegio cui era addetto la respettiva quota dei generi da essi o lavorati o mercantati, e che Capi dei Collegi delle arti recavan poscia al Castaldo o altro olflclale preposto a ci:
i
cosi
i
non possono tampoco dirsi ridotti in servit u nel!' aldionato possessori^ o direttamente o per mezzo dei loro coloni versavano il terzo de' loro frutti, probabilmente in mano agli antichi esattori de' respettivi luoghi che incaricato gli recavan poscia presso il Gaslaldo o altro longobardo ufficiale, di repartlre questa annona tributaria a* suoi Longobardi. Ho detto annona tributaria, perch ne'terapi immediatamente prossimi alla invasione longobarda, Goti, il pi grave tributo che si pagasse in Italia, era e segnatamente sotto appunto l'annona, che andava poscia ai magistrati e al soldati {Cf. Cassiodor. Variar. VI, form. 22, VII. form. 12, 19, 25, Xll. Ep. 5); onde non da
i
quali
maravigliare che
possessori a trib-
646
gius pubblico e
al
SUI
LONGOBARDI
secondo
i
nonch
in
prima
scribi
gli
,
usi e
costumi
quindi
la
legge di Liutdal
prando sugli
seguitare
il
concederon loro
in
di
recedere
proprio e
gius
longobardo
quegli
atti
giuridici
che toccano
serbacio
alla volont ed ai
privali negozj (.
di
27-38).
Che
g' Italiani
; ,
municipali
tolti
instituzioni
alcuni
quali eserci-
ma
;
con
le
forme
i
procedere in questa et
e magistrati
Longobardi, o pi probabilmente
popolo,
ma
per
Che
le chiese cattoliche,
monasterj e
il
il
dritto
ai
quanto
fatti
ai
Ma
poi cattolici
Longobardi
,
le
nuove chiese
monasterj
,
che per
essi fondaronsi
per
le
Ed
chiese
ed
monasterj
tutti
divennero capaci
in
nuovi signori riducessero tare l'annona. Che se poi si domandi come mal ogni ragion di tributo all'annona, e per di tanto l'augumenlassero , direi
I
Longobardi preferivano soprattutto di goder l'annona che ci fu: o perch Cod. dipi. Berg. To. /, diss. Il p. 125) ; o pi verosimilmente Lupi ( Cf. perch doverono, di necessit , contentarsene atteso lo spoglio e le depredazioni, che non solo recentemente dai Longobardi, ma poco innanzi ancora Greci) avevano le italiche citt tolleralo dai (al tempo della guerra contro Goti Goti, cosi della moneta come degli altri oggetti e mobili preziosi che stessi ebbero facolt di asportare allorch lasciarono le parti d' Italia Procop., de Bello Golh. /F, cult. Agathias /, in Script.rer. Hai. To. I.).Yuosi peraltro
I
, ,
Goti,
,
il
tributo
e l'annona pagavansi
,
tutti
Goti e Italiani
cui
tributaria
soli Italiani , e in pr soltanto della vUoriosa nazione. Quindi vergogna del tributo, or manifesto segno d'inferiorit e sudditanza ad altro sovrano popolo. E ripeto di sudditanza , non di servit ; conciossiach se la istoria non di rado esibisce il fatto che una trib agricola , soggiogata per altra trib quasi ugualmente numerosa e pi potente nelle armi , sia
pagavasi dai
la
mai
ci
IN ITALIA
dono
in altro
in
647
le
modo
di
acquistare
propriet
beni e
terre
che gi
si
pos-
sedevano
forma
longobarda.
Capacit conseguita
vinti
quali
blico e criminale
di
non
rigettati dal
connubio
stringere matrimonj
della
co'vincitori
non
sia
facolt di reciprocamente
le relazioni
acquistare e vendere
beni
tanto per
citori
ancora
di gius privalo
,
rawiciuaronsi
ai vin-
negli
usi e nelle
leggi
che
ne'
non
vi
ha
,
pi
modo
la
di
separarli e discernerli
Longobardi.
Laonde
verono
diritto
dopo
Franca
conquista
secondo
il
patrio
romano
(.34).
che
i
sudditi
italiani
diventassero
capaci
della
propriet
in
forma
,
longobarda
forse,
delle
cose
parr
si
strana a non
pochi; conciossiach
contraria a quanto
,
costumava
ai di
germanica stirpe
per
quali oc-
Ma quando
,
tanti lati si
viene
Longobardi
dei beni
si
norme che
tra' Lon:
io dico
indifferenti (106),
non ancor
si
gobardi
potessero e possedere
alienare.
Ed
invero
quando
e
Romani
quando
al
e Eie
il
Liutprando
diffinire in
il
romano
) :
acquistare
noi
mundio della donna longobarda V. sopra nota 61 vediamo che con la legge degli scribi questo Re permette
sua legge ed abbracciare
la
romano
di partire dalla
longobarda
nelle con-
priet:
vinti italiani
potessero comprare
un
(106)
i
scanso
di arobigoit,
alieoarsi
come aderenti
i
alla
persona e allaframiglia
I
possessore.
Tali
le
si
erano o sono: fendi, fedecom messi, livelli; e tali lo credo che fossero sorti dei Longobardi. Chiamano poi indifferenti que' beni che liberamente possono alienare dai possessori.
i
548
Longobardi
la
SUI
LONGOBARDI
IN ITALIA
indifferenti? Enclisi che ci
la
spiegazione
della causa
di
di
questa et
cotanto
vinti,
malagevole riesce
promiscuit
(
con-
vincitori dai
la
cio la
de'doil
minj: mentrech
citore lingua
quale
pro-
religione
,
civilt
scienza e parte
)
cosi
delle
prie instituzioni
come
e attestata
per parec,
chi
istorici
,
documenti
soprattutto
per
le stesse leggi
bene
avvisate
51.
di
Rolari e di Liutprando.
tutte in sin qui discorse intorno alla con,
N
,
queste cose
intesi
io gi di
dimostrate
(
ma
meno
pi presto a guisa
contento
al
di
molto
opinioni
)
,
chi non
si
stia
gi
,
dal pi al
per un inGnito
numero
dei
di scrittori seguitate
neir insieme
Longobardi
la
quale
non pare
ci
consenta
di
riducesse dai
vincitori
nella
aldionale
Divina
Provvidenza
che
luminose vestigio per noi serb del mondo Greco e Romano, contenta di avere per
barbarica
infusione
ringiovanito
il
il
sangue
di
nostra gente e
i
genuino valore
E non
di
troppo da rammaricarsene
quelle
instituzioni
non
partorirebbe
salutifero o
RASSEGNA
DI LIBRI
DI
ALCUNI LAVOai SPETTANTI AI.I.A STOaiA D' ITAZ.IA ULTinAMENTE PUBBLICATI IN GEBiaANIA.
p.
127).
Nel 1831,
a Francoforte
,
il
Dotlor
G io.
le
pubblic
norum
al
inde
a Corrado I usque ad Heinricum VII; cio dall'a. 911 egli utile quanto applaudito
,
,
Karolorum
,
dei
Carolingi
e nel 1839
cio
i
le
ad 1347
regni di Lodovico
,
Bavaro
di
di
Federigo d'Austria
e di Giovanni di Lussemburgo
tracce del B'hmer
,
re
Boemia.
Procedendo su'le
il
sig.
,
gesla
Ruperti
regis
Romanorum
(HI), regis
1400-1410
e nel
1838-1840,
discopre
Regesta Friderici
UH
bel
modo con che di queste ricavasi il miglior proftto non han potuto non hw nascere per queir epoca a cui erano diretti primi lavori del Bhmer un aumento di documenti
fonti
,
mensa nuove
attivit
,
e di fatti;
il
ci
reca maraviglia
in ogni altra
aumento ha reso necessario di rifare quel primo libr<y, del quale noi abbiamo sott' occhio una novella edizione, che per ora comprende la minor
circostanza sarebbe stato quasi incredibile.
Tale
ed ha per
titolo
550
RASSEGNA
Imperii
inde
DI LIBRI
Rbgbsta
MCCCXIIL
Die Regesten des Kaiser reichs unter Heinrich Raspe, Wilhelm y Richard, Rudolf, Adolf, Albrecht und Hein-
ab
anno
MCCXLVI
usque
ad
annum
Neu
e
hearbeilet
4to.
380,
illustrati,
la
depo-
sizione di Federigo li
clio di
IV
nel con,
Lione;
il
cos
detto
rex clericorum
Pfaffenkonig
),
perch creato e
tenuto
a soldo dal
Papa
;
di
Guglielmo conte
d'
Olanda
di
Riccardo d
d Al-
Cornovaglia
berto
di
di
Nassau;
Ognuno
:
sa di quanta im-
portanza
per
la storia di
mondo
i
;
vennero compiti
destini dell'
di
Ottoni rinnovarono,
stretti,
il
fa-
immensi e
splendido
ingegno
perch
di
fronte
a nulla
di
unit
un gran corpo politico-morale. Una volta ancora nel medio-evo queir impero apparve come in sogno ad un uomo e questi era Arrigo di Lussemburgo in cui la tenuit de' mezzi materiali mal
;
,
doloroso contrasto
indole di lui
,
allorch con
sguardo consideriamo e
e
l'
un
lato
fantasma
l'
mentre
suo
ideale
grandioso riscaldava
petto superbo di
un esule poeta
ghibellino.
,
L'
aumento
dovuto
nuove ricerche
Torinesi
fattesi
mero
sono
li
Ada
di
Heinrici VII
;
tratti
archivi
e pubblicati
della
dal Dnniges
le
Regesta stampate
nei primi
volumi
Storia
Casa
RASSEGNA
Licknwsky
;
DI LIBRI
,
551
di C.
il
Quix
1139
svcnlu-
ratamente interrotto
dei sigg. Grauthoff,
la collezione dei
1349);
(
il
Blume ed A.
voi.
184^3, dal
al
1300);
Documenli Amburghesi
I.
del
Lappenberg (Hamburger
al
Vrkundenbuch
dacch
la
Bd.
presente ristampasi,
copie
,
prima edizione
a riserva di poche
citt
;
fu distrutta
ed
il
francofurtanus
I.
791-1400).
La
pubblicazione che stiamo aspettando delle Regesta Pisane del prof. Bonainiy certo per arricchire di
ispecie che tratta di Arrigo VII
non poche indicazioni quella parte in (*). Cos, con ogni fondamento, posdi
siamo abbandonarci
alla
speranza
vedere innalzarsi
di
mano
in
mano
all' istoria
Romano-Germanico
:
sostruzione da poter
da cre-
reggere
il
peso
di
qualunque
Germania
divide
quale abbracci
modo
e insieme
capace
operare
potentemente
Non abbiamo
tuttora un'opera,
di
come
quella, esempligrazia, di
Hume,
il
Lingard.
La
la
storia
di
M,
S.
1656,
in oggi
ancora
scritto
alle
pi pregevole:
ma
,
negli anni
1770-90
supponendo
Il
che
lettori
non badino
libro del
,
Luden [comincia
morte
di
nel 1825,
l
col
voi.
XII
e colla
,
Federigo
perch possa
reggere alla
soddisfare
critica.
nostro
quand' anche
potesse
La
(*J
Prima
per l'Archivio
e dalle
Storico
;
alcuni
Diplomi
p(yi
inedili risguardanti la
ma
costretto
fatte,
dal cresciuto
numero
degli scoperti
nuove ricerche
Italia
a dare maggiore
un
la-
voro storico a parte sulla discesa di questo corredo di esso un Codice Diplomatico
che
Imperatore in
lutti
i
composto di
ec. egli
non
solo in Italia
ma
in
Francia
ha potuto trovare.
(
L' Editore
Ap. Voi. n.
70
552
RASSEGNA
d
DI LIBRI
,
voi.
1829-1835J,
eccellenti qualit
medesimo intorno alla buon metodo e con profonda critica la storia di una provincia tra le pi importanti dell' Impero, gli manc poi la forza d esporre con larghi modi e con
speranze che aveva suscitate Topera
:
di lui
Svevia
stantcch
dov'egli
narr con
vaste
vedute
la
storia
(
della nazione.
Il
Volfango Menzel
lare
,
IV
ediz.
1843
ma
appassionata e declamatoria.
tutti
parte
noto a
coloro che di
tali
studi
si
dilettano,
come non
Imperatori
di
manchiamo
dei
della casa
di
libri
nostri
di
annali
La
storia
degli
;
Franconia
III,
scritta
dallo
;
Stenzel
quella
Arri-
go
del
e Lotario
;
del
Gervais
del
la storia degli
Hohenstaufen
del-
Raumer
di
Arrigo VII,
III
Barthold
tempi
di
Sigismondo,
VAschbac^;
alla
di
Federigo
Carlo
e Massimiliano, dello
storia
dei
;
Chmel (ambedue
riforma (sino
dalla
la
della
),
del
Ranke
di
quella della
Germania
riforma
i
sino
a Giuseppe II,
C, A. Menzel
;
(non compiuta);
guerra dei
tempi
la
storia della
bench
di
carattere tra
loro dissimile
meriti.
Non
parlo distintaparticolare
,
mente
quella
di
opere
argomento o pi
del
ristretto o pi
in
Prussia
) ;
del
Vogt
Sartorius
Lappenberg
);
la
storia della
Pomerania,
scritta dal
Barthold
quelle
non terminata
della
quella dell'Assia,
pubblicata dal
Rommel ;
Prussiana, composte dal Bottiger e dallo Stenzel l'ultima delle quali non giunge per ora fuorch alla morte di Federigo Guglielmo I); la storia della Finlandia orientale, del Wiarda; quella della Boemia,
del Palacki; del
eW Hdusser
(non terminate)
la storia della
i
Kurz
sull'Austria sotto
;
Duchi e Re
dal re
di
Ol-
la storia
Habs-
burg,
del
Lichnowsky
gi citata.
argomento biografico:
Lang'enn;
di
la vita di
del
Francesco ^ckingen
del
Munck;
di
Massimiliano
RASSEGNA
di Baviera, AeYAretin
(
DI LIBRI
di
553
II di
I.
volume);
,
Federigo
,
Prussia, del
la
Prcuss. Altri
e
il
libri
potrei citare
quali
considerandone
forma
piut-
metodo
di
trattar le cose,
in
Di
tal
numero sono
I
gli
sonia da Arrigo
ad Arrigo II,
la
,
Giesebrecht ed altri:
SuppUnburg
del
que voglia accingersi all' arduo e necessario lavoro che sopra dicevamo (1). Ora facendo ritorno all'opera del Bdhmer osservo come essa
,
disposta in
modo da
poter servire di
si
sicurissimo
fondamento
alla
storia nazionale.
Qualora
collo stesso
primarie fonti
che trattano della storia della costituzione e del diritto Eichorn : Teulil pi rinomato si quello di C. F. sche Slaats-und Rechtsgeschichle 1. ediz. 1808 V.* edlz. 1843 ). Il prof. Slenzel divisa per io libretto separato, vi aggiunse (1832) una Bibliugrafla epoche e per materie. Fu anche ricevuta con plauso l'opera del prof. Enrico
(1)
I
Tra
Zoepfl di Heidelberga
la
che porta il medesimo titolo (IL* ediz. parte I.* 1844) quale un compendio per le Universit. Le opinioni dell'autore spesso variano da quelle del dotto suo predecessore. Ambedue le opere vanno sino
,
alla
mine
il
Monaco
che va sino auf Religion, Rechi und Slaalsverfassung, 1 voi. all'anno 888. Berlino 1832 ). Nel momento in cui scrivo, viene dal professor Phillips data fuori una nuova opera : Tenlsche Reichs-und Rechlsgeschichle pag. 361, 8.'^ ) , la quale ha forma di compendio per le le( Monaco 1845. zioni : e, se tutte le sue parti non sono trattate con uguale diligenza, n
Riicksicht
per l'epoca susseguente alla riforma, con quella imparzialit che certo difficile, ma pur necessaria; per scritta con quella chiarezza e con quelle
precise opinioni
si
che
si
Il
libro
e scelta letteratura,
leulsche Slaalsrechl
la
Das
di
verfassung,
a formare
prima parte
di
morte
voi. soltanto,
che contiene la storia dei progressi del diritto pubblico e della costituzione x&vii e 668 pag. 8.^). da Carlomagno sino al secolo XII (Berlino 1842. Una critica di questo libro, scritta dallo Slemel nella nuova Gazzetta di Letteratura di Jena 1844), provoc una replica dell'autore. Con plauso Teutsche Vervenne ricevuta l'opera di G. Wailz (ora professore a Klel
fasiungsgeschichU
I.
voi.
Kiel 1844
).
354
storiche
,
RASSEGNA
saremo
certi di
DI LIBRI
almeno che
;
rimanente. Gli
estratti dei
documenti io essa
le
prodotti
medesimi.
Le
notizie
al loro
contenute negli
storici
contemporanei,
a
si
si
trovano registrate
l'
un tempo
leggono
)
che
nei
lume
e nelle
il
,
Monumenta del Pertz a cominciare dal IV voFontes Rerum Germanicarum delle quali il B'Ohmer
,
pubblic
di
troduzioni
famiglia
leria
,
sulla
persona e doti
sul
la
modo
,
sulle sorgenti
,
onde attingere
cognizione dei
ci
Queste
righe
notizie
e molte note
;
qua e
l sparse
danno
in
poche
avviamenti utilissimi
mentrech
in esse scorgesi
una perspicacia
introduzioni
alle
non comune
qualificarsi
unita ad
,
un profondo
,
sapere.
,
Le
Alla
gesta di Rodolfo
di
Alberto
d'Arrigo
ragione
come
altrettanti
capolavori.
II."*
parte
principale
alla
Regesta
(
pontificali,
)
spettanti
Germania
{
da Innocenzo IV pont.
an.
Clemente
pont.
an. IX."
).
medesimi
ma
di altri affari.
Dopo
espone
i
di
il
altro
non mi
rimane che
introduzione, nella
quale l'autore
andamento generale
nel
periodo
presente libro
,
cos egli si
esprime
non cede
niun altro
rispetto
germacompresa la prima la venne fondata la monarchia franca parte della nostra storia quale sotto la seconda dinasta comprendeva tutta la media Europa; e dalla quale non per virt del trattato di Verdun non in conall'influenza da esso ottenuta sui destini dell' intera nazione
nica.
Da quelle
di
Carlo
il
Calvo
ma
per
1'
avvenimento
di
una nuova famiglia regnante, che non pot pretendere all'ubbidienza di tutto l'impero, staccossi sino dal 919 quel gruppo di popoli, che allora cominci ad unirsi al germanico Impero. La costituzione
RASSEGNA
di siflatto
DI LIBRI
555
diritto del
il
sovrano era
Impero ha fondamento ncir origine di esso. II il medesimo come nella monarchia franca (1)
presso
gl'imperatori
Carolingi.
cerimo-
eligere
,
dalla nazione
che faceva
norma
delle
l'
Lorena
;
Marche formossi nell' interno, sulla Borgogna sui paesi degli Onalmente sopra V Italia dove la
,
,
Chiesa present
ai suoi principi la
corona imperiale
lasciata
la
va-
Germania
).
due
dinastie
)
Colla
terza
la
,
Sveva
avvenne
mutazione
il
giacch
,
le
cose
umane non
s'
durano
cina.
e allorquando sviluppasi
il
Core
la
morte ancora
aveva
distruggeva
avvi-
La corona imperiale,
pi glorioso acquisto,
clima d'Italia
ci procedettero
in
nascosto
un amaro
veleno.
Il
le
forze
Da
le
non solo
stessa
di
le
prolunla forza
ma
minorit,
,
le dinastie
cambiate,
dimodoch
sotto
quella
costituzione
Franca
mise
la
cose
affatto
dove
la
vassalli
mentre presso
messa
corona.
a Tali cagioni avevano di gi sotto Federigo
I
promossa
una
interna lotta
la
ad abbandonarsi
Il
ad una
? ?
ai
Tedeschi.
,
risultato finale
per
si
scoperse
contrario alle
speranze
di
dimostr novamentc
di
un sovrano, siccome
Germania
,
un
la
ed
Ottone,
lacer la
intera
alla
dignit
imperiale
vennero scialacquati
(1)
Era principio
di diritto
pabMtco,
il
Be
la
co-
ronazione di cquisgrana.
556
in
RASSEGNA
fln allora sconosciuto.
la
DI LIBRI
Allorch, dopo acrrima pugna, non rec frutto alcuno: giacch
inclinava
,
un modo
erasi
conseguita
vittoria, essa
nel
momento
in
cui
la
bilancia
le
a favore
di
Filippo,
il
r uccisione
avversario.
di lui
tronc
speranze
ripose in seggio
fu neanch' essa
suo
Ma
codesta elevazione
non
in
durevole.
La
Chiesa finalmente
,
ricondusse
apponendovi
la
la
saggia
,
con-
dizione
di
doversi
Sicilia
separare
Impero
affinch
,
la posizione
Sede
pericolasse
n fosse
col
vivere
suo
il
Ma
il
Federigo
II
non
elesse ad
rialzare in
(
Germania
fatto
la
poi
secondo
giuramento
nell'
Asia
sulle
tracce
del
suo
Per
,
lo
contrario, egli
tre
Italia
dove pass
falsa
quarti
,
una
posizione
alla
non
:
Germania
indi
ma
un
anche rispetto
figlio
,
Chiesa
cost la perdita di
;
sacerdozio e
l'
im-
pero:
(1).
per ristabilire
Papi pareva
la
buona
alla
La
facilitarne
riusci-
mento.
persino
Ma
nei
i
Federigo ricus
diritti
di riconoscer
,
limiti
sua autorit
,
della Chiesa
tantoch
fatti
astrinsero la
fin-
esser
con
il
lui possibile la
la
rimedii estremi
giacch
perdere
una
potenza
meramente
mentre par credere che l' oppovediamo sotto Federigo II non sia una e medesima con quella che cominci colla morte di Arrigo III (II). La lotta tra Arrigo IV e Gregorio VII sembra essere nelle sue conseguenze momentanee come nelle pi lontane d' importanza per lo meno uguale a quella tra Gregorio IX e Innocenzo IV, e l' Impera tor Federigo. Con Arma cov sotto la cenere. Forse la rigo V il fuoco non rimase gi spento maggior disgrazia per l' Impero fu la morte inopportuna di questo Arrigo, e il non aver egli lascialo discendenza. Perch di gi coli' elezione di Lotario vennero estese le prerogative dei membri che costituivano ( di Supplinburg ) la condizione degl' Imper Impero e mentre la regia potest indebolivasi
(1)
Non
sizione tra
la
croce e
la
spada
quale
la
RASSEGNA
sima suscit contro a
DI LIBRI
:
557
ora essa mede-
cose.
mano
[
che caratterizza quest' epoca nascente. Egli aveva fabbricate di sua le armi che compirono il suo destino ma in Germania la
;
immensamente cambiata. Le
dall'Impero,
attribuzioni sovrane
Landeshoheit
distinte
andavano formandosi;
ci
le
Dopo che
sui
quali
il
real
potere
di-
di-
imperiali essere
di
cercavano
(
Re facendone largizione, mezzo con cui ottenere aderenti mentre i costituenti dell' Impero
il
;
Stdnde
si
mostravano
Arrigo,
intenti
figlio di
ad
usurp
arli.
Ci
tali
avvenne principalmente
acquisti
si
col re
Federigo IL Se
nazionali
; ,
fossero aggiunti
si
agli
antichi
ducati
questi
sarebbero
resi indipendenti
e la
Germania
rimasta
).
come
i
gi la monarchia di
,
Carlomagno, sarebbe
la
fin d'allora
(
divisa in pi regni
secondo
Sttmme
Ma
per
essi
eransi consolidati
stati
colla corona
forza divisi
come la Franconia e la Svevia; altri erano come la Sassonia altri finalmente come
;
,
la
Lota-
ringia
I
avevano
si
perduta
l'
unit
per
effetto
d'
interna
,
divisione.
vescovadi
erano
staccati
da
questo legame
dal
quale una
adunque
i
del secolo
XII,
primo
di
Lotario,
duchi, nell'anil
re
il
ma
e'
d'
ora innanzi
immeduchi,
,
diatamente
,
conti
nel
numero
cinquanta. Questi
,
secolo
XIII
decomponendo. Siccome
di
poi queste
mutazioni
si
,
operavano
cos
mano
in
mano
per caso
si
senza
leijge
scritta
esse
importanza.
558
Mancarono
perci
RASSEGNA
di
DI LIBRI
,
un' idea
moderatrice e direttrice
,
mentre
non ad
V Impero allorch met del secolo XIII ebbe principio V opposizione contro scomunicato e deposto. Questa trov a Federigo II vero
((
verso
diritti
privati
costitu-
Ma
dusse a ristrigere
mentre
la
quei
conformandosi
ad essa
ma
la
port
aderenti
non
trov
a s devota che
una parte
il primo periodo della nuova era. Nel periodo seguente, dopo avvenuta la prematura e lugubre estinzione della casa di Svevia, colpita dalle maledizioni della Chiesa, appariscono nuovi re, universalmente riconosciuti. Con essi ha principio l'opera di riunione tendente a restaurare l'Impero.
Arrigo
Guglielmo
Riccardo formano
Ma
che
Rodolfo
il
dopo aver
fatto
una
comparsa da eroe
la
fermossi a
mezzo
la
maggior dignit
Alberto
,
ecclesiastica
cella.
regia autorit
ci che
il
patria
ritolto al
di
prima Filippo
con immenso danno della mondo per via di un assassinio come cent'anni si sotto Arrigo VII Svevia. Una volta ancora
;
le quali presto
il
Lodovico
legge
Bavaro.
verso la
la co-
met rona
delle
del
,
XIV
secolo
fondamentale stabiliva
il
modo
tutto
trovavasi gi
cambiato
a segno da
non
avanzi
dell'antica costitu-
zione.
RASSEGNA
^x
DI LIBRI
,
559
di
Dopo
tre secoli di
monarchia
questi
ccnlocinquam' anni
Iraiisizione
ducati
trovavano
divisi
in pi
rimasero in
certo
modo
distinte, e
tra s
unite
che solevansi
conchiudere tra
limitroB.
Quando
poi
mezzo,
al principio del cinquecento, una vita novella fece riscuotere l'Europa, Massimiliano imperatore, coli' introduzione dei Circoli
siffatte
alleanze,
si
facendole
divenir parte
Un
grand' utile
di
conse-
cui la casa di
stata
la
casa di Ilohenslaufen
eredita
alla
pace
di
nuova epoca
(1)
mantenere
la
pace interna e
di
,
dare
istitu
)
un reggimento, ovvero
quale componevano
,
consiglio imperiale
la
Reichsralh
Reichsregimenl
ii
sotto
presidenza
nente,
i
loro rappresentanti
dagli
slati
,
i
norma
di
sei
circoli
circondarli
,
In princpio
sei circoli
,
furono
di
quelli di Baviera
Svevia
Franconia
del
Reno superiore
propriamente
,
i
di
Westfalia e
Sassonia. Essi
esclusi
i
comprendevano
detti
dell'Impero;
possedimenti di casa d'Austria e degli elettori quali non concorrevano nell'elezione del sopradetli deputali. Nel lo 12 si aggiunsero per test nominati quattro nuovi circoli quello d'Austria di Borgogna Renano-elettorale, e della Sassonia superiore. Il circolo di Borgogna comprendeva Paesiducalo di Brabanle cio il Marchesato d'Anversa Bassi allora austriaci paese Franco ducalo di Gueldria signoria di Tournay contea di Fiandra e contea ducati di Limburg e Lussemburg contea d'Annonia Henncgau
i
:
di
Namur.
Il
abbazie di
Leodio faceva parte del circolo di Westfalia colle Stablo e Malmedy allenenti, colla citt libera d'Acquisgrana ec
Il
vescovado
di
I.
la
divisione
ter-
ritoriale, da Carlo
e. g.
V ampliata, dur
Lancizolle
,
409. 529
Terriiorial-Verhiillnigse.
Beri.
Ap. Voi.
II.
560
RASSEGNA
al
DI LIBRI
contrade a levante del
tolti
i
Rodano. Questa,
vescovadi Lore-
nesi (1); ed alla sua fine, vide le terribili devastazioni dai Francesi
commesse
di a
sul
modo che
poteva dire
la
lam
nulla respublica.
il
fine di
questa e
principio di un'Era
arbitrio straniero,
novella. Dall'estremo
di poi
norme
unisca
credenza
ma
fare colla
nazione. Talmentech
,
il
solo vincolo
che
in s
,
viene
formato
dall'
amministrazione
la
quale
tempi passati
Mentre nello
quel
ho
l'
fatto
parola
il
predomina
Sacerdozio,
modo
tra
,
Impero e
che generalmente
tali
tendenze e sentimenti
danno
:
Kaiser Friedrich II. Ein Beitrag zur Berichtigung der Ansichten iiber den Sturz der Hohenstaufen. Mit Beniitzung handschriftlicher
Quellen der Bibliotheken zu
verfafsst
Rom
Paris,
(L'
le
Imperatore Federigo
idee
Saggio storico
casa di Svevia
Parigi
,
sulla
rovina della
delle Bibl. di
Roma,
,
Vienna e Monaco).
Monaco 1844
8vo.
e di molti articoli
di
Monaco,
agli
:
ragione
,
potenza
di
questa casa
essere stata
d'origine fazionaria
il
che abbass
capo
dei Guelfi
(1)
nel
1552
dal
RASSEGNA
lenti
di
f
DI LIBRI
561
HI
all'
Gervais
di
Lotario
test lodata
si
esprime
politiche
in questi
,
la
Germania
Impero
condotta da Lotario
dezza
(??),
La
storia dell*
qualunque
,
inla
telletto
rivoluzioni,
T indebolimento
decadenza del
sommo
mancato
messo
in
non cale
quando
prevalsero
gli
Io
nella discussione di
forse alla
una materia
non altro
fine
di
opinioni discordi.
Non
ma
Dopoch per
era
in
nella
maggior parte
trattasi
al loro
capo, e dell'aristocrazia da
mentre
posizione
pure
al nostro proposilo;
non
so
di
se
V Hofler
sia
da
taccia
dimenticanza e
Chiesa
,
l'
originaria
deir Impero
Ma
torli di
lievi.
bisogna confessare,
stati
verso
tolta
il
papato essere
non
Non
pu soprattutto esser
Uno
la
allevato,
la
difeso,
maggior
di
dignit
casa Svcva
il
successore
562
lui
RASSEGNA
,
DI LIBRI
con indulgenza
(Onorio III), che aveva educalo Federigo, lo tratt con lenit, anzi con affezione contuttoci, la morte sola im:
Il
conlegno
dell'
Imperatore
nel proposilo della crociala tante volte promessa, tante volle elusa,
poi eseguita quasi a dispello del
Papa e
in
solito,
giustificarsi
come
nel
tempo
in
di
che
il
questi
puranche cercasse
ordinalo dentro
dit
a'
si
suoi regni.
La sana
d'
che l'ere-
Normanna
di
segregasse dairimpero,
disposizioni
di
Colonia
in
poter egli distaccarsi dal suo bel regno siciliano. Altri carichi che
a Federigo
si
danno
me sembrano meno
nell'
rimstati
proverate
eredilarii
;
avidit e durezza
amministrazione
si
quegli
,
ma
siffatta
ascolta
laddove
Non bisogna
nemmeno
ranei
le
un male che in ogni tempo and crescendo coli' aumentarsi delle rendile di un paese. Codesto aumento talvolta sol dopo pi anni si fa manifesto, mentre il peso delle imposizioni ne' primi momenti
pi grave a sopportarsi.
Comunque
i
ci
siasi
l'essere l'epoca
di
con
levit trascurare.
Imperatore e
lo sventurato
il
suo
figlio
(il
re
torto,
non dobparti-
biamo perder
di vista
il
ed unita
,
ma
sotto la direzione e
d'
come
la
indipendenza muni-
commossa quasi
,
tutta l'Italia,
moveva ancora
,
intollerante di renitenza
ricominci
RASSEGNA
la
il
DI LIBRI
nella
563
lombarde
(lotta
vigore e
le
reputava
della corona
:
imperiale
non
,
volle cedere
non abor-
riva franchigie
ma
volevate
come emanazioni
del poter
i
supremo
mentre
le
progressi
principi e
il
clero
ai
quali
aumentava
pieno
le
prerogative
suo
sistema.
come l'Impequando
ratore
e degli obblighi
,
ad essa inerenti
luti' inteso a
mantenerla e ad adempirli
via diversa
,
una
e mostrarsi o incapace
svogliato di secondare
in
le
come
ribelli,
diritto
il
erronei
ma
,
io
do-
mando
a'
se la condizione a cui
ajutato dai Pontefici
,
il
contrario a Federigo ed
la
suoi
avea condotta
Germania
sembri
forse a
qualcuno cosa da
lui
invidiarsi?
Mi sar
menti di
la colpa.
Ed
medesimo, e non all'opposizione, doversene addossar io non esito a negarlo; facendo riflettere, come un
tutti
,
tempo
e moltissime
citt
ancora
come
l'antica e
le
come
i
in
quel
modo come
dell'
1'
ave,
vano intesa
barde
popoli Tedeschi
epoca pi florida
Impero
Lom-
e dal
non volere
il
in Italia.
Ecco
il
Ma
da
Non soggiace
appassionato
sibili.
a dubbio
si
ed Innocenzo, Federigo
;
infine
Ma
si
giova
rammentare:
guerra
fino
all'ultimo eslerminio, e da
564
ambedue
le
RASSEGNA
parli gittalo via
il
DI LIBRI
;
pressappoco sinonime
e in ispecie di Alberto di
,
Germania
uso
come
facevasi sfrontatamente
lotta
,
di qualsiasi
cominciata
a'
toccava
suoi
termini
per essere
il
Bavaro. Final-
Chiesa
segna-
latamente a rettificare
ci che indica
il
argomento, avverando
storia
suo libro
il
maggior
effetto se avesse
forma e carattere
anzich
ed apologetica
che
tratta di
una
pare a
me
sotto
,
il
coli'
con
Regesta
Gregorii
IX. P.
a.
1231-1241
Ex
registro
Ut.
;
Innoc. P,
IV;
IV
etc.) vien
mentre
dal
altri
copiosi ne
:
avremo
Albert
tra poco
medesimo autore
die Regesten
Papst
Innocenz
IV
clero
sui
Frati
Gau-
Saccati
gli
Gioacchino da Fiore
sulle eresie
suo soggiorno
alla storia
il
studio
medio-evo
indagini
a rendere di
pubblico diritto
egli
le
da
Speriamo
sempre che
una parte
dell'
in
modo per
)
giudica sar
Hfler adottato
titolo
:
in
un
non conosciuto
che ha per
, ,
RASSEGNA
Kra Dolciiso
DI LIBKI
565
und die
Patarener
historische
Episode
aus
den
piemontesischen
Religions-Kriegeu,
,
Mit
Kirchen-Kultur
,
und
von
rechtsgeschichtlichen Erlauterungen
nach Originalijuellen
guerre
di
religione
,
nel
Piemonte.
giuridica
e 247
,
,
Con
tratte
illustrazioni di storia
ecclesiastica
civile
,
da
fonti
originali
).
Lipsia
18U
pag.
xn
8."
La
in
storia di
Fra Dolcino,
il
quale a molti
i
lettori,
principalmente
versi della
Divina
Commedia
parecchi
delle
meditazioni
di
scrittori
e,
del
Mosheim,
Gota 1807
e del Gieseler
Storia ecclesiast. IL
,
ultimamente
pato
(
il
Dolcino
Patareni
profltto
notizie storiche.
Novara 1838
traendo
civico di
segnalato
Vercelli
si
,
dai
codici
MSS.
di
esistenti neirArchivio
e conosciuti col
nome
Biscioni
nome
di
cui finora
desidera la spiegazione.
al lavoro del sig.
vono
riali
di
fondamento
ogni
,
negarsi l'industria
d'
sorte che
lontana
nuovi ed antichi
pare che
siasi
proposto
di
far
qualunque volume e dissertazione di cui egli saper potesse il titolo. Troviamo dunque una specie di magazzino di merci diversissime di
qualit
come
di valore, la
maggior parte
:
delle quali
nessuno pensereb-
be a cercare
obliate
a' suoi
,
in
questo luogo
quando altrimenti
si
il
Fra Dolcino ed
podest,
gli
seguaci non
(pag. 1-93)
statuti
,
le antichit giudiziarie e la
Piemonte e
;
in
una parte
de'
dell' Italia
,
XII>XV
N
la
milizia
,
Comuni
dei nobili.
vorrei
done impressi
zioni sono
scelta
queste disserta-
una farragine
critica.
presi
qua e
senza troppa n
L'Economia
ebbe attnto:
566
e
i
RASSEGNA
DI LIBRI
richiesto avrebbero
si contengono nel primo di quc'iibri, una penna pi abile di quella del nostro autore.
,
frate
Tornando ora al soggetto principale dell' opera ramingo, non posso tacere com'essa sia scritta
,
la
storia del
in
uno
;
stile
romanzo
si
converrebbe
,
bench
ri-
siccome
metafore e
di
grandiose descrizioni,
La decadenza
non
stati
costumi
l'ha
nari
tra
i ,
Damiani
e da
primi ad accusarla
ai
e a invocare
me
sembra che
petere continuo
disse
del perdere
in esclamazioni e declamazioni
quali
il
dello Spagnoletlo.
altri tra
i
La tenerezza
fratelli
e di parecchi troppo
moderni) per
L'avere
i
tutto ci
che
sente d'eresia,
manifesta.
apostolici del
Segarello
predicata ed
di
di
beni ec. di
gran
lunga pi estesa
i
panteisti, con-
argomentato pubblicamente
,
per
la
figli
quando
fossero
consorzio tra
uomo
lo
vita
che
da profeta
l'
essersi
,
le
sette
superbe del
pari ed intolleranti
malgrado
;
le loro pretensioni di
riforma abbanbasti ai
filo-
donate
ai
pi orrendi eccessi
luttoci
Pu
darsi
per
che
sia la
cagione
(1).
di
una tanta
parzialit per
(i)
cenni sopra
le
opere
moderne che trattano della Storia ecclesiaslica campo nel quale stata di recente immensa l'operosit. Parlando in primo luogo degli autori catlollci
ASSEGNA
Dopo
litica
DI LIBRI
libri
567
di storia po-
di
avere
fin
,
qui parlato di
che trattano
ed ecclesiastica
il
mia
Rivista
con
uno
scritto
quale principalmente
storia dell'arte
riguarda:
vor
DJ
BocK.
Carlo-
magno
in
Aquisgrana
).
Bonna 1844
Quantunque a prima
fare coli' Italia
,
un soggetto im-
sacerdote ravennate
osservo
come
la
Slolberg
volume 40." non oltre all'anno 1152. F. Ritler , gi professore a Bonna, ora professore e canonico a Breslavia ha condotta l'opera sua all' an. 1790 ( voi. I. a III. 1826 seg. ); Kalerkamp gi professore a Munster giunse col V." voi. alla seconda crociata. La nuova opera del prof. Dllinger di Monaco (Rat. 1840),
(nel 1806), e continuata da F. de KerZy
abbraccia
tempi decorsi
la
dall'
origine del
pi dotta, la
le
(
In opere scritte da'cattolicl sopra questo argomento. Il libro di Gio. Alzog C. Riffet un voi. Magonza 1844) un compendio non privo di merito.
,
Magonza 1844, voi. 1. 2.). Neander professore a Berlino, arriva col X. voi. (Amburgo 1836 seg.) sino all'an. 1294. I. C. L. Gieseler^ gi prof. a Bonna, ora a Gottinga, col voi. III.'' p. !. giunge alla pace di Westfalia. L'opera sua (voi. I." 1824, IV. ediz. 1844 voi. 11. IU., 1826-1840) diviene innel secolo
gli
XVI,
Tra
autori prolestantl,
formando
rattere
preziosi materiali.
,
Di ca-
aflTalto
libro di
A. F. Gfrorer
,
professore e bibliotecario
a Slultgarda (voi. I." a III.'', 1842 seg.) che per ora giunge alla morte di Papa Silvestro li. Un ottimo compendio quello di C. Ilase prof, a Jena 1844 ). La Storia della Riforma venne trattata da ( I." ediz. 1834; Y.* ediz.
,
moltissimi
tra
pro-
Di opere d'argomento particolare non fo parola. Il Gius canonico venne trattato con maggior plauso tra f cattolici da F. Walter, prof, a Bonna (ediz. I.' 1822, elz. IX.* 1842 ) ; da C. A. de
fessore a Berlino (ediz. II.* 1831
Droste-HUlshof
gi professore nella
medesima Universit
i
;
(ediz. II.*
C.
II.*
1832);
Eichorn
protestanti, da da G. PhiUips (I.* parie, 1843): e tra (due voi. 1831), e da E. L. Richter (ediz. I." 18U ediz.
Fr.
1844).
Ap. Voi.
II.
72
568
il
RASSEGNA
,
DI LIBRI
le
ve-
gi note col
nome
Liber
sede
sono
la principal fonte
,
per
la
di
Impero occidentale ci ha lasciata una notizia piuttosto esatta una statua equestre del re Teodorico che a' suoi giorni non
,
Ravenna
vedevasi
ma
:
in quella
d'Aquisgrana
la
di
memoria. Secondo
sua
descrizione
gi
Pyramis
sex.
Desuper autem equus ex aere auro fulvo perfusus ascensorque eius Theodoricus rex scutum sinistro gerebat humero dextero vero bra,
Ex
et ore vo-
sumat Franciae
equus
ille
iter
et
eum
aspiciet. Alii
ex aere factus
;
auro ornatus
est
,
sed
et
cum Romanorum
papa imperium
,
revertens in
quam nusquam
fecit
(
,
similem,
vidit
in
Franciam deportare
atque
,
in
lib.
Agnellus
Finqu
lo storico
quale in pi luoghi
oscura
serve
per
un'idea pi chiara
luogo
dove
ope-
Nato
nell'
807
scuola di Fulda
da monaco
nell' isola di
divenne cappoi
Pio
abate
di
nell'
mo-
Lodovico e madre
alla corte
di
Carlo
,
Calvo
Walafrido
(
il
quale
luditt
fu
ammesso
nell'
829
intitol
un poema
editi.
Ad
Anno
XVI
Ludo-
il
palazzo (Palatium
Pfalz) e
RASSEGNA
pero.
Il
DI LIBRI
569
poeta parla o in
persona
propria
ovvero
introducendo
y
come
interlocutrice
i.
e.
la
dorico
porta
del
palazzo
da cui
,
esce
i
la
processione
,
coli'
Imperatore
r Imperatrice
loro Cgli
principi
sacerdoti e cortigiani.
le
parole di
Walafrido.
e'
monumento
Una
c'
dunque
luogo a supporre
in alto.
che ancora
in
un cronista
,
di
questa citt,
anno 1356
si
nell'
antico mercato
gli
vedessero
avanzi di un
monumento
Wa-
metallo
super lapides
plumbumque
il
et
inanae metallum
briglia
il
(
currit
frena
;
) ;
equo
che che
V.
69
che
cavallo
la terra
senza
,
desunt
mentre
notoraia
quarto sollevato
ante
,
ogni parte
si
scuopre
la
rentibus undique
nervis
pedes
ternas pa-
ille
tuus
sonipes
v.
unum
il
76
77
lam
).
levasti, v. 80, 81
Ci
rammentare
scritta
a
,
nome
di
Teodorico
Roma
monumentali
sic
hominem fusum in
diversas similitudines
neratum. Mirabitur formis equinis signa etiam inesse fervoris : spatis enim naribus, ac rolundis, constrictis membris, auribus
mulsiSf credit forsilan cursus appetere
,
re-
cum
se metalla noverit
non
movere.
proprio
Quel
,
ai
tempi
di
Teodorico
medesimo gusto nelle arti ch'era sembra che fosse passato senza al-
il
re
Goti,
ignudo, da
una
pelle
che scendevagli
dalla
pelle
,
52, 53).
dei
costume
nazionale
guerrieri goti
ma non
pur tale
la
570
(
RASSEfxNA DI LIBRI
) ,
noia
alla cui
pelliccia
,
la fbbia
che
rite-
neva
la
nascosta. Il poema non dice nulla intorno alla persona del Re sappiamo per da scrittori contemporanei come anche in et avanzata Teodorico conservasse una maestosa bellezza. Del pari che Agnello, Walafrido fa menzione della lancia exornatis aurea membris
, (
la
spicula
fert
v.
60
cio
g'
V hasta regalis
Imperatori greci
ci
,
di
Cassiodoro
simpo-
bolo
poli.
dell'
autorit presso
la
come presso
il
altri
Tale era
statua, di cui
dice
le
ancora
poeta, che
cenna come
lazzo
)
si
trovassero in gran
riposarsi
numero
solevano
sopra di essa.
,
adventare columbas
nire
,
terque
die exorta
ve-
v.
46
47
).
Alcune
cilmente
:
accennale
si
spiegano
diffi-
la
colpa al punto
,
di vista nel
poeta
si
)
fu collocato. Walafrido
a cui Teodo-
rico
come
blasphemumque Dei ipsius magnaeque addicit abysso, v. 35-37), scorge dorata il simbolo dell'avarizia la quale mai
,
Ariano
nella imagine
di
lui
non
si
appaga, in
spe-
paragone
dell'
e pieno di gloriose
)
,
v.
67
forma
fosse
di
metafora
parlando
dell'
avarizia
non mai
i
del che
vi
parlasi in
modo da
la
piedi
di
del
cavallo
Il
pure
rappresentazione o l'emblema
un fiume.
passo
Lo
stesso
pure
v.
di
un
)
,
altro verso
stipata
di
satellite nigro^
63
che
Ora
parere
si
potr domandare
racconto d'Agnello
secondo
il
ad
onore
fondasi
giacch sappiamo
da Jornande
le relazioni
Bisanzio,
Teodorico dinanzi
palagio di Costantinoidentica
Non mi sembra
esservi
, ,
RASSEGNA
DI LIBRI
571
man-
Le
cambiarono
nell'
vita di
,
lustri dopo la sua morte monarchia da lui fondata. Dopo che morto Anastasio, una nuova schiatta (Giustiniano) venne in possesso del
che
sei
trono imperiale, l'esistenza del regno Gotico pericolava. Questa reazione ne suscit un' altra presso
gli
stessi
Goti.
Mentre
ne' suoi
i
co-
questi
principii
discordi
fece
viepi
violenta.
costruzione della
reggia
di
Ravenna
muRare
Teodorico
vedevasi rappresentalo
come
;
liberatore di
venna
protettore di
l'
Roma
, ,
movenza
in alto d tener
asta
simboleggiava in certo
modo come
il
non
desse
vestilo alla
il
romana
ma
neli' abito
vamenle prevalevano.
Ci
manca
il
modarsi
numento venne
che
tico.
il
Non
ai
si
pu nemmeno
di
tempi
Teodorico;
monumento
il
pi an:
Non mancavano
non
vero
ma
la
Romani
fiducia
subito dopo
rispello alle
periodo
ispira troppa
opere del
la
statua
rimase tuttavia
malgrado
di
divozione
che
gli
abitanti
,
ma
di
ci
sembra improbabile
tomba
gi
Neil'
consideri
violare la
stessa di
Teodorico
801
secondo
il
cui
verso
il
787
papa
di servirsi de'
marmi
572
fizii
RASSEGNA
ravennati
,
DI LIBRI
condusse
in
come
si
detto, essa
venne col-
una
reggia.
Non
si
cui
dice l'annalista
(Quix, Cod. diplom. Aq, pag. 71 ): Aquis irrecuperabiliter concrematum est. Dopo il regno di Lodovico ne sparisce
I
ogni traccia.
versi di
Walafrido
il
si
essi tro-
Canisio
li.
il
Sasnage.
Amslel.
,
Thesaurus monument.
;
1725,
:
2*27
e nella Bibl,
,
max. Patrum.
l'ordine
(
gli
ma
testo
corrottissimo
del
inverso
la
strana ortografla
in oris
,
nome
Tetricus italicis
quondam regnator
scrittori
,
v.
30
avevano
indotti in errore
bench
la
manifesta. Al prof.
Bock
,
di
Aquisgrana
il
dottissimo
di
archeologo ora
stabilito a Brussellcs
ristabilito
il
dovuto
vanto
avere in qualche
modo
e
testo
,
con
eguale sagacit
costru-
importante
dove pass
di
gli
quello d'Aquisgrana
luogo
da
Carlo
colto
prediletto
eziandio
dalla
morte.
Una
fizio, esisle tuttora nel centro e nella parte pi elevala della citt;
Rathhaus
famoso per
Carlo
(
le
incorona-
di
descritta
da
Baldassarre Castiglione
cipi, ec.
Lettere di prin-
I.
69
V.
ec. pag.
).
Bock
Aachen
Acquisgr. 1843
).
Siccome
la disposizione
pianta
la
dei
campi
militari
costru-
nelle cui
mura
rinchiudesi gran
il
Una
tal
tradi-
che fare
Il
lazzo di Teodorico a
pa-
Ingel-
RASSEGNA
heim
sul
DI LIBRI
,
573
sotto
Reno e
in
Aquisgrana
sono
gli
edifizi
un
tale
la
chiesa di S. Apol,
linare
nuovo
e pa-
primi
il
Fantuzzi
monumenti;
lo
secondi,
(
il
Rumohr
Bock
Italienische
Forschungen
voi.
I )
il
Quast
Die altchristlichen
ci
Carlomagno a Ingelheim sventuratamente distrutta e non altro rimane fuorch la descrizione del palazzo con quella delle pitture e degli ornamenti di esso e della cappella nei versi di Er;
,
moldo Nigello
altro poeta
dei
tempi
Carolingi
,
Carmen
tra
ho-
Monum, Germ.
hist. Il):
il
venne spie-
Frommen zu
Bonn
1844"
).
11
rapporto
di esser
preso in
particolare
Vitale divenne
il
prototipo
della
chiesa
di
Nostra Donna
anni 796-804
citt.
il
di
marmo
,
trasferite
da Ravenna e da
di
Roma
nel 1794
con rovina
,
poi in
parte ricuperate
nificenza del
mu-
Re
di
quale impiega
somme
(del
cospicue per
quale scrissero
Nolten
il
Quix
Vetera monumenta ) presso il Ciampini musaico della cupola dicasi degli altri musaici, de' quali non pi non si vede; e lo stesso e pi traccia. Della statua di Teodorico ajjro non rimane fuorch la
,
memoria.
Berlino, Giugno 1845.
Alfredo Rbumont.
574
RASSEGNA
alla
DI LIBRI
Monumento
Elogio
di
,
memoria
Carlo Botta
18i5.
Fruttdoso Becchi.
opuscolo di
Fi-
renze
Ninive
le
Calvi.
Milano
Gottardo
1845.
In quest' Appendice
destinala a
,
far
si
la storia
non
pu tacere
dell'
onore reso
storici
natali, fu elevato
fatto
da valente
,
d' Italiani di
il
Piemonte
del
di
Toscana. Se ne fece
il
ebbe
di
ci sentore
che
ri-
lui fosse
dato
sodisfare a
r incarico di condurre questo lavoro. Egli lo chiedeva per un dovere che g' imponeva 1' amore paterno portatogli
e
gi
dallo storico,
,
avrebbe messo n pi
opera.
affetto
n pi disinteresse
La commissione
ader alla
domanda
ornato
di
bassirilievi di bronzo, e
si
luogo
le
e di farne
,
una
il
litografa
da distribuirsi
convenzioni
l'
e ora adorna a
(1).
,
S.
Giorgio Canavese
Il
to-
somm
poi
delle
(1) II
monumento
ha
Gae-
tano Demarchi.
Sulla faccia sinistra.
Non per eternare un nome Ma perch la gloria di suoi concitladini A magnanimi sludi Conforti. Delle italiche vicende E delle glorie Americane Sulla faccia destra. Mirabile descrittore Possa Questo segno di riverenza Che Italiani tuoi e stranieri Tuoi ammiratori t'innalzano Durare Quanto
A
Carlo Botta
lui
scritti.
Nato
in
questa casa
Il
di sesto di
novembre
MDCCLXVI
Mori
In Parigi
Li dieci agosto
- MDCCCXXXVII.
RASSEGNA
quali
DI LIBRI
la
575
7,144 e 80 centesimi
furono
Questa
somma
:
fu fornita da
464
soscrittori
pi
gran parte
vi
un solo
Romano, un Reggiano, trentanove Pistoiesi, e due Italiani dimoranti a Parigi. Non sappiamo spiegare questa assenza dell'Italia
centrale e meridionale agli onori di Carlo Botta
,
se
non che
col
si
di soscrizione
il
non avesse
la
le
pubblicit che
vedere tutte
reverenza
Sarebbe stata
tanto
am
solenni
i
dimostrazioni
gratitudine
che illustrano
individui e
maligne
lo storico a
cui
l'
Italia
moda moderna
combate
non vanta
tere
vita a
con tutte
umanit
della
libert
il
della ragione.
i
della critica
notare
dife'ti
dello scrittore:
si
fecero con
ingegno leale, e
tralascia
mostrarono quando
tradice a s stesso,
alcune
certi
tempi
ma
era in-
gli
nome
questi
vorrebbero richiamate
i
in
vigore.
sofisti
medesimi
vi
quali,
come
,
il
la
,
europea
se
non
Botta
Firenze
(1).
Il
Becchi
i
non dissimula
(1)
difetti
del Botta
ma
l'Accademia della Crusca, Firenze, Tip. Campoiraf 18i3. Questa raccolta, che
preceduta da poche
gli
ma
menico Sestlni e G. B. Zannoni. Come vogliamo ricordare anche la lezione intitolata: De' cerchi di Firenze e delle sue porle nella quale 11 Becchi raccolse II fruito di molte sue attente ricerche
,
Ap. Voi.
II.
73
576
suoi molti meriti
RASSEGNA
come
scrittore e
DI LIBRI
come
cittadino, e ne apprezza
degnamente
eloquenza.
il
Loda
il
suo
dofu
,
suo odio
,
al
minio straniero
lo
solamente perch
di
Venezia
la spogliava di
amore
del
egli
esprime cos
amico
il
dica
la
il
che corruppero
le turpitudini
il
di
certi cherici
gli
memoria che
esiste
comprime: il dica si inflne quel fermar generoso, che se talvolta popoli si commovono a novit non sempre colpa dei popoli ma di mala amministrazione, di eccessivi gravami di un freno insomma troppo duro e di un manifesto disprezzo delle nazioni . Quanto ai pregi di sommo
i
,
un compra n
,
scrittore,
nota
giustamente l'efficacia e
,
la
maest dello
,
stile, la
i
l'
quadri
le
confronto dell'antichit,
descrizioni
il
lettore
il
mondo che
fra
noi
ciardini
Pregi
le
tutti
si
ristampano e
Botta
morendo
lasciava pi
le
figli
uno
,
di essi.
Paolo Emilio,
continua presentemente
orientali, e
vivente
il
fu,
come
dell'artiglieria.
in Affrica; e
ultimamente
ivi
nel
pose a ricercare
gli
avanzi
La superba
citt
e circa sessanta
RASSEGNA
immensa rovina
la
DI LIBRI
sue
arli
,
577
le
sua
civilt
le
sue magnificenze.
in faccia a
Mossul rimase solamente il nome di Neiniveh a un piccolo villaggio arabo che sorge sopra una collinetta. Il Niebliur, il Kinneir, o
r archeologo Rich
cavarne ninna certa
gi
osservarono quel
luogo,
ma
non poteron
il
oramai che
tempo
minare la situazione precisa della potente citt. Paolo Emilio Botta giunto sulla faccia del luogo, con ardente desiderio di tutto tentare
per farvi qualche scoperta,
di
si
la
il
villaggio di
Neiniveh,
trovando mattoni
e pietre
mai Pagando chiunque gli portasse mattoni scritti, e destramente procurando di aver notizia dei luoghi ove erano stali
portanti qualche segno di antiche sculture, s'infervor pi che
nella sua opera.
trovati,
villaggio di
offriva
Khorsabad
l
che
Mossul
e che
mattoni pi grossi
di scrittura
con operai
di
ri-
una parte
un magnifico palazzo,
veleranno
al
mondo V
mand
un disegnatore valente
che ritraesse
le
sculture pi
preziose nel
all'
momento
slesso
che
si
scoprivano, affine di
non
le
perdere
Il
istante
medesimo
i
nel
caso
che
la
governo accord
domandati
soccorsi, e
andare
mezzo,
il
ammal gravemente,
giunto Flandin
,
arrest
un poco.
Ma
egli si
rianim e guari
coir assistenza del disegnatore, e coi denari avuti dal governo, rico-
le
indagini.
C<jmpr tutto
il
villaggio di
Khorsabad, abitato da 150 persone, ne atterr gli abituri, chiam non curando ne e and avanti ai lavori 200 tra Arabi e Kurdi
, ,
l'eccessivo calore, ne
le
malattie, n
le
878
che assalivano
i
RASSEGNA
lavoranti
,
DI LIBRI
ma
la
in disegno
,
opere
pi
importanti
furono
tutti raccolti in
numero
Museo
Assirio in
due stanze
pili
formano quarantacinque
i
soggetti scol-
a bassorilievo,
tra
due
tori
giganteschi
colle ali
e colla
,
faccia
umana
che
erano
di
palazzo scavato
soffoca
due statue
,
colossali
in
due
divinit
fuso.
un gigante che
un leone
un leone
bronzo
Le
vi
giornali
l'Accademia
tutti
gli
archeologi
,
parlarono
Raoul Rochette
dotti articoli.
Lenormant
il
serv di
quelle scoperte a sostegno delle sue idee tenebrose. Agi' Italiani parl
di
quale trovandosi
e
sentire
allora a Parigi
i
vedere
120 disegni
di
Flandin,
Egli
gli
discorsi
le
questioni
relazione
che suscitavano.
che
,
ne
scrisse
,
una
che
sco-
bella
ci
dotta
di
abbiamo
sotto
occhi
e
e le
ha servito
guida
fin qui
perte di Botta.
il
Calvi fece
un riassunto
uomini e
i
delle
ingegn
di
antichissima storia
distinguendo razionalmente
stati
tutti
particolari
il
fatto della
per diminuire
il
venendo a descrivere
in esso trovate,
monumento
,
scoperto e le opere
di
scultura
rende
che corrono in
a noi pervenute
Sul che
fa
mostra
di
RASSEGNA
DI LIBRI
579
la
risorgimento
di
Pompei. Per
storia
umanit,
manifesta
colle
civilt
rumore
arti la
,
sue guerre
ma
di
e rese splendida
si
sua
cono-
la civile e la
militare, la religione
dotti
,
costumi dei
Niniviti.
Se poi
giungeranno a
allora
la
leggere
le iscrizioni
che
luce
monumento
,
sar immensa.
Calvi
conclude
i
il
suo dotto
scritto
come
quale
scrivono
i
Francesi
i
dotti di tutti
in pari
tempo
la
particolarmente che
,
al figlio deirillu-
stile
tesseva
compensata dai
ella si
figlio,
suo console
il
quale seppe
bene
che
altri
Quel governo vuole che una pronta pubblicazione fatta a sue spese metta in breve tempo a portata di tutti le ricchezze artistiche che giungeranno da Ninive la commissione dell'Accademia d'Iscrizioni e Belle lettere, composta dai signori Letronne Raoul Rochette Guignault Burnouf e Mohl
avrebbe aborrita come penoso
esiglio.
,
la
quale fece
il
primo rapporto
dovr
assistere e sorvegliare a
della
,
Ma
la
suprema direzione
,
medesima
il
si
all'
italiano Botta
,
quale venne
opera un
monumento perenne
,
alla
e dalla Francia
altri
,
moderna
ai
nomi
di
Rossi
di
Collegno e di molli
le
scienze archeologicl^p
g'
680
il
RASSEGNA
DI LIBRI
,
presso
le
Atto Vanndcci.
Bibliografia Dantesca
compilata dal
sig.
Visconte
Colomb de Badell'
TiNES
tore.
au-
Prato
1845
voi. I.
filosofo
di
che per
la
dieci anni
sostenne
neW
Antologia
Firenze
un luogo famoso
di
Dante
concludeva cos
pu rider della Divina Commedia, d'uno de'pi gran miracoli della mente umana . Con le parole di quel valentuomo il Signor Visconte Colomb de BatiRida
di
ricercando minuta, i
mente e notando
eruditi
,
tutto ci che
tipografi,
letterali
critici
gli
filosofi
dell'Alighieri,
tempo e d'ogni paese fecero sulle opere e specialmente sulla Divina Commedia. Il campo si
d'ogni
s
vasto
la
materia
abbondante, e
la diligenza del
compilatore
si
stampa,
solamente
primo
tanti e s
uscito
alla
luce
,
il
secondo per
in cifre
:
via.
Quando
specchio
tutta
potremo dare
su
uno
dei
Dante
da
questo
ma
certamente
rimarranno maravigliati
e della
tempi
un numero di scritti s prodigiosi grande influenza che Dante ha avuto sugli uomini di varii ma specialmente su quelli del secolo decimonono. So bene
di
che molle
di
la
glo-
le
nostre
il
velame
:
servono a
tenebre
che
RASSEGNA
su
DI LIBRI
,
581
e di
Dante
lo fecero a sfogo di
meschine passioni
vollero
impotente
al
dare ad intendere
volgo
di servit e di barbarie. Io so
bone tutte
potesse
risorgere e ascoltare
ai
che
di
si
fa
intorno
suoi
,
scritti
l'
e se
vedere
,
la
petulanza
certi
grammatici
,
insolenza di
certi Glologi
avrebbe ragione
a mandar fuori
essi
:
un oh lungo
?
roco
e a gridare
ad ognuno
di
Perch mi scerpi
Non
scandalo, molti
quantunque non pochi degli scritti su Dante siano un vero altri fanno grande onore al poeta, e alla nazione. Per essi la storia del secolo XIII e XIV, si ampiamente illustrata per essi la giovent ha ammirato Dante avere una delle
:
Ma
pi
forti
onorato
1'
umanit
si
sono
volti
con
amore
opere
,
di
lui
per
ritemprarsi l'anima
la
ne' suoi
generosi
pensieri
per
apprendere
che altra
mai
diti
originale.
rono a
di
N nostri solamente, ma anche gli Dante come ad oracolo. iMolti de' pi grandi
i ,
stranieri ricorcritici
tutti
ed eruintesi
:
Francia
il
d'
Inghilterra
,
e di
Alemagna sono
a
la
illustrare
nostro poeta
si
Divina
e
si
Commedia
parla
questo rivolgersi
,
gran padre
dell' Italiana
poesia
e di
tutta
moderna
e
di
di discus-
sioni
studi
pel nostro
I
lavori
che
in
u questi ultimi
anni
si
sono
in Italia e al di fuori,
sono
numero che
tiene
del prodi-
gioso: e ormai
pu
dirsi
gli scritti
che riguardano
esattamente
il
bisogno di vedere
titoli
di essi
raccolti e conservati in
un
libro appositamente
fallo
per questo.
Quindi devesi
il
,
Colomb de Batines
quantunque straniero all' Italia , colla sua Bibliografia quale Dantesca ha servito a questo bisogno e non ha perdonalo a cure
,
e fatiche perch
te,
il
dell'Italia e di
i
Dan-
lo
000 so se possa
biblioteche
oulla
sfuggito: forse
obliata
nella
biblio-
qualche
scrittura
io
polvere
di
ma
purtultavolta
credo che
nulla
ve-
S82
ramenle importante
rimarr sempre
la
RASSEGNA
sia stato
DI LIBRI
da
del
lui
,
obliato
e che
il
suo libro
Egli ha comprese
suo lavoro
e quindi
si
con-
monografia comparisce
lingua poco a
certo
me
di
familiare,
numero
,
data
,
falsa
che sono
trascorse
parte.
in
questa
prima
A
di
ci
mezzo
E
che
sono
si
vuole
dica che gli editori attendono con la maggiore cura che pos-
perch
riesca
elegante e corretta.
le
poich non
amore
di
opere da ci),
ma
desiderio di
,
onorevole ed utile
li
li
essi
faranno
la
tutti
sforzi
perch
il
sia
sodisfatto: e per
parte
gi
pubblicata
le
promettono
ristampare
di
distribuire
gratuitamente
portanza.
Il
qualche imDivina
la serie
delle
i
edizioni della
,
Commedia
prosa,
ristretti
le riduzioni in
rimarli, ijglossarii,
Negli altri
disegni, le
incisioni,
la
musicografia.
volumi verranno
i
Bi-
bliografia
Commedia,
di
commenti
Codici, le
opere minori
e le biografie
Dante.
lavori
notati nel
primo
volume sono circa 550, dei quali pi di due quinti appartengono al secolo decimonono. Le edizioni del poema sono 252, divise cos:
20 nel
XV secolo:
34,
42 nel secolo
XVI
4 nel
XVII
al
34 nel XVIII:
23 appartengono
delle
secolo
XIX:
cosi
XIX,
13 sopra sedici
si
traduzioni
tedesche.
questa proporzione
della Divina
far
maggiore
fia critica
Commedia.
con quella
accuratezza ed eleganza
:
La traduzione
raramente
e
si
fatta
che
incontra
in lavori
siffatti
Zanobi
Bicchierai
sembra che
RASSEGNA
r opera
si
DI LIBRI
583
raccomandi
agli anialori di
lasciare
che
voti
mostra
verso
la
patria nostra
e pregare
che
si
compiano
di
Dante
egli
fa
del-
r opera:
Missirini
In un opuscolo pubblicato nel 1830 l'abate Melchior enumerava le prove di gratitudine onde fiorentini rimei
ritarono
la
s'
memoria
del divino
,
poeta
ma
fiorentini le
;
devono
un ultimo onore una Biblioteca Dantesca deve sorgere nella patria di Dante, una biblioteca nella quale tutte le opera enumerate in questa monografia si vedessero riunite. Un altro voto ancora mi sia permesso di esprimere. La
ancora
,
io
non m* inganno
cattedra
eretta in Firenze
nel
1373
per
la
Commedia, e illustrata da un Boccaccio, da un Villani, da un Gelli, da un Giambullari da un Buommaltei da un Varchi, ec. tacque colla morie del Lampredi. E intanto il divino Poema pubblicamente spiegato nelle principali facolt della Francia e in quasi
,
,
tutte le Universit
deli'Alemagna
Atto Vannucci.
compilato da
Lorenzo
1
Ilari.
all'insegna dell'Ancora.
filosofi si
bibliografi
si
,
armino
qualche
di
microscopiche
lenti
per iscoprire
fallata
:
se
qualche virgola
lettera o
qualche cifra
noi
un uomo che
angustiata
mezzo
alle con-
una
vita
dalla
povert
e dalle
conlradizioni
mostrare
ai
suoi
pi riposte
ricchezze della
patria biblioteca.
al j)rofessor Grotlanelli
con
un'anima amandapprima
il
II.
584
falegname, poi
il
RASSEGNA
servitore, e quindi
DI LIBRI
il
legatore di
e
libri.
Ma
in
mezzo
i
tempo
il
modo
a leggere tutti
si
libri
che
gli
capitavano a
mano
e cos
andava
sdegnando
di
si
avere
in
che
il
guadagnasse
Qui
lui
le
pene
grandi
ma
si
pure prevalendo in
V amore
della lettura,
per sodisfarlo
spesso
la
paterna
leggere
sfogava a
vicende non
di
liete, nel
ivi
al
Siena ;ed
il
domande
,
degli avventori,
concep
primo pensiero
di
un
conto particolarmente
tutto
Biblioteca contiene.
Ma
le
rimase
vagheggiata
altro.
perch
Quando furono
i
soppressi
libri
conventi
Lorenzo
;
Ilari
ebbe
1'
incarico di radunare
provenienti da essi
di
un uomo
che pi
In quella occorrenza
aumentarono
in lo
libri
e con essi
il
disordine
qualche
di
sdegno
un ingiusto rimprovero
,
la
luce.
Egli
tro-
ma
non sodisfatto
gli
dei
loro pareri
se
la
sua ragione
la
dettava.
Ma
non fu
,
si
lavoro in sette
Belle lettere
Scienze morali
tiche
pure
poi
ai
partila in sezioni
particolari
,
nelle quali
andando sempre
si
di tutto ci
che
la
Biblioteca
Oltre alle
i
opere
originali, si fa distinta
le collezioni di
memoria
le
di tutto ci
che contengono
le lettere e
i
giornali,
;
ogni maniera,
miscellanee,
manoscritti
dimodoch a chi studia un dato argomento, V indice presenta rigorosamente tulio ci che
in originale o in
estratto
contiene la
RASSEGNA
Biblioteca
^Hssono
;
DI LIBRI
585
si
e di
pi
d notizia
di
procurare
di
in altra
Belle lettere,
si
modo
esempio, divisa
suddi-
Da
ci solo
si
sem-
umano
,
posta nell'antiporto
,
primo volume. N
di singolare
siCfalta
di
il
quale
uomo
modestia e riservatezza
parte a
il
quale prima
di
che
la
di tutto lo scibile
umano, perch
volumi circa
ma
la
gran
di-
abbiamo
altri,
istruzione
si
due
volumi
pubblicati
affretti la
pubblicazione degli
di
,
Italia
e in
modo
pi particolare
si
repubbliche del
medio evo.
vede dal
partono in
pi
di
Firenze
Pisa
Lucca
Genova Venezia
,
citt
duna
la
L'opera
dapprima
;
poscia ebbe
e finalmente
simo sempre
ricompensato
compiuti
solata la
i
tutto
la
quello che
torna a decoro
ne
stampa
;
autore
,
il
conforta di veder
suoi voti
dopo molti
sua stanca
il
vita.
Voglia
cielo
dall'Ilari
le
e dal
Se tutte
o86
avessero cosiffatli
RASSEGNA
inutili
DI LIBRI mani
di
ognuno,
rimarrebbero non
e di altre notizie di
ogni maniera che sono preda della polvere e delle tarme. La neces>
sita di
libri
questi cataloghi
si
fa
sentire ogni
;
aumentandosi prodigiosamente
,
piut-
tostoch ad aiuto
tornano
confusione e ad ingombro.
Atto Vannucci.
Italiani
illustrata
con documenti
inediti
arti da
Carlo Morbio.
Mi-
in 8vo,
Articolo
li.
(Vedi p. 373).
Milano.
D cominciamento
(
il
storia di
Milano
quel
Repubblica
,
con una
Municipio
di
pena
,
di
le
,
morte
eran puniti
,
morte
parricidi
,
gli
stupratori violenti
,
adultere
i
ladri d
,
campagna
ladri violenti
gli
gli
avvelenatori
incendiar]
falsi-mOnetarj
falsiflcatori di atti
pubblici
A'
falsi
testimonj
strappavasi la lingua,
arsi vivi.
mano
sodomiti erano
al
Alcune rubriche
pubblici.
;
degli
statuti
sono consacrate
regime e
buon mo-
numenti
di
pu notare
in essi statuti
morte
la tor-
tura ritenuta
di
;
prova
potere
;
esecutivo
tra
enorme sproporzione
;
pena
. .
assoluta indipen-
denza
clericale.
Ignoriamo perch Fautore abbia voluto incastonare nella storia di Milano certe digressioni che per nulla si connettono all' argomento, e che forse avrebber potuto meglio Ggurare nella storia del
,,
RASSEGNA
municipio
di
DI LIBRI
il
587
paragrafo sulla schiadi abolire nella loro
Bolognesi
di
repubblica
di
verso
il
verso di Dante
<r
Frati Gaudenti
fummo
,
e Bolognesi d
ove non
riferirsi
a Milano.
;
parso
il
paragrafo
Lettere e scienze
titolo
prospettiva
Questo splendido
quanti ve ne
ha impiegati
autore.
sull' arte della
Non
quale
il
cos
guerra
nel
antichi Milanesi
le
bandiere repubblicane
Legnano; ed ove
frombolieri
,
e dei
del
arte
e dei
della
compagnia
della
morte,
all'
se
non
v'
precisione.
Ben dice
il
pi curiosi
veritieri ed autentici
e certo
se egli, fornito di
un
amore per
le
cose
gono
11
di
Antiqua
Ducum
fosse la
Mediolani decreta
statuti
monumento
,
istorico
repubblicani
quali
spense la
duole
uno
italiani. Ci
storia di
Milano neppure un
,
cenno,
non
di
repubblicane
ma
di
rivoluzioni che cominciano con Martino della Torre, capo del partito
popolare (1257)
(1315)
,
finiscono
con Ja potenza
di
Matteo
Vi-
sconti
per
Firenze; nulla
di
mutamenti avvenuti
Giovanni.
a*
tempi
di
Galeazzo,
Azzone,
di
Luchino,
di
588
RASSEGNA
le
:
DI LIBRI
,
Terminale appena
dalie
guerre esterne
le
Galeazzo
si
volse
ad
assi-
cause
di
forme ordinarie
di
innocenza
,
di
un
accusato. Volle
,
il
tiranno
inquisitionem
,
seu denuncationem
,
summarie et de plano sine strepitu et figura judicii et alio quocumque modo extra ordinem omnis juris et statutorum solemnitate et substantia omssis. Il tristo esempio non manc d'imitatori e dopo
;
in
qualche
luogo
,
la
fiera
parola sine
Giovan-Maria
che faceva
divorare
gli
piena autorit ad
ogni
mancanza
nati a
di fatto e di diritto
,
Filippo Maria
nel
1422
ordinava
al
ivi
fossero
per un piede
o avviticchiati ad una
rota
o
i
in quarti
e le lacere
le
membra
e,
,
beni confiscati
case disfatte;
come
geva
descendentes et
ex linea
masculina^
ex
y
tali et
versi eradicandi
et
exterminandi
ac ultimo supplicio
si
affiigendi!
Dopo
ed
ordini
;
la
morte
di Filippo
,
Maria Visconti,
repubblicani
s'
i
istituirono
liberi
di
capitani
il
difensori
della
libert
ma
a che servono
nomi quando
una
popolo gi inclina
a servit?
Allorch lo spirito
istituzione
morta
,
il
risor-
gere
dell' antica
pericolosa
perch solto
E perch
la tirannia
non va
la
giammai disgiunta
visconteo.
noi
veggiamo
il
governo
ci
Abbiamo un decreto
di
del
27 aprile 1387
il
quale
svela
dei
le
trover
steso
,
il
quale ha
milanese
arti.
cittadini di
il
Duca
tempo
si
offrivano di mante-
campo 10,000
fanti
la
10,000
;
cavalli.
soli
In
quel
citt
due
artefici si
offrivano
RASSEGNA
di
DI LIBRI
689
fornir in pochi di
fanti.
2,000
le armature occorrenti per 4,000 cavalli e Da un importante documento si vede qual fosse l'atti-
il
Conte
di
Virt.
pi erano dediti
all'
,
astrologia
all'amo-
Cerio
,
ci
assicura
sotto
Bernab dopo
volse
la
pestilenza
li
la
se
contro de
miseri subditi
,
onde a molti
,
gli
occhi
et
inde
de
li
quali
al
numero
Lo
stesso
storico
frati
minori
ardere
vivi.
Un povero
,
contadino fu in-
contrato da Bernab;
questi lo fece
ammazzare
1'
anno 1381
di
fece impiccare
abate di S. Barnaba
Un
giovinetto
gli fece
raccont
aver
cavare un occhio,
prima non aveva fatto mozzare il capo ad un uccisore di Un decreto del 24 ottobre 1425 ingiunge a'commissarj,
e col consiglio,
nutrices
,
pernici.
ufficiali
Bcltramino
ivi
spedilo
et
per
ricercare
aliquas
sive baylas
.
I
pr educandis,
bus nostris
Galeazzo
ventevole
terribile
,
Monza,
,
torre spa-
prigionieri per
una fune
la
e che, con
esempio, serv
II
,
Galeazzo
meno
invent
famosa quareil
sima
colla
sup-
plizio di
un reo
di
Bernab.
La
vittima
era
modo
di botte,
con
un manubrio da
Chiude l'autore questo capitolo con guerra, e sulle armi in uso nel tempo
, ,
590
Il
RASSEGNA
Novara
,
DI
UBRI
,
ed ricco di
il
,
Moro.
Si
Sforza
alla
morte
di
imperatore Carlo
Mi-
sorgente
I
inesausta di
curiali
,
mali
che osavan
il
popolo;
tributi divennero
enormi,
la
assurdi
insopportabili
;
sua corruzione
ogni
fu
impossibile; aggiungete
errori tutti e
;
mancanza
di
sicurezza personale
,
l'
intolleranza religiosa
,
la
pre-
la
paghe
le
ruberie
il
de' governatori.
Leganes
tolse
d'oro!
Aggiungete
Uno
Milano 14,000,000;
le
Duca
ducato
spesse carestie, la
il
Milano, sotto
,
il
domi-
contemporaneo
monsignor Bascap
lupi, che di
quando
in
mortalit.
La
lutto scompigliava
e per
i
colmo
laici,
di miseria
innumerevoli corruttele
contro
il
culto
divino,
solo
costumi
contaminarono non
ma
clero
gli
stessi vescovi, le
mentre
insanguinato Milano,
ed
le
accademie Arisophorum
ed
ed
Animosorum
Infocatorum
ed Hermathenericorum
Eypheliomachorum e
Faticosorum, e quelle
disputavano
sonetti
,
di
inezie e futilit
!
canzoni e madrigali
storia di
Milano
il
signor Morbio
ci
un ignoto
offr
di
scrittore
ad Elisabetta regina
,
Inghilterra
di
un suo
trattalo
alla
fisiognonomia
opera anteriore
qualche anno
,,
RASSEGNA
t'amosa Physionomia
DI LIBRI
Della
591
Porta.
humana
G. B.
Trascriviamo
al
un curioso passo
volsi essere
Et
che
fare
che
l'
inquisitore o ministri
del clero
stampa
in Italia
come
io desi-
deravo
quello che anco per prima havevo visto per prova, sendo
nelli
miei discorsi
punto parlassi
par-
Spagna. Onde
il
fui astretto a
scrivere alcuni
il
nomi
di et a
di
contentarmi
di
,
nominarla con
che molto mi
simplice
nome
Donna
cio la
Donna
.
Virile
parve
proprio
proposito
di
25 documenti
inediti.
E. A. A.
Storia
delle
Campagne
Milano
degli
Assedi
degP Italiani
/.
in
Ispagna
del
di
,
Camillo Vacami,
;
R, Generale
Genio
ec. ec.
1845
Voi. 3
in 8vo.
Quando
il
Generale Ingegnere,
pubblic
la
Campagne
il
suo
nome
alla
storia
contem-
poranea e futura.
I
e specialmente Io Spettatore
Milanese.
la
Quanti lessero
fatica di
il
libro del
signor Vacani,
vi
ammirarono
sapienza,
un uomo
spe-
stile
;
piano e dignitoso,
come cone
precisione
i
somma
ai
nell'
esposizione
belliche
operazioni
ne' racconti,
uno che
fu pre-
sente ai luoghi e
raccontali.
Oltre questo,
si
conobbe quanti
patria
titoli si
,
fosse acquistato
in
il
degno
il
avendo posto
75
evidenza
592
valore,
ficili,
il
RASSEGNA
coraggio,
la
DI LIBRI
dif-
quando
il
mondo
tutto conquistarono.
tutti
veduti e sentiti
cos
avvegnach
la
facilmente gir e
tosto
si
una stampa
di lusso, piut-
destinata ai Sovrani
alle
grandi
che per
il
za
la
correzione e l'economia.
ma
sventuratamente
,
quella
brame
degl' intelligenti
per
la
il
bont
sover-
l'inesattezza e la
troppo grettezza
e
,
perci essendo
se ne
il
quella
seconda stampa
invocava
una
chiarissimo Signor
ai
studi
ottimo
utilis-
sime
alla
que
di
in
Milano
per
pei
tipi
commendevole per
la
il
oltre
volumi
in
ottavo,
altro
non
pu
far senza
e al
prezzo pi ragionevole.
Melchior
Missirini.
, ,
RASSEGNA
Catalogo
18i5,
DI LIBRI
593
pilato da
in
coi
tipi
della Galileiana
pag. ?ii-268.
Il
pregio e
,
la
pubblicalo dai
sig.
Milanesi son
si
tanto maggiori
in
vedono, per
in cui a
la
in un'et
gran Signori
onore
farsi
del
tempo
di
passato,
mecenati degli
collezioni
uomini
libri
di
uso degli
,
li
Strozzi
Gaddi
Stosch
non
,
si
formano pi biblioteche
trasmesse
di
pi
noi
,
come un'eredit
,
di
maggiore offerente
i
o ad arric-
chire
troppo bene
esser persuasi
che
alla
messa
insieme in tanti anni e con tante cure, non toccher un'egual sorte:
in
il
ogni caso
il
sig.
di
conservarcene
lo
scopo e
la
utilit
il
Avvertimento
Il
di
scelti Manoscritti
la
economica
le
farne
provvedere alla
utilit e al
comodo
degli studiosi
in
ed eccitare
altres col
cura o posseggono
pi universale notizia
in
custodia o
di
pervenute
tra
i
loro
in
i
retaggio.
ben pochi
Manoscritti
594
RASSEGNA
,
DI LIBRI
,
nemmeno
utile la
,
pubblicazione
ma
all'
tutti
bisognerebbe
perch sappiano
i ,
mani per avvantaggiare loro lavori e perch tante buone non rimangano ignote a coloro che ben sappiano valersene.
,
a Con tale intendimento questo uomo egregio a cui ho per mia singoiar ventura esser legato con vincoli di osservanza e di
stima
il
quale avendo
al
io
preso con
animo volonteroso
mento.
a
a'
suo compi-
La ragione
di
tal
si
lavoro
la
Godici Capponiani
contengono per
,
paesi
o provincie
ed
anche
di
Europa
tegorie di luoghi
pi numerose e pi svariate,
ho diviso
Il
altre
secondarie, con
metodo somigliante
le
alle principali.
scritti
ma
la
scarsit del
tempo concessomi
il
dalle
mie occupazioni
mi ha
distolto
credo bastante
sufficiente al
non apparisca
:
infa-
comodo
potendo
relativa
,
essi
la
impor-
accennano
e che sarebbe
il
descrivere.
tra
sieno a
stampa.
di altre
non
avrei
potuto arrivare
s gli
perdimento
di
uni
come
gli
altri
a volersi
tener sodisfatti
si
avere un registro
,
spartito e ordinato di
la di
quanto
per
qualche argomento
ne bramassero pi distinta
al loro libe-
rale possessore,
tutti
che ne
lo
Ed
io
mi chiamer ben
mie
RASSEGNA
umili fatiche
la stessa
,
DI LIBRI
che
altri si
595
metta per
via
e se coloro che
Storie Italiane
vanno esercitandosi nello studio delle con molto loro onore e con utile e benefizio dell'unifacile e spedito ajuto alle loro ricerche.
e prto
un
di
giustizia
di
che in
compiere,
ordinare
stampe
al
il
le
schede che
aveva
gi
compilalo
il
signor Filippo-
qual
quale
signor
Tommaso Gar
Ai
ischede
Venezia e
Roma
particolarmente
si
riferiscono.
quali miei
non solo
di
questo
ajuto,
ma
.
a questa eccellente
sig.
,
prima dir
che
la
pubblicazione del
;
Milanesi
la col-
poi
che
menti
amore per
al
la
scienza tradizionale ed
ereditario
il
sig.
onorevole
nelle
Catalogo
libri
pubblicato
nel
collezione di
la
e di
manoscritti
quale raccolta
al
presente fa parte
Come
Milanesi
di
coglitori particolari
documenti
storici
storici
affidati
o da loro posseduti. ed
ajuto
agli
Una
studj
opera indispensabile e
di
grandissima
:
utilit
manca ancora
,
all' Italia
analoga alla Bibliotheque Historique de la France, du Pere Lelong: ma l'esecuzione di questo ingrato e poco lucroso lavoro e s' appartiene di diritto ai dotti compilatori M\' Archivio Storico
italiana
,
al
De Batnbs.
96
RASSEGNA
DI LIBRI
Pel Calendario Pratese del 1846. Memorie e studi di cose patrie. Prato per Ranieri Guasti 1845 in 12. di pag. 120.
,
Non sappiamo
o l'animo
nicipi ne facciano
i'
ingegno
de' compilatori, o
gli altri
mu-
argomento
che un drappello di massimamente di una piccola citt proceda ordinato e concorde a una meta, con nessuna speranza di premio o con quella di una lode per la natura del libro modesta e assai minore della
da doversene troppo spesso rallegrare questa
studiosi e
,
fatica.
Ma
pratesi compilatori
si
diedero a illustrare
il
loro
munon
della
un quadro
se
,
il
passato e
il
presente, a
lume
alla
buona
,
intenzione
successe
come
vedranno
citt
dell'
,
lettori del
Calendario
,
effetto migliore.
Una veduta
le
le
tabelle
la
tavola oraria
appartenenze
tipo-
al pari
,
grafo
Cesare Guasti
vanno
li.
Statistica:
Morghen
III.
Cenni sull'industria
Fossi;
commercio ec,
di
di
Giovanni
Germano
Tumulto
di
Bernardo Nardi,
dell'avv.
Carlo Livi.
IV. Storia scientifica e letteraria: Flaminio Rai, can. GioGiovacchino Carradori, Giovacchino Benini. vanni V. Istituti beneficenza, educazione, istruzione Libreria can. Ferdinando Baldanzi. VI. Monumenti sacri Roncioniana,
del
Pierallini;
di
ec.
del
e profani
dalla
I
VII.
qua un
sua fondazione
contorni: Sant'Anna,
Cesare Guasti.
Certamente questo
materia prolisso
sciolto:
,
libretto
la
un
altro stringato
ora un
fatto
non
in
questo
(1)
Ottimo pensiero
fu quello di
registrare sotto
il
loro giorno
gli
anni-
RASSEGNA
cullo fino alla leziosajjgine
sofisticare
,
DI LIBRI
:
597
in
quello neglif^'enle
ma
chi vorrebbe
quando
a' difetti si
la
la
forma? Intanto
e nu-
porge
al
comune
le
do' lettori
n voluto cercare
tritivo
,
erudizioni patrie
un alimento pi sano
effello sul
il
cuore e sulla
ri-
mente massime
spetto sapere di
Prato,
dovr
libro e a quelli degli anni avvenire ; cos teniamo per fermo che la sua importanza non cesser col mutare della stagione. Confidiamo
che non manchi al (Calendario Pratese il pubblico favore a proseguire di bene in meglio, e gli altri municipj aggiungano la loro voce
a quella
del confratello.
Tutti
veggono che
1*
utile
non sarebbe
di
ma
della patria
comune.
Zanobi Bicchierai.
Bibliografia Pratese
compilata per
,
un da Prato.
;
Prato,
delle
in 4to
pag. xxiv-323.
Crescono nella
patrie memorie.
nostri
,
citt di
Prato
buoni
sludii
l'amore
Una mano
fare al
di giovani
de' padri
e di cuore e di
lingua
italiani
mostrano che
non poco
cono-
onore vorranno
sciuto, per
Uno
anche
di
costoro,
altri giudiziosi
in quest'Appendice,
tanto
ci
parvo
che
meritasse.
Ma
l'
indugio
non dee far credere minore la stima. Questa sorta lavori non pu essere degnamente apprezzata e
meritata
di gratitudine
,
ri-
se
non da chi
in caso di
doversene giogiudicato
di
tosto beli' e
come
il
di
opere manualesche e
il
eru:
dizione infeconda.
Non
i
questo
luogo a mostrare
,
contrario
principii generali
,
dove sta
la filosofia della
quanto
pi
esleso
il
numero
complesso;
598
ci che per s
RASSEGNA
non ha voce
,
DI LIBRI
nella
,
dice assai
moltitudine.
Perci
si
non vorrebbero
com'a
dire soraccolte.
epitalami!
madrigali
e simile
merce
di
uggiose
giudicare di
un'et.
di
Che
bel concetto
tali
per esempio
quel
secolo che
le avesse
meno
cono-
fiacche e ingenerose
Oltrech quando
di
un
voi
secolo
avete
buone, avete
?
conosciuto tutto? o
,
non piuttosto
dine
,
la
minima parte?
e la mediocrit
ossia la moltitu-
Insomma
idea
il
se quel valente
non sappiamo
afl'atto
disapprovarlo.
,
per
segno
ci
di
ci
che a caso
capitato innanzi, e che da lui non vediamo notalo; ed un Vannozzo Buonanni, che dovette vivere versola fine del secolo de-
cimosesto.
Ma non
essa
citt
si
di
sole pagliuzze
si
compone
di
la
Bibliografia
Pratese:
fa
bella di
nomi e
di
opere,
,
cui
anche ogni
Chiesa
,
maggior
vorrebbe onorarsi.
Un
Martini
uomo che
;
un Bian-
grammatico ed erudito
;
un Carradori
,
fisico dottis-
simo e fecondo
Prato,
un
Casotti
e pi altri
ma
all'Italia (1).
Ed
sciagura
che
ingegni
sia
mancato piuttosto la volont che la potenza di fare opere grandi. Che non avrebbono potuto un Pacchiani un Pieraccioli ? Ma di ci non accade discorrere. L'autore di questa Bibliografia non si ristretto solo ad offerirci un nudo catalogo di opere od una materiale descrizione di
,
,
codici.
Ma
egli
osser-
ed ha sparso qua e
municipali
l notizie
biografiche succose,
eleganti
e nette da
esagerazioni.
si
Solo
avremmo
re-
(1)
Dice del Casotti, pag. 70: di lui vanto l'aver tolto V errore invalso
,
comunemente
che
uno
:
solo fosse
il
damente
dinaostrato
perch
suoi argomenti,
;
ci
accader
di farlo
RASSEGNA
gistrano soIara<nte per aver
stati
DI LIBRI
,
599
fossero
coi
o con
espresso
avvertimento
coulraddislinti
N vodi
gliamo lacere
documenti
egli reca
la
una narrazione
delle
prima
Miserando Sacco
(1)
mostrerebbe quanto
popolo
i
sia
si
inconside-
potenti
facciano
Meno impor-
parrebbe
il
caso di Alessandro
Cicognini
narrato
Ma
oltrech
e su-
(come
i'A.
avverte)
un curioso documento
dei
costumi vani
delle
come
pi
il
germe
mutate
civili
di-
come
tura
dovevasi
alle
condizioni
dei
scrit-
dirsi nitida
d' inge-
che
la
lettura
non
n senza profitto
,
(2).
In ultimo riproduce,
di lezione
;
la storia et la
Prato
Cos
sua
a fondo:
gli
e la rende da potersi
,
di
rado
a simili lavori.
,
Perocch
fisicamente grave,
di fare
deW a proposito
smaniosa
d'ogni
fiore.
1'
autor nostro di
Vedi Arch. Stor. II., Voi. I , pag. 233. Alcuni passi di questa narrazione gli leggerei diversamente. Per esempio questo: Si salulorno V un V altro; ed il cavarsi di capo il cappello , e suli salt alla vita (pag. 40, lin. 15) ; pare evidente il dello Lapo bito
(1)
(2)
co' il cavarsi di capo che debba leggersi cosi Si salulorno tantopi che questo modo ricorre anche pi sotto. E a pag. 41
: ,
il
cappello
lin.
10, dove
l dalla porla FioreiUina (sic). Majprima i Floridi, ec, ci pare che periodo vada pe'suol piedi, quando invece del punto mettausi due punii ma prima ec. sino a pure si chiuda in parentesi tutta quella digressione
leggesl
il
rocchia Inclusive.
Ap. Voi.
11.
, ,
600
RASSEGNA
I
,
DI LIBRI
dov' egli
progressi
dall'
presenti giorni.
Se ogni
lavoro
cos
,
ben
di
condotto
facile
non dubitiamo proporlo come esempio che e incitamento. Se non che coloro massimamente tra' giovani reputansi e sono ingegnosi sdegnano mettersi a quesle ricerche
cui sentesi desiderio: per
(
) ,
;
livello delle
,
loro menti.
ci tanto pi ci sa
essersi
male
rifatti
inquantoch molti
dalle cose piccole
,
inania captant.
NOTA
(
In aggiungi
al
ec,
V. pag. 471-548
bardi in
la mia Lettera sulla dominazione dei Longoquando nella Rivista Europea che s pubblica in Milano, N." 111-112 Nov. e Die. 1845) mi occorse la notizia dal sig. BiANcei-GioviNi data di un Codice singolare di Paolo Dia-
Era gi stampala
Italia
,
cono, creduto
X,
Bamberga. A saggio
controversi luoghi gi
(
del
medesimo vengono
a pag. 473.
Il
,
appunto
dei
:
due
re-
riferiti
il
primo
medesimi
a
Lib. II,
,
e.
32
secondo
,
nuovo Codice
scrino cos
,
Et
liqui
qui remanserant
ut
annua-
liter eis
censum darent tertiam partem de veclualio quot hahebant . E questa lezione confermerebbe quanto da me si disse nelle note 9 e 105: cio, che con la prima divisione non altro s'intendesse
che soggettare
i
vinti
romani ad una
Il
nona da
secondo poi
(Lib. Ili,
,
e.
IG
(f
Cum
Longobardi, ho-
che
onde
gravati
Longoi
loro schiere o
es.
,
centene?)
nuovi
dalla
Germania?); ammetdella
gi
essi
tendoli
o alla compartecipazione
di
stabilita
i
annona
vinti,
un
alla
suolo che
terre da
pagavano
compartecipazione
termini;
,
delle
in
,
Longobardi
occupate.
In altri
ritenuto
senso
hi
attivo,
come
nel
Codice Ambrosiano
il
verbo partiuntur
Diacono
tur
:
populi tamen aggravati per langobardos hospites partiunpopuli tamen aggravati partiuntur costruirsi cos Langobardos; e non parleTobbe n punto n poco, di
:
dovrebbe
hospites per
in qualsivoglia
modo
le notizie
che per
la
602
Codice.
NOTA
Ma
si
quale
il
a quanto
Bianchi-Giovini
prima e pi antica
di
il
primo
getto,
dettata da
un lavoro poi
concetti
si
suo Libro
all'
Sennonch
la
prima idea
di
di
la
quale spontanea
presenta
animo
che
il
Codice
Ma
il
cr
Stante
,
non
pu ammettere
esemplari
che
lo stile
,
che servirono
di testo agli
stampati
dice
.
sia
Lo che mi sembra un
il
colui
che
Codice Bambergense.
giudicar
pertanto
valore della
Paolo
1.''
del testo
2. della et
3. della
patria di
questo nuovo
in
verit singo-
larissimo Codice.
AMUNZI BIBLIOGRAFICI
OPERE TERMINATE.
Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze sino ai nostri
Filippo Mois
de'
Dominj Stranieri
C.
in Italia. Firenze
in 16.
1845
V. Batelli
Volumi due
Ricordi
pei
Colli
Euganei,
illustrazioni
,
storico-artistiche,
con appendice
che
ec.
di notizie statistiche
geologiche
igieni-
1846
in 8. di
pag. 197. Noteremo qui solamente qaelle prose le qaall trattano d'argomenti stoilcf. Pietro Selvatico. rqa Niccol Tommaseo. Il monastero di Fraglia Monselice Antonio dell'Acqua. sle Giovanni Cilladella. Terme AponenAntonio Berli. Carrara si ec. Andrea Citladella-Vigodarzere. Il Catajo colli minori, S. Giorgio, e Carrara S. Stefano , Teodoro Zacco. Il Venda e Guglielmo Stefani. La rcca di Pendice e Teolo Carlo Leoni.
,
,
Pietro
,
Bembo,
e
riscontrate coldi
,
r edizioni
del
1548 e 1552
, ,
corredate
note
da
L. Carrer. Venezia
pag.
in 24. di
XVI
memoria
in
4.*
di
Giovanni
Marsili.
G. B. Merlo
1845
di pag. 24.
Allocuzioni di
Marco Foscarini,
,
ducale. Venezia
Il
1845
in 4. di pag. 16.
Foscarini assunse
la
maggio 1762.
Le
sei allo,
nelle
nozze Giastiniani-Michiel.
,,
604
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Alvise
Roma
8.*
nell'anno 1571
il
Turco.
In Venezia
Tip. Merlo
1845. In
,
di pag. 40.
ed offerta da Gaetano Moronl. La Per le nozze Giusllnianl-Michiel Commissione Incomincia a pag. 29 precedono alcuni cenni intorno a Paolo
;
TIepolo
di
E. Cicogna.
Ragionamento
,
di
4.**
Antonio
Spinelli.
Napoli
Stamperia Reale
1845
in
di pag. 63.
Due Calabrie
,
Ulteriori,
rapido cenno di
,
1845
Tip. di Porcelli
in
8.**
di
pag. 15.
Memorie per
di pag.
V.
Il
Faro
Tom.
Il
pag. ISO.
Celle,
di
,
Maestro
Luigi
Marsili e di Guido
di
Santa Caterina
San Bernardo
Francesco Petrarca
coli'
Ro-
ma
in
16.*^
di pag. 280.
di
ovvero
,
raccolta
prose in-
cavate
da
antichi e moderni
1845
,
8. di pag. 244.
oggetti
,
discorsi
di
nel
,
viaggio
in
Teodoro Hell
sulle
,
orme
Dante
tradotto in
8.**
di
Italia insulisque
adjacentibus
Sicilia
atque Corsica
gestarum Commentarii.
Klincksieck,
Scripsit J. G.
Wenrich. Leipsig
,
et Paris, F.
1845
vi-346
in
8.*>
De Utterarum
scripsit
studiis
apud
Italos
GuiLiELMUs GiESEBRECHT
Phil.
Doct.
Acccduut
,, ,
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
nonnulla Alphant carmina vel emendata vel inedita
rolini,
605
Be-
1845,
,
in Libraria
deraicis
in 4. pag. 56.
,
raccolti e ordinati
da Eugenio
in 8. p. xvii-409
Venezia
il
consolato padovano
che
;
contribuirono
di
maggiormente a popolare
le isole
venete
C. C.
Pa-
8. di pag.
50 (Pri-
ma
tesi
).
in difesa delle
governo veSa-
neto
visitando
il
Piemonte
al
la
il
mezzo
di della
,
Francia, e l'Algeria,
abate
ritorno
dell'
Don
Paroco
8.**
di
S.
Maria
Rodigini
de* Servi.
,
Milano 1845
Bonfanti,
con tavole.
Dodici lettere
d' illustri
imp.
regio
,
stabilim.
Minelli ec.
1845
in 8. gr.
di
con tavola
litografica.
Dodici
lettere
inedite
,
Sibi-
liato.
Padova
nato
il
tipografia Liviana
1845
,
in
di p. 46.
simo
1610
morto
,
il
1680
carlo Conestabile.
Perugia
184G*in
8." di pag.
XVI, cenni
Rovigo
1845
in 8. di pag. 20.
606
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
OPERE
IN
CORSO D'ASSOCIAZIONE.
Storia del
di
Regno
di
Ferdinando e Isabella
,
sovrani cattolici
Spagna, di H. Prescott
Italiano
da Ascanio Tempestini.
Compagni annunziano e raccomandano la pubhanno in animo di fare della Storia del Regno di Ferdinando e Isabella di Spagna del Prescott; sull'utilit e importanza della Marchese Gino Capponi cosi discorre nel suo parere dato all' Ediquale ,
Gli Editori V. Batelll e
il
all'
opera divisata.
momento
certamente il secolo 1S.; imperocch allora tutte le istituzioni che ora ci reggono, venute quasi a compimento, diedero, pu dirsi, a tutte le nazioni altra forma, e cominciarono l'et novella. E se tra le nazioni di Europa una ve n'ebbe, la quale operasse In s medesima un rivolgimento anche pi intiero di quello che fu comune alle altre questa si fu la spagnuola e la forma che ella prese in quel momento, comunque breve, di sua smisurata potenza, si comunic alle altre con tale forza di esempio, che tutte le monarchie, sembr allora si foggiassero su quella fondata dai re spagnuoli e spagnuoli furono costumi di tutti coloro che primeggiarono per ben due secoli nelle societ civili e negli stati da un capo all'altro d' Europa. Il che se avvenne dovunque, avvenne In Italia tanto pi, perch l'Italia non come imitatrice, ma come serva si dovette ricomporre secondo ispanica forma. Noi pertanto non temiamo di asserire che l' Istoria dei re Ferdinando di Casliglia e d' Isabella d'Aragona, autori primi di quella monarchia, e maestri di quella politica,
tale
si
moderna Europa,
fu
dell'istoria
uno d'insegnamento
all'antica.
illustre
tra
,
costumi sia per qualsivoglia cultore maggiori spettacoli e pi magnifici e pi abbondanti che l'istoria presentasse mai ; e sia per quella dell'Italia
,
nostra
necessarissimo
noi
pertanto
e
il
compimento
sig.
Prescott,
americano, e gi fatto celebre per altre pubblicazioni, il quale, con senno eguale alla temperanza giudic quei grandi fatti, e gli espose con diligenza che ben s'accoppia alla vivacit della narrazione. Munito di grandi e veramente singolari soccorsi per le immense ricerche
da lui fatte negli archivj , e per la cooperazione di letterati spagnuoli, pot dare a queir istoria un aspetto aCTatto nuovo e in nulla mancare alla pienezza, come all'evidenza del racconto. Per questi pregi il suo libro ebbe
,
a quest'ora tra in
America ed Inghilterra
,
la
ver-
originale
,
con
attenzione scrupolosa
utile acquisto
e dir vor-
remmo
gli
esser
libri
deve per
studiosi
saprebbero
offrire al pari di
di eventi
campo vastissimo
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
,
607
e In s diverso, e stranezza di costumi , e caratteri atteggiati diversamente e fortemente scolpili e come spiccanti fuori da tela vastissima. Qui la formazione della monarchia spagnuola in prima divisa tra governi provinqui le vittorie che spensero e finalmente distrussero la dominazione ciali
;
de'
maomettani
tribunale
la
conquista di Granata
;
e
la
la
nell'
qui
si
del
Inquisizione di cui
Ignoti sinora;
scoperta di un nuovo
la
mondo che un
di
,
italiano
il
cupa flsonomia
essa virile
di
Ferdinando
e quella gra-
comunque pur
gran maestro
;
il
i
piglio
tremendo
anni
di
di quel
regno
al
cardinal
Ximenes
primi
impronta vasta e durevole nei destini delle et successive. Nulla diremo delle guerre ma osiamo affermare che senza d' Italia che sono tanta parte del libro r aiuto delle istorie spagnuole ed in ispecie di questa la nostra non mai potrebbe essere pienamente compresa, n giudicata a dovere .
Carlo
e dal
di s lasciarono
; , ,
Colombo
Torquemada quanti
Storia di
Romagna
giorni, scritta
nostri
in
8.
Distribuzione 10.*
1845
in
8.**
Volume
1.
cavalleresca
La distribuzione
a S. A.
dell'
1.
Occitania.
di
320, contiene: Modena. Prefazione. - Notizie preliEpoca 1. Scaldi e Bardi. Aquitania. Epoca II. Guglielminari. mo IX. Possedimenti normanni al di qua della Lolra. Epoca III. Riccardo cuor di leone. Marca Ispanica. Epoca IV.* Pietro II di Aragona. Provenza. - Epoca V.' Raimondo Berengero IV e Beatrice.
di pag.
Dedica
il
Duca
Cronaca di Giovanni Villani a miglior lezione ridotta, ec, con note di /. Moutier e illustrazioni storiche di Fr. Gherar di-Dragomanni. Firenze S. Coen in 8.^ 1845. Distribuzione 16, 17, 18. Tom. Ili, fase. V. Tom. IV,
,
,
fase.
e 2.
dall'
anno primo
dell'
1840
presso
F.
compilato
(
da Emanuele
renze-Paterno
Ap. Voi
II.
Repelli. Fascicolo II
).
del Supplemento
Fi-
^^
608
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
dei Papi descritte in tavole
Le monete
Angelo Cinagli.
Non v'era
un
sol
volume
Fioravanti,
Vermglioli,
Bellini
,
Scilla, Gararapi
Acarai
,
SalvaggI, Bellini,
,
Mayr
Peruzzl
Schiassi,
Ciacconio
Argelati
ed
altri
monetograf.
si
A
,
riunire In
tiche tutto
quanto
aumenter il suo lavoro 1000 e pi monete inedite sfuggite alle ricerche degli accennati scrittori. Questo utilissimo repertorio vedr la luce pei tipi di Gaetano Paccasassi di Fermo; e tutta l'opera sar composta di circa 30 fogli di otto
nuto
il
Doti.
Angelo Cinagli
quale oltreci
di
pagine
al
prezzo
di
La Fa-
Dispensa
,
1.*
che comprende
,
la
,
Introduzione.
Dizionario geografico
Stati di
storico
statistico
,
commerciale degli
prof. G.
Casalis.
M.
il
re di
Sardegna
del
Torino, 1845,
fase. 29.
Dizionario va compiendo
Poche parole per annunziare soltanto che l'egregio autore di questo le promesse fatte al pubblico di dedicarsi con amore
l' importante articolo questo argomento consacrato il fascicolo 29, venuto ora alla luce, nel quale giova leggere la dichiarazione che il Casa^is mette in nota al paragrafo ove cominciano le notizie storiche di quella citt: dichia-
Genova.
razione che giustifica l'indugio cagionato dalla morte dell' ab. cav. Spotorno,
al
i
piuto
zetta
commesso il lavoro e dalla necessit di dover raccogliere degnamente, in quella guisa che l'avrebbe comimpresa difficile e di grande spesa di tempo . {Gazil dotto defunto: Piemontese, N.^ 279 del 1845).
,
Corso
di geografia storica
antica
del
esposto in
XXIV
studi da F. C.
Marmocchi
;
di tavole di
Cronologia universale
Mappe
di
Geografia
pii
storica
fale
mosi
Vedute
,
monumenti
di
tutte
nazioni
usciti
i
ec.
Firenze
fascicoli
dell'Atlante.
Il
Prodromo
con l'opera
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
che ora annanzlamo viene nuovamente a dilatare
il
609
e
le applicazioni
campo
meriti nuovi, anzi maggiori se si riguardi alla necessit che , in tanto incremento degli studi storici , abbiamo di un corso compiuto di geografia storica e alla utilit di un tale lavoro; porgendo cosi alle scuole di storia un sussidio del quale sino ad ora la letteratura nostra mancava. Di questa opera non facciamo per ora che un semplice annunzio riserbandoci a tenerne pi lungo proposito quando la stampa di essa sar tanto avanti da dar materia a pi lungo discorso.
,
Documenti per
dall' ab.
1326
,
al
1332
raccolti
Giuseppe Bianchi
Turchetto,
dell' opera.
1845,
in 8.^
Udine
tipografa di Onofrio
10.*, 11., 12.*
Dispensa
de' castelli
,
feudali
Gonin
,
con illustrazioni
Vittorio
Angius. Torino
1844
in 4.*
Storia
delle
,
Compagnie
,
di ventura
di
,
Ercole
Ricotti.
Toulti,
rino
1846
G.
Pomba
Comp.
in 8.
Quarto ed
capitani
mo volume
con quattro
ritratti d'illustri
da
OPERE PERIODICHE.
Memorie
Serie
della
scienze
in
di
Torino.
Torino
dalla
Stamperia Reale,
,
1845
4to grande.
seconda
Tomo
VII.
,
Registreremo qui quelle memorie della classe morale le quali si rifediscorsi crilici sopra la Cronologia , e sono
: i
Prefadirettore del Museo Egizio. , Sull'autenticit degli avanzi Manetoniani, della Vecchia Cronaca, e del Catalogo attribuito ad Eratostene. i5iscorso li. Dell' autorit Discordegli scritti manetonianl e degli altri fon|i di Cronologia Egizia.
so III. Sai
numero approssimativo
di
,
del
Re
dinastie
Mene e quello di Cambise , sulla successione delle e sulla divisione del regni egizli per dinastie.
610
valiere L. G.
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Sludi Crilici soxjra la storia
d' Italia a'
del
ca-
Provana;
capitoli
,
41 Documenti.
,
Intorno a quesl' opera frutto di lunghe e diligenti ricerche ( conto in una delle future dispenso dell'appendice ).
sar reso
Tomo
le
XIII.
di Scienze,
Lettere ed
noteremo
le
Tralasciando
1.^
memorie puramente
scientifiche e letterarie
:
Sopra
conoscono
opere
cenni storici e
Bwmavenlura Berlinghieri del quale esistono dotre pittori sono ( I cumenti del 1228, 1243, 1244 e una tavola coiranno 123S; Adeodato d'Or/ando (crocifisso col suo nome e l'anno 1288); Angelo Puccinelli tavole col suo nome e l'anno 1386). 2.* Dei Tempieri e del loro processo in Toscana ragionamento di Monsignore Telesforo Bini, con n. 9 documenti, tra' quali il processo dei Templari fatto in Toscana.
,
Rivista Europea
Letteratura
ed Arti
Nel fascicoli di
delli.
di
Milano.
di
B.Bion-
di
A, Bianchi-Giovini.
Rivista di scienze
lettere e arti.
Giornale Modanese.
Tomo i anno l. N.^ 1. Settembre 1845. Dell'amoroso Carroccio di Rambaldo da Yaquiera e di alcuni principali accidenti della vita di questo
,
Trovatore Cavaliere, Lezione di Giovanni Galvani. N. 2. Per quali istoriche cagioni, spenta in Italia la signoria del Romano illustre, dovesse finalmente, su lutti i riusciti italiani volgari, avere il
volgare Toscano
la
prevalenza
La Dalmazia
N.<^
di Zara.
Giustinan
delle
ripor-
tanti
il
politico-economico-statistico-geograflco
comunit
ANNUNZI BIBLIOGRAFICI
Il
611
Saggutore
e
Giornale
Letteratura.
IV.
Romana
Massimi
P. Mazio.
di
Roma
Giornale di casa Caetani nel ponliflcato di Gregorio XIII. Delle cose con una Relazione del ricevimento Tatto In Bologna da casa Pe;
poli al
Duca
di
Gioyeuse
tratta dalla
Cronaca MS.
di
Bologna
di
Girolamo
di Fi-
Seccadenari. P. Hdazio.
N. 8. Della successione al regno di Portogallo
lippo II. P. Mazio.
,
e della Impresa
Successo dell' armata di Sua Maest della quale capitano generale il marchese di Santa Croce , nella battaglia che dette all' armata che portava don Antonio nelle isole de los An^ores (1382). P. Mazio. scritta nel 1589 da Glo. N." 9. Relazione inedita dell' Isola di Candia Battista del Monte. Parte 1.* con proemio e note di P. Mazio.
,
Onorato
Caetani, conte di
1.^
Onoralo
Caetani
conte
di
Sentenza pronunciata da Antonio de Arpino, giudice di Martima e Cam^ pagna contro Onorato 1.^ Caetani e gli aderenti suoi. P. Mazio.
,
Museo
Novembre 1845
,
fase. 25.
in
Parigi
e dell' anno
Fase. 28.21 Gennaio 1846. Della vita e delle opere di Francesco Capecelatro, per Scipione Volpicella.
Due
Sicilie, diretta
fase.
1
dairare 2.
.
A.
Angius Vittorio
llallana
609.
,
M. Del
dati
lavori di
Storia
Anlonelli Giuseppe
398.
alla tace in
,
Francia
in questi
ultimi anni
l'ArtilIerie
334-368. Histoire de
par Reinaud et Fave
lucche-
377-93.
604.
d'Isabella
ArcoiV)
,
Carlo. Notizie
369-73.
Adeodato d'Orlando, pittore se, 610.
Affrica, 60o.
Albinaggio
diritto di ),
194.
,
421
e seg.
Alessandro VI
,
Lodovico.
chese
di
403.
di
Inedito
,
dell'Ar-
Alfano
Alfonso
60o.
l.*'
Coblenza
risguardantc
Duca
Ferrara.
Dona-
Eustochla (1534
Alighieri
},
67-72.
,
Histoire
de
,
V artillerie
Dante
200
398
400
369.
611.
Ayala
Discours
la
D'
Mariano
,
604.
Allelz E.
sur
la
puissance
Baglioni Astorre
Balbi Adriano
,
397.
et la ruine de
rpublique de Ve-
605.
nlse, 336.
Eugenio
605.
Amari Michele
175-76.
200.
Balbo Cesare ,194. Bandello Matteo. Lettera al Marcheee Federigo Gonzaga, 318.
MS., 233.
Angelini A. F., 156-66.
614
Baruechi Francesco
ta,
TAVOLA ALFABETICA
,
609.
di
Carlo Bot-
574 e
seg.
Bellino
Cardinale, 611. Brugnato citt), 196. Brunet de Fresie. Recherches sur les elablissements des Grecs en Sicile etc, 337-68. Bruii Liberali Filippo , 195.
, (
Brancaccio Ralnaldo
Bruxelles.
Bulletin
de
,
Belluno, 194.
royale de Bruxelles
a Isa-
l'Acadmle 405.
,
Burlamacchi Francesco
176-78.
Gonzaga
311-312.
Benevoli Giovanni.
no. 1. Estratto da
C.
e.
605.
famiglia, 402.
MS., 231.
Berlinghieri
Caelani
Buonaventura
lucchese, 610.
604. Bernardo San Bernnrdoni Giuseppe, 398.
(
)
604.
Calandra
Bessarinne Cardinale
195.
395 , 609. -^ Gomni Antonio, 404, 610. 580-83. Bibliografia Dantesca 595-97. Bicchierai Zanobi
Bianchi Giuseppe
, ,
,
192.
Campori Cesare
59-62
;
398.
55
597-600.
Giuseppe, 196.
195, 610.
al
Candia, 611.
Canestrini Giuseppe.
Sulla pubblica-
Bock. La
rico
di
palazzo
,
di
Nantes
411-
Carlonaagno
Aquisgrana
567-
73.
Bhmer Gian Federigo, 395. legesla Impera ab anno i246 usque ad an-
Sopra
al-
Longobardi "601-02.
Capialbi Vito
,
in
398
Federigo
II
Capo
di
d'Antiochia
,
di
Enzo
re di Sar-
degna 463-68. Bonaparle Iacopo, 194. Borghi Giusoppe, 399, 607. Borgia Cesare. Sua lettera al Duca d'Urbino, 246. Borromeo, Carlo e Federigo, 191.
Bolla
Carlo.
,
Leonardo. Capponi Gino, 199, 471. Sua raccolta 606-7. 593-95 di manoscritti
,
,
CarpanelU Pietro, 196, 399. Carrara Francesco, 396. Carrer Luigi, 603.
Carrucci Raffaello, 195.
Cartolari Antonio, 398. Carvaro G., 199. Casalis Goffredo, 191 , 399
Monumento
574
,
alla
sua
memoria
e seg.
Paolo
citt di
Ninive
574 e
seg.
608.
DELLE MATERIE
CasliglUme
Baldassarre.
,
615
,
,
Lettere
,
Federigo (ionziiga
Caterina (Santa
)
287
288.
da Siena, 604.
,
Callalinich Giovanni
Cavalli C.
,
398.
Dalmazia 396 398 610. - La Giornale 403. De Mas-Lalrie 199. Dolcino Fra ) 565-67.
,
605.
,
Donali Vllallano
199.
al
397.
Cawrfon Celestino
Cavriani
Celle
Galeazzo.
di
)
marchese
(
delle
Beato Giovanni
200.
604.
Enzo
re di Sardegna
{
609. 467-68.
,
,
Epifanio
Santo
vescovo
196
399.
Equicola Mario. Sua iscrizione latina
!
sulla battaglia di
Cleandro
Conte
,
di
Prata
397.
tera a Isabella
Gonzaga
1
,
313.
Codd Luigi
396.
Este
d'
Alfonso
403.
Sua
,
let-
tera a Benedetto do
Brucis
238.
A
,
400
593-
Gonzaga, 291. 205-223. Sue notizie Sue lettere al Marchese di Mantova suo marito 247 248, 260 262, 276, 281. A Stazio Gadio, 300-311. A 289. A suo marito
Isabella
Isabella.
,
Coneslabile Carlo
605.
al
Giovan Galeazzo
signore
di
Cor-
Conti
de'
di
Antonio. Lettera
Mar-
reggio
315.
suo marito,
316.
chese
Mantova, 298.
,
Cordava Giulio
Corriftpondenli
396.
323. Opere
lei
,
d'arte
pos-
nuovi
:
dell'
Archivio
sedute da
324.
Storico Italiano
a
Pstoja
,
Bixio avv.
;
Cesare Leoconsi-
poldo
gliere
Genova
Tommasi
,
Girolamo, a Lucca
185.
Faelfa
II
,
di
al
Federigo d'Antiochia e
di
Enzo
re
Federigo
comunale
463-68.
178-82,
Costantinopoli, 397.
606.
),
Ferrano
Luigi
200.
,
Crozart-Mouchet J., 194. Cuneo. Belazione dell'assedio di Cuneo dell' anno 1557, scritta da anonimo contemporaneo 79-110.
, ,
605.
Firenze, 178-82.
Fontanesi Giuseppe, 403. Forni Luigi 398. Foscarini Marco, 603.
,
Oaino Giacomo.
Sue notizie, 230 no. 1. Estratti dalla sua Cronaca MS., 230, 232, 234-37.
Ap. Voi.
II.
Frapporti Giuseppe, 397. Fra(t Domenicani. Memorie degli Ar192. tisti di quest'ordine.
78
616
Frati Minori. Annali
di
TAVOLA ALFABETICA
guest' ordi,
ne
192.
,
suo
Friuli
393
609.
Gonzaga Giovanni. Lettera al Marchese di Mantova 236, 266 270 273 274 276.
,
al
Marchese
402.
Isabella. V. Ente.
,
Galles
Carlo Principe
,
di
197.
Galvani Giovanni
Grotto
dell'
Ero Luigi
197.
Gio. Antonio
:196.
Bo-
Pratese
397-99.
Gussalli Antonio, 396.
Cazzer Costanzo
Gennarelli Achille
200.
402.
Teodoro
604.
l,
360-
608.
64.
Huillard-Brholles
Ilari Lorenzo
terie della
463^
Germania, 393. Dragomanni Francesco 399 607. detto della Marca Giacomo San
Gherardi
, ( )
,
madi
Biblioteca
comunale
Siena, 383-86.
,
193.
Giberli Gio.
Matteo, 193.
,
Giesebrechl Guglielmo
604.
Ginevra , 200. Gionla Stefano ,194. GiovanelU Benedetto, 166-73. Gioyeuse Duca di ) 611.
{ ,
Impero Germanico, dal 1246 al 1313, 530-60. India. V. Masser Leonardo. Isabella regina di Spagna , 603. 400. Istria e Dalmazia
,
Italia.
storia d'Italia
cali in
di
Girolamo Eremila. Lettera al Marchese di Mantova, 277. 610. Giuslinian Glovan Battista Gonzaga Agostino, Lettera al Mar,
ticolo
secondo
349-79.
d' Italia
,
Sui primi
popoli
166-
73.
Storia d'Italia, narrata al popolo
chese
di
Mantova
Lettera
,
283.
al
Cesare.
Marchese
di
Italiano da G.
La Farina, 190-91.
Mantova, 273
Ferrante.
313.
a Isabella sua
Lettera
Municipi
386-91.
madre, 297.
191, 193, 194, 193, 399, 333-36, 373-76, 403, 403, 604, 607, 608.
di
Ivrea, 200.
1323 , scritti al Marchese di Mantova 292. Marchese di Francesco Maria Mantova. Convenzione stipulata con Papa Leone X, anno 1316
nel
,
,
,
Roma
Krone
Giulio.
,
reni ec.
Pata-
La
DELLE MATERIE
Lancisi Glo. Maria
,
617
,
397.
Medici Cosimo
/'
Granduca,
il
402.
Lanz Carlo
395.
Lorenzo,
detto
Magnifico.
Tre
196.
copo e
allo spedalingo
,
del
Ceppo
Leone XII
337.
di Pistoja
57-59.
,
il/dc/ieorn Stanislao
192.
Liguria
Lilla
397.
191, 195.
1
Milanesi Carlo.
scrilli
Catalogo
del
Mano-
Linguistica ,610.
Pompeo,
,
Liulprando
399.
vescovo e storico,
96
604.
604.
Minio Marco
Minutoli
397.
Pietro ec.
Lucca
176-78
610.
Storia di Francesco Burlamacchi, 176-78. Missirini Melchior , 591-92. Mocenigo Alvise, 397, 604. Modena 196 398.
Carlo.
175-78. Af. G., 173-74. Magrini Antonio, 195. Mainardi Antonio 195. Malaspina Guglielmo. Lettere
,
M. e,
al
Mar-
Isabella
Marchi Giuseppe, 191. Marincola Pisloja, Domenico, 398. Marini Marino 197.
,
178-82. Montazio Enrico 399. Monte del Giovan Batista ,611. Monlecassino ,401. Monte falco ,403. Morbio Carlo, 402. Storia de' Muni373; 586-91. cipi Italiani Mozzi de Capitani Ferdinando, 396. Muratori Lodovico Antonio, 399.
, ( ) ,
Marmocchi F.
C,
,
608.
Lettere
dell' ab.
P. Bandini
pubblicazione
al
Nan
Mar-
tes
(1598-1599
,
( ,
421-60.
chese di Mantova 240. Masser Leonardo da Ca' di ). Relazione di Leonardo da Ca' di Masser alla serenissima Repubblica di
(
Napoli, 394 604. signore di ). LetNesson Gemetto tera al Marchese di Mantova, 314.
Niccolini Antonio
,
605.
Venezia
commercio dei Portoghesi nell'India dopo la scoperta del Capo di Buona Speranza
,
sopra
il
13-51.
Giacomo. Cronaca di Napoli 394. sino air anno 1511 Nubia ed Egitto, 197-99. Numismatica 200 608.
Notar
,
, ,
Contessa
396.
Occitania
Orsini
607.
402.
fjimiglia
618
Osservazioni
al voi.
,
TAVOLA ALFABETICA
correzioni
par.
II
,
reclami
l.,
Puccinelli
Angelo
pittore lucchese
VI
Disp.
610.
185-86.
Queirolo
B., 397.
610.
Palermo
Irad.
alla
met
X,
dall'arabo in
,
francese da M.
Amari
175-76,
Lombardia 403. Barone di 405. Repelli Emanuele 400 607. Reumont Alfredo. Di alcuni
di
,
Reiffemberg
lavori
spellanti
all' Italia
ultimamente
,
pubblicati
,
in
Germania
articolo
,
Parma
Piacenza e Guastalla
)
Du-
cali di
400.
199.
Palareni
(i)
eretici
565-67.
Rezia, 166-73.
Ricardi Francesco
Ricolli Ercole
Ridolfi
,
405.
609.
Petrarca Francesco
398, 604.
Michele, 610.
396.
Riva
Perugia
401.
,
Giornale scientifico-
Rivista
Europea
,
404, 610.
letterario
403.
197.
Ligure 611.
405.
Piceno antico
Gonzaga, 261.
di
,
Romagna magna
di
Roda
dal principio
dell'era vol,
Piemonlesi
Pignerolo
,
200. Abbazia
94
Pio VII 336. Vili, 337. Pisloja, 403. Pittori Lucchesi ,610. Poggi Enrico. Cenni
scritta
Romische Briefe
di
eie.
,
Lettere
Romane
un fiorentino
Rafifaello
,
156-66.
199.
Rondoni
storici
delle
Rosa Gabriele
405.
leggi sull'agricoltura dai tempi Romani, sino ai nostri 183-84. 194. Poi ( corte del
,
197-99.
Rossi
(de)
Patrizio, 403.
Polcevera
Pontefici
(
405.
de'
)
,
Rovigo, 605.
608.
Saggiatore
il)
giornale
romano
603.
Cardinale
al
Roano
251.
(
Santa Croce
Marchese
di
,611.
Pucci Serafino
195.
DELLE MATERIE
Sardegna
Savagner.
Savoja
, ,
619
al
191
Sassoii Enrico
399 ,398.
,
608.
335.
mar-
chese
,
di
Mantova
Lettera
no.
1.
Estratti dalia
marchese di Mantova, 282. Troya Carlo, 193 611. Turchia, 397, 604.
al
,
395.
,
9-11.
605.
bacarli
Camillo.
Storia
delle
cam-
Tempio
di
pagne e degli assedj degl' Italiani in Spagna dal 1808 al 1813, 59192.
yalentin F. Hislolre de Venlse
,
398.
611.
Biblioteca
336.
Siena.
comunale,
399;
Valenlinelli
Giuseppe
il
396.
583-86.
Solilro
Valentino
Duca
,
).
V. Borgia.
Vincenzo, 400.
al
Valle Vigezzo
605.
mar-
406,
,403.
Mar-
chese
271.
Spalalo
Spinelli
,
di
Vernon G. L, 197.
Verona , 398. Vesi Antonio. Storia 188-89; 399, 607.
Vicenza
,
396. Antonio
,
di
Romagna
ec.
604.
Sialo
Pontificio
401.
,
195.
,
Storia in genere
397
399.
Livio
,
Villani
Villiv
Giovanni
Giuseppe
,
397.
Stuart Carlo Odoardo
,
Visconti
401.
II
,
396.
Vittorio
Amedeo
,
Duca
di Savoja,
195.
Volpicella Luigi
194.
Tanci Angelo
Tasso
403.
Lettera a Isabella
Scipione, 611.
i
Bernardo.
,
Volunni
Tomba
I.
de'
401.
396.
,
Wenrich
G., 604.
403.
610.
,
Umbria ,401.
567-73.
Urbino
(
397
604. 397.
)
,
chese
di
al
mar-
Tomilano Bernardino
Torino
(
R. Accademia di
Domenico
196.
l.
/"